22
Anno VI Dicembre 2013
Ferisce più la penna che la spada
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Stylus # N22 Sommario
Dicembre 2013
Editoriale
3Tempo di Riscossa
Video intervento di Salvatore Taormina
Faccia a Faccia
4C.C.N.L. FONDO ESUBERI E MODELLO
DI BANCA SULLE VENDITE
Video interventi di M. Bossola
A cura di Salvatore Taormina,
Faccia a Faccia
7PIANO D’IMPRESA, ACCORDI FUTURI,
STRAORDINARI
Video intervento di G. Milazzo
A cura di Salvatore Taormina,
L’angolo della Posta
Domande e risposte...
14
11
Video interventi Vari
Notizie da...
I.S.G.S.
Video Intervendo di D. Manfredonia
GOMIERO
STYLUS
Pubblicazione Semestrale
Autorizzazione n°5780
del 14/05/2004
d e l Tr i b u n a l e d i To r i n o
Direttore responsabile
Mauro Bossola
Direttore editoriale
S a l v a t o r e Ta o r m i n a
Ha n n o c o l l a b o r a t o p e r i t e s t i :
D a n i e l a Fi o r e t t i
Giuseppe Milazzo
Mauro Bossola
Rober to Aschiero
S a l v a t o r e Ta o r m i n a
S u s a n n a Po n t i
Gianni Donati
Loris Brizio
Mauro Scorsiroli
Vi d e o I n t e r v i s t e a c u r a d i
S a l v a t o r e Ta o r m i n a
Pe r l e i m m a g i n i :
Pa o l o M o i s i e l l o
I mpaginazione Grafica:
Chiara Moraglio
A cura di Salvatore Taormina,
A cura della Redazione
Liberamente
A TU PER TU CON PAOLA
17
Anno VI N° 22 - Dicembre 2013
Salute & Sicurezza...
13
TERRE DI CONFINE
A cura di Loris Brizio
Amministrazione
Direzione e Redazione
C / o FA B I
Via Guarini, 4
1 0 1 2 3 To r i n o
Te l . 0 1 1 5 6 1 1 1 5 3
Fa x 0 1 1 5 4 0 0 9 6
Sito internet: fabintesasanpaolo.org
e -mail: [email protected]
[email protected]
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Stylus # N22
Dicembre 2013
N°15
Editoriale
Salvatore Taormina
TEMPO DI RISCOSSA...
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Faccia a
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PARLIAMO DI:
C.C.N.L.
con Mauro Bossola
a cura di Salvatore Taormina
Parliamo del regalo del Governo alle banche, la possibilità di dedurre le perdite su crediti in 4
1)
anni invece che in 18. Cosa ne pensi in merito? Ci può in qualche modo aiutare al riavvio della trattativa per il rinnovo del Contratto? O è stato un regalo a senso unico di cui nessuno vorrà tenere conto?
R) La
possibilità per le banche italiane di detrarre le perdite in 4 anni anziché in 18 anni è una
richiesta legittima da parte
delle banche italiane per uniformare il trattamento fiscale
alle banche europee. È chiaro che si traduce in un enorme vantaggio che riteniamo
andrebbe sfruttato per strutturare le banche in qualcosa di più vicino al territorio,
però
nutriamo
dei
dubbi.
Non penso che ci
porterà particolari vantaggi, anzi il
governo ha riconosciuto alle banche questo vantaggio senza preoccuparti di verificare lo stato del settore ed i particolare il rapporto tra le banche ed i loro dipendenti.
Il problema del contratto è che le banche italiane non hanno una strategia per il futuro ma solo
una strategia per l’oggi. Quindi vedono come unica soluzione i l taglio del costo del lavoro.
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2)
Si
do
la
possibilità
prevedono
di
degli
utilizzare
scioperi
iniziative
a
nel
periodo
supporto
dello
natalizio?
sciopero
La
quali
Fabi
sta
valutan-
assemblee
accentra-
con Mauro Bossola
a cura di Salvatore Taormina
te sul territorio ed un eventuale sciopero bianco? Quale sarà la possibile strategia in merito?
R) Si, saranno necessari altri scioperi. È una battaglia decisiva.
I colleghi percepiscono, proprio per il lavoro che fanno, la gravità della situazione attuale del settore.
Sfrutteremo se necessario anche
il
periodo
natalizio per iniziative a supporto della vertenza, uti-
lizzando anche i media. Altro strumento è l’ applicazione della normativa, anche perché c’è stato un crescendo di sanzioni disciplinari.
DEL MODELLO DI BANCA SULLE VENDITE
3)
Cosa pensa il Segretario Generale Aggiunto della Fabi dell’idea
dell’Abi di prevedere due diverse tipologie di Contratto per la categoria e
di aumentare la parte di salario variabile legata ai risultati commerciali?
R) In questo momento l’azienda sembra voler dividere i colleghi, tra colleghi di serie A e colleghi di serie B,
Mauro Bossola
puntando anche all’ istituzione di due diverse categorie di contratto. Questo la dice lunga su quella che non é
una strategia sindacale ma é una vera e
propria strategia commerciale che mira
alla sola vendita di prodotti in maniera irresponsabile attraverso la creazione di un front Office con salario legato
all’ incentivo. Dietro c’è un modello di
banca che ha fallito e che porta l’ opinione pubblica a diffidare dei bancari.
Noi vogliamo che i clienti si possano
fidare dei colleghi e delle colleghe. Perché i bancari svolgono un lavoro utile
per la società, non sono dei delinquenti
come spesso vengono dipinti dai media.
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PARLIAMO DI:
con Mauro Bossola
FONDO ESUBERI
Parliamo
4)
di
Fondo
a cura di Salvatore Taormina
Esuberi,
il
31
ottobre
è
passato,
qual
è
la
situazione
odierna?
Cosa propone la Fabi al riguardo?
Fabi vuole evitare la rottamazione indiscriminata di chi ha più di 55 anni.
Il
fondo
esuberi
che
noi
abbiamo
in
mente
è
un
fondo
esuberi ad accesso volontario sulla base di accordi collettivi, per garantire i lavoratori.
Poco importa se una parte verrà pagata con l’aspi, una parte dal fondo. Poco importa se le banche cercano di risparmiare o di allungarne la durata. L’ importante è che la proposta di utilizzo
dell’aspi non nasconda l’intenzione di licenziare, e quindi l’obbligatorietà su base individuale.
Questo è il motivo per cui in questo momento non c’è l’accordo. Perché abi presuppone il licenziamento.
Fabi esige chiarezza sui criteri di accesso al fondo.
R)
5)
rà
Nella strategia di questo difficile rinnovo contrattuale, giocheun
mativa
ruolo
nei
importante
confronti
la
gestione
dell’opinione
a
livello
pubblica.
La
mediatico
Fabi,
dell’infor-
come
inten-
de impostare il coinvolgimento dei clienti per far si che l’opinione
pubblica capisca una volta per tutte qual è la differenza tra Banchieri e Bancari,
in
modo
da
portarla
dalla
nostra
parte
nella
ricerca
di
una
Banca
più
vicina
ai
clienti
ed
anche
ai
suoi
dipendenti??
R) Dobbiamo far capire la differenza tra bancari e banchieri.
Il nostro intervento a Servizio pubblico, la trasmissione di Santoro, per raccontare ciò che è successo con Cucchiani, le erogazioni milionarie, le agevolazioni a lui
riconosciute, è stato visto da 4 milioni di persone così come 3 milioni di italiani hanno visto l’intervento di Lando Sileoni a Porta a Porta.
La proposta giusta per uscire dalla crisi è quella di proporre un nuovo modello, un nuovo modo di fare banca, di rivalutare il proprio personale. Non lasciare a casa
le professionalità.
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Giuseppe Milazzo parla del PIANO D’IMPRESA, DEGLI ACCORDI FUTURI,
DEGLI STRAORDINARI
con Giuseppe Milazzo
a cura di Salvatore Taormina
D1) Con Giuseppe Milazzo vorremmo parlare dei risultati di
Intesasanpaolo. La banca, nel comunicato stampa del 30 novembre, ha
dichiarato che il nuovo piano d’impresa verrà completato nella primavera
del 2014 e coinvolgerà le 94.000 persone del gruppo. Ci saranno ulteriori
ritorsioni, ulteriori accorpamenti... cosa si aspetta il sindacato?
R) Noi speriamo che il piano d’ impresa porti al rilancio dell’azienda e non si vada
sempre solo a tagliare sul costo del personale. Perché una contrazione degli
sportelli porta a rinunciare ad una parte di attività aziendale. Quindi speriamo
che la riduzione sia contenuta e non si prosegua su quella strada lì. In ogni caso
i nostri accordi prevedono già degli strumenti a tutela dei colleghi che dovessero
essere coinvolti in accorpamenti e quindi che dovessero subire trasferimenti
(accordo 2012). Mobilità, cambio mansioni, indennità.
D2) Parlando di flexi, si può prevedere una riduzione dell’orario? Per ora si vedono solo tante pubblicità?
R) In questo momento le relazioni con l’azienda sono interrotte. I rapporti non sono così cordiali per avviare un dialogo
su questo argomento. Era in effetti un progetto che la banca ci aveva declinato ad inizio anno, speriamo che la situazione si sblocchi.
Sicuramente il progetto flexi era un progetto per far fronte agli esuberi a seguito della contrazione di attività. Abbiamo constatato
che dalle 19 alle 20 non c’è grosso ritorno, chiederemo alla banca di ridurre l’orario. Sarà uno degli argomenti principali alla ripresa
del confronto.
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Giuseppe Milazzo parla del PIANO D’IMPRESA, DEGLI ACCORDI FUTURI,
DEGLI STRAORDINARI
con Giuseppe Milazzo
a cura di Salvatore Taormina
D3) Nel momento in cui si ricomincerà a trattare, quali sono gli accordi più importanti che la Fabi vorrebbe realizzare? O sui quali si
impegnerà maggiormente?
R) Una volta risolto il problema della contrattazione nazionale noi in azienda abbiamo tanto da lavorare. Sicuramente la valorizzazione
professionale delle risorse. Quindi gli inquadramenti. Dobbiamo proporre qualcosa di nuovo che vada a salvaguardare la vita lavorativa,
economica dei nostri colleghi. Occorre un sistema che premi la produttività per tutti i lavoratori. Quindi al crescere della produttività
adeguati aumenti economici, parallelamente a percorsi professionali individuali. A noi non spaventa affrontare proposte nuove purché ci
siano ritorni per tutti i colleghi.
Per costruire la banca del futuro non bisogna avere paura del nuovo.
Senza dimenticare che vanno motivati anche i colleghi che magari hanno qualche anno in più.
D4) Riguardo le assunzioni,
problema sociale, riusciremo ad
ottenere qualcosa?
R) Siamo fiduciosi, speriamo che la
trattativa nazionale porti alla definizione
di un nuovo ammortizzatore sociale
e con questo poter chiedere in caso
di esodi lo scambio padre/figlio. Non
scandalizziamoci, si fa in molte altre
banche e settori. Rispettando ovviamente
il merito, non si può prescindere. Tra
l’altro dev’essere ancora concretizzato
l’accordo del 2012 che prevedeva
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D5) Una delle paure
dei colleghi è il timore
che ci possano togliere
la cassa sanitaria.
R) Finora, il sindacato e l’azienda
prestano attenzione a questo
argomento. La cassa sanitaria ha
i fondi e patrimonio per pensare
con tranquillità al futuro. Chiaro
che di tanto in tanto occorrono
degli aggiustamenti. Possiamo
rassicurare i colleghi.
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Giuseppe Milazzo parla del PIANO D’IMPRESA, DEGLI ACCORDI FUTURI,
DEGLI STRAORDINARI
con Giuseppe Milazzo
a cura di Salvatore Taormina
D6) Sono tanti i colleghi che saltano la pausa pranzo,
per non parlare di chi timbra, non esce dalla filiale
e continua a lavorare. Un fenomeno sempre più
diffuso, in ascesa. Quali potranno essere i possibili interventi
sindacali da attuare, stavolta in maniera decisa. Visto
che il tentativo di sensibilizzare i colleghi sui rischi che lo
straordinario non autorizzato comporta, fino ad oggi non ha
avuto alcun successo?
R) Purtroppo il tema degli straordinari è un problema .... Mi
ricordo che negli anni ottanta si giravano gli uffici e si diceva
alla gente di uscire. Questo si faceva all’epoca, proprio
perché il fare straordinari sottrae occupazione e quindi va
contro alla situazione attuale. Il blocco degli straordinari
é un provvedimento che è stato preso in quell’ottica.
Non riusciamo a capire perché i colleghi non riescano ad
organizzarsi nel normale orario di lavoro. Provvedimenti,
più che persuaderli a non accollarsi delle situazioni
organizzative che non sono proprie. Perché l’ organizzazione
dell’azienda e dell’azienda non è in capo al lavoratore.
Noi dobbiamo lavorare con gli strumenti che l’azienda ci
mette a disposizione. Non dobbiamo noi sostituirci, perché
l’azienda non lo vuole. Tutte le volte che il sindacato ha
cercato di occuparsi di organizzazione, l’azienda ha risposto
alt, questo è argomento nostro. Questo dovrebbero farlo
anche i lavoratori, noi non abbiamo mezzi per convincerli. O
i colleghi si convincono da soli oppure rischiano di lavorare e
di non percepire la retribuzione.
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Giuseppe Milazzo parla del PIANO D’IMPRESA, DEGLI ACCORDI FUTURI,
DEGLI STRAORDINARI
con Giuseppe Milazzo
a cura di Salvatore Taormina
D7) Ma se arrivasse un controllo da parte della Asl,
cosa succede al lavoratore?
R) Il lavoratore non si rende conto dei rischi che corre, anche
disciplinari, perché non si può rimanere nei locali di lavoro al
di fuori dell’orario. Quindi ci sono rischi per eventuali infortuni,
diversi tipi di rischi che sono in capo al lavoratore. Tant’è che
l’azienda si è già salvaguardata facendo la comunicazione
ufficiale dicendo che non ci si può fermare oltre l’orario,
quindi pagherà solo il lavoratore. Non possiamo fare altro che
dirglielo.
D8) Riguardo gli assegni di studio, i contributi scolastici.
Sono tante le cose che si sono perse per strada. Potrebbero
essere una delle future battaglie del domani. Sono cose
che ai lavoratori mancano...
R)Sicuramente noi dobbiamo insistere sui welfare, i provvedimenti
vanno in quella direzione. Una volta risolto il problema della
contrattazione nazionale, presentarci all’ azienda con proposte su
questi temi. Sul welfare aziendale credo che l’azienda ci debba
ascoltare. Molto verrà anche dal nuovo circolo di gruppo dal
1/1/2014. Ci proveremo.
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Stylus # N22
Dicembre 2013
Quattro chiacchiere con
DANIELE MANFREDONIA...
D. Parliamo con Daniele Manfredonia responsabile per
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I.S.G.S.
traduce in un clima per nulla sereno.
la Fabi in I.S.G.S: il sindacato ha denunciato una certa
confusione organizzativa, con dispersione di competenze
Cosa può fare la Fabi? In particolare quando si
e inefficienza, cosa sta succedendo?
parla di delocalizzazioni?
D.
R. Quando un’azienda non gestisce l’organizzazione R.
La Fabi è sempre
stata contraria alle
e continuare a fare tagli e cambiamenti di gestione, delocalizzazioni, lo si vede nelle tutele riguardo l’area
procura insicurezza nel personale. Le voci di corridoio contrattuale e non permetterà di toccare determinati
provocano agitazione fra i colleghi che si traduce in argomenti.
un ambiente non tranquillo e soprattutto dispersione
di professionalità. Continui trasferimenti sui vari hub, D. Nel settore informatico, ci sono problemi
sui vari poli, lavorazione cambiate in corso d’anno d’investimento. Che succede in questa banca?
comportano una agitazione. Così nascono voci di
trasferimenti su Brazov, tentativi di delocalizzazione
che anche se non vere su una categoria che, in questo R. È la dimostrazione dell’inefficienza della nostra
azienda. Noi abbiamo denunciato certi
meccanismi che vanno a toccare solamente
alcuni costi. Occorre lavorare su tutti i costi
e non scaricare solo sui lavoratori. Ma
occorre essere competitivi. Se l’unica idea
gestionale del management è tagliare il
costo del personale è chiaro che poi ci
sono problemi d’investimento.
indicazioni
contrastanti
e
quindi i lavoratori
manifestano il loro
disagio. Sul polo di
Lecce c’è il progetto
di trasformarlo in
una contact unit,
Daniele Manfredonia
ma ai colleghi è passato il messaggio che si
tratta di un ripiego non di un’opportunità,
ovvio che la reazione sia negativa. Ricordiamo che questi
colleghi hanno una retribuzione ridotta e svolgono ora
un lavoro di basso livello, passare ad una contact unit
permetterebbe loro di agevolare il passaggio alle filiali.
Occorre dare certezze ai colleghi.
D.
Cosa sta succedendo a Lecce e
Potenza, sembra che ci siano dei grossi
problemi. Qual è la situazione?
R.
)I nuovi poli, sono stati creati con
l’accordo per la nuova occupazione del
2010. Molto semplicemente se chi gestisce
non ha degli obiettivi ma agisce solo per
momento, non ha neppure il contratto nazionale, si gestire le esigenze di cassa, forniscono ai lavoratori
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Quattro chiacchiere con
DANIELE MANFREDONIA...
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I.S.G.S.
R.
D. Non vengono accolte tutte le richieste di passaggio
in rete nonostante tutti i problemi che ci sono nelle
filiali ad orario esteso in questo momento, perché?
R.
Quando un’azienda non gest Partiamo da un
dato tecnico: per i colleghi di Lecce e Potenza il
trasferimento scatta dopo 6 anni dall’assunzione
(secondo l’accordo firmato nel 2010). I direttori non
hanno informazione del valore professionale di
questi colleghi. L’incapacità dell’azienda a gestire
queste informazioni manda in corto circuito il
sistema.
La Fabi è sempre stata
contraria. L’azienda ha la
possibilità di verificare i flussi
di lavoro, quello che non può
fare è gestirli contro i lavoratori.
Noi abbiamo una serie di accordi
a tutela dei lavoratori. Il fatto che
la banca monitorizzi i flussi di
lavoro e faccia delle scelte sulla
base di questi dati, è un aspetto
organizzativo e noi non possiamo
entrare nel merito. A
noi spetta il controllo
della ricaduta sul
singolo collega che
non può essere
controllato nella sua
giornata lavorativa. I dati possono
essere utilizzati nell’organizzazione
ma non dev’essere usato sul singolo
lavoratore. Siamo anche pronti a fare
delle denunce sulla base dell’accordo
quadro sull’art. 4 che prescrive dei
limiti all’azienda sull’utilizzo di questi
dati.
Daniele Manfredonia
D. Sono stati fatti dei controlli dall’azienda sulle medie
di lavoro, qual è la posizione della Fabi in merito?
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TERRE DI CONFINE
A cura di Loris Brizio
LA SICUREZZA
Parecchi casi di suicidio tra i bancari.
Occuparsi di sicurezza nel Settore del Credito,
vuole anche dire entrare in contatto con i disagi e le
malattie, fisiche e psichiche, dei lavoratori: è un mondo che
esiste, proprio poco al di sotto delle scintillanti immagini con
le quali le politiche aziendali rivestono la pubblicità rivolta
alla clientela.
PREMESSA
È
vero che esistono settori del mondo del lavoro dove il rischio è più tangibile,
come nell’Edilizia, ma è anche vero che ad ogni tipo di lavoro sono propri
rischi specifici e che la mancanza di morti non vuol necessariamente dire che
non vi siano problemi: il settore del Credito, soggetto a pressioni e trasformazioni
di notevole rilievo già da parecchi anni, è quindi una “terra di confine”, dove la
realtà spesso differisce dalle false immagini che ancora rimangono nella fantasia
popolare.
Proviamo quindi a scendere, pian piano e senza far troppo rumore, in questo
mondo del quale
dobbiamo avere
sempre maggiore
consapevolezza.
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Loris Brizio
QUANDO IL LAVORATORE SI TOGLIE LA VITA
T
ra i bancari vi sono parecchi casi di suicidio, con le tecniche più varie e
con le motivazioni più disparate. Non sempre vi è una ragione di lavoro a
giustificare il gesto: però l’indifferenza, le pressioni commerciali, l’essere
inseriti in organizzazioni del lavoro che non conciliano produttività con esigenze
dei lavoratori, aiutano sicuramente nella scelta.
Il bancario poi non è un esperto in questo campo e spesso il sistema trovato
per togliersi la vita è casuale, dettato dell’emozione del momento, e non tiene
conto ne del dolore proprio ed altrui ne della rapidità con la quale si raggiunge
lo scopo.
Vediamone, tra i tanti, alcuni dei casi avvenuti negli ultimi anni.
Il 6 marzo 2013 David Rossi, capo dell’area comunicazioni di MPS e amico di
Mussari, alle 20:30 si lanciò di schiena dalla finestra del suo ufficio, poco dopo
aver telefonato alla moglie per dire che stava per tornare a casa, ed avere fatto
un’altra lunga telefonata. Le tormentate vicende della banca sono lo scenario
di questa morte.
Il 10 ottobre 2005, per ragioni legate ad una ristrutturazione aziendale che
avrebbe portato alla perdita del posto di lavoro nella banca d’affari di Milano
di cui era funzionaria, si uccise Simona Valli: aveva 37 anni.
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TERRE DI CONFINE
I
l 15 agosto 2011, a Giano dell’Umbria, è stata la volta di Antonio Venanzi, 43 anni, direttore della
filiale Unicredit di Narni Scalo. Si era allontanato da casa con l’auto, in compagnia della sua pistola,
e dopo aver parcheggiato in un luogo appartato e si uccise con un colpo alla tempia.
Il 2 ottobre 2013, approfittando della pausa pranzo, Vincenzo Lanzara, 49 anni, originario di Cava dè
Tirreni, impiegato Unicredit presso la filiale di Nocera Inferiore, si impiccò nel bagno della filiale.
Il 25 marzo 2013 si era suicidato un altro dipendente Unicredit di 43 anni, della Sede dell’EUR di Via
Tupini a Roma, lanciandosi dalla tromba delle scale e finendo al pianterreno del palazzo dove hanno
sede gli uffici dell’Istituto di Credito
A Palermo han avuto luogo il suicidio di Francesco Puccio, di 58 anni, che si è gettato dal sesto piano
dopo avere ucciso la sorella disabile Giuseppina Puccio, 62 anni. Giuseppina, disabile in sedia a rotelle
e con problemi psichici, aveva tentato di uccidersi recidendosi le vene delle braccia con un coltello, ma
non era riuscita a togliersi la vita ed aveva
chiesto al fratello Francesco di aiutarla.
“Sono stanca di vivere – aveva scritto nella
lettera d’addio – Per questo ho chiesto a
mio fratello di aiutarmi a uccidermi. Lui
non c’entra niente“. Il fratello la aiutò a
morire e, dopo averla uccisa soffocandola
con un sacchetto di plastica calato in
testa, probabilmente per rimorso e per
la disperazione, si gettò dal balcone, al
sesto piano di via Albricci, nella zona dello
Sperone a Palermo. Nella caduta Puccio
piombò sul pavimento di un terrazzo di
una abitazione dove stava giocando un
bambino. L’uomo era un funzionario del
Unicredit a Palermo, “molto stimato dai
colleghi e dalla clientela”.
Un ultimo caso, tra i tanti, è stato quello del
suicidio con un colpo di pistola del direttore
della filiale della Banca popolare di Novara
a Bra, in provincia di Cuneo. Gianfranco
Sciandrano, 40 anni, si sparò nella notte
tra il 5 e il 6 novembre 2013. Il corpo senza
vita dell’uomo fu ritrovato vicino al Lago di
Pianfei. A dare l’allarme ai carabinieri era
stata la moglie che non vedendolo rientrare
nella loro casa di Vicoforte Mondovì, aveva
avvisato angosciata le forze dell’ordine.
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A cura di Loris Brizio
Loris Brizio
STRESS E VIE DI FUGA
C
ome si vede non tutte le morti -ne abbiamo ricordate
solo alcune- hanno una ragione evidente e alcune
sicuramente riguardano questioni personali. Ma
altre possono legarsi al lavoro e avere la propria radice in
situazioni fortemente stressogene ed ansiogene, anche
se non esiste, ad oggi una statistica completa degli eventi.
Il suicidio è la più grave forma di via di fuga da situazioni
ansiogene, e numerose ricerche hanno evidenziato i
collegamenti tra lo stress da lavoro, l’abuso di alcolici e
di sostanze stupefacenti e psicotrope, tabacco e forme
di violenza.
Studi ed esperienze maturate nell’ambito del Dipartimento
nazionale Salute e Sicurezza e condivise negli incontri
con i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, ci
hanno spinti a credere che lunghi periodi di crisi generale
e di settore, trasformazioni aziendali, incertezze negli
obiettivi e talvolta nel mantenimento dello stesso posto
di lavoro, siano alla base di un disagio crescente, di tipo
psicologico all’inizio e poi, spesso, anche fisico.
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TERRE DI CONFINE
O
ltre al rischio di trasferimenti scomodi, magari lontano dalla famiglia, o di dequalificazione
professionale, si pongono i carichi di lavoro eccessivi, modulati talvolta su orari lunghi, che
prevedono turni e maggiori esposizioni ad un pericolo sempre vivo e presente come quello
delle rapine.
Come scriveva Luigi Devoto, fondatore della prima Clinica del Lavoro in Europa, “È il lavoro che deve
adeguarsi all’uomo e non l’uomo al lavoro”.
Per questo oggi le norme prevedono per ogni azienda una organizzazione del lavoro che risponda a
determinati requisiti, primo fra tutti che sia adeguata al lavoratore, così come prevedono una corretta
valutazione dello stress lavoro correlato.
È questo uno degli argomenti che sarà affrontato nel corso dell’Assemblea Annuale degli RLS della
FABI e dell’FNA, che si svolgerà a Padova il 28 Novembre, anche alla luce dei gravi problemi emergenti.
Lo stress al lavoro ha un ruolo notevole nello sviluppo di fattori negativi individuali e aziendali,
costituendo un elemento comune di collegamento tra le condizioni lavorative, l’abuso di sostanze ed
episodi di violenza, ed è legato alla difficoltà a rilassarsi dopo il lavoro ed al costante permanere di
emozioni negative, quali paura, senso di frustrazione e di impotenza.
A cura di Loris Brizio
Loris Brizio
A margine del Quinto Convegno per la Sicurezza nelle BCC e nelle piccole aziende
di credito, svoltosi il 24 ottobre scorso presso l’Università LUMSA di Roma ed
organizzato dal Dipartimento Nazionale Salute e Sicurezza della FABI, il Prof.
Alessandro De Carlo ha così sintetizzato il quadro che stiamo delineando: “Una
occupazione stressante può contribuire, tra i lavoratori, allo sviluppo dell’idea
di diminuire la tensione mediante l’uso di alcolici o di sostanze stupefacenti o
altri preparati dannosi per la salute. Il lavoro alienante ha conseguenze negative
per lo sviluppo e la formazione della salute umana e può costituire la base di
comportamenti individuali patologici quali l’abuso di alcol e di altre sostanze,
la depressione e la rovina della vita affettiva. Lo stress da lavoro può inoltre
contribuire al verificarsi di episodi di violenza sul posto di lavoro. “
E Luca Bertinotti, Segretario Generale della Fabi, aveva precisato: “Anche i bancari
non sono immuni: l’uso di alcolici o di altre sostanze intese come stimolanti
serve per “stare su, vincere l’ ansia, lenire lo stress”: abbiamo ragione di credere,
e stiamo organizzando una ricerca in tal senso, che l’ uso delle droghe sul posto
di lavoro non sia mai stato così trasversale e diffuso, anche in professionalità
che, fino a poco tempo fa, erano ritenute “insospettabili”. D’altronde vi è la
falsa idea che certe sostanze non diano dipendenza, mentre invece la danno
modificano la stessa personalità”
Possiamo concludere che alcool e droghe, in ufficio come in fabbrica, siano
funzionali alle performance, e che, quando non bastano, l’alternativa sia il
suicidio o il crescere di disturbi psicologici.
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Liberamente
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Stylus # N22 Dicembre 2013
TERRE DI CONFINE
A cura di Loris Brizio
CONCLUSIONI
A
bbiamo oggi una necessità inderogabile:
fare tutto quanto è possibile per eliminare
i rischi e migliorar gli ambienti di lavoro,
e tra i rischi poniamo anche quelli di tipo
psicosociale, tra cui stress, mobbing, burn out,
disturbi post traumatici da stress, …
Per farlo dobbiamo muoverci su quattro livelli:
Creare tra i lavoratori una maggiore consapevolezza dei rischi, che oggi includono
appieno anche quelli di tipo psicosociale, stimolando l’adozione di un’organizzazione
del lavoro che tenga conto dei ritmi e delle necessità dell’uomo, e non soltanto
delle esigenze della produttività e promuovendo la ricerca e la definizione di linee
guida.
Loris Brizio
Contrattare ai sensi dell’Art. 9 della Legge 300/70, in pena collaborazione con i
Rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza, tutti qui miglioramenti che possano
essere funzionali al miglioramento della vita dei lavoratori sul luogo di lavoro
Far si che le prerogative di promozione e controllo che il D.Lgs. 81/2008 conferisce
ai Rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza siano mantenute, malgrado ogni
tentativo contrario da parte delle Aziende di Credito
Aiutare chi è nel disagio a superare i momenti di crisi istituendo dei canali dedicati
(interni al sistema di sorveglianza sanitaria aziendale o creati dalle strutture sindacali)
che, con discrezione ma con determinazione, si pongano al servizio dei lavoratori
e possano fornire indicazioni e percorsi terapeutici adeguati.
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Abbiamo oggi una necessità
inderogabile: fare tutto quanto è
possibile per eliminare i rischi e migliorar
gli ambienti di lavoro, e tra i rischi poniamo
anche quelli di tipo psicosociale,
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Stylus # N22 LiberaMente
Dicembre 2013
A tu per tu con Paola Gomiero
a cura di Salvatore Taormina
D. Che differenze trovi?
R.
R.
Devo dire che è partita
da lì … dal libretto delle
convenzioni e poi si è
evoluta fino a diventare
un magazine a tutto tondo,
con interviste a personaggi famosi del
mondo della cultura e dello spettacolo.
Oltre alla versione torinese - in carta
stampata - abbiamo elaborato la versione
nazionale scaricabile dall’Ipad oppure
sfogliabile on-line sul sito dei servizi
www.associatiallafabi.it
Beh a livello territoriale è più
facile coinvolgere direttamente gli
iscritti e ogni occasione è buona per
organizzare un incontro: una visita
guidata ad una mostra, una gita oppure
una conferenza a tema.
A livello nazionale non è possibile
per una questione logistica e quindi
gli strumenti più coinvolgenti sono
gli sconti .. Ecco che sfruttiamo la
forza dei numeri con gli acquisti D. Qual è il suo scopo?
cumulativi tipo i biglietti ai Parchi di
D. Ti occupi dell’associazione FABI Plus Divertimento o i carnet del cinema R. In primis il dialogo con i soci sulle
di Torino e anche dei servizi a livello
oppure le convenzioni con le grandi proposte dell’associazione ma nel
nazionale … ce ne parli?
aziende come Alpitourworld, Avis, contempo anche un modo di aprire una
vetrina per le aziende o i professionisti che
Salmoiraghi & Viganò etc…
R. FABI Plus è nata nel 1996 e io la
vogliono collaborare con noi e proporre
seguo da allora. E’ un’associazione
D.
Quanto sono importanti i servizi delle iniziative ai soci FABI.
ormai rodata e collaudata che i
agli iscritti per una associazione come la
bancari torinesi conoscono per aver
D.
Il tuo sogno nel cassetto?
nostra?
partecipato alle numerose iniziative.
Mentre a livello nazionale faccio parte R. Molto direi perché danno valore
R. Continuare a migliorare tutti gli
del Dipartimento Servizi e Tempo aggiunto all’iscrizione alla FABI.
aspetti dell’associazione, quindi proporre
Libero costituto nel marzo del 2010
e tramite il quale i miei colleghi ed io D. Una chicca che distingue la nostra più iniziative a avere la soddisfazione di
sviluppiamo servizi e convenzioni per associazione: Plus Magazine ...non è un tutti gli iscritti e le iscritte alla FABI!
i centomila associati alla FABI, affinché houseorgan per le convenzioni ma una
anche gli iscritti dei Sab meno grandi vera e propria rivista …
abbiamo le stesse opportunità in tutta
Italia.
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Salvatore Taormina e Paola Gomiero
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Dicembre 2013
DOMANDA:
1) Sono un collega che ha votato contro per l’ultimo Contratto, ma ho fatto ugualmente sciopero il 31 ottobre
scorso. Penso che sia ora di dare un segnale a quest’Azienda nella quale sono Direttore di una piccola Filiale. Al
Sindacato rimprovero di non essere abbastanza propositivo, a mio parere bisogna anticipare decisioni e tempi,
non sempre rincorrere la controparte. Capisco che non è facile, ma così il sindacato è perdente, pian piano
avrà sempre meno adesioni, conterà sempre meno e ovviamente i lavoratori ne pagheranno le conseguenze, è
questo che le Aziende bancarie vogliono. Ne siete consapevoli? Che cosa pensate di fare in un prossimo futuro
per tenere in piedi questa difficile vertenza? Lettera Firmata.
RISPOSTA:
Indipendentemente da come tu abbia votato nell’ultimo contratto credo che scioperando il 31 ottobre tu abbia
fatto la cosa giusta; significa che siamo in tanti a renderci conto che così non si può più andare avanti. Nell’ultimo
contratto abbiamo proprio cercato di anticipare le tendenze del settore, che vedono un cambiamento nel modo
di lavorare che andrà ben oltre ad una crisi che ancora “morde”il paese reale. Anche se non ce ne rendiamo ancora
pienamente conto, il modo di lavorare in banca cambierà profondamente e quindi concordiamo pienamente sul
fatto che questa e’ un’occasione da non perdere per dar la nostra versione. Lo scaricare sui colleghi l’inefficienza
di scelte demenziali
fatte dai banchieri in
questi ultimi venti anni
e’ davanti ai nostri occhi
e
quotidianamente,
anche
sui
media,
cerchiamo
di
far
conoscere la realtà
all’esterno. La vertenza
sarà
lunga
e
le
posizioni dell’Abi sono
ricattatorie: dovremo
quindi, e lo faremo,
“inventarci”
anche
nuovi metodi per far
conoscere e prevalere
le nostre giuste ragioni.
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a cura della redazione
DOMANDA:
2) Vogliamo parlare dell’ indennità di turno? C’è molto
disagio in più per coloro che lavorano nelle flexi e l’indennità
percepita è davvero ridicola, su questo tema si potrebbero
avanzare delle richieste importanti nel prossimo contratto,
siete d’accordo? Un’altra cosa di cui non si parla mai è
l’importo del ticket, cifra oramai davvero inadeguata al
costo di un pranzo in un qualsiasi bar di periferia. Facciamolo
tassare, ma adeguiamolo all’inflazione. Spero di avervi
dato degli spunti costruttivi per delle future richieste. Non
saranno cose eclatanti, ma fanno parte della vita di tutti i
giorni, Grazie dell’attenzione e complimenti per il giornale.
RISPONDE IN VIDEO ROBERTO ASCHIERO:
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Dicembre 2013
a cura della redazione
DOMANDA:
3) Lavoro in una filiale flexi e mi ritrovo molto spesso a lavorare con
4 o 5 scrivanie vuote accanto alla mia. Perciò in solitudine e senza
la possibilità di aiuto e confronto con i colleghi. Spesso capita di
non avere competenze adeguate per affrontare le richieste dei
clienti e questo succede perché viene richiesto ai gestori family di
saper parlare di carte, di domiciliazione utenze, di internet banking
ma anche di assicurazioni auto, casa, persona, fondi pensione
con relativi e delicatissimi aspetti fiscali, investimenti dai più
semplici ai più complessi e poi ancora di prestiti, di anticipazioni
sociali, di cessioni del quinto, di mutui. Improvvisiamo risposte
aggrappandoci alle informazioni contenute nel pc, però mi chiedo:
siccome ci forniscono innumerevoli modi per informarci (abc,
agenda, mail, pillole web,tv ...) perché non ci forniscono anche del
tempo materiale per la formazione e l’affiancamento? Riuscite a
intervenire su questo importante aspetto della vita lavorativa di
tutti i giorni?
RISPONDE IN VIDEO ROBERTO ASCHIERO:
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Dicembre 2013
a cura della redazione
DOMANDA:
4) Ho visto la comunicazione aziendale riguardo la destinazione a banca ore dello straordinario
per le aree professionali. Ci sono possibilità che l’azienda ricominci a riconoscere lo straordinario?
Sono stufo di regalare ore di pausa pranzo, ma sono costretto a farlo perché ho troppi sospesi
che rischiano di diventare dei problemi.
RISPOSTA:
Il blocco degli straordinari rientra tra le misure alternative alla riduzione degli organici (protocollo
19 ottobre 2012 sul costo del lavoro). Stante una situazione di pesanti riorganizzazioni previste
nel futuro piano d’impresa, che riguarderà anche accorpamenti tra società del gruppo con
nuove eccedenze di personale, è difficile immaginare a breve la reintroduzione degli straordinari.
Detto questo abbiamo più volte ribadito che lo straordinario non è obbligatorio deve essere
autorizzato, invitando i colleghi ad astenersi da prestazioni aggiuntive non retribuite.
DOMANDA:
5) 5. Ci é stato detto, anche dal sindacato, che era esigenza del mercato una maggiore
informatizzazione della banca e che la clientela era sempre più orientata all’utilizzo di internet
e che quindi il personale era in esubero. Ecco perché l’idea dell’orario esteso. Una trovata che avrebbe permesso di gestire le eccedenze di personale. Osservando le code
che tutti i giorni si formano alle casse della nostra filiale e sentendo le lamentele, ormai urlate dai clienti in coda, mi sono chiesta: ma era effettivamente una necessità dei
clienti o c’è sotto qualcos’altro?
RISPOSTA:
L’informatizzazione non è sempre una esigenza della clientela, pensiamo ai tanti che
non lo utilizzano e agli anziani. Certamente è una modalità distributiva più economica
per le banche, essendo un canale alternativo alle filiali. Questo comporta la riduzione
del numero di filiali e di addetti, con il conseguente insorgere di eccedenze di organici.
Per mantenere stabile l’occupazione abbiamo cercato soluzioni che richiedessero la
presenza di un numero maggiore di addetti allo sportello, quali l’orario esteso.
La nostra banca, come spesso accade, ha gestito male l’orario flexi, impiegando organici
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DOMANDA:
6) Nella mia filiale ci sono grandi differenze di trattamento tra i vari gestori
family. Differenze nel portafoglio assegnato (alcuni hanno clientela più
facilmente “lavorabile” e con molte attività, altri hanno volumi decisamente
più contenuti e magari clienti molto anziani e poco “disponibili”) inoltre alcuni
hanno postazioni fisicamente molto lontane e nascoste rispetto all’ingresso
della filiale e altri, combinazione gli stessi dei portafogli più “scarsi” sono in
“prima fila”, quindi continuamente interrotti da richieste di informazioni...
Però, curiosamente, quando si parla di budget siamo tutti uguali. Le richieste
sono equamente distribuite e a tutti si chiede lo stesso numero di contatti, di
incontri e di collocamenti. É giusto che ci siano Gestori di serie A e gestori di
serie B? E per quale motivo nell’assegnazione delle campagne e del numero
di contatti e incontri mensili l’ azienda non tiene conto di chi fa il part time e
quindi ha meno ore a disposizione per lavorare le campagne? O sopravvaluta
i part time o sottovaluta i full time. É una materia su cui il sindacato può in
qualche modo intervenire?
RISPOSTA:
Non devono esserci differenze tra gestori A e B, la collocazione delle postazioni
può essere condizionata dalla dislocazione degli spazi nella filiale, però
le assegnazioni dei portafogli dovrebbero essere quanto più omogenee
possibile. Stesso discorso per i Part Time, i cui obiettivi debbono tenere conto
del minor tempo a disposizione. La situazione che evidenzi rappresenta una
chiara arbitrarietà nelle gestione della filiale, quando si verificano questi casi
invitiamo i colleghi a segnalarceli, per consentirci di intervenire per ripristinare
il giusto equilibrio
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DOMANDA:
7) É mai possibile che si venga costretti ad utilizzare tutti i giorni di ferie nell’anno di competenza? Io ho mio marito che non sta bene e dovrà essere operato, vorrei
avere la tranquillità di poterlo aiutare tenendomi qualche giorno in più per l’anno prossimo. Qual è il vero problema nel lasciare qualche giornata (anche solo un paio) da
programmare? C’è qualcuno che ha un budget al riguardo? Si dice in giro che l’incentivo sia legato anche alla completa fruizione delle ferie.
RISPONDE IN VIDEO ROBERTO ASCHIERO:
DOMANDA:
8) Si è sentito parlare di una trattativa tra il Banco Santander e i sindacati a fronte di una
serie di licenziamenti, specialmente in Piemonte. A che punto è la trattativa? Ci saranno
i licenziamenti? E’ questo
un tragico inizio che aprirà i
licenziamenti anche in altre
banche?
Sinceramente
sono molto preoccupata.
RISPONDE
IN
SUSANNA PONTI:
VIDEO
DOMANDA:
9) Ci sono aggiornamenti riguardo il Circolo
ricreativo? Sembra che i contributi scadano il
31/12/2013 e che non sia possibile programmare
viaggi o iniziative per il prossimo anno che ormai
é alle porte. Chi si sta occupando di garantire e
tutelare gli iscritti ai vari circoli? Quando si saprà
qualcosa in più? Quali problemi potrebbero
presentarsi nella fase di avviamento del nuovo
Circolo? Quali gli errori da non ripetere?
RISPONDE IN VIDEO GIANNI DONATI:
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