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Seminario Tematico
Progetti Quadro L.236/93 – Anno 2008: le procedure di
avvio dei percorsi e di certificazione delle competenze
I.Re.F
22 dicembre 2008 ( ore 10.00 – 13.00)
Relatori
D. Duches - R. Aglio (ARIFL): “L
Le procedure di avvio e gestione dei percorsi
formativi”
R. Rodriguez (DG IFL): “L
La certificazione delle competenze”
G. Manara 1 : “E
Esperienze
approfondimenti”
1
in
atto
sulla
certificazione
delle
competenze:
Consulente di Direzione Risorse Umane e Docente a Contratto della Facoltà di Sociologia, Università Cattolica del
Sacro Cuore
Contenuti esposti dai relatori
♦ RUOLO DI ARIFL, CONTENUTI DELL’ACCORDO QUADRO E PROCEDURE DI AVVIO E
GESTIONE DEI PERCORSI FORMATIVI
ARIFL è istituita con la legge regionale 22/2006 (art. 11) ed è la componente tecnica del
sistema regionale per l’attuazione delle politiche integrate di istruzione, formazione e lavoro. Per
tale funzione l’Agenzia accompagna lo sviluppo dei progetti approvati dal dispositivo 236 della
formazione continua, gestendo direttamente anche l’erogazione degli acconti di finanziamento agli
operatori previsti dall’Accordo Quadro 2 (contenuti).
Il Progetto Quadro, che traduce operativamente i contenuti dell’accordo quadro, può essere
territoriale o settoriale. Il progetto si struttura in un insieme di azioni (attività formative e voucher
aziendali) caratterizzati per contenuti, tipologia di destinatari, modalità di fruizione, ecc.
Al termine dei percorsi formativi può essere previsto il rilascio di un attestato di competenze come
previsto dall’art. 10 della Legge Regionale 6 agosto 2007, n. 19 e dal DDUO n. 9837 del 12
settembre 2008. La figura deputata a svolgere tale attività è il “Responsabile della
certificazione delle competenze”- ogni operatore accreditato ne ha dichiarato il possesso
come requisito relativo alla disponibilità di adeguate competenze professionali (DDUO n. 2298 del
7/03/2008) – che si occupa nello specifico di:
individuare gli standard professionali e formativi di riferimento e dei processi di valutazione;
individuare e designare degli esperti;
controllare i processi e gli atti relativi alla registrazione e documentazione delle certificazioni;
coordinare le azioni di pubblicizzazione.
Alcuni elementi da presidiare rispetto al tema delle procedure di avvio e di gestione dei percorsi
formativi riguardano:
il registro formativo;
il calendario delle attività/edizioni;
le variazioni di calendario, allievi o di sedi;
chiusura edizioni.
Rispetto alla gestione dei “voucher formativi” occorre tenere presente che:
o devono essere rivolti ad attività specifiche che prevedano esclusivamente costi
diretti ammissibili, esterni all’impresa beneficiaria, sostenuti dall’impresa al netto di
IVA (se prevista) salvo eccezioni di indetraibilità oggettiva che l’impresa dovrà
adeguatamente documentare;
o per l’erogazione dei servizi riguardanti i voucher, l’impresa assegnataria deve fare
riferimento ad altri soggetti, diversi dall’Operatore titolare del Progetto Quadro;
o l’intero importo attribuibile al voucher deve essere collocato nella voce Realizzazione
(I Livello) e Spese destinatari (II Livello) del preventivo di spesa;
rimane aperta la questione del Cofinanziamento.
2
Fare riferimento alle slide per approfondimenti sui contenuti dell’Accordo Quadro
2
♦ LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE PER REGIONE LOMBARDIA
La L.R. 22/2006 e la L.R. 19/2007 sono due leggi integrate sotto diversi aspetti, soprattutto per ciò
che riguarda la certificazione delle competenze. Con la L.R. 19/07, la Regione Lombardia si è
dotata di una legge Quadro del Sistema Educativo che:
o attribuisce pari dignità al Sistema di Istruzione ed al Sistema di Istruzione e Formazione
Professionale garantendo la possibilità di passare da un sistema all’altro;
o dà un indirizzo di fondo;
o prevede ampia libertà di scelta per i cittadini;
o concede autonomia agli operatori fissando standard di riferimento nell’erogazione dei
servizi.
Questa legge introduce tre capisaldi di sistema quali:
1) Il sistema di accreditamento: l’operatore che intende attivare corsi di formazione deve attestare
l’esistenza dei requisiti richiesti dagli standard di Regione Lombardia (nella massima autonomia
didattica e di formazione).
2) Il valutatore indipendente: un ente terzo rispetto a RL verifica i risultati raggiunti dal sistema
educativo e dal singolo ente di formazione.
3) Il sistema di valutazione delle competenze e il riconoscimento dei crediti formativi: per garantire
la spendibilità delle competenze oltre l’ambito regionale, la certificazione dev’essere riferita a
standard nazionali ed europei. Con il sistema della certificazione delle competenze, la difficoltà ad
avere il riconoscimento degli attestati in assenza di un riferimento alla Legge nazionale dovrebbe
essere superata. Regione Lombardia si è già organizzata e ha preceduto questa fase.
La certificazione va oltre il valore del titolo perchè:
non si certifica più il percorso formativo ma la competenza acquisita/raggiunta (anche in
caso di interruzione definitiva del percorso medesimo);
non si rilasciano più “qualifiche” di ogni tipo o semplici attestati con contenuti non
facilmente identificabili, ma certificazioni che indicano ciò che una persona sa e che sa
fare, quindi più spendibili nel mondo del lavoro;
ogni cittadino ha la possibilità di ricostruire le sue competenze in ambito formativo: nel
nuovo sistema introdotto dalla L.R. 19/07 si dà la possibilità al cittadino di capitalizzare
ogni forma di apprendimento in qualsiasi momento della vita.
si hanno quindi tre ambiti che definiscono il sistema della certificazione delle competenze:
l’ambito formale, non formale (che non fa parte dell’ambito strutturato del sistema di
Formazione e Istruzione professionale), ma anche informale (dove non c’è una finalità
all’apprendimento, ma dove si possono comunque acquisire delle competenze e farle
certificare e trascrivere sul libretto formativo del cittadino);
nel caso in cui venga acquisita l’intera competenza - tutte le conoscenze e tutte le abilità
ad essa collegate - la si può tradurre nella certificazione dell’attestato finale: si certifica
l’intera competenza, non solo una sua parte.
Regione Lombardia ha fornito agli operatori delle indicazioni generali sull’offerta formativa
predisponendo nel merito il QUADRO REGIONALE DEGLI STANDARD PROFESSIONALI riferimento
univoco per la progettazione dei percorsi formativi di formazione continua e permanete e
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specializzazione e la certificazione delle competenze acquisite in ambito formale, informale e non
formale:
- è un elenco di profili professionali direttamente collegati al mondo del lavoro della Regione
Lombardia, suddiviso in trenta macroaree, mutuato da un lavoro portato avanti a livello
nazionale.
- Dal Thesaurus che è costituito da 530 figure professionali, ne sono state estrapolate circa
415. E’ un sistema che si deve integrare con il quadro nazionale.
- La serie di abilità (legate al saper fare) e di conoscenze (legate al sapere) fanno parte di
una competenza.
- Solo nel caso in cui tutte le abilità e tutte le conoscenze sono state acquisite dall’allievo si
può certificare la competenza: è un sistema che codifica la competenza sia per il mondo del
lavoro che per il mondo dell’Istruzione e Formazione Professionale. Mentre prima non si
capiva che cosa l’allievo sapeva e sapeva fare, il sistema attuale è sicuramente più
trasparente per permettere all’individuo l’inserimento nel mondo del lavoro, per
riqualificarsi o per riprendere gli studi in altri percorsi formativi.
- Non vengono certificate le conoscenze e le abilità, ma solo le competenze, che le
comprende: non c’è quindi bisogno di trascrivere conoscenze e abilità.
- Ciò che conta non è tanto il titolo che si va ad acquisire, si supera il valore legale del titolo,
togliendo il riferimento al profilo: ciò ha più senso per i percorsi brevi. Infatti si pensa di
riformulare l’attestato della L.236. Ciò che viene certificato non è il percorso formativo né il
profilo ma le competenze.
- Si sta lavorando per migliorare il quadro: infatti alcuni profili sono già stati ritoccati, ad es.
è stato ritoccato il profilo dell’assistente familiare e a questo sono stati agganciati dei
percorsi formativi.
- E’ stato definito recentemente la procedura per aggiornare il quadro regionale degli
standard professionali e inserire profili nuovi. In particolare la proposta di inserimento dei
nuovi profili professionali sarà validata da una sottocommissione della CRPLF.
- Nel nuovo anno è previsto un nuovo sistema informativo per aggiornare il quadro
regionale degli standard.
- Per quanto riguarda il riconoscimento dei crediti formativi per l’inserimento nei percorsi
formativi con conseguente riduzione delle ore di formazione, sono stati definite delle regole
abbastanza chiare nelle Procedure (capitolo 4.5 dell’allegato A al decreto n.9837 del
12/9/2008) ed approvato il modello 5 da compilarsi in caso di riconoscimento crediti.
♦ LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE IN AZIENDA
Come viene affrontato in azienda il tema della progettazione per competenze? Perché la
competenza in azienda è così importante?
A differenza di molte professioni liberali come il notaio, l’avvocato, il medico ecc. che sono
certificate all’origine da concorsi, le professioni aziendali non sono certificate perché i percorsi
di accesso nel mondo aziendale sono percorsi informali.
Negli ultimi anni il tema della competenza ha acquisito sempre più peso, all’estero esistono dei
sistemi di certificazione delle competenze manageriali in azienda attivi da poco tempo anche in
alcune imprese italiane nel settore del terziario.
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I sistemi di certificazione delle competenze manageriali sono definiti da un processo che scompone
tutte le competenze necessarie ad un manager e costruisce, in base a ciò, un sistema di
valutazione che rilascia dei certificati ai candidati che intendono, autonomamente, valutare la
propria competenza.
L’elemento caratterizzante di questi sistemi è che la persona sostiene una serie di prove in
situazioni simulate ed estrapolate dal proprio lavoro nelle quali mette in atto le competenze che
intende farsi certificare. La persona viene certificata quindi rispetto al possesso delle competenze
valutate: una volta identificate le competenze ottenute si mettono in atto dei meccanismi che
servono per far acquisire le competenze non ancora acquisite.
La formazione è sufficiente a far acquisire le competenze o bisogna procedere in un altro modo?
Se le persone agiscono le competenze nel contesto specifico vuol dire che la formazione è stata
efficace, il che presuppone:
- che l’approccio del singolo al percorso formativo sia un approccio cosciente da adulto (non
persona buttata li per caso);
- che la formazione utilizzi largamente delle metodologie attive e prolungate nel tempo;
- che qualcuno si preoccupi di far esercitare le competenze appena imparate (“….perché se il
mio capo finita la formazione mi dice torna a lavorare che è finita la vacanza, capite che il
livello è basso”)
Per i giovani il concetto di competenza è associato a conoscere ed acquisire alcune nozioni, tutto
ciò significa relazionarsi con gli altri in modo strutturato, risolvere dei problemi complessi, ma non
viene imparato a scuola. Più il mondo dell’istruzione va su questa strada, più il percorso di
miglioramento anche nel mondo del lavoro è un percorso virtuoso, in cui saper fare un mestiere
con competenza significa dare un servizio alla collettività.
Come si fa a valutare e verificare l’apprendimento durante il percorso di formazione in azienda?
Attraverso strumenti di monitoraggio teorico ed attivo, mettendo quindi la persona in una
situazione in cui possa sperimentare l’acquisizione progressiva di competenza attraverso
simulazione e strumenti più attivi.
Un altro modo con cui si può valutare le competenze è un’approccio di fondo, cioè la formazione
serve per poter cambiare. Progettare un percorso in cui ci si immagina a priori che cosa una
persona potrebbe fare nei diversi passaggi e si studiano delle prove ad hoc per andare a misurare
il risultato intermedio, queste prove devono avere una componete attiva, cioè devono mettere le
persone di fronte a delle situazioni concrete. Perché se no rimane la solita problematica del so
tante cose ma non le so esprimere e non raggiungo il risultato.
Dopo certi step di formazione la persona deve saper fare qualcosa di più e di diverso da prima.
Devono esserci delle prove con una componente attiva, che mettono le persone di fronte alla
verifica di che cosa realmente sanno fare.
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Domande esplicitate
1. Nel QRSP c’è una serie interminabile di abilità/conoscenze che crea diversi problemi
alla progettazione dei percorsi formativi. Una competenza per me può avere al suo interno
solo alcune conoscenze e alcune abilità non necessariamente tutte quelle indicate dal
quadro: bisognerebbe semplificare il sistema
(R: in effetti si “perdono” le abilità e le conoscenze, ma si sta ragionando come andare a
recuperarle, tuttavia, se il quadro indica determinate conoscenze bisogna rispettare quelle
conoscenze, altrimenti non si può certificare la competenza. Il bollino della regione permette di
certificare le competenze che sono all’interno del quadro regionale degli standard. Chi certifica
le competenze non rispettando il quadro non può avere il bollino della regione)
2. Bisognerebbe codificare la procedura dei test - standardizzare i contenuti delle prove
d’esame e garantire che chi certifica le competenze conosca la materia - per tener conto
della difformità delle persone e del peso delle competenze. Ci vuole una griglia di
riferimento altrimenti si perde la capacità di certificare: il cittadino è in disparità se un Ente
di Formazione decide di non certificare una competenza mentre un altro ente sì.
(R: non sarà così perché il sistema di RL è libero, non andremo mai a codificare prove d’esame.
La normativa prevede che le istituzioni scolastiche siano autonome, poi ci sarà il valutatore
indipendente che dovrà andare a verificare se il processo si svolge correttamente)
3. Le piccole imprese chiedono le conoscenze della persona, non le competenze. In altri
termini, non sempre hanno bisogno di competenze specifiche come quelle del quadro, ma
molte volte di alcune abilita e capacità che ci possono portare a delle competenze del
QRSP. Dobbiamo aiutare anche l’impresa ad acquistare le competenze.
4. Come si fa a valutare le applicazioni di una competenza? Come viene valutato
l’aggiornamento? Sulla formazione continua e permanente come faccio a utilizzare i crediti
formativi per un corso sulla L.236? Come enti di formazione posso certificare le competenze
acquisite ma anche possedute, quindi, per quanto riguarda i crediti formativi si è detto che
valgono il 50% del corso, questo è chiaro per la formazione normale, volevo capire come
veniva gestita nella formazione continua e permanente;
(R: il sistema deve essere rivisto e ritarato, anche in seguito a quanto emerso dallo scorso
incontro sulla 236; l’importante è che la base sia un sistema di certificazione di Istruzione
Formazione Professionale. Noi abbiamo cercato di fare un sistema semplice e un po’ per tutti,
sulla 236 ci sono degli aspetti un po’ troppo peculiari. Noi reputiamo che per un percorso
triennale classico il sistema possa reggere bene ma è evidente che per percorsi molto brevi
questo sistema possa arrecare delle difficoltà. Cercheremo di trovare delle soluzioni per
migliorare il sistema. Sulla 236 gli attestati devono essere ritrattati);
5. Sulla Formazione continua perché non chiamare l’azienda?
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Approfondimenti
Certificazione delle competenze e specificità dei percorsi formativi del dispositivo 236:
i corsi della formazione continua sono brevi (8,20,30 ore) rispetto ai percorsi formativi
tradizionali. Il riflesso di ciò è che non si traguardano tutte le conoscenze/abilità che
definiscono la singola competenza del QRSP o tutte le competenze appartenenti al profilo
professionale. Come lasciare traccia della formazione seguita dalla persona anche in questi
casi? Cosa si certifica?
i corsi della formazione continua sono creati non solo per l’acquisizione ex-novo di una o più
competenze ma anche solo per l’aggiornamento di alcune di esse o di loro abilità/conoscenze.
Come si attesta la formazione ricevuta?
Se la competenza non viene traguardata come utilizzare i crediti formativi acquisiti dalla
persona?
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impostazione codir 23 marzo 2006