Progetto grafico: Antonio Giorgio Pesce Costa. SUPSI 2013 Opera lirica di Benjamin Britten La stagione 2012 – 2013 della rassegna “900presente” si chiu- In questa categoria troviamo i più grandi capolavori di Britten, fra i quali “Il ratto di Lucre- de con la tradizionale collaborazione tra il Conservatorio della Svizzera italiana, zia” (sebbene il titolo corretto dovrebbe essere “Lo stupro di Lucrezia”), opera scritta nel 1946 per l’allora la Scuola Teatro Dimitri e il DACD- SUPSI. imminente ritorno, terminata la guerra, della Glyndebourne English Opera Company. Una delle più importanti ricorrenze di quest’anno è il centenario L’opera ebbe un grande e immediato successo e ancora oggi rimane nel repertorio di tutti i della nascita di Benjamin Britten (1913 – 1976), compositore inglese che rie- più importanti teatri del mondo. La snellezza del suo organico vocale e strumentale (8 voci soliste e un’or- sce a convivere (e a sopravvivere) accanto all’avanguardia storica del XX secolo. chestra di 12 strumentisti) ha contribuito fortemente alla sua diffusione: per quest’opera lo stesso Britten Pur soltanto un anno più giovane di John Cage, coevo di Lutoslawski, sette anni utilizza, per la prima volta, la definizione di “chamber opera”. più vecchio di Maderna, nove di Xenakis, undici di Luigi Nono, dodici di Boulez Testo introduttivo all’opera di Arturo Tamayo e Berio, quindici di Stockhausen, Benjamin Britten non si avvicina a questi compositori, un po’ per sua volontà e un po’ “par hasard”. In “The Rape of Lucretia” Britten ci mostra le conseguenze dell’oppressione, o meglio dell’aggressione come elemento di distruzione dell’equilibrio sociale. Il mondo di equilibrio e bellezza creato da Lucrezia e in particolare il suo rapporto con il Da un lato, il suo proposito di recuperare e continuare la tra- marito saranno annientati a causa della brutale aggressione di Tarquinius. Non potendo vivere nel disono- dizione musicale inglese interrottasi ormai nella lontana epoca di Händel e re, né avendo possibilità di ribellione, l’unica soluzione possibile è il suicidio. “Mourir fièrement lorsqu’il Purcell e contrassegnata nei secoli successivi da compositori di second’ordine, n’est plus possible de vivre fièrement”, scrisse Camus nel suo Mythe de Sisyphe: questa frase sintetizza la obbliga Britten ad adottare una posizione contraria a quella dell’avanguardia problematica della protagonista di quest’opera di fronte all’assurdità del mondo che la circonda. storica. Dall’altro, gioca un ruolo determinante la “proibizione” di studiare con Britten, pacifista convinto, si serve di un libretto di innegabile qualità letteraria - uno dei Alban Berg dettata dai suoi genitori, a loro volta indubbiamente influenzati dal- parallelismi tra Henze e Britten è la cura nella scel- la direzione del Conservatorio di Londra. ta di libretti di ottimo livello per le proprie opere - “Che nessuna donna viva disonorata”: sono le per presentare le conseguenze di un’aggressione estreme parole di Lucrezia prima del suicidio (“per onore”, ap- (premeditata o meno) del più forte sul più debole. punto). Ma la morte della disonorata Lucrezia simboleggiava il Oggi, a cento anni dalla sua nascita, ci sembra che questa “decisione” obbligata avrebbe potuto avere conseguenze devastanti sullo sviluppo del giovane compositore. Anzi, azzardiamo nel dire che un compositore con meno talento rispetto a quello di Britten crollo di una monarchia disonorevole. Questa morte volontaria non sarebbe probabilmente stato capace di superare un ostacolo così difficile e condizionante per la sua formazione musicale ed estetica. fu la prima pietra della Repubblica romana. L’evento, che Tito L’approfondimento del linguaggio della seconda scuola di Vienna, già presente in un lavoro così giovanile come la “Sinfo- Livio racconta in “Ad Urbe condita” e Ovidio dettagliatamente illustra nei “Fasti”, è una lezione di come la politica, condotta nietta op.1” avrebbe aggiunto, senza dubbio, un “punto” in più alla qualità che questa musica già possiede in se stessa… privatamente dai governanti, abbia (o dovrebbe avere) conse- Nonostante l’appartenenza, dunque, ad una posizione estetica più conservativa, Britten non ruppe mai i rapporti con i guenze pubbliche. musicisti “avanguardisti” suoi contemporanei, anzi, aprì le porte del “suo” Festival di Aldeburgh a compositori come Henze, Lutoslawski, Al tempo stesso Britten, creando un affresco so- Boulez, Birtwistle. Una bellissima lezione di apertura mentale in un mondo in cui il settarismo e l’intransigenza estetica condizionavano noro di coinvolgente bellezza, cerca di risvegliare in noi un senti- anche i rapporti personali. Come compositore e uomo del suo tempo, Britten riflette con la sua musica attorno ai problemi che angosciavano gli uo- mento di commiserazione nei confronti della vittima e ci conge- mini del Novecento; tra questi, la sofferenza per l’oppressione (da cui “Lucretia”, ma anche capolavori come “Peter Grimes” o “The turn of da con un finale concertante in cui all’angosciante domanda “Is the screw”), la problematica dell’omosessualità e i suoi rapporti con la società. Quest’ultima tematica, che si accenna quasi “sottovoce” it all?”, le voci rispondono con una malinconia quasi Passacaglia in “Peter Grimes”, “Billy Budd” e “The turn of the screw”, arriva ad acquisire piena identità nella sua ultima produzione operistica, “Morte a che recita: “Ora, con parole esauste e con queste scarne note, Venezia” (dall’omonimo romanzo di Thomas Mann) del 1973. tentiamo di decorare di canto la tragedia umana”. Possiamo affermare che Britten è un ar- tista che porta in se stesso ed esprime attraverso la sua Nella sua prefazione alla biografia di Xavier de Gaulle “Benjamin Britten o l’impossibile calma”, opera le angosce del XX secolo, posizione che lo avvicina André Tubeuf scrisse: «alla sua morte Britten è sempre stato considerato un outsider, un marginale convinto, a Gustav Mahler (di cui l’autore inglese fu, già in giova- ma che ha messo il suo coraggio, il suo orgoglio nello scopo di rimanere come tale, nonostante il riconosci- ne età, fervente ammiratore). Ma tutte queste riflessioni mento pubblico di cui ha goduto. […] Era già molto che, al momento della sua morte, Britten fosse già uscito vengono elaborate con prudente “distacco”, à la manière dal cerchio del sospetto in cui lo aveva rinchiuso la sua indomabile indipendenza: di gusto, di ironia, e soprat- di Diderot, affinché la musica non perda il ruolo di “filo tutto le sue fortissime convinzioni umane ed artistiche. Almeno il messaggio di “Peter Grimes”, del “Turn of conduttore” dell’azione e la chiarezza delle forme utiliz- the screw”, del “War Requiem” è stato percepito da parte di un pubblico illuminato». zate nell’architettura dell’opera conservi il suo ruolo di Ringraziando la RSI e la SUPSI con la Scuola Teatro Dimitri, il DACD, “sostegno” dell’edificio musicale. Se il percorso di compositore di Britten è il Conservatorio, strutture che hanno collaborato intensamente per mesi nella re- una strada seminata di capolavori, uno degli aspetti più alizzazione di questa impegnativa stagione, i sostenitori e il nostro pubblico per importanti della sua produzione risiede nelle sue crea- l’entusiasmo e la fedeltà, Vi diamo dunque appuntamento alla prossima rassegna zioni sceniche (sia opera che balletto), le quali illustrano “900presente”, per nuove avventure musicali e nuove fantasie sonore. la lotta sostenuta da Britten per colmare il “gap” dei secoli precedenti nella musica inglese. Una collaborazione SUPSI: Conservatorio della Svizzera italiana, Scuola Teatro Dimitri e Dipartimento ambiente costruzioni e design The Rape of Lucretia opera lirica di Benjamin Britten (1913 − 1976) Opera da camera multimediale con scenografie virtuali, tra pantomima, balletto, oratorio e melodramma. Direzione artistica: Direttore d’orchestra Arturo Tamayo; Direttore assistente Francesco Bossaglia; Regia Daniel Bausch; Scenografia e animazioni virtuali Franco Cavani. Produzione: Esecuzione musicale Ensemble ‘900 del Conservatorio della Svizzera italiana Esecuzione teatrale Studenti Bachelor of Arts in Theater della Scuola Teatro Dimitri Esecuzione delle animazioni virtuali Studenti Bachelor of Arts in Comunicazione visiva Anno di creazione dell’opera 1946 Librettista Ronald Duncan “Esecuzione in inglese Sopratitoli in italiano” Atelier di Grafica Docente Felix Humm ; Assistente Michela Vögeli Atelier di Video-backstage Docente David Induni Studenti Mathieu Gerber Giulia Piazzi Sabrina Tambani Valentina Zanotta Studenti Ylenia Camagni Giona Di Poi Sylvain Esposito Martina Ielmini Lorenzo Molteni Antonio G. Pesce Costa Nicolas Polli Martina Poma Beatrice Rosati Persone coinvolte nel progetto SUPSI DACD Comunicazione visiva Atelier di Animazione Docente Franco Cavani; Assistente Micaela Groppelli Atelier di Interazione Docenti Davide Fornari e Serena Cangiano Studenti Miriam Caligari Federica Croci Lucia De Alberti Davide Frizzo Simona Giacomini Joelle Käser Sandra Liscio Giselle Pigna Studenti Leonardo Angelucci Sara Bellicini Miriam Genchev Rebecca Piccinali Nadia Vaerini Palazzo dei Congressi Lugano Do 5 maggio 2013 Ore 17.30 Scuola teatro Dimitri Ingresso 15.- chf Amici del Conservatorio, Club di Rete Due, Lugano Card 10.- chf Entrata gratuita per studenti e ragazzi fino a 18 anni Regia Daniel Bausch Coreografia luci Christoph Siegenthaler Movimenti scenici Docente Colette Roy Supervisione trucco Stephanie Metzner Studenti Florian Albin Elvio Martinez Avila Polina Borissova Fanny Duret Arno Ferrera Ivan Georgiev Max Gnant Roxanne Kalt Anaïs Nicolas Myriam Sutton Ensemble ‘900 del Conservatorio della Svizzera italiana Laura Faoro, flauto Diego Merisi, oboe Renata Rakova, clarinetto Enara Marin Ortiz, fagotto Noriko Kaneko, Lucretia Niccolò Scaccabarozzi, Collatinus Produttore della stagione “900presente” e coordinatore di progetto Roberto Valtàncoli Taylor Townsend, corno Cristina La Bruna, arpa Michel Anner, Tarquinius Giovanni Agazzi e Saya Nagasaki, violino Alice Rossi, Lucia Anastasia Shugaeva, viola Jorge Carrillo, Junius Gabriele Cerilli, violoncello Ana María Villamizar, Bianca Luis Arias Polanco, contrabbasso Ayumi Togo, Female Chorus Mariachiara Grilli, pianoforte Alessandro Baudino, Male Chorus Leandro Gianini, percussioni