Al suon del tamburo … è bella la guerra Istituto Nazionale di Studi Romani onlus Piazza dei Cavalieri di Malta, 2 00153 - Roma tel. 06.5743442 [email protected] www.studiromani.it i mutamenti di un’immagine musicale da Giuseppe Verdi ad Alban Berg Biblioteca di storia moderna e contemporanea Via Michelangelo Caetani, 32 00186 - Roma tel. 06.68281739 [email protected] www.bsmc.it Sapienza Università di Roma Settore eventi celebrativi e culturali P.le Aldo Moro, 5 00187 - Roma Tel. 06.49910656 [email protected] www.uniroma1.it/sapienza/musica/MuSa Conferenza – concerto a cura di MuSa - Musica Sapienza Martedì 23 settembre 2014, ore 17.30 Istituto Nazionale di Studi Romani – onlus Piazza Cavalieri di Malta, 2 – Roma Al suon del tamburo … è bella la guerra i mutamenti di un’immagine musicale da Giuseppe Verdi ad Alban Berg Nell’Ottocento la guerra entra nell’arte soprattutto come come elemento pittoresco. Nella Forza del destino, da cui è tratto il verso del titolo, la guerra rappresenta un momento di socialità fuori dell’ordinario, nel quale, proprio perché saltano alcuni schemi morali, è possibile ricavare persino spazi gioiosi. Fino all’inizio del Novecento la guerra è percepita come un male necessario, che fa parte della vita e della quotidianità, qualcosa di doloroso ma inevitabile. La Grande Guerra modifica radicalmente questa visione e la sua particolarità è lucidamente percepita da chi è costretto a viverla. Caporetto non è una battaglia persa come tante altre, ma il segno che un secolo di ideali è finito, dopodiché nulla sarà più come prima: un mutamento epocale, di cui anche i compositori sono consapevoli, come testimonia, per esempio, Alfredo Casella nei suoi scritti autobiografici. Dal 1911 al 1922 molti musicisti insistono sul tema della guerra, ma in modo del tutto diverso rispetto alla generazione risorgimentale. Alcuni di loro assumono il materiale stesso della guerra, il suo assordante rumore, minimizzando il confine fra l’artistico e il realistico: è quanto fa Francesco Balilla-Pratella, uno dei nomi di punta della musica futurista. Altri autori rimangono fedeli a una trasfigurazione della guerra e rivestono il suo “suono”, per quanto crudo e violento, della sintassi dell’arte: è il caso di Riccardo Zandonai con il secondo atto della Francesca da Rimini composta su libretto di Gabriele D’Annunzio, un poeta che ben conosceva “il suon della guerra” e la sua elaborazione poetica. Infine, con un atteggiamento assai diverso da quelli già descritti, altri compositori assumono il suono realistico e la reazione psichico-emotiva a esso, e, a partire da questa elaborazione, riplasmano e rivoluzionano le strutture musicali, avviando un rinnovamento del linguaggio. Questo non significa celebrare il suono guerresco, come è nelle intenzioni futuriste: al contrario artisti come Alfredo Casella e Gian Francesco Malipiero sono pienamente consapevoli degli esiti distruttivi della guerra. A conclusione vengono presentate alcune delle più gravi denunce del militarismo come sistema morale: le scene finali del Wozzeck nelle due versioni di Alban Berg (1914-1922) e di Manfred Gurlitt (1926), due fortissime rappresentazioni dello squallore della guerra: nel primo un bambino orfano rimane solo in scena, nel secondo il coro di soldati fuori scena ripete il verso di Büchner “Wir armen Leut” (Noi povera gente). Lo stesso atteggiamento si ritrova nel War Requiem di Benjamin Britten, che riutilizza testi di Wilfred Owen, uno dei cosiddetti “War Poets”. Il capolavoro di Britten, del 1961, mostra come la ferita, pure in una nazione uscita vittoriosa dai conflitti del Novecento, non sia ancora chiusa e afferma in modo esplicito che dalle guerre tutti escono ugualmente sconfitti. A.R. PROGRAMMA Sarà presentata una scelta di brani tratti da: F. Balilla-Pratella, Sinfonia futurista: Inno alla vita, op. 30 (1912); - La guerra, tre danze, op. 32 (1913) R. Zandonai, Francesca da Rimini (1914) libretto di G. D’Annunzio A. Casella, Elegia eroica, op. 29 (1916); Pagine di guerra, op. 25 (1916) G.F. Malipiero Pause del silenzio (1917) A. Berg, Wozzeck (1914-1922) M. Gurlitt, Wozzeck (1926) B. Britten, War Requiem (1961) ----------------------------Soprano: Alessandra Migliorini Pianoforte: Francesco Internullo, Antonio Rostagno