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30/04/2014
APPELLO DELLA CARITAS ALLA POLITICA. "NEL BILANCIO SPAZIO
AGLI ULTIMI"
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Arcipelagomilano.org
30/04/2014
ORA CON LA FINANZA ETICA SI PUO ANCHE GUADAGNARE (E
MOLTO)
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CoratoLive.it
30/04/2014
UN TESTO UNICO PER RIORGANIZZARE IL TERZO SETTORE. LA
PROPOSTA DEL DOCENTE GIULIO DIMPERIO
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Estense.com
30/04/2014
"CIBO SALVATO" SULLA TAVOLA DELLE FAMIGLIE BISOGNOSE
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Il Giornale d'Italia
30/04/2014
SGOMBERATE LE BARACCOPOLI SOTTO PONTE MARCONI (A.Testa)
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19
Il Quotidiano della Basilicata
30/04/2014
NASCE GENERERAZIONI: I GIOVANI DI LEGACOOP
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La Nuova del Sud
30/04/2014
NASCE "GENERAZIONI BASILICATA", I GIOVANI LEGACOOP FANNO
SQUADRA
13
Popoff.Globalist.it
30/04/2014
RENZI-LORENZIN, CON LE DROGHE PASSO DEL GAMBERO DEL
GOVERNO
14
Terzosettore.tv
30/04/2014
A BOBBA LE DELEGHE SERVIZIO CIVILE E TERZO SETTORE
18
30/04/2014
Int. a T.Nocchetti: "DRAMMA ANNUNCIATO, E' LA SOLITUDINE CHE
PESA SULLE FAMIGLIE" (D.Trotta)
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Scenario politico
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ROMAITALIA Appello della Caritas alla politica. “Nel bilancio spazio agli
ultimi”
“Le difficili scelte economiche che si apprestano a compiere non siano a discapito delle politiche sociali rivolte alla parte più fragile e sofferente della nostra città”. Monsignor Feroci: “Ascoltare la voce di chi non può scegliere” Mercoledì, 30 aprile 2014 ­ 09:21:00 CONDIVIDI Razzismo nella Nba: bandito a vita il
patron dei Clippers...
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GUARDA LA GALLERY Poche righe, quando basta per dire con chiarezza che il Bilancio del Comune di Roma “non può e non deve” essere costruito dimenticando gli “ultimi”. La Caritas parla chiaro alla politica romana: “Alla vigilia dell'incontro della Giunta per l'approvazione del bilancio di Roma Capitale, la Caritas diocesana di Roma auspica che gli amministratori della città siano consapevoli che il bene comune della collettività si traduce anzitutto nell'attenzione verso chi è più in difficoltà – si legge in una nota ­ per questo rinnova l'appello ai membri della Giunta Capitolina affinché le difficili scelte economiche che si apprestano a compiere non siano a discapito Mondadori lancia i "Flipback",
libri tascabili che si leggono in...
delle politiche sociali rivolte alla parte più fragile e sofferente della nostra città”. E aggiunge monsignor Enrico Feroci: “Ascoltare la voce degli ultimi, di chi non può scegliere, affinché i loro bisogni diventino le priorità nelle scelte dell’Amministrazione comunale e dell’Assemblea Capitolina». Così il direttore della Caritas di Roma, monsignor Enrico Feroci, sollecita la Giunta a perseguire politiche improntate al discernimento, alla giustizia sociale e alla solidarietà, dando seguito alle intenzioni più volte espresse inEVIDENZA
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dal sindaco Ignazio Marino e dall'attuale maggioranza nelle sedi Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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Il viaggio di Affari e le foto Continuano i reportage del ComuniCattivo Igor Righetti. Nuova tappa nel Cilento. Una terra ricca di eccellenze enograstronomiche, di acque termali prodigiose e di bellezze paesaggistiche, storico­artistiche e archeologiche. LE FOTO 0 mi piace, 0 non mi piace
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ORA CON LA FINANZA ETICA SI PUO’ ANCHE GUADAGNARE ﴾E MOLTO﴿ 29 APRILE 2014 DA SERGIO MURELLI Mi piace
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A A A Tweet Scriveva il Corriere della Sera (L. Ferrarella) il 17 settembre 2013: “In Gran Bretagna c’è un carcere, quello di Peterborough, dove se nel 2014 scenderà almeno del 7,5% il tasso di recidiva di 3 mila detenuti – ammessi nel 2010 a un programma di reinserimento sociale attraverso lavori finanziati con 5 milioni di sterline da 17 investitori privati – costoro incasseranno un rendimento annuo del 13% per 8 anni (meglio di qualunque titolo in Borsa), pagato dal ministero della Giustizia inglese con una quota dei soldi di una lotteria nazionale. Negli Stati Uniti c’è un carcere, quello di Rikers Island,dove la banca d’affari Goldman Sachs – che con la garanzia della fondazione del sindaco newyorkese Bloomberg ha messo 9,6 milioni di dollari in un progetto di riabilitazione attraverso il lavoro e lo studio di 3 mila detenuti ­guadagnerà 2,1 milioni di dollari di interessi pagati dal governo americano se la recidiva dei detenuti sarà scesa almeno del 10%.”. Non si tratta di fantascienza buonista ma di serissima sperimentazione all’estero dei social impact bond, conosciuti anche come Pay for Success Bond, cioè strumenti finanziari finalizzati alla raccolta, da parte del settore pubblico, di finanziamenti privati. La remunerazione del capitale investito tramite questi strumenti è agganciata al raggiungimento di un determinato risultato sociale. In un modello di Social Impact Bond (SIB) realizzato correttamente, il raggiungimento del risultato sociale previsto produrrà infatti un risparmio per la Pubblica Amministrazione e quindi un margine che potrà essere utilizzato per la remunerazione degli investitori. L’idea che sta alla base dei SIB è che l’ente pubblico attraverso programmi sociali realizzati e gestiti da enti non profit, tendenzialmente atti a evitare l’emergere di situazioni di disagio sociale, autonomamente. Infatti il pagamento del debito che lo Stato ha acquisito nei confronti degli investitori attraverso i SIB è legato al livello di successo raggiunto dal progetto cui essi fanno Codice abbonamento:
riferimento. Il saldo del debito, infatti, avviene unicamente se gli standard stabiliti nel momento in cui SIB sono stati emessi risultano essere stati raggiunti. L’ente pubblico, dunque, spende denaro solo in caso di successo del progetto. Nella pratica il funzionamento avviene così: Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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possa risparmiare denaro e ottenere risultati più soddisfacenti di quelli che avrebbe agendo Pag. 4
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1) Un intermediario, tendenzialmente coincidente con un istituto bancario, in accordo con l’ente pubblico emette social bonds collocandoli presso investitori privati, che forniscono i capitali necessari a sostenere un progetto a carattere sociale. 2 ) L’ente intermediario gira il denaro ottenuto attraverso i SIB agli enti non profit che si occupano di fornire i servizi previsti dal progetto. 3) Attraverso le proprie attività i soggetti non profit dovrebbero garantire risultati sociali tali da sgravare il settore pubblico dall’obbligo di rispondere a bisogni potenzialmente legati all’evolversi dei rischi sociali, su cui operano preventivamente proprio gli enti non profit. 4) Se il progetto, a seguito di una valutazione fornita da un ente indipendente, risponde agli standard qualitativi imposti nel momento di emissione dei bonds, l’ente pubblico è tenuto a versare quanto dovuto più una percentuale pre­stabilita all’intermediario, 5) l’intermediario provvederà a sua volta a pagare gli investitori che hanno fornito i capitali iniziali. In caso il progetto non risponda agli standard previsti l’ente pubblico non è tenuto al versamento di alcuna somma di denaro : spende denaro solo in caso di successo del progetto. Già, ma chi misura il risultato finale (performance) e certifica il raggiungimento dell’obiettivo? Fondamentale la presenza di un valutatore indipendente (indipendent assessor) che sappia misurare l’impatto sociale creato attraverso la selezione di un gruppo di trattamento all’interno di una popolazione obiettivo. Il risultato deve essere ottenuto estrapolando i mutamenti introdotti dallo specifico intervento da quelli che, in un determinato lasso di tempo, si sono verificati nel gruppo/territorio oggetto dell’intervento. La PA deve poi essere in grado di misurare i costi dei servizi già esistenti che possono essere abbattuti e di valutare la liquidabilità e la tempistica di questi risparmi (il costo totale del servizio fornito dalla impresa sociale deve risultare inferiore al risparmio che la PA ottiene dalla riduzione della spesa per programmi esistenti). Stante la complessità del calcolo è necessaria, almeno in una prima fase, l’esistenza di investitori più interessati al valore sociale che al rendimento finanziario tout court. IN QUESTO NUMERO Ma allora questi Sib sono rischiosi per gli investitori? In linea di principio si: Il SIB è uno strumento finanziario sofisticato, al pari dei derivati: ma qui il sottostante è rappresentato dall’andamento di un’attività nel campo dell’innovazione sociale (l’investitore scommette sulla 25 APRILE E PRIMO MAGGIO: UNA OCCASIONE PER CHI? PER COSA? capacità di una attività di generare valore sociale e non più sull’andamento aleatorio di un certo LAVORO. SCAVARE NEI GIACIMENTI valore tipo azione, valuta, ecc.). MILANESI Al “rischio finanziario” si aggiunge la variabile “fiducia” tra i partner che prendono parte al gioco. CITTÀ BENE COMUNE 2014: QUATTRO LIBRI PER DISCUTERE Tutto il sistema si regge quindi sulla reputazione mancando clausole di tipi legale a tutela della posizione degli investitori che rischiano capitale e interessi e per di più sono i soggetti meno coinvolti nell’operatività e meno dotati di poteri di influenza sulle scelte degli altri attori. (Quaderno n°11 dell’osservatorio Fondazione Cariplo). QUALCHE RIFLESSIONE SULLE MANIFESTAZIONI DEL 25 APRILE OGGI CIARLATANI, MAFIOSI, E LA MEDICINA CHE AMMAZZA IL CAVALLO Forse se invece di rincorrere gli irrealistici rendimenti a due cifre della Gran Bretagna, si operasse una accurata selezione dei progetti da finanziare da parte di Enti di provata affidabilità SEMESTRE EUROPEO, ASEM, EXPO: MILANO CAPUT MUNDI? (es. Fondazioni bancarie) il rischio dell’investitore, quantomeno in capitale, sarebbe attenuato. GRILLO tradizionali, di cui una parte destinata alle attività sociali. Ma da qui può nascere un nuovo ORA CON LA FINANZA ETICA SI PUO’ ANCHE mercato molto fiorente in grado di sostenere i costi del welfare: è solo questione di tempo, GUADAGNARE (E MOLTO) spiega Roberto Randazzo, professore di Non profit law all’Università Bocconi di Milano. IDEA DI CITTÀ, ALLA POLITICA LE VERE Servirebbe comunque una maggiore informazione mediatica dello strumento. SCELTE Tra l’altro, all’interno della task force sulla finanza sociale del G7 fra breve il tavolo di lavoro ANCORA INSULTI ALLA BRIGATA EBRAICA italiano dovrà presentare una propria ipotesi di Social Impact Bond. Un modello ibrido fra versione italiana e anglosassone è allo studio dello staff di San Patrignano. Un Social Impact SICUREZZA SUL LAVORO: QUESTIONE DI CHIMICA O DI CULTURA? Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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E VEDOVE DELLA POLITICA. MALGRADO in gioco per i noti problemi di inefficienza, i Social bond “all’italiana” sono obbligazioni 045688
RENZI: VINCERE CON ORFANI, PENSIONATI E in Italia a che punto siamo? Con una Pubblica Amministrazione che non è in grado di entrare Data
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Bond sulle carceri, che metta a frutto la capacità da loro sviluppata nell’aiutare i ragazzi a non cadere di nuovo nell’illegalità e a non tornare dentro. San Patrignano come service provider e, 3/3
“CONCILIAZIONE”: UNA SFIDA CON L’ARMA DELLE IMMAGINI come emittente, una fondazione bancaria o lo Stato o una banca. arte – MUNARI POLITECNICO Ma molte altre applicazioni si possono ipotizzare nei diversi settori, dal sanitario all’ospedaliero, dallo scolastico al ricreativo. In un mondo nel quale le risorse pubbliche e quelle private sipario – ARIA DI NOVITÀ PER IL LAGO DEI CIGNI ALLA SCALA nonprofit (filantropiche) sono insufficienti per affrontare i problemi sociali globali, l’utopia di usare la finanza in modo “utile” – sganciandola dalla sola remunerazione del capitale – appare libri – LA CASA NEL BOSCO oggi alla portata degli stakeholder . musica – MUSICA DI PASQUA cinema – PICCOLA PATRIA Sergio Murelli Fondazione Sodalitas *la presente nota è un estratto dal materiale di studio di commissione interna sul tema della finanza sociale. Archiviato in: 08 Se desiderate commentare i testi scrivete a [email protected] 1
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GIULIO IACCHETTI: EXPO E' DI TUTTI
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MIRIAM GIOVANZANA: L'EDIZIONE 2014 DI FA' LA COSA GIUSTA
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STEFANO ROLANDO: IDENTITÀ MILANO: IL BRAND DELLA CITTÀ ED EXPO
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fl mercoledì 30 aprile 2014 Attualità Il terzo settore manca di un quadro normativo e rappresentativo ordinato e chiaro, sia in Italia che nel resto d’Europa
Un testo unico per riorganizzare il terzo settore. La proposta del docente Giulio D’Imperio
Un testo unico come base di riorganizzazione e strumento per mettere ordine nel terzo settore. E' la proposta di Giulio D’Imperio, docente di diritto del lavoro comunitario ed internazionale e presso l'università Marconi di Roma
Marzia Ferrante
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Giulio D'Imperio © n.c. Un testo unico come base di riorganizzazione e strumento per mettere ordine nel cosiddetto terzo settore. E' la proposta di Giulio D’Imperio, consulente e docente a contratto di diritto del lavoro comunitario ed internazionale e presso l'università degli studi Guglielmo Marconi di Roma.
Il docente coratino ha elaborato una possibile stesura del documento, attirando l’attenzione anche del ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, e del sottosegretario al lavoro e vicepresidente della commissione lavoro della camera dei deputati Luigi Bobba.
Il terzo settore ­ ovvero quello costituito da cooperative, fondazioni, associazioni di volontariato, onlus ecc. ­ manca di un quadro norma
tivo e rappresentativo ordinato e chiaro, sia in Italia che nel resto d’Europa. Basta pensare che non esiste neanche una definizione unitaria di terzo settore, né un luogo istituzionale unico che possa accoglierne le istanze.
Ogni ramo di attività cerca quindi di organizzarsi a suo modo e secondo gli interessi comuni. Il quadro normativo del terzo settore è formato quindi da leggi diverse che regolano ciascuna delle sue principali componenti, come il volontariato (legge quadro 266/91), la cooperazione sociale (l. 142/2001), le associazioni di promozione sociale (l. 383/2001).
Giulio D’Imperio si interessa di terzo settore da quasi vent’anni (tra l’altro, dal 1995 scrive per il mensile “Vita no profit”, magazine interamente dedicato al mondo dei servizi al cittadino) e grazie alla sua esperienza consulenziale e gestionale ha potuto constatarne le lacune e le problematiche, tra cui l’assenza di una soggettività “alla pari” di stato e mercato, rispetto ai quali è considerato “terzo”.
«È da anni che predico che il terzo settore, se non intende rimanere “terzo”, avrebbe dovuto da tempo modificare tante cose ­ afferma D’Imperio ­ ed è per questo che ho pensato ad un testo unico che lo riorganizzasse, mettendo insieme parte della normativa già esistente, con degli altri principi da me elaborati».
Tra le principali novità introdotte c’è la distinzione del volontariato da tutte le altre realtà lavorative: «ritengo che il volontariato non debba perdere la sua identità, pertanto se c’è volontariato non possono esserci rapporti di lavoro». Grande rigore è previsto quindi per la figura del volontario, che deve avere un’autorizzazione medica a svolgere la sua attività (art. 13), deve soddisfare alcuni criteri per poter essere ammesso all’interno di una struttura (art. 14), deve essere iscritto in un apposito registro (art. 17) e ­ se disoccupato ­ ha l’obbligo di possedere un libretto in cui venga attestato trimestralmente il grado di professionalità acquisita (artt. 18 ­ 19). Il testo unico prevede anche la costituzione di un albo a cui potrà essere iscritto chi ha operato come volontario per almeno 5 anni (artt. 21 ­ 23). Interessante ed innovativo è il bonus formativo, riconosciuto come premio pecuniario alle associazioni di volontariato che ne faranno richiesta per ogni volontario formato che abbia trovato un posto di lavoro (art. 25).
Il docente ha anche voluto rivedere la figura del socio di cooperativa che potrà “essere inquadrato solo come lavoratore autonomo” (art. 4). Al contrario, il lavoratore subordinato “non può in alcun modo ricoprire il ruolo di socio di cooperativa” e “rappresenta un lavoratore esterno alla struttura” (art. 5). L’attività di vigilanza delle cooperative dovrebbe inoltre essere svolta da professionisti iscritti ad albi professionali (art. 36) in ciascuno potrà iscriversi ad una sola sezione: amministrativa, societaria, fiscale e tributaria e lavoro.
La professionalità, legata all’iscrizione ad appositi registri o albi, è peraltro una costante del testo unico proposto da D’Imperio. La ritroviamo infatti sia legata alla figura del volontario e dei revisori sia a quello dei consulenti delle organizzazioni di volontariato che devono essere iscritti a un elenco nazionale tenuto dall’Agenzia del terzo settore che fa capo al ministero del lavoro e delle politiche sociali. Ciascun consulente potrà iscriversi solo ad una sezione prevista dall’elenco (art. 27).
Per le associazioni sportive, poi, il testo unico distingue all’articolo 6 tra atleta dilettante (“colui che avendo un lavoro, sia esso subordinato autonomo o di altra tipologia, svolge tale attività solo a scopo amatoriale), a cui spettano solo rimborsi spesa e atleta professionista (“colui che pur essendo tesserato per una associazione o società sportiva dilettantistica, svolge come unica attività quella di atleta”), a cui compete il trattamento economico previsto dai Ccnl di riferimento (art. 39) oltre che il pagamento dei relativi contributi (art. 43). È infine ripresentata in modo semplificato l’impresa sociale prevista dal decreto legislativo n. 155/2006.
Queste le principali novità presenti nel testo unico (scaricabile qui nella versione integrale), che naturalmente è solo una proposta elaborata dal professore e inviata agli addetti al terzo settore ma sta ricevendo comunque numerose manifestazioni di consenso e riscontri positivi. Lo stesso ministro Poletti si è mostrato interessato, mentre con il sottosegretario al lavoro Luigi Bobba, che tre giorni fa ha ricevuto la delega al Terzo settore e al servizio civile, Giulio D’Imperio ha avuto un incontro il 2 aprile scorso.
«Dopo aver letto il mio testo, l’onorevole Bobba ha voluto incontrarmi a Roma, dove ne abbiamo discusso a lungo. L’onorevole lo ha ritenuto un’ottima base da cui partire per riorganizzare il Terzo settore, per il quale anche lui stesso ha presentato un disegno di legge. Mi è stato inoltre chiesto l’invio di un resoconto sulle problematiche più urgenti di tale settore e sono soddisfatto perché ho ritrovato molte delle mie indicazioni nella circolare n. 9/2014 del ministero del lavoro, quella relativa alla richiesta del certificato penale del casellario giudiziale per chi lavora a contatto con i minori».
Mentre il testo unico continua a suscitare apprezzamenti ­ ultimo quello di Caterina Navach, dirigente delle politiche sociali e del lavoro della provincia di Barletta­Andria­Trani ­ Giulio D’Imperio apre la porta a discussioni, chiarimenti e modifiche che potrebbero essere la base per lavorare ad un miglioramento e a una seria riorganizzazione del terzo settore.
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Home » Comacchio » “Cibo salvato” sulla tavola delle famiglie bisognose | di R e d a z i o n e 30 aprile 2014, 0:00
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“ Cibo salvato” sulla tavola delle famiglie bisognose Al via il progetto che consente alle persone in difficoltà di beneficiare dei pasti delle mense scolastiche Tweet Manda via email
Comacchio. In forma sperimentale per il mese di maggio, parte da lunedì prossimo il nuovo progetto denominato “Cibo salvato, cibo mangiato”, i s p i r a t o a l l a l e g g e 1 5 5 d e l 2 0 0 3 ﴾ c . d . d e l “Buon samaritano”﴿. L’iniziativa punta a promuovere un nuovo modello di comunità solidale, consentendo alle famiglie più in difficoltà del territorio di beneficiare dei pasti non somministrati nelle mense scolastiche. Tags
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“E’ un progetto importante – ha sottolineato l’assessore alla Pubblica Istruzione Alice Carli durante la presentazione del progetto ­, che ci permette di arrivare a tante famiglie che hanno bisogno, attraverso una fitta rete di volontariato, che coinvolge le Coop Work & Service, Girogirotondo, Caritas, Cedis, l’associazione in Cammino Verso Maria, la Fondazione Dè Paoli, ma poggia anche sulla proficua collaborazione con Camst e Usl”. Nel corso della conferenza stampa di presentazione che si è svolta questa mattina a palazzo Bellini è intervenuta, tra gli altri, la funzionaria del Servizio Pubblica Istruzione Patrizia Buzzi, per r i c o r d a r e c h e “C i b o s a l v a t o , c i b o m a n g i a t o è l’u l t i m o d e i t a n t i p r o g e t t i l a n c i a t i dall’amministrazione comunale per fini sociali, andando incontro a chi ha più bisogno, come lo è il progetto Di casa in casa per la distribuzione degli indumenti usati in buono stato”. Rossella Pastorello della Coop Work & Service ha aggiunto che “il progetto è di grande utilità, perché serve a non sprecare ciò che si ha già e arricchisce la catena di solidarietà importante nella nostra comunità. Un grazie al Comune per l’appoggio e ai volontari, che si mettono a disposizione gratuitamente e non è una cosa scontata”. Carla Carli della Coop Girogirotondo ha evidenziato che “questo è un ulteriore tassello nella rete di solidarietà sociale costruita in collaborazione con i servizi sociali, le parrocchie e le scuole, un esempio che si da a tutti, soprattutto ai giovani, che si rendono testimoni di questa nuova modalità di aiuto e di ascolto”. Presenti alla conferenza stampa anche monsignor Giancarlo Pirini, presidente dell’associazione In cammino verso Maria, definito “motore della catena di solidarietà”, Margherita Guidi, funzionaria dei Servizi Sociali, alcuni volontari della Cedis ﴾Emanuela Ghirlanda e Giuseppe Safiotti﴿ ed infine, Ugo Poggi in rappresentanza della Fondazione Dè Paoli e Piero Cinti per la Caritas. Scrivi un commento Estense.com si riserva il diritto di cambiare, modificare o bloccare completamente i commenti sul forum. I commenti pubblicati non riflettono le opinioni della redazione, ma solo le opinioni di chi ha scritto il commento che se ne assume le relative responsabilita'. Non saranno pubblicati i commenti che contengono elementi calunniosi o lesivi della dignita' personale o professionale delle persone cui fanno riferimento. Utilizza g r a v a t a r per personalizzare la tua immagine N o m e ﴾ r i c h i e s t o ﴿ M a i l ﴾ r i c h i e s t a , n o n v e r r a ' d i v u l g a t a ﴿ S i t o w e b C o m m e n t o Invia commento
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Terza Pagina Cronache sociali Happy hour Più lette del giorno della settimana del mese 1. Ma che fa il Sap, rivendica il delitto Aldrovandi? Renzi­Lorenzin, con le droghe passo del gambero del governo Dopo 8 anni di dominio del Giovanardi pensiero il movimento per la liberalizzazione della droga sperava in una svolta, invece il governo fa un passo indietro. [Matteo Ricevuto]
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Il venditore di medicine, Santamaria affronta Big Redazione
martedì 29 aprile 2014 23:26 Pharma 2. 3. 4. Benvenuti nel lager Italia 21
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Renzi­Lorenzin, con le droghe passo del gambero del governo Tweet Argomenti simili Crea un account o Accedi per vedere cosa consigliano i tuoi amici.
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Connetti Utente: Password: Connetti di Matteo Ricevuto «È una tragedia sventata, e, contemporaneamente, un'occasione persa». Daniele Farina, deputato di Sel, interpreta così il decreto Renzi­Lorenzin sulla politica sulle droghe, che sarà sottoposto al voto della Camera per essere tramutato in legge, e su cui è stata posta la fiducia dal governo. «È una tragedia sventata», spiega Farina, «perché il ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva provato, di fatto, a far resuscitare la Fini­Giovanardi. Questo, per fortuna, non è avvenuto grazie al lavoro delle associazioni e della Commissione Giustizia e Affari sociali. È però anche un'occasione persa, perché in parlamento c'è una maggioranza pronta a votare un testo più avanzato. Inoltre, il fatto che sia stata posta la fiducia fa sì La strage di Stati. Pena di morte 2013 Lorenzo e gli altri, abbandonati dallo Stato dopo che un'auto li ha travolti Droghe, ripartiamo da Genova Sulla coscienza di Fini e Giovanardi 24.273 detenuti I narcos messicani annientano le foreste del Centro America Antiproibizionisti in piazza: lo Stato non aiuti le narcomafie Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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che, in questa vicenda, prevalgano le ombre. Il parlamento è stato «La Fini­
per anni ostaggio di dati ampiamente manipolati e venduti come Giovanardi è certezze. Un legislatore cieco produce cattive leggi». Due mesi dopo il criminogena e "Manifesto di Genova", redatto durante due giorni di incontri e anticostituzionale» laboratori nel capoluogo ligure, le associazioni e le forze politiche, riunitesi allora per chiedere al governo una svolta nella politica sulle droghe, dopo che la Consulta aveva dichiarato incostituzionale la legge Fini­Giovanardi, hanno convocato oggi una conferenza stampa a Montecitorio. «Abbiamo attraversato un tunnel, che speriamo sia finito». Inizia così l'intervento di don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca), parlando della Fini­
Giovanardi. «Il tunnel è quello dell'approccio penale e punitivo della politica sulle droghe. È un tunnel caratterizzato da tre elementi di oscurità: aver trattato tutte le droghe come se fossero uguali, che equivale a non conoscere la realtà, e a manipolare i dati secondo i propri preconcetti; aver punito, ciecamente, il semplice consumo di droga con pene detentive, riempiendo le carceri di tossicodipendenti; non aver valorizzato il sistema dei servizi di recupero, bloccando, tramite il Dipartimento politiche antidroga, la ricchezza del complesso sistema rieducativo alla base del recupero dei tossicodipendenti». Codice abbonamento:
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Beatrice Lorenzin, ministro della Salute del governo Renzi, ha tentato di riproporre alcuni punti della Fini­Giovanardi nel nuovo testo di legge. Non mancano, durante la conferenza, i riferimenti a Carlo Giovanardi, l'autore della legge che, dal 2006, per otto anni, ha regolamentato gli interventi dello Stato contro le droghe, pesanti o leggere, equiparandole negli effetti e nei danni. Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti della Toscana, comincia leggendo una dichiarazione proprio di Giovanardi, in cui il senatore afferma che la legge che porta la sua firma è stata bocciata dalla Corte costituzionale per un cavillo procedurale. «Lasciano costernati le parole di Giovanardi: un parlamentare della Repubblica Italiana che giudica una ferita alla nostra costituzione un semplice cavillo procedurale. Il peso di quella legge criminogena, oggi, si vede soprattutto nel sovraffollamento delle nostre carceri. E la sua conseguenza è che, oltre ad aver reso il carcere una discarica sociale, ha fatto sì che l'Italia venisse condannata dalla Corte europea per i diritti dell'uomo. E la cosa ancor più grave è che un ministro di questo governo abbia tentato di riproporre quel colpo di stato istituzionale, ancora sotto forma di decreto. Per fortuna il colpo di mano non è riuscito. Ma il testo della Lorenzin, anche se corretto, deve essere un punto di partenza. Ci troviamo in una fase post­proibizionista, a livello mondiale. Noi vogliamo che si convochi, dopo tanti anni in cui non si è fatto nulla, una conferenza nazionale per parlare, senza ricatti, delle politiche sulle droghe. Vogliamo un cambiamento radicale del Dipartimento per le politiche antidroga, che deve essere gestito in maniera collegiale. E vogliamo che si faccia chiarezza, una volta per tutte, sul destino di coloro che sono in prigione per la Fini­Giovanardi: siamo di fronte Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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all'esecuzione di una pena illegittima, poiché stabilita da una legge illegittima». Un'altra richiesta arriva da Stefano Anastasìa, presidente onorario dell'associazione Antigone. «Bisogna che, agli accordi generici, seguano i fatti: chiediamo all'amministrazione penitenziaria di individuare le persone incarcerate a causa della Fini­Giovanardi e di permettergli di chiedere l'incidente d'esecuzione, per far sì che avvenga una rideterminazione della pena in base alle leggi vigenti. Noi lo stiamo facendo, e offriamo assistenza legale gratuita. Ma chi meglio dell'amministrazione penitenziaria, che credo reputi intollerabile quanto noi l'esecuzione di pene illegittime, può individuare singolarmente tutti coloro hanno subito quest'ingiustizia, e che non hanno la possibilità di difendersi?». Codice abbonamento:
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Daniele Farina, deputato di Sel, primo firmatario di una proposta di legge che superi sia la Fini­Giovanardi, sia la Jervolino­Vassalli, sia l'attuale Renzi­Lorenzin. Ciò su cui tutti sono d'accordo è che non basta tornare, di fatto, alla legislazione precedente alla Fini­Giovanardi, cioè alla legge Jervolino­
Vassalli del 1990: bisogna che, anche a livello istituzionale, e non solo di associazionismo, cominci un percorso di analisi e di studio non guidato da ideologie o preconcetti, ma che permetta di redigere una legislazione innovativa sulle droghe, in particolare sulle cosiddette "droghe leggere". Servirebbe ai malati neurologici o oncologici, che avrebbero più facilmente accesso, per via legale, a farmaci, derivati dai cannabinoidi, con effetti palliativi molto efficaci, come ricorda Giorgio Bignami, ex presidente del Forum droghe. Giuseppe Bortone, responsabile della politica sulle tossicodipendenze della Cgil, invece, chiede discontinuità e partecipazione, perseguendo l'obiettivo di una legge che servirebbe a ridurre gli sprechi di risorse, e addirittura di vite umane. Risorse che vengono tolte alla rete dei servizi di recupero, ad associazioni come Federserd (Federazione italiana degli operatori e dei servizi delle dipendenze) «Non vogliamo assolutamente avere un ruolo di controllo, né di censura» afferma il presidente di Federserd, Pietro Fausto D'Egidio «Bisogna valorizzare la rete di intervento e il sistema di cura, al cui centro deve esserci il servizio pubblico. Il sistema di recupero e di accoglienza dei tossicodipendenti in questi anni è stato mortificato, e questo ha impoverito lo Stato. L'esperienza straordinaria degli operatori dei servizi deve essere alla base, insieme con le evidenze scientifiche, di una nuova legge, moderna ed efficace, in materia di droghe e dipendenze». Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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Gianfranco Fini e Carlo Giovanardi, primi firmatari della legge che, dal 2006 alla sentenza della Consulta di quest'anno, ha regolamentato la politica sulle droghe. Popoff Globalist
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Mercoledì 30 Aprile 2014 PRODUZIONI NORME & BANDI EVENTI E FIERE 1
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CONTATTI Home / Notizie / Copertina / A Bobba le deleghe servizio civile e terzo settore A Bobba le deleghe servizio civile e terzo settore Notizie ­ Copertina Rivivi l'evento ROMA ­ «Terzo settore e formazioni sociali, politiche giovanili e servizio civile, politiche formative, di orientamento e servizi per il lavoro pubblico e privato: queste le deleghe che il Ministro Poletti mi ha affidato e sono davvero soddisfatto che il mio impegno nel sociale e l’attenzione ai problemi dell’occupazione e del lavoro trovino continuità e riconoscimento anche ora che appartengo alla compagine di Governo». Con queste parole, il sottosegretario al Welfare Luigi Bobba ha salutato l’assegnazione delle aree di competenza all’interno del suo dicastero (laa famiglia e l'integrazione sono invece andate a Franca Biondelli, mentre sulle tematiche del lavoro saranno impegnati in prima battuta i sottosegretari Teresa Bellanova e Massimo Cassano). «Le aree in cui sono stato chiamato a operare necessitano sicuramente di riforme incisive e nuovi impulsi sui quali sto lavorando alacremente sin dal mio insediamento», ha aggiunto Bobba. Articoli più letti Webtv, Gianni Pittella “accende” TerzoSettore.Tv Sanremo, tute Lions ai volontari Protezione Civile Agenzia delle Entrate, nuova fiscalità per le cooperative Il regime IVA applicabile alle ONLUS Privacy, utilizzo di dati provenienti da pubblici registri Amici di terzosettore.tv TerzoSettore.Tv
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Rassegna stampa POLITICHE SOCIALI 30.04