Rassegna Stampa di venerdì 19 dicembre 2014 SNALS / CONFSAL LA SICILIA 19/12/2014 "AVEVAMO ALTRI ACCORDI" VILLARI: "REALTA' STRAVOLTA" Scuola, Formazione, Università, Ricerca la Stampa Italia Oggi Avvenire 19/12/2014 Avvenire il Tempo il Tempo il Mattino 19/12/2014 il Mattino il Mattino il Mattino il Mattino Secolo d'Italia 19/12/2014 il Sole 24 Ore l'Espresso il Tempo 19/12/2014 il Sole 24 Ore Italia Oggi 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 25/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 NON SI TROVANO SUPPLENTI I PRESIDI LANCIANO L'ALLARME IL JOB ACT PUO' ESSERE UTILE FONDI INVALSI PER IL 2015 APPESI ALLA LEGGE DI STABILITA' A RISCHIO 60 POSTI DI LAVORO PRIMI DIPLOMI PER I PROF DI RELIGIONE PRIME CLASSI: ISCRIZIONI ON LINE DAL 15 GENNAIO TUTTE LE SCUOLE DEL MONDO SOTTO IL SEGNO DI DANTE Int. a G.Rembado: "LA SCUOLA SENZA MERITO DANNEGGIA TUTTA LA SOCIETA'" LA RESA DELLA GIANNINI: NEGOZIAMO SULL'ANZIANITA' SI' DELLA UE AL PIANO DA 3 MILIARDI PRESIDI, C'E' LA SVOLTA ON LINE LA GRADUATORIA SCUOLA, SE CI SI ALLONTANA DALL'AUTENTICO SIGNIFICATO DI MERITO SCUOLA, LA "SVOLTA" DI RENZI: ALUNNI IN CLASSE CON I BIDELLI E NON CON I PROF SPECIALIZZAZIONI PIU' BREVI RISERVATO - RICERCATORI IN FUGA 63 MILA EURO PER LA RICERCA SUL VOTO UE A CHE SERVE SE L'ITALICUM E' GIA' IN AULA? PRESSING PER RILANCIARE SUL MADE IN IL MIGLIOR MINISTRO? FRANCESCHINI Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore Corriere della Sera la Repubblica 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 Italia Oggi 19/12/2014 il Messaggero 19/12/2014 il Messaggero 19/12/2014 il Giornale 25/12/2014 l'Espresso Giorno/Resto/Nazione 19/12/2014 Giorno/Resto/Nazione 19/12/2014 il Venerdi' (la Repubblica) il Sole 24 Ore Corriere della Sera 19/12/2014 la Stampa il Messaggero 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 19/12/2014 JOBS ACT, IPOTESI LICENZIAMENTI PER SCARSO RENDIMENTO ACCORDI AZIENDALI IN CERCA DI IDENTITA' BONUS CON DOPPIA INTERPRETAZIONE L'OBESITA' E' UN HANDICAP LAVORATORI PIU' TUTELATI STABILITA'. IL NODO DELLA FIDUCIA SCARSA RESA, SI PUO' LICENZIARE MAXI-EMENDAMENTO E FIDUCIA SULLA MANOVRA RIVOLTA NELLE PROVINCE BONUS, DOPPIA VERIFICA "CON LA MOBILITA' NELLA PA NESSUN TAGLIO RETRIBUTIVO" ART 18, COSI' I PALETTI AL REINTEGRO STABILITA' CON FIDUCIA IL PD E' NEI GUAI E IL VOTO SLITTA A OGGI NELLA GIUNGLA DEI SUSSIDI INCUBO DISOCCUPAZIONE "DAL 2007 AL 2013 E' RADDOPPIATA" JOBS ACT, VOLATA FINALE DEL GOVERNO REINTEGRO DIFFICILE PER I DISCIPLINARI NELLA CLASSIFICA DELLE PENSIONI L'ITALIA E' PRIMA (MA A CARO PREZZO) FORNITORI PA, L'IVA CAMBIA SUBITO NAPOLITANO E LA PARTITA DELL'ADDIO IL SOSTEGNO AL GOVERNO "CORAGGIOSO" GOVERNO, CAOS SULLA MANOVRA SLITTA, IL MAXI EMENDAMENTO FLESSIBILITA', BRUXELLES NON ARRETRA LA PARTITA RINVIATA AL NUOVO ANNO Quotidiano Data LA STAMPA Pagina Foglio 19-12-2014 46 1 Graduatorie sguamite Non si trovano supplenti I presidi lanciano l'allarme :Lesodo estivo dei precari dal Sud non è bastato e mancano anche i bidelli MARIA TERESA MARTINENGO Il problema, molto serio, è condiviso da un gran numero di scuole, dalle materne ai licei, in pratica tutte quelle che devono coprire l'assenza di un docente o di un bidello: non si trovano supplenti, di nessun genere, se non dopo infiniti tentativi. E a volte nemmeno dopo quelli. A denunciarlo è il direttore dell'Ufficio Scolastico Territoriale, Paola D'Alessandro. «Addirittura, l'Istituto Alberghiero Giolitti ha fatto cento telefonate per trovare un operatore scolastico. E non si trovano docenti di sostegno, matematica e di,molte altre discipline». Per le segreterie, una colossale perdita di tempo. Per gli studenti, lezioni «a singhiozzo», anche se vengono messe in campo tutte le strategie per non far pesare l'inconveniente. I precari «Da settembre abbiamo una persona della segreteria che è dedicata quotidianamente solo alla ricerca - racconta Maria Teresa Furci, dirigente della media Antonelli, a Santa Rita -. A inizio anno abbiamo faticato per le supplenZe annuali. Con lo scorrimento delle graduatorie era un continuo accettare e rifiutare: quando a un insegnante veniva proposto un posto migliore, ci lasciava», Per una cattedra coperta da stipendio fino a fine agosto, si lasciava scoperto un posto retribuito fino a fine giugno. <<Adesso - prosegue la preside - ci sono difficoltà per matematica, sostegno, tecnologia, francese. L'esodo dal Sud non è bastato. Anche perché ci sono persone che alla fllle si sono sistemate nelle città di residenza». «È possibile essere nelle graduatorie del concorso in una regione - conferma Teresa Olivieri, segretaria della Cisl Scuola di Torino - e nella graduatoria ad esaurimento in un'altra regione. E aver avuto una nomina annuale in entrambe». Alla fine, si sceglie il posto vicino a casa. E Torino resta sguarnita, in barba alle proteste per la presunta «invasione» estiva. Le ragioni «C'è chi è entrato in ruolo ma è tornato al Sud prendendo l'aspettativa perché - prosegue Olivieri - non è riuscito ad organizzarsi la vita familiare. Su quel posto è andato un supplente. Le rinunce sono state molte». Poi c'è la questione delle graduatorie d'istituto. «Si pos- sono scegliere scuole di due province. E chi è venuto dal Sud, spesso si è lasciato una porta aperta giù: se ha avuto una nomina lunga, ovvio che abbia scelto di stare a casa». Ma c'è un problema nel problema. «Per l'infanzia e la primaria si possono indicare solo lO scuole, poco. Per esempio, chi sceglie Corio non può risiedere lontano. Ciò significa anche che il serbatoio non è enorme, si esaurisce in fretta. Meglio sarebbe avere graduatorie provinciali per dare alle scuole più possibilità». Grandi difficoltà derivano anche dalla penuria di bidelli, le cui graduatorie risalgono a tre anni fa (in gennaio sono attese le nuove). «La dotazione è scarsa e se uno si ammala è un disastro: non se ne trovano, evidentemente sono tutti sistemati. E i genitori dice Maria Teresa Furci - protestano perché le aule non sono pulite come dovrebbero essere». La denuncia Codice abbonamento: 068391 l'allarme è stato lanciato dall'Ufficio scolastico territoriale: si fatica a coprire le assenze di insegnanti e bidelli in istituti di ogni grado, dalle materne ai licei Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 4 Quotidiano Data Pagina Foglio 19-12-2014 33 1 /2 Con i decreti attuativi non si perda l'occasione per fare di meglio Il Joh act può essere utile Si riformi anche l'alternanza.scuola-Iavoro DI RENZO LA COSTA Qualche timido passo, per la verità, lo si è già fatto: nel cosiddetto decreto Carrozza 2013 di riforma dei cicli scolastici, è stata introdotta la possibilità di stipulare contratti di apprendistato durante la scuola secondaria e universitaria. L'intento è apprezzabile, ma se l'apprendistato già da solo non funziona, figuriamoci come possa anche integrarsi con il sistema scolastico così com'è. È evidente che quel decreto non basta, dovendosi scrivere regole nuove per un apprendistato integrato con il sistema dell'istruzione che vada al di là della mera previsione generale (pietosamente naufragata grazie alle diffuse deficienze delle regioni) del vigente T.u. 167/2011, ma ancor prima dal dlgs 276/2013. Sulla formazione dell'individuoe del lavoratore si fa solo un gran parlare: il libretto formativo del cittadino ovvero il contenitore delle competenze dell'individuo ha riempito solo colonne di riviste; la formazione nell'apprendistato spaventa le aziende, ne anche fosse un corpo estraneo all'apprendistato stesso; nei tirocini formativi si arriva (con talune leggi regionali) a premiare economicamente la quantità della prestazione in luogo della quantità dell'esperienza formativa e cognitiva in azienda; il nuovo sistema della certificazione delle competenze rilanciato dalla legge Fornero (2012) forse serve solo ad alimentare qualche commissione di studio, ad oggi (2014) quasi 2015; il piano for- mativo dell'apprendistato diventa una sintesi, per il quale non si capisce se ci deve essere da qualche parte un piano formativo completo per poi ricavarne la sintesi. Se davvero si intenderà percorrere il giro di boa dall'alternanza all'integrazione, non po'trà farsi a meno del perfezionamento dei cicli scolastici con l'implementazione della cultura del lavoro. Un diplomato licenziato dalla scuola superiore, un laureato licenziato dal sistema universitario, con molta ( ma diciamo pure, assoluta) probabilità non saprà rispondere alla domanda del che cos'è un rapporto subordinato, del che cO,s'è una collaborazione a progetto, del che cosa sono i servizi per l'impiego, del che cos'è lo stato di disoccupazione, del che cos'è un Ccnl, del che cosa è la sicurezza sul lavoro ecc. Questo è il «lavoratore» che ancora oggi il sistema scolastico attuale trasferisce'al mercato del lavoro: un individuo nozionato, nelle migliori delle ipotesi, ferreo solo della sua preparazione teorica. Ecco allora la necessità di implementare nei cicli scolastici percorsi !li istruzione, che trasferiscano competenze specifiche sulla cultura del lavoro, per il destino che ha quel giovane individuo di dedicare la sua prossima vita principalmente al lavoro. Che cosa sarebbe maggiormente conforme al nostro art. 1 della Costituzione, troppo spesso dimenticata? «Art. 1. - L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro». Dalle parole ai fatti è questione di volontà. Codice abbonamento: 068391 l momento in cui scriviamo non ci è dato conoscere né poter ipotizzare i contenuti dei decreti delegati scaturenti del Jobs act di recente approvato definitivamente (pubblicato in G. U con numerazione di legge 183/2014) anche in considerazione dell'ampiezza delle deleghe stesse. Sappiamo però che tra le delegh~ esercitabili, l'art. 1 c. 71ett. d) del testo approvato in ultima lettura dal senato, peraltro ritrovabile nel testo ufficiale così come pubblicato in G. U, c'è anche il «rafforzamento degli strumenti per favorire l'alternanza tra scuola e lavoro». Alcune osservazioni: innanzitutto la terminologia, non solo per la forma, quanto per la sostanza. Il concetto di «alternanza» è il primo a dover essere messo in soffitta: nel nostro paese, cioè, si è ancora ben distanti dal concetto decisamente migliore di «integrazione» .scuola/lavoro che bene comunica il necessario e inscindibile legame che devono avere teoria e pratica, pensiero e azione. L'espressione alternanza «scuola» e «lavoro» continuano a individuare momenti di apprendimento effettivamente separati. L'alternatività si è quindi radicata dalle nostre parti in antitesi allo scenario europeo, in contrasto anche con l'intento aggregativo già concepito dalla legge 196/97. Sarebbe lunga l'elencazione di altri stati europei che da tem- po (troppo tempo) hanno regolamentato percorsi di apprendimento lavorativo non come un'esperienza postuma al ciclo scolastico, bensì integrata ed essenziale nello stesso, ovvero facente parte strutturale del ciclo di studi medesimo. In molti stati, l'esperienza lavorativa in azienda è parte sostanziale del percorso di studi, tanto da farne parte con tirocini formativi e apprendistato. E se èquesto il sistema di integrazione scuola/lavoro già strutturalmente operativo in molti paesi, si pensi al sistema di rete che deve essersi realizzato tra scuole e aziende, tale da garantire l'esperienza lavorativa a ogni singolo studente. Se quindi è indiscusso che il mondo della scuola e quello del lavoro devono parlarsi da subito, è necessario investire nell'integrazione piuttosto che nell'alternanza. Non è solo una questione di forma, bensì di sostanza. Quei giovani di cui stiamo parlando sono le future generazioni lavorative del nostro paese, che non possono essere formati solo con le gite scolastiche, ma che, presupponendo di dover dedicare una vita al lavoro, meritano da sùbito l'educazione al lavoro: un'esperienza lavorativa durante il corso di studi significa già ràdicare i concetti di organizzazione aziendale, di produzione, di competenze gerarchiche, di risultati del lavoro, di inserimento aziendale, di sicurezza sul lavoro, di relazione, di problem solving: dal pensiero (a scuola) all'azione (in azienda). Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 5 Quotidiano Data Pagina Foglio 19-12-2014 33 2/2 Iniziu"il cummlno Codice abbonamento: 068391 La complessità delle deleghe contenute nella riforma del lavoro, già pubblicata in Gazzetta Ufficiale in legge 183/2014, non consente allo stato di valutare l'esatta portata del provvedimento. Certo ambizioso, certo generalista, certo complessivo, ma la sostanza si vedrà nei decreti attuativi. BAne! ha già ufficialmente espresso un parere preventivo di massima positivo, per quanto riguarda gli intenti di semplificazione, f snellimento eammodernamento del mercato del lavoro e della gestione dello stesso, pur riserv(1,ndosi ogni valutazione tecnica ( all'indomani dell'adozione dei decreti attuativi. EAncl stes- ..t'.• sa, ha colto come particolarmente significativa la previsione, nel provvedimento, di rafforzare l'alternanza scuola-lavoro, terna particolarmente caro al sindacato che ha partiéolare riguardo alle nuove generazioni. "La formazione on the job degli studenti, ritengo sia essenziale e ormai non più riman· dabile», lz·a commentato il presidente Ancl FranCèSco Longobardi. "E neCèssano colmare le distanze ormai inaudite che il nostro sistema scolastico presenta rispetto a quello dì altri · paesi europei. SuZZa questione dell'integrazione scuola-lavoro, attraverso il progetto «la buona scuolfP>, credo che il governo , abbia avvertito la necessità di intervenire, stante i nostri ritar· di cronici e le nostre carenze evidenti. Scuola e lavoro ancora non si parlano, è tempo di un intervento deciso per rivoltare un sistema datato e anacronistico. I datori di lavoro cercano .professionalità àèquisite, innovazione, pronto inserimento nei cicli produttivi. La cultura del lavoro deve necessariamente divenire materia di insegnamento scolastico con pari dignità delle altre materie. Senza un nuovo'approccio in tale senso», ha concluso Longobardi, «rimarrà lo. scuola da una parte e il lavoro dall'altra, con un paese, anche per ques~'aspetto, perennemente fanalìno di'codfP>. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 6 Quotidiano Data Pagina Foglio Fondi Invalsi per il 2015 appesi alla legge di Stabilità A rischio 60 posti di lavoro ENRICO LENZI MIlANO Istituto di valutazione della scuola appeso al voto sul maxiemendamento della legge di Stabilità. Sono ore d'ansia per l'Invalsi, e soprattutto per la gran parte dei suoi dipendenti, che attende il voto dell' aula di Pa' lazzo Madama con cui stanziare i fondi necessari alla prosecuzione dell'impegno dell'Istituto. Un accordo tra le forze della maggioranza dovrebbe far tornare il sereno sull'Invalsi avendo trovato un accordo per il rifinanziamento, ma l'emendamento in questione (primi firmatari i senatori pd Marcucci e Puglisi) non è stato votato in commissione Bilancio (dove è intervenuto il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini che ha «insistito fino allo sfinimento» sull'importanza di questo emendamento) rinviando il tutto alla discussione e all'approvazione in aula. Un passaggio delicato quanto incredibile, visto che il piano della buona scuola promosso dal governo Renzi ha posto la valutazione del sistema scolastico come una delle priorità. Lo sottolineano gli stessi lavoratori dell'lnvalsi, che proprio ieri hanno fatto sentire la propria voce. «Unvalsi, l'Istituto che dovrebbe coordinare il sistema nazionale di valutazione - denun- 19-12-2014 12 1 ciano in un comunicato stampa -, si trova oggi totalmente privo delle risorse economiche necessarie per svolgere questo importante compito». Uno scenario che significherebbe, secondo la nota dei lavoratori, la conclusione il prossimo 31 dicembre del contratto a tempo determinato per 60 dipendenti «di cui più della metà precari da oltre 15 anni», mentre per i 30 dipendenti a tempo indeterminato non saranno in alcun modo in grado di ottemperare ai compiti previsti, «compresa la prova Invalsi all'Esame di Stato». Da parte sua il vertice dell'Istituto di valutazione sta seguendo «con grande attenzione e preoccupazione» l'evolversi della situazione, consapevole che la perdita di quasi due terzi di dipendenti non solo sarebbe un grave fatto umano per i lavoratori e le loro famiglie, ma sarebbe anche una grave perdita di professionalità per un Istituto chiamato a un compito delicato come quello di accompagnare la valutazione del sistema scolastico. Proprio nelle scorse settimane l'Invalsi ha dato avvio alla fase di autovalutazione delle scuole, che entro l'autunno dell'anno prossimo dovrebbe permettere proprio all'Invalsi di redarre il primo rapporto nazionale sulla valutazione della scuola italiana. Unvalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) svolge un'opera di monitoraggio sul sistema formativo italiano. Da dieci anni ha introdotto, partecipando alle indagini internazionali Ocse-Pisa, le prove per registrare le competenze in italiano e matematica dei quindi cenni italiani, ma anche degli studenti lungo il loro percorso scolastico. Sono le prove svolte in seconda e quinta elementare, in prima e terza media e in seconda superiore in tre materie: italiano, matematica e scienze. Inoltre all'Invalsi da alcuni anni compete l'elaborazione della quarta prova scritta (unica a livello nazionale) dell' esame di terza media. la denuncia dei dipendenti mentre al Senato si attende il voto che re introduce il finanziamento RIPRODUZIONE RISERVATA Codice abbonamento: 068391 © Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 7 Quotidiano Data Pagina Foglio 19-12-2014 21 1 Prillli diplOllli per i prof di religione del 2012 l' accordo "Bagnasco-Profumo" che ha modificato la normativa di accesso all'insegnamento della religione cattolica, con l'obbligo per gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, a partire dal 201 8, di conseguire un titolo presso un'università o una facoltà teologica. Stamattina, al "Centro Cardinale Urbani" di Zelarino, ben 60 insegnanti di religione dei principali enti di formazione professionale del Veneto riceveranno l'attestato di frequenza del corso di formazione "Antropologia, cristianesimo e religioni nell'Istruzione e formazione professionale". Si tratta del primo percorso di studi in Italia creato appositamente per supportare competenze e conoscenze dei docenti. «Allaluce della nuova normativa - spiega Renato Meggiolaro, presidente di FormaVeneto, l'associazione degli enti di formazione di ispirazione cristiana -la Regione ha accolto la nostra richiesta di immaginare una modalità di intervento per accompagnare i nostri docenti in questo passaggio delicato. Si tratta di un progetto sperimentale, il primo a livello nazionale». il corso garantisce stabilità occupazionale con un piano di studi articolato in 240 ore. ntinerario formativo è firmato dalla Conferenza episcopale del Triveneto, da FormaVeneto e Confap Veneto, è organizzato dall'Università degli Studi di Verona e finanziato dalla Regione. (ED.M.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice abbonamento: 068391 Oggi la consegna degli attestati a 60 insegnanti formatisi con il percorso previsto dalla legge del 2012 Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 8 Quotidiano -ILILL'TlE~M! ~ \ ,/ \~' 1 _ II I/d .1 Data 14 Foglio 1 [--- '~'J _ _ I:J 19-12-2014 Pagina Scuola Prime classi: iscrizioni on line dal 15 gennaio _Il Ministero dell'Istruzione ha fissato dal 15 gennaio al15 febbraio le iscrizioni on line per le prime classi delle scuole di ogni ordine e grado nell'anno 2015/2016. Lo stabilisce la circolare n. 51 che prevede la possibilità di registrarsi sul sito già dal 12 gennaio. Questo servirà a far conoscere meglio alle famiglie il portale (http://www. iscrizionListruzione.it) . Per la prima volta, nelle Regioni che hanno aderito, ci si potrà iscrivere pure ai corsi di istruzione e formazione nei Centri di formazione professionale regionali. Per la scuola dell'infanzia rimane in vigore l'iscrizione in modalità cartacea, che potrà essere effettuata nello stesso arco di tempo. Come da regolamento le domande arrivate per prime non hanno diritto di precedenza nell'iscrizione: si potrà completare la procedura con calma per tutto il mese. Il sistema "Iscrizione on line" avviserà le famiglie in tempo reale, via posta elettronica, dell' avvenuta registrazione e delle variazioni di stato della domanda. Si potrà seguire l'iter della domanda inoltrata ed effettuare l'iscrizione anche per gli alunni stranieri sprovvisti di codice fiscale, attraverso la generazione di un codice provvisorio. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del Ex deputalD in cella per traffico d'anni ~h"jlllO }&lJl1.1gnnh III! t~'lmato m,\loml'lll'p.wdalll\l".,[lt\<1[0!1 l'<'1 Codice abbonamento: 068391 hl man,'rt[' ,lll( 1l(',llwmm,~l1 1l111,r<'ll"k ,k'TlTllt,) ,lk l ," " ,'"Iomb"",,' destinatario, non riproducibile. Pag. 9 Quotidiano -ILILL'TlE~M! ~ \ ,/ \~' 1 _ II I/d .1 Data Pagina [--- '~'J _ _ Foglio 19-12-2014 22 1 Concorso Il premio dedicato al padre della lingua italiana diventa senza confini Tutte le scuole del mondo sotto il segno di Dante o scorso anno sono arrivati contributi fuori concorso perfino dall'Egitto, così, quest' anno, il premio «La Selva, il Monte, le Stelle», nato per promuovere la conoscenza della Divina Commedia tra gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, diventa in ternazionale aprendosi agli studenti di tutto il mondo. L'edizione 2015 si rivolge anche a chi studia italiano all'estero. Il progetto di Loescher Editore e della storica Accademia della Crusca si propone di L della Crusca e da quella popolare: chiunque, collegandosi al sito dante.loescher.it potrà esprimerela propria preferenza. I tre vincitori riceveranno un premio in denaro di 1.000 euro da devolvere a una onlus, e la premiazione avrà luogo a maggio in occasione del XXVI II Salone Internazionale del Libro di Torino. In caso di vittoria da parte di concorrenti non residenti sul territorio italiano, l'importo sarà devoluto a Emergency. Antonio Angeli Codice abbonamento: 068391 Affresco Dante Alighieri completare lalettura dell' intera Divina Commedia, perciò quest' anno ogni partecipante (studente, gruppo, classe o scuola) potrà «prenotare» uno dei canti disponibili dell'Opera, leggerlo o recitarlo, e quindi caricare il filmato sul sito www.loescher.it/dante entro il 13 aprile 2015. Tutti coloro che hanno già partecipato potranno nuovamente presentarsi. Ogni filmato sarà sottoposto a una triplice giuria, compostadaLoescher, dal Comitato scientifico dell' Accademia Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 10 Quotidiano IL ,,"~MATTINO Data 19-12-2014 Pagina 9 Foglio 1 /2 riformr «La scuola senza merito danneggia tutta la società» Il preside Rembado: governo coerente con il passato del 66%, per i docenti bravi ad andare a insegnare in scuole mediocri. Non è un argomento plausibile? «Francamente no. Si è detto: immaginiamo una scuola con tutti docenti bravissimi, perché premiare solo i due terzi? Ma il sistema messo in campo voleva proprio attivare un processo di mobilità di docenti bravi tra istituti. In ogni caso, tutto si può perfezionare purché non si perda il passo avanti di aver cancellato gli scatti d'anzianità». Una delle critiche ai meccanismi premiali tira in campo i dirigenti scolastici, i quali non sempre hanno una professionalità adeguata al compito, con il rischio di valutazioni troppo soggettive. «È sbandierare uno spauracchio per evitare che si arrivi alla valutazione dei docenti. È chiaro che in una scuola dove si misura il merito vanno giudicati tutti e più di tutti i dirigenti scolastici, punendo quelli che si mostrano incapaci nel valutare le persone». Come si muoveranno i presidi per far ascoltare le proprie ragioni? <<Intanto dobbiamo far capire che qui non ci sono le ragioni dei dirigenti scolastici. C'è il punto di vista Il"1O .1: ...: .: della società If"'''''''''' «A parole che ha, nel suo insieme, sono per interesse a una premiare scuola di chi vale: qualità, che manon formi al meglio gli studenti. C'è seguono poi il punto di mai i fatti» vista di chi crede di tutelare - gli interessi di una professione, quella degli insegnanti, e in realtà danneggia anche loro perché la valutazione del merito non è fatta di punizioni, se non occasionalmente, ma consiste soprattutto in premi e negare o limitare i premi ai più capaci colpisce la categoria degli insegnanti». Quali forze politiche contate di convincere? «Non vorrei essere troppo pessimista, ma a parole sono tutti periI merito. Nei fatti... nei fatti hanno governato chi prima chi ora e, quando sono al governo, sembra che il mondo politico si disinteressi alla qualità della scuola». ADa fine questa riforma sarà ricordata solo per la stabilizzazione dei 150mila precari? «Spero proprio di no». 068391 La maggioranza dei presidi (51 %) avrebbe voluto che le carriere dei docenti si basassero solo sul merito. E ancora più convinti erano genitori (53%) e studenti (69%). Ma è prevalsa la posizione degli insegnanti, che all'S2% hanno chiesto un sistema che conservasse gli scatti d'anzianità: come forma esclusiva (22%) o come sistema misto (60%). Per Giorgio Rembado, presidente dell' Associazione nazionale presidi, è l'ennesima occasione persa per migliorare la scuola. Si aspettava che gli studenti fossero i più strenui difensori del merito? «Non dovremmo essere stupiti, perché loro hanno tutto l'interesse a una scuola che valorizzi gli insegnanti bravi e spinga il corpo docente a migliorarsi. Forse c'è da stupirsi quando gli stessi studenti avviano contestazioni che non tengono conto dei loro veri interessi, lasciandosi prendere da suggestioni magari indotte proprio da qualche insegnante». Qual è la sua idea di merito? «Ci sono due condizioni non negoziabili. La prima è che le verifiche dell' attività vanno effettuate sul campo. La seconda è che va creato un percorso di carriera a più livelli che premi chi non solo ha acquisito professionlità ma lavori a ~'h .i! , ,.Il., beneficio del lUi sistema «Sono loro scolastico, per i più esempio a interessati supporto dei nuovi ali a qualità insegnanti». del Si aspettava la sistema retromarcia formativo» del governo sugli scatti d'anzianità? «Non diamo la battaglia per persa, anche se non so quale sia la probabilità di vincerla. Siamo ancora nella fase dei documenti politici. Il passaggio che conta è quello normativo». Dal punto di vista formale ha ragione, ma sia Renzi sia il ministro Giannini hanno aperto al ritorno degli scatti d'anzianità. Non è una ferita al progetto delineato nella Buona Scuola? «Il rischio c'è. Siamo tornati a una fase di coerenza assoluta con il passato. Sono dietro l'angolo meccanismi centralisti che di fatto non gestiscono il personale scolastico ma si limitano ad applicare condizioni uguali per tutti, il che è profondamente ingiusto». nmeccanismo del 66% (in ciascun istituto ogni tre anni due docenti su tre premiati con uno scatto) la convinceva? «Oggi siamo in un sistema nel quale gli scatti sono ancorati esclusivamente al tempo che passa, all' anzianità. Con la Buona Scuola si propongono scatti legati alla valutazione del servizio: quindi è un evidente passo avanti. Naturalmente ogni norma si può discutere: due terzi possono diventare tre quarti o quattro quinti ... la percentuale, qualunque sia, è una soglia convenzionale che sta semplicemente a indicare che è finita l'epoca della garanzia di aumenti per tutti». E invece... «E invece si è dato ascolto a critiche di stampo sindacale che hanno il solo obiettivo di non cambiare nulla». Il punto più controverso è stato l'incentivo, implicito nel sistema Codice abbonamento: Marco Esposito © RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 11 Quotidiano IL ,,"~MATTINO Data Pagina Foglio 19-12-2014 9 2/2 Merito o anzianità Come determinare la crescita degli stipendi dei docenti solo merito misto con anzianità Docenti ",-18% solo anzianità Dirigenti scolastici 2% . l~i;;~11 - - 60% Genitori 47%-Studenti Fonte elaborazione del Mattino su consultazione Buona Scuola riferita alle sole risposte valide +.:.e.ntime.tri - Istruzione Sì della Ue al piano da 3 miliardi Al'ilp L'Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola), già Associazione nazionale presidi, è stata costituita nel 1987. Presidente è Giorgio Rembado Codice abbonamento: 068391 In arrivo dal Fondo sociale europeo oltre 3 miliardi di euro per migliorare l'istruzione in Italia. La Commissione europea ha adottato il programma operativo italiano Istruzione per l'attuazione del Fondo sociale europeo (Fse) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) del 2014-2020.11 programma delinea priorità e obiettivi cui destinare 3,019 miliardi di euro (di cui 1,615miliardi Ue), contribuendo a perfezionare il sistema dell'istruzione, a elevare il livello delle qualifiche degli studenti nonché a migliorare edilizia e infrastrutture didattiche. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 12 Quotidiano IL ,,"~MATTINO Data Pagina Foglio 19-12-2014 9 1 La resa della Giannini: negoziamo sull'anzianità L'azzeramento contenuto nel piano sulla Buona Scuola era solo «un messaggio fOlte» Buona SCL!o~a Il ministro dell' Istruzi one Stefania Giannini in occasione della presentazione dei risultati della consultazione avviata dal governo sul pacchetto di riforme elaborato per rilanciare il sistema dell' istruzione i n Italia ROMA. Azzerare gli scatti d'anzianità - uno punto sicuramente da discutere». «Alla ministra Giannini chiediamo di fare un passo in più, superando il sistema degli scatti tout court ed introducendo un vero percorso di valorizzazione dei docenti», dichiara la responsabile scuola e università di Forza Italia Elena Centemero: «Se si vuole cambiare davvero la scuola prosegue la deputata - serve un sistema che premi il merito e valorizzi la qualità dell'insegnamento attraverso una seria va1utazione e la previsione di unaretribuzione differente dei docenti in base ad un vero e proprio sviluppo di carriera. Il nostro auspicio è che la discussione e la negozia- © RI?R08UZ!ONE RISERVATA Codice abbonamento: 068391 dei punti centrali dci programma sulla Buona Scuola - era poco più di una provocazione. Questa la tesi del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini di fronte alla necessità, negoziata con i sindacati direttamente dal Pd, di una sostanziale retromarcia. «L'idea - ha detto Giannini in audizione al Senato - di un azzeramento totale degli scatti di anzianità, da cui si parte volutamente nella Buona scuola per dare un messaggio forte in questa direzione, è un punto sicuramente da discutere e negoziabile». Tra i punti a confronto, ha spiegato il ministro, c'è anche «la ricaduta della valutazione delle carriere sui meccanismi stipendiali», che «resterà in dibattito. Ma era già scritto nella nostra programmazione anche di negoziazione politica. È stato anche il punto più dibattuto nell'esito della consultazione» di due mesi sulla Buona scuola. In Commissione, ha aggiunto, «ho ribadito cheè importante perme che il criterio del merito sia e rimanga dominante e concretamente trasferibile e quantificabile nell'avanzamento in carriera e negliaumenti stipendiali». Ma «l'idea di un azzeramento totale degli scatti di anzianità è un zione di cui parla la mini stra non portino a un compromesso al ribasso con la minoranza del Pd, come già accaduto per troppi provvedimenti». Di diverso avviso il sindacato: «Vogliamo sperare che l'accenno al negoziato non si riferisca tanto al dibattito in ambito politico, ma sia la presa d'atto che la sede naturale e legittima di discussione e decisione, quando si tratta di retribuzione del personale, è quella del contratto di lavoro», afferma Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, commentando le parole del ministro dell'Istruzione. «Giungono ormai ogni giorno, e oggi dalla ministra Giannini - dice Scrima - segnali di apertura alla discussione su un tema, quello delle progressioni economiche del personale scolastico, su cui il governo ha raccolto fino ad oggi piìl critiche che consensi. Noi avevamo da subito evidenziato i limiti di una proposta complessivamente penalizzante sul piano economico e soprattutto destinata ad accentuare gli elementi di impropria competitività all'interno di sistema, quello scolastico, in cui si dovrebbe favorire quanto più possibile l'attitudine alla cooperazione su obiettivi condivisi di efficacia e qualità. Opinione, quest'ultima, autorevolmente confermata - è la Giannini a dircelo - dalla Commissione Istmzione del Senato» conclude. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 13 Quotidiano IL ,,"~MATTINO Data 19-12-2014 Pagina 9 Foglio 1 - I struzione Sì della Ue al piano da 3 miliardi Codice abbonamento: 068391 In arrivo dal Fondo sociale europeo oltre 3 miliardi di euro per migliorare l'istruzione in Italia. la Commissione europea ha adottato il programma operativo italiano Istruzione per l'attuazione del Fondo sociale europeo (Fse) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) del 2014-2020.11 programma delinea priorità e obiettivi cui destinare 3,019 miliardi di euro (di cui 1,615miliardi Ue), contribuendo a perfezionare il sistema dell'istruzione, a elevare il livello delle qualifiche degli studenti nonché a migliorare edilizia e infrastrutture didattiche. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 14 Quotidiano IL ,,"~MATTINO Data Pagina Foglio 19-12-2014 42 1 n Presidi, c'è la svolta 00 lioe la graduatoria Il direttore Franzese spiazza tutti i sindacati Colonna: subito le nomine Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo Il sit in I presidi idonei ieri davanti al Miur a Roma 068391 della Cisl scuola Campania - le scuole hanno bisogno di un governo pieno: le reggenze, nonostante l'abnegazione e l'impegno degli interessati, non bastano per realizzare una gestione delle attività all'altezza delle sfide cui è chiamato il mondo dell'istruzione». Al termine della manifestazione una delegazione dei sindacati e degli idonei è stata ricevuta dal vice capo di Gabinetto del ministero dell'Istruzione Rocco Pinneri, che ha confermato il no del Miur all'immissione in ruolo immediata per non provocare danni agli alunni. La riunione si è conclusa con l'impegno di Pinneri di convocare in tempi brevissimi le organizzazioni sindacali. L'obiettivo delMiur è quello di assegnare da subito le sedi agli idonei, ma di rinviare al prossimo anno scolastico l'ingresso materiale negli istituti. Soluzione, questa, che soddisfa i sindacati ma solo in minima parte. e.r. © RIPRODUZIONE RISERVATA del destinatario, non Codice abbonamento: Sotto l'albero di Natale c'è la graduatoria. Il concorso presidi è sbloccato e chiuso. La pubblicazione dell' elenco degli idonei e della loro posizione è arrivatanel giorno in cuii confederali e l'Anp hanno organizzato un sit in davanti al Miur aRoma. Ein contemporaneaLuisaFranzese, direttore dell'ufficio scolastico regionale, pubblicava l'atteso elenco. Si chiude un capitolo. Ma soprattutto un concorso che in Campania è stato caratterizzato da stop and go provocati da una valanga di ricorsi ma anche da una inchiesta della procura che ancora non si chiusa che di fatto ha allungato i tempi dell' attesa e imposto la creazione di una apposita commissione per l' accertamento della correttezza delle procedure amministrative. Comunque chi ha superato il concorso, bandito nel 2011, dovrà attendere settembre prima di poter dirigere una scuola. Gli idonei sono 640 per 223 posti disponibili. Sono 101 quelli per i quali il ministero dell'Economia ha dato l'autorizzazione. Ma se ne parla l'anno prossimo. Su questo punto i sindacati sono sul piede di guerra. «La pubblicazione della graduatoria non basta. I 101 dirigenti devono essere immessi in ruolo in Campania - spiega Rosanna Colonna, segretario generale riproducibile. Pag. 15 Quotidiano IL ,,"~MATTINO Data Pagina Foglio 19-12-2014 63 1 /2 ,iLa, l'Ull'',,,:!'de~ìrH'! ... usuale ripetere che Silvio Berlusconinon è riuscito a realizzare nessuE no dei progetti che ha avanzato nel corso di un ventennio. Manon è vero. Perché vi è un ambito in cui ha vinto, stravinto e anzi ha travolto qualsiasi opposizione: ed è quello dell'istruzione con lo slogan della «scuola delle tre i» (internet, inglese, impresa), vittoria che si estesa anche all' università. Non soltanto tutto il centrodestra si è allineato a questa formula, con l'emarginazione di residui ambienti di conservatorismo tradizionale; ma essa è dilagata in larga parte della sinistra che l'ha fatta propria e persino interiorizzata sul piano ideologico, mentre la derideva e protestava salendo sui tetti contro le politiche dell'istruzione dei govemi berlusconiani. CosÌ abbiamo assistito all'invasione patrocinata con complicità trasversale di strumenti come le Lim (lavagne interattive multimediali), ormai persino obsolete e spesso inutilizzabili in scuole che non hanno neppure i mezzi per riparare i gabinetti; mentre si prepara, con un coro di consensi, l'invasione dei tablet, in scuole che quasi mai hanno la banda larga, senza il minimo interesse per i contenuti che debbono trasmettere, tanto questa è l'ultima cosa che conta, e chi solleva il tema viene gratificato da sorrisini di sufficienza. CosÌ stiamo assistendo al dilagare delle lezioni in inglese, spesso tenute da docenti che non ne controllano più di qualche centinaio di parole, e non soltanto in materie tecniche. Si racconta di scene esilaranti dilezioni universitarie di estetica o storia dell' arte tenute a studenti dell' estremo oriente, che non conoscono l'inglese e sono venuti qui per studiare l'italiano e i beni artistici e culturali del nostro Paese. Intanto si prepara la valanga dei corsi in lingua inglese nei licei per tenere i quali non esiste neppure una quota accettabile del personale qualificato necessario. Quanto all'ideologia dell'impresa come modello universale, anche qui il trionfo è andato oltre ogni aspettativa. Non si tratta davvero di rimpiangere certi atteggiamenti ostili al mondo imprenditoriale in voga nell' estrema sinistra, ma di qui a bere la favola che l'impresa sia un modello perfetto di promozione del merito ne corre: basta guardarsi attorno e pensare alla crisi che stiamo attraversando. Ma neppure questo è il punto ed è penoso dover ripetere un concetto di elementare eviRitaglio Scuola: testate nazionali stampa ad denza, rischiando di far la figura degli smemorati. Il mondo non è unidimensionale. Il criterio che presiede alla promozione del merito nell'impresa è intrinsecamente e radicalmente diverso da quello che presiede alla valutazione e promozione dei meriti intellettuali e culturali. È evidente che nel primo caso il criterio debba essere quello della soddisfazione del consumatore ( «customer satisfaction»): se acquisto uno smartphoneenonfunziona, unascatola di alimenti che risultano guasti, ho il pieno diritto di protestare, essere rimborsato e poi rivolgermi alla concorrenza. In questo ambito sono utili quei confronti del rapporto qualità/prezzo che possono orientare il consumatore verso la scelta migliore. Ma se il ragazzo torna a casa con un 4 in matematica non è detto affatto, anzi è assai improbabile, che l'interessato e la famiglia abbiano il diritto di protestare con l' istituzione o il professore. Il4 può, e spesso è, frutto di nullafacenza, trasandatezza, cattivo modo di studiare, e questo non può essere imputato alla scuola o università che sia. Lo slogan del «successo formativo garantito» è una solenne sciocchezza che mira alla formazione di persone tutte uguali, e chi lo avanza nel contesto di una società liberale è fautore di un grottesco connubio tra le ideologie del turbo capitalismo e del vecchio comunismo sovietico. La scuola può e deve tendere a far andare avanti tutti, però nella consapevolezza che si tratta di un principio orientativo, non conseguibile in modo pieno nella realtà, e che promozione del merito significa appunto premiare i migliori a svantaggio dei peggiori, che esistono, piaccia o no. Per questo, chi si straccia le vesti quando si dice che impresa e istruzione non possono essere accostati (e propone di omologare la seconda alla prima) sbaglia e di grosso. Anzi, non fa che propugnare un punto di vista che è all'origine dell'impossibilità di un' autentica promozione del merito nel campo dei beni immateriali e della conoscenza. Difatti, il risultato è che l'insegnante deve diventare un passa carte e un «facilitatore» preposto all' esecuzione di ricette predisposte dalla tecnocrazia di turno; e il dirigente scolastico può essere bravo quanto si vuole, ma è plasmato dal ruolo istituzionale di rispondere alla «customer satisfaction» in una maniera che va bene per una ditta che produce seggiole ma non per un'istituzione che forma le persone e crea conoscenza e capacità. Costretto in quel ruolo imprenditoriale al diriuso esclusivo del destinatario, gente scolastico non resta che premere sui docenti perché non diano voti bassi e non boccino troppo e predisporre un' offerta formativa accattivante e questo, più che prestare attenzione alla qualità dei corsi nelle materie fondamentali, significa proporre un contorno di attività collateralichevanno dai corsi di danza a quelli di cucito o di yoga, in cui talora traspare l'affarismo. In certi casi le liste di queste proposte sono dignitose, in non pochi sono vergognose. Questa lunga premessa conduce a spiegare perché il timido tentativo del piano della «buona scuola» di introdurre una progressione stipendiale degli insegnanti legata alla valutazione del merito stia miseramente fallendo. N essuno può seriamente contestare la validità di un simile approccio rispetto a quello della progressione per anzianità, ma l'approccio di tipo imprenditoriale ha vanificato tutto. Se deve essere il dirigente scolastico, coadiuvato da una commissione, a valutare il merito, costui non dovrebbe essere un manager (magari neppure laureato) ma un preside, nel senso pieno del termine, ovvero il migliore tra tutti gli insegnanti. Tuttavia non un passo è stato proposto in questa direzione. Né ha senso stabilire delle quote prefissate di destinati alla progressione. Ma, soprattutto, è devastante l'idea che il merito non consista nell' essere un buon professore di italiano, di storia o di matematica, bensÌ nell' essere abile a mettere in piedi progetti «alternativi» che senza dubbio possono far pubblicità alla scuola ma per qualsiasi motivo eccetto che per quelli istituzionali. Del resto, come stupirsi che prevalga un andazzo verso il principio del TEDIO Tutto Eccetto la Didattica Ordinaria, il contrario del greco «scholé» che significa ozio, ovvero spazio per l'autentica riappropriazione della propria identità e libertà - visto che abbiamo un sottosegretario che proclama la superiorità della didattica autogestita nelle occupazioni a quella ordinaria? È da chiedersi se egli abbia letto certe proposte circolanti da parte dell' «utenza» in tema di didattica autogestita, perché, se le avesse lette, la cosa sarebbe ancor più grave. In conclusione, non è da stupirsi se un timido passo nella direzione della promozione del merito sia affondato di fronte all' opposizione di chi ha facilmente preso in mano la bandiera di critiche giuste, anche se non sempre con il migliore degli intenti: prova ne è che si sta tornando alla progressione stipendiale per anzianità. CosÌ, l'unica lezione che occorre amaramente trarre non riproducibile. Pag. 16 Codice abbonamento: Giorgio Israel 068391 Scuola, se ci si allontana dall'autentico significato di merito Quotidiano IL ,,"~MATTINO Data Pagina Foglio 19-12-2014 63 2/2 Codice abbonamento: 068391 da questa vicenda è che il dilagare di sere laveriflca delle capacità di uno stu- piamo ogni giorno di più della parola un approccio tecnocratico e anticultu- dente e di un insegnante nel sistema «merito» allontanandoci sempre di rale sta distruggendo persino la resi- dell'istruzione. In una parola, ciriem- più dal suo autentico significato. dua consapevolezza di cosa debba es© RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 17 Quotidiano Data Pagina Foglio plente. Il rimanente 30% alza le mani e ammette: non si fa «nulla, di solito non c'è neanche il supplente». Scuola, la "svolta" di Renzi: alunni in classe con i bidelli enon con i prof i fondi, i supplenti stentano ad arrivare; le classi sono spesso in autogestione coatta e, quando va bene, assistite dai bidelli che, al di là di neologismi professionali e tagli, continuano a svolgere un ruolo di tuttofare e tappabuchi. E di buchi, ahinoi, nella scuola italiana ce ne sono fin troppi da colmare. Il sondaggio di Skuola.net A confermarlo tristemente, una volta di più, l'indagine di Skuola.net che denuncia una realtà ancora più caotica di quanto non si pensi. Un ragazzo su due racconta di non aver avuto il supplente in classe per molto tempo: per settimane il 30%, addirittura per mesi il 18%. Non il titolare di cattedra, ma il supplente: con buona pace di concorsi, concorsoni, graduatorie e incarichi an- nuali. E allora, cosa succede in aula quando c'è la cosiddetta ora di buco? Per 1 studente su 6 la classe viene affidata al docente di sostegno o al bidello, mentre per ben 4 ragazzi su 10 «spesso si resta soli», senza alcun sostituto a vigilare. Ore di lezione perse ma che poi, di fatto, rientrano nel computo dei giorni di scuola. Giorni sottratti a programmi e attività curriculari che per il 46% degli intervistati si traducono in nullafacenza. E non che vada molto meglio al 6% evidenziato dal sondaggio che dichiara di fare lezione con un prof di un'altra classe, o per un altro 6% che si sposta a seconda delle disponibilità semplicemente in altre aule. Del totale degli inteprellati, insomma, appena il 10% dichiara di far lezione con il sup- Il perché del caos supplenze Il caos supplenze ha comunque diverse sfaccettature: se da un lato i ragazzi raccontano di ore di buco e lezioni che restano scoperte, dall'anro - osserva il portale - esiste anche il fenomeno del balletto dei docenti sulle supplenze più lunghe: quell'intramontabile rituale che soprattutto nei mesi iniziali dell'anno scolastico vede avvicendarsi diversi prof in cattedra, in attesa del supplente «titolare» che resterà più a lungo. Mentre quello chiamato a breve termine corre anche il rischio di restare senza stipendio per mesi, perché la scuola spesso e volentieri ,non ha i soldi per pagarlo ... Il governo venerdì scorso ha comunque varato il rifinanziamento del fondo per le supplenze brevi: speriamo che almeno questo proclama non resti senza esiti risolutivi e conferme concrete. Codice abbonamento: 068391 Priscilla Del Ninno Caos scuola. Solo qualche mese fa squilli di tromba e rulli di tumburi avevano annunciato il vento di rivoluzione renziano aleggiare sul mondo dell'istruzione: via la figura del supplente, assunzione a stretto giro dei precari e regolarizzazione di una situazione in fase di stallo ormai da troppo. E poi? E poi un sondaggio di Skuola.net realizzato su un campione di 1.500 studenti rileva come, tra mancanze e disservizi, da settembre ad oggi, un alunno su tre abbia cambiato docente in almeno 3 materie e quasi uno su due non ha avuto il prof in aula per settimane o mesi. Tutto cambi perché nulla cambi: e infatti, tutto è rimasto impantanato come al solito. Le scuole sono in affanno con 19-12-2014 7 1 Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 18 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio 19-12-2014 44 1 Pronto il decreto Miur-Salute che rivede l'organizzazione delle scuole per chi aspira a esercitare la professione Specializzazioni più brevi Marzio Bartoloni Chisognadidiventarechirurgo, endocrinologoopsichiatraaspetterà un anno in meno per esercitare la professione. Già dal prossimo anno sarà accorciata la durata dei corsi di specializzazione medica che saranno ridotti a4 anni in media, contro i cinque di oggi. il decreto intenninisteriale a fIrma del ministero dell'Istruzione con la Salute che introduce un restyling delle scuole di specializzazione è pronto. Neigiorni scorsi il Consiglio universitario nazionale - presieduto da Andrea Lenzi che ha lavorato alla riforma conungruppodiesperti-hadatopa- rere favorevole e ora il Miur entro l'anno dovrebbe dare il vialibera defrnitivo.Lariformaappenasaràaregimeporteràanchedeirisparmiche dovranno essere reinvestiti per fInanziare nuovi contratti di specializzazione: secondo le prime stime 700-800 specializzandi in più po.tranno entrare nelle scuole in aggiunta ai 5-500 previsti oggi. La bozza di decreto prevede innanzitutto l'accorciamento della durata dei corsi che attualmente come prevede ilDm deh agosto del 2005 - sono in media più lunghi rispetto agli standard europei stabiliti dalla direttiva Ue 36 del 2005. Da qui la decisione di abbreviare di un anno il percorso di formazione post laurea per 30 scuole di specializzazione che non dureranno comunquepiùdi5anni Coggilechirurt,>iearrivanoancheaseD.il decreto riduce tra l'altro anche il numero di scuole che scendono a 50 dalle attuali 58 Canchese quelle operativeson056). Ma la riforma va anche più in profondità con dei corposi allegati al decreto che rivedono gli ordinamentidelineandoleregolesuobiettiviformativi, tronco comune e attività professionalizzanti. Queste ultime, in particolare, si concretizzeranno in una maggiore pratica al letto del paziente. Intantoinattesadellariformache dovrebbe scattare il prossimo anno si potrebbero riaprire le graduatorie dell'ultimo concorso nazionale per le specializzazioni che si è concluso tra le polemiche per un errore nei test Cerano stati invertiti dei quiz). Mercoledì il Tar del Lazio ha accolto in via preliminare un primo ricorso di un aspirante specializzando, ma il ministero frena: «Nessun balletto o girandola di posti per l'accessonellescuoledispecializzazione. il ministero procederà regolarmente con lo scorrimento delle graduatorie assegnando i posti secondo i criteri previsti nel bando. Ognieventualecontenziososaràaffrontato nelle sedi appropriate. A oggi,intanto,son04.543 gli iscritti su 5.514 contratti disponibili». Codice abbonamento: 068391 Il Tar ha accolto un primo ricorso sulle graduatorie, ma il Miurfrena: «I posti saranno assegnati secondo i criteri previsti nel bando» Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 19 Settimanale Data Pagina Foglio 25-12-2014 26 1 Riservato UNIVERSITÀ Ciclone Mariastella Gelmini sulle università. Secondo un dossier della Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil, la legge dell'ex ministro e il blocco del turn over hanno provocato la fuga dei ricercatori: il 54,1 per cento ha abbandonato in seguito al mancato rinnovo del contratto, il 19,3 perché non gli veniva garantita la possibilità di crescere professionalmente, il 18,8 intimorito dall'instabilità lavorativa, il 5,5 attratto da offerte economicamente migliori e il 2,3 perché ha trovato un lavoro più gratificante. Oltre la metà dei soprawissuti è fatta di assegnisti di ricerca, che ora rischiano anche loro di tornare a casa: migliaia di contratti stipulati in base alla legge Gelmini sono in scadenza e per il rinnovo ci sono appena 150 milioni. Nonostante l'appello del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a .programmare un piano di assunzioni che renda l'organico degli atenei in linea con i più avanzati standard europei-, al momento le possibilità che vengano stabilizzati sono minime. A. Mas. Codice abbonamento: 068391 PAOLO SCARONI. IN ALTO, A SINISTRA: MARIASTELLA GELMINI Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 20 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio 19-12-2014 18 1 Ministri italiani e Confindustria incontrano la commissaria Ue Bienkowska Pressing per rilanciare sul Made In del governo italiano di «giungere a un compromesso con i paesi ancora contrari in modo che l'etichettatura obbligatoria delle merci extra-europee diventi legge il prima possibile». Inoltre il ministro ha sottolineato che questo è «un dovere sia nei confronti dei produttori continentali che devono affrontare la concorrenza sleale da parte di altri paesi sia nei confronti dei consumatori, che devono essere messi nelle condizioni discegliere con trasparenza e convinzione». Altro dossier af- Guidi: «Vogliamo raggiungere un compromesso sull'etichettatura obbligatoria» Mattioli: «Peccato non aver sfruttato meglio il semestre» frontato, il sistema di etichettatura a semaforo adottato nel Regno Unito e che ha effetti negativi sul!'industria alimentare italiana e per il quale è in corso una procedura di infrazione comunitaria. Il sistema adottato a Londra è contrario, ha sottolineato il ministro, alla libera circolazionç delle merci e danneggiai produttori di beni agro-alimentari che vedono penalizzati i loro prodotti, senza alcun fondamento scientifico. A sottolineare ieri l'importanza del Made In è stata anche Licia Mattioli, presidente di Federorafi, oltre che del Comitato tecnico per l'internazionalizzazione di Confmdustria. «Un vero peccato e un grande rammarico che sul "Ma de In" non si sia sfruttata al meglio la presidenza italiana. Speriamo che nonsiinnesti un effetto domino in negativo anche sugli altri dossier vitali per ilm,anifatturiero orafo italiano» ,ha detto laMattioli. «Anche in questa occasione ha prevalso la logica nonindustriale, mercantile e della disinformazione verso il consumatore dei paesi membri del Nord-Europa, Germania in testa. Nonostante la determinazione di Confindustria che fmo all'ultimo ha cercato con il governo una soluzione anche di compromesso da presentare al Consiglio U e nel semestre non si sono fatti passi avanti sulla proposta europea, dopo il quasi plebiscitario placet del parlamento U e in aprile». Nonostante le dichiarazioni pubbliche anche del presidente del Consiglio il Sistema Italia, ha denunciato la Mattioli, non è stato in grado di aggregare il consenso necessario. N.P. (( RIPi, ,DUZICNf. RISERVA~'A Codice abbonamento: 068391 Dossier sul Made In, Piano junker ed Ilva. Sono statii tre temi principali che laneo commissaria Ue all'Industria, al mercato interno e alle pmi, Elzbieta Bienkowska, ha affrontato nella sua visita a Roma. La Bienkowska ha avuto incontri con esponenti del governo, i ministri dello Sviluppo, del Lavoro e dell'Istruzione, Federica Guidi, Giuliano Poletti e Stefania Giannini. Ed ha avuto una colazione in Confindustria, presente tra gli altri la vice presidente per l'Europa, Lisa Ferrarini, un incontro positivo in cui sono stati discussi i temi della competitività delle imprese e ci si è soffermati sulla questione dell'etichettatura d'origine, argomento cruciale per le imprese italiane e che ancora aspetta il via libera europeo. Il ministro dello Sviluppo ha ribadito la volontà Ritaglio Stefania Giannini stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 22 Quotidiano Pagina 19-12-2014 11 Foglio 1 Data TI miglior nrinistro? F rancesclrini Lo segue a ruota Angelino Alfano Adriano {J f}(Jf!,. Il 11 ?t SONDAGGIO LORIEN CONSULTING - A ruota c'è Alfano anche perché è, di molto, il più conosciuto Il miglior ministro?, Franceschini Poi vengono Lupi e Lorenzin. E precipitata Giannini DI FRANCO ADRIANo I,. ministro più credibile? E quello ai Beni culturali Dario Franceschini (38%) quasi a pari merito con il ministro dell'Interno Angelino A1fano (37%) che è in assoluto il membro del governo più conosciuto da parte degli italiani (96%). Al terzo e quarto posto dell'indice di credibilità ci sono i titolari di Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi (35%), e della Sanità, Beatrice Lorenzin (34%). È la conferma che una lunga militanza politico-parlamentare paga in termini di autorevolezza quando si va al governo. In cima alla classifica globale della conoscenza e della credibilità dei singoli componenti di governo, dunque, ci sono l'ex segretario del Pd Franceschini e il leader Ncd Alfano, quest'ultimo incalzato da due esponenti del suo movimento Lupi e Lorenzin. TI dato emerge dal rilevamento di Lorien consulting realizzato il 13 e 14 dicembre scorsi. In coda alla classifica ci sono il ministro all'Ambiente, il casiniano Gianluca Galletti (11%) e il ministro agli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta (11%). Molto male anche il titolare del dicastero alle Politiche ---© Riproduzione riservata ____ Quali nuovi ml/lIstrl del GOllemo Renzi ricorda, anche solo per sentito n o m i i i l a Angelino Alfano MauriZiO Lupi Dario Franceschlni Beatrice Lorenzm Andrea Orlando Mana Elena Boschi 026 D 13 D6 D 15 D4 D 11 QuaH rioorda, anche solo per sentito nominare?_" AIlano l Lupi I Franceschinl Lorenzin OrlaMo Boschi D7 D7 Padoan Gratiano Delno Paolo Gentllonl B3 Gentllonl Glullo.no Paletti D5 Pier carta Padoan ~ Roberta Plnolll 5 n2 Fedenca GUidi li Stefania Giannini Mananna Madia M!lurizlo Martina Gianluca Galletti Mana Carmela Lanzetta ~ - Q-a le leggerò la lista dei Ministri del Governo Renzi. Delno Paletti Giannini Plnottl GUidi 4 Madia I2 li I1 Lanzelta Martina Galletti 196 179 I 76 I r==::==J 75 c:::===J 58 c==:=I 56 C=:::J 54 C=:::J 53 [==:J 42 _1 (su tot.campione) Alfano Lupi F"ranceschml Orlando 38 c=::J 30 C=::J 29 c:=J 29 Giannini D 16 017 [=:J 19 Plnottl 019 Guidi Madia Martma Galletti 024 ~ Lanzelta o c:::::=J 34 c::::::::J 23 Oolrio Boschi Paletti c=l33 c=J 31 CI 28 [=:J 25 C::=J 37 c:=:::J 35 Padoan Gentilonl c::::::J 41 c=::J 41 c::=:J 37 .- Quanto II ritiene erodibifi? (Risposta: MOLTO -I- ABBASTANZA CBEifJ/BILE) 014 014 Dii Dii Dii Popolarità urooibllità in saUtapet Boschi, Madia, Pinottl,LorelUin, Orlando e Polettl ma i big del gòvernò sonò quelli clteproverigonoda una lunga militanza politico-parlamentare NOTA METODOLOGICA Istituto: Lorien Consulting - Public Affairs Sondaggio realizzato per i gruppi parlamentari di NeD Criteri seguiti per la formazione del campione: sondaggio realizzato su un campione rappresentativo della popolazione maggiorenne italiana di 500 cittadini Metodo di raccolta delle informazioni: interviste CATI ad un campione rappresentativo per sesso, età e area dì residenza Numero delle persone interpellate ed universo di riferimento: Campione di 500 cittadini strutturati per sesso ed età (campione cumulato in media mobile con la precedente rilevazione di 1.000 casi) Data in cui è stato realizzato il sondaggio: 13-14 Dicembre 2014 Metodo di elaborazione: SPSS - Intervallo di confidenza 95% Codice abbonamento: 068391 I agricole Maurizio Martina (11%) che pure avrebbe dovuto guadagnare una maggiore esposizione con l'organizzazione di Expo 2015. Poco pih su i ministri della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, (14%) e dello Sviluppo economico Federica Guidi (14%) seppure elogiata dal presidente della repubblica. Evidentemente in dieci mesi di governo non sono riusciti a farsi conoscere ed apprezzare dai cittadini italiani. In salita il ministro ai Rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi (30%): risulta essere più credibile ed anche più popolare del responsabile dell'Economia Pier Carlo Padoan (29%). Nell'affollata media classifica è in crescita la credibilità del Guardasigilli Andrea Orlando (a123% è salito di lO punti in un mese), del ministro del Lavoro Giuliano Poletti: ha guadagnato 8 punti risalendo dal fondo della graduatoria al 17%. TI ministro dell'Istruzione Stefania Giannini era giudicata piuttosto credibile fino a novembre, poi in un solo mese è crollata di lO punti al 19%. Cresce invece il vigore al ministro della Difesa Roberta Pinotti (più lO punti al 19%). Ritaglio Stefania Giannini stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 23 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio 19-12-2014 7 1 /2 Jobs act, ipotesi licenziamenti per scarso rendimento Davide Colombo e Claudio Tucci Oggi il ministro Giuliano Paletti incontra le parti sociali a palazzo Chigi Jobs act, ipotesi licenziamenti per scarso rendimento nodidasciogliere.Acominciare dall'eventuale introduzione, nelle fattispecie dilicenziamen! to disciplinare, della clausola di I ROMA Nella nozione di "giustifi- "opting out" per consentire al, cato motivo oggettivo" dilicen- l'impresa di poter comunque pagare un indennizzo al posto ! ziamento potrebbe rientrare del reintegro, come avviene in ! anche la fattispecie di «scarso, rendimento».Mentreneilicen- Spagna e Germania. Sembra ormai definita, inveziamentidisciplinarisi và verso un mini-restyling della legge ce, la partita delle piccole imFornero: il reintegro nel posto prese:siapplicherannoleÌ1Uove di lavoro sarà possibile solo nei regole, dimezzando gli importi casi di «non sussistenza del fat- degli indennizzi econ un tetto di to materiale» (oggi la tutela re- 6 mensilità (per non peggiorare ale scatta in due ipotesi: il fatto il regime attuale). Sui licenzianonsussiste-nonsifaquindiri- menti collettivi è ancora aperta ferimento alla indicazione ma- lariflessione e le difficoltà tecniteriale -; il medesimo fatto rien- che per superare la legge 223. L'addio al reintegro interestra tra le condotte punibili con una sanzione conservativa sul- serà i licenziamenti per motivo la base dei Ccnl o dei codici di- economico e organizzativo, che probabilmente ricomprendesciplinari applicabili). Continua l'opera di cesello ranno, come detto, anche lo dei tecnici di Palazzo Chigi e scarso rendimento. Del resto ministero del Lavoro per arri- «già oggi la giurisprudenza è vare a una bozza definitiva del pacifica sul punto che lo scarso decreto con la nuova disciplina rendimento può costituire andel contratto a tutele crescenti, che giustificato motivo oggettiatteso sul tavolo del Consiglio vo di licenziamento», ha spiedei ministri la mattina del 24 di- gato il giuslavorista di Sc, Pietro cembre, assieme al Dlgs sulla Ichino.Ma per Cesare Damiano nuova Aspi. (Pd) la formula dello scarso Oggi, alle 10,30, il ministro rendimento è «per sua natura Giuliano Poletti incontrerà le fortemente arbitraria per licenparti sociali per illustrare i con- ziare un lavoratore». Sul fronte dei disciplinari, intenuti dei provvedimenti sui quali, tuttavia, restano diversi vece, la soluzione ipotizzata dal I I Davide Colombo Claudio Tucci Governo è, nei fatti, una piccola modifica alla legge 92, e ciò non piace a Maurizio Sacconi di Area Popolare (Ncd-Udc) secondo cui invece, «in coerenza con i principi della delega, la reintegra deve èssere limitata ai soli casi del licenziamento discriminatorio o infamante». E se si decidesse diversamente «il Governo è a rischio» ha fatto sapere ieri il senatore. Ancora da sciogliere è poi il nodo dell'esenzione fiscale per l'indennizzo nella fase di conciliazione standard (che può variare da una mensilità fino a un massimo di 16). L'Esecutivo vorrebbe ridurre drasticamente il conltenzioso e lasciare lagestione del licenziamento alle singoli parti (cioè datore e lavoratore). Ma la conciliazione va sostenuta: l'indennizzo offerto dall'impresa non può chiudere esclusivamente illicenziamento, in quanto illavoratore, accettata la somma, potrebbe fare causa su altri aspetti del rapporto di lavoro, come straordinari e festivi. Ecco perché sarebbe opportuno consentire conciliazioni onnicomprensive, non solo davanti alle direzioni provinciali del lavoro, ma anche in sede sindacale, agevolate con il riconoscimento dell'Aspi e di eventualiincentivi all'esodo. Sul decreto Aspi i dettagli da definire sarebbero ancora numerosi. Ma «ci sarà», ripetono i tecnici in vista dell'incontro odierno con le parti sociali, «perché non vogliamo rinviare un aspetto così cruciale dellariforma, quello delle tutele estese». L'ipotesi circolata ieri è che alla nuova Aspi, di durata crescente fino a 24 mesi, si potrebbe accedere anche con sole 13 settimane di contratto, che è la soglia oggi prevista per la miniAspi. Una scelta che, se confermata, estenderebbe di mòlto la platea dei lavoratori potenzialmente assicurabili in caso di perdita del posto. Non dovrebbero cambiare le aliquote di contribuzione (1,31 % e maggiorazione dell'I,4% per i contratti a termine) ed è ancora da capire se ci sarà o meno una armonizzazione delle medesime aliquote oggi prevista nei diversi settori produttivi. Tutte scelte che devono essere condivise con l'Economia e la Ragioneria generale dello Stato. Oggi si capirà se, al termine ddlariunioneinsalaverdeaPalazzo Chigi, è stata trovata la quadra o se servirà ancora qualche giorno di lavoro fino alla vigilia di Natafe. (1;: RlPROOUzrONE Ri.'ìERVATA Li\ NmJ\JJ% 068391 Si ragiona sulla possibilità di accesso alla tutele con sole 13 settimane di contratto. Ma la verificasug~onerifinan~ari Codice abbonamento: non è ancora terminata Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 24 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio I ~~----------- I 19-12-2014 7 2/2 -- -_. Incontro a palazzo Chigi ~ Oggi il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, incontra a Palazzo Chigi imprese e sindacati per illustrare i contenuti dei primi due decreti attuativi deljobsAct, attesi in Consiglio dei ministri il 24 dicembre I contenuti fii Si tratta del Dlgs con la nuova disciplina del contratto a tutele crescenti, con le modifiche all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Edel Dlgs sull'Aspi, rafforzata nella durata ed estesa a una prima quota di collaboratori a progetto Codice abbonamento: 068391 Lavoro. Il ministro Giuliano Poletti Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 25 Quotidiano Data Pagina Foglio 19-12-2014 17 1 ~~ «(CON LA MOBILITÀ , NELLA PA NESSUN TAGLIO RETRIBUTIVO~) Marianna Madia Codice abbonamento: 068391 Ministro della Pa Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 34 Quotidiano Pagina 19-12-2014 17 Foglio 1 Data Art 18, cosÌ i paletti al reintegro l'equilibrio politico della maggioranza. E per il momento le diplomazie parallele ancora non sono arrivate a nessun accordo. Il pomo della discordia resta quello di sempre: il reintegro sul posto di lavoro còn la nuova normativa diventerà un'eccezione limitatissima oppure le maglie della riforma Fornero saranno riROMA Varcheranno il portone di strette solo un po'? Palazzo Chigi con aspettative diverse, che spaziano dalla fiducia VIA LA DISCREZIONALITÀ alla curiosità mista a diffidenza. Come si ricorderà, la delega elimiAd accomunare le parti sociali na la possibilità di reintegro per i convocate oggi dal governo per licenziamenti per motivi econouna consultazione sui decreti at- mici, non modifica nulla per i casi tuativi del Jobs act, c'è però di discriminazione e nulli, mentre un'unica speranza: che non sia 'so- per i disciplinari limita il reintelo un'operazione di immagine me- gro a «specifiche fattispecie». Tocdiatica, che il premier tenga in ca appunto al decreto definirle. considerazione i suggerimenti co- Secondo le ultime indiscrezioni la struttivi che verranno fuori dal gi- linea di demarcazione sarà l'inro di tavolo. In teoria la possibilità sussistenza del fatto «materiale» c'è. Il lavoro sui primi prowedi- contestato al lavoratore. Niente menti, in particolare quello che più discrezionalità da parte del introduce per i nuovi assunti il giudice sulla gravità dell'addebito contratto a tutele crescenti, è sì contestato: se il fatto è vero il limolto avanti. Anche perché Renzi cenziamento è legittimo, se è inè determinato a varare il relativo vent~to si può disporre il reintedecreto nel consiglio dei ministri gro. E un passo avanti rispetto aldella vigilia di Natale. la legge For)1ero, ma è un passo inEppure non tutto è già scolpito. dietro rispetto ad altre ipotesi vaSui punti più delicati - fattispecie gliate nei giorni scorsi, in particoper le quali il reintegro sarà anco- lare quella che limitava il reintera possibile nei casi di licenzia- gro ad accuse false di reati persementi disciplinari illegittimi, enti- guibili d'ufficio, quindi particolartà dell'indennizzo - c'è in gioco mente gravi. Lasciando l'inden- ~ Per i disciplinari varrà solo se il fatto materiale contestato è inesistente RESTA IN CAMPO l'OPZIONE DEll'IMPRESA PER UN SUPER·INDENNIZZO OGGI SUI· DECRETI l'INCONTRO GOVERNO «un'ampia individuazione delle fattispecie, verrebbe meno l'attesa positiva che il Jobs act ha suscitato, sia nelle istituzioni internazionali che tra gli imprenditori italiani», awerte il presidente dei senatori di Area Popolare (Ncd-Udc) Maurizio Sacconi. Che rincara la dose: «Su questo decreto il Governo è a rischio». La minoranza Pd però non ci sta. «Dare la possibilità di licenziare per scarso rendimento sarebbe aberrante» dice Cesare Damiano. Per quanto riguarda l'entità dell'indennizzo l'ipotesi più accreditata è quella di una cifra - defiscalizzata - pari a due mensilità per ogni anno di anzianità professionale fino a un massimo di 24. Resta però un grosso punto interrogativo sulla possibilità di concedere l'opzione all'impresa di non reintegrare il lavoratore che ha avuto una sentenza in tal senso dal giudice, corrispondendogli un super-indennizzo. La minoranza Pd si oppone fermamente. Giusy Franzese © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ministro del Lavoro Poletti ( a destra) con il segretario della CisI, Furian Codice abbonamento: 068391 EPARTI SOCIALI nizzo in tutti gli altri casi. Le forze centriste, a partire da Ncd e Scelta civica, sono con il coltello tra i denti. La reintegrazione - insistono - deve essere limitata «ai soli casi di licenziamento discriminatorio o infamante». Con ad Lavoro e previdenza uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 35 Settimanale Pagina 25-12-2014 11 4/1 8 Foglio 1 /4 Data Nella giungla dei Ritaglio Lavoro e previdenza forme degli ammortizzatori sociali. La cassa integrazione ordinaria, che interviene nei momenti di difficoltà temporanea delle aziende, e che più o meno ha funzionato, non si tocca. Il resto, dalla cassa integrazione straordinaria alla mobilità, alla fine dell'intervento governativo dovrebbe uscirne stravolto. E dovrebbe sparire la cassa in deroga, che in tanti considerano un mostro (vedi intervista a Tito Boeri a pagina 117). Tra il 2009 e il 2013, secondo la Cgia di Mestre, per gli ammortizzatori sociali si sono spesi quasi 59 miliardi. 11 72 per cento provenienti dai contributi versati da lavoratori e imprese, il resto dallo Stato attraverso la fiscalità. All'accelerata dei costi ha contribuito la cassa in deroga (che costa 1,5 miliardi l'anno), introdotta sei anni fa dal governo Berlusconi per aiutare i dipendenti delle piccole imprese escluse dai benefici della cassa "normale" e che, del resto, non pagano i contributi a carico delle grandi manifatture. « L'uso della cassa integrazione come anticamera della pensione è divenuto palese due anni fa, ai tempi della riforma Fornero: ci siamo resi conto dell'esercito di persone che, facendo due conti, attraverso cassa ordinaria, straordinaria e mobilità, si avvicina alla pensione senza lavorare, o facendolo per pochi giorni al mese, per periodi che vanno dai tre agli undici anni, nei casi più gravi», racconta Antonietta Mundo, capo del servizio statistico dell'Inps fino a un anno fa. stampa ad uso esclusivo del GIOVANISSIMI PENSlONAn All'Inps, sull'argomento, le bocche di solito sono cucite. Ma Antonietta Mundo, oggi in pensione, può parlare senza peli sulla lingua. Ne ha viste passare tante, troppe, di pratiche "eccezionali" di tutela. Come quella dei quasi 20 mila "prosecutori volontari", per lo più donne, usciti dal mondo del lavoro nel passato dopo appena 15 anni d'impiego, che versando altri cinque anni di contributi si sono ritrovati giovanissimi a incassare la pensione. Nel mirino dell'ex dirigente lnps c'è pure la "mobilità lunga", quella che supera il massimo fissato dalle norme in 36 mesi, e che invece «può durare fino a 7 anni per le aziende delle zone depresse. Gli ultimi a beneficiarne andranno in pensione nel 2018, e tra di loro ci sono parecchi dipendenti della vecchia Alitalia». Che di fatto ha chiuso i battenti nel 2008 e che proprio in una zona depressa non è. Però ha goduto di particolare riguardi, diventando un simbolo dell'italianissima stortura. Per non dover fissare misure ad hoc per gli addetti dell'ex compagnia di bandiera, venne varato un fondo speciale. Con il risultato di rendere praticabile per 13 mila lavoratori del settore (compresi quelli di Air France, British Airways, Aeroflot e tante altre) un'integrazione per 7 anni,pari all'80 per cento della paga ricevuta nell'ultimo anno. E senza il tetto stabilito dalla legge in circa] .100 euro. Se, poniamo, l'ultimo stipendio di un destinatario, non riproducibile. Pag. 37 Codice abbonamento: osì fan tutti. Niente di illegale, per carità. Tutto in punta di norma,come nella storia di Gennaro, assunto con la qualifica di operaio nel] 989 in uno stabilimento di Airola, Benevento, che era della Pirelli e ora è della Tta Adler, dove si fanno componenti in fibra di carbonio per l'auto. Una fabbrica passata attraverso mille traversie. «Tra una cassa integrazione e un sussidio, dal] 992 a oggi ho lavorato 7-8 anni », racconta a "l'Espresso" l'operaio campano, che per riservatezza preferisce non divulgare il suo cognome. Adesso prende circa mille euro al mese di mobilità (anche grazie agli assegni familiari, avendo due figli). Quando la crisi morde - e quella di oggi ha i denti di un insaziabile coccodrillo - la dipendenza dagli ammortizzatori sociali, spesso usati in modo distorto, si rivela sempre più naturale. Diventando giorno dopo giorno lffi peso insopportabile per le casse dello Stato. La loro riforma è uno degli snodi vitali del JobsActvoluto dal premier Matteo Renzi e, in parte, sarà oggetto di uno dei decreti in agenda per il Consiglio dei ministri di martedì 22 dicembre. «La precedenza sarà data al contratto a tutele crescenti e all'estensione ai collaboratori dell'indennità di disoccupazlone. Mentre delle moddìche alla cassa ,mtegrazlOne straordlllana se ne parlera a gennaio», spIega Stefano Sacchi, Il professoredeJJa Statale di Milano che, per conto del mmlstero del Lavoro, sta elaborando le f1- 068391 DI MAURIZIO MAGGI tE GLORIA RIVA Settimanale Data Pagina Foglio dipendente di una compagnia aerea è stato di 5 mila euro, nei 7 anni di mobilità lunga può arrivare a 4 mila euro al mese. L'esperta statistica dell'Inps sottolinea un altro aspetto patologico nell'approccio alla cassa integrazione straordinaria, quella che dovrebbe scendere in campo quando i problemi sono strutturali: "Si va diffondendo il "metodo Fiat". Intanto, la si richiede. Poi, se del caso, la si usa, spesso proprio come tappa d'avvicinamento alla pensione». Il ricorso alla cassa, alla Fiat, è stato abbondante.Anche in casi in cui l'ipotesi di una reale ripartenza produttiva era una chimera. Come a Temlini Imerese, dove l'ultima vettura è usòta dalla linea di montaggio nel 2011. I dipendenti sono in cassa integrazione sino a fine anno, in attesa di un salvatore che (forse) darà loro un lavoro o un'altra razione di cassa. Se il salvatore evapora - è succes- ~ miliardi, meno dei 6,1 miliardi del 2008". La recessione non aiuta le politiche attive, però meglio si può fare. Benini cita l'esempio di W2W, un programma coordinato Stato-Regioni, gestito dall'agenzia governativa Italia Lavoro. Nel 20] Oaveva "preso in carico" 78 mila disoccupati: due anni dopo, il 54 per cento risultava effettivamente impiega to. N umerini, che tuttavia fanno capire l'utilità di un'Agenzia nazionale della voro (un obiettivo del Jobs Act), perché se le Regioni seguitano ad andare ciascuna per conto proprio, nessuna politica attiva può funzionare. LA PREGO NON MI ASSUMA I Centri pubblici per l'impiego sono spesso inefficienti. D'altronde, ogni ad- Numero medio annuo di beneficiari di prestazioni di disoccupazione nel settori non agricoli (in migliaia di persone) Indennità di disoccupazione· • detto dovrebbe "curare" in media 116 disoccupati (ma 211 in Veneto e 220 in Lombardia), mentre in Inghilterra il rapporto è a 30. Un sistema che, sostenso anche con l'italo-brasiliana Grifa, mentre gono le agenzie priva te di collocamento, ora il governo tratta con la torinese Metec -si non può funzionare, anche a causa dell'atteggiamento dei disoccupati stespasserà alla mobilità. In Italia ci sono quasi 4 milioni e mezzo si. «Da Venezia a Torino abbiamo ~ di disoccupati e lavoratori beneficiari di un contattato decine di operai in cassa insostegno al reddito, suddivisi bili in tre tegrazione e alle dipendenze di aziende macro-categorie. Nella prima ci sono quel- prossime alla chiusura. Uno su tre ha li che l'impiego l'hanno perso e ricevono scelto di non accettare l'offerta di lavosussidi ma non sono più legati all'azienda ro, ritenendo più sicuro e confortevole in cui prestavano la propria opera: erano stare in cassa anziché rimettersi all'ope351 mila nel 2008, a fine 2103 la crisi eco- ra. Ci dicono: "Mi richiami fra qualche nomica li ha quasi triplicati (923 mila). La mese" », spiega Giorgio Veronelli, diretseconda categoria è quella degli "ammor- tore della Gch Consulting. Pure il colostizzati", coloro che mantengono un rap- so Adecco fatica assai a convincere i porto diretto con l'impresa e godono della cassintegrati a lavorare: «Capita tutti i cassa integrazione: nel 2008 erano 85 mila, giorni. Cerchiamo di spiegare a chi non ora viaggiano intorno a quota 300 mila. ha un impiego che restare a casa in cassa Infine, c'è la famiglia numericamente più per anni è un boomerang, più passa il grossa - 3,4 milioni, secondo l'ultimo rap- tempo e meno sono appetibili», dice il porto Istat - che è anche quella che alza numero uno italiano Federico Vione, che meno la voce, perché è meno rappresentata propone un sistema simile a quello svize soprattutto meno garantita. E composta zero, dove il sostegno al reddito viene da chi ha esaurito tutte le munizioni, dopo tolto a chi rifiuta più di due proposte di essere passato da cassa ordinaria, straordi- lavoro. Effettivamente, una soluzione naria e mobilità, e pure dai lavoratori auto- del genere dovrebbe far parte del Jobs nomi e parasubordinati a spasso. Act anche se certezze non ce ne sono. QUEL RECORD ITALIANO La cassa integrazione, insomma, è «l'Italia ha il record di durata dell'utilizzo un insostituibile aiuto, specie in fasi degli ammortizzatori sociali ma intanto ha drammatiche come quelle attuali, ma tagliato del 30 per cento la spesa per le poli- rischia di trasformarsi in una prigione. tiche di attivazione al lavoro, mentre altri, Ed è anche una sorta di droga - dice tipo Francia o Germania, nello stesso perio- un dirigente di Confindustria che vuoI do li hanno aumentati sensibilmente», so- restare anonimo - sia per l'azienda che stiene Romano Benini, consulente del mini- per il lavoratore: «Forse è davvero stero del Lavoro e docente di politiche arrivato il momento di essere coerenti. dell'occupazione. « In tutta Europa, il primo In tante assemblee delle associazioni destinatario di politiche attive al lavoro è il imprenditoriali, per esempio, ho sendisoccupato. Invece noi abbiamo sempre tito tuonare contro la cassa in deroga. avuto scarsa considerazione per i servizi per Cancelliamola, dicono gli imprendil'impiego. Nel 2012 - ultimi dati disponibili tori. Poi però, quando si conclude la - abbiamo speso circa 24 miliardi per tutti i trafila di cassa e mobilità, di fronte tipi di sussidi (casse integrazioni, indennità all'alternativa se licenziare i dipendi mobilità e disoccupazione, prepensiona- denti o farvi ricorso, la cassa in deroga menti), contro gli Il,3 miliardi del 2008. Per finiscono per chiederla» . • aiutare disoccupati e inoccupati a formarsi e ricollocarsi, abbiamo invece investito 5,6 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, 25-12-2014 11 4/1 8 2/4 Indennità di mobilità 2008 2009 2010 2011 923 2012 2013 Codice abbonamento: 068391 • Comprende l'indennità di disoccupazione e, a partire dal 20!3.la Aspi e la Mini Aspi, Fonte: Elaborazioni su dati Inps e Ministero del Lavoro non riproducibile. Pag. 38 Settimanale Data Pagina Foglio Venezia non sì è ancora ripresa dall'addio dell'industria chimica. Se n'è andata nel 2009 ma i dipendenti hanno tagliato il cordone ombelicale con quelle aziende fantasma da pochi giorni: .A Porto Marghera la Vlnyls aveva 270 dipendenti e lo scorso 7 dicembre è scattata la mobilità, nella quale sono precipitati i 105 che non hanno trovato un altro impiego>, dice Massimo Meneghetti della Cisl, che punta il dito sul valzer di presunti cavalieri bianchi pronti a salvare l'azienda e puntualmente spariti nel nulla. Ai 310 della veneta Montefibre è andata anche peggio. Mentre erano in cassa hanno fatto corsi di formazione per essere riassunti da una società del porto, che tuttavia, nel frattempo, è entrata in crisi. E così, dopo sei anni di ammortizzatori sociali, anche per loro è scattata la mobilità. Un compratore è invece arrivato alla Acc di Mel, Belluno, azienda di compressori per frigoriferi. Lo ha trovato il commissario straordinario Maurizio Castro, si chiama Wanbao, un gruppo cinese che si è impegnato a far rientrare in azienda i 455 addetti, di cui 300 subito .• Qui la cassa ordinaria è cominciata nel 2005, poi tra il 2006 e il 2012 è toccato alla straordinaria, con 50 addetti che avevano scelto di starci "fissi": ne avevano approfittato soprattutto le donne, prendendo circa 750 euro al mese, più qualcosa per i figli a carico. Senza quei volontari, avremmo fatto più rotazione tutti quanti., ricorda Nadia De Bastiani, della Fiom interna, aggiungendo che dal 2012 è stato fatto anche ricorso alla mobilità lunga. Nove anni di travagli conclusi con una ripartenza sotto nuovo padrone. Anche i 900 ex dipendenti della Ocean, che fino a dieci anni fa era la più grande azienda della Bassa Bresciana e faceva elettrodomestici, avevano tanto sperato nell'awento di un salvatore. L'hanno atteso per 12 anni, dal 2001 al 2013, aggrappati all'ennessima proroga della cassa integrazione. Alla fine solo dieci di loro sono rientrati nel progetto di reindustrializzazione (che inizialmente doveva assumerne 266). Adesso qualcuno ha cambiato mestiere, tanti sono andati in pensione, ma ci sono ancora 430 addetti non ricollocati e in mobilità. Sulle loro spalle non pesa solo l'incertezza del futuro, ma anche le remore degli imprenditori locali ad accoglierli nelle loro aziende perché, dicono gli industriali, dopo così tanti anni di lontantanza dalla fabbrica potrebbero aver perso l'abitudine al lavoro . • La sequela di cassa integrazione e mobilità alle Case di Cura Riunite di Bari, che sono state pure in amministrazione straordinaria, è durata vent'anni. Ora tutti gli strumenti disponibili sono finiti. Ritaglio Lavoro e previdenza stampa 068391 poiilnuUa Quando la crisi è cominciata i dipendenti erano 3 mila e per lunghi periodi ce n'erano mille a casa», è la ricostruzione di Pietro Boccuzzi, della Cisl di Bari. Una storia presa ad esempio da Pietro Ichino, economista e parlamentare di Scelta Civica, che nel portarla all'attenzione del Senato si chiese retoricamente .quale malato potesse affidarsi alle competenze professionali maturate in 18 anni di cassa integrazione •. Sarebbero invece pronti a dimostrare quanta esperienza ancora possiedono gli 800 dipendenti della De Tomaso, azienda automobilistica di Grugliasco, Torino, che produsse anche la mitica Pantera, quand'era del fondatore Alejandro. Qui le tute blu hanno cominciato ad andare in cassa nel 2008. Prima a singhiozzo, poi a zero ore, fino al fallimento della società, nel 2012. Nonostante le ventilate manifestazioni d'interesse, nessuno s'è fatto avanti per rilevare la società, che nel 2009 era stata acquisita da Gianmario Rossignolo. L'ex manager di Fiat e Telecom è finito nei guai con la legge per truffa ai danni dello Stato. A fine 2014 scatta la mobilità, da uno a tre anni a seconda dell'età. E addio De Tomaso. Un altro vistoso caso di accanimento terapeutico o abuso di ammortizzatori sociali è la CllIrbosulcls, miniera sarda oggi awiata alla chiusura dopo un lungo calvario. -Finalmente si è stabilito che la miniera non può essere competitiva e la sì chiuderà, dopo averla messa in sicurezza, con l'accordo dell'Unione europea che, nel 2012, aveva awiato una procedura d'infrazione per i 405 milioni di euro di contributi pubblici dal 2001 al 2010., dice l'amministratore unico Luigi Zucca. Carbosulcis è balzata agli onori delle cronache recenti anche per "merito· del suo ex dipendente Carlo Cani, detto anche Charlie Dogs il jazzista, per la sua infinita passione per la musica. Assunto nel 1980 e andato in pensione nel 2006, Charlie ha raccontato di non aver mai praticamente lavorato. -lo e il carbone non abbiamo legato. Andavo dai medici, chiedevo cure, capivano, mi accontentavano», ha dichiarato, ridendo, a "La Nuova Sardegna". In realtà, precisa Zucca, Cani era un abituale assenteista ma ha lavorato più di quanto dica. E come tutti, in quella miniera, si è fatto dieci anni di cassa integrazione filata tra ì11993 e il 2002. Commenta un esperto di questioni di lavoro: -La verità è che a noi italiani, tutto sommato, uno come Charlie il jazzista ispira simpatia. In Germania lo disprezzerebbero e una "carriera" come la sua sarebbe stata impossibile •. Codice abbonamento: Prima g6 aiuti 25-12-2014 11 4/1 8 3/4 ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 39 Quotidiano Data Pagina Foglio 19-12-2014 5 1 Incubo dlsolccupazlana ~~Dal2007 al 2013 è raddoppiata» Durante gli anni della crisi la disoccupazione in Italia è raddoppiata; dal6, 1% del 2007 a l 12,2% del 2013, e si è anche accresciuto il divario tra le zone Codice abbonamento: 068391 del Paese. Così il centro studi Impresa Lavoro Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 41 Quotidiano Data 19-12-2014 Pagina 5 Foglio 1 Jobs Ac~ volata fmale del Governo Reintegro difficile per i disciplinari Dopo illicenzimnento, ritorno in azie1'llin solo se il fatto non sussiste ROMA NUDVE regole sul contratto li UHe· le cresct~llti e relative indicazioni Slli licenzi amenti e i rei Il teg ri. So110 questi ì conten uti del primo decreto legislativo che attuerà il Jobs Acl. n provvedimento, atteso in Consiglio dei ministli il 24 dicembre, sta asslIIuendo pmplio in queste ore ulia fonna definiti· va, Palazzo Chigì e il ministero del Lavoro lo stanno plasmando, anche alla luce del dibattito degli ultimi mesi. Dibattito che vede un Maurizio Sacconi (Area popolare, la noo alleanza tm Udc e Ncd) ammonire dH~ sui de(:ll"ti delegati il govel1lo (è a rischio». RESTANO, soprattutto, da defini· re in maniera esatta tutti i paletti alla nuova versione dell'ar1icolo 18. IIlema è quello del contratto a tUTele cresce.nti: COI.I l'aumentare dell'an ziani là di servi zio, in sostanza, ci si avvicina progressivamente a una forma di contratto a tempo indeterminato, II dibattilo, in questa fuse, ruota sopraUut- lO attomo alla questione delliceu· ziamemo. In caso di fine del rap1'0.[10 per motivi economici lIon giustificati ci sarà. un indennizzo, ma Il esSUIl a p:!ssi bilità di rei megl'o. Più complessa la questione dei licenziamenti disciplinaii: il reintegro a favore del dipendente sarebbe consenti lo nei casi Ilei quali, iII base a una :>entenza, il làt· fa matel.iale che ha causato la fine del rappol1o non sussiste" Anche se sul punto c'è discussione: diversi esperti vorrebbero la tutela nel minor numero possibile di situazioni e, in partimlare, solo nelle ipotesi di licenziamento discriminatorio o infamante. ALTRA questione riguarda !'indennizzo minimo nel caso di Hcenziamento nella prima fase del contratto a tutele crescenti. Stando alle ipotesi dII" circolano in queste ore, illÌsarCÌ men to dovreb· be partire da 1,5 memili.ta per ogni aUllo di servizio, con \111 tetlo massimo di 24. Finito il periodo di prova, dovrt>bbe scattare l'indennizzo minimo, tarato tra le ne e le quanto meusilità. Sul fmnte delle piccole imprese~ poi, si ragiona sul campo di applicazione delle tutele relative ai licenziamenti: oggi quelle sotto i sedici dipendenti so 110 escluse daU 'arHcolo 18. L'idea è di farle tientrart' nel perimetro dì utilìzz,o delle nuove regole. Anche se dovl1"bbe esserl'Ì un correttivo: gli eventuali indennizzi avranno importi di· mezzati. DETTa questo, già si delineano i prossimi passaggi. Un successivo decreto attuativo sara dedicalO al Codice semplificato del lavoro: avrÌl dol' il compito di disboscare le procedure che oggi regolano il settorI' e, soprattutto, la famigera. ta gillngla delle fonne con trattuali. SefOlldo i piani, dovrebbe arri"an' a destinaZione tn Inarzo e aprile, Non è, invece, ancora chiaro quale sarà il calendario che porterà l'attuazione di al tIi due passaggi fondamentali della delega: quelLo sulla revisione del sisLema di ammOltizzatoli sociali e quello che riguarda le politiche attive per i disoccupati, Mattea PaLa Codice abbonamento: 068391 Aberrante l'ipotesi di licenziare per 'scarso rendimento': totalmente arbitrario e unilaterale CONTESTAZIONE A POLETTI Duecento persone pl"OÙll5bll1o a Cucina (Pilia) contro il Jobi Art (Ansa} Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile" Pag. 42 Settimanale SUPPLEMENTO DE Data Pagina la Repubblica Foglio 19-12-2014 58/59 1 /2 QUANTO PRENDERÀ TRA 30 ANNI CHI PAGA I CONTRIBUTI DAL 1974 '* Èstato preso in esame un lavoratore nato nel 1974 che abbia iniziato la sua carriera nel 1999 (dal 1996 è in vigore in Italia il sistema contributivo, quello attuale) *'* "'ti'" Nel Regno Unito lo Stato prevede 5010 una pensione In Germania per i lavoratori autonomi il versamento dei contributi previdenziali non è obbligatorio. €3S.000 sociale minima, per il resto c'è la previdenza complementare. €40.500 €57fUGO €11.oo0 €1.040.000 ,=~~~I €607.257 I €297.675 ._.lInU;14 €15.250 ,====== I €70.000 €896.915 I,====~=: «698.891 (50.948 €5O.948 €50.948 €790.405 ..*._. III •• QUADRO STATI E TRE DIVERSI GENERI DI Q UNA SIMULAZIONE RIVELA CHE NEL NOSTRO PAESE SI PAGANO PiÙ CONTRIBUTI MA ALLA FINE SI ODIENE UN ASSEGNO MAGGIORE. INVECE. NEL RESTO D'EUROPA. .. c epe " .. e pre Codice abbonamento: 068391 di Gianluca Baldini ILANO. Per chi ha avuto la fortuna di lavorare e accumulare i contributi, la pensione italiana è, tra quelle pubbliche, una delle più costose ma, senza dubbio, ,mche una di quelle più generose. Una sel'ie di esempi spiegano perché: chiamiamo Pietro un dirigente nato nel 1974 che ha iniziato a lavorare nel ]999, a 25 rumi, dopo l'università. Si è fatto strada in una grande multinazionale con sede in Italia e nel 20M, dopo 15 anni, può vantare un contratto a tempo indeterminato e uno stipendio da !OO mila euro lordi l'anno. Calcolatrice alla mano, dopo 45 anni di contributi, immaginando una crescita media l' progressiva dello stipendio fino a 153.998 euro, nel 2044 - dopo 45 anni dì contributi - do"Tebbe ricevere in Italia una pensione annua lorda di circa 115 mila euro, più di tre volte rispetto a quanto prenderebbe a parità di carriera in Germania (31.614 euro), più del doppio che in Spagna (50.948 euro, il tetto Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 43 Settimanale SUPPLEMENTO DE Data Pagina la Repubblica Foglio 19-12-2014 58/59 2/2 massimo previsto dalle pensioni pubbliche di Madrid) e quasi 17 volte più che m>1 Rpg-no Unito (6.800 euro, il massimo offerto dalla pensione pubblica di Sua Maestà). ndato viene da un ricerca realizzata per il Venerdì da Sts Deloitte, lo studio tributario dci ndwork Deloittt', in cui sono state messe a confì'onto le pensioni di tre generi di lavomtori (dirigente, operaio e autonomo) con identica carriera in Italia, Germania, Spagna e Regno Unito. Per fm'e un confronto con le leggi attualmente in vigore in Italia, si è scelto di prendere in esame una persona che abbia cominciato a lavorare dopo il r gelmaio 1996, mmo in cui, con la riibnTIa Dini, è stato introdotto il sistema pensionistico contributivo, quello cioè per cui la pensione dipende da quanto si è versato. Prima dellH96 in Italia em invece previsto il costosissimo sistema retributivo, che calcolava la previdenza in base al reddito annuo ottenuto a fine carriera. Tornando agli esempi, chiamiamo Ales- ilWI'M'tI sandra un operaio di Lm'azienda italim1a conia stessa anzianità lavorativa (e la stessa età) dì Pietro ma con uno stipendio nel 2014 di 85 mila elm) lordi l'anno. Immaginando anche in quebto caso che nel COI'SO della sua carriem continui ad avere la stessa creseita media della busta paga, in Italia Alessandro dopo 45 anni arriverà a j.,'Uadagnare 53.899 euro e, ,mdando in pensione, prenderà 40.500 euro l'anno, ben più dei 15.250 euro che prenderebbe in Gennania, meno dei 50.948 che riceverebbe in Spagna e molto, molto di più dei 6.800 ehe gli dm'ebbero nel Regno Unito (dove però, probabilmente, avrebbe una pensione integra- La riforma nini, ne11996. ha introdotto il sistema pensionistico contributivo l~) UICEl'1BFìE Ritaglio Lavoro e previdenza tiva). Non va diversmnente per un lavomtore autonomo nel settore della eonsulenza (chiamiamolo Federico) ehe, grazie alla sua partita lva italiana, desce a guadagnare 70 mila euro lordi l'anno. Considerato un progressivo aumento di stipendio fino a 107.7~J8 euro, dopo 45 anni di contributi in Italia prenderà 71 mila euro lordi di pensione, meglio della pen..sione sociale inglese e del massin10 previsto dalla Spag1la, ma soprattutto meglio che in Gel111ania, dove però i lavoratori autonoITÙ non sono obblìgati a versare i contributi previdenziali (quindi ha la pen.."ione solo chi li versa). Insomma, tra i Paesi più industrializzati d'Europa, il nostro è l'unico che otfre Wla pensione pubblica corposa. Che però ci si paga con alti contributi mentre si lavora. In Germania, la contribuzione è decisamente più bassa, in modo da tenere più alto lo stipendio mensile, in Spagna si contribuisce ma, nelle pensioni, si cerca di spartire la ricchezza il più possibile tm tutti ponendo un tetto massimo, mentre i11 InghilterTH lo Stato dà solo diritto a una pensione sociale, il resto viene affidato alla previdenza complementare. «l sistemi pensionistici europei sono uno diverso dall'altro» spiega Mario Strame, partner di Sts Deloitte. «Quello che è certo che anehe noi in Italia, come già si fa in altri Paesi, dovremo sempre più pensare alle pensioni private». Anche perché la pensione obbligatoria prevista dallo Stato itali[illo ha costi molto elevati. Stando ai numeri della ricerc<l Sts Deloitte, per pagare la pen..5ione italiana di Pietro, il dirigente, nel nostro Paese si devono versare 1.647.000 euro, ben di più dei 607.257 necessari in Germania e degli 896.9115 rìchiesti dalla Spaf,Yfla. Nel Regno Unito la pensione pubblica è pressoC'hé inesistente e spesso sono le aziende stesse a pr-opon'e obbligatoriamente pi,mi pensionistici integrativi. Per la pensione di Alessandro, l'operaio, in Italia si dovrebbero versare in tutto ;57fi.500 euro, in Gel1nania 297.675, in Spagna la bellezza di 698.891, oltretuUo per avere la metà della pensione italiana. Per il lavoratore autonomo Fedel'Ìco, infme, in Italia i contributi complessivi sarebbero invece pari a 1.040.000 euro contro i 790.406 del sistema spagnolo (in Germania e nel Regno Unito, come si diceva, non sono prevh-;ti). Insomma la ricetta perfetta non esiste: quella italiana quanto resisterà? Il lamberto Dini stampa ad uso esclusivo del destinatario, non 59 riproducibile. Pag. 44 Codice abbonamento: a nostra pensione è tra le più ricche, il vero problema è che i più giovani oggi devono pagare la previdenza dei più vecchi che sono andati in pensione con il modello retributivo» dice Antonella Negri, esperta di diritto del lavoro e socio dello studio legale milanese Bonelli-Erede-Pappalardo. In poche parole, i lavoratori di oggi hanno sulle spalle la loro previdenza e quella dei lavoratori più anziani. «Nel sistema retributivo la pensione veniva calcolata sul reddito degli ultimi anni e non sull'intera carriera lavorativa, pertanto richiedeva più risorse. Nel sistema contributivo, invece, la pensione è in sostanza una rendita calcolata su quanto accantonato, in maniera non troppo diversa da un'assicurazione privata». il sistema pensionistico attuale sarebbe infatti abbastanza sostenibile da un punto di vista economico se partisse oggi, senza i problemi legati al vecchio modello. «Non dimentichiamoci»fa notare Antonella Negri «che il pagamento generalizzato della pensione risale al periodo fascista e le prime pensioni sono state erogate a chi non aveva versato i contributi. In poche parole ii sistema è partito in debito». Cè poi un altro problema: il costo del lavoro, spiega l'esperta commentando i dati dello studio di Sts Deloitte. «Degli 1,6 milioni versati per la pensione italiana del dirigente preso come esempio, illavoratore ha pagato circa 150 mila euro, il resto è tutto a carico dell'azienda. In Italia il costo dei contributi è mediamente il 37 per cento dello stipendio lordo. 1129 per cento lo paga l'azienda, 1'8 per cento il lavoratore. Se prendiamo in esame la Germania, ad esempio, il costo è decisamente inferiore e la distribuzione dei costi tra lavoratore e azienda è molto più paritetica. Questo significa che lo stesso dirigente in Germania costerebbe enormemente meno all'azienda tedesca». (on tutti gli effetti che ciò comporta. (g.b.) 068391 PARLA ANTONELLA NEGRI, ESPERTA DI DIRITTO DEL LAVORO Quotidiano LA STAMPA Pagina 19-12-2014 11 Foglio 1 Data I Governo, caos sulla manovra Slitta il maxi emendamento Rebus Province, con 20mila dipendenti che rischiano. Tra le misure probabili, Palazzo Chigi Inette un tetto alla Tasi e congela il canone Rai Leultime novità 1 Il caso Province In assenza di notizie certe da Roma, intanto, in molte parti d'Italia, da Torino alla Toscana, è scoppiata la protesta dei dipendenti delle province. Assemblee, presidi e sit-in un poco ovunque, e sedi occupate in pianta stabile a Firenze, Pisa e Massa Carrara, in anticipo rispetto alla giornata di mobilitazione nazionalè promossa per oggi da Cgil, Cisl e UÙ. In tutto i posti a rischio sarebbero circa 20 mila, compresi 8 mila 2 3 4 Regime minimo _Cambiala soglia peri contribuenti con partita Iva. Vengono esclusi Partecipate dalle _Lariforma agevolazioni del settore coloro il cui arriverà in reddito supera i primavera, intanto verranno .20 mila euro chiuseo accorpate le piccole società. Multe agli amministratori inadempienti dipendenti dei centri per l'impiego. Secondo Santini, però, «nessun lavoratore verrà licenziato. Dal primo gennaio - ha assicurato - scatterà un percorso di mobilità e per due anni conserveranno il posto. Dopo i due anniscatteranno le regole in vigore che prevedono che i lavoratori prendano 1'80% dello stipendio». Resta il nodo dei lavoratori a tempo determinato il cui contratto scade il 31: per loro si ipotizza una proroga forse col Mi1Ieproroghe. Le misure confermate Nel corso dei lavori notturni, terminati attorno alle 3.30, la commissione aveva nel frattempo confermato molte disposizioni già annunciate come l'introduzione dell'election day a maggio per fare votare assieme 7 regioni e 1056 comuni che farà risparmiare 100 milioni di euro, il passaggio a Terna della rete elettrica delle Fs, e le norme sulle Poste (dal trasferimento di 535 milioni in esecuzione di una sentenza eu'ropea alla possibilità di rendere più flessibile e meno oneroso per Pellet più cari Armi di scena _Saledal10 al 22%1'lva applicata sul combustibile ricavato da segatura. " governo punta in questo modo a incassare 96 milioni di euro _ Recuperata in extremis la norma che salva le armi da usare "in scena", vale a dire nelle produzioni di film e fiction tv la 8qcietà il servizio di posta universale). Interventi che si vaft'I1O' a sommare a quelli già votati in precedenza come gli _«sconti» concessi a fondi e casse previdenziali, fondazioni e patronàti. lasi, Irap e canone Rai Via libera anche all'emendamento del Governo che blocca, anche per il 2015, il livello massimo di imposizione della Tasi previsto per il 2014 al 2,5 per mille. Congelato, sempre sui livelli del 2014, anche il canone Rai che resta a 113,5 euro. Confermata pure la sterilizzazione dell'aumento dell'Irap per i piccoli imprenditori senza dipendenti. In questo modo a pagare di più saranno «solamente» 100mila imprese. Gara per il Lotto Alla disperata ricerca di nuove risorse il governo ha deciso di anticipare al 2015 la gara per l'assegnazione della concessione del gioco del Lotto in scadenza nel 2016. Fissata una base d'asta di 700 milioni già dal 2015 il g0.verno potrà contabilizzare la bellezza di 350 milioni. 068391 Il governo puntava ad accelerare l'iter della legge di stabilità per votare oggi la fiducia al Senato e fare il bis lunedì alla Camera e chiudere cos\ «al volo» tutto il pacchetto. In realtà, dopo aver deciso di arrivare in aula col testo aperto, senza il mandato al relatore, si è scoperto che lo sprint finale era più complesso del previsto. Il dibattito in aula è iniziato solo alle 15 anziché alle 9.30, ma l'ennesimo maxi emendamento del governo annunciato per le 20 a sera, per le solite «ragioni tecniche» non era pronto e tutto è slittato a questa mattina alle lO. Il governo, anticipando alla riunione dei capigruppo l'intenzione di procedere col voto di fiducia (ma potrebbero anche essere tre su tre differenti parti del testo come è già avvenuto a Montecitorio), ha assicurato che il nuovo testo conterrà tutte le modifiche votate in commissione Bilancio e, co- me ha assicurato il sottosegretario all'Economia Baretta, i punti già condivisi nel corso del dibattito in commissione. E mentre il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri punta il dito contro l'«incapacità» del governo, non sono pochi a temere possibili sorprese da parte dell'esecutivo. A questo punto «non ci sono garanzie - ha spiegato iI relatore Giorgio Santini -. Ora iI padrone del provvedimento è iI governo, ma sorprese non ce ne 'dovrebbero essere». GIORGIO NOTIVREPORTER~ la protesta delle Province Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 50 Codice abbonamento: PAOLO BARONI ROMA