Spettacoli 21 Corriere del Mezzogiorno Venerdì 8 Ottobre 2010 BA L’iniziativa L’assessora Godelli: «La Regione finanzia l’industria della creatività» Suoni e artisti internazionali, a Bari la Casa delle Musiche Il Kursaal sarà il centro del progetto Puglia Sounds Il cartellone Joe Boyd incontra il pubblico, domani l’omaggio a Drake BARI — La grande prima di domani alla Casa delle Musiche avrà un preludio «parlato». Joe Boyd incontrerà infatti oggi il pubblico al Kursaal (ore 20, ingresso libero), con la partecipazione di Fabrizio Versienti e Ugo Sbisà, giornalisti rispettivamente del Corriere del Mezzogiorno e della Gazzetta del Mezzogiorno. Il cartellone - questa prima tranche di musica dal vivo presentata ieri - si snoderà poi fra numerosi appuntamenti fino a dicembre, ivi compresi i due giorni di Italia Creativa Festival curato da L’Acqua in Testa (dal 25 al 27 novembre) e i sette concerti di Time Zones (dal 12 al 26 novembre), fra i quali rientra un’altra produzione Puglia Sounds: Il buio, il fuoco, il desiderio, regia di Alessandro Piva, sarà in scena il 16 novembre in anteprima assoluta. La firma di Puglia Sounds sigilla anche (insieme a quella di Fondazione Musica per Roma) il Pari Intervallo di Arvo Pärt, Vox Clamantis, Amsterdam Joe Boyd Cello Octet e Solisti della PMCE in programma il 9 dicembre. Poi c’è, è notizia dell’ultim’ora, il Gian Burrasca di Elio, in scena il 5 dicembre in pomeridiana e serale; e poi di volta in volta i «nostri» Folkabbestia (con l’anteprima dell’album Girano le pale, già il prossimo 15 ottobre), Pino Minafra con la Banda di Ruvo di Puglia (23 novembre) e un inedito Raffaele Nigro che racconta San Nicola (anticipandolo di qualche giorno, il 30 novembre) accompagnato da voci virtuose e dal coro del Collegium Musicum. E poi ancora Fresu con Uri Caine, Ballaké Sissoko, Luci della Centrale Elettrica, Mercan Dede, Area Reunion, Ludovico Einaudi, Ana Moura. A costruire un cartellone che in quel plurale già anagrafico della Casa delle Musiche trova il proprio senso più vero: cadono le barriere, in Puglia, anche quelle fra generi. Ro. Tra. © RIPRODUZIONE RISERVATA BARI — Il teatro aveva già trovato casa, qui in Puglia. Anzi, erano (e sono) addirittura dodici le residenze sparpagliate sul territorio, aperte per ospitare stabilmente il lavoro di diciassette compagnie che di quel territorio sono frutto e concime. Oggi in Puglia trova casa anche la musica. Anzi, in questo caso sono tutte le musiche che si apprestano a convivere all’interno di un’unica struttura. E’ così che questa regione si fà epicentro di scosse - movimenti ritmici, diremmo - destinate a farsi sentire ben oltre i suoi confini, nell’intero paese e anche più in là, dall’Europa in poi. Ed è così che si presenta la Casa delle Musiche inaugurata da Puglia Sounds all’interno del Kursaal Santalucia, mentre mostra alla stampa i primi risultati del lavorìo di squadra in corso ormai da mesi, grazie ai Fondi Fesr stanziati dalla Regione e all’organizzazione disposta dal Teatro Pubblico Pugliese. E così, mentre il Carlo Felice di Genova rischia di non alzare più il sipario, e mentre «pietosamente un Governo decide che in questo paese la cultura non ha più cittadinanza», la Puglia si mette vistosamente in mostra proprio grazie a un’industria della creatività che - è ancora Silvia Godelli a parlare - «rappresenta un grande distretto di sviluppo della nostra regione». Una regione che, dopo aver richiamato l’attenzione di attori, registi e troupes cinematografiche grazie al lavoro dell’Apulia Film Commission, dopo aver permesso a tante compagnie teatrali di svolgere le proprie attività senza ansie di precariato, adesso si propone come punto di riferimento per progetti di produzione musicale. A largo raggio, come già dimostra l’appuntamento inaugurale. Il teatro del Kursaal Santalucia ospiterà infatti domani la prima produzione firmata Puglia Sounds, in partenariato con The Barbican Center di Londra e Auditorium Parco della Musica di Roma: sul palcoscenico ripensato e allestito per la musica - pardon, per le musiche ci sarà Joe Boyd. Parliamo, per intenderci, di colui che battezzò la pri- ma chitarra elettrica di Bob Dylan; di colui che produsse i Pink Floyd ai tempi di Syd Barret; di colui che portò in giro (da tour manager) Muddy Waters e Gary Davis. Un pezzo (ambulante) di storia della musica, verrebbe da dire, a scorrere le centinaia di aneddoti contenuti nella sua recente biografia, Le biciclette bianche. Bene, sarà proprio Joe Boyd, domani sera e domenica (ore 21), a dirigere un live che mette in fila le voci dell’ex Scritti Politti Green Gartside, del cantautore inglese Robyn Hitchcock (la sua performance in un negozio vuoto di New York è diventata una scena del film di Jonathan Demme Storefront Hitchcock), del folksinger britannico Teddy Thompson e degli italiani Roberto Angelini e Violante Placido. Con l’accompagnamento di un’orchestra di sei elementi e degli archi del Collegium Musicum, Boyd realizza un omaggio al più amato (e rimpianto) fra i talenti da lui promossi: Nick Drake, del quale fu il primo pro- La prima produzione firmata Puglia Sounds va in scena domani Way to Blue, un omaggio di Joe Boyd a Nick Drake, il cantatutore inglese morto nel 1974 a 26 anni duttore e al quale dedica questo Way to Blue, dal titolo dell’album di Drake pubblicato postumo nel 1994. Tributo al quale partecipano anche Danny Thompson, che con Drake registrò numerose tracce e la folksinger Vashti Bunyan, scoperta da Boyd proprio negli anni in cui praticava il giovanissimo Nick. Angelini, poi, al padre riconosciuto del new acoustic movement aveva dedicato cinque anni fa un disco tributo, Pong Moon, con il violinista Rodrigo D’Erasmo. Comincia da qui, dunque, il lavoro di Puglia Sounds sul versante delle grandi produzioni internazionali. Quelle che andranno in giro per l’Italia e - probabilmente - per il mondo, a raccontare di una Puglia che mette cuore, cervello e gambe (l’immagine è ancora dell’assessore Godelli) in un progetto culturale. A segnare non soltanto un’ambizione, ma anche una visione: «quella di nuove generazioni, di giovani, che di cultura possono vivere, da fruitori o da protagonisti». Rossella Trabace © RIPRODUZIONE RISERVATA Martina Franca, il trombettista in duo con Daniele Di Bonaventura Paolo Fresu inaugura Antiphonae Paolo Fresu, con il bandoneonista Daniele Di Bonaventura, suonerà domani sera alle 21 al Park Hotel San Michele di Martina Franca MARTINA FRANCA - La classe di Paolo Fresu sposa l’eleganza di Daniele Di Bonaventura per il concerto inaugurale di Antiphonae. L’incontro jazz tra il trombettista e il bandoneonista è in programma domani sera, alle 21, al Park Hotel San Michele di Martina Franca, e alle 18 sarà preceduto da un colloquio con Fresu promosso dal locale Presidio del libro. Qualche ora prima di salire sul palco l’artista poserà la tromba e dialogherà con Pasquale Mega per presentare la sua autobiografia Musica dentro, un viaggio nel jazz e tra i miti che lo hanno ispirato, ma anche un racconto della propria vita a partire dalle prime esperienze nella piccola Berchidda, paese della Sardegna rurale dove Fresu da tanti anni dirige Time in Jazz, festival-laboratorio di risonanza internazionale. Il cartellone di cinque appuntamenti annovera il 21 ottobre (all’Anfora Wine Bar) il chitarrista e cantante brasiliano Irio de Paula, storico esponente della musica carioca, mentre il 12 novembre (al Convivium Wine Bar) il sassofonista salentino Raffaele Casarano presenterà il disco Argento pubblicato proprio per la neonata etichetta di Fresu (la Tuk Music). Il 26 novembre (sempre al Convivium) si esibirà la cantante americana Mia Cooper, che molti conoscono anche per la sua collaborazione con i Gabin. Chiusura il 3 dicembre (all’Anfora) con Uhuru Wetu, omaggio a Bob Marley di Connie Valentini, Camillo Pace, Roberto Ottaviano e Nando di Modugno. Info 338.46.73.951. (F. Maz.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Anticipazioni Al Festival 2011 l’«Aureliano in Palmira» di Rossini, un dittico dalla Vienna anni Venti e «Il novello Giasone» di Francesco Cavalli Il Valle d’Itria tra Seicento e avanguardie MARTINA FRANCA — Da Rossini al Novecento storico degli austriaci Korngold e Krenek, alle origini dell’opera con Cavalli e Stradella, per un salto indietro nel tempo sino alla metà del Seicento. Sarà un viaggio nei secoli e nelle terre del mito la trentasettesima edizione del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, da dove arrivano (con largo anticipo rispetto alla tradizione) le prime anticipazioni sulla programmazione del 2011. Il 15 luglio, serata inaugurale, nell’atrio di Palazzo Ducale si volerà idealmente nell’antica Siria, per assistere alle vicende di Aureliano in Palmira, l’opera composta da Rossini nel 1813. Fatto eccezionale, nella particolarità della proposta, è che il lavoro non sarà eseguito nella versione andata in scena in anni recenti a Genova e Lucca. Per la prima volta in tempi moderni Aureliano in Palmira verrà, infatti, presentata nell’edizione scaligera del debutto, dunque con il personaggio di Arsace, all’epoca affida- to al celebre castrato Velluti, interpretato da un contraltista. Alberto Triola, che con Rossini ripropone a Martina il ritorno dei falsettisti sull’onda del successo della Rodelinda di Händel, titolo con cui si è chiusa appena due mesi fa la precedente edizione, aveva promesso per il prossimo anno un’altra finestra sul XX secolo dopo l’inaugurale Napoli milionaria di Rota ed Eduardo. E stavolta la scelta del successore di Sergio Segalini alla direzione artistica del Festival è caduta su due protagonisti del teatro musicale mitte- leuropeo. Dopo Rossini, Triola ha deciso di abbinare in forma di dittico due atti unici in prima assoluta per l’Italia, piccole perle che - in pieno periodo atonale - hanno rappresentato gli antipodi da un punto di vista linguistico. Perché se Der Ring des Polycrates, opera del 1916 che segnò il debut- to di Erich Korngold, rimase legata alla tradizione austriaca e tedesca, non risentendo delle contaminazioni del periodo, la fiaba in musica Das geheime Königreich di Ernst Krenek (il titolo è del 1928) fu fedele ai nuovi impulsi delle avanguardie, all’interno delle quali il compositore viennese (del quale il prossimo anno ricorrerà il ventennale della morte) aveva raggiunto i vertici già un anno prima con il suo capolavoro assoluto Jonny Spielt Auf. Il Festival si chiuderà con un titolo del 1649 di Francesco Cavalli ampiamente riadattato nel 1671 da Alessan- Puglia e Basilicata Agis, nuovo sportello per gli associati L’Agis (Agenzia generale italiana spettacolo) di Puglia e Basilicata, in vista della nuova campagna associativa, amplia la gamma di servizi a disposizione dei propri associati. L’agenzia, presieduta da Giancarlo Castellano, si impegna ancora più a fondo nell’azione di supporto alle imprese di spettacolo pugliesi e lucane con un nuovo sportello dedicato esclusivamente alla realizzazione e cura di pratiche burocratiche (dall’Enpals alle buste paga) e offrendo consulenza sui bandi relativi al Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale). Il nuovo servizio nasce grazie alla collaborazione con Progetto Vallisa di Bari, e a nuove convenzioni e si va ad aggiungere ai tradizionali ambiti di competenza dell’agenzia che riguardano i rapporti istituzionali con gli enti (Ministero, Regioni, Enti locali), la consulenza agli operatori associati e la promozione dello spettacolo. I soci, con la sola quota annuale, riceveranno completa assistenza e potranno godere dei servizi offerti dagli uffici di Progetto Vallisa. Fino al 31 dicembre la quota di iscrizione sarà di 100 euro per tutte le tipologie di iscritti, mentre da gennaio il contributo si differenzierà a seconda dei settori (prosa, danza, musica, cine/audio), variando da un minimo di 300 ad un massimo di 600 euro. (N. Sig.) dro Stradella. Dopo l’Incoronazione di Poppea di Monteverdi, che è del 1643, Il novello Giasone (questo il dramma in musica che si ascolterà a Martina Franca) diventa dunque - la seconda opera più antica del Festival, dove una composizione del diciassettesimo secolo mancava dal 1988, vale a dire dai tempi di Rodolfo Celletti, cui Alberto Triola continua a richiamarsi esplicitamente. Ma come nasce il rimaneggiamento de Il Giasone di Cavalli? All’epoca l’opera spopolava tra i nuovi teatri d’opera. E Stradella decise di rielaborare quel successo per il Teatro Nuovo di Roma, sfrondando e sforbiciando il libretto ma arricchendo la musica di balli pantomimici e di un intermezzo buffo di nuova composizione. Con i suoi interventi fece sparire il coro e modificò le parti vocali, che in molti casi furono riscritte rispetto all’originale, oppure semplicemente adattate se non addirittura composte ex novo, come quella del protagonista. Fin qui i titoli delle opere. Mentre per conoscere il resto della programmazione bisognerà attendere la fine dell’anno. © RIPRODUZIONE RISERVATA Rodelinda, l’opera che ha chiuso il Valle d’Itria dello scorso anno Francesco Mazzotta © RIPRODUZIONE RISERVATA Stampato e distribuito da NewspaperDirect http://edicola.corriere.it supporto telefonico 02-63797510 • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • COPYRIGHT AND PROTECTED BY APPLICABLE LAW - © TUTTI I DIRITTI RISERVATI