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Periodico Slp-Cisl Milano, anno 8 Giug 2008, numeri 79- 80
Federazione Lavoratori
POSTE CISL
MILANO
Periodico del Sindacato Lavoratori Poste CISL, via Tadino 18 – 20124 - Milano. Direttore Cono Fusca, Coord.
Redazione Paolo Zebra, Direttore Resp.le Antonio Casablanca, Aut. Trib. Milano n. 219 del 10 Aprile 2001 – Stampato
dalla tipografia “La Terra Promessa” - Novara – Spedizione in A.P. Art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Milano
Ripartire con una marcia in più per
affrontare i problemi dei lavoratori...
di Cono Fusca
Le nuove nomine ai vertici di Poste Italiane sono state
fatte,
riconfermando
l’ingegnere
Sarmi
come
Amministratore Delegato per i prossimi tre anni.
condizioni dell’Azienda, in vista dell'ormai imminente
liberalizzazione dei servizi del 2011.
.
Tuttavia, il difficile periodo che le Poste milanesi
attraversano ormai da troppo tempo, e che è sotto gli occhi
di tutti, nonostante la timida ripresa dovuta ai cambi dei
vertici regionali ed al positivo riavvio delle relazioni
sindacali, non conferma l'auspicata inversione di rotta.
Se qualche mese fa, in piena vertenza sulla
riorganizzazione del recapito ci è capitata la nuova “tegola”
dell'esternalizzazione dei servizi su due settori di Milano
(Baggio e Corvetto, poi allargata su altre realtà della
provincia), le notizie “ufficiose” che arrivano insistenti da
alcuni giorni non sono delle migliori.
SOMMARIO
Editoriale
2-3
PosteBimbi - Tutele di base per le Donne 4
Antiriciclaggio – Palmari ai portalettere
5
Pagine Gialle, nuovo accordo con Seat
6
CTD: il Contratto a tempo determinato
7
Due riflessioni sui giovani e il Sindacato
8-9
Ora et Labora: la Posta Operaia nei Cmp 10
Lo Sportello Amico per Extracomunitari 12
Ci auguriamo che a livello nazionale il nuovo mandato
dell'A.D. possa veramente rappresentare un'occasione
costruttiva di concreta ripresa della discussione sulle
PosteMobile, a quando i Call-Center
14
Il libro “L'Altra Casta”- Cral Estate
15
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Sembrerebbe, infatti, sia stata conclusa un'altra “gara di
appalto” che comprenderebbe tutte le “raccomandate” ed i
restanti “viaggetti” di Milano con conferimento dei servizi
a TNT Post.
che nel merito non si sarebbe garantita nessuna tutela a
quei lavoratori e si sarebbe affossata la qualità dei servizi;
proprio quello che oggi sta succedendo!!
La solita schiera di “detrattori” si è prontamente mobilitata
nel diffondere la parola d'ordine: “LA COLPA E'
VOSTRA
(dei
sindacati)
PERCHE'
L'AVETE
FIRMATO”. Ciò, considerati i trascorsi, non ci stupisce più
di tanto.
Poi è subentrato il “decreto” (che ha stravolto il famoso
“memorandum” che era stato concordato con il Ministero),
le OO.SS , già su posizioni diverse, sono state escluse dal
“tavolo decisionale”, ed il problema è stato affrontato da
Governo, Azienda, e rappresentanti degli interessi delle
Agenzie Private. Il catastrofico risultato è sotto gli occhi di
tutti!!
Chi è privo di argomentazioni e di progettualità non può
che utilizzare il mestiere più vecchio del mondo: la
“gratuita calunnia”, per addossare presunte responsabilità,
pensando di ricavarne un tornaconto. E' una strada che, “i
soliti noti”, indossando il saio dei “duri e puri”, unici
rappresentanti della verità e della giustizia, sempre
percorrono ogni qualvolta accade qualcosa di grave o
d'importante all'interno della categoria.
A tutt'oggi, comunque, nessuna comunicazione ufficiale,
sulla nuova “gara” è stata fatta alle OO.SS. , mentre chi si
intende di servizio può ben arguire a quali disastri andremo
incontro se quanto si vocifera verrà confermato: addirittura
si parla del 1 luglio come data di inizio. Per noi tutto ciò è
un vero e proprio “allarme rosso”.
Se poi chiediamo di produrre gli “atti con la firma” per
dimostrare quanto sostengono sul sindacato “firmatario”,
sviano il discorso o degenerano nello sterile “turpiloquio”,
pratica che non fa gli interessi di nessun lavoratore e che
mai ha portato risultati positivi a qualcuno.
Quando poi si tratta di imbracciare gli “accordi” ed i
contratti di lavoro per farne un utilizzo, in azienda ed in
Tribunale, i “soliti noti” non mostrano alcun segno di
disprezzo, anzi si avventurano nei “cavilli” contrattuali e
legali con una veemenza inaspettata.
Ma quei contratti e quegli accordi, che garantiscono i diritti
dei lavoratori tutti i giorni, da loro sapientemente utilizzati,
non sono forse frutto del lavoro dei “FIRMATARI”?? E,
per chiudere l'argomento, che sindacato è un sindacato
“NON FIRMATARIO”??
Probabilmente, potrebbe essere, un sindacato che non fa
mai un accordo e che dovrebbe aspettare finchè il
“contestato padrone” fosse piegato dal rimorso o
“intimorito” dalla continua “opposizione” e si decidesse ad
elargire i benefici ai lavoratori o meglio a “socializzare
mezzi di produzione, capitale e lavoro”. MA IN QUALE
POSTO
DEL
MONDO
QUESTO
MODELLO
SINDACALE FUNZIONA??
E' chiaro che le esternalizzazioni sono decisioni dei
“politici” che in nessun modo hanno visto il
coinvolgimento del nostro sindacato. Basti pensare alla
feroce polemica di qualche mese fa con un'altra
organizzazione sindacale che, agli sgoccioli del vecchio
governo, sosteneva la necessità di tutelare i lavoratori delle
Agenzie Private con il sistema delle “esternalizzazioni”.
Noi affermavamo che non solo era sbagliato il metodo, ma
Continueremo ad esercitare il nostro ruolo di attenta
vigilanza sull'occupazione e di tutela dei lavoratori di tutti
gli Uffici PT di Milano e Provincia (naturalmente nelle
prerogative che la legge ed il CCNL ci assegnano). nessun
sindacato può supplire alle carenze della “politica”, o
decidere al suo posto, non per nostra mancata volontà, ma
semplicemente perchè questo ruolo non è previsto
dall'ordinamento costituzionale.
Dobbiamo quindi confrontarci con i vecchi problemi della
riorganizzazione del Recapito per realizzare condizioni di
lavoro dignitose e civili per i nostri lavoratori, mentre
nuove e più insidiose sfide si avvicinano. E' quindi più che
mai necessario rilanciare la nostra azione critica,
propositiva, costruttiva in ambito locale per riuscire a dare
anche un apporto importante a livello nazionale, come già
abbiamo dimostrato di saper fare nella “vertenza
d'inverno”.
Dobbiamo essere consapevoli che con l’apertura dei
mercati postali a livello europeo, il territorio milanese si
esporrà più di qualsiasi altro della Penisola alla pressione e
all’aggressività degli altri operatori postali, specialmente di
quelli stranieri.
Altra pesante nota di preoccupazione arriva dai noti
sviluppi nazionali della vertenza “sportelleria e CDMA”,
conclusasi alle 5 del mattino del 13 giugno u.s. con una
pesante frattura della formazione sindacale confederale,
situazione sempre negativa foriera di ulteriori problemi a
tutti i livelli.
Si è consumato il tentativo aziendale di far condividere da
tutte le organizzazioni sindacali un accordo sul criterio di
determinazione degli organici degli uffici postali.
Abbiamo deciso di NON FIRMARE quell’accordo, invece
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firmato da tre OO.SS. (CGIL ,UIL, SAILP) ,semplicemente
per questioni di “merito” e cioè perchè non da risposte alle
difficili condizioni di lavoro di Sportellisti, Specialisti,
DUP e Quadri.
Come è possibile pensare che l’inserimento su tutto il
territorio nazionale di sole circa 200 unità sportellisti entro
la fine del mese di giugno, in aggiunta a quelle attualmente
presenti negli uffici Postali; di altre 500 entro il mese di
Ottobre p.v. ed ulteriori 1000 unità entro Dicembre, possa
risolvere i problemi della sportelleria che da parecchi mesi
viaggia con circa 4.000 unità in meno?
Come si fa a sottoscrivere l’impegno di assestare il
fabbisogno di personale della sportelleria a 39.500 unità a
Febbraio 2009, senza prevedere nessuno strumento e/o
percorso di efficace “verifica” a livello territoriale sul
numero di operatori che devono esserci in ogni Ufficio??
-
-
QUESTE
SONO
LE
NOSTRE
PRINCIPALI
MOTIVAZIONI, che si riassumono nella nostra storica
posizione: “SLP-CISL E' SEMPRE E SOLO DALLA
PARTE DEI LAVORATORI” e discute del merito dei
problemi , lungi da ogni condizionamento!!
sportelleria degli Uffici Postali;
Evanescente nell’impegno di garantire le ferie del
personale;
Inconsistente perché in ogni fase di verifica sia
territoriale che nazionale non prevede nessun obiettivo
di riallineamento del personale negli Uffici Postali;
Aleatorio sulla gestione dei contenuti del progetto delle
Zone di Servizio Minore;
Inattuabile per l’erogazione ipotizzata dei progetti di
formazione (e-learning, aula, on the job) e provocatorio
stante la pochezza del potenziamento del personale
previsto alla sportelleria;
Interlocutorio nella individuazione delle iniziative
idonee ad elevare il grado di sicurezza sia dei
dipendenti che dei clienti degli uffici postali;
Non rispettoso dell’impegno unitario ribadito in 18
mesi di trattativa per definire il fabbisogno reale di
sportellisti in ogni Ufficio Postale, unico strumento
valido per contestarne le carenze in essere e chiederne
l’immediato riallineamento.
Bisogna tener presente che l’accordo del 15 settembre
2006 prevedeva 41.600 sportellisti negli Uffici Postali e
che il processo di riorganizzazione del recapito non ha
ancora di fatto ridotto il lavoro di supporto ed assistenza al
recapito della corrispondenza, anzi lo ha fatto aumentare
per effetto della gestione dei reclami e della consegna delle
inesitate.
Il personale degli Uffici Postali, stremato e stressato dopo mesi di
lavoro per l' insopportabile carenza di operatori alla sportelleria
non può essere trattato con sufficienza ed approssimazione e,
coloro i quali si sono assunti tale pesante responsabilità firmando
un accordo che definiamo “fallimentare” per i suoi contenuti, ne
sono pienamente consapevoli e ne risponderanno al giudizio dei
lavoratori .
Come si fa a non capire che i lavoratori di sportelleria sono stufi e
chiedono a gran voce meno burocrazia, meno statistiche e
monitoraggi negli uffici, maggiori e rapidi investimenti nel
software e nell’hardware (nelle procedure e nella
strumentazione), un numero di operatori adeguato agli
sportelli e la conseguente certezza dell’orario di lavoro??
Abbiamo già detto e confermiamo che l’accordo
“minoritario”, firmato il 13 Giugno soltanto da tre OO.SS
è:
- Incompleto nell’individuazione della metodologia per la
determinazione degli organici in quanto non prende a
riferimento la classificazione degli uffici postali nei
diversi cluster definiti dagli accordi precedenti,
- Insufficiente nel dimensionamento del personale di
In buona sostanza, quindi, proprio per la più
complicata situazione che si è venuta a determinare, è il
momento di ripartire con una marcia in più ed
aggredire le problematiche che, altrimenti, rischiano di
penalizzare fortemente i lavoratori.
Slp-CISL di Milano sarà pronta al dialogo e lavorerà
per superare ogni divisione, puntando dritto al merito
dei problemi, ma allo stesso tempo eserciterà la sua
funzione di “sindacato guida” affinchè le iniziative
sindacali siano rispondenti agli interessi degli iscritti e
dei lavoratori.
(Cono Fusca, Segretario Territoriale Slp-Cisl Milano)
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sede centrale di via Cristoforo Colombo. “Poste Bimbi”,
primo asilo nido di Poste Italiane, dovrebbe essere anche la
prima tappa di un progetto pilota destinato (si spera) ad
allargarsi in altre regioni italiane. Dispone di ampi spazi
chiusi e di una vasta area esterna. (P.Z.)
Quando l'impegno nel sostenere il mondo femminile nel
lavoro dev'essere costante, altre considerazioni
“L'altra metà del cielo”
Favorire i percorsi
professionali delle Donne,
con “tutele di base”
Un progetto da “società civile” che andrebbe sviluppato
“Poste Bimbi”,
la politica sociale dei nidi
interni all'Azienda.
Per ora, solo a Roma-Eur
Una soluzione ottimale, propria delle strutture
aziendali di grande respiro, che venendo incontro
alle esigenze delle donne lavorative, fanno
diminuire verticalmente assenteismo e
problematicità.
Con i suoi 154 mila dipendenti è una delle aziende con la
più alta presenza femminile del Paese, oltre la metà del
personale dipendente è donna . Alla fine dell'anno scorso,
incentivata da un contributo di 250 mila euro, ricevuto
attraverso la partecipazione all'ultimo dei bandi indetti
dalla giunta Veltroni del Comune di Roma e rivolti alle
aziende pubbliche e private per realizzare asilo nidi, ha
inaugurato la nuova iniziativa presso la storica sede romana
nel quartiere dell'Eur. Tra i 30 nidi aziendali approvati con
questo tipo di iniziativa promossa dall'Amministrazione
capitolina, la nuova struttura per dipendenti postali potrà
accogliere 45 bambini tra i tre mesi e tre anni ed è sita nella
Oggi si rende sempre più necessario individuare e
soprattutto assicurare a tutte le lavoratrici di Poste Italiane
“le tutele di base” per favorire lo sviluppo professionale
delle donne in questa Azienda. In particolare all'interno dei
Fondi Interprofessionali per la formazione continua
attraverso un'adeguata analisi dei fabbisogni formativi e di
conseguenza di piani e progetti formativi di qualità che
tengano conto di un'ottica di genere e di conseguenza
processi di personalizzazione degli interventi.
Purtroppo la realtà lavorativa in azienda è ancora
prevalentemente organizzata su un modello di lavoratrice e
lavoratore senza impegni familiari. Infatti, rispetto ad altre
aziende, in Poste Italiane vi è ancora uno scarso utilizzo
della flessibilità di orario (esempio: impiego del conto ore
previsto dal Contratto Collettivo) , “peculiarità” che
sicuramente non aiuta la conciliazione lavoro-famiglia.
Persiste quindi una notevole difficoltà di incontro tra le
esigenze delle donne e la realtà del mondo del lavoro.
La conseguenza di questa dicotomia tra un mercato del
lavoro sempre più femminilizzato e regole e servizi non
rispondenti alle mutate esigenze, è l'emergere di situazioni
per noi molto preoccupanti: ridotta possibilità a partecipare
a percorsi formativi, e la “costrizione” a scegliere il parttime come unica forma di flessibilità che si ripercuote
negativamente sulla posizione economica della lavoratrice.
In più molte donne si trovano di fronte ad un'ulteriore
difficoltà che è quella di aver lasciato da parte le proprie
aspirazioni e competenze che nel tempo purtroppo, per
molte, sono venute meno. Dunque vanno messe in campo
politiche sociali combinate per favorire la crescita
professionale ma nel contempo la possibilità di seguire la
propria famiglia attraverso la rimodulazione di orario.
Ossia attraverso l'applicazione del conto ore, del telelavoro
e di percorsi formativi più adeguati riguardanti le donne
che rientrano dalla maternità. Sono necessarie misure
specifiche per le madri sole con figli, che sono in forte
aumento. Bisogna partire: dal “congedo parentale” che va
reso meno penalizzante dal punto di vista retributivo
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(almeno per i nuclei familiari monoparentali), dalla
possibilità di poter scegliere il proprio turno di lavoro, ed
infine,
dall'opportunità di avere la precedenza nei
trasferimenti in modo tale da ridurre la distanza tra il posto
di lavoro e l'abitazione ed avere così più tempo a
disposizione per seguire la famiglia. Le politiche aziendali
volte a conciliare lavoro e vita familiare contribuiscono a
creare un'economia flessibile, migliorando nel contempo la
vita delle lavoratrici e dei lavoratori grazie all'utilizzo
dell'intero “potenziale” della forza lavoro. Solo così si
renderà questa azienda più competitiva; solo attraverso la
soddisfazione del “cliente interno”, ossia la dipendente e il
dipendente, si ottiene la soddisfazione del cliente esterno.
(Cristina Galbiati, Coordinatrice delle Donne Slp-Cisl)
Dal 29 Aprile, nuove regole disciplinano la materia
“Antiriciclaggio”,
si trasforma il quadro
delle normative vigenti
Seguendo le disposizioni di legge (231 del 21/11/2007),
mutano radicalmente le modalità di intervento nel gestire
l'”emergenza anti-riciclaggio”. Il piano delle modifiche
verte su alcuni punti strategici fondamentali. Innanzitutto è
vietato l'utilizzo del contante, di libretti bancari o postali al
portatore o di titoli al portatore, per ammontare pari o
superiore a 5.000,00 euro, anche se l'operazione dovesse
essere frazionata nel tempo. Per tutte le operazioni di
Banco Posta dei nostri Uffici Postali il “trasferimento di
contante”, per somme pari o superiore alla soglia dei
5.000,00 (che diventa a questo punto metro di riferimento)
è consentito solo che possano prendere nota del proprio
archivio antiriciclaggio, dell'operazione e dei nominativi
delle parti. Precauzione a cui gli Up devono attenersi, in
par misura alle banche e ad altri istituti di moneta
elettronica in genere. Altro aspetto di rilievo è l'assoluta
non praticabilità nel trattare il trasferimento di assegni
bancari e postali di importo sempre di 5.000,00, con
l'“'indicazione del nome o ragione sociale del beneficiario”.
Inoltre, cambia pure il libretto di assegni: tutte le banche
dovranno rilasciare il documento con l'annotazione “non
trasferibile”già prestampata. Chi desidera il rilascio di
assegni trasferibili, può farne richiesta scritta alla banca o
posta, pagando una imposta di euro 1,50 per ciascun
foglietto di assegno. In tal caso l'”assegno trasferibile”,
nella girata dovrà avere in calce il codice fiscale del
garante, altrimenti è da considerarsi nullo. Gli assegni
invece emessi all'ordine proprio possono essere girati
solamente per l'incasso a banche, Uffici Postali e istituti
analoghi. (P.Z.)
Poste Italiane dota il lavoro di nuove microtecnologie
“Il Palmare ai Portalettere”,
il progetto che partirà
il prossimo luglio
Nel mese di aprile è stato definito il progetto di massima
che verrà a trasformare parte del lavoro dei portalettere.
“Chief Operating Office” mette a capo dei propri obiettivi
quello di “Informatizzare i servizi di recapito attualmente
erogati dai portalettere e al contempo predisporre una
piattaforma tecnologica in grado di supportare eventuali
nuovi servizi di business”.
In pratica si prevede di dotare in più fasi successive circa
11.000 postini dell'articolazione universale e mercato di un
computer palmare a cui è collegata una stampante mobile.
La parola d'ordine è quella di “valorizzare le potenzialità di
contatto con il mercato”
L'attivazione vera e propria è prevista per quest'estate, e
partirà secondo il piano in ben sei dei grandi centri di
distribuzione urbana di nevralgica importanza. Si tratta
delle zone di Roma Aurelio, Prato Datini, Verona Viviani,
Torino Reiss Romoli, e Milano con “Ticinese” e l'area di
“Sesto San Giovanni”. Dell'esperimento-pilota dovrebbero
essere coinvolti per adesso circa 500 addetti al Recapito.
Ma, nel giro di boa di pochi mesi, quelli necessari per avere
il tempo di collaudare in tutti i suoi aspetti l'apporto
tecnologico di nuova portata, saranno distribuiti palmari
elettronici su uno schema esponenziale“a fasi successive”,
a 11.000 portalettere dell'articolazione del “servizio
universale” e delle aree dei servizi di mercato.
Per ora la funzionalità del nuovo strumento tecnologico in
dotazione prevederà in prevalenza tutto ciò che riguarda la
gestione della Posta Registrata, dando anche il via ad una
sperimentazione di “tracciatura a campione” della
Corrispondenza Registrata. Il “palmare”, che fino a oggi
aveva un scopo di rilevazione-dati da avere in rete diventa
quindi il primo passo strategico per una rivoluzione globale
di intendere la consegna della corrispondenza.
In seno all'”Informatizzazione del Recapito”, una volta
creatasi una base culturale e operativa omogenea che ne
permetta un'armonizzazione tra direttive aziendali e
lavoratori, non è difficile capirlo, c'è un enorme potenziale
che in futuro andrebbe a valorizzare gran parte del
ventaglio di erogazioni di servizi di Poste Italiane. Una
piattaforma d'oro, insomma. Basta partire bene e senza
inutili spavalderie verticistiche che non tengano conto di un
patrimonio di conoscenze e operativi che solo la base di chi
compie fattivamente il “lavoro vivo”ha nella sua interezza,
e che “schedulazioni” di tayloristica memoria e studi
teoretici di ingegneristica del lavoro non possono supplire a
fronte della realtà di ogni giorno. Le rivoluzioni di velluto
sono senz'altro quelle più intelligenti. (P.Z.)
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L'edizione 2008 distribuita per “competenza”
“Pagine Gialle”
raggiunto l'accordo con Seat,
anche quest'anno la consegna
è di Poste Italiane
Da quarant'anni (prima edizione 1967) è il
volume giallo che rappresenta il punto
d'incontro tra la domanda e l'offerta, il più
completo sistema di informazioni sulle attività
economiche ed istituzionali ..
Rieccole, le due versioni cartacee di “PagineGialle Casa” e
“PagineGialle Lavoro” disponibili in tutte le case per
trovare, scegliere, contattare la disponibilità più ampia di
beni merceologici e servizi di tutti i tipi. Si dice che se le
23.000.000 di copie dei famosi volumi in carta gialla
venissero messe una accanto all'altra allineate andrebbero a
congiungere in una fantasmagorica traiettoria la città di
Milano a quella di Napoli. Contiene 2.400 categorie di
merci e servizi e raggiunge capillarmente ogni impresa
riconosciuta sul territorio. La sua importanza non ha d'altra
parte bisogno di premesse, la usiamo tutti ed è questo il suo
scopo. Ed è per questo infatti che per garantirne la
distribuzione l'appalto sia stato dato anche quest'anno alla
più potente azienda italiana del recapito. Si è chiuso infatti
in positivo l'accordo con la Seat, e così sarà ancora Poste ad
avere il dominio di questo servizio. La novità è che rispetto
agli anni passati la metodologia di incentivazione per
trattare il prodotto PagineGialle è stata significativamente
rivista. Ci sono alcune modifiche che verranno apportate in
sede operativa. Anche per il 2008 però non è prevista la
raccolta dei set delle PagineGialle “old”, quelle cioè
destinate al macero, e non sarà quindi il personale
aziendale dei portalettere ad occuparsene. Poste Italiane
dovrà assicurare, a seguito dell'accordo con la Società
committente della Seat tutta la distribuzione del prodotto,
provvedendo sia al trasporto e sia alla consegna presso i
destinatari finali. Verrà impiegato il personale di Poste
addetto al Recapito, in maniera individuale e seguendo il
principio di squadre coordinate. Si recapiteranno i “set”
seguendo criteri di performance adeguati alle “zone”e alle
caratteristiche degli indirizzi; per quanto è possibile al
piano o presso le portinerie o comunque depositando le
“pigne” di volumi negli androni. Ci sarà anche un
monitoraggio a seguire la qualità del servizio. La
“performance” della azienda, infatti, verrà verificata e
certificata, per conto di Seat, da una “società terza”
specializzata nel settore (le cui certificazioni effettuate
prescindono dal sistema di rilevazione effettuato dagli
Uffici di Recapito). L'Azienda è tenuta contrattualmente ad
osservare determinate modalità
di “consegna” che
potrebbero comportare anche delle “penali” qualora non
venissero rispettate. La strategia di Poste dovrà evitare la
sovrapposizione del periodo di consegna delle PagineGialle
con quello a disposizione degli operatori di
“PagineBianche”(consegne contemporanee). E, veniamo ai
premi. A tutto il personale coinvolto nella chiamata per
effettuare questo tipo di recapito (Casa e Lavoro) di
PagineGialle verrà riconosciuto un premio specifico, in
relazione alle copie effettivamente consegnate. Gli importi
previsti variano sulla base di una griglia di pesi e
dipendono dall'Area Elenco Competenze.
La griglia premiante sarà così ripartita:
–
–
–
–
I set di volumi fino a 400 gr. - consegna euro 0,12
I set di volumi da 401 gr a 600 gr consegna euro 0.16
I set di volumi da 601 gr a 1300 gr consegna 0.18
I set di volumi oltre i 1301 gr consegna 0.21
Il sistema premiante prevede, quindi, al termine della
distribuzione e sulla base delle quantità in consegna,
l'erogazione del 50% del premio minimo previsto rispetto
alla fascia di appartenenza (Fascia A, Fascia B, Fascia C e
Top). L'eventuale conguaglio del premio verrà erogato
sulla base della “prestazione” ufficialmente certificata e
dalla fascia di appartenenza. (P.Z.)
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“Solo per una volta”, è questo l'obiettivo che l'Azienda
vuole raggiungere per gestire il “lavoro temporaneo”
Assunzioni del punto 2 dell'Accordo del 13 gennaio
2006, esaurita la disponibilità dei posti per maggio
Il nuovo Contratto a tempo
determinato (CTD):
con la la legge 247 “Welfare”,
Poste modifica le regole
Con l'inizio dell'estate,
riprendono le “chiamate” da
graduatoria: avranno però
precedenza i part-time
Dal mese scorso sono entrate in vigore alcune
trasformazioni significative riguardanti il corretto utilizzo
dei contratti a “tempo determinato”, stipulati quindi con
riferimento alle risorse non inserite nel sistema di
graduatorie previste dal punto 2 dell'Accordo del 13
gennaio 2006. Una serie di modifiche regolamentari
approntate per meglio gestire la disciplina delle nuove
assunzioni, sulla base di alcuni punti essenziali della Legge
n.247 del 2007 per i lavoratori con uno o più contratti a
tempo svolti presso la stessa azienda. Dalle novità
legislative là contenute è stato deciso che i nuovi contratti a
termine potranno essere messi in essere con risorse che non
abbiano già avuto in precedenza un contratto a tempo
determinato con Poste Italiane. L'11 aprile 2008 da Roma è
stato diramato il nuovo corollario sui Ctd che stabilisce che
dal prossimo contingente di assunzioni a tempo
determinato sarà prevista la stipula di un solo contratto con
una medesima risorsa. In pratica, avverrà un ricambio
temporaneo continuo e con lavoratori sempre diversi.
Nessuna risorsa non inserita nel sistema di graduatorie
contrattata nel punto 2 dell'Accordo 2006 potrà d'ora in poi
essere richiamata una seconda volta, dopo un periodo di
servizio già prestato in Poste Italiane. L'anno passato con la
Legge denominata “Welfare” si è introdotto infatti il
principio generale secondo il quale la successione di
contratti a termine con lo stesso lavoratore (e per lo
svolgimento di mansioni equivalenti) non può più protrarsi
per un periodo “illimitato”, ma deve altresì deve rispettare
un limite massimo di 36 mesi di rapporto pena la
conversione dello stesso in rapporto di lavoro subordinato a
tempo indeterminato. In virtù di queste nuove applicazioni
previste dal legislatore, al momento della stipula di ogni
nuovo contratto a termine l'azienda provvederà ad accertare
se il lavoratore che intende assumere come Ctd ha già
lavorato dalla data del 1 gennaio 2008 o meno. Nel primo
caso dovrà essere verificato se la somma dei periodi
lavorati, compreso il periodo di lavoro che la risorsa
svolgerebbe in esecuzione del contratto a termine che si
intende stipulare, superi il limite massimo di 36 mesi di
rapporto di lavoro in particolar modo nei settori collegati al
servizio postale (le attività di Recapito e quelle di
Smistamento e Logistica). Poste infatti si riserva di non
procedere in tal caso ad un nuovo contratto per non
incorrere alle conseguenze previste per legge. (P.Z.)
In data 8 maggio è stato convocato il numero 10.000 dalla
graduatoria di cui al punto 2 dell'accordo del 13 gennaio
2006 per la scelta dei posti disponibili al Recapito.
Le prossime chiamate riprenderanno quindi nei mesi di
giugno e luglio, dando precedenza alle chiamate per i posti
a regime di part-time. Successivamente, sarà il turno dei
posti di lavoro a full-time. I posti disponibili nella nuova
“tornata” per i mesi estivi dovrebbero essere secondo stime
provvisorie all'incirca 1300/1500 ed interesseranno sia il
Recapito che i Centri di Rete. La ripresa delle
riconvocazioni seguirà la trasparenza dei criteri stabiliti e
l'ordine della graduatoria.
“Neolaureati Cercasi”
Poste Italiane
a caccia di dottori under 26
in Economia, Ingegneria e
Telecomunicazioni
Come altri grandi gruppi e aziende leader, anche la nostra
azienda si è lanciata in una forsennata ricerca di giovani
laureati da impiegare come figure professionali strategiche
dei suoi organigrammi gestionali e operativi. Solo nel 2007
e nel primo trimestre del 2008, il Gruppo Poste Italiane ha
reclutato in azienda circa 250 giovani con una laurea
appena conseguita. “Chi ha superato la sezione spiega
Giuliana Procaccini, Responsabile selezione Gruppo Poste
Italiane, “ha un percorso di formazione strutturato per i
primi due anni che inizia con uno stage di sei mesi e dopo
il quale nella gran parte dei casi scatta l'assunzione a tempo
indeterminato”. Si punta è ovvio sui giovani e su una stima
di 100 nuovi ingressi nel Gruppo, ora, la metà riguarda
laureati specifiche esperienze lavorative, vergini, insomma.
In grado di portare energie fresche nelle aree in forte
rinnovamento e con un alto potenziale di sviluppo come
quelle di Poste. Si richiede un voto di laurea superiore a
cento e un profilo formativo ben preciso: ingegneri
elettronici, informatici / gestionali, laureati in economia e,
di recente, anche ingegneri delle “telecomunicazioni” per
quanto riguarda il nuovo business, ovvero PosteMobile.
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Giugno 2008 numeri 79 - 80
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Periodico Slp-Cisl Milano, anno 8 Giug 2008, numeri 79- 80
Prospettive e incertezze per i giovani, il commento di
Umberto Fiorita, formatore nazionale Slp-Cisl
“Tutta la vita davanti...”
Quale futuro è offerto
nel mondo del lavoro per le
nuove generazioni?
Il Sindacato si interroga sul ruolo che deve
avere in relazione alle nuove trasformazioni
in atto nella società attuale
I giovani e il lavoro, un connubio che in questo momento
vive un periodo di transizione, di cambiamento di cui
siamo le giovani generazioni a dover sopportare la maggior
parte degli oneri. Ci troviamo di fronte a incertezze e
difficoltà, da rappresentare, oggi una categoria a forte
rischio. Difficoltà nell’inserimento nel mondo del lavoro,
ritardo nel raggiungimento dell’autonomia economica e
sociale; per cui all’uscita dall‘ambito familiare c’è il rischio
dell’aumento della povertà e l’impossibilità di creare un
proprio nucleo familiare.
Negli ultimi anni il tema “giovani e lavoro” è stato al
centro di vari dibattiti politici e sindacali, ma secondo me
siamo ancora lontani dall’aver capito il problema,
mancando gli strumenti in grado di affrontarlo e risolverlo.
I giovani sono i primi a farne le spese di questa bassa
crescita dell’economia italiana, della continua crescita
dell’indebitamento pubblico, della mancanze di vere
politiche sociali che in questi anni chi è stato al governo
non a saputo mettere in campo, tutto questo ha fatto si che
si creasse una congiuntura di concause da creare questo
clima di instabilità e sfiducia.
Si è venuta a creare una flessibilità nell’occupazione
dovuta essenzialmente ad una minore disponibilità ad
accettare lavori che non sono adeguati alle proprie
aspettative, e quindi molto spesso si prolunga per scelta
personale il periodo di anni di formazione dell’individuo, il
che fa pensare che ciò sia il risultato delle scarse possibilità
offerte ai giovani. Il tutto si evidenzia in maniera
particolarmente critica nel Mezzogiorno.
Ai normali e tradizionali ostacoli d’ingresso nel lavoro, si è
aggiunta nei recenti anni, l'impossibilità di trovare un
lavoro stabile ed adeguatamente tutelato. La precarietà è
sempre stata negli ultimi anni accesa discussione tra le parti
sociali e la politica, e nell’ultima campagna elettorale
ricordiamo che più di qualcuno né ha fatto un formidabile
cavallo di battaglia!!!
Non si può non riconoscere che l’utilizzo del lavoro
flessibile, pur avendo sostenuto l’occupazione negli ultimi
anni, ha portato con sé una crescente insicurezza. Quella
che si auspicava fosse un' opportunità, é diventata una vera
e propria trappola per il giovane, sul piano della vita
professionale e delle aspettative sui progetti della propria
vita. Viviamo in un periodo in cui è ormai ritenuto
normale, che l’inserimento lavorativo si realizzi, con
contratti a termine e con varie modalità di flessibilità, con il
rischio che gli stessi si prolunghino oltremodo rischiando di
lasciare il giovane intrappolato nella flessibilità definitiva.
In questo mercato del lavoro dinamico e sicuramente più
instabile, il giovane va tutelato nella transizione da un
lavoro ad un altro, per accompagnarlo alla ricerca di un
lavoro stabile, intervenendo con politiche attive e incentivi
che permettano alle aziende di assumere con contratti a
tempo indeterminato.
Ritengo che una delle principali cause della disoccupazione
giovanile, vada ricercata nelle poche competenze che oggi
la scuola fornisce che non sono adeguate a quelle richieste
dal mercato del lavoro. E’ pur vero che negli ultimi anni i
laureati sono aumentati, grazie all’introduzione della laurea
breve, che la percentuale dei diplomati si è attestata, ma
esistono ancor oggi tanti giovani che non possiedono un
diploma di scuola superiore né una qualifica professionale,
che gli permetta di inserirsi nel grande mondo del lavoro.
A mio parere, solo attraverso l’ammodernamento scolastico
e formativo, alzando il bagaglio di conoscenze e
competenze, si potrà nel prossimo futuro ampliare le
opportunità di crescita professionale. Ma tutto questo non
può e non deve gravare solo sulla scuola, deve anche
passare attraverso gli enti di formazione professionale che
devono preparare i giovani alle reali richieste del mercato
del lavoro, con interventi mirati alla loro preparazione, per
trovarsi pronti e attrezzati all’inserimento. Questa difficile
situazione pone il sindacato di fronte a nuove e
decisamente inedite sfide. Ci viene chiesto un grande
impegno a creare una nuova dimensione sindacale che non
deve essere basata oggi sul lavoratore standard, ma che va
ricercata e adeguata alla società e al mondo del lavoro
attuale.
Credo di aver imparato soprattutto ad ascoltare, ma,
attraverso il mio ruolo di formatore, anche a parlare con i
giovani, con i quali ho trascorso alcune giornate nel corso
dello scorso anno attraverso i corsi di formazione, i quali
trovavano difficoltà e facevano fatica a capire l’importanza
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Giugno 2008 numeri 79 - 80
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Periodico Slp-Cisl Milano, anno 8 Giug 2008, numeri 79- 80
del ruolo del Sindacato nell'individuare ciò che i lavoratori
di oggi hanno bisogno: Tutela e Rappresentanza. Non
certamente essere solo sporadicamente visibili per poi
essere assenti nel momento del bisogno e della lotta.
Con l'impegno si costruiscono risposte e certezze; bisogna
accompagnare i giovani che entrano nel grande e nebuloso
mondo del lavoro, seguirli passo per passo, tenendoli per
mano, dare dei consigli, e insegnare loro ad imparare pian
piano a camminare con le proprie gambe. E' necessario
dare almeno le basi per essere in grado di governare e saper
gestire al meglio gli anni che verranno. Il futuro non si
costruisce con i soli sogni, ma attraverso azioni concreti di
tutti i giorni.
(Umberto Fiorita)
Verso un “ricambio generazionale” di tutto il personale
Poste Italiane e i giovani.
La riflessione del coordinatore
giovani Slp-Cisl di Milano
delle risorse umane, in chiave di continuità e solidarietà.
Per questo chiedo a tutti i giovani lavoratori e non solo, di
aiutarci e sostenerci in questo nostro percorso, perché la
forza del nostro grande sindacato è continuamente
alimentata dalla volontà delle lavoratrici e dei lavoratori
che scelgono di farsi rappresentare per conseguire dei
vantaggi materiali e immateriali nel proprio lavoro, in
grado di produrre effetti positivi nella vita sociale e
famigliare. A breve si terranno le elezioni RSU, un
occasione importante per
rafforzare la nostra
Rappresentatività, quindi le nostre idee, la nostra forza.
Perché la missione a cui dovremo prepararci sarà, forse,
ancora più difficile nel mondo del lavoro sempre più
precario e in un’ Azienda che ogni giorno non è più quella
di ieri. Non lasciamo che siano gli altri a decidere per noi
cosa fare e cosa non fare, ma lavoriamo insieme per
condividere, per contare e per cambiare.
(Raffaele Roscigno)
Negli anni passati con l’invecchiamento della popolazione
postale e il blocco delle assunzioni la “politica sindacale
per i giovani” era completamente ferma. Ma con l’accordo
sui precari negli ultimi 4 anni sono entrati in Poste Italiane
oltre ventimila giovani e altre migliaia ne arriveranno a
breve; un vero e proprio consistente “ricambio
generazionale” da cui scaturisce la necessità da parte del
Sindacato di ricercare nuovi linguaggi e nuove strategie,
per poter così interagire con loro nel miglior modo
possibile. Ritengo che parlare ai Giovani in Poste Italiane
oggi sia più facile che in passato. Hanno passione,
entusiasmo, si iscrivono al sindacato in misura superiore ai
lavoratori con maggiore anzianità di servizio, non sono
legati alla vecchia cultura pubblica e sono più “flessibili” e
“capaci” ad adattarsi ai cambiamenti. Sbaglia chi pensa che
l’età giovanile sia solamente riconducibile al divertimento,
allo svago e alla spensieratezza e non anche ad impegno,
passione e voglia di fare. Sono sempre stato convinto che la
Nostra Organizzazione abbia grandi competenze e
potenzialità da valorizzare in quelle donne e uomini che si
affacciano alle prime esperienze di lavoro. Ho sempre
pensato che lavorare per e in SLP- CISL debba
Rappresentare una Missione, Servire gli interessi dei
Lavoratori e delle loro Famiglie, Valorizzare l’essenza
associativa per rendere i lavoratori protagonisti attivi del
proprio futuro. Dare voce e quindi rappresentanza a tutte le
fasce deboli, nel rapporto e nel confronto con l’azienda.
Sono certo che Slp- Cisl saprà valorizzare le tante
potenzialità umane possedute dai suoi giovani dirigenti
sindacali, giovani lavoratori attivisti e giovani lavoratori
associati, per convertirle in idee e programmi al servizio
dei lavoratori e del lavoro. Solo con loro e per loro, si
possono e si potranno riscrivere le regole della gestione
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Problematiche dei Centri di Meccanizzazione Postale,
tra incongruità organizzative, stakanovich e imboscati
“Ora et labora”:
regole, produttività e futuro
della Posta Operaia,
Sentimenti contrastati e motivi di scontentezza
sono spesso presenti nei grandi Cmp, dove
non sempre il singolo impegno quotidiano dei
lavoratori trova ragioni di gratificazione;
dove manca coesione all'interno della
comunità lavorativa e domina un senso di
“appiattimento verso il basso”
Una realtà molto diversa da quella tante volte illustrata
dall'organo ufficiale di Poste Italiane, che tutti i mesi arriva
quasi sempre puntuale nelle caselle dell'abitazione dei suoi
dipendenti. C'è una bella dissociazione che si procura nello
sfogliare “Il Gabbiano”, leggendone incuriositi le novità
politico-aziendali, i titoli e gli occhielli entusiasti, i grafici
e le tabelle, per non parlare delle foto...Quelli là, lustri di
tutto punto, di sicuro non sono i lavoratori, ma le comparse
televisivo-mediatiche da vetrina pubblicitaria (e la
“privacy” non c'entra niente). Il mondo del nostro lavoro è
diverso, molto diverso ed è senz'altro più bello perché
appartiene all'autenticità delle cose vere e non all'apparenza
a tutti i costi. Sono le nostre facce e i nostri corpi che si
misurano ogni giorno con il lavoro di Poste Italiane. E c'è
una Posta poi che non si nomina poi tanto spesso, se non
per occasionali motivi negativi, si tratta di quella “Posta
Operaia”, che è il cuore pulsante (assieme ai suoi ovvi
concatenamenti con l'attività dei postini del Recapito e la
Logistica) della produzione industriale del servizio storico
per eccellenza: lo smistamento delle lettere, plichi, pacchi,
giornali e pubblicità su vasta scala. E' un mondo che invece
c'è e che vive una vita lavorativa da “fabbrica”, anche se la
si definisce col termine generico da Poste di ieri, come
“ufficio”. E, se non si vuole risalire al 1979, anno in cui è
nato nei dintorni di Milano, il Cmp di Peschiera Borromeo
(ben prima di quello di Roserio), basti ricordare che dalla
metà degli anni Novanta lo stesso Centro ha avviato una
serie di strutturali ampliamenti dei sistemi meccanici, per
operare sempre più su volumi di portata gigantesca. Un
passaggio di geometrica potenza che ha mutato in maniera
sostanziale il suo volto, e che ha portato anche alla scelta
strategica di far nascere attiguamente pure un gemellare
centro che si occupa esclusivamente di Corrispondenza
Internazionale, il Csi, nato da neppure un anno. Un tipo di
ambiente da “fabbrica”, quindi, vissuto quotidianamente da
una nutrita popolazione lavorativa, che conta qualcosa
come 1.400 lavoratori circa, se guardiamo al Cmp più
grande di Peschiera Borromeo, e poco meno di 600 in
quello di Roserio. Una risorsa immensa, impiegata su vari
turni lavorativi, compreso quelli notturni. E una
popolazione, che come in tutti gli ambienti di lavoro
grandi, contiene al suo interno varie tipologie di persone e
diversi modi di concepire l'ambiente, che comunque rimane
lo stesso per tutti. E, sono tante le contraddizioni che vi
albergano, tante, quante le storie personali di tanti
dipendenti che nell'arco della loro vita lavorativa in Poste
Italiane sono transitati da ambiti diversi e a volte
diversissimi. C'è magari chi è approdato nei Cmp, dopo
anni trascorsi a lavorare come autisti o scambisti della
“ferrovia”, chi viene da via Bergognone, da Ferrante Aporti
o da Pacchi Farini; chi, ancora, arriva dall'esperienza di
anni passata nei Cpo, ecc. Vi sono, poi, gli ex-tecnici degli
impianti e i lavoratori che erano impiegati in Postel,
persone che entrando in Posta quando ancora non era
un'azienda privata, e grazie a un concorso pubblico, era
stata inquadrata al momento dell'assunzione con un livello
superiore a quello di base e che oggi, che sono venute a
decadere quelle griglie, si trovano gomito a gomito ad
operare con giovanissimi neo-assunti nelle stesse identiche
mansioni, quando non è stata data la possibilità di una
crescita professionale e di ruolo che tenesse conto
dell'anzianità, dell'esperienza, delle conoscenze e di tutti gli
annessi delle singole circostanze. Ecco, perché si hanno poi
di fatto delle situazioni contraddittorie che vanno ad
innestarsi su un panorama lavorativo diseguale e per certi
versi iniquo. Ciò nonostante, è vero che a fronte delle
colpe dell'Azienda, intesa come individui e regole via via
succedutesi, c'è però anche una serie di motivi inquinanti
che corrodono in maniera progressiva il tessuto sociale
della collettività lavorativa, alimentando un clima non bello
di disillusione, malcontento, frustrazione. Dinnanzi al
presente quotidiano e al prossimo futuro. Alligna e fa
presa, infatti, accanto alle arcinote “pratiche basse” di
determinate sigle-bonsai un fosco sottobosco di “voci”,
spesso insinuate di proposito per alimentare ansie e paure
verso il processo di totale privatizzazione che si dovrà
compiere fra un paio di anni. Di qui, un nichilismo che
mortifica l'entusiasmo individuale e collettivo, sfavorendo
la solidarietà e una comprensione tra i lavoratori. Che
invece dovrebbe pervadere la comunità lavorativa tutta, e in
particolar modo quelle ampie porzioni che a costo di
passare da “stakanovich”(nella falsa contrapposizione con i
“fannulloni o “imboscati”, che sono invece individui che
interpretano passivamente il loro lavoro, rinunciando all'
autovalorizzazione di se stessi e dell'ambiente) di uomini e
donne che si impegnano molto e credono nella categoria, e
per cui richiedono maggiori e più giusti diritti, compresi
quelli che tutelano la loro possibilità di “crescere”,
seguendo criteri di meritocrazia. Il solo sistema dimostrato,
in grado di spronare il “lavoro vivo” verso obiettivi di
competizione e di qualità produttiva, come esige la sfida
della modernità in questa soglia di inizio millennio. (P.Z.)
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Vivere le norme antinfortunistiche negli ambienti della
“fabbrica” non deve essere un optional dei più bravi
Muletti elettrici, Carrelli e
Tacchi a spillo,
Il Lavoro e la Sicurezza...
Mentre si registrano sempre più “incidenti sul
lavoro”, ovvero sembra diventare facile farsi
male durante le normali mansioni di
movimentazione all'interno dei Cmp, si
tralasciano volentieri le più elementari regole
di protezione che mettono in pericolo se stessi
e gli altri
Prima o poi si dovrà pur arrivare a un punto d'incontro tra
un più puntuale monitoraggio da parte degli organi
competenti dell'Azienda, sulle attrezzature di lavoro e il
loro corretto utilizzo, e i comportamenti operativi dei
lavoratori, spesso approssimativi, poco informati e lasciati
improvvisare nello svolgere le mansioni individuali o di
squadra. Non è mai retorico infatti soffermarsi sui codici
che attengono il regime di sicurezza, soprattutto per quanto
riguarda quegli ambienti grandi e con un certo grado di
caoticità lavorativa come i Cmp e i Cpo, ambienti che
come tutti sappiamo hanno le caratteristiche di una
“fabbrica” a tutti gli effetti, e che come tale, sebbene non
producano manufatti, ma si occupino invece di una
produzione su scala “industriale” di un servizio (lo
smistamento di volumi significativi di corrispondenza
cartacea), devono sottostare a determinate regole
antinfortunistiche. Ci sono i grafici a testimoniare quanto
questi aspetti siano degni di un'importanza d'indagine; in
alcuni pesi si alza vorticosamente il picco degli “infortuni”,
delle “malattie”, dei “permessi” e delle assenze varie,
spesso occultati da improvvise richieste di giorni di ferie.
E, allora, visto che non crediamo che questi dati siano da
ricondurre alle tecniche di “insofferenza” o “assenteismo”,
termini coi quali spesso i piani alti travisano il disagio e le
problematiche della comunità lavorativa, siamo convinti
che a fronte dell'ammodernamento degli spazi e degli
strumenti (che vedono una progressiva informatizzazione e
una moltiplicazione di investimenti nell'introduzione di
apparecchiature con circuiti elettrici), ci debba essere
all'interno di questi luoghi di lavoro anche una cultura
differente del lavorare. Gli ingegneri di produzione non di
rado spaccano il capello nella “schedulazione” di un
particolare segmento produttivo e della mansione
corrispondente dell'operatore, e poi il paradosso è
rappresentato da una mappa complessiva dove i “processi”
si dipanano nelle maniere più disordinate e irrazionali
possibili, e dove, per tutto quanto concerne la “sicurezza”,
non sono mai adeguate le garanzie messe in campo. Ci si si
deve augurare allora che tutto vada bene, cioè che nessuno
mai si faccia male sul serio oltre alla pestatura di una mano
o di un piede. Rendiamoci allora conto delle planimetrie,
degli spazi fisici e la loro funzionalità, intersecabilità e
percorribilità (in tutti i turni decine o centinaia di persone si
muovono in più direzioni e sono impegnate in movimenti
di lavoro diversificato). Avere la cognizione spaziale di
dove si lavora è fondamentale. Capire quale prodotto si sta
lavorando (dove viene creato e quale percorso deve
compiere), con quali modalità è prevista la lavorazione
sulla cui linea si è applicati, gli obiettivi da raggiungere
all'interno di una squadra. I lavoratori, e ci riferiamo in
particolar modo a quelli appena assunti (al di là se con un
contratto da Ctd o se a tempo indeterminato) e che, vista la
giovane età, si suppone facciano il loro primo ingresso in
uno stabilimento di cospicue dimensioni, dovrebbero essere
informate sulla “specificità del luogo lavorativo” e le sue
“regolamentazioni”. E non mandati allo sbaraglio, con la
scatola delle scarpe sotto il braccio e un libricino
elementare sulle “norme di sicurezza”, verso
un'applicazione casuale. Dovrebbe essere fondamentale e
propedeutico il collante dell'informazione sui mansionari, i
modi corretti di abitare l'ambiente, le relazioni con i
colleghi, le strumentazioni semplici (muletti transpallet,
roll, gabbie, contenitori vari) e complesse (le macchine
degli impianti, la computeristica delle etichettatrici o dei
sistemi di tracciatura), e soprattutto la sicurezza. Anzi,
occorrerebbe che fosse prevista perfino una figura
responsabile e più partecipe nell'accoglimento e
coordinamento di questi ultimi. Ci si può scherzare su, ma
indossare le scarpe antinfortunistiche, invece di un paio di
nike o di scarpe col tacco a spillo, non significa offendere
la propria dignità individuale, ma al contrario tutelare la
propria incolumità in ambienti fortemente a rischio essendo
luoghi di “movimentazione” per eccellenza. Si pensi alle
ribalte, con il carico/scarico di carrelli dai furgoni e dai tir,
si pensi a quei pericolosissimi muletti elettrici di nuova
generazione che servono per il trasporto di pesantissimi
pallet di posta omogenea prioritaria e massiva, ai corridoi
ingombri di parallelepipedi di cartoni pieni di lettere, ai
cassoni zeppi di plastiche e riviste ecc. Lavoratori meno
recalcitranti e più responsabili, quindi, sia nell'utilizzo delle
Dpa che nell'esercizio di certi “movimenti automatici”
come il trasporto di carrelli e bancali (spesso i muletti
scorrazzano in velocità per traiettorie che fungono anche da
normale passaggio o sono addirittura spazi di sezioni
lavorative, e ciò è del tutto immotivato perché se c'è un
lavoro non costretto a un dinamismo esasperato dovrebbe
essere proprio quello). Da parte sua, l'Azienda deve però
dimostrarsi competente e premurosa nel saper gestire il
quadro generale e gli aspetti singoli che riguardano la
sicurezza e la salute nel lavoro. Oggi, è indispensabile, in
seguito all'acquisizione di una consapevolezza generale che
tra la gente si è finalmente diffusa sull'argomento. (P.Z.)
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Servizi per extracomunitari, quando le politiche
sociali e le strategie commerciali vanno a braccetto
“Sportello Amico”
per Cittadini non-Comunitari
Il progetto che parte dalle
province di Latina e Viterbo
Arrivato come progetto-pilota attivo in 32 UP della
provincia di Latina, lo Sportello Amico pensato in origine
soltanto per andare a semplificare i rapporti tra cittadini e
pubblica amministrazione, si arricchisce sempre di più e
diventa ora, anche un punto privilegiato per quanto
riguarda i servizi mirati al bacino sempre più importante
degli stranieri residenti in Italia. Lo speciale sportello
postale, destinato sicuramente a crescere e a migliorarsi
nell'immediato futuro e già da adesso indicato da un
apposito logo, è rivolto a tutti i cittadini delle diverse
comunità straniere presenti sul territorio per provvedere ai
servizi più comuni: richiedere certificazioni, inviare com'è
d'uso denaro al paese di provenienza attraverso i servizi di
trasferimento fondi (BancoPosta MoneyGram, Vaglia
Internazionale ed Eurogiro), acquistare carte telefoniche
internazionali e ottenere tutte le informazioni sui prodotti di
risparmio e finanziamento offerti da Poste Italiane.
E, naturalmente nello stesso sportello sono disponibili i
servizi postali per l'invio di lettere e pacchi per tutto il
mondo. Grazie alla convenzione stipulata tra Poste Italiane
e Ministero degli Interni, lo sportello dedicato costituisce
quindi un ulteriore canale per richiedere il rilascio, il
rinnovo, il duplicato e la proroga del passaporto e
l'iscrizione dei figli minori di 16 anni. I nuovi passaporti
vengono rilasciati in forma elettronica con particolari
caratteristiche anticontraffazione e di un microprocessore
che certifica elettronicamente i dati riguardanti il titolare e
l'Autorità che lo ha rilasciato. Presso i 32 uffici postali di
“Sportello Amico” della provincia di Latina e adesso nei 38
della provincia di Viterbo, sono disponibili appositi kit
contenenti il modulo, la marca per le concessioni
governative, il bollettino postale per il pagamento del
libretto del passaporto e la busta per il recapito del
documento. E' sufficiente che l'utente consegni due
fotografie formato tessera e la fotocopia del documento
firmata in originale. le richieste vengono poi inviate alla
Questura competente per le attività di accertamento ed
emissione del documento. Chiamando il numero gratuito
803.160 è anche possibile verificare lo stato di
avanzamento della domanda. Sul portale dedicato del sito
di Poste Italiane www.portaleimmigrazione.it poi si
possono avere tutte le informazioni dei servizi, comprese
quelle che riguardano la “presentazione delle richieste del
nulla osta per l'assunzione dei lavoratori stranieri
extracomunitari”. L'aver approntato questi nuovi viatici di
comunicazione, politica sociale e commissioni commerciali
rappresenta per un'azienda come Poste Italiane sicuramente
uno slancio di ampio respiro verso le sfide plurime che
provengano dalla nostra società e dai suoi rapidi e vorticosi
mutamenti. Di fatto oramai si vive in un contesto di
multietnicità, dove la soggettività della cittadinanza ha
assunto via via volti diversi e dare il via a reti semplificate
e a organizzate in pacchetti di servizi diventa un' ottima
micropolitica che accontenta sia gli aspetti di integrazione e
gestione amministrativa di pubblica utilità e sia le
convenzioni commerciali dell'Azienda. E' ormai diversi
anni che i Sindacati e i Padronati svolgono un sostegno
pratico in tal senso, ben vengano quindi le iniziative che
viaggiano secondo questi criteri che, anzi dovrebbero
espandersi almeno in tutte le città del territorio nazionale,
almeno è questo il nostro augurio. (P.Z.)
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L'avere del tempo è oggi un lusso prezioso e invidiato
Il “tempo liberato” del
dipendente postale e le ricche
risorse del Cral Poste
Mi ritrovo davanti al computer a rubare indubbiamente
tempo a un sicuro meritato riposo notturno – qualcuno
potrebbe dire: ma chi te l’ha chiesto? - per buttare giù
qualche considerazione dettata da un po’ di amarezza
condita a qualche contrarietà del momento che spero poi
passi in fretta. Dunque, dicevamo, il tempo libero del
dipendente postale: ma ne abbiamo davvero? E se mai ne
abbiamo come lo impieghiamo? O meglio, c’è qualcuno o
qualcosa che ci aiuta ad impiegarlo nel migliore dei modi?
Ho più di un dubbio al proposito, ormai i posti di lavoro ci
assorbono molto più tempo di quanto sarebbe giusto
destinare ad essi per il raggiungimento, a volte, di
obbiettivi francamente irrealizzabili, questo soprattutto
perché l’azienda è in un processo di inarrestabile
trasformazione che speriamo non travolga tutto e tutti.
Ritorniamo a qualcuno o qualcosa, il punto di riferimento
in questo caso non può non essere il CRAL inteso come
distributore di iniziative volte a far staccare la spina, come
si suol dire, ai lavoratori ed alle proprie famiglie; e, a
proposito di famiglie, su questo vorrei coinvolgere anche i
sindacati stessi, gestori del CRAL. Esistono - mi chiedo iniziative, progetti, programmi volti a dare soddisfazione
alle persone più che rendere l’idea di svolgere solo il
compitino assegnato? Provo a fare un elenco veloce:
organizzare la gita una volta tanto, la befana una volta
l’anno, il cantacral idem, la primina dei bambini come
sopra, la festa di carnevale addirittura sparita che mette
anche un po’ di tristezza, francamente,non sembra
moltissimo. E gli altri giorni dell’anno? E qui, potrebbe
entrare in ballo il sindacato, il mio e nostro sindacato, che
non più tardi di qualche giorno fa ha adoperato parole
importanti sulla centralità della famiglia annunciando che
<<per la Cisl è giunto il tempo di segnare una discontinuità
nelle politiche di welfare e aprire una stagione di politiche
esplicitamente rivolte alla famiglia e al mettere in
condizione le coppie di avere il numero di figli che
desiderano>> e soprattutto considerare la famiglia come un
bene in sé da tutelare in maniera specifica per il suo valore
che assicura <<coesione e crescita al nostro paese>> . A
parte il fatto che credo di aver giocato d’anticipo
ritrovandomi ad essere genitore di tre bambine assieme a
mia moglie, mi domando: cosa mi riserverà il futuro grazie
alle politiche sindacali? Tanto per cominciare a me
basterebbe, ma credo di parlare anche a nome di tanti, che
il CRAL di concerto con il sindacato, ad esempio pensasse
a quelle famiglie che si ritrovano nei mesi estivi ad avere
scuole chiuse, necessità di lavorare e non sapere a chi
lasciare i figli. Risposta: Ferie separate per coprire i periodi
vacanti. Ecco una bella idea per far sì che le famiglie si
rafforzino, dopotutto si sa che le famiglie se stanno sempre
assieme litigano di più, meglio stare lontani per un po’, o
no? Scherzi a parte, non si può pensare di creare delle
strutture ricreative di tipo parascolastico per i bambini nelle
città ove far sì che i genitori possano tenere i figli nelle ore
lavorative ed andarseli a riprendere alla fine dei turni di
lavoro? Sarebbe così difficile cercare di far diventare il
nostro Paese come un Paese quasi civile da questo punto di
vista, cercando di fare cose che in altri Paesi europei
esistono già da decenni? È veramente così difficile
impiegare o utilizzare risorse disponibili affinché possano
contribuire a migliorare l’arco vitale di una famiglia
impegnata in Poste Italiane? Io comunque non desisto e
confidando soprattutto nella bontà e nella forza delle idee
che il sindacato potrà mettere in campo a favore delle
famiglie e dei lavoratori in generale, vado finalmente a
riposare un pochino più sollevato e con la speranza in un
domani migliore.
Agostino Pignataro (Consigliere Slp-Cisl)
Periodico della Segreteria Slp-Cisl Milano anno 8
Giugno 2008 numeri 79 - 80
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Periodico Slp-Cisl Milano, anno 8 Giug 2008, numeri 79- 80
Telefonia mobile, l'ingresso aziendale
La suadente pubblicità di
PosteMobile:
per ora soltanto una
“commessa”
A quando i call-center promessi?
E' trascorso un anno abbondante dal suo trionfale annuncio
pubblico(Roma,26 marzo 2007), e oramai l'ingresso di
Poste Italiane nel business della telefonia mobile,
presentato come il “primo operatore postale al mondo nel
settore”(così inaugurava l'Amministratore Delegato del
Gruppo, Massimo Sarmi), è una realtà già largamente
consolidata. Eppure del mega progetto messo in piedi con
larghi investimenti sul fronte pubblicitario (telefoni volanti
nel giallo del logo aziendale e splendide ragazze) e
specialmente sul versante dell'innovazione tecnologica (il
trasferimento di denaro, ecc.) qualcosa non deve essere
andato secondo le amplissime aspettative. Tra le bozze del
progetto c'era anche infatti la timida promessa, a cui noi
tenevamo vivamente, di una formidabile intelaiatura di
servizi connessi che avrebbero visto pure un riassetto di
una parte del personale da impiegare nel moderno sistema
dei caal center. Non rimane che confidare nel futuro di
questo strategico e fertile territorio economico dei servizi
delle telecomunicazioni di Poste, che di recente ha voluto,
come d'altra parte era la cosa più logica da fare, introdurre
un accattivante piano di incentivazione rivolto all'enorme
bacino dei “dipendenti” e di “tutte le persone del Gruppo
Poste Italiane”, volendo estendere “a rete”alcune delle
agevolazioni e vantaggi perfino a “familiari e amici”.
Ricariche gratuite con l'attivazione di una Sim PosteMobile
associata alla PostePay o al Conto BancoPosta, per i
nuovissimi servizi “Semplifica” (che sono stati valevoli
fino all'aprile scorso). Poi, le proroghe delle offerte (fino al
prossimo) del “bonus” di traffico del 20% per ogni ricarica
effettuata entro il 31 dicembre 2008 di qualsiasi importo e3
modalità di ricarica (per un valore di 100 euro di traffico
gratuito), seguendo lo stesso “sistema di semplificazione”.
Si tratta di un “bacino” che può contare su una “base
clienti”di circa 20 milioni di utenti, tra correntisti,
possessori di carte e libretti e di clienti di servizi vari. Una
base che ha la possibilità di rivolgersi a un'infrastruttura di
rete di 40.000 sportelli presenti in 14 mila Uffici Postali
sparsi per tutto lo stivale geografico italiano, per non
parlare delle comodità offerte dal Web. Adesso
PosteMobile è quindi un'importante scommessa
imprenditoriale che se ha iniziato da poco ad avere un ruolo
determinante tra i servizi offerti capillarmente sul territorio
nazionale dal Gruppo, nell'orizzonte di mercato sempre più
libero e serrato nella competizione di offerte, potrebbe
conquistare una posizione di dominio tra gli attori
principale del settore. Si pensi alle possibilità di servizi
connessi al mondo delle imprese e a quello della pubblica
amministrazione, con la forza di un potenziale strategico
formidabile come quello che è proprio a Poste Italiane
(analogamente quindi a formule vincenti come è avvenuto
con i servizi di tipo bancario). Oppure, alla diversificazione
di piani tariffari in fase di studio per venire incontro al
target specifico dei giovani, a quello delle famiglie, dei
cittadini stranieri e delle aziende. In più c'è la novità
tecnologica di avere la possibilità di compiere tutta una
serie di operazioni via cellulare come pagare bollettini,
inviare telegrammi, lettere e raccomandate, pagare servizi
di mobilità nel trasporto (taxi, bus, treno, inviare cartoline
cartacee realizzate con mms e conoscere lo “stato di invio”
attraverso il servizio di tracciatura della corrispondenza. La
scheda Sim di PosteMobile è stata infatti concepita con un
alto grado di informatizzazione tecnologica per
fronteggiare in anticipo il futuro che già è in essere,
anche se non è ancora omogeneo in tutti gli strati della
società. Ci auguriamo allora che PosteMobile continui la
sua lenta ma progressiva crescita che permetta all'Azienda
e a tutta la sua popolazione lavorativa di prosperare, in
modo tale da dare nuove e diverse possibilità di
rimodellazione occupazionale. (P.Z.)
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Note critiche sul pamplhet satirico e un po' disonesto
pubblicato da una penna di sinistra dell'Espresso
Dopo la “Casta”,
“L'altra (presunta) Casta”...
Ma, non è proprio così!
Le spallate al Sindacato
non funzionano
E' la moda che sta facendo guadagnare un sacco di soldi
a giornalisti-scrittori: cavalcare la crisi che attraversa
l'economia del paese e il generale malcontento,
speculando con libri che hanno la pretesa di indicare
via via un “nemico sociale” e dividendo ulteriormente
una coscienza civile già di per sé minata nei suoi
fondamenti. Questa volta, però, il “giochino”
impressiona soltanto i più ingenui o chi è in mala fede,
come i più fanatici lettori di testate quali “Libero” e il
“Giornale”, gli autentici inventori del filone di denuncia
dell'anarco-liberismo della vera borghesia dei privilegi.
Cicerone, maestro di retorica classica attribuiva la vis
comica del “Castiga i costumi ridendo” all'”Italum
acetum”, celebre espressione latina secondo la quale l'aceto
è metafora dello spirito, della vivacità, arguzia e mordacità,
in relazione a una arcinota virtù naturale delle popolazioni
italiche. E' vero, ma non bisognerebbe abusarne, altrimenti
il rischio è l'inevitabile ridicolizzazione di tutto, quindi un
gettarsi a piè pari nel calderone della buffoneria farsesca.
Ed questo infatti il rischio che corre ad ogni pagina l'autore
del libello polemico in questione, che parte dalla brillante
intuizione di un articolo di prima pagina dell'”Espresso”
(uscito l'agosto scorso) e che tale poteva rimanere. Invece,
Stefano Livadiotti lo ha voluto gonfiare in forma di libro,
sicuro del baccano di polemiche e del successo
conseguente che ne sarebbe derivato (Bruno Vespa a “Porta
a Porta” lo ha immesso nel dibattito delle sue
trasmissioni!). La noce del ragionamento che muove il
giornalista è che il processo di mutamento che investe in
questi ultimi anni il ruolo del Sindacato tutto, dalle sigle
più autorevoli e storicamente importanti a quelle formato
“smart” spesso prestate a una “funzione gialla”, sta
portando ad un potere stratificato e capillare di
corporazioni politico-finanziarie, più preoccupate della
propria autoconservazione e quella dei privilegi dei propri
iscritti, dimenticando le sue più autentiche funzioni (la
difesa dei salari). In pratica gli viene rimproverata una
“degenerazione”, incentivata anche da una fitta rete di
posizioni di rendita privilegiata (dai Caf ai patronati,
passando per sottolineare i capitali immobili, accumulati in
cinquant'anni, e per ultimo la grande visibilità conquistata
da ex sindacalisti passati nel palcoscenico della politica
nazionale). Un discorso generico, facile perfino e malevolo,
più che stimolante. Poi si passano in rassegna gli ambienti
del “pubblico impiego” e del “para-pubblico”, facendo
grande confusione nel tracciare capitoletti su Alitalia,
Ferrovie, Poste, Enav, Banca d'Italia. Dunque, intanto
occorre notare l'accento violento dell'argomentazione.
Esempio, parlare dei “Tre Porcellini”, per indicare i
rappresentanti (Epifani, Bonanni, Angeletti) delle tre più
grandi organizzazioni sindacali (Cgl, Cisl, Uil), è già di per
sé scorretto e inelegante. Continuare usando il termine
offensivo di “travet” (etimologicamente = impiegato di
basso livello e mal retribuito che svolge in modo
pateticamente scrupoloso il proprio monotono e ingrato
lavoro), significa scavalcare la linea della superficialità per
salire sul cavallo del populismo più sfrenato. Anche un
libro comico dovrebbe sapersi fermare in tempo, perché
d'accordo chiamare “inchiesta” qualcosa che non lo è
affatto, ma, bisognerebbe anche tenere conto di ciò che è
stato fatto e bene, nel passato. Si ricordino ad esempio “I
signori dello sciopero”(Longanesi) di Giorgio Bocca o
“Che cosa contano i Sindacati” (Rizzoli) di Walter Tobagi,
pubblicati intorno al 1980, anno cruciale per essere stato di
fine ciclo delle grandi battaglie nel mondo del lavoro. Quei
libri erano memori di una tradizione coerente di studio
politico-economico e disamina analitica dei piani di
rivendicazione che avevano avuto nell' Operaismo, da
Panzieri a Bologna, da Negri a Cacciari e a Tronti, tra la
fine degli anni Sessanta e lungo i Settanta, un motivo di
raffronto assai impegnativo. Poi, finiti i gloriosi anni dei
“tribuni che infiammavano le piazze”, nel tempo sono
arrivati i tardivi teorici della società aperta, come per
esempio Pietro Ichino, ex Cgil e giuslavorista, firma illustre
del “Corriere della Sera”, e oggi senatore, che ha scritto la
maramaldata “A cosa serve il Sindacato”(Mondadori,
2005), criticando con violenza il modello di contrattazione
sindacale vigente e proponendone una “sua” riforma che
poi fa comodo a Confindustria. Ed è proprio questo che ad
aver suggestionato Livadiotti, a cui vogliamo dire: meno
male che ci sono, e sono forti, le “Centrali della Triplice”
con i loro “diktat”; rappresentano l'ultimo baluardo a difesa
dei lavoratori. Altrimenti, cosa sarebbe...? (P.Z.)
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Si moltiplicano le iniziative del
Cral Poste di Milano:
Vacanze studio
in Italia e all'Estero per
l'estate 2008
-
Dai gustosi itinerari italiani ai soggiorni in
Gran Bretagna, Irlanda, fino agli Stati Uniti,
in Florida e in California
Nella sezione “Estate ragazzi 2008”del sito del Cral ci si
può fare un'idea del variegato panorama di iniziative
approntato anche quest'anno per dare ulteriori possibilità
agli studenti di tutte le età che siano figli dei Soci.
La proposta è davvero allettante: per chi non ha compiuto
la maggiore età si può scegliere tra ben quattro luoghi d'arte
e cultura della Gran Bretagna (la capitale dell'Inghilterra
Londra, poi Colchester, Guidford e Bristol). Nella verde
Irlanda c'è invece la magnifica Dublino, diventata in questi
ultimi anni una capitale europea molto importante e
all'avanguardia. Anche per i maggiorenni è riservata
Londra , ma è di certo la doppietta di località a stelle e
strisce che fa venire l'acquolina in bocca, sono i due Stati
americani della Florida e della California i due assi che chi
ha solo qualche dubbio farebbe bene ad approfondire.
Per ora la disponibilità per i “soggiorni-studio” c'è ancora,
come di consueto la domanda di partecipazione è stata
infatti prorogata fino ad esaurimento di posti, sia per
quanto riguarda la sezione minorenni sia per quella dei
maggiorenni. Per conoscere i dettagli si deve contattare il
collega
Luigi
Teramo
all'indirizzo
e
mail
[email protected]. Si ricorda che i posti verranno
assegnati in base alla data di arrivo presso il Consiglio
Territoriale o il Cral Nazionale e secondo i criteri
pubblicati nella comunicazione di
servizio prot.
Cms/17970/Te/DBL con l'intento di accontentare nella
maniera più esaustiva le aspettative di chi è interessato a
partecipare alle iniziative. Sul sito del Cral sono presenti
per poter essere scaricati, inoltre, il regolamento e la
domanda di partecipazione e maggiori informazioni sulle
proposte, che ricordiamo oltre a quelle previste per i viaggi
all'estero prevedono anche un ampio raggio di soggiorni in
alcune bellissime zone per tutto lo stivale dell'Italia, tra cui
Campitello Matese in Molise, Canove in Veneto, Forni di
Sopra a Udine, a Gallipoli in Puglia, fino a Nocera umbra,
in Toscana a Castel Vecchio Pascoli, a Ovindoli in
Abruzzo e nei ditorni di Matera, in Basilicata a Policoro
Campus e Policoro Vela.
La CISL nelle Poste
Oltre un terzo dei 150.000 lavoratori delle Poste
sono iscritti all'SLP-CISL.
Con la forza delle idee di oltre 54.000 iscritti, grazie
all'instancabile attività quotidiana della più
numerosa, capillare e competente rete di attivisti
presente in tutte le Unità Produttive, da oltre 60 anni
la CISL guida l'attività sindacale nelle Poste.
Difendiamo con professionalità e tenacia i diritti dei
lavoratori; lavoriamo per costruire un futuro migliore
per tutti.
SLP-CISL fa formazione continua per i giovani e li
aiuta nella loro crescita professionale.
Entra anche tu nella nostra squadra e scoprirai che
con il tuo impegno puoi effettivamente contribuire a
cambiare le cose.
Pensa al tuo “presente” e non perdere di vista
il tuo “futuro”.
Iscriviti alla CISL!!
La sede di Milano è aperta dal lunedì al venerdì
(ore 16.00 – 19.30) in via Tadino 18 (zona Corso
Buenos Aires) e puoi facilmente raggiungerla
con la MM1, fermata “Lima” o “P.ta Venezia”.
Tel. 02.29528320 – fax 02.29528103.
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