B BA AR RN NA AR RD D:: ""L LA AS SO OL LU UZ ZIIO ON NE E?? L LA AS SO OV VR RA AN NIIT TÀ ÀM MO ON NE ET TA AR RIIA A"" Perché si sta allargando così tanto il fronte anti-euro? Perché sempre più esperti a gran voce invocano la sovranità monetaria? Dalla crisi monetaria si può uscire facilmente? E da una crisi reale? Qual è la via d’uscita per una crisi che sta togliendo fiato al paese? Lo abbiamo chiesto a Paolo Barnard, cofondatore della trasmissione Report, gionalista, saggista tra i più “scomodi”, scrittore e divulgatore della Mosler Economics MMT in Italia. di Giovanni Fez - 16 Gennaio 2014 Più la crisi morde, più si allarga il fronte antieuro. Lei da tempo sostiene che l'euro e l'unione monetaria sono una disgrazia. Perché? «Perché si tratta di un sistema monetario che ha tolto al padre di famiglia (lo Stato) il conto in banca, il lavoro, la carta di credito, il bacomat e il libretto degli assegni (la propria valuta). Come fa questo disgraziato a mantenere i propri figli? S'indebita. E infatti con l'euro noi italiani siamo costretti a indebitarci con i mercati di capitali per ottenere ogni singolo euro che spendiamo per i servizi, sanità, lavoro, infrastrutture, e tutto il resto. Perché l'euro non lo stampiamo noi, non è nostro. L'Italia oggi deve restituire miliardi di euro a quei mercati con interessi impossibili per un'economia che non cresce, per cui il governo ci deve tassare a morte per trovare i fondi da restituire. E' un circolo vizioso mortale per qualsiasi economia». La crisi economica, strutturale, non colpisce solo l'Italia e l'Europa, ma tutto il mondo occidentale; forse l'euro non è il solo responsabile? C'è dunque un principio, un sistema che sta dietro all'euro, come sta dietro al dollaro e ad altri sistemi di agganciamento delle monete nazionali a valori sovranazionali da cui dipende la situazione attuale? «Sbagliato e giusto. Sbagliato: perché qualsiasi Paese colpito da una crisi, ma che sia sovrano nella moneta, può uscirne senza danni con un'espansione di spesa pubblica per ridare ossigeno all'economia. Lo stanno facendo il Giappone, la Cina, o anche gli USA, che crescono al 4,5% mentre in Eurozona la crescita langue sotto o sopra l'1%. Giusto: perché la deregolamentazione della finanza e delle banche in effetti è un pericolo costante per tutte le economie, una mina vagante perenne (si pensi ai derivati OTC, che hano raggiunto valori sopra ai 700 mila miliardi di dollari e possono collassare in ogni momento devastando i mercati). Questo testimonia che esistono pericoli sistemici in economia, ma ripeto che se uno Stato è sovrano nella moneta se la cava sempre. Noi con l'euro siamo disarmati di fronte a qualsiasi crisi». Crisi monetaria e crisi reale vanno sempre di pari passo e sono sempre inscindibili? La crisi della moneta potrebbe essere vista come un'opportunità per liberarsi di un sistema economico che si misura solo sulla base della carta (banconote) e della finanza? «No. Una crisi monetaria può essere rimediata con molto meno danno di una crisi reale. Una crisi reale può provenire da fattori esterni incontrollabili (crolli mercati asiatici, crisi petrolio, Cina in difficoltà, eccetera) e coinvolge tutti i parametri reali di un'economia. Dell'euro potremmo sbarazzarci in un attimo e tornare a crescere (si legga il Programma di Salvezza Economica su www.paolobarnard.info), ma se la crisi colpisce i mercati dei beni reali, il danno può essere assai maggiore. Immaginiamo una crisi energetica quanto può devastare tutta un'economia, visto che non esiste bene reale al mondo che si possa produrre senza energia. O una crisi alimentare, con inflazione dei prezzi di materie essenziali per vivere. Infine, liberarsi della moneta non è assolutamente utile a nulla. E' la politica che deve intervenire per regolamentare l'uso delle monete e la finanza nell'interesse pubblico. Sono le regole che vanno cambiate». Una via d'uscita? Se c'è. «L'Italia deve tornare sovrana nella sua moneta. Finché saremo strangolati dei mercati di capitali che dominano l'Eurozona non c'è scampo. Impossibile qui descrivere adeguatamente il perché di questa affermazione o come l'Italia rinascerebbe se di nuovo sovrana. Ribadisco, si legga il Programma di Salvezza Economica su www.paolobarnard.info, lì c'è tutto quello che serve sapere. Uno Stato deve poter utilizzare la propria valuta come bene finanziario per l'interesse pubblico, e fare leggi con lo stesso fine. Se non possiede più la valuta e non può più legiferare perché, come oggi in Eurozona, la legge europea è sovrana su quella nazionale, uno Stato perde tutta la sua ragione di esistere. L'euro, ribadisco, è per noi come una valuta straniera che dobbiamo sempre prendere in prestito a tassi non decisi dallo Stato, e la legge europea che ci vincola ormai in tutto (specialmente nel bilancio) è fatta dalla Commissione di Bruxelles che non è eletta da nessuno e che è infiltrata da oltre 250 lobby industriali e finanziarie. Ecco il disastro in due parole». C’è un libro scritto da Paolo Barnard, giudicato provocatorio e quindi non recensito dai media: noi informiamo i lettori della sua esistenza, ai lettori la decisione. “Perché ci odiano” di Paolo Barnard, Rizzoli Bur. Il sottotitolo: “Se vogliamo sconfiggere il terrorismo dobbiamo smettere di essere terroristi. E fermare Stati Uniti, Israele, Gran Bretagna, Russia. Le prove, le storie e i documenti. Con un contributo di Giorgio Fornoni sulla Cecenia”. Questa la retrocopertina: “Potrei chiamarli terroristi perché vengono nei nostri Paesi con il loro potere grande e fanno queste cose e le fanno in tutto il mondo. Ma per me sono semplicemente degli assassini. Rufina Amaya, unica sopravvissuta di 1200 contadini massacrati in Salvador da terroristi addestrati e armati dagli americani, e mai puniti.Le menzogne uccidono. Ci sono le prove, le testimonianze, i docu¬menti. Basta cercare. È quello che ha fatto l’autore di questo libro utilizzando fonti “non sospette”, spesso Top Secret: cioè quelle ufficiali americane, inglesi, israeliane che dimostrano come il terrorismo occidentale, ben prima di Bin Laden e su scala assai maggiore, sia stata l’arma principale di questi Paesi per imporre un ordine mondiale fondato sulla sopraffazione e la violenza. Da decenni. Da quando i sionisti e gli israeliani in Palestina, gli americani e gli inglesi in Medioriente, Indonesia, Africa e America Latina, con l’aggiunta della Russia in Cecenia, si sono resi responsabili di immani massacri, pulizie etniche, attentati, assassini e repressioni. Milioni di innocenti perseguitati, torturati e ammazzati da quelli che oggi guidano la “Guerra al Terrorismo”. Crimini rimasti non solo impuniti, ma spesso spacciati come giusta difesa del “mondo libero” occidentale, e che sono la vera fonte dell’odio dei fanatici che oggi ci attaccano”. Paolo Barnard è stato corrispondente dall’estero collaborando con i maggiori quotidiani italiani. Ha realizzato per la trasmissione “Report” (Rai 3) inchieste dedicate alla globalizzazione, al terrorismo internazionale, alla new economy. Attualmente collabora con Rai Educational. Ha curato per la Bur il libro di Bartoccioni, Bonadonna e Sartori, Dall’altra parte. (da Il Cambiamento – gennaio 2014)