REPERTORIO DI ATTIVITÀ SUL NUMERO1 Avvio Intervista sui numeri Nella scuola dell’infanzia e nei primi giorni di prima elementare è importante per l’insegnante capire a che punto stanno gli alunni rispetto al numero. Gli strumenti per raccogliere questo tipo di informazioni sono due: la discussione in classe e l’intervista individuale. La discussione in classe (o in un piccolo gruppo) è una modalità che permette, se ben orchestrata dall’insegnante, di condividere le conoscenze e quindi può già contribuire all’evoluzione delle idee iniziali. Il punto di partenza è una domanda o un problema posto dall’insegnante. L’intervista individuale è una modalità per individuare le conoscenze di partenza di ogni singolo alunno, è onerosa perché implica che un’insegnante si occupi della classe e un’altra lavori con un bambino per volta fuori dalla classe. Sia le interviste che le discussioni è bene che siano registrate per poter essere riascoltate dall’insegnante e all’occorrenza trascritte. Si possono utilizzare entrambi gli strumenti lasciando alcune domande per la discussione in classe e altre per l’intervista individuale, oppure fare l’intervista solo ad alcuni alunni scelti a campione in base alle segnalazioni della scuola materna. Un cartellone può riassumere le idee degli alunni. Si può anche preparare una sintesi della discussione con i passaggi più significativi facendo attenzione ad inserire almeno un intervento per ogni bambino e darla in fotocopia a tutti gli alunni. Nei primi giorni di scuola si possono proporre questi due argomenti: i numeri e il ‘contare’. Le domande precedute da un asterisco sono state utilizzate per interviste individuali. Sui numeri Che cosa sono i numeri? Dove sono? Dove li vedi? Chi li usa? A che cosa servono? *Quanti sono i numeri? *Chi li ha inventati? *Qual è il numero più grande che conosci? *Qual è il numero più piccolo che conosci? *Chi è più grande tra questi numeri: 3 o 5? Sul ‘contare’ Che cosa vuol dire contare? Perché si conta? Fino a quanto si può contare? Come si fa a contare? Che cosa si può contare? 1 Il repertorio si basa sulle attività progettate nel corso degli anni all’interno del Nucleo di Ricerca in Didattica della Matematica del Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino e sperimentate da vari insegnanti del gruppo. 1 Che cosa non si può contare? Come si fa a contare quello che non si può contare? Che cosa si può contare Obiettivi: individuare che cosa è contabile e confrontare le strategie che si usano nel contare grandezze discrete con quelle usate nel contare grandezze continue. Materiali: materiali indicati nella scheda per gli insegnanti o altri scelti dall’insegnante, fogli bianchi per i disegni, matite, pennarelli. Prima di proporre questa attività è bene trovare un modo per contestualizzarla perchè i bambini abbiano delle motivazioni ad agire: ad esempio si può inventare una storia o un gioco che li inviti a ‘dare i numeri’ agli oggetti nel modo che abbiamo visto. Dopo aver ‘giocato’ con diversi tipi di oggetti ai bambini si può chiedere di confrontare i diversi modi di contare ponendo domande tipo: è lo stesso contare pongo o contare caramelle? Per contare acqua e contare farina gialla si fa nello stesso modo? Cosa c’è di uguale e cosa c’è di diverso? Dal confronto fra i diversi modi di contare i bambini possono trarre le loro prime generalizzazioni che consistono nel trovare i tratti comuni, le somiglianze che esistono tra il conteggio di quantità discrete e quello di quantità continue. Giochi di magia Obiettivi: verificare l'abilità dei bambini nell'uso dei principi del conteggio. Materiali: quattro piatti di plastica uguali, un certo numero di gettoni dello stesso colore, premi. Presentare ai bambini due piatti contenenti differenti numeri di gettoni (ad esempio 5 e 6), indicare uno dei due vassoi e dire: "Questo é il piatto vincente", ricoprire i piatti e mescolarli in modo da far perdere la traccia del piatto da indovinare, chiedere ad un bambino di indovinare (a piatti coperti) dove si trova il "vincente", scoprire il vassoio indicato e far verificare al bambino se é giusto: se non ha indovinato e se ne accorge, il bambino scopre anche il secondo piatto e deve dire se era quello da indovinare, poi l'insegnante gli chiede di giustificare la sua identificazione ponendogli la domanda "Perché é questo il vincente?". Se il bambino individua il piatto vincente riceve una conferma verbale e un premio. Prendi e porta Obiettivi: verificare l'abilità dei bambini nell'uso del principio di cardinalità. Materiali: oggetti vari che si trovano in classe (quaderni, pennarelli..). Chiedere agli alunni di portare a un compagno un certo numero di oggetti: il bambino deve contare e riconoscere la quantità (il cardinale dell’insieme), il compagno che riceve gli oggetti a sua volta deve controllare che il numero sia giusto. 2 Filone Collezioni Caramelle e bambini Obiettivo: avvio all’uso di segnature, confronto tra segnature e confronto tra collezioni diverse Materiali: un pacchetto di caramelle, una scheda con disegnati dei bambini (più di 20), un’altra scheda con disegnate delle caramelle (più di 20) La prima parte del lavoro si svolge in classe con bambini e caramelle vere che avrà portato l’insegnante in numero maggiore rispetto a quello dei bambini. I bambini devono dire come si può fare per essere sicuri di dare una caramella ad ogni bambino senza sbagliare dandone ad esempio due ad un solo bambino o dimenticando di darla ad un bambino. L’insegnante mostra il pacchetto e ad esempio dice: “Bisogna distribuire le caramelle in modo che ciascun bambino ne abbia una sola e che nessuno rimanga senza. Sapete dire come si può fare per essere sicuri di non sbagliare?” Gli alunni dovranno trovare una modalità che consenta di evitare errori ad esempio suggerendo di allineare i bambini oppure mandare fuori dalla classe i bambini a mano a mano che ricevono la caramella e così via. Successivamente (in un giorno diverso) riceveranno due schede che riproducono la stessa situazione: su una scheda sono disegnati dei bambini e sull’altra delle caramelle. Le schede sono separate per favorire l’uso di segnature e non le frecce che rendono l’attività automatica e non stimolano l’uso di strategie spontaneamente inventate dai bambini. I numeri devono essere abbastanza grandi da non consentire un conteggio immediato (oltre il 20). Gli alunni per non sbagliare dovranno produrre delle segnature. Si confronteranno sia le risposte date dai bambini (bastano o non bastano le caramelle) sia le diverse modalità utilizzate per le segnature (crocette, numerazione, colori ecc.): entrambe (risposte e segnature) dovranno essere oggetto di discussione. Si possono preparare altre schede con la stessa modalità. Il castello Obiettivo: seguire un ordine per non perdere il segno. Materiali: una piccola casa con sei finestre, con imposte che si aprono, alle quali sono nascosti diversi personaggi, una finestra resta vuota. Situazione: inventare una storia per cui i bambini non debbano aprire due volte la stessa finestra (ad esempio se si apre una seconda volta una finestra già aperta spariscono i personaggi di le altre finestre). Poi chiedere a turno ai bambini di aprire le finestre e segnare su un foglio i personaggi che hanno trovato. Vince chi li trova tutti. Il gioco del memory è un esempio di situazione analoga in cui è importante avere una strategia per non girare sempre le stesse carte. dietro poter tutte Il tesoro di Capitan Uncino Obiettivi: utilizzare vari tipi di segnature e la corrispondenza biunivoca per controllare l’esattezza di un conteggio. Materiali: scheda con la storia, forziere, 9 scatolette, 13 chiavi, fogli per i disegni, scheda di controllo con tutte le chiavi disegnate. La storia Il Pirata Barbanera ha saputo da una spia che il suo grande nemico, il Capitan Uncino, ha trovato un ricchissimo tesoro. decide allora di rubarlo. Con il suo galeone arriva di nascosto nell'isola che non c'è mentre Uncino e i suoi pirati si trovano lontano. Entra nella grotta dei pirati e scopre il grande forziere che contiene il tesoro. Purtroppo Capitan Uncino ha chiuso il forziere con tanti lucchetti. Come farà Barbanera ad aprirlo? Dove saranno le chiavi? Cerca, cerca, finalmente nel cassetto d’un vecchio armadio Barbanera trova una mappa dove legge che le chiavi sono chiuse dentro nove scatole magiche: per trovare tutte le chiavi dovrà aprire tutte le scatole, senza dimenticarne nessuna. Ma dovrà anche fare attenzione a non aprire due volte la stessa scatola, altrimenti tutte le scatole si chiuderanno e Barbanera non potrà più prendere le chiavi che ancora gli mancano. Vuoi aiutare Barbanera a scoprire un trucco che gli consenta di trovare tutte le chiavi necessarie ad aprire il forziere? 3 L’insegnante prima che i bambini entrino in classe prepara le scatolette mettendo in alcune 1 chiave, in altre 2, in altre nessuna chiave. Leggere la storia e avviare il gioco che consiste nel trovare tutte le chiavi del forziere (13) che si trovano dentro le scatolette senza mai aprire una scatoletta due volte, altrimenti, per magia, tutte le scatolette si chiuderanno e non potranno più essere aperte da quel bambino. Mentre un bambino cerca le chiavi, gli altri fungono da giudici per controllare che non apra due volte la stessa scatoletta. Quando sbaglia subentra un altro e il gioco si ripete. Ogni volta la maestra fa allontanare il giocatore, rimette le chiavi nelle scatolette e le mescola. Alla fine del suo turno ogni bambino segna sul foglio quante chiavi ha trovato. Alla fine del gioco, quando tutti avranno disegnato le chiavi l’insegnante darà loro la scheda di controllo: i bambini dovranno controllare se hanno trovato tutte le chiavi mettendo in corrispondenza le chiavi dei due disegni. Di nuovo possono operare con corrispondenze biunivoche e segnature oppure con il conteggio. La rappresentazione allo stesso modo potrà essere un numero o una segnatura, tipo crocette, palline o il disegno delle chiavi. I pirati e le barchette Obiettivi: raggruppare per 2 e per 3 Materiali e strumenti: scheda con la storia, barchette di carta e pupazzetti che fungono da pirati, sfondo disegnato su carta con le due isole, fogli bianchi per disegnare La storia I pirati di Barbanera sono riusciti a rubare il tesoro di Capitan Uncino. Ora sono sulla spiaggia e devono fuggire con il forziere. Tra poco Capitan Uncino tornerà e quando scoprirà che il forziere è sparito, cercherà i ladri e farà tagliare loro la testa. Nel porticciolo dell'isola ci sono tante barchette: - barchette a 2 posti per 2 pirati, - barchette a 3 posti per 3 pirati. Aiuta i pirati a imbarcarsi per ritornare sulla loro isola dove saranno in salvo. Attenzione: potranno partire solo le barchette che hanno tutti i posti occupati. E ricordati: nessun pirata deve rimanere sulla spiaggia! Leggere la storia. I bambini devono produrre un messaggio scritto o un disegno che spieghi ai pirati come si devono disporre sulle barchette, per essere sicuri che nessuno resti a terra. Dare l’incarico ad un bambino di disporre i pirati sulle barchette. Alla fine, chiedere agli altri se ha fatto bene e se c’è un solo modo. Una volta individuati tutti i modi possibili, chiedere ai bambini di scrivere il messaggio da mandare ai pirati. Dopo si discuterà su quale messaggio risulta più chiaro e comprensibile e questo verrà riprodotto su un cartellone. La scatola delle cianfrusaglie Obiettivo: individuare criteri per ordinare oggetti, classificare, numerare Materiali: cianfrusaglie varie (bottoni, pupazzetti, perline, macchinine, giochino degli ovetti kinder, noci, semi, fagioli, castagne …), sacchettini da freezer e laccetti per chiuderli Si possono fare varie attività: 1. ordinare gli oggetti in base a diversi criteri e metterli nei sacchettini, ogni gruppo dovrà spiegare in base a quali criteri li ha organizzati; ridistribuendo le cianfrusaglie fra i gruppi potranno venire fuori criteri diversi per ordinare gli stessi oggetti e quindi si porrà l’accento sulle loro proprietà (collegamenti con scienze) 2. confrontare i sacchettini per proprietà e anche per numero (cosa c’è di uguale e cosa c’è di diverso) 3. mettere nella stessa scatola i sacchettini con lo stesso numero di oggetti (sulla scatola mettere dei simboli per riconoscerle senza aprirle (incollare gettoni colorati, disegnare pallini con una disposizione che faciliti la memorizzazione es. come nei dadi o nelle carte da gioco) 4. ordinare le scatole in base al criterio “uno in più” “uno in meno” o altri inventati dai bambini 4 Il tesoro Obiettivi: elaborare una lista e numerarla Materiali: una collezione di oggetti qualsiasi (meno di 10), una scatola La maestra mostra una collezione di oggetti e quindi li nasconde in una scatola. Si deve ritrovare il contenuto esatto della scatola (il tesoro), ricordandosi di tutti gli oggetti che vi sono stati posti. Gli oggetti andranno elencati e numerati. Le automobiline Obiettivi: raggruppare seguendo una regola Materiali: tondi, rettangoli e quadrati del blocchi logici L’insegnante dice agli alunni: “Questa è una automobilina” e costruisce una automobilina mettendo insieme due tondi (le ruote), un rettangolo e un quadrato (la carrozzeria), poi chiede: “Quante automobiline si potrebbero costruire con i pezzi che ci sono sul tavolo?” Lo stesso problema si può riproporre utilizzando una scheda con i pezzi disegnati o con altri tipi di costruzioni. Gli indumenti della bambola Obiettivi: la numerazione e la determinazione di una collezione. Materiali: disegni delle bambole, disegni dei vestiti (le bamboline di carta da ritagliare e i vestiti si trovano sul sito http://www.midisegni.it/) Ciascun bambino ha davanti a sé il disegno di una bambola. Deve progettare di andare a cercare in una volta sola gli abiti necessari. Prima, la maestra e i bambini si sono messi d'accordo sui vestiti necessari. Ciascun indumento è nominato: il passamontagna, il pullover, il vestito, le calze. Collettivamente, maestra e bambini, scelgono gli indumenti necessari per una bambola. Si tratta dunque di una attività di numerazione di una collezione (gli indumenti). Il controllo della numerazione di questo insieme si fonda sullo schema corporeo che permette una determinazione (dunque almeno una numerazione) della collezione. La strega Obiettivi: la numerazione come controllo di una esplorazione dell'insieme. Materiali: 24 carte tutte differenti. Ciascuna carta rappresenta una strega. Ciascuna strega differisce dalle altre: i copricapo possono essere un cappello, un foulard o un berretto; il pipistrello può essere al di sopra o al di sotto della strega; il gatto può essere presente o assente; le calze possono essere rosse o verdi (si possono usare altri tipi di carte che abbiano caratteristiche simili e permettano quindi una numerazione) L'attività consiste nel nascondere una carta e nel porre delle domande a chi ha nascosto la carta in modo da poter scoprire la carta mancante. È un gioco tipo “indovina chi”. Le forme mancanti Obiettivo: ricercare un oggetto mancante in una collezione. Materiali: una scatola di blocchi logici Data una scatola di blocchi logici con le classiche 4 forme, 2 grandezze, 2 spessori e 3 colori, si vuol sapere se vi sono tutti i blocchi della collezione o qual è l'oggetto che manca. L’insegnante dovrà decidere prima di dare la scatola se togliere qualche pezzo o lasciare tutti i pezzi. I bambini dovranno inventare un modo per mettere in ordine i pezzi in modo da scoprire se la collezione è completa oppure no. La strategia seguita andrà esplicitata. Il gioco della posta Obiettivo: riconoscere le caratteristiche degli elementi di una collezione, classificare Materiali: una scatola di blocchi logici 5 Dividere la classe in 3 gruppi: la famiglia Azzurrini, la famiglia, Rossetti e la famiglia Gialletti. In ogni famiglia ci saranno il papà, la mamma e i figli, maschi e femmine. Un bambino svolge il ruolo del postino che dovrà recapitare la posta (i blocchi logici). Il postino parte con il suo sacco e distribuisce la posta azzurra alla famiglia Azzurrini, la posta gialla alla famiglia Gialletti e quella rossa alla famiglia Rossetti. Quando ricevono la posta i vari membri della famiglia se la dividono così: i genitori la posta “più” grande, i figli la posta “più” piccola, i maschi le lettere (rettangoli) e le raccomandate (triangoli), le femmine i pacchi (cerchi) e le cartoline (quadrati). Le regole vanno ben spiegate prima del gioco facendo una simulazione tutti insieme. Alla fine del gioco i pezzi devono essere esposti sul banco seguendo un ordine e ogni famiglia disegnerà su un foglio la sta ben ordinata. Seguirà la discussione sulle regole seguite per mettere in ordine la posta. Fare attenzione all’uso delle parole grande e piccolo: non si può classificare in grande e piccolo come i blocchi inviterebbero a fare essendo un insieme finito e strutturato, ciò che in questo particolare insieme è grande si ricava per confronto con altri elementi che sono meno grandi. Nella realtà non esiste un grande o un piccolo in assoluto! Questo succede con tutte le grandezze continue (peso, lunghezza, volume…). I giochi di carte Obiettivo: numerare per controllare l'assenza di un elemento. Materiali: un mazzo di carte Nascondere alcune carte. I bambini dovranno scoprire quali carte sono state nascoste. Per farlo dovranno mettersi d’accordo su una strategia da seguire che poi andrà esplicitata. Il gioco delle differenze Obiettivi: numerare per costruire una collezione. Materiali: due disegni che si differenziano per alcuni particolari Due disegni apparentemente identici sono proposti ai bambini. In realtà questi due disegni differiscono per un certo numero di dettagli che occorre scoprire, elencare e contare. I giochi nascosti Obiettivi: conoscenza della scrittura dei numeri. Materiali: vassoio, oggetti vari, una tovaglietta per coprire il vassoio Presentare a tutta la classe un vassoio con degli oggetti (6 o 7), chiedere di osservarli attentamente, poi coprire il vassoio con la tovaglietta e chiedere ai bambini di disegnare tutti gli oggetti. Invitare i bambini a verificare quanti oggetti hanno disegnato segnando un punto per ogni oggetto giusto e scrivendo i punti totalizzati. Le tavole da apparecchiare Obiettivi: produrre scritture spontanee di numeri Materiali: nessuno I bambini devono produrre un messaggio per le cuoche in modo che sappiano quanti piatti, quanti bicchieri, …. mettere sui tavoli della classe in mensa. Il messaggio può anche essere un disegno ma si possono invitare i bambini a scrivere dei numeri per far comprendere meglio le quantità. La modalità andrebbe negoziata e condivisa a partire da rappresentazioni spontanee. 6 Filone Storie e Filastrocche La donnina che contava gli starnuti Obiettivi: individuare i numeri all'interno di un contesto fantastico, rappresentare quantità. Materiali: scheda con la storia, fogli bianchi per i disegni. La storia C'era una volta una donnina che passava le sue giornate a contare gli starnuti della gente, poi riferiva alle amiche i risultati dei suoi calcoli: "Il farmacista ne ha fatti 7. Il parroco ne ha fatti 4,'. Una volta la donnina e le sue amiche si misero tutte insieme, ed erano più di 5, sotto la finestra del signor Delio a spiare. ma il signor Delio non starnutiva per nulla. neanche uno starnuto! Così le sentì e soffiò addosso a quelle pettegole una manciata di pepe. "Etcì" fece la donnina "Etcì! Etcì!" fecero le sue amiche. E giù tutte insieme a fare uno starnuto dopo l'altro. "Ne ho fatti di più io!" disse la donnina. "Di più noi!" dissero le sue amiche. Si presero per i capelli, si strapparono i vestiti e persero un dente ciascuna. Dopo quella volta la donnina non parlò più con le amiche, comprò un libretto e una matita e andava in giro tutta soletta e per ogni starnuto che sentiva faceva una crocetta. Quando morì trovarono quel libretto pieno di crocette e dicevano: "Deve aver segnato tutte le sue buone azioni. Se non va in paradiso lei, non ci va proprio nessuno!" Leggere la storia e porre ai bambini le seguenti domande: Che cosa faceva la donnina? Cosa ha fatto il farmacista? Cosa ha fatto il parroco? Cosa ha fatto il signor Delio? Chi c'era sotto la finestra del signor Delio? Che cosa segnava sul libretto la donnina? Ci sono dei numeri in questa storia? Quali? Chiedere ai bambini di disegnare su dei foglietti il parroco, il farmacista, il signor Delio, in modo che si capisca quanti starnuti hanno fatto. Se necessario rileggere la storia una seconda volta. Dare la scheda con la storia ai bambini, far ricercare e sottolineare i numeri presenti. Fare un cartellone collettivo che tenga conto delle diverse rappresentazioni fatte dai bambini (discutere su quale fa capire meglio). Chiedere ancora ai bambini: Ricordate che la donnina e le sue amiche spiavano il signor Delio? Disegnatele in modo che si capisca che sono più di 5. Completare il cartellone rappresentando anche quest'ultima parte della storia. I cinque volpacchiotti Obiettivi: individuare i numeri all'interno di un contesto fantastico Materiali: scheda con la storia, fogli bianchi per i disegni, matite, pennarelli. La storia Oggi il tasso Rolando ha pulito la sua tana: ha cambiato l'erba secca nella camera e ha tolto dal corridoio un filo di paglia capitato lì chissà come! Si stava riposando quando passò di lì la volpe Gervasia: "Come stai?" disse "Ti trovo bene!" "Carissimo Tasso, io vorrei abitare nella tua tana: è molto comoda e andrebbe benissimo per i miei cuccioli." "Ah no!" disse il tasso "Io amo l'ordine e qui non ti voglio!" "E io invece ci verrò!" Gervasia la volpe lo guardò mostrando i denti e con uno scatto formidabile assalì il tasso mordendolo qua e là. Per fortuna la cornacchia scese a svolazzare sul muso di Gervasia proprio al momento giusto e il tasso riuscì a scappare e a correre lontano. Si fermò tra un cespuglio, solo quando le zampe gli fecero male, per leccarsi le ferite. "Se almeno trovassi il gatto Martino!" Ma il tasso Rolando non aveva più la forza di andare avanti e piangeva. Passarono di lì un riccio con la sua ricciolina, ma non si fermarono per non avere noie. Una tartaruga che stava dormendo lì vicino gli chiese: "Chi sei?" e senza aspettare la risposta ritirò il muso sotto il guscio. 7 Il tasso Rolando non si era mai sentito tanto infelice, quando ad un tratto una coniglietta bianca gli saltellò davanti: "Io sono la piccola Lu e tu chi sei?" E Rolando rispose tristemente "Io sono un tasso sfrattato e cerco l'unico amico che ho: il gatto Martino. Lo conosci?" La piccola Lu non lo conosceva, ma volle accompagnare il tasso per il bosco. Mentre camminavano arrivò una donnola molto agitata: "Che guaio! Gervasia la volpe è andata a finire in una tagliola!" E poi arrivò anche la cornacchia che aveva salvato la vita a Rolando e raccontò che la volpe, presa in una trappola vicino al pollaio, era stata portata via dentro un sacco. Il tasso allora tornò nella sua tana e chi trovò? 5 volpacchiotti che aspettavano la loro mamma: erano i figli di Gervasia! Rolando andò a caccia e portò loro della carne per farli mangiare e dell'erba fresca per farli dormire meglio. I volpacchiotti si avvicinarono ed annusarono il tasso: probabilmente nella sua pelliccia sentivano l'odore della loro mamma e così si calmarono e si addormentarono. "È proprio un buffo mondo questo!" pensò Rolando e non si mosse per non svegliare i volpacchiotti che dormivano addosso a lui buoni buoni. Leggere la storia e poi porre alcune domande per verificare se il testo è stato compreso: - quali animali vengono nominati in questa storia? - quali sono quelli che ci sono davvero? - ci sono dei numeri in questa storia? quali? Poi dare questa consegna: Disegnate tutti gli animali che compaiono nella storia e scrivete quanti sono. Confrontare i disegni e le risposte date dai bambini. Dal confronto dovrebbero nascere discussioni tra chi ha dato risposte differenti. Come si fa per essere sicuri di aver disegnato tutti gli animali della storia? Si può rappresentare la storia drammatizzandola in modo che ogni bambino interpreti un animale, poi si potrà contare ‘dal vero’ e confrontare la situazione con la rappresentazione sul foglio. Per preparare la rappresentazione i bambini dovranno confrontarsi nuovamente con il testo scritto e fare corrispondenze biunivoche e/o conteggi per controllare l’esattezza del numero dove necessario. Caccia ai numeri Obiettivo: cardinalità dei numeri e loro scrittura Materiali: nessuno Dopo avere cercato i numeri nelle storie si posso cercare nel mondo reale… La maestra dice: A caccia del numero … 3! I bambini senza muoversi dal loro banco devono cercare nella classe degli oggetti che siano nella quantità indicata, li devono indicare a parole (es. le finestre sono 3), poi disegnano sul quaderno gli oggetti. Si dovrà fare la pagina della caccia al 3, della caccia al 4 e così via. Lo stesso gioco si può dare come compito a casa: i bambini dovranno disegnare su un foglietto gli oggetti contati e scrivere il numero corrispondente. Una variante consiste nell’assegnare un numero ad ogni bambino che dovrà cercare a casa solo gli oggetti che sono in quella quantità. Una differenza su cui sicuramente si dovrà discutere è questa: ci sono numeri che si trovano già scritti (i numeri etichetta) e numeri “nascosti” che derivano dal conteggio di collezioni di oggetti. Il numero sul portone di casa è del primo tipo, il numero dei cassetti delle scrivania è un numero “nascosto” perché per scoprirlo devo contare. Questo gioco si propone più volte sia durante i primi mesi quando si devono imparare le cifre da 0 a 9 sia successivamente per quantità da 10 in su. La Chiocciola Serafina Obiettivo: imparare i numeri da 0 a 4, scoprire la +1 Materiali: filastrocca, disegni della sequenza della disordine regola del storia in La storia La Chiocciola Serafina partì per un lungo viaggio sola soletta. Che noia! Non poteva parlare con nessuno! 8 All’orto verde incontrò il bruco Leonardo che decise di partire con lei: ora non era più sola! Erano in …. e potevano parlare ridere e scherzare! Al giardino fiorito incontrarono la Coccinella Isidora che si unì a loro. Ora non erano più in …. : erano un …. e si divertivano ancora di più! Allo stagno perlato incontrarono la libellula che li invitò a casa sua. Ora non erano più in …. : erano in …. e si divertivano come matti. I bambini devono ritagliare le figurine, riordinare la storia incollando le figure giuste vicino al testo diviso in 4 parti e inserire i numeri dove mancano. È anche un esercizio di lettura perché l’insegnante li guida nel riconoscere le parole e nel trovare il posto giusto per i numeri sui puntini. La filastrocca di Gallo Re Obiettivo: imparare i numeri da 0 a 7, scoprire la regola del +1 Materiali: filastrocca, disegni degli animali La filastrocca Era mattino presto. Per la strada che portava a Roma non c’era nessuno. Gallo Re decise di andare a Roma a comprare la corona. E va. Incontra Gallina Regina che gli chiede: “Dove vai?” “Vado a Roma a comprare la corona!” “Vengo anch’io!” “Va bene, andiam!” e van e van. Incontra Topo Roco che chiede: “Dove andate?” “Andiamo a Roma a comprare la corona!” “Vengo anch’io!” “Va bene, andiam!” e van e van. Incontra Gatto Matto che chiede: “Dove andate?” “Andiamo a Roma a comprare la corona!” “Vengo anch’io!” “Va bene, andiam!” e van e van. Incontra Can Guardiano che chiede: “Dove andate?” “Andiamo a Roma a comprare la corona!” “Vengo anch’io!” “Va bene, andiam!” e van e van. Incontra Caprone Barbone che chiede: “Dove andate?” “Andiamo a Roma a comprare la corona!” “Vengo anch’io!” “Va bene, andiam!” e van e van. Incontra Lupo Cupo che chiede: “Dove andate?” “Andiamo a Roma a comprare la corona!” “Vengo anch’io!” “Va bene, andiam!” e van e van. Domande da porre ai bambini alla fine della lettura della filastrocca per avviare la discussione: 9 Ci sono dei numeri in questa storia? Quali? All’inizio ci sono 0 animali, alla fine sono 7, ogni volta si aggiunge 1 animale. Un obiettivo è far riconoscere ai bambini la regola ricorsiva del +1 ma ce ne possono anche essere altri (contare fino 7, scrivere i numeri da 0 a 7, mettere in ordine i numeri da 0 a 7…) dipende dal punto di partenza dei bambini a cui si propone la filastrocca. Se si preparano le figurine degli animali della storia per tutti i bambini si possono far incollare in ordine ripetendo insieme la filastrocca e poi si possono numerare. Altre domande: Quali animali ci sono all’inizio della storia? E poi chi si aggiunge? Se si preparano più serie di figurine si possono incollare gli animali in modo da formare una scaletta: prima nessuno (0), poi 1, poi 2, poi 3… Questa filastrocca può essere il punto di partenza per cercarne altre con altre regole (+2 +3 -1 -2…). La filastrocca deve essere prima letta e poi drammatizzata. Alla fine si può richiedere una rappresentazione spontanea della filastrocca e concordare poi una rappresentazione condivisa da esporre su un cartellone. Gli elefanti sulla ragnatela Obiettivi: comprendere il significato di +1 +2 +3 ecc. Materiali: la filastrocca, fogli bianchi per disegnare, matite, pennarelli La filastrocca Un elefante si dondolava sopra un filo di ragnatela e trovando la cosa interessante mandò a chiamare un altro elefante. Due elefanti si dondolavano sopra un filo di ragnatela e trovando la cosa interessante mandarono a chiamare un altro elefante. Tre elefanti…. L‘insegnante legge la filastrocca e i bambini dovranno interpretare gli elefanti. Si gioca diverse volte cambiando sempre il numero di elefanti che vengono chiamati: si comincia con questa regola “sempre uno in più” poi si passa a “due in più” e così via. I bambini dovranno capire che più è alto il numero che si aggiunge meno dura il gioco se il numero di bambini da chiamare è sempre lo stesso e si vogliono far giocare tutti. Domande che si possono porre: Se voglio fra durare il gioco il più possibile quanti bambini devo chiamare ogni volta? E se voglio farlo durare un po’ di più? E se voglio che ne vengano un numero sempre diverso? La situazione si può far rappresentare chiedendo ai bambini di scegliere una delle storie interpretate. I risultati delle chiamate si possono poi organizzare in una tabella da cui risulti quanti bambini sono stati chiamati ogni volta e quante chiamate sono state fatte. Gli amici della foresta Obiettivo: scoprire la regola del -1, trovare lo zero come risultato del -1 ripetuto tante volte Materiali: filastrocca, disegni degli animali La filastrocca Al paese c’è una gran festa: si mangia, si balla, si gioca alla palla. Partono in cinque dalla foresta Per recarsi alla grande festa: Lucertola Berta, Lepre Piè Veloce, Riccio Capriccio, Ghiro Casimiro e Tartaruga Carolina, con in bocca l’insalatina. 10 C’è una pietra via fuori dal bosco, Lucertola Berta si ferma sul posto sopra ad un sasso scaldato dal sole e pronuncia queste parole: “Io mi fermo qui!”. Chiacchierando allegramente i quattro amici ripartono lentamente. Passano in un prato con l’erbetta bagnata e Piè Veloce, molto affamata, rimane abbagliata dalla fresca insalata. Mangia con avidità e poi dice con tranquillità: “Io mi fermo qua!”. Chiacchierando allegramente i tre amici ripartono lentamente. In un frutteto i nostri amici sono arrivati dove ci sono alberi con frutti prelibati. Da un albero sono cadute delle mele rosse ben mature sugose e grosse. Riccio capriccio si mette a mangiare e poi la strada non vuol più continuare. “Io mi fermo qui!” dice alla compagnia e gli altri se ne vanno via. Chiacchierando allegramente i due amici ripartono lentamente. Passano davanti ad un cortile dove in fondo c’è un fienile. “Io mi fermo qui!” dice Casimiro lì per lì. Poi, sulla paglia soffice e gialla, si addormenta formando una palla. Solo la Tartaruga Carolina è rimasta a camminare un po’ lentina. E mentre attraversa un orto lì vicino trova un bel cavolo verdino. Troppa è la voglia di fermarsi a mangiare ed anche lei rinuncia a camminare. “Io mi fermo qui!” pensato tra sè e sè. E adesso noi chiediamo a te: quanti amici della foresta arrivano al paese per la gran festa? La filastrocca deve essere prima letta e poi drammatizzata. Alla fine si può richiedere una rappresentazione spontanea della filastrocca e concordare poi una rappresentazione condivisa da esporre su un cartellone. Inventiamo una storia (+2 +3 +4 -2 -3 -4..) Obiettivi: far comprendere il significato delle scritture +2 +3 +4 -2 -3 -4 ecc. Materiali: fogli, cartoncino, strisce di carta, cordicelle, pennarelli, materiali vari per decorare i libri I bambini inventano una storia che abbia una delle regole di cui sopra e poi l’insegnante li guida nella costruzione di un libro in cui ad ogni pagina corrisponda una situazione, le pagine verranno collegate da strisce di cartoncino o fettucce con la scritta +2 +3 +4 ecc. 11 Riccioli d’oro Obiettivi: mettere in ordine in base ad una dimensione Materiali: fogli, cartoncino, strisce di carta, cordicelle, pennarelli, materiali vari per decorare i libri La storia Riccioli d’oro C’era una volta una bambina che abitava in una casetta vicino ad un grande bosco, era bionda e si chiamava Riccioli d’oro. Ogni giorno la mamma le ripeteva: “Non andare nel bosco!” Ma Riccioli d’oro desiderava tanto vedere cosa si nascondeva dietro gli alberi! Una mattina non seppe proprio resistere alla tentazione e, raccogliendo un fiore dopo l’altro, si ritrovò in mezzo al bosco. Allora si accorse che non riusciva più a trovare la strada di casa: si era perduta! Chiamò aiuto, si mise a piangere, ma nessuno la sentì. Cominciò allora a camminare, finché vide una casetta sotto tre grandi pini. Riccioli d’oro bussò, ma nessuno rispose. Allora provò ad aprire la porta. Dentro una stanza c’era un grosso tavolo di legno con sopra tre scodelle piene di zuppa d’avena: una grossa, una media e una piccola. Vicino ad ogni scodella c’era un cucchiaio: uno grosso, uno medio e uno piccolo. “Ho così fame!” pensò riccioli d’oro entrando in casa e, “e qui non c’è nessuno che possa mangiare questa zuppa tranne me.” Assaggiò la zuppa di ogni scodella, e mangiò tutta quella della scodella più piccola, perché era la più buona. Sul tavolo c’erano anche tre bicchieri pieni d’acqua: uno grosso, uno medio e uno piccolo. “Ho così sete!” si disse allora Riccioli d’oro, “e qui non c’è nessuno che possa bere quest’acqua fresca tranne me.” Assaggiò un sorso da ogni bicchiere e bevve tutta l’acqua del bicchiere più piccolo, perché era la più fresca. Poi si guardò intorno e vide che accanto al tavolo c’erano tre sedie: una grossa, una media e una piccola. “Sono così stanca!” sospirò Riccioli d’oro, “e qui non c’è nessuno che possa sedersi su queste sedie tranne me.” Le provò tutte, ma la più piccola le sembrò la più comoda. Allora si sedette, ma la sedia si ruppe in mille pezzi. Salì allora al piano superiore dove trovò una stanzetta con tre letti: uno grosso, uno medio e uno piccolo. “Ho tanto sonno!” sbadigliò Riccioli d’oro, “e qui non c’è nessuno che vuole dormire tranne me.” Così provò a sdraiarsi su ogni letto, ma il più morbido era il più piccolo e lì si addormentò. Intanto la famiglia che abitava nella casetta tornò dopo aver fatto una passeggiata: erano Babbo Orso, Mamma Orsa e Orsetto. Appena entrarono in casa si accorsero che i cucchiai erano infilati nelle scodelle e che qualcuno aveva mangiato la zuppa di Orsetto. Si accorsero anche che i bicchieri non erano più pieni e che qualcuno si era bevuta tutta l’acqua di Orsetto. Poi videro che le sedie erano spostate e qualcuno aveva rotto quella di Orsetto. Salirono lentamente le scale e videro nella camera i letti disfatti e una bambina che dormiva nel lettino di Orsetto. Proprio quel momento Riccioli d’oro si svegliò e vide intorno a sé tre orsi che la osservavano: uno grosso, uno medio e uno piccolo. Lanciò uno strillo, si alzò dal letto, corse giù dalle scale, uscì velocemente dalla casetta e continuò a correre fino a quando non ritornò dalla sua mamma, che la stava chiamando dalla cucina. “Oh mamma, mamma” è stato orribile, è stato terribile, è stato spaventoso!” singhiozzò Riccioli d’oro e le raccontò tutto quello che le era capitato nella casetta degli orsi. La mamma le asciugò le lacrime, le diede una bella merenda, ma poi la sgridò e le disse: “Ogni giorno ti ripeto di non andare nel bosco. Ora sai perché.” Dopo aver letto la storia distribuire ai bambini gli oggetti della storia riprodotti su carta e chiedere loro di ordinarli spiegando come hanno fatto e perché. Evitare di fare classificare gli oggetti ( tutti i piccoli, tutti i medi, tutti i grandi) perché non è corretto: qui si tratta di individuare un ordinamento, non si possono usare i termini piccolo, medio e grande come assoluti. Per mettere in crisi questa idea basta preparare un oggetto più grande o più piccolo di quelli dati ai bambini e chiedere: “E questo com’è? Grande, medio o piccolo?” L’importante è che capiscano che si dovrebbe sempre dire “Più grande di…” “Più piccolo di…” perchè si tratta di una relazione di ordine non di equivalenza. Il linguaggio naturale in questo e in molti altri casi può veicolare degli errori. Si possono invece far mettere in corrispondenza gli orsi con i loro oggetti discutendo sul perché (proporzionalità). 12