Chimica. Cheppalle. Un manualetto dedicato ai ragazzi delle superiori che pensano che la chimica sia una materia infinitamente pallosa. Figura 1. Chimica. Cheppalle! Una rappresentazione grafica. Ci sono un mucchio di libri di chimica per i licei e le scuole superiori, ma questo è diverso. Lo sappiamo che ve lo dicono tutti, ma questo spiega le leggi dei gas con le puzzette nell'ascensore, il concetto di mole con un giretto alla Conad, i passaggi di stato con la mappa del centro commerciale e le soluzioni sature col pranzo di matrimonio della zia Cesira. Senza dimenticare che quasi tutti gli esempi sono fatti con lo stronzio. Insomma: questo libro è parecchio diverso. Consideratelo come un posticino sicuro dove rifugiarvi dopo avere litigato col libro di testo 'serio' che vi hanno costretto a comprare i vostri prof. di chimica. Il programma sarà più o meno lo stesso. Le cose da sapere ci saranno (quasi) tutte. Quello che cambierà sarà la maniera di raccontarvele, con l'intenzione di rendere meno palloso lo studio della chimica a scuola. O magari di farvela piacere proprio. Eccovi il programma dei primi anni: sette meravigliosi capitoli sulle reazioni chimiche, gli stati della materia e le soluzioni. Atomi, isotopi, molecole, moli, gas, liquidi, solidi, passaggi di stato, soluzioni sature e solubilità. Buon divert...cioè, insomma...buona lettura! Raffaella & Stefano –> [email protected] Chimica. Cheppalle Seconda edizione. Dicembre 2015. A grande richiesta, con una montagna di disegnetti colorati per diluire ancora le robe chimiche. Tutti presi trovati su www.graphicstock.com. Un sito consigliatissimo. Copyright © 2015 Raffaella Crescenzi e Stefano Cervigni, Roma. www.cheppalle.it 2 Chimica. Cheppalle Chimica. Cheppalle. Capitolo 1. Cheppalle. O no ? 1.0 Premessa (e promessa). 1.1 Gli elementi naturali e artificiali 1.2 Gli atomi 1.3 Gli elementi 1.4 Gli isotopi 1.5 Gli ioni 1.5 Le dimensioni dell’atomo 1.6 La massa dell’atomo 1.7 Il peso atomico 1.8 Le molecole 1.9 Il peso molecolare Capitolo 2. Le reazioni chimiche 2.1 Reazioni ed equazioni chimiche 2.2 Bilanciamento delle equazioni 2.3 La mole 2.4 La costante di Avogadro 2.5 Le moli e i grammi 2.6 La composizione percentuale 2.7 Formula minima e formula molecolare Capitolo 3. Lo stato aeriforme 3.1 Il volume dei gas 3.2 La pressione dei gas 3.3 Gas reali e gas ideali 3.4 Pressione, volume e moli 3.5 Il principio di Avogadro 3.6 Il volume molare 3.7 Trasformazioni a temperatura costante. 3.8 Trasformazioni a pressione o volume costante. 3.9 Kelvin e la temperatura 3.10 L’equazione di stato dei gas perfetti 3 Chimica. Cheppalle Capitolo 4. Lo stato liquido 4.1 Proprietà dei liquidi 4.2 L’evaporazione 4.3 L'equilibrio del vapore saturo 4.3 La tensione di vapore 4.4 L’ebollizione 4.5 La temperatura di ebollizione 4.6 Distillazione. Eventualmente frazionata 4.7 La pentola a pressione Capitolo 5. Lo stato solido 5.1 Stato solido e moti delle particelle 5.2 Proprietà dei solidi 5.3 I cristalli e i solidi amorfi Capitolo 6. I passaggi di stato 6.1 Fusione e solidificazione 6.2 Calore specifico 6.3 Il calore latente 6.4 La curva di riscaldamento 6.5 Sublimazione e brinamento Capitolo 7. Le soluzioni chimiche 7.1 I miscugli omogenei e eterogenei 7.2 Le soluzioni 7.3 Entropia e soluzioni 7.4 Solvente e soluto 7.5 La concentrazione 7.6 Soluzioni sature 7.7 La legge di Dalton 7.8 Solubilità dei gas Conclusione 4 Chimica. Cheppalle Capitolo 1. Cheppalle. O no? 1.0 Premessa (e promessa) Benvenuti ragazzi, State chiedendovi se avete appena buttato i vostri soldi con l’ennesimo libro fregatura ? Speriamo di no, ma siamo pronti a scommettere che già leggendo questo primo capitolo vi renderete conto se sia stata o no una buona idea scaricarvi Chimica Cheppalle. Vogliamo partire con una bella premessa ? Ogni libro scolastico di chimica che si rispetti inizia con una frasetta tipo questa qui sotto: La chimica è la scienza che studia la materia, le sue proprietà e le sue trasformazioni. E poi dedica due o tre capitoli terrificanti a raccontare le vicissitudini di autorevoli scienziati che centinaia di anni fa si affannarono ad escogitare leggi e teorie che spiegassero che cosa diavolo succedeva quando uno si preparava una limonata, si lavava le mani, sparava un fuoco d'artificio, dimenticava la bottiglia di vino aperta o gli si arrugginivano le chiavi di casa. Armati di buona volontà, anche noi ci abbiamo provato a farvi per bene tutto l’elenco di come, quando e da chi siano state elaborate tutte queste belle considerazioni scientifiche. Le abbiamo girate da tutti i lati, osservate bene da dietro e da sotto, ma non ce l’abbiamo fatta proprio, non dico ad eliminare - ma perlomeno a ridurre - la strepitosa pallosità intrinseca dell’origine delle leggi di Lavoisier, della legge di Proust delle proporzioni definite o di quella di Dalton delle proporzioni multiple. Giusto per citare solo quelle più famose… Allora, in cerca di ispirazione, abbiamo pensato che non fosse una idea troppo malvagia chiedere consiglio proprio a voi che la chimica ve la dovete studiare. Visto che la pizzeria non sembrava il miglior posto per discutere di chimica, abbiamo provato a stanarvi su Twitter, dove la vostra opinione ci è saltata addosso in maniera chiarissima e illuminante: 5 Chimica. Cheppalle Se uno cerca 'chimica' su Twitter, trova essenzialmente tre tipi di messaggi: a) Quelli dedicati alle scie chimiche, alla castrazione chimica, alla fame chimica o alla ‘chimica’ fra due famosi (ma anche no) che stanno un sacco bene insieme, tipo: "Jamie e Dakota sono qualcosa di spettacolare, c'è così tanta chimica tra di loro". Ecco, questi generi di chimica purtroppo qui non la troverete, o - come si usa dire - "esulano dallo scopo di questo libro", con tante scuse a Jamie, Dakota e a tutte le loro sfumature. b) Quelli che contengono - a brevissima distanza dalla parola: 'chimica' - i termini: 'odio', noia mortale, 'aiuto', ‘basta’, 'nausea', 'merdaaaa' e vocaboli simili ma parecchio meno ripetibili, oltre che - of course - 'che palle' in tutte le loro variazioni di numero, colore, forma e dimensioni. Ebbene sì, ammettiamo pubblicamente di aver pescato su Twitter il titolo di questo libretto. E ancora ridiamo :o) c) Quelli a cui invece si è aperto improvvisamente un mondo nuovo e twittano orgogliosi: "oddio forse sto capendo chimica, raga è incredibile, ora piango", "8 in chimica, e ho detto tutto", oppure "a noi due chimica, non ti temo!". La percentuale dei tre tipi di tweet? Diciamo rispettivamente un 60%, 38% e 2%. Ecco, se la lettura di questo libro potesse rosicchiare un punticino al 38% e regalarlo a quel 2% noi saremmo gli autori più felici del mondo! No, anche secondo noi i tweet 'fuori tema' su scie, fame e sfumature resteranno sicuramente per lo meno il 60%. Ed è forse pure giusto che sia così. Resta il fatto che voi la chimica ve la dovete imparare, altrimenti vi beccate il debito. Però noi, forti di questi univoche conferme sperimentali, vi promettiamo solennemente che NON troverete all'inizio di questo manualetto la solita pappardella sulla storia della chimica. Fermo restando che è sempre assolutamente necessario portare un grande rispetto per la genesi delle leggi chimiche, non c’era proprio nulla da fare: pur essendo 6 Chimica. Cheppalle entrambi parecchio chimici (abbiamo perfino ricontrollato il diploma di laurea) anche noi finivamo sempre per abbioccarci irrimediabilmente all'inizio di pagina cinque. Questa parte quindi ve la risparmieremo. Promesso! La vostra professoressa vuole obbligatoriamente sapere come hanno fatto gli scienziati a trovare le leggi base della chimica? Ottima scelta. Saggia davvero. Allora vorrà dire che vi toccherà studiarvele per bene sul vostro libro ‘vero’ di chimica. Ma mi raccomando tornate a trovarci non appena avete finito con Lavoisier e gli amici suoi: questo libretto comincia infatti proprio un attimo dopo che furono trovate le leggi fondamentali della chimica. Pensate a Chimica Cheppalle come a un sequel, tipo Star Wars VII o la Saga di Twilight. Chiarito questo, cominciamo subito, anzi ‘comincio’ subito, in prima persona singolare. Non s’è mai visto - neanche nei sequel – che un narratore parli al plurale. 1.1 Gli elementi naturali e artificiali Sì, ma come si incomincia un libro di chimica ? Da dove parto ? Che cos’è che sapete già di chimica ? Sicuramente conoscerete ‘accadueò’, l’acqua, che i chimici si ostinano a scrivere H2O. Mi sa che avete già sentito pure cioddùe - CO2 l’anidride carbonica, anzi il diossido di carbonio, come si chiamerebbe veramente. Poi sapete che c’è l’atomo, i protoni e gli elettroni. Forse qualcuno arriva a ricordarsi pure i neutroni da un Superquark visto qualche anno fa. Gli ioni li conosce qualcuno ? E gli ioni cobalto ?? Alzi la mano chi non l’ha capita. Sorry, abbiate pietà, mi sto riscaldando… Partirei così: quanti sono gli elementi chimici conosciuti ? E mi rispondo pure da solo: sono un centinaio. Anzi al momento sono 118. Di questi solo 92 sono naturali, cioè sufficientemente stabili da poterli incontrare mentre fate una passeggiata. I rimanenti 26 elementi li abbiamo invece ottenuti noi artificialmente, in laboratorio o nei reattori nucleari. 7 Chimica. Cheppalle Gli elementi artificiali si riconoscono subito dai loro nomi folli, tipo seaborgio, flerovio o darmstadtio, e per sicurezza - visto che sono fra l’altro anche tutti radioattivi - vi assicuro che questo paragrafo sarà la prima e l’ultima volta che ne parleremo in questo libro. Tranquilli che neanche la professoressa li vuole sapere. Se però desideraste ammirare per vostro puro godimento personale quanto illimitata sia la fantasia umana nel trovare dei nomi spaventosi, vi consiglio caldamente di farvi un giretto su Wikipedia, che alla voce ‘elemento chimico’ potrà soddisfare la vostra curiosità. Mi raccomando di non farvi scoraggiare dalla tabella che troverete: leggetevi solo i nomi degli atomi della prima colonna, dal 93 in avanti. Caffè offerto se arrivate a 'ununoctio' senza scoppiare a ridere nemmeno una volta. Noi invece da adesso in poi ce ne rimaniamo belli concentrati sugli elementi naturalmente presenti sulla terra, ché 92 già ci basta e avanza. Anche perché l’ultimo è l’uranio, quindi noi ci teniamo bassi, vicino vicino ai numeri piccoli. Anzi, restiamo proprio attaccati a quello più piccolino, l’idrogeno, H. Quello col numero 1, come Gigibbuffon. Un attimo che mi rileggo quello che ho scritto finora. Direi che non è venuto esattamente il tipico inizio da libro di chimica. Ottimo, mi piace mantenere le promesse: Chimica Cheppalle è un libro diverso! Molto bene. Ma che cavolo sono tutti questi numeri ? Che vuol dire che gli elementi sono ordinati da 1 a 92 ? Da 1 a 92 che cosa ? Che poi 92 è anche il numero di maglia di El Shaarawy. Lo saprà lui che ha lo stesso numero dell’uranio ? E l’uranio in che squadra gioca ? Un attimo che proviamo a rispondere (quasi) a tutto. Intanto però vi informo che vi siete già letti tutto il primo capitolo del libretto di chimica che avete appena comprato ;o) 1.2 Gli atomi Dai che la professoressa ve l’ha già spiegato in classe che cosa sono questi 8 Chimica. Cheppalle numeri! Stavate distratti? Niente paura. Non indicano altro che il numero di protoni che costituiscono ogni atomo. E Gigi…cioè…l’atomo di idrogeno ne ha solo 1. In altre parole, il nucleo (che sarebbe la parte interna) dell’atomo di idrogeno contiene solamente un protone. Tutto qua. Vi ricordo però che gli atomi non possiedono nessuna carica elettrica. Altrimenti tutto quello che ci circonda sarebbe carico e pensate quante scosse elettriche ci prenderemmo ogni giorno. Quindi, dato che invece il protone è carico positivamente (lo chiamano p+) ci vorrà qualcosa con una carica uguale e contraria a quella del protone che gli gironzola continuamente attorno in modo da neutralizzarsi a vicenda. E questo qualcosa carico negativamente vogliamo chiamarlo elettrone ? Ma sì. Chiamiamolo (e-). Un atomo di idrogeno è quindi formato da un protone e da un elettrone. E basta. Però adesso scriviamolo qua sotto bello caruccio come lo vogliono sentire durante la verifica. Anzi facciamo che la roba seria da adesso in poi ve la scrivo sempre in corsivo, così la distinguete bene (ma non la saltate mi raccomando!). Gli atomi sono elettricamente neutri perché il numero dei loro elettroni è uguale a quello dei protoni. Adesso cominciamoci a fare un po’ di conti: Il numero dei protoni (e quindi anche il numero degli elettroni) di un atomo si chiama numero atomico e si indica con la lettera Z. Eccovela qua accanto, con una bella margheritina decorativa, che sembra più un crisantemo. Ogni elemento chimico si distingue dagli altri proprio contando il numero dei protoni nel suo nucleo. Esatto, questo vuol dire che ogni atomo di uranio ha 92 protoni. Con tanti saluti a El Shaarawy, al Milan, al Monaco o dove diavolo se n’è andato a giocare a pallone. Forza ragazzi che adesso facciamo ancora un passettino avanti. Dato che l’idrogeno ha solo un protone nel nucleo, se ci aggiungiamo accanto un altro protone avremo creato un nuovo elemento, completamente diverso: l’elio. Yes, quello dei palloncini. Figura 2. L'elio. Senza storie tese. Solo che due protoni vicini non ci possono proprio stare. Avete mai provato a tenere accostati i poli di 9 Chimica. Cheppalle due calamite con la stessa carica ? O - più terra terra - avete presente quando vi si avvicina uno sull’autobus con l’ascella pezzata? Giusto: si respingono. Ecco, capita così anche ai protoni. Aspettate che ve lo scrivo per bene: Un nucleo costituito solo di protoni si disgregherebbe poiché queste particelle sono cariche elettricamente dello stesso segno. Per far stare in piedi il nostro universo, Madre Natura ha dunque dovuto inventare i neutroni, particelle senza nessuna carica (neutre, appunto) capaci di bilanciare le forze di repulsione tra i protoni, permettendo così di tenere assieme il nucleo atomico. Adesso questa cosa di come i neutroni riescano a tenere attaccato il nucleo atomico lasciamola molto vaga, tanto non è nel programma di chimica delle superiori. Vi basterà sapere per il momento che tra protoni e neutroni si instaurano delle forze attrattive potentissime, attive solo a distanza ravvicinatissima, che permettono di stabilizzare il nucleo atomico. Vi butto là giusto che questa interazione è la più intensa tra tutte le forze fondamentali della natura e che è stata chiamata, con uno sforzo di fantasia strepitoso: “forza nucleare forte”. Se poi un giorno ci divertissimo a contare tutti i protoni e tutti i neutroni di un elemento chimico scopriremmo un nuovo numeretto: il numero di massa. La somma del numero dei protoni e dei neutroni viene definita numero di massa e si indica con la lettera A. Vogliamo forse rinunciare a sistemare un bel crisantemo accanto al numero di massa ? Noooo. Eccovelo qua accanto. Che forza. Già al capitolo due avete imparato una cosa di cui vantarvi con gli amici: conoscendo il numero atomico Z e il numero di massa A di un qualsiasi elemento, potrete sempre ricavare il numero di protoni, neutroni ed elettroni che suoi atomi possiedono. Per esempio, l’elio che ha 2 protoni, 2 neutroni e 2 elettroni, avrà quindi numero atomico Z = 2 e numero di massa A = 4. Che grandi piaceri ci da la chimica. Facciamo un altro esempio: se girando per casa vi imbattete in un elemento che ha Z = 38 e A = 88, vuol dire che in ognuno dei suoi atomi ci sono 38 10 Chimica. Cheppalle protoni, 38 elettroni e 50 neutroni (50 + 38 = 88). Volete sapere in quale elemento vi siete imbattuti? Nello stronzio, signori miei: simbolo chimico Sr. E qua prendo l’impegno solenne che quando possibile lo stronzio verrà sempre preso come elemento di riferimento per gli esempi di questo capitolo. Finiamola con gli esempi pallosi a base di litio e Duracell, sodio e acqua Lete, potassio e banane Chiquita. Questo è l'unico libro di chimica con tutti gli esempi a stronzio. Aspettando che abbiate finito di ridacchiare, attirerei la vostra attenzione sul fatto che non bastano mica 38 neutroni per rendere stabile il nucleo di 38 protoni dello stronzio, ma ne servono 50. Infatti, anche usando la forza forte forte forte o comecavolosichiama, più protoni sono contenuti nel nucleo, tanti più neutroni occorreranno per mantenerlo stabile. Se poi aumentiamo ancora il numero atomico, il numero dei neutroni dovrà aumentare ancora di più. Per esempio, El Shaar…cioè l’uranio ha Z = 92 e A = 238 ! Punto e a capo. Prossimo capitolo. Come va? Scommetto che non riuscite più a staccare gli occhi dal libro, vero ? ;o) 1.3 Gli elementi Questo mi sa che l'avevate capito da soli, ma per essere proprio sicuri sicuri ve lo scrivo nero su bianco qua sotto: Un elemento chimico è composto da atomi con lo stesso numero atomico, cioè da atomi che hanno tutti lo stesso numero di protoni. Se per assurdo avessimo acquistato un bel soprammobile fatto di stronzio (dico per assurdo visto che lo stronzio metallico ha il brutto vizio di infiammarsi da solo a contatto con l'aria) sapremmo che è costituito da miliardi di miliardi di atomi uguali, tutti con lo stesso numero atomico: 38. Quindi, se qualcuno vi portasse una sostanza misteriosa in cui tutti gli atomi hanno Z = 38, voi senza bisogno di altre informazioni potreste affermare che si tratta certamente dell'elemento stronzio. Fantastico, vero ? Chissà quante volte vi sarà già successo... Forse sapete anche che il simbolo chimico dello stronzio è Sr (che si pronuncia come all'asilo: "esse erre"). Se poi voleste proprio essere pignolissimi e specificare pure quanti protoni e neutroni ha, allora dovreste 11 Chimica. Cheppalle scrivere: in modo che A sia in alto e Z in basso prima del simbolo chimico. Oppure vi basterà solo scrivere 88Sr senza stare a specificare il numero atomico, tanto tutti gli atomi di stronzio avranno per forza Z=38. Altrimenti non sarebbero atomi di stronzio. O ve l’eravate già scordato ? esc Se invece due atomi hanno un numero atomico diverso allora sono atomi di elementi differenti, con proprietà chimiche e fisiche completamente diverse. Per esempio, se il venditore di palloncini al parco un giorno decidesse di riempirli di idrogeno invece che di elio (che sono elementi che hanno rispettivamente Z = 1 e 2, ma voi ve ne ricordavate, giusto?) non avrebbe avuto per niente una buona idea: infatti salterebbe immediatamente per aria con tutti i suoi palloncini nel preciso istante in cui si accendesse una sigaretta. Infatti, mentre l'elio è completamente inerte, l'idrogeno è altamente infiammabile ed esplosivo. Ci fanno il carburante dei razzi, non so se mi spiego... Io adesso ve lo farei anche un esempio con lo stronzio ma, a parte che lo stronzio non è proprio usatissimissimo (Wikipedia assicura che ci si fanno alcuni vetri, alcuni dentifrici, e i fuochi d'artificio rossi), gli elementi con un protone in più o in meno dello stronzio sono rispettivamente l'ittrio e il rubidio, ancora di più emeriti sconosciuti. Direi di sorvolare questa volta, però fidatevi: Il cambiamento del valore del numero atomico provoca delle enormi variazioni nelle proprietà degli atomi. 1.4 Gli isotopi Gli atomi con lo stesso numero di protoni sono tutti uguali e hanno uguali proprietà. Che angoscia, l'avevamo capito questo !...Un attimo... la novità di questo capitolo è che gli atomi di uno stesso elemento possono avere un numero diverso di neutroni. Gli atomi che hanno lo stesso numero di protoni ma un differente numero di neutroni, si chiamano isotopi (con l'accento sulla prima o. Vi prego, non avventuratevi a fare battutelle sulle isotrappole o gli isogatti che tanto le 12 Chimica. Cheppalle conosciamo tutte). Tutti gli isotopi di uno stesso elemento hanno le stesse proprietà chimiche e lo stesso numero atomico Z, ma hanno un diverso numero di massa A. Tipo quando uno gioca a Clash of Clans. I giganti sono tutti uguali (hanno lo stesso Z) e anche se possono avere vari livelli di potenziamento (differenti A) - tutti i giganti passano comunque il tempo a cercare di schiantare le difese del nemico (hanno le stesse proprietà chimiche). Anche per le altre truppe (gli altri elementi) vale lo stesso: i goblin si distinguono dagli spaccamuro perché hanno un loro specifico Z e capacità caratteristiche di attacco e difesa, che rimangono le stesse durante il gioco: un goblin innescherà sempre trappole e uno spaccamuro si continuerà a far esplodere sulle mura, indipendentemente dal livello (con più o meno neutroni) a cui li avete migliorati. Tornando alla chimica dopo avervi fornito gratis questa meravigliosa scusa per quando vi beccano a giocare a Clash of Clans, l'esistenza degli isotopi è la ragione per cui quelli pignolissimi scrivono 88Sr quando vogliono intendere precisamente lo stronzio con 38 protoni e 50 neutroni. Infatti, anche se tutti gli atomi di stronzio hanno per forza 38 protoni, esistono tranquillamente atomi di stronzio che hanno nel loro nucleo 46, 48, 49, 50 o anche 52 neutroni. Facendoci quindi tutte le addizioni, scopriamo che esiste lo 84 Sr, 86Sr, 87Sr, 88Sr e pure lo 90Sr, quest'ultimo (che si pronuncia 'stronzio novanta') è anche simpaticamente radioattivo. Tranquilli, vi avviso subito che lo stronzio naturale è sostanzialmente formato da una miscela di quattro isotopi, 84Sr, 86Sr, 87Sr e 88Sr, nessuno dei quali è particolarmente pericoloso. Concluderei il capitolo tornando solo per un attimo agli elementi che si incontrano più spesso. Abbiamo visto sopra che l’idrogeno è costituito da atomi nel cui nucleo c'è solo un protone e nessun neutrone. Però esistono in natura - anche se sono meno dello 0,02% - anche atomi di idrogeno il cui nucleo contiene, oltre al protone, anche un neutrone. Questi atomi di idrogeno vanno dunque scritti 2H, e hanno uno di tutto: un protone, un neutrone e un elettrone. Sono anche gli unici isotopi con un nome creato apposta per loro: il deuterio. 13 Chimica. Cheppalle Beh, quasi gli unici isotopi on un nome creato apposta per loro. Infatti è possibile preparare in laboratorio degli atomi di idrogeno artificiali, radioattivi, il cui nucleo contiene un protone e DUE neutroni. E anche questi hanno un nome tutto per loro: il trizio, 3H. Figura 3. Idrogeno, Deuterio e Trizio. Di Craio e Sempronio non si hanno notizie Quello che a me piacerebbe vi ricordaste di tutte le chiacchiere qua sopra è semplicemente il fatto che gran parte degli elementi presenti in natura sono in realtà composti da una miscela di isotopi, e che di solito uno (o massimo due) degli isotopi è di gran lunga più abbondante degli altri. Ma su questo ci ritorniamo sopra tra un po', quando studieremo il peso atomico. 1.5 Gli ioni Abbiamo visto che cosa succede quanto togliamo o aggiungiamo protoni e neutroni a un atomo. Adesso diamo uno sguardo pure agli elettroni, che sono piccoli ma incazzosi, vi assicuro. Quando un atomo cede o acquista un elettrone diventa carico elettricamente (positivo o negativo) e viene definito ione. Partiamo subito col nostro fidatissimo stronzio che tende a cedere due elettroni, formando uno ione Sr2+ (e dato che ha ceduto roba negativa, i due elettroni, diventa uno ione carico positivamente, o meglio un catione). Invece il fluoro (F-), che ho scelto perché lo troviamo nei dentifrici come lo stronzio, tende ad acquistare un elettrone e diventerà quindi carico negativamente: un anione. 14 Chimica. Cheppalle La finisco qui per il momento con tutti questi nomi, altrimenti vi rintrono completamente. Ma state tranquilli che ci torneremo cento volte su questa cosa degli elettroni persi e ritrovati e vedremo bene perché mai lo stronzio preferisce cedere due elettroni, mentre il fluoro se li prende - però al massimo uno - e che significa tutto questo in pratica. Abbiate pazienza che ci arriveremo. Magari in Chimica Cheppalle 2, la vendetta. Datemi solo il tempo di scriverlo... 1.5 Le dimensioni dell’atomo Facciamoci ora un paio di capitoletti per mettere bene in chiaro quanto grossi sono questi atomi. Vorrei far passare il messaggio che si tratta di entità straordinariamente piccole. Non semplicemente minuscole e nemmeno microscopiche, qua stiamo parlando di cose proprio – e chiedo scusa per il termine tecnico – piiiiiiiiiiiccoliiiiiiiiissime! Come cavolo si fa a darvi un’idea chiara di quanto piccole siano le cose delle quali stiamo amabilmente discutendo ? Lo vedete per esempio il puntino sotto al punto interrogativo qua accanto ? Ecco, dentro a quel punto c’entra un numero di protoni sterminato. Ma sterminato quanto ? Quanti protoni entrano in un puntino ? Proviamo a visualizzarli così: se potessimo ingrandire ciascun protone dentro quel puntino in modo da poterlo vedere bene e lo facessimo diventare grande tanto quanto il vostro telefonino, allora il puntino sotto al punto interrogativo - per contenere sempre quello stesso numero sterminato di protoni - dovrebbe diventare grande …come il SOLE. Proprio quella palla gialla lassù. Ragazzi, portate rispetto ai puntini quando li vedete la prossima volta. Ora capirete bene che per poter affrontare queste grandezze miniminimini c’è da trafficare un po’ con le potenze di dieci. Infatti il metro appare subito poco adatto per misurare gli atomi, a meno che non vi diverta impazzire con gli zeri. Un protone ha un raggio di quasi 0,000000000000001 metri, che possiamo anche scrivere (andatevi a ripescare il libro di matematica) 1 · 10-15 m. Dunque i pazz…cioè…gli scienziati che lavorano con queste particelle hanno dovuto inventarsi sottomultipli nuovi del metro per chiamare in qualche modo 15 Chimica. Cheppalle queste lunghezze. Ve le ricordate le equivalenze ? C’erano i dm, cm, mm…magari certi si ricordano pure i micrometri: µm, ma anche così arriviamo solo a 10-6 m, un'unità di misura ancora totalmente inutile per gli atomi: sarebbe come cercare di misurare lo spessore di un capello dall’alto della Torre Eiffel. Per gli atomi gli scienziati sono stati costretti a scegliere il picometro (pm), che è uguale a 10-12 m e il femtometro (fm, uguale a 10-15 m). Un protone (o un neutrone, che è grande circa quanto un protone) misura dunque circa 0,001 pm, o ancora meglio: 1 fm. Un atomo è invece in media bello grosso (a modo suo). Considerando tutta la nuvola di elettroni che gli gira attorno misura da circa 50 pm (per l’elio) a 350 pm (per gli atomi grossi, tipo il cesio). Volete assolutamente sapere il raggio atomico dello stronzio ? Circa 200 picometri, cioè 0,0000000002 metri. Rassegnatevi, gli atomi proprio non si vedono, neanche col microscopio della zia. 1.6 La massa dell’atomo Beh? Adesso che sapete quanto è grande un atomo non vorrete mica chiudere il libro senza sapere quanto pesa ? Un attimo solo che ve lo dico. Innanzitutto vi informo che gli elettroni sono enormemente più leggeri dei protoni e neutroni, ma tipo quasi 2000 volte più leggeri. E allora addio elettroni, non li consideriamo neanche: in pratica la massa di un atomo è uguale alla massa del suo nucleo. Ci rimangono solo il protone e il neutrone, che pesano …ehm… 1,67 · 10-24 grammi ciascuno. E qua mi sia che stiamo messi parecchio peggio di prima. Se infatti avevamo avuto grossi problemi a farci un’ idea di quanti fossero 10-12 m, una massa di dieciallamenoventiquattrogrammi è una cosa proprio indecorosamente leggera! Vuol dire che in un chilo di protoni ci sono quasi un miliardo di miliardi di miliardi di protoni ! Da oggi in poi quando pesate la frutta al supermercato pensate a tutti quei fantastiliardi di protoni e neutroni che vi guardano dalla bilancia. Senza scordarsi degli elettroni, che anche se pesano parecchio di meno, sono tanti quanto i protoni. 16 Chimica. Cheppalle Ovviamente anche qua gli scienziati hanno dovuto inventarsi un’unità di misura apposta per misurare la massa degli atomi. Solo che proprio non esistevano sottomultipli ‘ufficiali’ del grammo da utilizzare per pesare robette così leggere. A loro serviva misurare 10-24 grammi ! Alcuni hanno proposto di usare lo yoctogrammo (giuro che esiste!) che sarebbe in effetti proprio uguale a 10-24 g, ma non hanno ancora avuto molti seguaci. La maggioranza degli scienziati ha preferito invece accordarsi sulla creazione di un'unità di misura tutta nuova per misurare la massa degli atomi. Dopo lunghe discussioni hanno scelto di chiamarla unità di massa atomica (sempre fantasiosissimi questi scienziati) che ha come simbolo simbolo u ed è uguale a 1,66 · 10-24 g (e quindi 1 u è 1,66 yoctogrammi, ma non ditelo troppo in giro). La cosa simpatica di questa nuova unità - abbreviata u.m.a, come Uma Thurman - è che il valore della massa di un protone e di un neutrone corrisponde a poco più di 1 u (rispettivamente a circa 1,007 e 1,008 u) e quindi: La massa di un atomo equivale approssimativamente al numero di massa A espresso in u.m.a. …infatti voi ve lo ricordavate ancora perfettamente che il numero di massa A non è altro la somma della massa di neutroni e dei protoni, vero ?! Sento le rotelline che girano nella vostra testa: “ma, visto che dovevano inventarsela di sana pianta, perché mai gli scienziati non hanno scelto un'unità di misura meno imbecille, dove la massa di protone e neutrone fosse esattamente 1, invece che 1,00qualcosa” ? Ottima domanda! In effetti c'erano quelli che volevano usare la massa dell'idrogeno (un protone) come unità di misura, ma purtroppo l'idrogeno non andava bene perché, come se non fosse complicato abbastanza, protoni e neutroni hanno una massa maggiore quando sono da soli rispetto a quando stanno in compagnia di altri protoni e neutroni. Questo fatto viene chiamato difetto di massa. Cosa non del tutto incomprensibile: scommetto che anche voi quando cenate da soli vi svaccate sul divano ricoperti da Nachos e Nutella ma quando uscite con la vostra metà fate i salutisti e ingurgitate sorridendo un brodino vegetale con carote lesse... 17 Chimica. Cheppalle Andava quindi scelto come riferimento per la massa atomica un elemento che avesse sia protoni che neutroni. Quindi andavano bene tutti tranne l'idrogeno, che di neutroni non ne ha nessuno. Vi lascio immaginare con 91 atomi a disposizione quante litigate si scatenarono tra gli scienziati: oltre quelli di prima dell’idrogeno ce n'erano alcuni che volevano utilizzare l'ossigeno, altri il carbonio. No, che io sappia lo stronzio non lo aveva proposto nessuno. Alla fine venne scelto (quasi) di comune accordo come atomo di riferimento l’isotopo 12 del carbonio (quindi 12C) a cui assegnarono una massa 12 u. Dividendo dunque per 12 la massa di un atomo di questo isotopo del carbonio otteniamo la massa che ha un protone o un neutrone quando è legato ad altri protoni e neutroni. Riassunto delle puntate precedenti: un atomo di carbonio 12C pesa esattamente 12 u, mentre per esempio un atomo di 88Sr pesa circa 88 u, cioè circa 88/12 della massa di un atomo di 12C. Ma ora ce lo riscriviamo tutto per bene in corsivo: L’unità di massa atomica, pari a 1,66 · 10-24 g, è l’unità di misura delle masse atomiche ed è per definizione la dodicesima parte della massa di un atomo di carbonio 12C. 1.7 Il peso atomico Forza e coraggio che questa è l'ultima definizione che ci serve per poterci finalmente calcolare le masse degli atomi! Dobbiamo parlarne per forza perché l’unita di massa atomica, che avete appena finito di leggere, è una cosa tanto caruccia però in pratica non serve assolutamente a niente: infatti sapere che lo 88Sr pesa circa 88 u - anche se ci da grosse soddisfazioni interne - non ci è purtroppo molto utile, semplicemente perché (come abbiamo visto qualche paragrafo fa) lo stronzio in natura è in realtà una miscela di quattro isotopi che hanno ciascuno una massa atomica diversa. Per sapere quindi quanto pesano gli atomi del vostro soprammobile 18 Chimica. Cheppalle di stronzio bisognerà fare una media ponderata (chiedete al prof di matematica) dei pesi dei suoi isotopi, tenendo conto della loro abbondanza relativa sulla terra. Si definisce peso atomico (P.A.) di un elemento la massa media di un atomo di quell’elemento. Il P.A. dipende dalle percentuali con cui ognuno dei suoi isotopi è presente in natura e dalla massa atomica A di ciascuno di questi isotopi. Siete svenuti ? No, dai tornate qua: facciamo subito qualche esempio. Calcoliamoci per cominciare questa media ponderata ed otteniamo il peso atomico del nostro fedele amico stronzio. Basterà sommare i prodotti delle masse atomiche di ognuno dei suoi quattro isotopi per le loro rispettive abbondanze isotopiche e dividere il risultato per 100 (sono percentuali): P.A.(Sr) = (84 x 0,56% + 86 x 9,86% + 87 x 6,90% + 88 x 82,58%) / 100 = 87,62 Il peso atomico dello stronzio è 87,62 u, che non significa dunque che ogni atomo di stronzio pesa 87,62 u, ma solo che lo stronzio è una miscela di quattro isotopi 84Sr, 86Sr, 87Sr e 88Sr (90Sr è un isotopo artificiale e non conta), mescolati tra loro in una proporzione tale da dare 87,62. A proposito, anche lo ione stronzio Sr2+ ha praticamente lo stesso peso atomico dell’atomo di stronzio da cui deriva, tanto – come vi ricorderete senz’altro - i due elettroni in meno hanno una massa trascurabile (quasi diecimila volte inferiore) rispetto a quella del nucleo dello Sr. Un altro esempio? Il fatto che il peso atomico dell’idrogeno sia 1,008 u indica semplicemente che la stragrande maggioranza degli atomi di idrogeno presenti in natura non ha neutroni ed è quindi rappresentata dall’isotopo 1H, con solo una minima parte (lo 0,002%) di deuterio 2H. Dato che quasi tutti gli elementi naturali si trovano sotto forma di due o più di isotopi diversi, praticamente nessuno di loro ha un peso atomico uguale a un numero intero. Pertanto, a meno che non siate degli assi nelle moltiplicazioni con le virgole, vi consiglio di portarvi sempre in tasca una calcolatrice, per aiutarvi durante quei momenti in cui vi viene quella voglia irresistibile di calcolare pesi atomici. 19 Chimica. Cheppalle 1.8 Le molecole Adesso che vi ho completamente rintontiti con definizioni e metodi per misurare quando sono grossi e quanto pesano gli atomi, vi posso rivelare che in realtà le sostanze che contengono soltanto un tipo di atomo sono davvero pochine. Sorry... Infatti, tranne i metalli e alcuni gas che non vogliono interagire con nessuno (e si chiamano infatti gas nobili, per mettere bene in chiaro quanto se la tirano) praticamente tutti gli elementi chimici cercano di aggregarsi tra di loro per formare strutture composte, dove gli atomi sono uniti l’uno con l’altro attraverso i cosiddetti legami chimici. Certamente gli atomi possono formare aggregati anche con se stessi, tipo l’idrogeno (H2), l’ossigeno (O2), il fosforo (P4), dove il numeretto in basso indica quanti sono gli atomi uguali che si legano per formare un’entità nuova, che chiamiamo molecola. Più spesso però i legami chimici vengono formati tra atomi diversi tra di loro, e quello che si ottiene è comunque sempre una molecola, tipo l’acqua (H2O) o il cloruro di stronzio (SrCl2), molecole che contengono rispettivamente due atomi di idrogeno o di cloro e uno di ossigeno o di stronzio. Insomma, ai chimici non importa un fico secco se una unione si forma tra atomi uguali o atomi diversi, sempre ‘molecola’ si chiama. A buon intenditor… Quello che però a noi adesso importa è che: Tutte le molecole di una sostanza pura hanno la stessa composizione e le stesse proprietà. Ovviamente le molecole hanno di solito proprietà molto diverse da quelle degli atomi di cui sono formate, perché la formazione dei legami modifica enormemente le caratteristiche degli atomi di cui sono composte, come una qualsiasi coppia di innamorati potrà confermarvi… La composizione di una molecola si descrive con una formula chimica. Semplicemente guardando una formula chimica noi chimici (e da adesso anche voi!) capiamo subito quali sono gli elementi che costituiscono la molecola ed in quale quantità relativa sono combinati tra loro. 20 Chimica. Cheppalle Ad esempio, P4, H2O e SrCl2 sono formule molecolari, o formule brute, che ci dicono quali e quanti atomi si sono legati tra loro. Per molecole più complicate fa anche comodo specificare il modo in cui gli atomi sono legati tra di loro, utilizzando le cosiddette formule di struttura, dove i trattini rappresentano i legami tra gli atomi. , e Paura eh? Rilassatevi tranquillamente anche se al momento non è tutto chiarissimo: tanto non vi libererete più da formule brute e formule molecolari per tutto il resto del tempo che studierete la chimica... Figura 4. Formule complicate per vantarvi con gli amici che voi studiate chimica. 21 Chimica. Cheppalle 1.9 Il peso molecolare Dopo il peso atomico arriva il peso molecolare. La buona notizia è che il peso di una molecola non è altro che la somma dei pesi atomici degli elementi che la costituiscono. Dai che questa è facile! Si chiama peso molecolare (P.M.) di una sostanza la somma dei pesi atomici di tutti gli atomi di quella sostanza. Finito. Yeah! Ad esempio, una molecola d’acqua pesa in media 18,015 u. Infatti il peso atomico dell’idrogeno è 1,008 u e quello dell’ossigeno è 15,999 u. Quindi il peso molecolare dell’acqua è (2 x 1,008) + 15,999 = 18,015 u. Facendoci gli stessi identici conti troviamo il P.M del cloruro di stronzio SrCl2: 87,62 + (2 x 35,45) = 158.53 u. Vi consiglio di segnarvelo sul diario per ogni evenienza... A proposito, anche se vengono chiamati pesi atomici e pesi molecolari, in realtà questi sarebbero masse atomiche e masse molecolari. L’avete già fatto a fisica ? Il peso di una sostanza dipende dalla gravità, la massa invece no. Purtroppo tutti li chiamano ‘pesi’ da sempre e questo nome – sbagliato - è rimasto (e rimarrà sempre ?) loro attaccato. E lo sapete che vi dico? Io il primo capitolo lo finirei direttamente così, con questa gran bella notizia. Nel prossimo capitolo – sempre che vogliate continuare a leggerci - cominceremo finalmente a mescolare le molecole tra di loro. 22 Chimica. Cheppalle … [70 pagine di pura goduria] … 23 Chimica. Cheppalle Conclusione Ragazzi, Eccoci arrivati in fondo al primo capitolo. Come vi sentite ? Figura 5. Chimica. Cheppallette ? Ci siamo permessi di disegnarle un po’ più piccole che all’inizio del libro. Se a questo punto, contrariamente ad ogni previsione, aveste ancora voglia di leggere anche gli altri sei capitoli rimanenti non dovete fare altro che tornare su www.cheppalle.it o direttamente su Amazon. In ogni caso vi ringraziamo tanto per essere arrivati a leggere sino a qua in fondo. Chimica Cheppalle vi saluta e vi augura in bocca al lupo. Di cuore! Raffaella e Stefano 24