L’URCA INFORMA
LUGLIO 2009
BOLLETTINO D’INFORMAZIONE INTERNO DELL’URCA SENESE
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NOTIZIARIO
L’argomento attuale è la modifica della L.R. 3/94. Siamo partiti in primavera con promesse di
numerosi miglioramenti alternati ad altrettante smentite. Nel corso di questi mesi abbiamo
partecipato a numerosi convegni, tavole rotonde e discussioni, per arrivare ad una bozza di
proposta che certamente non accontenterà tutti, ma per il modo in cui è stata impostata
dall’Amministrazione Regionale e per gli impegni presi direttamente dal presidente Martini,
ci sono le premesse per una legge positiva. Certamente, la densità raggiunta dagli ungulati, in
particolare quella del cinghiale e i danni provocati all’agricoltura hanno assunto proporzioni
tali da farci riconsiderare alcuni parametri di gestione.
I rapporti con l’Amministrazione provinciale
sono sensibilmente migliorati, in questo ultimo
anno siamo sempre stati invitati ai vari
incontri insieme alle altre associazioni
interessate nella gestione del territorio. Si è
appena insediato il nuovo consiglio provinciale,
aspettiamo il 20 luglio per conoscere il nuovo
assessore Anna Maria Betti, alla quale, fin da
ora auguriamo buon lavoro.
All’ordine del giorno sono in discussione i piani
di gestione dei cervidi e bovidi per la stagione
venatoria 2009/2010, il controllo del cinghiale e
le autorizzazioni ai foraggiamenti a scopo dissuasivo.
Nelle pagine seguenti tratteremo più specificatamente gli argomenti. Tratteremo anche dei
rapporti con le altre associazioni e di altri argomenti interessanti per i cacciatori di selezione.
Siamo arrivati in prossimità della nuova apertura, a tutti auguriamo in bocca al lupo.
I PROBLEMI CI SONO!
Voglio cogliere l’occasione per fare i nostri auguri di buon lavoro
all’assessore provinciale Anna Maria Betti, recentemente nominata
con le deleghe su agricoltura, caccia e pesca, ambiente, aree
protette. Siamo consapevoli, pur nella totale fiducia sulle sue
capacità, che di auguri ne avrà certamente bisogno visto che le
materie su cui ha competenza attraversano un periodo di molteplici
problematiche non positive.
Per l’assessore, ma soprattutto per noi, voglio ricordare alcuni
aspetti che interessano la nostra attività di cacciatori di selezione
ma anche di uomini innamorati dell’ambiente e della sua
salvaguardia, impegnati a vario titolo in ogni ambito dove si vuole
“gestire per migliorare e difendere l’ambiente ”.
Mi limito a citare due problemi rilevanti ai fini della gestione.
Il primo problema è relativo ai danni causati all’agricoltura dagli
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animali selvatici e alle rilevanti somme che vengono erogate tutti gli anni, attingendo dalle casse in
cui gli unici contribuenti sono i cacciatori, ed implica una attenta analisi dei meccanismi che
aiutano nel territorio il formarsi delle condizioni per i danni pur avendo presente che alcuni sono
inevitabili ( come è sempre stato dalla nascita dell’agricoltura in poi e quindi fisiologici ).
Le cause più evidenti di un governo sbagliato, il problema è evidenziato dai seguenti punti:
Meccanismi che ostano qualsiasi gestione ottimale del territorio, partendo dai rifugi creati dalle
zone di divieto di caccia (riserve naturali, oasi, z.r.c. e z.r.v., riserve private, ecc.);
La possibilità di effettuare denunce del danno anche dopo la distruzione integrale del raccolto
impedendo così ogni possibilità di prevenzione;
L’impossibilità di sanzionare o comunque di non risarcire a chi si oppone alle opere di prevenzione;
La mancata previsione nei piani di sviluppo (per culture particolarmente pregiate) di strutture di
prevenzione danni;
Qualsiasi meccanismo di sanzione nei confronti di coloro che dichiarano situazioni inesistenti e
quantità di prodotto danneggiato assolutamente non veritiere ( potremmo aprire curiose parentesi
su richieste danni “per raccolti distrutti da rumate da capriolo” o per le “susine distrutte dal
cinghiale” )
Queste ed altre discrasie dei meccanismi
scontentano tutti gli attori, pertanto credo
indispensabile la revisione del regolamento per
l’accertamento dei danni ma soprattutto premiare
comportamenti virtuali e sanzionare coloro che
tolgono artificiosamente risorse agli altri
agricoltori e alla stessa prevenzione danni.
In tutto questo l’Assessorato, unitamente alle
Associazioni
Venatorie,
soprattutto
alle
Associazioni degli Agricoltori, ha un serio ruolo
da giocare.
Il secondo problema investe decisioni politiche in
merito all’organizzazione della caccia di selezione
come oggi impostata dalla Provincia di Siena.
Volendo sintetizzare al massimo il concetto, diciamo che da una struttura in crescita con attività
formative e momenti di responsabilizzazione del passato, siamo passati a una specie di regime
sanzionatorio, accentrato e chiuso a tutti gli attori sul territorio. Più dettagliatamente, ripercorrendo
sinteticamente l’organizzazione del Cacciatore di Selezione, era stata creata una piramide in cui
ognuno al suo livello svolgeva il proprio compito con determinazione e con la responsabilità che gli
era affidata, sufficiente questo a motivarlo; successivamente, con vari regolamenti e determine
dirigenziali, si è passati ad un sempre maggior accentramento togliendo responsabilità ai livelli
inferiori e sostituendo ciò che veniva fatto per responsabilizzazione con il regime dell’obbligo.
Potrei dettagliare tanti passaggi avvenuti in questo senso, ma mi limito alle graduatorie che ogni
distretto elaborava e oggi vengono fatte dagli ATC o alle sanzioni che non vengono più comunicate
ai distretti non considerando che poteva aiutare la gestione e anche essere di monito per gli altri.
Possono sembrare banalità ma sono i primi atti che allontanano i vari livelli della piramide.
Nessuna voce in capitolo per ciò che riguarda il regolamento (tutte le proposte inascoltate anche
quando erano solo correzioni dovute all’esperienza), nessuna comunicazione per sapere tempi,
programmi, future attività, novità scientifiche e tecniche.
La stessa CPCSO provinciale, creata poprio per questo tipo di dialogo, mi risulta inascoltata e
spesso non considerata.
Potrei continuare ma mi limito a questi esempi per dire che la Caccia di Selezione necessita che
tutte le componenti partecipino attivamente alla “gestione” sia sul campo per le prevenzioni,
censimenti, controllo della fauna, sia nella gestione organizzativa con assunzione di responsabilità,
serietà e convincimento ma questo può avvenire solo se tutte le componenti agiscono in questo
senso altrimenti sarà “anarchia in uno stato di polizia”.
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Per questi motivi rinnovo gli auguri di buon lavoro all’assessore dichiarando sin d’ora che la Caccia
di Selezione, per gli apporti che può dare, è al suo fianco per lavorare, programmare e gestire come
in questi anni abbiamo imparato a fare.
Sergio Bellacci
MODIFICA DELLA L.R.3/94
Come sarà e quando diventerà operativa
Il piano dei lavori che la Regione Toscana si era posta come obbiettivo per la costruzione della
legge in discussione, fino ad oggi è stata rispettata. Dopo la conferenza regionale di Arezzo del 13
febbraio conclusa con molte speranze ma anche con qualche perplessità è stata la spinta per l’inizio
dei lavori.
Nel mese di aprile sono uscite le prime delibere già rese operative che riguardano la gestione delle
zone addestramento cani, la regolamentazione della selvaggina liberata e il divieto del
foraggiamento del cinghiale, per il quale è già operativa anche una delibera provinciale. Nei mesi
successivi ci sono stati numerosi incontri, convegni e tavole rotonde che anno portato ad una vera e
propria bozza di proposta, per il 23 luglio è previsto un tavolo verde con le associazioni più
importanti, per arrivare in commissione agricoltura nel mese di settembre, sarà poi esaminata dalla
giunta regionale, per essere presentata all’approvazione del consiglio entro il mese di ottobre. I mesi
di novembre e dicembre dovrebbero essere dedicati alla parte tecnica con l’approvazione dei
regolamenti attuativi necessari per rendere operativa la gestione della caccia per i prossimi anni. Per
quello che sappiamo, sarà una legge snella, semplice, dove saranno riportati solo gli indirizzi
generali, mentre tutta la gestione tecnica sarà compresa nei regolamenti attuativi, per consentire alle
singole province di avere un margine di manovra più elastico e far fronte alle diverse esigenze di
gestione locale.
Al momento non siamo in grado di stabilire quanti e quali vantaggi porterà la nuova legge ai
cacciatori di selezione, molte delle nostre proposte come la cancellazione dell’opzione “D” e la
possibilità di gestione della caccia programmata ai cervidi all’interno delle ZRC, ZRV e zone di
divieto non saranno recepite, mentre sembrano orientati a concederci alcune giornate in più rispetto
all’attuale pacchetto anche se non sappiamo ancora in quale modo.
RAPPORTI CON L’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE.
Il 28 maggio l’Assessore Claudio Galletti ha convocato tutte le associazioni interessate alla gestione
faunistica. L’oggetto della discussione erano le proposte del calendario venatorio per la stagione
2009/2010.
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A seguito di alcuni incontri che l’URCA Senese aveva avuto con i presidenti dei distretti di caccia
di selezione e con i rappresentanti del C.P.C.S.O provinciale, aveva elaborato alcune richieste
riportate in un documento e consegnato all’Assessore, di seguito riportate.
Per un controllo più attento all’ingresso dei troppi cacciatori provenienti da altre regioni e che
intendano praticare la caccia di selezione nella provincia di Siena, considerato che la presenza nei
distretti dei non residenti si avvicina al 40%, visto anche i vantaggi che il nostro disciplinare per la
gestione dei cervidi e bovidi gli concede, siamo preoccupati per gli sviluppi e le difficoltà gestionali
che ciò può provocare.
I Distretti si avviano verso la saturazione dello spazio fisico, necessario per praticare la caccia in
sicurezza, se continueranno ad arrivare cacciatori da fuori provincia come è avvenuto negli ultimi
anni, corriamo il rischio di non essere più in grado di trovare il posto per i residenti che
intenderanno avvicinarsi alla caccia di selezione.
Già si verificano casi di intolleranza e in futuro prevediamo anche un peggioramento.
I presidenti dei distretti invitano l’Amministrazione Provinciale ad elaborare regole chiare, con la
possibilità interpretativa limitata, per scongiurare le differenti informazioni attualmente diffuse fra
gli organi periferici e la stessa l’Amministrazione.
Chiedono inoltre una più stretta collaborazione con l’ufficio risorse faunistiche, di non essere
lasciati soli di fronte a incomprenzioni, contenziosi od altri comportamenti scorretti.
La politica recentemente adottata, che per contrastare l’aumento delle popolazioni di ungulati,
consente l’aumento incontrollato del numero dei selecontrollori, sembra messa in discussione da un
recente studio effettuato dai tecnici dell’ATC 18. I dati forniti, non confermano questa tesi.
Noi crediamo che l’equilibrio tra lo spazio fisico e le distanze di sicurezza nell’azione di caccia, il
legame del cacciatore al territorio di residenza, una prevenzione dei danni all’agricoltura più
efficace, la possibilità di non segnare il tesserino regionale avvalendosi del libretto delle uscite per i
cacciatori di selezione e cancellare l’opzione “D”, che stando ai fatti sembra avvantaggiare solo gli
avventurieri, sia la strada migliore da percorrere, anche perché notiamo che i non residenti, sono
sempre disponibili a prendersi le fascette, ma hanno tutti i problemi del mondo quando si tratta di
rimboccarsi le maniche per gli interventi di gestione.
Considerato l’eccezionalità del momento, per il nuovo calendario venatorio, i distretti propongono
di anticipare l’apertura della selezione al capriolo al 20 luglio.
Ripristinare la caccia di selezione nelle ZRV come già avvenuto in passato anche se non più
previsto dalla L.R.3/94.
Considerato che da due stagioni non sono più effettuati abbattimenti all’interno delle ZRC e ZRV,
l’amentato numero di caprioli al loro interno ha raggiunto in qualche caso numeri preoccupanti, per
contenere i danni all’agricoltura, i distretti chiedono la possibilità di praticare gli abbattimenti in art.
37, a partire dal primo di agosto.
Per contenere il crescente numero di volpi che distruggono la piccola selvaggina, considerato che
negli ultimi anni il prelievo è sceso da circa 2000 a poco più di un centinaio di capi e che le squadre
costituite per il controllo di questo selvatico negli ultimi due anni sono scese da 28 a 7. Consapevoli
che non è previsto dall’attuale legge regionale, ma crediamo possibile lo spostamento delle date di
apertura e chiusura a livello provinciale, proponiamo di consentire il prelievo ai cacciatori di
selezione, consegnando loro apposite fascette, registrare il capo nel libretto delle uscite,
specificando il sesso e la classe di età.
Riconsegnare poi l’orecchio con la fascetta e la scheda di abbattimento durante il controllo delle
teste dei cervidi che avviene al termine di ogni periodo di caccia.
Di fronte a tali richieste, tutte le altre associazioni presenti si sono dichiarate favorevoli, mentre
l’amministrazione provinciale, ha promesso di prendere in considerazione tutto ciò che l’attuale
normativa regionale e nazionale gli avrebbero consentito.
RAPPORTI CON LE ALTRE ASSOCIAZIONI
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Di seguito riportiamo l’orientamento e le proposte che l’URCA Senese ha portato avanti durante i
momenti di discussione con le altre Associazioni e con gli enti amministrativi, facendo alcune
considerazioni analizzando la bozza di proposta della L.R. 3/94.
I Presidenti dei distretti di caccia di selezione, della provincia di Siena, considerano la bozza di
proposta della modifica alla legge in oggetto, un buon punto di partenza per una discussione.
Sono apprezzate alcune cose, molto meno altre.
Eravamo usciti dalla conferenza regionale di Arezzo già con qualche dubbio, che è stato poi
confermato nella conferenza del 5 giugno alla festa del cacciatore di Poggibonsi.
Di seguito mi limiterò ad elencare le poche cose che secondo i cacciatori di selezione non sono
condivisibili.
Iniziamo con l’art. 13 comma”1”, dove si prevede il rapporto cacciatore territorio 1/13 su tutta la
superficie agro pastorale espressa in ettari, anziché sul territorio cacciabile.
Nei tre ATC della Provincia di Siena, attualmente praticano la caccia cinquemila persone non
residenti, di cui duemila provenienti da fuori regione, i distretti di caccia di selezione attualmente
ospitano il 40% di cacciatori non residenti, con gravi difficoltà di gestione. Riappare anche quel
senso di intolleranza verso l’estraneo che avevamo ben conosciuto in passato, in quanto
consideriamo ingiusto vedersi depredati dei risultati di anni di attenta gestione da persone che
pensano solo a prelevare senza nulla concedere, facendo venir meno anche il principio del legame
del cacciatore al territorio di residenza, tanto sbandierato.
Se pensiamo che con 50,00 €, i nostri ospiti cacciano tutto l’anno portandosi via 4 o 5 caprioli
qualche Daino, oltre alla selvaggina nobile stanziale ed alcuni cinghiali, nel giro di qualche anno
saremmo invasi. È confermato anche dal comma 2 dell’art. 29 bis, nel quale si chiede alle Province
di garantire 2 sessioni di esami di abilitazione annuali.
In provincia di Siena sono abilitati circa 1800 cacciatori di selezione, di cui oltre 1500 praticanti e
oltre 200 abilitati nel 2009, a breve non saremo più in grado di assorbire nemmeno i residenti per
mancanza di spazio fisico disponibile per praticare la selezione in condizioni di sicurezza.
Comprendiamo che le realtà di altre Province siano diverse, se ci sono necessità di stimolarle,
pensiamo che il legislatore sarà in grado di responsabilizzare coloro che non fanno nuovi corsi di
abilitazione o comunque non gestiscono correttamente il proprio territorio, ma allo stesso tempo
dovrà proteggere chi come la provincia di Siena deve tutelarsi dalle troppe invasioni esterne
diventate insostenibili.
Qualche giorno prima delle elezioni Amministrative ed Europee, è stato diffuso una bozza del
calendario venatorio regionale nel quale veniva specificato che ai cacciatori di selezione sarebbe
stato concesso un doppio tesserino che gli avrebbe permesso di praticare la caccia di selezione dal
primo agosto fino alla terza domenica di settembre senza dover segnare la giornata di caccia sul
tesserino regionale.
Purtroppo nella bozza di modifica della L.R.3/94 non c’è menzione.
Dopo la conferenza di discussione della legge in oggetto, svolta a Poggibonsi in occasione della
festa del Cacciatore, apprendiamo in modo informale dal Dirigente alla caccia della Regione
Toscana che non è possibile togliere il tanto discusso pacchetto, in quanto verrebbe a crearsi una
disparità di trattamento nei confronti delle altre forme di caccia e che lo stesso pacchetto è
strettamente legato al 3° comma dell’art. 28, il quale faceva parte di precedenti accordi che
interessano anche le opzioni di altre forme di caccia, “lettere a,b, c e d”.
Allora chiediamo:
Considerato che lo stesso pacchetto non è mai stato richiesto da nessuno dei cacciatori e non è mai
stato discusso, ne tanto meno accettato, che i residenti di altre regioni non sono soggetti a tale
restrizione e che quindi si sono create delle disparità a favore di questi ultimi, senza nulla togliere
alle altre forme di caccia di cui è stata richiesta l’opzione, che venga cancellato la parte finale della
lettera “c” riguardante gli ungulati e per intero la lettera “d” dell’art. 28, onde poter ridiscutere il
tutto.
Durante lo svolgimento dei lavori che si sono protratti nell’ultimo anno, eravamo tutti concordi che
per una attenta e corretta gestione degli ungulati era necessario sottoporre a caccia programmata
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l’intero territorio, compreso le ZRC, ZRV, zone protette ecc. ma sembra che tutto si sia perso nei
meandri della politica, in quanto nella bozza di modifica si parla solo di abbattimenti in art.37 e per
giunta con alcuni picchetti perché non possano funzionare.
Proponiamo di cancellare il comma 10 dell’art. 37, in quanto crediamo che a certe condizioni
nessun cacciatore sarebbe disposto a partecipare agli abbattimenti.
I cacciatori di selezioni chiedono di eliminare tutte le parti riguardanti la possibilità di prelevare
cinghiali, durante la caccia di selezione nelle zone non vocate.
Pensiamo che i cinghiali debbano essere gestiti dalle squadre, unici organi con la preparazione e
l’organizzazione necessaria, che almeno fino ad oggi, la dovre praticata correttamente hanno
dimostrato di funzionare, avvalendosi di ricorrere agli abbattimenti in art. 37 nelle zone non vocate
tutto l’anno. I cacciatori di selezione non intendono creare conflittualità con altre forme di caccia.
Gli argomenti sopra trattati, sono condivisi dai tre presidenti degli ATC 17, 18 e 19, dallo staff di
presidenza della FIDC della provincia di Siena, dall’URCA Senese, dal C.P.C.S.O provinciale e
dalla numerosa schiera di cacciatori presenti, i quali sono concordi nel preparare un documento
unitario da presentare all’Assessore Agricoltura e al Dirigente alla caccia della Regione Toscana.
Documento mai presentato perché ritenuto da alcuni superato.
Nell’occasione, l’ARCI Caccia non era presente, pertanto il suo nome non compare tra i sostenitori
di queste proposte, che inizialmente ha provocato anche qualche contrarietà nella persona del
presidente regionale, in quanto non avvertito delle iniziative in atto. L’URCA Senese si scusa per
l’involontario contrattempo, risolto successivamente con un incontro chiarificatore la settimana
dopo e che di seguito pubblichiamo integralmete.
CONDIVISIONE DI MERITO TRA URCA ED ARCI CACCIA
SULLE MODIFICHE ALLA LEGISLAZIONE REGIONALE
Si è tenuto lo scorso 18 giugno a Siena un incontro tra l’Arci Caccia Toscana, con il Presidente
Regionale Massimo Logi, e l’URCA di Siena, rappresentata dal Presidente Loriano Masini, a cui
erano presenti anche il Presidente Regionale Romano Zampi al fine di discutere sulle proposte di
modifica alla legislazione regionale (L. 3/94 e calendario venatorio) sulla base del documento
predisposto dall’URCA di Siena e delle proposte già avanzate dall’Arci Caccia in più occasioni.
Dalla riunione è emersa una coincidenza di intenti e di propositi su aspetti concreti delle proposte di
modifica alla legislazione sugli aspetti della caccia di selezione.
Le due associazioni hanno concordato sul fatto di eliminare il pacchetto delle giornate, almeno nel
periodo 1° agosto – 3^ domenica di settembre e 1° febbraio – 15 marzo, sulla necessità di cancellare
l’opzione d) oltre che sulla necessità di estendere la gestione dei cervidi e bovidi sull’intero
territorio, comprese ZRC e ZRV, come
peraltro riportato nel documento
programmatico della Regione.
Inoltre l’URCA ha sollevato il
problema dei talvolta troppo numerosi
cacciatori extra regionali che vengono
in Toscana per praticare la selezione.
L’Arci Caccia ritiene questo un
problema da affrontare seriamente al
fine di individuare le migliori soluzioni che, scevre da campalinismi, garantiscano però un flusso
controllato.
Già l’Arci Caccia aveva autonomamente presentato proposte in questa direzione che, oggi, alla luce
della condivisione con l’URCA, trovano una maggiore forza.
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L’incontro è stato anche l’occasione per rilanciare il dialogo e la collaborazione tra Arci Caccia ed
URCA sulle tematiche della caccia di selezione e, più in generale, sugli aspetti del prelievo
venatorio sostenibile, di cui, la selezione è il migliore esempio nella regione.
Firenze 23 giugno 2009
“ DISQUISIZIONI FILOSOFICHE”
Rinnovando il mio porto d’armi, fui informato dal presidente della sezione locale della mia
associazione venatoria, che , per quest’anno, insieme al solito inutile gadget, veniva regalato un
libro con il costo della tessera assicurativa.
La cosa mi sorprese un po’, certo tutto questo era frutto del presidente, infatti trattasi di persona
particolare e colta, un professore universitario in pensione, ma pensai, forse era stato un pensiero un
po’ troppo azzardato, vista la scarsa dimestichezza del cacciatore tipo locale con la carta stampata.
Sorpresa che aumentò quando andai a ritirare il libro; infatti mi aspettavo la solita raccolta di
racconti di caccia, e invece mi ritrovai tra le mani il “discorso sulla caccia”. Un libro che avevo
letto tanti anni fa, ma che mi aiutò a cogliere l’occasione di rileggerlo. L’autore, Josè Ortega,
filosofo e professore di metafisica presso l’università di Madrid, era stato invitato da un suo amico a
scrivere la presentazione di un trattato di caccia grossa, e lui, non cacciatore ma profondo
conoscitore della natura umana, ne aveva estratto un tale succo poetico che la presentazione divenne
volume a sua volta, ripetutamente stampata nell’arco di decenni.
Rilettura che mi ha spinto di conseguenza a numerose e circostanziali riflessioni. La caccia, che nel
volume è descritta come divertimento, nel senso di trasformarsi per un giorno o per delle ore in
un’altra persona o in un’altra cosa, viene estrapolata dalla vita normale, e osservata nella sua
essenza, tanto finemente e tanto acutamente che adesso conoscendo a fondo la caccia di selezione,
mi viene da pensare che tale pratica è la figlia di questi pensieri.
Certo nel volume non si fa cenno alla caccia di selezione, essendo al momento della stesura pratica
ancora sconosciuta, e non si parla solo di caccia con la carabina, la descrizione della muta di cani in
caccia è quanto di più bello e più completo sia stato mai scritto sull’argomento; ma il modo di
avvicinarsi al mondo venatorio, il rispetto che trasuda dalle righe per l’animale e l’etica profonda
che ci richiama, fanno parte di un modo di cacciare, permettetemi di dirlo, ancora sconosciuto dai
più.
Vi prego di perdonarmi per quello che ho detto e quello che
dirò; non mi sento senz’altro un eletto, e soprattutto non mi
considero portatore del verbo venatorio, ma opero in una
zona, dove per i più la caccia è ancora possesso, egoismo e
prelievo incondizionato.
La caccia etica che tra le righe viene definita sportiva, il
colpo sparato come fine ultimo e non sempre obbligatorio
per il buon esito della giornata, era cosa edotta anche
decine di anni fa, ma ancora sconosciuta per la maggior
parte dei cacciatori odierni delle mie zone.
Sarei davvero curioso di sapere quanti anno veramente letto
quel libro e quanti lo anno veramente capito. La caccia di selezione per le nostre zone è
relativamente giovane e ancora bisognosa di rodaggio, ma comunque non dobbiamo disconoscere i
pilastri etici su cui si basa, perché altrimenti non ha più ragione di essere, non ha più bisogno di
esistere.
Noto con rammarico che i lacci imposti anni fa al comportamento del selecontrollore, stanno
inevitabilmente allentandosi, causa il numero crescente di ungulati sul territorio; questo non deve
accadere, la scelta della caccia di selezione non deve fondersi con lo sparatore o, addirittura con il
bracconiere.
Quando Josè Ortega cita come gioia della caccia, la rarità dell’incontro con la preda e la fatica
del’avvistamento, mi vede riflesso sulle sue parole; chi realmente ama la caccia di selezione, mal
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sopporterà l’abbondanza, se ad ogni uscita si spara viene a mancare la ricerca, il celarsi, il guadagno
sudato.
Tutto quello che non è lecito, non può e non deve risultare divertimento se l’abbattimento viene
eseguito al di fuori dei parametri permessi, come fa questo ad essere considerato un successo
venatorio, come fa un bel trofeo di cervo, abbattuto in modo scorretto, a trovare posto, con
soddisfazione sopra il caminetto di casa.
Ma voglio spingermi più oltre, come fa il cacciatore onesto che si impegna a fare gestione del
cervo, per poi in un lontano futuro sperare di poterlo cacciare a non sentirsi defraudato da questo!
Come fa a guardare un simile trofeo con accondiscendenza senza vederlo come un vero e proprio
furto, come uno scippo in piena regola.
Chi abbatte senza regole, chi non mette le fascette all’orecchio della preda, magari per pigrizia, chi
vive la caccia come un mezzo per avere il congelatore traboccante di carne, danneggia tutti noi; non
è un furbo, non è uno più in gamba.
Forse è all’oscuro di quante volte il trofeo da sogno è stato a portata del cacciatore onesto, il quale
ha rifiutato il tiro perché non avrebbe avuto nessun significato e allora bisogna avere la forza di dire
che chi esce dai canoni è solamente un poveretto, ma soprattutto un ladro, perché intacca un
capitale comune senza averne il diritto.
Ma per svegliarsi da questo torpore forse non è sufficiente leggere un libro, ci vuole qualcosa di più
forte.
Alessandro Semplici
CI APPROSSIMIAMO A UNA NUOVA APERTURA, UNA NUOVA STAGIONE
VENATORIA.
Ci lamentiamo, ci divertiamo… insomma, cacciamo appassionatamente. Lo facciamo, ma
soprattutto noi addetti ai lavori, ci impegniamo affinché gli altri possano cacciare con profitto.
Il momento è poco felice, i danni da cervidi aumentano, alcune specie sembrano fuori controllo,
gran parte del nostro tempo libero viene impegnato dagli incontri con gli agricoltori, monitoraggi
alle colture ecc. ecc. poi, ci sono i censimenti, i piani di abbattimento da organizzare e distribuire.
Insomma: un bel sacrificio!
Ma ciò che ci spinge in questa trincea, lo possiamo riassumere in una sola parola: PASSIONE!
È stata proprio la passione che ormai anni fa mi fece apprezzare un manifesto di un’associazione
che riassumeva in poche sentite parole quello che io provavo per questa forma di caccia.
Fu una scelta fatta con grande emozione prendere la tessera dell’URCA per la prima volta. Sono
stati anni di battaglie e di scontri, di ore sacrificate alla famiglia ed al lavoro, ma anni che a poco a
poco hanno portato dei frutti importanti. Adesso abbiamo uno stand fisso nelle feste delle principali
associazioni venatorie, che prima non ci potevano vedere.
Dopo il riconoscimento ministeriale, siamo inseriti nell’elenco delle Associazioni da convocare nei
tavoli di discussione; ma quanti scontri per ottenere questo e quanto sangue amaro.
I tesserati aumentano e questo è molto importante, ma le nostre ambizioni sono quelle di far
crescere la qualità dei nostri cacciatori. Quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto perché
credevamo in una causa, scoperta e portata avanti dal fior fiore della caccia di selezione italiana.
Alessandro Semplici
ULTIME NOTIZIE
Lunedì 20 luglio, presso i locali dell’Amministrazione Provinciale di Siena, si sono incontrate le
associazioni Venatorie, Ambientaliste e Agricole, convocate dall’Assessore Anna Maria Betti.
All’ordine del giorno, per quanto riguarda la caccia di selezione, era in discussione l’approvazione
del piano di prelievo del capriolo, per la stagione venatoria 2009/2010. Dopo una breve
introduzione dell’Assessore e del Dirigente alle Risorse Faunistiche, i presidenti degli ATC 17, 18 e
19 anno evidenziato i problemi e le proposte risolutive. Dopo un’animata discussione, considerata
l’aumentata densità dei cervidi e l’impatto che in alcune zone ha sui prodotti agricoli di pregio, il
Dirigente alle Risorse faunistiche propone di aumentare la percentuale del piano di prelievo del 5%
rispetto a quanto proposto dai tecnici degli ATC e dietro insistenze delle Associazioni Agricole di
un ulteriore 5% in quei distretti dove è riscontrato una maggiore quantità di danni.
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