IMMAGINI
UUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU
DI POSTA
Un
da M ille Saluti
T
utto è cominciato dalla
cartolina qui illustrata,
spedita nel 1938 da Varese. Girandola, vi scoprii
T¼QUUIOQVMLQ]VÅV\W^IOTQILI»¼UQTle saluti’’ con una piccola veduta fotoOZIÅKI =V¼QVQbQI\Q^I TWKITM M Q[WTI\I
mi chiesi, un’idea estemporanea dal
O][\W»¼ZM\ZW¼¼'1VZMIT\oKWUM[KWXZQQ
JMV XZM[\W T¼QLMI LMT ÅV\W^IOTQI PI
avuto vita lunga e una discreta diffusione nella penisola.
Considerata l’importanza cruciale
che per più di un secolo e mezzo la
posta ha avuto nella vita quotidiana,
non fa meraviglia che le immagini ad
essa collegate abbiano avuto, in termini di riconoscibilità immediata, un
valore che molte iniziative pubblicitarie hanno apprezzato e sfruttato nel
corso di decenni. Può sembrare sorprendente che questo valore evocativo
e questo prestigio si estendessero anche all’immagine un po’ burocratica
del vaglia postale. Ma basta pensarci
un momento e la cosa appare naturale. Oggi – in un’epoca di moneta
MTM\\ZWVQKI LQ JWVQÅKQ ^QI QV\MZVM\
di banca virtuale – i moduli vaglia e
le cartoline-vaglia possono sembrare
N° 28 - SETTEMBRE 2013
In una semplice
cartolina illustrata il
valore dell’iconografia
postale
Detto questo, però, restava la curio[Q\oXMZTI[KMT\IQKWVWOZIÅKIKWVKZM\I
dell’immagine che appariva un po’
tardiva: il modulo vaglia che compare
di Riccardo Bodo dal lato veduta della cartolina, infatti,
é la parte centrale dei moduli a più seoggetti desueti se non arcaici, ma una zioni introdotti il 1º luglio 1903 con il
volta la presenza di banche era limi- simbolo dell’aquiletta sabauda e senza
tata alle città, spesso solo le maggiori, valore indicato, in uso con successiUMV\ZMTIZM\MLMOTQ]NÅKQXW[\ITQMLMQ ^M ^IZQIV\Q ÅVW IT IXZQTM ! 1V
loro “servizi a denaro”) era una della pratica una riproduzione abbastanza
strutture più capillari del paese. Estesa fedele del tipo con la dicitura VAGLIA
pian piano a tutti i borghi, le frazioni apparso nel 1907 e poi più volte ritoc-
e i paesini, era una
presenza
essenziale. E i vaglia,
anche per somme
piccolissime, erano quindi uno dei
“volti” più conosciuti del denaro
che viaggiava. Se
si doveva sottolineare l’idea di un
invio “prezioso”
(sia pure solo in
termini affettivi)
che cosa c’era di
meglio dell’immagine del vaglia?
L’ARTE DEL FRANCOBOLLO
9
UnVaglia daM illeS aluti
cato tra il 1911 e il 1919, come si vede
dalla sezione centrale di un autentico
^IOTQI][I\WVMT!1VWT\ZM[]TÅVto vaglia compare un’imitazione dei
classici annulli tondo-riquadrati in uso
ÅVWITT¼QVQbQWLMT6W^MKMV\WKPMXMZ
al momento dell’uso della cartolina
erano stati già da tempo sostituiti da
annulli di foggia ben più moderna; i
ÅV\QIVV]TTQZMKIVWTMLQKQ\]ZM>IZM[M
Partenze e Varese Ferrovia con una
data (17-7-1926) che probabilmente ci
dà un’indicazione della data originaria di produzione della cartolina.
Nel 1926 erano comunque già in
][WUWL]TQ^IOTQI[]KIZ\IÅTQOZIVI\I
KWV]VTIaW]\OZIÅKW\W\ITUMV\MLQNNMrente e con valore indicato di 10 centesimi anche se sempre come “francobollo” l’aquiletta sabauda. Dunque
anche nel 1926 la cartolina era la riXZWL]bQWVMLQ]V¼QUUIOQVM»¼^MKKPQI¼¼
che l’editore non si era preso la briga
di aggiornare. In effetti l’idea doveva
essere sorta parecchio tempo prima.
Frugando nei siti internet di cartoline,
si scopre infatti che, con lievi varianti,
questo tipo di cartolina era stato prodotto da vari editori locali almeno dal
1908, come ci mostra un esemplare di
tipologia simile ma con una vedutina
di Casasco, spedito da Castiglione Intelvi nel 1908. Inoltre l’idea dovette
avere una discreta diffusione sul territorio: una veloce ricerca ha permesso
LQ QVLQ^QL]IZM KIZ\WTQVM KWV ÅV\Q^Iglia e vedute, oltre che di Varese e Casasco (per quest’ultimo paese almeno
un paio di varianti), anche di Acqui,
Anagni, Arpino, Balsorano, Borgosesia e Piacenza (con più varianti).
4¼QLMI WZQOQVIZQI LMT ÅV\W ^IOTQI I
mo’ di cartolina illustrata é forse addi10
L’ARTE DEL FRANCOBOLLO
rittura un po’ più antica, come sembra
mostrare l’esemplare qui riprodotto di
una cartolina illustrata che emula l’immagine della cartolina-vaglia da 15
centesimi con il francobollo recante lo
stemma imbandierato emessa nel settembre 1900 e rimasta in uso per poco
XQ„LQL]MIVVQ"QÅV\Q\QUJZQ[WVWLItati 1901 (e recano tutti la stessa data,
a dimostrare la velocità di questi invii,
all’epoca) e al posto dei saluti ci sono
Q JIKQ QV Y]M[\W KI[W LI Y]IV\QÅKIZM
personalmente.
L’idea ebbe anche un seguito negli
anni Trenta: qualche editore pensò
infatti di aggiornare l’immagine del
vaglia con i saluti in cartolina, aggiungendo l’ormai quasi necessaria veduta
NW\WOZIÅKI" MKKW QVNI\\Q ]V M[MUXTIre che riproduce parzialmente e con
piccole varianti il modulo vaglia da
KMV\ [] KIZ\I ÅTQOZIVI\I LMT \QXW
emesso il 1º luglio 1926. In compen[WVWVvKIUJQI\WQT»¼^ITWZM¼¼"[MUXZM
mille saluti.
N° 28 - SETTEMBRE 2013
DIETRO
UUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU
I FRANCOBOLLI
Wagner
Verdi
U
niti dalla nascita, duecen\W IVVQ NI M[I\\Q VMT =VQ\Q LITTI XZWNM[[QWVM M
precisamente un settore
KPM ITT¼MXWKI KZMI^I TM star, il meloLZIUUI =VQ\Q LITTI LQI\ZQJI [] KPQ
LMQL]MNW[[MQTUQOTQWZMQUXMZIV\MNZI
OTQM[XMZ\QKWUM\ZIQTX]JJTQKWMKWVLQ\I LQ VWV XWKW VIbQWVITQ[UW /Q][\IUMV\M ]VQ\Q IVKPM VMTTI KMTMJZIbQWVM LMT >I\QKIVW M LQ ;IV 5IZQVW
Y]M[\¼]T\QUI IZZQKKPQ\I KWV \M[\Q UIZOQVITQ IKKWU]VI\Q IVKP¼M[[Q LITT¼incipitKPMQVJZM^MVM[XQMOIVWT¼WXMZIM
TMLQ^MZ[Q\o
+PQIZW KPM [\W XIZTIVLW LQ /Q][MXXM >MZLQ M :QKPIZL ?IOVMZ L]M
KIUXQWVQWT\ZMKPML]MLQ^QLMTT¼WXMZI
lirica di un periodo storico particolarUMV\M^Q^WM\ZI^IOTQI\W"T¼7\\WKMV\W
;MKWTWQVKZMLQJQTUMV\M^MTWKMMTMVto, contraddizioni di Stati, staterelli e
QUXMZQKPMIUJQ[KWVWILQ^MV\IZMXQ„
OZIVLQ[WOVQLQZMX]JJTQKPMKPMVI[KWVW M XMZQ[KWVW UWVIZKPQM \W\ITQ\IZQM
M\MWZQMLQTQJMZ\oI[[WT]\M4¼-]ZWXIv
]V KWV\QV]W KIUXW LQ JI\\IOTQI [WZ^WTI\W LITTI 8ZW^^QLMVbI KIV\I\I LIQ
Manzoni OQIVsenisti, a
cui fanno eco i
testi atei
di Marx
QVK]QTI[\WZQIv^Q[\I
come un continuo
ammassarsi di cada^MZQ XMZ TI KWVY]Q[\I [IVO]QVW[I LMTTI
OM[\QWVM LMT KIXQ\ITM
XZQ^I\W KPM LW^ZMJ-
44
L’ARTE DEL FRANCOBOLLO
Ancora uniti e divisi
dopo più di un secolo.
E la spiegazione
è nei tempi oltre
che nei personaggi
di Maurizio Bulegato
JM[MKWVLWQTÅTW[WNWLQ^MV\IZMX]JJTQKW ML M[[MZM LQ^Q[W MY]IUMV\M \ZI
\]\\QOTQIJQ\IV\QLQ]VIVIbQWVM
6IbQWVM" \MZUQVM IUJQO]W KPM
XWZ\I I ZIOQWVIUMV\Q LQ ÅTW[WÅ KW[\Z]\\WZQ LQ UWVLQ QV\MTTM\\]ITQ KPM
LQ^MV\IVW M[XTW[QWVQ LQ I[[]ZLQ\o M
WUQKQLQVMTTIXZW[IQKQ\oLMTZMITM6WV
[Q KIXQ[KM IVKWZI WOOQ KPM KW[¼v ]VI
nazione, ma per tutto il milleottocento
[QUWZQ^IXMZTI[]INWZUIbQWVM7OOQ
si presume un’area entro cui i popoli
si accomunano per scopi meramente
MKWVWUQKQ ZMOWTI\I LI ]V IXXIZI\W
J]ZWKZI\QKW KPM OW^MZVI Y]M[\¼IZMI
KPQIUI\I;\I\WVWV^ITOWVWY]I[QXQ„
nozioni d’appartenenza ad una stessa
M\VQIWITTW[\M[[WQLQWUIKW[IKPMPI
procurato orrori e
OMVWKQLQ VMT ^MV\M[QUW [MKWTW -
ancora Ottocento,
secolo in cui la poXWTIbQWVMXQ„]UQle inizia a spostarsi
LITTM NI\QKPM LMTTI
\MZZI IQ \]O]ZQ XMZQNMZQKQLMTTMOZIVLQ
KQ\\oLW^MOQWZVITUMV\MWXQÅKQMUQVQMZMIKKWTOWVWVMQTWZWIV\ZQTMNZW\\M
KW[z JMV LM[KZQ\\M LI Emile Zola e
Pelizza da Volpedo
;MKWTW LQ ^MTWKQ\o LQ treni che
superano le carrozze vetuste, di
distanze anV]TTI\M"
come ad
esempio
l’apertura del
+IVITMLQ;]MbKPMIbbMZIXMZ[MUXZM
TIKQZK]UVI^QOIbQWVMLMTT¼)NZQKIM[Iluta la prima dell’Aida, appositamente
KWUXW[\ILI>MZLQMXIOI\ILIT8I[KQo
XMZ[WTMVVQbbIZMT¼M^MV\W
N° 29 - OTTOBRE 2013
In questo dedalo di rumori di borOPM[Q M XZWTM\IZQ :QKPIZL ?IOVMZ [Q
JI\\M I ÅIVKW LQ *IS]VQV \MWZQKW LQ
]V UWVLW QV K]Q OTQ ;\I\Q IT LQ To LI
^MVQZMOQoVWVLW^ZMJJMZWM[[MZMXQ„
KWUM TI 8ZW^^QLMVbI KPM TQ OW^MZVI
Vu Q TWZW XILZWVQ Vu Q TWZW [MZ^Q 1V
questo turbinio di sconcertante moLMZVQ\o XZMOVI LQ I\I^Q[UW NM]LITM
KW[zJMVZIXXZM[MV\I\WLITTIRussia
zarista [Q U]W^WVW Q XMZ[WVIOOQ LQ
e culturale di
respiro
internazionale, la
musica
VWV [Q LQ[\IKKI XMZ LITTI \ZILQbQWVM
TQZQKIQ\ITQIVI
Fanno eccezione le due ultime opeZMLW^M>MZLQ[QI^^QKQVIITTI\MKVQKI
_IOVMZQIVI"IZUWVQIMUMTWLQI[QNWVdono in un mare di note senza solubQWVMLQKWV\QV]Q\oKWV]VUW\Q^WKPM
ZQ\WZVI I ZIUUMV\IZM OTQ MXQ[WLQ KPM
KIZI\\MZQbbIVW QT LZIUUI Ð QT KI[W
dell’Otello" QT UW\Q^W LMT L]M\\W \ZI
>MZLQMLQ?IOVMZKPMLITXITKWQVWVLI\WLQVW\MKIV\IVWQTWZW[WOVQL¼IUWZMMLQUWZ\M
8WXWTQ KPM IOWOVIVW TI TQJMZ\o LI
oppressori, facili paralleli tra l’antico
\QZIVVW JIJQTWVM[M 6IJ]KWLWVW[WZ M
Q UWVIZKPQ [\ZIVQMZQ KPM [Q [XIZ\Q[KWVW T¼1\ITQI NZIV\]UI\I 1T Nabucco v
7\MTTWM,M[LMUWVIITTIÅVMLMTXZQmo atto, “Già nella notte densa”, si ripete
TI \MZbI WXMZI ^MZLQIVI LWXW T¼Oberto ITTI ÅVM LMT LZIUUI Y]IVLW \]\\W v
e Un giorno di regnoMQT[]WXZQUW^MZW compiuto, in “Niun mi tema” 7\MTTW
[]KKM[[W;Q[MV\M\]\\IT¼QVÆ]MVbILMT- PI]KKQ[W,M[LMUWVIM[Q\WOTQMI[]I
le marcette bussetane “scritte a centina- ^WT\ITI^Q\IZQKMZKIY]QVLQ]V]T\QUW
JIKQWKPMOTQ^MZZoVMOI\WLITTIUWZ\M
ia”KWUMKWVNM[[I>MZLQ[\M[[W
1T 5IM[\ZW \ZI\\I T¼WZKPM[\ZI KWUM 1T TQJZM\\W LQ Y]M[\¼WXMZI v [KZQ\\W LI
]V ]VQKW [\Z]UMV\W KPM IKKWUXI- Arrigo Boito KWV^QV\W _IOVMZQIVW
OVITIUMTWLQIKIV\I\ILIQ[WTQ[\QMLIT
KWZW=VI\MKVQKI\ZIKIJITM\\MKI^I\QVMMKWVKMZ\I\QKPM[\ZIXXIOTQIXXTI][QLMTX]JJTQKWMOWVÅIQTXWZ\INWOTQLMT
6W[\ZWQTY]ITMUWT\WKWVKZM\IUMV\M
ZQ\QMVM KPM ]V¼WXMZI KPM VWV QVKI[[I
PIY]ITKW[IKPMVWV^IMKPM[QXZW\ZIZZoÅVWITTM]T\QUMNI\QKPMQ[]KKM[[Q >WZZMQKQ\IZMTML]M]T\QUM[\ZWNMLMTTI
internazionali dell’Otello e del Falstaff sua poesia Dualismo"
;MLI]VTI\W>MZLQLoUWT\IQUXWZ“Questa è la vita! l’ebete
\IVbIIT[WOOM\\WLMTTQJZM\\W·LIKQ\Ivita che c’innamora,
re ad esempio l’Ernani tratto da Victor
lenta che pare un secolo,
Hugo, il Machbeth,
breve che pare un’ora;
l’Otello e il Falstaff da
un agitarsi alterno
Shakespeare, l’Alzifra paradiso e inferno
ra da Voltaire, Il Corche non s’accheta più!
saro da Byron · KWV
Come istrion, su cupida
[KMT\MKPMLQUW[\ZIVW
plebe di rischio ingorda,
una ricerca letteraria
fa pompa d’equilibrio
N° 29 - OTTOBRE 2013
sopra una tesa corda,
tale è l’uman, librato
fra un sogno di peccato
e un sogno di virtù”.
,M[LMUWVI M 2IOW QVKIZVIVW Y]M[\I
dualità, professando la fedeltà e l’inVWKMVbI T¼]VI M ]VI [WZ\I LQ VQKPQTQ[UWLMUWVQIKW·“Credo in un Dio crudel”·T¼IT\ZW
5IQV\MZM[[IV\MvT¼]T\QUWTI^WZWLQ
>MZLQ[MUXZM\ZI\\WLI;PISM[XMIZMM
come Otello[]TQJZM\\W[KZQ\\WLI*WQ\W =VI KWUUMLQI ,WXW T¼IT\MZVIZ[Q LQ [KMVM KWUQKPM QV K]Q Falstaff,
“il pancione” ITTI ZQKMZKI LQ I^^MV\]ZM
IUWZW[M ZQUIVM ^Q\\QUI LMTTM \ZIUM
WZLQ\M LI KWTWZW KPM ^WTM^I KQZK]QZM
-UJTMUI\QKQ Q ^MZ[Q LQ KWUUQI\W LMQ
KIV\IV\Q"
“Tutto nel mondo è burla.
L’uomo è nato burlone,
la fede in cor gli ciurla,
gli ciurla la ragione.
Tutti gabbati! Irride
l’un l’altro ogni mortal.
Ma ride ben chi ride
TIZQ[I\IÅVITº
4W [JMZTMNNW [KIXQOTQI\W LQ *WQ\W PI
KWV\IUQVI\W ]V >MZLQ KIZQKW L¼IVVQ
UI IVKWZI QV OZILW LQ [\]XQZM KWV
queste ultime battute di commiato, e
rimaniamo ad applaudire i cantanti
KPMKQQVLQKIVWMZQXM\WVWTutti gabbati
?IOVMZ ^Q^M QV
\]\\¼IT\ZW KTQUI 8MZ
lui ci sono solo eroi
M LQ^QVQ\o KPM [WZOWno dal mito per dare
un’identità sacra al
XWXWTW \MLM[KW KPM
[Q \ZW^I ]VQ\W VMT Kaiserreich del
18711V[KMVITMKI^ITKI\MLMTTM>ITKPQZQM VMQ KQMTQ XMZ [KMOTQMZM OTQ MZWQ
XQ„ ^ITWZW[Q KIL]\Q QV JI\\IOTQI KPM
[MZ^QZIVVW I NWZUIZM ]V M[MZKQ\W LQ
LQ^QVQ\oXMZT¼]T\QUITW\\ILMTTIÅVMLMQ
L’ARTE DEL FRANCOBOLLO
45
V ivaVerdiV ivaWagner
\MUXQ8MZKPu[]QXITKW[KMVQKQ^MZLQIVQ_IOVMZQIVQ\]\\WU]WZM5ILQKPM
UWZ\M[QXIZTI'?IOVMZ[KZQ^MMU][Qca Tristan und Isolde, un dramma
KPM [Q JI[I []
Tristan, un poema di Gottfried
^WV ;\ZI[[J]ZO
poeta tedesco
del XIII secolo
I[]I^WT\IQ[XQrato alla storia di Tristano, scritta in
NZIVKM[MLI<WUUI[WLQ*ZM\IOVIVMT
@11[MKWTWÐ]VI[\WZQIL¼IUWZMKPM
\ZW^IQT[]WMXQTWOWVMTTIUWZ\M\ZIUI
LI[MUXZMKTI[[QKILMTUMTWLZIUUI
+WUM QT ?MZ\PMZ \MLM[KW M T¼7Z\Q[
Q\ITQIVW<ZQ[\IVWQV[MO]MQTSehensucht,
XIZWTI QV\ZIL]KQJQTM XMZ [QOVQÅKIZM
QT LM[QLMZQW LMT LM[QLMZQW <ZQ[\IVW M
1[W\\IQV[MO]WVWT¼QVÅVQ\WZIXXZM[MVtato dalla notte in contrapposizione
IT OQWZVW Y]QVLQ QT [WOVW <W^IVW QT
TWZWIXXIOIUMV\WVMTTIUWZ\MY]QVLQ
VMTT¼QZZIbQWVITMMVMTT¼QVKWV[KQW8ZQUI
LMT;]ZZMITQ[UW?IOVMZQV\ZWL]KMKQ
KPMXMZ*I\IQTTMvTIZMITQbbIbQWVMLMT
[IKZW" Y]MTT¼MZW\Q[UW LMÅVQ\W KWUM
¹T¼IKKM\\IbQWVMLMTTI^Q\IÅVLMV\ZWTIUWZ\Mº
5I [M VMT *I\IQTTM []ZZMITQ[\I XW[[QIUW [KWZOMZM ]VI [XMZIVbI v X]Z
[MUXZMIKKM\\IbQWVMLMTTI^Q\IVMTT¼I\\WMZW\QKWXZWT]VOIUMV\WVMTTIUWZ\M
LMTTI ^Q\I ZQ\ZW^IZM Y]QVLQ T¼WOOM\\W
IUI\WWT\ZMTIUWZ\MQV?IOVMZT¼IUWZMvTIUWZ\MI[[WT]\IÐQTXM[[QUQsmo di Schopenhauer KPM \QZI Q ÅTQ
LMTLZIUUI<ZQ[\IVWM1[W\\IJM^WVW
una pozione
^MTMVW[I XMZ
darsi la morte, accettando
KW[z LQ NIZTI
ÅVQ\I KWV TI
ZMIT\oKPMIT\ZW
VWV v KPM ]V
[QU]TIKZW KPM
\ZI^Q[I·KWUM
QT^MTWKPMKWXZMQT^WT\WLQ1[QLM·TI
^MZQ\o ) KI][I LQ *ZIVOIVQI IVKMTTI
LQ 1[W\\I KPM [KIUJQI QT ^MTMVW KWV
]VI XWbQWVM L¼IUWZM Q L]M XZW\IOWVQ[\Q XMZLWVW TI ZIOQWVM KMZKIVLW[Q
XMZ\]\\WQTLZIUUIITLQToLMTTI^Q\I
VMTTIVW\\MLMTTIUWZ\M
8MZ ;PWXMVPI]MZ TI ^WTWV\o LQ ^Q^MZMQV[Q\IVMTTIVW[\ZI[XMKQM·MJIdiamo bene solo nella nostra specie
IVQUITM · v KI][I LQ LWTWZM 4I ^WTWV\o XZM\MVLM QV KWV\QV]IbQWVM v TI
[]I VWV[WLLQ[NIbQWVM KPM TI [XQVOM
46
L’ARTE DEL FRANCOBOLLO
ITT¼QVÅVQ\W4INMTQKQ\ovQZZIOOQ]VOQJQTM
MT¼]WUWZWUIV\QKWIVKPM[MLW^M[[M
XMZKI[WZIOOQ]VOMZTITIVMOPMZMJJM
TI LQ[\Z]OOMZMJJM XMZKPu VWV v T¼IXXIOIUMV\W LMT LM[QLMZQW I ZMVLMZlo felice ma il suo desiderare questo
LM[QLMZQW - Y]IV\W Y]M[\W XMV[QMZW
abbia realmente condizionato il sentiZM¹UWLMZVWºTWXZW^IQT@@[MKWTW
KWVTMKI\I[\ZWÅIXWKITQ\\QKPMLMTTM[]M
O]MZZM =V¼QUUIOQVM KPM [QV\M\QbbI
bene l’apocalisse ce la fornisce Salvador Dalì"VMT[]WZWUIVbWVisi Celati
LM[KZQ^M )LWTN 0Q\TMZ Q[WTI\W M WZUIQ
[KWVÅ\\W VMT []W J]VSMZ KPM I[KWT\I
I \]\\W ^WT]UM ]V¼WXMZI LQ ?IOVMZ
Y]I[Q KMZ\IUMV\M ]VI LMTTI \ZQTWOQI
dei Nibelunghi,WXWQLZIUUQZMITQ
LMTTML]MO]MZZMKI\I[\ZWÅKPMKPMQVKMVLQIZWVWT¼-]ZWXIMQTUWVLWAndrè Breton[KZQ^MArcano 17LW^MLIT
[WOVW T¼QZZIbQWVITM I[[WT]\W MUMZOM
]VIKIZ\ILMQ\IZWKKPQT¼Etoile, simboTW JMVMÅKW LMTTI LWVVI KPM [WKKWZZM
T¼]WUW VMTTI []I QVNMZUQ\o 1T XWM\I
NZIVKM[M^Q[KWZOMTI[XMZIVbIKPMLITTMUIKMZQMQV[IVO]QVI\MLMTTI^WTWV\o
LMT UI[KPQW ZIbQWVITM [WZOI Y]MTTI
XQ„ ^QKQVI ITT¼QZZIbQWVITM LMTTI LWVVIKWUM[XQV\I[IT^I\ZQKMLMTTI[XMKQM
]UIVI - UQ XQIKM XMV[IZM I Y]M[\W
come superamento del sentire moderno, una speranza meta-moderna in
K]QTI^WTWV\o\ZW^QZQXW[WVMTTIVW\\M
VWVXQ„QV\M[IKWUMUWZ\MUIKWUM
T]KMIJJIOTQIV\MVMTVW[\ZWM[[MZMQVKWV[KQWXQ„^Q^WKPMUIQ
N° 29 - OTTOBRE 2013
Scarica

da Mille Saluti