IMMAGINI UUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU DI POSTA Un da M ille Saluti T utto è cominciato dalla cartolina qui illustrata, spedita nel 1938 da Varese. Girandola, vi scoprii T¼QUUIOQVMLQ]VÅV\W^IOTQILI»¼UQTle saluti’’ con una piccola veduta fotoOZIÅKI =V¼QVQbQI\Q^I TWKITM M Q[WTI\I mi chiesi, un’idea estemporanea dal O][\W»¼ZM\ZW¼¼'1VZMIT\oKWUM[KWXZQQ JMV XZM[\W T¼QLMI LMT ÅV\W^IOTQI PI avuto vita lunga e una discreta diffusione nella penisola. Considerata l’importanza cruciale che per più di un secolo e mezzo la posta ha avuto nella vita quotidiana, non fa meraviglia che le immagini ad essa collegate abbiano avuto, in termini di riconoscibilità immediata, un valore che molte iniziative pubblicitarie hanno apprezzato e sfruttato nel corso di decenni. Può sembrare sorprendente che questo valore evocativo e questo prestigio si estendessero anche all’immagine un po’ burocratica del vaglia postale. Ma basta pensarci un momento e la cosa appare naturale. Oggi – in un’epoca di moneta MTM\\ZWVQKI LQ JWVQÅKQ ^QI QV\MZVM\ di banca virtuale – i moduli vaglia e le cartoline-vaglia possono sembrare N° 28 - SETTEMBRE 2013 In una semplice cartolina illustrata il valore dell’iconografia postale Detto questo, però, restava la curio[Q\oXMZTI[KMT\IQKWVWOZIÅKIKWVKZM\I dell’immagine che appariva un po’ tardiva: il modulo vaglia che compare di Riccardo Bodo dal lato veduta della cartolina, infatti, é la parte centrale dei moduli a più seoggetti desueti se non arcaici, ma una zioni introdotti il 1º luglio 1903 con il volta la presenza di banche era limi- simbolo dell’aquiletta sabauda e senza tata alle città, spesso solo le maggiori, valore indicato, in uso con successiUMV\ZMTIZM\MLMOTQ]NÅKQXW[\ITQMLMQ ^M ^IZQIV\Q ÅVW IT IXZQTM ! 1V loro “servizi a denaro”) era una della pratica una riproduzione abbastanza strutture più capillari del paese. Estesa fedele del tipo con la dicitura VAGLIA pian piano a tutti i borghi, le frazioni apparso nel 1907 e poi più volte ritoc- e i paesini, era una presenza essenziale. E i vaglia, anche per somme piccolissime, erano quindi uno dei “volti” più conosciuti del denaro che viaggiava. Se si doveva sottolineare l’idea di un invio “prezioso” (sia pure solo in termini affettivi) che cosa c’era di meglio dell’immagine del vaglia? L’ARTE DEL FRANCOBOLLO 9 UnVaglia daM illeS aluti cato tra il 1911 e il 1919, come si vede dalla sezione centrale di un autentico ^IOTQI][I\WVMT!1VWT\ZM[]TÅVto vaglia compare un’imitazione dei classici annulli tondo-riquadrati in uso ÅVWITT¼QVQbQWLMT6W^MKMV\WKPMXMZ al momento dell’uso della cartolina erano stati già da tempo sostituiti da annulli di foggia ben più moderna; i ÅV\QIVV]TTQZMKIVWTMLQKQ\]ZM>IZM[M Partenze e Varese Ferrovia con una data (17-7-1926) che probabilmente ci dà un’indicazione della data originaria di produzione della cartolina. Nel 1926 erano comunque già in ][WUWL]TQ^IOTQI[]KIZ\IÅTQOZIVI\I KWV]VTIaW]\OZIÅKW\W\ITUMV\MLQNNMrente e con valore indicato di 10 centesimi anche se sempre come “francobollo” l’aquiletta sabauda. Dunque anche nel 1926 la cartolina era la riXZWL]bQWVMLQ]V¼QUUIOQVM»¼^MKKPQI¼¼ che l’editore non si era preso la briga di aggiornare. In effetti l’idea doveva essere sorta parecchio tempo prima. Frugando nei siti internet di cartoline, si scopre infatti che, con lievi varianti, questo tipo di cartolina era stato prodotto da vari editori locali almeno dal 1908, come ci mostra un esemplare di tipologia simile ma con una vedutina di Casasco, spedito da Castiglione Intelvi nel 1908. Inoltre l’idea dovette avere una discreta diffusione sul territorio: una veloce ricerca ha permesso LQ QVLQ^QL]IZM KIZ\WTQVM KWV ÅV\Q^Iglia e vedute, oltre che di Varese e Casasco (per quest’ultimo paese almeno un paio di varianti), anche di Acqui, Anagni, Arpino, Balsorano, Borgosesia e Piacenza (con più varianti). 4¼QLMI WZQOQVIZQI LMT ÅV\W ^IOTQI I mo’ di cartolina illustrata é forse addi10 L’ARTE DEL FRANCOBOLLO rittura un po’ più antica, come sembra mostrare l’esemplare qui riprodotto di una cartolina illustrata che emula l’immagine della cartolina-vaglia da 15 centesimi con il francobollo recante lo stemma imbandierato emessa nel settembre 1900 e rimasta in uso per poco XQLQL]MIVVQ"QÅV\Q\QUJZQ[WVWLItati 1901 (e recano tutti la stessa data, a dimostrare la velocità di questi invii, all’epoca) e al posto dei saluti ci sono Q JIKQ QV Y]M[\W KI[W LI Y]IV\QÅKIZM personalmente. L’idea ebbe anche un seguito negli anni Trenta: qualche editore pensò infatti di aggiornare l’immagine del vaglia con i saluti in cartolina, aggiungendo l’ormai quasi necessaria veduta NW\WOZIÅKI" MKKW QVNI\\Q ]V M[MUXTIre che riproduce parzialmente e con piccole varianti il modulo vaglia da KMV\ [] KIZ\I ÅTQOZIVI\I LMT \QXW emesso il 1º luglio 1926. In compen[WVWVvKIUJQI\WQT»¼^ITWZM¼¼"[MUXZM mille saluti. N° 28 - SETTEMBRE 2013 DIETRO UUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU I FRANCOBOLLI Wagner Verdi U niti dalla nascita, duecen\W IVVQ NI M[I\\Q VMT =VQ\Q LITTI XZWNM[[QWVM M precisamente un settore KPM ITT¼MXWKI KZMI^I TM star, il meloLZIUUI =VQ\Q LITTI LQI\ZQJI [] KPQ LMQL]MNW[[MQTUQOTQWZMQUXMZIV\MNZI OTQM[XMZ\QKWUM\ZIQTX]JJTQKWMKWVLQ\I LQ VWV XWKW VIbQWVITQ[UW /Q][\IUMV\M ]VQ\Q IVKPM VMTTI KMTMJZIbQWVM LMT >I\QKIVW M LQ ;IV 5IZQVW Y]M[\¼]T\QUI IZZQKKPQ\I KWV \M[\Q UIZOQVITQ IKKWU]VI\Q IVKP¼M[[Q LITT¼incipitKPMQVJZM^MVM[XQMOIVWT¼WXMZIM TMLQ^MZ[Q\o +PQIZW KPM [\W XIZTIVLW LQ /Q][MXXM >MZLQ M :QKPIZL ?IOVMZ L]M KIUXQWVQWT\ZMKPML]MLQ^QLMTT¼WXMZI lirica di un periodo storico particolarUMV\M^Q^WM\ZI^IOTQI\W"T¼7\\WKMV\W ;MKWTWQVKZMLQJQTUMV\M^MTWKMMTMVto, contraddizioni di Stati, staterelli e QUXMZQKPMIUJQ[KWVWILQ^MV\IZMXQ OZIVLQ[WOVQLQZMX]JJTQKPMKPMVI[KWVW M XMZQ[KWVW UWVIZKPQM \W\ITQ\IZQM M\MWZQMLQTQJMZ\oI[[WT]\M4¼-]ZWXIv ]V KWV\QV]W KIUXW LQ JI\\IOTQI [WZ^WTI\W LITTI 8ZW^^QLMVbI KIV\I\I LIQ Manzoni OQIVsenisti, a cui fanno eco i testi atei di Marx QVK]QTI[\WZQIv^Q[\I come un continuo ammassarsi di cada^MZQ XMZ TI KWVY]Q[\I [IVO]QVW[I LMTTI OM[\QWVM LMT KIXQ\ITM XZQ^I\W KPM LW^ZMJ- 44 L’ARTE DEL FRANCOBOLLO Ancora uniti e divisi dopo più di un secolo. E la spiegazione è nei tempi oltre che nei personaggi di Maurizio Bulegato JM[MKWVLWQTÅTW[WNWLQ^MV\IZMX]JJTQKW ML M[[MZM LQ^Q[W MY]IUMV\M \ZI \]\\QOTQIJQ\IV\QLQ]VIVIbQWVM 6IbQWVM" \MZUQVM IUJQO]W KPM XWZ\I I ZIOQWVIUMV\Q LQ ÅTW[WÅ KW[\Z]\\WZQ LQ UWVLQ QV\MTTM\\]ITQ KPM LQ^MV\IVW M[XTW[QWVQ LQ I[[]ZLQ\o M WUQKQLQVMTTIXZW[IQKQ\oLMTZMITM6WV [Q KIXQ[KM IVKWZI WOOQ KPM KW[¼v ]VI nazione, ma per tutto il milleottocento [QUWZQ^IXMZTI[]INWZUIbQWVM7OOQ si presume un’area entro cui i popoli si accomunano per scopi meramente MKWVWUQKQ ZMOWTI\I LI ]V IXXIZI\W J]ZWKZI\QKW KPM OW^MZVI Y]M[\¼IZMI KPQIUI\I;\I\WVWV^ITOWVWY]I[QXQ nozioni d’appartenenza ad una stessa M\VQIWITTW[\M[[WQLQWUIKW[IKPMPI procurato orrori e OMVWKQLQ VMT ^MV\M[QUW [MKWTW - ancora Ottocento, secolo in cui la poXWTIbQWVMXQ]UQle inizia a spostarsi LITTM NI\QKPM LMTTI \MZZI IQ \]O]ZQ XMZQNMZQKQLMTTMOZIVLQ KQ\\oLW^MOQWZVITUMV\MWXQÅKQMUQVQMZMIKKWTOWVWVMQTWZWIV\ZQTMNZW\\M KW[z JMV LM[KZQ\\M LI Emile Zola e Pelizza da Volpedo ;MKWTW LQ ^MTWKQ\o LQ treni che superano le carrozze vetuste, di distanze anV]TTI\M" come ad esempio l’apertura del +IVITMLQ;]MbKPMIbbMZIXMZ[MUXZM TIKQZK]UVI^QOIbQWVMLMTT¼)NZQKIM[Iluta la prima dell’Aida, appositamente KWUXW[\ILI>MZLQMXIOI\ILIT8I[KQo XMZ[WTMVVQbbIZMT¼M^MV\W N° 29 - OTTOBRE 2013 In questo dedalo di rumori di borOPM[Q M XZWTM\IZQ :QKPIZL ?IOVMZ [Q JI\\M I ÅIVKW LQ *IS]VQV \MWZQKW LQ ]V UWVLW QV K]Q OTQ ;\I\Q IT LQ To LI ^MVQZMOQoVWVLW^ZMJJMZWM[[MZMXQ KWUM TI 8ZW^^QLMVbI KPM TQ OW^MZVI Vu Q TWZW XILZWVQ Vu Q TWZW [MZ^Q 1V questo turbinio di sconcertante moLMZVQ\o XZMOVI LQ I\I^Q[UW NM]LITM KW[zJMVZIXXZM[MV\I\WLITTIRussia zarista [Q U]W^WVW Q XMZ[WVIOOQ LQ e culturale di respiro internazionale, la musica VWV [Q LQ[\IKKI XMZ LITTI \ZILQbQWVM TQZQKIQ\ITQIVI Fanno eccezione le due ultime opeZMLW^M>MZLQ[QI^^QKQVIITTI\MKVQKI _IOVMZQIVI"IZUWVQIMUMTWLQI[QNWVdono in un mare di note senza solubQWVMLQKWV\QV]Q\oKWV]VUW\Q^WKPM ZQ\WZVI I ZIUUMV\IZM OTQ MXQ[WLQ KPM KIZI\\MZQbbIVW QT LZIUUI Ð QT KI[W dell’Otello" QT UW\Q^W LMT L]M\\W \ZI >MZLQMLQ?IOVMZKPMLITXITKWQVWVLI\WLQVW\MKIV\IVWQTWZW[WOVQL¼IUWZMMLQUWZ\M 8WXWTQ KPM IOWOVIVW TI TQJMZ\o LI oppressori, facili paralleli tra l’antico \QZIVVW JIJQTWVM[M 6IJ]KWLWVW[WZ M Q UWVIZKPQ [\ZIVQMZQ KPM [Q [XIZ\Q[KWVW T¼1\ITQI NZIV\]UI\I 1T Nabucco v 7\MTTWM,M[LMUWVIITTIÅVMLMTXZQmo atto, “Già nella notte densa”, si ripete TI \MZbI WXMZI ^MZLQIVI LWXW T¼Oberto ITTI ÅVM LMT LZIUUI Y]IVLW \]\\W v e Un giorno di regnoMQT[]WXZQUW^MZW compiuto, in “Niun mi tema” 7\MTTW []KKM[[W;Q[MV\M\]\\IT¼QVÆ]MVbILMT- PI]KKQ[W,M[LMUWVIM[Q\WOTQMI[]I le marcette bussetane “scritte a centina- ^WT\ITI^Q\IZQKMZKIY]QVLQ]V]T\QUW JIKQWKPMOTQ^MZZoVMOI\WLITTIUWZ\M ia”KWUMKWVNM[[I>MZLQ[\M[[W 1T 5IM[\ZW \ZI\\I T¼WZKPM[\ZI KWUM 1T TQJZM\\W LQ Y]M[\¼WXMZI v [KZQ\\W LI ]V ]VQKW [\Z]UMV\W KPM IKKWUXI- Arrigo Boito KWV^QV\W _IOVMZQIVW OVITIUMTWLQIKIV\I\ILIQ[WTQ[\QMLIT KWZW=VI\MKVQKI\ZIKIJITM\\MKI^I\QVMMKWVKMZ\I\QKPM[\ZIXXIOTQIXXTI][QLMTX]JJTQKWMOWVÅIQTXWZ\INWOTQLMT 6W[\ZWQTY]ITMUWT\WKWVKZM\IUMV\M ZQ\QMVM KPM ]V¼WXMZI KPM VWV QVKI[[I PIY]ITKW[IKPMVWV^IMKPM[QXZW\ZIZZoÅVWITTM]T\QUMNI\QKPMQ[]KKM[[Q >WZZMQKQ\IZMTML]M]T\QUM[\ZWNMLMTTI internazionali dell’Otello e del Falstaff sua poesia Dualismo" ;MLI]VTI\W>MZLQLoUWT\IQUXWZ“Questa è la vita! l’ebete \IVbIIT[WOOM\\WLMTTQJZM\\W·LIKQ\Ivita che c’innamora, re ad esempio l’Ernani tratto da Victor lenta che pare un secolo, Hugo, il Machbeth, breve che pare un’ora; l’Otello e il Falstaff da un agitarsi alterno Shakespeare, l’Alzifra paradiso e inferno ra da Voltaire, Il Corche non s’accheta più! saro da Byron · KWV Come istrion, su cupida [KMT\MKPMLQUW[\ZIVW plebe di rischio ingorda, una ricerca letteraria fa pompa d’equilibrio N° 29 - OTTOBRE 2013 sopra una tesa corda, tale è l’uman, librato fra un sogno di peccato e un sogno di virtù”. ,M[LMUWVI M 2IOW QVKIZVIVW Y]M[\I dualità, professando la fedeltà e l’inVWKMVbI T¼]VI M ]VI [WZ\I LQ VQKPQTQ[UWLMUWVQIKW·“Credo in un Dio crudel”·T¼IT\ZW 5IQV\MZM[[IV\MvT¼]T\QUWTI^WZWLQ >MZLQ[MUXZM\ZI\\WLI;PISM[XMIZMM come Otello[]TQJZM\\W[KZQ\\WLI*WQ\W =VI KWUUMLQI ,WXW T¼IT\MZVIZ[Q LQ [KMVM KWUQKPM QV K]Q Falstaff, “il pancione” ITTI ZQKMZKI LQ I^^MV\]ZM IUWZW[M ZQUIVM ^Q\\QUI LMTTM \ZIUM WZLQ\M LI KWTWZW KPM ^WTM^I KQZK]QZM -UJTMUI\QKQ Q ^MZ[Q LQ KWUUQI\W LMQ KIV\IV\Q" “Tutto nel mondo è burla. L’uomo è nato burlone, la fede in cor gli ciurla, gli ciurla la ragione. Tutti gabbati! Irride l’un l’altro ogni mortal. Ma ride ben chi ride TIZQ[I\IÅVITº 4W [JMZTMNNW [KIXQOTQI\W LQ *WQ\W PI KWV\IUQVI\W ]V >MZLQ KIZQKW L¼IVVQ UI IVKWZI QV OZILW LQ [\]XQZM KWV queste ultime battute di commiato, e rimaniamo ad applaudire i cantanti KPMKQQVLQKIVWMZQXM\WVWTutti gabbati ?IOVMZ ^Q^M QV \]\\¼IT\ZW KTQUI 8MZ lui ci sono solo eroi M LQ^QVQ\o KPM [WZOWno dal mito per dare un’identità sacra al XWXWTW \MLM[KW KPM [Q \ZW^I ]VQ\W VMT Kaiserreich del 18711V[KMVITMKI^ITKI\MLMTTM>ITKPQZQM VMQ KQMTQ XMZ [KMOTQMZM OTQ MZWQ XQ ^ITWZW[Q KIL]\Q QV JI\\IOTQI KPM [MZ^QZIVVW I NWZUIZM ]V M[MZKQ\W LQ LQ^QVQ\oXMZT¼]T\QUITW\\ILMTTIÅVMLMQ L’ARTE DEL FRANCOBOLLO 45 V ivaVerdiV ivaWagner \MUXQ8MZKPu[]QXITKW[KMVQKQ^MZLQIVQ_IOVMZQIVQ\]\\WU]WZM5ILQKPM UWZ\M[QXIZTI'?IOVMZ[KZQ^MMU][Qca Tristan und Isolde, un dramma KPM [Q JI[I [] Tristan, un poema di Gottfried ^WV ;\ZI[[J]ZO poeta tedesco del XIII secolo I[]I^WT\IQ[XQrato alla storia di Tristano, scritta in NZIVKM[MLI<WUUI[WLQ*ZM\IOVIVMT @11[MKWTWÐ]VI[\WZQIL¼IUWZMKPM \ZW^IQT[]WMXQTWOWVMTTIUWZ\M\ZIUI LI[MUXZMKTI[[QKILMTUMTWLZIUUI +WUM QT ?MZ\PMZ \MLM[KW M T¼7Z\Q[ Q\ITQIVW<ZQ[\IVWQV[MO]MQTSehensucht, XIZWTI QV\ZIL]KQJQTM XMZ [QOVQÅKIZM QT LM[QLMZQW LMT LM[QLMZQW <ZQ[\IVW M 1[W\\IQV[MO]WVWT¼QVÅVQ\WZIXXZM[MVtato dalla notte in contrapposizione IT OQWZVW Y]QVLQ QT [WOVW <W^IVW QT TWZWIXXIOIUMV\WVMTTIUWZ\MY]QVLQ VMTT¼QZZIbQWVITMMVMTT¼QVKWV[KQW8ZQUI LMT;]ZZMITQ[UW?IOVMZQV\ZWL]KMKQ KPMXMZ*I\IQTTMvTIZMITQbbIbQWVMLMT [IKZW" Y]MTT¼MZW\Q[UW LMÅVQ\W KWUM ¹T¼IKKM\\IbQWVMLMTTI^Q\IÅVLMV\ZWTIUWZ\Mº 5I [M VMT *I\IQTTM []ZZMITQ[\I XW[[QIUW [KWZOMZM ]VI [XMZIVbI v X]Z [MUXZMIKKM\\IbQWVMLMTTI^Q\IVMTT¼I\\WMZW\QKWXZWT]VOIUMV\WVMTTIUWZ\M LMTTI ^Q\I ZQ\ZW^IZM Y]QVLQ T¼WOOM\\W IUI\WWT\ZMTIUWZ\MQV?IOVMZT¼IUWZMvTIUWZ\MI[[WT]\IÐQTXM[[QUQsmo di Schopenhauer KPM \QZI Q ÅTQ LMTLZIUUI<ZQ[\IVWM1[W\\IJM^WVW una pozione ^MTMVW[I XMZ darsi la morte, accettando KW[z LQ NIZTI ÅVQ\I KWV TI ZMIT\oKPMIT\ZW VWV v KPM ]V [QU]TIKZW KPM \ZI^Q[I·KWUM QT^MTWKPMKWXZMQT^WT\WLQ1[QLM·TI ^MZQ\o ) KI][I LQ *ZIVOIVQI IVKMTTI LQ 1[W\\I KPM [KIUJQI QT ^MTMVW KWV ]VI XWbQWVM L¼IUWZM Q L]M XZW\IOWVQ[\Q XMZLWVW TI ZIOQWVM KMZKIVLW[Q XMZ\]\\WQTLZIUUIITLQToLMTTI^Q\I VMTTIVW\\MLMTTIUWZ\M 8MZ ;PWXMVPI]MZ TI ^WTWV\o LQ ^Q^MZMQV[Q\IVMTTIVW[\ZI[XMKQM·MJIdiamo bene solo nella nostra specie IVQUITM · v KI][I LQ LWTWZM 4I ^WTWV\o XZM\MVLM QV KWV\QV]IbQWVM v TI []I VWV[WLLQ[NIbQWVM KPM TI [XQVOM 46 L’ARTE DEL FRANCOBOLLO ITT¼QVÅVQ\W4INMTQKQ\ovQZZIOOQ]VOQJQTM MT¼]WUWZWUIV\QKWIVKPM[MLW^M[[M XMZKI[WZIOOQ]VOMZTITIVMOPMZMJJM TI LQ[\Z]OOMZMJJM XMZKPu VWV v T¼IXXIOIUMV\W LMT LM[QLMZQW I ZMVLMZlo felice ma il suo desiderare questo LM[QLMZQW - Y]IV\W Y]M[\W XMV[QMZW abbia realmente condizionato il sentiZM¹UWLMZVWºTWXZW^IQT@@[MKWTW KWVTMKI\I[\ZWÅIXWKITQ\\QKPMLMTTM[]M O]MZZM =V¼QUUIOQVM KPM [QV\M\QbbI bene l’apocalisse ce la fornisce Salvador Dalì"VMT[]WZWUIVbWVisi Celati LM[KZQ^M )LWTN 0Q\TMZ Q[WTI\W M WZUIQ [KWVÅ\\W VMT []W J]VSMZ KPM I[KWT\I I \]\\W ^WT]UM ]V¼WXMZI LQ ?IOVMZ Y]I[Q KMZ\IUMV\M ]VI LMTTI \ZQTWOQI dei Nibelunghi,WXWQLZIUUQZMITQ LMTTML]MO]MZZMKI\I[\ZWÅKPMKPMQVKMVLQIZWVWT¼-]ZWXIMQTUWVLWAndrè Breton[KZQ^MArcano 17LW^MLIT [WOVW T¼QZZIbQWVITM I[[WT]\W MUMZOM ]VIKIZ\ILMQ\IZWKKPQT¼Etoile, simboTW JMVMÅKW LMTTI LWVVI KPM [WKKWZZM T¼]WUW VMTTI []I QVNMZUQ\o 1T XWM\I NZIVKM[M^Q[KWZOMTI[XMZIVbIKPMLITTMUIKMZQMQV[IVO]QVI\MLMTTI^WTWV\o LMT UI[KPQW ZIbQWVITM [WZOI Y]MTTI XQ ^QKQVI ITT¼QZZIbQWVITM LMTTI LWVVIKWUM[XQV\I[IT^I\ZQKMLMTTI[XMKQM ]UIVI - UQ XQIKM XMV[IZM I Y]M[\W come superamento del sentire moderno, una speranza meta-moderna in K]QTI^WTWV\o\ZW^QZQXW[WVMTTIVW\\M VWVXQQV\M[IKWUMUWZ\MUIKWUM T]KMIJJIOTQIV\MVMTVW[\ZWM[[MZMQVKWV[KQWXQ^Q^WKPMUIQ N° 29 - OTTOBRE 2013