STORIA VERA UUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU 1ª PARTE º2 N e Poi gliA desivi Vogliamo parlare dei classici in maniera seria ed esauriente ]IVLW ]V IXXI[[QWVI\W LQ ma senza entrare U][QKIWLQ]VIKMZ\IU][QKI KTI[[QKIWTMOOMZIKPM[QIXWKW in dettagli che QUXWZ\I[MIVbQIVWWOQW^IVQ[ interessano a pochi e [QUWM[MUXTQKMWKWT\WXIZTI LMQ[]WQXMbbQXZMNMZQ\QVWVUIVKILQKQ\IZM scocciano tutti gli altri? piemontese. È quel cerchio, ovale od ottagono contenente un genietto postale a cavallo e al di sotto il valore, KPMÅO]ZIQUXZM[[WXZW^^Q[WZQIUMV\M QV \QXWOZIÅI M QV ^QI LMÅVQ\Q^I I rilievo sulla +IZ\IXW[\ITMJWTTI\I emessa dal regno di Sardegna a partire dal [\QTQMI]\WZQMNIZMZQUIVLQIQV\MZXZM\Q[W di Franco Filanci gennaio 1818, i cosiddetti KI^ITTQVQ VWZQ\oZMOQ[\ZIbQWVQL¼WOVQ\MUXW [IZLQ. E poco importa che servissero 9]IVLW]VKWTTMbQWVQ[\I^MKKPQWWV]W^W Tanto per cominciare, il primo per l’invio di corrispondenze QVKWZ[W XWKWQUXWZ\I[MIXXI[[QWVI\WMY]IV\WLQ ÅTI\MTQI \MUI\QKI W [\WZQI XW[\ITM XIZTI W francobollo al mondo non è il XMVVa particolare KQWv INÅLI\M I ¹XMLWVQ ML [KZQ^M LQ NZIVKWJWTTQ IVKPM LMQ XQ KTI[[QKQ JTIKS. Il quale non è neppure il secon- IT\ZM WKKI[QWVQº KWUM [Q TMOOM QV ÅTQMZQ^MZQ\QLQ[WTQ\WWVMKQ\I[WTWQLI\QIVI do ma solo l’ottavo o il quattordice- grana) fuori dei canali postali, e che OZIÅKQ·LI\ILQIXXIZQbQWVM^ITWZQKWTWZQ simo, a seconda dei punti di vista. QT^ITWZMNW[[M]VI\I[[IÅ[KITMLW^]\I ÅTQOZIVIM^MV\]ITMV]UMZWLQLMV\MTTQWOVQ Perchè francobollo [QOVQÅKI TM\\MZIT- per poter baipassare la privativa poKU·W[QILLMV\ZIQVXIZW[[Q[\QKQLM\\IOTQ[] mente bollo che rende franco, sottin- stale. In effetti i KI^ITTQVQ garantivano Y]ITKPMKIZI\\MZQ[\QKI\MKVQKWOZIÅKIWT\ZMI teso T¼WOOM\\W [] K]Q KWUXIZM: e in que- un servizio: quello di non dover sot^IV\IZVMQUUIVKIJQTUMV\MTM^IT]\IbQWVQLQ sto è persino più preciso dell’inglese toporre la lettera alla preventiva bolKI\ITWOWMWLQUMZKI\WQVJI[MITTIY]ITQ\o XW[\IOM [\IUX, del francese \QUJZMXW[\M TI\]ZIXZM[[W]V]NÅKQWLQXW[\IKPM ,Q KQ KPM ZIXXZM[MV\IVW LI^^MZW Y]MQ del tedesco XW[\UIZSM, e di altre tra- all’epoca spesso distava decine di chiNZIVKWJWTTQ M \]\\M TM IT\ZM KIZ\M^ITWZQ L]bQWVQKPM[QOVQÅKIVW[WTWJWTTWLMTTI TWUM\ZQXZQUILQINÅLIZTII]VUM[[W VMTT¼IUJQ\WLMTTI[\WZQILMTTMKWU]VQKIbQWVQ posta 1V WOVQ KI[W [MVbI [XMKQÅKIZM privato, ovviamente pagato a parte. Comunque sia, l’idea di fornire ]UIVM · M LMTTI [\WZQI tout court · [Q se tale JWTTW, o QUXZWV\I, sia stampato TMVbQWI[[WT]\W,QKWVWKPMQXQM[XMZ\QTW per conto suo su un supporto gom- carta da lettera già pronta per l’u[IVVWOQoUMV\ZMXMZOTQIT\ZQvZWJILQNÅKQTM mato (il francobollo adesivo) oppure so e libera da ulteriori tasse era una su un oggetto di corrispondenza o un novità assoluta. E soprattutto molto KPMVWVQV\MZM[[IKPMVWVTMOOMZMJJMZW 1WVWVKQKZMLW"LIUWLMZVW<WUUI[WKWT modulo postale già pronti per l’uso (il circoscritta, perchè i sistemi postali XITTQVWLMQNZIVKWJWTTQMIVVQLQIJQ\]LQ cosiddetto intero postale): tant’è che dell’epoca prevedevano una variaVMVMTJMVMMVMTUITMITXZW[[QUWÅTI\MTQKW nei decreti d’emissione di cartoline bilità tale dei costi che era alquanto VWVKZMLWIVM[[]VILMTTML]MKW[M8MZY]M e biglietti postali veniva descritto il assurdo pensare a qualunque sistema [\W^WOTQWZIKKWV\IZ^QKPMKW[¼v[\I\ILI^^M ¹NZIVKWJWTTWº – sì, c’era proprio scritto di affrancatura del genere: molto più semplice gettare la lettera in buca e ZWY]MTT¼QUXZWV\IXW[\ITMLIVWQKWVW[KQ]\I ¹NZIVKWJWTTWº·KPM^QÅO]ZI^I E il primo JWTTW LMTTI XW[\I che ha lasciar pagare il destinatario, formalKWT VWUM LQ francobollo KWUM [WVW VI\Q Y]MQXZQUQM[MUXTIZQILM[Q^QWOQoQUXZM[[Q reso NZIVKW (cioè esente da ulteriore mente sempre onorato di ricevere []WOOM\\QLQKWZZQ[XWVLMVbIXMZKPuMQVKPM tassa postale) un oggetto di corrispon- notizie, o al massimo pagare in conUWLW[WVW[\I\QZMITQbbI\QKWUM[WVW[\I\Q denza non è inglese ma italiano, anzi \IV\QITT¼]NÅKQWLQXW[\IXMZTMTM\\MZM IKKWT\QM]\QTQbbI\QM^QIVIZZIVLW1VUWLW I primi tre tipi di [MUXTQKMMXQIVW[MVbIIXXZWNWVLQZMXQLQ francobollo al \IV\W"KQ[WVWOQo\IV\QTQJZQILQ[XW[QbQWVM mondo, il 15 e il 50 cent. cavallino LQKPQ^]WTNIZTW-[WXZI\\]\\W[MVbIZQXM\MZM nella versione TMKW[MKPMVWZUITUMV\MOQo[Q\ZW^IVW[]]V tipografica, il 25 KI\ITWOW[MZQWM[XMKQITQbbI\WKWUMT¼=VQÅ cent. in quella KI\W"LM\M[\WZQXM\QbQWVQMKWVKWZZMVbI[TMITM definitiva a rilievo Q N° 42 - DICEMBRE 2014 L’ARTE DEL FRANCOBOLLO 5 RivoluzioneN º 2 e Poi gli A desivi in arrivo o nei rari casi in cui era necessario affrancare. Per questo l’unico altro anticipatore del XMVVaJTIKS, oltre ai sei +I^ITTQ VQ, fu il foglio da lettera da un penny emesso nel novembre 1838 nella trattava di ogni aspetto operativo, organizzativo e amministrativo; e che fu la base di tutta la moderna norUI\Q^IXW[\ITMITUMVWÅVWITZMKMVte ritorno al privato. Partendo dall’Impero francese, che aveva dipartimenti anche dal PiemonLo stemma del General Post te al Lazio e controllava tutto il resto Office della dell’Italia (esclusa solo la Sardegna), Nuova Galles del le poste vennero nettamente divise Sud impresso sui tra posta-cavalli, che si occupava fogli da lettera da dei servizi di trasporto di passeggeri, 1 penny per l’uso nella città posta e merci, con relative stazioni di Sidney di cambio e di ristoro (quelle che poi Nuova Galles del Sud, recante il sigil- passeranno alla ferrovia) e in postalo coloniale a rilievo, che però era in lettere, che gestiva il servizio delle corvendita solo a Sidney per corrispon- ZQ[XWVLMVbMMLMTTM[\IUXMKWV]NÅKQ LMZMTWKITUMV\MMV\ZWQKWVÅVQLMTTI e personale propri che tra l’altro così città. E a circolazione locale sarebbe non sapevano di stalla. Le tariffe, calstato anche il misterioso ¹JQTTM\LMXWZ\ colate in base al peso e alla distanza, XIauº settecentesco da ¹]V[WTº in uso MZIVW[\I\M[MUXTQÅKI\MM]VQNWZUI\M a Parigi nella ¹XM\Q\MXW[\Mº del signor adottando pesi, lunghezze e monetade Velayer, da alcuni citato come pre- zioni nel nuovo sistema decimale. La cursore del francobollo perché anda- bollatura delle corrispondenze era ora va attaccato alle lettere. WJJTQOI\WZQIMOTQ]NÅKQMZIVWNWZVQ\Q Prima di arrivare davvero al fran- di bolli di tipo standard, in modo da cobollo come lo intendiamo noi ci assicurare i controlli sulle tasse dovute sarebbero volute due rivoluzioni. o riscosse, la tempistica del trasporto, la franchigia postale, oltre a facilitare Riforme prima di tutto T¼M^MV\]ITMZM[\Q\]bQWVMITT¼]NÅKQWUQ\Nessuno lo evidenzia mai, ma \MV\MLMTTMKWZZQ[XWVLMVbMZQÅ]\I\MM T¼7\\WKMV\W [Q X] LMÅVQZM QT [MKWTW per la massima parte non affrancate. delle Rivoluzioni postali; addirittura E in caso di perdita o manomissione tre in meno di cent’anni. E questo la di una raccomandata, per cui si padice lunga sull’importanza che la po- gava la tassa doppia, il risarcimento sta ha avuto in quel secolo, e ancora previsto era di ben 50 franchi, oltre per più di metà del seguente. 100 volte l’affrancatura. Il primo mutamento sostanziale fu Ma con l’andar del tempo si evidenquello che, grazie alla Rivoluzione ziano altri problemi, legati anche al francese e a Napoleone Bonaparte, crescente benessere sociale. Specie in fece uscire la posta da una condizio- un paese come la Gran Bretagna dov’è ne ancora molto aleatoria, essendo in atto un’altra rivoluzione, quella gestita come una merce qualsiasi con industriale, che porta a un aumento sistemi privatistici, per diventare un della mobilità tra una popolazione vero e proprio servizio pubblico, ge- sempre più alfabetizzata, da cui la stito dallo stato e fornito a tutti i cit- crescente esigenza di comunicare a tadini in base a regole precise e con distanza a cifre accettabili. garanzie di celerità e sicurezza. Benché aggiornato, il sistema poFu una rivoluzione che Napoleone stale britannico presentava infatti costi diffuse ovunque anche senza bisogno elevatissimi e per di più complicati di battaglie e conquiste, semplice- dalle tariffe, del tutto simili a quelle mente portando nella vita quodidia- odierne autostradali, ovvero calcolate na nuova linfa ai commerci e alla cul- in base alla distanza oltre che per peso tura, e nuove possibilità alla scienza e/o numero dei fogli componenti il e alle opinioni. Dagli antichi sistemi messaggio (e che gli addetti erano di stampo prettamente commerciale IJQ\]I\QIQVLQ^QL]IZMIT\I\\W8MZÅVW – a partire dagli appalti – si passò a in parlamento c’era chi protestava una più razionale organizzazione e per le tariffe elevate, addebitandone gestione pubblica, sintetizzata nella la ragione alla franchigia di cui gode1V[\Z]K\QWV OuVuZITM []Z TM [MZ^QKM LM[ 8W vano in troppi, e di cui alcuni nobili stes pubblicata a Parigi nel 1808, che decaduti facevano persino commercio 6 L’ARTE DEL FRANCOBOLLO Alcuni saggi presentati al concorso del Tesoro puntavano piuttosto a presentare sistemi di stampa ad alta tecnologia, come questi di Charles Fenton Whiting ottenuto col metodo Congreve bicolore a doppia matrice facendosi assumere dalle ditte solo per IXXWZZM TI TWZW ZQ^MZQ\I ÅZUI []TTM corrispondenze e farle viaggiare gratis. Finché non arrivò un educatore quarantenne di nome Rowland Hill che, dopo aver ascoltato il parlamentare Robert Wallace tuonare contro gli abusi postali, ed essersi ben documentato con i fratelli Edwin, Frederic e Matthew sui vari aspetti della questione, giunse a una conclusione: se tutti avessero pagato – compresi i nobili, e possibilmente in anticipo – un XMVVa[IZMJJM[\I\WXQKPM[]NÅKQMV\M per coprire le spese di una lettera diretta in qualunque località del regno, anche la più lontana. Persino per una lettera da Londra a Edimburgo, che richiedeva più di uno scellino (la paga settimanale per molti) ma che in realtà costava alle poste meno di un NIZ\PQVO, un quarto di penny. Se poi la tariffa, oltre che uniforme per tutto lo stato, fosse stata calcolata solo in base al peso, tutto sarebbe risultato anche più semplice, evitando del tutto il ZQKWZ[WITT¼]NÅKQWXW[\ITM"JI[\I^I]VI pesa. In più, favorendo l’affrancatura anticipata, il portalettere ¹VWV [WTW VWVLW^ZoNMZUIZ[QXMZNIZ[QXIOIZMTM\I[[M XW[\ITQUIXZWJIJQTUMV\MVWVLW^ZoVMXX]ZM I\\MVLMZMT¼IXMZ\]ZILMTTIXWZ\IXWQKPuWOVQ KI[I XW\Zo M[[MZM XZW^^Q[\I LQ ]VI KI[[M\\I LMTTMTM\\MZMMQTXW[\QVWLWXWI^MZKMTMQVÅTI\M MI^MZJ][[I\WXW\ZoXI[[IZMWT\ZM^MTWKMUMV\M Y]IV\W OTQMTW KWV[MV\M QT []W XI[[Wº. Con Rowland Hill al tempo della Riforma N° 42 - DICEMBRE 2014 Una busta parlamentare da 1 penny, prima carta-valore postale generata dalla Riforma inglese un forte risparmio anche sui costi e i tempi di distribuzione. Come si usava all’epoca, nel febbraio 1837 Rowland Hill diede alle stampe un opuscolo intitolato 4I:QNWZUIXW[\ITM[]I1UXWZ \IVbIM.I\\QJQTQ\o contenente queste sue idee; che naturalmente non piacquero né alle autorità postali, spaventate da una tale innovazione, né ai nobili e ai politici, timorosi di perdere il loro privilegio della franchigia. Ma ottennero subito il consenso e il pieno appoggio dell’opinione pubblica: in particolare di mercanti e uomini d’affari, per il cui lavoro il servizio postale era fondamentale come oggi sono il telefono e il web, e dei riformatori religiosi, soprattutto protestanti evangelici, per i quali la conoscenza è un modo di avvicinarsi alla santità, e la facilità di comunicare è ritenuta indispensabile per diffondere la conoscenza. Ci vollero due anni di battaglie parlamentari, di petizioni, di campagne OQWZVITQ[\QKPM LQ X]JJTQKQ [JMZTMNÅ" e persino l’appoggio della Regina Vittoria, contraria alla franchigia ÅVW I LQKPQIZIZ[Q LQ[XW[\I I XIOIZM per la sua corrispondenza personale (l’appannaggio reale dopotutto glielo consentiva!) e favorevole anche ITTI ZQL]bQWVM LMTTM \I[[M )TTI ÅVM la grande Riforma postale passò, e anche esattamente come proposta da Hill, seppure con un po’ di prudenza: quando il 5 dicembre 1839 entrò in ^QOWZMTI\IZQNNI]VQNWZUM^MVVMÅ[sata a 4 pence ogni mezza oncia (15 grammi). Ma i primi dati furono così rassicuranti che già un mese dopo, dal 10 gennaio 1840, fu ridotta a un solo, comodo penny per ogni porto! Come partire al meglio Ancor oggi c’è chi racconta che fu il francobollo a rivoluzionare la posta, mentre nella realtà è l’esatto contrario: fu la rivoluzionaria Riforma postale inglese a rendere possibile l’affermazione del francobollo, che come s’è visto non era neppure una novità. Senza contare che in Gran *ZM\IOVILMTTMUIZKPMÅ[KITQQUXZM[se a rilievo su carta colorata erano in ][WÅVLIT! In effetti fu solo dopo l’approvazione della Riforma che ci si chiese quale fosse il modo migliore per favorire l’affrancatura anticipata delle corrispondenze senza bisogno di recarsi alla posta. Le soluzioni potevaN° 42 - DICEMBRE 2014 no essere solo due: mettere in vendita fogli e buste già comprensive della tassa postale, oppure delle speciali “etichette” con valore d’affrancatura da attaccare alle lettere. Ma come farle esattamente? e come realizzarle perché all’atto pratico fossero comode, sicure, senza controindicazioni? La soluzione fu individuata in un <ZMI[]Za+WUXM\Q\QWV, un concorso pubblico indetto dal ministero del Tesoro il 6 settembre 1839, volto a ottenere proposte e idee sul modo migliore per rappresentare l’affrancatura anticipata; in palio vi era un premio di 200 sterline per la miglior idea, un altro di 100 per il secondo arrivato, e la data ultima di consegna era il 15 ottobre. L’argomento era tanto appassionante e sentito dal pubblico che arrivarono 2.600 fra disegni, saggi a stampa e semplici suggerimenti. Qualcuno decisamente strampalato (tanto da vincere il primo premio!) come quello LQ2IUM[*WOIZL][M.ZIVKQ[+WNÅV" un’etichetta doppia formata da una parte gommata con la vignetta e da una parte recante un buco attraverso cui applicare la ceralacca del suggello. Quello con le idee più chiare era un libraio scozzese, James Chalmers, che ÅVLITNMJJZIQW I^M^IXZWXW[\W delle ¹[\ZQ[KMJWTTI\Mº comprendenti cinque ¹XW[\IOM[\IUXº recanti il valore e un disegno a stampa, ¹[XITUI\QITZM\ZWKWV ]VINWZ\M[WT]bQWVMLQOWUUIº, da mettere in vendita ¹QVNWOTQW[QVOWTQº; e che, ¹XMZ XZM^MVQZMTIXW[[QJQTQ\oKPM^MVOIVW][I\Q]VI [MKWVLI^WT\I[QLW^ZMJJMQUXWZZMIQUI[\ZQ LQXW[\ILQIXXTQKIZMQTJWTTWXW[\ITMLMTT]WOW []TTI[\ZQ[KQIW[]QNZIVKWJWTTQº, come mostrava su alcuni dei saggi che presentò in un suo articolo dell’aprile 1838 e poi al concorso, ma senza essere preso in KWV[QLMZIbQWVMITUMVW]NÅKQITUMV\M 4W[\M[[W:W_TIVL0QTTÅLI^I[Wprattutto sugli interi postali, che per lui erano la soluzione ideale del problema affrancatura. Anche se già nel suo pamphlet del 1837 aveva proposto di impiegare ¹]V XMbbW LQ KIZ\I OZIVLM IJJI[\IVbILIKWV\MVMZMQTJWTTWMKWXMZ\WIT ZM\ZWLI]VIKMZI^Q[KPQW[IKPMKWV]VXW¼ LQ]UQLQ\oQTUQ\\MV\MX]I\\IKKIZMITZM\ZW LMTTITM\\MZIº, riteneva che tale ¹XMbbWLQ KIZ\Iº dovesse usarsi solo eccezionalmente, quando gente poco informata o troppo di fretta portava alla posta messaggi scritti su un foglio qualunque anziché sugli appositi interi. E il ¹JWTTWº Il libraio James Chalmers in un ritratto dell’epoca e due suoi saggi, in questo caso rotondi, presentati al concorso del Tesoro e completi di annullo L’ARTE DEL FRANCOBOLLO 7 RivoluzioneN º 2 e Poi gli A desivi era il semplice 8IQL di porto pagato che KQI[K]V]NÅKQWXW[\ITMI^ZMJJMXW\]\W stampigliare su foglietti di carta e poi mettere in vendita al pubblico che, applicandoli ¹ITZM\ZWLMTTITM\\MZIº poteva usarli anche in funzione di sigilli, al posto della ceralacca o dell’ostia gommata in uso a quei tempi. La preferenza di Hill per gli interi si vede non solo nella cura con cui furono realizzate buste e fogli TM\\MZIZMKIV\Q T]VOPQ ÅTQ LQ [M\IKWlorati nell’impasto quale garanzia, ma anche dall’elaborata immagine ‘autopubblicitaria’ fatta realizzare a William Mulready, con la Britannia che invia messaggeri alati in tutto il mondo e mercanti e sudditi soddisfatti. E soprattutto dal fatto che a una sola settimana dall’entrata in vigore della tariffa uniforme da 1 penny, il 16 gennaio 1840, il Parlamento britannico riceve le prime carte-valori conseguenti alla Riforma postale: delle buste intestate 0W][MWN 8IZTQIUMV\ del valore da 1 penny stampate in nero e LIXMVKMQVZW[[WKPMITTIÅVMLMTTW stesso mese sono rimpiazzate da altre XQ[XMKQÅKPMXMZTI0W][MWN 4WZL[e la 0W][MWN +WUUWV[. Ai parlamentari, che hanno perso il privilegio della franchigia, il privilegio di usare per primi la novità! Nel frattempo però nasce anche l’etichetta postale – ¹TIJMTº come indicato sul bordo dei fogli – facendo tesoro I due primi francobolli adesivi, uno con parte del margine contenente le istruzioni sull’uso di vari consigli ottenuti dal concorso, a cominciare da quello di Benjamin Cheverton di riprodurre il volto di una persona come miglior garanzia contro i falsi, bastando poco per alterarne la Å[QWVWUQI W T¼M[XZM[[QWVM 8MZ ÅVQZM con l’impiego di eleborati fondi ottenuti meccanicamente, come quello realizzato con la Rose inventata dal primo titolare della Perkins, Bacon & 8M\KPK]QN]INÅLI\ITI[\IUXI E a proposito della produzione non si ritenne opportuno allestire una propria stamperia. Troppi problemi e rischi, specie in questa fase iniziale: UMOTQW^ITMZ[QLQ]V=NÅKQWLMT*WTTW che si occupasse dei contratti con i privati e li tenesse sotto controllo anche attraverso le forniture di carta ÅTQOZIVI\IWKWTÅTWUM\ITTQKWKWUM quella degli interi. Il loro uso dovrà però iniziare soltanto il 6 maggio, anche se qualcuno li utilizza già da sùbito: si vuole dare al pubblico il tempo di scoprire materialmente questi nuovi oggetti postaTQ M XZMVLMZM KWVÅLMVbI KWV QT TWZW impiego. Una considerazione verso gli utenti che si manifesta soprattutto nelle istruzioni poste sui margini dei fogli di francobolli – ;Q[\MUIZM TM -\Q KPM\\M;78:)T¼QVLQZQbbWM^MZ[WQT4)<7 ,-;<:7 LMTTI 4M\\MZI 6MTT¼1V]UQLQZM QT :M\ZWNIZMI\\MVbQWVMIVWVZQU]W^MZMT¼) LM[Q^W – e nelle informazioni su tariffe e altro presenti nei bordi laterali dei fogli-lettera. Tra l’altro la prima parI primi adesivi te della dicitura marginale del valore )UM\oXZQUI^MZIÅVITUMV\MXMZQ da 1 penny – 8:-BB7XMVVaXMZ-\Q cittadini britannici terminò la neces- KPM\\I[KMTTQVWXMZ.QTILQ[\MZTQVI [Q\o LQ ZMKIZ[Q VMOTQ ]NÅKQ XW[\ITQ XMZ XMZ.WOTQW – spiega il perché dei fogli poter affrancare le loro corrispon- da 240 esemplari disposti in 12 codenze in base alla nuova tariffa, che lonne di 20 (o se preferite 20 righe di era agevolata solo per chi pagava in " ÅVW IT ! TI [\MZTQVI VWV MZI anticipo. Il 1º maggio 1840 comin- decimale ma composta di 20 scellini ciano infatti ad apparire le nuove ciascuno formato da 12 pence (per carte-valori postali – francobolli (la cui il doppio di 2/9, ovvero 2 scellini JMT[), buste (MV^MTWXM[) e fogli-lettera o e 9 pence, era 5/6, tanto per complisovraccoperte (KW^MZ[) – tutte nei tagli care la vita ai viaggiatori stranieri!). da 1 penny, in nero, e da 2 pence, in I due francobolli adesivi recano azzurro. T¼MNÅOQMLMTTI:MOQVI>Q\\WZQILQXZWÅTW\ZI\\ILI]VIUMLIOTQIQVKQ[ILI William Wyon nel 1837: un modo IVKPM XMZ ]NÅKQITQbbIZM QT NZIVKWbollo con un immagine da moneta e insieme diffondere capillarmente il volto della Regnante in un’epoca in cui le immagini a stampa erano ancora poco diffuse. L’incisione di Charles e Frederick Heath, padre e ÅOTQWLW^M\\MM[[MZMZQNI\\IXMZKPuTI prima versione fu giudicata troppo ÅVMMLMTQKI\IXMZ[WXXWZ\IZMT¼WXMZI di duplicazione mediante pressione di una rulletta sulla lastra di acciaio. La parola POSTAGE e il valore sono le uniche diciture presenti: essendo i primi al mondo e in uso solo negli ]NÅKQXW[\ITQJZQ\IVVQKQ[IZMJJM[\I\W inutile, oltre che ovvio, indicare anche il paese emittente. Molto più interessante l’idea delle lettere agli angoli inferiori, il cui intento era duplice: poter facilmente QLMV\QÅKIZMWOV]VWLMQM[MUXTIZQLMTNWOTQWMZMVLMZMLQNÅKQTMTI^Q\I Una busta Primo Giorno Ufficiale, come mostra il bollo del 6 maggio 1840 al retro 8 L’ARTE DEL FRANCOBOLLO N° 42 - DICEMBRE 2014 agli eventuali falsari, costringendoli ad approntare numerose incisioni per non destare sospetti. 4I KWZWVKQVI QV ÅTQOZIna, una per esemplare, e TIZINÅVI\IQVKQ[QWVMVWV erano infatti giudicate []NÅKQMV\Q XMZ OIZIV\QZ[Q contro i falsi dato che il sistema di stampa adot\I\W TI KITKWOZIÅI MZI all’epoca molto diffuso e facilmente utilizzabile da chiunque: in effetti anche in seguito sarà usato solo per i piccoli valori, ricorrendo per gli altri a sistemi più tecnologici ed esclusivi come la rilievoOZIÅIMTI\QXWOZIÅI In pratica ogni esemplare della prima colonna reca a sinistra una A, quelli della seconda una B, e via dicendo con C, D, E, F, G, H, I, J, K e L, mentre quelli della prima riga hanno la A anche sulla destra, e quelli delle righe sottostanti le successive 19 TM\\MZM ÅVW alla T. Era stato inizialmente previsto anche un XMVVa JTIKS recante le lettere VR di >QK\WZQI:MOQVI, ad uso M[KT][Q^W LMOTQ ]NÅKQ OW^MZVI\Q^Q per le corrispondenze di servizio, ma ITTI ÅVM T¼QLMI ^MVVM IJJIVLWVI\I quando già ne erano stati stampati circa 3.500 fogli. Fu il primo non emesso al mondo, anche se qualche esemplare è noto su lettera, regolarmente viaggiato; segno che tutto il mondo è paese! Molto N° 42 - DICEMBRE 2014 intere s s a n t i da un punto di vista storico gli esemplari del foglio spedito a Rowland Hill nell’aprile 1840, da lui usati per esperimenti di bollatura con inchiostri neri di varia composizione e successiva cancellazione con sostanze chimiche. Il francobollone a tutto schermo I due tipi di intero postale emessi insieme ai francobolli adesivi: in alto la sovraccoperta e sotto la busta, in cui sono ben visibili i fili di seta paralleli di vario colore della speciale carta di sicurezza del Dickinson Se il pubblico apprezzò subito il francobollo adesivo, potendolo usare come e su che cosa voleva senza problemi, diversa fu la sorte dei suoi colleghi interi postali, in cui Rowland L’ARTE DEL FRANCOBOLLO 9 RivoluzioneN º 2 e Poi gli A desivi 0QTTZQXWVM^IIVKWZXQÅL]KQIXMVsando che la gente avrebbe apprezzato il vantaggio di ottenere allo stesso prezzo anche il foglio su cui scrivere o da usare come busta o sovraccoperta. Forse proprio questo “omaggio” fu invece giudicato sminuente dalla gente di un certo livello sociale, o più semplicemente Rowland Hill aveva esagerato nel volere un’impronta di affrancatura così elaborata e vistosa, a tutta facciata come quella disegnata dall’accademico reale William Mulready e incisa su rame da John Thompson. Se inizialmente questo “francobollone” fu anche apprezzato – qualcuno si premurò persino di colorarlo – quasi sùbito venne preso di mira dagli umoristi, che ne fecero decine di ‘caricature’ spesso anche politiche e di attualità (come quella dedicata al ministro Graham che faceva controllare la posta di alcune XMZ[WVM \ZI K]Q 5IbbQVQ M KW[z ÅVz al posto della Britannia, con ai piedi invece del leone un serpente con la sua faccia, intento a inviare omini a TMOOMZMTMTM\\MZMIT\Z]QÅVWILMKZM\IZVMTIÅVMÅVLIOTQQVQbQLMT Una Mulready colorata dal mittente e spedita il 26 maggio 1840, primo esempio al mondo di mail art a essere utilizzata da ditte, associazioni e ]NÅKQOW^MZVItivi per imprimervi testi a stampa, molti dei quali pubblicitari. La conclusione fu che anche sugli interi postali era bene che il francobollo fosse di formato più contenuto, quando non lo stesso emesso come adesi^W - ÅV LIT OMVVIQW TM J][\M Mulready (gli MV^MTWXM[ con le alette triangolari) vennero sostituite da più tradizionali buste recanti impresso un NZIVKWJWTTWW^ITMKWVT¼MNÅOQMLMTTI:Mgina a rilievo. Ma non furono le sole a sparire, seppure ad esaurimento: sempre a inizio 1861 il XMVVaJTIKS fu sostituito dal XMVVaZML, essendosi constatato che il nero rendeva poco leggibile e soprattutto poco visibile l’annullo, e il francobollo da 2 pence fu ritoccato XMVVaJTIKS, dato che sui cataloghi reca il numero 1. La platea di interessati è infatti mondiale, e solo nel Regno Unito non c’è praticamente collezionista che non voglia avere almeno un XMVVa JTIKS nell’album, poco importa se nuovo o usato, integro o assottigliato. E ovunque sono in molti a volerne un esemplare con le proprie iniziali nei due angoli inferiori: cosa impossibile solo per pochi sfortunati con sigle a base di U, V, W. X, Y e Z come ZeTQVLWB]bM[]IÅOTQIA^M\\M E a rarefare il materiale esistente ci si mettono le molte specializzazioLa caricatura ni esclusive: dalla più semplice delapparsa la ricostruzione della tavola di 240 nell’ambito della campagna esemplari grazie proprio alle lettere angolari, alle più complesse dell’idi stampa contro sir LMV\QÅKIbQWVMLMTTMLQ^MZ[M\I^WTM James Graham, dell’1 penny nei vari stati (solo due ministro degli LMT XMVKM XMZ ÅVQZM KWV OTQ IVinterni inglese, nulli a croce maltese creati proprio ampiamente per annullare queste sei carte-valori, documentata da Clemente inizialmente in rosso: tutti incisi sinFedele in un golarmente a mano, e quindi diversi, articolo sugli NZI K]Q Q \QXQ LMTT¼]NÅKQW KMV\ZITM LQ obbiadini, in Londra con numero da 1 a 12 al cenStorie di Posta tro che, essendo stati introdotti nel nº 1 n.s. marzo 1843, si ritrovano raramente Piuttosto curiosi, questi primi in- – non si sa per quale ragione – in- su questi primi valori. teri postali pubblici per tutti gli usi, [MZMVLW L]M [XM[[Q ÅTQ JQIVKPQ [WXZI Avendo avuto esclusivo e larghissirecanti al retro una grande dicitura M[W\\WT¼MNÅOQM1VXZI\QKIY]MTTIKPM mo uso per quasi un anno, anche su POSTAGE sovrastata dal numero di durò più a lungo fu la sopraccoperta TM\\MZIQL]MILM[Q^Q[WVWOQ]V\QÅVW una della oltre 100 matrici che com- Mulready, ritirata dalla vendita sol- a noi con una certa abbondanza, ponevano la tavola da stampa di 12 tanto nel 1844. Tutte le rimanenze soprattutto perché all’epoca le corriesemplari. Erano infatti forniti agli a magazzino furono poi distrutte nel spondenze erano in gran parte scritte ]NÅKQIVKWZIQVNWOTQQV\MZQ\IV\WKPM 1862, proprio mentre cominciava a su un doppio foglio che poi veniva ridella sopraccoperta (la Mulready LQNNWVLMZ[QQTKWTTMbQWVQ[UWÅTI\MTQKW piegato, sigillato e munito di indirizgrande con le istruzioni ai lati) da 1 zo senza ricorrere alla busta, ancora Il collezionismo penny si conoscono coppie usate e XWKWLQNN][ILI\WKPMÅVWIT !XITutti questi valori emessi il 1º mag- gava come foglio a parte: in tal modo del 2 pence è nota una quartina, ora al Museo, dove l’indirizzo è scritto gio 1840 hanno da sempre quotazioni chi conservava la lettera conservava nell’interspazio. La stessa KW^MZ, gra- del tutto particolari e non confronta- anche l’affrancatura. zie allo spazio disponibile, fu anche la bili con tutti gli altri francobolli e in[MO]MITXZW[[QUWV]UMZW prima carta-valore postale al mondo teri apparsi al mondo; in particolare il 10 L’ARTE DEL FRANCOBOLLO N° 42 - DICEMBRE 2014