Faccio io la mia scelta!!! Progetti di orientamento, empowerment e accompagnamento al lavoro per giovani con disabilità e con disagio sociale Unione europea Fondo sociale europeo regione veneto Progetto Empowerment • Progetto Ri-tenta • DGR 643/2009 INDICE PREMESSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 I PARTNERS DEI PROGETTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 PROGETTO EMPOWERMENT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 PROGETTO Ri-TENTA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 IL LIBRETTO INDIVIDUALE Uno strumento descrittivo delle competenze . . . . . . . . . . . 20 LO STRUMENTO VRIJBAAN Il potenziamento delle competenze personali . . . . . . . . . . . 24 LO STRUMENTO VALPAR La valutazione delle capacità lavorative . . . . . . . . . . . . . . . 30 RINGRAZIAMENTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 3 Questo manuale è stato realizzato dal gruppo di lavoro del Centro Polifunzionale Don Calabria composto da: Cristina Ribul Moro (Resp. Medialabor), Alessandra Pellegrini (Medialabor), Arianna Corradi (Medialabor), Maurizio Chiappa (Resp. Formazione Adulti). Non avrebbe potuto realizzarsi senza il lavoro degli operatori dell’orientamento e della mediazione al lavoro: Andrea Bellato, Carmen Adami, Paola Giannantonio, Samantha Canesella (Centro Polifunzionale Don Calabria), Daria Caminoli (L&S), Silvio Masin (Comunità San Benedetto Don Calabria), Cinzia Poli, Stefania Gobbi, Gabriella Ferriani (Sil 21), Andrea Crobu (Esev). ...e senza la collaborazione dei partners: Provincia di Verona, Azienda Ulss 20 Verona, Azienda Ulss 21 Legnago, Ministero della Giustizia Dipartimento Giustizia Minorile, Esev, Lavoro&Società, Comune di Legnago. PREMESSA Con questi due progetti finanziati dall’Iniziativa Fondo Sociale Europeo POR 2007 – 2013 Obiettivo Competitività regionale e occupazione – Asse III Inclusione sociale, il Centro Poilifunzionale Don Calabria ha voluto approfondire aspetti quali la valutazione e il potenziamento delle competenze personali (empowerment) e trasversali finalizzati all’aumento delle possibilità di integrazione sociale e lavorativa delle persone con disabilità e/o con disagio sociale. La valutazione e il potenziamento delle capacità sono concetti ritenuti universalmente necessari per la definizione di un efficace progetto individualizzato di integrazione lavorativa, ma scarsamente utilizzati in modo strutturato e scarsamente sostenuti da finanziamenti specifici. La realizzazione dei due progetti ha evidenziato un terzo concetto fondamentale, condiviso da tutti ma altrettanto poco applicato: il lavoro di rete. L’utilizzo di strumenti innovativi per la valutazione e il potenziamento delle capacità sono un valore aggiunto per la storia personale degli individui solo se sono collocati nell’ambito di collaborazioni chiare con i soggetti della rete e se concorrono al raggiungimento di obiettivi comuni che coinvolgono in primo luogo le persone come protagoniste dei loro percorsi di vita e nello stesso tempo tutti i servizi che intercettano i loro diversi bisogni. 5 I PARTNERS DEI PROGETTI SOGGETTO PROPONENTE: CONGREGAZIONE POVERI SERVI DELLA DIVINA PROVVIDENZA - CASA BUONI FANCIULLI - ISTITUTO DON CALABRIA Il Centro Polifunzionale Don Calabria di Verona (casa filiale della congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza) si occupa fin dalla propria nascita di attività rivolte alle fasce deboli con l’obbiettivo di favorire l’inclusione sociale. Il fondatore fin dai primi passi della congregazione si occupava di raccogliere tutti quei giovani che la guerra aveva reso orfani e che necessitavano di un intervento di formazione professionale. Negli anni ’80 siamo stati uno degli enti promotori di molte azioni rivolte ai più deboli e abbiamo assunto un ruolo di leadership nella gestione della Sperimentazione Regionale sulla formazione professionale per giovani con disabilità che ha caratterizzato quegli anni. Facendo riferimento alle più recenti e significative esperienze ricordiamo a tale proposito che il nostro centro ha partecipato con la funzione di titolare o di partnership attiva: • al progetto Equal “Mercurio” e al progetto Equal Sonar, progetti di sistema che si prefiggevano l’obiettivo di favorire l’occupazione di persone svantaggiate attraverso la realizzazione di azioni di accompagnamento e di presa in carico globale. • al progetto “Dedalo 1 e 2” (FSE regionale misura C1) su un nuovo modello di formazione professionale ed accompagnamento al lavoro di persone con disabilità. • al progetto FSE Misura A1 rivolto ai Centri per L’Impiego per la definizione dei servizi di accompagnamento al lavoro e a tutte le edizioni successive • ai i progetti di orientamento e accompagnamento al lavoro (ex Allegato 2) e ai progetti per accompagnamento per soggetti Over 45. Da anni abbiamo inoltre partecipato in modo attivo e propositivo alla rete di servizi pubblici e privati che ha prodotto una stretta collaborazione con la Provincia di Verona con la quale abbiamo realizzato molte esperienze progettuali e non ultima la progettazione della linea L1 e L2 nell’ultimo 6 bando FSE Por 2006/2013 Asse II “Occupabilità” Rafforzamento dei servizi per il lavoro). In questa progettazione abbiamo coinvolto in modo attivo una nostra realtà che da molti anni si occupa di interventi rivolti a minori con forti problematiche di Disagio: la “Comunità San benedetto”, che all’interno del territorio Veneto è una realtà significativa sia riguardo gli interventi rivolti a giovani con problematiche di tipo giudiziario e sia rispetto a quella fascia di minori che vengono presi in carico dai servizi sociali dei territori a cui afferisce il progetto AZIENDA ULSS 21 LEGNAGO L’Unità Locale Socio Sanitaria Nr. 21. oltre a espletare tutti gli adempimenti previsti per una ASL, è sempre attenta alle esigenze della Popolazione ed e’ diventata un punto di riferimento nel territorio per iniziative volte ad appoggiare le fasce più deboli e svantaggiate. La normativa nazionale con la L. 328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali” e regionale (L.R. 5/96, L.R. 11/2001 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del Decreto Legislativo 31 marzo 1998”; etc.) in tema di Servizi Sociali confermano ed amplificano la valenza strategica del Piano di Zona dei Servizi alla Persona quale strumento primario dei Comuni, d’intesa con le UU.ll.ss.ss., per la realizzazione della rete dei servizi sociali e dell’integrazione socio sanitaria locale nella logica del principio di sussidiarietà. PROVINCIA DI VERONA La Provincia di Verona è deputata al governo delle politiche del lavoro.Il ruolo della Provincia è di offrire i servizi all’impresa, ai lavoratori, ai disoccupati, ai giovani in cerca di occupazione, alle categorie sociali svantaggiate, di monitorare i fenomeni locali e di porre in essere politiche adeguate. Svolge anche una funzione di coordinamento e concertazione tra i sistemi del lavoro, dell’istruzione e della formazione, nonché attiva di rilevazioni, elaborazione ed analisi dei dati afferenti al mercato del lavoro ed alla formazione professionale veronese: i risultati di tali attività sono a disposizione di tutti gli operatori pubblici e privati della provincia, al fine di fornire il supporto conoscitivo necessario alle politiche del lavoro e della formazione. I fronti sui quali la Provincia pone la sua attenzione sono molteplici e chiamano in causa i Servizi pubblici per l’impiego, le parti 7 sociali, i centri di formazione professionale, nonché le imprese e gli attori del territorio. LAVORO & SOCIETÀ Società consortile S.r.l. La società si configura come agenzia sociale per il lavoro, in attuazione dell’ Art.10 D.Lgsl 276, con l’obiettivo dell’integrazione tra pubblico e privato per favorire le opportunità lavorative per soggetti “deboli”.Lo scopo societario viene perseguito valorizzando la collaborazione con le istituzioni pubbliche e private competenti ed impegnate nell’ambito della gestione del mercato del lavoro e dei servizi per l impiego, nonché della valorizzazione della dignità del lavoro umano. ESEV-ENTE SCUOLA EDILE VERONESE PER L`INDUSTRIA EDILIZIA (partner del progetto FSE RI-TENTA) L’ESEV - ENTE SCUOLA EDILE VERONESE PER L’INDUSTRIA EDILIZIA ED AFFINI DELLA PROVINCIA DI VERONA è un ente gestito in forma paritetica dal Collegio Costruttori Edili e dalle Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori Edili (FENEAL-UIL; FILCACISL; FILLEA-CGIL) della Provincia di Verona ai sensi dall’art. 93 del C.C.N.L. dell’Edilizia. ESEV ha per scopo statutario (v. art 3 dello Statuto) la promozione, l’organizzazione, l’attuazione nel proprio ambito territoriale di iniziative di prima formazione per i giovani che entrano nel settore, iniziative di formazione continua, qualificazione, riqualificazione, specializzazione ed aggiornamento per operai, impiegati amministrativi, tecnici e quadri secondo le esigenze del mercato del lavoro. La qualificazione, l’aggiornamento e la specializzazione di giovani, operai, impiegati, tecnici e quadri che entrano e/o operano nel settore delle costruzioni. MINISTERO DELLA GIUSTIZIA. DIPARTIMENTO GIUSTIZIA MINORILE. CENTRO GIUSTIZIA MINORILE DI VENEZIA (partner del progetto FSE RI-TENTA) Organo del decentramento amministrativo che ha la competenza sul territorio della Regione Veneto. Esercita funzioni di programmazione tecnica ed economica, controllo e verifica nei confronti dei Servizi Minorili da essi dipendenti quali gli uffici di Servizio Sociale per Minorenni, gli istituti penali per minorenni, i centri di prima accoglienza e le comunità. 8 COMUNE DI LEGNAGO (partner del progetto FSE RI-TENTA) Il Comune di Legnago, nell’ambito delle proprio competenze concorre a garantire il diritto alla vita ed alla salute; individua nei valori di libertà, verità, giustizia, eguaglianza, fratellanza e solidarietà i cardini della crescita e dello sviluppo civile della città. Trae dai principi fondamentali della democrazia ispirazione per il rispetto concreto e attivo verso tutti gli uomini, senza distinzione di sesso, età, ceto sociale, etnia, razza, lingua, religione. Opera quindi per garantire a tutti i cittadini le condizioni di pari opportunità di accesso all’istruzione e alla formazione professionale, al lavoro e all’esercizio delle professioni, superando ogni sorta di discriminazione sociale, culturale e fisica AZIENDA ULSS 20 VERONA (partner del progetto FSE EMPOWERMENT) L’Operativa dei Servizi Socio Sanitari dell’Azienda ULSS 20, trasversale tra le diverse aree (Handicap, Salute mentale, Dipendenze) promuove l’integrazione sociale e lavorativa di soggetti svantaggiati, come previsto dalla Legge Regionale del Veneto n°16/2001. Il Servizio promuove iniziative volte alla formazione e integrazione lavorativa di persone disabili e svantaggiate, all’interno di progetti globali di intervento in sinergia con i servizi specialistici. L’obiettivo è potenziare nei soggetti interessati un’identità adulta e socialmente accettata, mediante l’assegnazione o la riappropriazione di un ruolo lavorativo all’interno del sistema produttivo. La realizzazione di questi obiettivi avviene attraverso lo sviluppo di strategie e la formalizzazione di intese e protocolli con enti pubblici e privati, finalizzati alla creazione di opportunità formative e lavorative. Attiva forme di collaborazione e sensibilizzazione tra i vari soggetti afferenti al mercato del lavoro. Possono usufruire degli interventi del SIL i residenti nel territorio dell’Azienda ULSS 20 che siano nelle seguenti condizioni: Disabili con invalidità civile superiore al 45 %, iscrivibili nell’elenco del Servizio Collocamento Mirato previsto dall’art. 8 della Legge n. 68/99; Soggetti in trattamento psichiatrico segnalati dalle strutture del Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.); Tossicodipendenti e alcolisti inseriti in programmi terapeutico-riabilitativi segnalati dal Dipartimento delle Dipendenze. 9 PROGETTO EMPOWERMENT Percorsi innovativi di “empowerment”: orientamento formazione ed accompagnamento per giovani con disabilità certificata. Le esperienze sviluppate dal Centro Polifunzionale Don Calabria nell’ambito dell’integrazione lavorativa di persone con disabilità hanno evidenziato in modo forte, come lo sviluppo di competenze personali, più che di competenze tecniche specifiche, renda più efficace la ricerca attiva del lavoro e il mantenimento del posto di lavoro. L’acquisizione di abilità trasversali, trasferibili in ogni contesto lavorativo è un elemento cruciale per favorire l’aumento della competitività delle persone con disabilità rispetto al mercato del lavoro. Per abilità trasversali s’intendono: • la capacità di comprendere gli obiettivi e il contesto lavorativo; • la capacità di saper conversare, esprimersi, lavorare in gruppo; • la capacità di fronteggiare le difficoltà; • la capacità di sostenere i giudizi, di organizzare le conoscenze e di adattarsi. Queste capacità possono essere sviluppate attraverso percorsi di formazione e di orientamento che conducono ad un aumento: • della consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza; • della propria autostima; • della capacità di relazionarsi con gli altri. Il progetto ha posto il suo focus centrale sull’avvio di azioni di empowerment (metodo VrijBaan) finalizzate a creare questa consapevolezza. Inoltre si è proposto di utilizzare il “Valpar” (Prove di Lavoro standardizzate) come strumento per la definizione approfondita delle competenze lavorative. L’attuale crisi del mercato del lavoro determina un impatto molto pesante sulle categorie più deboli che stanno incontrando enormi difficoltà nel riprogettare il loro percorso lavorativo nel caso di perdita del posto di lavoro. Inoltre, sempre a causa della crisi, le aziende si trovano ad affrontare problemi di gestione del personale che pone in secondo piano l’efficace integrazione lavorativa delle persone con disabilità. 10 In questo contesto il potenziamento delle capacità trasversali diventa strategico per il mantenimento del posto di lavoro o per la propria ricollocazione nel mercato del lavoro. OBIETTIVI DEL PROGETTO Il progetto ha previsto l’attivazione di percorsi individualizzati di orientamento e di empowerment con l’utilizzo di strumenti didattici specifici sviluppati nell’ambito del progetto Leonardo Request (lo strumento viene chiamato VrijBaan) e di percorsi di valutazione delle capacità con l’utilizzo delle prove di lavoro Valpar che fanno parte di un sistema complesso di valutazione messo a punto negli Stati Uniti e dotato di un criterio di standardizzazione che permette di mettere a confronto la performance della persona nello svolgimento della singola prova con la performance di un lavoratore medio normodotato. L’obiettivo prioritario di ogni singolo percorso è stato quello di sviluppare le competenze che mettono le persone in grado di gestire in modo autonomo e consapevole i cambiamenti e le scelte personali. Nell’ottica dell’empowerment la persona è stata aiutata a comprendere la situazione in cui si trova e a gestire il proprio problema, assumendosi quindi un ruolo progressivamente attivo nella tutela dei propri diritti e nella negoziazione dei supporti. Orientamento e counseling hanno assunto in questa concezione un’importanza fondamentale come azioni che hanno favorito il potenziamento delle capacità dell’utente di farsi carico delle proprie responsabilità, hanno stimolato l’attivazione e l’organizzazione delle energie, in funzione di una presa in carico attiva e personale del superamento dei propri problemi. I prodotti delle attività di orientamento empowerment e valutazione delle capacità sono stati documentati attraverso un Libretto Individuale che costituisce una sintesi del percorso realizzato. DESTINATARI Il progetto ha coinvolto 12 persone con disabilità di età compresa tra i 18 e i 35 anni che necessitavano di un percorso di empowerment per aumentare le proprie competenze personali spendibili in un mercato del lavoro complesso. Le persone sono state segnalate dai Servizi Sil delle Asl del territorio e dal Collocamento Mirato della Provincia di Verona al Centro Don Calabria che 11 ha attivato le specifiche azioni di orientamento, empowerment e valutazione delle competenze lavorative. AZIONI PREVISTE Il progetto ha previsto la realizzazione di diverse tipologie di intervento che sono state monitorate e supervisionate nell’ambito del gruppo di pilotaggio formato dai partners in un ottica di rete. Per tutti i giovani coinvolti nel progetto sono state poi attivate delle azioni specifiche, descritte all’interno del progetto personalizzato ed è stato definito un patto di servizio specifico. Le azioni attivate sono state: • Bilancio di competenza adattato a persone con disabilità. Questo strumento ha consentito alle persone di riflettere e riconoscere le competenze già maturate e le potenzialità da sviluppare. Ha consentito, inoltre, di definire un proprio progetto di sviluppo professionale e di riappropriarsi della propria vita professionale e lavorativa; • Empowerment. Utilizzo dello strumento denominato “VrijBaan” (standardizzato dalla comunità europea all’interno di un progetto Leonardo) che integra la fase di valutazione, training e counselling, a livello individuale o di gruppo per il rafforzamento delle competenze collegate alla ricerca attiva per fasce svantaggiate secondo il concetto di Empowerment; • Valpar: valutazione delle capacità lavorative residue attraverso l’utilizzo di prove di lavoro standardizzate. Questo strumento ha permesso di individuare le capacità residue e potenziali del soggetto e ha costituito un momento di riflessione e di aumento di consapevolezza della persona rispetto ai propri punti di forza e di debolezza; • Tirocinio in azienda come attività complementare alle altre finalizzato a sperimentare le proprie competenze trasversali. 12 L’operatore del Servizio Medialabor del Centro Polifunzionale Don Calabria incaricato per il progetto di empowerment, ha concordato con la persona partecipante al progetto, i percorsi più idonei per gli specifici bisogni. I risultati delle azioni che sono state realizzate sono state documentati nel Libretto Individuale. RISULTATI CONSEGUITI Tutti i beneficiari del progetto hanno partecipato con motivazione ed interesse alle attività di valutazione delle capacità lavorative e di empowerment che, come già detto, hanno avuto l’obiettivo di potenziare le abilità di gestione autonoma delle proprie scelte personali e di aumentare la consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza. In quest’ottica anche il tirocinio ha avuto lo scopo di valutare le capacità della persona. Complessivamente sono state prese in carico 12 persone e sono stati attivati 11 tirocini. 13 PROGETTO RI-TENTA Percorsi di orientamento formazione ed accompagnamento per giovani a rischio di emarginazione sociale della zona est della provincia di Verona (Azienda ULSS 21) L’iniziativa indirizzata a giovani a rischio di emarginazione sociale, ha inteso operare sul territorio dell’A.U.L.S.S. 21 di Legnago. Dal Piano di Zona dell’ULSS anno 2007 - 2009 si evince che riguardo i giovani in situazione di disagio le criticità che emergono in questa area derivano direttamente dalla consistenza dei mutamenti sociali che hanno investito tumultuosamente le famiglie: - aumento dell’instabilità coniugale; - immigrazione; - precarizzazione del lavoro; - invecchiamento della popolazione. Pertanto, i bisogni attuali nell’area giovani e famiglie possono convergere nel riconoscimento della centralità sociale della famiglia e nella necessità di rivisitazione dei criteri di organizzazione dei servizi nonché di rapporto tra questi e i soggetti sociali organizzati. I principali fattori che determinano le situazioni di discriminazione e di esclusione dei giovani che vivono situazioni di disagio socio-economico e che in alcuni casi li vedono coinvolti in circuiti penali sono causati da: - forte presenza, in senso quantitativo e come tipologia di gravità, di problemi di natura personale, familiare, sociale e di appartenenza etnica; - scarse risorse di appoggio essenziali per un reale processo di reinserimento; - frattura dei percorsi relazionali, scolastici e professionali attivati che determina fenomeni di etichettamento; - scarso livello di scolarizzazione e assenza di competenze professionali utilizzabili; - costituzione di uno status di appartenenza, di ruolo deviante e rinforzo alla carriera delinquenziale; - l’interiorizzazione di modelli culturali devianti; - situazione di allarme sociale che aumenta le esigenze di sicurezza a scapito della prospettiva riabilitativa ed inclusiva. 14 Per quanto riguarda invece i problemi di inclusione sociale e lavorativa dei giovani inclusi nei circuiti penali, dalle esperienze maturate dal Centro Polifunzionale Don Calabria e dalla rete di partnership individuata, emerge come i principali fattori di discriminazione siano riconducibili a: etichettamento, costituzione di uno status di appartenenza, di ruolo deviante e rinforzo alla carriera delinquenziale; atteggiamenti e modalità di delega assistenziale in relazione al coinvolgimento nella costruzione di percorsi di occupazione come elemento di protagonismo attivo nel progetto di vita complessivo; difficoltà ad accogliere la proposta di aiuto riferita alla problematica occupazionale, orientandosi a servizi di natura assistenziale; difficoltà a produrre analisi, elaborazione ed utilizzo del sapere e saper fare nell’ottica di un ruolo attivo della persona nel proprio progetto di autonomia sociale e lavorativa; limitatezza della rete di risorse aziendali disponibili; difficoltà nell’organizzare un’offerta formativa standard fruibile per i giovani capace di tener conto anche del percorso penale dei ragazzi. È dunque in questa logica e nella consapevolezza della natura multidimensionale del fenomeno che il progetto è intervenuto. OBIETTIVI DEL PROGETTO Il progetto ha previsto l’attivazione di percorsi individualizzati di orientamento e di empowerment con l’utilizzo di strumenti specifici sviluppati nell’ambito del progetto Leonardo Request (lo strumento viene chiamato VrijBaan) , di percorsi di formazione breve sul sistema del lavoro locale e regionale, sugli strumenti di autopromozione e sulle tecniche di ricerca attiva del lavoro. L’obiettivo prioritario di ogni singolo percorso è stato quello di sviluppare le competenze che mettono le persone in grado di gestire in modo autonomo e consapevole i cambiamenti e le scelte personali. Nell’ottica dell’ empowerment la persona è stata aiutata a comprendere la situazione in cui si trova e a gestire il proprio problema, assumendosi quindi un ruolo progressivamente attivo nella tutela dei propri diritti e nella negoziazione dei supporti. Orientamento e counseling hanno assunto in questa concezione un’importanza fondamentale come azioni che favoriscono il potenziamento delle capacità dell’utente di farsi carico delle proprie responsabilità, stimolano l’attivazione e l’organizzazione delle energie, in funzione di una presa in carico attiva e personale del superamento dei propri problemi. I prodotti delle attività di orientamento empowerment e valutazione delle capacità sono stati documentati attraverso un Libretto Individuale che costituisce una sintesi del percorso realizzato. 15 Altri obiettivi del progetto sono stati: - Favorire la creazione di un canale privilegiato di azioni di accompagnamento per quei giovani che vengono inseriti all’interno di percorsi di recupero attivati dal Ministero di Grazia e Giustizia (Messa alla prova, inserimento in Comunità , etc). - Attivare un sistema di rete in grado di operare all’interno del territori in modo integrato per favorire l’inclusione sociale di tutte le persone. - Sperimentare percorsi di orientamento/formazione/accompagnamento per favorire l’inclusione di giovani con grosse problematiche di disagio. DESTINATARI Il progetto ha coinvolto n. 17 giovani tra i 16 e i 25 anni. Il target inizialmente previsto avrebbe dovuto comprendere solo ragazzi maggiorenni, ma da una rilevazione dei fabbisogni è emersa la necessità di allargare la possibilità di accesso al progetto anche ad alcune situazioni specifiche di ragazzi under 18. Dopo aver avuto l’autorizzazione da parte della Regione Veneto, si sono potuti quindi prendere in carico complessivamente 3 ragazzi minorenni. Il contesto dell’inserimento lavorativo dei giovani e in particolare dei ragazzi con forti situazioni di disagio presenta delle peculiarità che lo connotano come un ambito di sperimentazione particolare e complesso. Le questioni sostanziali sono: - la necessità di un lavoro di inclusione su strategie e strumenti per realizzare interventi per l’occupazione lavorativa e per lo sviluppo delle comunità territoriali ove operano; - la sperimentazione e programmazione di percorsi in grado di finalizzare meglio i percorsi per l’occupabilità nella direzione di una effettiva spendibilità occupazionale; - la modellizzazione di forme di accompagnamento efficaci nei percorsi di transizione al lavoro; - l’esigenza di lavorare specificatamente sull’acquisizione delle necessarie competenze; - infine la necessità di fare un lavoro sistemico sulle reti territoriali. Nello specifico il target che il progetto ha permesso di prendere in carico è composto da giovani residenti sui territori coinvolti dall’iniziativa e che presentano disagi sociali. In particolare, i giovani vivono una delle seguenti situazioni complesse in ragione di: 16 - - condizione giuridica assunta con la commissione del reato; forte presenza, in senso quantitativo e come tipologia di gravità, di problemi di natura personale, familiare, sociale e di appartenenza etnica; frattura dei percorsi relazionali, scolastici e professionali attivati che determina fenomeni di etichettamento; situazione di allarme sociale legato al fenomeno della devianza minorile, in particolare straniera; scarso livello di scolarizzazione e assenza di competenze professionali utilizzabili. Giovani quindi che necessitano maggiormente di un progetto educativo, nel quale il lavoro venga inserito come momento fondante della propria crescita. La condizione di oggettiva debolezza di questi ragazzi rispetto al lavoro è un argomento che ha sempre suscitato preoccupazione per le sue importanti conseguenze sociali. Per quanto riguarda i destinatari indiretti, l’iniziativa attraverso il coinvolgimento e la strutturazione di una rete territoriale, ha permesso di coinvolgere in una sensibilizzazione sociale contesti di diversa natura (aziende/imprese, associazioni di categoria, cooperative, etc). AZIONI PREVISTE Il progetto ha previsto la realizzazione di diverse tipologie di intervento che sono state monitorate e supervisionate nell’ambito del gruppo di pilotaggio formato dai partner in un ottica di rete. Per tutti i giovani coinvolti nel progetto sono state poi attivate delle azioni specifiche, descritte all’interno del progetto personalizzato ed è stato definito un patto di servizio specifico. Le azioni attivate sono state: 1. Orientamento. Percorsi di orientamento individualizzati e di piccolo gruppo attraverso diverse tecniche attive finalizzate ad utilizzare in modo efficace le proprie competenze e capacità 17 2. Empowerment. Utilizzo dello strumento denominato “VrijBaan” (standardizzato dalla comunità europea all’interno di un progetto Leonardo) che integra la fase di valutazione, training e counselling, a livello individuale o di gruppo per il rafforzamento delle competenze collegate alla ricerca attiva per fasce svantaggiate secondo il concetto di Empowerment; 3. Acquisizione e sedimentazione di competenze professionali. Il progetto è stato costruito con una logica personalizzata dove i percorsi attivati sono stati costruiti ad hoc rispetto ai casi presi in carico; 4. Tirocinio. L’attività di tirocinio si è articolata come un percorso svolto a promuovere e valorizzare lo sviluppo di competenze lavorative e relazionali, per attivare le risorse personali del giovane funzionali ad un percorso di emancipazione che ha come primo obiettivo quello della costruzione di un’identità personale complessiva, costituita sia da competenze sociali e relazionali che da competenze lavorative 5. Accompagnamento al lavoro. Ha previsto l’ attivazione di percorsi di accompagnamento che hanno portato alla definizione dell’ambito professionale ricercato, in funzione dell’individuazione dell’azienda per il tirocinio e per la possibile successiva collocazione lavorativa. RISULTATI CONSEGUITI La promozione di una nuova cultura del mercato del lavoro passa necessariamente attraverso il riconoscimento e la valorizzazione delle potenzialità del lavoratore. La formazione e il tirocinio vanno interpretati come uno strumento necessario ad accompagnare i cambiamenti necessari per affrontare efficacemente il mercato del lavoro. Infatti uno dei maggiori rischi che determinano l’esclusione dal mercato è la difettosa adeguatezza delle proprie competenze tecniche non sempre aggiornate alle continue evoluzioni delle imprese, soprattutto in termini tecnologici ed informatici. Di fondamentale importanza risulta la massima personalizzazione possibile delle azioni, in accordo con le esigenze aziendali, così da favorire il matching tra le necessità dei lavoratori, l’organizzazione aziendale e le iniziative messe a disposizione dal progetto. Come accennato in precedenza, il progetto ha coinvolto 17 giovani tra i 16 e i 25 anni. 18 La declinazione degli interventi ha avuto come scopo l’allineamento delle competenze trasversali e tecnico professionali degli utenti con le esigenze che sono state individuate dai piani personalizzati. Per la realizzazione di questi obiettivi si è organizzata la formazione suddividendo le 28 ore previste in: • 10 ore di formazione in Sicurezza e Diritti-Doveri dei Lavoratori: l’obiettivo di questa formazione è stato di dare da un lato informazioni corrette ai ragazzi circa le regole di comportamento e le dinamiche relazionali all’interno di un contesto lavorativo, dall’altra, responsabilizzarli e motivarli all’assunzione seria di ruolo; • 18 ore di formazione specifica: queste ore, svolte individualmente o in gruppo di 3, sono state personalizzate in base alle effettive esigenze dei ragazzi e sono stati sviluppati moduli di 18 ore nei seguenti ambiti: - Meccanica di base - Domotica - Elettronica - Ristorazione (cucina e sala-bar) - Informatica per lavoro d’ufficio - Informatica per la gestione di un magazzino In generale la partecipazione è stata molto buona e i rimandi molto positivi sia da parte dei ragazzi che dei docenti. Per i ragazzi che hanno dato la disponibilità a svolgerli, sono stati organizzati 12 tirocini. Gli ambiti professionali in cui si sono svolti i tirocini sono stati: - Settore ristorazione: mensa, pasticceria, trattoria, pizzeria; Settore impiegatizio: associazioni di categoria; Settore meccanico: produzione Settore elettrico: produzione e collaudo Settore servizi: riciclaggio Settore agro-ambientale: vivaio Di questi tirocini, uno si è poi trasformato in assunzione. Un altro ragazzo è stato inoltre collocato senza lo svolgimento del tirocinio, dopo la partecipazione all’intervento formativo. 19 IL LIBRETTO INDIVIDUALE UNO STRUMENTO DESCRITTIVO DELLE COMPETENZE I termini competenza e competenze sono diventati di uso molto comune nella formazione e nell’orientamento ma non c’è un accordo univoco sul loro significato. Per fare solo qualche esempio, la competenza viene definita: - L’insieme strutturato di conoscenze, capacità e atteggiamenti necessari per svolgere un compito (Pellerey 1983) - La qualità professionale di un individuo in termini di conoscenza, capacità e abilità, doti professionali e personali (Quaglino, 1990) - Elemento portante di un’azione che si qualifica per la sua coerenze rispetto alle situazioni e per la sua efficacia rispetto alle questioni da affrontare (Meghnagi 1992) - Nella competenza professionale, insieme ad un sapere cosa (il contenuto del compito) è presente un sapere come (la strategia di fronteggiamento del compito) che ha la proprietà di essere trasferibile su compiti diversi (I.S.F.O.L. –Meta 1997) Il termine “competente” nel suo significato “capace di svolgere bene un determinato compito o professione” non crea difficoltà interpretative. In generale con questo temine si intende valorizzare tutto ciò che una persona sa fare indipendentemente dal titolo di studio e da come lo ha imparato. Il punto che crea difficoltà è come individuare una persona competente. In Italia, esiste una forte frammentazione sia teorico-culturale che tecnicooperativa della pratica relativa all’analisi e al bilancio di competenze. Questo si traduce nella pratica professionale in percorsi molto diversi fra loro, che focalizzano aspetti diversi della competenza e che usano strumenti e presupposti teorici diversi. Al fine di illustrare quanto elaborato nell’ambito del progetto, possiamo semplicemente distinguere tra “identificazione” delle competenze e “accertamento” delle stesse. Con l’identificazione delle competenze possiamo intendere un’attività che ha lo scopo semplicemente di individuare quali competenze sono possedute da una persona, senza misurarne il livello. L’accertamento delle 20 competenze invece può essere definito come un’attività che permette di riconoscere come certe e di misurare le competenze personali. Per esplicitare ulteriormente tale distinzione, si possono distinguere tre temi: - Valutazione delle competenze: analizzare in un momento dato le competenze di una persona ed esprimere un giudizio e un apprezzamento a riguardo, facendo riferimento a qualche tipo di brenchmark (norma, standard) ed eventualmente collocando tali competenze nell’ambito di una tipologia definita. - Validazione delle competenze: ricostruire ed analizzare le competenze acquisite nel tempo da una persona mediante l’esercizio di attività in contesti non formali e informali, anche comparando tali competenze con determinati standard professionali e/o di competenza, nonché riconoscendo alla persona i crediti corrispondenti alla parte di un percorso formativo il cui esito consista in tale insieme di competenze. - Certificazione delle competenze: attestare “legalmente” che determinate competenze sono state acquisite da una perona (mediante percorsi di apprendimento formali, non formali o informali), dopo averne accertato, anche mediante l’analisi e la valutazione consentita da prove sapecifiche da parte di soggetti deputati a ciò, l’effettiva presenza. Tali distinzioni rappresentano in un certo senso la meta alla quale i servizi che si occupano di accompagnamento al lavoro dovrebbero tendere. Con il presente progetto si è votuto rilasciare una sorta di report ai partecipanti che, seppur senza alcuna pretesa di validazione o certificazione di competenze, potesse almeno costituire una valutazione delle competenze analizzate, acquisite e sperimentate prima delle attività e grazie alla le stesse. Nel progetto si è introdutto, come mostrato nella descrizione degli obiettivi formativi, quindi un Libretto Individuale, in cui sono documentati i prodotti delle attività di orientamento, empowerment e valutazione delle capacità e che costituiscono una sintesi del percorso realizzato. Senza avere la pretesa di costituire uno strumento ufficiale di certificazione delle competenze, l’obiettivo del Libretto Individuale è fornire ad ogni partecipante una sintesi che contenga oltre che il resoconto delle azioni attivate nel progetto anche le competenze 21 realmente acquisite dal giovane e la certificazione delle esperienze di tirocinio effettuate in una logica del libretto del cittadino. Questo strumento è stato rielaborato facendo riferimento al Libretto del Cittadino, definito in una sede istituzionale nazionale (con il DECRETO Interministeriale del 10 ottobre 2005) e gestito e rilasciato a cura delle Regioni e Province Autonome nell’ambito delle loro esclusive competenze in materia di formazione professionale e certificazione delle competenze. Il Libretto Individuale è uno strumento pensato per raccogliere, sintetizzare e documentare le diverse esperienze di apprendimento degli utenti coinvolti nel Progetto nonché le competenze da essi possedute, sia pregresse che acquisite durante le attività formative proposte. Il fine di questo Libretto Individuale è migliorare la leggibilità e la spendibilità delle competenze e l’occupabilità delle persone e si propone come strumento di documentazione trasparente e formalizzata di informazioni utilizzabile dall’individuo nel suo percorso di apprendimento, crescita e mobilità professionale. Il riferimento per la costruzione di questo libretto è il Libretto Formativo del Cittadino, definito in sede istituzionale nazionale, con il DECRETO Interministeriale del 10 ottobre 2005, gestito e rilasciato a cura delle Regioni e Province Autonome nell’ambito delle loro esclusive competenze in materia di formazione professionale e certificazione delle competenze. Il Libretto Individuale del Progetto, come il Libretto Formativo del Cittadino, vuole essere uno strumento utile anzitutto alla persona per rendere riconoscibili e trasparenti le sue competenze comunque acquisite e sostenere in questo modo l’occupabilità e lo sviluppo professionale e aiutarla a mantenere consapevolezza del proprio bagaglio culturale e professionale anche al fine di orientare le scelte e i progetti futuri. Pur essendo utile ai diversi attori sociali, il Libretto Individuale si pone principalmente come uno strumento che ha carattere di servizio e di volontarietà per l’utente del Progetto. In ragione di ciò responsabile della manutenzione del Libretto è essenzialmente l’individuo che ne è titolare e che potrà gradualmente aggiornarlo, ampliarlo e migliorarlo. Nei due progetti si sono utilizzati strumenti sia comuni che specifici anche in ragione del target. 22 Il progetto FSE RI-TENTA ha utilizzato i seguenti strumenti, già descritti precedentemente, per la valutazione e l’implementazione delle competenze degli utenti coinvolti: 1. VRIJBAAN 2. ORIENTAMENTO E ACCOMPAGNAMENTO AL LAVORO 3. FORMAZIONE 4. TIROCINIO Il progetto FSE EMPOWERMENT ha utilizzato i seguenti strumenti: 1. VRIJBAAN 2. VALPAR 3. BILANCIO DI COMPETENZE 4. TIROCINIO Bibliografia • www.orientamento.it • www.lavoro.gov.it • PIER GIOVANNI BRESCIANI - Valutare le competenze: esplicitare l’implicito (Professionalità, n. 109). • ANNA GRIMALDI - Il documento ISFOL sul bilancio di competenze (Professionalità, n. 108). 23 LO STRUMENTO VRIJBAAN IL POTENZIAMENTO DELLE COMPETENZE PERSONALI Il potenziamento delle capacità di fronteggiare la realtà (empowerment) è un obiettivo fondamentale dei processi di aiuto alle persone in quanto permette di assumere un ruolo di protagonista delle proprie scelte e di uscire quindi da ruoli più assistenzialistici poco efficaci a livello personale e sociale. Il termine “empowerment” è usato in ambito sociale e significa il cedere potere d’azione alla persona che ci chiede aiuto. Sostanzialmente l’operatore ha la consapevolezza che conta prevalentemente la capacità d’azione della persona che ha di fronte, che è persona esperta rispetto alle sue potenzialità e nella ricerca di soluzioni. Il ruolo dell’operatore è quello di aiutare la persona nell’approfondimento del problema e nella ricerca di soluzioni senza avere uno schema predefinito in mente a cui la persona dovrebbe adattarsi. Nella relazione d’aiuto non è funzionale infatti seguire il modello deterministico ,diffuso soprattutto in ambito sanitario, dove di solito c’è il medico esperto e il paziente senza capacità d’azione, ma utilizzare un approccio relazionale dove la ricerca di soluzioni passa dalla capacità di problem solving di entrambi i soggetti coinvolti. In sintesi quindi empowerment vuol dire: - Presumere negli altri capacità di azione - Lavorare per sostenere e sviluppare tali capacità preesistenti, anche se inizialmente esse appaiono basse o prossime allo zero. - Assumere il ruolo di percettore e di accompagnatore, e quindi di sostenitore dell’altrui capacità di azione. Il metodo VrijBaan è stato sperimentato in questi progetti come strumento per il potenziamento delle capacità personali. VrijBaan è stata inserita come “ success story” Si tratta di una implementazione dell’empowerment realizzata in Centri di Formazione Olandesi Pluryn e validata dal supporto dell’Università di Maastricht. Il titolo di questa applicazione è VrijBaan che è anche un piccolo gioco di parole. 24 In olandese, “vrij” significa libero e il “Baan” può significare un modo o un lavoro, così il nome VrijBaan può essere interpretato come un “percorso libero verso il lavoro”. In ogni caso, questo progetto è nato come progetto per tutte le persone per esercitare un maggiore controllo sulla loro integrazione sociale e professionale. Abbiamo importato lo strumento proprio perché progettato e sperimentato sulla ricerca del lavoro. Le specificità di VrijBaan VrijBaan sviluppa il proprio intervento per il rafforzamento dell’empowerment in 3 fasi, per le quali sono stato codificati strumenti: - Misurazione iniziale - Training (personale / di gruppo) - Misurazione di verifica Le domande chiave del programma VrijBaan sono le seguenti: - Cosa è l’empowerment? - Come si misura? - Come si rafforza l’empowerment del cliente? Cosa è l’ empowerment? Per rispondere a questa domanda Pluryn ha condotto una ricerca nella letteratura scientifica e interviste ai suoi operatori professionali e ai suoi clienti. I clienti intervistati risultarono perfettamente integrati alla fine del loro percorso riabilitativo. Questo studio ha portato alla definizione del modello di empowerment del programma VrijBaan, nel quale si distinguono sei componenti essenziali: 1. Competenze. Credere e aver fiducia nelle proprie abilità. “Non sono sicuro di poterlo fare” diventa “Riuscirò a farlo!” 2. Autodeterminazione. Libertà di scelte autonome nella propria vita. “Dimmi che cosa è meglio per me” diventa “Faccio io la mia scelta!” 3. Impatto. Comprendere che le tue decisioni e le tue scelte hanno un effetto sulla tua vita. “Qualsiasi cosa mi accade è determinata dagli altri” diventa “Sono io che decido quello che succede nella mia vita!” 25 4. Pregnanza. È la sensazione che le tue decisioni e le tue scelte corrispondono a quelli che sono i tuoi valori. “Non sono sicuro che questo è quello che voglio fare” diventa “Sì, questo è proprio quello che ho sempre desiderato!” 5. Identità positiva. Riuscire ad accettarti come sei, compresa la tua disabilità. “E’ difficile accettare le mie limitazioni” diventa “Non userò mai la mia disabilità come una scusa” 6. Orientamento di gruppo. “Non ho bisogno degli altri” diventa “So che posso affidarmi agli altri per ricevere supporto” Come si misura l’empowerment? Per misurare l’empowerment Pluryn ha sviluppato un questionario con 60 definizioni sulle 6 componenti essenziali dell’empowerment. E’ stato definito un punteggio medio attraverso un test somministrato a 400 persone normodotate con disabilità lavorative. Riempiendo il questionario, il cliente traccia un suo profilo personale. 26 Come si rafforza l’empowerment del cliente? Se il cliente si riconosce in questo profilo e vuole ottenere dei cambiamenti, allora può arrivare a rafforzare il suo empowerment. Un trainer crea a quel punto un programma ad hoc sul cliente scegliendo gli esercizi formativi collegati alle 6 componenti dell’empowerment. In totale ci sono oggi 175 schede esercizio realizzate nelle diverse applicazioni in Europa del metodo, che abbiamo tradotto in italiano, ognuna delle quali funzionale ad 1 o 2 delle componenti. Ecco che attraverso un adeguata strutturazione e articolazione dei diversi esercizi (mediamente 10 -12 esercizi a testa, sia individuali che in gruppo) il trainer può programmare un percorso personale di rafforzamento. La nostra implementazione L’intervento di empowerment previsto dal metodo VrijBaan è stato utilizzato su 2 tipologie di target coinvolte in processi di ricerca o inserimento del al lavoro: - 12 persone disabili/portatori di handicap mentale lieve - 12 giovani con svantaggio sociale L’adeguamento degli strumenti Per la realizzazione delle attività la prima azione è consistita nell’adeguamento degli strumenti alle due diverse tipologie di target. Dopo una prima traduzione italiana, in particolare, si è intervenuti sull’adeguamento del linguaggio (ES. disabilità è diventato DIFFICOLTA’ nel primo caso, per venire incontro ad una sensibilità diversa dell’utente italiano rispetto all’utente olandese; disabilità è diventato SITUAZIONE PERSONALE nel caso di disagio sociale per rendere evidente la applicazione ad una nuova e diversa categoria di svantaggio.. e così via). Inoltre sono state semplificate alcune terminologie e riferimenti metodologici. Tali variazioni sono state realizzate e verificate alla luce della necessità di non variare i presupposti metodologici dell’intervento. L’implementazione aveva infatti due diversi obiettivi: - Un obiettivo operativo di valutazione per l’utente - Un obiettivo metodologico di verifica della applicabilità dello strumento ai target individuati 27 Il questionario e il training A partire dalle due versioni del questionario, è stato realizzato un percorso analogo strutturato nelle 3 fasi previste da VrijBaan: 1. Una prima fase, svolte a livello individuale, per la presentazione dello strumento, la definizione del patto formativo, la somministrazione del questionario VrijBaan, la lettura e condivisione dei risultati (diagramma personale delle competenze). 2. La seconda fase di training, svolta in piccoli gruppi, ha visto la pianificazione e realizzazione di una serie di esercizi (basati essenzialmente sulle metodiche dei giochi di ruolo e delle simulazioni), selezionati all’interno del metodo (è presente una “biblioteca” di oltre un centinaio di esercizi), in relazione ai risultati della prima fase. Ognuno degli esercizi è costruito per operare/rafforzare le competenza su una delle 6 aree che costituiscono le dimensioni dell’empowerment. 3. La terza fase, ancora individuale, può considerarsi a tutti gli effetti una fase di verifica e riprogettazione (consulenza); ha visto la risomministraione del questionario; la lettura e valutazione dei risultati, con particolare riferimento agli scostamenti rispetto la prima somministrazione. Entrambi gli interventi si sono conclusi con un momento prettamente consulenziale dedicato alla formulazione e definizione del proprio progetto di inclusione che valorizzi gli elementi di progresso nelle sei aree ottenute durante il training. Valutazione La valutazione metodologica ha riguardato in particolare la verifica della applicabilità dello strumento VrijBaan ai due target oggetto degli interventi. Il confronto e la collaborazione degli orientatori, nonché i feed back rilevati dagli utenti, fanno emergere i seguenti elementi di valutazione comuni ai due gruppi: • Permangono ancora alcune difficoltà di interpretazione di termini (es. “situazione” “conformarsi” “percorso”) in quanto estranei alle categorie di riferimento dell’utente, e che richiedono un supporto dell’operatore nella realizzazione dei questionari - 28 Azione correttiva proposta: testare ulteriormente del linguaggio • L’approccio allo strumento rischia di essere eccessivamente valutativo e indurre l’utente a risposte orientate più al soddisfare l’interlocutore che a esprimere la propria auto valutazione - Azione correttiva proposta: rafforzare la fase di presentazione dello strumento • In generale lo strumento ha comunque funzionato sia in termini di auto - riconoscimento degli elementi di empowerment che incidono nella efficacia della ricerca del lavoro, sia come “apripista” per approfondire altri elementi della consulenza e orientamento altresì difficilmente approcciabili. • Per quanto riguarda gli esercizi alcuni si sono rivelati più partecipati e/o più efficaci di altri Le prospettive Tenuto conto dei due progetti e dei riscontri ottenuti, possiamo asserire che lo strumento VrijBaan può essere standardizzato e reso trasferibile come buona prassi di valutazione per ognuno dei due target individuati in Italia Il percorso per il proseguo dell’utilizzo dello strumento riferibile sia al target disagio sociale sia al target disagio mentale di lieve entità in Italia potrebbero essere: Un ulteriore definitivo adeguamento terminologico e validazione del questionario La selezione degli esercizi risultati più adeguati (max 80 per target) L’applicazione del questionario ad un numero più vasto di utenti al fine di costruire una media di riferimento del target valido a livello regionale e/o nazionale (numero consigliato 200 per target) La standardizzazione del metodo trasferibile per il trasferimento della buona prassi individuata Bibliografia • Vedi: http://www.vrijbaan.nl/ 29 LO STRUMENTO VALPAR LA VALUTAZIONE DELLE CAPACITÀ LAVORATIVE La necessità di un’attenta valutazione delle capacità lavorative delle persone con disabilità risponde all’obiettivo principale della L.68/99 che è quello del collocamento della persona giusta al posto giusto (Collocamento Mirato). L’approfondimento delle capacità della persona permette sia di identificare idonei percorsi di potenziamento delle capacità lavorative, sia di individuare mansioni adatte ad un’efficace integrazione lavorativa nell’azienda. La persona con disabilità collocata al “posto giusto” non è più un peso per l’azienda ma un lavoratore in grado di svolgere la propria mansione in modo produttivo. Le attività del Centro Polifunzionale Don Calabria nell’ambito della riabilitazione professionale hanno sempre molto sottolineato l’importanza della valutazione per la definizione di progetti individualizzati di integrazione lavorativa. Per valutazione non si intende tanto la verifica di capacità o di incapacità ma soprattutto l’approfondimento delle potenzialità lavorative in un’ottica dinamica ed evolutiva. La valutazione professionale in ambito riabilitativo costituisce anche un momento di autovalutazione e potenziamento delle capacità stesse come viene ben descritto nel seguente proverbio americano-indiano: «Dimmi qualcosa e lo dimenticherò Mostrami qualcosa e potrei ricordarlo Fammi fare qualcosa e non lo dimenticherò più» La valutazione delle capacità lavorative va poi inserita in un ambito più generale di valutazione secondo la seguente definizione: «È un processo globale che usa sistematicamente il lavoro, o reale o simulato, come punto focale per la valutazione e l’esplorazione professionale, con lo scopo di assistere l’individuo nello sviluppo professionale. 30 La valutazione generale incorpora nel processo i dati medici, psicologici, sociali, professionali, scolastici, culturali ed economici per raggiungere l’obiettivo della valutazione». (VEWAA Vocational Evaluation and Work Adjustment Association, Glossary 1993) Come il diagramma seguente suggerisce, la valutazione professionale quindi è un metodo di raccolta delle informazioni come parte di un processo di valutazione generale. La valutazione professionale può essere effettuata con diversi strumenti ed in diversi contesti, simulati (laboratori, aule didattiche ecc.) o reali (tirocini di valutazione). E’ necessario che le valutazioni delle capacità lavorative siano guidate dalla definizione di criteri e standard comuni che minimizzino la discrezionalità dell’operatore nell’effettuare le valutazioni e che rispondano a criteri di obiettività e misurabilità. La valutazione delle capacità lavorative va poi inserita come fase del piano individuale di integrazione lavorativa come momento cruciale per l’individuazione di un efficace abbinamento con i requisiti della mansione lavorativa come si può vedere dallo schema seguente. 31 L’attività di valutazione risponde alle esigenze dei nostri utenti interni, e alle richieste di valutazione delle capacità provenienti dal territorio da parte di Servizi come il Collocamento Mirato della Provincia, i Servizi di Integrazione Lavorativa delle Aziende Ulss e le aziende. IL METODO VALPAR Il Centro Polifunzionale Don Calabria ha negli anni sviluppato numerosi strumenti e metodi per la valutazione delle capacità lavorative e negli ultimi tempi ha integrato la sua esperienza con l’acquisizione di apposite prove di lavoro Valpar che permettono valutazioni misurabili secondo standard predefiniti. Lo strumento Valpar è parte di un sistema complesso messo a punto negli Stati Uniti. Valpar usa il sistema MTM1 per stabilire gli standard industriali per il ritmo di lavoro delle prove. Gli standard MTM che sono così stati determinati per le prove di lavoro sono il criterio principale usato per stabilire la rilevanza del Profilo delle Qualifiche del 1. La Misura di Metodi-Tempi (MTM) è un sistema di studio di tempo e moto sviluppato nel 1946 da Maynard, Stegemerten e Schwab che da allora è diventato il sistema più largamente usato e riconosciuto nel mondo (Prohu e Baker, 1986, p. 17). È inoltre il sistema più riconosciuto per la sua coerenza ed affidabilità (idem pp. 57-58). 32 Lavoratore e della prova della persona valutata. Gli standard sul ritmo di lavoro non devono essere confusi con i dati normativi; devono essere interpretati come “il tempo che impiegherebbe un lavoratore medio ben addestrato per completare i compiti della prova se fossero svolti ripetitivamente durante una giornata di 8 ore”. In particolare sono state acquistate otto prove che coprono in maniera abbastanza soddisfacente l’indagine sulle abilità lavorative di base. Le prove vengono somministrate all’utente in giornate diverse per dare modo alla persona di non sovrapporre le esperienze e di controllare con più efficacia gli aspetti emozionali che comporta il fatto di affrontare un esame. Durante la fase preliminare di indagine l’operatore può decidere quali fra le prove possibili sono indicate per indagare più efficacemente le caratteristiche della persona che si sottopone all’analisi. L’operatore addetto alla valutazione dopo aver verificato la documentazione relativa alla certificazione sulle capacità lavorative della L.68/99 e la certificazione di invalidità civile definisce nell’ambito del PATTO DI SERVIZIO l’accordo fra operatore e utente alla collaborazione per la riuscita del progetto responsabilizzando l’utente rispetto al percorso di valutazione. Viene compilata una SCHEDA ANAGRAFICA che (consente di raccogliere informazioni in maniera ordinata e graduale al fine di creare una relazione ottimale tra operatore e utente.Viene proposta una CHECK LIST DEGLI INTERESSI LAVORATIVI che è un elenco di possibili mansioni che aiuta l’utente ad esprimere al meglio le proprie aspettative e al stesso tempo aiuta l’operatore a verificare il livello di consapevolezza 33 dell’utente.La fase successiva prevede la scelta da parte dell’operatore delle prove Valpar più adatte cui sottoporre l’utente facendo particolare attenzione alle controindicazioni espresse nella L.68/99 , alle attitudini e alla pregressa esperienza lavorativa dichiarata dall’utente. Al termine di ogni prova V. viene presentato all’utente il risultato ottenuto e commentato con l’aiuto di tabelle di valutazione. In questo modo si cerca di far prendere coscienza all’utente dei propri limiti e delle proprie capacità. Al termine della somministrazione delle prove, con i dati raccolti l’operatore redige una relazione che verrà prima condivisa con l’utente e successivamente con il servizio inviante.Oltre alla relazione l’operatore presenta una scheda che raccoglie ulteriori aspetti non marginali per la valutazione della persona (alcuni esempi: capacità di seguire istruzioni pratiche/teoriche, autovalutazione, ...). Un aspetto evidenziato già ai primi colloqui è stata la mancanza di consapevolezza di alcuni utenti rispetto alle proprie capacità lavorative. Le prove Valpar anche nell’ambito del 34 Progetto Empowerment hanno dimostrato la loro utilità nel fornire dati oggettivi sulle capacità dell’utente, dati che sono stati utilizzati sia per un confronto diretto con l’utente con l’obiettivo di aumentare la sua consapevolezza sia con il servizio inviante per fornire i dati necessari per la definizione del percorso di inserimento lavorativo. Bibliografia • VALPAR International Corporation (Copyright ©), Tucson, AZ 85703-5767. • American Educational Research Association, American Psychological Association, National Council of Measurement in Education. 1985. Standards for educational and psychological testing. Washington D.C.. • United States Department of Labor, Employment and Training Administration. 1991. Dictionary of occupational titles (DOT), (4th ed.) Washington D.C.. • United States Department of Labor, Employment and Training Administration. 1979. Guide for Occupational Exploration, Washington D.C.. • United States Department of Labor, Employment and Training Administration. 1991. Revised handbook for analyzing jobs, Washington D.C.. • ICF (OMS) International Classification of Functioning, Disability and Health. • Maynard, Stegmerten, Schwab. Methods-Time measurement (MTM). New York. 35 RINGRAZIAMENTI Al termine di questi due progetti vogliamo ringraziare: • in primo luogo i beneficiari dei progetti che hanno accettato di mettersi in gioco e di soffermarsi su quel processo non facile che è l’approfondimento dei propri punti di forza e di debolezza; • gli operatori dell’orientamento e della mediazione al lavoro che con generosità si sono lasciati coinvolgere in percorsi di accompagnamento spesso impegnativi; • i soggetti partners dei progetti per la loro disponibilità e competenza nella supervisione dei percorsi nell’ambito del Tavolo Tecnico; • la Regione per aver finanziato progetti innovativi che concorrono all’aumento dell’occupabilità delle persone coinvolte. 36