I numeri irrazionali sono quei numeri reali, illimitati non periodici che non sono esprimibili sotto forma di frazione. Ippaso di Metaponto La scoperta dei numeri irrazionali e delle grandezze incommensurabili è attribuita al pitagorico Ippaso di Metaponto. Secondo la leggenda Ippaso di Metaponto scoprì i numeri irrazionali nel tentativo di rappresentare la radice quadrata di 2 come frazione. Altra scoperta di Ippaso fu quella dell'incommensurabilità e dell'esistenza di grandezze incommensurabili: egli, infatti, si accorse che il lato e la diagonale avevano lunghezze che non erano esprimibili attraverso un rapporto di numeri interi ed erano pertanto incommensurabili. La reazione dei Pitagorici Pitagora, che credeva nell'assolutezza dei numeri, non potè accettare l'esistenza dei numeri irrazionali, nonostante non fosse in grado di confutarla. Tuttavia Ippaso di Metaponto divulgò queste nozioni all'esterno della scuola, contrariamente alle prescrizioni di Pitagora. La reazione dei pitagorici fu durissima: Ippaso fu esiliato e gli fu costruito, nonostante fosse ancora in vita, un monumento funebre. Fu condannato a morte per annegamento, ma la leggenda lo vuole vittima di un naufragio per volere di Zeus adirato. “I pitagorici narrano che il primo divulgatore di questa teoria [degli irrazionali] fu vittima di un naufragio; e parimenti si riferivano alla credenza secondo la quale tutto ciò che è irrazionale, completamente inesprimibile e informe, ama rimanere nascosto; e se qualche anima si rivolge ad un tale aspetto della vita, rendendolo accessibile e manifesto, viene trasportata nel mare delle origini, ed ivi flagellata dalle onde senza pace”. Il lungo percorso verso l’accettazione dei numeri irrazionali Nel 1544 Michael Stifel nella sua Aritmetica integra sostiene che i veri numeri sono gli interi e i frazionari. Simone Stevino riconosce agli irrazionali il loro stato di numeri e li approssima con razionali. Nel 1628 Cartesio li ammette come numeri astratti che possono rappresentare grandezze geometriche. Infine, John Wallis nell’ “Algebra” del 1685 li accetta come numeri reali. Il XIX secolo fu caratterizzato dal completamento di uno studio scientifico circa la teoria degli irrazionali, dalla dimostrazione dell'esistenza dei numeri trascendenti, e dalla bipartizione dei numeri irrazionali in algebrici e trascendenti. Dalla scuola pitagorica allo scandalo dell’irrazionale “Tutto è numero”: Il motto di Pitagora sembrava la chiave per svelare i segreti dell’universo, i numeri e loro rapporti. Alla base della filosofia dei pitagorici risale il concetto di entità matematiche, numeri, figure geometriche come astrazioni. Questa concezione, tuttavia, non era presente fin dall’inizio. I primi pitagorici avevano infatti concepito una teoria monadica. Aristotele nella Metafisica scriveva così a tal proposito: “I cosiddetti pitagorici, avendo cominciato ad occuparsi di ricerche matematiche ed essendo grandemente progrediti in esse, furono condotti da questi loro studi ad assumere come principi di tutte le cose esistenti quelli di cui fanno uso le scienze matematiche. E poiché i primi che qui si incontrano sono, per natura i numeri, sembrò loro di ravvisare in questi, molte più analogie con ciò che esiste e avviene nel mondo, di quante se ne possono trovare nel fuoco, nella terra e nell’acqua […]. Avendo poi riconosciuto che le proprietà e le relazioni delle armonie musicali corrispondono a rapporti numerici e che in altri fenomeni naturali si riscontrano analoghe corrispondenze con i numeri, furono tanto più indotti ad ammettere che i numeri sono gli elementi di tutte le cose esistenti e che il tutto il cielo sia proporzione ed armonia.” La scuola pitagorica affermava la centralità del numero, inteso come grandezza commensurabile, dunque numero intero e razionale, cioè esprimibile come rapporto di numeri interi, con la parte decimale espressa dagli zeri o da cifre periodiche. La scoperta dei numeri irrazionali sconvolse però le loro certezze e portò a una crisi nel pensiero matematico. Questa scoperta fu un vero e proprio scandalo e provocò fra i pitagorici incertezza, timore e sgomento. Essa non poteva essere accettata dai pitagorici perché: non garantiva la coerenza dell’ universo, il concetto di ordine cosmico che si rispecchiava nel numero intero, ovvero il progetto di spiegare la natura in termini di soli numeri esprimibili mediante rapporti di numeri interi; I pitagorici fino a quel momento avevano identificato il numero con la geometria, dunque l’esistenza di grandezze incommensurabili annullava questa identificazione; la teoria degli irrazionali sconvolgeva tutto il loro progetto matematico e filosofico; la nuova scoperta introduceva un nuovo concetto di infinito nella filosofia greca; Questa scoperta fu il più oscuro segreto dei pitagorici; non c’è da meravigliarsi, dunque, se fu proibito ai discepoli della setta di rivelarlo, considerandolo blasfemo e sconcertante. Il matematico Pappo di Alessandria secoli dopo fa la seguente speculazione: “ […]tutto ciò che al mondo è irrazionale o inconcepibile deve essere nascosto. Inoltre, ogni anima che per errore o per sbadatezza scopre o rivela alcunché di questa natura in questo mondo erra nel mare della non identità, immerso nel flusso del divenire, in cui non c’è regolarità né certezza.” Il Π nella storia Il Π è il rapporto tra circonferenza e diametro di un cerchio. È un numero trascendente, irrazionale, impossibile da esprimere con un numero finito di interi, frazioni o radici. Questa conclusione è stata raggiunta però dopo secoli di studi e si è evoluta nel corso della storia. l’evoluzione del Π Le prime testimonianze sullo studio del Π risalgono agli egizi. In seguito hanno studiato il Π anche ebrei greci romani cinesi e indiani Anche nel Medioevo e nei secoli seguenti lo studio del pi greco ha affascinato molti studiosi. Uno tra questi è stato Archimede di Siracusa. l’approssimazione di archimede Partì dalla considerazione che la lunghezza della circonferenza è maggiore del perimetro di un qualunque poligono inscritto e minore del perimetro di un qualunque poligono circoscritto. Archimede ripeté questo ragionamento inscrivendo e circoscrivendo ad una circonferenza poligoni regolari con un numero di lati sempre maggiore, notando che all’ aumentare dei lati diminuiva la differenza fra la misura dei due perimetri, questo permise di restringere sempre di più l’ intervallo, entro il quale doveva essere compresa la misura della circonferenza. Riuscì quindi a stabilire i due valori approssimati fra cui il π è compreso, ottenendo che: 3+10/71 < π< 3+ 10/70 e cioè: 3,1408 <π < 3,1428 Dove i valori tra cui è compreso, appartengono a due classi contigue, C1 e C2. Le classi contigue sono due insiemi di numeri che ammettono uno ed un solo elemento separatore e sono: • separati: ogni elemento della prima classe è sempre inferiore ad ogni elemento della seconda classe ; • indefinitivamente ravvicinati :preso un elemento del primo insieme ed uno del secondo insieme, la loro differenza è minore di un qualunque numero piccolo a piacere irrazionalità di √2 Supponiamo che √2 sia un numero razionale. Quindi esisteranno due numeri interi a e b primi fra loro tali che a/b = √2. Elevando al quadrato si ha a2/b2 = 2 , cioè a2 = 2b2. Questo implica che a2 è pari, e che quindi a è pari, ossia esiste un numero, c, intero, tale che a = 2c. Quindi: a2= 4c2 = 2b2 4c2 = 2b2 2c2= b2 cioè anche b sarà pari, e quindi a e b avranno un fattore in comune, 2, ma è impossibile perché per ipotesi primi fra loro. Excel APPROSSIMAZIONE DI √2 appross. 1 1 2 3 4 5 6 7 8 9 appross. 0,001 1,411 1,412 1,413 1,414 1,415 1,416 1,417 1,418 1,419 1 4 9 16 25 36 49 64 81 1,990921 1,993744 1,996569 1,999396 2,002225 2,005056 2,007889 2,010724 2,013561 appross. 0,1 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5 1,6 1,7 1,8 1,9 1,21 1,44 1,69 1,96 2,25 2,56 2,89 3,24 3,61 appross. 0,0001 1,4141 1,99967881 1,4142 1,99996164 1,4143 2,00024449 1,4144 2,00052736 1,4145 2,00081025 1,4146 2,00109316 1,4147 2,00137609 1,4148 2,00165904 1,4149 2,00194201 1,41421<√2<1,41422 appross. 0,01 1,41 1,42 1,43 1,44 1,45 1,46 1,47 1,48 1,49 1,9881 2,0164 2,0449 2,0736 2,1025 2,1316 2,1609 2,1904 2,2201 appross. 0,00001 1,41421 1,99998992 1,41422 2,00001821 1,41423 2,00004649 1,41424 2,00007478 1,41425 2,00010306 1,41426 2,00013135 1,41427 2,00015963 1,41428 2,00018792 1,41429 2,0002162 Teodoro di Cirene Teodoro di Cirene è un matematico del V secolo a.C., ricordato come maestro di Platone. Gli si attribuisce la dimostrazione dell’ irrazionalità di radici quadrate di numeri non quadrati di altri numeri, già nota ai pitagorici per la radice di 2 La spirale di Teodoro La Spirale di Teodoro si costruisce disegnando inizialmente un triangolo rettangolo isoscele con i cateti lunghi 1 unità e in successione gli altri triangoli rettangoli aventi ciascuno il cateto minore lungo sempre 1 unità e il cateto maggiore coincidente con l’ ipotenusa del triangolo precedente. Le ipotenuse dei triangoli rettangoli avranno i valori delle radici quadrate della successione dei numeri naturali. Realizzata da: • • • • Maria Trigiante; Alessandra De Santis; Denise Lotito; Viviana Basanisi. V H A.S. 2008/2009