Le raccomandazioni per il buon uso del sangue e per la gestione del rischio trasfusionale Il consenso informato tra ospedale e territorio Andrea Tomasini Direttore U.O. Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale ASL2 savonese Savona 15 dicembre 2007 Blood transfusion is an essential part of patient care. When used correctly, it saves lives and improves health. However, blood transfusion carries a potential risk of acute or delayed complications and transfusion transmitted infections and should be prescribed only to treat conditions associated with significant morbidity or mortality that cannot be prevented or managed effectively by other means. Blood is a scarce human resource and ensuring its safety and clinical effectiveness requires investment – both human and financial. The national blood transfusion service (BTS) is responsible for ensuring the provision of an adequate supply of safe blood for all patients requiring transfusion. The national health programme should develop policies and strategies to reduce the need for transfusion, minimize unnecessary transfusions and ensure the safe and appropriate use of blood and blood products. These strategies should include: • Prevention, early diagnosis and effective treatment of conditions that could result in the need for transfusion • Use of good surgical and anaesthetic techniques, pharmaceuticals and medical devices to reduce blood loss • Availability and use of simple alternatives for volume replacement, including intravenous replacement fluids (crystalloids and colloids) • Appropriate prescribing of blood and blood products in accordance with national guidelines • Safe pre-transfusion procedures • Safe administration of blood and blood products. The national blood programme and clinical users of blood and blood products should work together to implement these policies and strategies. Informed Consent RECOMMENDATION As part of the informed consent process, a patient should be given clear explanation of the potential risks and benefits of blood component therapy in his or her particular case. z Informed consent is more than simply getting a patient to sign a written consent form. It is a process of communication between a patient and physician that results in the patient's authorization or agreement to undergo a specific medical intervention. In the communications process, you, as the physician providing or performing the treatment and/or procedure (not a delegated representative), should disclose and discuss with your patient: z The patient's diagnosis, if known; z The nature and purpose of a proposed treatment or procedure; z The risks and benefits of a proposed treatment or procedure; z Alternatives (regardless of their cost or the extent to which the treatment options are covered by health insurance); z The risks and benefits of the alternative treatment or procedure; and z The risks and benefits of not receiving or undergoing a treatment or procedure. z In turn, your patient should have an opportunity to ask questions to elicit a better understanding of the treatment or procedure, so that he or she can make an informed decision to proceed or to refuse a particular course of medical intervention. Consenso Consenso Consenso La parola “Consent” appare per la prima volta nel Codice di Norimberga (1946- United State Vs. Karl Brandt): “Il consenso volontario del soggetto umano è assolutamente essenziale…[la persona] deve avere sufficiente conoscenza e comprensione degli elementi della situazione in cui è coinvolta, tali da metterla in condizione di prendere una decisione cosciente e illuminata…” Consenso Informato Difficile dire in che cosa consista il consenso Partecipazione, consapevolezza, informazione, libertà di scelta e di decisione La validità del consenso è connessa ad una preventiva e completa informazione Consenso Informato Il consenso informato non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico Deve essere inteso come un momento di quella alleanza terapeutica fondamentale per affrontare in modo corretto la malattia È l’accettazione che il Paziente esprime a un trattamento sanitario, in maniera libera È atto scritto, debitamente controfirmato dal Paziente, nei casi previsti dalla legge Consenso Informato z z z Il consenso informato deve essere espresso da: individuo capace di intendere e di volere, inoltre deve essere: personale,esplicito, specifico, consapevole, revocabile. L’informazione fornita deve essere: veritiera, completa, compresa. Si può prescindere dal consenso informato in caso di necessità (urgenza improrogabile ai fini della vita). La legge prevede l’acquisizione scritta solo in alcuni casi tuttavia l’acquisizione scritta può valere come prova dell’avvenuto consenso. Consenso Informato z 1.Consenso informato alla trasfusione omologa z 2.Consenso informato al trattamento con emoderivati z 3.Consenso informato alla trasfusione autologa z z z 4.Consenso alla procedura di aferesi terapeutica procedure di plasmaexchange 5.Consenso informato per l’esecuzione del test HIV 6.Consenso informato per la donazione di sangue e di multicomponent Gestione del rischio Sicurezza nell’Uso del Sangue L’identificazione del paziente nel processo trasfusionale: istruzione operativa Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale ASL 2 Savonese Ospedale San Paolo, Savona Istruzione Operativa sull’univoca identificazione paziente e prelievo venoso pretrasfusionale Al letto del paziente al momento del prelievo. Identificazione: ¾ Paziente cosciente Chiedendo al ricevente di dire il proprio nome e cognome e la propria data di nascita Controllando libretto sanitario,documento d’identità, braccialetto identificativo Leggendo la Cartella Clinica o altra documentazione clinica ¾ Paziente non cosciente Domandando a un parente o a un altro membro del personale di verificarne l’identità Controllando libretto sanitario,documento d’identità, braccialetto identificativo Leggendo la Cartella Clinica o altra documentazione clinica Istruzione Operativa sull’univoca identificazione paziente e prelievo venoso pretrasfusionale Compilare la richiesta per emotrasfusione Raccogliere il campione: prelevare 1 provetta da 7 ml tappo viola (EDTA) Compilare etichetta provetta scrivendo cognome e nome del paziente in stampatello e apponendo la firma di chi ha eseguito il prelievo Verificare i dati identificativi paziente/etichetta provetta/richiesta Inviare richieste e provetta al SIMT Istruzione operativa sull’univoca identificazione paziente e trasfusione Prima di iniziare la trasfusione si procede come segue: Verifica dell’identità del paziente ¾ Chiedendo al ricevente di dire il proprio nome e cognome e la propria data di nascita ¾ Controllando libretto sanitario,documento d’identità ¾ Leggendo la Cartella Clinica o altra documentazione Verifica della corrispondenza tra l’unita’ e il ricevente ¾ Le informazioni di identità ricevute dal paziente devono corrispondere con i dati riportati sul modulo sull’etichetta di assegnazione ¾ Il Referto di gruppo del paziente deve corrispondere al gruppo del paziente indicato sull’etichetta di assegnazione posta sulla sacca e compatibile con il gruppo dell’unità da trasfondere ¾ Il gruppo ABO, Rh (D) e il numero della sacca devono essere identici sull’unita’ da trasfondere, sull’etichetta di assegnazione e sul modulo allegato Istruzione operativa sull’univoca identificazione paziente e trasfusione Verifica delle caratteristiche del kit da infusione ¾ presenza di deflussore idoneo (con filtro) Verifica della sacca da trasfondere ¾ presenza di coaguli, frustoli, o altre anomalie Registrazione, sulla cartella clinica, del numero di identificazione dell’unità, del gruppo sanguigno e del tipo emocomponente ¾ allegare il modulo di assegnazione dell’Unita’ riportante gli esiti delle prove di compatibilita’ ¾ registrare l’ora di inizio e di fine trasfusione Valutazione dei parametri vitali ¾ registrare i parametri vitali: la temperatura, il polso, la pressione arteriosa e la frequenza del respiro (la registrazione deve essere eseguita prima dell’inizio, durante e alla fine della trasfusione) La corretta identificazione del paziente, punto di partenza del percorso trasfusionale: implementazione di un dispositivo di sicurezza con codici a barre. Alba G. D’Agosta Andrea Tomasini U.O.C. Immunoematologia e Medicina Trasfusionale ASL2 Savonese - Savona CONVEGNO DEI SERVIZI TRASFUSIONALI - "Il rischio clinico in Medicina Trasfusionale" - Stresa, 24/09/2007 - 26/09/2007, Palazzo dei Congressi Premessa: 0. La sicurezza intrinseca del sangue sfiora ormai quasi il 100%, ma non altrettanto si può dire per il processo trasfusionale: gli errori in questo ambito sono circa il 70% di tutti gli eventi indesiderati. 1. La fase più a rischio è quella della identificazione del paziente al momento dei prelievi per i test pretrasfusionali e all'atto della trasfusione. 2. Anche in Italia gli studi confermano che il 75% del rischio totale trasfusionale è rappresentato da una errata identificazione del paziente. 3. Nel febbraio 2007 il Ministero della Salute ha stilato 10 regole di sicurezza per i processi al letto del paziente e al punto 4 si legge: ”Attivare nelle Aziende Sanitarie organismi e protocolli di controllo dell'introduzione negli Ospedali di nuove tecnologie e, in particolare, di dispositivi medici” R (95) 15 Consiglio d’Europa 12/10/95 Guida alla preparazione, uso e garanzia di qualità degli emocomponenti 13Aedizione Direttive Europee Gennaio 2007 “Safety” trasfusionale Tempo giusto re zz a trasfusione giusta ap sic u pr op r ia te zz a Paziente giusto Analisi delle attività del “ Processo Trasfusionale” mediante metodologia FMEA (Failure modes and effects analysis ) Attività Gravità Rilevabilità Probabilità IPR Prenotazione (se attività ambulatoriale o DH) 1 5 1 5 Accettazione (se attività ambulatoriale o DH) 1 4 1 4 10 4 5 200 Informazioni al paziente 1 2 8 16 Accettazione clinica 1 3 3 9 Valutazione appropriatezza della richiesta trasfusionale e preparazione richiesta 6 5 2 60 Esecuzione esami pretrasfusionali 8 2 10 160 10 1 10 100 Trasfusione 8 5 2 80 Controllo e registrazione delle reazioni indesiderate 8 1 1 8 Restituzione sacche e moduli avvenuta trasfusione 5 2 1 10 Consegna eventuali esami e relazione clinica (se attività ambulatoriale o DH) 1 2 5 20 Identificazione paziente e inserimento dati anagrafici Verifica identificazione paziente e dati anagrafici Andando nella direzione indicata dal Ministero… …a partire dal mese di febbraio 2007, nell’ambulatorio trasfusionale del nostro servizio e presso l’U.O di Ematooncologia, abbiamo sperimentato un metodo di identificazione, al letto, del paziente, mediante un dispositivo che utilizza codici a barre.