Volume 4, numero 02
Sommario
11.01.2009
Editoriale
L'oroscopo del 2009
Muro del pianto
04.01.2009
Economia
Il potere del debito
Informazione
Bettino nostro che sei nei cieli
Disdetta RAI, tremenda disdetta
Muro del pianto
L'oroscopo del 2009
La casalinga di Voghera e il maestro
Pregadio
Tortura libera
Politica
La politica è morta e
l'informazione non sta tanto bene
Fiorani della Banca Popolare di Lodi
rubava dai conti correnti dei morti.
Tremonti, detto Tremorti, lo ha superato.
I soldi li prende dai morti, ma anche dagli
anziani e dagli emigranti. Dagli ultimi,
dagli onesti. Libretti al portatore custoditi
dalla nonna in un cassetto, libretti di
risparmio lasciati dall’emigrante in
Australia,
titoli, azioni, assicurazioni.
Tremorti preleva tutto. Dopo dieci anni,
se non li movimenti, i tuoi soldi cambiano
padrone. E’ il conto dormiente. Un furto a
norma di legge. La legge dei ladri. Se la
banca non ti avverte, se hai cambiato
indirizzo, se sei in un ospizio, se stai a
New York o a Buenos Aires sei fottuto.
Tremorti prende i tuoi soldi per finanziare
la beffa della social card. Ruba ai morti
per dare ai morti di fame. Per lui non
fanno differenza. Tremorti usa i soldi di
tuo padre che non c’è più o di tua cugina
emigrata in Brasile per ripianare i quattro
miliardi di euro di debito dell’Alitalia
scaricati dallo psiconano sugli italiani. I
quattro miliardi di debiti della bad
company dell’Alitalia saranno pagati con
i soldi dei poveracci. Le banche non
tutelano i loro clienti e li spogliano dei
loro soldi per darli a Tremorti? Togliamo i
soldi dalle banche e presto. Vade retro
Tremorti.
1
A gennaio l’economia rallenta, ma tiene.
A febbraio Morfeo Napolitano nutre
qualche preoccupazione per il PIL.
A marzo Tremonti implora gli italiani,
Geronzi, Profumo e Passera di comprare
Bot, Btp e CCT.
Ad aprile lo psiconano garantisce sul
futuro dell’Italia.
A maggio Boss(ol)i rassicura che il
federalismo è alle porte.
A giugno alle elezioni non ci va nessuno.
A luglio i nuovi disoccupati sono più di
due milioni.
Ad agosto Morfeo Napolitano spiega in
diretta televisiva che una possibile crisi
lo inquieta.
A settembre Tremonti taglia del 30% le
pensioni e gli stipendi del pubblico
impiego. Sempre a settembre il debito
pubblico supera i 1900 miliardi. Sempre
a settembre lo psiconano si fa riprendere
in via Montenapoleone a Milano a fare
acquisti per rassicurare gli italiani. Bondi,
Cicchitto e Gasparri passano tutti i
pomeriggi alla Upim a riempire i carrelli.
A ottobre gli insegnanti non ricevono lo
stipendio e le scuole sono chiuse.
A novembre falliscono le amministrazioni
pubbliche di Roma, Napoli, Palermo e
Bari. Sempre a novembre lo psiconano
si reca due settimane alle Barbados per
dare l’esempio e dimostrare a tutti che la
crisi è un’invenzione dei comunisti.
A dicembre, dall’elicottero, mentre varca
il confine austriaco, Tremonti dichiara la
bancarotta dello Stato e il federalismo
fiscale. Nel senso che ognuno si terrà
per sé quello che gli è rimasto in tasca.
A dicembre lo psiconano decide di
prolungare per qualche anno le sue
vacanze e di farsi assistere dal super
consulente Lucianone Gaucci per
trattare il suo rientro in Italia ai domiciliari
con i tribunali della Repubblica.
Buon 2009!
Bettino nostro che sei nei
cieli
Informazione
05.01.2009
La puntata di oggi: Il tesoro di Craxi
Craxi, lo Statista che fece la Storia Craxi,
i terroristi e Saddam Hussein L'On. Gerry
Scotti e boom del debito pubblico La
latitanza di Craxi Testo: "Buongiorno a
tutti. Chi di noi ha avuto la sfortuna di
essere sintonizzato su Canale 5 ieri a
mezza
sera,
avrà
notato
uno
spettacolino degno della Korea di Kim Il
Sung, una specie di monumento
equestre in versione televisiva a Bettino
Craxi, nel nono anniversario della sua
scomparsa. Un filmino messo insieme da
alcuni suoi ex famigli e ovviamente
trasmesso in pompa magna, è il caso di
dirlo, da Mediaset. E' chiara la devozione
di Mediaset al suo santo protettore:
senza Craxi, Berlusconi non sarebbe
dov'è, Mediaset non sarebbe lì visto che
è sopravvissuta alle varie violazioni di
legge che prima Fininvest e poi Mediaset
hanno perpetrato in barba alle normative
nazionali,
europee,
alla
Corte
Costituzionale, eccetera. Grazie al
padrinaggio di Craxi e poi al padrinaggio
dello stesso Berlusconi che poi è andato
in politica a sostituirlo. Si comprende la
ragione per cui Mediaset e Fininvest e il
mondo
Berlusconiano
sono
così
affezionati allo scomparso leader
pregiudicato e latitante. La cosa
interessante è che probabilmente
nemmeno Mediaset si era mai ridotta
così male, si era mai abbassata e
umiliata a tal punto, nella sua campagna
revisionista e negazionista di quello che
è avvenuto nella storia italiana negli
ultimi quindici-vent'anni. Si provava
imbarazzo persino per Mediaset, ieri
sera, nel vedere scorrere quella specie
di vita dei Santi, quella specie di
agiografia di Santa Maria Goretti con gli
occhiali e il garofano. Purtroppo, molti di
quelli che hanno visto quella cosa, spero
pochi grazie alle vacanze, erano persone
che hanno dimenticato, altri sono
persone che non hanno mai saputo, altri
sono persone che non c'erano perché
sono giovani e quindi non hanno gli
strumenti per verificare. Forse è il caso
di mettere qualche puntino sugli “i” per
evitare gli effetti collaterali di queste vere
e proprie armi di distruzione di massa
intellettuale e cerebrale e della memoria
collettiva, onde evitare che poi queste
radiazioni si propaghino per anni. Meglio
fermarle, meglio immunizzarsi. Intanto
era chiaro a tutti che se fosse vero quello
che è stato raccontato non si capirebbe
per quale motivo questo signore è
dovuto scappare dall'Italia in fretta e
furia, per sfuggire a varie sentenze di
condanna e a un destino di galera, visto
che Craxi era stato condannato a dieci
anni di galera. Voi sapete com'è difficile
in Italia riuscire a condannare un
potente, non dico a dieci anni ma a dieci
minuti di galera. Lui era riuscito a
totalizzare dieci anni e, se non fosse
morto prematuramente, ne avrebbe
totalizzati altri perché c'erano tanti altri
processi per tangenti che avevano già
superato la prima fase e probabilmente
Craxi se la sarebbe cavata con una
ventina d'anni di galera, visto quel poco
che si era scoperto rispetto a quello che
aveva fatto. Soprattutto, non si capirebbe
per quale motivo questo statista di fama
mondiale, nei periodi di massimo fulgore,
riuscisse a ottenere il 14 e qualcosa
percento dei voti. All'epoca si votava col
proporzionale. Il miglior Craxi ha ottenuto
meno voti del peggior Fini, perché voi vi
rendiate conto di quanto poco gli italiani
si fossero accorti di questo tesoro che
avevano in casa, incompreso. Il tesoro
di Craxi In compenso il tesoro ce l'aveva
Craxi che in Svizzera era tenutario di
due conti, il conto Constellation finanzier
e il conto Northen Holding, che gli
gestiva un suo compagno di scuola,
Giorgio Tradati, fiduciariamente – un
prestanome – sui quali accumulava i
soldi delle tangenti che le più grandi
imprese italiane gli pagavano. Dalla Fiat,
all'Olivetti, alla Fininvest, il gruppo
Ligresti, il gruppo Torno... vari grandi
costruttori, piccoli e medi. Soldi suoi, non
soldi del partito. Poi c'erano anche le
tangenti per il partito che venivano
gestite su altri conti, sempre in Svizzera,
da un altro gestore che era il tesoriere
del partito, l'On. Vincenzo Balzamo. Sui
soldi personali di Craxi andò poi a
spazzolare tutto un barista di Portofino
che Craxi designò al posto di Tradati,
quando nel 1993 temeva che Di Pietro e
il pool di Milano gli sequestrassero la
roba sua. Cioè era roba nostra però se
ne era appropriato lui. Raggio fu
mandato in Svizzera: era il fidanzato
della contessa Vacca Agusta , una
vecchia amica di Craxi che abitava a
Portofino, spazzolò i conti, portò via
cinquanta miliardi di lire che Craxi teneva
in quel momento e scappò in Messico,
dove rimase latitante per un paio d'anni.
Una volta preso confessò e fece la lista
della spesa, dimostrando che Craxi quei
soldi non li usava per il partito ma per se,
e infatti i giudici poi hanno ricostruito
questa lista della spesa. Una lista che fa
un po' spavento se uno pensa alla fama
che hanno costruito intorno a questo
presunto statista, che in realtà era un
comune ladro, se “ladro” ha ancora il
senso che gli abbiamo dato nei
vocabolari: persona che si appropria di
denaro
altrui.
Si
era
comprato
appartamenti a Barcellona, New York, La
Tuille, Milano, Madonna di Campiglio. Si
era comprato un aereo privato del valore
di un milione e mezzo di dollari, aveva
regalato alla sua amica – la possiamo
chiamare così – Ania Pieroni una
televisione. Non un televisore, proprio
una stazione televisiva, Roma CineTV,
che pagava a botte di cento milioni al
mese. Non bastando, le pagava anche la
servitù, l'autista, la colf e le acquistò –
sempre a questa ragazza dalle doti
spettacolari – un hotel, l'hotel Ivanhoe, a
Roma e un appartamento. Poi,
naturalmente, c'erano gli affetti familiari:
il fratello Antonio era un signore,
dev'essere anche simpatico, che si era
invaghito del guru Sai Baba, quindi
pascolava per le indie al seguito del Sai
Baba. Era piuttosto squattrinato e una
Craxi, coi soldi nostri, gli comprò una
2
villa e un'altra volta gli prestò 500 milioni
di lire che non rivide mai più, tanto non
erano suoi. C'era la cognata che si
occupava di queste vicende, mi pare che
si chiami Silvy. Poi c'era il figlio Bobo,
che a Milano in quel periodo sentiva
un'aria poco favorevole, e gli affittò un
bel villino a Saint Tropez perché
andasse anche lui esule a svernare
lontano da occhi indiscreti e malevoli.
Queste ed altre sono le destinazioni di
quei soldi, ma ieri sera la parola
“tangenti” non è mai risuonata in tutta
l'ora del cosiddetto documentario perché
si parlava d'altro. Craxi, lo Statista che
fece la Storia. Voi avete visto, a Craxi
sono stati attribuiti tutti i grandi
avvenimenti dell'ultimo secolo, mancava
soltanto, per motivi anagrafici, che gli
attribuissero anche la vittoria nella prima
Guerra Mondiale alla battaglia di Vittorio
Veneto o alla guerra di Crimea ai tempi
del Risorgimento, o un ruolo decisivo nel
Congresso di Vienna. Ma solo perché
non era nato, altrimenti l'avremmo visto
spuntare anche al Congresso di Vienna
con un bel parrucchino. In compenso gli
hanno attribuito la caduta di Pinochet, il
ritorno della democrazia in Cile; la
Primavera di Praga; la battaglia
dell'Occidente contro i missili dell'Unione
Sovietica. Se l'Unione Sovietica ha
dovuto disarmare e poi è tracollata è
stato merito di Craxi. Gli hanno attribuito
meriti clamorosi nella vittoria di
Solidarnosc in Polonia, gli hanno
attribuito addirittura la paternità di Blair.
Blair sarebbe un figlioccio di Craxi: Blair
non lo sa ma è un figlioccio di Craxi. Gli
hanno attribuito la caduta del Muro di
Berlino, trionfi in tutto il mondo e su tutto
l'Orbe Terracqueo. Addirittura, a un certo
punto, si è sentito che Craxi sarebbe il
padre dell'Europa. Noi credevamo che
fossero De Gasperi, Shuman e
Adenauer: no, l'Europa che ci piace
come la conosciamo ora nasce a Milano
negli anni Ottanta, per merito di Craxi.
Questo abbiamo sentito dire ieri sera:
Craxi che lotta contro i militari
sudamericani,
Craxi
anticomunista
perché l'Italia, se non lo sapevate, è
stata governata per cinquant'anni dai
comunisti, tranne il periodo in cui c'è
stato Craxi. Questa è la versione che ci
hanno dato, e quando si faceva accenno
alla Democrazia Cristiana era per dire
che questa stava con i comunisti. In
realtà non c'è mai stato nessun governo
con ministri comunisti, mentre dagli anni
Sessanta al Novantadue tutti i governi,
salvo rare eccezioni, hanno avuto
ministri democristiani e socialisti. Si sono
dimenticati di dire che questo portentoso
anticomunista di Craxi governava a
Roma con i democristiani e nelle giunte
locali con i comunisti. Lui governava
sempre, l'alleato cambiava a seconda di
chi era a disposizione. A Milano, per
esempio, le giunte rosse erano
capitanate da suo cognato Pillitteri. Ma
anche di questo familismo amorale di
Craxi, che aveva sistemato il cognato a
sindaco di Milano, il figlio al vertice del
Partito Socialista milanese, una corte di
nani e ballerine non si è minimamente
sentito raccontare. E' stato elogiato Craxi
perché si opponeva alla linea della
fermezza, cioè voleva trattare con le
Brigate Rosse, e questo elogio arriva
dagli stessi che oggi ci dicono che
bisogna avere una linea della fermezza
contro il terrorismo, quello degli altri:
quando il terrorismo ci tocca allora
bisogna trattare. Questa è la loro
posizione. Ci hanno raccontato che
Pertini era un grande amico di Craxi,
proprio un suo sponsor, mentre
sappiamo benissimo che Pertini non
sopportava Craxi e faceva delle sfuriate
incredibili, anche pubbliche, nei confronti
di questo ducetto che si comportava
come se l'Italia fosse diventata una
Repubblica presidenziale o, anzi, come
una Repubblica dove comanda il
premier. Ci hanno fatto vedere che Craxi
fu il primo a toccare il tabù della
intoccabilità della Costituzione, come se
fosse un bene predicare contro la
Costituzione del proprio Paese – una
cosa che si può fare soltanto in Italia,
quello
di
sputare
sulla
propria
Costituzione e di vantarsene come se
fosse un merito. Fu il primo a denunciare
la politicizzazione della magistratura: non
hanno precisato che Craxi si accorse
della politicizzazione della magistratura
quando i magistrati cominciarono ad
arrestare i socialisti che rubavano.
Quando presero i socialisti della giunta di
Torino, giunta rossa, che rubavano.
Giunta capitanata da un galantuomo,
come Diego Novelli, ma dentro c'erano
anche delle persone che si sono
scoperte essere permale e che infatti
Novelli immediatamente segnalò, grazie
alla denuncia di un imprenditore alla
Procura della Repubblica. Quando i
magistrati andarono a prendere un altro
boss socialista, Teardo, in Liguria,
quando furono scoperti scandali che
riguardavano ruberie socialiste in tutti gli
anni Ottanta; quando Beppe Grillo fu
cacciato dalla Rai per avere cominciato a
dire quello che la vox populi sapeva e
diceva sottovoce da tempo, cioè che i
socialisti erano diventati dei gran bei
forchettoni. Craxi, quando cominciarono
a prendere i ladri di casa sua, sentendo
ovviamente avvicinare le sirene a se
stesso, tuonò contro la politicizzazione
della magistratura e questo viene
addotto come un suo merito, mentre in
realtà è l'inizio di una deriva devastante
del potere politico che attacca il potere
giudiziario quando questo ci vede molto
bene e le rare volte che faceva il suo
dovere, negli anni Ottanta. Craxi aveva
magistrati amici suoi: consulente a
Palazzo Chigi, quando Craxi fu
presidente del Consiglio tra l'83 e l'87,
c'era il giudice Squillante che poi si è
scoperto prendere soldi in Svizzera dagli
avvocati dei suoi imputati, a cominciare
da Previti. Squillante era il consigliere
giuridico di Craxi, era una specie di
attaché del Partito Socialista nella
magistratura romana dove era il vice
capo dell'ufficio istruzione e, con il nuovo
codice, il capo dell'ufficio GIP. Era quello
che decideva chi si arresta e chi no, chi
si rinvia a giudizio e chi no, e infatti non
rinviava a giudizio e non arrestava mai
nessun socialista, nemmeno sotto
tortura, era contro i suoi princìpi. Ma
questo, naturalmente, non era un giudice
politicizzato perché era un giudice che,
ad honorem, aveva la tessera del PSI,
anzi la tessera col faccione di Bettino
Craxi. Berlinguer tirò fuori la questione
morale e infatti, nel documentario, viene
dipinto come un losco figuro, uno che
parla di questione morale in casa
socialista è come uno che parla di corda
in casa dell'impiccato, o meglio uno che
parla di manette in casa del ladro. Ci
viene raccontato che quando Berlinguer
manifestava contro gli euromissili era
pagato per fare quelle manifestazioni
dall'Unione Sovietica. Craxi, i terroristi e
Saddam Hussein. Ci viene raccontato
l'episodio di Sigonella, che ancora
purtroppo, secondo molti, è considerato
uno degli aspetti migliori della carriera
politica di Craxi perché nessuno si
ricorda più come andarono le cose. Un
commando
di
terroristi
dell'OLP,
capitanati da Abu Abbas, aveva
sequestrato una nave da crociera
dell'Achille Lauro in acque italiane, nel
mediterraneo.
Il
governo
italiano,
presidente del Consiglio Craxi, ministro
degli esteri Andreotti, ministro della
difesa Spadolini, trattarono con il
presidente egiziano Mubarak perché si
arrivasse ad una soluzione incruenta e
promisero a lui, e quindi ai palestinesi
che erano in collegamento diretto con
Arafat che come al solito faceva il doppio
gioco, che se se si fossero consegnati
non sarebbero stati affidati agli americani
ma sarebbero stati giudicati dalla
giustizia italiana. Questo ufficialmente
venne
detto,
cosa
fu
pattuito
segretamente lo possiamo immaginare
da quello che successe dopo. Quando i
terroristi,
una
volta
consegnati,
arrivarono su un aereo militare nella
base americana di Sigonella, successe
che gli americani tentarono di farseli
consegnare per portarli in America e
processarli. Li volevano processare
perché, contrariamente a quello che si
erano impegnati a fare, cioè una fine
incruenta del sequestro, si era scoperto
che questi tagliagole dell'OLP, di Abu
Abbas e dei suoi uomini, avevano
assassinato un ebreo paralitico anziano
americano, che era in crociera in
carrozzella, Leo Klinghofer, e avevano
lanciato il cadavere nel mare. C'era la
chiglia dell'Achille Lauro sporca del suo
sangue. Questi assassini gli americani li
volevano processare nel loro Paese:
giustamente, l'Italia disse: “il delitto è
avvenuto in Italia, li processiamo noi”.
Certo, ma si sarebbe dovuto prendere
questi terroristi e affidarli alla giustizia
italiana. Invece, si presero i pesci piccoli
cioè i membri del commando, ma il capo
della banda, l'ideatore del sequestro,
Abu Abbas, fu caricato su un aereo dei
servizi segreti, spedito in Iugoslavia e di
lì mandato in Irak, dove c'era Saddam
Hussein pronto ad accoglierlo a braccia
aperte. Il governo Craxi ha preso il capo
di una banda di terroristi che hanno
sequestrato una nave e hanno
assassinato un ebreo paralitico anziano
in carrozzella a sangue freddo e lo ha
gentilmente consegnato a Saddam
Hussein, per evitare che venisse
processato in base a un delitto
commesso in Italia. Tant'è che Abu
Abbas fu condannato in contumacia
all'ergastolo, ma non scontò mai la pena
ed è morto due o tre anni fa a Baghdad
durante le operazioni di guerra, peraltro
per ragioni naturali. Questo è il caso
Sigonella: non è vero che Craxi difese a
spada tratta la sovranità italiana, Craxi
sottrasse il capo di una banda di
assassini terroristi alla giustizia italiana
per farlo scappare in Irak, dove in quel
periodo c'erano le armi di distruzione di
massa perché Saddam Hussein si stava
occupando di gassare curdi e altre
minoranze. Ieri questo non ci è stato
raccontato, ci è stato raccontato che fu
un capolavoro diplomatico e che anzi
furono tutti contenti, che la cosa finì a
tarallucci e vino tra applausi generali.
L'On. Gerry Scotti e boom del debito
pubblico. Per fortuna c'erano gli spot, in
questo vergognoso documentario, e si
vedeva Gerry Scotti che annunciava
qualche programma da lui presentato.
Nessuno ha raccontato che l'uomo che si
3
vedeva negli spot, Gerry Scotti, fu
candidato al Parlamento da Craxi e fu
eletto deputato. Pensate, abbiamo avuto
Gerry Scotti deputato, nessuno se lo
ricorda. E' stato uno delle più grosse
conquiste ottenute da Craxi a livello
politico, insieme a candidature be più
terrificanti, visto che in Parlamento
c'erano nani ballerine e diversi furfanti. A
Craxi è stata attribuita anche la crescita
delle piccole e medie imprese: faceva
tutto lui, era una cosa fenomenale.
Nessuno ha ricordato che per la sua
politica economica - che è stata elogiata
per tutto il documentario come se fosse
un grande economista, uno che ha
salvato l'economia italiana - nei quattro
anni in cui fu al governo il debito
pubblico passò da quattrocentomila
miliardi a un milione di miliardi. Cioè, è
più che raddoppiato. Il rapporto tra il
debito e il Pil, fondamentale per rientrare
nei parametri europei di Maastricht,
passò dal 70 al 90%. In quattro anni un
debito pubblico che era ancora
abbastanza accettabile esplose e ci
portò completamente fuori. Questo è il
salvatore dell'economia italiana, lo
stiamo pagando ancora adesso. Quando
voi sentite dire che abbiamo settanta
miliardi di euro di interessi sul debito e
viene sempre attribuito a misteriose
eredità del passato, bene il grosso
dell'eredità
si
chiama
Craxi.
Naturalmente, nessuno ha fatto vedere i
suoi rapporti affettuosi con Licio Gelli,
con
Squillante,
con
personaggi
addirittura della mala milanese. Ci è
stato detto, invece, che lui ha abbattuto
l'inflazione a due cifre, ci ha trasformati
in una quinta potenza mondiale, sempre
naturalmente contro i comunisti che
lavoravano nell'ombra perché erano i
padroni dell'Italia, figuratevi. La latitanza
di Craxi. Ci è stato detto che nel 1992 il
pentapartito era in grande salute, ha
ottenuto un bel cinquantadue percento
dei voti e poi non si capisce cosa sia
successo perché il narratore smette di
parlare e si cominciano a vedere
gazzelle della guardia di finanza, i
magistrati di Mani Pulite, facce,
circostanze e titoli di giornale. Ma non c'è
nessuno che descrive quello che è
successo: è ovvio, perché se avessero
dovuto descrivere quello che è successo
avrebbero dovuto raccontarvi i nomi dei
conti in Svizzera, i cinquanta miliardi che
c'erano dentro, le spese private personali
e familiari che faceva coi soldi che aveva
rubato a noi. La fuga per sfuggire,
latitante, alle leggi del suo Paese, le
condanne che nel frattempo si
accumulavano, le confessioni che tutti
quelli che gli avevano dato i soldi
stavano facendo. Alla fine ci hanno fatto
sentire solo la sua versione dei fatti, cioè
il suo discorso alla camera che è un altro
dei grandi fraintendimenti, delle grandi
leggende metropolitane perché ci viene
raccontato come un grande discorso di
verità e di coraggio. In realtà non ci vuole
nessun coraggio, essendo protetti
dall'immunità parlamentare, ad andare in
Parlamento e dire: “Signori, qui abbiamo
rubato tutti: chi pensa che non sia vero si
alzi in piedi e giuri”. Questo ha fatto lui e
questo si è vantato di avere fatto in
un'intervista
trasmessa
in
questo
documentario. Non ci vuole nessun
coraggio perché non è che Craxi, alla
fine di quel discorso, visto che diceva “ho
rubato anche io”, per la sua parte di furti
si è spogliato dell'immunità parlamentare
e si è consegnato nella più vicina
questura o caserma dei Carabinieri o
della Guardia di Finanza perché gli
mettessero le manette e lo portassero
via a espiare la pena delle porcate che
aveva commesso. No, lui diceva
“abbiamo
rubato
tutti”
perché
sottintendeva “quindi ci salviamo tutti,
con una bella legge salvaladri”. Questo
era il discorso di Bettino Craxi.
Indipendentemente
dal
fatto
che
avessero rubato tanti altri - e infatti ne
hanno presi tanti altri di sinistra, di
centro, di destra; Mani Pulite sapete che
ha preso di tutto, comunisti, persino un
missino, democristiani, repubblicani,
liberali – tu sai quello che hai fatto, l'hai
appena detto, vai e paghi. Questo non è
avvenuto e non c'è niente di coraggioso
in quello che ha fatto. Quello era un
ricatto, era un discorso ricattatorio e se
c'è qualunquismo in Italia, se si dice nei
bar che è tutto un magna magna, che
rubano tutti, che sono tutti uguali, è colpa
di discorsi come quelli. E' colpa di chi va
in Parlamento e dice che rubano tutti.
Quando dici “qua rubano tutti” autorizzi
la gente a pensare che sono tutti uguali.
Voi potete pensare che i mille
parlamentari che c'erano in quel
momento tra Camera e Senato
rubassero tutti? Evidentemente no,
c'erano un sacco di persone perbene.
Semplicemente non potevano giurare
sull'onestà di tutto il resto del loro partito,
ma dato che la responsabilità penale è
personale, su Craxi e su tanti altri si
sono trovate le prove perché c'erano ma
magari su altri non si sono trovate
perché le hanno nascoste, su altri
ancora non si sono trovate perché non
c'erano. E' quello che porta al
qualunquismo, ed è strano che un uomo
che con quel discorso e con le sue
ruberie ha distrutto il più antico e glorioso
partito cento anni dopo la sua nascita perché il Partito Socialista è stato il
primo partito italiano e Craxi lo ha
distrutto, non i giudici, come Moggi ha
portato la Juventus in serie B e non i
magistrati – non venga ricordato come il
distruttore del Partito Socialista. Dopo
che la gente ci era morta per costruirlo e
per ricostruirlo durante la Resistenza, la
gente ci aveva speso, dal più umile dei
militanti ai grandi leader come Pertini,
Nenni, Riccardo Lombardi, Turati.
Perché continuano a beatificare proprio
quello che lo ha distrutto, portandolo nel
fango e nello sterco? Perché certi favori
poi si pagano anche postumi: invece di
raccontarci le tangenti, le valigette, i
soldi, ci hanno raccontato la giustizia
politica, la giustizia a orologeria, i suicidi
in carcere. Sappiate che per Mani Pulite
non si è suicidato nemmeno un imputato.
Quando dico nemmeno uno, vuol dire
nemmeno uno: zero sono i suicidi in
carcere dell'inchiesta Mani Pulite.
Abbiamo sentito parlare di golpe. A un
certo punto Craxi fa un parallelo tra
l'inchiesta Mani Pulite e le bombe che la
mafia sta mettendo in quel momento. Di
Berlusconi non si è parlato in tutto il
documentario, come se Berlusconi non
esistesse, come se gli imprenditori
fossero solo De Benedetti e Romiti.
Berlusconi non c'era: i ventuno miliardi
che ha pagato a Craxi tramite la All
Iberian sui conti in Svizzera, le due leggi
che gli ha fatto Craxi negli anni Ottanta
per neutralizzare le ordinanze dei pretori
sulla Fininvest, la legge Mammì che gli
ha scritto su misura per mantenere il suo
monopolio sulla TV privata. Craxi che
festeggia con Berlusconi lo scampato
pericolo quando nell'Aprile 1993 la
Camera
nega
l'autorizzazione
a
procedere chiesta dai giudici di Milano.
Berlusconi che scende in campo
calpestando la memoria di Craxi,
fingendo quasi di non conoscerlo e
dicendo: “Io sono Mani Pulite, basta con
questi partiti che rubano”. Non si è detto
una parola su niente, non s'è detto una
parola sui rapporti tra Craxi e
l'imprenditoria più losca del Paese. Craxi
è stato presentato come uno che
contrastava le grandi famiglie del salotto
buono del capitalismo, quando poi in
Svizzera nei suoi conti arrivavano i soldi
dalle grandi famiglie del salotto buono.
Persino De Benedetti a un certo punto
confessò di aver pagato tangenti a Craxi
perché
se
no
nella
pubblica
amministrazione non lo lasciavano
entrare. Che la Fiat l'abbia pagato è
scritto in sentenze definitive, eppure
Craxi viene presentato come un
ostacolo, una pietra d'inciampo delle
grandi famiglie. Alla fine si vede la
spiaggia di Hammamet, il mare, il
tramonto e ogni tanto compaiono anche i
ritratti di Mazzini e Garibaldi, come per
dire “avete capito che questo non è un
latitante, ma un esule”. Purtroppo
Mazzini e Garibaldi non rubavano,
questa era la differenza: non erano
scappati dall'Italia perché rubavano ma
evidentemente per motivi politici. Per chi
vorrà approfondire è inutile che vi dica
che ci sono libri, documenti, delle
sentenze (ne metteremo altre sui nostri
blog). Tenete presente che c'è un motivo
per cui va in onda oggi. Non c'è
nemmeno la cifra tonda dei dieci anni,
sono nove gli anni dalla scomparsa di
Craxi. La ragione per cui è andata in
onda questa agiografia è perché,
insieme a Licio Gelli, si sta avverando il
progetto craxiano: presidenzialismo e
controllo politico sulla magistratura. E'
sembrato giusto, a chi di dovere, dopo il
grande ritorno televisivo del Gran
Maestro Unico Licio Gelli, con tanto di
grembiulino, omaggiare anche un altro
ispiratore di questi tempi mefitici e laidi
che stiamo vivendo. Passate parola."
4
Il potere del debito
Economia
06.01.2009
Per ogni 100 euro di tasse che
paghiamo, 18 sono per gli interessi sul
debito pubblico. Il problema del debito
pubblico è semplice: se non ci
occupiamo del debito, il debito si occupa
di noi. Si sta occupando di noi ogni
giorno, dalla sua esplosione avvenuta
con i governi Craxi e Andreotti. Tagli alla
scuola, alla salute, alla ricerca. La
decadenza del Paese. Il debito toglie
risorse ai servizi e allo sviluppo per darle
alla politica e alle lobby. L’italiano paga
le tasse per interessi su un debito
colossale contratto da altri a suo nome.
Il 2008 si è chiuso con circa 1.700
miliardi di euro di debito. Nel 2009 ci
aspetta una rata di 80 miliardi di
interessi. Con 80 miliardi potremmo
rilanciare il Paese, altro che social card.
Nel 2009 ci sono titoli di Stato in
scadenza e in offerta tra i 2 e i 300
miliardi di euro. Chi li comprerà?
Tremonti ci rassicuri. Ci dica se ci sono
sottoscrittori, se gruppi finanziari, bancari
hanno già dato adesione. Se Mediaset
ha prenotato qualcosa, se i patrioti
Colaninno e Tronchetti sono in lista
d’attesa. L’Italia non può aspettare fino
all’ultimo per sapere. Se è necessario si
lanci una colletta tra i dipendenti pubblici.
So che ci avete già pensato. Al posto del
30% dello stipendio potreste dare dei
buoni del tesoro equivalenti. Non è una
cattiva idea. I dipendenti pubblici
comprano il debito pubblico attraverso il
quale lo Stato paga gli stipendi pubblici.
E’ un po’ contorto, ma può funzionare.
Lo “spread”, avete già sentito questa
parola? Sembra una bibita, una via di
mezzo tra la sprite e il chinotto. Lo
spread è la differenza tra gli interessi
riconosciuti da titoli di Stato di una
nazione e quelli di un’altra. Per riuscire a
vendere i nostri titoli dobbiamo
riconoscere interessi superiori ai titoli
degli altri, della Germania, della Francia,
dell’Olanda… e lo spread aumenta,
aumenta insieme alle tasse. E’ come un
elastico che si tende. I titoli di Stato, se
comprati in grande quantità, vengono
assicurati. Ci si assicura contro il
fallimento (il “default”) dello Stato che
emette i titoli. Il costo dell’assicurazione
dell’Italia sta schizzando.
Nel 2008 i conti dello Stato sono andati
in rosso per altri 52,9 miliardi di euro. La
coppia Berlusconi/Tremonti è imbattibile
nell’indebitare gli italiani. E anche per
coprire questi 52,9 miliardi si dovranno
vendere Bot e Cct. Il potere del debito è
enorme. E’ un potere che gli italiani
hanno lasciato ai politici. Ci possono
indebitare senza copertura finanziaria,
ipotecare il nostro futuro quando
vogliono, quanto vogliono. Il potere del
debito gli va tolto prima che prenda
fuoco il pagliaio Italia. Belin, corro in
cucina, sento odore di Tremonti bruciato.
La casalinga di Voghera e il
maestro Pregadio
Muro del pianto
07.01.2009
La casalinga di Voghera si sta
svegliando dal torpore televisivo. Il
marito sta limando gli zoccoli in garage.
L'istigazione
al
consumo
berlusconpopolare la lascia perplessa. I
debiti che ha accumulato piena di fiducia
nelle panzane di Giordano, Belpietro e
Fede non la fanno più dormire di notte,
ma la colpa è sua se il Paese non
riparte. Sente uno strano odore nell'aria,
e non è Chanel numero 5. Ed è diventata
più sospettosa da quando è stato
lasciato a casa il maestro Pregadio dalla
Corrida. Belin. Se alla casalinga di
Voghera togli Roberto Pregadio è l'inizio
della fine.
"Caro Beppe,
qui in Inghilterra è già il '29. Il 5 gennaio
ha
chiuso
Woolsworth
(27.000
dipendenti), supermercato di esperienza
decennale, dei prodotti accessibili alla
working class, l'ideale per la casalinga di
Voghera, si direbbe da voi.
Seguiranno chiusure di altre grossi reti
commerciali. Gran parte delle maggiori
banche sono gia' state 'nazionalizzate'
dal governo. I prezzi delle case sono
crollati. A Londra non si vende più
neanche un garage. Il cibo è in flessione.
Ma i soldi valgono anche meno. La
sterlina è crollata. Carta straccia come il
marco tedesco ai tempi della Repubblica
di Weimar. Entro il 2009 un milione e
centomila
dipendenti
saranno
disoccupati. Alla City hanno cominciato
già. Dovrei piangere, allora? Macché che
me la rido alla grande!
Questa crisi ci voleva. E' un toccasana
per tutti. La vendetta delle persone
oneste e che basano la loro economia
sul lavoro per gli altri e non sul consumo
per sè e basta. Io, come medico, ho
sempre lavorato tanto (ben piu' di 40 ore
a settimana), non ho mai fatto debiti, ho
sempre cercato di evitare le cafonate
della casalinga di Voghera ( vacanze ai
tropici, ristorante ogni sabato sera, week
end sulla neve, etc.) basate sul credito
illimitato per tutti. E questo è il punto. E'
la fine dell'ideologia del mercato di
massa.
Dagli anni Ottanta in poi, il delirio
capitalista aveva disegnato una società
di mercato incentrata sulla figura
standard della cosiddetta casalinga di
Voghera, una persona banale, spesso
pigra, consumatrice di 4 o 5 ore di
televisione al giorno (di solito telenovelas
importante da Berlusconi, qui da noi
programmi
tipo
East
Enders
o
Coronation Street) che doveva avere
diritto a tutto per poter comprare tutto e
quindi arricchire i pochi veri ricchi del
5
pianeta. A poco poco tutte le cose più
importanti della vita come salute, cibo,
casa, persino il riposo dal lavoro e il
sesso sono diventati un prodotto di
mercato. La casalinga non doveva più
lavorare e produrre, ma solo consumare
ed esigere con cipiglio d'avvocato che
tutti i prodotti venissero venduti sotto
massima garanzia e tutela per il suo
godimento giornaliero. Professionisti con
anni di esperienza e competenza come
me, costretti a trattare i loro
incontentabili clienti (ad un certo punto
anche i "patients", dal greco pazein,
soffrire, sono diventati "customers")
come managers di un supermercato che
dovevano 'vendersi nel migliore dei modi
(look
compreso),
anziché
essere
ringraziati per la loro dedizione
quotidiana e perdonati se magari
perdevano le staffe con un paziente
isterico dopo cento ore di guardia. E quei
pochi che lavoravano di più, rischiavano
di più, fino a stramazzarci pure sul
lavoro. Nella migliore delle ipotesi si
beccavano una denuncia instigata da
famelici avvocati che sfruttavano il forte
senso del diritto della feroce casalinga di
Voghera. Incluso il diritto a vivere
sempre e con la freschezza di una
giovane di vent'anni.
Vivere
sempre
sani
e
giovani,
mangiando tutto ciò che si voleva (con
l'aiuto della trans-genetica di lusso), con
il telecomando attaccato al culo, il disco
satellitare, le vacanze cheap alle
Barbados, i figli fuori dalle balle, meglio
se in affidamento, i libri usati come
supporto per il tavolino traballante (
bastava la cultura di Bruno Vespa o
Emilio Fede). Il marito della suddetta
idem, con la panza ancora più
debordante e una sola differenza: la
Gazzetta dello Sport e il calcio su Sky.
Questo era l'ideale del consumatore su
cui si basarono gli inventori del 'mercato
libero' negli anni '80, tra cui, in Italia, il
furbissimo Berlusconi. Tutt'oggi quello è
il profilo di gente su cui si basano le
campagne elettorali. Silvio lo sa
benissimo. Conquista le casalinghe di
Voghera e i loro mariti pallonari e il
paese sarà tuo!
Ovviamente queste emerite teste di
ca..o, che nella vita non hanno mai
studiato nè lavorato per davvero, non
potevano sapere che un'economia sana
si basa sulla produzione e non solo sul
consumo.
Oggi la bolla e' scoppiata. La casalinga
di Voghera tornera' a lavare i piatti infiniti
che ha lasciato in cucina, il marito
pallonaro tornera' a fare il tifo dai bordi
del campetto di rione, con sciarpetta e
berretto basco alla Fantozzi. I veri ricchi
speculatori che li hanno presi per il culo
per vent'anni e adesso lasciati in un
pozzo di debiti, fanno marameo. Tanto
hanno già la casa ai tropici dove ritirarsi
e vivere il resto dei loro giorni con buona
pace dei milioni di cretini che hanno
fregato con i loro consigli per gli acquisti.
Io sono sopravvissuto perché come
pochi altri, ho evitato di consumare e mi
sono buttato a produrre con il mio lavoro
più che potevo. Oggi non ho debiti, e non
ho né azioni o titoli finanziari. Ho sempre
diffidato della società di mercato. Però
adesso quella casalinga e il marito
Fantozzi, che credevano di essere ricchi
solo perche' avevano dieci carte di
credito, mi fanno pena. Io li vorrei aiutare
perché derubarli e imbrogliarli è stato
come derubare e imbrogliare un
incapace d'intendere e volere. Se quei
milioni di casalinghe di Voghera e mariti
pallonari avessero studiato, si fossero
fatti il culo sul lavoro e si fossero tenuti
informati da informazione vera anzichè
dalle cagate di Bruno Vespa e Mike
Bongiorno, nessun ladro li avrebbe
raggirati e stuprati. Ecco allora, li
aiutamo? Le rivoluzioni si cominciano
con le forche. Le prime cento gliele pago
io, purché le usino bene su per la natiche
di quelli di sopra." Giovanni Dalla-Valle
Disdetta RAI, tremenda
disdetta
Informazione
08.01.2009
Un nuovo anno va iniziato con dei buoni
propositi. E quale miglior proposito della
disdetta del canone RAI? Difficile
trovarne uno migliore. Il canone è
utilizzato dai partiti per informarvi che a
gennaio nevica e che ad agosto si va in
vacanza. Del processo Mills/Berlusconi o
del processo Bassolino non c'è mai
traccia. La Forleo e De Magistris sono
trattati come magistrati deviati e
rompicoglioni. La prima serata è
dedicata al pensiero di Gasparri e
Cicchitto. Giornalisti (?) come Riotta e
Mimun diventano direttori di testata.
I fili dell'informazione sono in mano ai
partiti. La RAI è uno strumento di
propaganda del PDL e del PDmenoelle.
La RAI è anche un'orgia, si accoppiano
tra di loro per moltiplicarsi. Amanti,
sorelle, fratelli, figli, ex mogli e futuri
mariti. Migliaia. Un kamasutra sempre in
onda. La RAI dovrebbe essere un
servizio pubblico, ma è un servizio
pubblicitario. Più pubblicitario, che
pubblico.
Vogliono
la
pubblicità?
Rinuncino al canone. Vogliono il
canone? Rinuncino ai partiti. Per ora non
si fanno mancare niente. Pubblicità,
censura dei partiti, famigli, veline e fiction
alla Saccà.
Un servizio di informazione pubblico è
necessario, ma per essere pubblico non
deve dipendere da Veltrusconi. I modelli
ci sono, come la BBC, basta prendere
esempio. Da ora fino a novembre si può
dare la disdetta del canone. Non
paghiamo più per la merda di regime.
Per novembre la RAI deve chiudere o
cambiare. Due canali senza pubblicità e
fuori dal controllo dei partiti mi sembra
un buon obiettivo.Chi disdetta il canone
può iscriversi al gruppo di Facebook:
Cancelliamo il canone RAI.
Le istruzioni :
- Prendere il libretto senza strapparlo in
mille pezzi
- Copiare il numero di ruolo dal libretto
di abbonamento alla televisione. In
assenza chiedere un duplicato con
raccomandata
A.R.
all'indirizzo
abbonamenti TV (1° ufficio entrate
Torino - S.A.T. Sportello Abbonamenti
Tv - Casella Postale 22 - 10121 Torino)
- Non avere pendenze come arretrati o
multe
- Versare 5,16 euro con vaglia postale,
specificando
nella
causale
del
versamento "per disdetta canone
numero di ruolo" (scrivere il proprio
numero di ruolo)". Beneficiario del
versamento: S.A.T. casella postale 22,
10121 TORINO; l'agenzia di pagamento:
TORINO VAGLIA E RISPARMI
6
- Staccare dal libretto la cartolina "d", (la
"b" se il libretto è recente) intitolata
"denuncia
di
cessazione
dell'abbonamento tv". Barrare la casella
2 che ha la richiesta di suggellamento e
compilare gli spazi segnati riportando
numero del vaglia e data del versamento
- Nello spazio sottostante vi è lo spazio
per per la data di spedizione della
cartolina: va riportata e apposta la
propria firma. Sul retro della cartolina
riportare nome, cognome e indirizzo del
titolare che intende disdire. Correggere
eventualmente il vecchio indirizzo URAR
TV in S.A.T.
- In mancanza della cartolina per la
denuncia
di
cessazione
dell'abbonamento o del libretto, usare la
cartolina per le comunicazioni generiche
o inviare una semplice raccomandata
scrivendo:
"Il
sottoscritto
(nome,
cognome,
indirizzo) chiede la cessazione del
Canone TV e chiede di far suggellare il
televisore (numero di ruolo:...) a colori
detenuto presso la propria abitazione. A
tale scopo ha corrisposto l'importo di
5,16 euro a mezzo vaglia postale n....
del.../.../... sul quale ha indicato il numero
di ruolo dell'abbonamento"
Fare una fotocopia della cartolina
(davanti e dietro). L'originale della
cartolina va spedito con raccomandata
ricevuta ritorno all'indirizzo "Spett.
S.A.T., Casella Postale 22, 10121
Torino, Ufficio Abbonamenti"
- Attendere il ritorno della ricevuta di
ritorno
- Spedire con raccomandata A.R.
all'indirizzo del S.A.T.
il libretto di
abbonamento originale completo con
tutto quanto contenuto, tenendo a casa
le ricevute dei pagamenti degli ultimi 10
anni (o da quando si è abbonati).
La disdetta va completata entro il 30
novembre 2009. A fronte di quanto
sopra,
la
RAI
potrà
rispondere
richiedendo i vostri dati anagrafici
(ancora?), la marca dell'apparecchio da
suggellare e dove si trova.
Loro non molleranno mai (ma gli
conviene?). Noi neppure.
La politica è morta e
l'informazione non sta tanto
bene
Politica
09.01.2009
all’ordine. E’ il tempo delle mezzeseghe
direttori di giornali.
Non so se farò un altro referendum
sull’informazione. Non so neppure se ha
più senso un referendum in una
partitocrazia bloccata come quella
attuale. Se lo farò, sarà per l'abolizione
della legge Gasparri e le schede la
prossima volta le fotocopierò e le
metterò on line prima della consegna in
Cassazione.
Ps: gli elicotteri hanno acceso i motori.
Ripeto: gli elicotteri hanno acceso i
motori.
Tortura libera
Muro del pianto
10.01.2009
Obama ha dichiarato: “Sotto la mia
amministrazione gli Stati Uniti non
praticheranno la tortura”. Quindi vuol
dire che Bush la praticava… La
Convenzione di Ginevra la vieta. La più
grande democrazia del mondo (ma che
significato ha questa parola ormai?) la
applica. Mai sentito parlare di morte
simulata
per
affogamento,
di
Guantanamo, di Abu Ghraib? Se Bush
era il capo dei torturatori va messo sotto
processo.
Georgedabliu può chiedere aiuto allo
psiconano. Chiedere rifugio politico
all’Italia. Il Paese del sole, del mare e
della tortura. Il nostro codice penale
infatti non prevede il reato di tortura. Si
può torturare come a Genova durante il
G8 e venire assolti. Se la tortura non è
reato, il fatto non sussiste. Si possono
far spogliare dei ragazzi e portarli in una
“stanza delle torture” (si chiamava
proprio così), farli inginocchiare su delle
latrine e manganellarli. Come è
successo a Napoli nel marzo 2001 alla
caserma Raniero. Tutti gli imputati si
sono salvati per la prescrizione.
Propongo
un
gemellaggio
Bolzaneto-Raniero con scambi di
prigionieri. La tortura piace sia a destra
che a sinistra. Gli episodi di Napoli
avvennero con il centro sinistra, quelli di
Genova con il centro destra. I due, si sa,
sono intercambiabili. Nel Paese di
Cesare Beccaria si può torturare e non
essere punibili.
L’Italia non solo tortura a domicilio, ma
esporta anche i soggetti da torturare.
Abu Omar, un imam di origini egiziane,
fu rapito da agenti della CIA a Milano il
17 febbraio 2003 e trasportato ad
Aviano, da lì in Germania e quindi a Il
Cairo.
E’
stato
incarcerato
ad
Alessandria d’Egitto e torturato con
comodo con pestaggi a sangue legato a
una croce, elettroshock. Forse Obama
potrebbe chiedere a Leon Panetta che
ha nominato capo della CIA che renda
pubblici i nomi dei torturatori di Abu
Omar. Forse i deputati e i senatori
impegnati giorno e notte a riformare la
giustizia per pararsi il c..o potrebbero
introdurre il reato di tortura al posto del
premio di tortura con le promozioni
ottenute dagli agenti coinvolti nel G8. Gli
conviene. Se la tortura non viene abolita
potrà essere (eventualmente) praticata
(legalmente) su di loro… Una vergine di
Norimberga, un tiro di corda, due giri di
ruota, tre litri di acqua e sale. Gli italiani
non aspettano altro.
Antonio Di Pietro ha consegnato le firme
in Cassazione contro il lodo Alfano,
quello che rende quattro cittadini più
uguali degli altri di fronte alla legge. Dal
balcone
lo
osservava
Corrado
Carnevale. Kriptonite che scaricava le
scatole gli ricordava i suoi vecchi amici
Falcone e Borsellino. Un milione di
cittadini ha firmato contro Veltrusconi. Le
firme saranno ora contate e esaminate
una per una alla ricerca di un vizio di
forma. A questo serve la Cassazione. A
contare e a cassare.
Io ho consegnato le vostre firme lo
scorso anno per i tre referendum sulla
libertà di informazione. Per ognuno
erano necessarie cinquecentomila firme.
Un numero enorme per un movimento
dal basso, senza finanziamenti, senza
copertura dei media, anzi con i partiti, i
pennivendoli e i loro editori ferocemente
contro di noi. Io credevo e credo tuttora
che fossero in numero sufficiente. La
Cassazione ha eccepito sul numero delle
firme e sulla loro validità. Può darsi che
abbia perso qualche scatolone per
strada,
che
la
registrazione
e
l’autenticazione delle firme abbia avuto
qualche intoppo. Resta il fatto che
centinaia di migliaia di cittadini hanno
chiesto un cambiamento per una libera
informazione. La fine dell’oscena e
antidemocratica contiguità tra Mediaset e
PDL. Di giornali usati come clave, come
strumento di disinformazione di massa.
Nessuna risposta da parte di Veltrusconi.
Le firme per i referendum e per le leggi
popolari sono diventate un fatto
burocratico, non politico. La politica è
morta se i cittadini per farsi ascoltare
sono costretti a firmare per un
referendum. E se neppure le firme sono
sufficienti cosa rimane? I “nominati” da
Veltrusconi (non eletti) in Parlamento
dovrebbero porsi questa domanda. Se le
istanze dei cittadini vengono ignorate e
sbeffeggiate, che cosa ci aspetta? Che
cosa li aspetta?
Non crederanno
veramente che questo status quo possa
reggere a lungo...
Da quando Kriptonite Di Pietro ha preso
il 15% in Abruzzo e raccolto le firme per
far processare lo psiconano insieme a
Mills, i giornali di famiglia gli hanno
dedicato una copertina al giorno. Gaza
city è bombardata? Parliamo degli
immobili di Tonino. Obama presenta il
piano mondiale contro la recessione?
Discutiamo dei fondi neri di Di Pietro.
Fecero lo stesso in passato con Bossi,
con Fini, con Casini per ricondurli
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