COMITATO INQUILINI MOLISE-CALVAIRATE-PONTI Via degli Etruschi, 1 - 20137 – Milano - tel/fax 02/55011187 e-mail: [email protected] - www.comitatoinquilini.org http://www.facebook.com/comitatoinquilini Milano, 16-23 maggio 2013 Dodicesima Lettera aperta al Sindaco di Milano Noi anche quando prendiamo la parola lasciamo sempre indietro qualche cosa. un pensionato, ex operaio, quartiere Calvairate, 1987 Caro Sindaco, il 16 maggio ho cominciato a scriverle, “Caro Sindaco,” ma non sono stata in grado di proseguire, dopo la virgola, fino a questa mattina. E’ morto don Gallo. Mao ha scritto In memoria di Norman Bethune (tit. orig.: 紀念白求恩), in cui dava notizia degli ultimi mesi di Bethune in Cina e, così si legge su Internet, iniziava con una storica lode: "Come internazionalista privo di egoismo il dottor Bethune servì come modello a qualsiasi essere umano". Mao scrive che ci sono morti che pesano come piume e morti che pesano come montagne. Ci sono vite che pesano come piume e vite che pesano come montagne? Che cosa possiamo rispondere? Provo a rispondere che è così. Per il bene e per il male, piume e montagne. Qualche settimana fa è morto Andreotti... Un esempio come quello di don Gallo non dovrebbe illuminarci? Una vita dedicata con grande coerenza al suo credo religioso di prete cattolico, e dunque, nella sua scelta, prete da marciapiede. Amore per gli uomini e dunque per gli sfruttati e gli oppressi. La sua lotta contro l’ingiustizia, contro la menzogna al comando. Quanto bene ci ha voluto, quanto bene gli abbiamo voluto e gli vogliamo, e così sarà nel futuro. Coloro che invece scelgono di essere sfruttatori, oppressori, di imporre l’ingiustizia, di soffocare la verità, scelgono di essere esecrati, maledetti. Che scelta è? Come fanno? Le scelte possibili sono tante, vero? e continuamente bisogna ripensarle, chi sceglie l’ioioioio, ripensarci per passare al NOI, chi sceglie il NOI, ripensarci per non sbagliare rotta, per correggerla, quando occorre, per non finire alla deriva. Oggi è il tempo di troppi che dicono NOI e fanno ioioioio. Sono così tanti nell’altra parte che a volte sembra di non potercela fare. Sono così tanti nella cosiddetta Sinistra. signorine, signorini, di una certa età, giovani di allevamento, caro Sindaco, le stanno attorno. Le stanno addosso? Se non prendiamo la parola noi in basso, lei come può fare, in alto, a distinguersi? A dire SI’ e NO secondo l’incarico che le abbiamo dato? Che generosamente ha assunto? Che non sia il degrado dei partiti a tingere del suo colore l’Amministrazione Pisapia? In milanese di don Gallo potremmo dire che "l'era un Crist", per dire che l’era un grande combattente. Dicevo: “ripensarci”. Vede, caro Sindaco, che la Stanza del Silenzio a Milano è proprio una necessità? Che sarà così bello, così una cosa grande, grande, quando lei ne darà l’annuncio alla Città? Grazie, caro don Gallo. Sabato 25 maggio 2013, la nostra prima Assemblea Cittadina nella Sala Alessi di Palazzo Marino Così, siamo arrivati a questo traguardo. Allego la locandina, la dedico ai nostri lettori. Per questo traguardo io ho camminato, via via con altri, un quarto di secolo. Sordità, cecità, da parte delle passate Amministrazione Comunali. Per l’appuntamento di sabato prossimo con lei, caro Sindaco, abbiamo camminato due anni. Troppi, ma infine ci siamo. Non sarà per intese di merito immediate, larghe o strette. E’ importante che ci sia il convincimento comune di dare l’avvio a un lavoro, per conoscere, per capire, prima di tutto. Che finalmente possiamo metterci attorno a un Tavolo, come è nella nostra richiesta, ed essere ascoltati, noi, i promotori del Rapporto. Il primo passo necessario affinché la partecipazione sulla questione dei quartieri di case popolari diventi la 1 più ampia e profonda possibile, con la proposta ai tanti Comitati di mantenere e rafforzare il sacrosanto impegno sul proprio ballatoio, sulla propria scala, sul proprio cortile, sul proprio tetto, sulla propria cantina, sul proprio solaio, sul proprio quartiere, ecc., e al tempo stesso di passare all’idea di tutti gli altri quartieri, delle politiche della città, da cambiare. La Relazione dice: “Prendiamo la parola…in questa Sala intitolata all’architetto Galeazzo Alessi, progettista del nostro Palazzo Marino, un palazzo nobiliare costruito nel Cinquecento, di proprietà privata del banchiere e commerciante Tommaso Marino. Dal 19 settembre 1861, dai giorni dell’unità d’Italia, è sede della nostra Amministrazione Comunale. Dalla proprietà privata al bene pubblico. Un interesse contrario a quello prevalso con le passate amministrazioni: dal bene pubblico alla proprietà privata”. Io non ero mai stata dentro un’Università Sa perché abbiamo pensato di dare qualche notizia su Palazzo Marino, sulla Sala Alessi? Perché saranno presenti in questa Sala gli abitanti dei quartieri di case popolari. Ce ne sono che non sanno che cos’è Palazzo Marino, tanto meno la Sala Alessi. Mai entrati. Eppure, quanti convegni, in questa Sala, nel passato, di recente, che hanno anche riguardato i quartieri di case popolari, ma pensati e realizzati in questo modo: la presenza degli abitanti non è necessaria. Gli abitanti, che cosa ne hanno saputo? Quali cambiamenti, nei quartieri, nella Città, dopo questi convegni? Chi ha pagato il conto? Sabato mattina, invece, niente passerelle di quanti in varie occasioni e in particolare nei convegni, nei cosiddetti Forum, si prendono l’incarico di insegnarci tutto. Non sono state invitate la Signora Presunzione, tanto meno la Signora Boria, la Signora Arroganza. Mi viene in mente, tanto tempo fa, un gruppo del Comitato Molise-Calvairate-Ponti eravamo andati ad Architettura, invitati dagli studenti che occupavano la Facoltà. Un incontro bello, di reciproca scoperta. Quando siamo uscite Gianna, sarà stata allora sui settant’anni, ha detto: Io non ero mai stata dentro un’Università. 1989 - Lettera aperta all’on. Craxi Ora che siamo alla vigilia dell’Assemblea Cittadina, le racconto come è cominciata la vicenda del mio impegno sulla questione delle case popolari. Era il momento del XLV Congresso Nazionale del P.S.I. negli ex locali Ansaldo, a Milano, 13-19 maggio 1989. Craxi aveva chiesto di trasferire il quadro de “Il Quarto Stato” dal Museo di Arte Contemporanea alla sede del Congresso. Il SindacoCognato era stato costretto a respingere la richiesta. Io ero nella condizione di cui le accennavo nella mia Nona Lettera: io nella Milano da bere volevo essere straniera, ricorda? In quei giorni del Congresso avevo promosso la costituzione del Comitato del Quarto Stato. Avevo scritto a Craxi la Lettera aperta che ora trascrivo per lei e per i nostri lettori. Ne avevamo stampato 17.000 copie. L’avevamo distribuita allo sciopero generale del 10 maggio, contro l’introduzione dei ticket sanitari. Gli operai venivano a chiederla, sorridenti: 10.000 copie, quella mattina. L’avevamo distribuita alle stazioni della metropolitana, dei servizi ATM. Eravamo andati a Genova, alla “chiamata” della Compagnia Unica, a portarla ai camalli in lotta, in quel momento. Roberto Testa, l’ideatore del nostro primo Doposcuola, con la moto, io sul sellino, dietro. Lei è mai stato alla “chiamata”, nel porto? I portuali arrivavano uno dopo l’altro sulla piazzetta, camminavano con un passo tutto loro, passetti veloci. Anche Klee, nel 1901, li descrive agili, veloci. Chissà se oggi con la coesione sociale hanno cambiato il modo di camminare. Quella mattina è successo che i primi arrivati avevano preso la Lettera e l’avevano letta. Altri sopraggiungevano e fra di loro c’era chi, vedendo il nome di Craxi, faceva uno gesto di rifiuto. Sdegno. Non se ne può più. Allora quelli che l’avevano già letta davano l’avviso, dall’altro lato della piazzetta, ad alta voce: “No, guarda, prendila, che è buona…” . Nu, mìa, pìggila, c’a l’è buŋa. La ŋ nasale genovese. Poi uno di loro era venuto a Milano il giorno del nostro piccolo presidio davanti alla sede dell’Ansaldo, uno che era stato a Mathausen. Al Congresso di quell’anno Craxi aveva invitato il MSI. Li avevamo visti arrivare, 2 mentre distribuivamo la Lettera, gli invitati di Craxi, un drappello che avanzava con passo marziale. Io li ho riconosciuti subito, dal passo, e anche dalle facce, da tutto, perché ero stata Piccola Italiana e Giovane Italiana, nel tempo in cui loro erano i maestri. Mathausen. Era passato anche Mentana, allora in servizio attivo, ci aveva scherzosamente minacciate agitando la destra, come a dire: eh, voi, siete discole…Il giorno dopo, su Repubblica, la nostra foto : “Un compatto Quarto Stato”… Non sapevamo che cosa sarebbe diventato il nostro Paese, dopo il varco aperto da Craxi. E’ allora che bisognava resistere. Hammameth. Morti e vite come montagne, come piume. Dagli anni di Craxi continuiamo ad arretrare. Ricorda l’indennità di contingenza? 1984, le loro mani nelle nostre tasche…sulla nostra gola, strette…1984, come quel libro. Verrà il giorno in cui dovranno restituire il maltolto. Maggio 1989, la mia Lettera aperta a Craxi. Nello stesso tempo avevo deciso il mio impegno nella questione dei quartieri di case popolari. Ecco la Lettera, caro Sindaco. IL COMITATO DEL QUARTO STATO ALL’ON. CRAXI On. Craxi, Lei ha richiesto di trasferire il quadro del “Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo dal Museo di Arte Contemporanea di Milano, dove è esposto al pubblico, alla sede del Congresso Nazionale del Suo partito, dal 13 al 18 maggio 1989, presso l’ex Ansaldo di Via Borgognone, a Milano. Questa città ha respinto la Sua richiesta. In questi giorni Lei ha dichiarato che il governo “ha fatto cose buone”. Entro un mese voteremo per le elezioni europee. Di fronte a questi fatti, alla vigilia dello sciopero generale del 10 maggio, rompiamo l’emarginazione politica in cui siamo ingabbiati, per esprimere le nostre ragioni. Milano Europea, Mondiale, Milano 1992, 2000. A Milano e Provincia le case popolari sono per una grande parte abbandonate da anni al degrado, prive di decoro, spesso di igiene e di pulizia, tristi, spesso invase da topi e scarafaggi. Ai vecchi ai malati che vivono ai piani alti senza ascensore, alle famiglie prive di spazio viene negato da anni il cambio alloggio. Non ci sono case: le vendono all’asta. Rimangono privi di casa quanti non possono far fronte alla violazione generalizzata della legge dell’equo canone, applicata soltanto con i 650.000 sfratti emanati dal 1983 ad oggi. Le case popolari accolgono gli sfrattati, vecchi residenti o immigrati del Terzo Mondo. Rimangono indenni i 40.000 alloggi sfitti dell’edilizia privata. La cosiddetta “emergenza sfratti” pesa solo sui poveri. Gli immigrati che non hanno la fortuna di essere sfrattati rimangono privi di casa. La repressione poliziesca colpisce il commercio ambulante di cui vivono. A Palermo, a Napoli, a Roma, dalla Sicilia alla Lombardia, la situazione è migliore? Aspettiamo da anni la riforma della legge dell’equo canone, con l’eliminazione del diritto di sfratto per finita locazione, e la riforma degli IACP. Vengono avanti controriforme. Si è voluto il fallimento del Piano Decennale per la Casa. 11.000 miliardi di contributi ex GESCAL, altrettanti non percepiti dalle piccole aziende, 2.000 miliardi estorti ogni anno ai lavoratori. Che cosa ne fa il governo? Dal 1969 le Confederazioni sindacali CGIL – CISL – UIL non hanno più indetto una manifestazione di lotta per la casa. Siamo stati costretti a pagare a nostre spese l’ammodernamento delle strutture produttive. Paghiamo le tasse. Chi protegge l’evasione fiscale? I soldi ci sono per il Ministero della Difesa. Da chi dobbiamo difendere la nostra mancanza di case, le nostre case che non sono case? 3 I soldi ci sono per ridurre la vita a spettacolo, per le ruberie, per le tangenti, per la voragine della Pubblica Amministrazione, dove parassitismo e inefficienza sono il prodotto delle centrali di comando dei partiti e della burocrazia. Respiriamo un’atmosfera di barbarie: è il riflesso della violenza dei rapporti di sfruttamento, di oppressione, di emarginazione, di repressione sui quali si fonda la ricchezza dei ricchi che diventano sempre più ricchi, mentre i poveri diventano sempre più poveri. I partiti occupano il Paese, le istituzioni, i sindacati, le banche, la RAI-TV, le radio e TV private, soffocano le risorse di intelligenza e di cuore presenti nella società, impediscono che si faccia pulizia, che lo sviluppo sia per l’uomo, per la vita, e non per il profitto a qualunque costo, compresa la minaccia all’ambiente, alla vita dell’uomo sulla Terra. Casa, scuola, salute, occupazione, fisco, diritti sindacali nei confronti del governo, del padronato e delle direzioni sindacali, diritti degli emarginati a uscire dai ghetti in cui sono costretti, tagli sulle spese sociali, ticket: quali cose buone ha gatto il governo? Per chi? Infine, Lei On. Craxi, di recente ha richiesto misure repressive contro i giovani tossicodipendenti, con dichiarazioni prive di quegli accenti di umanità che sono stati alla radice della cultura e della storia del P.S.I. Il traffico della droga, su cui prospera la criminalità organizzata, è un bersaglio più difficile? PER QUESTE RAGIONI LA MATTINA DI SABATO 13 MAGGIO 1989 SAREMO DI FRONTE ALLA PORTA DEL CONGRSSO NAZIONALE DEL SUO PARTITO, CON I NOSTRI STRISCIONI E I NOSTRI CARTELLI, CON LE NOSTRE BANDIERE. Cominciamo in questo modo a dare il nostro contributo per colmare “il distacco” tanto lamentato fra i partiti e la società. Continueremo chiedendo conto alla D.C. e agli altri partiti di governo delle loro politiche, chiedendo conto all’opposizione della sua opposizione a parole, o del suo consenso in molti casi. Nel documento del Comitato Centrale del P.C.I. per il Congresso Nazionale del marzo 1989, la parola “casa” non c’era. Siamo impegnati per il diritto alla libertà e alla democrazia contro l’abuso dei partiti e dei loro clienti. Siamo impegnati nella lotta contro le politiche antipopolari del governo pentapartito, nella tradizione della marcia in avanti del Quarto Stato: per la giustizia sociale, per il socialismo. IL COMITATO DEL QUARTO STATO - presso MEDICINA DEMOCRATICA, Via Calvairate 3 – MilanoMilano, 8 maggio 1989” - s.i.p. Craxi era andato a San Benigno due, tre giorni dopo. E a Milano, al Congresso, aveva detto: Bisogna costruire case popolari… Milano, 23 maggio 2013, h. 23.10 Così, caro Sindaco, sabato prossimo non si fa la nostra Assemblea Cittadina. Una mail del suo Delegato ai Rapporti con la Città ci ha chiesto il rinvio, nel tardo pomeriggio. Io ero in un cortile, per una Assemblea proposta agli abitanti di quattro stabili, nel quartiere Molise. Avevo ripreso le informazioni già date alla nostra Assemblea dei quartieri, il 4 maggio: il nostro Rapporto, l’Assemblea a Palazzo Marino, le Lettere aperte che le scrivo, la sua risposta il 26 aprile, dopo la Sesta Lettera… quando ho ricevuto una telefonata dalla sede del Comitato: alt, niente Assemblea. Rinviata. Si farà entro la fine di giugno. Ma, caro Sindaco, il suo Delegato ai Rapporti con la città non sa che, chiuse le scuole, anche nei nostri quartieri si va incontro a un certo esodo. Chi viene da giù, se può, ci torna per l’estate. Genitori, sorelle, fratelli, parenti…Altri, direzione Centro. Altri, Nord, anche località vicine. Chi rimane? Quelli che non ce la fanno… la salute, i soldi. L’Associazione Formica organizza una vacanza per gli anziani a Sueglio, 800 m., in Val Varrone, Lecco. Noi il mese di agosto teniamo aperta la sede, la mattina. Un presidio necessario 4 nella città spopolata, sempre meno, si sa, e tuttavia agosto non è come gli altri mesi. “Entro giugno”, l’invito all’Assemblea Cittadina non raggiungerà tutti gli abitanti. Perché è stata rinviata? Pericolo di tensioni, dopo lo sgombero… Ma domando, chi è il Sindaco? Albertini? Moratti? Chi è il Vice Sindaco? De Corato? Le abbiamo inviato la Relazione approvata per l’Assemblea di sabato. La relazione scritta, il più possibile completa. La Relazione che sarebbe stata presentata in Sala Alessi, mezz’ora. Eppure, nella Relazione scritta, nonostante l’attenzione, me ne sono resa conto nel tardo pomeriggio, c’è un triste vuoto. Sì, i giovani sono nominati, privi di prospettive, ma la Relazione non parla delle politiche della Sua Amministrazione verso di loro. Trascrivo le osservazioni di Giuseppe Palatrasio, insegnante di sostegno, precario, che abita nel quartiere Molise. Ci siamo trovati all’Assemblea nel cortile di Piazza Insubria 3: “Come accennavo a Franca oggi pomeriggio, propongo di aggiungere nella relazione anche un riferimento a come la giunta Pisapia, del sindaco gentile come ama definirsi lui, in questi due anni abbia affrontato solo in termini di legalità e di polizia (con mano pesante) la questione degli spazi culturali e giovanili occupati, che spesso sbocciano in quartieri periferici o zone degradati o in edifici vittime di speculazione (vedi lo sgombero del centro sociale ZAM di ieri alla Barona - che aveva ridato luce, speranza a tanti giovani e diventato un punto di riferimento culturale, aggregativo e politico in un luogo degradato per un quartiere emarginato - o un anno fa la Torre Galfa dello speculatore Ligresti occupata dai ragazzi e artisti di Macao, dopo lo sgombero ritornata ad essere un grattacelo buio e pieno di topi). Luoghi dimenticati dai loro proprietari che li hanno acquistati solo per speculare e di cui improvvisamente si ricordano quando vengono occupati da un gruppo di giovani - in cronica mancanza di luoghi di aggregazione come nessuno in nessuna grande città d'Europa - per farne un Centro sociale, un laboratorio artistico, politico e di diversa socializzazione nei quartieri e nella città. E Pisapia di fatto, con i suoi silenzi, la sua inazione, il suo accodarsi con l'opposizione e con la stessa retorica delle giunte di destra precedenti solo al principio della legalità (senza ricordare che è dai tempi di Antigone che la legge superiore e non scritta degli uomini e del giusto sono in conflitto con la legge del potere e dell'ordine costituiti) dà ragione ai palazzinari, agli speculatori, agli interessi di pochi che sono la negazione dei bisogni di tutti gli altri. Eppure Pisapia proprio sulla retorica di aprire gli spazi, di dialogare con la città, con i quartieri, con i giovani, con le esperienza associative dal basso (e il Comitato e noi Inquilini del Molise Calvairate lo sappiamo) con i Centri sociali (e uno degli interlocutori principali fu proprio lo ZAM sgomberato senza gentilezza ieri e dove mi è capitato di assistere a un'assemblea con il solito Paolo Limonta a dispensare promesse e sorrisi come sempre, l'unico regalo che Pisapia ha fatto fino ad ora ai quartieri degradati e alle esperienze associative dal basso è il faccione di Limonta), su tutto questo Pisapia ha fondato il suo consenso elettorale che gli ha permesso di diventare sindaco e a cui oggi volta le spalle. Invito quindi ad aggiungere nella Relazione un riferimento al problema degli spazi sociali, politici e aggregativi nei quartieri affrontati solo in termini repressivi e di ordine pubblico. Saluti. Giuseppe Palatrasio PS. "renderò Milano come Berlino!" diceva Pisapia subito dopo l'elezione a sindaco. Sì ma forse voleva dire come Berlino Est prima della caduta del muro. Milano da arancione sta tornando grigia: povertà, violenza, razzismo, repressione. Gli unici a gioire sono ancora palazzinari, speculatori, n'dranghetisti e quelli di "comunione e lottizzazione" come li chiamava Don Gallo. Franca Caffa 5 Comitato Inquilini Molise-Calvairate-Ponti – Associazione Luisa Berardi onlus - Associazione Formica onlus – Parrocchia di San Pio V e Santa Maria di Calvairate – Parrocchia di San Eugenio, quartieri Calvairate, Molise e Ponti – Parrocchia Beata Vergine Addolorata, San Siro – Rete Giambellino-Lorenteggio – Coop. Soc. Comunità del Giambellino - Parrocchia Maria Madre della Chiesa, Gratosoglio – padre Eugenio Brambilla, Direttore Scuola Popolare “I care” – Gratosoglio-Barona - - Associazione Antigua onlus, Doposcuola Gratosoglio – Comitato di Quartiere Salomone – Caritas Decanale Forlanini – Unità Pastorale Forlanini Parrocchia Beata Vergine Addolorata in Morsenchio – Parrocchia San Galdino – Parrocchia S. Lorenzo in Monlué – Parrocchia S. Nicolao della Flue – Parrocchia Sacro Cuore in Ponte Lambro - don Gino Rigoldi, Comunità Nuova - Medicina Democratica – SUNIA Milano - S.I.C.eT. Milano – UNIAT Milano - Unione Inquilini Milano – Camera del Lavoro di Milano – C.I.S.L. Milano-Metropoli Organizzano Una prima ASSEMBLEA CITTADINA sul “Rapporto dei quartieri di case popolari a Milano” Sabato 25 MAGGIO 2013 dalle ore 9,30 alle ore 13,30 Sala Alessi – palazzo Marino - p.zza della Scala,1 con il SINDACO GIULIANO PISAPIA, gli Assessori: Daniela Benelli,Marco Granelli, Pierfrancesco Majorino, Paolo Limonta delegato ai Rapporti con la Città, Abbiamo presentato a Maggio 2011 il “Rapporto sulla questione dei quartieri di case popolari a Milano”, in cui abbiamo chiesto che il Sindaco e tutta l’Amministrazione assumessero la questione dei quartieri pubblici per porre al centro delle politiche cittadine i più poveri e i più deboli che non si trovano soltanto nei quartieri popolari ma, in questi quartieri sono in gran parte concentrati. Vogliamo continuare a lavorare con l’Amministrazione per fermare il degrado e l’esclusione nei quartieri di case popolari attraverso l’elaborazione di politiche di riqualificazione dei quartieri e della città. Pensiamo che questo percorso possa davvero cambiare la città e le sue politiche solo con il coinvolgimento attivo dei cittadini e la loro partecipazione. GLI ABITANTI DELLE CASE POPOLARI e TUTTI I CITTADINI SONO INVITATI A PARTECIPARE!!! Milano – Maggio 2013 - stampato in proprio. 6