7 settembre 2015
OS COMEDORES
DE PALAVRAS
I MANGIATORI
DI PAROLE
Dal libro omonimo di Edimilson de
Almeida Pereira e Rosa Margarida
de Carvalho Rocha
Libero arrangiamento:
Cesar Marques
e Marcia Zanelato.
Livro homônimo de Edimilson
de Almeida Pereira e Rosa
Margarida
de Carvalho Rocha.
Livre adaptação:
Cesar Marques
e Marcia Zanelato
www.brasilproximo.com
OS COMEDORES
DE PALAVRAS
Spettacolo di musica,
danze e racconti di
storie liberamente tratto
dal libro omonimo di
Edimilson de Almeida
Pereira e Rosa
Margarida de Carvalho
Rocha.
Spettacolo di musica, danze e racconti
di storie liberamente tratto dal libro
omonimo di Edimilson de Almeida
Pereira e Rosa Margarida de Carvalho
Rocha.
SER è un’associazione nata agli inizi
degli anni ‘90 a Rio de Janeiro per
sensibilizzare la società civile e le
pubbliche amministrazioni brasiliane
sulle condizioni dei “meninos da rua”,
bambini e ragazzi che vivono da soli
nelle strade cittadine. L’attività realizzata
da SER per la tutela dei loro diritti
umani, economici, sociali e culturali
ed il rafforzamento ha fornito risposte
concrete ai sogni e dai bisogni di questi
bambini e ragazzi.
SER ha svolto un lavoro pionieristico
nell’introduzione delle tecniche circensi
e del concetto di “Circo Sociale” come
strumento di integrazione.
Il lavoro svolto nelle strade di Rio,
oltre a rafforzare l’autonomia ed il
protagonismo dei ragazzi, ha creato
occasioni concrete di inclusione sociale.
La metodologia sviluppata è servita
come modello per il programma Sociale
del “Cirque du Monde”, realizzato in
collaborazione con il Cirque du Soleil,
e l’ONG “Jeunesse du Monde”, che ha
diffuso il concetto di “Circo Sociale” oltre
i confini del Brasile.
Il Circo Sociale si svolge nei luoghi dove
vivono questi ragazzi e dialoga con le
rodas di capoeira, con gli artisti di strada,
realizzando forum educativi nelle piazze
con l’obiettivo di rigenerare questi spazi
come luoghi di convivenza comunitaria.
Così il circo incontra le tradizioni del
nordest del Brasile e della popolazione
brasiliana afrodiscendente, attraverso
musiche, danze e racconti di storie,
stabilendo paralleli con la tradizione
dei griôts africani.
Identità, appartenenza, espressione
e trasformazione rappresentano così
la dimensione etica ed estetica in cui
si sviluppa la concezione dell’arte, della
cultura e della cittadinanza alla base
del Circo Sociale di SER.
Il “Centro di Sviluppo Creativo”- che ha
sede nel quartiere carioca di Laranjeiras
dove la Regione Umbria ha realizzato
nella Favela del Pereirão una storica
edizione di Umbria Jazz insieme
a Stefano Bollani - è lo spazio di incontro
e formazione in cui i giovani, a partire
dalla riflessione sulle loro attività,
elaborano proposte di politiche per
la gioventù a Rio de Janiero.
In questa sede- che ha ospitato
i lavori dell’incontro di coordinamento
del programma Brasil Proximo
promosso dalla Regione Umbria
e da SviluppumbriaSpA in occasioni
dell’evento finale del progetto
“Sostegno alla promozione dei processi
di democrazia partecipativa e alle
politiche sociali” organizzato da Regione
Marche,CISP, IBASE, SER i rappresentanti dei territori italiani
e brasiliani coinvolti nel Programma
hanno avuto la sorpresa ed il piacere
di assistere allo spettacolo
“I Mangiatori di Parole” offerto dal
gruppo “mediadores de leitura” di SER.
I “ mediatori di lettura” sono giovani
che cercano, attraverso la musica, di
risvegliare nei bambini e in altri giovani,
l’amore per la lettura. In noi, protagonisti
di Brasil Proximo, ha suscitato l’invito
a riflettere su quali debbano essere le
parole da ricordare
e da dimenticare dopo tanto lavoro
portato avanti insieme e soprattutto ha
suscitato una grande emozione
che conserviamo nei nostri cuori e che
vogliamo condividere ad Expo 2015!
Protagonisti:
Jessica da Conceição Nascimento
ha appena compiuto 18 anni. Ballerina
di danza afro e hip hop; pratica capoeira
e ginnastica ritmica; suona la batteria,
il clarinetto, la chitarra e le percussioni;
attrice e mediatrice di lettura.
Dal 2014 è una delle mediatrici di lettura
del SER , Se essa Rua Fosse a Minha
Joana Roberta Santos Morais
ha 16 anni. Ballerina classica e
contemporanea, artista circense, attrice
e mediatrice di lettura.
Dal 2010 ha partecipato a diversi
spettacoli come ballerina e dal 2014è
una mediatrice di lettura del SER, Se
Essa Rua Fosse a Minha.
Antonio Cesar Marques da Silva
dal 1991 è il Direttore di SER
Ha lavorato presso il Governo dello
Stato di Rio de Janeiro occupandosi
di giovani e cultura. Educatore
specializzato in materie artistiche e
direttore di spettacoli teatrali, tiene corsi
di simulazioni e dinamiche di gruppo,
pedagogia dei giochi e sceneggiatura
di racconti tratti da libri e leggende
per giovani e bambini. Ha riadattato
e sceneggiato diversi spettacoli teatrali,
molti dei quali legati alla mitologia e alla
cultura africana.
Assieme a Marcia Zanelato ha adattato
lo spettacolo “Os comedores de
palavras”, tratto dal libro omonimo
di Edimilson de Almeida Pereira e Rosa
Margarida de Carvalho Rocha
BRASIL PROXIMO
BrasilProximo è il nome
di un programma di cooperazione internazionale che si concluderà
ad ottobre 2015, cofinanziato dalla
Presidenza della Repubblica Federativa
del Brasile, dal MAECI- Ministero degli
Affari Esteri e della Cooperazione
Internazionale Italiano e da 5 Regioni
italiane (Umbria - regione capofila Marche, Toscana, Emilia Romagna
e Liguria) con l’obiettivo di attivare
nel tempo un network di politiche,
opportunità ed interventi tesi ad
accompagnare processi endogeni di
sviluppo locale integrato, equo
e sostenibile. Composto da progetti
specifici implementati in diversi
territori brasiliani, BrasilProximo ha
sperimentato metodologie innovative
di sviluppo economico locale in aree a
diverso tasso di sviluppo identificate
dal Governo Brasiliano implementando
esperienze innovative sui temi chiave
di Expo 2015. L’interesse brasiliano
è nato dalla volontà di apprendere
dall’esperienza delle Regioni italiane
basata sulla programmazione
territoriale concertata, sulla
diversificazione produttiva e sui
servizi finalizzati alla crescita delle
PMI, sul cooperativismo e sulle altre
forme associative di produzione, sul
marketing territoriale e qualificazione
delle offerte di beni e servizi regionali
nell’ambito di progetti di qualità totale
e di immagine d’eccellenza territoriale,
sull’economia della cultura e sulla
valorizzazione economica delle risorse
territoriali in un quadro di sviluppo
sostenibile, sul dialogo pubblico-privato,
sulla valorizzazione del Terzo Settore
e sulla costruzione di sistemi integrati di interventi e servizi sociali.
a livello territoriale.
Roberta - Que a água seja refrescante
Jessica - Que o caminho seja suave.
Roberta - Que a casa seja hospitaleira.
Jessica - Que o Mensageiro conduza em
paz nossa Palavra
Roberta - Che l’acqua sia rinfrescante
Jessica - Che il cammino sia leggero
Roberta - Che la casa sia ospitale
Jessica - Che il Messaggero porti in pace
la nostra Parola
Música - Vim de longe muito longe das
terras do senhor rei,
vim de longe muito longe e minhas
historias contei...(bis)
Musica - Sono venuto da lontano, molto
lontano dalle terre del signore re,
sono venuto da lontano, molto lontano
e ho raccontato le mie storie (ripetere)
Roberta - Vocês sabem o que é um
“Griôt”? É como são chamados na África
os contadores de histórias.
Jéssica - Eles são considerados sábios
e são muito respeitados na comunidade
onde vivem.
Roberta - Através de suas narrativas,
eles passam de geração em geração, as
tradições de seus povos.
Jéssica - Nas aldeias africanas era
costume sentar-se à sombra de uma
árvore ou em volta de uma fogueira para,
aí, passar horas e horas a fio, ouvindo
histórias do fantástico mundo africano
transmitidas por estes velhos “Griôts”
Roberta - Ou por essas Griótes. Esta
historia que vamos contar fala sobre um
contador de historias
Jéssica - De um país distante onde
árvores falam. De um menino triste.
Roberta - E de um tambor encantado.
Roberta - No distante País das Árvores
que falam vivia um contador de histórias,
que andava sempre acompanhado de
seu filho. Juntos eles caminhavam,
caminhavam, atravessavam rios,
montanhas, desertos, savanas. E por
onde passavam o contador tocava seu
tambor e logo as historias nasciam e sua
boca. Suas historias eram vivas como
DAM, a serpente do arco-íris.
Roberta - Voi sapete che cosa è un
“Griôt”? E’ così che in Africa chiamano i
narratori di leggende.
Jessica - Loro sono considerati saggi e
sono molto rispettati nelle comunità in
cui vivono.
Roberta - Attraverso i loro racconti
trasmettono, di generazione in
generazione, le tradizioni dei loro popoli.
Jessica - Nei villaggi africani si usava
sedersi all’ombra di un albero o attorno
ad un focolare e passare interminabili
ore ascoltando storie del fantastico
mondo africano, raccontate dai vecchi
“Griot”.
Roberta - O da queste Griótes. La storia
che vi raccontiamo parla di un narratore.
Jessica - Di un paese lontano dove gli
alberi parlano. Di un ragazzo triste.
Roberta - …e di un tamburo incantato.
Roberta - Nel lontano Paese degli
Alberi che parlano viveva un narratore
che camminava sempre con suo
figlio. Assieme camminavano,
camminavano attraversando fiumi,
montagne, deserti, savane. E dove
passavano l’uomo suonava il suo
tamburo e immediatamente dalla sua
bocca nascevano storie. Le sue storie
erano vive come il DAM, il serpente
dell’arcobaleno.
Griô - (música) “vim de longe....vim de
longe...
Trago palavra boa
Salva para encantar
Trago memória viva
Viva o reino de lá
Griô - (musica) “vengo da lontano...vengo
da lontano...
Porto parole buone
Saluto per incantare
Porto memorie vive,
Viva il regno di là
Griô - Guiné,Guiné, Guiné - Dizem na
Guiné que a primeira viagem à Lua
foi feita pelo Macaquinho de nariz
branco. Segundo dizem, certo dia, os
macaquinhos de nariz branco resolveram
fazer uma viagem à Lua a fim de trazê-la
para a Terra.
Após tanto tentar subir, sem nenhum
sucesso, um deles, dizem que o menor,
teve a idéia de subirem uns por cima
dos outros, até que um deles conseguiu
chegar à Lua.
Porém, a pilha de macacos desmoronou
e todos caíram, menos o menor, que
ficou pendurado na Lua.
A lua então se compadeceu deu-lhe a
mão e o ajudou a subir. A Lua gostou
tanto dele que lhe ofereceu como
presente um tamborzinho. O macaquinho
foi ficando por lá, até que começou a
sentir saudades de casa e resolveu pedir
à Lua que o deixasse voltar.
A Lua o amarrou ao tamborzinho para
descê-lo pela corda, pedindo a ele que
não tocasse antes de chegar à Terra
e, assim que chegasse, tocasse bem
forte para que ela cortasse o fio. O
Macaquinho foi descendo feliz da vida,
mas na metade do caminho, não resistiu
e tocou o tamborzinho. Ao ouvir o som do
tambor a Lua pensou que o Macaquinho
houvesse chegado à Terra e cortou a
corda.
O Macaquinho veio caindo, caindo e caiu
sobre a terra e, antes de morrer, ainda
pode dizer a uma moça que o encontrou,
que aquilo que ele tinha era um
tamborzinho, que deveria ser entregue
aos homens do seu país porque era
muito importante belo e trazia a musica
do coração.
A moça saiu correndo pela floresta indo
contar a todos sobre o ocorrido.
Vieram pessoas de todo o país e, naquela
terra africana, ouviam-se então os
primeiros sons de tambor.
Griô - Guinea, Guinea, Guinea – In Guinea
si racconta che il primo viaggio verso la
Luna sia stato fatto dalla Scimmietta dal
naso bianco. Si dice anche che un giorno
le scimmiette dal naso bianco decisero di
andare sulla Luna per riportarla indietro.
Provarono a salire ma, dopo molti
tentativi non riusciti, una di loro - la
più piccola – si dice abbia avuto l’idea
di montare l’uno sull’altro fino a
raggiungere la Luna.
Ma la colonna di scimmie crollò e tutti
caddero, eccetto il più piccolo che rimase
appeso alla Luna.
La Luna ebbe pietà, gli dette la mano
per aiutarlo a salire. Alla Luna piacque
così tanto che gli dette in regalo un
tamburello. La scimmietta rimase lì
fino a quando non cominciò ad avere
nostalgia di casa e decise così di
chiedere alla Luna di lasciarla tornare
indietro.
La Luna la legò al tamburello per calarla
con una corda e le disse di non suonarlo
prima di toccare la Terra ma solo al suo
arrivo, in modo che lei sapesse quando
poter tagliare il filo. La Scimmietta
iniziò a scendere felicissima, ma a metà
del percorso non riuscì a trattenersi
ed cominciò a suonare il tamburello.
Sentendo il rumore, la Luna pensò che
la Scimmietta fosse arrivata sulla Terra
e tagliò la corda.
La Scimmietta iniziò a cadere
e precipitando toccò la terra dove, prima
di morire – come ancora può raccontare
una ragazza che l’ha vista - disse che
quello che possedeva era un tamburello
che doveva essere consegnato agli
uomini del suo paese perché era molto
importante, bello e perché portava la
musica del cuore.
La ragazza corse attraverso la foresta
per raccontare a tutti quello che era
successo.
Arrivarono persone da tutto il paese
e, in quella terra africana, iniziarono
ad echeggiare i primi suoni di tamburo.
Griô (música) Minha Missão (Joao
Nogueira)
Quando eu canto, a morte me percorre,
e eu solto
um canto da garganta
Que a cigarra quando canta morre
E a madeira quando morre, canta!
Do poder da criação
Sou continuação
E quero agradecer
Foi ouvida minha súplica
Griô - (musica) Minha Missão (Joao
Nogueira)
Quando canto, la morte mi attraversa,
e io lascio uscire
Un canto di gola
Che la cicala canta quando muore
E il legno quando muore, canta!
Del potere della creazione
Sono la continuazione
Mensageiro sou da música
Quando eu canto
É para aliviar meu pranto
E o pranto de quem já
Tanto sofreu
Canto para anunciar o dia
Canto para amenizar a noite
Canto pra denunciar o açoite
Canto também contra a tirania
Canto porque numa melodia
Acendo no coração do povo
A esperança de um mundo novo
E a luta para se viver em paz!
Dam - Mas um dia da mesma forma
que à noite o sol enegrecia e sumia, do
mesmo jeito que ao amanhecer a lua
embranquecida se escondia. Eis que do
meio do nada surge silencioso, faminto
e violento O MONSTRO ENGOLIDOR DE
GENTES.
Dam - O monstro que impiedosamente
acreditava ser dono da vida e do tempo
levou o contador de histórias, deixando
o menino, o tambor e um lamento. O
menino ficou triste, mas tão triste que
seu cabelo se esqueceu do sol e da
chuva.
O menino estava só e tão desolado
por não saber contar histórias como o
seu pai, que o tambor adormeceu de
vergonha.
A tristeza e a decepção eram tão
grandes que o menino decidiu morar
NO PAÍS DOS BICHOS COMEDORES DE
PALAVRAS!
Dam – Os Comedores de palavras?
Gritaram todos os seres invisíveis da
floresta.
Menino- No país dos comedores de
palavras ninguém vai me pedir para
contar historias! E assim eu não sentirei
vergonha por não saber conta-las como
meu pai.
Jéssica - Decidido então ele se
embrenhou floresta à dentro: E começou
a caminhar, caminhar, correr, descansar
e atravessou, rios, montanhas, desertos,
savanas....
Depois de caminhar por um longo tempo,
ele chegou a uma casa cercada de
árvores com olhos. Mil olhos e diferentes
olhares.
Senhora - O que você faz aqui tão longe
de sua terra?
Menino - Quem é a senhora?
Senhora – A SENHORA QUE VIU TUDO
NESTE MUNDO ORA BOLAS! O que você
faz aqui tão longe de sua terra?
Menino - Minha terra? Minha terra ficou
longe e tão triste que virou saudade.
Saudade do tempo que meu pai plantava,
colhia e contava histórias para todo
mundo. Até que veio o monstro engolidor
de gente o levou meu pai para o fundo
Voglio ringraziare
La mia supplica è stata ascoltata
Sono messaggero della musica
Quando canto
Lo faccio per alleviare il mio pianto
Il pianto di chi
Ha già sofferto tanto
Canto per annunciare il giorno
Canto per rendere più piacevole la notte
Canto per denunciare la frusta
Canto anche contro la tirannia
Canto perché con una melodia
Accendo il cuore del popolo
La speranza di un mondo nuovo
E la lotta per vivere in pace
Dam - Ma un giorno, come quando al
tramonto il sole si scuriva e spariva,
nello stesso modo in cui all’alba la luna
biancastra si nascondeva, proprio lì, dal
nulla, apparve silenzioso, affamato e
violento il mostro mangiatore di persone.
Dam - Il mostro che, senza pietà, era
convinto di essere padrone della vita
e del tempo portò via il narratore,
lasciando il bambino, il tamburo e un
lamento. Il bambino divenne triste, così
triste che il suo cappello dimenticò il
sole e la pioggia.
Il bambino era talmente solo e desolato
perché non sapeva raccontare storie
come suo padre, che il tamburo si
addormentò per la vergogna.
La tristezza e la delusione erano
talmente grandi che il bambino decise di
vivere nel paese dei mostri mangiatori
di parole.
Dam - I mangiatori di parole? Hanno
gridato tutti gli esseri invisibili della
foresta.
Bambino - Nel paese dei mangiatori
di parole nessuno mi chiederà di
raccontare storie! E così non mi
vergognerò di non saperle raccontare
come mio padre.
Jéssica: Quando fu deciso, si addentrò
nella foresta. Iniziò a camminare,
camminare, correre, riposarsi
attraversando fiumi, montagne, deserti,
savane…Dopo aver camminato per tanto
tempo arrivò ad una casa circondata
dagli alberi con gli occhi. Mille occhi e
differenti sguardi.
Signora - Cosa fai qui, lontano dalla tua
terra?
Bambino - Lei chi è signora?
Signora - Sono LA SIGNORA CHE HA
VISTO TUTTO IN QUESTO MONDO! Cosa
fai qui tanto lontano dalla tua terra?
Bambino - La mia terra? La mia terra
è tanto lontana e tanto triste che è
diventata nostalgia. Nostalgia di quando
mio padre piantava, raccoglieva e
raccontava storie per il mondo intero.
E poi è arrivato il mostro mangiatore
do coração da noite sem lua e me deixou
sozinho sem historias, sem memoria e
com um tambor que se calou.
Senhora -. Ora menino não existe
escuridão sem lua, tambor sem som,
nem saudades sem memorias. Escute o
coração desta velha árvore que já viu de
tudo neste mundo.
Menino – Árvore? Senhora é uma
árvore?
Senhora - Sim! Uma sumaúma de 750
anos de idade! Mas ainda estou em
forma claro.
Menino - Uma SAMAUMA!!
Senhora - Mas preste atenção: Eu sou
apareço assim para quem só pensa
coisas boas. É daqui! De dentro e de
cima, que sinto tudo neste mundo!
Conte-me mais historias.
Menino – Não sei! O meu destino é ficar
mudo e congelado depois que minhas
palavras forem engolidas pelos bichos
comedores de palavras. Não quero
ficar aqui tentando contar histórias que
nunca sairão da minha boca, a senhora
compreende? Eu nunca serei um Griôt!
Até o meu tambor se calou!
Senhora - Escuta teu coração menino!
O tambor continua batendo no fundo
do seu peito como o coração da África.
Venha aqui, venha aqui.
Esta vendo o sol se pondo Lá no infinito
do oceano? Nossa gente veio de lá do
colo da terra mãe. Viemos navegando
em muitas línguas, muitas luas, muitas
lutas, muitas dores... Até aqui, Olocum
guardou nossas vidas. Agora nós somos
o barco, o remo e os cabelos do mar...
di persone che ha portato mio padre in
fondo al cuore della notte senza luna e
mi ha lasciato solo, senza storie, senza
memoria e con un tamburo muto.
Signora - Ora bambino non esiste buio
senza luna, tamburo senza suono ne
nostalgia senza memoria. Ascolta il
cuore di questo vecchio albero che ha già
visto tutto in questo mondo.
Bambino - Albero? Lei signora è un
albero?
Signora - Si! Una sumaúma-kapok
di 750 anni! Ma sono ancora in forma
ovviamente!
Bambino - Una sumaùma!!
Signora - Ma stai attento. Io appaio così
solamente a chi pensa cose buone. È qui,
da dentro e da sopra che sento tutto in
questo mondo! Raccontami altre storie!
Bambino - Non so! Il mio destino è di
rimanere muto e congelato dopo che le
mie parole saranno ingoiate dai mostri
mangiatori di parole. Non voglio stare
qui a tentare di raccontare storie che mai
usciranno dalla mia bocca. Lei capisce
signora? Non sarò mai un Griot! Anche il
mio tamburo si è ammutolito!
Signora - Ascolta il tuo cuore bambino!
Il tamburo continua a suonare in fondo al
tuo cuore, come il cuore dell’Africa. Vieni
qui, vieni qui.
Lo vedi il sole che tramonta là,
nell’infinità dell’oceano? La nostra gente
è venuta da lì, dalla culla della terra
madre. Siamo arrivati navigando tra
molte lingue, molte lune, molte lotte,
molti dolori…fino a qui. Adesso noi siamo
la barca, il remo e i capelli del mare….
Música – Estava na beira da praia olhando
a ciranda no seu cirandar.
O mar estava tão belo e um peixe amarelo
eu vi navegar... (bis)
Não era peixe não era, era Iemanjá rainha,
dançando a ciranda, ciranda na beira do
mar.(bis)
Musica - Stavo in riva al mare, guardavo
la cicala e il suo cicalio
Il mare era tanto bello e un pesce giallo
ho visto navigare... (ripetere)
Non era un pesce, non lo era, era la
regina Iemanjá, danzando la cicala,
cicala in riva al mare (ripetere).
Menino - Eu preciso saber o caminho
para chegar ao País dos Bichos
Comedores de Palavras
Senhora - caminhante, não existe
caminho, só o caminhar. Mas você deve ir
até o bosque das cabeças para descobrir
onde as pessoas guardam as melhores
historias de suas vidas. Você aceita o
desafio?
Menino – Sim.
Senhora - Bento que bento é o frade?
Menino - Frade!
Senhora - Na boca do forno?
Menino - Forno!
Bambino - Ho bisogno di sapere la
strada per arrivare al Paese dei Mostri
Mangiatori di Parole
Signora - Camminatore, non esiste un
percorso, devi solo camminare. Devi
arrivare fino al bosco delle teste per
scoprire dove le persone conservano le
migliori storie delle loro vite. Accetti la
sfida?
Bambino - Si.
Signora - Benedetto è quel benedetto
che è frate?
Bambino - Frate!
Signora - Nella bocca del forno?
Bambino - Forno!
Senhora - Tudo que seu mestre mandar?
Menino - Faremos todos!
Senhora - E se não fizer?
Menino - Levaremos um bolo.
Senhora - Então vai daqui, vai daqui até
o BOSQUE DAS CABEÇAS e pergunte
a todas as pessoas onde guardam as
melhores historias de sua vida!
Senhor – Eu guardo as melhores
historias da minha vida nas minhas
cabeças é claro!
Menino - Nossa! Quantas cabeças! O
Senhor vende cabeças?
Senhor - É claro que não! Elas são
encomendas para pessoas que vão
nascer e precisarão ter uma cabeça
no lugar. Todo mundo precisa de uma
cabeça não é? Até a mula sem cabeças,
precisou de uma cabeça, antes de perdêla saltando fogo pelas ventas.
Menino - A mula sem cabeças já teve
uma cabeça?
Senhor – É claro! Todo mundo escolhe
uma cabeça e uma historia quando
nasce!
Menino - A minha cabeça não ajuda
muito a ser um grande contador de
historias como meu pai.
Senhor - Hum! Você gostaria de ser um
contador de historias!
Menino - NÃO!
Senhor - Mas para ser um contador
de historias não basta ter só uma boa
cabeça, tem que ter bons ouvidos, bons
olhos e bom coração pra fazer pulsar o
tambor.
Menino – É o senhor que guarda todas
as historias na cabeça?
Senhor - Na cabeça, nas raízes, nos
galhos, nas sementes... Sabe o que é
isto?
Menino - Sementes!
Senhor – Não, são baobás! Eu conheço
a minha a historia eu reconheço a minha
semente. E em cada semente de baobá
tem sempre um lindo baobá.
Menino - O senhor é um Baobá?
Senhor - Em carne e osso! Cabeça,
tronco, membros e pescoço! Rimou!
Menino - Como a Senhora que viu tudo
neste mundo que tinha mil olhos e era
cega
Senhor - Cega?
Menino - Sim. Ela vê tudo do alto e de
cima. Ela viu quando nossa gente veio
lá do outro lado do oceano trazendo
sementes, histórias, gritos de dores, de
guerreiros e Deuses que dançam.
Música – “ Minha sereia rainha do mar não
deixe o meu barco virar (bis)”
Signora - Tutto quello che il tuo maestro
ti dice?
Bambino - Lo faremmo tutti!
Signora - E se non lo farete?
Bambino - Porteremo una torta.
Signora - Allora vai via da qui, vai fino
al bosco delle teste e chiedi a tutte
le persone dove hanno conservato le
migliori storie delle loro vite!
Signore - Io conservo le migliori storie
della mia vita nelle mie teste, ovvio!
Bambino - Oddio quante teste! Lei
signore vende teste?
Signore - No ovviamente! Vengono
ordinate per le persone che devono
nascere e hanno bisogno di una testa che
stia al suo posto. Tutti hanno bisogno di
una testa, no? Anche l’asina senza testa
ha avuto bisogno di averne una, prima di
perderla soffiando fiamme dalle narici.
Bambino - L’asina senza testa una volta
ne aveva una?
Signore - Ovvio! Tutti scegliamo una
testa e una storia quando nasciamo!
Bambino - La mia testa non mi aiuta
molto nell’essere un grande narratore
come mio padre.
Signore - Ahh! Ti piacerebbe essere un
narratore.
Bambino - NO!
Signore - Ma per essere un narratore
non basta avere una buona testa, devi
essere un buon ascoltatore, un buon
osservatore e devi avere un cuore buono
che faccia pulsare il tamburo.
Bambino - E Lei signora conserva tutte
le storie nella testa?
Signore - Nella testa, nelle radici, nei
rami, nei semi...sai che cos’è questo?
Bambino - Semi!
Signore - No, sono baobáb! Io conosco
la mia storia e riconosco i miei semi. In
ogni seme di baobab c’è sempre un bel
baobab.
Bambino - Lei è un baobab?
Signore - In carne ed ossa! Testa, tronco,
braccia e collo! Ho fatto la rima!
Bambino - Come la signora che ha visto
tutto in questo mondo che aveva mille
occhi ed era cieca.
Signore - Cieca?
Bambino - Si. Lei vede tutto dall’alto e da
sopra. Ha visto quando la nostra gente
è venuta dall’altra parte dell’oceano
portando sementi, storie, urla di dolore,
di guerrieri e Dei che ballano
Música - “Mia sirena, regina del mare,
non far ribaltare la mia barca (ripetere)”
Senhor - Deuses que Dançam! Você sabe
muitas historias hein menino!
Menino - Eu não! Mas meu pai era
um grande contador de historias, um
guardador e encantador de palavras, que
sabia ouvir e contar histórias sobre tudo
neste mundo.
Senhor – Vou lhe dizer algo para guardar
em sua cabeça; Sempre que estiver
perdido ou não souber para onde deve ir,
lembre-se sempre de onde você veio.
Signore - Dei che danzano? Tu conosci
molte storie bambino!
Bambino - Io no! Mio padre era un
grande Griot, un custode e ammaliatore,
sapeva ascoltare e raccontare storie su
tutto in questo mondo.
Signore - Ti dico qualcosa che devi
conservare nella tua testa: ogni volta
che ti sentirai perso o non saprai dove
andare, ricordati sempre da dove sei
venuto.
Música – “ Sambalelê está doente
Está com a cabeça quebrada
Sambalelê precisava é de umas boas
palmadadas
Samba, samba, samba ô lelê
Quebra, quebra, quebra ô lalá
Samba, samba, samba ô lelê
Está com a cabeça quebrada ô lalá”.
Musica - “Samba lelê è malata
Ha la testa rotta
Samba lelê aveva bisogno di qualche
applauso
Samba, samba, samba ô lelê
Quebra, quebra, quebra ô lalá
Samba, samba, samba ô lelê
Ha la testa rotta ô lalá”.
Senhor - Quer ler o seu destino?
Menino - Quero sim.
Senhor - Hum! Hum! O seu caminho
ainda não pode ser revelado.
Menino -. Eu sabia. Isso não vai acabar
nunca!
Senhor - Nada acontece antes do tempo,
garoto! Tempo! Tempo! Tempo! Primeiro
você deverá ir ate o vale dos ecos lá
conhecerá a senhora que tem alegria de
inventar palavras. Gostaria de fazer uma
brincadeira antes de ir?
Menino – sim!
Senhor – Irei perguntar uma palavra
pra ser eternizada e uma para ser
esquecida, esta pronto?
Menino – estou sim.
Senhor – Uma palavra para ser
eternizada
Menino - Amor
Senhor - Uma palavra para ser
esquecida
Menino – Saudades
Senhor – Uma palavra para ser
eternizada
Menino - Alegria
Senhor – Uma palavra para ser
esquecida
Menino - Monstro engolidor de
gentes (pausa) Uma palavra para ser
eternizada?
Senhor – Esperança.
Senhora - tempo Êrererere Tempo
ararara
Menino - Senhora que tem a grande
alegria de inventar palavras, preciso de
sua ajuda.
Senhora - Pois não. Vamos lá. Diga do
que se trata. É coisa que vai por dentro
ou por fora?
Menino - Coisa que vai por dentro,
senhora.
Senhora - Quando vem, logo passa ou
demora?
Signore - Vuoi conoscere il tuo destino?
Bambino - Certo che voglio
Signore - Hum! Hum! Il tuo futuro
ancora non può essere rivelato
Bambino - Lo sapevo. Non finirà mai.
Signore - Nulla succede prima del
tempo, piccolo! Tempo, tempo, tempo!
Prima devi andare fino alla valle degli
echi dove conoscerai la signora tanto
allegra da riuscire ad inventare parole.
Ti piacerebbe fare un gioco prima di
andartene?
Bambino - Si!
Signore - Ti chiederò una parola
da ricordare per sempre e una da
dimenticare, sei pronto?
Bambino - Pronto!
Signore - Una parola da ricordare per
sempre.
Bambino - Amore
Signore - Una parola da dimenticare
Bambino - Nostalgia
Signore - Una parola da ricordare per
sempre
Bambino - Allegria
Signore - Una parola da dimenticare
Bambino - Mostro che ingoia le persone
(pausa) Una parola da ricordare per
sempre?
Signore - Speranza
Signora - Tempo Êrererere Tempo
ararara
Bambino - Signora che ti diverti tanto ad
inventare parole, ho bisogno del tuo aiuto
Signora - Perchè no. Su, dai. Dimmi di
che si tratta. È qualcosa che va dentro o
fuori?
Bambino - Qualcosa che va dentro
signora.
Signora - Quando viene, passa subito o
dura tanto?
Menino - Poucas vezes logo passa. A
maioria demora.
Senhora - Quando sente, ri ou chora?
Menino - Rio quando estou perto dos
outros. Mas quando sozinho, choro.
Senhora - Trata de mandurindegua!.
Menino - Mandurindegua?? Outra coisa
senhora:
Senhora -. Fale menino, fale. Quem sabe
você tem aí mais uma palavrinha para eu
inventar!
Menino -. Meu bom paizinho era um Griô
muito conhecido. Todos amavam vê-lo
contar, cantar, tocar...
Senhora - Sim, um nome para cantar,
contar e tocar ao mesmo tempo!
Vejamos... Batakitar! Lindo, não é
mesmo?
Menino - Muito lindo sim senhora. Mas
não é bem isso que eu preciso.
Senhora - Ótimo, prossiga!
Menino – Ele foi engolido pelo Monstro
Comedor de Gentes e antes de ir para
sua barriga pediu para que eu ficasse
com o tambor.
Senhora - O nome disso, meu menino, é
dor, somente dor.
Menino -. Sim, eu sei senhora. Preciso
de outra coisa antes de ir embora.
Senhora - Pois não, sigamos.
Menino - Não sei contar histórias e é
somente isso o que esperam de mim.
Resolvi morar com os comedores de
palavras outro caminho para mim não
há.
Senhora - Garoto, você está louco?
Menino - Só preciso saber como chegar
lá. O senhor que guarda todas as
historias na cabeça andou que eu viesse
aqui para me informar.
Senhora - O nome disso ninguém
precisa inventar. Pare de pirraça e volta
para sua casa já.
Menino - Não voltarei, senhora. Se não
puder me dar o endereço, vou a esmo
Senhora - Que coragem mais inútil.
Entregar suas próprias palavras para
aquele bicho fútil!
Menino – (musica)
A benção papai, a benção mamãe também.
Eu não sou malcriado pra ninguém (bis)
Eu não, eu não!
Eu não sou malcriado pra ninguém (bis)
Menino -A senhora vai me dizer?
Senhora – Que menino insistente?
Primeiro vou te devolver seu verdadeiro
nome. Babatunuji. Babatunuji o pai
retorna novamente. Agora de três voltas
na árvore gritando seu nome.
Bambino - Qualche volta passa presto.
La maggior parte delle volte dura.
Signora - E quando lo senti, ridi o piangi?
Bambino -Rido quando sto vicino agli
altri, ma quando sono solo piango.
Signora - Allora si tratta di
mandurindegua!.
Bambino - Mandurindegua?? Un’altra
cosa signora...
Signora - Dimmi bambino, dimmi.
Magari c’è ancora una parolina che
posso inventare?
Bambino - Il mio papino era un Griot
molto conosciuto. Tutti adoravano
vederlo raccontare, cantare, suonare….
Signora - Siiii, un nome per cantare,
raccontare e suonare allo stesso tempo!
Vediamo... Batakitar! Bello, no?
Bambino - Molto bello signora, ma non è
proprio questo ciò di cui ho bisogno.
Signora - Perfetto! Vai avanti...
Bambino - Lui è stato ingoiato dal
Mostro Mangiatore di Persone e prima di
essere ingoiato mi ha chiesto di tenere il
suo tamburo.
Signora - Questo si chiama dolore
bambino mio, semplicemente dolore
Bambino - Si, lo so signora. Ho bisogno
di un’altra cosa prima di andare via
Signora - Certo, dimmi
Bambino - Non so raccontare storie ed è
questo che si aspettano da me. Ho deciso
di vivere con i mangiatori di parole, per
me non c’è altra soluzione.
Signora - Ragazzino, sei matto?
Bambino - Ho solo bisogno di sapere
come arrivare là. Il signore che conserva
tutte le storie nella testa mi ha detto
che dovevo venire qui per chiedere
informazioni.
Signora - questo è un nome che nessuno
ha bisogno di inventare. Smettila
con queste assurdità e torna a casa
immediatamente.
Bambino - Non ci tornerò signora. Se
non mi può dare l’indirizzo ci andrò a
naso.
Signora - Che coraggio inutile.
Consegnare le proprie parole a quel
mostro inutile!
Bambino - (musica)
La benedizione papà, anche la tua
benedizione mamma
Non sono maleducato (ripetere)
Io no, io no!
Io non sono maleducato (ripetere)
Bambino - Cosa mi dice Signora?
Signora - Che bambino insistente! Per
prima cosa ti rendo il tuo vero nome:
Babatunuji. Babatunuji, il papà ritorna.
Ora gira tre volte attorno all’albero e
grida il suo nome.
Menino – A senhora também é uma
árvore! Qual árvore?
Senhora – Irôko.! Tempo,! Tempo! tempo
! Anda logo menino, pois
Terás que andar sete luas sem abrigo
para ver se não se arrepende. E na
última lua cheia, o tal deserto estará na
sua frente.
Já que é isso que você quer, quando
chegar a hora, seja forte e seja valente.
Senão para enfrentar o bicho comilão,
mas para ouvir seu próprio coração.
Jéssica - Então o menino, caminhou,
caminhou, correu, descansou,
atravessou rios, montanhas, desertos,
savanas... Depois de sete luas
crescentes, avistou uma terra deserta.
Seu coração estremeceu de medo. Mas
ele avançou.
Chegando a um portão de gelo, foi
detido por vários bichos comedores de
palavras. O mais terrível deles falou:
Bichos – Moleque de alma fugidia
Que rasgou o coração da floresta
Tentando fugir do passado
Correndo feito um cachorro
Atrás do seu próprio rabo
O rei não gosta de meninos falantes
Que brincam de inventar pensamentos
Comeremos todas as suas palavras
E queimara nos jardins de silêncios
Ou decifra-me ou devoro-te
Comendo sem dó sua historia e sua
língua
Diga-me agora quem tu és
E teu ser vai do axé a míngua.
Jéssica - Então, o menino que viu tudo
neste mundo, que guardava histórias
na cabeça e tinha alegria de inventar
palavras começou a contar suas
aventuras. Os bichos comiam, comiam,
comiam, comiam palavras. Elas eram de
todas as formas e de todas as cores. Os
bichos não podiam mais comer. Estavam
plenos de palavras! Mas o menino
continuava a criar histórias. Por fim os
bichos gritaram:
Bichos - Quem tirou os freios desta
língua?
Que inventa e conta mais histórias
Do que somos capazes de comer!
Você não pode entrar nosso país garoto
falador!
Agora tire a pele do seu medo
Para reencantar seu tambor.
Suma já do nosso país
Seu menino herdeiro Griôôôôô
Jéssica - O menino estava novamente
triste. Não havia lugar para ele no
mundo. Nem no PAÍS DOS BICHOS
COMEDORES DE PALAVRAS! Então ele
caminhou sem direção até encontrar
uma velha que cuidava das árvores na
beira da estrada. E Pediu-lhe água e
comida. A velha disse:
Bambino - Anche lei signora è un
albero? Che albero?
Signora -Irôko.! Tempo,! Tempo! Tempo!
Sbrigati ragazzino, devi camminare sotto
sette lune senza riparo per essere sicuro
di non pentirti. E quanto arriva l’ultima
luna piena ti troverai davanti il deserto.
Se è questo quello che vuoi, quando
arriverà il momento, sii forte e fatti
valere non tanto per affrontare il mostro
mangiatore ma per sentire il tuo cuore.
Jéssica - E allora il bambino camminò,
camminò, corse, si riposò, attraversò
fiumi, montagne, deserti, savane. Dopo
sette lune crescenti avvistò una terra
deserta. Il suo cuore tremò per la paura.
Ma andò avanti.
Arrivato ad un portone gelato venne fatto
prigioniero da vari mostri mangiatori di
parole. Il più terribile gli disse:
Mostri - Ragazzino dallo spirito fuggitivo
Che ha squarciato il cuore della foresta
Tentando di fuggire dal passato
Correndo come un cane che si morde la
coda
Al re non piacciono i bambini che parlano
Che giocano inventando pensieri
Mangeremo tutte le sue parole
Che bruceranno nei giardini del silenzio.
O mi racconti o ti divoro
Mangiando senza dolore la tua storia e la
tua lingua.
Ora dimmi chi tu sei
O tu andrai a finire male.
Jéssica - Allora, il ragazzino che
aveva visto tutto di questo mondo,
che conservava le storie nella testa
ed era così allegro da riuscire ad
inventare parole iniziò a raccontare le
sue avventure. I mostri mangiavano,
mangiavano, mangiavano le parole che
erano di tutte le forme e di tutti i colori. I
mostri non potevano più mangiare, erano
sazi di parole! E il bambino continuava
ad inventare storie, tanto che alla fine i
mostri gridarono:
Mostri - Chi è che ha tolto il freno a
questa lingua
Che inventa e racconta più storie
Di quante siamo in grado di mangiare!
Tu non puoi entrare nel nostro paese
ragazzino parlante!
Adesso vinci le tue paure
E incanta ancora il tuo tamburo.
Sparisci dal nostro paese
Ragazzino erede dei Griôt.
Jéssica - Il bambino tornò di nuovo
triste. Non c’era posto per lui nel mondo,
neanche nel paese dei mostri mangiatori
di parole. Allora iniziò a camminare
senza meta fino a che non incontrò una
vecchia che si prendeva cura degli alberi
sul ciglio della strada. Le chiese acqua e
cibo. La vecchia gli disse:
Velha - Posso lhe dar o que me pede
se você me der em troca este tambor.
Jéssica - Sim - concordou o menino. E
passou as mãos no tambor para limpar
a poeira que estava sobre ele. Ao mesmo
tempo, começou a contar como viu tudo
neste mundo e como venceu os bichos
comedores de palavras. Logo as pessoas
se ajuntaram para escutá-lo. A velha,
então, falou:
Velha- Não posso ficar com o tambor.
Você é um contador de historias e
precisa dele para alegrar as pessoas.
Menino - Pisca, Pisca, Voa, Voa...
Em uma noite vários vagalumes
passeavam pela floresta, até que surge
uma serpente e começa a perseguir
um deles. O vagalume é claro já estava
incomodado, ele fugia, fugia, mas a
serpente continuava a persegui-lo. Então
ele parou e perguntou:
- Por acaso eu faço parte da sua cadeia
alimentar?
- Não.
- Então a senhora tem algo contra mim?
-Também não.
- Então porque me persegues?
- É porque eu não suporto ver você
brilhar.
Musica:
Ô Lua nova cadê a lua cheia
Ô Lua nova cadê a lua cheia
As crianças já brincaram
E vão deixar rastros na areia
Vecchia - Ti darò quello che mi chiedi in
cambio di questo tamburo.
Jéssica - Si, disse il bambino. Passò le
mani sul tamburo per togliere la polvere
che aveva sopra e contemporaneamente
iniziò a raccontare di come aveva visto
tutto in questo mondo e aveva sconfitto
i mostri mangiatori di parole. In poco
tempo le persone si raccolsero per
ascoltarlo. La vecchia disse:
Vecchia - Non posso tenermi il tamburo.
Tu sei un Griòt e ne hai bisogno per
rallegrare le persone.
Bambino - Pisca, Pisca, Voa, Voa…
Quella notte molte lucciole
passeggiavano nella foresta, fino a che
non arrivò il serpente che ha iniziato a
tormentare una di loro. La lucciola si
era già scocciata, fuggiva, fuggiva ed il
serpente continuava a seguirla. Allora lei
si fermò e chiese:
- Per caso faccio parte della tua catena
alimentare?
- No.
- Allora hai qualche problema con me?
- Neanche.
- Allora perchè mi sta perseguitando?
- Perchè non sopporto di vederti brillare
Musica:
O luna nuova, dov’è la luna piena
O luna nuova, dov’è la luna piena
I bambini hanno finito di giocare
E lasceranno le tracce nella sabbia.
Pubblicazione realizzata a cura di
Segretariato Operativo Brasil Proximo,
Sviluppumbria Spa
Redazione testi a cura di
Sviluppumbria Spa
Progetto grafico a cura di
Accademia di Belle Arti Perugia
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