PASTORALE GIOVANILE
NEL CUORE...
IL SANTO VIAGGIO
Vedi, annota,
custodisci nel cuore
SENAGO - SANTIAGO
SANTIAGO - SENAGO
4-19 Agosto 2013
Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Si è soliti dedicare
a qualcuno uno scritto.
Noi vogliamo far diventare
intercessione
il tempo di questo cammino
e di queste riflessioni.
Per Greta.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
“Per partire servono poche cose e nessuna
prenotazione. Uno zaino in cui infilare tutto ciò di
cui vivere per un mese, un buon paio di scarponi,
la ʻCredencialʼ che attesta che non sei un
viandante qualsiasi.
Il primo pernottamento è a Saint Jean Pied de
Port, sul versante francese dei Pirenei: da qui non
ci si perde più, le tappe - una trentina a seconda
del passo - sono ampiamente segnalate. Ad un
certo punto cala il silenzio ed è allora che si entra
più profondamente in cammino.
Il cammino per la verità è iniziato prima, quando ci
si è fatti affascinare dallʼidea di uomini e donne
che lasciavano casa, famiglia, lavoro e amici per
un viaggio da cui non sapevano se sarebbero
tornati.
Oggi i briganti, i lupi, i fiumi inattraversabili non
esistono più. Resta però questa esperienza di
lasciare le proprie sicurezze e, per una settimana
o un mese, vivere itinerando ad unʻunica meta.”
(I libri di terre di mezzo, Il cammino di Santiago de
Compostela, Berti, Milano 1999)
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
C'è una cosa che proprio non mi convince mentre sto per
prepararmi a vivere un'avventura avvincente come quella del
"Cammino di Santiago" e a stendere la proposta di riflessione
presente in questo libretto. Una, invece, che mi persuade a
continuare senza indugi. Tra loro fanno a pugni. Le descrivo
entrambe e provo a "metterle ai punti" come per emettere un
verdetto su di un incontro di boxe dall'esito incerto...La prima, quella
che mi blocca: nell'anno in cui Felix Baumgartner si è lanciato, con
successo, in paracadute, raggiungendo la nostra vecchia terra da
una altezza incredibile (dalla tropopausa, che separa la troposfera
dalla stratosfera) che senso può avere percorrere circa 400
chilometri di un cammino che ne comprende 800 e che una volta i
pellegrini svolgevano senza sapere se sarebbero giunti vivi a
destinazione? Non è qualcosa di anacronistico, per di più un po'
artificioso e di "a basso costo"? Perché quindi mettersi alla prova?
La seconda, che è di senso opposto alla prima: se penso allo zaino
contenente soltanto gli essenziali oggetti necessari per affrontare il
viaggio (pochi indumenti e tutto quello che occorre per il bucato di
ogni giorno e l'igiene personale) e al naturale movimento del mio
corpo in cammino, un fascino irresistibile mi attrae, con una forza
tale da suscitare una "quasi certezza" che il cammino racchiuda,
come in uno scrigno, qualcosa di misterioso e preziosissimo per la
mia vita. La sensazione è che le poche ed essenziali cose di cui si
compone questa esperienza siano invito a prendere le distanze
dalle distraenti pesantezze di una vita non sempre autentica e
riconducano alla semplicità di un necessario esercizio dello spirito.
Ed ora l'ardua sentenza...Vince la voglia di mettersi in cammino e di
scrivere anche questo sussidio. Ma la motivazione della sentenza
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
rende ragione dell'incertezza che ha accompagnato questa mia
decisione. Solo se questo cammino sarà un itinerare all'interno di
una terra sconfinata e sempre sconosciuta agli umani, che è il
nostro animo -solo allora - questo cammino non sarà una deludente
farsa. E questo, nonostante i prodigi della tecnologia sembrino,
ingannevolmente, ridurre di molto lo spazio del mistero. Il corpo, le
relazioni, i paesaggi, le culture, i sapori, gli odori... saranno segni di
una realtà ben più grande e affascinante che tutti indistintamente
potremo ammirare e che per i credenti può essere conosciuta
attraverso la più bella e completa facoltà all'uomo disponibile: quella
della fede. Mettiamoci dunque alla prova anche qualora credenti
non fossimo o lo fossimo solo in modo incerto e dubbioso. Allora...
Buon cammino!
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
PREGHIERE
PER CHIEDERE
Sguardi che riconoscono e illuminano
Apri i nostri occhi, Signore, perché possiamo vedere te
nei fratelli e nelle sorelle, che incontriamo nel cammino.
Apri le nostre orecchie, Signore, perché possiamo ascoltarci in
profondità.
Apri il nostro cuore, Signore, perché impariamo ad andare incontro
alla fede degli altri e a sostenerci a vicenda.
Donaci di nuovo il tuo Spirito, perché, nel tuo nome,
non vogliamo essere viandanti qualsiasi.
Nel cammino aiutaci a concentrarci sullʼessenziale,
su ciò che conta veramente. Amen.
PER CONCLUDERE
Parole che riconoscono e sostengono
Ci sono momenti nellʼarco di una giornata,
in cui noi umani abbiamo bisogno di confidenza.
Dobbiamo raccontare a qualcuno gioie ed inquietudini,
desideriamo sapere che i nostri pensieri, i nostri desideri
e le aspirazioni più grandi della nostra libertà,
trovino in un altro o in unʼaltra come noi,
ascolto, comprensione, confronto.
Oggi noi abbiamo donato quanto il cuore portava con sé ad altri.
Abbiamo scaricato i nostri zaini dalle spalle dello spirito
perché ci potessimo nutrire, ristorare, curare
con quanto abbiamo raccolto e portato con noi lungo il cammino.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Grato è ora lʼanimo delle parole di fratelli e sorelle che, compagni di
cammino,
sostengono, nella fede, il nostro viaggio e sono la eco profonda e
vicina delle parole del salmista che, con cuore fiducioso e
riconoscente, dice la sua certezza:
“Il Signore è il mio pastore… rinfranca lʼanima mia,
mi guida per il giusto cammino…
bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita”
(Sal 23)
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Domenica 4 Agosto:
Senago - Lourdes - Saint Jean Pied-de-Port
“Non cʼè dubbio che chi decide di pellegrinare a piedi è disponibile a una
semplificazione:
abbandona una serie di comodità, e non è niente;
rinuncia ad alcune sicurezze, e sperimenta che non sono esse a difenderlo;
sceglie di vivere con poco, e torna a credere che non è ciò che possiede a
definirlo”
(I libri di terre di mezzo, ...)
CON LO ZAINO IN SPALLA
(nel momento della partenza)
Ci si ritrova tutti in cerchio; anche i pulmini sono disposti a raggio
Monizione del celebrante
Cari fratelli e sorelle nel pellegrinaggio che stiamo iniziando,
metafora del cammino della vita, chiediamo insieme che le parole
di questo salmo, nate da una fede sincera e profonda, ci
introducano nel giusto spirito che deve animare questi giorni che
trascorreremo insieme. Il Signore è pastore che si prende cura di
ciascuno di noi senza fare mancare nulla. Egli imbandisce per noi
un banchetto, che è luogo di riconoscimento del suo provvido
amore. è stato così anche per i due discepoli di Emmaus, ai quali
arse il cuore nel petto al termine del pellegrinaggio, che Gesù ha
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
voluto compiere con loro. Ci protegga, lungo il cammino,
l'intercessione di san Giacomo, pellegrino del Vangelo nel mondo.
Salmo 23
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca lʼanima mia, mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché
tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa "
sotto gli occhi dei miei
nemici.
Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne "
vita,
tutti i giorni della mia
abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni.
Preghiera per chiedere una grazia e invocare il dono della
fraternità
Come Abramo, nostro padre nella fede, partì da Ur dei Caldei, per
ordine del Signore, così anche noi ripercorriamo i suoi passi.
Fiduciosi nella mano provvidente di Dio, ci abbandoniamo alla sua
fedeltà. La vita altro non è che un continuo cammino, non però
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
verso lʼignoto, ma verso la pienezza della promessa che Dio fa a
ciascuno di noi.
Dal libro della Genesi
Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua
parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò.
Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo
nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti
benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno
benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì. (12,1-4a)
(si accendono i motori dei mezzi)
Esprimiamo nel nostro cuore, ora, la richiesta di quella grazia che
desideriamo si adempia per noi in questi giorni.
(pausa di silenzio)
Riceviamo ora la credential che, come testimonia la tradizione,
dichiara il fine religioso del nostro andare, serve come
salvacondotto per le frontiere e apre le porte dei luoghi
dell'accoglienza per il pane e la notte.
Consegna del KIT DEL PELLEGRINO
Con la preghiera di Gesù invochiamo ora il dono della fraternità su
questi giorni che vivremo insieme.
Padre nostro
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
UNA PAGINA DI VANGELO SUL NOSTRO
CAMMINO
Meditazione di inizio del cammino a piedi
Dal vangelo secondo Luca
Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano
in cammino per un villaggio di nome Èmmaus,
distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e
conversavano tra loro di tutto quello che era
accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in
persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano
impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi
discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono,
col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei
forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi
giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che
riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in
parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e
le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a
morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che
avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da
quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre,
ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non
avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche
una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei
nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto
le donne, ma lui non lʼhanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di
cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava
che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in
tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come
se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con
noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per
rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò
la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli
occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero
lʼun lʼaltro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli
conversava con noi lungo la via».
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due
a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!
Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella
sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi;
4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare
nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite:
“Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace
scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella
casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora
ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa allʼaltra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello
che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È
vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non
vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere
della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo
contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella
città
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Lunedì 5 Agosto
Salmo 118
preghiera del mattino
La via di Dio è perfetta,
la parola del Signore è purificata nel fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
Infatti, chi è Dio, se non il Signore?
O chi è roccia, se non il nostro Dio?
Il Dio che mi ha cinto di vigore
e ha reso integro il mio cammino,
mi ha dato agilità come di cerve
e sulle alture mi ha fatto stare saldo,
ha addestrato le mie mani alla battaglia,
le mie braccia a tendere lʼarco di bronzo.
Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza,
la tua destra mi ha sostenuto,
mi hai esaudito e mi hai fatto crescere.
Hai spianato la via ai miei passi,
i miei piedi non hanno vacillato.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
ASCOLTO
Qual è il comandamento più grande? qual è il
primo? Qual è il più importante? Queste tre
domande si trovano nel Nuovo Testamento entro
luoghi differenti e ogni volta - sorprendentemente corrisposte diverse.
In Marco ci sono chiaramente sino alla fine due comandamenti, Ma
osservando meglio essi vengono superati da un altro
comandamento più originario dell'amare nella forma imperativa:
"Ascolta Israele!".
La sapienza profonda di tutto ciò è che bisogna cominciare con
l'ascolto. Si tratta innanzitutto di apprendere come siamo amati e
prescelti da quell'unico Signore e Dio che ci ha fatti popolo suo. Tu
sei amato. Ama allora con tutto il cuore. Ama Dio, ama il prossimo
ama te stesso, ama a 360° perché Lui per primordi ha amato
gratuitamente e in maniera abissale!
Un monaco si definisce dalla sua capacità di udire ,ascoltare,
apprendere. Egli è un cercatore di Dio perché nel cuore e nelle reni
è diventato un "uditore della parola". La sua giornata ha inizio con
un richiamo: "Oggi, se ascolti la sua voce, non indurire il tuo cuore!"
Egli ascolta con l'orecchio del suo cuore. "Chi ha orecchie per
udire, oda ciò che dice lo Spirito alle Chiese".
Beato l'uditore che sintonizza costantemente il suo orecchio sulle
ispirazioni di Dio. Egli le sente fin dentro il suo sonno. Le avverte
nella natura, negli avvenimenti del mondo, in una malattia o nella
morte, nel dolore del suo corpo. Dio parla. Chi vive nel silenzio, lo
sente. "In un silenzio eterno, Dio dice ininterrottamente la sua unica
Parola, suo Figlio. Chi sa vivere sufficientemente in silenzio, Lo
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
sente". È quanto afferma Giovanni della Croce in uno dei suoi
celebri detti. L'ascolto conduce a una vita decentrata: il baricentro
della persona è spostato. L'altro in me mi è più intimo di me stesso.
Questo grande ascolto ogni volta offre alll'esistenza un nuovo inizio:
la vita ottiene flessibilità. Benedetto vede addirittura i suoi monaci
finalmente" correre la via dei comandamenti di Dio", "con il cuore
dilatato" e "con un indicibile slancio d'amore". La voce piena di
amore che ci ha chiamati, orienta il nostro cammino verso la tenda
di Dio per abitarvi, verso il suo Regno per partecipare alla sua
gloria, e non altro.
(Benoît Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto)
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Martedì 6 Agosto
PRIMA TAPPA:
SAINT JEAN PIED-DE-PORT / RONCISVALLE
Tappa non lunga ma abbastanza faticosa per il notevole dislivello,
ed anche perché è la prima. Il percorso tradizionale è La Route
Napoleon;, dallʼinizio segue per un buon tratto una stradina
asfaltata secondaria e negli ultimi 10 km segue un sentiero; i primi
17 km sono in territorio francese. Se la giornata è bella si godono
magnifici panorami, specie sul versante francese, e si possono
vedere rapaci volteggiare alti nel cielo.
CON LO ZAINO IN SPALLA
Preghiera del mattino
Salmo 84
Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
Lʼanima mia anela e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente.
Anche il passero trova una casa e la rondine il nido
dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari,
Signore degli eserciti, mio re e mio Dio.
Beato chi abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi.
Beato lʼuomo che trova in te il suo rifugio e ha le tue vie nel suo
cuore.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente;
"anche la prima pioggia lʼammanta di benedizioni.
Cresce lungo il cammino il suo vigore,
finché compare davanti a Dio in Sion.
INIZIO
La vita spirituale consiste nel ricominciare ogni
volta. Gregorio di Nissa, con la sua visione
dinamica della vita lo spiegava così nella sua 'Vita
di Mosé': "La vita è un ascesa. Ogni volta noi abbandoniamo la
cima raggiunta per arrampicarci più in alto. Noi viviamo da inizio a
inizio, in un cominciare senza fine". Dunque non sei mai arrivato.
Insegni a te stesso a superare ogni stadio in uno sradicamento
costante, un pellegrinaggio incessante. "Al punto più alto",
prosegue Gregorio, "quando la virtù ha raggiunto la sua perfezione,
sei arrivato a Dio, poiché Dio è la virtù nella sua perfezione".
Inizio e fine
Questa è la grande lezione della liturgica. La prima domenica di
Avvento, inizio dell'anno liturgico, leggiamo sempre un vangelo in
cui Gesù indirizza il nostro sguardo verso la fine definitiva. Si tratta
di una riflessione sana. Quando vogliamo iniziare qualcosa di
nuovo, facciamo sì che i nostri occhi siano fissi sulla fine di tutto, la
grande fine: cosa vogliamo alla fine? Alla luce della fine definitiva
molte iniziative appaiono nella loro vera portata, nel loro vero
contenuto, nel loro valore più o meno duraturo.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Pellegrinaggio
L'ondata di secolarizzazione, ha sconvolto molte case religiose;
tuttavia, per la sorpresa degli analisti, una casa è rimasta in piedi
nella mareggiata: il luogo di pellegrinaggio. Luoghi mariani come
Lourdes, Beauraing continuano ad essere frequentati e alcuni di
essi, come Compostela e Medjugorie, esercitano più attrazione che
20 o 30 anni fa. In questo muoversi verso la grotta, un monte, un
santuario o la tomba dell'apostolo si celano evidentemente un
senso e una vitalità più forte di quanto i nostri modelli culturali
moderni possono trasformare o intaccare. C'è di che riflettere. Il
pellegrinaggio è un mezzo. Lo si riscopre un po' dovunque. Sembra
essere un mezzo sorprendentemente abbordabile. Chi dice: "Vado
a piedi a Compostela" (o con la bicicletta e anche a cavallo), resta
sorpreso dalla partecipazione inaudita di colleghi di lavoro e vicini di
casa, la famiglia: ognuno desidera rimanere comunque in contatto
con il pellegrino e fargli i migliori auguri. Nel pellegrinaggio c'è
qualcosa che si libera, anche in chi non va in chiesa, in chi non
crede, persino nell'uomo moderno non religioso.
(Benoît Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto)
IL SEGNO DELLA CROCE
SUL NOSTRO CAMMINO
Ad Alto de Ibaňeta, giunti al valico dei Pirenei, gli
antichi pellegrini costruivano una croce utilizzando
dei legni intrecciati con dei fili dʼerba; vogliamo
compiere lo stesso gesto e deporre la nostra
semplice croce a custodia del cammino. La sua
rudimentale realizzazione è segno del nostro
desiderio di essenzialità.
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Adolescenti e giovani e che camminano 21-30 luglio 2009
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“distante circa sette miglia da Gerusalemme…” Lc 24,13
3 L’ a n i m o c o n i l q u a l e s o n o p a r t i t o …
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“di tutto quello che era accaduto” Lc 24,14
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”col volto triste” Lc 24,17
3 Le mie fatiche nel cammino…
“Tu solo sei così forestiero” Lc 24,18
3 Dove mi sono scoperto viandante
Il racconto di viaggio di oggi
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Mercoledì 7 Agosto
SECONDA TAPPA:
RONCISVALLE / PAMPLONA
Tappa piacevole e non difficile. Si attraversa Pamplona, città ricca
di monumenti e di storia, graziosa, ordinata e pulita. Si sale al valico
dellʼAlto del Perdon. Risalendo una conca verde seminata a grano.
Ma prima di arrivare al valico sʼincontra la Fuente Reniega; oggi,
senza più acqua, è segnata da un moderno monumento in ricordo
di un famoso miracolo di San Giacomo. Al valico, accolti dalle
turbine a vento, alle nostre spalle si distinguono per lʼultima volta i
Pirenei. Davanti appare la vallata cin i paesini che il Camino
attraverserà: il versante sud- ovest scende giù a Puente la Reina ed
oltre, la temperatura si fa più secca e più calda.
CON LO ZAINO IN SPALLA
Preghiera del mattino
Salmo 1
" Beato lʼuomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
" non resta nella via dei peccatori
" e non siede in compagnia degli arroganti,
" ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
" la sua legge medita giorno e notte.
" È come albero piantato lungo corsi dʼacqua,
" che dà frutto a suo tempo:
" le sue foglie non appassiscono
" e tutto quello che fa, riesce bene.
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" Non così, non così i malvagi,
" ma come pula che il vento disperde;
" perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio
" né i peccatori nellʼassemblea dei giusti,
" poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
" mentre la via dei malvagi va in rovina.
LʼUNIVERSALITAʼ DEL PELLEGRINAGGIO
Solo l'uomo va in pellegrinaggio. Solo l'uomo vive
la sua esistenza come una traversata che rimanda
ad un "altrove" che non si può raggiungere se non
abbandonando se stessi. Stelle e pietre, monti e
mari, cavalli, bufali, serpenti e passeri: sotto la
volta celeste nessun essere a in cuore la via del pellegrinaggio
come ce l'ha l'uomo. Gli uomini di tutti i tempi hanno peregrinato.
L'antico Egitto, il lontano Giappone, l'Indi,a il Madagascar, il Brasile
e Messico: le strade antiche sono spesso via di pellegrinaggio
verso luoghi sacri, templi, tombe di un antenato di un re, di un
marabù o di un santo monaco.
Anche le religioni abramitche - ebraismo, cristianesimo e islam anno fin dai tempi antichi le loro feste e usanze legate al
pellegrinaggio. Per ogni musulmano il pellegrinaggio alla Mecca è
un obbligo di vita, una delle grandi colonne dell'Islam. Secondo AlGhazali, il pellegrinaggio è addirittura il complimento della religione.
In riferimento a quel pellegrinaggio, c'è un verso del Corano che
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recita: "Oggi ho compiuto la tua religione". La Ca'Aba alla Mecca è
la casa del Signore sulla terra, il centro del mondo, più antica della
creazione del cielo e della terra, il luogo visitato degli angeli e dagli
uomini. In Israele era visto come un dovere sacro il "comparire
almeno tre volte l'anno alla presenza del Signore, il Dio d'Israele".
Sin dai tempi dei patriarchi, il peregrinare da un santuario all'altro
era un'usanza nomade. Nell'ebraismo più recente le tombe dei
patriarchi, dei profeti e dei rabbini famosi dentro e fuori la
Terrasanta continuano a essere in mete di visita e di pellegrinaggi
annuali. Anche i cristiani conoscono i pellegrinaggi. Sin dall'inizio
essi chiamano se stessi “seguaci della Via”, e il loro maestro si
espresse senza alcun dubbio con le parole: “Io sono la Via”, lui che
era nato “in cammino” e ha iniziato la sua esistenza come profugo.
La sua vita fu il viaggio di un profeta senza fissa dimora che diceva
di se stesso: “Il figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”. Egli
morirà fuori della città, crocifisso come un criminale pubblico, uno
schiavo senza diritti, in mezzo a due altri “banditi”, dicono i vangeli,
che significa: cacciato, “bandito” dalla comunità. Sulla base delle
loro origini i cristiani hanno anche ragioni a iosa per prendere sul
serio quel movimento. Niente può portarli più vicino al nucleo della
loro identità di fede di un viaggio a piedi completo. La via insegna
un cristiano a capire chi è lui da secoli - un uomo della via:
1. Il modello primordiale di ogni per il pellegrinaggio cristiano
consiste nel seguire le orme di Gesù e seguire le sue tracce in
Terrasanta da Betlemme a Nazaret, dalla Galilea a
Gerusalemme, dal Getzemani al Golgota e dal Cenacolo al
Monte degli Ulivi. Il pellegrino compie consapevolmente alla
lettera il pellegrinaggio di Gesù verso il “Padre”. Infatti, i quattro
vangeli ci disegnano una “vita di Gesù” che coincide con un
viaggio a piedi di villaggio in villaggio, per finire a Gerusalemme,
nel giorno della festa di Pesach o Pasqua.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
2. I primi cristiani hanno venerato il luogo dove i martiri hanno reso
testimonianza della loro fede con il sangue. Per questo sono nati
pellegrinaggi alle tombe dei martiri e degli apostoli particolarmente a quella di Pietro e Paolo a Roma, e a quella di
San Giacomo di Compostela, all'estremità nord-occidentale della
Spagna.
3. I santuari Mariani sono una terza forma di luoghi di pellegrinaggio
cristiano: un'umanità umile e bisognosa si raccoglie attorno alla
Madre del Salvatore.
(Benoît Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto)
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“distante circa sette miglia da Gerusalemme…” Lc 24,13
3 L’ a n i m o c o n i l q u a l e s o n o p a r t i t o …
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Giovedì 8 Agosto
TERZA TAPPA:
BURGOS / CASTROIERIZ
Si esce da Burgos e ci si trova subito in aperta campagna. Stiamo
entrando nella regione delle Mesetas, altopiani di circa 900/ 1300
metri sul livello del mare, piuttosto aridi, terreno di argilla compatta
e sassosa. Le uniche coltivazioni sono di grano caratteristicamente
basso. Tra una meseta e lʼaltra ci sono delle piccole valli dove
sembrano nascondersi paesi e villaggi. Una breve deviazione ci
porta alla sorgente di fresca e abbondante acqua dellʼArroyo de
San Bol; qui i monaci di San Anton gestivano un ospedale per
curare i pellegrini. Tra Hontanas e Castroieriz, circa 11 km, lʼunico
posto per rifornirsi dʼacqua è nel Monastero di San Anton, attiguo
alle omonime rovine, poco oltre metà strada. Si prosegue in
continui saliscendi attraverso una solitaria campagna per arrivare a
Castroieriz, arroccato su una collina.
CON LO ZAINO IN SPALLA
Preghiera del mattino
Salmo 17
Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io tʼinvoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me lʼorecchio, ascolta le mie parole,
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
mostrami i prodigi della tua misericordia,
tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.
Custodiscimi come pupilla degli occhi,
allʼombra delle tue ali nascondimi,
di fronte ai malvagi che mi opprimono,
ai nemici mortali che mi accerchiano.
Il loro animo è insensibile,
le loro bocche parlano con arroganza.
Eccoli: avanzano, mi circondano,
puntano gli occhi per gettarmi a terra,
simili a un leone che brama la preda,
a un leoncello che si apposta in agguato.
Àlzati, Signore, affrontalo, abbattilo;
con la tua spada liberami dal malvagio
HOMO VIATOR
Il vagabondo Benedetto Giuseppe Labre (17481783) è probabilmente colui che – nel secolo dei
lumi- come nessun altro ha dato forma così fisica
al cammino del pellegrino nel cuore della civiltà
occidentale. Da quando aveva 21 anni fino alla sua morte vagò
come pellegrino per tutta lʼEuropa finendo i suoi giorni, come
mendicante, a Roma, la città eterna. Quando morì ì, i ragazzi del
rione Monti corsero per le strade gridando a perdifiato: “Eʼ morto il
santo! Eʼ morto il santo!”. La chiesa era troppo piccola per
accogliere tutti coloro che volevano partecipare al suo funerale.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Lʼautentico vagabondo di Cristo, di casa ovunque e in nessun
luogo, per quanto sradicato, aveva conquistato il cuore di tutti.
La pratica del pellegrinaggio indica come il messaggio risieda nel
mezzo, secondo le famose parole di McLuhan, esperto di media:
“The medium is the message” [il medium è il messaggio]. La via ti
insegna tutto, tu devi solo percorrerla. La saggezza proviene dai
piedi, la preghiera sgorga al ritmo della tua andatura, dalla cadenza
del tuo passo. Cuore, respiro, andatura: tutto cresce fino a
diventare unʼunica realtà.
Tutta lʼarte consiste nel continuare a camminare, senza avere
nessunʼaltra meta che lʼandare stesso.
“Partir ailleurs pour revenir autre”, in questo modo un esperto
francese di luoghi di pellegrinaggi definiva la dinamica del
pellegrinaggio: “Vai in un altro luogo per ritornare a casa diverso”.
Impari anche a capire bene dove abiti dopo che per breve tempo
sei andato a vivere altrove.
Allʼinizio ti metti per via come un incredulo, come un amante della
cultura in cerca dei monumenti più belli, come un ciclista che vuole
giungere a un risultato, ma la via imprime il suo strano timbro sul
tuo essere. La tua motivazione cambia “strada facendo”, mutano i
tuoi scopi, la tua auto comprensione, la tua profonda identità. “Non
è più lo stesso” diceva una donna di suo marito che era partito per
Compostela con ilo cavallo e la carrozza e a metà strada dovette
interrompere a causa del cavallo. Persino una strada percorsa a
metà può essere sufficiente per cambiare radicalmente…
Prega per noi a Compostela è il titolo diretto di un libro scritto da
due non credenti (Pierre Barret e J. Noel Gurgaud), dedicato
interamente allʼantica via di pellegrinaggio per Santiago. La via
rende poveri. Il pellegrino arriva, supplica intercessione: “Prega per
me”. Ma la povertà disarma e la gente affida al pellegrino tutta la
propria vita. Lʼospite e pellegrino lascia casa mentre si sente dire
“prega per me”, e questo lo accompagna come unʼeco per la sua
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
via. Egli porta ed è portato, va avanti come uno che è abitato.
Scopre che la vera vita non è nientʼaltro che un essere per via, un
lasciare molto, un incontrare e un essere incontrato. Anche se è
solo, da quel momento in poi il pellegrino è unito a tutti. Lʼantico
salmo di Davide si esprime in tutta la sua essenza:
Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò:
“Su di te sia pace!”.
Per la casa del Signore nostro Dio
Chiederò per te il bene” (Sal 122).
(Benoît Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto)
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Adolescenti e giovani e che camminano 21-30 luglio 2009
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“distante circa sette miglia da Gerusalemme…” Lc 24,13
3 L’ a n i m o c o n i l q u a l e s o n o p a r t i t o …
“di tutto quello che era accaduto” Lc 24,14
3 Gli incontri della giornata…
“c h e s o n o q u e s t i d i s c o r s i ? ” L c 2 4 , 1 7
3 Ciò di cui ho parlato…
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”col volto triste” Lc 24,17
3 Le mie fatiche nel cammino…
“Tu solo sei così forestiero” Lc 24,18
3 Dove mi sono scoperto viandante
Il racconto di viaggio di oggi
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Venerdì 9 Agosto
QUARTA TAPPA:
CASTROIERIZ / VILLALCAZAR DE SIRGA
Il paesaggio sembra ripetersi: estesi campi di grano, ma ancora
foraggi e vigneti, tra fiumi e canali dʼirrigazione e strade sempre più
rettilinee. Passatp Puente de Itero, sul Rio Pisuerga che ne è il
confine storico e naturale, si lascia la provincia di Burgos e si entra
in quella di Palencia, quindi si passa dalla Castilla a Leon. È la
landa pianeggiante delle mesetas: siamo a 800/ 900 metri di
altitudine; la scarsità di alberi impreziosisce lʼombra. In questa
vastità lʼorizzonte quasi si diluisce nel cielo ed i paesi che si
incontrano sembrano sempre più piccoli; la sensazione di vuoto che
si prova attraversandoli è impressionante: per i viottoli e nelle
minuscole piazze non sʼincontra gente né si vedono animali. Infine
si arriva a Villalcazar de Sirga con la sua bellissima chiesa.
CON LO ZAINO IN SPALLA
Preghiera del mattino
Salmo 25
Alef" "
A te, Signore, innalzo lʼanima mia,
Bet"
mio Dio, in te confido:
che io non resti deluso!
Non trionfino su di me i miei nemici!
"
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Ghimel" "
""
Dalet" " "
Chiunque in te spera non resti deluso;
sia deluso chi tradisce senza motivo.
""
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
He"
""
""
Vau" "
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza;
io spero in te tutto il giorno.
Zain" " "
""
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Het"
""
""
""
""
I peccati della mia giovinezza
e le mie ribellioni, non li ricordare:
ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
Tet"
"
"
""
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
Iod "
"
"
""
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
Caf"
" "
Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
""
Lamed" "
""
Per il tuo nome, Signore,
perdona la mia colpa, anche se è grande.
Mem"
"
"
""
Cʼè un uomo che teme il Signore?
Gli indicherà la via da scegliere.
Nun"
"
Egli riposerà nel benessere,
la sua discendenza possederà la terra.
"
""
Samec " "
Il Signore si confida con chi lo teme:
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
""
gli fa conoscere la sua alleanza.
Ain"
"
"
""
I miei occhi sono sempre rivolti al Signore,
è lui che fa uscire dalla rete il mio piede.
Pe"
"
"
""
Volgiti a me e abbi pietà,
perché sono povero e solo.
Sade"
" "
Allarga il mio cuore angosciato,
liberami dagli affanni.
""
Res"
"
"
""
Vedi la mia povertà e la mia fatica
e perdona tutti i miei peccati.
" "
Guarda i miei nemici: sono molti,
e mi detestano con odio violento.
""
Sin"
" "
""
""
Tau "
" "
""
"
"
""
Proteggimi, portami in salvo;
che io non resti deluso,
perché in te mi sono rifugiato.
Mi proteggano integrità e rettitudine,
perché in te ho sperato.
O Dio, libera Israele
da tutte le sue angosce.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
IL DISTACCO
“Distaccarsi”, “rinunciare”, e soprattutto “rinnegare
se stessi”, sono verbi che oggi non incontrano
molto favore. Suonano con sospetto, e non senza
ragione. Possono facilmente indurre a una vita non
integra e immatura sviluppando un atteggiamento negativo in grado
di provocare danni alle sorgenti dellʼesistenza.
Tuttavia è altrettanto vero che non possiamo immaginare una vita
spiritualmente degna senza distacco, senza rinuncia, senza dare
ascolto alla parola evangelica di “rinnegare se stessi e prendere la
propria croce” (Mc 8, 34 e paralleli). Fa parte delle strutture
conoscitive dellʼumano il divieto del comportamento arbitrario che in
maniera irrefrenabile vorrebbe prendere tutto per sé. “Tu potrai
mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma di quellʼunico albero non
devi mangiare”. Questo divieto che appare nel racconto delle origini
del libro della Genesi indica la struttura fondamentale. Non divorare
tutto, non cedere a unʼingordigia smisurata è il primo passo verso
unʼesistenza degna dellʼuomo. Marie Balmary, psicoanalista,
segnala la grandissima importanza di questo divieto biblico per ogni
società sana. Dal punto di vista ecologico, noi in occidente viviamo
come se ci fosse permesso di sfruttare in modo arbitrario e sfrenato
la sottile fascia della biosfera attorno alla crosta terrestre. Ogni
anno avvertiamo sempre più drammaticamente le conseguenze
dannose di questo comportamento. La domanda è se questo dolore
sarà in grado di mutare il nostro comportamento collettivo e
individuale, dato il modo in cui alcune grandi potenze continuano a
calpestare gli accordi di Kyoto…
Un secondo passo ci porta a rinunciare a quanto noi potremmo
esigere con un certo diritto. Accontentarsi di un poʼ di meno, sentirsi
soddisfatti con poco o addirittura prendere ogni tanto distanza dal
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
pane quotidiano e digiunare. Diverse sono le motivazioni che
possono contribuire a questo: risparmiare privando la tua bocca di
cose che ti permettono di condividere più con gli altri, con chi è
nella necessità. Il distacco può essere un esercizio nel sistematico
liberarsi da piccoli idoli nella cui morsa cade la nostra libertà
interiore. Una sera senza televisione, una domenica senza
computer, recarsi a comprare il pane con la bici e non con lʼauto,
non bere alcolici per un tempo più lungo, trascorrere una giornata
senza discutere con alcuno, chiunque egli sia niente di tutto questo
è strettamente necessario. Non è necessario rinunciare a queste
cose, ma chi ritiene che valga la pena farlo, scopre sorgenti segrete
di libertà crescente.
Il terzo passo nel distacco, secondo una parola celebre di Juneid,
uno dei mistici musulmani più originali del IX secolo, è il seguente:
“Essere distaccati dal distacco stesso”. La virtù non ha più
conoscenza della sua pertinenza! Un distacco troppo consapevole
può comportare in maniera molto sottile una nuova forma di
attaccamento. Ironizza allora sulle tue osservanze e sulle nobili
forme di distacco!
Rompi il tuo digiuno e riserva unʼaccoglienza gioviale allʼospite
inatteso.
Piccole forme di rinuncia, esercitate quotidianamente, creano una
libertà capace di preparare il cuore per il giorno del grande
distacco. Piccole forme di attaccamento- cedere continuamente al
comfort, in modo seducente carpire sempre tutto con gli occhi, con
la bocca o con lʼorecchio- minacciano sistematicamente la
resistenza interiore: chi non sa dire mai “no”, diventa uno straniero
in casa propria, un dipendente assoluto dai capricci che si
scatenano, il giocattolo di un bambino degenerato.
(Benoît Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto)
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CamminoAdolescenti
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Sabato 10 Agosto
QUINTA TAPPA:
VILLALCAZAR DE SIRGA / TERADILLOS DE LOS
TEMPLARIOS
Le mesetas scorrono implacabili ma il paesaggio sembra fermo
nello spazio e nel tempo; elle giornate di sole la mancanza dʼombra
si fa sentire. Da Carrion de los Calzadilla ci sono 17 km di completa
solitudine: sentieri rettilinei che sembrano infiniti mettono a dura
prova la resistenza psicologica. Parte del sentiero è ciò che rimane
della via Traiana che collegava queste terre alla Francia. Ricordarsi
di rifornirsi dʼacqua e di qualche panino e frutta, in questo lungo
tratto non ci sono né fontane né negozi.
CON LO ZAINO IN SPALLA
Preghiera del mattino
Salmo 25
" O Dio, tu sei il mio Dio,
" dallʼaurora io ti cerco,
" ha sete di te l'anima mia,
" desidera te la mia carne
" in terra arida, assetata, senzʼacqua.
!
Così nel santuario ti ho contemplato,
" guardando la tua potenza e la tua gloria.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
" Poiché il tuo amore vale più della vita,
" le mie labbra canteranno la tua lode.
" Così ti benedirò per tutta la vita:
" nel tuo nome alzerò le mie mani.
" Come saziato dai cibi migliori,
" con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.
" Quando nel mio letto di te mi ricordo
" e penso a te nelle veglie notturne,
" a te che sei stato il mio aiuto,
" esulto di gioia allʼombra delle tue ali.
" A te si stringe lʼanima mia:
" la tua destra mi sostiene.
!
Ma quelli che cercano di rovinarmi
" sprofondino sotto terra,
!
siano consegnati in mano alla spada,
" divengano preda di sciacalli.
!
Il re troverà in Dio la sua gioia;
" si glorierà chi giura per lui,
" perché ai mentitori verrà chiusa la bocca.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
VUOTO
<<La qualità di un mazzo di fiori in un vaso
dipende dalla maniera in cui disponi il vuoto tra i
rami e i fiori>>, questo insegnava una signora
giapponese.
Chi ha imparato a inserire il vuoto nella propria organizzazione
del tempo, o addirittura negli spazi in cui vive, ha scoperto un
tesoro dentro la sua esistenza.
Quanto posto occupa il vuoto nella mia agenda? C'è qualcosa in
me simile a una zona di bonaccia, un piccolo quadrilatero come il
giardino interno dell'abbazia, in cui posso ritirarmi tra un'attività e
l'altra, un punto fermo dove è assente l'insidia o il dominio del gran
daffare, della critica o delle parole di lusinga? La ruota gira intorno a
un asse che a sua volta non gira. Come è possibile? Grazie al
vuoto che è intorno all'asse. Il vaso o il mestolo servono nella
misura in cui il loro spazio vuoto per raccogliere è ampio.
A fronte di una cultura della pienezza riecheggia il grido di una
cultura del vuoto. La pienezza urta contro tutto: una palla da
biliardo, un proiettile, una bomba. Strapiena, fino a esplodere,
chiassosa, invadente perché non sa che pesci pigliare: è questa in
ultima analisi la tendenza di una cultura dominata dalla pienezza, la
nostra cultura qui in occidente.
La cultura del vuoto crea spazio, sa entrare di nuovo in
relazione, insegna a digiunare senza angoscia, non rifugge il
silenzio né la lentezza, e tanto meno il dolce far niente. Tutte le più
grandi tradizioni parlano del vuoto in modo estremamente positivo o
paradossale.
Nel giudaismo si insegna come Dio creò il mondo mediante una
contrazione di se stesso. Egli fece zimzum, che letteralmente
significa: digiunò in se stesso, e creò dunque un vuoto in sé. Si
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
liberò uno spazio: l'altro da sé poteva cominciare a esistere.
Nacque la relazione.
Nel cristianesimo conosciamo - con Paolo - l'atto dell'
<<autosvuotamento>> mediante il quale Dio si è manifestato in
Cristo. La kenosis o svuotamento è l'atto in cui Cristo ci ha amati
sino alla fine. <<Egli spogliò se stesso, assumendo la condizione di
servo, e diventando simile agli uomini, umiliò se stesso facendosi
obbediente fino alla morte e alla morte di croce>>. Questo è il
contenuto concreto dell'autosvuotamento o kenosis di Gesù (cfr. Fil
2,7). Paolo chiede ai suoi diletti Filippesi di avere gli uni verso gli
altri gli stessi sentimenti che furono in Cristo. Anche noi <<non
dobbiamo cercare il nostro interesse>>, ma considerare l'altro
superiore a noi stessi, mettendo gli interessi degli altri al di sopra
dei nostri (cfr. Fil 2,1-4).
Coltivare il vuoto significa diventare poveri. Il farci poveri ci
permette di vedere il tutto in un legame di reciprocità. La purezza
apre lo sguardo e permette di vedere Dio. Chiarezza, trasparenza e
vuoto operano insieme e alla fine coincidono con il segreto dei
segreti. Il filosofo francese Louis Lavelle scrive per inciso nelle
annotazioni inedite: <<Ne rien avoir pour voi Dieu qui n'a rien et est
tout>> [Non avere niente per vedere Dio che non possiede nulla ma
è tutto].
(Benoît Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto)
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Domenica 11 Agosto
Cantico (Is 66)
preghiera del mattino
Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa tutti voi che lʼamate.
Sfavillate con essa di gioia
tutti voi che per essa eravate in lutto.
Così sarete allattati e vi sazierete
al seno delle sue consolazioni;
succhierete e vi delizierete
al petto della sua gloria.
Perché così dice il Signore:
«Ecco, io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la pace;
come un torrente in piena, la gloria delle genti.
Voi sarete allattati e portati in braccio,
e sulle ginocchia sarete accarezzati.
Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò;
a Gerusalemme sarete consolati.
Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,
le vostre ossa saranno rigogliose come lʼerba.
La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi,
ma la sua collera contro i nemici.
(Isaia 66,10-14)
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
FESTA
<<Bisognava far festa, poiché questo tuo fratello è
tornato a casa>>. Così dice Gesù in una delle sue
parabole più celebri, quella del figlio prodigo. La
festa ci vuole. E' un obbligo. Questo è il pensiero di
Gesù e lo dice ai farisei, che la pensano alla stessa
maniera. La festa è un obbligo biblico. I farisei lo sentono. Le loro
regole stimolano il pio ebreo sul modo in cui egli deve riempire la
festa. Il baricentro in una festa religiosa è che la festa è di Dio.
Nella festa l'uomo partecipa della gioia di Dio. Lascia dunque che
l'uomo sia contento. La gioia diviene un obbligo per condividere la
gioia di Dio. Devi dunque superare te stesso ed entrare nella gioia
del nostro Signore. Per l'uomo di indole narcisistica una tale visione
delle feste è quasi insopportabile. Fare festa allora viene etichettato
come <<cosa difficile>>.
Al ritorno dall'esilio Esdra convoca una grande assemblea
popolare davanti al tempio di Gerusalemme. Viene letta e
commentata la Legge di Mosè, per tutta la mattinata. La gente
piange, profondamente toccata. I sacerdoti, gli scribi e i leviti
debbono motivare il popolo:
Questo giorno è consacrato al signore vostro Dio; non fate lutto
e non piangete! Perché tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava
le parole della legge. Ed essi dissero: <<Andate, mangiate carni
grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla
hanno preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore
nostro. Non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la nostra
forza>>. I leviti calmavano tutto il popolo dicendo: <<Tacete, perché
questo giorno è santo: non vi rattristate!>>. Tutto il popolo andò a
mangiare, a bere, a mandare porzioni ai poveri e a far festa, perché
avevano compreso le parole che erano state proclamate (Ne 8,
9-12).
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
La festa ci vuole. La gioia del Signore è la nostra forza! In questo
testo del V-IV secolo a.C., vediamo i tratti chiari di una vera filosofia
ebraica della festa. Il sabato poi è diventato la festa per
antonomasia. E anche se si è in lutto, la gioia del sabato è più
grande del nostro cuore triste. Alcuni giorni dopo che la guerra del
Kippur era scoppiata (1973), gli ebrei festeggiarono la Festa delle
Capanne. Di tutte le feste di pellegrinaggio questa è la più gioiosa.
Indossando un abito bianco, la sera prima Golda Meir apparve al
telegiornale e augurò ai cittadini <<la gioia della festa>> (Hag
sameach). Si era in piena guerra e alcuni giovani erano caduti su
entrambi i fronti. Ma la prima cosa che ella comunicò fu la gioia,
come cosa evidente, a causa della festa.
La festa è l'orizzonte di tutto ciò che viviamo. Ci troviamo
sempre tra due feste, e ci muoviamo di festa in festa, in un ciclo che
non è semplicemente un girotondo, ma assicura un'ascesa.
Peraltro, la festa più grande deve ancora venire. La fine del tempo
è una festa: è quanto ci insegna la tradizione biblica e liturgica. Il
tempo che viviamo è un tempo di preparazione a quella festa.
Comportiamoci allora come invitati. L'ingresso alla sala della festa
non è così automatico: ti si aspetta con il vestito adatto! Da questa
immagine possiamo capire che già sin da adesso dobbiamo essere
degli invitati attraverso tutto il nostro comportamento.
Qualunque cosa facciamo, non perdiamo mai di vista la festa
futura. Allorchè Gesù sedette a tavola con i suoi per l'ultima volta,
fece girare il calice e disse: <<Non berrò più del frutto della vite
finché non lo berrò di nuovo nel regno di Dio>>. Non bere più
significa digiunare, simbolo della morte. Egli annuncia dunque la
Sua morte. Ma pieno di fiducia ha lo sguardo rivolto alla festa: nel
Regno di Dio si berrà, festosamente! Anche in quest'ora di
sofferenza Egli continua a desiderare la festa di Dio!
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Lunedì 12 Agosto
SESTA TAPPA:
DE VALCARCE / TRIACASTELA
Tappa impegnativa per il dislivello da compiere: nella prima parte,
da Vega de Valcarce al Cebreiro, si sale un dislivello si 700 metri.
Poco prima di arrivare al Cebreiro si lascia la Castilla y Leon e si
entra in Galicia, provincia di Lugo. È una full immersion nel verde.
Scendendo dal Cebreiro
ci sono viste spettacolari sulle valli
sottostanti che sembrano non finire mai. Si cammina per umidi
boschi, si attraversano pascoli sempre più aperti e sʼincominciano a
vedere i caratteristici horreos. Santiago è ora più vicina. Per un poʼ
si cammina in alto, poi si inizia la lunga discesa che ci porterà
allʼAlto del Pojo per poi riprendere a scendere fino a Triacastela.
Si attraversano costellazioni di piccoli villaggi che hanno assistito
per secoli al passaggio dei pellegrini. In Galicia la maggior parte
degli albergues sono gestiti dalla Xunta de Galicia e sono gratis,
raramente viene chiesta unʼofferta, ma sono un poʼ standardizzati.
CON LO ZAINO IN SPALLA
Preghiera del mattino
Salmo 25
Alef
Non irritarti a causa dei malvagi,
""
!
"
non invidiare i malfattori.
Come lʼerba presto appassiranno;
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Bet"
""
come il verde del prato avvizziranno.
""
""
Confida nel Signore e faʼ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
""
""
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.
Ghimel""
""
""
""
!
Dalet" "
He"
Vau"
Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno.
Staʼ in silenzio davanti al Signore e spera in lui;
""
""
non irritarti per chi ha successo,
per lʼuomo che trama insidie.
""
""
Desisti dallʼira e deponi lo sdegno,
non irritarti: non ne verrebbe che male;
""
""
perché i malvagi saranno eliminati,
ma chi spera nel Signore avrà in eredità la terra.
!
"
""
!
"
""
Ancora un poco e il malvagio scompare:
cerchi il suo posto, ma lui non cʼè più.
I poveri invece avranno in eredità la terra
e godranno di una grande pace.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
GUARIRE IL QUOTIDIANO
I nostri litigi da questa parte del mondo dobbiamo
viverli in maniera tale da continuare ad essere
degni della festa. Colui che oggi probabilmente
vorrei mandare a quel paese, lo incontrerò presto
alla tavola celeste… E se questo proprio non mi va, allora ci sono
grandi possibilità che anche io venga escluso da quel tavolo! La
prospettiva della festa stravolge tutti i nostri veti. Quando Tommaso
Moro si trovò davanti al suo boia, quello che lo avrebbe decapitato
su ordine di re Enrico VIII, disse di pregare Dio affinché il re
rinsavisse. Egli sperava che si sarebbero incontrati, come un tempo
Stefano, nell'ora della sua morte, pregò per Saulo, il suo
persecutore.
Ora essi sono insieme e condividono la stessa gioia, Stefano e
Paolo, accolti insieme in quell'unica comunione dei santi. Facciamo
in modo di valutare bene i nostri conflitti più dolorosi alla luce di
quel futuro di festa, e condividiamo generosamente con tutti il
tempo che ci rimane.
Gli ebrei vivono <<di sabato in sabato>> e ogni venerdì sera
avviene in ogni famiglia un secondo matrimonio: la regina Sabato fa
il suo ingresso, salutata come una sposa. E ogni sabato sera (il più
tardi possibile!) ha luogo un piccolo rito di separazione (havdalah),
poiché la regina Sabato lascia di nuovo la comunità. Per non
dimenticare tuttavia il buon profumo del sabato, si distribuisce una
spezia profumata. Ognuno annusa il profumo del sabato. L'olfatto è
il più potente organo della memoria dell'uomo! A venerdì della
prossima settimana dunque!
Secondo Godfried Bomans i fiamminghi vivono <<di festa in
festa>>. Un tratto borgognone? Un profondo riflesso cristiano?
Entrambi? Chi soggiorna come ospite in un'abbazia benedettina,
può stupirsi: tutti i momenti sono buoni per far festa! Accanto alle
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
feste liturgiche ci sono i compleanni e le feste dei santi e dei
patroni, o semplicemente l'eccezione della visita di un ospite.
L'occasione più piccola è propizia per segnare la differenza: si
mesce un boccale di birra o si apre una bottiglia di vino, un mazzo
di fiori adorna il tavolo dove siede il festeggiato, c'è della cioccolata
e del caffè ecc.
La festa rompe la quotidianità. Ci sono solo due modi di
mangiare: to feast or to fast - <<fa festa o digiuna>> (mons. Fulton
Sheen). Gesù viveva in modo analogo. Ugualmente fanno i poveri. I
monaci in principio non vivono diversamente. Non puoi <<tutti i
giorni banchettare lautamente>> come si racconta nella parabola
del ricco epulone e il povero Lazzaro. Anche all'inizio del libro di
Giobbe vediamo nei figli e nelle figlie di Giobbe quella pratica strana
di far festa ogni giorno della settimana. Ciò che è normale qui
diventa eccezionale e la festa viene ridotta a banalità. La
contraddizione è più che evidente. E' garantito che racconti simili
finiscono in catastrofi. Ma come vive oggi il benestante cittadino
occidentale? Come va a finire, prima o poi, questo racconto? Una
cultura che non digiuna più e che ha di mira soltanto il divertimento
e la festa non è una cultura in pericolo, per se stessi e per gli altri?
Il fenomenologo P. Libert van der Kerken scrisse negli anni
Cinquanta un articolo pungente sulla festa. Nell'ultima riga egli
osservava che in un'ottica cristiana deve essere possibile provare
l'eccezionale fin nelle cose normali. Deve essere infatti qualcosa
come una <<festa quotidiana>>. A chi vive in silenzio e modestia, si
disgela in tutto l'umile festa della grazia. <<Tutto è grazia>>. Noi
viviamo <<di grazia in grazia>>. Un sorriso di Dio pervade
l'esistenza del bambino e di tutti coloro che come un bambino
<<rispondono alla sua grazia>>. La festa comincia a intravedersi.
Già sin da ora.
(Benoît Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto)
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Adolescenti e giovani e che camminano 21-30 luglio 2009
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“distante circa sette miglia da Gerusalemme…” Lc 24,13
3 L’ a n i m o c o n i l q u a l e s o n o p a r t i t o …
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“di tutto quello che era accaduto” Lc 24,14
3 Gli incontri della giornata…
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“c h e s o n o q u e s t i d i s c o r s i ? ” L c 2 4 , 1 7
3 Ciò di cui ho parlato…
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Adolescenti e giovani e che camminano 21-30 luglio 2009
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”col volto triste” Lc 24,17
3 Le mie fatiche nel cammino…
“Tu solo sei così forestiero” Lc 24,18
3 Dove mi sono scoperto viandante
Il racconto di viaggio di oggi
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Martedì 13 Agosto
SETTIMA TAPPA:
TRIACASTELA / PORTOMARIN
Tappa lunga e faticosa per i numerosi saliscendi.
Appena fuori da Triacastela si può seguire il Camino che, via San
Cristobo e Renche, va al Monastero di Samos e raggiunge
Anguiada, a circa 21 km. Oppure si può optare per il percorso
alternativo che , via Balsa e San Xil, va a Montan e Fuerla poi
Calvor e raggiunge Anguiada dopo 14 km; da Anguiada cʼè il solo
Camino sino a Sarria e Portomarin.
Il Camino, via meridionale, è di circa 18 km più lungo ma con meco
saliscendi, segue la bella valle del Rio Ouribio e da la possibilità di
visitare il Monastero de Samos.
Il persorso alternativo, via settentrionale, è ritenuto più antico e
quindi tradizionale. Entrambi sono bei percorsi su strade di
campagna e sterrati. Si cammina tra fitti boschi e pascoli rigogliosi,
ruscelli, ponticelli e fontane. Si attraversa una moltitudine di piccoli
villaggi dalle case di pietra e legno, ciascuno col proprio horreo per
il granoturco. Infine si arriva a Portomarin, adagiato sul lago
artificiale.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
CON LO ZAINO IN SPALLA
Preghiera del mattino
Salmo 139
" Signore, tu mi scruti e mi conosci,
" tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
" intendi da lontano i miei pensieri,
" osservi il mio cammino e il mio riposo,
" ti sono note tutte le mie vie.
" La mia parola non è ancora sulla lingua
" ed ecco, Signore, già la conosci tutta.
" Alle spalle e di fronte mi circondi
" e poni su di me la tua mano.
" Meravigliosa per me la tua conoscenza,
" troppo alta, per me inaccessibile.
" Dove andare lontano dal tuo spirito?
" Dove fuggire dalla tua presenza?
" Se salgo in cielo, là tu sei;
" se scendo negli inferi, eccoti.
" Se prendo le ali dellʼaurora
" per abitare allʼestremità del mare,
!
anche là mi guida la tua mano
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
" e mi afferra la tua destra.
!
Se dico: «Almeno le tenebre mi avvolgano
" e la luce intorno a me sia notte»,
!
nemmeno le tenebre per te sono tenebre
" e la notte è luminosa come il giorno;
" per te le tenebre sono come luce.
!
Sei tu che hai formato i miei reni
" e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
!
Io ti rendo grazie:
" hai fatto di me una meraviglia stupenda;
" meravigliose sono le tue opere,
" le riconosce pienamente lʼanima mia.
!
Non ti erano nascoste le mie ossa
" quando venivo formato nel segreto,
" ricamato nelle profondità della terra.
!
Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi;
" erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati
" quando ancora non ne esisteva uno.
!
Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
" quanto grande il loro numero, o Dio!
!
Se volessi contarli, sono più della sabbia.
" Mi risveglio e sono ancora con te.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
!
Se tu, Dio, uccidessi i malvagi!
" Allontanatevi da me, uomini sanguinari!
!
Essi parlano contro di te con inganno,
" contro di te si alzano invano.
!
Quanto odio, Signore, quelli che ti odiano!
" Quanto detesto quelli che si oppongono a te!
!
Li odio con odio implacabile,
" li considero miei nemici.
!
Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore,
" provami e conosci i miei pensieri;
!
vedi se percorro una via di dolore
" e guidami per una via di eternità.
LA PREGHIERA DI GESU
LA PRATICA
È cosa buona e giusta ogni tanto prendersi del
tempo per dedicarsi a questa preghiera in maniera
perseverante e consapevole, per esempio una
mezzʼora al giorno. Che la preghiera poi semplicemente ritorni in
momenti inaspettati, non desterà più meraviglia. Le invocazioni
scorreranno sul fondo del cuore come un ruscello interiore che
gorgolia, persino di notte. Nello zampillare spontaneo della
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
preghiera la formula può assumere forme molto più brevi: “Signore,
pietà”, oppure ancora più concisa: “Gesù, Gesù, Gesù”. Spesso ci
si accontenta della parte che riguarda la professione di fede
tralasciando la supplica. Nella professione cʼè tutto: il
riconoscimento, lʼaccoglimento delle proprietà di Dio e una
realizzazione intima della relazione. Unʼeremita portoghese dei
nostri giorni, nei pressi di Betlemme si limitava a dire: “Sì, Abba,
Gesù, Amore”. Con la parola “Sì” lʼanima si volge allʼorigine, il
Padre, che si rivela in Gesù come Spirito eterno dʼamore. Via per
via le parole si rincorrono lʼuna con lʼaltra: ciò che è primo diventa
ultimo. La parola “Sì” di Maria a Nazaret trova la sua forza interiore
nel “Sì” liberante del figlio, che in sé rivela e accoglie nel contempo
il Sì-Amen del Padre e Creatore di tutto. La croce che abbraccia
lʼaltezza e la larghezza, la distanza e la profondità, splende in
mezzo alle quattro semplici parole, che cominciano a illuminare e
ardere nel cuore adorante ognuna come un altro Nome di Dio.
Se cerchiamo durante il giorno un luogo appartato e un momento di
silenzio, allora possiamo incominciare nel modo seguente: senza
fretta e con attenzione di fede. Inizialmente faresti bene ad usare la
voce. Generalmente si è soliti recitarne un centinaio alla volta.
Allʼuopo esistono delle corone adatte.
Comincia preferibilmente con lentezza, facendo attenzione sia alle
parole sia alla respirazione. Mezzʼora per ogni cento, insegnava un
maestro russo del XIX secolo (I. Briantechaninov); i padri facevano
con la stessa attenzione e lentezza. In principio bastano quindici
minuti per un centinaio di preghiere; allora possiamo sempre
rallentare il ritmo. Dopo dieci, venti volte troviamo il ritmo giusto,
che non dovrà essere necessariamente costante, ma piuttosto
essere stimolato dal silenzio che abbraccia ogni parola e
lʼarricchisce.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Anche la lingua con cui preghiamo non deve essere sempre la
stessa. In ogni lingua subentra nella preghiera unʼaltra cultura e
unʼaltra comunità ecclesiale. Una volta mi è capitato di dire una
preghiera ad alta voce in slavo (Gospodi pomilui, Yesu Christu
[Signore abbi pietà, Gesù Cristo]). Quanto sono stato grato di
conoscerla, cosicchè lʼho potuta ripetere durante le settimane, le
interminabili settimane, di guerra nel Kosovo.
Puoi tenere gli occhi fissi su unʼicona. Ogni icona rimanda al cuore:
non appena sei nel tuo cuore, puoi chiudere i tuoi occhi. Ti senti un
poʼ assente, allora basta uno sguardo allʼicona per ritrovare di
nuovo il tuo cuore destro. Lʼicona è un sostegno per la preghiera
del cuore.
Inizio e fine della preghiera è sempre lo Spirito Santo. Non
cominciare mai senza invocarLo, così insegna un monaco dʼoriente.
Del resto, senza lo Spirito Santo non è data preghiera “come
desidera il Padre” (cfr. Gv 4,23: “in spirito e in verità”, perché il
padre cerca simili adoratori). La prima parola della preghiera di
Gesù è peraltro: “Gesù è il signore...”. ora Paolo insegna che
nessuno può dire: “Gesù è il Signore, se non lo Spirito Santo” (1Cor
12,3). Nella preghiera di Gesù, accogliamo dunque lo Spirito Santo
– questo dono pasquale di Dio Padre per mezzo del Cristo risorto
(cfr. Gv 20,22). La pietà e il perdono dei peccati che invochiamo,
coincidono con lʼinabilitazione dello Spirito Santo. Così Egli è in
maniera molto consapevole anche il fine ultimo del nostro pregare.
Lʼattenzione per la preghiera di Gesù opera trasformando. Non in
modo mezzanico (e per alcuni ciò che resta una tentazione contro
la quale debbono armarsi), ma secondo i tempi della grazia, come
un processo in cui lo Spirito ne è la forza motrice. Siamo qui in
presenza di qualcosa di più di uno sforzo continuo. Bisogna lasciare
che lo Spirito compia la sua opera, la nostra santificazione sino alla
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
fine. Permettiamo dunque che la preghiera ininterrotta ci ancori in
questo processo divinizzante che ha preso il suo avvio dal
battesimo e giungerà al suo compimento solo nella contemplazione
del Volto di Dio. Con questa speranza gioiosa il nostro grazie
diventa un fuoco silenzioso, nutrito da Dio stesso, Padre, Figlio e
Spirito, adesso e fino allʼeternità.
(Benoît Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto)
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Mercoledì 14 Agosto
OTTAVA TAPPA:
PORTOMARIN / MELIDE
Tappa simile alla precedente, con paesaggi che variano in
continuazione, e si alternano fra loro; boschi, prati, pascoli, piccoli
paesi e villaggi, torrenti e ponti ed innumerevoli saliscendi. Da
Portomarin a Hospital de la Cruz si fiancheggia, ora a destra ora a
sinistra, la cerretera nacional, poi si percorrono strade secondarie,
con le salite della Sierra Ligonde e dallʼAlto do Rosario si raggiunge
Palas de Rei. Da qui fino a Melide il Camino segue bellissimi
sentieri ed in questʼultima parte si sale, per poi ridiscendere,
attraversando tre vallate, in gran parte immerse nei boschi.
CON LO ZAINO IN SPALLA
Preghiera del mattino
Salmo 46
!
Dio è per noi rifugio e fortezza,
" aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
" Perciò non temiamo se trema la terra,
" se vacillano i monti nel fondo del mare.
" Fremano, si gonfino le sue acque,
" si scuotano i monti per i suoi flutti.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
" Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
" la più santa delle dimore dellʼAltissimo.
" Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
" Dio la soccorre allo spuntare dellʼalba.
" Fremettero le genti, vacillarono i regni;
" egli tuonò: si sgretolò la terra.
" Il Signore degli eserciti è con noi,
" nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
" Venite, vedete le opere del Signore,
" egli ha fatto cose tremende sulla terra.
!
Farà cessare le guerre sino ai confini della terra,
" romperà gli archi e spezzerà le lance,
" brucerà nel fuoco gli scudi.
!
Fermatevi! Sappiate che io sono Dio,
" eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.
!
Il Signore degli eserciti è con noi,
" nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
OSPITALITAʼ
Lʼospitalità è una pratica. Lʼospitalità è anche
chiamata a diventare una categoria dellʼesistenza.
In tutte le grandi tradizioni esistono racconti scritti
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
che narrano di unʼospitalità esemplare. Del resto, lʼospite che
passa, inatteso, imprevisto, è forse un inviato, un angelo, un Ermes,
sì, chissà che non si Dio stesso che viene a trovarci! I poemi epici
di Omero sono pieni di scene in cui uno straniero viene accolto con
timore quale inviato da Dio. E chi accoglie divinamente, è
ricompensato divinamente. Nelle prime pagine della Bibbia,
Abramo, il primo patriarca, riceve la visita di Dio, il Signore, nellʼora
più calda del giorno, presso le querce di Mamre. La sua ospitalità è
proverbiale, ma quanto Dio gli promette supera ogni aspettativa:
“tornerò da te fra un anno e a quella data tua moglie avrà un figlio!”.
Sara, la donna che nella tenda ha preparato tutto il pasto ride, ride
incredula. Ma un anno dopo nasce Isacco, il figlio del riso, il frutto
dellʼospitalità prodiga della coppia di anziani.
Lʼospitalità è destinata a diventare una categoria essenziale per
ogni civiltà degna di questo nome. Ancor più del dialogo, lʼospitalità
è una forma in cui differenti civiltà, culture, religioni e visioni del
mondo si incontrano. La grande sfida dei nostri giorni consiste
nellʼaccoglienza reciproca nella verità. È chiaro che questo va ben
oltre lʼarte del dialogo: nellʼospitalità si accoglie lʼaltro con tutto il
suo essere, anche oltre le parole. Nel “dialogo” risiede ancora il
concetto di logos (parola) e soprattutto in oriente domina una
grande sfiducia nei confronti delle “parole”. Il linguaggio concreto
del corpo non mente nellʼaccoglienza ospitale. Tu accogli lʼaltro con
gesti che richiedono tempo e impegnano il cuore.
Tra i più originali e creativi pensatori in fatto di ospitalità del secolo
scorso possiamo considerale Louis Massignon (1883-1962). Egli
era un pioniere nel dialogo con lʼIslam. Relativamente giovane si
era dedicato allʼarabo. Mentre il colonialismo trionfava, come
giovane studioso si mise al servizio delle truppe francesi per fare
lavoro di ricerca archeologica e storico-scientifica. Soggiornò al
Cairo e a Bagdad
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
La svolta nella sua vita avvenne nel mese di maggio del 1908,
durante una spedizione in Iraq. Sospettato di essere un possibile
“spia”, venne catturato e imprigionato e si rese conto
improvvisamente che la sua vita era minacciata. Al colmo della
sventura, fu colpito da un attacco di malaria. Per un attimo pensò al
suicidio. Una famiglia ebbe il coraggio di accoglierlo e di
nasconderlo a rischio della propria incolumità. Quellʼospitalità, in
virtù del sacro diritto che mai si consegna un ospite e mai si
tradisce alla parola data, fu per Massignon – allora venticinquenne
– una rivelazione diretta di chi Dio vuole essere. Grazie ai
musulmani egli ritrovò la sua fede cristiana. In quel momento di crisi
egli invocò Dio nella lingua degli altri, lʼarabo, e con espressioni che
egli aveva imparato grazie ai suoi studi sul mistico musulmano
Mansur al Hallaj. Il suo tentativo di porre fine alla propria vita si
mutò in unʼirruzione di fuoco divino, egli vide la sua assoluta nullità,
sopraffatto da un bagliore: il nome dellʼIneffabile.
Con alcuni passi tratti dai suoi scritti vogliamo provare a rendere
omaggio allʼazione innovatrice di questo pioniere.
Sono gli arabi che mi hanno insegnato la religione dellʼospitalità;
quarantʼanni fa, arrestato, in pericolo di vita, accusato di spionaggio
dal colonialismo. Ma ero loro ospite e sono stato salvato: rilasciato
dopo tre giorni per rispetto di Dio, per lʼOspite.
Il tempo della conversione reciproca per noi è arrivato.
Lʼospitalità è il compimento più alto delle opere di misericordia, […]
Anche se si dice che ci sono otto opere di misericordia, nel più
profondo ne esiste solo una: la sacra ospitalità che dà fede
allʼospite, a quel misterioso straniero, a quello sconosciuto che è
Dio stesso, così come Lui nella sua fragilità vuole consegnarsi a noi
in maniera disarmante.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
La prima forma di contatto tra due civiltà, per quanto siano primitive
e nemiche, è il principio dellʼospitalità. Lʼospitalità presuppone che
lo straniero, il nemico ha comunque qualcosa da darci.
La verità la si trova soltanto esercitando lʼospitalità.
Saremo salvi solo grazie a una certa tecnica del diritto di asilo, del
salam Allah, dellʼospitalità che si offre…
Viene il giorno in cui Dio ci farà riscoprire il significato escatologico
della sacra Ospitalità per la salvezza dellʼumanità.
(Benoît Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto)
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Giovedì 15 Agosto
NONA TAPPA:
MELIDE / ARCAʼO PINO
Tappa medio- lunga ma non difficile: ci sono diversi saliscendi ma
contenuti in dislivelli accettabili, anche se qualche salita fa un poʼ
tribolare, in particolare se la giornata è calda. Si attraversano
numerose aree boschive, ma le querce ed i castagni ed i pini
spariscono a poco a poco per far posto agli eucalipti. I ruscelli si
susseguono ad un ritmo crescente e la tentazione di fermarsi,
togliersi le scarpe e riposare un poʼ con i piedi nellʼacqua, diventa
irresistibile. Piccoli villaggi appaiono e spariscono rapidamente alle
nostre spalle, simili gli uni agli altri e subito dimenticati.
CON LO ZAINO IN SPALLA
Preghiera del mattino
Salmo 133
" Ecco, comʼè bello e comʼè dolce
" che i fratelli vivano insieme!
" È come olio prezioso versato sul capo,
" che scende sulla barba, la barba di Aronne,
" che scende sullʼorlo della sua veste.
" È come la rugiada dellʼErmon,
" che scende sui monti di Sion.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
" Perché là il Signore manda la benedizione,
" la vita per sempre.
AMICIZIA
Come la giri e come la volti, nel nostro mondo
occidentale lʼamicizia continua pur sempre a far
parte dei valori più alti della nostra esistenza. Le
radici di questa singolare considerazione sono
molto antiche: sono di origine dorica e hanno nutrito la più antica
cultura greca. Nellʼantichità tutti i pensatori di rilievo hanno fatto
risuonare un inno allʼamicizia: Pitagora, Platone, Aristotile, gli
storici, Epicuro, Cicerone. La definizione che questʼultimo ha dato
dellʼamicizia è stata in occidente sempre oggetto di riflessione e di
chiarimento: “Lʼamicizia non è altro che perfetto accordo sulle cose
umane e divine accompagnato da una affettuosa benevolenza”.
Egli vi aggiunge, come la più grande lode dellʼamicizia: “Non so se,
eccettuata la sapienza, sia stato dato nulla di meglio allʼuomo, da
parte degli dei immortali”.
Tra tutti i valori che la cultura greco-romana era in grado di offrire,
non ce nʼè alcun altro che il giovano movimento cristiano ha
assunto in maniera così diretta come lʼamicizia. Già nel Nuovo
Testamento Paolo, Luca e Giovanni raccomandarono proprio
quellʼantico valore dellʼamicizia nel momento in cui vantavano il loro
nuovo ideale di vita. La stessa linea viene portata avanti dai primi
padri della Chiesa, in particolare da Agostino, il quale, prima ancora
di diventare cristiano, aveva fatto completamente proprio questo
ideale di amicizia, grazie ai suoi contatti con i circoli filosofici
pitagorici. Anche per i cappadoci Basilio il Grande e Gregorio
Nazianzeno lʼamicizia è centrale. La tradizione monastica
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
comprenderà in tutte le sue regole il concetto chiave di koinonia
(che rimanda alla pratica “di mettere in comune e condividere
tutto”), a cominciare da pacomio (IV secolo), il vero fondatore della
vita monastica comunitaria.
Ogni volta che nel corso della storia prorompe un rinascimento
della vita spirituale, vediamo un risveglio dellʼesperienza e della
riflessione circa lʼamicizia. Bernardo ne è un esempio eccellente.
Basta pensare ad Aelredo di Rielvaulx e a Guglielmo di SaintThierry. Anche alla scuola di Domenico con Giordano di sassonia e
diana vediamo fiorire lʼamicizia secondo nuovi accenti. Ai giorni
nostri cʼè stato un nuovo esperimento di vita monastica presso i
protestanti, sotto lʼispirazione di Roger Schutz a Taizè, che di fatto
ha significato una riscoperta dellʼamicizia – vedi lʼopera classica di
fratel Yann Fentener von Vissingen di Taizè, duetto e duello. Una
dissertazione sullʼamicizia, 1966. Ancora più recentemente troviamo
in Jaques Derrida una ricerca rinnovata nella tradizione filosofica di
tracce di amicizia, sia interpersonale sia politica (Politiche
dellʼamicizia, 1994)
Cosa caratterizza allora lʼarte di vivere lʼamicizia? Molti detti brevi ci
rimandano al suo nucleo:
-Gli amici condividono tutto. Hanno tutto in comune. Anche il loro
tentativo spirituale di condividere tutto lʼuno con lʼaltro. È quanto
osserva la Regola di Taizè. La proprietà comune delle cose
materiali non è evidentemente sufficiente.
-Gli amici sono “un cuore solo e unʼanima sola”. Essi posseggono
“unʼanima sola in due corpi”. Lʼamico è “la seconda metà della mia
anima” (dimidium animae meae). Essi “vogliono la stessa cosa e
rifiutano la stessa cosa” (idem velle, idem nolle).
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
-Gli amici sono pronti a sacrificare tutto lʼuno per lʼaltro, persino la
loro vita. “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita
per i propri amici” (Gv 15,13). Essi dunque guardano insieme anche
il volto della morte, e “né morte né vita li potranno separare lʼuno
dallʼaltro”.
-Alcuni detti sottolineano lʼunicità dellʼamico e dunque lʼimpossibilità
di avere molti amici: “non ha nessun amico colui per il quale molti
sono amici” (Aristotele). Tuttavia sia gli storici sia gli epicurei
affermavano che ogni uomo è un amico virtuale (vedi anche Louis
Lavelle, in la conduite à lʼégard dʼautrui). Lʼamicizia ha una
dimensione selettiva, e allora solo un paio e spesso uno solo sarà
realmente “amico” per la vita. Lʼamicizia ha tuttavia anche una
dimensione universale: ogni uomo, anche un estraneo e persino un
nemico, è un amico potenziale. Lʼamicizia può diventare poi una
virtù politica.
-Lʼamicizia è possibile solamente tra persone che esercitano la
virtù. “Solo tra i perfetti regna lʼamicizia”. La vera amicizia è
profondamente esigente: ciascuno esige dallʼaltro il massimo: il
massimo della bellezza, della nobiltà e della generosità. Gli amici
non sono degli alleati che hanno fatto un accordo, ma poi ognuno
va per la sua strada, una volta in maniera sregolata e unʼaltra volta
seguendo dei principi etici. Aristotele distingueva già tra il costituire
delle bande, con regole comuni riconosciute ma senza le più alte
esigenze etiche, e la formazione di una vera amicizia. I delinquenti
possono costituire una banda, ma guardiamoci dal definire questa
cosa “amicizia”.
-Nellʼamicizia regna grande libertà. Non le appartiene alcun
comportamento coercitivo. Lʼamicizia regge anche la distanza del
tempo e nello spazio. Nellʼambito dellʼamicizia due cose hanno
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
sempre avuto un grande rilievo: la lettera e la conversazione
piacevole.
(Benoît Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto)
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Adolescenti e giovani e che camminano 21-30 luglio 2009
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“distante circa sette miglia da Gerusalemme…” Lc 24,13
3 L’ a n i m o c o n i l q u a l e s o n o p a r t i t o …
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“di tutto quello che era accaduto” Lc 24,14
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Adolescenti e giovani e che camminano 21-30 luglio 2009
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”col volto triste” Lc 24,17
3 Le mie fatiche nel cammino…
“Tu solo sei così forestiero” Lc 24,18
3 Dove mi sono scoperto viandante
Il racconto di viaggio di oggi
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Venerdì 16 Agosto
DECIMA TAPPA:
ARCAʼO PINO / SANTIAGO DE COMPOSTELA
La prima parte della tappa si svolge ancora tra boschi di alti ed
onnipresenti eucalipti. Si passa San Anton, Amenal, Cimadevila e
San Paio, alla cui sinistra sʼintravede il modernissimo aeroporto.
Siamo a Labacolla, un tempo i pellegrino si lavavano nelle acque
del Rio Labacolla per poi presentarsi alla tomba dellʼapostolo nel
miglior stato possibile: era un rito di purificazione.
Si attraversa unʼampia area verde fino al Monte do Gozo (o Mon
Xoi in galego), Monte della Gioia, è meglio godersi lʼombra e la
pace di questi boschi perché, appena sʼinizia a scendere dal monte,
si cammina sullʼasfalto della periferia. Fermatevi un attimo anche
nella Capilla de San Marcos, prima di scendere dal monte: anche
questa chiesetta è parte integrante del Camino. Si passa San
Pedro, la Puerta del Camino, le viuzze strette e piene di vita che
escludono la vista sulla città, la Via Sacra, Calle de Azabacheria ed
ecco, finalmente Plaza del Obradoiro… la Cattedrale… solo 33
gradini ci separano dal Portico della Gloria.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
CON LO ZAINO IN SPALLA
Preghiera del mattino
Salmo 133
" Alleluia.
"
" Lodate il nome del Signore,
" lodatelo, servi del Signore,
" voi che state nella casa del Signore,
" negli atri della casa del nostro Dio.
" Lodate il Signore, perché il Signore è buono;
" cantate inni al suo nome, perché è amabile.
" Il Signore si è scelto Giacobbe,
" Israele come sua proprietà.
" Sì, riconosco che il Signore è grande,
" il Signore nostro più di tutti gli dèi.
" Tutto ciò che vuole
" il Signore lo compie in cielo e sulla terra,
" nei mari e in tutti gli abissi.
" Fa salire le nubi dallʼestremità della terra,
" produce le folgori per la pioggia,
" dalle sue riserve libera il vento.
" Egli colpì i primogeniti dʼEgitto,
" dagli uomini fino al bestiame.
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" Mandò segni e prodigi
" in mezzo a te, Egitto,
" contro il faraone e tutti i suoi ministri.
!
Colpì numerose nazioni
" e uccise sovrani potenti:
!
Sicon, re degli Amorrei,
" Og, re di Basan,
" e tutti i regni di Canaan.
!
Diede in eredità la loro terra,
" in eredità a Israele suo popolo.
!
Signore, il tuo nome è per sempre;
" Signore, il tuo ricordo di generazione in generazione.
!
Sì, il Signore fa giustizia al suo popolo
" e dei suoi servi ha compassione.
!
Gli idoli delle nazioni sono argento e oro,
" opera delle mani dellʼuomo.
!
Hanno bocca e non parlano,
" hanno occhi e non vedono,
!
hanno orecchi e non odono;
" no, non cʼè respiro nella loro bocca.
!
Diventi come loro chi li fabbrica
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" e chiunque in essi confida.
!
Benedici il Signore, casa dʼIsraele;
" benedici il Signore, casa di Aronne;
!
benedici il Signore, casa di Levi;
" voi che temete il Signore, benedite il Signore.
!
Da Sion, benedetto il Signore,
" che abita in Gerusalemme!
"
" Alleluia.
RESURREZIONE
Una spiritualità della resurrezione inizia con il
nucleo forte della testimonianza di fede degli
apostoli. Essi sono stati testimoni di quanto hanno
appreso da Dio. Il loro parlare è radicato in una
parola di Dio. E quella parola è sempre un atto trasformante. Dio ha
fatto loro conoscere che Gesù, rigettato degli uomini e messo a
morte, ora vive. Dio ha condiviso è legittimato in maniera assoluta
quella vita consegnata. La morte non è lultima parola su questo
esistenza. Dio stesso lo ha fatto conoscere agli apostoli ed essi ne
sono divenuti testimoni audaci e gioiosi. Ebbene ciò che Dio dice qui, come una potente autorivelazione,
tale era non solo una volta, incidentalmente in un determinato
momento di tutta la storia umana. Noi possiamo confidare che nel
mondo in cui Egli allora si è rivelato incondizionatamente, così Egli
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
è sempre.
Da qui ci deriva la profonda convinzione e la comprensione che
dove è Dio c'è resurrezione e viceversa, ovunque noi ci imbattiamo
in qualche forma di Resurrezione e rinascita, là vediamo
risplendere qualcosa di Dio. Come Agostino era affascinato dal
mistero della Trinità e arrivava a leggere tracce della presenza di
Dio ovunque riconosceva una tripartizione, così noi vogliamo
ricercare il Dio della risurrezione. Mettiamoci in cammino per un
sentiero triplice e cerchiamo come Dio ci dà un segno
incontestabile della resurrezione: nella natura, nel mondo degli
uomini e nel mondo simbolico dell'azione liturgica.
Dio nella natura
Siamo ancora capaci di meraviglia? Un verme che diventa un
maggiolino, un bruco che si costruisce un bozzolo per poi volare via
come una farfalla; cosa ci dice tutto questo?
Apprezziamo il segreto del letargo invernale di tanti animali? Niente
di ciò che è naturale è così evidente visto da vicino. Newman
percepiva ogni primavera come un miracolo, un linguaggio in cui
Dio si esprime la sua bontà. D'altronde chiedeva ai suoi ascoltatori
di accogliere la grande gioia pasquale «come bambini che dicono a
se stessi: "è primavera!"».
Oggi sentiamo parlare, in un linguaggio più tecnico, di « misfatti
contro l'umanità», di genocidio, di «pulizie etniche» e di «sterminio
di popoli»...
La fede nella risurrezione a che vedere con questo abisso del male.
Non si riuscirà mai a sondare questo abisso, a esprimere con le
parole il male nella sua totalità. Siamo in difetto. Ma la fede nella
resurrezione sgorga dalla consapevolezza più chiara che il bene è
più forte di tutte le violenze; che il male, impossibile da legittimare,
non avrà l'ultima parola, per quanto lo si possa aver sperimentato
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
anche nel proprio corpo. Mesi a confronto con una tale
insensatezza estrema, alcuni, nella storia, hanno dimostrato un'altra
pienezza di senso.
Forse l'enigma più grande è proprio il fatto che un uomo possa
giungere a una fede simile. Eppure ci sono persone che vivono in
questo modo, e testimoniano continuamente che l'amore può più
della morte in tutte le sue metamorfosi. Il più grande miracolo sotto
il sole è in realtà l'esistenza della gratuità, di un amore che fa
guarire e abbracciare quanto è perduto; che sa scegliere ciò che è
allontanato da tutti e saper donare ciò che è irrevocabilmente
colpevole; che sa riconciliare e riunire ciò che sembrava lacerato
per sempre; « noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita
perchè amiamo i fratelli» (1Gv 3,14). L'amore è di per sé
risurrezione e la resurrezione è innanzitutto un evento d'amore. «
bisognava rallegrarsi e far festa, perchè questo tuo fratello era
morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (Lc
15,32). Nel richiamo del padre al figlio maggiore risuona un dovere
divino. La riconciliazione è espressa in termini di morte e di vita.
Non vi è festa più grande tra gli uomini di quando il male umano
viene vinto; non viene momento più divino, in questo mondo, di una
simile festa di riconciliazione.
In questo senso Luca non vede distinzione tra l'annuncio della
risurrezione e l'annuncio del perdono dei peccati. Secondo lui gli
apostoli sono testimoni «che il Messia doveva partire», «che egli è
risorto il terzo giorno» e «che a tutti i popoli è dato il perdono dei
peccati nel suo nome» (Lc 24, 46-48).
La resurrezione di Gesù comporta un messaggio di riconciliazione
universale nel suo nome. Chi annuncia un evento fa suonare
pienamente anche l'altra buona notizia.
Così scriveva Madre Teresa di Calcutta: «quando vai a visitare gli
ammalati incontrerai ogni specie di miseria. Ti può accadere di
incontrare un bambino che abbraccia la testa della mamma morta.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Questo è per te il momento di raccogliere tutte le tue forze per
consolare questo bimbetto immerso nel suo dolore. Una volta
abbiamo trovato due bambini accanto al corpo senza vita del loro
papà che era morto 2 giorni prima...Dio desidera da noi che ci
impegniamo ad assumere una tale sofferenza... per dimostrare che
Cristo era Dio.» La nostra fede in Cristo, il Risorto, il Figlio di Dio, diventa vera
nell'amore che fa andare fino all'estremo. Poiché Dio stesso e
quell'amore, quella resurrezione.
Nell'azione simbolica della liturgia
Anche la risurrezione è celebrata.E con la Pasqua ciò avviene in
modo esplicito. Già nel battesimo siamo passati propriamente
attraverso il processo di Resurrezione, cioè dalla morte alla vita,
come Paolo afferma con convinzione in romani 6: «siete morti con
Cristo d'ora in poi la vostra vita riguarda soltanto Dio».
Tradizionalmente anche ogni domenica è la memoria della
resurrezione di Cristo dei morti. Il primo giorno della settimana - «il
giorno che ha fatto il Signore, come dice il salmone domenicale 118
- è «il giorno in cui Dio creò la luce e ha risuscitato dai morti il
nostro Salvatore» ( Giustino, apologia, 1,67, Il secolo).
La celebrazione liturgica raccoglie tutte le considerazioni
precedenti. La natura può iscriversi in una simbologia inesauribile, e
il mondo intero dell'uomo è assunto con desideri più profondi di
pace e di felicità. Acqua, pane e vino, cenere e olio frutti del
raccolto notte e Aurora, luce e tenebre, raffinati profumi di incenso,
inverno e primavera, il legno morto della croce e l'albero della vita,
tutto parla di Lui. In Oriente il Venerdì Santo, chiunque viene a
venerare la croce, riceve un piccolo fiore: dal tronco antico sboccia
una vita nuova e rigogliosa.
La liturgia pasquale assomiglia molto a un gioco grandioso dove
creazioni e storia degli uomini, natura e cultura, vengono di nuovo
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
affidati nelle mani di Dio, come unica offerta. Giocando questo
gioco, penetrando per così dire, dentro le parole della tradizione e
facendo nostro ogni singolo gesto; noi stessi diventiamo le parole e
le azioni che interpretiamo, e moriamo a noi stessi per rinascere nel
mondo di Dio. in questo modo anticipiamo il compimento ultimo; ciò
che è stato promesso riceve un inizio di realizzazione, il nuovo, la
vita eterna irrompe nel tempo per un momento, nella sua totalità qui
e ora. questo accade se leggiamo bene, se celebriamo in modo
autentico «con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima e con
tutte le nostre forze».
(Benoît Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto)
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”col volto triste” Lc 24,17
3 Le mie fatiche nel cammino…
“Tu solo sei così forestiero” Lc 24,18
3 Dove mi sono scoperto viandante
Il racconto di viaggio di oggi
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Sabato 17 Agosto
Salmo 105
preghiera del mattino
" Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
" proclamate fra i popoli le sue opere.
" A lui cantate, a lui inneggiate,
" meditate tutte le sue meraviglie.
" Gloriatevi del suo santo nome:
" gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
" Cercate il Signore e la sua potenza,
" ricercate sempre il suo volto.
" Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
" i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,
" voi, stirpe di Abramo, suo servo,
" figli di Giacobbe, suo eletto.
" È lui il Signore, nostro Dio:
" su tutta la terra i suoi giudizi.
" Si è sempre ricordato della sua alleanza,
" parola data per mille generazioni,
" dellʼalleanza stabilita con Abramo
" e del suo giuramento a Isacco.
!
Lʼha stabilita per Giacobbe come decreto,
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
" per Israele come alleanza eterna,
!
quando disse: «Ti darò il paese di Canaan
" come parte della vostra eredità».
!
Quando erano in piccolo numero,
" pochi e stranieri in quel luogo,
!
e se ne andavano di nazione in nazione,
" da un regno a un altro popolo,
!
non permise che alcuno li opprimesse
" e castigò i re per causa loro:
!
«Non toccate i miei consacrati,
" non fate alcun male ai miei profeti».
MEMORIA
La memoria è una facoltà preziosa con la quale
possiamo fare davvero molto nella nostra vita
spirituale. E' un peccato che la nostra cultura non
valorizzi a sufficienza questa capacità: la memoria a
malapena viene ancora sviluppata sistematicamente
e a volte se ne parla con disprezzo.
Un uomo si caratterizza per tre facoltà: intelligenza, volonta,
memoria; cosi si insegnava al tempo di Agostino, e quella dottrina è
stata tramandata attraverso e oltre Tommaso D'Aquino fino alla
generazione di Giovanni della Croce nel XVI secolo e persino oltre.
Da noi in occidente si apprezza maggiormente, nell'immaginario
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
odierno, l'intelligenza che deve operare sempre più rapidamente,
fino al massimo della veloctà. Generalmente ka volontà è
sviluppata in maniera più blanda: se qualcuno non vuole qualcosa,
come si muoverà per appropriarsene? Ma la memoria: chi ne parla
ancora? Sembra quasi che abbiamo dimenticato di possedere
questa facoltà! Non c'è niente di più funesto di una persona - o
un'intera cultura - che comincia a dimenticare l'esistenza di
qualcosa come la memoria! Se la memoria stessa è affetta da
perdita di memoria, la tragedia non è forse ineluttabile?
Memorizzare, far memoria, ricordare, ringraziare, scrivere le
memorie, scrivere proprio per non dimenticare, commemorare,
attualizzare il passato, ma anche cancellarlo, tentare di dimenticare
consapevolmente, anche di perdonare, lasciar guarire la memoria
malata, lenire con un unguento adatto le ferite della memoria... Il
terreno è assolutamente vasto. Ogni punto che qui tratteremo,
vuole essere solo un piccolo aiuto. Occuparsi tuttavia della
memoria è un esericizo salutare al fine di inserire nuovamente in
modo attivo questa facoltà preziosa nel nostro fare e non fare
quotidiano.
Celebrare la memoria: far memoria con riconoscenza nella festa.
La celebrazione liturgica è dai tempi antichi un <<far memoria delle
opere del Signore con riconoscenza>>, come afferma in canto
religioso. In Israele la festa per antonomasia è il sabato, e all'ebreo
viene raccomandato di <<osservare>> il sabato <<ricordando>> (i
due verbi si trovano nel terzo comandamento del decalogo, Es
20,8: <<Ricordati del giorno di sabato>>, e Dt 5,12: <<Osserva il
giorno del sabato>>) Cosa deve ricordare? La salvezza di Dio
nell'Esodo, quando DIo liberò il suo popolo dalla schiavitù d'Egitto
con mano forte e braccio disteso. O ancora l'atto di creazione
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
dell'inizio quando Dio completò la sua opera nel settimo giorno,
consacrò e benedisse il settimo giorno ed Egli stesso riprese fiato,
si riposò (Gn 2,4; Es 31,17).
Sentiamo qui risuonare una delle dimensioni più essenziali della
memoria: ricordare il passato per stare nel presente in modo
sensato. La memoria non ricorda mai il passato come tale, ma lo
immette nell'oggi. La riprova di questa sensatezza è la
riconoscenza. Il fare memoria porta a ringraziare.
Una tradizione ebraica racconta, così mi sembra di ricordare, come
un angelo venga inviato su di noi al momento della nascita, per
darci una sberla. Così d'un tratto dimentichiamo tutto e con un
colpo di spugna cominciamo la nostra esistenza. Come si sia
arrivati a un racconto simile rimane un enigma. Me è comunque
divertente pensare le due estremità l'una acanto all'altra: alla
nascita dimentichiamo tutto, e in caso di un'improvvisa esperienza
di (quasi) morte ricordiamo tutto il film della nostra vita! In effetti in
ogni buona liturgia, ricordaimo in un unico momento tutti i momenti,
in un'unica notte tutte le notti, e non soltanto dalla nasciata alla
morte, ma addirittura da prima della nascita e da prima della
creazione, fino a dopo la morte e a dopo la fine del mondo. Così
quell'unica notte pasquale è la veglia in cui si ricordano tutte le notti,
tanto la prima nella creazione quanto l'ultima alla fine dei tempi.
Da un punto di vista psicologico il ricordare liturgico è dunque una
straordinaria forma di vita, individuale e collettiva.
(Benoît Standaert, Spiritualità arte di vivere: un alfabeto)
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
Domenica 18 Agosto
Salmo 118
preghiera del mattino
" Rendete grazie al Signore perché è buono,
" perché il suo amore è per sempre.
" Dica Israele:
" «Il suo amore è per sempre».
" Dica la casa di Aronne:
" «Il suo amore è per sempre».
" Dicano quelli che temono il Signore:
" «Il suo amore è per sempre».
" Nel pericolo ho gridato al Signore:
" mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo.
" Il Signore è per me, non avrò timore:
" che cosa potrà farmi un uomo?
" Il Signore è per me, è il mio aiuto,
" e io guarderò dallʼalto i miei nemici.
" È meglio rifugiarsi nel Signore
" che confidare nellʼuomo.
!
È meglio rifugiarsi nel Signore
" che confidare nei potenti.
!
Tutte le nazioni mi hanno circondato,
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
" ma nel nome del Signore le ho distrutte.
!
Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato,
" ma nel nome del Signore le ho distrutte.
!
Mi hanno circondato come api,
" come fuoco che divampa tra i rovi,
" ma nel nome del Signore le ho distrutte.
!
Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
" ma il Signore è stato il mio aiuto.
!
Mia forza e mio canto è il Signore,
" egli è stato la mia salvezza.
!
Grida di giubilo e di vittoria
" nelle tende dei giusti:
" la destra del Signore ha fatto prodezze,
!
la destra del Signore si è innalzata,
" la destra del Signore ha fatto prodezze.
!
Non morirò, ma resterò in vita
" e annuncerò le opere del Signore.
!
Il Signore mi ha castigato duramente,
" ma non mi ha consegnato alla morte.
!
Apritemi le porte della giustizia:
" vi entrerò per ringraziare il Signore.
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
!
È questa la porta del Signore:
" per essa entrano i giusti.
!
Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
" perché sei stato la mia salvezza.
!
La pietra scartata dai costruttori
" è divenuta la pietra dʼangolo.
!
Questo è stato fatto dal Signore:
" una meraviglia ai nostri occhi.
!
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
" rallegriamoci in esso ed esultiamo!
!
Ti preghiamo, Signore: dona la salvezza!
" Ti preghiamo, Signore: dona la vittoria!
!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
" Vi benediciamo dalla casa del Signore.
!
Il Signore è Dio, egli ci illumina.
" Formate il corteo con rami frondosi
" fino agli angoli dellʼaltare.
!
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
" sei il mio Dio e ti esalto.
" Rendete grazie al Signore, perché è buono,
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" perché il suo amore è per sempre.
RINGRAZIAMENTO
<<Sul foglio della nostra supplica disponiamo prima
di tutto un sincero rendimento di grazie>>. è l'invito
che fa Giovanni Climaco nel capitolo sulla preghiera,
in uni degli ultimi gradini della sua famosa Scala.
Il ringraziamento sta all'inizio e il ringraziamento
viene alla fine. Paolo indica nelle sue lettere, per ben due volte, una
lista di quattro forme di preghiere: <<richieste, preghiere, suppliche
e ringraziamenti>>. In entrambi i casi il ringraziamento viene alla
fine. I trattati classici sulla preghiera dei padri della Chiesa (a
cominciare da Clemente Alessandrino e da Origene, ca 200)
sottolineano ogni volta il ringraziamento come la forma più elevata
di preghiera, partendo da questi due esempi di Paolo.
In Giovanni Cassiano ritroviamo inoltre l'idea che la forma più alta di
ringraziamento riguarda anche il futuro: possiamo rendere grazie
sin da adesso anche per ciò che avverrà, ma che Dio ha già
preparato! Cassiano chiarisce che questa preghiera di
ringraziamento ci conduce direttamente alla <<preghiera di
fuoco>>; chi rende grazie sin da adesso per quelle cose che
<<occhio non vide ne orecchio udì, ne mai entrarono in cuore
d'uomo, ma che Dio ha preparato per coloro che lo amano>>,
subisce una particolare trasformazione. La sua preghiera comincia
a incendiarsi come fuoco.
Nella vita spirituale non ci sono molti termometri e, secondo i padri
del deserto in Egitto, non è affatto bene misurare se stessi. Ma chi
vuole sapere a tutti i costi se ha raggiunto qualcosa, è sufficiente
che si ponga la domanda: qual'è la mia riconoscenza in tutto ciò
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Cammino di Santiago 4-19 Agosto 2013
che faccio e lascio qui e adesso? Il ringraziamento è il grande
criterio (cfr. Sal 50,14.23 <<sia la tua offerta a Dio!>>) e io non ne
conosco uno migliore.
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libretto grande - Comunità Pastorale S.Paolo Apostolo Senago