U nc em
otizi
No. 2
Febbraio
2007
PERIODICO MENSILE DELL’UNIONE NAZIONALE COMUNI COMUNITA’ ENTI MONTANI
EUROPA
Appello dei
parlamentari
su Lisbona
MARKETING
TERRITORIALE
SEMINARIO
SANDETOLE
Uncem pronta alle riforme
MONTAGNA
FUTURA
WiMax, la ricetta
per il superamento
del digital divide
Anno XII - Numero 2 - febbraio 2007
Spedito il 18 febbraio 2007
POSTE ITALIANE SPA - SPED. IN ABB. POST. - ART. 2, COMMA 20/C, LEGGE 662/96. FILIALE DI ROMA
Nuovi modelli
per i servizi
4
Sommario
FEBBRAIO 2007
Sandetole,
Seminario
Uncem
EDITORIALE
3
Un percorso con il territorio
di Enrico Borghi
ISTITUZIONI di Maria Teresa Pellicori
4
> Uncem pronta alle riforme. Unione
condivide strategie
> I documenti approvati
> Consiglio Nazionale Uncem approva
risultati Seminario
> Eim dibattito alla Camera
> Uncem-Telma, rinnovata la convenzione
> Modello d’intervento per servizi sul
territorio di Claudio Gianettoni
L’OPINIONE
> Competitività e innovazione, 2007
montagna protagonista
dell’On. Laura Froner
L’AGENDA DEL MESE
13
16
> Le montagne per gioco
Museo Nazionale della Montagna di
Torino
Valle Metauro,
musei in rete
LE NORME di Massimo Bella
14
> Riordino servizi pubblici: riprende l’esame
> Fondi sviluppo nel Lazio
> Ratifica convenzioni diversità culturali
> Dissesto idrogeologico
> Sostegno piccoli comuni
10
Marketing del
territorio e
servizi
12
L’opinione
dell’Onorevole
Laura Froner
NOTIZIE DAL
TERRITORIO di Federica De Maria
16
> Valle del Metauro: arte, storia e tradizioni
> Gran Premio Montecelio
Comunicazione pubblica locale
> Accordo Uncem Servizi - Management
& Financial Advisors srl
MONTAGNA
FUTURA di Paolo Russo
24
> Wi-max, ricetta superamento digital
divide
EUROPA
28
> Strategia di Lisbona, appello
parlamentari europei
> Svizzera, nuova ordinanza impianti
trasporto a fune
> Consorzio prosciutto Parma, più
protezione Wto
> Speciale Master “Informatore
europeo per le istituzioni locali”
2 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
28
Appello
parlamentari per
Strategia Lisbona
Wi-max e
digital divide
24
Il punto
U
NCEM
N O T I Z I E
Un percorso con il territorio
Uncem
incontra il
territorio per
riformare le
Comunità
montane
Un percorso condiviso, allargato e sussidiario di riforma della
governance montana. Si potrebbe sintetizzare in questo modo la
conclusione del lavoro di queste settimane della nostra associazione,
che tra il seminario di Sandetole e il Consiglio Nazionale di Roma ha
messo a punto la strategia per inserire l’Uncem nel quadro del processo
riformatore in atto nel Paese.
L’occasione della riflessione sarà la Conferenza Programmatica,
articolata su base regionale con un incontro sul territorio fra il livello
nazionale e i livelli territoriali dell’associazione e centrata sull’esigenza
di costruire la nuova Comunità montana nel quadro di attuazione
della riforma del titolo V della Costituzione.
Siamo nel 35° anno dal varo della legge 1102, che istituì le
Comunità montane, e l’occasione è ghiotta per capire cosa di quella
legge è ancora attuale, cosa vada aggiornato, cosa possa essere preso a
spunto - inserendolo anche nella nuova cornice europea - per costruire
un meccanismo di governo delle aree montane italiane moderno,
adeguato e democratico.
Per far questo, in coerenza anche con il messaggio antitecnocratico
scaturito dagli Stati Generali della Montagna, avviamo un lungo
percorso di incontro con la “periferia”, che parte con il Convegno di
Rimini del prossimo 28 marzo e sfocerà nella nostra Assemblea
annuale autunnale in una serie di proposte di articolato di legge.
Alcune delle quali già circolano, come contributo al dibattito e
alimento al confronto, e altre scaturiranno dal coinvolgimento dei
nostri associati.
Il tutto per rendere l’idea di un’ Uncem pronta a guidare
culturalmente e politicamente il processo di riforma, e a confrontarsi a
pieno titolo con Regioni, Parlamento e Governo nel merito delle
questioni.
Già emergono sul territorio i limiti di riforme parziali e affrettate,
come il caso della Sardegna dove la deregulation montana su base
comunale sta già producendo parzialità, conflitti e rischio di
inefficienza amministrativa.
E già questo dovrebbe servire a chi sostiene la politica della
deregulation totale a livello nazionale. Ma non sarà, la nostra, una
politica difensivista, corporativa e di risulta. Sarà al contrario una
politica di proposta, di innovazione e di reale costruzione di un
meccanismo istituzionale moderno e adeguato che parta dal basso e
fornisca ai cittadini capacità di risposta ai loro bisogni.
Il tutto mentre sullo sfondo avanza a livello europeo il tema della
montagna, con la proposta allo studio della Commissione Europea di
un “Libro Verde sulla montagna” che potrebbe contribuire a definire
una direzione di marcia anche ai nostri legislatori, nazionali e regionali.
Non sarà una passeggiata, questo è certo. Ma è altrettanto certo che i
montanari sono abituati agli impervi sentieri, e possiedono la costanza
per batterli fino in fondo.
Enrico Borghi
“già Montagna Oggi - Il montanaro d'Italia”
Notiziario mensile della
Unione Nazionale Comuni
Comunità Enti Montani
Anno XII - Numero 2
Febbraio 2007
Direttore responsabile
Enrico Borghi
Caporedattore
Maria Teresa Pellicori
Redazione
Massimo Bella, Federica
De Maria, Paolo Russo,
Piero Tatafiore
Hanno collaborato
Laura Froner, Claudio
Gianettoni, Roberto
Giovannini
Art Director
Alessandro Palmieri
Editore
Unione Nazionale Comuni
Comunità Enti Montani
(UNCEM)
Sede: 00185 Roma, via
Palestro, 30
tel. 06/4441381-2
fax 06/4441621
E-mail
[email protected]
Sito internet
www.uncem.it
Reg. Trib. Roma n. 562/96
Finito di stampare
nel mese di
febbraio 2007
presso la Società
Tipografica Romana s.r.l.
Via Carpi, 19
00040 Pomezia (Roma)
Spedizione in abb. postale
Art. 2, comma 20/c, Legge
662/96.
Filiale di Roma
25 gennaio 2005
Spedito il 18 febbraio 2007
Manoscritti e originali,
anche se non pubblicati, non
verranno restituiti. Il loro invio
implica il consenso dell’autore
alla pubblicazione. E’ vietata la
pubblicazione anche parziale di
testi, documenti e fotografie. La
responsabilità dei testi e delle
immagini pubblicate è
imputabile ai soli autori.
PRESIDENTE UNCEM
FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 3
Istituzioni
IL SEMINARIO DI SANDETOLE
UNCEM
PRONTA
UNIONE CONDIVIDE STRATEGIE
Due giorni di lavori per definire le strategie dell’Unione sulla governance della montagna.
Proposte concrete e condivise per garantire efficienza alla nuova Comunità montana
La due giorni di Seminario nel
convento di Sandetole della Contea
Dicomano, in provincia di Firenze,
dedicato alla definizione delle linee
strategiche dell’Unione Nazionale dei
Comuni e delle Comunità Montane e alle
proposte di autoriforma della governance
della montagna, pone le basi per l’avvio di
un percorso condiviso con le Delegazioni
regionali che vede in primo piano nuova
legge per la montagna e riforma del
sistema territoriale montano nella
riscrittura del nuovo Codice delle
4 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
Autonomie Locali.
Il Ddl delega al Governo per la riforma del
Codice delle Autonomie, approvato dal
Consiglio dei Ministri lo scorso 19
gennaio, cita infatti l’art. 44 della
Costituzione (La legge dispone
provvedimenti per le zone montane)
richiamando ad una particolare attenzione
per le “peculiarità” dei territori montani.
E’ all’interno di questo principio che
l‘Uncem vuole strutturare il percorso di
riforma ed è per questo che ha
predisposto una bozza legislativa per
rinnovare sia le politiche per la montagna
sia il suo impianto istituzionale, nel senso
della razionalizzazione e riduzione dei costi
della politica e di maggiore efficienza della
Pubblica amministrazione.
“Questo – ha detto il Presidente
dell’Uncem Enrico Borghi – è il momento
del coraggio e dell’innovazione, e la nostra
Associazione sceglie di accettare la sfida
dei tempi nuovi e l’esigenza di un
ammodernamento della Pubblica
amministrazione. Abbiamo proposte
concrete e condivise al nostro interno, che
ALLE RIFORME
dimostrano sia fattibile garantire
rappresentanza democratica,
sopravvivenza dei piccoli comuni montani
ed efficienza amministrativa attraverso la
nuova Comunità montana, ente locale
associativo dei comuni finalizzato alla
valorizzazione e allo sviluppo delle aree
montane e per lo svolgimento di finzioni
proprie e delegate dai Comuni montani”.
“Ci metteremo a disposizione dei nostri
interlocutori – aggiunge Borghi – Governo,
Parlamento, Regioni, nei confronti dei
quali manifestiamo sin da ora la nostra
disponibilità al confronto, ad iniziare da
quello con le altre associazioni delle
Autonomie locali. Se qualcuno riteneva
che l’Uncem fosse un soggetto a
permanente difesa dello status quo, oggi
avrà materia per ricredersi. Le proposte
che siamo pronti a mettere sul tavolo
dimostrano, al contrario, la nostra volontà
di riformare e adeguare l’impianto
normativo. Da qui, oggi, è partorita la
nostra sfida riformista”.
Il Seminario è stato inoltre occasione per
discutere dello schema di legge delega per
la disciplina della Conferenza StatoRegioni-Autonomie locali, che prevede, tra
le altre cose, la partecipazione del
Presidente Uncem con un voto solo
consultivo. Previsione che appare in netto
contrasto con la disciplina vigente, che
vede l’Uncem a pieno titolo parte della
Conferenza Unificata in rappresentanza dei
Comuni e delle Comunità montane, oltre
ad essere palesemente incoerente con
l’impianto dello stesso ddl, che intende
valorizzare il principio di leale
collaborazione tra le istituzioni territoriali.
Proposte
concrete e
condivise, nel
senso di una
maggiore
efficienza
amministrativa
attraverso la
nuova Comunità
montana
FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 5
Istituzioni
I DOCUMENTI APPROVATI
L’ODG SULLA CONFERENZA
UNIFICATA
A tale proposito, la Giunta dell’Uncem,
unitamente ai Capigruppo in Consiglio
nazionale e ai Presidenti delle Delegazioni
delle Regioni e Province Autonome, ha
approvato il seguente ordine del giorno:
VISTO lo schema di disegno di legge delega
per l’istituzione e la disciplina della
Conferenza Stato-Istituzioni territoriali,
all’esame della Conferenza Unificata per il
parere;
CONSIDERATO che nel disegno di legge viene
previsto un nuovo sistema di votazione degli
enti locali che vi partecipano, il quale limita di
fatto l’espressione della autonoma volontà
decisionale da parte della Comunità montana,
in quanto la partecipazione alla Conferenza
del Presidente Uncem è prevista con voto
soltanto consultivo;
VALUTATO che tale previsione è in contrasto
con la disciplina vigente che prevede l’Uncem
presente a pieno titolo alla Conferenza in
rappresentanza delle Comunità montane e dei
Comuni montani che ad essa volontariamente
aderiscono, oltre ad essere incoerente con
l’impianto stesso del disegno di legge, che
intende valorizzare il principio della leale
collaborazione fra tutte le Istituzioni territoriali
e pertanto la pari dignità delle medesime;
POSTO che la normativa vigente contempla la
presenza delle Comunità montane a pieno
titolo nell’attuale assetto dei poteri locali, con
titolarità di funzioni amministrative
riconosciute dal Testo Unico n. 267/2000;
CONSTATATO pertanto che nel vigente
quadro dell’ordinamento degli enti locali, che
include le Comunità montane, non si
rinvengono motivi per una siffatta
discriminazione delle Comunità montane e
dell’Uncem che le rappresenta
istituzionalmente, attribuendo loro un ruolo
dimidiato proprio nell’organo – la Conferenza
– che intende costituire il luogo principe del
confronto di tutte le istituzioni territoriali;
CONSIDERATO che ove dovesse operare il
nuovo sistema di votazione si originerebbe il
paradosso per cui su atti normativi o
amministrativi riguardanti le Comunità
montane la voce delle stesse sarebbe
meramente consultiva e quindi esclusa dalla
fase deliberativa di un provvedimento che
impatta sulle zone montane;
POSTO altresì che l’Uncem ha come
obiettivo statutario quello di dare voce agli
enti, Comunità montane e Comuni montani,
che ad essa aderiscono spontaneamente al
fine di conseguire rappresentanza
istituzionale;
RIVENDICA
nei confronti del Governo la pari dignità di
trattamento dell’Uncem rispetto agli altri
soggetti istituzionali partecipanti alla
Conferenza contemplata dal nuovo disegno di
legge e valuta come condizione pregiudiziale
per la prosecuzione del lavoro di confronto
sul perfezionamento del disegno di legge
delega l’accoglimento della proposta di
espungere dall’art. 1, comma 3, lett. i), il
riferimento al voto a carattere meramente
consultivo attribuito all’Uncem.
6 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
NUOVO CODICE DELLE
AUTONOMIE: PROBLEMA O
OPPORTUNITÀ?
“L’occasione della legge
delega – ha detto il
Vicepresidente vicario
Uncem Valerio Prignachi – è
unica per definire una volta
per tutte il ruolo delle
Comunità montane. Se lo
scenario – ha detto –
contempla l’art. 44 della
Costituzione, la Comunità
montana assume una luce
diversa e si profila realmente
come il quarto livello di
governo”.
Riprendendo il pensiero di
Prignachi, Eduardo Racca,
esperto dei temi di finanza
locale e in particolare di
Comunità montane, oltre che
editorialista del Sole 24 Ore
su questi temi, ha esordito
con una domanda esplicita
alla platea: “Il ddl delega per
la riscrittura della nuova
Carta delle Autonomie
rappresenta un’opportunità
oppure un problema per le
aree montane?”.
Intorno a questa domanda
ha costruito il suo
intervento, finalizzato ad
evidenziare le opportunità
che sin dalla prima bozza si
profilano per le aree
montane. “Un testo – ha
detto – che non butta via
nulla delle esperienze
precedenti, ma che vuole
razionalizzare i livelli perché
ogni tipologia del territorio
abbia un ente in grado di
governarlo”.
Racca, che insieme al
responsabile ufficio studio
Uncem Massimo Bella ha
predisposto una prima bozza
di articolato per la nuova
configurazione giuridica e
per l’organizzazione
funzionale della Comunità
montana, ha evidenziato
come l’opportunità per le
aree montane sia da cogliere
in particolare all’interno
dell’art. 2, comma 3, lett. h)
e, soprattutto, la lett. i) con il
quale si dispone, tra l’altro,
di “prevedere una disciplina
di principio delle forme
associative ispirata al criterio
dell’unificazione in ambiti
territoriali omogenei
attraverso la eliminazione di
L’ODG SUI PARCHI NAZIONALI E
AREE PROTETTE
Un altro ordine del giorno approvato dalla
giunta la Giunta dell’Uncem, unitamente ai
Capigruppo in Consiglio nazionale e ai
Presidenti delle Delegazioni delle Regioni e
Province Autonome, riferisce
all’adeguamento della legislazione nazionale
sui Parchi e le riserve naturali, al fine di
renderla coerente con l’impianto attuativo del
Titolo V della Costituzione:
VALUTATA con preoccupazione la situazione
di immobilismo in essere per quanto
concerne la maggior parte delle gestioni dei
Parchi nazionali e delle Aree nazionali
protette, la cui regolazione è rimasta ancorata
esclusivamente alla titolarità di tutte le
competenze in capo al Ministro dell’Ambiente
e la cui azione è sempre più sganciata dal
territorio montano e da corrette relazioni con
sovrapposizioni di ruoli e di
attività e tenendo conto
altresì delle peculiarità dei
territori montani ai sensi
dell’articolo 44 della
Costituzione”.
Opinione sulla quale hanno
concordato diversi esponenti
Uncem intervenuti nel
dibattito.
“I due giorni di lavoro –
afferma Nicola Danti
Presidente della Comunità
montana Montagna
Fiorentina che ha ospitato il
seminario – rappresentano
una tappa importante per il
percorso di autoriforma delle
Comunità montane.
Dobbiamo dare un indirizzo
chiaro alle Regioni e
rispondere alle esigenze dei
cittadini con un ente forte e
snello.
Siamo contenti che il
territorio della Montagna
Fiorentina abbia accolto
questo importante evento
che è stata anche l’occasione
per presentare ai tanti
colleghi di tutta Italia le
bellezze e i sapori della
nostra terra”.
le Istituzioni locali esponenzialmente
rappresentative dei territori medesimi e delle
relative popolazioni;
CONSIDERATO che la disciplina di settore
appare oramai stridente e inadeguata rispetto
alla revisione dell’ordinamento contemplato
dal nuovo Titolo V della Costituzione, nonché
con il disegno di legge delega varato dal
Governo per l’attuazione della medesima e il
riassetto delle competenze a livello locale;
RICHIEDE con urgenza al Governo e al
Parlamento di porre in essere iniziative
legislative volte al ripensamento della legge
istitutiva n. 394/1991, in modo da
aggiornarne i contenuti in coerenza con il
nuovo quadro ordinamentale delle
competenze amministrative locali
conseguente all’attuazione del richiamato
Titolo V della Costituzione in senso
federalista.
CONSIGLIO NAZIONALE
IL COMMENTO DEL
PRESIDENTE BORGHI
“Nel momento in cui si
pone a livello nazionale
l’esigenza di
razionalizzazione degli Enti
e di miglioramento della
Pubblica Amministrazione
– ha detto il Presidente
dell’Uncem Enrico Borghi
– non si può non
sottolineare come questo
tema debba coinvolgere
anche i Parchi Nazionali, e
il modo con il quale essi
debbano tornare – e in
alcuni casi iniziare – a
svolgere un’azione di reale
promozione delle azioni di
tutela e sviluppo
sostenibile in corretta
relazione con le
popolazioni locali”.
La disciplina di questo
settore appare oramai
inadeguata rispetto alla
revisione dell’ordinamento
contemplato dal nuovo
Titolo V della Costituzione,
nonché con il disegno di
legge delega varato dal
Governo per l’attuazione
della medesima e il
riassetto delle
competenze a livello
locale.
Risulta, quindi, necessario
che Governo e
Parlamento pongano in
essere iniziative legislative
volte al ripensamento
della legge istitutiva n.
394/1991, così da
aggiornarne i contenuti in
coerenza con il nuovo
quadro ordinamentale
delle competenze
amministrative locali
conseguente all’attuazione
del richiamato Titolo V
della Costituzione in
senso federalista.
“Stiamo assistendo in
troppi casi ad involuzioni
burocratiche e creazione
di veri e propri feudi
autoreferenziali e
all’eccessiva
centralizzazione di
gestioni e criteri di
selezione del personale
politico su basi
partitocratiche che hanno
già portato alla nomina di
Presidenti completamente
sganciati del territorio –
ha concluso Borghi. Va,
quindi, gettata una luce
sul tema, perché il disagio
che sale dagli Enti locali
sta aumentando”.
IL CONSIGLIO NAZIONALE UNCEM
APPROVA I RISULTATI DEL
SEMINARIO DI SANDETOLE
Condivisione dell’impianto strategico su Tuel e autoriforma delle
Comunità montane
Il Consiglio Nazionale dell’Uncem,
riunito a Roma il 7 febbraio, si è
pronunciato prevalentemente a favore
sull’impianto concettuale elaborato da
Uncem nel corso dell’apposito
Seminario di approfondimento dello
scorso 1 e 2 febbraio a Sandetole (FI) e
discusso anche in giunta, con
particolare riferimento ad un processo
di autoriforma della Comunità montana
come unico ente locale associativo dei
Comuni montani, volto alla promozione
dello sviluppo del territorio e quale
soggetto sussidiario dei Comuni per
L’ODG SULL’EIM
Un altro ordine del giorno è stato
approvato dal Consiglio Nazionale su
proposta dei capigruppo DS,
Margherita, Forza Italia, Alleanza
Nazionale, UDC, PRC, PdCI, in merito
al nuovo Ente Italiano Montagna:
Letta la legge 27/12/2006 n° 296, art.
1, comma 1279 e seguenti che
istituisce l’Ente Nazionale della
Montagna (EIM) finalizzato al
supporto alle politiche ed allo
sviluppo socio-economico e culturale
dei territori montani;
Considerato che per garantire
l’ordinaria amministrazione e lo
svolgimento delle attività istituzionali
fino all’avvio dell’EIM, il Presidente
del Consiglio dei Ministri, con proprio
decreto, doveva nominare un
commissario entro 30 gg dall’entrata
l’esercizio di funzioni e compiti dei
medesimi. E’ stata inoltre riconosciuta la
necessità di una contestuale revisione
dei propri organi, al fine di assicurare la
creazione di un assetto istituzionale e di
governance delle aree montane senza
duplicazioni e sovrapposizioni e che
consolidi al contempo il trait d’union tra
Comuni e Comunità montane in termini
di rappresentatività.
Sempre nella stessa seduta, il Consiglio
Nazionale ha approvato, su proposta
della Giunta, di aumentare le quote
associative al fine di consentire
in vigore della legge ossia entro il 31
gennaio 2007;
Rilevato che a tutt’oggi ciò non è
ancora avvenuto creando grave
disagio e nocumento ai dipendenti
dell’IMONT, Ente che dal 1 febbraio
2007 non può più operare,
evidenziando per di più una
inadempienza rispetto ad una
disposizione di legge;
Ricordato che da sempre l’UNCEM ha
attribuito fondamentale importanza
all’esistenza di un Ente a carattere
nazionale con le finalità di fornire un
utile e adeguato supporto di carattere
tecnico-scientifico nonché di ricerca e
studio, alle politiche di conoscenza e
sviluppo dei territori montani;
Precisato che a tutt’oggi l’UNCEM
ribadisce una valutazione positiva in
merito alla succitata norma della
legge Finanziaria, riconoscendo la
all’Unione un rafforzamento strutturale e
di riorganizzazione complessiva che le
permettano di affrontare adeguatamente
la nuova e impegnativa fase che si
profila all’orizzonte.
L’Assemblea ha approvato, rafforzando
quanto già espresso durante il
Seminario, un apposito ordine del
giorno per rivendicare nei confronti del
Governo la pari dignità di trattamento
dell’Uncem rispetto agli altri soggetti
istituzionali partecipanti alla Conferenza
Unificata contemplata dal nuovo disegno
di legge.
grande importanza del nuovo Ente,
supporto alle politiche ed allo
sviluppo socio-economico e culturale
dei territori montani, quale
indispensabile interlocutore per le
politiche della montagna in stretta
connessione con i territori ed i loro
sistemi di governo
RIVOLGE
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
una sollecitazione a voler procedere ad
adempiere a quanto previsto dalla
legge 27/12/2006 n° 296, art. 1,
comma 1279 e seguenti e dà mandato
al Presidente dell’UNCEM di farsi parte
attiva affinché anche altri soggetti
rappresentativi degli interessi della
montagna, e in modo particolare il
Gruppo Parlamentare “Amici della
Montagna”, si adoperino per il
medesimo fine.
FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 7
Istituzioni
L’INTERROGAZIONE
EIM, DIBATTITO
ALLA CAMERA
Question time alla Camera dei Deputati sul futuro dell'Ente Italiano Montagna
Il futuro dell’Ente Italiano Montagna è
stato di recente anche al centro del
dibattito parlamentare.
Durante il question time l’On. Giuseppe
Morrone (UDEUR) è intervenuto circa la
nomina del Commissario governativo
dell’Istituto nazionale della montagna fino
all’avvio dell’Ente italiano montagna, per
sollecitare l’attuazione di quanto previsto dalla
legge finanziaria 2007 in materia di sviluppo
socio-economico, ambientale ed
occupazionale della montagna italiana.
“La legge – dice Morrone – prevede la
soppressione dell’Istituto nazionale della
montagna ed il trasferimento di tutte le sue
funzioni in capo ad un nuovo ente,
denominato Ente italiano montagna (EIM) e,
in attesa di una disciplina organica, la nomina
di un commissario entro il 31 gennaio 2007 termine evidentemente ormai già trascorso e l’emanazione di un successivo decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri per la
determinazione degli organi di controllo, la
costituzione e il funzionamento dell’ente”.
Nel rispondere all’interrogazione, il ministro
per gli Affari regionali e le autonomie locali
Linda Lanzillotta ha sottolineato come il
Governo abbia sentito, fin dal suo
insediamento, la necessità di riordinare
l’assetto ordinamentale relativo alla gestione
delle politiche della montagna, semplificando
e razionalizzando l’esercizio delle relative
competenze e come, a tal fine, sia stata da
subito prospettata dai ministri competenti
l’esigenza di sopprimere l’Imont, “che nel
tempo si è dimostrato inidoneo ad assolvere
in maniera efficace la sua missione” e di
ridefinire il mandato, rafforzandone e
precisandone i compiti, degli esistenti
organismi che si occupano di promuovere
interventi di sviluppo di territori montani, in
particolare dell’Osservatorio per la montagna,
che dovrà raccordarsi con la Conferenza
unificata, essendo regioni ed enti locali le
istituzioni deputate a realizzare gli interventi
sul territorio.
“Con la legge finanziaria 2007 – ha fatto
notare il ministro – è stato, per un verso
soppresso l’Imont e, per un altro, istituito un
nuovo ente, denominato Ente italiano
montagna, al quale sono stati affidati i
compiti di supporto alle politiche per lo
sviluppo socio-economico della montagna.
L’istituzione di un nuovo ente - titolare di
competenze già intestate, in parte,
all’Osservatorio e, in parte, agli enti
territoriali, in particolare alle regioni - non
appare tuttavia del tutto coerente con le
esigenze di semplificazione degli assetti
amministrativi e di riduzione dei costi degli
apparati pubblici, ai quali si ispira l’azione di
Governo, nonché con il rispetto delle
competenze normative ed amministrative
affidate alle regioni in materia di politiche
8 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
Lanzillotta: il Governo sente
la necessità di riordinare
l’assetto ordinamentale relativo
alla gestione delle politiche
della montagna
territoriali e di sviluppo. Tant’è che, prima del
voto finale sulla legge finanziaria, è stato
accolto l’ordine del giorno D’Elia-Pettinari,
che impegnava il Governo ad eliminare le
disposizioni dirette alla costituzione del
nuovo ente”.
“In conseguenza di quest’ultima iniziativa e al
fine di soddisfare le predette esigenze di
razionalizzazione – ha aggiunto il ministro –
insieme al ministro Mussi, ho proposto al
Presidente del Consiglio un ripensamento sul
merito dell’istituzione di un nuovo ente, che
duplicherebbe la gestione delle competenze
in questione, con un ingiustificato aumento
della spesa pubblica. La semplificazione
dell’iniziativa relativa agli interventi di tutela e
di sviluppo della montagna dovrebbe, in
particolare, realizzarsi mediante la
conservazione in capo all’Osservatorio per la
montagna - che potrebbe a tal fine
collaborare con le strutture statali che già
svolgono proficuamente attività di ricerca in
questo settore - di tutti i compiti di
promozione e di sviluppo dei territori
montani e di elaborazione delle relative
politiche. Le scelte relative all’impiego delle
risorse competono, peraltro, in via esclusiva
agli enti territoriali e non possono essere
avocate da un ente statale. Esaurita tale fase
di riflessione e di approfondimento, sarà
comunque mia cura, ad ordinamento
vigente, promuovere l’attuazione delle
disposizioni della legge finanziaria che si
occupano dell’istituzione del nuovo ente,
precisando peraltro che il termine per la
soppressione dell’Imont e per la nomina del
commissario deve intendersi come
ordinatorio”.
CAMBIO AL VERTICE
TOMMASO
DAL BOSCO
NUOVO
DIRETTORE
GENERALE
UNCEM
Ringraziamenti al Direttore
uscente Bruno Cavini
LA CELEBRAZIONE
CORPO FORESTALE
COMPIE 104 ANNI
A Castelporziano la cerimonia ufficiale.
Presente anche il Presidente dell'Uncem
Il 18 gennaio scorso è stato
festeggiato il 184° Annuale di
fondazione del Corpo forestale dello Stato.
Nella storica tenuta Presidenziale di
Castelporziano, a Roma, si è svolta la
cerimonia ufficiale alla presenza del
Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, del Ministro delle Politiche
agricole alimentari e forestali Paolo De
Castro e del Capo del Corpo forestale dello
Stato Cesare Patrone.
Tra gli ospiti, il Presidente dell’Uncem
Enrico Borghi.
FORMAZIONE E LAVORO
UNCEM-TELMA,
RINNOVATA
LA CONVENZIONE
Il testo della convenzione scaricabile dal sito dell’Uncem
La Giunta dell’Uncem, riunita a Roma,
ha deliberato la nomina di Tommaso Dal
Bosco quale nuovo Direttore Generale
dell’Unione.
Trentino, 45 anni e una parabola
professionale che lo porta ad occuparsi
di montagna prima come operatore della
comunicazione e solo successivamente
come consulente.
Direttore marketing dell’Anno
Internazionale della Montagna, Dal
Bosco fa parte della squadra Uncem già
da qualche anno, in qualità di
consulente per lo sviluppo locale con
particolare riferimento ai temi
dell’energia. Ideatore e direttore della
società per l’energia dell’Uncem REM,
che nasce per supportare le Comunità
montane nel processo di valorizzazione
delle risorse naturali del proprio
territorio, evitando che l’assenza di
know how e di competenze tecniche
porti ad esportare il valore aggiunto
altrove, ha continuato ad occuparsi di
progettazione integrata per lo sviluppo
delle aree montane anche all’interno
delle iniziative comunitarie di
cooperazione.
Nel dare in benvenuto al nuovo Direttore
generale, Ufficio di Presidenza, Giunta e
Consiglio Nazionale dell’Uncem hanno
espresso un particolare ringraziamento
al direttore uscente Bruno Cavini per il
pluriennale lavoro svolto a servizio
dell’Unione.
E’ stata rinnovata la convenzione l’Uncem
e l’Università telematica non statale
Tel.Ma. A seguito dell’accordo, l’Università
riconosce, ai fini del conseguimento della
laurea, crediti formativi commisurati ai percorsi
di studi compiuti dai dipendenti Uncem ovvero
dai dipendenti degli enti associati. La novità
della nuova convenzione consiste inoltre
nell’estensione dei privilegi acquisiti (tra cui
riduzione del 50% delle tasse universitarie
richieste ed eventuale rateizzazione) ai
dipendenti Uncem, dei Comuni, delle Comunità
montane e dei cittadini residenti nei territori
degli stessi. Rendiamo disponibile il testo della
convenzione sul sito www.uncem.it e invitiamo
a contattare, per ogni altro chiarimento, la
dott.ssa Maria Grazia Semilia, Università
TELMA – Via Santa Caterina da Siena, 57 –
Roma. 06/69924142 – 3
[email protected].
FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 9
Istituzioni
TERRITORIO
UN NUOVO MODELLO D’INTERVENTO
PER GARANTIRE I SERVIZI ESSENZIALI
ALLA POPOLAZIONE DI MONTAGNA
Più servizi e più qualità. Questi gli obiettivi del marketing
territoriale per un contreto sviluppo locale
L’esigenza di garantire un livello
qualitativo di servizi alla popolazione
di montagna è un tema noto da molto
tempo. Questo dato è elemento
indispensabile sia per il contenimento
dello spopolamento delle aree montane,
sia per poter costruire un presidio per la
valorizzazione del territorio e attivare una
politica di marketing territoriale.
Questo assunto è elemento a carico dalla
Comunità Europea, ma anche di leggi
nazionali, regionali, provinciali e comunali.
Le facilitazioni apportate da queste
10 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
normative hanno portato scarso risultato.
Per cui le strutture per l’erogazione dei
servizi nelle aree montane devono accettare
una radicale riconversione che sia in
grado di recuperare dal passato i modelli
di gestione mista delle attività e dalle
nuove strumentazioni, la messa in
efficienza delle reti di comunicazione e
della logistica,in modo da dare una
risposta precisa ai bisogni espressi ed
inespressi della domanda locale.
Va quindi strutturata una rete di relazioni e
rapporti che possano portare verso le aree
periferiche i beni, i servizi ed i supporti alla
partecipazione dei sistemi decisionali .
Queste relazioni vanno costruite con il
supporto del sistema istituzionale delle
associazioni di categoria, degli enti
professionali, degli enti locali, degli enti
pubblici e dei loro sistemi di rappresentanza.
Gli enti pubblici che devono predisporre e
sostenere le condizioni quadro per la
realizzazione di questi cambiamenti devono
poter contare sulla collaborazione di
interlocutori dimensionalmente coerenti, ma
anche e soprattutto sulla disponibilità di
servizi comuni tipo la centrale acquisti, la
logistica, e la centrale operativa. Per questo
motivo sono importanti i sostegni che a
queste iniziative provengono dai governi
regionali e dalla collaborazione istituzionale
a livello provinciale che permettono di
creare una struttura territoriale omogenea
agli interventi necessari.
IL MODELLO DI NEGOZIO
POLIFUNZIONALE
L’obiettivo del modello è quello di trovare
una struttura di offerta del negozio che sia
in grado, dopo la fase di investimento ed
avviamento, di raggiungere un equilibrio
finanziario in piena autonomia
rispondendo alle esigenze del territorio.
Per questo motivo vanno attentamente
ponderate le potenzialità del mercato locale e
del bacino di attrattività del singolo
negozio.Va valutata la sua specifica
collocazione sul territorio e sulle vie di
percorrenza. Va inoltre trovato un necessario
abbinamento tra i servizi alimentari di prima
necessità, e le altre funzioni nel settore
alimentare come la promozione dei prodotti
locali. A questa attività primaria vanno poi
aggiunti i servizi informativi per la
popolazione residente e per i turisti in modo
che il negozio diventi un punti di facilitazione
per la fruizione dei valori locali e per
l’accesso alla nuove tecnologie. Il negozio
puo essere punto di assistenza alla fruizione
delle nuove proposte e servizi
dell’amministrazione pubblica e dei privati,
sviluppate con le nuove tecnologie.
Vi sono inoltre una moltitudine di servizi
locali che potrebbero trovare nel negozio il
punto di attivazione e coordinamento.
IL RUOLO DELLE COMUNITA’ MONTANE
La funzione di coordinamento e di erogatori
di servizi delle entità locali, svolto dalle
Comunità montane le rende “ soggetto piu
idoneo” per coordinare le iniziative dei
diversi interlocutori e dei privati in questo
settore. E’ sufficiente mettere in campo la
vasta rete di relazioni e la sua capacità di
mediazione per dare al progetto e alla
singole realtà di negozio una funzione che
non si limiti ai confini giurisdizionali del
comune. Questo porta ad assumere una
logica di integrazione con i servizi esistenti e
con le configurazioni di bacino di utenza
funzionale necessari all’equilibrio economico
delle singole iniziative.
Inoltre il ruolo delle Comunità montane è
importante nella definizione dei rapporti
con gli enti pubblici provinciali e regionali,
per garantire agli abitanti delle aree
montane il diritto di accesso ai servizi
pubblici, associativi o dei privati che
altrimenti non sarebbero raggiungibili.
Come già attivato in alcune realtà le
Comunità montane possono avere un ruolo
importante intervenendo anche
finanziariamente per la realizzazione delle reti
tecnologiche infrastrutturali, per la garanzia
di accesso alle telecomunicazioni.
Attraverso i bandi possono orientare e
favorire l’aggregazione di iniziative private,
concorrere al sostegno nella ricerca dei
finanziamenti, sostenere gli studi di
applicazione del modello, sostenere i negozi
esistenti o in costituzione con interventi
infrastrutturali come la messa a norma dei
locali, gli adeguamenti utili al miglioramento
della fruibilità delle aree, degli accessi, cofinanziare l’ammodernamento delle
attrezzature e degli strumenti operativi
necessari all’ampliamento dei servizi.
Sostenere e promuovere la formazione degli
operatori di settore, promuovere la
conoscenza di questi negozi con l’adeguata
segnaletica, con la partecipazione a
campagne promozionali, con la
sensibilizzazione della popolazione sul ruolo
e funzione del negozio.
E’importante il ruolo dei negozi
polifunzionali anche come punto di
vicinato verso la popolazione locale, per
erogare parte dei servizi di competenza
della Comunità montana (servizi di
informazione turistica, servizi di assistenza
socio assistenziale, provvidenze per fasce
specifiche della popolazione, certificazioni e
accesso ad altre documentazioni) anche in
luoghi lontane dai propri punti di presenza,
rendendo comunque variabile il costo di una
struttura locale.
Una collaborazione che rende ancora piu
visibile e presente nel territorio la funzione
ed i servizi della Comunità montana.
CLAUDIO GIANETTONI > PRESIDENTE CONSULENTI ITALIA
MODELLO COMPLESSIVO IN FORMATO SINTETICO
Beni food
e di largo
consumo
imprenditori privati con forte radicamento
e motivazione dal territorio stesso di
origine della domanda.
Avviene dunque una valorizzazione del ruolo
dell’imprenditore commerciale che assume
una funzione anche di tipo sociale e
relazionale quale rappresentante della
collettività di riferimento. La singola iniziativa
seppur valida non ha prospettive se non
collegata a un sistema di rete di iniziative
assimilabili che possano avere un peso nella
contrattazione con i fornitori, oltre alla
capacità di centralizzare una buona parte dei
Prodotti
locali
Internet point,
ordinazione
prodotti
Servizi
turistici e di
promozione
NEGOZIO
POLIFUNZIONALE
Servizi
postali
Servizi
per la popolazione
anziana
Servizi
sanitari
Servizi di
E-government
Ogni realtà locale deve riuscire a coniugare le esigenze e la specificità della propria collocazione con le
possibili risposte e proposte di erogazione di servizi convenzionate dal sistema di rete territoriale.
FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 11
Istituzioni
L’opinione
COMPETITIVITÀ E INNOVAZIONE:
CON IL 2007 LA MONTAGNA TORNA
A ESSERE PROTAGONISTA
L’On. Laura Froner, Vicepresidente del Gruppo Parlamentare Amici della Montagna, commenta i risultati della
Finanziaria sul fronte Comunità montane e il recente accordo sul WiMax, che apre la strada alla competitività
culturale ed economica delle aree montane
Il 2007 rappresenterà di sicuro
un cambio di passo per le
politiche della montagna.
Con l’approvazione definitiva della Legge
Finanziaria abbiamo realizzato una svolta in
questo campo a noi così caro: sono
presenti una serie di novità molto rilevanti,
dovute, soprattutto all’importante lavoro
concertato da Uncem con il Governo da
una parte e dall’azione di sensibilizzazione,
informazione e monitoraggio delle norme
per la montagna svolta dal Gruppo
Interparlamentare Amici della Montagna.
Vale la pena ricordare, tra i provvedimenti
della Finanziaria, l’incremento di 60 milioni
di euro sul Fondo ordinario per le
Comunità montane per il triennio 20072009, lo stanziamento di 25 milioni di euro
del Fondo Nazionale per la Montagna, lo
sconto sul prezzo del gasolio e GPL da
riscaldamento per i residenti nelle zone
montane, lo stanziamento straordinario di
168 milioni di euro per gli investimenti nei
piccoli comuni e l’istituzione di una
apposito “fondo per il sostegno agli
investimenti per l’innovazione negli Enti
Locali” al quale potranno attingere Comuni
e Comunità montane per l’abbattimento del
divario digitale.
Con questo mio breve contributo vorrei
soffermarmi su quest’ultimo argomento
che considero una delle novità
qualitativamente più rilevanti.
L’accordo siglato tra il Ministro Gentiloni e
il Ministro Parisi per la diffusione della
banda larga WiMax renderà a breve
maggiormente accessibili e più competitivi
i Comuni e le Comunità montane,
favorendo la riduzione di quel divario
digitale (digital divide) che ancora oggi
rappresenta uno degli elementi per cui
l’epiteto di “montanari” viene a volte
utilizzato quale sinonimo di arretratezza,
isolamento, lontananza, periferia.
Ad oggi sono migliaia i Comuni in Italia
che non sono ancora serviti da rete a
banda larga: un problema non indifferente
se, guardando ad uno studio realizzato
dall’Osservatorio sulla Banda larga,
(www.osservatoriobandalarga.it) rileviamo
che soltanto il 15% dei Comuni italiani con
meno di 10.000 abitanti è in grado di
connettersi ad Internet. Di questi numeri,
una grande percentuale riguarda Comuni e
Comunità montane.
Cosa ha significato questo immobilismo
dei Comuni montani nell’ultimo decennio,
in cui abbiamo assistito alla massiccia
diffusione della rete, di fronte a una
congiuntura europea e mondiale di crescita
e innovazione, seppur ridotta a valori
molto bassi? Come si traducono questi
dati per le Comunità montane in una
società globale caratterizzata dallo scambio
(di informazioni, opportunità) e dalla
semplificazione (dei servizi, dei processi di
consumo)?
Chi ci rimette se le grandi imprese di
comunicazione non intendono investire sui
collegamenti via cavo nelle zone
difficilmente raggiungibile come i piccoli
Comuni montani?
La risposta è sempre la stessa: i cittadini,
le piccole imprese familiari, la comunità
delle nostre montagne, i bilanci comunali, i
giovani che si affacciano al mondo e alle
grandi città siano esse pedemontane o di
pianura.
La soluzione è quella intrapresa, ossia
utilizzare la banda larga per innovare e
rendere competitive la montagna: nello
specifico utilizzare la banda larga wireless,
che permette collegamenti via etere,
abbattendo i costi degli investimenti
perché non c’è bisogno di cavi.
E innovare la Pubblica amministrazione, i
servizi, le imprese delle aree montane
continuando a suscitare interesse e
attrazione nei giovani che dopo gli studi
nelle grandi Università urbane possono
decidere di tornare al proprio paese in
Alcuni comuni stanno attuando
interessanti sperimentazioni sul
WiMax, recuperando il ritardo
che abbiamo accumulato
12 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
montagna e impostare lì o da lì la propria
vita. Il WiMax è lo strumento che ci
permetterà di rilanciare la montagna: con
un’unica antenna ripetitore si potranno
raggiungere distanze di 70 km di raggio
(fisse e/o mobili via cellulare) e
risulteranno più facilmente (ed
economicamente) erogabili servizi pubblici
o commerciali multimediali.
Un salto di qualità in questo senso è non
solo necessario ma urgente: è un
problema che non voglio affrontare con il
metro di misura dello “sviluppo” aprendo
un dibattito su quale comunità si possa
definire sviluppata e quale sottosviluppata,
quanto piuttosto con la categoria della
competitività.
Bisogna riportare l’attenzione sulla
competitività culturale ed economica delle
aree montane: ci sono zone in Italia in cui,
per esempio, le piccole imprese familiari
(agritur, aziende agricole….) sono
costrette a pagare canoni telefonici
spropositati per connettersi ad Internet
con una connessione (lenta) Isdn.
Alcuni comuni stanno attuando
interessanti sperimentazioni in questo
senso, recuperando il ritardo che abbiamo
accumulato in Europa rispetto alle licenze
WiMax da tempo concesse in Grecia,
Malta, Bulgaria e Slovenia.
Giungono persino dal Cile per
documentarsi sulla sperimentazione della
nuova tecnologia WiMax avviata in Valle
d’Aosta e più precisamente ad Ayas.
A Ferla, paese di 3000 abitanti nel
siracusano, sui Monti Iblei, un gruppo di
giovani ingegneri informatici ha realizzato
un progetto di rete civica senza fili,
permettendo la realizzazione di interessanti
iniziative per animare il territorio come la
web radio.
L’unione dei comuni della Valsassina, in
provincia di Lecco, ha lanciato “Valsassina
wIp”, una rete economica concepita per
eliminare la discriminazione economica di
cui soffre l’area. A Vicopisano, nel
pistoiese, l’amministrazione comunale ha
lanciato una rete wireless per avvicinare
amministrazione e cittadini offrendo una
serie di servizi innovativi on-line.
La Provincia di Brescia ha finanziato un
progetto per mettere in rete 77 piccoli
comuni colpiti da digital divide.
Gli esempi delle sperimentazioni
potrebbero continuare ma ciò che importa
è riscontrare che a fianco dell’importante
ruolo svolto dai Comuni vi sia stato, da
parte del Governo, un cambio di passo
nell’attenzione verso le politiche per la
montagna.
Flash
L’AGENDA DEL MESE
Covegni, cultura, turismo…
EVENTO
LUOGO
DATA
IN BREVE
PER SAPERNE DI PIU’
Il futuro nelle alpi di
interesse generale
nelle regioni di
montagna.
Opportunità e pericoli
attuali
Warmbad-Villach
dal 28 febbraio
al 1 marzo
Diffondere il sapere - collegare le persone:
Serie di seminari internazionali di "Futuro
nelle Alpi".
www.cipra.it
Under the North Star
Bolzano
dal 7 febbraio al
7 marzo
Mostra dedicata alle popolazioni eschimesi
attorno al Polo Nord patrocinata dall'Alleanza
per il clima e dall'Associazione per i popoli
minacciati Alto Adige.
http://www.provincia.bz.it
Corso Nazionale di
Aggiornamento Tam
Verona
dal 3 al
4 marzo 2007
Tra gli argomenti oggetto del dibatto le alpi
tra passato e futuro, le vie della sostenibilità
e lo sviluppo sostenibile della montagna.
www.cai-tam.it
Convegno
sull’ambiente alpino
Alagna Valsesia
dal 3 al 4 aprile
2007
Iniziativa volta a divulgare le conoscenze su
ambiente alpino e sui fattori che influenzano
notevolmente lo stile di vita delle Comunità
montane.
www.parcoaltavalsesia.it
Le montagne per
gioco
Torino (Museo
nazionale della
montagna)
fino al 1 maggio
Alla scoperta della montagna attraverso i
giochi da tavolo. Un tempo come oggi.
www.museomontagna.org
> La mostra
> e inoltre
LE MONTAGNE PER GIOCO
Tra le vette e le nevi dei giochi da tavolo
«La montagna non è uno degli
argomenti preferiti di inventori e
editori di giochi e sembra quasi
che gli autori abbiano sempre
riscontrato una certa difficoltà ad
affrontarla», annota Ulrich
Schädler, curatore con Aldo
Audisio della mostra Le montagne
per gioco visibile fino al 1 maggio
al Museo Nazionale della
Montagna di Torino, organizzata
con la Regione Piemonte e la
collaborazione di Città di Torino e
CAI. L’operazione è supportata da
un grande catalogo, di 432 pagine
con un ricco corredo
iconografico, edito nella collana
dei Cahier Museomontagna (€
35,00). La storia, e di
conseguenza l’esposizione, inizia
in Gran Bretagna. Qui i giovani
benestanti degli anni Sessanta
dell’Ottocento, senza muoversi
dalle loro case cittadine londinesi
o dai palazzi immersi nel verde
delle campagne, viaggiavano
percorrendo tutta l’Europa per
raggiungere le Alpi; per salire il
Monte Bianco. Questo nuovo
“Grand Tour”, immobile, vissuto
sul tavolo di legno massiccio, lo si
faceva lanciando i dadi e leggendo
le descrizioni di un libretto dalla
copertina verdina.
Per maggiori informazioni
www.museomontagna.org
L’UNIVERSITA’ E IL CAI PER LA MONTAGNA
All’interno della convenzione quadro tra il Club Alpino Italiano e
l’Università degli Studi di Milano, è stato siglato un accordo di
collaborazione per il quale i soci del Cai svolgeranno un ruolo di primo
piano nel Programma di Studio della Facoltà di Agraria/ Valorizzazione e
Tutela dell’Ambiente e del Territorio Montano, per formare i nuovi
manager della montagna. Il manager che nasce da questo percorso
formativo potrà rispondere alle richieste provenienti da diversi settori del
mercato del lavoro che hanno come elemento unificante la difesa e la
valorizzazione delle risorse naturali e lo sviluppo sostenibile e durevole
dell’ambiente. L'iniziativa per la realizzazione del Corso di Laurea triennale
si svolge in Valle Camonica, nella sede distaccata di Edolo della Facoltà di
Agraria di Milano
LA VAL SUSA PROMUOVE ARTIGIANATO ED ENOGASTRONOMIA
La bassa Valle di Susa nell’arco di pochi anni potrebbe avere una svolta
decisiva per i prodotti di nicchia enogastronomici e artigiana. E quanto ha
dichiarato il presidente della Comunità montana Bassa Valle di Susa,
Antonio Ferrentino, presentando un progetto per realizzare una mega
struttura da realizzare tra la Chiusa di San Michele e Bussoleno. Un primo
passo per rilanciare i prodotti sono i due depliant intitolati «Di Paese in
Paese», presentati ad Avigliana. Strumento di comunicazione che mira a
valorizzare il patrimonio del territorio, le lavorazioni e i prodotti tipici della
Valle, contrassegnate dal marchio dell’eccellenza artigiana e delle
specialità alimentari.
Per maggiori informazioni: www.cmbvallesusa.it/
FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 13
Le norme
Riordino servizi pubblici locali: riprende l’esame
Dopo un lungo ciclo di audizioni sul
riordino dei servizi pubblici locali, che ha
interessato anche l’UNCEM, la
Commissione affari costituzionali del Senato
ha ripreso il 25 gennaio 2007 l’esame del
disegno di legge n. 772.
Il Sen. Vitali ha sottolineato la necessità di
intervenire tempestivamente nel settore,
con l’obiettivo di realizzare un concreto
vantaggio per i consumatori, sia in termini
di riduzione delle tariffe sia sul versante
della qualità dei servizi. Egli ritiene infondata
l’accusa secondo la quale i Comuni
resisterebbero al cambiamento; al contrario
essi sono stati protagonisti della novità che
ha portato alla trasformazione giuridica di
molte società pubbliche e alla cessione alla
sfera privata di rilevanti segmenti di attività.
A suo avviso, è necessario ribadire la
separazione fra proprietà e autorità
indipendenti per la regolazione,
individuando un livello di riferimento non
eccessivamente ampio (nazionale) né
troppo ridotto (comunale).
Quanto agli ambiti ottimali, le privatizzazioni
già effettuate non hanno ottenuto i risultati
attesi anche perché non sono state
accompagnate da un’efficace politica
industriale, volta ad individuare la
dimensione economicamente più opportuna
dei bacini di utenza dei servizi. A tal fine, si
dovrebbero prevedere misure di
incentivazione delle aggregazioni.
Vitali ha apprezzato l’intesa conseguita nella
maggioranza: sull’ammissibilità della
gestione diretta; sull’obbligatorietà della
gara pubblica (salva la possibilità di
ricorrere alla gestione in house in casi
specifici e motivati) e sulla esclusione dei
servizi idrici.
Al contrario, per il Sen. Saro le opzioni
oggetto dell’accordo costituiscono un
ostacolo alla trasformazione competitiva dei
servizi locali e testimoniano l’egemonia
della componente radicale rispetto alle forze
riformiste della maggioranza. Sarebbe stata
preferibile una delega legislativa che avesse
tenuto conto delle rilevanti differenze fra i
settori (rifiuti, luce e gas, acqua, trasporti).
Inoltre, l’esclusione dei privati dalla
proprietà e dalla gestione delle reti, a suo
avviso, impedisce l’apporto di capitali
essenziali per il rinnovamento di quelle reti
(in particolare per l’acqua e per il gas).
Per quanto riguarda i servizi idrici, pur
convenendo sulle peculiari caratteristiche
14 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
del bene «acqua», è inopportuno rinviare,
probabilmente senza termine, la disciplina
dei servizi di erogazione. Occorre prevedere
una preventiva definizione degli ambiti
territoriali ottimali, preferibilmente a livello
provinciale, in modo da semplificare
l’attuale, frammentata struttura gestionale.
Per il Sen. Saro si dovrebbe prevedere
anche il superamento delle gestioni dirette e
favorire la partecipazione di nuovi
competitori, anche stranieri. Infine, per
quanto riguarda il settore dei rifiuti, la
liberalizzazione non può non tener conto
della situazione diversificata sul territorio
nazionale.
Fondi sviluppo nel Lazio
Più di 150 piccoli Comuni laziali
beneficeranno dei contributi, pari a quasi un
milione di euro, che la Regione ha stanziato
per lo sviluppo socio-economico. Ne dà
notizia con una nota l’assessore agli Affari
istituzionali Regino Brachetti, promotore
dell’iniziativa, rilevando che “si tratta di
comunità in cui è concentrato un
inestimabile patrimonio di tradizioni,
cultura, vitalità imprenditoriale e sociale”.
I fondi stanziati grazie all’operazione voluta
da Brachetti, si legge nella nota, sono
destinati a progetti che avevano come
finalità l’innovazione tecnologica
nell’organizzazione amministrativa, la
promozione della residenzialità, lo sviluppo
economico, con particolare riferimento al
sostegno delle vocazioni e delle tipicità.
Inoltre si aggiunge che tra i progetti
finanziati c’è anche la diffusione della banda
larga nelle connessioni internet, o la
promozione di misure sociali e
imprenditoriali.
“Uno dei parametri premiato nella
valutazione dei progetti da finanziare e’ stato
l’associazionismo, ovvero quello che noi
riteniamolo strumento più idoneo, per le
piccole comunità, per rispondere alle
esigenze dei cittadini, attraverso economie
di scala altrimenti difficilmente realizzabili”,
ha affermato l’assessore. La nota informa
che sono quattordici i progetti selezionati,
che coinvolgono 150 piccoli Comuni del
Lazio. Brachetti ha concluso dicendo che i
finanziamenti “costituiscono un incentivo
importante, ai fini di un migliore rapporto
dei cittadini con la pubblica
amministrazione. Spesso, infatti, una delle
maggiori cause dello spopolamento di
queste comunità è la mancanza di servizi ai
territori”.
Sostegno piccoli comuni
Presso le Commissioni riunite Ambiente e
Bilancio della Camera, il 24 gennaio è
ripreso l’esame della proposta di legge n. 15
(e abbinate) per il sostegno e la
valorizzazione dei piccoli comuni.
Il relatore Iannuzzi ha dato conto delle
audizioni informali svolte nell’ambito del
comitato ristretto - inclusa quella
dell’UNCEM, la quale ha manifestato talune
perplessità di fondo - che a suo dire hanno
fatto emergere un giudizio
complessivamente positivo sull’impianto del
provvedimento in esame.
Considerata la presentazione di due nuove
proposte di legge, abbinate a quella già in
esame, i relatori hanno dato la loro
disponibilità ad elaborare una proposta di
testo unificato.
Successivamente potrà essere riunito
nuovamente il comitato ristretto per poi
passare al confronto con il Governo al fine
dell’adozione di un testo il più possibile
condiviso.
Con l’assenso del sottosegretario Casula, la
Commissione ha pertanto deciso di seguire
questo iter.
Dissesto idrogeologico
In Commissione Ambiente della Camera, il
23 gennaio, il sottosegretario all’Ambiente
Piatti ha risposto all’interrogazione dell’On.
Nucara n. 500388, riguardante i
finanziamenti in materia di dissesto
idrogeologico.
In merito ha ricordato che l’Ufficio Centrale
del Bilancio ha rinviato al Ministero il DM
del 4 maggio 2006 che ha approvato il “3o
Programma stralcio di interventi urgenti
per il riassetto territoriale delle aree a
rischio idrogeologico”, rilevando la
mancata copertura finanziaria del
programma nel suo complesso e l’assenza
di qualsiasi elemento istruttorio di analisi e
valutazione riferito ai progetti ammessi a
finanziamento.
Inoltre, l’allegato al decreto si è limitato ad
un mero elenco di comuni con relativo
importo finanziato, mancando ogni
riferimento all’oggetto dell’intervento. Tale
procedura, peraltro, in passato ha
consentito di finanziare comuni che
chiedevano interventi pur non avendo nel
proprio territorio alcun indice di rischio.
Il provvedimento in questione, dunque, non
ha mai esplicato la sua efficacia, ha spiegato
il Sottosegretario, il quale tuttavia ha reso
noto che le risorse per le politiche di difesa
del suolo per l’anno 2006 sono state rese
disponibili, a seguito della ripartizione del
Fondo Unico per gli Investimenti, con DM
dell’Economia del 3 maggio 2006.
Con Decreto del Ministro dell’Ambiente
Prot. n. DDS/DEC/2006/0632 del 3
novembre 2006, registrato alla Corte dei
Conti in data 24 novembre 2006, è stato
così approvato, con l’intesa formale delle
regioni su tutti gli interventi individuati, il
Piano Strategico Nazionale per la
mitigazione del rischio idrogeologico
costituito da n. 311 interventi per un
importo di 219,854 milioni di euro.
La Direzione Generale per la Difesa del
Suolo, inoltre, ha già provveduto ad
impegnare l’intera somma e
contemporaneamente ad erogare agli enti
attuatori risorse pari a oltre il 95 per cento
del totale impegnato.
Il sottosegretario ha poi ricordato che la
finanziaria 2007 ha segnato una svolta,
prevedendo per la difesa del suolo e, in
particolare, per la messa in sicurezza del
territorio da frane e alluvioni, lo
stanziamento di 200 milioni di euro per il
2007, 265 milioni di euro per il 2008 e 265
milioni di euro per il 2009 e che sono
disponibili per combattere il rischio
idrogeologico nel prossimo triennio 670
milioni di euro sotto forma di contributi per
gli enti locali.
L’On. Nucara ha osservato che, a fronte di
risorse annuali per la difesa del suolo che
risultano insufficienti per tutto il territorio
nazionale, gli uffici del ministero dovrebbero
realizzare una seria istruttoria e porre le
condizioni per l’adozione di decisioni
politiche. Il Ministero competente non
avrebbe fornito alcun elemento circa
l’opportunità di procedere a scrupolose
verifiche, affinché vengano alla luce i
promotori di finanziamenti destinati, nel
passato, ad oltre 110 interventi individuati
in zone non a rischio.
integrazione economica, in particolare con
l’Unione europea.
Recupero centri storici
Produzioni tipiche
Ratifica convenzione diversità
culturali
Il Senato ha terminato il 18 dicembre
l’esame del disegno di legge n. 1179 e
abbinati, di ratifica ed esecuzione della
Convenzione sulla protezione e la
promozione delle diversità delle espressioni
culturali, fatta a Parigi il 20 ottobre 2005,
trasmesso ora alla Camera.
La Convenzione adottata dall’UNESCO eleva
il concetto di diversità culturale al rango di
patrimonio comune per assicurare il
rispetto delle identità di tutti i popoli.
La prima parte del testo pone l’accento sugli
obiettivi della protezione e della promozione
delle diversità culturali,
sull’incoraggiamento del dialogo
interculturale e sul rafforzamento della
cooperazione.
Nella quarta parte meritano di essere
segnalate le procedure di scambio di
informazioni per la valutazione dell’efficacia
dell’azione pubblica in relazione ai
finanziamenti dell’industria culturale; la
cooperazione per migliorare le capacità
manageriali nel settore pubblico; l’incentivo
ad accordi di produzione e distribuzione
cinematografica; l’istituzione di un fondo
per la salvaguardia delle espressioni
culturali a rischio di estinzione.
Un’attenzione specifica è poi rivolta ai
rapporti con le Organizzazioni regionali di
La Commissione Affari costituzionali della
Camera, il 17 gennaio, ha dato il proprio
parere sul nuovo testo delle proposte di
legge n. 550 e abbinate, concernenti la
riqualificazione e il recupero dei centri
storici.
La Commissione ha fatto notare la necessità
di ridefinire la natura e la portata degli
interventi previsti, al fine di ricondurli
interamente nell’ambito della materia «tutela
dei beni culturali», di competenza esclusiva
dello Stato, con particolare riferimento alla
limitazione degli interventi nei centri storici
dei comuni con popolazione pari o inferiore
a 200.000 abitanti ed alla previsione della
realizzazione di opere pubbliche o di
interesse pubblico.
La Commissione Agricoltura del Senato sta
svolgendo la discussione generale sui
disegni di legge n. 228 e abbinati, relatore il
Sen. Bosone, volti alla tutela e alla
valorizzazione della produzioni
agroalimentari tipiche.
Il Sen. De Petris ha fatto presente come
parte del contenuto dei disegni di legge in
esame sia stato accolto dalla legge
finanziaria 2007. Evidenziata, inoltre, la
necessità di procedere ad una migliore
definizione del marchio definito nel
provvedimento, al fine di evitare possibili
ambiguità, ha richiamato l’importanza dello
strumento del marchio tecnico che dovrà
essere reso più efficace, anche in
considerazione degli obblighi previsti a
livello comunitario.
In considerazione delle innovazioni
contenute nella legge finanziaria 2007, la
Commissione ha rinviato il seguito
dell’esame.
Elaborazioni UNCEM su dati Westminster Srl
Esternalizzazioni catasto
Con l’interrogazione n. 4-01051del 18
dicembre al Ministro dell’economia, il
senatore Gramazio ha ricordato che la
finanziaria 2006 prevede lo
«smembramento» del Catasto unitario
nazionale, con il passaggio di tutte le
competenze oggi gestite dal Catasto stesso
ai Comuni grandi e piccoli.
Secondo l’interrogante, sarebbe opportuno
che ciascun lavoratore del Catasto unitario
nazionale fosse libero di scegliere il ruolo da
ricoprire nelle nuove strutture che
nasceranno dallo smembramento del Catasto
unitario nazionale, per assicurare agli 11.000
dipendenti di tutta Italia la garanzia della
difesa della loro professionalità.
Pertanto ha chiesto di sapere se il Governo
non intenda evitare di esternalizzare le
funzioni catastali a società private o miste
(pubbliche e private).
FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 15
Notizie dal Territorio
MUSEI IN RETE
VALLE DEL
METAURO
LE STRUTTURE MUSEALI SONO: ARTE,
STORIA, TRADIZIONI E SCIENZA
16 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
La valle del Metauro è un
territorio dove la storia ha
lasciato tracce indelebili, visibili in un
paesaggio ricco di suggestioni. Una
terra pronta ad essere scoperta ogni
volta.
Gli antichi borghi e le città, gli
affascinanti ambienti naturali, il ricco
patrimonio artistico e culturale, la
varietà di prodotti tipici, sono il
biglietto da visita di un territorio che
oggi, grazie al progetto “Musei in
Rete - Valle del Metauro” presenta al
pubblico i suoi musei. Luoghi vivi ed
aperti, dove arte, storia, tradizioni e
scienza divengono elementi di un
dialogo ricco e stimolante.
Il Metauro è noto per la famosa
battaglia del 207 a.C. che coinvolse il
cartaginese Asdrubale; in mancanza
di una precisa individuazione del sito
è interessante ripercorrere la valle e
cercare di riconoscere sulla scorta del
testo di Tito Livio e della tradizione
locale, le rive scoscese che
impedirono ad Asdrubale il guado, il
colle prominente su cui si attestarono
i Galli, il luogo in cui avvenne la
manovra di aggiramento attuata dal
console Claudio Nerone che decise le
sorti dello scontro.
Il Metauro vide poi anche altre
battaglie: le mura dei centri storici
(Montemaggiore, Piagge, Orciano,
Mondavio, Barchi, S. Ippolito,
Montefelcino, Serrungarina, Saltara)
ci parlano, infatti, di assalti e difese,
scalate e sortite. Una visita alla rocca
di Mondavio è indispensabile a chi
voglia capire la logica delle proposte
martiniane, grazie anche al Museo di
Rievocazione Storica. Altro esempio
di struttura martiniana è il mastio
della rocca di Fossombrone,
purtroppo in cattive condizioni.
A vicende militari più recenti
(Seconda Guerra Mondiale) ci riporta
il Museo del Metauro “W. Churchill”
di Montemaggiore; da questo luogo
lo statista inglese assistette
all’attacco ai capisaldi della Linea
gotica che l’esercito tedesco aveva
vanamente predisposto per arrestare
l’avanzata delle truppe alleate.
L’arte è senza dubbio una delle
principali attrattive turistiche. Si può
partire dal Museo Civico di
Mondavio (dipinti del XVII e XVIII
sec., materiali ceramici, statue in
arenaria), proseguire per
Sant’Ippolito, arricchita da una
raccolta di opere degli antichi
scalpellini e di altre sculture
contemporanee, e giungere a
Fossombrone la cui Pinacoteca
civica conserva dipinti di importanti
artisti tra Cinquecento e Ottocento.
A Fossombrone si possono visitare
varie chiese, in particolare quella
secentesca di S. Filippo, oltre
all’importante Casa Museo
Quadreria Cesarini. Un cenno
anche la piccola Raccolta di grafica
contemporanea esposta in una delle
sale del Palazzo del feudatario di
Montefelcino che oggi ospita anche
il Museo degli antichi mestieri
itineranti, originale collezione di
biciclette da lavoro.
La vita agreste e le attività
tradizionali trovano occasioni di
approfondimento. A San Giorgio di
Pesaro, nella Casa della Mina si
presentano attività connesse
all’allevamento del baco da seta e
all’allevamento delle api, ed è stata
ricostruita un’osteria con annessa
cantina con tutti gli arnesi di un
tempo. Il Museo “Corde e cordai”
di Orciano di Pesaro documenta
un’attività particolare, quella della
fabbricazione artigianale di corde
che qui ebbe una lunga tradizione. A
Barchi si trova il Museo “Orci e
orciai e Banda Grossi” propone la
produzione di terrecotte e di orci di
Vergineto, San Bartolo e Villa del
Monte, con una curiosa appendice
sull’attività di una banda di briganti
che operò nella zona attorno al
1860. A Sant’Ippolito si entra in un
mondo particolare attraverso il
“Museo del territorio - Arte degli
Scalplellini”, quello della
lavorazione della pietra, che qui ebbe
una lunga e gloriosa tradizione,
documentata anche nella
decorazione del Palazzo Ducale di
Urbino oltre che in mille altri luoghi
pubblici e privati. Documenti più
specifici della vita dei contadini sono
quelli dei due musei che si trovano
nel territorio di Isola del Piano: la
raccolta “Sulle tracce dei nostri
padri” nel Monastero di Montebello
(Isola del Piano) e gli oggetti esposti
nel museo “Trecce-Intrecci” di
Castelgagliardo dove particolare
attenzione è data alle attività della
tessitura e dell’intreccio.
Molto interessante anche
l’Osservatorio astronomico e nel
Planetario della Villa del Balì presso
Saltara che accoglie uno dei pochi
aggiornatissimi musei della scienza
presenti in Italia. Gli appassionati di
misteri legati al passato potrebbero
invece fantasticare nei sotterranei
della Villa del Balì, forse luogo di
iniziazione a ordini cavallereschi e di
rituali esoterici o può cercare di dare
una sua lettura dell’ipogeo di Piagge,
originale ambiente sotterraneo che
servì forse da tomba o da luogo di
rifugio in momenti di pericolo per il
piccolo castello sovrastante.
Per maggiori informazioni:
Comunità montana del Metauro Fossombrone
www.cm-fossombrone.ps.it
Musei in Rete - Valle del Metauro
www.vallediculture.it
Un territorio dove la storia ha lasciato tracce
visibili in un paesaggio ricco di suggestioni.
Una terra pronta ad essere scoperta
FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 17
Notizie dal Territorio
rete legata al contesto territoriale.
> pannelli illustrativi da posizionare nelle
aree di interesse archeologico
> fornitura di personal computer a tutte le
sedi museali.
> realizzazione di una campagna
pubblicitaria istituzionale con inserzioni sui
quotidiani locali e su riviste nazionali del
settore turismo
> organizzazione di un programma di
iniziative per la presentazione al pubblico e
agli operatori del settore della Rete
Museale.
Il progetto “Musei in Rete - Valle del
Metauro” è stato realizzato con il contributo
del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e
dello Stato nell’ambito del Docup Ob. 2 anni
2000-2006 - Unione Europea - Repubblica
Italiana - Regione Marche Servizio Attività e
Beni Culturali, Sport, Marchigiani nel
Mondo.
Con il patrocinio della Provincia di Pesaro e
Urbino
IL PROGETTO
NEL DETTAGLIO
Valorizzazione dei beni artistici e culturali per lo sviluppo
“Musei in rete - Valle del Metauro” è il
progetto di rete museale territoriale
progettato e realizzato dalla Comunità
montana del Metauro di Fossombrone con
l’obiettivo di valorizzare i beni artistici e
culturali intesi come strumento di sviluppo
complessivo del territorio e permettendo di
proporre un’offerta turistica diversificata.
Il progetto comprende interventi nei dodici
Comuni del territorio. La prima linea
d’azione ha riguardato il recupero
strutturale delle sedi museali nei comuni di
Barchi, Isola del Piano, Orciano di Pesaro,
San Giorgio di Pesaro e Sant’Ippolito, per le
quali sono stati recuperati edifici di pregio
situati nei centri storici. In questa fase sono
stati predisposti anche i progetti di
allestimento e arredamento degli spazi.
La seconda linea d’azione ha visto la
predisposizione di un piano di gestione e
promozione offerta museale nel territorio
della Comunità montana. Sono state poste
le basi per la costituzione di una rete
museale integrata che aggrega le nuove
strutture e quelle già esistenti per offrire al
pubblico una serie di benefici e migliore la
qualità dei servizi erogati e delle attività di
informazione e promozione. Oltre a quelle
dei comuni sopra indicati, nel progetto di
rete museale sono rientrate anche le
strutture di Fossombrone, Mondavio,
Montefelcino e Saltara. I comuni di Piagge e
Serrungarina, dove non esistono strutture
museali, sono stati inseriti negli itinerari di
visita proposti.
Le azioni del piano di promozione si
integrano alla politica di promozione
turistica che la Comunità montana del
Metauro e i singoli Comuni attuano da
tempo in collaborazione con Regione
Marche, Provincia di Pesaro e Urbino,
18 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
Sistema Turistico Locale e Centro Servizi
per il Turismo Montano.
Le principali attività previste nel piano
promozionale sono:
> un opuscolo di 72 pagine contenente:
schede dei musei, proposte di itinerari,
indicazioni sul patrimonio culturale,
cartografia tematica.
> il portale della rete museale - un
documentario-video di presentazione con
una breve illustrazione di tutti i musei della
Grazie alla rete è possibile proporre una visione
complessiva del territorio, della sua storia,
tradizioni e cultura per attrarre un maggior
numero di visitatori, sia abitanti che turisti
I MUSEI DELLA RETE
Barchi
Museo “Orci e orciai” e “Banda
Grossi”
Mondavio
Pinacoteca Civica
Museo della Rocca Roveresca
Saltara
Museo della Scienza - Planetario
“Villa del Balì”
Fossombrone
Quadreria “Cesarini”
Museo Civico Archeologico
“Vernarecci”
Pinacoteca Civica “Vernarecci”
Montefelcino
Raccolta comunale di grafica
moderna e contemporanea
Museo degli antichi mestieri
itineranti
Montemaggiore al Metauro
Museo storico del fiume Metauro
“Winston Churchill”
Isola del Piano
Museo “Trecce-Intrecci” Castelgagliardo
Museo “Sulle tracce dei nostri
padri” - Località Montebello
Orciano di Pesaro
Museo della corda e degli antichi
mestieri
San Giorgio di Pesaro
Museo “Casa della Mina”
Fossombrone
Parco archeolgico “Forum
Sempronii”
Area archeologica di Calmazzo
Sant’Ippolito
Museo del territorio - Arte degli
Scalpellini
Serrungarina
Area archeologica di
Tavernelle
Piagge
Ambiente ipogeo
PREMIO GIORNALISTICO
GRAN PREMIO MONTECELIO-TP PER
LA COMUNICAZIONE PUBBLICA LOCALE
L’educazione civica dei cittadini attraverso la comunicazione pubblica nella IX Edizione del premio
L’attività di comunicazione
pubblica rivolta ai cittadini allo
scopo di promuovere prodotti e/o servizi
pubblici, diffondere comportamenti
educativi, informare su eventi e/o
tematiche di interesse collettivo
attraverso qualsivoglia mezzo e/o
strumento di comunicazione: radio,
televisione, stampa, affissioni, telefono,
posta, PC, internet o altro sistema
utilizzabile, realizzate in Italia nel periodo
tra ottobre del 2005 e dicembre 2006,
sono l’oggetto del Gran Premio
Montecelio – Tp.
Aperto a tutte le amministrazioni
pubbliche, le organizzazioni di
comunicazione e i consulenti
pubblicitari, alla competizione, si
partecipa per categorie e/o per sezioni
specifiche.
Categorie: Regioni, Province, Grandi
Comuni, Comuni con meno 100.000
abitanti, Comunità montane, Comunità
isolane;
Sezioni: Comunicazione Pubblica
Istituzionale (generale e specifica),
Comunicazione sanitaria, Scuola –
campagne educative e sociali, Editoria
elettronica – audiovisivi, Campagne
sociali, Rapporti con il pubblico, Ufficio
stampa, Comunicazione territoriale.
Le campagne di comunicazione
dovranno essere inviate alla Segreteria
del Premio, seguendo le istruzioni
indicate all’art. 4 del Regolamento entro
il 31 marzo 2007.
Sarà, poi, la Giuria del Premio formata da rappresentanti delle
associazioni dei professionisti
della comunicazione, degli
operatori economici,
dell’amministrazione pubblica che si riunirà nel mese di aprile
2007 presso la sede dell’
Istituto, a Roma, e valuterà le
campagne, privilegiando
l’efficacia e l’impatto
comunicativo.
Per ogni categoria, almeno un
Primo Premio, e una Menzione
di merito e la Targa TP.
La premiazione avverrà a
Roma, presso la Giunta della
Regione Lazio nel mese di
maggio 2007. Le campagne di
comunicazione dovranno
essere inviate a:
Segreteria del Gran Premio
Montecelio-Tp
Piazza Rondanini, 48 – 00186
Roma
Data ultima per l’iscrizione: 31
marzo 2007
PER ULTERIORI
INFORMAZIONI
Consultare il Regolamento del
Premio sui siti:
www.regione.lazio.it
www.sirio.regione.lazio.it
FEB-
Notizie dal Territorio
ENTI LOCALI, INFRASTRUTTURE E PATRIMONIO IMMOBILIARE
VINCOLI DI BILANCIO E
STRATEGIE DI INTERVENTO
Accordo Uncem Servizi e Management & Financial Advisors srl per assistere le amministrazioni
associate nella gestione di patrimoni immobiliari e nelle tecniche di project financing
La situazione
La valorizzazione del patrimonio immobiliare
ed il potenziamento delle infrastrutture
rappresentano, per le amministrazioni locali,
elementi chiave sui quali si gioca la
competitività di un territorio. Interventi in tal
senso, costituendo stimolo ed attrazione per lo
sviluppo locale, rivestono una importanza
strategica per le amministrazioni locali
impegnate nel governo del proprio territorio e
nel rilancio dei livelli occupazionali e della
competitività delle imprese.
Tali esigenze di intervento devono però fare i
conti con una sempre maggiore difficoltà per
le stesse amministrazioni locali di reperire i
fondi necessari. I drastici tagli dei trasferimenti
statali ai Comuni, pur associati alla maggiore
autonomia fiscale agli stessi riconosciuta e le
significative innovazioni apportate al Patto di
stabilità interno, con l’introduzione come
parametro del saldo finanziario, possono infatti
costringere le amministrazioni a ridurre
drasticamente gli investimenti. Per evitare tali
20 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
conseguenze, che avrebbero impatti
pesantissimi sul territorio amministrato, le
amministrazioni locali sono chiamate sempre
più a misurarsi nel difficile compito di reperire
i fondi necessari allo sviluppo, ottimizzando la
gestione finanziaria e patrimoniale e anche, in
modo sempre più positivamente sperimentato,
sfruttando in modo consapevole le diverse
forme di collaborazione con gli attori
economici, finanziari e delle istituzionali del
territorio. Per far ciò è necessario fare sistema,
saper utilizzare gli strumenti disponibili e
rendere trasparenti le iniziative in modo da
ridurre le asimmetrie informative.
La valorizzazione delle risorse
infrastrutturali ed immobiliari
Ed un notevole contributo alle finanze dell’ente
locale può derivare dagli stessi interventi di
valorizzazione delle risorse immobiliari e dalla
capacità di cogliere le opportunità di sviluppo
del territorio, aumentando o creando
produttività economica. La dimensione del
fenomeno è di tutto rispetto se si pensa che
solo il patrimonio edilizio pubblico, malgrado
sia stato oggetto di un processo di
dismissione non trascurabile in questi anni, sia
ancora estremamente consistente. E la legge
finanziaria 2007 prevede procedure per la
valorizzazione e l’utilizzazione a fini economici
dei beni immobili (concessione o locazione,
contributo di costruzione, ecc.), la possibilità
di trasferire al patrimonio del comune
particolari tipologie di immobili, la possibilità
di finanziare degli “studi di fattibilità dei
programmi facenti capo ai programmi unitari
di valorizzazione dei beni demaniali per la
promozione e lo sviluppo dei sistemi locali”.
Ma anche le infrastrutture, se frutto di una
attenta e corretta politica di sviluppo
economico e sociale, possono portare notevoli
benefici alle casse dell’amministrazione; e ciò
può avvenire anche se la realizzazione di
un’opera a prevalente rilevanza pubblica (c.d.
opera fredda), di per sé non capace di ritorni
economici autonomi, è inserita organicamente
in un progetto di reddito (opera calda), in
grado di garantire il successo dell’operazione
per il privato ed un notevole beneficio per il
territorio e le casse dell’amministrazione.
Vediamo come. Numerosi sono gli strumenti a
disposizione delle pubbliche amministrazioni
per la valorizzazione del proprio patrimonio
immobiliare ed in generale per la realizzazione
di opere infrastrutturali. L’utilizzo di uno
strumento piuttosto che di un altro comporta
però rischi e vantaggi per l’amministrazione
che devono essere esaminati attentamente.
Tali strumenti possono essere in primo luogo
distinti in due grandi categorie, in funzione che
realizzino o meno un partenariato con il
privato.
Le modalità di intervento pubblico autonomo
L’ente locale che, per finanziare la realizzazione
e la gestione di opere pubbliche o per l’avvio di
progetti di valorizzazione dei propri beni
patrimoniali, e che non intenda creare un
partenariato con il privato o dismettere il bene,
ha una serie di alternative tra le quali le
principali sono indicate nella tabella 1.
Va peraltro evidenziato che, con riferimento
alla finanza propria dell’Ente, la legge
finanziaria 2007 ha introdotto (articolo 1,
commi da 145 a 151) l’imposta di scopo per
le opere pubbliche, volta a coprire al
massimo il 30% delle spese per la
realizzazione di opere pubbliche individuate dai
Comuni in un apposito regolamento.
Le modalità di intervento pubblico in
collaborazione con il privato
Accanto agli strumenti precedentemente
descritti vi sono quelli che invece comportano
una compartecipazione, sotto varie forme, del
soggetto privato all’iniziativa. Carenza di fondi,
riduzione degli oneri di gestione e
dell’indebitamento consigliano l’adozione di
forme di collaborazione con il privato, che,
attraverso strumenti finanziari e contrattuali,
siano in grado di conciliare gli interessi privati
con gli interessi pubblici e fare in modo che un
investimento, utile per la collettività e
profittevole per il soggetto privato, possa
anche generare finanza per il soggetto
pubblico.
La tabella 2 riepiloga i principali strumenti
disponibili, non volendo comunque essere
esaustiva.
Di seguito si fornisce un breve riepilogo i
principali strumenti attivabili per il
finanziamento delle infrastrutture con il
coinvolgimento di soggetti privati.
Concessione di costruzione e gestione.
Regolamentata dalla Legge quadro in materia
di lavori pubblici, l. 109/94, (di seguito anche
Legge Quadro), all’art. 19; secondo tale
modello, la Pubblica Amministrazione affida ad
un altro soggetto, selezionato tramite una gara
pubblica indetta a seguito di un progetto
definitivo elaborato dall’Amministrazione
stessa, la costruzione di un’infrastruttura
funzionale alla gestione di un pubblico servizio.
Il concessionario consegue come
controprestazione i proventi derivanti dalla
gestione, che sono strumentali alla copertura
dei costi di realizzazione dell’infrastruttura e di
gestione ed alla remunerazione dell’attività
svolta.
Project financing. Regolamentata dalla Legge
Quadro (artt. 37bis e seguenti), si distingue
dalla “Concessione di costruzione” e gestione
in particolare in quanto l’iniziativa
dell’intervento infrastrutturale è di soggetti
promotori; assume fondamentale rilevanza
dunque l’iniziativa della società di progetto.I
promotori dell’iniziativa basano le proprie
decisioni di finanziamento sul totale o
prevalente autofinanziamento dell’opera da
realizzare e/o del servizio da gestire. E’ lo
strumento universalmente considerato più
adatto a favorire la partecipazione di soggetti
privati alla realizzazione e gestione di opere
pubbliche.
Leasing immobiliare. Nel leasing l’ente
ELEMENTI COMPARATIVI
STRUMENTO
PRINCIPALI
CARATTERISTICHE
QUANDO
UTILIZZARLO
AMBITO DI
APPLICAZIONE
> Tempi ridotti
> Minori costi di impiego
Risorse provenienti dalla
potestà impositiva, dai
trasferimenti e da altre
attività dell’ente
Nel caso di iniziative
progettuali che non
prevedono adeguati ritorni
economici (opere “fredde”)
in assenza di altri strumenti
Nessun vincolo.
PRESTITI
OBBLIGAZIONARI
Emissione di titoli
obbligazionari sul mercato
tramite intermediari
autorizzati
A seguito di analisi di
convenienza economicofinanziaria e di appetibilità
del titolo per il mercato
Finanziamento degli
investimenti (progetti di
sviluppo, infrastrutture)
FINANZA
AGEVOLATA
Finanziamenti previsti da
leggi per attività di
investimento e di sviluppo,
erogati ad esempio dalla
CDDPP o da istituti di
credito speciale.
Quando l’intervento rientra
negli ambiti di applicazione
della legge.
In relazione alla tipologia
di investimento
ammissibile
FINANZIAMENTI
EUROPEI E
NAZIONALI
Strumenti finanziari della
politica comunitaria e
nazionale (Fondi strutturali,
Fondo di coesione, Risorse
CIPE, ecc)
Quando l’intervento rientra
nell’ambito di applicazione
dello strumento.
Secondo quanto previsto
dallo strumento
Quando si dispone di
ingente patrimonio
immobiliare e mobiliari in
grado di generare flussi di
reddito stabili
Patrimonio immobiliare
Flussi monetari stabili
Canoni di locazione o di
concessione
FINANZA
PROPRIA
Tecnica finanziaria mediante
la quale attività a liquidità
differita (crediti, immobili)
CARTOLARIZZAZIONE vengono convertite in titoli
negoziabili sul mercato
attraverso soggetti
specializzati
VANTAGGI
SVANTAGGI
> Minori risorse per altre opport.
> Possibile aumento del prelievo
> Costo a totale carico dell’Ente
> Impatti sui livelli di indebitam.
> Possibile convenienza
economica del finanziamento
> Vincoli di accesso al mercato
> Impegni per gli esercizi futuri
> Impatti sui livelli di indebitam.
> Difficoltà e costi per rating
> Beneficio per la spesa
> Tempi lunghi di ottenimento
> Incertezza dell’esito
> Costo solo parzialmente a
carico dell’ente
> Tempi lunghi di ottenimento
risorse
> Incertezza dell’esito
> Immediata disponibilità di
ingenti somme finanziarie
> Limitato ambito di applicazione
> Pregiudizio per i redditi futuri
Tabella 1
ELEMENTI COMPARATIVI
STRUMENTO
PRINCIPALI
CARATTERISTICHE
CONCESSIONE
DI COSTRUZIONE
E GESTIONE
La PA definisce il progetto e
affida ad un soggetto la
costruzione e gestione di
un’infrastruttura per gestire
un pubblico servizio. Il
concessionario consegue i
proventi della gestione.
Nel caso di iniziative
progettuali che prevedono
adeguati ritorni economici
(opere “calde”).
Trasporti, Energetico,
Comunicazioni,
Ambiente, Utilities,
Sanità.
PROJECT
FINANCING
I promotori presentano
all’Ente proposte in merito
all’opera da realizzare. L’Ente
affida l’opera ad un soggetto
selezionato con gara. Il
concessionario è pagato con
il cash-flow dell’iniziativa.
Nel caso di iniziative
progettuali che prevedono
adeguati ritorni economici
(opere “calde”).
Trasporti, Energetico,
Comunicazioni,
Ambiente, Utilities,
Sanità.
La PA definisce il progetto;
individua il soggetto privato
con una gara ad evidenza
pubblica, stipulando il
contratto di leasing; il
partner privato realizza
l‘infrastruttura.
Quando si vuole mantenere
la gestione. Utilizzabile
anche nel caso di iniziative
progettuali che on
prevedono adeguati ritorni
economici (opere “fredde”).
Energetico,
Comunicazioni,
Ambiente, Trasporti,
Servizi di
regolamentazione
pubblica, Servizi sociali,
Sanità.
Strumento giuridico in
grado di garantire sia nella
fase realizzativa che
gestionale un efficace
partenariato pubblicoprivato.
Per l'esercizio di servizi
pubblici e la realizzazione di
opere per lo svolgimento
del servizio, nonché per la
realizzazione di
infrastrutture ed altre opere
di interesse pubblico.
Strumento giuridico in
grado di garantire sia nella
fase realizzativa che
gestionale un efficace
partenariato pubblicoprivato.
Nel caso di iniziative
progettuali in ambito di aree Servizi pubblici locali
urbane degradate ed in forte
stato di abbandono
LEASING
IMMOBILIARE
SOCIETA’ MISTE
SOCIETA’ DI
TRASFORMAZIONE
URBANA
QUANDO
UTILIZZARLO
AMBITO DI
APPLICAZIONE
Servizi pubblici locali
VANTAGGI
SVANTAGGI
> Investimento e gestione a
carico del Privato
> Progettazione a carico
dell’Ente
> Tempi medio-lunghi
> Progettazione a carico del
Privato
> Investimento e gestione opera
a carico del Privato
> Tempi di attuazione mediolunghi
> Tempi attuazione brevi
> Permanenza della gestione
(qualora sia strategica) al
pubblico
> Costo (rateizzato) a totale
carico dell’Ente
> Procedure urbanistico
amministrative snelle
> Supporto tecnico e finanziario
dei privati
> Procedura complessa
> Tempi di attuaz. medio-lunghi
> Procedure urbanistico
amministrative snelle
> Supporto tecnico e finanziario
dei privati
> Procedura complessa
>Tempi di attuaz. medio-lunghi
Tabella 2
FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 21
Notizie dal Territorio
pubblico definisce il progetto e individua,
attraverso una gara ad evidenza pubblica, la
società con la quale stipula il contratto di
leasing; la società di leasing (con eventuale
supporto di altri operatori specializzati) realizza
l‘infrastruttura su scelta ed indicazione
dell’ente pubblico, che ne assume tutti i rischi
ed ha la facoltà di diventarne proprietario al
termine della locazione, dietro versamento di
un prezzo stabilito.
Società miste. Disciplinata all’art. 116 del Testo
unico degli EE.LL. (D. Lgs. 267/2000). Le
società a capitale misto pubblico-privato sono
costituite per realizzare delle infrastrutture il
cui progetto è stato realizzato dall’ente
pubblico promotore ed il cui socio privato è
stato selezionato attraverso una gara ad
evidenza pubblica. La regolamentazione dei
rapporti tra gli attori pubblici e privati è
disciplinata nello Statuto sociale e/o in altri
contratti parasociali. I settori di prevalente
applicazione sono quelli delle utilities, dei porti
e dell’ambiente e rifiuti.
Società di trasformazione Urbana. Disciplinata
all’art. 120 del Testo unico degli EE.LL. Le
società di trasformazione urbana (STU) si
differenziano dalle altre società miste pubblicoprivato sostanzialmente per il vincolo
dell’oggetto sociale. Le STU costituiscono uno
strumento flessibile e dalle vaste potenzialità,
messo a disposizione degli enti locali per
realizzare la progettazione e gli interventi di
trasformazione urbanistica delle aree
degradate e/o sottoutilizzate del territorio
comunale (o delle città metropolitane).
Qual è l’attualità di interventi di
valorizzazione di infrastrutture e
patrimonio immobiliare degli enti
locali?
La crescita di un tessuto urbano
moderno e funzionale alle esigenze della
collettività è alla base del benessere
degli abitanti e richiede qualità di
abitazioni e di infrastrutture in coerenza
con le diverse situazioni contestuali, nel
rispetto cioè del luogo e dell’ambiente. E
molto si deve e si può fare in tal senso.
Inoltre, l’ottimizzazione della redditività
del patrimonio può fornire un positivo
contributo alle casse delle
amministrazioni.
Quali sono le modalità di intervento
che consiglia?
La drastica riduzione dei trasferimenti
statali e il ruolo centrale di governo del
territorio assunto sempre più dagli enti
locali richiede un grande sforzo a carico
degli enti per garantire i necessari
investimenti. E’ necessario individuare
nuovi modelli di intervento, volti a
eventualmente accordando un prezzo e
controllando poi l’intera operazione. La figura
4 rappresenta l’iter previsto per la realizzazione
di un intervento di project financing.
Tabella 3 – Strumenti di intervento a confronto
Gestione
diretta
Redditi
futuri
Strumento
Finanza
a breve
22 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
IL PRESIDENTE DELL’UNCEM:
Il ruolo della amministrazione locale e i
possibili supporti
L’amministrazione locale gioca un ruolo
fondamentale per stimolare e porre le basi
dello sviluppo del territorio. La scelta delle
modalità di intervento deve essere pertanto
valutata attentamente dall’amministrazione in
relazione alla coerenza con le politiche
intraprese, le risorse disponibili, gli impatti
complessivi sul bilancio dell’ente. L’ente è
chiamato a superare il ruolo di mero
impositore di vincoli per assumere quello di
pianificatore e controllore dello sviluppo,
potendo lasciare la gestione e la realizzatore ad
altri soggetti (ingegneria, finanza, gestione ed
assicurazione). L’Amministrazione locale deve
quindi innanzitutto farsi carico di identificare
con esattezza i bisogni della propria collettività
e le esigenze di sviluppo del proprio territorio,
valutando eventuali iniziative proprie o di
soggetti promotori, ed effettuando
eventualmente studi ed analisi di fattibilità per
valutarne la consistenza e le caratteristiche. Le
azioni successive saranno in gran parte in
funzione della tipologia di strumento
impiegato. Ad esempio, nel caso in cui sia
individuata la realizzabilità di una iniziativa con
la tecnica della Finanza di Progetto,
l’Amministrazione dovrà inserirne le risultanze
nella programmazione triennale delle opere
pubbliche, valutare e selezionare le proposte
dei promotori tramite un avviso pubblico,
stipulare i contratti con i concessionari,
Patrimonio
La scelta tra le modalità di intervento
E’ in generale necessario valutare attentamente
i pro ed i contro di ogni strumento e
comprendere gli impatti sul territorio, sul
bilancio dell’amministrazione e sulla capacità
della stessa di generare reddito negli esercizi
futuri, nonché sulla minore o maggiore
dipendenza dal soggetto privato per quel che
riguarda la gestione del bene.
Il seguente schema 3 vuol fornire un’idea dei
differenti impatti dei vari strumenti di
intervento. Ad esempio. Se si dispone di beni
immobili, supponendo che vi siano le
condizioni amministrative, finanziarie,
patrimoniali e di credibilità esterna per
accedere agli strumenti di seguito considerati,
le conseguenze per il bilancio attuale e futuro
dell’ente, sulla sua possibilità di governo del
territorio saranno diverse in funzione della
tipologia di intervento prescelta. Così, ad
esempio, se si decide di:
cartolarizzare gli immobili; si beneficia di
grandi disponibilità finanziare in tempi brevi
ma si compromette la capacità di reddito per
gli esercizi a venire; mentre i beni rimangono
comunque nella disponibilità dell’ente;
intervenire con il project financing; l’ente potrà
verificare la coerenza della gestione con
quanto programmato e contrattualizzato e
disporrà del bene o dell’opera al termine della
durata della concessione; la realizzazione
dell’iniziativa generalmente non comporta
impegni per l’amministrazione e non incide sul
livello di indebitamento. L’ente perde nel medio
periodo la gestione e la disponibilità del bene
che rimane comunque strumentale alle sue
politiche;
ottenere un contratto di leasing immobiliare;
l’ente entra nella disponibilità immediata di
importi ma impegna gli esercizi futuri; può
beneficiare di vantaggi anche fiscali; potrà
avere la disponibilità del bene riscattandolo alla
scadenza del contratto e non perde comunque
la gestione del bene;
emissione obbligazionaria, realizza una
responsabilizzazione sull’uso delle risorse;
impegna gli esercizi futuri al pagamento del
costo degli interessi; se ha ottenuto un buon
rating e gode di credito sul mercato può
ottenere vantaggi in termini di riduzione della
spesa. Mantiene il bene nella propria completa
disponibilità.
PROJECT FINANCING
LEASING IMMOBILIARE
SOCIETA’ MISTE
PUBBLICO/PRIVATO
CARTOLARIZZAZIONE
EMISSIONE OBBLIGAZIONARIA
MUTUI
LEGENDA:
PIU’ INTENSO
MENO INTENSO
NEGATIVO
Le modalità di assistenza
La realizzazione degli interventi di
valorizzazione delle infrastrutture e degli
immobili è tutt’altro che semplice trattandosi
di processi caratterizzati da significativa
complessità per i quali sono richieste
competenze specifiche e multidisciplinari, non
sempre disponibili all’interno delle strutture
comunali, con particolare riferimento alle
realtà di ridotta dimensione.
La gestione di tale complessità è alla base
dell’accordo di collaborazione tra l’UNCEM
Servizi e la società MFA – Management &
Financial Advisors srl: l’UNCEM Servizi potrà
giocare un ruolo fondamentale per favorire gli
Enti Locali che intendano coniugare le finalità
sociali tipiche della pubblica amministrazione
con criteri di efficienza ed economicità della
gestione, fornendo agli stessi, avvalendosi di
una apposita struttura di consulenza, un
servizio di supporto ed assistenza tecnica nel
corso di tutto l’iter progettuale e realizzativo
delle iniziative, sotto gli aspetti giuridicoamministrativi ed economico-finanziari.
In questo ambito, le attività di assistenza e
consulenza proposte mirano ad indirizzare la
gestione dell’Ente locale verso prestazioni
complessive più efficaci ed efficienti, mediante
ad esempio la predisposizione di studi di pre-
Figura 4 – Iter per la realizzazione di un intervento di project financing
Studio di
pre-fattibilità
FASE 0
Avviso
pubblico per
promuovere
le proposte dei
“promotori”
FASE 1
Valutazione
proposte
Bando di
gara e
selezione
del progetto
FASE 2
FASE 3
ANALISI Economico-Finanziaria e Legale-Amministrativa
Assistenza post
aggiudicazione
FASE 4
ECCO COME INTERVENIRE SUL TERRITORIO
conseguire con efficacia le finalità
pubbliche con strumenti gestionali
efficienti, da scegliere in modo
consapevole valutando l’impatto sul
territorio ed i riflessi sul bilancio degli
enti. Ed in questo senso, è
fondamentale il tessuto
imprenditoriale del territorio, dal quale
cogliere o fornire stimoli e comunque
coinvolgendole direttamente nel
processo di sviluppo.
Gli enti dove possono trovare le
risorse per intervenire?
Reperire le risorse è diventato
strategico. Sicuramente si possono
migliorare e rendere più efficienti le
modalità d intervento. Si può
ottimizzare il patrimonio disponibile.
Ma soprattutto, è opportuno cogliere
le opportunità offerte dal pieno
coinvolgimento di soggetti privati. Tali
operazioni, se ben congegnate,
possono fornire gli idonei stimoli
all’imprenditoria e nel contempo
rilanciare il territorio. E’ chiaro che tali
operazioni, oltre a progetti validi,
devono essere attentamente valutate
anche in termini di modalità operative.
La capacità di utilizzare correttamente
gli strumenti della finanza innovativa e
di operare una corretta gestione attiva
del debito, infatti, è divenuta
fondamentale sia per il reperimento di
risorse finanziarie capaci di aiutare a
risolvere le eventuali criticità di cassa,
sia per l’individuazione delle fonti di
finanziamento maggiormente
convenienti per la realizzazione degli
investimenti, spesso ingenti, che il
perseguimento dell’interesse pubblico
e del miglioramento della qualità della
vita richiede. Per far fronte a specifiche
esigenze finanziarie connesse alla
realizzazione di interventi per lo
sviluppo locale, Comuni, Regioni e
Province fanno ormai da anni ricorso
a strumenti finanziari quali il Project
financing , le cartolarizzazioni o le
emissioni obbligazionarie. Tutte queste
operazioni devono essere inserite
fattibilità, la definizione delle migliori alternative
di intervento, la redazione di programmi di
gestione, di sviluppo e di valorizzazione degli
immobili e di realizzazione delle infrastrutture.
Ciò potrà consentire, nel rispetto dei vincoli
statutari in materia di composizione e profilo di
rischio del portafoglio, il raggiungimento di un
adeguato livello di redditività dell’investimento
immobiliare. I programmi dovranno poi
definire le modalità di finanziamento, in
relazione alle quali sarà studiato il percorso di
comunque in una valutazione anche
della stabilità attuale e futura degli enti
locali.
Cosa può fare l’UNCEM per
supportare le proprie comunità ed
enti?
L’introduzione negli Enti Locali e in
tutte le Amministrazioni Pubbliche di
logiche finanziarie avanzate richiede
professionalità adeguate, capaci di
analizzare le proposte provenienti dagli
intermediari finanziari di ogni natura,
di gestire correttamente il processo di
attivazione degli interventi e di
governare e monitorare le operazioni
in essere. A tal fine ci poniamo in
primo piano nel supportare le
amministrazioni associate con una
struttura di servizi che stiamo
riorganizzando e potenziando anche
grazie ad accordi di collaborazione con
professionisti della materia. Nello
specifico, è stato sottoscritto
recentemente un accordo di
collaborazione con la società MFA –
assistenza necessario. A titolo esemplificativo,
la tabella 5 riepilogano l’approccio di
assistenza tipico in relazione al modello
operativo del project financing.
Costi per le amministrazioni del servizio di
assistenza
Le amministrazioni hanno la necessità di
ricorrere ad assistenza esterna in questo
campo in quanto non hanno le risorse
finanziare per operare direttamente e spesso,
Management & Financial Advisors srl
che, in stretta collaborazione con
l’UNCEM Servizi, potrà fornire
assistenza alle amministrazioni per
ottimizzare le modalità di intervento
sul territorio.
Ma, una struttura di assistenza costa.
Le amministrazioni che non hanno
soldi per valorizzare come pensa
possano trovare soldi per pagare le
assistenze?
Il non agire vuol dire arrecare gravi
danni alla collettività, così come l’agire
male. La materia è tutt’altro che
semplice trattandosi di processi per i
quali sono richieste competenze
specifiche e multidisciplinari, e le
amministrazioni, specie se di piccola
dimensione, non sempre hanno
disponibilità di risorse e di tutte le
competenze necessarie. E’ quindi
necessario un supporto tecnico per il
quale pensiamo che i relativi costi
siano subordinati al ritorno
dell’investimento.
non hanno le disponibilità dirette per avvalersi
di servizi di assistenza e consulenza. In tal
senso, il meccanismo di remunerazione
proposto da UNCEM Servizi/ MFA –
Management & Financial Advisors srl è volto a
superare tale vincolo prevedendo un limitato
uso di risorse interne alle Amministrazioni
Locali. Ove applicabile, infatti, si tenderà ad
utilizzare in parte tariffe c.d. “a success fee”,
basate cioè sui benefici ottenibili dall’Ente
stesso in base alla procedura individuata.
Tabella 5 – Assistenza per project financing
FASE 0
PRE-FATTIBILITÀ
> Individuazione e verifica
delle procedure più idonee
alla realizzazione del
Progetto
ATTIVITA’
> Definizione del progetto di
massima e delle limitazioni
funzionali (“paletti”)
FASE 1
AVVISO PUBBLICO
> Assistenza alla definizione
Avviso Pubblico
> Assistenza alla
predisposizione dell’Avviso
Pubblico
> Individuazione e prima
analisi sul Progetto al fine
di verificarne la piena
rispondenza a quanto
previsto dalla normativa di
riferimento
FASE 2
SELEZIONE PROPOSTE
> Determinazione dei più
idonei parametri di
valutazione delle proposte
ricevute sotto il profilo
economico
finanziario(qualità
progettuale, rendimento,
costo di gestione e di
manutenzione, tariffe, etc.)
> Analisi delle proposte
ricevute al fine di verificarne
la piena rispondenza a
quanto previsto dalla
normativa di riferimento
RISULTATI
> Analisi delle proposte
ricevute al fine di verificarne
la piena rispondenza a
quanto richiesto dall’Avviso
pubblico
dell’Amministrazione
comunale, ai fini di accertare
il pubblico interesse delle
medesime iniziative
> Scelta strumento
finanziario
> Definizione Avviso Pubblico
> Raccolta delle proposte dei
“promotori”
> Griglia parametri di
valutazione
> Individuazione della
Proposta migliore
FASE 3
BANDO DI GARA
> Assistenza alla definizione
delle linee guida,
rispondenti alle effettive
esigenze
dell’Amministrazione, cui il
Bando di Gara dovrà fare
riferimento
> Assistenza alla redazione
del Bando di Gara
(Capitolato tecnico,
Disciplinare di Gara e
Schema di Convenzione)
ponendo a base di gara il
progetto preliminare
presentato dal “promotore”
e ritenuto più valido alla
luce delle valutazioni di cui
alla Fase 2
> Definizione del Bando di
Gara
FASE 4
ASSISTENZA POST-BANDO
> Selezione del Progetto
migliore e aggiudicazione
della concessione di
costruzione e gestione
> Supporto alle fasi di
negoziazione e stipulazione
della convenzione con il
soggetto aggiudicatario
> Impostazione, negoziazione
e finalizzazione di pacchetti
finanziari
> Individuazione del Progetto
da realizzare e negoziazione
con il soggetto aggiudicatario
> Altra assistenza
FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 23
Montagna futura
A cura di Piero Tatafiore e Paolo Russo
WIMAX
LA RICETTA PER IL
SUPERAMENTO
DEL DIGITAL DIVIDE
Alla scadenza del 2006 il Ministro per le Comunicazioni Paolo Gentiloni
ha annunciato la liberalizzazione delle licenze Wimax, cedute dal
ministero della Difesa che le deteneva. Il mercato è diventato libero
Uncem Notizie lo aveva scritto già un
anno fa, nel numero di gennaio
2006: il WiMax può essere la risposta alla
domanda di superamento del Digital
Divide, a patto che l’implementazione
avvenga in modo coerente con la massima
fruibilità da parte degli utenti. Nell’ultimo
Consiglio dei ministri del 2006, il Ministro
per le Comunicazioni Paolo Gentiloni ha
annunciato la liberalizzazione delle licenze
Wimax, cedute dal ministero della Difesa
che le deteneva. E’ un momento che può
essere di svolta per il superamento del
digital divide, se ben accompagnato. Gli
entusiasmi e i dubbi di un anno fa sono,
grossomodo, gli stessi di ora, con i dubbi,
inerenti principalmente all’applicazione,
che forse sono addirittura aumentati.
Ma andiamo con ordine. Cos’è esattamente
il WiMax? Acronimo di Worldwide
Interoperability for Microwave Access è un
dispositivo che permette l’accesso su
vasta scala alla rete a banda larga tramite
tecnologie wireless. Fino ad oggi, per
collegare un nuovo utente ad internet è
sempre stato necessario fare arrivare fino
a casa sua un cavo in rame (come quello
del telefono) o in fibra ottica. Questo vuol
dire che per collegare in rete un cittadino
che abiti lontano dai principali punti di
accesso ad internet può essere necessario
stendere chilometri di cavo e spendere
cifre esorbitanti. Per questo motivo, quasi
tutta la popolazione italiana che vive
lontano dalle grandi città è sempre rimasta
esclusa da questa tecnologia e da tutti i
vantaggi che essa comporta. Almeno sulla
24 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
carta, il WiMax è l’uovo di colombo della
connettività wireless a banda larga: con
una sola antenna montata, gli utenti del
servizio possono teoricamente navigare in
rete a 70 megabit al secondo
connettendosi da una distanza massima di
50 chilometri, secondo le sperimentazioni
attuate, seppur in uno spazio aperto. Il
WiMax rispetto a Wi-Fi risulta sia più
veloce che di maggiore portata. I primi
prodotti saranno indirizzati ai network
service provider e alle aziende, non ai
consumatori. Questa tecnologia ha un
potenziale tale da consentire di allargare a
molti milioni gli accessi ad internet senza
fili, di basso costo e di facile attuazione.
Una panacea per le aree del Paese che
vivono lontano dalla banda larga. Perché
nonostante gli sforzi e i proclami l’Italia si
trova appena al 19° posto tra i paesi più
industrializzati (fonte OCSE), superata
anche dalla Spagna. La percentuale di
utenti connessi e’ del 13,4% (dati 20042005) rispetto al 16% della media Ue.
E questo nonostante tra il 2004 ed il 2005
gli accessi alla banda larga in Italia siano
aumentati del 44,4%. L’87% degli italiani
non è dunque connesso ad internet, il che
riguarda 4.200 comuni italiani su un totale
di 8.103 (dati UNCEM). In questo senso, la
tecnologia wireless è uno strumento
efficace per colmare la disparità digitale e
per arrecare maggiore benessere alle aree
geograficamente svantaggiate,
potenziando o introducendo, tra l’altro,
nuove forme di partecipazione dei cittadini
ai processi di decisione delle PA locali (la
FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 25
Montagna futura
cosiddetta e-democracy, come avviene in
via sperimentale nelle 32 Comunità
Montane del progetto PISES guidato dalla
Comunità montana del Vallo di Diano). La
soluzione dell’accesso wireless in banda
larga, se paragonata ad altre alternative
fisse, risulta infatti efficiente ed
economica: non necessita di
infrastrutture, la cui installazione
costituisce un costo notevole per la
comunità, ed essendo fortemente
modulare e scalabile permette di
diversificare nel tempo gli investimenti.
Un sistema di comunicazione wireless
fisso, infine, è costituito da antenne
montate su edifici pubblici, torri
dell’acqua, tralicci ed altre strutture
elevate da cui la “linea di vista” tra le
antenne permette la rapida creazione di un
network locale. Collegamenti wireless fino
a 50 km possono connettere ad Internet
un’intera comunità e fornire servizi di
condivisione delle informazioni tra diverse
strutture, come scuole ed edifici pubblici.
La diffusione, secondo le linee del
governo, prevede una prima fase con un
utilizzo per connessioni “punto-punto”, in
casa o in ufficio, in alternativa alle
connessioni oggi esistenti. Seguirà la fase
“nomadica”, durante la quale sarà
possibile comunicare anche in aree
attrezzate. E infine quella “mobile”,
quando la copertura del servizio
riguarderà l’intero territorio italiano. E qui
si incontra un primo dubbio. I passi
previsti per il Wi-Max (prima fisso, poi
nomadico, poi mobile) lasciano qualche
perplessità a fronte del fatto che le
tecnologie per il mobile sono già
disponibili sul mercato e ampiamente
diffuse e sperimentate all’estero. Si rischia
solo di accumulare immotivatamente
ulteriore ritardo, tanto più dannoso in
montagna dove è il servizio mobile quello
nettamente più utile anche in
considerazione del fatto che, a differenza
del mercato cittadino, la maggior parte del
reddito si genera grazie ad attività in
ambito extraurbano. Essendo una
tecnologia in uso su scala mondiale, il
WiMax ha conosciuto nel mondo già
un’adeguata sperimentazione, che rende
superfluo un’ulteriore attesa in Italia.
Basta fare una veloce panoramica nel
mondo per scoprire che il WiMax ha già
una piccola ma consolidata nicchia di
utenti. Secondo quanto affermato in un
recente convegno a Milano da Ryszard
Struzak, vice presidente dell’unione
Internazionale delle Comunicazioni, si
prevede una crescita nel mercato
mondiale degli apparati WiMax dai 23
milioni di dollari del 2005 ai 566 milioni
del 2007 e agli 1.1 miliardi del 2008.
Secondo la rivista “Research and
Markets”, gli utenti del WiMax che nel
2006 erano 222.000, saranno 14.9 milioni
nel 2009.
In Europa, WIMAX Telecom, società
facente capo ad un fondo di investimento
londinese, ha vinto la licenza WiMax in
Austria, Slovacchia e in 5 regioni su 6
della Croazia. In Austria, in particolare,
alla fine del primo semestre contava più di
3.000 clienti e l’offerta parte da 19.90 ? al
mese per scaricare 0.5Gb, con 3? per
26 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
Il WiMax ormai è una tecnologia
in uso su scala mondiale, diffusa e
in corso di implementazione in
tutti e cinque i continenti
ogni 100Mb n più; con 39.90? si possono
scaricare fino a 5Gb al mese. In
Slovacchia ci sono voluti appena 8 mesi
dall’assegnazione delle licenze del
novembre 2005 per arrivare a coprire il
40% della popolazione e in soli 3 mesi
Bratislava risultava già coperta. In Francia
a fine 2006 in concomitanza col Decreto
Gentiloni, la Société du haut débit (SHD),
joint venture tra SFR e Neuf Cegetel, che
possiede due licenze regionali (Ile-deFrance e Provence), ha annunciato
l’apertura dei suoi primi 10 siti WiMax,
con il lancio dell’offerta commerciale
previsto per marzo di quest’anno,
particolare interessante è che la SHD
stima di incassare il 50% dei propri
profitti dalle zone attualmente non servite
dalla banda larga. In ogni caso, le tariffe
attualmente in vigore oltralpe oscillano tra
i 29 e i 45 euro al mese, tutte con 1 mega
di download.
Mercato da 11.4 milioni di utenti già dal
marzo 2006, la Germania continuerà ad
aumentare il numero di abbonamenti alla
banda larga, arrivando nel giro di due anni
a 27 milioni, secondo gli analisti della
Dresdner Bank. Una fetta di questi utenti
pari al 15% verrà intercettata dal WiMax,
grazie ai 3 vincitori dell’asta per le licenze
tenutasi in dicembre. In Gran Bretagna
British telecom sta sperimentando da
tempo il WiMax con gli apparati di
Alvarion in Irlanda del Nord e Navini a
Birmingham. E proprio la Navini è stata
scelta dalla Max Telecom per lanciare il
WiMax inizialmente a Sofia e, entro il
2007, in tutta la Bulgaria.
Spostandoci ancor più ad est, in Malaysia
il mese prossimo verranno messe all’asta
4 licenze, mentre a Taiwan se ne parla per
la fine del 2007. L’India, invece, è
prevedibilmente oggetto di forti
investimenti, contesa dalle maggiori
aziende specializzate in WiMax: mentre la
Alvarion servirà 50 città del nord, la Intel è
partita con la sperimentazione nella città di
Baramati, il tutto in un mercato che si
stima possa raggiungere i 13 milioni di
abbonati nel 2012 e che per quella data si
stima potrà essere il più esteso a livello
mondiale.
Andando in Sud America, la Colombia ha
tre WiMax provider con copertura delle
principali città. In Uruguay la
sperimentazione e l’installazione delle
antenne è partita nel 2005. E gli Stati
Uniti? Come sempre in prima fila
nell’innovazione tecnologica, negli USA il
WiMax è ormai una realtà, anche se non
diffusissima in termini di abbonamenti.
Motorola e Intel hanno stanziato 900
milioni di dollari per coprire tutti gli USA
con il WiMax e lo stato del Rhode Island
nel nord est del paese prevede di coprire
tutto il proprio territorio (3000 kmq) entro
il 2008, risultando la più estesa rete
wireless del mondo. Salendo ancora più a
nord, in Canada sono state presentate le
prime offerte commerciali per la
connettività WiMax. La società Inukshuk
Wireless, una joint venture tra Bell Canada
e Rogers Communications, prevede un
pacchetto base dal costo di 30Euro/mese
per una linea con 512Kbps in download,
ma sono previste offerte per linee anche a
3Mbps. I prezzi non possono certo essere
concorrenziali con le soluzioni ADSL
tradizionali, ma bisogna tenere presente
che per certe aree geografiche e per
specifici impieghi le tecnologie wireless
possono essere l’unica soluzione
WiMax è un dispositivo che
permette l’accesso su vasta scala
alla rete a banda larga tramite
tecnologie wireless
già dei pochi, che probabilmente vedrà
sparire molte piccole realtà locali venendo
meno al principio di concorrenza leale”.
Anche l’associazione degli Internet
Provider, la AIIP ha preso una posizione
precisa in merito all’asta per le licenze,
Wimax nel mondo
NAZIONE
PROVIDER
TARIFFE / STATO DEL WIMAX
AUSTRIA
WIMAX Telecom
E 19.90/mese - 0.5 Gb
E 39.90/mese - 5 Gb
SLOVACCHIA
WIMAX Telecom
40% territorio coperto
Licenze dal 2005
CROAZIA
WIMAX Telecom
-
Licenze assegnate
FRANCIA
SFR e Neuf Cegetel
da E 29 a 45/mese
1 Mb download/mese
Televersa
Licenze assegnate 12/06
-
-
Sperimentazioni avviate
-
BULGARIA
Max Telecom e Mobitel
Costruzione della rete
-
MALAYSIA
-
Asta per 4 licenze a Febbraio 2007
-
INDIA
-
Sperimentazioni avviate da Intel e Alvarion
-
COLOMBIA
-
3 WIMAX provider
-
URUGUAY
-
Sperimentazione avviata nel 2005
-
USA
-
WIMAX presente a macchia di leopardo
-
Inukshuk Wireless
E 30/mese per linea 512 kbps
-
GERMANIA
GRAN BRETAGNA
CANADA
praticabile. Infine l’Africa. Sebbene
ovviamente internet sia per molti stati
africani un miraggio, importanti aziende
del settore della banda larga come la
Navini stanno puntando su alcuni stati
africani (Tanzania, Ghana, Nigeria, Zambia,
Sud Africa e Mauritius) per saltare i vari
stadi della banda larga (ADSL, GSM, fibra)
per arrivare direttamente al WiMax. Da
questa panoramica del mondo si può
chiaramente notare come il WiMax sia
ormai una realtà diffusa e in via di
implementazione un po’ovunque.
L’attenzione del governo dovrebbe,
dunque, spostarsi più sulle modalità di
assegnazione delle licenze, che sulla
necessità di sperimentazione. Da come le
licenze verranno assegnate dipenderà
infatti sia la diffusione in ambito
consumer del WiMax che il superamento
reale del digital divide. Secondo quanto
affermato dall’associazione Anti Digital
Divide (ADD) l’assegnazione delle licenze
con aste simili sullo stile di quelle che
assegnarono le licenze UMTS rischia “di
creare un nuovo sistema ‘chiuso’, gestito
dai pochi che si potranno permettere di
partecipare ad aste, seppur magari su
base regionale, nelle quali si dovranno
presentare offerte di acquisto
probabilmente molto alte per piccoli lotti
di frequenze su base locale. Se il
Ministero delle Comunicazioni intenderà
procedere in questo senso, non farà altro
che creare ulteriori problemi al mercato,
temendo che il governo possa “ispirarsi ai
criteri delle aste Wll (wireless local loop).
E cioè su base regionale e secondo il
principio ‘chi offre di più si compra la
licenza’.
Il che favorisce i grossi operatori che però,
essendo già ‘infrastrutturati’, hanno poco
interesse a creare alternative alla rete in
rame e a servire le aree arretrate. Ecco
perché sarebbero soprattutto i provider –
secondo la AIIP - a usare in modo
innovativo il WiMax. AIIP propone di fare
come in Francia, dove le aste erano
almeno in parte su base “beauty contest”,
che favoriva i progetti utile per lo sviluppo
e l’innovazione. Solo così si può sperare
che il WiMax, quando e se partirà, avrà un
ruolo rivoluzionario in Italia, smuovendo le
acque stagnanti della banda larga
nostrana.” Una proposta sicuramente
condivisibile.
In questo percorso di avvicinamento alla
banda larga ovunque le prossime tappe
alle quali prestare attenzione sono: entro
agosto per l’assegnazione delle licenze
WiMax in Italia; 25/27 settembre per il
WiMax World USA, il più grande evento
nel campo della banda larga e delle
comunicazioni wireless con oltre 140
espositori e oltre 4.000 visitatori.
Uncem notizie continuerà a monitorare lo
scenario sia da un punto d vista normativo
che da un punto di vista tecnologico. Il
superamento del digital divide richiede
occhi ben aperti e determinazione.
FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 27
Europa
DA BRUXELLES
STRATEGIA DI LISBONA
APPELLO DEI
PARLAMENTARI
EUROPEI
COORDINARE GLI SFORZI PER RAGGIUNGERE
GLI OBIETTIVI DI LISBONA
In occasione del terzo incontro
parlamentare sulla strategia di
Lisbona, i deputati europei recentemente
riuniti a Bruxelles, hanno chiesto ai
governi dell’Unione europea di
coordinare maggiormente gli sforzi per
raggiungere gli obiettivi definiti nel marzo
2000 a Lisbona. Inaugurando la
conferenza, Hans-Gert Pottering,
Presidente del Parlamento europeo, ha
affermato che la strategia di Lisbona
illustra perfettamente quanto sia
importante rafforzare la dimensione
democratica del processo decisionale UE
ed ha aggiunto che “per raggiungere
l’obiettivo di divenire l’economia del
sapere più competitiva al mondo entro il
2010, dobbiamo operare a ogni livello:
locale, regionale, nazionale, europeo”.
I Parlamenti nazionali hanno un ruolo
cruciale dato che l’implicazione dell’UE
spesso si limita a coordinare ed emettere
28 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
raccomandazioni. Co-Presidente
dell’incontro parlamentare è stato
Norbert Lambert, Presidente del
Parlamento tedesco, che ha insistito
sull’insufficienza dei progressi. Inoltre,
rifacendosi alla formula dell’ex
cancelliere austriaco Wolfgang Schussel,
ha affermato che l’UE deve essere una
orchestra più che un insieme di solisti. Il
Presidente Lambert ha, poi, aggiunto che
l’assenza di coordinamento e
cooperazione tra i paesi dell’UE e le
Istituzioni europee impedirà ai 25 paesi
membri di raggiungere gli obiettivi
previsti. Tra le azioni chiave della
strategia di Lisbona, Pottering ha parlato
della necessità di ridurre la burocrazia e
gli oneri amministrativi.
Partecipando ai lavori della conferenza, i
due relatori coinvolti nel progetto di
risoluzione riguardo la strategia di
Lisbona hanno esposto i punti forti del
progetto di testo. Steven Hughes
(coordinatore del gruppo PSE britannico)
ha sottolineato la necessità di porre
l’accento maggiormente sulla coesione
sociale arrivando ad un giusto equilibrio
tra flessibilità richiesta dalle imprese e
sicurezza chiesta ai lavoratori.
Nel progetto di risoluzione, Hughes
propone misure per migliorare le
prospettive occupazionali. In particolare,
ridurre la fiscalità sul lavoro migliorando
le possibilità formative date ai lavoratori
meno qualificati e più vulnerabili.
Alexander Lambsdorf (membro del
gruppo Alleanza dei Democratici e dei
Liberali per l’Europa, ALDE) ha posto
l’accento sull’energia. Nel progetto di
risoluzione, Lambsdorf chiede un
calendario di azione per un maggior
impiego di energie rinnovabili con
l’obiettivo di arrivare nel 2040 al 50% del
consumo.
Nel progetto di risoluzione, misure per
migliorare le prospettive occupazionali
e l’impiego delle rinnovabili
FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 29
Europa
TRASPORTI
FORMAZIONE
SVIZZERA, NUOVA ORDINANZA SUGLI IMPIANTI
DI TRASPORTO A FUNE IN VIGORE DA GENNAIO
Il testo è stato rivisto dopo le aspre critiche delle associazioni ambientaliste
Con il 1° gennaio 2007 in
Svizzera è entrata in vigore la
nuova ordinanza sugli impianti di
trasporto a fune. Nell’agosto scorso
le associazioni svizzere per la
protezione dell’ambiente, tra cui
Mountain Wilderness, la Fondazione
svizzera per la tutela del paesaggio
(FP) e il Club Alpino Svizzero (CAS),
avevano criticato duramente la bozza
nel corso della consultazione. La
nuova e più stringata ordinanza è
prevalentemente orientata agli aspetti
tecnici relativi alla sicurezza, mentre
trascura invece le esigenze di
protezione dell’ambiente, della natura
e del paesaggio. In seguito alle
richieste delle associazioni
ambientaliste è stato reinserito
l’articolo 7, cancellato nella prima
versione, che riguarda la costruzione
di infrastrutture in nuove aree.
Questo può senz’altro essere
considerato un successo parziale.
Tuttavia solo nel caso concreto si
vedrà come verranno interpretate
formulazioni quali “idoneità del sito
superiore alla media” oppure “località
turistiche con idoneità superiore alla
media”.
“Informatore Europeo
per le Istituzioni Locali”.
Questo il titolo del Master
ideato dall’AICCRE (Sezione
Italiana del Consiglio dei
Comuni e delle Regioni
d’Europa), dall’Associazione di
promozione sociale PMG
(“Peace-makers for the local
governance”) e dal Polo
Europeo “Jean Monnet” e
sponsorizzato dalla Regione
del Trentino. L’iniziativa è stata
adottata e lanciata
dall’Università degli studi di
Trento. I principali obiettivi del
Master “Informatore Europeo
per le Istituzioni Locali”
riguardano la possibilità di
creare figure professionali da
impiegare presso istituzioni
locali nelle quali svolgere
attività legate alle informazioni
sull’Europa. Ovvero la
capacità di creare figure
professionali in grado di fare
da collegamento tra
l’Amministrazione pubblica
locale e le Istituzioni europee
al fine di allargare il senso
della cittadinanza europea.
Il Master ospiterà un
numero di allievi che va da 20
a 25 all’anno. Saranno
ammessi alla selezione gli
studenti che hanno una laurea
specialistica (o di vecchio
ordinamento) in Lettere e
filosofia, Scienze politiche,
Scienze della comunicazione,
Sociologia, Economia,
Giurisprudenza. I candidati
saranno selezionati in base al
Creare nuove figure
professionali legate alle
informazioni sull’Europa
QUALITA’ E PRODOTTI
UE: DOP-IPG, CONSORZIO PROSCIUTTO PARMA, PIU’
Per Fischer Boel la qualità è il fattore chiave nel futuro dell’agricoltura
Il Consorzio per il
prosciutto di Parma,
che da 40 anni esporta in 60
paesi del mondo ha chiesto a
Bruxelles “una maggiore
tutela per le denominazioni
d’origine e le indicazioni
geografiche protette - Dop e
Igp - a livello internazionale”.
Lo ha dichiarato il direttore
del Consorzio, Stefano Fanti,
a Bruxelles per portare
l’esperienza della sua
organizzazione alla grande
conferenza voluta dalla
Commissione Europea sul
tema della “certificazione
30 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007
degli alimenti di qualità”.
Si tratta di un tema centrale
per la difesa di Dop e Igp, in
particolare per l’Italia che
conta il maggior numero di
riconoscimenti nell’Ue contro
imitazioni e falsi.
L’obiettivo della conferenza è
proprio quello di fare il punto
sulla certificazione dei
principi di qualità degli
alimenti non solo per il
presente ma anche per il
futuro. Bruxelles riconosce
infatti che, in un contesto di
globalizzazione, i prodotti
europei si differenziano
proprio grazie alla qualità. La
commissaria Ue
all’agricoltura, Mariann
Fischer Boel, aprendo i lavori,
ha infatti sottolineato il
concetto che in questo
processo di globalizzazione la
produzione di qualità è un
fattore chiave per garantire il
futuro dell’agricoltura
europea e la promozione
dello sviluppo rurale.
E per ricordare la ricchezza su
cui può contare l’Europa in
Dop e Igp, la Commissione
europea ha previsto una
ventina di piccoli stand dove
LE NOTIZIE
DEL MESE
SPECIALE MASTER
“INFORMATORE EUROPEO PER
LE ISTITUZIONI LOCALI”
L’iniziativa parte dall’Università degli Studi di Trento
curriculum, alla posizione
professionale e alla
conoscenza delle lingue.
I contenuti del Master
verteranno su alcune aree
disciplinari: Storia e confini
dell’Europa; Struttura
istituzionale e politica
dell’Europa; L’Unione europea:
la dimensione sociale e
culturale; Le politiche
europee; L’Unione europea
come luogo di produzione e
come mercato; Diritto
europeo e comparato; L’Unione
europea e il mondo; Multilevel
governance e regionalismo; La
comunicazione pubblica e le
strategie di informazione
comunitaria; Enti locali e nuova
cittadinanza europea.
PROTEZIONE WTO
per l’Italia il Prosciutto di
Parma e il Parmigiano
Reggiano fanno da
portabandiera.
Fanti è intervenuto nei lavori
per spiegare come il
consorzio ha portato al
successo nel mondo il
Prosciutto di Parma
“partendo dal sistema di
certificazione sui metodi di
produzione per arrivare alle
promozione e alla protezione
del prodotto nel mondo”.
“Fondamentale ora - spiega
Fanti - è la difesa dei Dop e
delle Igp alla Wto. E per
questo l’Europa dovrebbe
cercare di trovare in quella
sede degli alleati per
individuare strumenti
adeguati di protezione”. Basti
pensare, aggiunge, “che negli
Usa dove non siamo riusciti a
imporre il concetto di
denominazione d’origine,
abbiamo dovuto acquistare il
marchio da un’impresa
privata che l’aveva registrata
tanti anni fa. In Canada invece
il problema è ancora aperto”.
Insomma per Fanti, “se in
Europa il sistema permette
una buona tutela di Dop e
Igp, in altre parti del mondo il
consorzio incontra numerosi
ostacoli: in primo luogo
barriere sanitarie e, una volta
superate, l’abuso del nome
come avviene, ad esempio,
in Canada, Messico e
Australia”. La perdita
finanziaria è difficile da
stimare, ma le cifre parlano
da sole: il consorzio esporta il
20% della produzione che
rappresenta 9 milioni di
prosciutti. La prossima sfida
è la Cina dove è imminente la
presentazione del Prosciutto
di Parma.
ALTA VALMARECCHIA SOLIDARIETÀ IN
MOZAMBICO
Vittoria di solidarietà per la Comunità
montana Alta Valmarecchia. La Presidenza
del Consiglio dei Ministri ha infatti
approvato il progetto proposto dall’ente
marecchiese denominato “We for
Mozambico” e lo ha finanziato con 83.300
euro (uno dei soli 25 approvati su 1.601
presentati per contrastare la fame nel
mondo), arrivato con l’8 per mille, in sei
mesi Novafeltria realizzerà «We for
Mozambico» - in un temo di circa 4 mesi due pozzi per l’acqua potabile del Nord del
paese africano, e precisamente nella zona di
Mutria. L’obiettivo primo è quello di
incrementare l’autosufficienza alimentare in
quella zona e migliorare le condizioni
igienicosanitarie, cercando il contatto con i
residenti che in seguito dovranno gestire e
mantenere le opere realizzate.
Per maggiori informazioni:
www.cm-novafeltria.ps.it
MUSEION AT THE EURAC TOWER
Arte e scienza. Due linguaggi due
modalità di espressione. Intuizione e
ispirazione per l’arte, ragione e razionalità
per la scienza. Molti ricercatori considerano
gli artisti distaccati dalla realtà, mentre
troppo limitati nelle loro
prospettive e bloccati
all’interno delle loro ricerche
vengono definiti gli scienziati.
La serie di mostre Museion at
the Eurac tower intende
superare queste
categorizzazioni. Per questo
motivo, coppie di diverse
discipline, ciascuna composta
da un ricercatore e un artista,
hanno lavorato insieme ad alcuni degli
ambiti della ricerca dell’Eurac. Ambiente
alpino, energie rinnovabili e management
pubblico sono stati i temi su cui artisti e
ricercatori si sono confrontati e da cui sono
nate tre mostre. La prima è quella dedicata a
Hubert Kostner e visibile fino al 27 aprile.
Classe 1971, nelle sue sculture a formato
ridotto, Kostner ripercorre a ritroso il
cammino di paesaggi idilliaci rubati e
appiattiti dalle cartoline illustrate, alla ricerca
della loro dimensione perduta. Per
focalizzare dimensione e spazio nelle sue
passeggiate urbane, usa le arterie definite
dai trasporti pubblici della città per creare
sguardi soggettivi
FUTURO DELLE ALPI TRA SFIDE E
OPPORTUNITA’
Il prossimo 28 febbraio e fino al 1 marzo
avrà luogo a Warmbad Villach, in Austria il
seminario internazionale “Il futuro dei servizi
di interesse generale nell’arco alpino - sfide,
opportunità, esempi di buone pratiche”. Il
seminario, che rientra nell’ambito del
progetto “Futuro nelle Alpi” della CIPRA e in
cooperazione con il progetto PUSEMOR,
verrà tradotto in lingua italiana, francese,
slovena e tedesca.
Per maggiori informazioni rivolgersi
all’indirizzo e-mail: [email protected]
Il modulo d’iscrizione, invece, si trova sul
sito della Cipra: www.cipra.org/futuro
FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 31
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