U nc em otizi No. 2 Febbraio 2007 PERIODICO MENSILE DELL’UNIONE NAZIONALE COMUNI COMUNITA’ ENTI MONTANI EUROPA Appello dei parlamentari su Lisbona MARKETING TERRITORIALE SEMINARIO SANDETOLE Uncem pronta alle riforme MONTAGNA FUTURA WiMax, la ricetta per il superamento del digital divide Anno XII - Numero 2 - febbraio 2007 Spedito il 18 febbraio 2007 POSTE ITALIANE SPA - SPED. IN ABB. POST. - ART. 2, COMMA 20/C, LEGGE 662/96. FILIALE DI ROMA Nuovi modelli per i servizi 4 Sommario FEBBRAIO 2007 Sandetole, Seminario Uncem EDITORIALE 3 Un percorso con il territorio di Enrico Borghi ISTITUZIONI di Maria Teresa Pellicori 4 > Uncem pronta alle riforme. Unione condivide strategie > I documenti approvati > Consiglio Nazionale Uncem approva risultati Seminario > Eim dibattito alla Camera > Uncem-Telma, rinnovata la convenzione > Modello d’intervento per servizi sul territorio di Claudio Gianettoni L’OPINIONE > Competitività e innovazione, 2007 montagna protagonista dell’On. Laura Froner L’AGENDA DEL MESE 13 16 > Le montagne per gioco Museo Nazionale della Montagna di Torino Valle Metauro, musei in rete LE NORME di Massimo Bella 14 > Riordino servizi pubblici: riprende l’esame > Fondi sviluppo nel Lazio > Ratifica convenzioni diversità culturali > Dissesto idrogeologico > Sostegno piccoli comuni 10 Marketing del territorio e servizi 12 L’opinione dell’Onorevole Laura Froner NOTIZIE DAL TERRITORIO di Federica De Maria 16 > Valle del Metauro: arte, storia e tradizioni > Gran Premio Montecelio Comunicazione pubblica locale > Accordo Uncem Servizi - Management & Financial Advisors srl MONTAGNA FUTURA di Paolo Russo 24 > Wi-max, ricetta superamento digital divide EUROPA 28 > Strategia di Lisbona, appello parlamentari europei > Svizzera, nuova ordinanza impianti trasporto a fune > Consorzio prosciutto Parma, più protezione Wto > Speciale Master “Informatore europeo per le istituzioni locali” 2 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 28 Appello parlamentari per Strategia Lisbona Wi-max e digital divide 24 Il punto U NCEM N O T I Z I E Un percorso con il territorio Uncem incontra il territorio per riformare le Comunità montane Un percorso condiviso, allargato e sussidiario di riforma della governance montana. Si potrebbe sintetizzare in questo modo la conclusione del lavoro di queste settimane della nostra associazione, che tra il seminario di Sandetole e il Consiglio Nazionale di Roma ha messo a punto la strategia per inserire l’Uncem nel quadro del processo riformatore in atto nel Paese. L’occasione della riflessione sarà la Conferenza Programmatica, articolata su base regionale con un incontro sul territorio fra il livello nazionale e i livelli territoriali dell’associazione e centrata sull’esigenza di costruire la nuova Comunità montana nel quadro di attuazione della riforma del titolo V della Costituzione. Siamo nel 35° anno dal varo della legge 1102, che istituì le Comunità montane, e l’occasione è ghiotta per capire cosa di quella legge è ancora attuale, cosa vada aggiornato, cosa possa essere preso a spunto - inserendolo anche nella nuova cornice europea - per costruire un meccanismo di governo delle aree montane italiane moderno, adeguato e democratico. Per far questo, in coerenza anche con il messaggio antitecnocratico scaturito dagli Stati Generali della Montagna, avviamo un lungo percorso di incontro con la “periferia”, che parte con il Convegno di Rimini del prossimo 28 marzo e sfocerà nella nostra Assemblea annuale autunnale in una serie di proposte di articolato di legge. Alcune delle quali già circolano, come contributo al dibattito e alimento al confronto, e altre scaturiranno dal coinvolgimento dei nostri associati. Il tutto per rendere l’idea di un’ Uncem pronta a guidare culturalmente e politicamente il processo di riforma, e a confrontarsi a pieno titolo con Regioni, Parlamento e Governo nel merito delle questioni. Già emergono sul territorio i limiti di riforme parziali e affrettate, come il caso della Sardegna dove la deregulation montana su base comunale sta già producendo parzialità, conflitti e rischio di inefficienza amministrativa. E già questo dovrebbe servire a chi sostiene la politica della deregulation totale a livello nazionale. Ma non sarà, la nostra, una politica difensivista, corporativa e di risulta. Sarà al contrario una politica di proposta, di innovazione e di reale costruzione di un meccanismo istituzionale moderno e adeguato che parta dal basso e fornisca ai cittadini capacità di risposta ai loro bisogni. Il tutto mentre sullo sfondo avanza a livello europeo il tema della montagna, con la proposta allo studio della Commissione Europea di un “Libro Verde sulla montagna” che potrebbe contribuire a definire una direzione di marcia anche ai nostri legislatori, nazionali e regionali. Non sarà una passeggiata, questo è certo. Ma è altrettanto certo che i montanari sono abituati agli impervi sentieri, e possiedono la costanza per batterli fino in fondo. Enrico Borghi “già Montagna Oggi - Il montanaro d'Italia” Notiziario mensile della Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani Anno XII - Numero 2 Febbraio 2007 Direttore responsabile Enrico Borghi Caporedattore Maria Teresa Pellicori Redazione Massimo Bella, Federica De Maria, Paolo Russo, Piero Tatafiore Hanno collaborato Laura Froner, Claudio Gianettoni, Roberto Giovannini Art Director Alessandro Palmieri Editore Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM) Sede: 00185 Roma, via Palestro, 30 tel. 06/4441381-2 fax 06/4441621 E-mail [email protected] Sito internet www.uncem.it Reg. Trib. Roma n. 562/96 Finito di stampare nel mese di febbraio 2007 presso la Società Tipografica Romana s.r.l. Via Carpi, 19 00040 Pomezia (Roma) Spedizione in abb. postale Art. 2, comma 20/c, Legge 662/96. Filiale di Roma 25 gennaio 2005 Spedito il 18 febbraio 2007 Manoscritti e originali, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. Il loro invio implica il consenso dell’autore alla pubblicazione. E’ vietata la pubblicazione anche parziale di testi, documenti e fotografie. La responsabilità dei testi e delle immagini pubblicate è imputabile ai soli autori. PRESIDENTE UNCEM FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 3 Istituzioni IL SEMINARIO DI SANDETOLE UNCEM PRONTA UNIONE CONDIVIDE STRATEGIE Due giorni di lavori per definire le strategie dell’Unione sulla governance della montagna. Proposte concrete e condivise per garantire efficienza alla nuova Comunità montana La due giorni di Seminario nel convento di Sandetole della Contea Dicomano, in provincia di Firenze, dedicato alla definizione delle linee strategiche dell’Unione Nazionale dei Comuni e delle Comunità Montane e alle proposte di autoriforma della governance della montagna, pone le basi per l’avvio di un percorso condiviso con le Delegazioni regionali che vede in primo piano nuova legge per la montagna e riforma del sistema territoriale montano nella riscrittura del nuovo Codice delle 4 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 Autonomie Locali. Il Ddl delega al Governo per la riforma del Codice delle Autonomie, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 19 gennaio, cita infatti l’art. 44 della Costituzione (La legge dispone provvedimenti per le zone montane) richiamando ad una particolare attenzione per le “peculiarità” dei territori montani. E’ all’interno di questo principio che l‘Uncem vuole strutturare il percorso di riforma ed è per questo che ha predisposto una bozza legislativa per rinnovare sia le politiche per la montagna sia il suo impianto istituzionale, nel senso della razionalizzazione e riduzione dei costi della politica e di maggiore efficienza della Pubblica amministrazione. “Questo – ha detto il Presidente dell’Uncem Enrico Borghi – è il momento del coraggio e dell’innovazione, e la nostra Associazione sceglie di accettare la sfida dei tempi nuovi e l’esigenza di un ammodernamento della Pubblica amministrazione. Abbiamo proposte concrete e condivise al nostro interno, che ALLE RIFORME dimostrano sia fattibile garantire rappresentanza democratica, sopravvivenza dei piccoli comuni montani ed efficienza amministrativa attraverso la nuova Comunità montana, ente locale associativo dei comuni finalizzato alla valorizzazione e allo sviluppo delle aree montane e per lo svolgimento di finzioni proprie e delegate dai Comuni montani”. “Ci metteremo a disposizione dei nostri interlocutori – aggiunge Borghi – Governo, Parlamento, Regioni, nei confronti dei quali manifestiamo sin da ora la nostra disponibilità al confronto, ad iniziare da quello con le altre associazioni delle Autonomie locali. Se qualcuno riteneva che l’Uncem fosse un soggetto a permanente difesa dello status quo, oggi avrà materia per ricredersi. Le proposte che siamo pronti a mettere sul tavolo dimostrano, al contrario, la nostra volontà di riformare e adeguare l’impianto normativo. Da qui, oggi, è partorita la nostra sfida riformista”. Il Seminario è stato inoltre occasione per discutere dello schema di legge delega per la disciplina della Conferenza StatoRegioni-Autonomie locali, che prevede, tra le altre cose, la partecipazione del Presidente Uncem con un voto solo consultivo. Previsione che appare in netto contrasto con la disciplina vigente, che vede l’Uncem a pieno titolo parte della Conferenza Unificata in rappresentanza dei Comuni e delle Comunità montane, oltre ad essere palesemente incoerente con l’impianto dello stesso ddl, che intende valorizzare il principio di leale collaborazione tra le istituzioni territoriali. Proposte concrete e condivise, nel senso di una maggiore efficienza amministrativa attraverso la nuova Comunità montana FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 5 Istituzioni I DOCUMENTI APPROVATI L’ODG SULLA CONFERENZA UNIFICATA A tale proposito, la Giunta dell’Uncem, unitamente ai Capigruppo in Consiglio nazionale e ai Presidenti delle Delegazioni delle Regioni e Province Autonome, ha approvato il seguente ordine del giorno: VISTO lo schema di disegno di legge delega per l’istituzione e la disciplina della Conferenza Stato-Istituzioni territoriali, all’esame della Conferenza Unificata per il parere; CONSIDERATO che nel disegno di legge viene previsto un nuovo sistema di votazione degli enti locali che vi partecipano, il quale limita di fatto l’espressione della autonoma volontà decisionale da parte della Comunità montana, in quanto la partecipazione alla Conferenza del Presidente Uncem è prevista con voto soltanto consultivo; VALUTATO che tale previsione è in contrasto con la disciplina vigente che prevede l’Uncem presente a pieno titolo alla Conferenza in rappresentanza delle Comunità montane e dei Comuni montani che ad essa volontariamente aderiscono, oltre ad essere incoerente con l’impianto stesso del disegno di legge, che intende valorizzare il principio della leale collaborazione fra tutte le Istituzioni territoriali e pertanto la pari dignità delle medesime; POSTO che la normativa vigente contempla la presenza delle Comunità montane a pieno titolo nell’attuale assetto dei poteri locali, con titolarità di funzioni amministrative riconosciute dal Testo Unico n. 267/2000; CONSTATATO pertanto che nel vigente quadro dell’ordinamento degli enti locali, che include le Comunità montane, non si rinvengono motivi per una siffatta discriminazione delle Comunità montane e dell’Uncem che le rappresenta istituzionalmente, attribuendo loro un ruolo dimidiato proprio nell’organo – la Conferenza – che intende costituire il luogo principe del confronto di tutte le istituzioni territoriali; CONSIDERATO che ove dovesse operare il nuovo sistema di votazione si originerebbe il paradosso per cui su atti normativi o amministrativi riguardanti le Comunità montane la voce delle stesse sarebbe meramente consultiva e quindi esclusa dalla fase deliberativa di un provvedimento che impatta sulle zone montane; POSTO altresì che l’Uncem ha come obiettivo statutario quello di dare voce agli enti, Comunità montane e Comuni montani, che ad essa aderiscono spontaneamente al fine di conseguire rappresentanza istituzionale; RIVENDICA nei confronti del Governo la pari dignità di trattamento dell’Uncem rispetto agli altri soggetti istituzionali partecipanti alla Conferenza contemplata dal nuovo disegno di legge e valuta come condizione pregiudiziale per la prosecuzione del lavoro di confronto sul perfezionamento del disegno di legge delega l’accoglimento della proposta di espungere dall’art. 1, comma 3, lett. i), il riferimento al voto a carattere meramente consultivo attribuito all’Uncem. 6 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 NUOVO CODICE DELLE AUTONOMIE: PROBLEMA O OPPORTUNITÀ? “L’occasione della legge delega – ha detto il Vicepresidente vicario Uncem Valerio Prignachi – è unica per definire una volta per tutte il ruolo delle Comunità montane. Se lo scenario – ha detto – contempla l’art. 44 della Costituzione, la Comunità montana assume una luce diversa e si profila realmente come il quarto livello di governo”. Riprendendo il pensiero di Prignachi, Eduardo Racca, esperto dei temi di finanza locale e in particolare di Comunità montane, oltre che editorialista del Sole 24 Ore su questi temi, ha esordito con una domanda esplicita alla platea: “Il ddl delega per la riscrittura della nuova Carta delle Autonomie rappresenta un’opportunità oppure un problema per le aree montane?”. Intorno a questa domanda ha costruito il suo intervento, finalizzato ad evidenziare le opportunità che sin dalla prima bozza si profilano per le aree montane. “Un testo – ha detto – che non butta via nulla delle esperienze precedenti, ma che vuole razionalizzare i livelli perché ogni tipologia del territorio abbia un ente in grado di governarlo”. Racca, che insieme al responsabile ufficio studio Uncem Massimo Bella ha predisposto una prima bozza di articolato per la nuova configurazione giuridica e per l’organizzazione funzionale della Comunità montana, ha evidenziato come l’opportunità per le aree montane sia da cogliere in particolare all’interno dell’art. 2, comma 3, lett. h) e, soprattutto, la lett. i) con il quale si dispone, tra l’altro, di “prevedere una disciplina di principio delle forme associative ispirata al criterio dell’unificazione in ambiti territoriali omogenei attraverso la eliminazione di L’ODG SUI PARCHI NAZIONALI E AREE PROTETTE Un altro ordine del giorno approvato dalla giunta la Giunta dell’Uncem, unitamente ai Capigruppo in Consiglio nazionale e ai Presidenti delle Delegazioni delle Regioni e Province Autonome, riferisce all’adeguamento della legislazione nazionale sui Parchi e le riserve naturali, al fine di renderla coerente con l’impianto attuativo del Titolo V della Costituzione: VALUTATA con preoccupazione la situazione di immobilismo in essere per quanto concerne la maggior parte delle gestioni dei Parchi nazionali e delle Aree nazionali protette, la cui regolazione è rimasta ancorata esclusivamente alla titolarità di tutte le competenze in capo al Ministro dell’Ambiente e la cui azione è sempre più sganciata dal territorio montano e da corrette relazioni con sovrapposizioni di ruoli e di attività e tenendo conto altresì delle peculiarità dei territori montani ai sensi dell’articolo 44 della Costituzione”. Opinione sulla quale hanno concordato diversi esponenti Uncem intervenuti nel dibattito. “I due giorni di lavoro – afferma Nicola Danti Presidente della Comunità montana Montagna Fiorentina che ha ospitato il seminario – rappresentano una tappa importante per il percorso di autoriforma delle Comunità montane. Dobbiamo dare un indirizzo chiaro alle Regioni e rispondere alle esigenze dei cittadini con un ente forte e snello. Siamo contenti che il territorio della Montagna Fiorentina abbia accolto questo importante evento che è stata anche l’occasione per presentare ai tanti colleghi di tutta Italia le bellezze e i sapori della nostra terra”. le Istituzioni locali esponenzialmente rappresentative dei territori medesimi e delle relative popolazioni; CONSIDERATO che la disciplina di settore appare oramai stridente e inadeguata rispetto alla revisione dell’ordinamento contemplato dal nuovo Titolo V della Costituzione, nonché con il disegno di legge delega varato dal Governo per l’attuazione della medesima e il riassetto delle competenze a livello locale; RICHIEDE con urgenza al Governo e al Parlamento di porre in essere iniziative legislative volte al ripensamento della legge istitutiva n. 394/1991, in modo da aggiornarne i contenuti in coerenza con il nuovo quadro ordinamentale delle competenze amministrative locali conseguente all’attuazione del richiamato Titolo V della Costituzione in senso federalista. CONSIGLIO NAZIONALE IL COMMENTO DEL PRESIDENTE BORGHI “Nel momento in cui si pone a livello nazionale l’esigenza di razionalizzazione degli Enti e di miglioramento della Pubblica Amministrazione – ha detto il Presidente dell’Uncem Enrico Borghi – non si può non sottolineare come questo tema debba coinvolgere anche i Parchi Nazionali, e il modo con il quale essi debbano tornare – e in alcuni casi iniziare – a svolgere un’azione di reale promozione delle azioni di tutela e sviluppo sostenibile in corretta relazione con le popolazioni locali”. La disciplina di questo settore appare oramai inadeguata rispetto alla revisione dell’ordinamento contemplato dal nuovo Titolo V della Costituzione, nonché con il disegno di legge delega varato dal Governo per l’attuazione della medesima e il riassetto delle competenze a livello locale. Risulta, quindi, necessario che Governo e Parlamento pongano in essere iniziative legislative volte al ripensamento della legge istitutiva n. 394/1991, così da aggiornarne i contenuti in coerenza con il nuovo quadro ordinamentale delle competenze amministrative locali conseguente all’attuazione del richiamato Titolo V della Costituzione in senso federalista. “Stiamo assistendo in troppi casi ad involuzioni burocratiche e creazione di veri e propri feudi autoreferenziali e all’eccessiva centralizzazione di gestioni e criteri di selezione del personale politico su basi partitocratiche che hanno già portato alla nomina di Presidenti completamente sganciati del territorio – ha concluso Borghi. Va, quindi, gettata una luce sul tema, perché il disagio che sale dagli Enti locali sta aumentando”. IL CONSIGLIO NAZIONALE UNCEM APPROVA I RISULTATI DEL SEMINARIO DI SANDETOLE Condivisione dell’impianto strategico su Tuel e autoriforma delle Comunità montane Il Consiglio Nazionale dell’Uncem, riunito a Roma il 7 febbraio, si è pronunciato prevalentemente a favore sull’impianto concettuale elaborato da Uncem nel corso dell’apposito Seminario di approfondimento dello scorso 1 e 2 febbraio a Sandetole (FI) e discusso anche in giunta, con particolare riferimento ad un processo di autoriforma della Comunità montana come unico ente locale associativo dei Comuni montani, volto alla promozione dello sviluppo del territorio e quale soggetto sussidiario dei Comuni per L’ODG SULL’EIM Un altro ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio Nazionale su proposta dei capigruppo DS, Margherita, Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC, PRC, PdCI, in merito al nuovo Ente Italiano Montagna: Letta la legge 27/12/2006 n° 296, art. 1, comma 1279 e seguenti che istituisce l’Ente Nazionale della Montagna (EIM) finalizzato al supporto alle politiche ed allo sviluppo socio-economico e culturale dei territori montani; Considerato che per garantire l’ordinaria amministrazione e lo svolgimento delle attività istituzionali fino all’avvio dell’EIM, il Presidente del Consiglio dei Ministri, con proprio decreto, doveva nominare un commissario entro 30 gg dall’entrata l’esercizio di funzioni e compiti dei medesimi. E’ stata inoltre riconosciuta la necessità di una contestuale revisione dei propri organi, al fine di assicurare la creazione di un assetto istituzionale e di governance delle aree montane senza duplicazioni e sovrapposizioni e che consolidi al contempo il trait d’union tra Comuni e Comunità montane in termini di rappresentatività. Sempre nella stessa seduta, il Consiglio Nazionale ha approvato, su proposta della Giunta, di aumentare le quote associative al fine di consentire in vigore della legge ossia entro il 31 gennaio 2007; Rilevato che a tutt’oggi ciò non è ancora avvenuto creando grave disagio e nocumento ai dipendenti dell’IMONT, Ente che dal 1 febbraio 2007 non può più operare, evidenziando per di più una inadempienza rispetto ad una disposizione di legge; Ricordato che da sempre l’UNCEM ha attribuito fondamentale importanza all’esistenza di un Ente a carattere nazionale con le finalità di fornire un utile e adeguato supporto di carattere tecnico-scientifico nonché di ricerca e studio, alle politiche di conoscenza e sviluppo dei territori montani; Precisato che a tutt’oggi l’UNCEM ribadisce una valutazione positiva in merito alla succitata norma della legge Finanziaria, riconoscendo la all’Unione un rafforzamento strutturale e di riorganizzazione complessiva che le permettano di affrontare adeguatamente la nuova e impegnativa fase che si profila all’orizzonte. L’Assemblea ha approvato, rafforzando quanto già espresso durante il Seminario, un apposito ordine del giorno per rivendicare nei confronti del Governo la pari dignità di trattamento dell’Uncem rispetto agli altri soggetti istituzionali partecipanti alla Conferenza Unificata contemplata dal nuovo disegno di legge. grande importanza del nuovo Ente, supporto alle politiche ed allo sviluppo socio-economico e culturale dei territori montani, quale indispensabile interlocutore per le politiche della montagna in stretta connessione con i territori ed i loro sistemi di governo RIVOLGE Al Presidente del Consiglio dei Ministri una sollecitazione a voler procedere ad adempiere a quanto previsto dalla legge 27/12/2006 n° 296, art. 1, comma 1279 e seguenti e dà mandato al Presidente dell’UNCEM di farsi parte attiva affinché anche altri soggetti rappresentativi degli interessi della montagna, e in modo particolare il Gruppo Parlamentare “Amici della Montagna”, si adoperino per il medesimo fine. FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 7 Istituzioni L’INTERROGAZIONE EIM, DIBATTITO ALLA CAMERA Question time alla Camera dei Deputati sul futuro dell'Ente Italiano Montagna Il futuro dell’Ente Italiano Montagna è stato di recente anche al centro del dibattito parlamentare. Durante il question time l’On. Giuseppe Morrone (UDEUR) è intervenuto circa la nomina del Commissario governativo dell’Istituto nazionale della montagna fino all’avvio dell’Ente italiano montagna, per sollecitare l’attuazione di quanto previsto dalla legge finanziaria 2007 in materia di sviluppo socio-economico, ambientale ed occupazionale della montagna italiana. “La legge – dice Morrone – prevede la soppressione dell’Istituto nazionale della montagna ed il trasferimento di tutte le sue funzioni in capo ad un nuovo ente, denominato Ente italiano montagna (EIM) e, in attesa di una disciplina organica, la nomina di un commissario entro il 31 gennaio 2007 termine evidentemente ormai già trascorso e l’emanazione di un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la determinazione degli organi di controllo, la costituzione e il funzionamento dell’ente”. Nel rispondere all’interrogazione, il ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali Linda Lanzillotta ha sottolineato come il Governo abbia sentito, fin dal suo insediamento, la necessità di riordinare l’assetto ordinamentale relativo alla gestione delle politiche della montagna, semplificando e razionalizzando l’esercizio delle relative competenze e come, a tal fine, sia stata da subito prospettata dai ministri competenti l’esigenza di sopprimere l’Imont, “che nel tempo si è dimostrato inidoneo ad assolvere in maniera efficace la sua missione” e di ridefinire il mandato, rafforzandone e precisandone i compiti, degli esistenti organismi che si occupano di promuovere interventi di sviluppo di territori montani, in particolare dell’Osservatorio per la montagna, che dovrà raccordarsi con la Conferenza unificata, essendo regioni ed enti locali le istituzioni deputate a realizzare gli interventi sul territorio. “Con la legge finanziaria 2007 – ha fatto notare il ministro – è stato, per un verso soppresso l’Imont e, per un altro, istituito un nuovo ente, denominato Ente italiano montagna, al quale sono stati affidati i compiti di supporto alle politiche per lo sviluppo socio-economico della montagna. L’istituzione di un nuovo ente - titolare di competenze già intestate, in parte, all’Osservatorio e, in parte, agli enti territoriali, in particolare alle regioni - non appare tuttavia del tutto coerente con le esigenze di semplificazione degli assetti amministrativi e di riduzione dei costi degli apparati pubblici, ai quali si ispira l’azione di Governo, nonché con il rispetto delle competenze normative ed amministrative affidate alle regioni in materia di politiche 8 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 Lanzillotta: il Governo sente la necessità di riordinare l’assetto ordinamentale relativo alla gestione delle politiche della montagna territoriali e di sviluppo. Tant’è che, prima del voto finale sulla legge finanziaria, è stato accolto l’ordine del giorno D’Elia-Pettinari, che impegnava il Governo ad eliminare le disposizioni dirette alla costituzione del nuovo ente”. “In conseguenza di quest’ultima iniziativa e al fine di soddisfare le predette esigenze di razionalizzazione – ha aggiunto il ministro – insieme al ministro Mussi, ho proposto al Presidente del Consiglio un ripensamento sul merito dell’istituzione di un nuovo ente, che duplicherebbe la gestione delle competenze in questione, con un ingiustificato aumento della spesa pubblica. La semplificazione dell’iniziativa relativa agli interventi di tutela e di sviluppo della montagna dovrebbe, in particolare, realizzarsi mediante la conservazione in capo all’Osservatorio per la montagna - che potrebbe a tal fine collaborare con le strutture statali che già svolgono proficuamente attività di ricerca in questo settore - di tutti i compiti di promozione e di sviluppo dei territori montani e di elaborazione delle relative politiche. Le scelte relative all’impiego delle risorse competono, peraltro, in via esclusiva agli enti territoriali e non possono essere avocate da un ente statale. Esaurita tale fase di riflessione e di approfondimento, sarà comunque mia cura, ad ordinamento vigente, promuovere l’attuazione delle disposizioni della legge finanziaria che si occupano dell’istituzione del nuovo ente, precisando peraltro che il termine per la soppressione dell’Imont e per la nomina del commissario deve intendersi come ordinatorio”. CAMBIO AL VERTICE TOMMASO DAL BOSCO NUOVO DIRETTORE GENERALE UNCEM Ringraziamenti al Direttore uscente Bruno Cavini LA CELEBRAZIONE CORPO FORESTALE COMPIE 104 ANNI A Castelporziano la cerimonia ufficiale. Presente anche il Presidente dell'Uncem Il 18 gennaio scorso è stato festeggiato il 184° Annuale di fondazione del Corpo forestale dello Stato. Nella storica tenuta Presidenziale di Castelporziano, a Roma, si è svolta la cerimonia ufficiale alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Paolo De Castro e del Capo del Corpo forestale dello Stato Cesare Patrone. Tra gli ospiti, il Presidente dell’Uncem Enrico Borghi. FORMAZIONE E LAVORO UNCEM-TELMA, RINNOVATA LA CONVENZIONE Il testo della convenzione scaricabile dal sito dell’Uncem La Giunta dell’Uncem, riunita a Roma, ha deliberato la nomina di Tommaso Dal Bosco quale nuovo Direttore Generale dell’Unione. Trentino, 45 anni e una parabola professionale che lo porta ad occuparsi di montagna prima come operatore della comunicazione e solo successivamente come consulente. Direttore marketing dell’Anno Internazionale della Montagna, Dal Bosco fa parte della squadra Uncem già da qualche anno, in qualità di consulente per lo sviluppo locale con particolare riferimento ai temi dell’energia. Ideatore e direttore della società per l’energia dell’Uncem REM, che nasce per supportare le Comunità montane nel processo di valorizzazione delle risorse naturali del proprio territorio, evitando che l’assenza di know how e di competenze tecniche porti ad esportare il valore aggiunto altrove, ha continuato ad occuparsi di progettazione integrata per lo sviluppo delle aree montane anche all’interno delle iniziative comunitarie di cooperazione. Nel dare in benvenuto al nuovo Direttore generale, Ufficio di Presidenza, Giunta e Consiglio Nazionale dell’Uncem hanno espresso un particolare ringraziamento al direttore uscente Bruno Cavini per il pluriennale lavoro svolto a servizio dell’Unione. E’ stata rinnovata la convenzione l’Uncem e l’Università telematica non statale Tel.Ma. A seguito dell’accordo, l’Università riconosce, ai fini del conseguimento della laurea, crediti formativi commisurati ai percorsi di studi compiuti dai dipendenti Uncem ovvero dai dipendenti degli enti associati. La novità della nuova convenzione consiste inoltre nell’estensione dei privilegi acquisiti (tra cui riduzione del 50% delle tasse universitarie richieste ed eventuale rateizzazione) ai dipendenti Uncem, dei Comuni, delle Comunità montane e dei cittadini residenti nei territori degli stessi. Rendiamo disponibile il testo della convenzione sul sito www.uncem.it e invitiamo a contattare, per ogni altro chiarimento, la dott.ssa Maria Grazia Semilia, Università TELMA – Via Santa Caterina da Siena, 57 – Roma. 06/69924142 – 3 [email protected]. FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 9 Istituzioni TERRITORIO UN NUOVO MODELLO D’INTERVENTO PER GARANTIRE I SERVIZI ESSENZIALI ALLA POPOLAZIONE DI MONTAGNA Più servizi e più qualità. Questi gli obiettivi del marketing territoriale per un contreto sviluppo locale L’esigenza di garantire un livello qualitativo di servizi alla popolazione di montagna è un tema noto da molto tempo. Questo dato è elemento indispensabile sia per il contenimento dello spopolamento delle aree montane, sia per poter costruire un presidio per la valorizzazione del territorio e attivare una politica di marketing territoriale. Questo assunto è elemento a carico dalla Comunità Europea, ma anche di leggi nazionali, regionali, provinciali e comunali. Le facilitazioni apportate da queste 10 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 normative hanno portato scarso risultato. Per cui le strutture per l’erogazione dei servizi nelle aree montane devono accettare una radicale riconversione che sia in grado di recuperare dal passato i modelli di gestione mista delle attività e dalle nuove strumentazioni, la messa in efficienza delle reti di comunicazione e della logistica,in modo da dare una risposta precisa ai bisogni espressi ed inespressi della domanda locale. Va quindi strutturata una rete di relazioni e rapporti che possano portare verso le aree periferiche i beni, i servizi ed i supporti alla partecipazione dei sistemi decisionali . Queste relazioni vanno costruite con il supporto del sistema istituzionale delle associazioni di categoria, degli enti professionali, degli enti locali, degli enti pubblici e dei loro sistemi di rappresentanza. Gli enti pubblici che devono predisporre e sostenere le condizioni quadro per la realizzazione di questi cambiamenti devono poter contare sulla collaborazione di interlocutori dimensionalmente coerenti, ma anche e soprattutto sulla disponibilità di servizi comuni tipo la centrale acquisti, la logistica, e la centrale operativa. Per questo motivo sono importanti i sostegni che a queste iniziative provengono dai governi regionali e dalla collaborazione istituzionale a livello provinciale che permettono di creare una struttura territoriale omogenea agli interventi necessari. IL MODELLO DI NEGOZIO POLIFUNZIONALE L’obiettivo del modello è quello di trovare una struttura di offerta del negozio che sia in grado, dopo la fase di investimento ed avviamento, di raggiungere un equilibrio finanziario in piena autonomia rispondendo alle esigenze del territorio. Per questo motivo vanno attentamente ponderate le potenzialità del mercato locale e del bacino di attrattività del singolo negozio.Va valutata la sua specifica collocazione sul territorio e sulle vie di percorrenza. Va inoltre trovato un necessario abbinamento tra i servizi alimentari di prima necessità, e le altre funzioni nel settore alimentare come la promozione dei prodotti locali. A questa attività primaria vanno poi aggiunti i servizi informativi per la popolazione residente e per i turisti in modo che il negozio diventi un punti di facilitazione per la fruizione dei valori locali e per l’accesso alla nuove tecnologie. Il negozio puo essere punto di assistenza alla fruizione delle nuove proposte e servizi dell’amministrazione pubblica e dei privati, sviluppate con le nuove tecnologie. Vi sono inoltre una moltitudine di servizi locali che potrebbero trovare nel negozio il punto di attivazione e coordinamento. IL RUOLO DELLE COMUNITA’ MONTANE La funzione di coordinamento e di erogatori di servizi delle entità locali, svolto dalle Comunità montane le rende “ soggetto piu idoneo” per coordinare le iniziative dei diversi interlocutori e dei privati in questo settore. E’ sufficiente mettere in campo la vasta rete di relazioni e la sua capacità di mediazione per dare al progetto e alla singole realtà di negozio una funzione che non si limiti ai confini giurisdizionali del comune. Questo porta ad assumere una logica di integrazione con i servizi esistenti e con le configurazioni di bacino di utenza funzionale necessari all’equilibrio economico delle singole iniziative. Inoltre il ruolo delle Comunità montane è importante nella definizione dei rapporti con gli enti pubblici provinciali e regionali, per garantire agli abitanti delle aree montane il diritto di accesso ai servizi pubblici, associativi o dei privati che altrimenti non sarebbero raggiungibili. Come già attivato in alcune realtà le Comunità montane possono avere un ruolo importante intervenendo anche finanziariamente per la realizzazione delle reti tecnologiche infrastrutturali, per la garanzia di accesso alle telecomunicazioni. Attraverso i bandi possono orientare e favorire l’aggregazione di iniziative private, concorrere al sostegno nella ricerca dei finanziamenti, sostenere gli studi di applicazione del modello, sostenere i negozi esistenti o in costituzione con interventi infrastrutturali come la messa a norma dei locali, gli adeguamenti utili al miglioramento della fruibilità delle aree, degli accessi, cofinanziare l’ammodernamento delle attrezzature e degli strumenti operativi necessari all’ampliamento dei servizi. Sostenere e promuovere la formazione degli operatori di settore, promuovere la conoscenza di questi negozi con l’adeguata segnaletica, con la partecipazione a campagne promozionali, con la sensibilizzazione della popolazione sul ruolo e funzione del negozio. E’importante il ruolo dei negozi polifunzionali anche come punto di vicinato verso la popolazione locale, per erogare parte dei servizi di competenza della Comunità montana (servizi di informazione turistica, servizi di assistenza socio assistenziale, provvidenze per fasce specifiche della popolazione, certificazioni e accesso ad altre documentazioni) anche in luoghi lontane dai propri punti di presenza, rendendo comunque variabile il costo di una struttura locale. Una collaborazione che rende ancora piu visibile e presente nel territorio la funzione ed i servizi della Comunità montana. CLAUDIO GIANETTONI > PRESIDENTE CONSULENTI ITALIA MODELLO COMPLESSIVO IN FORMATO SINTETICO Beni food e di largo consumo imprenditori privati con forte radicamento e motivazione dal territorio stesso di origine della domanda. Avviene dunque una valorizzazione del ruolo dell’imprenditore commerciale che assume una funzione anche di tipo sociale e relazionale quale rappresentante della collettività di riferimento. La singola iniziativa seppur valida non ha prospettive se non collegata a un sistema di rete di iniziative assimilabili che possano avere un peso nella contrattazione con i fornitori, oltre alla capacità di centralizzare una buona parte dei Prodotti locali Internet point, ordinazione prodotti Servizi turistici e di promozione NEGOZIO POLIFUNZIONALE Servizi postali Servizi per la popolazione anziana Servizi sanitari Servizi di E-government Ogni realtà locale deve riuscire a coniugare le esigenze e la specificità della propria collocazione con le possibili risposte e proposte di erogazione di servizi convenzionate dal sistema di rete territoriale. FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 11 Istituzioni L’opinione COMPETITIVITÀ E INNOVAZIONE: CON IL 2007 LA MONTAGNA TORNA A ESSERE PROTAGONISTA L’On. Laura Froner, Vicepresidente del Gruppo Parlamentare Amici della Montagna, commenta i risultati della Finanziaria sul fronte Comunità montane e il recente accordo sul WiMax, che apre la strada alla competitività culturale ed economica delle aree montane Il 2007 rappresenterà di sicuro un cambio di passo per le politiche della montagna. Con l’approvazione definitiva della Legge Finanziaria abbiamo realizzato una svolta in questo campo a noi così caro: sono presenti una serie di novità molto rilevanti, dovute, soprattutto all’importante lavoro concertato da Uncem con il Governo da una parte e dall’azione di sensibilizzazione, informazione e monitoraggio delle norme per la montagna svolta dal Gruppo Interparlamentare Amici della Montagna. Vale la pena ricordare, tra i provvedimenti della Finanziaria, l’incremento di 60 milioni di euro sul Fondo ordinario per le Comunità montane per il triennio 20072009, lo stanziamento di 25 milioni di euro del Fondo Nazionale per la Montagna, lo sconto sul prezzo del gasolio e GPL da riscaldamento per i residenti nelle zone montane, lo stanziamento straordinario di 168 milioni di euro per gli investimenti nei piccoli comuni e l’istituzione di una apposito “fondo per il sostegno agli investimenti per l’innovazione negli Enti Locali” al quale potranno attingere Comuni e Comunità montane per l’abbattimento del divario digitale. Con questo mio breve contributo vorrei soffermarmi su quest’ultimo argomento che considero una delle novità qualitativamente più rilevanti. L’accordo siglato tra il Ministro Gentiloni e il Ministro Parisi per la diffusione della banda larga WiMax renderà a breve maggiormente accessibili e più competitivi i Comuni e le Comunità montane, favorendo la riduzione di quel divario digitale (digital divide) che ancora oggi rappresenta uno degli elementi per cui l’epiteto di “montanari” viene a volte utilizzato quale sinonimo di arretratezza, isolamento, lontananza, periferia. Ad oggi sono migliaia i Comuni in Italia che non sono ancora serviti da rete a banda larga: un problema non indifferente se, guardando ad uno studio realizzato dall’Osservatorio sulla Banda larga, (www.osservatoriobandalarga.it) rileviamo che soltanto il 15% dei Comuni italiani con meno di 10.000 abitanti è in grado di connettersi ad Internet. Di questi numeri, una grande percentuale riguarda Comuni e Comunità montane. Cosa ha significato questo immobilismo dei Comuni montani nell’ultimo decennio, in cui abbiamo assistito alla massiccia diffusione della rete, di fronte a una congiuntura europea e mondiale di crescita e innovazione, seppur ridotta a valori molto bassi? Come si traducono questi dati per le Comunità montane in una società globale caratterizzata dallo scambio (di informazioni, opportunità) e dalla semplificazione (dei servizi, dei processi di consumo)? Chi ci rimette se le grandi imprese di comunicazione non intendono investire sui collegamenti via cavo nelle zone difficilmente raggiungibile come i piccoli Comuni montani? La risposta è sempre la stessa: i cittadini, le piccole imprese familiari, la comunità delle nostre montagne, i bilanci comunali, i giovani che si affacciano al mondo e alle grandi città siano esse pedemontane o di pianura. La soluzione è quella intrapresa, ossia utilizzare la banda larga per innovare e rendere competitive la montagna: nello specifico utilizzare la banda larga wireless, che permette collegamenti via etere, abbattendo i costi degli investimenti perché non c’è bisogno di cavi. E innovare la Pubblica amministrazione, i servizi, le imprese delle aree montane continuando a suscitare interesse e attrazione nei giovani che dopo gli studi nelle grandi Università urbane possono decidere di tornare al proprio paese in Alcuni comuni stanno attuando interessanti sperimentazioni sul WiMax, recuperando il ritardo che abbiamo accumulato 12 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 montagna e impostare lì o da lì la propria vita. Il WiMax è lo strumento che ci permetterà di rilanciare la montagna: con un’unica antenna ripetitore si potranno raggiungere distanze di 70 km di raggio (fisse e/o mobili via cellulare) e risulteranno più facilmente (ed economicamente) erogabili servizi pubblici o commerciali multimediali. Un salto di qualità in questo senso è non solo necessario ma urgente: è un problema che non voglio affrontare con il metro di misura dello “sviluppo” aprendo un dibattito su quale comunità si possa definire sviluppata e quale sottosviluppata, quanto piuttosto con la categoria della competitività. Bisogna riportare l’attenzione sulla competitività culturale ed economica delle aree montane: ci sono zone in Italia in cui, per esempio, le piccole imprese familiari (agritur, aziende agricole….) sono costrette a pagare canoni telefonici spropositati per connettersi ad Internet con una connessione (lenta) Isdn. Alcuni comuni stanno attuando interessanti sperimentazioni in questo senso, recuperando il ritardo che abbiamo accumulato in Europa rispetto alle licenze WiMax da tempo concesse in Grecia, Malta, Bulgaria e Slovenia. Giungono persino dal Cile per documentarsi sulla sperimentazione della nuova tecnologia WiMax avviata in Valle d’Aosta e più precisamente ad Ayas. A Ferla, paese di 3000 abitanti nel siracusano, sui Monti Iblei, un gruppo di giovani ingegneri informatici ha realizzato un progetto di rete civica senza fili, permettendo la realizzazione di interessanti iniziative per animare il territorio come la web radio. L’unione dei comuni della Valsassina, in provincia di Lecco, ha lanciato “Valsassina wIp”, una rete economica concepita per eliminare la discriminazione economica di cui soffre l’area. A Vicopisano, nel pistoiese, l’amministrazione comunale ha lanciato una rete wireless per avvicinare amministrazione e cittadini offrendo una serie di servizi innovativi on-line. La Provincia di Brescia ha finanziato un progetto per mettere in rete 77 piccoli comuni colpiti da digital divide. Gli esempi delle sperimentazioni potrebbero continuare ma ciò che importa è riscontrare che a fianco dell’importante ruolo svolto dai Comuni vi sia stato, da parte del Governo, un cambio di passo nell’attenzione verso le politiche per la montagna. Flash L’AGENDA DEL MESE Covegni, cultura, turismo… EVENTO LUOGO DATA IN BREVE PER SAPERNE DI PIU’ Il futuro nelle alpi di interesse generale nelle regioni di montagna. Opportunità e pericoli attuali Warmbad-Villach dal 28 febbraio al 1 marzo Diffondere il sapere - collegare le persone: Serie di seminari internazionali di "Futuro nelle Alpi". www.cipra.it Under the North Star Bolzano dal 7 febbraio al 7 marzo Mostra dedicata alle popolazioni eschimesi attorno al Polo Nord patrocinata dall'Alleanza per il clima e dall'Associazione per i popoli minacciati Alto Adige. http://www.provincia.bz.it Corso Nazionale di Aggiornamento Tam Verona dal 3 al 4 marzo 2007 Tra gli argomenti oggetto del dibatto le alpi tra passato e futuro, le vie della sostenibilità e lo sviluppo sostenibile della montagna. www.cai-tam.it Convegno sull’ambiente alpino Alagna Valsesia dal 3 al 4 aprile 2007 Iniziativa volta a divulgare le conoscenze su ambiente alpino e sui fattori che influenzano notevolmente lo stile di vita delle Comunità montane. www.parcoaltavalsesia.it Le montagne per gioco Torino (Museo nazionale della montagna) fino al 1 maggio Alla scoperta della montagna attraverso i giochi da tavolo. Un tempo come oggi. www.museomontagna.org > La mostra > e inoltre LE MONTAGNE PER GIOCO Tra le vette e le nevi dei giochi da tavolo «La montagna non è uno degli argomenti preferiti di inventori e editori di giochi e sembra quasi che gli autori abbiano sempre riscontrato una certa difficoltà ad affrontarla», annota Ulrich Schädler, curatore con Aldo Audisio della mostra Le montagne per gioco visibile fino al 1 maggio al Museo Nazionale della Montagna di Torino, organizzata con la Regione Piemonte e la collaborazione di Città di Torino e CAI. L’operazione è supportata da un grande catalogo, di 432 pagine con un ricco corredo iconografico, edito nella collana dei Cahier Museomontagna (€ 35,00). La storia, e di conseguenza l’esposizione, inizia in Gran Bretagna. Qui i giovani benestanti degli anni Sessanta dell’Ottocento, senza muoversi dalle loro case cittadine londinesi o dai palazzi immersi nel verde delle campagne, viaggiavano percorrendo tutta l’Europa per raggiungere le Alpi; per salire il Monte Bianco. Questo nuovo “Grand Tour”, immobile, vissuto sul tavolo di legno massiccio, lo si faceva lanciando i dadi e leggendo le descrizioni di un libretto dalla copertina verdina. Per maggiori informazioni www.museomontagna.org L’UNIVERSITA’ E IL CAI PER LA MONTAGNA All’interno della convenzione quadro tra il Club Alpino Italiano e l’Università degli Studi di Milano, è stato siglato un accordo di collaborazione per il quale i soci del Cai svolgeranno un ruolo di primo piano nel Programma di Studio della Facoltà di Agraria/ Valorizzazione e Tutela dell’Ambiente e del Territorio Montano, per formare i nuovi manager della montagna. Il manager che nasce da questo percorso formativo potrà rispondere alle richieste provenienti da diversi settori del mercato del lavoro che hanno come elemento unificante la difesa e la valorizzazione delle risorse naturali e lo sviluppo sostenibile e durevole dell’ambiente. L'iniziativa per la realizzazione del Corso di Laurea triennale si svolge in Valle Camonica, nella sede distaccata di Edolo della Facoltà di Agraria di Milano LA VAL SUSA PROMUOVE ARTIGIANATO ED ENOGASTRONOMIA La bassa Valle di Susa nell’arco di pochi anni potrebbe avere una svolta decisiva per i prodotti di nicchia enogastronomici e artigiana. E quanto ha dichiarato il presidente della Comunità montana Bassa Valle di Susa, Antonio Ferrentino, presentando un progetto per realizzare una mega struttura da realizzare tra la Chiusa di San Michele e Bussoleno. Un primo passo per rilanciare i prodotti sono i due depliant intitolati «Di Paese in Paese», presentati ad Avigliana. Strumento di comunicazione che mira a valorizzare il patrimonio del territorio, le lavorazioni e i prodotti tipici della Valle, contrassegnate dal marchio dell’eccellenza artigiana e delle specialità alimentari. Per maggiori informazioni: www.cmbvallesusa.it/ FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 13 Le norme Riordino servizi pubblici locali: riprende l’esame Dopo un lungo ciclo di audizioni sul riordino dei servizi pubblici locali, che ha interessato anche l’UNCEM, la Commissione affari costituzionali del Senato ha ripreso il 25 gennaio 2007 l’esame del disegno di legge n. 772. Il Sen. Vitali ha sottolineato la necessità di intervenire tempestivamente nel settore, con l’obiettivo di realizzare un concreto vantaggio per i consumatori, sia in termini di riduzione delle tariffe sia sul versante della qualità dei servizi. Egli ritiene infondata l’accusa secondo la quale i Comuni resisterebbero al cambiamento; al contrario essi sono stati protagonisti della novità che ha portato alla trasformazione giuridica di molte società pubbliche e alla cessione alla sfera privata di rilevanti segmenti di attività. A suo avviso, è necessario ribadire la separazione fra proprietà e autorità indipendenti per la regolazione, individuando un livello di riferimento non eccessivamente ampio (nazionale) né troppo ridotto (comunale). Quanto agli ambiti ottimali, le privatizzazioni già effettuate non hanno ottenuto i risultati attesi anche perché non sono state accompagnate da un’efficace politica industriale, volta ad individuare la dimensione economicamente più opportuna dei bacini di utenza dei servizi. A tal fine, si dovrebbero prevedere misure di incentivazione delle aggregazioni. Vitali ha apprezzato l’intesa conseguita nella maggioranza: sull’ammissibilità della gestione diretta; sull’obbligatorietà della gara pubblica (salva la possibilità di ricorrere alla gestione in house in casi specifici e motivati) e sulla esclusione dei servizi idrici. Al contrario, per il Sen. Saro le opzioni oggetto dell’accordo costituiscono un ostacolo alla trasformazione competitiva dei servizi locali e testimoniano l’egemonia della componente radicale rispetto alle forze riformiste della maggioranza. Sarebbe stata preferibile una delega legislativa che avesse tenuto conto delle rilevanti differenze fra i settori (rifiuti, luce e gas, acqua, trasporti). Inoltre, l’esclusione dei privati dalla proprietà e dalla gestione delle reti, a suo avviso, impedisce l’apporto di capitali essenziali per il rinnovamento di quelle reti (in particolare per l’acqua e per il gas). Per quanto riguarda i servizi idrici, pur convenendo sulle peculiari caratteristiche 14 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 del bene «acqua», è inopportuno rinviare, probabilmente senza termine, la disciplina dei servizi di erogazione. Occorre prevedere una preventiva definizione degli ambiti territoriali ottimali, preferibilmente a livello provinciale, in modo da semplificare l’attuale, frammentata struttura gestionale. Per il Sen. Saro si dovrebbe prevedere anche il superamento delle gestioni dirette e favorire la partecipazione di nuovi competitori, anche stranieri. Infine, per quanto riguarda il settore dei rifiuti, la liberalizzazione non può non tener conto della situazione diversificata sul territorio nazionale. Fondi sviluppo nel Lazio Più di 150 piccoli Comuni laziali beneficeranno dei contributi, pari a quasi un milione di euro, che la Regione ha stanziato per lo sviluppo socio-economico. Ne dà notizia con una nota l’assessore agli Affari istituzionali Regino Brachetti, promotore dell’iniziativa, rilevando che “si tratta di comunità in cui è concentrato un inestimabile patrimonio di tradizioni, cultura, vitalità imprenditoriale e sociale”. I fondi stanziati grazie all’operazione voluta da Brachetti, si legge nella nota, sono destinati a progetti che avevano come finalità l’innovazione tecnologica nell’organizzazione amministrativa, la promozione della residenzialità, lo sviluppo economico, con particolare riferimento al sostegno delle vocazioni e delle tipicità. Inoltre si aggiunge che tra i progetti finanziati c’è anche la diffusione della banda larga nelle connessioni internet, o la promozione di misure sociali e imprenditoriali. “Uno dei parametri premiato nella valutazione dei progetti da finanziare e’ stato l’associazionismo, ovvero quello che noi riteniamolo strumento più idoneo, per le piccole comunità, per rispondere alle esigenze dei cittadini, attraverso economie di scala altrimenti difficilmente realizzabili”, ha affermato l’assessore. La nota informa che sono quattordici i progetti selezionati, che coinvolgono 150 piccoli Comuni del Lazio. Brachetti ha concluso dicendo che i finanziamenti “costituiscono un incentivo importante, ai fini di un migliore rapporto dei cittadini con la pubblica amministrazione. Spesso, infatti, una delle maggiori cause dello spopolamento di queste comunità è la mancanza di servizi ai territori”. Sostegno piccoli comuni Presso le Commissioni riunite Ambiente e Bilancio della Camera, il 24 gennaio è ripreso l’esame della proposta di legge n. 15 (e abbinate) per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni. Il relatore Iannuzzi ha dato conto delle audizioni informali svolte nell’ambito del comitato ristretto - inclusa quella dell’UNCEM, la quale ha manifestato talune perplessità di fondo - che a suo dire hanno fatto emergere un giudizio complessivamente positivo sull’impianto del provvedimento in esame. Considerata la presentazione di due nuove proposte di legge, abbinate a quella già in esame, i relatori hanno dato la loro disponibilità ad elaborare una proposta di testo unificato. Successivamente potrà essere riunito nuovamente il comitato ristretto per poi passare al confronto con il Governo al fine dell’adozione di un testo il più possibile condiviso. Con l’assenso del sottosegretario Casula, la Commissione ha pertanto deciso di seguire questo iter. Dissesto idrogeologico In Commissione Ambiente della Camera, il 23 gennaio, il sottosegretario all’Ambiente Piatti ha risposto all’interrogazione dell’On. Nucara n. 500388, riguardante i finanziamenti in materia di dissesto idrogeologico. In merito ha ricordato che l’Ufficio Centrale del Bilancio ha rinviato al Ministero il DM del 4 maggio 2006 che ha approvato il “3o Programma stralcio di interventi urgenti per il riassetto territoriale delle aree a rischio idrogeologico”, rilevando la mancata copertura finanziaria del programma nel suo complesso e l’assenza di qualsiasi elemento istruttorio di analisi e valutazione riferito ai progetti ammessi a finanziamento. Inoltre, l’allegato al decreto si è limitato ad un mero elenco di comuni con relativo importo finanziato, mancando ogni riferimento all’oggetto dell’intervento. Tale procedura, peraltro, in passato ha consentito di finanziare comuni che chiedevano interventi pur non avendo nel proprio territorio alcun indice di rischio. Il provvedimento in questione, dunque, non ha mai esplicato la sua efficacia, ha spiegato il Sottosegretario, il quale tuttavia ha reso noto che le risorse per le politiche di difesa del suolo per l’anno 2006 sono state rese disponibili, a seguito della ripartizione del Fondo Unico per gli Investimenti, con DM dell’Economia del 3 maggio 2006. Con Decreto del Ministro dell’Ambiente Prot. n. DDS/DEC/2006/0632 del 3 novembre 2006, registrato alla Corte dei Conti in data 24 novembre 2006, è stato così approvato, con l’intesa formale delle regioni su tutti gli interventi individuati, il Piano Strategico Nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico costituito da n. 311 interventi per un importo di 219,854 milioni di euro. La Direzione Generale per la Difesa del Suolo, inoltre, ha già provveduto ad impegnare l’intera somma e contemporaneamente ad erogare agli enti attuatori risorse pari a oltre il 95 per cento del totale impegnato. Il sottosegretario ha poi ricordato che la finanziaria 2007 ha segnato una svolta, prevedendo per la difesa del suolo e, in particolare, per la messa in sicurezza del territorio da frane e alluvioni, lo stanziamento di 200 milioni di euro per il 2007, 265 milioni di euro per il 2008 e 265 milioni di euro per il 2009 e che sono disponibili per combattere il rischio idrogeologico nel prossimo triennio 670 milioni di euro sotto forma di contributi per gli enti locali. L’On. Nucara ha osservato che, a fronte di risorse annuali per la difesa del suolo che risultano insufficienti per tutto il territorio nazionale, gli uffici del ministero dovrebbero realizzare una seria istruttoria e porre le condizioni per l’adozione di decisioni politiche. Il Ministero competente non avrebbe fornito alcun elemento circa l’opportunità di procedere a scrupolose verifiche, affinché vengano alla luce i promotori di finanziamenti destinati, nel passato, ad oltre 110 interventi individuati in zone non a rischio. integrazione economica, in particolare con l’Unione europea. Recupero centri storici Produzioni tipiche Ratifica convenzione diversità culturali Il Senato ha terminato il 18 dicembre l’esame del disegno di legge n. 1179 e abbinati, di ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla protezione e la promozione delle diversità delle espressioni culturali, fatta a Parigi il 20 ottobre 2005, trasmesso ora alla Camera. La Convenzione adottata dall’UNESCO eleva il concetto di diversità culturale al rango di patrimonio comune per assicurare il rispetto delle identità di tutti i popoli. La prima parte del testo pone l’accento sugli obiettivi della protezione e della promozione delle diversità culturali, sull’incoraggiamento del dialogo interculturale e sul rafforzamento della cooperazione. Nella quarta parte meritano di essere segnalate le procedure di scambio di informazioni per la valutazione dell’efficacia dell’azione pubblica in relazione ai finanziamenti dell’industria culturale; la cooperazione per migliorare le capacità manageriali nel settore pubblico; l’incentivo ad accordi di produzione e distribuzione cinematografica; l’istituzione di un fondo per la salvaguardia delle espressioni culturali a rischio di estinzione. Un’attenzione specifica è poi rivolta ai rapporti con le Organizzazioni regionali di La Commissione Affari costituzionali della Camera, il 17 gennaio, ha dato il proprio parere sul nuovo testo delle proposte di legge n. 550 e abbinate, concernenti la riqualificazione e il recupero dei centri storici. La Commissione ha fatto notare la necessità di ridefinire la natura e la portata degli interventi previsti, al fine di ricondurli interamente nell’ambito della materia «tutela dei beni culturali», di competenza esclusiva dello Stato, con particolare riferimento alla limitazione degli interventi nei centri storici dei comuni con popolazione pari o inferiore a 200.000 abitanti ed alla previsione della realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico. La Commissione Agricoltura del Senato sta svolgendo la discussione generale sui disegni di legge n. 228 e abbinati, relatore il Sen. Bosone, volti alla tutela e alla valorizzazione della produzioni agroalimentari tipiche. Il Sen. De Petris ha fatto presente come parte del contenuto dei disegni di legge in esame sia stato accolto dalla legge finanziaria 2007. Evidenziata, inoltre, la necessità di procedere ad una migliore definizione del marchio definito nel provvedimento, al fine di evitare possibili ambiguità, ha richiamato l’importanza dello strumento del marchio tecnico che dovrà essere reso più efficace, anche in considerazione degli obblighi previsti a livello comunitario. In considerazione delle innovazioni contenute nella legge finanziaria 2007, la Commissione ha rinviato il seguito dell’esame. Elaborazioni UNCEM su dati Westminster Srl Esternalizzazioni catasto Con l’interrogazione n. 4-01051del 18 dicembre al Ministro dell’economia, il senatore Gramazio ha ricordato che la finanziaria 2006 prevede lo «smembramento» del Catasto unitario nazionale, con il passaggio di tutte le competenze oggi gestite dal Catasto stesso ai Comuni grandi e piccoli. Secondo l’interrogante, sarebbe opportuno che ciascun lavoratore del Catasto unitario nazionale fosse libero di scegliere il ruolo da ricoprire nelle nuove strutture che nasceranno dallo smembramento del Catasto unitario nazionale, per assicurare agli 11.000 dipendenti di tutta Italia la garanzia della difesa della loro professionalità. Pertanto ha chiesto di sapere se il Governo non intenda evitare di esternalizzare le funzioni catastali a società private o miste (pubbliche e private). FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 15 Notizie dal Territorio MUSEI IN RETE VALLE DEL METAURO LE STRUTTURE MUSEALI SONO: ARTE, STORIA, TRADIZIONI E SCIENZA 16 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 La valle del Metauro è un territorio dove la storia ha lasciato tracce indelebili, visibili in un paesaggio ricco di suggestioni. Una terra pronta ad essere scoperta ogni volta. Gli antichi borghi e le città, gli affascinanti ambienti naturali, il ricco patrimonio artistico e culturale, la varietà di prodotti tipici, sono il biglietto da visita di un territorio che oggi, grazie al progetto “Musei in Rete - Valle del Metauro” presenta al pubblico i suoi musei. Luoghi vivi ed aperti, dove arte, storia, tradizioni e scienza divengono elementi di un dialogo ricco e stimolante. Il Metauro è noto per la famosa battaglia del 207 a.C. che coinvolse il cartaginese Asdrubale; in mancanza di una precisa individuazione del sito è interessante ripercorrere la valle e cercare di riconoscere sulla scorta del testo di Tito Livio e della tradizione locale, le rive scoscese che impedirono ad Asdrubale il guado, il colle prominente su cui si attestarono i Galli, il luogo in cui avvenne la manovra di aggiramento attuata dal console Claudio Nerone che decise le sorti dello scontro. Il Metauro vide poi anche altre battaglie: le mura dei centri storici (Montemaggiore, Piagge, Orciano, Mondavio, Barchi, S. Ippolito, Montefelcino, Serrungarina, Saltara) ci parlano, infatti, di assalti e difese, scalate e sortite. Una visita alla rocca di Mondavio è indispensabile a chi voglia capire la logica delle proposte martiniane, grazie anche al Museo di Rievocazione Storica. Altro esempio di struttura martiniana è il mastio della rocca di Fossombrone, purtroppo in cattive condizioni. A vicende militari più recenti (Seconda Guerra Mondiale) ci riporta il Museo del Metauro “W. Churchill” di Montemaggiore; da questo luogo lo statista inglese assistette all’attacco ai capisaldi della Linea gotica che l’esercito tedesco aveva vanamente predisposto per arrestare l’avanzata delle truppe alleate. L’arte è senza dubbio una delle principali attrattive turistiche. Si può partire dal Museo Civico di Mondavio (dipinti del XVII e XVIII sec., materiali ceramici, statue in arenaria), proseguire per Sant’Ippolito, arricchita da una raccolta di opere degli antichi scalpellini e di altre sculture contemporanee, e giungere a Fossombrone la cui Pinacoteca civica conserva dipinti di importanti artisti tra Cinquecento e Ottocento. A Fossombrone si possono visitare varie chiese, in particolare quella secentesca di S. Filippo, oltre all’importante Casa Museo Quadreria Cesarini. Un cenno anche la piccola Raccolta di grafica contemporanea esposta in una delle sale del Palazzo del feudatario di Montefelcino che oggi ospita anche il Museo degli antichi mestieri itineranti, originale collezione di biciclette da lavoro. La vita agreste e le attività tradizionali trovano occasioni di approfondimento. A San Giorgio di Pesaro, nella Casa della Mina si presentano attività connesse all’allevamento del baco da seta e all’allevamento delle api, ed è stata ricostruita un’osteria con annessa cantina con tutti gli arnesi di un tempo. Il Museo “Corde e cordai” di Orciano di Pesaro documenta un’attività particolare, quella della fabbricazione artigianale di corde che qui ebbe una lunga tradizione. A Barchi si trova il Museo “Orci e orciai e Banda Grossi” propone la produzione di terrecotte e di orci di Vergineto, San Bartolo e Villa del Monte, con una curiosa appendice sull’attività di una banda di briganti che operò nella zona attorno al 1860. A Sant’Ippolito si entra in un mondo particolare attraverso il “Museo del territorio - Arte degli Scalplellini”, quello della lavorazione della pietra, che qui ebbe una lunga e gloriosa tradizione, documentata anche nella decorazione del Palazzo Ducale di Urbino oltre che in mille altri luoghi pubblici e privati. Documenti più specifici della vita dei contadini sono quelli dei due musei che si trovano nel territorio di Isola del Piano: la raccolta “Sulle tracce dei nostri padri” nel Monastero di Montebello (Isola del Piano) e gli oggetti esposti nel museo “Trecce-Intrecci” di Castelgagliardo dove particolare attenzione è data alle attività della tessitura e dell’intreccio. Molto interessante anche l’Osservatorio astronomico e nel Planetario della Villa del Balì presso Saltara che accoglie uno dei pochi aggiornatissimi musei della scienza presenti in Italia. Gli appassionati di misteri legati al passato potrebbero invece fantasticare nei sotterranei della Villa del Balì, forse luogo di iniziazione a ordini cavallereschi e di rituali esoterici o può cercare di dare una sua lettura dell’ipogeo di Piagge, originale ambiente sotterraneo che servì forse da tomba o da luogo di rifugio in momenti di pericolo per il piccolo castello sovrastante. Per maggiori informazioni: Comunità montana del Metauro Fossombrone www.cm-fossombrone.ps.it Musei in Rete - Valle del Metauro www.vallediculture.it Un territorio dove la storia ha lasciato tracce visibili in un paesaggio ricco di suggestioni. Una terra pronta ad essere scoperta FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 17 Notizie dal Territorio rete legata al contesto territoriale. > pannelli illustrativi da posizionare nelle aree di interesse archeologico > fornitura di personal computer a tutte le sedi museali. > realizzazione di una campagna pubblicitaria istituzionale con inserzioni sui quotidiani locali e su riviste nazionali del settore turismo > organizzazione di un programma di iniziative per la presentazione al pubblico e agli operatori del settore della Rete Museale. Il progetto “Musei in Rete - Valle del Metauro” è stato realizzato con il contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e dello Stato nell’ambito del Docup Ob. 2 anni 2000-2006 - Unione Europea - Repubblica Italiana - Regione Marche Servizio Attività e Beni Culturali, Sport, Marchigiani nel Mondo. Con il patrocinio della Provincia di Pesaro e Urbino IL PROGETTO NEL DETTAGLIO Valorizzazione dei beni artistici e culturali per lo sviluppo “Musei in rete - Valle del Metauro” è il progetto di rete museale territoriale progettato e realizzato dalla Comunità montana del Metauro di Fossombrone con l’obiettivo di valorizzare i beni artistici e culturali intesi come strumento di sviluppo complessivo del territorio e permettendo di proporre un’offerta turistica diversificata. Il progetto comprende interventi nei dodici Comuni del territorio. La prima linea d’azione ha riguardato il recupero strutturale delle sedi museali nei comuni di Barchi, Isola del Piano, Orciano di Pesaro, San Giorgio di Pesaro e Sant’Ippolito, per le quali sono stati recuperati edifici di pregio situati nei centri storici. In questa fase sono stati predisposti anche i progetti di allestimento e arredamento degli spazi. La seconda linea d’azione ha visto la predisposizione di un piano di gestione e promozione offerta museale nel territorio della Comunità montana. Sono state poste le basi per la costituzione di una rete museale integrata che aggrega le nuove strutture e quelle già esistenti per offrire al pubblico una serie di benefici e migliore la qualità dei servizi erogati e delle attività di informazione e promozione. Oltre a quelle dei comuni sopra indicati, nel progetto di rete museale sono rientrate anche le strutture di Fossombrone, Mondavio, Montefelcino e Saltara. I comuni di Piagge e Serrungarina, dove non esistono strutture museali, sono stati inseriti negli itinerari di visita proposti. Le azioni del piano di promozione si integrano alla politica di promozione turistica che la Comunità montana del Metauro e i singoli Comuni attuano da tempo in collaborazione con Regione Marche, Provincia di Pesaro e Urbino, 18 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 Sistema Turistico Locale e Centro Servizi per il Turismo Montano. Le principali attività previste nel piano promozionale sono: > un opuscolo di 72 pagine contenente: schede dei musei, proposte di itinerari, indicazioni sul patrimonio culturale, cartografia tematica. > il portale della rete museale - un documentario-video di presentazione con una breve illustrazione di tutti i musei della Grazie alla rete è possibile proporre una visione complessiva del territorio, della sua storia, tradizioni e cultura per attrarre un maggior numero di visitatori, sia abitanti che turisti I MUSEI DELLA RETE Barchi Museo “Orci e orciai” e “Banda Grossi” Mondavio Pinacoteca Civica Museo della Rocca Roveresca Saltara Museo della Scienza - Planetario “Villa del Balì” Fossombrone Quadreria “Cesarini” Museo Civico Archeologico “Vernarecci” Pinacoteca Civica “Vernarecci” Montefelcino Raccolta comunale di grafica moderna e contemporanea Museo degli antichi mestieri itineranti Montemaggiore al Metauro Museo storico del fiume Metauro “Winston Churchill” Isola del Piano Museo “Trecce-Intrecci” Castelgagliardo Museo “Sulle tracce dei nostri padri” - Località Montebello Orciano di Pesaro Museo della corda e degli antichi mestieri San Giorgio di Pesaro Museo “Casa della Mina” Fossombrone Parco archeolgico “Forum Sempronii” Area archeologica di Calmazzo Sant’Ippolito Museo del territorio - Arte degli Scalpellini Serrungarina Area archeologica di Tavernelle Piagge Ambiente ipogeo PREMIO GIORNALISTICO GRAN PREMIO MONTECELIO-TP PER LA COMUNICAZIONE PUBBLICA LOCALE L’educazione civica dei cittadini attraverso la comunicazione pubblica nella IX Edizione del premio L’attività di comunicazione pubblica rivolta ai cittadini allo scopo di promuovere prodotti e/o servizi pubblici, diffondere comportamenti educativi, informare su eventi e/o tematiche di interesse collettivo attraverso qualsivoglia mezzo e/o strumento di comunicazione: radio, televisione, stampa, affissioni, telefono, posta, PC, internet o altro sistema utilizzabile, realizzate in Italia nel periodo tra ottobre del 2005 e dicembre 2006, sono l’oggetto del Gran Premio Montecelio – Tp. Aperto a tutte le amministrazioni pubbliche, le organizzazioni di comunicazione e i consulenti pubblicitari, alla competizione, si partecipa per categorie e/o per sezioni specifiche. Categorie: Regioni, Province, Grandi Comuni, Comuni con meno 100.000 abitanti, Comunità montane, Comunità isolane; Sezioni: Comunicazione Pubblica Istituzionale (generale e specifica), Comunicazione sanitaria, Scuola – campagne educative e sociali, Editoria elettronica – audiovisivi, Campagne sociali, Rapporti con il pubblico, Ufficio stampa, Comunicazione territoriale. Le campagne di comunicazione dovranno essere inviate alla Segreteria del Premio, seguendo le istruzioni indicate all’art. 4 del Regolamento entro il 31 marzo 2007. Sarà, poi, la Giuria del Premio formata da rappresentanti delle associazioni dei professionisti della comunicazione, degli operatori economici, dell’amministrazione pubblica che si riunirà nel mese di aprile 2007 presso la sede dell’ Istituto, a Roma, e valuterà le campagne, privilegiando l’efficacia e l’impatto comunicativo. Per ogni categoria, almeno un Primo Premio, e una Menzione di merito e la Targa TP. La premiazione avverrà a Roma, presso la Giunta della Regione Lazio nel mese di maggio 2007. Le campagne di comunicazione dovranno essere inviate a: Segreteria del Gran Premio Montecelio-Tp Piazza Rondanini, 48 – 00186 Roma Data ultima per l’iscrizione: 31 marzo 2007 PER ULTERIORI INFORMAZIONI Consultare il Regolamento del Premio sui siti: www.regione.lazio.it www.sirio.regione.lazio.it FEB- Notizie dal Territorio ENTI LOCALI, INFRASTRUTTURE E PATRIMONIO IMMOBILIARE VINCOLI DI BILANCIO E STRATEGIE DI INTERVENTO Accordo Uncem Servizi e Management & Financial Advisors srl per assistere le amministrazioni associate nella gestione di patrimoni immobiliari e nelle tecniche di project financing La situazione La valorizzazione del patrimonio immobiliare ed il potenziamento delle infrastrutture rappresentano, per le amministrazioni locali, elementi chiave sui quali si gioca la competitività di un territorio. Interventi in tal senso, costituendo stimolo ed attrazione per lo sviluppo locale, rivestono una importanza strategica per le amministrazioni locali impegnate nel governo del proprio territorio e nel rilancio dei livelli occupazionali e della competitività delle imprese. Tali esigenze di intervento devono però fare i conti con una sempre maggiore difficoltà per le stesse amministrazioni locali di reperire i fondi necessari. I drastici tagli dei trasferimenti statali ai Comuni, pur associati alla maggiore autonomia fiscale agli stessi riconosciuta e le significative innovazioni apportate al Patto di stabilità interno, con l’introduzione come parametro del saldo finanziario, possono infatti costringere le amministrazioni a ridurre drasticamente gli investimenti. Per evitare tali 20 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 conseguenze, che avrebbero impatti pesantissimi sul territorio amministrato, le amministrazioni locali sono chiamate sempre più a misurarsi nel difficile compito di reperire i fondi necessari allo sviluppo, ottimizzando la gestione finanziaria e patrimoniale e anche, in modo sempre più positivamente sperimentato, sfruttando in modo consapevole le diverse forme di collaborazione con gli attori economici, finanziari e delle istituzionali del territorio. Per far ciò è necessario fare sistema, saper utilizzare gli strumenti disponibili e rendere trasparenti le iniziative in modo da ridurre le asimmetrie informative. La valorizzazione delle risorse infrastrutturali ed immobiliari Ed un notevole contributo alle finanze dell’ente locale può derivare dagli stessi interventi di valorizzazione delle risorse immobiliari e dalla capacità di cogliere le opportunità di sviluppo del territorio, aumentando o creando produttività economica. La dimensione del fenomeno è di tutto rispetto se si pensa che solo il patrimonio edilizio pubblico, malgrado sia stato oggetto di un processo di dismissione non trascurabile in questi anni, sia ancora estremamente consistente. E la legge finanziaria 2007 prevede procedure per la valorizzazione e l’utilizzazione a fini economici dei beni immobili (concessione o locazione, contributo di costruzione, ecc.), la possibilità di trasferire al patrimonio del comune particolari tipologie di immobili, la possibilità di finanziare degli “studi di fattibilità dei programmi facenti capo ai programmi unitari di valorizzazione dei beni demaniali per la promozione e lo sviluppo dei sistemi locali”. Ma anche le infrastrutture, se frutto di una attenta e corretta politica di sviluppo economico e sociale, possono portare notevoli benefici alle casse dell’amministrazione; e ciò può avvenire anche se la realizzazione di un’opera a prevalente rilevanza pubblica (c.d. opera fredda), di per sé non capace di ritorni economici autonomi, è inserita organicamente in un progetto di reddito (opera calda), in grado di garantire il successo dell’operazione per il privato ed un notevole beneficio per il territorio e le casse dell’amministrazione. Vediamo come. Numerosi sono gli strumenti a disposizione delle pubbliche amministrazioni per la valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare ed in generale per la realizzazione di opere infrastrutturali. L’utilizzo di uno strumento piuttosto che di un altro comporta però rischi e vantaggi per l’amministrazione che devono essere esaminati attentamente. Tali strumenti possono essere in primo luogo distinti in due grandi categorie, in funzione che realizzino o meno un partenariato con il privato. Le modalità di intervento pubblico autonomo L’ente locale che, per finanziare la realizzazione e la gestione di opere pubbliche o per l’avvio di progetti di valorizzazione dei propri beni patrimoniali, e che non intenda creare un partenariato con il privato o dismettere il bene, ha una serie di alternative tra le quali le principali sono indicate nella tabella 1. Va peraltro evidenziato che, con riferimento alla finanza propria dell’Ente, la legge finanziaria 2007 ha introdotto (articolo 1, commi da 145 a 151) l’imposta di scopo per le opere pubbliche, volta a coprire al massimo il 30% delle spese per la realizzazione di opere pubbliche individuate dai Comuni in un apposito regolamento. Le modalità di intervento pubblico in collaborazione con il privato Accanto agli strumenti precedentemente descritti vi sono quelli che invece comportano una compartecipazione, sotto varie forme, del soggetto privato all’iniziativa. Carenza di fondi, riduzione degli oneri di gestione e dell’indebitamento consigliano l’adozione di forme di collaborazione con il privato, che, attraverso strumenti finanziari e contrattuali, siano in grado di conciliare gli interessi privati con gli interessi pubblici e fare in modo che un investimento, utile per la collettività e profittevole per il soggetto privato, possa anche generare finanza per il soggetto pubblico. La tabella 2 riepiloga i principali strumenti disponibili, non volendo comunque essere esaustiva. Di seguito si fornisce un breve riepilogo i principali strumenti attivabili per il finanziamento delle infrastrutture con il coinvolgimento di soggetti privati. Concessione di costruzione e gestione. Regolamentata dalla Legge quadro in materia di lavori pubblici, l. 109/94, (di seguito anche Legge Quadro), all’art. 19; secondo tale modello, la Pubblica Amministrazione affida ad un altro soggetto, selezionato tramite una gara pubblica indetta a seguito di un progetto definitivo elaborato dall’Amministrazione stessa, la costruzione di un’infrastruttura funzionale alla gestione di un pubblico servizio. Il concessionario consegue come controprestazione i proventi derivanti dalla gestione, che sono strumentali alla copertura dei costi di realizzazione dell’infrastruttura e di gestione ed alla remunerazione dell’attività svolta. Project financing. Regolamentata dalla Legge Quadro (artt. 37bis e seguenti), si distingue dalla “Concessione di costruzione” e gestione in particolare in quanto l’iniziativa dell’intervento infrastrutturale è di soggetti promotori; assume fondamentale rilevanza dunque l’iniziativa della società di progetto.I promotori dell’iniziativa basano le proprie decisioni di finanziamento sul totale o prevalente autofinanziamento dell’opera da realizzare e/o del servizio da gestire. E’ lo strumento universalmente considerato più adatto a favorire la partecipazione di soggetti privati alla realizzazione e gestione di opere pubbliche. Leasing immobiliare. Nel leasing l’ente ELEMENTI COMPARATIVI STRUMENTO PRINCIPALI CARATTERISTICHE QUANDO UTILIZZARLO AMBITO DI APPLICAZIONE > Tempi ridotti > Minori costi di impiego Risorse provenienti dalla potestà impositiva, dai trasferimenti e da altre attività dell’ente Nel caso di iniziative progettuali che non prevedono adeguati ritorni economici (opere “fredde”) in assenza di altri strumenti Nessun vincolo. PRESTITI OBBLIGAZIONARI Emissione di titoli obbligazionari sul mercato tramite intermediari autorizzati A seguito di analisi di convenienza economicofinanziaria e di appetibilità del titolo per il mercato Finanziamento degli investimenti (progetti di sviluppo, infrastrutture) FINANZA AGEVOLATA Finanziamenti previsti da leggi per attività di investimento e di sviluppo, erogati ad esempio dalla CDDPP o da istituti di credito speciale. Quando l’intervento rientra negli ambiti di applicazione della legge. In relazione alla tipologia di investimento ammissibile FINANZIAMENTI EUROPEI E NAZIONALI Strumenti finanziari della politica comunitaria e nazionale (Fondi strutturali, Fondo di coesione, Risorse CIPE, ecc) Quando l’intervento rientra nell’ambito di applicazione dello strumento. Secondo quanto previsto dallo strumento Quando si dispone di ingente patrimonio immobiliare e mobiliari in grado di generare flussi di reddito stabili Patrimonio immobiliare Flussi monetari stabili Canoni di locazione o di concessione FINANZA PROPRIA Tecnica finanziaria mediante la quale attività a liquidità differita (crediti, immobili) CARTOLARIZZAZIONE vengono convertite in titoli negoziabili sul mercato attraverso soggetti specializzati VANTAGGI SVANTAGGI > Minori risorse per altre opport. > Possibile aumento del prelievo > Costo a totale carico dell’Ente > Impatti sui livelli di indebitam. > Possibile convenienza economica del finanziamento > Vincoli di accesso al mercato > Impegni per gli esercizi futuri > Impatti sui livelli di indebitam. > Difficoltà e costi per rating > Beneficio per la spesa > Tempi lunghi di ottenimento > Incertezza dell’esito > Costo solo parzialmente a carico dell’ente > Tempi lunghi di ottenimento risorse > Incertezza dell’esito > Immediata disponibilità di ingenti somme finanziarie > Limitato ambito di applicazione > Pregiudizio per i redditi futuri Tabella 1 ELEMENTI COMPARATIVI STRUMENTO PRINCIPALI CARATTERISTICHE CONCESSIONE DI COSTRUZIONE E GESTIONE La PA definisce il progetto e affida ad un soggetto la costruzione e gestione di un’infrastruttura per gestire un pubblico servizio. Il concessionario consegue i proventi della gestione. Nel caso di iniziative progettuali che prevedono adeguati ritorni economici (opere “calde”). Trasporti, Energetico, Comunicazioni, Ambiente, Utilities, Sanità. PROJECT FINANCING I promotori presentano all’Ente proposte in merito all’opera da realizzare. L’Ente affida l’opera ad un soggetto selezionato con gara. Il concessionario è pagato con il cash-flow dell’iniziativa. Nel caso di iniziative progettuali che prevedono adeguati ritorni economici (opere “calde”). Trasporti, Energetico, Comunicazioni, Ambiente, Utilities, Sanità. La PA definisce il progetto; individua il soggetto privato con una gara ad evidenza pubblica, stipulando il contratto di leasing; il partner privato realizza l‘infrastruttura. Quando si vuole mantenere la gestione. Utilizzabile anche nel caso di iniziative progettuali che on prevedono adeguati ritorni economici (opere “fredde”). Energetico, Comunicazioni, Ambiente, Trasporti, Servizi di regolamentazione pubblica, Servizi sociali, Sanità. Strumento giuridico in grado di garantire sia nella fase realizzativa che gestionale un efficace partenariato pubblicoprivato. Per l'esercizio di servizi pubblici e la realizzazione di opere per lo svolgimento del servizio, nonché per la realizzazione di infrastrutture ed altre opere di interesse pubblico. Strumento giuridico in grado di garantire sia nella fase realizzativa che gestionale un efficace partenariato pubblicoprivato. Nel caso di iniziative progettuali in ambito di aree Servizi pubblici locali urbane degradate ed in forte stato di abbandono LEASING IMMOBILIARE SOCIETA’ MISTE SOCIETA’ DI TRASFORMAZIONE URBANA QUANDO UTILIZZARLO AMBITO DI APPLICAZIONE Servizi pubblici locali VANTAGGI SVANTAGGI > Investimento e gestione a carico del Privato > Progettazione a carico dell’Ente > Tempi medio-lunghi > Progettazione a carico del Privato > Investimento e gestione opera a carico del Privato > Tempi di attuazione mediolunghi > Tempi attuazione brevi > Permanenza della gestione (qualora sia strategica) al pubblico > Costo (rateizzato) a totale carico dell’Ente > Procedure urbanistico amministrative snelle > Supporto tecnico e finanziario dei privati > Procedura complessa > Tempi di attuaz. medio-lunghi > Procedure urbanistico amministrative snelle > Supporto tecnico e finanziario dei privati > Procedura complessa >Tempi di attuaz. medio-lunghi Tabella 2 FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 21 Notizie dal Territorio pubblico definisce il progetto e individua, attraverso una gara ad evidenza pubblica, la società con la quale stipula il contratto di leasing; la società di leasing (con eventuale supporto di altri operatori specializzati) realizza l‘infrastruttura su scelta ed indicazione dell’ente pubblico, che ne assume tutti i rischi ed ha la facoltà di diventarne proprietario al termine della locazione, dietro versamento di un prezzo stabilito. Società miste. Disciplinata all’art. 116 del Testo unico degli EE.LL. (D. Lgs. 267/2000). Le società a capitale misto pubblico-privato sono costituite per realizzare delle infrastrutture il cui progetto è stato realizzato dall’ente pubblico promotore ed il cui socio privato è stato selezionato attraverso una gara ad evidenza pubblica. La regolamentazione dei rapporti tra gli attori pubblici e privati è disciplinata nello Statuto sociale e/o in altri contratti parasociali. I settori di prevalente applicazione sono quelli delle utilities, dei porti e dell’ambiente e rifiuti. Società di trasformazione Urbana. Disciplinata all’art. 120 del Testo unico degli EE.LL. Le società di trasformazione urbana (STU) si differenziano dalle altre società miste pubblicoprivato sostanzialmente per il vincolo dell’oggetto sociale. Le STU costituiscono uno strumento flessibile e dalle vaste potenzialità, messo a disposizione degli enti locali per realizzare la progettazione e gli interventi di trasformazione urbanistica delle aree degradate e/o sottoutilizzate del territorio comunale (o delle città metropolitane). Qual è l’attualità di interventi di valorizzazione di infrastrutture e patrimonio immobiliare degli enti locali? La crescita di un tessuto urbano moderno e funzionale alle esigenze della collettività è alla base del benessere degli abitanti e richiede qualità di abitazioni e di infrastrutture in coerenza con le diverse situazioni contestuali, nel rispetto cioè del luogo e dell’ambiente. E molto si deve e si può fare in tal senso. Inoltre, l’ottimizzazione della redditività del patrimonio può fornire un positivo contributo alle casse delle amministrazioni. Quali sono le modalità di intervento che consiglia? La drastica riduzione dei trasferimenti statali e il ruolo centrale di governo del territorio assunto sempre più dagli enti locali richiede un grande sforzo a carico degli enti per garantire i necessari investimenti. E’ necessario individuare nuovi modelli di intervento, volti a eventualmente accordando un prezzo e controllando poi l’intera operazione. La figura 4 rappresenta l’iter previsto per la realizzazione di un intervento di project financing. Tabella 3 – Strumenti di intervento a confronto Gestione diretta Redditi futuri Strumento Finanza a breve 22 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 IL PRESIDENTE DELL’UNCEM: Il ruolo della amministrazione locale e i possibili supporti L’amministrazione locale gioca un ruolo fondamentale per stimolare e porre le basi dello sviluppo del territorio. La scelta delle modalità di intervento deve essere pertanto valutata attentamente dall’amministrazione in relazione alla coerenza con le politiche intraprese, le risorse disponibili, gli impatti complessivi sul bilancio dell’ente. L’ente è chiamato a superare il ruolo di mero impositore di vincoli per assumere quello di pianificatore e controllore dello sviluppo, potendo lasciare la gestione e la realizzatore ad altri soggetti (ingegneria, finanza, gestione ed assicurazione). L’Amministrazione locale deve quindi innanzitutto farsi carico di identificare con esattezza i bisogni della propria collettività e le esigenze di sviluppo del proprio territorio, valutando eventuali iniziative proprie o di soggetti promotori, ed effettuando eventualmente studi ed analisi di fattibilità per valutarne la consistenza e le caratteristiche. Le azioni successive saranno in gran parte in funzione della tipologia di strumento impiegato. Ad esempio, nel caso in cui sia individuata la realizzabilità di una iniziativa con la tecnica della Finanza di Progetto, l’Amministrazione dovrà inserirne le risultanze nella programmazione triennale delle opere pubbliche, valutare e selezionare le proposte dei promotori tramite un avviso pubblico, stipulare i contratti con i concessionari, Patrimonio La scelta tra le modalità di intervento E’ in generale necessario valutare attentamente i pro ed i contro di ogni strumento e comprendere gli impatti sul territorio, sul bilancio dell’amministrazione e sulla capacità della stessa di generare reddito negli esercizi futuri, nonché sulla minore o maggiore dipendenza dal soggetto privato per quel che riguarda la gestione del bene. Il seguente schema 3 vuol fornire un’idea dei differenti impatti dei vari strumenti di intervento. Ad esempio. Se si dispone di beni immobili, supponendo che vi siano le condizioni amministrative, finanziarie, patrimoniali e di credibilità esterna per accedere agli strumenti di seguito considerati, le conseguenze per il bilancio attuale e futuro dell’ente, sulla sua possibilità di governo del territorio saranno diverse in funzione della tipologia di intervento prescelta. Così, ad esempio, se si decide di: cartolarizzare gli immobili; si beneficia di grandi disponibilità finanziare in tempi brevi ma si compromette la capacità di reddito per gli esercizi a venire; mentre i beni rimangono comunque nella disponibilità dell’ente; intervenire con il project financing; l’ente potrà verificare la coerenza della gestione con quanto programmato e contrattualizzato e disporrà del bene o dell’opera al termine della durata della concessione; la realizzazione dell’iniziativa generalmente non comporta impegni per l’amministrazione e non incide sul livello di indebitamento. L’ente perde nel medio periodo la gestione e la disponibilità del bene che rimane comunque strumentale alle sue politiche; ottenere un contratto di leasing immobiliare; l’ente entra nella disponibilità immediata di importi ma impegna gli esercizi futuri; può beneficiare di vantaggi anche fiscali; potrà avere la disponibilità del bene riscattandolo alla scadenza del contratto e non perde comunque la gestione del bene; emissione obbligazionaria, realizza una responsabilizzazione sull’uso delle risorse; impegna gli esercizi futuri al pagamento del costo degli interessi; se ha ottenuto un buon rating e gode di credito sul mercato può ottenere vantaggi in termini di riduzione della spesa. Mantiene il bene nella propria completa disponibilità. PROJECT FINANCING LEASING IMMOBILIARE SOCIETA’ MISTE PUBBLICO/PRIVATO CARTOLARIZZAZIONE EMISSIONE OBBLIGAZIONARIA MUTUI LEGENDA: PIU’ INTENSO MENO INTENSO NEGATIVO Le modalità di assistenza La realizzazione degli interventi di valorizzazione delle infrastrutture e degli immobili è tutt’altro che semplice trattandosi di processi caratterizzati da significativa complessità per i quali sono richieste competenze specifiche e multidisciplinari, non sempre disponibili all’interno delle strutture comunali, con particolare riferimento alle realtà di ridotta dimensione. La gestione di tale complessità è alla base dell’accordo di collaborazione tra l’UNCEM Servizi e la società MFA – Management & Financial Advisors srl: l’UNCEM Servizi potrà giocare un ruolo fondamentale per favorire gli Enti Locali che intendano coniugare le finalità sociali tipiche della pubblica amministrazione con criteri di efficienza ed economicità della gestione, fornendo agli stessi, avvalendosi di una apposita struttura di consulenza, un servizio di supporto ed assistenza tecnica nel corso di tutto l’iter progettuale e realizzativo delle iniziative, sotto gli aspetti giuridicoamministrativi ed economico-finanziari. In questo ambito, le attività di assistenza e consulenza proposte mirano ad indirizzare la gestione dell’Ente locale verso prestazioni complessive più efficaci ed efficienti, mediante ad esempio la predisposizione di studi di pre- Figura 4 – Iter per la realizzazione di un intervento di project financing Studio di pre-fattibilità FASE 0 Avviso pubblico per promuovere le proposte dei “promotori” FASE 1 Valutazione proposte Bando di gara e selezione del progetto FASE 2 FASE 3 ANALISI Economico-Finanziaria e Legale-Amministrativa Assistenza post aggiudicazione FASE 4 ECCO COME INTERVENIRE SUL TERRITORIO conseguire con efficacia le finalità pubbliche con strumenti gestionali efficienti, da scegliere in modo consapevole valutando l’impatto sul territorio ed i riflessi sul bilancio degli enti. Ed in questo senso, è fondamentale il tessuto imprenditoriale del territorio, dal quale cogliere o fornire stimoli e comunque coinvolgendole direttamente nel processo di sviluppo. Gli enti dove possono trovare le risorse per intervenire? Reperire le risorse è diventato strategico. Sicuramente si possono migliorare e rendere più efficienti le modalità d intervento. Si può ottimizzare il patrimonio disponibile. Ma soprattutto, è opportuno cogliere le opportunità offerte dal pieno coinvolgimento di soggetti privati. Tali operazioni, se ben congegnate, possono fornire gli idonei stimoli all’imprenditoria e nel contempo rilanciare il territorio. E’ chiaro che tali operazioni, oltre a progetti validi, devono essere attentamente valutate anche in termini di modalità operative. La capacità di utilizzare correttamente gli strumenti della finanza innovativa e di operare una corretta gestione attiva del debito, infatti, è divenuta fondamentale sia per il reperimento di risorse finanziarie capaci di aiutare a risolvere le eventuali criticità di cassa, sia per l’individuazione delle fonti di finanziamento maggiormente convenienti per la realizzazione degli investimenti, spesso ingenti, che il perseguimento dell’interesse pubblico e del miglioramento della qualità della vita richiede. Per far fronte a specifiche esigenze finanziarie connesse alla realizzazione di interventi per lo sviluppo locale, Comuni, Regioni e Province fanno ormai da anni ricorso a strumenti finanziari quali il Project financing , le cartolarizzazioni o le emissioni obbligazionarie. Tutte queste operazioni devono essere inserite fattibilità, la definizione delle migliori alternative di intervento, la redazione di programmi di gestione, di sviluppo e di valorizzazione degli immobili e di realizzazione delle infrastrutture. Ciò potrà consentire, nel rispetto dei vincoli statutari in materia di composizione e profilo di rischio del portafoglio, il raggiungimento di un adeguato livello di redditività dell’investimento immobiliare. I programmi dovranno poi definire le modalità di finanziamento, in relazione alle quali sarà studiato il percorso di comunque in una valutazione anche della stabilità attuale e futura degli enti locali. Cosa può fare l’UNCEM per supportare le proprie comunità ed enti? L’introduzione negli Enti Locali e in tutte le Amministrazioni Pubbliche di logiche finanziarie avanzate richiede professionalità adeguate, capaci di analizzare le proposte provenienti dagli intermediari finanziari di ogni natura, di gestire correttamente il processo di attivazione degli interventi e di governare e monitorare le operazioni in essere. A tal fine ci poniamo in primo piano nel supportare le amministrazioni associate con una struttura di servizi che stiamo riorganizzando e potenziando anche grazie ad accordi di collaborazione con professionisti della materia. Nello specifico, è stato sottoscritto recentemente un accordo di collaborazione con la società MFA – assistenza necessario. A titolo esemplificativo, la tabella 5 riepilogano l’approccio di assistenza tipico in relazione al modello operativo del project financing. Costi per le amministrazioni del servizio di assistenza Le amministrazioni hanno la necessità di ricorrere ad assistenza esterna in questo campo in quanto non hanno le risorse finanziare per operare direttamente e spesso, Management & Financial Advisors srl che, in stretta collaborazione con l’UNCEM Servizi, potrà fornire assistenza alle amministrazioni per ottimizzare le modalità di intervento sul territorio. Ma, una struttura di assistenza costa. Le amministrazioni che non hanno soldi per valorizzare come pensa possano trovare soldi per pagare le assistenze? Il non agire vuol dire arrecare gravi danni alla collettività, così come l’agire male. La materia è tutt’altro che semplice trattandosi di processi per i quali sono richieste competenze specifiche e multidisciplinari, e le amministrazioni, specie se di piccola dimensione, non sempre hanno disponibilità di risorse e di tutte le competenze necessarie. E’ quindi necessario un supporto tecnico per il quale pensiamo che i relativi costi siano subordinati al ritorno dell’investimento. non hanno le disponibilità dirette per avvalersi di servizi di assistenza e consulenza. In tal senso, il meccanismo di remunerazione proposto da UNCEM Servizi/ MFA – Management & Financial Advisors srl è volto a superare tale vincolo prevedendo un limitato uso di risorse interne alle Amministrazioni Locali. Ove applicabile, infatti, si tenderà ad utilizzare in parte tariffe c.d. “a success fee”, basate cioè sui benefici ottenibili dall’Ente stesso in base alla procedura individuata. Tabella 5 – Assistenza per project financing FASE 0 PRE-FATTIBILITÀ > Individuazione e verifica delle procedure più idonee alla realizzazione del Progetto ATTIVITA’ > Definizione del progetto di massima e delle limitazioni funzionali (“paletti”) FASE 1 AVVISO PUBBLICO > Assistenza alla definizione Avviso Pubblico > Assistenza alla predisposizione dell’Avviso Pubblico > Individuazione e prima analisi sul Progetto al fine di verificarne la piena rispondenza a quanto previsto dalla normativa di riferimento FASE 2 SELEZIONE PROPOSTE > Determinazione dei più idonei parametri di valutazione delle proposte ricevute sotto il profilo economico finanziario(qualità progettuale, rendimento, costo di gestione e di manutenzione, tariffe, etc.) > Analisi delle proposte ricevute al fine di verificarne la piena rispondenza a quanto previsto dalla normativa di riferimento RISULTATI > Analisi delle proposte ricevute al fine di verificarne la piena rispondenza a quanto richiesto dall’Avviso pubblico dell’Amministrazione comunale, ai fini di accertare il pubblico interesse delle medesime iniziative > Scelta strumento finanziario > Definizione Avviso Pubblico > Raccolta delle proposte dei “promotori” > Griglia parametri di valutazione > Individuazione della Proposta migliore FASE 3 BANDO DI GARA > Assistenza alla definizione delle linee guida, rispondenti alle effettive esigenze dell’Amministrazione, cui il Bando di Gara dovrà fare riferimento > Assistenza alla redazione del Bando di Gara (Capitolato tecnico, Disciplinare di Gara e Schema di Convenzione) ponendo a base di gara il progetto preliminare presentato dal “promotore” e ritenuto più valido alla luce delle valutazioni di cui alla Fase 2 > Definizione del Bando di Gara FASE 4 ASSISTENZA POST-BANDO > Selezione del Progetto migliore e aggiudicazione della concessione di costruzione e gestione > Supporto alle fasi di negoziazione e stipulazione della convenzione con il soggetto aggiudicatario > Impostazione, negoziazione e finalizzazione di pacchetti finanziari > Individuazione del Progetto da realizzare e negoziazione con il soggetto aggiudicatario > Altra assistenza FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 23 Montagna futura A cura di Piero Tatafiore e Paolo Russo WIMAX LA RICETTA PER IL SUPERAMENTO DEL DIGITAL DIVIDE Alla scadenza del 2006 il Ministro per le Comunicazioni Paolo Gentiloni ha annunciato la liberalizzazione delle licenze Wimax, cedute dal ministero della Difesa che le deteneva. Il mercato è diventato libero Uncem Notizie lo aveva scritto già un anno fa, nel numero di gennaio 2006: il WiMax può essere la risposta alla domanda di superamento del Digital Divide, a patto che l’implementazione avvenga in modo coerente con la massima fruibilità da parte degli utenti. Nell’ultimo Consiglio dei ministri del 2006, il Ministro per le Comunicazioni Paolo Gentiloni ha annunciato la liberalizzazione delle licenze Wimax, cedute dal ministero della Difesa che le deteneva. E’ un momento che può essere di svolta per il superamento del digital divide, se ben accompagnato. Gli entusiasmi e i dubbi di un anno fa sono, grossomodo, gli stessi di ora, con i dubbi, inerenti principalmente all’applicazione, che forse sono addirittura aumentati. Ma andiamo con ordine. Cos’è esattamente il WiMax? Acronimo di Worldwide Interoperability for Microwave Access è un dispositivo che permette l’accesso su vasta scala alla rete a banda larga tramite tecnologie wireless. Fino ad oggi, per collegare un nuovo utente ad internet è sempre stato necessario fare arrivare fino a casa sua un cavo in rame (come quello del telefono) o in fibra ottica. Questo vuol dire che per collegare in rete un cittadino che abiti lontano dai principali punti di accesso ad internet può essere necessario stendere chilometri di cavo e spendere cifre esorbitanti. Per questo motivo, quasi tutta la popolazione italiana che vive lontano dalle grandi città è sempre rimasta esclusa da questa tecnologia e da tutti i vantaggi che essa comporta. Almeno sulla 24 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 carta, il WiMax è l’uovo di colombo della connettività wireless a banda larga: con una sola antenna montata, gli utenti del servizio possono teoricamente navigare in rete a 70 megabit al secondo connettendosi da una distanza massima di 50 chilometri, secondo le sperimentazioni attuate, seppur in uno spazio aperto. Il WiMax rispetto a Wi-Fi risulta sia più veloce che di maggiore portata. I primi prodotti saranno indirizzati ai network service provider e alle aziende, non ai consumatori. Questa tecnologia ha un potenziale tale da consentire di allargare a molti milioni gli accessi ad internet senza fili, di basso costo e di facile attuazione. Una panacea per le aree del Paese che vivono lontano dalla banda larga. Perché nonostante gli sforzi e i proclami l’Italia si trova appena al 19° posto tra i paesi più industrializzati (fonte OCSE), superata anche dalla Spagna. La percentuale di utenti connessi e’ del 13,4% (dati 20042005) rispetto al 16% della media Ue. E questo nonostante tra il 2004 ed il 2005 gli accessi alla banda larga in Italia siano aumentati del 44,4%. L’87% degli italiani non è dunque connesso ad internet, il che riguarda 4.200 comuni italiani su un totale di 8.103 (dati UNCEM). In questo senso, la tecnologia wireless è uno strumento efficace per colmare la disparità digitale e per arrecare maggiore benessere alle aree geograficamente svantaggiate, potenziando o introducendo, tra l’altro, nuove forme di partecipazione dei cittadini ai processi di decisione delle PA locali (la FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 25 Montagna futura cosiddetta e-democracy, come avviene in via sperimentale nelle 32 Comunità Montane del progetto PISES guidato dalla Comunità montana del Vallo di Diano). La soluzione dell’accesso wireless in banda larga, se paragonata ad altre alternative fisse, risulta infatti efficiente ed economica: non necessita di infrastrutture, la cui installazione costituisce un costo notevole per la comunità, ed essendo fortemente modulare e scalabile permette di diversificare nel tempo gli investimenti. Un sistema di comunicazione wireless fisso, infine, è costituito da antenne montate su edifici pubblici, torri dell’acqua, tralicci ed altre strutture elevate da cui la “linea di vista” tra le antenne permette la rapida creazione di un network locale. Collegamenti wireless fino a 50 km possono connettere ad Internet un’intera comunità e fornire servizi di condivisione delle informazioni tra diverse strutture, come scuole ed edifici pubblici. La diffusione, secondo le linee del governo, prevede una prima fase con un utilizzo per connessioni “punto-punto”, in casa o in ufficio, in alternativa alle connessioni oggi esistenti. Seguirà la fase “nomadica”, durante la quale sarà possibile comunicare anche in aree attrezzate. E infine quella “mobile”, quando la copertura del servizio riguarderà l’intero territorio italiano. E qui si incontra un primo dubbio. I passi previsti per il Wi-Max (prima fisso, poi nomadico, poi mobile) lasciano qualche perplessità a fronte del fatto che le tecnologie per il mobile sono già disponibili sul mercato e ampiamente diffuse e sperimentate all’estero. Si rischia solo di accumulare immotivatamente ulteriore ritardo, tanto più dannoso in montagna dove è il servizio mobile quello nettamente più utile anche in considerazione del fatto che, a differenza del mercato cittadino, la maggior parte del reddito si genera grazie ad attività in ambito extraurbano. Essendo una tecnologia in uso su scala mondiale, il WiMax ha conosciuto nel mondo già un’adeguata sperimentazione, che rende superfluo un’ulteriore attesa in Italia. Basta fare una veloce panoramica nel mondo per scoprire che il WiMax ha già una piccola ma consolidata nicchia di utenti. Secondo quanto affermato in un recente convegno a Milano da Ryszard Struzak, vice presidente dell’unione Internazionale delle Comunicazioni, si prevede una crescita nel mercato mondiale degli apparati WiMax dai 23 milioni di dollari del 2005 ai 566 milioni del 2007 e agli 1.1 miliardi del 2008. Secondo la rivista “Research and Markets”, gli utenti del WiMax che nel 2006 erano 222.000, saranno 14.9 milioni nel 2009. In Europa, WIMAX Telecom, società facente capo ad un fondo di investimento londinese, ha vinto la licenza WiMax in Austria, Slovacchia e in 5 regioni su 6 della Croazia. In Austria, in particolare, alla fine del primo semestre contava più di 3.000 clienti e l’offerta parte da 19.90 ? al mese per scaricare 0.5Gb, con 3? per 26 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 Il WiMax ormai è una tecnologia in uso su scala mondiale, diffusa e in corso di implementazione in tutti e cinque i continenti ogni 100Mb n più; con 39.90? si possono scaricare fino a 5Gb al mese. In Slovacchia ci sono voluti appena 8 mesi dall’assegnazione delle licenze del novembre 2005 per arrivare a coprire il 40% della popolazione e in soli 3 mesi Bratislava risultava già coperta. In Francia a fine 2006 in concomitanza col Decreto Gentiloni, la Société du haut débit (SHD), joint venture tra SFR e Neuf Cegetel, che possiede due licenze regionali (Ile-deFrance e Provence), ha annunciato l’apertura dei suoi primi 10 siti WiMax, con il lancio dell’offerta commerciale previsto per marzo di quest’anno, particolare interessante è che la SHD stima di incassare il 50% dei propri profitti dalle zone attualmente non servite dalla banda larga. In ogni caso, le tariffe attualmente in vigore oltralpe oscillano tra i 29 e i 45 euro al mese, tutte con 1 mega di download. Mercato da 11.4 milioni di utenti già dal marzo 2006, la Germania continuerà ad aumentare il numero di abbonamenti alla banda larga, arrivando nel giro di due anni a 27 milioni, secondo gli analisti della Dresdner Bank. Una fetta di questi utenti pari al 15% verrà intercettata dal WiMax, grazie ai 3 vincitori dell’asta per le licenze tenutasi in dicembre. In Gran Bretagna British telecom sta sperimentando da tempo il WiMax con gli apparati di Alvarion in Irlanda del Nord e Navini a Birmingham. E proprio la Navini è stata scelta dalla Max Telecom per lanciare il WiMax inizialmente a Sofia e, entro il 2007, in tutta la Bulgaria. Spostandoci ancor più ad est, in Malaysia il mese prossimo verranno messe all’asta 4 licenze, mentre a Taiwan se ne parla per la fine del 2007. L’India, invece, è prevedibilmente oggetto di forti investimenti, contesa dalle maggiori aziende specializzate in WiMax: mentre la Alvarion servirà 50 città del nord, la Intel è partita con la sperimentazione nella città di Baramati, il tutto in un mercato che si stima possa raggiungere i 13 milioni di abbonati nel 2012 e che per quella data si stima potrà essere il più esteso a livello mondiale. Andando in Sud America, la Colombia ha tre WiMax provider con copertura delle principali città. In Uruguay la sperimentazione e l’installazione delle antenne è partita nel 2005. E gli Stati Uniti? Come sempre in prima fila nell’innovazione tecnologica, negli USA il WiMax è ormai una realtà, anche se non diffusissima in termini di abbonamenti. Motorola e Intel hanno stanziato 900 milioni di dollari per coprire tutti gli USA con il WiMax e lo stato del Rhode Island nel nord est del paese prevede di coprire tutto il proprio territorio (3000 kmq) entro il 2008, risultando la più estesa rete wireless del mondo. Salendo ancora più a nord, in Canada sono state presentate le prime offerte commerciali per la connettività WiMax. La società Inukshuk Wireless, una joint venture tra Bell Canada e Rogers Communications, prevede un pacchetto base dal costo di 30Euro/mese per una linea con 512Kbps in download, ma sono previste offerte per linee anche a 3Mbps. I prezzi non possono certo essere concorrenziali con le soluzioni ADSL tradizionali, ma bisogna tenere presente che per certe aree geografiche e per specifici impieghi le tecnologie wireless possono essere l’unica soluzione WiMax è un dispositivo che permette l’accesso su vasta scala alla rete a banda larga tramite tecnologie wireless già dei pochi, che probabilmente vedrà sparire molte piccole realtà locali venendo meno al principio di concorrenza leale”. Anche l’associazione degli Internet Provider, la AIIP ha preso una posizione precisa in merito all’asta per le licenze, Wimax nel mondo NAZIONE PROVIDER TARIFFE / STATO DEL WIMAX AUSTRIA WIMAX Telecom E 19.90/mese - 0.5 Gb E 39.90/mese - 5 Gb SLOVACCHIA WIMAX Telecom 40% territorio coperto Licenze dal 2005 CROAZIA WIMAX Telecom - Licenze assegnate FRANCIA SFR e Neuf Cegetel da E 29 a 45/mese 1 Mb download/mese Televersa Licenze assegnate 12/06 - - Sperimentazioni avviate - BULGARIA Max Telecom e Mobitel Costruzione della rete - MALAYSIA - Asta per 4 licenze a Febbraio 2007 - INDIA - Sperimentazioni avviate da Intel e Alvarion - COLOMBIA - 3 WIMAX provider - URUGUAY - Sperimentazione avviata nel 2005 - USA - WIMAX presente a macchia di leopardo - Inukshuk Wireless E 30/mese per linea 512 kbps - GERMANIA GRAN BRETAGNA CANADA praticabile. Infine l’Africa. Sebbene ovviamente internet sia per molti stati africani un miraggio, importanti aziende del settore della banda larga come la Navini stanno puntando su alcuni stati africani (Tanzania, Ghana, Nigeria, Zambia, Sud Africa e Mauritius) per saltare i vari stadi della banda larga (ADSL, GSM, fibra) per arrivare direttamente al WiMax. Da questa panoramica del mondo si può chiaramente notare come il WiMax sia ormai una realtà diffusa e in via di implementazione un po’ovunque. L’attenzione del governo dovrebbe, dunque, spostarsi più sulle modalità di assegnazione delle licenze, che sulla necessità di sperimentazione. Da come le licenze verranno assegnate dipenderà infatti sia la diffusione in ambito consumer del WiMax che il superamento reale del digital divide. Secondo quanto affermato dall’associazione Anti Digital Divide (ADD) l’assegnazione delle licenze con aste simili sullo stile di quelle che assegnarono le licenze UMTS rischia “di creare un nuovo sistema ‘chiuso’, gestito dai pochi che si potranno permettere di partecipare ad aste, seppur magari su base regionale, nelle quali si dovranno presentare offerte di acquisto probabilmente molto alte per piccoli lotti di frequenze su base locale. Se il Ministero delle Comunicazioni intenderà procedere in questo senso, non farà altro che creare ulteriori problemi al mercato, temendo che il governo possa “ispirarsi ai criteri delle aste Wll (wireless local loop). E cioè su base regionale e secondo il principio ‘chi offre di più si compra la licenza’. Il che favorisce i grossi operatori che però, essendo già ‘infrastrutturati’, hanno poco interesse a creare alternative alla rete in rame e a servire le aree arretrate. Ecco perché sarebbero soprattutto i provider – secondo la AIIP - a usare in modo innovativo il WiMax. AIIP propone di fare come in Francia, dove le aste erano almeno in parte su base “beauty contest”, che favoriva i progetti utile per lo sviluppo e l’innovazione. Solo così si può sperare che il WiMax, quando e se partirà, avrà un ruolo rivoluzionario in Italia, smuovendo le acque stagnanti della banda larga nostrana.” Una proposta sicuramente condivisibile. In questo percorso di avvicinamento alla banda larga ovunque le prossime tappe alle quali prestare attenzione sono: entro agosto per l’assegnazione delle licenze WiMax in Italia; 25/27 settembre per il WiMax World USA, il più grande evento nel campo della banda larga e delle comunicazioni wireless con oltre 140 espositori e oltre 4.000 visitatori. Uncem notizie continuerà a monitorare lo scenario sia da un punto d vista normativo che da un punto di vista tecnologico. Il superamento del digital divide richiede occhi ben aperti e determinazione. FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 27 Europa DA BRUXELLES STRATEGIA DI LISBONA APPELLO DEI PARLAMENTARI EUROPEI COORDINARE GLI SFORZI PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DI LISBONA In occasione del terzo incontro parlamentare sulla strategia di Lisbona, i deputati europei recentemente riuniti a Bruxelles, hanno chiesto ai governi dell’Unione europea di coordinare maggiormente gli sforzi per raggiungere gli obiettivi definiti nel marzo 2000 a Lisbona. Inaugurando la conferenza, Hans-Gert Pottering, Presidente del Parlamento europeo, ha affermato che la strategia di Lisbona illustra perfettamente quanto sia importante rafforzare la dimensione democratica del processo decisionale UE ed ha aggiunto che “per raggiungere l’obiettivo di divenire l’economia del sapere più competitiva al mondo entro il 2010, dobbiamo operare a ogni livello: locale, regionale, nazionale, europeo”. I Parlamenti nazionali hanno un ruolo cruciale dato che l’implicazione dell’UE spesso si limita a coordinare ed emettere 28 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 raccomandazioni. Co-Presidente dell’incontro parlamentare è stato Norbert Lambert, Presidente del Parlamento tedesco, che ha insistito sull’insufficienza dei progressi. Inoltre, rifacendosi alla formula dell’ex cancelliere austriaco Wolfgang Schussel, ha affermato che l’UE deve essere una orchestra più che un insieme di solisti. Il Presidente Lambert ha, poi, aggiunto che l’assenza di coordinamento e cooperazione tra i paesi dell’UE e le Istituzioni europee impedirà ai 25 paesi membri di raggiungere gli obiettivi previsti. Tra le azioni chiave della strategia di Lisbona, Pottering ha parlato della necessità di ridurre la burocrazia e gli oneri amministrativi. Partecipando ai lavori della conferenza, i due relatori coinvolti nel progetto di risoluzione riguardo la strategia di Lisbona hanno esposto i punti forti del progetto di testo. Steven Hughes (coordinatore del gruppo PSE britannico) ha sottolineato la necessità di porre l’accento maggiormente sulla coesione sociale arrivando ad un giusto equilibrio tra flessibilità richiesta dalle imprese e sicurezza chiesta ai lavoratori. Nel progetto di risoluzione, Hughes propone misure per migliorare le prospettive occupazionali. In particolare, ridurre la fiscalità sul lavoro migliorando le possibilità formative date ai lavoratori meno qualificati e più vulnerabili. Alexander Lambsdorf (membro del gruppo Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, ALDE) ha posto l’accento sull’energia. Nel progetto di risoluzione, Lambsdorf chiede un calendario di azione per un maggior impiego di energie rinnovabili con l’obiettivo di arrivare nel 2040 al 50% del consumo. Nel progetto di risoluzione, misure per migliorare le prospettive occupazionali e l’impiego delle rinnovabili FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 29 Europa TRASPORTI FORMAZIONE SVIZZERA, NUOVA ORDINANZA SUGLI IMPIANTI DI TRASPORTO A FUNE IN VIGORE DA GENNAIO Il testo è stato rivisto dopo le aspre critiche delle associazioni ambientaliste Con il 1° gennaio 2007 in Svizzera è entrata in vigore la nuova ordinanza sugli impianti di trasporto a fune. Nell’agosto scorso le associazioni svizzere per la protezione dell’ambiente, tra cui Mountain Wilderness, la Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (FP) e il Club Alpino Svizzero (CAS), avevano criticato duramente la bozza nel corso della consultazione. La nuova e più stringata ordinanza è prevalentemente orientata agli aspetti tecnici relativi alla sicurezza, mentre trascura invece le esigenze di protezione dell’ambiente, della natura e del paesaggio. In seguito alle richieste delle associazioni ambientaliste è stato reinserito l’articolo 7, cancellato nella prima versione, che riguarda la costruzione di infrastrutture in nuove aree. Questo può senz’altro essere considerato un successo parziale. Tuttavia solo nel caso concreto si vedrà come verranno interpretate formulazioni quali “idoneità del sito superiore alla media” oppure “località turistiche con idoneità superiore alla media”. “Informatore Europeo per le Istituzioni Locali”. Questo il titolo del Master ideato dall’AICCRE (Sezione Italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa), dall’Associazione di promozione sociale PMG (“Peace-makers for the local governance”) e dal Polo Europeo “Jean Monnet” e sponsorizzato dalla Regione del Trentino. L’iniziativa è stata adottata e lanciata dall’Università degli studi di Trento. I principali obiettivi del Master “Informatore Europeo per le Istituzioni Locali” riguardano la possibilità di creare figure professionali da impiegare presso istituzioni locali nelle quali svolgere attività legate alle informazioni sull’Europa. Ovvero la capacità di creare figure professionali in grado di fare da collegamento tra l’Amministrazione pubblica locale e le Istituzioni europee al fine di allargare il senso della cittadinanza europea. Il Master ospiterà un numero di allievi che va da 20 a 25 all’anno. Saranno ammessi alla selezione gli studenti che hanno una laurea specialistica (o di vecchio ordinamento) in Lettere e filosofia, Scienze politiche, Scienze della comunicazione, Sociologia, Economia, Giurisprudenza. I candidati saranno selezionati in base al Creare nuove figure professionali legate alle informazioni sull’Europa QUALITA’ E PRODOTTI UE: DOP-IPG, CONSORZIO PROSCIUTTO PARMA, PIU’ Per Fischer Boel la qualità è il fattore chiave nel futuro dell’agricoltura Il Consorzio per il prosciutto di Parma, che da 40 anni esporta in 60 paesi del mondo ha chiesto a Bruxelles “una maggiore tutela per le denominazioni d’origine e le indicazioni geografiche protette - Dop e Igp - a livello internazionale”. Lo ha dichiarato il direttore del Consorzio, Stefano Fanti, a Bruxelles per portare l’esperienza della sua organizzazione alla grande conferenza voluta dalla Commissione Europea sul tema della “certificazione 30 UNCEMNOTIZIE FEBBRAIO 2007 degli alimenti di qualità”. Si tratta di un tema centrale per la difesa di Dop e Igp, in particolare per l’Italia che conta il maggior numero di riconoscimenti nell’Ue contro imitazioni e falsi. L’obiettivo della conferenza è proprio quello di fare il punto sulla certificazione dei principi di qualità degli alimenti non solo per il presente ma anche per il futuro. Bruxelles riconosce infatti che, in un contesto di globalizzazione, i prodotti europei si differenziano proprio grazie alla qualità. La commissaria Ue all’agricoltura, Mariann Fischer Boel, aprendo i lavori, ha infatti sottolineato il concetto che in questo processo di globalizzazione la produzione di qualità è un fattore chiave per garantire il futuro dell’agricoltura europea e la promozione dello sviluppo rurale. E per ricordare la ricchezza su cui può contare l’Europa in Dop e Igp, la Commissione europea ha previsto una ventina di piccoli stand dove LE NOTIZIE DEL MESE SPECIALE MASTER “INFORMATORE EUROPEO PER LE ISTITUZIONI LOCALI” L’iniziativa parte dall’Università degli Studi di Trento curriculum, alla posizione professionale e alla conoscenza delle lingue. I contenuti del Master verteranno su alcune aree disciplinari: Storia e confini dell’Europa; Struttura istituzionale e politica dell’Europa; L’Unione europea: la dimensione sociale e culturale; Le politiche europee; L’Unione europea come luogo di produzione e come mercato; Diritto europeo e comparato; L’Unione europea e il mondo; Multilevel governance e regionalismo; La comunicazione pubblica e le strategie di informazione comunitaria; Enti locali e nuova cittadinanza europea. PROTEZIONE WTO per l’Italia il Prosciutto di Parma e il Parmigiano Reggiano fanno da portabandiera. Fanti è intervenuto nei lavori per spiegare come il consorzio ha portato al successo nel mondo il Prosciutto di Parma “partendo dal sistema di certificazione sui metodi di produzione per arrivare alle promozione e alla protezione del prodotto nel mondo”. “Fondamentale ora - spiega Fanti - è la difesa dei Dop e delle Igp alla Wto. E per questo l’Europa dovrebbe cercare di trovare in quella sede degli alleati per individuare strumenti adeguati di protezione”. Basti pensare, aggiunge, “che negli Usa dove non siamo riusciti a imporre il concetto di denominazione d’origine, abbiamo dovuto acquistare il marchio da un’impresa privata che l’aveva registrata tanti anni fa. In Canada invece il problema è ancora aperto”. Insomma per Fanti, “se in Europa il sistema permette una buona tutela di Dop e Igp, in altre parti del mondo il consorzio incontra numerosi ostacoli: in primo luogo barriere sanitarie e, una volta superate, l’abuso del nome come avviene, ad esempio, in Canada, Messico e Australia”. La perdita finanziaria è difficile da stimare, ma le cifre parlano da sole: il consorzio esporta il 20% della produzione che rappresenta 9 milioni di prosciutti. La prossima sfida è la Cina dove è imminente la presentazione del Prosciutto di Parma. ALTA VALMARECCHIA SOLIDARIETÀ IN MOZAMBICO Vittoria di solidarietà per la Comunità montana Alta Valmarecchia. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha infatti approvato il progetto proposto dall’ente marecchiese denominato “We for Mozambico” e lo ha finanziato con 83.300 euro (uno dei soli 25 approvati su 1.601 presentati per contrastare la fame nel mondo), arrivato con l’8 per mille, in sei mesi Novafeltria realizzerà «We for Mozambico» - in un temo di circa 4 mesi due pozzi per l’acqua potabile del Nord del paese africano, e precisamente nella zona di Mutria. L’obiettivo primo è quello di incrementare l’autosufficienza alimentare in quella zona e migliorare le condizioni igienicosanitarie, cercando il contatto con i residenti che in seguito dovranno gestire e mantenere le opere realizzate. Per maggiori informazioni: www.cm-novafeltria.ps.it MUSEION AT THE EURAC TOWER Arte e scienza. Due linguaggi due modalità di espressione. Intuizione e ispirazione per l’arte, ragione e razionalità per la scienza. Molti ricercatori considerano gli artisti distaccati dalla realtà, mentre troppo limitati nelle loro prospettive e bloccati all’interno delle loro ricerche vengono definiti gli scienziati. La serie di mostre Museion at the Eurac tower intende superare queste categorizzazioni. Per questo motivo, coppie di diverse discipline, ciascuna composta da un ricercatore e un artista, hanno lavorato insieme ad alcuni degli ambiti della ricerca dell’Eurac. Ambiente alpino, energie rinnovabili e management pubblico sono stati i temi su cui artisti e ricercatori si sono confrontati e da cui sono nate tre mostre. La prima è quella dedicata a Hubert Kostner e visibile fino al 27 aprile. Classe 1971, nelle sue sculture a formato ridotto, Kostner ripercorre a ritroso il cammino di paesaggi idilliaci rubati e appiattiti dalle cartoline illustrate, alla ricerca della loro dimensione perduta. Per focalizzare dimensione e spazio nelle sue passeggiate urbane, usa le arterie definite dai trasporti pubblici della città per creare sguardi soggettivi FUTURO DELLE ALPI TRA SFIDE E OPPORTUNITA’ Il prossimo 28 febbraio e fino al 1 marzo avrà luogo a Warmbad Villach, in Austria il seminario internazionale “Il futuro dei servizi di interesse generale nell’arco alpino - sfide, opportunità, esempi di buone pratiche”. Il seminario, che rientra nell’ambito del progetto “Futuro nelle Alpi” della CIPRA e in cooperazione con il progetto PUSEMOR, verrà tradotto in lingua italiana, francese, slovena e tedesca. Per maggiori informazioni rivolgersi all’indirizzo e-mail: [email protected] Il modulo d’iscrizione, invece, si trova sul sito della Cipra: www.cipra.org/futuro FEBBRAIO 2007 UNCEMNOTIZIE 31