Allegato 2
Rapporto conclusivo del progetto
di ricerca itinerante e di posizionamento
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Indice
1. Introduzione e Obiettivi ...................................................... 3
2. I gruppi di ricerca ............................................................... 5
3. I territori e le esplorazioni .................................................. 6
4. I Percorsi nel dettaglio ....................................................... 7
5. La Metodologia ................................................................... 8
6. Swot Ricerca Itinerante .....................................................11
7. Identità .............................................................................27
8. Territorio e patrimonio diffuso ...........................................59
9. Ospitalità e accoglienza .....................................................74
10. La Mobilità .......................................................................83
11. Commercializzare la Puglia ..............................................94
12. Linee guida per lo sviluppo ............................................ 115
13. L’intermediazione turistica europea ............................... 135
14. Report conclusivo delle interviste all’intermediazione
turistica europea ................................................................. 138
15. Identificazione dei mercati di riferimento ...................... 148
16. Ipotesi sui nuovi target.................................................. 151
17. Ipotesi di posizionamento: il Mare e le Puglie ................ 161
IV. Allegati ..........................................................................164
V. BIBLIOGRAFIA ................................................................ 530
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
1. Introduzione e Obiettivi
In
relazione
alla
tipologia
delle
analisi
quantitative
prodotte 1,
l’approfondimento conoscitivo utile all’identificazione o alla conferma dei
prodotti turistici che la regione Puglia ritiene di valorizzare, dei relativi
mercati di riferimento, e del positioning che tali prodotti possono e
dovrebbero assumere, è stato perseguito anche attraverso un’indagine
di carattere qualitativo.
Quest’ultima ha individuato il viaggio come modo privilegiato per
adottare non solo il punto di vista del turista e dell’operatore turistico
ma anche quello dei cittadini che vivono in quel territorio.
Riconosce che esplorando luoghi vengono alla luce quegli aspetti che,
pur compresi e contenuti nelle linee di sviluppo, devono essere
confermati, ridefiniti, forse approfonditi perché possano aderire ad un
territorio anziché calare su questo.
Il viaggio esplorativo, centralità di questo tipo di indagine, è affidato ad
un gruppo che, a partire da motivazioni e obiettivi chiaramente
enunciati, condivide l’esperienza del viaggiare e dell’esplorare secondo
una modalità che avvicina questa esperienza ad una attività di scouting
e che riguarda non semplicemente i luoghi ma le persone, le culture, le
tradizioni, le memorie insieme alle imprese e alle produzioni.
La ricerca qualitativa può allora rileggere tutti gli elementi alla luce della
vision, e al tempo stesso “sperimenta” la vision alla luce di questi
elementi. La ricerca ha inteso:
ƒ
identificare i valori differenziali della Puglia rispetto ai competitor
turistici;
1 Il riferimento è alle ricerche e ai progetti e ai contributi finalizzati alla realizzazione del Piano Strategico e in particolare al documento prodotto
da Isnart ”Dossier turistico economico della Regione Puglia”, al documento “Piano strategico e Studio di Fattibilità per il Marketing e lo Sviluppo
Turistico in Puglia”.
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3
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
ƒ
individuare i rapporti esistenti fra territori e prodotti turistici, sia
allo stato attuale che come potenzialità;
ƒ
verificare
concretamente
la
fruibilità
dei
patrimoni
turistici
presenti;
ƒ
verificare la presenza anche di potenzialità per le tipologie
ricettive indicate dagli obiettivi generali come tipologie da
incrementare;
ƒ
verificare direttamente la qualità imprenditoriale presente sui
territori;
ƒ
verificare la percezione che gli abitanti dei territori hanno, sia
rispetto al proprio territorio, sia rispetto alla presenza di ospiti e
turisti;
ƒ
approfondire le linee di sviluppo proposte dal comitato scientifico
per il turismo pugliese;
ƒ
valutare, in particolare, lo status quo e il potenziale dei singoli
prodotti e linee di prodotto indicate.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
2. I gruppi di ricerca
La scelta di condurre una ricerca qualitativa sul territorio per rispondere
agli interrogativi che, a partire dalla definizione del valore differenziale
della
Puglia
nel
posizionamento,
Mediterraneo
trovi
le
risposte
utili
al
suo
impegna a proposito della formazione dei gruppi su
due versanti: individuare con certezza quali saperi esperti e quali saperi
dell’esperienza concorrono a formulare le giuste risposte e quale
modalità ci consente di raccogliere la ricchezza delle diversità che
scegliamo di mettere in campo.
Un’altra caratteristica irrinunciabile ai fini di una ricerca esperienziale
itinerante progettata per definire il posizionamento
della Regione
sui
mercati esteri è la presenza della componente internazionale nell’attività
di scouting.
Pertanto, tenuto conto di quanto sopra, il team di progetto è composto
da:
ƒ
Stefano Ceci, Guido Gambassi, Tiziano Braglia. Eve Pasquet
I saperi esperti e i saperi dell’esperienza, nazionali e internazionali, sono
rappresentati da:
ƒ
Enogastronomia: Pasquale Porcelli
ƒ
Urbanistica: Umberto Bloise
ƒ
Comunicazione/Stampa: Laura Fraser, Rossella Rigetti, Michaela
Namuth
ƒ
Arti Visive: Charline Dschischkariani
ƒ
Antropologia: Giannermete Romani, Franck Michel
ƒ
Tour Operator: Peter Amann, Luigi Parmeggiani
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
3. I territori e le esplorazioni
Premesso che i due gruppi di ricerca percorreranno gli itinerari avendo
cura di non sovrapporsi, i territori della Puglia che non potranno non
essere oggetto dell’esplorazione sono il Salento, la Costa e l‘interno.
Ciascuna di queste tre aggregazioni corrisponde ad aree che presentano
caratteri di omogeneità culturale storica, oltre a una ricchezza nella
diversità, di risorse naturali e artistico architettoniche.
Il viaggio che affronteranno i ricercatori, si svolge con modalità che lo
assimilino all’attività di scouting.
Per esplorare il territorio loro assegnato i ricercatori-scouter dispongono
di 6 giornate. Partenza e arrivo dalla città prescelta che insiste sempre
sul territorio da esplorare.
L’inizio dell’attività coinciderà con l’incontro collegiale nel quale verranno
precisati obiettivi e risultati attesi, ruoli e compiti (briefing);
L’ incontro per fissare i punti-chiave emersi rispetto alla consegna
iniziale e pervenire a valutazioni sulla compatibilità della vision rispetto
alla situazione reale dei territori esplorati (de-briefing finale), concluderà
il viaggio di esplorazione.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
4. I Percorsi nel dettaglio
Il gruppo sud
ƒ
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Bari
Altamura
Matera
Castellaneta
Massafra
Mottola
Massafra
Taranto
Oria
Ostuni
Brindisi
Marina di Pulsano
Porto Cesareo
Nardò
Gallipoli
Galatina
Lecce
Melpignano
Maglie
Leuca
Capo di Leuca
Gagliano del Capo
Otranto
Corigliano
Galatone
Santa Maria al Bagno
Manduria
Taranto
Gioia del Colle
Bari
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Il gruppo nord
ƒ
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ƒ
ƒ
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Bari
Giovinazzo
Trani
Ruvo di Puglia
Altamura
Santeramo in Colle
Gravina di Puglia
Castel del Monte
Cerignola
Margherita di Savoia
Manfredonia
Monte Sant’Angelo
Foresta Umbra
Vieste
Pugnochiuso
Rodi Garganico
Lago di Lesina
San
Giovanni
Rotondo
Bari
7
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
5. La Metodologia
L’indagine sul campo ha preso avvio con il briefing iniziale a cui erano
presenti tutti i viaggiatori componenti i 2 gruppi formati ai fini della
realizzazione dello scouting.
Il quadro analitico emerso dalle ricerche realizzate nella prima fase e la
vision
strategica
elaborata
dal
Comitato
Scientifico
del
Progetto
2
strategico di Marketing Territoriale sono gli elementi a partire dai quali
si definiscono i campi di indagine di ciascun gruppo di ricerca:
ƒ
quali sono i prodotti esistenti e potenziali da verificare;
ƒ
gli aspetti da approfondire;
ƒ
i mercati su cui confrontarsi;
ƒ
gli obiettivi di Marketing sui quali verificare la situazione dei
territori, etc...
I ricercatori-scouter, pur partendo dalle tracce e dai suggerimenti
preparati ad hoc dal team di progetto, avranno la massima libertà di
movimento sul territorio, e realizzeranno in proprio gli itinerari definitivi,
decidendo variazioni e deviazioni in base ai risultati e alle valutazioni che
via via emergeranno nel corso del viaggio.
I percorsi saranno documentati con registrazioni, fotografie, filmati,
appunti, etc., le eventuali variazioni effettuate saranno e ugualmente
documentate.
Ciascun gruppo ha il compito di raccogliere, osservare, testare, riflettere
su tutti gli elementi e informazioni ritenute utili e interessanti ai fini:
ƒ
di fornire un riscontro della situazione reale rispetto al quadro
emerso dalla fase di lettura;
2 Si veda negli allegati il documento “Briefing ai partecipanti, Bari, 18 giugno 2007”, a cura del team di ricerca di GH.
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8
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
ƒ
di individuare le eccellenze e le aree critiche dei territori e dei
prodotti turistici;
ƒ
di censire le opportunità e le barriere
per accrescere qualitativamente gli elementi guida che comporranno il
quadro dei possibili scenari di crescita e sviluppo.
Si tratta perciò di una esplorazione e riflessione di gruppo maturata
attraverso l’esperienza diretta e condivisa anche attraverso i diversi
brainstorming 3 che hanno avuto luogo lungo il viaggio.
Agli esploratori è stato inoltre richiesto di confrontarsi con turisti,
operatori locali e osservatori privilegiati attraverso una serie di interviste
e colloqui registrati e riportati integralmente 4 che avranno l’obiettivo di
raccogliere informazioni e punti di vista dentro e attorno all’economia
del turismo.
Il de-briefing 5 finale ha avuto luogo prima di lasciare il territorio
esplorato; i partecipanti si sono confrontati sugli elementi emersi e sulle
valutazioni anche non condivise, per fissare alcuni punti-chiave rispetto
al briefing iniziale per giungere alle prime valutazioni sulla compatibilità
della vision rispetto alla situazione reale riscontrata ed esperita sui
territori esplorati. La documentazione multimediale raccolta e prodotta foto, video, audio – è stata un utile supporto per il confronto.
Il principale prodotto dell’indagine è il paper redatto dal team di
progetto e presenta i risultati complessivi dell’esperienza.
Dopo la conclusione del lavoro di indagine, valutazione, sintesi e
presentazione svolto dai gruppi di ricerca, non si è ritenuto necessario
convocare i focus group.
3 Vedi negli Allegati le restituzioni dei brainstorming tenuti dai gruppi di ricerca.
4 Vedi negli Allegati la restituzione delle interviste agli stake holder sdel territorio.
5 Si veda negli allegati il documento “Bari, 23 giugno, debrief conclusivo”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Team di Progetto: attività e materiali
Il team di progetto, costituito da professionisti esperti di diverse
discipline, compresa la figura che coordinerà la logistica:
ƒ
ha
sovrinteso
alla
formazione
dei
gruppi
curando
che
le
professionalità rappresentate in ciascuno siano consone agli
obiettivi assegnati ai singoli gruppi;
ƒ
ha realizzato la progettazione degli itinerari di massima e delle
attività da svolgere durante le giornate dello scouting;
ƒ
ha tenuto il briefing iniziale e il de-brifing finale con i partecipanti
allo scouting;
ƒ
ha steso il report finale delle attività di questa fase e sovrinteso
alla stesura del rapporto finale dell’intero progetto.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
6. Swot Ricerca Itinerante
Le prime idee risultate dalla ricerca esperienziale itinerante sono quelle
da cui siamo ripartiti per delineare
le linee
del futuro sviluppo del
turismo pugliese.
Nell’ analisi di quelle che a prima vista apparivano come disarmoniche e
incomparabili visioni piuttosto che come informazioni, abbiamo scelto di
procedere secondo una metodologia SWOT.
Abbiamo riscontrato che all’interno dei gruppi, nonostante questi ultimi
realizzando la ricerca avessero sondato luoghi e territori diversi e
differenti, i pensieri e le riflessioni di ciascuno si polarizzavano su
potenzialità e criticità simili.
A partire da questo dato che abbiamo unanimamente considerato
confortante abbiamo iniziato a dividere e ad analizzare. Quello che qui
ha anche una rappresentazione grafica segna l’inizio dell’attività
di debriefing al ritorno dallo scouting.
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PLUS:
ƒ
architettura romanica e bizantina
ƒ
esotismo mediterraneo dei borghi (insediamenti rupestri)
ƒ
oasi naturalistiche
ƒ
paesi vissuti dagli abitanti >> centri storici intatti
ƒ
segni storici multietnici
ƒ
vino , cibo, formaggio, bufale
ƒ
musei interessanti e diffusi capillarmente (Museo Jatta di Ruvo di
Puglia)
ƒ
sport nautici
ƒ
accoglienza
ƒ
donne
ƒ
diversità
ƒ
polizia turistica di Lecce
ƒ
accoglienza autentica
ƒ
balneare di “ristoro”
ƒ
vicinanza “a raggiera” dei paesi della Grecìa Salentina
ƒ
nuova e valorizzzabile imprenditorialità
MINUS:
ƒ
mare “chiuso per ferie”
ƒ
cementificazione
ƒ
nessuna leggibilità del territorio
ƒ
piccoli centri (Specchia, Ugento): musei vuoti
ƒ
accessibilità
ƒ
tratto degradati della costa (tratto Taranto-Porto Cesareo)
ƒ
abuso, illegalità, sporcizia
ƒ
disinteresse degli abitanti verso la terra
ƒ
“cinture di castità”
ƒ
masserie: disillusione + qualità infima
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
ƒ
scarsa qualità imprenditoriale
ƒ
si fa tutto “la prossima settimana”
ƒ
IAT, Pro Loco: disorganizzazione
ƒ
fatalismo mediorientale
ƒ
indifferenza verso il turismo
ƒ
territorio naturale non competitivo (anche se c’è il paesaggio
agricolo)
ƒ
mostro dell’ILVA contro i tetti di eternit
ƒ
difficoltà a trovare da dormire
ƒ
hotel soprastellati (3* con 2* di troppo)
ƒ
sicurezza, ansia
ƒ
narrazione storica rara e monotematica (chi sono i pugliesi?)
ƒ
wellness non particolarmente attrattivo (Margherita di Savoia)
ƒ
promesse non mantenute >> frustrazione
ƒ
mancanze di servizi pubblici
LE PAROLE CHIAVE
ƒ
ƒ
comunicazione interna
o
comportamento
o
narrazione del proprio territorio
o
educational interno
ri-raccontare la storia: dalla storia della guerra alla storia della
società
ƒ
le vie della transumanza (trattuti, “greggi di turisti”)
ƒ
i pellegrinaggi
ƒ
codificare e attualizzare i segni del territorio
ƒ
percorso terra-mare come fruizione ottimale
ƒ
emancipazione della Puglia dall’immagine dell’Italia >> “the taste
of another Italy”
ƒ
autentico con piscina
ƒ
turismo dei borghi
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
ƒ
radere al suolo l’abusivo (o almeno i recinti)
ƒ
blindare ciò che resta di bello
ƒ
trasformare le economie sterili dei ghetti in economie territoriali
(spirali virtuose)
ƒ
fili conduttori del territorio & singolarità dei centri
ƒ
mediterraneo
ƒ
comunicazione rivolta alle donne: declinazione di genere dello
sviluppo turistico
ƒ
mobilità slow
ƒ
camminare scalzi
ƒ
bufala & caciocavallo
ƒ
collegamento tra diverse economie
Le 4 linee di sviluppo proposte dal Comitato Scientifico
Rileggendo alla luce del lavoro dei gruppi più sopra sintetizzato le
quattro macro aree individuate dal Comitato Scientifico come le aree di
snodo dello sviluppo turistico della regione Puglia, emergono per
ciascuna tratti e caratteristiche che illustriamo di seguito.
Ruralità e patrimonio diffuso, natura e parchi
Ruralità e patrimonio diffuso sono da molti considerati come un fattore
importante ai fini del posizionamento turistico e ciò vale anche per
quello pugliese.
Prima
di
addentrarci
nell’analisi
che
abbiamo
ricavato
anche
dall’esperienza è opportuno sgombrare il campo da un possibile
equivoco: la “ruralità” non si può inventare/creare ad uso e consumo del
turista. In questo contesto, quando utilizziamo questo termine ci
riferiamo piuttosto a un complesso di fattori che caratterizzano in modo
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
peculiare un territorio e che andremo via via ad identificare nel corso
della trattazione che segue.
L’esperienza del viaggio ci rimanda un uso indifferenziato e molto ampio
del termine “turismo rurale” che abbraccia attività di ricettività sul
territorio tanto da comprendere i B&B aperti nei trulli e nelle case di
campagne recuperate per renderli fruibili, le masserie-resort con piscina
e campi da golf, fino agli agriturismo.
Per molte di queste strutture il legame con la terra, inteso come una
relazione complessa che produce non solo beni ma anche cultura, si
esaurisce nella presenza sporadica di qualche prodotto locale sulla
tavola mattutina, ma non sono pochi i casi in cui a colazione si servono
fette biscottate, marmellate e alimenti di tipo industriale.
Quello che emerge con forza pare risultare da scelte che, individuato il
trullo prima e la masseria poi come testa di ponte dello sviluppo turistico
rurale, hanno saputo certamente stimolare la curiosità dei turisti
mancando però la promessa iniziale di autenticità.
L’attività svolta dall’agriturismo non si discosta sostanzialmente da
quanto avviene nel resto dell’Italia: una totale difformità tra la
definizione della legge n. 730 del 5 dicembre 1985 6 che li istituisce e li
regola e quanto accade da una parte in merito all’impiego dei prodotti
utilizzati nei servizi forniti ai turisti e ancora una volta alla qualità
dell’accoglienza.
L’impiego ai fini turistici delle strutture e degli edifici tipici del territorio
si è “diffuso artificialmente” per rispondere a una domanda sempre più
varia e differenziata. Il ruolo della ruralità e del patrimonio diffuso nel
delineare il posizionamento della Regione non può essere slegato dal
6 Così recita l’art. 2“Per attività agrituristiche si intendono esclusivamente le attività di ricezione ed ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli
di cui all'articolo 2135 del codice civile, singoli od associati, e da loro familiari di cui all'articolo 230-bis del codice civile, attraverso l'utilizzazione
della propria azienda, in rapporto di connessione e complementarietà rispetto alle attività di coltivazione del fondo, silvi-coltura, allevamento del
bestiame, che devono comunque rimanere principali”
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
tema dell’accoglienza turistica; accogliere 7 porta con sé un’apertura oltre
le proprie mura, i propri confini per creare una rete di relazioni autentica
tra viaggiatore e luogo visitato. L’integrazione tra saperi e accoglienza
rappresenta la condizione basilare per stare a pieno titolo nei circuiti
della ruralità diffusa. Molto è andato perduto, ma le masserie, un tempo
crocevia per i viaggiatori in transito e punti focali per l’economia dei
luoghi potrebbero oggi “rivestire e reinterpretare” il ruolo di raccordo tra
territorio e viaggiatori.
Quando le dimensioni lo consentono queste strutture sono soprattutto
utilizzate come luoghi per cerimonie, banchetti ricevimenti, ecc., e
l’esigenza “di fare cassa” sovrasta e rende scarsamente redditizio
prendersi cura della potenzialità e proseguire la vocazione di queste
strutture che possono ridiventare i presidi di uno slow travel vissuto e
respirato, gustato e meticolosamente ricercato.
Cultura e arte
Se analizziamo il caso Puglia la proposta culturale e artistica è
estremamente ricca. E’ perciò abbastanza complesso, a meno di non
considerare molti e diversi fattori, spiegare perché cultura e arte siano
ancora una posizione di retroguardia come attrattori per lo sviluppo
dell’economia turistica della Regione.
La Puglia è tra le poche regione italiane che possono vantare un proprio
“soundtrack“ e forse a ben guardare un simile fenomeno si riscontra solo
in Campania. Tuttavia la taranta, la cui fama ha indubbiamente valicato i
confini non solo regionali, non ha “provocato”, ad esclusione dei mesi da
giugno ad agosto, un reale e diffuso fermento musicale.
Il fascino indiscusso della Notte della Taranta e la sua funzione come
attrattore restano un evento che si concentra in uno spazio temporale
7 Si veda il saggio di Eric Leed, “la Mente del Viaggiatore”, Il Mulino
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
ristretto e perciò poco funzionale per accrescere l’economia turistica dei
luoghi dove si svolge.
A Martina Franca ha sede il Festival musicale della Val d’Itria, una
manifestazione particolarmente radicata nel territorio che rappresenta
un richiamo molto interessante per gli amanti della musica ma che non
ha
un’eco
mediatica
capace
di
accrescerne
significativamente
la
popolarità. Le presenze registrate nell’ultima edizione sono state circa
12.000, un numero assolutamente esiguo se paragonato alle 100.000
presenze nell’ultima edizione del “Concertone” di Melpignano.
Ma quello che accomuna i due luoghi che legano la loro notorietà alla
musica è la durata delle manifestazioni su cui si è puntato per favorire
ed aumentare l’incoming turistico. Se questi luoghi potenziassero la loro
connotazione “musicale”, cioè puntassero sul radicamento territoriale e
condividessero con gli abitanti questo elemento culturale, i visitatori
potrebbero trovare interessante e divertente, anche nei giorni che
precedono e seguono il Festival, viaggiare nel Salento..
Se poi gli altri festival che sono ancora poco conosciuti, pensiamo a
“Fasano Jazz”, e perciò non costituiscono in nessun caso un forte
richiamo per il turismo, si muovessero nella stessa direzione, si potrebbe
avviare la costruzione di quella rete indispensabile per destagionalizzare
l’incoming pugliese e garantire un’offerta integrata e di qualità.
In definitiva la percezione è quella di un frazionamento dovuto anche al
fatto che la riflessione circa il ruolo riconosciuto all’eventistica, ai fini
dello sviluppo del territorio, sia al momento soltanto abbozzato.
Certamente manca una comunicazione efficace delle potenzialità offerte
dalla cultura pugliese, ma soprattutto si registra l’assenza di un network
che raccolga e proponga armonicamente le differenti realtà culturali.
Infatti, se da una parte l’eventistica è un importante strumento che nelle
mani di alcune cittadine (pensiamo a Galatina) viene impiegata per
allungare le presenze di un turismo che altrimenti è “mordi e fuggi”,
dall’altra, in generale, rimane l’idea che l’evento, se opportunamente
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
comunicato, sia capace di trasformare e far crescere l’economia del
territorio.
La rete museale capace di catalizzare l’attenzione del turismo di massa
qui manca totalmente sebbene, ancora una volta ci siano importanti e
significative realtà troppo disperse e poco promosse a livello regionale.
Pensiamo al museo archeologico di Taranto, forse il più importante del
Mediterraneo, che registra presenze minime, o ai musei di città come
Ugento che sono chiusi e per i quali non è facile trovare informazioni
sulle ragioni che rendono impossibile accedervi.
Mare e nautica
Ancora oggi la forza del turismo balneare pugliese è innegabile, ma
quello che qui ci interessa, in funzione del posizionamento della Regione,
sono le considerazioni di medio e lungo periodo.
Un primo dato da cui partire è di carattere generale: la polarizzazione
sul comparto balneare ha marcato l’offerta turistica della Puglia
che
infatti ha un incoming fortemente concentrato in agosto.
La concorrenza nel balneare è molto accesa, soprattutto a livello di
prezzo. Va comunque ribadito che, trattandosi di una sfida che interessa
vaste aree turistiche,
occorre prestare molta attenzione alle politiche
adottate dai principali competitor della Puglia.
Lo
scouting
ha
contraddistinguono
messo
in
l’offerta
luce
gli
balneare
elementi
pugliese
e
di
positività
ha
al
che
contempo
evidenziato le criticità ancora insite nel sistema di offerta regionale.
Il
Gargano
ha
coste
molto
belle,
ma
dove
non
prevale
la
cementificazione e l’abusivismo, il libero accesso al mare è problematico.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Qui le spiagge pubbliche sono rare e il rapporto prezzo/qualità è spesso
sfavorevole.
Nel Salento -dove non mancano le eccellenze (l’oasi naturale Porto
Selvaggio,
continuamente
minacciata
da
azioni
che
ne
pregiudicherebbero l’esistenza), lungo la costa che va da Santa Maria al
Bagno a Gallipoli e che procede sino a Capo Leuca per poi risalire sino
ad Otranto - ci si imbatte nella stessa frequente impossibilità di accedere
liberamente al mare.
Nella regione Salentina, da Otranto a Santa Maria di Leuca, possiamo
ancora trovare, cosa rara di questi tempi, tratti di costa preziosi e un
mare che emoziona per la bellezza e la forza imponente che sprigiona.
Molte sono poi le riserve naturali costiere, che possono diventare
un
polo di attrazione importante per gli amanti delle aree incontaminate del
Mediterraneo:
Torre Guaceto, oasi protetta dal WWF, dove la biodiversità cattura
l’attenzione di chi cerca un contatto con la natura più ricca, ma
pensiamo anche alle potenzialità legate al paesaggio e alla natura della
Riserva Marina delle Isole Tremiti, la Riserva Naturale Isola di Varano,
ecc..
La percezione degli scouter è invece decisamente negativa perché
colpiscono, lungo la costa che va da Taranto a Porto Cesareo, un
abusivismo diffuso sulla costa Tarantina, costruzioni ed insediamenti di
bassa qualità nell’area Salentina, e un mare che non presenta alcuna
spettacolarità né speciali particolarità attrattive.
Capitolo a parte merita la nautica. In Puglia la nautica da diporto non
sembra molto significativa. Il traffico internazionale si concentra
maggiormente sulla costa orientale dell’Adriatico, in particolare nella
zona della Dalmazia dove vi è grande disponibilità di marine e porti da
diporto e servizi per il turismo nautico.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
La posizione favorevole della Puglia nel Mediterraneo ha favorito i
collegamenti verso la Grecia o le isole vicine, ma se i traghetti nazionali
sono stati incoraggiati da scelte strategiche, troppo poco è stato fatto
per attrarre i diportisti internazionali.
Un dato, peraltro condiviso da diversi professionisti tra cui Panunzi di
Valtur, che conferma lo scarso grado di internazionalizzazione della
nautica pugliese.
Benessere e turismo della salute
Tra quelle esistenti, la località che il gruppo dei ricercatori ha scelto di
visitare è la declamata Margherita di Savoia, ma anche per questo
ambito partiamo da considerazioni generali che riguardano il segmento
del benessere e il turismo della salute.
I poli termali pugliesi sono orientati verso l’aspetto “curativo” 8 e forse
per questo verso un target soprattutto locale. Questa scelta esclude,
storicamente il problema della competitività e della qualità dei servizi
forniti poiché soddisfano un bisogno strettamente legato alla salute e
non necessariamente all’idea soggettiva di benessere.
Ogni struttura termale è a sé stante, unica e geograficamente dispersa.
Non si percepisce l’esistenza di alcuna sinergia, tra luoghi diversi per
tipo di gestione (si passa da aziende private, ad aziende private che
hanno
una
concessione
pubblica,
fino
ad
aziende
interamente
pubbliche); anche l’assenza di qualche sporadico scambio ha contribuito
ad eludere il tentativo di mettere a sistema questi poli.
Diverso è il quadro se prendiamo in considerazione strutture ricettive,
masserie per lo più, che hanno servizi di spa e di talassoterapia.
8 Si veda “Modelli formativi per il settore benessere. La prima ricerca qualitativa in Italia” su GHNet e la ricerca prodotta da ISCOM E.R.
“Wellness: creazione di un modello formativo per le aziende che erogano benessere”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Sono strutture di charme, scelte da clienti con profilo medio alto che con
i trattamenti wellness, richiedono anche una location di sicuro fascino,
ricettività e ristorazione di qualità come elementi non disgiungibili dal
benessere.
Data la tendenza a promuovere il medicale, piuttosto che il wellness,
non stupisce il gap numerico dei centri wellness, nel confronto tra la
Puglia e le altre regioni d’Italia come si può rilevare dalla tavola “Centri
per il benessere fisico, sedi e unità locali con attività principale e
secondaria. Dati ad agosto 2006” che qui presentiamo:
Regione
SeAP
SrULCAP
SeULCAPS
Piemonte
255
341
738
Lombardia
608
820
1.523
Toscana
122
171
387
Campania
181
212
287
Puglia
77
101
166
Fonte: elaborazioni Mercury su dato Infocamere
Il mix degli elementi che rendono attrattivo il wellness sul mercato
anche nazionale è assai più complesso e fondamentale che in ogni altro
segmento, attrattività che
durante la ricerca itinerante non abbiamo
potuto apprezzare a Margherita di Savoia.
Oggi quindi puntare su questo segmento per potenziare l’offerta
comporta uno sforzo non solo di lungo periodo, ma richiede una
strategia condivisa per colmare il divario con le località più affermate,
sia in termini di standard qualitativi che di visibilità.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
In una prospettiva futura si danno opzioni che si compensano anziché
escludersi: creare le condizioni per un rapporto autentico del visitatore
con il territorio per un Ben-Stare in Puglia.
Alcuni esempi virtuosi
Castello di Corigliano
Il Castello di Corigliano è stato capace di colpire la nostra fantasia
soprattutto perché vi abbiamo rintracciato elementi e sfaccettature
potenzialmente interessanti.
Il Castello è in sé molto suggestivo, ma è l’uso a cui è stato destinato
quello su cui ci siamo soffermati.
Il Castello di Corigliano è sede del “Museo Multimediale della Grecìa
Salentina” e ciò lo rende un unicum nel territorio che abbiamo percorso
durante la ricerca itinerante: la fruibilità un edificio così imponente e
splendido è possibile grazie alla presenza di un museo virtuale che
consente
di
conoscere
un
territorio
e
un
periodo
storico
così
determinante per le civiltà del mediterraneo come la Grecìa.
Dal pianterreno dove ha sede il museo si accede all’area del bar, dove
comodamente seduti, davanti a uno splendido panorama, abbiamo
bevuto un caffè.
Un esempio ben riuscito di commistione tra periodi, culture e tecnologie
che è stato ridimensionato allorché abbiamo chiesto a una delle
responsabili del Museo, Gabriella De Luca, ragione della chiusura del
museo..
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Il Museo, come anche il bar, è gestito dalla società kalos Irtate che per
mancanza di risorse tiene aperto il bar ma chiude il Museo. L’incertezza
di una strategia pubblica che indichi con chiarezza priorità e sia il
risultato di una riflessione sulla potenzialità di operazioni trasversali
come quella che noi abbiamo letto al Castello di Corigliano, mette a
rischio il risultato e disperde anche risorse.
A noi sembra invece che questo esempio debba essere annoverato tra le
pietre miliari di una rotta che ormai è tracciata e sarebbe bene non
ignorare.
Ospitalità diffusa a Mottola
L’albergo diffuso è un tipo di ricettività recente che si sta crescendo con
grande velocità. Ha, come si evince dalla ricerca di Giancarlo Dall’Ara 9
caratteristiche di struttura“orizzontale”, caratterizzata da una unicità del
servizio di ricevimento e dei servizi comuni, per unità abitative che sono
invece dislocate in locali diversi, seppur vicini tra loro,“particolarmente
adatta a borghi e paesi caratterizzati da centri storici di interesse
artistico ed architettonico che, in questo modo, possono recuperare e
valorizzare vecchi edifici ed al contempo evitare di risolvere i problemi di
ricettività turistica con nuove costruzioni”.
Uno strumento fra i più adatti per ampliare la ricettività che, senza
deturpare il paesaggio permette il recupero del patrimonio artistico e
culturale dei centri minori e facilita il contatto con la cultura locale tanto
da far sentire chi lo sceglie, seppur temporaneamente, parte della
comunità in cui trascorre le vacanze.
L’ originalità di questa ricettività soddisfa turisti/viaggiatori esigenti e
esperti, alla ricerca di formule innovative anche nel turismo. Si tratta in
9 G. Dall’Ara è docente di Marketing nel turismo presso l’Università di Perugia, ha curato, con M.Esposto il testo“Il fenomeno degli alberghi
diffusi, Pallidino Editore, 2005.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
genere di soggiorni autentici in case e palazzi che sono vere abitazioni, e
non solo progetti realizzati ad hoc per il turismo che incrementano, allo
stesso tempo, il reddito e l’occupazione della popolazione residente.
L’Albergo Diffuso Vecchia Mottola è un caso interessante perché si
propone con tutte le caratteristiche qualitative sopra citate. Ma c’è
dell’altro: la sfida nel campo imprenditoriale di un gruppo di giovani che
scelgono di puntare sulle bellezze del loro territorio e per attrarre turisti.
É appunto in questo piccolo paese che abbiamo per la prima volta
percepito il “bello possibile”
dei borghi pugliesi e visto dal vero un
esempio di valorizzazione autentica del territorio grazie all’ospitalità
turistica che approccia i turisti nell’ottica di un arricchimento reciproco e
di una commistione tra autoctono e straniero.
Passeggiando nelle viuzze di Mottola, accompagnati da Rosanna, siamo
stati salutati dai paesani, che sembravano vederci come “vicini di casa”
piuttosto che come turisti voraci e disinteressati.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Borgo Cardigliano
Lo sforzo imprenditoriale che ha consentito Il recupero intelligente di
Borgo Cardigliano, trasformato l’ex fabbrica di tabacco voluta da
Mussolini, in hotel con piscina in puro stile Littorio, ha scongiurato la
perdita e l’abbandono del borgo.
Visitare questa struttura ci conferma che quello che riceviamo in eredità
non deve necessariamente essere cancellato, che non sempre si tratta di
coinquilini scomodi e invadenti e, fortunatamente, Borgo Cardigliano non
è in Italia l’unico esempio.
Da più parti si guarda con occhi diversi alle strutture abbandonate e a
quei complessi che il tempo ha ridotto a scheletri, per garantire loro una
vita nuova, più rispondenti alle necessità urbanistiche e turistiche
contemporanee. Il recupero di queste strutture può sbarrare il passo a
nuove cementificazioni e, se le scelte sono accurate, i risultati come
Borgo Cardigliano sono senz’altro mirabili.
Certo le risorse necessarie sono consistenti. Il progetto per l’ex-colonia
Fara di Chiavari, ecomostro abbandonato sul litorale che sta per essere
recuperata ai fini turistici, prevede una spesa di 10 milioni di euro;
coinvolge il capitale pubblico e quello privato e dovrebbe portare alla
realizzazione di un Hotel 4 stelle che, dotato di un centro di medicina del
benessere con palestra, studi medici specialistici, attrezzature per la
talassoterapia e le cure termali, garantisce l’affluenza della clientela
anche in bassa stagione.
La Polizia Turistica di Lecce
La visita a Lecce ci ha consentito anche di conoscere la “Polizia
Turistica”. La vocazione turistica di questa città, una delle più autentiche
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
meraviglie del Mezzogiorno, si ritrova in maniera lampante nelle
espressioni burbere e allo stesso tempo tranquillizzanti dei poliziotti che
fanno parte di questo corpo.
Il tenente Ennio Schipa conferma l’importanza di questo corpo che tutela
il turista indirettamente quando assolve i compiti istituzionali assegnati
al corpo 10 ma è capace di instaurare un dialogo anche direttamente
quando lo accompagna alla scoperta delle bellezze della città, o quando
risponde a esigenze impreviste. E’ un valido esempio di prossimità con il
turista, facilitato dalla presenza fisica sulle strade dei poliziotti a cui è
richiesta una competenza e una conoscenza delle lingue straniere.
L’esperienza simile più nota è quella greca, dove la Polizia Turistica
svolge servizi di accompagnamento e di controllo, molto apprezzati
anche dai turisti italiani che sul sito Turisti-Protagonisti, attribuiscono
10 Alcuni dei compiti istituzionali del corpo di Polizia Turistica: “È al servizio di turisti nazionali e stranieri per informare, facilitare e risolvere
questioni correlate alle imprese turistiche;- collabora con le Direzioni al Turismo locali e le Autonomie Locali per affrontare questioni riguardanti il
turismo. - controlla l’applicazione della legislazione turistica vigente nelle imprese, in luoghi di interesse turistico, come alberghi, camere in affitto
ed appartamenti in affitto, negozi turistici, uffici turistici e pullman, aziende di noleggio di autovetture e motociclette, siti archeologici, guide
turistiche, centri sciistici, impianti di cure termali, stazioni di arrivo e partenza di passeggeri, strutture di interesse sanitario operanti in imprese
turistiche, luoghi di campeggio libero, ecc.;- effettua controlli in imprese turistiche con l’obiettivo di servire meglio e tutelare i turisti.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
l’assenza di truffatori “nel Dodecaneso (e in generale in tutta la Grecia)
non si incontrano mai grazie alla polizia turistica locale che vigila
seriamente”.
7. Identità
L’importanza identitaria 11 è un elemento centrale per la comprensione di
un territorio, che, a maggior ragione, non si può ignorare se si devonno
indagare potenzialità ed individuare le linee per lo sviluppo di un
territorio in termini di economia turistica.
Perciò occuparsi dello stato attuale del turismo in Puglia obbliga ad una
riflessione orientata verso gli elementi su cui si gioca la congiunzione tra
l’appartenere a un luogo e l’esterno/l’estraneo/lo straniero.
Si intende qui richiamare l’attenzione sull’importanza e il ruolo del
patrimonio umano, cioè degli abitanti del territorio senza i quali non si
dà conoscenza né promozione della tipicità e di tutte le ricchezze
dell’area geografica in cui vivono.
É importante allora che i pugliesi abbiamo piena consapevolezza del
reale valore delle peculiarità storiche e culturali che hanno reso questa
regione una terra dell’accoglienza ma anche del compito che è loro
affidato per non disperdere e far sbiadire l’immagine di una Puglia che
già oggi il viaggiatore fatica a recuperare nella sua completezza.
11 Stefania Panebianco, “Sfide e prospettive per un’identità mediterranea plurale” (Gli studi sull'identità spiegano qual è il processo di
socializzazione che porta i popoli a internazionalizzare un'identità sottolineando il potenziale dell'apprendimento e la funzione delle istituzioni
come identity-producer (Wendt 1996). Gli attori hanno diverse identità sociali che sono continuamente ridefinite in processi di interazione ed
esistono solo in relazione agli altri...).
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Ri-raccontare la Puglia
La prima linea di azione a cui va posta attenzione è di portata generale
– non per questo meno importante o incisiva – ed è un’operazione
culturale.
Uno dei maggiori limiti che entrambi i gruppi di ricerca hanno riscontrato
sul territorio pugliese è una diffusa, generale carenza nella “autorappresentazione” del territorio. Questo vale per più aspetti: sul
versante storico riecheggia un racconto mono-tematico della Puglia,
legato a Federico II che ignora quasi del tutto i periodi storici precedenti
e quelli successivi; a livello “sociale” la popolazione non appare
pienamente consapevole (o poco interessata) alla grande ricchezza
storica e culturale dei territori che abita. Di conseguenza il rapporto fra
popolazione/operatori e viaggiatori/turisti solo difficilmente riesce ad
essere arricchente e a creare conoscenza ed esperienza del territorio.
Ciò fa sì che anche i pugliesi identifichino il turismo in Puglia con il mare,
lasciando alla terra e alle città un ruolo residuale, che viene comunque
descritto in termini generici.
A questo proposito la ricerca “I fabbisogni del turismo pugliese”
realizzata da Unioncamere in occasione del Forum Regionale del Turismo
(novembre 2006) che analizza, fra l’altro, la percezione del turismo in
Puglia della popolazione e degli operatori turistici, rileva che, per la
popolazione, i principali motivi per andare in Puglia sono il clima,
l’enogastronomia, l’accoglienza e il mare; sono nettamente secondarie le
bellezze artistiche, la natura e l’ambiente, il turismo rurale; dall’opinione
degli
operatori
emerge
una
percezione
molto
simile
anche
se
l’importanza per i singoli fattori è più elevata e la differenza di pesi fra le
motivazioni citate sono minori. Balneare ed enogastronomico sono, per
la popolazione, i due prodotti su cui sarebbe prioritario investire, gli altri
seguono a una certa distanza; è quindi chiaro come i pugliesi siano
consapevoli del potenziale turistico legato al mare, ma non altrettanto
delle risorse disponibili per un turismo culturale, rurale e naturalistico; è
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
inoltre degno di nota il fatto che il clima sia riferito come il primo
elemento di forza della Regione.
Il maggior vantaggio della Puglia è dunque, secondo i pugliesi,
l’enogastronomico. Di fatto la ricerca esperienziale sul territorio ha
riscontrato un vistoso “scollamento”con gli operatori turistici del luogo:
spesso pur in presenza di una buona o ottima qualità dei prodotti tipici
sembrano sottostimare la forza di una tipicità che infatti viene qualche
volta offerta, quasi mai raccontata, illustrata e valorizzata. Si può
dunque sostenere che l’immenso patrimonio enogastronomico della
Puglia non è opportunamente sfruttato, o no lo è in maniera adeguata.
Tornando quindi alla linea d’azione che abbiamo definito culturale si
propone di promuovere un’operazione vasta e profonda per codificare e
attualizzare il territorio nella sua complessa interezza: a partire dalla
riscoperta e dal censimento delle storie di cui è espressione, per
riportare alla luce un’identità pugliese antica, profonda e ricca, che allo
stato attuale è rintracciabile solo con un grande sforzo di lettura e che
invece può e deve essere l’elemento centrale di un vasto processo di
arricchimento sociale e culturale per consentire un’ambiziosa riscoperta
e valorizzazione in chiave turistica dell’intera Regione.
Nel
corso
dei
vari
momenti
di
discussione
durante
la
ricerca
esperienziale itinerante è più volte emersa la domanda “chi sono i
pugliesi?” come principale stimolo alla ricerca di questa complessa
identità “latente” della Regione.
Se quindi il tema generale investe la lettura complessiva del territorio,
indichiamo di seguito quali possono essere le principali declinazioni
tematiche e pratiche di questa linea d’azione.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Segni narrativi
Dalla Puglia alle Puglie: i segni multietnici del territorio
La necessità di una “revisione” del sistema di comunicazione culturale è
stata evidenziata dalla constatazione di una insufficiente “esplicazione”
(e quindi valorizzazione) del patrimonio storico-artistico esistente.
Per la Puglia si tratta di oltre 10.000 anni di testimonianze storiche, che
si sovrappongono e si stratificano creando in
molti luoghi
una
ricchissima commistione di manufatti, stili e significati i più diversi fra
loro. Appare quindi necessario partire proprio da una spiegazione,
concreta e chiara, di tutti questi livelli, tenendo in primo piano un fattore
determinante della “diversità” presente nel patrimonio culturale della
Puglia: il succedersi di popolazioni ed etnie diverse, provenienti da più
parti del Mediterraneo e dell’Europa.
In questa regione troviamo le tracce e le testimonianze della vita dal
paleolitico inferiore, al medio, al superiore, al neolitico; dell’età del ferro
e delle popolazioni pre-italiche, dell’epoca greca, romana, bizantina,
della presenza dei Longobardi e degli Arabi, dell’epoca normanna,
angioina, aragonese, spagnola, asburgica, borbonica, napoleonica, del
Regno delle Due Sicilie. Sono tutti passaggi storici presenti – dove più e
dove meno – nelle città, nei paesi, nei complessi rupestri, nelle chiese,
ecc.. Sono presenti ma non sono evidenziati, non sono spiegati né
raccontati.
Su questo punto è stato quindi individuato uno snodo fondamentale:
portare il territorio a “parlare” di sé e della propria storia, delle proprie
storie. È un primo passo nel tentativo di chiarire “chi sono i pugliesi”,
con il doppio effetto di valorizzare il patrimonio esistente per la sua
ricchezza
effettiva,
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arricchendo
e
migliorando
così
l’esperienza
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
complessiva del turista, e di instaurare nel contempo un processo di
stimolazione sociale e culturale presso i residenti.
Lo sforzo già in atto da tempo di riportare l’attenzione sulle “Puglie”,
invece che sulla “Puglia”, troverebbe in questa operazione un rilancio
importante utile a censire e valorizzare le diversità che attraversano,
caratterizzano - e a loro modo unificano - il territorio pugliese.
Portare il territorio a ri-raccontarsi è necessità che trova, in realtà, degli
esempi positivi nella Regione, come ad esempio la segnaletica turistica
di alcuni paesi visitati, ma che deve diventare un sistema, una “filosofia”
della valorizzazione. Proprio la segnaletica potrebbe essere il punto di
partenza, poiché è lo strumento dalle più immediate potenzialità in
termini di “narrazione visiva” (a puro titolo di esempio, pensiamo a
quanto sarebbe eloquente ed efficace una segnaletica che ridisegna i
monumenti rappresentando con un colore diverso i vari periodi storici, i
vari gruppi etnici o le varie funzioni civili).
È questo il livello minimo su cui agire, perché la “multietnicità” della
storia pugliese è un elemento che è possibile rintracciare e riportare alla
luce in tutte le manifestazioni culturali e di vita, dalla musica alla
gastronomia, alle tradizioni popolari.
Un’operazione simile servirebbe inoltre come base per la costruzione di
percorsi tematici e fili conduttori in grado di unificare l’intero territorio
regionale in una ottica storico-culturale nuova e più avanzata rispetto a
quella
attualmente
riconosciuta.
Con
l’intento
di
attualizzare
tali
questioni e per aprirsi a un turismo culturale e cosmopolita è necessario
confrontarsi con l’interculturalità, le lingue, le religioni, aprendosi ad
esse da prospettive nuove, non già fissate e predefinite, nelle quali il
mosaico culturale ricco delle sue molteplici eredità trovi gli spazi per
narrarsi e rappresentarsi.
La parola d’ordine in questo senso potrebbe diventare ‘Un turismo della
diversità’: sul piano prettamente storico ci si è resi conto di quanto la
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
regione potrebbe trarre vantaggio dal riconsiderare un approccio talvolta
troppo rigido e manicheo (a proposito, per esempio, di Federico II,
figura di riferimento fondamentale della storia di questi luoghi).
‘Puglia, un ponte tra l’Occidente e l’Oriente’? Ecco un’altra pista lungo
cui incamminarsi. Il Mediterraneo, “muro d’acqua” o Mare nostrum 12? Un
diverso marketing turistico, creativo e coraggioso, potrebbe contribuire
a orientare il discorso verso una maggiore apertura culturale e sociale,
confrontandosi in maniera determinante con la realtà di un mondo in
movimento nel quale il turista, l’altro, può diventare portatore di
ricchezza, non solo economica.
L’identità mediterranea
L’identità mediterranea della Puglia sta nella luce, nell’immobilità densa
di odori dei suoi paesaggi arsi e infiniti o verdi d’ulivi mossi dal vento di
levante, nel mare azzurro che la cosparge del salino da ogni lato,
nell’eco che dall’interno risuona lieve di borghi bianchi, di voci millenarie
che la abitano, di uomini e donne che hanno i tratti fisici, morali e
umorali dell’Europa che guarda il sud. Più prosaicamente, è frutto dello
spazio particolare che occupa nella geografia del mare dove l’Europa,
l’Africa e l’Asia si incontrano.
Un mare che in un passato lontano si è voluto definire ‘nostro’ per
rendere tutti gli altri diversi da noi e ribadire una identità forte, l’identità
gloriosa di Roma. Qual è il senso del definirsi mediterranei, oggi,
affacciandoci a questo mare, bacino percorso per millenni da navi di
commercio, di guerra , di ricerca, di speranza, mare luminoso nel mito
ma pieno di ombre e tensioni latenti in questo presente difficile?
12 In proposito vedi anche Franco Cassano, Il pensiero meridiano, Laterza
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
La Puglia, per lo spazio fisico e metafisico che occupa potrebbe giocare
un ruolo decisivo nel rilanciare questo paesaggio del cuore e della
scrittura, della musica e della pittura, dei suoni, delle parole. Di una
filosofia di vita alta che sa del sole, del sale, della luce, delle pietre, della
terra, della polvere. Che ha la fortuna di snodarsi tra spazi bellissimi, di
ospitare culture straordinarie, di avere una terra prodiga che dà prodotti
dal gusto netto e unico. Gli elementi fisici, l’orografia, i colori, l’aria sono
più o meno quelli del mito, salvo le brutture incombenti della modernità
che sulle coste della Puglia fanno bella mostra di sé, come ovunque
lungo le coste del glorioso mare.
L’opportunità
è
quella
di
rilanciare
un
confronto
aperto
sulla
mediterraneità, sui suoi contorni mobili, sulle sue sfumature, la sua
ricchezza e le sue possibilità. Farlo aprendosi ai flussi di un turismo che
vuol conoscere un altro Mediterraneo, un’altra Italia, esotica e diversa
ma anche aperta al nuovo. Un Mediterraneo che del mito abbia il sapore
ma che non diventi gabbia, luogo della chiacchiera facile, retorica
spicciola e marketing svuotato di senso, ma sappia disporsi ad
accogliere il diverso, l’imprevisto, un laboratorio che sia luogo di
incontro vero, di esperienza, di conoscenza.
Tutto questo per rinsaldare all’oggi un passato che ha lasciato segni
inconfondibili di integrazione e apertura ma che non riesce più a
dialogare con un presente irrigidito in schemi dolorosamente fissi.
L’interruzione di dialogo tra la storia e il presente, può essere
trasformata in una straordinaria opportunità progettuale: appare oggi
necessario uno scatto in avanti, creativo e coraggioso, che faccia sì che
l’idea del Mediterraneo non diventi uno dei tanti stereotipi che
viaggiatori stanchi e disillusi metteranno in valigia, nella speranza che ci
siano ancora luccicanti mondi da scoprire. Ma non c’è scoperta se non
c’è esplorazione, se non c’è emozione, se non c’è senso in quello che si
racconta e in ciò che si va cercando.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Dalla storia della guerra alla storia della società
Direttamente legata alla ricerca di un’identità pugliese profonda e
plurivoca è l’istanza di una nuova chiave di lettura storica, che riporti il
punto focale a livello socio-culturale anziché politico-bellico. Le grandi
eredità storiche della Regione vivono nella quotidianità, più che nei
monumenti, ma sono latenti. Sembra esserci uno scollamento fra storia
e popolazione, nel senso che la storia “ufficiale”, quella delle guerre,
delle invasioni e delle dominazioni, non mostra – in Puglia come del
resto altrove – alcun segno di sopravvivenza nella popolazione. Al
contrario, una rilettura in chiave sociale della stessa storia e dei suoi
esiti porterebbe sicuramente alla luce i legami forti fra il passato e la
vita presente, ri-attualizzando una serie di culture e dinamiche che si
sono succedute nel corso dei secoli e, di nuovo, vivacizzando la presenza
di una grande eredità storica nella vita e nelle manifestazioni quotidiane.
Il distacco riscontrato fra la storia più o meno antica e le sopravvivenze
culturali principali è sì un limite che la Regione nel suo complesso ha,
ma al tempo stesso sembra essere un elemento di vantaggio. Una
ricerca e una rivitalizzazione culturale basata su una seria rilettura
storica può avvenire su un terreno vergine e privo di ostacoli,
garantendo quindi una maggiore potenzialità di efficacia e di risonanza.
Rendere tutto ciò fruibile da un punto di vista turistico vuol dire creare
narrazioni che sappiano rappresentare la storia, parole che diventino
sostanza, la materia prima del comunicare - a chi viene da altri luoghi e
da altre culture - i racconti, le conoscenze del luogo e delle sue
tradizioni, la sua identità e memoria. In sintesi, un racconto che sappia
restituire al turista il senso di quel luogo.
Per fare questo è necessario creare contesti educativi molto ambiziosi, al
fine di poter alimentare progressivamente un’accoglienza turistica che si
rivolga ad un movimento turistico di qualità e, soprattutto che abbia
continuità.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
E’ necessario costruire saperi condivisi, dare a tutti gli strumenti per
raccontare le storie che ognuno ha dentro di sé, farle emergere,
convincere che tutte hanno pari dignità e che saperle restituire fa parte
dell’accogliere e dell’accompagnare.
È emersa con nettezza la potenzialità di questo passaggio fondamentale,
di uno snodo che potrebbe rappresentare un’occasione di promozione
non soltanto del turismo ma della società nella sua interezza.
La sostanza vera di questo lavoro sta nel rintracciare i nessi, la trama
delle relazioni che danno un senso alla convivenza civile.
E’ necessario individuare in ogni territorio elementi che, nel corso dei
secoli, siano stati un riferimento comune, elementi della natura, della
storia e soprattutto della cultura e delle tradizioni che per la loro
essenza abbiano saputo attrarre, rappresentare un motivo unificante,
incidendo sul paesaggio fisico e sulle storie di vita (vedi il paesaggio
delle gravine e i tratturi della transumanza).
Oggi questa trama narrativa sta rapidamente scomparendo, ma è l’unica
che, oltre ad essere un elemento di orgoglio sociale, è anche quella che
consente di accogliere il turista in un’economia virtuosa, dove la terra si
offre con generosità e calore, producendo e riproducendosi, piuttosto
che in un’economia sterile dell’usa e getta preconfezionato, di cui tra
l’altro è pieno il Mediterraneo a prezzi imbattibili.
Ri-raccontare le città
La
straordinaria
compresenza
di
città
evocative
è
un
elemento
potenzialmente validissimo per lo sviluppo del turismo.
Purtroppo in questi anni non è stata sviluppata una conoscenza
“popolare” dei tratti più epici di città come Taranto, Brindisi, ecc…
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Ognuna di queste città è stata considerata come polo di arrivo e di
partenza, senza trovare risalto sufficiente per catturare l’attenzione del
turismo.
Il compito necessario è quello di condividere narrazioni emozionali che
fungano da richiamo, anche intellettuale, per il turista.
Certamente qualcosa è stato fatto, ma le informazioni tendono a
perdersi senza un racconto autentico; soprattutto occorre ampliare la
diffusione di queste narrazioni.
Così come le Puglie devono ripartire da una nuova storia che parli di
‘storie’ e tradizioni, di genti ed esperienze, la narrazione delle città deve
ripartire dalla cultura quale segno di una memoria che persiste nelle
persone e nei luoghi, seppur velata dal cemento e dalla modernità.
Una narrazione delle città e della cultura della
Puglia che potrebbe trovare il suo epicentro in Taranto, città simbolica
da salvare:
-
Taranto capitale della Magna Grecia
-
Taranto e il tarantismo
-
Taranto, la città dei “due mari”
-
Taranto e le cozze
-
Taranto e l’industria
-
Taranto e la Settimana Santa
-
eccetera, eccetera
Restituire alle città la memoria attraverso la cultura è un passaggio
fondamentale i cui effetti benefici si spandono a macchia d’olio sia sul
turismo che sui residenti. Un esempio può valere per tutti: Bilbao. Una
città che versava in uno stato di profondo degrado urbano e sociale è
divenuta in pochi anni un simbolo riconosciuto a livello mondiale.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Allo stesso modo, sarebbe opportuno riuscire a cogliere elementi
magnetici e turisticamente accattivanti anche per altre città pugliesi.
Lecce parla da sola ma, ad esempi, per Brindisi sarebbe di sicuro
richiamo per il turismo anglosassone ribadire l’importanza commerciale
della città portuaria e i suoi legami con la Compagnia delle Indie
nell’’800 e con l’Imperial Airways durante il ‘900.
Dialogare con il passato pensando a una funzionalità turistica presente.
Il caso simbolo di questa riuscita commistione di elementi è Borgo
Cardigliano, borgo che altrimenti sarebbe andato perduto, ex fabbrica di
tabacco voluta da Mussolini, trasformato oggi in hotel in perfetto stile
littorio e con gradevolissima piscina.
Le Vie della Transumanza
Una delle chiavi di lettura emersa con maggiore continuità è risultata
essere il fenomeno legato alla transumanza e quanto i percorsi della
transumanza abbiano lasciato segni evidenti sul territorio. Molti hanno
evidenziato la vocazione all’accoglienza della Puglia che, in epoche
passate, rappresentava un transito obbligato per le greggi di pastori ma
anche per commercianti e fedeli.
Dal Parco del Gran Sasso fino ai parchi pugliesi si estendono 3000
chilometri di piste “verdi”: si tratta di una rete che unisce 5 regioni e
rappresenta il perimetro tratturale più imponente d’Europa.
La differente orditura insediativa dell’entroterra, contraddistinta da
masserie, poste, casini, ecc., va compresa raccordandosi prima di tutto
con il sistema di relazioni che questi manufatti presumevano.
Quindi, nell’ottica di una rinarrazione del territorio, va riscoperta questa
peculiarità che avvicina la terra alla civiltà, l’economia al rito.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
In chiave turistica è da rimarcare la stratificazione strutturale che stava
alla base di ognuno di questi insediamenti. Comprendendo la diversità e
l’eterogeneità dei processi, si riesce a entrare in comunicazione con il
mondo rurale. Questa attenzione nei confronti del passante, espresso
dalla varietà di strade e di manufatti che abbelliscono il territorio, potrà
essere contestualizzata in chiave futura senza snaturarne la valenza
preordinata. Ecco dunque che, stante un mondo agricolo che utilizzava
nelle epoche passate questi collegamenti per raggiungere un avamposto
di ristoro, oggi ci troviamo di fronte nuovi ‘pastori’,i viaggiatori, che
sempre più si mostrano attenti e interessati alla reale autenticità di un
territorio.
É auspicabile che le energie scaturite da questi passaggi – si sa che le
greggi dissodavano le terre autonomamente - diventino metafora di un
turismo che, tramite il suo passaggio, ridia lustro a queste terre.
Da una prima analisi si comprende come l’attuazione di una politica
legata alla ruralità possa essere favorita da una disamina e una
mappatura dei percorsi della transumanza. In quest’ottica va visto con
favore e facilitato il progetto del “Parco dei regi tratturi”, che dovrebbe
tracciare e censire tutti i percorsi e le tratte ancora agibili e valorizzabili.
La base su cui lavorare è stata indicata in passato dalla Spagna che ha
facilitato l’accesso turistico verso le antiche vie di comunicazione
agricole, offrendole a un turista amante della natura e del verde, ma
anche interessato a un’immersione concreta nel mondo contadino e
rurale.
Dal tratturo si potrebbe passare dunque a un ‘tratturo turistico’, utile al
viaggiatore perché ne asseconderebbe le esigenze di tempo e di
logistica. Un tratturo turistico che permetta di “svernare” verso il mare
dopo aver faticosamente recepito l’autenticità dell’interno. Una creazione
di un prodotto turistico storico capace di dialogare con le esigenze, solo
parzialmente soddisfatte, di un mercato obiettivo.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
A livello europeo è stata coordinata la realizzazione del “Museo virtuale
della transumanza europea”, visitabile all’indirizzo www.transumanza.eu
Nella pagine web, attraverso mappe tematiche multimediali, è possibile
scoprire i percorsi che caratterizzano la transumanza: territori ancora
oggi peculiari non solo per i prodotti della terra e dell’allevamento ma
anche per la cultura locale, l’architettura, la biodiversità e per i grandi
valori ambientali e naturali. Obiettivo principale del progetto è del resto
veicolare valori culturali, ambientali e antropici della civiltà della
transumanza.
Il museo virtuale si articola, infatti, in un percorso che si addentra in
territori, ambienti, climi e culture diversi, dalla Spagna alla Francia fino
all’Italia, alla Slovenia e all’Ungheria.
Nel progetto virtuale viene spiegato inoltre che nella maggior parte dei
casi, i territori della transumanza offrono ancora non solo prodotti della
terra e dell’allevamento ma anche cultura locale, architettura, diversità
biologica e grandi valori ambientali e naturali esprimendo, così, enormi
occasioni di sviluppo locale sostenibile. Le notevoli caratteristiche di
naturalità e diversità biologica di queste lunghe piste erbose e la
particolare struttura reticolare, rendono possibile un notevole contributo
alla Rete ecologica europea.
In questo quadro l’obiettivo principale del progetto consiste nel
valorizzare le connessioni culturali e naturali della rete tratturale italiana
e degli altri paesi europei. Il valore aggiunto della cooperazione attivata
a livello europeo consentirà di porre l’attenzione sui beni culturali che
derivano dalla lunga storia della civiltà della transumanza, e, dal punto
di vista ambientale, valorizzare i percorsi tratturali nell’ambito della rete
ecologica europea. Al progetto partecipano numerosi presidenti di
consigli provinciali da Chieti a Foggia, da Benevento a Matera, gli
assessori all’Ambiente delle regioni Abruzzo, Molise, Puglia, Campania e
Basilicata, varie rappresentanza del mondo accademico tra le quali
l’Università di Chieti-Pescara, di Valladolid in Spagna, la Maison de la
Transhumance
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in
Francia,
l’Università
Cà
Foscari
di
Venezia
e
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
l’Università di Lubiana in Slovenia. Inoltre, Panfilo Di Silvio, presidente
del coordinamento provinciale dei tratturi, e Franco Benaglia e Aldo
Casentino per il ministero dell’Ambiente.
I pellegrinaggi
Il fenomeno del pellegrinaggio sta assumendo un valore sempre più
importante a livello turistico. Partiamo dai numeri: ad oggi si stima siano
260 milioni le persone nel mondo che compiono pellegrinaggi, 35-40
milioni in Italia con 19 milioni di pernottamenti, per un business attorno
ai 4 miliardi di Euro. Un fenomeno che nel 2005 ha conosciuto un
incremento medio del 5,5%, con picchi del 10%, e con un fatturato pari
al 6% dell’intero comparto turistico nazionale 13.
Anche per quanto riguarda i pellegrinaggi, così come per le vie della
transumanza, si tratta di una necessaria opera di narrazione di quanto,
in epoche passate, il territorio ha lasciato, in termini di opere
architettoniche, ma anche di cultura, patrimonio diffuso, ecc.
Così come per gli armenti la Puglia risultava essere una meta necessaria
per coloro che dovevano assecondare le proprie esigenze economiche e
commerciali, in maniera diversa lo era per uomini e donne che vi
arrivavano per dare risposte ai loro bisogni spirituali. Pellegrinaggi
antichi hanno marcato questa terra fin dalla sua origine. Oggi ci
troviamo di fronte nuove tipologie di pellegrinaggio, quello votivo di San
Giovanni Rotondo è certamente il più noto, ma non è l’unico, soprattutto
potenzialmente.
Pensiamo per esempio a Monte Sant’Angelo. Il santuario di San Michele
Arcangelo è da secoli meta di pellegrini che partivano da Mont Saint
Michel attraversando l’Europa lungo la Via sacra Longobardorum. Un
Michele sull’Atlantico, uno affacciato sul Mediterraneo, l’occidente e
l’oriente del Vecchio Mondo. San Michele sul Gargano, era nel Medio Evo
13 Si veda l’articolo di Enrico Neri, “Pellegrinaggio o turismo culturale”, GHNet
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
uno dei grandi santuari della cristianità insieme a San Giacomo di
Compostela, le Tombe degli Apostoli a Roma e il Sepolcro di Gesù in
Terra Santa.
Segni dei pellegrinaggi più antichi sono da ricercare e da rinarrare, altre
testimonianze sono tuttora leggibili attraverso lo studio del santuario.
Secondo un censimento dell’Università di Bari che ha mappato i santuari
pugliesi, la pluralità di elementi derivanti dalle peregrinazioni dei fedeli
ha reso necessario un ampliamento del Codice di Diritto Canonico nel
definire questi luoghi.
É addirittura stata individuata una tipologia tanto differente da creare
quattro
diverse
declinazioni
del
santuario
non
mariano
classico:
santuario martiriale, epifanico, connesso a particolari eventi storici e
infine connesso al ritrovamento di reliquie o manufatti di natura
miracolosa.
Una varietà di elementi che hanno segnato il territorio e rappresentano
un pellegrinaggio di natura spirituale. Il campo si potrebbe estendere ai
segni riguardanti altre tipologie di pellegrinaggio di natura commerciale
o, come nel caso della transumanza, agricolo.
La Via Sacra Longobardorum, sulla scia di altri itinerari che negli ultimi
anni hanno conosciuto un importante risalto come la Via Francigena o il
Cammino di Santiago, potrebbe essere un itinerario ideale per gli amanti
del cicloturismo e del trekking. Un itinerario dove sport, natura, cultura
e narrazione s’incontrano offrendo grandi opportunità di arricchimento
emotivo e mentale.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
V.Russi, Contributi agli studi di topografia
Infine un pellegrinaggio in potenza, che potrebbe interessare Bari e il
barese. A fianco delle mete storiche di pellegrinaggio del Gargano, Bari
presenta il luogo di fede più caro per la confessione cristiano ortodossa.
Potenzialmente, il turismo religioso russo potrebbe essere molto attratto
da questo elemento votivo.
Due erano le strade che conducevano direttamente al Gargano. La prima
passava attraverso la riva meridionale della laguna di Lesina, tramite
Ripalta, San Nazario, la piana di Segri e il passo di Civitella, per
giungere poi, costeggiando la laguna di Varano alla piana di Carpino; da
qui, attraverso facili valichi, si giungeva a Monte S. Angelo. La seconda
via è quella che immette direttamente nella valle di S. Marco,
proveniente dalle regioni meridionali, lungo l’antica via FrentanaTraiana. (…) Su questo itinerario troviamo Teanum Apulum, riedificata
col nome di Civitate ed Ergitium, in contrada Brancia, dove era il casale
di S. Eleuterio, vicino al Candelabo. Qui la strada si biforcava: l’una
proseguiva verso Nord-Est, attraverso la valle di Stignano, S. Marco in
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Lamis, San Giovanni Rotondo e Monte S. Angelo, l’altra proseguiva verso
Sud-Est, per giungere nella piana del Tavoliere e collegarsi con Siponto.
Questi tre itinerari erano utilizzati già in età classica ma, con il
diffondersi del culto di S. Michele sul Gargano e con la presenza di un
vasto
movimento
di
pellegrinaggio,
iniziato
con
la
dominazione
longobarda nel secolo VII, la via mediana acquista, nell’alto Medioevo,
un importanza sempre più grande, tanto che, dopo la formazione del
Ducato di Benevento, essa divenne famosa come la Via Sacra dei
Longobardi (Via Sacra Langobardorum seu Peregrinorum).
Su questo itinerario i principi longobardi svilupparono una rete logistica
attraverso la fondazione di nuove chiese, monasteri, spizi, ostelli, posti
di
guardia,
di
luoghi,
cioè,
per
il
cambio
degli
animali,
per
l’alimentazione e il riposo del pellegrino. (…) Questi punti di sosta erano
dislocati a intervalli quasi regolari e spesso sovrapposti a più antiche
strutture. (…)
Al termine del vallone di S. Marco, dopo aver lasciato S. Severo, si
trovava il Santuario della Madonna di Stignano, dominato a nord da
Castelpagano (…). Il monastero di S. Maria di Stignano controllava il
passaggio obbligato alla Via Sacra. (…)
La Via Sacra, dopo Stignano, saliva lungo il lato settentrionale del
vallone, giungendo al sito dell’attuale S. Marco in Lamis. Ma prima che
sorgesse tale centro, lungo il cammino fra S. Marco e S. Giovanni
Rotondo, era sorta l’abbazia di S. Giovanni de Lama, ora santuario di S.
Matteo, situata anche essa in un punto strategico della valle che
dominava il valico di monte Celano. 14
I pellegrini provenienti dalla Terra di Lavoro diretti ai santuari garganici,
seguivano un percorso che legandosi alla Via Appia e attraversati
l'Irpinia e il Vallo di Bovino, sfociava nelle pianure del Tavoliere. Per
questa via giungevano al Gargano i pellegrini della Campania, del Lazio,
14 In Giuseppe Piemontesi, La Via Sacra dei Longobardi, Foggia 1984.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
della Toscana, dell'Umbria e delle altre regioni settentrionali. E’ il
santuario della Madonna di Valleverde presso Bovino a ricordare questo
tragitto verso la Grotta di San Michele.
In diverse parti d’Italia e d’Europa il pellegrinaggio è stato riformulato in
chiave turistica. Si pensi alla stessa Via Francigena che negli ultimi anni
ha vissuto una vera riscoperta, trainata anche dalla consolidata notorietà
del Cammino di Santiago di Compostela. Ciò che lega maggiormente
queste due vie è la capacità di attrazione ma anche le opportunità
comuni che riguardano, in generale, i grandi percorsi di pellegrinaggio.
Opportunità che oltre a essere spirituali e concettuali sono anche
ambientali, in quanto si tratta di percorsi che obbligano alla cura del
territorio e dei sentieri, che rivalutano il patrimonio artistico e che
offrono opportunità economiche di sviluppo per molte aree depresse.
A queste opportunità se ne aggiunge una autenticamente turistica. Si
creano infatti le condizioni per un’offerta personalizzata, con l’obiettivo
di valorizzare il turismo culturale attraverso la riscoperta di chiavi
storiche che si specchiano in percorsi più personale. Infatti, non sempre
chi segue i sentieri di pellegrinaggi lo fa per devozione religiosa: spesso
si tratta di puro trekking, ma che oltre al camminare nella natura
propone un itinerario denso di storia, cultura e significati.
Infine, l’altra opportunità conferita dalla creazione di questi cammini è
un dialogo autentico tra autoctono e turista.
Quello che segue è un estratto che evidenzia l’importanza, la struttura
dei percorsi esistenti, le opportunità in chiave turistica e i profili dei
viaggiatori-pellegrini 15.
15 Estratti ricavati dai contributi presentati durante il convegno “Alla scoperta della Via Francigena”
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Il cammino di Santiago
Esistono più percorsi, nella penisola iberica, in base al punto di partenza
e al tracciato che si preferisce seguire. C’è pertanto la Ruta de la Plata
per chi arriva da Siviglia e dal Sud della Spagna, il cammino Portoghese,
quello Aragonese che si ricongiunge a quello più noto: il Cammino
Francese. Parallelo a questo c’è il Cammino Atlantico o del Nord che
passa lungo la costa.
Il Cammino è riconosciuto tale quando viene percorso a piedi, in
bicicletta o a cavallo.
Tutti i cammini si possono identificare per alcuni requisiti comuni:
o percorribilità dei sentieri o di altre vie per raggiungere una
destinazione
o presenza di cartelli o di altro tipo di segnaletica
o luoghi di ristoro
o rifugi per pellegrini
Direzione Santiago: il Cammino “francese”
Merita una capitolo a sé stante. E’ quello più noto e quello ufficialmente
riconosciuto anche dall’Unione Europea che ne ha fatto dal ’93 il Primo
Itinerario Culturale Europeo. E’ quello riportato da Paulo Coelho nel suo
celebre libro “Il Cammino di Santiago”. Ha come punto di partenza St.
Jean Pied de Port in Francia o la successiva Roncisvalle in Spagna. Passa
lungo Pamplona (capitale della Navarra) e prosegue per Logroño
(capitale de La Rioja), Burgos, Leon, Astorga, Ponferrada e infine
Santiago di Compostela, per complessivi 800 km circa. In questa sede lo
prendiamo ad esempio quale massima forma di strutturazione di un
percorso per pellegrini, religiosi o laici che siano. In esso troviamo tutti i
requisiti del precedente capitolo I, e ottimizzati.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
La manutenzione dei sentieri è una costante. Talvolta si attraversano i
campi, in altri casi si cammina lungo il tracciato delle strade asfaltate
nazionali o provinciali o di qualche carrozzabile. Talvolta a lato delle
piste pedonali si affiancano quelle ciclabili. La situazione è in costante
evoluzione e miglioramento: il recupero di percorsi separati, rispetto a
quelli degli autoveicoli, è un processo ininterrotto e continuativo.
La presenza di cartelli ed indicazioni è fitta e perenne.
Sui cippi delle strade, con frecce pitturate, o disegnate con dei sassi per
terra, con appositi cartelli: nelle città, come lungo i tracciati desertici, si
trova sempre un cartello che permette di non sbagliare neanche un bivio
per tutto il tragitto. Nelle città, poi, i cartelli sono di dimensioni enormi e
di facile comprensione anche per gli stranieri.
Tranne che nei tratti desertici (soprattutto tra Burgos e Leon) la
presenza di bar e ristoranti è fitta, mediamente uno ogni 5 km, anche
nei paeselli più piccoli. La maggior parte prevedono un “menù del
pellegrino” per un costo che va dai 3,00 agli 8,00 euro.
Più ci si avvicina alla meta e più aumenta il numero dei rifugi. Ma anche
a 750 km di distanza se ne trovano circa 1 ogni 10 km. Quando non
sono gratis, costano tra i 3,00 e i 10,00 euro a persona. Trattasi di
diverse tipologie di strutture, alcune gestite da privati, altre da
associazioni di volontariato ed altre ancora dai Comuni. A volte sono
complessi con un unico stanzone dove possono dormire anche 120
persone; in altri casi ci sono più camere da 8-10 letti ciascuna. Spesso ci
sono servizi collaterali quali lavanderia, cucina, internet.
Ogni anno cresce il numero di pellegrini e pertanto crescono anche le
opportunità per chi si occupa di offrire accoglienza.
Così è possibile vedere come certi paesi, che erano completamente
abbandonati, vengano oggi ripopolati da persone che ristrutturano
vecchi palazzi per fornire servizi di vitto e/o alloggio. Alla stessa stregua
cresce la presenza di servizi collaterali volti a facilitare il pellegrinaggio
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
dei più anziani: per esempio, servizi di navetta che trasportano gli zaini
da una tappa a quella successiva, alleggerendo così il pellegrino dalla
fatica del peso sulle spalle.
Il Cammino ha dunque riportato, in mezzo alle campagne e alle
montagne, vitalità ed opportunità.
Chi è il pellegrino
Statisticamente sono più donne che uomini. L’età va dai 10 agli 85 anni.
Arrivano da tutti i 5 continenti, anche se la maggioranza sono spagnoli e
poi europei di altre zone. Ma la presenza di americani (in particolare
brasiliani, statunitensi e canadesi) è in costante crescita. Nella maggior
parte dei casi si tratta di persone abbienti, quasi tutte dotate di un grado
culturale superiore alla media.
Hanno attenzione per l’ambiente, alto senso civico e un riguardoso
rispetto per le persone e le cose che li circondano. Sono in molti casi
appassionati di arte (è una delle rotte del romanico per eccellenza) o
amanti dello sport, dell’aria pulita, del trekking o della passeggiata.
Contrariamente a quanto si possa pensare, la componente religiosa è
solo una delle anime del Cammino. Il numero di cattolici è limitato
(rispetto alla presenza di numerosi protestanti o di altre confessioni); i
praticanti sono poi una frangia. Gli atei sono frequenti, anche se nella
maggior parte dei casi i pellegrini sono accomunati da un sentimento di
ricerca interiore o di spiritualità. Si può definire un cammino delle
religioni, in quanto possono camminare uno affianco all’altro un
buddista, un luterano, un cattolico e un ateo, in totale ed assoluta
armonia.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Le opportunità
In primo luogo, l’aspetto dei costi. La vita del pellegrino è spartana
semplice: necessita solo di infrastrutture elementari. Pertanto, una volta
tracciato il sentiero, è sufficiente renderlo percorribile ed apporre i
cartelli necessari per segnalarne il percorso. Bisogna poi convertire
alcune strutture esistenti ed attualmente inutilizzate da utilizzare come
rifugi e/o punti di ristoro.
Il tragitto va a toccare realtà montane e rurali oggi in stato di crescente
abbandono: è questa la via per cercarne il recupero ed il rilancio.
Se da un lato bisogna registrare che i pellegrini conducono una vita
morigerata e pertanto tendono a spendere in modo contenuto, dall’altro
va rilevato che non è un turismo “mordi e fuggi” ma al contrario un
turismo lento, che obbliga la persona a trascorrere più giorni sul
territorio.
Molti di questi turisti, tornando a casa, raccontano dei luoghi più belli,
più suggestivi o dove hanno trovato miglior ospitalità, generando in
questo modo un “passaparola” che può favorire ed incrementare il
turismo.
L’afflusso di persone facilita lo sviluppo di diverse attività. Dai servizi
essenziali (cibo, bevande, ma anche medicinali o attrezzatura per la
passeggiata), a quelli artigianali (un esempio: lungo il Cammino di
Santiago si trovano spesso anziani che producono bastoni di legno),
passando per articoli tipo souvenir o generi alimentari tipici.
Infine, si noti come il passaggio favorisce naturalmente la manutenzione
dei sentieri medesimi e di conseguenza la vitalità e la vivacità della
natura circostante.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Il significato del pellegrinaggio
Ogni pellegrino ha una sua storia ed una motivazione che l’ha spinto ad
andare. Ogni pellegrino trova e raccoglie sentimenti, conoscenze ed
emozioni differenti. Alcune di queste sono però comuni a tutti. E’ un
momento di rottura netta con la nostra vita quotidiana. Noi siamo
abituati a considerare ogni spostamento da un luogo ad un altro come
una perdita di tempo; durante il Cammino diventa invece l’unico
obiettivo “materiale” della giornata. Passo dopo passo si tende a
sviluppare un più acuto spirito di osservazione. È un momento in cui
l’attività fisica si coniuga con la bellezza delle frequenti opere d’arte, con
la ricchezza dei paesaggi e la straordinarietà della natura.
Per questa ragione è un tipo di vacanza che riscuote sempre più
consenso: è sempre più forte il bisogno di rimettere l’accento sulla
centralità della natura e dell’uomo.
Gli ulivi
Va da sé che la ricchezza di oliveti è una caratteristica unificante di tutto
il territorio pugliese.
Oltre 350.000 ettari coltivati ad ulivo, pari al 25% della superficie
agricola utile. Guardandola dall’alto sembrerebbe di trovarsi al cospetto
di una piana verde e ripetitiva, in realtà la differenza arborea è un dato
evidente: le distese di ulivi partono dal Gargano e terminano nel Salento
con particolarità effettivamente rintracciabili: dai ramoscelli penduli del
nord-barese, alla forza degli ulivi salentini, sotto molti aspetti vicini a
querce mediterranee.
In questo caso si dovrebbe tentare di esaltare l’identità del territorio
pugliese,
rilanciando
la
percezione
di
un
ambiente
esotico
e
mediterraneo. Tutta questa forza evocativa è già presente e leggibile,
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
garantita da questa distesa verde che, come detto, rappresenta un
denominatore comune di tutta la regione.
“Ancora oggi la vocazione agricola”, come ricorda il direttore generale di
Valtur
Bruno
Panunzi,
“riesce
a
rendere
il
paesaggio
unico
e
sostanzialmente protetto. Si tratta di un territorio dall’armatura verde,
simile a certe zone della Grecia. Questo fa sì che ci sia ancora un
produttività economica che fa sottovalutare l’opzione turistica”.
Ecco dunque che l’analisi del territorio non si può fermare alle risorse
ambientali e paesaggistiche; l’analisi va condotta anche sul tessuto
economico e sociale del territorio. In questo caso il passaggio dalla terra
ai suoi abitanti permetterebbe di studiare una valorizzazione autentica e
integrata, modulata attraverso il racconto e le proposte dei protagonisti
del raccolto, della ricchezza olivicola pugliese.
La L.R. 14/2007 è un primo, incoraggiante tentativo di difendere e
promuovere questa straordinaria risorsa. 16
In questo panorama il tasto dolente resta però l’espianto a fini
commerciali di ulivi secolari e monumentali destinati ai terrazzi e giardini
delle città del nord.
Enogastronomia
Per quanto riguarda il segmento enogastronomico, tema di particolare
interesse per la valorizzazione turistica di un territorio che intende
rispondere a una domanda turistica in netta espansione, è importante
organizzare una sinergia tra ruralità e produzione agricola,
16 La legge regionale 14/2007 è un valido strumento per la valorizzazione in chiave turistica del patrimonio olivicolo, perché, come recita l’art.8,
comma 2 della su citata legge, “La Regione Puglia promuove l’immagine del paesaggio olivato della Puglia, in particolare degli ulivi e uliveti
monumentali e delle loro produzioni, anche a fini turistici” e a tal proposito ha stanziato 10 milioni di euro.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
La logica fortemente territoriale, che guida le azioni in questo campo
andrebbero anche nella direzione “di consolidare e articolare il legame
tra turismo, enogastronomia e territori di produzione” 17. Il superamento
delle logiche individuali è un primo obiettivo da perseguire, per operare
un’offerta più omogenea e“rappresentativa” di una vocazione coordinata
del prodotto, senza che questa finalità presupponga la dispersione di
prodotti tipici presenti a livello locale.
La sfida di promuovere le destinazioni rurali per renderle turisticamente
appetibili
deve
tener
conto
di
alcune
difficoltà,
che
riguardano
l’organizzazione dei servizi ma anche la dispersione degli insediamenti
abitativi originari e autentici, la molteplicità degli enti locali in un unico,
ampio territorio, e la necessità di far emergere la cultura e lo stile di vita
agricolo. Si è infatti spesso riscontrata la difficoltà di scoprire gli
eccellenti vini pugliesi,
sorprendentemente
la ritrosia a raccontare un prodotto e
difficile
persino
trovare
una
vera
scelta
di
mozzarelle, burrate e altri formaggi tipici. La cucina pugliese, per altro
ottima e ricca di piatti tipici, si possa trovare soltanto tra le mura di case
private o in qualche raro ristorante, oasi del gusto. Il percorso
enogastronomico in questi casi si riduce a un puro esercizio che alle
promesse iniziali non fa seguire i fatti.
Per valorizzare i prodotti agricoli di alto livello, che in Puglia sono il
frutto dell’incontro felice del lavoro e della sapienza degli uomini con una
terra ricca e ben disposta, bisogna saper proporre contesti di esperienza
con visite ad aziende agricole e degustazioni, con soggiorni e situazioni
di ospitalità che consentano di scoprire i sapori ma anche le storie che vi
sono legate. Le storie degli uomini e delle donne che in queste terre
vivono e lavorano, e che sono i custodi della tradizione e della memoria.
Oggi, un problema con cui deve fare i conti l’enogastronomia è quello di
essere divenuto un prodotto troppo “fast” che rischia di vedere violata la
17 Cristina Mottironi, Nuovi modelli per lo sviluppo del turismo enogastronomico
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
sua originaria capacità di legare culture diverse e ottiche differenti per
uno sviluppo votato prevalentemente alla redditività a breve termine.
“L’assenza di un orizzonte di medio-lungo periodo nelle scelte di sviluppo
comporta il rischio di non riuscire a compiere il passaggio da semplici
modelli di consumo considerati solo in quanto ritorni a immediato-breve
termine, a una effettiva opportunità di valorizzazione delle produzioni
tipiche, destinata a consolidarsi nel tempo” 18.
La natura, i parchi, il mare
Il paesaggio pugliese è probabilmente unico nel Mediterraneo. La sua
natura, colma di misura e dai contorni rassicuranti, si svela lenta, dando
il senso di un tempo lungo, antico. E’ vero, fatta eccezione del Gargano
e di alcune parti del Salento, che la Puglia manca di quei rilievi che
spesso, frastagliandosi sul mare e da esso innalzandosi improvvisi,
rendono fortemente caratteristiche altre coste del Mediterraneo.
La mediterraneità della costa pugliese è in qualche modo più sobria,
meno d’impatto, più discreta rispetto ad altri luoghi ma non per questo
meno attraente. Una terra che resta negli occhi e nel cuore e che solo
avrebbe bisogno, per amplificarne potenza e suggestione, di più
attenzione ma anche di più parole per raccontarla. Una mediterraneità
che emerge invece potente nei borghi di pietra bianca sparsi lungo tutto
il territorio, da nord a sud, nell’entroterra come sulla costa.
Anche per questo – oltre che per il fatto che ampie porzioni di costa
sono per varie ragioni di difficile fruizione - il mare può diventare un
luogo di arrivo del viaggio in Puglia, non un punto di partenza. Dovrebbe
18 Cristina Mottironi, Nuovi modelli per lo sviluppo del turismo enogastronomico
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
integrare un viaggio di scoperta dell’interno e diventare un elemento
ludico aggiuntivo, non centrale o prevalente.
La Puglia ha la fortuna di poter contare su alcuni parchi naturali notevoli,
tra cui quello del Gargano, con la splendida Foresta Umbra, e la Riserva
Naturale di Torre Guaceto, appena indicata dal WWF tra le dieci coste
più genuine d’Italia. Appare imprescindibile tutelare e valorizzare queste
aree, rendendole accessibili e percorribili con sentieri escursionistici
segnalati e curati.
Infatti, a fronte di alcune zone rimaste intatte, o comunque poco
antropizzate, emerge purtroppo chiaramente all’occhio del viaggiatore la
criticità
della
cementificazione.
Lo
stesso
Gargano
è
ormai
monopolizzato da villaggi e spiagge così private che spesso impediscono
l’accesso stesso al mare. In un’epoca in cui il tema è alla ribalta
dell’attenzione pubblica a livello nazionale, appare fondamentale andare
verso una maggiore attenzione alla fruibilità, nonché all’estetica. Recinti
e cancelli appaiono oggi come una negazione del concetto stesso di
accoglienza.
Nel caso del mare, è da considerare inoltre che il viaggiatore straniero
individuale, quello che unisce il turismo culturale a quello del mare, è
poco
propenso
all’uso
di
strutture
balneari,
preferendo
spiagge
pubbliche, se non addirittura selvagge.
Problema analogo appare intorno ai borghi. Splendidi nel loro cuore,
sembrano protetti da una “cintura di castità” che ne nasconde la
bellezza al viaggiatore di passaggio. Spesso non appare dalla strada
nulla che lasci presagire il piacere nello scoprire luoghi come ad esempio
Gravina di Puglia, o Altamura stessa, sebbene più famosa. Come nel
caso dei recinti sul mare, si tratta di un problema di leggibilità e
accessibilità del territorio che potrebbe però facilmente essere arginato
con un’opportuna segnaletica turistica.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Infine ma non ultimo, il Salento, con tutte le sue ricchezze naturali unite
a quelle culturali, appare oggi come una grande opportunità che
deve
andare
sprecata.
Occorre
quindi
avviare
e
controllare,
non
in
particolare in quell’area, uno sviluppo turistico sostenibile in grado di
creare piccole economie virtuose e di restituire vitalità ai borghi.
Ridare dignità culturale alle figure della vita agraria
La ruralità diffusa in Puglia rappresenta un dato di fatto inoppugnabile. Il
suo territorio, da qualsiasi angolazione lo si osservi, mostra borghi di
pietra
bianca
che
emergono
dal
verde
di
coltivazioni
preziose,
millenarie: olivi, viti, mandorli, fichi.
La fitta rete di strade che attraversa la regione conduce il viaggiatore
attraverso un paesaggio antico che lega i piccoli centri a una rete di
storiche masserie dove per secoli i prodotti della terra sono stati raccolti,
ammassati, lavorati, affinati. Di storia rurale è intessuta la memoria
della Puglia, di tecniche, di oggetti di lavoro, di lotte, di canti e balli
liberatori. Una regione che si protende sul mare, ma che si è sempre
rivolta all’interno per trarre ricchezza, senso del divenire, radici.
Arrivando all’oggi ciò che si nota è una sorta di scollamento tra questa
storia millenaria e il presente.
Le storiche produzioni, che in questi ultimi anni si sono raffinate, hanno
trovato un profilo identitario netto che sempre di più si sposa con la
qualità. Avrebbero bisogno di essere raccontate di più legandole ai
luoghi ma soprattutto alle storie, ai saperi, alle emozioni di chi le
produce e le trasforma. Bisognerebbe mettere al centro gli uomini e le
donne che vivono e lavorano nelle aree di produzione dei vini, degli oli,
dei formaggi… offrire loro gli strumenti necessari perché in prima
persona si possano rappresentare, collocare, raccontare altrimenti il
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
rischio che si corre è quello di perdersi nell’indistinto, nel vago,
nell’approssimativo ma soprattutto nella sensazione di essere davanti a
qualcosa che non è autentico.
Le nuove figure che potrebbero emergere da un punto di vista
economico potrebbero essere figure che già esistono, ma soltanto non
vengono percepite dal punto di vista turistico. Il quadro potrebbe
cambiare se ad esempio l’agricoltore venisse inteso non come una figura
prettamente lavorativa ma come persona che fa vivere il territorio, ne
perennizza le caratteristiche naturalistiche e trasmette dei saperi.
E’ necessario attivare percorsi che mettano in relazione circuiti turistici
con l’arte del vivere la terra o circuiti che partano da una percezione
attraente di questo stile di vacanza, percorsi virtuosi che potrebbero
garantire nuova linfa per il tessuto economico del territorio.
Su questa stessa linea strategica si inserisce l’importanza di una
‘educazione al bello’ che dovrebbe essere promossa con forza e che
porterebbe a un rinnovato senso di appartenenza ai luoghi e alle tipicità
offerte.
Registi, scrittori, i personaggi della cultura pugliesi
L’importanza del racconto ha trascinato l’evocatività di certi luoghi del
Mediterraneo che non presentano soltanto le stratificazioni della storia e
delle civiltà che ne hanno modificato i tratti ma che risuonano come
richiami inevitabili per il turista, anche grazie ai racconti di bardi più o
meno contemporanei.
Pensando alla Sicilia, un richiamo ovvio è alla terra raccontata nei libri di
Camilleri e, prima di lui, da Leonardo Sciascia. Lo stesso dicasi per
Matera e per la sua liaison sempre più accesa con il cinema. In una
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
storia come quella pugliese, talmente pregna da mostrare dovunque sul
territorio segni forti, da Federico II, al fascismo, passando per la Via
Appia e arrivando alla Magna Grecia, poco è stato detto.
A questo si può aggiungere che la Puglia non è riuscita ad essere
percepita fino a questo momento come una porta di accesso verso
l’Oriente.
Interessante al riguardo il punto di vista del regista Edoardo Winspeare.
“La Puglia, secondo me, è ora molto interessante perché è l’ultima
regione occidentale al limite col Mediterraneo e con l’Oriente, tra il
mondo latino e il mondo greco. E la cosa veramente molto interessante
secondo me è che ora noi siamo consapevoli di questo. Ed io sono
orgoglioso di essere pugliese, salentino, nel senso che la forza della
Puglia sta nell’avere varie identità: quella barese, quella salentina… è
molto
evidente
la
differenza
culturale
tra
Foggia,
Bari,
Lecce,
ecc…questa è una grande ricchezza. Inoltre penso che l’asse geopolitico
si sia spostato da ovest ad est a causa dei Balcani, dell’Albania, del
Medio Oriente; si è creata una nuova via di comunicazione (che poi è
quella vecchia, quella dei Romani con la via Appia, dove Brindisi, Bari e
Otranto vedevano incontri tra mercanti arabi, bizantini, divenendo così
le porte d’Oriente)” 19.
Per paradosso, la Puglia è una regione con molte immagini, ma con poca
immagine. Non è raccontata come la Sicilia o la Campania. Come detto,
non ha avuto un Pirandello, un Camilleri o un De Filippo a raccontarla e
non esiste una suggestione talmente forte da essere icastica per l’intera
regione.
Altro capitolo riguarda poi l’insieme dei materiali informativi, prodotti
che sono appannaggio del turista ma che possono iscriversi nella gran
parte dei casi in un’opera di promozione settoriale e campanilistica, poco
19 Intervista a Edoardo Winspeare, Cercate la Pizzica, ballate la Pizzica.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
in linea quindi con una visione regionale e integrata del prodotto
turistico pugliese.
Un mare di carta da centellinare in funzione di uno sguardo più votato al
necessario. Anche da questo punto di vista la parcellizzazione evidente
del prodotto Puglia è lampante. Molto si scrive, molto si propone, senza
avere un’ottica lungimirante e votata al domani e soprattutto, ancora
una volta, alla fruibilità. Musei e siti archeologici spesso sono chiusi,
talvolta introvabili sebbene pubblicizzati su costosissime locandine
offerte qua e là da proloco e uffici del turismo.
Benché parliamo di una conoscenza basica del prodotto Puglia, sarebbe
comunque auspicabile che la Regione avesse una guida dedicata, che
tracci
in
primis
una
lettura
storico-sociale
e
che
parli
quindi
dell’evoluzione storica di un territorio e di un luogo così ricco.
Perfino nel panorama generale delle guide turistiche commercializzate in
Italia e nel mondo la Puglia appare in misura marginale, talvolta buttata
in un generico calderone denominato “Sud Italia (senza Sicilia e
Campania)”. Appare quindi ingiustamente come una terra dove c’è poco
da fare e da vedere, se non la visita di un castello, di un trullo e di
Ostuni, per poi tornare a rinchiudersi su una spiaggia.
I libri di viaggio dedicati alla Puglia sono purtroppo marginali. Si tratta di
lavori interessanti perché posizionati in un’immaginaria linea mediana,
tra il racconto e la sintesi empirica. Questi libri pongono l’accento su
particolarità
che
possono
stimolare
l’attenzione
del
turista
con
proposizioni ad effetto come “montanari costretti a fare i marinai” 20
riferita alla componente antropologica, o a elementi più misteriosi riferiti
a tenute in cui “è stata ospite persino Soraya, quando era regina di
Persia e moglie dello scià Reza Pahlavi”. Corollari rispetto a una voce
pugliese “aulica”, ma comunque esercizi utili per favorire la scoperta
delle particolarità presenti sul territorio pugliese.
20 Marco Brando, Sud Est
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Eppure l’editoria regionale è ricca di iniziative di racconto talvolta molto
interessanti, ma frammentarie, e soprattutto introvabili. Un censimento
e una valorizzazione di questo tipo di editoria potrebbe essere un primo
passo verso la nuova narrazione delle Puglie.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
8. Territorio e patrimonio diffuso
La fase di ricerca sul territorio ha messo in luce la necessità di una presa
di coscienza delle potenzialità della Puglia, potenzialità che per la
stragrande maggioranza sono strettamente connesse a quella che è una
ricchezza innata della regione: il paesaggio.
Proprio il paesaggio sembra la potenzialità meno valorizzata, perché
assalita negli anni da sfregi che ne hanno radicalmente smosso le
valenze fisiche originarie.
Il mantenimento del paesaggio rurale e delle attività che lo supportano
costituisce la forma più efficace di contrasto del dissesto visivo, ma
anche
uno
strumento
per
prevenire
o
contenere
gli
effetti
dei
cambiamenti climatici e i processi di desertificazione già avanzati in
diverse regioni, a cominciare dalla Puglia.
Ma un recupero del Territorio è importante anche dal punto di vista
turistico. La valorizzazione del paesaggio rurale può essere anche il
volano di un nuovo sviluppo economico e territoriale. La diffusione
dell´agriturismo, lo sviluppo della produzione agricola e dell´artigianato
alimentare, sono processi già in atto che vanno ulteriormente sostenuti
e ampliati.
Esiste la possibilità di organizzare un "capitalismo naturale" che può
essere un business e una fonte di ricchezza, come in quello delle energie
alternative. Al contrario, la distruzione del territorio serve solo ad
alimentare la speculazione edilizia, l´inquinamento, i traffici illeciti.
La Puglia ha la possibilità di creare, partendo dal paesaggio, un’offerta
turistica
di
altissimo
profilo,
utilizzando
le
peculiarità
che
la
contraddistinguono visivamente (tratturi, mulattiere, menhir, rilievi
costieri, acque cristalline) e unificandole a un’offerta integrata che faccia
parlare il territorio e la società.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Il paesaggio è poi la parte maggiormente emergente di una tematica più
ampia: quella dell’ambiente naturale. Su questo aspetto la ricerca ha
prodotto risultati piuttosto uniformi nel rilevare la necessità di una
maggiore cura e attenzione e una cura verso il patrimonio naturalistico:
laddove infatti questo è frequentato da turisti emergono episodi
piuttosto frequenti di scarso rispetto per l’ambiente (che si manifestano
in una gamma di fenomeni che spazia dalle discariche abusive
improvvisate in luoghi bellissimi alla costruzione di ville a ridosso della
riva del mare); al contrario, dove l’ambiente è integro e intatto, non
viene segnalato né valorizzato come elemento di pregio ai fini di una
fruizione turistica complessiva del territorio.
Sono specificate di seguito le singole evidenze di ricerca prodotte
rispetto ai vari aspetti analizzati.
Ambiente e accessibilità: Mare chiuso per ferie
Il tema dell’accessibilità al mare si è imposto rapidamente nel corso
della ricerca come una problematica preponderante: in zone diverse e
per motivi vari, è comunque emersa una diffusa difficoltà nell’effettiva
fruibilità delle aree costiere. “Mare chiuso per ferie” è la sintesi di questa
realtà riscontrata: per il turista non organizzato e non proprietario di
case sul mare l’accesso al mare risulta spesso impedito dalle ferie di
qualcun altro.
Problemi di accessibilità per abusivismo
Una verifica campionaria sulla costa a nord di Margherita di Savoia ha
portato a riscontrare una situazione particolarmente critica dal punto di
vista dell’accesso al mare (oltre che per quanto riguarda gli aspetti
ambientali, urbanistici, stradali). Qui, parallela alla strada statale 159,
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
corre una strada sterrata in prossimità della costa, ai cui lati sorgono
case e villette, che per un tratto di circa 4 chilometri impediscono quasi
del tutto il raggiungimento della vicina spiaggia. Gli edifici infatti, o
meglio i perimetri dei lotti di costruzione, sono consecutivi l’uno all’altro
senza interruzione per molte
centinaia
di metri;
anche laddove
rimangano alcuni metri di distanza fra casa e casa gli spazi di possibile
accesso fra la strada e la spiaggia sono state recintate da entrambe le
parti con pali e reti metalliche, con il chiaro intento di chiudere il
passaggio, oppure sono utilizzati come parcheggio privato dagli abitanti:
in alcuni spazi recintati si trovano macchine parcheggiate a pochi metri
dal mare.
Ad aggravare la situazione generale di tali luoghi vi è uno stato di grave
degrado ambientale, dovuto alla presenza diffusa di rifiuti di varia
natura, alcuni dei quali piuttosto pericolosi (componenti meccanici in
ferro arrugginiti, elettrodomestici, bidoni metallici, ecc.).
Problemi di accessibilità per eccesso di strutture balneari private
Problemi di accessibilità sono stati rilevati per tutt’altra ragione anche
nelle zone ad alto pregio del turismo balneare pugliese: qui infatti risulta
molto comune la presenza di strutture turistiche private, specialmente
villaggi, residence e campeggi, che esercitando la loro attività in
prossimità della costa occupano un’ampia porzione di territorio che viene
completamente recintata, a chiudere l’accesso al mare a coloro che non
sono clienti delle strutture. In alcuni casi è stato riscontrato che le
recinzioni precludono l’accesso a spiagge di fatto non utilizzate in alcun
modo dagli esercizi privati, a tali spiagge infatti accedono alcuni
bagnanti passando attraverso brecce nelle reti circostanti.
In alcuni altri casi si ha invece che l’accesso al mare è di fatto reso
possibile dalle strutture private situate in prossimità della costa, ma può
avvenire solo attraverso i cancelli d’ingresso delle strutture stesse: ciò
significa che il mare qui è accessibili solo durante la stagione di apertura
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
degli esercizi turistici – notoriamente piuttosto breve – mentre risulta
pressoché irraggiungibile negli altri 8-9 mesi dell’anno.
Problemi di accessibilità per mancanza di segnaletica e altri segni
riconoscibili
Anche al di fuori delle situazioni sopra descritte, si è talora verificato che
l’accesso
al
mare
risultasse
pressochè
fortuito:
la
mancanza
di
segnaletica e di indicazioni riguardanti la presenza di spiagge libere
rende necessaria una ricerca paziente per trovare gli accessi al mare.
Problemi di accessibilità per sporcizia e incuria
Sporcizia e incuria non sono ostacoli all’accesso in senso stretto, tuttavia
rappresentano dei forti inibitori rispetto alla fruibilità delle aree costiere.
Sono fenomeni purtroppo abbastanza diffusi, e di nuovo si trovano
anche nelle zone caratterizzate dal maggiore pregio ambientale, fra cui
anche il Parco nazionale del Gargano. In un caso che può risultare
emblematico, in presenza di una spiaggia particolarmente pulita, si è poi
scoperto che il gestore dell’adiacente stabilimento balneare si faceva
carico di pulire quotidianamente l’intera spiaggia rimovendo i rifiuti per
mantenere integra la bellezza del luogo.
In altri luoghi, non premiati da altrettanto zelo, si trovano angoli di mare
pulito, immersi nella natura, malamente deturpati dalla presenza di
rifiuti abbandonati, o anche dalla estrema vicinanza dell’accesso stradale
e di infrastrutture (specialmente fognarie) in cemento.
Vi è quindi una serie di elementi di varia entità che nel loro insieme
sminuiscono la bellezza complessiva e la piena fruibilità anche dei luoghi
più ricercati ed isolati.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Assenza di percorsi per il turismo natura
Un ultimo limite riscontrato nella possibilità di fruire appieno del
patrimonio naturalistico in prossimità del mare risiede nella mancanza di
percorsi escursionistici destinati al turismo natura.
Anche questa situazione è stata riscontrata principalmente a partire dal
Parco Nazionale del Gargano, ed è riassumibile in due aspetti principali:
-
i sentieri tracciati esistenti non sono segnalati, l’accesso dalla
strada asfaltata è del tutto privo di indicazioni, e lungo il tracciato
la segnaletica esistente necessita di un aggiornamento completo,
dato che il percorso così come i pochi cartelli presenti sono ormai
del tutto illeggibili; inoltre anche le aree attrezzate sono ridotte a
pochi ammassi di legno marcescente, quel che resta di vecchi
tavoli e panche;
-
a fronte di una buona offerta di servizi di accompagnamento
escursionistico, non esistono altrettanti percorsi segnalati per
coloro che intendano fruire individualmente del patrimonio
ambientale, ed è stato più volte rimarcato che soprattutto i turisti
stranieri tendono a prediligere questa seconda modalità di
escursione.
È insomma una condizione che impone una sottoutilizzazione e
sottovalorizzazione del territorio, laddove invece la presenza di boschi,
campi coltivati e altri contesti naturalistici a ridosso di una costa marina
ancora incontaminata costituisce un grande valore paesaggistico e
ambientale, e potrebbe costituire un importante punto d’incontro e di
“osmosi” fra il turismo naturalistico, il turismo rurale ed il turismo
balneare più ricercato. Si tratta infatti di zone dove la compresenza di
un ecosistema nel quale insiste un’elevata biodiversità, di attività rurali
che vengono ancora esercitate in modo tradizionale, e infine di un
ambiente marino particolarmente pregiato renderebbe possibile la
costruzione di un’offerta turistica davvero integrata e distintiva, purchè
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
si riesca a lavorare per incrementare la fruibilità complessiva di tutte
queste risorse.
Aprire i cancelli
Da
quanto
esposto
sopra
emerge
che
uno
dei
principali
limiti
attualmente presenti per la fruibilità del territorio risiede nella sua
scarsa percorribilità e accessibilità, sia fisica che conoscitiva, ed anche
nel rischio ambientale a cui esso pare essere sottoposto se si guardano
certi episodi di cementificazione della natura. Salvaguardare i patrimoni
ambientali, naturalistici, rurali e paesaggistici, rendendoli allo stesso
tempo più “disponibili”, comprensibili e accessibili è possibile. Dalla
ricerca è invece emerso che attualmente si ha o l’una o l’altra cosa,
quasi mai entrambe insieme.
Blindare ciò che resta di bello
Dall’analisi sul campo emerge come elemento centrale la necessità di
blindare un territorio “sopravvissuto”.
Conservare gli elementi che rendono ancora attrattivo il paesaggio
pugliese deve costituire l’elemento cardine per riuscire a mantenere un
tessuto paesaggistico attraente e valorizzabile, specialmente se si vorrà
guardare con fiducia al futuro turistico nella regione.
Per anni purtroppo si è perpetrata una violenza indiscriminata nei
confronti del patrimonio naturale. Quello che oggi vediamo è un
perimetro territoriale certamente differenziato, soprattutto a livello
paesaggistico. Zone in cui l’antropizzazione è avanzata a tal punto da
avere modificato radicalmente i tratti fisici antichi.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
La Puglia ha, almeno in apparenza, un patrimonio naturale conservato.
Pensiamo alla corazza verde che costituisce la nervatura paesaggistica
portante del territorio, ma pensiamo anche ad alcuni panorami costieri,
che suscitano ancora un fascino significativo.
Arginare ciò che è rimasto puro risulterà fondamentale anche per
catturare un certo tipo di turismo, quello alla ricerca continua del
paesaggio sopraffino, possibilmente depurato da antropizzazione e
sporcizia.
Una nicchia che potrebbe scorgere in alcuni territori pugliesi quello che
ha trovato nell’Algarve, in Corsica, in porzioni della Francia. É un turismo
che contamina positivamente generando una spirale virtuosa, che
contribuisce a stimolare la cura del territorio, soprattutto si tratta di una
tipologia di turismo funzionale a dialogare intelligentemente con i luoghi
e le persone.
Combattere l’abusivismo
Per conservare la bellezza del territorio è richiesta una forte presa di
posizione nei confronti dell’abusivismo che in questi anni è, a livello
nazionale
e
non
solo
pugliese,
un
campanello
d’allarme
solo
parzialmente ascoltato.
La Puglia si sta senza dubbio orientando verso l’adozione di una politica
di salvaguardia della costa, come testimoniano provvedimenti legislativi
di recente adozione 21; ma se l’abbattimento di Punta Perotti è il simbolo
di un radicale cambiamento di rotta, l’attenzione ora va indirizzata verso
gli abusivismi “minori”, che pur senza essere ecomostri, espandono a
macchia d’olio, brutture cementificate.
21 Il riferimento è alla LR.17/2006 della Regione Puglia.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Ma va detto che anche su questo versante la Regione ha iniziato un
percorso virtuoso (che ha coinvolto l’area da Giovinazzo e Torchiarolo)
con un programma di demolizione dell’abusivo eccedente che ha
interessato sia operativamente che per le risorse messe in campo,
Demanio e assessorato regionale all’Urbanistica.
Va da sé che la ripulitura delle coste dall’abusivismo è parziale, perché
in particolare da Taranto fino a Porto Cesareo e nella zona tra
Margherita di Savoia e Zapponeta, il fenomeno è ancora molto visibile e
diffuso.
Sarebbe opportuna una mappatura dell’esistente per bloccare sul
nascere ogni ulteriore cementificazione abusiva e favorire le condizioni
per uno sviluppo di zone costiere che grazie a piani di sviluppo
urbanistico di lungo periodo, un restyling coordinato con un piano
spiaggia, sarebbero incoraggaiate e sostenute circa l’opportunità di
ripresentarsi dignitosamente sul mercato.
Impoverimento del territorio
Le politiche dovranno in qualche modo essere vincolate a un disegno di
salvaguardia del territorio ma dovranno anche prevedere azioni a difesa
di due patrimoni particolarmente a rischio e molto identitari del territorio
pugliese.
Infatti se l’abusivismo edilizio concorre a sfregiare il paesaggio, il
fenomeno dei “ladri di pietre” e la distruzione del patrimonio olivicolo,
mettono a rischio anche la memoria di un patrimonio storico e culturale
caratteristico della Puglia.
Le case di campagna di tufo e pietre erano una testimonianza autentica,
originale della storia della regione: in questi anni molti hanno subito più
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
di un impietoso assalto e in tutta la Puglia sono migliaia le masserie e i
casali razziati e devastati.
Anche gli ulivi secolari sono minacciati da un vero e proprio business on
line:
attraverso
siti
“specializzati,”
è
possible
acquistare
e
farsi
consegnare per poche decine di migliaia di euro un ulivo di 250 anni
d’età. La legge regionale sulla “Tutela degli Ulivi Secolari” che li
riconosce come patrimonio turistico è una sorta di ombrello protettivo
per questo patrimonio.
Spesso l’impoverimento del territorio è speculare alla mancanza di
consapevolezza degli abitanti circa il valore di quello possedieno e qui
abbiamo rilevato che il rischio di questa connessione esiste.
Favorire la scoperta del territorio
La mancanza di segnaletica, di indicazioni scritte e anche di guide per
incoraggiare la scoperta del bello di un territorio qui è molto avvertita
dal visitatore e per alcuni aspetti appessantita da “chiusure” che non
trovano alcuna spiegazione in loco.
Musei chiusi, cancellate che sbarrano l’accesso a chiese rupestri, filo
spinato che impedisce di arrivare al mare, sono segnali rappresentativi
di un atteggiamento che va oltre un palese disservizio per il turista e
fanno
piuttosto
pensare
a
una
chiusura
verso
lo
straniero,
il
turista/viaggiatore.
Un tratto distintivo della Puglia è la varietà, una varietà sociomorfologica oltre che paesaggistica e un “filo di Arianna” per condurre
attraverso la diversità aiuterebbe la scoperta del territorio pugliese.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Una segnaletica turistica istituzionale, plurale e diffusa, potrebbe
facilitare la lettura e la conoscenza di un territorio dalle molte
sfaccettatura. Un’attenzione in questo senso che dovrebbe attraversare
anche le scelte promozionali e di comunicazione adottate fino ad ora,
dove
la
componente
“regionale”
è
spesso
ridimensionata
e
marginalizzata per dar spazio e visibilità alla locali che si traducono,
nella migliore delle ipotesi in una immagine frantumata e scollegata di
un tutto.
Tracciare i percorsi
Parte della leggibilità di un territorio, oltre ad essere facilitata da una
narrazione diretta che coinvolge visitatori e luoghi, passa attraverso vari
reticoli di percorso adatti alle differenti tipologie di turismo.
La Puglia presenta un percorso naturale che stimola lo spostamento
slow. A una orografia dolce del territorio fa da controcanto una ricchezza
paesaggistica e artistica assolutamente significativa. Tutti elementi che
stimolano una mobilità, come detto, “lenta”, che si spiega attraverso la
ricerca preziosa di un fazzoletto di Puglia personale. Spesso, utilizzando
questi sentieri, si giunge a inviolati angoli che nascondono le vere
autenticità di questa regione.
La stessa Regione Puglia con la legge 21/2003 “Disciplina delle attività
escursionistiche e reti escursionistiche della Puglia” ha evidenziato
l’importanza, soprattutto in chiave turistica, di questi percorsi.
Dalla ricerca esperienziale abbiamo toccato con mano come molti di
questi percorsi siano assolutamente interessanti, eppure poco leggibili
per un neofita della pratica escursionistica.
A questo problema si aggiunga poi che diverse tratte lasciano alquanto a
desiderare a livello di manutenzione e di gestione.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
L’importanza di una politica incentrata sullo sviluppo di percorsi di
questo tipo è funzionale anche alla salvaguardia ambientale, essendo
l’escursionismo una forma di turismo a impatto zero.
Proprio negli ultimi mesi è stato presentato un regolamento che
stabilisce i metodi di attuazione della Rete Escursionistica Pugliese.
Nel regolamento vengono presentate delle schede per censire in
maniera consona i percorsi dell’escursionismo pugliese, per garantirne
una leggibilità, una chiave di lettura integrata e una fruibilità adatta a
un target differenziato.
Percorso Terra-Mare come fruizione dell’entroterra
L’entroterra
pugliese
cova
storie
secolari
segnate
da
guerre,
dominazioni, lavoro, lotte, legami comunitari scossi da identità forti
sentite e subite. Emergendo da asperità appena accennate, gli scalini
delle murge o i bordi delle gravine, antichi paesi di pietre chiare aprono
le loro piazze alla luce di un sud mitico e magico. Un meridione che è
esotismo, luogo di arrivo dopo lunghi viaggi ma anche luogo da cui si
fugge, luogo di solitudine e di silenzio. Spesso questi borghi sono vuoti,
vivi di una vita antica ma svuotati dai giovani che se ne vanno altrove a
cercare luoghi dove studiare, diventare imprenditori, vivere.
Eppure un rinascimento è possibile e può passare attraverso il turismo,
attraverso una dimensione economicamente interessante e eticamente
sostenibile, un’accogliere l’altro che vuol dire arricchirsi in molti sensi,
crescere, trovare motivazioni forti per rimanere nei luoghi dove si hanno
le proprie radici. Un turismo legato a eventi può essere una risposta al
rischio di desertificazione, di esodo legato alla mancanza di lavoro e di
attività. L’organizzazione di tali eventi – legati alle arti, al teatro, alla
musica, alla letteratura, allo sport - potrebbe rappresentare una risposta
salutare. I giovani potrebbero trovare anche nuove motivazioni per
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
rinsaldare in maniera significativa i legami con la comunità locale, con
iniziative di questo genere che possono diventare forti marcatori
identitari. Diventando testimoni convincenti si possono attrarre uomini
e donne che provengono da altre realtà e che possono decidere, dopo
alcuni passaggi turistici, addirittura di stabilirsi in quei luoghi divenendo
a loro volta testimoni e attrattori di energie e di risorse. Gli eventi che si
organizzano in questi luoghi assumono particolari connotazioni di
leggerezza, di sperimentalità che si può dare grazie alla originalità,
unicità, genuinità di luoghi dove mai si è fatto o immaginato qualcosa
del genere. Benché lontani quindi dai circuiti ufficiali, che pagano la loro
ufficialità
con
appesantimenti,
burocrazie
e
prevedibilità,
questi
diventano in tal senso, grazie alla loro naturalità, luoghi privilegiati di
molte realizzazioni, amate e ambite da grandi artisti.
Il
circolo
virtuoso
sapientemente
innestato
può,
inoltre,
per
contaminazione invogliare i giovani del luogo a sperimentare anche sul
piano della ricerca artistica, aggiungendo fascino, senso, attrattività al
visitare e abitare i borghi.
Al turismo legato agli eventi, che segue una precisa scansione temporale
deve affiancarsi, in questa ottica più vasta
che potremmo definire
‘circuito dei borghi’ un turismo a tema, che rispetto al primo assume il
carattere della permanenza e della continuità.
Sono molti ormai i turisti che per sfuggire circuiti diventati classici vanno
alla ricerca di itinerari considerati più originali che fanno riferimento a
tematiche specifiche: il barocco, il formaggio, la danza, la pesca, la
cultura dell’olio o la strada dei vini.
Questo tipo di turismo, in una regione come la Puglia dalle forti
connotazioni sul versante agro-alimentare, ricca di prodotti particolari
che ben si distinguono da quelli di altre regioni italiane, può avere un
futuro molto interessante: a patto, chiaramente, che si conservino e che
si consolidino gli elementi essenziali e unici della società locale.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Attraverso la fruizione del territorio anche il balneare può trovare una
chiave di sviluppo alternativa.
La bellezza del mare pugliese diviene un punto di arrivo, non limitato a
una stanzialità baneare, ma approdo di ristoro.
Un mare che ha il sapore della conquista, dopo aver attinto alle
potenzialità più o meno nascoste dell’entroterra in un percorso turistico
centripeto,
assolutamente in linea rispetto a un’integrazione di più
prodotti, che in chiave di lettura alternativa assumono dei significati e
dei contorni molto differenti.
Educazione al bello
In più parti di questo lavoro sosteniamo che c’è un bisogno forte di
trovare un modo per raccontare la Puglia. Se di narrazioni c’è bisogno in
questa terra, di un coinvolgimento forte di chi vive nei luoghi, e quindi di
sensibilità e consapevolezza, c’è ancora più urgenza. La qualità
dell’accoglienza si lega con forza alla qualità ambientale dei luoghi in cui
essa si dà e da questa qualità, riferendosi al turismo, ormai non si può
più prescindere, pena la perdita di risorse, opportunità, possibilità. Il
disagio sociale e il deterioramento urbanistico ambientale creano un
circolo in cui è difficile distinguere cause e effetti, impossibile cogliere le
proprietà linguistiche e comunicative presenti nelle forme dello spazio e
la funzione educativa degli oggetti e dei luoghi.
Se non si riparte dalla cura delle piccole cose per passare alla cura
dell’ambiente urbano, alla progettazione della città e degli spazi contigui,
alla sua conservazione, a ridare sensi nuovi e ulteriori agli spazi di vita,
in un contesto educativo in cui la formazione e la cura delle persone
passa attraverso la forma e la cura dei luoghi, ci si immobilizza in un
presente asfittico e senza prospettive. E’necessario, in questo senso,
storificare, dare significato a persone, a cose, a luoghi, proporre
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esperienze che aiutino a riacquistare il senso dello spazio, del tempo, del
ritmo, della continuità.
Ciò che dovrebbe rendere vivo l’ambiente in queste esperienze è la
diversa attenzione che si porge agli spazi e l’intervento che si fa su di
essi: si dovrebbe animare tutti insieme l’ambiente, osservare e
riconoscere l’impronta che ognuno lascia dietro di sé attraverso l’azione,
la parola condivisa, per creare un benessere e uno stimolo per cercare
altri angoli di spazio non ancora scoperti e toccati.
Tali esperienze favoriscono una gratificazione naturale, ci si ritrova nei
cicli della natura e della vita e in essi si scopre qualcosa che ci
appartiene profondamente, trasformando con l’aiuto delle proprie
emozioni, della propria intelligenza, del proprio corpo qualcosa che
sarebbe stato insignificante se non vissuto.
Si innesca un processo del prendersi cura dello spazio vivendolo e
riconoscendolo come proprio, come oggetto che diventa il soggetto del
proprio intervento, in un paesaggio umano e naturale dove si può star
bene e comunicare, trasformando profondamente le proprie relazioni,
favorendo il passaggio dal tradizionale rapporto d’uso che intratteniamo
con le cose, con noi stessi, con gli altri - un rapporto finalizzato,
distruttivo, possessivo, antiecologico - a una relazione riconquistata
come personale e intima con tutto ciò che ci circonda.
L’ideale sarebbe proporre ai residenti e agli ospiti modalità sostenibili
attraverso le quali conoscere e riconoscere i luoghi.
Uno dei modi più adatti per entrare in contatto profondo e consapevole
con un paesaggio ricco come quello pugliese, potrebbe essere quello di
attraversarlo camminando, in una lenta deriva tra storia e natura. Un
camminare però che dovrebbe qualificarsi non come semplice esercizio
fisico, non solo come avventura dei piedi, ma come avventura della
mente e delle emozioni, dei suoni e delle parole, del gusto e dei sapori.
Camminare è aprirsi al mondo, a un nuovo modo di vedere, lento e
profondo, è porsi in ascolto dei suoni che spesso non percepiamo perché
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distratti dai rumori artificiali, è inseguire gli spazi, le forme, i desideri.
Camminare è soprattutto il modo più naturale per sentirsi bene, per
percepirsi come corpo, pensiero, emozioni e la Puglia si offre col suo
paesaggio senza asperità eccessive e con la sua ricchezza di storie ad
essere un palcoscenico straordinario per questa avventura di scoperta.
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9. Ospitalità e accoglienza
Welcome to Apulia “il turismo siamo tutti noi” (ma a nessuno interessa)
“Un turista è come un ospite che si accoglie in casa propria. Meglio lo
accogliamo, più saremo in grado di renderlo felici, più avrà voglia di
tornare e di ringraziare. L’accoglienza è una casa, una porta aperta,
acqua per rinfrescarsi, una tavola apparecchiata, un bicchier di vino, una
storia.”
Dare il benvenuto a qualcuno, fuori dai formalismi e dagli stereotipi, vuol
dire aprirsi all’altro, invitarlo a entrare nel nostro territorio fisico e
metaforico. Per fare questo bisogna rendersi disponibili, aprire i canali
della comunicazione, mostrarsi pronti all’incontro, senza reticenze,
sospetti, ambiguità.
La Puglia è ricca di tutti gli elementi che fanno la qualità dell’accoglienza
e dell’ospitalità. Terra di passaggio da sempre, ponte naturale che si
protende verso l’Oriente, unendolo idealmente all’Occidente, terra delle
lingue, delle culture, della diversità.
Il turismo coinvolge tutti, da vicino o da lontano: non si può continuare
a pensarlo come qualcosa che riguarda soltanto gli addetti ai lavori, gli
operatori, i politici e gli amministratori.
La cultura dell’accoglienza si basa su una capacità diffusa, capillare, di
rappresentarsi, mettersi in gioco, saper dialogare, ed esprimere la
propria identità culturale. Occorre percorrere quel pezzo di strada che ci
porta verso l’altro, non lo si può aspettare stando fermi. Il proprio
movimento dà all’ospite la misura dell’impegno di chi ospita, del suo
desiderio di incontrarlo. Bisogna amare i luoghi in cui si vive, e sapere
chi si è, per poterlo raccontare agli altri e farli sentire attesi e benvenuti.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
In tal senso, la ricerca itinerante ha fatto emergere molte criticità, ma
anche alcuni esempi virtuosi che andrebbero incoraggiati e utilizzati
come “contaminatori positivi” del sistema dell’ospitalità. Fare turismo è
infatti prima di tutto capacità di accogliere e ospitare. La regione
contiene tutti gli aspetti culturali ed estetici necessari. Purtroppo, ancora
una volta, proprio gli episodi di mancato racconto, di porte chiuse, di
incuria, di abuso del territorio e di fatalismo fanno sì che spesso il turista
non si senta ospite ma mero frutto da spremere. Finché c’è…
Troppa carta e poca informazione
Accoglienza significa poi dare all’ospite gli strumenti per capire e
muoversi nella terra e nella cultura che esso si accinge a scoprire.
Strumenti che ne raccontino la storia e che spieghino come identificarla
nelle cose viste, ma anche come reperire le cose da vedere.
La ricerca itinerante ha fatto emergere al riguardo diverse criticità.
Quando sono aperti, gli uffici del turismo offrono depliant vari e
disomogenei (talvolta con richiesta di un’offerta “libera” di denaro!) che
poco raccontano, spiegano e accompagnano: ad esempio, la guida degli
alberghi e agriturismo (che non tutti hanno), a fine giugno 2007 era
quella del 2005. Altro esempio, ad Altamura un depliant propone il
fascino del “Uomo di Altamura”… che pare però non si possa vedere, ma
questo il depliant non lo dice. Lo stesso depliant racconta di orme di
dinosauri: introvabili…
Si tratta quindi di un (costoso) mare di carta da centellinare in funzione
di uno sguardo più votato al necessario. Da questo punto di vista la
parcellizzazione del prodotto Puglia è lampante. Molto si scrive, molto si
propone, senza avere un’ottica lungimirante e votata al domani e
soprattutto, ancora una volta, alla fruibilità.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Le esigenze di un turista, o di un viaggiatore, sono da questo punto di
vista basilari. Gli occorre innanzitutto una visione globale e sintetica
dell’offerta, culturale da una parte, alberghiera e logistica dall’altra, per
poter operare delle scelte. Il successo universale delle guide Lonely
Planet risponde proprio a questo criterio: Come arrivare, dove dormire,
dove mangiare, dove si trova quello che è da vedere, in quali orari e a
quali costi. Qualunque informazione, anche la più ricca di grafica, foto e
spiegazioni culturali, sarà pressoché inutile, talvolta dannosa, se non
risponde a questo requisito basilare.
In tal senso uno sforzo di raggruppamento e sistematizzazione delle
informazioni potrebbe consentire una migliore leggibilità e fruizione del
territorio e dell’offerta.
Perfino nel panorama generale delle guide turistiche commercializzate in
Italia e nel mondo la Puglia appare in misura marginale, talvolta buttata
in un generico calderone denominato “Sud Italia - senza la Sicilia e la
Campania”. Appare quindi ingiustamente come una terra dove c’è poco
da fare e da vedere, se non la visita di un castello, di un trullo e di
Ostuni, per poi tornare a rinchiudersi su una spiaggia.
Tale carenza potrebbe invece diventare un’opportunità, quella di scrivere
una nuova guida dedicata alla Puglia, o alle Puglie, una guida che tracci
una lettura storico-sociale e che parli quindi dell’evoluzione storica di un
territorio e di un luogo così ricco. Una guida pensata in primis per il
viaggiatore
curioso,
per
il
turismo
dei
borghi,
della
natura
e
dell’enogastronomia. Una guida che risponda ai requisiti di pragmatismo
e affidabilità cari ai turisti nord europei.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
La formazione professionale per l’accoglienza: imparare
raccontare il territorio e a condividere la propria cultura.
a
Ogni viaggio non può prescindere dal contatto con chi ci ospita. Anzi, in
molti casi è proprio questo incontro a determinare la ricchezza e la
riuscita della vacanza.
In un mondo in continuo movimento, con milioni di esseri umani che
ogni giorno si spostano per le ragioni più varie – compresi i tanti modi e
stili di fare turismo – non possiamo non confrontarci con questi temi nel
momento in cui immaginiamo una formazione all’accoglienza.
Per il turista e il viaggiatore, l’altro si presenta attraverso incontri,
casuali e non: l’incontro casuale con una persona che spontaneamente
racconta una storia, dà un’indicazione, offre un sorriso. L’incontro invece
non
casuale
con
il
cameriere,
l’albergatore,
l’addetto
auspicabile
ri-raccontare
la
dell’ufficio
informazioni…
Così
come
appare
Puglia,
appare
indispensabile coinvolgere in questo grande processo di riscoperta della
propria ricchezza in primo luogo chi accoglie, assiste e accudisce il
turista.
Tale processo passa, ad esempio, da una formazione per gli operatori
della ristorazione che non contempli solo il servizio, la gestione del
ristorante, le norme igienico-sanitarie, gli aspetti tecnologici, ecc., ma
che preveda prima di tutto, quale perno essenziale, una formazione
culturale sull’enogastronomia e sui prodotti della terra. Lo stesso vale
per gli albergatori, i quali dovranno avere una conoscenza sulle
ricchezze naturalistiche, storiche e sociali che lo circondano.
Solo attraverso una formazione culturale, oltre a quella tecnica classica,
si potrà innescare un processo di cura e offerta delle cose, il quale non
può avere inizio se non quello della conoscenza delle risorse e della
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
storia del territorio, nonché dalla consapevolezza del loro valore.
Si tratta qui di un discorso di forte attualità che perciò concerne il futuro
del turismo, non solo in Puglia. Un lavoro capillare, i cui effetti si
esplicheranno a medio-lungo termine, ma che offre prospettive di
ricadute
positive
sia
sulle
economie
collaterali
(dall’agricoltura
all’artigianato, al commercio), sia sul benessere generale dei residenti:
se la casa è accogliente per l’ospite, lo è anche per chi ci vive.
Donne: declinazione di genere dello sviluppo turistico
La femminilità è cura, accoglienza, apertura, saper accompagnare. La
terra e la natura sono materne, ricche di risorse vitali, dispensatrici di
energia, futuro, possibilità.
In una terra dolce e materna, rassicurante e aperta come la Puglia,
s’incontrano molte donne capaci di accogliere senza pregiudizi, con
entusiasmo, apertura, sensibilità e competenza.
Come avviene in alcuni casi sul versante maschile, si ha però
l’impressione che spesso i risultati migliori e che più promettono, siano
più il frutto di virtuosi percorsi personali, di casualità, predisposizione e
passione che di percorsi educativi in qualche modo strutturati.
Se a queste qualità innate, a una predisposizione di genere, che in
Puglia come altrove si manifesta con molta energia, si unissero proposte
formative di qualità, partendo da un’analisi delle aspettative di tutte
coloro che già lavorano nel mondo del turismo o di tutte quelle per cui il
turismo
potrebbe
diventare
una
prospettiva
di
impegno
e
di
soddisfazione, si imboccherebbe una strada ricca di prospettive.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Potrebbe essere questo un primo passaggio decisivo in una terra dove le
donne hanno avuto sempre un ruolo forte nel mondo del lavoro.
Fornendo strumenti e prospettive all’imprenditoria e al lavoro femminile
si potrebbe garantire un indispensabile salto di qualità, creativo e
differente.
Lingue: do you speak English?
Sebbene possa sembrare scontato, sembra qui importante ribadire che
non ci può essere accoglienza del turista straniero senza una minima
conoscenza delle lingue, una per tutte l’inglese.
In Puglia, attraversando luoghi che nei secoli hanno visto succedersi
culture diverse, con tutta la ricchezza di storie che si sono raccontate nei
vari idiomi, sembra ancora in fase germinale lo studio sistematico e
magari mirato delle lingue.
Uno sforzo in questa direzione, deciso e qualificato va senz’altro fatto, al
più presto, individuando percorsi di formazione linguistica che vadano a
integrare percorsi più complessi di affinamento delle professioni legate
all’accoglienza.
Tutto questo deve andare di pari passo con l’offerta di strumenti
informativi in varie lingue, e soprattutto con la creazione di una
segnaletica universale o declinata almeno in inglese.
Educational interno: la formazione attraverso lo sguardo dell’altro
Per definire delle azioni destinate a migliorare e sviluppare il sistema
turistico e quindi dell’accoglienza in senso largo, è necessario mettersi in
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
gioco in prima persona, accettare la sfida e intraprendere un percorso
diverso, guardando il proprio territorio con gli occhi di chi chiamiamo a
visitarlo.
Per darsi il tempo e lo spazio di stimolare la capacità di vedere i
problemi e soprattutto le connessioni vanno immaginati contesti
formativi originali e innovativi.
Come è noto, uno degli strumenti di comunicazione più diffusi in questo
settore è quello dell’educational, dove il giornalista (o il TO, ecc.) viene
accompagnato nel visitare il territorio che s’intende promuovere, in
genere portandolo per mano nelle situazioni che si è scelto di esaltare.
La ricerca esperienziale itinerante offre invece, oltre al bagaglio tecnico e
conoscitivo standard quale indispensabile premessa e preparazione, la
possibilità di leggere il territorio attraverso l’occhio dell’altro, dell’ospite.
Si tratta di una metodologia che si potrebbe trasferire dall’ambito della
ricerca
qualitativa
a
quello
della
formazione,
adeguandola
e
trasformandola in una sorta di “educational interno” rivolto in particolare
a coloro che si occupano delle politiche per il turismo, l’ambiente, il
lavoro, ecc.
Non più l’operatore che prende per mano l’ospite ma l’ospite che viaggia
insieme all’operatore, in piccoli gruppi, e condividono scoperte e
sorprese (buone e cattive), opinioni e riflessioni, idee e progettazione.
Apprendere equivale a scostarsi dal senso comune, dal già noto,
dall’abituale,
sorprendersi,
ristrutturarsi.
Apprendere
significa
soprattutto ripartire da sé per cambiare il contesto in cui si opera.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Cittadinanza e convivenza civile
Si è più volte sottolineato ciò che appare come evidenza sia al
viaggiatore che a buona parte dei pugliesi: in Puglia, come in tanti altri
luoghi d’Italia, la cura dell’ambiente circostante si limita spesso al
perimetro domestico, con scarsa considerazione per il resto. La spiaggia,
la strada, vengono usate quasi come fossero prodotti “usa e getta”. Un
sacchetto della spazzatura abbandonato è quel che resta, per gli altri,
ma
anche
per
chi
lo
abbandona.
Qui
risiede
un
paradosso
comportamentale difficile da intendere sia per il turista che per la
maggioranza dei pugliesi.
“Le campagne sono stupende i vigneti, gli oliveti, però nonostante tutto,
tu vai a vedere i vigneti e gli oliveti e prima di entrare nei campi,
attaccati su questi vecchi muretti di pietra fatti dai nostri avi, ci sono
sacchetti della spazzatura, bottiglie di plastica e di vetro. Per me questa
è l'inciviltà, lo stacco dalla cultura… è un peccato perché la Puglia è
bella. Invece mettono il sacchetto della spazzatura sul cofano e, tah,
cade il sacchetto e resta lì. (…) E' come se si fossero fermati nel tempo,
non erano abituati in passato ad avere il cassonetto della spazzatura e
ora, anche se c'è il cassonetto, magari lanciano il sacchetto dal balcone.
Sono rimasti fermi anche se c'è la polizia, i vigili che provano a dire
qualcosa, fanno le multe, non cambia niente, non ce la fanno… Loro
vanno in macchina e ad un certo punto buttano fuori il sacchetto della
spazzatura, perché? E' come se te la buttassi in casa la spazzatura! (…)
E' un peccato perché poi a livello turistico non è una cosa che fa piacere,
non stai buttando ai bordi dei campi dei petali di rosa o hai seminato dei
tulipani, no, hai buttato dei sacchetti della spazzatura, tutte cose non
biodegradabili. (…) È un peccato che i turisti non vedano l'interno delle
case, se facessero appena appena, non dico tanto, ma un terzo dei
lavori che fanno in casa, cura, pulizia e tutto, viene fuori un gioiello! Se
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
vai nella parte vecchia lo fanno perché ci tengono tantissimo a pulire il
loro pezzettino davanti, spazzano, lavano, puliscono.”
Da un’intervista a Pasquale, originario di Bisceglie e proprietario del bar
Ted One nel centro di Milano.
In un contesto dove la qualità, l’ambiente e la sostenibilità sono le
nuove
parole
d’ordine
universalmente
auspicate,
benché
spesso
purtroppo non praticate, appare di fondamentale importanza attuare
iniziative
di
comunicazione
pubblica
e
di
sensibilizzazione
sull’argomento.
Come già si è visto parlando del territorio, tale attività di comunicazione
va unita ad una riqualificazione dell’urbanistica e dei luoghi condivisi.
“La Puglia è casa tua, abbine cura” è l’essenza del messaggio che si
dovrebbe lanciare attraverso numerose iniziative condivise, a partire
dalle scuole e con campagne di comunicazione pubblica, con il
coinvolgimento delle associazioni ambientaliste e di tutte le realtà che
possono influenzare positivamente il comportamento civile facendo
emergere una nuova consapevolezza dell’impatto delle proprie azioni.
Tutto questo perché si arrivi a sentire i luoghi come propri, come
estensioni di sé che quindi si devono amare, comprendere e valorizzare
perché parti vitali della nostra storia e della nostra essenza.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
10. La Mobilità
La rete stradale
La
competitività
turistica
di
un
territorio
passa
necessariamente
attraverso la rete infrastrutturale che viene offerta al turista, per
agevolarne la permanenza e soprattutto per favorirne lo spostamento.
Per quanto concerne la rete stradale si può affermare che i passi che la
Puglia è invitata a compiere sono sostanzialmente di contorno, nel senso
che la Regione non sarà chiamata a costruire nuovi percorsi, a
cementificare zone del territorio per allungare la rete stradale, ma dovrà
piuttosto operare una scelta votata alla comprensione delle sue città per
garantirne la fruizione in termini turistici. Esiste una fitta trama di
strade, di tutti i tipi e di tutte le dimensioni, che portano in poco tempo
dall’interno al mare e viceversa, che collegano bene i borghi e le varie
aree di interesse turistico.
Solitamente è opinione comune che sia facile perdersi nelle strade
secondarie, magari di campagna, dove la segnaletica stradale è relegata
e quasi invisibile. Nel caso della Puglia avviene il contrario: il territorio
regionale, soprattutto nella parte salentina, è ben collegato tramite una
rete di paesini ben rintracciabili e facilmente raggiungibili. Più complesso
è comprendere la mancanza strutturale di una segnaletica che favorisce
il transito nelle città, una mancanza che spaventa non poco chi potrebbe
essere propenso al turismo in solitaria: in un frangente una partecipante
alla ricerca, la giornalista e scrittrice americana Laura Fraser, ha
lamentato che “sarà difficile per una donna sola guidare in queste zone,
non ci sono segnali, io ho guidato sola in Sardegna e so già che quì
potrebbe rivelarsi un’avventura improba, specialmente vicino Taranto”.
Le paure sono causate da una segnaletica stradale che sembra rivolgersi
soltanto all’autoctono e al conoscitore ex-ante delle tortuosità dei
percorsi cittadini. Un passaggio nelle città di Taranto o di Bari, per
esempio, non agevola certamente una percezione positiva dell’offerta
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
turistica locale. Per il turista il doversi trovare nella difficoltosa
condizione di districarsi tra le vie cittadine senza una congrua
segnaletica
potrebbe
raffreddare
ogni
iniziale
entusiasmo,
e,
conseguentemente, generare il bisogno di cercare un luogo più
“accogliente”.
Gli aeroporti ci sono già, ma gli aerei…
Se pochi anni fa potevamo parlare di un’emergenza aeroportuale dettata
da incuria e scarsità di servizio, oggi la Puglia si è avviata a un percorso
di qualificazione della sua rete regionale. Balza agli occhi la grande
evoluzione dell’Aeroporto di Bari Palese, che in pochi anni è stato
trasformato in un aeroporto assolutamente moderno e funzionale.
Secondo i dati CNIT l’aeroporto di Bari, fra i primi 15 scali per numero di
passeggeri complessivi, è quello che ha fatto registrare la crescita
maggiore (+20% in più rispetto al 2003), secondo al solo aeroporto di
Ciampino.
Nonostante queste elementi di positività le noti dolenti permangono e
riguardano soprattutto la quantità del traffico aereo. Se gli aeroporti
regionali sembrano sufficienti nel catalizzzare un numero ampio di
utenti, la mancanza, o quanto meno la disparità, dei flussi aerei rispetto
ad altre mete rende il tutto più difficile. Sembra che gli aeroporti ci siano
ma manchino gli aerei e soprattutto che manchi un’apertura verso
l’estero degli aeroporti pugliesi.
Alcune compagnie aeree tedesche, per incrementare il flusso di
passeggeri,
propongono
ai
tour
operator
delle
tariffe
ridotte
su
determinate tratte, nel caso italiano tali convenzioni riguardano spesso i
collegamenti tra le maggiori città tedesche e le città d’arte italiane.
Purtroppo fino a questo momento la Puglia non è rientrata tra questi
accordi e questo gap, consequenzialmente, ha comportato una certa
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
refrattarietà da parte dei tour operator nel promuovere la destinazione
Puglia.
Anche il mercato svizzero lamenta una mancanza di collegamenti tra la
Svizzera e la regione Puglia.
Ma la questione non si esaurisce analizzando il mercato estero. Anche il
turismo italiano non è favorito da proposte di spostamento che
avvantaggiano mete di medio-lungo raggio.
Resta poi il nodo dell’aeroporto di Grottaglie. Un interessante snodo
strategico perché permetterebbe non soltanto di favorire il turismo nel
tarantino, ma collegherebbe con maggiore funzionalità anche le zone del
Metaponto e della Basilicata, favorendo una fruizione di un percorso
ampio e variegato, ancora sguarnito a livello infrastrutturale. L’aeroporto
di Grottaglie, ancora concepito come un aeroporto militare, ha già
mostrato le proprie potenzialità pochi anni orsono, quando cioè fu aperto
al transito civile e registrò dei risultati molto significativi.
Accessibilità e mobilità slow
Per mobilità slow si intende una rete di trasporti che si inseriscano in un
perfetto schema di rintracciabilità di quelle che sono le bellezze
paesaggistiche e culturali di un territorio come la Puglia. Una rete di
trasporto che garantisca dunque un’accessibilità costante e adeguata
alle esigenze più varie, una linea leggera, differenziata, attenta alla
sostenibilità e nel pieno rispetto dell’ambiente.
In Puglia si dovrebbe creare una forma di trasporto slow, che potrebbe
diventare un vero e proprio marchio di fabbrica a livello regionale. I
percorsi da attuare sarebbero molto vari e potrebbero intercambiarsi a
seconda delle esperienze ricercate.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Inserita nel contesto dello “slow travel”, la mobilità che si dovrebbe
promuovere in Puglia dovrebbe rispondere ai criteri già citati in
precedenza, con una particolare attenzione a riqualificare e ripristinare
le potenzialità già presenti.
Quindi
si
dovrebbe
pensare
a
una
Puglia
a
scorrimento
lento,
icasticamente rappresentata da un treno che collega faticosamente,
eppure dignitosamente, le piccole città, i piccoli borghi ancora autentici
utilizzando percorsi suggestivi e attrattivi per il turista.
Il treno è solo uno degli esempi; si potrebbero infatti abbinare a questi
percorsi su rotaia delle tratte in bicicletta, come verrà specificato
successivamente, oppure tratte che utilizzino un grande attrattore della
Puglia, il mare, come il raggiungimento ideale delle città costiere.
Ci sono poi altre tipicità di spostamento, ancora più “naturali”, che si
rifanno alla tradizione pugliese. Sono itinerari a piedi, che potrebbero
ricalcare i pellegrinaggi dei tempi antichi, oppure utilizzando animali
locali. E viene alla mente l’evocatività del cavallo Murgese, che potrebbe
essere il “mezzo” ideale per raggiungere e scoprire il ricco entrotrerra
pugliese.
L’integrazione di diversi tipi di trasporto costituisconon poi un valido
esempio per passare da un trasporto slow passivo, il treno, a un
trasporto attivo, a piedi o in bicicletta.
Queste
tipologie
di
spostamento
stanno
crescendo
ampiamente
nell’immaginario turistico, perché riescono a far percepire la vere
essenza di un luogo, seguendo un ritmo assolutamente soggettivo.
Anche in questo caso servirebbe la mappatura dei tragitti, dei percorsi
ciclabili e dei sentieri che, insieme, dovrebbero formare un’ampia rete di
spostamento slow.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
In Europa il modello da seguire è quello del “greenway”, una strada
verde che unisce diversi itinerari, ricavati anche da linee dismesse, nel
rispetto della natura e nella scoperta di bellezze sperse nel teritorio. Una
linea interconnessa che faciliti una fruizione di territorio e cultura.
Ecco alcuni esempi di percorsi “greenway”:
EUROVELO, The European Cycle Route Network
Progetto promosso, tra gli altri, dall’Alliance Internationale de Tourisme
&
Federation
Internationale
de
l’Automobile,
dalla
Commissione
Europea, dall’European Cyclists’ Federation, dall’European Environment
Agency e dall’Union Internationale des Chemins de Fer, per lo sviluppo
di 12 itinerari ciclabili attraverso i paesi dell’Europa, per un totale di
oltre 60.000 km. Si tratta di itinerari costituiti, per quanto è stato
possibile, da percorsi già esistenti; pensati per essere utilizzati sia per i
lunghi spostamenti da un Paese all’altro, e quindi con una funzione
soprattutto turistica ricreativa, sia per permetterne l’utilizzo per piccoli
tratti, per brevi passeggiate e per i quotidiani spostamenti degli abitanti
delle aree attraversate.
L’Eurovelo collabora, a vario livello, con le organizzazioni nazionali e
regionali per lo sviluppo di progetti, alcuni dei quali riportati di seguito,
rivolti al completamento di tale rete.
RAVeL, Reseau Autonome de Voies Lentes en Wallonie
Programma del governo vallone per la creazione di una rete di percorsi
ciclabili e pedonali sicuri per una circolazione non motorizzata attraverso
la Vallonia, regione di lingua francese del Belgio.
Lo sviluppo di questa rete ciclabile in Vallonia è strettamente legato al
recupero delle ferrovie non utilizzate. Infatti, prima della seconda guerra
mondiale il Belgio aveva una delle rete ferroviarie più fitte del mondo.
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Vèloroutes & Voies Vertes
L’Association Française de development des Véloroutes et Voies Vertes è
un’associazione nata nel 1997 con lo scopo di favorire lo sviluppo dei
percorsi ciclabili e delle greenways mediante, tra l’altro, la realizzazione
di un inventario dei percorsi esistenti, la promozione e la partecipare a
gruppi di lavoro per lo sviluppo della rete dei percorsi, l’acquisizione
delle
competenze
tecniche
necessarie
alla
loro
realizzazione.
L’associazione è inoltre responsabile per la Francia dello sviluppo dei
progetti Eurovelo e Rever ed ha elaborato, in collaborazione con i
Ministeri dell’Ambiente, dei Trasporti e dello Sport, un piano nazionale
dei percorsi ciclabili e delle greenways che, una volta realizzato,
consentirà di attraversare l’intero territorio francese senza l’utilizzo
dell’automobile. Attualmente sono stati completati 16 percorsi.
Vias Verdes
Si tratta di un programma nazionale spagnolo, coordinato dalla
Fundacíon de los Ferrocarriles Españoles, con lo scopo di favorire il
recupero delle linee ferroviari dismesse.
Il primo passo del programma è stato il censimento delle
linee ferroviari dismesse che ha portato all’individuazione di 98 linee
ferroviarie per un totale di 5764 km oltre che di 954 stazioni, 501
gallerie e 1070 ponti. Sono state inoltre censite 89 tratte ferrate di
servizio all’attività mineraria e ad altre industrie per un totale di 1920
km.
Successiva al censimento è stata la fase di recupero delle linee mediante
la loro trasformazione in percorsi pedonali e ciclabili che ha portato
all’apertura di oltre 850 km di percorsi.
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La rete ferroviaria
Negli ultimi anni il turismo sembra aver riscoperto uno spirito di
adattamento perfettamente in linea con le esperienze territoriali che, di
volta in volta, vengono vissute. Un turismo che preferisce lo short break,
non necessariamente unisce la rapidità del suo soggiorno con una
analoga velocità nel catturare più elementi possibili. Il turismo dunque si
scopre interessato ai ritmi del luogo visitato e sceglie la modalità slow
per entrare a contatto con l’anima stessa del luogo.
Tutto ciò ha bisogno di forme culturali autentiche, ma anche strutture e
servizi consoni per ogni ritmo scelto. In questo la Puglia ha un’indubbia
posizione di vantaggio. Come detto sono molte le strade che si irradiano
tra i paesini, vie che si possono utilizzare arbitrariamente, seguendo il
proprio personalissimo ritmo.
La rete ferroviaria è sicuramente un metodo per facilitare un’immersione
autentica nello spirito del luogo. La Puglia può contare su due reti
ferroviarie che svolgono un servizio capillare nel Salento e nel Gargano, i
due principali attrattori territoriali della regione.
Nel Salento si snoda la rete della Sud-Est, una via di comunicazione che
unisce molti paesini di rilevanza turistica ed economica lambendo un
paesaggio splendido.
Un grande attrattore potrebbe essere la linea che collega Maglie a
Otranto, disegnata lungo il sistema viario romano. La prerogativa del
tracciato romano era che utilizzava come punto di riferimento i menhir.
In questo splendido tratto si possono scorgere dal finestrino 6 imponenti
menhir, primi testimoni della cultura storica e artistica del territorio.
L’idea di mettere a valore e potenziare il trasporto su rotaia è già stata
messa in pratica dall’organizzazione del Concertone di Melpignano, che
ha utilizzato il treno del Sud-Est per agevolare il trasporto del pubblico
verso il raduno e ha scongiurato eventuali problemi legati a un eccesso
di traffico verso il piccolo borgo della Grecìa Salentina.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Spostandoci a nord invece troviamo la rete gestita dalle Ferrovie del
Gargano, un'altra linea dal sicuro fascino e dalle potenzialità da
riscoprire anche e soprattutto in chiave turistica.
Per quanto concerne le carrozze, soprattutto quelle della linea Sud-Est,
va detto che sono obsolete e non presentano alcun tipo di confort. Un
dato che non scoraggia il turista italiano e straniero che utilizza con
interesse crescente queste linee che fanno parte della storia stessa di un
territorio. Altro elemento che non aiuta, ma che sembra non influire
sulle scelte del turista straniero, è che tutte le informazioni reperibili online sulle tratte e sui treni regionali sono proposte soltanto in italiano.
Lo sviluppo del cicloturismo
Anche il cicloturismo fa parte di un
nuovo modo di percepire lo
spostamento che diviene veicolo e traino di un nuovo modo di intendere
il rapporto tra turista e paesaggio.
Da un punto di vista orografico la Puglia si presenta come una meta
interessante per il cicloturismo, sia perché il territorio non presenta
particolari rilievi e quindi è idoneo a qualsiasi livello di preparazione
atletica, sia perchè riesce a stimolare il cicloturista per la varietà
paesaggistica e storica dei luoghi visitati.
Attivando
le
cicloturismo
giuste
pugliese
politiche
si
e
presentando
potrebbero
attivare
e
promuovendo
delle
spirali
il
di
consequenzialità, che finirebbero per attirare un pubblico sempre più
vasto.
La rotta tracciata dall’Alsazia, per citare una regione geograficamente
prossima all’Italia che negli anni scorsi ha basato parte di una
importante riscossa turistica proprio sullo sviluppo del cicloturismo,
potrebbe essere quella più giusta da seguire.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
A livello nazionale il fermento che sta vivendo il movimento cicloturistico
è evidente e deve essere colto con dinamismo e preparazione. Sempre
più italiani cercano delle mete mediterranee per praticare questa pratica
turistica, non a caso tra i quattro itinerari progettati dal Touring
nell’ambito del progetto “Italia in Bicicletta” , due riguardano proprio il
Centro-Sud e cioè gli itinerari “In bici con gli Etruschi” (Toscana e Lazio)
e “Bye bye Sicily” (Sicilia).
Il progetto “CY.RO.N.MED”
Il progetto della “Rete Ciclabile del Mediterraneo”, che vede la Regione
Puglia capofila nello sviluppo di un percorso che colleghi mediante una
rete ciclabile i paesi del mediterraneo sud-orientale, è
certamente
interessante e da rimarcare positivamente.
La costituzione di una rete ciclabile che colleghi varie regioni sulla scia
dell’EuroVelo o della stessa BicItalia è assolutamente congruente
rispetto all’esigenza di un turismo di scoperta.
Questo progetto potrebbe anche contribuire alla mano tesa, a lungo
attesa da parte della Puglia, nei confronti dell’Oriente. Un modo per
internazionalizzare a livello di percezione e di positioning “la Puglia come
porta d’Oriente” e un tentativo concreto di adottare una politica
lungimirante di collegamento sostenibile.
Il progetto riesce, almeno negli obiettivi, a legare varie componenti
affrontate in questo studio. “I paesi dell’area ARCHIMED, ricchi di storia,
natura, arte, cultura, gastronomia e con un clima favorevole che
consente di ospitare turisti in bici anche in autunno e in inverno, hanno
tutte le carte in regola per dotarsi di quanto necessario e porsi sul
mercato per captare nuovi flussi di traffico cicloturistico da quei Paesi
europei o d’oltreoceano dove andare in bicicletta è più diffuso”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Ma non solo. Il progetto parte da una ricognizione analitica di tutti i
percorsi e le risorse ciclabili esistenti e potenziali percorsi ciclabili, strade
rurali e di servizio, tratturi, argini, infrastrutture ferroviarie dimesse,
strade a basso traffico.
Resta da sperare che alle promesse iniziali facciano seguito dei dati
concreti e che vengano evitati risultati simili a quelli scaturiti da
iniziative analoghe, sempre finanziate dalla Comunità Europea, e
conclusesi con incuria e abbandono (si pensi per esempio all’“Itinerario
Ciclabile Taranto Sud”).
Partendo da una convergenza interregionale e attraverso una strategia
attenta e condivisa che analizzi le effettive potenzialità di questo
sviluppo, è ipotizzabile che la cresciata del cicloturismo possa diventare
realtà e possa integrarsi in maniera fruttuosa con una rete più ampia di
mobilità slow.
La puglia vista dal mare
Se l’Italia è una penisola, la Puglia è quasi un’isola. La sua costa,
eccezion fatta per le isole, è la più lunga tra le regioni italiane e
permette di osservare delle sfaccettature paesaggistiche sempre diverse
se percorriamo i 700 km di costa che scandiscono la regione.
Il turista è affascinato dalla possibilità di accedere a un patrimonio
utilizzando più vie di comunicazione. E la Puglia potrebbe sensibilmente
operare in questo senso, vale a dire cercando di programmare una
fruibilità anche marittima del suo paesaggio.
Si dovrebbe quindi organizzare un tarsporto marittimo sostenibile e
congruo rispetto alla domanda turistica, allo stesso tempo sarebbe
auspicabile che venisse studiata la fattibilità realizzativa di piccoli
vaporetti, ecologicamente sostenibili, che costeggino le aree costiere
maggiormente suggestive. Una sorta di “treno del mare” che dovrebbe
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
sviluppare un servizio da cabotaggio che colleghi le città costiere che,
come afferma Panunzi di Valtur (si veda più avanti, “L’intermediazione
turistica europea”), “sono malgrado tutto città vive”.
Tutte le attività che si potrebbero organizzare potrebbero concorrere a
un miglioramento della sensibilità nei confronti delle aree costiere e
marine, in più potrebbe anche permettere, si pensi alla zona di Taranto
per esempio, di toccare quasi con mano le eterogeneità paesaggistiche e
architettoniche di una città che potrebbe essere riscoperta proprio a
partire dal mare.
Anche
una
città
come
Trani
potrebbe
diventare
una
meta
particolarmente attrattiva, arrivando dal mare.
Ricucire il gap che divide la portualità turistica pugliese dai competitor
mediterranei partendo dalla costruzione di nuovi porti è impossibile nel
breve periodo.
Tuttavia qualcosa potrebbe ugualmente essere fatto.
La Regione potrebbe partire con la riqualificazione dei porti che già ci
sono. Il caso di Otranto in questo senso è molto interessante: la
riqualificazione del porto di Otranto è risultato essere volano di un
miglioramento generale, riferito all’intera città. La riqualificazione del
porto ha trainato le migliorie apportate al centro storico; tutte insieme
hanno spinto verso uno sviluppo integrato e hanno contribuito a rendere
Otranto una città turisticamente interessante e apprezzata.
Superare l’empasse, apportare le miglliorie del caso, puntare su una
professionalità e studiare dei percorsi attraenti; utilizzando queste leve
la riscossa “marittima” della Puglia può diventare realtà.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
11. Commercializzare la Puglia
Positioning dei prodotti – Lo stato di fatto
Ruralità e patrimonio diffuso - natura e parchi
In merito al prodotto turistico “Ruralità e patrimonio diffuso-natura e
parchi” indicato come oggetto di approfondimento nel corso della ricerca
esperienziale itinerante appare opportuno distinguere il discorso sulla
ruralità e patrimonio diffuso da quello sulla natura e parchi.
In quanto a ruralità e patrimonio diffuso la dotazione della Regione
Puglia appare davvero notevole, sia per qualità che per quantità e
continuità territoriale delle emergenze positive relative a questo livello
tematico.
Al
tempo
stesso
risulta
molto
chiaramente
una
larga
sottoutilizzazione ai fini turistici di tali risorse territoriali. Ciò potrebbe
essere dovuto ad una sottovalutazione rispetto alle potenzialità di
sviluppo turistico che il territorio offre; sicuramente, comunque, se
anche la consapevolezza più o meno diffusa circa le risorse presenti non
consente di parlare di sottovalutazione, si può senz’altro sottolineare che
vi sia al momento presente una mancata valorizzazione di queste
risorse.
Come già anticipato nelle sezioni precedenti del presente rapporto, ci si
riferisce segnatamente ad una ricca presenza di saperi, pratiche e
tradizioni profondamente legate alla cultura rurale pugliese, oltre a una
serie di testimonianze storiche, che però non vengono quasi mai
compresi, indicati, raccontati e quindi valorizzati come tali.
Anche le strutture ricettive che si inseriscono in contesti rurali,
agriturismo e masserie, non offrono di fatto un’esperienza “culturale” o
conoscitiva del territorio. Su questo tema insiste poi la realtà, qui già
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
affrontata, delle masserie conosciute generalmente come luoghi di
accoglienza rurale che invece sono talvolta assai poco accoglienti e
hanno di rurale solo il paesaggio circostante.
Per quanto ancora sia in gran parte da mettere a sistema e da
valorizzare meglio, il turismo rurale rappresenta comunque una realtà
già avviata in Puglia, e come tale ha già iniziato ad essere relativamente
conosciuta fuori dalla regione, occorre quindi lavorare a fondo per
migliorare il sistema (ma anche la filosofia) dell’offerta in questo settore.
Tanto più che ruralità e patrimonio diffuso sono stati valutati nel corso
della ricerca come una delle leve principali per il potenziale sviluppo
turistico regionale.
Sul versante della natura e dei parchi naturali l’offerta pugliese sembra
invece avere un peso strategico minore rispetto a quello che potrebbe
avere il turismo di territorio. Infatti, per quanto la Puglia conti 35 fra
parchi nazionali e regionali, riserve e zone protette, l’unica realtà che
emerge, da un punto di vista naturalistico ma anche turistico, è quella
del Parco Nazionale del Gargano, luogo importantissimo sotto il profilo
paesaggistico e della biodiversità, ma che appare difficilmente sfruttabile
come elemento attrattore di un turismo naturalistico di medio raggio;
esso, come del resto gli altri parchi e riserve, possono piuttosto essere
un’ottima integrazione rispetto agli altri prodotti turistici.
I parchi, le zone protette e le riserve naturali “minori” sono sì
caratterizzati da una forte peculiarità, e spesso sono istituiti a tutela di
contesti
paesaggistici
assolutamente
distintivi
della
Puglia,
ma
costituiscono risorse che non hanno le caratteristiche necessarie per
porsi di per sé come singoli attrattori rispetto a quello che è ad oggi
concepito come un “turismo naturalistico”. Diventano invece un enorme
valore aggiunto e distintivo rispetto ad un turismo rurale e di territorio,
e come tale appare opportuno concepirli e valorizzarli.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Cultura e arte
La verifica sul territorio circa la realtà fattuale del patrimonio artistico e
culturale rende sorprendente il confronto con i dati sulla capacità di
attrazione turistica del patrimonio stesso, che ad oggi risulta bassissima.
Se è vero che in termini di offerta museale la Puglia non è forse in grado
di offrire una “massa critica” capace di competere di per sé con quella di
altre regioni, è però da sottolineare la presenza diffusa su tutto il
territorio di siti culturali di dimensioni minori rispetto alle città d’arte
italiane ma di assoluto pregio e valore storico-artistico, nonché di musei
e siti archeologici altrettanto validi ed interessanti e dalle caratteristiche
uniche.
Il patrimonio culturale pugliese si contraddistingue per la grande varietà
che racchiude: dagli insediamenti rupestri all’archeologia classica,
dall’architettura medievale (religiosa, militare e civile) ai fasti del
barocco. È quindi un’offerta ampia e articolata, che già sappiamo essere
di grande interesse per i mercati nord-europei, che sono trainati spesso
dalla notorietà di Federico II ma che trovano sempre una ricchezza ben
più vasta.
Per chiarire meglio il posizionamento turistico del segmento cultura e
arte in Puglia occorre comunque richiamare due ordini di questioni. Il
primo è quello già rilevato più volte: vi è una scarsa fruibilità del
patrimonio esistente. E questo per una serie di motivi: dalla chiusura e
non accessibilità dei monumenti, alla scarsa spiegazione e illustrazione
dei monumenti stessi, in alcuni casi si arriva addirittura alla assoluta
non-reperibilità sul territorio di siti segnalati da opuscoli turistici; sembra
opportuno citare qui il report di ricerca di Peter Amann: “monumenti
chiusi e non accessibili (il caso delle chiese rupestri a Mottola) non
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
servono a nulla, peggio ancora se se ne parla nei libri d’arte e arrivano
turisti da lontano per trovarsi davanti a porte chiuse”.
Appare allora opportuno evidenziare che siamo in presenza di un grande
“potenziale” di offerta turistica, che richiede per poter divenire reale un
grande e importante sforzo organizzativo – ma potremmo aggiungere
anche “culturale”, tornando a parlare della necessità di ri-raccontare ed
illustrare la storia e il patrimonio pugliese.
Il secondo ordine di questioni investe la qualità e la distribuzione del
patrimonio culturale esistente: esso è infatti un patrimonio decentrato,
che permea il territorio sconfinando dalle città ai paesi e alle campagne;
un patrimonio artistico-culturale che frequentemente si sovrappone e si
collega al patrimonio rurale diffuso, arrivando in molti casi a creare un
tutt’uno con esso. Del resto questa caratteristica è testimoniata anche
dalla presente modalità di fruizione soprattutto da parte dei mercati
stranieri, che nel visitare i siti artistici integrano il prodotto turistico con
natura e ruralità, attribuendo però a questa una forte componente
culturale,
che
si
manifesta
in
modo
molto
chiaro
ad
esempio
nell’enogastronomia legata al territorio e alle sue tradizioni. Si tratta
infine anche di un patrimonio culturale che per molti aspetti può essere
definito immateriale: basta limitare l’esempio al caso della musica
popolare o al fenomeno del tarantismo per richiamare l’importante
presenza di questo livello culturale.
Emerge quindi alla luce di queste considerazioni che il prodotto cultura e
arte ha una enorme possibilità di sviluppo ulteriore, purché possa essere
concepito in modalità di fruizione specifiche rispetto alla realtà pugliese,
creando quindi un sistema, un’organizzazione, una concezione del
viaggio culturale che non ricalchi quella del pacchetto “Venezia-FirenzeRoma” ma che sia piuttosto il paradigma di un’altra filosofia della visita e
della scoperta culturale.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
La creazione di una rete di musei e siti archeologici appare strategica sia
alla
commercializzazione
della
Puglia
che
alla
sua
ridefinizione
identitaria.
Mare e nautica
Ad oggi il mare rappresenta come è risaputo il principale prodotto
turistico pugliese; al tempo stesso esso pare essere quello che risulta
più complesso e problematico nell’ottica di uno sviluppo e una crescita
ulteriori per il futuro. Gli elementi attrattivi del mare pugliese sono
giustamente famosi e celebrati: la qualità delle acque, la bellezza di
alcune coste e dei borghi medievali sul mare sono un grande valore
aggiunto per il turismo balneare. Come si è visto, però, i problemi
riscontrati
nel
corso
della
ricerca
sono
molteplici:
aree
costiere
degradate dallo sviluppo urbano incontrollato, squalificate e rese
inaccessibili da fenomeni di abusivismo edilizio, recintate nei punti
migliori da villaggi turistici, non segnalate nei punti di accesso pubblico
da apposite indicazioni, stagione di esercizio commerciale relativamente
breve rispetto al potenziale e inoltre caratterizzata da un rapporto
qualità/prezzo non concorrenziale, situazioni di incuria ambientale,
eccetera.
La qualità dei servizi, delle strutture e degli insediamenti urbani, la
lunghezza della stagione, la tematica dei prezzi, la disponibilità di
esercizi ed attività complementari sembrano essere i principali nodi da
affrontare nell’ottica di un ri-posizionamento del prodotto mare-Puglia
sul mercato italiano. In particolare se si pone, come appare sensato, il
duplice obiettivo rispetto al mercato nazionale di riportare al mare le
famiglie che attualmente non sembrano potersi permettere alcun tipo di
vacanza (è recente il dato di ricerca secondo il quale il 51% degli italiani
non effettuerà alcuna vacanza nel corso dell’estate 2007), e d’altra parte
di riportare in Italia tutti coloro che stanno sperimentando mete balneari
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
maggiormente
concorrenziali
dal
punto
di
vista
del
rapporto
qualità/prezzo: si tratta di mete emergenti quali Egitto, Turchia, Croazia,
eccetera.
Forse più problematico è l’obiettivo di posizionamento del mare pugliese
sui mercati stranieri.
Già piuttosto poco presenti sul mare pugliese, i turisti europei interessati
alla vacanza balneare più tradizionale si riversano prevalentemente su
mete più concorrenziali dal punto di vista dei servizi, quali la riviera
romagnola in Italia o altre destinazioni all’estero; mentre coloro che
sono interessati ad un mare-natura non trovano in Puglia adeguati criteri
di servizio: dalla pulizia e utilizzabilità delle spiagge alla presenza di
strutture idonee a questo tipo di turismo, sono ancora molti gli
adeguamenti da compiere per rivolgere l’offerta balneare pugliese ad un
pubblico che pure potrebbe essere molto interessato vista la presenza di
aree marine di alto pregio ambientale, alle quali inoltre si affiancano
emergenze culturali di notevole interesse.
Quanto alla nautica vi sono senz’altro buoni margini di crescita per il
turismo da diporto, bisogna però anche tenere presente che l’obiettivo di
posizionare la Puglia, come sarebbe stato possibile fare, come scalo
nautico
internazionale
navigazione
turistica
al
centro
appare
di
un
difficilmente
sistema
mediterraneo
attuabile,
come
di
viene
confermato anche da alcuni rappresentanti dell’intermediazione turistica
europea (si veda più avanti); infatti, tale ruolo è già stato assunto da
altre località portuali. Inoltre, è necessario precisare che la destinazione
Puglia è di per sé scarsamente attrattiva come destinazione nautica:
data la morfologia della costa pugliese solo poche zone, separate e
talora distanti fra loro, hanno le caratteristiche per risultare interessanti
presso un turismo velico e da diporto in generale. Appare quindi
scarsamente strategico un investimento incentrato sull’attrazione di
barche internazionali, se non all’interno di rotte turistiche più ampie ed
attraenti, mentre può in ogni caso essere incrementato il mercato delle
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
barche italiane o anche l’attrazione di turisti stranieri tramite charter
velici.
Benessere e turismo della salute
La ricerca effettuata ha riscontrato una scarsa consistenza di offerta e
potenzialità attrattiva per il turismo benessere e della salute, almeno per
come esso è attualmente inteso e nell’ottica di una espansione su
mercati diversi da quelli attuali. Il settore infatti vede la presenza sul
mercato di competitor molto più avanzati su questo fronte rispetto al
sistema di offerta pugliese, sia per la quantità di stabilimenti e di
strutture, sia sotto il profilo della qualità complessiva dell’offerta, dove lo
svantaggio della Puglia sembrerebbe derivare non dai servizi-benessere
intesi in senso stretto quanto dai contesti ambientali e paesaggistici. Su
questo ultimo punto sono però da citare come esempio positivo alcune
masserie di lusso che offrono servizi spa e wellness, le quali hanno
peraltro contribuito a far conoscere diffusamente la presenza di questo
tipo di offerta turistica in Puglia.
Tuttavia, a parte alcuni casi sporadici, anche queste sembrano attrarre
un pubblico essenzialmente domestico e dalle regioni limitrofe, così
come avviene ancor di più per il turismo termale e curativo. Su questo
settore di offerta, pertanto, più che sugli altri che sono stati verificati,
preme
sottolineare
la
necessità
di
concepirlo,
ad
un
livello
di
pianificazione strategica, non tanto come un prodotto turistico a sé
stante quanto un possibile elemento di qualità diffusa capace di
generare un importante valore aggiunto rispetto ai segmenti di offerta
turistica maggiori.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Alberghi sovra-stellati – sistema delle attese e delle delusioni
La qualità effettiva delle strutture ricettive è emersa come uno dei temi
principali al quale lavorare. Certamente non si tratta di una novità
apportata dal presente lavoro di ricerca, ma piuttosto di una conferma
effettuata sul campo.
Un primo elemento empirico riscontrato è la grande variabilità, non solo
e non tanto della qualità ricettiva di per sé ma piuttosto nella
rispondenza fra qualità “promessa” (ad esempio dalle stelle o dal prezzo
della camera) e quella realmente offerta.
In particolare, e questo vale sia per le strutture ricettive che per gli
esercizi complementari quali ristoranti e stabilimenti, laddove la qualità
del servizio risulta scarsa, ciò è direttamente dovuto a una più o meno
profonda mancanza di professionalità del servizio. Inoltre tale mancanza
è a volte mitigata da un’accoglienza molto cordiale, altre volte però è di
molto peggiorata da una assoluta mancanza di cortesia e di attenzione
al cliente. Uno dei partecipanti alla ricerca ha scritto nel report
individuale che gli addetti “se sono gentili è perché hanno un carattere
gentile”: a riprova della mancanza di educazione all’accoglienza; preme
sottolineare questo aspetto perché sappiamo che altrove la gentilezza
pur non spontanea ha saputo generare e sorreggere sistemi turistici
vasti ed efficienti.
Inoltre non si tratta solo di alberghi sovra-stellati, ma anche di strutture
diverse che risultano incoerenti con la propria tipologia ricettiva, ad
esempio agriturismo che ben poco hanno a che fare con quello che
dovrebbe essere per definizione di legge un agriturismo, e dove
comunque, senza addentrarsi nelle tematiche legali, la trasformazione
dei prodotti del territorio, attorno alla quale l’agriturismo dovrebbe
incentrarsi, non è presente, almeno agli occhi del turista.
Una commercializzazione organica e coerente del prodotto-Puglia nel
suo complesso deve necessariamente tenere conto dell’esigenza di
intervenire sui sistemi di qualità complessiva, si tratta di un punto
altamente strategico: il sistema delle attese e delle delusioni è ciò che
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
più di ogni altro aspetto determina il gradimento della vacanza nel suo
complesso, ovvero la corrispondenza fra il vissuto e l’aspettativa creata,
la capacità di mantenere tutte quelle “promesse” che vengono fatte al
turista nei vari momenti comunicativi che le strutture, gli esercizi, la
destinazione nel suo complesso attivano in modo esplicito ed implicito.
I turisti vengono senza prenotare
Un fattore da tenere in considerazione è anche l’alta percentuale (39%)
di turisti che si recano in Puglia senza effettuare alcuna prenotazione (si
veda la ricerca di Retecamere, novembre 2006); sarà quindi necessario
agevolare al massimo le procedure di ricerca e prenotazione per il
cliente, organizzando gli IAT in modo tale da rispondere con efficacia a
questa funzione. Il sistema di offerta turistica pugliese è composto in
buona parte da strutture di dimensioni medio-piccole, che difficilmente
sono reperibili e rintracciabili al di fuori di un sistema di informazione
specifico; in alcune località cercare un pernottamento senza avere
prenotato risulta particolarmente difficile e laborioso, occorre invece
garantire in ogni destinazione un sistema di accesso informativo (se non
di prenotazione, come avviene in altri sistemi turistici) veloce e
funzionale.
Politica dei prezzi variabili: meglio un albergo pieno a 80 euro che
vuoto a 130
Come
già
sostenuto,
la
ricerca
ha
riscontrato
un
livello
di
imprenditorialità alberghiera mediamente basso; in particolare sarebbe
importante per l’industria turistica in genere una maggiore capacità di
gestione commerciale. Il tema dei prezzi delle strutture costituisce per la
presente ricerca l’evidenza empirica maggiore, e lo si può al tempo
stesso ritenere essere uno dei principali punti di intervento per il futuro.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
L’esempio di punta di questa situazione lo si è riscontrato in un elegante
albergo a quattro stelle, collocato nel centro storico di una cittadina di
mare, dove di fronte alla richiesta di contrattare il prezzo per cinque
camere e per due notti in un momento di domanda presumibilmente
bassa il personale addetto alla reception si è rivelato assai poco
disponibile a modificare il prezzo: evidentemente nessuno ha spiegato
loro che per l’albergo è più conveniente vendere dieci camere a 80 euro
piuttosto che nessuna a 130. Non è comunque l’unico caso verificato, e
si può in generale sostenere la necessità di una più avanzata politica di
variabilità del prezzo in base alla domanda effettiva, tanto più che
proprio il livello medio dei prezzi in Puglia è stato più volte e in vari
contesti verificato come uno dei punti deboli rispetto alla competitività
generale della Regione sui mercati turistici.
Si tratta inoltre di una politica essenziale se si vuole allungare la
stagione balneare: ampie fette di mercato estero potrebbero essere
attratte nei mesi primaverili se prezzi e relativi servizi fossero più
competitivi.
Il web
Le prenotazioni web hanno registrato in questi anni una netta
accelerazione, crescita che ha coinvolto la globalità del mercato turistico.
Anche la Puglia non è immune da questo trend, anche qui crescono
infatti le prenotazioni via web.
Il 7,4% delle prenotazioni avviene utilizzando lo strumento informatico,
un numero in crescita anche se distante dalla media italiana (11,5%) e
soprattutto da quella europea che si attesta su un 33%22.
Il canale di commercializzazione con più potenzialità è certamente il web
ed è attraverso questo strumento che si dovranno adottare le principali
politiche di promozione e commercializzazione del prodotto turistico
22 “I Fabbisogni del Turismo Pugliese”, Retecamere 2006
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Puglia. Purtroppo la nascita del Portale Turistico Regionale non sembra
al momento aver risposto alle attese previste.
Il portale, al di là di una mancanza di elementi che giustifichino la parola
identificativa, non è per ora tradotto in nessuna lingua. E questo è
certamente il limite più grave per un portale che dovrebbe rivolgersi al
mercato globale.
Il web è uno strumento importante se coglie l’occasione di parlare a un
pubblico internazionale, coinvolgendolo in una immersione graduale nel
patrimonio pugliese, una sorta di accompagnamento che utilizzi la
multimedialità dello strumento per accrescere l’interazione dell’utente e
per coinvolgerlo emotivamente.
Sarebbe pertanto da evitare la creazione di un semplice contenitore di
informazioni che suggellano un’immagine standardizzata della Puglia.
Anche
perché
occorre
prestare
particolare
attenzione
al
profilo
dell’utente. Alcuni dati di TripVision sottolineano il ritmo e la direzione
del cambiamento del cliente: il viaggiatore online è giovane, più ricco e
più istruito della media. Difficilmente impressionabile positivamente con
il solito “pixel”, semmai potenzialmente ammaliato da una promozione
che faccia leva su una storia e un modo di viaggiare differente.
Vi è poi un altro problema, che riguarda il web ma che coinvolge anche
gli altri organi di produzione di informazione turistica. L’enorme
produzione di materiale informativo cartaceo, molto ampio ma allo
stesso tempo molto parcellizzato, è speculare alla funzionalità delle
informazioni reperibili on-line sulla Puglia.
Sono diversi i siti che promuovono la Puglia, sia a livello territoriale sia a
livello di prodotto, e anche all’interno dello strumento web troviamo le
stesse problematicità riscontrabili nel campo dell’informazione cartacea.
Un insieme troppo eterogeneo che difficilmente si sposa con le esigenze
pratiche del turista.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Benessere e turismo della salute: il passaggio da wellness a
stressless
Come emerge dall’analisi del posizionamento del settore “Benessere e
turismo della salute” attualmente non sembrano esservi in Puglia le
condizioni per un investimento su questo specifico settore. Tuttavia è
interessante ricordare che dal confronto con i vari partecipanti stranieri
alla ricerca qualitativa è emersa una concezione internazionale di
“benessere” che appare notevolmente differente da quella italiana: si
tratta infatti di una visione ben più ampia della nostra, incentrata su
specifici servizi e trattamenti, termali e non, rivolti da personale
specializzato al cliente.
La concezione di benessere esistente altrove è invece una concezione
olistica, che riguarda tutte le sfere della vita: è quindi la possibilità di
svolgere attività fisica, di trovare un’alimentazione sana, di visitare
luoghi rilassanti e stimolanti. Tradotto in termini turistici a queste
caratteristiche si aggiunge la necessità di non incontrare problemi,
ostacoli e difficoltà nel vivere una vacanza. Di qui, quello che è stato
nominato il passaggio dal wellness allo stressless: a sottolineare che non
si tratta di un servizio specifico quanto piuttosto di un fattore
ambientale, che assomma in sé tutte le caratteristiche di una qualità
diffusa dell’ospitalità.
È insomma un fattore che dovrebbe essere innanzitutto sistemico,
ovvero tale da rendere la vacanza aderente a questa concezione
estensiva di benessere in ogni suo elemento: dalle indicazioni stradali e
turistiche alla segnaletica escursionistica, dalla qualità ambientale ai
servizi alberghieri e complementari; ciò deve valre pur ricordando che
sono poi una minoranza di turisti ad ambire in modo esplicito ad una
vacanza incentrata sul relax. In termini di strutture, questa non è
comunque una caratteristica che debba legarsi al termale, ma una
qualità, un servizio, che ogni albergo di lusso o relais dovrebbe essere in
grado di offrire.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Turismo religioso o turismo medicale e sociale? Spingere
l’eccellenza sanitaria di San Giovanni Rotondo per far vivere le
strutture turistiche
Pur non essendo il turismo religioso uno degli obiettivi di ricerca
assegnati come tema di verifica sul territorio, esso rappresenta il
secondo elemento attrattivo della Regione in termini di arrivi (non in
termini di presenze, come già è stato evidenziato delle ricerche
realizzate in precedenza), e la località di San Giovanni Rotondo è stata
pertanto oggetto di ricognizione. Qui, a livello di sviluppo turistico, è
stata riscontrata la presenza di un elemento sopravvalutato e di un
elemento sottovalutato: rispettivamente si tratta del turismo religioso
stesso e del turismo medicale.
Il turismo religioso infatti vede la presenza di un elevato numero di
alberghi, che pur in presenza di flussi notevoli hanno un indice di
occupazione medio veramente basso; questo, mentre a San Giovanni
Rotondo è presente la Casa Sollievo della Sofferenza, “un ospedale
religioso classificato ad elevata specializzazione, considerato uno dei più
grandi
Policlinici
d’Italia
ed
un
importante
punto
di
riferimento
assistenziale e di ricerca scientifica per tutto il Centro-Sud”, che
potrebbe essere l’elemento trainante per un maggiore impiego delle
numerose strutture alberghiere costruite negli ultimi anni. Un turismo
medicale,
se
opportunamente
incentivato
e
valorizzato,
potrebbe
aumentare non solo il tasso di riempimento degli alberghi ma anche la
qualità complessiva del turismo, che ad oggi è costituito come è risaputo
da un turismo religioso molto “veloce” in termini di permanenza media e
assestato su livelli di prezzi e qualità piuttosto bassi.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Ospitalità rurale e diffusa legata ai percorsi del territorio
Il territorio pugliese, per la sua conformazione fisica, per la sua storia,
per le vicende della sua urbanizzazione, per i modi dell’abitare la
campagna si offre ancora integro, volgendo le spalle ad ampie porzioni
della costa e immaginando di non vedere alcune cinture di condomini
che soffocano famosi centri storici, per immaginare una fitta rete di
percorsi non interrotti, alla ricerca di fili conduttori tematici, di vie già
tracciate dalla storia.
Alcuni degli antichi tracciati individuati in tal senso sono:
-
Le antiche vie dei tratturi, una lettura sociostorica della Puglia
-
La via sacra langobardorum (pellegrinaggi, turismo religioso)
-
La Via Appia
-
La via Appia Traiana
-
Le città Messapiche
Ecc.
Il lavoro di mappatura – riempita di contenuti – dei filoni tematici che
condurranno il viaggiatore attraverso il territorio deve essere integrato
con la realizzazione della necessaria rete di luoghi di sosta, quindi di
ospitalità e ristoro. Queste ed altre vie passano, infatti, per una serie di
borghi dove si potrebbe sviluppare un’ospitalità fatta di piccole strutture
diffuse che rispettino il luogo storico e sociale in cui si inseriscono. Si
pensa quindi a tipologie di ospitalità quali alberghi diffusi (molto positivo
al riguardo l’esempio dell’albergo diffuso di Mottola), masserie (che
siano davvero deputate all’ospitalità e non solo ai ricevimenti nuziali),
agriturismi di qualità, B&B, Piccoli alberghi di charme nei centri storici
dei borghi.
Limitandosi al turismo rurale e quindi all’entroterra, tra i borghi che
sembrano più indicati, per la loro bellezza, per la loro dislocazione sul
territorio e per la loro accessibilità via treno, si segnala ad esempio:
Tricase,
Galatina,
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Corigliano
d’Otranto
(Museo),
Mesagne,
Ceglie
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Messapica, Massafra, Martina Franca, Locorotondo, Castellana Grotte,
Gioia del Colle, Gravina in Puglia, Altamura, Ruvo di Puglia (dove è
presente un importante museo), Minervino Murge, Canosa di Puglia,
Troia, Lucera, Monte Sant’Angelo.
La creazione di una simile rete di ospitalità rappresenta l’obbiettivo
qualitativo da perseguire nell’ottica di predisporre contesti che sappiano
accogliere il tipo di turista/viaggiatore che quell’itinerario particolare
vorrà percorrere.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Autentico con piscina
Lo spazio del viaggio diventa spazio di esperienza, di apertura e di
benessere vero, che resta anche dopo il ritorno, se i luoghi attraversati
trasmettono un’atmosfera rilassante, di “facilità d’uso” e di libertà.
Essenziale è applicare questo requisito di charme e quiete alla rete di
ospitalità diffusa. Inoltre, considerando le elevate temperature della
regione, nonché le caratteristiche del turismo rurale, fattore distintivo
potrebbe essere per la Puglia la diffusione di strutture con piscina. Sono
oggi sempre di più le persone che rinunciano volentieri all’affollamento e
alla monotonia delle vacanze al mare, a patto però di poter rinfrescarsi
dopo aver oziato sotto gli ulivi o dopo aver girato per borghi e
campagne. Ecco allora che il turismo rurale in Puglia potrebbe
caratterizzarsi e identificarsi secondo la chiave del “autentico con
piscina”.
Inoltre,
la
mancanza
di
luoghi
preposti
all’accoglienza
minima,
informale, spazi dove abbandonarsi a pause brevi, a interludi che
ritmano il viaggio e gli danno il respiro può diventare un fattore
claustrofobico, di stress.
Caratteristica della Puglia ed elemento distintivo della mediterraneità è il
rito della controra: un ritmo di vita antico e tradizionale (che genera una
spesso inconfessata invidia da parte di chi non gode di questa sana
abitudine). Da fattore culturale positivo la controra diventa tuttavia un
problema per il turista che giunge passata l’una in un borgo. Sotto il sole
cocente, trova (non sempre facilmente) un luogo più o meno tranquillo e
ombreggiato dove bere e mangiare qualcosa di semplice, ritemprarsi e
rinfrescarsi… E aspetta che il borgo si svegli.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Luoghi ideali della vacanza rilassante sono proprio quelli dove a una
ospitalità classica dove pernottare e riposarsi, si unisce una rete di
luoghi-tappa, caffè, giardini, parchi. Luoghi che si aprono sul fuori,
freschi e silenziosi, con angoli comodi e ombreggiati da cui scrutare il
paesaggio, magari abbandonandosi a brevi sonni ossigenati: la controra
dei turisti.
Se adeguatamente sviluppati e diffusi, i concetti di “autentico con
piscina” e di “controra dei turisti” posso diventare il criterio qualitativo e
differenziativo del turismo rurale in Puglia.
Ospitalità legata all’enogastronomia
Altro piacere essenziale del viaggio è, ovviamente, quello del palato. La
ricerca esperienziale itinerante ha evidenziato come da questo punto di
vista, in Puglia, le attese vengano spesso deluse. Alcuni esempi:
nessuna scelta di vino in un ristorante consigliato per la freschezza del
suo pesce, mozzarelle del tutto indifferenti, colazioni industriali e con la
muffa…
La scoperta del cibo è invece fondamentale per la conoscenza del luogo
che si visita. E si tratta qui di materia dove la Puglia non manca certo di
risorse straordinarie né di unicità.
Il
viaggio
attraverso
i
sapori
della
Puglia
potrebbe
diventare
un’avventura unica, indimenticabile. Al clima ideale che esalta i frutti più
autentici e saporosi del mediterraneo si unisce una sapienza antica e
una terra che si distende sotto un sole che splende tutto l’anno.
Viaggiando per questa terra infinita ci si sente avvolti da una natura
provvida, le file degli ulivi, le vigne giovani e antiche, i bei ciliegi, i tanti
sani prodotti della terra, gli animali che accompagnano il vagare dando il
senso di una ruralità diffusa, non banale né ovvia, tanto meno
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
improvvisata o come si dice oggi
- troppe volte e a sproposito -
reinterpretata.
Insieme ai criteri di qualità e quiete, l’ospitalità non può prescindere da
uno sforzo che vada nel senso di offrire i prodotti della terra, sapendone
raccontare la storia, la provenienza, la tradizione.
Dall’intervista a Pasquale, originario di Bisceglie e proprietario del bar
Ted One nel centro di Milano:
“Adesso come adesso le cose di cui mi ricordo di più sono i profumi, i
sapori della terra, le cose buone, vere. Qui ormai mangiamo la frutta del
Cile, le verdure dalla Spagna, da Israele. Poco tempo fa sono stato giù
quattro giorni e mia sorella mi ha preparato un piatto tipico, che a me fa
impazzire, sono le piante delle zucchine tagliate a tocchetti, bollite con le
zucchine piccole dentro e le patate.
Se vai a vedere la cucina tradizionale locale è tutta legata alla cultura
contadina, la moglie cucinava a casa aspettando che il marito tornasse.
Ad esempio la purea di fave con la cicoria, è la fine del mondo, è un
piatto poverissimo, oppure quella che io definisco la paella pugliese, si
chiama “triedda”, che è riso, patate e cozze, che è la terra con il mare
ed è un piatto che si prepara tutto a freddo e si mette poi nel forno. Era
un piatto a cottura lentissima: lo mettevi
in forno fino a pomeriggio
inoltrato, di solito i contadini (mio padre era contadino) mangiavano
fuori e rientravano al tramonto… In queste cose qua, specialmente sulla
cucina, esiste una cultura, un pregio forte con dei sapori fantastici.
Invece uno dice no, non vado via dalla mia regione, apro un ristorante,
però non ha mai fatto questo mestiere, per questo ti becchi quello che
non sa da dove arriva il vino che serve, non sa i piatti come sono fatti.
In Sicilia, invece, ci tengono alla loro terra ai loro sapori.
La maggior parte dei pugliesi che sono venuti al nord si sono fatti i soldi
e sono tornati pensando di aprire dei locali e fare chissà cosa… Va bene,
sì, ma non stai vendendo quello che ti offre il luogo, i tuoi sapori, i ceci i
legumi, qualsiasi cosa sia legato alla terra.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Loro si perdono in queste cose qua, ma sono sicuro che ce ne sono
alcuni che lo fanno.”
È infine da sottolineare come l’attenzione all’offerta enogastronomica
potrebbe inoltre innescare diversi meccanismi virtuosi: ad esempio
sull’economia dei prodotti locali, agricoli e alimentari, sulla salvaguardia
del paesaggio rurale e sulla coscienza condivisa dell’importanza di
questo grande patrimonio culturale.
Processioni e feste religiose patronali e della settimana santa
Importante elemento di traino commerciale per attrarre turisti nella
Regione potrebbero essere le feste religiose, sia quelle patronali in
genere sia in particolare le feste e processioni legate alla settimana
santa. È questa una realtà che attraversa ed accomuna molte aree del
Mediterraneo, dove è ancora forte il legame socio-culturale tra la
processione religiosa e la tradizione. Le processioni, ma anche alcune
sagre paesane, rappresentano il massimo grado di evocazione: momenti
di intenso raccoglimento interiore ritmati da canti, figuranti, ecc. Un
mondo che percorre la Puglia in diversi periodi dell’anno.
La religiosità mediterranea può senz’altro essere incentivata come
elemento di richiamo interessante per il turista, che per un verso
desidera assistere a una funzione che ha i crismi dello spettacolo scenico
(pensiamo a Taranto con le Pesàre o le Poste), per l’altro vuole
immergersi totalmente nello spirito autentico dei luoghi e in quello che
sarebbe rappresentato a prescindere dalla sua presenza.
In questo modo, tentare di posizionare la Puglia come destinazione
folklorica e culturale “della settimana santa” potrebbe funzionare come
un’importante
promozione
complessiva
del
territorio
e
del
suo
patrimonio diffuso, materiale e immateriale.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Eventi vari, taranta e non solo
Per contribuire alla rinascita dei territori che soffrono l’abbandono
(esodo rurale, disoccupazione, ecc.) l’organizzazione di eventi, siano essi
artistici,
teatrali,
musicali,
sportivi,
letterari,
ecc.
può
rivelarsi
un’iniziativa estremamente positiva. Da una parte gli eventi sono per il
turista un ulteriore momento di scoperta, arricchimento e svago. D’altra
parte possono consentire ai giovani di trovare un nuovo senso nella
comunità del borgo. Spesso infatti questi eventi diventano forti
marcatori identitari, tanto che capita di vedere stranieri che scelgono di
andare a vivere proprio in quel luogo proponendo le “specialità tipiche”
del loro nuovo territorio di adozione.
La taranta e la pizzica, naturale colonna sonora della Regione, stanno
riscuotendo un notevole interesse, non solo a livello nazionale. Appare
tuttavia necessario dare un’impronta più netta a questa ricchezza
culturale, sia attraverso un unico grande festival che abbia un impatto
forte a livello numerico, comunicativo, internazionale, sia attraverso una
più vasta diffusione dell’offerta musicale, sotto tutte le sue forme, anche
spontanea.
Il tamburello, strumento millenario presente in tutto il mediterraneo
ritma in Puglia la taranta e la pizzica, dando da sempre il tempo ai balli
e alle feste popolari. Strumento di cura che mette in moto e guarisce dal
morso della tarantola è anche suono delle ricorrenze, dei matrimoni e
dei battesimi, della mietitura e della vendemmia. Dà corpo e sostanza a
danze infinite, la pizzica taranta, la pizzica pizzica e la danza scherma.
Una delle più remote descrizioni della pizzica risale a G. Ceva Grimaldi
che nel suo Itinerario da Napoli a Lecce del 1818, citato da Giorgio di
Lecce in Ragnatele,
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racconta: “Diremo esser le danze frequenti e
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
lietissime in tutta la Terra d’Otranto. Le donne ballano con molta
leggiadrìa, gli uomini senza affettazione: ma la Pizzica, che può dirsi
danza salentina, è tra le più gentili che abbia mai Tersicore insegnata a’
suoi diletti adoratori: ci piace darne la descrizione. Una donna
incomincia a carolar sola; dopo pochi istanti ella getta un fazzoletto a
colui che il capriccio le indica, e lo invita a danzar seco. Lo stesso
capriccio le fa licenziar questo e chiamarne un altro, e poi un altro,
finché stanca va a riposarsi. Allora rimane al suo ultimo compagno il
diritto d’invitare altre donne, ed il ballo continua in tal modo sempre più
variato e piacevole. Guai al mal’accorto che la curiosità conduce al tiro
del fazzoletto fatale: la sua incompetenza, la grave età non gli possono
servire di scusa; un dovere di consuetudine l’obbliga a non ricusare
l’invito che riceve. La gioia dei circostanti è accresciuta da questo
ridicolo spettacolo, e le maliziose danzatrici ridono del magico potere
che la bellezza esercita nel mondo”
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
12. Linee guida per lo sviluppo
The taste of another Italy
“Il gusto di un’altra Italia”. Uno slogan che potrebbe rappresentare un
nuovo modo di differenziarsi da una proposta fino sa questo momento
troppo
standardizzata e
forse
troppo
“nazionale”.
Come
afferma
Panunzi, direttore generale di Valtur, un turista va in Puglia o “per il
mare o per vedere tre cattedrali”. Verrebbe da dire più nazionale di
così…
Allontanarsi dunque da una proposta turistica che richiama gli aspetti
consolidati del turismo nazionale, per attingere a piene mani al
patrimonio culturale e paesaggistico offerto dalla Puglia.
Facendo leva sulle risorse più particolari si possono attirare dei turisti
che fino a questo momento hanno visto nella Puglia una semplice
regione del Mezzogiorno d’Italia. La Puglia, come abbiamo potuto
toccare con mano durante la fase esplorativa del territorio, è infatti ben
altro. É un insieme di valenze fino a questo momento sottaciute, è un
confine e un braccio teso verso l’oriente, è promisquità territoriale e
sociale. Una regione difficile perché fino a questo momento non è stata
codificata.
La sforzo comunicativo deve seguire la strada tracciata in precedenza,
basata in prima istanza sulla narrazione, in seguito sulla riqualificazione
delle strutture e su uno sforzo concreto per migliorare la professionalità
degli attori operanti nel turismo pugliese.
Uno slogan come “The taste of another Italy” potrebbe contribuire a
rendere la popolazione residente orgogliosa di appartenere e di
identificarsi nella regione Puglia e darebbe al turista un’immagine
innovativa e turisticamente appetibile di questo territorio.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Anche perchè la Puglia può realmente diventare un’Altra Italia,
polisensoriale e innovativa, capace di trovare una commistione tra
saperi e prodotti, tra politiche di accoglienza e un nuovo modo di
intendere l’accessibilità turistica. Una nuova patria per gli avventurieri
alla riceca dell’autentico. Un’incubatrice di un nuovo modo, pensato, di
fare turismo.
Lo slogan dovrebbe parlare inglese anche per stimolare una crescita
linguistica
della
regione;
l’accoglienza
dovrebbe
in
questo
senso
rilanciare uno stimolo al confronto con altre lingue e culture, stimolando
una connotazione più orientata all’internazionalizzazione del prodotto
Puglia.
Un altro motivo che potrebbe spingere alla creazione di uno slogan in
inglese, deriva da fatto che non si può omettere come la Puglia,
soprattutto Oltreoceano, venga considerata dai principali trendsetter una
meta appetibile, trendy. Anche in questo caso tuttavia bisogna sguarnire
il campo da un equivoco. Non si può regalare una storia in funzione di
uno sviluppo turistico rapido, che potrebbe anche avere termine nel giro
di pochi anni.
Questo tipo di sviluppo va concertato e pensato, perché se da una parte
è importante cavalcare l’onda che reso la Puglia una “hot new” nel
panorama internazionale, dall’altra il rischio di non riuscire a sostenere
qualitativamente la domanda e, senza aver prima compreso quanto e in
quali contesti il turismo può essere considerato un arricchimento per
l’economia regionale, questa strategia fondata sul ricavo a breve
potrebbe rivelarsi un errore importante.
L’idea di una rete di borghi autentici, vicini tra loro e mediterranei, ha
solleticato la fantasia degli americani, un po’ come era avvenuto per le
Cinque Terre che erano presentate al pubblico statunitense come “5
graziosi villaggi di pescatori collegati fra loro”, ma anche in questo caso
occorrerebbe pensare una strategia votata a premuovere un territorio
intero, scongiurando il rischio di parcellizzarlo ancora.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
In questo caso la necessità di una commistione tra narrazione e
comunicazione si fa urgente. Occorre fare percepire un gusto pugliese
autentico, nuovo.
Non si può limitare a far parlare un immagine che ha perso la sua
evocatività proprio per la mancanza di un racconto che la accompagna e
la rinforza. Occorre quindi creare un’immagine nuova, prettamente
pugliese.
Stagionalizzare: se 20° sembran pochi
La destagionalizzazione, per l’economia turistica italiana in generale e
per
il
turismo
pugliese
in
particolare,
costituisce
una
strategia
importante per uscire da un problematica che costringe il settore
pugliese a conteggiare circa l’80% delle presenze totali durante i pochi
mesi estivi.
Senza una strategia turistica che faccia leva sulla qualità dell’offerta e su
una rinnovata cultura verso il turismo sembra prematuro parlare, anche
solo potenzialmente, di una politica votata a destagionalizzare i flussi
turistici.
Il dato climatico da molti viene preso sotto gamba, eppure vale la pena
analizzarlo attentamente.
Il clima pugliese presenta delle stagioni miti, ideali per il viaggio. Anche
la probabilità di precipitazioni è più bassa rispetto ad altre regioni
(media precipitazioni settembre/maggio Bari 48 mm – Palermo 58 mm –
Napoli 94 mm).
Questo permette di agire su due tipi di target diversi.
Un turismo nord-europeo potrebbe essere attratto da una terra che
presenta, anche fuori stagione, un clima caldo.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
La ricchezza culturale e gastronomica permetterebbe poi di creare i
presupposti per la realizzazione di un’offerta integrata e indirizzabile a
un turismo anche nazionale.
Gli stessi Tour Operator sono i primi a parlare di un necessario
allungamento di una stagione turistica che risulta troppo passeggera.
“Una destinazione dovrebbe lavorare 52 settimane l’anno”, è il ritornello
invocato da molti Tour Operator.
La Puglia da questo punto di vista risulta essere molto in ritardo.
Durante la ricerca esplorativa sul territorio abbiamo constatato come il
“sarà fatto la prossima settimana”, sia il vero leit-motiv dell’accoglienza
turistica.
In un periodo di vigilia (la seconda metà di giugno) mancavano ancora
molti servizi per il turista: piscine vuote, informazioni turistiche
rintracciabili con il contagocce, ecc. In tutti questi casi la risposta data al
turista, a dire il vero non troppo consolatoria, era sempre la stessa: “la
prossima settimana!”.
Partendo da questo piccolo inciso che resta comunque significativo per
comprendere una propensione marcatamente focalizzata verso il periodo
luglio-agosto, risulta altresì evidente come manchi una scelta strategica
indirizzata a favorire l’allungamento della stagione estiva.
Destagionalizzare attraverso lo strumento della stagionalizzazione. Ecco
l’unica leva su cui costruire un appeal turistico spalmato lungo tutto
l’arco dell’anno.
Per prima cosa bisogna rendere il turismo estivo una piacevole scoperta,
e questo, malgrado i dati relativi ai flussi di presenza concentrati nei
mesi estivi, è un risultato ancora da raggiungere.
Ecco perché alla base di tutto rientra una narrazione interna delle
potenzialità, una riconsiderazione della funzionalità turistica in termini di
economia
regionale,
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di
un’educazione
al
bello
dei
pugliesi,
che
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
dovrebbero avere a cuore la pulizia della loro terra non soltanto per i
mesi estivi, ma considerarla come un patrimonio da proteggere tutto
l’anno.
In questo discorso si inserisce la lucida analisi del turismo tedesco di
Peter Amann:
“La parola “destagionalizazione“ è forse limitante. Tutte le stagioni
hanno una loro valenza turistica. Il turismo tedesco inizia col periodo di
Pasqua, subisce un forte calo a luglio e riprende a settembre per durare
fino alla fine di ottobre. Nonostante il mare in primavera sia ancora un
po’ freddino, i turisti del nord scelgono già il balneare. Lo trovano
certamente poco accessibile e spesso la costa è sporca. In autunno la
stagione balneare per i mitteleuropei potrebbe durare fino alla fine di
ottobre, purtroppo già a settembre molte strutture chiudono. Questo
non rappresenta un impedimento particolare, se non fosse che in bassa
stagione aumento la sporcizia e nessuno pensa di portala via prima
dell’estate prossima”.
Allo stesso tempo non si può parlare di destagionalizzare il flusso
turistico senza ripensare a un sistema di offerta che parli alla terza età,
alle scuole, con percorsi più culturali.
Ecco perché l’integrazione tra prodotti può essere importantissima in
quest’ottica. Se un turista fosse catturato in maniera spontanea da una
bellezza inaspettata finirebbe per sostare maggiormente in un luogo,
piuttosto che praticare il più classico dei mordi e fuggi.
Anche un’analisi dell’offerta in termini di servizi non può venir meno.
Una persona non deve avere ostacoli al suo arrivo. Occorre far di tutto
per eliminare alcune barriere che impediscono la piena soddisfazione del
turista.
Ecco perché l’offerta integrata diventa il vero ago della bilancia di una
stagionalità turistica “perenne”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Dal wellness allo “stressless”
Pare che il prodottto wellness sia diffuso in Puglia soltanto come
fenomeno di contorno.
Va detto infatti che le prospettive del settore sono legati a pochi poli
termali, in particolare Margherita di Savoia, Santa Cesarea Terme, Torre
Canne.
Margherita di Savoia presenta in questo tutte le contraddizioni di
un’offerta che non rappresenta una irrinunciabile scoperta. Dall’analisi
del territorio anche l’urbanistica cittadina ci è parsa poco attrattiva
turisticamente, di scarso impatto scenico, e poco competitiva sul
prodotto wellness, soprattutto
se la mettiamo a confronto con certe
località della Germania o anche del nord Italia.
Oggi il termalismo è un fenomeno che non può prescindere da elementi
di forte suggestione e caratterizzazione urbanistica e paesaggistica.
Tralasciando
questi
aspetti
e
analizzando
più
compiutamente
la
situazione del termale a livello regionale, svetta nettamente lo squilibrio
in termini di stabilimenti idropinici e idrotermali che distanziano la Puglia
dal resto d’Italia.
In valori assoluti infatti la Puglia conta di sole 166 sedi locali con attività
principali e secondarie, classificate quindi SeULCAPS.
La Lombardia, in valori assoluti, ne conteggia 1.523, il Trentino 232, la
Toscana 387. La vicina Campania addirittura 287.
Il gap numerico dovrebbe essere ricucito da un’attenzione particolare
verso la qualità di servizio offerto, ma anche in questo caso la srada
sembrerebbe lunga oltre che in salita.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Oltretutto arrivare a degli standard di livello dovrebbe portare a una
spesa molto elevata per colmare il dislivello qualitativo, con il rischio di
omologazione e imitazione.
All’ultimo congresso sul Turismo Termale i tour operatori presenti alla
fiera hanno dichiarato di essere alla ricerca di un alto standard di
infrastruttura da offrire ai loro clienti, il cui costo dovrebbe essere
compreso tra i 500 ed i 1000 euro a soggiorno, mentre la spesa che
accetterebbero i loro clienti si aggira intorno ai 50-60 euro al giorno in
un buon albergo a quattro stelle con trattamento di mezza pensione. A
fronte di questa cifra, i possibili acquirenti dell’offerta termale richiedono
un’ampia offerta non solo di trattamenti benessere ma anche di
iniziative culturali e servizi sempre più personalizzati ed esclusivi, se non
addirittura esplicitamente di lusso, in luoghi rilassanti ed in cui sia
possibile anche praticare attività sportive e svagarsi con qualche
escursione interessante.
Per quanto riguarda la Puglia parrebbero non sussistere le condizioni per
una crescita in tempi brevi
del turismo termale. Il termale sembra
vivere soprattutto di turismo locale, assolutamente non competitivo e
votato più alla sfera medicale.
Il fenomeno delle beauty farm è ancora poco diffuso e allocato presso
Masserie-relais da 5 stelle, anche se qualche diffusione incomincia ad
esserci in strutture di livello più basso.
Dove non ci siano reali contenuti, si può allora puntare sulla “diversità”.
La Puglia più che a una cura del corpo parrebbe adatta a un “wellness
dell’anima”, dove ritrovare sè stessi fra campagna, cucina genuina, arte,
piccoli centri in cui si “comunica” col luogo e con le persone, si ritrova il
piacere di un altro approccio al territorio?
Il termine scelto per indicare questo percorso è “stressless”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Si tratta di un paradigma analogo a quello indicato anche da Halbert
Dunn nell’articolo “High-Level Wellness for Man and Society”, in cui i
concetto di well-ness veniva parzialmente rimpiazzato da un altro stato:
il well-being.
Per raggiungere questo grado più alto di ben-essere si trattava di agire
sullo stile di vita, coinvolgendo corpo e mente, comportamenti e
atteggiamenti.
“The creative spirit resides within every living person. It can be kindled
in any man, woman, or child. "What is the creative spirit?" you ask.
At one time, I defined it as "an expression of self, adventuring into the
unknown in search for universal truth”. However defined, we need to
value it highly and nurture it well, since man's position of dominance in
the world stems more directly from this quality than from all others.
Man finds discovery both absorbing and satisfying. With creative
expression comes intense inner satisfaction” 23.
Da
questa
necessità
umana
di
scoperta
e
di
evoluzione
nasce
l’importanza di una valorizzazione della facilità di accesso e di
spostamento. Un luogo dove si respiri ancora una possibilità di accedere
alle scoperte autentiche regalate da un territorio.
In questo passaggio allo “stressless”, che potrebbe divenire la nuova
chiave identificativa del turismo pugliese, occorrerà agire per eliminare
ogni tipo di barriera che compromette una fruizione delle bellezze
diffuse.
Ma non solo; occorrerà da subito adottare una politica forte di tutela e
salvaguardia del territorio, così come si dovrà puntare su un censimento
qualitativo delle strutture esistenti per valorizzare i casi di successo.
23 Halbert Dunn, “High-Level Wellness for Men and Society”
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Conferendo importanza, anche dando incentivi a una tipologia di offerta
turistica virtuosa, si potrebbero
creare le condizioni per una crescita
collettiva del comparto ricettivo. Non ci troveremmo pertanto di fronte a
“cattedrali in un deserto di niente”, come afferma il Direttore Generale di
Valtur, ma piuttosto si inizierebbe a tracciare una linea di demarcazione
importante, premiando la bontà e la qualità d’offerta.
Soltanto
adottando
corraggioso,
comprendente
si
queste
politiche
potrebbe
paesaggio,
fare
della
cultura,
e
promuovendo
Puglia
arte,
una
trasporto
un
metodo
circuito
e
vero,
sistema
di
accoglienza idoneo.
In questi termini, attraverso una crescita qualitativa di tutto il suo
sistema di offerta, la Puglia potrà diventare la terra dello “stressless”, un
luogo
di
scoperta,
lontano
da problemi
legati
a
promesse
non
mantenute, a sensi di sconforto o di disillusione per attese positive non
realizzate.
Economie che si parlano, e si alimentano
Parrebbe logico chiedersi, di fronte all’incuria nei confronti del territorio,
a una ridotta conoscenza delle proprie peculiarità e bellezze
e a
un’offerta che pecca di eccessivo pressapochismo, qual è il grado di
importanza che i pugliesi conferiscono all’economia turistica.
Nella maggior parte dei casi si può parlare di una mancanza di
narrazione del proprio territorio, in altri però si può ipotizzare una
visione distorta del turismo.
Un’offerta turistica che poteva integrare mondi economici differenti, in
particolar
modo
quello
turistico
con
quello
agricolo,
pare
oggi
un’occasione sprecata. L’auspicabile compenetrazione di elementi che
avrebbero contribuito a creare autenticità e a integrare il prodotto finale
per ora è ancora molto limitata a alcuni casi di eccellenza.
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123
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
La storia della Puglia è come detto storia di agricoltura e storia di
industrializzazione. Queste economie hanno modificato profondamente il
territorio, tanto che le loro eredità sono ancora leggibili ed evidenti.
Riconfermare l’importanza del turismo pugliese consiste anzitutto nel
prospettare una potenziale redditività per l’intera economia regionale.
Tutto ciò non può avvenire senza un dialogo multifunzionale, che
richiami la necessità di creare un circolo virtuoso e assuma una valenza
comunicante e sinergica.
Tutto ciò potrà avvenire solo adottando politiche convergenti, politiche
peraltro già adottate a livello nazionale ed europeo.
Il caso Abruzzo
Il caso abruzzese è piuttosto significativo in questo senso.
Tra l’assessorato al turismo e quelle delle politiche agricole è stato infatti
firmato un protocollo di intesa complementare alle linee strategiche
individuate dai due assessorati rispettivamente con il Piano Triennale del
Turismo 2006-2008 e con il Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013.
Secondo i due assessori il principio della multifunzionalità, "è cruciale
per lo sviluppo, la tutela e la valorizzazione del territorio regionale".
Infatti la connessione delle problematiche riguardanti i settori del
turismo e dell'agricoltura e l'individuazione di obiettivi e soluzioni comuni
richiedono
sempre
maggiore
sinergia,
come
rilevato
anche
dalle
organizzazioni professionali e sindacali dei comparti. Un protocollo
d'intesa che dovrebbe servire a mettere a sistema strumenti legislativi,
risorse finanziarie ed umane, indispensabili per salvaguardare le tipicità,
la biodiversità, la promozione e la valorizzazione della cultura e del
patrimonio rurale, dei percorsi enogastronomici, delle microstrutture di
supporto all'attività turistica.
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124
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Questo progetto è particolarmente interessante perché rappresenta una
scelta politica allineata a quelle che sono le necessità di un’economia
come quella pugliese.
La Puglia dovvrebbe operare in tal senso perché non è pensabile uno
sviluppo turistico senza una ridefinizione di quelli che sono i vincoli
urbanistici, le problematiche relative alla salvaguardia del territorio,
l’integrazione, per un’offerta unica e integrata, di “arte, paesaggio e
caciocavallo”.
Ecco dunque la necessità di una sinergia strategica, che metta a valore
le rispettive competenze in relazione a quelle che sono le linee di
indirizzo individuate per sviluppare al meglio il futuro turistico regionale.
Il caso Grindenwald
In Europa si sono adottate delle politiche ancora più forti per favorire il
dialogo fra reti economiche.
Prendiamo il caso della cittadina svizzera di Grindenwald.
In questo paesino dell’Oberland bernese si è cercato di creare una vera
simbiosi tra agricoltura e turismo.
A Grindelwald, il turismo genera oltre il 90% del giro d'affari. Come
previsto e regolato da un intricato sistema di leggi sull'utilizzo dei
terreni, scritte secoli or sono, una parte di questi proventi viene
reinvestita nell'agricoltura.
Le cooperative riscuotono tributi dai proprietari di alberghi e negozi,
dalle società ferroviarie e dai gestori di impianti di risalita che operano
sul rispettivo territorio. Questi prelievi contribuiscono a loro volta a
sostenere l'agricoltura di montagna.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
E così, mentre i contadini preservano con il loro lavoro la bellezza di
questo paesaggio bucolico, l'industria del turismo non può che trarne
beneficio.
Secondo Urs Wiesmann, professore all'Istituto geografico dell'Università
di Berna, “L'agricoltura, funge anche da collante sociale per la comunità,
consentendo alla popolazione di mantenere la propria identità di fronte
alla cultura urbana portata dal turismo”.
Tarpare le ali alla burocrazia
Un ostacolo a una rinnovata spinta propulsiva del turismo è dettato da
un certo senso di impotenza di fronte alla lentezza decisionale e
burocratica che si avverte in molti pugliesi.
Durante la fase di ricerca qualitativa abbiamo notato come un ggrande
impulso alla conoscenza dei luoghi fosse garantito dall’intraprendenza di
pochi individui. Una rappresentanza sporadica eppure entusiasta nel
saper narrare alcune bellezze tipiche.
Molti sono i pensionati che si ritrovano a narrare ai turisti spaesati cosa
si può trovare in un paesello o come raggiungere un punto panoramico,
peraltro non indicato da alcuna segnaletica.
Un germe partecipativo è dunque rimasto; ora occorre non disperdere
questo valore ma semmai farlo fruttare.
Gli esempi incontrati livello territoriale sono vari.
Leo Rielli del Front Office del Salento Griko ci ha raccontato della difficile
opera di raggruppamento di quelle che sono le istanze dei paesi della
Grecìa
Salentina,
un’opera
che
rappresenta
quasi
un’opera
di
“volontariato”. “Di fatto l’Unione dei Comuni non ha un ufficio turistico.
Siamo noi che lo facciamo e noi lo facciamo in base alla gestione del sito
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126
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
internet, che era fermo da 4 anni finanziato con un interreg ma che poi
non veniva gestito da nessuno per mancanza di fondi. Abbiamo cercato
di risolvere un problema, garantendo la gestione minima dei servizi con
gli stessi soldi che venivano spesi per fare poco o nulla. Perché per noi è
opportunità, è crescita, abbiamo l’interesse per farlo e lo facciamo”.
Sullo stesso livello si inserisce la proposta del giovane gestore
dell’Albergo Diffuso Vecchia Mottola, Martino:
“Se io fossi presidente della regione o assessore al turismo cercherei di
svincolare di più il patrimonio culturale, nel senso che qui tutto è
vincolato dalla sovrintendenza. Uno vuole fare un intervento di recupero
e scopre che ha le mani legate perché la sovrintendenza non vuole,
perché bisogna aspettare tempi tecnici che sono 5- 10 anni.
Le chiese rupestri si stanno deteriorando, saranno 15 anni che i colori e
le
pitture
stanno
cadendo
e
non
si
può
intervenire
perché
la
sovrintendenza non vuole. Bisogna attendere e intanto quel patrimonio
si perde. Allora io sbloccherei questa enpasse e cercherei di affidare la
gestione adaltri, perché tanto sta lì, non funziona, è chiuso. È pieno di
erbacce, non ci va nessuno, ci sono tantissime persone che vorrebbero
vedere
le
chiese
rupestri
ma
non
possono,
perché
i
siti
sono
inaccessibili, non ci sono fondi per poter restaurare, per poter pulire.
Io cercherei di agevolare chi è interessato al recupero di quel
patrimonio. Per esempio noi ci siamo proposti a livello comunale per
gestire, a nostre spese e senza nessun tipo di aiuto pubblico dal punto di
vista economico, il servizio turistico e la tutela di quel patrimonio ma
non è possibile per via dell’immagine 24”.
Va detto che la difficoltà da parte degli amministratori di gestire un
patrimonio diffuso così ampio ha portato al congelamento e a queste
forme di parziale immobilismo strategico.
É necessario almeno un tentativo di apertura a proposte di gestione
effettive. Piani di assetto deontologico, di bacino, di pianificazione locale
24 L’intera restituzione dell’intervista con i gestori dell’albergo diffuso “Vecchia Mottola” è presente all’interno degli “Allegati”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
implicano vincoli molto restrittivi; tutto questo fa sì che chiunque voglia
mettere in atto operazioni di salvaguardia o sviluppo urbanistico vada
poi incontro a serissime difficoltà.
Se ci fosse l’apertura a definire, mappare, una serie di risorse si
aprirebbero nuovi sviluppi a nuove gestioni, in base a progetti di
effettiva qualità.
Questi interventi sarebbero da incentivare, da incoraggiare. L’unico
modo
per
scongiurare
l’annullamento
dell’ultimo
stimolo
di
partecipazione è proprio quello di accompagnare, attraverso politiche
intelligenti e lungimiranti, uno sviluppo turistico salvaguardandolo da
rigidità burocratiche e schematici interessi locali.
Allungare il turismo interno
Una destagionalizzazione del turismo pugliese deve, prima di tutto,
iniziare coinvolgendo il turismo interno.
L’allungarsi
della
stagione
turistica
non
può
non
partire
da
un
procrastinamento dei servizi offerti dalla filiera tuistica.
Ne uscirebbe un circolo virtuoso che garantirebbe una maggiore
qualificazione anche dei centri urbani.
In questo modo anche le città non vivrebbero soltanto due mesi l’anno,
lasciando nei restanti periodi un senso di sconforto, in primis, agli stessi
abitanti, ma potrebbero finalmente conoscere un nuovo modo di essere
intese.
Si
dovrebbe
adottare
una
politica
di
prezzo
assolutamente
concorrenziale soprattutto nei periodi di bassa stagione. Con questa
strategia si potrebbe favorire il prolungamento della stagione turistica
dei pugliesi, che rappresentano, è doveroso ricordarlo, ¼ del totale
registrato.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Allo stesso tempo occorre operare in ottica narrativa anche per favorire
l’autocoscienza al bello dei pugliesi. Per favorire un’ottica di scoperta
delle peculiarità storico-artistiche, che solitamente coinvolgono soltanto
le scolaresche, e che, se riconsiderate attraverso una narrazione
ponderata e identitaria, potrebbero essere interessanti anche per gli
short break del turismo interno.
Riconquistare Taranto
Per operare il tanto atteso salto di qualità, il turismo pugliese è chiamato
a riscoprirsi. Prima di tutto internamente.
In questo senso è necessaria una svolta conoscitiva e narrativa del
proprio patrimonio, che si inserisca in un disegno che punti a
sensibilizzare, ma anche a far riscoprire con orgoglio le potenzialità delle
Puglie.
Il fatalismo che permea molte zone deve trovare sbocco in un nuovo
ideale di bonifica del proprio.
Nello scorgere le potenzialità di un territorio che è “istintivamente”
votato all’accoglienza, come detto soprattutto per ragioni storiche, i
pugliesi
dovrebbero
farsi
promotori
di
un
racconto
diretto.
Di
un’ospitalità turistica dovuta e necessaria.
Sono molte le sfide lasciate per così dire a metà, sfide che impediscono
lo sviluppo di un reale orgoglio territoriale.
Taranto in questo senso è esemplare.
Una città importante a livello storico e culturale che sembra non essere
intesa a livello turistico.
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129
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Nel caso di Taranto le conformazioni industriali la rendono ancora
percepita come una città in “stand-by”.
Proprio questa riluttanza nel considerare la potenzialità turistica di
Taranto fa sì che il museo archeologico, che presenta dei manufatti di
immane importanza storica e artistica, registri un afflusso molto
minoritario rispetto alle sue potenzialità.
Ma si potrebbe parlare anche del centro storico, che non ha ancora
effettuato quel maquillage che ha contraddistinto il centro storico di
Lecce, Otranto e altre città pugliesi.
I residui, certamente imponenti, di un’industrializzazione rapida e
imponente stanno ancora là, irrisolti e lugubri.
Taranto è ancora bollata come un porto militare e un porto commerciale
in disuso.
Ma quali politiche adottare per una città come Taranto?
Anticipiamo che alcune città ce l’hanno fatta e oggi si presentano, dopo
processi certamente lunghi, come città turisticamente interessanti e
molto apprezzate dal mass-tourism.
Il Modello Bilbao
Bilbao si è affermata nel tempo come città mercantile, grazie alla
posizione snodo tra la Castiglia e il Nord Europa, come polo industriale,
grazie allo sfruttamento di risorse minerarie e allo sviluppo di industrie
siderurgiche e navali, e come centro finanziario, grazie alla Borsa e a
una serie di istituzioni private, tra cui la Camera di commercio Industria
e Navigazione e la Fiera Internazionale.
Le similitudini con la città pugliese risultano subito palesi.
Dal 1970 in avanti, tuttavia una parte considerevole delle aziende
bilbaine è stata colpita da una profonda crisi a causa sia della
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
competizione dei nuovi paesi industriali emergenti e dell’allargarsi su
scala
globale
del
panorama
economico,
sia
di
un
insufficiente
adattamento alle nuove tecnologie. La metropoli ha incontrato, a partire
dagli anni settanta, molte difficoltà nell’attrarre nuovi investimenti.
Di fronte a un tale declino, simile d’altronde a quello di altre vecchie
aree industriali dell’Europa e degli Stati Uniti, Bilbao ha dovuto
progettare
un
nuovo
modello
di
futuro:
costruire
una
nuova
competitività mediante la diversificazione, inventare nuove forme di
attività economica, specie nel settore terziario, che compensassero le
inevitabili perdite finanziarie e occupazionali di quello industriale.
L’obiettivo
del
piano
strategico
di
riqualificazione
urbanistica
ed
economica era dunque quello di trasformare Bilbao in una metropoli di
servizi avanzati, operando su diversi fronti e facendo leva su quattro
principali fattori:
- l’accessibilità esterna e la mobilità interna dell’area metropolitana
- la rigenerazione ambientale e urbana
- l’investimento nelle risorse umane e nella trasformazione tecnologica
- la centralità culturale come elemento sia di dinamicizzazione interna
sia di promozione della città verso l’esterno.
Parte del progetto sono stati la costruzione della metropolitana, i lavori
per l’ampliamento del Porto Esterno, la costruzione di un nuovo
aereoporto,
la
depurazione
integrale
dell’inquinatissima
Ría
e
la
riqualificazione di alcuni quartieri popolari. Sul fronte culturale il
potenziamento del Museo delle Belle arti e del Teatro Arriaga, il Palazzo
Euskalduna dei Congressi e della Musica, la rete di biblioteche, la
stagione operistica.
Infine, il progetto più emblematico: il Museo Guggenheim, la cui idea di
fondo (da cui il collegamento organico con un circuito culturale di
straordinaria potenza come la Fondazione Guggenheim) era quella di
costruire un museo che avesse la forza di diventare l’emblema della
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
città, inserendola nel circuito delle grandi mostre delle capitali nel
mondo.
Certamente la leva trainante del nuovo sviluppo di Bilbao si è rivelata
proprio il Guggenheim, che ha trainato la crescita della città spagnola a
ritmi vertiginosi.
Dal rapporto annuale del museo riguardante l’impatto economico delle
sue attività nell’economia regionale basca, i consumi diretti generati
dalle attività del museo nei Paesi Baschi nel 2005 ammontano a
165.835.281 Euro, con una media di 171.84 Euro a visitatore. I consumi
diretti totali sono dedotti dalla somma dei seguenti fattori:
- 139.366.854 Euro di consumi effettuati all’esterno del museo. I settori
che più hanno beneficiato dello sviluppo delle attività del museo sono
stati la ristorazione, con 44.691.942 euro spesi in ristoranti, bar e
caffetterie. Lo shopping, che conta delle entrate per 17.790.343 euro. La
ricettività, con 55.916.605 euro divisi tra hotel, pensioni e altre tipologie
di alloggio. I trasporti (16.196.209 euro). I divertimenti (1.017.218 euro
in cinema, teatri, visite ad altri musei etc..).
- 9.225.000 euro di consumi generati dai visitatori all’interno del
Museo, comprendenti biglietti di ingresso, visite guidate, acquisti nella
libreria
del
museo,
consumi
nelle
caffetterie
e
nei
ristoranti.
-
16.196.209 euro generati dalle compagnie e dai finaziamenti provenienti
dai soci individuali e corporativi del museo, dai sostegni governativi e
altri contributi.
- 1.017.218 euro dovuti ai consumi diretti legati all’organizzazione di
eventi speciali nel museo.
Il giro d’affari generato dal Guggenheim Museum di Bilbao ha prodotto
nel 2005 un valore aggiunto, nell’economia della Comunità Autonoma
del Paese Basco, che ammonta a più di 186 milioni di PIL. Tale
incremento di ricchezza ha prodotto, per l’Azienda Pubblica Basca,
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
entrate aggiuntive quantificate in 30 milioni di euro derivanti da Iva e
imposte societarie. Infine, lo stesso incremento ha contribuito al
mantenimento di 4.893 posti di lavoro.
Al di là delle cifre, molte altre sono le ricadute, forse meno tangibili, ma
senza dubbio positive dell’istituzione del Guggenheim Museum. Il
successo ottenuto dai processi di riconversione economica verso una
centralità culturale ha inserito Bilbao nei circuiti internazionali. Basti
pensare che durante il 2005 sono stati circa 8.000 gli articoli che si
riferivano al Museo e alle sue attività, la metà di essi è apparsa sulla
stampa estera. Più di 1000 giornalisti, di cui 325 stranieri, sono arrivati
al museo per garantire la copertura di news.
Oggi i più prestigiosi architetti del mondo desiderano poter costruire
sulle sponde della Ría di Bilbao perché qui è venuta a crearsi
l´atmosfera giusta per una visibilità internazionale. E le città di ogni
parte del mondo bussano alla porta della Fondazione Guggenheim nel
tentativo di comprare “l’effetto Guggenheim” e ripetere a casa loro il
miracolo Bilbao: ultimo caso di questa epidemia: Hertford, cittadina
tedesca a metà strada tra Dusseldorf e Hannover, dove Frank Gehry è
stato chiamato per progettare il Marta, museo d’arte contemporanea,
moderno Bauhaus che dovrebbe avere lo scopo di creare movimento
culturale in un territorio al di fuori dei flussi turistici.
Altre città hanno favorito la rinascita del turismo partendo da un
riposizionamento urbanistico.
A Boston hanno adottato la politica degli spazi verdi per migliorare la
qualità della vita.
Ad Atene hanno dislocato aeroporto, bonificato
la costa, hanno
classificato alcuni porti come poli di attracco per yacht di alto livello.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
A Lubecca invece hanno riconvertito le zone industriali in disuso in aree
di residenza turistica. L’Ilva baltica è da tempo diventata villino con
parco a tema o con area sportiva annessa25.
Taranto ha la stessa possibilità di intervento. Si possono decentrare dei
servizi, organizzare stretegie d’azione, trovare delle chiavi di lettura
differenti rispetto a quello attuale, fatalista e immobile.
Un’analisi retrospettiva incentrata sul “come eravamo” deve lasciare
spazio a una più profonda considerazione sul “da farsi”. Un po’ quello
che chiedono anche i principali Tour Operator: “Purtroppo cosa fare
nell’area Ilva nessuno sembra esserselo posto”, come afferma Panunzi di
Valtur.
Potenzialmente Taranto potrebbe diventare una Napoli alternativa, una
nuova Ortigia. Proprio come la Culla Siracusana, recuperata in chiave
turistica anche grazie a importanti interventi privati, Taranto si trova tra
due spicchi di mare, “Piccolo” e “Grande”, che risultano purtroppo
ancora inagibili a fini turistici.
La “riconquista” di Taranto sarebbe un fattore chiave e un traino
indiscutibile dell’intera economia turistica regionale, anche perché
simbolico di una potenzialità turistica tutta da scoprire.
25 Altri esempi virtuosi sono raccontati da M.Mele, “La Trasformazione delle grandi città industriali”, GHNet
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
13. L’intermediazione turistica europea
All’azione sul territorio del gruppo multi-disciplinare e internazionale che
ha
realizzato
lo
scouting,
è
seguita
la
fase
che
ha
coinvolto
l’intermediazione europea turistica con le interviste ai più importanti
operatori europei del settore al fine di completare l’indagine che ci ha
consentito di individuare obiettivi e strategie e i conseguenti interventi
da proporre per:
ƒ
penetrare maggiormente gli attuali principali bacini di domanda e
aumentare la quota di mercato sul turismo internazionale;
ƒ
penetrare nuovi bacini
specialmente attraverso l’aumento delle
quote di mercato internazionale.
Gli Obiettivi
Questa seconda fase è successiva allo scouting poiché tiene conto, nella
definizione dei campi da indagare anche di quanto esperito e restituito
dai partecipanti nel de-briefing e nei successivi contributi scritti che
individualmente ci hanno fato pervenire al rientro.
E’ indirizzata ai maggiori TO europei, cioè a quelli che per volume
d’affari e peso sul mercato orientano e decidono di fatto destinazioni e
mete.
Con questa fase ci si propone in primo luogo di approfondire quali sono per i TO europei - gli elementi che li guidano nelle scelte dei mercati e
delle relative destinazioni insieme alle caratteristiche irrinunciabili che
esse devono avere:
ƒ
infrastrutture e mobilità;
ƒ
servizi offerti;
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
ƒ
prodotto;
ƒ
canali di promo-commercializzazione;
ƒ
comunicazione e visibilità
In secondo luogo ci ha consentito di testare la percezione dei TO europei
nei confronti della Puglia, e conseguentemente gli ambiti nei quali si
manifesta
l’eventuale
scostamento
tra
l’immagine
reale
e
quella
percepita.
Non va inoltre trascurato che anche il risultato dell’attività esperenziale
degli scouter - specialmente di quelli stranieri - che si collocano in un
target medio alto di visitatori e viaggiatori, è stata materia e spunto di
riflessione nell’ottica di un confronto tra la percezione del mercato
diretto e quello intermediato.
La metodologia
I 15 intermediari turistici europei scelti per le interviste risultano
dall’incrocio del volume d’affari e dai dati pubblicati dalla stampa
specializzata: compaiono infatti anche tra i primi 30 TO
della graduatoria pubblicata fra l’altro dalla testata tedesca Fvw.
Il team di progetto che ha elaborato la traccia da utilizzare nelle
interviste gestisce anche il briefing agli intervistatori e il de-briefing che
si terrà a conclusione delle interviste.Le interviste qualitative in
profondità condotte da professionisti del settore saranno registrate e
Il report elaborato dal team di progetto è parte di questo rapporto.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Il team di progetto
Il team di progetto che ha seguito la
sostanzialmente
composto
dagli
fase dell’indagine qualitativa è
stessi
professionisti
che
hanno
coordinato e condotto l’indagine esperenziale itinerante e nello specifico
si è occupato di:
ƒ
di elaborare la traccia di intervista 26;
ƒ
di
tenere
il
briefing
e
il
de-brifing
con
il
gruppo
degli
intervistatori;
ƒ
di stendere, alla luce delle restituzione degli intervistatori, il
report conclusivo di questa fase.
26 La traccia dell’intervista all’intermediazione turistica europea è consultabile negli “Allegati”
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
14. Report conclusivo delle interviste
all’intermediazione turistica europea
Nell’ambito del progetto di ricerca qualitativa indirizzato a comprendere
il futuro turistico della Puglia, di particolare interesse è risultata
l’indagine rivolta ai principali Tour Operator italiani e europei.
La maggior parte degli intervistati, 15 in totale 27 svolgono attività come
responsabili delle aree prodotto e hanno, in molti casi, confermato
alcune ipotesi di lavoro già evidenziate nella fase di ricerca itinerante sul
territorio.
La loro esperienza nel campo dell’intermediazione turistica organizzata è
un utile contributo alla comprensione del reale grado di competitività
della regione e non solo di quello percepito dai differenti attori che
operano, vivono e lavorano nel territorio della Puglia.
Il risultato di questa fase è di seguito riportato aggregando pensieri
valutazione e suggerimenti raccolti con le interviste tenendo come filo
conduttore i temi oggetto dei singoli colloqui.
Le infrastrutture
Abbiamo visto come la Puglia si sia dotata negli ultimi anni di
infrastrutture che facilitano la mobilità del turismo incoming. La prima
cosa a cui i TO pensano è certamente la mobilità fast, costituita da
aeroporti e, in maniera secondaria, da strade ad ampia percorrenza .
Per quanto concerne gli aeroporti, i TO evidenziano i progressi registrati
dalla Puglia negli ultimi anni, anche se lamentano una mancanza di
traffico aereo verso la Puglia. Secondo Ceresa, di Hotelplan “dalla
Svizzera non ci sono voli diretti con low cost o charter verso la Puglia”,
ma anche il mercato tedesco, importante anche per ragioni “storiche”,
non può gioire da questo punto di vista. Alcune compagnie tedesche
prediligono mete che garantiscono convenzioni con certe compagnie
27 Sono stati contattati 20 soggetti che lavorano nell’ambito dell’intermediazione turistica
internazionale.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
aeree; tutto questo non è ancora possibile in Puglia. Secondo Bazalka, la
Responsabile Prodotto di Verkehrsburo, “diverse compagnie aeree
tedesche propongono ai tour operator tariffe ridotte su determinate
tratte, per esempio Berlino-Parigi”. Tali convenzioni riguardano spesso le
più famose città d’arte italiane, considerate tra le mete più ambite dai
cittadini tedeschi, ma la Puglia non è mai rientrata in simili accordi.
Questa difficoltà nel poter contare su tratte valorizzabili fa sì che alcuni
TO preferiscano puntare su altre aree del Mediterraneo come Portogallo,
Spagna, Grecia o Turchia. É il caso di Schauinsland. Il Produkt Manager
della compagnia tedesca, Martin Bensig, sottolinea che “l’insufficienza di
tratte aeree che colleghino adeguatamente la Germania con i principali
aeroporti dell’Italia meridionale è una della cause per cui il TO tedesco
preferisce
altree
aree”.
Inoltre,
sempre
secondo
Bensig,
l’Italia
meridionale è spesso associata con un tipo di turismo di massa che
potrebbe fungere da deterrente per i turisti tedeschi. “Occorre quindi
migliorare
le
connessioni
aeree
e
offrire
strutture
che
possano
interessare i turisti tedeschi.”
Se gli aeroporti ci sono, sembrano confermare i principali TO, occorre
lavorare per favorire il traffico aereo con le giuste politiche strategiche.
L’altro lato della medaglia è che la Puglia è vicina, si raggiunge con
mezzi propri dall’Italia e anche dal Sud della Germania. In più molti
italiani del Centro scelgono di raggiungere in macchina la Puglia, anziché
la Calabria o la Sicilia, anche per il fattore disincentivante costituito dalla
linea Salerno-Reggio Calabria.
La crisi del Tour Operating sulla destinazione pugliese deriva anche da
un ricarico soltanto parziale per quanto riguarda il volato.
Franco Mereghetti di Teorema Tour ammette: “Il TO deve ricaricare
anche sul charter offerto ai suoi turisti. Mi ritrovo a vendere un prodotto
che, senza passaggio aereo, rimane insufficentemente redditizio”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Anche la signora Duchemin di Donatello ci parla di un’esperienza non
propriamente fausta con l’organizzazione di charteristica verso la Puglia:
“un tentativo di organizzare un servizio di charter
non ha funzionato
perché la domanda era troppo debole per poter consolidarlo; allora
siamo stati costretti ad abbandonare il cammino intrapreso. Ora siamo
su voli regolari con dei prezzi molto elevati, e dunque le offerte non sono
così allettanti”.
Importante poi la richiesta di voli low-cost, soprattutto da parte dei TO
stranieri. Secondo Rudy Round di Oad Group, “la Puglia potrebbe essere
una meta molto apprezzata dal turismo olandese a patto che si
istituiscano voli abasso costo che colleghino gli stati del nord-europa e la
regione pugliese”.
A margine di queste istanze che uniscono gli interventi dei TO ascoltati,
si inserisce il discorso di Stefano Zeni, il Responsabile Prodotto Italia di
Viaggi del Ventaglio. Secondo Zeni un nodo focale sarebbe l’apertura al
traffico turistico dell’aeroporto militare di Grottaglie, “si tratta di un
impedimento storico. C’è ancora una scarsa apertura verso l’estero degli
aeroporti pugliesi. Servirebbe per collegare il Golfo di Taranto, il
Metaponto e la Basilicata. Manca uno scalo adeguato in quella zona
dove, effettivamente, i colleghamenti sono molto scoperti”.
Sempre da Zeni arriva la proposta di creare una riscossa della
destinazione Puglia partendo proprio dai collegamenti aerei. “La Puglia
potrà vincere la sfida turistica aumentando il traffico aereo. Si deve
trattare la Puglia come se fosse un medio raggio charterizzato,
soprattutto per quello che è il mercato estero. Un po’ come sta
avvenendo per la Sicilia e, parzialmente, per la Calabria”.
Un tempo si sarebbe potuto operare anche sulla portualità turistica, che
avrebbe potuto trasformare la Puglia in una porta Mediterranea posta tra
Oriente e Occidente, assolutamente strategica rispetto alle altre aree del
Mediterraneo. Panunzi, Direttore Generale di Valtur afferma, “Si è persa
l’occasione di creare il grande parcheggio internazionale. Una persona
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140
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
che aveva la barca a Brindisi, per esempio era già molto vicino alle più
importanti rotte nautiche del Mediterraneo. Questo traffico è stato
assorbito negli anni da Trieste e Sistiana. Si è curata la rendita di
posizione dei traghetti italiani che vanno in Grecia ma non si è
internazionalizzata la portualità turistica”.
Un paesaggio da salvare, un patrimonio da consolidare
La maggior parte dei TO confermano un’interesse legato alla Puglia
stigmatizzandone la diversità paesaggistica, ma anche le particolarità
presenti a livello diffuso.
Secondo Gerosa di Hotelplan la Puglia è di particolare interesse per il
turista svizzero perché permette un’immersione autentica con la natura,
affermando comunque che “il Salento, a livello di bellezze naturali, è la
zona con le possibilità turistiche maggiori”.
Il panorama pugliese, come il gruppo di ricerca sul territorio ha potuto
constatare, si presenta fortemente caratterizzato da un’aspetto legato al
verde delle coltivazioni e, a livello generale, da un paesaggio agrario.
Panunzi di Valtur ammette che “l’armatura agricola ancora regge e fa sì
che il panorama pugliese sia sostanzialmente preservato”. Allo stesso
modo il paesaggio pugliese è complesso e risulta più eterogeneo rispetto
alle concorrenti del Mediterraneo. Un dato potenzialmente funzionale per
un turismo di scoperta, ma che implica anche una maggiore attenzione
per quanto riguarda la fruizione del paesaggio interno. Sempre Panunzi
spiega: “la Sicilia è già molto più omogenea. Ha un solo interno,
oltretutto facilmente raggiungibile. Tutta la zona interna, che prima era
isolata, è divenuta un posta assolutamente raggiungibile”.
Il paesaggio, insieme ai borghi diffusi sul territorio, è il vero potenziale
motore di una riscossa turistica pugliese. L’importanza del paesaggio
viene confermata dallo stesso Direttore Generale di Valtur anche
presentando i casi di successo legati a una riscossa turistica partita dal
territorio. “La Basilicata ha basato tutto sulla qualità del territorio. La
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141
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Basilicata, che tempo fa era un nulla nel panorama turistico, oggi inizia a
raccogliere i suoi frutti”.
Anche Rosa Andriani, la Responsabile Programmazione del Sud-Italia di
Settemari, ci riconferma l’importanza di una strategia fondata sugli
elementi appena citati: “per promuovere il turismo occorre riconfermare
la tipicità del territorio”.
L’abusivismo e lo sfruttamento delle aree va combattuto con forza.
Mereghetti, di Teorema Tour, fa un esempio ben preciso: “a Porto
Cesareo, dove hanno costruito la statua in onore di Manuela Arcuri, si
sono realizzate 17.000 costruzioni abusive, sulla spiaggia e sul demanio
pubblico. Non c’è possibilità di sviluppo turistico a queste condizioni”.
Un numero crescente di vacanzieri, anche gli adepti della villagistica,
sono sempre più aperti a una scoperta delle autenticità territoriali.
Secondo Palmucci di Club Med “il concetto stesso di villaggio turistico
sembra nettamente modificato. C’è una vasta scelta e una apertura
sempre maggiore rispetto alle bellezze offerte dal territorio”.
Il monito di Panunzi di Valtur suona come un avvertimento: “Se la Puglia
abbassa la guardia e comincia a scempiare il suo territorio perde tutte le
chances che le rimangono”.
Le strutture ricettive
I
Tour
Operator
intervistati
esprimono
delle
valutazioni
molto
interessanti per quanto riguarda la ricettività esistente in Puglia. Da una
parte emerge, in tutta la sua importanza, il problema legato a una
scarsa qualità delle strutture.
Tuttavia alcuni passi avanti, come ricorda Palmucci di Club Med, “sono
stati fatti, soprattutto nel dare una classificazione omogenea alle
strutture alberghiere”.
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142
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Secondo Donatello “i prezzi sono accettabili, ma le strutture non
corrispondono alle richieste della clientela”. Sempre la Duchemin di
Donatello vede con buon occhio la trasformazione delle masserie in
strutture ricettive, ma c’è un ma… “il fatto che ci siano poche camere fa
sì che le tariffe risultino molto elevate”. Ecco perché si può parlare di
una
parcelizzazione
delle
reali
potenzialità
ricettive
della
Puglia.
“Nell’entroterra ci sono piccole strutture ben realizzate, ma rimangono
piccole unità troppo disperse”.
Anche Rosa Andriani di Settemari afferma che la costruzione di grandi
villaggi non aiuta ex ante lo sviluppo turistico della Puglia: “dal mio
personale punto di vista preferirei uno sviluppo fondato su piccole e
caratteristiche strutture che non un turismo costituito da grandi villaggi”.
Zeni di Viaggi del Ventaglio mette in evidenza la disparità in termini di
strutture tra la zona del Gargano e quella del Salento: “Ci sono
chilometri di spiagge che non hanno strutture ricettive adeguate, senza
villaggi ad ampio respiro. Troppe costruzioni nel Gargano, poche in un
territorio magnifico come il Salento.
Allo stesso tempo le politiche devono essere mirate a unificare la
conservazione delle aree paesaggistiche da proteggere a un ascolto dei
requisiti qualitativi richiesti dal turista.
Panunzi di Valtur afferma: “Bisogna classificare le aree da sviluppare e
le aree intangibili. Il tutto va visto in chiave regionale e non provinciale.
Soprattutto bisogna pensare al turismo come a un processo lento. Oggi
un turista che arriva a Otranto non trova un albergo di livello. I grandi
complessi ricettivi poi
vendono ‘la settimana’. I turisti si trovano di
fronte
barriere
una
serie
di
che
ne
impediscono
la
completa
soddisfazione”.
Va detto poi che la costruzione di posti letto non serve a garantire dei
flussi, ecco perché la costruzione di nuove strutture ricettive deve essere
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143
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
anticipata da una disamina rispetto ai servizi infrastrutturali, culturali e
gastronomici che un territorio può offrire.
“Costruire nuovi posti letto non serve a niente. Se non ci sono
infrastrutture di servizio i letti rimangono vuoti. Occorrono negozi
interessanti, servono luoghi dove ascoltare musica, occorre muoversi
agevolmente, in più devo sapere quali sono i servizi di base come
ospedali, farmacie, ecc”. Sulla stessa linea il discorso di Mereghetti di
Teorema Tour: “ci vuole una rete di servizi. Devo andare in vacanza
sapendo di avere la possibilità di fare un’escursione, di avere un servizio
sanitario, di potere accedere a una fitta rete di servizi”.
Ancora Panunzi afferma che “non occorre puntare sulla proliferazione di
letti, ma studiare le modalità di una circolazione facile e leggera”.
Per non perdere altro terreno: il prezzo
Opinione diffusa tra i Tour Operator intervistati è che la Puglia non sta
riscuotendo per il potenziale che ha da offrire. I problemi di questo gap,
di questa differenza tra poternzialità e effettiva redditività turistica, non
può prescindere da analisi ad ampio respiro, che toccano tematiche che
non interessano soltanto la ricettività e la mobilità.
Un primo problema, evidenziato da molti, è quello del prezzo.
Rosa Andriani afferma che “il problema della Puglia, così come per molte
altre mete italiane, è un problema di prezzo”.
Secondo Duchemin di Donatello, le ragioni principali del perché la Puglia
sia meno richiesta rispetto ad altre destinazioni del mediterraneo è
dovuto al fatto che “è poco conosciuta, l’accesso è difficile e i prezzi
sono meno vantaggiosi rispetto ad altre destinazioni, magari meno
interessanti da un punto di vista culturale, ma servite meglio”. E in
particolare pensa al Maghreb per quanto riguarda il Mediterraneo.
Zeni lega la leva di prezzo a un elemento come il servizio transfer. “Se
non troviamo un interlocutore che faccia dei prezzi adeguati i ricarichi
risultano sbilanciati. Anche per questo soffriamo la concorrenza di
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
prezzo di Croazia o Tunisia”. Giocare sulla leva del prezzo resta una
strada interessante perché, secondo Zeni, “si può e si deve far
conoscere la straordinaria varietà del territorio a prezzi concorrenziali”.
Per non perdere altro terreno: la comunicazione
La Puglia presenta una grande varietà di bellezze, paesaggistiche e
artistiche, ma anche ricchezze enogastronomiche e culturali, eppure,
come affermano molti intervistati, la dispersione di potenzialità è palese
e poco giustificata.
Le potenzialità pugliesi sono ribadite da Stefano Zeni di Viaggi del
Ventaglio: “Abbiamo due mari splendidi, a cui va aggiunto un patrimonio
culturale assolutamente ricco (Normanni, Magna Grecia, ecc), il tutto
racchiuso in un’offerta enogastronomica assolutamente di prim’ordine”.
Un’offerta integrata di prodotti così diversi va studiata attentamente.
Sempre Zeni afferma che “la possibilità di un’offerta integrata deve
essere coordinata dal lavoro dell’APT e si deve avere un’ottica di medio
lungo termine piuttosto che di breve periodo. Non si può sfruttare quello
che si ha fino all’osso”.
Una politica di comunicazione più attenta viene chiesta anche da
Palmucci di Club Med: “il sito, che dovrebbe esssere tradotto in inglese
perché il turista straniero è ancora da educare, è in manutenzione e ai
primi di luglio non pare di buon auspicio”. Palmucci afferma anche che “è
complicato comunicare le peculiarità di una regione, ma la Puglia è
certamente avvantaggiata. Ci sono molti aspetti, paesaggistici, culturali
e gastronomici, che favoriscono politiche di comunicazione integrata”.
La comunicazione porta con sé anche una conoscenza all’estero e non
riesce a trainare il brand pugliese a ritmi interessanti per il mercato
europeo. Gerosa di Hotelplan ammette che “un problema che c’è è la
pubblicità. La Puglia non è conosciuta come l’Adriatico o la Toscana”.
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145
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Anche Rudy Round, manager di Oad Group, segue la stessa linea,
affermando che “sarebbe molto importante fare maggiore ricorso a
campagne pubblicitarie sia in Tv che sui giornali per fare conoscere
questa regione anche al pubblico internazionale”.
La comunicazione quindi deve operare su due piani: un primo livello in
cui agisce sul turista per educarlo alla bellezza presente, l’altro per
“tranquillizzarlo” e invogliarlo alla visita.
Panunzi, riprendendo questa divaricazione, afferma: “per ora sembra
esserci il contenitore, ma non il contenuto. Più che fare moltissime sagre
paesane, sceglierei degli attrattori culturali che abbiano delle ricadute
sull’immagine regionale. Bisognerebbe dare l’immagine di un prodotto
regionale movimentato, in cui una persona riesce a fare di tutto. E
questo manca alla comunicazione attuale della Puglia. Un turista che
sceglie la Puglia pensa o di andare al mare o di andare a visitare tre
cattedrali…”.
Per non perdere altro terreno: la qualità del servizio
Durante lo scouting in Puglia, il gruppo di lavoro ha tastato con mano la
marcata differenza in termini di qualità di servizio offerta tra diversi
luoghi e diverse strutture. Molti dei Tour Operator pongono questa leva
come una ineludibile strategia per lo sviluppo futuro della Puglia. Forse
la grande potenzialità della Puglia ha rallentato una mirata e qualificata
cultura dell’accoglienza del turista. Panunzi afferma che i pugliesi
“Hanno scambiato risorse come strutture già pronte. Le bellezze sono
strumenti e motivazioni, non garantiscono a prescindere i flussi
turistici”.
La qualità del servizio dipende dalle variabili legate all’ospitalità, ma che
deve necessariamente passare per una formazione del personale e per
la qualificazione del soggiorno offerto.
Analizzando il servizio offerto i TO evidenziano un’eccessiva disparità in
termini di qualità offerta.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Secondo la francese Donatello “per attirare la clientela internazionale le
strutture dovrebbero assomigliare meno a caserme”.
Palmucci
di
Club
Med
invece
punta
il
dito
sulla
mancanza
di
professionalità delle guide turistiche, tanto importanti specialmente per
il turismo culturale internazionale. “Sul turismo culturale c’è una certa
mancanza
di
guide
turistiche.
Manca
la
presenza
di
figure
di
accompagnamento che parlino le lingue più diffuse”.
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147
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
15. Identificazione dei mercati di riferimento
Rispetto ai quattro prodotti turistici segnalati come principali oggetto di
verifica della ricerca qualitativa, sono stati identificati e definiti quelli che
appaiono essere i principali mercati di riferimento per lo sviluppo
ulteriore dei prodotti; i mercati sono stati segmentati anche rispetto a
specifici sotto-prodotti
Mare e nautica
a.
Salento e Parchi Naturali. Segmento di offerta da indirizzare ad
un pubblico attento all’ambiente naturale, esclusivo, ricercato e
sensibile alla moda, metropolitano.
Principali aree di provenienza: USA, Europa Nord + Francia, GB e
Spagna,
Italia,
Giappone.
Ottime possibilità per le tribù del mare, in particolare subacquea.
Più difficile, anche se il territorio è ottimo, lo sviluppo della vela –
vi è molta concorrenza e tempi lunghi e costi elevati per la
realizzazione di nuove infrastrutture.
b.
L’Adriatico e Taranto. Prodotto balneare più tradizionale, rivolto
alle “ferie” delle famiglie, cui bisogna poter offrire strutture a 2 e 3
stelle di buona qualità con mezza pensione.
Principali aree di provenienza: Italia (turismo domestico e interno),
Germania, Austria
Per quanto riguarda la nautica, molte zone si prestano allo
sviluppo di un turismo giovane e sportivo, in particolare legato alle
pratiche di windsurf e kitesurf, qualcuna al surf.
c.
Turismo interno. Fenomeno importante, quello delle seconde
case e gite in giornata, rispetto al quale obiettivi di mercato
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
dovrebbero riguardare non tanto l’attrazione ma una migliore
finalizzazione economica dei flussi presenti.
Ruralità, patrimonio diffuso, natura e parchi
a.
Turismo dei borghi. Prodotto che vede nelle visite ai vari
centri storici l’attività principale, il mare è vissuto come una
integrazione o diversivo occasionale. Il pubblico di riferimento
si identifica in: viaggiatori, turismo natura, cicloturisti, relax
culturale, camperesti, escursionisti.
Principali aree di provenienza USA, Germania, Scandinavia,
Austria, Benelux, Francia, GB, Spagna, Italia, Giappone.
b.
Turismo terra-mare Rispetto al precedente si distingue per
un maggiore peso attribuito alla integrazione con il mare.
Viaggiatori o vacanzieri curiosi che cercano anche momenti di
vacanza,
turismo
natura,
cicloturisti,
relax
culturale,
camperesti, escursionisti.
Principali aree di provenienza Italia, Francia, GB e Spagna.
Cultura e arte
a.
Circuito delle città e principali emergenze. Prodotto
commercializzabile presso i tour operator e realizzabile anche
come “fast tourism”, sul modello delle principali città d’arte
italiane.
Principali
aree
di
provenienza:
GB,
Germania,
Austria,
Benelux, Italia, USA, Giappone, Svizzera, Russia, Cina.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
b.
Circuito dei musei e siti archeologici. Prodotto dalla
modalità di fruizione più lenta, che integra città e siti culturali
con i borghi e il patrimoni odiffuso.
Principali aree di provenienza: USA, Germania,
Austria,
Benelux, Francia, GB, Spagna, Italia, Giappone.
Benessere e turismo della salute
a.
Termale.
Segmento
destinabile
principalmente
al
turismo
interno.
b.
Masserie di lusso. Principali aree di provenienza: USA,
Germania,
Austria, Italia. Da valutare con attenzione alcune
cattive emulazioni che potrebbero minacciare il modello.
c.
Turismo
Germania,
natura.
Principali
aree
di
provenienza:
USA,
Austria, Benelux, GB, Scandinavia. Prodotto che
maggiormente avvicina il concetto di wellness proprio di questi
mercati.
a. Salute. Per il mercato italiano. A San Giovanni Rotondo si
presenta l’occasione di un passaggio dal turismo religioso a un
turismo medicale e sociale, spingendo l’eccellenza sanitaria
dell’ospedale per far vivere le strutture turistiche attualmente in
crisi.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
16. Ipotesi sui nuovi target
Viste le carenze e le aree di eccellenza riscontrate dalla ricerca
qualitativa realizzata, e vista anche la forte peculiarità riconosciuta dalla
ricerca al territorio pugliese nell’ottica di un possibile ri-posizionamento
del prodotto-Puglia sui mercati turistici, è apparso opportuno proporre
un approfondimento sui possibili target in base ai quali ridefinire e
sviluppare l’offerta turistica della Regione. Ai fini di poter concepire
appunto un nuovo posizionamento turistico della Puglia si è quindi
proceduto a questo passo ulteriore: per un verso si tratta appunto di un
approfondimento anche sociale dell’analisi dei mercati, dall’altro si attua
una inevitabile ma sicuramente proficua semplificazione nella trattazione
dei target.
A. Vacanzieri per il mare
Il segmento del turismo balneare odierno rappresenta l’evoluzione del
turismo di massa degli anni ’60; le forme attuali sono quelle del villagio
turistico, della seconda casa, del pacchetto all inclusive. È un consumo
turistico nel quale, da un punto di osservazione sociale, è possibile
rintracciare la variabile sovrapposizione di elementi “tradizionali” della
vacanza estiva e di elementi nuovi. Elementi tradizionali come la
ripetizione (dei luoghi, dei tempi, delle frequentazioni e delle attività)
che costituiva il significato centrale di una vacanza nata come evoluzione
di massa della villeggiatura alto-borghese, e per cui lo spirito di fondo
era quello di trasferire sul mare la città e i suoi rapporti sociali; a
quest’ultimo riguardo assume in Puglia una dimensione importante
l’elemento del ritorno in regione degli emigrati per motivi di lavoro, che
in estate rivedono familiari e amici. Elementi più recenti sono invece
quelli legati al significato “evasivo” della vacanza: fuga dal lavoro e dal
quotidiano, che può assumere la direzione dell’esotismo “sicuro” offerto
dai tour operator, oppure dell’aggregazione in “tribù” più o meno
ristrette, catalizzate solitamente intorno a sport ed attività varie.
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151
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
A.1 Cercatori d’acqua chiara
Si potrebbero raccogliere sotto questo termine la nuova fascia media e
alta del segmento turistico balneare, contraddistinte da un approccio
“naturalistico” al mare, per cui ai servizi complementari e alla
dimensione mondana o comunque sociale della vacanza viene anteposta
l’esigenza di trascorrere il proprio tempo in luoghi di alto pregio
ambientale,
e comunque lontano da quelle che possono essere
considerate le “esternalità negative” dei luoghi interessati da un intenso
sfruttamento turistico.
La fascia media si può identificare in un viaggiatore giovane o giovanile,
dinamico, in cerca di strutture semplici ed economiche: un turismo en
plein air di nuova generazione, che trova i suoi modelli nei campeggi
francesi, in particolare i campeggi bungalow della Corsica, o anche a
Dahab, sul Mar Rosso, dove si è affermato nel tempo, in contrasto con il
modello della vicina Sharm El Sheik, uno stile giovanile e spartano di
vacanza perfettamente in equilibrio fra relax di qualità e attività varie.
Mare, quiete, riavvicinamento con la natura sono elementi centrali del
soggiorno e delle motivazioni di questo segmento. Devono prevalere la
salvaguardia della natura, l’accoglienza umana, la leggerezza e il senso
di
libertà,
la
qualità
dell’enogastronomia,
i
prezzi
contenuti.
la fascia di età va dai 20 ai 50 anni, le provenienze includono l’Italia e
tutta l’Europa, e per i
più giovani anche USA e Giappone; sono
vacanzieri ma anche viaggiatori che vogliono fare qualche giorno di
pausa, e la loro “stagione” può andare da aprile a ottobre.
La fascia alta si può associare ad un plein air di lusso che ha il suo
riferimento nei resort australiani: strutture esclusive, per un turismo
ricercato, che offrono ambienti dalla bellezza intatta e un servizio di alta
qualità. È da tenere presente, per questa tipologia ricettiva, che gli
esempi di eccellenza servono oltre che per rispondere a una domanda di
mercato emergente, per creare dei casi trainanti a livello comunicativo –
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152
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
svolgendo quindi la funzione che la Masseria San Domenico ha esercitato
nei confronti delle masserie in generale.
Il
segmento
è
identificabile
nei
40/70
enni
italiani,
americani,
giapponesi, russi; principalmente vacanzieri short break, con soggiorni
al massimo di una settimana, ed eventualmente con visita a qualche
città d’arte, come Lecce, dato che il segmento può essere definito di
fascia superiore sia dal punto di vista della propensione alla spesa
media, sia per quanto riguarda l’interesse nei confronti delle varie
attrattive culturali. Anche in questo caso la stagione può essere sfruttata
al meglio da aprile a ottobre.
A.2 Famiglie per un turismo a 2 e 3 stelle di qualità
Il balneare classico è il settore turistico che più di tutti mostra negli
ultimi anni la perdita di competitività delle destinazioni italiane; questo
vale per i mercati stranieri, che sono piuttosto minoritari rispetto al
prodotto-mare tradizionale, e soprattutto per il mercato italiano. Una
ricerca GH-GfK Eurisko realizzata nel marzo 2007 ha mostrato che quasi
la metà degli italiani non ha fatto vacanze nel 2006, e i recenti dati
previsionali annunciano che per il 2007 sarà il 51% della popolazione
italiana a rimanere a casa nei mesi estivi. Questo significa che il mercato
italiano della vacanza di mare si sta evolvendo secondo due linee
distinte: per un verso si “involve”, nel senso che per motivazioni
prevalentemente economiche è costretto a saltare almeno un anno di
vacanza,
per
l’altro
verso
“espatria”,
spostandosi
verso
quelle
destinazioni che offrono prodotti simili o superiori a prezzi migliori – o
almeno per un miglior rapporto qualità/prezzo, che è il punto più
criticato da molti consumatori insoddisfatti. Un semplice confronto
effettuato di recente mostrava come una settimana in villaggio turistico
a metà luglio, in pensione completa per 5 persone viaggio escluso, costa
circa 5.800 euro in villaggio italiano, 2.500 in Egitto sul Mar Rosso – e si
tratta di villaggi allo stesso livello qualitativo. Prezzi ugualmente
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153
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
concorrenziali si trovano in Spagna, in Turchia, in Libia e in altre
destinazioni mediterranee.
Proprio il balneare, inoltre, è il settore in assoluto più rilevante
nell’economia
turistica
pugliese,
e
vede
qui
una
prevalenza
di
provenienze dalle altre regioni italiane accompagnata però da una forte
componente di turismo interno, mentre gli arrivi internazionali sono
minoritari – e si è visto infatti che gli stranieri sono i meno interessati al
prodotto balneare di per sé. L’opportunità che la Puglia ha di riqualificare
e incrementare il proprio prodotto-mare è quindi da vedersi per buona
parte legata al mercato italiano e pugliese. In sintesi, si può proporre
per il mare pugliese il doppio obiettivo di riportare in Italia gli italiani che
attualmente stanno sperimentando le mete estere, e di riportare al mare
gli italiani sempre più numerosi che stanno rinunciando alle vacanze, o
che le stanno accorciando.
Il mercato target è principalmente quello delle famiglie italiane, ma
anche il mercato tedesco ed i mercati emergenti dell’Europa orientale.
Per la stagionalità il mercato italiano si presenta sicuramente più
problematico rispetto ai mercati stranieri; attualmente la stagione
balneare pugliese va da maggio a settembre per alcune strutture, e si
limita a luglio ed agosto per molte altre. Un obiettivo importante
potrebbe già essere quello di realizzare un buon tasso di occupazione
delle strutture nei quattro mesi (interi) maggio-settembre. Non va
dimenticato fra l’altro che i pugliesi citano proprio il clima favorevole
come il principale elemento forza per l’attività turistica nella regione.
La Puglia può quindi ancora concorrere per essere una destinazione
mediterranea “low cost” e di qualità al tempo stesso. La parte di
mercato che attualmente ne resta fuori è anche quella maggiormente
sensibile al tema del rapporto qualità/prezzo: un impegno forte sia sui
prezzi che sulla qualità appare l’unico modo per intercettare questa
parte di domanda. Ma soprattutto un impegno sul versante della qualità,
largamente intesa, è quello più strategico, in quanto consente di creare
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154
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
benefici
immediati per la popolazione residente nelle località di
destinazione
(ad
esempio
laddove
si
proceda
a
partire
dalla
riqualificazione urbana) e per la popolazione pugliese, che deve
costituire il primo mercato-target.
Vi è, quindi, un doppio fronte da tenere in considerazione: il primo
consiste nello sviluppare la qualità di un’offerta turistica sulla base di
una
qualità
di
vita
diffusa
sul
territorio,
quindi
coinvolgendo
direttamente la popolazione nei processi di promozione economica; il
secondo riguarda l’attrazione del turismo interno e la stimolazione dei
consumi
turistici
e
culturali
locali
come
leve
per
incentivare
e
rivitalizzare le attività economiche direttamente ed indirettamente
collegate al turismo. Ad esempio, laddove la popolazione residente
mostra atteggiamenti di consumo particolarmente dinamici si creano le
condizioni perché gli esercizi turistici, commerciali e complementari
possano allungare la stagione di attività, e in questo modo attirare a loro
volta altri consumi dall’esterno.
In ogni caso il percorso di sviluppo e di riqualificazione urbanistica deve
portare ad instaurare dei circoli virtuosi che possano portare ricadute
positive sulla popolazione e sulle città, sia in termini economici, sia di
consenso e coinvolgimento sociale, sia di immagine e comunicazione
verso l’esterno.
B. Viaggiatori per le Puglie
“Turismo di Territorio significa arrivare a una conoscenza diretta delle
persone e dei diversi aspetti dell’identità di un luogo, offerti nella loro
dimensione complessiva e contemporanea, all’interno di un’esperienza di
viaggio diversa dagli schemi turistici abituali. Il Turismo di Territorio è
una forma di turismo in cui il territorio (cioè il luogo visitato con le sue
ricchezze artistiche, paesaggistiche, naturali, umane, ecc.) rappresenta
un'opportunità da esplorare secondo i diversi livelli di interesse del
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
turista e una possibilità di avere un contatto autentico con stili di vita
diversi dai propri, vivendo esperienze di conoscenza profonde dal punto
di vista estetico, intellettuale o emotivo. Il viaggiare acquisisce allora
proponimenti di ritorno alla dimensione del viaggio come prova, uscita
dal quotidiano, esperienza dell'incontro: finalità che hanno perso la loro
forza nell’attuale concezione del turismo. […]. Secondo il Turismo di
Territorio la ricchezza di ogni destinazione turistica nella sua dimensione
complessiva e contemporanea può essere comunicata solo attraverso la
cooperazione con gli operatori che quotidianamente vivono e animano il
territorio.
Rientra
in
questa
visione
la
definizione
di
turismo
responsabile, vale a dire un’impostazione turistica che rispetta lo stile di
vita di chi abita i luoghi proposti come meta turistica. […]. La filosofia
del Turismo di Territorio è dunque un’affermazione della specificità del
turista/viaggiatore
in
opposizione
all’appiattimento
proprio
della
globalizzazione turistica.”
La definizione di “turismo di territorio” qui riportata (tratta da Wikipedia,
www.wikipedia.org), indica in modo piuttosto preciso quella che appare
essere la maggiore opportunità di valorizzazione turistica del vastissimo
entroterra pugliese, e al tempo stesso descrive indirettamente quel
segmento di mercato emergente che nel viaggio cerca un’esperienza e
una conoscenza profonda dei luoghi, prima ancora che una visita
culturale
È inoltre utile citare anche la realtà già da tempo avviata dello “Slow
travel”, ricordando ad esempio che si è svolto a giugno il primo salone
Go Slow di Mestre, “dedicato all’arte del viaggio lento, del turismo
ecologico da praticare a piedi oppure in bicicletta, del concetto di
mobilità per il tempo libero”; l’evento ha aggregato una massa rilevante
di associazioni, movimenti ed enti pubblici già da tempo impegnati sul
fronte dello sviluppo e riscoperta di sistemi di mobilità dolce e di un
concetto di viaggio lento e qualitativo.
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156
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Turismo di territorio e slow travel sono qui da intendersi come due dei
tanti segnali di un cambiamento in atto, ancora non ben definito né
circoscritto, e che non è stato neppure incanalato completamente dal
mercato dell’offerta turistica – che in molti luoghi è peraltro assente per
questa tipologia di domanda. Si tratta di un fenomeno comunque non
monolitico, ma ricco di sfaccettature e sfumature, e nel quale si
intrecciano e si sovrappongono una molteplicità di motivazioni turistiche
“dinamiche”, che possono spaziare dall’interesse per l’enogastronomia
alla pratica di specifiche attività sportive e non.
Gli studi del sociologo Jean-Didier Urbain hanno messo in luce il modo in
cui la diffusione di internet e delle nuove tecnologie ha accelerato la
nascita di nuovi comportamenti di consumo turistico; fra questi, sono
interessanti qui da ricordare una tendenziale compulsione in alcuni
turisti alla conoscenza totale della destinazione di viaggio prima della
partenza (prevalentemente veicolata da internet, appunto) e la forte
tendenza di molti a diventare “agenti di viaggio di sé stessi”, quindi
organizzando
l’intera
vacanza-viaggio
completamente
in
proprio,
dall’inizio alla fine.
L’esigenza dell’auto-organizzazione trova delle ragioni immediate nel
risparmio di tempo e nell’esigenza di programmare comunque per non
imbattersi nell’imprevisto di viaggio, ma ha al tempo stesso delle regioni
più profonde legate al rifiuto del prodotto standardizzato e alla
conseguente
ricerca
corrispondente
alla
di
un
percorso
creazione
di
proprio,
una
autodeterminato,
narrazione
individuale
dell’esperienza-viaggio. Si tratta in altri termini di costruire le proprie
esperienze anziché subirle da parte di un organizzatore esterno.
Pur
con
tutte
le
contraddizioni
che
questo
atteggiamento
può
comportare – ad esempio l’autodeterminazione rimane sempre limitata
dall’uso
talora
compulsivo
delle
varie
fonti
di
informazioni
in
preparazione del viaggio – si tratta di una modalità nettamente
emergente di affrontare e vivere l’esperienza turistica, e pone ad ogni
regione che ambisca ad un sviluppo economico importante in direzione
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
di un turismo di territorio l’obiettivo di mettere in grado i viaggiatori di
creare e vivere nel modo più libero e completo la propria storia di
viaggio. Con ciò, si devono quindi predisporre strumenti specifici di
natura culturale, comunicativa, informativa e promozionale: il “materiale
grezzo” per ogni percorso individuale.
Inoltre è da tenere presente che nasce una domanda sempre più
personalizzata e difficile da incanalare: la dispersione dei flussi in un
sistema di fruizione e di percorribilità del territorio che ricalchi il sistema
“hub and spokes”, con centri minori che fungono da base e percorsi che
da essi si irradiano, può essere la risposta a questa tendenza, ma la
qualità diffusa è la condizione necessaria perché sia sostenibile, visto
che questo macro-segmento ancora difficile da definire è comunque
identificato da una forte domanda di qualità, si potrebbe quasi dire di
charme, di seduzione. Inoltre va ricordato che i viaggiatori “slow”
possono utilizzare internet per informarsi e documentarsi anche in modo
estremamente
dettagliato
(sempre
che
i
siti
web
esistenti
lo
permettano) ma al momento dell’acquisto tendono sempre a cercare i
rapporti diretti con le strutture e gli operatori.
B.1 Scopritori del territorio
Per una parte rilevante di questo mercato la Puglia può assumere una
connotazione fortemente emozionale, legando la propria immagine e la
propria offerta al “fascino mediterraneo”, che per i principali mercati
stranieri è un immaginario molto forte e inesauribile; vi è in questa
immagine
un
elemento
centrale
di
puro
esotismo,
difficilmente
individuabile da parte nostra, cioè con occhi italiani, eppure molto
presente in una narrazione “nordica” del Mediterraneo.
“Autentico con piscina” sintetizza le esigenze di questa parte di mercato:
una realtà di vita non contraffatta a scopi turistici, ma sufficientemente
dotata di servizi per sapere accogliere al meglio visitatori interessati a
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
conoscerla; la controra è un esempio che ben stigmatizza questo
aspetto: fa parte del fascino esotico del mediterraneo, ma proprio per
questo si dovrebbero creare le condizioni per rendere vivibili e
accoglienti città e paesi durante la controra. Benchè si tratti di un
pubblico curioso, interessato e anche propenso ad una maggiore spesa
media , è al tempo stesso legato al concetto di qualità complessiva della
vacanza, per cui il livello e la disponibilità dei servizi diventano un
fattore imprescindibile.
Il viaggiatore è comunque un vacanziere, e in quanto tale ha bisogno di
gratificare la propria parte edonista; ecco allora che piscine per il ristoro
del corpo, cibo e vino di qualità per il piacere del palato, assumono una
dimensione essenziale per qualificare e diversificare il turismo di
territorio, specialmente se rivolto ai borghi e alla ruralità.
B.2 Prosecutori del Grand Tour
Il segmento di turismo culturale rappresenta la parte maggiore dei
consumi turistici in Italia, e soprattutto per l’incoming costituisce oltre il
50% della spesa. È inoltre interessante ricordare che si sta verificando
negli ultimi anni un sostanziale rafforzamento del segmento, e che esso,
nella stima suddetta, assorbe in realtà diversi altri turismi caratterizzati
da motivazioni più specifiche. Si tratta quindi di un mercato solido e che
continua a crescere, caratterizzato da una spesa media maggiore a
quella degli altri prodotti turistici, e che trova molte potenzialità di
integrazione con altre motivazioni ed interessi.
A fronte di una domanda in espansione, e di un’offerta italiana ormai
“sovraccarica”, si presenta alla Puglia l’opportunità di un inserimento
importante nei circuiti del turismo culturale, purchè non tenti di essere
una copia del modello già esistente nel “turisdotto” italiano VeneziaFirenze-Roma. Piuttosto un turismo culturale basato su pochi musei
eccellenti, su un patrimonio diffuso ricco e ancora inesplorato da parte di
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
molti mercati, e soprattutto basato su servizi complementari che
rendano “leggera”, piacevole, divertente la vacanza e gli spostamenti.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
17. Ipotesi di posizionamento: il Mare e le Puglie
Come si può evincere, si è dunque giunti alla identificazione di due
grandi cluster ai quali la Puglia dovrebbe rivolgere la propria offerta
turistica: “vacanzieri” e “viaggiatori”. A loro volta, i due cluster sono
articolati rispettivamente in “cercatori d’acqua chiara” e “famiglie” e in
“scopritori del territorio” e “prosecutori del Grand Tour”. Su questo
doppio binario si struttura quindi anche l’ipotesi di posizionamento
avanzata, che associa ai “Vacanzieri” il prodotto “Il Mare”, e ai
“Viaggiatori” il prodotto “Le Puglie”. Si richiamano di seguito le linee
guida necessarie al raggiungimento dei due positioning.
IL MARE
1. Preservare
Preservare l’ambiente naturale è la prima linea d’azione per un sviluppo
strategico del settore turistico balneare: uno stop totale alle costruzioni
appare come una condizione essenziale per lo sviluppo di un turismo
duraturo in grado di sostenere varie economie su tutto il territorio.
Dove il territorio è saturo è necessario bloccare immediatamente ogni
costruzione, abbattere l’abusivo e l’abbattibile (recinzioni), pulire,
salvaguardare, favorire l’accesso libero - almeno fuori stagione - per i
turisti natura. Esempio tipico dove è necessario un intervento del genere
è il Gargano.
Dove il territorio è sano e intatto occorre blindare, estendere le zone
parco, salvaguardare, curare, creare percorsi e sentieri per turismo
natura (tutto l’anno) escursioni e bici.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
2. Innovare
Per creare un prodotto-mare rivolto ai “cercatori d’acqua chiara” occorre
attuare un processo di innovazione deciso, con l’attuazione di un nuovo
turismo balneare in Italia: il Plein Air. In Italia di fatto non esiste, salvo
sporadici esempi, e potrebbe diventare il nuovo mare di Puglia (e
d’Italia), in grado di dare una caratterizzazione forte,
innovativa e
sostenibile al prodotto regionale. È l’unica alternativa balneare ambita
dai turisti più ricercati o metropolitani. Per tale obiettivo appare
imprescindibile una legge salvacoste: vincoli rigidissimi per le nuove
costruzioni, divieto di costruire case, alberghi, e qualunque edificio in
cemento, limiti sui volumi, solo costruzioni leggere ecoperfette, modello
bungalow.
Di nuovo, si rimanda ai modelli di riferimento, Corsica e Australia, su
esposti a proposito dei target di fascia media e alta.
3. Qualificare le parti sovra-costruite
È la linea di intervento rivolta al balneare più tradizionale, delle famiglie,
ma anche agli abitanti di centri gravati da una urbanizzazione intensa e
irregolare. Per un verso quindi occorre pensare a rendere possibile un
turismo a 2 e 3 stelle di buona qualità e con un buon rapporto
qualità/prezzo: realizzando servizi per i bambini, lungo mare dove
passeggiare, spiagge pulite e accessibili, con spazi non occupati dai
privati. Manfredonia e Santa Maria al bagno sono ad oggi due buoni
esempi di questa politica. Al tempo stesso però riqualificare le aree
degradate, restituendo un livello minimo di qualità alle coste più
deturpate (questo anche per chi ci abita o ci va in vacanza). Servono
quindi interventi di trasformazione urbana, decoro, pulizia, piani
regolatori. In questo modo inoltre si crea consenso, coinvolgimento,
comunicazione sociale presso la cittadinanza mentre si lavora per il
turismo.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
LE PUGLIE
Autentico con piscina. Dal Wellness allo Stressless
Per la promozione di un turismo di territorio di qualità la linea di
intervento principale dovrebbe porsi l’obiettivo di rendere percorribile
(non solo fisicamente ma anche culturalmente) il territorio, incentivando
uno sviluppo qualitativo dell’accoglienza per il turismo della Puglia
dell’interno. Creare quindi la possibilità di scoprire i borghi seguendo i
centri maggiori e i vari possibili tracciati di lettura come ad esempio:
- Le antiche vie dei tratturi, una lettura sociostorica della Puglia.
- La via sacra langobardorum (pellegrinaggi, turismo religioso).
- La via Appia.
- L’enogastronomia, e la riscoperta delle specialità regionali (mozzarella
in primis).
Al tempo stesso si tratta di lavorare per lo sviluppo di un prototipo
dell’autentico con piscina: vincoli estetici, volumetrici, sui materiali,
standard ambientali e di servizio, ecc.
Il percorso della Magna Grecia - tra musei di eccellenza e siti
archeologici
Il turismo culturale potrebbe invece trarre grande sviluppo da una
riorganizzazione e modernizzazione dei circuiti museali, valorizzando
maggiormente i piccoli musei d’eccellenza e i siti archeologici, intesi non
tanto a livello singolare quanto piuttosto come insieme omogeneo di
elementi culturali distinti.
Inoltre un intervento vasto e profondo in favore della città di Taranto
potrebbe segnare l’inizio di un percorso di rinascita culturale proficuo per
l’intera regione: come è avvenuto già a Bilbao, il caso di Taranto
potrebbe servire a rilanciare una città e un modello, agendo da stimolo
positivo per tutto il comparto.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
IV. Allegati
1. Dossier di approfondimento metodologico sulla ricerca
qualitativa ............................................................................ 1655
2. Briefing ai partecipanti, Bari, 18 giugno 2006 ..................18888
3. Restituzione dei materiali audio .......................................18989
4. Contributi scritti degli scouter..........................................34747
5. Traccia di intervista per l’intermediazione turistica europea42828
6. Report delle interviste ai rappresentanti dell’intermediazione
turistica europea .................................................................. 4311
7. Curricula Scouter .............................................................. 4622
8. GH Impresa Turistica, Consulting Board...........................52525
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164
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
1. Dossier di approfondimento metodologico sulla
ricerca qualitativa
La ricerca qualitativa ha una lunga tradizione in psicologia
e nelle altre scienze sociali. Già agli inizi del ‘900, Wilhelm Wundt
(1900-20) impiegava metodi descrittivi nella sua folk psychology,
accanto ai metodi sperimentali della psicologia generale. Più o meno
contemporaneamente, in Germania la sociologia veniva riconosciuta
come disciplina accademica. Mentre in Francia e in Inghilterra la
sociologia emulava i metodi delle scienze naturali, in Germania si
elaborava un nuovo metodo d’indagine grazie soprattutto a M. Weber,
G. Simmel e all’influenza di W. Dilthey e del marxismo. Questi autori
applicarono l’idea che il paradigma delle scienze naturali non fosse
adatto per la comprensione dei fenomeni sociali. Lo scopo della
sociologia non poteva essere quello di formulare leggi fondamentali,
poiché ogni fenomeno sociale è a sé e non è possibile una sua
comprensione se non considerando il soggetto che la compie. In
definitiva, si apriva un dibattito tra due diversi approcci: l’uso del
metodo induttivo e lo studio del caso singolo da un lato e l’approccio
empirico e statistico dall’altro. Anche nella sociologia statunitense il
metodo biografico, gli studi sul caso singolo e i metodi descrittivi furono
centrali per lungo tempo, fino agli anni ’40, grazie anche alla forte
influenza della Scuola di Sociologia di Chicago.
Tuttavia, con lo sviluppo successivo delle due discipline, vi fu una
prevalenza
di
approcci
di
ricerca
sperimentali,
standardizzati
e
quantitativi, fino agli anni ’60, quando, nella sociologia statunitense, la
critica a questi metodi divenne nuovamente rilevante con Cicourel nel
1964 e Glazer & Strass nel 1967 (Flick 1998). Tale critica fu poi ripresa
in Germania negli anni ’70. Da questo momento in poi il panorama
statunitense e tedesco seguono diversi sviluppi teorici e metodologici
(Flick 1998).
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Germania
1) Nei primi anni ’70 il dibattito in Germania fa eco a quello sviluppatosi
negli USA negli anni ’60, con il lavoro di J. Habermas (1967 in Flick
1998) e la traduzione della critica dei metodi di Cicourel (1964 in Flick
1998). I testi scritti in questa prima fase, che prendono spunto dai
dibattiti americani, costituiranno i punti di riferimento per gli sviluppi
successivi dell’etnometodologia e dell’interazionismo simbolico.
2) Verso la fine degli anni ’70 prendono avvio dibattiti originali centrati
sul metodo delle interviste, sulle sue applicazioni ed interpretazioni e
non più basati esclusivamente sulla tradizione americana.
3) Negli anni ’80 fanno la loro comparsa due metodi originali,
ampiamente discussi: l’intervista narrativa di Schütze (1977 In Flick
1998) e l’ermeneutica oggettiva di Oevermann et al. (1979 in Flick
1998).
4) A meta’ degli anni ’80 e negli anni ’90, si assiste ad una fase di
consolidamento della ricerca qualitativa e allo sviluppo di un’attenzione
particolare ai problemi della sua validità e generalizzabilità.
Stati Uniti Denzin e Lincoln (1994a) riassumono in cinque momenti
storici lo sviluppo della ricerca qualitativa in ambito statunitense:
-
Traditional
period
(primi
Novecento
fino
alla
seconda
Guerra
Mondiale): oggetto d’interesse delle scienze questo periodo e’ la
descrizione
e
l’interpretazione
dell’altro
straniero
o
diverso.
In
etnografia, con Malinowski l’interesse e’ rivolto alle culture altre; la
sociologia della Chicago School studia invece il "diverso" presente Modernist phase (1945-anni Settanta):in questa fase si attuano dei
tentativi di formalizzare la ricerca vengono pubblicati diversi testi a
proposito (Glaser & Strauss (1967), Strauss (1987), Strauss & Corbin
ricercatori enfatizzano il rigore metodologico e le procedure formali,
nell’intento di ottenere un riconoscimento "accademico" dei nuovi metodi
d’indagine.
- Blurred genres (fino a meta’ degli anni Ottanta): emergono una serie
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
di nuovi approcci teorici e metodologici ricerca sociale. Interazionismo
simbolico, etnometodologia, fenomenologia, semiotica,
femminismo
sono questi approcci.
- Crisis of representation (dalla meta’ anni ’80): vi e’ un cambiamento di
prospettiva che porta a dare al processo di raccolta e interpretazione dei
dati. La ricerca qualitativa viene intesa come un processo costruzione di
versioni di realtà. Il ricercatore viene considerato parte integrante della
ricerca e acquistano fattori quali i rapporti di potere, l’appartenenza
socio-culturale e il genere.
- The fifth moment (dalle metà anni ’90): l’attenzione si sposta sulla
natura creativa e interpretativa della tendenza attuale e’ quella di
interessarsi a narrazioni riguardanti situazioni e problemi specifici,
delimitati, Prendono avvio sperimentazioni di nuove metodologie quali
l’etnografia
autobiografica,
l’uso
di
rappresentazioni
poetiche
e
presentazioni multimediali.
RIFERIMENTI CULTURALI
Negli ultimi tre decenni, cambiamenti sociali e intellettuali hanno
portato
a
significative
ridefinizioni
epistemologiche
e
metodologiche che sono alla base dell’interesse crescente per la
ricerca qualitativa nelle scienze sociali. Tali cambiamenti hanno
consentito una serie di critiche al paradigma positivista, ma soprattutto
hanno aperto un ampio campo di riflessione a proposito della specifica
forma di conoscenza costruita nella ricerca sociale.
Il processo di cambiamento, attualmente in atto, combina argomenti
teorici
e
questioni
pratiche.
Sarebbe
riduttivo
sostenere
che
i
cambiamenti teorici abbiano portato in modo lineare allo sviluppo di
nuove sperimentazioni nel campo delle pratiche di ricerca sociale, come
pure sostenere il contrario.
Sviluppi teorici nel campo della conoscenza e trasformazioni nelle
pratiche di ricerca sono due facce di uno stesso cambiamento in atto,
che si alimentano a vicenda. Tale cambiamento sembra avere la sua
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
"origine", a partire dagli anni ’60 e ’70, in un crescente bisogno
generalizzato di qualità, che nel campo specifico delle scienze
sociali alimenta l’interesse per la ricerca qualitativa. Melucci
(1998) individua tre piste riconducibili ai cambiamenti dei
bisogni in direzione della qualità.
Una prima pista porta a considerare lo sviluppo delle società complesse.
In
generale,
tale
sviluppo
sembra
comportare
processi
di
individualizzazione e differenziazione dei loro "abitanti". Tali processi
spingono le persone a immaginarsi e agire come soggetti autonomi, che
costruiscono la propria vita valorizzando l’esperienza personale. In
connessione, assume importanza la vita quotidiana e con essa i dettagli,
le particolarità e il modo originale in cui ogni persona attribuisce senso
alle proprie azioni.
Tutti questi fattori hanno suscitato bisogni di comprensione
relativi a fenomeni come l’esperienza individuale, la costruzione
di senso dell’azione umana, le differenze culturali, territoriali,
individuali tra persone e gruppi, difficilmente interpretabili solo
secondo
metodi
quantitativi
di
ricerca
e
che
spingono
a
orientarsi verso metodi e pratiche di tipo qualitativo.
Una seconda pista riguarda i cambiamenti teorici nel campo delle
scienze sociali.
- Il linguistic turn ha fatto emergere l’idea che ogni azione sociale abbia
sempre a che fare con il linguaggio. In generale, questa svolta ha
significato
un netto spostamento dell’attenzione
dalla
dimensione
strutturale dei fenomeni sociali, verso un’analisi qualitativa dell’azione
sociale nelle sue manifestazioni linguistiche e discorsive.
-La "rivoluzione" teorica apportata dagli studi sulla cognizione a
carattere sistemico e costruttivista. Come spiegano Bocchi e Ceruti
(1992) a proposito del contributo apportato dall’epistemologia genetica
di Piaget, questa rivoluzione ha definito due differenti gruppi di problemi
"In primo luogo, l’epistemologia di una scienza e quindi di uno scienziato
in questione […]; in secondo luogo, l’epistemologia di quei particolari
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
‘soggetti’ che sono oggetto dell’indagine scientifica. Questa distinzione
vale per tutte le scienze che hanno come proprio oggetto di studio ‘un
soggetto di conoscenza’: almeno dunque a partire dall’organismo
vivente, poiché esso stesso possiede – rilevava Piaget –una sensibilità,
una capacità d’apprendimento, istinti o intelligenza." (pag. 21).
-
Il
contributo
dell’ermeneutica.
Gadamer,
per
esempio,
in
contrapposizione alla concezione filosofica dell’800/900 che identificava
la verità con il sapere scientifico, rivendica la "portata di verità" di altre
esperienze chiave dell’esistenza come quella estetica, storiografica e del
dialogo personale.
- L’eredità delle teorie critiche ha messo in evidenza come i discorsi
sociali possano essere connessi a relazioni di disuguaglianza e potere e
come il linguaggio scientifico possa fornire strumenti per legittimare tali
relazioni, nella misura in cui esso si presenta come conoscenza
"oggettiva", non situata.
- La svolta dell’antropologia verso l’analisi della cultura delle società
occidentali in cui si è sviluppata. Lo spostamento di attenzione dal
tradizionale compito di studiare le società "primitive" all’analisi culturale
della società d’appartenenza ha prodotto una riflessione sul campo e
sugli strumenti stessi della ricerca antropologica. Si tratta di una svolta
riflessiva che ha messo in luce la relatività di definizioni come individuo,
società, identità e ha posto al centro dell’attenzione il discorso sulla
natura relazionale e linguistica delle risorse culturali costruite e utilizzate
dalle persone.
- La prospettiva decostruzionista, grazie al contributo di autori come
Foucault e Hacking, ha sviluppato metodi di analisi che rinunciano
all’idea di una catena lineare di cause. La "conoscenza" delle scienze
sociali è intesa come una costruzione che può essere problematizzata,
attraverso un pensiero che riporti i concetti dal piano della produzione
ideale a quello dei sistemi che li producono. Il terreno di analisi diventa
quello dei discorsi e delle definizioni, intesi non come il risultato di
un'elaborazione linguistica e teorica, ma come sistemi che esercitano
una funzione concreta nella storia delle idee, delle istituzioni e delle
persone: "Si delinea in tal modo il progetto di una descrizione pura degli
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169
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
avvenimenti discorsivi come orizzonte per la ricerca delle unità che vi si
formano" (Foucault 1998, p. 37).
- I gender studies, cioè le ricerche che hanno posto al centro
dell’attenzione il "genere". Ricerche condotte soprattutto da studiose
anglo-americane hanno fortemente tematizzato la scelta del metodo,
collocando il problema del "come conoscere" almeno sullo stesso piano
del "cosa conoscere". A titolo esemplificativo, Mary E. Olson, una
ricercatrice dello Smith College School di Northampton, ha prodotto
recentemente una ricerca intitolata "Ascoltando le voci dell’anoressia: il
ricercatore come ‘testimone esterno’", basata su interviste a donne
guarite dall’anoressia. Nell’introduzione al suo articolo, M.E. Olson
spiega come "Le idee narrative e riflessive e le pratiche di
comunicazione presenti nella terapia famigliare sono state fondamentali
per creare un approccio di ricerca che evocasse l’immaginazione,
creasse una ‘paternità congiunta’ delle storie e costituisse le donne
come soggetti invece che come oggetti d’indagine di un esperto".
La
riflessione
femminista
sul
genere
non
ha
solo
riconosciuto
l’importanza di tematizzare il metodo, ma ha soprattutto costruito un
connessione tra le pratiche di ricerca e le possibilità di sviluppare
pratiche sociali adeguate.
Una terza pista riguarda lo sviluppo dei metodi qualitativi di
ricerca
in
settori
diversi
dal
mondo
accademico.
Settori
dell’economia e delle istituzioni hanno individuato la qualità
come criterio guida per lo sviluppo delle loro attività: nel mondo
economico, allo scopo di sviluppare prodotti e aziende; nelle
istituzioni
politiche
allo
scopo
sociali.
di
ottimizzare
Sistemi
l’implementazione
d’informazione,
di
pubblicità,
management, analisi della domanda sono alcuni dei settori che
hanno applicato ricerche di tipo qualitativo. Il dibattito e le
innovazioni
nelle
tecniche
di
ricerca
che
sono
scaturiti
dall’attività in questi settori hanno interagito con la comunità
scientifica e il mondo accademico.
Tutti i processi individuabili seguendo le tre piste di analisi stanno
generando una serie di cambiamenti che investono la ricerca sociale nel
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170
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
suo complesso.
Si è delineata sempre più la necessità di riflettere sul metodo e di
superare
la
dicotomia
classica
tra
qualitativo
e
quantitativo,
considerando che entrambi gli orientamenti si fondano su procedure di
natura interpretativa.
La contrapposizione concettuale tra realtà oggettiva e interpretazione,
che fa capo alle due tradizioni di ricerca, trova una sua ridefinizione in
una serie di problemi aperti che riguardano il rapporto tra osservato e
osservatore e che toccano tutti gli ambiti delle ricerche sociali. Negli
ultimi anni, si è riconosciuta sempre più la natura interattiva della
ricerca e in modo particolare della diade ricercatore e soggetto di
ricerca. Più che affermare che i risultati siano scoperti attraverso
un’osservazione oggettiva "come realmente sono, e come realmente
funzionano", si considera che essi siano creati attraverso l’interazione
tra ricercatore e fenomeno.
In altre parole, il problema è tenere presente che il processo di
costruzione di conoscenza nella ricerca sociale avviene nel
contesto
di
una
relazione
tra
ricercatori
e
attori
sociali
interessati. In questa relazione, più che uno "svelamento" di una
conoscenza
che
esiste
a
priori
e
indipendentemente
dal
ricercatore o dal soggetto, avviene una costruzione progressiva
di spiegazioni e significazioni redatte dal ricercatore, "tradotte"
sulla base di spiegazioni e significazioni costruite e comunicate
dai soggetti. L’attenzione si sposta dal controllo dell’osservato
alle possibilità di negoziare reciprocamente ruoli e posizioni nel
processo di ricerca e il ricercatore è chiamato a mettere in primo
piano non solo l’esperienza dell’osservato, ma anche la propria.
Le nuove pratiche di ricerca hanno avuto impulso dai cambiamenti
teorici degli
ultimi anni, ma hanno anche influito sulla definizione stessa dei nuovi
campi d’interesse conoscitivo e sugli scopi stessi della ricerca sociale.
Come sostiene Melucci (1998), l’intero campo ha scoperto "la doppia
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171
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
ermeneutica in cui la ricerca sociale è inevitabilmente presa. Non si
tratta di produrre conoscenze assolute ma interpretazioni plausibili. I
comportamenti ci dicono qualcosa sul come gli attori sociali interpretano
la propria azione. La ricerca produce interpretazioni che cercano di dar
senso ai modi in cui gli attori cercano a loro volta di dar senso alla loro
azione. Si tratta di resoconti di senso, o se vogliamo di narrazioni di
narrazioni. La nozione di plausibilità rappresenta un punto critico della
sfida metodologica introdotta dalla ricerca qualitativa , che oggi investe
come si è detto la ricerca sociale nel suo insieme" (ivi pag. 23). Il
paradigma positivista postula un’indipendenza tra teoria e fatti, questa
riflessione sembra indicare invece che teorie e fatti siano interdipendenti
e cioè che i fatti si identificano entro una cornice teorica e interpretativa.
L’idea che attraverso l’induzione si possa arrivare ad una singola
ineluttabile spiegazione teorica di un fenomeno perde importanza, a
favore dell’idea di processi riflessivi in grado di generare conoscenze
scientifiche costantemente aperte a nuove interpretazioni.
In quest’ottica, la questione linguistica ha assunto un’importanza
particolare.
Gli studi a cui si è accennato hanno contribuito a vario titolo a svelare le
specificità culturali, di genere, di età, di tempo e di luogo del linguaggio,
introducendo interrogativi di fondo, sia relativi al modo in cui le persone
che partecipano a una ricerca producono spiegazioni attraverso gli
scambi conversazionali, sia relativi al modo in cui la ricerca rende conto
di questa produzione. Il linguaggio scientifico appare sempre più una
delle possibili forme (fra le altre) di costruzione della conoscenza,
"diventa una forma di traduzione di senso prodotto all’interno di un certo
sistema di relazioni verso un altro sistema di relazioni che è quello della
comunità scientifica o del pubblico. Il ricercatore è qualcuno che traduce
da un linguaggio all’altro (ivi pag. 24)".
Come traduttore da una conoscenza "comune" a una conoscenza
"scientifica", il ricercatore si assume la responsabilità di socializzare gli
esiti della ricerca. In altre parole, si assume la responsabilità di
"restituire l’esito del lavoro in vista di una ricerca che sia pratica sociale:
prodotto
e,
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insieme,
alimento
dell’autoriflessibilità
delle
società
172
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
contemporanee".
FASI DELLA RICERCA QUALITATIVA
In questa sessione si intende offrire una serie di indicazioni pratiche
sulle costruzioni di progetti di ricerca di tipo qualitativo e sugli strumenti
di raccolta di "informazioni" sul campo. I riferimenti bibliografici
riguardano soprattutto lavori pubblicati in area anglosassone. La
suddivisione in fasi si è ispirata ai lavoro di Janice M. Morse (in Denzin e
Lincon 1998) e di Uwe Flick (1998). Tale suddivisione è da intendersi
come un’indicazione di massima delle principali questioni metodologiche
di un progetto di ricerca qualitativa e non va quindi intesa come una
prescrizione rigida e lineare.
A) Fase di "riflessione"
Scelta dell’argomento: porsi domande.
Scegliere un argomento di ricerca è sempre piuttosto difficile e
raramente si riesce in questa prima fase a giungere ad una definizione
precisa della domanda di ricerca. Spesso si parte con un argomento o
una tematica generale che è d’interesse per il ricercatore, o che viene
indicato da un committente, per poi giungere a formulare delle domande
specifiche sull’obiettivo della ricerca. Un passo utile a formulare le
domande specifiche può essere quello di esaminare la letteratura
relativa alla tematica e analizzare le diverse prospettive teoriche e di
ricerca con cui il problema è stato affrontato, cercando di individuare
nuove prospettive attraverso cui studiarlo.
L’importanza di questa fase è rintracciabile nel pensiero di Gadamer
(2000) che, attraverso una rilettura della filosofia di Platone, ha
riflettuto sul fatto che qualunque esperienza conoscitiva risulti possibile
solo mediante il porsi delle domande. Secondo Gadamer, l’intuizione di
Platone nei dialoghi di Socrate fu quella di scoprire che il domandare è
più difficile del rispondere.
Analisi della letteratura.
Una volta selezionato l’argomento, il ricercatore si può recare in
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173
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biblioteca per raccogliere informazioni sull’area di ricerca in esame e
familiarizzare con la letteratura. In questo modo può farsi un’idea sullo
"stato dell’arte" relativo all’argomento. L’analisi della letteratura può non
essere particolarmente estesa, specialmente se l’argomento di ricerca
non è ancora stato ben definito.
E’ utile che i ricercatori s’interroghino sui motivi del loro interesse per
l’argomento o il campo scelto. Questo tentativo di rendersi consapevoli
potrà essere utile anche nelle fasi successive e soprattutto nella fase
d’interpretazione e stesura dei risultati della ricerca.
B) fase di pianificazione
Selezione del luogo della ricerca.
Una volta individuato l’argomento della ricerca occorre trovare un luogo
disponibile ad accogliere i ricercatori. Va curato in modo particolare che
la loro presenza sia ben tollerata e che il progetto della ricerca sia
approvato
dagli
operatori
e
dai
responsabili
della
struttura.
Nell’opportunità di avere più strutture a disposizione, occorre valutare
quale sia la più disponibile e collaborativa.
Selezione di un approccio.
La scelta dell’approccio può influenzare il tipo di dati raccolti e quindi
anche le interpretazioni e le produzioni finali della ricerca. Il tipo di
approccio utilizzato è influenzato largamente dallo scopo dello studio,
dalla natura delle domande della ricerca e dalle risorse che si hanno a
disposizione. Qui di seguito sono riportati alcuni esempi di utilizzo di
diversi approcci e metodi di ricerca in relazione al tipo di domanda
iniziale.
- Tipo di domanda
- Approccio
- Ambito disciplinare
- Metodo
Domande sul significato di un’esperienza per i soggetti coinvolti.
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Fenomenologico.
Filosofia
Psicologia
Conversazioni registrate; aneddoti scritti di esperienze personali.
Interviste: focused interviews, problem
centred interviews, semi-
standardizzate, narrative, biografiche.
Domande descrittive sui valori, credenze, pratiche di un gruppo
culturale.
Etnografico.
Antropologia.
Interviste non strutturate; osservazione partecipante; note di campo.
Domande sui processi: come cambia l’esperienza nel tempo, fasi e stadi.
Storico.
Sociologia (interazionismo simbolico).
Interviste audioregistrate.
Interviste narrative e biografiche, metodi visivi come film a fotografie.
Domande sull’interazione verbale e dialogo.
Etnometodologico: analisi del discorso.
Semiotica.
Dialogo audio-video registrato.
Creazione e ridefinizione delle domande di ricerca.
A questo punto, la domanda di ricerca potrebbe essere riscritta in modo
più specifico rispetto alla domanda generale posta inizialmente. La fase
di pianificazione si conclude con la stesura di un vero e proprio progetto
di ricerca.
C) Fase d’entrata
L’entrata nel setting della ricerca è una delle fasi più delicate.
Inizialmente, occorre che il ricercatore familiarizzi con l’ambiente,
conoscendo i soggetti che ne fanno parte, le loro routines e abitudini. In
un primo momento, pertanto, le osservazioni del ricercatore potrebbero
essere molto generiche e non ancora ben focalizzate sull’obiettivo.
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D) Fase di raccolta delle osservazioni
Così come sottolineato da M. Rampazi (2001): "In realtà non si raccoglie
nulla: si costruisce un contesto comunicativo finalizzato ad ottenere
delle informazioni".
Un modo per assicurare la validità dei dati rispetto alla domanda iniziale
della ricerca è quello di valutarne l’adeguatezza e l’appropriatezza.
L’adeguatezza si riferisce alla "giusta" quantità di dati raccolti, mentre
l’appropriatezza al legame tra le informazioni selezionate dal ricercatore,
la domanda di ricerca e l’approccio teorico scelto.
Le informazioni raccolte possono essere presentate ai partecipanti o
all’informatore, perché essi possano esprimere il proprio punto di vista.
La raccolta dei dati può avvenire secondo diverse procedure che,
come abbiamo visto, dipendono largamente dal tipo di approccio
teorico scelto (fenomenologico, etnografico, storico, ecc.) e dalla
domanda di ricerca.
Uwe Flick (1998) individua le seguenti tipologie di raccolta:
1 - Verbal Datas
Interviste semistrutturate:
- "focused interviews" : questo tipo d’intervista fu originariamente
sviluppato da Merton e Kendall nel 1946 (in Flick 1998) , che lo
impiegarono, insieme a metodi quantitativi, per studiare l’impatto dei
media sulla comunicazione di massa. Secondo il modello originale, il
ricercatore presenta all’intervistato uno stimolo ‘neutro’ (nella ricerca di
Merton e Kendall si trattava di un film) e in seguito analizza, attraverso
l’intervista, l’impatto di questo stimolo sul soggetto.
Servendosi del sussidio di una guida, l’intervistatore inizia con domande
generali che presuppongono una risposta aperta (ad esempio: "Che cosa
l’ha colpita maggiormente di questo film?"), proseguendo poi con
domande più o meno strutturate (alcune delle quali presuppongono una
riposta chiusa), del tipo: "Ascoltando il discorso di Chamberlain, ha
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
pensato che fosse propagandistico o informativo?" .
Flick (1998) suggerisce quattro criteri guida nel condurre l’intervista:
a) non direttività: è importante iniziare con domande generali e aperte,
senza che il ricercatore imponga la propria cornice interpretativa, per
consentire all’intervistato di esporre il proprio punto di vista, Le
domande semistrutturate o chiuse, che sono più direttive, possono
risultare appropriate in un secondo momento, allo scopo di approfondire
le affermazioni precedenti e soddisfare il criteri che segue.
b) specificità: è importante che l’intervistatore conduca l’intervistato a
chiarire e specificare alcune affermazioni generali, senza tuttavia
metterlo in difficoltà e insistere su alcuni argomenti volutamente
tralasciati. Flick suggerisce l’utilizzo della tecnica della "retrospective
inspection" che consiste nel richiamare una situazione specifica dello
stimolo iniziale (attraverso una fotografia o un estratto del film),
chiedendo al soggetto di pensare retrospettivamente alle proprie
reazioni nei confronti di quella situazione.
c) ampiezza: durante l’intervista, con il supporto della guida, è
importante che il ricercatore consideri, con le sue domande, tutta la
gamma di argomenti rilevanti alla ricerca.
d) profondità e contesto personale: lo scopo principale di questo
strumento è quello di analizzare la reazione soggettiva dell’intervistato
allo stimolo iniziale, pertanto è importante che vengano approfondite
affermazioni generiche sui sentimenti del soggetto (per esempio
"positivo,
negativo,
piacevole,
spiacevole"),
ricercando
spiegazioni
personali ricche e dettagliate.
Ciò che ha suscitato maggior interesse nell’utilizzo della focused
interview
di
Merton
e
Kendall
sono
soprattutto
le
indicazioni
metodologiche generali su come condurre un’intervista; per esempio,
l’ausilio di una guida e l’alternanza di domande aperte e semistrutturate.
Non ha avuto invece molta applicazione l’utilizzo dello stimolo iniziale
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
che, per Merton e Kendall, intendeva essere un punto di riferimento
‘neutro’, rispetto cui confrontare le diverse reazioni personali degli
intervistati. Oerter (1995, in Flick 1998) ha applicato i principi
metodologici di questo strumento per costruire la "Adulthood Interview",
in uno studio cross culturale sui concetti di "natura umana" e dell’
"essere adulto".
Nell’intervista troviamo un buon esempio dell’utilizzo combinato e
graduale di domande aperte e domande semistrutturate e chiuse, con
l’aggiunta di storiedilemma e la richiesta al soggetto di raccontare storie
personali relative al passaggio all’età adulta.
La difficoltà maggiore di questo strumento è riuscire a conciliare
contemporaneamente i quattro criteri guida, riuscire cioè a non
influenzare troppo il soggetto con le domande, lasciandolo libero di
introdurre nella conversazione elementi che il ricercatore non aveva
considerato in precedenza (non direttività), evitando al tempo stesso
che le affermazioni siano troppo generali e che non contengano alcun
riferimento personale del soggetto (specificità e contesto personale).
Flick sottolinea l’importanza di porre i diversi tipi di domanda al
momento giusto, evitando di bloccare il soggetto nel suo racconto e
evitando di imporre e suggerire, attraverso le domande, una propria
interpretazione.
- Intervista semi-standardizzata: (Scheele e Groben 1988, in Flick 1998)
Questa intervista ha lo scopo di ricostruire spiegazioni soggettive
riguardanti qualsiasi tipo di argomento. Flick (1989, in Flick 1998), per
esempio, ha utilizzato questo metodo per studiare le "teorie soggettive
sulla fiducia" di esperti in counselling nei confronti dei loro pazienti. Si
inizia con domande aperte ( ad esempio nella ricerca di Flick "Potrebbe
dirmi brevemente che cosa lei collega al termine ‘fiducia’, in riferimento
alla sua pratica professionale?"), proseguendo con domande sempre più
strutturate, derivate dalla letteratura sull’argomento e dalle ipotesi del
ricercatore (ad esempio "Il tipo d’invio dei suoi clienti al servizio in cui
lavora influenza il grado di fiducia che sviluppa verso di loro?" oppure "Ci
sono persone di cui ci si può fidare più facilmente di altre? Che cosa le
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178
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rende più affidabili?"). Si conclude con domande di confronto tra le
definizioni date dall’intervistato, volte ad escludere affermazioni in
contrasto. In un secondo appuntamento con lo stesso soggetto (al
massimo una o due settimane dopo) viene applicata la SLT (Structure
Laying Technique). Il ricercatore presenta alcune carte su cui sono
riprodotte le affermazioni dell’intervistato, fornite durante l’incontro
precedente. Lo scopo è sia verificare il contenuto e la corrispondenza
delle affermazioni riportate (cancellando o modificando eventualmente
alcune definizioni in cui l’intervistato non si riconosce), sia organizzare
graficamente tali affermazioni sotto forma di una "teoria scientifica",
collegando i concetti in relazione causale tra loro. Questa seconda parte
presenta sicuramente notevoli difficoltà sia per il ricercatore, sia per il
soggetto intervistato, richiede molta concentrazione e un notevole sforzo
cognitivo; per questo, presenta difficoltà di utilizzo con alcuni soggetti.
- expert interview: è un tipo d’intervista semistrutturata studiata da
Meuser e Nagel (in Flick 1998) che in realtà non si differenzia molto dai
precedenti tipi d’intervista semistrutturata, se non per la peculiarità del
soggetto intervistato, che è un esperto dell’argomento di ricerca. La
guida all’intervista è ristretta molto più che in altri tipi di strumenti e
riguarda in modo specifico l’argomento di ricerca e l’esperienza del
soggetto in questo campo. Rispetto ad altre interviste, è meno probabile
che si aprano parentesi narrative personali, e l’intervistatore ha uno stile
più direttivo, con l’obiettivo di concentrare il discorso dell’esperto su
argomenti pertinenti la ricerca. Flick (1998) fa notare l’importanza che
anche l’intervistatore abbia una buona padronanza dell’argomento
trattato.
- Problem centred interview (Witzel, 1982, 1985, in Flick 1998):
l’obiettivo di questa intervista e’ analizzare il punto di vista del soggetto
relativamente ad un problema (per esempio l’alcolismo). Un’attenzione
particolare
viene
data
ai
processi
di
costruzione
dei
significati.
L’intervista, preceduta o seguita da un breve questionario (utile per
raccogliere alcuni dati demografici), viene effettuata con il supporto di
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una guida, che consente al ricercatore di ricondurre la conversazione alle
domande relative al problema preso in esame. L’intervista viene
audioregistrata e poi trascritta in un protocollo; viene annotata anche
una descrizione del contesto dell’intervista ed alcune considerazioni e
impressioni personali del ricercatore. Il ricercatore guida il percorso
dell’intervista; in genere, inizia con domande generali e introduce in
seguito domande ad hoc che portano la conversazione sul problema in
esame.
In
seguito
può
dell’intervistato,
decidere
di
mettendone
approfondire
in
luce
alcune
eventuali
affermazioni
contraddizioni
e
chiedendo chiarificazioni quando necessario.
- Intervista etnografica (Spradley, 1980, in Flick 1998): questo tipo
d’intervista e’ meno strutturata rispetto alle altre e sorge temporalmente
e spazialmente quasi per caso, durante l’osservazione sul campo, sotto
forma di un colloquio informale. Durante questi colloqui il ricercatore
pone sia domande descrittive che strutturate con l’obiettivo di chiarire e
ricostruire il punto di vista dei "nativi" del contesto in esame.
Narrazioni:
Se l’intervistatore vuole influenzare in misura minore il proprio soggetto
e lasciargli maggiore libertà nell’esporre il proprio punto di vista, è
vantaggioso ricorrere all’utilizzo di narrazioni, piuttosto che ad interviste
o questionari semistrutturati. Naturalmente, la scelta di utilizzare una
tecnica piuttosto che l’altra deriva dal tipo di domande di ricerca che il
ricercatore si è posto. Come sottolinea Flick (1998), in un’intervista le
domande poste al soggetto tendono a delimitare a priori l’argomento o
l’episodio di cui il soggetto andrà a parlare e nel modo in cui la domanda
è strutturata è già insita la modalità con cui l’argomento dovrà essere
trattato.
Questa
influenza
risulta
notevolmente
ridotta
quando il
ricercatore chiede al soggetto di narrare liberamente la propria storia
biografica o episodi per lui rilevanti. Flick (1998) individua due
sottogruppi di narrazioni:
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- Interviste narrative [Schütze 1977, 1983; Riemann e Schütze 1987, in
Flick 1998): queste interviste hanno inizio con "generative narrative
questions", domande che si riferiscono all’argomento di ricerca e che
sono in grado di stimolare delle narrazioni, in genere, autobiografiche. Al
termine della narrazione (la cui durata è stabilita dal soggetto), il
ricercatore riprende alcuni frammenti di narrazioni che ritiene non
sufficientemente approfonditi e chiede all’intervistato di ampliarli. In una
terza fase, detta "fase del bilanciamento"
(Flick 1998, pag.99), il ricercatore riassume, di fronte al soggetto, il
significato della narrazione, facendo uso di affermazioni via via sempre
più astratte, secondo un processo di co-costruzione del significato
dell’intera narrazione.
- Interviste episodiche (Flick 1996, in Flick 1998): questo tipo di
intervista parte dall’assunto che le esperienze di un soggetto in relazione
ad un certo dominio sono immagazzinate e ricordate sotto forma di
episodi-narrazioni e, di conoscenza, in forma semantica. In una prima
fase viene chiesto esplicitamente al soggetto di raccontare degli episodi
personali legati ad una certa esperienza. Durante l’intervista, il
ricercatore si serve di una guida scritta.
In una seconda fase viene esplorata una dimensione immaginaria che
riguarda il futuro: (per esempio: "Quali cambiamenti prevedi nell’uso del
computer
in
futuro?".
Infine
vengono
poste
delle
domande
che
riguardano l’area semantica, si chiede al soggetto di fornire definizioni
soggettive e di formulare relazioni astratte: "Cosa collega alla parola
‘televisione’ oggi?
Secondo la sua opinione, chi dovrebbe essere ritenuto responsabile per i
cambiamenti nella tecnologia oggi?". Il background teorico di questa
tecnica si riferisce alla nozione di una costruzione sociale della realtà.
Gruppi
Lo scopo delle metodologie di gruppo è di creare situazioni interazionali
che si avvicinino maggiormente alle interazioni quotidiane (Flick, 1998).
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
- Interviste di gruppo (Merton et al 1956; Fontana e Frey, 1994; Merton
1987, in Flick 1998): questa tecnica prevede che un moderatore
conduca un’intervista, della durata variabile fra mezz’ora e due ore, a un
piccolo gruppo di persone (6/8), su un argomento specifico (Patton
1990, in Flick 1998). Il moderatore ha il compito di favorire la
partecipazione di tutti i componenti, evitando che alcune persone si
isolino o al contrario dominino la discussione di gruppo. Come sottolinea
Patton, questo tipo d’intervista presenta lo svantaggio di poter rivolgere
al gruppo solo un numero limitato di domande. Dato il duplice ruolo del
ricercatore (mediatore e osservatore), è consigliabile che un partner si
assuma il compito di prendere annotazioni durante lo svolgimento
dell’intervista. Rispetto all’intervista individuale, questa procedura ha il
vantaggio di raccogliere una grande quantità di dati in un tempo più
breve, abbassando il costo della ricerca..
- Discussioni in gruppo (Pollock 1955, in Flick): questa metodologia fu
proposta, come metodo di raccolta dati, dai primi studi qualitativi
promossi dall’Istituto di ricerca Sociale di Francoforte. In seguito,
soprattutto nei paesi di lingua tedesca, ebbe ampia applicazione
nell’ambito della ricerca sul marketing. Il ricercatore, dopo un momento
introduttivo in cui i membri del gruppo si presentano, introduce uno
stimolo (per esempio, un’affermazione provocatoria, un breve film, un
brano) e chiede al gruppo di discutere in risposta allo stimolo e di
trovare eventualmente soluzioni alla situazione problematica posta. Il
ruolo del moderatore è soprattutto quello di creare nei partecipanti un
senso di appartenenza al gruppo, dopodiché può decidere di assumere o
meno un ruolo direttivo nella discussione. Il vantaggio di questa tecnica
è soprattutto poter osservare come, in una situazione quanto mai vicina
alle interazioni quotidiane, vengano prodotte e negoziate le opinioni
all’interno di un gruppo e come si generano processi di problem solving.
- Focus group (Morgan 1988, in Flick 1998): E’ il nome attribuito alla
tecnica diffusasi recentemente nell’area anglosassone, nell’ambito della
ricerca sul marketing e sui media, che riprende i principi della
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182
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
discussione di gruppo. È un metodo usato in maniera indipendente
oppure in combinazione con altri metodi come inchieste, osservazioni e
interviste individuali. In linea generale il focus group può essere
utilizzato come una simulazione di discorsi e conversazioni quotidiani e
si può intendere come un metodo "quasinaturalistico" utile a studiare le
rappresentazioni e la conoscenza sociali (Lunt e Livingstone 1996 in Flick
1998). Il gruppo si incontra più volte successivamente e, nella sua
composizione è preferibile scegliere persone estranee, in quanto tra
conoscenti è più difficile che alcuni presupposti impliciti e comuni al
gruppo vengano esplicitati nella discussione. Anche in questo caso la
discussione viene preceduta da una fase di familiarizzazione con il
gruppo. Solitamente l’intera seduta audioregistrata. - joint narratives
(Hildenbrand e Jahn 1988, in Flick 1998): Questa tecnica si è sviluppata
nel contesto studi sulle conversazioni familiari e concentra la sua
attenzione sul modo in cui la famiglia costruisce la realtà per se stessa e
davanti ad un ascoltatore. La narrazione si svolge nell’ambiente
familiare e in un primo momento il ricercatore chiede a tutti i
componenti di raccontare eventi riguardanti la famiglia attuale e le
famiglie d’origine. Al termine dell’intervista, il ricercatore chiede agli
intervistati di compilare una checklist con dettagli non emersi durante la
narrazione.
Un
altro
elemento
importante
è
la
documentazione
dettagliata del contesto socio economico, fisico e ambientale della
famiglia. È possibile utilizzare questa tecnica anche per studiare
situazioni istituzionali, intervistando team di operatori e chiedendo loro
di
ricostruire
la
storia
dell’istituzione
presso
cui
lavorano.
Uno
svantaggio nell’impiego di questo strumento è la copiosa quantità di
materiale raccolto che rende difficoltoso studiare più casi insieme e
confrontarli.
Al fine di selezionare una tecnica di intervista e valutare la sua
applicabilità può essere utile la checklist seguente:
- domanda di ricerca: questo tipo di intervista consente di individuare gli
aspetti essenziali della domanda - Intervistatore: i componenti del
gruppo di ricerca hanno la preparazione e l’abilita’ necessarie per
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
condurre di intervista? Quali possono essere le conseguenze di loro
incertezze nella conduzione?
- Intervistato: il tipo di intervista scelto e’ appropriato ai soggetti?
Stiamo tenendo presente le possibili paure che potremmo generare nelle
persone intervistate?
- Punto di vista: diamo la possibilità alla persona intervistata di
esprimere il proprio punto di vista, sia conferma, sia che vada contro la
nostra domanda di ricerca?
- Interpretazione: i dati che stiamo raccogliendo sono sufficienti e utili
all’interpretazione successiva?
2 - Visual Datas
Osservazione: può variare lungo quattro dimensioni: rivelata/non
rivelata alle persone osservate; partecipante/partecipante (anche se
esistono livelli intermedi); sistematica/non sistematica (uso o meno di
griglie strutturate osservazione); self observation/ observing others
(attenzione del ricercatore su se stesso oltre che sugli (in Flick 1998 pag
143) suggerisce che le situazioni sociali possono essere descritte
secondo nove dimensioni: spazio fisico; gli attori coinvolti; le attività
svolte; gli oggetti fisici presenti; le singole azioni svolte dalle eventi
(intesi come un insieme di attività tra loro collegate); il tempo e la
durata delle attività; gli scopi
emozioni espresse e non espresse.
Fotografie e videoregistrazioni: possono essere utilizzate anche nel
contesto delle interviste (Dabbs 1998). Per esempio, Si può chiedere alla
persona intervistata di scattare delle fotografie che raccontino sua
"identità"; la richiesta si può poi estendere ad un diario fotografico che
catturi momenti e luoghi significativi sua giornata. In seguito, le
fotografie possono divenire uno stimolo per le interviste e le narrazioni.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Fase dell’interpretazione e della stesura del testo.
In un approccio di ricerca quantitativo, la scrittura si configura come
un mezzo tecnico per rendere visibile a tutti le generalizzazioni a cui si
giunge sulla base delle osservazioni raccolte. Un semplice strumento,
visto come ininfluente sui contenuti presentati. In sintesi, la fase di
scrittura consiste in una presentazione concisa delle ipotesi, della
letteratura, della metodologia e dei risultati della ricerca. Questa
prospettiva sembra nascondere l’azione interpretativa e di selezione che
la comunicazione scritta dei risultati di una ricerca comporta. La
riflessione epistemologica che si è sviluppata negli ultimi anni, ha reso
sempre più evidente che il ricercatore, comunicando per iscritto gli esiti
della ricerca, seleziona e interpreta il materiale raccolto e compie scelte,
più o meno consapevoli, riguardo alle forme del linguaggio da utilizzare.
Queste
"scoperte"
stanno
conducendo,
nell’ambito
della
ricerca
qualitativa, a interpretare la presentazione dei risultati come una forma
specifica di narrazione, attraverso cui il ricercatore tenta di costruire in
modo convincente e plausibile la sua interpretazione.
Ciò che accomuna le diverse ricerche e’ che, qualunque sia la
tecnica scelta per la raccolta, il ricercatore giunge a una serie di
testi codificati e riordinati (il testo di un’intervista, le note di
campo di un’osservazione, il protocollo di una discussione di
gruppo, ecc.), su cui farà delle scelte e baserà la sua esposizione.
In altre parole, il ricercatore interpreta un testo con un altro
testo e costruisce questa interpretazione attraverso particolari
forme narrative.
Le forme stilistiche di presentazione dei risultati si differenziano
soprattutto in riferimento alla "posizione" assunta dal ricercatore nel
testo e agli strumenti stilistici utilizzati.
Ci sembra interessante la tipologia costruita da Colombo (in Melucci
1998) che distingue tre tipi di narrazione utilizzati per presentare i
risultati
di
ricerca:
narrazione
realista,
narrazione
processuale,
narrazione riflessiva.
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185
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Nella narrazione realista il ricercatore cerca di "nascondersi" più
possibile, attraverso uno stile di scrittura che esclude il discorso in prima
persona. Se il coinvolgimento dell’’autore nella ricerca "scompare" dal
testo, il suo "accreditamento" scientifico è particolarmente curato
attraverso riferimenti a importanti autori e alla sua attività e produzione
scientifica.
L’interpretazione
presentata
come
il
costruita
risultato
di
un
nel
testo
processo
tende
a
essere
metodologicamente
minuzioso e teoricamente rigoroso che, in un certo senso, indebolisce la
possibilità di visioni alternative.
Nella narrazione processuale il ricercatore è interessato a rappresentare
la genesi e lo sviluppo della ricerca e, con essi, la parte attiva che ha
avuto nelle diverse fasi, attraverso uno stile di scrittura che utilizza
spesso la prima persona. Gli errori, le ambiguità, i cambiamenti non
vengono nascosti, perché l’interesse è descrivere l’esperienza che il
ricercatore ha vissuto nella ricerca. Più che attraverso riferimenti
accademici e disciplinari, la professionalità e la competenza sono
costruite nel testo, attraverso la descrizione del modo in cui il ricercatore
ha "conquistato" la fiducia dei soggetti di studio della ricerca.
Nella
narrazione
riflessiva
il
ricercatore
tenta
di
coniugare
due
fondamentali intenti: riconoscere il carattere costruttivo (non oggettivo)
delle conoscenze e, nello stesso tempo, fornire una descrizione plausibile
delle connessioni e degli avvenimenti così come sono stati compresi. Il
ricercatore che scrive in modo riflessivo alterna spesso la prima e la
terza persona, cioè alterna la descrizione del proprio punto di vista
rendendo visibile la sua posizione di narratore e l’analisi del fenomeno
studiato basate sulle risorse teoriche delle scienze sociali.
Questo
continuo
rinvio
tra
i
due
stili
narrativi
consente
di
problematizzare quanto proposto dal testo e di lasciare al lettore la
valutazione della sua plausibilità. L’intento della narrazione riflessiva
sembrerebbe quello di aprire un dibattito, più che giungere a una
conclusione.
La fase di analisi ed interpretazione dei testi raccolti e di una loro
traduzione in un testo conclusivo, richiederebbe di aprire un ulteriore
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
spazio di riflessione a proposito del ruolo che i discorsi scientifici
possono avere nel controllo e nella legittimazione dell’ordine sociale e di
un ordine disciplinare, riflessione che va oltre lo scopo di questo saggio.
Per concludere, è utile ricordare che la fase d’interpretazione e scrittura
si muoverà evidentemente lungo le linee già tracciate dal tipo di
domanda della ricerca, dall’approccio teorico scelto e dagli strumenti
utilizzato per raccogliere le informazioni.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
2. Briefing ai partecipanti, Bari, 18 giugno 2006
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
3. Restituzione dei materiali audio
Restituzione delle fasi di briefing, brainstorming e di debrief finale
della ricerca qualitativa
Bari, 18 giugno, Briefing ai partecipanti
Gli obiettivi di marketing sono: avvicinare la Puglia alle concorrenti
italiane che sono Sicilia e Campania ma anche Sardegna, Basilicata e
Calabria. Raggiungerle sia dal punto di vista dei numeri, ma anche dal
punto di vista della notorietà, della fama, del passaparola avere una
stagionalità più distribuita; non si può pensare di essere competitivi
avendo la gran parte del turismo concentrato in un unico mese; mettere
a sistema, caratterizzare e valorizzare il patrimonio ambientale; infine
aumentare il peso delle motivazioni turistiche dinamiche, dove per
motivazioni dinamiche intendiamo il fatto di andare in una meta turistica
per svolgere un’attività, quindi un concetto assolutamente diverso da
quello di andare a Vieste o a Peschici e stare 3 settimane sotto
l’ombrellone a riposarsi, si tratta di una vacanza che diventa occasione
di esperienze e di attività. Poi approfondiremo meglio.
Michela: Per tornare su termini forse anche un po’ giornalistici,
ultimamente la stampa parla molto del viaggiatore, del villeggiante o del
turista che smette di essere tale e ambisce a definirsi o ad essere
definito viaggiatore.
Ci sono molti
libri
interessanti che parlano
dell’ambizione di ciascuno di non essere villeggiante ma di diventare un
avventuroso viaggiatore.
Peter: Penso che la parola “villeggiante” sia tipicamente italiana, non
credo esista in Germania, invece per l’Italia è giusto che ci sia perché ci
sono tanti villeggianti.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Rossella: Ormai i giornali scrivono solo per i turisti, mentre una volta si
creavano delle atmosfere nello scrivere un pezzo, ora si scrive l’indirizzo
del ristorante…
Concludo brevissimamente sugli obiettivi per il futuro dicendo che la
ridefinizione dell’immagine della regione è la condizione necessaria per
sviluppare tutto il resto, parte del nostro lavoro si indirizza a
questo,
verso l’immagine della regione e l’identità.
Stefano: Fino a qua è semplice perché se voi cambiate questo briefing
mettendo come soggetto la Campania o la Sicilia non c’è nessuna
differenza, perchè la ruralità è un patrimonio diffuso, natura e parchi,
cultura e arte ci sono anche a Carpineti, dove sono nato io. Per quanto
riguarda mare e nautica, in questo paese si parla di nautica da 40 anni
senza produrre un porto. Benessere e turismo della salute, oggi si parla
sempre di Spa, fortunatamente qui in questa regione c’è solo una
struttura che è diventata farm e in questo settore è conosciutissima,
costosissima e bellissima ma è un faro nella notte, c’è quella cosa lì e
tutto intorno non c’è nulla.
Laura: Io non capisco bene cos’è il turismo della salute. Vuol dire andare
in bici, fare trekking, yoga?
Luigi: Per noi italiani il turismo della salute è l’evoluzione del turismo
termale, negli ultimi 5 anni ci abbiamo aggiunto benessere, che fa un
po’ Fellini…
Guido: Non viene identificato col trekking o con il cicloturismo, quello lì
si chiama turismo attivo.
Stefano: Quindi il compito che abbiamo non è facile. Perché abbiamo
organizzato
questa
ricerca
esperienziale
itinerante?
che
cosa
ci
aspettiamo? io mi aspetto che riusciamo in questo nostro viaggio, un po’
come si fa sempre quando si ragiona di turismo, ad andare sotto la
“crosta“. Vi sarà dato un documento, una sintesi di dati del lavoro fatto
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
precedentemente, conosciamo tutto, non c’è bisogno che ce ne andiamo
via di qua dicendo che ci sono i trulli, che c’è un patrimonio culturale
meraviglioso, che c’è un bel mare, che c’è la taranta che fa divertire per
tre notti, un Salento che cresce, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno
di venire fin qua. É molto interessante che voi siate delle persone di
diversissima provenienza e di diversissime esperienze, vediamo se dai
nostri punti di vista riusciamo a lasciare un contributo e mettere insieme
in macchina persone che vengono da diversi paesi e che hanno
esperienze completamente diverse, per cercare di avere angolature e
punti di vista tali da riuscire ad individuare qualcosa che sta sotto, che
sta più dentro il territorio, a questa regione e alle sue caratteristiche.
Questa è la sfida di questo viaggio itinerante esperenziale. Noi non
sappiamo più da tempo riconoscere l’essenza delle cose in questo paese,
che ha un potenziale turistico straordinario. Non sappiamo più tornare
agli elementi fondanti dell’economia turistica. Manca la capacità di
comprendere quali sono gli elementi fondanti di un’economia, ma
soprattutto non siamo più in grado di capire quali sono, che peso e che
priorità hanno gli elementi possibili di uno sviluppo turistico. E comincio
a provocarvi.. Secondo me il balneare non funziona, secondo me il
turismo della spiaggia non ha futuro e questa regione se decide di
puntare sul turismo balneare ha perso. Se fra 10 anni investirà sul
turismo balneare significa non ha capito niente, ma prova a spiegarglielo
adesso nel Gargano dove da 20 anni si è nel pieno di un’economia
imparata da Rimini. Il Gargano è la punta avanzata meridionale di
un’economia che è partita a Rimini, che è scesa per le Marche, ha
saltato l’Abruzzo e il Molise ed è arrivata nel Gargano, ma che rimane
quell’economia lì, non vorrei che tornassimo a casa dicendoci che i trulli
sono la cosa su cui puntare, perché non è così. La mia personale ipotesi
è che nel sistema mediterraneo 2007 il balneare non sia una cosa su cui
puntare. La seconda provocazione è che è vero che questa regione ha
un patrimonio culturale-artistico straordinario ma a chi importa. Intanto
dal 1800 il gran tour di questo paese è Firenze, Venezia, Roma, c’è un
po’ Napoli, questo è il sistema europeo mondiale culturale, neanche
Bologna c’è dentro, la Sicilia un po’ nel tempo si è aggiunta.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Sono stato 2 mesi fa a Bari al Castello Svevo, sono entrato, mi giro e
vedo una fila di macchine parcheggiate dentro il castello e dico: “ma
come mai parcheggiano le macchine dentro al castello?”, mi rispondono:
“Noi non c’entriamo sono le macchine di quelli che lavorano alla
sovrintendenza dei beni culturali”. Stanno in una città dove chi lavora
alla
sovrintendenza
parcheggia
la
macchina
dentro
al
castello.
Evidentemente non interessa prima di tutto a loro del patrimonio
culturale. Io so che il turismo non si esporta e non si impianta, non c’è
niente da fare, ha ragione Umberto quando ha detto vi invito a riflettere
sulla cultura loro, perché puoi raccontare come si deve fare, ci abbiamo
provato, anzi questo paese sono 10 anni che spalanca milioni di euro per
il turismo, ma i risultati li avete sotto gli occhi. Questo è un paese che
ha finanziato i villaggi turistici, ha finanziato potentemente altre
iniziative, ma poi si scopre che questi sono villaggi che aprono il 20
luglio e chiudono il 28 di agosto e producono un’economia le cui casse
stanno a Milano, se va bene, ma di solito stanno in Germania, Francia o
in altri paesi e intorno si lamentano, ma non si muovono. La terza
provocazione riguarda le seconde case, la ricettività che in Italia viene
chiamate extra. Io comincio a pensare che la ricettività alternativa, non
alberghiera sia una cosa che vada presa più seriamente, bisognerebbe
cominciare a non pensarla come un problema ma un’opportunità e
perché diventi un’opportunità forse bisognerebbe fare delle leggi. Il
nostro compito è di consegnare un lavoro in cui da viaggiatori, dopo
aver letto e studiato quello che è stato fatto, dopo aver analizzato quelli
che loro ci hanno segnalato come i 4 elementi che caratterizzeranno il
futuro del turismo, ruralità, cultura, mare, benessere e dopo aver girato,
ed esserci confrontati, diciamo quello che viene prima e quello che viene
dopo e diciamo che secondo noi bisogna fare questa cosa piuttosto che
l’altra. In questo paese il turismo è in mano alle regioni, io sono stato un
dirigente di una regione importante come l’Emilia Romagna e mi sono
fatto un’idea. Tuttavia dalla regione puoi fare qualsiasi cosa per il
turismo, puoi fare leggi, puoi dare soldi, puoi organizzare formazione,
puoi indirizzare la ricerca e lo sviluppo, quindi non è che non ci siano gli
strumenti per agire. Abbiamo bisogno veramente di voi perché questo
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
viaggio non dia per scontate alcune cose e soprattutto perchè i nostri
ragionamenti non siano retorici. Alla fine vi chiediamo di viaggiare, di
visitare, di utilizzare strutture ricettive, vi chiediamo di parlare con quelli
che incontrate, quando vi capiterà di scendere e fare una passeggiata
nella città o in un porto parlate con quelli che incontrate. I gruppi hanno
un obiettivo: abbiamo bisogno anche di intervistare 4 operatori
dell’offerta. Dobbiamo fare delle interviste e Guido e Tiziano hanno
questa responsabilità, però al di là di questo, parlate, provate a
provocare le persone
perché il loro riscontro, il riscontro delle
popolazioni è interessante. Vi chiediamo di fotografare, di prendere
appunti, di scrivere, come preferite e vi chiediamo alla fine di questo
lavoro di restituirci 3 cartelle, un report finale vostro, un vostro
contributo.
Non sono preoccupato, so che cosa mi aspetta quel giorno che
presenterò questo lavoro davanti ai professori universitari turistici di
questo paese, che sono quelli del comitato scientifico, vi dico che voglio
presentargli la verità o comunque la nostra verità, quella che noi
abbiamo capito. Vorrei che faceste finta di aver scoperto la Puglia di
recente, una terra che è emersa di recente, per vederla con degli occhi
che non sono gli occhi con cui è stata guardata fino ad adesso, quindi
cerchiamo di capire se troviamo delle cose, degli spunti e se non siamo
capaci di dire quel che si deve fare, almeno cerchiamo di dire quel che
non si deve fare, quel che non è giusto o non è naturale, non è
economico o non è culturalmente sostenibile.
Noi abbiamo finito. Ora spazio alle domande, ai dubbi, alle curiosità.
Rossella: Io ho una domanda pratica, come attrezzatura c’era scritto che
ognuno qua ha un computer, io non l’ho portato, c’è la possibilità di
utilizzare uno dei computer che avete voi?
Stefano: si, ma potete scrivere anche a mano.
Rossella: vorrei sapere se in questa ricerca avete dei target particolari a
cui rivolgersi.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Stefano: no, non abbiamo dei target particolari e qua la questione dei
target è una bella questione. Faccio un passo indietro, GH è la società
che ha ricevuto l’incarico di progettare l’osservatorio turistico nazionale,
che deve ancora partire, non so se partirà come lo abbiamo progettato
noi, noi abbiamo fatto questo progetto e nel farlo abbiamo fatto la
mappa della ricerca turistica oggi prodotta in Italia, una cosa di cui
andiamo molto fieri. Cosa abbiamo scoperto? Oltre ad una serie di buchi
enormi, ad esempio il fatto che questo genere di ricerche- quelle
qualitative- tendenzialmente non si fanno, abbiamo scoperto che questo
paese ha veramente pochi dati e tendenzialmente disomogenei su che
tipi di target, su che tipi di mercati, su quali tipi di prodotti, su che tipi di
territori e quando si incrociano queste 4 dinamiche le risposte
cominciano a ballare; del territorio-mercato qualcosa si sa, quando
cominci a ragionare territorio-prodotto-mercato, già di meno… La
sensazione che abbiamo è che alcuni fattori nell’ultimo lustro stiano
producendo comportamenti di viaggio differenti, comportamenti di
acquisto di viaggio differenti e che questa cosa che chiamiamo nicchie,
non siano tutte uguali, c’è qualche nicchiona, qualche nicchietta. C’è
qualcosa che cambia, a noi piacerebbe capire rispetto a quella dinamica
che cosa sono e che cosa potrebbero diventare le Puglie. Penso sia un
segnale importante, perché abbiamo dei dati, sappiamo l’esplosione
degli acquisti via web del turismo, ci sono tante dinamiche di consumo
turistico, ma queste sono cose che sapete benissimo anche voi.
Sappiamo che la durata del viaggio si accorcia, sappiamo che la
frequenza
aumenta,
allora
ad
esempio
destagionalizzare
chi
e
soprattutto cosa? il balneare? Il turismo balneare si fa dall’8 al 20
agosto, destagionalizzare il turismo balneare è un controsenso. Non
abbiamo nessuna analisi precisa però stanno succedendo delle cose e
forse vale la pena ragionarci di più. Ad esempio quello che chiamiamo
turismo enogastronomico, anche se in realtà io delle persione che girano
solo per mangiare non le ho ancora viste, mi sembra che le strade dei
vini o dei sapori siano dei progetti su cui abbiamo buttato del denaro per
niente….facendo dei cartelli stradali.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Umberto: l’enogastronomia è un complemento di tutto il resto.
Stefano: allora quale comportamento di consumo attira un viaggiatore?
Perché? Come si unisce l’enogastronomia al territorio, alla vacanza, al
viaggio? non ho trovato ancora nessuno che mi abbia detto: “buongiorno
io sono Stefano Ceci e viaggio per mangiare”…
Rossella: io conosco persone che viaggiano per questo. Se no non si
spiegherebbe il successo delle guide slow food.
Umberto: si, ma magari non solo.
Peter: prima le gente non era curiosa del cibo che mangiava, volevano
vedere le chiese e i castelli, adesso non si accontentano più di vedere
chiese e castelli, non vogliono più mangiare la cotoletta alla milanese a
Bari, vogliono mangiare le orecchiette… le cose cambiano. La gente ha
più sensibilità nel conoscere delle realtà più grandi, più ampie.
Stefano: partiamo da dove stai dicendo tu adesso. Se secondo te questo
viaggiatore, questo turista che ha bisogno di vedere un castello, ha
bisogno di fare la passeggiata, di mangiare bene, che cosa non trova
qui? Perché va in un posto piuttosto che in un altro? secondo te perché?
Peter: tecnicamente qui è difficilissimo muoversi per tutta una serie di
motivi. Girare in bus in Puglia è impossibile, non esiste una cartografia
di un certo livello e senza una cartografia uno che non conosce il
territorio non va da nessuna parte con i mezzi lenti o per fare un certo
tipo di turismo. Ci sono tutta una serie di ostacoli.
Stefano: io volevo tornare alla parte concettuale di prima, tu parlavi di
nicchie, io credo che questo sia il primo errore del marketing, perché le
nicchie non esistono più. Una persona va a fare tutte queste cose
insieme, magari uno metterà di più alcuni ingredienti e l’altro un po’ di
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
più altri, ma se si ragiona in termini di nicchie, non si può arrivare ad
una conclusione. “Nicchia” secondo me ormai è una parola che va
abolita.
Giannermete: vorrei tornare su una riflessione che abbiamo fatto a
marzo quando io ho conosciuto GH, abbiamo detto molte cose in quei
giorni ma una mi è rimasta impressa perché è stata spunto di
riflessione. Il viaggiatore o turista, come lo vogliamo chiamare, spesso
non ricorda i luoghi ma chi in quei luoghi lo ha accompagnato,
accompagnatore nel senso classico di guida turistica, ma anche chi ha
accompagnato
questo
percorso,
le
parole
che
ha
usato
per
accompagnarlo. Probabilmente in Puglia manca questa cosa, quindi
bisogna tornare indietro, manca l’educazione all’accoglienza, manca la
capacità di accompagnare il turista in un percorso fisico e attraverso il
sapore, il monumento e la natura. Probabilmente c’è bisogno di partire
dalle
3
parole
chiave
che
sono
state
trovate:
accoglienza,
accompagnamento, musica, intesa come voci, suoni e parole. Ieri sera
cenando dicevamo che bisogna partire dalla narrazione di luoghi, che
possono essere raccontati in tanti modi. Io sono andato al Bit a febbraio
ed ho trovato diverse narrazioni sulla Puglia, ma nessuna mi ha colpito
al cuore come invece mi hanno colpito alcune narrazioni delle Marche,
che stanno lavorando, secondo me, molto bene perché sono partiti da
più punti di vista e cominciano a raccontare una regione in modo
convincente. La parola accompagnamento, secondo me, dovrebbe
essere una parola chiave di queste giornate e la sperimenteremo
accompagnandoci reciprocamente lungo questo viaggio.
Laura: la Puglia è nuova, per coloro che conoscono già la Toscana, la
Puglia può diventare la nuova Toscana….questo può essere un gran
vantaggio per la Puglia…
e quando non lo sarà più? Fate come in Toscana che dopo cinque anni
passa di moda e andate in Umbria?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
questo si vede nel mercato immobiliare, non tanto per gli americani, di
più per gli inglesi che determinano spesso le dinamiche del mercato
immobiliare
nei
territori
italiani,
proprio
per
questa
capacità
di
posizionarsi in alcuni luoghi.
però l’inglese resta.
è attualmente il caso dell’Abruzzo.
Rossella: Volevo aggiungere il collegamento con i vari paesi all’estero, io
vedo adesso che con Ryanair dalla Germania, da Stoccarda posso
arrivare con 10 euro ad Alghero, invece da Roma la mia famiglia non ha
trovato tutto l’anno un volo che ci convenisse, perché nel week-end
costa almeno 130 euro a persona. Si deve valutare, però, che a Roma
tutti questi voli passano per Ciampino, dove c’è molto movimento, e a
causa di questi voli economici in quella zona c’è tantissimo benzene
nell’aria. Penso che anche la valutazione del vantaggio e dello
svantaggio sull’ecologia sia un punto importante di cui non abbiamo
parlato, magari non fa parte del nostro lavoro però mi sembra
importante.
Ieri
sera
abbiamo
parlato
di
questa
cosa
dei
collegamenti,
la
provocazione è un po’ questa: c’è una bella differenza tra incentivare il
turismo organizzato attraverso il sistema del tour operator e quel che
rimane e incentivare i low cost, a me sembrano 2 cose totalmente
opposte, 2 modalità totalmente differenti e non so fino a quanto questa
dinamica possa stare in piedi e stare insieme. Ryanair si sposta va a
Malta a Cipro e noi che abbiamo fatto per 10 anni, abbiamo dopato un
territorio e poi in un attimo tutto il lavoro fatto e i soldi spesi spariscono.
Rossella: Io volevo tornare a due cose di cui abbiamo parlato. Proprio
sfogliando del materiale che è uscito l’anno scorso come allegato di una
rivista di viaggi, parlando della Puglia, si chiedeva se fosse più giusto
parlare di Puglia o di Puglie. Secondo me è una domanda interessante
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
perché le Puglie sono tante cose messe insieme, tante realtà che non
hanno collegamento: esiste il Gargano, esiste San Giovanni Rotondo,
esiste Lecce, però manca un filo che potrebbe essere ad esempio
l’itinerario dei castelli, anche se non so come è dislocato sul territorio.
Volevo fare un'altra domanda sul destagionalizzare, poiché il problema
della stagionalità ce l’hanno anche la Sicilia e la Sardegna: sarebbe
possibile un turismo fuori stagione legato ad elementi di cultura? Come
è il clima in Puglia? Io mi ricordo che a Pasqua il Gargano era stupendo,
non per farci il bagno, ma molto piacevole da vivere.
Secondo quello che abbiamo imparato sarebbe possibile dal punto di
vista naturalistico-ambientale del luogo, ma di nuovo non c’è l’offerta,
non ci sono persone, strutture, non ci sono supporti.
Io organizzo dei gruppi a dicembre, capodanno e febbraio, siccome
lavoro molto con i francesi a febbraio ho dei gruppi in Puglia e si può
fare.
Peter: Ma che difficoltà trovi?
Enormi, uno dei pochissimi itinerari segnalati da Torre Guaceto, sotto
Ostuni, fuori stagione è impraticabile perché è una discarica, puliscono
prima dell’estate perchè si possa andare al mare, però fino alla metà di
giugno è un posto inaccessibile, copertoni, lavatrici, di tutto, poi lo
ripuliscono, sta pulito quel mese e mezzo e da settembre diventa una
discarica, una discarica stagionale, come il turismo. Quindi ho cercato un
altro itinerario di fianco Ostuni e ho trovato un percorso bellissimo grazie
all’aiuto di un contadino che mi ha accompagnato alla ricerca dell’eremo
costruito dentro la gravina. Abbiamo trovato questo meraviglioso
sentiero, che si fa a piedi, in mezzo agli uliveti. Nella zona tra Martina
Franca e Loco Rotondo dove ci sono i veri trulli e non quelli che ci sono
in centro ad Alberobello, ci sono i trulli nelle campagne, dove ti puoi
fermare dal contadino che ti fa vedere l’interno del trullo, ti da il
bicchiere di vino e ha voglia di fare due chiacchiere con te. Il problema è
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
che è tutto completamente asfaltato, non c’è un pezzo di strada bianca,
ma lo facciamo lo stesso a piedi perchè sono stradine piccole, larghe
come questo tavolo, e poi perché il vero trullo è lì e non in centro ad
Alberobello.
Volevo legarmi a quello che dice Luigi e alla parola che ho sentito dire
prima autenticità, secondo me tutti i luoghi rimangono autentici,
nessuno può dare una patente di autentico o non autentico perché
l’autenticità, lo spazio, i luoghi vanno interpretati ed è l’interpretazione
personale che riesce a dare un singolo operatore, una guida, un Apt, un
comune che è l’autenticità di quel luogo, è come la democrazia, la
democrazia non si può mai dare per scontata, ogni volta va ridiscussa,
così l’autenticità di un luogo va messa ogni volta in discussione e
reinterpretata dagli operatori.
In Puglia forse manca questa capacità, che è umanistica, di approcciarsi
col territorio interpretandolo anche. Chi lo dice che la taranta stessa sia
autentica? Anche questa è un’invenzione, anzi, una reinvenzione degli
anni ’70. Molti contadini del Salento non suonavano la chitarra battente,
ma ad un certo punto dei ricercatori, venuti soprattutto dal nord d’Italia
e dall’Europa, hanno scoperto che c’era la taranta e in questi 10 anni,
grazie a Maurizio Costanzo e a quelli che hanno rilanciato Otranto, c’è la
taranta, ma anche lì rischi che tra 10 anni scompaia e che il Salento
rimanga orfano anche di quella. Noi alla fine di questo viaggio
dovremmo fornire strumenti per interpretare i luoghi, per capire come si
vive nei luoghi, però dobbiamo assolutamente partire da chi vive, non
dagli operatori turistici, ma dalle persone che incontreremo nei paesi, al
bar…
Rossella: La spazzatura, l’abusivismo edilizio…manca la cura del
territorio finché la gente butta la spazzatura fuori dalla porta di casa. La
prima cosa che bisogna fare è parlare alle persone e farle diventare
amanti del territorio, perché se tu non lo ami e non lo rispetti... La
comunicazione con i pugliesi è imprescindibile.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Mi piace molto la definizione di autentico perché anche la pista di
atterraggio è autentica, ci fa uscire dei romanticismi falsi. Secondo me
uno può andare anche fuori Guaceto, però io quando scrivo guide o
faccio la guida non vado con i paraocchi, forse vado perché voglio
vedere il trullo però poi strada facendo vedo tante altre cose e mi
soffermo e credo che sia ugualmente importante capire una regione.
Quando ho scritto questo libro sulla Puglia mi sono divertito del fatto che
in Italia la Puglia viene chiamata le Puglie, per me non è stato un
problema, è stato un invito. Io non ho cercato di trovare una cosa che
unisce, mi è piaciuta la diversità delle Puglie, noi siamo diversi e
andremo a scoprire una cosa che si dimostrerà molto diversa, non arrivo
qua per trovare che cosa è la Puglia per avere poi dopo una parola
chiave, quello sarà compito di chi fa marketing, noi troveremo le idee.
Il tuo ragionamento a me ispira un pensiero: il cosiddetto marketing
turistico in verità è, da quello che ho visto, qualcosa di molto
approssimativo e che spesso produce più effetti devastanti che non
interessanti. Poiché il turismo è interregionale mentre i soldi e le
iniziative politiche, le leggi sono regionali, ma dato che non c’è una
regione d’Italia, neanche il Trentino, che riesca a sentirsi unita, a me
sembra che ad un certo punto ci siamo inventati il marketing dei
prodotti e delle nicchie, come il balneare o il culturale, ci siamo inventati
questi prodotti come se fossero una via d’uscita, dividendo i prodotti e
creando degli spazi per i singoli prodotti. Ma ci siamo dimenticati che il
turista deve essere il centro e che è una persona che ha bisogno di cose
semplici: un posto dove stare, dove dormire o magari anche di cose più
articolate, di fare un’esperienza, di fare un viaggio vero e proprio, ha
bisogno che i giorni della sua vacanza
siano un cammino culturale,
cerebrale. Quindi non dobbiamo tornare a casa facendo del marketing,
non è questo il nostro compito, abbiamo il compito di cercare di dire
come il futuro di questa regione, dal punto di vista turistico può
svilupparsi, dove può e come può e se non riusciamo dove e come non
può.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Rossella: Volevo rifarmi, per tornare al discorso Puglia o Puglie, a come
la Svizzera promuova diverse regioni della Svizzera. Non promuove la
Svizzera nella sua globalità, una volta promuove una regione, una volta
un’altra e sono tante piccole realtà che messe insieme, tutto sommato la
Svizzera è piccolina, promuovono tanti aspetti: una volta promuove la
storia dell’alpinismo, una volta promuove le ferrovie, ma con i vari
discorsi porta alla conoscenza globale del prodotto Svizzera. Diciamo che
il turismo svizzero è un po’ più organizzato che non in Puglia, che si può
girare in autobus tranquillamente perchè i mezzi arrivano puntuali come
orologi svizzeri. Mio marito è giornalista ed è andato a fare un viaggio in
Svizzera per parlare dei collegamenti e lì il bus arriva puntuale alle
10.01 se c’è scritto così.
Qui passano anche in anticipo, che è peggio ancora del ritardo…
Esistono queste differenti realtà che insieme fanno la globalità, in un
diverso tipo di approccio si può pensare a tante immagini della Puglia e
non ad un’immagine sola.
Noi siamo una prima sintesi tra quello che diceva Stefano e quello che
dici tu. In Italia siamo ancora fermi in molti distretti all’idea che basta
far vedere la foto della cattedrale medievale, invece in Svizzera si pone
già l’esperienza: in Svizzera col treno, in Svizzera con la bici e questo è
un salto di qualità notevole visto poi che noi siamo un popolo a più voci
e più colori per definizione. La Svizzera potrebbe essere un bell’esempio
per la Puglia.
Si, sono d’accordo con quanto detto da lei prima che sembra banale,
però finché la spiaggia da ottobre a maggio è sporca, l’autobus non
esiste, si possono avere mille strategie, mille idee, ma se mancano le
infrastrutture, non si può nemmeno iniziare.
Voi potete essere sicuri che qui trovate apertura a queste richieste?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Non possiamo essere sicuri.
ma i pugliesi vogliono i turisti? Gli alberghi vogliono tenere aperto oltre
quei due mesi di luglio e agosto?
Se la regione da un po’ di soldi sì.
c’è anche a chi va bene tenere aperto solo luglio e agosto e non si sogna
nemmeno di tenere aperto marzo, aprile, maggio.
Infatti, c’è anche questo problema. Mi ricordo qualche anno fa che
dovevo fare un servizio per l’Europeo in Valle d’Aosta e il 15 settembre
chiudevano tutti e non c’era niente da fare.
Cominciamo insieme a condividere l’elenco delle cose basilari che non
possono non esserci.
Non è possibile che un sistema turistico generale spenda, non so che
percentuale sia dedicata alle infrastrutture ai servizi di accoglienza, ma
ad occhio se si arriva al 15% è già tanto, il denaro per altre cose che
dovrebbero venire dopo, dimenticandosi di ciò che viene prima, perché
così vengono a mancare le precondizioni, non è banale dirlo.
se noi confrontiamo la realtà pugliese con quella dei competitor del
Mediterraneo, sopratutto la Spagna, troviamo che in Spagna le strutture
ricettive tengono aperte 50 settimane in questa famosa stagione, invece
in Puglia ci troviamo delle strutture che tengono aperte 13-14
settimane. Una disamina non ha permesso a mio modesto parere una
crescita del brand Puglia, rispetto a Sardegna, Sicilia Spagna e anche
Turchia perché sicuramente c’è una questione di prezzo ma anche di
metodologia. La domanda che fa Luigi secondo me è interessantissima,
li vogliono i turisti o no?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Quando io sono stato in Spagna, per capire meglio l’Italia, ho notato che
loro dialogano, vogliono sapere chi viene da noi, si mettono a confronto
e imparano dagli altri.
Questa nostra esperienza è un caso alquanto raro poiché noi siamo
assieme, siamo da fuori e ci vengono chiesti consigli, fino ad adesso il
turismo non ha mai funzionato così. Io conosco molti casi dove sono
sicuro che non vogliono il turista, il turista quasi dà fastidio, vogliono
tutti il sistema e il turista è solo la scusa per mettere su questo sistema
mastodontico. In Spagna invece vogliono i turisti. Una cosa iniziata di
recente in Puglia è la nascita di queste piccole strutture, soprattutto
B&B, questa è gente della nostra generazione che ha avuto la fortuna di
avere genitori benestanti con appartamenti grandi, sono passate queste
leggi che abbassano gli ostacoli e ti trovi davanti persone che conoscono
il mondo, l’Europa, questa è la mia esperienza, parlano non solo italiano
a volte parlano l’inglese e per forza si scontrano in maniera molto diretta
col turista. Adesso loro stanno davanti a questi problemi e devono o
scusarsi: “mi dispiace la spiaggia è sporca”, ma forse se se lo sentono
dire 10000 volte durante la stagione poi votano chi gli promette di pulire
la spiaggia e il mare. Lì vedo un fermento positivo.
Questa è una domanda che noi dobbiamo porre, è una domanda
centrale: “lo volete? in che modo?”
Peter: a me da 15 anni in Sicilia chiedono: “che cosa possiamo fare per
il turismo”, una delle mie risposte banali è: “fate quello che fa bene al
cittadino e vedrete che se sta bene il cittadino sta bene anche il turista
che viene a trovarvi”.
Ma tutto ciò di cui abbiamo parlato sino ad ora sono tutte cose che fanno
un gran bene alla regione nel suo insieme.
Quindi il turismo potrebbe essere per il cittadino un argomento in più
per chiedere che venga pulito il mare o la spiaggia.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
È un circolo virtuoso.
Tiziano: per quanto riguarda il turismo delle seconde case, la Puglia
risulta più vicina alla Liguria che non al cordone adriatico che la lega alla
Romagna. Come incentivare il turismo delle seconde case? Sappiamo
che le seconde case sono di pugliesi, che le utilizzano solitamente nel
periodo estivo. Per prolungare, perennizzare il turismo cosa si può fare
di queste seconde case? Perché non operare politiche di couch surfing,
di prestito di letti come si fa in tantissime parti d’Europa? perché non
adottare questa politica di far percepire un nuovo modo di intendere
l’ospitalità turistica?
Peter: Ci sono alcune compagnie piccole di tedeschi che hanno difficoltà
ad entrare in contatto con queste realtà e non sono solo le famiglie ma
anche le coppie, un gruppo di amici, che cercano questo tipo di
struttura,
una
casa
privata
dove
questi
si
organizzano,
non
necessariamente da sabato a sabato. Anch’io sono sicuro che lì c’è
possibilità di grande crescita, conosco la richiesta.
Dipende se c’è un’offerta da parte della Puglia, se i proprietari di case
sono disposti..
Allora torniamo alla domanda di prima..
Stefano: il sistema extra-alberghiero è un problema perché è in nero, è
sommerso, bisogna che risolviamo questo problema, non bisogna che
valorizziamo, perché voi sapete benissimo che il sistema turistico è in
mano alla lobby degli albergatori. Questa nuova possibilità ricettiva che
è nata dai B&B è vista da una parte importante della lobby turistica
come un problema o come qualcosa da nascondere ed eludere.
Rossella: i proprietari delle case sarebbero disposti ad affittare le case?
anche questo è da indagare.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
È per questo che secondo me è importante sapere la tipologia di
persone, il discorso che faceva Umberto inizialmente, la caratteristica
antropologica delle persone.
Chiunque è disposto ad affittare le seconde case visto che vengono
usate poche settimane all’anno.
Uno affitta la seconda casa se ha delle cose da fare da vedere. Quindi
secondo me il problema non è avere dei posti letto, pochi, molti, il
problema è riempirli tutto l’anno.
Il problema è che la Puglia ha dei posti orrendi, delle case abusive in cui
uno straniero non andrebbe mai.
Peter: altra difficoltà è mettersi in regola, perché i tedeschi vogliono
essere messi in regola.
Rossella: Ci sono delle aree che secondo me sono morte, quelle che
rimangono ancora sane sono quelle su cui bisogna puntare come
seconde case, come alberghi.
Come diceva Peter, una crescita qualitativa del turismo, che è la parte
che ci interessa, non può prescindere dalla crescita civile dei luoghi,
altrimenti creiamo delle riserve per turisti come succede in molti paesi
extraeuropei ma anche in Europa, dove magari c’è la guerra, non c’è la
democrazia, ma il turista si trova nel suo paradiso. Attenzione a non fare
lo stesso in Italia, che già in Calabria, Sicilia e Puglia ci sono delle
situazioni extraterritoriali dove il turista è garantito perchè turista e
porta soldi, mentre intorno la convivenza civile è dei paesi del sud
america. Questo problema ce lo dobbiamo porre un po’ in tutta Italia, in
particolare modo in questa parte d’Italia.
Stefano: Io mi fermerei qua, ci siamo detti già abbastanza cose.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Adesso mangiamo poi alle 14 torniamo qua e ci dividiamo in 2 gruppi, il
gruppo che va a nord e il gruppo che va a sud e abbiamo un’oretta per
ragionare insieme su l’ipotesi di un itinerario, su come gestire le
giornate.
Rossella: Possiamo avere ognuno una carta geografica della Puglia così
ci rendiamo conto delle distanze?
Decidiamo di volta in volta dove andiamo a dormire ogni sera o avete
già fatto un piano?
Stefano: No, l’abbiamo fatto apposta, questo potrebbe generare qualche
problema, però non abbiamo selezionato niente perché ci sembrava che
la ricerca, il contatto e il rapporto fossero degli aspetti importanti.
Così non hai degli obblighi, dove arrivi ti fermi…
Peter: Abbiamo una lista di posti che dovremmo non perdere.
Stefano: Gruppo nord è composto da: Guido, Gianni, Michaela, Michel,
Eve, Laura e Luigi. Questo gruppo non dovrebbe perdersi quella lista che
ci è stata raccomandata
Gruppo sud è composto da: me, Tiziano, Peter, Rossella, Umberto,
Charline, Pasquale.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Bari 18 giugno, Brainstorming prima della partenza
Tiziano: la mia idea era di seguire il tracciato ideale presentato
fermandosi nei luoghi che magari catturano la nostra attenzione,
scegliendo delle vie diverse da quelle che possono essere le strade
principali. L’idea era partire da Bari scendere verso Castellana Grotte,
verso Alberobello, stasera potremmo trovare ristoro vicino ad Ostuni in
modo che domani mattina potremmo guardare un po’ questo sito. Però
così salteremmo Martina Franca che forse meriterebbe una visita…
Peter: volete che io vi racconti come è fatta questa parte della Puglia?
Senza dare dei suggerimenti su come proseguire.
Questa è la Puglia molto popolata, un sacco di vie e una città accanto
all’altra sulla statale. E’ un territorio piatto e la striscia dietro a questa
urbanizzazione è quella che più intensamente è lavorata in maniera
agricola. E’ la Puglia produttiva, qua ci sono tutti i vigneti, l’uva italiana,
tutto quello che finisce nelle bottiglie del supermercato. Qua invece c’è
la schiena della Puglia e quella è la parte meno conosciuta, meno
pubblicizzata più intatta, più enigmatica per certi versi, che è la Murgia.
La Puglia è fatta come una grande scala che si apre verso l’oriente, la
schiena dorsale che si apre in altopiani fino a 200m continua fino a giù.
Questo è il lato che continua verso la Basilicata, il mare Ionio, è l’unica
parte che storicamente è stato toccata dai greci perché culturalmente i
greci sono stati respinti dato che le popolazioni indigene erano
abbastanza forti da non farli attraccare. Questa è la parte della Puglia
che è stata molto influenzata dal mondo greco e l’influenza continua
anche quando arrivarono i monaci, in questa parte degli altipiani ci sono
tutti questi sistemi di Canyon a Taranto e a Matera. Questo è quello più
conosciuto ed sin dalla preistoria sono stati luoghi di rifugio e usati come
tali in vari momenti della storia. Guardando da sopra sembra un
deserto, avvicinandosi a questi canyon si aprono delle piccole oasi e
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
anche nell’entroterra di Taranto ci sono dei paesaggi stupendi dove sono
stati girati alcuni film, da Pasolini, ad esempio “Il vangelo secondo
Matteo” a Massafra. Questa valle di trulli è interessante perchè diciamo
questo è un faro troppo lucente e abbagliante e attira; trovo molto utile
che la gente venga attirata da Alberobello e non calpesti il resto della
valle di Puglia. Fa pubblicità e fa arrivare le persone però permette che
una parte di questo paesaggio culturale venga caratterizzato dal trullo
ma rimanga intatto. Ci sono vari paesi, hanno tutti le loro belle
caratteristiche, questa è una delle poche zone del meridione in cui
sempre si è mangiata la carne, le altre non se lo potevano permettere,
si mangiava una volta l’anno, qua invece c’è una lunga tradizione si può
dire argentino-italiana, si mangia molta carne.
Tiziano: Cisternino non è uno dei borghi considerato tra i più belli
d’Italia?
Peter: a Cisternino si sono inventati questa cosa per cui le macellerie, la
sera finito l’orario di lavoro, si trasformano in luoghi in cui la carne si
sceglie e si mangia, c’è la cucina e l’esterno di tutte le macellerie
diventa un’osteria aperta, hanno dato una mano di bianco unificando
tutte le cose ed hanno inventato una cosa che funziona più di quanto
non funzionino i centri come Vieste.
Peter: perciò per percorrere queste realtà uno deve per forza esserci di
sera, la stessa cosa vale anche per Laterza, che è un paese dove ci sono
questi grandi Canyon. Sarebbe bello farla nella seconda parte della
giornata, scendendo fronteggiando la vista mare e poi la sera risalendo
fermandosi nei paesini. Se no arriviamo lì oggi e facciamo tutto uno zig
zag, così facciamo l’interno del paese lunedì, martedì e mercoledì. Un
altro mio pallino sono le strade, perchè mettono in collegamento, hanno
un significato anche storico, una strada che è stata fatta appositamente
per arrivare in Puglia era la Appia, era la prima grande strada consolare
lastricata in pietre, eppure il tratto pugliese, se togliamo di mezzo
Matera, perché corrisponde più o meno alla statale sette, va fino a
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Taranto e finisce a Brindisi. Queste per me sono due città molto curiose
perché non vengono considerate come mete turistiche, Taranto perché
c’è un grande polo industriale, come se industria e turismo fossero due
realtà separate, ma la chimica non dà fastidio al turista. In realtà trovo
che come conformazione e come ambiente sia uno dei luoghi più
affascinanti del sud d’Italia e c’è questa realtà del centro storico su
un’isola che ha uno dei musei archeologici con i reperti più belli e mi
piacerebbe convincere la regione, la direttrice del museo di replicare lo
schiaccianoci che sono due mani femminili eleganti che ci metti la noce e
fai così, di un rumore unico. Brindisi è un altro caso, nella storia
mediterranea ha un ruolo indiscutibile e si percepisce che è un posto
portuale. Non viene usato come posto in cui stare, potrebbe offrire
questo perché ha un porto molto bello, ci sono mezzi pubblici in forma di
piccole imbarcazioni che sono sia un trasporto cittadino, sia per i turisti,
senza inventare nulla. Poi c’è il Salento, nella letteratura turistica
tedesca è stato un po’ disprezzato, in passato, perché dicevano ci
fossero troppi paesi, mentre agli stranieri romantici piace un paesaggio
dove ogni tanto c’è un paese piccolo col castello e la chiesa, io invece
trovo questo il pregio del Salento, perchè ogni singolo piccolo paese è la
sintesi del paese italiano per molti che vengono anche da nord d’Italia,
dal centro e soprattutto quelli che vengono da fuori: piazza, bar, chiesa,
tabacchi. La cosa che trovo molto bella del Salento è che è un ambiente
molto cittadino, per questo molto denso, penso si perda la cosa più bella
se il Salento viene raccontato solo con le cose più emergenti, come
nell’elenco che ci hanno dato, è chiaro che Otranto è una cosa
fantastica, però Otranto in verità cammina da sé.
Invece parliamo di Lecce: è stupenda è una delle città più vivibili, perché
il centro storico non è piccolo né grande. Anche Lecce è un luogo per la
sera, perché ci sono delle splendide illuminazioni, è stata ed è una città
che si è messa volutamente in scena e i restauri di questi ultimi anni gli
hanno ridato questa caratteristica, non a caso Lecce è quel posto dove in
Puglia parte il movimento del B&B. C’è una buona parte di turisti
individuali che vengono attirati da Lecce e che partono da Lecce per poi
spostarsi. Poi per fortuna i mezzi pubblici funzionano bene perché nel
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Salento ci sono talmente tante di queste piccole città che sono tutte
collegate tra loro o col treno che arriva fino ad Otranto o con i bus blu
che nei mesi estivi fanno servizio di trasporto bici. La provincia di Lecce
ha
fatto
delle
cose
buone.
Quindi
dovremmo
prevedere
un
pernottamento a Lecce, ma anche nei piccoli villaggi.
A Mottola hanno realizzato una cosa molto intelligente sull’esempio di
Martina Franca, dove c’è stato un imprenditore molto lungimirante che
negli anni in cui non costavano niente ha comprato molte case nel
centro storico ed ha fatto un albergo diffuso. Questa è una cosa ben
funzionante e la stessa cosa funziona molto bene, ma
in formato
ridotto, a Mottola. Si potrebbe vedere se è prevedibile il pernottamento
a Mottola, visto che Martina Franca è già molto conosciuta.
Questo secondo me è anche un incentivo a portare avanti, a vivere una
cosa del genere, è un modo di salvaguardare i centri storici che spesso
rischiano di svuotarsi, senza costruire ex-novo, per me è un bel esempio
per preservare gli edifici, ristrutturarli, dargli un nuovo significato e un
nuovo senso economico. Per il viaggiatore poi, per il turista, è
un’esperienza bella, perché già noi che siamo un piccolo gruppetto
dormiamo sparsi, uno si disperde però per curiosità ci si va a trovare a
vicenda, così uno conosce un paese in un'altra maniera, ci si sposta da
una porta all’altra e questo per me è una bella esperienza.
Mi piacerebbe arrivare è Brindisi passando da Taranto in linea diretta, un
percorso a cui sono molto affezionato perché sono due approdi diversi
che si affacciano a realtà molto diverse e sono le tessiture fondamentali
di un processo storico
Non credo che dobbiamo fissare tutti i pernottamenti.
Questo tracciato Taranto-Brindisi è molto bello se fatto in fretta perché ti
affacci su due mari, poi però altrettanto bello è Monopoli-Taranto, poi
invece un altro bel percorso è quello tra i centri di seconda fascia e
quindi Ostuni, Alberobello e poi Gioia.
Sono tutti centri che si equivalgono nei pesi e nelle dimensioni. Bisogna
decidere anche sulla base del tempo. In alcuni casi
si rischia di perdersi un po’ negli spostamenti perché sono distanze forti.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Stefano: Dormiamo a Mottola questa sera, poi da Mottola o andiamo in
su e facciamo questa dorsale oppure facciamo la via Appia.
Peter: io lascerei questa parte per il ritorno. Mi piace molto l’idea di
vederle nello stesso giorno. Si può anche decidere di non dormire a
Brindisi e di scendere verso Lecce. Secondo me è una bella esperienza
vivere queste 2 città in un giorno.
Però se volete tornare su si può fare passando da San Vito, Ostuni,
Cisternino, Blocco Rotondo, Alberobello, Gioia.
Martedì si potrebbe dormire a Lecce. Mottola, Lecce, poi Salento e poi
potremmo dormire o nel mezzo del Salento e farci un’alzataccia, perché
martedì si vede Taranto, Brindisi, si parte da Mottola, Massafra, Taranto,
Brindisi, Lecce per dormire martedì sera, ci si sveglia e c’è il Salento
davanti, che è mercoledì, poi dovete decidere se dormire qua in mezzo
al Salento e giovedì capire come risalire.
Oppure Gallipoli: dicevo a lui che l’altro triangolo è questo: LecceGallipoli-Otranto.
C’è una cosa bella vicino a Matera però uno entra nel territorio della
Basilicata, Gravina c’è un bel vedere che mozza il fiato, è bello di
mattina perché c’è una bella luce.
Tiziano: per adesso abbiamo deciso Altamura, Matera, Laterza.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Cisternino, 19 giugno, brainstorming
Umberto: quanti posti conosci, Stefano, in Italia, che non hanno le
condizioni di base perchè se ci fosse una “chiaroveggenza” per cui
potrebbe non svilupparsi più o meno attendibilmente un progetto
turistico? Quale è l’elemento che discrimina? Se io ti dicessi paesaggi
carsici, interessi geomorfologici, culturali storici, vuoi sapere quante
chiese, quante architetture di rilievo, storiche ci sono, vuoi che parliamo
di architetture che appartengono alla tradizione del passato. perché qui
non è successo quello che è successo altrove?
Peter: no, hai ragione ma non è facile mettere in pratica perché per
conoscere il pugliese da turista tu devi poter parlare con lui. Il milanese
riesce a parlare col pugliese, molto meno l’austriaco, lo svizzero, il
tedesco, l’inglese, lo scozzese o l’americano che
conosceranno solo
indirettamente questa realtà molto importante.
Umberto: Peter però mettiti dall’altra parte: qual è la predisposizione del
pugliese ad ascoltare gli altri?
Peter: i pugliesi che ho conosciuto io, rispetto ai calabresi per saltare i
lucani, li ho visti molto più aperti e le spiegazioni che mi sono dato sono
storiche e geografiche, li trovo molto più preparati ad entrare in dialogo,
perciò le carte le hanno in regola.
Umberto: ma tu quanti calabresi hai conosciuto, se escludiamo gli
albanesi, i valdesi che sono minoranze etniche?
Peter: ho conosciuto persone dell’Aspromonte, ho conosciuto reggini,
persone di Cosenza.
Umberto: non sono tanto diverse, tipologicamente.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Peter: però tipologicamente è gente di montagna rivolta verso l’interno,
molto diversa.
Umberto: è molto diversa ma è accomunata, è gente di montagna,
rivolta verso l’interno. I pugliesi sono un’infinità. Oggi siamo stati a
Taranto e quelli sono pugliesi? No, è gente che si è fatta le mura intorno
alla città e si guardava le spalle dai pugliesi, e si guardava fin che è
riuscita dai greci, che venivano dall’altra parte.
Rossella: una cosa che mi ha colpito dei pugliesi è che sono diversi. La
diversità è una cosa molto positiva parlando di turismo. Anche le
persone sono molte diverse, non dovremmo dimenticare che è positivo.
In pochi km puoi incontrare cose completamente diverse.
Peter: se la regione Puglia riesce, e per certi versi sta dimostrando di
riuscirci, a Milano a Monaco a Berlino, in America, non so dove si
tengono queste fiere del turismo, riesce a trasmettere un’immagine e
riesce meglio rispetto alla Calabria, la gente viene qua e non si pone
nemmeno il problema che la Calabria possa essere un concorrente.
Invece la Sicilia riesce meglio, costruisce dei ponti che reggono di più.
Rossella: come ha fatto la Sicilia ad avere successo?
Peter: io non so nemmeno se la Sicilia abbia successo. Credo che le
immagini siano importantissime e credo che questo sia un punto sul
quale uno può tornare sempre con nuove idee.
La Sicilia ha la fortuna di avere delle coste, come ce le hanno tutti gli
altri, però non ci giocano molto. Hanno la fortuna di avere 10 volte più
templi dei greci, però fanno pubblicità solo con i templi di Agrigento. Ci
sono altri posti più interessanti per chi li conosce. Hanno la fortuna di
avere il vulcano più alto e attivo d’Europa, l’Etna. C’è una città che si
chiama Taormina, dove non a caso trovi tanti posti letto quanto tutto il
resto della Sicilia messo insieme, perché tutto il mondo va a Taormina.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Laura: non è così importante, un posto diventa chic non solo perchè ha
delle immagini, ma perché c’è un gruppo che l’ha scoperto.
Peter:
ho
trascorso
15
anni
della
mia
vita
in
Sicilia
e
l’amo
profondamente, però posso assicurarti che nonostante tutto quello che
c’è di positivo, il carro va perché funzionano alcuni. Nonostante molti
ostacoli funziona, perché?
Laura: c’è un gruppo che va avanti agli altri e dovremmo capire quello
che vogliono.
Peter: Goethe è morto 200 anni fa, però l’immagine funziona.
Laura: l’immagine funziona e la Puglia è diventata chic, e questo è il
momento di capire il perché e per sfruttarlo in certi ambienti americani.
Bisogna capire perché.
Peter: ora possiamo tornare alla Puglia, volevo solo risponderti che in
Sicilia l’immaginario è molto più forte di quello che uno pensa. La gente
viene perché ha delle idee in testa e ci viene la gente più colta, che più è
in grado di analizzare e criticare la realtà. Ma nonostante tutta la
preparazione culturale, vengono perché ci sono delle immagini e per
quello che riguarda la Sicilia sono l’Etna, Agrigento e Taormina. La realtà
dei fatti è ben diversa.
Laura: io credo di più nel potere della gente che non nell’immagine. Ad
esempio un giornalista che ha notevole successo negli Stati Uniti, scrive
per Newyorker e scrive dei libri che si chiamano the tiping Guide, sulle
persone che fanno delle colazioni, di loro che sono all’avanguardia
nell’andare in un posto. Secondo me è importante capire dove vanno
loro e adesso loro vanno in Puglia, ma la Puglia non ha le infrastrutture
per accoglierli.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Umberto: ma questo discorso dell’elite non potremmo fare finta che non
esista? io provo a capire ma ho il timore che questo discorso, se
compreso fino in fondo, alla fine trovi una moda e una moda non è un
fenomeno che sostiene un’economia del turismo. Dicci tu la ragione del
perché.
Stefano: dimmi tu che sei americana: perché adesso pensate che la
Puglia sia diventata di moda? Io da quello che capisco è che a voi
piacciono le mode quando riguardano pochi e quando questi pochi hanno
potere di opinione e quindi rispondo a lui: se a questa moda una regione
rispondesse con due aeroporti, i vostri quattro guru andrebbero alle
Caiman, perché non gli interessa più la Puglia ma … è come adesso io ti
vedo da questa parte dell’Atlantico tu sei venuta in Toscana, hai
saccheggiato rubato e sei scappata, poi sei venuta in Umbria, hai preso
rubato e sei scappata poi adesso vieni in Puglia, prendi, rubi e poi
scappi.
Laura: ma cosa è successo con la Toscana e con l’Umbria
Umberto: sono successi dei fatti, ma non è per quei fatti che le
economie si sono strutturate, quei fatti sono stati soltanto il francobollo
su dei processi che erano già in corso. Ve ne siete accorti nel momento
giusto e basta, non l’avete scoperta voi, non l’avete costruita voi questa
economia, esisteva già, l’avete soltanto certificata. Sono più interessato
a capire se questa élite culturale o di opinione si è resa conto di cosa c’è
qua e di cosa vede quell’occhio. Ma l’unica storia che mi hai raccontato
oggi è quella del tuo amico famoso che è andato a Vieste dove io non
avrei voglia di andare. quindi non capisco che cosa è questa elite.
Laura: è un posto nuovo, è nuova la Puglia per gli americani. La
Toscana, l’Umbria, Venezia, Roma, Firenze sono finite, allora la Puglia è
nuova. Per lui la Puglia è nuova, ma con l’istinto si è scelto il posto con i
servizi più sviluppati, l’unico posto che il mio amico poteva trovare su
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
internet. I posti devono almeno avere una presenza in internet per
essere trovati.
Umberto: questa cosa dell’elite mi interessa, non mi sfugge il fatto che
questa cosa è molto importante. Non riesco a capire le ragioni e se
queste ragioni sono una moda allora mi interessano poco perché non
possiamo scrivere di andare in una direzione se questa è una direzione
che ha a che fare con una moda.
Laura: la moda è l’avanguardia di un nuovo movimento. i pochi che
vanno in un certo posto. Dopo arrivano tutti, hai visto questo in
Toscana, hai visto questo in Umbria.
Umberto: faccio l’esempio al contrario allora: le Cinque Terre.
Le Cinque Terre sono diventate una case history del successo del
turismo italiano: ad un certo punto arriva in quella terra un uomo che è
come un conte che è riuscito a costruire delle regole e di convincere e di
appassionare gli abitanti dei contadini e che ha costruito alle Cinque
Terre una sorta di San Marino.
Non è che l’avanscoperta, l’élite ha generato un processo, l’avanscoperta
ha visto soltanto un bel posto, meraviglioso, ma non è successo niente
finché un uomo di quel posto non ha deciso di prendere i sindaci e di
prenderli a schiaffi tutti i giorni e di mettere delle regole e di convincere
e di avere consenso e di riuscirci. Soltanto oggi quel posto è
un’economia e lo sarà per i prossimi cento anni.
Stefano: a me questo interessa. Mi interessa molto se mi dici: “guarda
dagli Stati Uniti vedono la Puglia come una destinazione molto
interessante”.
Laura: c’è l’interesse ma dopo c’è bisogno dell’infrastruttura e delle
regole. adesso c’è interesse per la Puglia, non so perché, ma adesso
l’occhio degli Stati Uniti è rivolto verso la Puglia.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Stefano: e questo va bene e lo racconteremo.
I tuoi occhi, che rappresentano quelli del turista americano, che cosa
hanno visto qua per cui vale la pena venire? Io credo che fino ad oggi
non hanno visto nulla.
Laura: ci sono queste cose: il mare che non è pienissimo, un posto che
per gli americani è abbastanza sconosciuto, questo secondo me è più
importante. E poi ci sono la cultura, la natura, il mare e la gente
amabile. Per gli Stati Uniti è un posto italiano autentico dopo che tutto il
resto è diventato troppo turistico. Io non dico se è vero o falso, questa è
l’idea.
Rossella: Per gli americani la Puglia diventa di moda, ma chi la impone
questa moda? Non sono di certo gli americani come singoli, siamo noi
della stampa spesso responsabili. Siamo noi a costruire le notizie,
Sfruttata la Toscana fino in fondo, l’Umbria e la Sicilia allora adesso
scopriamo la Puglia perché è la novità. Io ho assistito a centinaia di
mode che portano un posto alla ribalta e quando è alla ribalta lo
abbandona perché la gente si è stufata.
Quale è la ricetta da suggerire? Io ci sto pensando dagli incontri che ho
avuto, dai confronti che ho fatto, dalle chiacchierate con la gente del
posto. Oggi ho avuto un incontro emozionale, perché ho incontrato delle
persone con cui ci siamo messi a chiacchierare che mi hanno
racccontato delle cose, ma fino ad oggi pomeriggio non avevo avuto
emozioni, perché conosco bene il sud, adoro la Sicilia ma l’incontro
emozionale qui non l’ho avuto.
Umberto: io penso che ci emozionerà Ostuni se riusciamo a vederla,
probabilmente Lecce.
Rossella: questa è la mancanza di emozionalità che ho vissuto, ma
quelle che ho vissuto oggi, sono state delle emozioni solamente perché
ho trovato un bravo narratore che mi ha raccontato la storia della
compagnia delle indie o un gruppo di signore artigiane che hanno aperto
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
in un cortile di Brindisi, un centro di artigianato e si sono messe
d’accordo con questi del trenino che portano ogni 15 giorni i turisti delle
crociere e che ho trovato un’imprenditorialità così come potevano essere
i ragazzi di ieri sera di Mottola, oppure questa realtà di oggi. Però sono
cose isolate in un contesto in cui manca l’Etna, in cui mancano i templi
di Agrigento, oppure ci sono, ma sono sperduti chissà dove, in cui
manca un’immagine. Ci sono tante belle fotografie della Puglia, ci sono
quelle del Gargano, il famoso arco dei Baci Perugina, sono cose
estremamente suggestive, ma poco fruibili. Tu arrivi qui e ti trovi di
fronte una realtà in cui poi non arrivi, mentre invece in Sicilia bene o
male nonostante le difficoltà di trasporto o forse anche per la storia della
mafia che è comunque fascino, io non percepisco. E poi la vedo da
italiana, da milanese innamorata del sud, le emozioni che ho avuto in
mezza giornata a Palermo non le ho avute in due giorni qui, Palermo è
un pugno nello stomaco.
Umberto: le immagini che tu dici, penso di aver capito che carattere
hanno, sono presenti qui in Puglia in modo eccezionale forse solo
seconde per concentrazione alla Sicilia, sono tantissime. Il problema è
che poi tra queste immagini c’è del tessuto, che è un brutto termine che
da l’idea, in mezzo alle quali finiscono all’occhio di chi non sa che sono lì
e non le cerca. Nel giorno in cui qua qualcuno andasse dall’assessore e
gli dicesse stai attento perché quando a qualcuno verrà l’idea di vedere
la Puglia dal di fuori, facendo il giro prendendosi una barca partendo da
Metaponto e arrivando fino al Gargano, saltando giù solo per quello che
occorre, tracciando una linea rossa che demarca quello che c’è di
eccezionalmente visitabile, rinunciando magari a Castel del Monte,
passando intorno ai templari e alla cattedrale di Trani, ti hanno fregato
perché allora quella lì è l’immagine che risponde alle attese di quelli che
dicevi tu. La storia degli esordi del Gargano a chi è appartenuta la
possibilità di stare nel Gargano? Chi ci poteva andare? La storia che ci
raccontava oggi la signora della gente di Cisternino di 30 anni fa, gente
che ha definito “casta di certi che hanno comprato e si sono chiusi”,
erano clan e non è uscito niente fuori.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Rossella: sai cosa manca al contrario della Sicilia? Una tradizione
letteraria, qui non hai Sciascia, per me questo richiamo letterario è
molto importante nel visitare i posti, lo stesso Montalbano. Allora io
quando vi ho chiesto i posti dove era girato il famoso giudice
Mastrangelo, io cercavo un legame che fosse legato ad un’immagine
televisiva, un’immagine nazional-popolare simpatica come può essere la
figura di Abatantuono perché potrebbe essere una figura su cui
impostare qualcosa, però poi qui ci troviamo sempre a girare intorno a
degli argomenti che hanno dei concorrenti molto più forti.
Stefano: su questo hai ragione, si sono inventati persino una fiera del
cineturismo a Napoli. Così come il comitato scientifico a cui ci riferiamo
in più di un’occasione mi ha raccontato del potere della forza della
taranta e di quello che sta succedendo. Il turismo è un’economia. Ho
pensato anch’io, e ogni tanto mi piace pensare, che queste cose hanno
un peso ma è un peso per un determinato tempo, è un fattore che aiuta,
che sostiene, che può ispirare una elite. Abbiamo detto tre parole: elite,
enclave, casta, ci sarebbe un bel po’ da scrivere, io però ho imparato
stando a Rimini lì che in verità era soltanto la panna surgelata questa
cosa, che cioè un’economia è così intelligente da produrre lo specchietto
per il giornalista , che è facile da produrre. A Rimini sono bravi a
raccontare sorie e ve ne raccontano quante volete, però prima
guadagnano. Di questa taranta sono molto spaventato, Tiziano me l’ha
fatta ascoltare mentre venivo giù, io non l’avevo ancora ascoltata questa
musica, questo sound molto bello, e capisco che è una cosa bella ma ho
timore che quando diventa un fenomeno che anche la mia mamma
conosce e parte per la Puglia, allora vuol dire che quella vicenda è finita,
come le discoteche di Rimini che quando sono diventate un fenomeno di
massa sono finite. Le discoteche sono diventate l’espressione del
sistema economico che le sosteneva, non era il contrario, non era la
piramide rovesciata, la punta che sosteneva il resto.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Umberto: quella era la pastura, Stefano. La questione è che noi adesso
possiamo inventarci insieme alla taranta altri tre quattro elementi che
servono a pasturare, ma nel mentre il pesce si avvicina e bisogna
trovare un’esca molto convincente, che non si può fondare su aspetti
che tu chiami mode. Bisogna essere capaci di creare le condizioni che
sappiano innescare il processo strutturale.
Peter: Secondo me questa cosa della taranta è stata un’occasione persa,
perché poteva essere l’occasione per promuovere un territorio che è la
Grecìa Salentina, cioè tutta quella colonia in cui ancora si parla il grico e
che invece è mancato perché è diventato fenomeno di moda, tutto si
svolge in quei due giorni, in quel paese, la gente arriva, saccheggia.
È arrivato il musicista che ha trovato l’uomo intelligente che gli ha dato
dei soldi e questa cosa è esplosa, poteve essere un’occasione per
promuovere quel territorio e non c’è stata
Umberto: ma il balneare dove lo abbiamo?
io ho la fortuna di essere andato pochissime volte da qui in giù, da qui in
su io di balneare non ne conosco. Da Bari a Margherita di Savoia tu sai
cosa c’è? Ti ci sei mai sdraiato su quelle spiagge?
Peter: No, ma ogni città ha la sua spiaggia e alcuni sono riusciti ad
avere la bandiera blu
Rossella: Margherita di Savoia ha 30 km di spiaggia di sabbia però non
interessa a nessuno
Umberto: forse perché ci sono dietro 20 km di salina. E la doccia non la
puoi rimandare se no sei morto.
Ci sono 1 milione di persone, le città costiere della napoleonica avete
visto cosa sono? C’è un paesaggio devastato. Se vuoi andare a veder
Barletta o Trani devi tapparti il naso e gli occhi quando esci.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Peter: qui è diverso è un paradosso che tutte le città d’arte della costa
stanno in mezzo a delle periferie orripilanti.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Gargano, 19 giugno, brainstorming
Giannermete: L'altro ieri non sono venuto al castello di Federico II
perché non ho sentito lo spirito, il patrimonio culturale di questa
fantastica zona, quindi non ne sono molto attratto penso che il castello
non sia la chiave del futuro turistico della regione, non ha nessun
significato per me, non è connesso con il presente.
Franck: Per me il castello non è stato cio' che mi aspettavo o che i
turisti e l'industria del turismo si aspettano. Quando stavo scattando le
foto mi sono venuti in mente la Siria e il Libano, non ci sono connessioni
tra il castello e l'Europa del nord, ma invece ci sono con il Medio Oriente.
Anche se nessuno lì ha parlato di questa cosa e non c'era niente di
scritto che lo suggerisse.***** Quando sono uscito dal castello ho
sentito che c'era qualcosa di strano ho pensato “la gente di qui ha vinto
la guerra contro gli arabi e i barbari e hanno voluto riscrivere la storia a
modo loro...”.
Eve Pasquet E' un'interpretazione storica che tratta solo della guerra,
non riguarda le persone che vivono qui, la politica, la sociologia, è tutto
incentrato sulla guerra, sui vincitori e i perdenti.
Giannermete: Per questo che questa mattina facevo riferimento alla
grotta di San Michele: puoi sentire la continuità della storia, è dal 15 °
secolo che le persone ci vanno, mentre al castello di Federico non c'è
interesse o collegamento con il passato.
Eve: I graffiti rupestri arabi della caverna erano bellissimi...
Giannermete: Penso che la grotta di San Michele Arcangelo sia più
importante per il presente perchè c'è un legame forte con il passato.
Franck: Quando ho visitato la grotta non ho visto i graffiti arabi, questo
per me è un problema perchè in loco non ho trovato nessuna
indicazione, ma dopo sfogliando la mia guida ho scoperto che invece
nella grotta c'erano anche queste testimonianze della cultura araba.
Quello che voglio dire è che bisogna ripensare gli strumenti visuali.
Immagina quando i visitatori si recano a San Michele invece di pensare
ai vari Papi...
Sono rimasto molto scioccato quando la guida parlava della porta
trasportata da Costantinopoli... ho pensato “ok è storia ma forse i turisti
non sono molto interessati perchè è tutto troppo specifico”...
In realtà è un luogo in cui si sono mescolate molte culture, anche se a
causa delle guerre si è sparso molto sangue, ma questo mette i
monumenti storici sotto tutta un'altra luce, quella della tolleranza e
dell'intolleranza, quando c'è armonia fra le etnie e quando a causa dei
governanti invece questa armonia non esiste, ma questo non lì non ti
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
viene detto e spiegato durante la visita. Lo stesso avviene a Lisbona
dove non ti viene detto da dove arrivano certi oggetti , non si parla di
schiavi e furti a discapito del Brasile.
Eve: Con la differenza che il fatto che la storia della Puglia sia poco
conosciuta è di grande vantaggio, ad esempio non penso che molti
conoscano federico II al di fuori dell'Italia, anche l'architettura non è
tipica italiana quindi si può dire che c'è un'altra Italia con una storia
diversa e una architettura diversa... e parlare di un'altra storia.
Giannermete: Potrebbe essere un gusto diverso dell'Italia.
Franck: Un'altra “Italia” è possibile. Penso che Federico II sia
profondamente parte di questa parte d'Italia se lo guardiamo da una
diversa prospettiva anche tu potresti emozionarti...
Se riusciamo a capire cosa ci sia veramente speciale rispetto al castello.
Giannermete: Penso che il rinascimento abbia lasciato qualcosa di
tangibile nel centro dell'Italia, in Toscana anche l'ultimo dei paesani
conserva in sé qualcosa dello spirito del rinascimento. Anche se forse sto
esagerando penso che non ci sia connessione tra lo spirito di Federico e
le persone che vivono qui ora.
Eve: E i latifondi?
Giannermete: Quelli vengono dalla Spagna fanno parte di un'altra
eredità culturale.
Eve: Vedi come diventa interessante leggere la storia in un altro modo.
Giannermete: Che cosa è rimasto dello spirito di Federico II in queste
terre? Non possiamo parlare solamente della storia del passato.
Franck: Capisco il tuo punto di vista e sono d’accordo. Sarò provocatore:
è una fortuna che non ci sia una connessione tra il passato (XIII°
secolo) e il presente. Vuole dire che tutto è da fare, non siamo inquinati
dal passato, da quella Storia che è sempre qua. Il rinascimento, per
esempio, ha aperto tante cose ma ne ha anche chiuse altrettante. Qui
non si è aperto ancora, ma non s’è nemmeno ancora chiuso: siamo allo
stesso punto, siamo in una logica diversa psicologicamente parlando. C’è
una parte della modernità storica e artistica che non è passata da qua e
questa è un’opportunità dal punto di vista turistico, per rilegare un
passato remoto con un futuro.
Eve: Se pensi al turismo dell’Indonesia (prima parlavamo dei papous), la
gente va a vedere delle tribù e si disconnette con ciò.
Franck: per questo che dico che qua c’è un lato disconnesso, ed è un
valore senza essere malsano. Però penso che c’è della gente del Nord
(Milano, Roma, Bologna,…) che dicono ancora “Andiamo a vedere la
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
gente del Sud, i poveri…”, questa mentalità esiste ancora. Quindi
bisogna giocare con quello che abbiamo in modo intelligente, bisogna
essere avanti sulla sua epoca!
Giannermete: Però qua si vede la Storia come una grossa scatola nella
quale bisogna andare a ripescare delle cose, non si vede la storia come
una continuità. Questo è un problema.
Franck: Siccome c'è questo distaccamento tra la storia e la popolazione
è quasi una fortuna perchè puoi riprendere dal punto zero, puoi fare
tutto.
Guido Gambassi La narrazione della storia che è sempre passata
attraverso la guerra è ufficialmente solo quella... ma mi viene in mente
che questa mattina a Monte S. Angelo siamo passati davanti a un
castello bellissimo, ma abbiamo visto le chiese, siamo entrati in casa del
carbonaio, al ritorno siamo passati di nuovo davanti al castello ma a
quel castello non abbiamo dedicato nemmeno un po’ del nostro tempo,
eravamo lì in cerca di altro... siamo saturi di storia militare.
Giannermete: Questo è il motivo per cui non ho voluto vedere il castello
di Federico, perchè lo spirito di Federico non è lì dentro, lo spirito di
Federico è in giro, può essere negli uomini di oggi, nelle donne, nei toni
nella lingua, non è lì dentro, è come pensare che i morti sono nei
cimiteri ma i morti sono dentro di noi, sono nel nostro sangue, nelle
nostre lacrime, sono nella scrittura.
Franck: Non sono sicuro di capire tutto, ma penso che la cosa
importante è, che dall’eredità Storica di Federico II, bisogna invertire il
vapore e “ricostruirlo” come qualcosa di positivo, che va verso il futuro,
cioè aldilà della guerra…
Giannermete:
dappertutto…
Come
qualcuno
che
è
uscito
dal
castello,
che
è
Franck: Sì esatto. Spiegare che ha fatto delle cose, senza giudicarle, ma
spiegando che cosa ha prodotto poi, ciò che la Storia ha generato. E
diventa positivo, alla gente viene voglia di capire poi la civilizzazione
bizantina per esempio. E questo non interessa solo i turisti ma anche la
gente del posto, rilegando la storia locale a quella universale.
Eve: Può permettere agli autoctoni di capire ciò che hanno e ciò che
sono…
Giannermete: La domanda è “cosa è rimasto di Federico II fuori dal
castello”?, perché quello che c’è dentro già lo sappiamo.
Eve: Le 10 moglie e gli 80 figli!!!
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Giannermete: Non mi interessa quella Storia perché ne ho più che
abbastanza della Storia ufficiale. Abbiamo bisogno della NOSTRA storia.
Franck: Sono d’accordo con te, ma se Federico II ha avuto 10 moglie, e
di quelle una era egizia, l’altra turca ecc, bisogna dirlo perché è
interessante.
Eve: Va bene che bisogna dire che ha fatto delle guerre, ma bisogna
anche raccontarlo diversamente
Giannermete: Però bisogna anche dire che da Trani non sono state delle
crociate, ma delle invasioni, bisogna cambiare le parole e dire le cose
come sono.
Franck: Sono d’accordo, ma come tutto il lavoro politico che si fa in
profondità, si fa anche lentamente, soprattutto nel contesto attuale. Se
no, passi per arrogante.
Eve: In sardegna c'è stato un fenomeno interessante che ha fatto
rivedere tutta la storia dei nuraghi, uno scrittore sardo, Sergio Frau, ha
scritto un libro che ha cambiato tutta la storia dei nuraghi, ipotizzando
che la Sardegna sia l’antica Atlantide, e con questo ha sollevato
l'attenzione internazionale, dal punto di vista di un giornalista... il suo
ragionamento funziona e comunque ha dato ai sardi un'altra visione dei
loro nuraghe, che si sia d'accordo o no ha sollevato l'attenzione della
gente.
Franck: Capisco, sono completamente d’accordo con te. Quella storia è
interessante, ma quella è un dibattito tra Storici. Qui non è il nostro
caso. La storia non è cambiata, è il modo in cui viene approcciata la
storia che deve essere diverso. Lo scopo non è di cambiare le verità
Storiche, ma ciò che propongo è di invertire progressivamente ed
intelligentemente la prospettiva. Per avere più che le parole che
cambiano, una visione positiva e costruttiva dell’eredità del passato. Il
discorso è complicato!
Eve: Ciò che bisogna capire è che se c’è una casa costruita là, c’è una
ragione. Bisogna dirglielo così magari la smettono di costruire abusi
dappertutto.
Franck: Quello che dicevo prima è un fenomeno che dovrebbe
funzionare a macchia d’olio. Se prende, andrà da solo.
Eve: Se capiscono il rapporto causa effetto delle azioni... delle
costruzioni...
Ti piace la nostra storia della Puglia?
Giannermete: Aspetta che adesso dice qualcosa... “sì però quando i
turisti arrivano dove vanno? I servizi..”
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Luigi Parmeggiani E' un bel film
Giannermete: Se non si cambia la prospettiva e si guarda con nuovi
occhi gli alberghi non si faranno mai...
Luigi: E' una cosa molto a lungo termine... bisogna trovare
nell'immediato qualcosa da cui partire, quelle piccole cose che
incominciano a fare qualcosa di diverso... in questi quattro giorni i
momenti in cui siamo stati meglio sono stati quando eravamo da Michele
e dal carbonaro...
Giannermete: Ma perchè? Perché sicuramente era più autentico...
Luigi: Quando porto i turisti in un trullo in mezzo alla campagna e il tipo
gli apre il trullo e vanno dentro e si bevono un bicchiere di vino è una
delle cose piu belle della vacanza.
Eve: Però non lo puoi sistemizzare perchè se lo sistemizzi diventa
Alberobello, puoi solo mettere una tracciabilità, del territorio una
narrazione del territorio poi la gente ci va per i fatti suoi a scoprirlo... è
una questione di curiosità personale, però dare la possibilità di capire
che deve andare a cercare, perchè non tutti girano con un antropolog,o
magari uno in vacanza non ha neanche voglia di pensarci troppo anche
se avrebbe la testa per farlo.
Giannermete: Diceva che si possono fare degli incontri per caso, come il
contadino che ti invita a casa sua a bere un bicchiere…ma non possiamo
sistamatizzare questo.
Eve: Si ma queste situazioni se le devono cercare da sola la gente. Ma
diventa possibile solo se il terreno diventa tracciato, leggibile.
Franck: Si ma ci sono dei mezzi per invitare direttamente a quella
ricerca…Il turismo organizzato ha la voglia di trovare queste cose come
anche il turismo individuale.
Giannermete: Bisogna educare la gente di qua a questo, fargli capire
che ai turisti è meglio che gli raccontino la loro di Storia, piuttosto che
quella delle masserie. E’ la base!
Franck: Sì però la cosa deve partire da ovunque: gli abitanti, i turisti, il
governo i TO, tutti si devono dare da fare, insieme le cose possono
cambiare. Ci vuole una dinamica globale.
Giannermete: Bisogna stimolarli.
Franck: Bisogna presentare le Puglie come un altro sapore dell’Italia,
bisogna generare un nuovo pensiero sulla Puglia, una nuova immagine.
E poi continuare offrendo qualcosa di concretamente alternativo nella
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
sua messa in opera. Per esempio, le case dei carbonari: il sindaco
dovrebbe fare una riunione con i proprietari e decidere insieme cosa
fare. Le famiglie e i quartieri tutti insieme, non solo lo stato.
Eve: Senza la base non puoi fare niente. E’ un tema di cui parliamo
dall’inizio: la comunicazione sulla popolazione, per un sacco di ragioni:
gestiscono loro i ristoranti, gli alberghi e quindi senza di loro non
possiamo fare niente.
Franck: Certo. E’ per questo anche che penso che non vale la pena di
concentrarsi sul balneare. Rischi di stancarti per nulla. Invece, con gli
esempi delle bufale e del carbone, lì ci sono delle cose da costruire,
anche se sarà difficile. E’ come l’esempio della bici: ci sono tante cose da
pensare con le biciclette, perche questa regione è estremamente piatta,
è possibile andare dappertutto in bici. Ci sono tante cose da
pensare/fare per attirare una nuova clientele.
Giannermete: Non c’è nessuno qua che usa la bici nella vita di tutti i
giorni…
Franck: Lo so. Ma ti posso garantire che è una politica vincente, e te lo
posso dire perché l’Alsazia è pioniera in quell’ambito! Oggi, ci sono dei
parigini che non erano più andati su una bici da 10 anni, e oggi,
vengono in Alsazia per fare del ciclo turismo. E’strano, ma questo è il
cambiamento!
Luigi: l’80% della nostra clientela italiana ci chiede una vacanza in bici.
Giannermete: Ma usano anche la bici nella loro vita di tutti i giorni?
Luigi: No.
Giannermete: Quello è un problema…
Eve: Però lo fanno in vacanza.
Franck: E’ un buon inizio per risolvere i problemi…
Luigi: Perché dopo aver fatto delle vacanze in bici, quando tornano a
casa, se la comprano la bici. Comincia da qui…
Franck: E’ per questo che dico che è una politica vincente. E secondo
me, anche la gente di qua comincerebbe ad andare in bici, dopo aver
visto qualche tedesco o qualche olandese, solo perché l’hanno visto fare!
Giannermete: Mi fa ridere quando vedo un milanese che gira la Bretagna
in bici poi, quando torna dalla vacanza, circola a Milano con il suo SUV!
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Franck: Anche a me fa ridere, ma è meglio di niente, è un buon inizio in
confronto a prima…Come diciamo in Francia, bisogna avere il successo
modesto!
Giannermete: Il turismo è il ricettacolo delle contraddizioni moderne.
Franck: Certo ci sono tanti paradossi.
Eve: E’ la parte più ludica dell’umanità che è uno schifo.
Giannermete: Ludica? Ma se tutti i turisti europei tornano dalle vacanze
tristi, depressi e arrabbiati!
Eve: In teoria dovrebbe essere ludica, però oggi non si sanno più
divertire, e tornano arrabbiati e tristi.
Franck: Ci sono dei cavalli qua?
Eve: Esiste un cavallo, il Murgese.
Luigi: Abbiamo notato che tanti agriturismi hanno dei cavali.
Franck: Anche questa è una strda da percorrere. Nel tema del turismo
rurale, una piccola ballade a cavallo. Oggi, funziona un po’ tutto, basta
che diventi una moda. Ma ci vogliono dei cavalli!
Giannermete: Per quello bisogna lavorare con i TO.
Franck: Ma questo penso che lo sa bene Luigi
Giannermete: Sì lo sa…Bisogna trasmettere queste cose a chi lavora con
i turisti, è il primo passo.
Franck: Una delle cose primordiale è la sinergia. Puoi avere tutti gli
ingredienti che vuoi, ma se non c’è la sinergia, la salsa non prenderà…
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Lecce, 20 giugno, brainstorming
Umberto: Parto da una esperienza che è quella sulla quale sto lavorando
adesso, in un contesto che appartiene a questa regione: San Giovanni
Rotondo.
Ho iniziato a lavorare un anno e mezzo sul piano regolatore della città e
quindi a un progetto che si deve prefigurare un orizzonte futuro rispetto
al quale poi formulare l’assetto di questo insediamento.
Ho girato a vuoto per circa 8/9 mesi tentando di far ordine sugli
elementi paesaggistici che incontravo, tentando di tenere tutto sullo
stesso piano. E non sono venuto a capo di niente. Dopo di che,
attraverso un diverso modo di guardare all’insediamento, tentando di
guardarlo attraverso altre chiavi di lettura, ho colto e cavalcato alcuni
spunti. E sono riuscito a dare un senso al perché di certe configurazioni
differenti tra certi edifici che appartenevano alla storia, all’ambito rurale
dell’insediamento. Ho capito perché le masserie erano diverse dalle
poste, perché le poste erano diverse dai casini.
Solo quando ho capito che erano diversamente disposte su un itinerario
che era quello della mobilità di lungo le strade della transumanza che
facilitavano gli spostamenti delle greggi da dall’Italia del nord fino ai
terreni più fertili a seconda delle stagionalità, quando ho capito che c’era
una relazione tra questi flussi di mobilità e quegli insediamenti che si
incontrano lungo queste strade, ho capito il perché di certi caratteri
differenti dei manufatti rispetto a quelle che erano le masserie, il cui
senso era diverso ed era quello di governare la produzione agricola. I
casini, le poste erano invece finalizzate a governare l’ospitalità di queste
greggi e dei pastori.
Gli edifici che invece si ponevano come dire sul terrazzo mediano, quelli
lungo la direzione che và da San Marco in Lamis a Manfredonia erano
connessi a un altro tipo di mobilità che era quella legata a un certo culto
religioso, ma prima ancora connessi ad affrancare e ad ospitare certi
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
spostamenti, lungo i quali, per esempio, passavano le persone che erano
destinate ad imbarcarsi per andare a difendere la Chiesa in altri territori.
Alla fine nessuno degli elementi, compresa la città nel centro storico che
si articolava su quattro diverse porte, due delle quali favorivano le
relazioni con i comuni che c’erano sopra il Gargano e col Tavoliere,
metre le altre due, poste trasversalmente, servivano a favorire le
relazioni lungo questa linea di attestamento dei comuni che si trovavano
collocati lungo la via Sacra.
Quindi alla fine la configurazione dell’insediamento, i singoli manufatti,
gli edifici e l’assetto culturale, era caratterizzato da un’orditura a
raggiera di terreni che erano organizzati a spicchi intorno ad un
elemento centrale che era la masseria, che riproponeva il controllo di
nelle città era delle istituzioni. Però nella campagna o le poste che si
aprivano su dei quadrangoli perché erano disposte lungo queste strade.
La città con il suo assetto, le mura, le porte, la morfologia interna era
tutto organizzato per garantire una precoce capacità di costruire
l’insediamento per un popolo stanziale di pastori, in quel caso sulle
relazioni,
sulla
mobilità.
Quindi,
l’elemento
che
più
di
altre
contraddistingue questi posti è quello di essere stato, di essere stati qui
capaci di far uso di questa mobilità di flussi, cioè oggi a distanza di
1.600 anni, ci si chiede che cosa di debba fare per favorire, sostenere,
aiutare, attirare questa mobilità.
Io ritengo che se dovessi essere chiamato a fare un’operazione di questo
tipo tenterei di dare indicazioni a chi di questo poi si deve preoccupare,
di far ordine su queste sezioni, diverse sezioni di relazioni fra gli
insediamenti e la campagna, all’interno degli insediamenti, le parti degli
insediamenti che erano configurate per avere relazioni, in alcuni casi, e
per
difendersi
in
altri.
E
avete
visto
come
si
differenziano
gli
insediamenti che sono sul mare da quelli che sono appena sull’interno da
quelli che poi vi racconteranno di aver visto quelli che sono andati sul
Gargano.
La questione è che per immaginarsi un ordine, per dare valore a certi
fatti che poi possono poi addurre ad incuriosire prima e ospitare poi,
bisogna che questi fatti siano intesi nella loro stratificazione strutturale.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
A mio parere qui a Lecce è più chiaramente identificabile, forse mi
immagino che per tutti sia così, se potessimo andare sulle Torre lo
diventerebbe sicuramente, un assetto della città in funzione di queste
questioni.
Prima Peter mi raccontavi della necessità di difendersi dai Turchi e di
aver fatto di questa necessità una occasione per rilanciare anche la città
anche nel suo interno. Ritengo che tentare di fare uno sforzo di questa
natura, e quindi di rinunciare all’idea di prefigurarsi un assetto
insediativo che debba prima di facilitare la visitabilità turistica, debba
necessariamente essere rivisto dall’interno. Il che vuol dire che chi
ragiona in questo senso in favore del turismo non può pensare di non
rapportarsi a chi si prefigura lo sviluppo territoriale, la necessità di
immaginarsi da qui ai prossimi 6-7 anni come l’agricoltura sarà capace
di riaffrancarsi per vivere da sola.
La domanda è se questi prodotti, non so se fossero la ricottina piuttosto
che qualcosa d’altro, ecco, se alcuni di questi temi potessero diventare
la riconquista di una chiara, storicamente identificata, capacità di porsi
sugli itinerari della mobilità fino al punto di configurare gli insediamenti
in modo fortemente diverso, perché diversi sono gli insediamenti che
appartengono al Tavoliere, diversi quelli del Gargano sui suoi diversi
piani e sul centro. Sono diversi tra di loro più similmente uguali forse gli
insediamenti costieri (è la regione che ha più coste a parte le isole), così
come sono diversi gli insediamenti che si collocano su quegli unici punti
che si elevano all’interno di quella striscia che lui all’inizio nei primi
giorni ci definiva quella fertile, a parte quella del Tavoliere, e a loro volta
loro sono diversi da quelle città che io definisco della Linea Mediterranea
Napoleonica della strada cha va da Bari a Manfredonia.
La questione è come immaginarsi e in che forme rivalutare questa,
storicamente consolidata e ancora secondo me esistente, capacità di
questa gente, di questi luoghi di porsi in relazione con il passante, non di
mutare il suo carattere in funzione dell’attesa, della richiesta, ma di
dare, così come è stata storicamente capace di dare, fino a costruire da
ciò strutturalità stesse all’interno del territorio. Il tema della mobilità,
una mobilità che mi configuravo strettamente correlata alla necessità di
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
rivalorizzare insegnando certe modalità di produrre, e quindi la
tracciabilità di certi prodotti fino alle loro zone di produzione, fino ai
modi dell’esser prodotti che sono diversi come tu mi hai spiegato in
questi giorni posto per posto, non possono essere slegati dai temi
dall’accessibilità dei luoghi. L’offerta deve essere fatta sulle sezioni che
io prima raccontavo. Me le immagino come itinerari e su questi itinerari
un turista, uno che viene in questo posto e che deve avere degli
interessi che sono diversi da quelli di dover immergersi nell’acqua col
costume ultimo modello, ma che sono quelli, incontrerà una filiera che
gli farà in qualche modo visitare delle tematiche, dei modi del vivere, del
fare, del produrre che hanno relazioni, con i caratteri che sono poi quelli
strutturali dei luoghi delle masserie.
Le masserie dovrebbero essere allora recuperate in funzione di un
progetto però che, a partire da identificabilità chiara di 3, 4, 5, 6
itinerari, dei quali uno io, se mi dici che può servire, sono in grado di
ricostruire su un ambito che conosco chiaramente, forse Peter lo può
fare su più situazioni. Ecco, allora, sono questi progetti qui che mettono
in relazione i luoghi col vivere, con le attività dei luoghi, perché, se uno
investe, per facilitare, la visitabilità di certi luoghi al fine di portare a
casa, una risorsa, è diverso dall’investire nello stesso senso ma facendo
sì che insieme a questa cosa avvengano degli altri fatti che avviino
anche ad una riqualificazione che deve essere strutturale.
Il fatto che Cisternino stia vivendo perché si siano inventati di scaldare
dei cubetti di carne nei sottoscala che poi quando la sera ci vai fai fatica
ad attraversarli perché c’è puzza, usando 4 secchi di tintura bianca, è
una roba che non serve a nessuno, serve ad otto macellai.
Questa amministrazione comunale alcune scelte le ha fatte; mi chiedo
anche se l’amministrazione regionale ha, e prima di lei noi, il coraggio di
dire che il turismo è questo? Oppure no?
Se ce l’ha, lo faccia, dopodichè, non è sufficiente il tempo per avere un
ritorno? Lascino a quelli che vengono dopo la responsabilità di tornare
indietro su questa scelta.
Oggi siamo andati a Bari, poi da Bari a Taranto, e poi abbiam fatto
Taranto-Brindisi. E’ un triangolo, un triangolo all’interno del quale ci
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
sono
delle
connessioni
da
andare
a
vedere
tentando
di
darne
interpretazione e in relazione. Infine siamo arrivati a Lecce. Diversità
che fa pensare a un altro mondo. Questa diversità esiste anche andando
sopra: se tu percorri quella fascia larga che lui ci faceva vedere il primo
giorno sulla carta, è fortemente diverso da quello che abbiamo visto e lo
è a sua volta rispetto a quello che ha dietro e a quello che ha avanti. Il
Tavoliere è fortemente diverso, il Gargano è un’altra storia. Sono
almeno 6 o 7 le storie qui. E non si può pensare di metterle tutte sullo
stesso tavolo.
Un elemento che secondo me è l’invariante, non me ne vengono in
mente altri, che potrebbe fare da filo conduttore, è questo tema della
mobilità, non tanto intesa come possibilità più o meno ampia al
muoversi, quanto a una sua differenziazione ma sempre correlata, alla
caratterizzazione degli insediamenti e in relazione a delle linee di lungo
corso che ci sono state o dal mare o nell’interno, è una capacità che
secondo me alla fine contraddistingue questo insediamento agli altri, di
caratterizzarsi su questo, di modificarsi al suo interno su questo.
Secondo me questo è un tema che non può non avere a che fare col
turismo.
Questo impone che prima di pensare a quali siano le attese di chi viene
dal di fuori per apparecchiare la tavola a suo gradimento, c’è da rifare
ordine, cosa che qui a Lecce fatt. Altrove questo lavoro bisogna farlo e
allora penso che il tema fondamentale sia questo. Il che adesso, tradotto
in fatti che siano delle indicazioni utili, rimanda alla domanda su come
tutto ciò possa avvenire. Io dico una cosa: che se dovessi fare io questa
operazione non sarei in grado di farla, ma perché mi mancano gli
strumenti per farlo a prescindere da una prefigurazione progettuale.
Peter: hai incominciato a raccontare di tratturi. In quelle aree, per
necessità e per centinaia di anni, si sono spostati greggi con pastori dal
nord venendo qua. Le greggi che venivano qua d’inverno trovavano da
mangiare. Anche i turisti sono greggi che a volte si spostano da soli: a
volte vengono accompagnati da un pastore che può essere una guida,
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
che possa essere l’operatore turistico, che possa essere un libro. Sono
comunque greggi.
In passato questi tratturi erano pochi, l’obbiettivo era chiaro: era quello
di raggiungere le quote basse dove c’era l’erba in inverno. E sono tornati
su, in Abruzzo, nel Lazio.
Adesso le pasture che qua vengono offerte, uno le può chiamare prodotti
turistici, uno le può raccontare e chiamarli monumenti, possono mettere
in evidenza la vocazione della Puglia con le sue lunghe coste, però l’idea
è questa.
I tratturi turistici non sono più i tratturi delle pecore. I tratturi sono
diversi, e nella mia esperienza e anche nel mio piacere di viaggiare,
voglio che la mia curiosità, che divido con altri viaggiatori, si sposi bene
o venga resa possibile grazie a possibili scelte, a vie funzionanti, a vie
aperte, che lo spostamento da una realtà come la viviamo qua a Lecce,
in un’altra realtà che è diversa. Per questo una vacanza in Puglia credo
che possa essere specialmente ricca rispetto forse anche ad altre zone.
Serve che il tratturo turistico funzioni e che mi permetta di vivere Lecce
secondo il mio tempo, secondo quello che sono anche i miei interessi;
posso stare qua un giorno, 2, 3 giorni e poi voglio percorrere un tratturo
che per uno può essere l’altura, la Murgia.
Una strada la trovo già prefigurata dal paesaggio stesso, dalla storia
stessa, perché anche queste città, perché anche le coste, creavano
legami più complessi, più diversi dalla prima idea con cui siamo partiti,
dalle pecore, dai pellegrini. Sono elementi presenti, e tutti interconnessi
tra di loro. A mio parere il turismo potrebbe far rivivere e mettere
nuovamente
e
concretamente
in
evidenza
l’interconnessione
fra
paesaggi naturali, fra città, fra luoghi dove c’è il riposo totale, ma dove
c’è anche lo svago.
Umberto: Diamo qualche elemento “tecnico”.
La regione Puglia, circa 3 anni fa, con una disposizione che poi si è
trasformata in obbligo per le singole Province, ha richiesto ad ogni
Provincia di fare un catasto, di accatastare i tratturi che sono, per
chiarezza, questi sentieri che avevano tracciati ben precisi di grandezza
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
differente, dal tratturo Regio che era di circa 100 metri attuali, si
misurava in passi, a più piccoli, perché era ritenuto un patrimonio
storico culturale che non si doveva assolutamente passare alle mani dei
privati, anche quando gli usi civici e cioè gli usi che garantivano la
possibilità a tutti di impiegare questi tratturi, fossero ricaduti, e qualora
un privato fosse stato in grado di definire l’uso esclusivo di questi
terreni, può assumerli per la sua proprietà.
Tutto questo non doveva avvenire per i tratturi, perché questa
prefigurazione anche loro l’avevano avuta. E’ stato chiesto alle province
di fare il catasto. Se vai nelle province, cosa che io ha fatto nella
provincia di Foggia, non si è in grado di avere il catasto dei tratturi nella
provincia di Foggia ancora nelle mani del demanio. Me lo sono costruito
da solo, e siccome partendo da Milano e pensando ad un progetto di
questa natura e pensando a quello che tu avevi bisogno di fare, ho
portato una carta che illustra e definisce tutta la rete tratturale nella
provincia di Foggia, in particolar modo nel territorio di San Giovanni
Rotondo.
Si potrebbe dire che su questa rete, che potrebbe diventare una rete su
cui uno prende i quad o i cavalli e risale sui fianchi di questa rete, che
nel solo comune di San Giovanni Rotondo ci sono 81 tra masserie, poste
e casini, e si immagina un progetto connesso alla visitabilità dei luoghi
che deve garantire per l’agricoltore, a titolo primario, certi impegni a
produrre in un certo modo e che cosa, sono date possibilità connesse
alla ricettività turistica.
Se tu le metti insieme, adesso ho tentato di
tradurre in termini di fattività questo progetto, puoi partire da Foggia col
mezzo che ritieni, col cavallo, col quad, col pastore che ti accompagna e
che torna a fare il pastore, lungo una serie di posti. Sali da Foggia fino a
San Giovanni Rotondo passando per una serie di altri insediamenti
importanti, risali verso il primo terrazzo olografico del Gargano, risali
ancora per il secondo passando tra i posti che sono tra i più belli, vi
assicuro, forse in assoluto di tutti quelli che abbiamo visto ad oggi, i
valloni, dove c’è un patrimonio archeologico immenso, dove ci sono le
gravine, dove ci sono i siti più importanti in Europa per chi ha interesse
di natura geologica o geospeleologica o archeologica come dicevo prima,
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
e
arrivi
all’interconnessione
con
quella
che
era
la
via
Sacra
Longobardorum, da cui partono degli itinerari che ti fanno perdere nella
foresta umbra ma quando vuoi salti dall’altra parte e sei sul promontorio
del Gargano fronte mare. Allora la riconquisti partendo da dentro, il
bagno te lo vai fare dopo, alla fine di questo percorso. E questo credo
che valga per tutta la Puglia.
Pasquale: Io porto l’esperienza della Spagna, esperienza che è tutt’ora
in atto. La storia della transumanza non è un problema che si limita fra
l’Abruzzo e il Molise, la Campagna e la Puglia, ma è un problema di tutte
le regioni mediterranee in cui la transumanza aveva le sue ragioni
d’essere perché giustamente si spostavano dalle parti in cui c’era la
neve d’inverno e c’era quindi il bisogno di alloggiare le pecore.
In Spagna è stato fatto un progetto di questo tipo, che ha naturalmente
i suoi limiti, ma che può essere inserito in un ambiente diverso perché
nei tratturi della Spagna non c’è tutta l’interconnessione di cui parla
Umberto. La cosa semplicemente avviene così: sono stati ridisegnati i
vecchi tratturi, parte un convoglio con le pecore, riportando l’orologio un
po’ indietro, ma nello stesso tempo ammodernandolo. Le greggi
partono, cosa che invece adesso avviene con i camion perché la
transumanza c’è ancora, solo che adesso, dalle parti dell’Abruzzo, delle
Marche partono, mettono le pecore sul camion e le portano a San Marco
in Lamis dove vanno a svernare. Io mi prefiguro questa ipotesi sulla
base dell’esperienza spagnola; partire in questo modo: il gregge parte e
nello stesso tempo partono trekking al seguito delle pecore e una parte
parte invece a cavallo, dipende da quello che uno vuol fare. E sulla base
dei tracciati, dei tratturi, si rimettono in sesto le vecchie poste, i vecchi
posti che diventano i luoghi in cui i viandanti e le greggi di pecore
possono alloggiare.
Umberto:
ma un contadino può vendere un diritto all’uso di quel
tratturo che essendo garantito da chi acquisisce quel diritto, sostenuto
nella sua attività, attraverso una convenzione diretta tra l’imprenditore
agricolo a titolo primario, che va definito per entità, dimensione, cultura
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236
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
e attività. In cambio connettere alla qualità di queste produzioni degli
indici di sovraccarico insediativo. Non vi interessa spendere e far fare di
più se quel di più apporta come dire risorse finalizzate a sostenere
attività pregiate ok? L’indice non è legato alla dimensione del terreno, al
casino,
ma all’importanza delle attività che quelle risorse che sono in
grado di lasciare in quel posto.
E questa è una cosa che non ha fatto nessuno e che ti assicuro io sto
facendo nel piano di San Giovanni Rotondo attraverso principi differenti,
tentando di far capire l’importanza di una visione di questo tipi.
Rossella: Scusate, io ribalterei completamente il concetto. Parlo da
comunicatrice, da giornalista del Gazzettino di Venezia. Ormai abbiamo
visto che in alcuni casi ci sono delle belle cose, altre sono poco chiare. Io
non parto dal discorso che Umberto, che mi sembra molto difficile da
realizzare.
Abbiamo visto che ci sono alcune potenzialità di base, alcune belle realtà
come quelle dei ragazzi di Mottola o quelle dell’agriturismo di ieri, e
ribalto completamente il discorso partendo da Laura. Laura ha fatto un
ragionamento: la Puglia è trendy. Allora, secondo me, non bisogna
vedere cosa c’è qui, bisogna rivalutare le cose che ci sono qui, però
bisogna prendere al balzo questa cosa partendo dall’articolo del New
York Times che è uscito sulla Puglia e fare un’operazione intelligente,
sapendo che gli Americani hanno visto la Toscana l’Umbria e la sicilia
dopo i cinque anni. La Sicilia, che credo sia il competitor più temibile o
comunque più invidiabile, ha fatto un’operazione veramente intelligente
con i prodotti legati alla gastronomia, penso a nomi come “Tasca di
Almerita”, ecc…, che hanno catturato un mercato di altissimo target
portando
americani
e
turisti
stranieri.
Allora
propongo
di
fare
l’operazione inversa: perché non esportare la Puglia fuori dal suo
territorio, negli Stati Uniti per esempio, dove pare la si apprezzi, e
costruire con la base di quello che c’è una immagine della Puglia che può
essere una nuova Sicilia, stando però bene attenti ad evitare gli errori
che ha fatto la Sicilia. Perché ormai la Sicilia per un turismo nazionale è
assolutamente fuori target, molte delle persone che amano vedere posti
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237
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
e che amano vivere vanno fuori d’Italia perché per una notte alla “Tasca
di Almerita” spendono 400 Euro del loro budget. Qui non c’è lo stesso
target, lo stesso livello di cose, in Puglia siamo sui 100 euro a notte.
Allora, proporlo al turismo americano, diciamo americano perché per
loro la Puglia è trendy, o al turismo inglese, rivalutando per esempio
Brindisi con la suggestione della Compagnia delle Indie, creando delle
suggestioni e cercando allo stesso tempo di coinvolgere i privati che
vogliono fare qualcosa nel proporsi. Dopodiché se non ci sono limiti alle
spese e alla fantasia io proporrei alcune cose: intanto di fare
un’operazione basata sugli errori che hanno fatto gli altri, in modo tale
che se anche gli
Americani si “stufano” possono venirci gli altri, non
parlo del turismo russo devastante e distruttivo, ma di un turismo
italiano pacifico e intelligente, o di un turismo europeo comunque colto
che voglia ricercare la diversità. Perché non fare una manifestazione di
tipo turistico sugli olii, portando i produttori più bravi, oppure facendo
una settimana dei vini, ecc… Altro esempio: New Orleans è una città
problematica anche per il ciclone che l’ha devastata, perché non fare un
gemellaggio jazz taranta? Sono le prime cose che mi vengono in mente
da comunicatrice, se io sono una giornalista e devo creare una
comunicazione, devo creare una notizia e spingere queste immagini
finchè sono alla ribalta. Un’altra cosa a cui ho pensato, a parte questo
gemellaggio, è appunto di evitare gli errori di quel giardino di Costanza a
Mazara del Vallo. Io sono una persona che intenzionalmente andrebbe a
Mazara del Vallo e la vivrebbe per conoscerne l’entroterra. In Puglia
queste potenzialità ci sono, però bisogna incrementarle dando coraggio,
dando forza alle realtà locali valide. E quindi le idee a cui penso sono
una fusione taranta jazz oppure creare per esempio la realtà per un film.
Penso a Matera: Matera è un posto bellissimo. Bisognerebbe creare un
film, una storia, un romanzo che non sia “Cristo si è fermato a Eboli” o
“The Passion”, perché se no ci tagliamo tutti le vene, ma creare
qualcosa come è stato Montalbano, come è stato il “Gattopardo”, cioè
creare una storia, poi troviamo chi ce la scrive la storia, poi vediamo.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Peter: La Studiosus vende viaggi ma vende anche sicurezza e
sostenibilità. La gente paga e si compra un viaggio, non si compra un
viaggio in Turchia, in Cina, in India, in Puglia, si compra un viaggio che
in più ha anche l’ideologia, a volte solo un’ideologia che è la
sostenibilità.
Pasquale: il problema è: cosa vuol dire sostenibilità?
Stefano: lui ha detto una cosa bellissima: “le scelte che tu fai, nel
momento in cui ti convinci che quella scelta andava fatta, devi essere
capace poi di raccontarle a chi invece misura quella scelta attraverso
altre forme e quindi convincere gli altri che quella scelta è da ritenersi
giusta”.
Pasquale: Io farei un esempio riguardante la Cina, perché la mia è
deformazione professionale. Se io a un turista raccontassi il cibo che
abbiamo mangiato e facessi conoscere la gente che ha prodotto quel
cibo ripercorrendo il percorso a ritroso, secondo voi sarebbe interessante
per quel tipo di target?
Peter: A volte nel turismo uno deve capire le cose anche al volo senza
poi ridiscuterle. Qua parliamo di comunicazione, a volte le cose devono
trasmettersi anche senza l’aiuto del linguaggio, senza un romanzo,
senza uno studio di cinquecento pagine. Serve annusare e fiutare e ci
deve essere anche la figura capace di muoversi fra mondi vari. Lì fuori ci
può essere un pubblico perchè ultimamente c’è l’ideologia della vita
sostenibile. Tu stavi raccontando che questo funziona benissimo. Se tu
hai dei turisti, fai vivere un prodotto, non solo racconti ma fai vivere il
prodotto che mangiano. Noi l’abbiamo capito oggi, potrebbe essere
parte di un viaggio.
Pasquale: Vorrei aggiungere due parole a questo discorso che è una
filosofia che mi appartiene. Buono, ma anche pulito e giusto.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Umberto: l’accelerazione che adesso bisogna fare è dargli gli elementi,
con questo processo che abbiamo tracciato stasera, in positivo per
poterci costruire intorno le giuste modalità e poi per restituire le forme
adeguate e individuare le modalità attraverso cui il progetto si deve
sviluppare.
Peter: però secondo me questo sarebbe da evitare. Nel briefing sarebbe
da evitare che chiunque di noi porti tutte le proprie esperienze della
vacanza, lì servirà che il moderatore definisca un percorso di codifica,
che non sia già definito al 100%, però servirebbe ricavare direttamente
gli imput rispetto ad alcune di queste strategie che già vengono
espresse.
Umberto: le due paginette non ti serviranno a niente, se riesci con loro a
fare questo lavoro dopodomani, forzando e arrivando inevitabilmente a
rischiare di perdere l’amicizia con qualcuno, riesci a dare gli ideogrammi
degli elementi che ci possono servire.
Pasquale: sembra un po’ la scoperta dell’acqua calda questa…
Umberto: non è la scoperta dell’acqua calda, è una cosa che fanno in
Romagna da vent’anni. Finito con la spiaggia si spostano nell’interno.
Pasquale: Mi sembra un po’ banale insomma.
Stefano: è una cosa che è stata tradotta in maniera concreta da
Pasquale, adesso non possiamo fare un rapporto e uno slogan perché
l’obiettivo che ha lui, che ha detto all’inizio, è di lasciare giù qualcosa
che deve valere sul piano paesaggistico regionale.
Secondo me è che noi siamo riusciti a mettere su uno strato morfologico
uno strato storico, uno strato sociale, non ancora quello culturale, io non
ho ancora capito dove si appoggia.
Voce: C’è, Stefano.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Stefano:
Probabilmente
c’è,
ma
è
la
mia
ignoranza
che
parla.
Probabilmente è colpa mia, nel senso che non ho ancora in testa le
domande di cui ho dimenticato le risposte. Su una banale carta
geografica, abbiamo messo insieme una morfologia che è fatta di
geografia, e quindi fatta di spalti e fatta del primo ragionamento che tu
ci hai tradotto cominciando questo viaggio: “Guardate che questa
regione è fatta così”. Secondo me siamo anche riusciti con l’immagine
molto bella del pastore, della transumanza e dei tratturi, a farla
precipitare, magari possiamo riuscirci anche meglio e con un po’ di
intelligenza evitare qualche banalità di troppo e forse una restituzione,
un rapporto pesato tra lo scritto e l’immagine ci potrebbe aiutare. A
questo
punto
io
mi
porto
a
casa
domani
mattina
la
serena
consapevolezza che siamo molto vicini, secondo me, a mettere giù
qualcosa di serio. Ho ancora un tema: quale è il gancio?
Peter: Io parto da quello che è stato detto oggi, abbiamo scoperto
parlando tra di noi che sono le risultanti delle nostre esperienze comuni.
C’è stato chiesto: “che cosa rende unica la Puglia?”
Stefano: l’unicità…
Peter: Io credo che ne abbiamo già parlato, cercherò di metterlo in
evidenza, la prima cosa che la rende unica è la transumanza. Tu hai
detto che è un fenomeno mediterraneo, ma allo stesso tempo è un
fenomeno unico nel sud Italia, perché sono scesi anche nelle Maremme
laziali e toscane, però qui si è verificato molto di più. Abbiamo parlato
delle culture che sono nate per soddisfare le esigenze delle persone e
che esistono ancora. Tutto questo è la Puglia e si potrebbe tradurre
anche in termini moderni.
La seconda cosa che distingue la Puglia è il fenomeno del pellegrinaggio,
ovunque ci sono fenomeni di pellegrinaggio, però in Puglia sono molto
più espressi rispetto ad altre zone del mediterraneo. Monte Sant’Angelo
è
un
fenomeno
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moderno
e
San
Giovanni
Rotondo
può
essere
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
interessante anche per chi non è fedele, perché rappresenta un
fenomeno dei giorni nostri. Anche a Bari con San Nicola, abbiamo il
pellegrinaggio, si tratta dell’estensione di un viaggio. Attraverso queste
porte entriamo nella storia ed entriamo nel mondo dell’arte e della
cultura. Infine il mio pallino, che è rappresentato dalla via Appia. La
Puglia è caratterizzata dalla prima e più famosa strada consolare romana
che parte da Roma e finisce ad oriente e viceversa, ancora oggi visibile.
Questa è la reale storia della Puglia ed è un ponte. Tre fenomeni legati
al viaggio, tutti potenzialmente traducibili in spostamenti e credo che
possano rappresentare un gancio interessante.
Stefano: sono d’accordo con te, però vado avanti perché secondo me il
passaggio che stava sotto la prima parte del ragionamento di Umberto
era ancora un po’ più articolato ed è questo: sarebbe come se noi in
questo rapporto cercassimo di dire, sapendo che non è complicato farlo
quanto semmai trasmetterlo, che il suo nome non è altro che
l’espressione dell’incontro fra una storia e una geografia di un popolo e
che soltanto con l’incontro e la sintesi progressiva di questi elementi si
produrranno degli effetti. Bisogna essere consapevoli che un’economia
non
si
può
trattare
indipendentemente
da
una
geografia,
indipendentemente da una storia e indipendentemente da un popolo.
Peter: volevo solo prendere la parola… tu adesso mi devi convincere, mi
devi spiegare come viene messo in atto concretamente, come….
Stefano: è più facile, hai ragione, è bene farlo, ma questa secondo me è
la terza sezione del rapporto, quella in cui si spiega come agire. E ti
garantisco che qua non è complicato farlo… ho 10 anni di esperienza per
cui se mi chiedono come si fa, lo spiego facilmente.
Peter: lì può risultare che alcune di queste cose sono campate in aria,
invece noi dobbiamo far capire che sono reali e che già funzionano
oppure ci manca poco per metterle in atto.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Stefano: io penso che sia più semplice arrivare al cuore e rendere
efficace questo nostro lavoro seguendo la strada che stiamo seguendo…
e non o dubbi sul fatto che per quanto buoni e fantasiosi siano gli sforzi
che ho sentito prima, di New Orleans e della taranta, io non sono la
persona adatta, nel senso che sono esattamente il contrario di quella
logica turistica, e quindi non posso esprimermi su queste cose. Io ho
difficoltà a dire le stesse cose, semplicemente perché io assegno al
turismo qualcosa che si chiama economia e per questa ragione non
posso ragionare così. Lasciamo ragionare gli altri e anche chi è più
capace di noi. Adesso però la questione è capire bene come riusciamo a
sostenere questa apertura, questo squarcio.
Fra una decina di giorni e mettiamo giù una strategia di comunicazione
di questo rapporto.
Peter: forse conviene già domani chiamarli per questo lavoro.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Bari, 23 giugno, Debrief conclusivo
Eve: fare l’elenco delle cose buone che abbiamo visto e dei punti
negativi, e alla fine le linee generali di sviluppo che abbiamo approvato.
Poi in ultimo avremo 1-2 minuti a testa per dire personalmente che cosa
vediamo nello sviluppo della Puglia. Questo poi sarà incluso in quelle 34-5-10 pagine che vi abbiamo chiesto e che sono fatte di due cose: una
è la risposta alle varie domande che ci sono nel briefing per le ipotesi del
futuro; ogni punto è una domanda e ad ogni domanda una risposta
sintetica. A parte questo vi chiedo di esprimervi liberamente su questo
viaggio, sul futuro turistico che immaginate per questa regione. Questo
più o meno come si svolgerà il lavoro oggi.
Cominciamo dai punti positivi.
Guido: precisando che non è un ordine d’importanza, la prima positività
che abbiamo riscontrato è il patrimonio architettonico, l’architettura
romanica e bizantina e non solo.
Eve: diciamo che quella è una cosa particolare, una diversità della Puglia
rispetto alle altre regioni d’Italia e d’Europa, del mediterraneo.
Guido: comunque all’interno del nostro giro, del gruppo nord è un
elemento abbastanza preponderante. Un secondo punto è il carattere
esotico di alcuni borghi che abbiamo visitato, e fra questi alcuni che
presentavano insediamenti rupestri molto interessanti. Abbiamo trovato
una sorpresa piuttosto piacevole sulla spiaggia del lago di Varano, che è
questa grande laguna marina. Arrivando dal Gargano, un ambiente
costiero chiuso, privatizzato e recintato è stata una piacevole sorpresa
vedere una spiaggia ampia, libera, lunga, aperta, con questa sabbia.
Altrettanto interessante, anche se attualmente al grado zero, è la parte
interna, il lago stesso di Varano che ha degli aspetti antropici e umani
interessanti da approfondire. Un dato un po’ più intangibile ma molto
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
importante, secondo la nostra esperienza è che tutti i paesi dai quali
siamo passati sono vissuti dagli abitanti, non sono centri abbandonati e
sono intatti per quanto riguarda l’elemento sociale, la vita sociale che
ospitano. Il livello culturale di analisi ci ha mostrato un territorio ricco di
segni storici multietnici, insisto nel dire questa parola perché la storia
della Puglia è stata scritta da culture ed etnie diverse. Dal punto di vista
urbanistico un aspetto positivo è che in tutti i paesi il centro storico non
è stato snaturato dal turismo.
Vedremo negli spetti negativi però che ci sono delle periferie abbastanza
brutte molto invasive, spesso abusive, comunque i centri storici sono
rimasti a misura d’uomo, non c’è stato il fenomeno della plastificazione
che c’è stato in altri luoghi, quindi città che continuano a vivere per i
loro abitanti e per questo mantengono un fascino molto potente.
Eve: siete d’accordo su tutto?
Peter: una breve precisazione, stiamo cercando accuratamente di
evitare la parola autenticità che è un po’ abusata, molto difficile da
definire e rischia di creare confusione anche se è la prima parola che ci
viene in mente.
Un altro punto positivo è il fattore Matera che è fuori dalla Puglia ma che
presenta dei tratti comuni molto forti soprattutto con la zona delle
Murge Alte, Gravina.
Eve: l’interregionalizzazione nel briefing è anche pertinente.
Guido: Un altro elemento positivo che ci ha accompagnato con una certa
costanza è il livello enogastronomico.
Metto poi a titolo di esempio il museo Jatta di Ruvo di Puglia, che per noi
è stato un episodio sorprendente perché ha una collezione di vasi greci
rinvenuti dalla necropoli sulla quale sorge la cittadina di Ruvo di Puglia,
che sono emersi nel corso dell’800 e sono stati raccolti da una famiglia
di latifondisti che ha creato questo museo, diventato un museo
nazionale. Non lo conoscevamo, non ne avevamo sentito parlare ma che
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
è una vera perla. Esemplifica il potenziale nascosto e la sorpresa che si
può provare. Altri elementi positivi riguardano il mare, sicuramente il
Gargano e le Tremiti sono degli attrattori importanti, dei luoghi
bellissimi.
Eve: abbiamo visto un buon potenziale per la pratica degli sport nautici:
quando siamo passati dal Gargano dei punti erano molto frequentati dai
praticanti di vela e surf, attività svolte in uno scenario molto bello.
C’è un livello molto umano che ci ha colpito positivamente, abbiamo
trovato spesso un modo molto caldo ma anche discreto di accogliere,
persone disponibili e molto positive.
Mi sento di aggiungere un altro punto, molte donne pugliesi mi hanno
veramente stupito per la simpatia, il calore, lo spirito di iniziativa.
Peter: possiamo cominciare commentando? L’abbiamo costatato: questi
luoghi possono essere di fortissimo richiamo, nel Salento si avverte
ancora di più questo esotismo mediterraneo che viene usato da loro
stessi per spiegarsi nella pubblicità. Il Salento forse è l’unica zona in cui
abbiamo avvertito identità, le persone del posto ci hanno voluto
comunicare di essere salentine, cosa per me fondamentale per chi
viaggia.
Tiziano: segni storici multietnici ce ne sono, ma non sono raccontati. Chi
lo sa è perché è stato qui 15 anni o ci vive.
In chiave di sviluppo assolutamente si, Matera, Gravina, sicuramente
d’accordo, centri storici intatti. Non del tutto, nel senso che, per quanto
riguarda centri storici intatti, abbiamo visto la forza di Lecce, che è una
città che è riuscita a riqualificare il suo centro storico ed è un piacere
perdersi in quella bellezza.
Peter: a Lecce ci è capitato di trovare la polizia turistica: è stato creato
l’organo che fa in maniera efficace il tramite tra il luogo e chi viene da
fuori. Sanno che c’è l’esigenza di conoscere sapere dove dormire, dove
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
mangiare e danno consigli concreti, sono molto informati e cortesi, non
è un’accoglienza casuale.
Eve: io volevo dire una cosa sui centri storici intatti, non tanto dei centri
storici ristrutturati, ma hanno una conservazione loro che penso sia
dovuta alla struttura in pietra che forse al sud è più difficile con il
barocco, che è più fragile ed ha bisogno di più manutenzione. Questi
centri tutti bianchi, a parte la “cintura di castità”visto che sono nascosti
da una cintura di palazzoni, dentro sono autentici, stanno in piedi, non
sono fatiscenti. Sono molto in ordine, un bel misto di naturalezza e
decadenza.
Per essere pratici citiamo 4 casi: Ruvo, Giovinazzo, Altamura, monte
Sant’Arcangelo per noi sono centri storici intatti.
Sono particolarmente belli anche Vieste, Trani e Gravina.
Peter: anch’io vorrei aggiungere qualcosa, anche noi abbiamo visto
centri storici intatti, però alcuni erano intatti solo fisicamente, ma erano
vuoti, e questo non era dovuto al periodo o all’ora. Nessuno ci vive più.
Eve: Noi abbiamo visto molta vitalità.
Peter: noi abbiamo avvertito entrambe; abbiamo visto centri storici che
hanno una propria vita, dove il turista può aggregarsi e altri no. Uno in
particolare, definito uno dei borghi più belli d’Italia era un museo vuoto,
uno specchio. A Ugento il paese è carino, ma vuoto. Il caso contrario
rispetto al museo di Iatta, dove c’è un museo ma nessuno dei cittadini
ha saputo dirci dove si trova.
Tiziano: siamo d’accordo col dire che Matera è una ideale prosecuzione
di quelle che sono le Murge, di questi canyon, queste conche nella roccia
scavata da millenni. Può essere un polo iniziale in cui le persone sono
attratte per un nome per poi addentrarsi nel territorio.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Peter: sfruttare la fama di Matera funziona alla perfezione, perchè è
organizzata. 20 minuti più avanti c’è Mottola, dove ci sono tra le più
belle chiese rupestri che si possano immaginare, ma inaccessibili al
turista, noi stessi non le abbiamo viste.
Tiziano: Mottola ci è piaciuta per la vitalità anche imprenditoriale delle
persone a livello di accoglienza. Noi ci siamo fermati in questo piccolo
albergo diffuso. L’abbiamo trovata interessante perché è un centro
storico vivo, c’è contaminazione con quella che è l’autenticità di un
centro. Mottola si esaurisce nella bellezza delle persone che abbiamo
trovato, l’elemento antropologico non è lontano da quello paesaggistico.
Peter: ed è molto vivibile per la formula di accoglienza che è stata
adottata. Non l’hanno inventata: recuperare le vecchie case del centro
storico,
non
costruirne
di
nuove,
avere
un’organizzazione
che
distribuisce i turisti nelle case, fare da tramite tra offerta e richiesta e
chi si ferma a Mottola, per quel breve tempo, fa parte del paese. La
gente è molto gentile, curiosa, forse anche contenta di avere un
diversivo.
Tiziano: noi stiamo già inserendo delle cose. Gargano e Tremiti, il
patrimonio balneare.
Porto Cesareo, uno dei balneari presenti, è un punto negativo perchè è
Rimini dieci anni dopo, prendendone gli elementi peggiori, baracconi,
colori pungenti.
Il mare deve essere raggiunto dall’esterno, si può e si deve conquistare
a fatica. Abbiamo notato che ci sono tantissimi percorsi all’interno,
strade contadine, mulattiere che portano verso il mare dall’interno
partendo da paesini dove l’esotismo mediterraneo dei borghi e il vissuto
degli abitanti è ben presente. Il balneare che non è vissuto come
stanziamento: abbiamo ipotizzato che la modalità migliore di fruizione
sia dall’interno verso il mare.
Tiziano: Sport nautici, noi non ci siamo soffermati su questa nicchia
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Non ci siamo soffermati sulla nicchia degli sport nautici perché non
abbiamo avuto tempo per analizzarla in maniera specifica.
Peter: noi ci siamo spostati da un mare all’altro unendo due città che
non sono turistiche: Taranto e Brindisi. A Brindisi alcuni hanno fatto un
giro con un mezzo pubblico, una barca, una piccola nave. Questo si può
fare a Taranto ed è una maniera positiva di vivere queste città portuali.
Tiziano: a livello di sport, ci sono zone dove lo sport presenta delle
possibilità, come a Santa Cesarea terme per il Golf, dove si può creare la
possibilità per una fruizione del turismo golfistico.
Per quanto riguarda l’accoglienza l’abbiamo trovata viva a Mottola,
l’abbiamo trovata autentica.
Peter: abbiamo sperimentato diversi tipi di accoglienza ma abbiamo
purtroppo escluso le masserie cinque stelle. Vi abbiamo spiegato gli
alberghi diffusi, siamo stati accolti in un B&B rurale dove abbiamo avuto
un rapporto molto immediato con le 2 persone che lo gestivano,
volevamo veder un centro storico che abbiamo trovato intatto e abbiamo
vissuto,
grazie
ai
B&B,
dentro
la
città,
abbiamo
sperimentato
un’accoglienza ben funzionante. Invece abbiamo vissuto una masseria
non così funzionante a Otranto.
Tiziano: altri elementi sono stati presi più nella specificità delle visite,
abbiamo ribadito la bellezza della cattedrale di Otranto, abbiamo ribadito
la bellezza di Lecce, apprezzato Ostuni e Cisternino. In un disegno
cardine dobbiamo vedere la vicinanza tra i piccoli borghi, che nel Salento
è molto importante, molto positiva. Una vicinanza a raggiera dei paesini
della Grecìa. Operare su questa chiave di lettura creando un itinerario a
raggiera dei paesi del Salento può creare il presupposto per avere un
turismo di qualità più duraturo.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Rossella: A Mottola abbiamo avuto l’incontro con i giovani imprenditori.
A Santa Maria Albagno abbiamo incontrato un giovane che aveva una
particolare ottica sul privato…
Peter: Questo è stato un esempio concreto, ne conosco altri dove
cooperative composte da persone giovani, educate, istruite creano un
altro tipo di servizio: non sono i classici uffici informazioni sono piccoli
poli che sempre ruotano tra il territorio e chi ci viene a passare, parlano
lingue, conoscono il territorio e lo amano, sono contagiose in maniera
positiva.
Rossella: Volevo aggiungere un’altra cosa, secondo me l’esempio di
Santa Maria al Bagno andrebbe paragonato a quello di Altamura, dove
un giovane e degli anziani facevano i volontari ed
erano veramente
molto vecchio stampo, perchè anche se c’era la volontarietà, l’ approccio
era completamente diverso: da una parte ci si lamentava dall’altra si
proponeva.
Tiziano: In questa ottica è interessante Galatina dove i ragazzi dell’Apt
continuano a creare i presupposti per allungare quello che per loro è un
turismo mordi e fuggi, ma non si fermano al fatto che i turisti restano
mezza giornata e guardano la cattedrale, stanno creando una serie di
eventi legati al folklore, legati alla musicalità in modo da poter creare un
turismo culturale. Secondo loro questo è l’unico modo: creare un circuito
di eventistica in modo che anche il turismo mordi fuggi possa apprezzare
quello che è Galatina.
Pasquale: non vedo Castel del Monte, spero non sia nei punti negativi.
Credo sia il monumento più visitato in assoluto con un presenza enorme
di turismo tedesco, non è da sottovalutare.
Guido: Quello secondo noi può essere preso in considerazione in
un’ottica di politica o di incentivazione, come esperienza è stata
un’esperienza molto neutra.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Eve: Possiamo considerare anche Matera, Castel del Monte e anche
Alberobello, tre elementi dove c’è già una presenza turistica da cui si
può attingere. Ma a Castel del Monte si trova solo un parcheggio in
cima, e il castello è di per sé è un po’ deprimente con la spazzatura
intorno. L’esterno è spaventoso considerato che è il monumento più
visitato, che è su tutti i libri di storia e sulla moneta da 1 centesimo.
Peter: Vi posso assicurare che almeno in passato uno studioso ha
venduto i suoi viaggi in Calabria grazie a Castel del monte, dopo ci
hanno detto che la Calabria è fantastica, però Castel del Monte è stato
l’elemento trainante.
Laura: più positiva è stata la diversità della regione, si possono vedere
tante cose diverse in una giornata: la natura, un piccolo paese, tutto in
maniera accessibile nella maggior parte.
Grandissima variabilità sul territorio, che non sembra visto che è tutto
piatto.
Eve: Adesso diciamo le cose cattive. La cosa più grave “il mare chiuso
per ferie”, slogan efficace, le ferie di chi quel mare lo ha recintato e reso
inaccessibile, da Bari a Rodi Garganico si fa fatica a raggiungerlo a farsi
un bagno, da Bari fino a Manfredonia abbiamo visto degli episodi di
abusivismo
spaventosi:
luoghi
bruttissimi,
una
vera
violenza
sul
territorio. La parte del Gargano rimane bellissima dal punto di vista
naturalistico, ma di nuovo la costa è occupata da villaggi turistici e
campeggi che chiudono gran parte della costa con recinzioni, cancelli, e
filo spinato e quindi è quasi impossibile arrivare al mare.
Peter: anche noi abbiamo fatto fatica a trovare i nostri accessi al mare,
perchè non c’è segnaletica che indichi le spiagge, i parcheggi, per non
parlare di docce.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Eve: La cementificazione in realtà è un paragrafo che sta sotto al “mare
chiuso per ferie”. Anche nella parte del parco nazionale, persino una
delle poche spiagge dentro al parco era cementificata.
Guido: Il Gargano non è più vendibile di così, non c’è nulla da
aumentare, abbiamo verificato altrove che la mentalità di allungare la
stagione non esiste, nessuno tiene aperto due settimane in più se la
regione non garantisce il riempimento. Il Gargano o sta bene così o è
tutto da rifare. Altro fattore diffuso è che manca una leggibilità del
territorio.
Eve: che è quello che avete detto prima. È vero che i segni multietnici
esistono ma non sono facili da trovare, il fatto che il caciocavallo e la
mozzarella siano buoni noi lo sappiamo, ma se non lo spiegavamo a lui,
non avrebbe saputo cosa mangiare.
Questo della leggibilità del territorio è un fattore totale che spazia dalla
mozzarella al vino ai cartelli stradali.
Guido: c’è da dire che Franco, che è cittadino del mondo, è rimasto
sorpreso piacevolmente dal fatto che i baresi conoscono la loro città e
questo ci dice che non è scontato per il resto del mondo, tutti conoscono
le vie e ti aiutano. In periferia anche, alle due di notte di venerdì sera.
Giannermete: abuso, illegalità, sporcizia. La sporcizia si trova un po’
ovunque a meno che non ci sia qualcuno che abbia pulito. A noi è
capitato di fare una bellissima escursione nel Gargano, dalla montagna
giù in una spiaggetta meravigliosa, salvo poi parlare con il barista che
dice: “ho pulito tutto ieri perché c’era una montagna di rifiuti”. La
sporcizia è un atteggiamento abbastanza pervasivo e si lega ad un altro
punto, il disinteresse da parte degli abitanti per ciò che è proprio.
Eve: le cinture di castità, abbiamo chiamato così i cordoni di palazzoni di
tanti piani costruiti negli anni’60-70-80, che circondano molti paesi
storici anche molto belli rendono inaccessibili i centri a chi da fuori non
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
sappia già che deve andare lì o non abbia letto su una guida l’esistenza
di quel paese. Chi ci passa per caso vede questi palazzoni ed evita il
paese perché comunicano degrado.
Guido: tema abbastanza dolente è quello delle masserie, ci sono due
livelli di negatività: il primo è il totale scollamento tra l’immagine che
cercano di raccontare e quello che poi di fatto si trova…
Peter: La visione che abbiamo di una masseria è di un luogo tranquillo,
ospitale creato per ospitare turisti e trattare bene un viaggiatore. La
realtà oggettiva è che non sono strutture pensate per i turisti, sono
state trasformate in sale di ricevimento. Tutta la comunicazione delle
masserie
si
riferisce
esclusivamente
a
matrimoni
e
ricevimenti,
sembrano agenzie solitarie “il sogno di un amore”, “il sogno di una
vita”…Dovrebbero essere luoghi di trasformazione di prodotti agricoli di
qualità e invece a noi hanno dato il burro scaduto e le pastine del mulino
bianco surgelate con la muffa dentro, il pane duro di 5 giorni scaldato
nel forno a microonde.
Un altro esempio vicino ad Altamura: siamo entrati in una masseria che
sembrava molto bella da fuori, dentro c’erano tutti questi tavoli bianchi
con tutte queste poltrone ricoperte in cotone bianco, tutto bellissimo,
ma non un cartello, non una persona fuori, alla reception, non si capiva
se fosse un albergo o un set di un film. Il cartellone che ci ha fatto
andare lì faceva presupporre che fosse anche un albergo.
Eve: Dobbiamo interpretare il nome “masseria” perchè è talmente
generico, come parlare di agriturismo: ci sono agriturismi che producono
il 70% dei loro prodotti e li fanno consumare, e offrono anche ospitalità;
invece trovi l’agriturismo che è un perfetto albergo. Al di là del nome è
la sostanza quella che conta. Credo che di masserie intese come
ospitalità rurali, come un mezzo per farti conoscere quello che si
produce, una trasmissione di cultura che parte dalla terra e arriva al
cittadino, ce ne siano molto poche. Questa è una negatività. Per noi il
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
territorio è una questione fondamentale da questo punto di vista, un
momento centrale per ripartire e rifondare il turismo che non c’è.
Giannermete: in alcuni casi la scarsa qualità imprenditoriale… ad
esempio a Trani stavamo cercando un albergo e abbiamo chiesto
disponibilità e prezzi in un 4 stelle ma la ragazza che stava alla reception
non era competente…
Pasquale: di quell’albergo noi abbiamo incontrato il proprietario, lo
abbiamo citato come esempio di grande imprenditorialità.
Luigi: Noi lo abbiamo citato come esempio negativo perchè di fronte alla
richiesta di 5 stanze per 5 persone per due giorni, la sua disponibilità a
trattare sul pezzo è stata scarsa: nessuno le aveva detto che vendere 10
camere a 70 euro anziché a 130 era più conveniente che non vendere
nessuna stanza.
Poi per scarsa imprenditorialità vorrei metterci dentro anche l’esempio
della masseria dove abbiamo dormito. La mia stanza aveva tutto un
insieme di dettagli che me l’ha resa scomoda, il che fa capire che non c’è
stata attenzione particolare per l’ospite che avrebbe dovuto vivere
dentro la stanza.
Poi faceva caldo e avremmo voluto fare il bagno, qualunque turista
avrebbe potuto fare un ragionamento del genere: cercare gli alberghi
con la piscina e ne abbiamo trovati un paio in cui però era vuota. Ci
hanno spiegato che era per il cattivo tempo che c’era stato fino alla
settimana precedente.
Ma siamo al 25
di giugno in
mezzo al
mediterraneo e non al 5 di aprile.
Eve: si fa tutto la prossima settimana e la guida degli alberghi più
recente era del 2005 ma “la prossima settimana fanno quella nuova”. Il
periodo inteso come turistico è luglio e agosto.
Luigi: qualche ufficio del turismo ci ha chiesto i soldi per darci il
materiale… un’offerta.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Eve: la disorganizzazione raccoglie tante cose: gli uffici del turismo sono
introvabili o chiusi, non ti raccontano nulla, ti danno una bracciata di
volantini
che
non
sempre
si
ha
tempo
di
leggere.
Nel
2007
l’informazione e l’accoglienza turistica dovrebbe essere un po’ più di un
insieme di depliant, la carta andrebbe diminuita. Bisognerebbe tornare
all’oralità.
Tiziano: poi ci sono dei casi come quello di Galatina, che ho citato, che
invece sono interessanti, l’abbiamo messo come punto di forza.
Peter: c’è uno stato generale e poi ci sono degli esempi virtuosi che
vanno citati per sottolineare che qualcuno non sta facendo bene qui in
Puglia, ma che fare le cose bene è possibile.
Eve: non è un caso che gli apt siano ancora tutti commissariati, parliamo
dell’ente provinciale per il turismo.
E questa è la cosa peggiore perché loro hanno reale esperienza e
sarebbe molto più convincente delle cartoline.
Giannermete: aggiungo questo ultimo punto ma con una provocazione:
tutti aspettano lo stato ma “lo stato non ci aiuta, la regione non ci
promuove”, c’è un atteggiamento attendista, inerte che si accompagna
ad una certa visione sarcastica della regione, se dallo stato si aspettano
qualcosa, la regione invece è proprio cancellata dalle aspettative. C’è
un’incomunicabilità con le istituzioni.
Luigi: territorio naturale non competitivo ci veniva proposto come linea
principale su cui investire. Lo è ma, non da solo perché la bellezza del
luogo non è enorme, è molto frammentata e dispersa e poi spesso nel
Gargano abbiamo visto che se a uno interessa il mare come territorio
naturale puoi accedervi solo se sei cliente di un residence 4 stelle.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Giannermete: non sono d’accordo. Per me la natura non è solo natura
selvaggia, dove non c’è l’uomo, ma anche il territorio agrario, dove
l’uomo ha interagito con gli elementi. Tutto questo altipiano che va a
finire nella pianura, il Tavoliere, le Murge, è uno spazio straordinario e
unico al mondo, quindi secondo me la Puglia ha una natura che è molto
particolare e questa è una ricchezza straordinaria.
Peter: ma forse la negatività sta nel fatto che non è facilmente fruibile,
non è facilmente leggibile. Le vie d’acceso e l’organizzazione non sono
così buone. Voi siete stati nel parco del Gargano: ci sono i cartelli ma
non c’è un sentiero ben delineato che dia informazioni.
Dicevamo l’altro giorno che se uno trova le parole per raccontare un
territorio poi diventa contagioso, mi è piaciuto quello che hai detto
prima: “puoi rendere interessante anche una zona industriale”. Qui
manca una narrazione, una trama. Un paesaggio come la Puglia,
naturale e antropizzato, può diventare denso di possibilità.
A Taranto il panorama industrializzato è un lato caratterizzante della
città ed è straordinario.
Umberto: siamo andati a Taranto a vedere un albergo nuovo,
ristrutturato da qualche anno con criteri non invasivi e siamo andati
sulla terrazza. La ragazza della reception ci diceva che tutto era
bellissimo a parte per l’ecomostro del Ilva, ma non ha mai notato che
subito sotto la terrazza ci sono solo tetti in eternit.
Tiziano: Stefano diceva che bisogna arrivare a creare un’economia
turistica più che un trend, perché il trend c’è già, il discorso è che il
turismo qua si lega ad altre economie che devono a loro volta essere
raccontate, che devono acquisire una loro leggibilità sia nel caso
dell’economia industriale, ma soprattutto l’economia agricola. Dopo di
che si possono creare i presupposti per una vicinanza del turista a quelli
che sono effettivamente gli aspetti legati al territorio e alla ruralità.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Umberto: mi permetto una piccola precisazione, territorio naturale non
competitivo
si
intende
rispetto
a
quello
che
tutti,
a
partire
dall’assessorato, intendono come prodotto turistico naturalistico, quindi
è un prodotto nuovo che va inventato.
Difficoltà a trovare posti da dormire: Trani è stata un’odissea e sempre a
Trani abbiamo dormito in un hotel a 3 stelle che aveva 2 stelle di troppo,
si pone un problema della qualità e del controllo delle strutture.
Eve: il fattore sicurezza: nel nostro viaggio non è successo nulla, ma
eravamo un po’ in ansia, lo sapevamo da prima e ce lo siamo portati
dietro, abbiamo preso delle precauzioni, non abbiamo lasciato le valigie
in macchina. Nel Salento il senso di insicurezza non è così spiccato,
mentre lo è nel Barese .
Peter: la narrazione storica è rara e monotematica. Rispetto al
patrimonio storico delle Puglia c’è un atteggiamento molto riduttivo nel
raccontare il livello storico del territorio.
Altro elemento che ci era stato dato da verificare era la fattibilità del
turismo del benessere termale, ci siamo fermati a Margherita di Savoia,
abbiamo visto l’hotel terme che non è un gran bel posto, anche se
organizzato bene. Certo è un posto medicale, non una beauty farm dove
passare una settimana. Lo abbiamo messo nei punti negativi perché
alcuni pensano di far venire con Margherita di Savoia gente dalla
Scandinavia, ma non può funzionare.
Peter: Vorrei aggiungerne un fattore negativo che sta inglobando tutto il
vostro elenco e che non abbiamo vissuto tutti con la stessa intensità: le
promesse non mantenute. Viene data un’immagine delle Puglia che poi
non rispecchiano la realtà e questo porta frustrazione. Sono luoghi che
esistono perché le foto non sono inventate, ma non ti dicono come
arrivare a quella baia, non ti mettono l’acqua nella piscina…sono tutte
promesse che sembra che pochi si stiano preoccupando mantenere.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Umberto: le infrastrutture mancanti sono un punto decisivo. Per
infrastrutture non intendiamo strade che ce ne sono fin troppe, gli
aeroporti sono in abbondanza, però poi non ci sono gli aerei…
Poi i servizi pubblici, gli autobus…
Tiziano:
Io
aggiungerei
tra
le
cose
negative
questo
accentuato
campanilismo ad esempio Brindisi vive l’aeroporto di Bari come se gli
fosse stata rubata un’opportunità, Foggia vive la stessa situazione.
Laura: è molto difficile viaggiare in Puglia senza conoscere la lingua
italiana, non ci sono segnali, io ho guidato in Sardegna ma per me
guidare qui sarebbe molto difficile.
Eve: viste queste positività e queste negatività, abbiamo individuato
delle linee che possono diventare politiche di sviluppo che dovremmo
mettere insieme, senza andare in ordine di importanza.
La prima linea politica è quella per cui abbiamo sostituito la parola
alfabetizzazione,
che
avevamo
trovato
all’inizio,
con
la
parola
comunicazione interna. Poi ne useremo un’altra.
Il primo intervento che va fatto sulla popolazione è cercare di migliorare
alcuni comportamenti come la sporcizia, e la capacità di narrare, come
vi dirà Gianni.
Giannermete: L’ho già detto prima, tutti i territori sono belli, nessuno è
brutto nella misura in cui qualcuno ne parla, i luoghi esistono nel
momento in cui vengono narrati. In Puglia si è interrotta questa
narrazione. Questo vale anche rispetto alla storia ufficiale: Federico II fa
parte della grande storia della Puglia, però non è rimasto nulla della sua
figura, dei valori, delle storie, al di là delle mura di quel bellissimo
castello. Va bene che milioni di persone vengano qui per il castello ma
proviamo a raccontare che cosa è successo in questi secoli, della
diversità tra i pugliesi di oggi e Federico II.
C’è un’altra Puglia da
raccontare e dobbiamo creare contesti dove tali narrazioni siano
possibili.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Luigi: è il caso del vino, un territorio ricco di sapori come quello pugliese
deve trovare il modo per raccontarlo. Noi stessi ci siamo trovati in
ristoranti ottimi e molto belli dove non si trovava un vino pugliese nella
carta dei vini. Si riduce una cultura millenaria del vino a fermo e
frizzante.
Peter: si dovrebbe fare un rieducational. Far vedere il loro territorio
attraverso gli occhi dello straniero e del turista, poiché quello che è
normale passa inosservato, purtroppo anche l’immondizia.
A questo proposito vorrei dire una cosa sul rapporto con i possibili
competitor, come la Sicilia. In confronto la Puglia non è raccontata, non
ci sono elementi suggestionanti, dei romanzi trainanti, c’è poca
immagine di questo paese, a parte Lecce, Ostuni..
Poi, aggiungo ancora, il mare non è molto affascinante, non è d’impatto,
è di difficile accesso, o perché ci sono gli scogli o
è una spiaggia nazional-popolare.
Eve: ti fermo perché è un punto che abbiamo condiviso prima: il mare
qui contrariamente a quello che si dice è fatto di villaggi per ricchi o
poveri che siano ma sono ghetti.
Peter: abbiamo un altro punto che si ricollega, riraccontare la storia:
non solo la guerra, l’invasione, il re, il papa ma pensare a come la storia
ha cambiato la vita della gente che viveva qui, a come questi
cambiamenti sopravvivono nelle tradizioni orali, musicali culturali,
gastronomiche, della lavorazione di tutti i prodotti, perché così è
possibile esprimere un territorio.
Giannermete: tu hai anche parlato del viaggio, degli spostamenti ed è
una caratteristica della Puglia. Qui c’è stata una vocazione forte,
d’inverno venivano qua a svernare i grandi greggi e questo ha lasciato
dei segni, ci sono dei monumenti visitabili e se un turista arriva
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
impreparato vede un bene romanico ma non lo sa collegare. Qui si
potrebbe sfruttate un turismo ciclistico e pedonale usando questo tema.
Un altro tema pugliese è il pellegrinaggio, sia quello passato sia quello
moderno, lo incontriamo anche a Bari e a Trani. Sarebbe più leggibile se
posto in un contesto, qua vengono predisposte delle vie che potrebbero
venire ripercorse con un’altra chiave di lettura, poiché altra peculiarità
della Puglia è la sua posizione geografica di ponte tra l’Italia e il bacino
del Mediterraneo.
Eve: lì c’è una grande possibilità ma quello che esiste non viene messo
in connessione anche a causa del campanilismo, Castel del Monte spera
che tutti arrivino lì solo perchè sotto ha la fattoria, mentre ci si dovrebbe
preoccupare di come far girare le persone e come dargli le chiavi di
lettura. Non possono credere che il turismo sia solo quello che va al
mare e che non si muove, dei bus con l’accompagnatore, che bene o
male si arrangiano, devono anche loro ragionare su come aiutare questi
spostamenti.
Luigi: il tema dell’integrazione è trasversale a tutta la Puglia, non si può
pensare di venire qui e di fare una cosa sola. L’Integrazione è centrale,
così come il codificare i segni del territorio, che ora non funzionano
perché non sono spiegati e comunicati e non sono esperibili ad un occhio
distratto e poco educato come quello di tutti noi che non siamo studiosi
di arte medievale e non riconosciamo la peculiarità di un portale
romanico.
Eve: In modo meno astratto Altamura, Gravina, Ruvo sono collegati tra
di loro per l’architettura, ma se andiamo alle peculiarità… tipo il pane di
Altamura, abbiamo scoperto che la domenica quando arrivano i pulman
con i turisti
non c’è un forno aperto, mentre il pane di Altamura
dovrebbe essere un simbolo da usare come segnaletica. A Gravina
stanno aprendo una struttura turistica con un logo, il loro simbolo, un
gallo, e cominciano a farne una caratteristica, lì comincia.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Tiziano: noi abbiamo indicato il percorso terra-mare come la modalità di
fruizione per eccellenza, il mare visto come momento di relax e la terra
come
ricerca,
come
esperienza
principale.
Non
voglio
dare
un’
importanza maggiore alla terra, ma come fruibilità e accessibilità la terra
ha tante potenzialità in più. Altra cosa è l’immagine autonoma della
Puglia, un’identità forte unica che emancipi la Puglia dall’Italia di
Firenze, Venezia, Roma.
Laura: come dire che la Puglia non è una terra per principianti.
Ci sono molte persone negli Stati Uniti che amano andare in Italia, che
già l’hanno vista, che già parlano un po’ l’italiano, credo che la Puglia sia
un territorio da scoprire, penso che sarebbe una buona idea.
Eve: Basta che non sia la decima destinazione dopo la Toscana e Roma,
o dopo la Sicilia.
Laura: Io penso che per loro sia un posto autentico.
Tiziano: Autentico ma con piscina.
Eve: Qui si arriva a cercare un’identità specifica della Puglia che secondo
noi dovrebbe essere in gran parte incentrata sul turismo dei borghi, che
è il serbatoio di tutte le esperienze che la Puglia può offrire; c’è l’esotico
del mediterraneo che si annida in questi paesi, la multiculturalità, la
gastronomia, gli eventi su cui bisognerà puntare, l’animazione culturale,
musicale, teatrale. Il borgo e il paesello assumono una dimensione
centrale. Altra linea, in questo caso provocatoria è radere al suolo tutto
l’abusivo o almeno i recinti.
Rossella: Serve a dire che se la Puglia vuole rilanciare il turismo deve
affrontare delle scelte drastiche, raccogliere un po’ di coraggio per fare
azioni impopolari a livello politico ma sicuramente vincenti sul lungo
termine.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
È una provocazione necessaria anche per rafforzare quel poco che è
rimasto intatto e non deve essere toccato. Tra i punti positivi abbiamo
messo ad esempio la spiaggia di Varano, che non è una spiaggia
bellissima ma arrivi, prendi il sentiero e hai km di spiaggia libera. È
l’unico posto dove si può arrivare dopo aver camminato per 47 paesini e
mettersi lì per una giornata sulla spiaggia senza avere la rottura di
scatole di un recinto, del cemento, di un ombrellone. Questi posti vanno
curati, non modificati: quel bosco lì dietro sembra bello, in realtà è così
così, col filo spinato. Bisognerebbe farne un bel parco accogliente senza
troppi interventi, magari mettere la recinzione in legno anziché il filo
spinato e creare un po’ di storia intorno.
Il blindare non è una conservazione fine a sé stessa, se i luoghi vengono
mantenuti fanno girare un’altra economia, influiscono su tutto il resto.
Questa economia dei ghetti, della blindatura è un’economia molto
sterile, fa girare per un mese e mezzo l’ombrellone ma non fa girare
intorno la gastronomia e il territorio. Sono persone che arrivano lì,
vanno la mattina in spiaggia e la sera se ne tornano in albergo. Vieste
che è un luogo turistico è il luogo dove abbiamo trovato meno vita, dove
chiudeva prima la vita notturna, alle 11 non c’era più nessuno. Negli altri
paesi dove c’erano gli abitanti all’una c’era ancora una vita fantastica, si
poteva ancora stare fuori a bere qualcosa. Il villaggio non innesca
nessuna spirale virtuosa, mentre una cosa che si muove che racconta il
territorio fa iniziare a vendere il formaggio, l’olio…
Giannermete: E’ importante mantenere queste oasi perchè c’è un
turismo che si muove in maniera diffusa e che dopo aver fatto un
percorso, dopo aver visitato Castel del Monte ha bisogno di fare un
bagno. Quel turista non cerca una spiaggia organizzata, ha bisogno di
queste realtà dove non c’è fila, non c’è spazzatura. Noi ci abbiamo
messo un po’ per trovare una spiaggia che rispondesse a questa
esigenza, l’abbiamo trovata per caso, perché anche il Gargano tanto
decantato non c’era, c’erano dei piccoli punti comunque non sufficienti a
dire che l’accesso è facile.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Peter: altro punto di cui abbiamo parlato è la necessità di strutturare la
fruizione attraverso grandi fili conduttori, accostati alla valorizzazione di
peculiarità locali, dei singoli paesi. Un esempio è quello delle vie della
transumanza, che sono dei grandi canali di connessione da riscoprire,
perchè lungo le vie si creavano manifestazioni umane diverse. Un altro
elemento
caratteristico
è
la
presenza
di
un’architettura
storica
soprattutto medievale-religiosa: cattedrali romaniche che sono un filo
continuo e molto chiaro, che mette in luce anche le peculiarità
architettoniche individuali, frutto della storia. Ad esempio a Monte
Sant’Angelo ci sono queste belle case bianche con i tetti triangolari:
sono le case dei carbonai, costruite nel momento di massimo sviluppo di
questa attività produttiva. Anche in questo caso, per sapere questo ci
siamo intrufolati in casa di due signori molto gentili che ci hanno fatto
entrare, ce l’hanno fatta vedere e ce l’hanno raccontata.
Eve: altro punto riguarda la comunicazione rivolta alle donne perchè le
donne pugliesi ci sembrano un grande potenziale per il turismo.
Bisognerà verificare in maniera scientifica, ma ci è parsa una marcia in
più che la Puglia deve valorizzare. Anche da un punto di vista più
politico, se la regione Puglia ha necessità di dimostrarsi forte, vitale e
volenterosa sul piano del turismo, ma come è molto probabile farà una
grande fatica e forse non vorrà affrontare il problema dell’abusivismo,
ecco che declinare lo sviluppo turistico in una chiave del genere,
attraverso
il
comunicativo
lavoro
delle
donne,
importantissimo
per
potrebbe
la
classe
essere
un
momento
dirigente,
potrebbe
rappresentare un’opportunità.
Peter: ci puoi fare un esempio di donne? perchè io ne ho in mente ora
solo uno.
Rossella: Ieri sera eravamo in un ristorante pretenziosissimo in centro a
Bari dove lavoravano 3 camerieri maschi arroganti, noiosi e svogliati.
Avevamo il menù ma mancava la pagina dei primi, così, dato che
avevamo fretta poiché chiudeva il parcheggio, continuavamo a chiedere
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
quali fossero i primi piatti e solo dopo 20 minuti uno dei camerieri ci ha
detto: “ma li avete letti sulla lavagna?”. Per fortuna dopo mezz’ora è
arrivata l’unica ragazza che lavorava nel locale, era gentile, solare,
serviva e rideva.
Eve: abbiamo iniziato a comunicare con lei che ci ha messo subito a
nostro agio.
Rossella: abbiamo anche incontrato degli uomini carini, simpatici, però i
luoghi in cui ci siamo trovati più a nostro agio e che avevano
un’atmosfera più accogliente erano sempre gestiti da donne.
Eve: abbiamo pernottato in un albergo a punta san Francesco a Vieste,
gestito da tutte donne ed era l’albergo più accogliente, l’atmosfera
carina, leggera e penso che, è un’esperienza che faccio quando viaggio
nel turismo bisogna puntare sulle donne.
Giannermete: altro esempio può essere la ragazza di Carpino che stava
al bagno di Rugo di Rovi Garganico, che ci faceva il gioco sul menù,
scherzando sulle cose che ci aveva detto o non detto, gli uomini non
avevano la stessa spontaneità e allegria, anche quello bravo è arrivato
ed ha voluto subito fare il ganzo, si è subito vantato dell’amicizia con
l’assessore.
Rossella: la ragazza era divertente aveva un umorismo fantastico.
anche l’altra ragazza che lavorava lì è stata gentile, si è offerta di
chiamare il cugino a Carpino se volevamo vedere il museo della musica.
Peter: non ci siete passati?
Rossella: no purtroppo non abbiamo avuto tempo.
Luigi: gli esempi sono questi ma ce ne sono anche altri.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Guido: Non abbiamo approfondito l’argomento relativo al treno del
Gargano e del sud est e nemmeno il tema della mobilità slow, della
mobilità alternativa.
Luigi: il treno è più bello della strada perché c’è il paesaggio, mentre in
macchina a destra o a sinistra della strada c’è sempre la strada perché ci
sono minimo due corsie. Con il treno ci si sposta e allo stesso tempo si
vive il paesaggio inoltre quando si arriva non ci si deve preoccupare di
trovare posto nel parcheggio in centro. Noi non lo abbiamo vissuto
direttamente in questo viaggio, però ne abbiamo parlato.
Giannermete: quando siamo arrivati a Peschici venendo da sud e
abbiamo visto la stazione dei treni, ci siamo fermati spontaneamente
dicendo qui ci arriva il treno, ci siamo rasserenati perché c’era una
possibilità in più che a sud non esiste perché la ferrovia arriva fino a
Manfredonia e poi si ferma, mentre lì il Gargano viene penetrato.
Tiziano: noi ieri abbiamo avuto un incontro interessante con un vecchio
guardiano della linea sud est, di Santa Maria Al Morige, che ci ha fatto
capire l’esperienza sia degli autoctoni che utilizzano il treno per andare
al lavoro, sia dei turisti che in queste carrozze old style, nel senso che
sono di mussoliniana memoria, soffrendo il caldo, fanno questi percorsi
insieme agli autoctoni.
Luigi: Camminare scalzi per i villaggi è un mio modo per conoscere
meglio un posto, dove posso vado scalzo e in questi villaggi, dove ci
sono queste bellissime pavimentazioni fatte di pietre che ti trasmettono
diverse sensazioni, il caldo, il freddo, il contatto col terreno, alla fine
tutti abbiamo girato scalzi.
Giannermete: È stato buffo perchè c’era una signora che ci ha visti
passare scalzi e trovandolo buffo non ci ha detto perché andate scalzi
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
ma ci ha dato un proverbio locale “gratta gratta la Marianna più gratta
più guadagna”, che significa meno lavori e più guadagni.
Luigi: A monte Sant’Angelo c’è stata una cosa che mi ha colpito
moltissimo, quando giravamo là dove c’era la musica in fondo, dove
c’erano quei 3 bambini che avranno avuto dai 6 agli 8 anni, quando io
sono passato scalzo mi hanno guardato malissimo e tra di loro si sono
detti qualcosa che non ho capito così io mi sono girato facendo una
battuta. La cosa incredibile è che in un paese così i bambini che giocano
d’estate si meraviglino di vedere qualcuno che cammina a piedi nudi,
anzi è strano che non siano loro ad andare scalzi.
Pasquale: adesso è un fatto folkloristico, perché quando io ero piccolo
andavamo tutti scalzi perché non c’erano i soldi per comprare le scarpe.
Le scarpe sono un fatto di emancipazione e adesso me le vuoi togliere?
Guido: Il discorso enogastronomico è da scoprire, questa forza che
abbiamo trovato nel fatto che ci sono dei formaggi che esistono solo qui
e in Campania si lega anche all’interterritorialità. Inoltre abbiamo
trovato un
elemento di esotismo, le bufale, che per gli stranieri
sappiamo può funzionare. Qui non ci è capitato di incontrale, ma se
mostri le bufale ad uno straniero si impressiona perché gli sembra di
stare in Cambogia.
Rossella: Ci sono le bufale?
Umberto: Si, sono nella zona di Manfredonia, nella parte fra Lesina..
Pasquale: qui sono pochissime sono circa 200.
Umberto: Le tengono nelle stalle perché devono produrre latte e qui non
ci sono prati.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Laura: è interessante che in un’edizione dedicata all’Italia di Gourmet,
che è la rivista di cibo più importante degli Stati Uniti, l’editrice, che è
solita scrive in ogni edizione un articolo su un argomento specifico,
abbia deciso di dedicare questo spazio alla mozzarella di bufala.
Giannermete: ma la mozzarella in Puglia non è la mozzarella di bufala, è
più tipica la burrata.
Pasquale: ieri si parlava del fascino dei prodotti tipici da salvaguardare,
che sta prendendo sempre più spazio sui giornali,.
C’è questo
caciocavallo di razza podolica che appartiene ad una razza di mucche
importata
molto
probabilmente
dall’Ucraina
durante
le
invasioni
barbariche, che venivano utilizzate prima per il lavoro, poi quando è
arrivata la meccanizzazione, per il latte, ma che danno un terzo della
produzione della frisona perché il latte è molto grasso ma poco
produttivo. In un giorno si possono fare solo 4-5 caciocavalli a pasta
filata questo ha causato nel giro di qualche anno l’abbandono di questo
tipo di produzione perché poco produttivo. Ma facendo un viaggio alla
ricerca dei 2 produttori di caciocavallo, che ora sono diventati 6, si
scopre che le masserie sono a 25 km dal centro abitato, in condizioni di
igienicità non proprio salubri. Gli unici addetti alla caseificazione sono
albanesi così come tutti i pastori in Abruzzo e anche nella Murgia sono
macedoni
Giannermete: Si ma è così in tutto l’Appennino
Eve: questo è il discorso che noi abbiamo nominato l’altra Italia, la
Puglia
deve
promuovere
anche
tutte
queste
presenze
straniere
internazionali, visto che adesso c’è anche molto turismo dall’est, ad
esempio a Vieste ho visto molte persone dalla Slovacchia, deve imparare
ad integrare questo aspetto della presenza straniera e di usarlo come
punto di forza visto che fa parte della storia della regione.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Giannermete: sono d’accordo con voi, ma volevo aggiungere che
qualcuno ha deciso di posizionare la masseria nello spazio dell’idilliaco
ma noi non cercavamo l’idillio nella masseria, cercavamo il lavoro e non
lo abbiamo trovato, abbiamo trovato una
masseria da cui la puzza è
stata espulsa, pensando che al turista l’odore del formaggio e degli
animali dia fastidio, ma chi l’ha detto?
Luigi: magari ci fosse l’odore della podovica e del formaggio, perché le
masserie se si proporranno asettiche riusciranno ad attrarre solo turisti
con la puzza sotto il naso.
Guido: viaggiando ci siamo resi conto che parlare di turismo non
significa solo parlare del paesaggio da cartolina ma è qualcosa di
interdisciplinare che investe tutto. Se parli di masseria, che per sua
natura deve anche produrre, come fa ad esserci una legislazione che
non ti permette di produrre il formaggio lì dentro, e alcune condizioni
che obbligano ad avere un ambiente asettico? come si può pensare che
questa legislazione non sia fatta a favore dei grossi gruppi industriali e
non per salvaguardare la tipicità o il locale?
Eve: noi tra 5 minuti dobbiamo scappare.. queste sono le linee sulle
quali lavoreremo nel nostro rapporto anche con i vostri paper, poi ne
possiamo parlare ancora. Ci sono atre linee essenziali?
Giannermete: non abbiamo parlato di frammentazione del territorio. Per
esempio adesso ci sono anche qui sagre, come in toscana i paesi si
valorizzano facendo sagre e feste, ma abbiamo visto che qui sono
frammentate.
Guido: ci sono delle cose molto belle ma sono tutte separate tra loro.
Dobbiamo fare dei collegamenti utilizzando
questi fili conduttori che
possono essere le transumanze, o il cibo.
Rossella: la sagra serve?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Giannermete: forse manca la visibilità della sagra. L’assessore potrebbe
fare un festival per unire tutte queste piccole feste, visto che nessun
turista viene per la piccola sagra ad Altamura, ma se ci fosse un festival
forse potrebbe essere più interessante.
Laura: Non abbiamo detto niente sul periodo e io penso che sia molto
importante sviluppare il turismo in primavera, dicendo che ci sono fiori e
profumi particolari e anche in autunno, io non tornerei mai in estate.
Eve: su quello penso che siamo tutti d’accordo. Tutto quello che
abbiamo detto si basa sulla premessa fatta sin dal primo giorno di non
interessarci dei mesi di luglio e agosto poiché sono già saturi di turismo,
ovviamente se uno vuole andarsi a vedere i paesini all’interno in luglio e
agosto ben venga. Per cui tutto quello che abbiamo pensato si rivolge ad
un turismo che si muove tutto l’anno e a maggior ragione in primavera e
in autunno, che sono stagioni in cui il clima è molto piacevole e non
ancora troppo caldo.
Guido:
si
dice
sempre
destagionalizzare,
ora
direi
il
contrario
stagionalizzare cioè differenziare il turismo: il turismo di primavera, il
turismo d’estate e il turismo d’autunno, perché l’altro è un concetto
negativo e poco utile.
Eve: ci sono altri punti da aggiungere?
Giannermete: secondo me il punto che avete toccato voi si riduce in una
comunicazione rivolta al territorio per riscoprire e rinvigorire questa
caratterizzazione, la nobiltà di quello che c’è. È necessario fare un
collegamento tra le diverse economie per creare questi itinerari.
Tiziano: qualcuno vuole integrare i ragionamenti con quello che è uscito
questa mattina dall’incontro dei due gruppi nord e sud? A me la prima
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
cosa che è venuta in mente è stata, vedendo che il territorio è così
discontinuo, dividerci in 2 gruppi, un gruppo nord e uno sud, non solo in
virtù del territorio che è molto ampio, ma anche perché le strutture
erano sostanzialmente differenti, perché il Gargano è totalmente diverso
dal Salento. In realtà abbiamo ottenuto dei responsi abbastanza
speculari tra gruppo nord e gruppo sud.
Laura: io vorrei sapere se qualcuno tornerebbe per fare vacanza qua e
dove?
Tiziano: questa è una buona domanda, per iniziare.
Peter: io tornerei in Puglia, perché mi piace e perchè questo giro mi ha
fornito ulteriori motivi per tornare, ovviamente tornando cercherei di
scegliere più cose belle e meno cose brutte e sceglierei di vedere meno
cose ma più specifiche.
Rossella: io anche, ho trovato alcuni posti che mi sono piaciuti,
soprattutto queste piccole città, questi paesi come Gravina, magari fare
un viaggio in primavera per qualche giorno, un mese no ma un weekend, una settimana, per fare un percorso limitato, poi ho visto anche
alcuni alberghi buoni.
Io ci torno di sicuro perché ci lavoro. Io unisco sempre il viaggio al
lavoro, c’ero già stato 20 giorni fa, ci vengo spesso.
Peter: è un lavoro autogestito, non è che qualcuno ti punta il fucile
perciò la risposta è positiva. Si certo ci torno, perché poi ho la gente che
ci viene e che sceglie il prodotto che faccio in Puglia.
E cosa scegli della Puglia?
Io faccio un pacchetto di trekking, ma non inteso come una cosa
itinerante. Vi racconto brevemente come si svolge: gli ospiti arrivano a
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Bari con l’aereo, vengono portati con un pulmino che è a loro
disposizione, l’idea di base sarebbe girare con i mezzi pubblici, come
faccio in tanti altri posti, ma qua è impossibile spostarsi così per una
questione di mancanza di garanzia degli orari, per cui mettiamo a
disposizione un pulmino. Da Bari arrivano subito in una masseria che è 6
km fuori da Ostuni, masseria Morrone, in mezzo agli uliveti, veramente
in mezzo alla campagna. I proprietari sono dei contadini, nella masseria
hanno 8 camere e c’è una terrazza da cui si vede il mare che dista una
quindicina di km. Il giorno dopo fanno un’escursione lì. Insieme al
proprietario della masseria siamo andati a cercare un percorso e
abbiamo scoperto l’eremo di San Biagio nascosto dentro una piccola
gravina, quindi arrivano a questo eremo, fanno un giro tra gli ulivi, così
la mattinata la passano camminando e fanno il pranzo alla masseria.
Si, leggero. Questo è un viaggio di quelli che noi definiamo di primo
livello infatti la gente che viene a fare questo viaggio ha dai 60 in su. Il
pomeriggio vanno ad Ostuni, la visitano e poi si trasferiscono ad
Alberobello a dormire. Il giorno dopo prendono il treno, vanno a Martina
Franca e poi a piedi vanno a Loco Rotondo per vedere i veri trulli e la
campagna.
Peter: Ma scusa, dove camminano?
Purtroppo lì non
esiste più niente di sterrato, però ci sono tantissime
stradine interne asfaltate senza traffico, c’è scritto nel programma che
quel giorno cammineranno sull’asfalto perchè è l’unico modo per vedere
i trulli, se non quelli che sono al centro di Alberobello e avere il contatto
con la gente. Lì andiamo dentro un trullo dove c’è un signore
disponibilissimo che ci offre il vino, lo fa per passione, trasmette questo
amore e questa trasmissione è un valore enorme per la gente che
portiamo, prevalentemente francesi. Si ritorna a dormire ad Alberobello
col treno, il giorno dopo si va a Matera, quindi giornata a Matera, sassi,
escursione della zona dove ci sono le chiese rupestri, e un’altra
escursione si fa dalla parte della città uscendo, si dorme a Matera e poi
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
da Matera ci si trasferisce, passando da Altamura, sul Gargano. Si fanno
2 notti a Monte Aant’Angelo e lì si fa la foresta umbra, si scende
dall’altra parte si va in un frantoio, a due km da Viste, si fa la
degustazione
e poi si visita Vieste e si torna a dormire a Monte
Sant’Angelo. Il giorno dopo faccio fare un’escursione attraverso un
percorso che da sopra Manfredonia passa da un canyon e arriva
all’eremo di Pulsano, dove c’è anche una chiesina rupestre. L’ultima
notte si dorme a Bari si passa da Castel del Monte e si visita Bari. In
totale sono 8 giorni.
C’è un altro percorso che ho aperto io una ventina di anni fa, che parte
da uno di quei valloni e invece di arrivare a Pulsano arriva a Monte
Sant’Angelo.
Interessante, arriva direttamente a Monte Sant’Angelo?
Adesso è un po’ che non lo faccio ma fino a 3-4 anni fa ci andavo.
Perché purtroppo arrivando a Pulsano poi hai 8 km di strada.
E arriva dove c’è l’hotel Rotari?
No, arriva sul penultimo tornante che porta poi su, arrivi praticamente in
città dalla parte dove sta il quartiere iunno, quello con case bianche.
Adesso che so questa cosa la prossima volta andrò a vedere.
Se vuoi ci andiamo insieme. Io là ho aperto almeno una ventina di vie.
Donna: io con un fidanzato con cui sto bene sicuramente tornei, con gli
amici no. Consiglierei ai miei amici, magari darei il mio itinerario. Non
tornerei perché è già la seconda volta che vengo qui e il mondo è
grande, ho tantissime mete ad esempio la Sicilia che non conosco a
parte Palermo.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Laura: consiglierei gli amici di venire.
Donna: sicuramente si, per me è una vacanza un po’ romantica
piuttosto, verrò nella zona a nord, però credo di tornare qui.
Laura: si io tornerei forse con un fidanzato e anche per fare il giro con la
bici in primavera.
Si, in primavera, approfittando di un ponte lungo in primavera o
autunno ma non più per una vacanza estiva.
Io sto cercando di organizzare un tour in bicicletta che faccia la parte
nord, da Bari in su.
Io lavoro insieme ad un altro tour operator che si chiama Fan Active, è
di Bolzano e lavora soprattutto con gli austriaci e gli svizzeri, ha già un
tour nel Salento e utilizza le biciclette, il tour parte da Alberobello e
arriva fino a Santa Maria di Leuca.
Se ti interessa si possono creare delle sinergie con le strade dell’olio e
del vino che potrebbero essere interessate al fatto che si organizzino dei
percorsi turistici.
Tiziano: io tornerei, anche se in questi giorni mi ha avvantaggiato il fatto
che ci fossero due persone che conoscessero bene il territorio.
Presumibilmente se mi fossi spostato da solo forse poi non ci sarei
tornato. Dobbiamo riuscire a scrivere un pezzo di narrazione, questo è il
dato più importante che ci portiamo a casa. La rinascita turistica deve
passare da una serie di contaminazioni tra economie, con una
comunicazione rivolta alla popolazione, per far comprendere quali sono
effettivamente le peculiarità di questo territorio. La cosa di Federico II
mi interessa molto perché dalle mie parti c’è il territorio matildico, le
terre di Canossa che cercano di propinare a mezzo mondo e i tedeschi
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
sono molto interessati alla storia di questa donna che è riuscita ad
imporsi sull’imperatore, però il problema è che il territorio matildico non
è specchio di quello che era allora quel territorio, è cambiato
radicalmente. Qua bisogna capire se il mondo di Federico II è lontano e
difficilmente secondo me riusciremo ad attualizzarlo.
Noi abbiamo trovato una chiave di lettura, l’influenza del mondo arabo
che lui ha portato qui. Lui ha avuto alla sua corte sempre arabi, ha unito
il mondo arabo, siciliano, tedesco, oggi si può trovare un collegamento
con l’internazionalizzazione. Il discorso del mare nostrum, che è una
terra di incontri, di influenze, di tantissime direzioni e che già era così
sotto Federico II. Trovo molto sottovalutato in tutti i posti la storia di
questo personaggio che ha unito tanti mondi..
Peter: la storia è sempre movimentata in realtà quello che stiamo
vivendo, giorno dopo giorno, non è diverso. Per me un viaggio può
aiutare a capire meglio sé stessi, la propria condizione, in più prima
diverte e poi insegna o al contrario. Credo che la Puglia offra molte
strade concrete per approfondire questi discorsi. È un discorso molto
europeo Federico, nella storia passata è stato visto come tedesco, e
perciò se ne sono appropriati gli storici. Federico oggi può essere un filo
conduttore per capirsi meglio in questo mondo molto movimentato, dove
anche i confini dell’Europa non sono più tanto chiari.
Eve: e magari investire su un progetto che riracconti questa storia.
Laura: se volete fare la pubblicità della Puglia per gli Stati Uniti io vi
posso dare un consiglio, ho tante idee in questo campo..
Peter: ti interessa molto?
Laura: si.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
tornando sul documento, abbiamo detto che una parte deve riprendere
le ipotesi per il futuro che si trovano nel punto 2, come se tutte queste
fossero domande una dopo l’altra.
Vediamo il punto 3: la ricerca sul territorio. Vi chiediamo di concentrare
la vostra attenzione su quali siano i valori della Puglia rispetto ai
competitor turistici.
Una parte è quello e l’altra è libero pensiero
Per fare meno confusione guardate la sezione 3. Hanno fatto male a non
mettere i numeri sulle slide. Questa pagina e quella dopo sono quelle
fondamentali.
Tiziano: è importante fare una parte libera che però venga motivata
dagli elementi che sono emersi questa mattina.
Gli elementi motivati che sono emersi questa mattina li vorrei nelle
risposte precise alle domande. Invece nella parte libera mi piacerebbe
avere un vostro pensiero “io farei..” oppure “ho pensato..” questa è una
cosa veramente libera.
Laura: vuoi delle critiche anche su come ha funzionato questa ricerca o
non interessa?
Assolutamente sì, magari lo metti a parte perchè questa è una cosa per
noi.
Come siete messi con i vari tempi, aerei…
Peter: solo noi due abbiamo questo volo delle 17.20?
Io alle 18.40, cominciamo ad andare più o meno tutti insieme.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Rossella: Una cosa che io ho trovato, forse perchè ci siamo mossi in
fretta, è stata l’impossibilità di concentrarmi sulla fotografia, non ho
trovato niente che mi abbia veramente ispirata, forse perché siamo
passati di fretta, nelle ore sbagliate, quindi non c’era la giusta luce. Mi è
piaciuto ciò che avete detto oggi: “faremo educational con gli addetti al
turismo locale facendo vedere le cose con i nostri occhi”, questo secondo
me sarebbe importantissimo.
Secondo me sarebbe importante far capire non solo la valorizzazione del
territorio ma anche che tipo di turismo vogliono, perché questo per me è
fondamentale per fare un piano. Vogliono un turismo trendy che può
interessare agli americani, allora devono muoversi subito sull’America;
vogliono un turismo a caro prezzo, masserie a 500 euro a notte, che è
un turismo di qualità ma in realtà per pochissima gente; oppure vogliono
il
turismo
americano
adesso,
però
domani
vogliono
il
turismo
russo?….devono decidere cosa vogliono e queste sono le varie domande
a cui secondo me sarebbe importante rispondere.
Basta stabilire i tempi, la tempistica a breve, medio e lungo termine.
parlo di tempistica breve per le cose che si possono sistemare subito e
che devono essere pronte l’anno prossimo.
È emerso che è importante dare delle priorità, delle scadenze a breve
termine, medio termine, lungo termine e lunghissimo termine però è
necessario anche scinderlo nel nostro lavoro.
Perché tra 3 anni apre il club med in Albania, ciò significa che se
saranno pronti la prossima stagione, avremo 2 anni per giocare, perché
una volta aperta la costa albanese ci saranno delle spiagge che sono
probabilmente meno care e più esotiche, almeno dal punto di vista del
turista.
Ancora ci vuole qualche anno prima di convincere l’italiano ad andare in
Albania..
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Peter: una domanda molto banale, perché il turismo? E poi a chi serve il
turismo?
È un discorso molto interessante, ma c’è una risposta che non dipende
da noi perché ci hanno commissionato questo lavoro.
La risposta è sicuramente complessa. Nella missione di una strategia
culturale intesa con i tempi che ci siamo detti, se io dovessi potenziare il
settore della balneazione inteso come mare, costa, mi interessa,
banalizzo, fare più ricchi quelli che hanno i loro alberghi oppure creare
nuove figure che si posano affacciare su questo mercato? Credo che in
alcuni settori non ci sia da creare assolutamente nulla perché non c’è
spazio. Le nuove figure, che potrebbero emergere da un punto di vista
economico, potrebbero essere figure che già esistono, ma che non
vengono percepite dal punto di vista turistico. L’agricoltore può essere
inteso non come una figura prettamente lavorativa, ma anche come una
persona che trasmette dei saperi, la cultura contadina. Io non credo
molto al turismo né balneare, né culturale se non viene legato alla
riqualificazione di soggetti che sono sul territorio, che sono i veri attori.
Affinché il contadino rimanga nella sua terra a coltivare bisogna che la
terra sia remunerativa, ma non è solo questo, è ridefinire un ruolo,
ridare dignità al suo lavoro in termini anche culturali, qui forse
rientriamo nel lungo-lunghissimo periodo. Quello che si può fare è
creare una sorta di meccanismo che non favorisca la creazione
indiscriminata di agriturismi, che vediamo ogni giorno succhiano soldi e
agevolazioni da una parte per poi produrre modelli che vanno verso la
sala di ricevimento a banchettistica in generale, ma creare una serie di
sinergie, che da una parte siano un sistema di controllo sulla qualità, se
no qui tutto diventa tipico prodotto locale perché nessuno controlla la
qualità e così continueranno a passare le più ignobili porcherie come le
salcicce di faeto che venivano fatte ad Avellino, così come sono passati
una serie di prodotti che invece erano di stampo industriale, ma che
venivano spacciati ai turisti ignari e ignoranti come prodotti tipiche
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
locali. Noi dobbiamo creare un sistema di controllo sulla qualità dei
prodotti che vengono offerti, su questa cosa l’assessorato deve
impegnarsi ed è evidente che è una cosa interdisciplinare, devi parlare
con quello dell’agricoltura, con quello delle poste e con il presidente della
regione.
Posso aggiungere una cosa a quello che hai detto? i ragazzi di Mottola ci
hanno detto che loro vorrebbero fare delle cose ma, partendo dal campo
turistico si va a finire nella sovrintendenza delle belle arti, quindi loro si
sentono le mani legate.
Questo lo dicono tutti, la burocrazia non ci fa andare avanti…Ci deve
essere un’autorità che decida…
I ragazzi di Mottola dicevano che loro potrebbero fare le guide alle
chiese rupestri che stanno morendo o a questi territori, però non hanno
le chiavi e devono sempre contattare altre persone che lo facciano.
Un’altra cosa che mi viene in mente è che forse un turismo fatto bene
con occhio al territorio e alle persone può garantire un futuro ai ragazzi
di oggi nel turismo.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Restituzione delle interviste agli stakeholders individuati sul
territorio
Intervista a Romina e Francesca, dell’APT di Galatina
Tiziano: stiamo facendo questa ricerca per capire i passi in avanti che si
potrebbero fare per ravvivare il turismo in Puglia. Intanto vorrei sapere
voi cosa ne pensate del turismo in Puglia.
Romina: In realtà questo è un ufficio che cambia il team ogni 6 mesi. io
ti posso dare delle notizie per quanto riguarda il mese di aprile perché è
da aprile che sto lavorando. Ad aprile e maggio c’è stato un flusso
turistico intenso, soprattutto inglesi francesi tedeschi e un po’ meno
italiani che stanno iniziandosi a vedere già da giugno, e agosto è il mese
in cui troviamo qui a Galatina e nel salento in generale più italiani. Per il
resto va bene noi facciamo monitoraggio del flusso turistico con delle
domande e loro rispondono entusiasti di quello che abbiamo: strutture
ricettive, organizzazione di eventi, che tra l’altro partono già dalla
prossima settimana con San Pietro e Paolo, e tutta una stagione piena di
eventi.
Tiziano: mi interessa questa cosa dell’incoming. Il turismo straniero è
attirato da che cosa?
Romina: apprezzano molto il centro storico, molti vogliono anche, nel
caso, la possibilità di acquistare case nel centro storico, e infatti alcuni
chiedono anche indirizzi delle agenzie immobiliari per prendere poi
contatti
Tiziano: quanti ne arrivano, e di che nazionalità? Soggiornano a
Galatina?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Romina: diciamo che tutti i turisti che ci sono stati intorno a maggio
sono stati tutti inglesi e francesi, una quarantina facendo il totale. Pochi
soggiornano a Galatina, soggiornano sulla costa, preferiscono il mare, la
mattina vanno al mare e poi il pomeriggio si muovono.
Tiziano: turismo mordi e fuggi. Vi da fastidio questa cosa, state
intervenendo?
Romina:
si
certo,
da
fastidio.
Stiamo
proponendo
una
ricca
programmazione di eventi per fare in modo che il turista non venga solo
a visitare il centro storico, la Basilica di Santa Caterina, ma abbia anche
lo stimolo di rimanerre perché la sera c’è un evento per cui può
rimanere la sera e con piacere alloggiare qui a Galatina.
Tiziano: io sono appena arrivato, quindi ho avuto una visone abbastanza
impressionistica del paesino ma a livello di strutture ricettive come sono
dislocate? Di che tipo sono?
Romina: Ho tutta una scrivania piena zeppa di pubblicità e promozioni di
strutture ricettive di Galatina. Abbiamo 3 hotel tra cui uno qui vicino, poi
un altro sulla strada per andare a Lecce. B&B pieno, adesso non ti saprei
dire i numeri..
Tiziano: sono anche seconde case di pugliesi?
Romina: nel senso se qualcuno ha la seconda casa qui in Puglia? Mi è
capitato di turisti che avevano comprato casa, però parliamo sempre di
zona costiera, quindi mare. Magari dall’Emilia Romagna che avevano
preso la seconda casa qui da noi.
Tiziano: Per quanto riguarda la stagione estiva, anche se non mi sai
dare dei dati visto che lavori qui da poco?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Romina: ti posso dire quello che mi hanno detto le ragazze che
lavoravano prima. L’anno scorso agosto è stato pienissimo di gente, il
giorno di ferragosto è stato pieno di gente, si è vista molta più gente
ripetto all’ inizio estate. Quindi può essere che quest’anno ci sia la stessa
situazione. Ce lo auguriamo.
Tiziano: per quanto riguarda la mobilità come siamo messi? Ci sono
navette? Vedo che affittate anche biciclette..
Romina: si, ma non le affittiamo a pagamento, le forniamo ai turisti
gratuitamente è un servizio che viene prestato per i turisti
A volte i turisti cercano il servizio, per muoversi verso la costa e il
mare. Non ci sono molti servizi di mobilità, perché c’è chi si affitta
direttamnete l’auto e poi si muove in questo modo per avere più libertà
e autonomia. un paio di turisti hanno chiesto se c’era questo servizio ma
non tutti.
Tiziano: agosto pieno, hotel pieni?
Romina: l’anno scorso è stato pieno, quanto agli hotel non te lo saprei
dire. dovresti ritornare a settembre per avere questo dato.
Tiziano: magari ci possiamo sentire. Saprete che si sta cercando di
destagionalizzare, termine bruttissimo per dire di un turismo quasi
perenne quindi più distribuito nell’arco dell’anno. Ma come si fa secondo
te?
Romina: eh secondo me riempiendo le agende di manifestazioni di
qualsiasi natura: mostre che possano attirare gli appassionati così come
gli esperti, concerti, di tutto quello che possa riempire un mese. la città
deve vivere con gli eventi e poi con chi è interessato a questi, perché le
strutture ci sono, sono anche abbastanza, lavorano bene, i prezzi sono
tranquilli come in altri posti. Non ci manca nulla, il centro storico è uno
dei più apprezzati
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Tiziano: quindi Gallipoli è il polo attrattivo oppure ci sono altri posti?
Romina: Gallipoli, Otranto.
Tiziano: quindi le persone si spostano da Otranto o da Gallipoli per
venire qua. Vi trovate di fronte un turismo mordi e fuggi ma come
cercate di superare questo scoglio
Romina: Gallipoli, Otranto o Santa Cesarea Terme, comunque sempre
posti di mare. Certo, si si: anche con la programmaqizone che c’è in atto
nei prossimi mesi che è ricca di vari eventi, concerti, manifestazioni
teatrali, poi c’è la festa di San Pietro e Paolo che raccoglie interessi vari
Tiziano: hai detto una cosa che secondo me è interessante, cioè:
ravvivare un centro storico, i turisti chiedono che ci sia un centro storico
vivibile, vivo dove si possa uscire alla sera.
Romina: in realtà questa non è una questione che noi poniamo perché
chiediamo dove alloggiano e come hanno conosciuto Galatina, poi
apprezzano il centro storico perché osservano i palazzi dal punto di vista
artistico e architettonico e quindi se gli si mette anche questa cosa del
centro storico vivo, ancora di più viene apprezzata. Penso che sia una
cosa collegata, se poi gli si aggiunge qualcosa di più, il risultato potrà
essere solo positivo.
Tiziano: voi vi sentite più pugliesi o galatini?
Romina: io negli ultimi anni mi sento molto salentina, è una cosa molto
istintiva. Mi sento pugliese chiaramente, sono nata in Puglia ma mi sto
sentendo molto salentina perchè c’è stata questa riscoperta del Salento
che a volte prima a chi ti domandava da dove vieni rispondevo sono di
Lecce ora sono salentina perché c’è stata questa riscoperta
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Charlyne: che cosa intendi con riscoperta del Salento? da che punto di
vista?
Romina: ti parlo di quello che ho potuto vedere da spettatrice, c’è stata
una grande promozione del Salento. Penso che tutto sia partito dalla
Notte della Taranta, la manifestazione che fanno a Melpignano da lì è
iniziata una attenzione per il salento che negli ultimi anni è aumentata
tantissimo. Parliamo di una riscoperta anche nostra, tipo il tarantismo
che per un po’ di anni è stato messo da parte e adesso anche noi
galatinesi l’abbiamo risentito nuovamente rispetto a prima della Notte
della Taranta.
Tiziano: e come si fa a crearci un’economia dietro al tarantismo? Non è
stata un po’ troppo commercializzata la taranta?
Romina: Melpignano è stato bravo con la notte della taranata, parliamo
di folklore in quel caso.
Si, è un po’ commercializzata. E’ legata al tarantismo però non nel senso
stretto perché il tarantismo è altro, sono stati gli studi deli anni ’50-’60,
c’è molto di più. Tarantismo è la cappella di San Paolo che abbiamo noi.
Tiziano: cosa si può fare, scuole di folklore mediteraneo? Aprirsi ad altre
regioni, che so la Campania.
Romina: per me sarebbe bello, sarebbe una buona attrattiva, anche dei
mini corsi di pizzica attirano.
Adesso non so se in Campania organizzano già queste cose, se fanno già
questo tipo di attività. Ad esempio noi, per San Pietro abbiamo tutto un
programma di musica locale e se state qui e vi interessa venire a vederli
ci sono un po’ di gruppi nostri che suonano a San Paolo.
Tiziano: quindi ti senti salentina?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Romina: si, ma è così da sempre. Anticamente la Puglia era divisa in tre
parti.
Tiziano: il futuro come deve essere da un punto di vista turistico?
aspettando 40 turisti che arrivano?
Romina: no, si spera che ce ne siano sempre di più
Tiziano: e come si fa?
Romina: ripeto con questa programmazione, offrendo sempre di più
come succede in altre regioni
Tiziano: noi abbiamo fatto una ricerca ed è un problema che affligge
l’Italia in generale, qui in particolare perché ancora il 70% delle
presenze turistiche è generato dal turismo balneare-agostino. Ci
chiedevamo se è giunta l’ora di guardare un po’ dietro, a cosa può
offrire l’entroterra Salentino?
Romina: un entroterra molto ricco. Come hai detto tu, è diverso dal
mare che ti offre il relax, però nell’entroterra abbiamo straordinarie
campagne che in alcuni casi sono state utilizzate con servizi sempre
ricettivi, agriturismi. Nell’entroterra la campagna la fa da padrona,
secondo il mio punto di vista poi c’è chi ama di più il mare chi più la
campagna...
Tiziano: Poniti fuori dal fatto che sei una galatina doc e che ami il tuo
territorio, secondo te quale è il richiamo che spinge e muove questi
turisti?
Romina: non ce ne è solo uno. Piuttosto è un insieme di elementi che
può attirare. Ripeto per uno magari soltanto il mare, per uno soltanto il
paesaggio, soltanto l’ambito artistico, oppure possono essere tutti
insieme, che fanno di questa terra una terra di fascino. Intervistando
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
alcuni turisti vedo che vengono affascinati dal Salento rimangono
esterefatti.
Tiziano: quindi l’integrazione di più prodotti
Romina: Certamente. Poi una cosa fondamentale che abbiamo notato è
che i turisti che vengono dal centro o dal nord notano la nostra
ospitalità, il fatto che siamo persone socevoli, tranquille per niente
fredde. L’accoglienza calda, queso ce lo dicono molti turisti, questo è un
punto a nostro vantaggio.
Tiziano: tu sai che cosa distingue questa agenzia di promozione turistica
dalle altre?
Romina: non lo so, non conosco le altre, quindi non ti so fare un
paragone. Noi facciamo quello che possiamo. La programmazione non è
ancora terminata però abbiamo calendario completo per luglio, agosto e
settembre ma dovremmo risentirci tra una settimana se volete avere un
calendario degli eventi. Ve lo posso fare avere tramite fax
Tiziano: ti ringrazio
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Intervista a Melany de Bellis di Taranto
Tiziano: mi può ripetere il suo nome per favore?
Melany: Melany de Bellis. io lavoro qui alla reception. Siamo tutti
originari della provincia di Bari; mio papà è di Bari anche se io sono nata
in Germania.
Tiziano: come è il turismo qua a Taranto?
Melany: scarso.
Tiziano: in che senso, ci dica un po’ meglio..
Melany: scarso perché non c’è molta risposta, o meglio la risposta dal
turista c’è, però non c’è Taranto Perché non c’è la mentalità di accogliere
turisti.
Tiziano: quindi è un problema di accoglienza? Non c’è professionalità?
Melany: secondo me manca già il fatto che se vai a visitare un museo,
dovrebbe esserci la spiegazione di tutti gli “articoli” in diverse lingue,
invece c’è solo in italiano.
Tiziano: in una parola, che cos’è secondo te Taranto? Mare? Museo?
Altro?
Melany: mare.
Tiziano: Taranto è soltanto mare?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Melany: da quando sono arrivata io Taranto è cambiata tantissimo.
Prima Taranto non era presentabile. Hanno almeno cercato di abbellire
la città, di iniziare ad aprirsi al turismo, però c’è ancora tanta strada da
fare.
Tiziano: e c’è la possibilità di farlo secondo te?
Melany: se la gente cambiasse si.
Tiziano: da tedesca tu verresti qua?
Melany: noi stiamo cercando di fare venire la gente dalla Germania,
anche attraverso Internet.
Tiziano: e ne parlate in quali termini, dite che c’è il mare bello?
Melany: si ma non c’è solo il mare bello;
diciamo che a Taranto si
mangia bene, è tutto bello, è pieno di colori e di sapori. Il vero problema
è che la gente non è aperta ancora al turismo.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Intervista a
International
Francesco
La
Macchia,
proprietario
dell’Hotel
Stefano: buonasera, vorrei fare due chiacchiere se possiamo.
Ci raccontava Pasquale che questa realtà, la ristrutturazione di questo
albergo, è abbastanza recente.
Francesco: sono sei anni
Stefano: quindi voi avete uno spaccato di quasi un lustro di attività
turistica in questa città. Mi può dire che impressione ha ricavato, quali
sono stati i successi e le amarezze fino ad oggi?
Francesco: per quanto riguarda i successi, già il fatto di aver portato a
regime una struttura alberghiera di questo tipo (l’abbiamo rinnovata che
era praticamente in totale decadimento) ci rende già contenti.
Stefano: avete impiegato molto per ristrutturarlo? Avete trovato
difficoltà con autorità, burocrazia?
Francesco: un anno e mezzo, due diciamo. Le difficoltà burocratiche,
come al solito non mancano. Ma questo è ovunque. Noi operiamo quì,
poi a Lecce stiamo ristrutturando un albergo di prossima apertura, aprirà
ad ottobre novembre.
Stefano: quante strutture ricettive avete?
Francesco: adesso abbiamo quattro alberghi, compreso quello che
apriamo adesso. Poi abbiamo una masseria di charme e due villaggi giù
nel Salento, con più di mille posti letto.
Stefano: tutti con un unico gruppo societario o avete soci?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Francesco: tutto con un unico gruppo sì. Soldi e società sono diverse.
In uno è amministratore mia sorella nell’altro è amministratore mio
cognato. Negli alberghi l’amministratore unico è mia sorella.
Stefano: E fate le gestioni direttamente voi o vi affidate a qualcuno
Francesco: tutti quanti gestiti personalmente
Stefano: personale lo trovate? Fate fatica?
Francesco: dipende dal luogo. A Bari abbiamo personale più qualificato.
Là è più facile trovare personale qualificato. A Brindisi è più difficile,
specialmente nel caso dei ricevimenti; la reperibilità di personale su Bari
è molto più facile e il personale qualificato non manca.
Stefano: come mai?
Francesco: anche per una diversa tradizione. Bari ha una tradizione da
questo punto di vista. Invece qui, anche tra gli stessi ristoratori si tratta
di gente che si è improvvisata, alcuni fanno bene, però è gente che non
ha una tradizione. A Bari invece abbiamo già due, tre, quattro
generazioni di persone che fanno i ristoratori o per lo meno gli chef.
Paghiamo lo scotto di essere la prima
generazione. Invece a Rimini
sono la terza la quarta la quinta la decima generazione, hanno superato
determinate cose loro hanno un approccio diverso.
Stefano: le strutture che avete non sono tutte per lo stesso tipo di
turismo mi pare di capire. Me le può descrivere?
Francesco: sono articolate in maniera diversa. Queste a Brindisi sono
per un’utenza business, per la maggior parte Dirigenti d’azienda. Capita
il turista, ma non lo cerchiamo noi. Invece le altre sono tutte quante a
livello turistico. Quello che apriremo a Brindisi è lo stesso: business. Uno
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
a Lecce città, vicino alla stazione. A Trani proprio sul porto, uno in corso
Roma, sempre a Brindisi. Quattro strutture business , una masseria e
due villaggi.
Stefano: quale vi dà più soddisfazione?
Francesco: in quelle che lavorano tutto l’anno a 360°, quelle di business.
Danno più soddisfazione sia da un punto di vista monetario sia come
lavoro, dal punto di vista personale, perché uno ci viene assiduamente
ogni giorno; quelle dove si lavora per tre, quattro mesi l’anno uno non
sa cosa fare negli altri mesi. Noi abbiamo iniziato con la prima struttura
che
abbiamo
aperto,
l’Araba
Fenice,
che
all’inizio
lavorava
tre
mesi/quattro mesi e poi il resto dell’anno era dedicato alla pubblicità e a
tutto il resto. Quando sei impegnato giornalmente, hai anche una
preparazione del personale quotidiana, non hai bisogno di seguire a
360° il personale perché giorno per giorno sei presente e il personale sa
cosa vuoi tu. Quindi è una cosa perfetta, o quasi, quando poi tutte
queste cose collimano.
Stefano: la masseria vi dà soddisfazioni?
Francesco: la masseria si . Adesso è al secondo anno di vita.
Poi lì dovrebbe dare soddisfazione la sala ricevimenti, adesso abbiamo
già per l’anno prossimo 80 matrimoni, però abbiamo iniziato solo da due
anni.
Stefano: questo lo capisco, però forse può aiutarmi a capire una cosa
che a me interessa. Ad esempio, per iI circuito delle masserie: la mia
percezione è che il bilancio finale regge se queste masserie diventano
sale banchetti, ricevimenti, matrimoni, perché se dovessero vivere come
quattro cinque stelle con il turismo dei viaggiatori e dei turisti, diciamo
così, anche quelli molto benestanti e culturalmente molto preparati forse
non ce la farebbero.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Francesco: assolutamente si, io me ne rendo conto. Anche le stesse
masserie di fascia alta, penso anche a San Domenico, organizzano
convegni e congressi ma non disdegnano di fare ricevimenti che sono la
cosa più remunerativa. La nostra masseria è molto estesa, molto grande
quindi poi mantenerla è veramente impegnativo. Io ne conosco molte,
tutte
quelle
che
sono
qui
intorno
sono
tutte
organizzate
così:
ricevimento e tutto quanto. Non si può fare diversamente. Noi abbiamo
anche la beauty farm interna, con la piscina.
Stefano: come va?
Francesco: l’ho detto è il primo anno, questo è il secondo appena, ci
stiamo provando, abbiamo iniziato l’anno scorso, non posso dire nulla
però già per la banchettistica abbiamo 80 contratti, Dipende anche dal
numero di persone ogni volta. Arriviamo a fare matrimoni da
50
80/100/ 200 persone. Il prezzo per persona va da 80/90 euro, a volte
anche di più, ad esempio a Bari arrivano a 250/200.
R: uno dice ho la struttura, anzi, potenzio la struttura perché deve
essere ricettiva, ma per i matrimoni! Io quindi metto anche il laghetto
artificiale, le papere, e tutto quello che vuoi, ma tutto finalizzato al
ricevimento. Perché qui non c’è un vero incoming. Giustamente si fanno
i ricevimenti e non si fa incoming. Oppure quando dobbiamo andare a
fare le fiere le dobbiamo fare tutte a pagamento. L’ultima fiera è stata
quella a Tokio, dove tutti quanti devono fare lo stand a pagamento.
Stefano: avete avuto qualche tipo di sostegno, voi siete una bella
azienda, quanti dipendenti avete? Quanti posti letto in totale?
Francesco: parecchi, diciamo una cinquantina forse di più. raddoppiati in
stagione. Sono 1000 posti letto, però stagionali nei due villaggi. Senza
villaggi sono circa 500 annuali.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Stefano: ci sono altre realtà come la vostra? Vi hanno mai cercato dalle
Amministrazioni per cercare di capire cosa bisogna fare per il turismo
pugliese?
Francesco: no non ci hanno mai cercato, forse qualcun’altra, però non
penso delle nostre dimensioni.
Molte volte un progetto ha una durata lunga, quindi se bisogna fare un
progetto serio per la regione Puglia non lo si può fare in due tre quattro
cinque anni soltanto per un mandato, perché se tu fai un progetto per il
tuo mandato è un progetto che non fa bene né a te né a nessuno.
Bisogna fare un progetto che sia anche per il mandato successivo, quindi
un progetto a lunga scadenza, a dieci anni, però nessuno vuole fare un
progetto a lunga scadenza, perché significa che i benefici si possono
vedere nella legislatura successiva. Questo non soltanto alla Regione, è
la stessa storia anche nei Comuni.
Stefano: Allora mi interessa capire, da uno che è sul campo con un’
azienda di questo genere, con una azienda tra l’altro lunga, anche dal
punto di vista territoriale: per i prossimi dieci anni della Puglia i turisti
vengono qua per fare cosa, secondo lei?
Francesco: ah guardi è un mistero. Se il turista arriva qui a Brindisi non
c’è niente. Se non parte organizzato arriva qui e non c’è niente di
organizzato. Ci vogliono guide. Ad esempio io dovrei chiamare Lecce per
poter organizzare qualcosa. Al Comune parlano ancora di turismo a
Brindisi. Tenga presente che per quanto uno possa parlare di turismo a
Brindisi, abbiamo la centrale Enel a carbone da una parte e dall’altra
parte non è che sia un litorale fantastico quindi si può parlare
dell’interland brindisino che è uno dei più belli del mondo, ad esempio la
parte del Cisternino, ma si parla di turismo qui, proprio a Brindisi,
quando Brindisi francamente, che cosa offre per fare turismo?
Stefano: allora faccio una provocazione più potente: il balneare oggi è il
business di questa regione, oggi rappresenta il 70% dell’occupazione e
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
nell’arco di un anno occupa 40 giorni tra luglio ed agosto. Secondo me il
balneare è tendenzialmente fuori mercato e progressivamente nei
prossimi 5-10 anni lo sarà sempre di più semplicemente perché un
villaggio turistico, che è come un albergo balneare, che apre a giugno e
chiude a settembre…In quel genere di struttura lì il rapporto qualità
prezzo non regge la competizione col Mediterraneo; ci sono l’Egitto, la
Turchia la Grecia, la Spagna, il Marocco. Come si può pensare ancora di
sostenere e incentivare quel modello di sviluppo turistico se, quando per
quanti soldi abbiamo dato il cassetto è vuoto?
Francesco: se apre il sito dell’aeroporto di Brindisi e vede quanti voli
arrivano qui a parte luglio e agosto, non c’è niente, la maggior parte del
traffico arriva a Bari.
Stefano: ma lei crede nel futuro del balneare pugliese?
Francesco: da qui a dieci anni effettivamente è un grosso interrogativo,
perché la concorrenza adesso ce l’abbiamo sul Mediterraneo, in
particolare con la Spagna. Il tentativo che si è fatto in questi anni è di
alzare il livello qualitativo in Puglia perché, contando soltanto sul
nazional- popolare non ci riusciva perché c’è la concorrenza di tutta la
costa mediterranea; a Sharm el Sheik si va con 400 euro, andata e
ritorno e soggiorno.
Stefano: noi abbiamo fatto un’indagine di recente. Ci siamo fatti fare 8
preventivi da villaggi turistici in Puglia, Sicilia, Sardegna per una famiglia
di 5 persone, madre, padre e tre figli (un neonato). Siamo tra i 5000 a
luglio e i 6200 euro una settimana; esattamente il doppio di qualsiasi
altra offerta Grecia, Cipro, Turchia Tunisia, Marocco
Con la stessa cifra con i pacchetti si va anche fuori: Maldive.
Francesco: il problema è quello, hanno subito innalzato il target e
conseguentemente i prezzi. Noi abbiamo due strutture, di cui una
acquisita da pochissimo, quella del Blu Area, l’altra avviata da 10-11
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
anni (‘96), l’Araba Fenice, quindi abbiamo già la nostra clientela e lì si
lavora bene. Il Blu Area è stato lavora bene ma non arriviamo alle cifre
che ha detto lei perché siamo anche in forma residence, cioè è stato
aggirato l’ostacolo.
Stefano: e allora con le risorse future che si fa? Da qua al 2013
arriveranno quelle della UE più quelle che ha aggiunto il Governo. Ne
avete usufruito un po’? Lei dove li spenderebbe questi soldi?
Francesco: ne abbiamo usufruito solo per un albergo.
Comunque ci sono tante maniere per spendere queste risorse. Nel
turismo mancano molte infrastrutture, ma parlare di infrastrutture
sembra vago, bisogna scendere nei dettagli. Qui una cosa che andrebbe
fatta e che stanno già facendo è potenziare gli areoporti. Ma non solo;
qui ci sono, specialmente a Brindisi, ci porti e aeroporti che potrebbero
andare meglio, specialmente il porto, tutto il traffico è stato deviato a
Bari.
Stefano: io sto facendo un ragionamento regionale, non Bari, Brindisi
Lecce. Sto cercando di capire quali sono secondo lei le priorità.
Francesco: ma le priorità cambiano da posto a posto perché non c’è mai
stato un unico filo conduttore, forse si è fatto molto verso il Salento, in
questi ultimi anni, e un po’ meno da altre parti però le esigenze poi
cambiano: 15 anni fa tutto era spostato verso il Gargano; ci sono adesso
degli alberghi bellissimi dove non va più nessuno, nel Gargano.
Stefano: ma lei farebbe una ricettività minore sulle seconde case, bed
and breakfast, tutta la ricettività sparsa?
Francesco: io più che altro la regolamenterei. E’ tutto sotterraneo.
Stefano: abbiamo degli indici, qualche indicatore veramente potente,
delle stime?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Francesco: io se mi dice bed and breakfast, so che ce ne sono una
marea, però non so come operano e non lo sa nessuno.
Stefano: qual è il break-even di una struttura come quella di Lecce: a 8,
13 o a 15 anni?
Francesco: 10 anni.
Stefano: E’ un buon risultato. Non sono mica tante le città italiane che
ce la fanno in 10 anni. Quante camere ha? avete trovato intoppi
burocratici?
Francesco: 70 camere, forse riusciamo in 10. Apriamo a novembre,
ottobre/novembre, non abbiamo ancora deciso speriamo non ci sia
qualche altro inconveniente, durante i lavori un’impresa è fallita ma per
fortuna da aveva portato tutti i lavori a termine.
Stefano: i progetti interni, i lay out …avete fornitori locali?
Francesco: abbiamo un architetto che ci segue da sempre e abbiamo dei
fornitori. Quello che ci è servito molto è stata l’esperienza con l’Araba
Fenice.
Tiziano: qual è la parte del territorio pugliese dove siete più tranquilli,
che presenta meno incognite, per il turismo dei viaggiatori non per il
business. Ad esempio Lecce vi rende più tranquilli?
Francesco: no non ci rende più tranquilli per il semplice fatto che anche
a Lecce c’è molta concorrenza, iniziamo ad essere in troppi, troppi
alberghi. C’è molta offerta, se lei apre una pagina, di B&B a Lecce ne
escono una marea e non c’è una regolamentazione sui B&B così non
sappiamo che cosa sta succedendo. Non riusciamo neanche ad avere
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
dati perchè sono falsati, quindi quale l’affluenza, quanti giorni…, non lo
sa nessuno, non penso neanche che queste informazioni le abbia l’Apt.
Stefano: quindi quello che chiamano termale/benessere che sta intorno
alla masseria sono i matrimoni. Il balneare nel mediterraneo è
tendenzialmente fuori mercato.. e sul culturale?
Francesco: no, sul culturale si potrebbe fare tantissimo ad esempio a
Lecce.
Stefano: lì c’è il problema di regolamentare un’offerta che sia di livello
tale da sostenere un turismo di un certo interesse. Cosa rimane?
Francesco: ci rimane il turismo rurale, che non può essere la masseria.
Stefano: un grande tessuto, da costruire totalmente in fatto di
conoscenze, strutture, reti..
Francesco: non ci credo molto. Io credo in quello che faccio. Comincio a
non credere a quello che fanno gli altri o meglio ci credo quando lo vedo.
Ne ho sentite tante. Sono arrivato alla conclusione che mi alzo la
mattina e credo a quello che faccio io. Posso credere negli altri, ma li
devo conoscere, non credo alle parole che mi dicono.
Gli albergatori tra loro si considerano tutti concorrenti, qua non gliene
frega niente. Loro, non io: adesso faccio il mio prezzo punto e basta.
Tiziano: quindi manca un’interconnessione tra voi operatori
Francesco: io sono stato 4 anni a Madonna di Campiglio: chiamavi l’Apt
e ti mandava il fax di prenotazione, lo girava a te direttamente.
Stefano: hanno fatto un passo ulteriore, le Apt sono state privatizzate e
vendono il pacchetto, fanno da agenzia.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Tiziano: posso portare la mia testimonianza, sono entrato e le ho chiesto
di scambiare due chiacchiere dato che siamo qui di passaggio mi ha
detto solo il suo nome e poi ha preferito glissare su tutto; erano
domande non sensibili, era una chiacchierata molto amichevole, volevo
tastare il polso su quello che si vede in giro se si guarda la città: il
turismo che circola, l’interesse crescente ma ad ogni domanda mi è
stato risposto picche; ho fatto armi e bagagli e sono andato via.
Francesco: loro sono anche in emergenza hanno carenza di personale.
La verità è che manca proprio l’anima. Io porto sempre l’esempio di
Madonna di Campiglio: c’erano 20 persone in alta stagione e tutte che
lavoravano, molti anche stagionali però tutta gente che lavorava.
Stefano: Le Apt sono ancora commissariate qui in Puglia. Ma secondo lei
qual è l’interesse del pugliese verso il turismo?
Francesco: moltissimi vanno a lavorare fuori, fanno i camerieri, gli
stagionali. Ma non so quanto credano nel futuro del turismo pugliese.
Stefano: almeno chiedersi se questa non è un della poche economie che
possa avere una prospettiva, sarebbe interessante...
Francesco: è anche un problema di “storia”. Se lei parla dell’Emilia
Romagna parla di una regione con una storia turistica importante. Noi ci
stiamo provando. Ci vorrà tempo per storicizzare le nostre potenzialità.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Intervista ai proprietari dell’albergo diffuso “Vecchia Mottola”
Stefano: Vi chiediamo di fare questa chiacchierata con noi per cercare di
capire alcune cose che ci interessano molto e vorremmo tentare di
capirle in base alla vostra esperienza, quindi vi prego di raccontarci
quello che in verità vi sta succedendo, o che vi succede o che vorreste vi
succedesse.
Vorrei cominciare proprio dal capire come è nata l’idea di fare questo
albergo diffuso, del perché e poi vorrei capire come siete riusciti a farlo.
Quante case avete?
Massimiliano: 15 che fanno parte del circuito del breve soggiorno e altre
3 che interessano invece trasfertisti
Stefano: Abbiamo esperienza per capire che non deve essere stato
proprio facile, anche dal punto di vista economico.
Massimiliano: E’ nato tutto a fine anni ‘90/inizio 2000. Noi avevamo già
un’attività commerciale quindi capitava spesso che i parenti venissero
qui e non avessero nessuna soluzione per il pernottamento, infatti fino al
2000 non esisteva nessun albergo a Mottola. Abbiamo così iniziato
prendendo 2 case, con tutti i servizi e tutte le comodità.
Stefano: affittate o comprate?
Massimiliano: Acquistate. Per cominciare abbiamo pensato di creare la
reception, nel frattempo abbiamo acquistato anche un’attività ristorativa
che poi, a causa di alcune difficoltà, abbiamo dato in gestione, anche se
l’acquisto in origine fu fatto pensando di averla come supporto.
Ora pensiamo di riprenderla in gestione diretta,
visto che comunque
abbiamo portato la struttura da 2 case nel 2000-2001 a 18 (15 più 3)
oggi che siamo a metà del 2007. Abbiamo fatto un lavoro di pubblicità, e
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
comunque come territorio abbiamo avuto difficoltà: almeno all’inizio non
ci conosceva nessuno.
Stefano: che difficoltà avete avuto?
Massimiliano: difficoltà dovute al fatto che la Puglia è conosciuta come
Salento e Gargano dai tour operator. Quando noi andavamo in fiere e
agenzie, alla Bit di Milano, a Cecina, a cercare il contatto con i tour
operator…
Stefano: siete andati da soli, oppure all’interno dei circuiti di promozione
ufficiale?
Massimiliano: no, da soli, anche perché non c’è un’organizzazione
territoriale a cui appoggiarsi. Abbiamo fatto tutto da soli con la nostra
passione vedendo un po’ come potevamo capire, conoscere, contattare.
Partivamo anche per settimane intere.
Tiziano: avete intenzione di ampliare o qualificare le vostre strutture?
Massimiliano: non ora, ormai sono 2 anni che pensiamo più che altro a
mantenere e aumentare determinati standard per le case e poi creare
dei servizi, perchè sono proprio i servizi che mancano…
Tiziano: ci dite durante l’anno quante persone vengono e che tasso di
occupazione avete per le vostre camere?
Martino:
annualmente
in
media
siamo
intorno
al
65-70%.
C’è
un’occupazione totale da luglio a metà settembre, mentre durante l’anno
possiamo andare dal 50% fino al 100% nei fine settimana o nei periodi
festivi, in corrispondenza di ponti e festività come Pasqua e Natale.
Tiziano: sono persone che tornano?
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Martino: si, sono persone che tornano e che soprattutto consigliano ad
altri amici di venire qui, nella struttura, approfittando poi della posizione
geografica del paese che permette di girare comodamente sia la Puglia
che la Basilicata. Da qui si può andare tranquillamente a Matera ma
abbiamo avuto anche una coppia di signore tedesche che è arrivata fino
giù a Reggio Calabria per vedere i Bronzi di Riace.
Stefano: avete iniziato da soli, vi siete arrangiati andando in giro da soli,
ma vi siete occupati da soli anche dell’arredamento?
Massimiliano: abbiamo fatto tutto da soli.
Stefano: e queste case le avete sempre acquistate o anche affittate?
Massimiliano: la maggior parte, il 60%, le abbiamo acquistate, il resto
affittate a lungo termine. Qui la valorizzazione di questo tipo di strutture
non è frequente.
I prezzi a Mottola sono molto alti sia sull’affitto che sull’acquisto, il
prezzo è di circa 2500 euro a metro quadro.
Stefano: come a Milano quasi, ma il costo della vita mi sembra basso.
Massimiliano: come vita si sta bene, anche per quanto riguarda l’ordine
pubblico, è un’isola felice, si sta bene, tranquilli, si vive bene.
Stefano: posso fare una domanda a cui forse avete già risposto, prima
di fare questo lavoro che cosa facevate? Avevate la prospettiva di fare
qualcosa d’altro e poi vi siete trovati a fare questo, oppure ve lo siete
inventato per trovare una strada?
Massimiliano: è venuto così man mano, la mia famiglia è sempre stata
nel commercio: parlo di supermercati e cose del genere, quindi il
contatto col cliente e quelle cose lì c’è sempre stato. Poi come ho detto
prima, le famiglie venivano a chiedere, quando venivano a trovare il
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
parente, se c’era qualche sistemazione, perché ci sono parecchi
emigranti che abitano in Germania, Svizzera, Francia e Belgio e quando
tornavano erano costretti ad occupare la casa della famiglia per una
settimana o anche per un periodo più lungo e vivere in 6-7 in un
appartamento. Questa soluzione ha dato l’opportunità di avere anche la
privacy. Tanta gente è ritornata proprio perché così aveva la possibilità
di farlo senza pesare sui propri parenti, anche persone che non venivano
a Mottola da tanto tempo sono tornate.
Stefano: cos’è che non va di questa Puglia turistica o che pensa al
turismo?
Martino: la mancanza di organizzazione, o maglio la mancanza di un
sistema organizzativo che coinvolga tutti.
Rossella: che cosa dovrebbe esserci per voi o secondo voi per chi viene
da fuori?
Massimiliano: c’è uno scarso profilo professionale. Intendo dire che qui
tutto si muove dalla propria iniziativa, quindi se vogliamo lavorare bene
dipende esclusivamente da noi, non c’è un ente, qualcosa che verifichi
effettivamente l’efficienza di una data struttura. Non ci sono degli organi
di controllo veramente attendibili che vadano a verificare.
Stefano: nel vostro caso cambierebbe qualcosa se qualcuno venisse e vi
confermasse che questo è un bel posto?
Massimiliano: questi sono i questionari che avete trovato negli alloggi, e
per la maggior parte sono positivi, magari qualcuno lascia un consiglio o
l’indicazione che si è bruciata una lampadina. Quindi con noi stanno
bene però quando escono da qui hanno delle difficoltà. Voi ieri avete
avuto dei problemi al ristorante e noi abbiamo segnalato al ristorante
queste difficoltà,
ma non c’è da parte loro un particolare interesse a
migliorare e risolvere il problema. Altro esempio può essere il mare, non
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
c’è una collaborazione tra l’entroterra e gli stabilimenti balneari. Siamo
stati noi che abbiamo chiesto la collaborazione di uno stabilimento,
abbiamo comprato alcuni ombrelloni e abbiamo fatto un abbonamento a
nostro nome. Non c’è un’organizzazione, dipende tutto dalla nostra
iniziativa.
Quale organizzazione dovrebbe, nel caso specifico, andare in giro a dire
di mettersi d’accordo?
Massimiliano: bisognerebbe creare la mentalità, dare un incentivo, far
conoscere ciò che si può fare. Creare la mentalità che non deve più
essere quella paesana per cui fino a quando va la cosa si lascia andare.
Peter: però forse questo non è il compito di un ente.
Martino: forse l’ente potrebbe dare un orientamento, dare un consiglio
su come agire. Ad esempio qui mancano le guide.
Martino: fino ad oggi per quanto mi risulta l’Assessorato alla cultura si è
preoccupato principalmente di offrire immagini della Puglia, tante
fotografie, Castel del Monte, Trani, Polignana mare, Ostuni .
Ora mi risulta che, per quello che abbiamo visto, l’assessorato al turismo
stia facendo quello che io stavo dicendo prima, stia contattando le
singole strutture ricettive dando consigli su come proporre il prodotto
pugliese che può essere sia un piatto, sia un albergo, sia un paesaggio,
perché una cosa, anche se povera come il piatto tipico con le fave,
presentata in un certo modo può diventare estremamente interessante
per un turista. Questa secondo me è una novità rispetto a quanto
avveniva qualche ano fa quando la Puglia veniva presentata per
immagini e non per contenuti veri.
Massimiliano: alla Bit la Puglia aveva un grande padiglione, però la
provincia di Taranto ne aveva uno separato nel padiglione vini. Le
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
hostess erano molto carine ma non sapevano nulla, pur essendo
pugliesi.
Peter: i vostri ospiti, stranieri e italiani, quando si muovono, fino a
Matera o vanno a vedere il centro storico di Taranto, ve ne parlano?
Quali sono per loro le cose che vanno bene e quali sono invece quelle in
cui vi fanno capire di aver trovato delle difficoltà?
Massimiliano: gli aspetti positivi sono la spontaneità e la genuinità che
trovano ovunque, anche nel comportamento della gente. Le difficoltà le
trovano nel pagare con carte di credito e con la lingua, per esempio a
Mottola e non solo, quando vanno al ristornate già è difficile trovare il
menù in lingua italiana, figuriamoci se riescono a trovare quello in lingua
straniera.
Martino: Ieri al ristorante ci hanno messo 10 minuti prima che qualcuno
si degnasse di fermarsi, abbiamo chiesto il menù e sono trascorsi diversi
minuti prima che di malavoglia ci dicessero almeno i nomi dei piatti. Poi
le pietanze erano buone, ma ci avrebbe fatto piacere sentire una
descrizione dei piatti che stavamo per assaggiare. Forse era anche tardi,
siamo arrivati tardi.
Massimiliano: non è quello il problema, perché qui non pensano che lei
possa essere un turista, pensano al mottolese o a quello che viene dai
paesi intorno che solitamente sa come funziona, e che se chiede degli
antipasti sa che gli verranno portati 10 tipi di assaggini.
Tiziano: se il turista fosse riconosciuto in quanto tale cambierebbe
l’approccio?
Massimiliano: no. L’hanno fatto con voi, l’approccio è uguale a quello
che avrebbero con me.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Peter: il problema è che nonostante noi fossimo stati gentili, anche se
magari un po’ insistenti, e gli avessimo dato una serie di indizi per
capire che non eravamo del luogo e non conoscevamo le pietanze, lui,
come tutti nel ristorante, non è stato felice di descrivere le pietanze a
delle persone affamate e curiose.
Massimiliano: proprio perché è impostato tutto su una mentalità
paesana, che può andare bene fino a quando si tratta di genuinità, ma
che in alcuni casi può diventare una mancanza di professionalità.
Da quello che mi state raccontando deduco due cose: prima di tutto che
c’è un problema di supporto e inoltre che c’è un’esigenza di sostenere e
crescere la formazione, la cultura, l’accoglienza e l’ospitalità, che sono
valori fondanti in un’economia turistica. Queste due esigenze sono
fondamentali per qualsiasi sistema territoriale che tenta e intenda
sviluppare un’economia turistica, ma bisognerebbe cercare di capire
quali sono per voi le caratteristiche critiche vere di questo pezzo di
Puglia, capire perché alcune cose non funzionano e perché si tribola ad
organizzare un’economia di cui questa terra come molte del sud hanno
bisogno.
Martino: principalmente c’è molta diffidenza fra locali, che poi diventa
campanilismo verso località diverse.
Massimiliano: prima di tutto c’è la diffidenza tra mottolesi. Per esempio
noi quando siamo pieni mandiamo i turisti agli altri alberghi che poi
sostanzialmente è uno che è qui a Mottola, non avviene il contrario.
Peter: preferiscono mandarli a Taranto?
Massimiliano: no magari neanche lo dicono. Per noi è importante che
l’ospite rimanga a Mottola a farsi un giro così se si trova bene potrebbe
tornare e venire da noi se abbiamo disponibilità. Per loro questo
pensiero non c’è neanche.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Stefano: è difficile agire su questo livello, come si fa?
Umberto: Questa domanda che si sta ponendo in modo diretto e franco
è la domanda che noi ci stiamo ponendo, prima tu dicevi che le azioni
che si stanno compiendo a livello amministrativo sono in parte efficaci,
altre lo sono meno, se ti fosse dato il mandato di individuare risorse e
azioni (faccio una premessa: nessuno si deve permettere di immaginare
che la gente possa cambiare, perché quelli che sono considerati difetti
sono anche il pregio di questo posto, questa marginalità, questo
autocontenimento degli insegnamenti, questa diffidenza che secondo me
è più forte tra un insediamento e l’altro, sono i caratteri dei pugliesi)
quali mettereste in atto per favorire il turismo?
Forse si potrebbero monitorare all’interno dell’attuale offerta certe
condizioni che si sono configurate più favorevoli, prenderle come
esempio, raccontarle agli altri, oppure mappare rispetto alla capacità di
farsi visitare del territorio, rispetto ai suoi gradi di visibilità e
accessibilità e poi tentare di costruire, rispetto alle risorse che ci sono
sul territorio e alla capacità che si è costruita, l’ospitalità, e tentare di
offrire delle circuitazioni e di raccontarle. Quali azioni metteresti in atto,
se vi fosse dato il mandato?
Massimiliano: la domanda che ci ponete spazia un po’ su tutti i campi.
Prendo come esempio Mottola, ma è quasi la totalità dei casi: voi
entrate a Mottola e vedete la Pietra, il Cristo e le grotte di Dio che sono
pubblicizzate alla Bit come in altre fiere con manifesti e cataloghi, ma
provate ad andare all’ufficio turistico, prima di tutto dovete trovarlo
aperto e poi perdete del tempo per vedere se c’è la guida disponibile. Se
magari riuscite a trovare la guida, potete andare a fare la visita solo se
siete automuniti, perché se no come fate ad arrivare alle chiese rupestri
che si trovano fuori dal territorio mottolese? Un turista in bici o in moto
non può andare perché la guida non ha un mezzo.
Umberto: La cosa più eccellente che ho visto nell’atteggiamento umano
siete voi, la vostra attività. Quando ci hai accompagnato ieri la gente
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
seduta davanti alle case ci salutava. Siete stati capaci di far accettare
alla gente la vostra attività ed è questo il meccanismo che mi piacerebbe
capire.
Si è concluso il mese scorso un bando per un finanziamento che andava
tra i 3 e i 5 milioni di euro in base alla grandezza, limitato però al
recupero dei centri storici e alle prime case. Perché un’azione di questo
tipo, visto che i centri storici che si stanno svuotando sono tantissimi,
perché attività come questa, o una interlocuzione diretta tra chi pianifica
il territorio e chi pensa di farne uso per attività turistiche, non viene
messa in atto? Perché non si dice queste risorse le diamo anche a chi il
centro storico è capace di recuperarlo per un uso diverso, di questo tipo?
Massimiliano: un altro problema è l’informazione all’accesssibilità,
nessuno, infatti, ci è venuto a parlare di questo bando.
Martino: La gente spesso si lamenta che si parla normalmente del
meridione. Per quanto riguarda la regione Puglia ci sono finanziamenti
europei regionali che non vengono usati.
Umberto: ma non siete mai riusciti a prendere nemmeno un euro da
questi finanziamenti?
Massimiliano: non per l’attività alberghiera, siamo riusciti a prendere
qualcosa per il commercio elettronico che però è un’attività separata, un
altro ramo.
Martino: comunque volendo rispondere a quello che mi ha chiesto
prima, se io fossi Presidente della Regione o Assessore al Turismo
cercherei di svincolare di più il patrimonio culturale, percfhè qui tutto è
vincolato dalla Sovrintendenza. Se uno vuole fare un intervento di
recupero non può perché per la Sovrintendenza bisogna
aspettare i
tempi tecnici che sono 5/10 anni. Ma le chiese rupestri si stanno
deteriorando, saranno 15 anni che i colori e le pitture stanno cadendo e
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
non si può intervenire perché la Sovrintendenza non vuole. Allora io
sbloccherei quel patrimonio e cercherei di darlo in gestione perché tanto
non funziona, è chiuso, è pieno di erbacce e non ci va nessuno, ma ci
sono tantissime persone che vorrebbero vedere le chiese ma non
possono andare perché il luogo è inaccessibile e non ci sono fondi per
poter restaurare, per poter pulire.
Io cercherei di agevolare chi è interessato al recupero di quel
patrimonio. Ad esempio noi ci siamo proposti al comune di Mottola per
gestire a nostre spese, senza nessun tipo di aiuto economico pubblico, il
servizio turistico e la tutela di quel patrimonio ma non è possibile per
via dell’immagine..
Tiziano: a me è capitato ieri di fare due chiacchiere con alcuni ragazzi
proprio di Mottola, ho sentito una grande disillusione nei confronti di
questi luoghi e anche del futuro. Volevo capire se è più speculare
rispetto alla realtà pugliese il caso di persone che vanno sotto le armi o
vanno a studiare fuori e magari tornano in estate perché qua non
trovano le condizioni per crescere, oppure se è più speculare la vostra
idea, quella di quattro incredibili persone che decidono di mettersi alla
prova. La partecipazione conviene se poi non ti vengono date le
possibilità per operare?
Massimiliano: ora come ora direi di no, però se si riuscisse a togliere
quel vincolo burocratico, ma anche in parte culturale, per dare più
spazio a chi si interessa seriamente..
Tiziano: la prima cosa che senti in Italia è “non si può” perché?
Massimiliano: Le chiese rupestri hanno dei dipinti di santi che sono
dipinti alla maniera bizantina, però sono santi della cultura religiosa
occidentale ed hanno i nomi in latino. Volevo fare un’analisi paleografica
su come venivano scritti questi nomi per riuscire a datare meglio questi
dipinti. Ma non solo il patrimonio culturale è gestito e tutelato dalla
Sovrintendenza e non si riesce a fare nulla, anche dal punto di vista
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
culturale c’è una proprietà, nel senso che oggi giorno si dice che quei
dipinti sono tardo–medioevali quando in realtà c’è un autorevole
studioso di storia dell’arte che dice che sono addiritttura a cavallo tra
l’alto e il basso medioevo, però visto che la persona che detiene la teoria
più importante è anche importante a livello pubblico, non si può scrivere
nulla che sia al di fuori dei canoni di quella teoria lì. Quindi c’è una
“proprietà culturale, c’è una proprietà territoriale, patrimoniale ci sono
diverse proprietà con cui confrontarsi”. Io adesso non posso scrivere una
guida turistica qualora mi dessero la gestione diretta di quel patrimonio,
sarebbe difficile scrivere una cosa che non è condivisa da quella persona
o da quell’altra.
Peter: immediatamente sotto Mottola ci sono alcune tra le più importanti
chiese rupestri di tutta la zona. Prima abbiamo accennato alla difficoltà
per un turista di accedervi. Vorrei sapere se funziona ancora l’area
attrezzata nella Gravina di Petruscia che era stata aperta 4 anni fa?
Martino: non funziona, fino a qualche settimana fa era abbandonata; ci
sono state le elezioni ed è stata rimessa a posto ed ora è di nuovo
abbandonata
Peter: il turismo è un dialogo continuo e le cose devono essere rivolte
anche alla gente del luogo. L’area attrezzata sembrava un passo verso la
direzione giusta, invece viene sistemata solo in occasione delle elezioni.
Da lì si può scendere nel villaggio ipogeo, i sentieri sono puliti?
Rosanna: no, prima dell’alluvione nel 2003 c’era un ponte, ora non c’è
più e nessuno l’ha rimesso.
Peter: a Casalruotto i cartelli sono ancora in piedi?
Martino: i cartelli ci sono ancora e addirittura hanno asfaltato la strada.
Peter: per Sant’Angelo ci vuole la chiave?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Massimiliano: per Sant’angelo, Santa Margherita e San Nicola occorre
sempre la chiave, sempre con questo sistema. C’è un ufficio turistico che
lavora, c’è una persona per le chiamate se volete vedere le chiese
dovete andare lì ed organizzarvi con loro.
Martino: Io siccome faccio parte del gruppo delle guide sono abilitato a
portarvi.
Massimiliano: Mi sono capitati dei turisti in moto che volevano fare la
visita ma la guida era senza mezzo, ho dovuto prestargli la mia
macchina così sono stato bloccato qua. Ma era un mio piacere fare
vedere quello che avevamo.
Martino: E nel progetto che abbiamo proposto noi facevamo menzione di
mettere a disposizione una navetta per consentire il trasporto dei turisti.
Massimiliano: Se voi foste venuti con un mini autobus non avremmo
saputo dove farvi parcheggiare, anche se pioveva sareste stati costretti
a parcheggiare giù perché non si può arrivare fino in centro. Anche per
prendere un caffè e vedere il centro storico, non c’è questa possibilità
ora come ora.
Umberto: qualsiasi fazzoletto di 100 m quadri che prendi in questo
territorio ha dentro tanti elementi che appartengono ad una storia di più
lungo corso rispetto a quanti siamo abituati a vederne in Emilia
Romagna. La difficoltà da parte degli amministratori di gestire questo
patrimonio ha portato al congelamento di queste forme, che non sono
capaci di aprirsi a proposte di gestione effettive. Tutto ciò che abbiamo
ereditato viene lasciato a quelli successivi. Qui in Puglia quando ti va
bene sei in un sito di interesse comunitario, in ambito definito di
maggior tutela A. Ci sono i piani di assetto deontologico, di bacino, alla
fine arrivi ad alcuni vincoli, questo, Stefano, prima di arrivare agli
strumenti di gestione e pianificazione locale, perché poi ci sono i piani
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
regolatori del centro storico, il che vuol dire che chiunque voglia mettere
in atto operazioni come quelle che hanno fatto loro incontra serissime
difficoltà. Allora se ci fosse l’apertura a definire, mappare una serie di
risorse si aprono ad una serie di gestioni in base a dei progetti.
Bisogna dare a quelli come loro la possibilità di costruire, partecipare, di
inserire elementi nuovi in un progetto più ampio.
Tiziano: Quante sono le persone come voi?
Martino: C’è chi ha una mentalità aperta, rispetta quello che c’è e il
patrimonio. Ragazzi che magari possono avere la passione, come
Rosanna, per fare un’associazione, una cooperativa che offra un servizio
di guide in lingua o una navetta che vada in giro per gli alberghi a
portare i turisti a fare delle escursioni, ma che fanno se non hanno i
soldi per avviare un’attività propria o non hanno qualcuno che li
supporti? o vanno via sotto le armi, o vanno a Jesolo o in riviera a fare i
camerieri e i pizzaioli.
Rossella: Si crea un’immagine falsa delle Puglia sia nel momento in cui
la regione Puglia fa pubblicità alle fiere con delle immagini di siti
splendidi, che abbiamo sentito in realtà non essere accessibili al turista,
sia facendo trovare tutti questi luoghi aperti per i giornalisti per i quali
vengono organizzati i classici educational.
Massimiliano: Noi diamo il 100% di tutto quello che diciamo e
possibilmente anche di più. L’importante è dire chiaramente che questo
è un paese tranquillo, sicuro, dove si mangia bene, si sta bene si spende
bene però non è Rimini e non c’è quella realtà turistica
Stefano: tu Francesco di cosa ti occupi?
Francesco: io mi sono trasferito da un mesetto qui, a Perugia mi
mancano 4 esami ed ho deciso di finire con calma qui
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Stefano: che clima hai trovato a Perugia? Che tipo di gente? Cosa hai
imparato?
Francesco: parlano sempre di hotel americani, Las Vegas, hotel di 800
camere e ci danno sempre questa immagine ingrandita, infatti quando
sono tornato qui, mi sono accorto che è una realtà completamente
diversa
da
quella
che
ci
descrivono
lì.
Loro
tendono
a
dare
quest’mmagine diversa dalla realtà, o creare altre prospettive, puntano
in alto.
Dell’Italia danno una visione pessimistica, dicono che il rapporto con i
clienti non è come quello americano, l’organizzazione non è come quella
americana.
Stefano: ma tu verrai a lavorare qui?
Francesco: adesso voglio stare qui.
Martino: abbiamo incontrato alcune difficoltà perché le case sono
d’epoca, abbiamo la licenza, abbiamo l’agibilità perché erano già
abitazioni però di per sé la casa così come è non può essere vivibile,
perchè magari manca una finestra, ed è li che ci viene in aiuto
un’amicizia, una conoscenza che ci permette di aprire una buona
finestra, fatta con decoro, che sia in linea con l’estetica. Bisogna fare
una forzatura al sistema per rendere l’ambitazione vivibile.
Stefano: ditemi se siete d’accordo con le affermazioni che io faccio. Il
futuro della Puglia è mare
Massimiliano: no, non solo, se no noi chiudiamo tutti gli altri mesi.
Stefano: Il futuro della Puglia è cultura, arte, storia
Martino: anche
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Stefano: cos’è per voi?
Martino: ma tutto questo messo insieme
Massimiliano: che cos’è il turismo della Puglia.. Secondo me è proprio
l’ambiente, l’ospitalità, il calore della gente. Principalmente quello,
perché la gente quando viene qua si sente a casa sua. È la cosa più bella
che possiamo offrire. Poi col contorno del patrimonio culturale che
abbiamo e la bellezza del territorio.
Dalla storia alla cucina a tutto quello che c’è, anche il modo di vivere un
po’ più spensierato.
Rosanna: secondo me parte tutto dal calore che credo riusciamo ad
infondere nella gente.
Peter: io credo che la loro risposta sia quello che ho cercato di dire ieri:
il
turista reale vuole avere la possibilità di scegliere non vuole essere
indirizzato prima, vuole sentirsi bene dove trova alloggio, vuole
comunque vedere i monumenti d’arte e conoscere la cultura. Questo ci
viene impedito.
Stefano: ti capisco Peter è che oggi abbiamo un problema, per 45 giorni
questo turismo vive di quasi l’80% delle presenze e lo fa negli alberghi e
nei villaggi al mare e che gli diciamo oggi a quelli ce fanno l’80% del
fatturato?
Massimiliano: io vorrei precisare una cosa, da noi quel 65-70% di
occupazione non è turismo, è servizio. Questa è un’attività di servizio
che offre il pernottamento ma non è detto che chi pernotta sia turista:
c’è il rappresentante, lavoriamo con molte aziende, ci sono trasfertisti, ci
sono molti parenti che vengono a Mottola a trovare parenti e non
vogliono dare noie. Per cui se io dovessi dire all’interno di quel 70% di
occupazione che abbiamo, io considero il 15% turista. C’è il turista che
visita alla maniera tedesca, che vuole vedere il territorio, e c’è il turista
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
italiano che viene soprattutto in estate, che vuole un posto comodo per
raggiungere facilmente il mare a prezzi convenienti, e non so fino a che
punto sia un vero e proprio turista. Perché in realtà conosce, ma solo
perché si trova nel posto e non perché lo voglia veramente conoscere.
C’è quello che si ferma per una settimana e vuole andare solo al mare,
c’è quello che va un giorno al mare, un giorno ad Alberobello, un giorno
ad Ostuni.
Peter: una crescita dell’altro fatturato può venire in maniera organica
solo per il tipo di turismo che porta soldi e li porta in brevi periodi ed è
un turismo organizzato. Ci sono paesi, ci sono realtà turistiche che
hanno tutte e due le forme e forse in Irlanda è molto più grande l’altra
fascia. Lì non ci sono interlocutori, lì il contatto è diretto tra chi viaggia e
chi sta sul posto e lì è importante che funzionino queste cose: l’alloggio,
la ristorazione, l’accessibilità della natura che significa sentieri, segnali
stradali, un belvedere creato dove faccio la foto ricordo. Un territorio
come questo che offre arte e cultura deve essere accessibile, però in
maniera diretta. Il turista devo essere in grado di andarci e trovare ciò
che cerca, si può regolare in base agli orari, non pretende di andare a
mezzanotte dentro una chiesa, ma queste cose devono funzionare e se
funzionano diventano i mezzi, come i libri sono i passaparola e tutto
passa sotto il radar di quelle persone che gestiscono il turismo; se
funzionano sono come l’acqua che il buon giardiniere che dà a tutte le
piante, lì dove funziona porta un benessere che viene distribuito.
Stefano: bene grazie.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Intervista a Leo Rielli, del Front Office Salento Griko
Tiziano: come ti dicevo precedentemente abbiamo fatto una ricerca
itinerante sul territorio e abbiamo trovato molte cose interessanti. Di
particolare interesse ci è parso il castello di Corigliano per riuscito la
commistione di diversi elementi nello stesso contenitore: la ristorazione,
il servizio di studio, quello che è cultura con il museo multimediale…
Leo: Sulla carta certamente sì. Va detto che il museo di fatto è chiuso.
Bisogna scendere nel dettaglio per capire la situazione.
Tiziano: il dettaglio quale è?
Leo: che non c’è dietro una direzione seria. Un limite di questo territorio
è che sulla carta vengono spesi tanti soldi in termini di infrastrutture
però poi non c’è una consequenzialità in termini di servizio. Questo è un
territorio
che
ha
una
grande
capacità
attrattiva
in
termini
di
finanziamenti: l’unione europea, la regione, lo stato italiano riceviamo
molti fondi per la tutela della minoranza linguistica. Il problema è che
ognuno di questi fondi ti aiuta a creare le infarstrutture, a recuperare i
monumenti, ecc, dopo di che la palla passa all’ente che c’è sul territorio
e qui passa all’ente unione dei comuni di origine salentina, che di fatto
non esiste perchè non ha un apparato amministrativo, proprio perchè a
livello politico non ha la capacità di sintetizzare gli elementi in termini di
programmazione e quindi perseguire delle linee di sviluppo del territorio
che facciano parte di un disegno più organico. Tutto sembra essere
frazionato sugli interessi dei diversi comuni che ne fanno parte.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Tiziano: parli del consorzio dei comuni?
Leo: unione dei comuni, prima era consorzio, poi dal 2000 è diventato
unione, quindi è ancora più serio come strumento. L’unione nasce per
mettere insieme servizi che devono costare di meno agli utenti, di fatto
l’unione in 6/7 anni non ha creato nessun servizio integrato. Questo la
dice lunga su una situazione che non si è ancora ben delineata. Non solo
c’è disorganizzazione, ma anche una struttura amministrativa molto
ingessata. I poteri del Presidente sono limitati, l’Unione presuppone che
ogni Comune in qualche misura deleghi parte della propria autonomia
all’Unione, cosa che difficilmente si fa su un territorio composto da 11
comuni,
se
pur
piccoli
ma
comunque
con
11
sindaci,
con
11
amministarzioni che spesso e volentieri anche dal punto di vista dello
sviluppo di un territorio corrono da soli pensando di poter con minuscole
realtà ambire a discorsi più integrati. Corigliano, hai detto bene, è quello
che ha avuto la fortuna di avere delle realtà, in particolare la Kalos
Irtate, che hanno stimolato certi discorsi, e anche la politica ha cercato
di sostenere questo processo. Anche qui tuttavia sottolineo che ciò si
deve più all’iniziativa privata o a un gruppo che ha voluto investire su un
certo terreno e che ha contribuito a sensibilizzare l’amministrazione
locale. Io vorrei farti un altro esempio: noi gestiamo il front office
turistico e il sito internet dell’Unione dei comuni della Grecìa Salentina, e
adesso stiamo lavorando alla gestione del sito internet della Notte della
taranta, e siamo in qualche per l’informazione, l’accoglienza, quelli che
stanno cercando di sensibilizzare di più l’Ente Unione. Con fatica stiamo
cercando di fare passare alcune logiche, soprattutto quelle che mirano a
integrare gli eventi col territorio. Adesso la Notte della taranta
finalmente avrà un sito dove saranno indicati anche i trasporti, la
ricettività, i luoghi dove mangiare, stiamo mettendo le schede e gli
itinerari di ogni luogo dove si terranno i vari concerti. Ci stiamo
preocupando di dare concretezza a possibili dinamiche di sviluppo che
possono nascere anche attorno agli eventi. Tu parlavi di Corigliano, io
posso portare l’esempio nostro: a giorni trasferiremo la sede presso
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Palazzo Palmieri a Martignano, dove gestiremo in maniera integrale una
serie di servizi. E’ un altro esempio di finalità istituzionale perché non
avrà dietro servizi commerciale come un bar, ma sarà incentrato sui
servizi alla cultura, rivolto alle imprese turistiche, agli operatori in una
cornice anche molto bella, adatta all’organizzazione di convegnistica,
seminari, workshop. Gli ambienti molto belli e caratteristici: il frantoio
ipogeo, una cappella affrescata, un parco retrostante che viene utilizzato
in modi diversi, le sale superiori come mostra, la sala conferenze.
Stiamo lavorando all’idea di parco culturale come idea di fondo che si
integra con la biblioteca del Mediterraneo, che fa parte dell’istituto di
cultura del mediterraneo della provincia di Lecce che è sulla stessa
piazzetta, l’aula del campus di ingegneria dove si tengono lezioni in
videoconferenza, corsi degli enti locali e altre attività. Stiamo discutendo
con la facoltà di economia perché ci sarà probabilmente anche una
sezione della facoltà che si occuperà di sviluppo del territorio locale che
ospiteremo in una sala a palazzo Palmieri. Da un punto di vista del
servizio stiamo lavorando un po’ in questa logica lo facciamo poi con
situazioni che rispetto ai finanziamenti vengono approvati in misura
minore, quindi con dei rallentamenti che la politica alle volte crea. In
linea di massima l’idea di governare dei processi in maniera integrata
l’abbiamo avviata. Poi con Corigliano, piuttosto che con Carpignano, con
“i ragazzi della cripta”, piuttosto che col “museo della casa contadina”,
casa museo di Ca’ de Mea, stiamo mettendo a punto un servizio di guide
che risponda alle esigenze più ampie e abbia degli standard qualitativi
omogenei da ai tour operator che vogliano integrare i loro percorsi con
la Grecìa. Il problema è che qui non intercettiamo un turismo più di
massa per ragioni strutturali, abbiamo una capacità ricettiva che in
prevalenza è costituita da piccolissimi alberghi Di fatto il nostro è un
turismo che vede nel turista automunito il 90% delle presenze, turisti
che si sono organizzati da soli, utenti che hanno un grado di istruzione
medio alta, più della metà laureata, abbiamo fatto una
indagine per
delineare il profilo di queste presenze.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Tiziano: quell’analisi che avete fatto del target è disponibile on line da
qualche parte?
Leo: non lo abbiamo pubblicato on-line perchè in realtà non lo abbiamo
mai presentato ufficialmente, era un’indagine interna che non è stata
nemmeno finanziata ma che noi abbiamo voluto fare lo stesso.
Quest’anno siamo invece in attesa di un finanziamento, e a giorni lo
dovrei sapere, comunque la rifaremo lo stesso perché ci interessa capire
se si migliora. Però te la posso girare via e-mail.
Tiziano: te ne sarei molto grato, ti do i miei recapiti. Il turismo come è?
nazionale, europeo
Leo: in larga misura è nazionale, per quella straniera la componente
graca è quella maggiore, ma non ho dati precisi perché le nostre
statistiche non hanno consentito sino ad ora un’analisi completa.
Tiziano: voi parlate soprattutto di Salento, ma c’è la possibilità di parlare
a livello regionale oppure l’ottica è quella del Salento? Ad esempio il
museo multimediale di Iatta è molto interessante con tutti questi
manufatti, è un aiuto per imprimere/trasmettere ai turisti la storia di un
luogo, può essere oltre che interessante anche esemplificativo.
Leo: questo sicuro, ad esempio anche noi ci stiamo muovendo in una
logica per la quale la crescita salentina avvine in una sistema turistico
integrato con il resto del salento, e con la Puglia stessa. Tu citavi il
museo di Corigliano: sulla carta quello è un ottimo stumento, quando è
nato è stato concepito con dei caratteri di avanguardia, ma sei entrato
dentro al museo?
Tiziano: no, purtroppo l’ho trovato chiuso.
Leo: quel museo era stato concepito in una maniera molto bella anche
come strumento didattico per i ragazzi: dava la possibilità con gli
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
strumenti informatici, con l’utilizzo di cartoni animati interattivi che
erano fatti per raccontare il territorio, dagli aspetti tipici fino alla lingua,
all’idea di vedere le animazioni che parlano in lingua grica, Però il
comune di Corigliano che avrebbe dovuto tenere aperto quello spazio, di
fatto non lo ha mai fatto per una questione di costi. Come vedi c’è
questo limite. Potenzialmente lì c’è una buona situazione che potrebbe
essere integrata in un percorso regionale, ma c’è un limite: l’ente locale
non riesce a tenerlo aperto.
Tiziano: i giovani non possono trovare occupazione in questi ambiti, poi
non ho dati relativi all’immigrazione, però penso siano alti dato che mi è
capitato di girare ed ho trovato dei paesi che sostanzialmente sono
fantasma.
Leo: adesso non conosco i dati di tutta l’area. Posso pensare qui a
Martiniano, che è la realtà che conosco di più: i giovani in larga misura
vanno via. La regione riceve dei fondi ingenti per la lingua grica; durante
l’anno questi fondi pagano una serie di contratti di collaborazione che
l’Unione assegna dividendoli ai paesi in in maniera matematica in
proporzione agli abitanti, quindi ogni comune “gestisce questi ragazzi
come vuole”. Gli stessi fondi potrebbero essere assegnati per un
progetto complessivo. Di fatto l’Unione non ha un ufficio turistico: siamo
noi che lo facciamo, noi ci occupiamo della gestione del sito internet che
era fermo da 4 anni, finanziato con un Interreg che passava la palla
all’amministrazione e che non riusciva a gestirlo per mancanza di soldi.
Tiziano: da dove deve partire questo circuito salentino secondo te?
Perché noi girando ci siamo interrogati su quali spossano essere i poli di
attrazione capaci di catturare il turismo, la massa, che significa grandi
numeri, ma anche un trend che si sviluppa negli anni e sia sostenibile.
Nella parte nord sicuramente ci sono alcuni poli attrattivi come Castel
del Monte e poi Matera, interessante da questo punto di vista anche se
non è in Puglia; e nella parte sud?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Leo: Alberobello, Ostuni quelli obbligati man mano che si scende giù.
Tiziano: poi però dalla parte della Grecia Salentina voi vi sentite un polo
attrattivo a sé stante oppure pensate che Lecce vi possa aiutare in
questo senso?
Leo: pensare di poter portare il turista solamente nella Grecia Salentina
non ha senso: per i servizi, perché le realtà sono talmente piccole, posso
dormire in un B&B, posso anche provare a sistemare le persone nel
centro storico, magari in un albergo diffuso, ma dobbiamo lavorare su
uno standard di qualità dei servizi che ancora non c’è nel Salento. Io non
ritengo la Grecìa Salentina un’alternativa al turismo salentino. Anche per
una ragione storica, in fondo oggi la Grecìa Salentina è una fascia
residuale di quella che era la Grecia del Salento; paradossalmente era
quella più dimenticata, e proprio il fatto di essere dei paesini lontani
dallo sviluppo che ha consentito di preservare la matrice linguistica. La
Grecìa Salentina, secondo me, in una strategia complessiva, va
integrata con il Salento in generale. Noi ad esempio, abbiamo cercato di
collegare la Grecia alla città d’arte Galatina, e abbiamo una convenzione
per lo sviluppo del territorio con questa area. Si sta cercando di aprire
ad un discorso con Otranto e quindi con la costa. Quest’anno per la
prima volta ci sarà una tappa della Notte della Taranta anche a Otranto.
Noi abbiamo provato a gestire dei gruppi solo in Grecìa per alcuni giorni,
ma già al secondo giorno la gente si annoia, non puoi fare vedere
quattro o cinque frantoi o quattro cinque castelli, devi cercare un mix di
opportunità e di situazioni. Qui a Mattiniano abbiamo inventato questa
formula dell’accoglienza che lega la degustazione a performance
musicali, che spezza un percorso che può toccare la casa museo di
Calimera, che è quindi più culturale, piuttosto che la visita ad un borgo
che può essere Sternatia piuttosto che Collepasso…Cerchiamo di
integrare le cose in modo che ognuno abbia un po’ di tutto.
Tiziano: Quale è la tua ricetta per far passare l’economia turistica e farla
motrice dell’economia del territorio?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Leo: io penso che la sfida si vinca uno sul piano dei servizi, a parte
rilanciare dei contenuti, ma su quello per lo meno c’è una coscienza.
Oggi lo stesso salentino inizia ad essere cosciente che ha un patrimonio,
prima non lo era. Noi rimaniamo sorpresi da come le persone prima
erano abituate a passare per anni davanti ad una chiesa e a non
considerarla,
oggi
invece
passa
un
turista
e
sono
delle
guide
improvvisate. Un territorio va raccontato nella maniera giusta, Spesso
c’è una frammentazione della promozione che non porta da nessuna
parte. Nel nostro mercato del Salento l’azione di promozione deve
essere un’azione coordinata e di sintesi e di questo devono farsi carico
gli enti provinciali, non regionali che ragionano in maniera più estesa.
Bisogna superare questa frammentazione rispetto a tanti interlocutori.
Tiziano: La terra è un elemento fondamentale perché vivendo la terra si
arriva al mare come ad un punto di ristoro. Ho notato che a nord e
anche in altre parti, ad esempio nelle Murge vicino a Bari, ci sono questi
percorsi della transumanza che collegano questi piccoli borghi con le
masserie dove si può vivere una ruralità che è ancora autentica. Ci sono
ancora delle masserie che hanno mantenuto l’architettura originaria,
sono fatte a raggiera con queste piccole strade che un tempo servivano
per collegare direttamente la terra al mare. Nel Salento, nella Grecìa, si
possono organizzare dei percorsi di questo tipo?
Leo: se pensiamo al sistema viario del Salento, la Grecìa Salentina era
uno snodo abbastanza importante, ci troviamo tutti questi elementi, dai
monumenti megaliti, alle cripte, ci sono gli scavi a Soleto dove è stata
ritrovata la mappa più antica che adesso è al museo archeologico di
Taranto. Questa era l’area più emersa che portava ad Otranto, un luogo
di passaggio, Il problema è che abbiamo un’area che dal punto di vista
ambientale e paesaggistico, non è straordinaria. C’è un sistema fatto di
strade di campagna quasi tutte asfaltate, le vecchie carreggiate le
abbiamo quasi tutte aperte, abbiamo pochi residui, penso al bosco, alla
mandra di Calimera, che hanno ancora un loro fascino e che possono
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
essere integrati con dei percorsi costruiti sul discorso della produzione
dell’olio di qualche masseria, del frantoio ipogeo, della cappella rupestre,
quindi con dei riti. Penso a San Vito, al rito del passaggio della pietra
forata come simbolo di fertilità, e questa attività che ancora si fa al
giorno della Pasquetta dove vengono moltissimi turisti. Nella Grecìa si
potrebbero strutturare dei percorsi che uniscono un po’ tutti gli
elementi. Da poco è stato approvato un Intereg che farà una pista
ciclabile su tutta la Grecìa Salentina con delle vie tematiche, ad esempio
qui a Mattiniano avremmo la via dell’acqua che collegherà le pozzelle di
Mattiniano con le pozzelle di Sulino.
Tiziano: la pista ciclabile è stata fatta con un Intereg?
Leo: non lo so nello specifico, ma credo sia un Intereg. Ti anticipo un
altro progetto molto interessante un Intereg Italia-Grecia che si chiama
Gricot, riguarda la realizzazione di un sistema di rete wireless in tutta la
Grecìa salentina ad Otranto a Igoumenitsia. che entro ottobre vedrà la
possibilità di navigare senza filo in tutti i comuni della Grecìa Salentina,
in quest’area, nel gennaio-febbraio 2008 dovrebbe produrre un portale
turistico che rafforzerà questo legame con la Grecia perché sarà un
portale turistico in italiano e in greco che farà risaltare la Grecìa
Salentina, la zona di Otranto
Tiziano: ti chiedo un’ultima cosa Leo, per quanto riguarda il treno del
sud-est, ci possono essere delle potenzialità, delle linee dimesse che
possono essere utilizzate per una mobilità slow?
Leo: io in quello punterei molto perché ci sono anche dei tratti che dal
punto di vista passaggistico sono molto caratteristici, ad esempio c’è la
linea tra Magli e Otranto che è disegnata lungo il sistema viario romano.
I romani presero come punto di riferimento tutti i menhir e utilizzarono
quelli per tracciare le loro strade. In questo tratto che percorre il treno
basta affacciarsi dal finestrino e si possono vedere 5/6 menhir. A
Melpignano sfruttiamo la ferrovia per il concerto, questa è stata una
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
delle grandi intuizioni che ha consentito di togliere un po’ di traffico,
anche se l’anno scorso, che era il primo anno, ci sono stati alcuni
problemi perché il numero delle carrozze era insufficiente. L’idea del
treno può essere una cosa importante, come l’idea di abbinare le soste
nei piccoli borghi con la degustazione piuttosto che col piccolo
monumento raccontato in un certo modo. Il Salento minore, che è quello
che l’Apt sta cercando di promuovere, con le città aperte e con altre
iniziative di questo tipo, ha la necessità di essere raccontata in questo
modo semplice.
Tiziano: poi interessa magari un turismo diverso, anche straniero, che è
in grande crescita.
Leo: esatto. Noi notiamo tutti i dati: cresce il turismo religioso, cresce il
turismo culturale, anche le stesse abitudini di certi utenti che prima
andavano, anche gli italiani, a farsi le vacanze solo a Rimini o in altri
luoghi fuori, oggi hanno capito che ci sono alcuni bacini che con i servizi
riescono ad offrire loro opportunità diverse. Qui c’è un senso anche della
scoperta, di un target di persone che ieri sembravano completamente
avulse dai contenuti culturali piuttosto che artistici. Ad esempio la Notte
della Taranta, che è ormai questo fenomeno giovanile, di grande rito di
liberazione che prima era dolorosa legato al morso della taranta, oggi
rivive in questa voglia di rinascita attraverso il divertimento collettivo. In
realtà il divertimento porta qui da noi degli utenti che poi si trovano a
contatto con situazioni più culturali e artistiche, che rimettono ad una
dimensione che magari non immaginavano di trovare.
Noi ce l’abbiamo messa tutta in questi 2 anni. Il primo anno lo abbiamo
passato cercando di capire dove eravamo, non c’erano statistiche non
c’era niente, siamo andati a conoscere gli operatori, a cercare di capire
quello che c’è sul territorio, poi abbiamo proceduto ad una serie di
sensibilizzazioni rispetto alla politica, che stanno iniziando a dare i primi
frutti. Nel frattempo abbiamo creato dei legami che non fanno certo la
Grecìa Salentina un territorio avulso dal contesto pugliese, regionale,
piuttosto che provinciale. La sede fungerà, proprio con l’idea del parco
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
culturale, da centro servizi alla cultura e all’impresa, anche se
passeranno alcuni mesi per entrare pienamente a regime. Mi auguro che
le indagini statistiche che andremmo a fare quest’anno un po’ ci aiutino
a capire se stiamo facendo bene o meno.
Intervista a un proprietario di una struttura balneare a Rodi
Garganico
G.Romani: Stiamo facendo una ricerca itinerante sul turismo in Puglia,
siamo divisi in due gruppi, partiti entrambi da Bari ma che si muovono in
due direzioni diverse: noi stiamo venendo verso nord, abbiamo fatto
Foggia e Bari e adesso andiamo a San Giovanni Rotondo; l’altro gruppo
sta facendo Salento e Brindisi.
Franco: Noi siamo tutti di Carpino, la scuola di musica popolare, i cantori
di Carpino e insegnamo ai bambini a suonare il tamburello.
G.Romani: partiamo dal vostro lavoro qui a Rodi, prima di tutto ci
interesserebbe sapere quanto dura la stagione turistica estiva.
Franco: noi apriamo a maggio e chiudiamo a settembre, però ci sono alti
e bassi in questo periodo, mentre il top è dal 15 luglio al 27-28 agosto.
G.Romani: siete soddisfatti di questo o vi piacerebbe allungare la
stagione?
Franco: noi siamo soddisfatti, anche se ora con il porto sicuramente la
allungheremo. Fino ad adesso abbiamo avuto degli ostacoli, poche
infrastrutture, poche strutture ricettive ma adesso si stanno creando,
non abbiamo avuto il porto.
Eve: che tipo di turisti arrivano in questo porto, anche persone di
diverse nazionalità, dall’est?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Franco: ora sono soprattutto italiani. Adesso si stanno facendo delle
prevendite anche in Sardegna, dopo che c’è stata la famosissima tassa
sul lusso e stiamo cercando di portare un po’ di gente qua, visto che
hanno riempito le oasi l’anno scorso. Noi abbiamo le Tremiti, abbiamo la
costa slava che è vicinissima a noi, 3 ore di navigazione e poi abbiamo la
costa garganica che è bellissima, fantastica: faraglioni, grotte, tutti
elementi naturali bellissimi. Purtroppo siamo limitati sia da questo
piccolo volo sia da tantissimi altri problemi, infatti spesso ci si insabbia e
le barche più grosse non possono attraccare, tanti motivi che hanno
fatto si che Rodi non crescesse, invece adesso la stiamo rilanciando
anche noi. Questa è una struttura nuovissima, l’abbiamo rifatta l’anno
scorso, perché se c’è un ritorno uno può spendere, altrimenti rimane
quello che è, questa è una legge di mercato.
G.Romani: chi frequenta il vostro bagno come struttura?
Franco: adesso stanno arrivando un sacco di olandesi, belgi, svizzeri,
anche un po’ di tedeschi, che prima non venivano perché amano molto i
camping e molto più attrezzata di noi è Vieste. Chi viene a maggio ama
fare il surf e noi non abbiamo vento così preferiscono spostarsi da quella
parte. Il tedesco non va in albergo ama stare in camping, non è come
l’italiano che si sposta e vuole tutte le comodità. L’anno scorso abbiamo
avuto un bel po’ di francesi e mi hanno detto che hanno trovato questo
posto fantastico.
Guido: le strutture e gli stabilimenti si stanno ingrandendo?
Franco: si, io l’ho definita una piena, chi si trova dentro viene comunque
trascinato perché chi rimane fermo è perduto. Adesso, anche strutture
che in quarant’anni di turismo non sono cresciute, non potranno più
rimanere indietro, dovranno crescere anche loro, sarà un cambiamento
che trascinerà un po’ tutti. Noi ad esempio l’anno scorsa abbiamo deciso
di rinnovare tutta la nostra struttura, dalla spiaggia, al bar, agli
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
ombrelloni per dare, dopo 17 anni, un’impronta tutta nuova e per
rilanciare l’immagine del lido.
Eve: come era prima?
Franco: prima era molto bello, molto caratteristico, simile ai i lidi che
c’erano una volta a Forte dei Marmi, con le cabine con la tettoia con tutti
i paletti, quelli che si vedono in film come “sapore di sale”. Però
purtroppo noi non potevamo più lavorare con quella struttura perché
ogni anno avevamo delle richieste nuove, clienti che arrivavano, quindi
dovevamo per forza ingrandirci. Quest’anno abbiamo fatto anche la
cucina, facciamo poche cose, però usiamo tutti prodotti della nostra
terra, Carpino, quindi il gusto del pomodoro si sente perché è stato
piantato qui, cresce nei nostri orti, non è il pomodoro della serra e
questo fa si che una persona mangi volentieri.
Eve: le olive le fate voi?
Franco: si le facciamo noi, si mettono a bagno nell’acqua col sale, si
lasciano stare non so quanto tempo, circa 6 mesi e perdono quel gusto
amarognolo, “oliva annacqua”.
Eve: quelle sotto olio?
Franco: le compriamo perchè lì ci vuole tutta l’etichettatura, quello che
ha bisogno di conservanti preferiamo comprarlo.
G.Romani: secondo te risolto il problema delle infrastrutture, mettendo
all’interno di queste parcheggi, strade, ferrovie, sarà tutto a posto o
pensi che ci sia bisogno d’altro ancora per migliorare la qualità
dell’offerta?
Franco: secondo noi la ferrovia dovrebbe morire qui a Rodi Garganico e
non a Peschici per un semplice motivo: perché arrivati a Calenella
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
bisogna prendere il bus e andare a Peschici o a Vieste, allora perché
avere questo pezzo di ferrovia che ci toglie un tratto di lungomare dove
noi potremmo fare ad esempio un parcheggio? oppure si potrebbe fare
un metrò sotterraneo, questa potrebbe essere un’idea visto che adesso
sono stati spesi un sacco di soldi per sistemare la ferrovia, perché hanno
fatto la linea veloce. Da San Severo ci metteva un’ ora e 20 e adesso ci
metterà un’ora e 10, per quei dieci minuti sono stati buttati tutti quei
soldi ed è stata tagliata tutta la montagna.
G.Romani: Cosa pensi dei lunghi tratti di costa Vieste-Peschici che non
sono accessibili perché ci sono reti e divieti?
Franco: per legge ci dovrebbe essere tra una proprietà e l’altra un
accesso di 5 metri per quanto ne so io. Anche a noi quest’anno è
arrivata una nuova normativa che dice che nei lidi ci deve essere
l’accesso. Noi a Rodi non abbiamo mai negato niente a nessuno. A
Margherita di Savoia bisognava pagare l’ingresso per passare. Tutte
queste cose andrebbero riviste ed eliminate perché il cittadino deve
avere dei diritti. Per quanto riguarda i pezzi di spiaggia libera i comuni
dovrebbero mettere a disposizione almeno un bagnino, per dare un
servizio a chi non può o non vuole prendere un ombrellone. Magari si
potrebbe far pagare 5 euro di parcheggio così la famiglia che arriva ha la
sua spiaggia, con la sua doccia, il salvataggio al mare perché qui ricade
tutto sulle nostre spalle anche il salvataggio delle spiagge libere e
questo non può avvenire perché per legge ogni 80 metri di fronte mare
si deve avere un bagnino, io ne ho 70 ed ho un bagnino ma se devo
controllare anche la spiaggia libera diventano 150 metri.
G.Romani: che tipo di turista vi aspettate o vi piacerebbe avere?
Franco: da noi è quasi tutta gente che è emigrata, che è andata al nord
e che ha la casa qui di proprietà dove ritorna d’estate, il resto sono
ospiti dell’albergo che è qui sopra e che provengono da tutta Italia, ogni
settimana c’è il ricambio, quindi è un altro tipo di lavoro. Noi abbiamo un
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sacco di ombrelloni stagionali ma le persone vengono qui solo alcuni
giorni, così alla fine siamo sempre vuoti. Siamo legati alle strutture, se
ci sono strutture c’è gente che viene al mare, se abbiamo solo gli
appartamenti il lavoro è limitato.
Intervista a un proprietario di uno stabilimento per camping
Giannermete: le macchine possono arrivare fino al campeggio?
le macchine possono arrivare fino al campeggio poi ci sono 2 parcheggi
che hanno servizio navetta per chi non vuole andare a piedi, in genere
sono i più giovani, mentre i più anziani vanno a piedi .
Eve: Un italiano o uno straniero perchè dovrebbe venire qui, quali sono i
motivi?
Michele: uno dei fattori più interessanti è che ancora abbiamo questo
paradiso, anche se non è merito nostro. Alla domenica qua arrivano i
lanzichenecchi della domenica: abbiamo appena pulito tutta la spiaggia,
ma lunedì si trovava un bel po’da fare. Perché la gente viene qui, si fa la
sua giornata in spiaggia anche se ci sono i cesti butta lo stesso la
spazzatura in spiaggia e in acqua.
Questo paradiso speriamo di riuscira a tenerlo. Qua non ci sono delle
costruzioni mastodontiche nelle vicinanze. Ci teniamo a che anche le
costruzioni non superino un tot di altezza e rimangano quindi a livello
degli alberi d’ulivo.
Eve: non c’è il rischio neanche che ciò accada in futuro?
Michele: no assolutamente. Questo è il Parco Nazionale del Gargano,
dobbiamo attenerci ad una serie di vincoli ambientali e la maggior parte
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
li rispetta. Fino a qualche anno fa nelle zone qui intorno sono stati fatti
scempi con i condoni.
Michele: dovete andare a Mattinata sul porto. Quando partite? State
ancora qualche giorno?
Eve: l’ambiente sicuramente, tutto il contesto naturale, paesaggistico
secondo te è la cosa più importante e quella più attraente?
Michele: se uno vuole stare tranquillo, dipende da uno cosa cerca.
Certamente qua non siamo a Rimini o a Riccione, non abbiamo
discoteche. A Rimini e Riccione non c’è neanche questa bellezza,
però sulla spiaggia ti fanno i masaggi, gli idromassaggi. Io non mi metto
a fare i massaggi, lascio così come è naturale, perché a me l’artificiale
non è mai piaciuto, su tutto come anche il mio campeggio, rimane così,
autentico.
Eve: lui è francese vuole farti una domanda s ed’estate si organizzano
qui rave party con i giovani, visto che è un fenomeno che sta prendendo
piede anche qui. La polizia arriva facilmente?
Michele: eh si…, non so in Francia come sono i carabinieri. I rave sono
una bella gatta da pelare per loro, certo non è un a zona da lasciare
franca, questa è una zona da turista, per chi vuole stare nudo, la
mattina, tranquillo qui volendo adesso si può fare, mentre prima
rompevano le scatole. Però è vero, è una spiaggia che ci presta, la
mattina, il pomeriggio non c’è molta gente; nei periodi di maggio giugno
e settembre lo si può fare tranquillamente.
Si può fare canoa, surf un po’ meno perché non c’è molto vento
Eve: Se tu potessi scegliere un cliente preferito, un tipo di cliente, chi
vorresti avere?
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Michele: i tedeschi, perché sono tranquilli.
Michele: questa è la motonave che va alle isole Tremiti, parte la mattina
da Manfredonia va alle tremiti e ritorna la sera…certo non è bella…
Eve: lì stanno costruendo tantissimo come mai?
Michele dovete chiederlo a loro, io sono di Mattinata. Lì mi sa che hanno
fatto un piano di zona, per case, cooperative, non vorrei sbagliarmi.
Eve: Quello che ci siamo chiesti, abbiamo visto che ci sono 15000
abitanti a Monte San’Angelo: cosa fanno?
Michele: Monte Sant’Angelo era più grande di Manfredonia moltissimi
anni fa. Adesso i giovani sono tutti universitari, laureati, Monte
sant’Angelo in Puglia è il paese che ha più laureati, perché non sapevano
cosa fare e si laureavano, mentre noi più sfigati, che sapevamo cosa
fare ci troviamo senza laurea e pure senza lavoro o quasi e quindi se la
passano meglio loro. A parte gli scherzi, Monte Sant’Angelo è una città a
parte, acculturata, medievale.
Eve: a Monte Sant’Angelo vanno i pellegrini…
Michele: i pellegrini sono a San Giovanni Rotondo è di riflesso a Monte
Sant’Angelo, ci vanno e vengono trattati molto meglio a Monte
Sant’Angelo che a San giovanni Rotondo.
Padre Pio dovrebbe aprire gli occhi e pigliare la mazza, povero Padre
Pio..liquore di Padre Pio, autolavaggio di Padre Pio…
Anche la chiesa ci guadagna un bel po’: mica puoi andare così alla
chiesa di San Giovanni Rotondo, ti devi mettere un velo e pagarlo 2 euro
però quando te ne vai se glielo ridai e non ti ridanno i soldi
La chiesa nuova l’avete vista? E’ come un palazzetto dello sport.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Una nuova concezione di chiesa, non sono architetto ma non sono cose
che si fanno. Li ci puoi fare il rave. Qui è per un live non per un rave, ho
degli amici tedeschi che faccio suonare dal vivo qui e la gente
impazzisce.
Eve: Cosa chiedi all’assessore al turismo?
Michele: uno io ribadisco sempre la questione dell’aereoporto, che per
me è fondamentale. Io ho visto dei paesini di quattro anime ed hanno
l’aeroporto, l’aeroporto è vita, l’aeroporto, è turismo, è sviluppo,
l’aeroporto è tutto, ormai non esiste più un posto senza l’aeroporto. Poi
anche i treni, la viabilità, il servizio dei pullman, anche i servizi turistici.
Vai a Foggia a chiedere un’informazione all’ufficio del turismo, e non ti
sanno rispondere, che se ne vanno magari ai caraibi un mese di
vacanza, non com’è fatto il Gargano, uno di Foggia non sa che esiste il
Gargano, come uno di Perugia.
Eve: ci chiedevamo se tu e tutta la gente di qui volete veramente
i
turisti
Michele: si, che abbiamo una faccia da “no non ci venite”?
Magari, diventerebbe il lavoro primario, il turismo che dovrebbe essere
un lavoro primario è invece un lavoro stagionale, da noi perché poi si
lavora, se il tempo è bello, 30 giorni.
Michele: Ho un sacco di amici sposati che purtroppo si fanno 3 mesi a
Baia delle Zaghere e cinque mesi a Canazei, o in montagna, o a Livigno,
si fanno la stagione invernale e la stagione estiva. Perché non ci sono
turisti ad Aprile e a Novembre e quei pochi che vengono trovano tutto
chiuso.
Eve: Ci si potrebbe organizzare per portarli, voi operatori turistici del
Gargano poi sareste disponibili, avreste voglia?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Michele: certo. A febbraio-marzo non esiste, ma già da maggio con le
strutture esistenti è possibile che si possa lavorare, ma avendo una
garanzia: un tot alla settimana, famiglie. Io per aprire su il campeggio,
poichè ce l’ho in gestione, devo a mia volta aspettare che il gestore
venga ad aprirmi, e se mi apre deve avere delle garanzie, io gli devo
dare delle garanzie e voi dovete dare una garanzia a me, voi intesi come
agenzia.
Giannermete: però è anche un gatto che si morde la coda, un turista
viene se trova aperto, ma se non si apre…allora all’inizio deve esserci
l’investimento, casomai il primo anno è di rimessa.
Michele: c’è la navetta, il supermarket, il bar, il bagnino il guardiano la
notte, per aprire una cosa del genere sono già 5 dipendenti, e non vorrei
esagerare ma sono 7000 euro al mese.
Giannermete: appunto uno sarebbe disposto a dire ci faccio un
investimento di 3 anni per vedere almeno se questa cosa ha un seguito.
Michele: io ho un progetto che non è stato finanziato ma approvato, non
è una cosa mastodontica ma se tu investi 100000 euro e ci guadagni
1000 euro non fai l’investimento perché deve essere proporzionato al
lavoro e lì dovresti investire un miliardo per poi prendere 20000. Se non
ne hai devi trovare chi ti finanzia, poi non riesci nemmeno a pagare i
mutui, ti trovi incasinato come si trovano tanti. Sono progetti a lungo
termine secondo me. Vieste si muove in un altro modo, gli operatori di
Vieste sono già diversi da quelli di Mattinata, perché gli peratori turistici
di Vieste la maggior parte stanno in politica, fanno parte del comune,
sono assessori, sanno meglio i problemi e le necessità che abbisognano
tutti.
Giannermete: avete anche il problema della frammentazione del
territorio?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Michele: si anche, un po’ perché le regioni hanno demandato ai comuni,
per un periodo non si è capito molto su come ci si doveva comportare.
Eve: qua nel Gargano secondo te i comuni dei paesi e le amministrazioni
come stanno lavorando?
Michele: si parla sempre del gargano, di Vieste e di Peschici però ci sono
anche altri comuni limitrofi tipo Mattinata, Rodi Garganico…ad esempio
Carpino che è un paese all’interno del Gargano chi lo conosceva?
Eve: è famoso per la musica, ci sono i musicisti
Michele: bravo, ci sono i musicisti, ci sono le fave di Carpino, come le
patate di Avezzano eppure fanno un festival della musica ad agosto e la
gente
ha
conosciuto
Carpino,
ci
sono
meno
abitanti
di
Monte
Sant’Angelo, ma lavora di più, e ci credi che non conosco Carpino?
Eve: è conosciuto in tutta Europa, i Cantori di Carpino sono a livello di
quelli della taranta
Michele: adesso ci diamo da fare a Mattinata; c’è il premio faraglioni,
delle serate enogastronomiche che fanno in piazza con tutti gli operatori
turistici, sono delle iniziative che vanno bene.
Eve: Feste tradizionali che si fanno da sempre?
Michele: le feste tradizionali sono le feste popolari, le feste dei paesi.
Mattinata 14-15-16 le feste patronali: La Madonna della Luce, a
Manfredonia a fine agosto a Vieste l’hanno fatta ora.
Vieste si trova meglio perché ha due tre feste, la festa patronale, san
giorgio poi c’è il periodo in cui i tedeschi vengono giù per la pentecoste,
quindi alcune strutture iniziano a lavorare già da maggio, da fine aprile.
A Vieste è un lavoro che si può fare perché Vieste si presta, ha la
sabbia, c’è il surf, ci sono altre attività anche a noleggio, ci sono le
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
barche a vela o altre strutture. Ci sono i miei amici tedeschi
che mi
dicono ma perché non lo pubblicizzi? E io rispondo ma fatti gli affari tuoi.
Frank: ma non la vuoi la pubblicità?
Michele: sto scherzando. Dipende il turismo non voglio fare la selezione
però sto dicendo che come turismo noi accettiamo tutti ma il problema è
che non abbiamo strutture adeguate ad ospitare gli anziani, e disabili. Ci
sono ancora dei problemi, in spiaggia ho la passerella quindi puoi
portare un disabile direttamente in acqua, però siamo ancora messi un
po’ maluccio.
Frank: la cosa che odi di più che faccia un turista straniero quando viene
qui.
Michele: mi da fastidio quando viene col cane e non ha il cane al
guinzaglio e dice di non sapere l’italiano. Il suo cane in uno stabilimento
deve stare al guinzaglio, anzi in tutta la spiaggia non ci può stare nessun
animale.
Eve: però ci sono delle culture differenti
Michele: la cultura non la metto in dubbio, io rispetto la cultura, però
come proprietario del cane sai che c’è molta gente che può avere paura,
in Francia le persone portano il cane senza guinzaglio?
Eve: sono un po’ più tranquilli sui cani. in Italia c’è un po’ la nevrosi
sembra che il cane ti debba sembre aggredire.
Michele: però in Francia il proprietario si porta il sacchetto e la paletta.
Qui non lo fa.
Ho dovuto attrezzare degli appartamentini proprio perché la gente viene
col
cane.
In
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altri
villaggi
non
vengono
accettati,
erano
degli
333
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
appartamenti che si prestavano ognuno col suo spazio antistante, ho
messo il cancelletto così possono tenere il loro cane.
così ti sei procurato un’opportunità in più di lavoro, hai fatto un piccolo
sacrificio però sei stato intelligente.
Michele: accetto anche i cani, anche in campeggio. Per forza perché
adesso ci sono un sacco di persone che non hanno bambini ma hanno
due
tre
cani.
A
Vieste
ad
esempio
non
accettano
cani,
negli
appartamenti non accettano cani, si dovranno attrezzare anche loro
spero.
Gli altri che vengono, pochi francesi e pochi inglesi, soprattutto tedeschi
svizzeri e austriaci ma di più tedeschi, questo è il posto loro: vengono
qua, nudi, leggono, stanno tranquilli in campeggio, non cercano
l’animazione. Il vero campeggio è quello, voi in Umbria non è che vi
devo insegnare, siete maestri in questo. Avete tutto per la tranquillità e
poi ci sono quei posti come ad Assisi che per usare i bagni ti chiedono un
euro..però ti fanno lo scontrino fiscale, qui vai in un bar e il bagno è o
chiuso o guasto, non è possibile.
cosa c’è in giro che ti piacerebbe avere qua?
Michele: dei localini che ho visto in Sicilia, l’anno scorso a Taormina ho
visto un locale bello che si potrebbe..anche perché a me piacciono i
locali etnici come arredamento.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Intervista con il proprietario della “Fogliarina”
Tiziano: Mi interessava sapere qualche cosa di più rispetto a questo
progetto, a questi trulli che sembrano così diffusi.
Nicola: non sono così diffusi, questa è un’area ristretta dei trulli, non è
trovano ovunque. Si trovano solamente qui e qualcosa di molto simile a
questi manufatti ci sono in Irlanda
e nel sud della Francia. La forma
conica l’ho vista all’isola di Mann in Inghilterra.
Tiziano: avete fatto fatica ad aprire la struttura a livello burocratico? la
vostra storia quale è?
Nicola: noi abbiamo vissuto e lavorato a Roma per 35 anni ma siamo
nativi di Casano, dopo tanti anni abbiamo deciso di lasciare la città
perché era diventata stressante, caotica, siamo voluti ritornare alle
origini. Questo posto prima era quasi in uno stato di abbandono, ci
abitavano delle persone molto modeste, dei contadini che lavoravano la
terra. Non abbiamo avuto aiuti da nessuno, tutto quello che avevamo lo
abbiamo investito qua. Lo abbiamo fatto per una scelta di vita. Quando
abbiamo aperto questo posto abbiamo ristrutturato con l’intenzione di
fare il B&B in seguito all’esperienza che abbiamo avuto in Inghilterra,
alloggiando in questi posti,. Quando siamo arrivati noi abbiamo fatto
tutto, stiamo ancora ristrutturando, non si finisce mai. A livello
burocratico non c’è niente, se non un’autocertificazione, ma aiuti niente,
ne a livello sia provinciale che comunale
Tiziano: la scelta è stata anche imprenditoriale?
Nicola: no, assolutamente no. Io sono pensionato, se le persone
arrivano sono ben accette ma non ho un business, è una cosa che ci
aiuta ad arrotondare la pensione.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Tiziano: lei come vede questo turismo in Puglia? Perché se da una parte
ci sono alcune forme di turismo che sono fuori dal mercato, tipo il
balneare…
Nicola: forse non siamo abituati ad avere il turista. La gente è stata
colta all’improvviso da questo boom, io parlo di quest’area, non parlo
della Puglia in generale, che conosco relativamente. Conosco, la
provincia di Brindisi perché ci vivo. Questo posto è stato baciato da Dio,
le persone non hanno saputo cogliere il significato e le opportunità che ci
sono, ci sono tante opportunità di lavoro, specialmente, per i giovani se
solo la provincia incrementasse gli investimenti e gli aiuti.
Tiziano: Da un punto di vista economico, la Puglia è stata considerata la
California del sud. Quest’ idea secondo cui un’economia si può reggere
anche al di là del turismo è attuale? E i turisti cosa cercano?
Nicola: qui al di là del turismo, a tutti i livelli, non squisitamente il
turismo da riposo, c’è tanto, dall’archeologia all’arte.
I turisti cercano dei posti unici. qui siamo circondati da dolmen, menir,
da cave tipo i sassi di Matera. la Gravina di Puglia, ma anche Massafra,
sono eccezionali. Ma per accedervi non ci sono orari; una volta è aperto
un’altra no…uno va e non è sicuro di trovare il posto aperto. Ignazia che
sta sul litorale, è stato un famoso porto romano, il comune non fa tanto
per incentivare le visite , non c’è niente nel paese che dica al turista che
c’è l’anfiteatro romano.
Tiziano: io ho trovato una contraddizione palese, ci sono secondo me dei
grossissimi esempi di campanilismo, di individualismo a livello di scelte
imprenditoriali per quanto riguarda il turismo. Questa cosa dovrebbe
predisporre un’incentivazione al miglioramento, alla qualificazione di
quello che si ha, invece sembra che l’incuria regni sovrana.
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336
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Ed è abbastanza strana questa cosa perché una città come Brindisi, che
ha comunque delle potenzialità, dice che “Bari ci toglie il turismo con
l’aereoporto”.
Nicola: Tra Brindisi-Bari c’è antagonismo da sempre perché Bari è il
capoluogo, è una città grandissima rispetto a Brindisi, che è molto più
provinciale. Indubbiamente Brindisi ha, non dico tanto quanto la
provincia di Bari, però è una città portuale. Ma c’è campanilismo; non
vorrei chiamarla invidia tra i paesi: qui se il cisternese parla dialetto non
si capisce, perché sono due lingue diverse, non ci capiamo a vicenda.
Qui quando abbiamo aperto noi eravamo i soli ad avere il B&B ora ce ne
sono una decina: se io dovessi essere pieno mi verrebbe dire guardi
telefoni in questo altro posto, ma le altre persone non lo fanno, non c’è
questo spirito come quello che ci può essere in Toscana e Liguria dove
da sempre sono abituati a trattare col turista ad avere le cooperative, i
consorzi.
Tiziano: quindi è un problema di dialogo. Che tipo di turista si prefigura,
vi prefigurate per un domani? Chi è il turista tipo della Puglia? Un
giovane, un americano che vuole saccheggiare la terra pugliese come ha
fatto in Toscana e in
Umbria, un italiano che cerca delle città d’arte
diverse, una persona innamorata del mare?
Nicola: qui ci sono tutte queste persone, tutte quelle che ha citato. Ci
sono quelli che sono venuti qua e hanno fatto gli affari: inizialmente il
trullo costava pochissimo e la gente che ha capito, tipo i Barbagi che
trent’anni fa hanno scoperto questo posto ed hanno investito molto
comprando a pochissimo, hanno realizzato delle case molto belle. Poi ci
sono stati gli inglesi con materiale pubblicitario enorme, fino a ieri sui
quotidiani inglesi c’era la pagina della pubblicità della Puglia, dei trulli in
particolare. Sono arrivati tanti milanesi, ci sono molti lombardi che
hanno investito.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Tiziano: su che cosa punterebbe per migliorare il turismo in Puglia? su
un prodotto particolare?
Nicola: Certamente incentiverei i servizi al turista.
Intanto opererei sui trasporti, poi metterei un calmiere sui prezzi in
generale, dai ristoranti alle case, ai trulli. Qui se prima un operaio
spendeva
50-60
euro
al
giorno,
adesso
spende
120-130
euro.
Ristrutturare un un trullo, se prima ogni cono poteva costare 5 milioni,
ora costa 7000-8000 euro. I prezzi sono saliti alle stelle. Il locale non ha
più l’opportunità di investire, mentre viene qui l’americano, oppure
l’inglese che con la sua valuta riesce ancora a comprare bene.
Poi qui non ci sono trasporti, non cè un luogo di ritrovo a Cisternino, non
c’è una piazza vera e propria, non c’è un cinema, un teatro; se uno
vuole andare al mare e non vuole prendere la macchina, nonostante il
mare sia a 13-14 km, non ha modo. Siamo alla stessa distanza di Ostuni
dal mare: Ostuni l’anno scorso, aveva messo a disposizione del turista
dei pullman ad orari che li portava dal paese al mare e viceversa. Cosa
che a Cisternino non gli passa neanche per la mente.
Tiziano: il servizio navetta. Secondo quanto mi ha appena detto lei crede
in una commistione tra prodotti. O crede che il futuro passi attraverso
un prodotto turistico diverso, di prodotti turistici come il balneare, la
ruralità, la musicalità, come la città d’arte. Lei crede che ce ne possa
essere una da valorizzare?
Nicola: Martina Franca ha un festival che, non so se lo sa, ha mosso
tutto il mondo e secondo me si potrebbe anche estendere, invece di fare
solo il festival della musica degli inediti che dura una settimana si
potrebbero fare delle altre manifestazini durante l’estate. A Fasano
adesso c’è Fasano Jazz che è molto bello. Queste cose andrebbero
incentivate
perché
la
gente
apprezza
molto
questo
tipo
di
manifestazioni.
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338
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Tiziano: queste secondo lei sono un po’ un contorno e prima ci si è già
saziati con una buona bistecca e un primo oppure è una pastura per dei
pesci che devono arrivare?
Nicola: no potrebbe essere un’esca per attirare la gente ancora di più.
la gente durante il giorno gira, la sera potrebbe rilassarsi con la musica
e degli eventi particolari. Durante l’estate ci sono tante sagre di tutti i
tipi, dalle orecchiette, al panzerotto, al coniglio, di queste cose ce ne
sono tante, feste patronali… lì vedo che la gente si appassiona, si diverte
se queste manifestazioni musicali, teatrali, di strada fossero incentivate,
la gente starebbe molto più volentieri invece che stare 2-3 giorni
starebbe una settimana. A Cisternino alla gente non importa molto del
turista. Non c’è comunicabilità tra i turisti e il cittadino, non si
rapportano tra di loro.
Tiziano: ma perché?
Nicola: questo è un posto che è stato abbandonato da sempre, ha avuto
questo momento, che secondo me andrebbe preso al volo, di successo,
notorietà che spero non si lasci sfuggire e spero che l’amministrazione
cambi perché se l’amministrazione cambia anche le persone potrebbero
cambiare. L’amministrazione dovrebbe parlare con i cittadini e educarli,
a suggerire di comportarsi diversamente con i turisti perché è l’unica
industria che abbiamo. Qui a Cisterlino non c’è lavoro se non la terra ma
la terra non la vuole lavorare più nessuno perché è pesante.
Tiziano: grazie Nicola
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Intervista a Giacomo Diego Gatta, presidente dell’Ente Parco
Nazionale del Gargano
Guido: come forse le ha anticipato il suo collega, la nostra società, GH,
sta
svolgendo
una
ricerca
qualitativa
per
conto
dell’Assessorato
regionale al turismo della Puglia, nell’ambito della quale stiamo
contattando i maggiori esponenti del turismo in Puglia, per questo
volevo fare qualche breve domanda anche a lei. Volevo iniziare con una
domanda generale. Quale è secondo lei lo stato di salute attuale del
parco del Gargano da tutti i punti di vista, cioè come funziona, come è
fruibile anche dal punto di vista ambientale?
Gatta: il parco del Gargano gode di ottima salute, certo potremmo fare
di più e meglio se avessimo più risorse. Abbiamo delle risorse
economiche che io giudico scarse per il ruolo consistente, per le funzioni
e le mansioni che sono rimandate al parco dalla legge dei parchi e da
quelle successive e abbiamo una scarsa dotazione organica, per cui
potremmo fare cose ancora più pregevoli se qualcuno assecondasse le
nostre reiterate richieste di avere più denaro e più uomini. Però il parco
dal punto di vista della fruibilità e ambientale gode di ottima salute,
anche dal punto di vista della capacità di intercettare consensi da parte
dei turisti che vengono nell’area protetta. L’anno scorso da un rapporto
Cts il parco del Gargano è risultato il parco più visitato d’Italia
Guido: secondo lei un aumento del personale organico impegnato nel
parco sarebbe da destinarsi ad un incremento sul versante delle
informazioni turistiche e delle escursioni?
Gatta: no, dotazione organica significherebbe eseguire in tempi molto
più rapidi le pratiche ed evadere più sollecitamente le richieste che
vengono formulate al parco, rilasciare in tempi più brevi i pareri, le
autorizzazioni e tutto ciò che attiene al parco dal punto di vista del
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340
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
controllo o per la realizzazione di manufatti e di opere varie e
significherebbe anche godere di uffici molto più solleciti nell’evadere
domande di natura turistica, di informazione che ci vengono rivolte,
sicuramente
un
aumento
dell’organico
risolverebbe
molti
nostri
problemi. Io ho chiesto anche alla regione Puglia di venirci incontro, di
mandarci magari in distacco qualcuno, purtroppo il nostro è un parco
nazionale e fa capo non alla Regione ma al Ministero e il problema va
risolto in sedi ministeriali. Però io sono certo che se qualche unità in più
in organico venisse data al parco e venissero erogate maggiori risorse
economiche potremmo fare grandissime cose.
Guido: certo, quindi si tratta di un miglioramento amministrativo?
Gatta: si, miglioramento amministrativo che si traduce poi in una più
efficace azione di sorveglianza, controllo, presidio dell’area protetta, del
nostro
patrimonio
paesaggistico
naturalistico,
di
prevenzione
e
repressione di crimini ambientali.
Guido: i crimini ambientali si verificano con frequenza?
Gatta: c’è la piaga degli incendi, c’è il bracconaggio, c’è l’abusivismo
edilizio, piaghe che sostanzialmente coinvolgono tutto il territorio
nazionale e il parco del Gargano non fa eccezione al trend, però devo
dire che da noi si è avuto, per fortuna,
un brusco abbassamento dei
crimini perpetrati in quest’area, il parco del Gargano non è tra le zone di
maggiore criticità dal punto di vista sia degli incendi, abbiamo avuto
negli anni passati una riduzione di oltre il 30%, sia del bracconaggio, sia
degli scempi di natura edilizia, che vi sono ma che per i quali
intensificheremo la vigilanza. Tenga conto che io in un territorio di
121000 ettari circa ho appena 25 agenti operativi del corpo forestale
dello stato. Sa che cosa significa? Faccia la proporzione e veda quanti
ettari deve vigilare un forestale… è un’impresa titanica assolutamente
inimmaginabile.
Occorrono
maggiori
risorse
anche
per
riuscire
a
potenziare il ruolo del corpo forestale dello stato, il ruolo di vigilanza.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Guido: il turista attuale del parco del Gargano, da dove arriva, quanto si
ferma, che attività svolge?
Gatta: ci sono diverse tipologie di turisti: c’è il turista mordi e fuggi che
è quello che ci interessa poco, quello che purtroppo connota il fenomeno
turistico religioso, si tratta di pendolarismo turistico. Poi c’è il turismo
più stanziale che riguarda soprattutto la fascia costiera e alcune zone
delle aree interne, per esempio Vieste, Peschici, Mattinate, si tratta di un
turismo più stanziato ma anche lì c’è il turismo mordi e fuggi che è il
turismo vacanziero o del fine settimana, il turista del week-end che è un
turismo che non porta denaro, non crea occupazione, ma porta spesso
sporcizia, disordine e confusione, inoltre porta al congestionamento delle
arterie di collegamento dei grandi centri verso il gargano. Il turismo più
qualificato è quello che invece si ferma da noi almeno una settimana e
che riguarda soprattutto i villaggi turistici, soprattutto la zona di Vieste e
Peschici.
Questi turisti stanno una settimana nel villaggio turistico, 10 giorni,
anche 15, anche se le vacanze si sono accorciate perché le congiunture
economiche non sono delle più favorevoli, spesso si fermano nei villaggi
turistici, talvolta scendono anche nel centro urbano, vanno a vedere gli
spettacoli organizzati dai cartelloni estivi delle singole amministrazioni.
Ci sono anche quelli che da anni affittano le case, quindi preferiscono
villeggiare nel centro urbano più che nel villaggio turistico e che non si
lasciano ingabbiare da quelli che sono i palinsesti degli animatori ma
invece si godono di più una vacanza libera e autogestita.
Guido: secondo lei questo ultimo tipo di turista andrebbe incentivato?
Gatta: soprattutto questo, ma anche quello dei villaggi turistici. Io
personalmente prediligo la seconda forma cioè l’appartamentino in cui
mi autogestisco, mi organizzo, magari conciliando la vacanza balneare
con quella culturale, mi posso organizzare la vacanza diversa, andare a
fare un po’ di trekking, andare a fare mountain-bike, noleggiare un
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
mezzo e andare a vedere i siti archeologici, andare a San Giovanni
Rotondo e Monte Sant’Angelo, voglio dire è una vacanza un po’ più
libera che, per chi non voglia accontentarsi del solito binomio sole-mare
e animazione nel villaggio, da più gratificazioni.
Guido: è un tipo di vacanza che porta maggiore ricaduta sul territorio in
generale?
Gatta: secondo me si
Guido: secondo lei a livello di infrastrutture, e qui parliamo anche di
regione, il parco è servito abbastanza o ha bisogno di maggiori servizi e
collegamenti con l’esterno?
Gatta: il parco ha bisogno soprattutto di infrastrutture relative alla
mobilità e alla viabilità. Noi risentiamo tantissimo di un gap relativo alla
manutenzione delle reti viarie, di un gap relativo alla difficoltà di
collegamento di alcuni centri dell’interno con le zone costiere, risentiamo
della mancanza di un aeroporto a Foggia, che non deve essere
necessariamente un aeroporto di linea ma che almeno possa funzionare
per
i
charter,
infine
risentiamo
talvolta
di
una
non
adeguata
preparazione culturale dei nostri operatori turistico-alberghieri.
Ci sono anche degli esempi di operatori che si sono evoluti, hanno
studiato, conoscono le lingue, abbinano l’efficienza alla cortesia e alla
disponibilità, ci sono altri, invece, che sono rimasti fermi agli anni ’70.
Guido: stranieri ne vede molti?
Gatta: molti no. Diciamo che sono un’ottimista, io vedo un futuro roseo
per il Gargano sempre che ci vengano date risposte adeguate,
soprattutto dallo Stato e in particolare modo dalla Regione. E’ necessario
adeguare le offerte a quelle che sono le domande sempre crescenti da
parte dei turisti, bisogna saper diversificare le vacanze, creare dei
pacchetti turistici integrati perché la gente non si accontenta più di
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343
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
andare a fare una vacanza al mare visto che con 500-600 euro si va a
Sharm el Sheik una settimana compreso il volo aereo. Allora le
motivazioni per cui scelgo di andare a Vieste devono essere diverse: per
vedere il meraviglioso mare di Vieste, godermi il sole, mangiare bene
magari in agriturismo con cibi biologici, genuini, sani, fare la pennichella
in un posto tranquillo e magari il pomeriggio andare a fare una
bellissima escursione alla foresta umbra con qualche guida adeguata, o
andare a vedere qualche sito archeologico o fare una giornata di turismo
religioso mistico alla grotta di San Michele o a San Giovanni Rotondo.
Differenziare l’offerta in modo tale che il turista vada a casa non solo
accecato dalla luce del sole ma anche da autentiche emozioni vissute in
luoghi diversi e in situazioni assolutamente variegate.
Guido: noi un paio di settimane fa abbiamo attraversato, seppur non con
la dovuta calma, anche il Gargano e abbiamo visto che in realtà
l’accessibilità al mare è molto limitata in questa zona, soprattutto dalla
presenza dei villaggi turistici che recintano spiagge, coste e lasciano
pochissimi spazi.
Gatta: questo è un problema serio. Io ho condiviso la battaglia qualche
tempo fa relativa alla maggiore accessibilità delle spiagge e della costa
in genere, perché spesso recintano, precludono l’accesso, e si può
accedere alla spiaggia soltanto pagando il biglietto per il parcheggio.
Condivido questa battaglia perché il mare è di tutti e le battige sono di
tutti al di là di quello che è lo spazio relativo alle concessioni. Credo che
riguardi un po’ tutta la costa, non soltanto il gargano. E’ un problema
serio, ci sono delle zone dove effettivamente ci sono dei guardiani che
non ti fanno entrare..
Guido: si l’abbiamo visto e ci è sembrato che togliesse un po’ della
fruizione e ponesse un limite alla godibilità del Gargano.
Gatta: Bisogna contemperare nel migliore dei modi le esigenze relative
alla tutela della proprietà privata con le esigenze relative alla collettività,
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344
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
alla fruizione di beni che sono rivolti a tutti. Bisogna trovare delle
formule che garantiscano sia la prima che la seconda esigenza.
Guido: negli ultimi anni le strutture ricettive dell’area del Gargano sono
in evoluzione secondo lei?
Gatta: si in grande evoluzione. Io credo che il Gargano negli ultimi anni
abbia fatto grandissimi salti di qualità grazie anche a talune leggi che
hanno consentito la riqualificazione di vecchi camping, di strutture e
formule ormai superate. Devo dire che oggi ci sono dei villaggi turistici
di grandissimo livello, si tenga conto poi che il Gargano ha circa il 60%
della ricettività regionale, non stiamo parlando di un fenomeno
sporadico, stiamo parlando di un fenomeno turistico
che è ormai
consolidato, che va avanti da oltre 20 anni e che ha un trend in continua
ascesa. Negli ultimi tre anni i flussi turistici hanno registrato un trend in
positivo, l’anno scorso addirittura l’area protetta garganica è stata la più
visitata d’Italia e questo non è un dato irrilevante. Credo che
meriteremmo maggiore attenzione da parte della regione Puglia. Non è
una nota polemica vuole essere una sana provocazione.
Guido: secondo lei questa attenzione in che politiche si dovrebbe
concretizzare?
Gatta: prima di tutto in una maggiore visibilità sui mass media. Io
lamento che del Gargano si parli molto meno rispetto al Salento, ad
esempio sul tg regionale pochi servizi sono dedicati al Gargano e forse
troppi al Salento. Per prima cosa ci dovrebbe essere una sorta di equa
distribuzione dello spazio e della visibilità mediatica. Punto secondo ci
dovrebbero essere nella programmazione 2007-2013 delle buone risorse
destinate a quest’area visto che contribuisce in maniera rilevante
all’aumento del Pil regionale. Il Gargano è l’area che produce il pil
maggiore della provincia di Foggia, quindi per sillogismo aristotelico
contribuisce ad accrescere il pil regionale, per questo motivo crediamo di
meritare una particolare attenzione nella prossima programmazione
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
degli
interventi
da
destinare
alla
Puglia
e
alle
aree
turistiche.
Desideriamo inoltre essere ascoltati di più, essere coinvolti di più nelle
scelte strategiche sul territorio dei prossimi anni, perché noi più di altri
enti possiamo ottemperare le esigenze della protezione e conservazione
della natura con quelle dello sviluppo socio-economico perchè la stessa
legge a darci questo mandato.
Guido:Io la ringrazio
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
4. Contributi scritti degli scouter
Rapport final pour GH de Franck Michel
Le tourisme dans la région des Pouilles (Puglia) en Italie du Sud
I. Des hypothèses aux questions : éléments de réponses
- Si les routes sont globalement bonnes voire très bonnes, la
signalisation – notamment des sites et lieux touristiques – pourrait être
meilleure. Pour les transports publics, il faudrait focaliser sur une
meilleure utilisation du train dans un but de développement touristique
(par exemple, inciter les visiteurs à prendre le train, et donc aussi
proposer dans les gares des informations en anglais, allemand…) Le
cyclotourisme est l’autre moyen de transport et surtout de tourisme qu’il
faudrait promouvoir à une échelle beaucoup plus grande qu’à l’heure
actuelle. On pourrait imaginer par exemple de très beaux circuits à vélo
entre les trois belles cités de Altamura, Gravina in Puglia, et Matera
(même si cette dernière se situe dans la région voisine). Enfin, la
randonnée pédestre devrait également être plus encouragée sur place.
- Le degré d’hospitalité est très variable, les habitants n’étant pas trop
habitués à répondre aux visiteurs avec des discours stéréotypés, comme
cela peut être le cas dans les sites touristiques majeurs dans d’autres
régions italiennes. L’exemple de Michele, responsable de restaurant et
rencontré sur « sa » plage, assez isolée non loin de Mattinata, prouve, si
besoin était, que les belles rencontres humaines restent une réalité
touristique approchable ! La qualité en matière d’accueil est là aussi très
variable, et souvent l’accueil dépend de la formation reçue par la
personne concernée.
- Les autochtones perçoivent leur territoire avec fierté et ne semblent
pas trop s’interroger sur le bien-fondé ou non de la présence touristique.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Sans doute existe-t-il un déficit de communication sur la présence
(souhaitée ou non, souhaitable ou non, etc.) touristique dans la région.
Sauf dans les vieilles villes des cités de la région et sur le littoral (où
touriste rime parfois avec racket : parasol, places, ambiance, etc.), le
tourisme ne paraît que rarement être une priorité pour les locaux. Ces
derniers apprécient leur culture mais ne semblent pas s’inquiéter
particulièrement de la préservation de l’héritage historique et encore
moins de la préservation de la nature… Souvent, et cela est une richesse
indéniable, les habitants sont très accueillants, ouverts à la discussion,
tout spécialement les femmes, souvent plus curieuses et plus souriantes
également !
- Les hypothèses de départ répondent à la réalité du terrain mais parfois
ce dernier ramène à des perceptions différentes. Exemple, les villages –
leur sol en pierre où il fait si bon marcher pieds nus ! – et leur belles
architectures en calcaire, leur atmosphère de village animé, etc., font
que leur mise intelligente en tourisme pourrait être beaucoup plus forte
et élaborée, mais difficile de percevoir un réel engouement de la part
des citadins qui semblent un peu indifférents au développement du
tourisme dans leur cité : d’ailleurs rien n’atteste qu’ils veulent voir plus
de visiteurs… Il reste que la nature peut s’avérer parfois insuffisamment
« touristifiable » si on ne l’accouple pas avec la culture, justement celle
qu’on retrouve dans les villages un peu partout.
- La politique du gouvernement régional devrait opter pour une stratégie
de développement d’un tourisme alternatif et durable, ainsi que mettre
en place d’autres tourismes, comme le tourisme rural par exemple, mais
sans le réduire au seul agritourisme, en le reliant au « tourisme des
villages » et au cyclotourisme par exemple (voir plus loin), sans
développer davantage selon moi tout ce qui concerne le tourisme
balnéaire, à l’exception peut-être des sports nautiques et autres
activités spécialisées.
Afin de rester vraiment en phase avec le réel, il faut distinguer trois
paliers dans le développement touristique de la région Puglia :
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348
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
-
Ce qu’il faudrait faire un jour : les nouvelles pistes à
imaginer, les voies à tracer pour un tourisme éthique, profitable
aux locaux et réellement durable, voire équitable et solidaire. Le
développement touristique idéal et souhaitable ;
-
Ce qu’il faut faire rapidement : les orientations possibles,
concrètement envisageables à court ou moyen terme. C’est, par
exemple, améliorer la signalisation dans le parc national de
Gargano, mettre en valeur le patrimoine social et architectural
des charbonniers et de leurs maisons à Monte S. Angelo,
valoriser davantage et autrement l’héritage oriental de l’époque
de Frédéric II à Castel del Monte et à San Michele (version soft)
ou, plus radical, raser les constructions illégales qui polluent le
littoral
et
ferment
l’accès
à
la
mer
(version
hard).
Le
développement touristique efficace et réaliste ;
-
Ce qu’il faut faire malgré tout : il s’agit ici de limiter les
dégâts déjà constatés sur la plan du (mal)développement
touristique, tout en reconnaissant que la réalité du terrain
touristique n’est pas celle que nous imaginons ou souhaitons
mais celle qu’on observe sur le terrain. Deux exemples dont il
convient de limiter les nuisances : d’un côté l’inorganisation du
tourisme balnéaire oppressant, et de l’autre le succès du
tourisme religieux de masse (avec notamment le « Las Vegas de
la foi », organisé autour de la figure de Padre Pio, à San Giovanni
Rotondo).
Il importe de veiller à éviter de creuser le fossé des inégalités qui risque
de s’aggraver avec un développement touristique mal contrôlé ou mal
orienté : en effet, d’un côté un tourisme de masse balnéaire (et
aussi un tourisme religieux populaire sinon populiste), un tourisme qui
intéresse avant tout des populations modestes, des visiteurs surtout en
provenance de la région, voire des régions voisines mais rarement plus
loin ; d’un autre côté, un tourisme qui risque de devenir trop
élitiste (Puglia attire déjà la jet-set et des VIP, comme d’autres vont en
Patagonie, sans doute pour le côté tranquille et replié de la région), les
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
touristes provenant plutôt du nord de l’Italie ou de Rome, et de
l’étranger aussi. Ils recherchent plutôt l’agritourisme, la nature et la
culture, mais certains aussi des parcours de golf et des plages privées…
En fait, il est à craindre que ce fossé entre les deux publics et clientèles
touristiques se creuse encore un peu plus, hypothéquant la rencontre
entre les deux mondes touristiques. Mais avec les populations locales
également, la rencontre risque de n’avoir pas lieu, ni avec les touristesvacanciers ni avec les voyageurs-bobos… Dans ce cas, les autochtones
sont et vont se sentir écartés du processus de touristification, ce qui
risque de les rendre amers, et plus encore dépendants et passifs. Il
faudrait parvenir à rassembler davantage les deux univers touristiques
puis aussi le monde des touristes avec celui des autochtones. Tout
voyage est d’abord une rencontre avec l’Autre… Il est vrai aussi que les
promesses non tenues, tout comme la corruption rampante, dissuadent
l’action (individuelle ou collective) et démobilisent sinon démoralisent la
population locale, alors tentée de verser dans un fatalisme confortable…
Les attentes ne sont dans ce cas plus les mêmes non plus pour les
acteurs du tourisme local. On cherche à faire le plus d’argent possible, le
plus vite possible… Alors qu’il s’agirait selon moi de faire exactement
l’inverse !
Pour modifier cette tendance lourde, toutes les volontés et capacités
sont conviées. Et surtout des formations en tourisme, mais aussi en
sciences humaines, sont à repenser, à dynamiser, puis à généraliser.
Car, il faut redécouvrir les cultures locales, promouvoir les spécificités
(culinaires, artistiques, etc.) et redéfinir une autre histoire sur le plan
régional (à la fois longue et diverse, afin de sortir d’un manichéisme
inquiétant et simpliste), améliorer les services touristiques, etc.
II. Impressions du terrain (nord de Puglia, juin 2007) et
quelques éléments de réflexion
Une belle image de Puglia qui m’est restée au retour : ces jolis villages
blancs, avec une architecture unique où l’Orient parle à l’Occident et où
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350
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
dans les ruelles une ambiance respire la vie et où des odeurs annoncent
une excellente cuisine…
Autre image forte, négative celle-ci : la dégradation du littoral, l’accès
impossible et les plages réservées… Sauf exception, le littoral de la
« Mer fermée » est bétonné et clôturé. L’accès à la mer et surtout aux
plages est difficile voire impossible pour le novice, qu’il soit touriste de
passage ou habitant de la région. Il importe d’attirer les touristes hors
saison de pointe (notamment au cours des mois allant de mars à juin ou
de septembre à novembre) afin qu’ils puissent profiter des lieux et sites
avant la traditionnelle sur-fréquentation saisonnière qui approche…
L’inaccessibilité aux plages qui sont souvent « privées » au bénéfice des
seuls touristes installés dans l’hôtel voisin, est un phénomène banalisé
tout le long de la côte à de très rares exceptions. Ces occupations
illégales de terrain côtier et ces abus de propriété en bordure de plages
attestent de faits de corruption et de marchandage entre élus politiques
et décideurs économiques. Il reste que, pour les touristes étrangers,
cette mer interdite ou si difficile à trouver derrière les grillages, clôtures,
déchets ou murs de béton, n’est pas une invitation au voyage. Il s’agit
plutôt d’un appel indirect à ne pas séjourner sur place, à ne pas
pratiquer un tourisme doux, et donc aussi à quitter la Puglia pour aller
« vacancer » dans une autre région italienne.
Le tourisme national et régional étant nettement dominant dans cette
partie au sud de l’Italie, il conviendrait de développer un tourisme
« intérieur », à la fois alternatif et intelligent, et orienté sur une clientèle
internationale. Celle-ci sera dans un premier temps plutôt aisée et bien
éduquée, rassemblant aussi bien les « bobos » que les VIP. Mais cette
donnée peut progressivement évoluer, pour aussi se démocratiser, et
alors le voyage élitiste intégrer l’univers des touristes en vacances,
optant
initialement
davantage
pour
le
vide
que
le
plein,
le
divertissement que le savoir. Une forme de « tourisme culturel pour
tous » pourrait ainsi émerger si les retombées locales de ce tourisme
intérieur « intéressent » – dans tous les sens du terme – les
autochtones au moins autant que les visiteurs étrangers. Si le tourisme
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351
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
à Puglia n’hésite pas à prendre des risques là où il faut, en commençant
par exemple à cibler une clientèle touristique internationale, plutôt
éduquée et fortunée, mais aussi exigeante.
Quatre formes de retombées locales sur un tel plan rural sont à
envisager :
1. Sur un plan économique et social : plus de recettes et de
nouvelles infrastructures, les secondes étant liées aux premières ;
2. Sur un plan démographique et au niveau du travail : création
d’un bassin alternatif d’emploi, rural et touristique, avec des possibilités
de décrocher un job – même précaire – pour les jeunes, notamment
dans les services. Conjointement, un phénomène de « retour au pays »
permettrait de lutter contre la désertification des campagnes voire des
villages reculés ;
3. Sur un plan identitaire, culturel et écologique : une plus forte
implication des populations locales dans la gestion touristique de la
région favoriserait d’une part une meilleure conservation du patrimoine
et
d’autre
part
une
meilleure
protection
sinon
préservation
de
l’environnement ;
4.
Sur un plan économique et social : par un effet de mimétisme,
lent mais irrémédiable, des flux de touristes étrangers plus importants
et mieux accueillis vont à terme inciter les Italiens (habitants des
Pouilles et d’autres régions) à vouloir (re)découvrir autrement la région,
ses beautés délaissées et méconnues, et ses vertus touristiques cachés
ou jusqu’alors réservées à une poignée de privilégiés.
Pour ce faire, une nouvelle image est à bâtir : il ne s’agit plus de se
contenter d’un écotourisme ou d’un agritourisme classique par exemple,
mais de regrouper ces formes de tourisme au cœur d’un ensemble plus
vaste : un tourisme alternatif ET durable. Les deux termes doivent
être réunis car il n’existe pas, ici comme ailleurs, de véritable tourisme
alternatif qui ne soit pas durable, comme il n’existe pas non plus de réel
tourisme durable qui ne soit alternatif. Pour atteindre ces objectifs,
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352
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
difficiles pour certains et utopiques pour d’autres, il convient de dégager
quatre critères qui, au préalable, devraient assez impérativement
« guider » les acteurs et concepteurs du développement touristique
dans la région.
Voici les quatre groupes de critères retenus :
1. De l’ambition individuelle et de l’action collective, des efforts et
des
passions
partagés.
Une
volonté
commune
pour
sortir
de
l’indifférence des personnes et d’une gestion parfois très hasardeuse
sinon douteuse ;
2. Beaucoup de persévérance, de détermination et finalement de
courage (économique, politique, etc.) pour mettre en œuvre les projets
lancés ;
3. Un vrai choix alternatif (originalité, innovation, renversement des
habitudes, etc.) qu’on discute mais assume, et qu’on améliore et
perfectionne sans arrêt ;
4. Une forme de radicalité permettant d’aller jusqu’au bout des choses
et
des
projets
économiques,
de
aux
transformation,
démissions
sans
céder
intellectuelles
aux
ou
pressions
encore
aux
compromissions politiques, entre autres facteurs d’enrobement…
Ce tourisme alternativo-durable est propice à donner à la région Puglia
une nouvelle image touristique, plus authentique quant à ses propres
valeurs ou traditions, et plus ouverte au monde quant à sa dimension
géopolitique, historique (Frédéric II, etc.), artistique, etc.
Concrètement, sur le plan du développement touristique régional, cela
nous donne deux pistes – et bien plus d’itinéraires à imaginer, construire
et commercialiser – où l’identité de la région se trouve certes honorée,
et donc aussi les habitants conviés à participer à l’édification de cette
politique
touristique,
basée
sur
deux
orientations
et
imaginaires
particuliers. Ce tourisme repensé est à l’image du meilleur des traditions
régionales, le tout loin du tourisme balnéaire arrivant à saturation très
prochainement.
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353
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Dans
le
cas
de
cette
région,
il
s’agit
aussi,
sur
un
plan
de
développement touristique, de mieux articuler les couples Terre-Mer,
Rural-Urbain et Culturel-Balnéaire.
Voilà à mon sens les deux axes – qui parfois bien sûr se recoupent – à
développer à Puglia :
1. Un tourisme rural et tranquille. Deux exemples : l) l’usage de
moyens de transports « doux » et si possible non motorisés est
encouragé (train, vélo, randonnée) ; 2) la gastronomie, en pleine
découverte pour beaucoup, connaît un succès impressionnant. Ici le
Slow Travel pourrait s’affirmer comme une variante de Slow Food. A
Puglia, tous les ingrédients semblent réunis pour orienter le voyageur
vers la gastronomie et vers un circuit qui pourrait s’intituler, par
exemple, « Les villes blanches de la Haute Murge » ou « Agritourisme :
du bétail au fromage », etc.
Le mot d’ordre pourrait être : « Un tourisme de villages ».
2. Un tourisme culturel et cosmopolite : l’interculturalité, les
langues, les religions, etc., doivent être abordées sous de nouveaux
angles, non manichéens, où la mosaïque culturelle riche de ses multiples
héritages (romain, byzantin, arabe, grec, etc.) bat son plein. Deux
exemples : 1) l’art baroque ; 2) le métissage (musique, arts, danse,
etc.).
Le mot d’ordre pourrait être : « Un tourisme de la diversité ».
Ces deux axes – tourismes de villages et de la diversité – s’insèrent
également au cœur d’une autre réalité touristique, celle qui consiste à
sortir des sentiers battus du voyage organisé, et surtout balnéaire et
religieux : il s’agit par conséquent de promouvoir un tourisme à échelle
humaine, où le touriste n’est plus seulement un client mais d’abord un
participant.
Pour ce faire, il s’agit, je crois, d’articuler deux types de tourisme
particulièrement novateurs et en vogue depuis quelques années ; les
deux types sont aussi très complémentaires :
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354
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
1. Un tourisme événementiel (factuel). Pour contribuer à la
« renaissance » d’un village en voie d’abandon (« désert intérieur »,
exode rural, absence d’emplois et d’activités, etc.), l’organisation
d’événements – artistiques, théâtraux, musicaux, sportifs, littéraires,
etc. – par le biais de festivals, de salons, etc., peut s’avérer salutaire.
Parfois des jeunes trouvent ainsi un nouveau sens à la communauté
villageoise et ces événements deviennent souvent des marqueurs
identitaires forts, au point qu’on voit parfois des étrangers déménager
dans les Pouilles ou ailleurs dans le but de se refaire une vie et une
santé, en proposant des « spécialités typiques » de leur nouveau
territoire et terroir d’adoption… Ce tourisme événementiel permet aussi
à tout le monde de jouir du spectacle, qu’il soit unique ou annuel. La
souplesse de ce « tourisme de l’instant clé » (le moment du spectacle,
du festival, etc.) autorise aussi des audaces autrement impossibles
(improvisation, absence de collusion et de népotisme, etc.).
2. Un tourisme à thème (permanent). Ces dernières années, le
tourisme – et ses pratiquants – luttent contre les circuits trop
classiques, leur préférant des itinéraires plus originaux, fondés sur des
thématiques spécialisées : le baroque, le fromage, la danse, la pêche, la
culture des oliviers ou la route des vins, etc. Ce tourisme-là devrait avoir
un avenir certain à Puglia, d’autant que les produits locaux se
distinguent de ceux des autres régions italiennes. La spécificité locale
(par exemple la « mozzarella de bufala ») consiste à se singulariser par
rapport aux autres régions : il s’agit donc de conserver et consolider les
éléments essentiels et uniques de la société locale.
III. Conclusion : la redéfinition d’une nouvelle identité du
tourisme à Puglia
A côté du tourisme balnéaire d’une part, majoritaire mais sans avenir, et
du très populaire tourisme religieux, il serait à mon avis intéressant de
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355
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
promouvoir quatre autres types de tourisme, sachant que des éléments
de l’un peuvent facilement se retrouver dans l’autre.
Un tourisme rural et tranquille (« Un tourisme de villages »)
Un tourisme culturel et cosmopolite (« Un tourisme de la
diversité »)
Un tourisme événementiel (factuel
Un tourisme à thème (permanent).
La revalorisation touristique du territoire doit faire preuve d’originalité et
de volonté de la part de toutes les parties concernées (politiques,
économiques, institutionnelles, sociales, etc.). Une nouvelle identité
touristique est toutefois aussi – et surtout – à élaborer de concert avec
les habitants de la région. Et à l’issue de cette étude de terrain, à côté
de la volonté affirmée de certains autochtones d’œuvrer en faveur d’un
autre
tourisme,
plus
sain
que
le
tout-balnéaire
chaotique,
une
interrogation demeure : « la majorité des habitants, des agriculteurs,
des
villageois,
etc.,
souhaitent-ils
véritablement
développer
le
tourisme ? ». La réponse n’est pas évidente, comme nous l’a démontré
les situations dans certaines Masserie (où l’activité touristique est
accessoire en comparaison de l’intérêt porté aux réceptions officielles
pour les fêtes et mariages, etc.) ou dans l’absence de signalisation des
chemins de randonnées ou d’informations précises à l’intérieur du parc
de Gargano (en effet, des pancartes avec le logo du parc sont
nombreuses, mais des informations sur la faune, la flore, la culture ou
encore des itinéraires de marche, etc., sont beaucoup plus rares ; par
ailleurs, les limites du parc ne sont pas très claires pour le touriste qui
fait des aller-retour entre terre et mer dans cette partie de la région). Il
n’était donc pas exagéré de penser, à telle ou telle occasion de notre
périple, que beaucoup de personnes (officielles ou non, acteurs ou
pratiquants
régionaux
du
tourisme)
ne
souhaitent
pas
vraiment
développer le tourisme dans leur région. Une position qui peut aussi se
défendre (c’est par exemple ce que l’on constate parfois dans certains
lieux ou sites en Corse). Malheureusement, l’un des constats qui
s’impose – il suffit d’observer les paillotes et autres propriétés illégales
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356
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
qui fleurissent sur le littoral, sans autorisation ou à l’aide de la
corruption – est que d’aucuns considèrent que le tourisme est une
excellente chose puisqu’il permet de gagner rapidement et plutôt
facilement de l’argent (surtout en contexte balnéaire), tandis que
d’autres estiment au contraire que le développement local et durable
passe avant tout par la pérennité d’un tourisme sain réellement
bénéfique aux habitants de la région.
Au final, ce tableau pas forcément très prometteur – surtout si le
courage, l’innovation et la formation se sont pas au rendez-vous –
montre qu’une projection sur le devenir touristique est difficile à
diagnostiquer
ou
même
à
évaluer.
Des
déceptions
–
l’exemple
emblématique est sans doute la « mer fermée » devenue inaccessible au
touriste moyen ! – et des désillusions diverses hypothèquent assez
fortement les chances de « retours » pour les touristes étrangers ou
même nationaux (peu de visiteurs reviennent à l’occasion d’un 2e ou 3e
voyage…).
« Puglia, une autre Italie ! » sonne pourtant comme un exemple positif
de qui pourrait se faire et se dire. Autres mots et propositions, à mon
sens les plus pertinents : « Le goût d’une autre Italie » (The Taste of
Another Italy).
La construction d’une économie touristique, globale et durable, consiste
à ne plus se satisfaire
de
« coups » stratégiques, qu’ils soient
opportunistes ou politiques, ou les deux.
Il s’agit donc d’organiser l’univers du tourisme, c’est-à-dire aussi
d’anticiper sur les flux, les demandes, les perspectives, les capacités,
etc. Une exigence de professionnalisme est indispensable et la formation
des jeunes aux métiers du tourisme est sans doute la préoccupation la
plus importante et la plus urgente. Des formations réadaptées et
repensées en fonction des nouveaux enjeux touristiques, mais aussi
géopolitiques, sociaux, historiques, etc. Des études prospectives et une
meilleure planification touristique sont également essentielles.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Sur le plan historique, nous avons vu à quel point la région gagnerait à
reconsidérer une approche trop manichéenne (à propos par exemple de
Frédéric II, personnage clé de la région). Pourquoi ne pas présenter la
région des Pouilles comme le trait d’union d’un bout d’Europe où l’Orient
et l’Occident se sont mêlés, certes avec trop de larmes et de sang, mais
aussi avec de réelles tentatives d’ouverture à l’Autre, comme l’atteste
l’architecture médiévale et même certaines coutumes ou musiques
régionales,
avec
leurs
influences
ottomane,
arabes,
grecques,
balkaniques et autres… « Puglia, un pont entre l’Occident et l’orient » ?
Voilà aussi une piste à défricher, d’autant plus que le présent rattrape le
passé, à l’heure où les migrants de la misère et du Sud tentent de
débarquer sur les côtes italiennes : la Méditerranée, est-elle un « mur
d’eau » ou Mare nostrum ? Un autre marketing touristique, créatif et
courageux, pourrait ici orienter le discours vers plus d’ouverture,
culturelle et religieuse, politique et autre, faisant le pari qu’en évoquant
la réalité d’un monde en mouvement, où les migrations – touristiques ou
non – n’ont jamais été aussi nombreuses et enrichissantes.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Contributo scritto di Michaela Namuth
L’ALTRA PUGLIA
Sono tornata da due giorni dal viaggio in Puglia. Ho visto tante cose, le
impressioni sono frammentate e le immagini girano ancora liberamente
per la testa. E’ difficile ordinarle e strutturarle. Ma vedo davanti a me
due oggetti portati a casa dal viaggio: una bottiglia di olio d’oliva e una
conchiglia. Vorrei parlare di loro, narrare due piccole storie: una triste e
una più allegra.
Ho comprato l’olio in un frantoio del Gargano, sulla strada fra la Foresta
Umbra e Vieste. Si tratta sicuramente di un posto turistico, c’è un
cartello grande e un parcheggio. Il frantoio si presenta come capannone
piatto e lungo. All’interno c’è un bancone di acciao, qualche mensola con
bottiglie di olio e altri prodotti tipici: liquori, lampascioni, taralli, biscotti
etc. Sembravano tutti ottimi prodotti, anche belli da vedere. Ma per
degustare l’olio dovevamo stare in piedi davanti al banco di acciao ed
aspettare che un ragazzo ci versasse il liquido d’orato in bicchierini di
plastica. Questo gesto era tutt’altro che una tentazione. Dovevo
sforzarmi ad assaggiare quest’olio crudo e nudo, magari un pezzettino di
pane
ed
un’oliva
avrebbero
aiutato.
Siamo
mica
degustatori
professionali, noi e gli altri turisti che passano. Il ragazzo, che già aveva
una faccia un po’ triste e un po’ annoiata,
divennne ancor più triste
quando gli chiedemmo quale fosse la differenza tra olio normale e olio
biologico. Non sapeva bene che dire. Gli mancavano le parole per far
apprezzare i prodotti meravigliosi che stava vendendo. Sono uscita
comunque con una bottiglia di olio. Poi in macchina abbiamo assaggiato
i biscotti che uno di noi ha comprato dal ragazzo triste. Erano
buonissimi. Ma nella mia testa rimane l’immagine fissa del banco di
acciaio con sopra i bicchieri di plastica.
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359
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Poco tempo dopo siamo arrivati a Vieste, piccola città vicino alla Testa
del Gargano. Un posto di mare, i colori dominanti sono bianco e blu.
Abbiamo trovato subito posto in un’alberghetto vicino al mare, ci ha
accolto una ragazza di circa 25 anni, coetanea del ragazzo triste, ma
molto sorridente. In cinque minuti avevamo sei camere libere, belle e
pulite: un’operazione che in altri alberghi sembrava una missione
impossibile o molto costosa. Mentre gli altri del gruppo andavano a
vedere un villaggio turistico, ho fatto la turista a Vieste. Ho comprato
dentifricio e cartoline e ho fatto una passeggiata fra negozi di souvenirs
e caffè con tavolini di plastica rossa. In mezzo, su un cartone per strada,
era in mostra una bella collezione di conchiglie.
Dietro stavano i
venditori: una fila di sei sorrisi irresistibili. Il capobanda di circa otto anni
voleva due euro per la conchiglia più bella. Io volevo pagare solo uno.
Dopo uno squardo nella cassa vuota hanno accettato. Ho aquistato una
bellissima conchiglia e mi è stato concessa anche una foto di gruppo.
Eravamo tutti molto soddisfatti dei nostri affari. Con i soldi guadagnati
con le conchiglie loro si volevano comperare prima un tavolo per
allestire meglio la merce e poi tanti gelati. Le potenzialità imprenditoriali
ovviamente non mancano nella Regione Puglia. Basta farle crescere.
Stanca dello “shopping” ho preso un’aperitivo sul lungomare di Vieste. Lì
sta fiorendo una nuova Rimini, una nuova Italia anni sessanta. Coppie
giovani con bambini che si possono permettere la prima vacanza in
Italia. Oggi questi turisti non sono più tedeschi ma vengono dalla
Slovachia o dalla Polonia, i nuovi paesi della communità dell’euro. Loro
non cercano il trekking e la cucina genuina ma la passeggiata sul
lungomare e il gelato.
Forse sono loro i nuovi turisti balneari che sta
aspettando la gente della zona di Zapponeta, la costa fra Margherita di
Savoia e Manfredonia. Lì regna l’abusivismo più irriducibile. Sulle
spiagge si trova di tutto: case di latta e legno, villette rosa, macchine
abandonate, muri di cemento, capanne per gli attrezzi agricoli e trattori
arrugginiti. In mezzo c’è qualche contadino che si sta allargando dal suo
campo verso la spiaggia dove ha piantato qualche ombrellone e un
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360
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
baretto in vista di una movimentata stagione. Da queste spiagge
sorgono immagini inquietanti e tristi.
Tutt’altro invece sono le impressioni del viaggio all’interno della Puglia
del Nord. Abbiamo visto posti già turisticamente sviluppati e posti che
sono ancora da scoprire tramite la storia, le storie e le particolarità
geografiche, culturali e gastronomiche che offrono. Un esempio di
turismo sviluppato e – a prima vista – ben organizzato è Monte S.
Angelo. Il posto offre un centro di turismo religioso con chiese, negozi,
ristoranti, alberghi etc. che non invade tutta la città ma è ben
circoscritto. Intorno è rimasto intatto un paese mediterraneo che
dispone inoltre di una particolarità: le casette a schiera che erano
costruite per i carbonai che lavoravano nel bosco. Questo aspetto, che
intreccia storia, architettura e cultura, potrebbe dar spazio a una
narrazione del luogo che va oltre il limitante turismo religioso che trova
la sua peggiore espressione a San Giovanni Rotondo. Ma secondo me il
turismo dei pellegrini è un discorso a parte non valutabile con criteri
generali del settore turisitico e perciò vorrei saltare nel mio racconto
questo posto così ostile a qualsiasi forma di spiritualità.
La mia scoperta personale invece è Ruvo di Puglia. Un posto di
straordinaria architettura, una cattedrale mozzafiato, negozi con prodotti
tradizionali e stradinein cui perdersi. Nasconde inoltre un museo che, a
mio avviso, è uno dei gioielli della Puglia. Penso di non aver mai visto
una collezione così completa e ben conservata di terracotte antiche. Non
immaginavo tutto ciò quando alla Pro Loco ci hanno dato un depliant sul
“Museo Nazionale Jatta”. In un’arco di due ore eravamo gli unici
visitatori ad ascoltare le spiegazioni del Signor Michele, guida e custode
della collezione. Lui non ha tanti ospiti neanche nell’alta stagione estiva.
Il museo è frequentato sopratutti da tedeschi e americani, i visitatori
italiani scarseggiano. Questo per me è un fatto veramente sorprendente.
La storia del museo è legata fortemente alla storia della cittadina che da
200 anni è segnata dalla scoperta della Necropoli nel suo territorio – che
ha arricchito anche la collezione della famiglia Jatta. Ruvo si trova inoltre
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
in vicinanza della costa molto frequentata dal turismo balneare e
dell’aeroporto di Bari. Insieme a luoghi come Altamura e Gravina in
Puglia potrebbe far parte di un’itinerario turistico non limitato alla
stagione estiva. Anzi, potrei immaginare benissimo una vacanza
natalizia fra queste antiche mura, visite dei numerosi luoghi della storia,
passeggiate nei dintorni e degustazione di vini rossi e dolci pugliesi.
Forse è proprio questa l’impressione più forte di questo viaggio. Vorrei
tornare in autumno o addirittura in inverno a camminare nel fresco,
visitare i luoghi che non ho potuto vedere e gustare meglio i piatti della
montagna che durante l’estate passano un po’ innosservati. E magari
ritornare anche sulla costa quando ombrelloni, bar improvvisati e turisti
a grappolo sono spariti.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Contributo scritto di Luigi Parmeggiani
La ricerca sul territorio
•
Quali
sono
i
valori
distintivi
della
Puglia
rispetto
ai
competitors turistici
-
Unicità dei centri storici, 2 diverse tipologie costruttive: borghi
sul mare case bianche e nell’interno pietra, caratteristiche
comuni:
pavimentazione
mediterraneo,
monumenti
di
lastre
che
si
di
pietra,
integrano
e
esotismo
si
fondono
perfettamente con le costruzioni circostanti, breve distanza tra
un borgo e l’altro.
-
Borghi vivi e vissuti dagli abitanti (è così tutto l’anno?)
-
Gravine e ricchezza degli insediamenti rupestri (comprendendo
anche Matera) che non può non essere considerata pur essendo
in Basilicata ma morfologicamente annessa alla Murgia.
-
Zone agricole che uniscono in modo armonioso l’entroterra al
mare.
-
Prodotti enogastronomici tipici e unici
-
Clima, inverno mite e primavera ed autunno ideali per il viaggio e
probabilità di precipitazioni più bassa che in altre regioni (media
precipitazioni settembre/maggio Bari 48 mm – Palermo 58 mm –
Napoli 94 mm) .
-
Presenze nelle stagioni su elencate che permetterebbero una
ideale fruibilità degli spazi e dei luoghi.
-
Prezzi che in queste stagioni sono nettamente più concorrenziali
-
Presenza (almeno per il nome) di un Parco Nazionale
•
Quanto
sono
realmente
fruibili
i
patrimoni
turistici
presenti
-
Apertura musei, negozi, pro loco con orari tipici del sud Europa
che può andare benissimo nella stagione calda ma nelle altre
stagioni?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
-
Difficile accessibilità al mare se non attraverso proprietà private
(villaggi, campeggi ecc.) ma… nelle altre stagioni immagino
impossibile arrivare al mare vista la chiusura dei cancelli.
•
Quanto è fruibile il territorio di per sé?
-
Trasporti pubblici insufficienti e soprattutto non danno garanzie
-
Strade buone con un buon fondo, buoni i collegamenti con le
strade statali o superstrade, ottima rete di strade minori per una
mobilità alternativa. Segnaletica efficiente relativa alle strade,
nulla relativa ai percorsi fuori dalle strade (sentieri, mulattiere).
•
Qual è la qualità dell’accoglienza e dell’ospitalità?
-
Buona l’accoglienza e la disponibilità da parte delle persone in
particolare delle donne, credo però che necessiti una formazione
approfondita e specifica sul piano della professionalità delle
persone che lavorano direttamente a contatto con i clienti.
-
Riguardo alle strutture ricettive, manca forse in generale,
soprattutto nell’entroterra, una soluzione “intermedia”.
-
Hotel: 4 stelle con prezzi piuttosto alti senza una politica di
riempimento e quindi di tariffazione “a giornata”
-
Hotel: 3 stelle pochi (nell’entroterra), spesso non corrispondenti
alla reale categoria
-
Masserie: la maggior parte create per i ricevimenti con poca cura
dell’ospite ed un tipo di accoglienza che nulla ha a che fare con
l’agriturismo
-
B&B: troppo costosi rispetto ad altre regioni italiane concorrenti
-
In generale comunque la maggior parte delle strutture è
organizzata per lavorare da fine giugno a fine agosto
•
Gli abitanti come percepiscono il loro territorio e il turismo
che
ospita?
Conoscono
e
valorizzano
il
patrimonio
presente? Sono accoglienti verso i turisti?
-
La percezione che ho avuto è che gli abitanti non sono pronti ad
accogliere un turista “diverso” da quello classico balneare, forse
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
non lo conoscono neppure e quei pochi che oggi si avventurano
sono ancora visti come “bestie rare” che fanno cose strane come
andare in bicicletta o camminare tra le colline coltivate. Credo
inoltre che la maggior parte delle persone e soprattutto i giovani
non conoscano la grande potenzialità turistica che possiede il loro
territorio. L’accoglienza e la disponibilità degli abitanti mi è
sembrata comunque buona.
•
Le linee di sviluppo ipotizzate appaiono sostenibili? Sono
coerenti con il territorio?
-
Io credo che puntare sul turismo balneare sia inutile, è quello che
è stato sempre fatto e ne vediamo i risultati. Credo invece che un
turismo più itinerante, con vari mezzi (piedi, bicicletta, mezzi
pubblici, auto, barca), quindi un turismo di scoperta e non solo di
svago che unisca in uno solo i 4 prodotti, sia la carta vincente per
il futuro.
•
Cosa dovrebbe fare in concreto, la Regione per sostenere i
prodotti principali? Che direzione dovrebbero prendere le
politiche di sviluppo?
-
Nell’ottica di realizzare quanto detto sopra, è necessario agire su
vari livelli e con tempistiche differenti:
-
Innanzi tutto trovare un forte slogan ed un marchio regionale che
abbia un duplice obiettivo; rendere la popolazione residente
orgogliosa di appartenere e di identificarsi nella loro Regione e
dare al turista un’immagine innovativa e turisticamente appetibile
di questo territorio (tempi medio/lunghi)
-
cominciare agire sulla popolazione (fin dalle scuole materne) per
creare una vera identità legata al territorio, raccontare la storia
della società (tempi lunghi)
-
Creare itinerari per tutte le tipologie di mezzi di locomozione
(tempi brevi)
-
Formazione del personale turistico (tempi brevi/medi)
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365
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
-
Censimento e segnalazione reale della ricettività alberghiera ed
extralberghiera con una scala di valutazione regionale che prenda
in considerazione vari parametri e che diventi uno dei punti di
forza dell’offerta (tempi brevi)
•
Quali sono gli aspetti del paesaggio, dei paesi, delle città e
delle popolazioni che più colpiscono e perché;
-
le gravine per la storia che contengono e per la diversità del
paesaggio che spezzano sia fisicamente che visivamente
-
la Murgia con le sue valli coltivate e non
-
I borghi con i loro centri storici intatti
-
Le scogliere sul Gargano
-
Il lago di Varano e la spiaggia corrispondente sul mare per la
particolarità e la minima antropizzazione dell’ambiente
Credo che gli elementi più belli e piacevoli del nostro viaggio siano stati
incontri casuali con “personaggi” che vivono sul territorio e che sono
stati capaci di raccontarcelo.
La curiosità in ciò che vediamo è stimolata o da vedute particolarmente
suggestive o particolari, da racconti o letture che stimolano il nostro
immaginario, da particolari o insiemi antropici costruiti secoli prima e
che ci raccontano anche senza parlare la storia e le vicende dei popoli.
Le delusioni ahimè sono molte, innanzi tutto l’abusivismo diffuso sul
territorio,
la
gestione
del
turismo
balneare
che
ha
permesso
l’inaccessibilità al mare, l’incuria del patrimonio naturale e la “discarica
diffusa”, la cementificazione e le cinture di palazzi che contornano i
centri storici, le masserie trasformate in saloni per feste, gli abitanti che
accettano o addirittura esaltano le cose così come stanno, i bambini che
nel 2007 buttano ancora le cose per terra, il disinteresse verso il
patrimonio comune.
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366
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Quello che porto a casa è un’immagine di un territorio bello, con grandi
potenzialità ma, che deve mettersi in discussione e partire dalla base
per crescere.
I maggiori concorrenti sono sicuramente Sicilia e Campania che sono
molto simili alla Puglia dal punto di vista di un’offerta globale di turismo
itinerante e hanno molti problemi in comune.
In definitiva io credo che, se si riuscirà a lavorare sulla popolazione,
incominciando dai più piccoli per arrivare alle ultime generazioni, se si
riuscirà a creare un sentimento di appartenenza al proprio territorio, se
si riuscirà a far emergere le particolarità e le specificità dei luoghi, delle
attività e della storia sociale si potrà offrire qualche cosa di nuovo e
appetibile per il turismo.
Il lavoro è lungo e impegnativo, per tanti aspetti non immediatamente
monetizzabile ma necessario per lanciare la Puglia verso un turismo a
360°.
•
Cosa fare: (idee a ruota libera)
-
un accordo tra assessorato al turismo e assessorato alla pubblica
istruzione dove per creare un progetto pluriennale stabile di
educazione ambientale e al territorio da realizzare nelle scuole
materne e di 1° e 2° grado
-
Creare
(atto
legislativo)
e
formare
le
guide
ambientali
escursionistiche (la Puglia è una delle poche regioni in Italia che
non ha ancora legiferato in merito)
-
Studiare e creare itinerari sul territorio che siano facilmente
individuabili, fruibili, raggiungibili
-
Censire la reale ricettività alberghiera ed extralberghiera con una
scala di valutazione regionale ed unica in Italia ma veritiera,
affidabile ed aggiornata annualmente, che diventi uno strumento
indispensabile per il turista. Questo potrebbe avere 2 valenze la
prima diventare uno dei punti di forza dell’offerta, la seconda di
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367
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
conseguenza stimolare chi è stato valutato e presentato al turista
in modo scarso ad adeguarsi e quindi a migliorare l’offerta
-
Formazione per operatori e imprenditori del settore turistico
-
Creare vincoli alla realizzazione di masserie da cerimonie ed
incentivare le “vere masserie”
-
Cominciare a rendere più accessibili i litorali e studiare la
fattibilità di itinerari pedestri o in mountain bike costieri
-
Trovare un forte slogan ed un marchio regionale che abbia un
duplice obiettivo; rendere la popolazione residente orgogliosa di
appartenere e di identificarsi nella loro Regione e dare al turista
un’immagine innovativa e turisticamente appetibile di questo
territorio
-
Mettere a sistema tutte le manifestazioni culturali, folcloristiche,
religiose ecc. esistenti integrate ed inserite lungo gli itinerari
-
Censire
tutte
le
piccole
aziende
artigianali,
di
prodotti
enogastronomici e non, creare una formazione turistica ad hoc,
dare anche a loro una sorta di valutazione ed integrarle nel
sistema
-
Fare in modo che i mezzi pubblici funzionino e siano garantiti in
particolare quelli che interagiscono sui percorsi degli itinerari
realizzati,
valorizzare
in
particolare
le
ferrovie
secondarie
esistenti
-
Realizzazione di itinerari ciclabili o ancora meglio di piste ciclabili
anche e soprattutto su vecchie ferrovie abbandonate, argini e
strade inutilizzate.
Contributo scritto di Peter Amann
(1) ruralità e patrimonio diffuso
La Puglia, più di una cartolina
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368
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Come si viene a conoscenza della ruralità pugliese e del patrimonio
diffuso della regione? Spesso in maniera diffusa tramite depliant con
delle belle foto e poco consigli pratici.
Capire per godere
Nel turismo culturale di gruppi, come viene praticato sopratutto dalla
STUDIOSUS Reisen di Monaco e altri operatori turistici per di piu
tedeschi, ai viaggiatori vengono dati chiavi di lettura per conettere la
ruralità, se anche a volte solo percepita da retroscena durante il viaggio
nel bus, ai prodotti della terra e alla archittetura rurale. Lo stesso aviene
nelle guide turistiche un po piu impegnate. Il problema rimane come far
„leggere“ e di consequenza far vivere al turista/viaggiatore meno asistito
il paesaggio rurale col suo patrimonio diffuso. Agenzie come Puglia
Imperiale
(www.pugliaimperiale.com)
si
organizzano
già
per
far
conoscere il loro territorio, solo che l’uso di lingue straniere ancora lascia
molto da desiderare (sono sopratutto i tedeschi che visitano l’area del
Castel del Monte). L’idea di unire in una rete turistica monumenti,
paesaggi, culture agricole, produttori di olio et al., ristoranti e ricetività e
accativante. Con la creazione di un marchio si cerca di far individuare
meglio l’area circonscritta. Il Gargano (Parco Nazionale), la Murgia
(Parco Nazionale), la costa barese ed il Salento potrebbero diventare
marchi simili. E da far attenzione che la creazione di consorzi vari non
diventi inflationare senza piu leggibilità per il turista/viaggiatore.
Vivere nel trullo e meglio che fare solo la foto
Come si puo vivere la ruralità ed il patrimonio diffuso? Un modo ideale
sarebbe
il
soggiorno
presso
piccole
strutture
ricetive
tipo
B&B,
agriturismi e alberghi in piccole città d’arte, pressuposto che gli osti
conoscerebbero il loro territorio e siano in grado di racontarlo ai loro
ospiti e dare buoni consigli. Qui si tocca il tema fondamentale
dell’accoglienza, che si deve estendere al di fuori dei confini del proprio
paese, delle mura del proprio ristorante, albergo, etc.
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369
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Portare a casa emozioni e esperienze da raccontare ai amici
Credo che sia auspiccabile che il turista/viaggiatore vivesse al meno per
qualche giorno la ruralità ed il patrimonio diffuso in Puglia. Dormire in un
vero agriturismo o in un B&B (in un trullo, palazzo et al.), aver toccato il
tronco di un olivo e dopo aver visitato un frantoio, aver assisitito alla
produzione del formaggio e dopo averlo mangiato, aver fatto la spesa in
un mercato o aver „scoperto“ una piccola chiesa romanica in uno die
tantissimi paesi pugliesi arricchisce la vacanza.
(2) cultura e arte
Si fa fatica studiare l’arte e la cultura
Se per il turista italiano cultura e arte sembrano di poca attrattività, lo
stesso non e vero per i turisti mitteleuropei. Quasi tutti i operatori
turistici tedeschi offrono la Puglia come terra di Federico II., come terra
delle cattedrale romaniche e castelli medievali e pergiunto come terra
dei trulli. Anche nelle guide di lingua tedesca la descrizione di arte e
cultura occupa grande spazio. Dal’altro canto vengono sempre di piu
integrati la natura e il parchi (preferibilmente in forma di santieri da far
a piedi o di un break sulla spiaggia), la ruralità (in forma delle visite di
caseifici, frantoi o aziende vinicole e il benessere (in forma di albergi
accoglienti con piscina). Nei ultimi anni e divenato sempre piu
importante anche la cucina del territorio e recepita come cultura e
adiritura arte (se e veramente cosi buona).
Approfitarsene dei „brand“ piu forti dei altri
Se Campania e Sicilia hanno i „brand“ piu forti, la Puglia ne puo far buon
uso (per esempio: „Federico II. sta sepolto in Sicilia, ma ha visuto in
Puglia“). Mettere in evidenza che cosa la Puglia ha di specifico, ma
metterlo anche in relazione ai luoghi a volte piu conoscuti delle altre
regioni (per esempio: Matera vs. Gravina in Puglia, Mottolà e Massafra).
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370
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Scavalcare i confini
Le Regioni del ex-Regno delle Due Sicilie hanno molte cose in commune.
Qui ha visitato la Sicilia, nel’anno prossimo potrebbe venire in Puglia (o
vice versa). Federico II. e un europeo, la visita del Castel del Monte si
puo inserire cosi in un discorso molto piu vasto. L’arte bizantina nel
Salento o nelle gravine della Provincia di Taranto e Bari (chiese rupestri)
attrae non solo i turisti della Grecia. Matera fino alla meta del 17. secolo
faceva parte della Puglia.
La Puglia e sempre stata una terra di passaggio
Lungo i tratturi grandi greggi di pecore per centinaia di anni hanno
raggiunti il Tavoliere di Foggia e le marine. Edifici rurali e religiosi lungo i
tratturi sono le testimonianze di questa cultura (su questo tema
Umberto Blois avra molto da dire). I tratturi possono ancor oggi
connettere e offrirsi da assi che uniscono un turismo culturale-artisticoreligioso, al turismo del trekking/ciclistico e al turismo enogastronomico.
Masserie adebite da alloggio fanno vivere il tema ancora meglio.
La Puglia da tempi remoti e stata meta di pellegrini o terra di passaggio
di pellegrini, che andavano in Terra Santa.
Le grandiose cattedrali
medievali lungo la costa adriatica non sono solo l’espressione di una
forte religiosità, ma sopratutto riccordo di un florido commercio col
oriente. Percorere la via dell’arte e della storia puo insegnare anche il
oggi.
Inammorarsi della Puglia
Negli uffici informazioni, negli alberghi, ristoranti e sulla piazza si
riconoscono subiti quelli pugliesi, che sono inammorati della propria
terra. Questi per il turista/viaggiatore sono i incontri preziosi. Purtroppo
non sempre e cosi. Piu che la Puglia viene conosciuta dai Pugliesi, piu
diventerebbero fieri e orgogliosi, buone motivazioni forse per far la
conoscere agli altri.
Aprire le porte
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371
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Monumenti chiusi e non accesibili (il caso delle chiese rupestri a Mottola)
non serve a nulla. Peggio ancora se nei libri d’arte ne viene parlato e
turisti
da
lontano
arrivano
per
trovarsi
davanti
port
e
chiuse.
Interessante anche le initiative di Napoli e Palermo („Porte aperte“).
La Puglia fa musica
Sono pocchissime le regione italiane che possono vantarsi di un proprio
„soundtrack“, vale a dire la taranta. (un fenomeno simile conosce forse
solo ancora la città di Napoli). Nonostante la fama della taranta, al di
fuori dei mesi di giugno e agosto se ne averte pochissimo girando il
Salento. Di forte ricchiamo e nache il Festival della Valle d’Itria. I altri
festival sono molto meno conosciuti. Forse, a parte i conoscitori, lo
sanno in pochi che una casa discografica di Monaco di Baviera ha
pubblicata diversi CD con musica jazz e musica di banda della Puglia
(ENJA Records Matthias Winckelmann GmbH, Frundsbergstr. 15, D80634
Munich/München
Munich/München
Germany,
P.O.Box
190333
Germany, Tel. +49 (0)89 18006311,
D-80603
fax +49
(0)89 18006313, [email protected]).
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372
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
(3) natura e parchi
Parchi e riserve sembrano quasi assenti sul territorio. Anche il Parco
Nazionale del Gargano, che potrebb’essere il fiorello della Puglia, al
turista mitteleuropeo sembra solo una facciata. Mancano sopratutto i
sentieri da far a piedi con la segnalettica, accompagnate da buone carte
facilmente reperibile. In Italia il turismo del trekking spesso vieno solo
visto come un turismo di gruppo con la figura della guida locale. In
Germania, Svizzera, Austria, Gran Bretagna e i paesi Scandinave la
gente e abituata muoversi da sola in natura (l’unico aiuto, e da ripetere,
sentieri segnalati sul terreno e sulla carta). I parchi potrebbero essere
modelli di eccelenza per un turismo moderno, ecologico, solidiale e di
salute.
L’economia
turistica
potrebbe
aiutare
mantenere
anche
i
tradizionali paessaggi agricole. Una regione turistica che puo offrire un
ambiente sano e vivibile e sempre un passo in avanti (un caso che lo
prova e il Cilento, nonostante il Parco Nazionale che funziona ben poco).
Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia per il momento quasi non e trovabile.
(4) mare e nautica
La dominanza del balneare nei mesi estivi „rovina“ la costa per le altre
stagioni (spiagge sporche, alberghi e altre strutture chiuse, atmosphera
di abandono – vedi anche „stagionalizazione“). La Puglia spesso si vanta
die suoi 800 km di costa, ma quanti chilometri sono veramente belle e
accessibile tutto l’anno (il Gruppo Nord ha citato come esempio positivo
la Duna di Lésina col Bosco Isola al nord del Lago di Varano)? Dal resto
il turismo balneare nel Gargano potrebbe cadere vittima del propio
successo. Turisti mitteleuropei sotto questo aspetto non trovano molto
attrenti le coste del Barese. Piu belle sono le spiagge del Brindisino e del
Salento. La loro attrazione sta anche nel fatto che siano per buona parte
piu facilmente raggiungibile e non pieno di stabilimenti balneari. Un
esempio molto negativo sono le coste vicino Porto Cesareo con un
grande sviluppo di seconde case, per la maggior parte abbusive. Molto
piu atrenti e invece la vicina costa di S. Maria al Bagno con le sue belle
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373
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
ville liberty (alcuni usati come B&B). Sopratutto turisti stranieri
aprezzano la friubilità delle riserve lungo le coste, dove a piedi dopo una
passeggiata piu o meno lunga si puo accedere ad un mare quasi
intoccato. Un problema che riguarda le coste sono anche i prezzi
altissimi che vengono chiesti nel periodo di punta. Purtroppo i
albergatori communicano spesso solo questi prezzi e si meravigliano che
i stranieri non vengano neanche in altri periodi.
Porti pescarecci e mercati di pesce sono un’altra grande attrazione per il
turista.
Sulla nautica non posso dire nulla.
(5) benessere
Non so rispondere su quello che classicamente viene definito „turismo
del benessere“, il tradizionale termale o pure e il nuovo trend del
wellness.
E sempre desiderabile se turista e gente del luogo (operatori, ma
sopratutto anche i abitanti) si trovino al loro agio o in altre parole si
sentono bene.
Parlando del benessere in forma piu concreta, lo vedo piu come
integrante di molti altri formi del turismo. Qui fa turismo culturale
(monumenti, musei e centri storici), sara ben felice di trovare alla fine
giornata una bella piscina (riempita d’aqua anche in bassa stagione),
una spiaggia accessibile o
un sentiero ombroso per rinfrescarsi e
riprendere le forze per il prossimo giorno.
Benessere in senso largo aumenta per il viaggiatore/turista se sa dove
andare e cosa trovare, in poche parole essere orientato e aiutato
(pubblicità turistica che non solo promette, ma mantiene le promesse;
uffici turistici che aiutano in forma concreta; segnalazioni che aiutano
l’orientamento; ...). L’accoglienza e di importanza centrale per il
benessere
e
cosi
anche
l’alloggio
(un
esempio
piccolo:
turisti
mitteleuropei leggono prima di adormentarsi, ma solo raramente
trovano illuminazione adatta accanto al letto).
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374
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
piccole idee
stagionalizzazione
La parola „destagionalizzazione“ forse e stupida. Ci sono varie stagioni,
che tutti hanno una loro valenza turistica. Il turismo tedesco inizia col
periodo di pasqua, subisce un forte calo a luglio e riprende a settembre
per durare fino alla fine di ottobre. Nonostante che in primavera il mare
anche per turisti dal nord e ancora un po freddino, vanno già al mare. Lo
trovanno poco accessibile e spesso la costa sporca. In autumno la
stagione balneare per i mitteleuropei potrebbe durare fino alla fine di
ottobre, ma gia a settembre molte strutture chiuduno. Questo non e un
grave problema, ma purtroppo torna la mundizia e nessuno pensa di
portala via prima del’estate prossimo. Sono sopratutto B&B, agriturismi
e alberghi nelle piccole città d’arte che si offrono per tutto l’anno. La
Puglia purtroppo ancora non e ben presente nei cataloghi delle agenzie
straniere che offrono case per le vacanze.
turismo in Puglia come commercio equo e business ecologico
Turismo equo significa anche che ci sia una sana relazione fra prezzo e
qualità. Visto che, grazie al low cost, sempre piu turisti viaggiano
col’aereo, la Regione Apulia potrebbe piantare un albero per ogni turista
che arriva, per combattere l’effetto sera. Si sa chi in Puglia vuole il
turismo e quale turismo vogliono?
l’educational al inverso
Per sensibilizzare i funzionari, dirigenti e vari operatori turistici della
Puglia alle essigenze del turista straniero (o anche solo del Nord Italia),
si potrebbero organizzare l’educational al inverso. La gita viene
organizzata per esempio dalla GH Impresa Turistica.
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375
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
turismo organizzato vs. turismo individuale
Il turismo viene ancora prevelamente percepito come turismo balneare
estivo e nei altri mesi come turismo di bus. Non a caso mancano
informazioni concreti e utili per il turista che viaggia in maniera
autonoma.
qualità
Per il turista/viagiatore e molto difficile di giudicare e priori la qualità dei
vari prodoti turistici. Nel caso dei alberghi le stelle non sono indicative.
Anche B&B e agriturismi possono essere giudicati solo con la prova. La
Regione Puglia potrebbe impegnarsi per dare un marchio di qualità che
communque corrisponde alla realtà.
informazioni
Il turista che arrivo al aeroporto di Bari trova solo le offerte del
consorzio turistico COTUP. Elenchi complete delle strutture ricetive
mancano ovunque e se si trovano sono del’anno scorso (se uno e
fortunato, possono anche piu vecchie). Il sito ufficiale della Azienda di
Promozione Turistica Puglia (al meno in lingua tedesca) non fa proprio
onore alla Regione. Vorrei invece citare due initiative, che potrebbero
servire da buon essempio.
Inprimis ho conosciuto il 22.6. assieme a Rosella Righetti a S. Maria al
Bagno, mentre Tiziano e Charline sono andati a vedere i trulli.
Massimiliano è un giovane, che prima di aprire la sua Agenzia di servizi
per il turismo, a preso una laurea di scienza delle communicazione a
Roma, viaggiando a ampliato la sua conoscenze di lingue e poi ha fatto
in
Abruzzo
un
master
di
marketing
turistico
e
communicazione
multimediale (finanziato dal progetto „Bollente spiriti“ della Regione
Apulia). A parte informare tutto l’anno i turisti sul territorio fa il tramite
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376
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
per ca. 80 B&B. Mentre che lui fornisce dati sui flussi turistici ai enti
turistici, riceve poca collaborazione da parte loro.
Inprimis
c/o Massimiliano Boccardo
Lungomare Lamarmora, 101
S. Maria al Bagno – Nardò
tel./fax 0833575161
cell. 3471568059
www.inprimis.net
Conosco da anni Carlo Mansueto. La sua cooperativa e una ideale
cerniera fra turista e le opere d’arte e i musei di Conversano. Offrono
visite guidate anche in lingue, organizzano divertentissimi corsi di
archeologia anche per bambini, aiutano trovare alloggi e offrono giri in
bici.
Coop. Armida
c/o Carlo Mansueto
Piazza Concilazione, 5
Conversano
Tel. 0804959510
Fax 0804090749
www.cooparmida.org
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377
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
impressioni
due porti e due mari
Mi ha piacuto la nostra visita di Taranto e Brindisi nello stesso giorno.
Sono convinto che tutte due le città hanno una valenza turistica piu
grande di quella che cis i pensa. Spezialmente Taranto e molto
affascinante per i forti contrasti e di notte la zona industriale si
trasforma in un paesaggio di forte suggestioni. Mi auguro che col’arrivo
di un maggior numero di turisti, aumentino i servizi con le navi-bus. Poi
Brindisi che sta alla fine della Via Appia, una strada che merita una
maggior attenzione, e un’altro posto che stimola la fantasia del
viaggiatore.
accoglienza
L’accoglienza nel Rifugio dei Vip a Mottola e stata piu che ripagata della
accoglienza che ci hanno dati le ragazze e ragazzi di Villaggio Vecchia
Mottola. Se anche il proprietario del B&B vicino Cisternino non ci ha
offerto un bicchiere di acqua o di vino al’arrivo e ci ha servito una
collazzione alquanta magra, e stato un posto accogliente (lui sarebbe
stato invece in grado di dare ai suoi opsiti vari indicazioni cosa vedere
nei dintorni e dove mangiare). Alla Masseria Torre Pinta forse siamo stati
accolti in maniera troppo invadente. Non e facile trovare la giusta via di
mezzo.
corso, piazza, bar e chiesa
Per me fa ancora parte della mia percezione romantica dell’Italia. La
Puglia per fortuna e piena zeppa di piccoli paesi che offrono i sopracitati
elementi (sopratutto nel Salento).
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378
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Lecce
Anche solo Lecce merita un viaggio in Puglia! Qui, grazie a Pasquale,
abbiamo anche goduto il miglior ristorante del nostro giro.
disillusioni
La costa cementificata intorno a Porto Cesareo conoscevo già. Mi
sembrava solo peggio. Una desillusione per me e stato il Museo
Archeologico di Ugento, di quale non ci sono state piu notizie in paese.
Mi ha sopratutto delluso, che la gente del luogo non c’è mai andato. Poi
abbiamo saputo, che il museo un giorno dopo la nostra visita e stato
aperto in una nuova sede. Purtroppo non abbiamo raggiunti durante il
nostro viaggio spiaggie da sogno (communque ci sono alcune).
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379
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Contributo scritto di Laura Fraser
Report on Itinerant Experiential Research
Puglia-South
Specific Questions:
What are Puglia’s peculiarities with respect to its tourism
competitors?
My comments come from the perspective of an American who has
traveled extensively in Italy. For Americans, Puglia is competing not only
with other regions of Italy—particularly Sardinia, Sicily, and Le Marche,
as they are areas that are attractive to travelers who are more
experienced with Italy—but with other destinations in the world that are
closer and less expensive than Italy, such as Mexico and South America.
With respect to other areas of Italy, Puglia’s best advantage is that it is
less-traveled and less “discovered” (among Americans) than other
regions. For those who have already traveled to Tuscany, Umbria,
Venice, Rome, etc., Puglia is a new adventure. Unlike Firenze, it is a
place where one will not be disappointed to hear English spoken all the
time. The small villages are impressive with their architecture and the
sleepy pace of life. One of the greatest advantages of Puglia is that it
offers a great variety of experience in a rather small territory. One can
go to the beach in the morning, have lunch at a quiet place in the
countryside, explore one or two villages in the afternoon, see a music
concert in another town, and sleep at a masseria. There are also
interesting cities within easy reach for those who appreciate a more
urban experience, and those cities are rich in architecture, art, and
history—Brindisi, Taranto, and Bari. For all the tourist sites Puglia offers,
it does not seem crowded, touristy, or kitschy, except in Alborobello,
Vieste, and some of the beach areas. The towns we visited did not seem
over-touristed, which is a great pleasure for travelers who want a rustic
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380
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
experience and don’t want to encounter big groups on tour buses. A
great advantage of Puglia is that it is not so full of kitschy tourist shops
and tour buses that you cannot see the attractions.
With respect to other places Americans can travel to, Puglia’s peculiar
advantages are the Baroque and medieval architecture, the wellpreserved city centers, and the castles and masseria in the countryside.
Puglia also has the advantage that all of Italy has over destinations in
the rest of the world: great food and wine. An American who is only
interested in sitting on a beach can go to a much better and less
expensive beach vacation in Mexico or Hawaii, but they will not
encounter the gastronomic advantages of Puglia, nor the cultural
treasures.
To what extent can tourism heritages really be used? (Opening
hours of museums, guides and other services)
The tourist services in Puglia were very disorganized. There was no way
of knowing in advance if a church was going to be open, if a museum
would be closed, or where one might be able to find some help finding
an albergo. There is no integrative regularity to the tourist services in
the region. Instead, tourist services, on the whole, seemed unreliable
and random. The tourist and Pro Loco offices often were closed. Only the
churches were usually open. In more touristed cities such as Otranto,
the cultural locations were better organized. There did seem to be some
good maps and guides available in most of the towns, often given by
private proprietors of alberghi.
To what extent is the territory itself enjoyable? (Condition of the
roads and of the signs, public transport, etc.)
The tourist infrastructure of the region is not very strong. It seems
necessary to rent a car to travel in Puglia, but the driving is very
difficult. The road signage is terrible. Even our driver and guide, who are
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381
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
experienced in the area, had difficulties finding the correct roads to
enter and exit towns. Signage on the roads and in the towns to show a
tourist route or cultural itinerary would be a great improvement. The
roads themselves were in decent condition for the most part. Lecce and
Taranto seemed especially difficult to enter the centro storico. We did
not take any trains so I can’t comment on the public transport, although
I did try to take a bus from the hotel on the perimeter of Bari into the
center of town and waited so long (there was no schedule) that I finally
gave up and took a taxi. The public transportation seems less organized
and accessible than in other parts of Italy I have visited. The actual
landscape was mostly enjoyable. The villages and the coast are mostly
very pretty, although the outskirts of the city and some over-developed
beaches were very unattractive.
What is the degree of quality of hospitality and reception?
The reception at alberghi and restaurants varied quite a bit. Overall,
there was a high degree of unprofessionalism. The women who worked
in the alberghi and ristorante seemed more professional and friendly
than the men, in general. We had one experience of particularly bad
service, which was in a restaurant in Mottola, where the waiters were so
rude it was funny. Overall, the impression is that the people who work in
alberghi and ristorante se ne fregano about service. If they are friendly,
it’s because they have a friendly personality. They don’t seem to be
invested in the idea of giving high-quality, professional service, which
would draw tourists back to the area. In some cases, people were far
too personal. My experience dining alone in restaurants in Bari as a
woman was either that I was unwelcome, ignored, or, in one case, the
object of uncomfortable and unwanted amorous attention. In general,
younger people seemed to have a better understanding of professional
service.
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382
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
How do the inhabitants perceive the territory and its tourism? Do
they know and appreciate the heritage? Are they friendly to
tourists?
I was surprised at how well the inhabitants know the history of their
heritage, particularly in Bari. One taxi driver gave me a 20-minute
lecture on the history of Bari, and was very friendly. Overall, I found the
people in Puglia to be friendly. They would say buon giorno and answer
questions. Their knowledge varied quite a bit. In Ugento, for example,
the locals didn’t seem to know where the museum was or whether it was
open. In some places, inhabitants were so eager to talk that it was hard
to escape them. In general, it would probably be helpful for people who
are in the service industry to have a coherent retelling of their history
that they can share with visitors.
Can the hypothesized development lines really be realized? Are
they consistent with respect to the territory?
--Marketing goals: There is certainly an opportunity to establish a new
identity of Puglia’s tourism, particularly in the United States. Puglia is
just becoming trendy as a new tourist destination, and it is the right
moment to create the opportunity to steer the identity in the direction
that will be compatible with tourism that preserves the best qualities of
the region, allows for economic growth, and yet does not spoil the
region or annoy its inhabitants. The identity should emphasize the
villages of the zone, the sense that it is a place that seems to be
unspoiled, and the idea of it being an alternative Italy for people who
are already familiar with more popular destinations in Italy. I confirmed
my hypothesis that Puglia is a place for foreigners who have explored
other parts of Italy with the English-speaking people I met along the
way, whether Americans or English. Puglia is Italy for Italophiles.
Marketing slogans should emphasize the element of exploration and
discovery:
Discover
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Puglia.
Explore
the
Other
Italy.
Italy,
383
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
unspoiled. Italy for those think they know Italy. Back in time,
back to Puglia.
It seems very possible to foster a better distribution of tourism
throughout the year, especially since the summer months, which are
already touristed anyway, are too hot for most Americans. It is the right
moment to take the opportunity to market Puglia as a beautiful
destination for the spring and fall, emphasizing the mild weather at
those times, the wildflowers, the possibility of doing outdoor activities
such as bicycling and trekking, and the year-round cultural treasures
available in the villages.
I recommend that the region should be marketed for its villages and its
diversity, and not for its beaches. The fact that you can go swimming
after exploring the villages and art cities is an advantage, but anyone
who comes to Puglia from the United States for a beach vacation will be
disappointed and will not return.
One of the ways that Puglia could increase its market share in the
United States would be to offer introductory trips to qualified journalists.
It is important that such trips should NOT be group trips, because the
journalists are then in competition and come back with only one story.
Instead, the government should offer introductory trips to several
journalists in several different geographic areas to write about the
various tourist products. These should be organized in such a way that
the hotels and restaurants present a coherent message and identity to
the journalists. These journalists should work for magazines that have
the demographic of the target market, which is Americans who have
ALREADY traveled in Italy and want to explore a new place, or who are
adventuresome travelers in general, or who have a special interest in
gastronomia. For instance, the magazines would include CUCINA
ITALIANA,
INTERMEZZO,
SAVEUR,
WINE
SPECTATOR,
GOURMET,
CONDE NAST TRAVELER, TRAVEL AND LEISURE, in-flight magazines,
and other magazines that target this group of experienced travelers. In
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384
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
addition, journalists who write guidebooks such as Lonely Planet, the
Rough Guide, and Moon Handbooks should be identified, invited, and
sent publicity. One resource is travelwriters.com. Additionally, Internet
travel sites should be identified and sent a cohesive and comoprehensive
electronic press kit. Advertising should also target this group, in such
places as THE NEW YORK TIMES SOPHISTICATED TRAVER MAGAZINE
(quarterly),
FROMMER’S,
TIME
OUT,
NATIONAL
GEOGRAPHIC
ADVENTURE, NATIONAL GEOGRAPHIC TRAVELER, and the magazines
listed above. These efforts should not focus advertising and publicity on
the average American who has not traveled to Italy, but to those who
have some experience in the country. All of these efforts should take
place after the identity of the region is realized and the message is
coherent.
Story ideas should be developed for the region. These should follow the
various tourist products, but specifically focus on a new element that
constitutes a “story,” and not just a generalized travel diary, or on a
specific artistic or archeological heritage. The food and wine products of
the region should be identified so that it is possible to think of a pugliese
cuisine, which will attract travelers who love Italy and its cuisine. What
is particular about Puglia’s cuisine? The emphasis should be on the
orecchiette, friselline, local cheeses, raw seafood, and other dishes that
are specific to the area. The story of the wine should be developed,
along with information about some of the new winemakers, because
there is a sub-category of travelers who are very interested in
discovering new wines. Pugliese wines in general are not well-known to
Americans, but real eonophiles are interested in the lesser-known
grapes in the region, which are just now becoming popular in the United
States. Marketing efforts to eoniphiles should take note that California’s
zinfandel grape has recently been discovered to have the DNA of
primitivo—“ancestral grapes,” perhaps. Artisan cheese, wine, and other
food producers should be identified so that it is possible for these
tourists to visit them, or to hear them at food conferences. Another real
draw for tourists would be to offer cooking classes and wine seminars.
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385
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Americans, especially those who would be inclined to come to Puglia,
love cooking classes and wine seminars.
--General Goals: As an American, I can only speak to the international
market share. American tourism will certainly increase in Puglia I the
shor-term; the question is whether Puglia is prepared to sustain the
trend. Puglia has become a “hot new” destination for Americans who
travel. Right now is the time that avant-garde magazines and travelers
are beginning to explore the region. It is notable that there have
recently been major articles on Puglia in the New York Times, Gourmet
(which highlighted Puglia’s mozzarella in a recent issue on Italy), and
other trendy publications. As more celebrities buy masserie, etc., more
people will want to go to Puglia. Puglia is trendy now, but the challenge
is to sustain the tourism, so that it does not become another situation of
consuming a culture and moving on. In order for Puglia to meet the
challenge of sustaining an increase in tourism, it must raise the
professional standard of service, provide a more integrated system of
tourist information, and become more accessible to tourists who do not
speak fluent Italian. Creating the identity of Puglia as a cultural
destination, full of charming little villages with important architecture,
will also help sustain the interest in the region. The idea of closelyspaced villages is essential to the success. Think of how popular (though
overly-touristed now) le Cinque Terre became after it was defined as
“five fishing villages where you can walk from one to another.”
What could the Regional Government concretely do to support its
best tourism products? Which direction should the politics for
tourism development take?
As a foreigner, I do not know the workings of the government in Puglia
or its politics. However, here are some concrete steps that the
government could take to improve the tourist industry:
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386
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
--Create better signage on the highways and in towns so that tourists
have the possibility of moving through the region more easily.
--Create easily-identifiable itineraries for tourists. That way they can
plan, for instance, that if they stay in Mottola they can easily also visit
Alberobello, Castellana Grotte, Gioia del Colle, etc. Right now such
tourist itineraries that exist have been created privately, such as the one
made by the village of Mottola. Such itineraries and information about
the villages should be integrated so that a tourist can take one booklet
of information and be able to travel from village to village. The same
booklet should be available in every village of the region, and include
information on alberghi, restaurants, cultural destinations, cultural
festivals and events, history, and transportation.
--Create festivals that integrate the towns and publicize them to
potential tourists, so that, for instance, people could come and visit
music festivals in villages on successive nights, or go to a series of
typical dinners, one in a different village every night.
--Focus on two or three towns as tourist centers, where tourists know
they can reliably go and find places to stay, services to organize
bicycling and trekking expeditions, people who speak English, and
centralized information. This works very well in other countries. For
instance, in Nepal, tourists know that they can go to Kathmandu and
organize their trips; in Peru, they know they can go to Cuzco, etc. The
risk is that these places become over-touristed, but they can be planned
in a way that will not be excessive. I think the concentration should be
in towns such as Martina Franca, Otranto, and Galatina, possibly
Mottola, where the towns are small enough to be accessible but large
enough to provide a diversity of services and to serve as a base for
journeys. By concentrating on improving the services in two or three
towns, essential services can be developed with more professionalism. It
is very difficult to travel in Puglia if one does not speak Italian. If
Americans knew that they could go to a small town and find people who
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
speak English, they would be more likely to come and start their journey
there. From such a place they could organize their trips into the smaller
villages and the countryside. One possibility would be to create small
alberghi that also have Internet points and cafes and are not very
expensive, so that they would attract young travelers and young
entrepreneurs to the area. Again, the integration of tourist information
among towns is essential for this kind of development.
--The government should make an effort to clean up the unplanned and
ugly developments, especially along the beaches. Many of the beaches
seem to be spoiled by bad development. In places where there is more
care in the development, such as Sta Maria di Bagni, the beaches are
accessible, the atmosphere is very nice, and there is the right balance of
restaurants, public places, and nature. But the beaches of Porta
Ceasare, for instance, are horrendously ugly and kitschy.
--Young entrepreneurs who are trying to create new and sustainable
forms of tourism should be encouraged. The group who have created
the alberghi diffusi in Mottola is an excellent example of the next
generation of people who are creating a kind of tourism that will not
harm the village or community and yet will help the economy. The idea
of an albergo diffuso is excellent for attracting tourists who want an
“authentic” experience, integrated into the town, and maintaining the
integrity of the town by not erecting a building or creating a hotel that
stands out. Tourists should appreciate a town, and not change it. The
government should offer incentives to entrepreneurs who are creating
tourist services that are careful, integrated into the community, and
respectful of the history and heritage of the place. If places are not
developed with this kind of care, Puglia will be full of places that become
like Alberobello, which are kitschy and in which little remains of what
made the place attractive in the first place.
--I do not know what kind of education is available in the region for
tourist
services—public
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relations,
hotel
management,
restaurant
388
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
business. It should be cultivated with an eye to tourism that is respectful
of the region, its heritage, its environment, and its people. If it is
possible to provide scholarships for bright young people to go to these
schools, it would encourage professionalism in the area.
Evaluation of the main products:
1. Rurality and diffused heritage—nature and parks
The landscape was beautiful in areas, but seemed inaccessible. My
impression was that most of the property was private. I saw very little
information about the parks or nature areas. In particular, I think there
should be more effort to organize small journeys into parks and natural
areas. For instance, villages could offer one-day bicycling tours that go
from one village to lunch at another and then back. There should also be
an integrated booklet for tourists who are interested in the outdoors and
how to get there.
2. Culture and art
The architecture of the region is its main attraction. The Baroque
architecture in the villages and in Lecce is stupendous. I was amazed
when I saw Lecce that it is not one of the most touristed places in the
world. Its beauty at night is comparable to the most beautiful places in
Italy, and yet it is not very well-known outside of Italy. Otranto is
another example of a place where I was astonished at the art. The
mosaics in the cathedral were incredible, rivaling Ravenna, and yet
again I had never heard of them. The historic centers of Bari and Trani
were also fascinating and beautiful. Overall, Puglia is full of artistic and
architectural treasures that foreigners have never heard about. Again,
there should be more integration of the information about the art in the
region. Also, there should be more of an effort to preserve some of the
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389
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
architecture of the region. Taranto could be like a little Naples, but the
centro storico is neglected. The optimal market for the development of
the culture and art is among tourists who already are familiar with Italy,
but have already been to Firenze, Rome, Venezia, etc., and are looking
for an area that is new to them and that is less crowded and full of
souvenir shops.
The music is also a cultural aspect that can be developed. Widelypublicized music festivals, particularly focusing on the tarantella, would
increase tourism in the area.
3. Sea and boating
The sea and boating products seem to be already well-developed. In
general, my impression of the sea was that there are places that are
beautiful, but they are already full of people. The one thing the
government could do to improve the beach experience would be to clean
up some of the beaches, which are dirty and have unplanned and
unsightly development. Otherwise, the tourism should focus on the
cultural and art products.
4. Wellness and health tourism
I did not see very much wellness or health tourism. I did not visit terme.
In general, Americans have a different idea of health tourism than
Italians. To us, a healthy vacation is to go trekking or bicycling. There is
an increase in interest in spas in the luxury market. The hotels and
masserie that aim at a luxury market should offer wellness services that
Americans are interested in: a spa where massage, facials, and other
body services are available, as well as a gym, where people can get
some exercise to work off all the orrecchiette they have eaten.
Swimming pools are essential for the American market, except for the
young back-packing crowd. They are especially important for people
with families, since Puglia is so hot.
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390
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Personal experience report
It was a great pleasure for me to spend time getting to know a bit of
Puglia, and I consider this excursion an antipasti for a primo, secondo,
and more to come. I will certainly return to explore the region more.
I am the kind of traveler who, I believe, should be the target market
demographic for Puglia. I have already traveled in Italy—not only the
major art cities, but also smaller cities in the north, as well as Sardegna,
the Isole Aeolie, Palermo, Naples, Ischia, and parts of Calabria—and I
speak Italian well enough to get around and talk to the people of the
region. I had never visited Puglia before, and did not know very much
about the region. I think Puglia is difficult for travelers who do not speak
some Italian, and not the most attractive destination for those who have
never seen other parts of Italy. It is more of an alternative Italy, an
Italy for adventures, an Italy for Italophiles, as I have said. For those
who love to wander around narrow historic streets and eat fresh local
food, it is an ideal destination.
Overall, my impression was very enthusiastic. My introduction was a
walk I took by myself in the evening in Bari’s centro storico, and I was
charmed. I liked wandering around and getting lost in the maze of little
streets, and coming upon people sitting outside talking, or women
rolling orecchiette together. Trani, though touristed, was also a city not
to miss. To me, the church in Trani was one of the most beautiful I saw,
because of the graceful simplicity of its line. The villages in the Salento
region and the landscape and trulli of Valle d’Itria were wonderful to
discover. I was impressed that these places have not been ruined by
development that was done for quick money and in bad taste. Instead,
there was a sense that the places were real and unspoiled and carefully
maintained. I was amazed by Lecce and its wonders, and also by the
mosaics in Otranto. The quiet atmosphere of a small village like
Melpignano was lovely, especially knowing something of its culture and
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391
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
history. I would love to return to see a festival of the taranta. I enjoyed
the slow and relaxed pace of the region, the humor of its people, and
the feeling, in many places, of being in a place that has not become
overly modernized or consumerist. The centri storici in many towns take
you back centuries in time, and it is a pleasure to be among people
whose rhythms of life correspond with the seasons and the sun.
A friend of mine happened to be in Puglia while I was there. He is a
wealthy American with a family who enjoys outdoor destinations.
Although I had heard that Viese and Trani were overly-touristed, he was
charmed by both, and wrote to me that he felt that he had had an
“authentic” experience in Italy, which is a notable comment.
As much as I enjoyed the region, it is also a difficult place to travel
because the information is not integrated, and standards of alberghi,
masserie, etc., are not reliable. The food and wine were in general
excellent, but occasionally indifferent and even bad. In general, the
service lacked professionalism. Transportation was difficult. Many
pugliese seemed completely indifferent to the presence or absence of
tourists.
Here are some notes from my diary about specific places:
Altamura: As with many of the villages we visited, this is the kind of
place to have a coffee, take a look around, and then leave. I enjoyed
the fact that the town is like so many of the towns in the region in that
it has a plaza, a church, a bar, and men sitting around in the shade
watching talking to each other, and yet each town has its own
personality. It would be helpful from a marketing standpoint to identify
and develop the personality of each of the small towns. One advantage
of Puglia is that you can see a little town and then go to another,
because they are so close.
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392
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Mattera: The caves were an amazing sight, and it was very interesting
how what was once the symbol of shame in the south has become a
lively and even chic town. I would like to return for a closer look.
Castellanetta: Another typical town, with a very ugly statue of a
beautiful man, Rudolph Valentino. It was funny to see immobili
Valenton, camicie Valentino, etc. Otherwise, not very interesting to a
tourist except for a quick coffee.
Mottora: This is a lovely town, and I was impressed with the albergo
diffuso. The rooms were integrated into the town, you felt a part of the
town, and not conspicuous as a tourist. The young people who organized
the alberghi were molto in gamba. I appreciated that they are also
trying to promote the typical products of Puglia. They are encouraging
what we call “sustainable tourism” in the United States, which has a
positive impact on the town and the economy, while not having any
destructive impact on the environment, the aesthetics of the town, or
displacing any of its people. The people of the town were friendly; the
woman who sold fruit was very talkative and told me how to cook the
chicory and zucchini. Mottora has potential to develop more tourism.
The service at the restaurant was very discourteous, and an example of
how there is not a standard of professionalism in Puglia.
Taranto: This is a city few tourists will visit, but is interesting as a port
and for its city. The Centro Storico could be developed to be like a little
Napoli, but the city is neglected and in disrepair. The road in is very
ugly. I would not focus attention on Taranto as a tourist product.
Brindisi: Like Taranto, Brindisi has its charms, and more so, but I would
not spend more time there than it takes to have a coffee or catch a boat
to another place. The facades of the buildings along the port are
pleasant, and a boat ride around the harbor is a good, quick, and wellorganized excursion. In somma.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Ostuni: The road from Ostuni to Celie was gorgeous, with olives and
vistas from hills, and our first view of trulli. This was where I began to
see the real charm of Puglia. The atmosphere was relaxed and had a
little bit of magic. The B&B “La Foglianelle” was full of charm, the exact
kind of place a traveler wants to discover to experience the place, feel
comfortable in a charming room, and be refreshed in a pool. They
should’ve offered an aperitivo! The B&B was “authentic con piscina,”
which is both a joke but also just want travelers in the region desire.
Dinner at La Fontanina, which was the restaurant in a luxury hotel, was
too formal and pretentious, and the food was not as good as it should
be, though the service was excellent. I prefer a restaurant with food that
is more simple and more delicious. The hotel had no personality.
Oria—As with so many of the towns, worth a quick trip, a coffee, a look,
should develop its personality.
Gallipolli- the centro storico on the island was filled with light and lovely.
We had an excellent meal nearby, with typical products for sale, and
very friendly and professioinal staff.
Galatina—With its lovely church and square, this town has potential to
develop its tourism to a greater degree. It is large enough to
accommodate visitors and it has several cafes and restaurants. It was a
place that had the feeling of a good place for relaxation, as well as a
nice bookstore and little shops.
Lecce—Sono rimasta stupita quando siamo arrivati a Lecce. The town in
the dusk is a stupendous sight, one I’m glad I did not miss. Lecce
seemed difficult to access, and also it seemed as if there weren’t many
places to stay. The apartment we stayed in, which was for longer-term
visitors, would be a lovely place to stay for a couple of weeks or a
month to really get to know the city. The restaurant, Le Zie, was one of
the best meals of my life because it was made from excellent local
products, was not pretentious, and the service was professional and yet
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
very friendly. It seemed like the kind of food you would eat at
someone’s home if they were very, very good cooks. The tourist police
seemed very helpful to visitors but not very identifiable. I would have
thought they were carabinieri and it would never have occurred to me to
ask where to find an albergo. Lecce is a fantastic cultural treasure.
Melpignano—Something about Melpignano was wonderful, in its quiet
charm, the old men playing cards under the arched portico, and the
plaza where one could imagine the dancing of the taranta.
Maglie—This town seemed more chic than the rest, where one could find
trendy shops, fine local products like the chocolate, and a comfortable
place to stay and wander around.
Sta Maria di Leuca—This was a nice place to take a little swim, but the
beaches were hard to access with the rocks. I was not impressed with
the beaches, but the water was very clean.
Ugento—This town, while charming, seems to have abandoned its
historic center in favor of newer bars and construction. There seemed to
be no center in the center, and the museum was either closed
temporarily or for good, we couldn’t find out. I liked the bar that was
also a bookstore.
Specchia—this is a wonderful town, with its comfortable plaza, its
colorful houses, and its view of the surrounding landscape. This is a
town I would like to return to, and I wondered whether there were good
restaurants there. It seemed like an excellent place for an albergo
diffuso.
Torre Pinta—This was not an excellent example of a masserie, but it was
interesting to see how a family runs a farmhouse like this. The structure
was beautiful but there wasn’t attention to detail—lamps did not work,
there wasn’t the necessary towels and sheets, and the food was the
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
worst I had in Puglia. Instead of serving massive portions of various
dishes that are not well made, they should concentrate on making a few
dishes that are really good. People will come back for good food in a
farmhouse that is not completely well-tended, but they will not come
back if the food is not good. The service lacked professionalism and was
actually frenetic.
Otranto—Otranto amazed me with its church and mosaics, and had a
wide variety of things for tourists to do, whether to stay in the town or
take a swim at a place like Porto Badisco. The people who worked at the
castle and the churches were very friendly and informative. The central
streets, however, were in danger of becoming too kitschy with the shops
selling nothing interesting. I wondered whether there were any artisanal
products to sell in the region because I did not see any. What are t
ypical products from Puglia that visitors might like to bring home?
Cedramics? Embroidery? Food products? I could not discover an
identifiable artisanry. It might help to sell local products in a tasteful
manner, rather than kitsch from China that spoil the experience of
walking in the streets.
In sum, Puglia is on the cusp of being “discovered” by more and more
tourists, particularly from outside the country. It is the important
moment to establish an identity, market the small villages as historic
treasures to explore, create legible itineraries, improve the access to the
towns, and support tourist operators who are interesting in a sustainable
tourism, by which I mean a tourism that respects the towns, its people,
its environment, its artisans, and develops economic opportunities that
are lasting, and not exploited and ruined.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Contributo scritto di Pasquale Porcelli
•
Ruralità e patrimonio diffuso-natura e parchi
Alcuni dati ci permettono di inquadrare meglio il problema.
La Puglia è la regione italiana con il più rilevante patrimonio olivicolo.
Oltre 350.000 ettari sono coltivati ad ulivo pari al 25% della superficie
agricola utile regionale. Sono attivi 1200 frantoi che trattano le 53
diverse varietà di olive coltivate in regione.
Questo patrimonio arboreo è costituito da circa 60 milioni di piante, di
cui circa la metà secolari e si stima tra i 3-5 milioni di esemplari
pluricentenari, di cui secondo stime recenti del CNR, alcuni sono
plurimillenari.
Un patrimonio genetico di estrema importanza sotto il profilo economico,
occupazionale, paesaggistico, storico e naturalistico.
Gli ulivi fanno parte della
storia di questa regione, la loro presenza è
costante, dal Gargano a Capo Leuca, da quelli esili, penduli del nord
barese a quelli grandi come querce,
monumentali del Salento: una
interminabile, infinita distesa verde-argento.
Il comparto olivicolo rappresenta il 21% della produzione lorda
vendibile, preceduto solo dal comparto dell’ortofrutta (22%).
Semplicemente
riportando in modo sommario questi
dati risulta
evidente la forte vocazione agricola della regione.
Dall’esperienza fatta in questi giorni è risultato evidente che il più delle
volte con il termine “turismo rurale”si intendono una serie di attività
presenti sul territorio non ben definite che vanno dal B&B in ambienti
agresti recuperati e resi fruibili ( trulli, case di campagne) alle masserieresort con piscina e campi da golf, all’agriturismo.
In tutte queste strutture il legame con la terra intesa come complesso
sistema che produce non solo beni ma anche cultura si esaurisce il più
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
delle volte nella presenza sporadica di qualche prodotto locale
sulla
tavola mattutina. Non sono pochi i casi in cui nella colazione del mattino
sono presenti fette biscottate, marmellate ed altro di produzione
industriale.
Spesso queste strutture, quando hanno dimensioni che lo consentono,
sono destinate alla banchettistica (cerimonie, ricevimenti ecc.)Il discorso
sull’agriturismo non è diverso da quello che è riscontrabile in buona
parte del resto dell’Italia ovvero una assoluta difformità rispetto alla loro
definizione originaria fatta con la legge n. 730 del 5 dicembre 1985
(art.2)
che
così
li
definisce:
”Per attività agrituristiche si intendono esclusivamente le attività di
ricezione ed ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli di cui
all'articolo 2135 del codice civile, singoli od associati, e da loro familiari
di cui all'articolo 230-bis del codice civile, attraverso l'utilizzazione della
propria azienda, in rapporto di connessione e complementarietà rispetto
alle attività di coltivazione del fondo, silvi-coltura, allevamento del
bestiame, che devono comunque rimanere principali”
Se dovessimo applicare questa definizione quanti degli agriturismo
che conosciamo sarebbero in regola???
•
Parchi naturali.
Finora con tutti i limiti riscontrabili l’unica esperienza degna di nota è
quella del Parco Nazionale del Gargano. che oltre ai soliti problemi
connessi alla sua delimitazione geografica è
riuscita a creare
prospettive anche occupazionali. La creazione di un marchio di qualità
che identifica i prodotti del Parco è una delle iniziative che hanno
trovato un buon riscontro, anche se
“qualità” in molti casi ha
una
interpretazione molto elastica. Un’attenzione maggiore andrebbe
posta alla selezione dei prodotti e delle aziende. Una sinergia tra Ente
Parco ed aziende in particolar modo le masserie vere, quelle che sono
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398
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
ancora centri di produzione agricola-pastorale e non ristoranti di
campagna, andrebbe fortemente incoraggiata.
•
Cultura e Arte
Il patrimonio culturale inteso come artistico, monumentale e museale
è notevole e diffuso su tutto il territorio della regione, ma ad
eccezione di alcune punte di eccellenza come
Lecce, Cattedrale di
Trani, è incapace da solo a giustificare un viaggio. Alcuni musei come
quello di Taranto, Ruvo oppure il Museo ed il Parco archeologico di
Egnazia, così come i resti archeologici di Canne,
sono inseriti in
contesti che sono poco attrattivi e la loro attività è rivolta in
particolare al turismo scolastico e di passaggio. L’idea di musei
moderni che siano allo stesso tempo anche punti di ristoro e vendita
di gadget, vedi Castello di Corigliano, sono modelli troppo sporadici,
andrebbero
perseguiti
con
più
determinazione,
sollecitando
la
creazione di forme imprenditoriali giovanili.
•
Mare e nautica
Se uno pensa alla Puglia pensa inevitabilmente alle coste del Gargano e
a quelle del Salento. Il Gargano ha coste molto belle, ma dove non è
arrivata la cementificazione e l’abusivismo, l’accesso è problematico. Le
spiagge pubbliche sono una rarità ed il rapporto prezzo/qualità è
inaccettabile. Il Salento ha lo stesso problema anche se non mancano le
punte di eccellenza: Porto Selvaggio (oasi naturale, continuamente
minacciata da azioni che ne pregiudicherebbero l’esistenza), la costa che
va da Santa Maria al Bagno a Gallipoli e che procede sino a Capo Leuca
per poi risalire sino ad Otranto. Assolutamente negativa invece tutta la
costa che va da Taranto a Porto Cesareo, abusivismo diffuso sulla costa
Tarantina, costruzioni ed insediamenti di infima qualità nella parte
Salentina, unitamente ad un mare che non presenta alcuna particolarità.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Anche se in questo momento il Salento è di moda e mi fa ricordare
quando lo era il Gargano, proprio perché mode sono fenomeni
passeggeri, certo si possono cavalcare.
•
Benessere e turismo della salute
Il fenomeno delle beauty farm è ancora poco diffuso e allocato presso
Masserie-relais da 5 stelle, anche se qualche diffusione incomincia ad
esserci in strutture di livello più basso. Complessivamente mi sembra
un fenomeno di contorno.
Quanto al turismo termale, non ci sono le condizioni di una sua
espansione, mi sembra che viva soprattutto di turismo locale,
assolutamente non competitivo.
Considerazioni finali
Non nascondo che il fatto di essere l’unico pugliese mi ha costretto a
guardare con occhio maggiormente più critico degli altri. Tuttavia ha
confermato quanto già da tempo era evidente. Se l’Italia in generale
perde competitività sul mercato internazionale sorpassata anche dalla
Spagna, pur detenendo
il 70 per cento del patrimonio culturale
mondiale evidentemente una ragione deve pur esserci, figuriamoci per
regioni come la Puglia che non è certamente tra quelle trainanti.
A costo di dire delle ovvietà.
La Regione Puglia sconta un eccessiva frammentazione dell’offerta e
della promozione. Tutto viene proposto e venduto a pezzi (il museo, la
spiaggia, ecc) manca una visione d’insieme. Ormai sappiamo che il
turismo è un’offerta globale, non si tratta di vendere solo camere
d’albergo e fornire servizi si tratta di vendere un territorio nella sua
globalità e complessità : ambiente, natura, arte, infrastrutture, cultura.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Un mix che gioca sulla duplice attitudine dei territori di essere allo stesso
tempo internazionali e locali, ovvero di entrate sui mercati internazionali
vendendo originalità ed unicità dei territori.
E’fondamentale quindi comprendere che l’economia del turismo oltre ad
essere
economia
delle
imprese
turistiche
è
anche
economia
dell’ambiente in senso lato.
La riqualificazione del territorio è una condizione prioritaria.
La mia impressione è che c’è scarsa consapevolezza del potenziale di
questa regione, in particolare di quello agricolo, per le cose dette prima
a proposito di ruralità, non solo come attività strettamente produttiva,
ma anche come una chiave di lettura di un mondo che può trasmettere
anche saperi.
La possibilità di legare il sapere contadino-pastorale al prodotto della
terra, spiegandone la storia, il processo produttivo, le particolari qualità
organolettiche, per poi organizzare l’accoglienza che parta da queste
premesse, ritengo possa essere una delle chiavi di lettura di buona parte
del territorio pugliese è ovvio che in questo contesto il Mare diventa un
plus è non un obiettivo privilegiato.
D'altronde non scopriamo nulla di nuovo in altre regioni il turismo
enogastronomico
è un fenomeno consolidato. Se penso al Piemonte,
sarà per deformazione professionale, mi viene in mente una terra
generosa di vini
(Langa-Roero-Astigiano), di formaggi, di pascoli, di
montagne e poi c’è anche qualche bel museo da visitare (Egizio a Torino
ecc.) o qualche opera da ammirare. In cui è possibile trascorre qualche
giorno nelle campagne
immergendosi nelle tradizioni e nella cultura
locale, attraverso la conoscenza del lavoro dei vignaioli, dei casari, dei
produttori di ricchezza materiale.
Non si tratta di pensare ad una realtà bucolica, ma di iniziare a
valorizzare le risorse che pur esistono sul territorio, ma che sono
sottovalutate o ignorate.
Ridare alla terra e a chi la lavora una dignità ed una remuneratività
che
vada oltre alle disastrose leggi del mercato agricolo a me sembra una
linea da privilegiare.
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401
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
In questo contesto va vista la possibilità di ricreare, ripercorrere e
rivivere in chiave assolutamente moderna, ma fortemente radicata nel
passato, le vie della Transumanza.
In questo contesto, trovano una funzione anche i paesi, i borghi, in
quanto contenitori, di mestieri artigianali, luogo di scambio non solo di
prodotti ma di esperienze.
Non vuoti contenitori, ristrutturati grazie ai finanziamenti comunitari ed
incapaci di innestare quei processi virtuosi che potrebbero rimettere in
movimento filiere economiche e sociali.
In
questo
contesto
la
tanto
auspicata
e
desiderata
“destagionalizzazzione” trova una possibilità.
Dalla Terra al Mare, anziché viceversa come finora, assume con queste
premesse una linea guida da privilegiare.
E’ evidente che una visione del Turismo di questo tipo e che mi sembra
comunque si delineava nel debfring, ponga all’attenzione una cosa molto
più complessa e più “politica” ovvero la necessità di una cabina di regia
unica che assommi in sé, proprio perché materia interdisciplinare, tutte
le competenze territoriali.
Un ultimo problema non meno importante è quello dell’immagine della
Puglia che di volta in volta viene proposta e questo ci riporta alla cabina
di regia unica. Non è possibile offrire immagini diverse e spesso in
contraddizioni tra loro. Il Vinitaly e la BIT,
per parlare delle più
importanti, sono complementari ed hanno bisogno di sinergie che
superino gli assessorati con una azione fortemente unitaria e coordinata.
A questo proposito non credo, come qualcuno ha già suggerito, che la
creazione
di
una
rete
integrata
di
Sistemi
Turistici
Locali
sia
assolutamente necessaria e risolutiva, almeno così come sino ad oggi si
vanno configurando.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Contributo scritto di Charline Dschischkariani
Quali sono i valori distintivi della Puglia rispetto ai competitori
turistici?
La Cosa che mi è saltata agli occhi della Puglia rispetto agli altri posti
che ho visitato nel corso della mia vita è la potenzialità, la vastità e
l’autenticità del territorio. Ogni paesino, ogni città nella sua bellezza o
nella sua bruttezza ha qualcosa di affascinante, incuriosisce, al livello
architettonico, umano e artistico. Ci sono tante cose da fare, e sono cose
che si distinguono del solito turismo.
Quanto sono realmente fruibili i patrimoni turistici presenti?
Questo è un reale problema! E’un ambito in cui tutto è da rifare, per non
dire da fare! L’impressione è che i pugliesi se ne infischino del loro
patrimonio. Con tutte quelle risorse, aldilà del lavoro che potrebbe
generare agli autoctoni che si lamentano spesso dello stato di crisi del
lavoro della loro regione, è imperativo organizzare la fruizione di questo
patrimonio, almeno per i turisti stranieri. Non abbiamo avuto tanto
tempo per visitare i musei, ma spesso le chiese erano chiuse, gli APT
anche, e quando erano aperti, non sempre il personale era disponibile o
qualificato. A volte certi erano al limite dello scortese. Guide turistiche
non ne ho viste. Gli orari della Puglia sono molto aleatori, c’è tanta
approssimazione(per non dire poca professionalità)! E non parliamo
delle conseguenze della contro ora, che rende deserto ogni luogo.
Taranto che comunque mi risulta una città “importante”, dall’una fino
alle cinque, nel centro storico, non si vedeva un’anima Pugliese, e
nemmeno un turista.
Questo
è
una
questione
fondamentale
da
risolvere:
ci
vuole
professionalità e qualificazione. Ed è tempo di mettere in valore il
patrimonio, con indicazioni che segnalano i luoghi, con la “creazione” di
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403
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
aeree panoramiche che segnalano i migliori punti di vista per godersi
una città, ammirare un paesaggio (penso al Belvedere del parco
regionale delle chiese rupestre del Materano che offre una panoramica
su Matera che non è indicato, la piazzetta che offre la “più bella vista” su
Ostuni te la devi cercare,…)
Quanto è fruibile il territorio di per sé?
Anche qui lascia a desiderare…Le strade provinciali sono bene segnalate,
le strade sono praticabili, ma arrivati nelle aree urbane, regna il caos.
Per uscire di Taranto e raggiungere l’autostrada per Bari abbiamo perso
un’ora e la pazienza. Le indicazioni sono scarse e quando ci sono, sono a
volte sono contraddittore. Non abbiamo utilizzato i trasporti pubblici a
parte il vaporetto di Brindisi che ti porta da una riva all’altra. Questo qua
sembra efficace, c’è ne uno ogni 10 minuti! Non voglio estendermi sulla
guida spericolata dei Pugliesi, ma per uno straniero che deve affittare
una macchina, la loro imprudenza può risultare problematica!
Qual è la qualità dell’accoglienza e dell’ospitalità?
Dipende…Abbiamo
riscontrato
differenze
nell’accoglienza
e
il
trattamento! Nel Salento in generale, la gente è molto più aperta ai
turisti. Sollecitano anche più volentieri il dialogo e la discussione. A
Mottola, nel ristorante in cui siamo andati a mangiare la sera, il
personale era al limite della maleducazione. Aldilà del servizio antipatico,
non avevano neanche un menu da proporre ai clienti (e non succede
solo lì!), e quando glielo si chiede, fanno fatica a raccontare cosa hanno
da proporti. Hanno il loro metodo: “antipasto? Primo? Secondo?”...”No,
dimmi cosa c’è da mangiare, così posso scegliere”…”Antipasto? Primo?
Secondo?”…Non è un bel modo di accogliere i suoi clienti.
Nel Salento invece, c’è l’accoglienza che uno si aspetta dal sud, e forse a
volte un po’ troppo enfatizzato (penso alla Giovanna della Masseria
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404
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
“Torre Pinta” che con il suo eccesso di premura ansioletica diventava
quasi fastidiosa…). La più bella gente, l’ho incontrata nella Grecìa
salentina, in quei villaggi spopolati e quasi sperduti. Lì la gente ti regala
sorrisi, ti chiede spontaneamente cosa fai e cosa cerchi, ti aiuta ad
amare la loro terra.
Comunque in linea generale, non si può dire che i Pugliesi siano
antipatici. In qualche situazione non sono pronti o non vogliono
accogliere il turista, ma non si può neanche generalizzare.
Gli abitanti come percepiscono il loro territorio e il turismo che
ospita? Conoscono e valorizzano il patrimonio presente?
Ma…anche qua c’è da discutere…Mi sembrano disinteressati all’uno come
all’altro…Io non penso che loro abbiano piena coscienza di ciò che “dio” li
ha regalati…Ho l’impressione che sì, in qualche modo si rendono conto
delle bellezze presenti, ma sembra che tutto questo patrimonio basti a
se stesso. Vale a dire, lo lasciano lì com’è. Ci sono regioni (e penso al
Veneto per esempio) che hanno un centesimo di quello che c’è in Puglia,
ma riescono a mettere in valore la minima cosa e renderla amabile. Si
chiama spirito imprenditoriale, e sicuramente manca a tanti Pugliesi.
Materia grezza c’è, e tanta…ma nel 2007, non si possono permettere di
lasciare tutto così “e vai come va”…Bisogna sfruttare le potenzialità,
curarle. Un’altra cosa che ho notato è che manca la cura del dettaglio, e
questo è una cosa fondamentale, soprattutto per il turismo straniero e di
nicchia. Esempio stupido: si può in un Hilton 4 stelle (e dico bene Hilton,
non il trullo in mezzo ai campi), non trovare nel bagno i soliti saponcini,
shampooncini, e balsamoncini!!! Oppure si può essere costretti a
dormire con l’aria condizionata (senza neanche poter aprire le finestre)
perché l’AC è centralizzata? Sono dettagli, ma sono i dettagli che fanno
la differenza.
Trovo che ci sia molta non curatezza…e se anche non ci sono i soldi per
migliorare le strutture e l’accoglienza, non si può lasciare trasandare la
sua terra se la si ama…C’è tanta sporcizia, c’è tanta aggressione al
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
paesaggio (abusivismo, immondizie in piena natura, …). E ciò fa
pensare…Certo che la situazione non deve essere facile, ma io ho notato
tanto vittimismo e tanta rassegnazione, soprattutto da parte dei
giovani…Per carità, la realtà politica e sociale dell’Italia del Sud è
complicata, ma unendosi potrebbero fare delle gran cose…Ho sentito
molto
provincialismo,
molto
individualismo…Galatina
è
Galatina,
Melpignano è Melpignano…forse anche questo esclusivismo territoriale
impedisce la crescita di questa regione. Si è spesso parlato di PugliE tra
noi, e non di PugliA!
Le
linee
di
sviluppo
ipotizzate
appaiono
sostenibili?
Sono
coerenti con il territorio?
Non tutte! Ruralità e patrimonio diffusi-natura e parchi certamente
sì. Anzi, è il punto fondamentale su cui lavorare secondo me. Io vedo un
turismo primordialmente territoriale e culturale, e accessoriamente
balneare.
Bisogna
“attrezzare”
la
natura,
facendo
piste
per
le
camminate, piste ciclabili che percorrono i più bei paesaggi dell’entro
terra, indicare dei percorsi ideali per le moto, ci sono un sacco di strade
che devono essere belle da percorrere in moto!
Cultura e arte è anche una buona ipotesi, ma va imperativamente
migliorata. Non si possono accontentare del Tarantismo o del folklore
che genera. L’arte e la cultura vanno raccontati e concretizzati in
itinerari studiati per riportare il viaggiatore ad esperimentare il territorio
in chiave culturali e non solo. Il turismo vincente della Puglia è un
turismo polisensoriale (vedere prossima risposta). Le chiese, i musei
vanno potenziati: migliore segnaletica nei paesini, migliore messa in
valore negli opuscoli, APT in ogni posto, aperti dalle 8,00 alle 20,00, con
guide poliglotte disponibili, organizzazione di escursioni con i mezzi
necessari (si sono sentite storie in cui le guide erano costrette ad
utilizzare le loro macchine per portare i turisti in qualche meta).
Organizzare eventi musicali e culturali un po’ più regolarmente. Molto
spesso, la sera le città erano “vuote”. A parte bere un bicchiere al
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
baretto, non c’era tanto altro da fare. Bisognerebbe sviluppare una vita
notturna più frizzante. Alla gente piace visitare, ma piace anche una
città che vive un po’ di più la notte.
La Puglia sta conoscendo un revival culturale d’eccezione, con tanti di
registi (Edoardo Winspeare, Alessandro Piva, Sergio Rubini), scrittore
(Gianrico Carofiglio), musicista (Nicola Conte) che raccontano la loro
terra. Cogliamo questa occasione. La Puglia deve diventare un virus che
colpisce. “Tutti” ammalati di Puglia…La Puglianita! Basta che non diventi
cronica!
L’ipotesi balneare e nautica non è degna di interesse a mio avviso.
Uno perché il mare più bello è quasi inaccessibile e quindi vuole dire
concentrarsi su una fruizione da ripristinare da zero e non penso che ne
valga la pena. Abbiamo visto che il balneare è essenzialmente usufruito
dai Pugliesi che vivono nell’entro terra e, che magari hanno la seconda
casa sulle coste per il weekend. Devo ammettere che anche se la punta
del tacco (Santa Maria di Leuca in particolare) vanta un’acqua limpida ai
colori quasi caraibici, non è un mare che ne valga la pena. La
concorrenza del mediterraneo offre di tanto meglio a tanto meno. Quindi
il mare deve essere una meta secondaria, come una “ricompensa” dopo
l’esplorazione delle terre arride! 3 giorni dentro terra e uno al mare, o
un bagnetto la mattina (o la sera per gli amanti del tramonto) prima di
approdare escursioni territoriali.
Secondo, perché il mare più accessibile (zona Porto Cesareo) è
veramente
improponibile.
Sporcizie
a
due
metri
delle
spiaggie,
ombrelloni che si accavalcano, rumore e affollamento (nazionale
popolare se si può dire, se no, cancellatelo!), costruzioni abusive e di
cattivo gusto…Sembra essere a Rimini negli anni ’80:
il peggio della
riviera!
Riguardo agli sport nautici, a parte due pedalo non ho visto niente da
proporre agli amanti delle sensazioni forti acquatiche!
Il benessere e turismo della salute…Non saprei dire…Non ho visto
strutture tipo beauty farm o SPA. La nostra esplorazione era rivolta ad
altro! L’unica cosa che posso dire, è che secondo me il Veneto, la Liguria
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
e la Sardegna siano più avanti da quel punto di vista e quindi sarà una
bella scommessa rivalizzare con loro!
Parlate anche di Ospitalità, accoglienza e musicalità…Quelle non
sono delle caratteristiche primarie su cui lavorare ma sono condizioni
sine qua non di una terra che ambisce al turismo. Questi sono elementi
che vengono da sé quando la gente è felice e orgogliosa di offrire il
meglio della loro terra, quando la gente vive in armonia tra loro e con lo
straniere che s’interessa alla loro cultura. Quindi lo sforzo è da
concentrare su altre questioni, più pragmatiche.
Cosa dovrebbe fare, in concreto, la Regione per sostenere i
prodotti
principali?
Che
direzione
dovrebbero
prendere
le
politiche di sviluppo?
Tanto…Primo, un gran lavoro di valorizzazione e di comunicazione. Nelle
discussioni tra
noi, emergeva spesso la narratività della Puglia, in
quanto non c’è nessuno che la racconta questa Puglia. Io vedo molto
caos, cioè tante cose (sono stati individuati 23 prodotti turistici, no?) da
vedere, da fare, senza ordine, senza direzioni. Quindi sarebbe bello di
concentrarsi su meno cose, ciò che ha di più caratteristico la Puglia e
comunicarlo chiaramente alla gente. Non era la prima volta che andavo
in Puglia. E in questo viaggio non è cambiato nulla rispetto all’ultima
volta. Bisogna che rispondiamo a questa semplice domanda: Torneresti
in Puglia? Io rispondo NI. I trulli gli ho visti, il mare l’ho visto, i posti gli
ho girati, mi manca la notte della Tarantella, ma a priori mi potrei anche
ascoltare una raccolta a casa mia all’ora dell’aperitivo. L’unica occasione
per la quale tornerei è per esplorarla con l’uomo della mia vita
(ammesso che esiste!). Io trovo la Puglia erotica e sensuale. La sua
disorganizzazione in fondo lascia tanto spazio alla fantasia. In tanti posti
mi sarebbe piaciuto dormire sotto le stelle, mangiare panini sotto una
pineta
da
trovare
per
caso
attraversando
le
campagne
infinite,
arrampicarmi sulle scogliere alla ricerca di un pezzo di spiaggia
vergine…Io la vedo così la Puglia…romantica! Ho detto prima che la
Puglia deve essere un’esperienza polisensoriale…Intendo che qua c’è
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408
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
materia per soddisfare tutti i sensi e è in questo senso che bisogna
lavorare: mangiare, vedere, ascoltare, sentire, toccare. Bisogna lavorare
e studiare degli itinerari che mischiano TUTTE queste caratteristiche. E
noi,
in
qualche
modo
è
quello
che
abbiamo
fatto,
anche
se
superficialmente visto che avevamo poco tempo a disposizione. Io vedo
diversi tipi di itinerari. Gli itinerari geografici: percorso itinerante (da un
posto A ad un posto B ad un posto C, ecc, in modo lineare), concentrico
(un punto A fermo, e da questo punto fermo esplorare altri punti
attorno) o a chiocciola. Gli itinerari culturali o storici di cui hanno parlato
Umberto e Peter: loro raccontavano di queste strade larghe cento metri
che erano usate per la transumanza delle pecore, della famosa strada
Apulia che giunge a Roma. Io sono purtroppo ignorante in storia, ma
sicuramente mi alletterebbe molto un tragitto “pretracciato” che mi
racconta la vita e la storia di un popolo antico, facendomi scoprire
comunque le sue peculiarità di oggi. Si potrebbe anche sfruttare un
itinerario che si basa sulla ferrovia del sud. Da quello che dicono i
Pugliesi, i treni non sono adatti per i turisti (vecchi, senza aria
condizionata, pochi, …), ma si può rimediare…Ho visto i binari tagliare le
campagne e gli ulivi, passare dentro i paesini…Secondo me deve essere
molto affascinante questa linea…non deve essere sottovalutata!
Questi itinerari devono essere studiati da esperti e fatti bene in modo da
offrire il massimo
al livello della qualità e prezzi concorrenziali.
Mobilità…ci vuole mobilità! Bisogna muoversi dentro questa Puglia,
esplorare. La Puglia non diventerà secondo me una meta per il turismo
di massa, e tanto meglio! Vedo la Puglia come una meta per i coraggiosi
(coraggio fisico e intellettuale!), per gli avventurieri. E’ una vacanza
diversa!
Una volta gli itinerari tracciati, bisogna diffonderli, “pubblicizzarli”,
raccontarli. In questo momento ho l’impressione che il turismo in Puglia
sia un turismo di passa parola. La Puglia è consigliata invece di essere
scelta. Bisogna invertire questa tendenza.
La comunicazione abbiamo detto! Magari bisognerebbe puntare su una
comunicazione itinerante: attrezzare un pullman che fa il giro dell’Italia,
fermandosi sulle piazze con personaggi che raccontano la loro regione,
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
facendo assaggiare prodotti, mostrando filmati…che ne so, bisogna
metter l’acquolina in bocca alla gente! Oppure organizzare una mega
orecchiata in piazza Duomo a Milano (per dirne una), con Tarantella ed
altro, con video proiezioni, con interventi culturali di artisti, registi,
scrittori. Fare un concorso radio in cui si vince un weekend in un trullo
con una persona a scelta, oppure si vince come guida turistica Sergio
Rubino per un weekend che ti spiegherà la Bari di oggi e di ieri,…
Secondo, un cambiamento radicale della politica e delle mentalità. La
Politica deve cambiare e non ho bisogno di colloquiare sul soggetto,
siamo tutti informati di ciò che succede nel meridione…ci vuole una
politica più trasparente che mostri il buon esempio, che ridia alla gente
la voglia di credere nel futuro. Non penso che l’assistenzialismo sia
necessessario (Kennedy diceva: “Non chiedetevi cosa può fare per voi il
vostro paese ma quello che potete fare voi per lui”), ma ridare alla
gente il gusto di credere nella loro terra, ridare loro la fiducia nelle
istituzione, perché sono loro che le devono mettere in moto le cose.
Parlando con i giovani del posto, molto spesso mi accorgevo delle loro
disillusioni, della loro sfiducia, della loro fatalistica rassegnazione. Per
fortuna, esiste anche un’altra realtà giovanile, quella di giovani
imprenditori creativi che investono nei loro sogni (i 4 ragazzi di Mottola,
che trovano delle soluzioni e, non si fanno impressionare dalle difficoltà
reali indotte dalla cattiva gestione politica.
LE MIE EMOZIONI…
La Puglia è una bellissima regione secondo me…ma come detto e
ripetuto c’è del lavoro!
I paesaggi mi sono particolarmente piaciuti anche se il territorio si
presenta abbastanza piatto. Mi fanno impazzire le distese chilometriche
di ulivi. Il blu del cielo, il rosso della terra arrida e il verde degli alberi si
contrastano senza mai dare noia. Poi ci sono i patchwork di campi
colorati in cui i gialli si declinano. Devo dire che la natura è varia. E più
ci ravviciniamo al Salento, più la natura diventa “ordinata” e bella.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
L’unica cosa che non mi è piaciuta sono queste costruzioni infinite lungo
le strade. Non si capisce se sono là abbandonate o se sono in corso di
costruzione. E poi non sono tanto in armonia con il paesaggio in
generale!
Le città sono tutte affascinanti. Chi di più, chi di meno. E hanno tutte la
loro particolarità.
Brindisi: precisa e ordinata. Un bel porto, delle belle casette colorate,
pulita. Un po’ fighetta a primo impatto. Quasi troppo perfetta!
Taranto: Il centro storico fa paura! Vuoto, sporco, abbandonato, ma non
meno affascinante. Li c’è il vero sud: lavatrici abbandonate nelle strade
da sicuramente più di 6 mesi, rifiuti un po’ ovunque, odori forti
accentuati dal caldo nelle viette. E poi quella parte in cui spuntano
camini industriali con fumogeni grigi/arancione. I tarantini la incolpano
dell’insuccesso turistico, ma secondo me, dovrebbero rivalutarla e
tirarne vantaggio. Non è così brutta questa distesa industriale. A Berlino
organizzano mega feste con musica, mostre, concerti dal vivo in
capannoni industriali, e sono successi!
Lecce: Lo splendore del barocco leccese non si può negare. A parte
questa evidenza, è una città molto vivace, in cui circola una bella
energia. La notte le vie sono piene. La gente si raggruppa in piazza. Una
città in cui mi piacerebbe vivere volentieri.
I
paesi
e
paesini
sono
meravigliosi.
Tutti
diversi
anche
se
si
assomigliano. Io sono rimasta molto colpita dalla grecìa salentina, e il
mio
paesello
preferito
è
Melpignano.
L’ho
trovato
veramente
emozionante. C’era un’atmosfera stranissima. Aveva un’aura molto
potente. Non c’era un’anima per le strade, ma non per questo sembrava
morto. L’ho trovato intrigante.
La gente non mi è dispiaciuta. A parte due tre casi a parte, non ho avuto
difficoltà nell’interagire con la gente. Nel Salento sono particolarmente
solari. Non c’era poi tanto tempo per ascoltare le loro storia, ma
sicuramente avranno tante cose da raccontare.
Una cosa che mi è particolarmente piaciuta è la cucina…Si mangia da
dio. La cucina è varia e buonissima. Io punterei proprio sugli itinerari
enogastronimici anche. Magari fare “une route des vins” alla francese
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
(non
per
chauvinismo!)
con
percorsi
che
comprendono
cave
di
degustazioni, trattorie e masserie campagnole in cui il mangiare diventa
un’esperienza “psichedelica” (con un raccontatore di storie e tradizioni
antiche), posti da dormire autentici e tipici.
Anche quando si mangia male si mangia bene!
Le cose che stimolano la curiosità sono la varietà, la diversità in tutto. Ci
sono tante realtà che magari si assomigliano a primo colpo d’occhio ma,
con l’approfondimento diventano diverse. Le cose da vedere sono tante,
e questo ti da la sicurezza che in Puglia non ti annoierai.
La Puglia la consiglierò ai miei amici…con il manuale d’uso però!
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Contributo scritto di Rossella Righetti
Ricerca sul Territorio
----1)Ruralità e patrimonio diffuso
Dopo la cultura e l’arte, la ruralità e il patrimonio diffuso è il secondo
punto forte di un territorio naturale non competitivo. Interessanti il
legame con la terra, i prodotti tipici e la cucina (perfetta anche per i
vegetariani), i vini, l’olio, i formaggi il pane, i dolci, il cioccolato di
Maglie, ecc…
2)Cultura e arte
Sono il punto forte della regione, non solo per i grandi poli come Ostuni,
Lecce, Otranto (il mosaico del duomo da solo vale il viaggio), ma per la
quantità di centri minori con il loro patrimonio di monumenti e di storia.
La vicinanza fra i centri minori permette di spostarsi in modo facile e
comodo dall’uno all’altro, programmando soste per ristoro (e toilette).
3)Mare e Nautica
Il punto più debole. Per quanto ho constatato, non è un mare
“competitivo” ed è spesso deludente. A volte è di difficile accesso (bagno
vicino a S. Maria di Leuca) a causa delle scogliere. Altre di facile accesso
ma troppo nazional-popolare (Torre Lapillo). Oppure facile e trasparente
ma non eccessivamente pulito per la posizione davanti al paese (bagno
a Santa Maria al Bagno). O, ancora, eccessivamente rovinato per via
delle costruzioni abusive (Porto Cesareo) o con look da “Rimini 20 anni
dopo”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Molto bello e invitante invece il mare di fronte a Otranto, visto dall’alto.
Non ho avuto la possibilità di “provarlo” e non so quanto sia realmente
fruibile e mantenga le promesse.
Suggerimento:
-fare un censimento di mare e spiagge
-dimenticare le zone abusive e nazional-popolari, ormai perse
-“blindare” i posti dove il mare è più bello (dove l’acqua ricorda le
Maldive) e più accessibile e “salvarlo” come patrimonio.
4)Benessere e turismo della salute
Non ne ho visitati. Personalmente ritengo che il wellness sia una moda
molto inflazionata che potrebbe già essere sul viale del tramonto.
Spesso le strutture wellness che si incontrano sono solo d’immagine, ma
di contenuto poco o nullo.
Inoltre sono costose sia per chi la crea e la mantiene, sia per chi ne
usufruisce (costano spesso il doppio che in città).
Inoltre costruirle adesso significa solo omologazione e imitazione.
Dove non ci siano reali contenuti, suggerisco di puntare sulla “diversità”.
Tutti si occupano del corpo. Ma dello spirito???? Perche non proporre in
Puglia un “wellness dell’anima”, dove ritrovare sè stessi fra campagna,
cucina genuina, arte, piccoli centri in cui si “comunica” col luogo e con le
persone, si ritrova il piacere di un altro approccio al territorio?
----a)Quali sono i valori distintivi della Puglia rispetto ai competitors
turistici
Vedi punti 1) e 2)
b)Quanto sono realmente fruibili i patrimoni turistici presenti
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
A quanto ho capito, le chiese rupestri intorno a Mottola, stanno andando
in malora per i soliti intoppi burocratici della Sovrintendenza alle Belle
Arti. Inoltre le guide ufficiali non sono in grado di soddisfare il mercato
(spesso mancano anche dei mezzi di trasporto adeguati).
Chi vorrebbe e potrebbe guidare i turisti da privato è bloccato dalla
presenza e dai blocchi delle guide ufficiali, detentori delle chiavi.
Il Museo di Ugento è chiuso e, soprattutto, a Ugento nessuno ne sa
niente.
Il famoso pane di Altamura non si vede (panifici chiusi la domenica) e il
bel mare (vedi punto 3) è spesso solo una promessa che non
corrisponde alle immagini.
In più il clima dell’estate piena è pesante e la “controra” (dalle 15 alle
17, in cui tutto è chiuso)
non aiuta: se si arriva alle 16 in qualsiasi
posto, ci si ritrova in città morte. Importante quindi informare i visitatori
di questo problema, magari dirottandoli alla spiaggia, e organizzare la
visita in altri momenti.
Per contro, la sera, tutte le cittadine sono vive, con i locali aperti, la
gente per strada e la magia delle luci che si riflettono sulla pietra lucida.
Esempi interessanti e positivi di fruibilità:
-Polizia Turistica di Lecce
-pensionati volontari a Altamura
-Pro Loco di Galatina e pensionati/volontari nella chiesa, a far da guide.
-Agenzia di informazioni turistiche e servizi creata da un privato a Santa
Maria al Bagno (dove il mare non è poi così male).
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
c)Quanto è fruibile il territorio (strade, segnaletica, trasporti
pubblici….)
-La segnaletica è molto carente, soprattutto per trovare le entrate e le
uscite dalle città e sparisce nei punti in cui dovrebbe indicare la
direzione: ci si perde in un’infinità di giri inutili.
-Si rischia di passare vicino a centri interessanti da cui si scappa respinti
dalle brutture delle periferie. Quando ci sono cose di interesse,
sarebbero utili cartelli in posizione utile (sulle strade principali) che ne
indicano le peculiarità (monumenti, ma anche la fabbrica del cioccolato,
un produttore di vini, una specialità gastronomica, ecc) che stimoli la
curiosità del viaggiatore invitandolo a fermarsi.
-Valida a Taranto la possibilità di girare il porto con trasporti pubblici, lo
stesso a Brindisi (credo che qui il tour sia però privato).
d)Qual è la qualità accoglienza…..
Varia e imprevedibile, va a fortuna. Esempio: eccellente all’hotel Vecchia
Mottola, pessimo per accoglienza, il vicino ristorante, nonostante il nome
pomposo di “Rifugio dei Vip”: personale abituato al turismo locale,
disinteressato, abbastanza scortese e senza professionalità.
e)Gli abitanti, ecc.
Al
di
là
delle
lamentele
contro
l’amministrazione
pubblica
e
il
campanilismo diffuso, le persone che ho incontrato sono state quasi
sempre cordiali.
A Mottola è stato curioso e piacevole chiacchierare al mattinio per strada
col “vicino di casa” e intavolare un discorso da turista a residente e
viceversa.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Molte le lamentele (a Brindisi) sul fatto che Bari e il suo aeroporto sono
diventati l’asso pigliatutto del turismo.
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Idee di sviluppo
Non perdere il treno….
In questo momento la Puglia fa tendenza: vedi articolo sulla Stampa del
22 giugno (cui fatalmente ne seguiranno altri) con l’elenco dei Vip che
stanno comprando casa nella regione.
Occorre rispondere alle esigenze del turismo solleticato dal gossip e
dall’idea di un turismo diverso fatto di trulli e masserie e non perdere
l’occasione di questa improvvisa notorietà senza creare delusione.
Creare un’immagine
Per paradosso, la Puglia è una regione con molte immagini, ma con poca
immagine. Non è raccontata come la Sicilia o la Campania. Non ha avuto
un Pirandello, un Camilleri o un De Filippo a raccontarla, non esiste
suggestione (se non quella recente della musica, che non interessa a
tutti) e il personaggio storico cui si fa riferimento continua a essere
Federico II, francamente troppo lontano nel tempo.
Proprio basandosi sulle sue diversità (da Otranto a Lecce, da Taranto a
Brindisi, dalla cultura delle masserie –quelle vere-, alla suggestione della
taranta, dai trulli alle gravine, dal pesce ai formaggi, dal vino al
cioccolato, ecc.) è indispensabile ripensare un’immagine della regione.
Per differenziarsi dai vicini competitore può essere vincente lo slogan di
Laura Fraser (giornalista di San Francisco e compagna di viaggio) “Il
gusto di un’altra Italia”. Suona bene sia in italiano che in inglese: The
taste of another Italy.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
…. trovare “narrazioni” emozionali…
-Brindisi, da cui passava nell’Ottocento la Via delle Indie da Londra a
Bombay e nel Novecento facevano scalo gli idrovolanti dell’Imperial
Airways che in un paio di settimane collegavano Londra con Sydney, è
una storia interessante, che potrebbe coinvolgere anche i turisti inglesi.
-Sempre a Brindisi, la chiesa di Santa Maria del Casale con la storia del
processo ai Templari potrebbe fornire una spolverata alla Dan Brown.
-Utilizzare la vicinanza di Matera (dai sassi ai trulli) che è nota in tutto il
mondo ed è legata anche al film The Passion di Mel Gibson.
-Riscrivere la storia recente, passando per il recupero intelligente di
Borgo
Cardigliano,
ex
fabbrica
di
tabacco
voluta
da
Mussolini,
trasformato oggi in hotel in perfetto stile Littorio e con bellissima piscina
(borgo che altrimenti sarebbe andato perso), e per l’Ilva di Taranto, che
si può rileggere in positivo, come polo trainante dell’economia del
dopoguerra, sfruttando le suggestioni dei fuochi notturni sulle ciminiere.
-Una volta ripulita, Taranto potrebbe diventare una Napoli alternativa, o
una nuova Ortigia (Siracusa) che è stata recuperata da interventi
privati. Come Ortigia, la città vecchia è su un’isola fra due mari, piccolo
e grande.
Ripulire!!!!!!!
Alcune zone sono veramente sporche. Esempi che mi sono rimasti più
impressi:
-il belvedere sulla gravina di Castellaneta che si raggiunge attraverso un
immondezzaio
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
-la vecchia Taranto (una vera discarica)
Dai trulli al mare…..
E non viceversa. L’interno è molto più interessante della costa, mentre il
mare può essere il giusto corollario di itinerari di scoperta, con soste
piacevoli anche durante i tour nei posti più belli.
Grazie alla stagione lunga, un bagno è piacevole anche a settembre,
forse a ottobre, e va destagionalizzato: verificarne l’accessibilità da un
punto di vista di “pulizia” delle spiagge e magari di una piccola struttura
(basta un bar aperto) soprattutto in quei posti che sono vicini alle
principali località di turismo. Vedi anche punto 3).
La Puglia è vasta: creare una serie di percorsi ragionati a tema (es.: i
tratturi della transumanza, anche la via del gotico, la strada del
formaggio, ecc.) che facciano da leitmotiv, completati però da altri
aspetti (arte, buona cucina, ospitalità, ecc….) che facilitino la scelta di un
percorso
con
comunicazioni
molto
schematiche
(stile
web:
all’approfondimento pensa chi è interessato), coinvolgendo anche la
gente del posto (guide, agricoltori, albergatori, ristoratori, ecc).
Rivisitare i monumenti offrendo anche “accoglienza”: il castello di
Corigliano, non è solo bello, ma è attrezzato con una caffetteria aperta e
con eventi musicali, che lo rendono vivo e fruibile a tutti, anche a chi
non è interessato alla sua storia.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Trasporti
Promuovere
lo
Slow
Tour
migliorando
e
potenziando
i
trasporti
alternativi alla macchina e al pullman turistico (decisamente di poca
immagine) con bus di linea, treni e traghetti.
Ricordando che il problema reale di chi viaggia con mezzi pubblici è il
bagaglio. Un servizio di deposito (presso stazioni, bar, hotel, altro)
potrebbe promuovere la visita anche di piccole località. Addirittura: si
potrebbe studiare un trasporto bagagli dal punto di partenza alla meta di
arrivo, favorendo le soste di passaggio in alcune località intermedie
(studiare esempio delle ferrovie e dei bus postali e l’organizzazione dei
viaggi in bicicletta con bagaglio al seguito della Svizzera).
Alloggio
Promuovere l’alloggio di qualità a prezzi accettabili per un turismo colto
o semplicemente curioso che non è necessariamente anche ricco. Sì agli
alberghi “storici” o moderni (ma non deturpanti), purchè piccoli, a
misura d’uomo e di territorio. Sì ai b&b, agli agriturismi di qualità,
all’”albergo diffuso” che permettono un contatto fra turista e luogo. Sì
alle masserie giuste e non speculative.
Troppe al contrario le masserie a prezzi stellari e quelle che impostano il
business sui matrimoni, ma non offrono un’accoglienza “ospitale” al
viaggiatore in cerca di suggestioni, atmosfera né buona cucina.
Il tutto molto meglio se con piscina bella e fruibile piuttosto che con Spa
(vedi punto 4)
Da promuovere….
-Lo studio dell’inglese soprattutto per chi è a contatto con i turisti.
-L’uso delle carte di credito anche nei negozi e nelle trattorie.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Iniziativa privata …..e al femminile…..
Assolutamente
da
incoraggiare
l’imprenditoria
privata
e
quella
femminile, tutti incontri positivi:
-Albergo diffuso Vecchia Mottola
-Inprimis, servizio di informazioni e servizi turistici di Santa Maria al
Bagno
-Cooperativa Abita Lecce
-Hotel Akropolis, nella Taranto Vecchia (con reception al femminile)
-Agriturismo Le Fogliarelle di Cisternino
-Un viticoltore innovativo come Gianfranco Fino
-Le artigiane di Brindisi che hanno fondato La Corte delle Botteghe
Artigiane, in una vecchia struttura riportata a nuovo (botteghe gradevoli
e molta simpatia) accordandosi anche col trenino turistico della città per
far arrivare da loro i turisti delle crociere.
-le ristoratrici del ristorante Le Zie di Lecce, assolutamente perfette
-la travolgente Lucia del negozio Picce de Fame a Taranto Vecchia
-Giovanna,
della
Masseria
Torre
Pinta,
vicino
a
Otranto,
donna
imprenditrice ante litteram, un po’invasiva ma con una storia alle spalle
e una struttura portata avanti da sola (senza aiuti pubblici!).
Turismo per tutti….
Dovrebbe coinvolgere la gente del posto: i giovani che vi trovano una
potenzialità di lavoro per il futuro, ma anche gli anziani, che possono
essere ottimi “volontari” in monumenti e musei.
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Esportare la Puglia
Estate 2007: la Puglia è trendy anche negli States, come si legge in un
articolo del New York Times.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Dopo la Toscana, l’Umbria e la Sicilia, adesso sembra che gli americani
si stiano interessando alla Puglia. Se è vero, occorre approfittare
dell’occasione, magari promuovendo la regione Oltreoceano (mostra di
vini?
settimana
della
gastronomia?
gemellaggio
taranta-jazz???),
giocando sull’immagine di un’Italia diversa, e, al tempo stesso, agendo
in loco per migliorare rapidamente quanto esiste.
Bisogna fare presto, prima che si dissolva l’incantesimo: essere pronti
per la stagione 2008 è fondamentale.
Importante anche decidere a che tipo di turismo rivolgersi. Fra 5 anni gli
americani saranno già alla ricerca di un’altra meta. Come già detto nel
capitolo “alloggio” occorre che le strutture di accoglienza siano adatte a
un turismo di cultura, nazionale ed europeo, ma non di target economico
troppo elevato che porterebbe, dopo gli americani, l’arrivo del naturale
seguito: i turisti russi, molto devastanti.
Ma questa è una scelta politica…..
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Contributo scritto di Giannermete Romani
Educare, accogliere, accompagnare. Queste le tre parole chiave che
risuonano in me nel ripensare ai giorni del nostro viaggio in Puglia. Ero
partito aspettandomi molto, chiedendo assai a una regione che ritenevo
di conoscere abbastanza e che ricordavo diversa, attraente, misteriosa
ed esotica. Gran parte delle mie aspettative non sono andate deluse
ritrovando
un
paesaggio
fortemente
connotato,
unico,
denso
di
suggestioni e inviti, bello senza clamori. Un paesaggio sperso nella sua
vastità e sfuggente tra tante identità che trovano a fatica la via per dirsi
e per mostrarsi e nel quale si devono fare i conti, purtroppo, con quello
che siamo costretti ad aspettarci, anche chi è spoglio di pregiudizi, ogni
volta che si parte per un viaggio verso il sud: precarietà, degrado,
incuria.
Partiamo dalla storia: da una parte la grande architettura religiosa,
chiese sospese in un tempo assoluto, in mezzo a borghi di pietre chiare
e lisce, che accolgono e invitano alla calma, alla lentezza luminosa del
pensiero mediterraneo, dall’altra la grande architettura civile che
culmina nel maestoso castello di Federico a Castel del Monte. Molta la
retorica spesa su queste pietre, meno sostanziosa la ricerca in
profondità dei valori che quella storia lega alle storie dell’oggi, a come
esse in un quotidiano che avrebbe un bisogno acuto di narrazioni si
possano spalmare, ritrovando senso, continuità e significati nuovi,
facendo da base a un nuovo modo anche dello stare insieme, del
convivere civile, di una comunità che sappia raccontarsi e sappia
accogliere. Come in tutti i luoghi dove la retorica vince sulle parole vere
manca l’ossigeno del racconto vitale, partecipato, condiviso, senza la
muffa rassicurante del già detto, accertato, approvato. In questi borghi
che abbiamo attraversato e dove abbiamo sostato – vivi della vita dei
loro abitanti - si ha l’impressione, come viaggiatori, di non poter sostare
più di tanto perché prevale il silenzio che se in parte può affascinare poi
può provocare il desiderio di andare verso un altrove che sappia attrarci
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
anche per i suoi racconti. A volte si possono incontrare, in questi paesi
millenari, strutture d’accoglienza che risuonano dei toni falsi di tutto ciò
che viene pensato seguendo strade prevedibili, standard, voluto da chi
con i luoghi non sa o non vuole rapportarsi. Ciò risulta purtroppo un
nodo critico anche quando si passa al paesaggio agrario e naturale.
Il paesaggio agrario pugliese è probabilmente unico nel Mediterraneo. E’
vero, fatta eccezione del Gargano, la Puglia manca di quei rilievi che
spesso, frastagliandosi sul mare e da esso innalzandosi improvvisi
rendono fortemente attraenti le coste della Grecia o della Sardegna, e
per lo stesso motivo manca un interno ricco di boschi e quindi di acqua
che crea contrasti forti e netti. E sempre per questioni di orografia
mancano quelle baie impreviste, nascoste che rendono altri mari unici.
Per questo il mare – anche perché le coste sono per lunghi tratti
fortemente degradate e inaccessibili - come ci siamo detti in questi
giorni, dovrebbe essere un luogo di arrivo del viaggio in Puglia, non un
punto di partenza, dovrebbe integrare un viaggio di scoperta dell’interno
e diventare un elemento ludico aggiuntivo, non centrale o prevalente.
Il paesaggio agrario è davvero particolare: la spianata di oliveti, vigne,
di grano, mandorli, fichi e ciliegie,
mossa in maniera appena
percettibile, ma quel tanto che basta a darne il senso di profondità, di
vastità è molto affascinante anche se agli occhi di molti può apparire
poco attraente, poco interessante, può stancare presto se non viene
ravvivato dalle storie che in esso sono sedimentate, dai valori, dalle
parole, dai suoni che lo hanno attraversato e lo attraversano tuttora.
Credevo che le masserie dedicate in questi ultimi anni all’accoglienza dei
viaggiatori avessero come vocazione quella di essere le oasi di questi
altipiani, i luoghi naturali dove sgorgasse l’acqua dei racconti, dei miti,
del dire e del fare, tradizionale e moderno. Le visite fatte, gli sfioramenti
ci hanno dato un’impressione diversa, l’idea che queste masserie sono
fatte per gli abitanti stessi, per ribadire alcuni valori molto antichi, di
potere, di lignaggio, volendo comunicare altro che l’accoglienza, molto di
più rivolgendosi a matrimoni e cerimonie d’altri tempi. Pensavamo
fossero questi i luoghi eletti dell’accoglienza, delle parole invece incontri
rigidità, presunzione, mancanza d’entusiasmo e passione che può solo
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
allontanare il viaggiatore autentico e che mai attrarrà altri viaggiatori
che difficilmente qui, così lontano dalla costa, vorranno arrivare,
soprattutto se non hai nulla da dirgli e da proporgli.
Le parole per raccontarsi. Qui si ha l’impressione che qualche volta se ne
voglia fare a meno, nel senso che le spiegazioni magari un po’ più
tecniche o un racconto dei luoghi che si attraversano, di ciò che si
mangia o si beve sia quasi superfluo, inutile e inoltre faticoso.
Insomma se di ruralità diffusa si può parlare in questa regione lo si può
fare di sicuro dal punto di vista agricolo, avendo avuto riscontro della
qualità delle produzioni che sono di ottimo livello, ma da questo a
passare a una sua fruizione turistica ci sembra che manchi la sostanza,
che è poi la materia viva del saper comunicare a chi viene da altri
luoghi, da altre culture, la propria identità, la propria memoria, un
racconto che sappia restituire a chi abbiamo davanti il senso di quel
luogo, nel divenire del tempo fino a quando si dà l’incontro.
Per fare questo è necessario creare contesti educativi molto ambiziosi,
anche perché se si vuole alimentare in Puglia un movimento turistico di
qualità e garantirgli soprattutto una continuità, è bene fare il
bilancio
della situazione da questo punto di vista. E’ necessario costruire saperi
condivisi, dare a tutti strumenti per raccontare le storie che ognuno ha
dentro di sé, farle emergere, convincere che tutte hanno pari dignità e il
saperle restituire fa parte dell’accogliere e del saper accompagnare. È
emerso con nettezza, durante le nostre discussioni, quale potrebbe
diventare
il
potere
assoluto
di
questo
passaggio
fondamentale,
passaggio che potrebbe rappresentare un’occasione di promozione non
soltanto del turismo ma della società nella sua interezza. Imparando a
raccontarsi si fa spazio ad apprendimenti che ci situano in un contesto,
che ci danno uno spazio e un ruolo, che fanno luce sul nostro essere, sul
senso del nostro appartenere ai luoghi e al tempo dentro cui siamo
inseriti. Dare un senso a tutto ciò, narrandolo, ci rende aperti all’altro
perché noi ci apriamo diventando a nostra volta curiosi di conoscerlo. La
curiosità ci rende accoglienti in maniera naturale e ci dà la voglia e
l’energia necessaria e vitale per accompagnare l’altro, per viaggiare
insieme a lui attraverso luoghi che già conosciamo e che nel raccontarli
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
scopriamo anche noi ogni volta, vedendoli con occhi nuovi, gli occhi
dell’altro.
Ecco,
in
questi
giorni
raramente
ho
incontrato
questa
passione
autentica, questa voglia di mettersi in gioco, di creare un racconto
personale, quasi sempre ho sentito persone che se la prendevano con
qualcun altro, meglio ancora se lontano, sfocato o indefinito, una rabbia
vaga per non dovere ammettere la propria stanchezza già prima di
partire o la propria scarsità di idee.
Allungare la stagione? Per romperla del tutto magari. Sì certo la stagione
si può allungare perché tutto lo permetterebbe ma a maggior ragione
dovrà arricchirsi questa capacità di raccontare chi si è, perché il mese e
mezzo o poco più che adesso è la stagione turistica lo puoi più o meno
stiracchiare ma se allunghi il tempo dell’accoglienza allunghi il tempo del
confronto, della tensione verso il nuovo, verso l’imprevisto, della crescita
e questo a molti può far paura. Ma o c’è lo scatto in avanti e qualificando
l’offerta turistica nel suo complesso riqualifichi l’ambiente, il territorio, la
storia e la geografia, oppure campi nel tempo breve dal corto respiro
che vorrà dire consumo del territorio che diventerà irreparabile,
insoddisfazione del viaggiatore che avrà sempre l’impressione di aver
perso qualcosa, la frustrazione degli operatori a cui sfuggirà il senso di
ciò che accade, la mancanza di collaborazione dei residenti che
considereranno l’ospite un disturbo, un peso, un ostacolo, un testimone
scomodo. L’unica cosa che gli operatori turistici sanno comunicare
benissimo è quella della mancanza delle infrastrutture, per alcuni si ha
l’impressione che sia una tiritera imparata a memoria da ripetere
passivamente quando ti chiedono come va la situazione.
Una volta arrivati in Puglia – le uniche infrastrutture che eventualmente
sarebbero da migliorare e qualificare sono secondo me gli aeroporti – la
regione si gira benissimo. Esiste una fitta trama di strade di tutti i tipi e
di tutte le dimensioni, che portano in poco tempo dall’interno al mare e
viceversa, che collegano bene i borghi e le varie aree di interesse
turistico. Non ne aggiungerei altre pena un consumo ulteriore del
territorio che ha già pagato molto al cemento visto che quelle che ci
sono, dalle autostrade, alle superstrade alla viabilità ordinaria sembrano
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
sufficienti a coprire tutto il territorio senza zone d’ombra. Il treno
potrebbe essere un’ottima risorsa, facendo il giro del Gargano da sud
abbiamo accolto come una benedizione la comparsa della stazione di
Peschici, capolinea della linea che viene da Foggia.
Non aggiungo altro perché secondo me il gruppo ha funzionato molto
bene, la modalità scelta ha fatto emergere nel migliore dei modi i diversi
punti di vista, i diversi percorsi, le sensibilità e la restituzione corale
dell’ultimo giorno è stata una vera restituzione del gruppo dando la
sensazione profonda di aver distillato con nettezza parole e pensieri che
lungo
il
viaggio
hanno
saputo
incontrarsi,
fondersi,
arricchirsi
reciprocamente.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
5. Traccia di intervista per l’intermediazione turistica
europea
1. Prodotti e mercati turistici della Puglia
a. Innanzitutto vorrei sapere se siete presenti in Italia in genere, e se
siete presenti con prodotti turistici in Puglia e In altre zone del Sud
Italia.
b. Parlando ora del tipo di prodotto e degli aspetti più commerciali, quali
sono i prodotti che offrite nella destinazione Puglia? nelle altre zone del
Sud Italia?
c. chi sono le persone interessate a questo tipo di destinazione in
generale, e ai vostri prodotti in particolare?
d. dal punto di vista quantitativo, quante persone viaggiano con voi ogni
anno in Puglia? Questo cosa rappresenta rispetto alle destinazioni
concorrenti? Fetta di mercato? Ranking?
e. dal punto di vista commerciale, quali sono secondo lei le principali
concorrenti della Puglia?
2. Requisiti essenziali di una destinazione turistica
a. Nella scelta delle destinazioni turistiche del vostro catalogo, quali
sono le caratteristiche irrinunciabili che deve avere una destinazione, dal
punto di vista di:
A. servizi
B. territorio e ambiente
C. ospitalità
D. altro
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
b. Quali problemi possono invece escludere a priori una destinazione dal
vostro catalogo?
c. Rispetto a queste cose, cosa pensa della Puglia (o del Sud Italia),
cosa va bene, cosa manca?
2. Percezione della Puglia come territorio
a. Lei ha avuto occasione di vistare la Puglia? Che idea si è fatto in
generale di questa Regione, qual è la sua percezione? (sia per chi è
stato in Puglia che per chi non ci è stato – come se la immagina?)
b. più in particolare, che cosa pensa dell’offerta dal punto di vista delle
infrastrutture e della mobilità?
c. e per quanto riguarda i servizi offerti e i prodotti turistici?
d.
per
quanto
riguarda
invece
i
canali
promocommerciali,
la
comunicazione e la visibilità in generale, pensa che siano adeguati sia
come quantità che come linguaggio?
3. Forze, debolezze, concorrenza.
a. quali sono secondo lei i principali punti di forza della Puglia in quanto
destinazione turistica?
b. e le sue debolezze?
c. quali sono i suoi principali concorrenti, e che cosa hanno di più, e di
meno?
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
4. Immaginare la Puglia
a. che cosa vorreste trovare in Puglia che ora non c’è?
b. immaginando ora il turismo ideale della Puglia, come lo immagina,
che tipo di interventi farebbe?
c. Nella precedente fase di ricerca abbiamo visitato questa Regione
insieme a due gruppi di esperti internazionali di varie discipline. Dalla
riflessione di questi due gruppi sono emerse alcuni possibili scenari di
sviluppo per la Regione Puglia. Mi piacerebbe avere un suo parere
rispetto a questi scenari.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
6. Report delle interviste ai rappresentanti
dell’intermediazione turistica europea
data
Intervistato
Ruolo
Ente
GIUGNO 2007
Herr Mosbacher
Abteilungleiter (Direttore che
occupa dei prodotti in Italia)
AMEROPA
si
Ameropa è presente in Italia con prodotti in Sud Tirolo, Veneto e Emilia
Romagna.
Per entrare a far parte del catalogo di Ameropa una meta turistica deve
avere determinate caratteristiche. La più importante tra queste è
sicuramente rappresentata dal fatto che tale meta sia facilmente
raggiungibile con il treno. Inoltre deve offrire diverse attrattive turistiche
e essere dotata di buone infrastrutture e di alberghi di qualità.
Pertanto il motivo principale per cui Ameropa non ha mai nemmeno
preso in considerazione la possibilità di iniziare a operare in Puglia è “la
mancanza di connessioni ferroviarie facili e veloci con questa regione,
così lontana dalla Germania”.
Il Signor Mosbacher ha visitato più volte la Puglia e ritiene che sia “une
delle regioni più interessanti e più sottovalutate del sud Italia”. Per
questo motivo ritiene che le possibilità di sviluppo su questo territorio
potrebbero essere molto ampie, soprattutto se si riuscisse a creare una
rete di connessioni aeree con voli a basso costo a livello europeo.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Giorgio Palmucci
Ruolo
Direttore Generale Club Med Italia
Ente
Club Med
Per prima cosa Palmucci, direttore generale di Club Med Italia, ci ha
confermato la presenza del gruppo in Puglia:
“In Puglia siamo presenti per il momento soltanto ad Otranto, che è
stato il primo villaggio italiano del Club Med. La Puglia è una meta molto
interessante. Sarebbe utile avere un altro villaggio. Il problema è che
dopo aver individuato alcuni siti di rilevanza strategica non siamo venuti
alla definizione di un progetto”.
Ci spiega che core business di Club Med è la villaggistica indirizzata a
famiglie con bambini e aggiunge:
“In Italia Otranto rappresenta l’unico villaggio che abbiamo con queste
caratteristiche. Si tratta di una clientela che è attratta dalla tipologia di
prodotto e dalla bellezza del mare di Otranto.
Bisogna tuttavia dividere la clientela straniera da quella italiana. Gli
italiani conoscono la destinazione Italia. Una notevole fetta della
clientela è fidelizzata al prodotto che offriamo a Otranto e si ritiene
soddisfatta del luogo e del servizio offerto.
La clientela straniera invece è trainata dalla conoscenza della Regione”,
anche se “la comunicazione di alcune zone del Mediterraneo non è molto
agevole per il turista straniero”.
Il villaggio è aperto dai primi di maggio a fine settembre, Per i mesi non
canonici c’è una netta predominanza della clientela straniera. La
clientela internazionale permette di avere arrivi anche a maggio, giugno
e settembre.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
“La fetta di mercato composta dal prodotto Puglia è circa il 10%. Si
tratta di 850 posti letto e avendo un solo villaggio il 10% è una cifra
notevole.”
Parlando dei trasporti viene ribadita la necessità di una crescita degli
aeroporti regionali e delle infrastrutture stradali: “Bari è ormai un
aeroporto all’avanguardia e Brindisi sta lavorando per migliorare”.
Per quanto ci riguarda sarebbe importante che l’autostrada che arriva a
Bari continuasse a scendere. In ogni caso la creazione della tangenziale
di Lecce è un altro esempio positivo per la crescita infrastrutturale che
favorisce il turismo”.
Per quanto riguarda i voli, invece, sottolinea come ci siano ancora pochi
voli per Brindisi, che resta un aeroporto poco servito.
Riguardo il concetto del villaggio Palmucci si sofferma sui cambiamenti,
che appaiono netti: c’è una vasta scelta e una apertura sempre
maggiore rispetto alle bellezze offerte dal territorio, anche se, dal punto
di vista del turismo culturale, si riscontra una mancanza di guide
turistiche. In particolare mancano figure di accompagnamento che
parlino le lingue più diffuse.
Lo sviluppo delle masserie è visto in maniera molto positiva. La scelta è
vasta e copre tutti i livelli. Si sta investendo anche per ristrutturare il
parco alberghiero: “Mi è capitato di dire all’assessore Ostilio che molti
passi avanti sono stati fatti anche su questo punto di vista, anche per
classificare in maniera omogenea gli standard offerti dalle strutture
ricettive. Il problema, che è italiano prima che pugliese, è che
pecchiamo di un’eccessiva parcelizzazione”.
Nel sottolineare i punti di forza del territorio e pugliese, Palmucci
afferma:“uno dei punti di forza che riscontriamo è il senso di ospitalità
dei pugliesi. Trovo che sia un punto di forza da valorizzare.
Si potrebbe poi puntare sul golf e sull’enogastronomia. La Puglia
potrebbe puntare su un turismo di qualità e di nicchia”.
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433
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Tra i punti di debolezza al primo posto vi è la comunicazione:
“occorre migliorare assolutamente la comunicazione: il sito della regione
è in manutenzione e ai primi di luglio non pare di buon auspicio. Il sito
dovrebbe poi essere tradotto in inglese, poiché mentre l’italiano è
sostanzialmente a conoscenza delle bellezze e delle peculiarità del
territorio pugliese, il turista straniero è ancora da educare.”
Palmucci ricorda inoltre quanto sia complicato comunicare le peculiarità
di una regione: “ma la Puglia è certamente avvantaggiata. Ci sono molti
aspetti, paesaggistici, culturali e gastronomici, che favoriscono politiche
di comunicazione
Io punterei moltissimo sul mare e la cucina. Sono punti di forza che
devono essere necessariamente valorizzati”
In merito alla concorrenza da parte degli altri paesi del mediterraneo:
“La concorrenza dal punto di vista del prezzo per il prodotto balneare è
durissima, penso alla Croazia, all’Albania, alla Turchia.
L’unica
risposta
è
la
destagionalizzazione.
Puntando
sul
golf,
sull’enogastronomia e sull’arte si può certamente allungare una stagione
turistica che sarebbe, altrimenti, troppo compressa e polarizzata su
pochi giorni”
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
M.me Duchemin
Ruolo
Direttore programmazione
Ente
Donatello
Donatello propone la Puglia da una decina di anni. Per la signora
Duchemin la considera “una regione molto interessante, dal punto di
vista culturale e naturalistico”. Personalmente è rimasta molto colpita
“dai suoi paesaggi e dalle sue città barocche”, mentre è rimasta colpita
in negativo dalle sue costruzioni, in particolare dagli alberghi.
Insiste sulla difficoltà nel trovare soluzioni al livello dei trasporti: c’è già
stato da parte loro un tentativo di organizzare un servizio di charter, che
tuttavia: “non ha funzionato perché la domanda era troppo debole per
operare un consolidamento. Siamo stati costretti ad abbandonare. Ora
siamo su voli regolari con dei prezzi molto elevati, e dunque le offerte
non sono particolarmente interessanti”.
In merito agli alberghi conclude dicendo che laddove i prezzi sono
accettabili le strutture non corrispondono alle richieste della clientela,
“mancano di charme, in particolare sul fronte balneare. In merito
all’entroterra, invece afferma: ”ci sono piccole cose ben riuscite, ma
rimangono piccole unità disperse. Le masserie trasformate in alberghi
sono allettanti e potrebbero soddisfare i clienti, ma il fatto che vi siano
poche camere fa sì che le tariffe siano molto elevate”.
Alla domanda “che tipo di turismo proponete?”, la signora Duchemin
risponde Donatello propone sia il Balneare, sia un circuito organizzato in
pullman all’interno del territorio. A suo avviso, la mancata richiesta della
Puglia rispetto ad altre destinazioni del mediterraneo, è dovuta al fatto
che “si tratta di una regione poco conosciuta, l’accesso è difficile e i
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435
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
prezzi sono meno vantaggiosi di altre destinazioni, magari meno
interessanti da un punto di vista culturale, ma servite meglio”.
In
particolare
specifica
indicando
il
Maghreb
come
esempio
nel
Mediterraneo.
Riguardo al target, in generale è costituito dalla tranche dei 50-60 anni,
mentre per quanto riguarda il futuro della Puglia ritiene che
“se ci fossero dei buoni collegamenti a prezzi corretti e alberghi che
assomigliano meno a delle caserme, il turismo in Puglia potrebbe
svilupparsi bene”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Eric Warnery
Ruolo
Chef de produit
Zone Europe Occidentale
Service Production
Ente
Go Voyage
“Come accennato quando ci siamo sentiti al telefono, non produciamo
ancora
la
destinazione
Puglia.
Abbiamo
cominciato
un
forte
posizionamente sull’Italia e le sue isole dall’anno scorso (circa 5600
clienti prenotati fin oggi per l’anno in corso), con, come novità per
quest’anno, le Marche e la Calabria.
Uno studio sulla Puglia è consigliabile, ma il problema della carenza
infrastrutturale degli aeroporti ha costituito fin ora un freno.
Non abbiamo nessuna offerta attualmente sui nostri siti internet: è per
questo che non potevo rispondervi al telefono, ne consacrare ulteriore
tempo per un’intervista telefonica (non avendo nessuna esperienza
concreta).
Cordialmente,
Eric.”
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437
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Danilo Ceresa
Ruolo
Product Manager
Ente
Hotelplan
Hotelplan è un Tour Operator presente solo sul Gargano.
Ceresa sottolinea come per gli Svizzeri sia importante la distanza e
come, da questo punto di vista, Il Gargano sia una meta interessante
perché facilmente raggiungibile in macchina. Infatti, circa il 95% dei
clienti di Hotelplan utilizza l’automobile: la scelta dell’auto o del treno è
necessaria poichè “dalla Svizzera non ci sono voli diretti con low cost o
charter”.
Hotelplan tiene sotto osservazione molte altre zone della Puglia:
“abbiamo belle strutture in Salento, Brindisi, Torre dell’Orso”, precisando
che ogni anno la Puglia registra un 5% di crescita, quindi sembra essersi
avviata una spirale positiva.
Tra i fattori negativi riscontrati: “la pubblicità è un problema. La Puglia
non è conosciuta come l’Adriatico o la Toscana”. Inoltre, secondo il
product manager “manca qualità dei servizi, del personale qualificato e
della cucina”. Ritiene che servano strutture come villaggi fuori dai paesi
e luoghi isolati: “Lo Svizzzero cerca un luogo a contatto con la natura,
ma dove ci siano anche servizi (bar, pizzerie, ecc)”.
Da questo punto di vista “Il Salento è la zona con le possibilità turistiche
maggiori é meraviglioso per la qualità della natura”.
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438
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Secondo Ceresa occorre ribadire la forza del turismo balneare pugliese:
“le masserie sono un prodotto di nicchia per un segmento particolare. La
massa cerca la vacanza balneare. I percorsi enogastronomici funzionano
a fatica anche in Toscana. Non c’è richiesta per un TO”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Franziska Wenger
Ruolo
Responsabile produzione
Ente
Kuoni
Kuoni non ha ancora inserito l’Italia tra le sue destinazioni e quindi
neanche la Puglia. Però sono in fase di preparazione e potrebbero
proporla l’anno prossimo. La signora Franziska Wenger non ha spiegato
le ragioni che hanno spinto Kuoni a prendere in considerazione la Puglia
e l’Italia del sud. Ha risposto che non riesce a rispondere alla domanda
in primo luogo perché lavora a Kuoni come responsabile di produzione
solo da Febbraio, in secondo luogo perché per il momento sta lavorando
su altre regioni del Mediterraneo (Grecia, Cipro, Marocco, Turchia) e in
particolare sta preparando il catalogo del Marocco, quindi dedicherà un
pò più tempo all’Italia a partire da Luglio, Agosto.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
-
Ruolo
Chef de Produit
Ente
Look Voyage
Nell’offerta di Look Voyage la Sicilia è l’unica destinazione proposta in
Italia poichè la maggior parte dei loro clienti è costituita da clubs. Non
sono specializzati né nei circuiti, né nei viaggi d’affari. La signora
sostiene che “l’Italia continentale è più orientata verso il culturale”,
mentre Look voyage è concentrato sul balneare. Ribadisce dunque che
”non tutte le regioni italiane sono adatte a questo tipo di soggiorno”.
Comunque, anche se finora la Puglia non è stata presa n considerazione,
non esclude l’eventualità di introdurre la Puglia nella loro offerta,
qualora dovessero trovare elementi di convenienza.
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441
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Rudy Round
Ruolo
Product Manager
Ente
OAD GROUP
Oad Group è un tour operator olandese che offre prodotti in Puglia da
circa 3 anni. La §Puglia è stata inserita in catalogo poichè, dopo aver
vinto un premio locale per la migliore offerta turistica in Italia, Oad
Group ha deciso di completare la propria panoramica sul territorio
italiano. Il Signor Round afferma in merito che “quando si offrono
prodotti turistici in Italia non si può trascurare la Puglia”.
La clientela che prevalentemente sceglie la Puglia come destinazione per
le proprie vacanze è rappresentata da giovani tra i 25 e i 30 anni, senza
figli e alla ricerca del “colore locale” e di luoghi non ancora invasi dai
turisti.
Oad Group offre soprattutto turismo balneare, ma il signor Round
esprime la chiara volontà di offrire in futuro anche un turismo di
carattere territoriale. Sottolinea inoltre come l’Italia sia attualmente una
meta molto ambita per i turisti olandesi che amano la cucina, il vino, il
sole, il clima, lo stile, la moda, l’arte, l’architettura, il design e
soprattutto per il modo di vivere della popolazione.
Il Signor Round non è mai stato in Puglia, ma ritiene comunque che il
turismo
in
questa
regione
possa
trarre
enorme
giovamento
dall’istituzione di voli a basso costo che colleghino l’Olanda e la Puglia.
Inoltre sarebbe molto importante “fare maggiore ricorso a campagne
pubblicitarie sia in Tv che sui giornali” per far conoscere questa regione
anche al pubblico internazionale.
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442
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Il Signor Round non cambierebbe nulla del modo in cui viene gestito il
turismo in Puglia, perché ritiene che la “purezza” di questa regione sia il
suo punto di forza. Sarebbe pertanto inutile costruire grandi resort o
villaggi turisici, ma bisognerebbe piuttosto puntare sulle “caratteristiche
locali e peculiari del territorio”.
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443
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Herr Eryeri
Ruolo
Product Manager
Ente
Öger Group
Durante un primo contatto con Öger Group ci è stato fornito il
nominativo della signor Eryeri per potere effettuare l’intervista.
Quando però in un secondo momento abbiano cercato di contattarlo, il
signor Eryeri non ha voluto rispondere alle nostre domande, affermando
che non era interessato alla nostra intervista e non aveva tempo da
dedicarci.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Frau Nawabi
Ruolo
Produktmanagerin
Ente
Phoenix Reisen
Phoenix Reisen non ha prodotti turistici né in Puglia né in altre regioni
d’Italia. Nel Mediterraneo opera principalmente nelle Baleari, a Ibiza e in
Turchia. Queste mete sono state recentemente introdotte nel catalogo,
perciò l’obiettivo principale e attuale è “concentrasi sullo sviluppo delle
mete già presenti nel programma per stimolarle e rafforzarle”.
Per questo motivo Phoenix Reisen non ha in progetto per il futuro
immediato di inserire l’Italia, e in particolare la Puglia, nel proprio
catalogo. Tuttavia ciò non esclude che in un futuro più lontano i territori
del Sud Italia possano essere presi in considerazione.
La Signora Nawabi afferma: Non conosco bene il Sud Italia, ma credo
che disponga di un grande potenziale e che possa rappresentare un
prodotto di grande successo per il mercato tedesco”.
In
particolare
ritiene
che
l’Italia
meridionale
possa
essere
particolarmente adatta per una clientela contraddistinta da uno spiccato
interesse per la cultura e per un livello di istruzione piuttosto elevato.
La Signora Nawabi preferisce non sbilanciarsi in giudizi, dato che non
conosce il territorio nei dettagli ma afferma che: “in Puglia, in
particolare, e nel Sud Italia in generale ci sono ottime possibilità di
sviluppo, dovute sia al clima favorevole che all’importanza degli aspetti
culturali offerti da tali territori”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Frau Ute Heinrich
Ruolo
Managerin
Ente
REWE
Durante un primo contatto con REWE ci è stato fornito il nominativo
della manager Ute Heinrich per potere effettuare l’intervista.
Quando però in un secondo momento abbiamo cercato di contattarla, la
signora Heinrich non ha voluto rispondere alle nostre domande,
affermando che non era interessata alla nostra intervista e non aveva
tempo da dedicarci.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Herr Martin Bensing
Ruolo
Produktmanager
Ente
Schauinsland
Schauinsland non opera in Puglia, ma in altre aree del Mediterraneo, tra
cui Spagna, Portogallo, Grecia, Turchia, Albania e Canarie.
Il motivo principale per cui Schauinsland ha deciso di non proporre
prodotti turistici nel sud Italia è “l’insufficienza di tratte aeree che
colleghino
adeguatamente
la
Germania
con
i
principali
aeroporti
dell’Italia meridionale”. Inoltre l’Italia meridionale è spesso associata a
un tipo di turismo di massa che potrebbe fungere da deterrente per i
turisti tedeschi. A suo avviso, quindi: “occorre quindi migliorare le
connessioni aeree e offrire strutture che possano interessare i turisti
tedeschi.”
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447
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Dott.ssa Garrone
Ruolo
Responsabile programmazione del sud
Italia
Ente
Settemari
Settemari commercializza la Puglia dal 2000. La dott.ssa Garrone
specifica che “le persone maggiormente interessate sono famiglie che
ricercano residence o villaggistica o coppie che cercano appartamenti”.
Facendo una stima della fetta di mercato relativo alla Puglia e
considerando le prenotazioni italiane aggiunge “parliamo di 1/3 del
totale.”
Secondo la responsabile di programmazione la Puglia è conosciuta per la
costa, il Gargano e il Salento, ma è apprezzata anche per la cucina.
La clientela di Settemari, si sposta prevalentemente utilizzando mezzi
propri: “il 98% della nostra clientela, arriva con la propria auto”. Ecco la
principale motivazione per cui “Settemari non garantisce ancora il
servizio charter”.
Analizzando invece la geografia turistica pugliese sembra la Garrone
ritiene che il Gargano sia attrezzato a livello turistico, mentre il Salento
è in fase di netto miglioramento. Tuttavia, suggerisce, “sembrerebbe
poco sfruttato rispetto alle sue attuali potenzialità.”, e aggiunge:
“Non ho notato lacune nel territorio riguardo all’accoglienza dei clienti”
anche se “conosco le zone balneari ma non conosco il territorio interno.
Una delle zone che potrebbe essere rilanciata a livello turistico è quella
di Bari, riqualificando le strutture e pubblicizzando meglio il prodotto”. A
questo aggiunge come, a suo avviso, si conosca abbastanza la Puglia,
conoscenza che è trainata dalle tipicità e dalle potenzialità diffuse del
territorio.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
In merito alla questione della concorrenza, la Garrone sottolinea come il
problema più drastico sia la concorrenza a livello di prezzo di Croazia e
Turchia: “Il problema della Puglia, così come per molte altre mete
italiane, è un problema di prezzo”.
La
Garrone
afferma
che
per
promuovere
il
turismo
pugliese
bisognerebbe riconfermare la tipicità del territorio:
“Il territorio reale diviene la chiave per incrementare il turismo.
Da questo punto di vista non si dovrà usurpare la veridicità del territorio.
Da questo punto di vista sarebbe preferibile uno sviluppo fondato su
piccole e caratteristiche strutture che un turismo di grandi villaggi”.
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449
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Rosa Andriani
Ruolo
Contracting Manager
Ente
Studiosus
Studiosus ricava il 20% del suo fatturato totale da prodotti turistici
italiani. In particolare 2500 persone provenienti dall’area tedesca
scelgono ogni anno la Puglia come destinazione.
In Puglia Studiosus non offre normali soggiorni balneari, ma tour
destinati a persone con un livello culturale medio-alto e con buone
disponibilità economiche.
Grazie all’esperienza accumulata direttamente sul territorio la signora
Andriani è riuscita a individuare i punti forti della regione Puglia.
Innanzitutto “la Puglia sfugge al turismo di massa, soprattutto per
quanto riguarda il turismo fuori stagione e il turismo culturale”. Inoltre
in
Puglia
è
possibile
“offrire
prodotti
di
qualità
che
puntano
sull’originalità, sull’autenticità e sulla cucina tipica”.
Per quanto riguarda invece gli aspetti negativi la signora Andriani ha
sottolineato la mancanza di professionalità e di infrastrutture adeguate:
“È quindi necessario lavorare sulle persone e prestare maggiore
attenzione al personale in modo da consentire un adeguamento delle
strutture e del territorio alla domanda.
Tramite una maggiore cura del personale è pertanto possibile migliorare
anche la funzionalità delle strutture e delle infrastrutture. La regione
offre moltissimo e presenta un grande potenziale che deve essere
sviluppato.
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450
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Franco Mereghetti
Ruolo
Responsabile comunicazione
Ente
Teorema Tour
Teorema Tour non è presente in Puglia con prodotti dedicati.
Franco
Mereghetti,
responsabile
della
comunicazione
del
gruppo,
evidenzia la necessità di allungare la stagionalità. Occorre, secondo
Mereghetti, “lavorare 365 giorni l’anno” e in questo caso occorre seguire
le orme della Spagna.” distribuire le ferie risulta
necessario, ma va
ripensato un sistema di offerta che parli alla terza età, alle scuole, con
percorsi più culturali.”
Precisando l’attività del TO, mereghetti la definisce come un insieme di
servizi offerti: “passagio aereo e prenotazione alberghiera”. Questo
perchè un Club, anche se ha una struttura, può non avere da solo i
numeri per essere significativo rispetto alla massa. É un mercato non
vantaggioso per i TO se preso singolarmente. Molti turisti si spostano in
macchina, o in treno, oppure utilizzando voli low-cost, non hanno
bisogno del passaggio aereo. Il TO, invece, deve ricaricare anche sul
charter offerto ai suoi turisti altrimenti: “Si ritrova a vendere un
prodotto
che,
senza
passaggio
aereo,
rimane
insufficentemente
redditizio”.
Mereghetti sottolinea la necessità di combattere l’abusivismo:
“a Porto Cesareo, dove hanno costruito la statua in onore di Manuela
Arcuri, 17.000 costruzioni abusive, sulla spiaggia e sul demanio
pubblico”. Aggiunge che non c’è possibilità di sviluppo a queste
condizioni: “Prima devono decidere cosa devono vendere”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Mereghetti ribadisce come la Puglia debba necessariamente guardare al
mercato del nord-Europa, un mercato elastico, che viaggia tutto l’anno,
ma prima bisogna censire la tipologia di ricettività: “Sotto le 100 camere
un servizio ricettivo non può essere remunerativo. Occorrono hotel 4
stelle con determinati servizi. In Sicilia, che ha comunque maggiore
appeal rispetto alla Puglia, avevamo un club, e abbiamo chiuso dopo un
anno. Non si può vivere con gli italiani”.
Riguardo al balneare in Puglia, Mereghetti afferma:
“A Gallipoli non si trova in agosto un posto libero sulla spiaggia. Si sta
come sardine, con case costruite sulle dune, si cementificano le spiagge
anche dove la costa è bellissima, come ad Ugento”.
Il turismo pugliese è un turismo delle seconde case, in questo più simile
alla
Liguria
che
alla
Romagna.
Ci
sono
bellissime
masserie
da
riconvertire ad agriturismo, ma è un tipo di turismo che non può
lavorare tutto l’anno. I percorsi culturali ed enogastronomici sono
interessanti ma non garantiscono una profittabilità. Ci vuole una rete di
servizi. Andare in vacanza deve garantire la possibilità di fare una
escursione, avere un servizio sanitario.
In merito alla concorrenza Mereghetti sottolinea come Croazia e Turchia
abbiano attualmente catturato l’attenzione dei tedeschi: “sono 80 milioni
di persone che cercano il mare”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Bruno Panunzi
Ruolo
Direttore Generale
Ente
Valtur
Valtur è presente in Puglia con con due prodotti: un villaggio di 1000
posti letto a Ostuni poi con un hotel-villaggio a Vieste. A Vieste si tratta
di una struttura tendente al lusso, aperta quest’anno. Per quanto
riguarda altre zone della Puglia: “Volevamo costruire un villaggio a
Gallipoli ma abbiamo avuto molti vincoli burocratici”. Nonostante questo,
la presenza di Valtur in Puglia è importante e tende ad aumentare.”
La Puglia rappresenta il 25% del mercato italiano. Tuttavia in Sicilia
Valtur è maggiormente presente rispetto alla Puglia: “La Puglia ha perso
terreno” spiega Panunzi, “Se vado indietro di venti-venticinque anni la
Puglia
era
più
appetibile.
Questo
perché,
è
mancata
una
programmazione intelligente. La Puglia ha perso diversi treni”. Le
potenzialità erano innanzitutto quelle del collegamento fisico: “In Puglia
ci si arriva in macchina o con i propri mezzi”. Panunzi ricorda l’esistenza
di porte aperte come Brindisi e Bari. Altro polo non sfruttato è
l’aeroporto di Grottaglie, un aeroporto strategico sia per la Puglia sia per
la Basilicata. Infine:“Il punto nevralgico, e qui il treno perso è ben più
grave, è l’Adriatico. Il ponte verso la Grecia. La portualità turistica non si
è sviluppata in termini giusti. Si è persa l’occasione di creare il grande
parcheggio internazionale. Una persona che aveva la barca a Brindisi,
per esempio era già molto vicino alle più importanti rotte nautiche del
Mediterraneo. Questo traffico è stato assorbito da Trieste e Sistiana”. Si
è curata inoltre la rendita di posizione dei traghetti degli italiani che
vanno in Grecia e purtroppo non si è internazionalizzata la portualità
turistica”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Altro punto è la programmazione intelligente del territorio:
“Sono pochi i campi da golf in Puglia. In 5 anni servirebbero 15 campi da
golf, e in qusesto modo potrebbw diventare il principale golfistico del
Mezzogiorno. Bisogna offrire la possibilità di comabiare spesso campi e
location, occorre incuriosire ed essere in grado di garantire uno standard
di qualità. Per questo è conveniente creare un’armatura di eventi. Serve
qualcosa che vada al di là del mangiare e dormire”.
L’analisi di Panunzi prosegue: “Hanno considerato le risorse come
strutture già pronte. Ma Le bellezze sono strumenti e motivazioni, non
garantiscono a prescindere i flussi turistici”.
Per quanto riguarda l’ eventistica Panunzi aggiunge:
“La notorietà del festival di Martina Franca è bassissima. Certi fenomeni
di produzione da utilizzare in chiave turistica sono modestissimi. Sembra
che in Puglia sia stato abbozzato e non perseguito in maniera metodica”.
Un altro equivoco è quello dei posti letto: “Costruire posti letto non
serve a niente. Se non ci sono infrastrutture di servizio i letti rimangono
vuoti. Occorrono negozi interessanti, musica, muoversi agevolmente, in
più devo sapere quali sono i servizi di base come gli ospedali”.
Per quanto riguarda la portualità, “la Puglia ha dei porti “naturali” Non
servono porti turistici. Occorre riconvertire i porti che già ci sono.
Il porto di Otranto è un esempio virtuoso. Si è creato un volano che ha
riconvertito il porto in chiave turistica e ha permesso la riqualificazione
del centro storico. Dopo di chè si è creata la possibilità per avere uno
sviluppo integrato”.
Il panorama pugliese è a suo avviso ancora abbastanza preservato:
“L’armatura agricola regge”, poi il discorso passa a un’analisi più
articolata del territorio: “Trani deve sistemarsi e puntare su ristorazione
e shopping. Poi c’è una Puglia interna, per certi versi ancora più
affascinante: Abbiamo la Foresta Umbra, l’Altopiano Garganico, le
Murge, Martina Franca. Non serve una ricettività simile a quella del
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
mare. Serve un’attrezzatura più leggera nell’accoglienza. Solo se Martina
Franca ha la possibilità di attirare con la musica 6 mesi l’anno anziché
15 giorni, e quindi stabilizza una sua connotazione musicale, allora in
quel caso vanno bene delle attrezzature ricettive classiche”.
Riguardo al capitolo competitor Panunzi afferma:
“Il territorio della Sicilia è già molto più omogeneo…Tutta la zona
interna, che prima era isolata, è divenuta un posto facilmente
raggiungibile”.
Altri concetto importante riguarda la creazione di un altro tipo di
circolazione turistica: “Non occorre puntare sulla proliferazione di letti,
ma studiare le modalità di una circolazione facile e leggera”.
Bisogna classificare le aree da sviluppare e le aree intangibili.
Il tutto va visto in chiave regionale e non provinciale.
Soprattutto bisogna pensare al turismo come a un processo lento.
Oggi chi arriva a Otranto non trova un albergo di livello. I grandi
complessi ricettivi vendono a settimane. Si trovano una serie di barriere
che impediscono la soddisfazione del turista. Se la Puglia abbassa la
guardia e comincia anche a scempiare il suo territorio perde tutte le
chances che le rimangono”.
Panunzi porta l’esempio della vicina Basilicata:
“La Basilicata, che tempo fa era un nulla nel panorama turistico, oggi
inizia a raccogliere i suoi frutti. Mi riferisco a Matera al Metapontino…ha
basato tutto sulla qualità del territorio”.
La Puglia ha tutto questo ed ha altro, un patrimonio archeologico che
attualmente è solo per amatori: se si va a Taranto, dove ha sede uno
dei musei archeologici più importanti del Mediterraneo, e si guarda
l’afflusso al museo si mette le mani nei capelli. Taranto non è
considerata una città di interesse turistico. E’ ancora bollata come un
porto militare e un porto commerciale in disuso. In Taranto vedo delle
somiglianze con Atene, dove hanno dislocato l’aeroporto, bonificato la
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
costa, hanno classificato un porto per attracco di yacht di alto livello.
Taranto ha la stessa possibilità di intervento. Si possono decentrare dei
servizi. Cosa fare nell’area Ilva nessuno se lo è mai chiesto. Se una
persona va nelle zone di Lubecca vedrà che le zone industriali sono
riconvertite in aree di residenza turistica. L’Ilva potrebbe diventare parco
a tema, o area sportva, ecc…Anche Boston e Barcellona sono state
riconvertite e sono divenute aree di interesse turistico.”
Osseravando il mercato turistico pugliese Panunzi sottolinea: “Parlando
di nicchie di mercato il turismo religioso è importante, ma è solo sul
Gargano. Oppure la riunificazione delle chiese ortodosse, il santuario più
importante per la chiesa ortodossa è proprio San Nicola, ma pellegrino
non andrà mai in un albergo a 4 stelle. Si tratta comunque di un
fenomeno di nicchia. Per quanto riguarda il mare, sicuramente il mare
pugliese può essere ancora attrattivo. Guarderei a quello che già c’è.
Altro elemento di rilievo è la necessità di dare l’immagine di un prodotto
regionale movimentato, in cui una persona riesce a fare di tutto, e
questo manca nella comunicazione: “Chi va in Puglia pensa o di andare
al mare o di andare a visitare tre cattedrali”. C’è invece molto altro:
“Lecce è un palcoscenico meraviglioso, c’è il Museo di Memmo. Lecce
può essere lanciata come una città in cui si può stare una settimana. Per
ora sembra esserci il contenitore, ma non il contenuto. Più che fare
moltissime
sagre
paesane,
bisognerebbe
scegliere
degli
attrattori
culturali che abbiano delle ricadute sull’immagine regionale”. Per fare un
esempio, aggiunge Panunzi: “Una volta ho fatto un test . Sono stato nel
consiglio di amministrazione della Robinson (TUI). Ho chiesto loro
perché volevano continuamente letti in Puglia e non in Calabria o Sicilia.
Mi hanno risposto se sapevo cos’era Lagopesole, perché “tutti i tedeschi
conoscono Federico II, che tutt’ora rimane il nostro eroe nazionale.
l’Italia è considerata una colonia perduta. Viene seguita un’onda di
ricordi culturali che fanno parte della nostra educazione”.
Una comunicazione su questo storia è una carta vincente da giocare.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Fulvio Cerini
Ruolo
Direttore Prodotto
Ente
Veratur
Veratur, che si occupa di villaggistica, non è presente in Puglia:
“Ad oggi non abbiamo trovato un prodotto che ci convincesse fino in
fondo, vuoi per la taglia, vuoi per la posizione, vuoi per i prezzi. Teniamo
comunque gli occhi aperti su una regione che certamente ci interessa”.
Considerando le condizioni per il riscatto della Puglia Cerini afferma che
la regione può raccogliere molte più soddisfazioni rispetto allo stato
attuale, se solo ci fosse un’integrazione di servizi.
Si pone l’accento sulla durata della stagione turistica e della difficoltà nel
trovare offerte territoriali integrate per un pubblico particolare. Le
Baleari riescono a stare aperte almeno un mese e mezzo, in più rispetto
alle nostre località, mentre la Puglia, nell’ambito della villaggistica,
sembra non offrire spazio, in termini di divertimento, ai turisti che la
scelgono. Bisogna comunque essere aperti per mesi anche perché
difficilmente si può trovare personale altamente qualificato. Gli spagnoli,
al contrario, hanno creato un divertimentificio che funziona tutto l’anno,
ad esempio alle Baleari e in Costa del Sol.
“I nostri turisti, alla sera, hanno voglia di uscire dalla ghettizzazione del
villaggio, ma si trova ben poco spazio per dare sfogo alle loro esigenze.”
Cerini evidenzia inoltre come sia necessario operare su un arco
temporale più lungo, magari creando dei brand, anche del divertimento,
cosa che ha aiutato la Spagna a divenire un colosso del turismo, poi si
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
sofferma sul fattore prezzi: “Andare da Roma a Bari è come andare da
Roma a Tunisi. Per andare nelle località italiane si spende troppo”.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Frau Eva Bazalka
Ruolo
Produktmanagerin
Ente
Verkehrsburo
Verkehrsburo è presente con prodotti turistici in Italia a Roma e a
Venezia. Non è presente in Puglia per diversi motivi: Innanzitutto “le
nostre mete principali sono soprattutto grandi città d’arte a livello
europeo”.
Vengono
in
genere
predilette
mete
che
garantiscano
convenzioni con le compagnie aeree e ciò non è possibile in Puglia.
Infatti “alcune compagnie aeree tedesche propongono ai tour operator
tariffe ridotte su determinate tratte, come ad esempio Berlino-Parigi”.
Tali convenzioni riguardano spesso le più famose città d’arte italiane,
considerate tra le mete più ambite dai cittadini tedeschi, ma la Puglia
non è mai rientrata in simili accordi.
Per questi motivi Verkehrsburo non prevede di inserire la Puglia tra le
destinazioni di catalogo, dato che “non soddisfa le condizioni principali
per entrare a fare parte del nostro programma”.
In particolare l’interlocutore non ha mai visitato la Puglia, quindi ha
preferito non esprimere un giudizio sul territorio.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Data intervista
GIUGNO 2007
Intervistato
Stefano Zeni
Ruolo
Responsabile Prodotto Italia
Ente
Viaggi del Ventaglio
Viaggi del Ventaglio è presente in Puglia con circa 60 strutture, che
vanno dalla formula residence fino a villaggistica di vario tipo, tra cui
due Columbus Club a Marina di Pulsano e a Castellaneta Marina. La
concentrazione più grande è sulla parte del Gargano. Sono presenti con
70 prodotti di mercato generalista anche in Calabria., una regione è
molto presidiata, che conta anche 3 Venta Club.
Viaggi del Ventaglio, tuttavia, lavora meglio sul mercato del “volato”.
L’aeroporto di Lamezia Terme e quello di Crotone, ad esempio,
permettono di creare pacchetti di charteristica. Tutto questo non si
verifica in Puglia.
Anche il mercato dei tranfert è vitale. “Se non troviamo un interlocutore
che faccia dei prezzi adeguati anche i ricarichi sono sbilanciati”. Anche
per questo soffriamo la concorrenza di prezzo di Croazia o Tunisia. Il
turismo nazionale viene allora dirottato su rotte di medio raggio.
Il mercato del mare Italia è omogeneo. Non c’è differenza di target tra
chi sceglie la Puglia o chi preferisce Sicilia o Calabria, Il target di
riferimento è quello delle famiglie.
Per le regioni del centro è più facile raggiungere la Puglia che la
Calabria, anche per via del il fattore “disincentivante” della SalernoReggio Calabria.
Nel caso della Puglia, Zeni punterebbe sulla parte del Salento: “Ci sono
chilometri di spiagge che non hanno strutture ricettive adeguate, senza
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460
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
villaggi ad ampio respiro (con più di 200 camere)”. Troppe costruzioni
nel Gargano, poche in un territorio magnifico come il Salento, che
comunque
non
correrebbe
il
rischio
di
essere
eccessivamente
antropizzato. Bisognerebbe tuttavia migliorare la rete stradale. Ci sono
pochi collegamenti tra paesi a paese con il rischio alto di perdersi.
La ricetta di Zeni è la seguente:
“Bisogna aprire Grottaglie. C’è ancora una scarsa apertura verso l’estero
da parte degli aeroporti pugliesi.
L’aeroporto servirebbe il Golfo di
Taranto, Metaponto e la Basilicata. Ora manca uno scalo adeguato in
quella zona. Sono molto scoperti”.
La Puglia potrà vincere la sfida turistica aumentando il traffico aereo. “Si
deve trattare la Puglia come se fosse un medio raggio charterizzato,
soprattutto per quello che è il mercato estero. Un po’ come sta
avvenendo per la Sicilia”.
Aggiunge inoltre: “Abbiamo due mari splendidi. Il soggiorno mare è
splendido, a questo va aggiunto un patrimonio culturale assolutamente
ricco (Normanni, Magna Grecia, ecc), il tutto racchiuso in un’offerta
enogastronomica assolutamente di prim’ordine”.
Bisogna integrare diversi interlocutori. La possibilità di un’offerta
integrata deve essere coordinata dal lavoro dell’APT e si deve avere
un’ottica di medio-lungo termine piuttosto che di breve periodo. Non si
può sfruttare quello che si ha fino all’osso. Occorre fare una disamina
delle risorse culturali promuovendo, facendo conoscere il territorio, il
tutto a prezzi concorrenziali”.
Sviluppo Italia
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
7. Curricula Scouter
Peter Amann
Dati personali
Nome: Peter
Cognome: Amann
Luogo e data di nascita: Kronstadt, 18.7.1962
Indirizzo: Kazmairstr. 21,
D-80339 München
Telefono: ++49/89/51086811
Cittadinanza: tedesca
Studi e formazione
1973-1982
Gymnasium Geretsried/Oberbayern
Diploma di maturità con inglese e francese come
materie prima.
Tesi: Guida turistica alternativa di Londra
1984/85
Studi di Filosofia presso la Philosophische Hochschule
S.J. a Monaco di Baviera.
1985-1991
LMU Università di Monaco, Facoltà di Geografia fisica
Tesi di laurea: L’ecologia del paesaggio nel Lazio
settentrionale.
1995-1997
LMU Università di Monaco, Facoltà di Storia d’Arte
Esperienze lavorative
1982-1983
servizio civile da giardiniere in una casa di riposo
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
1983-1984
lavoro agricolo in un Moshav in Israele
maggio – agosto 1984
1985
stage di orticultura biodinamica
fondazione di un centro culturale a Geretsried
settembre 1989 – febbraio 1999
stage presso la Studiengruppe für
Biologie und Umwelt di Prof. Dr. Frederic Vester
1989-1990
lavori scientifiche presso le facoltà di geografia fisica e
ecologia del paesaggio del’Università di Monaco; lavori scientifiche nel
campo di pedologia
1992-1993 docente di turismo per la Deutsche Private Finanzakademie
nella Germania del’Est
dal 1993
collaboratore del tour operator STUDIOSUS Reisen di
Monaco (programmazione e guida per la Sicilia e Suditalia)
dal 1996 consulenza per la AAPIT di Palermo (sviluppo del trekking)
dal 1996
autore di ca. 20 guide turistiche sul Suditalia e Sicilia
Conoscenze linguistiche:
Tedesco: lingua madre
Italiano: scritto discreto, parlato ottimo
Inglese: scritto discreto, parlato ottimo
Francese: scritto e parlato discreto
Ulteriori informazioni
Conoscenze informatiche: Apple Macintosh (Word, Lightroom, ...)
Hobby: viaggiare, fotografare
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Tiziano Braglia
Nome: TIZIANO BRAGLIA
Indirizzo: Piazza XX Settembre 5, Bologna
Telefono: 2742023
E-mail: [email protected]
Nazionalità: Italiana
Data di nascita
: 21 Agosto 1980
ESPERIENZA LAVORATIVA
• Date: (2006 – 2007)
• Nome e indirizzo del datore di lavoro: GH Impresa Turistica,
Via Cesare Battisti 9,
40123 Bologna (BO)
• Tipo di azienda o settore: Consulenza nel turismo e marketing
territoriale, Tour Operating, Editoria.
• Tipo di impiego: Impiegato
• Principali mansioni e responsabilità: All’interno dell’azienda seguo
l’attività di publishing, e in particolar modo la testata on-line GHNet. Per
la testata seguo la fase di sviluppo e le linee editoriali strategiche. Scrivo
per GHNet a intervalli regolari, occupandomi delle molte aree che
interessano l’economia dl turismo, anche con la stesura di dossier ad
hoc che analizzano in profondità determinate dinamiche.
Per GH Impresa Turistica ho seguito e seguo diversi progetti di
consulting.
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
• Date (2005 – 2006): Master in Marketing e Comunicazione
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
• Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione: Alma Graduate
School, Bologna
•
Principali
materie
/
abilità
professionali
oggetto
dello
studio:
Comunicazione Interna
Comunicazione esterna
Principi teorici del marketing e del web-marketing
Financial Accounting
• Qualifica conseguita: Master
• Date (1999-2005): Corso di laurea in Lettere Moderne
• Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione
Università degli studi di Bologna
• Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio
Letteratura Italiana
Letteratura latina
Diversi insegnamenti di indirizzo storico
Storia dell’Arte medievale e moderna
Storia del Cinema
Antropologia Culturale
• Qualifica conseguita: Laurea
• Date (1994 – 1999): Liceo Linguistico
• Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione: Liceo Linguistico
“Maria Immacolata”, Palagano (MO)
• Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio:
Lingua e letteratura italiana
Lingua e letteratura inglese
Lingua e letteratura francese
Lingua e letteratura tedesca
• Qualifica conseguita: Diploma
CAPACITÀ E COMPETENZE PERSONALI
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
PRIMA LINGUA
: Italiano
ALTRE LINGUE
Inglese
• Capacità di lettura
Ottimo
• Capacità di scrittura
• Capacità di espressione orale
Buono
Buono
Francese
• Capacità di lettura
Ottimo
• Capacità di scrittura
• Capacità di espressione orale
Ottimo
Buono
Tedesco
• Capacità di lettura
Scolastico
• Capacità di scrittura
• Capacità di espressione orale
Scolastico
Scolastico
CAPACITÀ E COMPETENZE TECNICHE
Con computer, attrezzature specifiche, macchinari, ecc.
-Utilizzo
di sistemi operativi: conoscenza buona di Windows e Macintosh.
- Posta elettronica: utilizzo buono di tutti i principali programmi di
gestione di posta elettronica (Outlook, Entourage, Thunderbird).
- Buona conoscenza dei pacchetti Office.
- Conoscenza scolastica di programmi di grafica: Photoshop, Illustrator,
FreeHand.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Stefano Ceci
Nome STEFANO CECI
Indirizzo: Via Brodolini, 5 - 42017 Novellara (RE)
Telefono: +39 051 5880585
Fax: +39 051 5880316
Cellulare: +39 335 6913592
E-mail: [email protected]
Nazionalità: Italiana
Data di nascita: 11 novembre 1969
PROFILO PERSONALE
Esperto di economia e marketing del turismo ha gestito lo start up di
imprese operanti nel settore ed ha sviluppato competenze nell’ambito
del
marketing
e
della
comunicazione
aziendale,
della
ricerca
e
comunicazione pubblica. Direttore Generale dell’Azienda di Promozione
Turistica dell’Emilia-Romagna dal 1998 al 2002 ha acquisito esperienza
nel campo della progettazione, organizzazione e gestione di servizi di
marketing turistico per il settore pubblico e privato. E’ stato dal 2002 al
2004 Amministratore Delegato di Wellbeing Group S.p.a., holding
d’investimento nel settore turistico. Oggi è Presidente di GH Impresa
Turistica S.r.l. che opera nel settore attraverso attività immobiliari,
gestionali e di tour operating. GH svolge analisi, studi e consulenza nei
settori dell’economia turistica e del loisir attraverso un proprio centro di
ricerca e sviluppo. Ha collaborato con Aldo Bonomi a progetti di sviluppo
economico-sociale con compiti di ricerca e animazione territoriale. E’
editore di ghnet.it, periodico online di analisi e approfondimento al
servizio del turismo
italiano. E’ imprenditore all’estero dove ha dato vita ad un gruppo
d’imprese che operano in ambito turistico. Assiste il Dipartimento per lo
Sviluppo e la Competitività del Turismo presso la Presidenza del
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Consiglio dei Ministri ed è componente dell’Advisory Board dell’ENIT per
il Piano Strategico 2008-2013. Coordina il Comitato Scientifico per la
realizzazione del Piano di Sviluppo Territoriale (PTR) della Regione Emilia
Romagna. E’ membro del Comitato Scientifico per la realizzazione del
PSC del Comune di Quartu Sant’Elena. E’ presidente del Centro Studi
Emilia-Romagna (www.cester.org). Ha curato diverse ricerche, rapporti,
saggi e articoli sull’economia turistica e sul marketing territoriale.
ESPERIENZA LAVORATIVA
• Date (2004-2006): GH S.r.l. Impresa Turistica
• Nome e indirizzo del datore di lavoro: Via Cesare Battisti 9, 40123,
Bologna.
• Tipo di azienda o settore: GH esprime un’esperienza approfondita nel
Turismo e nel Marketing Territoriale. Progetta e realizza start up di
imprese turistiche, in Italia e all’estero. L’azienda assiste imprenditori
nella crescita commerciale e nella qualità gestionale, accompagna enti
locali ed autonomie funzionali nella definizione e conduzione di strategie
dedicate allo sviluppo del territorio.
Progetta piani d’area integrati per la valorizzazione e lo sviluppo
turistico. Svolge ricerche, analisi e studi nei settori dell’economia
turistica e del loisir. Opera nel marketing strategico ed operativo e nella
comunicazione turistica. GH è dotata di un proprio Centro Ricerca e
Sviluppo che opera alla creazione di conoscenze rivolte ai professionisti
del settore turistico e delle varie realtà economiche, sociali e politiche
che il turismo coinvolge. GH edita il periodico on-line di analisi e
conoscenze per l’economia turistica italiana: ghnet.it
• Principali mansioni e responsabilità: Presidente.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
• Date (2002-2003) WELLBEING GROUP S.r.l.
• Nome e indirizzo del datore di lavoro Wellbeing Group S.r.l., Via
Biondini 27, 47100 Forlì.
• Tipo di azienda o settore: Società Holding di intervento e investimento
in campo turistico ricettivo ed extraricetivo.
• Tipo di impiego: Amministratore Delegato.
• Principali mansioni e responsabilità Gestire lo Start Up della Newco con
lo scopo di individuare nuove aree di business e di implementare le
attività esistenti. Razionalizzare e sviluppare l’attività della Società
controllata. Progettazione del piano di ristrutturazione della controllata
CLUB del SOLE S.p.a. Pianificazione e controllo dell’attività gestionale,
commerciale e di marketing (4 Villaggi Turistici, 3.000 Posti Letto).
Pianificazione e realizzazione di nuovi insediamenti turistici in Adriatico
con particolare riferimento alla Croazia. Attività, anche estera, di
sviluppo immobiliare nel settore turistico e alberghiero.
Valutazione e analisi di investimenti e nuove acquisizioni in Società
turistiche termali e del benessere, due diligence di alcune Aziende del
settore.
Pianificazione e sviluppo di attività turistiche nel settore del Wellness e
del benessere.
Progettazione e conduzione dell’intervento di ricerca: “Wellness in Italia:
creazione di nuovi servizi e di un modello gestionale per le imprese del
settore
• Date (1998- 2002): APT SERVIZI S.r.l.
• Nome e indirizzo del datore di lavoro: APT SERVIZI S.r.l., Via Aldo
Moro 62, 40127 Bologna.
• Tipo di azienda o settore: Azienda di Promozione Turistica della
Regione Emilia Romagna e delle camere di Commercio della Regione.
• Tipo di impiego: Direttore Generale.
• Principali mansioni e responsabilità: Gestire lo Start Up della Società.
Individuare, progettare, organizzare e gestire i servizi di
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Marketing strategico e operativo per il settore pubblico e privato
(Regione, Province, Comuni, Imprese).
Progettazione e gestione del piano annuale e delle attività di Marketing e
Comunicazione Turistica e Territoriale della Regione Emilia Romagna.
Budget annuo euro 9.500.000,00. 23 dipendenti.
Organizzazione, coordinamento e controllo delle attività di servizio
rivolte alle imprese turistiche regionali operanti all’interno della L.R.
7/98: oltre 500 soggetti associati (es. organizzazione e partecipazione a
fiere ed eventi, pianificazione pubblicitaria, realizzazione di workshop ed
Educational Tour, ecc.).
Gestione, erogazione e controllo di finanziamenti pubblici verso le
imprese turistiche della Regione e verso le amministrazioni locali
(Province e Comuni). Budget annuo euro 7.500.000,00.
Progettazione e gestione di progetti per le amministrazioni pubbliche
regionali (Province e Comuni) in tema di turismo e di promozione del
territorio.
Partecipazione all’attività di promozione turistica del Governo Italiano e
dell’Ente Nazionale per il Turismo.
ESPERIENZA LAVORATIVA MARKETING E COMUNICAZIONE AZIENDALE:
• Date (1997 – 1998)
PSGE CONSULTING S.r.l.
• Nome e indirizzo del datore di lavoro: PSGE CONSULTING S.r.l., Viale
Isonzo 72/2, 42100, Reggio Emilia.
• Tipo di azienda o settore Società di consulenza e servizi, per le piccole
e medie imprese, nel settore marketing, comunicazione e pubbliche
relazioni.
• Tipo di impiego Amministratore Delegato.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
ESPERIENZA
LAVORATIVA
STUDI
E
RICERCHE
SOCIALI
ED
ECONOMICHE
• Date (2003 -2002) CESTER
• Nome e indirizzo del datore di lavoro : CESTER - Centro Studi Emilia
Romagna, Via San Vitale 98, 40100 Bologna.
• Tipo di azienda o settore Centro Ricerche Studi e Progetti Legislativi
per l’Emilia Romagna.
• Tipo di impiego Presidente.
• Date (2004 - 2005) A.ASTER
• Nome e indirizzo del datore di lavoro: A.ASTER - CONSORZIO AGENTI
SVILUPPO TERRITORIO, Via Lombardia 38, 20131 Milano.
• Tipo di azienda o settore Il Consorzio AASTER nasce a Milano
nell'ottobre 1986 come prosecuzione in forma di impresa di una
precedente esperienza associativa (Associazione Agenti per lo Sviluppo
del Territorio) che si era proposta come agenzia di promozione della
figura professionale dell'Agente di
sviluppo. Il Consorzio AASTER è dotato di una struttura operativa che
assomma al proprio interno le competenze necessarie per l'attuazione di
interventi territoriali finalizzati allo sviluppo e dalla coesione sociale.
• Tipo di impiego Collaboratore.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
ESPERIENZA LAVORATIVA
RICERCA E COMUNICAZIONE PUBBLICA E
POLITICA
• Date (1995 – 2005) C&P CONSULTING.
• Nome e indirizzo del datore di lavoro: C&P CONSULTING, Via Fratelli
Cervi 6, 42033 Carpineti (RE).
• Tipo di azienda o settore: Agenzia che opera nel campo della ricerca e
del marketing politico. Organizza e gestisce campagne elettorali, eventi
e strategie di comunicazione politica. L’agenzia ha assunto dal 2005 la
denominazione: stesodado&partner.
• Tipo di impiego: Fondatore e Amministratore Unico.
• Date (1996 -1998): RCS S.r.l.
• Nome e indirizzo del datore di lavoro: RCS S.r.l., Viale Isonzo 72/2,
42100, Reggio Emilia.
• Tipo di azienda o settore: RCS - Ricerca e Comunicazione Sociale opera nel settore della comunicazione sociale e pubblica. L’azienda
promuove e realizza ricerche ed interventi di comunicazione e di
marketing territoriale dedicati ad enti pubblici ed associazioni.
• Tipo di impiego: Presidente.
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
• Date (1990 – 1995): Laurea in Scienze Politiche - Indirizzo
Sociologico.
• Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione: Università degli
studi di Bologna.
• Qualifica conseguita: Dottore in Scienze Politiche.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
• Date (1985 – 1990): Diploma di Ragioneria
• Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione:
Istituto Tecnico
Commerciale C. Cattaneo, Castelnovo Ne’ Monti (RE).
• Qualifica conseguita: Ragioniere.
CAPACITÀ E COMPETENZE PERSONALI.
MADRELINGUA: ITALIANO
ALTRE LINGUE:
INGLESE
• Capacità di lettura: Buona
• Capacità di scrittura: Buona
• Capacità di espressione orale: Buona
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Charline Dschischkariani
French, 29 year’s old
[email protected]
Tel: +39-349 4677701
Objective: Movie & TV Production/ Communication
Profile:
TV and Movie Production with Events Organizations skills.
Fluent in French, English and Italian.
Degree in Semiotics movie.
Personal profile: Energetic, Responsible, Creative, Humbleness,
Cinema and TV Background
2005
- Match Music / De Nigris Production - Milan
Venezia “Match Music Trend” and Mary’s Ferrara Movie
promotion
Writer, Announcer, Editing Assistant
- ITC Movie: “Lo Spaccanoci” Italia 1 TV Show – Milan
Producer and Editorial Staff Assistant
2001–2003
- Orfeo TV (www.telestreet.it) – Bologna
Management
of
Scheduling,
Broadcasting,
Directing,
Editing
of
journalistic Shorts and Interviews, Logistics and Funding retrieval
2002
- “Sem Terra”, documentary from Dim Sampaio – Brazil
Director assistant.
- “Così Rosso” Sperimental Short Movie from Catia
Tramacere
Director assistant.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
1999
Latitudes Productions Documentary for the RTBF - Belgium
Director Assistant
Events Organization, Communication, Creation Background
2006
Day by Day – Milan
Jury Member for “Finibus Terrae Salento Short Movies Festival”
Show Director Assistant for Milan Fashion Women Spring/Summer
2007
Pier Luigi Fucci, Debora Sinibaldi and La Perla Show.
2005
Marinella Mattioli Accessories - Bologna
Design
Collaboration
with
Marinella’s
Stylist
for
jewelry
and
accessories
2004
Worldwide multicultural healthcare group – New York City
Global multimedia project
2003
“Cosastrofi conceptual and photographical exhibition”
Designer
and
photographer
for
Unheimlichegruppe
neo-dadaist
project team.
Others (Teleseller, Hostess, Interpreter, …) Background
2006
Acroservizi – Contact center for Tele2 Italy Telephone
Service Offers– Milan
Outbound teleseller
1999 - 2007 Bologna
and
Milan
Exhibitions
SIAE,
Cosmoprof,
Motorshow, …
1.
Hostess and interpreter
1998 – 2002 Disco pubs, Restaurants, and coops.
Bartender
Education and Training
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475
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
July 2004
Faculty of Literature and Philosophy, D.A.M.S, Movie
Section
Università degli studi di Bologna, Italy
Degree in Movie Semiotics
2000 “Circolo culturale Santa Viola”, Bologna,
Film developing and printing in Photography Training
1998
Faculty of Literature and Philosophy, Information &
Communication
Université de Liège, Belgium
Diploma in Information & Mass Media Communication
Management & Organizational Skills:
Supervising and coordinating (Orfeo TV, Unheimlichegruppe)
Funds retrieval (Orfeo TV, Sem Terra)
Artistic & Creation Skills:
Directing (Digital HD)
Photography (Digital and Reflex/W&B developing and printing)
Writing skills (Movie Clip Subjects, Manifestos)
Communications and Computing
French (mother tongue), Italian, English fluent
Good Spanish level and Basic Russian (family tongue)
Fluent practice of Mac OS X, Good knowledge of Microsoft Office
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476
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Good knowledge of Adobe Photoshop and applications for editing:
iMovie, iDVD
Creation:
THESIS: “Il mondo Incantato. Modi, Usi e Significati Psicanalitici della
Fiaba”
Big
movie
production
analysis,
based
on
Bruno
Bettelheim
Interpretational matrix.
MOVIES: Sem Terra, journalistic shorts and interviews for Orfeo TV,
Discovery Channel Promo (test)
PHOTOS : USA, Cosastrofi, Les Dormeurs, Landscapes, VoiHeuresVoiHoeuse (work in progress)
WRITING: “La Belle Histoire. An unconventional book”, The Italian Music
Market Research.
Others knowledge
Movie and audiovisuals, music and theatre, literature, philosophy,
anthropology, sociology, writing and communication advertising
2.
In accordance with the Italian law D.Lgs. 196/2003, by the present
letter I authorize the communication of information concerning
myself
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477
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Laura Fraser
The Grotto
490 Second St., Suite 200
San Francisco, CA 94107 USA
[email protected]
BOOKS
3.
An Italian Affair (Pantheon), 2001
A best-selling travel memoir, and #16 on the New York Times list. “Both
a grand travelogue and a thoughtful look at reclaiming independence,”
said Conde Nast Traveller. “Luscious…Fraser is such a charmer, so
smart, honest, observant, incisive and funny, that within a few pages
the reader is entirely hers,” said the Washington Post. Paperback,
Vintage (2002). Translated into five languages.
4.
Losing It: America’s Obsession with Weight and the Industry that
Feeds on It (Dutton), 1997.
A meticulously-researched social history and exposé of dieting and the
diet industry in the United States, now considered a classic in the field.
Widespread media appearances, including the Today Show, NBC Evening
News, Newsweek, a BBC documentary, and CNN. Paperback, Plume,
1998. Lecturer to university groups on dieting and eating disorders.
Recent appearances on the BBC, the CBC, Penn & Teller, Entertainment
Tonight, and KRON-TV.
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478
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
5.
The War on Choice: The Right-Wing Attack on Women’s Rights and
How to Fight Back, by Gloria Feldt with Laura Fraser (Bantam
Dell), 2004.
Co-wrote a comprehensive book on U.S. administration policies on
women’s reproductive rights for the President of Planned Parenthood
International. Managed the research and completed the 269-page
manuscript in under three months.
ARTICLES
6.
Freelance journalist, 1982-2004.
Widely-published national journalist, writing in the areas of women’s
health, travel, food, medicine, personal essay, art, and books. Recent
feature articles published in Gourmet, Vogue, O the Oprah Magazine,
Mother Jones, Organic Style, the San Francisco Examiner, Newsday,
Wired, Elle, Marie Claire, Health, The New York Times Magazine, Yoga
Journal, More, and many other national magazines. Articles included in
“Best Food Writing 2000” and “Best Food Writing 2003.” See articles
bibliography (attached). Nominated for Maggie and National Magazine
Awards. Recipient, 2005 Excellence in Women’s Health Research
Journalism Award. Frequently anthologized.
7.
Contributing editorships
Contributing editor at More (2006-), Good Housekeeping (1998-2000),
Health (1996-2002), and columnist at the San Francisco Bay Guardian
(1988-91) and the San Francisco Weekly (1992-96).
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479
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
TEACHING AND EDITING
Magazine writing teacher, 1998-2006.
2007. Adjunct professor, San Francisco State University, Magazine
Writing.
2007. Producer and teaching, Grotto Writing Workshops, Advanced NonFiction.
2006. Faculty, Aspen Writers Foundation, Aspen Summer Words, travel
writing workshop. MediaBistro teacher: Profiles, Personal Essay, Memoir,
Structuring Magazine Articles, and other classes.
2004-5. Producer, Grotto Writing Seminars. Produced and taught
weekend writing seminars for Bay Area writers, organizing writing
panels, seminars, and lectures.
2002-present. Private writing teacher and coach. Frequent lecturer to
groups and classes on writing.
2001-2. Faculty, Aspen Writers Foundation. Taught magazine writing at
Aspen Summer Words.
2000-2002, Lecturer, University of California at Berkeley Extension
classes. Taught courses in magazine feature writing.
1998-2000. Adjunct professor, University of California at Berkeley
Graduate School of Journalism. Taught “Writing and health” and
“Magazine writing seminar.” Co-taught with Clay Felker.
Freelance editor, 1999-2005.
Work with several private clients editing their magazine articles and
books. Edited two complete novels and a memoir.
EDUCATION
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480
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
8.
Wesleyan University, Middletown, CT, B.A. 1982, Bachelor of Arts.
9.
Co-editor-in-chief of the Wesleyan Argus.
10.
MISCELLANY
11. Languages: Fluent Italian, conversational Spanish, intermediate
French.
12. Member, San Francisco Writers’ Grotto, a collective for freelance
writers and novelists. Co-producer, “Grotto Nights,” a multi-media
literary performance hosted by the San Francisco Public Library.
Curator, “Jakub Kalousek: lithographs,” 2006, and “Tom Erikson:
Retrospective,” 2007.
13. Frequent panel moderator, the San Francisco Commonwealth Club.
14. Contributor, NPR’s “Morning Edition.”
15. Wesleyan Service Award, 2007, for outstanding alumni service,
including
writing
the
1982
class
notes
from
1992-2007.
Participant, Weseminars, 2002 and 2007. Co-editor, Wesleyan 25th
Reunion book.
Articles bibliography
16. Some recent feature articles:
17.
18. Coffee, and Hope, Grow in Rwanda. New York Times, Sunday,
August 6, 2006.
19.
Cover story in the Business section of the Sunday Times on how
specialty coffee is helping to revive Rwanda’s economy and
facilitate reconciliation.
20.
21. Next Stop Lima, Gourmet, September, 2006.
www.sviluppoitalia.it
481
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
22.
Feature story on Peru’s new cuisine, highlighting chef Gaston
Acurio and his use of native products.
23.
24. Around the World, More, March, 2006.
A chronicle of dating around the world, in Sydney, Buenos Aires and
Rome.
25.
26. Making Peace with Food, More, February, 2006.
27. Paired essays with a friend on how we have come to peace with
food in our 40s through opposite philosophies.
28.
29. How Green is My Galley, Gourmet, December, 2005.
With eco-friendly menus, one cruise line hopes to both please customers
and preserve the wild places that they pay to visit.
30.
31. Tasmanian Devils Do Lunch, More, September, 2005.
An adventure-travel junkie and a chef head to the remote, rugged
reaches of Tasmania. One packs trail map. The other a restaurant guide.
Would their first trip together be their last?
32. Mental Fitness, More, May 2005.
Can a daily dose of meditation keep your brain working—and feeling—
better?
What I Need is a Pause Button, O, the Oprah Magazine, May, 2005.
Her speed was 110 rpm, her urges now-now-now. Then Laura Fraser got
a fast-acting fix for impulsiveness.
California Bounty, Town & Country Traveler, Spring 2005.
An old hunting lodge in Point Reyes National Seashore that serves
organic food has a cult following of some of America’s best chefs and
serious foodies.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Italy’s Alcatraz, Islands, March, 2005.
Once a prison, now a national park,. Asinara is an island of empty
beaches and reclaimed nature.
33. Bouncing into Graceland, Yoga Journal, July 2004.
34. Cover story on the personalities and social trend underlying the
popularization of Anusara Yoga. Nominated for a Maggie Award.
35.
Is This Drug a Cure or Killer?, Self, April, 2004.
A Tragic death has brought calls to ban the abortion pill. But women
taking it to treat illness say it's saving their lives.
Winner,2005 Excellence in Women's Health Research Journalism Award
36.
37. An Affair to Remember, Gourmet, January, 2004.
Home to rocky shorelines and an active volcano, Italy's Lipari Islands
may not seduce you from the start, but just give them some time.
38. Italy's sex slaves, Salon.com, July 3, 2003.
Young women from Africa and Eastern Europe are lured to Italy with
the promise of good jobs and a new life. But when they get there they
are
beaten,
raped
and
forced
into
prostitution.
A
month-long
investigation into Italy’s forced prostitution and their laws and programs
to help women escape.
39.
40. The Islands Where Boys Grow Up to be Girls,
Marie Claire,
December, 2002.
In the South pacific, the fa'afafine--men who spend their lives as
women--turn gender roles upside down. An intimate look into Samoa’s
tradition of a third gender.
41.
42. Jailhouse Talk, Mother Jones, September/October, 2002.
On Friday nights, prisoners across Texas tune in to hear the voice of a
gay ex-con and--just maybe--a message from home. Ray Hill uses his
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483
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
weekly Prison Show to reach out to inmates and expose corrupt prison
officials.
43.
44. The
New
Breast
Cancer
Hot
Zone,
Organic
Style,
September/October, 2002.
Stricken with the country’s highest rate of breast cancer, the women of
Marin County, California, are asking hard questions about toxins in the
environment.
45.
46. My Mother, the Adventurer, O, the Oprah Magazine, July, 2002.
Some daughters inherit their mother’s cheekbones. Laura Fraser
inherited an audacious I-can-do-that spirit. And then there was her
grandmother…
47.
48. My Ex-Boyfriend Became a Woman, Marie Claire, June, 2002.
An essay on how a college friend became transgendered, and how it
changed a long-time friendship
49. The Filicudi Effect, Bon Appetit, May, 2002.
Everything tastes good when you live life in slow motion. On an island
off Sicily, discovering the importance of doing nothing. Chosen for the
Best American Food Writing 2002 anthology.
50.
51. The Great Caper, O, the Oprah magazine, September, 2001
Tangy, elusive, slightly salty, these little green buds pep up your palate.
A tribute to a mainstay of Italian cuisine.
52.
53. The Art of the Getaway, O, the Oprah magazine, July, 2001
Some people have a talent for travel. They can sniff out the little jewel
of a hotel, the great (cheap!) restaurant, and the interesting strangers.
An essay on being an escape artist.
54.
55. The Food of Love, Elle, June, 2001.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Can ex-lovers still be friends? They can in Oaxaca, home of cuisine so
exotic it’s erotic.
56. Why I Stopped Being a Vegetarian, Salon.com, January, 2001.
Reflections on returning to unabashed omnivorousness after 15 years as
a vegetarian. Best American Food Writing, 2001.
57. Food for Thought: Why it’s Rude to Diet in Public, Mode, March,
2000.
An essay on why I hate giving dinner parties for guests who are dieting.
Also a commentary on National Public Radio’s Morning Edition.
58. Stay slim secrets of women who eat what they want, Self,
December, 1999.
A trip to Paris to learn how the Western world’s thinnest women get
away with eating and drinking as they please.
59.
60. Don’t Eat, Don’t Tell, Self, October, 1999
Female cadets in the U.S. military are increasingly falling victim to the
same eating disorders that plague their civilian counterparts. Is it the
strict weight guidelines? The peer pressure? The demanding instructors?
And what does their silent struggle tell us about ourselves?
61. “Once Upon a Time in the Sinai Desert,” Salon.com, June, 1999.
Essay about returning to the Sinai, 15 years after traveling through the
desert with a band of Bedouins.
62.
63. Suddenly Rich, The Industry Standard, December 6, 1999 (cover
story).
Internet execs dream of the big score. But when the money comes, it
can be a mixed blessing.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Guido Gambassi
Luogo e data di nascita: Firenze, 04/07/1977
Indirizzo: Via Baiesi, 114A – 40011 Anzola Emilia (BO)
Telefono: 333/3196546, 051/734863
E-mail: [email protected]
ESPERIENZE LAVORATIVE
Periodo: 2005, luglio a oggi
Azienda: GH – ImpresaTuristica srl. Bologna
Tipo di impiego: Dipendente a tempo determinato.
Mansioni e attività svolte: Redazione articoli per il sito aziendale;
elaborazione di testi per manifesti pubblicitari; realizzazione di progetti
di corporate communication; esecuzione di indagini field e attività di
organizzazione per il forum sul turismo della Provincia di Ravenna;
ricerche in campo di marketing del turismo; redazione del dossier
“Sviluppo Italia Sardegna – Manuale di marketing per le piccole imprese
turistiche”; redazione di documenti preparatori per la realizzazione del
Piano Trerritoriale Regionale della Regione Emilia-Romagna; ricerche
desk e collaborazione al Marketing Master Plan del GAL Logudoro
Goceano; ricerche e collaborazione alla progettazione dell’Osservatorio
Nazionale del Turismo per il Dipartimento della Competitività e lo
Sviluppo del Turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
organizzazione e realizzazione di un progetto di ricerca qualitativa sul
territorio per il Piano di Marketing Strategico della Regione Puglia.
Periodo: 2005, maggio-giugno
Azienda: GH – Tursimo e Marketing Territoriale srl. Bologna
Tipo di impiego: Stage formativo
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486
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Mansioni: Redazione articoli per il sito aziendale; ricerche in campo di
marketing del turismo
Periodo: 2005, maggio-dicembre
Azienda: Associazione Crescita Turismo. Rimini
Tipo di impiego: Collaborazione a titolo gratuito
Mansioni: Redazione articoli per la rivista Crescita Turismo – Mensile di
cultura dell’ospitalità
Periodo: 2004-2005, ottobre-giugno
Azienda: Editoriale Bologna srl. Bologna
Tipo di impiego: Collaborazione a progetto
Mansioni: Redazione di articoli di cronaca dal comune di Zola Predosa
per il quotidiano Il Domani di Bologna
Periodo: 2004-2005, settembre-febbraio
Azienda: Dianoesis
- Laboratori Didattici professionali, Casalecchio di
Reno (BO)
Tipo di impiego: Collaborazione a progetto
Mansioni: Insegnante in laboratorio di disegno e pittura per ragazzi
Periodo: 2004-2005, aprile-febbraio
Azienda: Editrice Il Campo, Bologna
Tipo di impiego: Collaborazione a titolo gratuito
Mansioni: correzione bozze per la pubblicazione annuale La piscina
privata, redazione articoli, selezione immagini e realizzazione di disegni
per il trimestrale Piscine Oggi
Periodo: 2003-2005, settembre a oggi
Azienda: Studio Fotografico FDM, Anzola Emilia (BO)
Tipo di impiego: Collaborazione Continuativa
Mansioni: Redazione di comunicati stampa, articoli e testi per la
realizzazione del sito internet, scansione immagini e ritocco fotografico
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
su file, esecuzione di dipinti su foto per esposizioni e campagne
pubblicitarie
Periodo: 2003-2004, giugno-aprile
Azienda: Biblioteca Comunale di San Casciano Val di Pesa (FI)
Tipo di impiego: Servizio civile
Mansioni:
Catalogazione
libraria,
gestione
dei
prestiti
interni
e
interbibliotecari
Periodo: 2003, settembre-dicembre
Azienda: Circolo ARCI, San Casciano Val di Pesa (FI)
Tipo di impiego: Attività di volontariato
Mansioni: Insegnamento di lingua italiana L2 per cittadini stranieri
residenti nel comune, previa formazione specifica
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
Periodo: 2004-2005, ottobre-luglio
Istituto: Alma Graduate School - Università degli Studi di Bologna
Qualifica conseguita: Master universitario di 1° livello in Marketing e
Comunicazione
Periodo: 2004, maggio
Materia: Corso base di Photoshop per ritocco fotografico, corso privato
Periodo: A.A. 2001-2002
Istituto
Università degli Studi di Firenze
Qualifica conseguita Laurea in filosofia, indirizzo teoretico, tesi di laurea
in estetica; votazione 108/110
Periodo: A.S. 1995-1996
Istituto
Liceo Scientifico Statale Niccolò Rodolico, Firenze
Qualifica conseguita: Maturità scientifica
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
LINGUE STRANIERE
Lingua Inglese
Capacità di lettura: Eccellente
Capacità di scrittura: Buona
Capacità di espressione orale
Buona
Lingua Francese
Capacità di lettura: Elementare
Capacità di scrittura: Elementare
Capacità di espressione orale:
Elementare
CONOSCENZE INFORMATICHE
Sistemi operativi: Windows 2000 pro, Windows xp, Mac OS 9, Mac OS X
Programmi: Pacchetto Office, Outlook, Entourage, Photoshop, NikonScan
3.1
ATTITUDINI: Flessibilità, creatività, capacità organizzative e di lavoro in
team. Predisposizione ai rapporti interpersonali, buona propensione alla
scrittura e alla creazione grafica
INTERESSI PERSONALI
Letteratura,
arti
figurative,
fotografia,
musica, scacchi.
Sport praticati: tennis, nuoto, pallanuoto, sci.
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489
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Franck MICHEL
18, rue des Orphelins
67000 Strasbourg – France
E-mail : [email protected] ou [email protected]
Tél : 06-60-03-09-23 – site web: www.deroutes.com
- Enseignant en sociologie, histoire et anthropologie du tourisme
et des voyages à l’Université de Corse
- Auteur de 15 ouvrages sur l’Asie et/ou le voyage
- Directeur de l’association Déroutes & Détours
- Rédacteur en chef de L’Autre Voie et responsable du Centre de
Recherche sur le Voyage
- Anthropologue et historien, Docteur en Ethnologie
- Spécialiste de l’Asie du Sud-Est et du voyage
- Intervenant et consultant en sciences humaines, tourisme,
anthropologie, développement, interculturalité…
Date et lieu de naissance : 17 mars 1965 à Strasbourg
Nationalité : française
Situation familiale : marié
CURSUS SCOLAIRE ET UNIVERSITAIRE (1996-1982)
– ThEse Doctorat NR en ethnologie, Université Marc Bloch, soutenue le
14 février 1996, mention Très Honorable, Titre : « Tourismes et
changements socio-culturels en Asie du Sud-Est : le cas des Toraja
Sa'dan à Sulawesi-Sud en Indonésie » (2 tomes).
– DEA en histoire (« Histoire et civilisation de l'Europe »), juin 1993
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490
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
– DEA en ethnologie (« Changements sociaux, mutations, crises et
conflits »), juin 1992
– MAITRISE en histoire, juin 1991
– LICENCE en histoire, septembre 1990
– LICENCE en ethnologie, juin 1990
– DEUG en histoire, 1986-1989
– ESEU A, 1984-1986
– BEP, agent administratif et informatique, 1982-1985
– CAP, employé de bureau, 1982-1985
EXPERIENCES PROFESSIONNELLES EN COURS (2007)
– Enseignant
(PRAG)
en histoire et
socio-anthropologie du
tourisme, Université de Corse, Corte, poste à temps partiel sous
contrat annuel, Licence et Master Tourisme (depuis 2005).
– Enseignant et chercheur en anthropologie et tourisme, filières
francophones en Asie du Sud-Est, détaché par l’Université de Corse dans
le
cadre
d’un
programme
de
l’AUF
de
Hanoi/Phnom
Penh.
Recherches en cours sur le tourisme culturel et historique au Vietnam,
au Cambodge et en Indonésie (depuis 2005).
– Expert en Tourisme et développement durable au Cambodge,
site d’Angkor et région de Siem Reap, Autorité Apsara et programme
Unesco (depuis 2007).
– Directeur de Déroutes & Détours, multiples activités autour du
voyage et suivi du projet Bali, responsable du Centre de Recherche
sur le Voyage (CRV) et rédacteur en chef de « L’Autre Voie »,
revue du voyage en ligne, Strasbourg. Site : www.deroutes.com
(depuis 2004).
www.sviluppoitalia.it
491
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
– Directeur de collection chez Homnisphères, éditeur d’essais
politiques et sociologiques. L’intitulé de la collection est « Voies
AutoNomades », deux livres prévus par an (depuis 2005).
– Directeur
de
collection
chez
L’Harmattan,
éditeur
parisien,
succédant à Georges Cazes, fondateur de cette collection spécialisée sur
les études touristiques. L’intitulé de la collection est « Tourismes &
Sociétés », deux livres prévus par an (depuis 2006).
– Consultant-rédacteur
d’un
rapport
collectif
sur
l’histoire
de
l’immigration turque et asiatique en Alsace, ex-Fasild (Strasbourg)
et Université de Haute-Alsace (Mulhouse) ; intervenant-consultant
sur les questions interculturelles et celles concernant le genre, les
relations hommes-femmes ou encore le problème croissant du tourisme
sexuel dans le monde (depuis 2005).
– Auteur d’ouvrages et conférencier sur le voyage, également
rédacteur d’articles dans plusieurs magazines, quotidiens ou revues
généralistes
et
spécialisées
(voir
liste
des
publications).
Exceptionnellement aussi, guide culturel en Asie du Sud-Est (sur
demande et « à la carte » uniquement).
QUELQUES EXPERIENCES ANTERIEURES (2005-1990)
– Consultant en anthropologie de la santé, EMIPS du Bas-Rhin,
EPSAN et Comité Sida, Strasbourg, 2004-2005. Rédaction d’un rapport,
document de travail, intitulé La vie affective et sexuelle des patients en
milieu psychiatrique. Enquête auprès des soignants, automne 2005.
– Chargé de cours en anthropologie et tourisme, Ecole de
commerce EM-Lyon, avril et mai 2005, et à l’Institut Supérieur Social de
Mulhouse, mai 2005.
– Guide
culturel
et
conférencier
en
Asie
du
Sud-Est
(divers
voyagistes), 1996-2004.
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492
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
– Enseignant
en
histoire-géographie,
Collège
de
Wasselonne,
octobre 2003 à février 2004.
– Chargé de cours, Institut de Formation Omnis, Strasbourg, mars-mai
2002 et janvier 2003.
– Consultant
en
tourisme,
santé
et
développement,
Assoc.
Aidétous, Paris, 2000-2002.
– Chargé de cours, IUT Tourisme, histoire et géographie, Uni.
Lumière-Lyon II, 2001.
– Consultant terrain (Thaïlande) et rédacteur de guide, Michelin,
Paris, 2001.
– Chargé de cours, IUP Tourisme, Uni. Marne-la Vallée, 1998-2001.
– Enseignant-chercheur en Sciences Sociales (Allocataire-Moniteur
de recherches en Ethnologie) à l'Université Marc Bloch de Strasbourg,
1993-1996.
– Enseignant dans le secondaire et surveillant d’externat en
collège et lycée en Alsace
(Lauterbourg, Truchtersheim, Bischwiller), 1990-1993.
Langues etrangeres
– écrites et parlées : anglais, allemand, indonésien, malais
– bonnes notions : espagnol, vietnamien
ACTIVITES ANTERIEURES DANS LA RECHERCHE UNIVERSITAIRE
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493
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
– Co-fondateur et directeur (de 1992 à 2003) de la revue de sciences
humaines
« Histoire
et
Anthropologie »
(créée
en
1992
à
Strasbourg) : 25 numéros parus entre 1992 et 2003. Parution de 5
Cahiers
annuels
Afriques »
(2001-2003)
(2),
« H&A
« H&A
Europes »
Asies »
(2)
(1),
« H&A
(www.histoire-
anthropologie.fr.st).
– Membre du Groupement de Recherche « Stratégies Touristiques
et
Information »
(équipe
d’accueil
CNRS),
IUP
Tourisme,
Université Marne-la-Vallée (1998-2002) ; Membre du Groupement
de
Recherche
du
CNRS :
GDR-0553
« Tourisme,
lieux
et
réseaux », Paris-Sorbonne I. Participation à quatre séminaires
(1997-2002) ; Membre du laboratoire de recherches CRIA (Centre de
Recherches
Interdisciplinaires
en
Anthropologie),
à
l'Institut
d'Ethnologie de l'Université Marc Bloch de Strasbourg. Création (19931996) d’un Centre de Recherches sur l’Asie (« Etudes Asiatiques ») ;
Participation aux séminaires CNRS-LASEMA (Groupe Archipel, M.
Pelras) et aux conférences à l'EHESS (Groupe de M. Condominas) et à
l'INALCO à Paris ; participation et communications à plusieurs colloques
(1994-2001).
– Recherche/Enseignement supérieur : de 1998 à 2001, série de cours
de sociologie et d’anthropologie du tourisme et du voyage
(universités de Marne-la-Vallée et de Lyon) ; nombreuses conférences
sur ce même thème, en France et à l’étranger, entre 1995 et 2004.
Egalement, enseignement privé à l’institut de formation OMNIS
(Strasbourg, 2002 et 2003), série de cours sur l’interculturalité, les
mobilités, les relations hommes-femmes, la socio-politique du
travail et de la mondialisation (Strasbourg).
– Recherche/Enseignement supérieur : de 1993 à 1996, série de cours
d'introduction à la sociologie et à l'anthropologie (pour les
étudiants de DEUG et Licence en sciences sociales), Strasbourg,
Université Marc Bloch, Institut d’Ethnologie et UFR de Sociologie. Dans
le cadre de ces cours, vingt stages de formation (1993-1996)
effectués dans le cadre du CIES (Centre d'Initiation à l'Enseignement
www.sviluppoitalia.it
494
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Supérieur) et en qualité de Moniteur de l'Enseignement Supérieur
(en ethnologie) à l'Université Marc Bloch de Strasbourg.
CONFERENCES ET MEDIAS
– Nombreuses conférences sur les minorités ethniques en Asie du
Sud-Est et/ou sur le voyage, le tourisme et le développement,
notamment sur les exemples asiatiques, données à l’EHESS, au CNRS,
dans le cadre de conférences spécifiques dans plusieurs universités, en
France (Paris, Lyon, Saint-Gervais, La Rochelle, Strasbourg, Dijon,
Rueil-Malmaison, Saverne, Villeurbanne, Fleurance, Corte, Mulhouse,
Albertville, Saint-Etienne, Grenoble, Chamonix, Tournefeuille, Grasse…)
et à l’étranger (Singapour, Chiang Mai, Surabaya, Ujung Pandang,
Yogyakarta, Hô Chi Minh Ville, Hué, Hanoi, Phnom Penh, Genève, Bulle,
Madrid, Angkor…) ; communications à de nombreux colloques et
séminaires,
nationaux
(EHESS,
Ministère
du
Tourisme,
CNRS,
Associations, ONG…) et internationaux (Singapour, Cuba, Indonésie,
Vietnam, Suisse…).
– Emissions radiophoniques et télévisées (1995-2005) sur la
situation des minorités en Indonésie et en Asie, sur l’univers du voyage
et les loisirs, ainsi que sur mes ouvrages (Chaîne TV Histoire et surtout
Radio France, avec France-Culture, RFI, RFO, Radio Bleue et FranceInter, Radio Canada, Télévision Suisse Romande, chaîne Direct 8, radios
locales).
PUBLICATIONS (Voir liste détaillée des publications)
En 2007, Franck Michel a publié 12 livres, dirigé ou codirigé 5 ouvrages,
rédigé 9 mémoires ou rapports, soutenu 5 travaux universitaires, et
publié environ 160 articles dans diverses publications scientifiques ou
généralistes depuis 1989. Il a également fait paraître plus de 300
recensions d'ouvrages pour différentes revues.
www.sviluppoitalia.it
495
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
LISTE DES OUVRAGES
Plus de détails, cf. http://www.deroutes.com/ouvrages.htm
12 livres parus entre 1995 et 2007
1. En route pour l'Asie. Le rêve oriental chez les colonisateurs,
les aventuriers et les touristes occidentaux, Préface de David Le
Breton,
Paris,
L’Harmattan,
2001,
340 pages,
nouvelle
édition
augmentée (1ère édition en 1995, Ed. Histoire & Anthropologie).
2. Tourisme, culture et modernité en pays toraja (Indonésie),
Paris, L'Harmattan, Coll. « Tourismes et sociétés », 1997, 287 pages.
3. Les Toraja d'Indonésie. Aperçu général socio-historique, Paris,
L’Harmattan, 2000, 130 pages, nouvelle édition augmentée (1ère édition
en 1997, Ed. Histoire & Anthropologie).
4. L’Indonésie éclatée mais libre. De la dictature à la démocratie
(1998-2000), Paris, L’Harmattan, Coll. « Points sur l’Asie », 2000, 160
pages.
5. L’autre sens du voyage. Manifeste pour un nouveau départ,
Paris, Homnisphères, Coll. « Expression directe », 2003, 120 pages.
6. Désirs d'Ailleurs. Essai d'anthropologie des voyages, Préface de
Jean-Didier Urbain, Québec, Presses de l’Université Laval, 3e édition
augmentée, 2004, 367 pages (1ère édition en 2000, Armand Colin, Coll.
« Chemins
de
Anthropologie).
traverse » ;
Edition
2e
édition
italienne :
en
2002,
Altrove,
il
Ed.
Histoire
settimo
&
senso.
Antropologia del viaggio, Milan, Ed. MC, 2001.
7. Voyage au bout de la route. Essai de socio-anthropologie, La
Tour d’Aigues, Ed. de l’Aube, Coll. « Essais », 2004, 290 pages.
8. Autonomadie. Essai sur le nomadisme et l’autonomie, Paris,
Homnisphères, Coll. « Voies AutoNomades », 2005, 256 pages.
9. Planète
Sexe.
Tourismes
sexuels,
marchandisation
et
déshumanisation des corps, Paris, Homnisphères, Coll. « Expression
directe », 2006, 265 pages.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
10. Voyage au bout du sexe. Trafics et tourismes sexuels en Asie
et ailleurs, Québec, Presses de l’Université Laval, Coll. « Nord-Sud »,
2006, 365 pages.
5 livres dirigés, parus entre 1998 et 2007
1. Tourismes, touristes, sociétés, sous la direction de Franck Michel,
Préface de Georges Cazes, Paris, L'Harmattan, Coll. « Tourismes et
sociétés », 1998, 376 pages.
2. H&A Asies : Etat et politique, sous la direction de Franck Michel,
Cahier 1, Paris, L'Harmattan, 2002, 194 pages.
3. H&A Asies : Sentiments religieux et identités culturelles, sous
la direction de Franck Michel, Cahier 2, Strasbourg, Ed. Histoire et
Anthropologie, 2003, 216 pages.
4. Tourismes et Identités, sous la direction de Jean-Marie Furt et
Franck Michel, Paris, L'Harmattan, Coll. « Tourismes et sociétés », 2006,
220 p.
5. L’identité au cœur du voyage. Tourismes et Identités 2, sous la
direction de Jean-Marie Furt et Franck Michel, Paris, L'Harmattan, Coll.
« Tourismes et sociétés », 2007, 238 p.
LISTE DES AUTRES PUBLICATIONS
Divers articles et autres publications
Revues universitaires, de recherche ou généralistes
1. « Ethnologie et Histoire : la mémoire "retrouvée" ? », Approches,
Dossier « Mémoire et projet », Paris, n°80, Centre Documentation
Recherche, 4e trimestre 1993, pp. 25-38.
2. « Du regard de l'Autre : quand l'Occident s'aventure en Asie »,
Hommes & Migrations, Paris, n°1193, décembre 1995, pp. 36-42.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
3.
« L'Asie
exotique :
aventures
coloniales
et
littéraires »,
in
Autrement. L'aventure, sous la dir. de D. Le Breton, Paris, n°160, Ed.
Autrement, Coll. « Mutations », janvier 1996, pp. 119-139.
4. « Touristes, minorités et développement en Thaïlande du Nord »,
Mutations Asiatiques, Paris, n°8, mai 1997, pp. 52-55.
5. « Tourisme ethnique en Asie du Sud-Est : les "femmes-girafes" dans
des zoos villageois », Grain de Sel, Paris, Inter-Réseaux, n°10, juillet
1998, pp. 20-21.
6. « Indonésie : l'archipel à la dérive », L'école émancipée, Malaunay,
n°2, 83e année, septembre-octobre 1998, pp. 22-23.
7. « Rêve d’Asie : la quête occidentale du sacré », Cultures en
Mouvement, Antibes, n°27, mai 2000, pp. 55-57.
8. « Des hôtes et des autres : tourisme et altérité », Espaces, dossier
« Tourisme et éthique », Paris, n°171, mai 2000, pp. 14-21.
9.
« Tourisme
moderne
entre
misère
et
business »,
Le
Monde
diplomatique, Paris, août 2000, p. 21.
10. « Demain, tous touristes ? », Cahiers Nomades, Strasbourg, n°1,
Assoc Voies Nomades, décembre 2000.
11. « Sexe, tourisme et misère en Thaïlande », Bulletin Aidétous, Paris,
n°5, mai 2001, pp. 11-14.
12. « L’Asie rêvée par les Occidentaux, entre cauchemar et fantasme »,
Passions Viêt-Nam, Paris, n°9, juillet 2001, pp. 22-23.
13. « World Trade Clash : faire la guerre aux inégalités dans le
monde », texte en ligne sur le site internet de Université Tangente,
Strasbourg, septembre 2001.
14. « Entre intégration et assimilation, les Chinois d’Indonésie de
Sukarno Père à Sukarno Fille (1945-2001) », H&A Asies, Strasbourg,
n°1, 2002, pp. 83-111.
15. « Rêver l’Orient ou l’Asie zen des zozos occidentaux », H&A Asies,
Strasbourg, n°1, 2002, pp. 143-154.
16. « Routes et déroutes du voyage », Silence, Lyon, n°283, mai 2002,
pp. 4-10.
17. « L’éducation au voyage comme facteur de paix », Symbioses,
Bruxelles, n°54, printemps 2002, pp. 12-13 ; article également republié
www.sviluppoitalia.it
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
intégralement dans Trialogue, Bruxelles, n°26, avril-juin 2002, pp. 2627.
18. « Hello Mister ! Quand les autochtones rencontrent les touristes en
Indonésie », Ethnologie Française, Paris, Vol. XXXII, n°3, juilletseptembre 2002, pp. 475-487.
19. « Peut-on faire l’économie d’une éducation touristique ? », Cahiers
du Voyage, d’après le colloque « Au seul souci de voyager », Paris,
Collège International du Voyage, 2002.
20. « L’éducation touristique et l’ouverture aux autres comme facteur de
paix », Préface à l’édition italienne de Désirs d’Ailleurs, Milan, printemps
2002, et nouvelle introduction à la seconde édition française publiée
chez Histoire & Anthropologie, novembre 2002.
21. « Comment peut-on encore voyager ? », Alinéa, Grenoble, n°13,
Vol. 2, janvier 2003, pp. 7-12.
22. « Les jeunes touristes face au besoin d’exister. Plaidoyer pour un
voyage responsable », Cahier Espaces, Paris, n°77, avril 2003, pp. 3845.
23. « Viatges abalisats i aventures garantides [Voyages balisés et
aventures assurées] », Revista d’Etnologia de Catalunya, Barcelone,
n°22, avril 2003, pp. 32-45.
24. « Le tourisme sexuel en Thaïlande : une prostitution entre misère et
mondialisation », Téoros, Montréal, Vol. 22, n°1, Univ. UQAM, printemps
2003, pp. 22-28.
25.
« L’Asiatique
d’hier
à
nos
jours :
érotisation
et
sauvagerie
orientales », Raison Présente, Paris, n°145, 1er trimestre 2003, pp. 3754.
26. « Le voyage et l’histoire sous les feux de l’actualité », Les Cahiers
d’Histoire & Archéologie, Libreville, Gabon, n°5, juin 2003-juin 2004,
pp. 9-13.
27. « Cultures, écologies, mondialisations », Le Détour, Strasbourg, n°1,
1er semestre 2003, pp. 171-194.
28. « Jeux, fêtes et voyages : ‘Je’ dois-doit bouger », Le Détour,
Strasbourg, n°2, 2e semestre 2003, pp. 6-15.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
29. « Gens du voyage, stoppeurs et nomades du loisir sur les routes
européennes », Le Détour Europes, Strasbourg, n°1, 2003, pp. 137-147.
30. « Ouverture. Terrorisme, identité et religion en Indonésie », H&A
Asies, Strasbourg, n°2, 2003, pp. 7-14.
31. « Adat et Aluk en pays Toraja ou quand la coutume grignote la
religion », H&A Asies, Strasbourg, n°2, 2003, pp. 101-124.
32. « Société : Tendances nomades », Grands Reportages, Grenoble,
n°263, décembre 2003, pp. 38-39 (repris dans l’édition espagnole de
Géo magazine : « Exotismo de andar por casa », n°212, septembre
2004, Madrid, pp. 80-81).
33. « Tourisme : Voyeurisme ou partage ? », Grands Reportages,
Grenoble, n°263, décembre 2003, pp. 40-41.
34. « Tourisme et terrorisme ou l’ère du voyage à risque », Téoros,
Montréal, Vol. 23, n°1, Univ. UQAM, printemps 2004, pp. 28-36.
35. « Tourisme durable : ce que j’en pense », Touriscopie, Paris, n°61,
mai 2004, p. 13.
36. « Petits pas et grandes marches. De la randonnée à la révolution »,
Le Monde diplomatique, Paris, août 2004, p. 25.
37. « Voyage en terre papoue ou le tourisme voyeur à son comble », Le
Détour, Strasbourg, n°4, 2e semestre 2004, pp. 379-406.
38. « Voyager, l’autre voie du monde », Saisons d’Alsace, Strasbourg,
n°25, hiver 2004-2005, p. 18.
39. « Tourisme, Tradition et Trucage : le cas des ‘pasolas’ à Sumba »,
Touriscopie, Paris, n°67, décembre 2004.
40. « McWorld et mondialisation : les peuples en danger », Grands
Reportages, Grenoble, n°287, décembre 2005, pp. 60-61.
41. « Autonomadie contre libéralisme. Décolonisation, nomadisme,
autonomie et voyages désorganisés », Silence, Lyon, 334, avril 2006,
pp. 40-47.
42. « La faim des voyages : pour le Slow Travel », La littérature de
voyage, Strasbourg, Librairie Quai des Brumes, dossier du groupement
des libraires Initiales, juin 2006, pp. 4-9.
43. « Sexe, exotisme et misère », Saisons d’Alsace, Strasbourg, n°31,
été 2006, pp. 52-54.
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500
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
44. « Vers un tourisme sexuel de masse ? », Le Monde diplomatique,
Paris, août 2006, p. 3.
45. « Le tourisme international, un nouvel impérialisme ? Postures de la
mondialisation et impostures du développement appliquées à l’univers
touristique », Belo Horizonte, texte mis en ligne sur le site de
l’Université Fédérale du Minas Gerais, novembre 2006.
46. « Pouvoir et sexualité en Asie du Sud-Est : le cas du tourisme
sexuel », Bulletin d’Histoire Politique, Montréal, UQAM, Vol. 15, n°1,
automne 2006, pp. 93-100.
47. « Politique et religion chez les Toraja en Indonésie », Frontières,
Montréal, UQAM, Centre d’études sur la mort, Vol. 19, n°1, automne
2006, pp. 61-68.
48. « Des loisirs et de l’oisiveté : pour une errance subversive »,
Cultures & Sociétés, Paris, Téraèdre, n°1, 1er trimestre 2007, pp. 82-88.
49. « Sur la (dé)route. L’automobile comme prison mobile », EcrivainsVoyageurs Info, Le Webzine, n°2, texte mis en ligne sur le site
www.ecrivains-voyageurs, février-mars 2007.
50. « Décors de rêve et des corps abusés : sexploitation au Vietnam »,
Mortibus, Dompierre, n°3, printemps 2007, pp. 231-255.
52. « Les tribulations sociales et aventureuses d’un arpenteur du
monde », Préface au live de J.-F. Le Dizès, Globe-Trotter. Carnets de
voyage d’un bourlingueur militant, Paris, L’Harmattan, 2007, pp. 9-14.
53. « Les Papous entre folklore et mondialisation », Animan, Genève,
n°140, juin-juillet 2007, photographies d’Eric Baccega.
54. « Sexe, tourisme et domination : sexploitation au Cambodge »,
Illusio, Paris, n°4, 2e trimestre 2007, à paraître.
55. « Domination, politique et tourisme sexuel en Asie du Sud-Est », Le
Détour, Strasbourg, 1er trimestre 2007, à paraître.
56. « Sexe, tourisme et exotisme : la couleur de l’argent », Prostitution
et Société, Paris, Mouvement du Nid, à paraître.
Articles parus dans des ouvrages collectifs
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
1. « Introduction : vers la touristification de la planète ? », in Tourismes,
touristes, sociétés, sous la dir. de F. Michel, Paris, L'Harmattan, Coll.
« Tourismes et sociétés », 1998, pp. 9-16.
2. « Nature, tourisme, aventure : une alliance contre-nature ? », in
Tourismes, touristes, sociétés, sous la dir. de F. Michel, Paris,
L'Harmattan, Coll. « Tourismes et sociétés », 1998, pp. 57-72.
3. « Le tourisme sexuel en Asie : du cauchemar à l'horreur », in
Tourismes, touristes, sociétés, sous la dir. de F. Michel, Paris,
L'Harmattan, Coll. « Tourismes et sociétés », 1998, pp. 207-234.
4. « Le tourisme international : une bouée de sauvetage pour Cuba ? »,
in Tourismes, touristes, sociétés, sous la dir. de F. Michel, Paris,
L'Harmattan, Coll. « Tourismes et sociétés », 1998, pp. 251-287 (paru
initialement in Histoire et Anthropologie, n°13, 1996).
5. « Des manières d'être et de faire du touriste et de l'anthropologue »,
in Tourismes, touristes, sociétés, sous la dir. de F. Michel, Paris,
L'Harmattan, Coll. « Tourismes et sociétés », 1998, pp. 35-44 (paru
initialement in Histoire et Anthropologie, n°15, 1997).
6. « Tourisme et religion à Tana Toraja (Indonésie) », in Tourismes,
touristes, sociétés, sous la dir. de F. Michel, Paris, L'Harmattan, Coll.
« Tourismes et sociétés », 1998, pp. 315-336 (paru initialement in
Histoire et Anthropologie, n°15, 1997).
7. « Esclavage, mémoire et tourisme », in Esclavages et servitudes
d’hier et d’aujourd’hui, sous la dir. de K. Adu-Manyah et Y. Somet,
Strasbourg, Renaissance africaine-Ed. H&A, 1999, pp. 175-179.
8. « Pour une éducation au voyage », Villes, voyages, voyageurs. Actes
de la rencontre, sous la dir. de Pierre Gras, Villeurbanne, rencontre
littéraire du 13 mai 2004, Paris, L’Harmattan, Coll. « Carnets de ville »,
2005, pp. 9-14.
9. « La prise de route et l’éducation au voyage comme facteurs de paix
et de mieux-vivre », Actes de la rencontre de l’Université Européenne
d’été de Corte, thème : « Tourisme durable », sous la dir. de J.-M. Furt,
Corte, Corse, 6-12 septembre 2004, sur CD Rom, mars 2005.
10. « Tourisme sexuel et misère de la mondialisation en Thaïlande », in
Tourisme et souci de l’autre. En hommage à Georges Cazes, ouv. coll.
www.sviluppoitalia.it
502
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
sous la dir. de Rachid Amirou, Philippe Bachimon et J.-M. Dewailly et J.
Malezieux, Paris, L’Harmattan, Coll. « Tourismes et sociétés », 2005,
pp. 145-168.
11. « Le tourisme face à la menace de folklorisation des cultures », in
Tourismes et Identités, sous la dir. de J.-M. Furt et F. Michel, Paris,
L'Harmattan, Coll. « Tourismes et sociétés », 2006, pp. 45-78.
12. « Identités locales sacrifiées sur l’autel du tourisme mondial en
Indonésie : l’exemple des pasola à Sumba-Ouest », in Tourismes et
Identités, sous la dir. de J.-M. Furt et F. Michel, Paris, L'Harmattan, Coll.
« Tourismes et sociétés », 2006, pp. 153-166.
13. « Métissage », in Dictionnaire du corps, ouv. coll. sous la dir. de
Michela Marzano, Paris, PUF, Coll. « Quadrige », 2007, pp. 585-590.
14. « A l’épreuve de la mondialisation », Ville et mémoire du voyage.
Actes de la rencontre, sous la dir. de Pierre Gras, Villeurbanne,
rencontre littéraire du 23 octobre 2006, Paris, L’Harmattan, Coll.
« Carnets de ville », 2007, pp. 35-49.
15. « La voie métisse comme une brèche dans le mur », in L’identité au
cœur du voyage. Tourismes & Identités 2, sous la dir. de J.-M. Furt et F.
Michel, Paris, L'Harmattan, Coll. « Tourismes et sociétés », 2007,
pp. 47-80.
16. « Identités violées, décors exotiques, marchandisation des corps »,
in L’identité au cœur du voyage. Tourismes & Identités 2, sous la dir. de
J.-M. Furt et F. Michel, Paris, L'Harmattan, Coll. « Tourismes et
sociétés », 2007, pp. 185-207.
17. « Du bon usage de la frontière », in Joël Isselé & Salah Oudahar,
ed., Tomber le frontière !, Paris, L’Harmattan, 2007, à paraître.
Ecrits en collaboration
1. « Mythe du chat sacré toraja / Cerita kucing ratu di Tana Toraja » (en
collab. avec Ne'Kila, B. Rantelili' et X. Fourt), bande dessinée, édition
bilingue
(français,
indonésien)
Strasbourg,
Editions
Histoire & Anthropologie, automne 1995, 16 pages.
www.sviluppoitalia.it
503
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
2. Thaïlande, guide de voyage NEOS, Ed. Michelin, partie sur le nord et
l’Isan notamment, Paris, ouvrage collectif, octobre 2002, 535 pages.
3. Tableau de bord 2005. Annuel de Touriscopie, « 50 ans de
consommation touristique, 1950-2000 » (dossier), partie sur la route,
l’automobile et l’évolution du tourisme, ouvrage dirigé par Josette Sicsic,
tome 1, n°68, Paris, janvier 2005, 106 p.
4. Le tourisme des jeunes handicapés en France. Synthèse des résultats
de l’étude et des enquêtes menées de 1999 à 2001 auprès des jeunes
handicapés et des professionnels du tourisme, sous la coordination de
Florence Pasnik, Association Aidétous, Paris, mars 2005, 16 pages.
5. « Présentation : Tourismes vs Identités ? », in Tourismes et Identités,
avec J.-M. Furt, sous la dir. de J.-M. Furt et F. Michel, Paris,
L'Harmattan, Coll. « Tourismes et sociétés », 2006, pp. 7-12.
6. « Loisirs et tourisme des jeunes handicapés. De la place du handicapé
à la place du touriste handicapé en France » (avec A. C. Lomo
Myazhiom), Revue des Sciences Sociales, Strasbourg, Université Marc
Bloch, n°36, 2006, pp. 148-157.
7. « Introduction : L’identité au cœur de l’industrie touristique : aux
risques et périls du voyage ? », in L’identité au cœur du voyage.
Tourismes & Identités 2, avec J.-M. Furt, sous la dir. de J.-M. Furt et F.
Michel, Paris, L'Harmattan, Coll. « Tourismes et sociétés », 2007, pp. 912.
Articles parus dans la presse quotidienne régionale en Alsace
1. « Bénarès : ville sainte de l’Inde », L'Alsace, Mulhouse, Rubrique
« Magazine », 10 juillet 1989.
2. « La culture du voyage », Dernières Nouvelles d’Alsace, Strasbourg, A
l’occasion du 1er festival du film touristique de Saverne, 26 septembre
2003.
3. « Asie : la tragédie de tous, mais surtout des pauvres », Dernières
Nouvelles d’Alsace, Strasbourg, 7 janvier 2005.
4. « Les Mentawaï, un peuple en sursis », Reflets DNA, Rubrique
« Voyages », Strasbourg, 29 janvier 2005, p. 12.
www.sviluppoitalia.it
504
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
5. « L’Isan, l’autre Thaïlande », Reflets DNA, Rubrique « Voyages »,
Strasbourg, 26 février 2005, p. 12.
6.
« Bali
en
dilettante »,
Reflets
DNA,
Rubrique
« Voyages »,
Strasbourg, 2 avril 2005, p. 12.
7. « Cambodge : Angkor oui, l’Angkar non ! », Reflets DNA, Rubrique
« Voyages », Strasbourg, 14 mai 2005, p. 12.
8. « Sumba, l’île du Santal », Reflets DNA, Rubrique « Voyages »,
Strasbourg, 28 mai 2005, p. 12.
9. « Le Caodaïsme au Vietnam », Reflets DNA, Rubrique « Voyages »,
Strasbourg, 25 juin 2005, p. 12.
10. « Le Machu Picchu en citadelle imprenable », Reflets DNA, Rubrique
« Voyages », Strasbourg, 22 octobre 2005, p. 12.
11. « Le sanctuaire bouddhique de Borobudur », Reflets DNA, Rubrique
« Voyages », Strasbourg, 26 novembre 2005, p. 12.
12. « Philae, une île sauvée des eaux », Reflets DNA, Rubrique
« Voyages », Strasbourg, 18 février 2006, p. 12.
Revue Histoire et Anthropologie (1992-2003)
1.
« La
religion
aujourd'hui,
crise
ou
retour ? »,
Histoire
et
Anthropologie, Strasbourg, n°1, octobre-décembre 1992, pp. 9-13.
2. « Passé et présent de la vie religieuse chez les Toraja Sa'dan de
Sulawesi-Sud (Indonésie) », Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°1,
octobre-décembre 1992, pp. 33-40.
3. « Rio, ville des extrêmes », Histoire et Anthropologie, Strasbourg,
n°1, octobre-décembre 1992, pp. 61-63.
4. « Espoirs et inquiétudes d'une nouvelle donne de la politique
internationale », Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°2, janviermars 1993, pp. 5-11.
5. « Bénarès, ville sainte », Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°2,
janvier-mars 1993, pp. 75-77.
6.
« Prague,
carrefour
historique
de
l'Europe »,
Histoire
et
Anthropologie, Strasbourg, n°3, avril-juin 1993, pp. 77-81.
www.sviluppoitalia.it
505
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
7.
« Quelle
école
pour
demain ? »,
Histoire
et
Anthropologie,
Strasbourg, n°4, juillet-septembre 1993, pp. 41-45.
8. « Beijing : au milieu de l'Empire », Histoire et Anthropologie,
Strasbourg, n°4, juillet-septembre 1993, pp. 86-88.
9. « Communismes et socialismes : utopies ou réalités ? » (avec A. C.
Lomo Myazhiom), Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°5, octobredécembre 1993, pp. 5-8.
10. « L'URSS, la Chine et la progression du communisme en Asie
orientale (1945-1956) », Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°5,
octobre-décembre 1993, pp. 35-44.
11. « Bombay, Bangkok et Singapour, vues d'après la revue Temps
Nouveaux »,
Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°5,
octobre-
décembre 1993, pp. 91-96.
12. « Berlin 1989, les Vietnamiens et l'ouverture du mur », Histoire et
Anthropologie, Strasbourg, n°6, janvier-mars 1994, pp. 69-70.
13. « Les Occidentaux à la "découverte" du pays Ifugao (Philippines) »,
Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°7, avril-juin 1994, pp. 36-46.
14. « Moenjodaro, moderne cité antique », Histoire et Anthropologie,
Strasbourg, n°7, avril-juin 1994, pp. 114-117.
15. « Communisme ou nationalisme ? Les hésitations russo-soviétiques
et chinoises (1949-1994) », Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°8,
juillet-septembre 1994, pp. 59-67.
16. « La nature comme refuge ou l'impossible quête des origines »,
Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°9, octobre-décembre 1994,
pp. 30-35.
17. « Lijiang, capitale du pays Naxi », Histoire et Anthropologie,
Strasbourg, n°9, octobre-décembre 1994, pp. 82-85.
18. « Le tourisme "ethnique" et ses effets en Thaïlande du Nord »,
Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°10, janvier-juin 1995, pp. 5975.
19.
« Fenêtre
ouverte
sur
Saint-Pétersbourg »,
Histoire
et
Anthropologie, Strasbourg, n°11, juillet-décembre 1995, pp. 146-149.
20. « Xuan Ke, "ennemi du peuple" et ethnomusicologue », Histoire et
Anthropologie, Strasbourg, n°12, janvier-juin 1996, pp. 132-134.
www.sviluppoitalia.it
506
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
21. « Rantepao : centre touristique du pays toraja, Indonésie », Histoire
et Anthropologie, Strasbourg, n°12, janvier-juin 1996, pp. 137-140.
22. « Le tourisme international : une bouée de sauvetage pour
Cuba ? », Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°13, 2e semestre
1996, pp. 46-64.
23. « Les chats toraja entre terre et ciel », Histoire et Anthropologie,
Strasbourg, n°14, 1er semestre 1997, pp. 51-58.
24. « Tiahuanaco, antique cité andine », Histoire et Anthropologie,
Strasbourg, n°14, 1er semestre 1997, pp. 132-134.
25. « Des manières d'être et de faire du touriste et de l'anthropologue »,
Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°15, 2e semestre 1997, pp. 812.
26. « Tourisme et religion à Tana Toraja (Indonésie) », Histoire et
Anthropologie, Strasbourg, n°15, 2e semestre 1997, pp. 71-85.
27. « Communismes asiatiques ou l'art et la manière de survivre à la
tourmente », Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°16, 1er semestre
1998, pp. 63-78.
28.
« Sapa,
station
d'altitude
au
Nord
Vietnam »,
Histoire
et
Anthropologie, Strasbourg, n°16, 1er semestre 1998, pp. 123-125.
29. « Identité et ethnicité chez les Toraja (Indonésie) », Histoire et
Anthropologie, Strasbourg, n°17, 2e semestre 1998, pp. 39-58.
30. « Fête et bouddhisme au Laos : le Bun That Luang de Vientiane »,
Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°17, 2e semestre 1998, pp. 171177.
31. « Après l’autoritarisme, la démocratie ? L’Indonésie en quête d’un
avenir politique », Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°18-19, 1999,
pp. 23-56.
32. « L’Asie vénérée ou la mystérieuse quête occidentale du sacré »,
Histoire et Anthropologie, Strasbourg, n°21, 2e semestre 2000, pp. 7797.
33. « Du local au global : économie de marché et marchés traditionnels
en pays Toraja, Indonésie », Histoire et Anthropologie, Strasbourg,
n°22, 1er semestre 2001, pp. 177-193.
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507
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
34.
« L’écologie
mondialisation »,
politique
Histoire
comme
et
horizon
Anthropologie,
dépassable
Strasbourg,
de
la
n°25,
2e
semestre 2002, pp. 165-179.
Mémoires, thèse, rapports
1. Les Vietnamiens à Berlin depuis l'ouverture du mur, Mémoire de
licence
en
ethnologie,
Faculté
des
Sciences
Sociales,
Université
Strasbourg II, 1990, 112 pages.
2. La question nationale en URSS à partir du journal « L'Humanité » de
1945 à 1953, Mémoire de maîtrise en histoire, Faculté des Sciences
Historiques, Université Strasbourg II, 1991, 231 pages.
3. Tourisme et modernité chez les Toraja Sa'dan de Célèbes-Sud en
Indonésie, Mémoire de DEA en ethnologie, Faculté des Sciences
Sociales, Université Strasbourg II, 1992, 272 pages.
4. Les relations entre l'URSS et l'Asie (1945-1965), Mémoire de DEA en
histoire, Faculté des Sciences Historiques, Université Strasbourg II,
1993, 182 pages.
5. Tourismes et changements socio-culturels en Asie du Sud-Est : le cas
des Toraja Sa'dan à Sulawesi-Sud en Indonésie, Thèse de doctorat
nouveau régime en ethnologie, Faculté des Sciences Sociales, Université
Strasbourg II, février 1996, 2 tomes, 552 pages.
6. Ethique du voyage, tourisme durable, santé pour tous, document de
travail pour l’association Aidétous, Paris, été 2000, 35 pages.
7. Le tourisme des jeunes handicapés. Volet socio-anthropologique,
Rapport pour la Fondation de France et le Secrétariat d’Etat au
Tourisme, Association Aidétous, Paris, 2000-2002, 90 pages.
8. Dérouter la mondialisation (mal)heureuse !, ouvrage à compte
d’auteur, pour le Centre de Recherche sur le Voyage, Strasbourg, avril
2002, 65 pages.
9. La vie affective et sexuelle des patients en milieu psychiatrique.
Enquête auprès des soignants, rédaction d’un rapport, document de
travail,
pour
l’EMIPS
du
Bas-Rhin,
Strasbourg,
novembre
2005,
80 pages.
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508
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
10. « Les Turcs en Alsace », extrait du Rapport Acsé (ex-Fasild) sur
l’histoire de l’immigration en Alsace, ss la dir. Yves Frey, été 2007.
11. « Les immigrations non européennes en Alsace » (avec A. C. Lomo
Myazhiom), extrait du Rapport Acsé (ex-Fasild) sur l’histoire de
l’immigration en Alsace, ss la dir. Yves Frey, été 2007.
Quelques entretiens ou portraits
1. « La nécessaire éducation des touristes », Entretien réalisé par
Philippe Ortoli, Grain de Sel, Paris, Inter-Réseaux, n°10, juillet 1998,
p. 23.
2. « Le jour où les Pygmées visiteront le Louvre », Entretien réalisé par
Cécile Babin, Regards, Paris, n°80-81, été 2002, pp. 63-65.
3.
« Ici,
ailleurs
et
partout »,
Portrait
réalisé
par
Marie
Kelly,
Polystyrène, Strasbourg, n°58, novembre 2002, p. 62.
4. « Celui qui voyage différemment », Portrait réalisé par Denis Tricard,
Dernières Nouvelles d’Alsace, Strasbourg, 7 mars 2003.
5. « Têtes voyageuses : Franck Michel, anthropologue, dissèque l’art de
voyager », Entretien réalisé par Vanessa Chenaie, Atmosphères, Paris,
n°75, février 2004, p. 54.
6. « Le routard actuel n’est plus un marginal inquiétant », Entretien
réalisé par Frédérique Deschamps, Libération, Paris, 6 août 2004, p. 19.
7. « L’oiseau migrateur », Portrait réalisé par Joël Isselé, Reflets DNA,
Strasbourg, 22 janvier 2005, p. 2.
8. « Franck Michel : l’autonomadie », Entretien réalisé par Valérie Cibot,
Trek, n°75, Grenoble, février 2006, pp. 18-20.
9. « Nord-Sud : le tourisme sexuel, une catastrophe humanitaire »,
Entretien réalisé par Olivier Brégeard, L’Alsace, Mulhouse, 28 janvier
2007, p. 2.
10. « Westliche Männer une Frauen suchen Macht », Entretien réalisé
par Niels Haase et Nikola Richter, Kulturaustausch, « Unterwegs, wie wir
reisen » (dossier), Berlin, n°2, 2007, pp. 38-39.
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509
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
11. « Planète sexe », Entretien réalisé par Cédric Rossi, Offensive,
« L’horreur touristique » (dossier), Marseille, n°14, mai 2007, pp. 2427.
Articles parus dans L’Autre Voie, Strasbourg, revue du voyage en
ligne, CRV/D&D
1. « Voyage en terre papoue ou le tourisme voyeur à son comble »,
L’Autre Voie, n°0, mars 2004.
2. « La marche : un art de flâner et de quêter la liberté », L’Autre Voie,
n°0, mars 2004.
3. « Entre ciel et terre, promenades spirituelles à Bali », L’Autre Voie,
n°0, mars 2004.
4. « Le rail comme train de vie », 2004, L’Autre Voie, n°0, mars 2004.
5. « Voyager à vélo pour mieux rouler le monde », L’Autre Voie, n°0,
mars 2004.
6. « Edito : l’autonomade », L’Autre Voie, n°1, mars 2005.
7. « Le voyage à l’épreuve du terrorisme. L’empire éclaté à l’ère du
tourisme de masse », L’Autre Voie, n°1, mars 2005.
8. « Mieux routard que jamais ! », L’Autre Voie, n°1, mars 2005.
9. « Tourisme truqué à Sumba (Indonésie) », L’Autre Voie, n°1, mars
2005.
10. « Edito : la décolonisation des esprits migrateurs », L’Autre Voie,
n°2, mars 2006.
11. « Rites de voyage et mythes de passage », L’Autre Voie, n°2, mars
2006.
12. « Besoin d’Asie », L’Autre Voie, n°2, mars 2006.
13. « La dérive des fous de sexe et d’Asie », , L’Autre Voie, n°2, mars
2006.
14. « L’art d’être pigeon et Moïse à Venise ! », L’Autre Voie, n°2, mars
2006.
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510
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
15. « La fin de l’idée d’un voyage pour tous ? », L’Autre Voie, n°2, mars
2006.
16. « Eloge de l’autonomadie », L’Autre Voie, n°2, mars 2006.
17. « Edito : un monde emmuré », L’Autre Voie, n°3, mars 2007.
18. « Décors exotiques et libéralisation sexuelle », L’Autre Voie, n°3,
mars 2007.
19. « Voir Compostelle et mourir ! », L’Autre Voie, n°3, mars 2007.
20. « Tsiganité et nomadisme », L’Autre Voie, n°3, mars 2007.
Note :
pour
une
version
Internet
du
CV,
cf.
http://www.deroutes.com/franck.htm
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511
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Michaela Namuth
(giornalista/corrispondente)
1962: nata a Wattenscheid (Germania);
1981: maturità al liceo scientifico di Illertissen/Baviera;
1986: laurea “Magister” in Scienze Politiche, Sociologia e Letteratura
Tedesca all’università
di Heidelberg;
1987-1988:
formazione
giornalistica
presso
il
settimanale
“Communale”
a Heidelberg;
1988-1992: ricerche per il dottorato sul tema “Il mercato di lavoro in
Italia” con varie borse
di studio e varie permanenze a Roma;
lavoro di giornalista freelance;
1992: conseguimento del dottorato;
1992-1994: lavoro presso l’agenzia giornalistica PBM a Heidelberg;
specializzazione su economia e massmedia in Italia;
dal 1994:
fonda PBM Italia a Roma; agenzia di corrispondenza per
testate tedesche e svizzere;
collaborazioni con: Wirtschaftswoche (settimanale economico Duesseldorf),
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512
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Die Mitbestimmung (mensile scientifico su argomenti sociali e
economici - Duesseldorf),
Die
Zeit
(settimanale
-
Amburgo),
W&V
(settimanale
di
marketing e massmedia),
Facts (settimanale – Zurigo), Annabelle (femminile – Zurigo),
Bilanz (settimanale
economico – Zurigo), Blick (quotidiano – Zurigo), Watch
International (pubblicazione
dell’IWC – Schaffhausen).
dal 2005: corrispondente di “brand eins” – (manager magazine –
Amburgo)
Pubblicazioni: Modell Italien?, Stuttgart 1990;
Cattive
ragazze,
in:
Italieni
–
Le
lettere
dall’Italia
dei
corrispondenti stranieri. Prefazione
di Umberto Eco, Indice Internazionale, Roma 2003.
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513
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Luigi Parmeggiani
Dati anagrafici
Luigi Parmeggiani
Nato a Modena il 21/06/1961
Residente a Carpi – 41012
Via G. Bulgarelli, 5
Riferimenti
c/o VERDE NATURA S.r.l. – tel. 059/680035 – fax 059/652513 –
[email protected]
Formazione professionale
1980 – Attestato di istruttore di sci-alpinismo C.A.I.
1981 – Diploma di Geometra
1983/84 – Corpo soccorso alpino Polizia di Stato
1984 – Diploma di accompagnatore di montagna – Corso organizzato
dalla Provincia di Modena e dal CESCOT
1984 – Attestato per operatore di attività motorie per la terza età –
Corso regionale organizzato dalla UISP
1985 – Corso specializzazione per organizzatori gare orienteering –
F.I.S.O.
1985 – Certificato di abilitazione per l’insegnamento dello sci discipline
alpine – Corso regione Emilia Romagna LR.
N°31/1980
1985
–
Corso
aggiornamento
sulla
meteorologia
–
Org.
Ass.
Accompagnatori Montagna Emilia Romagna (AADMER)
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514
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
1986 – Diploma di specializzazione per l’insegnamento dello sci ai
bambini – Corso nazionale org. F.I.S.I.
1987 – Corso aggiornamento sul trekking – Org. (AADMER)
1988 – Diploma di specializzazione per l’insegnamento dello sci ad
handicappati – Corso nazionale org. F.I.S.I.
1988 – 1° corso per Guardia giurata ecologica volontaria – Org.
Provincia di Modena
1990 – Corso aggiornamento per Animatore didattico ambientale – Org.
Comune Mo/CFP
1993 – Corso aggiornamento di primo soccorso in ambiente – Org.
(AADMER)
1994 – Corso aggiornamento recupero e trasporto infortunati in
ambiente – Org. (AADMER)
2000 – Diploma Guida Ambientale Escursionistica – Esame LR. 4/2000
2002 – Diploma di accompagnatore turistico – Esame prov. Di Mo –
Abilitaz. N° 963
Esperienze professionali
1984/2005 – Guida Ambientale Escursionistica nel Parco del Frignano
(turismo scolastico ambientale, vacanze estive per bambini e ragazzi,
escursioni e trekking per adulti)
1986/2005 – Maestro di sci presso la scuola Fanano/Cimone
1987/2007 – Guida gruppi in bicicletta in Europa
1987/1990 – Allenatore squadra nazionale sci alpino non vedenti
1985/1998 – Titolare della società Randonnée Naturavventura che
operava nel campo dell’escursionismo, dell’educazione ambientale, e del
cicloturismo
1998 – Nasce il marchio Compagnia della Natura e il marchio Randonnée
viene comprato e inglobato insieme ad altri marchi che si occupavano di
turismo ambientale
1998/2005 Libero professionista con collaborazione continuativa presso
Compagnia della Natura S.p.A. (gruppo Alpitour) con mansioni di: guida
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515
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
ambientale escursionistica, coordinamento staff guide e accompagnatori,
e addetto alla programmazione del catalogo “Easy Europa” (turismo
ambientale in Europa a piedi, in bicicletta e a cavallo)
2005 – Apertura in qualità di socio amministratore del tour operator
VERDE NATURA S.r.l.
Docenze:
1985 – Docente al 2° corso AADMER
1989 – Docente al 3° corso AADMER
2002 – Docente guida al 1° corso Gae provincia di Modena e membro
commissione d’esame
2003 – Docente al 1° corso Gae provincia di Piacenza
2003 – Docente al 1° corso Gae provincia di Bologna
2003/04 – Docente guida al 2° corso Gae provincia di Modena e membro
commissione d’esame
2005 – Docente al 2° corso Gae provincia di Modena
2006/07 – Docente guida al 2° corso Gae provincia di Bologna e
membro commissione d’esame
Lingue straniere: Francese
Varie
1985 – Socio fondatore dell’associazione Accompagnatori di Montagna
dell’Emilia Romagna
1992 – Socio fondatore dell’associazione Italiana Guide
Ambientali
Escursionistiche
1992/95 – Coordinatore regionale dell’AIGAE
2005 a oggi – Coordinatore regionale dell’AIGAE
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516
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Rossella Righetti
Classe 1946, freelance da sempre per scelta e per vocazione, scrittrice
di viaggi, nonché appassionata fotografa, Rossella Righetti è iscritta
all’Ordine Nazionale dei Giornalisti (elenco pubblicisti) dall’ ottobre 1976.
Esperienza giornalistica
Comincia a lavorare come redattrice per la casa editrice Peruzzo, quindi
per la Casa Editrice CEI, per la quale cura L’Enciclopedia del Turismo.
Nel 1974 inizia la collaborare con il settimanale L’Europeo come
responsabile del settore Viaggi, collaborazione che continua fino al 1995,
anno in cui la storica testata cessa le pubblicazioni. Oltre a rubriche e
reportage anche fotografici che hanno cadenza quasi settimanale (il
taglio delle pagine di turismo cambia diverse volte nel corso degli anni
secondo le scelte dei direttori) realizza anche diversi inserti speciali di
turismo e, occasionalmente, servizi per le sezioni Cultura e Costume.
Negli stessi anni ha collaborazioni fisse sempre nel settore dei viaggi col
mensile Weekend e Viaggi, per cui realizza soprattutto reportage (i più
completi di testi e foto), Marie-Claire, Play Boy, Gente Money, Civiltà del
Bere, La Repubblica (pagine di Milano). Saltuariamente firma servizi con
altre testate di settore e non, fra cui Tuttoturismo, Meridiani, Geodes,
Gulliver, Anna, Pratica, Capital, Pane e Vino.
Nel 1989, per sei mesi (aprile/giugno e ottobre/dicembre) lavora per la
RAI, con la trasmissione quotidiana Sportello Viaggi, ideato e condotto
personalmente in diretta su RADIO UNO.
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517
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Dopo la chiusura dell’Europeo, continua alcune delle collaborazioni in
corso e ne inizia di nuove, fra cui fra cui: Gente Viaggi, In Viaggio, Il
Mondo della Birra, Donna Moderna, Bella, Qui Touring e Dove, di cui è
oggi inviato.
Esperienze di comunicazione
Dalla metà degli Anni Ottanta affianca all’attività di travelwriter
esperienze di Ufficio-Stampa. Si occupa dell’ufficio stampa della catena
Forte Hotels, di un evento per la provincia di Cagliari, del lancio degli
hotel Chiaia di Luna (Ponza) e Hato Nuevo (Venezuela).
Segue quindi la comunicazione del Tour-operator Viaggidea alla fine
degli anni Ottanta e di nuovo dall’aprile 1994 all’ottobre 2000,
curandone le relazioni con la stampa nel periodo di crescita dell’azienda:
da Tour-operator di nicchia specialista della destinazione Caraibi a
operatore di grandi numeri e di mete diversificate, fino alla fusione col
gruppo Francorosso/Alpitour.
Per sei mesi fra il 1995 e il 1996, in collaborazione con Viaggidea, è
responsabile del lancio in Italia delle isole dell’Eastern Caribbean,
nell’ambito di un progetto finanziato dalla Comunità Europea.
Nell’aprile-maggio 2003 tiene lezioni sulla comunicazione diretta alla
stampa specializzata per conto di ACTL/Regione Lombardia.
Produzione letteraria
Fra il 1984 e il 1985 scrive la prima edizione di tre guide: Caraibi;
Oceano Pacifico; Seychelles, Mauritius, Reunion e Comore, che hanno
avuto svariate riedizioni negli anni (le più recenti, completamente
riscritte, di Oceano Pacifico e di Seychelles, Mauritius, ecc. sono uscite
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518
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
nel 2005, Caraibi, anch’essa tutta nuova, sta uscendo in questi giorni),
pubblicate da Ulysse Moizzi. Nel 2001 pubblica per lo stesso editore la
guida di Capo Verde.
Nel 1996 esce per i tipi di Feltrinelli Traveller Le isole dell’Eden, saggioreportage dei suoi viaggi nei Mari del Sud, scritto in collaborazione col
collega Massimo Dini.
Proprio per i reportage dedicati ai paesi del Pacifico, nel 1994 aveva
ricevuto il premio giornalistico PATA (Pacific-Asia Travel Association).
Fra il 2001 e il 2002 è ideatrice e coordinatrice del volume Dieci per
Dieci Mare, libro di racconti e immagini dedicati alle Cento Meraviglie del
Mare, realizzato in pool con un centinaio di giornalisti e fotografi,
pubblicato dal Touring Club nel dicembre 2002, volume che ottiene un
grandissimo successo di vendita e critiche, tanto da essere ristampato a
soli quattro mesi dalla prima uscita.
Nel 2006 scrive diversi testi per la guida Itinerari per due edito del
Touring Club Italiano; nel 2007, scrive per Le Guide di Dove (allegate al
Corriere della Sera del venerdì) sui titoli Sicilia (testi su Siracusa e le
isole minori), Valdaosta e Isole Siciliane (queste ultime due di prossima
pubblicazione).
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519
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Giannermete Romani
Nato a Perugia il 9 giugno 1965, residente a Ponte San Giovanni, Via
dell’Agricoltura, 36 –
Tel. 075 38468 – 347 1148395, e-mail
[email protected]
Sono laureato in Lingue e Letterature Straniere presso la Facoltà di
Lettere e Filosofia dell’Università di Perugia.
Appassionato di letteratura angloamericana, francese e italiana con
un’attenzione particolare alla poesia e alla narrativa dell’800 e del ‘900.
Studioso di storia, geografia e delle scienze umanistiche.
Sono diplomato Tecnico delle Attività Turistiche e Alberghiere presso
l’Istituto Professionale Alberghiero di Spoleto (PG)
Esperienze professionali
1979 – 1992
A supporto e approfondimento dello studio, collaboro durante i fine
settimana e le stagioni estive con strutture di tipo ricettivo e di
ristorazione in Umbria, Toscana ed Emilia Romagna.
1993 - 2005
Lavoro presso la Nestlè Italiana Spa, in qualità di responsabile di attività
legate alla Comunicazione, Formazione e Pubbliche Relazioni presso il
Centro di Ricerca e Sviluppo Prodotti Alimentari “Casa Buitoni” di
Sansepolcro (AR).
2003 – 2007
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520
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Collaboro con il gruppo di medici diabetologi afferenti al DESG (Diabetes
Education Study Group) e al GISED (Gruppo Italiano di Studio per
l’Educazione sul Diabete) nell’educazione terapeutica dei pazienti e nella
formazione degli operatori sanitari, attraverso l’utilizzo dell’approccio
pedagogico dell’autobiografia educativa.
2005-2007
Collaboro in qualità di ricercatore con la Fondazione Giancarlo Quarta di
Milano alla realizzazione di ricerche non standard sulla Qualità della
Relazione Medico – Paziente in Oncologia, Neurologia, Nefrologia,
Cardiologia
e
sulla
Prevenzione
all’Ipertensione
nell’ambito
della
Medicina Generale.
Sto
attualmente
lavorando
al
progetto
‘Sfida
–
L’importanza
dell’adesione alla terapia nel trattamento dell’ipertensione arteriosa’ con
formazione alla ‘Comunicazione e Ascolto’ rivolta a Medici di Medicina
Generale
2005-2006
Collaboro,
in
qualità
di
Responsabile
dei
settori
Alimentazione,
Ambiente, Turismo e Salute, con la Presidenza Nazionale dell’ADOC
(Associazione Difesa e Orientamento Consumatori)
da ottobre 2006
Collaboro al progetto educativo ‘Io muovo la mia vita’ in qualità di
educatore e scrittore, rivolto a 50 pazienti con obesità grave e diabete
tipo 2 e ai loro medici: l’obiettivo è quello di mettere in atto attraverso
l’educazione terapeutica e l’attività fisica, cambiamenti negli stili di vita
che portino i pazienti a partecipare alla Maratona di Milano 2007. Il
progetto è coordinato dal Prof. De Feo, endocrinologo dell’Università di
Perugia e dal Prof. Rosa Medico della Nazionale Italiana di Atletica
Traccio e scrivo itinerari turistici attraverso la raccolta di fonti orali,
memorie locali e collettive, storie di vita.
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521
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Collaboro con la Comunità Montana Associazione dei Comuni Trasimeno
Medio-Tevere
con
progetti
di
animazione
e
supporto
finalizzate
all’attuazione del progetto “Camminare in Umbria”
Svolgo
attività
di
consulenza
per
enti
locali,
operatori
turistici,
associazioni culturali e ambientaliste ( come Legambiente e Club Alpino
Italiano) nella progettazione di itinerari per un turismo etico e
consapevole.
Collaboro con Legambiente in progetti di educazione e valorizzazione
ambientale ( Nepal, 2000 – Valnerina, 2001 – Voler bene all’Italia, 2006
– Puliamo il mondo, 2006) e in progetti educativi rivolti alle scuole
dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado con il Centro di
Educazione Ambientale ‘Il Bosco e il Fiume’ di Perugia
Collaboro con network televisivi locali (Umbria e Toscana) nella
realizzazione di programmi di valorizzazione e scoperta dei territori
dell’Italia centrale
Sono cultore del teatro nelle sue manifestazioni popolari, quelle in cui le
storie emergono dal vissuto e dalle trame condivise da piccole comunità,
ricerco e scrivo testi di spettacoli di narrazione teatrale
Partecipo a spedizioni alpinistiche in qualità di educatore / esperto di
narrazioni autobiografiche con ADIQ – Alpinisti Diabetici in Quota (
spedizione ISLET 2005 al Pik Lenin – 7.134 m. Pamir Alai – Kirgyzstan)
e svolgo attività di tutoraggio in progetti di educazione terapeutica, con
laboratori autobiografici e attività fisica, con pazienti diabetici tipo 1
(SnowDiab)
www.sviluppoitalia.it
522
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Pubblicazioni
•
G.
Romani
“Tra
Toscana
e
Umbria.
Itinerari
e
memorie
Altotiberine”, ediz. Ali&no, 2004
•
L. Montagnoli, G. Romani “Tra Tevere e Trasimeno. 30 Itinerari
nei paesaggi della memoria”, ediz. Ali&no, 2005
•
“Storie
lunghe
un
fiume”
progetto
di
narrazione,
teatro,
educazione ambientale, un viaggio a piedi lungo il Tevere dal
Monte Fumaiolo a Orvieto in cerca delle sue storie. Il progetto ha
dato vita a uno spettacolo di narrazione teatrale presentato
durante la rassegna
“Tenera è la Notte 2006” del Comune di
Perugia e a una pubblicazione: “Storie lunghe un fiume. Memorie
e racconti del Tevere” ediz. Ali&no, 2006
•
“Camminare in Umbria” in collaborazione con Club Alpino Italiano
e Comunità Montana Trasimeno - Medio Tevere, progetto
finalizzato a fare del “camminare” un’esperienza di conoscenza e
scoperta
•
“In Umbria col cuore” in collaborazione con il ComET (Comitato
per L’Educazione Terapeutica), proposta rivolta a tutte le
associazioni di persone affette da malattie croniche (come
diabete, ipertensione, iperlipemia) e finalizzata a fare del
“camminare” un’esperienza di educazione e cura
•
“Sentieri Aperti” in collaborazione con il Comune di Perugia e le
sue Circoscrizioni, l’Associazione per l’Ecomuseo del Fiume e della
Torre, progetto finalizzato alla riscoperta del territorio e delle sue
specificità attraverso passeggiate e narrazioni
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
“Trekking delle Ginestre” (maggio 2007) in collaborazione con i Comuni
del Trasimeno, viaggio a piedi intorno al Trasimeno con incontri e
degustazioni
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
8. GH Impresa Turistica, Consulting Board
GH impresa turistica
ha una approfondita e vasta esperienza nel
Turismo e nel Marketing Territoriale: all’attività di consulenza si
accompagna
un
importante
impegno
nel
campo
della
ricerca
e
dell’editoria.
GH impresa turistica ha un proprio Centro Ricerca e Sviluppo impegnato
ad accrescere la conoscenza dell’economia turistica.
Si rivolge ai professionisti del settore turistico e delle varie realtà
economiche, sociali e istituzionali che il turismo coinvolge per i quali
svolge ricerche, analisi e studi; progetta piani d’area integrati per la
valorizzazione e lo sviluppo turistico; accompagna enti locali ed
autonomie funzionali nella definizione e conduzione di strategie dedicate
allo sviluppo del territorio. Assiste le imprese nella crescita commerciale
e nella qualità gestionale.
Opera nel marketing strategico ed operativo e nella comunicazione
turistica.
Nell’ultimo anno GH impresa è impegnata nell’attività di tour operating
con le consociate in Dalmazia, Sardegna, Sicilia e Calabria.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Ceci Stefano, presidente
Esperto di marketing, ha gestito lo start up di diverse società operanti in
campo turistico. E’ Consulente della Regione Emilia Romagna per la
realizzazione del PTR. E’ membro del Comitato Scientifico per la
progettazione del PSC nel Comune di Quartu Sant’Elena. Direttore
Generale di APT Servizi Emilia-Romagna dal 1998 al 2002 ha acquisito
una
significativa
esperienza
nel
campo
della
progettazione,
organizzazione e gestione di servizi di marketing turistico per il settore
pubblico e privato. E’ stato dal 2002 al 2004 Amministratore Delegato di
Wellbeing Group S.p.a. Ha sviluppato competenze nell’ambito del
marketing
e
comunicazione
della
comunicazione
pubblica.
Ha
aziendale,
partecipato
a
della
progetti
ricerca
di
e
sviluppo
economico-sociale con compiti di ricerca e animazione territoriale. E’
presidente del Centro Studi Emilia-Romagna. Ha curato diversi rapporti,
indagini ed articoli sul turismo e sul marketing territoriale.
Caterina Policardi, partner di GH impresa turistica
Laureata in Economia, completa la sua formazione nel turismo e matura
importanti esperienze nel tour operating e nella gestione di aziende di
promozione turistica. E’ stata direttore dell’Azienda per il Turismo di
Rovereto, dell’Azienda di promozione turistica Altipiani Trentini dove
segue e sviluppa anche l’attività ricerca. E’ stata responsabile dell’unità
Marketing dell’APT srl. E’ partner di GH dove segue il settore R&D.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Alfredo Bacigalupo, area gestioni immobiliari turistiche
Laureato in Economia e Commercio, specializzato alla Bocconi e McGill
University di Montreal in finanza e marketing, ha lavorato per una
importante società americana come business analyst
e marketing
Manager. Oggi dirige le sue imprese: una immobiliare e una di servizi
turistici che operano prevalentemente in Italia. E’ socio fondatore di GH
Sardegna.
Germano Calvi, responsabile area ricerca
E’ responsabile dell’attività di ricerca.svolta da GH impresa turistica.
Specializzato in psicologia sociale ha indirizzato la sua attività alla
ricerca e l’organizzazione delle risorse umane. Ha diretto e condotto
ricerche nell'ambito della comunicazione, della customer saticfation e
della riorganizzazione di Enti e Istituzioni. E’ responsabile delle ricerche
sociali della Fondazione Giancarlo Quarta ed ha ricoperto l’incarico di
direttore della ricerca qualitativa in Eurisko, una tra le più importanti
società di ricerca italiane. Ha una vasta esperienza come consulente,
attività svolta sia per Enti pubblici che per Imprese private. Ha svolto
attività accademica come docente e ricercatore.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Eve Pasquet, area editoria turistica
All’organizzazione di eventi dove ha maturato importanti esperienze a
livello internazionale e all’attività redazionale in campo non solo
editoriale per Vougue, Glamour e Moschino, accompagna quella più
strettamente legata alla ricerca. In questo campo ha lavorato sia per
associazioni no profit che per enti pubblici occupandosi dell’elaborazione
dei rapporti di ricerca per i quali segue anche la parte grafica. Collabora
ai progetti di ricerca di GH fin dalla sua costituzione.
Marco Pilati, area immobiliare turistica
Esperto in
progettazione per lo sviluppo di interventi ed iniziative
turistiche a livello internazionale. Componente e direttore di diversi
board progettuali internazionali in Italia, Croazia, Slovenia, Russia,
Slovacchia,
Libano,
Montenegro,
Polonia,
Brasile,
Algeria,
Costa
d’Avorio, Zaire, Siria, Malesia, ha svolto attività professionale per Figest
e Finmedia. Dal 2000 è consulente di imprese immobiliari in Croazia per
le quali, oltre alla progettazione si occupa anche dell’acquisizione di
importanti strutture turistiche. Dalla fondazione di GH impresa turistica
segue le acquisizioni immobiliari e tutta l’attività collegata al tour
operating.
Andrea Ruggeri, area comunicazione turistica
E’ stato a lungo direttore creativo prima in Longari & Loman BDPP, poi in
Young&Rubicam. Firma tra le più importanti campagne pubblicitarie
italiane. E’ consulente per le strategie di comunicazione territoriali e
turistiche per diversi enti pubblici e società, tra cui la Fondazione
Carisbo, la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Bologna. Contribuisce
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
da anni alle strategie di comunicazione per il biologico agroalimentare.
Ha
pubblicato
“Rinascimento
Urbano”
per
Marsilio
e
il
romanzo
“Potemkin Cola” per Feltrinelli.
Giovanna Tabanelli, area ricerca e sviluppo
Laureata in sociologia, ha collaborato con organizzazioni private e
pubbliche alla realizzazione di ricerche in campo sociale e in particolare
sui temi della governance e della partecipazione.
E' docente e
collaboratrice in diverse iniziative formative ed esperta in logistica a
supporto dello scauting turistico e dei reportage documentaristici. Ha
operato nel marketing e relazioni esterne in ambito turistico.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
V. BIBLIOGRAFIA
Documenti e Contributi
Pirro, F.
(2006) Primo piano di marketing turistico della Regione Puglia. Gli enti
locali e lo sviluppo del turismo nei singoli territori della Puglia. Lo
stato
dell’arte.
Materiali
di
analisi
e
proposte
di
sintesi.
Arricchimenti all’indomani del Forum del 24 e 25 novembre 2006
e degli incontri dello staff di elaborazione del 15.12.06, 21.1.07 e
31.1.07,
Regione Puglia Assessorato al Turismo e Industria Alberghiera (a cura
di)
(2006) I fabbisogni del turismo pugliese. Sintesi del sondaggio.
Cipollini,
C.,
Regione
Puglia
Assessorato
al
Turismo
e
Industria
Alberghiera (a cura di)
(2006) I fabbisogni del turismo pugliese. Il territorio, l’economia, i turisti,
i pugliesi.
Regione Puglia Assessorato al Turismo e Industria Alberghiera (a cura
di)
(2006) Promozione e commercializzazione. Brand, Strumenti, compiti del
pubblico e del privato.
Regione Puglia Assessorato al Turismo e Industria Alberghiera (a cura
di)
(2007) Programma integrato per lo sviluppo e la sensibilizzazione del
sistema imprenditoriale turistico regionale e per la diffusione
della cultura dell’accoglienza.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Ricerche
Mercury, Rapporto sul Turismo Italiano, 2006/2007
Touring Club Italiano, L’annuario del turismo e della cultura, 2007
Ambrosetti, Sistema Turismo Italia – Proposte Per Essere Vincenti
Banca Intesa, Il settore alberghiero italiano: verso nuovi modelli di
business?, 2006
DOXA, L’attrattività turistica delle regioni del Sud Italia, 2006
GH – GFK Eurisko, Italia – Estero, la percezione dei turisti italiani, 20006
Rapporto APAT, Qualità dell’ambiente Urbano, il capitolo relativo al
turismo curato da SL&A, edizione 2006
SVIMEZ, L’industria turistica nel Mezzogiorno, 2006
Touring Club Italiano, L’Italia vista dagli altri
Touring Club Italiano, Dossier Musei
CISET, I turisti no-frills/low fare- caratteristiche e comportamento di
spesa
UNWTO, Structures and Bodgets of National Tourism Organizations –
2004-2005, 2006
UNWTO, Tourism 2020 Vision
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
UNWTO, Tourism Highlights
UNWTO, World Tourism Barometer
Saggi e testi di riferimento vari
Leed E.J, La mente del Viaggiatore, Il Mulino
Autori Vari, Mordi e fuggi, Manni Editore
De Martino E., La terra del rimorso, Nuove Edizioni Tascabili
Secchi B, La città del ventesimo secolo, Laterza
Desinano P, Investire in tecnologia nel turismo, Franco Angeli
Desinano P., Imprese turistiche, informatica, Franco Angeli
Simonicca A., Turismo e società complesse, Meltemi
Cassano F., Il Pensiero Meridiano, Laterza
Dunn H., High-Level Wellness for Men and Society
Lamanna A., Ragnatele. Tarantismo, AdnKronos Libri
Tarlow P., Ideas for Nice Marketing, in E-review of Tourism Research
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Galli P., La sfida dell’ecoturismo, De Agostini
Corti M., L’ora di tutti, Bompiani
Panebianco S., Sfide e prospettive per un'identità mediterranea "plurale"
Cotroneo R., Otranto, Mondadori
Peter Alheit – Stefania Bergamini, Storie di vita. Metodologia di
ricerca per le scienze sociali, Guerini e Associati
Braudel F., La Mediterranée, Paris, Flammarion.
Bocchi G., Ceruti M., L'epistemologia genetica e il pensiero evoluzionista,
in Evoluzione e conoscenza, Lubrina editore
G. Cima, L. Moreni, M. Soldati, Dentro le storie. Educazione e cura con le
storie di vita, FrancoAngeli
Demetrio D, Raccontarsi. L’autobiografia come cura di sé, Raffaello
Cortina Editore
Atkinson R., L’intervista narrativa. Raccontare la storia di sé nella ricerca
formativa, organizzativa e sociale, Raffaello Cortina Editore
Demetrio D., Pedagogia della memoria. Per se stessi con gli altri,
Meltemi
Chiaretti G., Rampazi M., Sebastiani C., Conversazioni, storie, discorsi,
Carocci
Denzin N. K., Lincoln Y S., The landscape of qualitative research:
theories and issues , eds. Thousand Oaks [etc.]: Sage
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533
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Denzin N. K., Lincoln Y S., Strategies of qualitative inquiry, eds.
Thousand Oaks [etc.] : Sage
Flick U., An introduction to qualitative research, SAGE Publications
Mortari L., Per una pedagogia ecologica, La Nuova Italia
Foucault M., L'archeologia del sapere, trad. it. di G. Bogliolo, Rizzoli
Wendt A., 'Identity and Structural Change in International Politics', in
Lapid Yosep and Kratochwil Friedrich (eds), The Return of Culture and
Identity in IR Theory. Boulder/London, Lynne Rienner, 47-64.
Gadamer G. H, Verità e metodo, Bompiani.
Melucci A., Verso una Sociologia Riflessiva, Il Mulino
Dall’Ara G., Il fenomeno degli alberghi diffusi, Palladino Editore
Patton M. Q., Qualitative research & evaluation methods, Thousand
Oaks [etc.]: Sage
Reinhartz,
S.,
"Experiential
Analysis:
A
Contribution
to
Feminist
Research." Theories of Women's Studies, Edited by G. Bowles and R.
Klein, London.
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Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Guide
AA. VV.
(2004) “Puglia”, Meridiani N.130, anno XVII, Rozzano (MI), Editoriale
Domus S.p. A
AA.VV.
(2007) Le Guide di Dove. Puglia., Milano, RCS Quotidiani.
Amman, P.
(2006) Apulien. Gargano, Salento. Bielefeld, Reise Know How Verlag.
Amman, P.
(2007) Apulien. Basilikata un Kalabrien, Köln, Vista Point Verlag
Associazione Salento Idea (a cura di)
(2006) Terra Salentina Porta d’Oriente, Grafica Dver.
Baederker (a cura di)
(2007) Italien Süden, Ostfildern, Verlag Kerl Baedeker GmbH.
Dello Russo, W.
(2007) Puglia,Touring Club Italiano
Fluid Video Crew; Saura, M.; Tortosa, C.
(2003) Italian Sud Est. Appunti di viaggio per un docu-werstern
salentino, San Cesario di Lecce, Piero Manni srl.
Nebzel, N.C.
(2007) Puglia,Milano, Guido Tommasi Edtore.
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535
Piano strategico e studio di fattibilità per il marketing e lo sviluppo turistico in Puglia
Routard (a cura di)
(2007) La guide du routard. Italie di Sud.,Hachette Tourisme.
Touring Club Italiano (a cura di)
(2004) Italia del sud. Campania, puglia, Basilicata, Calabria., Milano,
Touring Club Editore.
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