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Notiziario gratuito dell’Associazione Italiana Celiachia
Campania Onlus Anno II dicembre 2009 numero 3
L’editoriale
ECM per anatomopatologi
Un nuovo
impegno
Promossa la formazione
per la diagnosi della celiachia
R
L’ AIC Campania ha organizzato a Napoli, in occasione dell’ Assemblea Nazionale dei delegati, il primo corso di formazione
per Anatomopatologi tutto dedicato alla diagnosi
della celiachia.
La partecipazione è stata
particolarmente numerosa
e motivata: la sala predisposta è stata colma dall’inizio alla fine del corso.
Le discussioni dei partecipanti hanno creato la vera
atmosfera di interazione
produttiva con gli esperti,
che è sempre più raro incontrare nei congressi medici. Il prof. Villanacci è
stato un esperto compe-
ingrazio il presidente
dell’AIC Campania, Teresa D’Amato, per l’invito a scrivere un articolo
per il vostro giornale regionale a cui
ho risposto positivamente sia per
l’amicizia e la stima che da tempo
nutro nei suoi confronti, e sia per
riconoscenza verso un’associazione
regionale che da tempo ha “prestato” molte risorse importanti “laiche
e scientifiche” ad AIC Nazionale di
cui sono stato presidente per dodici
anni e consecutivamente negli ultimi
nove.
Questi ultimi nove anni sono stati
molto impegnativi ma pieni di soddisfazioni; elencare i risultati conseguiti sarebbe operazione troppo lunga e,
forse, noiosa ma, per dare la dimensione di quanto AIC sia diventata
importante per tutti i celiaci, basta
ricordare la legge quadro 123 del
2005, le linee guida per diagnosi e
follow up, per finire il gran lavoro
realizzato nel settore “Alimentazione
fuori casa”, il risultato grandioso
ottenuto nella raccolta del 5x1000 ed
il numero dei soci che hanno superato abbondantemente quota cinquantamila a fine 2008.
Il medico
La dieta
migliora
la salute
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Progetto
Saharawi:
goccia
di speranza
pagina 3
tente, flessibile e disponibile verso le richieste dei
partecipanti. Egli ha proposto la condivisione delle linee guida del protocollo diagnostico, sviluppato
all’interno della società di
anatomia patologica.
Il prof. Troncone ed il dr.
Paparo hanno fornito dati
e procedure pratiche di
Immunoistochimica per la
interpretazione di casi
complessi di celiachia.
Ne è seguita una affascinante sessione di esercitazione pratica con vetrini
diagnostici visibili attraverso un modernissimo microscopio a proiezione.
In pratica la diagnostica
della celiachia si basa, ora
più di prima, sulla corretta
esecuzione, preparazione
ed interpretazione della
biopsia della mucosa intestinale.
In particolare è stato sottolineato che:
è indispensabile orientare
il pezzo prelevato dall’endoscopio in modo corretto, depositandolo su di un
piccolo dischetto di cellulosa;
la stragrande maggioranza
dei dubbi diagnostici è
dovuta ad una cattiva manipolazione del pezzo endoscopico;
è molto utile eseguire almeno 4 prelievi, di cui uno
prossimale.
Bisogna inoltre procedere
con una interpretazione
omogenea della lettura
istologica:
per la valutazione dei villi
e delle cripte e calcolo del
loro rapporto;
per la conta dei Linfociti
che infiltrano l’epitelio e la
lamina propria.
Adriano Pucci
Luigi Greco
continua a pagina 2
continua a pagina 4
Card quinquennale
Ticket? No,grazie
Molti avranno certamente sentito parlare
più volte della Card
prevista dalla legge
regionale 2/2003, che
all’art.3 recita: “Ai
pazienti […] è rilasciata
dalla Asl competente
una card regionale
quinquennale, a valenza regionale […] è attestata la malattia e gli
estremi […] alla forni-
tura gratuita dei prodotti dietetici strettamente necessari”.
In occasione di una
recente riunione svoltasi presso l’assessorato
competente - settore
farmaceutico - per fare
il punto sulla situazione, è stata accolta la
nostra richiesta di utilizzo della card anche
per il follow up con
l’esenzione dal ticket e
la somministrazione degli alimenti anche presso i punti vendita convenzionati, quelli cioè
previsti dal Decreto
Ministeriale dell’8 giugno 2001 e inseriti nell’elenco regionale con
delibera n.1244 del
13/08/07.
Ce la faremo? Ai posteri la sentenza.
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Progetti
Alimentazione Fuori Casa
Gusto e leggerezza senza glutine
garantiti da cuochi professionisisti
P
rogetto alimentazione fuori casa (AFC)
si propone di creare una catena di locali (ristoranti, pizzerie, hotel, gelaterie,
B&B, bar, paninoteche, pub, catering ecc…) nei
quali sia possibile offrire alimentazione senza glutine. L’Associazione Italiana Celiachia
• coordina un corso base affinché chi aderisce al
Progetto possa ricevere le necessarie informazioni
sulla celiachia e sulle regole per una alimentazione priva di glutine;
• fornisce alla struttura aderente il materiale didat-
tico e il Prontuario degli Alimenti, nonché gli aggiornamenti;
• fa pervenire, di anno in anno, presso il locale una
vetrofania che segnala il servizio;
• garantisce, dopo l’accettazione dell’apposito
Protocollo, l’inclusione dell’esercizio nella Guida
AFC, che è allegata alla rivista quadrimestrale
Celiachia Notizie ed è pubblicata sul sito
www.celiachia.it
Il Titolare dopo aver partecipato insieme al cuoco,
pizzaiolo, gelatiere (a seconda della tipologia dell’esercizio) al corso base, si impegna:
• a garantire che tutto il personale del proprio
locale sia debitamente informato sul servizio, sulle
regole e a vigilarne l’applicazione;
• a seguire eventuali corsi di aggiornamento;
• a rendersi disponibile a sopralluoghi di verifica
tramite monitoraggi da parte dell’AIC;
• a osservare, in toto, le regole generali e specifiche, in rapporto alla tipologia del proprio locale.
I corsi vengono tenuti più volte all’anno (anche a
seconda delle richieste). Rivolgersi alla segreteria
per la prenotazione al prossimo corso di primavera.
Il progetto AFC è stato insignito del premio “Italia
a tavola”, assegnato dal movimento per la difesa
del cittadino e Legambiente.
Teresa D’Amato
2
dicembre 2009
Un nuovo impegno
dalla prima pagina
Avviati
importanti
progetti
di ricerca
I risultati di cui sopra sono stati
conseguiti grazie al continuo confronto democratico, a volte dialetticamente anche vivace, tra
Federazione nazionale ed Associazioni regionali, che unito
all’impegno profuso sono le principali ragioni che per lunghi nove anni hanno confermato
la fiducia nei miei confronti da parte delle associazioni
regionali.
Per carattere non ho mai cercato di “tirare a campare”,
atteggiamento che mi avrebbe facilitato la vita ed evitato
le comprensibili lamentele di coloro che hanno subito
decisioni a loro sgradite ma prese sempre e solo con l’intenzione di difendere l’interesse d’AIC.
In AIC, il valore dei dirigenti, volontari, e non, è stato
sempre misurato non con le chiacchiere ma in base ai risultati ottenuti e al rispetto delle più elementari regole democratiche.
Il decisionismo, indispensabile per sfruttare certe opportunità, che non sempre possono attendere i tempi naturali
dell’organizzazione, e il protagonismo devono essere, a
mio avviso, caratteristiche peculiari di chi ha un ruolo primario nell’Associazione, guai se così non fosse.
Ovviamente, l’importante è non esagerare, ma di ciò è sempre stata garante l’Assemblea nazionale di AIC che, al termine di questi nove anni mi ha chiesto un ulteriore impegno
nella Fondazione che non rientrava tra i miei programmi
futuri, tutti orientati a godermi i miei nipotini.
L’amore verso AIC, che ho visto nascere e crescere, e l’importanza della ricerca per il futuro dei nostri figli e nipoti,
mi hanno convinto ad un ultimo sforzo che, lo assicuro,
sarà pari a quello profuso in trenta anni d’AIC.
Come avete potuto leggere nell’ultimo numero di Celiachia
Notizie, due importanti progetti di ricerca, già partiti,
daranno risposte estremamente importanti per la popolazione celiaca, uno sul tempo ideale per iniziare lo svezzamento con glutine e l’altro su celiachia refrattaria e complicanze derivanti dal non rispetto della dieta.
Questo è il modo migliore per onorare l’impegno preso in
aprile dal sottoscritto e da tutta la Fondazione Celiachia.
Adriano Pucci
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Progetti
Saharawi
Goccia di speranza in un mare di sabbia
Medici e tecnici italiani nel deserto algerino per una corretta
gestione sanitaria e sociale della celiachia
N
el 2001, inizia, il viaggio di AIC a
fianco del popolo saharawi, dopo che
il Prof. Carlo Catassi con uno studio
condotto nel 1997, fece emergere in
Saharawi un’incidenza di celiachia superiore di
cinque volte a quella allora registrata in Italia.
La nostra Associazione si attivò e nel rispetto del
suo nobile obiettivo di miglioramento della qualità di vita del celiaco, uscì dai confini del nostro
Paese per raggiungere le tendopoli di Tindouf,
nel deserto algerino, dove sono accampati i profughi saharawi.
Si è puntato, in prima istanza, al sostegno alimentare della popolazione celiaca, mentre, come
obiettivo di lungo periodo, ci si è posti quello di
provvedere allo sviluppo della popolazione, cioè
guidarla verso la gestione della celiachia sia dal
punto di vista sanitario che sociale.
Si è finanziata la costruzione di un laboratorio
medico denominato “Dipartimento di celiachia” e si è individuata una rosa di professionisti locali, che potessero gestire nel tempo la
celiachia presso i campi profughi. Oggi i celiaci
saharawi possono contare su una equipe costituita da un direttore di dipartimento, due medici saharawi gastroenterologi, laureati presso
Università italiane, un nutrizionista, sette tecnici di laboratorio.
Le missioni ai campi dei nostri inviati hanno
puntato, pertanto, fortemente sulla formazione
del personale medico, paramedico e dei tecnici
di laboratorio sull’esecuzione dei test diagnostici ELISA. Ci si è avvalsi dell’esperienza e disponibilità di medici e biologi italiani e si sono preparate semplici dispense, contenenti i principi
sulla celiachia e la sua diagnosi, per strutturare
nel miglior modo possibile questo percorso di
formazione. Oggi si dispone anche di un
“Registro Elettronico dei celiaci saharawi”
gestito dall’equipe locale e controllato dal consulente scientifico in Italia.
Non si sono trascurate le famiglie alle quali
sono state consegnate dispense informative sugli
alimenti vietati, permessi e a rischio, che sono
reperibili ai campi, e per le quali si è sviluppato
un piano di aiuti alimentari- 42 tonnellate di
cibo inviate- che puntasse all’abbattimento dei
costi e rispettasse le loro preferenze. Acquistare
alimenti idonei in loco, quali ad esempio la farina di gofio algerino, è stato un primo passo
verso questo obiettivo.
L’AIC ha intrapreso il Progetto Saharawi come
partener dell’Istituzione Nord Sud e della
Regione Toscana – PIR la Toscana per il
Saharawi. L’iniziativa ha sempre potuto contare
sul contributo economico a distanza di molti
soci, convertito completamente in alimenti
senza glutine e su quello di alcune AIC
Regionali.
Hanno contribuito per l’anno 2009 la
Campania, il Friuli, il Lazio, la Lombardia, la
Puglia, la Sicilia e la Toscana.
Sul sito nazionale www.celiachia.it alla pagina
Eventi e Progetti/Progetti è possibile visitare lo
spazio dedicato al Progetto Saharawi con la storia, il dettaglio delle missioni, l’album fotografico e le modalità di sostegno.
Milena Battello
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Il punto
“Amico alleato”
Con l’arbitro Collina
la squadra dell’AIC
S
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dicembre 2009
arà perché nel mio lavoro di giornalista ho sin dall’inizio seguito gli
sport di squadra - imparando a preferire lo spirito del collettivo alla giocata individuale; il senso di solidarietà e di “mutuo soccorso” all’egoismo del singolo - ma il concetto di
associazione lo trovo già di per sé meritevole di
encomio.
A maggior ragione se il “fare gruppo” nasce
con lo spirito di aiutare chi vive in una condizione di disagio. Il verbo associare deriva dal
tardo latino adsociare, da ad- e socius che significa “amico, alleato”.
Ecco cos’è, dunque, l’AIC per chi dalla nascita
o da un po’ meno tempo convive con i disagi
che comporta la celiachia: un alleato con il
quale riuscire a superare i problemi quotidiani
provocati dall’intolleranza al glutine.
Problemi di ordine sociale, più che medico.
Perché della celiachia oggi si sa tutto: basta
seguire una dieta corretta per averne la meglio.
Lo ricorda la voce dell’arbitro Pierluigi Collina
negli spot registrati per la campagna promozionale lanciata proprio in queste settimane.
Mi è bastato sfogliare appena poche pagine di
qualche opuscolo informativo; porre qualche
domanda a chi è iscritto da anni all’associazione; partecipare ad un’assemblea o prendere
parte a qualche incontro pubblico per comprenderne il ruolo fondamentale.
In 30 anni di attività ha promosso corsi di formazione per ristoranti e pizzerie; realizzato il
prontuario degli alimenti senza glutine; ottenuto dalle Istituzioni leggi a vantaggio dei celiaci
(esenzione ticket, gratuità dei prodotti, etichettatura).
Un acronimo (AIC) a cui dà sostanza il lavoro
di uomini e donne di buona volontà, che con la
celiachia hanno dovuto fare i conti in prima
persona o al fianco di familiari.
Una “squadra” che si impegna senza lesinare
sforzi e merita solo apprezzamenti.
Nunzio Siani
Anatomopatologi
Promossa la formazione
per la diagnosi
della celiachia
dalla prima pagina
Il prof. Villanacci ha proposto una classificazione semplificata dello schema di MarshObeuber. La Immunoistochimica è di grande
utilità per valutare la infiltrazione linfocitaria
(da parte di Linfociti CD3+) , nonché la presenza di Linfociti T ‘specializzati per la celiachia’ di tipo ‘gamma/delta’, ed infine la infiltrazione tissutale con cellule infiammatorie
dotate del marcatore CD25.
Questa analisi, disponibile ovunque vi sia un
microscopio munito di oculari con scala
micrometrica e reticolo, permette di interpretare con accuratezza il reperto diagnostico dei
casi dubbi, nei casi dei familiari di primo
grado ed in tutti quegli individui (sempre più
frequenti) che non presentano danni grossolani alla struttura della mucosa intestinale.
Luigi Greco
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Il medico
Farmaci tutti i giorni?
No, cambiamo le abitudini alimentari
Accettare il problema non significa rassegnarsi. La dieta
alimentare può aiutare a controllare sintomi e disturbi fisici
U
n indicatore sensibile delle conseguenze nel lungo periodo di una malattia
cronica è rappresentato dalla qualità
di vita percepita dall’individuo, quale traspare dal
conflitto tra il volere e il poter fare; la sua valutazione può ben descrivere lo stato di salute di un
bambino con malattia cronica e aiuta a progettare interventi volti a limitare le inevitabili interferenze sul suo stile di vita e della sua famiglia.
Nella celiachia la dieta aglutinata ha un impatto
risolutivo sui meccanismi di malattia e assicura
uno stato di salute ottimale al punto che, dopo la
diagnosi, può essere piuttosto definita come una
condizione nella quale, da una scelta obbligata, è
imposto uno stile alimentare alternativo. Proprio
per questo la celiachia non deve essere considerata alla stregua di altre patologie croniche quali
diabete, artrite reumatoide o malattie infiammatorie croniche intestinali, ove spesso si convive
con la consapevolezza di un progressivo peggioramento nonostante i trattamenti instaurati i
quali, con i loro effetti collaterali, possono influire negativamente sulla qualità di vita del paziente. Di contro, nel celiaco, la dieta migliora lo stato
di salute senza provocare alcun effetto spiacevole.
Nonostante ciò molti preferirebbero assumere un
farmaco tutti i giorni piuttosto che essere costretti a modificare le proprie abitudini alimentari in
modo tanto radicale. Il grano, infatti, fa parte
della nostra cultura alimentare, sociale-relazionale oltre che religiosa, per questo motivo la dieta
aglutinata presenta importanti problematiche di
accettazione e aderenza oltre che di natura psicologica.
La comparsa di una malattia cronica in un bambino moltiplica i problemi e i bisogni della sua
intera famiglia assommandosi a quelli già ordinariamente esistenti. La diagnosi può rappresentare
un momento di crisi, di durata più o meno lunga
in relazione alle risorse interne al nucleo familiare. La reazione iniziale può comportare una negazione del problema con disorientamento, rabbia,
delusione, addirittura disillusione circa le aspettative sul futuro del bambino; i genitori possono
diventare iperprotettivi fino a soffocare la sua
creatività, rischiando di ostacolarne lo sviluppo.
A questa fase critica ne segue una di transizione
in cui, insieme ai sensi di colpa derivanti dalla
consapevolezza della componente genetica del
problema, possono emergere sentimenti di tristezza, impotenza, rabbia, vergogna o invidia
verso altre famiglie con figli considerati sani.
Anche il bambino può reagire con rabbia o frustrazione quando realizza che mangiare fuori di
casa provoca l’incombenza di dover spiegare agli
altri: perché. In questo momento di riconfigurazione e di assestamento la famiglia ha bisogno di
esternare le proprie emozioni, ha bisogno di
informazioni: è questa la fase in cui è importante
il ruolo dell’associazione che facilita gli incontri
tra i soci, li informa delle novità scientifiche, li fa
sentire meno soli di fronte alle difficoltà.
In fondo al tunnel c’è l’accettazione del problema
che non è rassegnazione: il bambino e la sua
famiglia realizzano che tutto sommato non è la
malattia peggiore che potesse capitare, non sono
necessari farmaci né estenuanti ricoveri. In pratica bisogna soltanto seguire una dieta per controllare i sintomi che, insieme ai disturbi fisici e alla
sofferenza, sono già un incentivo ad adottarla
con scrupolo. Resta ora al bambino soltanto il
compito di affrontare il confronto con i suoi pari,
gestire questa diversità, il sentimento di frustrazione verso i suoi coetanei che possono mangiare
quello che vogliono o verso i media che promuovono cibi che lui non può mangiare. La famiglia,
che nel frattempo si è adattata al problema, ha
imparato a controllare le emozioni comunicando
all’esterno, apertamente, i vissuti e le difficoltà di
gestione quotidiane.
Adattarsi a una malattia cronica, vuol dire anche
attribuirle un significato: essa può assumere un
valore fondamentale per la famiglia, configurandosi come un potente fattore di coesione interna,
può dare un senso e una densità affettiva alla vita
di tutti i giorni, può costituire una via di fuga
dalla quotidianità che talvolta logora, nel tempo,
le famiglie con figli sani.
Basilio Malamisura
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L’associazione
Il new deal
Eletto il nuovo
direttivo AOECS
Aumentato il numero dei membri
del board, da tre a cinque delegati.
Uno di essi, la signora SusanPhillips
fa parte dell’AIC
L
6
dicembre 2009
a recente ammissione d’altri Paesi
nella federazione europea AOECS
- che ora include 35 associazioni e
rappresenta oltre 270 mila iscritti ha dato la spinta definitiva all’inderogabile
esigenza di aumentare il numero dei membri
del direttivo (board) da tre a cinque, sì che si
possa praticare finalmente il “nulla dies sine
linea” particolarmente per quanto riguarda i
rapporti e le aspettative di riconoscimenti e
benefici da parte di istituzioni ed organismi
della UE.
Ed è così che - per la prima volta dalla costituzione dell’AOECS (1988) - l’AIC ha un proprio rappresentante eletto nel direttivo europeo, la signora Susan Phillips. Allo scopo di
facilitare il suo gravoso impegno, l’incarico di
delegato AOECS - finora dalla stessa detenuto - è stato ora attribuito ad Ivana Losa,
maturatasi nelle fila della Campania oltre che
tra quelle del gruppo giovani dell’AOECS nel
quale, attualmente, l’Italia è rappresentata da
Ernesto Di Tommaso e Francesco Valitutti,
nostri corregionali. Fare in modo che entrambe siano facilitate nel dare il meglio di sè nello
svolgimento del loro (unico) ruolo è una saggia decisione che va riconosciuta al direttivo
della Federazione AIC. Abbiamo quindi due
sperimentate volontarie ben in condizioni di
continuare – nelle loro rispettive posizioni –
ad accrescere la considerazione nei riguardi
dell’AIC della comunità delle associazioni
europee (e non) per la celiachia.
pagina a cura di
Domenico Quagliata
Gli interrogativi
E’ noto che Celiaquia vuole essere anche un veicolo di riflessioni, oltre che di informazioni e
comunicazioni. Ed è per questo che prendiamo
atto che alcuni eventi pensati ed organizzati da
AIC non destano, talvolta, interesse presso gli
oltre 4.300 iscritti della Campania.
Abbiamo, ultimamente, assistito al flop del
Gluten Free Day di domenica 6 dicembre: i 25
Ristoranti partecipanti hanno ospitato appena 380 persone, a fronte di una disponibilità
di oltre 3 mila coperti.
Dobbiamo, probabilmente, imparare a moderare il nostro entusiasmo e le nostre aspettative,
per non fare poi i conti con la realtà che ci induce a scoraggiarci?
Sono, forse, troppe le manifestazioni alle quali
gli iscritti vengono, di volta in volta, invitati a
partecipare? Ricordiamo, ad esempio, che lo
scorso ottobre al Convegno presso il CNR di
Napoli, riguardante l’utilità del sorgo nella
dieta per l’intolleranza al glutine, non c’era praticamente nessun celiaco o familiare!
I volontari AIC hanno bisogno di essere affiancati – anche con la sola presenza – in special
modo nelle azioni finalizzate a mettere e rimettere in orbita le problematiche (anche sociali)
degli intolleranti al glutine.
Partecipare alle manifestazioni di AIC, particolarmente quelle dove ci sono “gli altri”,
serve a fare sì che la celiachia non venga interpretata condizione di diversità.
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L’associazione
Sintesi attività anno 2009
Ogni anno registriamo un elenco sempre più ricco
Numerosa la partecipazione di Istituzioni alle nostre
problematiche con significativo aiuto a diffondere
informazioni e a raggiungere l’ utenza in modo capillare
Gennaio
• Convegno “Celiachia a tutto campo. Opinioni a
confronto” – Pompei (NA)
Febbraio
• Convegno presso il Liceo Scientifico Da Procida
in Salerno
• Convegno “No al glutine si al gusto” organizzato con l’ ASL NA 2 presso IPSAR Petronio in
Pozzuoli (NA)
• Festa di carnevale presso il Novotel di Caserta,
il Rist. “Primavera” ad Acerra (NA) e il Rist. “La
Sierra” a Napoli
Marzo
• Corsi di cucina per la Ristorazione fuori casa a
Sassano (SA), S. Egidio del Monte Albino (SA),
Moiano (BN), Caserta, Avellino, Napoli, Ischia
• Assemblea - Convegno Regionale dei soci a
Napoli
Aprile
• “Settimana della cultura” a Benevento
• Convegno “Celiachia: sapori e saperi di uno stile
di vita alternativo” a Pompei (NA)
Maggio
• Corso di cucina per la Ristorazione fuori casa a
Pompei (NA); corso per le gelaterie a Marigliano
• Convegno “Conoscere la celiachia” a Polla (SA)
• Partecipazione al Torneo Nazionale di Calcio in
Friuli Venezia Giulia
Giugno/settembre
partecipazione alle “Festa della Pizza” di: Lancusi
(SA), Atripalda (AV), Avellino, Mercato San
Severino (SA), Salerno, Pagani (SA), Pignataro
Maggiore (CE), Pagani (SA)
Ottobre
• Corso di cucina per la Ristorazione fuori casa a
Napoli.
• 3° Convegno su “Health, research and entrepreneurship: sorghum food for celiac patients”
Novembre
• Corso ECM di aggiornamento per anatomopatologi a Napoli
• Assemblea Nazionale dell’AIC
• Corso di cucina per le famiglie a Napoli
Ora tocca a noi
Nell’ottobre scorso, presso l’Istituto Superiore
di Sanità, è stata presentata la prima Campagna di Comunicazione sulla celiachia utile a
far conoscere, tra l’altro, l’AIC e le sue attività. Pierluigi Collina, Daniele Bossari e Gaia
De Laurentis ne hanno condiviso gli obiettivi
e si sono prestati ad essere testimonial.
Facciamo, quindi, anche noi la nostra parte.
Divulghiamo le locandine nelle scuole, negli
ospedali, negli studi medici, presso gli esercizi
commerciali, ecc… sensibilizziamo radio e tv
locali per la trasmissione degli spot.
Per superare l’ignoranza, per vedere risolti
tanti altri problemi c’è bisogno di collaborazione ed è per questo che lanciamo un accorato appello a tutti i celiaci (iscritti e non), ai
loro familiari e amici. Da gennaio sul sito
www.celiachia.campania.it pubblicheremo
date e indirizzi per ritirare le locandine. Nel
chiedere di aiutarci a diffonderle, ricordiamo
che la nostra segreteria è sempre disponibile a
dare informazioni.
Dicembre
• Gluten Free Day – celebrazione del Trentennale
AIC con i soci presso le strutture ristorative
• Incontro con i soci di Avellino
Siamo stati, inoltre, ospitati nelle scuole:
• 91° Circolo di Napoli
• 2° Circolo di Battipaglia (SA)
• Istituti Comprensivi di Polla e Pertosa
E per il 2010? Ci sono già in cantiere una miriade
di appuntamenti. Sarà un anno dedicato in modo
particolare alle scuole e al progetto Alimentazione
Fuori Casa. Novità: ogni mese avremo una giornata dedicata ai corsi di cucina per le famiglie. Le
mamme più volenterose potranno impastare “dal
vivo” e superare le iniziali difficoltà della manipolazione della farina senza glutine. Sul sito
www.celiachia.campania.it saranno pubblicate le
date e le modalità di partecipazione.
7
dicembre 2009
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Novità
Concorso Fotografico Coeliac Youth of Europe
“senza glutine”
Solidarietà senza frontiere
Il linguaggio visivo
può interpetrare le necessità, illustrare i vizi
e documentare la real-
DIRETTORE
EDITORIALE
Domenico Quagliata
DIRETTORE
RESPONSABILE
Giuseppe Blasi
COORDINAMENTO
SCIENTIFICO
Luigi Greco
Basilio Malamisura
PROGETTO
GRAFICO
Gianpiero Scafuri
A.I.C. Onlus Campania
C/so Umberto I, 232
80034 - Marigliano (NA)
tel/fax 081.8414367
[email protected]
www.campania.celiachia.it
Conto Corrente postale
n.33214800
tà nelle sue trasformazioni. Tutti i fotoamatori celiaci sono invitati a partecipare al concorso
“senza glutine” indetto dall’Onlus AIC
Campania.
Gli interessati devono inviare massimo
tre immagini in formato 32 x 45 mm e
indicare sul retro il
nome, cognome e titolo delle foto che
devono pervenire entro il giorno 30 Aprile 2010 all’AIC in
Corso Umberto I,
232 - 80034 Marigliano - Napoli - info
081.8414367.
Le fotografie ricevute saranno esposte in
occasione della prima successiva nostra
manifestazione. Verranno, altresì, pubblicate sul nostro sito
web.
La premiazione avverrà nel novembre
2010, in base alle
prefernze espresse dai
soci e ricevute anche
via email.
e rigoroso associazionismo
Soggiorni, incontri e vacanze di studio
programmati per il prossimo anno
Il CYE, acronimo inglese stante
per “giovani celiaci d’Europa”, è
un working group dell’AOECS,
federazione europea delle associazioni nazionali. Il gruppo di
lavoro costituisce un forum internazionale con lo scopo di
aumentare nella società la consapevolezza della celiachia e
migliorare la qualità di vita dei
giovani celiaci.
Il campo estivo per i ragazzi
celiaci, il travelnet, la guida per
viaggiare in Europa senza glutine, sono solo alcuni dei progetti
su cui il CYE ha lavorato negli
anni passati.
Nostro obiettivo per il 2009 è
stato stabilire contatti con le
associazioni che non hanno rappresentanza nel CYE, costituendo per loro un punto di riferimento ed offrendo suggerimenti
su come migliorare in termini di
associazionismo. Per questo progetto, il CYE è stato insignito ad
8
dicembre 2009
in ogni momento
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L’AN
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aprile con il “Charlemagne Youth Prize”, un importante riconoscimento per la cooperazione
giovanile tra non profit di nazioni diverse, consegnato al
nostro direttivo da Hans-Gert
Pottering, presidente del Parlamento Europeo.
Il progetto CYE per il 2010 ha
come tematica il soggiorno di
celiaci all’estero, per il momento
solo in Europa, per studio o
lavoro.
Lo scopo è quello di trasmettere
la giusta informazione su come
si vive la celiachia nei diversi
paesi e fornire assistenza ai partecipanti a stage, Erasmus ed
intercambi vari, vacanze studio e
quant’altro.
Ma, allora, cos’è ‘sto CYE?
Be’, di sicuro, un bell’esempio di
solidarietà tra giovani celiaci
europei.
Francesco Valitutti
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Promossa la formazione per la diagnosi della celiachia