PROVA INDIVIDUALE I –02
IL GRANDE
INFORMATICO
INTERVISTA A
BILL GATES di
Federica Bruno
Si sa che spesso gli americani di successo sono
persone originali.
Come collaboratori di una rivista pubblicata
dall’associazione degli studenti dell’Università
Cattolica di Milano, abbiamo contattato l’ufficio
stampa di Bill Gates, fondatore della Microsoft e
diffusore nel mondo del personal computer, per
chiedergli un’intervista, dichiarandoci interessati a
far conoscere, nella nostra Università, soprattutto le
attività benefiche di Bill Gates, nei settori della
cultura e della salute.
Lo abbiamo fatto, ma in realtà non speravamo di
avere una risposta positiva, dato il poco tempo
libero di questo personaggio ed il numero enorme
di richieste analoghe che pensiamo gli provengano
da tutte le parti. Incredibilmente invece Bill Gates.
Quest’uomo, che ha stupito il mondo con la sua
capacità di tecnico ed anche di saggio gestore del
successo economico ,si è scoperto anche filantropo.
L’intervista si svolge nello stato di Washington
(non la capitale Washington DC, che si trova nella
parte orientale degli USA, ma lo Stato di
Washington che si trova nella parte nord
occidentale degli States, vicino al confine con il
Canada ed è bagnato dall’Oceano Pacifico).
Siamo all’aeroporto di Seattle, la capitale dello Stato e
abbiamo attraversato il ponte “Evergreen Point floating
bridge” per raggiungere, attraverso la statale 520,
un’autostrada a 4 corsie, la città di Medina sulla la riva del
lago Washington, opposta a quella in cui si trova Seattle.
Questo ponte è davvero una struttura originale: si tratta di
un ponte galleggiante posato su pontoni simili, anche se
molto più grandi, alle barche usate dai militari per poggiarvi
i ponti galleggianti, a partire dall’epoca romana (I legionari
romani stupirono I barbari tedeschi con ponti di questo tipo,
costruiti in un una sola notte) fino a quelli montati dai
genieri di tutti gli eserciti odierni per far passare truppe e
carri armati).
Costruito nel 1963, era a quell’epoca il ponte
galleggiante più lungo del mondo: sui pontoni sono
montati I piloni che sostengono la sede stradale; nella
parte centrale I piloni sono più alti allo scopo di
consentire il passaggio, sotto il ponte, di imbarcazioni
di una certa importanza (vedi foto)
Evergreen Point floating Bridge
Il ponte è ancorato alle rive tramite enormi cavi
d’acciaio ed ha il vantaggio di potersi adattare alle
piene del fiume (dato che galleggia), nei limiti
consentiti dalla lunghezza dei cavi, che può essere
leggermente modificata. Il vero problema di questi
ponti sono i terremoti che rischiano di fare
collassate l’intera struttura o le piene eccezionali
che possono far rompere i cavi.
Dopo vari incidenti di questo tipo, per fortuna
non gravissimi, si è oggi deciso di sostituirlo
con un’altra struttura e presto il ponte sarà
chiuso; siamo dunque fra gli ultimi ad
attraversarlo prima del suo definitivo
smantellamento.
Superato il ponte, dopo pochi chilometri si
giunge alla villa di Bill Gates posta fra i boschi
in riva al lago.
Si tratta di un’ernorme residenza con una
grande piscina (anche se il tutto è poco
visibile dall’esterno in quanto immersa nel
“verde”) costruita in stile “Pacific lodge” (ossia
nello stile che ricorda le antiche case dei
pionieri della “pacific Coast”,che venivano
edificate usando il legno di cedro).
Essa è piena di sistemi elettronici
modernissimi: luci che si accendono
automaticamente quando si entra in un a
stanza, musiche diffuse da altoparlanti
nascosti, che seguono il visitatore da una
stanza all’altra, temperature e luci regolabili,
stanza per stanza, mediante telecomandi,
ecc...
La casa di Bill Gates
Pianta della casa di Bill Gates
Iniziamo l’intervista…
Inviati speciali: Signor Gates, lei è l’uomo più
ricco del mondo eppure dà ogni anno milioni
di dollari in beneficenza: la gente comune
pensa che la prima qualità per diventare ricco
sia la tirchieria come “uncle scrooge” (il
personaggio di Dickens il cui nome Walt
Disney ha dato a quello che in Italia si chiama
Paperon de Paperoni); lei, anche in questo
campo, sembra rappresentare un’eccezione.
Bill Gates: io ho avuto un’infanzia felice, con
mio padre che era un avvocato e mia madre
che, dopo una breve carriera di insegnante, si
dedicò alle opere benefiche, lei che proveniva
da una famiglia di banchieri. Entrambi hanno
educato me e le mie due sorelle Kristy e Libby
al mito “dell’american dream” (il sogno
americano).
Infatti se sei fortemente competitivo, se
eccelli, mettendo a pieno frutto le qualità che il
Signore ti ha donato, potrai produrre ricchezza
anche per i meno fortunati, rimettendo in
circolo il denaro guadagnato col tuo impegno
e ricompensando così il Signore per i doni che
ti ha fatto.
Inviti speciali: ma come ha scoperto la sua
passione per l’informatica?
Bill Gates: all’età di 13 anni i miei genitori mi
iscrissero alla prestigiosa scuola Lakeside
school di Seattle (la città dove sono nato nel
1955) e l’associazione dei genitori di quella
scuola acquistò un “teleterminale” che
consentiva l’uso, per un certo periodo, da
parte degli studenti, di un computer della
General Electric (GE).
Allora i personal computer (PC) non
esistevano ed i computer erano macchine
enormi le cui consolle sembravano la plancia
di comando dell’astronave dei telefilm di
Startrek, situate in stanze con temperatura
rigidamente controllata perché una diversa
temperatura modificava il funzionamento dei
transistor (il dispositivo base dei computer di
allora) e produceva quindi errori.
Io che mi ero già segnalato agli insegnanti
come alunno dedito agli studi e alla lettura, mi
appassionai tanto all’uso del computer che
comunicai ai miei insegnanti la mia intenzione
di programmare nel linguaggio BASIC (che
allora era molto in auge) il computer della GE
ed illustrai loro il mio progetto.
I miei insegnanti mi concessero tanta fiducia
da esentarmi, per il tempo necessario, dal
seguire le lezioni di matematica (materia nella
quale eccellevo), per potermi dedicare alla
realizzazione del mio progetto che consisteva
nel consentire ad un utilizzatore di giocare ad
un gioco che si chiama “tic-tac-toe”contro il
computer.
Nota degli intervistatori: il“tic-tac-toe” è un
gioco conosciuto anche in Italia col nome di
“tris” e consiste nel riuscire a disporre prima
dell’avversario 3 simboli uguali, croci o
cerchietti, lungo 3 quadrati contigui (in
verticale, in orizzontale o in diagonale) in una
griglia di 9 quadrati).
Tic Tac Toe
Quando il tempo concesso dalla GE per
l’uso del computer fu esaurito, io e altri
miei compagni, ormai appassionati di
informatica, acquistammo tempo di
utilizzo su vari computer e minicomputer.
Inviati speciali: come continuò la sua
carriera di giovane appassionato di
informatica?
Bill Gates: io, Paul Allen, un mio amico, che
avrebbe fondato poi con me la Micorsoft, ed altri
due ragazzi, fummo scoperti dalla Computer
Center Corporation (CCC) mentre applicavamo un
sistema da noi inventato, per utilizzare
gratuitamente il tempo (che invece avremmo
dovuto pagare) ai loro computer e, per punizione,
ce ne fu interdetto l’uso per qualche tempo.
Quando il tempo fu scaduto, fummo assunti
dalla CCC per scoprire questi tentativi di
“furto” del tempo ai computer, fatti da altri e
fummo ricompensati con la possibilità di usare
gratuitamente i computer. La nostra
collaborazione con la CCC durò fino al 1970
quando la compagnia si sciolse. L’anno
successivo, noi quattro fummo assunti dalla
ditta Informatic Sciences incorporated per
scrivere un programma in linguaggio COBOL:
tale programma forniva agli utenti del
computer informazioni sul tempo di uso e le
somme da pagare.
Inviati speciali: fino a questo momento però
lei si dimostrava un brillante giovane tecnico
informatico, ma quando iniziò la sua carriera
di imprenditore?
Bill Gates: all’età di 17 anni fondai, assieme a
Paul Allen la ditta “Traf-O-data” che produceva
contatori del tempo di impiego del computer,
da parte degli utenti; questi dispositivi erano
basati sul processore modello “Intel 8000”.
Successivamente, conclusi i miei studi alla
Lakeside school, nel 1973, mi iscrissi
all’Università di Harward, continuando, nel
tempo libero, ad inventare programmi per i
computer in collaborazione con altri e poi
raggiungendo Paul Allen alla ditta Honeywell
nell’estate del 1974.
Inviati speciali: e quando fondò la Microsoft?
Bill Gates: nel 1975, dopo aver lasciato gli
studi ad Harward, io e Allen fondammo la
Microsoft (contrazione di “Microcomputer
software”), con l’obiettivo di consentire alla
gente e agli uomini d’affari di tutto il mondo di
realizzare, tramite l’uso di programmi al
computer, tutte le loro potenzialità. Questa
ditta iniziò a collaborare con la grande ditta
MITS (Micro Instrumentation and Telemetry
Sistems) nella città di Albuquerque.
L’anno dopo, Microsoft divenne indipendente
dalla Mits e produsse il programma MS Basic
e poi altri programmi. Gli affari cominciavano
ad andar bene e il primo gennaio 1979,
trasferimmo la nostra sede da Albuquerque a
Bellevue, Washington.
Bill Gates prosegue:
Iniziammo ad assumere dei tecnici, ma nei
primi anni io controllavo il lavoro di tutti, poi
quando la ditta divenne troppo grande, fui
costretto a delegare molti compiti ai miei
collaboratori: devo dire che ho sempre avuto
un ottimo “fiuto” nello sceglierli e quindi la ditta
divenne sempre più importante, assumendo
un ruolo leader nella produzione dei software.
Nel 1985 lanciammo sul mercato la prima
versione del programma Windows.
Inviati speciali: e i suoi rapporti con Paul
Allen?
Bill Gates: Allen si allontanò per alcuni anni,
a partire dal 1982, in quanto colpito da un
Linfoma di Hodgin, tumore del quale poi guarì.
Nel 2000 ha rassegnato le dimissioni da
Microsoft, vendendo 68 milioni di azioni, ma
ne possiede ancora 138 milioni, pari quasi al
8% , conservando un incarico come
consulente.
Inviati speciali: ed ora quali sono i suoi
incarichi in Microsoft?
Bill Gates: dal 2006 ho progressivamente
rinunciato a qualche incarico esecutivo in
Microsoft, per dedicarmi alla beneficenza. Dal
2008 sono occupato alla Microsoft solo “parttime”, ma rimango come azionista di
maggioranza con incarico di “presidente
senza incarichi esecutivi”.
Inviati speciali: ci dica qualcosa della sua
famiglia
Bill Gates: ho conosciuto mia moglie Melinda
nel 1987 quando entrò in Microsoft come
tecnico informatico; ci siamo sposati alle
Hawai nel 1996. Abbiamo 3 figli due femmine
(Jennifer-Katharine di 14 anni e Phoebe-Adele
di 8 anni) e poi abbiamo poi un figlio (RoryJohn di 11 anni).
Inviati speciali: ci parli delle sue attività
filantropiche
Bill Gates: dopo aver fondato alcune società di
beneficenza, nel 2000 io e mia moglie Melinda,
abbiamo fondato la “Fondazione Bill & Melinda
Gates” che, al momento è la più grande
organizzazione benefica privata del mondo, dato
che fino all’anno 2007, abbiamo versato in
beneficenza circa 28 miliardi di dollari. L’idea l’ho
avuta incontrando, assieme a mio padre, varie volte
il magnate dell’industria e banchiere Rockfeller il
quale ci aveva illustrato appunto le attività
benefiche della sua famiglia.
il nostro obiettivo, come quello della
fondazione Rockfeller, consiste nel
contribuire alla risoluzione di problemi
umanitari mondiali che però siano un po’
trascurati o comunque sottostimati dalle
altre organizzazioni benefiche e dai
governi.
Inviati speciali: può farci qualche
esempio?
Bill Gates: stiamo finanziando, fra i tanti, un
progetto per incrementare la produzione di
mais in Africa, che prevediamo di aumentare
del 30% entro il 2016 e di cui beneficeranno
circa 40 milioni di persone; finanziamo
l’acquisto di libri, computer ed attrezzature
didattiche, principalmente nelle scuole dei
Paesi del terzo mondo.
Finanziamo la prevenzione e la cura di
malattie infettive nel terzo mondo quali:
malattie enteriche e diarrea, Aids, malaria,
polmonite, tubercolosi ed altre infezione
trascurate da altre organizzazioni umanitarie.
Anche in Italia stiamo finanziando un bel
progetto: il Policlinico di Bologna riceverà 100
mila dollari per la ricerca “un cavallo di Troia
contro l’Aids” condotta dal prof. Alessandro
Ripalti.
Si tratta di verificare se sia possibile sradicare
da un organismo umano infetto il virus,
modificando nel virus l’enzima responsabile
dello sviluppo del virus all’interno delle cellule
e rendendolo invece capace di disgregare il
virus: il virus sarebbe così distrutto dall’interno
e questo spiega il nome “Cavallo di Troia”. Se
i primi risultati saranno positivi finanzieremo il
progetto fino ad un milione di dollari.
Inviati speciali: un’ultima curiosità: ci parli
dei suoi progetti per il futuro
Bill Gates: so bene di aver ricevuto dal
Signore tanti doni, a partire dalla mia
intelligenza, dal fatto di essere nato in una
Nazione ed in una famiglia che mi hanno
stimolato a diventare competitivo, ma
contemporaneamente mi hanno insegnato ad
interessarmi dei più sfortunati. Ho realizzato il
mio sogno di diffondere in tante famiglie del
mondo il personal computer, cambiando così
la loro esistenza.
Ora voglio dedicarmi con quasi tutte le mie
energie a combattere la miseria e la malattia
nel mondo e, nel tempo libero, voglio
dedicarmi di più alla mia famiglia e
all’educazione dei miei figli.
Inviati speciali: signor Gates, la ringraziamo per
la sua cortesia, ma anche per aver dimostrato che
forse, parafrasando il Vangelo, anche “un
cammello può passare attraverso la cruna di un
ago” e quindi anche un ricco potrà entrare nel
regno dei cieli.
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