International Network of Health Promotion Hospitals & Il Comitato Unico di Garanzia dell’AO M.Mellini Dalle pari opportunità alla parità 3 anni di attività (2011/14) Novembre 2014 È molto di più e molto più importante ciò che gli esseri umani hanno in comune, di quello che ognuno tiene per sé e lo distingue dagli altri. Hermann Hesse(1877/1962) Ringraziamenti Si ringrazia la Direzione Strategica che sostiene e condivide le scelte del CUG aziendale. Si ringraziano l’Area Risorse Umane e l’URP per la collaborazione e la disponibilità prestate che hanno agevolato la presentazione dei dati aziendali e l’organizzazione di alcune iniziative a favore dei dipendenti. Un ringraziamento particolare a Francesca, Insegnante di yoga, a cui dobbiamo il successo dell’iniziativa. Un ringraziamento alla Dott.ssa S. Doria per i preziosi suggerimenti ed al Dr P.F.Frittelli per il lavoro di analisi svolto sul corso di Yoga. Si ringraziano i componenti del CUG che, con il loro impegno, hanno consentito di predisporre questo documento. Si ringraziano i CUG che hanno già prodotto documenti ed hanno, quindi, indirettamente contribuito alla realizzazione di questa pubblicazione. Introduzione Questa pubblicazione intende fornire un contributo alla diffusione della cultura delle pari opportunità e, più estesamente della parità in Azienda, attraverso la presentazione dell’attività del CUG aziendale. Il principio di parità uomo-donna è sancito dagli articoli 3 e 37 della Costituzione della Repubblica fin dal 1948, tuttavia si sono resi necessari numerosi interventi legislativi perché di fatto persistevano, e persistono tuttora, delle situazioni di disparità oggettiva. Una delle leggi più significative in tal senso è stata la n. 903 del 1977 (detta legge di parità) che ha sancito la parità di donne e uomini in ambito lavorativo riguardo alle assunzioni, alle carriere e alla formazione. Con l’art. 21 della legge 183 del 2010 si è fatto un ulteriore salto qualitativo unificando tutte le funzioni precedentemente attribuite ai Comitati Pari Opportunità e ai Comitati sul fenomeno del Mobbing in un unico organismo denominato Comitato Unico di Garanzia la cui costituzione, per la Pubblica Amministrazione, è obbligatoria. Nel 2011 le linee guida emanate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, hanno definito il funzionamento e l’attività del CUG attribuendogli tre compiti principali: compiti propositivi, compiti consultivi e compiti di verifica. Tali compiti si concretizzano in particolar modo nella formulazione di azioni positive volte a: - valorizzare il benessere di chi lavora; - a garantire la tutela delle pari opportunità; - ad evitare ogni forma di discriminazione professionale relativamente all’età, alla disabilità, all’origine etnica, alla religione, alla razza, e, per la prima volta, all’orientamento sessuale. Il benessere lavorativo è riconosciuto come un elemento imprescindibile per qualunque organizzazione che voglia migliorare la propria produttività e la propria immagine, sviluppando nei dipendenti senso di appartenenza e affezione al lavoro, che si traduce nel miglioramento continuo della qualità del servizio erogato. Regione Lombardia, inoltre, focalizza l’attenzione sull’innovazione e sulla progettualità organizzativa, che si realizzano anche attraverso il miglioramento dell’appropriatezza nell’ambito della medicina di genere, che si riferisce alle varie fasce di età del ciclo di vita della persona. In quest’ottica la Direzione Generale Salute ha dato avvio al Progetto “Rete CUG” che coinvolge i CUG delle Aziende Ospedaliere, ASL, IRCCS della Regione Lombardia al fine di potenziare, connettere e supportare le attività svolte. La Direzione dell’Azienda Mellini ha aderito agli obiettivi della Direzione Generale Salute, che mira a promuovere la diffusione della conoscenza del ruolo del CUG e delle attività svolte, valorizzandone il ruolo e riconoscendolo come organismo alleato della Direzione Strategica Aziendale. Dal 2011, anno della costituzione del CUG aziendale, la Direzione sostiene il percorso del CUG condividendo le attività sino ad ora avviate, ritenendo che il benessere del dipendente e la tutela delle condizioni lavorative costituiscano la premessa per creare sinergie indispensabili per garantire l’efficacia e l’efficienza delle azioni intraprese. Il Direttore Generale Dr. Danilo Gariboldi Indice Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 9 . . . pag. 13 1. L’Azienda Mellino Mellini 2. Dal Comitato Pari Opportunità al Comitato Unico di Garanzia pag. 8 2.1 La costituzione . . . . . . . . . pag. 13 2.2 Obiettivi . . . . . . . . . pag. 13 2.3 Compiti . . . . . . . . . pag. 14 2.4 Il quadro normativo . . . . . . . . pag. 15 2.5 Il nostro Comitato Unico di Garanzia. 2.6 La formazione . pag.16 . . . . . . . . 3. Comunicazione e sito web 4. Analisi di genere dei dati aziendali . . . . pag. 17 . . pag. 18 . . . pag. 24 4.1 Analisi del personale per genere e tipologia di contratto. . . . . pag. 24 4.2 Analisi del personale per età . . . . . . . pag. 27 4.3 Analisi del personale part-time. . . . . . . . pag. 30 4.4 Analisi del personale che usufruisce dei benefici delle L.104/92. . . . pag. 37 4.5 Conclusioni . . . . . . . pag. 38 5. Benessere del dipendente: l’indagine conoscitiva del 2013 . . . . pag. 38 6. Benessere organizzativo . . . . pag. 43 6.1 Programma di attività per lo sviluppo del benessere organizzativo. . . . 7. . . . pag. 47 . . . . Iniziative rivolte al benessere e alla conciliazione famiglia-lavoro. . pag. 46 7.1 Pacchetti salute. . . . . . . . . pag. 48 7.2 Corsi Yoga . . . . . . . . pag. 50 . . . . . . . pag. 51 . 7.2.1 Valutazione corso yoga. 8. . 7.3 Gruppo corsa “Correre liberi, liberi di correre”. . . . . . pag. 55 7.4 Spazio Relax per i dipendenti . . . . . . . pag. 56 Interventi di contrasto del Mobbing. . . . . . . . pag. 57 8.1 Competenze del CUG. . . . . . .. . pag. 57 8.2 Il/la Consigliere/a di Fiducia . . . . . . 8.3 Stress lavoro-correlato e mobbing: le iniziative nel biennio 2013/14 pag. 57 pag.57 9 . Le iniziative 9.1 O.N.Da pag.63 9.2 Il Tavolo di Conciliazione pag 64 10. I progetti pag 65 10.1 Lo sportello di ascolto “Orientamento attivo” 10.2 Vademecum per il dipendente pag 67 10.3 La medicina di genere pag.68 11. Il Piano di azioni positive 12. Allegati 11.1 Questionario di indagine conciliazione famiglia lavoro e benessere 11.2 Questionario di indagine sulla valutazione della conoscenza del mobbing 11.3 Questionario di autovalutazione formazione componenti CUG 11.4 Delibera Codice di condotta 11.5 Delibera Determinazioni in ordine al mandato aziendale CUG 11.6 Locandine eventi pag 71 PREMESSA La presente pubblicazione nasce dall’esigenza espressa dal Comitato Unico di Garanzia (da ora denominato CUG), di disporre di uno strumento di supporto alla propria attività. Istituito nel 2011, il CUG ha unificato le competenze precedentemente svolte dal Comitato Pari Opportunità (CPO) e del Comitato antimobbing, ed è divenuto una realtà stabile che adotta modalità di confronto, condivisione e collaborazione per la realizzazione in azienda delle pari opportunità e la valorizzazione delle differenze di genere nei rispettivi contesti operativi. Per realizzare tali obiettivi sono state avviate diverse attività nell’ambito del benessere del dipendente, della conciliazione famiglia-lavoro, della formazione in rete con gli altri CUG della Regione Lombardia. Questa pubblicazione si inserisce nel contesto appena delineato ed è stato progettato con un triplice obiettivo: • far conoscere il CUG ed il suo funzionamento in ambito aziendale; • portare alla conoscenza dei dipendenti e dei soggetti esterni interessati le iniziative svolte, le azioni in essere ed i progetti futuri; • disporre di uno strumento che possa essere utilizzato dai Comitati aderenti alla Rete Lombarda. Questo ultimo punto fa riferimento al coordinamento dei CUG che Regione Lombardia ha implementato nel 2013 al fine di rendere più incisiva e coordinata l’attività svolta dai CUG nelle singole amministrazioni. In qualità di organismo in staff alla Direzione Strategica, il CUG è orientato ad incidere sulla cultura organizzativa, sviluppando la cultura del benessere e della valorizzazione delle differenze. In tal senso va sottolineato come, all’interno delle politiche aziendali, sia in atto negli ultimi anni un processo che dedica crescente attenzione a favore del lavoratore dipendente e maggiore impegno rivolto a prevenire atteggiamenti e azioni che seppure non sfociando nel mobbing possono creare conflitti e problematiche in ambito relazionale, organizzativo, produttivo. La pubblicazione raccoglie tutti i documenti relativi alle attività del CUG e pertanto ha utilizzato uno stile che privilegia i contenuti. 1. L’Azienda Mellino Mellini Note storiche Attualmente l'Azienda Ospedaliera si articola in tre strutture di ricovero e cura: Chiari, Iseo e Orzinuovi. Le origini dell’Ospedale di Chiari risalgono al testamento di Mellino Mellini, imprenditore, possidente e commerciante della zona, che lasciò i suoi averi al Comune per erigere nelle case di proprietà una infermeria (1665). Non essendo sufficiente questa per le esigenze della città e della zona limitrofa, con accorta politica di alienazioni il consiglio di amministrazione finanziò e commissionò un nuovo Ospedale all’abate Antonio Marchetti e, in seguito, l’ampliamento all’architetto Luigi Donegani. All’inizio del XX secolo però anche questo complesso risultava superato e quindi l’amministrazione commissionò all’architetto Prof. Luigi Arcioni lo studio di un nuovo Ospedale a padiglioni da costruirsi su area libera sulla strada verso Brescia; il nuovo Ospedale fu inaugurato il 29 ottobre 1911. Negli anni ‘60 del secolo scorso l’ospedale fu successivamente ristrutturato dall’Ing. Franco Tosi, che trasformò l’Ospedale a padiglioni in una struttura a blocco che raggruppa servizi e degenze ai diversi piani, con i collegamenti verticali degli ascensori. Nell’originario ospedale attiguo al centro storico, dopo un periodo di abbandono, di uso incongruo e di ipotizzata distruzione di una sua parte, sono attualmente presenti funzioni pubbliche come il salone consigliare, la sala per concerti e conferenze, la biblioteca comunale. L’Ospedale di Iseo - Le radici della storia ospedaliera iseana possono essere ricondotte alla fondazione del convento di S.Francesco, nel XIII secolo, ad opera dei Francescani Osservanti cui fu offerto un terreno paludoso ed acquitrinoso. Nel 1465 venne dato grande impulso alle opere conventuali e, molto oltre, nel 1631, la peste vide il convento trasformarsi in lazzaretto. Avvengono ampliamenti in vari periodi, sino al 1904 -1910, quando l’Amministrazione pose mano alla prima grande trasformazione strutturale che si avvicina a quella odierna. L’Ospedale di Iseo fa parte dell’Azienda Ospedaliera Mellino Mellini di Chiari e risponde ai bisogni di salute del territorio che faceva parte dell’ex USSL 14, corrispondente alla bassa bresciana occidentale per un bacino d’utenza di circa 50.000 abitanti. L’Ospedale di Orzinuovi - Nel secolo XVI Agostino Tribandi, primo orceano che si conosca che ha legato dei beni ad un luogo di cura. Prima Ospedale di San Bartolomeo, poi Ospedale Tribandi, nel 1600 la fusione con l’Ospedale di San Marco;costruito al suo fianco, questo provocò, nel 1700, per le contrastanti esigenze di un uso sia civile che militare, una situazione di tale inadeguatezza che la comunità orceana decise di trasferire la struttura nel convento di S.Domenico, acquisito nel 1782 dall’amministrazione “Tribandi” da Paolo Corniani, come risulta dagli archivi, con l’ultima donazione dell’ingegner Pavoni diventa Tribandi-Pavoni (1700). L’Ospedale di Rovato - Fin dal 1400 l’assistenza ai poveri ed agli ammalati veniva esercitata da istituzioni benefiche che, riunite in un Consiglio di Carità avevano la denominazione di “Consorzio dei Poveri”. Mancava una struttura con finalità di assistenza sanitaria. Il 27 agosto 1763, ottenuta l’autorizzazione da Venezia, il Consiglio di Carità ed alcuni generosi cittadini acquistarono la casa e costituirono un fondo per il funzionamento dell’ospedale. Nel 1880 il rovatese dott. Ettore Spalenza nominò la locale Congregazione di Carità erede universale del suo notevole patrimonio, ricco in terreni e fabbricati: da qui l’intitolazione di “Ospedale Civile Ettore Spalenza”, la cui direzione sanitaria era affidata ad un medico condotto ed il personale era costituito da un infermiere ed un’infermiera. Negli anni successivi al dopoguerra l’ospedale si potenziò nei reparti di base: medicina , chirurgia, ostetricia (maternità) con annesso nido, si aprì la traumatologia , il laboratorio, la radiologia ed una serie di ambulatori specialistici. Con decreto 30 aprile 1968 l’Istituto fu qualificato come Ospedale Generale di Zona. I fatti più recenti sono patrimonio della nostra comune memoria; nel 1975 fu istituito l’Ospedale Provinciale di Chiari-Rovato. Cessò l’Ospedale di Rovato come ente autonomo, come espressione radicata della sensibilità e generosità dei rovatesi. Rovato disponeva di circa 200 posti letto, effettuava 4.500 ricoveri e si verificavano 600 parti all’anno; la zona d’influenza spaziava dalla Franciacorta ai paesi ad Ovest della città capoluogo. L’Ospedale civile di Palazzolo risale a circa 150 anni fa . Fu costruito prima come una modesta casetta e si installarono 4 o 5 letti, in seguito ad un lascito di Don Giuseppe Galignani e di una certa Giovanna Rondi, morti nel 1770, i quali lasciarono tutti i loro averi a tale scopo. Fu pero’ soltanto nel 1805 che si provvide alla costruzione di un fabbricato piu’ vasto, che sorse nel luogo ove esiste tuttora. Nel corso del 1800 venne utilizzato, per disposizione del Governo, dall’amministrazione dell’Ospedale e quella della Congregazione della Carità che venivano riunite in una sola. Nel 1915, dopo l’edificio venne adibito ad ospedale militare, continuando poi la sua attività dopo la prima guerra mondiale, non con personale proprio, ma utilizzando le prestazioni dei medici condotti. La svolta avvenne quando il Prof. Bruno Parisio ristrutturò e riorganizzò l’ospedale. Al primo nucleo chirurgico ed ostetrico-ginecologico si aggiunse nel 1962 un nucleo medico e successivamente uno di otorinolaringoiatria, ortopedia, pediatria e radiologia, oltre al Pronto Soccorso. Negli anni 70‘, sulla base della riforma sanitaria nazionale, l’ospedale palazzolese fu unificato a quello di Calcinate (Bergamo) per poi essere accorpato, con l’istituzione delle Aziende Ospedaliere, a quella di Chiari. L’azienda ospedaliera oggi L’Azienda Ospedaliera Mellino Mellini è stata costituita con decreto del Presidente della Giunta Regionale Lombarda n. 70614 del 22.12.1997 e ha sede legale a Chiari .Si articola in tre strutture di ricovero e cura: Chiari, Iseo e Orzinuovi. La struttura L’Azienda Ospedaliera Mellino Mellini è stata costituita con decreto del Presidente della Giunta Regionale Lombarda nº70614 del 22.12.1997 e ha sede legale a Chiari in Viale Mazzini n.4. Ha personalità giuridica di diritto pubblico, dotata di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile e tecnico-gestionale, nell'ambito degli indirizzi programmatici della Regione Lombardia. Si articola in due presidi (Chiari e Iseo) e tre stabilimenti (Orzinuovi, Palazzolo e Rovato); 3 strutture di ricovero e cura (Chiari, Iseo e Orzinuovi), 5 strutture ambulatoriali (Chiari, Iseo, Orzinuovi, Rovato, e Palazzolo s/Oglio), e molteplici strutture psichiatriche territoriali. Per quanto riguarda la suddivisione dei Distretti dell'A.S.L. di Brescia il territorio di riferimento è il seguente: N.5 del Sebino (Comuni di Iseo, Corte Franca, Marone, Monte Isola, Monticelli Brusati, Paratico, Paderno Franciacorta, Passirano, Provaglio d'Iseo, Sale Marasino, Sulzano, Zone); N.6 di Monte Orfano (Comuni di Palazzolo sull'Oglio, Adro, Capriolo, Cologne, Erbusco, Pontoglio); N.7 di Oglio Ovest (Comuni di Chiari, Castelcovati, Castrezzato, Cazzago San Martino, Coccaglio, Comezzano Cizzago, Roccafranca, Rovato, Rudiano, Trenzano, Urago d'Oglio); N.8 della Bassa Bresciana Occidentale (Comuni di Orzinuovi, Barbariga, Borgo San Giacomo, Brandico, Corzano, Dello, Lograto, Longhena, Maclodio, Mairano, Orzivecchi, Pompiano, Quinzano d'Oglio, San Paolo, Villachiara). I Presidi di Chiari e Iseo sono connotati come ospedale per acuti, offrono le specialità di base e, nel caso di Chiari, le terapie intensive di rianimazione e di cardiologia. Questa dotazione determina una diversa collocazione dei presidi nella rete dell'emergenzaurgenza: Chiari è identificata come sede del Dipartimento di Emergenza e Accettazione (D.E.A.), Iseo come sede di Pronto Soccorso. I principi ispiratori La finalità dell’Azienda Ospedaliera è di produrre ed erogare prestazioni specialistiche, di media o elevata complessità, nel rispetto della dignità della persona, del suo bisogno di salute, dell'equità nell'accesso all'assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza, dell'economicità nell'impiego delle risorse, in coerenza con i principi e gli obiettivi espressi nei Piani Sanitari Nazionale e Regionale che sono quelli di erogare prestazioni ospedaliere, ambulatoriali e di ricovero, elevandone progressivamente il livello di qualità, adeguando i tempi di risposta a tempi di attesa sempre più definiti sulla priorità clinica, mediante un attento governo del rapporto tra risorse impiegate, attività prodotte, risultati ottenuti. A tal fine l’Azienda Ospedaliera orienta le proprie articolazioni al rispetto dei seguenti principi: la centralità dell'utente con forte attenzione all'accoglienza ed all'accessibilità dei servizi; la promozione della qualità e della sicurezza delle cure nel rispetto dei diritti e della dignità della persona, sia essa utente che personale interno; la sensibilità e l'apertura nei confronti dell'ambiente esterno e della società civile con particolare riguardo al contesto territoriale di riferimento; il coinvolgimento e la responsabilizzazione del personale sugli obiettivi aziendali valorizzando ed integrando le professionalità e consolidando il senso di appartenenza; l'impegno ad assicurare la continuità dell'assistenza, sviluppando modalità di integrazione delle articolazioni organizzative aziendali con le istituzioni esterne e con gli organismi di volontariato per favorire l'integrazione sanitaria e socio-assistenziale attraverso la partecipazione alle politiche dell'ASL; la razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse, nel rispetto delle linee programmatiche regionali e nazionali. Alcuni dati I dati quantitativi che connotano l’Azienda sono: • Bacino di utenza potenziale: 220.000 persone • Dipendenti al 31.12.2013: 1412 (70% donne e 30% uomini) 1. Posti Letto: anno 2011 accreditati in esercizio Posti Letto P.O. Chiari P.O. Iseo P.O. Orzinuovi P.O. Palazzolo Totali 256 132 40 10 438 anno 2012 accreditati in esercizio 184 93 31 0 308 256 122 31 10 419 184 94 26 0 304 anno 2013 accreditati in esercizio 256 186 122 94 31 26 10 0 419 306 2. Ricoveri, giornate di degenza, degenza media: anno 2011 L’attività P.O. Chiari P.O. Iseo P.O. Orzinuovi Totali anno 2012 anno 2013 ricoveri giornate degenza degenza media ricoveri giornate degenza degenza media ricoveri giornate degenza degenza media 11.528 5.507 717 17.752 61.499 30.685 8.998 11.182 5.78 5.61 12.57 11.390 5.129 800 17.319 59.701 27.980 10.023 97.704 5.61 5.56 11.90 11.331 5.023 583 16.937 58.550 27.401 9623 95.574 5.46 5.56 15.53 3. Parti: I parti P.O. Chiari P.O. Iseo Totale anno 2011 720 526 1.246 anno 2012 733 544 1.277 anno 2013 680 473 1.153 4. Attività ambulatoriale (comprende l’attività dei poliambulatori, dei reparti, del dipartimento salute mentale, del dipartimento emergenza accettazione, dei laboratori, della radiologia): Attività ambulatoriale P.O. Chiari P.O. Iseo P.O. Orzinuovi P.O. Palazzolo P.O. Rovato Totale anno 2011 anno 2012 anno 2013 1.450.932 841.705 70.305 110.754 10.815 2.484.511 1.383.782 822.035 68.336 103.642 9.717 2.387.512 1.383.121 810.616 72.065 96.699 9.926 2.372.427 Per quanto riguarda i tempi di attesa l'Azienda garantisce l'erogazione delle prestazioni nei tempi massimi definiti dalla Regione Lombardia in almeno 1 (uno) dei presidi/stabilimenti della sua area territoriale. 2. Dal Comitato Pari Opportunità al Comitato Unico di Garanzia 2.1 La costituzione A distanza di oltre vent’anni dall’introduzione dei Comitati Pari Opportunità (CPO) nelle organizzazioni sia pubbliche che private (1988) e a distanza di dieci anni (2002) dalla costituzione dei Comitati paritetici per il contrasto al fenomeno del mobbing, la legge 183/2010, all’art.21, ha istituito il Comitato Unico di Garanzia nelle Pubbliche Amministrazioni. L’iter normativo si è perfezionato con le indicazioni delle “Linee guida” della Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4.03.2011 emanata di concerto dal Ministro della Pubblica Amministrazione e dal Ministro per le Pari Opportunità. Il CUG non solo sostituisce, unificandoli, i precedenti comitati, ma ne allarga le aree di competenza, così definendole: • Area delle pari opportunità • Area del benessere organizzativo • Contrasto alla violenza morale e psicologica e alle molestie sessuali. Dal punto di vista teorico risulta rilevante l’impostazione della creazione del CUG, cioè la correlazione tra un contesto che garantisca parità e pari opportunità ed il buon funzionamento organizzativo all’interno della pubblica amministrazione. Nasce quindi come uno strumento di prevenzione e contrasto alle discriminazioni ma, essendo dichiaratamente collegato al tema del benessere lavorativo, assumendo in sé la sfida di farsi strumento della stretta interrelazione tra il miglioramento del clima lavorativo, l’aumento dell’efficienza della pubblica amministrazione e le problematiche di genere. Come evidenziato dalla Direttiva del Consiglio dei ministri sulle Linee Guida...”per la prima volta la questione della parità e delle pari opportunità entra a pieno tiolo in una normativa di carattere generale tra i fattori che condizionano il funzionamento organizzativo”. Teoricamente, pertanto, si basa sul presupposto che le donne non siano considerate come soggetti deboli, da proteggere e/o difendere dalle discriminazioni, ma come elementi di forza da valorizzare nelle organizzazioni. I CUG possono essere definiti complessi da un punto di vista strettamente organizzativo, considerando, in particolare, la pluralità degli ambiti di intervento ed i diversi compiti attribuiti (propositivi, consultivi e di verifica). 2.2 Obiettivi • Assicurare, nell’ambito del lavoro pubblico, parità e pari opportunità di genere, garantendo l’assenza di qualunque forma di violenza morale o psicologica e di discriminazione diretta e indiretta, • ampliandone la competenza ad una tutela espressa nei confronti di ulteriori fattori di rischio (genere, età, orientamento sessuale, razza, origine etnica, disabilità, religione e lingua). • Favorire l’ottimizzazione della produttività, migliorando l’efficienza delle prestazioni lavorative, anche attraverso la realizzazione di un ambiente di lavoro caratterizzato dal rispetto dei principi di pari opportunità, di benessere organizzativo e di contrasto alla discriminazione e alla violenza morale e psicologica nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori. • Aumentare l’efficacia delle azioni dei nuovi organismi, i CUG, che unificano le precedenti e diversificate competenze. In tal modo, attraverso la semplificazione organizzativa, l’Azienda può beneficiare di attività maggiormente funzionali anche alla mission aziendale. 2.3 Compiti Propositivi: • Predisposizione di Piani di azioni positive (PAP), contenenti le misure per favorire l’uguaglianza sostanziale sul lavoro tra uomini e donne • Analisi e programmazione di genere che considerino sia le esigenze delle donne che quelle degli uomini (bilancio di genere) • Diffusione delle conoscenze ed esperienze sui problemi delle pari opportunità e sulle possibili soluzioni adottate da altre amministrazioni o enti, anche in collaborazione con la Consigliera di parità del territorio di riferimento (provinciale e regionale) • Azioni atte a favorire condizioni di benessere lavorativo • Azioni positive, interventi e progetti, quali indagini di clima, codici etici e di condotta, idonei a prevenire o rimuovere situazioni di discriminazione o violenze sessuali, morali e/o psicologiche-(mobbing) nell’amministrazione pubblica di appartenenza. Consultivi • Progetti di riorganizzazione dell’amministrazione di competenza • Piani di formazione del personale • Orari di lavoro, forme di flessibilità lavorativa e interventi di conciliazione • Criteri di valutazione del personale • Contrattazione integrativa sui temi che rientrano nelle proprie competenze Verifica • Sui risultati delle azioni positive • Sugli esiti delle azioni di promozione del benessere organizzativo e prevenzione del disagio lavorativo • Sugli esiti delle azioni di contrasto alle violenze morali e psicologiche nei luoghi di lavoro (Mobbing) • Sull’assenza di ogni forma di discriminazione, diretta o indiretta, relativa al genere, all’età, all’accesso, nel trattamento e nelle condizioni di lavoro, nella formazione professionale, nella promozione degli avanzamenti di carriera e nella sicurezza del lavoro. Tali compiti possono essere declinati in: Analisi di contesto Piani di azioni positive (PAP) Bilancio di genere Indagini nell’ambito del benessere Indagini di clima La mancata costituzione del CUG comporta la responsabilità dei dirigenti incaricati della gestione del personale, da valutare anche ai fini del raggiungimento degli obiettivi ( vedere linee guida ministeriali). La composizione del CUG è paritetica, pertanto devono essere equamente rappresentate le quote aziendali e quelle sindacali, sia di genere maschile che femminile. Sono nominati un Presidente, un Vicepresidente, un segretario , componenti titolari ed altrettanti supplenti. 2.4 Il quadro normativo Un riferimento importante viene fornito dalla norma che istituisce i CUG nella Pubblica Amministrazione, ovvero l’art 21 della Legge 183/2010 che recita: “Le Pubbliche Amministrazioni costituiscono al proprio interno, entro il 24.03.2011 il Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni, che sostituisce, unificando le competenze in un solo organismo, i comitati pari opportunità e i comitati paritetici sul fenomeno del mobbing, dei quali assume tutte le funzioni previste dalla legge, dai contratti collettivi relativi al personale delle P.A. e da altre disposizioni”. La normativa garantisce l’istituzione di in comitato che opera per assicurare: • Pari opportunità • Benessere organizzativo • Assenza di discriminazioni Assicurare pari opportunità significa garantire l’assenza di ostacoli, fondati su un determinato fattore di rischio (appartenenza ad un genere) nella partecipazione alla vita sociale, economica e politica. Rispetto alle funzioni attribuite ai CUG vengono individuati quali fattori di rischio l’età, l’orientamento sessuale, la razza, l’origine etnica, la disabilità, la religione e la lingua. Tale principio deriva dal fatto che tra le persone esistono differenze di contesto, di possibilità di accesso alle risorse, che ostacolano la piena realizzazione dell’uguaglianza. Assicurare il benessere organizzativo significa incidere sulla capacità dell’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di chi lavora al suo interno, in tutti i livelli e i ruoli. E’ noto che le strutture piu’ efficienti sono quelle in cui vi sono dipendenti che lavorano in un clima sereno e partecipativo, caratterizzato da motivazione, senso di appartenenza, collaborazione, coinvolgimento, flessibilità. E’ altresì dimostrato che laddove esistono positive condizioni di lavoro i dipendenti presentano un migliore stato lavorativo, la soddisfazione di clienti-utenti migliora e aumenta la produttività. Assicurare l’assenza di discriminazioni, significa creare o mantenere condizioni che impediscano il verificarsi di casi di discriminazione. La discriminazione, come è noto, puo’ essere diretta e si manifesta con atti e/o comportamenti che utilizzano un criterio di esplicita differenziazione sulla base di uno dei fattori di rischio individuati, con effetti e conseguenze dannosi per lo subisce. Non è rilevante la volontà discriminatoria ma il risultato del trattamento, che viola esplicitamente le norme di uguaglianza.. La discriminazione puo’ essere indiretta, ovvero l’adozione di atti, comportamenti, criteri apparentemente neutri ma che hanno effetti palesemente differenti sui soggetti che li subiscono. Sono considerate discriminazioni anche le Molestie, ovvero comportamenti indesiderati, per ragioni connesse al sesso, aventi come scopo la violazione della dignità di una lavoratrice o di un lavoratore, creando un clima ostile, intimidatorio, degradante , offensivo e/o umiliante . Molestie sessuali, ovvero comportamenti indesiderati aventi connotazione sessuale, espliciti o impliciti, verbali o non verbali, che hanno l’effetto di umiliare, offendere, ledere la dignità della lavoratrice o del lavoratore. Altri comportamenti discriminatori sono individuabili nei trattamenti sfavorevoli che costituiscono la reazione ad un reclamo ad una azione volta al rispetto delle pari opportunità di trattamento tra uomini e donne. I concetti sopradescritti rappresentano la cornice entro cui si sviluppano gli ambiti di azione di CUG, che devono proseguire nella realizzazione dei programmi individuati dai CPO e dai comitati anti-mobbing. Fonti normative La Legge 183/2010 , il cosiddetto “Collegato lavoro”, istituisce i Comitati Unici di (“deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l’impiego, di all’occupazione, all’apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro sommerso e di controversie al lavoro pubblico e di controversie di lavoro”-art.21 garanzia congedi, incentivi il lavoro Direttiva 7 marzo 2011, “Linee guida sulle modalità di funzionamento dei “Comitati Unici di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni, che rappresenta uno strumento fondamentale di riferimento. Fonti di diritto antidiscriminatorio Costituzione della Repubblica Italiana (art 3,37,51, riguardanti l’uguaglianza formale e sostanziale, parità di trattamento retributivo e nell’accesso a cariche elettive e pubblici uffici) Legge 125/1991, riguardante le azioni positive da realizzare nell’ambito delle pari opportunità L.215/1992, riguardante l’imprenditoria femminile Dlgs 196/200, che istituisce la figura della Consigliera di parità e azioni positive L.53/2000, Conciliazione famiglia-lavoro Dlgs 151/2001, Testo Unico maternità e paternità Dlgs 215 e 216/2003, parità di trattamento Dlgs 145/2005, parità di trattamento Dlgs 198/2006 Codice pari opportunità Direttiva 2007, Pari opportunità nella P.A. Dlgs 5/2010, Attuazione Direttiva 2006/54/CE Comitati pari opportunità Direttiva 2007 “misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle P.A.”(capo V). Viene ribadita la necessità di istituire i comitati previsti dalla contrattazione collettiva, laddove non esistenti, e di favorirne operatività ed efficacia. Dlgs 198/2006 “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna” (capo III). Tratta il tema del CPO nazionale , in cui le indicazioni riguardanti i compiti e le modalità organizzative previste per il suo funzionamento possono servire come riscontro rispetto ai comitati aziendali. Comitati antimobbing Sono stati introdotti dalla contrattazione collettiva (2012) ma non esistono norme che ne specifichino il funzionamento. I contratti di lavoro istituiscono i Comitati antimobbing (CAM) presso ciascun ente; ne definiscono composizione, compiti e priorità di azione. Delineano le modalità per attivare la collaborazione tra ente e comitato e ne tracciano le linee essenziali. Benessere organizzativo Direttiva Funzione Pubblica sul benessere organizzativo 2004 Afferma l’importanza del benessere organizzativo quale leva di miglioramento e sviluppo della P.A. in termini di efficacia e produttività. Supporta il rispetto delle indicazioni contenute nel Codice di comportamento dei Dipendenti della P.A. 2.5 Il nostro Comitato Unico di Garanzia E’ stato istituito con delibera n.98 del 1.03.2011. Attualmente è costituito da 32 componenti, di cui 14 di genere maschile e 18 di genere femminile. Il Presidente è donna. Ha adottato un regolamento che definisce i compiti e le modalità di funzionamento. All’inizio di ogni anno, vengono calendarizzati gli incontri plenari (6 all’anno), che prevedono la partecipazione dei titolari e dei coordinatori dei sottogruppi, salvo convocazioni di carattere straordinario. Al fine di raggiungere i migliori risultati e per consentire una valorizzazione delle competenze e dei ruoli, sono stati costituiti 5 sottogruppi di lavoro, così denominati: • • • • • Analisi di genere e Progetti innovativi in tema di pari opportunità Comunicazione e sito Web Conciliazione famiglia-lavoro Benessere organizzativo Contrasto alle discriminazioni e al mobbing. Ogni sottogruppo ha un coordinatore, cui fa riferimento la Presidente del CUG per il monitoraggio delle varie attività e per l’interfaccia con la Direzione Strategica. I coordinatori, cui viene affidata la gestione dei sottogruppi, vengono individuati anche in base alle disponibilità, alle competenze, alla motivazione, all’interesse manifestato, rispondono anche alle necessità di carattere organizzativo. Le tematiche di interesse generale vengono discusse e condivise con il Tavolo di coordinamento (costituito da tutti i coordinatori dei gruppi, dal Presidente e dal Vicepresidente). Questa modalità consente di conoscere, da parte di ogni sottogruppo, le attività sviluppate dagli altri sottogruppi, creando connessioni e sinergie indispensabili per il corretto e positivo funzionamento del CUG. La Direzione Strategica ha recepito, con delibera, il mandato del CUG aziendale sulla base delle indicazioni fornite nelle Linee guida ministeriali. ll CUG: viene regolarmente invitato a partecipare, con funzione di uditore, agli incontri delle Commissioni Part-time del comparto e dalle Commissioni istituite per la valutazione delle richieste di orario ridotto della Dirigenza; è inserito nel Comitato tecnico scientifico del piano formativo aziendale con funzione di componente; partecipa con funzione di componente al Tavolo di Conciliazione aziendale, promosso sperimentalmente nel 2013, che vede la partecipazione di diversi soggetti, in particolare l’Ufficiale Pubblica Tutela, il Risk Manager, l’URP, la Consigliera di Fiducia, la Presidente del CUG, i mediatori dei conflitti aziendali, i referenti di Cittadinanzattiva/Tribunale per i diritti del malato. Obiettivo del Tavolo di Conciliazione è quello di individuare azioni di miglioramento nella gestione dei processi che vedono coinvolti il cittadino-utente e l’Azienda ospedaliera. 2.6. ATTIVITA’ DI FORMAZIONE Nel corso del 2014 si è svolto il corso di formazione per i componenti del CUG aziendale “L La differenza di genere come risorsa per l’azienda e opportunità per i gruppi di lavoro: ruolo e funzioni del Comitato Unico di Garanzia”. Premessa Nel quadro degli interventi di razionalizzazione dell’amministrazione pubblica degli ultimi anni, si inserisce l’art. 21 della legge 4 novembre 2010, n. 183 (cd “Collegato lavoro”), che è intervenuto in tema di pari opportunità, benessere di chi lavora e assenza di discriminazioni nelle amministrazioni pubbliche. La legge 183/2010, apportando alcune importanti modifiche agli articoli 1, 7 e 57 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165 prevede, in particolare, che le pubbliche amministrazioni costituiscano “al proprio interno, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, il “Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni“ che sostituisce, unificando le competenze in un solo organismo, i comitati per le pari opportunità e i comitati paritetici sul fenomeno del mobbing, costituiti in applicazione della contrattazione collettiva, dei quali assume tutte le funzioni previste dalla legge, dai contratti collettivi relativi al personale delle amministrazioni pubbliche o da altre disposizioni” (art. 57, comma 01). A più di tre anni dalla entrata in vigore della legge e dalla costituzione del Comitato Unico di Garanzia dell’Azienda Ospedaliera di Chiari è necessario riprendere alcuni momenti formativi per meglio tarare sia le tematiche proprie affrontate dall’organismo, sia le modalità operative di lavoro. Obiettivi I tema centrale dell’intervento formativo è valorizzare la differenza di genere sia come opportunità per l’azienda tutta, sia come valore aggiungo per i lavori di gruppo, in particolare all’interno del Comitato Unico di Garanzia (CUG). In particolare, si indagherà sulla strumentazione necessaria da adottare per rendere operativa la valorizzazione della componente femminile dell’azienda. L’obiettivo dell’intervento formativo è, quindi, duplice. Da un lato si pone l’obiettivo di allineare le competenze dei e delle componenti del CUG sulle principali attività che deve svolgere anche in relazione al fatto che alcuni componenti sono cambiati negli ultimi anni. Si ricorda che le competenze hanno ampliato le garanzie, oltre che alle discriminazioni legate al genere, anche ad ogni altra forma di discriminazione, diretta ed indiretta, che possa discendere da tutti quei fattori di rischio più volte enunciati dalla legislazione comunitaria: età, orientamento sessuale, origine etnica, disabilità e lingua, estendendola all’accesso, al trattamento e alle condizioni di lavoro, alla formazione, alle progressioni in carriera e alla sicurezza. Dal’altro è proprio la piena attività dell’organismo e i risultati raggiungi fino ad ora che necessitano di un bilancio dal punto d vista metodologico al fine di tarare al meglio le modalità di lavoro e intensificare le competenze agite nel gruppo di lavoro. Gli obiettivi specifici sono dunque i seguenti: • • • • • • • aumento della conoscenza del Comitato Unico di Garanzia e delle sue funzioni; aumento di conoscenza e cultura sui temi affrontati dal CUG; Promuovere la considerazione della differenza di genere; favorire la valorizzazione dei talenti individuali nell'ambito lavorativo e relazionale; valorizzare le differenze nei gruppi di lavoro; creare le condizioni per modificare gli atteggiamenti stereotipati che irrigidiscono le differenze maschili e femminili; individuare le strategie più utili per far diventare la differenza di genere una risorsa per l'azienda e un'opportunità per i gruppi di lavoro. Metodologia e struttura dell’intervento L’intervento formativo è basato su il lavoro cooperativo nel quale tutti, docenti e partecipanti sono chiamati ad intervenire: alla lezione frontale si alternano dibattito, discussione, momenti di lavoro individuali e di gruppo. L’intervento formativo è articolato in tre diversi momenti. 1. Un primo momento formativo della durata di un giorno e da svolgere in aula nel mese di giugno 2014, ha l’obiettivo di allineamento delle competenze dei e delle componenti del Comitato Unico di Garanzia rispetto ai temi che devono affrontare come organismo. In particolare si affronteranno i seguenti temi: o i compiti e funzioni del CUG o la cultura delle diversità o le differenze di genere o come valorizzare la differenza di genere o la medicina di genere o il bilancio di genere 2. Un secondo momento, da svolgere nei mesi di luglio e agosto attraverso lavoro a distanza, riguarda l’analisi delle esigenze specifiche dei partecipanti in tema di lavoro collaborativo e l’individuazione di strumenti per la valorizzazione delle differenze di genere. Durante la prima giornata formativa in aula verrà somministrato ai partecipanti un questionario che servirà per tarare al meglio le attività formative del secondo incontro. 3. Un secondo incontro formativo della durata di un giorno e da svolgere in aula nel mese di settembre 2014, affronta ii temi specifici individuati a seguito dell’analisi dei questionari somministrati nella prima giornata formativa. Il tema principale sarà quello di discutere di lavoro collaborativo e di gruppo per tarare al meglio le modalità operative del Comitato Unico di Garanzia in tema di valorizzazione delle differenze di genere. 4. particolare i temi che verranno trattati saranno: o dal gruppo al lavoro di gruppo o come gestire i gruppi di lavoro o la differenza di genere come risorsa per il gruppo o impostare il lavoro di gruppo del Comitato Unico di Garanzia dell’Azienda Ospedaliera. 3. Comunicazione e sito web Considerata l’importanza della comunicazione abbiamo ritenuto necessario ed opportuno costituire un sottogruppo a cui affidare la gestione degli aspetti legati alla comunicazione del CUG in forma sia cartacea che informatizzata. La mission che il sottogruppo ha condiviso è stata individuata nel gestire la comunicazione dando voce al significato originale del termini latino comunicare che è “comune” da cui “mettere in comune, rendere comune”. Per fare questo sono state analizzate le forme comunicative che facilitano la comunicazione ed è stato scelto il modello a rete: dove le informazioni vengono scambiate "alla pari" rendendo il processo comunicativo snello e semplice. Di seguito si condivide il lavoro di analisi svolto fin qui dal sottogruppo. Dal punto di vista tecnico la comunicazione del CUG coinvolge: il CUG stesso: come comunicare efficacemente all’interno del CUG; l’Azienda: come comunicare efficacemente i contenuti del CUG ai soggetti che compongono l’Azienda; l’esterno: come comunicare efficacemente con i soggetti esterni che si interfacciano istituzionalmente con il CUG e con il pubblico che si interfaccia con l’Azienda in generale. I supporti a disposizione attualmente sono: a. intra CUG: - verbali, relazioni - e-mail b. intra-aziendale: - delibere - locandine e volantini - pubblicazione - relazioni - pagina web del sito aziendale - giornale aziendale “il Mellino” c. extra-aziendale: -locandine e volantini - pubblicazione - relazioni - pagina web del sito aziendale - articoli per quotidiani Obiettivi a breve termine: 1. effettuare l’analisi delle modalità di utilizzo degli strumenti in uso, valutarne l’efficacia, formalizzare i percorsi; 2. realizzare il decalogo per la corretta gestione della pubblicazione dei “prodotti” del CUG intraextra azienda; 3. verifica, analisi, aggiornamento della pagina Web del CUG. Realizzato: Modulo “Verbale degli incontri del sottogruppo” Decalogo delle “Regole della comunicazione del CUG” e formalizzazione del “Percorso autorizzativo della pubblicazione dei documenti cartacei del CUG” Per il WEB o Analisi di 35 siti di enti pubblici o Individuazione punti di criticità del sito aziendale o Individuazione punti di criticità della pagina web del CUG o Individuazione albero degli argomenti della pagina web o revisione testo “presentazione del CUG” o formazione del componente del sottogruppo per l’effettuazione autogestita dell’ aggiornamento della pagina web Da realizzare: riorganizzazione e aggiornamento pagina web; elaborazione “biblioteca del CUG”; avvio controllo sistematico stile comunicativo e grafico dei documenti promossi dal CUG. Di seguito si riportano le regole introdotte per la gestione della comunicazione del CUG. Il DECALOGO della COMUNICAZIONE Il Decalogo è organizzato in tre parti: a. percorso autorizzativo della pubblicazione dei documenti b. regole della comunicazione c. gestione esposizione bacheca e pubblicazione tramite soggetti terzi A - PERCORSO AUTORIZZATIVO DELLA PUBBLICAZIONE DEI DOCUMENTI 1 --> 2 --> 3 --> il sottogruppo crea il documento contenuto: generale e vincolante il CUG è l'assemblea che approva contenuto: particolare di pertinenza del sottogruppo è la plenaria dei coordinatori che approva contenuto generale e vincolante il CUG è l'assemblea che approva contenuto particolare di pertinenza del sottogruppo è la plenaria dei coordinatori che approva il Presidente crea un documento 4 --> 5--> la firma/visto è: del Presidente ( se coinvolge gli utenti firma: DG) è il Presidente che trasmette ai diversi soggetti il materiale per pubblicazione / esposizione la firma/visto è: del Presidente ( se coinvolge gli utenti firma: DG) è il Presidente che trasmette ai diversi soggetti il materiale per pubblicazione / esposizione 6 --> Di tutto quello che viene esposto una copia deve essere trasmessa anticipatamente al sottogruppo "Comunicazione" B - REGOLE DELLA COMUNICAZIONE documento contenuto forma grafica vincoli strumento diffusione autorizzato vincoli volantino / locandina attività ludico/ sportive/ ricreative libera (carattere fotografie) regole aziendali "logo" bacheca aziendale - regole aziendali "affissioni per interni" - esporre in tutti i PO anche se iniziative locali firma: Presidente CUG per dipendenti - non uscire dagli spazi assegnati al CUG immagini: rispettino l'integrità morale femminile,maschile,razziale testi: chiarezza: contenuto, costo eventuale, luogo, data inizio, sede, referente, modalità di contatto/iscrizione attività culturali per dipendenti angolo del dipendente (gestito da sigma-informatica) Il Presidente trasmette indicazioni e file: AGRU-Settore Previdenziale con autorizzazione Aziendale pagina web del CUG il Presidente trasmette il file al Sottogruppo 2 distribuzione libera vietata bacheca aziendale - regole aziendali "affissioni per interni" esporre in tutti i PO anche se iniziative locali regole aziendali "logo" libera (carattere fotografie) firma: Presidente CUG immagini: rispettino l'integrità morale femminile,maschile,razziale testi: chiarezza: contenuto, costo eventuale, luogo, data inizio, sede, referente, modalità di contatto/iscrizione attività culturali aperte agli esterni libera (carattere fotografie) regole aziendali "logo" firma: DG e/o Presidente CUG - non uscire dagli spazi assegnati al CUG angolo del dipendente (gestito da sigma-informatica) Il Presidente trasmette indicazioni e file: AGRU-Settore Previdenziale con autorizzazione Aziendale pagina web del CUG il Presidente trasmette il file al Sottogruppo 2 distribuzione libera presso le portinerie bacheca aziendale - regole aziendali "affissioni per interni" - esporre in tutti i PO anche se iniziative locali - non uscire dagli spazi assegnati al CUG documento contenuto forma grafica strumento diffusione autorizzato vincoli immagini: rispettino l'integrità morale femminile,maschile,razziale segue Volantino/ locandina vincoli testi: chiarezza: contenuto, costo eventuale, luogo, data inizio, sede, referente, modalità di contatto/iscrizione attività culturali aperte agli esterni Diffusione contenuti tecnici (es. recapiti, apertura/chiusura servizi, informativa per carattere: arial 11/12 regole aziendali “logo” Web del CUG in carico ai sottogruppi pagina web del CUG il Presidente trasmette il file al Sottogruppo 2 home page sito AO il Presidente trasmette a SIA distribuzione libera presso le portinerie e come autorizzato dalla Direzione bacheca aziendale - regole aziendali “affissioni per interni” - esporre in tutti i PO anche se iniziative locali - non uscire dagli spazi assegnati al CUG immagini: rispettino l'integrità morale femminile,maschile,razziale testi: chiarezza: contenuto, luogo, data inizio, sede, referente, modalità di contatto coerente con i contenitori pre-definiti e argomenti Il Presidente trasmette indicazioni e file: AGRU-Settore Previdenziale con autorizzazione Aziendale firma: Presidente CUG attività di raccolta dati, questionari, ecc. ) testi da inserire sulla pagina angolo del dipendente (gestito da sigma-informatica) carattere: arial 11/12 no logo angolo del dipendente (gestito da sigma-informatica) Il Presidente trasmette indicazioni e file: AGRU-Settore Previdenziale con autorizzazione Aziendale pagina web del CUG il Presidente trasmette il file al Sottogruppo 2 distribuzione libera vietata pagina web del CUG il Presidente trasmette il file al Sottogruppo 2 visto testo/immagini: Coordinatore Sottogruppo; visto autorizzazione: Presidente/DG Approvazione veste grafica: sottogruppo 2 inserimento: 5 giorni lavorativi documento contenuto forma grafica vincoli strumento diffusione autorizzato vincoli opuscolo coerente con i contenitori pre-definiti e argomenti libera (carattere fotografie) regole aziendali "logo" angolo del dipendente (gestito da sigma-informatica) Il Presidente trasmette indicazioni e file: AGRU-Settore Previdenziale con autorizzazione Aziendale firma: DG e/o Presidente CUG pagina web del CUG il Presidente trasmette il file al Sottogruppo 2 immagini: rispettino l'integrità morale femminile,maschile,razziale stampa presso le portinerie e come autorizzato dalla Direzione testi: chiarezza contenuto, evitare ripetizioni e ridondanze e sigle prive di riferimento per esteso N.B.: comunicazioni per i Media: è il Presidente che organizza con Responsabile Comunicazione esterna in carico ai sottogruppi C - GESTIONE BACHECA E PUBBLICAZIONE TRAMITE SOGGETTI TERZI modalità esposizione 1--> 2 --> 3 --> 4 --> bacheca sedi: Responsabile Area Affari Generali e Legali (AAGGLL) aziendale P.O. Chiari Il Presidente CUG trasmette al Responsabile AAGGLL le istruzioni per tramite fattorini P.O.Iseo l'esposizione e il materiale da esporre 5 --> Il Responsabile provvede presidio Orzinuovi presidio Palazzolo presidio Rovato angolo dipendente per comunicazioni e/o trasmissione documentazione AGRU - Settore Previdenziale il Presidente CUG trasmette e-mail con indicazioni e autorizzazione della Direzione il File (anche zippato) da pubblicare pagina cug del sito per aggiornamento colonna tre (3) sottogruppo 2 il Presidente CUG trasmette e-mail con autorizzazione e File da pubblicare per aggiornamento colonna due (2) sottogruppo 2 il Presidente CUG trasmette testo autorizzato da modificare si può richiedere trasmissione email di avviso in prossimità della pubblicazione dello stipendio il Coordinatore sottogruppo 2 inoltra richiesta a Service Desk Il SIA riceve la richiesta e contatta Coordinatore sottogrupppo 2 per trasmissione testo da modificare 4. Analisi di genere dei dati aziendali La presentazione dei dati aziendali consente di far emergere eventuali criticità relative alle pari opportunità uomo-donna nell’ambiente di lavoro e proporre eventuali azioni propositive atte al superamento delle problematiche emerse. Il sottogruppo di lavoro si è avvalso della collaborazione dell’Area Gestione Risorse Umane che ha fornito i dati per poter effettuare l’analisi. L’attività si è sviluppata in tre punti: o ricerca dei dati da analizzare; o elaborazione dei dati; o predisposizione della relazione. Il lavoro ha preso in esame gli operatori a tempo indeterminato e a tempo determinato con rapporto contrattuale attivo al 31.12.2013. Tutte le informazioni raccolte sono state differenziate per genere e tipologia di contratto, categoria ed età. 4.1 Analisi del personale per genere e tipologia di contratto Al 31 dicembre 2013 il personale complessivo presente in Azienda era di 1441 persone (comprendenti il totale dei dipendenti e dei non dipendenti/liberi professionisti), di cui 1336 a tempo indeterminato e 105 a tempo determinato (tabella 1). Tabella 1 : Dipendenti a tempo indeterminato e a tempo determinato suddivisi per genere Dipendenti Femmine % Maschi % Totale 943 65,44 393 27,27 1336 72 5,00 33 2,29 105 A tempo indeterminato A tempo determinato La percentuale di persone a tempo indeterminato dell’Azienda diviso per genere rispetto al totale dei dipendenti è pari al 65,44% per le femmine e il 27,27% per i maschi, mentre la percentuale del personale a tempo determinato è del 5% per le femmine e del 2,29% per i maschi (Tabella 1, Grafico 1 e 2). La presenza di un alto tasso di occupazione di donne è in linea con la tendenza della pubblica amministrazione italiana. Grafico 1: Dipendenti a suddivisi per genere e tipologia di contratto Grafico 2: Dipendenti a suddivisi per genere Il personale dell’azienda è suddiviso in Dirigenti e Comparto: i Dirigenti sono classificati in prima fascia e seconda fascia, mentre il Comparto è classificato in categorie A, B, Bs, C, D, Ds, aventi al loro interno i seguenti profili: Categoria A : Ausiliario , Commesso Categoria B : Operatore tecnico, Coadiutore Amministrativo, OTA Categoria Bs : Operatore tecnico Specializzato, Coadiutore Amministrativo Esterno, OSS, Infermiere Generico Categoria C : Operatore Tecnico Specializzato Esterno, Assistente Tecnico, Programmatore, Assistente Amministrativo, Infermiere Generico Esperto Categoria D : Collaboratore Amministrativo Professionale, Lavoratore Tecnico Professionale, Collaboratore Professionale Sanitario Categoria Ds : Collaboratore Amministrativo Professionale Esperto, Collaboratore Tecnico Professionale Esperto, Collaboratore Professionale Sanitario Esperto Nell’analisi i dipendenti sono così suddivisi per genere come nella tabella n. 2, i valori percentuali riportati nella tabella sono stati calcolati sul totale dei lavoratori aziendali. Tabella 2 : Personale dipendente diviso per genere e categoria Categoria Femmine % Maschi % Totale % 5 0,35 26 1,80 31 2,15 Dirigenti seconda fascia 130 9,02 121 8,40 251 17,42 Posizioni Organizzative 17 1,18 9 0,62 26 1,80 571 39,63 138 9,58 709 49,20 292 20,26 132 9,16 424 29,42 1015,00 70,44 426,00 29,56 1441,00 100,00 Dirigenti prima fascia Terza area (ex posizioni C o assimilabili) Altri dipendenti TOTALE Grafico 3: Dipendenti divisi per categoria e genere Suddividendo la categoria dei Dirigenti per fascia di appartenenza, prima e seconda come da Tabella 3, notiamo che la percentuale di Dirigenti Femmine è maggiore nella seconda fascia rispetto ai dirigenti Maschi, viceversa la percentuale dei Dirigenti Maschi supera i Dirigenti Femmina per quanto riguarda la prima fascia (grafico 4). Tabella 3 : Personale Dirigente diviso per genere e fascia Dirigenti prima fascia Dirigenti seconda fascia TOTALE Femmine % Maschi % Totale % 5 130 135 1,77 46,10 47,87 26 121 147 9,22 42,91 52,13 31 251 282 10,99 89,01 100 Grafico 4: Dirigenti divisi per genere e fascia Dall’ analisi dei dati si evince che i Dirigenti costituiscono il 19,57% dei lavoratori dell’Azienda (282 dei 1441 dipendenti): l’analisi di genere rileva che i Dirigenti Maschi sono numericamente di poco superiori alle Dirigenti Femmine, nonostante il personale femminile rappresenti il 70,44% del personale dell’Azienda. 4.2 Analisi del personale per età In questo capitolo viene analizzato il personale diviso per classi di età, le classi prese in esame sono: meno di 30 anni, dai 31-40 anni, dai 41-50 anni, oltre i 50 sul totale dei dipendenti 1441, divisi per genere e successivamente per qualifica posizione. Tabella 4 : Personale suddiviso per classi d’età e genere Età Meno di 30 anni 31 – 40 anni 41 – 50 anni Oltre 50 anni TOTALE Femmine 98 241 374 302 1015 % 6,80 16,72 25,95 20,96 70,44 Maschi 28 85 141 172 426 % 1,94 5,90 9,78 11,94 29,56 Totale 126 326 515 474 1441 % 8,74 22,62 35,74 32,89 100,00 Dalla tabella 4 e grafico 5 è evidente che i Dipendenti con meno di 30 anni costituiscono il 8,74% del personale totale e che la classe di età più rappresentata è quella compresa fra 41-50 anni con buona rilevanza anche per a fascia oltre i 50 anni; inoltre è ancora evidente che il personale femminile prevale in tutte le fasce di età. Grafico 5: Personale per classi d’età e genere Se analizziamo i dati suddivisi oltre che per età anche per categoria come riportato nella tabella 5 è evidente che le categorie con maggior numero di personale femminile rispetto al personale maschile sono le categorie riferite al personale del comparto, un dato significativo della presenza di femmine è dato dalla categoria dei Dirigenti di seconda fascia tra i 31 – 40 anni. Le femmine iniziano ad occupare una posizione apicale solo dopo i 41 anni. Fra i Dirigenti di prima fascia prevalgono i Maschi. I Dirigenti di seconda fascia sotto i 40 anni sono in prevalenza Femmine (54 vs 30), mentre oltre i 50 anni si rileva ancora netta prevalenza dei Dirigenti Maschi. Tabella 5 : Personale suddiviso per classi d’età, genere e categorie Categorie Meno di 30 anni 31 – 40 anni 41 – 50 anni Oltre 50 anni F. M. F. M. F. M. F. M. Dirigenti di prima fascia 0 0 1 0 0 4 4 22 Dirigenti di seconda fascia 1 1 53 29 40 40 33 49 Posizione organizzativa 0 0 0 1 8 7 12 3 91 24 162 42 234 37 84 35 6 3 25 13 92 53 169 63 98 28 241 85 374 141 302 172 Terza area (ex posizioni C o assimilabili) Altri dipendenti TOTALE L’analisi del grafico di seguito riportato sembra indicare che le attività sanitarie ed amministrative di supporto, non dirigenziali, nella nostra Azienda siano prerogativa femminile. Grafico 6: Personale per classi d’età e genere 4.3 Analisi del personale Part-time Il personale part-time presente in Azienda al 31.12.2013 era di 236 persone pari al 16,38% sul totale dei dipendenti (1441) come da tabella 6. Tabella 6 : Personale part-time suddiviso per genere totale % Part-time F. % M. % Part-time = al 50% 22 1,53 5 0,35 27 1,87 Part-time ≥ al 50% 207 14,37 2 0,14 209 14,50 TOTALE 229 15,89 7 0,49 236 16,38 La tabella mostra come il lavoro part-time sia prerogativa quasi esclusivamente femminile: 229 Femmine vs 7 Maschi hanno un rapporto di lavoro part-time. Gli stessi dati evidenziano come il 22,56% del Personale Femminile (229 delle 1015 Donne) lavori part-time, contro l’1,64% del Personale Maschile (7 dei 426 Maschi). La scelta del lavoro part-time cade prevalentemente sul part-time ≥ 50%. Grafico 7: Personale part-time suddiviso per genere Di seguito viene analizzato il personale del comparto raffrontando la dotazione organica rispetto ai posti a part-time occupati e ai posti a part-time liberi, i dati forniti sono aggiornati al 01/10/2014. Tabella 7 : Raffronto tra Dotazione del personale, Posti Part-time occupati, Posti part-time disponibili del Ruolo Sanitario - Categoria DS Infermiere Ostetrica Tecnico di Laboratorio Tecnico di Radiologia Dietista Fisioterapista Logopedista Assistente Sanitaria TOTALE CATEGORIA Posti Dotazione Organica 30 3 5 2 1 5 1 1 48 Posti Part-time occupati Posti Part-time disponibili 2 1 0 0 0 0 0 0 3 5,50 -0,25 1,25 0,50 0,25 1,25 0,25 0,25 9,00 Grafico 8: Raffronto tra Dotazione del personale, Posti Part-time occupati, Posti part-time disponibili del Ruolo Sanitario - Categoria DS Tabella 8 : Raffronto tra Dotazione del personale, Posti Part-time occupati, Posti part-time disponibili del Ruolo Sanitario - Categoria D Infermiere Infermiere Pediatrico Ostetrica Tecnico di Laboratorio Tecnici di Radiologia Tecnico di Neurofisiopatologia Tecnico San..Fis.Card.Perf. Audiometrista Fisioterapista Lopopedista Ortottista Posti Dotazione Organica 456 3 24 50 23 2 0 1 22 11 1 Posti Part-time occupati 114 2 4 16 1 0 0 0 6 1 0 Posti Part-time disponibili 0,00 -1,25 2,00 -3,50 4,75 0,50 0,00 0,25 -0,50 1,75 0,25 Psicomotricista Educatore Professionale Pers.Vig. Ispezione Assistenti Sanitarie 7 11 1 3 1 3 0 0 0,75 -0,25 0,25 0,75 TOTALE CATEGORIA 615 148 5,75 Grafico 9: Raffronto tra Dotazione del personale, Posti Part-time occupati, Posti part-time disponibili del Ruolo Sanitario - Categoria D Tabella 9 : Raffronto tra Dotazione del personale, Posti Part-time occupati, Posti part-time disponibili del Ruolo Sanitario - Categoria C e Bs Puericultrice Infermiere Generico Massofioterapista TOTALE CATEGORIA Infermiere Generico Puericultrice TOTALE CATEGORIA Posti Dotazione Organica Categoria C 3 14 1 18 Categoria Bs 2 0 2 Posti Part-time Posti Part-time occupati disponibili 1 1 0 2 -0,25 2,50 0,25 0 0 0 0,50 2,5 0,00 0,5 Grafico 10: Raffronto tra Dotazione del personale, Posti Part-time occupati, Posti part-time disponibili del Ruolo Sanitario - Categoria C e Bs Tabella 10 : Raffronto tra Dotazione del personale, Posti Part-time occupati, Posti part-time disponibili del Ruolo Tecnico - Categoria Ds e D e C Coll.Tecnico Prof.le Esperto TOTALE CATEGORIA Assistenti Sociali Coll.Tecnico Professionale TOTALE CATEGORIA Assistente Tecnico Posti Dotazione Organica Categoria Ds 3 3 Categoria D 4 3 7 Categoria C 10 Posti Part-time Posti Part-time occupati disponibili 0 0 0,75 0,75 1 0 1 0,75 0 2,50 0,00 0,75 Programmatore Operatore Tec. Specializzato Autista Autista Ambulanza Conduttore Caldaie Cuoco Diplomato Elettricista Manutentore Tecnico TOTALE CATEGORIA 6 12 1 12 1 6 2 2 52 0 1 0 1 0 2 0 0 4 1,50 2,00 0,25 2,00 0,25 -0,50 0,50 0,50 9 Grafico 11: Raffronto tra Dotazione del personale, Posti Part-time occupati, Posti part-time disponibili del Ruolo Tecnico - Categoria Ds e D e C Tabella 11 : Raffronto tra Dotazione del personale, Posti Part-time occupati, Posti part-time disponibili del Ruolo Tecnico - Categoria Bs e B e A Oss Operatore Tec. Specializzato TOTALE CATEGORIA Operatore Tecnico Ota TOTALE CATEGORIA Posti Dotazione Posti Part-time Posti Part-time Organica occupati disponibili Categoria Bs 86 6 15,50 54 8 5,50 140 14 21,00 Categoria B 2 13 1,25 2 7 -0,25 20 4 1,00 Categoria A Ausiliari Specializzati TOTALE CATEGORIA 70 70 18 18 -0,50 -0,5 Grafico 12 : Raffronto tra Dotazione del personale, Posti Part-time occupati, Posti part-time disponibili del Ruolo Tecnico - Categoria Bs e B e A Tabella 12: Raffronto tra Dotazione del personale, Posti Part-time occupati, Posti part-time disponibili del Ruolo Amministrativo Collab. Amm.vo Prof.le Esp. TOTALE CATEGORIA Collab. Amm.vo Prof.le TOTALE CATEGORIA Assistente Amm.vo TOTALE CATEGORIA Posti Dotazione Organica Categoria DS 10 10 Categoria D 12 12 Categoria C 47 47 Categoria Bs Posti Part-time Posti Part-time occupati disponibili 1 1 1,50 1 1 2,00 12 12 -0,25 1,50 2,00 -0,25 Coadiutore Amm.vo Esp. TOTALE CATEGORIA Coadiutore Amm.vo TOTALE CATEGORIA Commesso TOTALE CATEGORIA 44 44 Categoria B 23 23 Categoria A 1 1 9 9 2,00 3 3 2,75 2,00 2,75 1 1 -0,75 -0,75 Grafico 13: Raffronto tra Dotazione del personale, Posti Part-time occupati, Posti part-time disponibili del Ruolo Amministrativo 4.4 Analisi del personale che usufruisce dei benefici della legge 104/92 Il personale he usufruisce dei benefici della legge 104/92 al 31.12.2013 corrisponde a 109 dipendenti pari al 7,56% sul totale (1441) come da tabella 13. Tabella 13 : Personale che usufruisce dei benefici della L.104/92 per classi d’età e genere Età Meno di 30 anni 31 – 40 anni 41 – 50 anni Oltre 50 anni TOTALE Femmine 0 9 32 38 79 % 0,00 0,62 2,22 2,64 5,48 Maschi 0 3 5 22 30 % 0,00 0,21 0,35 1,53 2,08 Totale 0 12 37 60 109 % 0,00 0,83 2,57 4,16 7,56 Grafico 14 : Personale che usufruisce dei benefici della L.104/92 per classi d’età e genere 4.5 Conclusioni In riferimento all’analisi di cui sopra, il gruppo è giunto alle seguenti conclusioni: La fotografia del personale è sovrapponibile ai dati nazionali, con una prevalenza della percentuale delle dipendenti femmine rispetto ai maschi. La popolazione dei lavoratori dell’azienda: o per circa il 68,63% è oltre i 41 anni, il 67,10% delle donne è in età fertile. o la popolazione dei lavoratori dell’azienda nell’anno 2009 era di circa il 63% oltre i 41 anni, mentre il 76% delle donne era in età fertile. Si evince pertanto il progressivo invecchiamento della popolazione dei lavoratori. Per quanto riguarda l’analisi del part-time è una prerogativa delle popolazione femminile. Non sono disponibili i dati relativi alle richieste inevase, i dati relativi alla suddivisione della popolazione per fasce di età per capire l’entità del fenomeno e la durata del part-time. 5. Benessere del dipendente: l’indagine conoscitiva del 2013 Nel corso del 2013, nell’ambito delle iniziative connesse al benessere del dipendente e della conciliazione famiglia-lavoro, il CUG ha avviato un’indagine conoscitiva al fine di rilevare i bisogni del dipendente. Di seguito la presentazione dei dati generali accompagnati da riflessioni utili per la loro analisi. Dati generali Nel mese di aprile è stato inviato a tutti i dipendenti un questionario per la rilevazione dei bisogni connessi con il benessere lavorativo. I questionari inviati sono stati n.1417 .Quelli restituiti compilati sono stati 431 (30.4%) così distribuiti: n. 313 (72.6%) nel Presidio di Chiari, n.77 (17.9%) nel Presidio di Iseo, n.28 (6.5%) nel Presidio di Orzinuovi, n.9 (2%) nello Stabilimento di Palazzolo, n.4 ( 1%) nello Stabilimento di Rovato. Per quanto riguarda il GENERE hanno risposto maggiormente le persone appartenenti a quello femminile. distribuzione delle risposte fornite per QUALIFICHE evidenzia la prevalenza di risposte fornite dai dirigenti sanitari e dal personale infermieristico-ostetrico. Seguono i tecnici sanitari e gli amministrativi. . TAB 1 SESSO CHIARI FEMMINE MASCHI NON DICHIARATO TOTALE ISEO ORZINUOVI ROVATO PALAZZOLO 231 60 24 3 6 90 15 5 1 3 7 0 0 0 0 321 75 29 4 9 SESSO 250 231 200 150 FEMMINE MASCHI 100 NON DICHIARATO 90 60 50 7 0 CHIARI 24 15 0 ISEO 5 0 ORZINUOVI 3 1 ROVATO 0 6 3 0 PALAZZOLO TAB 4 QUALIFICA MASCHI CHIARI ISEO ORZINUOVI PALAZZOLO ROVATO 9 2 0 0 0 DIRIGENTI SANITARI 25 5 1 0 1 INFERMIERI/OSTETRICI 29 5 1 2 0 TECNICI SANITARI 16 1 3 1 0 ALTRO 10 2 0 0 0 4 0 0 0 0 93 15 5 3 1 AMMINISTRATIVI ND TOTALE QUALIFICA MASCHI 30 29 25 25 20 AMMINISTRATIVI DIRIGENTI SANITARI 16 INFERMIERI/OSTETRICI 15 TECNICI SANITARI 10 ALTRO 10 9 ND 5 5 4 2 5 1 3 2 0 0 CHIARI ISEO 1 0 1 2 0 0 ORZINUOVI 0 0 1 0 0 0 PALAZZOLO 1 0 0 0 0 ROVATO Per quanto riguarda l’orario di lavoro la maggioranza delle risposte è stata fornita da personale a tempo pieno, sia maschi che femmine, con prevalenza nel Presidio di Chiari, anche se evidentemente per qualsiasi iniziativa da valutare non è stato escluso alcun presidio dell’Azienda. Si puo’ notare la risposta significativa, sul totale delle risposte, del personale part-time femminile. TAB 5 ORARIO DI LAVORO CHIARI ISEO ORZINUOVI PALAZZOLO ROVATO 184 46 23 4 1 TEMPO PIENO MASCHI 86 14 5 3 1 PART-TIME FEMMINE 38 14 1 2 2 2 1 0 0 0 310 75 29 9 4 TEMPO PIENO FEMMINE PART-TIME MASCHI TOTALE ORARIO DI LAVORO 200 180 184 160 140 120 100 TEMPO PIENO FEMMINE TEMPO PIENO MASCHI 86 PART-TIME FEMMINE 80 PART-TIME MASCHI 60 40 46 38 20 23 14 14 2 0 CHIARI 1 ISEO 5 1 ORZINUOVI 0 4 3 2 0 PALAZZOLO 1 1 2 ROVATO 0 La seguente tabella mostra la distribuzione dei profili nei vari presidi, evidenziando che la risposta all’indagine è pervenuta da tutte le qualifiche rappresentate, in particolar modo da alcuni profili, in particolare quello infermieristico ostetrico. TEMPO PIENO 90 86 80 AMMINISTRATIVI F 70 AMMINISTRATIVI M DIRIGENTE SANITARIO F 60 DIRIGENTE SANITARIO M 50 40 INFERMIERI/OSTETRICI F INFERMIERI/OSTETRICI M 35 TECNICI SANITARI F 30 29 25 25 ALTRO F 20 10 TECNICI SANITARI M 25 16 1514 10 8 7 22 0 CHIARI ALTRO M 10 5 5 2 8 2 1011 ISEO 8 1 3 5 231 00001 00 0 ORZINUOVI 0001 100000 PALAZZOLO ROVATO Di seguito viene rappresentata la distribuzione del numero dei figli, per età, nelle varie qualifiche dei soggetti che hanno partecipato all’indagine. Si puo’ riscontrare la scarsa necessità di avviare iniziative come l’asilo nido, data l’esiguità del numero di figli in tale fascia di età (si ricordi la specifica indagine aziendale già svolta, con analogo esito). I dati rappresentati inducono anche a riflessioni collegate al dato di natalità del personale, sulla base delle dichiarazioni espresse. FIGLI P.O. CHIARI 70 61 60 50 AMMINISTRATIVI 40 DIRIGENTI SANITARI 38 INFERMIERI/OSTETRICI 31 30 TECNICI SANITARI 29 ALTRO 20 ND 17 15 15 14 12 10 0 6 9 8 5 4 1 1 0-3 aa 8 4 0 3-10 aa 7 7 5 2 0 OLTRE 15 2 2 3 N.D. 4 4 NESSUN FIGLIO FIGLI P.O. ISEO 14 14 14 12 10 9 AMMINISTRATIVI DIRIGENTI SANITARI 8 7 INFERMIERI/OSTETRICI TECNICI SANITARI 6 5 4 4 4 ALTRO 4 4 2 2 0 ND 3 3 1 0 0 0 0-3 aa 1 0 0 0 0 3-10 aa 0 OLTRE 0 0 0 N.D. 0 0 0 0 0 NESSUN FIGLIO Rappresentazione delle preferenze espresse dai dipendenti che hanno partecipato all’iniziativa: emergono chiaramente le preferenze legate alla banca ore, all’attivazione di corsi di Yoga, allo spazio relax del dipendente. Seguono la ludoteca per i figli dei dipendenti, il maggiordomo aziendale e la spesa on line. TAB 12 PRESIDIO LUDOTECA MAGGIORDOMO SPESE ON-LINE BANCA ORE CORSO YOGA CHIARI 73 69 50 136 111 159 ISEO 20 13 6 35 24 28 ORZINUOVI 4 7 5 19 10 8 PALAZZOLO 3 5 3 2 0 0 ROVATO 2 2 1 3 0 2 102 96 65 195 145 197 TOTALE SPAZIO RELAX PREFERENZE PER PRESIDIO 159 160 140 136 120 111 100 CHIARI 80 ISEO 73 ORZINUOVI 69 PALAZZOLO 60 ROVATO 50 40 20 35 20 13 4 3 0 LUDOTECA 7 2 5 2 MAGGIORDOMO 6 5 28 24 19 10 3 1 SPESE ON-LINE 2 3 BANCA ORE 8 0 0 CORSO YOGA 0 2 SPAZIO RELAX Altre iniziative segnalate dai dipendenti: - disponibilità di una biblioteca per i dipendenti; - organizzazione di crest (centri di ricreazione estiva) per i figli dei dipendenti; - corsi di postura da effettuarsi in azienda. Si segnalano i seguenti suggerimenti a favore di iniziative per i dipendenti: - accesso facilitato a prestazioni fisiatriche e di agopuntura per visite e trattamenti; - attivazione di convenzioni con palestre, centri commerciali, compagnie di assicurazione per acquisti agevolati; - attivazione di uno sportello di ascolto per i dipendenti; - assegnazione di un locale per il personale di Radiologia (per il personale in reperibilità); - convenzioni con telefonia agevolata; - wy fee free a favore dei dipendenti . 6. Benessere organizzativo In Azienda la prima valutazione del benessere organizzativo si è sviluppata a partire dall'anno 2012 e si è conclusa a inizio 2014. La valutazione è stata basata sui risultati della precedente valutazione del rischio stress lavoro correlato, ed è stata condotta da uno staff dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, a cura del Prof. Luigi Pati e della Dott.ssa Paola Zini. IL REPORT DI VALUTAZIONE DEL BENESSERE ORGANIZZATIVO Per un'immediata focalizzazione delle tematiche affrontate e delle finalità del lavoro si riportano qui integralmente, in corsivo, alcuni passi introduttivi della relazione finale prodotta: “PREMESSA Negli attuali contesti lavorativi le risorse umane costituiscono una parte importante delle risorse intangibili possedute dall’impresa. L’uomo diviene, quindi, elemento strategico, leva per lo sviluppo di condizioni competitive. Tuttavia, molte realtà lavorative sembrano lontane dal dedicare attenzioni all’umanizzazione del lavoro ed al far emergere le persone; ci troviamo di fronte a “Bad Jobs”, in cui regna il pericolo della desoggettivizzazione. Di fronte a un mondo del lavoro competitivo, complesso, incerto, in cui le persone sentono minacciato il proprio benessere, è urgente dar vita a nuove forme organizzative per creare “lavoro buono”. Da queste considerazioni ha preso le mosse la valutazione del rischio organizzativo presso l’Azienda Ospedaliera Mellino Mellini, al fine di mettere in luce le condizioni organizzative che favoriscono, od ostacolano, il configurarsi dell’ambiente di lavoro come spazio di crescita umana e professionale. Nello specifico, effettuare la valutazione del rischio organizzativo implica analizzare il clima organizzativo, i rapporti che si stabiliscono nell’ambiente di lavoro, e, pertanto, comprendere lo stato di benessere di una organizzazione. Va rilevato che tale valutazione del rischio organizzativo è stata preceduta dall’analisi dello stress lavoro correlato. Pertanto, la valutazione del clima si è avvalsa di alcuni dati sullo stress e burn out, approfondendo le condizioni organizzative che li hanno determinati. OBIETTIVI • enucleare le modalità gestionali - organizzative dell’ambiente di lavoro • mettere in luce la natura delle relazioni che si stabiliscono nell’ambiente di lavoro • rilevare i punti di forza e di debolezza dell’organizzazione del lavoro • offrire indicazioni per delineare l’ambiente di lavoro come luogo di crescita-sviluppo umano e professionale. DISEGNO DELLA RICERCA Il disegno di ricerca è stato sequenziale a tre stadi: 1. INDAGINE QUALITATIVO-ESPLORATIVA, svolta attraverso un colloquio con alcuni testimoni privilegiati, al fine di ottenere alcune informazioni sull’azienda. 2. INDAGINE QUANTITATIVO ESTENSIVA, svolta con un campione (pari al 20%) dei lavoratori dell’azienda, attraverso la somministrazione di un questionario (articolato in 91 items). 3. INDAGINE QUALITATIVA DI APPROFONDIMENTO, svolta con gruppi di lavoratori,mediante 3 focus group, al fine di approfondire quanto emerso dalla fase quantitativa. La ricerca è stata condotta nel biennio 2012-2013. Nello specifico, nel 2012 è stata svolta l’indagine qualitativo esplorativa e si è iniziata la fase quantitativo estensiva, che si è conclusa nel 2013, insieme all’indagine qualitativa di approfondimento. Tutte le fasi della ricerca sono state condivise con il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, con un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e con il gruppo di lavoro “Benessere Organizzativo”, facente parte del CUG aziendale.” INDAGINE QUALITATIVO-ESPLORATIVA Sono stati intervistati i componenti della Direzione Strategica ed i Medici Competenti sui temi della formazione, della organizzazione delle UU.OO./Servizi, della conciliazione famiglia-lavoro, della sicurezza e della salute dei lavoratori. INDAGINE QUANTITATIVO ESTENSIVA Per l’indagine quantitativo estensiva si è utilizzato lo strumento del questionario. Il questionario, costruito dallo staff dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, è stato condiviso con il gruppo di lavoro “Benessere organizzativo”. Ciò ha permesso di adeguare maggiormente gli item al contesto della nostra azienda. Il questionario è stato somministrato ad un campione di lavoratori afferenti ad alcune UO/Servizi che erano risultate dalla valutazione oggettiva del rischio stress con un rischio medio. Con il gruppo di lavoro sono state concordate le UO/Servizi a cui somministrarlo. La scelta è stata quella di individuare, all’interno delle UO/Servizi con un rischio medio di stress lavoro correlato, quelle che dalla valutazione soggettiva erano risultate critiche e quelle meno critiche, al fine di poter compiere una comparazione. Le U.O. indagate sono state: - presso l'ospedale di Chiari: Ortopedia, Medicina, Emodialisi, Pronto Soccorso, Ostetricia e Ginecologia, Neurologia; - presso l'ospedale di Iseo: Medicina, Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, Centro Psico Sociale, Chirurgia; - presso l'ospedale di Orzinuovi: Centro Psico Sociale, Hospice; - presso il presidio di Rovato: Centro Psico Sociale. Sono stati così raccolti 308 questionari, compilati per il 30,4% da uomini e per il 69,6% da donne, che sono stati poi analizzati anche con l'aiuto di uno specifico software. In relazione si sono rappresentati i dati complessivi, commentando ed interpretando quelli più meritevoli di attenzione. In estrema sintesi: - Ambiente di lavoro: giudizio globalmente positivo, con alcune criticità - Dimensione culturale: dal lavoro si trae soddisfazione e si apprende, ma occorrerebbe dare maggiore sistematicità alle occasioni - Dimensione relazionale: relazioni verticali (superiori) globalmente positive; relazioni con pazienti e familiari globalmente positive. Dimensione organizzativo gestionale: emergono o problemi di ascolto e di riconoscimento del proprio lavoro o scambi di informazioni e comunicazione positivi o buona autonomia nello svolgere il proprio lavoro o alcuni compiti richiedono livelli di stress e di fatica eccessivi o un positivo senso di appartenenza/solidarietà nel lavoro - Percezione che l'Azienda si preoccupi della salute dei lavoratori: rispondono per circa il 68% abbastanza/molto e per circa il 32% poco/per nulla - Giudizio sul livello delle misure di sicurezza: maggiormente segnalati livelli critici per atti di violenza e per stress lavoro correlato - Disturbi/malattie correlate al lavoro: secondo un 50% circa è SI e secondo l'altro 50% è NO - Disturbi maggiormente considerati come correlati al lavoro: mal di schiena, mal di testa, ansia/irritabilità, disturbi del sonno - Aspetti della vita sociale e familiare che maggiormente risentono del lavoro: risposte più frequenti: trascorrere le feste in famiglia (123), rapporti con il coniuge (111), riposo dopo il turno (110) - tempo libero lasciato dal lavoro: per il 4% molto, per il 60% sufficiente, per il 34% troppo poco - percezione del benessere e del malessere - 12 dimensioni di benessere e 12 dimensioni di malessere individuate da Avallone (F. Avallone, A. Pamplomatas, Salute organizzativa, Psicologia del benessere nei contesti lavorativi Cortina, Milano 2005): dall'analisi delle risposte non sono risultate correlazioni significative tra situazioni di benessere e specifico reparto; sono invece risultate alcune correlazioni significative tra situazioni di malessere e specifico reparto. Suggerimenti più indicati per il miglioramento dell'organizzazione: − sistemi di valutazione e di premiazione del personale (98) − comfort dell'ambiente di lavoro (95) − circolazione e chiarezza delle informazioni (84) − sistemi di conciliazione famiglia lavoro (84) − valorizzazione delle esperienze e competenze del personale (82) − formazione e aggiornamento del personale (75) − coinvolgere il personale nelle scelte e nelle decisioni (71) − rapporti tra colleghi (51) Domande aperte: L’ultima sezione del questionario era composta da tre domande aperte: Indichi quale iniziativa secondo lei può favorire la conciliazione famiglia-lavoro: le iniziative maggiormente indicate sono state: turni regolari, orari flessibili, part time, asilo nido aziendale, concordare la scelta dei giorni per il recupero ore, poter avere alcuni week end liberi, poter usufruire di riposi e ferie, aumento del personale, riduzione dell’orario di lavoro Indichi un elemento che nel suo contesto lavorativo attualmente favorisce un buon clima di lavoro: fra le risposte si segnalano i buoni rapporti con i colleghi, contraddistinti dalla collaborazione, fiducia, condivisione, ascolto, scambi di opinione, disponibilità al confronto; anche momenti informali di convivialità, come la pausa caffè, contribuiscono a creare queste buone relazioni. Indichi un elemento che nel suo contesto lavorativo attualmente ostacola un buon clima di lavoro: le risposte indicano i seguenti elementi: elevato carico di lavoro, personale insufficiente, burocrazia, stress, rapporti gerarchici e mancata collaborazione. INDAGINE QUALITATIVA DI APPROFONDIMENTO Quest'ultima fase di indagine si è svolta con lo strumento del focus group, con confronti dei partecipanti sui vari aspetti lavorativo-organizzativi, a partire da alcune domande atte a stimolare un loro processo riflessivo. Si sono svolti tre incontri: uno con il personale ausiliario, uno con il personale infermieristico e uno con il personale medico, ad ognuno dei quali ha partecipato un operatore per ogni UO indagata. Da ogni incontro sono emerse esigenze e suggerimenti di miglioramento, ma si sono focalizzate anche situazioni positive presenti. CONCLUSIONI DEL REPORT La relazione evidenzia infine alcune conclusioni risultanti dalle indagini svolte: • Vi è una buona soddisfazione lavorativa espressa dai lavoratori: l’85,7% di chi ha risposto al questionario dichiara di essere “abbastanza soddisfatto”, “soddisfatto”, “molto soddisfatto” dell’attuale lavoro. Ciò ci fa dire che le critiche che vengono mosse all’organizzazione sono formulate per il miglioramento della stessa e vanno interpretate come critiche costruttive. • Vi sono alcuni elementi di contesto, esterni all’organizzazione, così come emerso dalle interviste, che condizionano l’andamento dell’azienda ospedaliera stessa: normativa, spending review, istituto contrattuali,(…). • Non vi è nessuna correlazione tra le situazioni di benessere e le unità operative. Da ciò si può evincere che il benessere organizzativo non è dato dall’organizzazione dei singoli reparti, ma dall’intero andamento dell’A.O. M. Mellini. In relazione si enumerano poi i punti di forza e di debolezza dell'organizzazione aziendale, da considerare nel definire le misure di miglioramento. Le misure di miglioramento suggerite sono ascrivibili a diversi ambiti: contestuale, gestionale, relazionale e culturale. 6.1 Programma di attività per lo sviluppo del benessere organizzativo Sulla scorta della relazione sopra sintetizzata, il Gruppo di Lavoro sta approfondendo studi di fattibilità di iniziative nei diversi ambiti delineati dal report: - in ambito culturale si propone di istituire incontri interdisciplinari per la revisione e la discussione di casi clinici - in ambito organizzativo-gestionale si intenderebbe avviare una sperimentazione di autogestione della turnistica e della compensazione di ore straordinarie/riposi - nell'ambito relazionale sono allo studio momenti di incontro con Direzione Strategica finalizzati alla condivisione ed alla diffusione della conoscenza degli orientamenti aziendali - nell'ambito della sicurezza si è approfondito lo studio dei casi di atti di violenza verbale e fisica accaduti ad operatori aziendali, al fine di individuare i settori in cui avvengono con maggiore frequenza, di esaminarne le cause e di contribuire all'attuazione di misure atte alla riduzione del fenomeno (corsi formativi, provvedimenti organizzativi, ecc.) Per dare un'idea dell'entità del fenomeno aggressioni in azienda, nella tabella seguente si riassumono i dati raccolti nel periodo gennaio 2010 - agosto 2014: Anno moduli di altre denunce totale eventi segnalazione infortuni da ricostruiti presentati aggressione totale operatori coinvolti totale operatori infortunati totale giorni di infortunio 2010 16 7 17 23 7 19 2011 12 7 14 18 7 14 2012 32 10 27 55 + altri non 10 151 2013 21 10 18 29 + altri non 10 285 2014 12 4 12 16 4 19 specificati specificati La relazione evidenzia infine alcune conclusioni risultanti dalle indagini svolte: Vi è una buona soddisfazione lavorativa espressa dai lavoratori: l’85,7% di chi ha risposto al questionario dichiara di essere “abbastanza soddisfatto”, “soddisfatto”, “molto soddisfatto” dell’attuale lavoro. Ciò ci fa dire che le critiche che vengono mosse all’organizzazione sono formulate per il miglioramento della stessa e vanno interpretate come critiche costruttive. Vi sono alcuni elementi di contesto, esterni all’organizzazione, così come emerso dalle interviste, che condizionano l’andamento dell’azienda ospedaliera stessa: normativa, spending review, istituto contrattuali,(…). Non vi è nessuna correlazione tra le situazioni di benessere e le unità operative. Da ciò si può evincere che il benessere organizzativo non è dato dall’organizzazione dei singoli reparti, ma dall’intero andamento dell’A.O. M. Mellini. In relazione si enumerano poi i punti di forza e di debolezza dell'organizzazione aziendale, da considerare nel definire le misure di miglioramento. Le misure di miglioramento suggerite sono ascrivibili a diversi ambiti: contestuale, gestionale, relazionale e culturale. 7. Iniziative rivolte al benessere e alla conciliazione famiglia-lavoro I“PACCHETTI SALUTE” PER I DIPENDENTI Premessa L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute come la condizione in cui un soggetto o una comunità è in grado di realizzare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri bisogni e affrontare con successo le situazioni ambientali. L’attenzione alla salute non ha come scopo principale il raggiungimento di uno stato di salute perfetta, ma quello di assicurare la salute come una risorsa della vita quotidiana, capacità di realizzare il potenziale della singola persona e di rispondere positivamente alla sfida dell'ambiente, inteso anche come ambiente di lavoro. Poiché l’attività lavorativa nella nostra Azienda si svolge nell’ambito sanitario, ben si presta alla promozione di azioni positive orientate alla salute dei Dipendenti, aventi come finalità il miglioramento dello stato di benessere individuale e collettivo. A questo scopo fra le azioni positive proposte dal CUG nell’ambito del benessere organizzativo è stata sviluppata una iniziativa volta a promuovere la salute dei lavoratori, al di là di quanto previsto dalle norme cogenti per la sorveglianza sanitaria, caratterizzata dalla alla messa a disposizione dei dipendenti di percorsi diagnostico-terapeutici e di prevenzione, i “Pacchetti Salute”. 7.1 I “Pacchetti Salute” La proposta dei “Pacchetti Salute”, formulata durante gli incontri plenari del CUG nel 2014, è stata sviluppata da un apposito gruppo di lavoro, costituito dalla Presidente, da Medici e Biologi del Comitato e, successivamente, condivisa con tutti i componenti del CUG. L’ iniziativa prevede la possibilità per i dipendenti di fruire di “Pacchetti Salute” in regime e tariffa convenzionati, con accesso diretto alla specialistica ambulatoriale aziendale e percorso facilitato. Non è prevista la scelta del Medico specialista che erogherà le prestazioni comprese nel pacchetto in quanto non configurate come attività libera professionale. Le modalità di attuazione del progetto “Pacchetti salute” sono state definite in un apposito protocollo PT P7 345 001 PERCORSO PER LA FRUIZIONE DI PACCHETTI SALUTE PER I DIPENDENTI DELL’AZIENDA OSPEDALIERA MELLINO MELLINI. Sono stati definiti n.° 17 “Pacchetti Salute”, comprendenti: 1. Prevenzione cardiovascolare 2. Prevenzione oncologica donna 3. Prevenzione oncologica donna con tipizzazione HPV 4. Prevenzione oncologica uomo 5. Malattie della tiroide 6. Osteoporosi 7. Diabete 8. Epatopatie 9. Malattia celiaca 10. Chirurgia vascolare 11. Screening trombofilia 12. Medicina di Laboratorio 13. Visite specialistiche 14. Malattie allergiche 15. Consulenza dietetica 16. Consulenza educazione nutrizionale 17. Cure odontostomatologiche Ogni “Pacchetto Salute” è stato studiato come percorso diagnostico essenziale, a costo contenuto, per lo screening e/o inquadramento diagnostico delle patologie di più comune riscontro. I “Pacchetti Salute” comprendono visite mediche specialistiche, prestazioni di Medicina di Laboratorio, di Diagnostica per Immagini e altre prestazioni specialistiche di base, quali per esempio ECG. E’ inoltre disponibile un pacchetto comprendente le sole prestazioni di Medicina di Laboratorio, richiedibili direttamente dal Dipendente in regime di convenzione e un pacchetto comprendente prestazioni odontostomatologiche. I “Pacchetti salute” individuati potranno anche essere in futuro implementati, in risposta a richieste dei Dipendenti, a proposte dei Medici specialisti dell’Azienda oppure in relazione ad iniziative del CUG o di altri organismi aziendali.. Il costo complessivo per ogni pacchetto è calcolato sulla base dei costi delle prestazioni secondo il Tariffario Regionale vigente ai quali viene applicato uno sconto pari al 30%. Non viene inoltre applicata la quota ricetta, in quanto le prestazioni sono erogate con la modalità dell’accesso diretto. Fa eccezione il pacchetto relativo alle cure odontostomatologiche per le quali è previsto uno sconto del 5% rispetto al tariffario in vigore presso il Centro. I costi che il dipendente deve sostenere per il “Pacchetto Salute” individuato sono introitati dall’Azienda per la sola copertura delle spese derivanti dalla erogazione delle prestazioni. Le prestazioni incluse nei “Pacchetti Salute” sono erogate dai Medici specialisti nell’ambito della attività specialistica ambulatoriale istituzionale, non come libera professione, così come per il Servizio di Medicina di Laboratorio le prestazioni erogate rientrano nell’attività routinaria di equipe. Per eventuali prestazioni a completamento del pacchetto scelto è previsto che lo specialista rinvii il Dipendente al proprio Medico di Medicina Generale (MMG), che riveste ruolo centrale quale riferimento per la salute del cittadino. I “Pacchetti Salute” comprendono prestazioni specialistiche afferenti alle aree medica, chirurgica e dei servizi. L’organizzazione dei percorsi preventivo-diagnostici prevede pertanto il coinvolgimento degli specialisti ambulatoriali e del personale di supporto sanitario ed amministrativo, con valenza quindi multidisciplinare e interdipartimentale. Le modalità di gestione dei “Pacchetti Salute” sono condivise con i Dipartimenti Clinici ed Amministrativi aziendali coinvolti nella attuazione della iniziativa. Come fruire dei “Pacchetti salute” Il percorso per il Dipendente della AOMM che desidera fruire delle prestazioni di un “Pacchetto Salute” comprende la prenotazione del pacchetto, l’accesso alle prestazioni diagnostiche e alla visita specialistica ambulatoriale. Tutte le fasi del percorso dovranno essere effettuate dal Dipendente al di fuori dell’orario di servizio. E’ previsto che le visite specialistiche individuate nei “Pacchetti Salute”siano ricomprese fra le visite specialistiche previste dalle agende gestite dal CUP: per ogni tipo di visita inclusa nei pacchetti sono riservati specifici posti per i Dipendenti, che se non prenotati vengono ridestinati all’Utenza esterna. La prenotazione di un “Pacchetto Salute” deve essere effettuata dal Dipendente stesso direttamente al CUP dell’Azienda. Al momento della prenotazione il Dipendente sarà tenuto a compilare un apposito modulo di richiesta del pacchetto prescelto e a versare l’importo dovuto, secondo quanto previsto dalla convenzione per il pacchetto individuato. La ricevuta di pagamento e una copia della richiesta dovrà essere trattenuta dal Dipendente e presentata al momento della fruizione delle prestazioni comprese nel pacchetto. Il percorso per la fruizione del “Pacchetto Salute” scelto verrà indicato al Dipendente al momento della prenotazione. Fa eccezione la prenotazione della visita odontostomatologica e le eventuali cure successive che devono essere effettuate presso il CUP del Centro Odontostomatologico stesso con le modalità da questo previste. I “Pacchetti Salute” sono fruibili in tutti i presidi ospedalieri della AOMM dove sono presenti le attività specialistiche ambulatoriali ricomprese nel pacchetto prescelto. Le visite specialistiche sono erogate presso gli ambulatoriali dell’Azienda. Le prestazioni di Medicina di Laboratorio sono fruibili senza prenotazione, con accesso diretto del Dipendente. E’ possibile anche l’accesso con la modalità della preaccettazione (possibilità di programmare l’accesso al prelievo dopo la prenotazione del pacchetto salute scelto o delle singole prestazioni di Laboratorio indicate dal Dipendente). Le prestazioni di Diagnostica per Immagini erogate presso la Radiologia sono ricomprese fra le prestazioni previste dal Servizio. La prenotazione deve essere effettuata dal Dipendente direttamente al Servizio di Radiologia dopo l’acquisto del pacchetto. Le prestazioni di Diagnostica per Immagini erogate presso altre UU.OO. coinvolte nel progetto sono ricomprese fra le prestazioni della U.O. individuata ed erogate insieme alle altre prestazioni ricomprese nel pacchetto. Divulgazione della iniziativa Lo sviluppo e la attuazione di questa azione positiva del CUG, segnale di sensibilità e di attenzione nei confronti della salute e del benessere dei Dipendenti da parte della Azienda, comporta nella sua completa realizzazione anche la fase di divulgazione, per la quale diversi ambiti sono previsti. Il primo ambito divulgativo riguarda i Dipendenti della AOMM, i soggetti per i quali i “Pacchetti Salute” sono stati proposti. I Dipendenti potranno essere informati della convenzione mediante le attività divulgative del CUG (convegno, sito web, bacheca, e-mail, “Il Mellino”on-line) o con comunicazione allegata al cedolino stipendiale. Altro ambito divulgativo è costituito dai MMG del territorio afferente alla AOMM, che hanno ruolo di fondamentale e di riferimento per la salute dei cittadini e quindi anche dei Dipendenti della AOMM in quanto tali. La fruizione di un “Pacchetto Salute” da parte di un Dipendente può rendere necessario un iter diagnostico successivo più complesso, per il quale è indispensabile proprio il coinvolgimento del MMG, quale referente per il lavoratore. Per questo ambito di intervento si rimanda alle proposte della Direzione Strategica. La divulgazione all’esterno dell’Azienda di questa iniziativa del CUG potrà avvenire tramite gli organismi aziendali competenti e il sito internet aziendale. 7.2 Corsi yoga Nel 2013 (novembre), a seguito dei risultati ottenuti attraverso un sondaggio sulle iniziative di conciliazione e benessere per i dipendenti, è stato attivato un corso sperimentale di YOGA presso il presidio di Chiari. Il corso si è svolto presso l’Aula Magna dell’Azienda, al di fuori dell’orario di servizio. Sono stati previsti n.10 incontri settimanali di un’ora ed i successivi corsi sono stati attivati con un minimo di 20 ed un massimo di 23 persone, con un costo complessivo di 40 euro. L’adesione all’iniziativa ed il gradimento hanno richiesto l’ampliamento dell’attività in fasce orarie diversificate (tre corsi pomeridiani). La docente ha insegnato ad eseguire i movimenti in totale concentrazione e piena attenzione, utilizzando le diverse tecniche respiratorie in modo preciso, ottenendo cosi' lo stato naturale, requisito necessario per congiungere il respiro alla mente portandolo ad un profondo rilassamento. L’attività, considerata la richiesta, è stata estesa anche ai presidi di Iseo e di Orzinuovi (un corso per presidio) ed è stata programmata per tutto il 2014. In totale sono state organizzate n.11 edizioni, che stanno proseguendo tuttora. La Direzione ha condiviso l’iniziativa. Di seguito viene presentata una accurata l’analisi dell’attività del primo scorso sperimentale, a cura del Dott. P.F. Frittelli, ricercatore, in cui si evidenzia una riduzione dello stress. 7.2.1 VALUTAZIONE DEL CORSO DI YOGA Questo documento contiene i risultati della valutazione del corso di Yoga organizzato dall’A.O. Mellini di Chiari (BS), tenutosi da 17/10/2013 al 19/12/2013. Il corso ha previsto 10 incontri, a frequenza settimanale, della durata di 1 ora. Sono state effettuate misurazioni pre-test e post-test dello stress percepito, dei sintomi di distress psicologico e dello stato dell’umore. Misure GHQ-12 Il General Health Questionnaire 12 (Golberg, 1972) è un questionario self report che viene adottato per indagare il “benessere psicologico-psicofisico percepito dagli individui (Fraccaroli e Schadee, 1993; Clae e Fraccaroli, 2002) e di cui è disponibile una validazione sulla popolazione italiana (Politi et. al., 1994). All’interno di ricerche survey, come quelle condotte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, spesso viene utilizzato per valutare il distress psicologico o sofferenza psicologica tra i lavoratori (Pepe, 2010). E’ composto da 12 item volti ad indagare se recentemente il soggetto ha sperimentato, in maniere più significativa del solito, particolari sintomi o comportamenti, a cui si deve rispondere utilizzando una scala di tipo Likert a quattro intervalli: alcuni item sono costituiti da affermazioni positive (es.: “è stato in grado di concentrarsi sulle cose che faceva ?”, “Si è sentito utile ?”) e la risposta può variare da “più del solito” a “molto meno del solito”; altri item sono costituiti invece da affermazioni negative (es: “Ha perso molto sonno per delle preoccupazioni ?”, “Si è sentito infelice o depresso ?”) che prevedono una risposta che va da “no” a “molto più del solito”. Per il calcolo del punteggio, che può essere effettuato utilizzando tre diversi metodi alternativi di pari validità, in questo studio si è adottato il metodo tradizionale che prevede una codifica dicotomica delle modalità di risposta della scala Likert, assegnando zero punti alla prime due risposte e uno alle altre due (0-0-1-1). In questo caso il punteggio complessivo del test, ottenuto sommando il punteggio di ogni item, è una misura del numero totale dei sintomi percepiti soggetto (Magnavita, 2008). PSS La Percieved Stress Scale (Cohen e Williamson, 1988) è uno dei questionari self report più utilizzati per misurare la percezione dello stress e rientra tra gli strumenti frequentemente adottati per la valutazione dello stress lavoro correlato (www.ordinepsicologiveneto.it). Fornisce una misura del grado in cui le situazioni nella vita del soggetto sono valutate come stressanti attraverso item che rilevano quanto il soggetto trovi la sua vita imprevedibile, incontrollabile o sovraccarica (es.: “Con che frequenza ha avuto la sensazione di non essere in grado di avere il controllo sulle cose importanti della sua vita ?”). Al soggetto è richiesto di rispondere alle domande riferendosi ai suoi pensieri e sentimenti durante l’ultimo mese, indicando per ciascun item la frequenza con cui si è sentito o ha pensato in un certo modo. Le risposte vengono date utilizzando una scala Likert a cinque punti (0,1,2,3,4) in cui il punteggio “0” corrisponde a “Mai” e il “4 “ a “Molto spesso”. Il punteggio totale del test, che si ottiene sommando i punteggi di ogni item dopo aver invertito quelli relativi alle domande formulate in modo positivo, rappresenta una misura dello stress percepito dal soggetto, in cui punteggi maggiori sono indicativi di un maggior livello di stress. POMS Il Profile Of Mood States (McNair et al., 1971) è un questionario self report utilizzato per la valutazione dello stato dell’umore e, come riportato nel manuale, è particolarmente indicato nel caso di soggetti che si trovano in condizioni di distress (Farmè et al., 1991). E’ composto da 58 aggettivi ai quali il soggetto, tenendo conto di come si è sentito nell’ultima settimana, deve attribuire un valore di intensità su una scala Likert a 5 punti (0,1,2,3,4) dove “0” corrisponde a “Per nulla” e “4” a “Moltissimo”. Gli item individuano i 6 fattori, ognuno dei quali identifica un particolare stato dell’umore: T (Tensione-Ansia): 9 item che riguardano una tensione somatica (es.: “teso”, “irrequieto”) oppure che si riferiscono a stati di ansia vaga, diffusa (es.: “ansioso”, “a disagio”); • D (Depressione-Avvilimento): 15 item che descrivono uno stato depressivo accompagnato da un senso di inadeguatezza personale (es.: ”degno di disprezzo”, “triste”, “isolato”); • A (Aggressività-Rabbia): 12 item che descrivono rabbia, astio e diffidenza verso gli altri (es.: ”Furibondo”, “Seccato”, “Pieno di risentimento”); • V (Vigore-Attività): 8 item che descrivono l’idea di vigore, esuberanza ed energia (es.: ”Libero da preoccupazioni”, “Pieno d’iniziativa”); • S (Stanchezza-Indolezza): 7 item che descrivono un umore caratterizzato da noia, indolenza e scarsa energia (es.: ”Annoiato”, “Stanco”); • C (Confusione-Sconcerto): 7 item che descrivono uno stato di sconcerto e turbamento (es.: ”Con le idee confuse”, “Perplesso”). Per ogni fattore è previsto il calcolo di un punteggio totale ottenuto sommando i punteggi degli item associati ad esso. I punteggi di ogni fattore rappresentano una misura dei corrispondenti stati dell’umore. Nel campione ho incluso tutti i 16 soggetti di cui mi sono stati consegnati sia i questionari pre-test, sia quelli post-test. Non sono stati applicati altri criteri di esclusione. • Caratteristiche demografiche del campione (N=16) Genere Femmine Maschi Età Media Range Professione 93,8 (N=15) 6,2 (N=1) 49,0 (DS=12,2) (24-62) INF (infermieri) 18,8 (N=3) TEC (tecnici di laboratorio) 37,5 (N=6) APS ostetrici (altre prof. sanitarie) 12,4 (N=2) AMM (amministrativi) 18,8 (N=3) OPE (operai) 12,5 (N=2) Tab. 1. Caratteristiche demografiche del campione Analisi dei dati Al fine di indagare gli effetti del corso sullo stress dei soggetti, per ognuna delle variabili misurate dai test (Vj), si sono valutate le differenze nei valori medi tra le misure effettuate nel pre-test e quelle nel post-test. A tale scopo, per ognuna delle Vj, è stata condotta un’ANOVA (Analisi della varianza) a misure ripetute con Tempo come variabile indipendente con due livelli (pre-test, post-test). Per le analisi si è utilizzato il software SPSS. Risultati Tutte le analisi sono state condotte sul campione totale (N=16) PSS L’analisi ha evidenziato un effetto principale di Tempo statisticamente significativo (F(1,15)=7.196, p=.017)), pertanto tra il pre-test e il post-test i soggetti, in media, hanno mostrato una riduzione dello stress precipito (M=18.13(DS=5.85) vs. M=14.37(DS=5.02)). Grafico 1. PSS: pre-test vs. post-test GHQ L’analisi ha evidenziato un effetto principale di Tempo statisticamente significativo (F(1,15)=4.728, p=.046)) pertanto tra il Pre-test e il Post-test i soggetti, in media, hanno mostrato una riduzione dei sintomi di distress psicologico (M=2.31(DS=2.85) vs. M=0.75(DS=2.27)). Grafico 2. PSS: pre-test vs. post-test POMS Le analisi hanno evidenziato un effetto principale di Tempo statisticamente significativo per quattro dei sei fattori misurati dal POMS: Tensione (F(1,15)=4.638, p=.048)); Depressione (F(1,15)=4.597, p=.049)); Stanchezza (F(1,15)=6.255, p=.024)); Vigore (F(1,15)=12.713, p=.003)). Pertanto tra il pre-test e il post-test i soggetti, in media, hanno mostrato un miglioramento per alcuni stati dell’umore (tensione, depressione, stanchezza e vigore) e non per altri (aggressività e confusione), poiché la riduzione dei valori medi evidenziata dalle statistiche descrittive non è risultata statisticamente significativa a livello p<.05. Tensione Depressione Aggressività Stanchezza Confusione Vigore Pre-test Media DS Post-test Media DS 8,25 9,63 7,00 5,94 13,50 15,93 5,38 5,38 3,69 3,38 5,56 17,75 6,29 9,08 7,03 4,85 6,27 5,82 4,49 7,38 5,24 4,32 4,35 5,74 Tab. 2. POMS: statistiche descrittive (media e deviazione standard) Grafico 3. POMS: pre-test vs. post-test Conclusione I risultati preliminari forniti da questo studio, sebbene necessitino di ulteriori approfondimenti (il campione aveva una bassa numerosità ed è mancato un gruppo di controllo), sembrano suggerire che il corso Yoga oggetto di questa valutazione sia una buona scelta nell’ambito degli interventi per la gestione dello stress nei dipendenti di un ospedale pubblico. Per confermare questi risultati positivi, si suggerisce di progettare uno studio sperimentale che preveda: un campione più numeroso, un adeguato gruppo di controllo e un’assegnazione casuale dei soggetti al gruppo sperimentale e di controllo (per esempio attraverso l’utilizzo di una waiting list). 7.3 Gruppi corsa “CORRERE LIBERI, LIBERI DI CORRERE” Fare movimento fisico fa bene all`organismo e alla mente, ma farlo all`aperto è molto meglio che in palestra: a dimostrare che una corsa nel parco è molto meglio di una sul tapis roulant è uno studio pubblicato sulla rivista BMC Public Health da un gruppo di ricercatori dell`University of Bangor (Regno Unito) guidati da Andrew Pullin. Ogni tipo di attività fisica fa bene a chi la pratica. Ferme restando le specifiche controindicazioni relative allo stato di salute di ognuno, muoversi, allenarsi, fare sport aiuta a mantenere in forma corpo e spirito. L'organismo ne riceve benefici dal punto di vista del tono muscolare, del controllo del peso, della circolazione, in pratica di qualsiasi suo apparato; e una regolare attività fisica fa bene anche all'umore, aiuta a "depotenziare"lo stress e a scaricare tensione. Le possibilità di praticare esercizio fisico sono tantissime, che si scelgano sport in acqua o in palestra, individuali o a squadre, di origine orientale o di tradizione occidentale. Ma il più semplice da fare, perché del tutto libero da imposizioni di orari e strutture, e il meno costoso, perché non necessita né di un'iscrizione in palestra né di attrezzatura particolarmente complessa, è la corsa. Correre fa bene: aiuta a tenere sotto controllo il peso e gli zuccheri nel sangue, migliora lo stato della circolazione sanguigna, dà una mano anche all'umore. È comunque un'attività fisica, e in quanto tale ci sono delle regole da seguire, un abbigliamento adatto da utilizzare, non bisogna esagerare, soprattutto all'inizio,come ogni altro sport, prima è necessario chiedere il parere del medico. Due dipendenti conducono i gruppi corsa, differenziando gli orari ed i giorni in cui si svolge l’attività al fine di agevolarne la partecipazione. Data la richiesta ed il gradimento dell’iniziativa, avviata recentemente (settembre 2014) si prevede l’implementazione di ulteriori gruppi. 7.4 SPAZIO RELAX per i dipendenti Si tratta di una iniziativa molto richiesta dai dipendenti, evidenziata dall’analisi dei risultati del sondaggio effettuato. L’Azienda, condividendone le finalità, ha assegnato al CUG la gestione di un locale, arredato e corredato (televisore, frigorifero, punto ristoro caldo, piccola biblioteca e possibilità di disporre di quotidiani) che consente al dipendente di fruire di uno spazio al di fuori della propria attività lavorativa utilizzando il tempo della pausa. L’ingresso allo spazio relax sarà regolato da un timbratore esterno, che consentirà di contribuire al buon utilizzo dello spazio. L’iniziativa, in funzione indicativamente entro la fine del 2014, sarà disponibile in via sperimentale dalle ore 11.00 alle ore 15.00, al fine di monitorarne l’andamento ed attuare gli eventuali correttivi. 8. Interventi di contrasto al Mobbing 8.1 Competenze del CUG L'ordinamento italiano ha recepito nel 2010 i principi veicolati dalla Unione Europea in tema di pari Opportunità uomo/donna sul lavoro, contrasto ad ogni forma di discriminazione e mobbing. L'amministrazione pubblica, che deve essere datore di lavoro esemplare, ha attuato per prima questi principi che si ritrovano, tra le altre, in disposizioni contenute nel DLgs 30 marzo 2001 n. 165; in particolare negli artt. 7 e 57. e della contrattazione collettiva. E' circostanza nota che un ambiente lavorativo ove si verifichino episodi di discriminazione o mobbing si associa quasi inevitabilmente alla riduzione e al peggioramento delle prestazioni, mentre un ambiente di lavoro in grado di garantire pari opportunità,salute e sicurezza è un elemento imprescindibile per ottenere un maggiore apporto dei lavoratori e delle lavoratrici sia in termini di produttività che in termini di appartenenza e di affezione al lavoro. La legge 183/2010, ha apportato alcune importanti rnodifiche agli articoli 1, 7 e 57 D.Lgs legislativo 30 marzo 2001, n. 163 e prevede in particolare che le pubbliche amministrazioni costituiscano al proprio interno il “Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni”. Al C.U.G vengono quindi affidate tutte le competenze atte a garantire pari opportunità in un ambiente improntato al benessere organizzativo, a prevenire ,rilevare, contrastare ed eliminare ogni forma di violenza sessuale, morale o psichica al proprio interno, si afferma pertanto come soggetto del tutto nuovo attraverso il quale il Legislatore ,tenendo conto delle criticità esistenti, intende raggiungere più obiettivi: a) Assicurare ,nell’ambito del lavoro pubblico, parità e pari opportunità di genere, rafforzando la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici e garantendo l’assenza di qualunque forma di violenza morale o psicologica e di discriminazione, diretta e indiretta ,relativa al genere, all’età, all’orientamento sessuale, alla razza, all’origine etnica, alla disabilità, alla religione e alla lingua. b) Favorire l’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico, migliorando l’efficienza delle prestazioni lavorative, anche attraverso la realizzazione di un ambiente di lavoro caratterizzato dal rispetto dei principi di pari opportunità, di benessere organizzativo e di contrasto di qualsiasi forma di discriminazione e di violenza morale o psichica nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici. c) Razionalizzare e rendere efficiente ed efficace l’organizzazione della Pubblica Amministrazione anche in materia di Pari Opportunità, contrasto delle discriminazioni e al benessere dei lavoratori e delle lavoratrici, tenendo conto delle novità introdotte dal d.lgs 150/2009 e delle indicazioni derivanti dal D.Lgs 81/2008 e s.m.i. 8.2 Il/La Consigliere/a di Fiducia Il/La Consigliere/a è una figura abbastanza recente, introdotta dalla Raccomandazione europea 92/131 relativa alla tutela della dignità delle donne e degli uomini sul lavoro e dalla Risoluzione A30043/94 del Parlamento europeo. Nella Raccomandazione 92/131 la Commissione della Comunità europea ha affrontato il problema delle molestie sessuali nei luoghi di lavoro, sottolineando che tali comportamenti sono contrari al principio di parità di trattamento, costituiscono un’intollerabile violazione della dignità di lavoratrici e lavoratori, guastano l’ambiente di lavoro e possono compromettere con effetti devastanti, la salute, la fiducia, il morale e le prestazioni di coloro che le subiscono, producono un effetto nocivo all’interno degli ambienti di lavoro che si ripercuote sul benessere delle lavoratrici e dei lavoratori e sulla loro capacità produttiva, con conseguenti ricadute anche sulla redditività dell’impresa. La raccomandazione invitava gli Stati membri a contribuire a far crescere la consapevolezza del diritto delle lavoratrici e dei lavoratori ad un sereno ambiente di lavoro e a promuovere l’adozione, da parte dei datori di lavoro, di Codici che garantissero il diritto alla dignità dei dipendenti. Sono così nati i cosiddetti Codici di comportamento o Codici etici, di cui le Pubbliche Amministrazioni si sono dotate o avrebbero dovuto dotarsi La Risoluzione A3-0043 “Designazione di un Consigliere nelle imprese o Consigliere/a di Fiducia ”invita gli stati membri dell’Unione ad adottare quanto prima una legislazione adeguata che obblighi il datore di lavoro, sia pubblico che privato, da un lato, a prendere misure di prevenzione prevedendo sanzioni nei regolamenti interni delle imprese, e, dall’altro, a designare un Consigliere di fiducia con il compito di combattere i casi di molestie sessuali proteggendo tanto le vittime quanto i testimoni. La recente fase di recepimento delle Direttive comunitarie antidiscriminatorie ( 2000/43, 2000/78, 2002/73 recepite nel nostro paese con i decreti legislativi n. 215, 216 del 2003 e 145 del 2005 ) ha reso ancor più evidente la centralità della professionalità della Consigliera di Fiducia, chiamata ad attuare il codice di comportamento dell’Ente presso il quale svolge il proprio mandato e a svolgere funzione di prevenzione, gestione e risoluzione dei casi di molestie e discriminazioni. Il/La Consigliere/a di fiducia è un professionista che opera in piena autonomia e riservatezza attraverso la collaborazione dei diversi soggetti, l’adozione delle misure organizzative utili e mezzi necessari all’assolvimento dei compiti. E’ chiamato a sostenere l’amministrazione dell’adempimento degli impegni assunti volontariamente nel codice di comportamento. Favorisce il superamento della condizione di disagio ed il ripristino di un sereno ambiente di lavoro. Secondo quanto riportato nella DICHIARAZIONE DI PRINCIPIO l’amministrazione si impegna a contrastare ogni forma di discriminazione, promuovere un ambiente di lavoro sicuro, sereno e favorevole alle relazioni interpersonali sul piano dell’uguaglianza, reciproca correttezza e rispetto. I dirigenti, nelle strutture nelle quali sono responsabili,sono chiamati a prevenire il verificarsi di comportamenti molesti, favorire osservanza del codice di comportamento I lavoratori sono chiamati a contribuire e assicurare un ambiente di lavoro rispettoso della dignità e libertà personale. Il codice di condotta affida al consigliere di fiducia il compito di ascolto, consulenza ed assistenza a favore di tutti i dipendenti, qualunque sia il rapporto di lavoro nell’ambito dell’amministrazione regionale. Il/La Consigliere/a di Fiducia interviene ogni qualvolta si configuri una delle seguenti situazioni: MOLESTIE MORALI E MOBBING intese comeatti e comportamenti ostili, posti in essere sistematicamente con modalità persecutorie, che creano un clima intimidatorio, umiliante, degradante, con lo scopo o l’effetto, anche emarginandolo dall’ambiente di lavoro, di violare la dignità personale e di danneggiarne l’integrità psicofisica della persona. La discriminazione, diretta o indiretta, fondata sull’appartenenza etnica, sulla religione, sulle convinzioni personali anche politiche, sull’handicap, sull’età, sull’orientamento sessuale. Rientrano nella tipologia della molestia morale comportamenti quali: a) maltrattamenti verbali e offese personali, diffamazioni, insinuazioni, divulgazione di notizie riservate, ed ogni altra azione di discredito della persona; b) pressioni psicologiche, atteggiamenti aggressivi, ostili, umilianti o intimidatori, anche in forma velata o indiretta; c) esclusione o marginalizzazione immotivata dall’attività lavorativa, da iniziative formative di riqualificazione e di aggiornamento professionale; d) diniego deliberato di informazioni riguardanti il lavoro o informazioni errate ovvero carenti; e) critiche immotivate e delegittimazione dell’immagine del lavoratore o della lavoratrice, anche di fronte ai colleghi o a persone estranee all’amministrazione; f) attribuzione di compiti dequalificanti in relazione al profilo professionale posseduto, ovvero esorbitanti o eccessivi, finalizzati a demotivare il lavoratore o la lavoratrice, ovvero ad impedire il raggiungimento degli obiettivi assegnati. Inoltre si occupa di casi di MOLESTIE SESSUALI ovvero comportamenti indesiderato a connotazione sessuale espresso in forma fisica, verbale o non verbale, avente lo scopo o l’effetto di violare la dignità e la libertà di chi lo subisce e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo. Rientrano nella tipologia della molestia sessuale comportamenti quali: a) richieste esplicite o implicite di prestazioni sessuali ritenute offensive per chi ne è oggetto; b) contatti fisici inopportuni o indesiderati; c) apprezzamenti, commenti sulla sessualità o sull’orientamento ritenuti offensivi; d) esposizione nei luoghi di lavoro, con qualunque mezzo, di materiale pornografico; e) promesse, implicite o esplicite di agevolazioni, privilegi o avanzamenti di carriera in cambio di prestazioni sessuali; f) minacce, ricatti e ritorsioni subiti per aver respinto comportamenti a sfondo sessuale che incidono, direttamente o indirettamente, sulla costituzione lo svolgimento o l’estinzione del rapporto di lavoro e la progressione di carriera. Il/La Consigliere/a di fiducia 1. Ascolta: Tutte le persone che ritengono di essere in una condizione di disagio o malessere e che lo riconducono a situazioni di molestie morali e mobbing o molestie sessuali. Tutti i lavoratori che richiedono un colloquio di conoscenza, ascolto ed attenzione alla persona al lavoro. 2. Ricostruisce il caso: la consigliere di fiducia ricostruisce con la persona la situazione riportata. Identifica la condizione (nel mandato o meno del CDF, di prevenzione condizione disagio) e la condivide con la persona che l’ha portata alla sua attenzione. Può acquisire la documentazione necessaria. Può relazionarsi con i referenti dell’amministrazione che siano coinvolti a vario titolo. 3. Valuta il caso ed elabora strategie: il Consigliere/a di fiducia valuta il caso, decide se proseguire e verso quale obiettivo. Elabora una strategia di intervento che propone alla persona. Tra le possibili: Coinvolgimento diretto Ddl, Medico Competente, Direzione Risorse Umane. Incontro con dirigenti, colleghi per mediazione e ricerca di soluzione. Richiesta consulenza specialistica interna o esterna all’amministrazione. 4. Elabora un bilancio del caso: Al termine di tutti gli interventi il/la consigliera di fiducia elabora un bilancio e sostiene la persona risentendola nel tempo. Produce una relazione annuale di attività COLLETTIVA ED ANONIMA che trasmette al Datore di lavoro, al CUG, al Comitato per il fenomeno del mobbing nella quale sono riportati dati relativi al n. di casi trattati, n. di casi appartenenti alle condizioni di molestie sessuali, n. di casi appartenenti a condizioni di molestie morali e mobbing, e le eventuali misure adottate. Nessuna iniziativa può essere assunta dal/dalla Consigliere/a senza preventivo espresso consenso della persona (procedura informale) che ha denunciato i comportamenti molesti. Nel corso della procedura informale la persona interessata può ritirare la propria segnalazione in ogni momento. Il/La Consigliere/a di fiducia può partecipare e promuovere attività di formazione, di informazione e di relazione. 8.3 Stress lavoro-correlato e mobbing: le iniziative nel biennio 2013/14 Nell’anno 2013 come previsto dal D.lgs 81/08 e s.m.i. nell’ambito della formazione specifica sul rischio stress lavoro-correlato è stata effettuata una formazione trasversale a tutti i dipendenti. Il programma del convegno comprendeva la presentazione dei risultati della Valutazione del rischio stress lavoro-correlato condotta presso l’A.O. Mellino Mellini a partire dal 2010, le nozioni di base relative allo stress agli effetti sulla salute dei lavoratori, i concetti base e la definizione del fenomeno Mobbing ,la presentazione della Consigliera di Fiducia e dei suoi compiti. Nel Gennaio 2014 è stato costituito il Gruppo Mobbing guidato dal Medico Competente Aziendale,che ha deciso di condurre un indagine per valutare la conoscenza del fenomeno mobbing da parte dei dipendenti dell’ Azienda Ospedaliera anche a completamento del percorso formativo relativo allo stress lavoro correlato. E’ stato utilizzato quale strumento di rilevazione della conoscenza del fenomeno Mobbing il Questionario QISMEC-30 costruito dall’Ordine degli Psicologi del Lazio con la collaborazione di autorevoli consulenti (Psicologi, Magistrati, Giuslavoristi, Medici del Lavoro). Per un corretto utilizzo del questionario si è ritenuto opportuno, prima dell’invio a tutti i dipendenti, è stato somministrato alla Direzione Strategica e a tutti i Direttori di Dipartimento, Amministrativi e di Unità Operative che per posizione all’interno dell’organizzazione, prevede l’assunzione di un ruolo attivo nelle politiche di prevenzione del mobbing. Il questionario è stato inviato a tutti i dipendenti ed è in fase di raccolta e di elaborazione. Alla luce dei risultati ottenuti si provvederà, se necessario, ad attuare eventuali misure correttive e di miglioramento. 9. LE INIZIATIVE 9.1 O.N.Da Nelle attività a cura del CUG rientrano le iniziative dedicate all’universo femminile, promosse dall’Osservatorio Nazionale della Donna (O.N.Da). O.N.Da studia le principali patologie che colpiscono l'universo femminile e propone strategie di prevenzione primarie e secondarie, promuovendo una cultura della salute di genere. O.N.Da sostiene ricerche di base e cliniche sulle principali patologie, ne valuta l'impatto sociale ed economico e informa le Istituzioni, i medici e il pubblico. Molti studi dimostrano quanto, ancora oggi, le donne risultino svantaggiate rispetto agli uomini nella tutela della loro salute, e quanto sarebbe importante promuovere una consapevolezza sociale e individuale sui fattori di rischio legati alla salute femminile. Tali fattori non riguardano tanto gli aspetti riproduttivi della vita femminile, ma sono legati al ruolo sociale della donna sempre più impegnata sul fronte familiare e lavorativo con inevitabili ripercussioni sulla propria salute, anche come conseguenza della propensione femminile a preoccuparsi e occuparsi dei bisogni altrui, spesso anteponendoli ai propri. La ricerca medica e i sistemi sanitari inoltre non intercettano le problematiche sanitarie femminili, anche perché esse risultano scarsamente studiate, come dimostra in Italia la limitata partecipazione delle donne agli studi clinici. A ciò si aggiunga che solo recentemente ci si è accorti delle problematiche legate alla differenza di genere e delle sue implicazioni nei confronti della salute femminile. O.N.Da ha l’obiettivo di promuovere una cultura della salute di genere intesa come consapevolezza che l’appartenere al sesso femminile o maschile influenza la salute e la percezione della salute, e che tutte le politiche di prevenzione delle malattie dovrebbero considerare attentamente queste differenze per realizzare equità e pari opportunità. L’Osservatorio nazionale sulla salute della donna intende altresì stimolare la ricerca sulle principali patologie che colpiscono l’universo femminile, e sulle loro implicazioni economiche, politiche e sociali, contribuendo alla diffusione di informazioni medico scientifiche e promuovendo culturalmente il ruolo sociale della donna nella valorizzazione della ricerca e della conoscenza scientifica. L’AO Mellini di Chiari partecipa attivamente alle iniziative promosse dall’Osservatorio, in particolare: -al Bando biennale per l’assegnazione dei Bollini Rosa, Ospedaledonna. L’azienda ha ottenuto il riconoscimento di due (2) Bollini Rosa (Presidi di Chiari e Iseo nel 2011 e nel 2013). L’Azienda aderisce agli Openday annuali per la: Giornata mondiale per la prevenzione dell’Osteoporosi Open Day della Sclerosi multipla - Giornata nazionale OpenDay dedicata alla Salute mentale femminile Open Day Giornata mondiale del neonato prematuro Giornata del Sollievo (ONDa e Fondazione Ghirotti) 9.2 Il TAVOLO DI CONCILIAZIONE Il CUG partecipa al Tavolo di Conciliazione che si è costituito in Azienda nel 2013, con l’obiettivo di individuare azioni di miglioramento …. Nel mese di giugno 2013 è stata proposta dalla sottoscritta e dal Responsabile dell’Ufficio di Pubblica Tutela (UPT) l'attivazione di un "Tavolo di conciliazione" costituito da alcuni servizi/figure afferenti o che collaborano nell'ambito dell'accoglienza, della relazione dei conflitti tra operatore/utente, del contenzioso con l'Azienda, a tutela dei diritti tra cittadino e azienda. Nel 2013 si sono svolti 3 incontri in cui sono state definite le linee programmatiche che hanno come obiettivo l'elaborazione di proposte di miglioramento con riferimento agli eventuali fabbisogni emergenti dalle segnalazioni dei casi portati alla discussione del Tavolo, individuando preferibilmente obiettivi annuali. ali soggetti sono il Direttore dell'UO Medicina Legale e Gestione del Rischio clinico, il Responsabile dell'Ufficio di Pubblica Tutela (UPT), il Responsabile dell'URP, i Mediatori dei conflitti aziendali, i rappresentanti del Tribunale dei Diritti del Malato/Cittadinanzattiva. 10. CUG: I progetti 10.1- Lo sportello di ascolto “Orientamento attivo” Il progetto si sviluppa su tre livelli che nello specifico sono: 1° livello: Sportello “Orientamento attivo” (Sportello di Ascolto), individuato come luogo interattivo di comunicazione interno all’Azienda e chiamato a fornire risposte appropriate alle esigenze del dipendente connotate dalla dimensione personale, sociale e relazionale. Tale Sportello è gestito direttamente dalla presidente del CUG, con competenze professionali specifiche legate al proprio ruolo professionale ed al proprio percorso formativo. 2° livello: Equipe tecnico-multidisciplinare, con il compito di studiare ed analizzare con relativo piano di presa in carico situazioni problematiche del personale, anche con le dovute analisi di contesto organizzativo e conseguenti proposte d’intervento . L’equipe è formata da: Servizio di Prevenzione e Protezione; Medico competente; Servizio delle Professioni Sanitarie (SITRA) Altre figure professionali individuate in itinere. Talvolta si coinvolgono anche l’Ufficio Personale, l’Ufficio Legale e anche i Rappresentanti Sindacali a seconda delle problematiche. 3° livello, Tavolo del Benessere Organizzativo, che ha lo scopo di contribuire alla definizione della politica aziendale sul benessere organizzativo pianificandone obiettivi ed azioni, oltre a prevedere un sistema di monitoraggio delle misure in termini di efficacia ed efficienza. Come previsto dal Codice di condotta è presente in Azienda il/la Consigliere/a di Fiducia (Delibera n. ….) ossia un professionista scelto, attraverso apposito avviso di selezione e che è a disposizione dei dipendenti che ne fanno richiesta segnalando nell’ambiente di lavoro comportamenti lesivi della loro dignità e libertà personale, quali molestie morali, mobbing e molestie sessuali. Compito del Consigliere di Fiducia è, quindi, fornire consulenza ed assistenza per favorire il superamento di tali situazioni di disagio e migliorare di conseguenza il clima organizzativo. Pertanto, nel confronto tra Professionisti coinvolti in questo Progetto e lo/la stessa Consigliere/a di Fiducia, si è ritenuto di proporre uno schema che definisca la procedura, in modo da offrire un percorso adeguato alle persone che si rivolgono allo Sportello con la chiarezza delle competenze. SCHEMA DI PROCEDURA 1. SPORTELLO RETE (Punto di Ascolto) affidato alla Sociologa, presidente del CUG, con funzioni di a) Ascolto; b) Definizione delle problematiche, che sono state standardizzate in tre macrocategorie, ed invio ai soggetti competenti per una dovuta attività di valutazione: b.1. Problematica di salute → Invio al Medico Competente → Valutazione del caso. Il Medico competente può inviare ad altre figure o diversi servizi( Servizio di Prevenzione e Protezione). b.2 Problematica organizzativa → Invio all’Equipe tecnico-multidisciplinare per un intervento sia sul singolo caso sia sul contesto organizzativo, anche in relazione alla gestione delle soluzioni dei casi portati dal Consigliere di Fiducia. b.3. Problematica di mobbing/molestie → Invio al/alla Consigliere/a di Fiducia. I/la l Consigliere/a di fiducia è un professionista esterno all’azienda cui è affidato il compito di svolgere attività di consulenza e di assistenza a favore di coloro che a lui/lei si rivolgono lamentando comportamenti lesivi della loro dignità e libertà personale nell’ambiente di lavoro. Il/la Consigliere/a, che nello svolgimento dei propri compiti opera in piena autonomia e riservatezza, può accedere agli atti e ai documenti dell’Azienda Ospedaliera e può avvalersi della collaborazione dei diversi soggetti che, nell’ambito dell’Azienda Ospedaliera stessa, sono istituzionalmente tenuti a tutelare la libertà, la dignità e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici. Il consigliere propone all’EQUIPE TECNICO-MULTIDISCIPLINARE le eventuali misure organizzative più opportune e utili, anche temporanee, ai fini del ripristino di un ambiente di lavoro sicuro, sereno e favorevole alle relazioni interpersonali. In caso di problema di salute, il cdf segue la procedura b1 2) EQUIPE MULTIDISCIPLINARE: nella prima fase, sperimentale, si incontra ogni tre mesi, salvo necessità diverse, per discutere collegialmente dei casi segnalati dal Punto di Ascolto e/o gestiti dai diversi soggetti sopramenzionati, per una dovuta sintesi di valutazione sia sul singolo caso che sul contesto organizzativo, anche con proposte specifiche d’intervento. 3) TAVOLO DEL BENESSERE: viene convocato almeno una volta all’anno come sede di sintesi, di confronto e di sviluppo sulle tematiche del benessere. 1. Qualora la persona interessata ritenga non attuabili i tentativi di soluzione del caso,ovvero non soddisfacenti i risultati così raggiunti, può fare ricorso, anche con l’eventuale assistenza del/lla Consigliere/a, alla procedura formale di denuncia al Tavolo del Benessere Organizzativo, e che ha lo scopo di definire la politica aziendale sul benessere organizzativo pianificandone obiettivi ed azioni, oltre a prevedere un sistema di monitoraggio delle misure in termini di efficacia ed efficienza. Qualora, a seguito di istruttoria espletata in contraddittorio con le persone coinvolte e, comunque, nel rispetto del principio di riservatezza, la commissione ritenga la denuncia non manifestamente infondata, propone al soggetto ritenuto competente in relazione al caso concreto, sentito/a anche il/la Consigliere di fiducia, l’adozione di idonee soluzioni e, ove ne sussistano i presupposti, investe del caso la struttura aziendale competente per i procedimenti e le sanzioni disciplinari. Qualora, invece, la denuncia risulti manifestamente infondata l’amministrazione può assumere iniziative per la riabilitazione della persona accusata che ne faccia richiesta. Lo sportello potrà essere attivato sperimentalmente ogni 15 giorni, nel pomeriggio, dalle 14.00 alle 16.00, a partire dal mese di gennaio 2015. Monitoraggio degli effetti 1. Al fine di valutare gli effetti conseguenti all’adozione del Codice di comportamento, entro il mese di gennaio di ogni anno lo sportello rete, l’Equipe tecnico-multidisciplinare, il/la Consigliere/a di fiducia trasmette al Direttore del Dipartimento Interaziendale Amministrazione e Gestione del Personale, al Direttore Generale, al Comitato Pari Opportunità e ai Comitati per il Fenomeno del Mobbing, una relazione sulla attività svolta nell’anno precedente nella quale siano evidenziati, in particolare, il numero dei casi trattati distinti a seconda se rientrino nella casistica di cui agli articoli 3, 4 e 5, le misure adottate, l’esito degli stessi, nonché ogni altra utile informazione. 10.2- Vademecum del dipendente E’ in fase di progettazione la predisposizione di un “Vademecum per il dipendente”, contenente tutte le indicazioni riguardanti i diritti-doveri del dipendente, che puo’ diventare utile strumento per districarsi nella complessità della normativa e dei regolamenti in essere adottati dall’Azienda. Si prevede la sua realizzazione per il 2015. 10.4 MEDICINA DI GENERE Il CUG, sin da ora, secondo anche le indicazioni regionali, promuove iniziative connesse alla medicina di genere, attraverso momenti informativi-formativi ed iniziative di carattere divulgativo nell’ambito di tale tematica. A differenza del termine “sesso” che sottolinea solo la caratterizzazione biologica dell’individuo, il termine “genere” (gender) intende le categorie “uomo" e “donna”, non solo in base a differenze biologiche, ma anche secondo fattori ambientali, sociali e culturali. Il problema della medicina di genere nasce dal fatto che gli studi di nuovi farmaci, di nuove terapie e dell’eziologia e dell’andamento delle malattie sono stati condotti considerando prevalentemente come fruitori i maschi. Di conseguenza le cure mediche rivolte alle donne sono compromesse da un vizio di fondo: i metodi utilizzati nelle sperimentazioni cliniche e nelle ricerche farmacologiche e la successiva analisi dei dati risentono di una prospettiva maschile che sottovaluta le peculiarità femminili. La prima volta in cui in medicina si menzionò la “questione femminile” fu nel 1991 quando Bernardine Healy, direttrice dell’Istituto Nazionale di Salute Pubblica, sulla rivista New England Journal of Medicine parlò di “Yentl Syndrome” a proposito del comportamento discriminante dei cardiologi nei confronti della donna. Bisognò attendere però più di dieci anni perché fosse avviata una sperimentazione riservata alle donne, esattamente fino al 2002 quando, presso la Columbia University di New York venne istituito il primo corso di medicina di genere, "A new approach to health care based on insights into biological differences between women and men", per lo studio di tutte quelle patologie che riguardano entrambi i sessi. La stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha inserito poi la medicina di genere nell'Equity Act a testimonianza che il principio di equità implica che la cura sia appropriata e sia la più consona al singolo genere. Di recente inoltre ci si è accorti di significative differenze nell’insorgenza, nello sviluppo, nell’andamento e nella prognosi delle malattie. Gli organi e gli apparati che sembrano presentare più differenze di genere sono il sistema cardiovascolare, il sistema nervoso e quello immunitario. Per esempio la malattia cardiovascolare, considerata da sempre una malattia più frequente nell’uomo, è il killer numero uno per la donna tra i 44 e i 59 anni. Esiste però ancora un pregiudizio di genere che riguarda l’approccio ai problemi cardiovascolari delle donne. L’ottica di genere difatti non è ancora pienamente utilizzata per programmare gli interventi di promozione della salute e ancora persistono pregiudizi di genere nello studio dell’eziologia, dei fattori di rischio, nelle diagnosi e nei trattamenti. Viene ancora sottovalutata la salute delle donne all’interno di una ricerca medica che è centrata sull’uomo e permane il pregiudizio scientifico che considera le malattie delle donne con una prevalente derivazione biologica-ormonale e quelli degli uomini con una prevalente derivazione socio-ambientale e lavorativa. Persistono non solo pregiudizi, ma esistono resistenze scientifiche e culturali. Manca ancora, infatti, una diversa prospettiva culturale e politica che possa favorire una nuova stagione di grandi valori di rispetto della diversità per porre fine a tutte le disuguaglianze e le discriminazioni ancora presenti anche in una società, come la nostra, che si considera civilizzata. Proprio perché siamo ancora lontani da una politica sanitaria che rispetti le distinzioni di genere, la Commissione europea ribadisce la necessità che quanto prima si promuova una politica in difesa della salute tenendo conto della diversità di genere ed il Consiglio dell’Unione europea sollecita una maggior conoscenza da parte degli operatori sanitari per affrontare le disuguaglianze nella salute e garantire parità di trattamento e di accesso alle cure. La conoscenza delle differenze di genere favorisce infatti una maggiore appropriatezza della terapia e una maggiore tutela della salute per entrambi i generi. 11. IL PIANO DI AZIONI POSITIVE (PAP) Vademecum delle azioni positive: cosa sono e quali scopi hanno. Le azioni positive (art. 42 del Codice delle pari opportunità) sono uno strumento operativo della politica europea sorto da più di venti anni per favorire l’attuazione dei principi di parità e pari opportunità tra uomini e donne sui luoghi di lavoro. Riguardano particolari misure temporanee e speciali, considerate necessarie fintanto che si rileva una disparità di trattamento tra i due sessi; e le statistiche elaborate sulla condizione femminile evidenziano come le donne siano ancora in una situazione nettamente svantaggiata rispetto agli uomini. Le azioni positive prevedono interventi specifici mirati a rimuovere gli ostacoli che impediscono alle pari opportunità uomo-donna di accelerare il processo di realizzazione di fatto dell’uguaglianza e combattere le discriminazioni dirette e indirette nei confronti delle donne. Promuovere azioni positive di sostegno della conciliazione della vita professionale con quella familiare e personale è un impegno comune tra istituzioni locali, provinciali e regionali, imprenditori e professionisti, parti sociali, professori, Università Istituti di ricerca ed insegnanti, di tutti gli uomini e di tutte le donne. Distinzioni rispetto agli obiettivi: − azioni positive verticali: orientate a favorire l’avanzamento delle donne nelle gerarchie aziendali e nei ruoli di responsabilità; − azioni positive orizzontali: finalizzate a dissolvere la segregazione occupazionale, creando un’occupazione equilibrata in tutti i settori; − azioni positive miste: caratterizzate da entrambi gli obiettivi precedenti. Distinzioni rispetto agli effetti prodotti: − azioni positive strategiche: i cui effetti innescano un cambiamento concreto nei processi gestionali e organizzativi di aziende limitanti nei confronti delle donne; − azioni positive di sensibilizzazione: che utilizzano attività formative informative per combattere discriminazioni indirette e promuovere una nuova figura di donna che lavora all’interno dell’organizzazione aziendale; − − azioni positive simboliche: finalizzate all’inserimento rappresentativo di alcune donne a livelli di responsabilità o a lavori a loro solitamente preclusi; azioni positive promozionali: che intendono superare posizioni di svantaggio lavorativo delle donne sviluppando soluzioni e azioni di risarcitorio, centrate soprattutto sugli aspetti retributivi e di carriera. Ambiti di intervento: − formazione scolastica e professionale − accesso al lavoro − sviluppo di carriera − inserimento femminile nelle attività e nei settori professionali in cui le donne sono sottorappresentate − equilibrio delle responsabilità familiari e professionali e una migliore ripartizione tra i due sessi. Le azioni positive: chi le promuove Le azioni positive possono essere promosse (art. 43 del Codice delle pari opportunità) dal Comitato Nazionale per l’attuazione dei principi di parità istituito presso il Ministero del Lavoro, dalle/i Consigliere/i di Parità, dai centri per la parità e le pari opportunità a livello nazionale, locale e aziendale, dai datori di lavoro pubblici e privati, dai centri di formazione professionale e dalle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali. I provvedimenti normativi che hanno introdotto e regolato l’attuazione delle azioni positive, la Legge 125 del 1991 Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro e la Legge 215 del 1992 Azioni positive per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, oggi sono stati recepiti dal Codice per le pari opportunità tra uomo e donna che ha abrogato le anzidette leggi ad eccezione dell’art. 11 della Legge 125 del 1991 e dell’art. 10, comma 6, art.12 e art 13 della Legge 215 del 1992. Le azioni positive: approfondimento e modalità di attuazione Il Codice delle pari opportunità (artt. 44, 45, 47) disciplina il finanziamento di progetti di azioni positive diretti a favorire l'occupazione femminile e realizzate l'uguaglianza sostanziale tra uomini e donne nel lavoro. Cosa viene finanziato: progetti rivolti alla rimozione degli ostacoli esistenti di fatto nella realtà economica e sociale che impediscono alle donne di avere pari possibilità nel mercato del lavoro. Chi: i datori di lavoro pubblici e privati ivi compresi le cooperative e i loro consorzi, i centri di formazione professionale accreditati, associazioni, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali. Come: le modalità per accedere al contributo sono previste dal Decreto interministeriale 15 marzo 2001 Disciplina delle modalità di presentazione, valutazione e finanziamento dei progetti di azione positiva per la parità uomo-donna nel lavoro di cui alla legge 10 aprile 1991, n. 125. Il Decreto fissa le direttive a cui attenersi per poter richiedere i finanziamenti resi disponibili dalla legge 125, definendo ogni aspetto fondamentale (requisiti dei soggetti richiedenti, modalità e i termini di presentazione delle richieste, procedure di valutazione e approvazione, modalità di erogazione dei finanziamenti e procedure di verifica, ecc.). Approfondimenti normativi − − − Decreto Legislativo n. 198 del 2006 Codice delle pari opportunità Decreto interministeriale 15 marzo 2001 Allegato al Decreto Interministeriale del 15 marzo 2001 − Programma obiettivo 2007 − Legge n. 125 del 1991, art. 11, Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro Azioni positive a sostegno della conciliazione vita lavoro La legge 53 del 2000 Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi della città, promuove l’equilibrio tra tempi di lavoro, di cura, di formazione e di relazione, attraverso: l’istituzione dei congedi parentali e l’estensione del sostegno ai genitori di soggetti portatori di handicap; l’istituzione del congedo per la formazione continua e l’estensione dei congedi per la formazione; il coordinamento dei tempi di funzionamento delle città e la promozione dell’uso del tempo per fini di solidarietà sociale. L’art. 9 di questa legge sostiene le azioni positive volte a conciliare tempo di vita e di lavoro. Sono stanziati contributi a sostegno delle aziende che applichino accordi contrattuali che prevedono azioni positive finalizzate a sviluppare forme di flessibilità. Sono ammessi al finanziamento progetti che consentono a lavoratrici madri e lavoratori padri di usufruire di forme di flessibilità degli orari e dell'organizzazione del lavoro; programmi formativi diretti prioritariamente al reinserimento lavorativo di genitori che lavorano, compresi quelli adottivi o affidatari, a seguito di un periodo di congedo parentale; e progetti che consentono agli imprenditori e ai lavoratori autonomi di essere sostituiti nel periodo di astensione obbligatoria dal lavoro o del congedo parentale. La legge 27 dicembre 2006 n. 296 (Legge finanziaria 2007) all’art. 1 comma 1254, ha definito il trasferimento delle competenze in materia di conciliazione lavoro-famiglia, con specifico riferimento alle “Misure a sostegno della flessibilità oraria” previste dall’art. 9 della legge 8 marzo 2000, n. 53, al Ministro delle Politiche per la famiglia. Pertanto, a seguito delle predette modifiche, a partire dal 2007 i soggetti interessati alle domande di contributo per la realizzazione dei progetti dovranno fare riferimento all’Amministrazione competente. Presentazione delle domande: 10 febbraio, 10 giugno e 10 ottobre di ogni anno. La legge finanziaria 2007, inoltre, contiene importanti innovazioni riguardo i dispositivi per la conciliazione. Le novità più rilevanti riguardano: • l'utilizzo del fondo per le politiche della famiglia per finanziare le iniziative di conciliazione del tempo di vita e di lavoro di cui all'articolo 9 della legge 8 marzo 2000, n. 53; • la riscrittura dell'art. 9 della legge 8 marzo 2000, n. 53, estendendo le tipologie di intervento anche alla realizzazione di azioni sperimentali volte a favorire l'accesso ad asili nido aziendali e a quelle misure dirette a qualificare l'azienda in funzione di un miglioramento delle azioni positive per la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia. • la possibilità di erogare contributi non solo in favore delle imprese, che mantengono comunque la priorità, ma anche di aziende sanitarie locali e aziende ospedaliere.Il piano presenta una serie di azioni distinte per progetti, in modo da fornire da un lato la realizzazione delle iniziative, dall’altro dare corso anche in termini progettuali a nuove iniziative. Le azioni previste nell’ultimo Piano di azioni positive erano: 1. 2. 3. 4. 5. Azioni di empowerment rivolte al personale con contratto di lavoro part-time Sostegno del personale che rientra dalla maternità o dal congedo parentale Sostegno all’infanzia Formazione specifica per le/i componenti del CPO Promozione di attività di coordinamento tra i CPO delle Aziende Ospedaliere della provincia di Brescia in particolare e tra soggetti pubblici e non. 6. Promozione della cultura di genere Sono state realizzate le iniziative rientranti nei progetti di formazione specifica per i componenti del CUG (punto 4), la promozione di attività di coordinamento con altri CUG(punto 5) e la promozione della cultura di genere attraverso gli eventi . E’ in fase di studio e progettazione il nuovo Piano di azioni positive per il prossimo triennio. Allegati: 1 2 3 Questionario indagine Conciliazione famiglia-lavoro e benessere del dipendente Delibera codice di condotta Locandine eventi Gruppo di Lavoro "CONCILIARE PER STARE MEGLIO" PREMESSA Gentile collega, nella nostra azienda si è formato con deliberazione aziendale n° 597 del 15/11/2011 il CUG " Comitato Unico di Garanzia", che nasce con l'obiettivo di contribuire alla realizzazione di un ambiente di lavoro dove siano garantite parità, salute e sicurezza a tutti i dipendenti, caratterizzato dal rispetto dei principi di pari opportunità, di benessere organizzativo, di contrasto a qualsiasi forma di discriminazione e di violenza morale o psichica sui lavoratori. Il nostro gruppo di lavoro ha ricevuto il mandato di proporre dei progetti in tema di conciliazione famiglia-lavoro e di benessere organizzativo. Vi è una interrelazione tra l'attività lavorativa e la vita famigliare dei lavoratori e le due sfere della vita non sono tra loro indipendenti, ma al contrario s'influenzano reciprocamente. Le misure di conciliazione rappresentano l'insieme di tutte le azioni e gli strumenti necessari per favorire concretamente la partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini nella vita familiare e al mercato del lavoro. Si tratta di tutte quelle azioni che sostengono il conseguimento di un corretto equilibrio tra lavoro e gestione della famiglia favorendone la conciliazione. Allo scopo di raccogliere gli effettivi bisogni dei lavoratori presenti in azienda, abbiamo pensato di eseguire un'indagine. Per tale motivo chiediamo la vostra collaborazione nel compilare il questionario anonimo di seguito riportato entro il 30/04/2013 e consegnarlo alla/al Caposala della vostra unita' operativa/servizio, o alla segreteria del vostro servizio. Il questionario allegato, che potrete trovare negli avvisi intranet, ha valore esclusivamente di sondaggio di opinione e rilevazione dati tra i dipendenti e rappresenta una base utile per la possibile elaborazione di progetti sui temi trattati. Grazie per la vostra disponibilità. Il Presidente CUG C.U.G. Gruppo di Lavoro "CONCILIARE PER STARE MEGLIO" ETA’: ______ SESSO: QUALIFICA: amministrativo altro (specificare) M F dirigente medico PRESIDIO_____________ infermiere ORARIO: tempo pieno part time FIGLI: si da 0-3 aa no da 3-10 aa oltre QUESTIONARIO 1. Di quale dei seguenti Progetti potresti potenzialmente usufruire se venissero attivati in Azienda? Ludoteca per l'intrattenimento dei bambini dai 3 ai 13 anni dopo l'orario dell'asilo, scuola presso l'Azienda Ospedaliera (o presso strutture messe a disposizione dalla stessa) dalle ore 16 alle ore 20 (le modalità verranno comunque definite in futuro); Maggiordomo aziendale inteso come figura che si fa carico di tutte le incombenze che l'orario di lavoro non permette di svolgere (passa in ufficio, prende nota di quanto serve come il disbrigo di piccole commissioni o pratiche presso uffici pubblici e enti). Il tempo risparmiato per chi lavora si traduce in meno stress, maggiore produttività; Spesa On line con consegna in Azienda: la possibilità di effettuare la spesa on line in convenzione con alcuni supermercati che la consegnerebbero al lavoratore in Azienda); Banca Ore della conciliazione : si tratta di uno strumento alternativo alla banca ore già presente in Azienda, che consente di facilitare i lavoratori nella gestione del proprio tempo lavorativo, soprattutto quando prevede un andamento discontinuo. Questo sistema consente di adottare un orario personalizzato attraverso l'accantonamento di ore (crediti) da accumulare nei periodi di maggiore intensità lavorativa e che possono essere spesi in un secondo momento per attività personali o familiari; Iniziative rivolte al benessere personale: A. Corso di Yoga B. Creazione di un vero "spazio relax", in sostituzione del ben noto attuale anfratto dedicato alla pausa caffè, dove poter trascorrere alcuni minuti di pausa o anche la propria sosta pranzo. 2. Esprimi dei suggerimenti/osservazioni rispetto alle iniziative proposte, grazie!!!!! ______________________________________________________________________________ ______________________________________________________________________________ ______________________________________________________________________________ ______________________________________________________________________________ _________________data________________ Grazie per la collaborazione !