Soc. Cons. Sangro-Aventino a r.l.
SVILUPPO DEL SISTEMA LOCALE DELL’APPRENDIMENTO
(LEARNING AREA)
Adeguamento delle attività
Primo documento strategico
7 aprile 2006
1. PREMESSA
L’evoluzione recente delle politiche europee per lo sviluppo e la coesione sociale ha rafforzato il
contesto strategico in cui compiere e porre a sistema scelte e azioni funzionali alla crescita del
territorio.
Il concetto di territorialità, entro tale logica, conferisce al termine “territorio” un significato che va
ben oltre l’accezione di “luogo fisico” per trasformarlo in una moderna ed efficace organizzazione
che lo pone in competizione con altri territori. La globalizzazione dei mercati insieme alla
costruzione della società della conoscenza da un lato accelera la concorrenza e dall’altro diviene
grande opportunità di sviluppo.
La crescita della competitività si può conseguire all’interno delle aziende, ma anche e in misura
sempre più elevata nel territorio che, da luogo fisico, si trasforma in una moderna ed efficace
organizzazione; la competizione non è solo tra imprese ma tra territori.
L’obiettivo prioritario è rappresentato dalla necessità di attivare concrete e vantaggiose forme di
integrazione settoriale e intersettoriale finalizzate alla produzione di esternalità positive per
migliorare il contesto e la conseguente competitività per produrre:
− servizi più efficienti;
− sistemi coordinati di imprese;
− maggiore collaborazione con gli istituti di credito;
− innovazione tecnologica e culturale.
La sfida è costruire un "sistema territoriale" efficace ed efficiente capace di incrementare la
competitività.
Tale sfida pone, tra l’altro, l’apprendimento al centro del processo continuo ed autopropulsivo di
sviluppo territoriale. Esiste, infatti, un legame irriducibile tra la capacità di apprendimento di un
territorio e lo sviluppo che è esso in grado di generare; questo significa che per agevolarne
l’attuazione è indispensabile governare i processi di costruzione delle competenze e renderli
effettivamente fruibili e disponibili.
Il presente documento, partendo dall’esperienza e i risultati conseguiti dagli interventi realizzati
per avviare un effettivo processo di integrazione del mondo della scuola nel territorio, è stato
redatto sulla base dei risultati di un lavoro di analisi partecipativa svolto nel periodo Marzo 2006
con le scuole del territorio e vuol essere un primo documento programmatico per cogliere le nuove
sfide offerte dalla società della conoscenza.
DA LISBONA 2000 ALL’ UNIONE EUROPEA DEL 2010: UN PERCORSO POSSIBILE
Gli assi portanti per le attività di sviluppo e di sostegno alla crescita dell’Europa sono l’integrazione
tra istruzione e formazione, la costruzione della società della conoscenza, la lotta all’esclusione
sociale e l’affermazione delle pari opportunità.
Risulta prioritario sviluppare e costruire competenze di base e trasversali relative alla persona, al
cittadino e al lavoratore attraverso processi di ricerca e conseguente sperimentazione di percorsi di
alternanza Scuola-Lavoro.
L’agenda di Lisbona dell’Unione Europea fissa obiettivi tanto ambiziosi quanto vitali per l’Unione
stessa nel campo dell’istruzione e della formazione, individuando nel capitale umano e nello
sviluppo delle conoscenze e della competenze IL FATTORE di crescita e competitività economica e
sociale.
Com’è noto, l’agenda di Lisbona ha determinato un ruolo nuovo per il settore dell’istruzione e
della formazione , fissando per i Paesi membri 13 obiettivi per 3 fini strategici :
1. migliorare la qualità e l’efficacia dei sistemi di istruzione e di formazione dell’UE
2. agevolare l’accesso di tutti ai sistemi di istruzione e formazione
3. aprire i sistemi di istruzione e formazione al resto del mondo
Tra i 13 obiettivi individuati per conseguire detti fini strategici, in ragione delle nuove potestà
legislative affidate agli enti locali dai recenti processi di riforma costituzionale, appaiono
fondamentali i seguenti :
• Sviluppare le competenze per la società della conoscenza,
• Rafforzare i legami con il mondo del lavoro e della ricerca e con la società in generale,
• Sviluppare lo spirito imprenditoriale,
• Sostenere la cittadinanza attiva, la pari opportunità e la coesione sociale,
• Rafforzare la cooperazione europea.
Gli orientamenti recenti del Consiglio Europeo partendo dalle conclusioni del Consiglio di Lisbona
(23 -24 marzo 2000), rilanciati dal Consiglio di Nizza (2000), dal Consiglio di Gotemborg (2001) e
via via fino al Consiglio Europeo del 22-23 marzo 2005 fissano per l’Unione Europea l’obiettivo
strategico di “diventare l’economia della conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo”
attraverso una strategia imperniata sulle seguenti linee portanti:
- rafforzamento delle politiche in materia di Società dell’Informazione;
- modernizzazione del modello sociale europeo, conferendo massima priorità agli interventi a
sostegno della piena occupazione, nella consapevolezza del suo ruolo di strumento primario per
fronteggiare i fenomeni di esclusione sociale e degli interventi volti a garantire l’equilibrio dei
sistemi previdenziali a fronte del crescente invecchiamento della popolazione europea;
- politiche di crescita “sane”, attraverso il fine tuning degli strumenti di politica macroeconomica e
il rispetto dei vincoli di bilancio pubblico.
Le strategie europee sulla coesione sociale, sull’istruzione, sulla formazione e sull’occupazione, nel
corso del biennio successivo, hanno coerentemente rafforzato e definito il “processo di Lisbona”.
Appare pertanto opportuno richiamare le principali linee di azione seguite dall’Unione Europea per
consolidare il processo di diffusione della Società dell’Informazione e dell’innovazione scientifica e
tecnologica e per modernizzare i sistemi formativi europei, sì da raggiungere l’ambizioso obiettivo
di creare l’Europa “dell’innovazione e dei saperi”. In particolare si fa riferimento a:
- l’attuazione delle iniziative di e-Europe ed e-Learning;
- la costruzione dello “spazio europeo della ricerca e dell’innovazione”;
- la costruzione dello “spazio europeo dell’apprendimento permanente”
- la riforma della “Strategia europea per l’occupazione”;
- il rapporto Kok sull’occupazione.
All’interno di tale processo assume un ruolo fondamentale l’attenzione alla costruzione di
“competenza” che supera le frontiere della conoscenza stessa e delle abilità. Per prestazione
competente può, infatti, intendersi, la capacità personale di rielaborare conoscenze e abilità per
ricercare soluzioni ai problemi posti dalla professione, dalla vita e dalle relazioni. Significa dunque
affermare flessibilità, creatività, inventiva, adattamento a situazioni in trasformazione per lo
sviluppo di buone prassi.
L’istruzione e la formazione hanno l’obbligo di rispondere a tale esigenza orientando i propri
curricoli, le proprie offerte formative al consolidamento non solo di conoscenze (saperi) e di abilità
(saper fare) ma anche e soprattutto al potenziamento di competenze spendibili nella vita e in altri
contesti. Per centrare tale obiettivo le Istituzione Scolastiche devono integrarsi pienamente con il
loro territorio, con il loro mondo produttivo e istituzionale per costruire un Sistema Integrato di
valori e professionalità.
E’ ormai chiaro che la forte criticità dei livelli di competenza del capitale umano ritarda
l’innovazione e quindi la crescita (cfr. Quadro Strategico Nazionale 2007-2013) frenando lo
sviluppo.
Anche i risultati dell’indagine PISA evidenziano forti ritardi nella costruzione delle competenze di
base (lettura, matematica, scienze) che collocano il Paese in una posizione di evidente arretratezza
rispetto agli altri Stati della U.E.. L’indagine, inoltre, rende esplicite le differenze tra le diverse aree
geografiche del nostro Paese, evidenziando come nel Mezzogiorno la quota di studenti al di sotto
della media dei paesi in esame sia circa il triplo rispetto al Nord. Da una riflessione sui dati appare
evidente come nelle zone economicamente più sviluppate vi sia un servizio scolastico più efficace
e, quindi, il capitale umano delle giovani generazioni è potenzialmente in aumento; all’inverso, la
situazione di svantaggio complessivo determina un servizio poco efficace, con scarse competenze,
frenando lo sviluppo .
1.1
Alcune esperienze del Sangro-Aventino
La formazione delle risorse umane è stata considerata, sin dalla predisposizione del Patto
Territoriale (1997), una delle funzioni strategiche dell’azione del Patto nell’ottica della creazione di
un processo integrato di crescita economica e sociale capace di autosostenersi.
Gli interventi progettati e realizzati a favore del patrimonio delle risorse umane sono sintetizzabili
in:
3.1. Scuola e territorio
•
Nella prima fase del Patto sono stati finanziati 40 progetti presentati dalle istituzioni scolastiche
•
Tra il 2000 e il 2002 è stato attuato il progetto pilota “Learning Area”
•
I migliori risultati di Learning Area hanno favorito l’attivazione di un nuovo progetto sul
sistema locale dell’apprendimento come integrazione tra scuola, territorio e imprese finanziato
con risorse del Programma Aggiuntivo POM.
3.2. Formazione e aggiornamento degli adulti
•
La formazione, anche permanente, delle risorse umane viene considerata funzione strategica
dell’azione del Patto, nell’ottica della creazione di un processo integrato di crescita economica e
sociale capace di autosostenersi
3.3 Formazione e aggiornamento degli addetti della PA
•
Tra gli interventi di adeguamento delle risorse umane particolare valenza assumono i progetti
destinati agli addetti del PA. Si tratta di interventi mirati ad accompagnare i processi di
innovazione, riconversione, riorganizzazione funzionali alla migliore efficienza degli Enti
Pubblici sul territorio.
Macrocategorie e tipologie di azione
Totale
n. Progetti
Contributi
(euro)
Scuola e territorio
47
1.963.689
Formazione/aggiornamento degli adulti
34
1.657.698
Formazione/aggiornamento addetti PA
16
770.316
Patrimonio delle Risorse Umane
97
4.391.703
Particolare attenzione viene dedicata al punto 3.1 “Integrazione scuola, territorio e sistema
produttivo”.
Nella prima fase i progetti sono stati progettati dalle istituzioni scolastiche del territorio, in modo da
attuare interventi innovativi ed integrati rispetto al contesto locale.
La risposta di tali istituti alla richiesta di nuove competenze è stata non solo la più cospicua rispetto
alle altre azioni (il numero dei corsi corrisponde a quasi il 49% del totale di tutti gli interventi
formativi, mentre il numero dei partecipanti è l’80% del totale), ma anche la più varia: si passa,
infatti, da corsi prettamente “scolastici” (rivolti in particolar modo agli alunni) come “Recuperare il
passato per vivere il futuro”, “Il bosco a scuola”, a corsi rivolti ad un’utenza più allargata come
corsi per adulti di alfabetizzazione primaria rivolti alla lingua inglese, all’informatica, al telelavoro,
fino a giungere a corsi, quali “La scuola di tombolo”, che tendono alla rivalutazione di antichi usi e
costumi regionali.
Tra il 2000 e il 2002 è stato attuato il progetto pilota “Learning Area” finanziato dalla Regione
Abruzzo nell’ambito del POR Obiettivo 3 C - Misura C1 – Azione C1.3 (Allegato a). In generale
l’iniziativa si proponeva di implementare un sistema territoriale integrato per la formazione
permanente basato su una rete di relazioni tra organismi locali coinvolti a diversi livelli nel sistema
di domanda ed offerta di lavoro e nel processo di formazione, informazione e orientamento.
Hanno partecipato alle attività 60 rappresentanti provenienti dal mondo delle scuole, degli enti di
formazione, dei lavoratori e delle imprese, degli Enti locali, la Provincia di Chieti, la Regione
Abruzzo
Il progetto è stato approvato dalla Giunta Regionale ai sensi della misura C.1.3. del POR obiettivo
3 con un contributo di 550 milioni di lire.
Anche il comprensorio del Trigno Sinello ha sperimentato positivamente la costituzione di una rete
locale nell’ambito del POR Obiettivo 3 C - Misura C1 – Azione C1.3
I migliori risultati di Learning Area hanno favorito l’attivazione di un nuovo progetto sul sistema
locale dell’apprendimento come integrazione tra scuola, territorio e imprese finanziato con risorse
del Programma Aggiuntivo POM.
Il progetto “Sviluppo del Sistema Locale dell’Apprendimento ” (allegato b) si basa su un
approccio di sistema che agisce sullo sviluppo globale del territorio facendo leva sulle capacità di
apprendimento dello stesso. Questo significa che è indispensabile occuparsi dei processi di
costruzione delle competenze per renderli effettivamente fruibili e accessibili sul territorio.
Il progetto è articolato in più azioni:
- Supporto Alla Rete delle scuole presenti nel territorio;
Le attività di supporto alla rete comprendono una serie di interventi di comunicazione mirati a
raggiungere con modalità e forme di comunicazione diverse i destinatari del progetto.
- Integrazione Scuola Territorio e Sistema Produttivo;
L’obiettivo generale dell’azione è quello di mettere in campo una serie di attività volte a sostenere
il processo di integrazione del sistema di istruzione, formazione e orientamento con il contesto
locale.
- Sviluppo del sistema di “Primo Contatto”;
La finalità generale dell’azione è quella di sostenere e dare impulso al processo di creazione di
impresa e lavoro autonomo nel comprensorio del Sangro-Aventino.
2
LA NUOVA STRATEGIA DEL PROGETTO “Sviluppo del
Sistema Locale dell’Apprendimento”
2.1
La sfida delle competenze: sperimentare oltre
Il dibattito più recente sullo sviluppo del capitale umano e della società, sulla crescita culturale e
sulla competitività evidenzia con forza sempre maggiore che il capitale umano è fondamentale e che
l’istruzione, conta in modo rilevante.
Muovendo, infatti, dal nesso che esiste fra le competenze di base e le opportunità di apprendimento
più ampie acquisite nel percorso scolastico, da un lato, e le condizioni economiche e sociali degli
individui e dei territori, dall’altro,si può affermare che le politiche di sviluppo devono tenere conto
dello stato dell’istruzione al fine di essere efficaci, ma possano concorrere a migliorarne lo stato di
sviluppo.
Lo sviluppo dell’istruzione genera, infatti, almeno tre categorie di effetti:
a) quelli immediati sul capitale individuale, ed in particolare sulle prospettive occupazionali e di
reddito, e sulle occasioni ulteriori di accumulazione di conoscenza e capacità (life-long
learning);
b) esternalità sui rendimenti sociali, sulla produttività e su tutte le altre componenti dello sviluppo
dalla salute alla riduzione della criminalità, dalla partecipazione attiva dei cittadini alla vita
sociale fino al benessere della collettività;
c) effetti innovativi e di rottura: l’istruzione è il veicolo che incoraggia l’imprenditorialità, la
creatività e la predisposizione all’innovazione.
Di contro, elevatissima può essere la perdita, individuale e collettiva, collegata alla carenza di
quantità e qualità dell’istruzione. Se è vero che l’istruzione ha un impatto sulla crescita e sullo
sviluppo in generale, e anche sulla capacità innovativa, allora conta ancora di più in un sistema,
come quello italiano, caratterizzato da un imprenditorialità diffusa, da una dimensione d’impresa
limitata e da una capacità ad innovare a macchia di leopardo.
Qual è il ruolo che può allora assumere la politica regionale per favorire una maggior sinergia tra
scuola e processi di sviluppo economico e sociale? Come possono le politiche di sviluppo
concorrere a migliorare le competenze degli studenti e a rendere la scuola più attrattiva? Infine, in
che modo le politiche di sviluppo devono tenere conto dei diversi livelli di competenze per poter
essere realistiche ed efficaci?
Le politiche regionali possono giocare un ruolo importante per migliorare la qualità e la quantità
dell’istruzione, a complemento delle risorse pubbliche ordinarie e delle risorse aggiuntive messe a
disposizione dai programmi e dalle iniziative comunitarie dedicate alla scuola. Le conoscenze
acquisite dall’analisi dei risultati di PISA e le analisi maturate dagli esperti e dai policy makers
permettono inoltre di formulare orientamenti strategici chiari che affrontino le priorità identificate,
evitando così di caricare la politica regionale di obiettivi troppo generici o non realistici.
In particolare, la politica regionale può agire su alcune condizioni di contesto che influiscono sia
sulla partecipazione attiva dei giovani alle opportunità offerte dalla scuola, ad esempio riducendo
l’abbandono e la dispersione nei primi anni della scuola secondaria, sia sull’effettivo livello di
competenze acquisite, come chiaramente emerge dai risultati di PISA 2003.
Alcuni di questi possono costituire obiettivi strategici della politica regionale futura, che tenga
conto in modo realistico dei divari territoriali esistenti.
Durante il seminario tenutosi a Luglio 2005
“Conoscenza per lo sviluppo: il ruolo della scuola e dei processi di apprendimento nelle
politiche di sviluppo e coesione”.
Sono emersi i seguenti spunti:
1. Definire politiche regionali con obiettivi realistici che rispondano ai bisogni specifici dei
territori e che tengano conto dei tempi lunghi necessari per eliminare i divari in termini di
competenze.
2. Una parte della politica regionale deve essere rivolta ad affrontare le carenze del sistema
scolastico non solo in termini di quantità, ad esempio tramite interventi per la riduzione
dell’abbandono scolastico, ma anche di qualità, mirando a migliorare le competenze di
base degli studenti, specie nelle aree in ritardo. Tale obiettivo deve essere perseguito sia con
azioni dirette alla scuola, sia attraverso interventi sul contesto intorno alla scuola (riduzione
esclusione sociale, formazione degli adulti – i “genitori” - , contrasto all’illegalità, ecc.),
integrati con i primi.
3. L’introduzione e l’uso delle nuove tecnologie influisce sia sulle modalità di apprendimento
sia sulle stesse competenze di base necessarie per affrontare le trasformazioni future e, nello
stesso tempo, per essere promotori di ricerca e sviluppo. Occorre dunque proseguire nello
sviluppare la società dell’informazione nella scuola.
4. Intensificare l’integrazione tra scuole e territorio. In questo campo è necessario non solo
continuare a sostenere gli sforzi già in atto per migliorare il rapporto tra scuole e imprese,
ma anche incoraggiare una collaborazione più intensa tra scuole e università, tramite attività
di orientamento soprattutto per le facoltà scientifiche dove gli iscritti e i laureati sono più
carenti.
5. E infine, le politiche regionali possono incoraggiare un miglior rapporto tra le scuole e i
cittadini, promuovendo un ruolo più ampio della scuola come luogo di incontro e
aggregazione sociale anche al di là delle attività didattiche o dell’orario di lezione.
a. Modalità di intervento quali i progetti integrati territoriali possono risultare particolarmente
6. Ampliare il ruolo del partenariato, aumentare la conoscenza e la consapevolezza dei
cittadini sugli standard minimi dei servizi offerti e sulla loro effettiva realizzazione
attraverso una più ampia diffusione di dati a disposizione (come i risultati di PISA) e un
investimento per ulteriori analisi e valutazioni.
In quest’ottica la valutazione, acquista importanza strategica sia per comprendere gli effetti delle
politiche, sia per dare voce a tutti gli agenti delle politiche dello sviluppo, in primo luogo i cittadini.
2.2
La metodologia di lavoro
Nel mese di marzo 2006 la Soc. Cons. Sangro-Aventino a r.l. ha organizzato quattro incontri, rivolti
ai Dirigenti Scolastici del territorio, al fine di riprogettare le attività previste nell’ambito del
Progetto “Sviluppo del Sistema Locale dell’Apprendimento”. Gli incontri, di rilevante importanza
per il reale coinvolgimento delle scuole, fin dalla fase progettuale, nell’ottica dell’integrazione tra
scuola, territorio, istituzioni e sistema produttivo erano finalizzati a definire le problematiche, gli
obiettivi generali e le azioni del Progetto.
Il percorso progettuale si è svolto utilizzando la metodologia PCM codificata anche nelle procedure
inserite nella certificazione Vision 2000.
La fase di riprogettazione, che ha coinvolto i Dirigenti Scolastici del territorio, può essere così
sintetizzata:
8 marzo
organizzazione della riprogettazione e diagnosi locale (diagnosi del contesto locale,
individuazione dei problemi/opportunità);
14 marzo
definizione della strategia di intervento (Elementi di valutazione quali/quantitativa
delle attività svolte, definizione coerente con la diagnosi effettuata di: obiettivi
generali e obiettivi specifici );
23 marzo
definizione della strategia di intervento (definizione coerente con la diagnosi
effettuata di: obiettivi generali e obiettivi specifici );
31 marzo
definizione delle linee di progetto con gli obiettivi interni al sistema scolastico, gli
obiettivi raggiungibili in raccordo con il territorio e gli obiettivi dipendenti da
condizioni extra-territoriali.
2.2.1 Metodo Project Cycle Management (PCM)
L’approccio PCM1 prevede l’utilizzo di vari concetti e strumenti per garantire qualità nelle diverse
fasi del ciclo di vita di un progetto (ideazione, progettazione esecutiva, realizzazione, valutazione).
In fase di ideazione, l’approccio PCM prevede l’uso della metodologia Goal Oriented Project
Planning (GOPP), oggetto di questa Guida.
Questa metodologia:
• si basa sull’analisi dei problemi, da cui poi scaturisce la logica dell’intervento;
• si fonda sulla relazione di causa-effetto tra i problemi e quindi tra gli obiettivi;
• si ispira alla “programmazione per obiettivi”, secondo la quale è opportuno stabilire prima gli
obiettivi (intesi come benefici duraturi per i beneficiari dell’intervento) e identificare solo dopo
le attività da realizzare per il loro raggiungimento;
• non è una procedura da seguire “a tavolino”; essa è veramente utile se si coinvolgono nella fase
di progettazione i soggetti che a livello locale sono interessati ai problemi individuati (primi fra
tutti i beneficiari cui il progetto è rivolto).
Le diverse fasi della metodologia di progettazione sono:
a. Analisi del contesto
• analisi dei problemi
• analisi degli obiettivi
• identificazione degli ambiti d’intervento
b. Definizione dei livelli del Quadro Logico in progetti rivolti a beneficiari finali e a beneficiari
intermedi
• scelta degli ambiti d’intervento
• definizione del progetto di massima con il Quadro Logico
Logica di intervento
Obiettivi Generali
Rappresentano i miglioramenti e i cambiamenti di cui le strutture, i sistemi e gli operatori potranno
giovarsi grazie alla riuscita e alla diffusione del modello innovativo proposto.
Scopo del progetto (anche definito obiettivo specifico)
Definisce il miglioramento della vita dei beneficiari finali o di un aspetto importante della loro vita.
Di norma esso è la trasposizione in positivo del problema di discriminazione alla base del progetto.
È consigliabile identificare con precisione uno o due al massimo di questi miglioramenti dal
momento che è difficile che progetti, sebbene complessi, producano più di uno o due effettivi
miglioramenti. Questo miglioramento, che riguarderà la condizione sociale o lavorativa dei
beneficiari, è il vero “banco di prova” della riuscita del progetto. In questo senso è importante che il
progetto prenda in considerazione, già nella fase di ideazione, tutti quegli elementi che possono
favorire la durata nel tempo di questo beneficio. Molto spesso infatti, il miglioramento ottenuto
viene meno dopo un certo periodo proprio perché non si è tenuto conto di fattori importanti quali la
capacità imprenditoriale dei beneficiari stessi o la mentalità degli altri attori sociali, ecc.. Questo
aspetto della durata nel tempo del beneficio è ciò che nell’approccio PCM si chiama sostenibilità.
!
Risultati attesi (anche definiti obiettivi)
Definiscono cosa i beneficiari finali saranno in grado di sapere, fare, o essere grazie alle attività del
progetto. I risultati non si riferiscono alle infrastrutture realizzate ma ai servizi offerti nell’ambito di
tali infrastrutture.
Attività
Sono le azioni che saranno realizzate nell’ambito del progetto per raggiungere i risultati previsti.
In sintesi, le attività conducono ai risultati, che a loro volta portano allo scopo del progetto, e lo
scopo del progetto contribuisce a raggiungere gli obiettivi generali.
Nel caso di progetti rivolti a beneficiari intermedi (operatori delle strutture, ecc.) il significato dei
quattro livelli della logica di intervento è leggermente diverso.
2.3
Il quadro strategico
2.3.1 Analisi dei problemi
Dalle sessioni di analisi realizzate attraverso la metodologia PCM, partendo da macro
problemi/domande concernenti il sistema locale dell’apprendimento, sono stati identificati
problemi specifici approfondendo le relazioni di causa/effetto. Sono emersi i seguenti problemi
condivisi riguardanti:
•
Problemi a relazionarsi con il contesto territoriale e fare rete con gli altri operatori
dell’apprendimento e con il territorio
•
Aggiornare/adeguare l’intervento didattico ai cambiamenti del mondo esterno alla scuola
•
Difficoltà a costruire competenze coerenti con le nuove esigenze per lo sviluppo
•
Difficoltà a costruire un proprio sistema di valutazione (autoreferenzialità)
•
Difficoltà a costruire rapporti strutturati tra scuole di ordini diversi (I e II grado) oppure tra
scuola media e scuola elementare (quando non appartenenti ad istituti comprensivi)
•
Problemi nella costruzione di percorsi di orientamento
Domanda/problema: Il Sistema Scuola ha difficoltà di comunicazione nelle singole scuole e tra le
scuole?
• Difficoltà di comunicazione e di lavoro comune tra: dirigenti, personale docente e personale
amministrativo, alunni, famiglie)
• Difficoltà ad utilizzare la rete per risolvere problemi comuni (per es. servizi gestionali,
privacy) trasversali a tutte le scuole;
• Mancata condivisione del POF da parte del personale amministrativo (non partecipa alle fasi
di progettazione p.es. gruppi di lavoro, commissioni etc.);
• Difficoltà a creare un gruppo redazionale all’interno di ogni singola scuola;
• Difficoltà ad utilizzare le Nuove Tecnologie Informatiche soprattutto in area Internet e web;
• Mancanza di attività/percorsi di aggiornamento comuni tra personale ATA e docenti
(gestione delle risorse, privacy, sicurezza, etc.);
• Assenza (in molte scuole) di un archivio scolastico web delle attività/progetti (ogni
attività/progetto deve prevedere la sua archiviazione informatica);
Domanda/problema: Perché il Sistema Scuola ha difficoltà nella progettazione e nella
implementazione dei Progetti?
• Mancata condivisione delle attività risultati intermedi e risultati finali di progetto (tra il
gruppo di progetto, il corpo docente, il personale amministrativo, alunni, famiglie);
•
•
•
•
Mancanza di strumenti informativi periodici (incontri, attività di comunicazione) nella
scuola e tra le scuole;
L’attività di monitoraggio delle attività/progetti non è fatta in maniera sistematica
(qualitativo-quantitativo);
Assenza di standardizzazione delle fasi di progettazione, di valutazione e di monitoraggio
(individuare modulistica comune);
Scarsa capacità di lavoro di gruppo (soprattutto nelle attività di progettazione)
Domanda/problema: Perché la Scuola ha difficoltà a strutturare nuovi percorsi di orientamento?
• Difficoltà nel riconoscere le competenze acquisite in termini di crediti formativi;
• Difficoltà nel riconoscere le conoscenze acquisite;
• Difficoltà nella “messa a sistema” dei laboratori di orientamento;
• Difficoltà a progettare e strutturare percorsi di orientamento in rapporto alle nuove esigenze
di informazione e di indirizzo;
• Difficoltà nella formazione degli orientatori;
Domanda/problema: Perché nel Sistema Scuola manca una reale rete tra la scuola e il contesto
territoriale?
• Difficoltà/ritardi nel costruire competenze spendibili e coerenti con le nuove esigenze per lo
sviluppo;
• Difficoltà nella formazione dei tutor (nella scuola e nelle aziende);
• Difficoltà di aggiornamento/adeguamento dell’intervento didattico ai cambiamenti del
mondo esterno alla scuola;
• Difficoltà nella sperimentazione di parti di curricoli locali condivisi;
• Difficoltà nel creare una filiera tra scuola, e altri enti responsabili della formazione;
• Problemi di raccordo tra sistema formativo, Enti Locali, Aziende, etc. (tirocini formativi);
• Problemi di competitività territoriale;
• Difficoltà nel riconoscere le competenze acquisite in termini di crediti formativi;
2.3.2 Obiettivi e linee di intervento
Obiettivo Generale
L’obiettivo generale della nuova strategia del progetto “Sviluppo del Sistema Locale
dell’Apprendimento” è di migliorare le competenze e promuovere un maggiore accesso alle
conoscenze soprattutto attraverso l’integrazione e lo sviluppo, nell’area delle competenze,
della formazione e dell’apprendimento del capitale umano presente nel territorio per
valorizzare appieno il potenziale territoriale.
Il perseguimento dell’obiettivo generale non può prescindere dalla realizzazione e dall’utilizzo della
RETE TERRITORIALE come strumento per la concretizzazione di un partenariato in grado di
raccogliere le sfide in atto. Pertanto si chiede a tutte le scuole di aderire alla costituenda rete.
Obiettivi Specifici e attività
Obiettivo specifico 1: Favorire lo scambio di informazioni nelle singole scuole
Attività:
1.1 Sperimentazione di una progettazione condivisa del POF da parte di docenti e personale
amministrativo
1.2 Produzione e condivisione di informazioni, anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie,
inerenti a:
- POF
- attività interne
- progetti
Organizzazione degli archivi
Elaborazione di contenuti informativi e di strumenti di comunicazione per la condivisione del POF,
delle attività e dei progetti
Metodologie:
Riunioni periodiche per coinvolgere/informare il personale amministrativo;
Gruppo di lavoro (gruppo di redazione) all’interno delle singole scuole;
Affiancamento/formazione dei docenti e del personale amministrativo all’utilizzo delle Nuove
Tecnologie dell’Informazione
Obiettivo specifico 2: Favorire lo scambio di informazioni tra le scuole
Attività:
2.1 Organizzazione, gestione e aggiornamento dei siti web e del portale scolastico
2.2 Progettazione e sperimentazione di servizi gestionali condivisi al fine di individuare e
condividere problematiche comuni (servizi gestionali, privacy, registro on line, organizzazione,
etc.)
Metodologie:
Gruppo di redazione all’interno delle singole scuole;
Affiancamento/formazione dei docenti e del personale amministrativo;
Obiettivo specifico 3: Creazione di una rete di scambio tra la scuola, gli enti di formazione e il
contesto locale2
Attività:
3.1 Attività di co-progettazione di percorsi formativi con metodologie e strategie didattiche
innovative in linea con i reali bisogni del territorio da realizzarsi in sinergia tra scuole enti di
formazione, enti territoriali, aziende
3.2 Modellizzazione e sperimentazione di tirocini formativi
3.3 Costruzione di un sistema per la riconoscibilità delle competenze acquisite
3.4 Ricerca ed elaborazione di un curricolo verticale condiviso afferente alla quota locale (ipotesi di
curricolo regionale)
3.5 Formazione dei tutor/counseling/coaching nella scuola e nelle aziende
Metodologie:
Laboratorio territoriale (docenti, enti di formazione, rappresentanti Enti Locali, associazioni,
imprese) finalizzato alla progettazione e all’aggiornamento (incontri/workshop);
Affiancamento/formazione in forma congiunta;
Obiettivo specifico 4: Migliorare l’attività di progettazione e le fasi di implementazione dei
progetti3
Attività:
4.1 Costruire una strumentazione condivisa per il miglioramento della qualità di:
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progettazione
monitoraggio
valutazione
4.2 Implementazione attività di comunicazione interna ed esterna dei progetti (incontri, attività di
comunicazione)
Metodologie:
Project work al fine di acquisire:
- attitudine e metodologie per il lavoro di gruppo
- metodologie di progettazione integrata (PCM)
- monitoraggio e valutazione
Incontri, utilizzo strumenti informativi (siti web, newsletter, giornalino ect.)
Obiettivo specifico 5: Sperimentazione di percorsi laboratoriali di orientamento4 (in continuità tra
ordini di scuola diversi e con l’università)
Attività:
5.1 Modellizzazione di percorsi integrati di orientamento in rapporto alle nuove esigenze di
informazione e di indirizzo
5.2 Sperimentazione dei percorsi di orientamento e “messa a sistema”
5.3 Formazione/aggiornamento degli orientatori
Metodologie:
Laboratori di orientamento
Affiancamento/formazione
3. DALL’ADESIONE FORMALE ALLA SOTTOSCRIZIONE DI IMPEGNI CONCRETI
Dagli incontri è emersa una partecipazione collaborativa da parte dei Dirigenti Scolastici a costruire
una rete tra le scuole di I e II grado del territorio anche attraverso la sottoscrizione di un protocollo
formale. Per rete si intende una struttura non gerarchica di elementi interconnessi tra di loro, in cui
la comunicazione circola facilmente e con grande velocità.
La rete che si intende costruire è da considerare come un momento di connessione e di superamento
delle separatezze; ciò consente di integrare meglio e valorizzare il sistema scuola con il territorio e
il sistema produttivo. Ciò si aggancia alla riforma dello Stato, alla delega Stato-Regioni, con
un'
enfasi sullo sviluppo del territorio, su quella dilatazione della funzione di cultura e su quella
dilatazione della dimensione del territorio che colloca le reti tra gli elementi di maggiore novità e di
maggiore scommessa nell'
ambito dell'
autonomia scolastica e dell’integrazione territoriale.
E’ evidente che l’adesione alla rete richiede la partecipazione imprescindibile alle attività indicate
agli obiettivi specifici 1-2-3 mentre è auspicabile l’adesione ad alcune attività ritenute sperimentali.
A tal fine, come da accordi presi nel Workshop del giorno 31 marzo 2006, si riporta, di seguito, la
scheda di adesione.
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Obiettivi
specifici
Risultati attesi
Azioni
Descrizione sintetica
Individuazione di
prassi comuni
relative alla
qualità dei
processi
formativi ed al
lavoro in rete
Definizione ed
adozione di una
“Carta della Qualità
dell’offerta formativa
locale”
1 Individuazione di
prassi di qualità
Individuazione di prassi di qualità per la
pianificazione e la gestione dei processi
formativi:
- Definizione prassi
- Redazione di specifiche
- Progettazione e realizzazione di moduli
formativi
2 Definizione di
prassi di lavoro in
rete
Definizione di buone prassi per il lavoro
nell’ambito della rete locale:
- Definizione prassi
- Redazione di specifiche
- Progettazione e realizzazione di moduli
formativi
3 Linee guida
Predisposizione di un manuale “Carta della
Qualità dell’offerta formativa locale”:
- Linee guida
- Modulistica
- Versione multimediale
- Software
di auto apprendimento e
monitoraggio
4 Attivazione di una
“Cellula di
animazione” della
rete
Attivazione di un team di animazione della rete,
realizzazione di azioni di sensibilizzazione degli
attori finalizzate alla diffusione degli strumenti e
delle metodologie di lavoro in rete, creazione di
un “Centro risorse” virtuale a servizio della rete,
promozione e lancio del progetto nella fase
operativa.
Messa in rete
dell’offerta
formativa locale
Realizzazione e
sperimentazione di
strumenti di lavoro in
rete
5 Sperimentazione di Messa a punto e realizzazione di progetti
percorsi integrati
formativi integrati fra agenzie, scuole e territorio.
Creazione di un
sistema locale di
informazione e
orientamento
Realizzazione e
sperimentazione di
una rete informativa e
di strumenti di
informazione
dell’utenza
6 Formazione
intervento dei
formatori
Attività formative funzionali alla realizzazione
della rete e volte al rafforzamento delle
competenze dei componenti dei gruppi di lavoro.
7 Attivazione di
“Antenne nelle
scuole”
Attivazione di “Antenne” all’interno delle scuole.
Attivazione del ruolo di responsabile dei progetti
di informazione e orientamento all’interno delle
scuole aderenti attraverso la pianificazione e la
sperimentazione di moduli di aggiornamento
tecnico per le figure interessate
8 Attivazione di
“Punti di primo
contatto”
all’esterno delle
scuole
Attivazione di una rete di sportelli territoriali
gestita in collaborazione con i centri per
l’impiego e le istituzioni locali.
9 Realizzazione di
strumenti di
informazione
orientati all’utenza
Realizzazione di un notiziario e di un sito Web
destinati al target di riferimento.
Allegato b) Learning area 2
Le diverse azioni previste dal progetto sono di seguito descritte in sintesi.
Supporto alla rete
Le attività di supporto alla rete comprendono una serie di interventi di comunicazione mirati a
raggiungere con modalità e forme di comunicazione diverse i destinatari del progetto:
- Sviluppo degli strumenti di informazione (online e offline) già avviati cioè il sito web, la news
letter “link” ed il periodico annuale “In rete”;
- Sviluppo di iniziative di comunicazione attraverso un uso ampio e continuativo delle relazioni
con i mezzi di informazione, azioni di mailing ed advertising locale;
- Realizzazione di iniziative o campagne informative specifiche.
Integrazione della scuola con il contesto locale (Agenzie Formative, Università, Imprese)
L’obiettivo generale dell’azione è quello di mettere in campo una serie di attività volte a sostenere il
processo di integrazione del sistema di istruzione, formazione e orientamento con il contesto locale.
In particolare l’azione è orientata al raggiungimento dei seguenti obiettivi specifici:
- promuovere l’aggiornamento tecnico e la sensibilizzazione del personale operante nell’ambito
delle scuole, delle agenzie formative, dei centri per l’impiego e di altre istituzioni attive in
materia di informazione e orientamento su tematiche strategiche per lo sviluppo del territorio
(come ad esempio la progettazione degli interventi integrati, l’uso delle NTI e la formazione
imprenditoriale, l’analisi delle esigenze e l’interpretazione del contesto locale ecc.);
- promuovere lo sviluppo di attività comuni di informazione e comunicazione in particolare
attraverso l’uso delle NTI;
- promuovere la realizzazione di azioni collettive di rilevanza territoriale in materia di
informazione ed orientamento dell’utenza scolastica e drop out.
Le attività previste sono:
- Formazione alla progettazione integrata. Si tratta di corsi sulla progettazione di percorsi
formativi integrati fra soggetti locali (scuola, formazione professionale e strutture di
informazione o orientamento.
- Attività di sensibilizzazione rivolte al personale operante nelle scuole e nelle strutture di
formazione, informazione ed orientamento. In questo caso potranno essere realizzate attività
puntuali (seminari e moduli di aggiornamento, giornate informative, convegni ecc.) per
rispondere a specifiche esigenze.
- Supporto tecnico alla realizzazione di una rete di siti web di informazione sul l’offerta scolastica
territoriale.
- Azioni integrate di informazione ed orientamento rivolte alla popolazione scolastica: sviluppo di
azioni di dimensione collettiva condotte dai diversi attori del sistema territoriale
dell’apprendimento (ad esempio un evento annuale, specifiche campagne di informazione ed
orientamento ecc.).
Sviluppo del sistema di “Primo contatto”
La finalità generale dell’azione è quella di sostenere e dare impulso al processo di creazione di
impresa e lavoro autonomo nel comprensorio del Patto Sangro-Aventino è l’elemento fondante
dell’iniziativa “Primo contatto”, promossa dal SRL del Patto nel febbraio del 2001. In questi due
anni sono stati raggiunti risultati molto importanti. Questi risultati hanno prodotto azioni di sistema
tali da seminare, soprattutto all’interno degli amministratori degli Enti coinvolti, un nuovo modo di
pensare lo sviluppo. L’esperienza ha insegnato come sia importante far si che le informazioni
depositate presso le amministrazioni centrali (Stato e Regione) vengano trasferite in modo corretto
in quei luoghi cosiddetti marginali. In quest’ottica, nella nuova edizione, il sistema di “primo
contatto” sarà organizzato in modo più organico nel collegamento con le amministrazioni locali e
funzionale in termini di continuità temporale attraverso l’attivazione di un’unità di supporto agli
sportelli che ne curerà l’animazione ed il monitoraggio.
Il progetto è finanziato nell’ambito dell’azione 5.4 del Sottoprogramma 9 del POM con le risorse
rinvenienti da rinunce e revoche; ente attuatore è il SRL ed è in fase di attuazione.
Alcuni risultati raggiunti dal Progetto Learning Area 2
Nell’ambito dell’azione Supporto alla rete, che comprende una serie di interventi di comunicazione
mirati a raggiungere con modalità e forme di comunicazione diverse i destinatari del progetto, sono
stati realizzati i seguenti interventi:
- database specifico di oltre 80 indirizzi e-mail di presidi e docenti appartenenti alle 29 scuole di
I e II grado del territorio;
- canale web scolastico all’interno del portale del Sangro-Aventino inteso come una piattaforma
operativa di content management, gestito in collaborazione con le scuole del territorio per
informare su tutte le loro attività. Il portale scolastico delle scuole rappresenta il fulcro della
rete informativa sperimentale e il principale strumento di comunicazione e di servizio del
progetto.
Nell’ambito dell’Integrazione tra Scuola Territorio e Sistema Produttivo, sono state realizzate
attività di aggiornamento degli insegnanti e sono state promosse delle azioni collettive di rilevanza
territoriale su tematiche strategiche per lo sviluppo del territorio.
Nell’anno scolastico 2004-2005 sono stati realizzati due corsi di formazione di 80 ore rivolti ai
docenti delle scuole di I e II grado del territorio:
- Corso “Nuove Tecnologie dell’Informazione” – finalizzato alla formazione e all’aggiornamento
tecnico degli insegnanti per lo sviluppo di nuove competenze, in relazione all’applicazione dei
nuovi strumenti tecnologici, soprattutto in area internet e web, anche al fine del loro utilizzo nelle
attività didattiche.
- Corso “Progettazione Partecipativa” – finalizzato alla formazione e all’aggiornamento tecnico
degli insegnanti e del personale amministrativo delle scuole sulle tecniche di progettazione
partecipativa e sulla gestione amministrativa e finanziaria dei progetti.
Nell’ambito dell’azione 5.4 “Integrazione Scuola Territorio e Sistema Produttivo” le scuole di I e II
grado del territorio Sangro-Aventino si sono riunite in rete per progettare azioni integrate
riguardanti i seguenti argomenti:
- Cooperative Learning e Tic
- Sicurezza stradale a scuola
- Sistema alternanza scuola-lavoro
- Marketing
Il Patto Territoriale Sangro-Aventino ha finanziato i seguenti progetti:
Progetto: “Alter Scuola” Alternanza scuola lavoro nel territorio del Sangro-Aventino
Progetto: [email protected]
Progetto: “Navigando” verso L’Europa
Progetto: Scuole in rete: qualità e identità per lo sviluppo del territorio
Progetto: Sicurezza Stradale a Scuola
Progetto: “Alter Scuola” Alternanza scuola lavoro nel territorio del Sangro-Aventino
Scuole coinvolte:
ITIS “L. Da Vinci” di Lanciano (Capofila)
ITCG “E. Fermi” di Lanciano
Istituto Superiore “Spaventa” di Atessa
Liceo Scientifico “G. Galilei” di Lanciano
“Alter Scuola”, ha contribuito a stabilire una relazione di conoscenza e di scambio reciproco tra le
istituzioni scolastiche e la situazione lavorativa nel contesto del Sangro-Aventino. Il progetto si è
articolato in un sistema di interventi che hanno compreso: corsi di formazione per docenti e per
studenti, attività di analisi e monitoraggio e diverse iniziative utili a conoscere la realtà lavorativa:
visite guidate presso aziende e incontri con rappresentanti del mondo del lavoro. Inoltre sono stati
organizzati stages e tirocini presso enti, aziende e istituzioni. Attraverso tali attività, al mondo
scolastico è stata offerta la possibilità di acquisire strumenti di lettura della situazione lavorativa del
territorio dal punto di vista della realtà produttiva, delle figure professionali emergenti e degli
sbocchi occupazionali. Agli studenti, in particolare è stata offerta la possibilità di acquisire
strumenti per potersi orientare con successo nelle scelte formative e professionali.
Progetto: [email protected]
Scuole coinvolte:
Istituto Comprensivo di Fossacesia (Capofila)
Istituto Comprensivo di Castel Frentano
Istituto Comprensivo di Atessa
Scuola Media “Umberto I” di Lanciano
Nell’ambito del Progetto sono stati realizzati: un corso per docenti finalizzato all’acquisizione della
metodologia del Cooperative Learning, e alcuni laboratori rivolti agli alunni che hanno permesso
l’acquisizione di competenze relative all’Educazione Alimentare, ad alcune tecniche di scrittura
creativa. Al fine di coinvolgere e sensibilizzare il territorio sulle tematiche affrontate dal progetto, è
stato pubblicato un opuscolo che raccoglie gli elaborati prodotti dagli alunni nel laboratorio di
scrittura creativo e legati alla storia e alle attività del proprio Paese nonché all’identità della propria
scuola. E’ stata organizzata una giornata tematica dal titolo “La salute vien mangiando” in cui sono
state presentate le attività svolte ad insegnanti, genitori, esperti di formazione e amministratori
locali.
Progetto: “Navigando” verso L’Europa
Scuole coinvolte:
Istituto Comprensivo di Paglieta (Capofila)
Direzione Didattica di Atessa
Istituto Comprensivo di San Vito Chietino
Istituto Comprensivo di Palena
Istituto Comprensivo di Torricella Peligna
I docenti referenti di ciascun Istituto Scolastico hanno prescelto il tema della Cittadinanza Europea
perché l’anno 2005 è stato definito “l’Anno Europeo della Cittadinanza attraverso l’educazione”.
Il progetto “Navigando verso l’Europa” ha rappresentato per le scuole un’occasione di incontro, di
interazione, di scambio e di confronto utili ad uscire dall’isolamento di ciascuna Istituzione e ad
innescare processi di crescita reciproca.
L’intervento è stato articolato in due fasi principali:
1. rivolta ai docenti coinvolti e finalizzata alla loro formazione (apprendimento collaborativorealizzazione di ambienti di apprendimento integrato);
2. rivolta agli allievi coinvolti e finalizzata a sviluppare competenze informatiche e
collaborative a partire da contenuti volti a promuovere le conoscenze e le abilità necessarie
per l’esercizio della cittadinanza in generale ed europea in particolare.
Progetto: Scuole in rete: qualità e identità per lo sviluppo del territorio
Scuole coinvolte:
Istituto Magistrale “C. De Titta”di Lanciano (Capofila)
Istituto D’Arte “Palizzi” di Lanciano
Gli obiettivi formativi, in termini di conoscenze, competenze, capacità relazionali che l’intervento
ha prodotto sugli alunni e sul territorio sono i seguenti:
A) alunni:
1. saper riconoscere nella valorizzazione delle competenze scolastiche la possibilità di
costruire una propria professionalità per inserirsi nel mondo del lavoro, anche attraverso il
collegamento con Imprese del territorio;
2. saper riconoscere l’importanza della comunicazione a diversi livelli per sostenere un
processo di valorizzazione di sé e del proprio saper fare;
3. sviluppo della capacità di analisi di bisogni e tendenze nell’acquisizione di un metodo di
lavoro che dall’analisi del reale sappia avviare un processo creativo efficace sia nella
comunicazione che nella realizzazione dei prodotti richiesti;
4. Sviluppo delle capacità di ascolto, cooperazione, comunicazione, negoziazione;
B) territorio:
5. sviluppo della conoscenza del patrimonio ambientale e artistico locale, nonché la
consapevolezza della sua importanza per la valorizzazione dell’identità culturale e la
crescita della comunità locale;
6. promozione nel territorio di una conoscenza dell’istruzione artistica adeguatamente
rispondente alle sue potenzialità formative ed alla qualità delle competenze specifiche.
Progetto: Sicurezza Stradale a Scuola
Scuole coinvolte:
Direzione Didattica II Circolo di Lanciano (Capofila)
Direzione Didattica I Circolo ”di Lanciano
Scuola Media “Mazzini”di Lanciano
Istituto Comprensivo “G. De Petra” di Casoli
Gli obiettivi raggiunti dal progetto sono i seguenti:
- Arricchimento delle conoscenze attraverso l’esperienza;
- Acquisire il significato del senso della vita, del pericolo, del limite;
- Sviluppo del senso di responsabilità verso se stessi, gli altri, l’ambiente;
- Diffusione della conoscenza del codice della strada con riferimento al pedone, al ciclista.
A conclusione del percorso di conoscenza, effettuato dai ragazzi delle scuole che hanno contribuito
alla realizzazione del progetto, si è svolta una manifestazione finale con la proiezione del film
“Sicuri nelle nostre strade” realizzato da tutti i partecipanti del progetto.
Nell’ambito dello sviluppo del Sistema di Primo Contatto sono stati erogati una serie di servizi:
incontri collettivi sulle opportunità esistenti e sulla normativa vigente di riferimento; colloqui
individuali per valutare la concretezza della propria idea imprenditoriale; attività di
accompagnamento per sviluppare tutti gli aspetti di un progetto d’impresa, senza sostituirsi, ai
consulenti liberi professionisti cui rimane la competenza per la presentazione delle istanze. Sono
state erogate informazioni a più di 350 utenti ed organizzato 9 incontri territoriali. Sono state
presentate oltre 50 istanze e sono state finanziate iniziative per un investimento complessivo di circa
1 milione di euro. E’ stata realizzata anche una diffusione per rendere accessibili le opportunità
esistenti nell’ambito dell’impresa e del lavoro autonomo. Creazione del territorio di una “cultura di
confidenza” per la promozione delle nuove iniziative imprenditoriali.
Allegato c) Dal Documento Strategico Nazionale 2007-2013
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L’esperienza della programmazione 2000-2006 nel campo dell’istruzione è stata positiva e ha
prodotto nel Mezzogiorno risultati significativi in almeno tre ambiti: la diminuzione della
dispersione scolastica, l’avanzamento dei tassi di scolarizzazione e lo sviluppo della società
dell’informazione. L’esame dei risultati e delle criticità permette di giungere a una lezione di natura
generale e a una specifica.
La lezione generale, che tiene conto della forte criticità rilevata nel capitolo I nei livelli di
competenza, specie nel Mezzogiorno, e del suo peso presumibile sul ritardo innovativo del paese,
invita a dare priorità, in termini quantitativi, alle politiche intraprese e a modularle per affrontare le
criticità che vanno delineandosi nei percorsi di istruzione in relazione alle competenze acquisite, e
per tenere in considerazione l’evoluzione del contesto istituzionale e demografico (cfr. Capitolo I).
Le lezioni specifiche riguardano la necessità di superare gli ostacoli che si frappongono alla
valorizzazione e diffusione delle innovazioni introdotte con le risorse aggiuntive, e in particolare:
1) il rafforzamento della relazione tra scuola, territorio, imprese e cittadini, per migliorare le
esperienze di alternanza scuola- lavoro e per trasformare le scuole in luoghi di incontro, democrazia
e accrescimento culturale;
2) l’integrazione e il travaso nella didattica tradizionale delle esperienze acquisite, delle attività
extracurriculari, delle metodologie innovative.
Per l’istruzione, le regioni dell’obiettivo 1 hanno avuto a disposizione uno specifico strumento, il
Programma Operativo Nazionale (PON)“La scuola per lo sviluppo”. Gli interventi previsti nel
Programma si inseriscono, in maniera complementare e/o aggiuntiva, nel quadro delle iniziative
nazionali finanziate con il Fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per
gli interventi perequativi (Legge n. 440 del 18 dicembre 1997 ).
Le risorse sono state ripartite tra le regioni dell’obiettivo 1 assumendo gli orientamenti dalla
Conferenza Stato-Regioni sulla ripartizione di risorse aggiuntive del 1999, ma tenendo anche conto
della popolazione scolastica specie in relazione alla dispersione e al disagio su cui il Programma si
proponeva di agire (disagio giovanile e dispersione scolastica, innovazione didattica). Ulteriori
obiettivi erano il miglioramento della qualità del sistema scolastico e la realizzare di azioni a
sostegno delle competenze di base per favorire il passaggio dalla scuola alla vita attiva.
Oltre l’80 per cento delle scuole secondarie superiori sono state titolari di almeno un progetto a
supporto dei processi di apprendimento e per l’acquisizione di tecnologie scientifiche e
informatiche, laboratori multimediali, reti ed infrastrutture per l’inclusione scolastica e
l’integrazione sociale. Le attività promosse hanno coinvolto oltre il 50 per cento della popolazione
delle scuole secondarie di secondo grado, oltre 90.000 insegnanti delle scuole primarie e secondarie,
pari al 35 per cento del totale. I risultati a cui il programma ha concorso, appaiono significativi:
-
diminuzione della dispersione scolastica Il fenomeno dell’abbandono precoce degli studi si può
considerare superato per la scuola elementare e in via di risoluzione per la scuola secondaria di
I grado, dove la dispersione scolastica è passata dal 2,8 per cento nel 1991 (centro-Nord 0,4 per
cento) allo 0,7 per cento nel 2003 (Centro-Nord 0,1 per cento). Tuttavia, il tasso di abbandono
rimane alto nella scuola secondaria di II grado. La concentrazione degli abbandoni avviene nei
primi due anni dei percorsi di istruzione secondaria, specie nel primo anno;
-
avanzamento dei tassi di scolarizzazione. In Italia, negli ultimi anni, la percentuale della
popolazione in età 25-64 anni che ha completato gli studi secondari superiori ha subito
un’evoluzione positiva - in tre generazioni il divario con la media OCSE è diminuito di 12
punti percentuali; resta tuttavia ancora elevato, pari a 15 punti percentuali. Nel Mezzogiorno
l’evoluzione è stata ancora più rapida, recuperando gran parte del divario con il Centro-Nord
(da 7,5 punti percentuali nell’anno scolastico 1994/95 a solo 1,3 punti nel 2003/04). Tuttavia, lo
sforzo non è ancora sufficiente per raggiungere il target prefissati e quelli strategici di Lisbona;
-
qualità del servizio scolastico. La realizzazione dei progetti ha promosso, all’interno delle
Istituzioni scolastiche che hanno partecipato agli interventi del Programma, processi innovativi
e di qualità relativamente alla capacità di analisi dei bisogni del territorio e della popolazione
scolastica. Attraverso il sistema di monitoraggio e gestione dei progetti, il Programma ha
favorito l’introduzione di un forte elemento di rottura rispetto al passato, promuovendo
l’attenzione ad alcune fasi essenziali dei processi formativi: l’analisi ex ante, l’attuazione in
funzione degli obiettivi da raggiungere, la valutazione degli esiti, la certificazione delle
competenze e il monitoraggio e la valutazione dei singoli percorsi per individuarne aspetti
positivi e aspetti critici;
-
sviluppo della società dell’informazione L’analisi del rapporto studenti / PC fornisce una stima
dell’impatto che il programma ha avuto sul processo di rinnovamento delle tecnologie
multimediali nelle scuole 26. Da una rilevazione del 2004 risulta che nelle sei regioni
dell’Obiettivo 1 è presente il 57 per cento dei computer censiti nelle scuole dell’intero paese, a
fronte di circa il 45 per cento della popolazione scolastica; il 47 per cento dei computer presenti
nelle regioni del Mezzogiorno sono stati acquistati con il contributo di fondi comunitari. Questi
dati segnalano un significativo miglioramento rispetto alla situazione nel 2001.
Questi significativi risultati ottenuti indicano che le iniziative hanno colto fabbisogni reali. Il loro
rilievo a fronte di un quadro assai preoccupante, che mostra un grave ritardo di competenze nel
Mezzogiorno (cfr. Capitolo I), suggerisce la lezione generale, di dare a questa linea di intervento un
ruolo primario nei prossimi anni e di concentrarlo con decisione sulle competenze da sottoporre a
continuo monitoraggio. Gli spazi ancora ampi di miglioramento suggeriscono d’altra parte una
modulazione degli interventi maggiormente concentrata sulle criticità, in relazione agli andamenti
demografici ed istituzionali, alla necessità di migliorare le competenze di base e a ridurre
ulteriormente la dispersione che si registra ancora nelle prime classi dell’istruzione secondaria.
Le positive esperienze fatte, i cui risultati paiono derivare da un coinvolgimento del territorio, dei
cittadini e delle imprese nei percorsi di istruzione di ogni singola scuola, e il convincimento
crescente che il grave divario negativo di competenza degli studenti del Mezzogiorno sia dovuto in
misura rilevante a un contesto sociale disattento ai risultati scolastici in termini di effettive
competenze (scarsa voice)27, suggeriscono poi la lezione specifica 1) in merito al coinvolgimento
locale nel disegno e nell’ attuazione di ogni intervento.
Ulteriori iniziative sono state avviate con le risorse nazionali aggiuntive. Il “Progetto CIPE Scuola”
si propone di: diffondere la banda larga nelle scuole delle regioni del Sud e introdurre metodologie
didattiche innovative per i docenti; infine – tramite il progetto “E-Inclusion” - rivolto agli studenti
disabili o stranieri si promuove l’integrazione e l’inclusione grazie all'
impiego delle nuove
tecnologie; particolare attenzione viene rivolta agli alunni affetti da disabilità cognitive.
Il progetto viene realizzato avvalendosi della presenza nelle diverse aree delle regioni obiettivo 1, di
Istituzioni scolastiche che, con risorse previste nel PON Scuola, sono state attrezzate con tecnologie
anche avanzate per svolgere la funzione di Centri polifunzionali di Servizio a sostegno delle scuole
del contesto di riferimento e di altri soggetti che nel territorio sono impegnati, sia pure con funzioni
diversificate, nel favorire e sostenere lo sviluppo locale.
I risultati su questo terreno permettono di indicare la lezione specifica 2), che muove
dall’osservazione di persistenti difficoltà di trasferire nell’innovazione della didattica tradizionale le
positive esperienze che si vanno accumulando grazie ai progetti. Si osserva infatti che l’incremento
significativo delle dotazioni e delle attrezzature non si accompagna sempre ad un loro impiego
“normale” e diffuso a causa di un lento adeguamento dell’organizzazione e degli operatori. Senza
un’adeguata attenzione a questo riguardo, come raccomandato nella lezione specifica, il rischio è un
lento ma progressivo degrado della qualità e funzionalità delle stesse attrezzature per il venire meno
di incentivi diffusi al loro aggiornamento.
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Le analisi e le evidenze empiriche raccolte nell’impostazione di questo documento8, l’evoluzione
del contesto tecnologico e i ritardi significativi accumulati dal nostro paese (cfr. capitolo I),
l’esperienza positiva della Programmazione 2000-2006 (cfr. capitolo III), convergono nell’indicare
che è il miglioramento delle competenze acquisite attraverso l’istruzione uno degli obiettivi
prioritari del prossimo periodo di programmazione, specie nel Mezzogiorno, dove grave è il divario
oggi esistente. Questa scelta appare rilevante con riguardo ai tre effetti distinti, ma connessi, che il
miglioramento delle competenze può assicurare:
-
effetti (più) immediati sui rendimenti privati individuali, e in particolare sulle prospettive
occupazionali e di reddito;
-
stimolo che l’istruzione ha sulla creatività e la predisposizione all’innovazione e alla
produttività. Essa può agire da leva per gli imprenditori affinché concettualizzino le proprie
stesse scelte e stabiliscono così un “ponte” con la ricerca, può mettere i lavoratori nelle
condizioni di interagire in modo proficuo con i quadri e gli imprenditori. In un paese dove il
livello di istruzione della famiglia e l’origine sociale sono fattori determinanti - spesso più
rilevanti del merito e della motivazione - nella probabilità di conseguimento di titoli, l’istruzione
può inoltre assicurare, non solo equità, ma anche il più pieno sviluppo e utilizzo delle ”capacità
innate” (o potenzialità), indipendentemente dalle catene ereditarie;
-
esternalità in termini di rendimenti sociali: relativi alla salute, alla criminalità, alle occasioni di
accumulazione di conoscenza e capacità (life-long learning), alla partecipazione attiva dei
cittadini alla vita sociale e ai processi di sviluppo: tutte componenti che influenzano in senso
ampio lo sviluppo e il benessere della collettività.
L’efficacia di un intervento di politica regionale nel campo dell’istruzione è affidato a una
combinazione di valutazione e accertamento dei meriti e mobilitazione locale. L’esperienza 20002006, promuovendo processi di crescita dell’autonomia scolastica legati al conseguimento di
risultati, mostra infatti che la progettualità realizzata territorio per territorio è necessaria per
adeguare gli interventi alle effettive competenze e agli effettivi fabbisogni di giovani, insegnanti,
famiglie, del mondo universitario e dell’impresa, che fanno parte della filiera dell’istruzione.
Principi di valutazione e accertamento dei meriti sono necessari per creare un sistema adeguato di
incentivi che, soprattutto nel Mezzogiorno, torni a motivare studenti e insegnanti. Mobilitazione
locale è quella necessaria perché sui progetti relativi alla scuola cresca l’aspettativa e dunque la
pressione sociale, anch’esse parte della motivazione. E’ inoltre necessario definire obiettivi
realistici per la politica regionale, che rispondano ai bisogni specifici dei territori e che tengano
conto dei tempi lunghi necessari per eliminare i divari in termini di competenze. Ne consegue che la
definizione di obiettivi nazionali di qualità è parimenti necessaria, affinché il sistema scolastico,
oltre a conseguire livelli comparabili nel confronto internazionale, sia in grado di promuovere
competitività nelle aree territoriali. E’ indispensabile quindi, ancor più che nel 2000-2006,
considerare i vincoli per la politica regionale nelle aree dove le competenze di base sono più basse
(Mezzogiorno) e le opportunità laddove esse sono più alte (Centro Nord).
Seguendo questo metodo, si possono perseguire le seguenti priorità:
-
superamento delle carenze del sistema scolastico non solo in termini di quantità, ad esempio
tramite interventi per la riduzione dell’abbandono scolastico, ma anche di qualità, mirando a
migliorare le competenze di base degli studenti, specie nelle aree in ritardo. Tale obiettivo deve
essere perseguito sia con azioni dirette alla scuola, sia attraverso interventi sul contesto
(riduzione dell’esclusione sociale, formazione degli adulti – i “genitori” -, contrasto
all’illegalità, ecc.), integrati con i primi;
-
aumento dell’attrattività della scuola, anche per incoraggiare i giovani a considerare
l’insegnamento una professione stimolante e per incentivare lo sviluppo professionale e la
motivazione degli insegnanti esistenti;
-
introduzione e diffusione dell’uso delle nuove tecnologie che influiscono, sia sulle modalità di
apprendimento, sia sulle stesse competenze di base. Occorre dunque proseguire negli
investimenti finalizzati a sviluppare la società dell’informazione nella scuola, sia per quanto
riguarda l’implementazione e l’aggiornamento delle tecnologie di settore e multimediali, sia per
promuoverne l’utilizzazione da parte degli insegnanti e degli studenti;
-
integrazione più intensa tra scuole e territorio. In questo campo è necessario non solo
continuare a sostenere gli sforzi già in atto per migliorare il rapporto tra scuole e imprese, ma
anche incoraggiare una collaborazione più intensa tra scuole e Università, tramite attività di
orientamento soprattutto rispetto alle facoltà tecnico-scientifiche dove vi è più carenza di iscritti
e laureati. La politica regionale può incoraggiare un miglior rapporto tra le scuole e i cittadini,
promuovendo un ruolo più ampio della scuola come luogo di incontro e aggregazione sociale
anche al di là delle attività didattiche o dell’orario di lezione. Essa può inoltre assicurare un più
forte ruolo del partenariato, non limitandosi al ruolo istituzionale, ma dando voce e spazio alle
istanze di tutti gli attori coinvolti, nella scuola e sul territorio (insegnanti, studenti, genitori,
imprese, università, terzo settore ecc.): è questo il modo per aumentare la conoscenza e la
consapevolezza dei cittadini sugli standard dei servizi offerti (anche facendo ricorso a una più
ampia diffusione di dati a disposizione e un investimento per ulteriori analisi e valutazioni) e
produrre quella mobilitazione locale da cui dipendono l’efficacia e la qualità dell’istruzione
anche in termini di attese e quindi di domanda;
-
sviluppare la cooperazione transnazionale per contribuire alla realizzazione di uno spazio
aperto europeo dell’istruzione e della formazione;
-
favorire lo sviluppo di un’offerta formativa interculturale. In ragione del numero sempre
crescente di stranieri che accedono al sistema scolastico, è opportuno valorizzare il ruolo della
scuola come principale luogo di integrazione tra cittadini italiani e stranieri (bambini, giovani e
genitori), al fine di favorire una maggiore coesione del tessuto sociale.
In particolare, è necessario rafforzare la raccolta e la diffusione di dati disaggregati a livello
regionale per vari indicatori di partecipazione all’istruzione e alla formazione, di dispersione
scolastica e di transizione dalla scuola alla vita attiva. I dati PISA 2003 sulla percezione degli
studenti circa le proprie competenze in matematica confermano la necessità di effettuare uno sforzo
maggiore per comunicare le informazioni a disposizione, non solo ai decisori e ai tecnici del settore,
ma soprattutto agli utenti dei servizi, studenti e insegnanti, perché possano comprenderne i limiti e
le opportunità. In quest’ottica la valutazione, già elemento centrale dell’attuale PON Scuola,
acquista importanza strategica sia per comprendere gli effetti delle politiche, sia per dare voce a tutti
gli agenti delle politiche dello sviluppo, in primo luogo i cittadini.
Questi obiettivi e priorità devono tenere conto delle forti differenze territoriali (ad esempio aree
rurali più marginali e aree urbane) e in particolare delle forti differenze tra Centro Nord e
Mezzogiorno.
Quanto all’obiettivo della Cooperazione, o a quanto a esso ispirato, l’istruzione dovrà assumere
rilievo nella cooperazione transnazionale assicurando, laddove possibile, la coerenza e la
complementarietà con altri programmi comunitari. Tale obiettivo può indurre forte aggiuntività e
incisività nelle politiche educative rispetto al passato. Occorrerà dare valore aggiunto alle reti già
costituite, valorizzando e sfruttando anche reti di competenza, costituite dalle migliori personalità
italiane all’estero; favorire la mobilità di docenti e alunni/e per favorire”l’Europa dell’Istruzione”,
un sistema di reti per aree tematiche auspicate di comune interesse.
In funzione di questi obiettivi, diventa assolutamente prioritario il sostegno al sistema di
valutazione nazionale dell’istruzione, necessario per tenere sotto controllo i fattori di sviluppo e
miglioramento dei livelli di apprendimento e della qualità complessiva delle istituzioni scolastiche.
In questo contesto, e tenendo conto di quanto prefigurato ne l cap. I, dovrebbe essere ulteriormente
promosso, nell’ambito della politica nazionale, il processo di definizione di standard nazionali di
qualità che possano quindi contribuire ad assicurare il miglioramento della qualità del sistema e
delle performance delle competenze degli studenti e di tutti gli operatori del sistema nei contesti
territoriali. La politica regionale potrebbe quindi, in tale ambito, contribuire a definire e conseguire
gli obiettivi di servizio maggiormente legati alle finalità di sviluppo (cfr paragrafo IV.2).
Le priorità individuate hanno uno stretto collegamento con gli aspetti più rilevanti della riforma del
sistema scolastico in via di definizione e sono fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi
europei fissati dalla Strategia di Lisbona 10. Tutte fanno riferimento a due caratteristiche della
riforma e degli orientamenti europei nel campo dei sistemi di istruzione e formazione :
-
la realizzazione di tutte le condizioni necessarie per un sistema di apprendimento permanente di
cui fanno parte tutte le componenti del sistema d’istruzione e formazione;
-
lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione che costituiscono lo strumento della società della
conoscenza, nelle due direttrici fondamentali delle infrastrutture tecnologiche e nella capacità
d’uso ai diversi livelli, dalla cultura di base a quella specialistica.
Il quadro normativo della riforma è ancora in fase di evoluzione. In questa fase occorre pertanto
identificare e condividere le linee strategiche delle aree territoriali fin dall’inizio della
programmazione, prefigurando un forte raccordo Stato – Regioni (soprattutto in funzione del
supporto nella fase transitoria, sia dell’attuazione della riforma, sia del trasferimento di competenze)
e prevedendo un’unica regia nel coordinamento dell’area istruzione attraverso un programma
destinato a sostenere le politiche nelle diverse aree del Paese.
Nel primo Rapporto sull’attuazione della “Strategia di Lisbona”, sono state individuate cinque
priorità, tra le quali la necessità, nell’ambito della promozione della società della conoscenza, di
ridurre gli abbandoni scolastici, di adeguare i sistemi di istruzione in linea con gli obiettivi della
società della conoscenza e di rafforzare le politiche di lifelong learning. Il peso dell’istruzione quale
“fattore critico grazie al quale l’Europa può assicurare la sua competitività in un contesto di
mondializzazione” e perseguire l’obiettivo della coesione sociale, è stato ribadito dalla
Commissione europea nella Comunicazione al Consiglio Europeo di Primavera (2005).
Allegato d) Sintesi Tavolo 1
1. Sistemi, qualità integrazione nel territorio
La possibilità di promuovere un'
azione efficace dipende da un buon sistema di istruzione e
formazione, di cui sia chiara l'
articolazione e la missione, che abbia una buona capacità di
collaborazione interna, che sia dotato di strumenti adeguati per la garanzia della qualità delle
prestazioni e la riconoscibilità di titoli e qualifiche, che sia capace di avanzare proposte e offrire
collaborazione con le diverse istanze dei territori e delle altre politiche.
Obiettivi
- Costruire una strumentazione condivisa per il miglioramento della qualità dell'
offerta
(monitoraggio e valutazione; accreditamento).
- Costruire un sistema di certificazione per la riconoscibilità delle competenze acquisite.
- Costruire principi comuni e strumenti. per l'
impostazione strategica e il governo dell'
attuazione
e per realizzare integrazione con altri attori del territorio.
- Costruire indicazioni condivise per raccogliere la sfida dell'
integrazione internazionale.
Si tratterà di attivare azioni di sistema per la costruzione di strumenti comuni. Per il
complesso delle azioni di sistema andrà definita una adeguata architettura operativa che
soddisfi l'
esigenza di una regia unitaria con una piena partecipazione delle Regioni.
L'
integrazione tra sistemi e attori rilevanti (istituzioni, operatori economici e parti sociali) è
una condizione importante per il conseguimento dei risultati programmati che spesso sono
realizzabili solo se nel complesso il sistema è coeso. Inoltre la buona integrazione è essa
stessa un fattore di qualità, perché risponde ad esigenze di piena valorizzazione delle risorse
esistenti, di supporto e controllo reciproco, di razionalizzazione degli interventi e di
"avvicinamento" ai fabbisogni locali. E'da privilegiare il livello locale di cooperazione.
La capacità del sistema formativo di rispondere alle necessità di adattamento dei sistemi
produttivi richiede di realizzare analisi e studi sulle tendenze dei sistemi economici,
dell'
organizzazione produttiva e dei mercati in modo da definire per tempo i connessi
fabbisogni formativi e professionali.
Una specifica dimensione qualitativa dei sistemi è legata alla loro capacità di affrontare ed offrire
risposte ai problemi-opportunità connessi all'
internazionalizzazione e alla globalizzazione.
2. Istruzione e formazione iniziale
L'
evoluzione normativa degli ultimi anni si è indirizzata verso l'
obiettivo esplicito di assicurare a
tutti il diritto a conseguire un diploma o una qualifica entro il diciottesimo anno di età.
L'
obiettivo di rendere universale l'
acquisizione di essenziali competenze di base necessita di
una forte ed effettiva integrazione tra sistemi.
I tassi di partecipazione all 'istruzione hanno visto nel nostro paese miglioramenti sostanziali,
tuttavia vi sono segnali di inadeguatezza e di disomogeneità sulla quantità di istruzione e di
formazione (partecipazione e conseguimento di titoli), sulla qualità degli apprendimenti (le
competenze acquisite) e sull'
equità di accesso al sistema e delle sue prestazioni. La situazione
è generalmente più grave nel Mezzogiorno.
Emerge con chiarezza la necessità di intervenire, non solo sulla maggiore copertura del
sistema ma anche sul miglioramento delle sue prestazioni, con un'
attenzione particolare
all'
equità di accesso e al raggiungimento di standard minimi di competenze chiave.
Traguardi da raggiungere
- Accrescere il tasso di partecipazione e contrastare la dispersione;
- Innalzare la qualità dei. sistemi di istruzione e formazione, il livello medio
dell'
apprendimento;
- Rafforzare l'
integrazione tra il sistema dell'
istruzione e della formazione e il territorio
(imprese e cittadinanza).
Campi prioritari di intervento
- Innalzare la qualità del sistema di istruzione e di formazione
-
-
Promuovere la diversificazione dell'
offerta di istruzione e formazione, all'
interno di un
sistema integrato, che fornisca proposte educative e formative adeguate ai bisogni degli
individui e al raggiungimento di competenze riconosciute.
Rendere il sistema scolastico e formativo maggiormente attraente agendo sulle
infrastrutture (edifici, laboratori, società dell'
informazione), sulla didattica, sui servizi
extra-curriculari (apertura delle sedi in orario extra curriculare, strutture sportive, mense,
trasporti).
Promuovere l'
innovazione nella didattica con interventi di formazione e di aggiornamento
delle risorse umane che operano nel sistema.
Incentivare l'
accesso a percorsi di istruzione e formazione scientifica, con attenzione
particolare alle donne.
Rafforzare la dimensione europea dei sistemi di istruzione e formazione, attuando scambi di
esperienze di studio e di lavoro per formatoti, docenti, studenti
- Integrazione tra sistemi di istruzione e di formazione e mondo produttivo
- Sostenere le iniziative di alternanza scuola/formazione e lavoro e la condivisione di
progetti tra scuole, agenzie formative, università, centri di ricerca, imprese.
- Equità, coesione e sostegno ai soggetti deboli
- Sostenere i soggetti meritevoli che versano in condizioni meno favorevoli
- Recuperare gli individui che hanno abbandonato il sistema scolastico e della formazione
professionale
- Favorire l'
integrazione degli stranieri anche attraverso azioni di sensibilizzazione ai valori di
una società multiculturale.
3. Formazione superiore e Alta Formazione
L'
alta formazione in Italia denota due ordini di problemi:
a) l'
insufficiente sviluppo, a differenza della maggior parte dei paesi europei, di un sistema di
formazione superiore non accademica, a carattere fortemente professionalizzante ancorato
ai fabbisogni del territorio, nel quadro di processi partenariali mirati alla creazione di poli di
eccellenza in raccordo tra il sistema delle imprese, l'
università, i centri di ricerca pubblici e
privati;
b) la scarsa propensione dei giovani a scegliere percorsi formativi a carattere tecnicoscientifico.
Traguardi da raggiungere
-
Sostenere la costruzione di un sistema nazionale di formazione superiore non
universitaria volto alla preparazione tecnica di alto livello quale strumento di competitività,
rafforzando il collegamento con le politiche di sviluppo territoriali, prevedendo il
coinvolgimento dei sistemi produttivi.
-
Potenziare l'
informazione, l'
orientamento e le modalità di incentivazione per favorire
l'
istruzione e la formazione superiore (universitaria e non) a carattere tecnico –
scientifico, con particolare attenzione al segmento femminile.
Campi prioritari d'intervento e principi operativi
L'
attenzione al collegamento con punti di eccellenza rilevanti per lo sviluppo e l'
innovazione
costituisce una fondamentale modalità di integrazione degli interventi formativi con altri attori
territoriali a vantaggio sia dei sistemi territoriali stessi, sia della capacità di innovazione interna al
sistema formativo. La creazione di network per la qualità dell’apprendimento - con la
partecipazione di sistemi d'
impresa, centri di competenza, formazione e ricerca, poli culturali – è
elemento di forte attrattività complessiva per orientare persone ed investimenti allo sviluppo del
territorio. Ciò implica la realizzazione di politiche di sostegno alla realizzazione di centri di
eccellenza per la didattica, la ricerca e l'
alta formazione, promuovendo tra l'
altro il sostegno e il
potenziamento dei programmi di internazionalizzazione e di mobilità, e valorizzando forme
associative e consortili tra i diversi soggetti (Università, centri di ricerca pubblici e privati,
imprese).
4. Formazione ed educazione permanente
I dati disponibili sulla scolarizzazione delle persone in età lavorativa, occupate e non, e sulla
partecipazione alle attività di formazione evidenziano una situazione altamente problematica in
tutto il Paese, che registra un particolare punto di debolezza nell'
elevato numero di persone che non
sono in possesso di un titolo secondario o di una qualifica professionale. Tale situazione assume
particolare rilevanza se riferita alla distanza dal benchmark della Strategia di Lisbona
relativamente al tasso di istruzione secondaria superiore nella popolazione 22enne. Le statistiche
rilevano che oltre il 22% dei giovani tra 20 e 24 anni si trovano in tale condizione. Anche gli
adulti trovano un ostacolo nelle progressioni di carriera e nella mobilità a causa della mancanza
di titoli adeguati.
Gli obiettivi di riferimento sono:
-
Garantire opportunità di istruzione/formazione lungo l'
arco della vita.
-
Accrescere l'
efficacia degli interventi formativi in termini di inclusività, occupabilità, pari
opportunità e sollecitare un'
azione più proattiva da parte dei servizi per l'
impiego.
Campi prioritari d'intervento e principi operativi
Formazione per il reinserimento nei percorsi di istruzione e formazione
E'necessaria la messa in campo di una strategia che promuova l'
acquisizione di un titolo
secondario o di una qualifica, attraverso percorsi tradizionali o anche innovativi, differenziati e
personalizzati, con utilizzo delle tecnologie informatiche.
Formazione per l'inserimento e il reinserimento al lavoro
L'
accesso al lavoro, sia nel caso del primo impiego che nelle diverse fasi di transizione, richiede
appropriati interventi, nei quali la formazione si accompagna alle politiche del lavoro, costituendo
insieme ad esse un mix differenziato a seconda dei target group di riferimento (persone con
disabilità, soggetti svantaggiati, lavoratori che perdono il lavoro a seguito di crisi aziendali). Va
pertanto potenziata la capacità di intervento dei servizi per l'
impiego nell'
indirizzare gli utenti verso
le opportunità più utili.
La strategia per il primo inserimento mira a legare l'
apprendimento alla concreta esperienza del
lavoro; hanno dimostrato efficacia tirocini, work experiences, altre forme di alternanza
scuola/formazione-Lavoro, apprendistato. Ulteriori strumenti utili a facilitare l'
inserimento e il
reinserimento lavorativo sono i percorsi che integrano orientamento, formazione, incentivazione
all'
autoimpresa, soprattutto se contemplano l'attivazione di forme di tutoraggio individuale.
Formazione per le "competenze chiave" e la cittadinanza attiva
L'
acquisizione e la "manutenzione" delle cosiddette competenze "chiave" costituisce il prerequisito
per l'
occupabilità, ma anche una base importante dei diritti di cittadinanza.
A tal fine occorre assicurare offerte formative che, pur debitamente differenziate in relazione alle
specificità territoriali e ai target di riferimento, e attente alle pari opportunità tra uomini e donne,
convergano prioritariamente sulle competenze chiave così come definite nei più recenti documenti
europei e si rivolgano in modo particolare a persone per le quali la formazione permanente
costituisce una risorsa per l'
inclusione e l'
integrazione sociale (si pensi a occupati ma con basso
titolo di studio, disoccupati di lunga durata, giovani che hanno abbandonato i percorsi scolastici,
immigrati inattivi, casalinghe e anziani).
Principi operativi:
- attivare una rete di soggetti (scuole, Centri territoriali per l'
educazione permanente, centri per
l'
impiego, università popolare e per la terza età, centri di formazione professionale, ecc.. ) che
capitalizzi le infrastrutture esistenti ed i soggetti già attivi, collegandoli intorno a progetti;
-
costruire un sistema capillare di informazioni che possa raggiungere i segmenti non in grado di
conoscere le occasioni formative.
5. Formazione continua
Il conseguimento di obiettivi di sviluppo e innovazione richiede una strategia di coinvolgimento sia
dei lavoratori che delle imprese per consentire loro di promuovere, anziché subire, i processi di
cambiamento indispensabili nell'
economia globalizzata e basata sulla conoscenza. La formazione
continua svolge in tale ambito un ruolo cruciale e costituisce il luogo privilegiato della
concertazione con le parti sociali, considerata anche la valenza strategica dei Fondi paritetici
interprofessionali.
Vi è tuttavia in Italia un problema grave di insufficiente partecipazione alla formazione continua,
soprattutto da parte delle donne. Vi è, inoltre, la necessità di collegare in maniera più sistematica
gli interventi di formazione alle esigenze espresse dai sistemi produttivi, in una logica complessiva
di sviluppo.
Si possono individuare i seguenti obiettivi:
-
Definire una strategia di formazione continua che determini un'
offerta accessibile, radicata
nel territorio ma non chiusa in una prospettiva localistica, mirata in particolare verso
lavoratori che rischiano di rimanere esclusi.
-
Sviluppare politiche di anticipazione e di rafforzamento della competitività delle imprese
attraverso l'
osservazione continua dei cambiamenti nell'
organizzazione del lavoro e nei
mercati nazionali ed internazionali.
-
Dotare il sistema di formazione continua dei necessari dispositivi per la certificazione delle
competenze ed il riconoscimento crediti.
Campi prioritari d'intervento e principi operativi
La strategia per lo sviluppo della formazione continua richiede una diversa articolazione in
rapporto a due ambiti di riferimento: le politiche della formazione riferite alle persone, sia
lavoratori, sia imprenditori, e le politiche rivolte alle imprese e più in generale alle
organizzazioni (incluse le amministrazioni pubbliche).
Occupati e imprenditori
Lo sviluppo della formazione continua richiede l'
accordo con le parti sociali e la definizione di
modalità organizzative in grado di allargare la platea di destinatati, assicurare innovazione nei
contenuti, qualità e continuità degli interventi.
-
Occorre favorire processi di aggregazione della domanda di formazione da parte delle P M I
ed il raccordo con gli obiettivi e le azioni dei Fondi interprofessionali.
-
Per rafforzare la capacità della formazione di rispondere ai fabbisogni dell’impresa, la
formazione deve sapersi rinnovare sul piano dei contenuti, metodologico e procedurale, e
ottimizzare le opportunità offerte dall'
informatica.
-
Per il sostegno dell'
innovazione, una particolare rilevanza assume la formazione di figure
-
professionali di "cerniera" e di supporto all'
innovazione, particolarmente importanti per le PMI.
-
Il target "piccolo imprenditore" dovrebbe costituire una priorità per le iniziative di
formazione, per metterli in grado di fronteggiare l'
entrata di nuovi concorrenti, la rottura
di reti consolidate per i diffusi processi di delocalizzazione, il mutamento continuo dei
comportamenti di consumo e degli stili di vita nella popolazione. E'pertanto necessario
costruire gli interventi sia sul piano dei contenuti, sia sul piano delle modalità e dei
format didattici per renderli effettivamente rispondenti all' esigenza di coniugare
apprendimenti efficaci ottimizzando la risorsa tempo.
-
Si dovrà procedere all'
attivazione di interventi formativi per i lavoratori con contratti
flessibili, legandoli ad altre misure che ne favoriscano la stabilizzazione.
-
Occorreranno anche politiche di contrasto alle discriminazioni e di valorizzazione della
risorsa degli immigrati, in particolare sui luoghi di lavoro; politiche di conciliazione
(orari, tempi, accesso ai servizi per l'
infanzia, gli anziani, ecc.) per favorire la
partecipazione delle donne e promuoverne l'
accesso ad occasioni di formazione
qualificate.
Imprese e organizzazioni
Dall'
esperienza della programmazione in corso è emersa la necessità di semplificare e
rendere agile quanto più possibile l'
utilizzo degli strumenti soprattutto se rivolti a PMI. A tal
fine:
-
Occorre che le imprese siano "soggetti attivi" nella progettazione e nella realizzazione di
attività formative coerenti con le proprie esigenze.
-
Sarà opportuno definire modalità di affiancamento ed accompagnamento delle imprese
nella definizione e nella realizzazione delle attività formative al fine dì accrescere la
consapevolezza del carattere strategico della formazione.
-
Occorre integrare le opportunità offerte alle imprese dalle altre politiche in favore della
competitività con indirizzi che rendano cogente l'
utilizzo della formazione.
-
Vanno proseguite e migliorate nei contenuti le azioni di capacity building per le
amministrazioni pubbliche, finalizzate a mettere in grado le istituzioni di rinnovarsi al
proprio interno e meglio sostenere le innovazioni necessarie.
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