$WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 1 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 SEDUTA DI MERCOLEDÌ 20 SETTEMBRE 2000 ANTIMERIDIANA PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARTINI INDI DEL VICEPRESIDENTE BORTUZZO ,1',&( PAG. PAG. 6XOSURFHVVRYHUEDOH ......................................... 2-35 MATTASSI...................................................... 24 DEGANO......................................................... 27 PETRIS ............................................................ 27 BARITUSSIO .................................................. 28 TESINI ............................................................. 29 CASTALDO .................................................... 31 LONDERO....................................................... 31 &RQJHGL ................................................................... 2 ,QWHUURJD]LRQLHGLQWHUSHOODQ]H6YROJLPHQWR ..... 2 PRESIDENTE................................2-4-6-9-13-14 POZZO, DVVHVVRUH DOOH DXWRQRPLH ORFDOL DOOH IRUHVWH H DOOD JHVWLRQH IDXQLVWLFD H YHQDWRULD ....................................................2-5-13 BORTUZZO ...................................................... 3 CISILINO ....................................................4-6-8 VENIER-ROMANO, DVVHVVRUH DOOD IRUPD]LRQH SURIHVVLRQDOH DO ODYRUR DOOD SUHYLGHQ]D DOOD FRRSHUD]LRQH DOO¶DUWLJLDQDWRHDLSDUFKL............................. 7-10 BUDIN............................................................. 12 ALZETTA........................................................ 14 6WUDOFLR ³0RGLILFKH GHOO¶DUWLFROR GHOOD OHJJH UHJLRQDOH´'LVFXVVLRQH ......... 14 PRESIDENTE............................................. 14-24 VANIN, 5HODWRUHGLPDJJLRUDQ]D................... 15 DI NATALE, 5HODWRUHGLPDJJLRUDQ]D........... 16 PUIATTI, 5HODWRUHGLPLQRUDQ]D ............... 18-34 GHERGHETTA, 5HODWRUHGLPLQRUDQ]D .... 20-33 POZZO, DVVHVVRUH DOOH DXWRQRPLH ORFDOL DOOH IRUHVWH H DOOD JHVWLRQH IDXQLVWLFD H YHQDWRULD ..................................................... 23-32 ,QWHUURJD]LRQHHGLQWHUSHOODQ]D$QQXQ]LR ....... 35 2UGLQHGHOJLRUQRGHOODSURVVLPDVHGXWD ........... 35 $//(*$72 5HOD]LRQLVFULWWHDSURSRVWDGLOHJJH Relazione dei Relatori di maggioranza Vanin e Di Natale, sulla proposta di legge n. 104 ............... 38 Relazione del Relatore di minoranza Puiatti sulla proposta di legge n. 104 ......................................... 39 Relazione del Relatore di minoranza Gherghetta sulla proposta di legge n. 104 ................................ 39 ,QWHUURJD]LRQHHGLQWHUSHOODQ]DDQQXQ]LDWH ...... 41 $WWLFRQVLOLDUL - (214) 2 VIII LEGISLATURA – 35(6,'(1=$'(/35(6,'(17(0$57,1, /DVHGXWDLQL]LDDOOHRUH PRESIDENTE. Dichiaro aperta la duecentoquattordicesima seduta del Consiglio regionale. 6XOSURFHVVRYHUEDOH PRESIDENTE. Informo che sono a disposizione dei Consiglieri alcune copie del processo verbale della seduta n. 212, e che, se non saranno state sollevate eccezioni nel corso della seduta odierna, il verbale stesso sarà considerato approvato. &RQJHGL PRESIDENTE. Comunico che hanno chiesto congedo, per la seduta antimeridiana, l’assessore Franzutti ed i consiglieri Brussa, Cruder, Gottardo e Molinaro. ,FRQJHGLVRQRFRQFHVVL ,QWHUURJD]LRQLHVYROJLPHQWRGL LQWHUSHOODQ]H PRESIDENTE. Passiamo al punto n. 1 dell’ordine del giorno, che prevede: interrogazioni e svolgimento di interpellanze. Do lettura dell’interpellanza n. 371 del consigliere Bortuzzo, iscritta all’ordine del giorno: “Il sottoscritto Consigliere regionale, PRESO ATTO che in Aula si sono susseguite di recente varie discussioni su proposte di legge o mozioni che contemplavano la fruizione diffusa dell’ambiente boschivo regionale; CONSIDERATO che è emersa una forte sensibilità in ordine agli elementi di salvaguardia ed al rispetto degli ambiti sopra 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 richiamati, con riferimenti specifici a flora protetta, sentieristica e protezione della fauna; VISTE le precedenti campagne promozionali già attivate molti anni fa dalla Regione, il sottoscritto Consigliere regionale, interpella la Giunta regionale per sapere se non ritenga opportuno: promuovere una seria, ampia ed articolata campagna di sensibilizzazione della opinione pubblica al rispetto dell’ambiente, in particolar modo di quello boschivo, riproponendo una opportuna segnaletica informativa su flora, fauna, geologia dei singoli ambiti boschivi con i dovuti aggiornamenti ed integrando le aree non ancora interessate; proporre pure una campagna mirata al settore dell’escursionismo e dei sentieri, favorendone un loro recupero oltre che una loro corretta fruibilità con vademecum illustrativi e di comportamento.” La parola alla Giunta. POZZO, $VVHVVRUH DOOH DXWRQRPLH ORFDOL DOOH IRUHVWH H DOOD JHVWLRQH IDXQLVWLFD H YHQDWRULD. Dunque, il consigliere Bortuzzo il 17 marzo ha presentato un’interpellanza tesa ad incentivare l’informazione sul rispetto dell’ambiente boschivo e della flora protetta. La questione richiamata dal consigliere Bortuzzo riguarda, ritengo, l’educazione e, forse ancor più, la formazione dei singoli individui, vale a dire non solo un mero adeguato comportamento circostanziale, ma l’introduzione di una scala di valori fondanti di buona convivenza, in relazione alla qualità della vita, e di sopravvivenza, in relazione alle risorse e alla loro conservazione, e mi trova, relativamente alle preoccupazioni espresse, totalmente in accordo. Vorrei aggiungere che favorire la promozione della questione ambientale relegata ai parchi o alle foreste, anche se chiaramente importante, mi pare, d’altronde, non sufficiente. Bisognerebbe programmare a vari livelli, destinandone uno anche ai pubblici $WWLFRQVLOLDUL - (214) 3 VIII LEGISLATURA – 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 amministratori, una vera didattica del rispetto del territorio (e noi siamo ogni giorno alle prese con queste problematiche); anche di quello destinato allo sfruttamento intensivo, attraverso una esposizione non solo del buon utilizzo primario, nel senso di un suo corretto sfruttamento, ma delle sue varie utilità, tra cui una più o meno dimenticata: la bellezza dell’ ambiente. L’ attività che ne origina è svolta sia direttamente dall’ Azienda stessa sia tramite gli enti gestori dei parchi e delle riserve naturali regionali nell’ ottica della diffusione della cultura ambientale e del rispetto delle aree naturali protette. E’ questa l’ occasione per dire della stretta di cuore che certi (praticamente tutti), che siano PIP o ZAP, e via discorrendo, provocano a chi vi parla e a molti amministratori pubblici che si sentono coinvolti nella problematica: sembrano, in effetti, scenari relitti di operazioni belliche tanto sono degradati, colmi di vecchi scarti di lavorazione, incolti, con le strade che vi si addentrano prive di manutenzione, o certe trasformazioni urbanistiche ed edilizie progettate senza sentimento e senza la specifica cultura, magari da chi non ne aveva titolo. Questo è il quadro di fronte al quale ci troviamo. Normalmente chi tratta il suo ambiente in tal modo o chi vive in un ambiente degradato di rado e solo con cosciente impegno può modificare le modalità del suo abituale comportamento in un contesto che, però, lo prevederebbe (contesto soprattutto normativo). In particolare, nell’ attività programmata per quest’ anno dagli enti gestori dei parchi e delle riserve naturali (fra l’ altro ricordo che, di recente, a seguito di una revisione della destinazione delle deleghe, l’ argomento è di competenza del collega Venier-Romano) v’ è anche la progettazione e la posa in opera di segnaletica che consenta una diretta ed immediata conoscenza delle realtà naturali protette. Per quanto riguarda le proprietà forestali regionali, che, oltre al normale sfruttamento economico secondo i principi della moderna selvicoltura naturalistica, sono sempre più oggetto della sensibile attenzione dei cittadini, il Servizio delle foreste regionali sta programmando una specifica tabellazione delle aree più significative per corrispondere alle esigenze di informazione e conoscenza che da più parti vengono sollecitate. Tuttavia, per illustrare al consigliere interrogante oltre al mio pensiero anche la concreta azione che sta portando avanti l’ amministrazione regionale, posso comunicare che da parte della Direzione delle foreste è in corso di effettuazione, delegata al Piano regionale di difesa del patrimonio forestale dagli incendi, una campagna di informazione ai fini antincendio che, pur non rientrando strettamente tra le azioni indicate nell’ interrogazione, concerne comunque, in generale, il rispetto dell’ ambiente boschivo. Detta campagna è condotta tramite una ditta specializzata avvalendosi di fondi UE. Ecco, questo per dire della attività che è stata concretamente posta in atto. Al di là di tutto, però, come ho detto all’ inizio, è un problema di cultura e di educazione sul quale bisognerà lavorare molto. Tra i compiti istituzionali, poi, dell’ Azienda dei parchi e delle foreste regionali, tramite il Servizio della conservazione della natura, è ricompreso quello della promozione della “conoscenza dei valori ambientali e del corretto uso dell’ ambiente naturale” con un mandato, quindi, abbastanza vasto e generale, ma pur sempre riferito solamente all’ ambiente naturale protetto, fatto che può indurre una percezione di separazione tra questo e l’ ambiente urbanizzato o comunque sottoposto a sfruttamento. Per questo dicevo che il discorso è ancora più vasto. Comunque, ringrazio il consigliere Bortuzzo per avermi dato modo di approfondire questo argomento. PRESIDENTE. La parola al consigliere interpellante. BORTUZZO. Ringrazio l’ assessore Pozzo per la risposta che mi è stata data. Volevo anche fare presente, ma l’ Assessore lo saprà sicuramente, che su questo argomento era stato approvato anche un ordine del giorno che ribadiva gli stessi concetti. Quindi, c’ è anche il conforto, come dire?, il sostegno politico di questo Consiglio. Credo di dover dire che, sia per quanto riguarda la sensibilizzazione dell’ opinione pubblica al rispetto dell’ ambiente, sia per quanto riguarda l’ opportunità di collocare della $WWLFRQVLOLDUL - (214) 4 VIII LEGISLATURA – segnaletica informativa su flora e fauna da proteggere, da tutelare, la risposta si possa ritenere esauriente. Invece mi è sfuggito, forse, il discorso che riguarda la sentieristica che merita, anche quello la dovuta attenzione, proprio per ovviare, talvolta, a rischi o a pericoli che si possono creare con comportamenti inconsulti da parte di chi fruisce di questa sentieristica. Bene, devo dichiararmi soddisfatto della risposta, anche per lo spirito con cui è stata colta questa interpellanza, che voleva essere un suggerimento e, soprattutto, per come si è provveduto o si sta provvedendo a risolvere questi problemi. Grazie. PRESIDENTE. Do lettura dell’ interpellanza n. 392 del consigliere Cisilino , iscritta all’ ordine del giorno: “Il sottoscritto consigliere regionale Adino Cisilino: - ravvisato che alla nomina dei presidenti dei seggi elettorali provvede la Corte di Appello e che la competenza in materia elettorale è della Regione, come previsto dallo Statuto; - rilevato che i nominativi vengono indicati dalle varie Amministrazioni Comunali al Presidente del Tribunale competente per l’ inoltro alla Corte d’ Appello; - considerato che alla fine i Presidenti in buona parte sono sempre gli stessi a volte mancanti dei requisiti più fondamentali; - ravvisato altresì che oramai la delicatezza delle nuove leggi di riforma elettorale hanno bisogno di gente preparata e nelle varie realtà territoriali ci sono anche giovani laureati; - rilevato che in ogni momento elettorale si verificano dei brogli più o meno comprensibili comunque tali da compromettere possibili risultati di rilevante interesse elettorale; tutto ciò premesso interpella la Giunta regionale al fine di sapere: 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 1. in che modo l’ Amministrazione regionale intende dar corso ad un radicale atto di informazione ed acquisizione di professionalità dei presidenti nei seggi elettorali in vista di imminenti scadenze elettorali; 2. se la Giunta regionale intende dar corso, al fine di sensibilizzare anche civicamente gli aspiranti presidenti ad un programma formativo per evitare danni derivanti da possibili azioni risarcitorie; 3. l’ intendimento di circoscrivere la presenza di Presidente ai seggi elettorali in massimo tre consultazioni elettorali.” La parola al presentatore. CISILINO. Presidente, ho ritenuto di presentare questa interpellanza anche perché sono stato toccato direttamente da una vicenda che è andata anche ad interessare il Consiglio regionale, seppur attento nell’ elaborare dati elettorali, ma non sempre attento nel rivendicare competenze, anche primarie, in materia di elezioni… Infatti oramai è prassi consolidata che la nomina dei presidenti di seggio, la nomina degli apparati elettorali, avvenga, seppur per legge, con una consuetudine che ha dello sbalorditivo. Sottolineo che, essendo stato direttamente interessato, ho fatto delle indagini - indagini amichevoli – con il personale preposto ad un compito delicato quale quello rappresentato prima dai seggi, poi della elaborazione dei voti, poi del riporto dei voti stessi. Posso dire che sono rimasto, francamente, non sbalordito, ma mortificato da come, per lo Stato, nelle sue varie realtà (dalla Corte d’ Appello ai Tribunali), sia tutta un’ abitudine, una consuetudine, per cui, alla fine, troviamo, sui banchi del seggio, a rappresentare lo Stato, presidenti di seggio che non sono in grado di connettere. Francamente, questa è una necessità che l’ Assessorato, la Direzione, il Consiglio stesso, la Regione, deve necessariamente rivendicare affinché, in Regione, i brogli elettorali non avvengano più. Io, purtroppo, ho dovuto toccare con mano, non solo personalmente, ma anche indirettamente, verificando situazioni $WWLFRQVLOLDUL - (214) 5 VIII LEGISLATURA – 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 che avevano dell’ indecoroso, dell’ increscioso, comunque finalizzate a danneggiare. soprattutto nel corso delle operazioni di scrutinio. Uso parole forti per dire che i brogli elettorali avvengono non da oggi, non da ieri, ma da molto tempo, grazie ad un apparato statale anacronistico, ad un apparato statale che non è in grado di valorizzare le professionalità dei giovani. Nei paesi, Presidente, anche in montagna, abbiamo laureati che non vengono chiamati nemmeno a fare i presidenti di seggio. Compito non semplice, e comunque delicato. Al fine di limitare il verificarsi di tali circostanze, che sono in molti casi il preludio a successivi ricorsi giurisdizionali, il Servizio elettorale della Direzione regionale per le Autonomie locali ha provveduto a rendere più semplici e comprensibili, intanto, i modelli di verbale utilizzati dagli uffici di sezione; con il medesimo intento è stata completamente riscritta la pubblicazione n. 16, “Operazioni degli Uffici elettorali di sezione”, contenente istruzioni dettagliate relative alle singole operazioni elettorali attribuite agli uffici. A questi compiti delicati dobbiamo mandare gente preparata. Non dobbiamo mandare, o comunque raccomandare, gente in grado di rispondere solo a necessità di partito, ma gente che sia in grado di rispondere alle esigenze di legalità e trasparenza. I presidenti di seggio sono ben 633 solo nel collegio di Udine. Raccomanderei all’ Assessore, poi sentiremo cosa dirà, che da domani la Regione si attivasse affinché quello che è successo non si verifichi più. PRESIDENTE. La parola alla Giunta. POZZO, $VVHVVRUH DOOH DXWRQRPLH ORFDOL DOOH IRUHVWH H DOOD JHVWLRQH IDXQLVWLFD H YHQDWRULD. Il collega Cisilino, sostanzialmente, pone tre quesiti. Ha interpellato la Giunta regionale per sapere come la Regione intende dar corso ad un radicale atto di informazione e acquisizione di professionalità dei presidenti dei seggi elettorali (anche in vista dell’ imminente scadenza); se la Giunta intende dare corso, al fine di sensibilizzare anche civicamente gli aspiranti presidenti, ad un programma formativo per evitare danni derivanti da possibili azioni risarcitorie; e l’ intendimento di circoscrivere la possibilità di presiedere i seggi elettorali per un massimo di tre consultazioni. In merito ai primi due quesiti dell’ interpellanza questi fanno riferimento, praticamente, al medesimo problema, che concerne la necessità di attuare iniziative per la formazione degli elettori chiamati ad esercitare funzioni di presidente degli uffici elettorali di sezione. Si tratta di un problema reale, come dimostra la serie di errori materiali e di inesattezze compiute dagli uffici di sezione, Vero è che l’ esperienza di questi anni ha dimostrato che il modo più efficace per supportare l’ attività degli uffici di sezione è rappresentato dall’ effettuazione di corsi di formazione riservati ai presidenti degli uffici stessi. Il Gruppo di lavoro per la riforma del procedimento elettorale nelle elezioni comunali e provinciali, costituito con DPGR n. 408/Pres. del 17 dicembre 1999, e che ha completato in questi giorni i suoi lavori, ha previsto di inserire, nella relativa bozza di disegno di legge, un articolo in materia di formazione e aggiornamento dei presidenti degli uffici di sezione. Lo stesso contiene anche la disciplina per l’ organizzazione di corsi di formazione, individuandone i tempi e le modalità, e stabilendo i compensi in favore dei soggetti incaricati e i gettoni di presenza in favore dei partecipanti. Per quanto concerne il terzo quesito dell’ interpellanza, poi, si osserva che l’ adozione di una misura così limitativa, sulla cui efficacia bisognerebbe discutere, pare non rientrare nella competenza regionale, poiché, attualmente, la legge 21 marzo 1993, n. 53 attribuisce al presidente di ciascuna Corte d’ Appello, cioè ad un organo dell’ ordinamento giudiziario, la competenza in ordine alla tenuta dell’ albo delle persone idonee all’ ufficio di presidente di seggio elettorale.” Comunque, il problema è complesso. Credo che in quel disegno di legge che consegnerò tra poco, dopo averlo portato in Giunta, alla competente Commissione, ci siano elementi sufficienti per poter affrontare anche questi problemi. $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 6 VIII LEGISLATURA – Quindi, da un lato, sicuramente la formazione dei presidenti, che non possono essere mandati così allo sbaraglio, e la possibilità anche di surrogazione di quelli che non sono all’ altezza. Sulla limitazione degli stessi bisognerà intervenire nei confronti della magistratura, comunque presente nel gruppo di lavoro anche per questi aspetti. Speriamo di riuscire a superare questi inghippi che, effettivamente, abbiamo riscontrato. PRESIDENTE. La parola al Consigliere interpellante. CISILINO. Prendo atto della risposta, ma non posso essere completamente soddisfatto perché è una risposta, seppur con ottimi intendimenti, che mi lascia con l’ amaro in bocca: fin quando non troveremo una forma quantomeno di sottolineatura verso la magistratura ordinaria, che è il Tribunale provinciale, in pratica, è tutto un mandare a cascata, alla fine, a ratifica della Corte d’ Appello. Vorrei, come avviene per gli scrutatori, che anche per i presidenti di seggio fosse fatto uno screening, fosse fatta una verifica del personale che viene dalle varie realtà civiche, locali,… Francamente, sulle indicazioni che vengono dalle cosiddette amministrazioni locali ho molte perplessità. Perplessità perché sono uomini di parte e a ricoprire un incarico di questo tipo dovrebbero essere persone al di sopra delle parti. Quindi, sottolineo all’ Assessore la necessità, e anche l’ utilità, di fare una protesta epistolare con la cosiddetta magistratura ordinaria, affinché queste cose, in FriuliVenezia Giulia, non succedano. Perché la magistratura ordinaria, Assessore, quando poi i danni sono stati fatti, non risponde, perché l’ organo non esiste, la Regione non c’ è. In questo dobbiamo essere protagonisti in maniera concreta, non solo nelle ipotesi di futuri impegni. Questo significa dare una svolta e rivendicare quello che deve essere di competenza della Regione. La Regione deve indicare, nominare e organizzare i vari momenti elettorali. Comunque, la ringrazio per la tempestività, perché è una delle poche interpellanze che mi – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 hanno dato l’ opportunità di sentire la Giunta. Infatti è stata presentata recentemente, nel mese di aprile. La ringrazio. PRESIDENTE. Do lettura dell’ interrogazione n. 474 del consigliere Cisilino, iscritta all’ ordine del giorno: “Il sottoscritto Consigliere regionale: - premesso che da una attenta riflessione ha potuto constatare anche con l’ ausilio della stampa l’ avvento della mostra dei Patriarchi di Grado dal 10 corrente al 9 settembre; - ravvisato che la mostra è stata guarnita di una serie di avvenimenti come la stampa di un opuscolo con la presentazione innovativa da parte del commissario liquidatore ESA; - considerato che l’ opuscolo è stato programmato con la tempistica della mostra e ciò, pare di ritenere, al fine di evadere il tutto a trattativa privata; tutto ciò premesso interroga la Giunta regionale corrisponde al vero: per sapere se 1. se il catalogo che ha comportato un grosso impegno finanziario per l’ ESA è stato programmato e affidato secondo una logica di trattativa privata e ciò ha comportato una dilatazione della spesa; 2. se corrisponde al vero che tale lavoro sia stato affidato in via privatistica vista l’ urgenza e per un importo decisamente maggiore rispetto al preventivo; 3. se il modo di gestire i richiamati eventi corrisponde agli indirizzi dati dalla Giunta al fine di conciliare i costi con i benefici; 4. come intende la Giunta regionale fronteggiare la costante dilatazione dei costi dell’ iniziativa, considerata la scarsa sensibilità dimostrata sia nell’ impostare il progetto sia nel realizzarlo; 5. si chiede inoltre di conoscere se un ente in liquidazione e in stato di commissariamento debba continuare a gestire eventi così $WWLFRQVLOLDUL - (214) 7 VIII LEGISLATURA – importanti.” La parola alla Giunta. VENIER-ROMANO, DVVHVVRUH DOOD IRUPD]LRQH SURIHVVLRQDOH DO ODYRUR DOOD SUHYLGHQ]D DOOD FRRSHUD]LRQH DOO¶DUWLJLDQDWR H DL SDUFKL. Grazie, Presidente. Rispondo all’ interrogazione orale n. 474 del collega Cisilino sul vero costo della mostra dei Patriarchi di Grado. Devo dire che, al fine di dare risposta all’ interrogazione n. 474 ho provveduto ad acquisire i necessari elementi conoscitivi presso l’ ESA, che mi ha fatto pervenire copia della relazione di sintesi, a suo tempo inviata all’ Assessore Tondo che, all’ epoca, era l’ Assessore delegato ad un tanto, unitamente alla relativa documentazione. Poiché all’ epoca del progetto relativo alla mostra mi occupavo di agricoltura non posso che rispondere al consigliere Cisilino dando lettura della relazione ricevuta dall’ ESA: “Con riferimento alla nota dd. 6.7.2000 prot. n. 1353, si forniscono qui di seguito gli elementi di diritto e di fatto necessari per fornire adeguata risposta all’ interrogazione a risposta orale n. 474 del Consigliere Cisilino, avente per titolo <<Il vero costo della Mostra dei Patriarchi di Grado>>. Per quanto riguarda l’ individuazione del professionista cui affidare l’ incarico per l’ ideazione, il servizio fotografico, la progettazione grafica, l’ impaginazione e l’ assistenza alla stampa del catalogo illustrativo dei prodotti presenti nella Mostra con l’ indicazione delle ditte che li hanno realizzati, si è richiamato legittimamente il combinato disposto del primo comma, punto 2 e del secondo comma dell’ articolo 58 del D.P.G.R. n. 0417/Pres. di data 12 settembre 1986 (regolamento per l’ amministrazione del patrimonio e la contabilità degli enti ed organismi funzionali della Regione). E’ stata così individuata la persona del signor Francesco Beltrame, amministratore unico della A.D. Media Pubblicità di Udine, quale esperto per fornire, con i requisiti tecnici ed il grado di perfezione richiesti, il catalogo in argomento, tenuto anche conto di similari lavori effettuati in passato per l’ ESA con piena 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 soddisfazione dell’ appaltante (vedasi anche curriculum vitae del professionista, acquisito agli atti). Il costo complessivo di lire 39.600.000 comprensivo di IVA al 20%, è ben al disotto dei 50 milioni previsti, seppur in linea di massima, nell’ allegato al decreto n. 54/D di data 12 aprile 2000, relativo all’ adozione del progetto. La congruità del prezzo offerto è stata accertata interpellando, per le vie brevi, alcune ditte fornitrici dell’ Ente ed espressamente richiamate nel decreto di approvazione del relativo contratto. Ad “abudantiam” e per ogni valutazione residuale, eventualmente necessaria, si aggiunge che, in materia di scelta dei professionisti cui affidare l’ incarico di una prestazione intellettuale, la Pubblica Amministrazione non esercita una potestà amministrativa in senso stretto, ma si avvale di un potere di autonomia privata unita ad un rapporto fiduciario con il prescelto, per cui non è tenuta a seguire, per la scelta dei professionisti, alcun procedimento amministrativo concorsuale (vedasi decisione n. 92 TAR Friuli-Venezia Giulia d.d. 12 marzo 1980). La manifestazione in esame era già stata approvata dal Consiglio di Amministrazione dell’ ESA una prima volta verso la fine dell’ anno 1999 con atto n. 100 di data 21 dicembre 1999, per la realizzazione di alcuni interventi minimali urgenti e la presenza dell’ Ente stesso doveva essere collegata con la “Mostra dei Patriarchi” , da realizzarsi ad Aquileia e Cividale del Friuli, voluta ed organizzata dalla Giunta regionale e curata dalla Deputazione di Storia Patria del Friuli, presenza richiesta espressamente dal Coordinatore Scientifico della Mostra, dott. Giuseppe Bergamini, con note di data 15 gennaio 1999, 6 aprile 1999 e 3 febbraio 2000. Purtroppo, con foglio di data 14 febbraio 2000, il prof. Bergamini comunicava che sopravvenute difficoltà organizzative, dovute a mancanza di spazi espositivi, impedivano la partecipazione dell’ ESA. Il progetto è stato riapprovato in data 12 aprile 2000 con decreto di adozione del Direttore n. 54/D e deliberazione commissariale n. 3/2000, dopo essere stato $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 8 VIII LEGISLATURA – inserito nel programma di attività dell’ Ente per l’ anno 2000, assunto con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 107 di data 21 dicembre 1999, approvata dalla Giunta regionale con atto n. 353 di data 18 febbraio 2000, pervenuto il 24 febbraio 2000. La spesa prevista e prenotata è di complessive lire 420.000.000, di cui sono state effettivamente impegnate, a tutt’ oggi, lire 296.000.000, relative a gran parte degli interventi programmati e già realizzati, con un risparmio quindi di lire 124.000.000, che è la prova di gestire in modo oculato le risorse pubbliche e corrisponde senz’ altro “ agli indirizzi dati dalla Giunta al fine di conciliare i costi con i benefici” . Perché non si possa dire che la previsione di spesa è errata in eccesso, si deve aggiungere che nei 420.000.000 è compreso l’ importo del contributo per la promozione che era stata garantita nelle vie brevi dall’ A.R.P.T. e di cui si era preferito aspettare la comunicazione ufficiale per toglierlo, per cui lo sbilanciamento tra previsione e spesa è in realtà di lire 69.280.000, del tutto accettabile, in relazione alla grandezza delle previsioni (lire 365.280.000) ed al fatto che sono ancora necessari alcuni interventi migliorativi per la promozione e pubblicità e per manifestazioni collaterali (miglioramento della segnaletica, dell’ ambiente in cui si svolge la mostra, distribuzione di ulteriore materiale promozionale, concerto di musica medioevale, il tutto per un costo presunto di circa 5/6 milioni). Ha partecipato al progetto, anche finanziariamente, come sopra accennato, l’ Azienda regionale di Promozione Turistica (lire 54.720.000), mentre hanno collaborato l’ Azienda di Promozione Turistica di Grado ed Aquileia ed il Comune di Grado. Non sembra quindi assolutamente di aver “ dimostrato scarsa sensibilità sia nell’ impostare il progetto, sia nel realizzarlo” . Si ricorda che il Consiglio di Amministrazione, nel predisporre sia il programma istituzionale 1999 che quello del 2000, invitava l’ Ente a dare ampio spazio alle manifestazioni ed interventi di parternariato con altri Enti. – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 Si aggiungono considerazioni: infine le seguenti 1. l’ Assessore competente ha sempre richiesto all’ ESA di continuare ad erogare incentivi e servizi al settore artigiano sino alla costituzione operativa della S.p.A. di cui al punto 75 e seguenti dell’ articolo 6 della legge regionale 22 febbraio 2000, n. 2, autorizzando e confermando comunque la completa e puntuale realizzazione del programma operativo ex articolo 6 della legge regionale n. 18/1996 per l’ anno 2000. 2. La manifestazione ha avuto ampi riconoscimenti anche dalla stampa (vedasi articolo apparso sul Messaggero Veneto di venerdì 7 luglio 2000 nel settore “ Cultura” intitolato “ L’ artigianato nella Terra dei Patriarchi” ), nonché da parte delle ditte artigiane presenti in mostra. 3. A tutto il 23.7.2000 sono state registrate n. 4476 presenze.” PRESIDENTE. La parola al Consigliere interrogante. CISILINO. Sono un po’ preoccupato per come devo subire queste risposte, in parte comprensibili, dal punto di vista personale e istituzionale di chi dà la risposta, ma incomprensibili per il metodo utilizzato dagli uffici per rispondere. L’ ufficio ha commesso errori. Poi dirò al Consiglio gli errori che sono stati fatti. L’ ufficio mi legge una serie di dati falsi, perché di falso c’ è la necessità di nomina di personale altamente ed intellettualmente capace. Quindi, si può derogare nella scelta dei professionisti. Ma quale professionista, Assessore? Un tal Beltrame, grafico. Ma quali sono i costi e i benefici di 500 milioni se mi dici che sono 4000 i presenti? Lei non c’ entra niente, mi ha letto quello che le hanno messo in bocca gli uffici. I benefici sono quelli del Messaggero Veneto, con tutto il rispetto, di un articolo redazionale pagato. Allora, siccome tengo alla pressione e non vorrei passare all’ ipertensione, non vado nemmeno a leggere gli altri dati… Dico solo che avrei potuto, senza scomodare $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 9 VIII LEGISLATURA – il Consiglio regionale, e l’ Assessore, prendere tutto il pacco e mandarlo alla Corte dei Conti, molto attenta nel nulla e disattenta dove ci sono gli sprechi, gli sperperi del denaro cosiddetto pubblico. Assessore, a me quel tale non viene a dire che sono costi correlati ai benefici, perché qui, di benefici non ce ne sono e rasentiamo il danno all’ immagine della Regione, perché la Regione, gli enti strumentali della Regione, anche se poi, nel finale, si richiama ad una fantomatica S.p.A. – speriamo, così vanno a ricadere nel privato -, possono continuare a fare quello che ritengono più opportuno. ,QWHUUX]LRQH Sarà, semmai la parte attenta della Corte dei Conti, prima, a verificare il danno di immagine, poi, a verificare quanti danni ha provocato questo modo di interpretare le norme regionali, e, poi, vada anche a farsi pagare i computer che l’ ESA ha regalato ad un Comune, non della regione Friuli-Venezia Giulia. Quindi, rivolgo un invito all’ Assessore, quale parte attiva e parte sorvegliante dell’ ESA, affinché il tutto venga verificato attentamente da parte di terzi, non dalla parte direttamente interessata a giustificare scelte errate fatte nell’ interesse dell’ artigianato. Così non si possono usare i soldi che vengono destinati all’ artigianato. Questi non sono benefici, sono solo costi che hanno un riscontro indiretto non quantificabile, perché è necessario, non solo mettere in liquidazione gli enti, ma anche “ liquidare” certe mentalità. Mi rendo disponibile affinché si possa dare agli enti quella operatività serena e alla magistratura tutti gli strumenti opportuni affinché anche a noi Consiglieri (e questo è un appello che non riguarda l’ Assessore) venga smantellato quel po’ po’ di macchinario che avete installato in nome dell’ innovazione tecnologica, che non ha niente di tecnologico, ha tutto di obsoleto. Invito, francamente ed immediatamente, a fornire quei Comuni extra regionali di questi macchinari, perché la Regione non ne ha bisogno. La Regione deve essere avanti, deve correre, deve anticipare. Non dobbiamo sempre correre dietro agli altri. – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 E così l’ ESA ha la disponibilità di regalare anche i computer, tutti questi mezzi che utilizza in maniera indecorosa. Comunque, grazie, perché è un’ interrogazione del mese di giugno. In due mesi l’ Assessore si è fatto scrivere questa lettera dal suo Direttore. Grazie. PRESIDENTE. Do lettura dell’ interpellanza n. 271 dei consiglieri Budin e Mattassi, iscritta all’ ordine del giorno: “ I sottoscritti Consiglieri regionali, premesso che la Comunità montana del Carso e gli altri Enti locali interessati hanno proposto, nel dicembre 1998, nell’ ambito della relativa Conferenza, il documento di indirizzo con relativa perimetrazione per l’ avvio della procedura per la realizzazione del Parco del Carso (aree naturali protette ex L. 394/91 e a parco intercomunale); considerato che, salvo la contrarietà dell’ Amministrazione provinciale di Trieste, la proposta gode comunque del consenso di tutti gli Enti locali interessati; constatato che a tutt’ oggi la Giunta regionale non ha dato seguito, per quanto di competenza, in proposito e che ciò ha determinato di fatto l’ interruzione delle procedure relative alla realizzazione del Parco del Carso in base a quanto previsto dagli art.li 10 e 55 della LR 42/96; venuti a conoscenza che la questione risulterebbe già stata affrontata e rinviata in sede di Giunta regionale; considerato il lungo ritardo, interpellano il Presidente della Giunta regionale per conoscere: a) quali sono le ragioni che hanno fatto interrompere fino ad ora alla Giunta regionale l’ iter per il Parco del Carso e/o quali sono gli obiettivi che la Giunta regionale persegue in proposito; b) quali sono i tempi che la Giunta si è posta per attuare i provvedimenti di sua competenza $WWLFRQVLOLDUL - (214) 10 VIII LEGISLATURA – come dagli articoli 10 e 55 della LR 42/96.” La parola alla Giunta. VENIER-ROMANO, DVVHVVRUH DOOD IRUPD]LRQH SURIHVVLRQDOH DO ODYRUR DOOD SUHYLGHQ]D DOOD FRRSHUD]LRQH DOO¶DUWLJLDQDWR H DL SDUFKL. Grazie, Presidente. Rispondo all’ interpellanza n. 271 dei consiglieri Budin e Mattassi sui ritardi nell’ istituzione del Parco del Carso. Al fine di dare risposta all’ interrogazione 271, presentata ancora nell’ ottobre dello scorso anno, ho acquisito dalla Direzione dell’ Azienda dei Parchi e delle Foreste Regionali una relazione contenente la cronistoria delle iniziative e degli adempimenti curati al fine di dare attuazione al disposto di cui all’ articolo 55 della L.R. 42/96, ove si prevede che “ la Regione promuove la costituzione di un’ area naturale protetta di valenza nazionale e internazionale nel Carso” e che, in attesa di tale costituzione, “ le riserve naturali regionali e le aree protette... sono affidate alla gestione della Comunità montana del Carso” . L’ articolo 55 della L.r. n. 42/1996 dispone le modalità e le competenze per la costituzione e gestione dell’ area naturale protetta del Carso. La Regione, in attuazione al citato disposto, è tenuta a promuovere un apposito accordo di programma tra le Province di Gorizia e Trieste, la Comunità Montana del Carso ed i Comuni interessati, da approvare con le modalità di cui all’ articolo 10 della L.r. 42/96. L’ accordo in particolare deve individuare il perimetro delle aree protette all’ interno del “ Parco del Carso” previsto nel Piano Urbanistico Regionale Generale - P.U.R.G. ed in ogni caso il perimetro comprende almeno le aree definite dalla Legge n. 442/1971 – “ Belci” , assicurando la continuità territoriale lungo la fascia di confine. Pertanto i “ Comuni interessati” sono quelli che territorialmente risultano inclusi totalmente od in parte nel “ Parco del Carso” individuato dal P.U.R.G. ovvero: i Comuni di Savogna, di Doberdò del Lago, di S. Dorligo della Valle, di Sagrado, di Sgonico, di Ronchi dei Legionari, di Monrupino, di Fogliano Redipuglia, di Duino Aurisina, di Trieste e di Monfalcone. 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 Le modalità per la redazione dell’ accordo di programma sono disposte dall’ art. 10 della legge. Questo prevede, in primo luogo, la indizione della conferenza per la redazione di un documento di indirizzo con i seguenti contenuti: analisi territoriale dell’ area da destinare a protezione, perimetrazione (individuazione area a parco intercomunale e proposta perimetro per la eventuale istituzione di nuove riserve naturali), individuazione degli obiettivi da perseguire e valutazione degli effetti dell’ istituzione dell’ area protetta. Con riguardo al documento di indirizzo la Regione propone un apposito accordo di programma. Questo individua il primo livello di programmazione dell’ area protetta ed in particolare indica i tempi per la redazione della pianificazione particolareggiata, le risorse necessarie e i finanziamenti regionali per il successivo triennio, le unità di personale che la Regione mette a disposizione dell’ Organo gestore per la vigilanza ed eventuale personale in comando in attesa delle assunzioni, le indicazioni programmatiche dei piani particolareggiati e le modalità di gestione. L’ articolo 55, comma 5, in particolare, dispone che la gestione dell’ Area protetta del Carso e le riserve carsiche (dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa, delle Falesie di Duino, del Monte Lanaro, del Monte Orsario e della Val Rosandra istituite rispettivamente con gli articoli 48, 49, 50, 51 e 52) sia affidata alla Comunità Montana del Carso, la quale, a tale scopo, deve prevedere nel proprio organico dei dipendenti con specifiche figure professionali nel settore naturalistico, forestale e della gestione territoriale. Fino alla citata assunzione di personale la gestione delle riserve carsiche è affidata all’ Azienda dei parchi e delle foreste regionali. Dopo l’ entrata in vigore della legge (ottobre 1996) l’ Amministrazione regionale si è attivata per l’ attuazione delle procedure formali per la costituzione dell’ Area protetta del Carso, ma a causa del numero degli enti territoriali interessati e della parziale diversità di vedute sul tipo di area protetta da individuare, la procedura non si è di fatto ancora conclusa. Per una maggiore comprensione dell’ attività amministrativa svolta si allega l’ elenco dei principali momenti della procedura attuata (di cui non do lettura perché sarebbe un’ inutile elencazione). $WWLFRQVLOLDUL - (214) 11 VIII LEGISLATURA – I vari incontri hanno infine prodotto una quasi totale uniformità di vedute sull’ istituzione di un parco intercomunale prefigurato da un documento di indirizzo, con l’ eccezione della Provincia di Trieste la quale, in particolare, contesta le modalità e le competenze relative alla redazione del piano del Parco, nonché richiede la estensione del territorio interessato al Comune di Muggia. A seguito del dilungarsi della conferenza è emersa la necessità di dare attuazione, in maniera separata rispetto all’ area protetta del Carso, agli accordi di programma per le riserve naturali carsiche già istituite ex lege. Sono stati pertanto formalizzati gli accordi di programma relativi alle Riserve naturali dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa e delle Falesie di Duino, ove erano previsti sostanziosi investimenti dal programma comunitario Obiettivo 2. Rimangono da concludere quindi gli accordi di programma con le riserve naturali regionali del Monte Lanaro, del Monte Orsario e della Val Rosandra. Per quanto riguarda la gestione delle Riserve naturali regionali istituite la Comunità montana ha recentemente comunicato di aver ottemperato agli obblighi previsti in legge per lo svolgimento delle funzioni gestionali (adeguamento della pianta organica con assunzione di un architetto e di un naturalista). La Relazione previsionale programmatica dell’ Azienda dei parchi e delle foreste regionali per l’ anno 2000 ha previsto il finanziamento di L. 300.000.000 per la gestione delle riserve carsiche. Esisterebbe pertanto la possibilità di assegnare a favore della Comunità montana tale risorsa attraverso la individuazione di una procedura concordata. A tale scopo risulterebbe opportuno stipulare una convenzione ove prevedere le finalità delle attività gestionali e le modalità amministrative per lo stanziamento dei fondi. In particolare si potrebbe prevedere la copertura degli oneri connessi al personale adibito alle attività di riserva, delle spese per la manutenzione del territorio, degli studi e ricerche scientifiche, delle iniziative per l’ educazione e promozione naturalistica. Per l’ esecuzione di opere di maggior impegno, che non siano semplici interventi di manutenzione sul territorio, si è generalmente provveduto ad individuare, tramite gli specifici accordi di programma, gli indirizzi di 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 funzionamento e programmazione delle riserve. Nell’ area interessata dalle riserve carsiche sono in corso di esecuzione i seguenti interventi, a seguito del finanziamento comunitario Obiettivo 2 e della formalizzazione dell’ accordo di programma: nella Riserva naturale dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa, parcheggi, struttura di accoglienza dei visitatori comprensiva di centro visite, foresteria, ristoro e centro direzionale, paludario, punti di osservazione attrezzati e percorsi pedonali per un costo complessivo di lire 5.400.000.000; nella Riserva naturale delle Falesie di Duino, intervento per la fruizione: nuovo percorso per disabili e manutenzione del sentiero esistente. In aggiunta devo precisare che in data 8 settembre 2000 ho tenuto un incontro, presso la sede della Comunità montana del Carso, con gli Amministratori dell’ Ente ed i rappresentanti dei Comuni di Trieste, Monfalcone, DuinoAurisina, San Dorligo e Sgonico. In tale occasione ho precisato che rispetto al 1996, allorché è stata approvata la L.R. 42, vi è un sostanziale elemento di novità, legato alla avvenuta formalizzazione, nel giugno di quest’ anno, della proposta di legge n.148, recante “ Istituzione dei comprensori montani del Friuli-Venezia Giulia” , ove si è espressamente prevista (articolo 22) la soppressione delle Comunità montane del Collio e del Carso ed il subentro, nell’ esercizio delle relative funzioni e nei rapporti giuridici e patrimoniali, rispettivamente delle Province di Gorizia e di Trieste. In aggiunta ho informato anche che è allo studio la revisione della L.R. 42/96, così come disposto dalla Giunta regionale. Tenuto conto che la riforma delle Comunità potrebbe aver luogo in tempi brevi, stante la priorità attribuita al pdl 148, ho chiaramente detto agli Amministratori che non diventa perseguibile, oggi, l’ iniziativa di portare a termine l’ iter amministrativo per affidare alla Comunità montana del Carso la gestione delle riserve e delle aree protette prevista dall’ articolo 55 della L.R. 42/96. Sottolineo che tale conclusione rappresenta, per chi parla (e che, per inciso, ha assunto la delega ai parchi a fine luglio), un passaggio obbligato e non discrezionale, in quanto a tale $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 12 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 conclusione è pervenuta la Giunta regionale già nella primavera scorsa. Grazie. predisposto ed è la Regione il famoso ente sovraordinato che frena. PRESIDENTE. La parola ad uno dei Consiglieri interpellanti. Lo sappiamo. Ne ha fatto cenno, nella risposta, anche l’ Assessore: è la Provincia di Trieste che non è d’ accordo, che vuole includere Muggia, no?, notoriamente carsica; c’ è anche questo, evidentemente. Quindi, insomma, tutto questo ha frenato, fino ad oggi. BUDIN. Ringrazio l’ assessore VenierRomano per questa risposta, della quale non mi ritengo soddisfatto, come probabilmente lo stesso assessore Venier-Romano avrà previsto, ma rendendomi anche conto che, per i motivi della mia insoddisfazione, le pene, le colpe, non le porta lui. E’ così. Però queste cose si ripetono spesso. Sono i frutti dell’ instabilità, le conseguenze dell’ instabilità. Il fatto è che, insomma, in questo caso specifico ci troviamo di fronte ad un fenomeno – diciamo così – per certi aspetti sorprendente. A Trieste, a Gorizia, da parte della Regione, c’ è stata, negli anni scorsi, nei decenni scorsi, una spinta fortissima per l’ istituzione del Parco del Carso. C’ è stata anche quando la coscienza ecologica e naturalistica non era ancora molto diffusa, non era ancora diffusa come lo è al giorno d’ oggi, qui da noi e nel resto del mondo. Oggi subentra, oltretutto, questa intenzione della maggioranza del Consiglio regionale di riformare o di sopprimere le Comunità montane e, mi sembra, di sostituirle con altri enti, per cui non si può fare. Io dico: cosa c’ entra? Anche ammesso che si arrivi a quella riforma parziale, che è una riforma – secondo me – che nasconde la non volontà della maggioranza di fare la riforma complessiva degli enti locali della regione, perché, facendo quella delle Comunità montane (come si è tentato più volte) si dirà: “ Ma noi abbiamo iniziato, non è vero che non abbiamo fatto, eccetera” ; intanto la Regione non attua la devolution. ,QWHUUX]LRQH Questa consapevolezza non era diffusa, soprattutto, a quei tempi, tra gli abitanti delle zone interessate, cioè del Carso. E noi sappiamo che questo stato, questa condizione, cioè un’ insufficiente consapevolezza e coscienza naturalistica tra i cittadini che risiedono nelle zone interessate alla protezione naturalistica, ha impedito molte volte, in tutto il mondo, la realizzazione di questi obiettivi. Perché, intanto, si attende quella dello Stato nei confronti delle Regioni, no? Quindi, se lo Stato non fa, perché dovrebbe fare la Regione? Qualcuno dirà: “ Per dimostrare che si merita la specialità” . E perché dobbiamo dimostrare che ci meritiamo la specialità se ne abbiamo diritto? Perché dobbiamo anche dimostrare che ce la meritiamo? Ne abbiamo diritto, quindi non c’ è bisogno di dimostrare niente. Qui da noi questa coscienza è maturata, a mio modo di vedere, anche in tempi relativamente brevi. Comunque è matura da tempo. Abbiamo fatto una legge, in questo Consiglio regionale, nel ‘96, assegnando e prevedendo con precisione le procedure per l’ istituzione del Parco ed i soggetti a questo preposti. Una parte dei soggetti, cioè gli enti locali e la comunità montana, che sono espressione diretta dei residenti delle zone interessate, quindi quei soggetti che, nella fenomenologia dei parchi, sono quelli che hanno impedito, nel mondo, (nella gran parte dei casi) la realizzazione dei parchi, in questo caso, viceversa, gli enti che rappresentano quei soggetti hanno ottemperato, hanno fatto, hanno Tutto questo per dire che non bisogna attendere la riforma. Cosa c’ entra la natura? Lì non si entra più, fra un po’ . Provate a fare due passi nell’ ambiente carsico, dove la vegetazione sta venendo avanti a vista d’ occhio: è pieno di zecche! Altro che Parco del Carso! Fra un po’ ci mangeranno le zecche. E’ evidente che se si cammina sui prati sfalciati non si prendono. Io non me ne intendo, ma so che se cammino sui prati e nelle zone sfalciate non le prendo, se cammino sul resto del territorio, quello invaso ormai dalla vegetazione, le prendo. Quindi, bisogna intervenire come stabilito, come la Comunità montana, con i Comuni, ha $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 13 VIII LEGISLATURA – predisposto le cose. Si vada avanti. Poi, se le Comunità montane verranno abrogate o riformate o sostituite o non so cosa, sarà un altro ente a prendere in mano le cose. Allora, invito l’ Assessore a porre la questione in questi termini (sempre se l’ Assessore è d’ accordo) in seduta di Giunta o in seduta di maggioranza, perché, forse, lì la sede offre maggiori garanzie perché, appunto, si vada avanti. Grazie. PRESIDENTE. Do lettura dell’ interpellanza n. 286 dei consiglieri Alzetta e Zoppolato, iscritta all’ ordine del giorno. “ I sottoscritti Consiglieri regionali, avuto notizia che nelle prossime settimane il Consiglio regionale della Federcaccia, non si conosce in che veste, ovvero se quale organo gestore delle Riserve di caccia di diritto o quale Associazione venatoria, e l’ Assessore regionale competente sottoscriveranno con la Lovska Zveza Slovenije, organismo gestore della caccia in Slovenia, un accordo per l’ esercizio della caccia al cinghiale nelle aree transfrontaliere; atteso che nella legge di riordino della gestione dell’ attività venatoria nel Friuli Venezia Giulia, recentemente approvata dal Consiglio regionale, vengono ben definiti i compiti e le funzioni dei diversi soggetti chiamati a gestire questo settore e la facoltà di stipula di accordi viene demandata all’ Amministrazione regionale che dovrà poi gestire detti accordi; atteso altresì che, con le norme recentemente approvate, è stato soppresso l’ Organo gestore delle riserve di caccia di diritto e che pertanto la Federazione Italiana della Caccia, già provvisoriamente organo gestore, è diventata semplicemente «sindacato» di parte dei cacciatori e che pertanto pare non essere soggetto abilitato a sottoscrivere e garantire il rispetto degli accordi sottoscritti; considerato l’ impegno profuso dall’ Assessore alla caccia dott. Giorgio VenierRomano per la stipula di questo accordo transfrontaliero anche se non c’ è stata alcuna verifica da parte dei competenti uffici regionali sulla validità tecnica e operativa, nonché la sua netta contrarietà alle norme per la gestione – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 della caccia in Regione approvate dal Consiglio regionale nella seduta del 2 novembre 1999, interpellano il Presidente della Giunta regionale per sapere: a) se ritiene opportuna la sottoscrizione dell’ accordo transfrontaliero da parte dell’ assessore Giorgio Venier-Romano, accordo che non ha avuto alcun supporto dalle strutture regionali per la verifica della sua validità da sottoscrivere e che sottoscrive un atto con un altro soggetto che non ha alcun titolo alla sottoscrizione dello stesso; b) se la Giunta regionale ha comunque autorizzato l’ assessore Venier-Romano alla stipula di detto accordo; c) se non ritiene di invitare l’ Assessore a sospendere ogni iniziativa in merito, in attesa dell’ entrata in vigore della nuova legge per la gestione dell’ attività venatoria che ben definisce competenze e procedure tecniche di garanzia per la stipula di accordi internazionali anche in considerazione del fatto che almeno uno dei soggetti regionali che dovrebbero sottoscrivere l’ accordo non ne ha alcun titolo.” La parola alla Giunta. POZZO, $VVHVVRUH DOOH DXWRQRPLH ORFDOL DOOH IRUHVWH H DOOD JHVWLRQH IDXQLVWLFD H YHQDWRULD. Allora, “ Sulla firma di un accordo transfrontaliero Friuli-Venezia Giulia/Slovenia per l’ esercizio della caccia nelle aree di confine” . Il 19 dicembre 1999, a Cividale del Friuli, il Consiglio regionale della Federazione Italiana della Caccia e l’ Associazione Lovsko Zvezo Slovenije, intervenuta assieme alle Federazioni di caccia di Nova Gorica e Capodistria, hanno stipulato due accordi di collaborazione per la gestione, rispettivamente, della specie cinghiale e del comune patrimonio faunistico. Alla sottoscrizione di tali atti (come si può evincere dai testi allegati) sono intervenuti solo ed esclusivamente i Presidenti pro tempore delle associazioni interessate e non anche l’ Assessore competente in materia di caccia che, pertanto, non ha dovuto né chiedere né $WWLFRQVLOLDUL - (214) 14 VIII LEGISLATURA – ottenere autorizzazione alcuna da parte della Giunta regionale, essendo soltanto presente alla manifestazione. Da ultimo va evidenziato anche, a titolo di opportuna precisazione, che la F.I.d.C. ha agito quale sodalizio venatorio, e non anche come “ organo gestore” , rispettando quindi le decisioni assunte dal Consiglio regionale con la legge di riforma del settore. PRESIDENTE. La parola ad uno dei Consiglieri interpellanti. ALZETTA. Signor Presidente, è difficile replicare dopo così tanto tempo. Ci ricordiamo un po’ tutti qual era il clima su questa materia. In quei giorni stavamo lavorando sulla legge di riforma dell’ attività venatoria, stavamo lavorando su quella legge, come Consiglio, di fronte ad una posizione diversa da quella della maggioranza da parte dell’ allora Assessore competente e, quindi, l’ intenzione mia e del collega Zoppolato, di allora, era proprio quella di evidenziare come, in sfregio a quelle che erano le indicazioni normative che stavano emergendo dall’ Aula, anzi che erano già state votate dall’ Aula con la legge sulla riforma dell’ attività venatoria, non solo l’ organo gestore di allora, ma anche lo stesso Assessore, annunciavano pubblicamente sulla stampa la sottoscrizione di questo accordo. La risposta è del tutto formale, quindi del tutto insoddisfacente, perché è indubbio che, con quell’ atto, l’ organo gestore (che lo era solo virtualmente), andava ad assumere impegni che – secondo la nostra valutazione – non era più possibile assumere da parte dei dirigenti della Federcaccia, perché non erano più, in quel momento, deputati alla gestione dell’ attività venatoria come accadeva con la precedente normativa. Il problema, quindi, non è risolto. La mia è una totale insoddisfazione. Devo anche dire che tutto è stato ulteriormente rinforzato con le prese di posizione delle ultime settimane, da parte della Federcaccia, del suo massimo dirigente che, approfittando delle indubbie difficoltà di avvio di una nuova legge, ha sguinzagliato articoli, sezioni, riserve e quant’ altro per gridare ai quattro venti che questa è una riforma che non ha prodotto alcun effetto, che questa è una riforma che invece di rilanciare ha portato arretramento 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 nell’ organizzazione dell’ attività venatoria, e a questo (leggiamo anche gli articoli sulla stampa di oggi) si aggiunge la presa di posizione personale dell’ allora Assessore (oggi con altre deleghe) che continua, comunque, a ritenere questa la peggiore legge possibile in materia di attività venatoria. Non entro nel merito del giudizio personale dell’ Assessore, che rispetto, perché del tutto legittimo: devo solo richiamare le autorità regionali al rispetto di una norma. Noi ci siamo dotati (il 31 dicembre dello scorso anno), con voto di quest’ Aula, di una legge di riforma dell’ attività venatoria e questa è la legge, oggi, in Friuli-Venezia Giulia. Quello che si sta facendo ha dell’ inverosimile. Si fa di tutto per bloccare l’ entrata in funzione, a pieno regime, della legge stessa. Quindi, invito - e approfitto dell’ occasione – l’ Assessore non solo a rispondere, se fosse possibile, a tutta quella serie di articoli e di prese di posizione che abbiamo visto sulla stampa in queste ultime settimane, ma, soprattutto, a dare rapida attuazione a tutto quello che è contenuto, anche in termini di avvio, nella legge di riforma stessa. Perché credo che tutti ne trarremo vantaggio, anche la stessa associazione che oggi (da sempre anzi, ma oggi in maniera particolare) ha assunto questa posizione, per me incomprensibile. Grazie. PRESIDENTE. Il primo punto dell’ ordine del giorno è completato, viste le presenze degli Assessori e degli interpellanti e del tempo a disposizione. 'LVFXVVLRQHVXOORVWUDOFLR ³0RGLILFKHGHOO¶DUWLFRORGHOODOHJJH UHJLRQDOH´ PRESIDENTE. Passiamo al punto n. 2 dell’ ordine del giorno, che prevede la discussione sullo stralcio: “ Modifiche dell’ articolo 11 della legge regionale 21/1993” (104), d’ iniziativa dei consiglieri Londero, Vanin, Saro, Molinaro, Di Natale, Petris, Cruder, Baiutti. La parola al Relatore di maggioranza Vanin. $WWLFRQVLOLDUL - (214) 15 VIII LEGISLATURA – VANIN, 5HODWRUH GL PDJJLRUDQ]D. Grazie, Presidente. Con questa proposta di legge andremmo a ripristinare sul territorio regionale la munizione spezzata, andando a modificare la legge regionale 21/1993. Come giustamente fa osservare il consigliere Gherghetta nella sua relazione, la legge regionale 21/1993 nasce per attuare la legge 157/1992. Non è corretta, però, l’ osservazione di Gherghetta quando dice che la legge n. 157 è richiamata all’ art. 1 della legge regionale 21/1993, perché questo articolo è stato abrogato con l’ art. 43, comma 1, della nuova legge regionale sulla caccia, la legge regionale 30/1999. Proprio questa legge sancisce, all’ art. 4, la parità di dignità di tutte le forme di caccia ed il rispetto delle tradizioni e delle consuetudini locali. Questo è un punto che, anche in Commissione, è stato spesse volte annunciato e sottolineato (tradizioni e consuetudini locali). In ogni modo, l’ art. 36 della legge 157 dice espressamente che le Regioni a Statuto speciale devono adeguare la propria legislazione ai principi ed alle norme della legge stessa, nei limiti della Costituzione e dei rispettivi Statuti. Vuol dire che la legge regionale disciplina la materia della caccia nel rispetto della potestà legislativa che lo Statuto le riconosce. Ora, la materia della caccia è richiamata all’ art. 4 del nostro Statuto. L’ art. 4 dello Statuto dice che, se la Regione vuole emanare una legge in materia di caccia, deve rispettare la Costituzione, i principi generali dell’ ordinamento, gli interessi nazionali e delle altre regioni, e gli obblighi internazionali. Fin qui nessun problema, perché il disegno di legge non contrasta con nessuno di questi. L’ art. 4 dice, però, che le leggi regionali in materia di caccia devono rispettare le norme di riforma economico-sociali, come fa notare il collega Gherghetta. C’ è, però, un ulteriore passaggio da fare: non tutta la legge 157 è considerata norma di riforma economico-sociale, ma viene attribuito valore di riforma economico-sociale e, quindi, efficacia vincolante solo a quelle norme che riguardano le specie ammesse al prelievo, la determinazione dei periodi venatori, la 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 disciplina delle modalità di caccia nei limiti in cui prevede misure indispensabili per assicurare la sopravvivenza e la riproduzione delle specie cacciabili. Questo lo dice la Corte Costituzionale in due sentenze recenti: la n. 168/1999 e la n. 323/1998, di cui potrei dare anche lettura, ma sulle quali, se necessario, mi soffermerò più avanti, nel prossimo intervento. Ciò significa che la legge regionale deve rispettare la legge nazionale n. 157/1992 nella parte in cui disciplina le modalità di caccia, ma solo se queste modalità sono indispensabili per garantire la sopravvivenza e la riproduzione delle specie selvatiche. L’ uso della munizione spezzata non contrasta con la sopravvivenza e la riproduzione del capriolo (perché sul nostro articolo precisiamo che vogliamo ripristinare la munizione spezzata solo sul capriolo). La sopravvivenza e la riproduzione sono garantite dal rispetto dei piani di abbattimento che ogni riserva, ogni anno, deve redigere. Inoltre, se proprio vogliamo scendere nel dettaglio, ci sono dati statistici che dimostrano come il prelievo fatto in caccia tradizionale sia migliore di quello fatto in caccia di selezione. Ci sono anche altre considerazioni sul rapporto fra la proposta di legge e la legge nazionale 157: l’ utilizzo della munizione spezzata è consentito anche nella Regione autonoma Trentino Alto Adige, in alcune particolari situazioni. Dai lavori preparatori della legge 157 e dalla letteratura in materia si ricava, inoltre, che le ragioni del divieto non riguardano tanto la tutela della specie cacciata, quanto piuttosto la tutela dell’ incolumità umana. Ed è qui che faccio appello all’ Aula, in quanto non è mia intenzione voler dare, con il ripristino della munizione spezzata, la possibilità al cacciatore di cacciare più prede, bensì la sicurezza, ai cacciatori, di non essere colpiti da pallottole vaganti. Questo è stato confermato anche dai dati balistici che, in IV Commissione, il Presidente del banco di prova ci ha spiegato e dimostrato assieme al collega Carturan (Presidente della $WWLFRQVLOLDUL - (214) 16 VIII LEGISLATURA – Pro Segugio del Friuli-Venezia Giulia). Infine, se andiamo a leggere il commento allo Statuto scritto dal Paladin, scopriamo che le norme statali che hanno dato attuazione al nostro Statuto, disciplinando il passaggio della funzione in materia di caccia dallo Stato alla Regione (DPR 26 agosto 1965), si differenziano da quelle che hanno dato attuazione allo Statuto delle altre regioni. Queste ultime stabiliscono l’ obbligo di osservare i limiti minimi vigenti di protezione della selvaggina, con la sola facoltà di renderli, eventualmente, più restrittivi. Al contrario, le norme che hanno disciplinato il passaggio delle funzioni dallo Stato alla nostra Regione lasciano al legislatore regionale la possibilità di rafforzare, ma anche di attenuare, i limiti statali dell’ attività venatoria. Tant’ è vero – colleghi consiglieri Puiatti e Gherghetta – che le normative regionali che disciplinano il periodo per la caccia di selezione derogano ai limiti nazionali. Non solo, ma le sanzioni penali che riguardano la violazione del periodo in cui è ammessa l’ attività venatoria sono ben più pesanti delle sanzioni penali che colpiscono la violazione del divieto della munizione spezzata. Siccome sono un cacciatore, ho provato, molte volte, l’ emozione di sparare con questi fucili a canna rigata, che hanno una gittata a dir poco pericolosissima: arrivano quasi fino a 5000 metri, che corrisponde ad una velocità di 1000 metri al minuto secondo, e a 3000 metri possiamo uccidere una qualunque persona che si trovi nel bosco… Innanzitutto bisogna fare una netta distinzione fra il fucile a canna rigata e il fucile ad anima liscia. Si tratta di due armi completamente diverse. Nelle prime devono essere sparate solamente cartucce speciali a palla unica, che sono vere armi da guerra, più o meno perfezionate, precise, ed in certi casi, precise al millimetro. Queste armi, a seconda dei calibri e dei tipi di cartucce, possono uccidere anche a km di distanza, imprimendo al proiettile velocità iniziali che superano spessissimo i 1000 metri al minuto/secondo. Il fucile ad anima liscia, invece, è un vero 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 fucile da caccia, nel quale si possono anche sparare le cartucce caricate con una sola palla di piombo di varia foggia. I toscani usano un termine caratteristico e di pieno effetto, chiamando queste cartucce “ a palla asciutta” . La gittata massima di questo proiettile è di circa 1000 metri, ma ha un tiro utile di circa 50 metri. Cioè non è pericolosa per l’ uomo. Considerato anche il territorio del Friuli, che in questi ultimi decenni ha avuto un’ urbanizzazione intensa, e considerato anche che la caccia al capriolo non si effettua più solo in zona montana o in zona collinare, ma su tutta la pianura friulana, ed i piani di abbattimento, purtroppo, prevedono anche l’ abbattimento del capriolo nelle nostre riserve di pianura… ,QWHUUX]LRQH$G$TXLOHLD Ad Aquileia e anche a Pozzuolo… ritengo che sia estremamente importante che, come legislatori, ci dobbiamo un momentino ricredere sulle possibilità di cacciare anche in pianura con la palla. Sarebbe importante, anche per la sicurezza di tutti, non solo dei cacciatori, ma anche di chi abita in queste riserve di pianura, poter ripristinare la munizione spezzata, per poter dare anche una certa tranquillità a chi, la domenica, passeggia per le campagne. Passeggiare per le campagne non è un problema, però abbiamo avuto dei casi, anche qui, nella nostra regione, di qualcuno che è stato ucciso da pallottole vaganti (parlo di Tolmezzo, ma fatti analoghi sono accaduti anche in Toscana ed in Veneto). So che questa legge potrebbe contrastare con la legge nazionale, però penso che la Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, nella sua autonomia, possa dire qualcosa anche in questa materia. /D UHOD]LRQH VDUj ULSRUWDWD LQ DOOHJDWR DO SUHVHQWHUHVRFRQWR PRESIDENTE. La parola al Relatore di maggioranza Di Natale. DI NATALE, 5HODWRUH GL PDJJLRUDQ]D. Grazie, Presidente. Cercherò di essere più breve del collega Vanin, che ha già spiegato $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 17 VIII LEGISLATURA – molto bene le motivazioni di questa legge dal punto di vista legale e tutto l’ iter che ci ha condotto a questo punto, e non solamente noi, ad onor del vero, ma anche i consiglieri Londero, Saro, Molinaro (al quale auguro una pronta e completa guarigione), Petris, Cruder e Baiutti, a dimostrazione della trasversalità di questa proposta. Perché quando si tratta di caccia c’ è una trasversalità che travalica eventuali steccati di parti politiche. La caccia è una tradizione che ammiro, pur non essendo un cacciatore attivo, essendolo stato diversi anni fa, e, quindi, con passione mi sono accinto a firmare questa proposta di legge e a prepararmi come Relatore. Ho letto attentamente – colleghi – le relazioni presentate dal consigliere Puiatti e dal consigliere Gherghetta. Per quanto riguarda la relazione contraria del consigliere Gherghetta, riconosco la buona fede, ma non la preparazione tecnica e la realtà di quello che lui enuncia. Ci sarà modo di confrontarci ulteriormente nel prosieguo del dibattito. Laddove Gherghetta dice che basterebbe cambiare il calibro e il numero delle palle nelle armi a canna liscia per poter andare a caccia e abbattere quasi tutto, questo, tecnicamente, non è vero. Bisogna conoscere un po’ meglio la materia, la tipologia delle armi e tutti i tipi di munizioni moderne alle quali il consigliere Vanin faceva riferimento un momento fa. Bisogna anche considerare che, laddove il consigliere Puiatti dice che, da sempre, i cacciatori, mortificati perché non si riesce mai ad approvare l’ uso del munizionamento spezzato per la specie capriolo nella nostra regione, ad ogni tornata amministrativa regionale cercano… Presidente… ,QWHUUX]LRQH Se c’ è tanto interesse – colleghi – per questo argomento ad ogni tornata amministrativa regionale, mi meraviglio di come mai nessuno stia attento. ,QWHUUX]LRQH Invece, come dici nella tua relazione, ad ogni tornata elettorale, ci sono dei Consiglieri – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 che vengono avvicinati e spronati dai cacciatori affinché cerchino di far passare l’ uso del munizionamento spezzato per l’ attività venatoria. Questo non è assolutamente vero, per quanto mi riguarda. Non sono stato avvicinato da nessun cacciatore né istigato ad apportare questa modifica alla legge. Da sempre sono appassionato dell’ arte venatoria, che non è un tipo di uccisione barbara; a volte i predatori naturali possono essere più crudeli (e lo si vede anche in relazioni fatte pervenire a tutti i componenti della IV Commissione da esperti di questa materia) di quanto lo sia, per esempio, chi assiste il cacciatore nelle battute alla posta, che è il cane segugio. Il cane segugio (come è spiegato abbondantemente, in maniera sufficientemente dotta, da una relazione fattaci pervenire dal signor Carturan, che ritengo uno dei maggiori esperti in regione) avvisa costantemente il padrone ed il selvatico della sua presenza. Addirittura (e questo è vero) modulando i segnali, in modo che sia il padrone che il selvatico possano costantemente sapere quali progressi vengono fatti dal segugio. Molte volte il selvatico riesce ad eludere l’ inseguimento. ,QWHUUX]LRQH L’ ignoranza furbesca del consigliere Mattassi fa sì che si possa sorridere. In termini tecnici è così, Consigliere. Se lei non lo sa, in questa materia, ma solo in questa, dimostra, forse, di essere un po’ ignorante. ,QWHUUX]LRQH Volevo soffermarmi un attimo, senza dilungarmi molto, chiedendo il voto favorevole di quest’ Aula per questo progetto di legge per un motivo che Vanin ha iniziato a spiegare ed è la sicurezza quando si va in battute di caccia alla specie di ungulati capriolo. La sicurezza è data dal tipo di munizionamento sparato attraverso fucili ad anima liscia. So che il consigliere Dal Mas chiedeva, un momento fa, una spiegazione pratica per riuscire a capire che cosa significa… $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 18 VIII LEGISLATURA – Il munizionamento spezzato è, praticamente, la cartuccia con i pallini invece della cartuccia con il colpo singolo a proiettile unico sparato da fucili ad anima rigata. La cartuccia a pallini, più o meno numerosi che siano, cioè il munizionamento spezzato, fa sì che la velocità di uscita e l’ impatto deterrente, per questa specie che noi auspichiamo sia permessa di cacciare con il munizionamento spezzato, cessa di effetto entro poche decine di metri. Da qui due cose: la prima è l’ impossibilità, per il cacciatore provetto, di sparare se la distanza non è adeguata e, quindi, non da grandi distanze; la seconda è la professionalità che il cacciatore deve avere, maggiore rispetto all’ uomo che utilizza un fucile a colpo singolo che, vista la grande potenza, porta il cacciatore ad essere convinto di poter sparare a qualsiasi distanza, e, quando non prende la specie cacciata, aumenta la pericolosità. Il terzo fondamentale motivo per cui auspichiamo sia introdotta, da questo Consiglio regionale, questa possibilità è che il colpo, o uno dei proiettili, una volta non andato a segno cessa, praticamente, entro pochissimi metri il suo effetto. Mi collego – ringraziando il consigliere Milos Budin – ad una delle precedenti interrogazioni, relativa all’ invasione di zecche nel Parco del Carso. Le zecche sono presenti in grandissimo numero, non solo nel Parco del Carso, ma anche nel Parco delle Risorgive a Codroipo e in zone di pianura molto ma molto vaste, e sono portate dall’ aumento enorme dei caprioli, che sono scesi in pianura, non solo nei parchi, ma addirittura nei campi e negli orti dei centri abitati. Non intendo dire che questo può essere un motivo per cui la specie capriolo possa diventare nociva, ma il loro aumento deve far sì che i piani di abbattimento ai quali alludeva il consigliere Vanin possano, e, in alcuni casi, debbano essere modificati. Queste sono, in grande sintesi, le motivazioni per cui auspichiamo che questa legge venga approvata dal Consiglio regionale, perché rappresenterebbe, non un passo indietro, ma un passo avanti per la tutela della sicurezza e consentirebbe, nel contempo, anche – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 una maggiore comprensione, se deve essere fatta, per la tipologia ed i modi di abbattimento della specie con il munizionamento spezzato. /D UHOD]LRQH VDUj ULSRUWDWD LQ DOOHJDWR DO SUHVHQWHUHVRFRQWR 35(6,'(1=$'(/9,&(35(6,'(17( %2578==2 PRESIDENTE. La parola al Relatore di minoranza Puiatti. PUIATTI, 5HODWRUH GL PLQRUDQ]D. Grazie, Presidente. La tentazione sarebbe quella di non dire niente, perché stiamo perdendo tempo. Ricordava, prima, Di Natale, che nella mia breve relazione di minoranza su questa legge ho ricordato che, dopo l’ approvazione della legge nazionale sulla caccia (la 157/1992), ripetutamente e puntualmente viene presentata una norma di questo tipo. Però, caro Di Natale e caro Vanin, dico anche, nella mia relazione, che voi sapete benissimo che questa proposta è illegittima. Tant’ è che non vi siete sognati di inserirla nella legge di modifica sulla caccia, adesso o negli anni scorsi, quando si discuteva di caccia. Questa è una cosa a parte, a sé. Si fa la leggina, costituita da un articolo di cinque righe, in cui si dice che è vietato l’ uso della munizione spezzata, fatta eccezione per il capriolo. Cercando, con questo tipo di furbizia, di introdurre l’ uso della munizione spezzata. Io non so se è giusto, se è sbagliato, se… per carità, non sono esperto di caccia. So che c’ è qualcuno che vorrebbe andare a caccia di caprioli con il segugio, come si va a caccia di lepri, insomma, no? Con lo stesso metodo. Questo è il dato, la differenza. Visto che, ormai, tutta la pianura è invasa dai caprioli, visto che l’ assessore VenierRomano è costretto a far causa alla Regione perché gli impedisce di far fuori le tortore, i colombi, che rovinano il raccolto… Infatti, l’ assessore Venier-Romano sarà disastrato, quest’ anno, perché ha avuto il raccolto rovinato dai colombi… ,QWHUUX]LRQH $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 19 VIII LEGISLATURA – Ho letto questo articolo stamattina. Vengono citati i volatili. Comunque, la pianura sarà invasa, ormai, dai caprioli, per cui si va a caccia del capriolo come si va a caccia della lepre. Allora, va beh, è evidente che non è così. Qualche capriolo in pianura ci sarà. Spero che aumentino i caprioli in pianura. Una volta, quando c’ erano i boschi, c’ erano caprioli, cervi… Una volta c’ erano più caprioli di adesso, caro Di Natale. Quando c’ erano i boschi in pianura, che non ci sono più, c’ erano anche gli animali. Adesso, evidentemente, mais, soia, che piace tanto all’ assessore Venier-Romano, bella, con i diserbanti… non c’ è un filo d’ erba, non ci sono più insetti, quindi, di conseguenza, non ci sono più neanche insettivori, no?, se non ci sono insetti, perciò, se c’ è qualche capriolo sparso, per carità, che viva tranquillo, in pace, senza l’ affanno che qualcuno munito di segugio con la munizione spezzata vada ad ammazzarlo… Si dice che la munizione spezzata è meno pericolosa del colpo singolo, no?… La canna liscia, la canna rigata… Mi ricordo un episodio che mi ha creato un feroce nemico, un triste episodio nel mondo della caccia (qualcuno parlava prima di incidenti). Tanti anni fa, un cacciatore pordenonese che conoscevo molto bene ha, per errore, evidentemente, ammazzato un vecchio che si trovava (eravamo più o meno in questo periodo) dietro un cespuglio… c’ era un vecchio, nello spilimberghese, quindi in pianura, che andava a funghi e questo cacciatore provetto ha visto che il cespuglio si muoveva, ha sparato e non c’ era una lepre, ma un signore anziano, che è rimasto secco. Questo per dire che gli incidenti ci sono anche con la munizione spezzata. Lì non c’ era – Vanin – un colpo, no?, una pallottola sola. Conosci questo problema, ecco… ,QWHUUX]LRQH Bene, conosci anche il cacciatore. Ho citato questa vicenda, e ormai che ho iniziato dico anche perché questo è diventato un mio acerrimo nemico. Perché, casualmente, questa vicenda è stata discussa, in Tribunale, contestualmente, ossia nella stessa seduta, nello stesso giorno, assieme ad un’ altra – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 vicenda. Insieme a quella di una Consigliera comunale che aveva distribuito, in un’ Aula di Consiglio comunale, alcuni preservativi, facendo una serie di ragionamenti sulla prevenzione dell’ aborto, sul non funzionamento della 194, eccetera. E’ stata denunciata e processata per apologia di reato ed è stata condannata a sei mesi di reclusione. Subito dopo, lo stesso Tribunale ha giudicato l’ omicidio colposo, evidentemente, di cui parlavo prima e l’ omicidio colposo è stato valutato e ritenuto meritevole di una condanna a tre mesi di reclusione. Mi ricordo di aver stampato un volantino “ neutro” : “ Tribunale di Pordenone, Udienza del … , Giudice … ., signor XY imputato di … , 6 mesi, signor Z, imputato di … , tre mesi … Giudichino i cittadini se questa giustizia, fatta in nome loro, è giusta oppure no” . Questo ha scatenato, ovviamente, l’ ira di Dio, perché questo signore mi ha detto: “ Mica ho fatto apposta” . Certo, se lo avesse fatto apposta sarebbe stato omicidio! Quindi non era una colpa. Va beh, chiudo così questa divagazione per ricordare, a chi fa tutto un discorso sulla sicurezza rispetto alla munizione spezzata, che questa argomentazione lascia il tempo che trova. Mi fermo qua per ribadire che voi sapete benissimo – signori proponenti – che la legge 157/1992, all’ art. 21 (che ha per titolo “ Divieti” ), dice: “ E’ vietato a chiunque usare munizione spezzata nella caccia agli ungulati.” Tant’ è che voi richiamate questo divieto, no? Richiamate il divieto e aggiungete “ Fatta eccezione per la specie… ” . Vi ricordo anche che questa Regione non ha competenza primaria in materia di caccia. No. E’ concorrente, non è primaria. Comunque, i punti si contano sempre a bocce ferme. Può anche darsi che se la legge verrà approvata (io mi auguro di no), alla fine, questo Governo, che emette decisioni politiche, decida anche di approvare questa cosa. Può anche darsi. ,QWHUUX]LRQH Non boccia tutto, sulla caccia non ha bocciato tutto, anzi, non ha bocciato niente. $WWLFRQVLOLDUL - (214) 20 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 Quindi, può anche darsi che, facendo un certo tipo di valutazioni, visto che ormai i dati tecnico-giuridici non si usano più, questo Governo approvi la norma. Non lo so. A me pare che sia, al di là di tutte le valutazioni, assolutamente in contrasto con la norma nazionale. Ripeto, e chiudo, lo sanno anche i proponenti, tant’ è che questa norma sta qui, come norma autonoma, e non si trova nella legge sulla caccia. Mi fermo qua. E’ una stupidaggine. E’ un’ ulteriore cosa che ci serve per perdere un po’ di tempo. Comunque, fate pure. Queste sono quelle norme che si presentano per dire ai signori cacciatori, a quanti hanno questo tipo di attenzione, che noi abbiamo fatto, noi abbiamo presentato, e se dopo il Governo ci boccia è il Governo di Sinistra, i Comunisti feroci, cattivi, eccetera. Ma sulla caccia, i Comunisti… non lo so. Vedremo. /D UHOD]LRQH VDUj ULSRUWDWD LQ DOOHJDWR DO SUHVHQWHUHVRFRQWR 35(6,'(1=$'(/35(6,'(17(0$57,1, PRESIDENTE. La parola al Relatore di minoranza Gherghetta. GHERGHETTA,5HODWRUHGLPLQRUDQ]D. Sì, signor Presidente, la ringrazio. Oggi, il collega Vanin ha introdotto nel dibattito consiliare alcune novità, alcune nuove considerazioni che non appaiono né nella sua relazione, né nel dibattito che è stato da noi condotto in Commissione. Questo per quanto riguarda – diciamo così – la parte di correttezza legislativa, che è uno dei tre aspetti, secondo me, del testo. Uno è la liceità del testo, un altro è il merito, e da ultimo vengono le valutazioni di carattere eticomorale, se ci sono. Innanzitutto devo dire che il fatto che l’ art. 1 della legge regionale 21/1993 – caro Vanin – sia stato abolito dalla legge 30/1999 non cambia il fatto che la legge regionale 21/1993 sia emissione e risponda espressamente alla legge 157/1992 e, in particolare, al dettato dell’ art. 36. Tant’ è vero che nella legge 21 (in quello che ne è rimasto) il richiamo alla legge 157 è frequente. Tutta la costruzione della legge 21/1993 è applicazione regionale della legge nazionale. Punto. Se quella legge regionale del 93 si fosse discostata dai principi fondamentali della legge nazionale, quella legge regionale non sarebbe stata approvata. Il fatto che in un articolo venga tolto il richiamo alla legge 157 non vuol dire assolutamente niente, in quanto, come ho già detto, lo stesso richiamo alla legge 157 è presente nella legge, negli altri articoli, soprattutto quelli che parlano di sanzioni penali e disciplinari o quant’ altro. Quindi, appurato che la legge 157 è norma di riforma economico-sociale, soprattutto per quella parte che riguarda i divieti, e soprattutto per quella parte che riguarda le sanzioni penali previste dall’ articolo 30 della legge stessa, è evidente che la legge 21 non può che essere una emissione regionale ed è evidente che quanto vietato e sanzionato penalmente dalla legge nazionale non può essere modificato. Perché – caro Vanin – ancorché si possa intravedere, da parte vostra, un tentativo di forzatura di interpretazione, comunque non possiamo intervenire su norme che sono sanzionate penalmente, non amministrativamente, ma penalmente. Sarebbe come se noi, oggi, facessimo qui una legge che dice che il furto non è reato, che si può rubare. Noi non lo possiamo fare, non perché la nostra coscienza ci dice che è sbagliato, ma perché il furto è sanzionato penalmente, dal Codice Penale. Quindi, appare evidente che la norma in questione (quella che vieta la caccia agli ungulati con la munizione spezzata) non è stata messa nella legge 21 – diciamo così – per accontentare il legislatore nazionale, ma è un obbligo. Per cui la modifica della stessa non è possibile, dal punto di vista tecnico e di correttezza legislativa, per le cose che ho già detto. In più devo ricordare che non si può ogni volta tirare l’ art. 4 della legge 30 per i capelli. Visto che ero presente… $WWLFRQVLOLDUL - (214) 21 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 ,QWHUUX]LRQH Nel ‘99 eravate voi… ero presente in Aula, ricordo l’ emendamento presentato da Zoppolato in cui si diceva: “ Tutte le forme di caccia sono uguali” . ,QWHUUX]LRQH'L1DWDOH Di Natale. Però, ricordo che le argomentazioni che avete usato in Aula – visto che siamo noi che l’ abbiamo discusso – non erano quelle di poter usare il mitra o la munizione spezzata, no? Era sui cani. ,QWHUUX]LRQH%UDYR Era sui cani. Allora, le forme di tradizioni sono quelle… Allora, o quella norma che voi avete motivato, di cui si può prendere tranquillamente il verbale, era relativa ai cani, oppure, se adesso volete usarla per giustificare cani, balestra, munizione spezzata e quant’ altro, allora, chiaramente, si pone un problema di interpretazione della norma stessa. Comunque, ricordo perfettamente che c’ erano i cani. Beh, di questo abbiamo parlato. Tant’ è vero che Puiatti – mi ricordo – fece una lunga filippica sul mitra… Il risultato, comunque, di quello che abbiamo detto è, dal punto di vista legale, che il legislatore regionale non può modificare la norma nazionale in quanto, da un lato è tenuto ad applicarla (in quanto norma di riforma economico-sociale), e, dall’ altro, il divieto risulta sanzionato penalmente. Ora, è una battuta, ma è evidente che per quanto noi, adesso, decidiamo per la devolution, il riformismo, questo e quest’ altro, non credo che qualcuno di noi possa pensare ad un codice penale regionale, no? Quindi, in sostanza, è da lì che dobbiamo ripartire. Quindi, dico questo perché do per scontato che debba essere bocciata dal Governo nazionale, però non sarebbe giusto né corretto (per il dibattito che noi stiamo sviscerando), da parte dei proponenti, presentare questa bocciatura come l’ ennesimo sopruso di Roma ladrona, cattiva, centralista. Certe volte si sbaglia. Ecco, si sbaglia, anche se la firma del provvedimento è trasversale, perché mi dicono che la caccia è trasversale. In ogni caso, voglio anche entrare nel merito della proposta. Riconosco la buona fede di Vanin e Di Natale: già in Commissione c’ è stato un atteggiamento molto serio su questa cosa. Comunque, tutta l’ argomentazione viene costruita sul pericolo minore per le eventuali persone presenti in prossimità del luogo di caccia. Anche Vanin, prima, l’ ha dato come elemento forte che deriverebbe dall’ utilizzo della munizione spezzata in alternativa alla caccia con colpo singolo. Dico che questa è l’ argomentazione forte – Vanin – perché è evidente che l’ altra argomentazione (quella del richiamo alla tradizione), insomma, di per sé non vuol dire niente. Perché, voglio dire, non è che possiamo richiamare tutte le tradizioni dai tempi di Marco Caco a oggi per dire che questa diventa legge. Diciamo che l’ esigenza di cui vi fate portatori è che il colpo con munizione spezzata è meno pericoloso per chi cammina nel bosco, per eventuali errori. Dico che questa è una strana argomentazione: se ciò fosse vero – e probabilmente lo è, perché mi deve essere dato atto del fatto che sono stato uno dei pochi che, fino all’ ultimo, è rimasto in Commissione ad ascoltare le argomentazioni degli esperti - mi domando: perché dovrebbe valere solo per i caprioli? Cioè, se questa cosa, scusate, è più sicura, perché deve valere solo per i caprioli? Mi è parso di capire – non sono un esperto – che basta cambiare il calibro ed il numero delle palle nella carica e si può, in teoria, andare a caccia di quasi tutto. Questo mi è sembrato di capire. Guardando gli studi che ci sono stati consegnati dagli esperti e studiandoli, mi sono reso conto che, alla fin fine, si può andare a caccia di tutti gli ungulati, non solo dei caprioli. Non so se anche degli elefanti. Ma elefanti non ne abbiamo, quindi il problema è risolto. Quindi, c’ è già, come dire?, una stravaganza. Ha ragione Puiatti quando dice: “ Richiamate il divieto, però fate una deroga per il capriolo” . Insomma, se si potesse abolire il divieto penalmente sancito dalla legge nazionale, tanto varrebbe – Di Natale – farlo $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 22 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 valutare per tutti quanti gli ungulati. Inoltre, secondo me, - sapete che sto da quell’ altra parte - è anche una stravaganza che si abbia tanta attenzione per i cacciatori, visto che a morire sono i caprioli, no? Facciamo una legge per non far male ai cacciatori, però uccidiamo i caprioli. Infine, secondo me, la cosa avrebbe anche un senso, per quanto macabro, se la caccia con colpo singolo ai caprioli (parlo solo dei caprioli) fosse vietata. Cioè, allora sì che si potrebbe dire – parlo delle vostre argomentazioni – che si è scelta, tra diverse forme di sterminio, quella che si ritiene (a ragione o a torto, ma secondo me, forse, avete anche ragione) la migliore. Quindi, facciamo la norma che dice: “ E’ vietata la caccia con colpo singolo ai caprioli ed è consentita solo la caccia con la munizione spezzata” . Invece non è così! La caccia con munizione spezzata (e questo è il punto debole che vi critico) diventa un’ occasione in più che si aggiunge a quelle esistenti. Per cui uno può andare a caccia di caprioli sia con il colpo singolo - la legge lo consente -, sia con munizione spezzata (dopo questa norma, se verrà approvata). Quindi c’ è una cosa in più. Devo dire che questa norma potrebbe crearne una ulteriore, perché uno potrebbe dire: “ Vorrei andare a caccia di caprioli con le frecce” . ,QWHUUX]LRQH Un altro potrebbe voler andare a caccia di caprioli con la balestra. Un altro ancora potrebbe voler andare a caccia di caprioli con il mitra. Ecco, a me, francamente, non appassiona, però, discutere di queste cose. Metto in evidenza questa contraddizione e, francamente, devo dire… scusate, questo argomento appassiona pochi, cerco di fare la mia parte di opposizione… A me sembra un tecnicismo eccessivo, ecco. Del resto non mi appassiona discutere – per piacere, Mattassi – non mi appassiona discutere della morte degli altri esseri viventi, anche se sono caprioli. Infatti, in tutta questa vicenda, i caprioli cosa ci guadagnano? Niente. ,QWHUUX]LRQH No, niente. Solo il conforto – scusami la battuta – di morire con un mezzo che, forse, fa meno male all’ uomo. Questa è l’ unica cosa. Però, chiaramente, mentre prima si andava a caccia solo con la carabina, oggi si può andare a caccia con la carabina e anche con la munizione spezzata. Le possibilità di morire si moltiplicano. Penso – e lo dico con molta serietà – che i caprioli vogliano vivere e anche – ne sono convinto - che la stragrande maggioranza dei cittadini di questa regione vogliano vedere vivi i caprioli. Perché, vedete, tutto mi si può dire, ma non che l’ alimentazione moderna abbia disperato bisogno di cacciagione e, in particolare, di caprioli. Ora, non voglio disquisire sulla stupidità della pratica della caccia, che, voi lo sapete, per me è una cosa… comprendo, però – questo lo voglio leggere come l’ ho scritto – “ Comprendo, però, che dietro l’ andare a caccia, così come dietro l’ andare a pesca, c’ è tutta una ritualità legata alla tradizione, di alzarsi presto alla mattina, preparare i cani, camminare all’ alba, rapportarsi alla natura e alla solitudine, bere e mangiare in compagnia” . Ultimamente è scomparso un grande della nostra letteratura che si chiamava Giorgio Bassani, che invito i colleghi a leggere, e che ha scritto pagine memorabili, in un suo racconto che si chiama “ L’ airone” , sulla ritualità del cacciatore e sul significato della vita e della morte che ne deriva. Quindi, pur essendo contro la caccia, non ce l’ ho con i cacciatori. Né intendo, poi, nascondere le mie contraddizioni, che sono quelle di tutti quanti gli altri ambientalisti di mezza tacca, che comunque mangiano carne e fanno le cose che fanno tutti. Comunque, penso che la natura debba essere sfruttata e non solamente mantenuta come un museo. Però, la questione è un’ altra, questa è una domanda etica: “ ha senso aumentare le occasioni di sterminio di animali selvatici quando tutti noi sappiamo che non è per alimentazione che viene fatto, ma solo per puro diletto?” . Questa è la domanda. Guardate che sto parlando del Friuli-Venezia Giulia, una regione $WWLFRQVLOLDUL - (214) 23 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 tra le più ricche del pianeta, dove la gente non ha il problema di mangiare ma ha solo problemi di fare cure dimagranti, eventualmente. Comprendo che ci sono circa 13.000 cacciatori e che sono una forza elettorale consistente, ma chiedo a voi, che siete gli esperti: quanti di loro useranno la munizione spezzata per i caprioli? E se anche lo facessero, non andranno certo in giro con due fucili, per cui se trovano un ungulato che non sia un capriolo e hanno il fucile caricato a spezzata, cosa fanno? Si girano dall’ altra parte? Pensateci. Di certo ci sono ancora 12-15.000 caprioli, in questa regione, e qui - caro collega, tu lo sai – 3.000 vengono abbattuti quasi ogni anno. Tu hai detto: “ Chi li butta via?” . Spesso non vengono neppure mangiati da chi li ha abbattuti. Ci siamo capiti? Ma, soprattutto, e lo chiedo anche a nome di moltissimi elettori ed elettrici che sono la maggioranza del Friuli-Venezia Giulia, soprattutto giovani, è bene capire una cosa: in questa regione, ad un certo punto, sulla caccia, c’ è stata una moratoria, dopo le grandi battaglie e i referendum. Una tranquillità, un vivi e lascia vivere. Questo vivi e lascia vivere fa sì che ci siano molti, come me, che sono contrari all’ attività venatoria, che sono disposti a tollerarla, in quanto intravedono quel discorso di tradizione e quant’ altro che prima ho detto, ma che non sono disposti a tollerare delle involuzioni che, almeno ai miei occhi– ripeto: non è un giudizio di merito nei vostri confronti, cari colleghi – appaiono sempre più come dei gratuiti accanimenti. Per questi motivi di correttezza legislativa e per la stravaganza della proposta, per cui, invece di dire: “ se questa cosa fa meno male dell’ altra, allora applichiamola a tutti ed eliminiamo l’ altra” , si chiede una forma di sterminio in più, aggiuntiva, questa proposta non mi sembra ragionevole e, per questioni di ordine – queste sì – etico-morale (perché, almeno alla mia coscienza, il problema della caccia parla), confido in un voto negativo da parte dell’ Aula. /D UHOD]LRQH VDUj ULSRUWDWD LQ DOOHJDWR DO SUHVHQWHUHVRFRQWR PRESIDENTE. Ha chiesto di l’ assessore Pozzo. Ne ha la facoltà. parlare POZZO, $VVHVVRUH DOOH DXWRQRPLH ORFDOL DOOH IRUHVWH H DOOD JHVWLRQH IDXQLVWLFD H YHQDWRULD. Ritengo doveroso, per rispetto verso quest’ Aula, un intervento che sia di supporto alle valutazioni che, poi, i signori Consiglieri, in sede legislativa, dovranno fare su un progetto di legge sicuramente difficile da interpretare, ma per il quale il contributo che porterò farà se non altro riflettere e adottare i conseguenti provvedimenti con cognizione di causa e responsabilità. Quando ho visto che all’ ordine del giorno era prevista la discussione su questa proposta di vari Consiglieri (trasversale, come è stata definita) e – ripeto – il mio non è un intervento di natura politica, ma di supporto tecnicolegislativo alla completa cognizione della problematica, mi sono premurato di attivare gli organismi che la legge regionale n. 30/1999 ha previsto, vale a dire quelli di natura giuridica e quelli di supporto tecnico, che sono, rispettivamente: la Direzione del servizio autonomo per la gestione faunistica e venatoria e l’ Istituto faunistico regionale. Quest’ ultimo, non essendo ancora costituito in quanto tale, funziona attraverso una convenzione con alcuni tecnici esperti delle problematiche venatorie, che supportano la direzione autonoma a cui ho fatto riferimento. Dal punto di vista tecnico, mi è stato segnalato quanto ora comunicherò, ma sono convinto che le cose che mi vengono scritte e dette potranno anche non essere condivise da tutti, soprattutto – e ho avuto questo impatto con il mondo venatorio – da quanti, per l’ esperienza maturata sul campo, sono piuttosto restii ad accettare quella che ritengono, invece, un’ esperienza fatta a tavolino. Tuttavia, lo strumento legislativo – ripeto – è questo e viene a supporto dell’ operato di indirizzo e di natura politica che devo svolgere. I tecnici mi dicono questo: si è del parere che l’ utilizzo della munizione spezzata per il prelievo di ungulati non debba essere adottato per i seguenti motivi: 1) agli animali si spara in corsa e questo non consente una valutazione dell’ età e della classe sociale, mentre è determinante un abbattimento effettuato per $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 24 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 struttura (piccoli, giovani, sub-adulti, adulti e senior) e per sesso – queste sono suddivisioni che sono fatte scientificamente, non è che avvengano casualmente -; 2) di conseguenza, in tutte le località in cui veniva utilizzata la munizione spezzata le consistenze di ungulati erano molto basse e le popolazioni destrutturate (più femmine che maschi, più giovani che adulti); 3) la munizione spezzata è sicuramente mortale soltanto a distanza inferiore ai 40 metri e ciò vale solamente per la specie più fragile, cioè il capriolo; oltre quella distanza, gli animali vengono comunque feriti e, spesso, neppure recuperati. Questo per quanto riguarda l’ aspetto tecnico. Per quanto riguarda, invece, l’ aspetto giuridico, sostanzialmente, le cose sono già state dette, ma le ribadisco, perché questo è lo studio che è stato fatto. Si dice che la munizione spezzata è in contrasto con la normativa nazionale (abbiamo già citato l’ art. 21, comma 1, lettera u), che parla di divieti – come si è già evidenziato – anche di natura penale, e, in quanto tali, non di competenza legislativa della nostra regione. Inoltre, un altro aspetto di cui tenere conto è che essa è vietata nella gran parte dei paesi europei e, comunque, vietata dall’ Unione Europea. Quindi ci sono elementi che fanno ritenere che, comunque, il provvedimento, se sarà licenziato da quest’ Aula, avrà grosse difficoltà ad avere il visto di legittimità da parte del Governo centrale. Un tanto dovevo solo quale contributo all’ esame, alla conoscenza della problematica e alla conseguente, oggettiva valutazione dei signori Consiglieri. Per il resto, per l’ aspetto politico, mi rimetto alle decisioni dell’ Aula. PRESIDENTE. Dichiaro discussione generale. aperta la Ha chiesto di parlare il consigliere Mattassi. Ne ha la facoltà. MATTASSI. Devo rilevare… ,QWHUUX]LRQH Sospendiamo? Ma no, tanto è un confronto fra appassionati, diciamo. Invece, personalmente non ho una grande passione per questo argomento. Mi pare una perdita di tempo, però sono motivato a fare questo intervento da una serie di simpatiche battute che ho sentito, sulle quali, così, mi piace poter esprimere anche la mia opinione. Ringrazio l’ Assessore, che, sul piano tecnico, ha portato a quest’ Aula, finalmente, un elemento di riferimento. Perché, spesso, i tecnici hanno opinioni abbastanza contrastanti, soprattutto quando sono coinvolti direttamente. Non c’ è nessun tecnico fumatore che ammetta che il fumo fa male. Anzi, l’ obiettivo dei fumatori (medici, ricercatori) è tentare, in qualche modo, di forzare sempre la mano per dimostrare che, in fondo, gli altri si sono sbagliati. ,QWHUUX]LRQH Per esempio, la “ Nutella” , come è stato recentemente dimostrato, fa bene perché è un anti-depressivo. Cioè stimola la produzione di serotonina, che svolge una notevole azione anti-depressiva. Recentemente, hanno anche dimostrato che bisognerebbe mangiare il cioccolato a fine pasto, perché pulisce i denti e preserva dalla carie. Per dire come la scienza sia in evoluzione e gli elementi scientifici tendano sempre ad essere forzati in relazione anche alle proprie pulsioni e passioni. Per questo abbiamo sempre bisogno di avere opinioni terze. Per questo, per esempio, quando si è discusso dell’ Osservatorio, si è fatto anche un ragionamento, per capire se sia giusto che chi fa parte di questi organismi terzi possa anche esercitare la funzione di cacciatore. C’ era una grande discussione, che è stata aperta negli anni passati, tesa a chiarire se i guardacaccia fossero autorizzati a svolgere attività di caccia. Perché era evidente, come dire?, che alcune, che sono reali passioni, possono, in qualche modo, fare venir meno un’ imparzialità che viene richiesta al terzo. Quindi, nel momento in cui – credo – si è fatta, a livello nazionale, la scelta di impedire la munizione spezzata, si è fatto un ragionamento, immagino. Perché questo tema della munizione spezzata è un tema tecnico. E’ un tema sul quale, evidentemente, si è fatto un $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 25 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 ragionamento con delle evidenze scientifiche, che sono quelle ricordate dall’ Assessore. Nel mondo venatorio, peraltro, su questo argomento è in corso un dibattito. Non è vero che non ci sia un dibattito. C’ è, c’ è stato e, probabilmente, ci sarà. Ci sono i cacciatori che pensano, per esempio, che l’ utilizzo della munizione spezzata, assieme al segugio, sia un male per il mondo della caccia. Ma questa è un’ opinione che, evidentemente, riporto, non avendo nessuna attitudine allo svolgimento di questa attività, non essendo attratto da questa passione. Cioè non sono un cacciatore, non sono un appassionato. Da tanti anni, invece, mi interesso del problema della caccia, soprattutto da quando, nella mia esperienza di Consigliere provinciale, sono stato investito dalla grande questione - che alcuni considerano piccola, però ogni mondo ha dei grandi temi - che sarebbe la questione del camoscio. Dove, evidentemente, si è dimostrato ed è dimostrabile che una buona caccia di selezione incrementa la popolazione del camoscio a tutto beneficio dei cacciatori. Questa è una grande verità, che è difficilmente digeribile da parte di coloro che immaginano che una gestione non tradizionale… perché, poi, qui scattano altre discussioni: le tradizioni, guai metter mano alle tradizioni; ma se le tradizioni si dimostrano sbagliate, bisogna anche cambiarle. Questo è uno dei punti importanti. Pensiamo a questa popolazione di selvatici, che non sono gli uomini con il pelo che immaginavo io e a cui si riferiva Di Natale, ma che sono, evidentemente, un tipo di selvaggina, in questo caso gli ungulati, che appartengono ai mammiferi, ma che non sono associati alla specie umana, anche se un altro illustre ungulato, che è il maiale, è molto più simile, geneticamente, all’ uomo (infatti l’ insulina, per esempio, viene estratta dal maiale). Giusto per dare dei riferimenti e anche per dire come è ben vero che noi siamo distanti dal punto di vista della frequentazione, ma la nostra genetica non è poi molto lontana. Quello che mi preme sottolineare, invece, è questa idea, che è stata qui rappresentata dal consigliere Di Natale, per cui l’ utilizzo della munizione spezzata farebbe bene alla gestione della popolazione del capriolo. Questo è un punto, secondo me, difficile da dimostrare, collega Di Natale. Perché, se il problema della gestione della popolazione del capriolo è in relazione al fatto che questo veicola le zecche, beh, guardate che il problema delle zecche è molto più ampio di come lo si vorrebbe rappresentare. Il veicolo è il capriolo, un tempo il veicolo era la pecora. Ma la consistenza delle zecche nell’ ambiente naturale è più o meno la medesima. Posso portare un’ esperienza singolare in un luogo del nostro territorio regionale dove, in una certa annata, si è verificata una grave infestazione della zecca che si chiama “ Ripicefalus sanguineus” , che è una zecca tipica dell’ Italia centrale e che compare solo episodicamente da queste parti. Perché la popolazione, ad un certo punto, è stata attaccata dal “ Ripicefalus sanguineus” ? Perché qualche persona ha ritenuto – non so se fosse cacciatore o meno – che i cani che erano infestati da queste zecche andassero soppressi. Siccome avevano tante zecche, hanno ucciso tre cani. Ma questo cosa ha comportato? Che nel momento in cui il cane è stato ucciso, le zecche si sono rivolte all’ unico animale a sangue caldo che era disponibile in quel luogo. Se alla zecca chiedi se preferisce l’ uomo o il capriolo, la zecca ti dice il capriolo. Questo è il ragionamento che io ritengo debba essere tenuto in considerazione dal collega. Non si controlla la popolazione delle zecche uccidendo i caprioli. Paradossalmente, è importante che la popolazione dei caprioli cresca per impedire che le zecche attacchino l’ uomo. Vale esattamente il contrario. ,QWHUUX]LRQH Non so. Non so qual era il paragone. So che, come dire?, si riesce un po’ di più a fare dei ragionamenti quando non è presente in Aula Zoppolato, dopodiché Zoppolato fa anche battute che possono essere considerate spiritose. Ma devo riuscire a capirla per riderci sopra. ,QWHUUX]LRQH No, ho capito il tuo patema, perché hai degli amici che hanno avuto queste disgrazie, ma, per questo, non mi pare di poter sorridere. $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 26 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 Ecco, questo è il principio. Paradossalmente, la moltiplicazione dei parassiti si ha in ambiente casuale. E’ evidente che, se non c’ è il capriolo, c’ è qualcos’ altro. Sicuramente il controllo di una popolazione che vada a considerare anche i parassiti nocivi per l’ uomo, si fa, naturalmente, cercando di capire l’ ecologia del sistema. Il capriolo si associa al bosco, alla macchia. Questo è importante capirlo e, quindi, a sua volta, è un buon indicatore di crescita dell’ ambiente forestale, della macchia. Quindi, come dire?, a me pare che, se la popolazione del capriolo cresce, vuol dire che l’ ambiente sta meglio, si rigenera. C’ è la possibilità di costruire dei canali di comunicazione fra ambienti diversi. Personalmente ritengo che, per la salute pubblica e per il benessere della popolazione direttamente intesa, sia importante avere la macchia, avere il bosco, avere, naturalmente, una variabilità naturale, quindi di specie animali e vegetali, al posto di una semplificazione, che è stata, poi, quella che, in qualche modo, il cacciatore, spesso, ha ritenuto giustamente responsabile della sua perdita, chiamiamola così, di “ prodotto” . Perché se dove c’ era il bosco si estirpa il bosco e si pianta il mais, lì il capriolo non lo vedi più, insomma, ammesso che ci fosse. Però, il capriolo arriva benissimo fino in pianura. E’ evidente che l’ interesse ad avere il bosco è anche del cacciatore. I cacciatori di pianura sono costretti, si dice, a lanciare fagiani e lepri per poi andare a ucciderli il giorno dopo. Immagino che i cacciatori di pianura sarebbero felici di avere la possibilità di fare anche qualche abbattimento di capriolo. Questo significa che il capriolo ha raggiunto una certa consistenza di popolazione. Questo è un indicatore di salute. Ecco, quindi, che l’ approccio può essere diversificato. Voglio dimostrare al collega Di Natale che, evidentemente, abbiamo tutto l’ interesse, noi non cacciatori, ad avere una popolazione consistente di caprioli, perché siamo sicuri e tranquilli che le zecche andranno sul capriolo e non ci attaccheranno. ,QWHUUX]LRQH Si moltiplicano. Guarda che la percentuale di sopravvivenza di una zecca è enorme. Quando ci mettiamo a fare i confronti fra noi, gli scarafaggi, le formiche, dobbiamo sapere che, per ogni uomo, ci sono miliardi di animali di vario genere. E’ una lotta persa in partenza. Il problema è capire come funziona il sistema e cercare di convivere con lo stesso, anzi, auspicarlo. Questo è il punto importante. Ecco, quindi, che l’ idea del capriolo nemico, da estirpare con mezzi efficienti, è un’ idea sbagliata. Abbiamo bisogno di avere una popolazione sana di capriolo e quindi di fare caccia di selezione. ,QWHUUX]LRQH Il problema di chi, nel mondo venatorio, è contrario (per essere molto chiari) all’ uso della munizione spezzata, è che questa impedisce di fare la caccia di selezione, perché cacci con il segugio. Come dire? Se il cane punta, spari. Non è che vedi con il tuo mirino e cerchi di capire che tipo di bestia hai davanti. Questo è il problema. Allora, la caccia di selezione, che è la condizione che ti consente, poi, di fare crescere una popolazione sana e autoriproducente, è il tema della discussione. Ovviamente, non sono un cacciatore, posso anche sbagliarmi in quello che dico, probabilmente Vanin riuscirà a dimostrare, nella sua replica, che la caccia di selezione si fa con munizione spezzata. Questo è difficile da dimostrare perché, generalmente, non lo si fa. ,QWHUUX]LRQH Ma per l’ amor di Dio, credo che si possa sempre far meglio e che questi dibattiti - e lo faccio in questo senso – aiutino anche a far capire che c’ è un approccio fatto da altri, che non sono cacciatori, che, evidentemente, possono anche porre al mondo venatorio degli argomenti ai quali, però, se mi consentite, il mondo venatorio deve rispondere in modo convincente. Perché, nel momento in cui non risponde in modo convincente, rischia di rimanere fuori. Questo è il grande limite di tutti questi anni. Perché se il mondo venatorio, complessivamente, fosse stato unito – è importante questo, no? – e con delle proposte evolutive e di adattamento alla sensibilità sociale, probabilmente, tante discussioni sarebbero state evitate. Dopodiché, rimaneva $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 27 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 solo la questione “ caccia sì, caccia no” , dal punto di vista dei principi. In questi anni, da quando sono arrivato in quest’ Aula, quando sono stato coinvolto in questo argomento, fino ad ora, ho visto sempre tutti uno contro l’ altro, ovvero tutti uniti contro chi parlava di cose che non si dovevano dire. Però, alla fine, è fisiologico il fatto che, di fronte a questi conflitti, al dato dell’ interesse della protezione della natura globalmente intesa, dell’ incremento degli habitat, prima della caccia c’ è una discussione generale che interessa tutti i cittadini. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Degano. Ne ha la facoltà. DEGANO. Grazie, Presidente. Sarò molto più breve di chi mi ha preceduto, anche perché confesso che, nel merito, non sono in grado di disquisire a lungo: la caccia, sicuramente, non è la mia specialità. Volevo solo intervenire, a nome del gruppo, per fare qualche sottolineatura e ricordare qualche passaggio. Delle munizioni spezzate ci siamo già occupati, in quest’ Aula, in occasione della legge sulla caccia. Mi pare che allora sia stata la collega Londero – ma i colleghi saranno più precisi in questo senso – a presentare un emendamento che è stato, poi, ritirato dalla collega e fatto proprio dal nostro gruppo. Allora la maggioranza chiese lo stralcio, e da questo stralcio è derivata la legge che stiamo discutendo ora. Perché tutto questo? Per la perfetta consapevolezza che questo provvedimento sarebbe stato bocciato dal Governo per le ragioni che, appunto, l’ Assessore ci ha appena ricordato e che non sto qui a sottolineare. Non solo il Governo, ma, come ci diceva, appunto, l’ assessore Pozzo, anche le direttive comunitarie sono contrarie a questo provvedimento. Perciò difficilmente la legge in questione potrà venire promulgata. Quindi, non si voleva inserire questo articolo nella legge sulla caccia, perché si sapeva benissimo a priori che questo articolo ne avrebbe provocato la bocciatura. Questo per dire, semplicemente, che possiamo anche approvare questo provvedimento. Anzi, dirò che, coerentemente, avendo fatto proprio l’ emendamento qualche mese fa, anzi, circa un anno fa e, poi, avendo votato contro lo stralcio, coerentemente voteremo a favore, ma dobbiamo essere tutti consapevoli che è un’ approvazione del tutto virtuale, perché Roma, per le stesse ragioni che l’ Assessore ci ha ricordato, ce lo boccerà. Anche se Roma non dovesse bocciarcelo, ci sono le normative comunitarie, poi, con cui andiamo a contrastare. Per cui continuiamo la discussione, votiamolo pure; sappiamo, però, che è un’ approvazione virtuale. L’ unica cosa che, certamente, penso nessuno potrà fare, una volta che Roma ci avrà restituito il provvedimento, sarà quella di gridare ancora una volta contro Roma ladrona e la volontà accentratrice del Governo contro la nostra autonomia… , perché sappiamo tutti benissimo che questo provvedimento non ha alcuna possibilità di essere applicato in concreto. Quindi – ripeto – procediamo pure, però, domani non veniamo a lamentarci contro il Governo brutto, sporco e cattivo che non ci permette di avere l’ autonomia sulle munizioni spezzate. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Petris. Ne ha la facoltà. PETRIS. Grazie, Presidente. Intervengo, innanzitutto, per affermare che, all’ interno del nostro gruppo, non esiste certamente un dogma, per cui la caccia è motivo anche di diversificazione e di sensibilità diverse, e ogni soggetto è libero di esprimere una propria opinione. Questo, sulla chiarissimo… caccia, deve essere ,QWHUUX]LRQH E anche su altre materie, è evidente. ,QWHUUX]LRQH Quindi, questo per dire che il dibattito non è solo all’ interno del mondo venatorio, non è solo all’ interno del Consiglio regionale, è anche all’ interno dei singoli gruppi. Ognuno, su questa fattispecie, ripeto, ha una propria $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 28 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 sensibilità. Non entro nel merito delle questioni di tecnica della caccia, nel senso se sia più o meno pericolosa la munizione spezzata oppure – diciamo così – la pallottola, il “ baleton secco” . Dico semplicemente che, in effetti, bisognerebbe avere un po’ più di rispetto per i vari metodi che si sono usati, che sono, molto probabilmente, entrambi radicati nel territorio dove venivano praticati. Dico “ venivano” per dire che, oggi come oggi, si è uniformato tutto. Non credo che questo, al di là delle giustissime osservazioni del collega Degano, sia stato un bene. Tengo a precisare, e vorrei rimarcarlo, che una certa politica, un certo indirizzo, è andato in un verso piuttosto che in un altro, essenzialmente per questioni di divisioni all’ interno del mondo venatorio. Questo è sicuramente vero, ne abbiamo avuto prova quando si discuteva sulla legge 30 di cosa sia accaduto nel mondo venatorio: forti divisioni che sono palesi in alcune aree geografiche, meno in altre. Evidentemente, la linea “ vincente” è rimasta, come dire?, vincente dove veniva coerentemente praticata. Ha fatto subire ad altri delle scelte dove, invece, queste scelte non erano condivise. Dico che le tradizioni potevano e dovevano anche essere, in qualche modo, rispettate e qui vado anche sul dato tecnico. Se ci addentriamo anche da un punto di vista di applicazione dell’ attuale norma sulla caccia nelle singole riserve, specialmente dove c’ è un certo tipo di selvaggina, cosiddetta pregiata, ritengo che, in maniera incredibile, c’ è un aumento delle possibilità di abbattimento. Aumento che non è nemmeno condiviso da quelli che, poi, usufruiscono di questa opportunità perché ci si rende conto, in effetti, che, se si applica questa metodologia, ancorché fatta propria dai luminari della scienza venatoria, credo che nell’ arco di due o tre anni tutti dovremmo ridimensionarci. Questo metodo, che va avanti, sta facendo sicuramente male all’ ambiente, perché raddoppiare, come accade adesso, il numero dei capi da abbattere non può far bene all’ ambiente e questa è l’ evoluzione di questa nuova filosofia della caccia. Poi, però, non so, fra due o tre anni, che cosa si farà. Forse si ritornerà ad una rigidissima regolamentazione, in cui potranno andare a caccia solamente coloro che sono in grado di sborsare determinate cifre. ,QWHUUX]LRQH Non so. Saranno i fatti, gli eventi a testimoniare un tanto. Certo che il modo in cui si sta andando avanti, in determinate zone, non fa assolutamente bene da un punto di vista ambientale. Ritengo che determinate questioni di carattere ambientale siano patrimonio di tutti. I cacciatori, quelli che si comportano in maniera coerente, corretta e rispettosa degli ordinamenti, sono degli ambientalisti. E ritengo anche che ci sia un altro fenomeno che, parallelamente, sta emergendo: un’ accentuazione del bracconaggio. E’ evidente: quando ci sono delle imposizioni, scattano dei meccanismi particolari, probabilmente sbagliati, ma comunque scattano. Per cui, di fronte ad un aumento degli abbattimenti autorizzati, c’ è anche un aumento degli abbattimenti - che prima erano ridotti o meno fisiologici - che sicuramente sconfinano nella palese illegalità. Ecco, credo che sia corretto ricondurre ad un controllo maggiore tutto il fenomeno della caccia, rispettando le pulsioni che in certi territori esistono: non si deve prevaricare, perché non è vero che una tradizione è buona perché è vincente e l’ altra è pessima e deve essere cambiata perché ha perso la battaglia all’ interno del mondo venatorio e, conseguentemente, politico. Quindi, ribadisco che sono favorevole, con tutte le limitazioni poste dal collega Degano che non sono di poco conto, lo capisco perfettamente - a questo provvedimento. Pertanto, voterò sicuramente a favore. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Baritussio. Ne ha la facoltà. BARITUSSIO. Grazie, Presidente. Penso che quattro siano gli aspetti da considerare (gli stessi che i Relatori di maggioranza riportano nelle rispettive relazioni scritte): la volontà, innanzitutto; cioè la volontà della maggioranza dei cacciatori di quelle zone per le quali si chiede la munizione spezzata, quindi, dove oggi vive anche l’ ungulato, o meglio il capriolo. $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 29 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 Il principio: questa norma, questo articolo unico è in linea con quei principi che abbiamo sancito anche attraverso la nostra riforma (la 30/1999), dove si parla di pari dignità di tutte le forme di caccia e del rispetto della cultura, delle consuetudini e delle tradizioni. E’ un elemento fondamentale di quella riforma che oggi viene ripreso da questo articolo 1. E’ vero che ci sono degli aspetti tecnici sulla pericolosità o meno, sulla precisione della munizione spezzata, rigata: prima non ho assistito, purtroppo, al dibattito, ma so che si è disquisito anche di questo. Però so anche che, tecnicamente, oggi non si sono raggiunte ancora delle certezze in questo senso. Quindi, fare delle affermazioni pensando di avere la verità in tasca, non so quanto sia opportuno. C’ è, poi, il problema (terzo aspetto) del rapporto con la legge dello Stato (la 157) che, però, giustamente, come si dice anche nella relazione di maggioranza, viene superato dal principio della potestà, che consente alla nostra regione di legiferare in questo senso abilitando, quindi, (come dice questo articolo unico) la munizione spezzata per il capriolo. Vi sono, poi, altri esempi (quarto aspetto) nel nostro Stato: in Trentino Alto Adige non vi è il divieto della munizione spezzata. In merito alla pericolosità, è chiaro – parlo adesso della balistica, non della componente tecnica del fucile – che vi è una gittata inferiore (questo è un dato tecnico oggettivo), che rende meno pericolosa l’ arma, laddove non vi sono dei pendii. Quindi, in particolare, nelle zone collinari e di pianura, dove oggi, purtroppo, il capriolo è arrivato, portando anche dei problemi. Non so se oggi si è parlato del problema delle zecche. Le zecche, in pianura, sono state portate proprio dall’ avvento e dalla proliferazione del capriolo in questo territorio. Le contestazioni: Gherghetta pone qualche dubbio, ad esempio, per quanto riguarda il rispetto della normativa dello Stato (la 157), ma, come dicevo prima, il discorso è superato proprio dal nostro Statuto. Quindi, non è vero che non abbiamo potestà in questo senso. Oltre al problema delle zecche, bisogna ricordare che il capriolo è molto prolifico. Pertanto, se, poi, questo porta anche dei problemi, oltre ad essere molto prolifico, possiamo immaginarci quali problemi anche di ordine igienico possa portare, come ha portato nella valle con le zecche, ad esempio. Come ricordavo, il capriolo è sceso a valle, quindi è sceso in un territorio dove l’ uso della spezzata è meno pericoloso dell’ altro tipo di fucile. Dove, poi, in conclusione, il controrelatore o Relatore di minoranza Gherghetta parla di sterminio e di un’ occasione in più per cacciare, sto dalla parte dei caprioli: ecco, questo è un discorso che va al di là di quello che la norma presenta. E’ un discorso contro la caccia, lo dice e lo afferma, ma questo è un altro problema. Quando parla di quanto vorrebbe la stragrande maggioranza dei cittadini di questa regione, ricordo che nel ‘93, se non erro, c’ è stato un referendum. Quindi, ci sono anche degli strumenti democratici con cui la gente, i cittadini, possono misurarsi. Nel momento in cui ci sarà la stragrande maggioranza che vorrà abolire la caccia, esistono gli strumenti per farlo. Lo strumento del referendum è stato utilizzato nel ‘93. L’ esito è stato quello che è stato, pertanto oggi stiamo in piena democraticità vivendo quella che è la… Prego? ,QWHUUX]LRQH Ho capito. Ma non è il problema del “ sì” e del “ no” . Sappiamo che, oggi, l’ esito referendario è condizionato anche dal quorum, per cui… ,QWHUUX]LRQH1RQVLqUDJJLXQWRLOTXRUXP Probabilmente, nel 2030 o nel 2015, i cittadini di questa regione andranno a votare in percentuale del 50% più 1 e, quindi, sanciranno il no alla caccia. Verrà quel tempo. Oggi ragioniamo con questo stato di fatto. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Tesini. Ne ha la facoltà. TESINI. Grazie, Presidente. Il mio sarà un intervento molto breve. Ho due questioni da porre relativamente all’ impiego della munizione spezzata: una di merito e l’ altra riguardo al profilo giuridico di questa norma che si intende approvare. $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 30 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 Sul resto non mi pronuncio perché, in particolare, non ho competenza in materia di zecche… ; su questo aspetto ha svolto, poc’ anzi, un intervento ricco e documentato Giorgio Mattassi… e non ho dubbi che le cose che ci ha detto siano vere. l’ Aula, – lo dico a lei, Assessore, ma anche al Presidente del Consiglio – è questa: non so se, ogni volta, possiamo rimetterci all’ Aula. Lei ci ha portato – Assessore – un’ istruttoria svolta dagli uffici, i quali ci dicono che questa norma è illegittima. Tra l’ altro, credo anche che non sia in discussione la scelta “ caccia sì, caccia no” . Vorrei che sgombrassimo il tavolo da questo sospetto, perché questa discussione è già stata fatta recentemente, quando abbiamo riformato, appunto, l’ intero settore, l’ intero comparto. E’ fuori dubbio che l’ Aula è sovrana. Non è la prima volta che, anche a fronte di pareri fortemente documentati, diciamo (per una serie di ragioni, quando non ne troviamo altre): “ Per ragioni di principio politico è opportuno che facciamo presente la necessità di difendere la nostra potestà e le nostre competenze” . Con questo sistema (vado a memoria perché è questione che mi riguarda come Presidente di Commissione ed è probabile che fra un mese, un mese e mezzo, debba convocare la Commissione per esaminare l’ ennesimo rinvio governativo) abbiamo inanellato 32, 33 rinvii su una media di un 33%. Il giornale, l’ altro giorno, molto diligentemente ha riportato questa via crucis. Penso proprio all’ eco, che ho ancora chiara in testa, di quella discussione e ad alcune iniziative successive, alle quali ho potuto partecipare, organizzate dal mondo venatorio, per chiedere ai colleghi, che con tanta insistenza sollecitano l’ assemblea, l’ Aula, a varare questo provvedimento: a nome di quale mondo, effettivamente, parlano? A nome di quale mondo parlano e quali esigenze specifiche intendono qui rappresentare? Ricordo che, approvando la riforma della caccia, era chiaro che avevamo in testa, un po’ tutti, alcuni precisi obiettivi. Uno di questi era l’ esigenza di superare alcuni ritardi e alcune arretratezze che in questa regione si erano formate rispetto ai progressi che, in altre parti, il mondo della caccia, negli ultimi anni, aveva registrato. Progressi nella acquisizione della consapevolezza del diverso rapporto che vi deve essere tra questo esercizio e la tutela, lo sviluppo e la manutenzione dell’ ambiente e delle specie animali che caratterizzano e occupano l’ ambiente, intese come patrimonio collettivo e sul quale e con il quale non ci si può rapportare indiscriminatamente e indifferentemente. Ho partecipato, quest’ estate, a un paio di incontri con i cacciatori, in uno credo che fosse presente anche l’ Assessore, e questa consapevolezza mi è sembrata molto alta, molto forte. Quindi, chi ha proposto questa norma pensa di fare un favore ai cacciatori. Ho un sospetto forte… La seconda considerazione, che vorrei rivolgere subito all’ Assessore, prima che lasci Mi chiedo se, a fronte di queste evenienze, sia opportuno che la Giunta e la stessa Presidenza del Consiglio si rimettano all’ Aula. Ho delle forti perplessità. Anche in ragione al rilievo della questione che stiamo trattando. Ho delle fortissime perplessità, Assessore. Non so se sia il caso di rivedere anche il funzionamento di questa Assemblea, che sta consolidando, a questo riguardo, una inefficienza e una inefficacia che, a mio modo di vedere, vanno ben oltre le stesse intenzioni politiche dei gruppi. Perché qui non ho sentito dire che Forza Italia, Alleanza Nazionale, la Lega, ne vogliono fare una questione di tale rilievo, di lesa maestà da parte del Governo su una questione che noi consideriamo primaria, per cui si dice: “ Il Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia non accetta che, sui trasporti, piuttosto che sulla scuola, lo Stato… ” ,QWHUUX]LRQH Questo è il parere della Giunta regionale. ,QWHUUX]LRQH No. Ma ho detto – Di Natale – che non lo metto in discussione. E’ evidente che l’ Assemblea vota quello che vuole. Sto dicendo se su questo è pensabile che la Giunta e la stessa Presidenza dicano all’ Aula: “ Fate $WWLFRQVLOLDUL - (214) 31 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 quello che volete” . Un’ Aula in cui non vedo un coinvolgimento delle forze politiche che ne fanno una questione di grandissima rilevanza. Qui ci sono sei o sette Consiglieri cacciatori o amici di cacciatori che, in ragione di sollecitazioni particolari, portano avanti questa cosa. Su questo non mi pare il caso di andare a cercare il 34° rinvio del Governo. Non mi pare una questione che meriti un braccio di ferro con il Governo. Perché, quando, poi, ci saranno questioni più serie sulle quali si giocheranno i rinvii (leggi il personale, ad esempio) saremo coloro che, ogni volta, si fanno rinviare le leggi. Quindi, la nostra produzione legislativa sarà ancora vista in questo modo. Mi pare veramente una questione sproporzionata e irrilevante. Tra l’ altro, non la ritengo rilevante nemmeno nel merito. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Castaldo. Ne ha la facoltà. CASTALDO. Grazie, Presidente. Sarò molto breve per toccare due aspetti secondo me significativi. Uno è l’ aspetto igienico-sanitario delle zecche, che è stato trattato in modo corretto, con le giuste deduzioni, coerenti e che condivido, da parte del collega Mattassi. Perché non dimentichiamoci che queste zecche sono vettrici di malattie che possono addirittura essere fatali, per chi viene punto dalle zecche. L’ altro problema è un piccolo contributo di tipo tecnico-balistico … e qui voglio dire al collega Gherghetta che non si sta parlando di cacciatori e di non cacciatori: io non sono un cacciatore... Qui si sta solamente parlando dell’ introduzione della munizione spezzata. Dal punto di vista balistico, posso dire che la munizione spezzata è molto meno pericolosa dei proiettili che vengono utilizzati nella caccia di selezione. Questo perché la gittata è estremamente inferiore, e inferiore è anche il raggio d’ azione. Mentre con il colpo singolo abbiamo una gittata che può andare, circa, ad un km, quindi potenzialmente pericolosa, nel caso specifico della munizione spezzata, che di solito è composta da 9-12 pallettoni, abbiamo una rosa molto più larga, molto più ampia, ma una gittata inferiore, di 30-40 m. Quindi, questa considerazione – secondo me – diventa fondamentale con riferimento proprio alla caccia al capriolo, che viene praticata nelle zone collinari, carsiche o pianeggianti della nostra regione, dove, appunto, in caso di mancato bersaglio, il colpo può essere veramente pericoloso per le persone che si trovano nei paraggi. Perché la potenza balistica è nettamente maggiore rispetto alla munizione spezzata. Il problema, poi, che ci debba essere una riduzione nel numero dei caprioli a causa della loro diffusione, e quindi la munizione spezzata non può essere usata con altri tipi di animali appartenenti alla specie degli ungulati, dipende anche dalla conformazione. Perché per uno stambecco od un camoscio, la munizione spezzata non avrebbe la stessa forza di penetrazione. Ritengo che anche i cacciatori che ho avuto modo di conoscere - ho degli amici cacciatori non siano dei guerrieri, ma sono i primi a chiedere il rispetto delle regole. Quindi, in questo caso, anche grazie alle associazioni e alle relazioni che sono state presentate in Commissione, è stato confermato che l’ utilizzo della munizione spezzata, in conclusione, non provoca effetti deleteri o dannosi rispetto a quanto già oggi si può avere con altri mezzi. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Londero. Ne ha la facoltà. LONDERO. Colleghi, sono stata – diciamo – la pietra dello scandalo, perché ho raccolto le firme e la prima firma, su questa proposta di legge, è la mia. Ma non è come dice il consigliere Tesini: sono sette Consiglieri, sono autorevoli colleghi che hanno deciso, assieme a me, di presentare questa proposta di legge. C’ è Vanin, che è Relatore, ma ci sono anche i colleghi Saro, Molinaro, Di Natale, Petris, Cruder e Baiutti, che, assieme a me, hanno proposto, all’ attenzione di quest’ Aula, l’ approvazione della munizione spezzata, che si utilizzava fino al ‘93 e che la 157 non ci ha più consentito di utilizzare. Non intendevo e non intendo farne una battaglia politica: non sono portatrice di voti di cacciatori, sono portatrice del Premio Attila, il WWF me l’ ha dato nel ‘95 per la mia politica sui Parchi, perché avevo la delega alla caccia, perché volevo togliere la ghiaia dai torrenti in montagna. Ho ancora il Premio Attila, sono $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 32 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 contenta e spero di mantenerlo ancora per qualche anno. Non sono, però, portatrice degli interessi dei cacciatori. Per cui il mio atteggiamento è molto distaccato, molto pragmatico e questa è una norma, ritengo, soprattutto tecnica. Non intendo neanche cavalcare le divisioni che ci sono all’ interno del mondo della caccia (fra i cacciatori tradizionalisti, munizione spezzata e i cacciatori di selezione). Ritengo che siano sbagliate e che, in realtà, indeboliscano l’ intera categoria. Per cui è con questo spirito che ho presentato questa norma. Perché molte volte, quando in questo Consiglio legiferiamo sulla caccia, c’ è sempre tanta tensione, tanta passione; questo mondo è così. Credo, però, che anche la riforma che recentemente abbiamo fatto sia, nonostante tutte le difficoltà di una riforma di questo tipo, una riforma che sta andando avanti bene. E’ difficile capirla, per molti, in questo momento, all’ interno del territorio regionale. Molti cacciatori non hanno ancora ben capito com’ è. Io l’ ho sostenuta e continuo a sostenerla. Questi sono passi avanti. Questa, invece, è una norma tecnica. Più volte, durante la discussione sulla caccia, diversi Consiglieri hanno presentato questo emendamento, anche strumentalmente. Sappiamo che questa norma è già stata rinviata dal Governo nel ‘93. Crediamo, però, senza appellarci al valore alto della difesa della specialità - non si tratta di questo -, che ci possano essere degli spazi, all’ interno della 157, affinché questa norma (diversi anni dopo) possa ottenere l’ approvazione. Non mi addentro nei particolari tecnici. C’ è chi, come Vanin o altri, l’ Assessore, potranno farlo. Ma riteniamo semplicemente che esistano gli spazi affinché si possa nuovamente consentire l’ utilizzo della munizione spezzata. Per cui inviterei i colleghi, gentilmente, se possibile, ad evitare strumentalizzazioni su questo provvedimento, ad avere un approccio più distaccato e, soprattutto, ad approvarlo. Si tratta di un articolo. Approviamolo velocemente senza tirarla in lungo come abbiamo fatto per la legge sui “ Parchi dell’ amore” (anche se è un altro argomento che, in quest’ Aula, accende gli animi). Si tratta di una norma tecnica, nulla di più. PRESIDENTE. Ha chiesto di l’ Assessore Pozzo. Ne ha la facoltà. parlare POZZO, $VVHVVRUH DOOH DXWRQRPLH ORFDOL DOOH IRUHVWH H DOOD JHVWLRQH IDXQLVWLFD H YHQDWRULD. Ho chiesto la parola anche perché devo rispondere ad un quesito che mi è stato formulato dal consigliere Tesini. Dunque, mi pare che abbiamo il quadro completo della situazione e, ribadisco, non si parla di caccia sì o caccia no, ma si ragiona in termini di volontà politica, e quindi legislativa, di introdurre il sistema della munizione spezzata per il prelievo di ungulati. Su questo argomento, che è un argomento di volontà politica, ho ritenuto mio preciso dovere portare un contributo alla discussione, anche perché non mi venisse rivolta, poi, l’ accusa di non avere tempestivamente informato l’ Aula delle osservazioni e dei pareri che sono stati formulati da due organi ufficiali, uno tecnico e l’ altro amministrativo. Ho anche concluso dicendo che, comunque, ci si rimette all’ Aula per quella che è la volontà politica, per la decisione di merito, vale a dire per l’ approvazione o meno di una proposta di legge che ha trovato, a quanto vedo, un’ area molto vasta di consensi. Però volevo esprimere al consigliere Tesini una considerazione molto importante. Non credo che possa essere la Giunta, come da lui auspicato, a dire che non si deve votare o passare alla discussione di una proposta di legge perché questa risulta essere in contrasto… con che cosa? Non certo con le norme costituzionali, bensì con quelle che sono norme di principio di rilevanza economicosociale. Questa è una contestazione che noi stiamo facendo in maniera decisa nei confronti del Governo, perché questo è uno degli aspetti, ma credo che dei 33 casi citati, almeno 30 siano di questa natura. ,QWHUUX]LRQH Ma vi dico di tenerne conto e di essere consapevoli e responsabili. Perché, altrimenti, in ogni situazione in cui ci sia il dubbio di una $WWLFRQVLOLDUL - (214) 33 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 bocciatura del Governo, non dovremmo nemmeno portare la proposta di legge in Aula. Questo sarebbe un condizionamento eccezionale della nostra autonomia. Ora, questa è una legge, come è stato evidenziato, di natura tecnica. Ha dei grossi problemi che devono essere superati e ha anche un “ vissuto” alle spalle. I Consiglieri che l’ hanno proposta e quelli che sono convinti dell’ approvazione di questo principio la voteranno e, poi, andremo a confrontarci con il Governo, sapendo, però, che le riserve sono di duplice natura e sono quelle che vi ho elencato. Quindi, non è che la Giunta debba intervenire per evitare la discussione di leggi suscettibili di rinvio. Ma è l’ Aula che deve valutare, con la cognizione completa di tutti gli aspetti relativi alla proposta, se procedere o no e se procedere anche con le misure che dovrà adottare successivamente. In presenza di un nuovo rinvio, sicuramente possibile, la Commissione consiliare competente sarà la prima a valutare cosa fare. 35(6,'(1=$'(/9,&(35(6,'(17( %2578==2 PRESIDENTE. La parola al Relatore di minoranza Gherghetta. GHERGHETTA, 5HODWRUHGLPLQRUDQ]D. Sì, signor Presidente, la ringrazio. Cercherò anch’ io di essere breve per permetterci di andare subito alle votazioni, anche se devo dire che, francamente, non ho capito gran che. Nel senso che ho esposto delle osservazioni, dei ragionamenti, ai quali non è stata data risposta. Ho detto: questa legge verrà bocciata e noi non possiamo legiferare in merito. Nessuno mi ha contestato. Si è parlato delle zecche, interessante, però non si è contestato. Anzi, l’ Assessore regionale è intervenuto due volte per dire che questa legge verrà bocciata e che non abbiamo la possibilità di poterla applicare. Però ha detto: “ Fate vobis” . Mi è parso di osservare che questa legge introduce un elemento di uccisione aggiuntivo. Nessuno mi ha smentito. E’ stato osservato, da me, fra le righe, ma in modo dettagliato dal collega Mattassi, che la caccia con la munizione spezzata non permette la caccia di selezione. E’ stato motivato. Nessuno ha preso la parola per sostenere il contrario. Fra l’ altro, poi, adesso a me dispiace che l’ Assessore sia andato via. Avrei dovuto rispondere anche alle cose che ha esposto il collega Tesini. Non credo che il collega Tesini mettesse in discussione il fatto che l’ Aula sia più o meno sovrana. Il problema è che, in quest’ Aula, stiamo legiferando con un’ assenza fisica permanente della Giunta (a questo, di per sé, siamo abituati), ma anche con un’ assenza politica. Ormai, non ricordo più quante volte (prima l’ ha citato Tesini) – questo era il nodo politico, se mi è permesso interpretare la sua richiesta – ci siamo sentiti dire “ Ci rimettiamo all’ Aula” ! E’ un continuo rimettersi all’ Aula. Fisicamente, gli Assessori potrebbero anche andare a fare altre cose, tanto basta scrivere su un cartello “ Ci rimettiamo all’ Aula” . Quindi, il problema è l’ assenza politica… E a maggior ragione questa assenza politica assume oggi maggior significato, quando, invece, la Giunta dovrebbe essere più presente proprio nel momento in cui approviamo una norma che si dice che verrà rinviata, perché sappiamo che facciamo volutamente una norma “ contro” . Si riacutizza, poi, nel Friuli-Venezia Giulia, lo scontro fra ambientalisti e cacciatori che, ultimamente, secondo me, si era rappacificato. C’ era l’ esigenza di una trasformazione della caccia. Ha detto bene Mattassi che, se ci fosse una maturità maggiore del mondo venatorio, probabilmente molti scontri che ci sono stati attorno al problema della caccia non si sarebbero verificati. Si ripropone, quindi, una cosa che non ha un senso. Questa cosa non serve. Anche se passasse, questa cosa non serve. Però, si va a riacutizzare certe questioni. Fa bene a dire la collega Londero “ E’ una questione laica” . E’ una questione laica fino ad un certo punto perché devo dire che, se oggi rimettiamo in discussione un articolo della legge 157 del ‘92, perché non possiamo rimettere in discussione altri articoli della legge 157 del ‘92? $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 34 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 Hai un bel dire che è una questione laica e tecnica, quando lo stesso Assessore dice: “ La questione tecnica è questa: non si può fare. Mi rimetto all’ Aula per la valutazione politica” . Quindi, francamente, con tutto il rispetto, mi è chiaro – signor Presidente, concludo – quale sia la questione tecnica, chiarissima, sia dal punto di vista giuridico che dal punto di vista balistico. E’ chiaro: non si può fare questa legge, non è nelle nostre competenze. Questo è chiarissimo. Quello che non ho capito, e che chiedo ai colleghi Vanin e Di Natale, più che la giustificazione su come si fa la caccia di selezione - Di Natale, ho detto che la questione tecnica mi è chiara, sia dal punto di vista venatorio, sia da quello legislativo: questa legge non si può fare e, comunque, se si fa non serve a niente -, dal punto di vista politico non ho capito perché volete fare questa norma. Quindi, ti chiedo di spiegare, appurato che non c’ è lo scontro con “ Roma ladrona” , per quale motivo andiamo a fare questa forzatura. Perché – sai – ad ogni azione c’ è una reazione. Finora, in questi tre anni in cui sono qui, ho assistito a molti tentavi, da parte dei cacciatori, di fare leggi che vogliono, in qualche maniera, “ ripristinare e riaprire” . Penso di essere un ambientalista, non ho mai fatto “ leggi contro” . Ma si può sempre cominciare, perché non bisogna stare sempre sulla difensiva. Ecco perché qui, oggi, c’ è un emendamento, che tu mi hai letto, che vieta la caccia al capriolo. Si può fare. Perché non si può fare? Non credo che questo sia il tono dello scontro. Credo in un mondo venatorio maturo e sensibile e per questo concordo con quello che ha detto Tesini e cioè che voi, con questa legge, non è che facciate un grande servizio né alla regione, né a voi stessi e nemmeno al mondo venatorio che pensate di difendere. PRESIDENTE. La parola al Relatore di minoranza Puiatti. le cose stanno così, dopodiché ognuno assume le proprie valutazioni politiche, eccetera. Però, sappiate che questa norma è illegittima, perché è contraria alle leggi italiane e comunitarie. Punto. E allora di cosa discutiamo? Il problema qual è? E’ che, pur sapendo che la norma è illegittima, si vuole approvarla per dire agli amici cacciatori, bracconieri, banditi, delinquenti, che noi, però, “ abbiamo fatto” . Questa è la posizione, in nome della libertà di coscienza che ieri non c’ era e che oggi c’ è, perché, storicamente, all’ interno dei Democratici di Sinistra c’ è libertà di coscienza sulla caccia: c’ è Gherghetta che dice una cosa e Petris che ne dice un’ altra. Ma non perché Petris è impazzito o perché Petris è innamorato. No, semplicemente perché Petris è Sindaco di Ampezzo, non di Grado, di Ampezzo, e quindi deve andare a raccattare i voti ed il consenso dei bracconieri di Ampezzo. Questo è il problema. Perché anche i bracconieri, anche i delinquenti, anche gli assassini, fino a quando non sono condannati non perdono il diritto di voto, e votano. Questo è il problema e i voti, evidentemente, sono come i quattrini: non puzzano, no? Ecco, questo è il dato. Qui i Sindaci… il mio amico Baiutti… devi firmare… pronti, firma. Questo è il dato. Allora, il dato schizofrenico è questo: si fa un’ azione, si discute, si vota una legge sapendo che verrà rinviata (perché Petris non è cretino, sa benissimo che questa legge è illegittima, no?, e così anche Di Natale, Vanin… ). Dopo diranno: “ Colpa di questo Governo comunista… ” . Petris non può dire: “ Colpa di questo Governo comunista” . Sarà “ Colpa di questo Governo che non capisce” … , sarà Mastella, sarà Loiero, che xe però dell’ U.D.R., el xe de Mastella, “ perché nol capise, perché… ” . PUIATTI, 5HODWRUH GL PLQRUDQ]D. Solo per dire che, va beh, stiamo perdendo tempo e lo sappiamo. Però c’ è una situazione schizofrenica o paranoica, in quest’ Aula, da parte di tanti. Ci rendiamo conto o no che siamo dei buffoni? L’ Assessore che è contro… non è Puiatti l’ assessore Pozzo, no? Ecco, ha, in modo corretto, detto che, da un punto di vista tecnico, No, sei. Siete, se non ti va bene il siamo plurale, in cui mi mettevo anch’ io. Perché – ripeto – quando, da un punto di vista tecnico- ,QWHUUX]LRQH6HL $WWLFRQVLOLDUL - (214) 35 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 giuridico, è acclarato, è certo che questa norma non sta in piedi… non è una norma lunga, che ha 20 articoli e su uno, proprio su questo, c’ è una discussione. E’ un articolo unico. Voi lo sapete benissimo, perché l’ avete stralciato dalla legge per non mettere in discussione la legge sulla caccia e, poi, avete fatto l’ articolo unico semplicemente per fare demagogia politica esterna, qui. Questo è il dato. Basta, mi fermo qua. Continuate a utilizzare quest’ Aula in questo modo. Credo che sia un modo buffonesco di utilizzare l’ Aula. $QQXQ]LRGLLQWHUURJD]LRQHHGLQWHUSHOODQ]D PRESIDENTE. Comunico che è prevenuta alla Presidenza la seguente interrogazione a risposta orale: Fontanelli: “ Sugli infortuni sul lavoro nel Friuli-Venezia Giulia” (548) nonché la seguente interpellanza: Ritossa: “ Proroga al 31/12/2000 delle polizze assicurative stipulate con l’ Unipol Assicurazioni. Perché si è addivenuti alla proroga?” (481) I relativi testi saranno riportati in allegato al presente resoconto. 6XOSURFHVVRYHUEDOH Poiché non ci sono state osservazioni sul processo verbale della seduta n. 212, del 19 settembre 2000, lo stesso si intende approvato. 2UGLQHGHOJLRUQRGHOODSURVVLPDVHGXWD PRESIDENTE. Informo che il Consiglio è convocato in seduta pomeridiana, alle ore 15.00, con il seguente ordine del giorno: 1. Seguito della discussione sulla proposta di legge: «Modifiche dell’ articolo 11 della legge regionale 21/1993» (104) (d’ iniziativa dei consiglieri Londero, Vanin, Saro, Molinaro, Di Natale, Petris, Cruder, Baiutti) (Relatori di maggioranza Vanin-Di Natale) (Relatori di minoranza GherghettaPuiatti) 2. Discussione sulla proposta di legge: «Costituzione di una società per la cooperazione transfrontaliera» (134) (d’ iniziativa dei consiglieri Saro, Baritussio, Follegot) e sul rinvio limitato abbinato: «Costituito dai commi 17, 18, 19 e 20 dell’ articolo 8 (Altre norme finanziarie intersettoriali e norme contabili), oggetto di rinvio limitato da parte del Governo della legge regionale n. 110 (Finanziaria 2000)» (110-II-RL) (Relatore di maggioranza Dal Mas) (Relatori di minoranza Petris-Moretton) 3. Discussione sulla proposta di legge: ©Adozione della bandiera della Regione Friuli-Venezia Giulia, disposizioni per il suo uso ed esposizione, nonché per quelle della Repubblica italiana e dell’ Unione europea» (135) (d’ iniziativa dei consiglieri Baiutti, de Gioia) (Relatore Baiutti) 4. Discussione sulla proposta di legge: ©Nuove disposizioni per le zone montane in attuazione della legge 31 gennaio 1994, n. 97» (57) (d’ iniziativa dei consiglieri Cruder, Gottardo, Brussa, Degano, Molinaro, Moretton) e sul disegno di legge abbinato: «Classificazione del territorio montano in zone omogenee di svantaggio socioeconomico» (83) (Relatori di maggioranza Cruder-Vanin) (Relatori di minoranza Asquini-PetrisRitossa) 5. Discussione sul disegno di legge: «Modifiche alla legge regionale 19 novembre 1991, n. 52 recante “ Norme regionali in materia di pianificazione territoriale ed urbanistica” » (130) $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 36 - VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 e sui seguenti stralci abbinati: a) «Costituito dagli emendamenti aggiuntivi di pagina 26, 27, 28, 29, 30 e 31, 36, e 37, 63, dai subemendamenti aggiuntivi di pagina 35.1 e 35.3 e dal subemendamento modificativo di pagina 35.2, stralciati dallo stralcio n. 110/1 del disegno di legge n. 110 (Finanziaria 2000)» (110-01.01) b) «Costituito dal comma 4 dell’ emendamento aggiuntivo dell’ articolo 16 di pagina 16.1 e dai subemendamenti modificativi di pagina 16.0.0.0.0.0.2 e 16.0.0.0.0.1, stralciati dallo stralcio n. 110/1 del disegno di legge n. 110 (Finanziaria 2000), in materia di urbanistica» (110-01.10) c) «Costituito dal comma 6 dell’ emendamento aggiuntivo dell’ articolo 16 di pagina 16.1, stralciato dallo stralcio n. 110/1 del disegno di legge n. 110 (Finanziaria 2000), in materia di parchi e riserve» (110-01.11) (Relatore di maggioranza Seganti) (Relatori di minoranza Molinaro-PuiattiMattassi) 6. Discussione sulla proposta di legge: «Contrassegno dei prodotti agricoli del Friuli-Venezia Giulia non modificati geneticamente» (119) (d’ iniziativa del consigliere Puiatti) e sulle proposte di legge abbinate: «Tutela e valorizzazione dei prodotti alimentari tipici della Regione FriuliVenezia Giulia»(99) (d’ iniziativa sei consiglieri Bortuzzo, Fasola, Seganti, Vanin) «Contrassegnazione di prodotti del Friuli-Venezia Giulia geneticamente non modificati» (115) (d’ iniziativa dei consiglieri Ciriani, Baritussio, Castaldo, Di Natale, Lippi, Ritossa, Serpi) (Relatori Boruzzo-Ciriani-MorettonPuiatti-Petris) 7. Discussione sul disegno di legge: «Interventi per l’ innovazione tecnologica e altre norme per il settore industriale» (82) (iscritto all’ Odg ai sensi dell’ articolo 37 del Regolamento interno del Consiglio regionale) 8. Discussione sul disegno di legge: «Provvidenze a favore del settore della pesca e dell’ acquacoltura in ambiente marino e lagunare»(50) (iscritto all’ Odg ai sensi dell’ articolo 37 del Regolamento interno del Consiglio regionale) 9. Discussione sulla proposta di legge: ©Disciplina dell’ Ente Zona Industriale di Trieste» (94) (d’ iniziativa dei consiglieri Seganti, Lippi, Serpi, Marini, Staffieri) (iscritta all’ Odg ai sensi dell’ articolo 37 del Regolamento interno del Consiglio regionale) 10. Osservazioni del Governo sulla legge regionale: ©Interventi per la promozione, a livello regionale e locale, delle attività di cooperazione allo sviluppo e partenariato internazionaleª(92-33 bis) (*) Riesame e nuova discussione (Relatore Tesini) (*)Per l’ approvazione della legge regionale (92-33 bis) è richiesta la maggioranza assoluta 11. Discussione sullo Stralcio: ©Costituito dagli emendamenti aggiuntivi di pagina 66, 67, 68 e 69 e dai subemendamenti aggiuntivi di pagina 65.1, 133.1 e 132.2, stralciati dallo stralcio n. 110/1 del disegno di legge n. 110 (Finanziaria 2000)» (110-01.03) (non prima di sei mesi - 20.10.2000) (Relatori di maggioranza FasolaCastaldo) (Relatori di minoranza Zorzini-Degano) 12. Seguito della votazione per la elezione del Tutore pubblico dei minori (art. 20 L.R. 49/1993 come sostituito dall’ art. 16 della L.R. 16/1996) 13. Seguito della votazione per la elezione del Difensore Civico (L.R. 23 aprile 1981, n. 20) 14. Votazione per l’ elezione di tre $WWLFRQVLOLDUL - (214) 37 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 rappresentanti della Regione nel Consiglio di amministrazione del Collegio del Mondo Unito dell’ Adriatico( art. 8 dello Statuto del Collegio) 15. Votazione per l’ elezione di un rappresentante della Regione nel Consiglio direttivo dell’ IRRSAE - FriuliVenezia Giulia (art. 11 del D.P.R. 419/1974 e art. 289 del D.LGS. 297/1994) in sostituzione del prof. Carlo Enrico Tincani, dimissionario. 16. Votazione per l’ elezione di un rappresentante della Regione nel Consiglio di amministrazione dell’ Ente regionale per il diritto allo studio universitario di Trieste (art. 6 della L.R. 55/1990, come sostituito dall’ art. 13/1998), in sostituzione del dott. Michele Spinelli, decaduto incompatibilità sopravvenuta. per 17. Discussione sul progetto di legge: «Interventi per lo sviluppo del trasporto combinato» (106/1) (*) (Relatori di maggioranza MattassiSeganti) (Relatore di minoranza Puiatti) (*)Il progetto di legge 106/1 è stato notificato, ai sensi della LR 9/1998, alla Commissione dell’ UE e potrà essere discusso solo a seguito della conclusione dell’ esame comunitario. Dichiaro chiusa la seduta. /D VHGXWD WHUPLQD DOOH RUH $WWLFRQVLOLDUL - (214) 38 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 5HOD]LRQLVFULWWHDSURSRVWHGLOHJJH 5HOD]LRQHGHL5HODWRULGLPDJJLRUDQ]D9DQLQH 'L1DWDOHVXOODSURSRVWD GLOHJJHQ “ Signor Presidente, Signori Consiglieri, la proposta di Legge n. 104, «Modifiche all’ articolo 11 della Legge Regionale 21/1993», riprendendo una volontà espressa nel corso della VI Legislatura, intende reintrodurre l’ uso della munizione spezzata nella caccia ad un’ unica specie di ungulati: il capriolo. La Legge si compone di un unico articolo e nasce dall’ iniziativa di un gruppo trasversale di Consiglieri che, a prescindere dallo schieramento politico, condividono le seguenti motivazioni, che costituiscono, d’ altra parte, la ratio della proposta di legge: - viene reintrodotta, accanto e nel rispetto della caccia di selezione, un modello tradizionale di attività venatoria, da lunghissimo tempo praticato, fino al 1993, su tutti gli ungulati. - La tecnica tradizionale si svolgeva infatti in una squadra di 4-8 componenti, con l’ utilizzo dei cani da seguita e con la tecnica della «posta». - La proposta di legge interpreta e fa propria la volontà della maggioranza dei cacciatori delle zone montane e pedemontane della nostra regione. - In terzo luogo, questa proposta è in linea con i principi fondamentali dettati all’ articolo 4 della nuova disciplina dell’ attività venatoria: la Legge Regionale n. 30, approvata da questo Consiglio il 31 dicembre 1999. Si afferma infatti la parità di diritti e di dignità di tutte le forme di caccia. Viene garantito il rispetto delle culture, delle consuetudini e delle tradizioni locali. Viene tutelata l’ esigenza di crescita e conservazione delle specie oggetto di prelievo. Infatti, nel pieno rispetto di questo principio, viene reintrodotto questo modello di caccia solo con riferimento al capriolo, trattandosi di una specie che si sta diffondendo su tutto il territorio della Regione e che viene pertanto inserita nel piano di abbattimento di molte riserve di pianura. - Per quanto riguarda inoltre il rapporto con la Legge nazionale, la Legge 11 febbraio 1992, n. 157, la proposta non è in contrasto con i principi che disciplinano la nostra potestà legislativa e quindi con l’ articolo 4 dello Statuto. Si consideri poi che anche in Trentino Alto Adige l’ uso della munizione spezzata non viene vietato, per cui non si vede quali ragioni dovrebbero impedirne la reintroduzione nella nostra Regione, altrettanto autonoma. Dai testi di commento della legge 157 si ricava inoltre che la ratio del divieto si fonda su ragioni di sicurezza e di incolumità, non tanto per la selvaggina quanto per le persone: questo viene però smentito dagli accertamenti tecnici e balistici. - L’ utilizzo della munizione spezzata è infatti molto meno pericoloso dei proiettili utilizzati nella caccia di selezione, e questo perché la gittata è estremamente inferiore e così anche il raggio di efficacia. Questa considerazione diventa fondamentale con riferimento alla caccia al capriolo praticata in zone collinari, carsiche o pianeggianti dove, in caso di mancato bersaglio, il colpo a vuoto si trasforma in un pericolo. Così è stato confermato da esperti autorevoli e così si può riscontrare dalle dettagliate relazioni presentate in Commissione dal Sig. Catturan (Presidente della Pro Segugio) e dal Signor Pietro Benedetti (Presidente del Laboratorio balistico del Banco nazionale di prova: la massima autorità in materia). Per tutte queste motivazioni, ma soprattutto per fondamentali ragioni di sicurezza ed incolumità delle persone, cacciatori e non, si confida che la proposta di legge venga accolta dal voto favorevole del Consiglio regionale.” . $WWLFRQVLOLDUL - (214) 39 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 5HOD]LRQHGHO5HODWRUHGLPLQRUDQ]D3XLDWWLVXOOD SURSRVWDGLOHJJHQ “ Signor Presidente, signori Consiglieri, la proposta di legge n. 104 si presta a due diverse letture. Una seria ed una semiseria. Entrambe, purtroppo, avranno lo stesso effetto ed impatto in termini di comunicazione ed informazione verso la comunità regionale qualora il Consiglio approvasse il testo legislativo. La proposta di legge non è nuova, e ritorna regolarmente nell’ Aula consiliare in occasione di ogni legge o leggina relativa all’ attività venatoria da quando la legge 157 del 1992, all’ articolo 21, comma 1, lettera u) prevede il divieto di <usare munizione spezzata nella caccia agli ungulati>. Norma recepita dalla legge regionale 21 del 1993, articolo 11, comma 4. Da allora i cultori della caccia con segugio e munizione spezzata, non riuscendo evidentemente a darsi pace, cercano fra i consiglieri regionali chi riproponga la norma per ripristinare la situazione antecedente alla legge quadro statale in materia. Dal canto loro i consiglieri regionali sanno benissimo che ciò non è possibile. Non a caso in ogni legge organica in materia dal 1993 il Consiglio regionale si è ben guardato dall’ approvare emendamenti analoghi alla presente proposta di legge, al fine di evitare il certo rinvio di tutto il provvedimento. Da questa situazione nasce l’ articolo unico che costituisce la presente proposta di legge, di modo che il rinvio governativo non crei danni ad altri provvedimenti. E da questa situazione nasce - con ogni probabilità - anche l’ assolvimento di impegni assunti da parte dei colleghi presentatori, i quali non faranno altro che scaricare sull’ odioso ed odiato «centralismo» dei governi romani la responsabilità di rifiutare una «giusta» richieste delle sempre e comunque bistrattate popolazioni montane. Con quali vantaggi per la fiducia da parte dei cittadini nella politica e nelle istituzioni che tutti hanno ovviamente sempre a cuore - è tutto da capire. L’ aspetto serio, se vi fosse, di questa proposta, è fortemente negativo. Si tratta di una modalità di esercizio della caccia osteggiata fortemente anche all’ interno del mondo venatorio, per il grande disturbo che arreca alla fauna selvatica e per la sostanziale impossibilità o disinteresse alla identificazione delle condizioni dell’ animale da abbattere. Sembra infatti difficile capire al volo se un ungulato, in rapida ed improvvisa fuga, sia maschio o femmina, gravida o meno, vecchio o giovane, sano o malato. Nel tentativo, avviato in passato dalla legislazione regionale, di qualificare l’ attività venatoria, l’ approvazione di questa proposta rappresenterebbe dunque un ulteriore forte arretramento, nonché una resa alla logica delle diverse «tribù» venatorie, per cui ogni forma di caccia ( e quella praticata dal proprio gruppo prima di tutte) ha «pari dignità e pari diritti», come recita uno degli articoli «di principi» della recente legge regionale 30/1999. Come si può vedere in entrambe le letture che si possono dare a questa proposta, il risultato in termini di messaggio a quell’ opinione pubblica che segue l’ attività dell’ organo legislativo regionale non è positivo. Questo è il motivo del voto contrario dato in Commissione e della presente relazione di minoranza.” . 5HOD]LRQHGHO5HODWRUHGLPLQRUDQ]D*KHUJKHWWD VXOODSURSRVWDGLOHJJHQ “ Signor Presidente, signori Consiglieri, la presente proposta di legge intende modificare la L.R. 21/93, permettendo la caccia al capriolo con l’ utilizzo della munizione spezzata. Ancora leggi di cartapesta. Da un punto di vista di correttezza legislativa, va rilevato che la L.R. 21/93 nasce per rispondere espressamente al dettato dell’ art. 36 della Legge 157/92, ovvero per adeguare la legislazione regionale, a statuto speciale, alle norme stabilite dalla legge nazionale, che, lo ricordo per gli sbadati, è norma di riforma economica e sociale. Non a caso la L.R. 21/93 si chiama “ Norme integrative e modificative in materia venatoria” , e richiama espressamente, all’ art. 1, la legge nazionale in questione. Questa $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 40 - VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 premessa, per quanto tecnica e pedante, risulta però indispensabile per capire cosa oggi noi veniamo chiamati ad approvare. Infatti, appare evidente che la norma che si propone contrasta con quanto previsto dall’ art. 21, comma 1, lettera u), della Legge 157/92, dove è espressamente vietata la caccia agli ungulati con l’ uso di munizione spezzata. E come se non bastasse, tale divieto viene sanzionato penalmente dall’ art. 30 della stessa legge. Il risultato è che il legislatore regionale non può modificare la norma nazionale, in quanto da un lato è tenuto ad applicarla, e dall’ altro il divieto risulta sanzionato penalmente. E fino a prova contraria non mi risulta che neppure la più spinta propaganda sulla deregulation arrivi a chiedere un codice penale per ogni regione. Diventa quindi difficile, anche per Lega e Polo, dimostrare che la bocciatura sarà colpa di Roma ladrona. In realtà si propone una legge che entrerà a pieno titolo nel già lungo elenco delle leggi regionali sbagliate e quindi respinte al mittente. Come dire, anche oggi siamo qui a perdere tempo inutilmente. Questo continua ad alimentare la legislazione di cartapesta di cui questa maggioranza è la prima responsabile: dispiace constatare che anche altri consiglieri cadano in questa trappola. Ma mi dicono che la caccia è trasversale. Sarà anche trasversale, ma, come si vede, non è esente da errori. Uno strumento di sterminio in più In ogni caso, bocciatura sicura a parte, è bene entrare nel merito della proposta, che basa tutta la sua argomentazione sul pericolo minore per le eventuali persone presenti in prossimità del luogo di caccia, che deriverebbe dall’ utilizzo della munizione spezzata in alternativa alla caccia con colpo singolo. Strana argomentazione. Se ciò fosse vero, e probabilmente lo è, perché dovrebbe valere solo per i caprioli? Basta cambiare il calibro e il numero delle palle e si può in teoria andare a caccia di quasi tutto. Inoltre è una stravaganza che si abbia tanta attenzione per i cacciatori, visto che a morire sono i caprioli. Infine la cosa avrebbe un senso, per quanto macabro, se la caccia con colpo singolo ai caprioli fosse vietata: allora sì che si potrebbe dire che si è scelto, tra diverse forme di sterminio, quella che si ritiene, a ragione o torto, la migliore. Invece così non è. La caccia con munizione spezzata diventa un’ occasione in più, che si aggiunge a quelle esistenti. Non mi appassiona, come vedete, discutere se, con questo sistema o con quello, il capriolo muoia subito o dopo lungo agonia: mi sembra un tecnicismo eccessivo e macabro, come sempre del resto quando si tratta di discutere su come dare la morte agli altri esseri viventi. Dalla parte dei caprioli. Ma in tutto questo cosa ci guadagnano i caprioli? Niente, solo il conforto di morire con un mezzo che forse fa meno male all’ uomo. Io penso che i caprioli vorrebbero vivere. E penso che la stragrande maggioranza dei cittadini di questa regione vorrebbero vederli vivi, perché tutto mi si può dire, ma non che l’ alimentazione moderna abbia disperato bisogno di cacciagione, e in particolare di caprioli. Non voglio qui disquisire sulla stupidità di una pratica che uccide altri esseri viventi per puro diletto. Comprendo che dietro l’ andare a caccia, così come dietro l’ andare a pesca, c’ è tutta una ritualità, legata alla tradizione, di alzarsi presto alla mattina, preparare i cani, camminare all’ alba, rapportarsi alla natura e alla solitudine, bere e mangiare in compagnia. Un grande della nostra letteratura da poco scomparso, Giorgio Bassani, ha scritto pagine memorabili, nel suo <Airone>, sulla ritualità del cacciatore e sul significato della vita e della morte che ne deriva. Quindi non ce l’ ho con i cacciatori, né intendo nascondere le mie contraddizioni di ambientalista di mezza tacca, che comunque mangia carne, anche se cerco di limitarmi, e comunque pensa che la natura vada sfruttata. La questione è un’ altra: ha senso aumentare le occasioni di sterminio di animali selvatici, quando tutti noi sappiamo che non è per alimentazione che viene fatto, ma per puro diletto? $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD - (214) 41 - VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 Guardate, sto parlando del FVG, una Regione tra le più ricche del pianeta, dove la gente non ha il problema di mangiare, bensì quello di dimagrire. E’ una involuzione. Sarà pur vero che i 13.000 cacciatori sono una forza elettorale consistente, ma quanti di questi useranno la munizione spezzata per i caprioli, e se lo facessero mica vanno in giro con due fucili, per cui se trovano un ungulato che non sia capriolo e usano la spezzata, secondo voi, gli tirano o no? Pensateci, per favore. Ve lo chiedo in nome dei 12-15.000 caprioli di questa Regione, di cui circa 3.000 vengono annualmente abbattuti, e spesso neppure mangiati da chi li abbatte. Ma ve lo chiedo anche a nome di moltissimi elettori ed elettrici, soprattutto giovani, che possono anche tollerare la sopravvivenza di un’ attività venatoria gestita con certi criteri, ma non sono disposti a tollerare delle involuzioni che appaiono sempre più come gratuiti accanimenti. Per questo confido in un voto negativo.” ,QWHUURJD]LRQHHGLQWHUSHOODQ]DDQQXQ]LDWH ,QWHUURJD]LRQHDULVSRVWDRUDOH “ Il sottoscritto Consigliere regionale, atteso che nei primi sette mesi del corrente anno il Friuli-Venezia Giulia ha fatto registrare 19.100 infortuni denunciati all’ INAIL, con un incremento del 4,7% rispetto all’ analogo periodo del 1999; verificato che per la sola Provincia di Udine l’ incremento risulta essere del 13,6%; verificato che tali incrementi sono tra i più alti d’ Italia; atteso che gli infortuni mortali sono passati, nello stesso periodo di confronto, da 10 a 18, con un incremento addirittura dell’ 80%, INTERROGA per sapere: - se l’ amministrazione regionale stia tenendo sotto controllo i dati relativi agli infortuni sul lavoro; - se stia pensando di intervenire in qualche modo sul fenomeno; - se l’ amministrazione regionale abbia calcolato il costo umano, sociale ed economico dell’ incremento di infortuni avvenuti.” . (548) “ Fontanelli” ,QWHUSHOODQ]D “ A furor di popolo si sostiene che la Regione, così come tutti gli enti, debba fare proprio il credo dell’ efficienza e dell’ efficacia per quanto attinente l’ attività amministrativa. Rimango però allibito quando devo riscontrare che a seguito di licitazione privata, autorizzata con deliberazione n. 428 del 14.2.1997 formalizzata con verbale n. Rep. 6597 dd. 20.05.1997, era stata stipulata la polizza n. 6325836715 con la compagnia UNIPOL Assicurazioni, agenzia di Trieste, relativa all’ assicurazione di tutti i fabbricati regionali dal 20.05.1997 al 20.05.2000 e verificare che in data 13 maggio 2000, la Giunta regionale non abbia trovato di meglio che deliberare la proroga della stessa sino al 31/12/2000, per un importo aggiuntivo di L. 37.000.000. Fatto questo certamente lecito, ma oltremodo contraddittorio a fronte della volontà espressa già come indirizzo politico per l’ anno 1999, dove era emersa l’ opportunità di pervenire alla negoziazione delle polizze di tipo «RISK» globalizzate anche con l’ assistenza di specialisti in brokeraggio alla scadenza della succitata polizza e di una seconda che riguarda l’ Azienda delle Foreste. Non si vede perché, a fronte di disposizioni politiche che esplicitavano in modo chiaro la volontà di addivenire ad una ricerca di mercato $WWLFRQVLOLDUL - (214) 42 - 5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2000 per trovare prestazioni a prezzi più contenuti, ci si sia attardati nell’ azione amministrativa sino ad essere, di fatto, costretti alla prorogatio della validità assicurativa. Si interpella pertanto, il Presidente della Giunta regionale per sapere se sia stato avviato un procedimento di verifica per appurare le responsabilità di chi, contravvenendo alle disposizioni di indirizzo politico, ha imposto di fatto il ricorso alla proroga, che diviene «chiacchierata» anche sotto l’ aspetto politico qualora si faccia riferimento alla collocazione dell’ UNIPOL. Nel caso specifico, qualora nel prosieguo si addivenga ad un costo inferiore per l’ assicurazione degli immobili regionali, si auspica che vi sia la ferma volontà di segnalare alla Procura della Corte dei Conti regionale il responsabile o i responsabili di tale evento qualora si ravvisi un conseguente danno erariale nei confronti della Regione.” (481) “ Ritossa”