Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro Studi Padre Flaminio Rocchi 4 ANNO XVI | N. APRILE 2010 | POSTE ITALIANE SpA | SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE | D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB - ROMA Valore e significato Esperienze e progetti a confronto. La prima Convention del Giorno del Ricordo nazionale dell’Anvgd RIMINI, 46 GIUGNO 2010 P er noi, esuli istriani, fiumani e dalmati il Giorno del Ricordo, istituito con voto bipartisan dal Parlamento italiano con la Legge n. 92 del 30 marzo 2004, assume un significato che non si esaurisce in una celebrazione occasionale. Esso rappresenta infatti: 1. un risarcimento del dolore per i sacrifici e le ingiustizie patiti; 2. un riconoscimento dell’appartenenza della nostra storia alla memoria della Nazione; 3. la conoscenza della realtà complessa delle nostre terre di origine e della loro tradizione millenaria italiana. 4. Il superamento del pregiudizio politico e ideologico che è alla radice della damnatio memoriae delle nostre vicende. RISARCIMENTO DEL DOLORE PER I SACRIFICI E LE INGIUSTIZIE PATITI N ell’antico diritto romano si chiamava pretium doloris il risarcimento che si do- veva a chi aveva subito un’offesa che andava la di là del danno materiale: il dolore dell’anima. Con la Legge n. 92 lo Stato italiano, espressione della volontà del suo popolo, ha voluto finalmente riconoscere la realtà storica degli eccidi perpetrati a danno degli Italiani dell’ Istria, di Fiume e della Dalmazia. Migliaia di persone, per lo più autoctone dei luoghi, ma anche provenienti da tutte le regioni d’Italia, perirono nelle voragini delle foibe nell’entroterra istriano e carsico o comunque fatti sparire in fosse comuni oppure nei campi di concentramento iugoslavi, dopo essere stati prelevati dalle truppe partigiane comuniste di Tito. Il motivo e la finalità di tali operazioni criminali, contrarie alle norme del diritto internazionale, era la «pulizia etnica» del territorio della Venezia Giulia e di Zara, in modo da poterne dimostrare al tavolo della pace la loro prevalente slavità. E il risultato fu raggiunto staccando dallo Stato italiano non soltanto il territorio delle vallate alpine e dell’hinter- land, abitato effettivamente da popolazione slovena e croata, ma anche le città, le località costiere, le campagne della penisola istriana abitate prevalentemente e da millenni da popolazioni istrovenete e quindi italiane. I Presidenti della Repubblica nei loro discorsi in occasione del 10 Febbraio hanno riconosciuto apertamente che tali feroci persecuzioni si abbatterono sugli italiani delle province di Pola, Fiume, Zara, Trieste e Gorizia «solo perché italiani», costringendo all’esodo circa 350.000 persone di ogni ceto sociale, svuotando intere città e vaste aree delle campagne. Il fatto che per oltre 50 anni di tali eventi sia stato quasi proibito parlare ha costituito per gli esuli e le loro famiglie un ulteriore motivo di sofferenza collettiva, per non aver loro consentito di condividere ed elaborare il profondo trauma che aveva sconvolto le loro vite, dai giorni delle persecuzioni e delle stragi, al dramma dell’esodo dalla terra natale, spesso avventuroso e a rischio della vita, al disagio ma- «I l Congresso nazionale di Varese è già alle spalle, ma restano i punti programmatici che ci siamo prefissati per il triennio appena iniziato. Fra questi, il desiderio di avere più occasioni di incontro e di libero confronto, in un clima sereno e distensivo, senza i pragmatismi delle convocazioni o di un dibattito serrato». Marino Segnan, vicepresidente nazionale Anvgd con delega per gli Eventi, spiega le ragioni che hanno indotto ad immaginare ed organizzare la prima Convention nazionale dell’Associazione, che avrà luogo dal 4 al 6 giugno prossimi: «Abbiamo quindi pensato di coinvolgere per la prima volta in assoluto tutti i nostri quadri dirigenti - aggiunge -, invitandoli insieme ai loro familiari: dalla Presidenza nazionale alle Presidenze provinciali, dai Consiglieri nazionali alle Consulte regionali, dai Consiglieri provinciali e tutti gli incarichi interni della nostra Associazione, dal più grande al più piccolo (ma tutti svolti da grandi persone). Siamo ingranaggi di una grande struttura ed ognuno di noi ha la sua importanza nel meccanismo organizzativo che dà lustro alla nostra comunità». «Non è un impegno - precisa Segnan - quello che vi chiediamo, ma una disponibilità a fare in modo che si ritrovino insieme tutti coloro che lavorano per la stessa Q La prima Convention nazionale dell’ANVGD a Rimini (nella foto, l’ingresso del National Hotel che ospiterà la tre giorni associativa) Lucio Toth | segue a pagina 5 UDINE AVRÀ UN PARCO INTITOLATO ALLE «VITTIME DELLE FOIBE» DOPO GLI INTERVENTI DELL’ANVGD U dine. Dopo le accese polemiche delle settimane scorse, finalmente il Comune ha assunto la decisione di procedere nella intitolazione dell’area verde di Via Bertaldia in Parco «Vittime delle Foibe». Lo hanno concordato il sindaco Furio Honsell e il Consiglio direttivo del Comitato Anvgd di Udine guidato da Silvio Cattalini. «Di fronte alla mancata accettazione della proposta formulata dalla commissione Toponomastica - ha spiegato in ultimo Honsell - ho voluto reincontrare i rappresentanti dell’ANVGD per ascoltare le loro richieste e trovare una soluzione insieme». Su richiesta dell’Associazione, Honsell ha dato la propria disponibilità a ospitare all’interno dell’area verde un piccolo monumento a ricordo di tutte le vittime della storia e della guerra. Ma vediamo come si è giunti a tanto risultato, date le discutibili premesse. Il tutto ha avuto inizio venerdì 5 marzo. L’area verde da intitolare era stata individuata ma è stata respinta la mozione di intitolarla segue a pagina 2 Schools and History: the first Eastern Border-themed Seminar for teachers and students In english language to page 14 Escuela e historia, el primer Seminario para docentes y estudiantes sobre el confín oriental En lengua española en la página 15 IL RISCHIO DI IMPORRE LA VERITÀ PER LEGGE C on questo titolo il quotidiano “Libero” del 17 marzo ospita un significativo articolo del prof. Giuseppe Parlato, che interviene sulla richiesta, avanzata dall’Unione degli Istriani, di disciplinare per legge la ricerca storica nei casi in cui questa neghi o minimizzi le Foibe. Il contributo del prestigioso storico, allievo e collaboratore per molti anni del compianto Prof. Renzo De Felice, si inserisce nel più ampio dibattito sollevato in questi anni intorno al negazionismo che ha per obiettivo, ad esempio, la Shoah come il genocidio armeno. Questo contributo di idee ci sembra perfettamente opportuno e condivisibile, poiché una democrazia liberale e matura non può ricorrere a strumenti coercitivi, ma solo favorire la libera, e certo faticosa, ricerca storiografica: il solo segue a pagina 16 segue a pagina 16 LA BANCARELLA DA TRIESTE A ROMA Il Salone del Libro dell’Adriatico orientale sulle sponde del Tevere D al 20 al 22 marzo 2010, presso il Teatro dei Dioscuri di Roma, nei pressi del Quirinale, ha avuto luogo la rassegna editoriale «Pillole romane de “La Bancarella” 2010. Salone del Libro dell’Adriatico Orientale», curata dal Cdm (Centro Documentazione Multimediale) di Trieste e dal Comitato provinciale di Roma dell’Anvgd in collaborazione con le associazioni degli esuli e i relativi Centri di studio. segue a pagina 3 LA REDAZIONE RISPONDE Beni nazionalizzati in Istria, nessuna condizione di favore A cura dell’Avv. Vipsania Andreicich A pagina 6 2 Numero 4 | Aprile 2010 FATTI e COMMENTI Le foibe come discariche. Lo scandalo dello scempio naturalistico e storico S arebbero decine le voragini dell’altopiano carsico triestino utilizzate negli anni come discariche di rifiuti ingombranti e pericolosi, e dunque inquinate, ostruite e finanche distrutte. Delle 2695 cavità enumerate nel Catasto delle grotte, gestito dalla Regione, 121 risultano inquinate, 247 non più accessibili in quanto ostruite, mentre di 19 non si rinviene più traccia. Sono le sconcertanti risultante dell’indagine effettuata da due speleologi del ◄ CAI XXX Ottobre, Roberto Trevi e Claudio De Filippo, e dall’associazione ambientalista “Greenaction Transantional”. Gli scempi avrebbero avuto inizio negli anni Settanta, ad iniziare dal «Pozzo dei colombi», nei pressi di Basovizza, il cui fondo è trasformato in un lago di idrocarburi e nafta. Eguale la condizione del «Pozzo del Cristo», sulla strada da Basovizza a Gropada, dove negli anni le autobotti, peraltro autorizzate allora dal Comune, han- dalla prima pagina UDINE AVRA UN PARCO INTITOLATO ALLE «VITTIME DELLE FOIBE» DOPO GLI INTERVENTI DELL'ANVGD alle «Vittime delle Foibe», causa le pressioni dell’estrema sinistra che ha trovato ascolto nella maggioranza al Comune di Udine. Per tentare di venire fuori dall’impasse, la Giunta comunale aveva affidato alla Commissione toponomastica il compito di studiare l’intitolazione di una via o un’area verde cittadina, ma la definizione in un primo tempo approvata, «Basovizza, luogo simbolo a ricordo delle vittime delle foibe», è stata contestata dall’Anvgd del capoluogo friulano, che vi ha letto un inaccettabile compromesso tra orientamenti discordi. Dello stesso avviso il sen. Saro (Pdl), che aveva espresso la sua perplessità: no scaricato nafta. E un lago di nafta e detriti di ogni genere sono al fondo della «Grotta inquinata», non distante da Trebiciano, senza considerare l’abisso di Rupingrande nel quale scaricano le fognature delle case. Ora, lo scandalo è seguito alla pubblicazione di un documentato servizio apparso sul numero di gennaio 2010 dell’edizione italiana della rivista “National Geographic”, ed ha suscitato ovviamente un vespaio di polemiche. È vero che una Ancora sull’ex Silos di Trieste C i perviene dal sig. Arnaldo Sivieri, nostro attento lettore, questa lettera di commento alla nota di cronaca apparsa sul numero di gennaio in merito alla prossima riconversione dell’ex Silos di Trieste in centro multidirezionale, che volentieri riproduciamo. «Leggo questa notizia di denominare l’ex Silos di Trieste, già primo rifugio dei profughi giu- W Trieste, stazione ferroviaria. A sin. si intravede parte delle mura diroccate dell’ex Silos W Dopo aspri contrasti interni e l’intervento determinante dell’ANVGD la Giunta comunale di Udine (nella foto) ha deliberato di intitolare un Parco alle «Vittime delle Foibe» «Non capisco perché si debba ricorrere a perifrasi e metamessaggi quando basterebbero semplici ma esaustive parole per adempiere al dovere storico di commemorare i perseguitati e i martiri dei totalitarismi. È limitante e limitativo identificare le stragi soltanto in maniera ristretta attorno ad una località (Basovizza, appunto); dimenticare le vittime di tutte le altre foibe significa far risprofondare nel silenzio i perseguitati ed assecondare così, oggi, l’opera dei carnefici di ieri». Le dichiarazioni del sen. Saro avevano indispettito il sindaco di Udine, che in una nota rivendicava all’Amministrazione comunale il merito di voler commemorare le vittime degli eccidi titini. «Sono il primo sindaco di Udine che dopo 60 anni ha deciso di rendere omaggio alla memoria di queste vittime», ha ribadito Honsell il 9 marzo, quando ha annunciato che «l’intitolazione sarà discussa in una delle prossime riunioni di Giunta anche sulla base delle indicazioni dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia». E così è stato, grazie all’intervento del presidente e del Direttivo Anvgd udinesi. D.A norma sulla tutela degli ambienti ipogei del Carso esiste dal marzo 2009, ma si attende ancora il regolamento attuativo. L’assessore regionale all’Ambiente, Elio De Anna, ha precisato che «I rifiuti rinvenuti nelle cavità carsiche risalgono ad abbandoni di vecchia data. Questo non significa però che il fenomeno non sia da prendere in considerazione. È obbligatorio che lo Stato, oltre che la Regione, si muova per riportare la legalità, per tutelare liano/dalmati, Silos Shopping Center. Ho due obiezioni da fare a questa apparentemente innocente denominazione: 1) meritano forse gli inglesi, attraverso la loro lingua, questa forma indiretta di incensamento, dopo quello che hanno fatto (e non fatto) a Trieste e in Istria? 2) la dicitura è inoltre inesatta, perche il nuovo Centro com- Croazia e Vaticano, comuni auspici per l’ingresso nell’UE I l premier croato, signora Jadranka Kosor, recatasi in visita al Vaticano alla metà di marzo, ha invitato Benedetto XVI a visitare la Croazia l’anno prenderà anche ristoranti, caffé, uffici, hotel, ecc., per cui non sarà solo un “shopping center”. In generale, usare in Italia lingue straniere (quando si può usare benissimo l’italiano) mi pare sia il primo passo per perdere la propria identità. Ormai siamo travolti da una valanga di parole inglesi e di altre lingue che ci fanno sentire sempre piu stranieri in patria. Proprio quasi come i “rimasti” in Istria. Bel risultato, vero? Vorrei infine vedere la faccia di qualche nostro profugo di ritorno a Trieste, che volesse rivedere i luoghi della prima accoglienza, quando gli diranno: sì, sì, vai pure al Silos Shopping Center! Chissà come sarà felice! Ironia a parte, vogliamo suggerire ai cari amici triestini di chiamarlo “Silos Centro Polifunzionale”, o “Centro Polifunzionale il Silos”, o altre diciture simili?» Gentile lettore, Lei pone due questioni: l’uso massiccio della lingua inglese nel parlato comune, e di opportunità della trasformazione dell’ex Silos in spazio multifunzionale. La denominazione Silos Shopping Center non è nostra, ma figura nei progetti di ristrutturaprossimo, in occasione dell’auspicato ingresso nell’Unione Europa del Paese. La premier ha ringraziato Ratzinger per il supporto fornito dal Vaticano nella soluzione del contenzioso tra Croazia e Slovenia sul confine marittimo. Il percorso della Croazia verso la piena integrazione nell’UE è stato dunque uno dei temi al centro dell’incontro con Papa Benedettto XVI; successivamente, la signora Kosor ha incontrato il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, e mons. Dominique Mamberti, Segretario W Abissi del Carso triestino usati come discariche da almeno gli anni Settanta (foto www.ilpiccolo.it) questi luoghi di sofferenza e di testimonianza, memoria di tragici fatti». E già, perché di foibe si tratta. «In analogia ad altri luoghi di eccidi di altre ideologie - ha aggiunto De Anna - esistono misure di sicurezza atte ad impedire deturpazioni e vandalismi, ma anche di tutela e vigilanza per la salvaguardia di questi reperti e per prevenire comportamenti od azioni che possano inficiarne il significato». Appunto. p. c. h. zione consultabili sul sito www. silostrieste.it. In realtà, l’inflazione dei termini anglosassoni non risponde ovviamente alla volontà di «incensare» alcuno, ma è ai nostri giorni un fenomeno pressoché universale, sul quale certamente potremmo a lungo discutere. Per altro verso, la riconversione di quegli spazi abbandonati e fatiscenti da lunghi decenni è iniziativa delle amministrazioni locali, in primis del Comune di Trieste, volta a sottrarre al degrado un’ampia area dismessa per restituirla alla città ed alla sua economia. È evidente che questa trasformazione incide sulla memoria storica, personale e collettiva di un’intera popolazione esule, una parte della quale ebbe quei depositi come primo ricovero. La trasformazione di quegli spazi in altro può suonare come una perdita di memoria, come una dismissione del dovere di custodire il ricordo delle sofferenze: ma non credo sia nell’intento delle istituzioni triestine, la cui sensibilità a questo riguardo è comprovata, tralasciare il dovere di commemorare le vicende drammatiche dell’esodo. Piuttosto, le istituzioni rispondono anche al dovere di operare per la collettività, dovendo contemperare le sue esigenze con la conservazione della memoria storica, che si attua e si trasmette anche in altre sedi. p.c.h. per i Rapporti con gli Stati. «Al centro dei cordiali colloqui - si legge nella nota vaticana diffusa alla stampa - c’è stato un fruttuoso scambio di opinioni su alcuni temi di attualità internazionale e sulla situazione della Regione. In seguito, è stata riconfermata la comune volontà di proseguire il dialogo costruttivo sui temi di interesse comune per la Chiesa e per lo Stato croato. Infine sono state esaminate alcune tematiche per quanto concerne il cammino della Croazia verso la piena integrazione nell’Unione europea». 3 Numero 4 | Aprile 2010 CULTURA e LIBRI Italia e ruolo internazionale nei Balcani. Summit a Gorizia ◄ dalla prima pagina IL SALONE DEL LIBRO DELL'ADRIATICO ORIENTALE SULLE SPONDE DEL TEVERE Q Roma, l’interno del Teatro dei Dioscuri G orizia. Si è svolto nei giorni 8 e 9 marzo l’International Desk South East Europe alla presenza di ministri di dodici Paesi, fra cui il ministro degli Affari Esteri Franco Frattini, oltre a circa 250 delegati. Lunedì 8 il «tavolo tematico» sull’energia e sui trasporti mentre nella giornata successiva il «tavolo finanziario-assicurativo» L’International Desk South East Europe è un’iniziativa concepita quale sede di confronto per avviare relazioni istituzionali ed economiche tra i sistemi dell’Adriatico orientale ed occidentale. «Il Governo ha delegato questo compito al Friuli Venezia Giulia e, a sua volta, la Regione ha individuato Gorizia quale sede ideale di quest’appuntamento». «La città aspira a un ruolo internazionale e la missione affidata dal ministro degli Esteri Franco Frattini al Friuli Venezia Giulia di essere testa di ponte nazionale verso l’Est Europa esalta questi obiettivi», chiosa il sindaco della città isontina, Romoli. W Il ministro degli Esteri Franco Frattini e il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo E il ministro Frattini ha rilevato come «in questa atmosfera difficile, di crisi internazionale è utile per fare il punto della situazione e capire come il sistema Italia debba procedere nei Balcani». Il desk si inserisce nel già avviato progetto dell’Euroregione: «attraverso la delega alle Regioni - ha spiegato Frattini - si è cercato di creare una collaborazione transfrontaliera, estesa naturalmente anche al Veneto, la Slovenia, Carinzia per allargarla, poi, anche alla Lombardia e Bavaria». L’iniziativa, promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero dello Sviluppo Economico, le principali istituzioni ed enti economici nazionali e regionali, gli istituti di credito, le università, le associazioni di categoria, si avvale del sostegno dell’Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) e del programma LEED per lo sviluppo delle economie locali e l’internazionalizzazione delle imprese, e dell’Eurispes per il Coordinamento scientifico e tecnico del progetto. Un’edizione, questa allestita nella Capitale, che ha proposto al pubblico la consolidata formula triestina articolata in tantissime le iniziative: convegni, dibattiti, concerti, esposizioni di pannelli con materiale d’epoca, ed un annullo speciale filatelico concesso per l’occasione. È fondamentale sottolineare - rimarcano gli organizzatori dell’evento - che l’Adriatico Orientale, considerato negli ultimi decenni esclusivamente per i terribili eventi della storia del ’900, ha goduto nel corso del tempo sino ad oggi di fermenti e manifestazioni culturali di altissimo livello, passati in secondo piano proprio a causa della storia stessa e che con la rassegna editoriale si intende valorizzare. Tra i molti e qualificati interventi che sino succeduti, quelli del prof. Giuseppe Parlato, con il suo recente saggio sulla Fiume del Novecento (Mezzo secolo di Fiume. Economia e società a Fiume nella prima metà del Novecento, edizioni Cantagalli); del prof. Giuseppe de Vergottini e dei suoi collaboratori, che hanno illustrato i tre pregevoli volumi La toponomastica in Istria, Fiume e Dalmazia, editi in collaborazione con l’Istituto Geografico Militare di Firenze; di Marino Micich e Giovanni Stelli, che hanno presentato il volume Istria Fiume Dalmazia laboratorio d’Europa a cura di Giovanni Stelli e Dino Renato Nardelli, edito dall’Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea; di Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale degli Italiani, che ha dissertato sull’impresa fiumana di D’Annunzio; di giornalisti come Adriano Monti Buzzetti e Stefano Tomassini. Le forti suggestioni narrative del regista Franco Giraldi hanno caratterizzato lo spazio dedicato al cinema di frontiera. E uno sguardo rivolto all’Europa, con il progetto sugli archivi «Fida-Sida», e quindi l’annullo speciale di Poste Italiane, accattivante per i collezionisti, hanno meglio articolato il nutrito cartellone della rassegna “romana”. Né è mancata la musica colta: musicisti di fama internazionale come i Maestri Francesco Squarcia, Paolo Verrecchia e Nicolò Iucolano hanno eseguito brani del repertorio classico. Sul numero di maggio una cronaca fotografica della manifestazione. «Ufficio per le Zone di Confine», in volume l’inventario dei documenti conservati dalla Presidenza del Consiglio E dito dal Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è disponibile per gli studiosi il volume «Ufficio per le Zone di Confine», accurato e prezioso inventario, di oltre 800 pagine, del materiale documentario conservato presso la Presidenza del Consiglio, utile alla ricostruzione storica della politica italiana nei confronti dei confini orientali. Dal volume si deduce che il fondo archivistico dell’UZC (l’Ufficio per le Zone di Confine), è costituito da 659 buste collocabili tra il 1947 e il 1954, identificate all’interno del più ampio patrimonio documentario del Dipartimento per gli Affari Regionali depositato nell’Archivio generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ma questa edizione non contempla soltanto il pur notevole capitolo della Venezia Giulia e della Dalmazia: suddiviso in 7 sezioni, comprende anche l’Alto Adige e riproduce documenti, ritagli stampa, opuscoli riviste, mappe, statistiche, fotografie e manifesti. Un valore storico-amministrativo molto importante per lo studio delle diverse fasi della storia italiana del Novecento, e dei diversi, spesso opposti orientamenti di fronte al tema. Progetto e coordinamento scientifico sono di Bruna Colarossi e Andrea Paciucci. d. a. D’Annunzio e Fiume. Convegno a Milano I l poeta soldato: d’Annunzio a Fiume è il titolo impeccabile (il «Comandante» infatti si firmava con la ‘d’ minuscola) del Convegno di studi promosso a Milano da Cives Universi/Centro internazionale di cultura Alberto Frigerio il 24 marzo nella Sala del Grechetto di Palazzo Sormani. Inesauribile d’Annunzio, come l’«Urna inesausta» raffigurata nello Stemma della città e metaforicamente ripresa dal poeta per riferirsi allo spirito di Fiume. Il Convegno, che ha il patrocinio del Comune di Milano, della Fondazione Vittoriale degli Italiani di Gardone e della Società di Studi Fiumani di Roma, si è articolato in due sessioni. La prima prevedeva, tra gli altri, la relazione introduttiva di Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, e di Elena Ledda su D’Annunzio e la Grande Guerra. La seconda sessione ha visto, tra gli altri relatori, Raffaella Canovi sull’Impresa di Fiume nei suoi aspetti generali, e Guglielmo Salotti su La sinistra di fronte all’Impresa. (fonte www.beniculturali.it) W Pubblicato l’inventario dei documenti sul confine orientale conservati dalla Presidenza del Consiglio (nella foto, Palazzo Chigi) 4 Giorno del Ricordo 2010, le dichiarazioni dei rappresentanti delle istituzioni P ubblichiamo una sintesi di alcuni interventi. Una più ampia panoramica è naturalmente sempre consultabile sul sito www.anvgd.it, quotidianamente aggiornato nella Rassegna Stampa e nelle News, che Vi invitiamo a visitare. Sottosegretario di Stato l sottosegretario Menia è intervenuto all’inaugurazione, a Tolmezzo, di un monumento dedicato alle vittime delle Foibe. In quella occasione, ha detto tra l’altro: «Accanto alla rimozione delle foibe, ci fu quella riguardante le vicende di centinaia di migliaia di uomini e donne che, per una scelta di italianità e libertà lasciarono le loro case, i loro morti, la loro terra e si portarono dietro per tutta la vita la tra- I I W Un minuto di silenzio nell’Aula del Senato (nella foto, Il presidente, Renato Schifani) GIANFRANCO FINI Presidente Camera dei Deputati oco prima dell'incontro al Quirinale il presidente Fini ha ricevuto alla Camera le associazioni di esuli istriani, fiumani, giuliani e dalmati, invitati all'inaugurazione della mostra «Gli italiani dell'esodo. Testimonianze di immagini e oggetti» allestita a Palazzo Montecitorio. Nel suo saluto ha espresso il rammarico per «l'ingiusto tentativo di rimozione che non ha tenuto conto delle P Letta è intervenuto al Quirinale in occasione del Giorno del Ricordo 2010. «Questo deve essere il giorno della verità, la verità che vive nel ricordo di un popolo che non può dimenticare, un popolo che ha avuto il solo torto di essere e sentirsi italiano e per questo ha subito una persecuzione. Oggi più che mai abbiamo il dovere della verità di fronte a chi tenta ancora di negare o ridurre ciò che è accaduto». ROBERTO MENIA RENATO SCHIFANI Presidente Senato della Repubblica n apertura della seduta antimeridiana del 10 febbraio il vicepresidente Nania ha commemorato il Giorno del Ricordo. L'Aula ha quindi osservato un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime delle Foibe. Il presidente del Senato Renato Schifani, da parte sua, ha sottolineato che la memoria delle «vittime innocenti» delle foibe istriane, è «un dovere assoluto» e deve essere «patrimonio perenne e condiviso». «Il ricordo di tante persone uccise solo perché italiane dopo troppi anni di oblio, è un dovere assoluto da parte di tutti». «La memoria di eventi così dolorosi - ha proseguito - deve essere patrimonio perenne e condiviso. Non possiamo dimenticare chi fu assassinato e chi fu costretto ad abbandonare la propria terra per restare fedele alla Patria, alle proprie origini italiane». «Questa tragedia comune deve divenire elemento fondante di unità del popolo italiano e la giornata della memoria istituita per ricordare, deve essere momento di riflessione, di comune sentire». Numero 4 | Aprile 2010 W Palazzo Montecitorio. Il presidente della Camera Fini visita la mostra «Gli italiani dell’esodo. Testimonianze di immagini e oggetti» allestita dall’IRCI di Trieste. (foto Para/ Camera dei Deputati) tante tribolazioni e dei tanti dolori patiti dai trecentomila italiani che furono obbligati all'esilio». Ed ha proseguito: «Il mio auspicio e che si diffonda ulteriormente la coscienza di questa giornata presso i cittadini, insieme con l'impegno a promuoverla nel maggior numero di sedi, affinché vengano pienamente valorizzati i principi che la ispirano, […] in una matura e civile comprensione della storia nazionale». IGNAZIO LA RUSSA Ministero della Difesa er troppi anni l’Italia ha rimosso le Foibe ed ancora oggi si fa poco, nelle scuole, nelle attività pubbliche, per ricordare questa vicenda». Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. «Il 10 Febbraio, Giorno del Ricordo, è la giornata in cui si ricordano le vittime delle foibe, gli italiani che vennero buttati nelle voragini carsiche, spesso ancora vivi, dai soldati di Tito, per il solo fatto di essere italiani. Per troppi anni - ha aggiunto - l’Italia ha rimosso questa vicenda, l’ha dimenticata. Finalmente una legge che abbiamo fortemente voluto ha fissato questo Giorno del Ricordo. E credo che mettersi questa coccardina sia un motivo per dire a tutti non dimentichiamo, anzi paghiamo un debito di riconoscenza verso coloro che per troppi anni sono stati dimenticati». «P W Il sottosegretario Menia (a GIANNI LETTA Sottosegretario Presidenza del Consiglio a memoria è «un valore fondamentale che aiuta a capire il passato ma anche a guardare al futuro» e rispetto al dramma delle foibe «il presidente Napolitano con le sue parole ha rotto la congiura del silenzio e ha fatto giustizia di tante incomprensioni e colpevoli silenzi». Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni L X Palazzo del Quirinale. Nel corso della cerimonia presieduta dal Capo dello Stato, il Sottosegretario Gianni Letta ha consegnato le onorificenze ai congiunti delle vittime (foto Presidenza della Repubblica) destra nella foto) a Tolmezzo gedia dell’esodo». «Ci sono volute decine di anni perché l’Italia facesse pace con la sua coscienza, e allora nonostante la storia falsificata sui libri da presunti storici che non raccontarono quello che era accaduto, l’Italia in qualche modo si è riconciliata con questa sua storia, ma c’è ancora tanto da fare». «Ma a noi - ha proseguito il sottosegretario - basta guardare poco oltre il nostro confine orientale, nell’Europa pacificata, e incontriamo a centinaia i leoni di San Marco, su ogni chiesa di ogni piccolo villaggio istriano per poi scendere giù verso la Dalmazia. E parlano le pietre dove non parla più la nostra lingua». GIORGIA MELONI Ministro della Gioventù ntervenendo in Campidoglio, al Consiglio straordinario convocato per il 10 Febbraio, il ministro Meloni ha stigmatizzato il rifiuto di alcuni istituti scolastici di non celebrare il Giorno del Ricordo: «Non ci sono definizioni, se non quella difficile di oscurantismo ideologico, per spiegare l’atteggiamento tenuto da alcuni istituti scolastici, i cui dirigenti si sono rifiutati di celebrare il Giorno del Ricordo. Tacere, nascondere agli studenti la tragedia nazionale delle foibe, equivale a negarla. E ciò vale per le Foibe come per la Shoah e per tutti quei drammi del passato, il cui ricordo non ha il senso della rivalsa, ma della lezione di vita nei confronti dei più giovani». I Red. 5 Ministero Pubblica Istruzione. Il testo della Circolare alle scuole italiane per il Giorno del Ricordo «I l Parlamento italiano, con la legge 30 marzo 2004, n. 92, ha istituito il “Giorno del Ri- ◄ dalla rio e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il loro contributo allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica, ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero. Si invitano pertanto le SS. LL. ad impegnare i giovani, anche con il coinvolgimento delle Associazioni degli esuli, in questa importante ricorrenza di grande valore educativo e formativo. Roma, 3 febbraio 2010 Il Ministro Mariastella Gelmini I DESTINATARI Ai Direttori Generali Regionali Ai Dirigenti degli Uffici scolastici provinciali Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano Al Dirigente Generale per la Provincia di Trento Al Sovrintendente degli studi per la Regione Valle D’Aosta All'Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca All'Intendente Scolastico per la Scuola Località Ladine e p.c. Ai Presidenti delle Consulte provinciali degli studenti Al Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola Al Forum Nazionale delle Associazioni Studentesche Al Forum Nazionale delle Associazioni professionali dei docenti e dei dirigenti della scuola prima pagina | VALORE E SIGNIFICATO DEL GIORNO DEL RICORDO teriale e morale dei campi-profughi, esposti talvolta anche allo scherno e a discriminazioni. RICONOSCIMENTO DELL’APPARTENENZA DELLA NOSTRA STORIA ALLA MEMORIA DELLA NAZIONE L’ cordo” che viene celebrato il 10 febbraio con l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli Italiani delle foibe e dell'esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra. È pertanto prevista da parte delle scuole l’organizzazione, in occasione di questa giornata, di iniziative volte a diffondere la conoscenza dei tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di Italiani, abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia, a lasciare le loro case, spezzando secoli di storia italiana in quei territori. Tali iniziative sono volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, lettera- Numero 4 | Aprile 2010 aspetto che più ha offeso l’animo delle centinaia di migliaia di profughi è stata la mutilazione della loro storia dalla memoria della Nazione. Dopo i fatti tragici di Trieste nell’autunno del 1953 - quando la polizia del Governo militare alleato sparò sulla folla uccidendo cinque giovani che manifestavano per l’italianità di Trieste e dell’Istria, ancora soggette ad occupazione militare, e il ritorno all’Italia del solo capoluogo giuliano nel 1954 - l’oblio più totale è caduto sulla vicenda delle Foibe e dell’Esodo e sulla perdita di una parte cospicua del territorio nazionale, di quasi un’intera regione, la Venezia Giulia, essendo rimasta allo Stato italiano un moncone tra Gorizia e Trieste con un confine che soffocava ogni attività e prospettiva economica. Perdita che aveva obbligato all’esodo circa 350.000 persone. I testi scolastici di storia non ne parlarono più come se quelle province, legittimamente riconosciute all’Italia nel 1920-1924 (come il Trentino e l’Alto Adige nel 1919), non fossero mai appartenute allo Stato italiano. I profughi, migliaia dei quali ancora nei campi di raccolta disseminati in tutta Italia, si sentirono così stranieri in patria, malgrado la straordinaria capacità di integrazione per le loro esperienze professionali, la loro onestà, la loro conoscenza scorrevole della lingua italiana, conseguenza diretta del buon dialetto veneto parlato nelle famiglie e della totale alfabetizzazione anche dei ceti più umili. Il tasso di criminalità nei campi-profughi fu praticamente nullo, malgrado le pessime condizioni igieniche e ambientali. I profughi si fecero strada nelle fabbriche, nei cantieri, nella pubblica amministrazione, nelle forze armate e di polizia, nelle attività industriali e imprenditoriali in genere, diventando addirittura testimonial di eccellenza del Made in Italy, come gli stilisti Ottavio Missoni e Mila Schön, il violinista Uto Ughi, gli atleti Abdon Pamich e Nino Benvenuti, le attrici Alida Valli e Laura Antonelli, gli imprenditori Fulvio Bracco, Niccolò e Franco Luxardo, i cantautori Wilma Goich e Sergio Endrigo. Il passato dell’Istria e della Dalmazia, profondamente legato alla storia d’Italia dai secoli della Repubblica e dell’impero romani ai Comuni del Medio Evo, all’egemonia politica e culturale della Serenissima durata dall’XI secolo alla fine del Settecento; le lunghe lotte contro il governo austriaco per difendere l’italianità delle nostre città; la partecipazione degli istriani, dei dalmati e dei fiumani al Risorgimento e alla prima guerra mondiale; l’impresa fiumana di D’Annunzio chiamato nella città dalla popolazione; l’altissimo contributo di caduti e di decorati al valore nella seconda guerra mondiale; la distruzione di Zara con i bombardamenti aerei per cancellarne l’impronta italiana: tutto venne dimenticato come se questo passato non appartenesse all’Italia e quelle terre fossero state da sempre iugoslave, quando la Iugoslavia nemmeno esisteva. CONOSCENZA DELLA REALTÀ COMPLESSA DEI NOSTRI TERRITORI DI ORIGINE E DELLA LORO MILLENARIA TRADIZIONE ITALIANA C ome correttamente recita il testo della legge istitutiva del Giorno del Ricordo non dobbiamo ignorare la «complessa realtà» delle nostre terre, poste alla confluenza di culture ed esperienze politiche diverse nel corso dei secoli. È da questa complessità che deriva per gli studiosi la centralità delle tematiche poste dalla nostra vicenda, che non si esauriscono negli eventi tragici del 1943-1954 e nemmeno in quelli del periodo fascista e della II guerra mondiale. La pulizia etnica subita dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia, con l’espulsione di gran parte della loro popolazione italiana, è la conseguenza di un insieme di cause prossime e remote che rivestono per storici, sociologici, linguisti il massimo interesse. La diffusione delle lingue romanze autoctone in Istria, Quarnaro e Dalmazia (tergestino, istrioto, dalmatico, ecc.); il tema della convivenza secolare specie in Dalmazia tra etnie, culture e religioni diverse (croati, latini, serbi, albanesi) come nella Ragusa del Rinascimento e dell’età moderna; l’influenza della cultura mitteleuropea e soprattutto tedesca a Trieste e a Gorizia, di quella ungherese a Fiume; il risveglio nazionale della cultura slovena e di quella croata nell’Ottocento; l’evoluzione della cartografia e della toponomastica; l’importanza del periodo napoleonico per la diffusione delle idee liberali; il fenomeno dell’assimilazione linguistica da parte della maggioranza italiana in Istria, a Trieste, Gorizia, Fiume e Zara e, viceversa, il processo di slavizzazione delle altre città dalmate alla fine del secolo XIX come effetto diretto dell’urbanizzazione delle masse rurali; la tradizione urbanistica, artistica e letteraria che fa dell’Istria e della Dalmazia fino alla metà dell’Ottocento una parte integrante dell’area culturale italiana; lo sviluppo dall’autonomismo all’irredentismo; lo scontro tra l’ideologia fascista e quella comunista e la loro interazione sulle condizioni economiche, sociali e multietniche dell’Adriatico orientale; il movimento operaio tra le due guerre e la drammatica esperienza della Resistenza e della Repubblica Sociale Italiana in una regione soggetta quasi interamente all’occupazione tedesca; le vicende delle comunità ebraiche della regione, sono tutti temi che richiedono approfondimento scientifico e devono essere sottratti alle mode propagandistiche del momento per essere valutati con obiettività e serenità. SUPERAMENTO DEL PREGIUDIZIO POLITICO E IDEOLOGICO CHE È ALLA RADICE DELLA DAMNATIO MEMORIAE N ei discorsi dei Presidenti della Repubblica Italiana si è denunciato il ”colpevole silenzio” sulla vicenda delle Foibe e dell’Esodo come conseguenza di opportunismi politici legati agli equilibri internazionali della guerra fredda e alle situazioni interne italiana e iugoslava tra il 1947 e il 1991. Le ragioni di questa lunga censura, che ha rischiato di disperdere le esperienze umane di centinaia di migliaia di persone coinvolte in quei tragici eventi, non possono essere spiegate con ricostruzioni superficiali e strumentali. Vanno analizzate con serietà per afferrarne appieno le motivazioni politiche più evidenti e quelle più nascoste. Essenziale si rivela a questo punto l’esame degli archivi delle cancellerie, dei servizi segreti dei paesi coinvolti negli avvenimenti (Italia, ex Iugoslavia, Gran Breta- gna, Stati Uniti, URSS, Germania, Francia), dei comandi militari, dei protagonisti politici di quegli anni (Churchill, Mussolini, Stalin, Eden, Ciano, Tito, Kardelj, Truman, Roosevelt, ecc.), della Segreteria di Stato vaticana e delle sue nunziature, delle curie vescovili della regione, ecc. Documentazione che mano a mano emerge rivelando aspetti inattesi dei retroscena militari e diplomatici delle vicende belliche e post-belliche che hanno coinvolto la regione adriatica orientale, comportando conseguenze così devastanti per le popolazioni che la abitavano. Le ragioni vere della lunga censura stanno in questi segreti e negli interessi politici dei vari Stati che li detenevano. Esistono poi le ragioni psicologiche e culturali derivanti dall’egemonia della sinistra nella classe intellettuale italiana e dal lungo mito del comunismo come ideologia messianica di liberazione dell’uomo e delle masse, nonché dall’esclusivo uso di queste tematiche da parte della destra politica per evidenti motivi di contrapposizione e di consenso elettorale. Né si può dimenticare l’interesse del partito dominante, la Democrazia Cristiana, di evitare scontri aspri, anche di piazza, in un paese fragile e già diviso da barriere ideologiche e da agitazioni sociali, stendendo un velo di silenzio su vicende scabrose e difficilmente gestibili. Soltanto la fine del blocco comunista in Europa, il crollo del Muro di Berlino, la dissoluzione della ex Federazione Socialista Iugoslava e il cambiamento della scena politica italiana hanno aperto le chiuse, consentendo alla verità di farsi strada anche negli ambienti della sinistra, che hanno riconosciuto il loro errore di sottovalutazione degli eventi e la loro complicità nella damnatio memoriae. Lucio Toth 6 LA REDAZIONE RISPONDE Beni nazionalizzati in Istria, nessuna condizione di favore per i cittadini italiani espropriati A cura dell’Avv. Vipsania Andreicich D Vorrei sapere se esiste un qualche regolamento (italiano o croato) per cui chi occupa ed è in parte proprietario di una casa nell’Istria oggi croata, possa in maniera legale acquistare la parte nazionalizzata. Naturalmente non a prezzi di mercato ma con gli stessi coefficienti usati dal governo italiano per indennizzare gli esuli per gli immobili presi dalla ex Jugoslavia e tuttora mantenuti dalla Croazia? Sarebbe possibile domandare al governo italiano di intervenire in tal senso, nel caso in cui non vi fossero già delle norme specifiche? Lettera firmata I l cittadino italiano che è proprietario di un immobile in Croazia, è sottoposto alle leggi croate come qualsiasi cittadino del posto. Nel caso in cui una parte dell’immobile sia intestata al Comune locale o allo Stato croato, l’unico modo per diventarne proprietario sarà mediante un contratto di compravendita con l’amministrazione titolare della porzione che si intende acquistare. Il prezzo sarà sicuramente quello di mercato, in quanto né la legge croata né la accordi internazionali vincolavano lo Stato croato a rivendere gli immobili nazionalizzati a prezzo di favore. Ritengo di dover sottolineare che, anche la sola possibilità di poter acquistare un immobile o una sola porzione di esso da parte dei cittadini italiani dallo W Nessun accordo tra Italia e Croazia per il riacquisto Stato croato, così come dai privati, deve considerarsi un grande a condizione di favore di passo avanti rispetto al passato. beni nazionalizzati dall’ex Jugoslavia. Nella foto, case a Infatti solo nel 2007 il miGrisignana nistro degli Esteri croato, Kolina Grabar Kitarovic, aveva reso noto, tramite un comunicato stampa, che la Croazia avrebbe aperto il suo mercato immobiliare ai cittadini italiani. Tale decisione, aveva spiegato il rappresentante del governo croato, sarebbe dovuta entrare in vigore il 12 ottobre 2007 a seguito di «una comunicazione ufficiale tramite una nota diplomatica alla Farnesina». La decisione di abolire le limitazioni di acquisto degli immobili era stata presa nel rispetto del principio di reciprocità dopo che Roma, nell’aprile del 2007, aveva abolito la sua limitazione in base alla quale potevano acquistare immobili in Italia solo i cittadini croati con permesso di soggiorno. È dovuto poi trascorrere più di un anno, in quanto solo dal 1° febbraio 2009, il mercato immobiliare croato è stato reso liberamente accessibile anche ai cittadini italiani. I coefficienti usati dallo Stato italiano per indennizzare i beni abbandonati nella ex Jugoslavia e concessi con molteplici leggi succedutesi nel tempo, sono sempre stati considerati degli acconti su quello che dovrebbe essere un indennizzo definitivo che possa, applicando i coefficienti di rivalutazione di mercato, risarcire gli esuli dell’intero valore dei beni perduti. Tale valutazione non può pertanto avere nessun collegamento e nessuna incidenza sui prezzi da applicarsi negli atti di compravendita degli immobili nazionalizzati da parte della Repubblica croata. Il governo italiano non ha mai aperto nessun negoziato con il governo croato, avente ad oggetto la possibilità, per gli italiani, di riacquistare gli immobili nazionalizzati ad un prezzo di favore. L’unica strada che il governo italiano ha sempre cercato di percorrere è stata quello di ottenere la possibilità per i cittadini italiani di ottenere la denazionalizzazione dei beni a loro sottratti. Purtroppo i negoziati iniziati nel 2002 ancora oggi non hanno portato al raggiungimento di nessuna intesa e pertanto, per coloro che non sono in possesso della cittadinanza croata, è ancora oggi impossibile ottenere la denazionalizzazione dei beni di cui erano proprietari. Numero 4 | Aprile 2010 Scudo fiscale, i beni ereditati o riacquistati dagli esuli vanno dichiarati. Lo dispone l’Agenzia delle Entrate interrogata dalla FederEsuli D ovranno essere inseriti nella dichiarazione dei redditi di quest’anno i beni situati in Croazia, che gli esuli hanno ereditato o potuto acquistare nel tempo. È la fondamentale novità che arriva dall’Agenzia delle Entrate alla vigilia della compilazione del modello Unico 2010. Lo spunto per il chiarimento era stato offerto dalla Federazione delle Associazioni degli Esuli che aveva chiesto uno specifico parere giuridico all’Agenzia in base all’introduzione del cosiddetto scudo fiscale. «Quest’ultimo istituto - ha spiegato Renzo Codarin, presidente della FederEsuli e vicepresidente nazionale dell’Anvgd - obbliga i cittadini a indicare nella dichia- razione il possesso di immobili all’estero al fine di individuare redditi mai evidenziati». L’Agenzia governativa ritiene che i beni, anche se non producono alcun reddito, vanno inseriti nella dichiarazione. «Sono un migliaio le famiglie residenti a Trieste che dovranno adempiere a questo nuovo obbligo - ha precisato Codarin - e circa 10mila in tutta Italia». Altro è il discorso dei beni abbandonati ma affittati «per i quali - ha sottolineato il presidente dei Revisori dei conti dell’Associazione - era sempre obbligatoria la presenza nella dichiarazione dei redditi». Renzo de’ Vidovich, rappresentante dei Dalmati Italiani nel Mondo, ha annunciato «l’impegno per l’introduzione di una norma di legge che diversifichi sotto il profilo fiscale la situazione degli esuli da quella di chi specula in campo immobiliare internazionale». ELARGIZIONI E ABBONAMENTI Cenci Luigina, Colonnello Giovanni, Canaletti Giovanni, Canciani Andrino, Casalaz Aldo, Calcagno Mario, Caplani Simeone Enrica, Cosatto Melita, Cervino Mario, Costa Liana, Canaletti Causin Fiorella, Calbiani Sacchi Fiorella, Caneva Franco, Castellani Berri Ines, Cergna Plinio, Ceccherini Massimo, Cendach Annamaria, Cheracci Maria, Chersi Loreta, Cosulich Gilberto, Chizzola Francesco, Cherubini Petrani Edda, Cipracca Giovanni, Chersi Matteo, Codazzi Mirella, Colussi Gianfranco, Corselli Licia, Corich Nevio, Coslovi Silvio, Copetti Annamaria, Corazza Antonia, Cipolla Ruggero, Crovato Bruna, Cozza Antonia, Chirizzi Gino Giovanni, Clapci Piccoli Nevia, Carlini Giovanni, Cerlenco Bianca, Clemente Aldo, Colomban Giuseppe, Cosoli Giuliano, Cori Alessandro, Corva Guido, Cova Fulvio, Curatolo Valnea Federighi, Cosulich Alfredo, Colussi Fabio, De Lombardo Claudio, Dazzara Gianfranco, Del Bello Maria Grazia, De Draganich Veranzio Giuseppe, Dapretto Leonella, Depicolzuane Carmelo, Dambrosi Marcellini Ida, Deffar Ennio, Decleva Gina, Dapas Franca, Del Zotto Lina, Deltin Silvano, Dellino Rezzi Onda, Dapiran Dorino, Descovich Bozzo Natalia, Della Mora Rossi Ginea, Delcaro Ferruccio, Devescovi Giovanna, Deltin Ermanno, Doplicher Maria, Del Linz Pietro, Del Fabbro Tito, D'Augusta Perna Umberto, Di Lenna Alfredo, Dominis Mariarosaria, Dessanti Mario, Divari Greld Maria, Defranza Edoardo, Decastello Nicolò, Decastello Elena, De Tonetti Furlan Lucia, Dorigo Dora, Di Castri Linda, Di Meo Elsa, Donaggio Carmela, 'Accardi Elena, Diacci Renato, Di Corato Simone, Dolenti Livio, Dobrich Bruno, Dorcich Miranda, Duiella Franco, Drioli Salghetti Giovanni, Dugan Gemma, Drascich Adriana, De Bernardis Egle, Delise Lucia, Delton Tullio, Demori Andrea, Derossi Loredana, Dovier Marini Maddalena, Donati Palmira, Doblanovich Vladimiro, Donaggio Gianfranco, Dubs Renata, Duda Liliana, Dussi Mariagrazia, Eredi Franco Giovanni, Ellero Jolanda, Faccini Miranda, Fabris Massimiliano, Fabris Mariangela, Ferro Maria, Fabris Elsa, Falcone Fulvio, Faraguna Ezio, Fioretti Elio, Faraguna Ferruccio, Flori Iva, Fioranti Silvia, Fedel Ernesto, Fonda Yvonne, Ferri Giuliana, Famiglia Dignanese, Fiorentin Antonio, Fiorido Marino, Fiorentin Annamaria, Franzutti Pier Nicolò, Frighetto Anna Maria, Fredmann Eliana, Franichi Evich Sergio, Fonda Bruno, Fossati Marino, Fossa Sergio, Franco Giuseppe, Franco Teresa, Fogar Sergio, Floredan Adriano, Gaspardis Giovanni, Gagliardi Bellini Gigliola, Gallesi Emilio, Gatti Rosa, Galbusera Luigi, Giovannini Luciano , Gelcich Anna, Ganeo Tiziana, Giacca Bruno, Gianelli Ferruccio, Grilli Arnaldo, Gasperini Cofler Nerina, Gasperini Giovanni, Giraldi Mario, Gliubich Caterina, Giacomelli Edmondo, Giachin Antonio, Giachin Antonio, Grisan Franco, Ghersinich Gianni, Giusepponi Luigi, Giorgini Anna, Giachin Adelia, Giorgi Anna, Giachin Anita, Giorgini Ireneo, Gasparini Iole, Gherdovich Irma, Questa rubrica riporta: • le elargizioni a “Difesa Adriatica” di importo superiore all’abbonamento ordinario; • le elargizioni dirette alla Sede nazionale ANVGD; • gli abbonamenti ordinari sottoscritti a “Difesa Adriatica”; All’interno di ogni gruppo, i nominativi sono elencati in ordine alfabetico. In rispetto della normativa sulla privacy non vengono citate le località di residenza degli offerenti. Ringraziamo da queste pagine tutti coloro che, con il loro riconoscimento, ci inviano il segno del loro apprezzamento e del loro sostegno. Le offerte qui indicate non comprendono le elargizioni ricevute dai singoli Comitati provinciali dell’ANVGD. Segue dal numero di marzo 2010 Biasi Guido, Belich Spiridione, Bellasich Alda, Benedetti Sebastiano, Bencich Giovanni, Bernes Tullio, Biagini Stefano, Bernè Alice, Biagini Cecilia, Borsi Maurizio, Borsatti Gabriella, Benussi Giordano, Bontempi fam., Binaghi Tullio, Borme Sergio, Bogdanich Battista, Boni Domenico, Bonifacio Tutti Bianca, Bonelli Giuseppina, Bozic Vittorio, Boi Filiberto, Bonuccelli Fernanda, Bronzini Silvana, Budinis Livio, Bressanello Arpad, Barbato Querini Veglia, Blascovich Attilio, Bottaccioli Mirella, Bracco Fiorenza, Bratti Giovanni, Bullo Nereo, Colaleo Francisco Livia, Ceglia Rosaria, Cattunar Giovanni, Castelli Lauretto, Crasti Silvana, Cattalini Lucio, Cherubini Severini, Cenci Annamaria, W L’Agenzia delle Entrate ha stabilito che beni già abbandonati, ereditati o riacquistati da esuli o discendenti, vanno indicati nella dichiarazione dei redditi 7 Capoluoghi d'Italia che onorano nella toponomastica la memoria delle Foibe N on ci sembra superfluo pubblicare su questo numero l’elenco dei capoluoghi di provincia che negli anni hanno intitolato ai Martiri delle Foibe una via, piazza, largo o parco. E ciò a “conforto” di quanti, pubbliche amministrazioni o partiti politici, temano ancora oggi di commettere atti impropri quando le rappresentanze degli esuli chiedono che ne rimanga memoria nella toponomastica cittadina. La pubblicazione dell’elenco dei centri medi e minori proseguirà sui prossimi numeri di “Difesa”, ma è già consultabile sul sito dell’Anvgd www.anvgd.it ALESSANDRIA Via Vittime delle Foibe BOLOGNA Rotonda Martiri delle Foibe AREZZO Largo Martiri delle Foibe BRESCIA Via Martiri delle Foibe BARI Via Martiri delle Foibe BRESCIA Via Vittime d’Istria, Fiume e Dalmazia BELLUNO Piazzale Vittime delle Foibe BENEVENTO Piazzale Vittime delle Foibe BRINDISI Via Martiri delle Foibe Numero 4 | Aprile 2010 CAGLIARI Parco dei Martiri delle Foibe LATINA Viale Martiri di Dalmazia RAVENNA (Fraz. Porto Corsini) Parco Martiri delle Foibe CASERTA Via Martiri delle Foibe LECCE Via Martiri delle Foibe REGGIO EMILIA (Fraz. Coviolo) Viale Martiri delle Foibe COMO Piazza Martiri Foibe Istriane LECCO Riva Martiri delle Foibe COMO (Fraz. Albate) Giardini Martiri italiani delle Foibe istriane LUCCA Via Martiri delle Foibe ROMA (Laurentina) Largo Vittime delle Foibe istriane FERMO Via Vittime delle Foibe FERRARA Via Vittime delle Foibe FIRENZE Largo Martiri delle Foibe FORLì (Forlì-Cesena) Via Martiri delle Foibe FROSINONE Piazza Martiri delle Foibe GENOVA Passo Vittime delle Foibe GORIZIA MACERATA Via Vittime delle Foibe MASSA (Massa-Carrara) Parco del ricordo ai Martiri delle Foibe MESSINA P.zza Martiri delle Foibe, Esuli di Istria, Fiume e Dalmazia MILANO Largo Martiri delle Foibe MODENA Via Martiri delle Foibe NOVARA Via Martiri delle Foibe ORISTANO Via Martiri delle Foibe Gregori Mario, Gissi Maria, Ginnesini Ines, Giovannini Carlo, Giurina Maria, Ghersi Loretta, Giuricich Mario, Guidoni Silvia, Grabelli Fioranti Maria, Gobbo Vittorio, Gelleni Lidia, Giordani Carla, Gortan Ermanno, Grohovaz Luciano, Greblo Franco, Grandi Duilio, Kalcic Sergio, Kresina Zlatka, Korwin Eugenio, Iurman Giovanni, Ivanov Adriana, Ianovich Nicolo', Iacopacci Annamaria, Justin Erio, Jugo Gina, Jurassich Giovanni, Jurassich Emilio, Longo Biancamaria, Leonella Bavi, Lechich Elsa, Laureati Gianfranco, Longoni Luigi, La Rocca Michelina, La Grasta Giovanni, Leinweber Antonietta, Linardi Andrea, Lizzi Renata, Lollis Roberto, Locatelli Tullio, Lucchetto Ottavio, Lucci Andrea, Lupini Silvia, Lovrinovich Sergio, Lovrencich Giovanni, Lubiana Aquilino, Minach Ferruccio, Mariotto Bruna, Marinzulich Costante, Marzin Borsatti Carolina, Marcon Giovanni, Marotta Carmelo Maria, Marsich Giuseppe, Maltese Lino, Maniglio Klemen Tullio, Malesi Giannotti, Marussich Ettore, Moraro Mario, Marussi Luisa, Mattiussi Antonio, Martinuzzi Marsan Giovanna, Matticchio Mariagrazia, Martinuzzi Plinio, Marini Franco, Marinaz Icilio, Matcovich Claudia, Marpicati Nyla, Mamolo Maria, Milanese Adriana, Matesich Luigi, Moscolin Bruno, Milani Daniela, Malacrida Genio, Marini Beatrice, Manzini Bruna, Maraston Maria, Marozzi Renato, Marzagalli Jelich Fioretta, Marsich Paola, Melini Marchese Edda, Milliava Ireo, Micheli Host Caterina, Mihalich Annamaria, Tullia Manzin Franco, Mikulich Serenella, Millo Nerina, Miani Egidio, Miancich Giancarlo, Michicich Maria, Milinovich Nerina, Mitis Laura, Minca Liliana, Moscheni Omero, Montella Benito Ferruccio, Mottica Giacomo, Moise Jolanda, Mouton Nella, Monica Giuseppe, Montagner Jurlina Regina, Moscheni Loru Luciana, Moscheni Loru Alda, Mattossi Pietro, Musich Maria Russo, Mattossonich Adele, Mattiazzi Mafalda, Mattiazzi Dinora, Matulich Aldo, Matulich Walter, Momi Giovanni, Maracich Giuseppe, Musich Antonio, Musich Francesca, Mussap Lucio, Muscardin Isacco, Marussi Paola Nunziante, Nottino Pietro, Nesi Arrigo, Negovetich Boris, Nicolich Federica, Neri Claudio, Nutrizio Luigi, Nasazio Silvana, Orselli Antonella, Ortali Luciano, Ottoli Gaudenzio, Quattrone Maria Ausilia, Parovel Silvio, Palci Nella, Peretti Dario, Pagnetti Franco, Paladin Rita, Pastrovicchio Maria, Panella Luigi, Pechini Giuseppe, Petronio Licia, Pasquali Sergio, Paoli Bruna, Peinkhofer Antonio, Paulovich Maria Cristina, Petronio Guido, Polo Silvana, Perruccio Gianfranco, Patelli Ermanno, Polato Mottica Corinna, Pellegrini Alessandro, Giuseppe, Pillepich Luigi, Petris Rita, Pesto Laura, Pizzinat Armando, Pitacco Riccardo, Pierucci Giovanbattista, Pilla Aldo, Pizzini Franco, Pitamitz Honorè, Premate Gabriella, Pivac Bulian Liliana, Poretti Michele, Piutti Antonino, Postet Pietro, Parisi Marco, Petricich Gallo Liliana, Perovich Rinaldo, Pletenaz Graziella, Premuda Leila, Premuda Maria, PADOVA Passaggio Martiri delle Foibe Largo Martiri delle Foibe GROSSETO Piazza Martiri delle Foibe Istriane PARMA Via Martiri delle Foibe (seduta n.1 6.4.09 app.all’unanimità - str.n. 9) (Intit. N.1173 del 17.09.09) PERUGIA Via Vittime delle Foibe (Parco) IMPERIA Giardini Martiri delle Foibe PISA Rotonda Martiri delle Foibe LATINA Piazzale Martiri delle Foibe PORDENONE Pedonale/ciclabile Martiri delle Foibe SASSARI Via Martiri delle Foibe TARANTO Piazzale Vittime delle Foibe TEMPIO PAUSANIA (Olbia-Tempio) Via Martiri delle Foibe Istriane TERAMO Via Martiri delle Foibe TRENTO Via Martiri delle Foibe TREVISO Piazza Martiri delle Foibe TRIESTE Viale Martiri delle Foibe VARESE Via Istria - Martiri delle Foibe VENEZIA (Marghera) Piazzale Martiri Giuliano-Dalmati delle Foibe VERCELLI Via Martiri delle Foibe VICENZA Largo Martiri delle Foibe VITERBO Largo Martiri delle Foibe Istriane Sul sito del Governo il manifesto 2010 dell’Anvgd V ogliamo segnalare l’iniziativa del Governo italiano, che sul proprio sito ospita un’intera pagina dedicata al 10 Febbraio. nella quale l’Anvgd appare con il suo manifesto (a destra nella foto), unica delle associazioni degli Esuli. La pagina riproduce (e consente anche di scaricare) il manifesto ufficiale dell’Anvgd per il Giorno del Ricordo 2010, mentre un link richiama al calendario nazionale delle manifestazioni, anch’esso curato dall’Associazione. Un risultato, questo, di altissimo livello a beneficio di tutti coloro che nella nostra Associazione si dedicano da sempre al recupero della coscienza storica. Un riconoscimento anche di affidabilità e di concretezza, alla nostra capacità di interloquire con le istituzioni ai livelli più alti. Per visualizzare la pagina, digitare questo indirizzo: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/giorno_ricordo/index.html. 8 Numero 4 | Aprile 2010 DAI COMITATI DELEGAZIONE DI BARLETTA P er onorare i martiri delle Foibe e l’esodo giuliano-dalmata, si è inaugurata alla presenza del Prefetto di BarlettaAndria-Trani Carlo Sessa, del sindaco di Barletta Nicola Maffei, del Delegato provinciale Anvgd Giuseppe Dicuonzo, delle autorità civili e militari, di associazioni combattentistiche e d’Arma, oltre che di un numero apprezzabile di cittadini, una targa commemorativa richiesta dalla Delegazione Anvgd alle istituzioni cittadine. Il sindaco Nicola Maffei ha portato il saluto dell’Amministrazione comunale ed ha evidenziato l’impegno della stessa nel coinvolgere le Istituzioni ed i barlettani nella conoscenza della storia e della cultura delle terre giuliano-dalmate. Ha preso la parola quindi Da- rio Damiani, assessore al Bilancio della Provincia, che ha ricordato, il personale legame con le vicende del popolo istriano in quanto suo nonno ha risieduto e lavorato in quelle terre. È infine intervenuto il Delegato provinciale Giuseppe Dicuonzo che ha rievocato quegli eventi storici, ed ha sottolineato quanto l’esodo abbia segnato la sua vita. Egli ha evidenziato, inoltre, come la cerimonia dell’inaugurazione non deve avere valore puramente simbolico, ma, deve testimoniare la presa di coscienza dell’intera comunità barlettana. Concetta Dicuonzo O *** rganizzato da «Cosmopolis» (Centro di promozione culturale e sociale) in collaborazione con la V Municipalità «Vomero-Arenella» di Napoli, si è svolto il giorno 26 febbraio presso in un intervento equilibrato ed esauriente, la tragedia delle Foibe e dell’esodo. È seguito l’interevento del prof. Paolo De Marco, docente di Storia Contemporanea presso la II Università degli Studi di Napoli che ha esordito: «Dopo aver letto il libro del prof. Dicuonzo, mi cospargo il capo di cenere». Egli ha evidenziato, tra l’altro, che tutto ciò che è storia dev’essere anche memoria comune e patrimonio condiviso. Di seguito, l’intervento di Tommaso Bucci che si è soffermato sull’aspetto storico di una vicenda complessa partendo dalla dominazione romana seguita da quella bizantina fino a giungere a quella veneziana ed austriaca. Infine, particolarmente toccante è stato l’intervento dell’autore. La serata ha riscosso un grande successo e vivi apprezzamenti per un rispettabile accompagnamento musicale curato dal cantante Luca Nasti, affiancato dalla cantante Francesca Russo ed al pianoforte dal maestro Antonio Buhme, i cui interventi musicali si sono ben accordati con quelli dei relatori. M. D. COMITATO DI BRESCIA I W La lapide apposta quest’anno dal Comune di Barletta sulla facciata della Caserma “Fieramosca”, che fu centro di prima accoglienza dei profughi dalla Venezia Giulia. X Napoli, parte del pubblico intervenuto all’incontro promosso dalla V Municipalità la biblioteca “Benedetto Croce” , la presentazione del libro Nato in Rifugio. La Tragedia istriana sconosciuta di Giuseppe Dicuonzo nella sua nuova veste tipografica. Ad introdurre l’incontro Marisa Pumpo Pica, giornalista e presidente di «Cosmopolis» che ha illustrato l 10 febbraio, non erano soli i rappresentanti della comunità giuliano-dalmata di Brescia. Non lo erano perché la Città era al loro fianco. Lo si è visto subito, a mezzogiorno, all’ingresso del cimitero Vantiniano, dove si è svolta la cerimonia più importante della giornata. Affiancati al gonfalone dell’Anvgd bresciana, campeggiavano i labari dell’AVIS «gruppo zonale Mandolossa» e del «Gruppo Alpini Badia». E le corone che sarebbero state depositate di lì a poco davanti al monumento dedicato «agli Istriani, Fiumani e Dalmati, caduti in guerra e infoibati nel nome d’Italia», erano portate dai «Volontari Protezione Civile Oltremella». Nel corteo, anche la presidente del Consiglio comunale Bordonali e il consigliere Toma, e, a nome dell’Arma dei Carabinieri, il cap. Rufino e il luogotenente Pata. Brescia, come gran parte delle città italiane, si è stretta, dunque, con sincera emozione ai protagonisti del lungo esodo giuliano-dalmata, che la sorte sparpagliò nella Penisola e all’estero, portandone molti anche a trapiantarsi a BreR Palazzolo sull’Oglio (Brescia). L’ANVGD, rappresentata da Walter Matulich, ha presenziato alla cerimonia tenutasi in collaborazione con il Comune, rappresentato dal sindaco Alessandro Sala scia e provincia. Un migliaio di famiglie (fra le 3.000 e le 3.500 persone), per lo più a S. Bartolomeo, a Fiumicello e al Villaggio S. Antonio, che hanno saputo integrarsi e farsi apprezzare per laboriosità ed educazione. Il presidente dell’Anvgd bresciana, Luciano Rubessa, ha ripercorso le tappe di una storia che ancora troppo pochi connazionali conoscono, e ancora troppi si ostinano a «negare» o a «deformare». Poi ha sottolineato l’impossibilità, a distanza di oltre 60 anni, di effettuare ricerche delle migliaia di trucidati nelle profonde cavità carsiche (le foibe), «perché le autorità slovene e croate non ci danno il permesso, negandoci la possibilità di posare un fiore, di dare sepoltura alle ossa di vittime innocenti, a guerra finita». Valerio Di Donato LA COMMEMORAZIONE A PALAZZOLO SULL’OGLIO L’intervento di Walter Matulich in rappresentanza dell’Anvgd bresciana La persona che avete di fronte è, essa pure, simbolo vivente della complessità etnica descritta dal dalmata Tommaseo, poeta e letterato. Il mio nome è Matulich e già m’immagino i dubbi sulla mia italianità che vi frullano per il capo, in questo preciso istante! Sulle frontiere, va detto, si sono da sempre scatenate e si scatenano le passioni scioviniste più furibonde, col loro bagaglio di violenze, provocatrici a loro volta di cieche vendette; foriere anch’esse di feroci rappresaglie (Claudio Magris). Ma non valgono a giustificare gli eccidi delle foibe. […] In questi scenari, la lotta nazionale, aggiungerò, s’identifica con quella di classe, per cui nazionalismo e comunismo diventano sinonimi nella guerra all’elemento italiano. Detestato da sempre. E per spiegare l’avversione verso l’Italia e gli italiani, vale la pena riportare le parole di un illustre intellettuale croato (che ha invocato l’anonimità), proferite qualche anno fa: «Siamo tanto affascinati dalla cultura italiana e la sentiamo così vicina che rischiamo di esserne compressi e plagiati, al punto da rinunciare alla nostra. Quando ci si spinge in questa direzione, allora l’amore può diventare odio». L’onesto intellettuale non ignorava che Istria e Dalmazia costituirono le Province Illiriche di Roma Imperiale e che, successivamente, fecero parte integrante della Repubblica di Venezia: l’Istria per un millennio e Zara e la Dalmazia per quattro secoli. Fino al Trattato di Campoformio del 1797. In Italia, le foibe rappresentarono argomento tabù per sessant’anni. Una tacita ma ferrea convenzione tra i vertici politici di maggioranza e di minoranza di quello che sarà anche chiamato “arco costituzionale” aveva imposto il pubblico silenzio sull’esodo della mia gente, perché nell’oblio si perdessero le cause crudeli che l’hanno provocato. Ragioni d’opportunismo politico internazionale. […] Non è semplice dimenticare il severo e sommario 9 giudizio che i comunisti italiani trinciarono sulla mia gente in fuga dall’orrore. […] Togliatti aveva decisamente sostenuto l’espansionismo jugoslavo di Tito, tanto che, nella spartizione territoriale post-bellica, si spinse così in là da appoggiare la richiesta, avanzata dal Maresciallo, di cessione alla Jugoslavia del territorio italiano sino al fiume Tagliamento. Non saremo mai abbastanza grati, noi esuli giuliano-dalmati, all’Unità, al partito di cui fu portavoce ed al suo defunto nocchiero, per le commoventi attestazioni di solidarietà che ci hanno graziosamente ammannito per anni… È stato dato alle stampe, […] il libro Ci chiamavano fascisti. Eravamo italiani, di Jan Bernas, giornalista italiano d’origine polacca. Walter Veltroni ne ha curato la prefazione. Ed ha sorpreso, una volta di più. Quel che portò alla tragedia delle foibe, ha scritto, fu «un odio alimentato dall’ideologia, in questo caso soprattutto dall’ideologia comunista». Luciano Violante, l’anno scorso, emulò il compagno. Dichiarò, ricordando le foibe: «Mi vergogno d’essere stato comunista». Gli invisi profughi giuliano-dalmati, dunque, non farneticavano. […] Il prezzo della sconfitta, però, […] è ricaduto per intero sulla popolazione del confine orientale. Noi, naufraghi adriatici, abbiamo languito per anni nei campi profughi, patendo gli insulti della miseria. Chi tra noi, scampato a certa realtà che infuriava ad Est dell’Isonzo, ha voluto tenacemente e disperatamente aggrapparsi alle sottane d’Italia, è stato considerato nella Penisola un indesiderato intruso, subendo oltraggi dai connazionali della Madrepatria. Ben ci sta. Eppure, animati da inguaribile amor patrio che, negli Appennini, i più non condividono, siamo rimasti e rimaniamo testardamente ancorati al motto degli Inglesi: «Right or wrong, it is my country». Quella Country-Patria che, e concludo, agitò i pensieri del Manzoni e sull’altare della quale bruciarono le loro vite, assieme ai martiri delle foibe, nel 1943, gli Alpini delle steppe russe ed i diecimila Fanti della Divisione Acqui, a Cefalonia. Walter Matulich IL COMUNE DI BRESCIA PER IL 10 FEBBRAIO I n occasione del Giorno del Ricordo 2010, l’Assessorato alla Cultura e alla Pubblica Istruzione di Brescia, in collaborazione con il Centro Studi RSI di Salò e con il patrocinio dell’assessorato alla Pubblica Istruzione della Provincia di Brescia, propone un ciclo di incontri rivolto agli studenti della scuole secondarie di secondo grado di Brescia sulla tragedia delle foibe e, a seguire, dell’esodo nel dopoguerra di 350mila italiani dall'Istria e dalla Dalmazia. Il fine è di sostanziare l’appuntamento annuale riservato dal Parlamento a questa dolorosa pagina di storia nazionale con una riflessione storica che eviti la retorica di un ritualismo vacuo o la semplice cerimonia commemorativa ed educhi, viceversa, i giovani a corroborare con la memoria del passato la loro formazione di cittadini. Come ha sottolineato il Presidente della Repubblica Napolitano il Giorno del Ricordo corrisponde «all'esigenza di un riconoscimento umano e istituzionale già per troppo mancato e giustamente sollecitato». Il ciclo di incontri proposti vuole ricostruire il contesto storico all’interno del quale va collocata la tragedia delle Foibe. Le conversazioni, corredate da supporti multimediali presso l’auditorium del Liceo Leonardo di via Balestrieri, affrontano diversi temi: Genocidi, pulizia etnica e persecuzioni politiche nel Novecento è il titolo del primo appuntamento, a cura del prof. Marco Cuzzi. Il secondo incontro, tenuto dal professor Raoul Pupo si sofferma su Nazionalismi, rivalità di confini e conflitti etnici in Istria e Dalmazia ed infine Le foibe: pulizia etnica o disegno totalitario? con il prof. Frediano Sessi. (fonte QuiBrescia.it) COMITATO DI FERRARA L e iniziative attuate a Ferrara - unitamente alla Sezione di Ferrara dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani ed al Comune di Ferrara, Servizio Biblioteche ed Archivio storicoMuseo del Risorgimento e della Resistenza - hanno trovato ampia condivisione nella cittadinanza. La mostra Architettura Adriatica tra le due sponde, dal 5 al 14 febbraio, composta da disegni del prof. Luigi Tomaz, allestita nella “Grotte del Boldini” è stata visitata da un numeroso pubblico che ha apprezzato la maestria dell’autore dei disegni eh ha manifestato vera meraviglia per gli aspetti d’arte e architettonici ai più sconosciuti. La conferenza del 12 febbraio su «Arte e architettura adriatica tra le due sponde» nella sede municipale, la Sala dell’Arengo, tenuta dal prof. Enrico Lucchese, della Facoltà di Lettere dell’Università di Trieste, e dal prof.Luigi Tomaz ha riscosso un grande successo. Il prof. Lucchese ha illustrato, tramite proiezioni, in modo chiaro e lineare, diversi aspetti dell’arte in Istria, mentre il prof. Tomaz, anch’egli servendosi di audiovisivi, ha toccato aspetti storici delle terre giuliano-dalmate ed artistici, ed è stato intervento gradito per profondità e precisione storica e per la vasta conoscenza dell’architettura. Un incontro presso la Lega Navale Italiana e l’ormai tradizionale concerto di Musica Sacra hanno completato il programma. Da segnalare la partecipazione W Ferrara, due immagini dell’accurato allestimento della mostra del prof. L. Tomaz Architettura adriatica tra le due sponde del Comitato ferrarese ad un incontro con tre classi del Liceo Classico di Ferrara ed una conversazione al Comune di Polesella (Rovigo) - del quale diamo conto qui di seguito - sulle vicende storiche dell’Istria Fiume e Dalmazia. Flavio Rabar presidente Comitato ANVGD Ferrara IL DRAMMA DELL’ESODO RACCONTATO DAGLI ESULI P olesella (Rovigo). L’esodo di istriani e dalmati è stato argomento dell’iniziativa svoltasi nella Sala degli Agostiniani, organizzata dal Comune di Polesella, con l’assessorato alla Cultura e all’Istruzione con la collaborazione dell’Anvgd. La serata è iniziata con la proiezione di un breve filmato, che ha costituito la premessa agli interventi degli oratori, che hanno testimoniato con ricchezza di particolari la loro personale esperienza. Il vicesindaco Milan ha quindi fatto gli onori di casa portando il saluto del sindaco ed introdotto l’argomento. «Tutti i giorni, non solo il 10 febbraio, dovrebbero essere giorni del ricordo - ha affermato Milan - per conoscere un capitolo ancora oscuro». Milan, richiamandosi a parti del messaggio del Capo dello Stato Napolitano al Quirinale, ha quindi sottolineato come occorra «impegnarsi contro l’oblio di questa storia che si è volutamente cancellata o dimenticata» e di come sia «ancora irrisolto l’aspetto del risarcimento da parte dello Stato italiano verso gli esuli, i cui beni sono stati dati alla Jugoslavia come riparazione per i danni di guerra». La parole è quindi andata ai due testimoni viventi di quelle vicende: Flavio Rabar, esule da Fiume, e Marisa Antollovich, esule da Parenzo, rispettivamente presidente e vice-presidente del Comitato Provinciale di Ferrara. Rabar ha compiuto un percorso storico delle vicenda, partendo dal 10 febbraio del 1947, ricordando come le violenze sugli italiani iniziarono precedentemente, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, con rappresaglie che non risparmiarono nessuno, dai pubblici funzionari ai privati cittadini, e proseguirono dal maggio 1945 con l’occupazione da parte di Tito della Venezia Giulia e l’inizio di una lunga serie di uccisioni e infoibamenti, o di annegamenti laddove non c’erano le foibe come a Zara. Si è soffermato di seguito sulle conseguenze dell’esodo per quei territori. L’accoglienza in Italia non fu delle migliori, ha ricordato Rabar, il quale ha narrato le successive vicende della sua famiglia, arrivata a Ferrara ed alloggiata nella struttura ora convertita in Istituto alberghiero. Quel campo venne chiuso nel 1949 per essere poi riaperto nel 1951 per ospitare alcuni alluvionati del Polesine. Rabar ha proseguito rimarcando della ferrea disciplina vigente in quei luoghi di prima accoglienza e delle precarie condizioni igieniche in cui vivevano intere famiglie in una stanza; precarietà che troveranno anche a Pontelagoscuro, nelle baracche di legno dove vennero alloggiate. Marisa Antollovich ha dato un taglio diverso alla sua testimonianza, meno storica e più personale ed anche psicologica, affermando che l’esule, come il migrante, non sa dove andrà, ma a differenza del migrante, sa bene che non potrà più tornare e che 10 perderà tutto ciò che ha lasciato. Ha quindi spiegato quali fossero le procedure per abbandonare il luogo natale, messe in atto da una burocrazia asfissiante e insensibile e che comportarono anche lo smembramento delle famiglie: concedendo i «nulla osta» solo ad alcuni e non a tutti i membri di una stessa famiglia, senza dimenticare lo strazio sui moli al momento dell’imbarco. Lasciare la propria terra è uno choc, ha concluso la signora Antollovich, ma ciò non ci ha impedito di rimetterci in gioco con rinnovato slancio, di ritrovare la volontà di ripartire e reinvestire nella vita. Dal dibattito seguente sono emersi altri aspetti della vicenda, dal ruolo che può avere l’Unione Europea. F. R. COMITATO DI LATINA I ntenso il programma curato dal Comitato Anvgd pontino in collaborazione con la Prefettura, il Comune, la Provincia e il Conservatorio “Ottorino Respighi”. Le commemorazioni sono iniziate con una cerimonia liturgica nella Chiesa dell’Immacolata, officiata da P. Giacomo pontino e del Direttivo del Comitato. L’Ensemble del Conservatorio ha eseguito un pregevole concerto di musiche classiche Ha preso la parola il sindaco Vincenzo Zaccheo. Nel suo intervento egli ha rievocato il dramma delle Foibe e il dolore dell’esilio, ed ha avuto, come in altre occasioni, parole di sentito apprezzamento per la laboriosa comunità giuliano-dalmata, perfettamente inseritasi nel contesto sociale e civile di Latina. È seguito il saluto del presidente del Comitato, Bentito Pavazza, il quale ha voluto ringraziare le autorità della sensibilità e dell’attenzione dimostrate nei confronti della storia degli Esuli. Nel pomeriggio dello stesso 10 Febbraio il Comitato Anvgd e l’Associazione culturale Gabriele D’Annunzio hanno promosso un convegno dal titolo Soli contro tutti. Istria, Fiume e Dalmazia 1943-1954, svoltosi presso il Chiostro della Cultura di Latina. COMITATO DI LIVORNO I l Comitato Provinciale ha solennizzato il 10 Febbraio curando la posa di una corona di fiori al Monumento ai Caduti Giuliani del Cimitero della Mi- W Latina, l’omaggio del sindaco Vincenzo Zaccheo al Monumento ai Martiri delle Foibe Speziali OFM. Quindi si è mosso un corteo con le autorità civili e militari e le associazioni combattentistiche per rendere omaggio, con la deposizione di una cprona d’alloro, al Monumento ai Martiri delle Foibe, presso il Villaggio Trieste, fatto erigere dal Comitato insieme con l’Amministrazione di Latina. Al momento della deposizione la Banda ha eseguito l’Inno nazionale ed è suonato il Silenzio. La celebrazione è proseguita nel Teatro cittadino, alla presenza delle massime cariche civili e militari e di numerose classi delle scuole del capoluogo, nonché degli esuli residenti nel territorio sericordia, cui è seguita una S. Messa nella Chiesa dei Sette Santi Fondatori celebrata dal Parroco, Don Bellini. Mario Cervino Vicepresidente Comitato Anvgd Livorno COMITATO DI PADOVA I l coinvolgimento del Comitato nel presentare e nel dar seguito a varie iniziative è sempre più convinto e appassionato, anche grazie ai riscontri positivi che ottiene da parte di persone interessate alla nostra cultura e alla nostra storia, come testimoniano gli inviti rivoltici da scuole e da biblioteche, dove numerosi sono Numero 4 | Aprile 2010 W Padova, 27 febbraio 2010, stati, e continuano ancora, gli interventi di Adriana Ivanov, Franca Dapas, Mario Grassi, Elio Ricciardi, Tullio Canevari, Graziella Fiorentin. Anche quest’anno quattro sono stati gli incontri di sabato con la Cultura Istriana, Fiumana, Dalmata nella prestigiosa Sala della Gran Guardia, in Piazza dei Signori. Sabato, 6 febbraio, alle ore 11.00, ha aperto gli interventi il presidente Lucio Toth, parlando, con la solita chiarezza e passione, del «Valore e Significato» del Giorno del Ricordo che «per noi non si esaurisce in una celebrazione ufficiale, ma rappresenta: 1. il risarcimento del dolore per i sacrifici e le ingiustizie patiti; 2. Il riconoscimento dell’appartenenza della nostra storia alla memoria della Nazione; 3. La conoscenza della realtà complessa delle nostre terre di origine e della loro tradizione millenaria italiana; 4. Il superamento del pregiudizio politico e ideologico che è alla radice della damnatio memoriae». Ha fatto seguito l’inaugurazione dell’interessante Mostra dal titolo Histria fecunda et industriosa realizzata in collaborazione con l’Università patavina/Dipartimento di Archeologia, Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte, nel Progetto Interadria/ Eredità culturali dell’Adriatico, introdotta dalla direttrice del Dipartimento di Archeologia, dott.ssa Elena Francesca Ghedini, cui è seguito l’intervento del prof. Guido Rosada, docente di Archeologia antica, coadiuvato dalla sua collaboratrice, Chiara D’Incà. La Mostra è il risultato di un lungo lavoro di scavi nell’Agro parentino, sito di Loron, iniziato nel 2003 e realizzato con la collaborazione di tre équipe - gruppo di ricerca di Topografia antica dell’Università di Padova, studiosi dell’Università di Bordeaux e Museo civico di Parenzo. Si tratta di un sito molto esteso dove sono emersi i resti di un’imponente villa marittima di epoca romano-imperiale con una ricchissima articolazione degli spazi su base funzionale, rappresentata da strutture residenziali accanto ad altre di chiara impronta di produzione, per la presenza di numerose fornaci, magazzini, vasche a testimonianza di una vivace produzione e di un intenso commercio di anfore, olio, vino che interessava tutto il Mediterra- Loggia della Gran Guardia. Da sin., A. Cuk, la presidente del Comitato ANVGD I. Giacca, M. Micich e D. Rossi X La grande affluenza nella splendida sala affrescata dal Tiepolo neo. Questo e molti altri siti presenti nelle zone limitrofe testimoniano il ruolo fondamentale che la penisola istriana svolse nel periodo romano nell’alto Adriatico a conferma della nostra identità latina di cui andiamo orgogliosi. Domenica, 7 febbraio, nel Tempio Nazionale dell’Internato Ignoto abbiamo assistito alla S. Messa in memoria delle vittime delle Foibe, officiata dal Rettore del Tempio, don Alberto Celeghin, che durante l’omelìa, dopo aver parlato delle sofferenze subite dagli Esuli, ha concluso dicendo che la ricerca della verità ci renderà giustizia. La cerimonia si è conclusa con la deposizione di una corona al Cippo che onora i nostri Caduti, davanti alla chiesa, e con lo scoprimento, sulla parete di una delle sale del Museo dell’Internato Ignoto, di un pannello che rappresenta la nostra tragedia, opera molto bella e significativa di Roberto Danieli, marito del nostro consigliere, Adriana Ivanov. LA COMMEMORAZIONE UFFICIALE A PALAZZO MORONI, SEDE DEL MUNICIPIO. La presidente Italia Giacca al Senato accademico: nell’Università una targa per Norma M ercoledì, 10 febbraio, davanti a Palazzo Moroni, sede del Municipio, si è svolta la commemorazione ufficiale alla presenza delle autorità civili e militari. Dopo la deposizione, in via Oberdan, di una corona d’alloro davanti alla lapide in memoria dei nostri Caduti il Sindaco, Flavio Zanonato, ha espresso sentimenti di vicinanza a quelli che hanno vissuto la tragedia e ha concluso dicendo che «bisogna tessere il filo della memoria e schierarsi senza reticenze dalla parte di chi ha sofferto ingiustamente». L’assessore della Provincia Enrico Pavanetto ha aggiunto che «accanto al ristabilimento della verità, bisogna riconoscere quegli eventi come gravi crimini contro l’umanità». Coinvolgenti e sentite sono state le parole della nostra presidente, prof.ssa Italia Giacca, che dopo aver ricordato gli infoibati e in particolare Norma Cossetto, per la prima volta pubblicamente si è rivolta al Magnifico Rettore dell’Università di Padova e al Senato Accademico, facendo richiesta di poter apporre nell’Ateneo una targa commemorativa della Medaglia d’oro al Merito Civile, conferitale, il 9 dicembre 2005, dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, con la motivazione: «Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio». Questa targa chiarirebbe l’equivoco, che dura da anni, del nome di Norma Cossetto inserito, nel cortile dell’Università, in una lunga lista di partigiani morti per la libertà della loro patria, uccisi dai nazifascisti. LE MOLTE ALTRE INIZIATIVE N ella Sala del Consiglio Comunale di Barchesse di Villa Bembo in S. Giorgio in Bosco (Padova), il 10 Febbraio, dopo il saluto del Sindaco, Renato Miatello, e l’introduzione dell’assessore comunale alla Cultura, Enrica Leda Rosetta Zanon, la presidente, Italia Giacca, ha reso testimonianza sull’esodo e Franca Dapas ha presentato la mostra fotografica curata da Guido Rumici. Lunedì, 8 febbraio, a Piove di Sacco, proiezione del film «Ri- 11 torno a casa» prodotto da Venice Film per l’Anvgd con testimonianze della Presidente e del prof. Mario Grassi. Lunedì, ore 21, su Rete Veneta trasmissione in studio in diretta sull’Istria, con spezzoni di “«Ritorno a casa» condotta dal giornalista Luigi Baccialli, con l’assessore regionale per le Relazioni Internazionali, Isi Coppola, assessori regionali e tre rappresentanti Anvgd: Coriolano Fagarazzi (Comitato di Vicenza), Franca Dapas (Comitato di Padova), Alessandro Cuk (Comitato di Venezia). Martedì, 9 febbraio, sempre su Rete Veneta, serata dedicata al Quarnero, a Fiume, alla Dalmazia con spezzoni da «Il vento dell’Adriatico» con la partecipazione dell’assessore regionale, Isi Coppola, assessori regionali e tre rappresentanti Canevari, da Brioni, ha presentato la tragedia delle foibe e dell’esodo anche attraverso un filmato. Sabato 13, nella Sala della Gran Guardia , Franco Luxardo, Presidente dei Dalmati nel Mondo e Sindaco del Libero Comune di Zara in esilio, ha presentato «Le attività della Società Dalmata di Storia Patria di Venezia» che inizia la sua attività nel 1976 in maniera autonoma rispetto a quella di Roma, dalla quale nel 1961 era stata fatta rinascere la Società Dalmata di Storia Patria”, nata a Zara nel 1926 e chiusa in seguito alla guerra e all’esodo. Quindi il prof. Michele Pietro Ghezzo, dal 2002 vicepresidente della Società Dalmata di Storia Patria di Venezia per i suoi importanti lavori sulla storia di Dalmazia, ha presentato il suo W Padova, 6 febbraio 2010, Loggia della Gran Guardia. Da sin., L. Toth, I.Giacca, A. Marchiori e F. Ghedini Anvgd: Elio Ricciardi (Comitato di Padova), Alessandro Cuk e Antonio Zett (Comitato di Venezia). Giovedì 11 febbraio, al Cinema Porto Astra, in collaborazione con il Quartiere Quattro, proiezione dei filmati «Ritorno a casa» e «Il vento dell’Adriatico» presentati da Mario Grassi ed Elio Ricciardi che hanno risposto alle domande del pubblico interessato alla nostra cultura e alla nostra storia. L’11 febbraio, a Bolzano Vicentino (Vicenza), alla presenza del sindaco e dell’assessore alla Cultura, che hanno portato i saluti del Comune, l’architetto Tullio X Il 10 febbraio, davanti a Palazzo Moroni, sede del Municipio di Padova, la commemorazione ufficiale alla presenza delle autorità civili e militari e la presidente del Comitato, Italia Giacca interessante lavoro, frutto di anni di ricerche d’archivio a Padova e a Venezia I Dalmati all’Università di Padova dagli Atti dei Gradi Accademici, riuscendo a interessare l’uditorio con la sua esposizione brillante e con la sua capacità di far vivere degli aridi dati, ricorrendo ad aneddoti e a riferimenti alla vita delle persone. Sabato, 13 febbraio, nell’Auditorium del Centro Culturale S. Gaetano si è svolta la rappresentazione teatrale Esodo, a cura di Loredana Gioseffi. Il lavoro, articolato in vari quadri, affronta il tema dell’esilio con una molteplicità di mezzi scenici, dalla testimonianza di Giuseppe Gioseffi che inserisce la sua personale esperienza in un approfondito profilo storico, all’excursus letterario sul tema dell’esilio con la recitazione di testi classici, da Vigilio a Dante, Foscolo, Manzoni, Quasimodo, accompagnati da brani musicali, selezionati a tema. Lo spettacolo è stato molto commovente e signi- Numero 4 | Aprile 2010 ficativo grazie anche alla bravura dei giovani interpreti del gruppo “Canone in Verso” diretto da Loredana Gioseffi. Sabato, 20 febbraio, nella Sala della Gran Guardia, il giornalista italiano di origini polacche, Jan Bernas ha presentato il suo libro Ci chiamavano fascisti, eravamo italiani. È stato motivo di grande consolazione ascoltare questo giovane, nato nel 1978, con una passione così forte per la nostra storia da indurlo a personali ricerche. Il suo lavoro è infatti un insieme di testimonianze di chi ha subito una lacerazione profonda per il doloroso sradicamento dalla terra natale e di chi, rimanendo, si è sentito estraneo in casa propria. Quindi Viviana Facchinetti, giornalista di Trieste, ha presentato il suo interessante documentario sulle testimonianze degli esuli emigrati nel Nord America, soprattutto in Canada, mettendo in evidenza le difficoltà iniziali, superate con tanto spirito di sacrificio, volontà e determinazione, tanto che alcuni hanno raggiunto punte di eccellenza, sempre con la patria nel cuore. Sabato, 27 febbraio, nella Sala della Gran Guardia, nell’ultimo dei quattro sabati culturali, il dott. Marino Micich, Segretario generale della Società di Studi Fiumani, ha trattato il tema Flussi migratori e accoglienza tra storia e politiche di gestione. L’identità culturale italiana a Fiume nel Novecento, mettendo in evidenza l’unicità della città del Quarnero che non tutti conoscono nella sua complessità e importanza. Hanno proseguito l’avv. Davide Rossi di “Coordinamento Adriatico” e il prof. Guglielmo Cevolin, collaboratori del prof. Giuseppe de Vergottini, che hanno presentato l’opera La toponomastica in Istria, Fiume e Dalmazia, il cui primo esemplare è stato consegnato al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 10 febbraio al Quirinale, in occasione del Giorno del Ricordo. In tre volumi, è un lavoro molto importante nel quale, attraverso la ricostruzione dei toponimi che sono rimasti come patrimonio storico nazionale al di fuori dei confini, si rievoca la cultura e l’identità di un popolo. L’opera è il risultato della collaborazione tra Coordinamento Adriatico, Istituto Geografico Militare, Università Popolare di Trieste, HistoriaGruppo Studi Storici e Sociali ed è stata finanziata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, dal Ministero degli Affari Esteri e da quello della Difesa A conclusione degli incontri dei sabati alla Gran Guardia il Comitato di Padova desidera ringraziare sentitamente Giorgio Varisco, Segretario della FederEsuli, nonché consigliere, per la fattiva collaborazione nella riuscita delle mattinate di cultura istriana, fiumana, dalmata. Franca Dapas Università di Padova, sit in di protesta dell’Anvgd contro il testo della nuova lapide a Norma Cossetto S it-in di protesta, il 17 marzo scorso, all’Università di Padova contro la persistente falsificazione storica relativa alla lapide che ricorda la giovane Norma Cossetto, laureanda nel 1943 presso quel prestigioso Ateneo ; al sitin hanno partecipato anche Italia Giacca e Adriana Ivanov, rispettivamente presidente e consigliere Anvgd di Padova. Il testo della nuova lapide commemorativa, richiesta dal Comitato al Senato accademico e che dovrebbe trovare collocazione nel cortile nuovo del Palazzo del Bò, nuovamente non fa alcun riferimento ai fatti accaduti e attribuisce la morte di Norma Cossetto al suo impegno nella guerra di «liberazione dal nazifascismo». Con ciò l’Università patavina dà prova di inaudita inadeguatezza, di totale incapacità di restituire alla storia ciò che è della storia stessa. Un testo così fuorviante utilizza strumentalmente ciò che effettivamente è successo, offendendo la memoria di Norma Cossetto e di tutti gli esuli giuliano-dalmati. A parlare durante la manifestazione Italia Giacca, promotrice della richiesta presso l’Ateneo: «Oggi è una giornata di vera tristezza, doveva essere il riconoscimento ad una ragazza simbolo di tante sofferenze e invece siamo di fronte all’ennesima bugia. L’Università di Padova disconosce anche le parole del Presidente della Repubblica Ciampi che nel 2005 ha conferito a Norma Cossetto la medaglia d’oro. Questa falsificazione storica riapre una ferita che ha bruciato per oltre 60 anni». Nel 2005 l’allora Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi conferì a Norma Cossetto la Medaglia d’oro al merito civile indicando esplicitamente nella motivazione: «giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba». La manifestazione di Padova si proponeva di far riportare sulla targa commemorativa il senso della laurea honoris causa voluta dal prof. Concetto Marchesi e del conferimento della medaglia d’oro voluta dalla Presidenza della Repubblica. W Padova, l’antico Palazzo del Bò ove è prevista la collocazione della nuova lapide in memoria di Norma Cossetto 12 Numero 4 | Aprile 2010 I giuliani e i dalmati nel mondo per il giorno del ricordo S. Ambrogio sul Garigliano ricorda i Martiri delle Foibe Il piccolo Comune Premio Giorno del Ricordo 2009 A sessantacinque anni dai luttuosi eventi avvenuti nella parte orientale dei confini italiani, il Comune di Sant’Ambrogio sul Garigliano (Frosinone) ha voluto celebrare il Giorno del Ricordo con l’inaugurazione di un monumento dedicato ai Martiri delle Foibe a agli Esuli giuliano-dalmati. Alla presenza di autorità e del mondo della scuola in contrada S. Rocco si è svolta la cerimonia rievocativa di un giorno voluto dal Parlamento Italiano per onorare gli italiani morti in seguito ad una pulizia etnica da parte dei titini e ricordati dal presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci di S. Ambrogio, Cosimino Simeone. Dopo l’alzabandiera ed il grazie ai comuni di Cassino, S. Andrea, S. Apollinare, S. Giorgio e Rocca d’Evandro, ha preso la parola l’assessore alla Cultura Antonello Simeone. «La presenza delle Scuole - ha detto tra l’altro l’assessore alla Cultura mi conforta in questo e ringrazio gli alunni, gli insegnanti ed in particolare la Dirigente Scolastica, prof.ssa Maria Rosaria Di Palma». L’Assessore ha letto altresì la lettera inviata dal ministro Giorgia Meloni. Ha preso la parola, quindi, il Sindaco Biagio Del Greco: «Anche quest’anno Sant’Ambrogio sul Garigliano celebra il Giorno del Ricordo con l’autorevole presenza dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia rappresentata dal suo più alto esponente, il presidente nazionale on. Lucio Toth, a cui va il nostro più sentito grazie. Sappiamo che doveva essere a Genova, ma ha preferito il nostro piccolo Comune, dandoci la possibilità di ringraziarla personalmente per aver scelto l’anno scorso Sant’Ambrogio come Comune da premiare, alla sua prima istituzione, col Premio Internazionale delle Foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata. Oggi la Comunità da me rappresentata si stringe attorno alla sua gente con umiltà e riconoscenza dedicando alle vittime delle Foibe Q La piccola ma impegnata e agli Esuli delle terre orientali d’Italia un comunità di S. Ambrogio monumento. Un emblema che resterà a pesul Garigliano (Fr), renne memoria dei martiri caduti e simbolo ha inaugurato il di ammonimento per tutti i popoli, affinché Monumento alle Vittime nella pace ritrovata e nel rispetto reciproco delle Foibe alla presenza possa essere ripreso il cammino verso la lidel presidente nazionale bertà, la giustizia e la democrazia”. ANVGD Toth, qui nella Lo scoprimento del monumento, opera foto del locale fabbro Luigi Marrocco su bozzetto di Annibale Simeone, è stato il momento più emozionante. Benedetto dal parroco don Giuseppe Di Nardi, esso rappresenta le mani delle diverse specie di infoibati: uomini, donne, militari religiosi, nell’atto di protenderle e cercare il cielo, l’aiuto, la vita. Il sindaco Del Greco, con al fianco il presidente dall’Anvgd Lucio Toth, il cap. Ciccarelli della Guardia di Finanza e il mar.llo dei Carabinieri Francesco Sica, al suono del silenzio, ha deposto una corona d’alloro. Ha preso quindi la parola il presidente Lucio Toth. «Mi trovo in questo piccolo paese dove ho visto realizzare una cosa grande, l’attenzione e la vicinanza degli ambrosiani verso la mia gente e la nostra storia. Noi ci siamo sentiti sempre italiani e con la forza dell’anima abbiamo saputo ricostruirci un’identità. La gente di questa valle ha potuto ricostruire il proprio paese dopo la guerra e la distruzione, noi non abbiamo potuto più rivedere le nostre città, le nostre case, i nostri cari. Vi siamo riconoscente per questo rinnovato sentimento e faccio appello al mondo della scuola, oggi presente, affinché i nostri ragazzi ricordino per il bene della pace e della concordia. Mai più odio». Ha concluso gli interventi l’assessore provinciale arch. Antonio Abbate. Presenti anche le Associazioni Combattentistiche e d’Arma: Combattenti e Reduci di S. Ambrogio e S. Andrea, Carabinieri in congedo “Valle dei Santi”, Guardia di Finanza di Cassino, delegazione militare Croce Rossa di Cassino. Nonché una consistente presenza della Compagnia della Guardia di Finanza di Cassino. La presenza delle Fiamme Gialle non era casuale, poiché più di 350 Finanzieri furono deportati e infoibati, e ben 97 solo nella foiba di Basovizza. L’Associazione Combattenti e Reduci di S. Ambrogio ha voluto donare alla bandiera dell’ANFI la Medaglia d’Argento in ricordo dei Finanzieri martiri e della costante presenza alle celebrazioni ambrosiane. Non da meno sono stati ricordati anche i Carabinieri e i Poliziotti che subirono la stessa sorte. Presenti anche per l’Anvgd Arduino Copettari di Verona e le signore Nidia e Assunta Capaldi, di Cassino, figlie di Anna Copettari, esule dalmata. C. S. URUGUAY, CONSOLATO ITALIANO DI MONTEVIDEO, COMMEMORATO IL 10 FEBBRAIO I rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni italiane - tra cui spiccava quella Giuliana - hanno preso parte alla cerimonia svoltasi nella sede della rappresentanza diplomatica italiana. Analogamente ad altre iniziative tenutesi in Italia, anche a Montevideo si è voluto rendere cos’ il doveroso omaggio alle vittime di quei tragici eventi. La dott.ssa Frigo Cinzia (attuale Reggente) ha voluto dare alla riunione uno scopo informativo e divulgativo, rievocando la genesi degli eventi storici sofferti dalle popolazioni della Venezia Giulia, Istria e Dalmazia. Domenica 7 febbraio, sempre a Montevideo, nella Missione Cattolica Italiana, è stato commemorato il Giorno del Ricordo nel corso della S. Messa concelebrata con i PP. Scalabriniani, dal Nunzio Apostolico in Uruguay Mons. Anselmo Guido Pecorari, dedicata alla memoria degli Esuli istriani, fiumani e dalmati deceduti lontano dalla loro terra natale, con la presenza di numerosi Soci del Circolo Giuliano dell’Uruguay. Letto il messaggio del presidente dell’Associazione Giuliani nel Mondo e consegnato ai Presidenti del Comitato Dante Alighieri e della Scuola Italiana di Montevideo il catalogo della Mostra Fotografica sul Giorno del Ricordo con il Profilo Storico della Venezia Giulia e Dalmazia, realizzato e pubblicato dall’Anvgd. Durante l’Omelia Monsignor Pecorari ha detto tra l’altro: «Cari emigranti della Comunità Giuliana di Fiume, dell’Istria e della Dalmazia: è per me onore celebrare con voi questa Eucarestia. E costituisce pure un grande privilegio condividere con tutti voi il Giorno del Ricordo - senza dubbio triste e nostalgico, ma anche carico di speranza - delle regioni, allora italiane, dove la Comunità Giuliana, ora residente in Uruguay, ha avuto le sue origini. Voi vivete oggi il ricordo delle terre che avete dovuto abbandonare dopo i tragici avvenimenti della Seconda guerra mondiale. Nello stesso tempo voi conservate la memoria W Brasile, San Paolo, 10 febbraio 2010. Una cerimonia liturgica ha riunito gli esuli residenti nella città e nel suo territorio tesoro che vi é giunto dopo tante generazioni. Voi ricordate oggi le vostre radici, i luoghi che vi hanno visto nascere, le terre che furono vostre e dei vostri padri. Questo tesoro di cultura e di fede, che voi avete conservato anche nelle nuove nazioni che vi hanno accolto, vi mantiene indissolubilmente uniti, anche nell’esilio, alle vostre radici. CANBERRA, GLI ESULI SI STRINGONO NEL RICORDO U delle vostre secolari tradizioni culturali e religiose, delle vostre case, delle vostre chiese, delle vostre città, dei vostri cimiteri abbandonati... Quelle terre in cui risiedono le vostre origini, nelle quali voi avete lasciato, non solo la memoria, ma anche il cuore. Io ho vissuto durante due anni in quelle regioni da cui provenite ed ho visto le case, le chiese, i luoghi culturali da voi abbandonati ed ora abitati da altre genti. Comprendo perciò lo sradicamento ed il significato di aver dovuto lasciare il luogo natio tanto amato, ed il dolore del vostro esilio. Carissimi amici della Comunità Giuliana, di Fiume, dell’Istria e della Dalmazia, la vostra fede e la vostra cultura sono state durante secoli una unica realtà: sono il na targa commemorativa è stata apposta lo scorso anno a Canberra a cura dell’Associazione Giuliani di Canberra e alla presenza di una nutrita rappresentanza di Esuli. Quest’anno, alla posa di ghirlande e alla benedizione della targa, che si trova all’interno del Centro Culturale Italiano, erano presenti ben 140 persone, un centinaio delle quali sono giunte a bordo di due pullman da Sydney e da Wollongong per l’occasione. Il vicepresidente del sodalizio Giuliani di Canberra, Livio Chicco, ha conosciuto l’esilio e le privazioni che ne sono seguite. La sua famiglia proviene da Isola d’Istria. Due altri membri del Comitato avevano subito la stessa sorte: Ettore Borzatti, fuggito da Fiume, e Pia Messinese da Capodistria. Lo scorso era stato il nunzio apostolico, mons. Giuseppe Lazzarotto, a benedire la targa. Quest’anno ha officiato il suo W Canberra, la targa nel Centro Culturale Italiano che ricorda l’esodo giuliano-dalmata 13 segretario, padre Franco Leo, il quale ha celebrato la S. Messa nella Chiesa di San Gregorio a Queanbeyan, ricordando, durante l’omelia, gli eccidi delle Foibe e l’esodo forzato di migliaia di istriani, fiumani e dalmati. Dopo la Messa, al Centro Culturale Italiano la cerimonia è iniziata con l’esecuzione dell’inno nazionale al quale a fatto seguito il benvenuto agli ospiti di onore e’agli altri presenti da parte del presidente dell’Associazione Giuliani di Canberra, Mario Donda jnr. Nel suo intervento, Donda ha ricordato: «È una pagina di storia drammatica e, se si vuole, scomoda e troppo a lungo rimossa, che deve essere conosciuta ed adeguatamente ricordata. Noi Giuliani di Canberra insieme a tutti voi presenti, accettiamo con onore econ senso di dovere l’incarico di commemorare il Giorno del Ricordo. Io dico alle vittime delle Foibe, ai 350 mila dell’esodo e a tutti quelli che da quel periodo ci han lasciato per un mondo migliore, che le vostre anime riposino in pace. Noi oggi qui vi ricordiamo». Ha quindi preso la parola l’ambasciatore Gianludovico de Martino di Montegiordano, af- fermando che questa cerimonia fa onore ai Giuliani di Canberra. Adriana Douglas, presidente della Federazione dei Circoli GiulianoDalmati d’Australia, ha portato un sentito saluto ai presenti da parte degli altri Circoli che formano la Federazione australiana. Ha sottolineato l’importanza della giornata che ricorda una tragica pagina di storia che ha alterato la struttura etnica e sociale della popolazione dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. La signora Douglas ha inoltre osservato che le testimonianze dei soprusi sono state a lungo sottaciute per ormai note convenienze politiche interne ed internazionali. Questa giornata - ha sottolineato - assicura oggi alla nostra storia il dovuto riconoscimento per non dimenticare le sofferenze delle migliaia di vittime. «Pertanto noi, rappresentanti dei Circoli giuliano-dalmati di Canberra,Sydney e Wollongong, celebriamo fraternamente uniti la nostra indistruttibile storia, mantenendo salde le nostre radici per le nuove generazioni». Prima di benedire la targa, Don Franco Leo ha letto la preghiera scritta da mons. Antonio Santin. Mentre veniva intonato W Cellina Benassi, Mario Donda jr., Adriana Douglas, l’ambasciatore d’Italia e padre Franco Leo di fronte agli stendardi delle associazioni giuliane X L’ambasciatore Gianludovico de Martino di Montegiordano il «Va’ pensiero» di Verdi, sono state deposte tre corone di fiori: la prima dall’ambasciatore, la seconda dalla signora Douglas e la terza da Mario Donda. Il primo segretario dell’ambasciata, Adriano Tedde , che aveva assistito alla cerimonia nel Centro Culturale assieme all’ambasciatore, si è trattenuto successivamente con i Connazionali. Le Associazioni del rappresentate alla commemorazione di Canberra: Ass. Giuliani Sydney. Ass. Fiumani Sydney. Ass. Famiglia Giuliana Sydney. Ass. Santa Maria di Cherso Sydney. Ass. Giuliani Wollongong. (fonte Mario Donda jr.) AI LETTORI LA PUBBLICAZIONE DELLE NOTE DOLOROSE RIPRENDERÀ DAL NUMERO DI MAGGIO. CE NE SCUSIAMO CON I LETTORI E I CONGIUNTI. Numero 4 | Aprile 2010 Acquistare on line all’indirizzo www.anvgd.it U n nuovo servizio è a disposizione dei lettori e degli utenti. È operativa la nuova iniziativa dell’Anvgd per rendere più accessibile le pubblicazioni sulle vicende del confine orientale. Cliccando sulla parte alta della home page, nello spazio dedicato alle pubblicazioni, è possibile scorrere tutti i prodotti a disposizione, consultare le singole schede, ordinarli e pagarli online con carta di credito. La consultazione del catalogo è libera; per procedere agli acquisti e necessario registrarsi con i propri dati. Le spedizioni sono a cura della Sede nazionale di Roma. Tra gli articoli disponibili vi sono oltre una cinquantina fra libri, opuscoli, dvd, gadget, bandiere e articoli filatelici, che saranno man mano implementati con nuovi prodotti. Il commercio elettronico, più comunemente chiamato ecommerce, rientra nelle prerogative delle associazioni senza scopo di lucro - come la nostra - a condizione che gli introiti rappresentino una parte minoritaria delle risorse e fungano da elemento di sostentamento alle attività associative. Gli utili di questa nuova attività, infatti, verranno reimpiegati nelle molteplici attività istituzionali della Sede nazionale Anvgd a sostegno della divulgazione sulle nostre vicende storiche e nella quotidiana battaglia in difesa dei diritti degli Esuli e dei loro discendenti. Una giovane neresinotta vince a «Chi vuol esser Milionario». E con il premio andrà a Lussino N ei giorni scorsi ha affrontato l’arena di «Chi vuol esser Milionario» su Canale 5, seguita con simpatia dal conduttore Gerry Scotti, ed è riuscita a portare a casa 20mila euro. È Gaia Marinzuli, nipote di Gaudenzio Marinzulich, esule da Neresine, località dell’isola di Lussino. Gaia, classe 1983 nata a Taranto, si è diplomata al liceo classico “Archita” sempre a Taranto e poi ha studiato Ingegneria Industriale presso il Politecnico di Bari - II Facoltà di Taranto. Dopo aver conseguito la Laurea Specialistica ha frequentato un corso di alta formazione post lauream e poi ho vinto il concorso di Dottorato. Da gennaio 2010 è dottoranda del XXV ciclo in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio presso il Dipartimento per l’Ingegneria Ambientale e per lo Sviluppo Sostenibile (DIASS) di Taranto. Cotanto curriculum le è sicuramente stato utile per la performance televisiva. All’Anvgd Gaia ha dichiarato di impegnarsi al più presto, anche grazie alla vincita, per un viaggio a Neresine che non ha mai visitato. Il nonno Gaudenzio, dopo l’esilio, non era mai più tornato nella sua terra natale, quasi ad esorcizzare il dolore del distacco. Per la nipote, invece sarà l’occasione di riscoprire le sue origini in una terra, tra l’altro, assai accogliente per qualsiasi tipo di vacanza. In Sede nazionale Eugenio Vagni, l’inviato della Croce Rossa Internazionale prigioniero della guerriglia filippina nel 2009 L a Sede nazionale dell’Anvgd ha accolto l’11 marzo scorso la visita di Eugenio Vagni, il delegato della Croce Rossa Internazionale (Comitato di Ginevra) rimasto nelle mani dei guerriglieri islamici nelle Filippine dal gennaio al luglio del 2009 e il cui caso aveva fatto per mesi il giro del mondo. Vagni era accompagnato da Claudio Ausilio, Delegato provinciale Anvgd per Arezzo e suo amico d’infanzia. Eugenio Vagni, 61 anni, è nato a Montevarchi (Arezzo). È specializzato in sistemi per il rifornimento di acqua potabile. Prima di unirsi al Croce Rossa Internazionale nel 2002 ha studiato in Canada e lavorato in diversi Paesi, inizialmente per conto di società private e poi per numerose organizzazioni benefiche. Da quando è nel Croce Rossa Internazionale ha prestato servizio in Guinea, Etiopia, Myanmar, nel Caucaso settentrionale, in Afghanistan e nelle Filippine. Il suo lavoro consiste generalmente nel coordinare un’équipe di ingegneri e nego- ziare con gli appaltatori locali. Al termine dell’Udienza generale di mercoledì 3 marzo, il Papa ha incontrato brevemente Vagni. Il volontario aveva saputo direttamente dai suoi rapitori degli appelli di Benedetto XVI in suo favore: «Sentire il Papa vicino - ha raccontato Vagni all’“Osservatore Romano” - mi ha dato coraggio in quei momenti terribili. Temevo mi decapitassero. Oggi sono venuto per ringraziarlo con la mia famiglia». Nell’incontro alla Sede nazionale Anvgd, Vagni ha proposto alla nostra Associazione un approfondimento dei rapporti con la sede di Ginevra della Croce Rossa Internazionale, per quanto riguarda la consultazione dei suoi archivi storici, così come per l’UNHCR erede dell’IRO. L’Anvgd ha donato a Eugenio Vagni alcune delle pubblicazioni che riassumono la storia e le vicende dei giuliano-dalmati, illustrando a lungo le attività, le finalità e l’organizzazione dell’Associazione. Q La visita alla Sede nazionale. Da sin., il Delegato ANVGD di Arezzo, C. Ausilio, F. Rocchi, l'inviato della Croce Rossa Internazionale Eugenio Vagni e P. C. Hansen 14 Numero 4 | Aprile 2010 ENGLISH Schools and History: the first Eastern Border-themed Seminar for teachers and students Q Rome, Ministry of Public Education, University and Research. The morning’s group of speakers. Professor Giuseppe de Vergottini (at left) as he gives his speech plan to suppress the native Italian element of the population. A t the Ministry for Public Education, in Rome, the “eastern border matters and our schools” seminar was held on February 23rd. The seminar was promoted by the Anvgd and Federation of the Associations of Exiles, both of whom held it to be of highest value. It was part of the “coordination roundtable” organized with the Government with several themes in mind, one being the lack of mention, in textbooks, of issues regarding Venezia-Giulia in the 1900s, and which brought about the peace treaty of 1947 that ceded the entire region to Tito’s Yugoslavia. The goal, therefore, is to bring these issues to the center stage of historiography, as they are a chapter of Italian and European history that saw those areas become a theatre of excesses and violence determined by a clear FOUR HISTORY LESSONS T he Seminar was opened by Undersecretary Giuseppe Pizza, who desired to highlight the national importance of this initiative. Speeches were then made, first by Professor Raoul Pupo, who discussed the period from the treaty of Campoformio, in 1797, to the Great War. He spoke of the Risorgimento and the liberal revolutions in Europe and Italy in those years, which cleared the way for the proItalian and pro-Italian culture feelings that took shape in those areas under the Austrian Empire. Next, Professor Giuseppe Parlato spoke on the years from the Great War to the peace treaty of 1947. He underlined the lack of attention, persisting today, that the textbook industry gives to the themes of the seminar, and he discussed several as- R Part of the public present at the Seminar pects of Italy’s foreign policies in the 1920s and ‘30s. Professor Roberto Spazzali spoke next, on the theme of foibe and the exile. He presented never before seen documentation that aided in reconstructing the context of the years between 1943 and 1945 and beyond, showing the extraordinary drama for the native Italian population and the “terror” used as a systematic method of repression and persecution by the Yugoslav communist movement. He spoke of this “preventive removal” of the Italian element and the attempts of Tito’s partisan commandoes to de-nationalize the area before any peace treaty began to be formalized. Professor Giuseppe de Vergottini’s speech was of great importance, both from a legal and from a historical point of view. He discussed the reasons for a historical “removal”, listing the different vacuums in Italian historical memory related to these matters: from the Yugoslav regime’s process of forced de-nationalization, to the elimination of identity and witness which continues up to our era. The morning session was brought to a close by ANVGD National President Lucio Toth. SCHOOLTEACHERS AND SCHOOL CURRICULUM DISCUSSIONS T he afternoon session was moderated by Sergio Tazzer, a journalist from RAI, and included discussions prepared by several teachers from throughout Italy, as communicated by FederEsuli, all of whom were experts in education and have already been involved in these matters, at all school levels. They included: Chiara Vigni (Association of Istrian Communities), Maria Elena Depetroni and Donatela Schurzel (Anvgd), Mauro De Luca (Istrian Union), Dino R. Nardelli (ISUC, Perugia) and Marino Michich (Society of Fiume Studies). Besides President Toth, for FederEsuli there were present the president of the Association From Rome to Fiume: an “Istrian-Dalmatian Cultural Voyage” R oman high school students once again, this year from February 18th to the 20th as part of the Day of Remembrance, had the opportunity to participate in a “voyage into Istrian and Dalmatian culture”. Organized by the city government’s education policy board, the students were able to travel to Trieste, the foiba of Basovizza, and Fiume. Thirty-six schools were involved, for a total of 216 students, accompanied by Roman mayor Alemanno. Also travelling with the group were Claudio Procaccia, the city’s delegate for historical remembrance, the head of the Fiume studies center, Marino Micich, and ANVGD committee president Donatella Schürzel, along with other Foibe witnesses. On the Carso plain, Alemanno and the rest of the group were greeted by Trieste mayor Roberto Dipiazza and city official Massimo Greco. “Unfortunately,” stated mayor Alemanno, “even today there persists an ideological X Fiume (today Rijeka), in the Italian high school. The meeting between students from Rome and their counterparts who live in that Quarner Gulf city (photo courtesy of the Photo office of the mayor’s Cabinet) W Trieste, at the Foiba di Basovizza national monument. The homage of the Rome delegation: from left, councilwoman Laura Marsilio, Mrs. Licia Cossetto (sister to Norma, tortured and murdered in a foiba in 1943 by Tito’s partisans in Istria), Roman mayor Gianni Alemanno, and Trieste mayor Roberto Dipiazza (photo courtesy of the Photo office of the mayor’s Cabinet) resistance to the memory of the tragedy of the foibe. This seems to us to be absurd, since our trip here today is not detached, but rather is one that ties in perfectly with the memory of all the dramatic events of the 1900s, from Auschwitz to the foibe”. The voyage continued to the other side of the border, to the city of Fiume, where city officials held a reception in honor of the Rome delegation. During the reception, Romans and Fiumani signed an agreement of collaboration, a goal of which being a more intense collaboration in the fields of education, of Istrian Communities, Lorenzo Rovis, and the mayor of the Free City of Fiume in Exile, Guido Brazzoduro. REGARDING THE BIPARTISAN DOCUMENT APPROVED BY THE ITALIAN CHAMBER OF DEPUTIES ON FEBRUARY 18TH T he seminar includes, among other recommendations, that of the bipartisan one put out by the Chamber of Deputies on February 18th, regarding education, in which the government commits itself to “expand the initiatives in schools on these matters, promoting, as well, courses of formation for teachers and students by means of study seminars dedicated to these matters and entrusting them to teachers who guarantee their scientific nature”. p. c. h. culture, science and sport, as well as health prevention and tourism. The group from Rome then visited the Italian high school, packed with student body, family and friends for the arrival the 200 plus Roman students. These students heard the heartwrenching witness of three exiles: the Bucci sisters, and Licia Cossetto. Ingrid Sever, the headmistress of the school welcomed the Roman students and their group, and underlined the importance of protecting the Italian culture and language in Fiume . Marino Micich and Giovanni Stella, heads of the Society for Fiume Studies, were part of the group. In the afternoon, the Roman delegation, accompanied by members of the Italian Union, consul Fulvio Rustico and representatives of the Society for Fiume Studies of Rome, was received at Palazzo Modello by Agnese Superina, President of the Community of Italians. D.A. Staff (traduzioni di Lorie Simicich Ballarin) 15 Numero 4 | Aprile 2010 ESPAÑOL Escuela e historia, el primer Seminario para docentes y estudiantes sobre el confín oriental H a tenido lugar el 23 de febrero en Roma, en el Ministerio de Instrucción Publica, el Seminario «Los sucesos del confín oriental y el mundo de la escuela» fuertemente querido por la Asociación Nacional Venezia Giulia e Dalmazia y por la Federación de las Asociaciones de los Desterrados Istrianos, Fiumanos y Dalmatas en el cuadro de la «Mesa de coordinación» con el Gobierno sobre diversos temas en agenda: entre estos, la escasa relevancia reservada hasta ahora en los libros W Roma, Ministerio de Instrucción Pública, Universidad e Investigación. La mesa de los relatores de la mañana. Interviene el presidente de la ANVGD, Lucio Toth (a la derecha de la foto) de texto escolásticos a los sucesos relacionados con la Venecia Giulia y Dalmazia en el Novecientos, y que llevaron con el tratado de paz del 1947 a la cesión de una entera región a la ex Yugoslavia de Tito. El intento es, por tanto, el de llevar a la centralidad de la reflexión historiográfica un capitulo de la historia nacional y europea que vio aquellos territorios convertirse en teatro de asesinatos y de violencias determinadas por un claro diseño de supresión del elemento italiano autóctono. W Una vista parcial de la sala que ha hospedado el Seminario De Roma a Fiume, el «Viaje a la cultura istriano-dalmata» S e ha desarrollado también este año, del 18 al 20 de febrero en el aniversario del Día del Recuerdo, el «Viaje a la cultura istriano-dalmata» de los estudiantes de las escuelas romanas. Organizado por la Asesoría de la Política Educativa del Municipio, ha tenido entre sus metas Trieste, la foiba de Basovizza y Fiume. Son 36 las escuelas implicadas y 216 los estudiantes, acompañados por el Alcalde Alemanno. Con ellos, también el delegado de la Memoria del Municipio capitolino, Claudio Procaccia, el secretario general de la Sociedad de Estudios Fiumanos, Marino Micich, la presidente del Comité Anvgd de Roma Donatella Schürzel y algunos testimonios de las Foibe. Sobre el altiplano carsico Alemanno y la representación han sido acogidos por el alcalde de Trieste Roberto Dipiazza y el asesor Massimo Greco. «Por desgracia, todavía hoy - ha di- cho Alemanno entre otras cosas - hay una resistencia ideológica sobre el recuerdo de la tragedia de las Foibe. Esto nos parece absurdo porque el de hoy no es un viaje aislado sino que es parte de un camino de la memoria que tiene relación con todos los dramas del ’900, a partir de Auschwitz hasta las Foibe». El «Viaje» ha proseguido más allá del confín, en la ciudad de Fiume, donde la Municipalidad ha invitado a un recibimiento en honor de la delegación del Municipio de Roma. En el transcurso del recibimiento las dos representaciones han escrito el acuerdo de colaboración entre Fiume y Roma, con el objetivo de iniciar una colaboración más intensa en el campo educativo, cultural, científico y deportivo, como también en el campo de la previdencia sanitaria y del turismo. La visita de la delegación romana ha proseguido en la CUATRO LECCIONES DE HISTORIA E l Seminario ha sido iniciado por el saludo del Subsecretario Giuseppe Pizza, que ha querido remarcar la relevancia nacional de esta iniciativa. A continuación las intervenciones de los relatores previstos, comenzando por el Prof. Raoul Pupo, sobre Dal Trattato di Campoformio (1797) alla Grande Guerra: los acontecimientos del Resurgimiento y de las revoluciones liberales en la Europa del momento y en Italia aclaran el origen del sentimiento de pertenencia a la cultura italiana que toma forma en aquellos territorios sujetos al imperio austriaco. Sigue la relacion del prof. Giuseppe Parlato (Dalla Grande Guerra al Trattato di pace del 1947). Él ha querido subrayar la escasa atención, aun hoy, de la editorial escolástica relativamente a los temas objeto del Seminario, y, por tanto, ha evidenciado algunos aspectos de la política exterior italiana en los años Veinte y Treinta. El Prof. Roberto Spazzali (Le foibe e l’esodo giulianodalmata), se ha servido de documentación inédita útil para reconstruir un contexto, aquel entre el 1943 y el ’45 y además, de extraordinario dramatismo para la población italiana autóctona por el «terror» actuado como método sistemático de represión y de persecución del mo- Escuela Media Superior Italiana, ya llena por la llegada de más de 200 alumnos de los 36 liceos romanos, los cuales han aprehendido y seguido con mucho interés los amargos testimonios de tres desterrados: las dos hermanas Bucci y Licia Cossetto. Los representantes romanos han sido acogidos por la presidente de la SMSI, Ingrid Sever, que ha subrayado la importancia de este instituto para la salvaguardia de la lengua y de la cultura italiana en Fiume. Presentes en el ex Liceo también los exponentes de la vimiento comunista yugoslavo. Él ha hablado, en relación a esto, de «depuración preventiva» del elemento italiano dirigido a la desnacionalización del territorio que los comandos partidarios de Tito habían “anexionado” a Yugoslavia antes de ningún tratado de paz. La relacion del prof. Giuseppe de Vergottini sobre Le ragioni di una rimozione storica es de relevante espesor juridico e historico. El estudioso ha enumerado las diversas lagunas de la memoria histórica nacional en relación a aquellos sucesos: desde el proceso repentino de desnacionalización obrado por las nuevas autoridades yugoslavas a la cancelación de la identidad y de los testimonios, que se ha prolongado hasta nuestros días. La sesión de la mañana se ha concluido con la intervención del presidente nacional de la Anvgd Lucio Toth. LOS DOCENTES EN LAS ESCUELAS. INTERVENCIONES Y TESTIMONIOS PARA LA DIDÁCTICA L a sesión pomeridiana, moderada por el periodista de la RAI Sergio Tazzer, ha visto sucederse docentes indicados por la FederEsuli provenientes de toda Italia, expertos de didáctica de la historia y ya comprometidos desde hace tiempo con la di- Sociedad de Estudios Fiumanos de Roma, entre los cuales Marino Micich y Giovanni Stelli, secretario general y subdirector respectivamente. Por la tarde la delegación capitolina, acompañada por los exponentes de la Unión Italiana, por el cónsul Fulvio Rustico y por los representantes de la Sociedad de Estudios Fiumanos de Roma, ha sido acogida en Palazzo Modello por la presidente de la Comunidad de los Italianos, Agnese Superina. Red. (traduzioni di Marta Cobian) vulgación en las escuelas de todo genero y grado. Relatores de la FederEsuli Chiara Vigini (Asociación Comunidades Istrianas) Maria Elena Depetroni y Donatella Schürzel (Anvgd), Mauro De Luca (Unión de los Istrianos), Dino R. Nardelli (ISUC, Perugia) y Marino Micich (Sociedad de Estudios Fiumanos). De la FederEsuli estaban presentes, además del presidente Anvgd Lucio Toth, el presidente de la Asociación de las Comunidades Istrianas Lorenzo Rovis y el alcalde del Libre Municipio de Fiume en Exilio, Guido Brazzoduro. EN LA LÍNEA DEL DOCUMENTO BIPARTIDISTA APROBADO POR LA CÁMARA DE LOS DIPUTADOS EL 18 DE FEBRERO E l Seminario, recoge, entre otras cosas, la recomendación bipartidista de la Cámara de los Diputados del 18 de febrero pasado de cara a la enseñanza, que compromete al Gobierno «a incrementar las iniciativas en las escuelas sobre el tema en cuestión, poniendo en marcha cursos de formación para docentes y estudiantes mediante seminarios de estudio dedicados a ellos y encargados a docentes que garanticen el carácter científico». p. c. h. W Trieste, junto al obelisco que recuerda la joven Norma Cossetto, destrozada y tirada en el 1943 en una foiba de la Istria de los partidarios de Tito. De izquierda a derecha, el presidente de la Federación de las Asociaciones de los Desterrados, Renzo Codarin, el asesor de la Política Educativa del Municipio de Roma, Laura Marsilio, y la señora Licia Cossetto, hermana de Norma (foto Oficina Fotográfica Gabinete del Alcalde) Q Fiume (hoy Rijeka), en la Escuela Media Superior Italiana el encuentro entre los estudiantes romanos y los coetáneos residentes en la ciudad del Quarnero (foto Oficina Fotográfica - Gabinete del Alcalde) 16 ◄ dalla | prima pagina ESPERIENZE E PROGETTI A CONFRONTO. LA PRIMA CONVENTION NAZIONALE DELL'ANVGD causa e che hanno a cuore gli stessi interessi morali e materiali degli Esuli, dei loro discendenti e di chi ci vuole bene». E dunque questa prima grande occasione di incontro e di confronto segnala la vitalità dell’Anvgd, che chiama ad una “tre giorni” in quel di Rimini, più nota per la sua vocazione turistica ma ricca di storia e di arte. Città romana, fondata nel 268 a.C., l’antica Ariminum, posta sul luogo di confluenza delle vie consolari Flaminia ed Emilia, divenne fiorente municipio, dotato di un grande Foro (l’odierna Piazza Tre Martiri), un grande anfiteatro e notevoli strutture urbanistiche. Alla città sono legati indissolubilmente i Malatesta, signori di Rimini, e la grande scuola di pittura conosciuta come «il Trecento riminese», contrassegnata dal genio di Giotto che vi soggiornò e lavorò ai primi di quel secolo. Il programma della Convention prevede dunque, tra gli altri Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro Studi Padre Flaminio Rocchi Direttore responsabile Patrizia C. Hansen Editore: Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro Studi Padre Flaminio Rocchi Via Leopoldo Serra, 32 | 00153 Roma tel. e fax: 06.58 16 852 | [email protected] | www.anvgd.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 91/94 dell’11 marzo 1994 W La romana Ariminum conserva importanti e ben conservate vestigia. Qui l’Arco di Augusto, dedicato dal Senato nel 27 a.C. Segnava la fine della via Flaminia che collegava la città a Roma Q Il ponte di Tiberio. Progettato appuntamenti predisposti dalla Sede nazionale dell’Anvgd due di rilevanza decisionale: sabato 5 giugno, la mattina, il Consiglio Nazionale e, in altra sala, un incontro in per gli altri dirigenti presenti; nel pomeriggio dello stesso giorno, la riunione plenaria di tutti i dirigenti dell’Associazione. Ma nelle giornate di venerdì e di domenica sono programmate altre riunioni di consultazione e di confronto tra i dirigenti delle strutture territoriali dell’Associazione: un modo, anche informale, di comunicarsi esperienze e progetti. Numero 4 | Aprile 2010 ed iniziato dal suo predecessore Augusto, si trova sulla Via Aemilia, a fronte dell’Arco e in corrispondenza del fiume Marecchia, che attraversava la città di Ariminum. È formato da cinque arcate a tutto sesto in pietra d’Istria. Il suo stato di conservazione è quasi perfetto in quanto anche il parapetto in marmo è completamente integro Con il contributo della L. 72/2001 e successive modificazioni e integrazioni Grafica e stampa: Eurolit Srl Via Bitetto, 39 | 00133 Roma tel. 06.20 15 137 - fax 06.20 05 251 | [email protected] Abbonamenti: Annuo € 30 Sostenitore € 50 Solidarietà a piacere Estero omaggio C/c postale n. 32888000 intestato a “Difesa Adriatica” Una copia € 2 - Arretrati € 3 Spedizione in abbonamento postale di Roma Finito di stampare il 9 aprile 2010 Red. ◄ dalla prima pagina | IL RISCHIO DI IMPORRE LA VERITÀ PER LEGGE spazio, questo, nel quale l’indagine conoscitiva assume dignità e senso, e può essere “spesa” con autorevolezza. Riproduciamo dunque alcuni salienti passaggi dell’articolo del prof. Parlato. p. c. h. W Il Tempio Malatestiano. Commissionato al grande Leon Battista Alberti da Sigismondo Pandolfo Malatesta ed iniziato nel 1447, si avvale di solenni ed armoniose forme rinascimentali che ne fanno un simbolo dell’architettura dell’Umanesimo X Il faro, quasi al termine di Porto Canale Q uando nel gennaio 2007 il ministro di Grazia e Giustizia Mastella propose un decreto legge per punire tutte le manifestazioni, politiche e culturali, di negazionismo verso l’Olocausto e l’antisemitismo, circa 200 professori universitari, appartenenti a tutte le correnti culturali e storiografiche, manifestarono tutta la loro perplessità sul progettato provvedimento: se da un lato erano tutti concordi nel respingere, sotto ogni forma, il negazionismo, dall’altro ritenevano il provvedimento controproducente e pericoloso. Controproducente perché rischiava di creare dei “martiri” colpiti nell’espressione del loro libero, ancorché perverso, pensiero; pericoloso, perché una limitazione alla libertà di ricerca, per giunta a livello legislativo, avrebbe costituito un precedente gravissimo. Tre anni dopo, I’Unione degli Istriani […] ha chiesto ai presidenti di Camera e Senato di «disciplinare» per legge la storia del confine orientale, punendo ogni forma di negazionismo e ogni forma di «giustificazionismo». […] In effetti, il problema esiste […]. Alcuni storici tendono a ridurre drasticamente il numero delle vittime, a dimostrare gravi responsabilità italiane nell’opera di snazionalizzazione verso l’elemento sloveno e croato e in qualche caso attribuiscono l’esodo al «naturale razzismo italico». Sono tesi che in buona misura fanno a pugni non solo con la storia e con le più recenti acquisizioni di studiosi attenti e documentati, ma anche (e forse soprattutto) con i sentimenti dei 350mila esuli e delle tante famiglie che hanno perso i loro cari. Tutto questo chiarito, veniamo alla proposta dell’Unione degli Istriani. Si tratta di una proposta controproducente e pericolosa perché mirando a stabilire una verità di Stato sulla questione orientale, rende vani gli sforzi di tanti storici seri e onesti i quali, soprattutto da vent’anni a questa parte, hanno fatto realizzare progressi notevoli alla ricerca. Certo, c’è ancora molto da fare, ma per farlo occorre che gli studiosi si sentano effettivamente liberi nella ricerca e non vincolati a una verità di Stato che non si saprebbe neppure come definire. D’altra parte, i negazionisti non aspettano altro: se si stabilisse un testa ufficiale su questa tema, costoro diventerebbero paladini della libertà di ricerca in Italia e tutti quelli che cercano di fare una storia onesta, viceversa, diventerebbero gli odiosi strumenti dello Stato imperialista, razzista e quant’altro. Inoltre, questa proposta denuncia un’involontaria debolezza di fondo. Perche ricorrere alla “verità di Stato” quando ci sono i documenti a dimostrare ampiamente le efferatezze subite dagli italiani e quando la verità su queste vicende sta finalmente venendo alla luce? E quando, con la “Giornata del Ricordo” le istituzioni hanno manifestato la chiara volontà di riparare a decenni di silenzio? Un atteggiamento come quello espresso dagli autori di questa proposta manifesta invece tutta l’inadeguatezza di chi, non riuscendo con le armi della libera ricerca a raggiungere buoni risultati, cerca l’appoggio ufficiale di una ipotetica verità sancita per legge. Ma, si diceva, la proposta, oltre che controproducente e pericolosa, è anche assurda. Infatti essa sarebbe del tutto inapplicabile. Come possono essere individuati (come loro scrivono) «i limiti da non superare per partecipare a un dibattito pubblico»? Come si può accertare se un libro può essere ammesso alla lettura dei giovani (perché di questo i proponenti si preoccupano) sulla base del contenuto? Quale commissione può intervenire in maniera così odiosa come sulla libera espressione delle idee? Gli esuli hanno dimostrato, in questi decenni, una correttezza esemplare e va loro dato atto che non hanno mai manifestato sentimenti che non fossero quelli derivati dalla tutela dei loro diritti e il loro difficile percorso non può essere oscurato da una proposta liberticida e vessatoria. […] Giuseppe Parlato