ANNO 3, N° 1 LUGLIO 2015 · MENSILE ON LINE DISTRIBUITO GRATUITAMENTE SALUTE E SICUREZZA NOTIZIARIO DEL GRUPPO FLEMING TECNA N° 1/2015 INDICE SICUREZZA E PREVENZIONE Rischio “Stress lavoro correlato”: come influisce su lavoratori e azienda Il rischio Video Terminali: quali sono gli obblighi del datore di lavoro? Cos’è un sistema di gestione della sicurezza? ADR 2015: valida anche per i trasporti nazionali Condannati Docenti RSPP Serata Emergenza Pediatrica e disostruzione vie aeree FORMAZIONE Il Defibrillatore automatico salva vita: formazione come primo passo I nostri corsi di formazione Corso RSPP Modulo C: ottobre nuovo appuntamento Corso di formazione ECM 22/09/2015 MEDICINA DEL LAVORO Alcol e lavoro: dalla sorveglianza sanitaria al DVR Norme sull’assunzione di lavoratori disabili, quando, come POLIAMBULATORI La dieta mediterranea – Contributo a cura del Dott. Parpaglioni Psicoterapia individuale, familiare o di coppia: un percorso per stare bene - Contributo a cura del Dr. Pasini Screening oncologici: si può fare di più (da BresciaOggi del 20/01/2015) Come si scelgono i programmi di cura per il cancro mammario? - Contributo a cura del Prof. Magno - Direttore Sanitario Poliambulatori Fleming Tecna NEWS E SCADENZE INAIL: Sconto per prevenzione alle imprese che si dotano di Defibrillatore Stampanti sempre più green - spazio a cura di Ingross Carta Giustacchini 04 04 05 06 07 08 09 10 10 11 12 13 14 14 16 18 18 20 21 22 24 24 25 4 SICUREZZA SICUREZZA E PREVENZIONE E PREVENZIONE RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO Quali sono le conseguenze dello stress sul lavoratore e sull’azienda? lo stress non è una malattia, ma si possono tuttavia notare i cambiamenti nel modo in cui i lavoratori si sentono e si comportano sul luogo di lavoro: è importante “riconoscere questi segnali presto perche, se prolungati, possono portare a problemi di salute fisica e mentale”. Quali possono essere gli eventuali segnali della presenza di stress? • la presenza di particolari reazioni emotive; • la presenza di particolari reazioni cognitive; • la presenza di particolari reazioni comportamentali; • problemi di salute fisica e mentale. Le persone affrontano diversamente lo stress. Non solo ciascuno ha modi differenti rispetto agli altri, ma addirittura lo stesso individuo cambia secondo le circostanze esterne. È evidente che le stesse persone manifestano risposte allo stress non sempre uguali. I potenziali indicatori di stress potrebbero essere: alto assenteismo; elevata rotazione del personale; conflitti interpersonali; lamentele frequenti da parte dei lavoratori; pianificazione dell’orario di lavoro; grado di autonomia; grado di coincidenza tra esigenze imposte dal lavoro e capacità o conoscenze dei lavoratori; carico di lavoro; condizioni e ambiente di lavoro; comunicazione; pressioni emotive e sociali; sensazione di non poter far fronte alla situazione; percezione di una mancanza di aiuto. L’azienda può essere influenzata negativamente dallo stress in molti modi diversi, come ad esempio dall’aumento dei costi del personale e da sensibili cali di produzione. Spesso le assenze sul posto di lavoro possono essere collegate allo stress: • assenze per malattia (a causa di malattie legate allo stress); • problemi di salute indirettamente correlati allo stress (o aggravati da esso); • assenze per malattia come modo per far fronte allo stress; • assenze per malattia a causa dello scarso coinvolgimento/morale basso. Una riduzione delle prestazioni sul lavoro a causa dello stress “costa il doppio” che un’assenza dal lavoro poiché porta a lavorare in modo meno efficace, ad una scarsa concentrazione, a difficoltà nel processo decisionale, a stanchezza e a difficoltà a rispettare le tempistiche. Con un mondo del lavoro in continua crisi e l’incessante aumento dei ritmi lavorativi non è inusuale percepire tensione e stress sul posto di lavoro. Una percezione che influisce tra l’altro sul grado di soddisfazione lavorativa, sulla motivazione a fornire prestazioni e sul legame emotivo con l’azienda. In questo contesto sono tanti gli elementi a giocare un ruolo importante: dai contenuti del lavoro agli aspetti organizzativi, alla collaborazione tra colleghi e superiori gerarchici alle caratteristiche caratteriali di ogni lavoratore. Per imparare a conoscere il fenomeno “stress” bisogna porsi alcune domande quali: • come viene definito lo stress? • come differenziare tra stress negativo - generatore di malattie - e i challenge sani e positivi? • segnali di stress: in che cosa riconoscere lo stress? • cause di stress: quali sono le cause nella vita professionale e in quella privata? Ogni datore di lavoro e/o dirigente e/o collaboratore deve: • percepire i segnali di stress nel proprio ambiente di lavoro; • trovare le cause dello stress osservando, facendo domande e discutendo; • introdurre delle misure per diminuire e prevenire lo stress. Fleming tecna può assistere le aziende nella valutazione stress lavoro correlato. A tal fine abbiamo messo a punto un programma modulare che si sviluppa in più fasi 1) STEP DI VALUTAZIONE INIZIALE (Creazione Gruppo di Lavoro dedicato e definizione metodo di valutazione; Raccolta indicatori aziendali con elaborazione del DVR stress; Consegna e discussione del DVR stress lavoro correlato e coordinamento per la redazione programma degli interventi); 2) STEP DI APPROFONDIMENTO CON IL COINVOLGIMENTO DEI LAVORATORI Per saperne di più, o per ricevere un’offerta contattaci! SICUREZZA E PREVENZIONE 5 VIDEOTERMINALI: OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO tezione individuale (DPI) da fornire ai lavoratori; • Preparare il documento di valutazione del rischio contenente un programma temporale di attuazione degli interventi, secondo le priorità emerse dall’analisi; • Discutere con le funzioni preposte e responsabili, i rappresentanti dei lavoratori del documento preliminare di valutazione e del relativo programma di attuazione degli interventi; • Stendere la relazione finale. Quali gli obblighi del datore di lavoro, valutazione dei rischi alla scelta delle attrezzature. Nel Titolo VII del D.Lgs. 81/2008, dedicato alle “attrezzature munite di videoterminali”, l’articolo 174 stabilisce che il datore di lavoro organizzi e predisponga i posti di lavoro, in conformità ai requisiti minimi di cui all’allegato dedicato del Testo Unico e adotti le misure appropriate ad ovviare ai rischi riscontrati in base alle valutazioni. Il lavoro con i videoterminali (VDT) può comportare vari effetti sulla salute, in relazione alla durata dell’esposizione, alle condizioni dell’hardware, dell’ergonomia del posto di lavoro e delle condizioni ambientali. Quali sono, quindi i principali obblighi del datore di lavoro? Il datore di lavoro deve: • Aggiornare il documento di valutazione dei rischi (attraverso il quale vengono previste adeguate misure di prevenzione e protezione, previa consultazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ed in collaborazione con il medico competente); • Individuare i dipendenti che rientrano nell’applicazione della normativa, accertando l’effettivo raggiungimento o superamento del limite settimanale di adibizione, in collaborazione con i dirigenti preposti alle varie strutture e tenendo conto della specifica attività degli interessati, delle modalità e dei tempi del suo svolgimento in riferimento alle logiche organizzative proprie di ogni amministrazione; • Predisporre dei posti di lavoro adeguati. Le fasi che tutti i datori di lavoro devono seguire per la valutazione del rischio: • Effettuare un esame preliminare dell’attività lavorativa e una riunione con le funzioni preposte e responsabili e con i rappresentanti dei lavoratori; • Effettuare sopralluoghi degli ambienti di lavoro, delle apparecchiature e degli impianti di ogni unità organizzativa elementare, consultazione dei lavoratori e verifica generale degli adempimenti di legge pregressi; • Descrivere dettagliatamente il processo lavorativo; • Individuare le potenziali fonti di rischio per ogni luogo di lavoro e per mansione; • Individuare i lavoratori addetti ai videoterminali (oltre i lavoratori d’ufficio); • Identificare il rischio di esposizione residuo, in riferimento alle regole di buona tecnica; • Valutare i rischi identificati ed elaborare un giudizio di gravità per ciascuno dei essi, con riguardo a norme di legge, standard nazionali e internazionali di buona tecnica, linee guida di tutela della salute e igiene del lavoro, prassi amministrative, orientamenti dei fabbricanti di macchine e attrezzature, integrando tali dettami con indicazioni derivanti dal buon senso e dalla pratica ingegneristica; • Individuare delle misure di prevenzione e protezione da attuare in seguito agli esiti della valutazione e dei dispositivi di pro- Rispetto alle caratteristiche che devono possedere i videoterminali e le modalità di predisposizione e organizzazione dei posti di lavoro si segnala, ad esempio che per quanto riguarda lo schermo: • I caratteri devono avere una buona definizione e una forma chiara, una grandezza sufficiente e vi deve essere uno spazio adeguato tra i caratteri e le linee; • L’immagine deve essere stabile; • deve essere orientabile ed inclinabile liberamente e facilmente per adeguarsi alle esigenze dell’utilizzatore; • Non deve avere riflessi e riverberi. La tastiera deve essere inclinabile e dissociata dallo schermo per consentire al lavoratore di assumere una posizione confortevole e tale da non provocare l’affaticamento delle braccia o delle mani e lo spazio davanti alla tastiera deve essere sufficiente onde consentire un appoggio per le mani e le braccia dell’utilizzatore. Inoltre la tastiera: • Deve avere una superficie opaca onde evitare i riflessi; • I tasti devono avere simboli sufficiente in contrasto ed essere leggibili dalla normale posizione di lavoro. Relativamente alla scelta dei software e dei videoterminali, nel momento dell’acquisto è necessario considerare che siano: • Adeguati alla mansione da svolgere; • Di facile uso e, se del caso, adattabili a livello di conoscenza e esperienza all’utilizzatore; • Devono rispettare i principi dell’ergonomia. 6 ACCREDIA, l’Ente unico nazionale di accreditamento designato dal Governo italiano, ossia l’unico ente riconosciuto in Italia ad attestare che gli organismi di certificazione ed ispezione, i laboratori di prova e quelli di taratura abbiano le competenze per valutare la conformità dei prodotti, dei processi e dei sistemi agli standard di riferimento. ACCREDIA opera sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico e svolge un servizio di pubblica autorità, in quanto l’accreditamento è un servizio svolto nell’interesse pubblico ed uno strumento di qualificazione dei prodotti e servizi che circolano su tutti i mercati. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Indice di gravità (%) Perché un azienda dovrebbe certificarsi? Da un indagine condotta recentemente su un campione di otlre 70 aziende emerge che La certificazione del Sistema di Gestione di Salute e Sicurezza sul lavoro (SGSSL) secondo lo standard BS OHSAS 18001:2007 permette all’impresa di ottenere i seguenti risultati: 1. rispettare i requisiti previsti dalla legge in materia di salute e sicurezza sul lavoro grazie all’aggiornamento tempestivo sulle novità legislative e al controllo puntuale delle scadenze di legge; 2. migliorare le prestazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro; 3. ridurre gli infortuni e quasi infortuni, grazie all’attenta analisi dei rischi per la salute e sicurezza sul lavoro e dei metodi di intervento per ridurli al minimo; 4. ridurre i costi derivanti dalla “non sicurezza”; 5. aumentare l’efficienza mediante la riorganizzazione dei ruoli e la pianificazione delle attività; Di seguito una tabella, disponibile sul sito di Accredia, che consente di valutare quanto ha inciso, nei vari settori produttivi, l’adozione di un sistema di gestione salute e sicurezza sul lavoro relativamente alla diminuzione degli infortuni: Indice di frequenza (%) Un Sistema di Gestione della Sicurezza è uno strumento elaborato da un’organizzazione per controllare e gestire tutte le attività svolte, al fine di minimizzare i rischi relativi a salute e sicurezza dei lavoratori, contribuendo alla diminuzione degli infortuni sul lavoro ed alla diminuzione dei costi della “non sicurezza”. Si tratta di standard di carattere volontario, applicabili a tutte le organizzazioni (private e pubbliche, manifatturiere e commerciali). Per citarne alcuni: OHSAS 18001, Sistema Uni-Inail…. Ad esempio, un Sistema implementato ai sensi dello standard OHSAS 18001 può essere certificato da un organismo di certificazione; ovvero è possibile ottenere, da un ente terzo, un’attestazione dell’impegno concreto dell’azienda nei confronti della salute e sicurezza dei lavoratori. Grazie al suo carattere volontario ed il riconoscimento a livello internazionale, la certificazione del SGSL è un traguardo che, data la crescente attenzione verso le problematiche relative alla salute e sicurezza dei lavoratori, può costituire un vantaggio competitivo sui mercati nazionali ed esteri per qualsiasi tipologia di azienda. I requisiti indispensabili per sostenere una certificazione in base allo standard OHSAS 18001 sono: 1. la realizzazione di un sistema di gestione della sicurezza costituito, essenzialmente, da un insieme di regole e di responsabilità; 2. il rispetto della normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro a tutti i livelli; 3. l’impegno, da parte del management, verso il miglioramento continuo in materia di salute e sicurezza dei lavoratori, testimoniato dalla definizione di obiettivi mirati per questa specifica tematica. Attività varie Lavorazioni agricole Chimica Costruzioni Energia, acqua e gas Legno -21 -26 -33 -32 -15 -45 -42 -33 -34 -73 Metallurgica Mineraria Industrie tessili Trasporti Dati in complesso -6 -43 -64 -13 -27 -18 -51 -40 -32 -3 Settori Riduzione dei costi, aumento dell’efficienza e del vantaggio competitivo, sono solo alcuni degli aspetti di maggior appeal 6. migliorare la collaborazione tra le figure aziendali grazie al perseguimento di uno scopo comune; 7. aumentare il vantaggio competitivo sui mercati italiani ed esteri attraverso il riconoscimento come azienda impegnata nella gestione della salute e sicurezza sul lavoro. 8. accedere alle agevolazioni nelle procedure di finanziamento con semplificazioni burocratiche/amministrative; 9. migliorare i rapporti e le comunicazioni con le autorità; 10. rendere facilmente integrabile il SGSSL con gli altri sistemi di gestione (qualità e ambiente). Inoltre, l’adozione di un SGSSL conforme all’art. 30 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. ha efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni (D.Lgs. 231/2001). GG Tariffa COS’É UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA E PERCHE’ ADOTTARLO? SICUREZZA E PREVENZIONE Il contratto di consulenza “Miglioramento delle sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro” stipulato con Fleming Tecna srl risponde, in gran parte, ai punti necessari per l’ottenimento di un SGSSL o per l’implementazione di un sistema di gestione della sicurezza. 7 SICUREZZA E PREVENZIONE A.D.R. 2015 VALIDA ANCHE PER I TRASPORTI INTERNI IN ITALIA Entrata in vigore della normativa ADR in campo nazionale a seguito di recepimento della Direttiva Europea 2014/103/UE A.D.R. è l’acronimo di Agreement concerning the international carriage of Dangerous goods by Road - Accordo Europeo per il trasporto internazionale di merci pericolose su strada ed è stato concluso a Ginevra il 30.09.1957 ed attualmente vi aderiscono 48 stati membri tra cui i Paesi della Comunità Europea, la Svizzera ed altri Paesi Europei non Comunitari (Russia, Norvegia, Ucraina,ecc...) oltre anche ad alcuni Paesi del Nord Africa. I Paesi Comunitari, a seguito di Recepimento delle Direttive Europee succedute nel tempo, applicano questa normativa anche per il trasporti interni nazionali. L’ADR suddivide le materie e gli oggetti pericolosi in 13 classi in base al tipo di pericolo che rappresentano. La norma “ADR” si aggiorna a frequenza biennale in occasione degli anni dispari, in considerazione dello sviluppo tecnologico e delle nuove esigenze nel mondo del trasporto su strada. É entrata infatti in vigore la nuova normativa ADR per l’anno 2015. Per le spedizioni internazionali è in vigore dal 01.01.2015 mentre per il campo nazionale si è reso necessario il recepimento della Direttiva Europea 2014/103/UE (che adegua per la terza volta la Direttiva 2008/68/CE) attraverso il D.M. 16 Gennaio 2014 pubblicato in G.U. del 03.04.2015. Cosa si intende per merci pericolose? Per merci pericolose si intendo quelle cose (compreso i rifiuti) che possono creare potenzialmente gravi pericoli a persone, a cose o all’ambiente (es. esplosivi, gas, radioattivi, infiammabili, tossici, corrosivi,ecc...). A quali operatori si rivolge la norma ADR? Contrariamente a quanto si possa pensare la norma ADR non si rivolge solo ai trasportatori ma anche a tutti gli operatori che compiono solo operazioni di carico e scarico ad esso connesse. La normativa individua infatti precisi obblighi anche per speditori, caricatori, scaricatori, riempitori, destinatari, imballatori. Tutti gli operatori, infatti, sono soggetti al rispetto delle procedure e alla formazione del personale coinvolto nella movimentazione di queste sostanze. Tra gli obblighi più importanti, tra l’altro, si segnala quello della nomina del “Consulente ADR”, fatti salvo i casi di esenzione (in caso di mancata nomina il D.lgvo 35/2010 prevede sanzioni da 8.000 a 48.000 €!). La versione ADR 2015 prevede diverse novità tra cui: • Nuove tipologie di esenzioni; • Nuove procedure per il trasporto di alcuni rifiuti sottoposti a norma ADR; • Nuove prescrizioni per il trasporto alla rinfusa; • Nuove prescrizioni su etichettatura dei colli e placcatura dei veicoli; • Modifica delle istruzioni scritte e di alcune dotazioni di protezione individuale; • Aggiornamento quadro sanzionatorio previsto dall’art.168 del Codice della Strada in vigore dal 02.01.2015. Ing. Daniele Antelmi Trasporti merci pericolose e hai bisogno di un consulente ADR? É possibile conferire l’incarico a Fleming Tecna srl! Contatta i nostri uffici telefonando al numero 030.3390840 o inviate una mail a [email protected] 8 SCUOLA: CONDANNATI I DOCENTI RSPP Una sentenza sulle responsabilità degli RSPP La Cassazione ha confermato le sei condanne, tre a carico di funzionari della Provincia di Torino e tre per gli insegnanti, per il crollo del soffitto al liceo “Darwin” di Rivoli. La Corte ha rigettato i ricorsi presentati dai sei imputati confermando integralmente le condanne emesse dalla Corte d’Appello di Torino il 28 ottobre 2013. La IV Sezione Penale ha dichiarato la colpevolezza dei funzionari della Provincia di Torino responsabili per l’edilizia scolastica Michele Del Mastro (condannato a 4 anni), Sergio Moro (3 anni e 4 mesi) ed Enrico Marzilli (3 anni e 4 mesi), e dei tre insegnanti che si sono succeduti nel ruolo di responsabili per la sicurezza al liceo Darwin, Paolo Pieri (2 anni e 6 mesi), Diego Sigot (2 anni e 2 mesi), Fulvio Trucano (2 anni e 9 mesi). Alla lettura della sentenza erano presenti i famigliari di Vito Scafidi. La madre ha accolto l’esito tra le lacrime. Nell’incidente, accaduto nell’istituto il 22 novembre 2008, morì uno studente di 17 anni, Vito Scafidi, mentre altri diciassette rimasero feriti. La vicenda riportò all’attenzione il problema della sicurezza degli edifici scolastici, sollevato con toni severi dall’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La sentenza affrontava, in particolare, la responsabilità dei Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione, definiti “i garanti della sicurezza”. Nella sentenza di appello, infatti, sono stati condannati i tre responsabili con pene dai 2 anni e 2 mesi ai 3 anni e 6 mesi che in primo grado erano stati assolti. “Se di fronte al tempo di un quarto di secolo qui trascorso, dal 1984 al 2008, - scrivono i magistrati - si fosse verificato lo stato di quel controsoffitto conoscibile, ispezionabile e monitorabile con il sovrastante vano tecnico, si sarebbero potute evidenziare, valutare e fronteggiare le sue gravi anomalie; ne ignoravano l’esistenza: e ciò che non si conosce è, e non può che essere insicuro, e continuare a esserlo”. SICUREZZA E PREVENZIONE 9 SICUREZZA E PREVENZIONE EMERGENZA PEDIATRICA EMERGENZA PEDIATRICA E DISOSTRUZIONE VIE AEREE 15 SETTEMBRE 2015 DALLE ORE 20.00 POLIAMBULATORI FLEMING TECNA C/O FLEMING TECNA SRL VIA G ZADEI 64/66 25123 BRESCIA RELATORI Medico dott.ssa Elisa Inselvini Pediatra dott.ssa Graziella Iacono SERATA GRATUITA APERTA A TUTTA LA CITTADINANZA T. 030 3390840 · 030 3390841 . F. 030 3792855 . via G. Zadei, 64 - 25123 Brescia [email protected] . www.flemingtecna.it 10 FORMAZIONE FORMAZIONE IL DEFIBRILLATORE AUTOMATICO SALVA VITA In Italia sono circa 60mila le persone che muoiono ogni anno per una crisi cardiaca improvvisa. Molte potrebbero essere salvate con i Dae, apparecchi che per essere utilizzati richiedono soltanto un corso di addestramento della durata di poche ore. L’IMPORTANZA DEL FATTORE TEMPO: Alcune morti sono inevitabili, ma in molti casi applicare subito il defibrillatore può salvare la vita. A Piacenza, dove dal 1999 è attivo il “Progetto Vita”, che ha previsto la diffusione capillare di defibrillatori automatici esterni (Dae), apparecchi che sono in grado di riconoscere la fibrillazione ventricolare e di interromperla con uno shock elettrico, distribuiti in diversi punti fissi e mobili della città e affidati a volontari non sanitari formati con un corso della durata di cinque ore, su un totale di 354 arresti cardiaci registrati in 22 mesi, in circa il 40% dei casi sono intervenuti i volontari e il tasso di sopravvivenza dei pazienti trattati inizialmente grazie al Progetto Vita, pari al 10,5%, è stato nettamente superiore rispetto al 3,3% registrato tra i pazienti raggiunti soltanto dai soccorsi avanzati. L’efficacia dell’intervento tempestivo dei volontari è stata ancora più evidente nei pazienti con ritmo defibrillabile. In questi casi, infatti, la percentuale di sopravvivenza è salita al 44,1% contro il 21,2%. “Dopo 10 minuti i danni cerebrali sono irreversibili”. “Ogni minuto che passa dall’inizio dell’arresto cardiaco riduce di circa il 10% le probabilità di successo della scarica elettrica e dopo dieci minuti i danni subiti a livello cerebrale diventano irreversibili”, spiega Bruno Papaleo, del dipartimento di Medicina del Lavoro dell’INAIL, che coordina un gruppo di ricerca sulla diffusione della cultura del primo soccorso nei luoghi di lavoro. “L’esito degli infortuni sul lavoro - aggiunge Papaleo - non dipende soltanto dall’entità del danno, ma anche dalla prontezza ed efficacia dei primi soccorsi che possono fare la differenza tra la vita e la morte, tra recupero rapido o prolungato, tra disabilità temporanea o permanente. Questo vale anche per la morte cardiaca improvvisa, che in molti casi si verifica sul posto di lavoro”. Organizzare l’emergenza nei luoghi di lavoro. L’organizzazione del primo soccorso sul posto di lavoro dovrebbe fondarsi sulla accurata valutazione delle caratteristiche dell’azienda, in relazione al numero dei lavoratori occupati, alla natura dell’attività e ai fattori di rischio presenti. L’efficacia del primo soccorso è correlata, infatti, a una serie di fattori che vanno dall’organizzazione di un piano emer- genza interno, alla formazione dei lavoratori, alla reperibilità ed efficienza dei presidi sanitari, fino all’attivazione precoce del 112 e alla corretta esecuzione delle manovre di primo soccorso. L’importanza della formazione della popolazione non sanitaria. La formazione degli addetti al primo soccorso, prevista dalla normativa vigente sulla sicurezza al lavoro (DM388/2003), può contribuire alla diffusione della cultura dell’emergenza nella popolazione “laica”, cioè non sanitaria. Questa formazione è mirata a far sì che chi assiste a un incidente sappia mettere in atto delle manovre di facile esecuzione che permettono di prestare soccorso nel caso si verifichi un’alterazione delle funzioni vitali tale da mettere a repentaglio la sopravvivenza. La conoscenza diffusa di queste elementari manovre salvavita, compreso l’utilizzo del Dae, può avere un impatto positivo non solo sulla sicurezza dei lavoratori, riducendo gli esiti negativi degli incidenti e dei malori sul lavoro, ma anche sulla società in generale. “Dovrebbero essere disponibili come idranti ed estintori”. La legge numero 191 del 2009, con il relativo decreto ministeriale del 18 marzo 2011, raccomanda la presenza di Dae in tutti i luoghi di grande affluenza come alberghi, ristoranti, centri commerciali, cinema, piscine e stabilimenti balneari. Il Dae dovrebbe essere posizionato in modo da garantire l’intervento entro cinque minuti ed è consigliato soprattutto nelle aree in cui sono presenti apparecchi elettrici, nei luoghi di lavoro all’aperto, dove possono cadere fulmini o si lavora su linee elettriche, nelle zone isolate dove è più difficile fare arrivare i soccorsi e nei luoghi di transito o permanenza di molte persone. “Il percorso didattico specifico per l’utilizzo del Dae, previsto da linee guida internazionali può essere facilmente integrato con i corsi di formazione per addetti al primo soccorso che sono obbligatori per legge, nei quali è previsto un modulo specifico per l’emergenza e la rianimazione cardiopolmonare. Fonte: Inail. 11 FORMAZIONE FORMARSI PER NON FERMARSI CALENDARIO CORSI DI FORMAZIONE SETTEMBRE - OTTOBRE 2015 Corsi realizzati secondo le indicazioni dell’Accordo Stato Regioni del 21/12/2011 Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Datore di Lavoro R.S.P.P. D.Lgs. 81/08 In ottemperanza all’Accordo Stato Regioni del 21.12.2011 MODULO “A” Corso base per svolgere ruolo di ASPP -RSPP (D.Lgs. 81/08) Corso di 28 ore: 3 giornate e mezza Costo complessivo € 680 (+Iva) • • • • Lunedì 21 Settembre; Mercoledì 23 Settebre; Lunedì 28 Settembre; Mercoledì 30 settembre ore 8,30-12,30 Orario: 8,30-12,30/13,30-17,30 Datori di Lavoro basso rischio, 16 ore: € 520. Datori di Lavoro medio rischio, 32 ore: € 680. Datori di Lavoro alto rischio, 48 ore: € 1000. • Lunedì 21 e Mercoledì 23 Settembre; • Lunedì 28 Settembre e Mercoledì 30 Settembre; • Alto Rischio date da definire. Orario: 8,30-12,30/13,30-17,30 MODULO “C” Accordo Stato Regioni FORMAZIONE LAVORATORI: Giovedì 3, 10, 17, 24 settembre Orario: 8,30-12,30/13,30-17,30 • Corso base: 4 ore € 70 (+ Iva) • Corso completo basso rischio: 8 ore € 110 (+ Iva). • Corso completo medio rischio: 12 ore € 165 (+ Iva). • Corso completo alto rischio: 16 ore € 220 (+ Iva). Corso Preposti Lunedì 12 Ottobre; Lunedì 19 Ottobre; Lunedì 26 Ottobre. D.Lgs. 81/08 e Accordo Stato Regioni del 21.12.2011 Orario: 8,30-12,30/13,30-17,30 Giovedì 15 ottobre Costo complessivo € 820 (+Iva) Corso di 8 ore teorico con prova finale. 08.30 - 12.30 e 13.30-17.30 Addetto al Carrello Elevatore Costo di partecipazione € 300 (+Iva) Corso Dirigenti D.Lgs. 81/08 Art. 36, 37, 73 Accordo Stato Regioni 22.02.2012 CORSO DI 12 ORE TEORICO PRATICO • Giovedì 29 ottobre: 08.30-12.30/13.30-17.30 • Venerdì 30 ottobre: 08.30-12.30 Costo di partecipazione € 210 (+Iva) (D.Lgs. 81/08) Corso di 32 ore: 4 giornate tempo pieno Costo complessivo € 680 (+Iva) La quota è comprensiva dei materiali didattici • Lunedì 21 Settembre; • Mercoledì 23 Settembre; • Lunedì 28 Settembre; Orario: 8,30-12,30/13,30-17,30 AGGIORNAMENTO ANNUALE D.Lgs. 81/08 Accordo Stato Regioni del 21.12.2011 Di specializzazione per R.S.P.P. Obbligatorio per tutti gli RSPP - (D.Lgs. 81/08) • • • PRIMO RILASCIO • Mercoledì 30 Settembre MODULO “B” E AGGIORNAMENTI Aggiornamento 4 ore Macrosettori 1-6-8-9 Macrosettori 3-4-5-7 Costo singolo modulo da 4 ore € 200 (+Iva). 1. Agricoltura (ore 36); 3. Costruzioni (ore 60); per il calendario 4. Industria (ore 48); dettagliato con tutti gli 5. Chimica, gom-ma (ore 68); appuntamenti 6. Artigianato (ore 24); ed il programma 7. Sanità servizi sociali (ore 60); contattate il 8. P.A e Scuola (ore 24); nostro ufficio formazione 9. Servizi (ore 12). Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (R.L.S.) D.Lgs. 81/08 e Accordo Stato Regioni del 21.12.2011 CORSO DI 16 ORE - 4 MODULI • • Martedì 3 Novembre; Martedì 10 Novembre. Mercoledì 30 Settembre - 8 ore per aziende con più di 50 dipendenti: Costo 8 ore € 300 (+Iva)- Orario: 8,30-17,30 - 4 ore per aziende con meno di 50 dipendenti: Costo 4 ore € 170 (+Iva) - Orario: 13.30-17.30 Corso Prevenzione Incendio RISCHIO MEDIO: 8 ORE Costo complessivo € 170 (+Iva) • Giovedì 17 Settembre Orario: 08.00-12,00/13,00-17,00 • Giovedì 8 Ottobre: Orario: 9,30-12,30/13,30-18,30 Pronto Soccorso CORSO COMPLETO di 12 o 16 ore € 220 (+Iva) • Martedì 13 ottobre: 08.30-17.30 • Mercoledì 14 ottobre: 08.30-17.30 AGGIORNAMENTO di 4 o 6 ore € 90 (+Iva) • Mercoledì 14 ottobre: 08.30-14.30 Orario: 8,30-12,30/13,30-17,30 Attrezzature da lavoro CORSO TEORICO - PRATICO c/o Fornoni srl - via Adige 1 - CHIARI Costo e durata relativi al tipo di attrezzatura Costo complessivo € 680 (+Iva) Spazi Confinati D.Lgs. 81/08 e D.P.R. 177/2011 Ottobre, data da definirsi Corso teorico pratico di 8 ore 8.30-12.30/13.30-17.30 Costo partecipazione € 300 (+Iva) 12 CORSO RSPP MODULO C: SPECIALIZZIAZIONE PER RSPP Il MODULO C è il modulo di specializzazione della durata di 24 ore la cui frequenza è obbligatoria per i soli RSPP (Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione) e ne completa il percorso formativo. Il ruolo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) richiede, oltre alle conoscenze tecniche e normative in materia di sicurezza sul lavoro, competenza negli aspetti di comunicazione, di organizzazione e capacità gestionali. 13 OTTOBRE - 8 ORE ORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONE •La valutazione del rischio come: a) processo di pianificazione della prevenzione b) conoscenza del sistema di organizzazione aziendale come base per l’individuazione e l’analisi dei rischi. c) elaborazione di metodi per il controllo della efficacia ed efficienza nel tempo dei provvedimenti di sicurezza presi. •Il sistema di gestione della sicurezza : linee guida UNI-INAIL, integrazione confronto con norme e standard (OSHAS 18001, ISO, ecc). •Il processo del miglioramento continuo. •Organizzazione e gestione integrata delle attività tecnico-amministrative (capitolati, percorsi amministrativi, aspetti economici). 20 OTTOBRE IL SISTEMA DELLE RELAZIONI E DELLA COMUNICAZIONE •Il sistema delle relazioni: RLS, Medico competente, lavoratori,datore di lavoro, enti pubblici, fornitori, lavoratori autonomi, appaltatori, ecc. •Gestione della comunicazione nelle diverse situazioni di lavoro. •Metodi, tecniche e strumenti della comunicazione. •Gestione degli incontri di lavoro e della riunione periodica •Negoziazione e gestione delle relazioni sindacali. FORMAZIONE 20 OTTOBRE - 4 ORE RISCHI DI NATURA ERGONOMICA •L’approccio ergonomico nell’impostazione dei posti di lavoro e delle attrezzature. •L’approccio ergonomico nell’organizzazione aziendale. •L’organizzazione come sistema : principi e proprietà dei sistemi. RISCHI DI NATURA ERGONOMICA •Elementi di comprensione e differenziazione fra stress, mobbing e burn-out. •Conseguenze lavorative dei rischi da tali fenomeni sulla efficienza organizzativa, sul comportamento di sicurezza del lavoratore e sul suo stato di salute. •Strumenti, metodi e misure di prevenzione •Analisi dei bisogni didattici. 27 OTTOBRE - 8 ORE RUOLO DELL’INFORMAZIONE E DELLA FORMAZIONE •Dalla valutazione dei rischi alla predisposizione dei piani di informazione e formazione in azienda •Le fonti informative su salute e sicurezza del lavoro •Metodologie per una corretta informazione in azienda (riunioni, gruppi di lavoro specifici, conferenze, seminari informativi, ecc.) •Strumenti di informazione su salute e sicurezza del lavoro (circolari, cartellonistica, opuscoli, audiovisivi, avvisi, news, sistemi in rete, ecc.) ELEMENTI DI PROGETTAZIONE DIDATTICA •Analisi dei fabbisogni •Definizione degli obiettivi didattici •Scelta dei contenuti in funzione degli obiettivi •Metodologie didattiche •Sistemi di valutazione dei risultati della formazione in azienda. La frequenza al modulo C costituisce Credito Formativo permanente valido per qualsiasi macrosettore ATECO. 13 FORMAZIONE CORSO ECM IN COLLABORAZIONE CON L’ULCERA FLEBOSTATICA: PARAMETRI DI VALUTAZIONE E SCELTA TERAPEUTICA 22 SETTEMBRE 2015 DALLE 14.00 ALLE 18.30 POLIAMBULATORI FLEMING TECNA C/O FLEMING TECNA SRL VIA G ZADEI 64/66 25123 BRESCIA PRESENTAZIONE Il corso si propone di dare una risposta formativa valida ed efficace al crescente bisogno di personale sanitario qualificato e capace di risolvere i problemi legati alle lesioni croniche cutanee. Il corso si svilupperà con lezioni frontali, case report, esame di filmati che metteranno i discenti nella condizione di acquisire competenze base per la gestione dei percorsi assistenziali a cui vanno incontro i pazienti affetti da ulcere cutanee. PROGRAMMA 14.00-14.15 - Presentazione del corso e accoglienza dei partecipanti 14.15-15.15 - Eziologia e patogenesi dell’ulcera flebostatica 15.15-16.15 - La medicazione dell’ulcera 16.15-16.45 - L’elastocompressione 16.45-17.00 - Coffee break 17.00-17.45 - La chirurgia 17.45-18.30 - Prova pratica del bendaggio RESPONSABILE SCIENTIFICO Prof. Lorenzo Magno: medico chirurgo specializzazione in Oncologia Clinica e Radiologia. RELATORI Prof. Cervi: specialista in Chirurgia Generale e Vascolare Dipartimento di Chirurgia, U.O.C Chirurgia Generale I, Università degli Studi di Brescia Chirurgia Vascolare. Dr. Faini: dirigente medico c/o reparto di Chirurgia, divisione di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, Spedali Civili di Brescia e specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva Estetica e Microchirurgia. Segreteria Organizzativa Poliambulatori Fleming Tecna Srl Rif: Dott.ssa Elisa Faustini - Via G. Zadei , 64 25123 Brescia Telefono: 030.3390840 - Fax: 030.3702855 E-mail: [email protected] dal lunedì al venerdì dalle ore 08.00 alle ore 18.00 MODALITÀ DI ISCRIZIONE: • Compilare completamente la scheda di iscrizione ed inviarla mezzo e-mail [email protected] o mezzo fax al numero 030.3702855 • Il costo del corso è complessivo di docenze, materiale didattico, utilizzo delle attrezzature e attestato con crediti formativi ECM. • L’iscrizione si formalizzerà con la ricezione della quota di iscrizione. • Il Corso è a numero chiuso e verrà attivato al raggiungimento di minimo 25 iscritti. Vi chiediamo gentilmente di compilare la scheda di iscrizione (in ogni sua parte) ed inviarla tramite fax o mail alla segreteria organizzativa entro il 15 Settembre 2015. Alla stessa, allegare la ricevuta del bonifico bancario da effettuare a favore di: Intestatario: Poliambulatori Fleming Tecna Srl Banca: Banca di Credito Cooperativo Filiale: Agenzia Borgo Trento Iban: IT20C0869211211046000460369 Causale: ISCRIZIONE CORSO ECM ULCERA FLEBOSTATICA QUOTA DI PARTECIPAZIONE 30,00€ 4.2 CREDITI E.C.M. POLIAMBULATORI FLEMING TECNA S.R.L. . via G. Zadei, 64/66 - 25123 Brescia . T. 030 3390840 - 030 395678 · F. 030 3702855 [email protected] · www.flemingtecna.it 14 MEDICINA MEDICINA DEL DELLAVORO LAVORO ALCOL E LAVORO: SORVEGLIANZA SANITARIA E DVR. COSA CAMBIA? Il D.Lgs.vo 81/08, prevede all’art. 41, comma 4, l’obbligo di effettuare la sorveglianza sanitaria finalizzata “alla verifica della assenza di condizioni di alcoldipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti”. L’obbligo non vige indistintamente per tutti i lavoratori ma solo, come recita la norma, “nei casi ed alle condizioni previste dall’ordinamento”, cioè dalle norme specifiche in vigore o che saranno successivamente emanate. Con riferimento alle problematiche legate all’alcol abbiamo, ad oggi, due norme contemporaneamente vigenti che pur trattando dello stesso tema (problemi legati all’alcol) disciplinano, con riferimento ai lavoratori, due aspetti differenti: • La legge 125 del 2001 (“Legge quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati”)- Assunzione sporadica di alcol (legge 125/01); • Il Decreto Legislativo 81/08 (art. 41 comma 4 e 4 bis) e s.m.i. di cui all’Accordo Stato Regioni del 16/03/2006 - Alcoldipendenza (D.Lgs.vo 81/08). La legge 125/01, all’Art. 15, dispone che nelle attività lavorative ad alto rischio di infortunio, ovvero in cui diventa rilevante il problema di garantire la sicurezza di terzi, “è fatto divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche”. Vietando altresì ai datori di lavoro la somministrazione delle stesse ad esempio nei bar aziendali, mense, macchine distributrici ecc… D.Lgs 81/08 art. 41, comma 4 e 4 bis, dispone che “La sorveglianza sanitaria è effettuata dal medico competente... comprende: a) visita medica preventiva intesa a constatare l’assenza di controindicazioni al lavoro cui il lavoratore è destinato al fine di valutare la sua idoneità alla mansione specifica; b) visita medica periodica per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica…..” inoltre stabilisce che le visite siano realizzate “a cura e spese del datore di lavoro, comprendono gli esami clinici e biologici e indagini diagnostiche mirati al rischio ritenuti necessari dal medico competente. Nei casi ed alle condizioni previste dall’ordinamento, le visite ….sono altresì finalizzate alla verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti.” L’art. 4 bis dispone inoltre che “con accordo in Conferenza Stato-regioni, adottato previa consultazione delle parti sociali, vengono rivisitate le condizioni e le modalità per l’accertamento della tossicodipendenza e della alcol dipendenza”. In conclusione del presente articolo è riportata la tabella contenete le mansioni definite “a rischio”. La legge prevede un generale divieto di bere alcolici (divieto non limitato, come spesso si pensa, all’orario di lavoro) prevedendo anche che il medico competente effettui test alcolimetrici sui lavoratori interessati. Tali test devono avere esito del tutto negativo: per i lavoratori addetti a tali mansioni, infatti non c’è un limite di tolleranza perché non è vietato “bere troppo”, è vietato bere in senso assoluto. Un “limite zero” già previsto per tutti i conducenti professionali titolari di patente C/D/E e addetti al trasporto persone. Se un lavoratore viene riscontrato positivo all’alcol test, non significa che è alcoldipendente ma, avendo infranto il divieto e potendo costituire un rischio per se stesso e per gli altri, deve essere allontanato immediatamente dalla mansione a rischio, per il tempo necessario a metabolizzare completamente l’alcol. Attenzione: Non si tratta necessariamente di un lavoratore in evidente stato di ebbrezza sul lavoro, perché in tal caso non è indispensabile che il medico competente (che non sempre è presente in azienda o attivabile in breve tempo) effettui il test, ma il datore di lavoro, il dirigente o il caporeparto, hanno la possibilità e il dovere di allontanare il lavoratore dalla mansione a rischio per sè o per gli altri. (Ciò è espressamente previsto dall’art. 18 comma 1 lettera c del Testo Unico). COSA SUCCEDE IN CASO DI POSITIVITÀ AL TEST ALCOLI METRICO? Nell’eventualità di positività al controllo alcolimetrico e/o al questionario Audit, il medico competente sottoporrà il lavoratore a ulteriori controlli per verificare l’eventuale condizione di alcol-dipendenza; nello specifico il lavoratore dovrà essere sottoposto ad un prelievo ematico per effettuare i successivi esami di laboratorio. Tra gli indicatori di laboratorio utili per una diagnosi di alcol dipendenza figurano: transferrina desialata (CDT), volume corpuscolare medio (MCV), transaminasi (GOT e GPT), gamma-glutamil-transpeptidasi (GGT). Il medico competente quindi esprimerà giudizio di 15 MEDICINA DEL LAVORO inidoneità temporanea alla mansione e comunicherà al datore di lavoro, in forma riservata, il risultato degli accertamenti effettuati (tutto questo in carenza di un chiaro iter causato dalla mancanza di una Legge o Circolare Regionale). Il Datore di lavoro ha l’obbligo di: • Aggiornare il documento di Valutazione dei rischi in funzione di tale norma; • Comunicare al Medico competente la presenza di mansioni citate nell’all. 1 conf. Stato Regioni del 16.03.2006; • Informare i lavoratori e sensibilizzarli riguardo la normativa, rispetto all’adozione di corretti stili di vita…ecc…; • Prevedere percorsi formativi e incontri specifici con i lavoratori, dirigenti o preposti aziendali. Il Gruppo Fleming Tecna, attraverso i Poliambulatori Fleming Tecna sta provvedendo ad aggiornare tutti i piani sanitari inserendo, qualora sia necessario il test alcolimetrico e contemporaneamente Fleming Tecna srl, sta provvedendo aggiornare conseguentemente la Valutazione dei Rischi. ACCERTAMENTO ALCOL-DIPENDENZA MANSIONI CHE COMPORTINO PARTICOLARI RISCHI PER LA SICUREZZA, L’INCOLUMITÁ E LA SALUTE DEI TERZI 1) attività per le quali e’ richiesto un certificato di abilitazione per l’espletamento dei seguenti lavori pericolosi: a) impiego di gas tossici (art. 8 del regio decreto 9 gennaio 1927, e successive modificazioni); b) conduzione di generatori di vapore (decreto ministeriale 1° marzo 1974); c) attività di fochino (art. 27 del decreto del Presidente della Repubblica 9 marzo 1956, n. 302); d) fabbricazione e uso di fuochi artificiali (art. 101 del regio decreto 6 maggio 1940, n. 635); e) vendita di fitosanitari (art. 23 del decreto del Presidente della Repubblica 23 aprile 2001, n. 290); f) direzione tecnica e conduzione di impianti nucleari (decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1970, n. 1450, e successive modifiche); g) manutenzione degli ascensori (decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162); 2) dirigenti e preposti al controllo dei processi produttivi e alla sorveglianza dei sistemi di sicurezza negli impianti a rischio di incidenti rilevanti (art. 1 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334); 3) sovrintendenza ai lavori previsti dagli articoli 236 e 237 del decreto dei Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547; 4) mansioni sanitarie svolte in strutture pubbliche e private in qualità di: medico specialista in anestesia e rianimazione; medico specialista in chirurgia; medico ed infermiere di bordo; medico comunque preposto ad attività diagnostiche e terapeutiche; infermiere; operatore socio-sanitario; ostetrica caposala e ferrista; 5) vigilatrice di infanzia o infermiere pediatrico e puericultrice, addetto ai nidi materni e ai reparti per neonati e immaturi; mansioni sociali e socio-sanitarie svolte in strutture pubbliche e private; 6) attività di insegnamento nelle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado; 7) mansioni comportanti l’obbligo della dotazione del porto d’armi, ivi comprese le attività di guardia particolare e giurata; 8) mansioni inerenti le seguenti attività di trasporto: a) addetti alla guida di veicoli stradali per i quali e’ richiesto il possesso della patente di guida categoria B, C, D, E, e quelli per i quali e’ richiesto il certificato di abilitazione professionale per la guida di taxi o di veicoli in servizio di noleggio con conducente, ovvero il certificato di formazione professionale per guida di veicoli che trasportano merci pericolose su strada; b) personale addetto direttamente alla circolazione dei treni e alla sicurezza dell’esercizio ferroviario; c) personale ferroviario navigante sulle navi del gestore dell’infrastruttura ferroviaria con esclusione del personale di carriera e di mensa; d) personale navigante delle acque interne; e) personale addetto alla circolazione e alla sicurezza delle ferrovie in concessione e in gestione governativa, metropolitane, tranvie e impianti assimilati, filovie, autolinee e impianti funicolari aerei e terrestri; f) conducenti, conduttori, manovratori e addetti agli scambi di altri veicoli con binario, rotaie o di apparecchi di sollevamento, esclusi i manovratori di carri ponte con pulsantiera a terra e di monorotaie; g) personale marittimo delle sezioni di coperta e macchina, nonché il personale marittimo e tecnico delle piattaforme in mare, dei pontoni galleggianti, adibito ad attività off-shore e delle navi posatubi; 16 MEDICINA MEDICINADEL DELLAVORO LAVORO h) responsabili dei fari; i) piloti d’aeromobile; l) controllori di volo ed esperti di assistenza al volo; m) personale certificato dal registro aeronautico italiano; n) collaudatori di mezzi di navigazione marittima, terrestre ed aerea; o) addetti ai pannelli di controllo del movimento nel settore dei trasporti; p) addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci; 9) addetto e responsabile della produzione, confezionamento, detenzione, trasporto e vendita di esplosivi; 10) lavoratori addetti ai comparti dell’edilizia e delle costruzioni e tutte le mansioni che prevedono attività in quota, oltre i due metri di altezza; 11) capiforno e conduttori addetti ai forni di fusione; 12) tecnici di manutenzione degli impianti nucleari; 13) operatori e addetti a sostanze potenzialmente esplosive e infiammabili, settore idrocarburi; 14) tutte le mansioni che si svolgono in cave e miniere. Nel mese di settembre verranno organizzati degli incontri, presso la sede del Gruppo Fleming Tecna, in Via Zadei 64 per illustrare i nuovi obblighi. NELLA TUA AZIENDA CI SONO MANSIONI A RISCHIO? CHIAMA I NS. UFFICI Via G. Zadei, 64 - 25123 Brescia T. 030 395315 - 030 395678 · F. 030 3702944 [email protected] www.flemingtecna.it LAVORATORI DISABILI Le norme previste dalla L.68/99 Le aziende pubbliche e private con un organico di almeno 15 dipendenti, sono tenute a inserire lavoratori disabili nella misura fissata dall’art. 3 della L.68/99. La norma impone ai soggetti di assumere: • una persona disabile (solo nel caso di nuove assunzioni, quindi a partire dalla sedicesima unità), se l’Azienda è da 15 a 35 dipendenti; • due persone disabili se l’Azienda ha da 36 a 50 dipendenti; • persone disabili pari al 7% dei dipendenti occupati e una persona appartenente alle categorie protette ex L.68/99, se l’Azienda ha da 51 a 150 lavoratori; • persone disabili pari al 7% dei dipendenti occupati e appartenenti alle categorie protette per l’1% dei dipendenti di cui alla L. 68/99, se i lavoratori in Azienda sono oltre 150. Per la determinazione del numero dei lavoratori disabili da assumere si deve tenere conto del numero dei dipendenti aziendali assunti con contratto di lavoro subordinato. Sono esclusi dal computo: i lavoratori occupati con contratto a tempo determinato di durata fino a sei mesi, i soci di cooperative di produzione e lavoro, i dirigenti, i lavoratori assunti con contratto di inserimento, i lavoratori occupati con contratto di somministrazione presso l’utilizzatore, ovviamente i lavoratori occupati ai sensi della normativa in materia di persone disabili (quota di riserva L. 68/1999), gli apprendisti, i tirocinanti, i lavoratori con contratto di formazione lavoro (non esistono più), i lavoratori con contratto di inserimento/reinserimento, il personale di cantiere nelle aziende edili e gli addetti al trasporto nelle imprese di autotrasporto, i servizi di polizia e della protezione civile (l’obbligo è previsto solo nei servizi amministrativi). I lavoratori part time si computano in proporzione all’orario ridotto ed i contratti da lavoro intermittente in proporzione alle ore di lavoro svolte nel semestre. Il calcolo dell’organico sul quale fare riferimento per calcolare la percentuale d’obbligo delle assunzioni protette (così detta quota di riserva - da comunicare ogni anno agli Uffici competenti tramite l’invio telematico del prospetto informativo ex l. 68/99) è il 31 dicembre dell’anno precedente, a meno che non si tratti di imprese da 15 a 35 dipendenti, per le quali l’obbligo di assunzione sorge nel momento in cui si decide di procedere a una nuova assunzione. L’obbligo è sospeso per le Aziende che ricorrono alla CIGS, solidarietà e mobilità. É inoltre possibile effettuare la compensazione territoriale ovvero richiedere l’esonero parziale monetizzando parte della scopertura. Per adempiere all’obbligo, le aziende possono utilizzare o la richiesta nominativa (è l’azienda stessa a individuare la persona da inserire nel posto di lavoro) oppure la richiesta numerica (l’azienda fa riferimento alle liste del Collocamento Mirato), ovvero posso stipulare Convenzioni con gli uffici competenti. NORME SULL’ASSUNZIONE DEI Ricordiamo che anche per le assunzioni dei lavoratori svantaggiati è necessario verificarne l’idoneità alla mansione attraverso la visita di pre assunzione! 17 VISITE SPECIALISTICHE ALLERGOLOGIA DIETOLOGIA NEUROLOGIA-PSICHIATRIA • Visita specialistica • Prick tests per allergeni respiratori e alimentari • Patch tests per apteni S.I.D.A.P.A. • Visita specialistica • Visita specialistica Esame Elettromiografico BIOLOGO NUTRIZIONISTA FISIOTERAPIA/ MASSOTERAPIA • Visita specialistica BRONCOPNEUMOLOGIA • Visita specialistica • Spirometria CARDIOCHIRURGIA E ANGIOLOGIA • Visita cardiochirurgica per patologie cardiache e vascolari • Visita angiologica • Eco-doppler arterioso-venoso (carotidi, arti superiori ed inferiori, Tsa addome) CARDIOLOGIA • Visita specialistica • Elettrocardiogramma • Ecocardiogramma • Ecocardio color-doppler • Holter • Monitoraggio pressione 24h CHECK-UP • Assicurativi • Privati • Prelievi Ematici CHIRURGIA GENERALE • Visita specialistica • Visita chirurgica senologica • Visita chirurgica per patologia tiroidea CHIRURGIA PLASTICA • Visita specialistica DERMATOLOGIA • Visita specialistica • Patch tests sostanze da contatto • Controllo nevi/crioterapia DIABETOLOGIA • Visita specialistica FISIATRIA • Visita specialistica GERIATRIA • Visita specialistica GINECOLOGIA E OSTETRICIA • Visita specialistica • Pap-test, Pap-test fase liquida, tampone vaginale • Ecografia pelvica-transvaginale • Ecografia ostetrica I trimestre • Tampone uretrale MEDICINA DEL LAVORO • Medico Competente • Certificati idoneità • Clinica mobile • Audiometria in cabina silente • Rx Torace • Spirometria • ECG • Screening tossicologico • Prelievi ematici • Corsi formazione MEDICINA DELLO SPORT • Visita specialistica con ECG per attività sportive non agonistiche • Ecografie muscolo-tendinee MEDICINA ESTETICA • Visita specialistica MEDICINA GENERALE INTERNISTICA • Visita specialistica • Ecografia addome superiore • Ecografia addome inferiore • Ecografia tiroidea • Ecografia addome completo • Ecografia parti molli MEDICINA LEGALE • Visita specialistica • Perizie legali OCULISTICA • Visita specialistica • Visita oculistica con fondo cristallino • Visita ergoftalmologica ONCOLOGIA CLINICA • Visita specialistica ORTOPEDIA • Visita specialistica • Manipolazione • Infiltrazione OTORINOLARINGOIATRIA • Visita otorinolaringoiatrica • Valutazione otovestibolare • Esame audiometrico in cabina silente • Fibrinolaringoscopia PEDIATRIA • Visita pediatrica • Ecografia delle anche PODOLOGO PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA REUMATOLOGIA • Visita specialistica SENOLOGIA • Visita specialistica • Ecomammaria STUDIO DENTISTICO • Odontoiatria • Protesi dentaria UROLOGIA • Visita specialistica • Ecografia renale, scrotale, prostatica 18 POLIAMBULATORI POLIAMBULATORI LA DIETA MEDITERRANEA: PATRIMONIO IMMATERIALE DELL’UNESCO La dieta mediterranea è un regime alimentare tipico di alcuni paesi del bacino mediterraneo degli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso. Nel 1958 Keys, dopo aver soggiornato a lungo a Pioppi, una piccola città campana, cominciò il Seven Country Study, uno studio che aveva l’obiettivo di evidenziare l’associazione tra malattie cardiovascolari e alimentazione; da questo lavoro venne codificata la dieta mediterranea ritenuta, prima da Keys e successivamente dal resto del mondo accademico, una dieta salutare, completa e capace di abbassare il rischio di malattie cardiache nelle popolazioni (1). Nel 2010 la dieta mediterranea è riconosciuta dall’UNESCO patrimonio immateriale dell’umanità (2), il prezioso riconoscimento sancisce l’importanza di questo stile di vita, più che di una semplice dieta, in modo incontestabile. In particolare, si basa sul consumo di cereali integrali, legumi, olio extravergine d’oliva, moderate quantità di pesce e carni bianche, verdure e frutta, ma ha alla sua base anche la convivialità, l’attività fisica, la stagionalità e l’accento sui prodotti locali, trasformando quindi delle semplici indicazioni alimentari in qualcosa di più organico e integrato nella vita delle persone. Scendendo un po’ più in dettaglio possiamo andare a studiare la piramide alimentare mediterranea (3). Alla base troviamo il consumo di acqua e i comportamenti sociali già ricordati precedentemente, subito sopra troviamo verdura, frutta, cereali integrali. Questi alimenti fanno parte dei pasti principali, ovvero su di essi dovrebbe essere fondata l’alimentazione quotidiana. Subito sopra troviamo gli alimenti del consumo giornaliero, ovvero quelli di cui si consiglia un consumo quotidiano o quasi: latte e derivati, olio d’oliva, frutta secca e semi, erbe, spezie, odori. La punta della piramide è composta dagli alimenti del consumo settimanale, ovvero quelli da non consumare quotidianamente ma concessi una o più volte a settimana: pollame, pesci, crostacei, molluschi, legumi, uova, carni rosse, salumi, dolci. Attenzione: questa appena descritta è solo la frequenza di assunzione, non le quantità! Nel tempo sono stati messi a punto gli standard per le porzioni, per alcuni alimenti queste sono molto grandi (si consiglia ad esempio un consumo di almeno due porzioni di verdura al giorno, e una porzione è anche da 200 grammi (4) ), per altri invece si riducono notevolmente (come nel caso dell’olio). Gli alimenti presenti alla base sono estremamente nutrienti, apportano energia, vitamine e minerali fondamentali per il mantenimento della nostra salute. Un grosso vantaggio è che seguendo la tradizione della dieta mediterranea abbiamo un’abbondanza di alimenti a basso indice glicemico: dopo il pasto la glicemia si alza poco, così abbiamo una produzione di insulina più graduale che, di conseguenza, stimola meno l’accumulo di grasso corporeo e il sonno post prandiale. C’è anche abbondanza di antiossidanti e molecole bioattive date dalle verdure e dalla frutta. Inoltre, la dieta mediterranea si è dimostrata un’ottima arma per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e metaboliche (5, 6). Il lato negativo è che la dieta mediterranea non è facilmente compatibile con lo stile di vita attuale: prodotti locali, convivialità, cereali integrali, verdura e frutta di stagione, legumi freschi, richiedono un’attenzione all’alimentazione e alla preparazione non più così scontata. Perciò è spesso soppiantata dalla cosiddetta dieta occidentale o western diet, fatta di alimenti pronti, industriali, grassi e proteine in abbondanza — soprattutto di origine animale — snack e alcol. Questa dieta appaga velocemente come gusto, come sazietà e come velocità di preparazione; la conseguenza quindi è che non ci si cura di cosa si mangia e si finisce per avere una dieta squilibrata, monotona e dannosa (7). La dieta mediterranea è lo standard nutrizionale che dovrebbe essere usato come base per l’alimentazione umana. Un adulto sano non ha motivi per preferire un altro tipo di alimentazione a questo. In alcune condizioni la dieta mediterranea non è l’unico approccio possibile: in caso di dieta dimagrante abbiamo molte possibilità di intervento valide, in caso di patologie particolari 19 POLIAMBULATORI si potrebbe essere costretti a rinunciare a questo o a quell’alimento impoverendo la scelta, ma in media è un approccio valido. Alcuni detrattori accusano la dieta mediterranea di aver causato un’epidemia di obesità dilagante. In realtà l’obesità è frutto di stili di vita sbagliati, compresa l’alimentazione: come ho detto poco sopra, la vera colpevole è la dieta occidentale che ha soppiantato nei fatti la dieta mediterranea. Esistono poi persone che accusano Keys di aver peccato di cherry picking, ovvero di aver selezionato nel suo Seven Country Study solo gli stati che gli davano ragione, evitando accuratamente di parlare di condizioni particolari in cui la buona salute è raggiunta con altre condotte. L’unica cosa che posso dire a riguardo è che magari la dieta mediterranea non è l’unica scelta possibile, ma anche se questa accusa fosse vera, la mole di lavori che dimostra indiscutibilmente la salubrità e l’effetto preventivo di questa dieta è ormai talmente ampia che parlare di quello che fu solo il primo studio è pura accademia: la dieta mediterranea è un vero tesoro mondiale Bibliografia 1. Ancel Keys – Seven Countries Study | The first study to relate diet with cardiovascular disease. Available at: http://sevencountriesstudy.com/about-the-study/investigators/ancel-keys. Accessed June 27, 2014. 2. La Dieta Mediterranea è patrimonio immateriale dell’Umanità. Available at: http://www.unesco.it/ cni/index.php/archivio-news/174-la-dieta-mediterranea-e-patrimonio-immateriale-dellumanita. Accessed June 27, 2014 3. Comunicati stampa 2009 – INRAN – Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione. Available at: http://nut.entecra.it/358/31/news/ecco-la-nuova-piramide-alimentare–della–dieta-mediterranea.html. Accessed June 27, 2014 4. I nuovi LARN. Available at: http://www.sinu.it/ html/pag/nuovi_larn.asp. Accessed June 27, 2014. 5. Ros E, Martínez-González MA, Estruch R, et al. Mediterranean diet and cardiovascular health: Teachings of the PREDIMED study. Adv Nutr. 2014;5(3):330S– 6S. doi:10.3945/an.113.005389 6. Koloverou E, Esposito K, Giugliano D, Panagiotakos D. The effect of Mediterranean diet on the development of type 2 diabetes mellitus: A meta-analysis of 10 prospective studies and 136 846 participants. Metabolism. 2014;63(7):903–911. doi:10.1016/j.metabol.2014.04.010. 7. Fung TT, Rimm EB, Spiegelman D, et al. Association between dietary patterns and plasma biomarkers of obesity and cardiovascular disease risk. Am J Clin Nutr. 2001;73(1):61–67. Available at: http://ajcn. nutrition.org/content/73/1/61.long. Accessed June 27, 2014. Dr. Giuliano Parpaglioni Biologo Nutrizionista Il Dr. Parpaglioni riceve, su appuntamento, presso i Poliambulatori Fleming Tecna. Per fissare un appuntamento telefonare al numero 030.3390840. 20 PSICOTERAPIA INDIVIDUALE, DI COPPIA, FAMILIARE. UN PERCORSO PER STARE BENE. L’esistenza di una famiglia è composta da innumerevoli eventi quotidiani attraverso i quali una coppia o genitori e figli comunicano e si relazionano reciprocamente. La qualità di questi legami influisce sulla nostra salute sociale ed emotiva, sia nella vita di ogni giorno che sul lavoro o nei rapporti interpersonali. La famiglia è anche considerabile come un luogo cruciale della vita di ognuno nel quale si apprendono fin da piccoli competenze fondamentali come per esempio: comunicare, interagire, prendersi cura, condividere valori e regole. Il ciclo di vita di un gruppo famigliare è costellato da importanti transizioni che ne caratterizzano lo sviluppo: l’incontro di due persone, l’eventuale nascita di uno o più figli, il loro accudimento e le relative scelte educative, la fuoriuscita dei figli verso la costituzione di una famiglia propria, l’età anziana dei coniugi o conviventi , e così via. Ciò che rende speciale e straordinario ogni gruppo famigliare è la sua storia. Una storia dalla quale discendiamo e che inizia molto prima che nasciamo, che comprende diverse generazioni e che nel suo complesso conferisce una speciale identità e appartenenza ai suoi membri. Da cosa sono composte le storie famigliari? Uno sguardo veloce alla letteratura e al cinema ci può essere d’aiuto : affetti, incontri, viaggi, amori passionali, eventi drammatici, aspri conflitti, malattie, nascite, attività lavorative, ma anche da aspirazioni, da desideri, da intensissime emozioni. Ossia da cose immateriali ma assolutamente concrete. Se ripensiamo alle nostre storie famigliari è facile riconoscersi in numerose caratteristiche come queste e molte altre ancora! Potremmo dunque dire che in una famiglia i comportamenti dei suoi componenti sono inevitabilmente e intimamente connessi. Quando parliamo infatti di “padre”, “madre”,”fratello”, “figlio”, “zio”, “nipote”, “nonna”, “convivente”, ecc. ci riferiamo sempre ad una imprescindibile condizione relazionale al punto che molti esperti ritengono che nulla esista fuori da una relazione. L’approccio psicologico che condivide questa particolare visione prende il nome di sistemico-relazionale e si occupa specificamente di comprendere e esplorare la storia di un nucleo famigliare e la qualità delle relazioni e della comunicazione tra i suoi componenti. In particolare in quei momenti o fasi della vita di una coppia o di una famiglia in cui uno o più componenti vivono situazioni di sofferenza, di crisi o di disagio. A cosa sono dovuti questi momenti e quali ne sono le cause? Ovviamente non c’è una unica risposta; essendo ogni famiglia unica e irripetibile anche le spiegazioni o meglio le ipotesi diagnostiche che si possono formulare POLIAMBULATORI su un particolare problema, variano da caso a caso. La relazione psicoterapeutica, ossia l’incontro tra una coppia o una famiglia e un professionista formato e adeguatamente preparato, si propone proprio questo scopo: comprendere cosa sta accadendo per aiutare le persone che vivono una situazione di sofferenza a vivere in modo più salutare e soddisfacente. Come avviene questo incontro? La psicoterapia sistemica è essenzialmente una conversazione a più voci tra il terapeuta e i componenti della famiglia in un contesto accogliente e privo di giudizio. Nella seduta il terapeuta e i famigliari discutono e riflettono sulle ragioni che hanno portato ad una situazione di disagio, ai fatti che sono intervenuti, alle emozioni vissute, ai significati che ognuno attribuisce a quanto sta accadendo. L’opinione dei componenti della famiglia è dunque essenziale e a promuovere un significativo cambiamento; potremmo anzi affermare che è indispensabile costruire una alleanza tra terapeuta e famiglia affinchè la terapia possa essere efficace. I poliambulatori Fleming Tecna promuovono un servizio specialistico che si prende cura di singoli, coppie e famiglie che attraversano momenti di difficoltà, di crisi o di sofferenza psicologica. QUANDO RIVOLGERSI ALLO PSICOLOGO? Quando ad esempio in famiglia è difficile capirsi; i genitori e i figli sono alla ricerca di un nuovo dialogo; nella relazione coppia prevalgono conflitti e incomprensioni; si vivono momenti di disagio esistenziale o di sofferenza individuale. Per favorire la ricerca di una comunicazione più creativa e salutare attraverso la rielaborazione degli eventi passati e incoraggiando la capacità di immaginare il futuro. COME SI ACCEDE AL SERVIZIO DI PSICOTERAPIA? L’accesso al servizio avviene previa contatto telefonico con i Poliambulatori Fleming Tecna per fissare un appuntamento, cui segue un successivo invito rivolto alla persona o ai famigliari disponibili per un primo colloquio con lo psicologo finalizzato a comprendere la richiesta e definire un possibile percorso di aiuto. Si rivolge a singoli, coppie e famiglie. Dr. Piergiuseppe Pasini Psicologo Psicoterapeuta 21 POLIAMBULATORI SCREENING ONCOLOGICI? SI PUO’ FARE DI PIU’ In arrivo in Lombardia un test più sofisticato per ricercare il papilloma virus. Finora un solo progetto pilota in Valle Camonica Il 6 per cento delle donne bresciane e lombarde fra i 50 ai 69 anni non ha mai fatto una mammografia, e il 40 per cento della popolazione (donne e uomini) nella stessa fascia di età non si è mai sottoposto al test per la ricerca di sangue occulto nelle feci, che è indispensabile per intercettare le situazioni a rischio tumore del colon retto. Dati importanti, emersi in occasione del convegno «Prevenzione Brescia 10 anni di Screening oncologico», promosso dall’Azienda sanitaria di Brescia con il sostegno della Fondazione Berlucchi. Numeri che fanno capire come sul versante degli screening gratuiti molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare per diffondere una capillare cultura della prevenzione. IL 2015 porterà in Lombardia un’importante novità: lo scorso 13 Gennaio la Regione ha recepito formalmente le nuove indicazioni del Piano nazionale prevenzione relative al test Hpv Dna, un esame più sofisticato del Pap test, finalizzato a ricercare e tipizzare la presenza di papillomavirus, che pone le donne contagiate ad alto rischio di sviluppare il cancro al collo dell’utero. Finora in Lombardia un progetto pilota per eseguire test Hpv Dna di screening è stato lanciato in Valle Camonica, «l’obiettivo di quest’anno è avviare un tavolo di analisi e confronto a livello regionale per implementare questo test a più largo raggio nell’offerta di screening, delineando le linee guida per il suo utilizzo», annuncia Danilo Cereda della Direzione generale salute di Regione Lombardia. Sull’importanza degli screening pubblici per contrastare tumore al seno (mammografia), al colon retto (esame del sangue occulto nelle feci) e al collo dell’utero (Pap test) c’è una condivisione generale, rafforzata dai numeri: «Gli screening permettono di identificare il 40% dei tumori alla mammella in Lombardia, e nel 70% dei casi quando hanno ancora dimensioni piccole, e sono quindi trattabili con maggiore successo», conferma Cereda, ricordando che nel 2015 verrà avviato un progetto sulla formazione dei radiologi, per rendere più omogenea la qualità dell’offerta mammografica. Gli screening, peraltro, non servono solo a individuare i tumori in fase iniziale su persone asintomatiche, ma in alcuni casi riescono ad evitare l’insorgenza del tumore stesso, come nel caso delle lesioni precancerose che possono essere scoperte - e curate - nelle aree del colon retto e della cervice uterina. Ogni anno sono 250 mila i bresciani chiamati dall’Asl per sottoporsi agli screening gratuiti per tumore al seno, collo dell’utero e colon retto, con un’adesione che oscilla dal 62 per cento per le mammografie al 56 per cento per i Pap test. «Negli ultimi quattro anni sul territorio dell’Azienda sanitaria di Brescia la mortalità per tumore al seno è diminuita del 16 per cento, quella per cancro del colon retto è scesa del 20 per cento nei maschi e del 26 per cento nelle femmine - sottolinea Michele Magoni, responsabile dell’Unità Operativa Osservatorio Epidemiologico Asl Brescia-. Un traguardo reso possibile grazie agli screening, ma anche a una maggiore attenzione agli stili di vita e a un migliore accesso alle cure: è certo che sul fronte della prevenzione secondaria bisogna avere la mente aperta per trovare le soluzioni che migliorino sempre di più i risultati nel contrasto ai tumori». fonte Bresciaoggi - Lisa Cesca 20 Gennaio 2015 - Cronaca Pag. 9 22 POLIAMBULATORI COME SI SCELGONO I PROGRAMMI DI CURA PER IL CANCRO ALLA MAMMELLA? La terapia per il carcinoma della mammella si realizza utilizzando tre modalità: chirurgica, radioterapica, farmacologica, con una serie di variazioni sul tema. Tutti conosciamo persone trattate per un cancro mammario e guarite. Da parecchio tempo la diagnosi di cancro della mammella, una malattia potenzialmente molto pericolosa, non comporta una condanna certa. Le cure mediche di cui disponiamo a integrazione delle cure fondamentali che sono la chirurgia e la radioterapia, sono al presente Farmaci antiblastici (la chemioterapia) e farmaci ormonali (più correttamente, antiormonali), usati secondo due scelte cronologiche differenti: 1) la terapia denominata neoadiuvante, ossia attuata prima della chirurgia e/o radioterapia; 2) la terapia post-operatoria, denominata adiuvante se dopo l’operazione non vi è tumore riconoscibile con i mezzi diagnostici di cui disponiamo. In alcuni casi i tempi medici del programma di cura sono utilizzati tanto prima che dopo la chirurgia e la radioterapia. La stessa radioterapia talvolta è praticata prima della chirurgia. Vi sono tanti successi terapeutici e si continua a studiare in tre direzioni: in laboratorio per lo sviluppo delle conoscenze sullla biologia del tumore in tutti i suoi aspetti; la prevenzione primaria (con il corollario della diagnosi precoce); e la maggiore efficacia e tolleranza delle cure disponibili, con scelte che dipendono dalle caratteristiche del singolo caso. La diagnosi istologica di un cancro mammario è fondamentale ma da sola non è sufficiente per orientare sul tipo di terapia dando naturalmente per scontato il concetto che la qualità delle cure sia sempre ottimale. La scelta del programma di cura dipende dalla classificazione e stadiazione del tumore ma anche, sempre più, dalla sua caratterizzazione biologica. Semplificando, la ghiandola mammaria è soggetta a stimolazioni da parte degli ormoni sessuali e molti carcinomi della mammella dipendono dagli ormoni ovarici per la loro crescita. L’inibizione degli ormoni ovarici può comportare vantaggi clinici. La proteina HER2 si trova sulla superficie della cellulare e stimola le cellule a crescere e moltiplicarsi. I tumori che la producono sono più aggressivi. In almeno uno ogni cinque nuovi casi il tumore è caratterizzato da abbondanza della proteina HER2. Per ora appaiono preliminarmente indispensabili per un corretto orientamento della terapia medica nelle cure primarie la conoscenza del contenuto recettoriale del tumore per ormoni estrogeni e progestativi e l’espressione quantitativa dei fattori HER. Il riscontro di maggiore aggressività di un tumore comporta cure differenti e siamo lontani dal dover accettare passivamente…la sfortuna. Nei casi più complicati comunque abbiamo farmaci nuovi che ci permettono di ottenere sempre più guarigioni, o almeno lunghi periodi di assenza di malattia. Possiamo contare su buoni risultati anche per quote di malati che sino a qualche anno fa sfuggivano al controllo terapeutico. Il progetto è ottenere il 100 per cento di risultati positivi e sappiamo bene che il 100 per 100 in medicina è poco frequente. Il più spesso l’irradiazione è eseguita dopo l’intervento chirurgico con tecniche oggi molto raffinate e pressoché prive di danni. La irradiazione è eseguita a distanze variabili dall’intervento in funzione dei tempi e modi delle cure mediche aggiunte alla chirurgia. Senza dimenticare che vi sono malate nelle quali la sola chirurgia è sufficiente. I comportamenti definibili “normali” nei casi clinici più frequenti ci fanno ottenere risultati di buon livello. Per tumori piccoli senza linfonodi regionali compromessi, con recettori ormonali positivi si ottengono guarigioni definitive in tassi prossimi al 90%. Per essi sono oggetto di discussione le scelte dei farmaci da impiegare come terapia adiuvante: ci si orienta sempre più verso terapie antiormonali (antiestrogeniche) piuttosto che per la chemioterapia. Vi sono parecchie questioni aperte anche in questo campo. Per esempio: sappiamo che gli antiestrogeni, dei quali il più noto e usato è il tamoxifene, hanno indicazioni postoperatorie certe e utili. Ci si chiede: sono meglio cinque anni di cura adiuvante o è il caso di proseguire per molti più anni? Parrebbe oggi utile andare oltre con la somministrazione del farmaco. Oppure: possiamo usare utilmente il tamoxifene anche in donne in premenopausa? Oppure ancora: è utile associare il tamoxifene in sequenza o meno agli inibitori dell’aromatasi che è l’enzima che produce estrogeni nel tessuto adiposo? Per quanto tempo? 23 POLIAMBULATORI Da pubblicazioni recenti e autorevoli sembra poter ricavare che lo exemestano, appunto un inibitore dell’aromatasi, sia più efficiente del tamoxifene. Abbandoniamo il tamoxifene? Quando è utile associare la terapia ormonale alla chemioterapia, con quali farmaci e per quanto tempo? I tumori positivi per HER2/neu sono dal 25 al 15% del totale dei tumori mammari e per essi le cure mediche che abbiamo molto sommariamente elencato non sono sufficientemente attive. Ora abbiamo nuovi farmaci, il cui nome termina con il suffisso MAB che vuol dire “Anticorpo Monoclonale”. Molte malate hanno beneficio dalla terapia con Herceptin che è il nome commerciale del Trastuzumab, attivo proprio contro i tumori HER positivi. Il farmaco può essere impiegato da solo o in associazione con altri, con regole cronologiche differenti. In recenti congressi internazionali molto importanti sul cancro della mammella si è dimostrato che certe associazioni di farmaci non aggiungono nulla ai risultati: non sempre due cure o tre sono meglio di una. Gli aggiustamenti delle dosi, dei tempi di cura, delle associazioni terapeutiche con l’Herceptin sono temi d’intensa ricerca clinica per la comunità scientifica e, naturalmente, per l’industria farmaceutica. Stanno emergendo altri agenti biochimici presenti nei tumori, dotati di valore prognostico. Al presente non sono individuati e dosati da tutti i laboratori, poiché sono ancora oggetto di studio. Addirittura sembrano emergere indirizzi secondo i quali la terapia farmacologica è diretta a inattivare una molecola particolare presente nel tumore. Il futuro è promettente. Per ora i casi più difficili sono quelli dei tumori “triplo negativi” quelli cioè che non contengono recettori ormonali e proteine HER2 sulla loro superficie. Si tratta di un gruppo eterogeneo di tumori, con presentazioni cliniche differenti. Riguardano soprattutto donne giovani e sono sino al 15% del totale dei tumori mammari. Richiedono terapie sperimentali in corso di valutazione cui corrispondono programmi di cura a volte anche complessi tanto da richiedere il ricovero ospedaliero. La scelta del tipo di cura per i tumori triplo negativi può dipendere da una serie di dati che qui non si possono certo riassumere. E’ necessario per i medici continuare a studiare, ad aggiornarsi. Ai malati, reali o potenziali (i casi cosiddetti “a rischio“) suggerisco di associarsi a organizzazioni come la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori che ha come missione anche la corretta informazione del pubblico circa gli indirizzi, diagnostici e di cura. Il malato ha il dovere e il diritto di poter esprimere il cosiddetto e tanto citato “consenso informato” per le procedure diagnostiche e terapeutiche che gli sono proposte. Per i medici nascono difficoltà se devono adottare passivamente orientamenti nuovi senza l’aver assimilato i concetti operativi e i nuovi risultati che con le nuove cure si possono ottenere. La via migliore per il progresso è quella collettiva: i medici appartenenti a una società scientifica di tipo professionale o utilizzatori di corsi di aggiornamento possono aggiornarsi, adeguarsi alle nuove vie di cura. E’ desiderabile, e questa è poi la cosa migliore, che i medici partecipino agli studi sulle nuove cure, con contributo d’idee, di lavoro e con il trasferimento delle acquisizioni risultanti dagli studi alla pratica di tutti i giorni. Ritengo, evitando di apparire ingenuo o visionario, che l’intera comunità professionale medica debba contribuire al progresso delle cure e non solo in campo oncologico. Sono anche convinto del fatto che un malato di cancro non dovrebbe affidarsi a organizzazioni mediche prive di esperienza specifica. Certo, la scelta iniziale è difficile: non è come scegliere un fornitore qualunque. Può essere comodo andare da dottori attivi a poca distanza dal proprio domicilio e la decisione può essere corretta e provvidenziale. A volte sono necessari anche i cosiddetti viaggi della speranza. Che i viaggi per curarsi siano sempre meno necessari è l’auspicio espresso da un vecchio oncologo che davvero ha potuto essere testimone di esperienze a volte imbarazzanti ( uso un eufemismo) per i malati. Prof. Lorenzo Magno Direttore Sanitario Poliambulatori Fleming Tecna Specialista in Radioterapia Oncologica 24 NEWS NEWSEE SCADENZE SCADENZE INAIL: LO SCONTO PER PREVENZIONE ANCHE ALLE IMPRESE CHE ADOTTANO IL DEFIBRILLATORE. presentazione della domanda, con la copia degli attestati rilasciati, e della documentazione che attesta l’aggiornamento annuale del personale formato e la procedura di controllo dell’efficienza e delle tecniche di intervento per l’uso del defibrillatore. Il dispositivo semiautomatico per la rianimazione in caso di arresto cardiaco, e i corsi rivolti ai dipendenti per imparare a utilizzarlo, sono iniziative identificate quali “miglioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro” e pertanto concorrono alla riduzione del tasso di premio ottenibile. Fleming Tecna può organizzare, all’interno dei percorsi di primo soccorso anche il corso BLSD e fornire il defibrillatore. É possibile conferire l’incarico a Fleming Tecna srl! Contatta i nostri uffici telefonando al numero 030.3390840 o inviate una mail a [email protected] Tra gli interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro, in aggiunta rispetto a quelli minimi previsti per legge, ritenuti idonei per ottenere lo sconto per prevenzione dell’Inail, dallo scorso anno figura l’adozione da parte delle aziende di defibrillatori semiautomatici (Dae) e l’organizzazione di corsi Blsd (Basic life support defribillation) per insegnare ai dipendenti le manovre da compiere in caso di arresto cardiaco, che in molti casi possono fare la differenza tra la vita e la morte. “Un ottimo segnale per la diffusione delle buone pratiche”. “È un ottimo segnale di interessamento e di sostegno alle attività di diffusione di buone pratiche sulla rianimazione cardiopolmonare e sulla defi- brillazione precoce nei luoghi di lavoro, che da anni sosteniamo con convinzione attraverso azioni mirate di sensibilizzazione rivolte ai datori di lavoro e alle figure addette alla sicurezza”, commenta Bruno Papaleo, del dipartimento di Medicina del lavoro dell’Inail, che coordina un gruppo di ricerca sulla diffusione della cultura del primo soccorso. La domanda con un’autocertificazione online. Per ottenere la riduzione del tasso di premio Inail è sufficiente presentare esclusivamente in modalità telematica, attraverso la sezione servizi online del sito Inail, un’autocertificazione che attesti che l’azienda non rientra tra quelle per cui l’adozione del defibrillatore è obbligatoria per legge. L’impresa, inoltre, deve essere in possesso della ricevuta di acquisto dei Dae, dell’elenco dei partecipanti al corso Blsd riferito all’anno solare precedente quello di STAMPANTI E SISTEMI MULTIFUNZIONE A INCHIOSTRO SOLIDO: PER UN UFFICIO PIÙ VERDE Il colore per ogni documento, ogni giorno, ad un prezzo davvero conveniente: oggi è possibile grazie alla tecnologia brevettata da Xerox “Solid Ink” caratterizzata dalla possibilità di utilizzare “‘inchiostro solido”. Semplice da usare, con una qualità di stampa straordinaria, produce meno rifiuti e consente a piccole imprese e grandi aziende di utilizzare il colore a un costo davvero contenuto. 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IL NOSTRO STAFF VI AUGURA BUONE VACANZE ANNO 3, N° 4 LUGLIO 2015 · MENSILE ON LINE DISTRIBUITO GRATUITAMENTE FLEMING TECNA s.r.l. POLIAMBULATORI FLEMING TECNA s.r.l. via G. Zadei, 64/66 - 25123 Brescia T. 030 395678 - 030 3390840 · F. 030 3702855 [email protected] · www.flemingtecna.it