ANNO 3, N° 1 LUGLIO 2015 · MENSILE ON LINE DISTRIBUITO GRATUITAMENTE
SALUTE E
SICUREZZA
NOTIZIARIO DEL GRUPPO FLEMING TECNA
N° 1/2015
INDICE
SICUREZZA E PREVENZIONE
Rischio “Stress lavoro correlato”: come influisce su lavoratori e azienda
Il rischio Video Terminali: quali sono gli obblighi del datore di lavoro?
Cos’è un sistema di gestione della sicurezza?
ADR 2015: valida anche per i trasporti nazionali
Condannati Docenti RSPP
Serata Emergenza Pediatrica e disostruzione vie aeree
FORMAZIONE
Il Defibrillatore automatico salva vita: formazione come primo passo
I nostri corsi di formazione
Corso RSPP Modulo C: ottobre nuovo appuntamento
Corso di formazione ECM 22/09/2015
MEDICINA DEL LAVORO
Alcol e lavoro: dalla sorveglianza sanitaria al DVR
Norme sull’assunzione di lavoratori disabili, quando, come
POLIAMBULATORI
La dieta mediterranea – Contributo a cura del Dott. Parpaglioni
Psicoterapia individuale, familiare o di coppia: un percorso per stare bene - Contributo a cura del Dr. Pasini
Screening oncologici: si può fare di più (da BresciaOggi del 20/01/2015)
Come si scelgono i programmi di cura per il cancro mammario?
- Contributo a cura del Prof. Magno - Direttore Sanitario Poliambulatori Fleming Tecna
NEWS E SCADENZE
INAIL: Sconto per prevenzione alle imprese che si dotano di Defibrillatore
Stampanti sempre più green - spazio a cura di Ingross Carta Giustacchini
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SICUREZZA
SICUREZZA
E PREVENZIONE
E PREVENZIONE
RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO
Quali sono le conseguenze dello stress sul
lavoratore e sull’azienda?
lo stress non è una malattia, ma si possono tuttavia notare
i cambiamenti nel modo in cui i lavoratori si sentono e si
comportano sul luogo di lavoro: è importante “riconoscere
questi segnali presto perche, se prolungati, possono portare a problemi di salute fisica e mentale”.
Quali possono essere gli eventuali segnali della presenza
di stress?
• la presenza di particolari reazioni emotive;
• la presenza di particolari reazioni cognitive;
• la presenza di particolari reazioni comportamentali;
• problemi di salute fisica e mentale.
Le persone affrontano diversamente lo stress. Non solo
ciascuno ha modi differenti rispetto agli altri, ma addirittura
lo stesso individuo cambia secondo le circostanze esterne.
È evidente che le stesse persone manifestano risposte allo
stress non sempre uguali.
I potenziali indicatori di stress potrebbero essere: alto assenteismo; elevata rotazione del personale; conflitti interpersonali; lamentele frequenti da parte dei lavoratori; pianificazione dell’orario di lavoro; grado di autonomia; grado
di coincidenza tra esigenze imposte dal lavoro e capacità
o conoscenze dei lavoratori; carico di lavoro; condizioni e
ambiente di lavoro; comunicazione; pressioni emotive e
sociali; sensazione di non poter far fronte alla situazione;
percezione di una mancanza di aiuto.
L’azienda può essere influenzata negativamente dallo
stress in molti modi diversi, come ad esempio dall’aumento
dei costi del personale e da sensibili cali di produzione.
Spesso le assenze sul posto di lavoro possono essere collegate allo stress:
• assenze per malattia (a causa di malattie legate
allo stress);
• problemi di salute indirettamente correlati allo stress
(o aggravati da esso);
• assenze per malattia come modo per far fronte allo
stress;
• assenze per malattia a causa dello scarso
coinvolgimento/morale basso.
Una riduzione delle prestazioni sul lavoro a causa dello
stress “costa il doppio” che un’assenza dal lavoro poiché
porta a lavorare in modo meno efficace, ad una scarsa
concentrazione, a difficoltà nel processo decisionale, a
stanchezza e a difficoltà a rispettare le tempistiche.
Con un mondo del lavoro in continua crisi e l’incessante aumento dei ritmi lavorativi non è inusuale percepire tensione
e stress sul posto di lavoro. Una percezione che influisce tra
l’altro sul grado di soddisfazione lavorativa, sulla motivazione a fornire prestazioni e sul legame emotivo con l’azienda.
In questo contesto sono tanti gli elementi a giocare un ruolo
importante: dai contenuti del lavoro agli aspetti organizzativi, alla collaborazione tra colleghi e superiori gerarchici alle
caratteristiche caratteriali di ogni lavoratore.
Per imparare a conoscere il fenomeno “stress” bisogna
porsi alcune domande quali:
• come viene definito lo stress?
• come differenziare tra stress negativo - generatore di
malattie - e i challenge sani e positivi?
• segnali di stress: in che cosa riconoscere lo stress?
• cause di stress: quali sono le cause nella vita
professionale e in quella privata?
Ogni datore di lavoro e/o dirigente e/o collaboratore deve:
• percepire i segnali di stress nel proprio ambiente
di lavoro;
• trovare le cause dello stress osservando, facendo
domande e discutendo;
• introdurre delle misure per diminuire e prevenire lo stress.
Fleming tecna può assistere le aziende nella valutazione
stress lavoro correlato. A tal fine abbiamo messo a punto
un programma modulare che si sviluppa in più fasi
1) STEP DI VALUTAZIONE INIZIALE
(Creazione Gruppo di Lavoro dedicato e definizione
metodo di valutazione; Raccolta indicatori aziendali con
elaborazione del DVR stress; Consegna e discussione
del DVR stress lavoro correlato e coordinamento per la
redazione programma degli interventi);
2) STEP DI APPROFONDIMENTO CON IL COINVOLGIMENTO DEI LAVORATORI
Per saperne di più, o per ricevere un’offerta contattaci!
SICUREZZA E PREVENZIONE
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VIDEOTERMINALI: OBBLIGHI
DEL DATORE DI LAVORO
tezione individuale (DPI) da fornire ai lavoratori;
• Preparare il documento di valutazione del rischio contenente
un programma temporale di attuazione degli interventi, secondo le priorità emerse dall’analisi;
• Discutere con le funzioni preposte e responsabili, i rappresentanti dei lavoratori del documento preliminare di valutazione
e del relativo programma di attuazione degli interventi;
• Stendere la relazione finale.
Quali gli obblighi del datore di lavoro,
valutazione dei rischi alla scelta delle
attrezzature.
Nel Titolo VII del D.Lgs. 81/2008, dedicato alle “attrezzature
munite di videoterminali”, l’articolo 174 stabilisce che il datore
di lavoro organizzi e predisponga i posti di lavoro, in conformità
ai requisiti minimi di cui all’allegato dedicato del Testo Unico
e adotti le misure appropriate ad ovviare ai rischi riscontrati in
base alle valutazioni.
Il lavoro con i videoterminali (VDT) può comportare vari effetti sulla salute, in relazione alla durata dell’esposizione, alle condizioni dell’hardware, dell’ergonomia del posto di lavoro e delle
condizioni ambientali. Quali sono, quindi i principali obblighi
del datore di lavoro?
Il datore di lavoro deve:
• Aggiornare il documento di valutazione dei rischi (attraverso il
quale vengono previste adeguate misure di prevenzione e protezione, previa consultazione del rappresentante dei lavoratori
per la sicurezza ed in collaborazione con il medico competente);
• Individuare i dipendenti che rientrano nell’applicazione della normativa, accertando l’effettivo raggiungimento o superamento del limite settimanale di adibizione, in collaborazione
con i dirigenti preposti alle varie strutture e tenendo conto della
specifica attività degli interessati, delle modalità e dei tempi del
suo svolgimento in riferimento alle logiche organizzative proprie
di ogni amministrazione;
• Predisporre dei posti di lavoro adeguati.
Le fasi che tutti i datori di lavoro devono seguire per la
valutazione del rischio:
• Effettuare un esame preliminare dell’attività lavorativa e una
riunione con le funzioni preposte e responsabili e con i rappresentanti dei lavoratori;
• Effettuare sopralluoghi degli ambienti di lavoro, delle apparecchiature e degli impianti di ogni unità organizzativa elementare, consultazione dei lavoratori e verifica generale degli
adempimenti di legge pregressi;
• Descrivere dettagliatamente il processo lavorativo;
• Individuare le potenziali fonti di rischio per ogni luogo
di lavoro e per mansione;
• Individuare i lavoratori addetti ai videoterminali
(oltre i lavoratori d’ufficio);
• Identificare il rischio di esposizione residuo, in riferimento
alle regole di buona tecnica;
• Valutare i rischi identificati ed elaborare un giudizio di gravità
per ciascuno dei essi, con riguardo a norme di legge, standard
nazionali e internazionali di buona tecnica, linee guida di tutela
della salute e igiene del lavoro, prassi amministrative, orientamenti dei fabbricanti di macchine e attrezzature, integrando tali
dettami con indicazioni derivanti dal buon senso e dalla pratica
ingegneristica;
• Individuare delle misure di prevenzione e protezione da attuare in seguito agli esiti della valutazione e dei dispositivi di pro-
Rispetto alle caratteristiche che devono possedere i videoterminali e le modalità di predisposizione e organizzazione dei posti di lavoro si segnala, ad esempio che per
quanto riguarda lo schermo:
• I caratteri devono avere una buona definizione e una forma
chiara, una grandezza sufficiente e vi deve essere uno spazio
adeguato tra i caratteri e le linee;
• L’immagine deve essere stabile;
• deve essere orientabile ed inclinabile liberamente
e facilmente per adeguarsi alle esigenze dell’utilizzatore;
• Non deve avere riflessi e riverberi.
La tastiera deve essere inclinabile e dissociata dallo schermo
per consentire al lavoratore di assumere una posizione confortevole e tale da non provocare l’affaticamento delle braccia
o delle mani e lo spazio davanti alla tastiera deve essere sufficiente onde consentire un appoggio per le mani e le braccia
dell’utilizzatore. Inoltre la tastiera:
• Deve avere una superficie opaca onde evitare i riflessi;
• I tasti devono avere simboli sufficiente in contrasto ed essere
leggibili dalla normale posizione di lavoro.
Relativamente alla scelta dei software e dei videoterminali, nel
momento dell’acquisto è necessario considerare che siano:
• Adeguati alla mansione da svolgere;
• Di facile uso e, se del caso, adattabili a livello di conoscenza
e esperienza all’utilizzatore;
• Devono rispettare i principi dell’ergonomia.
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ACCREDIA, l’Ente unico nazionale di accreditamento designato dal Governo italiano, ossia l’unico ente riconosciuto
in Italia ad attestare che gli organismi di certificazione ed
ispezione, i laboratori di prova e quelli di taratura abbiano le
competenze per valutare la conformità dei prodotti, dei processi e dei sistemi agli standard di riferimento. ACCREDIA
opera sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico e svolge un servizio di pubblica autorità, in quanto
l’accreditamento è un servizio svolto nell’interesse pubblico
ed uno strumento di qualificazione dei prodotti e servizi che
circolano su tutti i mercati.
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Indice di
gravità (%)
Perché un azienda dovrebbe certificarsi? Da un indagine
condotta recentemente su un campione di otlre 70 aziende emerge che La certificazione del Sistema di Gestione di
Salute e Sicurezza sul lavoro (SGSSL) secondo lo standard
BS OHSAS 18001:2007 permette all’impresa di ottenere i
seguenti risultati:
1. rispettare i requisiti previsti dalla legge in materia di
salute e sicurezza sul lavoro grazie all’aggiornamento
tempestivo sulle novità legislative e al controllo puntuale
delle scadenze di legge;
2. migliorare le prestazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
3. ridurre gli infortuni e quasi infortuni, grazie all’attenta
analisi dei rischi per la salute e sicurezza sul lavoro e dei
metodi di intervento per ridurli al minimo;
4. ridurre i costi derivanti dalla “non sicurezza”;
5. aumentare l’efficienza mediante la riorganizzazione
dei ruoli e la pianificazione delle attività;
Di seguito una tabella, disponibile sul sito di Accredia, che
consente di valutare quanto ha inciso, nei vari settori produttivi, l’adozione di un sistema di gestione salute e sicurezza sul lavoro relativamente alla diminuzione degli infortuni:
Indice di
frequenza
(%)
Un Sistema di Gestione della Sicurezza è uno strumento elaborato da un’organizzazione per controllare e gestire
tutte le attività svolte, al fine di minimizzare i rischi relativi a
salute e sicurezza dei lavoratori, contribuendo alla diminuzione degli infortuni sul lavoro ed alla diminuzione dei costi
della “non sicurezza”.
Si tratta di standard di carattere volontario, applicabili a
tutte le organizzazioni (private e pubbliche, manifatturiere e
commerciali). Per citarne alcuni: OHSAS 18001, Sistema
Uni-Inail….
Ad esempio, un Sistema implementato ai sensi dello standard OHSAS 18001 può essere certificato da un organismo
di certificazione; ovvero è possibile ottenere, da un ente terzo,
un’attestazione dell’impegno concreto dell’azienda nei confronti della salute e sicurezza dei lavoratori. Grazie al suo carattere volontario ed il riconoscimento a livello internazionale,
la certificazione del SGSL è un traguardo che, data la crescente attenzione verso le problematiche relative alla salute
e sicurezza dei lavoratori, può costituire un vantaggio competitivo sui mercati nazionali ed esteri per qualsiasi tipologia
di azienda.
I requisiti indispensabili per sostenere una certificazione in
base allo standard OHSAS 18001 sono:
1. la realizzazione di un sistema di gestione della sicurezza
costituito, essenzialmente, da un insieme di regole e di
responsabilità;
2. il rispetto della normativa vigente in materia di salute e
sicurezza sul lavoro a tutti i livelli;
3. l’impegno, da parte del management, verso il miglioramento continuo in materia di salute e sicurezza dei lavoratori, testimoniato dalla definizione di obiettivi mirati per
questa specifica tematica.
Attività varie
Lavorazioni agricole
Chimica
Costruzioni
Energia, acqua e gas
Legno
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-32
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-42
-33
-34
-73
Metallurgica
Mineraria
Industrie tessili
Trasporti
Dati in complesso
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-13
-27
-18
-51
-40
-32
-3
Settori
Riduzione dei costi, aumento dell’efficienza
e del vantaggio competitivo, sono solo
alcuni degli aspetti di maggior appeal
6. migliorare la collaborazione tra le figure aziendali grazie al perseguimento di uno scopo comune;
7. aumentare il vantaggio competitivo sui mercati italiani
ed esteri attraverso il riconoscimento come azienda impegnata nella gestione della salute e sicurezza sul lavoro.
8. accedere alle agevolazioni nelle procedure di finanziamento con semplificazioni burocratiche/amministrative;
9. migliorare i rapporti e le comunicazioni con le autorità;
10. rendere facilmente integrabile il SGSSL con gli altri
sistemi di gestione (qualità e ambiente).
Inoltre, l’adozione di un SGSSL conforme all’art. 30
del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. ha efficacia esimente della
responsabilità amministrativa delle persone giuridiche,
delle società e delle associazioni (D.Lgs. 231/2001).
GG Tariffa
COS’É UN SISTEMA DI
GESTIONE DELLA SICUREZZA
E PERCHE’ ADOTTARLO?
SICUREZZA E PREVENZIONE
Il contratto di consulenza “Miglioramento delle sicurezza e
della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro” stipulato con
Fleming Tecna srl risponde, in gran parte, ai punti necessari
per l’ottenimento di un SGSSL o per l’implementazione di
un sistema di gestione della sicurezza.
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SICUREZZA E PREVENZIONE
A.D.R. 2015 VALIDA ANCHE PER
I TRASPORTI INTERNI IN ITALIA
Entrata in vigore della normativa ADR in
campo nazionale a seguito di recepimento
della Direttiva Europea 2014/103/UE
A.D.R. è l’acronimo di Agreement concerning the international carriage of Dangerous goods by Road - Accordo Europeo per il trasporto internazionale di merci
pericolose su strada ed è stato concluso a Ginevra il
30.09.1957 ed attualmente vi aderiscono 48 stati membri tra cui i Paesi della Comunità Europea, la Svizzera
ed altri Paesi Europei non Comunitari (Russia, Norvegia, Ucraina,ecc...) oltre anche ad alcuni Paesi del Nord
Africa. I Paesi Comunitari, a seguito di Recepimento
delle Direttive Europee succedute nel tempo, applicano
questa normativa anche per il trasporti interni nazionali.
L’ADR suddivide le materie e gli oggetti pericolosi in 13
classi in base al tipo di pericolo che rappresentano.
La norma “ADR” si aggiorna a frequenza biennale in
occasione degli anni dispari, in considerazione dello
sviluppo tecnologico e delle nuove esigenze nel mondo del trasporto su strada. É entrata infatti in vigore la
nuova normativa ADR per l’anno 2015. Per le spedizioni internazionali è in vigore dal 01.01.2015 mentre per
il campo nazionale si è reso necessario il recepimento
della Direttiva Europea 2014/103/UE (che adegua per la
terza volta la Direttiva 2008/68/CE) attraverso il D.M. 16
Gennaio 2014 pubblicato in G.U. del 03.04.2015.
Cosa si intende per merci pericolose? Per merci pericolose si intendo quelle cose (compreso i rifiuti) che
possono creare potenzialmente gravi pericoli a persone,
a cose o all’ambiente (es. esplosivi, gas, radioattivi, infiammabili, tossici, corrosivi,ecc...).
A quali operatori si rivolge la norma ADR? Contrariamente a
quanto si possa pensare la norma ADR non si rivolge solo
ai trasportatori ma anche a tutti gli operatori che compiono
solo operazioni di carico e scarico ad esso connesse.
La normativa individua infatti precisi obblighi anche per
speditori, caricatori, scaricatori, riempitori, destinatari, imballatori. Tutti gli operatori, infatti, sono soggetti al rispetto
delle procedure e alla formazione del personale coinvolto
nella movimentazione di queste sostanze.
Tra gli obblighi più importanti, tra l’altro, si segnala quello della nomina del “Consulente ADR”, fatti salvo i casi di
esenzione (in caso di mancata nomina il D.lgvo 35/2010
prevede sanzioni da 8.000 a 48.000 €!).
La versione ADR 2015 prevede diverse novità tra cui:
• Nuove tipologie di esenzioni;
• Nuove procedure per il trasporto di alcuni rifiuti
sottoposti a norma ADR;
• Nuove prescrizioni per il trasporto alla rinfusa;
• Nuove prescrizioni su etichettatura dei colli
e placcatura dei veicoli;
• Modifica delle istruzioni scritte e di alcune dotazioni
di protezione individuale;
• Aggiornamento quadro sanzionatorio previsto
dall’art.168 del Codice della Strada in vigore
dal 02.01.2015.
Ing. Daniele Antelmi
Trasporti merci pericolose e hai bisogno di un consulente ADR? É possibile conferire l’incarico a Fleming
Tecna srl! Contatta i nostri uffici telefonando al numero
030.3390840 o inviate una mail a [email protected]
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SCUOLA: CONDANNATI
I DOCENTI RSPP
Una sentenza sulle responsabilità
degli RSPP
La Cassazione ha confermato le sei condanne, tre a carico
di funzionari della Provincia di Torino e tre per gli insegnanti, per il crollo del soffitto al liceo “Darwin” di Rivoli. La Corte
ha rigettato i ricorsi presentati dai sei imputati confermando integralmente le condanne emesse dalla Corte d’Appello di Torino il 28 ottobre 2013.
La IV Sezione Penale ha dichiarato la colpevolezza dei
funzionari della Provincia di Torino responsabili per l’edilizia scolastica Michele Del Mastro (condannato a 4 anni),
Sergio Moro (3 anni e 4 mesi) ed Enrico Marzilli (3 anni e 4
mesi), e dei tre insegnanti che si sono succeduti nel ruolo
di responsabili per la sicurezza al liceo Darwin, Paolo Pieri
(2 anni e 6 mesi), Diego Sigot (2 anni e 2 mesi), Fulvio Trucano (2 anni e 9 mesi).
Alla lettura della sentenza erano presenti i famigliari di Vito
Scafidi. La madre ha accolto l’esito tra le lacrime.
Nell’incidente, accaduto nell’istituto il 22 novembre 2008,
morì uno studente di 17 anni, Vito Scafidi, mentre altri diciassette rimasero feriti. La vicenda riportò all’attenzione
il problema della sicurezza degli edifici scolastici, sollevato con toni severi dall’allora presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano.
La sentenza affrontava, in particolare, la responsabilità dei
Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione, definiti “i garanti della sicurezza”. Nella sentenza di appello,
infatti, sono stati condannati i tre responsabili con pene
dai 2 anni e 2 mesi ai 3 anni e 6 mesi che in primo grado
erano stati assolti.
“Se di fronte al tempo di un quarto di secolo qui trascorso, dal 1984 al 2008, - scrivono i magistrati - si fosse
verificato lo stato di quel controsoffitto conoscibile, ispezionabile e monitorabile con il sovrastante vano tecnico,
si sarebbero potute evidenziare, valutare e fronteggiare le
sue gravi anomalie; ne ignoravano l’esistenza: e ciò che
non si conosce è, e non può che essere insicuro, e continuare a esserlo”.
SICUREZZA E PREVENZIONE
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SICUREZZA E PREVENZIONE
EMERGENZA PEDIATRICA
EMERGENZA PEDIATRICA
E DISOSTRUZIONE VIE AEREE
15 SETTEMBRE 2015
DALLE ORE 20.00
POLIAMBULATORI FLEMING TECNA
C/O FLEMING TECNA SRL
VIA G ZADEI 64/66 25123 BRESCIA
RELATORI
Medico dott.ssa Elisa Inselvini
Pediatra dott.ssa Graziella Iacono
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A TUTTA LA CITTADINANZA
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FORMAZIONE
FORMAZIONE
IL DEFIBRILLATORE AUTOMATICO
SALVA VITA In Italia sono circa 60mila
le persone che muoiono ogni anno per una
crisi cardiaca improvvisa. Molte potrebbero
essere salvate con i Dae, apparecchi che
per essere utilizzati richiedono soltanto
un corso di addestramento della durata di
poche ore.
L’IMPORTANZA DEL FATTORE TEMPO: Alcune morti
sono inevitabili, ma in molti casi applicare subito il defibrillatore può salvare la vita. A Piacenza, dove dal 1999 è
attivo il “Progetto Vita”, che ha previsto la diffusione capillare di defibrillatori automatici esterni (Dae), apparecchi che
sono in grado di riconoscere la fibrillazione ventricolare e
di interromperla con uno shock elettrico, distribuiti in diversi punti fissi e mobili della città e affidati a volontari non
sanitari formati con un corso della durata di cinque ore,
su un totale di 354 arresti cardiaci registrati in 22 mesi, in
circa il 40% dei casi sono intervenuti i volontari e il tasso
di sopravvivenza dei pazienti trattati inizialmente grazie al
Progetto Vita, pari al 10,5%, è stato nettamente superiore
rispetto al 3,3% registrato tra i pazienti raggiunti soltanto
dai soccorsi avanzati. L’efficacia dell’intervento tempestivo
dei volontari è stata ancora più evidente nei pazienti con
ritmo defibrillabile. In questi casi, infatti, la percentuale di
sopravvivenza è salita al 44,1% contro il 21,2%.
“Dopo 10 minuti i danni cerebrali sono irreversibili”.
“Ogni minuto che passa dall’inizio dell’arresto cardiaco riduce di circa il 10% le probabilità di successo della scarica
elettrica e dopo dieci minuti i danni subiti a livello cerebrale
diventano irreversibili”, spiega Bruno Papaleo, del dipartimento di Medicina del Lavoro dell’INAIL, che coordina un
gruppo di ricerca sulla diffusione della cultura del primo
soccorso nei luoghi di lavoro. “L’esito degli infortuni sul lavoro - aggiunge Papaleo - non dipende soltanto dall’entità
del danno, ma anche dalla prontezza ed efficacia dei primi soccorsi che possono fare la differenza tra la vita e la
morte, tra recupero rapido o prolungato, tra disabilità temporanea o permanente. Questo vale anche per la morte
cardiaca improvvisa, che in molti casi si verifica sul posto
di lavoro”.
Organizzare l’emergenza nei luoghi di lavoro. L’organizzazione del primo soccorso sul posto di lavoro dovrebbe fondarsi sulla accurata valutazione delle caratteristiche
dell’azienda, in relazione al numero dei lavoratori occupati,
alla natura dell’attività e ai fattori di rischio presenti. L’efficacia del primo soccorso è correlata, infatti, a una serie
di fattori che vanno dall’organizzazione di un piano emer-
genza interno, alla formazione dei lavoratori, alla reperibilità
ed efficienza dei presidi sanitari, fino all’attivazione precoce
del 112 e alla corretta esecuzione delle manovre di primo
soccorso.
L’importanza della formazione della popolazione non sanitaria. La formazione degli addetti al primo soccorso,
prevista dalla normativa vigente sulla sicurezza al lavoro
(DM388/2003), può contribuire alla diffusione della cultura
dell’emergenza nella popolazione “laica”, cioè non sanitaria. Questa formazione è mirata a far sì che chi assiste a
un incidente sappia mettere in atto delle manovre di facile
esecuzione che permettono di prestare soccorso nel caso
si verifichi un’alterazione delle funzioni vitali tale da mettere
a repentaglio la sopravvivenza. La conoscenza diffusa di
queste elementari manovre salvavita, compreso l’utilizzo
del Dae, può avere un impatto positivo non solo sulla sicurezza dei lavoratori, riducendo gli esiti negativi degli incidenti e dei malori sul lavoro, ma anche sulla società in
generale.
“Dovrebbero essere disponibili come idranti ed estintori”.
La legge numero 191 del 2009, con il relativo decreto ministeriale del 18 marzo 2011, raccomanda la presenza di
Dae in tutti i luoghi di grande affluenza come alberghi, ristoranti, centri commerciali, cinema, piscine e stabilimenti
balneari. Il Dae dovrebbe essere posizionato in modo da
garantire l’intervento entro cinque minuti ed è consigliato
soprattutto nelle aree in cui sono presenti apparecchi elettrici, nei luoghi di lavoro all’aperto, dove possono cadere
fulmini o si lavora su linee elettriche, nelle zone isolate dove
è più difficile fare arrivare i soccorsi e nei luoghi di transito
o permanenza di molte persone.
“Il percorso didattico specifico per l’utilizzo del Dae, previsto da linee guida internazionali può essere facilmente
integrato con i corsi di formazione per addetti al primo
soccorso che sono obbligatori per legge, nei quali è previsto un modulo specifico per l’emergenza e la rianimazione
cardiopolmonare.
Fonte: Inail.
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FORMAZIONE
FORMARSI PER NON FERMARSI
CALENDARIO CORSI DI FORMAZIONE
SETTEMBRE - OTTOBRE 2015
Corsi realizzati secondo le indicazioni dell’Accordo Stato Regioni del 21/12/2011
Responsabile del Servizio
di Prevenzione e Protezione
Datore di Lavoro R.S.P.P.
D.Lgs. 81/08
In ottemperanza all’Accordo Stato Regioni
del 21.12.2011
MODULO “A”
Corso base per svolgere ruolo
di ASPP -RSPP (D.Lgs. 81/08)
Corso di 28 ore: 3 giornate e mezza
Costo complessivo € 680 (+Iva)
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Lunedì 21 Settembre;
Mercoledì 23 Settebre;
Lunedì 28 Settembre;
Mercoledì 30 settembre ore 8,30-12,30
Orario: 8,30-12,30/13,30-17,30
Datori di Lavoro basso rischio, 16 ore: € 520.
Datori di Lavoro medio rischio, 32 ore: € 680.
Datori di Lavoro alto rischio, 48 ore: € 1000.
• Lunedì 21 e Mercoledì 23 Settembre;
• Lunedì 28 Settembre e Mercoledì 30 Settembre;
• Alto Rischio date da definire.
Orario: 8,30-12,30/13,30-17,30
MODULO “C”
Accordo Stato Regioni
FORMAZIONE LAVORATORI:
Giovedì 3, 10, 17, 24 settembre
Orario: 8,30-12,30/13,30-17,30
• Corso base: 4 ore € 70 (+ Iva)
• Corso completo basso rischio: 8 ore € 110 (+ Iva).
• Corso completo medio rischio: 12 ore € 165 (+ Iva).
• Corso completo alto rischio: 16 ore € 220 (+ Iva).
Corso Preposti
Lunedì 12 Ottobre;
Lunedì 19 Ottobre;
Lunedì 26 Ottobre.
D.Lgs. 81/08 e Accordo Stato Regioni del 21.12.2011
Orario: 8,30-12,30/13,30-17,30
Giovedì 15 ottobre
Costo complessivo € 820 (+Iva)
Corso di 8 ore teorico con prova finale.
08.30 - 12.30 e 13.30-17.30
Addetto al Carrello Elevatore
Costo di partecipazione € 300 (+Iva)
Corso Dirigenti
D.Lgs. 81/08 Art. 36, 37, 73
Accordo Stato Regioni 22.02.2012
CORSO DI 12 ORE TEORICO PRATICO
• Giovedì 29 ottobre: 08.30-12.30/13.30-17.30
• Venerdì 30 ottobre: 08.30-12.30
Costo di partecipazione € 210 (+Iva)
(D.Lgs. 81/08)
Corso di 32 ore: 4 giornate tempo pieno
Costo complessivo € 680 (+Iva)
La quota è comprensiva dei materiali didattici
• Lunedì 21 Settembre;
• Mercoledì 23 Settembre;
• Lunedì 28 Settembre;
Orario: 8,30-12,30/13,30-17,30
AGGIORNAMENTO ANNUALE
D.Lgs. 81/08
Accordo Stato Regioni del 21.12.2011
Di specializzazione per R.S.P.P.
Obbligatorio per tutti gli RSPP - (D.Lgs. 81/08)
•
•
•
PRIMO RILASCIO
• Mercoledì 30 Settembre
MODULO “B” E AGGIORNAMENTI
Aggiornamento 4 ore Macrosettori
1-6-8-9 Macrosettori 3-4-5-7
Costo singolo modulo da 4 ore € 200 (+Iva).
1. Agricoltura (ore 36);
3. Costruzioni (ore 60);
per il calendario
4. Industria (ore 48);
dettagliato
con tutti gli
5. Chimica, gom-ma (ore 68);
appuntamenti
6. Artigianato (ore 24);
ed il programma
7. Sanità servizi sociali (ore 60); contattate il
8. P.A e Scuola (ore 24);
nostro ufficio
formazione
9. Servizi (ore 12).
Rappresentante dei Lavoratori
per la Sicurezza (R.L.S.)
D.Lgs. 81/08 e Accordo Stato Regioni del 21.12.2011
CORSO DI 16 ORE - 4 MODULI
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•
Martedì 3 Novembre;
Martedì 10 Novembre.
Mercoledì 30 Settembre
- 8 ore per aziende con più di 50 dipendenti:
Costo 8 ore € 300 (+Iva)- Orario: 8,30-17,30
- 4 ore per aziende con meno di 50 dipendenti:
Costo 4 ore € 170 (+Iva) - Orario: 13.30-17.30
Corso Prevenzione Incendio
RISCHIO MEDIO: 8 ORE
Costo complessivo € 170 (+Iva)
• Giovedì 17 Settembre
Orario: 08.00-12,00/13,00-17,00
• Giovedì 8 Ottobre:
Orario: 9,30-12,30/13,30-18,30
Pronto Soccorso
CORSO COMPLETO
di 12 o 16 ore € 220 (+Iva)
• Martedì 13 ottobre: 08.30-17.30
• Mercoledì 14 ottobre: 08.30-17.30
AGGIORNAMENTO
di 4 o 6 ore € 90 (+Iva)
• Mercoledì 14 ottobre: 08.30-14.30
Orario: 8,30-12,30/13,30-17,30
Attrezzature da lavoro
CORSO TEORICO - PRATICO
c/o Fornoni srl - via Adige 1 - CHIARI
Costo e durata relativi al tipo di attrezzatura
Costo complessivo € 680 (+Iva)
Spazi Confinati
D.Lgs. 81/08 e D.P.R. 177/2011
Ottobre, data da definirsi
Corso teorico pratico di 8 ore
8.30-12.30/13.30-17.30
Costo partecipazione € 300 (+Iva)
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CORSO RSPP MODULO C:
SPECIALIZZIAZIONE PER RSPP
Il MODULO C è il modulo di specializzazione della durata di 24 ore la cui frequenza è obbligatoria per i soli
RSPP (Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione) e ne completa il percorso formativo.
Il ruolo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) richiede, oltre alle conoscenze tecniche e
normative in materia di sicurezza sul lavoro, competenza
negli aspetti di comunicazione, di organizzazione e capacità
gestionali.
13 OTTOBRE - 8 ORE
ORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONE
•La valutazione del rischio come:
a) processo di pianificazione della prevenzione
b) conoscenza del sistema di organizzazione aziendale
come base per l’individuazione e l’analisi dei rischi.
c) elaborazione di metodi per il controllo della efficacia
ed efficienza nel tempo dei provvedimenti di sicurezza
presi.
•Il sistema di gestione della sicurezza : linee guida UNI-INAIL, integrazione confronto con norme e standard
(OSHAS 18001, ISO, ecc).
•Il processo del miglioramento continuo.
•Organizzazione e gestione integrata delle attività tecnico-amministrative (capitolati, percorsi amministrativi,
aspetti economici).
20 OTTOBRE
IL SISTEMA DELLE RELAZIONI
E DELLA COMUNICAZIONE
•Il sistema delle relazioni: RLS, Medico competente, lavoratori,datore di lavoro, enti pubblici, fornitori, lavoratori
autonomi, appaltatori, ecc.
•Gestione della comunicazione nelle diverse situazioni di
lavoro.
•Metodi, tecniche e strumenti della comunicazione.
•Gestione degli incontri di lavoro e della riunione periodica
•Negoziazione e gestione delle relazioni sindacali.
FORMAZIONE
20 OTTOBRE - 4 ORE
RISCHI DI NATURA ERGONOMICA
•L’approccio ergonomico nell’impostazione dei posti di
lavoro e delle attrezzature.
•L’approccio ergonomico nell’organizzazione aziendale.
•L’organizzazione come sistema : principi e proprietà dei
sistemi.
RISCHI DI NATURA ERGONOMICA
•Elementi di comprensione e differenziazione fra stress,
mobbing e burn-out.
•Conseguenze lavorative dei rischi da tali fenomeni sulla
efficienza organizzativa, sul comportamento di sicurezza
del lavoratore e sul suo stato di salute.
•Strumenti, metodi e misure di prevenzione
•Analisi dei bisogni didattici.
27 OTTOBRE - 8 ORE
RUOLO DELL’INFORMAZIONE
E DELLA FORMAZIONE
•Dalla valutazione dei rischi alla predisposizione dei piani
di informazione e formazione in azienda
•Le fonti informative su salute e sicurezza del lavoro
•Metodologie per una corretta informazione in azienda
(riunioni, gruppi di lavoro specifici, conferenze, seminari
informativi, ecc.)
•Strumenti di informazione su salute e sicurezza del lavoro (circolari, cartellonistica, opuscoli, audiovisivi, avvisi,
news, sistemi in rete, ecc.)
ELEMENTI DI PROGETTAZIONE DIDATTICA
•Analisi dei fabbisogni
•Definizione degli obiettivi didattici
•Scelta dei contenuti in funzione degli obiettivi
•Metodologie didattiche
•Sistemi di valutazione dei risultati della formazione in
azienda.
La frequenza al modulo C costituisce Credito Formativo
permanente valido per qualsiasi macrosettore ATECO.
13
FORMAZIONE
CORSO ECM
IN COLLABORAZIONE CON
L’ULCERA FLEBOSTATICA:
PARAMETRI DI VALUTAZIONE E SCELTA TERAPEUTICA
22 SETTEMBRE 2015
DALLE 14.00 ALLE 18.30
POLIAMBULATORI FLEMING TECNA
C/O FLEMING TECNA SRL
VIA G ZADEI 64/66 25123 BRESCIA
PRESENTAZIONE
Il corso si propone di dare una risposta formativa valida ed efficace al crescente bisogno di personale sanitario qualificato
e capace di risolvere i problemi legati alle lesioni croniche cutanee. Il corso si svilupperà con lezioni frontali, case report,
esame di filmati che metteranno i discenti nella condizione di acquisire competenze base per la gestione dei percorsi
assistenziali a cui vanno incontro i pazienti affetti da ulcere cutanee.
PROGRAMMA
14.00-14.15 - Presentazione del corso e accoglienza dei partecipanti
14.15-15.15 - Eziologia e patogenesi dell’ulcera flebostatica
15.15-16.15 - La medicazione dell’ulcera
16.15-16.45 - L’elastocompressione
16.45-17.00 - Coffee break
17.00-17.45 - La chirurgia
17.45-18.30 - Prova pratica del bendaggio
RESPONSABILE SCIENTIFICO
Prof. Lorenzo Magno: medico chirurgo
specializzazione in Oncologia Clinica e Radiologia.
RELATORI
Prof. Cervi: specialista in Chirurgia Generale e Vascolare
Dipartimento di Chirurgia, U.O.C Chirurgia Generale I,
Università degli Studi di Brescia Chirurgia Vascolare.
Dr. Faini: dirigente medico c/o reparto di Chirurgia, divisione
di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, Spedali Civili di Brescia
e specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva Estetica e
Microchirurgia.
Segreteria Organizzativa
Poliambulatori Fleming Tecna Srl
Rif: Dott.ssa Elisa Faustini - Via G. Zadei , 64 25123 Brescia
Telefono: 030.3390840 - Fax: 030.3702855
E-mail: [email protected]
dal lunedì al venerdì dalle ore 08.00 alle ore 18.00
MODALITÀ DI ISCRIZIONE:
• Compilare completamente la scheda di iscrizione ed inviarla
mezzo e-mail [email protected] o mezzo fax al
numero 030.3702855
• Il costo del corso è complessivo di docenze, materiale didattico,
utilizzo delle attrezzature e attestato con crediti formativi ECM.
• L’iscrizione si formalizzerà con la ricezione della quota di iscrizione.
• Il Corso è a numero chiuso e verrà attivato al raggiungimento di
minimo 25 iscritti.
Vi chiediamo gentilmente di compilare la scheda di iscrizione (in ogni sua parte) ed
inviarla tramite fax o mail alla segreteria organizzativa entro il 15 Settembre 2015.
Alla stessa, allegare la ricevuta del bonifico bancario da effettuare a favore di:
Intestatario: Poliambulatori Fleming Tecna Srl
Banca: Banca di Credito Cooperativo
Filiale: Agenzia Borgo Trento
Iban: IT20C0869211211046000460369
Causale: ISCRIZIONE CORSO ECM ULCERA FLEBOSTATICA
QUOTA DI PARTECIPAZIONE 30,00€
4.2 CREDITI E.C.M.
POLIAMBULATORI FLEMING TECNA S.R.L. . via G. Zadei, 64/66 - 25123 Brescia . T. 030 3390840 - 030 395678 · F. 030 3702855
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MEDICINA
MEDICINA
DEL
DELLAVORO
LAVORO
ALCOL E LAVORO: SORVEGLIANZA
SANITARIA E DVR. COSA CAMBIA?
Il D.Lgs.vo 81/08, prevede all’art. 41, comma 4, l’obbligo
di effettuare la sorveglianza sanitaria finalizzata “alla verifica
della assenza di condizioni di alcoldipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti”. L’obbligo non
vige indistintamente per tutti i lavoratori ma solo, come recita la norma, “nei casi ed alle condizioni previste dall’ordinamento”, cioè dalle norme specifiche in vigore o che saranno
successivamente emanate.
Con riferimento alle problematiche legate all’alcol abbiamo,
ad oggi, due norme contemporaneamente vigenti che pur
trattando dello stesso tema (problemi legati all’alcol) disciplinano, con riferimento ai lavoratori, due aspetti differenti:
• La legge 125 del 2001 (“Legge quadro in materia di alcol
e di problemi alcolcorrelati”)- Assunzione sporadica di alcol
(legge 125/01);
• Il Decreto Legislativo 81/08 (art. 41 comma 4 e 4 bis) e
s.m.i. di cui all’Accordo Stato Regioni del 16/03/2006 - Alcoldipendenza (D.Lgs.vo 81/08).
La legge 125/01, all’Art. 15, dispone che nelle attività lavorative ad alto rischio di infortunio, ovvero in cui diventa
rilevante il problema di garantire la sicurezza di terzi, “è fatto
divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche”. Vietando altresì ai datori di lavoro
la somministrazione delle stesse ad esempio nei bar aziendali, mense, macchine distributrici ecc…
D.Lgs 81/08 art. 41, comma 4 e 4 bis, dispone che “La
sorveglianza sanitaria è effettuata dal medico competente...
comprende:
a) visita medica preventiva intesa a constatare l’assenza di
controindicazioni al lavoro cui il lavoratore è destinato al fine
di valutare la sua idoneità alla mansione specifica;
b) visita medica periodica per controllare lo stato di salute
dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica…..” inoltre stabilisce che le visite siano realizzate “a cura e spese del datore di lavoro, comprendono
gli esami clinici e biologici e indagini diagnostiche mirati al
rischio ritenuti necessari dal medico competente. Nei casi
ed alle condizioni previste dall’ordinamento, le visite ….sono
altresì finalizzate alla verifica di assenza di condizioni di alcol
dipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti.”
L’art. 4 bis dispone inoltre che “con accordo in Conferenza
Stato-regioni, adottato previa consultazione delle parti sociali, vengono rivisitate le condizioni e le modalità per l’accertamento della tossicodipendenza e della alcol dipendenza”. In conclusione del presente articolo è riportata la tabella
contenete le mansioni definite “a rischio”.
La legge prevede un generale divieto di bere alcolici (divieto non limitato, come spesso si pensa, all’orario di lavoro)
prevedendo anche che il medico competente effettui test
alcolimetrici sui lavoratori interessati. Tali test devono avere
esito del tutto negativo: per i lavoratori addetti a tali mansioni, infatti non c’è un limite di tolleranza perché non è vietato
“bere troppo”, è vietato bere in senso assoluto. Un “limite zero” già previsto per tutti i conducenti professionali titolari
di patente C/D/E e addetti al trasporto persone.
Se un lavoratore viene riscontrato positivo all’alcol test, non
significa che è alcoldipendente ma, avendo infranto il divieto e potendo costituire un rischio per se stesso e per gli altri,
deve essere allontanato immediatamente dalla mansione a
rischio, per il tempo necessario a metabolizzare completamente l’alcol.
Attenzione: Non si tratta necessariamente di un lavoratore
in evidente stato di ebbrezza sul lavoro, perché in tal caso
non è indispensabile che il medico competente (che non
sempre è presente in azienda o attivabile in breve tempo)
effettui il test, ma il datore di lavoro, il dirigente o il caporeparto, hanno la possibilità e il dovere di allontanare il lavoratore dalla mansione a rischio per sè o per gli altri. (Ciò è
espressamente previsto dall’art. 18 comma 1 lettera c del
Testo Unico).
COSA SUCCEDE IN CASO DI POSITIVITÀ
AL TEST ALCOLI METRICO?
Nell’eventualità di positività al controllo alcolimetrico e/o al
questionario Audit, il medico competente sottoporrà il lavoratore a ulteriori controlli per verificare l’eventuale condizione di alcol-dipendenza; nello specifico il lavoratore dovrà
essere sottoposto ad un prelievo ematico per effettuare i
successivi esami di laboratorio. Tra gli indicatori di laboratorio utili per una diagnosi di alcol dipendenza figurano: transferrina desialata (CDT), volume corpuscolare medio (MCV),
transaminasi (GOT e GPT), gamma-glutamil-transpeptidasi
(GGT). Il medico competente quindi esprimerà giudizio di
15
MEDICINA DEL LAVORO
inidoneità temporanea alla mansione e comunicherà al datore di lavoro, in forma riservata, il risultato degli accertamenti effettuati (tutto questo in carenza di un chiaro iter causato dalla mancanza di una Legge o Circolare Regionale).
Il Datore di lavoro ha l’obbligo di:
• Aggiornare il documento di Valutazione dei rischi in funzione di tale norma;
• Comunicare al Medico competente la presenza di mansioni citate nell’all. 1 conf. Stato Regioni del 16.03.2006;
• Informare i lavoratori e sensibilizzarli riguardo la normativa,
rispetto all’adozione di corretti stili di vita…ecc…;
• Prevedere percorsi formativi e incontri specifici con i lavoratori, dirigenti o preposti aziendali.
Il Gruppo Fleming Tecna, attraverso i Poliambulatori Fleming
Tecna sta provvedendo ad aggiornare tutti i piani sanitari
inserendo, qualora sia necessario il test alcolimetrico e contemporaneamente Fleming Tecna srl, sta provvedendo aggiornare conseguentemente la Valutazione dei Rischi.
ACCERTAMENTO ALCOL-DIPENDENZA
MANSIONI CHE COMPORTINO
PARTICOLARI RISCHI PER LA SICUREZZA,
L’INCOLUMITÁ E LA SALUTE DEI TERZI
1) attività per le quali e’ richiesto un certificato di
abilitazione per l’espletamento dei seguenti lavori pericolosi:
a) impiego di gas tossici (art. 8 del regio decreto 9 gennaio 1927, e successive modificazioni);
b) conduzione di generatori di vapore (decreto ministeriale 1° marzo 1974);
c) attività di fochino (art. 27 del decreto del Presidente
della Repubblica 9 marzo 1956, n. 302);
d) fabbricazione e uso di fuochi artificiali (art. 101 del
regio decreto 6 maggio 1940, n. 635);
e) vendita di fitosanitari (art. 23 del decreto del Presidente
della Repubblica 23 aprile 2001, n. 290);
f) direzione tecnica e conduzione di impianti nucleari (decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre
1970, n. 1450, e successive modifiche);
g) manutenzione degli ascensori (decreto del Presidente
della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162);
2) dirigenti e preposti al controllo dei processi produttivi
e alla sorveglianza dei sistemi di sicurezza negli impianti a
rischio di incidenti rilevanti (art. 1 del decreto legislativo 17
agosto 1999, n. 334);
3) sovrintendenza ai lavori previsti dagli articoli 236 e 237 del
decreto dei Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547;
4) mansioni sanitarie svolte in strutture pubbliche e private
in qualità di: medico specialista in anestesia e rianimazione;
medico specialista in chirurgia; medico ed infermiere di
bordo; medico comunque preposto ad attività diagnostiche e terapeutiche; infermiere; operatore socio-sanitario;
ostetrica caposala e ferrista;
5) vigilatrice di infanzia o infermiere pediatrico e puericultrice, addetto ai nidi materni e ai reparti per neonati
e immaturi; mansioni sociali e socio-sanitarie svolte in
strutture pubbliche e private;
6) attività di insegnamento nelle scuole pubbliche e private
di ogni ordine e grado;
7) mansioni comportanti l’obbligo della dotazione del
porto d’armi, ivi comprese le attività di guardia particolare
e giurata;
8) mansioni inerenti le seguenti attività di trasporto:
a) addetti alla guida di veicoli stradali per i quali e’
richiesto il possesso della patente di guida categoria B,
C, D, E, e quelli per i quali e’ richiesto il certificato di
abilitazione professionale per la guida di taxi o di veicoli
in servizio di noleggio con conducente, ovvero il certificato di formazione professionale per guida di veicoli
che trasportano merci pericolose su strada;
b) personale addetto direttamente alla circolazione dei treni e alla sicurezza dell’esercizio ferroviario;
c) personale ferroviario navigante sulle navi del gestore
dell’infrastruttura ferroviaria con esclusione del personale di carriera e di mensa;
d) personale navigante delle acque interne;
e) personale addetto alla circolazione e alla sicurezza
delle ferrovie in concessione e in gestione governativa,
metropolitane, tranvie e impianti assimilati, filovie, autolinee e impianti funicolari aerei e terrestri;
f) conducenti, conduttori, manovratori e addetti agli
scambi di altri veicoli con binario, rotaie o di apparecchi
di sollevamento, esclusi i manovratori di carri ponte con
pulsantiera a terra e di monorotaie;
g) personale marittimo delle sezioni di coperta e macchina, nonché il personale marittimo e tecnico delle piattaforme in mare, dei pontoni galleggianti, adibito ad attività
off-shore e delle navi posatubi;
16
MEDICINA
MEDICINADEL
DELLAVORO
LAVORO
h) responsabili dei fari;
i) piloti d’aeromobile;
l) controllori di volo ed esperti di assistenza al volo;
m) personale certificato dal registro aeronautico italiano;
n) collaudatori di mezzi di navigazione marittima, terrestre
ed aerea;
o) addetti ai pannelli di controllo del movimento nel settore dei trasporti;
p) addetti alla guida di macchine di movimentazione
terra e merci;
9) addetto e responsabile della produzione, confezionamento, detenzione, trasporto e vendita di esplosivi;
10) lavoratori addetti ai comparti dell’edilizia e delle
costruzioni e tutte le mansioni che prevedono attività in
quota, oltre i due metri di altezza;
11) capiforno e conduttori addetti ai forni di fusione;
12) tecnici di manutenzione degli impianti nucleari;
13) operatori e addetti a sostanze potenzialmente esplosive e infiammabili, settore idrocarburi;
14) tutte le mansioni che si svolgono in cave e miniere.
Nel mese di settembre verranno organizzati degli incontri,
presso la sede del Gruppo Fleming Tecna, in Via Zadei 64
per illustrare i nuovi obblighi.
NELLA TUA AZIENDA
CI SONO MANSIONI
A RISCHIO?
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LAVORATORI DISABILI
Le norme previste dalla L.68/99
Le aziende pubbliche e private con un organico di almeno
15 dipendenti, sono tenute a inserire lavoratori disabili nella
misura fissata dall’art. 3 della L.68/99. La norma impone ai
soggetti di assumere:
• una persona disabile (solo nel caso di nuove assunzioni,
quindi a partire dalla sedicesima unità), se l’Azienda è da 15
a 35 dipendenti;
• due persone disabili se l’Azienda ha da 36 a 50 dipendenti;
• persone disabili pari al 7% dei dipendenti occupati e una
persona appartenente alle categorie protette ex L.68/99, se
l’Azienda ha da 51 a 150 lavoratori;
• persone disabili pari al 7% dei dipendenti occupati e appartenenti alle categorie protette per l’1% dei dipendenti di
cui alla L. 68/99, se i lavoratori in Azienda sono oltre 150.
Per la determinazione del numero dei lavoratori disabili da
assumere si deve tenere conto del numero dei dipendenti
aziendali assunti con contratto di lavoro subordinato.
Sono esclusi dal computo: i lavoratori occupati con contratto a tempo determinato di durata fino a sei mesi, i soci
di cooperative di produzione e lavoro, i dirigenti, i lavoratori
assunti con contratto di inserimento, i lavoratori occupati
con contratto di somministrazione presso l’utilizzatore, ovviamente i lavoratori occupati ai sensi della normativa in materia di persone disabili (quota di riserva L. 68/1999), gli apprendisti, i tirocinanti, i lavoratori con contratto di formazione
lavoro (non esistono più), i lavoratori con contratto di inserimento/reinserimento, il personale di cantiere nelle aziende
edili e gli addetti al trasporto nelle imprese di autotrasporto,
i servizi di polizia e della protezione civile (l’obbligo è previsto
solo nei servizi amministrativi).
I lavoratori part time si computano in proporzione all’orario
ridotto ed i contratti da lavoro intermittente in proporzione
alle ore di lavoro svolte nel semestre. Il calcolo dell’organico
sul quale fare riferimento per calcolare la percentuale d’obbligo delle assunzioni protette (così detta quota di riserva
- da comunicare ogni anno agli Uffici competenti tramite l’invio telematico del prospetto informativo ex l. 68/99) è il 31
dicembre dell’anno precedente, a meno che non si tratti di
imprese da 15 a 35 dipendenti, per le quali l’obbligo di assunzione sorge nel momento in cui si decide di procedere a
una nuova assunzione. L’obbligo è sospeso per le Aziende
che ricorrono alla CIGS, solidarietà e mobilità.
É inoltre possibile effettuare la compensazione territoriale
ovvero richiedere l’esonero parziale monetizzando parte
della scopertura. Per adempiere all’obbligo, le aziende possono utilizzare o la richiesta nominativa (è l’azienda stessa a
individuare la persona da inserire nel posto di lavoro) oppure la richiesta numerica (l’azienda fa riferimento alle liste del
Collocamento Mirato), ovvero posso stipulare Convenzioni
con gli uffici competenti.
NORME SULL’ASSUNZIONE DEI
Ricordiamo che anche per le assunzioni dei lavoratori
svantaggiati è necessario verificarne l’idoneità alla mansione attraverso la visita di pre assunzione!
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VISITE SPECIALISTICHE
ALLERGOLOGIA
DIETOLOGIA
NEUROLOGIA-PSICHIATRIA
• Visita specialistica
• Prick tests per allergeni
respiratori e alimentari
• Patch tests per apteni
S.I.D.A.P.A.
• Visita specialistica
• Visita specialistica
Esame Elettromiografico
BIOLOGO NUTRIZIONISTA
FISIOTERAPIA/
MASSOTERAPIA
• Visita specialistica
BRONCOPNEUMOLOGIA
• Visita specialistica
• Spirometria
CARDIOCHIRURGIA
E ANGIOLOGIA
• Visita cardiochirurgica
per patologie cardiache
e vascolari
• Visita angiologica
• Eco-doppler
arterioso-venoso (carotidi,
arti superiori ed inferiori,
Tsa addome)
CARDIOLOGIA
• Visita specialistica
• Elettrocardiogramma
• Ecocardiogramma
• Ecocardio color-doppler
• Holter
• Monitoraggio pressione 24h
CHECK-UP
• Assicurativi
• Privati
• Prelievi Ematici
CHIRURGIA GENERALE
• Visita specialistica
• Visita chirurgica senologica
• Visita chirurgica
per patologia tiroidea
CHIRURGIA PLASTICA
• Visita specialistica
DERMATOLOGIA
• Visita specialistica
• Patch tests sostanze
da contatto
• Controllo nevi/crioterapia
DIABETOLOGIA
• Visita specialistica
FISIATRIA
• Visita specialistica
GERIATRIA
• Visita specialistica
GINECOLOGIA
E OSTETRICIA
• Visita specialistica
• Pap-test, Pap-test fase
liquida, tampone vaginale
• Ecografia
pelvica-transvaginale
• Ecografia ostetrica I trimestre
• Tampone uretrale
MEDICINA DEL LAVORO
• Medico Competente
• Certificati idoneità
• Clinica mobile
• Audiometria in cabina silente
• Rx Torace
• Spirometria
• ECG
• Screening tossicologico
• Prelievi ematici
• Corsi formazione
MEDICINA DELLO SPORT
• Visita specialistica con
ECG per attività sportive
non agonistiche
• Ecografie muscolo-tendinee
MEDICINA ESTETICA
• Visita specialistica
MEDICINA GENERALE
INTERNISTICA
• Visita specialistica
• Ecografia addome superiore
• Ecografia addome inferiore
• Ecografia tiroidea
• Ecografia addome completo
• Ecografia parti molli
MEDICINA LEGALE
• Visita specialistica
• Perizie legali
OCULISTICA
• Visita specialistica
• Visita oculistica con fondo
cristallino
• Visita ergoftalmologica
ONCOLOGIA CLINICA
• Visita specialistica
ORTOPEDIA
• Visita specialistica
• Manipolazione
• Infiltrazione
OTORINOLARINGOIATRIA
• Visita otorinolaringoiatrica
• Valutazione otovestibolare
• Esame audiometrico
in cabina silente
• Fibrinolaringoscopia
PEDIATRIA
• Visita pediatrica
• Ecografia delle anche
PODOLOGO
PSICOLOGO
PSICOTERAPEUTA
REUMATOLOGIA
• Visita specialistica
SENOLOGIA
• Visita specialistica
• Ecomammaria
STUDIO DENTISTICO
• Odontoiatria
• Protesi dentaria
UROLOGIA
• Visita specialistica
• Ecografia renale, scrotale,
prostatica
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POLIAMBULATORI
POLIAMBULATORI
LA DIETA MEDITERRANEA:
PATRIMONIO IMMATERIALE
DELL’UNESCO
La dieta mediterranea è un regime alimentare tipico di
alcuni paesi del bacino mediterraneo degli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso. Nel 1958 Keys,
dopo aver soggiornato a lungo a Pioppi, una piccola
città campana, cominciò il Seven Country Study, uno
studio che aveva l’obiettivo di evidenziare l’associazione
tra malattie cardiovascolari e alimentazione; da questo
lavoro venne codificata la dieta mediterranea ritenuta,
prima da Keys e successivamente dal resto del mondo
accademico, una dieta salutare, completa e capace di
abbassare il rischio di malattie cardiache nelle popolazioni (1).
Nel 2010 la dieta mediterranea è riconosciuta dall’UNESCO patrimonio immateriale dell’umanità (2), il prezioso
riconoscimento sancisce l’importanza di questo stile
di vita, più che di una semplice dieta, in modo incontestabile. In particolare, si basa sul consumo di cereali integrali, legumi, olio extravergine d’oliva, moderate
quantità di pesce e carni bianche, verdure e frutta, ma
ha alla sua base anche la convivialità, l’attività fisica, la
stagionalità e l’accento sui prodotti locali, trasformando
quindi delle semplici indicazioni alimentari in qualcosa di
più organico e integrato nella vita delle persone. Scendendo un po’ più in dettaglio possiamo andare a studiare la piramide alimentare mediterranea (3).
Alla base troviamo il consumo di acqua e i comportamenti sociali già ricordati precedentemente, subito
sopra troviamo verdura, frutta, cereali integrali. Questi alimenti fanno parte dei pasti principali, ovvero su
di essi dovrebbe essere fondata l’alimentazione quotidiana. Subito sopra troviamo gli alimenti del consumo
giornaliero, ovvero quelli di cui si consiglia un consumo
quotidiano o quasi: latte e derivati, olio d’oliva, frutta
secca e semi, erbe, spezie, odori. La punta della piramide è composta dagli alimenti del consumo settimanale,
ovvero quelli da non consumare quotidianamente ma
concessi una o più volte a settimana: pollame, pesci,
crostacei, molluschi, legumi, uova, carni rosse, salumi,
dolci. Attenzione: questa appena descritta è solo la frequenza di assunzione, non le quantità! Nel tempo sono
stati messi a punto gli standard per le porzioni, per alcuni alimenti queste sono molto grandi (si consiglia ad
esempio un consumo di almeno due porzioni di verdura
al giorno, e una porzione è anche da 200 grammi (4) ),
per altri invece si riducono notevolmente (come nel caso
dell’olio).
Gli alimenti presenti alla base sono estremamente nutrienti, apportano energia, vitamine e minerali fondamentali per il mantenimento della nostra salute. Un
grosso vantaggio è che seguendo la tradizione della
dieta mediterranea abbiamo un’abbondanza di alimenti
a basso indice glicemico: dopo il pasto la glicemia si
alza poco, così abbiamo una produzione di insulina più
graduale che, di conseguenza, stimola meno l’accumulo di grasso corporeo e il sonno post prandiale. C’è
anche abbondanza di antiossidanti e molecole bioattive
date dalle verdure e dalla frutta. Inoltre, la dieta mediterranea si è dimostrata un’ottima arma per la prevenzione
delle malattie cardiovascolari e metaboliche (5, 6).
Il lato negativo è che la dieta mediterranea non è facilmente compatibile con lo stile di vita attuale: prodotti
locali, convivialità, cereali integrali, verdura e frutta di
stagione, legumi freschi, richiedono un’attenzione all’alimentazione e alla preparazione non più così scontata.
Perciò è spesso soppiantata dalla cosiddetta dieta occidentale o western diet, fatta di alimenti pronti, industriali, grassi e proteine in abbondanza — soprattutto di
origine animale — snack e alcol. Questa dieta appaga
velocemente come gusto, come sazietà e come velocità di preparazione; la conseguenza quindi è che non ci
si cura di cosa si mangia e si finisce per avere una dieta
squilibrata, monotona e dannosa (7).
La dieta mediterranea è lo standard nutrizionale che
dovrebbe essere usato come base per l’alimentazione
umana. Un adulto sano non ha motivi per preferire un
altro tipo di alimentazione a questo. In alcune condizioni
la dieta mediterranea non è l’unico approccio possibile: in caso di dieta dimagrante abbiamo molte possibilità di intervento valide, in caso di patologie particolari
19
POLIAMBULATORI
si potrebbe essere costretti a rinunciare a questo o a
quell’alimento impoverendo la scelta, ma in media è un
approccio valido. Alcuni detrattori accusano la dieta
mediterranea di aver causato un’epidemia di obesità dilagante. In realtà l’obesità è frutto di stili di vita sbagliati,
compresa l’alimentazione: come ho detto poco sopra,
la vera colpevole è la dieta occidentale che ha soppiantato nei fatti la dieta mediterranea.
Esistono poi persone che accusano Keys di aver peccato di cherry picking, ovvero di aver selezionato nel
suo Seven Country Study solo gli stati che gli davano
ragione, evitando accuratamente di parlare di condizioni particolari in cui la buona salute è raggiunta con
altre condotte. L’unica cosa che posso dire a riguardo
è che magari la dieta mediterranea non è l’unica scelta possibile, ma anche se questa accusa fosse vera, la
mole di lavori che dimostra indiscutibilmente la salubrità
e l’effetto preventivo di questa dieta è ormai talmente
ampia che parlare di quello che fu solo il primo studio è
pura accademia: la dieta mediterranea è un vero tesoro
mondiale
Bibliografia
1.
Ancel Keys – Seven Countries Study | The first
study to relate diet with cardiovascular disease. Available at: http://sevencountriesstudy.com/about-the-study/investigators/ancel-keys. Accessed June 27, 2014.
2.
La Dieta Mediterranea è patrimonio immateriale dell’Umanità. Available at: http://www.unesco.it/
cni/index.php/archivio-news/174-la-dieta-mediterranea-e-patrimonio-immateriale-dellumanita. Accessed
June 27, 2014
3.
Comunicati stampa 2009 – INRAN – Istituto
Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione.
Available at: http://nut.entecra.it/358/31/news/ecco-la-nuova-piramide-alimentare–della–dieta-mediterranea.html. Accessed June 27, 2014
4.
I nuovi LARN. Available at: http://www.sinu.it/
html/pag/nuovi_larn.asp. Accessed June 27, 2014.
5.
Ros E, Martínez-González MA, Estruch R, et al.
Mediterranean diet and cardiovascular health: Teachings of the PREDIMED study. Adv Nutr. 2014;5(3):330S–
6S. doi:10.3945/an.113.005389
6.
Koloverou E, Esposito K, Giugliano D, Panagiotakos D. The effect of Mediterranean diet on the development of type 2 diabetes mellitus: A meta-analysis
of 10 prospective studies and 136 846 participants.
Metabolism. 2014;63(7):903–911. doi:10.1016/j.metabol.2014.04.010.
7.
Fung TT, Rimm EB, Spiegelman D, et al. Association between dietary patterns and plasma biomarkers of obesity and cardiovascular disease risk. Am J
Clin Nutr. 2001;73(1):61–67. Available at: http://ajcn.
nutrition.org/content/73/1/61.long. Accessed June 27,
2014.
Dr. Giuliano Parpaglioni
Biologo Nutrizionista
Il Dr. Parpaglioni riceve, su appuntamento,
presso i Poliambulatori Fleming Tecna. Per fissare
un appuntamento telefonare al numero 030.3390840.
20
PSICOTERAPIA INDIVIDUALE,
DI COPPIA, FAMILIARE.
UN PERCORSO PER STARE BENE.
L’esistenza di una famiglia è composta da innumerevoli
eventi quotidiani attraverso i quali una coppia o genitori e
figli comunicano e si relazionano reciprocamente. La qualità
di questi legami influisce sulla nostra salute sociale ed emotiva, sia nella vita di ogni giorno che sul lavoro o nei rapporti
interpersonali. La famiglia è anche considerabile come un
luogo cruciale della vita di ognuno nel quale si apprendono
fin da piccoli competenze fondamentali come per esempio:
comunicare, interagire, prendersi cura, condividere valori e
regole. Il ciclo di vita di un gruppo famigliare è costellato da
importanti transizioni che ne caratterizzano lo sviluppo: l’incontro di due persone, l’eventuale nascita di uno o più figli,
il loro accudimento e le relative scelte educative, la fuoriuscita dei figli verso la costituzione di una famiglia propria, l’età
anziana dei coniugi
o conviventi , e così
via. Ciò che rende
speciale e straordinario ogni gruppo
famigliare è la sua
storia. Una storia dalla quale discendiamo
e che inizia molto
prima che nasciamo, che comprende
diverse generazioni
e che nel suo complesso conferisce una speciale identità
e appartenenza ai suoi membri. Da cosa sono composte
le storie famigliari? Uno sguardo veloce alla letteratura e al
cinema ci può essere d’aiuto : affetti, incontri, viaggi, amori
passionali, eventi drammatici, aspri conflitti, malattie, nascite, attività lavorative, ma anche da aspirazioni, da desideri, da intensissime emozioni. Ossia da cose immateriali ma
assolutamente concrete. Se ripensiamo alle nostre storie
famigliari è facile riconoscersi in numerose caratteristiche
come queste e molte altre ancora! Potremmo dunque dire
che in una famiglia i comportamenti dei suoi componenti sono inevitabilmente e intimamente connessi. Quando
parliamo infatti di “padre”, “madre”,”fratello”, “figlio”, “zio”,
“nipote”, “nonna”, “convivente”, ecc. ci riferiamo sempre
ad una imprescindibile condizione relazionale al punto che
molti esperti ritengono che nulla esista fuori da una relazione. L’approccio psicologico che condivide questa particolare visione prende il nome di sistemico-relazionale e
si occupa specificamente di comprendere e esplorare la
storia di un nucleo famigliare e la qualità delle relazioni e della
comunicazione tra i suoi componenti. In particolare in quei
momenti o fasi della vita di una coppia o di una famiglia in
cui uno o più componenti vivono situazioni di sofferenza, di
crisi o di disagio. A cosa sono dovuti questi momenti e quali
ne sono le cause? Ovviamente non c’è una unica risposta;
essendo ogni famiglia unica e irripetibile anche le spiegazioni o meglio le ipotesi diagnostiche che si possono formulare
POLIAMBULATORI
su un particolare problema, variano da caso a caso. La
relazione psicoterapeutica, ossia l’incontro tra una coppia o
una famiglia e un professionista formato e adeguatamente
preparato, si propone proprio questo scopo: comprendere cosa sta accadendo per aiutare le persone che vivono
una situazione di sofferenza a vivere in modo più salutare
e soddisfacente. Come avviene questo incontro? La psicoterapia sistemica è essenzialmente una conversazione a
più voci tra il terapeuta e i componenti della famiglia in un
contesto accogliente e privo di giudizio. Nella seduta il terapeuta e i famigliari discutono e riflettono sulle ragioni che
hanno portato ad una situazione di disagio, ai fatti che sono
intervenuti, alle emozioni vissute, ai significati che ognuno
attribuisce a quanto sta accadendo. L’opinione dei componenti della famiglia è dunque essenziale e a promuovere un
significativo cambiamento; potremmo anzi affermare che è
indispensabile costruire una alleanza tra terapeuta e famiglia affinchè la terapia possa essere efficace. I poliambulatori
Fleming Tecna promuovono un servizio specialistico che si
prende cura di singoli, coppie e famiglie che attraversano
momenti di difficoltà, di crisi o di sofferenza psicologica.
QUANDO RIVOLGERSI ALLO PSICOLOGO? Quando
ad esempio in famiglia è difficile capirsi; i genitori e i figli
sono alla ricerca di un nuovo dialogo; nella relazione coppia
prevalgono conflitti e incomprensioni; si vivono momenti di
disagio esistenziale o di sofferenza individuale. Per favorire la
ricerca di una comunicazione più creativa e salutare attraverso la rielaborazione degli eventi passati e incoraggiando
la capacità di immaginare il futuro.
COME SI ACCEDE AL SERVIZIO DI PSICOTERAPIA?
L’accesso al servizio avviene previa contatto telefonico con
i Poliambulatori Fleming Tecna per fissare un appuntamento, cui segue un successivo invito rivolto alla persona o ai
famigliari disponibili per un primo colloquio con lo psicologo
finalizzato a comprendere la richiesta e definire un possibile
percorso di aiuto. Si rivolge a singoli, coppie e famiglie.
Dr. Piergiuseppe Pasini
Psicologo Psicoterapeuta
21
POLIAMBULATORI
SCREENING ONCOLOGICI?
SI PUO’ FARE DI PIU’
In arrivo in Lombardia un test più
sofisticato per ricercare il papilloma virus.
Finora un solo progetto pilota
in Valle Camonica
Il 6 per cento delle donne bresciane e lombarde fra i 50
ai 69 anni non ha mai fatto una mammografia, e il 40
per cento della popolazione (donne e uomini) nella stessa fascia di età non si è mai sottoposto al test per la
ricerca di sangue occulto nelle feci, che è indispensabile
per intercettare le situazioni a rischio tumore del colon
retto. Dati importanti, emersi in occasione del convegno
«Prevenzione Brescia 10 anni di Screening oncologico»,
promosso dall’Azienda sanitaria di Brescia con il sostegno della Fondazione Berlucchi. Numeri che fanno capire
come sul versante degli screening gratuiti molto è stato
fatto, ma molto resta ancora da fare per diffondere una
capillare cultura della prevenzione.
IL 2015 porterà in Lombardia un’importante novità: lo
scorso 13 Gennaio la Regione ha recepito formalmente
le nuove indicazioni del Piano nazionale prevenzione relative al test Hpv Dna, un esame più sofisticato del Pap
test, finalizzato a ricercare e tipizzare la presenza di papillomavirus, che pone le donne contagiate ad alto rischio
di sviluppare il cancro al collo dell’utero.
Finora in Lombardia un progetto pilota per eseguire test
Hpv Dna di screening è stato lanciato in Valle Camonica,
«l’obiettivo di quest’anno è avviare un tavolo di analisi e
confronto a livello regionale per implementare questo test
a più largo raggio nell’offerta di screening, delineando le
linee guida per il suo utilizzo», annuncia Danilo Cereda
della Direzione generale salute di Regione Lombardia.
Sull’importanza degli screening pubblici per contrastare
tumore al seno (mammografia), al colon retto (esame del
sangue occulto nelle feci) e al collo dell’utero (Pap test)
c’è una condivisione generale, rafforzata dai numeri: «Gli
screening permettono di identificare il 40% dei tumori alla
mammella in Lombardia, e nel 70% dei casi quando hanno ancora dimensioni piccole, e sono quindi trattabili con
maggiore successo», conferma Cereda, ricordando che
nel 2015 verrà avviato un progetto sulla formazione dei
radiologi, per rendere più omogenea la qualità dell’offerta
mammografica.
Gli screening, peraltro, non servono solo a individuare i
tumori in fase iniziale su persone asintomatiche, ma in
alcuni casi riescono ad evitare l’insorgenza del tumore
stesso, come nel caso delle lesioni precancerose che
possono essere scoperte - e curate - nelle aree del colon
retto e della cervice uterina.
Ogni anno sono 250 mila i bresciani chiamati dall’Asl per
sottoporsi agli screening gratuiti per tumore al seno, collo
dell’utero e colon retto, con un’adesione che oscilla dal
62 per cento per le mammografie al 56 per cento per i
Pap test.
«Negli ultimi quattro anni sul territorio dell’Azienda sanitaria di Brescia la mortalità per tumore al seno è diminuita del 16 per cento, quella per cancro del colon retto è
scesa del 20 per cento nei maschi e del 26 per cento
nelle femmine - sottolinea Michele Magoni, responsabile dell’Unità Operativa Osservatorio Epidemiologico Asl
Brescia-. Un traguardo reso possibile grazie agli screening, ma anche a una maggiore attenzione agli stili di vita
e a un migliore accesso alle cure: è certo che sul fronte della prevenzione secondaria bisogna avere la mente
aperta per trovare le soluzioni che migliorino sempre di
più i risultati nel contrasto ai tumori».
fonte Bresciaoggi - Lisa Cesca
20 Gennaio 2015 - Cronaca Pag. 9
22
POLIAMBULATORI
COME SI SCELGONO I
PROGRAMMI DI CURA PER IL
CANCRO ALLA MAMMELLA?
La terapia per il carcinoma della mammella si realizza utilizzando tre modalità: chirurgica, radioterapica, farmacologica, con una serie di variazioni sul tema.
Tutti conosciamo persone trattate per un cancro mammario e guarite. Da parecchio tempo la diagnosi di cancro
della mammella, una malattia potenzialmente molto pericolosa, non comporta una condanna certa.
Le cure mediche di cui disponiamo a integrazione delle cure
fondamentali che sono la chirurgia e la radioterapia, sono al
presente Farmaci antiblastici (la chemioterapia) e farmaci ormonali (più correttamente, antiormonali), usati secondo due
scelte cronologiche differenti: 1) la terapia denominata neoadiuvante, ossia attuata prima della chirurgia e/o radioterapia; 2) la terapia post-operatoria, denominata adiuvante se
dopo l’operazione non vi è tumore riconoscibile con i mezzi
diagnostici di cui disponiamo. In alcuni casi i tempi medici
del programma di cura sono utilizzati tanto prima che dopo
la chirurgia e la radioterapia. La stessa radioterapia talvolta
è praticata prima della chirurgia.
Vi sono tanti successi terapeutici e si continua a studiare in
tre direzioni: in laboratorio per lo sviluppo delle conoscenze sullla biologia del tumore in tutti i suoi aspetti; la prevenzione primaria (con il corollario della diagnosi precoce);
e la maggiore efficacia e tolleranza delle cure disponibili,
con scelte che dipendono dalle caratteristiche del singolo
caso.
La diagnosi istologica di un cancro mammario è fondamentale ma da sola non è sufficiente per orientare sul tipo
di terapia dando naturalmente per scontato il concetto che
la qualità delle cure sia sempre ottimale. La scelta del programma di cura dipende dalla classificazione e stadiazione
del tumore ma anche, sempre più, dalla sua caratterizzazione biologica. Semplificando, la ghiandola mammaria è
soggetta a stimolazioni da parte degli ormoni sessuali e
molti carcinomi della mammella dipendono dagli ormoni
ovarici per la loro crescita.
L’inibizione degli ormoni ovarici può comportare vantaggi
clinici. La proteina HER2 si trova sulla superficie della cellulare e stimola le cellule a crescere e moltiplicarsi. I tumori
che la producono sono più aggressivi. In almeno uno ogni
cinque nuovi casi il tumore è caratterizzato da abbondanza della proteina HER2. Per ora appaiono preliminarmente
indispensabili per un corretto orientamento della terapia
medica nelle cure primarie la conoscenza del contenuto
recettoriale del tumore per ormoni estrogeni e progestativi
e l’espressione quantitativa dei fattori HER.
Il riscontro di maggiore aggressività di un tumore
comporta cure differenti e siamo lontani dal dover
accettare passivamente…la sfortuna. Nei casi più
complicati comunque abbiamo farmaci nuovi
che ci permettono di ottenere sempre più guarigioni, o almeno lunghi periodi di assenza di malattia. Possiamo contare su buoni risultati anche
per quote di malati che sino a qualche anno fa
sfuggivano al controllo terapeutico. Il progetto
è ottenere il 100 per cento di risultati positivi e sappiamo bene che il 100 per 100
in medicina è poco frequente.
Il più spesso l’irradiazione è eseguita dopo l’intervento
chirurgico con tecniche oggi molto raffinate e pressoché
prive di danni. La irradiazione è eseguita a distanze variabili dall’intervento in funzione dei tempi e modi delle cure
mediche aggiunte alla chirurgia. Senza dimenticare che
vi sono malate nelle quali la sola chirurgia è sufficiente. I
comportamenti definibili “normali” nei casi clinici più frequenti ci fanno ottenere risultati di buon livello. Per tumori
piccoli senza linfonodi regionali compromessi, con recettori ormonali positivi si ottengono guarigioni definitive in tassi
prossimi al 90%. Per essi sono oggetto di discussione le
scelte dei farmaci da impiegare come terapia adiuvante: ci
si orienta sempre più verso terapie antiormonali (antiestrogeniche) piuttosto che per la chemioterapia.
Vi sono parecchie questioni aperte anche in questo campo. Per esempio: sappiamo che gli antiestrogeni, dei quali
il più noto e usato è il tamoxifene, hanno indicazioni postoperatorie certe e utili. Ci si chiede: sono meglio cinque
anni di cura adiuvante o è il caso di proseguire per molti
più anni? Parrebbe oggi utile andare oltre con la somministrazione del farmaco.
Oppure: possiamo usare utilmente il tamoxifene anche in
donne in premenopausa? Oppure ancora: è utile associare il tamoxifene in sequenza o meno agli inibitori dell’aromatasi che è l’enzima che produce estrogeni nel tessuto
adiposo? Per quanto tempo?
23
POLIAMBULATORI
Da pubblicazioni recenti e autorevoli sembra poter ricavare che lo exemestano, appunto un inibitore dell’aromatasi,
sia più efficiente del tamoxifene. Abbandoniamo il tamoxifene? Quando è utile associare la terapia ormonale alla
chemioterapia, con quali farmaci e per quanto tempo?
I tumori positivi per HER2/neu sono dal 25 al 15% del totale dei tumori mammari e per essi le cure mediche che
abbiamo molto sommariamente elencato non sono sufficientemente attive. Ora abbiamo nuovi farmaci, il cui nome
termina con il suffisso MAB che vuol dire “Anticorpo Monoclonale”. Molte malate hanno beneficio dalla terapia con
Herceptin che è il nome commerciale del Trastuzumab,
attivo proprio contro i tumori HER positivi.
Il farmaco può essere impiegato da solo o in associazione con altri, con regole cronologiche differenti. In recenti
congressi internazionali molto importanti sul cancro della
mammella si è dimostrato che certe associazioni di farmaci non aggiungono nulla ai risultati: non sempre due cure
o tre sono meglio di una. Gli aggiustamenti delle dosi, dei
tempi di cura, delle associazioni terapeutiche con l’Herceptin sono temi d’intensa ricerca clinica per la comunità
scientifica e, naturalmente, per l’industria farmaceutica.
Stanno emergendo altri agenti biochimici presenti nei tumori, dotati di valore prognostico. Al presente non sono
individuati e dosati da tutti i laboratori, poiché sono ancora
oggetto di studio. Addirittura sembrano emergere indirizzi
secondo i quali la terapia farmacologica è diretta a inattivare una molecola particolare presente nel tumore. Il futuro
è promettente.
Per ora i casi più difficili sono quelli dei tumori “triplo negativi” quelli cioè che non contengono recettori ormonali e
proteine HER2 sulla loro superficie. Si tratta di un gruppo
eterogeneo di tumori, con presentazioni cliniche differenti. Riguardano soprattutto donne giovani e sono sino al
15% del totale dei tumori mammari. Richiedono terapie
sperimentali in corso di valutazione cui corrispondono programmi di cura a volte anche complessi tanto da richiedere il ricovero ospedaliero. La scelta del tipo di cura per
i tumori triplo negativi può dipendere da una serie di dati
che qui non si possono certo riassumere.
E’ necessario per i medici continuare a studiare, ad aggiornarsi. Ai malati, reali o potenziali (i casi cosiddetti “a
rischio“) suggerisco di associarsi a organizzazioni come la
Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori che ha come missione anche la corretta informazione del pubblico circa gli
indirizzi, diagnostici e di cura. Il malato ha il dovere e il diritto di poter esprimere il cosiddetto e tanto citato “consenso
informato” per le procedure diagnostiche e terapeutiche
che gli sono proposte.
Per i medici nascono difficoltà se devono adottare passivamente orientamenti nuovi senza l’aver assimilato i concetti operativi e i nuovi risultati che con le nuove cure si
possono ottenere. La via migliore per il progresso è quella
collettiva: i medici appartenenti a una società scientifica di
tipo professionale o utilizzatori di corsi di aggiornamento
possono aggiornarsi, adeguarsi alle nuove vie di cura.
E’ desiderabile, e questa è poi la cosa migliore, che i medici partecipino agli studi sulle nuove cure, con contributo
d’idee, di lavoro e con il trasferimento delle acquisizioni
risultanti dagli studi alla pratica di tutti i giorni. Ritengo, evitando di apparire ingenuo o visionario, che l’intera comunità professionale medica debba contribuire al progresso
delle cure e non solo in campo oncologico. Sono anche
convinto del fatto che un malato di cancro non dovrebbe affidarsi a organizzazioni mediche prive di esperienza
specifica.
Certo, la scelta iniziale è difficile: non è come scegliere un
fornitore qualunque. Può essere comodo andare da dottori attivi a poca distanza dal proprio domicilio e la decisione
può essere corretta e provvidenziale. A volte sono necessari anche i cosiddetti viaggi della speranza. Che i viaggi per curarsi siano sempre meno necessari è l’auspicio
espresso da un vecchio oncologo che davvero ha potuto
essere testimone di esperienze a volte imbarazzanti ( uso
un eufemismo) per i malati.
Prof. Lorenzo Magno
Direttore Sanitario Poliambulatori Fleming Tecna
Specialista in Radioterapia Oncologica
24
NEWS
NEWSEE SCADENZE
SCADENZE
INAIL: LO SCONTO PER
PREVENZIONE ANCHE ALLE
IMPRESE CHE ADOTTANO IL
DEFIBRILLATORE.
presentazione della domanda, con la copia degli attestati
rilasciati, e della documentazione che attesta l’aggiornamento annuale del personale formato e la procedura di
controllo dell’efficienza e delle tecniche di intervento per
l’uso del defibrillatore.
Il dispositivo semiautomatico per la rianimazione in caso di
arresto cardiaco, e i corsi rivolti ai dipendenti per imparare
a utilizzarlo, sono iniziative identificate quali “miglioramento
delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro” e pertanto
concorrono alla riduzione del tasso di premio ottenibile.
Fleming Tecna può organizzare, all’interno dei percorsi di
primo soccorso anche il corso BLSD e fornire il defibrillatore.
É possibile conferire l’incarico a Fleming Tecna srl! Contatta i nostri uffici telefonando al numero 030.3390840 o
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Tra gli interventi per il miglioramento delle condizioni di
sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro, in aggiunta rispetto a quelli minimi previsti per legge, ritenuti idonei per
ottenere lo sconto per prevenzione dell’Inail, dallo scorso
anno figura l’adozione da parte delle aziende di defibrillatori semiautomatici (Dae) e l’organizzazione di corsi Blsd
(Basic life support defribillation) per insegnare ai dipendenti
le manovre da compiere in caso di arresto cardiaco, che in
molti casi possono fare la differenza tra la vita e la morte.
“Un ottimo segnale per la diffusione delle buone pratiche”.
“È un ottimo segnale di interessamento e di
sostegno alle attività di diffusione di buone
pratiche sulla rianimazione cardiopolmonare e sulla defi-
brillazione precoce nei luoghi di lavoro, che da anni sosteniamo con convinzione attraverso azioni mirate di sensibilizzazione rivolte ai datori di lavoro e alle figure addette alla
sicurezza”, commenta Bruno Papaleo, del dipartimento di
Medicina del lavoro dell’Inail, che coordina un gruppo di
ricerca sulla diffusione della cultura del primo soccorso.
La domanda con un’autocertificazione online. Per ottenere la riduzione del tasso di premio Inail è
sufficiente presentare esclusivamente in modalità telematica, attraverso la sezione servizi online del sito Inail,
un’autocertificazione che attesti che l’azienda non rientra
tra quelle per cui l’adozione del defibrillatore è obbligatoria
per legge. L’impresa, inoltre, deve essere in possesso della
ricevuta di acquisto dei Dae, dell’elenco dei partecipanti
al corso Blsd riferito all’anno solare precedente quello di
STAMPANTI E SISTEMI
MULTIFUNZIONE A INCHIOSTRO
SOLIDO: PER UN UFFICIO PIÙ
VERDE
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possibilità di utilizzare “‘inchiostro solido”. Semplice da
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una significativa riduzione dei rifiuti e meno
spazio di stoccaggio per un trasporto più efficiente, il che a sua volta si traduce in risparmio sui costi di spedizione e in un minore impatto ambientale.
• Meno materiali di consumo. Niente ingombranti cartucce
di stampa o fusori, lubrificante per fusori o unità imaging
che si trovano in una normale stampante laser a colori. Ol-
25
NEWS E SCADENZE
tre agli stick di inchiostro solido, l’unico altro componente
sostituibile è un rullo di manutenzione/unità di pulizia che
dura per decine di migliaia di pagine e va sostituito solo
poche volte durante l’intero ciclo di vita del vostro dispositivo.
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Notiziario periodico on line,
curato dal Gruppo Fleming Tecna
Fleming Tecna e Poliambulatori Fleming Tecna,
Distribuito gratuitamente.
N. 1 - Anno 2015
Direttore
Prof. Lorenzo Magno
Redazione
Daniele Antelmi
Lorenzo Magno
Giuliano Parpaglioni
Massimiliano Pasini
Piergiuseppe Pasini
Simona Pasini
Cristina Vittorielli
Giacomo Zappa
Hanno collaborato alla redazione:
Ingross Carta Giustacchini
Le opinioni espresse sono responsabilità personale
degli autori dei testi.
Vi informiamo che i nostri uffici rimarranno chiusi per la pausa
estiva da sabato 08 Agosto 2015 a domenica 23 Agosto 2015.
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