PIANO DI COMUNICAZIONE 2012
AZIENDA SANITARIA LOCALE
DELLA PROVINCIA DI VARESE
Direttore Generale: Giovanni Daverio
INDICE
1.
Premessa
Pag. 3
2.
Il contesto
Pag. 4
2.1 .
Il contesto socio-economico
Pag. 5
2.2 .
Il contesto epidemiologico
Pag. 6
2.3 .
La rete di offerta dell’ASL
Pag. 6
3.
Aree di intervento
Pag. 8
3.1.
Comunicare la sicurezza
Pag. 8
3.2
Ambiente e salute
Pag. 10
3.3.
La sicurezza alimentare
Pag. 12
3.4.
La Sanità Animale
Pag. 13
3.5.
Prevenzione del randagismo e anomali d’affezione
3.6.
La prevenzione delle malattie cronico-degenerative
Pag. 14
3.7.
La prevenzione dell’obesità
Pag. 15
3.8.
La campagna antinfluenzale 2012-2013
Pag. 16
3.9.
Lo screening del carcinoma del colon retto
Pag. 16
3.10
Lo screening mammografico
Pag. 17
3.11.
La salute del viaggiatore
Pag. 17
3.12.
Prevenzione delledipendenze
Pag. 18
3.13.
Le linee-guida per la prevenzione delle dipendenze
Pag. 18
3.14.
Progetto Zerococa
Pag. 19
3.15.
L’ Osservatorio Dipendenze della provincia di Varese
Pag. 19
3.16.
Le attività dei Distretti Socio- Sanitari
Pag. 20
3.17.
Le attività socio-sanitarie
Pag. 23
Pag.14
2
1. Premessa
Redigere un piano di comunicazione significa per un’azienda ripensare ogni volta la
propria capacità di attivare interventi di comunicazione in grado di dare significato alle
azioni che si vogliono promuovere ed ai cambiamenti che si intendono sostenere. Questa
logica supera la distinzione tra comunicazione interna ed esterna e considera la dimensione
organizzativa ed i diversi livelli operativi funzionali alle sfide di un contesto sociale e
culturale in continua evoluzione. La comunicazione di un’azienda sanitaria possiede per
sua natura un elevato livello di integrazione poiché coinvolge strutture con attività e
professionalità differenti e prevede l’interazione di più soggetti in diversi contesti
istituzionali. Gli indirizzi di programmazione sanitaria di Regione Lombardia1 per l’anno
2012 ribadiscono, per le Aziende Sanitarie, il compito di rilevare i bisogni di salute della
popolazione e di sostenere con criteri di efficacia, efficienza ed appropriatezza,
l’evoluzione di un sistema di strutture sanitarie pubbliche e private complesso ed
articolato.
Per l’anno in corso, sulla base delle risorse economiche disponibili, si evidenziano
due obiettivi prioritari del sistema regionale: l’integrazione tra aziende e l’innovazione nei
processi tecnico-sanitario-amministrativi. Le attività di comunicazione dovranno, quindi,
attivare e sostenere strategicamente queste finalità con un approccio basato sull’utilizzo di
strumenti comunicativi diversi, in modo da garantire l’appropriatezza della comunicazione in
funzione del pubblico di riferimento e dei contenuti.
La comunicazione istituzionale deve necessariamente riconoscere la centralità della
persona, della comunità, negli aspetti biologici e relazionali, nei confronti dell’ambiente
fisico e dell’ambiente sociale. L’educazione alla salute, compito fondamentale per un
sistema che intenda aver cura dei cittadini e non solo curare la malattia, nel glossario
dell’OMS “comprende tutte le occasioni di comunicazione disegnate per migliorare le
conoscenze e per sviluppare capacità nella vita in modo da contribuire alla salute
individuale e collettiva”. La promozione di conoscenze sui temi della salute è compresa
nelle funzioni di governance di un’azienda socio-sanitaria e richiede, un’ attenta
valutazione degli attuali scenari socio-economici e demografici, orientata alla
valorizzazione di sinergie possibili ed alla corrispondenza dell’offerta di informazione con
i reali bisogni del cittadino-utente.
La cultura dell’ascolto e la ricerca costante del feedback rispetto alle azioni messe in
atto sono elementi imprescindibili di una comunicazione di qualità che possa favorire il
processo di integrazione necessario per costruire una rete effettiva di servizi sanitari e
sociali. In questo senso la bidirezionalità dei percorsi comunicativi valorizza i processi
partecipativi che si impongono con sempre maggiore intensità all’attenzione degli
operatori che gestiscono le relazioni con il pubblico.
Le attività di comunicazione avranno, pertanto, per il 2012 l’obiettivo di rivedere ed
implementare gli strumenti di comunicazione per superare alcune criticità tipiche dei
processi di comunicazione (la necessità di avere dati aggiornati, le difficoltà di produrre
1
Indicazioni relative all'applicazione della D.G.R. 6.12.2011 n. IX/2633 "Determinazioni in ordine alla
gestione del servizio socio sanitario regionale per l'esercizio 2012"
3
informazioni in tempi brevi, la contestualizzazione dei messaggi rispetto al target, etc.). Un
ulteriore obiettivo sarà quello di favorire in modo sistemico la circolazione di informazioni
adeguate che sostengano le persone e le famiglie nei percorsi di accesso ai servizi ed alle
opportunità offerte dal sistema socio-sanitario locale e regionale.
Sarà necessario procedere ad un restyling del portale aziendale perché possa consentire,
attraverso una navigazione agevole ed intuitiva il reperimento e la fruizione di contenuti utili,
chiari, completi, ed aggiornati.
La campagna di informazione, in atto ormai da anni, finalizzata alla promozione di
modalità on line di interazione con i servizi amministrativi, mediante CRS, sarà implementata
per agevolare i cittadini ed evitare disagi ed attese prolungate agli sportelli delle sedi
distrettuali.
Ulteriore attenzione sarà posta nel promuovere il riconoscimento, da parte del cittadino,
dell’identità unitaria del SSR, anche attraverso i marchi di sistema apposti su punti di
accesso, siti internet e materiali informativi di ogni struttura.
Nelle pagine che seguono, dopo una breve analisi del contesto di riferimento,
verranno descritti i contenuti, le strategie, gli obiettivi, i destinatari, gli strumenti delle
iniziative di comunicazione in relazione alle singole aree di intervento.
2.
Il contesto
L’analisi del contesto socio-economico permette di evidenziare le variabili,
demografiche, sociali, economiche, culturali ed ambientali dell’area territoriale dell’ ASL
della Provincia di Varese, in funzione di una programmazione socio-sanitaria dei servizi
sanitari coerente con le caratteristiche e le peculiarità locali che indicano obiettivi, priorità
e motivazioni, nel contesto delle linee di indirizzo del Servizio Sanitario Regionale.
2.1.
Il contesto socio-economico
Si registra un progressivo aumento della natalità e della popolazione anziana,
mentre la popolazione straniera risulta pari al 7,5% del totale dei residenti. L’occupazione
è aumentata negli ultimi anni con tendenza alla stabilizzazione (2008: 60.555 aziende,
290.681 lavoratori), ma dal 2008 in poi si registra una flessione: sono state chiuse molte
piccole aziende e molte altre hanno ricorso ad istituti quali la cassa integrazione o la
mobilità. Rimangono comunque tra i settori più rappresentati l’industria (meccanica,
gomma e plastica), i trasporti e la logistica (Malpensa è stata ridimensionata ma rimane un
grande insediamento), il settore edile, il comparto del terziario e dei servizi (in crescita), il
4
settore chimico-farmaceutico, la sanità. La rete dei servizi sociali, sanitari, assistenziali è in
genere ben sviluppata.
I consumi energetici sono in continua crescita ed elevata è la produzione di rifiuti
annuale. Le maggiori problematiche legate all’inurbamento si riferiscono alla congestione
da traffico, alla qualità dell’aria, al rumore, alle qualità delle strutture abitative.
Provincia:1199 Km2
Comuni: 141
Totale abitanti
al 31.12.2010: 883.316
femmine: 453.531
maschi: 429.785
Numero totale famiglie: 65.996
I dati più significativi sono i seguenti:
popolazione di età superiore a 74 anni: 9,6 %
popolazione di età superiore a 64 anni: 20,6 %
popolazione di età inferiore a 18 anni: 16,5 %
popolazione di età inferiore a 2 anni: 2,91 %
Indice di vecchiaia2: 148,2
2
Numero di soggetti di età superiore a 64 anni per 100 soggetti di età inferiore a 15 anni
5
2.2.
Il contesto epidemiologico
Il dato trasversale più tipico riguardante i fenomeni di prevenzione e cura caratteristico
della nostra epoca post-industriale, è rappresentato dal fattore cronicità che sta
modificando in modo significativo e penetrante tutti i livelli organizzativi e clinici del
nostro sistema di welfare.
Le tre cause di mortalità più frequenti sono le malattie cardiovascolari, le neoplasie
maligne e le malattie respiratorie. Le malattie che colpiscono precocemente, pesando
maggiormente come anni di vita persi, sono i tumori maligni, le malattie cardiocircolatorie
e le cause violente, che in generale riconoscono in stili di vita inadeguati importanti fattori
di rischio. Il numero di ricoveri per incidenti stradali è mediamente 2 al giorno, con
tendenza alla diminuzione. Gli infortuni sul lavoro tendono complessivamente a diminuire.
Meno accentuata è invece la riduzione della quota di infortuni gravi. Negli ultimi anni si è
assistito ad una stabilizzazione dell’incidenza dei casi mortali.
L’invecchiamento della popolazione, solitamente interpretato come un aggravio di
costi per il sistema sanitario, rappresenta, in realtà, un risultato di salute se comporta un
innalzamento di insorgenza delle patologie, in particolare quelle inabilitanti nell’età media.
Un altro elemento di notevole rilevanza per l’ASL è l’aumento annuale del numero
di assistiti affetti da malattie croniche (cardiache e tumorali innanzi tutto, ma anche
diabete, malattie respiratorie, neurologiche e gastrointestinali). Si stima che per tali
patologie l’incremento annuo sia di oltre il 4%, ben maggiore della percentuale di
invecchiamento
I bisogni socio-sanitari e le conseguenti risposte diventano dunque sempre più
territoriali, perché l’ospedale entra in gioco fondamentalmente per i trattamenti acuti,
mentre sul territorio e su strutture adeguate, che andranno potenziate in tale contesto,
ricade l’assistenza quotidiana dei malati cronici.
Gli utenti dei servizi sanitari si rivelano sempre più informati e più attenti ai problemi
di salute, ma a volte anche disorientati, a fronte della molteplicità di informazioni che
riceve da fonti diverse e spesso con indicazioni contrastanti.
2.3 La rete di offerta’ASL
La rete di offerta di prestazioni socio-sanitarie accreditate a contratto nella provincia
risulta composta da:
• Aziende Ospedaliere Pubbliche : AA.OO. Varese, Busto A. e Gallarate
• Case di Cura, IRCCS : Humanitas Mater Domini, S.Maria Multimedica, Fond. Maugeri
• rete della riabilitazione in regime di ricovero : 13 presidi di cui 8 pubblici e 6 privati; 1
presidio dedicato alla sola attività di cure subacute
• rete delle Comunità Psichiatriche (13 CPA, 6 CPM, 3 CRA, 3 CRM) e NPI private (2)
• (poli)ambulatori specialistici e di diagnostica strumentale privati (45) e, territoriali, delle
AA.OO. pubbliche e private, compresi quelli di presidio (26)
6
L’ASL è organizzata in 12 distretti socio-sanitari/ambiti distrettuali compresi in 6 aree
distrettuali.
L’offerta territoriale è completata dalla presenza sul territorio di Medici di Assistenza
Primaria (MAP), Pediatri di Famiglia (PDF), Medici del Servizio di Continuità
Assistenziale (MCA) e Farmacie.
Nella Provincia di Varese, al 31.12.2011, operavano i seguenti medici: 608 MAP, 116
PDF, 52 MCA (con 75 sostituti).I MAP e i PDF sono organizzati in associazioni “rete” ,
associazioni “gruppo” ε associazioni semplici
La rete di offerta, per quanto riguarda le farmacie, è articolata in 37 Farmacie Pubbliche,
177 Farmacie Private, 17 Dispensari farmaceutici e 26 Parafarmacie.
Esiste, inoltre, una rete per la gestione dell’emergenza-urgenza, in particolare per l’ictus.
Sono in corso di condivisione tra le varie strutture sanitarie territoriali delle procedure
locali specifiche per la gestione dell’ictus cerebrale (STROKE) e dell’infarto del miocardio
con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI).
7
3.
Aree di intervento
Le attività istituzionali dell’ASL presuppongono una realtà organizzativa basata su
una rete di relazioni all’interno, di relazioni con il mondo esterno (tra i vari professionisti,
tra cittadinie operatori) e di relazioni trasversali (tra l’azienda e le altre realtà della
Pubblica Amministrazione, ma anche verso il terzo settore e le aziende private). Queste
relazioni sono possibili grazie a flussi comunicativi bidirezionali che non possono essere
improvvisati, ma richiedono una fase di elaborazione, programmazione e, infine di
operatività; necessitano di un piano che presenti obiettivi, strategie e sistemi di valutazione.
3.1.
Comunicare la sicurezza
le buone prassi in materia di
igiene e sicurezza
nei luoghi di lavoro
Anche per l’anno in corso il Servizio di Igiene e Sicurezza nei luoghi di lavoro
integrerà l’attività di vigilanza con le iniziative di informazione e formazione finalizzate
alla promozione di un sapere orientato alla prevenzione degli infortuni e delle malattie
professionali. Tali iniziative coinvolgeranno tutti gli attori di sistema (lavoratori, datori di
lavoro, responsabili dei servizi di prevenzione e protezione aziendali, medici competenti,
istituzioni, ecc.) ed avranno come obiettivo la diffusione di una maggiore consapevolezza
rispetto alla sicurezza come fattore cruciale per creare condizioni di lavoro ottimali,
migliorare i risultati, la produzione e ridurre i costi sociali. in continuità con quanto è stato
realizzato negli anni precedenti, sono previste sul territorio provinciale diversi interventi
iniziative:
•
Partecipazione (in partnership con enti pubblici, parti sociali, istituzioni che fanno
parte del Comitati ex art. 7 del D.Lgs 81/08), ad incontri divulgativi, iniziative di
informazione e formazione, convegni ed altre iniziative pubbliche in tema di igiene
e sicurezza del lavoro, destinati ad associazioni imprenditoriali, associazioni di
lavoratori, associazioni di categoria e professionali, istituzioni e, in generale, alla
popolazione in età lavorativa.
•
Continua promozione e diffusione nelle aziende dei documenti regionali (linee di
indirizzo, linee guida, vademecum) prodotti nel periodo 2008 – 2011.
•
Condivisione della programmazione e comunicazione dei risultati dell’attività di
prevenzione negli ambienti di lavoro nel Comitato di Coordinamento Provinciale
ex art. 7 del D.Lgs 81/08 (di norma 3 – 4 riunioni / anno).
8
•
Contributo del SISL alla predisposizione del Report complessivo del DPM rivolto
ai cittadini, contenente le principali attività di prevenzione attuate nel 2011, con
evidenza dei risultati raggiunti anche in termini di guadagno di salute (entro giugno
2012).
•
Comunicazione dell’andamento temporale degli eventi (infortuni in occasione di
lavoro, infortuni gravi in occasione di lavoro, malattie professionali, ecc.), in
collaborazione con INAIL e Camera di Commercio di Varese (in particolare, in
concomitanza con settimana europea della prevenzione nel mese di ottobre)
La diffusione della
cultura
della salute e sicurezza sul lavoro
nel sistema di istruzione scolastico
e dell’apprendistato
Per attivare un cambiamento significativo non basta fare formazione “correttiva”, ma
occorre promuovere una formazione preventiva cioè intervenire prima che si creino
preconcetti sulla sicurezza e prima che l’individuo venga influenzato da esperienze
lavorative. In Regione Lombardia l’educazione al rischio è stata, infatti, inclusa nei
programmi scolastici delle scuole di I e II ciclo e prosegue l’iniziativa di supporto della
formazione alla cultura della sicurezza promossa dall’UST di Varese con la collaborazione
degli enti, tra cui la ASL, che partecipano al Tavolo Tecnico Sicurezza.
Il Servizio Igiene e Sicurezza sul Lavoro, secondo le indicazioni della Direzione
Generale Sanità di Regione Lombardia, ha inoltre il compito di collaborare con altri Enti e
Organismi nel diffondere gli elementi formativi minimi relativi alla salute ed alla sicurezza
negli ambienti di lavoro, elementi che fanno parte delle conoscenze indispensabili per un
adeguato inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, soprattutto nei periodi di
apprendistato che parecchi ragazzi svolgono oggi, per alcuni anni, in vari comparti e settori
produttivi manifatturieri e del commercio. Nell’ambito dei progetti di promozione del
benessere e della sicurezza nei luoghi di lavoro sono, pertanto, previste per l’anno
scolastico in corso le seguenti iniziative.
•
Partecipazione con altri Enti ed Organismi al Tavolo Tecnico coordinato
dall’ Ufficio Scolastico Territoriale per la predisposizione di offerte di
programmi di informazione e formazione e per la divulgazione agli istituti
della modulistica predisposta relativamente alla valutazione dei rischi in
funzione dell’attivazione della sorveglianza sanitaria in alcune delle realtà
che rientrano nei programmi di alternanza scuola/lavoro delle scuole
superiori (nel corso dell’anno).
9
•
Attività formativa diretta presso alcuni Istituti Scolastici, su programmi
concordati all’interno del Tavolo Tecnico (nel corso dell’anno).
•
Partecipazione, con INAIL, Provincia e DTL, al Tavolo Tecnico
Apprendistato e sviluppo di un’attività di supervisione didattica alla
progettazione dei percorsi di formazione sulla sicurezza per gli apprendisti.
3.2. Ambiente e salute
la qualità delle
acque di balneazione
Anche per l’anno in corso verrà attuato il Piano di monitoraggio per le acque dei
laghi della Provincia di Varese ai sensi del Decreto Legislativo 30 maggio 2008 n° 116
“Attuazione della direttiva 2006/7/CE relativa alla gestione della qualità delle acque di
balneazione e abrogazione della direttiva 76/160/CEE”. Sono stati individuati oltre 30 siti
di monitoraggio a livello provinciale, con controlli sui parametri fisico-chimici,
microbiologici e tossicologici delle acque.
Le valutazioni eseguite, che permettono una classificazione di qualità delle acque di
balneazione, vengono sistematicamente comunicate alle Amministrazioni Comunali, che a
loro volta le portano a conoscenza dei fruitori dei lidi. Inoltre, i dati dei controlli analitici e
la classificazione di qualità delle acque vengono pubblicati sul sito internet della ASL, per
una più ampia diffusione al pubblico interessato.
gas radon
La prevenzione dei rischi sanitari derivanti dall’esposizione a gas radon negli
ambienti indoor rappresenta un obiettivo prioritario degli interventi di sanità pubblica
programmati per il triennio 2012-2014. L’introduzione nei regolamenti edilizi comunali di
misure tecniche che, sia nelle nuove costruzioni che in quelle già esistenti, limitino i livelli
di radon disperso negli edifici è indicato da Regione Lombardia come azione essenziale
per la prevenzione dei rischio; tuttavia, a fronte dei problemi sanitari correlati
all’esposizione (tumore polmonare, specie in soggetti fumatori), è cruciale anche
l’acquisizione di una maggiore consapevolezza nella popolazione circa l’importanza di
adottare le misure di controllo strutturali necessarie e di adottare stili di vita salubri che
riducano il rischio espositivo.
Nel corso dell’anno 2012, pertanto, verranno avviate adeguate iniziative di
carattere informativo, rivolte sia alle pubbliche amministrazioni (incontri con gli
amministratori locali e le categorie professionali interessate quali ingegneri, architetti, ecc,)
10
che alla popolazione generale (es. tramite locandine, i mass media, ecc.), in accordo con
quanto definito dalle recenti Linee guida tematiche regionali.
agenti infestanti in ambito urbano
e lotta alla pianta ambrosia
La diffusione di animali infestanti (insetti in particolare) e della pianta ambrosia, è
causa, tipicamente nel periodo primavera-estate, di disagio per una quota significativa della
popolazione. Anche per l’anno 2012, iniziative informative verranno intraprese, con il
supporto dei Comuni, per la divulgazione del materiale divulgativo prodotto dalla ASL
(locandine, manifesti), allo scopo di fornire indicazioni alla popolazione generale
sull’importanza dell’adozione di misure di contrasto alla diffusione degli animali e delle
piante infestanti in ambito urbano, sulle modalità di lotta e sugli interventi di prevenzione
individuale per ridurre il rischio di esposizione.
inquinamento atmosferico
I rischi sanitari correlati all’inquinamento atmosferico sono ormai ampiamente
riconosciuti. L’ ASL ha prodotto del materiale informativo (locandine, manifesti) che
informano la popolazione sulle modalità di prevenzione degli effetti negativi per la salute
correlati all’esposizione ad elevate concentrazioni di agenti inquinanti aerodispersi (polveri
sottili, ozono, ecc.); nel corso del 2012 proseguirà la divulgazione di tale materiale alla
popolazione generale, per un’azione di informazione ed educazione sempre più capillare.
prevenzione delle intossicazioni
da monossido di carbonio
Nella nostra provincia le intossicazioni da monossido di carbonio rappresentano
ancora un problema rilevante di sanità pubblica; la ASL ulteriormente divulgherà nel 2012
il materiale informativo-divulgativo recante indicazioni circa la prevenzione delle
intossicazioni da monossido in ambito domestico (sito internet aziendale, distribuzione di
locandine nei punti di contatto territoriale, coinvolgimento dei rappresentanti di categoria,
ecc.), allo scopo di dare continuità alla campagna informativa avviata negli anni scorsi.
estate sicura
La prevenzione dei rischi correlati alla vita all’aria aperta e alle occasioni ludicoricreative tipicamente associate alla stagione estiva (gite, frequentazione di laghi,
montagne, ecc.) è argomento di interesse per le possibili ricadute sanitarie conseguenti
all’adozione di comportamenti a rischio.
11
Nel corso del 2011, è stata presentata alla stampa e divulgata in forma sperimentale una
locandina recante semplici indicazioni per la prevenzione di tali rischi.
In considerazione del positivo riscontro, la locandina verrà ulteriormente diffusa nel
corso dell’anno 2012, attraverso i canali di comunicazione a disposizione della ASL (punti
di contatto territoriali, sito internet, ecc.).
3.3. La sicurezza alimentare
il ruolo attivo dei consumatori
Tra i vari compiti che la normativa europea ha assegnato alle Autorità preposte al
controllo in tema di sicurezza alimentare vi è la corretta informazione del consumatore sui
rischi potenziali legati al consumo di alimenti. Dai dati epidemiologici di questi ultimi anni
emerge che persistono pochi episodi di tossinfezioni alimentari dovuti essenzialmente alla
preparazione e al consumo di alimenti in ambito familiare. Pertanto, appare necessario
continuare l’attività informativa iniziata negli anni precedenti coinvolgendo tutti gli attori
interessati (Associazioni di Categoria, scuole e consumatori).
Si elencano di seguito le iniziative programmate per l’anno in corso.
a ) Predisposizione e divulgazione di opuscoli informativi
•
“Quaderni della salute e della sicurezza – Pesce e latte” prosecuzione della
distribuzione alle scuole secondarie entro il primo quadrimestre dell’anno.
•
“Quaderni della salute e della sicurezza – Carne e verdura” distribuzione
alle farmacie del territorio aziendale durante il corso dell’anno.
•
“Quaderni della salute e della sicurezza – Il ruolo del consumatore”
distribuzione ai consumatori attraverso le Aree Distrettuali Socio - Sanitarie,
i Distretti Veterinari, i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera
Scelta, le Associazioni di Categoria e dei consumatori e le farmacie del
territorio aziendale durante il corso dell’anno
Schede tecniche riferite alla produzione, manipolazione e vendita di
alimenti destinate agli Operatori del Settore Alimentare (OSA) e contenenti
anche informazioni utili per il consumatore durante il corso dell’anno con la
collaborazione delle Associazioni di Categoria per la traduzione in altre
lingue
•
B) Comunicazione dei risultati dei Piani di Controllo effettuati e programmati
Considerata la Normativa Europea riferita alla sicurezza alimentare e la realtà
produttiva del territorio dell’ASL della Provincia di Varese, è opportuno continuare ad
12
informare gli stakeholder sui risultati dell’attività di controllo effettuata dando evidenza
alle principali criticità emerse e nel segno della trasparenza presentare gli obbiettivi per
l’anno in corso.
Sono in programma le seguenti iniziative.
•
Aggiornamento e implementazione del Portale aziendale (www.asl.varese.it
al link “Sicurezza alimentare – food safety”).
•
Organizzazione di un incontro con i media, gli Enti istituzionali, le
Associazioni di Categoria e dei Consumatori sull’attività di controllo
ufficiale svolta e programmata per il corrente anno entro il primo trimestre.
•
Organizzazione di un incontro con le Direzioni Sanitarie delle Aziende
Ospedaliere Pubbliche, Private e Accreditate sull’attività di controllo
ufficiale svolta e programmata per il corrente anno per la parte di interesse
entro il primo trimestre.
•
Prosecuzione degli incontri attraverso Tavoli Tecnici con le Associazioni di
Categoria.
•
Predisposizione di comunicati stampa periodici su
problematiche/emergenze in materia di sicurezza alimentare.
eventuali
3.4. La sanità animale
conoscere
le zoonosi
Tra i vari compiti che la normativa europea e nazionale ha assegnato alle Autorità
preposte al controllo in tema di sicurezza alimentare vi è la corretta informazione del
consumatore sui rischi potenziali legati al consumo di alimenti. Le garanzie sanitarie non
possono prescindere dalla salute degli animali e, pertanto, la prevenzione della diffusione
di malattie infettive attraverso un controllo puntuale e capillare nelle aziende zootecniche è
di fondamentale importanza. E’ necessario, a tal fine, avviare un’adeguata attività
informativa coinvolgendo tutti gli attori interessati con lo scopo di comunicare i risultati
degli interventi di controllo effettuati nel corso del 2011, dare evidenza alle principali
criticità emerse e presentare gli obbiettivi per l’anno in corso.
Le iniziative di comunicazione saranno destinate ai diversi attori coinvolti (agricoltori,
associazioni di categoria e dei Consumatori), ai Cittadini e, con finalità didatticoeducative, anche alle scuole.
13
Si prevede di realizzare opuscoli informativi, di pubblicare sul sito web informazioni
utili ai consumatori e di realizzare percorsi formativi in ambito scolastico. Come per gli
anni scorsi è prevista la partecipazione a fiere ed attività divulgative sul territorio per
promuovere una corretta informazione.
3.5. Prevenzione del randagismo e animali d’affezione
educare
al corretto rapporto
uomo- animale
Gli animali d’affezione occupano un posto rilevante nella nostra società e questo ha
comportato un progressivo aumento delle attenzioni nei loro confronti.
La lotta al randagismo e la tutela degli animali d’affezione, tuttavia, continuano ad essere
motivo di intervento da parte del Servizio Veterinario della ASL che si trova impegnato
nella gestione delle seguenti attività:
• accalappiamento dei cani vaganti
• anagrafe degli animali domestici
• controllo della riproduzione.
• educazione al corretto rapporto uomo- animale.
Nel 2010 Regione Lombardia ha adottato un piano triennale che prevede interventi di
educazione sanitaria e zoofila e di controllo demografico della popolazione animale.
L’ ASL di Varese ha già predisposto due progetti, di cui uno relativo alla riduzione
demografica dei gatti di colonia e l’altro alla sterilizzazione dei cani ricoverati nei canili
rifugio. Sarà dedicata particolare attenzione alla comunicazione come strumento per
sensibilizzare i cittadini, contrastare il fenomeno del randagismo, educare ad una corretta
relazione uomo- animale. A tal fine, saranno realizzati interventi informativi e didatticoeducativi diversificati e specifici a seconda del target di volta in volta identificato,
utilizzando gli strumenti disponibili (sito web, opuscoli, partecipazione a trasmissioni
televisive presso le emittenti locali, conferenze stampa per la presentazione di progetti e
dati relativi agli interventi del servizio veterinario).
3.6. La prevenzione delle malattie cronico-degenerative
conoscere per scegliere
Nella realtà varesina, da un’indagine condotta nel 2007-8 (Studio PASSI) emerge
che, nella popolazione generale la fascia di età a più alto rischio è quella nella fascia di età
fra i 50 e i 69 anni, nella quale circa una persona su 3 è iperteso (33%) e
14
l’ipercolesterolemia interessa quasi la metà della popolazione (43,6%). Dall’analisi dei dati
relativi all’esenzione ticket per diabete, emerge come sono più di 30.000 le persone nella
nostra asl seguite per tale patologia. relativamente all’attività fisica: circa il 20% della
popolazione viene considerato completamente sedentario mentre circa il 40% non pratica
attività fisica in quantità sufficiente per ottenere benefici al proprio stato di salute.
Per quanto concerne le abitudini alimentari: solo il 20% della popolazione tra 50 e 69
anni consuma 5 porzioni di frutta e verdura ogni giorno, inoltre la valutazione dello stato
nutrizionale ha consentito di rilevare come il 54 % della popolazione tra 50 e 69 aa risulti
in eccesso ponderale e fra questi solo il 18% segua un regime dietetico appropriato.
Per quanto riguarda l’abitudine al fumo, nella nostra asl i fumatori sono pari al 23%, gli
ex fumatori al 33% e i non fumatori al 45%. L’ analisi dei dati descritti se da un lato rende
conto della distribuzione dei determinanti di rischio, dall’altro individua spazi di intervento
per incentivare comportamenti virtuosi in tema di promozione della salute in un’ottica sia
individuale che collettiva.
Gli interventi di comunicazione rivolti a gruppi di popolazione o a tutta la popolazione
a seconda dei casi, saranno realizzati con la realizzazione e la distribuzione di materiale
informativo, conferenze stampa per la presentazione dei dati rilevati.
L’obiettivo è quello di giungere ad un livello soddisfacente di conoscenze e
motivazioni, tra la popolazione della Provincia di Varese nel suo complesso,
che favorisca scelte individuali favorevoli alla salute.
3.7. La prevenzione dell’obesità
tenere d’occhio la bilancia…
Abitudini alimentari insalubri nascono e si consolidano nei vari contesti di vita, come
la famiglia, la scuola, la comunità ed il luogo di lavoro. In tema di prevenzione dell’obesità
sono in programma diverse le iniziative :
•
•
•
•
Predisposizione e divulgazione di opuscoli informativi sullo stile di vita da adottare per
prevenire le malattie cardiovascolari da distribuzione attraverso le Aree Distrettuali
Socio-Sanitarie, i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta, le
Associazioni e gli ambulatori che ne fanno richiesta, entro il secondo quadrimestre
dell’anno.
Predisposizione di un opuscolo riferito alla gravidanza .
Campagna di comunicazione sul sale in accordo con le linee di indirizzo regionali.
Comunicazione dei risultati del progetto controllo del sovrappeso in età pediatrica.
15
3.8.
La campagna antinfluenzale 2012-2013
proteggere le categorie più fragili
Tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre 2012 dovrebbe iniziare la
campagna antinfluenzale 2012-2013.
La vaccinazione antinfluenzale è offerta, in via gratuita, alle persone che per età o per
specifiche patologie sono più a rischio di complicanze in caso di influenza: persone di età
≥ 65 anni, bambini e adulti affetti da patologie croniche dell'apparato circolatorio o
respiratorio, metaboliche, neurologiche, che comportano carente produzione di anticorpi; è
inoltre rivolta al personale di assistenza, ai familiari di soggetti a rischio e alle persone
addette ad attività lavorative di interesse collettivo. La vaccinazione è gratuita anche per le
donne che all'inizio della stagione epidemica si trovano nel secondo e terzo trimestre di
gravidanza, per chi è ricoverato in strutture per lungodegenti, per medici e personale
sanitario di assistenza, per familiari e persone a contatto di soggetti ad alto rischio. In
considerazione della numerosità delle persone coinvolte e del limitato periodo di tempo a
disposizione per la proposta attiva della vaccinazione, ovverosia del periodo che intercorre
tra la disponibilità del vaccino predisposto per la nuova campagna vaccinale e i primi casi
di influenza, è indispensabile predisporre un’adeguata campagna di informazione per
prevenire le complicanze dell’influenza nelle categorie a rischio.
Come ogni anno saranno presentati alla collettività, nel periodo compreso tra il 22 e il
31 ottobre, con una conferenza stampa, i risultati della campagna vaccinale contro
l’influenza 2011-2012 e la programmazione della campagna vaccinale 2012-2013. Saranno
utilizzati anche spazi resi disponibili da radio e televisioni locali, al fine di raggiungere una
buona diffusione delle informazioni sul territorio ed ottenere una buona adesione alla
vaccinazione,.
3.9. Lo screening del carcinoma del colon retto
….in tema di
diagnosi precoce
Lo screening del carcinoma del colon retto nell’ASL di Varese è iniziato nel 2006 e
coinvolge più di 215.000 cittadini, sia maschi che femmine, tra i 50 e i 69 anni residenti
nei 141 comuni della Provincia di Varese. L’adesione della popolazione bersaglio,
inizialmente intorno al 35%, è in costante aumento e ha ormai superato il 45%.
Lo screening vede coinvolti attori interni all’ ASL (Servizio Medicina Preventiva
delle Comunità, Servizio Farmaceutico, Laboratorio di Sanità Pubblica, Distretti sociosanitari) ed esterni ( Farmacie della provincia, Medici di Assistenza Primaria, Centri di
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Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva delle Aziende Ospedaliere e delle Case di Cura
accreditate della provincia, Università dell’Insubria).
Al fine di migliorare ulteriormente l’adesione e la collaborazione dei Medici di
Assistenza Primaria a questo importante momento di prevenzione è necessario tenere viva
l’attenzione tramite una campagna di informazione che possa far conoscere i risultati dello
screening e quanto si possa guadagnare in salute con la diagnosi precoce.
3.10. Lo screening mammografico
….in tema di
diagnosi precoce
Sono ormai 11 anni che lo screening mammografico “Per te donna”coinvolge le
donne tra i 50 e i 69 anni della Provincia di Varese. Sono moltissimi, finora, i carcinomi
identificati (più di 1100), in più del 90% dei casi di dimensioni molto piccole (> 2 cm) e
molto spesso in fase iniziale. L’adesione è intorno al 65% della popolazione bersaglio
Al fine di migliorare l’adesione delle donne a questa importante campagna di
sensibilizzazione per la diagnosi precoce è necessario tenere viva l’attenzione tramite una
campagna di informazione che possa far conoscere i risultati dello screening e l’importanza
di anticipare la diagnosi. A tal fine saranno organizzati incontri sul territorio ed una
conferenza stampa per la presentazione dei dati rilevati.
3.11. La salute del viaggiatore
per viaggiare sani
Sono numerose le malattie cui una persona può andare incontro durante un viaggio. Il
rischio di insorgenza di un’infezione tende ad aumentare significativamente per chi si
dirige da Paesi industrializzati verso Paesi in via di sviluppo in cui, sia per le caratteristiche
climatiche che per la persistenza di situazioni di carenze igienico-sanitarie, è maggiore il
rischio di contrarre una malattia infettiva. Il problema riguarda i cittadini italiani che
scelgono mete esotiche per le loro vacanze e quelli impegnati in attività lavorative e in
progetti di cooperazione e di sviluppo. Il rischio è presente anche per i cittadini stranieri
provenienti da paesi in via di sviluppo che vi ritornano dopo lunghi periodi di assenza.
E’ in programma una campagna di sensibilizzazione finalizzata ad una promozione del
counselling sanitario. Come ogni anno, la prevenzione del rischio sanitario legato ai viaggi,
sarà l’argomento di una conferenza stampa prevista prima delle vacanze estive.
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3.12 . Prevenzione delle dipendenze
…diventare adulti
senza dipendenze
I Programmi di Prevenzione indirizzati alla popolazione generale, alle famiglie e ai
ragazzi dovrebbero permettere di accrescere le relazioni familiari, oltre ad includere le
abilità dei genitori nell’educazione dei propri figli, promuovere lo sviluppo, la discussione
e l’applicazione delle norme familiari sull’abuso di sostanze, la formazione sui metodi
educativi e l’informazione sulle droghe (Ashery et al. 1998).
L’informazione ed educazione sulle droghe per genitori o caregivers rafforza ciò che i
figli stanno apprendendo circa gli effetti dannosi delle droghe e apre alla famiglia
l’opportunità di discutere sull’abuso di sostanze legali ed illegali (Bauman et al. 2001). La
campagna di comunicazione ha un duplice livello. Vuol dimostrare gli effetti dannosi delle
sostanze psicoattive, così come sono evidenziati da nuove ricerche, e intende promuovere
fattori preventivi e protettivi da ricercare soprattutto nell’ambito della famiglia. Per questo
la campagna utilizza più modalità di comunicazione ed è indirizzata a target distinti: ai
giovani, potenziali consumatori di sostanze psicoattive, e ai genitori, per promuovere il
dialogo con i figli, quale fattore protettivo. La comunicazione verrà effettuata attraverso la
divulgazione di materiale informativo (brochure, leaflets, locandine piccole e grandi). La
distribuzione del materiale avverrà principalmente attraverso canali postali (passando
dall’ufficio protocollo dell’ASL di Varese). La divulgazione iniziata a fine dicembre 2011
si concluderà entro il primo semestre 2012 per una maggiore conoscenza degli effetti
dannosi delle sostanze psicoattive, così come sono evidenziati da nuove ricerche, ed una
maggiore promozione di fattori preventivi e protettivi.
3.13. Le linee-guida per la prevenzione delle dipendenze
…come fare prevenzione
Le linee guida e i contributi contenuti nel manuale “Linee guida della
prevenzione”sono rivolti a tutti coloro che a vario titolo sono chiamati a occuparsi della
prevenzione nell’ ambito delle dipendenze e che hanno la possibilità di intervenire
concretamente per prevenire il consumo delle sostanze e di tutti i danni ad esse correlate.
Nello specifico è rivolto ai Dipartimenti ASL, Piani di Zona, Privato Sociale, Istituti
Scolastici della provincia di Varese,operatori del settore (assistenti sociali;insegnanti delle
scuole secondarie di primo e secondo grado; educatori professionali; animatori; tecnici
della prevenzione). Ciascun operatore della prevenzione potrà utilizzare le linee guida per
programmare e mettere in pratica interventi realmente efficaci. La distribuzione del
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manuale, iniziata nel 2011, è prevista anche nell’annualità 2012 e risulta a disposizione
anche online.
3.14. Progetto Zerococa
… per un servizio adeguato
Da qualche anno è emersa l’esigenza che l’organizzazione generale dei servizi alle
persone tossicodipendenti debba rapidamente adeguarsi alla nuova domanda con un’offerta
incentrata sui bisogni e le specifiche caratteristiche cliniche, sociali e comportamentali dei
consumatori di cocaina. Il progetto nazionale Zerococa, che ha avuto avvio nel 2010, nasce
per rispondere a questa esigenza ed è coordinato dal Dipartimento Dipendenze dell’Asl di
Varese per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministro per la Cooperazione
Internazionale e l’Integrazione, Dipartimento Politiche Antidroga. Una delle prime azioni
del progetto Zerococa è costituita proprio da un intervento di divulgazione delle linee
guida per la diagnosi, il trattamento e l’adattamento dei servizi alle persone consumatrici di
cocaina. Ne saranno distribuite 3000 copie sul territorio nazionale, cercando di
raggiungere, in questo modo, tutti gli operatori impegnati nel settore delle Dipendenze
(pubblico e privato sociale).
Nel primo semestre del 2012 i volumi saranno spediti per posta agli enti pubblici e
del privato sociale che si occupano di dipendenze. Per questo servizio di spedizione ci si
avvarrà dell’Ufficio Protocollo dell’Asl di Varese. Parte dei volumi sarà inoltre distribuita
nel corso di iniziative formative e Convegni.
3.15. L’ Osservatorio Dipendenze della provincia di Varese
…uno sguardo ai numeri
In seguito alla emanazione della delibera regionale n. 7/4768 del 24 maggio 2001,
l’Osservatorio Dipendenze è divenuto compito specifico e permanente del Dipartimento
Dipendenze. L’Osservatorio è considerato strumento fondamentale, in un’ottica di
programmazione partecipata, capace di fornire informazioni sui bisogni da soddisfare e
sull'evoluzione della domanda, la ricognizione delle risorse disponibili e l'individuazione
delle risorse aggiuntive, sia del settore pubblico che del privato. Il Dipartimento
Dipendenze attraverso l’apposito osservatorio rileva il fabbisogno assistenziale e raccoglie
elementi informativi necessari per la conoscenza epidemiologica dei problemi sociosanitari di competenza. Il report ha la finalità di rendere conto del fenomeno delle
dipendenze da sostanze illegali o legali, attraverso un analisi ed un’ elaborazione dei dati
provenienti da ciascuna sede SerT. In particolare ha lo scopo di focalizzare l’attenzione
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sulla problematicità dell’uso delle sostanze identificate come droga, sui rischi e gli effetti
dannosi relativi all’uso e sulle possibili offerte di cura per facilitarne l’accesso ai servizi. Il
report rappresenta un importante strumento di lavoro per tutti gli operatori del pubblico e
del privato sociale coinvolti nelle attività di prevenzione, cura e riabilitazione degli stati di
dipendenza. E’ rivolto ad amministratori tecnici di settore (Sert, Piani di zona, Forze
dell’Ordine, Privato sociale, Terzo settore) e in generale a tutti gli operatori che a vario
titolo si occupano delle problematiche legate alla tossico dipendenza. La distribuzione del
report avverrà per posta, passando dall’ufficio protocollo dell’ASL di Varese. Il materiale
verrà messo a disponibile anche online. Si prevede la divulgazione entro la fine dell’anno
in corso (dicembre 2012).
3.16. Le attività dei Distretti Socio Sanitari
Il Distretto socio sanitario è centro di riferimento per i cittadini dei comuni inerenti
il ciascun ambito territoriale; è punto di accesso, punto di orientamento della domanda ed
erogatore dell’assistenza socio-sanitaria.
E’ articolato e organizzato in diversi servizi
che si diversificano a seconda dei bisogni di salute cui devono rispondere.
Il Distretto socio sanitario, in accordo con i Comuni per l’integrazione tra Servizi
Sanitari e Servizi Sociali partecipa ai piani di Zona.
Per l’anno 2012 sono state programmate diverse iniziative di comunicazione
relative alle attività distrettuali.
progetto accoglienza
In linea con le indicazioni regionali, si prevede per l’anno in corso una più attenta
analisi dei bisogni dell’utenza al fine di rendere i servizi distrettuali più facilmente
accessibili tramite un’articolazione oraria degli sportelli più attenta alle diverse esigenze,
anche attraverso la disponibilità di appuntamenti personalizzati. Il coordinamento tra i
consultori delle diverse aree distrettuali ha reso inoltre possibile la predisposizione di un
planning che consente a tutti gli operatori impegnati nell’accoglienza di accedere ad una
mappa degli orari degli ambulatori ostetrico-ginecologici delle diverse sedi al fine di
accogliere l’utenza in caso di bisogni che richiedono interventi non procrastinabili.
progetto A&di Più
Spazio d’ascolto attivo presso i Consultori delle aree distrettuali per gli adolescenti e
le loro famiglie ha visto un incremento della popolazione adolescente che vi accede al per
problematiche familiari, amicali e personali. Risulta interessante anche il dato relativo alla
fruizione del servizio da parte dei genitori.
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Per il 2012 è prevista una nuova campagna di promozione del progetto nelle scuole e
l’integrazione dell’attività del consultorio adolescenti con le altre iniziative presenti sul
territorio a favore di questa fascia d’età; è in programma anche la distribuzione di
locandine informative per rilanciare il progetto ed una verifica dell’attività svolta con
successiva divulgazione dei risultati. Nei consultori l’attività di educazione alla salute
richiesta dalle scuole è organizzata in modo da garantire un’efficace comunicazione ai
ragazzi sulla prevenzione ma anche sulla fruibilità del servizio.
percorso Nascita
Presso i consultori distrettuali si svolgono i corsi di preparazione alla nascita in genere
condotti dall’ostetricaed integrati da altre proposte progettuali. In particolare per il 2012 si
prevede l’integrazione coi progetti “Viaggiare sicuri” a cura dell’ A.C.I. Italia,
Musica/Danza e Gravidanza condotti da musico-terapeuta e danzo-terapeuta, Progetto per
la Conciliazione Famiglia Lavoro curato dalla Provincia di Varese.
Al fine di favorire l’integrazione istituzionale tra ospedale e territorio nel Percorso
nascita, per il 2012 è prevista una capillare pubblicizzazione di questi interventi anche per
le donne che frequentano i corsi di preparazione al parto presso gli ospedali del territorio.
L’offerta del consultorio alle donne in gravidanza e nel post parto prevede anche una
specifica informazione sui siti internet istituzionali (Inps – Comuni – Provincia- Regione)
cui le neo-mamme possono accedere per conoscere le risorse sociali sanitarie ed
economiche a disposizione delle famiglie. Vengono inoltre date informazioni sulle
possibilità di utilizzo della Carta del Cittadino - SISS per agevolare l’accesso ai servizi.
Con le donne che frequentano i Percorsi Nascita presso i consultori si sta
sperimentando l’utilizzo della posta elettronica per la comunicazione di avvisi, attività e
gestione degli appuntamenti.
Centro Adozione
Il coordinamento dei centri adozione delle 6 aree distrettuali ha consentito per
l’anno 2012 una pianificazione condivisa e articolata sui diversi territori dei corsi di
formazione per le coppie che danno la loro disponibilità all’adozione in modo da favorire
la loro partecipazione e consentire una scelta consapevole.
L’informativa sulla programmazione è estesa a tutta la rete di servizi e associazioni
che sul territorio si occupano di adozione e viene pubblicata sul sito web dell’ASL.
Per il 2012 si è inoltre programmata una nuova edizione della proposta informativa
per i futuri nonni adottivi, gestita in collaborazione all’Associazione “Petali dal mondo”,
che ha visto larga adesione nel 2011.
Collegio Alunno in situazione di Handicap
L’attività del collegio, da quest’anno distrettualizzata, viene svolta in stretta
collaborazione con il Servizio Famiglia, i Servizi di Neuropsichiatria territoriali e il
servizio disabili. Particolare attenzione viene perciò data alla comunicazione tra Enti al
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fine di creare valide sinergie operative. Sulla distrettualizzazione del collegio è stata data
ampia informazione ai servizi sociali comunali.
Progetto “Mamme libere dal fumo”
Presso i consultori viene realizzata l’attività di informazione e consulenza alle
donne in gravidanza predisposta in collaborazione con i dipartimenti di prevenzione e con
il Servizio Attività alla Persona. Il materiale informativo della campagna in atto è stato
esposto presso le sedi distrettuali e consultoriali.
Progetto Nasko
Il progetto viene comunicato attraverso materiale informativo presente nei
Consultori e viene proposto individualmente alle donne che chiedono la certificazione per
l’interruzione di gravidanza. L’attività è svolta in sinergia con il Movimento per la Vita,
con i Servizi Sociali comunali e con l’ospedale di riferimento.
Accesso utenza fragile per ADI e protesica CeAD
In un’ ottica di facilitazione di accesso da parte dei familiari degli utenti dell’assistenza
domiciliare integrata e della protesica si è scelto di dare la disponibilità ad accessi per
appuntamento oltre gli orari previsti. Si prevede di darne comunicazione agli Uffici di Piano,
ai MAP e PDF. Si è inoltre continuato nell’attività di implementazione della distribuzione
della carta dei servizi distrettuali. Si sono inviate e mail ai singoli MAP per l’informazione
dei servizi erogati dal Distretto per gli utenti in assistenza domiciliare integrata e i servizi in
associazione con i Comuni del distretto per favorire l’informazione degli utenti.
“Accoglienza della famiglia al percorso vaccinale”
e vaccinazione anti-HPV
L’accoglienza al percorso vaccinale è un momento fondamentale per il
raggiungimento degli obiettivi aziendali. Prosegue anche per il 2012 la collaborazione tra
consultorio e servizio vaccinale al fine di sensibilizzare i genitori delle adolescenti che si
sottopongono alla vaccinazione HPV e promuovere l’informazione sui rischi di contagio,
sull’importanza della prevenzione oncologica (pap-test) e su un’adeguata educazione
sessuale per i figli.
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3.17. Le attività socio-sanitarie
informare
ed orientare
La Comunicazione in ambito socio-sanitario sarà sviluppata secondo le indicazioni
contenute nell’allegato 15 alla D.G.R. 6-12-2011 n° IX/2637.
In particolare saranno curate forme di comunicazione “attiva” nei confronti del
cittadino e delle famiglie relativamente alle risorse disponibili nella rete dei servizi. Si
continuerà quindi nella attività del Call Center “La Tela” svolto in collaborazione con
soggetto del Terzo Settore, rivolto principalmente a famiglie di soggetti con fragilità; tale
servizio prevede forme di orientamento e di accompagnamento nell’ambito della scelta di
possibilità assistenziali.
Tramite il Servizio Fragilità verrà curata la comunicazione relativa alle diverse
tematiche riguardanti in particolare la disabilità. Relativamente agli argomenti d’interesse
della famiglia sarà curata la comunicazione in merito alla conciliazione dei tempi della
famiglia con quelli del lavoro. In tale direzione è prevista l’apertura di un portale specifico
dedicato, riportato tra le azioni del piano della conciliazione recentemente adottato a livello
provinciale. Sempre sul tema della conciliazione verrà diffuso materiale illustrativo a tale
scopo predisposto, secondo gli indirizzi regionali.
Importanza strategica rivestono alcune sperimentazioni in atto condotte su linee di
indirizzo regionale. Si ritiene fondamentale l’implementazione del “Progetto Farmacie”
che prevede, accanto all’attivazione dell’ADI in farmacia, azioni di comunicazione, di
informazione e di orientamento del cittadino. Forme di prossimità come quella del progetto
sopracitato saranno sviluppate con particolare attenzione. A tale riguardo si segnalano le
potenzialità comunicative racchiuse nel Progetto A&diPiù e nel Progetto di Potenziamento
delle Funzioni di Ascolto dei Consultori.
Verrà mantenuta e potenziata l’area del sito aziendale dedicata alle iniziative ed alle
informazioni relative all’ambito socio-sanitario (Welfare e Sussidiarietà).
La comunicazione sarà rivolta ai cittadini, ma anche ai diversi Stakeholders
coinvolti nell’attività, in particolare: enti locali, gestori, operatori dipendenti e non,
soggetti del terzo settore e associazioni familiari.
Quest’ultima forma, al di là del carattere episodico legato ad esigenze contingenti, si
avvale di forme strutturate di condivisione e di empowerment, nell’ambito delle quali si
crea un flusso bidirezionale d’informazione e di rilievi utili a rendere più armonica la rete
dei servizi e di fornire una risposta più adeguata ai bisogni complessi.
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PIANO DI COMUNICAZIONE 2012 def.