Unità Operativa di Cardiologia
Ospedale dell’Angelo - Mestre (Ve)
“
in collaborazione con
Unità Operativa di Cardiologia
“
Aderente a Federazione
Triveneto Cuore
Se ti sta a cuore la tua salute
vivi consapevolmente
GIORNATA MONDIALE DEL CUORE
26 SETTEMBRE 2014
Ospedale
dell’ Angelo
Policlinico
San Marco
Opuscolo realizzato dalle dietiste dell’Ambulatorio Specialistico
Dott. Oliva, Eleonora Roncarati e Cristina Rebecchi
Quali sono invece gli alimenti “sazianti”?
r Gli alimenti ricchi di fibra che, oltre ad avere una densità calorica minore,
rallentano lo svuotamento gatrico e il rilascio di glucosio nel sangue. In
questo modo riducono il picco glicemico post prandiale e prolungano il
senso di sazietà grazie ad un’ azione meccanica in quanto il cibo rimane
più a lungo nello stomaco e ad un’azione ormonale, conseguente alla
modulazione della risposta insulinica
r Gli alimenti che prevedono una buona masticazione, ad esempio carne,
verdure, pasta, pane… in quanto una lunga masticazione permette ai segnali
gastroenterici di raggiungere il cervello e stimolare la sensazione di sazietà.
Affinché questo accada occorrono circa venti minuti, per questo un pasto
dovrebbe durare almeno venti minuti.
r La fibra alimentare che pur non essendo un nutriente, esercita effetti di
tipo funzionale divenendo così una componente fondamentale della dieta.
La fibra alimentare aumenta il senso di sazietà e migliora la funzionalità
intestinale e i disturbi ad essa associati (stipsi, diverticolosi); contribuisce
alla riduzione del rischio di importanti malattie cronico degenerative, in
particolare i tumori al colon-retto, il diabete, le malattie cardiovascolari e
dismetaboliche nonché il sovrappeso e l’obesità.
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Promozione di alimentazione sana
Attività fisica regolare
Eliminazione del fumo di tabacco
Ambiente psicosociale favorevole
ANMCO, Heart Care Foundation, Roma
In particolare:
r Riduce e rallenta l’assorbimento dei carboidrati mantenendo un livello di
glucosio nel sangue più costante e duraturo che prolunga la sensazione di
sazietà nel tempo
r Riduce e rallenta l’assorbimento del colesterolo migliorando il profilo
lipidico;
r Riduce l’assorbimento dei sali biliari, riducendo così la colesterolemia e la
formazione dei calcoli biliari
L’azione saziante della fibra alimentare è potenziata dall’azione dell’acqua,
pertanto si consiglia una buona idratazione quotidiana (almeno 8 bicchieri al
giorno).
l’obesitÀ È una malattia
e come tale va curata
L ’obesità è una malattia caratterizzata da diversi meccanismi di sviluppo che
richiedono un ampio spettro di interventi, sia che l’obiettivo sia la prevenzione,
sia che sia il trattamento. (AMA)
BMI
Per fare diagnosi di obesità si può utilizzare l’Indice di Massa Corporea (IMC)
o BMI (Body mass index) che è un indice risultante dal rapporto tra il peso
corporeo espresso in kg e l’altezza dell’individuo espressa in m2.
CLASSIFICAZIONE BMI
Sottopeso
CIBI SAZIANTI VS AFFAMANTI
Per non sbagliare…impariamo a conoscere i cibi “affamanti”:
Gli alimenti cosiddetti “affamanti” sono quegli alimenti ad alta densità calorica:
alimenti che in una porzione ridotta concentrano molte calorie. Quindi più
bassa sarà la densità calorica, maggiore sarà il volume di alimento che potrà
essere mangiato.
Ad esempio gli alimenti ricchi di grassi e zuccheri (es. dolci, merendine, gelati,
burro, olio, frutta secca…) hanno una densità calorica elevata e la maggior parte
di questi richiedono poco tempo per essere masticati.
Il risultato è l’introduzione di molte calorie senza soddisfare la fame, che porterà
alla ricerca di altro cibo e quindi di calorie in eccesso rispetto al reale bisogno.
L’indice di sazietà di un alimento è inversamente proporzionale alla sua
densità calorica; un maggior volume a parità di calorie significa un maggior
riempimento gastrico e di conseguenza maggiore sazietà.
(Kg/m2)
<18.5
Normopeso
18.5 - 24.9
Sovrappeso
≥ 25.0
pre-obeso
25.0 - 29.9
obeso classe I
30.0 - 34.9
obeso classe II
35.0 - 39.9
obeso classe III
≥ 40.0
Tuttavia l’IMC nasconde in sé dei grossi limiti soprattutto quando viene riferito
a persone che praticano regolarmente sport e hanno una massa muscolare
sviluppata (atleti). Questo indice infatti deriva da un calcolo “approssimativo”
che non tiene conto della composizione corporea dell’individuo e quindi della
distribuzione di massa muscolare, massa grassa, acqua e massa ossea.
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STESSE CALORIE MA VOLUMI DIVERSI
E POTERE SAZIANTE DIFFERENTE!
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A prima vista può sembrare che il programma alimentare che prevede dieta e
trasgressione apparentemente dia un dimagrimento di entità minore rispetto
a una dieta fortemente ipocalorica e ciò effettivamente avviene nelle prime
settimane. Nel lungo periodo però mentre la dieta ipocalorica porta a recuperare
i chili persi, il programma basato sul controllo alimentare conduce non solo a
una perdita di peso più o meno importante ma anche e principalmente a una
educazione alimentare e comportamentale.
LA DIETA SAZIANTE
Gioca d’anticipo…mangia di più
per mangiare meno
SPEGNIAMO LA FAME CON UNA DIETA SAZIANTE...!!!
Lo sapevate che la nostra scelta alimentare è influenzata oltre che da aspetti
sensoriali e psicologici anche dall’indice di sazietà degli alimenti??
Il potere saziante degli alimenti è una variabile fondamentale per controllare lo
stimolo della fame.
I fattori in grado di influenzare questa variabile sono:
Entrambi i soggetti presentano un valore di
IMC classificabile come obesità di I grado (33.9
kg/m2), ma la composizione corporea dei due
soggetti è ben differente, essendo molto ben
sviluppata la massa muscolare nel body builder.
Non è più sufficiente quindi definire il sovrappeso e l’obesità usando solo
delle formule ma è indispensabile conoscere la composizione corporea di un
soggetto, perché il peso misurato dalla bilancia è in realtà il risultato di massa
grassa, muscoli, ossa e acqua.
Possiamo quindi dire che l’IMC non è un predittore accurato della massa grassa
di un individuo in quanto il suo numeratore, cioè il peso corporeo in kg, non
esprime solo la massa grassa.
Come stimare dunque la percentuale di massa grassa e muscolare di un individuo?
Tecniche radiografiche quali la DEXA (Dual-energy X-ray Absorptiometry), la
TAC (tomografia computerizzata) e la RMN (risonanza magnetica nucleare) si
prestano a questo scopo.
La vista del cibo
La masticazione
La deglutizione
La ripienezza e lo svuotamento gastrico
I fattori post-assorbitivi
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Un classico esempio è quello nell’immagine
riportata a sinistra:
La dieta saziante aiuta il controllo mentre
la dieta affamante porta alla perdita di
controllo e quindi al fallimento
La DEXA, per esempio, permette di effettuare una valutazione sia in peso che
in percentuale della massa magra e della massa grassa nei differenti distretti
corporei; individuando le zone di accumulo di grasso e quantificando il loro
peso in grammi.
I limiti di queste attrezzature sono il costo elevato e la scarsa accessibilità.
Viene più spesso utilizzata la Bioimpedenziometria (BIA):
RENDERE LA DIETA SOSTENIBILE NEL
LUNGO PERIODO
Evita gli estremi della restrizione e delle abbuffate e
allenati alla via di mezzo
La BIA è un esame di tipo bioelettrico per l’analisi quantitativa e qualitativa
della composizione corporea e dello stato nutrizionale del soggetto.
GRASSO VISCERALE
Il rischio di malattia è legato principalmente al grasso viscerale.
In particolare le malattie cardiovascolari si associano all’obesità a
distribuzione centrale del tessuto adiposo. Quest’ultima, definita anche
obesità viscerale o androgena, è caratterizzata dall’accumulo preferenziale di
grasso in sede intra-addominale e periviscerale, a differenza dell’obesità ginoide
o periferica nella quale il tessuto adiposo è maggiormente localizzato a livello
sottocutaneo.
La distribuzione del grasso corporeo e in particolare, un eccesso di grasso in
sede addominale influenza in modo non favorevole i lipidi plasmatici.
L’obesità viscerale o androgena si associa a un aumento del colesterolo LDL
e VLDL e a una riduzione della frazione HDL, elementi che promuovono
l’aterosclerosi.
Si deduce perciò l’importanza della
misurazione della circonferenza vita, un
metodo semplice e veloce per stimare la
quantità di grasso presente nella regione
addominale.
Uno schema rigido, regole ferree e desiderio di cibo proibito, mettono a dura
prova la nostra volontà. Nasce così la voglia di trasgressione, si perde il controllo
e si entra in una fase di ‘non dieta’ dove si ricomincia a mangiare o meglio a
rimpinzarsi di cibo, anche inutile. Si mangia senza controllo anche se ci si era
ripromessi di non farlo più. Ci si sente in colpa.
Come fare per interrompere questo circolo vizioso?
Il programma alimentare dimagrante che diventa anche e principalmente di
mantenimento del peso corporeo nel tempo è costituito dalla regola e dalla
trasgressione.
Nell’ambito di una dieta equilibrata è importante scoprire la propria normalità
dietologica, allenandosi alla regola- da seguire per la maggior parte del tempoper gestire la trasgressione che deve far parte della dieta.
•
LA TRASGRESSIONE NON SOLO NON VA
EVITATA MA DIVENTA UTILE
←
La trasgressione va prevista, controllata e contenuta, non evitata. Se posso
trasgredire, la dieta diventa uno strumento finalizzato a modificare lo stile di
vita e non più uno schema fisso fine a se stesso.
MANGIA CIÒ CHE TI SERVE E MUOVITI
PER DIMAGRIRE
Quale dieta? Quante calorie?
Al nostro organismo occorre energia quotidiana per consentire la vita di tutte le
cellule, ma come facciamo a sapere quanta energia ci serve?
Un metodo preciso e affidabile per calcolare il metabolismo basale, ossia
il dispendio energetico dell’organismo a riposo, è la CALORIMETRIA
INDIRETTA.
Questa misura antropometrica diventa un parametro particolarmente utile
nella valutazione di soggetti classificati come normopeso e sovrappeso in base
all’IMC.
I valori di circonferenza vita
consigliati sono <80 cm per le
donne e <94cm per gli uomini.
Si parla di obesità addominale se
la circonferenza vita è superiore
a 88 cm nelle donne e a 102 cm
negli uomini.
La circonferenza addominale,
secondo il protocollo di NHANES
III viene misurata appena al di
sopra della porzione superiore del
bordo laterale della cresta iliaca
posizionando il nastro tutto intorno
all’addome senza comprimerlo.
CIRCONFERENZA VITA (CM)
Valori consigliati
Questo esame è indispensabile per poter stabilire con esattezza il numero di
calorie da assumere.
La dieta dovrebbe avere un numero di calorie pari al metabolismo basale (±10%)
(Consensus SIO - SISDCA)
Donne
Uomini
<80 cm
<94 cm
Si definisce obesità addominale
quando:
Donne
Uomini
>88 cm
>102 cm
Per avere una stima ancor più precisa del grasso addominale possiamo utilizzare
il VISCAN.
Il VISCAN è uno strumento che analizza il grasso intraddominale (viscerale),
la massa grassa totale a livello del tronco e misura automaticamente con la
tecnologia laser la circonferenza ombelicale.
NO ALLE DIETE RESTRITTIVE!
Il paradosso delle diete dimagranti
Le diete dimagranti
fanno ingrassare
Nel nostro organismo abbiamo un centro di regolazione del peso corporeo
chiamato Set Point.
E’ un esame non invasivo che viene effettuato in pochi minuti in posizione supina.
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Una vita più stretta
allunga la vita!
Un drastico calo ponderale viene avvertito dal nostro organismo come un
pericolo: questo centro mette in atto dei meccanismi biologici per riportarci al
peso precedente. Si attiva rallentando i processi metabolici al fine di consumare
meno energia, aumenta la sensazione di bisogno di cibo per recuperare energia
e si prepara alla conservazione delle riserve energetiche.
In sintesi l’organismo umano difende le proprie riserve di grasso, pertanto a
ogni riduzione ottenuta segue il ripristino.
Questo spiega il perché una terapia dietetica inadeguata, come diete fortemente
ipocaloriche, non garantisca alcun risultato a lungo termine, divenendo dannosa
in quanto espone ad un veloce recupero del peso inizialmente perso e porta a
recuperare in percentuale più grasso di quello iniziale.
Non si può vivere a lungo nella restrizione alimentare, prima o poi si cede e si
innescano meccanismi pericolosi.
Si rischia di trascorrere in alcuni casi gran parte della vita facendo diete su diete
:imagrendo, ingrassando, dimagrendo di nuovo e recuperando infine i chili
persi, ottenendo delle oscillazioni ponderali senza in realtà risolvere il problema.
PARADOSSO DELLE DIETE DIMAGRANTI
La prima dieta può innescare la sindrome dello YO YO, oscillazione di peso per
effetto molla, determina un recupero superiore ai chili persi
PER PERDERE PESO…
QUALE DIETA?
“Per perdere peso bisogna stare a dieta”
Facile a dirsi…difficile a farsi. Ci siamo mai chiesti perché?
Prima di iniziare una dieta chiediti quindi se è
sostenibile nel lungo periodo
Cosa rende “difficile” seguire una dieta?
Quali ostacoli si incontrano?
La difficoltà sta nel perdere o nel mantenere il peso perso?
E soprattutto…quale dieta seguire?
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La dieta dimagrante va sostituta con la
“dieta funzionale” che dovrebbe indurre un
cambiamento che investa il cibo, il movimento
e la “cura di sé
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Alla parola “dieta” è frequente associare termini come “privazione”, “restrizione”,
“fame” perché nell’accezione comune “fare la dieta” si traduce in:
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“mangiare poco” cioè piccole porzioni
eliminare alcune categorie di alimenti perché “fanno ingrassare”
patire la fame
esercitare un controllo rigido sull’assunzione di cibo
Tutto questo porta ad attuare una restrizione alimentare inadeguata, cioè
non rispondente ai bisogni fisiologici e psicologici della persona.
E’ dimostrato che trattare il sovrappeso e l’obesità attraverso una restrizione
inadeguata porta a svariate conseguenze negative: oltre al fallimento legato al
non riuscire a mantenere il peso raggiunto la persona può sperimentare sensi di
colpa, bassa autostima, vergogna, depressione e incapacità di controllare
l’assunzione di cibo.
E’ importante dunque chiedersi:
“sono io a non riuscire a seguire la dieta o
forse è la dieta a non essere adeguata?”
LA PRESCRIZIONE DELLA DIETA È UN ATTO MEDICO.
L’imposizione di un controllo rigido porta inevitabilmente alla perdita
di controllo con una conseguente assunzione di cibo in quantità non
programmata poiché l’organismo legge la restrizione di nutrienti e calorie come
uno “stato di carestia”: produce quindi degli ormoni che “fisiologicamente”
portano a cercare cibo in quello che possiamo definire un “meccanismo di
sopravvivenza”.
L’incapacità di rispettare il piano alimentare prescritto, vissuta con senso di
vergogna, potenzia i pensieri di debolezza e di scarsa volontà già ampiamente
sperimentati dall’obeso. Si instaurano pensieri fallimentari e colpevolizzanti che
compromettono la qualità della vita stessa. Riprovare a perdere peso diventa
sempre più difficile e la possibilità di venirne fuori sfuma sempre di più, fino
all’apparente accettazione dei detestabili chili di troppo.
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Se ti sta a cuore la tua salute vivi consapevolmente