Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO DELLA GIOVENTU’ E DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE Bando per la selezione di 270 volontari da impiegare in progetti di servizio civile nazionale nella Regione Veneto IL CAPO DEL DIPARTIMENTO VISTA la legge 6 marzo 2001, n. 64, recante: “Istituzione del servizio civile nazionale” e successive modificazioni e integrazioni; VISTO il decreto legislativo 5 aprile 2002, n.77, recante: “Disciplina del Servizio civile nazionale a norma dell’articolo 2 della legge 6 marzo 2001, n. 64” e successive modificazioni e integrazioni; VISTA la delibera n. 337 in data 14 febbraio 2006 con la quale è stato istituito l’albo degli enti di servizio civile della Regione Veneto; VISTA la Circolare del Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale del 23 settembre 2013, concernente: “Norme sull’accreditamento degli enti di servizio civile nazionale”; VISTO il decreto Ministeriale del 30 maggio 2014 con il quale è stato approvato il “Prontuario contenente le caratteristiche e le modalità per la redazione e la presentazione dei progetti di servizio civile nazionale da realizzare in Italia e all’estero, nonché i criteri per la selezione e la valutazione degli stessi”; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 23 aprile 2014, concernente “Delega di funzioni al Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti in materia di politiche giovanili, servizio civile nazionale, integrazione, famiglia” ed in particolare l’articolo 2, comma 3, che attribuisce allo stesso le funzioni in materia di Servizio civile nazionale di cui alla legge 8 luglio 1998, n. 230, alla legge 6 marzo 2001, n. 64 ed al decreto legislativo 5 aprile 2002, n. 77; VISTO il decreto 8 maggio 2014 con il quale il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha determinato le attribuzioni delegate al Sottosegretario di Stato On. Luigi Bobba, tra le quali le Politiche giovanili e il Servizio civile nazionale; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 9 aprile 2014, con il quale è stato conferito l’incarico di Capo del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale al consigliere Calogero Mauceri dei ruoli della Presidenza del Consiglio dei Ministri; VISTI i bandi per la selezione dei volontari del servizio civile pubblicati sul sito del Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale (di seguito Dipartimento) il 16 marzo 2015; TENUTO CONTO che le risorse finanziarie assegnate alle Regioni con il riparto 2015 sono risultate eccedenti rispetto al numero di volontari previsti nei progetti inseriti nei 1 sopramenzionati bandi regionali con riferimento alle Regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto e alla Provincia Autonoma di Bolzano; RAVVISATA l’opportunità di impegnare le risorse del Fondo nazionale per il servizio civile non totalmente utilizzate dalle sopra menzionate Regioni e dalla Provincia Autonoma di Bolzano, al fine di assicurare l’avvio di un maggior numero di volontari e consentire la realizzazione di ulteriori progetti di servizio civile nazionale; VISTO il parere favorevole espresso dalla Regione capofila Liguria, nella nota prot. 60913 del 27 aprile 2015, in merito all’emanazione di un bando per la presentazione di progetti di servizio civile nazionale da finanziare con i fondi residui assegnati con il riparto 2015 alle suddette Regioni e alla Provincia Autonoma di Bolzano, al quale sono stati ammessi a partecipare oltre gli enti iscritti agli albi delle Regioni interessate anche gli enti iscritti all’albo nazionale di servizio civile, ad eccezione delle Regioni Umbria ed Emilia Romagna che hanno espresso la volontà di finanziare esclusivamente i progetti presentati dagli enti iscritti ai rispettivi albi regionali; VISTO l’Avviso del 15 maggio 2015 emanato ai sensi del paragrafo 3.3 del citato Prontuario e pubblicato sul sito del Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale (di seguito denominato Dipartimento) con il quale è stato fissato al 30 giugno 2015 il termine per la presentazione dei progetti di servizio civile nazionale da realizzarsi nell’anno 2016 nell’ambito delle Regioni in argomento e della Provincia Autonoma di Bolzano e si é stabilito che la valutazione dei progetti sarebbe stata effettuata dalle sopramenzionate Regioni e dalla Provincia Autonoma di Bolzano indipendentemente dall’albo di iscrizione degli enti partecipanti, trattandosi di progetti finanziati con le risorse già attribuite alle Regioni; CONSIDERATO che l’ammontare delle risorse residue della Regione Veneto consente l’avvio al servizio di 460 unità, come indicato nel citato Avviso del 15 maggio 2015; RILEVATO che entro la data del 30 giugno 2015 sono stati presentati alla Regione Veneto e al Dipartimento, un numero di progetti pari a 44 per l’impiego di n. 270 volontari; TENUTO CONTO che, in relazione ai progetti presentati dagli enti entro il sopra citato termine, sono stati approvati n. 44 progetti, che prevedono complessivamente l’impiego di n. 270 volontari; VISTA la determinazione dirigenziale n 9 del 14 gennaio 2016 , con la quale é stata approvata la graduatoria dei progetti da realizzarsi nella Regione Veneto - pubblicata sul sito della Regione Veneto - www.regione.veneto.it/web/sociale VISTA la comunicazione prot. n. 0001102 del 12 gennaio 2016 con la quale il Dipartimento ha comunicato alla Regione Veneto che il numero massimo di volontari da inserire nel bando è pari a 270 unità; VISTA la sentenza della Corte Costituzionale n. 119 del 2015 con la quale è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo l’articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 5 aprile 2002, n. 77 nella parte in cui prevede il requisito della cittadinanza italiana ai fini dell’ammissione allo svolgimento del servizio civile nazionale; 2 RITENUTO pertanto che sussistono i presupposti per indire un bando per la selezione di volontari per i progetti approvati, nell’ordine in cui risultano iscritti nella graduatoria, fino alla concorrenza di 270 volontari per i progetti da realizzarsi nella Regione Veneto; DECRETA Articolo 1 Generalità È indetto un bando per la selezione di 270 volontari, da avviare al servizio nell’anno 2016 nei progetti di servizio civile presentati dagli enti di cui all’Allegato 1, approvati dalla Regione Veneto (di seguito: “Regione”) ai sensi dell’articolo 6, comma 4, del decreto legislativo 5 aprile 2002, n. 77, e utilmente collocati in graduatoria. L’impiego dei volontari nei progetti decorre dalla data che verrà comunicata dal Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale agli enti e ai volontari – tenendo conto, compatibilmente con la data di arrivo delle graduatorie e con l’entità delle richieste, delle date proposte dagli enti - secondo le procedure e le modalità indicate al successivo articolo 6, a seguito dell’esame delle graduatorie. La durata del servizio è di dodici mesi. Ai volontari in servizio civile spetta un assegno mensile di 433,80 euro. Articolo 2 Progetti e posti disponibili Le informazioni riguardanti: i progetti utilmente collocati in graduatoria, i criteri per la selezione dei volontari, le relative sedi di attuazione, i posti disponibili, le attività nelle quali i volontari saranno impiegati, gli eventuali particolari requisiti richiesti, i servizi offerti dagli enti, le condizioni di espletamento del servizio, nonché gli aspetti organizzativi e gestionali, dovranno essere pubblicate sulla HOME PAGE dei siti internet degli enti titolari del progetto, secondo lo schema di cui all’Allegato 6, recante le informazioni minime indispensabili per la conoscenza del progetto da parte dei giovani. Le informazioni di cui sopra potranno, altresì, essere rese note mediante la pubblicazione dell’intero elaborato progettuale, ovvero essere richieste direttamente agli enti che realizzano il progetto prescelto. Articolo 3 Requisiti e condizioni di ammissione Ad eccezione degli appartenenti ai corpi militari o alle forze di polizia, possono partecipare alla selezione i giovani, senza distinzione di sesso che, alla data di presentazione della domanda, abbiano compiuto il diciottesimo e non superato il ventottesimo anno di età, in possesso dei seguenti requisiti: - cittadini dell’Unione europea; - cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti; - non aver riportato condanna anche non definitiva alla pena della reclusione superiore ad un anno per delitto non colposo ovvero ad una pena della reclusione anche di entità inferiore per un delitto contro la persona o concernente detenzione, uso, porto, trasporto, importazione o esportazione illecita di armi o materie esplodenti, ovvero per delitti riguardanti l’appartenenza o il favoreggiamento a gruppi eversivi, terroristici o di criminalità organizzata. I requisiti di partecipazione devono essere posseduti alla data di presentazione della domanda e, ad eccezione del limite di età, mantenuti sino al termine del servizio. 3 Non possono presentare domanda i giovani che: a) già prestano o abbiano prestato servizio civile in qualità di volontari ai sensi della legge n. 64 del 2001, ovvero che abbiano interrotto il servizio prima della scadenza prevista, nonché coloro che alla data di pubblicazione del presente bando siano impegnati nella realizzazione di progetti di servizio civile nazionale per l’attuazione del programma europeo Garanzia Giovani; b) abbiano in corso con l’ente che realizza il progetto rapporti di lavoro o di collaborazione retribuita a qualunque titolo, ovvero che abbiano avuto tali rapporti nell’anno precedente di durata superiore a tre mesi. Non costituisce causa ostativa alla presentazione della domanda di servizio civile nazionale l’aver già svolto il servizio civile nell’ambito del programma europeo “Garanzia Giovani” o aver interrotto lo stesso per motivi non imputabili al volontario. Articolo 4 Presentazione delle domande La domanda di partecipazione, indirizzata direttamente all’ente che realizza il progetto prescelto, deve pervenire allo stesso entro e non oltre le ore 14.00 del 20 aprile 2016. Le domande pervenute oltre il termine stabilito non saranno prese in considerazione. La domanda, firmata dal richiedente, deve essere: - redatta secondo il modello riportato nell’Allegato 2 al presente bando, attenendosi scrupolosamente alle istruzioni riportate in calce al modello stesso e avendo cura di indicare la sede per la quale si intende concorrere; - accompagnata da fotocopia di valido documento di identità personale; - corredata dalla scheda di cui all’Allegato 3, contenente i dati relativi ai titoli. Le domande possono essere presentate esclusivamente secondo le seguenti modalità: 1) con Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l’interessato (art. 16-bis, comma 5 della legge 28 gennaio 2009, n. 2) avendo cura di allegare tutta la documentazione richiesta in formato pdf ; 2) a mezzo “raccomandata A/R”; 3) consegnata a mano. E’ possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto di servizio civile nazionale da scegliere tra i progetti inseriti nel presente bando e tra quelli inseriti nei restanti bandi contestualmente pubblicati. La presentazione di più domande comporta l’esclusione dalla partecipazione a tutti i progetti inseriti nei bandi innanzi citati indipendentemente dalla circostanza che non si partecipi alle selezioni. La mancata indicazione della sede per la quale si intende concorrere non è motivo di esclusione. È cura dell’ente provvedere a far integrare la domanda con l’indicazione della sede, ove necessario. Articolo 5 Procedure selettive La selezione dei candidati è effettuata, ai sensi dell’art. 8 del decreto legislativo n. 77 del 2002, dall’ente che realizza il progetto prescelto. L’ente cui è rivolta la domanda verifica in capo a ciascun candidato la sussistenza dei requisiti previsti dall’art. 3 del presente bando e provvede ad escludere i richiedenti che non siano in possesso anche di uno solo di tali requisiti. L’ente dovrà inoltre verificare che: la domanda di partecipazione sia necessariamente sottoscritta dall’interessato e sia presentata entro i termini prescritti dall’art. 4 del presente bando; alla stessa sia allegata fotocopia di un documento di identità in corso di validità. 4 La mancata sottoscrizione e/o la presentazione della domanda fuori termine è causa di esclusione dalla selezione, analogamente al mancato invio della fotocopia del documento di identità; è invece sanabile la presentazione di una fotocopia di un documento di identità scaduto. Delle eventuali cause di esclusione è data comunicazione all’interessato a cura dell’ente. L’ente dovrà attenersi nella procedura selettiva ai criteri verificati e approvati in sede di accreditamento o di valutazione del progetto ovvero agli elementi di valutazione contenuti nel Decreto n. 173 dell’11 giugno 2009 del Capo dell’Ufficio nazionale per il servizio civile, provvedendo a dare adeguata pubblicità agli stessi sul proprio sito internet. Nel caso in cui siano utilizzati i criteri dettati dal suddetto decreto, l’ente valuta i titoli presentati e compila per ogni candidato, a seguito del colloquio, la scheda di valutazione, secondo il modello in “Allegato 4”, attribuendo il relativo punteggio. I candidati che abbiano ottenuto nella scheda di valutazione un punteggio inferiore a 36/60 sono dichiarati non idonei a svolgere il servizio civile nel progetto prescelto. Le procedure selettive sono effettuate in lingua italiana. I candidati si attengono alle indicazioni fornite dall’ente medesimo in ordine ai tempi, ai luoghi e alle modalità delle procedure selettive. L’ente, terminate le procedure selettive, compila le graduatorie relative ai singoli progetti, ovvero alle singole sedi di progetto in ordine di punteggio decrescente attribuito ai candidati, evidenziando quelli utilmente selezionati nell’ambito dei posti disponibili, tenendo conto in quest’ultimo caso della sede indicata dai candidati nella domanda. Nella graduatoria sono inseriti anche i candidati risultati idonei e non selezionati per mancanza di posti e di seguito i nominativi di tutti i candidati non inseriti nelle graduatorie perché risultati non idonei, ovvero esclusi dalla selezione. Il mancato inserimento nelle graduatorie, con l’indicazione della motivazione, è tempestivamente portato a conoscenza degli interessati da parte dell’ente, che ne dà contestuale comunicazione al Dipartimento. Alla graduatoria è assicurata da parte dell’ente adeguata pubblicità. Articolo 6 Avvio al servizio L’ente deve inserire nel sistema informatico “Unico - Helios” le graduatorie compilando un apposito format disponibile sul sistema stesso, avendo cura di evidenziare nelle apposite colonne il punteggio conseguito, la sede dove il volontario dovrà presentarsi il primo giorno di servizio e quella nella quale avrà attuazione il progetto, provvedendo alla compilazione di entrambe anche nel caso che le due sedi coincidano. L’ente deve inoltre inserire, in ordine decrescente di punteggio, l’elenco degli idonei non selezionati in una unica sede di attuazione del progetto di riferimento. Di seguito l’ente deve altresì inserire i nominativi dei candidati risultati non idonei o esclusi dalla selezione, provvedendo nel contempo, ad indicare il numero complessivo delle domande ricevute nell’apposito box presente sul sistema “Unico - Helios”. La graduatoria, sottoscritta dal responsabile del servizio civile nazionale o dal responsabile legale dell’ente, unitamente alla dichiarazione di cui all’Allegato 5, deve essere inviata al Dipartimento via PEC al seguente indirizzo: [email protected], unitamente alla seguente documentazione: a) domande di partecipazione (Allegato 2), dei soli candidati risultati idonei selezionati; b) documenti di identità degli interessati. La PEC di trasmissione delle graduatorie deve indicare nell’oggetto: il codice dell’ente (NZ…..), denominazione dell’ente, titolo/titoli del/dei progetto/progetti. Gli originali della predetta documentazione sono conservati presso l’ente per ogni necessità del Dipartimento. Le graduatorie devono pervenire sia via internet, che via PEC, entro e non oltre il 1 settembre 2016 a pena di non attivazione del progetto e devono contenere i dati relativi a tutti i candidati che hanno partecipato alla selezione, compresi quindi gli idonei non selezionati e gli esclusi; la 5 documentazione da inviare al Dipartimento di cui ai precedenti punti a) e b) riguarda invece i soli candidati che risultano idonei selezionati. Per i candidati idonei non selezionati per mancanza di posti, tale documentazione dovrà essere trasmessa esclusivamente in caso di subentro. L’avvio al servizio dei volontari è subordinato all’invio delle graduatorie in entrambi i formati richiesti. Il mancato invio via internet del format di presentazione delle stesse comporta l’impossibilità di avviare il progetto entro la data richiesta dall’ente, anche se la documentazione risulti inviata via PEC entro il termine innanzi indicato. Costituisce altresì causa di non attivazione del progetto il mancato invio della dichiarazione di cui all’Allegato 5. Il Dipartimento, sulla base delle graduatorie formulate dagli enti, provvede ad inviare ai candidati idonei selezionati tramite gli enti stessi un codice utenza e una password utilizzando i quali il giovane potrà scaricare, per la sottoscrizione, il contratto di servizio civile firmato dal Capo del Dipartimento. Nel contratto sono indicati la sede di assegnazione, la data di inizio e fine servizio, le condizioni economiche previdenziali ed assicurative e gli obblighi di servizio di cui al successivo art. 7. L’ente trasmette via PEC al Dipartimento copia del contratto sottoscritto dal volontario ai fini della conservazione dello stesso presso il Dipartimento e della erogazione dei pagamenti ai volontari. Articolo 7 Obblighi di servizio I volontari si impegnano ad espletare il servizio per tutta la sua durata, a svolgere tutte le attività previste dal progetto prescelto e ad adeguarsi alle disposizioni in materia di servizio civile dettate dalla normativa primaria e secondaria, a quanto indicato nel contratto di servizio civile e alle prescrizioni impartite dall’ente d’impiego in ordine all’organizzazione del servizio e alle particolari condizioni di espletamento. I volontari sono tenuti al rispetto dell’orario di servizio nonché al rispetto delle condizioni riguardanti gli eventuali obblighi di pernottamento, o di altra natura, connessi al progetto medesimo. L’interruzione del servizio senza giustificato motivo, prima della scadenza prevista, comporta l’impossibilità di partecipare per il futuro alla realizzazione di nuovi progetti di servizio civile nazionale, nonché la decadenza dai benefici eventualmente previsti dallo specifico progetto e il mancato rilascio dell’attestato di svolgimento del servizio. Articolo 8 Trattamento dei dati personali Ai sensi dell’art. 13, comma 1, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 i dati forniti dai partecipanti saranno acquisiti dall’ente che cura la procedura selettiva per le finalità di espletamento delle attività concorsuali e, successivamente all’eventuale instaurazione del rapporto di servizio civile, saranno trattati per le finalità connesse alla gestione del rapporto stesso ed alla realizzazione del progetto. I dati medesimi saranno trattati dal Dipartimento ai fini dell’approvazione delle graduatorie definitive e per le finalità connesse e/o strumentali alla gestione del servizio civile. Il trattamento dei dati avverrà con l’utilizzo di procedure anche informatizzate, nei modi e nei limiti necessari per perseguire le predette finalità. Il conferimento di tali dati è obbligatorio ai fini della valutazione dei requisiti di partecipazione, pena l’esclusione dal concorso. I dati raccolti dal Dipartimento potranno essere comunicati a soggetti terzi che forniranno specifici servizi strumentali alle finalità istituzionali del Dipartimento stesso. 6 Gli interessati godono dei diritti di cui all’art.7 del citato decreto legislativo n. 196 del 2003, tra i quali il diritto di accedere ai propri dati personali, di chiederne la rettifica, l’aggiornamento e la cancellazione, se incompleti, erronei o raccolti in violazione della legge, nonché il diritto di opporsi al loro trattamento per motivi legittimi. Tali diritti potranno essere fatti valere nei confronti del Capo del Dipartimento, titolare del trattamento dei dati personali. Articolo 9 Disposizioni finali Al termine del servizio, svolto per dodici mesi o per almeno nove mesi in caso di subentro, verrà rilasciato dal Dipartimento un attestato di espletamento del servizio civile nazionale redatto sulla base dei dati forniti dall’ente. Per informazioni relative al presente bando è possibile contattare la Regione Veneto – Sezione Servizi Sociali – Ufficio Servizio Civile telefono 041/2791439; e-mail [email protected], ovvero il Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale (Via della Ferratella in Laterano n.51 00184 Roma) attraverso l’Ufficio relazioni con il pubblico: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 16.30 ad esclusione del martedì e venerdì pomeriggio ai seguenti numeri 06/67792600. Roma, 17 marzo 2016 Il Capo del Dipartimento F.to Cons. Calogero MAUCERI 7 NOTE ESPLICATIVE AL BANDO Note all’art. 1 Il numero dei posti per i quali è indetta la selezione rappresenta il totale dei volontari previsti dai progetti approvati e utilmente collocati in graduatoria fino alla concorrenza delle risorse finanziarie disponibili per il biennio 2014-2015. L’elenco degli enti che realizzano i progetti da attuarsi nella Regione Veneto sono consultabili sul sito internet della Regione www.regione.veneto.it/web/sociale e del Dipartimento: www.serviziocivile.gov.it La durata del servizio è di dodici mesi. Per i volontari subentranti la predetta durata è ridotta al periodo che intercorre dalla data di inizio del servizio presso l’ente fino al termine del progetto. Le somme spettanti ai volontari sono corrisposte direttamente dal Dipartimento. Gli assegni corrisposti per l’attività di servizio civile, a norma dell’art. 9 del decreto legislativo n. 77/2002 e successive modifiche, non sono “rimborsi spese”, bensì costituiscono compensi che, uniti ad altri emolumenti, concorrono a formare il reddito imponibile di ciascun volontario. Tali compensi ai fini del trattamento fiscale, sono assimilati ai redditi da lavoro dipendente; su di essi il Dipartimento applica le detrazioni d’imposta di cui all’art. 13 del DPR 22/12/1986, n. 917 e successive modifiche. Il periodo prestato come volontario di servizio civile è riconosciuto, a domanda, nelle forme e con le modalità previste dall’art. 4, comma 2 del D.L. 29 novembre 2008, n. 185, ai fini previdenziali. Per i volontari è prevista una assicurazione stipulata dal Dipartimento a favore degli stessi. Note all’art. 2. Dalla data di pubblicazione del presente bando sul sito del Dipartimento, l’ente pubblica sulla Home Page del proprio sito internet la scheda contenente gli elementi essenziali del progetto approvato, ovvero l’intero elaborato progettuale. L’accesso al sito è gratuito. L’ente può inoltre adottare altre forme di pubblicità al fine di far conoscere al maggior numero di potenziali candidati il proprio progetto. Dal sito del Dipartimento sarà possibile linkare direttamente i siti di tutti gli enti che hanno avuto i progetti approvati ai quali si riferisce il presente bando. Note all’art.3. Per partecipare alla realizzazione dei progetti i candidati devono aver compiuto il diciottesimo e non superato il ventottesimo (28 anni e 364 giorni) anno di età alla data di presentazione della domanda (Consiglio di Stato sentenze n. 1284 e n. 1291 del 5 marzo 2010). Anche gli altri requisiti previsti dal bando devono essere posseduti alla scadenza dello stesso e, ad eccezione dell’età, mantenuti durante tutto il periodo del servizio, a pena di decadenza. Non possono presentare domanda: gli appartenenti ai corpi militari o alle forze di polizia; i volontari che abbiano già svolto il servizio civile nazionale civile; i volontari già impegnati nella realizzazione di progetti di servizio civile, ivi compresi i progetti per l’attuazione del programma europeo “Garanzia giovani” (non è possibile cioè interrompere il servizio per partecipare alle selezioni per un nuovo progetto), ovvero che abbiano interrotto il servizio prima della scadenza prevista; i giovani che abbiano in corso con l’ente che realizza il progetto rapporti di lavoro o di collaborazione retribuita a qualunque titolo, ovvero che abbiano avuto tali rapporti nell’anno precedente di durata superiore a tre mesi. Note all’art.4. Le domande, redatte secondo il modello di cui all’allegato 2 e corredate dalla dichiarazione di cui all’allegato 3 del presente bando, nonché dalla fotocopia di un documento di identità in corso di validità, debbono pervenire all’ente che realizza il progetto entro il termine perentorio delle ore 14.00 del 20 aprile 2016. 8 I modelli di cui agli allegati 2 e 3 possono essere scaricati dal sito internet del Dipartimento www.serviziocivile.gov.it - sezione modulistica, oppure sul sito della Regione www.regione.veneto.it/web/sociale. La mancata produzione dell’Allegato 3 non è causa di esclusione dalle selezioni. La tempestività delle domande è accertata dall’ente che realizza il progetto: mediante apposizione sulle stesse del timbro recante la data di acquisizione per le domande in formato cartaceo; mediante verifica della data e dell’orario di recezione risultante dal server per le domande presentate via PEC. Le domande trasmesse con modalità diverse da quelle indicate all’articolo 4 del presente bando non saranno prese in considerazione. Alla domanda vanno allegati tutti i titoli che si ritengono utili ai fini della selezione, ovvero gli stessi possono essere elencati in un curriculum vitae reso sottoforma di autocertificazione. Note all’art.5 L’ente deve verificare che la domanda, se presentata in formato cartaceo, sia sottoscritta con firma autografa per esteso dall’interessato. Per le domande presentate con PEC, si precisa che, ai sensi dell’art. 21, comma 2, del D.Lgs n. 82/ 2005 e dell’art. 16-bis della Legge 2/2009, l’inoltro tramite posta elettronica certificata è già sufficiente a rendere valida l’istanza, a considerare identificato l’autore di essa e a ritenere la stessa regolarmente sottoscritta, purché la denominazione dell’indirizzo PEC sia riconducibile all’anagrafica dell’interessato. La selezione è effettuata dall’ente che realizza il progetto ed al quale sono state inviate le domande. L’ente dovrà stabilire e rendere noti ai candidati i giorni, i criteri di selezione e la sede di svolgimento della selezione. Il candidato che, pur avendo presentato la domanda, non si presenta nei giorni stabiliti, senza giustificato motivo, è escluso dalla selezione per non aver completato la relativa procedura. La selezione può essere effettuata attenendosi ai criteri verificati ed approvati dal Dipartimento in sede di accreditamento, ovvero secondo i criteri indicati nel progetto o quelli stabiliti dal Decreto n. 173 dell’11 giugno 2009, cui si riferisce l’allegato 4. Nel caso in cui siano utilizzati questi ultimi criteri, il candidato che al colloquio ottiene un punteggio finale inferiore a 36/60 è dichiarato non idoneo a prestare servizio civile nel progetto per il quale ha sostenuto le selezioni; in tal caso l’ente non dovrà indicare il punteggio relativo alla valutazione dei titoli. Analogamente l’ente non dovrà indicare il punteggio dei titoli per i candidati assenti al colloquio. Nella graduatoria finale sono inseriti tutti i volontari risultati idonei selezionati e idonei non selezionati per mancanza di posti. A parità di punteggio è preferito il candidato più giovane di età in relazione a quanto previsto dal comma 7, articolo 3, della legge n. 191/98. Le graduatorie dovranno riportare per ciascun aspirante volontario: cognome, nome, data di nascita e punteggio conseguito. Quanti non hanno sostenuto il colloquio o sono stati esclusi per altri motivi vanno inseriti in un elenco a parte con la specifica del motivo dell’esclusione. L’ente deve comunicare tempestivamente agli interessati il mancato inserimento nelle graduatorie. La graduatoria è compilata per ogni progetto o sede in cui si articola il progetto, in ordine decrescente rispetto ai punteggi attribuiti. L’ente deve pubblicare sul proprio sito internet e presso le sedi dove sono state effettuate le selezioni o comunque con altre idonee modalità le graduatorie. Note all’art.6 L’ente invia al Dipartimento, tramite PEC, la graduatoria unitamente alla dichiarazione di impegno di cui all’allegato 5 e ai restanti documenti elencati all’art. 6 del bando, con riferimento ai soli candidati risultati idonei e selezionati, e conserva gli originali da esibire a richiesta del Dipartimento. 9 L’ente deve inviare via Internet le graduatorie complete dei dati relativi a tutti i candidati che hanno partecipato alla selezione, compresi quindi gli idonei non selezionati. Nell’inviare i dati gli enti avranno cura di prestare attenzione alla correttezza e alla completezza degli stessi, in quanto le informazioni implementeranno direttamente gli archivi del sistema. Il Dipartimento non risponde di eventuali errori commessi nella compilazione del format di invio. Le eventuali esclusioni dalle graduatorie per l’assenza dei requisiti richiesti sono comunicate dal Dipartimento agli enti, i quali informano tempestivamente gli interessati. In attuazione delle disposizioni concernenti la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, è stata predisposta una nuova modalità per l'invio dei contratti ai volontari del servizio civile nazionale. La nuova modalità prevede l'indicazione di un codice utenza e di una pass-word a fianco di ciascun nominativo inserito nell'Allegato al provvedimento del Dipartimento avente ad oggetto “Verifica dei requisiti...”, che viene trasmesso all’ente. Ciascun ente, alla ricezione del provvedimento sopra citato, avrà cura di far avere con sollecitudine le predette credenziali ai volontari per poter permettere loro - anche ponendo a disposizione, se richiesto, una postazione internet - di scaricare il contratto nel quale sono indicati il giorno, l'ora e il luogo dove dovranno presentarsi il primo giorno di servizio e la sede di attuazione del progetto. Ciascun volontario, mediante l'utilizzo del codice utenza e della pass-word, dovrà collegarsi al sito del Dipartimento, all'indirizzo www.serviziocivile.gov.it - area riservata volontari - per scaricare il contratto di servizio civile nazionale e per fruire dei servizi personalizzati ivi indicati nel termine di 30 giorni dall’inizio del servizio salvo richiesta di proroga al Dipartimento. Il contratto controfirmato per accettazione dal volontario dovrà essere restituito via pec, al Dipartimento, a cura del responsabile dell'ente che indicherà in calce la data di effettiva presentazione in servizio. Note all’art.9 L’attestato di espletamento del servizio non verrà rilasciato ai volontari che hanno interrotto il servizio. 10 SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: Associazione S.O.S. IL TELEFONO AZZURRO O.N.L.U.S “Linea Nazionale per la prevenzione dell’abuso all’infanzia”, eretta in Ente Morale con D.P.R. 18.12.1990 con sede legale nel Comune di Milano. Telefono Azzurro promuove da oltre ventisette anni, attraverso un’opera costante di informazione e sensibilizzazione oltre che di diffusione delle conoscenze acquisite, un rispetto totale dell’individuo nel corso della sua prima formazione e dell’intera età evolutiva, salvaguardandone le potenzialità naturali di crescita e tutelando queste ultime nei confronti di abusi, anche involontari, di natura fisica o psicologica che possano sin dai primi tempi della vita pregiudicarne seriamente la realizzazione. Partire dai bambini, ascoltando i loro bisogni e leggendo la realtà che li circonda, per costruire una vera cultura dell’infanzia. Da molti anni l’Associazione S.O.S. Il Telefono Azzurro Onlus si occupa di promuovere i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, per contribuire a creare una società che concretamente rispetti i bambini e gli adolescenti, in linea con i principi sanciti nella Convenzione ONU del 1989. Nato a Bologna nel 1987 con l’istituzione di una linea telefonica per bambini e adolescenti, Telefono Azzurro si pone da sempre quali obiettivi prioritari quello di garantirne il diritto all’ascolto, realizzando percorsi di promozione del benessere sociale in grado di svolgere funzione preventiva nei confronti del disagio giovanile. 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: Con le Maglie della rete NZ01507 Albo Nazionale 2 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore E: Educazione e Promozione Culturale Area intervento: Animazione culturale verso giovani Codice: E03 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: 6.1. DESCRIZIONE DELL’AREA DI INTERVENTO 1. Premessa I nativi digitali sono i ragazzi che crescono “immersi” nelle molteplici possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Da quando Internet e la possibilità di essere sempre connessi offerta dagli smartphone sono diventati elemento di vita quotidiano di bambini e adolescenti, infatti, hanno modificato radicalmente il modo di concepire le comunicazioni, le interazioni e le relazioni, soprattutto per quella fascia della popolazione, i giovani, che sta crescendo con queste possibilità non come novità ma come condizione di vita. Hanno una mano sul mouse e davanti agli occhi lo schermo di un pc, con l’altra scrivono messaggi sullo smartphone, un auricolare porta ad un orecchio la musica e con l’altro seguono la Tv: questa la fotografia dei bambini e degli adolescenti che emerge dall’indagine di Telefono Azzurro e Eurispes 2012. Per questo vengono definiti multitasking ed essenzialmente visivi. Secondo l’ultimo Rapporto Censis sulla Comunicazione1, è iscritto a Facebook il 77,4 per cento dei giovani sotto i 30 anni. YouTube raggiunge il 72,5 per cento. L’85,7 per cento dei ragazzi usa smartphone; uno su tre (il 36,6) ha a disposizione un tablet. E altrove va anche peggio: secondo la Pediatric Academic Societies di San Diego, già a un anno il 14 per cento dei bambini americani passa un’ora al giorno con un gadget elettronico. Entro i due anni, il 36 per cento ha familiarità con le app. Ma quali, tra le nuove tecnologie, utilizzano i ragazzi, e come? Tra gli strumenti tecnologici di più largo utilizzo resiste ancora la TV affiancata da computer e cellulari. Il 64% dei bambini usa il computer tutti i giorni fino a 2 ore al giorno. Il 60,6% degli adolescenti naviga fino a due ore al giorno e uno su 10 ci passa più di 4 ore (fonte: Telefono Azzurro e Eurispes, 2011). Il computer però non è l’unico strumento per essere online. Il telefonino è protagonista nella vita degli adolescenti ma è sempre più diffuso anche tra i bambini. Quasi la metà di essi ha avuto il primo telefonino entro i 9 anni. Nel 2012 i bambini intervistati per una ricerca di Telefono Azzurro ed Eurispes hanno evidenziato come 1 su 4 utilizzi il telefonino anche per collegarsi online. Il controllo da parte dei genitori o degli adulti è relativo: una recente ricerca di 1 12° Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione - 2015 Telefono Azzurro ed Eurispes (2012) ha evidenziato come 1 bambino su 4 abbia un computer privato cui non i genitori hanno accesso e come spesso il genitore non conosca neanche le password dei figli più piccoli. Staccarsi dal computer risulta sempre più difficile. Ma cosa succederebbe se non potessero connettersi? Più della metà degli adolescenti avrebbe paura di essere tagliato fuori da ciò che accade nel mondo. Altri temono di essere esclusi dalla cerchia di amicizie e di non trovare un partner. Gli adolescenti godono di maggiore autonomia nella navigazione. Ma cosa incontrano nella rete? Da una recente ricerca di Telefono Azzurro ed Eurispes (2012) un terzo dei ragazzi intervistati ha dichiarato di aver navigato in siti di immagini pornografiche; di aver visitato siti che incitano alla violenza o al razzismo e, in percentuali più basse, siti che esaltano l’anoressia o il suicidio. 2. Gli adolescenti e la rete Gli adolescenti dipendono maggiormente dal web rispetto ai bambini. I primi frequentano forum, scrivono sui blog, usano la posta elettronica, acquistano online e, soprattutto, hanno un profilo su Facebook. I secondi cercano in internet prevalentemente informazioni e curiosità. Indispensabili però nella dieta mediatica di tutti sono le chat e YouTube. I ragazzi, nativi digitali2, vivono completamente immersi nelle nuove tecnologie. Dai dati di Telefono Azzurro e Doxa kids (2014), emerge come nell’89,2% delle case dei ragazzi intervistati è presente almeno un pc portatile; nel 70,8% un computer fisso; nel 70,6% un tablet. La camera da letto degli adolescenti è infatti una stazione ad alto contenuto tecnologico: più di 1 su 2 possiede consolle per Prensky M., “Digital Natives, Digital Immigrants”, 2001. Tavernier e Willoughby, Journal of Sleep Research, 2014 4 Eu Kids online (2014). The meaning of online problematic situations for children. Disponibile su http://eprints.lse.ac.uk/56972/1/EU_Kids_Online_Report_Online_Problematic_Situations_for_Children_June20 14.pdf 5 Livingstone S., Smith P.K. (2014). Annual research review: Harms experienced by child users of online and mobile technologies: the nature, prevalence and management of sexual and aggressive risks in the digital age, in Journal of Child Psychology and Psychiatry; 55:6, pp. 635-654. 6 Cross, Shaw, Hearn, Epstein, Monks, Lester & Thomas, 2009; Gradinger, Strohmeier & Spiel, 2009 7 Vedi nota 3 8 Europe Anti-Bullying-Project promosso dal programma europeo Daphne III, ha riunito sei Paesi (Lettonia, Lituania, Estonia, Bulgaria, Grecia e Italia), ciascuno rappresentato da un’organizzazione nazionale che si impegna nella prevenzione del bullismo. Il Telefono Azzurro rappresenta l’Italia. 9 Vedi nota 3 10 Vedi nota 3 11 Vedi nota 3 12 Eu Kids On-line (2012). Towards a better internet for children. Disponibile su http://www.lse.ac.uk/media@lse/research/EUKidsOnline/EU%20Kids%20III/Reports/EUKidsOnlinereportforth eCEOCoalition.pdf consultato il 4/6/14. 2 3 13 Il rapporto di reciproca collaborazione tra Telefono Azzurro e il mondo della scuola è attivo fin dalla nascita dell’associazione e nel 2005 si è tradotto in un accreditamento di Telefono Azzurro quale Ente di formazione riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Inoltre in data 12/03/2014 è stato sottoscritto un Protocollo di intesa tra Il Telefono Azzurro e il MIUR nel quale, tra le altre forme di integrazione, è prevista anche la collaborazione per attività svolte con Volontari del Servizio Civile (allegata al presente progetto) 14 http://www.istruzioneveneto.it/wpusr/wp-content/uploads/2014/09/dati_al_via201415.pdf http://www.eurispes.eu/content/sintesi-indagine-conoscitiva-sulla-condizione-dell%E2%80%99infanziae- dell%E2%80%99adolescenza-italia-2012-0 16 Fonte Demos, Osservatorio Nord est, luglio 2014 15 videogiochi fissa (65,5%) o portatile (52,4%); quasi 1 su 5 un wearable device (17,5%). Gli adolescenti sono abituati ad utilizzare le nuove tecnologie fin da bambini per giocare, comunicare, tenersi aggiornati, imparare, fare acquisti. Dai dati di Telefono Azzurro e Doxa kids emerge come siano infatti “Always on”: per ascoltare musica o radio (61%), per guardare video (60,2%), per fare ricerche per la scuola e i compiti (58,3%) per curiosare e navigare nel web (57,3%), per fare acquisti (22%), comprando online giochi (34,6% dei ragazzi), accessori di moda (22,3% delle ragazze), ma anche libri (17,6% delle ragazze). Ciò che è prioritario, però, è il rimanere in contatto. La quasi totalità del campione(89,7%), dell’indagine condotta da Telefono Azzurro e Doxa kids (2014) infatti, possiede uno smartphone con accesso ad internet: se non vi avessero accesso costante, il maggior timore dei ragazzi sarebbe quello di non venire a sapere le cose (33,8%) o di perdersi le ultime cose accadute nel mondo (25,4%). L’89,8% utilizza Whatsapp per rimanere connesso con gli amici: più di 1 su 2 manda più di 50 messaggi al giorno (57,4%). Si può ragionevolmente dire che internet nella vita dei ragazzi è soprattutto social media. Il social più diffuso rimane Facebook (lo utilizza l’82,3% degli intervistati): i ragazzi vi accedono direttamente dal cellulare (73,6%) e il 22,2% è costantemente connesso (25,5% delle ragazze vs 19% dei ragazzi). Chi non ha una connessione costante vi accede tutti i giorni più volte al giorno (44,5%). Tra gli altri social a cui i ragazzi sono spesso connessi ci sono Skype (58,4%), Instagram (55,6%) e Google+ (50,5%). Sempre connessi, sempre in comunicazione con gli altri, anche con i genitori: il 58,9% li ha tra gli amici in Facebook. I ragazzi dichiarano però che sarebbero infastiditi se i genitori vedessero ciò che loro scrivono: lo riferisce il 47,6% dei maschi (vs il 41,6% delle femmine) e il 51,4% degli 11-14enni (vs il 39,4% dei 1519enni). Se da un lato può far sorridere che i ragazzi chiudono l’accesso ai post ai genitori, è preoccupante il fatto che questa stessa accortezza non venga riservata a estranei e sconosciuti che spesso si nascondono tra le centinaia di amici. Quasi 1 adolescente su 2 (45,9%) ha tra i 250 e i 1000 amici su Facebook, e solo poco più della metà di questi sono conosciuti offline e frequentati regolarmente dal 37,2% dei ragazzi. Facebook nonostante l’età: anche se non sarebbe consentito - poichè il limite minimo di età per iscriversi è 13 anni - più dell’85% dei ragazzi intervistati conosce qualcuno che è iscritto a Facebook senza aver superato i 13 anni. Più di 1 intervistato su 3 (34,9%) conosce più di 20 ragazzi con un profilo Facebook sotto i 13 anni. Il desiderio che motiva la presenza sui social dei ragazzi non è però solo quello di allargare la propria cerchia amicale (30,8%) o mostrare di averla (35,8%): stanno sui social perché desiderano condividere informazioni e immagini (59,2%), esprimere il loro parere (38,3%), mostrare le parti migliori di loro stessi (37,8%, 42,2% dei ragazzi), i loro interessi (52,2%), dove vanno e cosa fanno (53%). Stesso trend quando si parla di selfie: il 42,3% dei ragazzi se ne scatta almeno un paio alla settimana; l’85% (88,1% delle ragazze) li condivide sui social network in pubblico (34,3%, dato che sale al 39,2% dei ragazzi che frequentano le scuole secondarie di primo grado) o con amici in privato (26,4%). 1 ragazzo su 2 prima di postarli però li ritocca con programmi appositi (il 41,4% dei ragazzi e il 61,6% delle ragazze). Non solo essere visti però: il 30,1% dei ragazzi ha un profilo social anche per sapere cosa fanno gli altri e curiosare nelle vite altrui. Le relazioni tra pari continuano quindi ad essere prioritarie anche per gli adolescenti 3.0, a tal punto che spesso i ragazzi sacrificano le ore di sonno per rimanere connessi, comunicare, postare foto e video dei loro visi nella penombra della stanza in piena notte: è il fenomeno del vamping. Anche se non è ancora chiaro3 se i ragazzi rinunciano ad un sonno adeguato perché non riescono a staccarsi da pc, tablet e smartphone o se invece non si staccano proprio perché hanno difficoltà ad addormentarsi, è certo che il fenomeno del vamping è in aumento anche nel nostro paese: 1 adolescente su 5 (25,6%) si sveglia una o più volte a notte per controllare i messaggi arrivati sul proprio smartphone. Non vi sono solo caratteristiche personali nella definizione degli spazi dati al sonno o alla socialità: la pressione dei pari è, anche in questo caso, prioritaria nello scegliere (più o meno liberamente) di rimanere connessi fino alle prime ore del mattino, pena l’esclusione da relazioni importanti per i ragazzi. Gli effetti della deprivazione di sonno rischiano di essere pervasivi nella vita degli adolescenti: perché i ragazzi sentono però il bisogno di deprivarsi di questo momento così importante? Se la giornata è piena di impegni e di cose da fare, stare connessi in piena notte, comunicare con l’hashtag #vamping, permette agli adolescenti di trovare spazi di aggregazione e socialità, facilitati dall’intimità della notte. “C’era una volta il tempo pomeridiano condiviso nei cortili, oggi c’è lo spazio virtuale, dove non esiste tramonto” (Telefono Azzurro e Doxa kids, 2014). Vita online: non senza rischi Se il gruppo dei pari grazie all’iperconnessione diviene compagnia costante e motivo di appartenenza, dall’altra contribuisce a creare, incoraggiare e moltiplicare comportamenti non solo poco attenti, ma spesso anche rischiosi. Si diffonde il fenomeno delle identità virtuali multiple. Più di 1 adolescente su 2 (55,8%) conosce qualcuno che è iscritto a qualche social network con un’identità diversa dalla propria. 1 adolescente su 5 (22,6%) ha il proprio profilo sui social network totalmente pubblico: dato da non sottovalutare, visto che più di 1 adolescente su 2 ha un profilo sui social per condividere informazioni e immagini (58,2%), quasi 1 su 3 per trovare amici (30,3%) o per entrare in contatto con nuove persone (30%). Profili aperti, nonostante il timore di un utilizzo indesiderato delle informazioni che i ragazzi condividono: più di 1 adolescente su 2 (63,6%) teme, infatti, che i propri dati possano essere raccolti ed utilizzati dal social per altri scopi. Questi stessi dati invitano ad una riflessione più attenta se letti dividendo i partecipanti per sesso: mentre i ragazzi hanno più frequentemente un profilo totalmente aperto sui social (28,3%), sono le ragazze ad essere maggiormente preoccupate che i loro dati possano essere raccolti dai social network per altri scopi (72% delle intervistate): provando a leggere tra le righe, a prima vista si ha l’impressione che le ragazze siano maggiormente consapevoli, rispetto ai ragazzi, della necessaria tutela che occorre avere nella condivisione in rete delle proprie informazioni e dei propri dati. Ad un lettore più attento, però, i dati mostrano un trend purtroppo differente, che invita genitori, insegnanti, educatori e tutti coloro che a vario titolo affiancano gli adolescenti nella crescita, quanto sia necessario proseguire nel lavoro di sensibilizzazione, di prevenzione e di tutela dei ragazzi online: altri dati, infatti, mostrano adolescenti ancora troppo spesso poco accorti rispetto a ciò che fanno online. Il bisogno di esserci, il desiderio di farsi vedere, farsi ascoltare, di condividere il loro mondo non avviene solo tra le cerchie delle persone conosciute e frequentate offline. Ma questo bisogno, che porta i ragazzi a condividere i propri selfie online anche con persone sconosciute nella realtà (tutti gli adolescenti intervistati l’hanno fatto almeno una volta), contribuisce ad esporre i ragazzi a quei pericoli e a quei rischi per i quali sempre più spesso chiedono poi aiuto e sostegno a Telefono Azzurro: il 30.4% ha postato online qualcosa di cui poi si è pentito, (il 70,6% per rimediare ha cancellato il post), al 15,1% del campione è stata rubata l’identità online. Non si tratta solo di episodi in cui i ragazzi si imbattono nei pericoli della rete, come già diverse ricerche internazionali dimostrano4, ma anche di situazioni in cui si espongono in modo avventato e poco consapevole. Spesso, infatti, fattori legati al mondo digitale (come la pratica del mezzo online, le abilità digitali, l’iscrizione ad alcuni social network5) contribuiscono ad esporre i ragazzi in modo attivo ad alcuni rischi dell’essere online senza consapevolezza di ciò che fanno. Anche i ragazzi italiani non sono esenti da questi rischi: il 29,2% è iscritto ad Ask.fm, il 10% su Chat roulette. In questi social network gli adolescenti mettono non solo la propria immagine a disposizione di chiunque, ma anche, spesso, propri dati privati: non è raro infatti che rispondano in modo veritiero a domande postate da profili anonimi su aspetti personali e privati. L’anonimato garantito da alcuni social network e dai profili falsi, oltre a metterli in pericolo, continua ad essere ancora troppo spesso un alibi per insultare, minacciare, offendere, come ancora troppo spesso i casi di cronaca ci riportano. E’ infatti una delle caratteristiche principali del cyberbullismo, che permette ai bulli di aggredire le loro vittime in modo costante, pervasivo e continuo, protetti da avatar o profili anonimi. E’ un fenomeno che i ragazzi ben conoscono: l’80,3% ha sentito parlare di cyberbullismo; 2 su 3 (39,2%) conosce qualcuno che ne è stato vittima, 1 su 10 ne è stato vittima (10,8% degli intervistati; il 9,1% dei ragazzi ed il 12,6% delle ragazze). Dati internazionali6 mostrano tra l’altro che questo fenomeno sta acquisendo caratteristiche proprie differenti dal bullismo tradizionale. Condividere, mettere like, commentare sbeffeggiando la vittima o incitando il bullo non solo esplode la portata di gesti che possono avere già di per sé conseguenze anche gravi, ma ne amplifica la portata in modo potenzialmente illimitato. Bullo è non solo chi compie il gesto (postando pettegolezzi, foto e/o video imbarazzanti di altri, rubando l’identità e il profilo di altri, insultando o deridendo la vittima, o minacciandola) ma chi ne permette l’amplificazione in rete. Da questa indagine è emerso che i ragazzi che sono stati vittime di cyberbullismo esprimono più frequentemente manifestazioni di disagio, quali difficoltà a dormire e poca voglia di mangiare, ma anche vissuti di solitudine e scarsa gratificazione nelle relazioni interpersonali, come ad esempio il timore di essere derisi dagli altri. Sviluppare progetti che permettano ai ragazzi di essere consapevoli di quanto un post, un video, un insulto possano ferire o far stare male a tal punto di non voler più andare a scuola, uscire con gli amici o ancora, come la cronaca ci dimostra, rinunciare a vivere non solo in senso metaforico, alla luce di questi dati, dev’essere ancora più fortemente una priorità. Aiutare i ragazzi ad essere consapevoli dei propri gesti, in particolare online, è fondamentale per prevenire comportamenti aggressivi e prevaricatori: la collaborazione tra famiglie, scuole, istituzioni, aziende e non profit è essenziale a far sì che progetti con questi obiettivi vengano ideati, strutturati, e realizzati con e per i ragazzi in ogni scuola, contesto sportivo, amicale e valoriale in cui si ritrovano. 3. Cyberbullismo Il termine bullismo è la traduzione italiana dell'inglese "bullying" e viene definito come un’oppressione, psicologica o fisica, ripetuta e continuata nel tempo, perpetuata da una persona più potente nei confronti di un’altra percepita come più debole (Farrington, 1993). Il fenomeno del bullismo include sia i comportamenti del persecutore sia quelli della vittima, sia quelli di coloro che guardano e che, con il loro atteggiamento, possono rinforzare o, al contrario, scoraggiare l’episodio di bullismo. Rispetto ai normali conflitti fra coetanei, il bullismo è caratterizzato da alcuni fattori specifici: il bullo intende fare del male all’altro e lo fa ripetutamente nel tempo, senza alcuna compassione. La sua è una presunta superiorità per un maggior potere dovuto all'età, alla forza, alla statura, al sesso o alla popolarità di cui gode nel gruppo di coetanei. Di contro, la vittima è vulnerabile, si sente isolata, ha paura di raccontare cosa è accaduto perché teme rappresaglie e vendette. Generalmente, quando un bambino fa di tutto per trovare delle scuse per non andare a scuola oppure quando ci va con modalità diverse per evitare di incontrare i propri aguzzini, allora bisogna approfondire la situazione. La vittima di bullismo è spesso molto tesa e infelice e parla manifestando odio per la scuola. Spesso presenta lividi o graffi, dice di non avere alcun amico o si rifiuta di raccontare la sua giornata scolastica. Il bullismo ha trovato in Internet e nei social network un terreno molto fertile per affondare le sue radici e crescere in maniera incontrollata e invisibile. Il bullismo è sempre più spesso “cyber”: telefono/e-mail/chat/social network/SMS sono usati sempre più spesso per minacciare o intimidire qualcuno7. Secondo una ricerca europea svolta in Italia da Telefono Azzurro su 5042 studenti di diverse scuole secondarie di primo e secondo grado, di età compresa tra i 12 e i 18 anni8, un adolescente su tre ha trovato online proprie foto non autorizzate, 1 su 5 ha trovato proprie foto imbarazzanti; più di 1 su 7 ha trovato online propri video non autorizzati, più di 1 su 10 ha trovato propri video imbarazzanti. Le forme di bullismo Il bullismo si manifesta in tre forme principali. E’ diretto quando si manifesta con attacchi sia fisici sia verbali nei confronti della vittima; è indiretto quando si consuma più sul piano psicologico, ad esempio, con l’isolamento sociale e intenzionale di un minore dal gruppo; è elettronico, quando dal piano reale si sposta su quello digitale, con la diffusione di sms, e-mail, messaggi in chat, immagini, mms, video che sono offensivi o non rispettosi della riservatezza e della dignità altrui. In quest’ultimo caso, si parla di cyberbullismo, fenomeno che rispetto al bullismo tradizionale si distingue per alcune peculiarità: la difficoltà per la vittima di risalire al molestatore; l’indebolimento delle remore morali, agevolato dalla possibilità di celarsi dietro un nickname; l’assenza di limiti spazio temporali nel senso che il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che questa si collega alla Rete. I protagonisti del bullismo Secondo i dati della ricerca europea, la vittima di bullismo è molto spesso un bambino o un adolescente molto sensibile, che non risponde alle offese. La vittima subisce spesso prepotenze per una sua caratteristica particolare (es. disabilità fisica, peso corporeo, la religione, l’orientamento sessuale); inoltre gli studenti di origine straniera tendono ad essere maggiormente vittimizzati (30,46%).9 Il bullo è il bambino o il ragazzo che mette in atto prevaricazioni, spesso rafforzato dal gruppo dei bulli gregari (o bulli passivi), che offrono sostegno anche senza intervenire direttamente. Il 16,22% dei ragazzi ha ammesso di essere stato un bullo occasionalmente o ripetutamente10. Come nel caso delle vittime la percentuale di bulli è più alta nel caso in cui ci siano problemi familiari. Il 40% dei bulli arrivano da famiglie con problemi di alcolismo. A differenza delle vittime, molti bulli provengono inoltre da contesti familiari nei quali vi sono problemi con la legge. Come per le vittime, la percentuale più alta di bulli si osserva tra studenti che hanno dichiarato che la relazione con i genitori (51.28%) è pessima. Oltre il 30% dei bulli vivono in famiglie in cui discussioni e conflitti vengano risolti con comportamenti violenti. Il 51% degli intervistati si è trovato ad osservare episodi di bullismo. Gli osservatori sono tutti quei bambini e ragazzi che assistono agli episodi di bullismo o ne sono a conoscenza. Quasi sempre, infatti, gli episodi di bullismo avvengono in presenza del gruppo di coetanei. Gli osservatori giocano quindi un ruolo molto cruciale, poiché, a seconda del loro atteggiamento, possono favorire o frenare il dilagare delle prepotenze. Il 54% degli intervistati afferma di avere aiutato la vittima quando è capitato di assistere ad un episodio di bullismo. Di contro, però, uno su quattro degli osservatori dichiara di essere rimasto a guardare senza far nulla, mentre quasi uno su cinque è andato oltre ignorando quanto stava accadendo11. Chi non interviene lo fa per paura di diventare nuova vittima del bullo, per indifferenza o perché non sa cosa fare: nel 30,89% dei i ragazzi temevano le conseguenze dirette, mentre nel 22,74% perché pensavano che ciò che stava accadendo non fosse un loro problema. È importante però constatare che nel 35% l’aiuto non è stato offerto perché i ragazzi non sapevano come poter aiutare la vittima. La normativa sul bullismo e cyberbullismo Nell’ordinamento giuridico italiano manca un inquadramento normativo specifico in materia di bullismo e cyberbullismo. Tuttavia, tale vuoto normativo viene colmato ricorrendo alle fattispecie esistenti. I comportamenti posti in essere possono produrre conseguenze sia sul piano civilistico sia su quello penalistico. I reati che si possono configurare sono: percosse (art. 581 del codice penale), lesione personale (art. 582 del codice penale), ingiuria (art. 594 del codice penale), diffamazione (art. 595 del codice penale), violenza privata (art. 610 del codice penale), minaccia (art. 612 del codice penale), danneggiamento (art. 635 del codice penale). Se l’autore è un minore di età ricompresa tra i 14 e i 18 anni, si applicheranno le norme del processo penale minorile (ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica n. 448 del 22 settembre 1988). Per il minore che, nel momento in cui ha commesso il fatto, non aveva compiuto i 14 anni, non essendo imputabile per l’ordinamento giuridico del nostro Paese (art. 97 del codice penale), possono essere adottate misure rieducative. Non stupisce quindi che il trend delle richieste di consulenza alle linee e alle chat di Telefono Azzurro per tutti i fenomeni legati al web sia in aumento da alcuni anni. Sebbene i dati internazionali (Eukidsonline, 2014) mostrino che l’Italia rimane un paese in cui, generalmente, gli adolescenti sono a minor rischio di avere cattive esperienze nella rete, i genitori italiani persistono nell’adottare strategie repressive/di controllo anziché educative e di mediazione attiva. Limitare l’uso di internet in modo coercitivo presenta alcuni svantaggi: da un lato si rischia di limitare anche le opportunità connesse al web di cui i ragazzi potrebbero beneficiare12; dall’altro, i ragazzi non apprendono come difendersi online – se non da autodidatti e in molti casi intraprendono una navigazione senza le necessarie capacità di riconoscere i rischi e difendersi dai pericoli. Diviene quindi fondamentale implementare azioni sinergiche nella direzione di una più attenta educazione dei giovani all’utilizzo delle nuove tecnologie, capace di tutelare i ragazzi senza demonizzarne l’utilizzo. Per questo motivo Telefono Azzurro sostiene e favorisce l’implementazione di azioni di peer education su questo tema. 4. Che cosa è la peer education Nella più semplice delle definizioni, la Peer education è "la comunicazione fra coetaneo e coetaneo" ed indica l'influenza formativa, reciproca e continua, esercitata tra persone che appartengono al medesimo gruppo. La Peer education può essere usata in molti contesti, come approccio metodologico volto a rendere i ragazzi protagonisti del processo formativo. I giovani, in quanto promotori di apprendimento e di cambiamento di atteggiamenti nei confronti dei loro coetanei, vengono considerati "esperti" in determinati argomenti. Si tratta quindi di un approccio educativo che assume l'attività fra pari come un metodo per diffondere informazioni e sviluppare strategie efficaci tramite un processo di condivisione di pensieri, assunzione di impegni reciproci e negoziazione di compromessi che, nel contempo, consente un atteggiamento di apertura verso nuove idee. Nel dettaglio per Peer Education intendiamo un metodo educativo in base al quale alcuni membri di un gruppo, dopo essere stati opportunamente preparati, si reinseriscono nel gruppo per svolgere precise attività con i coetanei. Si tratta di un sistema molto interessante, perché: •rende più maturi i peer educator; •insegna a tutti che il rapporto tra coetanei, pur sempre piacevole, può avere anche scopi più alti del semplice gioco - passatempo; •facilita l’apprendimento, in quanto il peer educator è naturalmente in grado di utilizzare il linguaggio più consono e di adeguare il lavoro alle necessità del gruppo; •aiuta gli adulti a conoscere meglio le reali dinamiche e le esigenze del gruppo e ad essere accettato da quest’ultimo non come un estraneo “invasore”, ma come un adulto amico che è disponibile ad ascoltare senza pregiudizi. Questo metodo si presenta oggi come uno dei percorsi educativi più promettenti. La chiave del suo successo è la duplice dimensione in cui si muove: una dimensione orizzontale, quella dei peer educator e dei ragazzi vicini per età, cultura, interessi edesperienze, ed una verticale, che si realizza grazie a gente preparata tecnicamente (educatori, psicologi etc.). La Peer education può quindi essere definita una strategia educativa volta ad attivare un naturale passaggio di conoscenze, emozioni ed esperienze da parte di alcuni membri di un gruppo ad altri di pari status, mettendo così in moto un processo di comunicazione globale che va oltre il modello educativo e diviene una vera e propria occasione per il singolo adolescente, o il gruppo dei pari, per discutere liberamente e comunicare. Questo metodo di lavoro segna, quindi, una "rottura" con i modelli tradizionali centrati sulla figura dell'adulto esperto e competente, totalmente responsabile del sistema educativo; a tale adulto non è più riconosciuta la capacità di comprensione degli altri e delle loro motivazioni, cosa che è invece considerata "naturalmente" presente in un gruppo di pari che condivide il medesimo ambiente e sistema di vita. Infatti, il ruolo che gli educatori alla pari giocano all'interno dei propri gruppi di appartenenza fornisce un rilevante sistema di "modeling" per i propri coetanei. Alla luce di tali considerazioni è possibile affermare che l'Educazione tra Pari rappresenta oggi uno dei più significativi modelli di lavoro con e per gli adolescenti; essa riconosce gli adolescenti quali primari attori nella promozione del loro benessere e nella realizzazione di azioni di prevenzione di comportamenti a rischio. Il gruppo dei pari si configura come uno dei principali strumenti attraverso i quali gli adolescenti realizzano la propria "nascita sociale" in quanto hanno la possibilità di riconoscersi attraverso l'incontro, lo scontro, il confronto e la dimensione dell'altro. L’Educazione tra pari è un modello di lavoro potenzialmente più efficace delle tradizionali politiche d’intervento in quanto viaggia su due traiettorie differenti ma fortemente legate, giovani ed esperti, unite dagli stessi contenuti ed obiettivi. L’Educazione tra pari è oggi riconosciuta come un significativo modello di intervento educativo- preventivo davvero orientato al riconoscimento, alla valorizzazione ed al protagonismo, capace di assolvere con maggiore probabilità di efficacia a molti degli obiettivi di prevenzione primaria e promozione; l’Educazione alla Pari sembrerebbe, infatti, quello maggiormente capace di integrarsi con i compiti di sviluppo che l’adolescente deve affrontare nelle sue specifiche fasi di crescita. In definitiva la Peer Education ha la possibilità effettiva di tradursi, a livello operativo, in un efficace modello di lavoro con gli adolescenti per lo sviluppo di reali processi di autonomia ed empowerment, attraverso il potenziamento del lavoro di gruppo quale strategia per lo sviluppo della responsabilità che ciascun singolo ha nei confronti di se stesso e degli altri all’interno del contesto in cui vive ------------------------Poiché le nuove tecnologie sono entrate nella vita dei ragazzi, che ne sono i principali fruitori e sperimentatori. Telefono Azzurro ha dovuto adeguarsi a questa innovazione sociale: dal telefono è passato anche all’aiuto offerto via chat, ha potenziato il proprio sito internet (www.azzurro.it) - con nuove informazioni e consigli sviluppandone uno ad hoc per adolescenti (www.giovaniprotagonisti.azzurro.it), ha aperto un profilo sui principali social network come Facebook e Twitter. La tutela dei ragazzi online ha portato Telefono Azzurro a svolgere maggiori ricerche su questo tema, a partecipare a progetti nazionali e internazionali (come il progetto Safer Internet Centre II), a stringere rapporti con Aziende che si occupano di Nuove tecnologie come Google e Facebook, con Dipartimenti di ingegneria universitari (tra gli altri, quelli dell’Università di Modena e Reggio Emilia e del Politecnico di Milano), ad occuparsi di policy per la sicurezza online, ad organizzare convegni e tavoli di lavoro. Dato il gap generazionale che rende oggi quasi incolmabile il divario tra adulti e adolescenti in relazione al tema Internet, e poiché l’Europa molto chiaramente indica la necessità di favorire la partecipazione dei ragazzi in tutte le iniziative che li riguardano, acquisendone il punto di vista, valorizzandone la creatività, favorendone la responsabilizzazione, Telefono Azzurro sta includendo sempre più i giovani all’interno delle proprie progettualità. Per poter raggiunger questo obiettivo risulta necessario partire da un contesto ben preciso: la scuola, che in questo preciso momento storico rappresenta una leva fondamentale e un canale preferenziale per favorire la crescita e il benessere dei bambini e degli adolescenti. La consapevolezza secondo cui l’istituzione scolastica rappresenta un osservatorio privilegiato dell’infanzia e dell’adolescenza rinforza la necessità di promuovere interventi di prevenzione del disagio e di promozione della salute che raggiungano i minori ma che coinvolgano tutte le figure adulte preposte alla loro tutela13. Da qui la valorizzazione del ruolo dei professionisti che compongono la scuola, quali adulti in grado accogliere i bisogni e le richieste di aiuto di bambini e adolescenti in situazioni di disagio e dello spazio scolastico come luogo di sostegno e accompagnamento delle famiglie nel loro compito educativo. La scuola è quindi il catalizzatore per la Rete fatta da Territorio, Famiglie, Istituzioni. In questa cornice si inseriscono le attività di sensibilizzazione e prevenzione primaria per bambini e ragazzi progettate e realizzate da Telefono Azzurro e le occasioni di aggiornamento per gli insegnanti e di sensibilizzazione per le famiglie. Al riconoscimento dell’importanza che riveste l’istituzione scolastica come agenzia educativa e formativa, si unisce la consapevolezza dell’importanza di un coinvolgimento della popolazione del territorio, che consenta una diffusione più capillare della cultura della tutela dell’infanzia anche nei contesti extrascolastici. Sono 607.497 gli studenti del Veneto di cui 134.769 (a.s. 2014/2015) la scuola secondaria di primo grado e 203.521 la scuola secondaria di secondo grado. (dati Ufficio scolastico Regionale Veneto14). Il Nord Est rappresenta sicuramente una perla dell’Italia per quanto concerne l’utilizzo di internet nel contesto scolastico e la possibilità di frequentare i laboratori informatici (84,5% Dati Eurispes 201215) ma il dato preoccupante emerge in relazione alle problematiche connesse all’utilizzo di internet da parte dei più giovani che molto spesso si trovano ad utilizzare questo strumento in completa autonomia: nel Nordest il 43% dei giovani tra i 15 ed i 24 anni è Internauta e nel 2000 la percentuale era pari al 4%16. Cresce esponenzialmente la percentuale e crescono i rischi. Il progetto “Con le maglie della rete” sul territorio della Regione Veneto è rivolto a tutti i gli adolescenti del territorio e comporta il coinvolgimento attivo con tecniche idonee a catturarne l’attenzione e l’interesse su queste tematiche fondamentali per le giovani generazioni, protagoniste del loro futuro. Partire quindi da un territorio con un alto potenziale di attività realizzate dalle scuole per creare una sperimentazione attenta ad accompagnare i giovani nel diventare esperi Internauti e che diventino testimonial delle potenzialità di una rete sicura per ogni età. Il presente progetto prevede dunque che i ragazzi del servizio civile siano inseriti in un progetto sperimentale di peer education, che prevede il coinvolgimento dei ragazzi 14-18 anni a pieno titolo nelle attività ideate per il contesto territoriale, con l’obiettivo di creare una rete che diventi testimonial dell’uso positivo della rete, che raccontino ai propri coetanei non solo i rischi ma anche le opportunità che questo strumento offre ai giovani. I volontari del servizio civile, affiancati dagli operatori di Telefono Azzurro e dai volontari, avranno il compito di coinvolgere gli adolescenti della Regione Veneto in una sperimentazione che li vedrà protagonisti della rete e testimonial della sicurezza in internet. In particolare i volontari del servizio civile verranno coinvolti nelle seguenti attività dell’Associazione: - gestione del sito per ragazzi www.giovaniprotagonisti.it, - gestione dei profili FB e Twitter, - consulenza in chat, su tematiche specifiche (la sicurezza online), - laboratori nelle scuole rivolti a bambini/ragazzi sul tema delle sicurezza in Internet,- produzione video e materiali formativi, - focus group e dibattiti stile “youth forum”, - realizzare ricerche quantitative e qualitative su tematiche specifiche (in collaborazione con DOXA) In aggiunta i volontari saranno coinvolti nello sviluppo locale del progetto di peer education di Telefono Azzurro, da intendere come un pilot da esportare a livello nazionale, che prevede alcune tappe: 1. Individuazione dell’area tematica sperimentazione del progetto e delle aree geografiche di 2. Selezione dei peer educators 3. Formazione dei peer educators 4. Sperimentazione / implementazione per 1 anno 5. Valutazione in itinere (monitoraggio e supervisione) 6. Sperimentazione su più ampia scala RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI M. Croce, Gnemmi A. (a cura di), “Peer Education: adolescenti protagonisti nelle prevenzione”, ed. Franco Angeli, 2006 Boda G. “L’educazione fra pari. Linee guida e percorsi operativi”, ed. Franco Angeli, 2006 ------------------------- 6.2 Identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto L’intervanto va ad incidere in maniera esplicita e mirata sui seguenti destinatari, target del nostro progetto: Destinatari diretti Adolescenti: alla Scuola Secondaria di Primo e secondo Grado e sono differenziati per fasce d’età, nel rispetto delle esigenze che caratterizzano i destinatari nelle diverse fasi dello sviluppo. Età:14-18 anni Numero previsto di destinatari coinvolti: circa 5000 Beneficiari indiretti ovvero soggetti che favoriti indirettamente dall’impatto del progetto: Genitori: Telefono Azzurro ritiene fondamentale coinvolgere i genitori per garantire la tutela dei minori. Vengono proposte attività di informazione e sensibilizzazione sui seguenti temi: "IL FENOMENO DEL BULLISMO" "SICUREZZA E USO CONSAPEVOLE DI INTERNET" Numero previsto di beneficiari indiretti coinvolti: circa 1000 Corpo Docente: Gli incontri vertono su alcune delle problematiche concernenti l’infanzia e l’adolescenza e sono destinati agli insegnanti di Scuola Primaria e Secondaria di primo grado e riguardano i seguenti temi: "IL FENOMENO DEL BULLISMO" "SICUREZZA E USO CONSAPEVOLE DI INTERNET" Numero previsto di beneficiari indiretti coinvolti: circa 2000 SITUAZIONE PREGRESSA: Per quanto riguarda la fascia destinataria del progetto (14-18), Telefono Azzurro svolge le attività “ormai” istituzionali nelle scuole e nei centri di ascolto. Il programma Giovani Protagonisti, che si intende implementare con le azioni previste dal progetto, è uno dei più recenti e l’apporto dei giovani volontari in servizio civile è da ritenere molto importante, perché permette di ridurre il gap generazionale che spesso si incontra nelle azioni rivolte a minori da parte di operatori adulti. 7) Obiettivi del progetto: Il presente progetto, coerentemente con il dettato del comma e) dell’articolo 1 della legge 64/2001, assume come finalità generale il contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani che svolgeranno il servizio civile. Per questo motivo, non solo la formazione (generale e specifica) ma anche l’intero corpo delle attività previste sono immaginati come un unico percorso trasversale di formazione valoriale e di apprendistato, teso a concretizzare una esperienza di cittadinanza, di solidarietà, di comunità e di impegno.” Obiettivi generali del progetto Il Progetto “Tra le maglie della rete” si allinea alla politica adottata da Telefono Azzurro in questi anni, ossia quella di mirare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile Nazionale, affermando l’impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l’esperienza proposta abbia come finalità ultime: l’attenzione ai giovani coinvolti nel progetto, i bisogni del territorio in cui si inserisce, l’impatto sulla società civile. Obiettivi generali - Apprendere a riconoscere ed esprimere le emozioni; - Potenziare le competenze emotive, comunicative e relazionali degli adolescenti; - Sviluppare l’empatia verso l’altro; - Analizzare e comprendere il fenomeno del bullismo, le sue manifestazioni ed i vissuti correlati; - Promuovere la capacità degli adolescenti di trovare possibili soluzioni al problema. - Attivare un processo di cambiamento che interessi non solo gli adolescenti direttamente coinvolti in episodi di bullismo, ma anche il gruppo dei pari come possibili “agenti” di cambiamento, considerando che ogni persona ha delle risorse positive che può impiegare per aiutare a contrastare il fenomeno; - Ridurre l’incidenza del fenomeno del bullismo nei territori coinvolti - Spiegare le regole di sicurezza ed il concetto di emergenza - Diffondere i servizi di ascolto ed aiuto rivolti agli adolescenti - Promuovere nei ragazzi la capacità di comprendere e gestire le potenzialità e le insidie della rete. - Fornire ai ragazzi strumenti adeguati per riconoscere le situazioni di rischio legate alla navigazione in Internet; - Stimolare i ragazzi ad essere promotori di strategie appropriate per la sicurezza personale durante la navigazione; - Favorire la conoscenza delle agenzie garanti della sicurezza in Internet; - Ridurre l’incidenza di rischi collegati all’uso improprio delle nuove tecnologie. Obiettivi specifici del progetto L’analisi del contesto ha permesso di rilevare alcuni principali elementi di criticità che hanno portato a definire due obiettivi progettuali di seguito riportati. OBIETTIVO 1 Incrementare la realizzazione di interventi di peer education rivolti agli adolescenti OBIETTIVO 2 Incrementare il numero di adulti (insegnanti e genitori) coinvolte nelle attività di promozione degli interventi di peer education OBIETTIVI BISOGNI 1. Incrementare la realizzazione di interventi di prevenzione al fenomeno del bullismo, di conoscenza della tematica dell’Emergenza e della conoscenza della linea 116.000 sui minori scomparsi, rivolti a bambini ed adolescenti. Migliorare la capacità di risposta alle richieste di interventi peer education provenienti dai giovani dei territori 2. Incrementare il numero di adulti (insegnanti e genitori) coinvolte nelle attività di sensibilizzazione previste nei laboratori di Educazione alla Pace. Aumentare la consapevolezza degli adulti di riferimento, insegnanti e genitori, relativamente ai fattori di rischio presenti nei nuovi media . INDICATORI di contesto della situazione di partenza Confronto fra la percentuale di risposta raggiunta nel territorio, nell’anno precedente e quella raggiunta nei 12 mesi di attuazione del progetto RISULTATI ATTESI Confronto fra il numero di famiglie raggiunte annualmente in media nell’anno precedente e quello raggiunto nei 12 mesi di attuazione del progetto Coinvolgere negli interventi educativi almeno 3000 fra insegnanti e genitori. Coinvolgere negli interventi educativi circa 5000 giovani nel territorio Obiettivi per i volontari in servizio civile Il progetto intende attuare interventi di servizio civile innovativi e qualificati finalizzati al raggiungimento dei seguenti obiettivi: - che fornisca ai giovani che svolgeranno il Servizio Civile, un’opportunità formativa che non si limiti all’apprendimento di strumenti spendibili successivamente nel mondo del lavoro, ma che si offra come momento di educazione alla cittadinanza attiva, alla solidarietà e al volontariato; - che sia un’occasione di conoscere il territorio e i suoi servizi, come fornitore e non solo fruitore; - che garantisca, con l’utilizzo di risorse umane – giovani, motivati e formati – il miglioramento della qualità e quantità dei servizi resi; - che favorisca e veicoli le scelte dei giovani attraverso un Servizio Civile strutturato sui principi di gratuità, impegno civile, solidarietà e sussidiarietà; - che permetta a quelle fasce di giovani che si trovano in situazione di disagio e bassa scolarità, di svolgere un servizio fortemente motivato e stimolato a: conoscere, approfondire e apprendere, valutare il proseguimento degli studi e/o consolidare le conoscenze già acquisite. - L’affiancamento dei volontari nell’attività dell’associazione, garantisce una qualità maggiore dei servizi offerti e permette contemporaneamente al volontario di acquisire una serie di competenze, quali: - Conoscenza di una metodologia per promuovere i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, per contribuire a creare una società che concretamente rispetti i bambini e gli adolescenti, in linea con i principi sanciti nella Convenzione ONU del 1989. - Capacità di collaborazione all’opera di aggiornamento per gli insegnanti e collaborazione con le scuole promuovendo percorsi educativi per bambini e ragazzi. - Conoscenza del fenomeno del bullismo e competenze inerenti i ragazzi direttamente coinvolti in episodi di prepotenza - in posizione di bulli o vittime - ma anche agli altri compagni quali “agenti di cambiamento”. - Capacità di far leva sulle risorse positive e le capacità dei bambini e dei ragazzi di provare empatia nei confronti dei compagni in difficoltà e di chiedere aiuto ad adulti di cui si fidano. - Conoscenza delle caratteristiche della percezione dei bambini e dei ragazzi rispetto alle situazioni in cui la loro vita, così come quella di altri bambini o adolescenti, può essere in pericolo o a rischio di trauma. - Competenze su come ci si comporta di fronte alla paura e alla richiesta di aiuto. L’intervento dei volontari previsto finalizzato alla promozione degli eventi culturali, eventi, seminari ecc., potrà essere di supporto e incrementare le opportunità già offerte ai cittadini e/o attuarne altre ex novo; I volontari avranno soprattutto una possibilità unica di confrontarsi con il mondo dei diritti dei bambini e di esperienze di abuso, e soprattutto di interagire con attività che da trent’anni operano per prevenire tali episodi. 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi Per il raggiungimento degli obiettivi elencati il presente progetto vede lì implementazione delle seguenti azioni: I AZIONE - Accoglienza del volontario in servizio civile nell’ambito della Struttura. Periodo: prima settimana Attività: 1. Riunione di equipe fra personale professionista, volontari dell’Ente e volontari in servizio civile nel corso della quale saranno fornite al volontario SCV le informazioni utili e le regole generali di convivenza per meglio conoscere l’Associazione in cui sta entrando (i regolamenti, l’organizzazione, gli obiettivi, i rapporti funzionali e gerarchici che regolano la struttura), il gruppo ed il lavoro a cui è destinato, i suoi diritti e doveri anche attraverso la consegna di materiale informativo; 2. In questa fase avviene, inoltre, la presentazione fra il volontario SCV e l’Operatore Locale di Progetto. L’OLP fornirà al volontario in servizio civile il turnario mensile e la programmazione esplicativa la fase di inserimento; 3. Viene effettuata una visita orientativa della struttura ed illustrati spazi, strumenti e loro funzioni; 4. Sarà infine assegnata al volontario la postazione che occuperà per la durata del SCV. II AZIONE - Inserimento e addestramento dei volontari in servizio civile. Periodo: primi due mesi Attività: 1. Si prevedono incontri mensili in equipe con focus prevalente sul compito (confronto ed analisi del lavoro svolto e delle criticità emerse) e riunioni bimestrali, o su richiesta del volontario, con obiettivi di monitoraggio/potenziamento della motivazione e focus sulle relazioni. Le riunioni di micro-equipe riguarderanno la preparazione e valutazione degli interventi. Sono previsti colloqui di raffronto continuo con l’OLP. Sarà inoltre disponibile, sia in fase di training sia in fase di assunzione dell’autonomia di ruolo, il sostegno dello psicologo. 2. Erogazione della formazione generale. In questa fase l’attività formativa tratterà un ulteriore modulo inerente: la storia, la mission, gli obiettivi, i principi e le caratteristiche dell’Ente, l’organizzazione e le modalità operative del Centro Territoriale. 3. Erogazione della formazione specifica relativa agli interventi educativi. I moduli costitutivi la formazione specifica hanno sia obiettivi formativi di conoscenza (argomenti, metodi, procedure, attività, rete istituzionale) sia obiettivi formativi inerenti l’acquisizione di comportamenti (attività di team building, potenziamento delle capacità di lavorare in equipe e in rete) necessari a garantire un adeguato livello di efficacia degli interventi. Più precisamente ci si riferisce all’apprendimento di: Capacità utili alla gestione della fase di accoglienza dell’utenza, dell’organizzare della richiesta pervenuta; della logistica durante la realizzazione dell’intervento; - Competenze adeguate: alla partecipazione attiva nella progettazione e realizzazione del materiale educativo necessario per la messa in opera degli interventi e alla collaborazione qualificata nella co-conduzione degli stessi; - Conoscenze di contenuto riguardanti: l’organizzazione del territorio di attuazione e l’articolazione dei servizi; gli interventi di prevenzione primaria e le specifiche tematiche inerenti le aree di intervento (l’alfabetizzazione emotiva, la relazione, l’abuso e il maltrattamento, il fenomeno del bullismo); e conoscenze di processo finalizzate ad una corretta gestione delle dinamiche emergenti nell’interazione con i bambini e con la classe nel corso degli interventi (lo sviluppo in età evolutiva, la comunicazione efficace, il riconoscimento e gestione delle dinamiche interpersonali e di gruppo, la gestione del conflitto, ecc.). 4. Training on the job. Si riferisce all’affiancamento del volontario in servizio civile all’operatore professionista, in fase di promozione/gestione della domanda/erogazione dell’intervento, con ruolo iniziale di osservatore ed una progressiva assunzione di un ruolo attivo. Il volontario opererà in affiancamento verificando sul campo il percorso laboratoriale - laboratorio di educazione relazionale affettiva, laboratorio di prevenzione al fenomeno del bullismo – sperimentando: le peculiarità, inerenti lo specifico tema trattato, le abilità trasversali di gestione dei percorsi educativi e delle dinamiche interpersonali e di gruppo. 5. Valutazione finale dell’inserimento e addestramento. L’OLP con la collaborazione del volontario in servizio civile valuta il processo di inserimento ed addestramento attraverso: la compilazione di una scheda di autovalutazione da parte del volontario e un incontro di verifica e restituzione da parte dell’OLP. III AZIONE - Operatività dell’equipe negli interventi educativi. Periodo: nei dodici mesi di attuazione del progetto. Attività: 1. Si prevedono incontri mensili in equipe con focus prevalente sul compito (confronto ed analisi del lavoro svolto e delle criticità emerse nel corso di laboratori realizzati) e riunioni bimestrali, o su richiesta del volontario, con obiettivi di monitoraggio/potenziamento della motivazione e focus sulle relazioni. Le riunioni di micro-equipe riguarderanno la preparazione e valutazione dei laboratori. Sono previsti colloqui di raffronto continuo con l’OLP. Sarà inoltre disponibile, sia in fase di training sia in fase di assunzione dell’autonomia di ruolo, il sostegno dello psicologo. 2. Promozione degli interventi peer to peer sul territorio. La diffusione degli interventi è ancorata all’efficacia dell’attività preliminare di promozione del servizio. Per essere efficace la promozione deve possedere alcune fondamentali caratteristiche: chiarezza relativamente agli scopi, obiettivi e limiti dell’intervento proposto; essere capillare, diversificata e continua. Infine l’attività prevede: la revisione, l’aggiornamento, l’adattamento del materiale informativo rispetto agli interventi Peer to Peer (lettere di presentazione, opuscoli informativi, opuscoli descrittivi, schede di adesione, comunicati, ecc) e l’utilizzo di tutti gli strumenti che la rete offre: sito istituzionale, social network, mailing list, whatsup, ecc. La fase successiva dell’attività di promozione si declina nella diffusione del materiale informativo e prevede la presa di contatto con i giovani. L’attività di promozione viene attuata anche centralmente, su scala nazionale, attraverso i canali dell’associazione: il sito internet, il periodico e le iniziative dell’area comunicazione. IV AZIONE - Valutazione in itinere dell’andamento del progetto Periodo: dal quarto mese di attuazione del progetto. Attività: 1. Si prevedono incontri mensili in equipe con focus prevalente sul compito (confronto ed analisi del lavoro svolto in aula e delle criticità emerse nel corso di laboratori realizzati) e riunioni bimestrali, o su richiesta del volontario, con obiettivi di monitoraggio/potenziamento della motivazione e focus sulle relazioni. Le riunioni di micro-equipe riguarderanno la preparazione e valutazione dei laboratori. Sono previsti colloqui di raffronto continuo con l’OLP. Sarà inoltre disponibile, sia in fase di training sia in fase di assunzione dell’autonomia di ruolo, il sostegno dello psicologo. 2. A partire dal quarto mese, durante le riunioni di équipe a cui partecipa tutto il personale del centro, si procederà all’analisi critica di ogni fase e dei risultati dell’intervento erogato. Si valuterà il generale andamento quantitativo e qualitativo degli interventi, sulla base di indicatori oggettivamente verificabili (numero di laboratori portati a termine, calcolo del valore di incremento dei laboratori, rilevazione del livello di apprendimento riscontrato negli alunni durante ed al termine del laboratorio, ecc.) e tramite i dati provenienti dai mezzi di verifica (osservazioni, questionari, colloqui) somministrati. Il medesimo procedimento sarà applicato al monitoraggio dell’andamento del singolo laboratorio, per permettere di effettuare le eventuali rielaborazioni della strategia o la revisione dei contenuti. Gli incontri periodici per l’analisi dettagliata dell’andamento dei progetti permetteranno di individuare e di intervenire sulle diverse variabili che ne stanno condizionando gli esiti. 3. Parallelamente alla valutazione dell’efficacia ed efficienza degli interventi erogati, si procederà, avvalendosi di colloqui individuali, somministrazione di questionari, riunioni del gruppo di lavoro, ad un monitoraggio costante del livello di soddisfazione, motivazione, apprendimento e rendimento del volontario in servizio civile sia rispetto al compito sia rispetto alle relazioni all’interno dell’equipe. V AZIONE - Valutazione finale dei risultati del progetto ed accompagnamento del volontario alla conclusione del percorso di servizio civile. Periodo: ultima settimana di attuazione del progetto. Attività: 1. Stesura da parte dei volontari in servizio civile di un report dettagliato che illustri, sia da un punto di vista sia quantitativo sia qualitativo, le attività svolte, gli obiettivi e i beneficiari raggiunti, criticità e suggerimenti. 2. Somministrazione degli strumenti per la verifica e la valutazione dell’esperienza di servizio civile nel contesto del progetto Interventi Educativi nella Scuola dell’obbligo. 3. Riunione di equipe conclusiva si procederà all’analisi dei risultati del progetto, rifacendosi ai dati raccolti e trattati nella fase di monitoraggio continuo. In particolare si valuterà se gli obiettivi, così come indicati al punto 7, siano stati raggiunti. Si esamineranno i punti di forza ed i punti deboli del servizio offerto. Infine, l’incontro comprenderà un momento di follow up relativo all’esperienza di Servizio Civile Volontario portata a termine. Diagramma di Gantt. Azioni Attività - riunione di equipe; - colloquio con OLP; visita di orientamento della struttura. - presa possesso della postazione. erogazione Inserimento e addestramento dei della formazione volontari in servizio generale; civile. (primi due mesi) erogazione della formazione specifica; attività in affiancamento; - riunioni di equipe e microequipe; Accoglienza del volontario in servizio civile nell’ambito della Struttura. (prima settimana) I - supervisione individuale; - colloqui di II sostegno. promozione Operatività dell’equipe negli degli interventi III interventi educativi. sul territorio; (dodici mesi del - gestione della progetto) domanda; erogazione degli interventi (preparazione dei laboratori; erogazione dei laboratori); - riunioni di Mesi 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12° equipe e microequipe. supervisioni individuali. Valutazione in itinere - monitoraggio dell’andamento del dell’andamento progetto del progetto; (dal quarto mese) - monitoraggio dell’andamento del laboratorio e valutazione del laboratorio; - monitoraggio del livello di motivazione, soddisfazione ed efficienza del IV volontario. Valutazione finale - stesura report dei risultati del conclusivo del progetto ed progetto; accompagnamento del volontario alla conclusione del percorso di servizio civile. (ultima settimana) - valutazione del proprio percorso (compilazione strumenti autovalutazione); colloquio conclusivo con l’OLP; - riunione di equipe finale. V 8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività Per ogni sede Personale coinvolto Titolo di studio e/o esperienza nel Tipologia di contratto (se volontario o dipendente) Ruolo nel progetto campo 1 Esperto psicologo Laurea in Psicologia (v.o.) Di Consulenza (libera professionista) 5 Volontari Volontari dell’area settore educazione Volontari 4 Studenti Tirocinanti Studenti presso l’Università degli studi di torio (sc. Formazione) Volontari Olp del progetto Co-progettazione e Realizzazione degli interventi ludicoeducativi con i minori (attività presso le scuole e eventi) Co-progettazione e Realizzazione degli interventi ludicoeducativi con i minori (attività presso le scuole e eventi) Tipologia di impiego e la specifica attività con i volontari e numero di ore di lavoro settimanali Ore di lav.: 30 Supervisione e affiancamento specifico attività laboratoriali Realizzazione delle attività a scuola e ludico-educative. Supporto nella preparazione delle attività del settore Educazione. Realizzazione delle attività a scuola e ludico-educative. Supporto nella preparazione delle attività del settore Educazione. 8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto L’esperienza di servizio civile legata al presente progetto si sviluppa attraverso cinque azioni definite da una serie di attività rispetto alle quali il volontario assume di volta in volta uno specifico ruolo al fine di acquisire prima e porre in essere poi la sua piena operatività. Nel corso dei 12 mesi il volontario seguirà un percorso progressivo che lo vedrà rivestire i seguenti ruoli: - volontario in inserimento; - volontario in formazione; - volontario in training; - volontario operativo; - volontario in accompagnamento. Di seguito saranno dettagliate le mansioni svolte dal volontario e riferite ai differenti ruoli rivestiti nel contesto delle azioni e attività del progetto, sopra descritte nel dettaglio, suddivise per le tre aree di intervento. AZIONE 1. Accoglienza del volontario in servizio civile. Ruolo: volontario in inserimento. Mansioni: partecipazione alla riunione di equipe; partecipazione al colloquio individuale; discente. Il volontario SCV partecipa alla prima riunione con l’equipe del Centro, prende parte attivamente al modulo di start up e conosce i professionisti ed i volontari dell’Ente con i quali collaborerà: i ruoli, le competenze e le funzioni in relazione al proprio inserimento ed attività future. Il volontario SCV riceve le informazioni su: i regolamenti; l’organizzazione; gli obiettivi; i rapporti funzionali e gerarchici, i diritti e doveri che sono propri del ruolo che andrà a rivestire. Infine, si vede consegnare un manuale che puntualizza quanto illustrato durante la riunione. Il volontario in servizio civile visita la struttura e prende visione della localizzazione delle apparecchiature e degli strumenti di cui farà uso, comprendendone lo scopo ed il funzionamento. Riceve inoltre materiale informativo circa gli aspetti di gestione ordinaria della sede e i suoi compiti rispetto ad essa, il turnario e la programmazione che lo coinvolgerà per il mese successivo. Procede allo studio del materiale di cui è in possesso ed all’acquisizione delle informazioni trasmessegli. Nel contempo il volontario fa la conoscenza dell’Operatore Locale di Progetto attraverso un colloquio individuale. In ogni fase dell’esperienza di servizio civile, nel contesto del progetto, il volontario potrà usufruire di incontri individuali di supervisione, stabiliti dall’OLP o da esso richiesti, e del confronto con uno psicologo. AZIONE 2. Inserimento e addestramento del volontario in servizio civile Ruolo: volontario in formazione/training Mansioni: Discente; Osservatore; partecipazione alle riunioni di equipe e microequipe; affiancamento nella promozione dell’offerta; affiancamento nella gestione della domanda; affiancamento nell’erogazione del laboratorio; compiti di gestione ordinaria di sua competenza. Nel corso dei primi due mesi del progetto il volontario in servizio civile parteciperà ai moduli di formazione generale. Nello stesso periodo, a seguito della formazione ricevuta, il volontario opererà in affiancamento all’operatore professionista nell’erogazione del servizio sperimentandone tutte le diverse fasi (promozione, gestione della domanda, realizzazione del laboratorio, valutazione del servizio e monitoraggio del progetto), verificando e consolidando quanto appreso in aula. Oltre che alle giornate di formazione, alle riunioni di equipe, il volontario in servizio civile parteciperà, alle micro-equipe del team di cui farà parte. Assisterà alla microequipe organizzativa, preliminare ad ogni laboratorio, assistendo al processo gestionale inerente il successivo lavoro laboratoriale (suddivisione delle attività, distribuzione dei compiti, organizzazione della realizzazione del materiale, definizione dei tempi, ecc.). Con la supervisione degli operatori e dell’OLP provvederà a definire il piano di messa in opera, la realizzazione dei materiali del laboratorio e la loro organizzazione per il trasporto. Affiancherà l’operatore durante l’erogazione degli incontri, sperimentando tutti i format (sia di educazione relazionale affettiva sia di prevenzione del bullismo) e i target previsti (14-16 e 1618). Dopo ogni incontro parteciperà alla micro-equipe di verifica dell’andamento del laboratorio, prenderà nota delle osservazioni ed eventuali revisioni, compilerà lo strumento di verifica in itinere. A cadenza bimestrale prenderà parte alle riunioni con tutto il gruppo di lavoro del Centro. Gli incontri, con focus sulle relazioni permetteranno di vagliare il grado di soddisfazione del gruppo di lavoro e dei singoli membri, affrontando ed appianando eventuali criticità. Diversamente, a cadenza mensile, il volontario parteciperà alla riunione di equipe con focus sul compito, durante la quale avrà la responsabilità della compilazione della scheda di monitoraggio per valutare l’andamento dell’intero progetto (efficacia, efficienza, valutazione degli strumenti), è coinvolto nel confronto relativo ai punti di forza, ai punti deboli, alle strategie di fronteggiamento. In tale contesto si opererà anche la valutazione finale dei laboratori attraverso i risultati dell’analisi dei dati, effettuata dal volontario SCV, raccolti con i reattivi somministrati a bambini ed adulti. Al volontario sono garantite la costante supervisione dell’OLP ed il supporto tecnico/organizzativo dei professionisti del settore educazione. Il volontario affiancherà gli operatori, non solo nella fase di erogazione ma anche di gestione della domanda (con attività di front line e di aggiornamento del calendario) e di promozione delle iniziative e servizi (svolgendo attività di preparazione e diffusione di materiale) apprendendone le dinamiche e consolidando le competenze. Si occuperà della reportistica e conserverà i compiti di gestione ordinaria come indicato al paragrafo precedente. III AZIONE - Operatività dell’equipe negli interventi educativi. Periodo: nei dodici mesi di attuazione del progetto. Ruolo: volontario operativo. Mansioni: attività di promozione, accoglienza della richiesta; gestione della programmazione; co-conduzione dei laboratori; partecipazione alle riunioni di equipe (bimestrali e mensili); partecipazione alle micro-equipe (settimanali);compiti di gestione ordinaria. Trascorsi i due mesi di formazione ed affiancamento, per l’intera durata del progetto il volontario in servizio civile parteciperà attivamente all’implementazione degli interventi raggiungendo un sempre maggiore margine di autonomia nell’esecuzione dei seguenti compiti: -collaborazione all’adattamento del materiale per la promozione e organizzazione/cura della diffusione dell’informazione; - gestione delle richieste e collaborazione nella fase di analisi della domanda; - collaborazione alla stesura del calendario laboratori; - realizzazione del materiale per i laboratori; - co-gestione degli incontri; - partecipazione attiva alle equipe e microequipe di preparazione e valutazione dei laboratori; Il volontario in servizio civile proseguirà autonomamente, così come indicato al paragrafo precedente, i compiti di gestione ordinaria affidatigli e parteciperà agli incontri individuali di supervisione (a cadenza variabile su richiesta dell’OLP o del volontario). IV AZIONE - Valutazione in itinere dell’andamento del progetto Periodo: dal quarto mese di attuazione del progetto. Ruolo: volontario in inserimento. Mansioni: partecipazione alle equipe e micro-equipe; inserimento e analisi dei dati; stesura della reportistica; compilazione e archiviazione delle schede di monitoraggio; compiti di gestione ordinaria. Trascorsi i due mesi di formazione ed affiancamento, per l’intera durata del progetto il volontario in servizio civile parteciperà attivamente all’implementazione degli interventi raggiungendo un sempre maggiore margine di autonomia nell’esecuzione dei seguenti compiti: - partecipazione attiva alle equipe e microequipe di monitoraggio e valutazione dei laboratori e dell’andamento del progetto nell’insieme; - collaborazione all’esame critico degli strumenti di monitoraggio e valutazione; - inserimento, analisi dei dati e stesura della reportistica; - archiviazione della documentazione relativa alle valutazione dei laboratori e al monitoraggio; Il volontario in servizio civile proseguirà autonomamente, così come indicato al paragrafo precedente, i compiti di gestione ordinaria affidatigli e parteciperà agli incontri individuali di supervisione (a cadenza variabile su richiesta dell’OLP o del volontario). V AZIONE - Valutazione finale dei risultati del progetto ed accompagnamento del volontario alla conclusione del percorso di servizio civile. Periodo: ultima settimana di attuazione del progetto. Ruolo: volontario in accompagnamento. Mansioni: stesura del report finale del progetto; partecipazione all’equipe conclusiva; partecipazione al colloquio di restituzione; valutazione dell’esperienza di servizio civile. Il volontario in servizio civile stenderà il report dettagliato, sia da un punto di vista quantitativo sia qualitativo, delle attività svolte, dettagliando gli obiettivi, i destinatari e i beneficiari raggiunti, le criticità e i suggerimenti che ritiene utili. Concluderà, in collaborazione con gli operatori, la fase di valutazione del progetto e redigerà i documenti richiesti. Parteciperà all’iter di valutazione dell’esperienza di servizio civile nel contesto del progetto e compilerà i reattivi somministrati. Parteciperà alla riunione di equipe conclusiva dove saranno condivisi e discussi gli esiti sia della valutazione dei risultati del progetto, in relazione all’efficacia ed efficienza del servizio erogato (in particolare si valuterà se i risultati attesi, così come indicati al punto 7, siano stati raggiunti), sia in relazione alla validità dell’esperienza individuale e di gruppo portata a termine. Il percorso si conclude con un incontro individuale di restituzione da parte dell’OLP e la compilazione del questionario di valutazione da parte dal volontario SCV. Durante tutte le fasi del progetto “Tra le maglie della rete” i volontari in servizio civile avranno la possibilità concreta di partecipare ad azioni rivolte a giovani coetanei o giovani “poco più piccoli” di loro contribuendo a: formare, monitorare, supervisionare adolescenti inseriti nelle seguenti attività dell’Associazione: - gestione del sito per ragazzi www.giovaniprotagonisti.it - gestione dei profili FB e Twitter; - consulenza in chat, su tematiche specifiche (la sicurezza online); - laboratori nelle scuole rivolti a bambini/ragazzi sul tema delle sicurezza in Internet; - produzione video e materiali formativi; - focus group e dibattiti stile “youth forum”; - realizzare ricerche quantitative e qualitative su tematiche specifiche (in collaborazione con DOXA); I volontari saranno coinvolti anche nello sviluppo regionale del progetto di peer education di Telefono Azzurro che prevede alcune tappe: 1. Individuazione dell’area tematica e delle aree geografiche di sperimentazione del progetto 2. Selezione dei peer educators 3. Formazione dei peer educators 4. Sperimentazione / implementazione per 1 anno 5. Valutazione in itinere (monitoraggio e supervisione) 6. Sperimentazione su più ampia scala 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 10) Numero posti con vitto e alloggio: 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 6 0 6 12) Numero posti con solo vitto: 0 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6): 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: 1400 5 - - - Mantenere una condotta irreprensibile nei confronti degli utenti. Il volontario dovrà quindi mantenere la riservatezza su fatti e circostanze riguardanti il servizio e delle quali abbia avuto notizie durante l’espletamento o comunque in funzione delle stesse. E’ richiesta la riservatezza sui documenti e dati visionati; in particolare occorre osservare gli obblighi previsti dalla Legge 196/2003 sulla Privacy in merito ai trattamenti dei dati personali. Visto il contatto diretto e continuo con l’utenza sono richieste buone doti di socievolezza, gentilezza e cortesia. E’ richiesta inoltre una particolare disponibilità ai rapporti interpersonali ed al lavoro di équipe. Si impegna inoltre: - a non divulgare informazioni raccolte su Telefono Azzurro soggette a riservatezza; - a mantenere una doverosa riservatezza in ordine alle notizie e ai fatti dei quali venga a conoscenza, in occasione dell’esecuzione del presente incarico, riguardante persone, organizzazioni o Enti ed in particolare per quanto attiene a qualsiasi dato relativo ai minori o alle loro famiglie; - ad accettare e rispettare i principi dello Statuto di Telefono Azzurro; - di evitare comportamenti che in qualsiasi modo ostacolino la realizzazione dei principi e delle finalità di Telefono Azzurro; - a comunicare la propria assenza alla segreteria, con un preavviso sufficiente e compatibilmente con le ragioni dell’assenza, consapevole del fatto che un diverso comportamento porterebbe danno al servizio e ai bambini che ne usufruiscono “ALLEGATO 2” All’ Ente/Sede periferica..…………………………………….. Via……………………………………………….., n……. c.a.p………….Località....................................……(…….) DOMANDA DI AMMISSIONE AL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE Il/La sottoscritto/a: Cognome……………………………………...…..…… Nome ……………………………………… CHIEDE di essere ammesso/a a prestare servizio civile a titolo volontario presso codesto Ente, presso la sede di (*)………………………………………………………………………………………………. per il seguente progetto: ……………………………………………………………………………… A tal fine, ai sensi e per gli effetti delle disposizioni contenute negli artt. 46 e 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n° 445 e consapevole delle conseguenze derivanti da dichiarazioni mendaci ai sensi dell’art. 76 del predetto D.P.R. n° 445/2000, sotto la propria responsabilità DICHIARA - di essere nato/a: ………………………………………… Stato: ………………………………… il………………………….. di possedere la cittadinanza dello Stato………………………………. Cod. Fisc. ……………………………. e di essere residente a …….………….………… Prov…….. in via……………………………………………………….……… n…… cap………. Telefono.......……....………….. indirizzo e-mail ……………………………………………………. Stato civile…………………... - di essere (barrare la voce che interessa): o cittadino dell’Unione europea; o cittadino non comunitario regolarmente soggiornante; - di non aver riportato condanna anche non definitiva alla pena della reclusione superiore ad un anno per delitto non colposo ovvero ad una pena della reclusione anche di entità inferiore per un delitto contro la persona o concernente detenzione, uso, porto trasporto, importazione o esportazione illecita di armi o materie esplodenti ovvero per delitti riguardanti l’appartenenza o il favoreggiamento a gruppi eversivi, terroristici, o di criminalità organizzata; __________ (*) Indicazione da fornire in presenza di progetti articolati su più sedi di attuazione anche se situate nello stesso Comune. DICHIARA INOLTRE (cancellare la dizione che non interessa) - di essere disponibile / di non essere disponibile, qualora in seguito alle selezioni effettuate risulti idoneo non selezionato ad essere assegnato al progetto di servizio civile prescelto anche in posti resi disponibili successivamente al termine delle procedure selettive, a seguito di rinuncia o impedimento da parte dei volontari già avviati al servizio; - di essere disponibile / di non essere disponibile, qualora in seguito alle selezioni effettuate risulti idoneo non selezionato, ad essere assegnato a qualsiasi altro progetto di servizio civile contenuto nel presente bando presentato dalla stesso ente che abbia, al termine delle procedure selettive, posti disponibili o che si siano resi successivamente disponibili al termine delle procedure selettive, a seguito di rinuncia o impedimento da parte dei volontari già avviati al servizio; - di aver preso visione del progetto indicato nella domanda e di essere in possesso dei requisiti richiesti dall’ente per l’assegnazione di volontari nel progetto stesso; - di essere disponibile a fornire informazioni nell’ambito di indagini e rilevazioni mirate ad approfondire le tematiche relative al servizio civile nazionale, condotte da soggetti terzi (Università, Istituti e Centri di ricerca, ecc…) su incarico o in collaborazione con il Dipartimento o la Comunità Europea; - di provvedere autonomamente alle spese relative al viaggio per il raggiungimento della sede di realizzazione del progetto (dichiarazione da rendere nel solo caso in cui l’interessato non sia residente, domiciliato o dimorante nel luogo di realizzazione del progetto). DICHIARA ALTRESI’ Sotto la propria responsabilità: - che le dichiarazioni contenute nella presente scheda sono rispondenti al vero; - di non aver presentato ulteriori domande di partecipazione alle selezioni per altri progetti di servizio civile nazionale inclusi sia nel presente bando, che in quelli contestualmente pubblicati; - di non avere in corso con l’ente che realizza il progetto rapporti di lavoro o di collaborazione retribuita a qualunque titolo, ovvero di non avere avuto tali rapporti nell’anno precedente di durata superiore a tre mesi; - di non essere impegnato alla data di pubblicazione del presente bando nella realizzazione di progetti di servizio civile nazionale per la realizzazione del Programma europeo “Garanzia Giovani”; - di aver preso visione delle attività previste dal progetto prescelto e di non trovarsi in condizioni che impediscono lo svolgimento delle stesse. Autorizza la trattazione dei dati personali ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. Data ..................................................... Firma ....................................... RECAPITO CUI SI INTENDE RICEVERE COMUNICAZIONI (solo se diverso da quello indicato sopra) Comune …………..……………………………………. Prov. ………… Cap. …………………….. Via ………………………………………………………………………………… N. …………….. Tel.……………………………………………. e-mail ……………………………………………… “ALLEGATO 3” Il/La sottoscritto/a: Cognome……………………………………...…..…… Nome ……………………………………… nato/a: ………………………………………… Stato: …………. il………………………….. in relazione alla domanda di ammissione al servizio civile nazionale, e al fine di fornire i necessari elementi di valutazione in ordine ai titoli posseduti e alle ulteriori circostanze rilevanti ai fini della selezione DICHIARA ai sensi e per gli effetti delle disposizioni contenute negli artt. 46 e 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n° 445 e consapevole delle conseguenze derivanti da dichiarazioni mendaci ai sensi dell’art. 76 del predetto D.P.R. n° 445/2000, sotto la propria responsabilità Di aver avuto / non aver avuto precedenti esperienze presso l’Ente che realizza il progetto (specificare la tipologia delle esperienze e la durata delle stesse); Di aver avuto / non aver avuto precedenti esperienze presso altri Enti nel settore d’impiego cui il progetto si riferisce (specificare la tipologia delle esperienze e la durata delle stesse); Di aver avuto / non aver avuto precedenti esperienze in settori d’impiego analoghi a quello cui il progetto si riferisce (specificare la tipologia delle esperienze e la durata delle stesse); DICHIARA ALTRESI’ Di possedere il seguente titolo di studio (1)………………………………………………………… ……..…….. .……………….………………………………………………………………..il………………… Di essere iscritto al … anno della scuola media-superiore: ………………………………………….. Di essere iscritto al … anno accademico del corso di laurea in ……………………..……………….. presso l’Università …………………………………………………………………………………… Di essere in possesso dei seguenti altri titoli (2)……………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… conseguiti presso…………………………………………………………..…..il…………………… Di aver effettuato i seguenti corsi, tirocini, applicazioni pratiche …………………………………… ………………………..………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………… Di aver avuto le seguenti esperienze (indicare esclusivamente fatti o circostanze utili al fine della selezione per il progetto prescelto) ……………………………………………………………….. ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… Altre conoscenze e professionalità: (3)……………………………………………………………….. ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… Di aver scelto il progetto per i seguenti motivi: ……………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… Ogni altra informazione relativa alla propria condizione personale, sociale, professionale, ecc. utile ai fini della valutazione dell’Ente:…………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… Data…………………….………… Firma…………………………………… Note utili (1) Al riguardo si precisa che i titoli di studio conseguiti all’estero sono valutabili esclusivamente nel caso in cui siano dichiarati equipollenti o equivalenti ai titoli di studio conseguiti in Italia con una delle diverse modalità previste in materia dall’ordinamento italiano indipendentemente dalle finalità per le quali è stato ottenuto il riconoscimento. (2) indicare eventuali titoli di specializzazione, professionali o di formazione; ove conseguiti all’estero sono valutabili soltanto se riconosciuti in Italia. (3) indicare altre competenze tecniche, informatiche, scientifiche, sanitarie, ecc. È possibile accludere curriculum vitae, debitamente firmato e corredato da copie dei titoli in possesso e ogni altra documentazione significativa.