Presidenza del Consiglio dei Ministri
DIPARTIMENTO DELLA GIOVENTU’ E DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE
Bando per la selezione di 270 volontari da impiegare in progetti di servizio civile nazionale
nella Regione Veneto
IL CAPO DEL DIPARTIMENTO
VISTA la legge 6 marzo 2001, n. 64, recante: “Istituzione del servizio civile nazionale” e
successive modificazioni e integrazioni;
VISTO il decreto legislativo 5 aprile 2002, n.77, recante: “Disciplina del Servizio civile
nazionale a norma dell’articolo 2 della legge 6 marzo 2001, n. 64” e successive modificazioni e
integrazioni;
VISTA la delibera n. 337 in data 14 febbraio 2006 con la quale è stato istituito l’albo degli enti di
servizio civile della Regione Veneto;
VISTA la Circolare del Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale del 23
settembre 2013, concernente: “Norme sull’accreditamento degli enti di servizio civile
nazionale”;
VISTO il decreto Ministeriale del 30 maggio 2014 con il quale è stato approvato il “Prontuario
contenente le caratteristiche e le modalità per la redazione e la presentazione dei progetti di
servizio civile nazionale da realizzare in Italia e all’estero, nonché i criteri per la selezione e la
valutazione degli stessi”;
VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 23 aprile 2014, concernente
“Delega di funzioni al Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti in materia di
politiche giovanili, servizio civile nazionale, integrazione, famiglia” ed in particolare l’articolo
2, comma 3, che attribuisce allo stesso le funzioni in materia di Servizio civile nazionale di cui
alla legge 8 luglio 1998, n. 230, alla legge 6 marzo 2001, n. 64 ed al decreto legislativo 5 aprile
2002, n. 77;
VISTO il decreto 8 maggio 2014 con il quale il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha
determinato le attribuzioni delegate al Sottosegretario di Stato On. Luigi Bobba, tra le quali le
Politiche giovanili e il Servizio civile nazionale;
VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 9 aprile 2014, con il quale è
stato conferito l’incarico di Capo del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile
Nazionale al consigliere Calogero Mauceri dei ruoli della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
VISTI i bandi per la selezione dei volontari del servizio civile pubblicati sul sito del
Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale (di seguito Dipartimento) il 16
marzo 2015;
TENUTO CONTO che le risorse finanziarie assegnate alle Regioni con il riparto 2015 sono
risultate eccedenti rispetto al numero di volontari previsti nei progetti inseriti nei
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sopramenzionati bandi regionali con riferimento alle Regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia
Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna,
Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto e alla Provincia Autonoma di Bolzano;
RAVVISATA l’opportunità di impegnare le risorse del Fondo nazionale per il servizio civile
non totalmente utilizzate dalle sopra menzionate Regioni e dalla Provincia Autonoma di
Bolzano, al fine di assicurare l’avvio di un maggior numero di volontari e consentire la
realizzazione di ulteriori progetti di servizio civile nazionale;
VISTO il parere favorevole espresso dalla Regione capofila Liguria, nella nota prot. 60913 del
27 aprile 2015, in merito all’emanazione di un bando per la presentazione di progetti di servizio
civile nazionale da finanziare con i fondi residui assegnati con il riparto 2015 alle suddette
Regioni e alla Provincia Autonoma di Bolzano, al quale sono stati ammessi a partecipare oltre
gli enti iscritti agli albi delle Regioni interessate anche gli enti iscritti all’albo nazionale di
servizio civile, ad eccezione delle Regioni Umbria ed Emilia Romagna che hanno espresso la
volontà di finanziare esclusivamente i progetti presentati dagli enti iscritti ai rispettivi albi
regionali;
VISTO l’Avviso del 15 maggio 2015 emanato ai sensi del paragrafo 3.3 del citato Prontuario e
pubblicato sul sito del Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale (di seguito
denominato Dipartimento) con il quale è stato fissato al 30 giugno 2015 il termine per la
presentazione dei progetti di servizio civile nazionale da realizzarsi nell’anno 2016 nell’ambito
delle Regioni in argomento e della Provincia Autonoma di Bolzano e si é stabilito che la
valutazione dei progetti sarebbe stata effettuata dalle sopramenzionate Regioni e dalla
Provincia Autonoma di Bolzano indipendentemente dall’albo di iscrizione degli enti
partecipanti, trattandosi di progetti finanziati con le risorse già attribuite alle Regioni;
CONSIDERATO che l’ammontare delle risorse residue della Regione Veneto consente l’avvio
al servizio di 460 unità, come indicato nel citato Avviso del 15 maggio 2015;
RILEVATO che entro la data del 30 giugno 2015 sono stati presentati alla Regione Veneto e al
Dipartimento, un numero di progetti pari a 44 per l’impiego di n. 270 volontari;
TENUTO CONTO che, in relazione ai progetti presentati dagli enti entro il sopra citato
termine, sono stati approvati n. 44 progetti, che prevedono complessivamente l’impiego di n.
270 volontari;
VISTA la determinazione dirigenziale n 9 del 14 gennaio 2016 , con la quale é stata approvata
la graduatoria dei progetti da realizzarsi nella Regione Veneto - pubblicata sul sito della
Regione Veneto - www.regione.veneto.it/web/sociale
VISTA la comunicazione prot. n. 0001102 del 12 gennaio 2016 con la quale il Dipartimento ha
comunicato alla Regione Veneto che il numero massimo di volontari da inserire nel bando è
pari a 270 unità;
VISTA la sentenza della Corte Costituzionale n. 119 del 2015 con la quale è stato dichiarato
costituzionalmente illegittimo l’articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 5 aprile 2002, n. 77
nella parte in cui prevede il requisito della cittadinanza italiana ai fini dell’ammissione allo
svolgimento del servizio civile nazionale;
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RITENUTO pertanto che sussistono i presupposti per indire un bando per la selezione di
volontari per i progetti approvati, nell’ordine in cui risultano iscritti nella graduatoria, fino alla
concorrenza di 270 volontari per i progetti da realizzarsi nella Regione Veneto;
DECRETA
Articolo 1
Generalità
È indetto un bando per la selezione di 270 volontari, da avviare al servizio nell’anno 2016 nei
progetti di servizio civile presentati dagli enti di cui all’Allegato 1, approvati dalla Regione
Veneto (di seguito: “Regione”) ai sensi dell’articolo 6, comma 4, del decreto legislativo 5 aprile
2002, n. 77, e utilmente collocati in graduatoria.
L’impiego dei volontari nei progetti decorre dalla data che verrà comunicata dal Dipartimento
della gioventù e del servizio civile nazionale agli enti e ai volontari – tenendo conto,
compatibilmente con la data di arrivo delle graduatorie e con l’entità delle richieste, delle date
proposte dagli enti - secondo le procedure e le modalità indicate al successivo articolo 6, a
seguito dell’esame delle graduatorie.
La durata del servizio è di dodici mesi.
Ai volontari in servizio civile spetta un assegno mensile di 433,80 euro.
Articolo 2
Progetti e posti disponibili
Le informazioni riguardanti: i progetti utilmente collocati in graduatoria, i criteri per la
selezione dei volontari, le relative sedi di attuazione, i posti disponibili, le attività nelle quali i
volontari saranno impiegati, gli eventuali particolari requisiti richiesti, i servizi offerti dagli
enti, le condizioni di espletamento del servizio, nonché gli aspetti organizzativi e gestionali,
dovranno essere pubblicate sulla HOME PAGE dei siti internet degli enti titolari del progetto,
secondo lo schema di cui all’Allegato 6, recante le informazioni minime indispensabili per la
conoscenza del progetto da parte dei giovani. Le informazioni di cui sopra potranno, altresì,
essere rese note mediante la pubblicazione dell’intero elaborato progettuale, ovvero essere
richieste direttamente agli enti che realizzano il progetto prescelto.
Articolo 3
Requisiti e condizioni di ammissione
Ad eccezione degli appartenenti ai corpi militari o alle forze di polizia, possono partecipare
alla selezione i giovani, senza distinzione di sesso che, alla data di presentazione della
domanda, abbiano compiuto il diciottesimo e non superato il ventottesimo anno di età, in
possesso dei seguenti requisiti:
- cittadini dell’Unione europea;
- cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti;
- non aver riportato condanna anche non definitiva alla pena della reclusione superiore
ad un anno per delitto non colposo ovvero ad una pena della reclusione anche di entità
inferiore per un delitto contro la persona o concernente detenzione, uso, porto,
trasporto, importazione o esportazione illecita di armi o materie esplodenti, ovvero per
delitti riguardanti l’appartenenza o il favoreggiamento a gruppi eversivi, terroristici o
di criminalità organizzata.
I requisiti di partecipazione devono essere posseduti alla data di presentazione della domanda
e, ad eccezione del limite di età, mantenuti sino al termine del servizio.
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Non possono presentare domanda i giovani che:
a) già prestano o abbiano prestato servizio civile in qualità di volontari ai sensi della
legge n. 64 del 2001, ovvero che abbiano interrotto il servizio prima della scadenza
prevista, nonché coloro che alla data di pubblicazione del presente bando siano
impegnati nella realizzazione di progetti di servizio civile nazionale per l’attuazione
del programma europeo Garanzia Giovani;
b) abbiano in corso con l’ente che realizza il progetto rapporti di lavoro o di
collaborazione retribuita a qualunque titolo, ovvero che abbiano avuto tali rapporti
nell’anno precedente di durata superiore a tre mesi.
Non costituisce causa ostativa alla presentazione della domanda di servizio civile nazionale
l’aver già svolto il servizio civile nell’ambito del programma europeo “Garanzia Giovani” o
aver interrotto lo stesso per motivi non imputabili al volontario.
Articolo 4
Presentazione delle domande
La domanda di partecipazione, indirizzata direttamente all’ente che realizza il progetto
prescelto, deve pervenire allo stesso entro e non oltre le ore 14.00 del 20 aprile 2016. Le
domande pervenute oltre il termine stabilito non saranno prese in considerazione.
La domanda, firmata dal richiedente, deve essere:
- redatta secondo il modello riportato nell’Allegato 2 al presente bando, attenendosi
scrupolosamente alle istruzioni riportate in calce al modello stesso e avendo cura di
indicare la sede per la quale si intende concorrere;
- accompagnata da fotocopia di valido documento di identità personale;
- corredata dalla scheda di cui all’Allegato 3, contenente i dati relativi ai titoli.
Le domande possono essere presentate esclusivamente secondo le seguenti modalità:
1) con Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l’interessato (art. 16-bis,
comma 5 della legge 28 gennaio 2009, n. 2) avendo cura di allegare tutta la
documentazione richiesta in formato pdf ;
2) a mezzo “raccomandata A/R”;
3) consegnata a mano.
E’ possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto di servizio
civile nazionale da scegliere tra i progetti inseriti nel presente bando e tra quelli inseriti nei
restanti bandi contestualmente pubblicati. La presentazione di più domande comporta
l’esclusione dalla partecipazione a tutti i progetti inseriti nei bandi innanzi citati
indipendentemente dalla circostanza che non si partecipi alle selezioni. La mancata
indicazione della sede per la quale si intende concorrere non è motivo di esclusione. È cura
dell’ente provvedere a far integrare la domanda con l’indicazione della sede, ove necessario.
Articolo 5
Procedure selettive
La selezione dei candidati è effettuata, ai sensi dell’art. 8 del decreto legislativo n. 77 del 2002,
dall’ente che realizza il progetto prescelto.
L’ente cui è rivolta la domanda verifica in capo a ciascun candidato la sussistenza dei requisiti
previsti dall’art. 3 del presente bando e provvede ad escludere i richiedenti che non siano in
possesso anche di uno solo di tali requisiti.
L’ente dovrà inoltre verificare che:
 la domanda di partecipazione sia necessariamente sottoscritta dall’interessato e sia
presentata entro i termini prescritti dall’art. 4 del presente bando;
 alla stessa sia allegata fotocopia di un documento di identità in corso di validità.
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La mancata sottoscrizione e/o la presentazione della domanda fuori termine è causa di
esclusione dalla selezione, analogamente al mancato invio della fotocopia del documento di
identità; è invece sanabile la presentazione di una fotocopia di un documento di identità
scaduto.
Delle eventuali cause di esclusione è data comunicazione all’interessato a cura dell’ente.
L’ente dovrà attenersi nella procedura selettiva ai criteri verificati e approvati in sede di
accreditamento o di valutazione del progetto ovvero agli elementi di valutazione contenuti nel
Decreto n. 173 dell’11 giugno 2009 del Capo dell’Ufficio nazionale per il servizio civile,
provvedendo a dare adeguata pubblicità agli stessi sul proprio sito internet.
Nel caso in cui siano utilizzati i criteri dettati dal suddetto decreto, l’ente valuta i titoli
presentati e compila per ogni candidato, a seguito del colloquio, la scheda di valutazione,
secondo il modello in “Allegato 4”, attribuendo il relativo punteggio. I candidati che abbiano
ottenuto nella scheda di valutazione un punteggio inferiore a 36/60 sono dichiarati non idonei a
svolgere il servizio civile nel progetto prescelto.
Le procedure selettive sono effettuate in lingua italiana.
I candidati si attengono alle indicazioni fornite dall’ente medesimo in ordine ai tempi, ai luoghi
e alle modalità delle procedure selettive.
L’ente, terminate le procedure selettive, compila le graduatorie relative ai singoli progetti,
ovvero alle singole sedi di progetto in ordine di punteggio decrescente attribuito ai candidati,
evidenziando quelli utilmente selezionati nell’ambito dei posti disponibili, tenendo conto in
quest’ultimo caso della sede indicata dai candidati nella domanda.
Nella graduatoria sono inseriti anche i candidati risultati idonei e non selezionati per mancanza
di posti e di seguito i nominativi di tutti i candidati non inseriti nelle graduatorie perché risultati
non idonei, ovvero esclusi dalla selezione. Il mancato inserimento nelle graduatorie, con
l’indicazione della motivazione, è tempestivamente portato a conoscenza degli interessati da
parte dell’ente, che ne dà contestuale comunicazione al Dipartimento.
Alla graduatoria è assicurata da parte dell’ente adeguata pubblicità.
Articolo 6
Avvio al servizio
L’ente deve inserire nel sistema informatico “Unico - Helios” le graduatorie compilando un
apposito format disponibile sul sistema stesso, avendo cura di evidenziare nelle apposite
colonne il punteggio conseguito, la sede dove il volontario dovrà presentarsi il primo giorno di
servizio e quella nella quale avrà attuazione il progetto, provvedendo alla compilazione di
entrambe anche nel caso che le due sedi coincidano. L’ente deve inoltre inserire, in ordine
decrescente di punteggio, l’elenco degli idonei non selezionati in una unica sede di attuazione
del progetto di riferimento. Di seguito l’ente deve altresì inserire i nominativi dei candidati
risultati non idonei o esclusi dalla selezione, provvedendo nel contempo, ad indicare il numero
complessivo delle domande ricevute nell’apposito box presente sul sistema “Unico - Helios”.
La graduatoria, sottoscritta dal responsabile del servizio civile nazionale o dal responsabile
legale dell’ente, unitamente alla dichiarazione di cui all’Allegato 5, deve essere inviata al
Dipartimento via PEC al seguente indirizzo: [email protected], unitamente alla
seguente documentazione:
a) domande di partecipazione (Allegato 2), dei soli candidati risultati idonei selezionati;
b) documenti di identità degli interessati.
La PEC di trasmissione delle graduatorie deve indicare nell’oggetto: il codice dell’ente
(NZ…..), denominazione dell’ente, titolo/titoli del/dei progetto/progetti.
Gli originali della predetta documentazione sono conservati presso l’ente per ogni necessità del
Dipartimento.
Le graduatorie devono pervenire sia via internet, che via PEC, entro e non oltre il 1 settembre
2016 a pena di non attivazione del progetto e devono contenere i dati relativi a tutti i candidati
che hanno partecipato alla selezione, compresi quindi gli idonei non selezionati e gli esclusi; la
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documentazione da inviare al Dipartimento di cui ai precedenti punti a) e b) riguarda invece i
soli candidati che risultano idonei selezionati. Per i candidati idonei non selezionati per
mancanza di posti, tale documentazione dovrà essere trasmessa esclusivamente in caso di
subentro.
L’avvio al servizio dei volontari è subordinato all’invio delle graduatorie in entrambi i formati
richiesti. Il mancato invio via internet del format di presentazione delle stesse comporta
l’impossibilità di avviare il progetto entro la data richiesta dall’ente, anche se la
documentazione risulti inviata via PEC entro il termine innanzi indicato.
Costituisce altresì causa di non attivazione del progetto il mancato invio della dichiarazione di
cui all’Allegato 5.
Il Dipartimento, sulla base delle graduatorie formulate dagli enti, provvede ad inviare ai
candidati idonei selezionati tramite gli enti stessi un codice utenza e una password utilizzando i
quali il giovane potrà scaricare, per la sottoscrizione, il contratto di servizio civile firmato dal
Capo del Dipartimento. Nel contratto sono indicati la sede di assegnazione, la data di inizio e
fine servizio, le condizioni economiche previdenziali ed assicurative e gli obblighi di servizio di
cui al successivo art. 7.
L’ente trasmette via PEC al Dipartimento copia del contratto sottoscritto dal volontario ai fini
della conservazione dello stesso presso il Dipartimento e della erogazione dei pagamenti ai
volontari.
Articolo 7
Obblighi di servizio
I volontari si impegnano ad espletare il servizio per tutta la sua durata, a svolgere tutte le attività
previste dal progetto prescelto e ad adeguarsi alle disposizioni in materia di servizio civile
dettate dalla normativa primaria e secondaria, a quanto indicato nel contratto di servizio civile e
alle prescrizioni impartite dall’ente d’impiego in ordine all’organizzazione del servizio e alle
particolari condizioni di espletamento.
I volontari sono tenuti al rispetto dell’orario di servizio nonché al rispetto delle condizioni
riguardanti gli eventuali obblighi di pernottamento, o di altra natura, connessi al progetto
medesimo.
L’interruzione del servizio senza giustificato motivo, prima della scadenza prevista, comporta
l’impossibilità di partecipare per il futuro alla realizzazione di nuovi progetti di servizio civile
nazionale, nonché la decadenza dai benefici eventualmente previsti dallo specifico progetto e il
mancato rilascio dell’attestato di svolgimento del servizio.
Articolo 8
Trattamento dei dati personali
Ai sensi dell’art. 13, comma 1, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 i dati forniti dai
partecipanti saranno acquisiti dall’ente che cura la procedura selettiva per le finalità di
espletamento delle attività concorsuali e, successivamente all’eventuale instaurazione del
rapporto di servizio civile, saranno trattati per le finalità connesse alla gestione del rapporto
stesso ed alla realizzazione del progetto.
I dati medesimi saranno trattati dal Dipartimento ai fini dell’approvazione delle graduatorie
definitive e per le finalità connesse e/o strumentali alla gestione del servizio civile.
Il trattamento dei dati avverrà con l’utilizzo di procedure anche informatizzate, nei modi e nei
limiti necessari per perseguire le predette finalità.
Il conferimento di tali dati è obbligatorio ai fini della valutazione dei requisiti di partecipazione,
pena l’esclusione dal concorso.
I dati raccolti dal Dipartimento potranno essere comunicati a soggetti terzi che forniranno
specifici servizi strumentali alle finalità istituzionali del Dipartimento stesso.
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Gli interessati godono dei diritti di cui all’art.7 del citato decreto legislativo n. 196 del 2003, tra
i quali il diritto di accedere ai propri dati personali, di chiederne la rettifica, l’aggiornamento e
la cancellazione, se incompleti, erronei o raccolti in violazione della legge, nonché il diritto di
opporsi al loro trattamento per motivi legittimi.
Tali diritti potranno essere fatti valere nei confronti del Capo del Dipartimento, titolare del
trattamento dei dati personali.
Articolo 9
Disposizioni finali
Al termine del servizio, svolto per dodici mesi o per almeno nove mesi in caso di subentro,
verrà rilasciato dal Dipartimento un attestato di espletamento del servizio civile nazionale
redatto sulla base dei dati forniti dall’ente.
Per informazioni relative al presente bando è possibile contattare la Regione Veneto – Sezione
Servizi
Sociali
–
Ufficio
Servizio
Civile
telefono
041/2791439;
e-mail
[email protected], ovvero il Dipartimento della gioventù e del servizio civile
nazionale (Via della Ferratella in Laterano n.51 00184 Roma) attraverso l’Ufficio relazioni con
il pubblico: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 16.30 ad
esclusione del martedì e venerdì pomeriggio ai seguenti numeri 06/67792600.
Roma, 17 marzo 2016
Il Capo del Dipartimento
F.to Cons. Calogero MAUCERI
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NOTE ESPLICATIVE AL BANDO
Note all’art. 1
Il numero dei posti per i quali è indetta la selezione rappresenta il totale dei volontari previsti
dai progetti approvati e utilmente collocati in graduatoria fino alla concorrenza delle risorse
finanziarie disponibili per il biennio 2014-2015. L’elenco degli enti che realizzano i progetti da
attuarsi nella Regione Veneto sono consultabili sul sito internet della Regione
www.regione.veneto.it/web/sociale e del Dipartimento: www.serviziocivile.gov.it
La durata del servizio è di dodici mesi. Per i volontari subentranti la predetta durata è ridotta al
periodo che intercorre dalla data di inizio del servizio presso l’ente fino al termine del progetto.
Le somme spettanti ai volontari sono corrisposte direttamente dal Dipartimento.
Gli assegni corrisposti per l’attività di servizio civile, a norma dell’art. 9 del decreto legislativo
n. 77/2002 e successive modifiche, non sono “rimborsi spese”, bensì costituiscono compensi
che, uniti ad altri emolumenti, concorrono a formare il reddito imponibile di ciascun volontario.
Tali compensi ai fini del trattamento fiscale, sono assimilati ai redditi da lavoro dipendente; su
di essi il Dipartimento applica le detrazioni d’imposta di cui all’art. 13 del DPR 22/12/1986, n.
917 e successive modifiche.
Il periodo prestato come volontario di servizio civile è riconosciuto, a domanda, nelle forme e
con le modalità previste dall’art. 4, comma 2 del D.L. 29 novembre 2008, n. 185, ai fini
previdenziali.
Per i volontari è prevista una assicurazione stipulata dal Dipartimento a favore degli stessi.
Note all’art. 2.
Dalla data di pubblicazione del presente bando sul sito del Dipartimento, l’ente pubblica sulla
Home Page del proprio sito internet la scheda contenente gli elementi essenziali del progetto
approvato, ovvero l’intero elaborato progettuale. L’accesso al sito è gratuito. L’ente può inoltre
adottare altre forme di pubblicità al fine di far conoscere al maggior numero di potenziali
candidati il proprio progetto.
Dal sito del Dipartimento sarà possibile linkare direttamente i siti di tutti gli enti che hanno
avuto i progetti approvati ai quali si riferisce il presente bando.
Note all’art.3.
Per partecipare alla realizzazione dei progetti i candidati devono aver compiuto il diciottesimo e
non superato il ventottesimo (28 anni e 364 giorni) anno di età alla data di presentazione della
domanda (Consiglio di Stato sentenze n. 1284 e n. 1291 del 5 marzo 2010). Anche gli altri
requisiti previsti dal bando devono essere posseduti alla scadenza dello stesso e, ad eccezione
dell’età, mantenuti durante tutto il periodo del servizio, a pena di decadenza.
Non possono presentare domanda: gli appartenenti ai corpi militari o alle forze di polizia; i
volontari che abbiano già svolto il servizio civile nazionale civile; i volontari già impegnati
nella realizzazione di progetti di servizio civile, ivi compresi i progetti per l’attuazione del
programma europeo “Garanzia giovani” (non è possibile cioè interrompere il servizio per
partecipare alle selezioni per un nuovo progetto), ovvero che abbiano interrotto il servizio
prima della scadenza prevista; i giovani che abbiano in corso con l’ente che realizza il progetto
rapporti di lavoro o di collaborazione retribuita a qualunque titolo, ovvero che abbiano avuto
tali rapporti nell’anno precedente di durata superiore a tre mesi.
Note all’art.4.
Le domande, redatte secondo il modello di cui all’allegato 2 e corredate dalla dichiarazione di
cui all’allegato 3 del presente bando, nonché dalla fotocopia di un documento di identità in
corso di validità, debbono pervenire all’ente che realizza il progetto entro il termine perentorio
delle ore 14.00 del 20 aprile 2016.
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I modelli di cui agli allegati 2 e 3 possono essere scaricati dal sito internet del Dipartimento
www.serviziocivile.gov.it - sezione modulistica, oppure sul sito della Regione
www.regione.veneto.it/web/sociale. La mancata produzione dell’Allegato 3 non è causa di
esclusione dalle selezioni.
La tempestività delle domande è accertata dall’ente che realizza il progetto:


mediante apposizione sulle stesse del timbro recante la data di acquisizione per le
domande in formato cartaceo;
mediante verifica della data e dell’orario di recezione risultante dal server per le
domande presentate via PEC.
Le domande trasmesse con modalità diverse da quelle indicate all’articolo 4 del presente bando
non saranno prese in considerazione. Alla domanda vanno allegati tutti i titoli che si ritengono
utili ai fini della selezione, ovvero gli stessi possono essere elencati in un curriculum vitae reso
sottoforma di autocertificazione.
Note all’art.5
L’ente deve verificare che la domanda, se presentata in formato cartaceo, sia sottoscritta con
firma autografa per esteso dall’interessato. Per le domande presentate con PEC, si precisa che,
ai sensi dell’art. 21, comma 2, del D.Lgs n. 82/ 2005 e dell’art. 16-bis della Legge 2/2009,
l’inoltro tramite posta elettronica certificata è già sufficiente a rendere valida l’istanza, a
considerare identificato l’autore di essa e a ritenere la stessa regolarmente sottoscritta, purché la
denominazione dell’indirizzo PEC sia riconducibile all’anagrafica dell’interessato.
La selezione è effettuata dall’ente che realizza il progetto ed al quale sono state inviate le
domande. L’ente dovrà stabilire e rendere noti ai candidati i giorni, i criteri di selezione e la
sede di svolgimento della selezione. Il candidato che, pur avendo presentato la domanda, non si
presenta nei giorni stabiliti, senza giustificato motivo, è escluso dalla selezione per non aver
completato la relativa procedura.
La selezione può essere effettuata attenendosi ai criteri verificati ed approvati dal Dipartimento
in sede di accreditamento, ovvero secondo i criteri indicati nel progetto o quelli stabiliti dal
Decreto n. 173 dell’11 giugno 2009, cui si riferisce l’allegato 4. Nel caso in cui siano utilizzati
questi ultimi criteri, il candidato che al colloquio ottiene un punteggio finale inferiore a 36/60 è
dichiarato non idoneo a prestare servizio civile nel progetto per il quale ha sostenuto le
selezioni; in tal caso l’ente non dovrà indicare il punteggio relativo alla valutazione dei titoli.
Analogamente l’ente non dovrà indicare il punteggio dei titoli per i candidati assenti al
colloquio.
Nella graduatoria finale sono inseriti tutti i volontari risultati idonei selezionati e idonei non
selezionati per mancanza di posti. A parità di punteggio è preferito il candidato più giovane di
età in relazione a quanto previsto dal comma 7, articolo 3, della legge n. 191/98. Le
graduatorie dovranno riportare per ciascun aspirante volontario: cognome, nome, data di
nascita e punteggio conseguito. Quanti non hanno sostenuto il colloquio o sono stati esclusi per
altri motivi vanno inseriti in un elenco a parte con la specifica del motivo dell’esclusione.
L’ente deve comunicare tempestivamente agli interessati il mancato inserimento nelle
graduatorie. La graduatoria è compilata per ogni progetto o sede in cui si articola il progetto, in
ordine decrescente rispetto ai punteggi attribuiti. L’ente deve pubblicare sul proprio sito
internet e presso le sedi dove sono state effettuate le selezioni o comunque con altre idonee
modalità le graduatorie.
Note all’art.6
L’ente invia al Dipartimento, tramite PEC, la graduatoria unitamente alla dichiarazione di
impegno di cui all’allegato 5 e ai restanti documenti elencati all’art. 6 del bando, con
riferimento ai soli candidati risultati idonei e selezionati, e conserva gli originali da esibire a
richiesta del Dipartimento.
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L’ente deve inviare via Internet le graduatorie complete dei dati relativi a tutti i candidati che
hanno partecipato alla selezione, compresi quindi gli idonei non selezionati. Nell’inviare i dati
gli enti avranno cura di prestare attenzione alla correttezza e alla completezza degli stessi, in
quanto le informazioni implementeranno direttamente gli archivi del sistema. Il Dipartimento
non risponde di eventuali errori commessi nella compilazione del format di invio.
Le eventuali esclusioni dalle graduatorie per l’assenza dei requisiti richiesti sono comunicate
dal Dipartimento agli enti, i quali informano tempestivamente gli interessati.
In attuazione delle disposizioni concernenti la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione,
è stata predisposta una nuova modalità per l'invio dei contratti ai volontari del servizio civile
nazionale. La nuova modalità prevede l'indicazione di un codice utenza e di una pass-word a
fianco di ciascun nominativo inserito nell'Allegato al provvedimento del Dipartimento avente
ad oggetto “Verifica dei requisiti...”, che viene trasmesso all’ente.
Ciascun ente, alla ricezione del provvedimento sopra citato, avrà cura di far avere con
sollecitudine le predette credenziali ai volontari per poter permettere loro - anche ponendo a
disposizione, se richiesto, una postazione internet - di scaricare il contratto nel quale sono
indicati il giorno, l'ora e il luogo dove dovranno presentarsi il primo giorno di servizio e la sede
di attuazione del progetto.
Ciascun volontario, mediante l'utilizzo del codice utenza e della pass-word, dovrà collegarsi al
sito del Dipartimento, all'indirizzo www.serviziocivile.gov.it - area riservata volontari - per
scaricare il contratto di servizio civile nazionale e per fruire dei servizi personalizzati ivi
indicati nel termine di 30 giorni dall’inizio del servizio salvo richiesta di proroga al
Dipartimento.
Il contratto controfirmato per accettazione dal volontario dovrà essere restituito via pec, al
Dipartimento, a cura del responsabile dell'ente che indicherà in calce la data di effettiva
presentazione in servizio.
Note all’art.9
L’attestato di espletamento del servizio non verrà rilasciato ai volontari che hanno interrotto il
servizio.
10
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN
SERVIZIO CIVILE IN ITALIA
ENTE
1) Ente proponente il progetto:
Associazione S.O.S. IL TELEFONO AZZURRO O.N.L.U.S “Linea Nazionale
per la prevenzione dell’abuso all’infanzia”, eretta in Ente Morale con D.P.R.
18.12.1990 con sede legale nel Comune di Milano.
Telefono Azzurro promuove da oltre ventisette anni, attraverso un’opera costante di
informazione e sensibilizzazione oltre che di diffusione delle conoscenze acquisite,
un rispetto totale dell’individuo nel corso della sua prima formazione e dell’intera
età evolutiva, salvaguardandone le potenzialità naturali di crescita e tutelando queste
ultime nei confronti di abusi, anche involontari, di natura fisica o psicologica che
possano sin dai primi tempi della vita pregiudicarne seriamente la realizzazione.
Partire dai bambini, ascoltando i loro bisogni e leggendo la realtà che li circonda,
per costruire una vera cultura dell’infanzia. Da molti anni l’Associazione S.O.S. Il
Telefono Azzurro Onlus si occupa di promuovere i diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza, per contribuire a creare una società che concretamente rispetti i
bambini e gli adolescenti, in linea con i principi sanciti nella Convenzione ONU del
1989.
Nato a Bologna nel 1987 con l’istituzione di una linea telefonica per bambini e
adolescenti, Telefono Azzurro si pone da sempre quali obiettivi prioritari quello di
garantirne il diritto all’ascolto, realizzando percorsi di promozione del benessere
sociale in grado di svolgere funzione preventiva nei confronti del disagio giovanile.
2) Codice di accreditamento:
3) Albo e classe di iscrizione:
CARATTERISTICHE PROGETTO
4) Titolo del progetto:
Con le Maglie della rete
NZ01507
Albo Nazionale
2
5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
Settore E: Educazione e Promozione Culturale
Area intervento: Animazione culturale verso giovani
Codice: E03
6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza
il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori
misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:
6.1. DESCRIZIONE DELL’AREA DI INTERVENTO
1. Premessa
I nativi digitali sono i ragazzi che crescono “immersi” nelle molteplici possibilità
offerte dalle nuove tecnologie. Da quando Internet e la possibilità di essere sempre
connessi offerta dagli smartphone sono diventati elemento di vita quotidiano di
bambini e adolescenti, infatti, hanno modificato radicalmente il modo di concepire
le comunicazioni, le interazioni e le relazioni, soprattutto per quella fascia della
popolazione, i giovani, che sta crescendo con queste possibilità non come novità ma
come condizione di vita.
Hanno una mano sul mouse e davanti agli occhi lo schermo di un pc, con l’altra
scrivono messaggi sullo smartphone, un auricolare porta ad un orecchio la musica e
con l’altro seguono la Tv: questa la fotografia dei bambini e degli adolescenti che
emerge dall’indagine di Telefono Azzurro e Eurispes 2012. Per questo vengono
definiti multitasking ed essenzialmente visivi.
Secondo l’ultimo Rapporto Censis sulla Comunicazione1, è iscritto a Facebook il
77,4 per cento dei giovani sotto i 30 anni. YouTube raggiunge il 72,5 per cento.
L’85,7 per cento dei ragazzi usa smartphone; uno su tre (il 36,6) ha a disposizione
un tablet. E altrove va anche peggio: secondo la Pediatric Academic Societies di
San Diego, già a un anno il 14 per cento dei bambini americani passa un’ora al
giorno con un gadget elettronico. Entro i due anni, il 36 per cento ha familiarità con
le app.
Ma quali, tra le nuove tecnologie, utilizzano i ragazzi, e come?
Tra gli strumenti tecnologici di più largo utilizzo resiste ancora la TV affiancata da
computer e cellulari. Il 64% dei bambini usa il computer tutti i giorni fino a 2 ore
al giorno. Il 60,6% degli adolescenti naviga fino a due ore al giorno e uno su 10 ci
passa più di 4 ore (fonte: Telefono Azzurro e Eurispes, 2011). Il computer però non
è l’unico strumento per essere online.
Il telefonino è protagonista nella vita degli adolescenti ma è sempre più diffuso
anche tra i bambini. Quasi la metà di essi ha avuto il primo telefonino entro i 9 anni.
Nel 2012 i bambini intervistati per una ricerca di Telefono Azzurro ed Eurispes
hanno evidenziato come 1 su 4 utilizzi il telefonino anche per collegarsi online.
Il controllo da parte dei genitori o degli adulti è relativo: una recente ricerca di
1
12° Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione - 2015
Telefono Azzurro ed Eurispes (2012) ha evidenziato come 1 bambino su 4 abbia un
computer privato cui non i genitori hanno accesso e come spesso il genitore non
conosca neanche le password dei figli più piccoli.
Staccarsi dal computer risulta sempre più difficile. Ma cosa succederebbe se non
potessero connettersi? Più della metà degli adolescenti avrebbe paura di essere
tagliato fuori da ciò che accade nel mondo. Altri temono di essere esclusi dalla
cerchia di amicizie e di non trovare un partner.
Gli adolescenti godono di maggiore autonomia nella navigazione. Ma cosa
incontrano nella rete? Da una recente ricerca di Telefono Azzurro ed Eurispes
(2012) un terzo dei ragazzi intervistati ha dichiarato di aver navigato in siti di
immagini pornografiche; di aver visitato siti che incitano alla violenza o al razzismo
e, in percentuali più basse, siti che esaltano l’anoressia o il suicidio.
2. Gli adolescenti e la rete
Gli adolescenti dipendono maggiormente dal web rispetto ai bambini. I primi
frequentano forum, scrivono sui blog, usano la posta elettronica, acquistano online
e, soprattutto, hanno un profilo su Facebook. I secondi cercano in internet
prevalentemente informazioni e curiosità. Indispensabili però nella dieta mediatica
di tutti sono le chat e YouTube.
I ragazzi, nativi digitali2, vivono completamente immersi nelle nuove tecnologie.
Dai dati di Telefono Azzurro e Doxa kids (2014), emerge come nell’89,2% delle
case dei ragazzi intervistati è presente almeno un pc portatile; nel 70,8% un
computer fisso; nel 70,6% un tablet. La camera da letto degli adolescenti è infatti
una stazione ad alto contenuto tecnologico: più di 1 su 2 possiede consolle per
Prensky M., “Digital Natives, Digital Immigrants”, 2001.
Tavernier e Willoughby, Journal of Sleep Research, 2014
4
Eu Kids online (2014). The meaning of online problematic situations for children. Disponibile su
http://eprints.lse.ac.uk/56972/1/EU_Kids_Online_Report_Online_Problematic_Situations_for_Children_June20
14.pdf
5
Livingstone S., Smith P.K. (2014). Annual research review: Harms experienced by child users of online and
mobile technologies: the nature, prevalence and management of sexual and aggressive risks in the digital age, in
Journal of Child Psychology and Psychiatry; 55:6, pp. 635-654.
6
Cross, Shaw, Hearn, Epstein, Monks, Lester & Thomas, 2009; Gradinger, Strohmeier & Spiel, 2009
7
Vedi nota 3
8
Europe Anti-Bullying-Project promosso dal programma europeo Daphne III, ha riunito sei Paesi (Lettonia,
Lituania, Estonia, Bulgaria, Grecia e Italia), ciascuno rappresentato da un’organizzazione nazionale che si
impegna nella prevenzione del bullismo. Il Telefono Azzurro rappresenta l’Italia.
9
Vedi nota 3
10
Vedi nota 3
11
Vedi nota 3
12
Eu Kids On-line (2012). Towards a better internet for children. Disponibile su
http://www.lse.ac.uk/media@lse/research/EUKidsOnline/EU%20Kids%20III/Reports/EUKidsOnlinereportforth
eCEOCoalition.pdf consultato il 4/6/14.
2
3
13
Il rapporto di reciproca collaborazione tra Telefono Azzurro e il mondo della scuola è attivo fin dalla nascita
dell’associazione e nel 2005 si è tradotto in un accreditamento di Telefono Azzurro quale Ente di
formazione riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Inoltre in data
12/03/2014 è stato sottoscritto un Protocollo di intesa tra Il Telefono Azzurro e il MIUR nel quale,
tra le altre forme di integrazione, è prevista anche la collaborazione per attività svolte con Volontari del Servizio
Civile (allegata al presente progetto)
14
http://www.istruzioneveneto.it/wpusr/wp-content/uploads/2014/09/dati_al_via201415.pdf
http://www.eurispes.eu/content/sintesi-indagine-conoscitiva-sulla-condizione-dell%E2%80%99infanziae- dell%E2%80%99adolescenza-italia-2012-0
16
Fonte Demos, Osservatorio Nord est, luglio 2014
15
videogiochi fissa (65,5%) o portatile (52,4%); quasi 1 su 5 un wearable
device (17,5%).
Gli adolescenti sono abituati ad utilizzare le nuove tecnologie fin da bambini per
giocare, comunicare, tenersi aggiornati, imparare, fare acquisti. Dai dati di Telefono
Azzurro e Doxa kids emerge come siano infatti “Always on”: per ascoltare musica o
radio (61%), per guardare video (60,2%), per fare ricerche per la scuola e i compiti
(58,3%) per curiosare e navigare nel web (57,3%), per fare acquisti (22%),
comprando online giochi (34,6% dei ragazzi), accessori di moda (22,3% delle
ragazze), ma anche libri (17,6% delle ragazze).
Ciò che è prioritario, però, è il rimanere in contatto. La quasi totalità del
campione(89,7%), dell’indagine condotta da Telefono Azzurro e Doxa kids (2014)
infatti, possiede uno smartphone con accesso ad internet: se non vi avessero
accesso costante, il maggior timore dei ragazzi sarebbe quello di non venire a sapere
le cose (33,8%) o di perdersi le ultime cose accadute nel mondo (25,4%). L’89,8%
utilizza Whatsapp per rimanere connesso con gli amici: più di 1 su 2 manda più di
50 messaggi al giorno (57,4%). Si può ragionevolmente dire che internet nella vita
dei ragazzi è soprattutto social media.
Il social più diffuso rimane Facebook (lo utilizza l’82,3% degli intervistati): i
ragazzi vi accedono direttamente dal cellulare (73,6%) e il 22,2% è costantemente
connesso (25,5% delle ragazze vs 19% dei ragazzi). Chi non ha una connessione
costante vi accede tutti i giorni più volte al giorno (44,5%). Tra gli altri social a cui i
ragazzi sono spesso connessi ci sono Skype (58,4%), Instagram (55,6%) e Google+
(50,5%).
Sempre connessi, sempre in comunicazione con gli altri, anche con i genitori: il
58,9% li ha tra gli amici in Facebook. I ragazzi dichiarano però che sarebbero
infastiditi se i genitori vedessero ciò che loro scrivono: lo riferisce il 47,6% dei
maschi (vs il 41,6% delle femmine) e il 51,4% degli 11-14enni (vs il 39,4% dei 1519enni). Se da un lato può far sorridere che i ragazzi chiudono l’accesso ai post ai
genitori, è preoccupante il fatto che questa stessa accortezza non venga riservata a
estranei e sconosciuti che spesso si nascondono tra le centinaia di amici. Quasi 1
adolescente su 2 (45,9%) ha tra i 250 e i 1000 amici su Facebook, e solo poco più
della metà di questi sono conosciuti offline e frequentati regolarmente dal 37,2% dei
ragazzi.
Facebook nonostante l’età: anche se non sarebbe consentito - poichè il limite
minimo di età per iscriversi è 13 anni - più dell’85% dei ragazzi intervistati
conosce qualcuno che è iscritto a Facebook senza aver superato i 13 anni. Più di
1 intervistato su 3 (34,9%) conosce più di 20 ragazzi con un profilo Facebook sotto i
13 anni.
Il desiderio che motiva la presenza sui social dei ragazzi non è però solo quello di
allargare la propria cerchia amicale (30,8%) o mostrare di averla (35,8%): stanno
sui social perché desiderano condividere informazioni e immagini (59,2%),
esprimere il loro parere (38,3%), mostrare le parti migliori di loro stessi
(37,8%, 42,2% dei ragazzi), i loro interessi (52,2%), dove vanno e cosa fanno
(53%).
Stesso trend quando si parla di selfie: il 42,3% dei ragazzi se ne scatta almeno un
paio alla settimana; l’85% (88,1% delle ragazze) li condivide sui social network in
pubblico (34,3%, dato che sale al 39,2% dei ragazzi che frequentano le scuole
secondarie di primo grado) o con amici in privato (26,4%). 1 ragazzo su 2 prima di
postarli però li ritocca con programmi appositi (il 41,4% dei ragazzi e il 61,6%
delle ragazze).
Non solo essere visti però: il 30,1% dei ragazzi ha un profilo social anche per sapere
cosa fanno gli altri e curiosare nelle vite altrui.
Le relazioni tra pari continuano quindi ad essere prioritarie anche per gli adolescenti
3.0, a tal punto che spesso i ragazzi sacrificano le ore di sonno per rimanere
connessi, comunicare, postare foto e video dei loro visi nella penombra della stanza
in piena notte: è il fenomeno del vamping. Anche se non è ancora chiaro3 se i
ragazzi rinunciano ad un sonno adeguato perché non riescono a staccarsi da pc,
tablet e smartphone o se invece non si staccano proprio perché hanno difficoltà ad
addormentarsi, è certo che il fenomeno del vamping è in aumento anche nel nostro
paese: 1 adolescente su 5 (25,6%) si sveglia una o più volte a notte per
controllare i messaggi arrivati sul proprio smartphone.
Non vi sono solo caratteristiche personali nella definizione degli spazi dati al sonno
o alla socialità: la pressione dei pari è, anche in questo caso, prioritaria nello
scegliere (più o meno liberamente) di rimanere connessi fino alle prime ore del
mattino, pena l’esclusione da relazioni importanti per i ragazzi.
Gli effetti della deprivazione di sonno rischiano di essere pervasivi nella vita degli
adolescenti: perché i ragazzi sentono però il bisogno di deprivarsi di questo
momento così importante? Se la giornata è piena di impegni e di cose da fare, stare
connessi in piena notte, comunicare con l’hashtag #vamping, permette agli
adolescenti di trovare spazi di aggregazione e socialità, facilitati dall’intimità della
notte. “C’era una volta il tempo pomeridiano condiviso nei cortili, oggi c’è lo spazio
virtuale, dove non esiste tramonto” (Telefono Azzurro e Doxa kids, 2014).
Vita online: non senza rischi
Se il gruppo dei pari grazie all’iperconnessione diviene compagnia costante e
motivo di appartenenza, dall’altra contribuisce a creare, incoraggiare e moltiplicare
comportamenti non solo poco attenti, ma spesso anche rischiosi.
Si diffonde il fenomeno delle identità virtuali multiple. Più di 1 adolescente su 2
(55,8%) conosce qualcuno che è iscritto a qualche social network con un’identità
diversa dalla propria.
1 adolescente su 5 (22,6%) ha il proprio profilo sui social network totalmente
pubblico: dato da non sottovalutare, visto che più di 1 adolescente su 2 ha un
profilo sui social per condividere informazioni e immagini (58,2%), quasi 1 su 3 per
trovare amici (30,3%) o per entrare in contatto con nuove persone (30%). Profili
aperti, nonostante il timore di un utilizzo indesiderato delle informazioni che i
ragazzi condividono: più di 1 adolescente su 2 (63,6%) teme, infatti, che i propri
dati possano essere raccolti ed utilizzati dal social per altri scopi. Questi stessi
dati invitano ad una riflessione più attenta se letti dividendo i partecipanti per sesso:
mentre i ragazzi hanno più frequentemente un profilo totalmente aperto sui social
(28,3%), sono le ragazze ad essere maggiormente preoccupate che i loro dati
possano essere raccolti dai social network per altri scopi (72% delle intervistate):
provando a leggere tra le righe, a prima vista si ha l’impressione che le ragazze
siano maggiormente consapevoli, rispetto ai ragazzi, della necessaria tutela che
occorre avere nella condivisione in rete delle proprie informazioni e dei propri dati.
Ad un lettore più attento, però, i dati mostrano un trend purtroppo differente, che
invita genitori, insegnanti, educatori e tutti coloro che a vario titolo affiancano gli
adolescenti nella crescita, quanto sia necessario proseguire nel lavoro di
sensibilizzazione, di prevenzione e di tutela dei ragazzi online: altri dati, infatti,
mostrano adolescenti ancora troppo spesso poco accorti rispetto a ciò che fanno
online. Il bisogno di esserci, il desiderio di farsi vedere, farsi ascoltare, di
condividere il loro mondo non avviene solo tra le cerchie delle persone conosciute e
frequentate offline. Ma questo bisogno, che porta i ragazzi a condividere i propri
selfie online anche con persone sconosciute nella realtà (tutti gli adolescenti
intervistati l’hanno fatto almeno una volta), contribuisce ad esporre i ragazzi a quei
pericoli e a quei rischi per i quali sempre più spesso chiedono poi aiuto e sostegno
a Telefono Azzurro: il 30.4% ha postato online qualcosa di cui poi si è pentito, (il
70,6% per rimediare ha cancellato il post), al 15,1% del campione è stata
rubata l’identità online. Non si tratta solo di episodi in cui i ragazzi si imbattono
nei pericoli della rete, come già diverse ricerche internazionali dimostrano4, ma
anche di situazioni in cui si espongono in modo avventato e poco consapevole.
Spesso, infatti, fattori legati al mondo digitale (come la pratica del mezzo online, le
abilità digitali, l’iscrizione ad alcuni social network5) contribuiscono ad esporre i
ragazzi in modo attivo ad alcuni rischi dell’essere online senza consapevolezza di
ciò che fanno. Anche i ragazzi italiani non sono esenti da questi rischi: il 29,2% è
iscritto ad Ask.fm, il 10% su Chat roulette. In questi social network gli adolescenti
mettono non solo la propria immagine a disposizione di chiunque, ma anche, spesso,
propri dati privati: non è raro infatti che rispondano in modo veritiero a domande
postate da profili anonimi su aspetti personali e privati. L’anonimato garantito da
alcuni social network e dai profili falsi, oltre a metterli in pericolo, continua ad
essere ancora troppo spesso un alibi per insultare, minacciare, offendere, come
ancora troppo spesso i casi di cronaca ci riportano. E’ infatti una delle caratteristiche
principali del cyberbullismo, che permette ai bulli di aggredire le loro vittime in
modo costante, pervasivo e continuo, protetti da avatar o profili anonimi. E’ un
fenomeno che i ragazzi ben conoscono: l’80,3% ha sentito parlare di
cyberbullismo; 2 su 3 (39,2%) conosce qualcuno che ne è stato vittima, 1 su 10
ne è stato vittima (10,8% degli intervistati; il 9,1% dei ragazzi ed il 12,6% delle
ragazze). Dati internazionali6 mostrano tra l’altro che questo fenomeno sta
acquisendo caratteristiche proprie differenti dal bullismo tradizionale. Condividere,
mettere like, commentare sbeffeggiando la vittima o incitando il bullo non solo
esplode la portata di gesti che possono avere già di per sé conseguenze anche gravi,
ma ne amplifica la portata in modo potenzialmente illimitato. Bullo è non solo chi
compie il gesto (postando pettegolezzi, foto e/o video imbarazzanti di altri, rubando
l’identità e il profilo di altri, insultando o deridendo la vittima, o minacciandola) ma
chi ne permette l’amplificazione in rete.
Da questa indagine è emerso che i ragazzi che sono stati vittime di cyberbullismo
esprimono più frequentemente manifestazioni di disagio, quali difficoltà a dormire e
poca voglia di mangiare, ma anche vissuti di solitudine e scarsa gratificazione nelle
relazioni interpersonali, come ad esempio il timore di essere derisi dagli altri.
Sviluppare progetti che permettano ai ragazzi di essere consapevoli di quanto un
post, un video, un insulto possano ferire o far stare male a tal punto di non voler più
andare a scuola, uscire con gli amici o ancora, come la cronaca ci dimostra,
rinunciare a vivere non solo in senso metaforico, alla luce di questi dati, dev’essere
ancora più fortemente una priorità. Aiutare i ragazzi ad essere consapevoli dei propri
gesti, in particolare online, è fondamentale per prevenire comportamenti aggressivi e
prevaricatori: la collaborazione tra famiglie, scuole, istituzioni, aziende e non profit
è essenziale a far sì che progetti con questi obiettivi vengano ideati, strutturati, e
realizzati con e per i ragazzi in ogni scuola, contesto sportivo, amicale e valoriale in
cui si ritrovano.
3. Cyberbullismo
Il termine bullismo è la traduzione italiana dell'inglese "bullying" e viene definito
come un’oppressione, psicologica o fisica, ripetuta e continuata nel tempo,
perpetuata da una persona più potente nei confronti di un’altra percepita come più
debole (Farrington, 1993). Il fenomeno del bullismo include sia i comportamenti del
persecutore sia quelli della vittima, sia quelli di coloro che guardano e che, con il
loro atteggiamento, possono rinforzare o, al contrario, scoraggiare l’episodio di
bullismo. Rispetto ai normali conflitti fra coetanei, il bullismo è caratterizzato da
alcuni fattori specifici: il bullo intende fare del male all’altro e lo fa ripetutamente
nel tempo, senza alcuna compassione. La sua è una presunta superiorità per un
maggior potere dovuto all'età, alla forza, alla statura, al sesso o alla popolarità di cui
gode nel gruppo di coetanei. Di contro, la vittima è vulnerabile, si sente isolata, ha
paura di raccontare cosa è accaduto perché teme rappresaglie e vendette.
Generalmente, quando un bambino fa di tutto per trovare delle scuse per non andare
a scuola oppure quando ci va con modalità diverse per evitare di incontrare i propri
aguzzini, allora bisogna approfondire la situazione. La vittima di bullismo è spesso
molto tesa e infelice e parla manifestando odio per la scuola. Spesso presenta lividi
o graffi, dice di non avere alcun amico o si rifiuta di raccontare la sua giornata
scolastica.
Il bullismo ha trovato in Internet e nei social network un terreno molto fertile per
affondare le sue radici e crescere in maniera incontrollata e invisibile. Il bullismo è
sempre più spesso “cyber”: telefono/e-mail/chat/social network/SMS sono usati
sempre più spesso per minacciare o intimidire qualcuno7.
Secondo una ricerca europea svolta in Italia da Telefono Azzurro su 5042 studenti di
diverse scuole secondarie di primo e secondo grado, di età compresa tra i 12 e i 18
anni8, un adolescente su tre ha trovato online proprie foto non autorizzate, 1 su 5 ha
trovato proprie foto imbarazzanti; più di 1 su 7 ha trovato online propri video non
autorizzati, più di 1 su 10 ha trovato propri video imbarazzanti.
Le forme di bullismo
Il bullismo si manifesta in tre forme principali. E’ diretto quando si manifesta con
attacchi sia fisici sia verbali nei confronti della vittima; è indiretto quando si
consuma più sul piano psicologico, ad esempio, con l’isolamento sociale e
intenzionale di un minore dal gruppo; è elettronico, quando dal piano reale si sposta
su quello digitale, con la diffusione di sms, e-mail, messaggi in chat, immagini,
mms, video che sono offensivi o non rispettosi della riservatezza e della dignità
altrui. In quest’ultimo caso, si parla di cyberbullismo, fenomeno che rispetto al
bullismo tradizionale si distingue per alcune peculiarità: la difficoltà per la vittima
di risalire al molestatore; l’indebolimento delle remore morali, agevolato dalla
possibilità di celarsi dietro un nickname; l’assenza di limiti spazio temporali nel
senso che il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che questa si collega alla
Rete.
I protagonisti del bullismo
Secondo i dati della ricerca europea, la vittima di bullismo è molto spesso un
bambino o un adolescente molto sensibile, che non risponde alle offese. La vittima
subisce spesso prepotenze per una sua caratteristica particolare (es. disabilità fisica,
peso corporeo, la religione, l’orientamento sessuale); inoltre gli studenti di origine
straniera
tendono
ad
essere
maggiormente
vittimizzati
(30,46%).9
Il bullo è il bambino o il ragazzo che mette in atto prevaricazioni, spesso rafforzato
dal gruppo dei bulli gregari (o bulli passivi), che offrono sostegno anche senza
intervenire direttamente. Il 16,22% dei ragazzi ha ammesso di essere stato un bullo
occasionalmente o ripetutamente10.
Come nel caso delle vittime la percentuale di bulli è più alta nel caso in cui ci siano
problemi familiari. Il 40% dei bulli arrivano da famiglie con problemi di alcolismo.
A differenza delle vittime, molti bulli provengono inoltre da contesti familiari nei
quali vi sono problemi con la legge.
Come per le vittime, la percentuale più alta di bulli si osserva tra studenti che hanno
dichiarato che la relazione con i genitori (51.28%) è pessima. Oltre il 30% dei bulli
vivono in famiglie in cui discussioni e conflitti vengano risolti con comportamenti
violenti.
Il 51% degli intervistati si è trovato ad osservare episodi di bullismo. Gli osservatori
sono tutti quei bambini e ragazzi che assistono agli episodi di bullismo o ne sono a
conoscenza. Quasi sempre, infatti, gli episodi di bullismo avvengono in presenza del
gruppo di coetanei.
Gli osservatori giocano quindi un ruolo molto cruciale, poiché, a seconda del loro
atteggiamento, possono favorire o frenare il dilagare delle prepotenze. Il 54% degli
intervistati afferma di avere aiutato la vittima quando è capitato di assistere ad un
episodio di bullismo. Di contro, però, uno su quattro degli osservatori dichiara di
essere rimasto a guardare senza far nulla, mentre quasi uno su cinque è andato oltre
ignorando quanto stava accadendo11. Chi non interviene lo fa per paura di diventare
nuova vittima del bullo, per indifferenza o perché non sa cosa fare: nel 30,89% dei i
ragazzi temevano le conseguenze dirette, mentre nel 22,74% perché pensavano che
ciò che stava accadendo non fosse un loro problema. È importante però constatare
che nel 35% l’aiuto non è stato offerto perché i ragazzi non sapevano come poter
aiutare la vittima.
La normativa sul bullismo e cyberbullismo
Nell’ordinamento giuridico italiano manca un inquadramento normativo specifico in
materia di bullismo e cyberbullismo. Tuttavia, tale vuoto normativo viene colmato
ricorrendo alle fattispecie esistenti. I comportamenti posti in essere possono
produrre conseguenze sia sul piano civilistico sia su quello penalistico. I reati che si
possono configurare sono: percosse (art. 581 del codice penale), lesione personale
(art. 582 del codice penale), ingiuria (art. 594 del codice penale), diffamazione (art.
595 del codice penale), violenza privata (art. 610 del codice penale), minaccia (art.
612 del codice penale), danneggiamento (art. 635 del codice penale). Se l’autore è
un minore di età ricompresa tra i 14 e i 18 anni, si applicheranno le norme del
processo penale minorile (ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica n.
448 del 22 settembre 1988). Per il minore che, nel momento in cui ha commesso il
fatto, non aveva compiuto i 14 anni, non essendo imputabile per l’ordinamento
giuridico del nostro Paese (art. 97 del codice penale), possono essere adottate misure
rieducative.
Non stupisce quindi che il trend delle richieste di consulenza alle linee e alle chat di
Telefono Azzurro per tutti i fenomeni legati al web sia in aumento da alcuni anni.
Sebbene i dati internazionali (Eukidsonline, 2014) mostrino che l’Italia rimane un
paese in cui, generalmente, gli adolescenti sono a minor rischio di avere cattive
esperienze nella rete, i genitori italiani persistono nell’adottare strategie
repressive/di controllo anziché educative e di mediazione attiva. Limitare l’uso di
internet in modo coercitivo presenta alcuni svantaggi: da un lato si rischia di limitare
anche le opportunità connesse al web di cui i ragazzi potrebbero beneficiare12;
dall’altro, i ragazzi non apprendono come difendersi online – se non da autodidatti e in molti casi intraprendono una navigazione senza le necessarie capacità di
riconoscere i rischi e difendersi dai pericoli.
Diviene quindi fondamentale implementare azioni sinergiche nella direzione di una
più attenta educazione dei giovani all’utilizzo delle nuove tecnologie, capace di
tutelare i ragazzi senza demonizzarne l’utilizzo. Per questo motivo Telefono
Azzurro sostiene e favorisce l’implementazione di azioni di peer education su
questo tema.
4. Che cosa è la peer education
Nella più semplice delle definizioni, la Peer education è "la comunicazione fra
coetaneo e coetaneo" ed indica l'influenza formativa, reciproca e continua, esercitata
tra persone che appartengono al medesimo gruppo. La Peer education può essere
usata in molti contesti, come approccio metodologico volto a rendere i ragazzi
protagonisti del processo formativo. I giovani, in quanto promotori di
apprendimento e di cambiamento di atteggiamenti nei confronti dei loro coetanei,
vengono considerati "esperti" in determinati argomenti.
Si tratta quindi di un approccio educativo che assume l'attività fra pari come un
metodo per diffondere informazioni e sviluppare strategie efficaci tramite un
processo di condivisione di pensieri, assunzione di impegni reciproci e negoziazione
di compromessi che, nel contempo, consente un atteggiamento di apertura verso
nuove idee. Nel dettaglio per Peer Education intendiamo un metodo educativo in
base al quale alcuni membri di un gruppo, dopo essere stati opportunamente
preparati, si reinseriscono nel gruppo per svolgere precise attività con i coetanei. Si
tratta di un sistema molto interessante, perché:
•rende più maturi i peer educator;
•insegna a tutti che il rapporto tra coetanei, pur sempre piacevole, può avere anche
scopi più alti del semplice gioco - passatempo;
•facilita l’apprendimento, in quanto il peer educator è naturalmente in grado di
utilizzare il linguaggio più consono e di adeguare il lavoro alle necessità del gruppo;
•aiuta gli adulti a conoscere meglio le reali dinamiche e le esigenze del gruppo e ad
essere accettato da quest’ultimo non come un estraneo “invasore”, ma come un
adulto amico che è disponibile ad ascoltare senza pregiudizi.
Questo metodo si presenta oggi come uno dei percorsi educativi più promettenti. La
chiave del suo successo è la duplice dimensione in cui si muove: una dimensione
orizzontale, quella dei peer educator e dei ragazzi vicini per età, cultura, interessi
edesperienze, ed una verticale, che si realizza grazie a gente preparata tecnicamente
(educatori, psicologi etc.). La Peer education può quindi essere definita una strategia
educativa volta ad attivare un naturale passaggio di conoscenze, emozioni ed
esperienze da parte di alcuni membri di un gruppo ad altri di pari status, mettendo
così in moto un processo di comunicazione globale che va oltre il modello educativo
e diviene una vera e propria occasione per il singolo adolescente, o il gruppo dei
pari, per discutere liberamente e comunicare. Questo metodo di lavoro segna,
quindi, una "rottura" con i modelli tradizionali centrati sulla figura dell'adulto
esperto e competente, totalmente responsabile del sistema educativo; a tale adulto
non è più riconosciuta la capacità di comprensione degli altri e delle loro
motivazioni, cosa che è invece considerata "naturalmente" presente in un gruppo di
pari che condivide il medesimo ambiente e sistema di vita. Infatti, il ruolo che gli
educatori alla pari giocano all'interno dei propri gruppi di appartenenza fornisce un
rilevante sistema di "modeling" per i propri coetanei. Alla luce di tali considerazioni
è possibile affermare che l'Educazione tra Pari rappresenta oggi uno dei più
significativi modelli di lavoro con e per gli adolescenti; essa riconosce gli
adolescenti quali primari attori nella promozione del loro benessere e nella
realizzazione di azioni di prevenzione di comportamenti a rischio. Il gruppo dei pari
si configura come uno dei principali strumenti attraverso i quali gli adolescenti
realizzano la propria "nascita sociale" in quanto hanno la possibilità di riconoscersi
attraverso l'incontro, lo scontro, il confronto e la dimensione dell'altro.
L’Educazione tra pari è un modello di lavoro potenzialmente più efficace delle
tradizionali politiche d’intervento in quanto viaggia su due traiettorie differenti ma
fortemente legate, giovani ed esperti, unite dagli stessi contenuti ed obiettivi.
L’Educazione tra pari è oggi riconosciuta come un significativo modello di
intervento educativo- preventivo davvero orientato al riconoscimento, alla
valorizzazione ed al protagonismo, capace di assolvere con maggiore probabilità di
efficacia a molti degli obiettivi di prevenzione primaria e promozione; l’Educazione
alla Pari sembrerebbe, infatti, quello maggiormente capace di integrarsi con i
compiti di sviluppo che l’adolescente deve affrontare nelle sue specifiche fasi di
crescita. In definitiva la Peer Education ha la possibilità effettiva di tradursi, a
livello operativo, in un efficace modello di lavoro con gli adolescenti per lo sviluppo
di reali processi di autonomia ed empowerment, attraverso il potenziamento del
lavoro di gruppo quale strategia per lo sviluppo della responsabilità che ciascun
singolo ha nei confronti di se stesso e degli altri all’interno del contesto in cui vive
------------------------Poiché le nuove tecnologie sono entrate nella vita dei ragazzi, che ne sono i
principali fruitori e sperimentatori. Telefono Azzurro ha dovuto adeguarsi a questa
innovazione sociale: dal telefono è passato anche all’aiuto offerto via chat, ha
potenziato il proprio sito internet (www.azzurro.it) - con nuove informazioni e
consigli
sviluppandone
uno
ad
hoc
per
adolescenti
(www.giovaniprotagonisti.azzurro.it), ha aperto un profilo sui principali social
network come Facebook e Twitter.
La tutela dei ragazzi online ha portato Telefono Azzurro a svolgere maggiori
ricerche su questo tema, a partecipare a progetti nazionali e internazionali (come il
progetto Safer Internet Centre II), a stringere rapporti con Aziende che si occupano
di Nuove tecnologie come Google e Facebook, con Dipartimenti di ingegneria
universitari (tra gli altri, quelli dell’Università di Modena e Reggio Emilia e del
Politecnico di Milano), ad occuparsi di policy per la sicurezza online, ad organizzare
convegni e tavoli di lavoro.
Dato il gap generazionale che rende oggi quasi incolmabile il divario tra adulti e
adolescenti in relazione al tema Internet, e poiché l’Europa molto chiaramente
indica la necessità di favorire la partecipazione dei ragazzi in tutte le iniziative che li
riguardano, acquisendone il punto di vista, valorizzandone la creatività, favorendone
la responsabilizzazione, Telefono Azzurro sta includendo sempre più i giovani
all’interno delle proprie progettualità.
Per poter raggiunger questo obiettivo risulta necessario partire da un contesto ben
preciso: la scuola, che in questo preciso momento storico rappresenta una leva
fondamentale e un canale preferenziale per favorire la crescita e il benessere dei
bambini e degli adolescenti. La consapevolezza secondo cui l’istituzione scolastica
rappresenta un osservatorio privilegiato dell’infanzia e dell’adolescenza rinforza la
necessità di promuovere interventi di prevenzione del disagio e di promozione della
salute che raggiungano i minori ma che coinvolgano tutte le figure adulte preposte
alla loro tutela13.
Da qui la valorizzazione del ruolo dei professionisti che compongono la scuola,
quali adulti in grado accogliere i bisogni e le richieste di aiuto di bambini e
adolescenti in situazioni di disagio e dello spazio scolastico come luogo di sostegno
e accompagnamento delle famiglie nel loro compito educativo. La scuola è quindi il
catalizzatore per la Rete fatta da Territorio, Famiglie, Istituzioni.
In questa cornice si inseriscono le attività di sensibilizzazione e prevenzione
primaria per bambini e ragazzi progettate e realizzate da Telefono Azzurro e le
occasioni di aggiornamento per gli insegnanti e di sensibilizzazione per le famiglie.
Al riconoscimento dell’importanza che riveste l’istituzione scolastica come agenzia
educativa e formativa, si unisce la consapevolezza dell’importanza di un
coinvolgimento della popolazione del territorio, che consenta una diffusione più
capillare della cultura della tutela dell’infanzia anche nei contesti extrascolastici.
Sono 607.497 gli studenti del Veneto di cui 134.769 (a.s. 2014/2015) la scuola
secondaria di primo grado e 203.521 la scuola secondaria di secondo grado. (dati
Ufficio scolastico Regionale Veneto14). Il Nord Est rappresenta sicuramente una
perla dell’Italia per quanto concerne l’utilizzo di internet nel contesto scolastico e la
possibilità di frequentare i laboratori informatici (84,5% Dati Eurispes 201215) ma il
dato preoccupante emerge in relazione alle problematiche connesse all’utilizzo di
internet da parte dei più giovani che molto spesso si trovano ad utilizzare questo
strumento in completa autonomia: nel Nordest il 43% dei giovani tra i 15 ed i 24
anni è Internauta e nel 2000 la percentuale era pari al 4%16.
Cresce esponenzialmente la percentuale e crescono i rischi.
Il progetto “Con le maglie della rete” sul territorio della Regione Veneto è rivolto a
tutti i gli adolescenti del territorio e comporta il coinvolgimento attivo con tecniche
idonee a catturarne l’attenzione e l’interesse su queste tematiche fondamentali per le
giovani generazioni, protagoniste del loro futuro. Partire quindi da un territorio con
un alto potenziale di attività realizzate dalle scuole per creare una sperimentazione
attenta ad accompagnare i giovani nel diventare esperi Internauti e che diventino
testimonial delle potenzialità di una rete sicura per ogni età.
Il presente progetto prevede dunque che i ragazzi del servizio civile siano inseriti in
un progetto sperimentale di peer education, che prevede il coinvolgimento dei
ragazzi 14-18 anni a pieno titolo nelle attività ideate per il contesto territoriale, con
l’obiettivo di creare una rete che diventi testimonial dell’uso positivo della rete, che
raccontino ai propri coetanei non solo i rischi ma anche le opportunità che questo
strumento offre ai giovani.
I volontari del servizio civile, affiancati dagli operatori di Telefono Azzurro e dai
volontari, avranno il compito di coinvolgere gli adolescenti della Regione Veneto in
una sperimentazione che li vedrà protagonisti della rete e testimonial della sicurezza
in internet.
In particolare i volontari del servizio civile verranno coinvolti nelle seguenti attività
dell’Associazione:
- gestione del sito per ragazzi www.giovaniprotagonisti.it,
- gestione dei profili FB e Twitter,
- consulenza in chat, su tematiche specifiche (la sicurezza online),
- laboratori nelle scuole rivolti a bambini/ragazzi sul tema delle sicurezza in
Internet,- produzione video e materiali formativi,
- focus group e dibattiti stile “youth forum”,
- realizzare ricerche quantitative e qualitative su tematiche specifiche (in
collaborazione con DOXA)
In aggiunta i volontari saranno coinvolti nello sviluppo locale del progetto di peer
education di Telefono Azzurro, da intendere come un pilot da esportare a livello
nazionale, che prevede alcune tappe:
1. Individuazione dell’area tematica
sperimentazione del progetto
e
delle
aree
geografiche
di
2. Selezione dei peer educators
3. Formazione dei peer educators
4. Sperimentazione / implementazione per 1 anno
5. Valutazione in itinere (monitoraggio e supervisione)
6. Sperimentazione su più ampia scala
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
M. Croce, Gnemmi A. (a cura di), “Peer Education: adolescenti protagonisti nelle prevenzione”, ed.
Franco Angeli, 2006
Boda G. “L’educazione fra pari. Linee guida e percorsi operativi”, ed. Franco Angeli, 2006
-------------------------
6.2
Identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto
L’intervanto va ad incidere in maniera esplicita e mirata sui seguenti destinatari,
target del nostro progetto:
Destinatari diretti
Adolescenti: alla Scuola Secondaria di Primo e secondo Grado e sono differenziati
per fasce d’età, nel rispetto delle esigenze che caratterizzano i destinatari nelle
diverse fasi dello sviluppo.
Età:14-18 anni
Numero previsto di destinatari coinvolti: circa 5000
Beneficiari indiretti ovvero soggetti che favoriti indirettamente dall’impatto del
progetto:
Genitori: Telefono Azzurro ritiene fondamentale coinvolgere i genitori per garantire
la tutela dei minori. Vengono proposte attività di informazione e sensibilizzazione
sui
seguenti
temi:


"IL FENOMENO DEL BULLISMO"
"SICUREZZA E USO CONSAPEVOLE DI INTERNET"
Numero previsto di beneficiari indiretti coinvolti: circa 1000
Corpo Docente: Gli incontri vertono su alcune delle problematiche concernenti
l’infanzia e l’adolescenza e sono destinati agli insegnanti di Scuola Primaria e
Secondaria di primo grado e riguardano i seguenti temi:


"IL FENOMENO DEL BULLISMO"
"SICUREZZA E USO CONSAPEVOLE DI INTERNET"
Numero previsto di beneficiari indiretti coinvolti: circa 2000
SITUAZIONE PREGRESSA:
Per quanto riguarda la fascia destinataria del progetto (14-18), Telefono Azzurro
svolge le attività “ormai” istituzionali nelle scuole e nei centri di ascolto. Il
programma Giovani Protagonisti, che si intende implementare con le azioni previste
dal progetto, è uno dei più recenti e l’apporto dei giovani volontari in servizio civile
è da ritenere molto importante, perché permette di ridurre il gap generazionale che
spesso si incontra nelle azioni rivolte a minori da parte di operatori adulti.
7) Obiettivi del progetto:
Il presente progetto, coerentemente con il dettato del comma e) dell’articolo 1 della
legge 64/2001, assume come finalità generale il contribuire alla formazione civica,
sociale, culturale e professionale dei giovani che svolgeranno il servizio civile. Per
questo motivo, non solo la formazione (generale e specifica) ma anche l’intero corpo
delle attività previste sono immaginati come un unico percorso trasversale di
formazione valoriale e di apprendistato, teso a concretizzare una esperienza di
cittadinanza, di solidarietà, di comunità e di impegno.”
Obiettivi generali del progetto
Il Progetto “Tra le maglie della rete” si allinea alla politica adottata da Telefono
Azzurro in questi anni, ossia quella di mirare alla prevalente funzione pedagogica
del Servizio Civile Nazionale, affermando l’impegno alla realizzazione delle
condizioni fondamentali affinché l’esperienza proposta abbia come finalità ultime:
l’attenzione ai giovani coinvolti nel progetto, i bisogni del territorio in cui si
inserisce, l’impatto sulla società civile.
Obiettivi generali
- Apprendere a riconoscere ed esprimere le emozioni;
- Potenziare le competenze emotive, comunicative e relazionali degli adolescenti;
- Sviluppare l’empatia verso l’altro;
- Analizzare e comprendere il fenomeno del bullismo, le sue manifestazioni ed i
vissuti correlati;
- Promuovere la capacità degli adolescenti di trovare possibili soluzioni al
problema.
- Attivare un processo di cambiamento che interessi non solo gli adolescenti
direttamente coinvolti in episodi di bullismo, ma anche il gruppo dei pari come
possibili “agenti” di cambiamento, considerando che ogni persona ha delle
risorse positive che può impiegare per aiutare a contrastare il fenomeno;
- Ridurre l’incidenza del fenomeno del bullismo nei territori coinvolti
- Spiegare le regole di sicurezza ed il concetto di emergenza
- Diffondere i servizi di ascolto ed aiuto rivolti agli adolescenti
- Promuovere nei ragazzi la capacità di comprendere e gestire le potenzialità e le
insidie della rete.
- Fornire ai ragazzi strumenti adeguati per riconoscere le situazioni di rischio
legate alla navigazione in Internet;
- Stimolare i ragazzi ad essere promotori di strategie appropriate per la sicurezza
personale durante la navigazione;
- Favorire la conoscenza delle agenzie garanti della sicurezza in Internet;
- Ridurre l’incidenza di rischi collegati all’uso improprio delle nuove tecnologie.
Obiettivi specifici del progetto
L’analisi del contesto ha permesso di rilevare alcuni principali elementi di criticità
che hanno portato a definire due obiettivi progettuali di seguito riportati.
OBIETTIVO 1
Incrementare la realizzazione di interventi di peer
education rivolti agli adolescenti
OBIETTIVO 2
Incrementare il numero di adulti (insegnanti e genitori)
coinvolte nelle attività di promozione degli interventi di
peer education
OBIETTIVI
BISOGNI
1. Incrementare la
realizzazione di
interventi di
prevenzione al
fenomeno del
bullismo, di
conoscenza della
tematica
dell’Emergenza e
della conoscenza
della linea
116.000 sui
minori scomparsi,
rivolti a bambini
ed adolescenti.
Migliorare la
capacità di risposta
alle richieste di
interventi peer
education
provenienti dai
giovani dei territori
2. Incrementare il
numero di adulti
(insegnanti e
genitori) coinvolte
nelle attività di
sensibilizzazione
previste nei
laboratori di
Educazione alla
Pace.
Aumentare la
consapevolezza degli
adulti di riferimento,
insegnanti e genitori,
relativamente ai
fattori di rischio
presenti nei nuovi
media
.
INDICATORI di
contesto della
situazione di
partenza
Confronto fra la
percentuale di
risposta raggiunta
nel territorio,
nell’anno
precedente e
quella raggiunta
nei 12 mesi di
attuazione del
progetto
RISULTATI
ATTESI
Confronto fra il
numero di famiglie
raggiunte
annualmente in
media nell’anno
precedente e quello
raggiunto nei 12
mesi di attuazione
del progetto
Coinvolgere
negli interventi
educativi almeno
3000 fra
insegnanti e
genitori.
Coinvolgere
negli interventi
educativi circa
5000 giovani nel
territorio
Obiettivi per i volontari in servizio civile
Il progetto intende attuare interventi di servizio civile innovativi e qualificati
finalizzati al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
- che fornisca ai giovani che svolgeranno il Servizio Civile, un’opportunità formativa
che non si limiti all’apprendimento di strumenti spendibili successivamente nel
mondo del lavoro, ma che si offra come momento di educazione alla cittadinanza
attiva, alla solidarietà e al volontariato;
- che sia un’occasione di conoscere il territorio e i suoi servizi, come fornitore e non
solo fruitore;
- che garantisca, con l’utilizzo di risorse umane – giovani, motivati e formati – il
miglioramento della qualità e quantità dei servizi resi;
- che favorisca e veicoli le scelte dei giovani attraverso un Servizio Civile strutturato
sui principi di gratuità, impegno civile, solidarietà e sussidiarietà;
- che permetta a quelle fasce di giovani che si trovano in situazione di disagio e bassa
scolarità, di svolgere un servizio fortemente motivato e stimolato a: conoscere,
approfondire e apprendere, valutare il proseguimento degli studi e/o consolidare le
conoscenze già acquisite.
- L’affiancamento dei volontari nell’attività dell’associazione, garantisce una qualità
maggiore dei servizi offerti e permette contemporaneamente al volontario di acquisire
una serie di competenze, quali:
- Conoscenza di una metodologia per promuovere i diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza, per contribuire a creare una società che concretamente rispetti i
bambini e gli adolescenti, in linea con i principi sanciti nella Convenzione ONU del
1989.
- Capacità di collaborazione all’opera di aggiornamento per gli insegnanti e
collaborazione con le scuole promuovendo percorsi educativi per bambini e ragazzi.
- Conoscenza del fenomeno del bullismo e competenze inerenti i ragazzi direttamente
coinvolti in episodi di prepotenza - in posizione di bulli o vittime - ma anche agli altri
compagni quali “agenti di cambiamento”.
- Capacità di far leva sulle risorse positive e le capacità dei bambini e dei ragazzi di
provare empatia nei confronti dei compagni in difficoltà e di chiedere aiuto ad adulti
di cui si fidano.
- Conoscenza delle caratteristiche della percezione dei bambini e dei ragazzi rispetto
alle situazioni in cui la loro vita, così come quella di altri bambini o adolescenti, può
essere in pericolo o a rischio di trauma.
- Competenze su come ci si comporta di fronte alla paura e alla richiesta di aiuto.
L’intervento dei volontari previsto finalizzato alla promozione degli eventi culturali,
eventi, seminari ecc., potrà essere di supporto e incrementare le opportunità già
offerte ai cittadini e/o attuarne altre ex novo;
I volontari avranno soprattutto una possibilità unica di confrontarsi con il mondo
dei diritti dei bambini e di esperienze di abuso, e soprattutto di interagire con
attività
che
da
trent’anni operano
per
prevenire
tali
episodi.
8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le
attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in
servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo
che quantitativo:
8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Per il raggiungimento degli obiettivi elencati il presente progetto vede lì
implementazione delle seguenti azioni:
I AZIONE - Accoglienza del volontario in servizio civile nell’ambito della
Struttura.
Periodo: prima settimana
Attività:
1. Riunione di equipe fra personale professionista, volontari dell’Ente e
volontari in servizio civile nel corso della quale saranno fornite al volontario
SCV le informazioni utili e le regole generali di convivenza per meglio
conoscere l’Associazione in cui sta entrando (i regolamenti,
l’organizzazione, gli obiettivi, i rapporti funzionali e gerarchici che regolano
la struttura), il gruppo ed il lavoro a cui è destinato, i suoi diritti e doveri
anche attraverso la consegna di materiale informativo;
2. In questa fase avviene, inoltre, la presentazione fra il volontario SCV e
l’Operatore Locale di Progetto.
L’OLP fornirà al volontario in servizio civile il turnario mensile e la
programmazione esplicativa la fase di inserimento;
3. Viene effettuata una visita orientativa della struttura ed illustrati spazi,
strumenti e loro funzioni;
4. Sarà infine assegnata al volontario la postazione che occuperà per la durata
del SCV.
II AZIONE - Inserimento e addestramento dei volontari in servizio civile.
Periodo: primi due mesi
Attività:
1. Si prevedono incontri mensili in equipe con focus prevalente sul compito
(confronto ed analisi del lavoro svolto e delle criticità emerse) e riunioni
bimestrali, o su richiesta del volontario, con obiettivi di
monitoraggio/potenziamento della motivazione e focus sulle relazioni. Le
riunioni di micro-equipe riguarderanno la preparazione e valutazione degli
interventi. Sono previsti colloqui di raffronto continuo con l’OLP. Sarà
inoltre disponibile, sia in fase di training sia in fase di assunzione
dell’autonomia di ruolo, il sostegno dello psicologo.
2. Erogazione della formazione generale. In questa fase l’attività formativa
tratterà un ulteriore modulo inerente: la storia, la mission, gli obiettivi, i
principi e le caratteristiche dell’Ente, l’organizzazione e le modalità
operative del Centro Territoriale.
3. Erogazione della formazione specifica relativa agli interventi educativi. I
moduli costitutivi la formazione specifica hanno sia obiettivi formativi di
conoscenza (argomenti, metodi, procedure, attività, rete istituzionale) sia
obiettivi formativi inerenti l’acquisizione di comportamenti (attività di team
building, potenziamento delle capacità di lavorare in equipe e in rete)
necessari a garantire un adeguato livello di efficacia degli interventi. Più
precisamente ci si riferisce all’apprendimento di:
Capacità utili alla gestione della fase di accoglienza dell’utenza,
dell’organizzare della richiesta pervenuta; della logistica durante la
realizzazione dell’intervento;
- Competenze adeguate: alla partecipazione attiva nella progettazione e
realizzazione del materiale educativo necessario per la messa in opera degli
interventi e alla collaborazione qualificata nella co-conduzione degli stessi;
- Conoscenze di contenuto riguardanti: l’organizzazione del territorio di
attuazione e l’articolazione dei servizi; gli interventi di prevenzione primaria
e le specifiche tematiche inerenti le aree di intervento (l’alfabetizzazione
emotiva, la relazione, l’abuso e il maltrattamento, il fenomeno del bullismo);
e conoscenze di processo finalizzate ad una corretta gestione delle
dinamiche emergenti nell’interazione con i bambini e con la classe nel corso
degli interventi (lo sviluppo in età evolutiva, la comunicazione efficace, il
riconoscimento e gestione delle dinamiche interpersonali e di gruppo, la
gestione del conflitto, ecc.).
4. Training on the job. Si riferisce all’affiancamento del volontario in servizio
civile all’operatore professionista, in fase di promozione/gestione della
domanda/erogazione dell’intervento, con ruolo iniziale di osservatore ed una
progressiva assunzione di un ruolo attivo. Il volontario opererà in
affiancamento verificando sul campo il percorso laboratoriale - laboratorio di
educazione relazionale affettiva, laboratorio di prevenzione al fenomeno del
bullismo – sperimentando: le peculiarità, inerenti lo specifico tema trattato,
le abilità trasversali di gestione dei percorsi educativi e delle dinamiche
interpersonali e di gruppo.
5. Valutazione finale dell’inserimento e addestramento. L’OLP con la
collaborazione del volontario in servizio civile valuta il processo di
inserimento ed addestramento attraverso: la compilazione di una scheda di
autovalutazione da parte del volontario e un incontro di verifica e
restituzione da parte dell’OLP.
III AZIONE - Operatività dell’equipe negli interventi educativi.
Periodo: nei dodici mesi di attuazione del progetto.
Attività:
1. Si prevedono incontri mensili in equipe con focus prevalente sul compito
(confronto ed analisi del lavoro svolto e delle criticità emerse nel corso di
laboratori realizzati) e riunioni bimestrali, o su richiesta del volontario, con
obiettivi di monitoraggio/potenziamento della motivazione e focus sulle
relazioni. Le riunioni di micro-equipe riguarderanno la preparazione e
valutazione dei laboratori. Sono previsti colloqui di raffronto continuo con
l’OLP.
Sarà inoltre disponibile, sia in fase di training sia in fase di
assunzione dell’autonomia di ruolo, il sostegno dello psicologo.
2. Promozione degli interventi peer to peer sul territorio. La diffusione
degli interventi è ancorata all’efficacia dell’attività preliminare di
promozione del servizio. Per essere efficace la promozione deve possedere
alcune fondamentali caratteristiche: chiarezza relativamente agli scopi,
obiettivi e limiti dell’intervento proposto; essere capillare, diversificata e
continua. Infine l’attività prevede: la revisione, l’aggiornamento,
l’adattamento del materiale informativo rispetto agli interventi Peer to
Peer (lettere di presentazione, opuscoli informativi, opuscoli descrittivi,
schede di adesione, comunicati, ecc) e l’utilizzo di tutti gli strumenti che la
rete offre: sito istituzionale, social network, mailing list, whatsup, ecc. La
fase successiva dell’attività di promozione si declina nella diffusione del
materiale informativo e prevede la presa di contatto con i giovani.
L’attività di promozione viene attuata anche centralmente, su scala
nazionale, attraverso i canali dell’associazione: il sito internet, il periodico e
le iniziative dell’area comunicazione.
IV AZIONE - Valutazione in itinere dell’andamento del progetto
Periodo: dal quarto mese di attuazione del progetto.
Attività:
1. Si prevedono incontri mensili in equipe con focus prevalente sul compito
(confronto ed analisi del lavoro svolto in aula e delle criticità emerse nel
corso di laboratori realizzati) e riunioni bimestrali, o su richiesta del
volontario, con obiettivi di monitoraggio/potenziamento della motivazione e
focus sulle relazioni. Le riunioni di micro-equipe riguarderanno la
preparazione e valutazione dei laboratori. Sono previsti colloqui di raffronto
continuo con l’OLP. Sarà inoltre disponibile, sia in fase di training sia in
fase di assunzione dell’autonomia di ruolo, il sostegno dello psicologo.
2. A partire dal quarto mese, durante le riunioni di équipe a cui partecipa tutto
il personale del centro, si procederà all’analisi critica di ogni fase e dei
risultati dell’intervento erogato. Si valuterà il generale andamento
quantitativo e qualitativo degli interventi, sulla base di indicatori
oggettivamente verificabili (numero di laboratori portati a termine, calcolo
del valore di incremento dei laboratori, rilevazione del livello di
apprendimento riscontrato negli alunni durante ed al termine del
laboratorio, ecc.) e tramite i dati provenienti dai mezzi di verifica
(osservazioni, questionari, colloqui) somministrati. Il medesimo
procedimento sarà applicato al monitoraggio dell’andamento del singolo
laboratorio, per permettere di effettuare le eventuali rielaborazioni della
strategia o la revisione dei contenuti. Gli incontri periodici per l’analisi
dettagliata dell’andamento dei progetti permetteranno di individuare e di
intervenire sulle diverse variabili che ne stanno condizionando gli esiti.
3. Parallelamente alla valutazione dell’efficacia ed efficienza degli interventi
erogati, si procederà, avvalendosi di colloqui individuali, somministrazione
di questionari, riunioni del gruppo di lavoro, ad un monitoraggio costante del
livello di soddisfazione, motivazione, apprendimento e rendimento del
volontario in servizio civile sia rispetto al compito sia rispetto alle relazioni
all’interno dell’equipe.
V AZIONE - Valutazione finale dei risultati del progetto ed accompagnamento del
volontario alla conclusione del percorso di servizio civile.
Periodo: ultima settimana di attuazione del progetto.
Attività:
1. Stesura da parte dei volontari in servizio civile di un report dettagliato che
illustri, sia da un punto di vista sia quantitativo sia qualitativo, le attività
svolte, gli obiettivi e i beneficiari raggiunti, criticità e suggerimenti.
2. Somministrazione degli strumenti per la verifica e la valutazione
dell’esperienza di servizio civile nel contesto del progetto Interventi
Educativi nella Scuola dell’obbligo.
3. Riunione di equipe conclusiva si procederà all’analisi dei risultati del
progetto, rifacendosi ai dati raccolti e trattati nella fase di monitoraggio
continuo. In particolare si valuterà se gli obiettivi, così come indicati al punto
7, siano stati raggiunti. Si esamineranno i punti di forza ed i punti deboli del
servizio offerto. Infine, l’incontro comprenderà un momento di follow up
relativo all’esperienza di Servizio Civile Volontario portata a termine.
Diagramma di Gantt.
Azioni
Attività
- riunione di
equipe;
- colloquio con
OLP;
visita
di
orientamento
della struttura.
- presa possesso
della postazione.
erogazione
Inserimento
e addestramento
dei della formazione
volontari in servizio generale;
civile.
(primi due mesi)
erogazione
della formazione
specifica;
attività
in
affiancamento;
- riunioni di
equipe e microequipe;
Accoglienza
del
volontario in servizio
civile
nell’ambito
della Struttura.
(prima settimana)
I
- supervisione
individuale;
- colloqui di
II
sostegno.
promozione
Operatività
dell’equipe
negli degli interventi
III interventi educativi.
sul territorio;
(dodici
mesi
del - gestione della
progetto)
domanda;
erogazione
degli interventi
(preparazione
dei
laboratori;
erogazione
dei
laboratori);
- riunioni di
Mesi
1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12°
equipe
e
microequipe.
supervisioni
individuali.
Valutazione in itinere - monitoraggio
dell’andamento
del dell’andamento
progetto
del progetto;
(dal quarto mese)
- monitoraggio
dell’andamento
del laboratorio e
valutazione del
laboratorio;
- monitoraggio
del livello di
motivazione,
soddisfazione ed
efficienza
del
IV
volontario.
Valutazione
finale - stesura report
dei
risultati
del conclusivo del
progetto
ed progetto;
accompagnamento
del volontario alla
conclusione
del
percorso di servizio
civile.
(ultima settimana)
- valutazione del
proprio percorso
(compilazione
strumenti
autovalutazione);
colloquio
conclusivo con
l’OLP;
- riunione di
equipe finale.
V
8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste,
con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette
attività
Per ogni sede
Personale
coinvolto
Titolo
di studio e/o
esperienza nel
Tipologia di
contratto (se
volontario
o dipendente)
Ruolo nel progetto
campo
1 Esperto
psicologo
Laurea in
Psicologia (v.o.)
Di Consulenza
(libera
professionista)
5
Volontari
Volontari
dell’area settore
educazione
Volontari
4 Studenti
Tirocinanti
Studenti presso
l’Università degli
studi di torio (sc.
Formazione)
Volontari
Olp del progetto
Co-progettazione e
Realizzazione degli
interventi ludicoeducativi con i
minori (attività
presso le scuole e
eventi)
Co-progettazione e
Realizzazione degli
interventi ludicoeducativi con i
minori (attività
presso le scuole e
eventi)
Tipologia di
impiego e la
specifica attività
con i volontari e
numero di ore di
lavoro settimanali
Ore di lav.: 30
Supervisione e
affiancamento
specifico attività
laboratoriali
Realizzazione delle
attività a scuola e
ludico-educative.
Supporto nella
preparazione delle
attività del settore
Educazione.
Realizzazione delle
attività a scuola e
ludico-educative.
Supporto nella
preparazione delle
attività del settore
Educazione.
8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
L’esperienza di servizio civile legata al presente progetto si sviluppa attraverso
cinque azioni definite da una serie di attività rispetto alle quali il volontario assume
di volta in volta uno specifico ruolo al fine di acquisire prima e porre in essere poi la
sua piena operatività.
Nel corso dei 12 mesi il volontario seguirà un percorso progressivo che lo vedrà
rivestire i seguenti ruoli:
- volontario in inserimento;
- volontario in formazione;
- volontario in training;
- volontario operativo;
- volontario in accompagnamento.
Di seguito saranno dettagliate le mansioni svolte dal volontario e riferite ai differenti
ruoli rivestiti nel contesto delle azioni e attività del progetto, sopra descritte nel
dettaglio, suddivise per le tre aree di intervento.
AZIONE 1. Accoglienza del volontario in servizio civile.
Ruolo: volontario in inserimento.
Mansioni: partecipazione alla riunione di equipe; partecipazione al colloquio
individuale;
discente.
Il volontario SCV partecipa alla prima riunione con l’equipe del Centro, prende
parte attivamente al modulo di start up e conosce i professionisti ed i volontari
dell’Ente con i quali collaborerà: i ruoli, le competenze e le funzioni in relazione al
proprio inserimento ed attività future. Il volontario SCV riceve le informazioni su: i
regolamenti; l’organizzazione; gli obiettivi; i rapporti funzionali e gerarchici, i diritti
e doveri che sono propri del ruolo che andrà a rivestire. Infine, si vede consegnare
un manuale che puntualizza quanto illustrato durante la riunione.
Il volontario in servizio civile visita la struttura e prende visione della localizzazione
delle apparecchiature e degli strumenti di cui farà uso, comprendendone lo scopo ed
il funzionamento.
Riceve inoltre materiale informativo circa gli aspetti di gestione ordinaria della sede
e i suoi compiti rispetto ad essa, il turnario e la programmazione che lo coinvolgerà
per il mese successivo.
Procede allo studio del materiale di cui è in possesso ed all’acquisizione delle
informazioni trasmessegli.
Nel contempo il volontario fa la conoscenza dell’Operatore Locale di Progetto
attraverso un colloquio individuale.
In ogni fase dell’esperienza di servizio civile, nel contesto del progetto, il volontario
potrà usufruire di incontri individuali di supervisione, stabiliti dall’OLP o da esso
richiesti, e del confronto con uno psicologo.
AZIONE 2. Inserimento e addestramento del volontario in servizio civile
Ruolo: volontario in formazione/training
Mansioni: Discente; Osservatore; partecipazione alle riunioni di equipe e
microequipe; affiancamento nella promozione dell’offerta; affiancamento nella
gestione della domanda; affiancamento nell’erogazione del laboratorio; compiti di
gestione ordinaria di sua competenza.
Nel corso dei primi due mesi del progetto il volontario in servizio civile parteciperà
ai moduli di formazione generale. Nello stesso periodo, a seguito della formazione
ricevuta, il volontario opererà in affiancamento all’operatore professionista
nell’erogazione del servizio sperimentandone tutte le diverse fasi (promozione,
gestione della domanda, realizzazione del laboratorio, valutazione del servizio e
monitoraggio del progetto), verificando e consolidando quanto appreso in aula. Oltre
che alle giornate di formazione, alle riunioni di equipe, il volontario in servizio
civile parteciperà, alle micro-equipe del team di cui farà parte. Assisterà alla microequipe organizzativa, preliminare ad ogni laboratorio, assistendo al processo
gestionale inerente il successivo lavoro laboratoriale (suddivisione delle attività,
distribuzione dei compiti, organizzazione della realizzazione del materiale,
definizione dei tempi, ecc.). Con la supervisione degli operatori e dell’OLP
provvederà a definire il piano di messa in opera, la realizzazione dei materiali del
laboratorio e la loro organizzazione per il trasporto. Affiancherà l’operatore durante
l’erogazione degli incontri, sperimentando tutti i format (sia di educazione
relazionale affettiva sia di prevenzione del bullismo) e i target previsti (14-16 e 1618). Dopo ogni incontro parteciperà alla micro-equipe di verifica dell’andamento del
laboratorio, prenderà nota delle osservazioni ed eventuali revisioni, compilerà lo
strumento di verifica in itinere. A cadenza bimestrale prenderà parte alle riunioni
con tutto il gruppo di lavoro del Centro. Gli incontri, con focus sulle relazioni
permetteranno di vagliare il grado di soddisfazione del gruppo di lavoro e dei singoli
membri, affrontando ed appianando eventuali criticità. Diversamente, a cadenza
mensile, il volontario parteciperà alla riunione di equipe con focus sul compito,
durante la quale avrà la responsabilità della compilazione della scheda di
monitoraggio per valutare l’andamento dell’intero progetto (efficacia, efficienza,
valutazione degli strumenti), è coinvolto nel confronto relativo ai punti di forza, ai
punti deboli, alle strategie di fronteggiamento. In tale contesto si opererà anche la
valutazione finale dei laboratori attraverso i risultati dell’analisi dei dati, effettuata
dal volontario SCV, raccolti con i reattivi somministrati a bambini ed adulti. Al
volontario sono garantite la costante supervisione dell’OLP ed il supporto
tecnico/organizzativo dei professionisti del settore educazione.
Il volontario affiancherà gli operatori, non solo nella fase di erogazione ma anche di
gestione della domanda (con attività di front line e di aggiornamento del calendario)
e di promozione delle iniziative e servizi (svolgendo attività di preparazione e
diffusione di materiale) apprendendone le dinamiche e consolidando le competenze.
Si occuperà della reportistica e conserverà i compiti di gestione ordinaria come
indicato al paragrafo precedente.
III AZIONE - Operatività dell’equipe negli interventi educativi.
Periodo: nei dodici mesi di attuazione del progetto.
Ruolo: volontario operativo.
Mansioni: attività di promozione, accoglienza della richiesta; gestione della
programmazione; co-conduzione dei laboratori; partecipazione alle riunioni di
equipe
(bimestrali
e
mensili);
partecipazione
alle
micro-equipe
(settimanali);compiti di gestione ordinaria.
Trascorsi i due mesi di formazione ed affiancamento, per l’intera durata del progetto
il volontario in servizio civile parteciperà attivamente all’implementazione degli
interventi raggiungendo un sempre maggiore margine di autonomia nell’esecuzione
dei seguenti compiti:
-collaborazione all’adattamento del materiale per la promozione e
organizzazione/cura della diffusione dell’informazione;
- gestione delle richieste e collaborazione nella fase di analisi della domanda;
- collaborazione alla stesura del calendario laboratori;
- realizzazione del materiale per i laboratori;
- co-gestione degli incontri;
- partecipazione attiva alle equipe e microequipe di preparazione e valutazione dei
laboratori;
Il volontario in servizio civile proseguirà autonomamente, così come indicato al
paragrafo precedente, i compiti di gestione ordinaria affidatigli e parteciperà agli
incontri individuali di supervisione (a cadenza variabile su richiesta dell’OLP o del
volontario).
IV AZIONE - Valutazione in itinere dell’andamento del progetto
Periodo: dal quarto mese di attuazione del progetto.
Ruolo: volontario in inserimento.
Mansioni: partecipazione alle equipe e micro-equipe; inserimento e analisi dei
dati; stesura della reportistica; compilazione e archiviazione delle schede di
monitoraggio; compiti di gestione ordinaria.
Trascorsi i due mesi di formazione ed affiancamento, per l’intera durata del progetto
il volontario in servizio civile parteciperà attivamente all’implementazione degli
interventi raggiungendo un sempre maggiore margine di autonomia nell’esecuzione
dei seguenti compiti:
- partecipazione attiva alle equipe e microequipe di monitoraggio e valutazione dei
laboratori e dell’andamento del progetto nell’insieme;
- collaborazione all’esame critico degli strumenti di monitoraggio e valutazione;
- inserimento, analisi dei dati e stesura della reportistica;
- archiviazione della documentazione relativa alle valutazione dei laboratori e al
monitoraggio;
Il volontario in servizio civile proseguirà autonomamente, così come indicato al
paragrafo precedente, i compiti di gestione ordinaria affidatigli e parteciperà agli
incontri individuali di supervisione (a cadenza variabile su richiesta dell’OLP o del
volontario).
V AZIONE - Valutazione finale dei risultati del progetto ed accompagnamento del
volontario alla conclusione del percorso di servizio civile.
Periodo: ultima settimana di attuazione del progetto.
Ruolo: volontario in accompagnamento.
Mansioni: stesura del report finale del progetto; partecipazione all’equipe
conclusiva; partecipazione al colloquio di restituzione; valutazione dell’esperienza
di servizio civile.
Il volontario in servizio civile stenderà il report dettagliato, sia da un punto di vista
quantitativo sia qualitativo, delle attività svolte, dettagliando gli obiettivi, i
destinatari e i beneficiari raggiunti, le criticità e i suggerimenti che ritiene utili.
Concluderà, in collaborazione con gli operatori, la fase di valutazione del progetto e
redigerà i documenti richiesti.
Parteciperà all’iter di valutazione dell’esperienza di servizio civile nel contesto del
progetto e compilerà i reattivi somministrati.
Parteciperà alla riunione di equipe conclusiva dove saranno condivisi e discussi gli
esiti sia della valutazione dei risultati del progetto, in relazione all’efficacia ed
efficienza del servizio erogato (in particolare si valuterà se i risultati attesi, così
come indicati al punto 7, siano stati raggiunti), sia in relazione alla validità
dell’esperienza individuale e di gruppo portata a termine.
Il percorso si conclude con un incontro individuale di restituzione da parte dell’OLP
e la compilazione del questionario di valutazione da parte dal volontario SCV.
Durante tutte le fasi del progetto “Tra le maglie della rete” i volontari in servizio
civile avranno la possibilità concreta di partecipare ad azioni rivolte a giovani
coetanei o giovani “poco più piccoli” di loro contribuendo a:
formare, monitorare, supervisionare adolescenti inseriti nelle seguenti attività
dell’Associazione:
- gestione del sito per ragazzi www.giovaniprotagonisti.it
- gestione dei profili FB e Twitter;
- consulenza in chat, su tematiche specifiche (la sicurezza online);
- laboratori nelle scuole rivolti a bambini/ragazzi sul tema delle sicurezza in
Internet;
- produzione video e materiali formativi;
- focus group e dibattiti stile “youth forum”;
- realizzare ricerche quantitative e qualitative su tematiche specifiche (in
collaborazione con DOXA);
I volontari saranno coinvolti anche nello sviluppo regionale del progetto di peer
education di Telefono Azzurro che prevede alcune tappe:
1. Individuazione dell’area tematica e delle aree geografiche di sperimentazione
del progetto
2. Selezione dei peer educators
3. Formazione dei peer educators
4. Sperimentazione / implementazione per 1 anno
5. Valutazione in itinere (monitoraggio e supervisione)
6. Sperimentazione su più ampia scala
9)
Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
10) Numero posti con vitto e alloggio:
11) Numero posti senza vitto e alloggio:
6
0
6
12) Numero posti con solo vitto:
0
13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6):
15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:
1400
5
-
-
-
Mantenere una condotta irreprensibile nei confronti degli utenti. Il volontario
dovrà quindi mantenere la riservatezza su fatti e circostanze riguardanti il
servizio e delle quali abbia avuto notizie durante l’espletamento o comunque
in funzione delle stesse.
E’ richiesta la riservatezza sui documenti e dati visionati; in particolare
occorre osservare gli obblighi previsti dalla Legge 196/2003 sulla Privacy in
merito ai trattamenti dei dati personali.
Visto il contatto diretto e continuo con l’utenza sono richieste buone doti di
socievolezza, gentilezza e cortesia.
E’ richiesta inoltre una particolare disponibilità ai rapporti interpersonali ed
al lavoro di équipe.
Si impegna inoltre:
- a non divulgare informazioni raccolte su Telefono Azzurro soggette a
riservatezza;
- a mantenere una doverosa riservatezza in ordine alle notizie e ai fatti dei
quali venga a conoscenza, in occasione dell’esecuzione del presente incarico,
riguardante persone, organizzazioni o Enti ed in particolare per quanto
attiene a qualsiasi dato relativo ai minori o alle loro famiglie;
- ad accettare e rispettare i principi dello Statuto di Telefono Azzurro;
- di evitare comportamenti che in qualsiasi modo ostacolino la realizzazione
dei principi e delle finalità di Telefono Azzurro;
- a comunicare la propria assenza alla segreteria, con un preavviso sufficiente
e compatibilmente con le ragioni dell’assenza, consapevole del fatto che un
diverso comportamento porterebbe danno al servizio e ai bambini che ne
usufruiscono
“ALLEGATO 2”
All’ Ente/Sede periferica..……………………………………..
Via……………………………………………….., n…….
c.a.p………….Località....................................……(…….)
DOMANDA DI AMMISSIONE AL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE
Il/La sottoscritto/a:
Cognome……………………………………...…..…… Nome ………………………………………
CHIEDE
di essere ammesso/a a prestare servizio civile a titolo volontario presso codesto Ente, presso
la sede di
(*)……………………………………………………………………………………………….
per il seguente progetto: ………………………………………………………………………………
A tal fine, ai sensi e per gli effetti delle disposizioni contenute negli artt. 46 e 47 del decreto del
Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n° 445 e consapevole delle conseguenze derivanti
da dichiarazioni mendaci ai sensi dell’art. 76 del predetto D.P.R. n° 445/2000, sotto la propria
responsabilità
DICHIARA
- di essere nato/a: ………………………………………… Stato: …………………………………
il………………………….. di possedere la cittadinanza dello Stato……………………………….
Cod. Fisc. ……………………………. e di essere residente a …….………….………… Prov……..
in via……………………………………………………….……… n…… cap……….
Telefono.......……....………….. indirizzo e-mail …………………………………………………….
Stato civile…………………...
- di essere (barrare la voce che interessa):
o cittadino dell’Unione europea;
o cittadino non comunitario regolarmente soggiornante;
- di non aver riportato condanna anche non definitiva alla pena della reclusione superiore ad un
anno per delitto non colposo ovvero ad una pena della reclusione anche di entità inferiore per un
delitto contro la persona o concernente detenzione, uso, porto trasporto, importazione o
esportazione illecita di armi o materie esplodenti ovvero per delitti riguardanti l’appartenenza o il
favoreggiamento a gruppi eversivi, terroristici, o di criminalità organizzata;
__________
(*) Indicazione da fornire in presenza di progetti articolati su più sedi di attuazione anche se situate nello
stesso Comune.
DICHIARA INOLTRE
(cancellare la dizione che non interessa)
- di essere disponibile / di non essere disponibile, qualora in seguito alle selezioni effettuate risulti
idoneo non selezionato ad essere assegnato al progetto di servizio civile prescelto anche in posti resi
disponibili successivamente al termine delle procedure selettive, a seguito di rinuncia o
impedimento da parte dei volontari già avviati al servizio;
- di essere disponibile / di non essere disponibile, qualora in seguito alle selezioni effettuate risulti
idoneo non selezionato, ad essere assegnato a qualsiasi altro progetto di servizio civile contenuto
nel presente bando presentato dalla stesso ente che abbia, al termine delle procedure selettive, posti
disponibili o che si siano resi successivamente disponibili al termine delle procedure selettive, a
seguito di rinuncia o impedimento da parte dei volontari già avviati al servizio;
- di aver preso visione del progetto indicato nella domanda e di essere in possesso dei requisiti
richiesti dall’ente per l’assegnazione di volontari nel progetto stesso;
- di essere disponibile a fornire informazioni nell’ambito di indagini e rilevazioni mirate ad
approfondire le tematiche relative al servizio civile nazionale, condotte da soggetti terzi (Università,
Istituti e Centri di ricerca, ecc…) su incarico o in collaborazione con il Dipartimento o la Comunità
Europea;
- di provvedere autonomamente alle spese relative al viaggio per il raggiungimento della sede di
realizzazione del progetto (dichiarazione da rendere nel solo caso in cui l’interessato non sia
residente, domiciliato o dimorante nel luogo di realizzazione del progetto).
DICHIARA ALTRESI’
Sotto la propria responsabilità:
- che le dichiarazioni contenute nella presente scheda sono rispondenti al vero;
- di non aver presentato ulteriori domande di partecipazione alle selezioni per altri progetti di
servizio civile nazionale inclusi sia nel presente bando, che in quelli contestualmente pubblicati;
- di non avere in corso con l’ente che realizza il progetto rapporti di lavoro o di collaborazione
retribuita a qualunque titolo, ovvero di non avere avuto tali rapporti nell’anno precedente di durata
superiore a tre mesi;
- di non essere impegnato alla data di pubblicazione del presente bando nella realizzazione di
progetti di servizio civile nazionale per la realizzazione del Programma europeo “Garanzia
Giovani”;
- di aver preso visione delle attività previste dal progetto prescelto e di non trovarsi in condizioni
che impediscono lo svolgimento delle stesse.
Autorizza la trattazione dei dati personali ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.
Data ..................................................... Firma .......................................
RECAPITO CUI SI INTENDE RICEVERE COMUNICAZIONI
(solo se diverso da quello indicato sopra)
Comune …………..……………………………………. Prov. ………… Cap. ……………………..
Via ………………………………………………………………………………… N. ……………..
Tel.……………………………………………. e-mail ………………………………………………
“ALLEGATO 3”
Il/La sottoscritto/a:
Cognome……………………………………...…..…… Nome ………………………………………
nato/a: ………………………………………… Stato: …………. il…………………………..
in relazione alla domanda di ammissione al servizio civile nazionale, e al fine di fornire i necessari
elementi di valutazione in ordine ai titoli posseduti e alle ulteriori circostanze rilevanti ai fini della
selezione
DICHIARA
ai sensi e per gli effetti delle disposizioni contenute negli artt. 46 e 47 del decreto del Presidente
della Repubblica 28 dicembre 2000, n° 445 e consapevole delle conseguenze derivanti da
dichiarazioni mendaci ai sensi dell’art. 76 del predetto D.P.R. n° 445/2000, sotto la propria
responsabilità
Di aver avuto / non aver avuto precedenti esperienze presso l’Ente che realizza il progetto
(specificare la tipologia delle esperienze e la durata delle stesse);
Di aver avuto / non aver avuto precedenti esperienze presso altri Enti nel settore d’impiego cui il
progetto si riferisce (specificare la tipologia delle esperienze e la durata delle stesse);
Di aver avuto / non aver avuto precedenti esperienze in settori d’impiego analoghi a quello cui il
progetto si riferisce (specificare la tipologia delle esperienze e la durata delle stesse);
DICHIARA ALTRESI’
Di possedere il seguente titolo di studio (1)…………………………………………………………
……..……..
.……………….………………………………………………………………..il…………………
Di essere iscritto al … anno della scuola media-superiore: …………………………………………..
Di essere iscritto al … anno accademico del corso di laurea in ……………………..………………..
presso l’Università ……………………………………………………………………………………
Di essere in possesso dei seguenti altri titoli (2)………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
conseguiti presso…………………………………………………………..…..il……………………
Di aver effettuato i seguenti corsi, tirocini, applicazioni pratiche ……………………………………
………………………..……………………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………………
Di aver avuto le seguenti esperienze (indicare esclusivamente fatti o circostanze utili al fine della
selezione per il progetto prescelto) ………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
Altre conoscenze e professionalità: (3)………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
Di aver scelto il progetto per i seguenti motivi: ………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
Ogni altra informazione relativa alla propria condizione personale, sociale, professionale, ecc. utile
ai fini della valutazione dell’Ente:………………………………………………………………….
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
Data…………………….………… Firma……………………………………
Note utili
(1) Al riguardo si precisa che i titoli di studio conseguiti all’estero sono valutabili esclusivamente
nel caso in cui siano dichiarati equipollenti o equivalenti ai titoli di studio conseguiti in Italia con
una delle diverse modalità previste in materia dall’ordinamento italiano indipendentemente dalle
finalità per le quali è stato ottenuto il riconoscimento.
(2) indicare eventuali titoli di specializzazione, professionali o di formazione; ove conseguiti
all’estero sono valutabili soltanto se riconosciuti in Italia.
(3) indicare altre competenze tecniche, informatiche, scientifiche, sanitarie, ecc.
È possibile accludere curriculum vitae, debitamente firmato e corredato da copie dei titoli in
possesso e ogni altra documentazione significativa.
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