POR 2007-2013 FSE
ASSE ADATTABILITA’ - OB. COMPETITIVITA’ REGIONALE ED OCCUPAZIONE
SERVIZIO DI MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL SERVIZIO DI PROMOZIONE
DELL’IMPRENDITORIALITÀ ATTRAVERSO LA REALIZZAZIONE DI PERCORSI
INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA
D’IMPRESA (C.I.G. 0469118869)
Report Finale
ASVAPP – Progetto Valutazione (Capogruppo)
ALEA – Action Learning (Partner)
Marzo 2012
Executive summary
Il Programma MIP - Mettersi In Proprio nasce nel 1994 come progetto provinciale per la
creazione d’impresa. A partire dal 1997 usufruisce del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
come sportello informativo e cresce nel tempo sino a diventare nel 2002 un servizio organico
dotato di un percorso articolato. Ciò è possibile grazie all'istituzione da parte della Regione
Piemonte (Direzione Istruzione, formazione professionale e lavoro) di una rete di "Sportelli
Creazione Impresa". Si tratta di un servizio di sostegno all'imprenditorialità, realizzato
nell'ambito del Programma Operativo del Fondo Sociale Europeo 2000-2006, la cui gestione
viene delegata alle Province e del quale MIP rappresenta la parte a cura della Provincia di
Torino. Il servizio viene riproposto nell'attuale ciclo di programmazione (2007-2013) pressoché
invariato nella struttura e negli obiettivi, ma con alcune modifiche sostanziali di forte rilievo.
Il presente report è basato sulle seguenti fonti informative: (i) il database amministrativo
previsto dal capitolato d’appalto del MIP e aggiornato al 31-12-2011; (ii) il Sistema Informativo
Lavoro Piemonte (SILP); (iii) rilevazioni telefoniche con questionario strutturato condotte su
diverse tipologie di utenza (1.000 intervistati); (iv) interviste in profondità con testimoni
privilegiati.
Il sistema dei servizi per la creazione d’impresa
Il sistema di azione per la Creazione di Impresa può essere rappresentato da due cerchi
concentrici: (i) un primo cerchio è la rete degli Sportelli del Programma, gestiti dagli attuatori,
che costituisce in senso stretto lo strumento di attuazione del programma; (ii) un secondo
cerchio più esterno, è la “rete allargata” dei soggetti pubblici individuati dalla Amministrazione
provinciale come primi referenti sul territorio degli Sportelli e come canali di integrazione con le
politiche del lavoro e dello sviluppo.
Emerge inoltre quello che possiamo definire un terzo cerchio di soggetti che operano
trasversalmente sulle politiche per la creazione di imprese. Al di fuori del Programma MIP si è
strutturato, nel tempo, un complesso sistema di azione finalizzato a erogare servizi di varia
natura a sostegno dei soggetti che vogliano avviare attività imprenditoriali che interagisce in
varie forme con la rete del MIP; la qualità di tale interazione non è ininfluente rispetto alle
modalità di funzionamento del MIP stesso.
La mappa del sistema degli attori
Se nel 2002, il MIP risultava essere uno tra i pochi soggetti ad occuparsi di nuova impresa e
l’unico ad offrire un percorso completo (attività di consulenza che vanno dallo sviluppo del
progetto allo start-up d’impresa), oggi è possibile affermare l’esistenza di un più complessivo
sistema di attori a supporto della creazione di impresa. Il sistema si è differenziato e
specializzato al suo interno: alcuni attori hanno scelto di specializzarsi in un segmento
particolare del percorso (orientamento piuttosto che accompagnamento alla costituzione
dell’impresa, etc.), altri nella direzione di un target di utenza specifico (come nel caso degli
incubatori). Ne emerge come:
tutti i soggetti svolgono un’azione di prima informazione verso tutti i target di utenza,
mentre le altre funzioni (orientamento all’imprenditoria, accompagnamento alla definizione
dell’idea di impresa e alla costituzione dell’impresa, sostegno all’acquisizione delle risorse
finanziarie e assistenza post avvio) vengono svolte o meno a seconda della propria vocazione e
dei target di riferimento;
il MIP garantisce l’espletamento di tutte le attività di supporto alla creazione di impresa
individuate, con una intensità (ore dedicate) di intervento e integrazione tra le fasi diversa e più
elevata, ma limitatamente ai target ammissibili (nel caso del MIP infatti l’individuazione di un
segmento di utenza specifico è determinata dalle regole per l’ammissibilità);
i target di utenza appaiono sovrapposti e non facilmente distinguibili - questo è uno dei
punti critici su cui torneremo più avanti - e pertanto rendono difficile una separazione nelle
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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funzioni tanto quanto una loro integrazione, auspicabile se si tiene ferma l’ipotesi di costruire
una “filiera della creazione di impresa”.
Tra i possibili competitor del MIP occorre segnalare le associazioni di categoria e le categorie di
professionisti (in primo luogo i commercialisti) che spesso vengono preferiti dagli utenti,
sebbene offrano consulenza a pagamento, perché garantiscono un percorso di avvio d’impresa
più snello e veloce.
Tutti i partner della rete descrivono il MIP come un servizio capace di offrire un sistema di
consulenza articolata e completa. A ben vedere però, riteniamo che la funzione di filtro
all’ingresso svolta dai servizi collocati “a monte” e la specializzazione attribuita al MIP dai
partner della rete, possa innescare un meccanismo di selezione avversa, che aumenta il rischio di
incanalare verso il servizio le fasce di utenza più debole. La presenza di utenti meno attrezzati,
in qualche misura presente sin dalla nascita del MIP, si è andata accentuando con l’avvento del
ciclo di programmazione 2007-2013. Ciò è avvenuto in ragione sia dell’evoluzione del sistema di
azione descritta precedentemente, sia per altri cambiamenti, taluni endogeni al programma (le
regole di ammissibilità), altri esogeni (la crisi economica e le conseguenze sul profilo
dell’utenza). Si tratta in ogni caso di un fenomeno non necessariamente negativo, in quanto
costituisce il risultato di un processo di ampliamento e specializzazione degli attori che fanno
parte del sistema allargato di intervento per il sostegno alla creazione di impresa di cui il MIP
costituisce un segmento rilevante.
Le caratteristiche dell’utenza
E’ percezione diffusa degli operatori, che al modificarsi del contesto socio-economico, abbia
corrisposto un progressivo indebolimento dell’utenza che si rivolge al MIP. La crisi economica
del 2008 ha infatti aumentato il numero di disoccupati che si rivolgono al MIP. Questo dato, se da
un lato concorre a far raggiungere l'obiettivo di coprire le categorie considerate prioritarie, cioè
quelle più deboli; dall'altro aumenta la possibilità di ricevere idee imprenditoriali poco
strutturate o persone poco motivate a fare impresa, bensì più bisognose di un’occupazione in
tempi brevi.
I dati in possesso segnalano evidenti differenze tra primo e secondo ciclo di programmazione
nella composizione dell’utenza. Innanzitutto l’età media degli utenti cresce di un anno
spostandosi da 33 a 34 anni. Lo spostamento in media non è costante: si evidenzia un calo di 7
punti percentuali degli utenti con età compresa tra 28 e 37 anni; quasi simmetricamente
aumenta di 5,4 punti la presenza di utenti con età compresa tra 38 e 47 anni. Il calo residuo
viene infine compensato dagli over 48 (+2,7 punti percentuali). Si rileva che i giovani di età
compresa tra i 18 ed i 35 anni, individuati dalla programmazione regionale come target
prioritario, assommano attualmente a 3.990, pari al 59,2% del totale (nel ciclo precedente erano
7.842, pari al 65,4%). Tale misura supera ampiamente il 40% fissato come obiettivo dalla
programmazione regionale.
Cresce la presenza di utenti di sesso femminile dal 45,1% al 49,7% (il target prioritario regionale
fissato al 45% è da considerarsi attualmente raggiunto e scavalcato). Aumenta lievemente la
presenza degli stranieri comunitari (+2) a vantaggio degli italiani (-2,8) che rappresentano
comunque la stragrande maggioranza degli utenti MIP. La presenza di laureati oscilla attorno ad
un quarto, circa la metà è costituita dai diplomati; il restante quarto possiede o una qualifica
professionale o la sola licenza media.
Sul fronte occupazionale emerge invece, un quadro assolutamente coerente con il
deterioramento del contesto socio-economico che ha caratterizzato soprattutto l’ultimo biennio.
Il dato più evidente è la crescita dei disoccupati che si rivolgono al MIP: la loro presenza
aumenta di 7,5 punti percentuali, passando dal 31,4% al 39% dell’utenza complessiva. Si registra
poi la comparsa di soggetti in condizione di cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) o
mobilità, i quali, quasi assenti nel ciclo 2000-2006 (0,6%), si assestano attorno al 6%.
Includendo tra i disoccupati anche la cassa integrazione e la mobilità, si osserva una diminuzione
di 13 punti percentuali a carico della categoria degli occupati in senso ampio. Fa da contraltare il
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calo di 7,1 punti dei lavoratori con contratto da dipendente che cedono il posto di categoria
maggiormente rappresentata passando dal 40,5% al 33,4%. I lavoratori autonomi scendono dal
12,9% al 7,5%. Rispetto ai target regionali, i soggetti in cerca di occupazione sfiorano (39%), ma
non raggiungono ancora il 40% stabilito. Già ampiamente superato invece il target dell’8%
fissato per “soggetti occupati con contratti di lavoro a termine e/o atipici”. Parimenti acquisito
l’obiettivo del 3% sul target dei lavoratori in mobilità o cassa integrazione, pari al 6%.
L’esperienza professionale pregressa, fattore premiante per le potenzialità di un progetto
d’impresa, fa registrare un calo sensibile: dal 53% nel passato ciclo di programmazione
scendono al 40,8%. Si evidenzia infine un sostanziale aumento dei progetti individuali, che
passano dal 65,1% al 73,9% a svantaggio di quelli collettivi.
Gli indicatori di realizzazione
Complessivamente sono stati realizzati 11.112 contatti di preaccoglienza, 5.099 progetti accolti,
473 business plan validati e 366 imprese avviate. Tuttavia per una corretta analisi dei risultati,
occorre considerare una singola coorte di utenti - cioè quelli presi in carico in un dato arco
temporale - da seguire per un periodo prefissato, contando quanti esiti di ciascun tipo hanno
avuto gli appartenenti a quella coorte. Tale osservazione longitudinale consente di tracciare per
ciascun utente la sua “storia” nel percorso MIP, rilevata per tappe principali.
I dati organizzati in coorti permettono di leggere le realizzazioni come indicatori di risultato:
meno della metà (43,3%) dei progetti accolti sopravvive al passaggio tra la fase di accoglienza a
quella di accompagnamento. Soltanto il 26,7% dei percorsi di accompagnamento termina con la
validazione del business plan (42,6%). Infine il 77% dei business plan validati consegue
l’avviamento dell’impresa. Dunque circa un progetto accolto su dieci dà origine ad un’impresa.
I drop-out
Il MIP, a fronte di un crescente numero di iscritti registra anche un numero crescente di casi di
abbandono del servizio, i cosiddetti drop-out. Al fine di individuare i casi di drop-out
potenzialmente evitabili, il servizio necessita di accrescere ed organizzare le informazioni di cui
dispone sull’utenza. Pertanto è necessario monitorare l’andamento degli utenti lungo tutto il
percorso con la finalità di conoscerne meglio le aspettative e le scelte capire quali sostenere
altrimenti.
Il servizio pone condizioni all’ingresso, ma non definisce regole per governare l’uscita ed
eventuali reingressi di utenti che abbandonano a percorso non concluso. Perciò non è sempre in
grado di sapere quanti utenti hanno definitivamente abbandonato il servizio e quanti invece
mostrano l’intenzione di riprendere dopo un momento di sospensione. Accanto al monitoraggio
degli utenti, il servizio necessita dunque di introdurre regole per governare l’uscita, così da
ottenere altre informazioni che aiutino ad identificare quali casi di abbandono potrebbero
essere evitati e quali invece sono da considerare irrecuperabili.
Introdurre regole per la fuoriuscita è funzionale anche a responsabilizzare chi intraprende il
percorso, perché si trova di fronte una scadenza. Inoltre l’introduzione di regole offre la
possibilità di sancire la data di abbandono, informazione non irrilevante ai fini dei servizi
consulenziali che si intende offrire e alle tempistiche necessarie alla creazione d’impresa.
L’analisi dei drop out sull’archivio SILP
Un aspetto cruciale rispetto all’interpretazione degli abbandoni è la loro situazione lavorativa
successiva all’ingresso nel MIP. Da notare che al momento dell’ingresso i futuri drop out sono
per 39% occupati, mentre ad un anno di distanza gli occupati salgono al 44%. Gli utenti con
business plan validato rappresentano l’esito opposto, e favorevole, rispetto a quello dei drop out.
Osservati lungo la stessa sequenza temporale, gli occupati mostrano tutt’altro andamento: se al
momento dell’ingresso nel MIP l’incidenza degli occupati è molto simile a quella registrata per i
drop out (38%), ciò non vale per quanto riguarda l’anno successivo all’ingresso dove gli occupati
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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sono soltanto il 21% degli utenti con business plan validato (contro il 44% registrato per i drop
out). L’incidenza degli occupati misurata sui due gruppi segue un andamento quasi opposto: per
i drop out è in costante aumento dal momento dell’ingresso (39%) fino all’anno successivo
(47%); per gli utenti che portano a termine il percorso MIP (business plan) l’incidenza degli
occupati è invece in costante calo (dal 38% al 21%).
Il confronto tra la presenza di occupati tra i due gruppi porta a concludere che, a conferma di
quanto ricostruito durante le interviste, la variabile lavoro giochi un ruolo decisivo nel
determinare la scelta della fuoruscita dal MIP.
Le imprese avviate: crescita e mortalità
Nel corso dell’attuale ciclo di programmazione, cioè a partire dal 1° ottobre 2008, sono state
avviate 499 nuove imprese, di queste oltre il 60% sono nate nel corso degli anni 2010 e 2011, il
20% nel 2009 e il 18% nel 2008. Alcune caratteristiche dei progetti di impresa, insieme ad altre
che riguardano i potenziali neoimprenditori, possono contribuire a determinare il buon esito del
progetto d’impresa. E’ stato utilizzato un modello di regressione non lineare probit, con cui si
tiene conto simultaneamente degli effetti di tutte le variabili incluse nel modello, così che
l’effetto associato a ciascuna caratteristica risulta stimato “a parità di altre condizioni”: (i) i
progetti d’impresa presentati a partire dall’anno 2009 hanno una probabilità di successo
leggermente inferiore (-1,75%) rispetto agli altri; (ii) la presenza di più soci partecipanti al
progetto garantisce un sensibile aumento della probabilità di successo (+4,66%) rispetto a
quanto avviene per i progetti individuali; (iii) due settori di attività penalizzano la probabilità di
successo rispetto al settore commercio: i pubblici esercizi (-4,96%) e i servizi alla persona
(-3,59%); (iv) la nazionalità extracomunitaria incide negativamente (-2,82%) sulla probabilità di
successo rispetto alla nazionalità italiana; (v) chi possiede il titolo di studio inferiore (scuola
media) è svantaggiato (- 2,74%) rispetto a chi possiede un diploma di maturità; (vi) infine coloro
che hanno acquisito un’esperienza professionale nello stesso campo in cui intendono avviare
l’impresa conseguono un leggero vantaggio nella probabilità di successo (+1,74%).
Un aspetto estremamente rilevante riguarda la capacità di creare imprese “migliori” rispetto a
quelle che nascono spontaneamente. L’aggettivo “migliori” definisce: (i) imprese in grado di
sopravvivere più a lungo rispetto alle altre; (ii) imprese in grado di crescere di più rispetto le
altre. La risposta a questo interrogativo implica un’analisi contro fattuale che permetta di
confrontare le imprese MIP con imprese il più possibile “simili”, ma nate spontaneamente. Una
prima suggestione, rispetto alla tematica occupazionale, può essere ricavata dalle dichiarazioni
degli utenti con impresa avviata. Nel corso della rilevazione è infatti emerso che dei 100
imprenditori intervistati 73 hanno assunto almeno 1 collaboratore. Tra questi, 11 ne hanno
assunti 2 e 9 ne hanno assunti 3. Dunque inizialmente le 100 imprese occupavano 148 individui,
con una media pari a 1,45 addetti per impresa. Al momento dell’intervista le stesse imprese
mostrano una crescita di 100 addetti e assommano complessivamente 248 individui occupati
(inclusi i soci di partenza), con una media pari a 2,43 addetti per impresa. La differenza in media
risulta pari a 0,98 addetti in più dal momento dell’avviamento. Il tempo trascorso
dall’avviamento all’intervista varia di un minimo di 656 giorni ad un massimo di 1.159, con una
media pari a 839. Possiamo allora considerare l’aumento di circa un addetto per impresa in
relazione ad un tempo medio di esercizio pari a 28 mesi.
Si nota infine che delle 1.221 imprese avviate dal MIP soltanto 53 risultano cessate. Dalla
distribuzione percentuale delle imprese per anno di avvio si evince che un buon 36% delle
imprese (quelle nate nel primo triennio) fa registrare una buona sopravvivenza (dai 7 ai 9 anni).
Per un quadro di insieme sulle risultanze delle analisi svolte si rimanda alla lettura delle
conclusioni in coda al rapporto.
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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INDICE
Premessa ........................................................................................................................................................... 1
Introduzione ...................................................................................................................................................... 1
Capitolo 1 - Il modello organizzativo del servizio .............................................................................................. 2
1.1 Le caratteristiche del servizio erogato ........................................................................................................ 3
1.2 Il sistema dei servizi per la creazione d’impresa ......................................................................................... 6
1.3 I cambiamenti ............................................................................................................................................ 10
1.4 I fattori di qualità ....................................................................................................................................... 14
Capitolo 2 – Le caratteristiche dell’utenza ...................................................................................................... 19
2.1 Le differenze tra primo e secondo ciclo di programmazione nella composizione dell’utenza……………. .. 19
Capitolo 3 – Gli esiti del monitoraggio e la soddisfazione dell’utenza ............................................................ 24
3.1 Gli indicatori di realizzazione ..................................................................................................................... 24
3.2 Gli indicatri di risultato: l’analisi per coorte .............................................................................................. 28
3.3 La soddisfazione dell’utenza ...................................................................................................................... 31
Capitolo 4 – I drop out ..................................................................................................................................... 38
4.1 Definizione e problematica........................................................................................................................ 39
4.2 I tempi e ragioni dell’abbandono .............................................................................................................. 40
4.3 La storia professionale successiva all’abbandono ..................................................................................... 44
4.4 I fattori che influiscono sull’abbandono del servizio e i margini d’intervento possibili ............................ 46
4.5 Monitoraggio e gestione dell’abbandono ................................................................................................. 49
4.6 L’analisi dei drop out sull’archivio SILP...................................................................................................... 50
Capitolo 5 – La creazione d’impresa................................................................................................................ 53
5.1 Statistiche sulle imprese ............................................................................................................................ 53
5.2 Modello previsionale sulle caratteristiche favorevoli ............................................................................... 54
5.3 Analisi occupazionale (esito rilevazione) ................................................................................................... 57
Conclusioni ...................................................................................................................................................... 61
Bibliografia ...................................................................................................................................................... 64
APPENDICE 1: questionari telefonici e tracce per le interviste in profondità
APPENDICE 2: output delle stime dei modelli di regressione probit
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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PREMESSA. FONTI E OBIETTIVI DEL DOCUMENTO
Il presente lavoro contiene i risultati del monitoraggio e della valutazione del Programma “Percorsi integrati
per la Creazione d’Impresa”, realizzato dalla Provincia di Torino attraverso il servizio Mettersi in proprio
(MIP). Il testo è organizzato in quattro capitoli.
Il Capitolo 1 ricostruisce le modalità di realizzazione del programma e le caratteristiche del sistema di
azione che rendono possibile l’erogazione del servizio. Il Capitolo 2 presenta le principali statistiche
descrittive degli utenti, confrontandone l’evoluzione lungo il passaggio dal primo al secondo ciclo di
programmazione. I Capitoli 3 e 4 analizzano i due esiti del percorso: da un lato il successo e l’avviamento
dell’impresa (start up), dall’altro la fuoriuscita o l’interruzione del percorso (drop-out). Sul versante
dell’imprese si analizzano la crescita occupazionale e il tasso di mortalità, passando per la costruzione di un
modello previsionale che attribuisce ai progetti la relativa probabilità di trasformarsi in impresa a partire
dalle caratteristiche osservabili. Sul versante dei drop out si tenta di distinguere gli “indotti” (a causa di un
progetto d’impresa con scarsa/nulla fattibilità) da quelli “insoddisfatti” al fine di indagare come il servizio
influisca nel determinare la scelta dell’abbandono.
Le attività di analisi sono state sviluppate sfruttando molteplici fonti informative: (i) il database
amministrativo previsto dal capitolato d’appalto del servizio MIP e aggiornato al 31-12-2011; (II) il Sistema
Informativo Lavoro Piemonte (SILP); (III) le rilevazioni telefoniche con questionario strutturato condotte su
diverse tipologie di utenza (per un totale di 1.000 intervistati); (IV) le interviste in profondità con testimoni
privilegiati (funzionari della rete dei servizi di creazione d’impresa e utenti fuoriusciti dal percorso MIP).
INTRODUZIONE
Il tessuto imprenditoriale della provincia di Torino è caratterizzato da un’elevata presenza di piccole e
medie imprese. Per diffusione e radicamento, la piccola impresa è tacitamente riconosciuta come motore
trainante dello sviluppo locale. Le riflessioni sviluppate in proposito a livello comunitario e riprese poi tra gli
obiettivi - l’occupazione e la produttività - dell’Agenda di Lisbona (2005) hanno fortemente influenzato le
strategie nazionali rispetto all’imprenditorialità; i programmi strategici regionali propongono quello di
“qualificare la popolazione e il lavoro” come l’ element0 portante per accrescere la competitività
territoriale. Il passaggio tra il precedente ciclo di programmazione dei fondi strutturali (2000-2006) e quello
attuale (2007-13) è stato segnato, a partire dal 2008, dalla crisi economica; ciò ha modificato in modo
consistente lo scenario entro il quale nascono e operano le imprese e di conseguenza i servizi ad esse
dedicati. Nel 2009, il tasso di crescita delle imprese della provincia di Torino (fonte InfoCamere) è sceso dal
0,9% del 2008 allo 0,6%, ciononostante esso risulta superiore sia all’indice complessivo della regione
Piemonte (+0.14%) sia a quello generale nazionale (+0,28%). A questo contesto si aggiungono i mutamenti
registrati nel quadro delle regole in cui il MIP si trova ad agire: sono cambiate le fonti di finanziamento e le
condizioni di agevolazione offerte ai beneficiari; sono stati introdotti requisiti di accesso al servizio; è stata
modificata la rete di soggetti responsabile dell’erogazione. Parallelamente, si è intensificata la rete di attori
che concorrono alla creazione di impresa sul territorio provinciale e che hanno specializzato i propri servizi
su particolari target di utenza o su problematiche come il ricollocamento e l’accesso al credito. Il MIP si
trova dunque ad operare in uno scenario profondamente mutato rispetto al contesto entro il quale era
stato disegnato: oggi si percepisce una minore propensione a fare impresa, a fronte della necessità di
trovare un impiego, da parte di un profilo di utenza che sembra essersi nel tempo modificato, esprimendo
esigenze diverse e quindi chiedendo, implicitamente, ai servizi a cui si rivolge, nuove risposte.
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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CAPITOLO 1 – Il modello organizzativo del servizio
La Regione Piemonte, in piena corrispondenza con il quadro comunitario, nel POR FSE 2007-2013 “Obiettivo Competitività regionale e occupazione”, Asse I – Adattabilità, ha inteso dare continuità
all’esperienza della Misura D3 del POR FSE 2000-2006 attraverso la predisposizione – nella
programmazione 2007-2013 – di “Percorsi integrati per la creazione d’impresa”. Le Province sono il
soggetto responsabile dell’attuazione di questi percorsi attraverso l’attivazione sul proprio territorio di
competenza di sportelli finalizzati alla creazione di occupazione in tutti i settori economico-produttivi. Gli
sportelli per la creazione di impresa perseguono un duplice obiettivo: fornire un supporto all'occupazione
attraverso la creazione d'impresa e, parimenti, favorire la nascita di imprese che non rispondano soltanto
“a obiettivi occupazionali diretti, ma più generale di sviluppo locale”.
La Provincia di Torino risponde a questi obiettivi offrendo un servizio di supporto, Mettersi in Proprio (MIP),
finalizzato a sostenere le idee imprenditoriali ritenute fattibili e, dall’altro, a dissuadere chi non presenta le
caratteristiche necessarie (manca di un'idea imprenditoriale adeguata alle esigenze attuali del mercato o
non è in possesso delle risorse economiche o imprenditoriali ritenute necessarie) dal fare impresa. Nel
secondo caso, l’ambizione è di “non creare imprese con la data di scadenza“.
La Provincia di Torino opera da tempo sul tema del sostegno alla creazione di impresa. A partire dal 1994
sono state elaborate e sostenute iniziative diverse, unificate sotto la denominazione di progetto “Mettersi
In Proprio” (MIP), coordinate dal Servizio Programmazione attività produttive e concertazione territoriale e
finanziate prevalentemente da risorse provinciali. Nel periodo 1997-1999 MIP ha fruito del Fondo Europeo
di Sviluppo Regionale, all’interno del DoCUP Piemonte ob. 2 misure 6.2, 6.3 e 6.4, mentre dal dicembre del
2002 ha strutturato la propria azione nell’ambito della Misura D3 del Programma Operativo Regione
Piemonte 2000-2006, Ob. 3 (Sportelli Creazione Impresa D3). Ciò ha consentito di arricchire in maniera
sensibile il servizio prestato, che si è evoluto in un processo organico e articolato di accompagnamento,
supporto nell’elaborazione del piano d’impresa (business plan) e tutoraggio per le imprese di nuova
costituzione.
1.1 Le caratteristiche del servizio erogato
La realizzazione del MIP è affidata ad un soggetto esterno, in questo caso un’Associazione Temporanea di
Impresa (ATI), attraverso una gara ad evidenza pubblica che viene ripetuta in corrispondenza di ogni ciclo di
programmazione1. Ad oggi sono stati attivati 11 sportelli provinciali (3 nella città di Torino, 8 in altri comuni)
dislocati – secondo criteri geografici di prossimità del servizio - nei Comuni con più di 20.000 abitanti. A
questo si aggiunga che il servizio dal 2008 ha attivato una modalità di presentazione diretta del servizio,
definita “sportelli mobili”, con cui ha raggiunto anche i Comuni più piccoli, rafforzando la sua visibilità e la
collaborazione con gli enti territoriali.
La realizzazione delle attività viene concordata tra i soggetti che compongono l’ATI in accordo tra i partner
secondo principi di continuità territoriale e non di suddivisione delle attività, perché la presa in carico è
globale: dalla fase di accoglienza alla validazione del business plan, l’utente del servizio è seguito da un
unico tutor. In pratica, tutti i partner intervengono, a turno, nella gestione dei 3 sportelli presenti in Torino,
mentre si suddividono la gestione degli 8 sportelli distribuiti nel territorio provinciale: per esempio, Poliedra
è presente a Moncalieri e Settimo; CNA e Codex sono presenti a Pinerolo e Rivoli, ,e CNA segue anche lo
sportello di Ivrea.
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L’ATI attuale è composta da Codex Soc. Coop. (soggetto capofila), Ascom servizi srl, Confederazione Nazionale dell'Artigianato e
della Piccola e Media Impresa (CNA), Poliedra spa, Sogecoop srl, UNIONCOOP Torino Soc. Coop.
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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Il servizio, in linea con le scelte strategiche e gli obiettivi indicati nell’Atto di indirizzo regionale si struttura
in due parti: assistenza ex-ante (Azione 2) e assistenza ex-post (Azione 3).
L’assistenza ex – ante consiste in servizi consulenziali finalizzati all’avviamento dell’impresa, che si
articolano in cinque fasi:
(i) la pre-accoglienza consiste in un primo contatto con l’utenza che si rivolge al servizio tramite il numero
verde o il servizio di posta elettronica. L’obiettivo di questa fase è da un lato fornire indicazioni sul
funzionamento del servizio e dall’altro raccogliere informazioni sul richiedente (verifica preliminare delle
condizioni di ammissibilità e delle motivazioni) tali da impedire l’accesso a chi non presenta i requisiti
formali.
(ii) l’accoglienza comincia con un primo incontro individuale tra utente e tutor, finalizzato a presentare il
servizio in modo approfondito e a definire “la fattibilità del progetto compiendo una valutazione di
massima sulle abilità imprenditoriali dell’utente”, nonché a impostare la raccolta della documentazione
necessaria per usufruire delle agevolazioni pubbliche disponibili. Questo incontro rappresenta la
formalizzazione della presa in carico da parte del servizio e all’utente viene assegnato un tutor che lo
seguirà per tutto il percorso.
(iii) l’accompagnamento si articola in una serie di incontri individuali tra utente e tutor (fino ad un massimo
di una decina, per circa due ore ciascuno) finalizzati a sviluppare il progetto imprenditoriale e alla stesura
del business plan.
(iv) la formazione si sostanzia in incontri di gruppo condotti da professionisti di settore su tematiche
specifiche (marketing, contabilità, questioni giuridico- fiscali).
(v) la validazione del business plan avviene ad opera di un’apposita commissione provinciale che stabilisce
quali progetti imprenditoriali hanno le caratteristiche per diventare impresa e possono avviare l’iter
burocratico che ne consente l’attivazione.
L’assistenza ex – post consiste nell’erogazione di servizi di consulenza specialistica finalizzati al
consolidamento dell’impresa. In questa fase il servizio mette a disposizione dei neoimprenditori che ne
fanno richiesta (entro i 3 anni successivi all’avvio), esperti in materia fiscale, giuridica e finanziaria, ai quali
rivolgersi per discutere di problemi puntuali legati alla gestione dell’attività imprenditoriale. Tra le azioni di
consulenza disponibili, il servizio assicura anche un sostegno nella predisposizione delle domande di
finanziamento in raccordo con le leggi regionali pertinenti.
1.2 Il sistema dei servizi per la creazione d’impresa
Appare evidente la volontà della Provincia di integrare la rete territoriale degli sportelli per la Creazione
d’Impresa all’interno di una più ampia rete di attori pubblici che operano sui temi dello sviluppo e del
lavoro. Tale collocazione organizzativa degli Sportelli MIP è rappresentata dalla Provincia secondo lo
schema seguente.
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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Tavola 1 – Il sistema di azione per la Creazione di Impresa
Provincia di Torino
Area Attività produttive
Comuni
Sportelli Unici Attività produttive
Servizi per
l’impresa
Sportelli
Creazione
Impresa
Servizi per
il lavoro
Centri per l’Impiego
Servizi comunali per il lavoro
Possiamo così rappresentare il sistema di azione per la Creazione di Impresa come costituito da due cerchi
concentrici: (i) un primo cerchio è la rete degli Sportelli del Programma, gestiti dagli attuatori, che
costituisce in senso stretto lo strumento di attuazione del programma; (ii) un secondo cerchio più esterno, è
la “rete allargata” dei soggetti pubblici individuati dalla Amministrazione provinciale come primi referenti
sul territorio degli Sportelli e come canali di integrazione con le politiche del lavoro e dello sviluppo.
L’analisi sviluppata, ha inoltre individuato quello che possiamo definire un terzo cerchio di soggetti che
operano trasversalmente sulle politiche per la creazione e sviluppo di imprese. Al di fuori del Programma
MIP si è strutturato, nel tempo, un complesso sistema di azione finalizzato a erogare servizi di varia natura
a sostegno dei soggetti che vogliano avviare attività imprenditoriali. E’ utile perciò descrive anche questo
ulteriore livello, in quanto esso interagisce in varie forme con la rete del MIP e la qualità di tale interazione
non è ininfluente rispetto alle modalità di funzionamento del MIP stesso.
La rete allargata dei soggetti pubblici
Tra i servizi che si occupano di supportare la creazione d’impresa e le imprese già avviate, e che
interagiscono fortemente con il Programma MIP, è opportuno citare, tra gli altri, gli Sportelli Unici per le
Attività produttive (SUAP), il Servizio Sviluppo Locale e il Centro Lavoro del Comune di Torino e il Servizio
Lavoro del Comune di Ivrea.
a)
I SUAP, attivi dal 2008, supportano le aziende nella fase di start-up, svolgendo un ruolo di
mediazione tra pubblica amministrazione e imprese, oggi reso ancor più forte dal recente decreto legge
(DPR 160/2010). Questi sportelli spesso nascono già come soggetto di una rete che si occupa di sviluppo
locale e impresa, perché collocati presso il Comune capofila di quello che era un Patto Territoriale (PT) o un
Programma Territoriale Integrato (PTI) con il conseguente vantaggio di rafforzare il loro ruolo di interfaccia
tra amministrazioni pubbliche e imprese. Nell’ottica di costruire una rete finalizzata a incentivare i processi
di innovazione, all’interno del SUAP del Comune di Torino è nato, per esempio, un gruppo di lavoro
dedicato alle iniziative di sviluppo economico (incubatori dell’Università e del Politecnico, Comitato
Aerospazio) e di promozione (Virtuality, Torino Design) per il rilancio del settore produttivo.
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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b)
Il Servizio Sviluppo Locale del Comune di Torino è nato nel 2002 nell’ambito del Settore Fondi
Strutturali e Sviluppo Economico e Microimprese per gestire l'erogazione dei contributi destinati alle
imprese in aree degradate (L. 266/97, art. 14). Oggi il servizio offre consulenza per lo start-up di nuove
imprese (check-up dell’attività, supporto per migliorare il business, creazione di percorsi preferenziali per
l’accesso al credito, contributo per investimenti di ristrutturazione, etc.) e svolge attività di marketing
territoriale specializzato sulle attività produttive legate al commercio. Al servizio possono accedere anche le
Partite Iva e gli Studi associati, che però restano escluse dai finanziamenti rivolti al sostegno delle imprese.
c)
Il Centro Lavoro del Comune di Torino, creato nel 2007 con i finanziamenti del Programma Europeo
Urban 2, è oggi presente in due punti della città (uno nell’area Urban Torino Nove, in Barriera di Milano; un
altro nel quartiere San Donato). Al Centro Lavoro è possibile usufruire di servizi consulenziali mirati
(bilancio delle competenze e colloqui motivazionali), di strumenti per la ricerca autonoma di lavoro con
particolare attenzione al supporto alla ricollocazione. In merito al problema dell’accesso al credito, il Centro
offre supporto per l’accesso alle leggi di finanziamento nazionali e regionali - nello specifico sui
finanziamenti per le imprese localizzate nelle aree urbane degradate - e sulle modalità di accesso alle
iniziative di microcredito rivolte alle partite IVA. Il servizio è gestito attraverso una ATI che attualmente è
composta da Career Counseling, Cooperativa Orso e Kairos Mestieri.
d)
Il Servizio Lavoro del Comune di Ivrea è collocato all’interno dell’Area Sviluppo Economico del
Territorio e del Lavoro e si occupa di politiche del lavoro e di attrazione di impresa. Nel 2010, accanto alle
tradizionali attività di orientamento e consulenza, finalizzate alla ricollocazione degli utenti disoccupati o in
mobilità, il servizio ha avviato il progetto “Fiducia alle idee”, in collaborazione con la società di microcredito
Permicro, per favorire l’accesso per microattività imprenditoriali sul territorio canavesano. Per attrarre
imprese e rispondere “alle difficoltà che incontra chi vuol fare impresa nell'accesso al credito o nel
sostenere le spese di avvio dell’attività”, il servizio ha invece attivato un bando per la creazione di un
incubatore di impresa.
Il sistema di azione per la creazione d’impresa2
Il reticolo di organizzazioni pubbliche e private – queste ultime perlopiù legate all’accesso al credito – di cui
il MIP è uno dei soggetti principali è parte di un più vasto sistema per la creazione di impresa attivo nella
Provincia di Torino. Nel corso del tempo il sistema si è arricchito di nuovi servizi a supporto delle imprese,
ha consolidato le pratiche d’intervento, definendo rapporti di interazione e di reciproca dipendenza tra le
singole organizzazioni coinvolte. La novità principale consiste nell’aver intensificato gli interventi rivolti alla
neo imprenditorialità. Accanto ad attività tradizionali rivolte alle imprese, sono nati sportelli appositi e
alcuni servizi si sono specializzati in un particolare segmento di utenza (gli incubatori di impresa, ad
esempio, nati per gli spin-off accademici o i servizi comunali incentrati sulla ricollocazione).
Si è passati dunque da singole e sporadiche iniziative dedicate al tema della nuova impresa ad un quadro di
interventi consolidato su scala locale. In merito riportiamo alcuni esempi.
La Camera di Commercio di Torino, nel 1991, ha attivato lo sportello “Nuove imprese” per fornire servizi di
primo orientamento a tutti coloro che intendono avviare un’attività imprenditoriale. Nel 2001, per
rispondere al target dei disoccupati, cresciuto nel corso del tempo, ha attivato una collaborazione con
l’Agenzia Invitalia (ex Sviluppo Italia) nell’ambito della misura di sostegno all’auto impiego (DLgs.
185/2000).
2
In questo paragrafo si descrivono i servizi e le principali attività messe in campo dagli attori della rete che hanno relazioni con il
MIP e che sono stati intervistati nel corso di questo lavoro.
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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La Regione Piemonte, al fine di rafforzare le politiche a favore dell’innovazione nel 2006 ha creato una
misura di finanziamento ad hoc per gli incubatori di impresa che, come abbiamo visto, li ha separati
dall’attività degli Sportelli provinciali Creazione d’impresa. Nella Provincia di Torino gli incubatori sono due:
quello del Politecnico e quello dell’Università di Torino. Gli incubatori sono finalizzati ad affiancare lo spinoff della ricerca, e interessano “pochi progetti di grandi dimensioni”. Il reclutamento dei beneficiari è frutto
di un’attività di scouting volta a individuare le idee più innovative. Il percorso di “incubazione” varia da una
durata minima di tre mesi a un massimo di tre anni, a seconda della complessità del progetto.
La Provincia di Torino nel 2009, infine, ha attivato lo Sportello Alte Professionalità presso il Centro per
l’impiego (CPI) di Torino Nord, per offrire un servizio mirato agli utenti disoccupati con profili manageriali e
gestionali. Nel 2010 inoltre, attraverso il Servizio Programmazione Attività Produttive e Concertazione
Territoriale è stato avviato il progetto Apro Partita Iva, in risposta al crescente numero di persone che
intendono intraprendere un lavoro autonomo.
Infine, alcuni soggetti privati sono storicamente presenti sul territorio.
L’Associazione Idea Lavoro si occupa di orientamento professionale e accompagnamento alle scelte
formative. In particolare lavora nell’ambito di progetti promossi dagli enti locali sulle politiche di pari
opportunità. Lo strumento di lavoro principale è il bilancio di competenze. L’utenza che si rivolge
all’Associazione è molto differenziata, in parte arriva su indicazione dei servizi sociali o delle scuole, in parte
viene intercettata attraverso progetti in collaborazione con i Comuni. L’Associazione propone un percorso
di affiancamento alle motivazioni al lavoro autonomo attraverso esercitazioni, incontri, rivolti alla
consapevolezza delle competenze individuali.
La Fondazione Operti partecipa dal 2008 al tavolo di lavoro con la Regione Piemonte, Compagnia di San
Paolo, Fondazione CRC, Commissione ABI Piemonte e Finpiemonte per la creazione di un fondo di
microcredito regionale (L.R. 12/04, ART8). Nel 2009 avvia due iniziative: un programma di microcredito,
rivolto a persone in condizione di disagio legato a fenomeni di usura; un progetto denominato “Prestito
della Speranza”, rivolto alle famiglie e alla creazione di impresa. La Fondazione lavora ai progetti di
microcredito grazie alla disponibilità di volontari, ex funzionari o ex dirigenti di banca e d’azienda, in stretta
sinergia con le associazioni datoriali.
Permicro, infine, è una società finanziaria di microcredito per la creazione e lo sviluppo d’impresa. Nata nel
2007 a Torino, ora ha filiali in tutta Italia. Collabora con l’Associazione Atomi che, a sua volta, ha siglato un
Protocollo d’Intesa con la Provincia di Torino in tema di microcredito.
Si segnala infine che la Regione Piemonte ha inserito nel Piano Straordinario per l’Occupazione (PSO,
Misura 1.6 – Microcredito) il Fondo di garanzia - costituito nel 2009 presso Finpiemonte – per favorire
l’accesso al credito di soggetti che intendono realizzare un’idea imprenditoriale o un progetto di auto
impiego ma che non sono bancabili, ovvero sono sprovvisti di capacità di garanzia propria. Questo
strumento agevolativo, che vede tra i partner la Fondazione Operti, l’ABI e le associazioni di categoria,
verrà utilizzato per “prestare garanzie fideiussorie agli Istituti di credito convenzionati sui finanziamenti
erogati a favore di imprese di nuova costituzione in forma giuridica di società di persone, società
cooperative di produzione lavoro, incluse le società cooperative sociali e ditte individuali e di soggetti
titolari di Partita IVA nella fase di avvio dell’attività”3.
3
http://www.regione.piemonte.it/lavoro/imprendi/imprendi/fondom.htm
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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1.3 La mappa del sistema degli attori
Se nel 2002 il MIP risultava essere uno tra i pochi soggetti ad occuparsi di nuova impresa e l’unico ad offrire
un percorso completo (attività di consulenza che vanno dallo sviluppo del progetto allo start-up d’impresa),
oggi è possibile affermare l’esistenza di un più complessivo sistema di attori a supporto della creazione di
impresa.
Il sistema si è evoluto nel tempo, ha intensificato la propria capacità di intervento, moltiplicando
metodologie e strumenti di intervento. Al tempo stesso, il sistema si è differenziato e specializzato al suo
interno: alcuni attori hanno scelto di specializzarsi in un segmento particolare del percorso (orientamento
piuttosto che accompagnamento alla costituzione dell’impresa etc.), altri nella direzione di un target di
utenza specifico (come nel caso degli incubatori).
La tabella seguente propone una “mappa” degli attori collegati, da un lato, alle funzioni che possono essere
svolte all’interno di interventi per la creazione di impresa, dall’altro alla tipologia di utenza servita.
Ne emerge come:
-
tutti i soggetti svolgono un’azione di prima informazione verso tutti i target di utenza, mentre le altre
funzioni (orientamento all’imprenditoria, accompagnamento alla definizione dell’idea di impresa e alla
costituzione dell’impresa, sostegno all’acquisizione delle risorse finanziarie e assistenza post avvio)
vengono svolte o meno a seconda della propria vocazione e dei target di riferimento;
-
il MIP garantisce l’espletamento di tutte le attività di supporto alla creazione di impresa individuate,
con una intensità (ore dedicate) di intervento e integrazione tra le fasi diversa e più elevata, ma
limitatamente ai target ammissibili (nel caso del MIP infatti l’individuazione di un segmento di utenza
specifico è determinata dalle regole per l’ammissibilità);
-
i target di utenza appaiono sovrapposti e non facilmente distinguibili - questo è uno dei punti critici su
cui torneremo più avanti - e pertanto rendono difficile una separazione nelle funzioni tanto quanto
una loro integrazione, auspicabile se si tiene ferma l’ipotesi di costruire una “filiera della creazione di
impresa”.
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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Funzioni
Target
Imprese innovative
Lavoro autonomo
Imprese non
innovative e non in
continuità con
altre imprese del
proponente o dei
familiari
Imprese
cooperative o
artigiane
Imprese costituite
da lavoratori
disoccupati
Imprese, anche in
continuità con
altre imprese del
proponente o dei
familiari
Prima informazione
Orientamento alla
imprenditoria
Accompagnamento alla
definizione della idea di
impresa
Incubatore
Accompagnamento alla
costituzione
Acquisizione risorse
finanziarie
Incubatore
Incubatore (mediatore verso
Sistema del Credito)
Microcredito
Sistema del Credito
Commecialisti
Assistenza post-avvio
Incubatore
Incubatore
MIP
CPI
CCIAA
Apro Partita Iva
Servizi Lavoro dei
Comuni
Ass. Idea lavoro
MIP
CPI
CCIAA
Servizi Lavoro dei
Comuni
Apro Partita Iva
Apro Partita Iva
Servizi Lavoro dei Comuni
Ass. Idea lavoro
Apro Partita Iva
Commecialisti
MIP
MIP
MIP-SUAP
Commecialisti
MIP/Fin Piemonte
Commecialisti
MIP
Commecialisti
MIP
CPI
CCIAA
Servizi Lavoro dei
Comuni
CNA, Ass.ni categoria
MIP
CPI
CCIAA
Servizi Lavoro dei
Comuni
CNA, Ass.ni categoria
MIP
CPI
CCIAA
Servizi Lavoro dei
Comuni
MIP
CNA
Ass.ni categoria
MIP
CNA
Ass.ni categoria
MIP-SUAP
CNA
Ass.ni categoria
Commecialisti
MIP
CNA
Ass.ni categoria (mediatori
verso Confidi)
Commecialisti
MIP
CNA
Ass.ni categoria
Commecialisti
MIP
Servizi Lavoro dei
Comuni
CNA, Ass.ni
categoria
CCIAA/Invitalia
CCIAA
Servizi Lavoro dei
Comuni
Commecialisti
MIP
Servizi Lavoro dei Comuni
CNA, Ass.ni categoria
CCIAA/Invitalia
MIP
Servizi Lavoro dei Comuni
CNA, Ass.ni categoria
CCIAA/Invitalia
MIP
Servizi Lavoro dei Comuni
CNA, Ass.ni categoria
CCIAA/Invitalia
MIP
Servizi Lavoro dei Comuni
CNA, Ass.ni categoria
CCIAA/Invitalia
CCIAA
Servizi Lavoro dei Comuni
Commecialisti
CCIAA
Servizi Lavoro dei Comuni
Commecialisti
CCIAA
Servizi Lavoro dei Comuni
Commecialisti
CCIAA
Servizi Lavoro dei Comuni
Commecialisti
Incubatore
Apro Partita Iva
Commecialisti
Tavola 1.2 - Il sistema della creazione di impresa e i target di utenza
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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Gli attori del sistema possono instaurare tra loro meccanismi di collaborazione, competizione o misti di
collaborazione/competizione a seconda del target e del segmento di azione.
Tra i possibili competitor del MIP occorre segnalare le categorie di professionisti (in primo luogo i
commercialisti) che spesso vengono preferiti dagli utenti, sebbene offrano consulenza a pagamento, perché
garantiscono un percorso di avvio d’impresa più snello e veloce. Accanto a questi, va segnalato il ruolo
svolto da Finpiemonte nella gestione delle agevolazioni a favore della creazione di impresa. Attore che è
parte della rete MIP, ma che gioca un ruolo significativo anche al di fuori di questo servizio nel panorama
più vasto del sistema di aiuti alle imprese.
Il posizionamento del MIP rispetto ai servizi per la creazione d’impresa e la specializzazione
“imposta” al Programma
I soggetti che fanno parte del sistema dei servizi per le imprese si percepiscono posizionati “a monte” o “a
valle” del MIP a seconda del tipo di interazione. A monte, quando tra le loro attività compiono una sorta di
preselezione in favore del MIP, rinviando utenti che ritengono possedere le caratteristiche per diventarne
beneficiari. A valle, quando la loro attività risulta consequenziale a quella del MIP, ovvero quando consiste
nell'offrire consulenza a utenti provenienti dal MIP che hanno ottenuto la validazione del business plan e
necessitano di informazioni per completare l’iter burocratico relativo allo start-up d’impresa.
Tra i soggetti collocati a “a monte”, si posizionano la Camera di Commercio di Torino, alcuni servizi
comunali (quali ad esempio il Servizio Sviluppo Locale e il Centro Lavoro del Comune di Torino e il Servizio
Lavoro del Comune di Ivrea) e i CPI provinciali; tra i soggetti collocati “a valle” invece, occupano una
posizione di rilievo i SUAP.
Tutti i partner della rete descrivono il MIP come un servizio capace di offrire un sistema di consulenza
articolata e completa. Proprio in virtù del tipo di assistenza offerta (gli intervistati si riferiscono in particolar
modo alle azioni di tutoraggio), secondo gli attori della rete il MIP risulterebbe essere preferibile rispetto ad
altri servizi quando la domanda espressa dagli utenti è generica. I servizi che si occupano di specifici settori
(come le associazioni di categoria) o di innovazione (come gli incubatori) considerano il MIP adatto a
realizzare idee imprenditoriali “tradizionali”, altrimenti escluse da servizi specializzati. A ben vedere però,
riteniamo che la funzione di filtro all’ingresso svolta dai servizi collocati “a monte” e la specializzazione
attribuita al MIP dai partner della rete, possa innescare un meccanismo di selezione avversa, che aumenta il
rischio di incanalare verso il servizio le fasce di utenza più debole.
A nostro avviso, questa è una caratteristica in qualche misura presente sin dalla nascita del MIP, ma che si è
andata accentuando con l’avvento del ciclo di programmazione 2007-2013. Ciò è avvenuto in ragione sia
dell’evoluzione del sistema di azione descritta precedentemente, sia per altri cambiamenti, taluni endogeni
al programma (le regole di ammissibilità), altri esogeni (la crisi economica e le conseguenze sul profilo
dell’utenza).
1.3 I cambiamenti
Il nuovo ciclo del MIP (2007-13) risente del mutare di fattori “esterni”, quali il quadro socio-economico e il
contesto della creazione di impresa, nonché dei cambiamenti “interni” introdotti dalla Regione nel sistema
delle regole di accesso al servizio e nel sistema dei finanziamenti pubblici. Mentre nel primo caso si tratta di
fattori esogeni, quali la congiuntura economica e le condizioni del mercato del lavoro, che prescindono dal
controllo delle amministrazioni, nel secondo caso le innovazioni introdotte a livello normativo sono il frutto
di una scelta precisa. Entrambi incidono sulle caratteristiche dell’utenza.
10
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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La percezione di un cambiamento in atto, riconducibile per alcuni ad un modificarsi del profilo di utenza,
per altri al tipo di domanda che l'utenza pone, viene condivisa anche da altri soggetti che compongono la
rete di servizi per la creazione d’impresa. Secondo il parere di molti, le regole di accesso al servizio sono un
fattore penalizzante per il MIP, perché incidono negativamente sulla possibilità di ricevere un’utenza
qualificata già in partenza. Un altro cambiamento rispetto al ciclo di programmazione precedente riguarda,
come detto, la creazione nel 2006 di una misura specifica per gli spin-off accademici, che ha implicato la
fuoriuscita dall’ATI del MIP degli incubatori di impresa. Questa modifica va ad ulteriore detrimento della
qualità potenziale dell’utenza che, tradizionalmente, trovava attraverso questi canali progetti di impresa ad
alto potenziale innovativo e con una forte motivazione.
Le condizioni di ammissibilità
Durante il precedente periodo di programmazione (2000-2006) al MIP potevano accedere tutte le persone
fisiche4 con: (i) residenza o domicilio nella regione Piemonte; (ii) volontà di avviare per la prima volta una
iniziativa imprenditoriale con sede legale nella regione Piemonte e sede operativa nella provincia di Torino.
Tali semplici requisiti sono rimasti validi anche per il periodo di programmazione successiva (2007-2013).
Tuttavia, con l’avvio del nuovo ciclo di programmazione FSE, sono state recepite alcune condizioni
aggiuntive che hanno reso l’accesso al servizio sensibilmente più restrittivo5.
Non sono cioè considerati attualmente ammissibili soggetti che:
-
abbiano già seguito un percorso di creazione d’impresa concluso con la validazione del business
plan nell’ambito del MIP;
-
richiedano assistenza in merito a un’attività d’impresa per la quale hanno già intrapreso l’iter di
avvio (costituzione società, iscrizione Registro delle Imprese ) anche se questo non è ancora stato
completato;
-
siano titolari/soci di imprese (o attività economiche assimilabili svolte in forma professionale) già
operanti nello stesso settore di attività;
-
intendano ri-avviare la stessa attività che svolgevano fino a poco tempo prima (2 anni) di rivolgersi
ad uno sportello di creazione d’impresa;
-
acquisiscano attività preesistenti facenti capo al coniuge, a parenti in linea retta, a fratelli e sorelle
del futuro imprenditore medesimo e dei soci ad esclusione dei casi specifici di trasmissione
d’impresa;
-
rappresentino un’estensione o continuazione di attività preesistenti facenti capo a soci e/o
amministratori, al coniuge, a parenti in linea retta e ai fratelli e sorelle dei medesimi;
-
acquisiscano attività preesistenti facenti capo al futuro imprenditore, ai soci e/o agli
amministratori;
-
intendano operare con contratti di affitto d’azienda o di ramo d’azienda.
4
Le persone giuridiche sono ammesse esclusivamente nei casi specifici di trasmissione d’impresa (nella logica del ricambio
generazionale) nel settore dell’artigianato riferite agli “elenchi dei mestieri artistici, tradizionali e dell’abbigliamento su misura”
dell’allegato 1 Legge quadro n. 443/1985.
5
Fonte: Atto di indirizzo approvato dalla Regione Piemonte con Deliberazione N. 45-9091 del 1/07/08 e pubblicato sul BUR del
4/07/08 e nel Programma Operativo Provinciale approvato dalla Provincia di Torino con Deliberazione N. 824-39691 del 29/07/08.
11
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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Si riscontra cioè la volontà manifesta da parte dell’amministrazione di scoraggiare, se non impedire, che al
MIP possano accedere utenti che intendano proseguire attività già esistenti (in modo più o meno esplicito e
strutturato) piuttosto che idee progettuali da trasformare in realtà.
L’accesso agli strumenti di agevolazione
Un secondo fondamentale cambiamento viene apportato agli strumenti di sostegno alla neo imprenditoria,
i quali, nel nuovo POR FESR 2007-2013, risultano notevolmente ridotti in termini di disponibilità finanziaria.
La riduzione è determinata dal venir meno dei fondi FESR, precedentemente dedicati a valorizzare i risultati
della misura D3 (DOCUP 2000-2006) attraverso alcune misure di finanziamento espressamente dedicate
agli utenti che portavano a termine con successo il percorso MIP. Se ciò da un lato rientra nella logica di
favorire l’accesso di utenti motivati da necessità di tipo cognitivo e progettuale piuttosto che finanziarie,
d’altro canto l’incentivo economico ridotto può scoraggiare gli utenti con le idee progettuali più strutturate
(che per definizione hanno meno bisogno di consulenza, ma più di sostegno economico).Riportiamo in
sintesi nei due box seguenti, le caratteristiche degli strumenti di agevolazione destinati all’utenza MIP per
ciascuno dei due periodi di programmazione.
CICLO DI PROGRAMMAZIONE 2000 – 2006
a) [FESR] DOCUP 2000-2006 MISURA D3 – LINEA 4 :
STRUMENTI FINANZIARI DI SOSTEGNO ALL’AVVIO DI NUOVE IMPRESE (OBIETTIVO 3)
Finalità: sostegno all’avvio di nuove imprese.
Beneficiari: piccole e medie imprese, iscritte alla CCIAA, nate attraverso i servizi previsti dalla Misura D3 del POR il cui business
plan sia stato validato dalla Provincia competente.
Spese ammissibili: consulenza ed assistenza alla costituzione dell’impresa; parcella notarile riguardante la costituzione
dell’impresa; contratti per gli allacciamenti e i collegamenti delle utenze; pubblicità e promozione; apertura della partita IVA;
iscrizione alla CCIAA.
Caratteristiche dell’agevolazione: contributo forfettario a sostegno del reddito del neoimprenditore nella misura di 464,81 Euro
mensili lordi per l’imprenditore o per ciascuno dei soci lavoratori (fino ad un massimo di 5) per un periodo di 6 mesi; contributo in
conto capitale pari al 100% delle spese sostenute entro 6 mesi dalla presentazione della domanda per la costituzione della società
e per l’avvio dell’impresa, fino ad un massimo di 5.164,57 Euro.
Per il sostegno al reddito, liquidazione immediata del 100% dell’importo dovuto al termine dell’istruttoria; per il contributo a
fondo perduto, liquidazione del 100% dell’importo dovuto, previa presentazione della documentazione di spesa.
b) [FESR] DOCUP 2000-2006 MISURA 4.2 – LINEA D’INTERVENTO 4.2.a:
STRUMENTI FINANZIARI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA (ZONE OBIETTIVO 2 E PHASING OUT)
Finalità: sostegno a progetti di creazione d’impresa.
Beneficiari: piccole e medie imprese, iscritte alla CCIAA, nate attraverso i servizi previsti dalla Misura D3 del POR il cui business
plan sia stato validato dalla Provincia competente.
Spese ammissibili: macchinari, attrezzature e arredi strumentali; autoveicoli e mezzi mobili per l’attività dell’impresa; hardware e
software; licenze, brevetti e marchi; impianti generici e specifici; opere murarie entro il limite del 10% del totale ammissibile.
Caratteristiche dell’agevolazione: contributo in conto capitale pari al 25% dell’investimento ammissibile, con un tetto massimo di
50.000 Euro e un finanziamento pari al 75% dell’investimento ammissibile, effettuato con il meccanismo del fondo rotativo,
composto per il 60% da risorse pubbliche concesse a tasso 0 (con tetto massimo di 300.000 Euro) e per il restante 15% da risorse
bancarie concesse alle migliori condizioni di mercato.
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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Oltre ai due strumenti sopra descritti, ricordiamo che le imprese seguite dalla Misura D3, avevano priorità
nell’esame e nell’accoglimento delle domande per le Leggi regionali: (i) n. 67 del 21/12/1994; (ii) n. 28 del
14/06/1993 (modificata dalla L.R. 22/1997 e dalla L.R. 6/2002). Ricordiamo inoltre che il POR obiettivo 3
Piemonte riservava due linee di finanziamento specifiche – ma uguali nel funzionamento alla linea 4 D3 – ai
ricercatori che creano impresa (linea 2 misura D4) e alle donne imprenditrici in specifici settori (linea 2
misura E1), purché anche in questo caso si sia usufruito dei servizi di accoglienza, accompagnamento e
business planning della Misura D3.
Dunque nel ciclo di programmazione 2000-2006, il DOCUP, sfruttando le risorse FESR, prevedeva due
strumenti finanziari a sostegno dell’avvio di nuove imprese espressamente dedicate agli utenti MIP e
residenti in zone Obiettivo 3. A questi si aggiungeva una misura gemella, per le aree Obiettivo 2 e a
sostegno transitorio, e altri due canali con accesso privilegiato.
Nell'attuale ciclo di programmazione (2007-2013) le agevolazioni disponibili si riducono notevolmente,
passando ad una sola misura esclusivamente dedicata, a valere sul POR finanziato con risorse FSE, e alla
legge regionale n. 23 del 13 ottobre 2004 “Interventi per lo sviluppo e la promozione della cooperazione”, il
cui accesso è concesso in via prioritaria agli utenti MIP, cioè alle “società cooperative di nuova costituzione
che hanno usufruito dei benefici delle misure D3 (Linea di intervento 4), D4 (Linea di intervento 2), E1 (linea
di intervento 2), o nate attraverso la Misura D3 (linee di intervento 1, 2, e 3) del POR FSE 2000-2006”).
CICLO DI PROGRAMMAZIONE 2007 – 2013
[FSE ] POR Azione 4: strumenti finanziari a sostegno dell'avvio di nuove imprese - Asse 1 Adattabilità, obiettivo specifico C,
attività 10 - Percorsi integrati per la creazione d'impresa (esclusivo per utenti MIP)
Finalità: Sostegno alle imprese il cui progetto sia stato validato dalle Province tramite i servizi previsti dall'Azione 2 dei Percorsi
integrati per la creazione d'impresa.
Beneficiari: imprese con sede legale e operativa nella Regione Piemonte, iscritte alla CCIAA e già attive. Tali imprese aver
realizzato un business plan validato dalla Provincia competente.
Spese ammissibili: costituzione e l’avvio dell’impresa; queste spese sono relative a: parcella notarile, contratti per allacciamenti e
collegamenti delle utenze, promozione e pubblicità, iscrizione in CCIAA.
Caratteristiche dell’agevolazione: (i) contributo in conto esercizio pari a 3.000 euro per il titolare e per i soci lavoratori fino ad un
massimo di cinque soci; questo contributo spetta solo a chi sia in stato di disoccupazione (certificata dai Centri per l’Impiego), o
iscritto nelle liste di mobilità (certificata dai Centri per l’Impiego), oppure provenga da imprese in CIGS (autocertificazione del
titolare/soci); (ii) contributo in conto esercizio a copertura del 100% delle spese ammissibili.
Per completezza va aggiunto che le imprese nate attraverso il MIP hanno accesso a tutte le fonti di
finanziamento dedicate alle imprese, qualora possiedano i requisiti di ammissione necessari, ma senza
alcuna priorità o facilitazione rispetto ad altri richiedenti. Tra queste si segnalano ad esempio quelle gestite
dalla Direzione Istruzione, formazione professionale e lavoro: (i) Legge Regionale N° 34 del 22 dicembre
2008 (art. 42) - Misure a favore dell’autoimpiego e della creazione d’impresa; (ii) Misura I.6 Microcredito
regionale - Fondo di garanzia per il Microcredito; (iii) Legge Regionale N° 12 del 18 maggio 2004, (art. 8) Fondo di garanzia per l’accesso al credito a favore dell’imprenditoria femminile e giovanile.
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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1.4 I fattori di qualità
La creazione di impresa può essere favorita – e con essa possono migliorare le probabilità di successo delle
nuove imprese – se esiste un sistema di servizi a supporto e se esistono strumenti e metodologie di lavoro
specifiche e condivise che seguono il progetto imprenditoriale nelle rispettive fasi di formulazione e avvio. I
fattori di qualità per la realizzazione del servizio interessano da un lato i soggetti che lo erogano e sono
riconducibili all’impianto organizzativo del programma – il “primo cerchio” di cui abbiamo parlato nella
sezione precedente; dall’altro riguardano le relazioni tra il servizio e il resto del sistema a supporto della
creazione di impresa e interessano pertanto il sistema di azione esterno al MIP – il secondo ed il terzo
cerchio.
I fattori di qualità per la realizzazione del servizio
Il funzionamento di un programma complesso come quello degli sportelli per la creazione di impresa, è
dunque possibile in presenza di una serie di fattori di qualità che riguardano il soggetto attuatore, e che
attengono alle seguenti dimensioni:
a) contesto:
•
continuità nella erogazione del servizio;
b) regole:
•
chiarezza dei ruoli (noti e univoci per tutti);
•
chiarezza degli obiettivi del programma (interpretazione univoca);
•
chiarezza dei meccanismi organizzativi;
•
presenza di meccanismi di coordinamento interno e di responsabilità sul programma;
c) metodologie:
•
continuità nella presa in carico dell’utente - presenza di case manager;
•
presenza di una metodologia collaudata, semplice, standardizzata;
•
condivisione della metodologia tra tutti gli operatori/attuatori;
d) risorse:
•
competenza professionale degli attuatori;
•
specializzazione – per settori e/o per tipologia di impresa - degli operatori.
Il MIP nel corso del tempo ha consolidato il proprio impianto organizzativo e le pratiche di azione che lo
caratterizzano. Oggi offre un servizio articolato che svolge un ruolo di supporto in tal senso, attraverso un
tutoraggio costante che comincia nella fase di accoglienza, si intensifica nella fase di stesura del business
plan e prosegue per i primi tre anni dopo la costituzione dell’impresa, attraverso consulenze specialistiche
riferite ai diversi problemi che una neo-impresa può incontrare.
In riferimento ai fattori di qualità sopraelencati, il servizio offerto presenta punti di forza che ne
sottolineano la peculiarità e il progressivo miglioramento compiuto negli anni ma, al tempo stesso,
presenta anche elementi di criticità da tenere in considerazione in fase di riprogrammazione.
I punti di forza riguardano sostanzialmente:
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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a)
La condivisione della metodologia
La condivisione della metodologia tra i componenti dell’ATI, che appartengono a organizzazioni diverse, è
uno dei punti di forza del MIP ed è frutto di una partnership ormai consolidata
b)
La presa in carico “globale”
La presa in carico degli utenti è “globale”, nel senso che l’utente viene seguito da un solo tutor per l’intero
percorso. L’istituzione di un’unica figura di riferimento per le varie attività del servizio è un elemento
positivo, sia per l’utente sia per i diversi soggetti coinvolti nella realizzazione delle azioni, e garantisce
continuità nell’azione e nel coordinamento tra le varie fasi.
c)
Il tutoraggio
Le azioni di tutoraggio si qualificano come elemento distintivo sul quale poggia l’intera architettura del
servizio e mostrano un’interpretazione univoca degli obiettivi del programma da parte dei soggetti
responsabili dell’attuazione. Il tutor risulta essere la figura chiave che fa da filo conduttore del processo,
garantisce la presa in carico dell’utente per l’intera durata del percorso e in quanto tale viene definito un
“case manager” e in alcuni casi viene percepito come “facilitatore”. La maggior parte dei tutor riveste quel
ruolo già dal ciclo di programmazione precedente. In generale si tratta di ex orientatori, o in ogni caso, di
persone che gestito attività di formazione o di gestione di progetti, sono stati Project Manager, o si sono
specializzati nel microcredito.
d)
Il business plan
Il business plan è lo strumento attraverso il quale il servizio sinora ha acquisito credibilità e fiducia da parte
degli altri attori della rete, in particolar modo tra le associazioni di microcredito che, solitamente,
concedono il credito a persone che si presentano a loro con business plan validati dal MIP. Il business plan è
stato negli anni informatizzato e modellizzato. È uguale per qualsiasi tipo di attività che si intenda aprire.
Questo ha consentito di tradurlo in più lingue, favorendo l'accesso degli stranieri. Inoltre avere un modello
“standard” di business plan, lo rende uno strumento spendibile anche con gli istituti di credito con i quali il
MIP sta cercando di costruire accordi, sempre nell'ottica di trovare risposte al pressante problema
dell'accesso al credito che ostacola la nascita di nuove imprese.
Le criticità riguardano:
a)
Il numero verde
Il numero verde è stato attivato per consentire a un maggior numero possibile di utenti di entrare in
contatto con il servizio in tempi brevi e allo stesso modo di individuare immediatamente, quando possibile,
gli utenti considerati non ammissibili perché sprovvisti dei requisiti formali richiesti.
Il servizio telefonico è operativo dal lunedì al venerdì in determinate fasce orarie (il martedì, mercoledì e
giovedì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.30; il lunedì al pomeriggio, dalle ore 14.00
alle ore 18.30; il venerdì alla mattina, dalle ore 9.00 alle ore 13.00) e viene gestito da operatori di Codex,
che sono tutor appositamente formati. Alcuni partner della rete ritengono che il numero verde sia una
barriera all’accesso per alcuni segmenti di utenza, come ad esempio gli stranieri che non posseggono un
buon livello di lingua italiana o le persone che hanno difficoltà a spiegare la loro idea imprenditoriale nei
pochi minuti a disposizione. Allo stesso modo, vi è la consapevolezza che aggiungere un colloquio
preliminare influisce sui tempi di attesa, dilatandoli notevolmente, specialmente per servizi come il MIP
dove il numero di contatti è sempre alto. In risposta, i servizi che hanno rilevato questa criticità, si rendono
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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disponibili ad incontrare preliminarmente le persone (come nel caso del SUAP di Pinerolo che è anche sede
di sportello MIP) o chiedono ai tutor MIP presenti presso la loro sede di attività di incontrare,
informalmente, gli utenti che si rivolgono a loro prima di indirizzarli al MIP e di conseguenza al numero
verde.
b)
L’erogazione delle agevolazioni previste
La comunicazione delle agevolazioni previste così come l’espletamento delle operazioni necessarie a
presentare a Finpiemonte la domanda a riguardo, presentano delle criticità. In primo luogo gli operatori
preposti e i servizi che si occupano di sostegno alla creazione d'impresa che interagiscono con il MIP,
lamentano la mancanza di informazione circa il cambiamento avvenuto nelle forme di agevolazioni
disponibili. Questo sarebbe motivo di abbandono del percorso per quanti necessitano di ingenti risorse
economiche per cominciare. La L.R. 34/08 risulterebbe dunque essere fraintesa nelle sue finalità. Di fatto,
l'agevolazione consiste in un finanziamento e/o un contributo a fondo perduto per favorire la creazione
d'impresa e lo sviluppo dei lavoro autonomo delle cosiddette “fasce deboli” (inoccupati e disoccupati;
occupati a rischio di disoccupazione, occupati con contratti di lavoro che prevedono prestazioni
discontinue, etc.). La gestione del pacchetto di agevolazioni previste dalla normativa (Azione 4 POR FSE
2007-2013) è affidata a Finpiemonte, ma soffre di eccessiva burocratizzazione in alcuni passaggi e ciò
allunga i tempi di rimborso delle spese di avvio considerate ammissibili; oltretutto i rimborsi non
corrispondono quasi mai al totale della somma spesa, anche quando questa non supera il tetto massimo
consentito, creando così malcontento tra gli utenti.
il business plan
Le caratteristiche di standardizzazione che fanno della metodologia del business plan uno degli elementi di
forza del Programma, garantendone replicabilità ed omogeneità di applicazione, possono in alcuni casi
costituirne anche elemento di potenziale debolezza. In presenza di una utenza che si presenta per alcuni
aspetti priva di conoscenza e informazioni sul settore in cui intende operare, da un lato, e per altri aspetti
orientata all’autoimprenditoria – e quindi portatrice di progetti di impresa semplici e necessariamente poco
articolati – dall’altro.
I fattori di qualità per il funzionamento della rete degli sportelli per la creazione di impresa
L’analisi svolta porta a considerare che i fattori di qualità relativi al funzionamento di una rete di attuazione
di programmi complessi come quello degli sportelli per la creazione di impresa, riguardano la:
•
capillarità delle rete sul territorio;
•
continuità nel tempo della interazione, come presupposto per riconoscimento reciproco dei ruoli
svolti nel sistema di intervento;
•
capacità della rete di diffondere informazioni;
•
condivisione di risorse (informative, spazi fisici, metodologie di intervento);
•
capacità di attivare meccanismi di rinvio e di feedback sull’esito dei rinvii;
•
integrazione e sinergie tra i diversi servizi offerti dai soggetti della rete.
In riferimento ai fattori di qualità sopraelencati, possiamo dire che la rete MIP presenta livelli differenziati
di attivazione e di integrazione tra i soggetti che la compongono e tra questi e il resto del sistema dei servizi
a supporto della creazione di impresa. Possiamo, per comodità di ragionamento, individuare almeno tre
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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diversi livelli possibili di integrazione, differenziati in ragione delle relazioni instaurate tra gli attori, con
particolare riferimento al rinvio degli utenti:
-
livello integrazione zero: assenza di relazioni (ognuno segue i suoi utenti senza relazioni di nessun
tipo anche se gli utenti potenzialmente sono gli stessi)
-
livello di integrazione uno: scambio di informazioni e utenti tra i servizi (collaborazione informale e
sporadica nella gestione dei rinvii)
-
livello di integrazione due: sinergia nella erogazione dei servizi (collaborazione formalizzata e
costante nella gestione dei rinvii)
Se all’interno della rete MIP esiste la promozione reciproca delle rispettive attività, la sinergia
nell’erogazione dei servizi invece avviene solo tra i partner dell’ATI mentre restano da rafforzare i rapporti
con gli altri soggetti . Per quanto riguarda il rapporto con le associazioni di categoria, il MIP ha un rapporto
ormai consolidato con le due associazioni che sono parte dell’ATI, la Confederazione Nazionale
dell'Artigianato e della piccola e media Impresa (CNA) e l’Associazione Commercianti (ASCOM). In
particolare, ha un rapporto privilegiato con la CNA dal 1999, da quando l’Associazione è entrata a far parte
dell’ATI del MIP.
La CNA tuttavia svolge un doppio ruolo: come Associazione di categoria offre ai propri associati un servizio
di prima informazione e assistenza in campo giuridico per l’avvio di attività imprenditoriali in ambito
artigiano; come partner dell'ATI, invece, si ritrova in tutte le azioni del MIP, dalla fase di accoglienza e
accompagnamento a quella di consulenza post avvio, nelle quali impiega i propri tutor suddividendoli tra gli
sportelli territoriali in accordo con gli altri componenti dell'ATI6.
Infine, mentre il servizio lamenta la mancanza di un rapporto con la Confartigianato e la Confesercenti, non
emerge invece la necessità di creare sinergia con l’API e l’Unione industriale, perché entrambe queste
associazioni di categoria, a giudizio degli intervistati, si occupano di imprese più strutturate e non di chi
parte da zero.
Una novità introdotta con la nuova programmazione è il rapporto con i gruppi di azione locale (GAL),
incentivato dalle misure di finanziamento per lo sviluppo e la creazione di microimprese contenute nel PSR
2007-13 -Asse 4 – LEADER finalizzate ai piani integrati di sviluppo locale (PISL) in area GAL. La Provincia
infatti ha stipulato un accordo con i tre GAL operativi sul territorio provinciale: Valli di Lanzo, Ceronda e
Casternone, Valli del Canavese e Escartons e Valli Valdesi, che gestiranno le attività di prima accoglienza e la
parte riguardante le agevolazioni, mentre la fase di accompagnamento sarà seguita da tutor MIP.
L’integrazione tra il MIP e gli altri soggetti della rete risulta invece caratterizzata da relazioni informali e
sporadiche e potrebbe essere incrementata con riguardo in particolare a:
-
il rinvio di utenti da un servizio all’altro;
-
l’organizzazione congiunta di attività seminariali di carattere informativo (come nel caso della
collaborazione nata nel 2007 con il servizio “Nuove imprese” della Camera di Commercio di Torino
o nel caso della presentazione del MIP nel corso di “Che impresa l’impresa” dell’Università di
Torino) e di eventi di marketing durante fiere di settore.
6
Come partner dell'ATI la CNA si ritrova in tutte le azioni del MIP. L'unica azione che non li vede coinvolti è il numero verde, al
quale infatti non rispondono tutor messi a disposizione dalla CNA. CNA impiega una quindicina di persone nel MIP, tra cui un
Project manager, 8 tutor, una segretaria organizzativa e 5 consulenti, di cui uno è interno alla CNA ed è un giuslavorista, quattro
invece sono esterni e sono senior marketing, esperti di sicurezza nei luoghi pubblici, avvocati e commercialisti, che ruotano tra gli
sportelli dislocati sul territorio a seconda del bisogno.
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In conclusione va segnalato il tentativo in corso di aumentare l’interazione tra soggetti che stanno “a
monte” (i CPI e gli sportelli comunali che svolgono un’azione di prima accoglienza) e soggetti che stanno “a
valle” (i SUAP che fanno accompagnamento amministrativo all’avvio e Finpiemonte che eroga le
agevolazioni previste) del MIP, per creare una sorta di filiera della creazione di impresa che valorizzi il ruolo
del MIP e al tempo stesso contribuisca a snellire tempi e procedure della politica, passando con maggiore
slancio da quello che abbiamo definito il “livello uno” dell’integrazione, ad un livello che garantisca
maggiore sinergia tra gli attori.
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CAPITOLO 2 - Le caratteristiche dell’utenza
Le scelte programmatiche finora descritte, oltre ad un contesto economico e sociale pesantemente
sfavorevole rispetto a quello degli anni precedenti, possono indurre a presumere l’occorrenza di marcati
cambiamenti nelle caratteristiche degli individui che si rivolgono al MIP. L’intuizione trova conferma sia
nella percezione degli operatori intervistati, sia nella comparazione tra i dati a disposizione per il triennio
2008-2011 e quelli relativi al precedente ciclo di programmazione. Il terzo trimestre del 2008 - periodo al
quale viene associato l’inizio della crisi economica – rappresenta lo spartiacque. E’ percezione diffusa degli
operatori, che al modificarsi del contesto socio-economico, abbia corrisposto un progressivo indebolimento
dell’utenza che si rivolge al MIP.
La crisi economica del 2008 ha infatti aumentato il numero di disoccupati che si rivolgono al MIP. Questo
dato, se da un lato concorre a far raggiungere l'obiettivo di coprire le categorie considerate prioritarie, cioè
quelle più deboli; dall'altro aumenta la possibilità di ricevere idee imprenditoriali poco strutturate o
persone poco motivate a fare impresa, bensì più bisognose di un’occupazione in tempi brevi. Per questi
utenti la creazione di impresa rappresenta di fatto una delle strade da percorrere per trovare un lavoro,
non la vocazione prioritaria.
2.1 Le differenze tra primo e secondo ciclo di programmazione nella composizione dell’utenza
Come anticipato, la percezione degli operatori trova conforto nell’evidenza empirica prodotta
confrontando le caratteristiche degli utenti tra i due cicli di programmazione. Le statistiche mostrate in
questo paragrafo sono costruite tenendo distinti i cicli di programmazione 2000-2006 e 2007-2013; per
costruirle sono stati cioè considerati gli utenti accolti tra il 1° dicembre 2002 e il 31 settembre 2008 (vecchia
programmazione) e tra il 1° ottobre 2008 e il 31° dicembre 2011 (nuova programmazione). Ovviamente il
nuovo ciclo di programmazione è tuttora in corso di svolgimento dunque le frequenze assolute risultano
largamente ridotte rispetto a quelle del ciclo precedente; tuttavia la composizione percentuale è
assolutamente comparabile e descrive uno scenario ampiamente mutato per svariate caratteristiche. I dati
si riferiscono agli individui che sono stati accolti dal servizio: complessivamente 18.836, 12.091 nel primo
ciclo e 6.743 nel secondo. Ogni individuo può presentare un progetto singolo oppure collettivo, in società
con altri utenti, dunque il numero dei progetti presi in carico dal servizio è inferiore al numero degli utenti:
13.500 in totale, 8.371 nel primo ciclo e 5.129 nel secondo.
Innanzitutto l’età media degli utenti cresce di un anno spostandosi da 33 a 34 anni [t=5,563]7. Lo
spostamento in media non è costante, ma riguarda più segnatamente la porzione centrale del campione
cioè quella di età compresa tra 28 e 47. La tabella seguente che mostra la composizione dell’utenza
suddivisa in 4 classi di età evidenzia un calo di 78 punti percentuali degli utenti con età compresa tra 28 e 37
anni; quasi simmetricamente aumenta di 5,4 punti la presenza di utenti con età compresa tra 38 e 47 anni.
Il calo residuo viene infine compensato dagli over 48 (+2,7 punti percentuali).
Si rileva che i giovani di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, individuati dalla programmazione regionale9
come target prioritario, assommano attualmente a 3.990, pari al 59,2% del totale (nel ciclo precedente
erano 7.842, pari al 65,4%) . Tale misura, per quanto indicativa dal momento che il periodo di
7
Il T test misura la significatività statistica di una differenza in media. Per un valore di t maggiore di 1,96 la differenza è da
considerare statisticamente significativa al 95% dell’intervallo di confidenza.
8
Le differenze più rilevanti sono marcate in grigio.
9
Cfr. Programma Operativo Regionale di attività e spesa 2008-2010.
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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programmazione non è ancora concluso, supera ampiamente il 40% fissato come obiettivo dalla
programmazione regionale.
Tabella 2.1 - Composizione dell’utenza per età
18-27 anni
28-37 anni
38-47 anni
Oltre 48 anni
Totale
3.103
5.508
2.215
914
12.093
26,7%
47,4%
19,1%
6,8
100%
1.723
2.722
1.655
643
6.743
25,6%
40,4%
24,5%
9,5%
100%
-1,1
-7,0
+5,4
+2,7
Programmazione 2000-2006
Programmazione 2007-2013
Differenza (punti percentuali)
Cresce la presenza di utenti di sesso femminile (nella tabella seguente) che si è rinforzata nel corso della
nuova programmazione passando dal 45,1% al 49,7%, con una differenza di 4,6 punti percentuali [t=5,467]
statisticamente significativa. Si rimarca che, come osservato in merito ai giovani sotto i 35 anni, anche
l’obiettivo sul target prioritario rappresentato dalla presenza femminile fissato al 45% è da considerarsi
attualmente raggiunto e scavalcato.
Tabella 2.2 - Composizione dell’utenza per sesso
Femmine
Totale
5.449
12.091
45,1%
100%
3.349
6.743
49,7%
100%
Programmazione 2000-2006
Programmazione 2007-2013
Differenza (punti percentuali)
+4,6
Infine, per completare il quadro delle caratteristiche ascrittive, aumenta lievemente la presenza degli
stranieri comunitari (+2) a vantaggio degli italiani (-2,8) che rappresentano comunque la stragrande
maggioranza degli utenti MIP (94,6% nella programmazione 2000-2006 e 91,8% nella programmazione
2007-2013).
Tabella 2.3 - Composizione dell’utenza per nazionalità
Italiana
Comunitaria
Extracomunitaria
Totale
11.427
133
524
12.091
94,6%
1,1%
4,3%
100%
6.190
211
336
6.743
91,8%
3,1%
5,0%
100%
-2,8
+2,0
+0,7
Programmazione 2000-2006
Programmazione 2007-2013
Differenza (punti percentuali)
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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Passando alle caratteristiche acquisite, tradizionalmente il titolo di studio è una delle più rilevanti per
descrivere la qualità dell’utenza di un servizio, dove la laurea viene considerata elemento qualificante. Da
questo punto di vista si osserva una sostanziale omogeneità tra i due periodi considerati: oscilla attorno ad
un quarto la presenza di laureati, circa la metà è costituita dai diplomati; il restante quarto possiede o una
qualifica professionale o la sola licenza media.
Tabella 2.4 - Composizione dell’utenza per titolo di studio
Laurea
Diploma
Qualifica professionale
Licenza media
Altro
Totale
3.171
5.726
1.046
1.946
201
12.093
26,2%
47,4%
8,7%
16,1%
1,7%
100%
1.744
3.100
675
1.132
92
5.853
25,8%
46,0%
10,0%
16,8%
1,4%
100%
-0,4
-1,4
+1,3
+0,7
-0,3
Programmazione 2000-2006
Programmazione 2007-2013
Differenza (punti percentuali)
Sul fronte occupazionale emerge invece, un quadro assolutamente coerente con il deterioramento del
contesto socio-economico che ha caratterizzato soprattutto l’ultimo biennio. Il dato più evidente è la
crescita dei disoccupati che si rivolgono al MIP: la loro presenza aumenta di 7,5 punti percentuali, passando
dal 31,4% al 39% dell’utenza complessiva. Si registra poi la comparsa di soggetti in condizione di cassa
integrazione (ordinaria e straordinaria) o mobilità, i quali, quasi assenti nel ciclo 2000-2006 (0,6%), si
assestano attorno al 6%. Includendo tra i disoccupati anche la cassa integrazione e la mobilità, si osserva
una diminuzione di 13 punti percentuali a carico della categoria degli occupati in senso ampio. Fa da
contraltare il calo di 7,1 punti dei lavoratori con contratto da dipendente che cedono il posto di categoria
maggiormente rappresentata passando dal 40,5% al 33,4%. Infine i lavoratori autonomi scendono dal
12,9% al 7,5%, a conferma dello slittamento verso un profiling occupazionale segnatamente deteriorato. In
controtendenza i contratti cosiddetti precari (sostanzialmente CO.CO.CO e CO.CO.PRO) che mostrano una
riduzione pari a 2,8 punti percentuali.
Tab 2.5 - Composizione dell’utenza per situazione occupazionale
Autonomo
Dipendente
Precario
C.I. / mobilità
Disoccupato
Altro
Totale
Programmazione
1.555
4.899
1.204
68
3.803
561
12.093
2000-2006
12,9%
40,5%
9,9%
0,6%
31,4
4,6
100%
504
2.251
455
407
2.632
494
5.887
7,5%
33,4%
6.7%
6,0%
39,0
7,3
100%
-5,4
-7,1
-2,8
+5,4
+7,6
+2,7
Programmazione
2007-2013
Differenza
(punti percentuali)
Rispetto ai target regionali, i soggetti in cerca di occupazione sfiorano (39%), ma non raggiungono ancora il
40% stabilito. Già ampiamente superato invece il target dell’8% fissato per “soggetti occupati con contratti
di lavoro a termine e/o atipici” in quanto il 6,7% mostrato in tabella alla voce “Precari” va sommato al 8,2%
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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composto dai dipendenti a tempo determinato10. Parimenti acquisito l’obiettivo del 3% sul target
“lavoratori o lavoratrici posti in mobilità secondo le norme vigenti, lavoratori o lavoratrici direttamente
provenienti da aziende in liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali o da stabilimenti dismessi,
lavoratori o lavoratrici di provenienza da impresa in CIGS per i soli casi di cessazione di attività o di
fallimento che risultano pari al 6%.
Titolo di studio e condizione occupazionale possono essere usate, con le dovute cautele, come indicatori di
“qualità” dell’utenza senza però trascurare il peso con cui altre variabili incidono su “motivazione” e
“capacità” di creare impresa. Esiste in tal senso una vasta letteratura che approfondisce la relazione tra
capitale umano degli imprenditori - precedenti esperienze attinenti l’idea d’impresa, presenza in famiglia di
imprenditori - e la probabilità di avere successo nell’avviamento11.
Innanzitutto, l’esperienza professionale pregressa, da considerare come fattore premiante per le
potenzialità di un progetto d’impresa, fa registrare un calo sensibile. Gli utenti che dichiarano di aver già
svolto un qualsiasi lavoro in passato erano il 53% del totale nel passato ciclo di programmazione e
scendono al 40,8% nel ciclo attuale (-12,6 punti percentuali in meno).
Tabella 2.6 - Composizione dell’utenza per esperienza professionale pregressa
Programmazione 2000-2006
Programmazione 2007-2013
Differenza (punti percentuali)
Con esperienza
Totale
6.584
12.093
53,4%
100%
2.753
6.743
40,8%
-12,6
100%
Infine la presenza di imprenditori in famiglia, dimensione che intuitivamente rappresenta un vantaggio nel
portare a termine un progetto d’impresa, risente parimenti delle restrizioni poste dal nuovo ciclo di
programmazione che preclude l’accesso al MIP nei casi di “acquisizione di attività preesistenti facenti capo
al coniuge, a parenti in linea retta, a fratelli e sorelle” o quando il progetto d’impresa “rappresenti
un’estensione o continuazione di attività preesistenti facenti capo a soci e/o amministratori, al coniuge, a
parenti in linea retta e ai fratelli e sorelle dei medesimi”. La frequenza di utenti con almeno un parente
imprenditore mostra un calo di 12 punti percentuali (dal 34,9% al 22,9%).
Tabella 2.7 - Composizione dell’utenza per presenza imprenditori in famiglia
Programmazione 2000-2006
Programmazione 2007-2013
Differenza (punti percentuali)
Con esperienza
Totale
4.221
12.093
34,9%
100%
1.547
6.743
22,9%
-12,0
100%
Si riporta infine la composizione dei progetti d’impresa ripartiti per il numero di soci. Tale dimensione può
approssimare una misura di qualità progettuale, se si accetta l’ipotesi che ad un maggior numero di
10
La voce “Dipendente” in tabella include contratti a tempo indeterminato e contratti a tempo determinato perché tale
differenziazione non è disponibile sul database della programmazione 2000-2006.
11
Un’analisi della relazione tra capitale umano e successo imprenditoriale si trova in: Brixy U., Hessels J., “Human capital and startup succes of nascent entrepreneurs”, Zoetermeer, 2010.
22
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
partecipanti corrisponda una migliore capacità di strutturare un progetto e/o un’idea imprenditoriale più
solida. Questa impostazione è ben esemplificata da chi ritiene ad esempio che gli incubatori d’impresa e gli
spin off universitari (sottratti alle competenze del MIP) siano progetti qualitativamente migliori e,
tipicamente, a maggior presenza di soci imprenditori. I dati mostrano un sostanziale aumento dei progetti
individuali, che passano dal 65,1% al 73,9% (con una differenza di +8,8 punti percentuali) a svantaggio di
quelli collettivi (vedi Tab 3.9).
Tabella 2.8 - Composizione dei progetti d’impresa per numero di soci
1
Programmazione 2000-2006
Programmazione 2007-2013
Differenza (punti percentuali)
2
3
4
Più di 4
Totale
5.453
2.242
475
131
70
8.731
65,1%
26,8%
5,7%
1,6%
0,8%
100%
3.790
1.084
201
39
14
5.129
73.9%
+8,8
21,1%
-5,7
2,9%
-2,8
0,8%
-0,8
0,3%
-0,5
100%
23
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
CAPITOLO 3 – gli esiti del monitoraggio e la soddisfazione dell’utenza
In questo capitolo si propone il riepilogo dei monitoraggi trimestrali svolti tra il 1° gennaio 2011 e il 31°
dicembre 2011. Le analisi sono state sviluppate partendo dai dati raccolti nel database amministrativo del
servizio, previsto dal capitolato d’appalto e detenuto dal capofila dell’ATI (Codex). Nella seconda parte del
capitolo si riportano i livelli di soddisfazione espressi da quattro tipologie di utenza, raccolti attraverso
quattro rilevazioni CATI mediante questionario telefonico strutturato12.
Il monitoraggio è qui inteso come tentativo di sistematizzazione e di analisi dei dati prodotti nel corso
dell’erogazione dello servizio MIP in cui risulta fondamentale per un corretto inquadramento teorico la
distinzione tra realizzazioni (output) e risultati (outcome), soprattutto in relazione alla struttura temporale
di riferimento.
Le realizzazioni riguardano la capacità di rispondere alla domanda proveniente dai destinatari e si
riferiscono ai soggetti complessivamente serviti durante una determinata finestra temporale, ad esempio
l’anno solare o il trimestre. Analizzare le realizzazioni significa confrontare nel tempo (ad esempio
annualmente o trimestralmente) la quantità di utenti serviti e le loro caratteristiche. Eventuali differenze
osservate possono essere attribuite a variazioni nel numero e nella composizione dei destinatari potenziali cioè a un’evoluzione del contesto sociale - o a cambiamenti nell’erogazione dell’intervento pubblico.
I risultati, invece, hanno a che fare con la capacità di modificare una condizione indesiderata, come la
difficoltà nel creare nuove imprese. Il MIP si pone l’obiettivo di facilitare il passaggio da “aspirante” a
“imprenditore” e lo fa in parte selezionando le idee migliori, in parte aumentando le competenze degli
aspiranti. I cambiamenti (positivi o negativi) nei risultati ottenuti dal servizio dipendono in definitiva dal
rapporto tra imprese avviate e utenti serviti, a parità di condizioni di contesto.
Dunque l’analisi dei risultati va condotta su utenti che afferiscono ad una singola coorte, cioè ai soggetti
presi in carico dal servizio in una data finestra temporale (ad esempio il primo trimestre del 2008) i quali
vengono “seguiti” attraverso le fasi successive del percorso di creazione d’impresa. Simmetricamente a
quanto riguarda le realizzazioni, il confronto tra coorti successive può mettere in evidenza miglioramenti –
sostanzialmente un rapporto imprese/utenti più favorevole - attribuibili sia all’evoluzione della qualità degli
aspiranti imprenditori sia ad un effettivo incremento nella capacità creare imprese da parte del MIP. Va
notato che a parità di client mix (caratteristiche medie dell’utenza) un incremento del rapporto
imprese/utenti può denotare sia un miglioramento della performance del servizio nel fornire competenze,
sia un peggioramento nella capacità di filtrare le idee meno solide.
3.1 Gli indicatori di realizzazione
I contatti di preaccoglienza avvengono principalmente a mezzo telefonico (in alternativa, durante gli eventi
organizzati dalla Provincia oppure via internet) e servono a verificare l’ammissibilità dei candidati: dalla
nascita del MIP sono stati 49.440 e rappresentano la base da cui viene selezionata l’utenza. A seguire
durante la fase di accoglienza (14.191 progetti di impresa accolti, per un totale di 19.984 potenziali
imprenditori), svolta presso gli sportelli dislocati sul territorio della Provincia di Torino, si raccolgono le idee
progettuali, si forniscono le informazioni necessarie all’avvio dei progetti ed eventualmente si scoraggiano
quelli più deboli. Durante la fase di accompagnamento invece le idee progettuali vengono sviluppate in
12
In appendice sono allegati i testi integrali dei questionari di customer satisfaction.
24
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
prospettiva della definizione di un business plan che dovrà essere validato dai responsabili della Provincia.
Dalla nascita del servizio sono stati validati 1.513 business plan e da questi sono nate 1.267 nuove imprese.
Il grafico seguente riepiloga i principali indicatori di realizzazione riferiti al periodo di programmazione
2007-2013 (ottobre 2008 - dicembre 2011): complessivamente sono stati realizzati 11.112 contatti di
preaccoglienza, 5.099 progetti accolti, 473 business plan realizzati e 366 imprese avviate.
Grafico 3.1 Indicatori di realizzazione: dal 1° ottobre 2008 al 31° dicembre 2011
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
Preaccoglienza
11.112
Accoglienza
5.099
Business plan
473
Impresa avviata
366
Gli indicatori di realizzazione proposti possono essere scomposti per effettuare un confronto tra le singole
annualità dell’attuale ciclo di programmazione. Il grafico sottostante mostra una scomposizione in tre
annualità, a partire dal 2009 – anno di effettivo inizio della programmazione 2007-2013 – fino al 2011. I
mesi conclusivi del 2008 (momento dell’effettivo inizio dell’attuale ciclo di programmazione) sono stati
esclusi dal grafico per comodità di lettura13.
Grafico 3.2 Indicatori di realizzazione suddivisi in 3 annualità: 2009, 2010,2011
0
500
1000
1500
2000
Preaccoglienza
2500
3000
3500
3142
Accoglienza
1334
4000
3513
3738
1661
1680
675
596
431
Accompagnamento
Business plan
151
157
154
Impresa avviata
88
136
137
2009
2010
2011
Ne emerge un quadro di sostanziale omogeneità tra i periodi considerati, con due eccezioni: nel 2011 sono
sensibilmente calati i contatti di preaccoglienza e, a cascata, anche i percorsi di accoglienza (1.334). Tale
dato risulta in controtendenza sia rispetto all’andamento storico del servizio MIP (che ha sempre visto
aumentare gli utenti di anno in anno), sia rispetto all’idea che la crisi del mercato del lavoro (accentuatasi
proprio nel 2011) produca una maggiore propensione alla ricerca di forme di autoimpiego e, di
conseguenza, una maggiore affluenza al MIP. Il 2011 conta invece il più alto numero di imprese avviate
13
Indicatori di realizzazione relativi al periodo 1° ottobre 2008 – 31 dicembre 2008: Preaccoglienza 719, Accoglienza 424,
Accompagnamento 569, Business plan 11, Impresa avviata 5.
25
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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(137). Si rileva che il 2010 ha fatto registrare il maggior numero di contatti di preaccoglienza (3.738), di
percorsi di accoglienza (1.680) e di business plan validati (157). Il 2009 ha registrato la peggior performance
rispetto al numero di imprese avviate (88), nonostante abbia prodotto un numero di business plan (che
dell’impresa è il viatico) perfettamente coerente con le altre annualità: 151 versus 157 (2010) e 154 (2011).
Il passaggio alla fase di accompagnamento merita un approfondimento. Il grafico precedente mostra come i
i percorsi di accompagnamento evidenzino un netto calo: 675 nel 2009, 596 nel 2010 e 431 nel 2011. Tale
flessione è spiegata solo parzialmente dalla concomitante flessione dei progetti accolti e ha
probabilemente origine dall’inasprimento dei criteri di ammissione (tema affrontato in precedenza). La
tabella sottostante riepiloga il rapporto tra progetti accolti e percorsi di accompagnamento a partire dal
2003: la percentuale dei percorsi di accompagnamento rispetto ai progetti accolti comicia a calare nel 2009
(41%) per consolidarsi ad un livello nettamente inferiore nel 2010 (35%) e nel 2011 (32%).
Tabella 3.1 Progetti accolti e percorsi di accompagnamento (2003-2011)
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Accoglienza
1.690
1.568
1.346
1.386
1.532
1.253
1.661
1.680
1.364
Accompagnamento
781
633
586
575
692
569
675
596
431
Accompagnamento
/Accoglienza
46%
40%
44%
41%
45%
45%
41%
35%
32%
Si ricorda che le realizzazioni non devono essere lette come misure di risultato – cioè, ad esempio, quanti
dei progetti accolti conseguono la validazione del proprio business plan- in quanto gli indicatori di
realizzazione calcolati su base annua non tengono conto del tempo fisiologicamente necessario per
realizzare il percorso. Ciò che viene offerta è soltanto una fotografia delle “prestazioni” erogate dal servizio
in un dato arco temporale. Tuttavia si riportano di seguito i tre principali indicatori di risultato richiesti a
livello regionale14. Con riferimento al secondo ciclo di programmazione, sono stati validati 473 buiness plan
a partire da 2.271 percorsi di accompagnamento (21%) e sono state avviate 366 imprese (il 77% dei
business plan validati). Va rimarcato che queste percentuali, se lette come indicazione di un risultato (ad
esempio “quanti dei percorsi di accompagnamento sono giunti a buon fine, con la validazione dl business
plan?”), possono sottostimare il valore reale del rapporto. Se ad esempio si considera il rapporto
BP/Accompagnamento, nella finestra temporale considerata 01/10/2008-31/12/2011, non si tiene conto
infatti che una buona parte dei percorsi di accompagnamento inclusi nel denominatore otterrà il business
plan in un momento successivo.
Grafico 3.4 Indicatori di risultato: dal 1° ottobre 2008 al 31° dicembre 2011
0%
Business Plan/Accompagnamento
Imprese/Business Plan
20%
40%
60%
80%
100%
21%
77%
Il monitoraggio delle realizzazioni è invece utile a rilevare eventuali tipologie di attività che si concentrano
in determinati periodi, magari secondo ricorrenze annuali. Un esempio di forte stagionalità è quello relativo
all’avviamento delle imprese. Nel grafico seguente viene mostrata la distribuzione delle imprese avviate dal
14
Fonte: Atto di indirizzo approvato dalla Regione Piemonte con Deliberazione N. 45-9091 del 1/07/08 e pubblicato sul BUR del
4/07/08 e nel Programma Operativo Provinciale approvato dalla Provincia di Torino con Deliberazione N. 824-39691 del 29/07/08.
26
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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MIP nel periodo 2009-2011: gennaio è il mese in cui si registra il picco degli avviamenti, seguito da luglio e
ottobre; agosto, dicembre e maggio sono invece i mesi in cui le imprese sembrano avviare meno. Unica
eccezione il primo trimestre dell’anno 2009 che mostra un trend anomalo, imputabile alla gestione del
database nella fase di passaggio tra i due cicli di programmazione che comporta rinnovi contrattuali con
conseguenti passaggi di consegne e oneri burocratici.
Grafico 3.5 Indicatori di realizzazione: imprese avviate 2009, 2010,2011
60
50
totale periodo
40
2009
30
2010
20
2011
10
0
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
L’andamento dei business plan validati appare omogeneo nei trimestri centrali, ma non ad inizio e fine
anno (gennaio-marzo e ottobre-dicembre); evidente la flessione nella seconda parte del 2011, con i
trimestri luglio-settembre e ottobre-dicembre che evidenziano le peggiori performance del triennio.
Grafico 3.6 Indicatori di realizzazione: business plan validati per trimestre
2011
50
2010
49
40
2009
29
45
20
37
54
gen-mar
26
apr-giu
35
31
lug-set
44
ott-dic
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
Per quanto riguarda invece i contatti di preaccoglienza e i progetti accolti, si registra calo di affluenza
avvenuto nel 2011: ogni trimestre del 2011 registra infatti il valore minimo rispetto al rispettivo trimestre
delle annualità precedenti. In entrambi i casi non emergono particolari concentrazioni stagionali, ma
appare invece costante l’affluenza degli utenti: circa un quarto del totale annuale per ogni trimestre.
Grafico 3.7 Indicatori di realizzazione: contatti di preaccoglienza per trimestre
2011
962
2010
798
1087
2009
570
902
817
894
812
730
834
gen-mar
apr-giu
1018
lug-set
969
ott-dic
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
27
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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Grafico 3.8 Indicatori di realizzazione: progetti accolti per trimestre
2011
395
2010
356
465
2009
268
411
343
323
430
gen-mar
334
apr-giu
466
379
lug-set
492
ott-dic
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800
3.2 Gli indicatori di risultato: l’analisi per coorte
Quando si parla di risultati, facendo riferimento a ciò che l’azione pubblica ha prodotto (output), utilizzare
una finestra temporale comune porta a risultati difficilmente interpretabili. L’indicatore “Business plan
validati/Percorsi di accompagnamento realizzati”, costruito su quantità osservate in una identica finestra
temporale, perde la connotazione di “risultato”: potrebbe cioè assumere un valore superiore all’unità, se
nel periodo considerato i percorsi di accompagnamento realizzati fossero inferiori (numericamente) ai
business plan validati, ad esempio a causa di un accumulo di arretrati.
Per una corretta analisi dei risultati, occorre considerare una singola coorte di utenti - cioè quelli presi in
carico in un dato arco temporale - da seguire per un periodo prefissato, contando quanti esiti di ciascun
tipo hanno avuto gli appartenenti a quella coorte. Tale osservazione longitudinale consente di tracciare per
ciascun utente la sua “storia” nel percorso MIP, rilevata per tappe principali.
Osservando la durata dei percorsi MIP che giungono alla costituzione dell’impresa - calcolata come
differenza tra data di accoglienza e data di inizio attività - si nota che questa varia da un minimo di 15 giorni
ad un massimo di 26 mesi, con una media pari a circa 6 mesi entro i quali il 68% conclude il percorso. Ad
esempio, come mostra il grafico seguente, il 15% delle imprese ha avviato mediamente dopo 3 mesi dalla
data di accoglienza. Va aggiunto che il 99% delle imprese avvia entro 20 mesi dalla data di accoglienza.
Queste evidenze stanno alla base della scelta effettuata per costruire la coorte di riferimento.
Grafico 3.9 Distribuzione percentuale delle imprese avviate, a partire dalla data di accoglienza.
100%
99%
80%
60%
58%
40%
20%
15%
0%
0
3°
6°
9°
12°
15°
18°
21°
mese a partire dall'accoglienza
Alla luce di quanto osservato si è scelto di costruire le coorti a partire da una finestra trimestrale di
accoglienza e di seguirle per due anni. La tabella successiva comprende le statistiche principali delle 28
coorti risultanti: ogni riga rappresenta una coorte, con relativa finestra di accoglienza e periodo di
28
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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osservazione indicati nelle prime tre colonne. In rosso sono evidenziate le due coorti che nel 2008 sono
maggiormente interessate dal passaggio di consegne tra i due cicli di programmazione e che per questo
motivo segnalano dati anomali e disomogenei rispetto agli altri.
Tabella 3.2 Riepilogo dell’analisi per coorte
Coorte
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
Accolti dal
01/01/2003
31/03/2003
30/06/2003
30/09/2003
31/12/2003
31/03/2004
30/06/2004
30/09/2004
31/12/2004
31/03/2005
30/06/2005
30/09/2005
31/12/2005
31/03/2006
30/06/2006
30/09/2006
31/12/2006
31/03/2007
30/06/2007
30/09/2007
31/12/2007
31/03/2008
30/06/2008
30/09/2008
31/12/2008
31/03/2009
30/06/2009
30/09/2009
Totale
Media
..fino al
31/03/2003
30/06/2003
30/09/2003
31/12/2003
31/03/2004
30/06/2004
30/09/2004
31/12/2004
31/03/2005
30/06/2005
30/09/2005
31/12/2005
31/03/2006
30/06/2006
30/09/2006
31/12/2006
31/03/2007
30/06/2007
30/09/2007
31/12/2007
31/03/2008
30/06/2008
30/09/2008
31/12/2008
31/03/2009
30/06/2009
30/09/2009
31/12/2009
Osservati
fino al
30/03/2005
29/06/2005
29/09/2005
30/12/2005
31/03/2006
30/06/2006
30/09/2006
31/12/2006
31/03/2007
30/06/2007
30/09/2007
31/12/2007
30/03/2008
29/06/2008
29/09/2008
30/12/2008
30/03/2009
29/06/2009
29/09/2009
30/12/2009
31/03/2010
30/06/2010
30/09/2010
31/12/2010
31/03/2011
30/06/2011
30/09/2011
31/12/2011
Progetti
accolti
447
425
348
465
452
406
286
424
403
409
214
320
319
357
269
439
459
385
270
418
387
289
155
424
335
427
371
520
10.423
Percorsi
accomp.
226
184
177
194
183
171
117
162
166
172
94
154
154
151
98
171
203
175
120
192
179
128
37
227
170
147
161
195
4.508
Business
plan
76
62
61
71
55
52
33
43
34
52
29
39
37
37
27
46
65
38
26
32
23
5
Imprese
avviate
67
61
58
67
53
49
28
40
27
47
27
33
32
32
23
42
52
29
19
22
14
87
54
30
48
43
1.205
60
41
25
37
39
1.024
148
122
115
125
126
116
82
119
129
119
65
113
115
114
70
124
138
137
94
160
156
122
37
140
114
117
112
152
3.281
531
372
161
45
39
Drop out
I dati così organizzati permettono di leggere le realizzazioni come indicatori di risultato, ad esempio,
complessivamente i 10.423 progetti accolti hanno generato 4.508 percorsi di accompagnamento dai quali
sono stati validati 1.024 business plan e successivamente avviate 1.024 imprese; gli abbandoni sono stati
3.281.
29
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
Grafico 3.10 Evoluzione dell’utenza: indicatori di risultato per coorte
Progetti accolti
di cui Percorsi di accompagnamento
di cui Business plan validati
di cui Imprese avviate
10.423
4.508
1.205
1.024
Da un’altra angolazione, la stessa distribuzione, può essere vista come tasso di sopravvivenza dell’utenza,
che ad ogni step perde la propria componente meno attrezzata. In particolare, meno della metà (43,3%) dei
progetti accolti sopravvive al passaggio tra la fase di accoglienza a quella di accompagnamento. Soltanto il
26,7% dei percorsi di accompagnamento termina con la validazione del business plan (42,6%). Infine il 77%
dei business plan validati consegue l’avviamento dell’impresa. Dunque, dei 10.423 progetti accolti, 1.024 si
trasformano in imprese, pari a quasi uno su dieci. Come anticipato precedentemente, questi risultati
differiscono visibilmente rispetto a quelli ottenuti dal monitoraggio degli indicatori di realizzazione dove: (i)
Business plan/Accompagnamento = 21%; (ii) Imprese/Business plan = 77%. Ciò è dovuto al fatto che
seguendo lo sviluppo dei percorsi per coorte si concede a ciascun percorso un tempo uguale (in questo caso
pari a due anni) per arrivare a compimento, mentre con i dati di monitoraggio i percorsi cominciati in un
tempo più vicino a quello di osservazione gravano sul denominatore del rapporto nonostante il loro esito
sia ancora sconosciuto.
Grafico 3.11 Tasso di sopravvivenza dei percorsi: indicatori di risultato per coorte
Accompagnamento/Progetti accolti
Business Plan/Accompagnamento
43,3%
26,7%
Imprese/Business Plan
84,9%
Può inoltre essere utile per una lettura dinamica dei tassi di successo da una fase all’altra del percorso
mostrare la tabella 3.2 con i valori espressi in percentuale e raggruppando le coorti per anno.
Tabella 3.12 Riepilogo dell’analisi per coorte
Coorti per anno
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Accompagnati
/Accolti
51%
46%
40%
44%
41%
45%
45%
Business plan
/Accompagnati
34%
35%
29%
26%
26%
23%
20%
Imprese avviate
/Business plan
88%
94%
93%
87%
88%
76%
64%
Drop out
/accompagnati
65%
65%
70%
73%
74%
77%
80%
Raggruppando le informazioni relative a ciascuna singola coorte per anno ed esprimendo i dati in
percentuale, la Tabella 3.12 evidenza in modo immediato la dinamica temporale dei quattro rapporti
considerati, di cui i primi tre rappresentano il passaggio lungo le tre fasi principali del percorso mentre il
quarto esprime il tasso di abbandono del percorso:
30
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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(i)
Accompagnati/Accolti, esprime la percentuale di utenti accolti che passano
all’accompagnamento, emerge una sostanziale omogeneità nel tempo, l’unica eccezione è il 51%
registrato nel 2005
(ii)
Business plan/Accompagnati, è la percentuale di business plan validati rispetto ai soli
percorsi di accompagnamento e denota in questo caso un progressivo e consistente peggioramento;
(iii)
Imprese avviate/Business plan, rappresenta la percentuale di imprese avviate una volta
validato il business plan, nonostante sia evidente come la gran parte dei BP conduca poi all’avvio
dell’impresa, va rimarcato come l’ultimo biennio (soprattutto il 2011) mostri una consistente
flessione (intorno al 90% la performance 2005-2006, intorno al 70% la performance 2010-2011)
(iv)
Drop out/Accompagnati, è il rapporto tra utenti che abbandonano una volta entrati nella
fase di accompagnamento (per costruzione risulta simmetrico al rapporto Business
plan/Accompagnati), la dinamica temporale mostra un notevole incremento del tasso di abbandono
che dal 65% (2005-2006) si assesta verso l’80% (2010-2011).
31
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
3.3 La soddisfazione dell’utenza
UTENTI ACCOLTI. Nella seconda metà di gennaio 2011, sono stati contattati 300 utenti accolti dal servizio
MIP tra il 1° novembre 2010 e il 31° dicembre 2010. 206 hanno risposto all’intervista, con un tasso di
successo pari al 69%, tra questi 5 sono stati utilizzati come pilota per testare la validità delle domande e
uno è stato ritenuto inattendibile. Il valore aggiunto di questa survey sta nella vicinanza temporale tra la
fruizione del servizio e la rilevazione, avvenuta mediamente ad un mese e mezzo di distanza. Le seguenti
sono le risposte ottenute dai 200 questionari considerati.
Internet (33,5% dei rispondenti) e il “passaparola”
(32,5%) sono i principali canali informativi di
diffusione servizio MIP. Il passaparola comprende le
segnalazioni da parte di parenti e amici, mentre il
consiglio da persone che hanno partecipato al MIP
(utenti attualmente in carico o ex utenti) è stato
trattato separatamente ed è pari al 5,5%.
Il 15% dei rispondenti si divide tra i Centri per
l’impiego (8%) e gli sportelli Informagiovani (6,5%).
Marginale il ruolo di pubblicità (3,5%), sindacati
(1,5%) e Camere di commercio (2,5%).
Risposte alla domanda: “Come è venuto a conoscenza
dell’esistenza del MIP?”
0%
10%
20%
30%
40%
internet
passaparola
centri per l'impiego
informagiovani
utente MIP
pubblicità
Camera di Commercio
sindacati
altro
Nella stragrande maggioranza dei casi (95%) la
dislocazione degli sportelli MIP è stata considerata
ottimale e tale da consentire un rapido accesso alle
strutture. L’eccezione, 10 utenti pari al 5% del
totale, è costituita quasi interamente della zona di
Ivrea (e in un caso Pinerolo) dove si lamentano
difficoltà di accesso.
La capacità degli operatori MIP di informare in
modo funzionale allo sviluppo del progetto di
impresa è testimoniata da più della metà dei
rispondenti, che considerano ottima la qualità
dell’informazione ricevuta. Un altro 47% ritiene
adeguata la qualità dell’informazione ottenuta.
Trascurabile è la quota di coloro che ritengono
l’offerta poco adeguata (2%) e inadeguata (0,5%).
Risposte alla domanda: “L’ ufficio dove è disponibile il
servizio MIP in cui si sono svolti gli incontri è stato facile
da raggiungere?”
0%
20%
40%
60%
80%
100%
sì
no
Risposte alla domanda: “Ritiene che le informazioni
ricevute complessivamente siano state…”
0%
10% 20% 30% 40% 50% 60%
ottime
adeguate
poco adeguate
inadeguate
32
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
Più che positivo anche il giudizio in merito alla
disponibilità dei tutor, i quali di fatto rappresentano
la sostanza del servizio: giudicata ottima nel 63,5%
dei casi e adeguata nel 34,5%. Soltanto 4 utenti
(2%) giudicano poco adeguata la disponibilità dei
tutor.
Risposte alla domanda: “Come valuta la disponibilità
del tutor?”
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
ottima
adeguata
poco adeguata
Simmetrici risultano i giudizi in merito alla
professionalità dei tutor, a testimonianza
probabilmente della non facile separazione tra le
due sfere. Nei rari casi di giudizio negativo si
lamenta la preponderanza del lato economico
rispetto a quello dell’idea progettuale.
Meno eclatante, rispetto ai precedenti, il giudizio
sull’aderenza alle aspettative: il 40% dei rispondenti
la giudica ottima e 51,5% la ritiene comunque
adeguata. L’8% appare invece meno soddisfatto e lo
0,5% giudica il servizio inadeguato. Tra i meno
soddisfatti sembra pesare la rilevanza degli oneri
burocratici.
Risposte alla domanda: “Come valuta la professionalità
del tutor?”
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
ottima
adeguata
poco adeguata
Risposte alla domanda: “Rispetto a quanto si aspettava
gli incontri di accoglienza sono stati..”
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
ottimi
adeguati
poco adeguati
inadeguati
Nel complesso il servizio MIP è considerato ottimo
(44,5%) e adeguato (44%) nella quasi totalità dei
casi. Per 21 utenti è poco adeguato (10,5%) e
persoltanto 2 inadeguato (0,5%). Da notare che gli
intervistati hanno ricevuto esclusivamente i primi
incontri della fase di accoglienza (con i tutor) e la
preaccoglienza (telefonica).
Risposte alla domanda: “Come giudica
complessivamente il percorso intrapreso?”
0%
10% 20% 30% 40% 50% 60%
ottimo
adeguato
poco adeguato
inadeguato
Infine, a conferma della piena soddisfazione
evidenziata dagli utenti in questa prima fase del
percorso, si rileva come ben il 94% consiglierebbe
ad un amico o a un parente di rivolgersi al MIP per
realizzare la propria idea imprenditoriale.
Risposte alla domanda: ““Consiglierebbe il servizio MIP
ad amici o conoscenti?
0%
20%
40%
60%
80%
100%
sì
no
33
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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UTENTI BUSINESS. Nella seconda metà di marzo 2011, sono stati contattati 117 utenti con business plan
validato tra giugno 2010 e febbraio 2011. 105 hanno risposto all’intervista, con un tasso di successo pari all’
89%, tra questi 5 sono stati utilizzati come pilota per testare la comprensibilità delle domande. Le seguenti
sono le risposte ottenute dai 100 questionari considerati.
Il 96% dei rispondenti non ha avuto problemi nel
raggiungere le sedi in cui si svolgono le attività del
MIP. Nella maggioranza dei casi si tratta di utenti
residenti in Torino e cintura. Il restante 4% lamenta
alcune difficoltà di accesso per quanto riguarda gli
uffici dislocati sul territorio provinciale (Pinerolo,
Ivrea).
La capacità degli operatori MIP di informare in
modo funzionale allo sviluppo del progetto di
impresa è testimoniata da oltre il 60% dei
rispondenti, che considerano ottima la qualità
dell’informazione ricevuta. Il 32% ritiene adeguata
la qualità dell’informazione ottenuta. Soltanto il 2%
ritiene l’offerta poco adeguata.
Risposte alla domanda: “L’ ufficio dove è disponibile il
servizio “Mettersi in proprio” in cui si sono svolti gli è
stato facile da raggiungere?”
0%
20%
40%
60%
80%
100%
si
no
Risposte alla domanda: “Ritiene che le informazioni
ricevute siano state
0% 20% 40% 60% 80% 100%
ottime
adeguate
poco adeguate
inadeguate
Sfiora l’80% il giudizio massimo in merito alla
professionalità dei tutor. Da notare che la
precedente rilevazione sugli utenti accolti aveva
raccolto il 63% dunque la soddisfazione nei
confronti dei tutor aumenta con l’avanzare del
percorso. Soltanto 2 utenti (2%) giudicano poco
adeguata la disponibilità dei tutor.
Risposte alla domanda: “Come valuta la professionalità
dei tutor?”
0%
20%
40%
60%
80% 100%
ottima
adeguata
poco adeguata
inadeguata
Meno eclatante, rispetto ai precedenti, il giudizio
sul contributo del MIP alla realizzazione del
business plan: il 50% dei rispondenti la giudica
ottima e il 46% la ritiene comunque adeguata.
Sommano ad un trascurabile 4% gli utenti meno
soddisfatti. Il 45% degli intervistati dichiara
inoltreche sarebbe riuscito a realizzare il proprio
business plan anche senza il supporto del MIP.
Risposte alla domanda: “Come valuta il contributo del
percorso MIP alla realizzazione del business plan?”
0%
20%
40%
60%
80% 100%
ottimo
adeguato
poco adeguato
inadeguato
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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IMPRESE AVVIATE. Durante la prima metà di novembre 2011, sono stati contattati 140 utenti con impresa
avviata dopo il 2009. 100 hanno risposto all’intervista, con un tasso di successo pari al 70%, tra questi 6
dichiarano di aver cessato l’attività. Le seguenti sono le risposte ottenute dai 100 questionari ottenuti.
Il 94% dei rispondenti non ha avuto problemi nel
raggiungere le sedi in cui si svolgono le attività del
MIP. Il restante 6% lamenta alcune difficoltà di
accesso per quanto riguarda gli uffici dislocati al di
fuori della cintura di Torino.
Risposte alla domanda: “Ritiene che i locali in cui si sono
svolti gli incontri siano localizzati in modo…”
0% 25% 50% 75% 100%
Facilmente accessibile
Difficilmente accessibile
Il 36% degli intervistati considera ottima la capacità
degli operatori MIP di informare in modo funzionale
allo sviluppo del progetto di impresa. Il 53% ritiene
adeguata la qualità dell’informazione ottenuta,
mentre l’8% la ritiene inadeguata. Soltanto il 3%
risulta insoddisfatto rispetto alle informazioni
ricevute.
Risposte alla domanda: “Ritiene che le informazioni
ricevute siano state…”
0%
20%
40%
60%
80% 100%
Ottime
Adeguate
Poco adeguate
Inadeguate
Leggermente più basso l’apprezzamento riguardo
alla professionalità dei tutor che raccoglie il
punteggio massimo nel 68% dei casi (7 punti
percentuali in meno rispetto ai giudizi degli utenti in
fase di accompagnamento). La figura del tutor ha
ricevuto un larghissimo consenso e molti tra gli
imprenditori intervistati la ritengono il vero valore
aggiunto dell’intero percorso MIP.
Tra coloro che hanno preso parte ai moduli di
formazione (39 intervistati) la quasi totalità ritiene
di aver ottenuto un contributo funzionale al proprio
progetto: ottimo secondo il 23% e adeguato
secondo il 68%. Soltanto 3 (8%) i giudizi
parzialmente negativi.
Risposte alla domanda: “Come valuta la professionalità
del tutor?”
0%
20%
40%
60%
80% 100%
Ottima
Adeguata
Poco adeguata
Risposte alla domanda: “Ha partecipato a qualche corso
di formazione proposto dal tutor”
0%
20%
40%
60%
80% 100%
Sì
No
Non mi è stato…
A conclusione del percorso MIP, ottenuta la
validazione del business plan, ed avviata l’impresa
esiste un’ulteriore fase di consulenza specialistica
(fiscale, giuridica e finanziaria) con professionisti di
settore: il 72% degli intervistati ne ha usufruito.
Risposte alla domanda: “Rispetto al progetto
imprenditoriale il corso di formazione è stato..”
0%
20%
40%
60%
80% 100%
Ottimo
Adeguato
Poco adeguato
35
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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Complessivamente positivo è il giudizio espresso
rispetto a tali attività di consulenza, considerata
prevalentemente ottima (53%) e adeguata (35%).
Una minoranza di 8 utenti (11%) considera la
consulenza post avvio poco adeguata alle proprie
esigenze imprenditoriali.
Parte della consulenza post avvio è espressamente
dedicata al sostegno nella predisposizione delle
domande di finanziamento in raccordo con le leggi
regionali pertinenti. Infatti il 74% degli intervistati
dichiara di aver usufruito proprio di questo tipo di
supporto specifico. L’accesso ai finanziamenti
pubblici è un aspetto molto delicato e, sulla base
dell’evidenza raccolta, è quello che ha calamitato la
maggior parte delle critiche al servizio da parte
dell’utenza. Tuttavia un buon 60% degli intervistati
esprime massima soddisfazione, mentre soltanto il
10% ritiene poco adeguata (1) o inadeguata (3) il
supporto ricevuto.
Il problema relativo all’eccesso ai finanziamenti
pubblici può essere articolato su due livelli: da un
lato alcuni imprenditori nutrivano eccessiva fiducia
sulla possibilità di ottenere tutti i finanziamenti
disponibili, una volta concluso il percorso MIP (in
alcuni casi i progetti di impresa durati più a lungo e
a cavallo tra i due cicli di programmazione hanno
scontato una riduzione delle risorse disponibili
rispetto a quelle promesse); d’altra parte appare
estremamente diffusa, anche tra gli utenti più
soddisfatti, una grande insofferenza per i ritardi e le
richieste pressanti sul versante burocratico.
Risposte alla domanda: “Lei ha mai partecipato alla
fase di tutoraggio post avvio del servizio MIP?”
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Sì
No
Risposte alla domanda: “Rispetto alle attività oggetto
di tutoraggio ritiene di aver ricevuto un supporto…”
0%
20%
40%
60%
80% 100%
Ottimo
Adeguato
Poco adeguato
Risposte alla domanda: “Se sì, come giudica il supporto
ricevuto?”
0%
20%
40%
60%
80% 100%
Ottimo
Adeguato
Poco adeguato
Inadeguato
36
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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UTENTI DROP OUT. L’ultima customer satisfaction prevista tra le attività del 2011 ha coinvolto gli utenti
fuoriusciti dal servizio MIP, i cosiddetti drop out. Si tratta di tutti coloro che, entrati in fase di accoglienza,
non conseguono la validazione del proprio business plan e non procedono all’avviamento della propria
impresa. Nel corso del mese di gennaio 2012, sono stati contattati 400 utenti drop out, quelli con data di
accoglienza più recente, ma antecedente il 30 giugno 2011; 200 hanno risposto all’intervista, con un tasso
di successo pari al 50%. Le seguenti sono le risposte ottenute dai 200 questionari ottenuti.
La totalità dei rispondenti ha confermato di aver
contattato il servizio, confermando la data di
accoglienza. La maggioranza (34%) ha partecipato
ad un solo incontro; il restante 66% ha invece
presenziato ad almeno 2 incontri. Ciò indica che la
gran parte dei drop out intervistati non si è limitata
ad un primo contatto, ma ha manifestato un
sensibile interesse ad iniziare il percorso di
creazione d’impresa.
Risposte alla domanda: “Sì ricorda il numero di incontri
del MIP ai quali ha partecipato?”
0%
10%
20%
30%
40%
1
2
3
4
più di 5
La quasi totalità dei rispondenti (95%) non ha avuto
problemi nel raggiungere le sedi in cui si svolgono le
attività del MIP. Percentuale consistente con
quanto dichiarato con tutte le altre tipologie di
utenti e che esclude la collocazione territoriale
come concausa all’abbandono.
Quasi la metà del campione (48%) esprime il
giudizio massimo in merito alla disponibilità dei
tutor. Il dato sensibilmente inferiore rispetto alla
rilevazione sugli utenti con impresa avviata (66%).
Un altro buon 42% esprime giudizio adeguato.
Soltanto 2 utente (1%) giudica poco adeguata la
disponibilità dei tutor.
Lievemente più basso l’apprezzamento riguardo alla
professionalità dei tutor che raccoglie il giudizio
massimo nel 44% dei casi (ben al di sotto del 68%
espresso degli utenti con impresa avviata).Restano
in ogni caso marginali i casi di giudizio negativo (7%)
o fortemente negativo (2%).
Risposte alla domanda: “Ritiene che i locali in cui si sono
svolti gli incontri siano localizzati in modo…”
0%
25% 50% 75% 100%
Facilmente accessibili
Difficilmente accessibili
Risposte alla domanda: “Come valuta la disponibilità
del tutor (se ne ha avuto uno)?”
0%
20%
40%
60%
Ottima
Adeguata
Poco adeguata
Inadeguata
Risposte alla domanda: “Come valuta la professionalità
del tutor (se ne ha avuto uno)?
0%
20%
40%
60%
Ottima
Adeguata
Poco adeguata
Inadeguata
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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Oltre la metà degli intervistati (52%) sostiene di
aver abbandonato il servizio MIP all’inizio del
percorso, cioè durante i primi incontri di
accoglienza. Il 38% ha invece abbandonato durante
la successiva fase di accompagnamento. Soltanto il
10% abbandona di fronte alla stesura del business
plan, che rappresenta il termine del percorso.
Risposte alla domanda: “Quando ha deciso di rinunciare
al servizio..”
0%
20%
40%
60%
Durante l'accoglienza
Durante l'accompagn.
Durante il BP
Risultano variegate le motivazioni che hanno spinto
gli utenti all’abbandono. Il 22% dichiara di aver
abbandonato perché il MIP non rispondeva alle
proprie esigenze. Il 17% ha invece abbandonato per
questioni economiche: questi utenti lamentano
difficoltà di accesso sia ai canali di finanziamento
pubblico, sia al credito privato. Il 15% ha
abbandonato su consiglio del tutor, dovuto
normalmente a carenze nell’idea progettuale. Un
buon 11% dichiara di aver trovato lavoro e di aver
dunque perso interesse nel progetto d’impresa.
Infine l’8% è stato scoraggiato dalla tempistica
necessaria alla conclusione del percorso MIP. Il
restante 22% abbandona per motivi contingenti, o
per cause di forza maggiore.
Oltre la metà degli intervistati (53%) dichiara, con la
fuoriuscita dal MIP, di aver completamente
abbandonato l’idea imprenditoriale; il 26% intende
invece realizzare il proprio progetto
autonomamente, mentre il 19% si è convinto a
modificare il progetto e a riprovare in futuro. Una
quota trascurabile (3%) dichiara di volersi rivolgere
ad altri servizi di start up di impresa.
Va infine rimarcato che oltre la metà (53%) degli
utenti drop out, nonostante la fuoriuscita, conserva
un giudizio positivo dell’esperienza vissuta
all’interno del MIP, tanto da dichiarare di averlo
consigliato ad amici o conoscenti.
Risposte alla domanda: “Ha deciso di rinunciare al
servizio MIP a causa di..
0%
20%
Per aspettative deluse
Finanziamenti
Su consiglio del tutor
Lavoro
Tempi
Requisiti
Altro
Risposte alla domanda: “In seguito alla decisione di
rinunciare al MIP intende..”
0%
20%
40%
60%
Abbandonare
Proseguire
Modificare
Rivolgersi ad altri servizi
Risposte alla domanda: “Ha mai consigliato il servizio
MIP ad amici o conoscenti?”
0%
20%
40%
60%
Sì
No
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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CAPITOLO 4 – I drop-out
Il MIP, a fronte di un crescente numero di iscritti (8.253 progetti accolti nel ciclo di programmazione 20002006 e 5.099 a partire dall’ottobre 2008 con l’avvio del ciclo 2007-2013), registra anche un numero
crescente di casi di abbandono del servizio, i cosiddetti drop-out. Possiamo considerare drop-out tutti
coloro che, entrati in fase di accoglienza, non conseguono la validazione del proprio business plan e non
procedono all’avviamento della propria impresa. Questa condizione non si trova segnalata all’interno del
database MIP, in quanto non è stata prevista alcuna variabile che definisca la fuoriuscita dal servizio. Ciò è
riconducibile all’idea che non esista un tempo massimo per portare a termine il percorso MIP così che, ad
esempio, un progetto accolto nel 2009 possa concludersi nel 2011, magari in seguito ad un anno di pausa
nello svolgimento delle attività. Ne consegue che, teoricamente, nessun utente possa essere considerato
drop-out. Di fatto però, nel lungo periodo, esistono solo due esiti possibili per ciascun progetto: la
validazione del business plan oppure la fuoriuscita dal MIP.
Per comprendere natura ed entità di questo fenomeno, è necessario in primo luogo individuare gli utenti
che verosimilmente hanno abbandonato il percorso; per farlo sono state utilizzate le informazioni di natura
temporale contenute nel database. Si osserva infatti che la validazione dei 473 business plan, afferenti al
recente periodo programmazione (2007-2013), è stata conseguita mediamente in 201 giorni a partire dalla
data di accoglienza; l’85% delle validazioni è avvenuta entro 360 giorni dalla data di accoglienza. I dati
raccolti inducono quindi a pensare che percorsi di durata superiore ad un anno difficilmente si concludono
con esito favorevole. A partire da questa evidenza, vengono considerati drop-out tutti coloro che nei 6 mesi
successivi alla data di accoglienza non totalizzano più di 3 incontri con il tutor in fase di accompagnamento.
Applicando tale procedura risultano 3.111 progetti drop-out sui 5099 accolti a partire dall’ottobre del 2008.
Va aggiunto che la stima è ottenuta per difetto, stante il fatto che una parte dei progetti entrati in
accompagnamento entro i sei mesi dalla data di accoglienza non otterrà comunque il business plan
validato.
Va inoltre considerato che tra le prerogative della politica, esplicitamente costruita per agevolare la
creazione di “buone” imprese, vi è quella di scoraggiare idee progettuali poco solide, cioè quelle che
nell’ottica degli operatori MIP avrebbero poche possibilità di giungere all’avviamento dell’impresa. In tal
senso una frazione degli abbandoni risulta funzionale rispetto alla logica del servizio e va distinta da tutti gli
altri casi in cui l’abbandono è determinato da insoddisfazione dell’utenza rispetto al servizio offerto.
In questo capitolo si indagano tempi e ragioni dell’abbandono per comprendere le motivazioni di chi
abbandona il percorso MIP; ciò è stato fatto nell’ottica di distinguere i drop-out “indotti” da quelli
“insoddisfatti” al fine di indagare come il servizio influisca nel determinare la scelta dell’abbandono. Scelta
che, alla luce degli esiti osservati, può essere modificata in modo funzionale agli obiettivi del MIP: ad
esempio possono essere eliminati i fattori che causano maggiore insoddisfazione presso gli utenti, oppure,
sul versante dello scoraggiamento, una maggiore quota di progetti può essere indotta all’abbandono
(stante il grande numero di progetti che comunque non terminano il percorso).
L’analisi è stata svolta, in prima battuta, a partire dai dati contenuti nel database amministrativo del MIP,
successivamente nel corso del mese di gennaio 2012, sono stati contattati 400 utenti individuati come
drop-out, di cui 200 hanno risposto all’intervista telefonica con questionario strutturato, con un tasso di
successo pari al 50%. Tra questi 200 sono state poi realizzate 16 interviste in profondità, con l’obiettivo di
approfondire le informazioni raccolte attraverso il questionario telefonico in merito a: (i) condizione
lavorativa pregressa; (ii) motivazioni dell’abbandono; (iii) storia professionale dopo la fuoriuscita. Le
informazioni raccolte verranno altresì utilizzate nella definizione dei criteri di qualità utili a sviluppare azioni
39
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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di adattamento per prevenire, ma anche gestire, il fenomeno dei drop-out nella direzione più funzionale
alla logica del servizio.
Va infine aggiunto che, per aumentare l’attendibilità delle risposte, sono stati inclusi nella rilevazione
soltanto i drop-out con data di accoglienza più recente (ma antecedente il 30 giugno 2011, data a partire
dalla quale non è possibile anticipare l’esito del progetto) in modo da non forzare eccessivamente la
capacità degli utenti di ricordare fatti eccessivamente lontani nel tempo.
La diversificazione delle persone da sottoporre all’intervista è stata perseguita contattando soggetti che, in
base alle risposte date al questionario, apparivano eterogenee in rapporto sia alle aspettative verso il
servizio sia per i motivi addotti a giustificazione dell’abbandono.
Si è arrivati così ad interpellare 35 soggetti. Tra questi, quasi il 50% si è reso disponibile all’indagine.
Pertanto sono state realizzate 16 interviste in profondità15.
Si precisa che, tra i soggetti interpellati, sono stati inclusi soltanto gli utenti:
- che nei 6 mesi successivi alla data di accoglienza abbiano totalizzato un minimo di 3 ore di
consulenza in fase di accompagnamento;
- con una data di accoglienza non antecedente al novembre 2010 (in modo da non forzare
eccessivamente la capacità degli utenti di ricordare fatti eccessivamente lontani nel tempo)
- che, al momento della rilevazione, non avevano rapporti con il servizio da almeno 6 mesi.
Metà dei casi intervistati sono persone che ricadono in una fascia di età ricompresa tra i 30 e i 40 anni, con
un’esperienza lavorativa di alcuni anni, ma momentaneamente disoccupati. L’altra metà si suddivide tra
persone over 50, che si trovano a fine carriera lavorativa e giovani neolaureati,al di sotto dei 30 anni, alla
loro prima esperienza di lavoro. La maggior parte sono donne e tra loro alcune cercano di rientrare nel
mercato del lavoro dopo un periodo di congedo parentale.
4.1 Definizione e problematica
Il MIP considera suoi utenti quanti superano la verifica delle condizioni di ammissibilità e accettano di
entrare nel percorso di consulenza proposto, finalizzato alla stesura e alla validazione del business plan.
Una volta riconosciuto il possesso dei requisiti formali, che avviene durante la fase di accoglienza, il
candidato diventa beneficiario del servizio a tutti gli effetti. Da quel momento in poi, la decisione di
fuoriuscire dal percorso è una scelta personale, ovvero non ci sono più regole che ne condizionano la
partecipazione sino al momento della validazione del business plan. Non è pertanto possibile individuare in
maniera univoca chi siano i drop-out.
Gli esiti delle interviste in profondità rilevano che alcuni degli intervistati non si riconoscono come casi di
abbandono, ma definiscono il loro allontanamento come un momento di sospensione dal servizio e
affermano la volontà di tornare, non appena risolte le questioni che li hanno portati ad interrompere il
rapporto con il MIP. L’interruzione può avvenire per diverse ragioni, che vanno dai più generici “motivi
personali”, nei quali rientrano la mancanza di tempo da dedicare al servizio e la necessità di “pensarci
meglio su”, all’esigenza pratica di trovare un locale o un canale di finanziamento che renda realizzabile la
loro idea imprenditoriale.
Se i motivi della sospensione, come vedremo, sono i più svariati, anche le modalità con cui avviene la
sospensione sono differenti caso per caso. Molti interrompono la frequentazione del servizio dandone
comunicazione al tutor e dicendosi interessati a riprendere, una volta risolti dubbi e ostacoli; altri invece,
15
Per una sintesi delle caratteristiche dei 16 casi intervistati, si veda l’Allegato n.2.
Si precisa inoltre, che l’ordine cronologico con cui sono state realizzate le interviste è il criterio secondo cui sono stati schedati i
soggetti interpellati.
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interrompono senza fornire alcuna comunicazione. Tra questi ultimi si segnalano i casi che, essendo passati
più di sei mesi dall’ultimo incontro con il tutor, non ristabiliscono un contatto perché non ricordano le
regole di funzionamento del servizio e/o temono sia loro preclusa la possibilità di rientrare nel percorso.
“.. sono passati almeno sei mesi e non mi sono più fatta sentire, devo dire la
verità, e non mi sembra di avere ricevuto via mail comunicazioni da loro e neanche
telefonate, .. e allora non so se ne ho ancora diritto, perché pensavo ci fosse un
tempo limitato entro il quale devi usufruire delle ore a disposizione.” [Intervista
n.1]
“.. mi hanno detto di richiamare quando ero pronto..quando ero sicuro e io ho
intenzione di farlo non appena le cose vanno a posto.” [Intervista n.2]
“Io non lavoro, ma diciamo che per mettere su la mia idea imprenditoriale, alla
quale non rinuncio, non ho fretta, ho sentito la tutor l’ultima volta nel settembre
2011. Intanto per portarmi avanti ho fatto il corso per maneggiare gli alimenti..Ho
una bambina piccola, non posso stare dietro a tutto. Il prossimo anno che andrà
all’asilo allora riprenderò in mano la cosa, perché mi piace, mi diverte.”
[Intervista n.5].
“..continuo a cercare il locale e se lo trovo torno al MIP, non l’ho abbandonato.”
[Intervista n.8]
Non si può tuttavia omettere che la propensione a sospendere il percorso in alcuni casi sia correlata anche
ad una scarsa motivazione al fare impresa. Nello specifico, si tratta di utenti disorientati, che considerano il
mettersi in proprio come una delle opportunità possibili da vagliare. Per questo non si considerano dropout e mantengo aperto il rapporto con il servizio, senza però tenere conto che un piano d’impresa ha una
validità limitata nel tempo, dopo di ché le previsioni in esso contenute non hanno più alcun valore nella
pratica.
“Quindi non è che ho abbandonato, diciamo che sono ferma che ci sto pensando.
Volevo tornare a parlare con la tutor e chiedere se vale la pena portare avanti la
cosa lo stesso, nel senso fare il business plan, portare alla fine il percorso e
intanto vedere se la situazione cambia. Voglio chiedere se il business plan scade.
Nel senso se io lo faccio adesso e me lo validano e poi però non apro e passano per
dire due o tre anni, poi ha ancora valore?” [Intervista n.4]
Altri ancora invece, non hanno né abbandonato, né sospeso, ma sono stati indirizzati verso un altro servizio
adeguato a rispondere alle loro esigenze, come nel caso di chi è stato rinviato al servizio “AproPartita Iva”:
“.. in realtà io non ho abbandonato il MIP, ma sono semplicemente stata dirottata
su un servizio più adatto, AproPartita Iva, in questo senso il MIP ha esaurito la
sua funzione nei miei confronti.” [Intervista n.3]
4.2 Tempi e ragioni dell’abbandono
Prima di addentrarci nell’analisi, ricordiamo brevemente che il servizio MIP si struttura in due momenti
principali16:
-
una fase di assistenza ex-ante, che consiste nell’erogazione di servizi consulenziali per l’avvio
dell’impresa (Azione 2) raggruppati in cinque macro fasi (pre-accoglienza, accoglienza,
accompagnamento e sviluppo del business plan, brevi momenti di formazione su tematiche
specifiche, validazione) che si chiudono con la validazione del piano d’impresa;
-
una fase di assistenza ex-post ,che consiste nell’erogazione di servizi di consulenza specialistica e di
tutoraggio per il consolidamento delle imprese nate dall’esperienza Mip (Azione 3).
16
Programma Operativo Regione Piemonte 2007-2013, FSE, Obiettivo "Competitività regionale e occupazione ", Asse
"Adattabilità", Attività "Percorsi Integrati per la Creazione d'Impresa".
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I casi che abbiamo definito di abbandono sono quelli che non portano a termine la fase di assistenza exante, perché interrompono il servizio prima di arrivare alla validazione del business plan, ovvero prima di
aver terminato l’iter che consente loro di costituire l’impresa.
Tra le motivazioni addotte dagli intervistati, alcune sono ricondotte alle caratteristiche del servizio erogato
(aspettative disattese, durata del percorso), altre fanno capo a cause di natura contingente (mancanza di
risorse economiche, idea imprenditoriale debole, nuovo impiego).
Gli utenti con aspettative disattese
Le persone da noi intervistate dichiarano di rivolgersi al MIP principalmente per due ragioni: ottenere
consulenza e reperire finanziamenti utili a realizzare la loro idea imprenditoriale.
Tra coloro che si aspettano di ricevere consulenza, alcuni lamentano un mancato, o carente, supporto alla
redazione del piano d’azienda. Questi, se da una parte riconoscono che nell’impostazione del servizio vi sia
un’idea consulenziale completa, ritengono però che, nella pratica di cui hanno avuto esperienza, il servizio
non svolga appieno la sua funzione.
“Io non sto lavorando, ma non sono disoccupata, sono una neolaureata in
progettazione delle politiche, sono un’assistente sociale con già un po’ di
esperienza e con l’idea di mettere su un servizio per anziani.. Sono andata al MIP
in cerca di aiuto economico e di consulenza. Cercavo indicazioni sulle nuove
normative, ma più che altro sulle spese di amministrazione che avrei dovuto
affrontare.. E poi ero interessata ai contributi che il MIP offre.. Ho fatto due o
tre incontri dopo quello di gruppo, ma la tutor che avevo mi sembrava fosse li a
far passare le ore, non è che mi dicesse tanto. Per esempio siamo arrivate a
parlare delle cooperative da cercare con cui mettermi in contatto per avviare il
mio servizio, per vedere se erano interessate, ma sto ancora aspettando da ottobre;
alla fine ho lasciato perdere.” [Intervista n.7]
“.. Tutte le volte all’appuntamento si discuteva di non si sa bene che cosa.. io
l’idea ce l’avevo chiara, secondo me invece la tutor no, e sarei dovuta stare li
per sei mesi, ma dammi le indicazioni che ti chiedo e poi io mi muovo da sola, che
così non perdiamo tempo in due, pensavo.” [Intervista n.14]
Quanti si rivolgono al MIP per trovare finanziamenti mostrano soddisfazione nei casi in cui l’aspettativa sia
realisticamente orientata al contributo riservato agli iscritti alle liste di collocamento e al rimborso per le
spese sostenute per l’avvio dell’attività messo a disposizione dal programma.
Lamentano insoddisfazione invece, gli utenti che si sono costruiti altri due ordini di aspettative:
i) l’ intermediazione con istituti di credito tradizionale o con il sistema del microcredito;
ii) l’erogazione di finanziamenti ad hoc (come nel caso di contributi mirati, per esempio, alla costituzione
di imprese agricole).
“Mi ero rivolto al MIP perché l’accesso al credito è difficile, perché se stai bene
ti offrono soldi, ma se hai qualche problema ti mollano..Ma al MIP non mi hanno
saputo aiutare, allora ho aperto la libreria con i miei risparmi.” [Intervista
n.12]
“Io ho letto su un opuscolo dell’esistenza del MIP e visto che volevo un tutor per
poter cominciare la mia attività apistica, ho pensato fosse il posto giusto..poi la
mia tutor è andata via, ne è subentrata un’altra che ha tentato di portare avanti
la cosa, di raccogliere informazioni per compilare il business plan che ti chiedono
di fare, dove indicare per esempio i costi che pensi avrai, le spese, ma poi mi
hanno detto che non sapevano aiutarmi di più perché quel servizio non è
dedicato..non si occupa di agricoltura. Nel senso che non mi sapeva dire cosa devo
fare per avere finanziamenti e anche cosa fare per avere l’assistenza al reddito
per l’inizio del lavoro.. per quella parte mi hanno detto che mi devo rivolgere
alla Coldiretti o alla CNA o alla Confagricoltura, insomma a qualche associazione
che se ne occupi nello specifico.” [Intervista n.1]
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In casi di questo tipo è stata manifestata profonda insoddisfazione, tuttavia l’origine della problematica va
ricercata nei canali che hanno fornito le informazioni dirette ai potenziali utenti piuttosto che nell’opera dei
tutor.
La tempistica lunga del servizio
Alcuni tra gli intervistati convengono nel ritenere non sostenibile la durata del percorso a loro proposto.
L’assistenza ex-ante finalizzata alla creazione dell’impresa ha come attività principale la stesura del business
plan, la cui validazione sancisce la chiusura del percorso e consente l’avvio delle procedure formali
necessarie alla costituzione dell’impresa. Il percorso che dall’accoglienza porta al business plan non ha una
durata stabilita a priori, ma viene calibrato a seconda dei casi. In via teorica, il tempo ipotizzato da chi eroga
il servizio va da un minimo di tre mesi a un massimo di un anno. A determinarne la durata effettiva però,
sono una serie di criteri che variano a seconda:
- della complessità dell’idea imprenditoriale sottoposta ad analisi (l’apertura di un esercizio commerciale
tradizionale necessita di tempi diversi da quelli previsti, per esempio, per l’avvio di un’impresa di
compostaggio);
- della disponibilità dell’utente a lavorare allo sviluppo del suo progetto imprenditoriale (il tempo che
dedica alla raccolta delle informazioni necessarie alla compilazione del business plan);
- della disponibilità del tutor e della persona ad incontrarsi con frequenza (per esempio ogni settimana o la
massimo ogni 15 giorni);
- delle competenze della persona (tecnico-professionali, manageriali e relazionali) utili a sviluppare il
progetto d’impresa;
- delle risorse economiche a disposizione dell’utente (i tempi si allungano se occorre attivare un rapporto
con gli istituti di credito tradizionali o di microcredito).
Talvolta i tempi si dilatano per il verificarsi di veri e propri cortocircuiti. Una situazione riscontrata tra alcuni
intervistati e che riteniamo utile segnalare, è l’inconciliabilità tra esigenze imposte dal servizio e il tempo
necessario per l’individuazione del locale “adatto” (in termini di ampiezza, visibilità, posizione, costo etc.) in
cui realizzare la propria idea imprenditoriale. L’attività di ricognizione ed analisi a riguardo determina infatti
in molti casi un notevole dilatamento dei tempi necessari alla stesura del business plan che, a sua volta,
aumenta il rischio di perdere il locale individuato.
“Quando il proprietario mi ha detto che non mi dava più il negozio sono tornata dal
tutor .. e lui mi ha detto che ci fermavamo li, che non aveva senso chiudere senza
avere il locale e mi ha detto che con un altro locale si sarebbe dovuto rifare
tutto da capo, perché tutti i costi andrebbero rivisti. E ha ragione, però così ci
vuole tanto, troppo tempo e ho paura di riperdere il locale. Allora mi ha detto di
richiamarlo quando avrei trovato un nuovo locale.” [Intervista n.8]
“Al MIP abbiamo fatto un percorso abbastanza lungo, saranno stati 4 mesi, con un
incontro al mese, di quasi due ore, avevamo quasi tutto pronto, avevamo impostato
bene le cose, ma poi abbiamo abbandonato perché quando eravamo quasi pronte siamo
rimaste senza locale.. però non volevamo gettare la spugna e ci siamo rimesse a
cercare. Adesso abbiamo aperto, in un altro posto e senza finire il percorso al
MIP, non potevamo tornare e finire di fare il percorso, perché visto che il locale
era cambiato, bisognava impostare i calcoli, tutto il business plan da capo, ma non
potevamo perderci tempo, che poi non è tempo perso, perché quello che abbiamo fatto
con il MIP ci è servito, ci ha dato un’impostazione per mettere in pratica l’idea,
ma a chi ti affitta i locali devi dare una risposta in fretta.” [Intervista n.9]
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In questo senso le persone intervistate si sentono come costrette in un circolo vizioso e ritengono che “la
durata del percorso sia difficilmente conciliabile con la realtà dei fatti”: per reperire un locale ci deve essere
la certezza di avviare l’attività, certezza che però si ottiene solo al momento della validazione del business
plan. Tuttavia la validazione non può avvenire senza la certezza di un locale, che riveste un ruolo cruciale
per il calcolo dei costi e delle prospettive dell’impresa.
“Ti dicono fai il planning, ma come faccio a farlo se prima non trovo il locale o
se il locale lo trovo solo alla fine.. e se lo trovo prima di finire non posso
bloccarlo perché non posso aprire partita iva prima che il business plan sia
validato?” [Intervista n.14]
Accanto a questi casi, se ne trovano altri che ai tempi lunghi del servizio associano un’eccessiva
standardizzazione del percorso, che penalizzerebbe il carattere personalizzato della consulenza: non solo
l’idea imprenditoriale proposta, ma le competenze in possesso dell’utente, nonché le esigenze economiche
che potrebbero e dovrebbero, secondo questi utenti, essere assecondate e trovare risposta.
“Io conosco il MIP da anni, avevo lavorato con il vecchio MIP, prima del 2007, e
devo dire che è un servizio eccellente. Avevo seguito alcuni dei miei clienti che
vi avevano partecipato. La parte di consulenza, il tutoraggio, sono svolti in modo
impeccabile da personale qualificato e molto disponibile. L’idea di portare le
persone a formulare un business plan è ottima. Il vecchio MIP era un viatico per le
banche, un buon mezzo perché chiudevano un occhio a fronte di un business plan
firmato dalla Provincia e concedevano il 20% del finanziamento, mentre l’80%
spettava alla Regione, anche senza garanzia. Poi con la nuova programmazione è
cambiato tutto. Ma il cambiamento va a sfavore del servizio, che resta buono, ma
può rendere meno, perché obbliga ad un percorso lungo che però non riesce a portare
fino in fondo persone che potrebbero arrivare a compilare il business plan e quindi
ad avviare un’attività. Questo perché non c’è più la possibilità di ricevere
garanzie economiche.” [Intervista n.11]
“È buona l’idea di dare consulenza, ma lo fanno in modo standardizzato che non va
sempre bene per tutti, come nel mio caso che ho 55 anni e non mi puoi tenere 6 mesi
a fare il planning. Si vede che è un servizio che è invecchiato, è nato in un’altra
epoca e continua a ragionare come si faceva negli anni ‘80. Oggi non puoi far
scrivere e presentare un rapporto di 40 pagine, per esempio, a una banca o al
microcredito, come interessava a me, i tempi sono cambiati, più nessuno te lo
legge. Il servizio va ammodernato e snellito.” [Intervista n.14]
Infine ci sono casi che lamentano disagi dovuti alla sovrapposizione dell’orario di lavoro. Si tratta di utenti
che frequentano il MIP ma, hanno una condizione lavorativa stabile e che, ovviamente, dispongono di
minore tempo da dedicare al progetto imprenditoriale, ma soprattutto fanno fatica a partecipare agli
incontri con il tutor perché
“quando gli altri lavorano lavori anche tu e quando hai finito tu anche gli altri
non lavorano più” [Intervista n.16].
La mancanza di risorse economiche
Una delle ragioni che inderogabilmente porta all’abbandono del percorso MIP è la mancanza di risorse
economiche, associate e aggravate dall’impossibilità di accedere sia ai canali di finanziamento pubblici, sia
al sistema del credito privato. Un ostacolo questo che diventa insormontabile in assenza di garanzie:
“io non ho soldi da parte, e poi né io né il mio compagno lavoriamo.. le banche non
ti danno soldi, così stiamo cercando di vendere casa, che è di nostra proprietà, ma
è un momento difficile.. se riusciamo a venderla, quella farà da piccola base
economica.” [Intervista n.4]
“Il mio cliente non ha garanti che coprano il 20% richiesto dalla banca. E il
funzionario del MIP appurata questa parte ci ha detto che è meglio interrompere,
perché senza la possibilità di ottenere il finanziamento il discorso si chiude qui
e il mio cliente perderebbe solo tempo.” [Intervista n.11]
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La debolezza dell’idea imprenditoriale
Tra i casi intervistati, alcuni abbandonano su consiglio del tutor perché l’idea imprenditoriale è risultata
“debole”, dove per debolezza si intende la mancanza delle condizioni necessarie alla sua realizzabilità
(inerenti la fattibilità tecnica, economica e finanziaria e la coerenza con le esigenze di mercato).
“Io avevo l’idea di un’attività ristorativa, un piccolo bar.. ma che fa anche
piatti caldi.. stranieri. Ma non è andata bene perché ce n’erano tanti, il momento
non era buono, mi hanno detto di guardare bene .. l’idea era di ampliare ma non era
possibile farlo..dovevo capire l’ubicazione,.trovare quella migliore.” [Intervista
n.2]
“L’idea è sempre stata la stessa, quella di aprirmi un negozio di oggettistica. Ma
se non era il momento allora perché già qualche anno fa il mercato, la situazione
non era rosea, oggi è un disastro, perciò sono ferma ..perché vedo che i negozi
adesso aprono e chiudono come niente, quindi non so se buttarmi.” [Intervista n.4]
La scelta di un nuovo impiego
Le persone che abbiamo intervistato, sono:
(i)
occupati che si rivolgono al MIP a fine carriera lavorativa, con l’esigenza di ricollocarsi, perché
l’azienda è in crisi o perché hanno ricevuto dal datore di lavoro pressione per un’uscita
anticipata;
(ii)
disoccupati che si rivolgono al MIP mentre sono in cerca di occupazione.
Nel primo caso, dopo qualche incontro con il tutor, messi di fronte alla complessità e al rischio di fare
impresa, queste persone decidono di mantenere il posto di lavoro occupato in precedenza, quando
ricevono rassicurazioni dall’azienda di conservare il posto di lavoro messo in discussione in precedenza; nel
secondo caso invece, sono persone che di fronte ad un’offerta di lavoro, abbandonano perché hanno
trovato un impiego, qualunque esso sia.
In queste circostanze, una volta avuta la garanzia di un posto di lavoro, gli utenti abbandonano sia il
rapporto con il MIP, sia l’idea imprenditoriale.
“..Poi però mentre stavo stendendo il business plan mi è arrivata un’offerta di
lavoro da una grande azienda di comunicazione con la prospettiva, che si dovrebbe
consolidare a breve, di un impiego a tempo indeterminato. Di fronte a quell’offerta
ho abbandonato la mia idea. Perché preferisco, in un periodo come questo, la
tranquillità economica, e non solo, di un lavoro che conosco e mi offre garanzie,
piuttosto di stare dietro a un’idea che non si è ancora concretizzata e
dall’incerto successo. Se avessi continuato a essere disoccupata, sarei andata
avanti, avrei cercato di concretizzare il mio progetto e avrei continuato con il
MIP.” [Intervista n.6]
“.. ho dovuto mollare perché alla fine è sfumata anche l’opportunità che la mia
azienda mi aveva dato per uscire anticipatamente. A quel punto ho fermato tutto,
non potevo continuare a temporeggiare con la mia azienda, così ho deciso di
sospendere la cosa e tornare al mio impiego precedente.” [Intervista n.13]
4.3 La storia professionale successiva all’abbandono
La ricostruzione della storia professionale dei soggetti intervistati è utile a capire se l’abbandono del
servizio coincide con la rinuncia a mettersi in proprio o se questa scelta non influenza l’intenzione di voler
diventare imprenditori.
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In alcuni casi, l’abbandono del servizio coincide con la decisione di abbandonare anche l’idea
imprenditoriale (come nel caso di chi trova un’occupazione), in altre situazioni invece, l’idea resta, ed è
interessante vedere come il progetto viene portato avanti in autonomia, oppure rivolgendosi ad altri
programmi o servizi.
La prosecuzione dell’idea progettuale in autonomia
Tra gli intervistati si trovano casi dove l’abbandono del servizio non corrisponde con la decisione di
abbandonare anche l’idea imprenditoriale.
Se la persona ritiene che la propria idea imprenditoriale sia realizzabile, ma ha visto disattese le aspettative
che riponeva nel servizio, allora prosegue nel tentativo di concretizzarla con risorse proprie (economiche,
relazionali, etc.).
“Adesso abbiamo aperto, in un altro posto e senza finire il percorso al MIP.. non
abbiamo chiesto soldi alla Provincia o al microcredito, perché abbiamo capito che
non sarebbe stato possibile e alla fine abbiamo fatto con i soldi nostri.”
[Intervista n.9]
“Tutte le informazioni che cercavo alla fine sono riuscita ad averle tramite un
signore che conosco, così ora faccio da sola. Alla mia idea non ho rinunciato, ora
cerco di capire come funziona il microcredito e come e se posso accedere, intanto
resto iscritta alle liste di disoccupazione.” [Intervista n.14]
In altre circostanze, infine, la persona abbandona il percorso perché ritiene di aver bisogno di sperimentare
la propria idea prima di correre il rischio di mettersi in proprio:
“Non ho abbandonato la mia idea, alla fine sto provando a fare l’apicoltore
sperimentandomi sui tre alveari che ho comprato e sto cercando di capire come
funzionano i finanziamenti. Al servizio non ci vado più. Ci posso anche tornare, se
appunto mi accettano ancora, ma semmai ci voglio andare con le idee chiare sui
tempi che mi servono per mettere su l’apiario e sui costi che devo sostenere, così
non perdo tempo e riesco a completare il business plan.” [Intervista n.1]
La prosecuzione dell’idea progettuale con l’aiuto di un altro servizio
Tra i drop-out interpellati, si registrano casi che affermano di volersi rivolgere altrove per cercare supporto
prima di abbandonare il progetto imprenditoriale.
In molti casi si tratta di persone che sono alla ricerca di un soggetto intermediario che permetta loro di
accedere al sistema di credito, in altri sono utenti che durante il percorso hanno maturato la necessità di
potenziare alcune competenze prima di avviare un’impresa oppure hanno deciso di realizzare la propria
idea sotto un’altra forma giuridica.
Quando una persona tra le motivazioni per cui si è rivolta al MIP vede disattesa quella di ricevere
finanziamenti, cerca di realizzare la propria idea imprenditoriale rivolgendosi altrove, nella speranza di
trovare servizi in grado di svolgere una funzione di mediazione con gli istituti di credito o che possano
facilitare l’accesso a fonti di finanziamento di settore/dedicate.
“Ho pensato anche di rivolgermi a Sviluppo Italia, che adesso forse non si chiama
più così ma Invitalia17, ma li per accedere ai fondi devi aprire una società e devo
verificare se conviene. Questa è una nuova prospettiva, che ancora dobbiamo
indagare. Se non ci fosse il problema della garanzia bancaria, saremmo rimasti al
Mip.” [Intervista n.11]
17
Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa.
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Tra i soggetti intervistati, si trovano poi ad abbandonare il servizio, ma non l’idea progettuale e a cercare
supporto in altre direzioni, due casi di giovani utenti che nel frequentare il MIP si rendono conto che non è
il servizio adatto alle loro esigenze, dal momento che:
i) necessitano di formazione specifica oltre che di tutoraggio;
ii) scelgono un’altra forma giuridica (per esempio attraverso la creazione di un’associazione o di una
cooperativa) per realizzare la loro idea imprenditoriale.
“Per questo al MIP non siamo più andate. Questo progetto[imPrendiamoci Bene18]è
diverso, non è per le aziende, ti danno una persona che ti affianca, in realtà si
tratta di un corso.. è un’idea che c’era da anni.. sono dipendenti comunali che ti
spiegano come fare ad aprire, le leggi, le cose che devi fare.. Il MIP invece dà
incentivi per le aziende.. Al MIP noi siamo arrivate con la nostra idea, ma non
c’entravamo, qui invece è la nostra idea che sta dentro a un progetto più grande.”
[Intervista n.10]
4.4 I fattori che influiscono sull’abbandono del servizio e i margini d’intervento possibili
Le testimonianze raccolte attraverso le interviste in profondità hanno fatto emergere un insieme di fattori
che influiscono sull’abbandono del servizio.
Essi sono raffigurati nello schema riportato nella fig. 1, che li descrive a titolo esemplificativo secondo una
sequenza di carattere logico e non temporale:
1. rispetto delle condizioni di ammissibilità (requisiti formali)
2. disponibilità di un’idea imprenditoriale “solida”
3. motivazione all’imprenditorialità
4. disponibilità di risorse economiche adeguate
5. disponibilità di una finestra temporale sufficiente
6. disponibilità di un quadro di competenze tecnico-professionali adeguato
7. fattori residui
Se consideriamo il percorso di accompagnamento come un percorso di valutazione dei requisiti e delle
risorse essenziali per avviare un’impresa, la presenza o meno dei fattori sopradescritti (indicato con un “Si”
o un “No” nella figura n.1) concorre nel determinare il proseguimento oppure l’uscita dal percorso da parte
dell’utente.
Questi fattori possono pertanto essere utili ad identificare il sottogruppo di utenti per cui l’abbandono è
considerato fisiologico, o comunque difficilmente evitabile, da tutti gli altri casi che invece potrebbero
concludere positivamente il percorso se ulteriormente supportati.
18
“imPrendiamoci Bene” è un progetto sperimentale promosso e finanziato dalla Provincia di Torino, nell’ambito dei Piani Locali
Giovani (PLG), con l’obiettivo di promuovere un “modello di approccio personale al mondo del lavoro”. L’iniziativa, avviata a fine
2011, è rivolta a cento giovani, tra i diciotto e i ventinove anni, residenti in uno dei sei Comuni compresi nel PLG (Beinasco, Bruino,
Orbassano, Piossasco, Rivalta di Torino - in qualità di capofila del progetto – e Volvera). Attraverso un percorso collettivo il progetto
intende sviluppare “le potenzialità, le competenze e le idee per creare da sé una professione: autonoma, creativa ed economicamente
indipendente”. Il fine ultimo è quello di accompagnare un massimo di quattro soggetti alla realizzazione del propria idea progettuale
nella forma di cooperative, società o associazioni. Per una visione completa dell’iniziativa si veda la scheda di progettazione:
http://www.provincia.torino.gov.it/solidarietasociale/file-storage/download/2011/giovani/progetti_2011/imprendiamoci_bene.pdf.
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si
si
si
si
si
si
Orientamento
imprenditoriale
Solidità idea
imprenditoriale
Risorse
economiche
Tempistica
adeguata
FATTORI
RESIDUI
Competenze
BP
VALIDATI
si
N0
N0
N0
N0
NO
Fattori essenziali sui quali il
servizio non ha modo di influire
Requisiti
formali
NO
Fattori essenziali sui quali il servizio
potenzialmente potrebbe influire
NO
Tavola 4.1 – Fattori che influiscono sull’esito del percorso
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In proposito, ci sembra ragionevole sostenere che il servizio abbia difficilmente modo di intervenire sui
primi tre fattori. Per contro riteniamo che, in una eventuale riprogettazione del servizio, sia possibile un
margine di intervento sui successivi tre fattori in elenco, che riguardano la disponibilità di risorse
economiche adeguate, di una finestra temporale sufficiente a completare il percorso e di competenze
tecnico-professionali attinenti. Restano invece esclusi dall’analisi i fattori definiti residui, riconducibili a
motivazioni personali che non possono essere previsti e classificati in modo esaustivo.
Secondo questa impostazione, i casi che risultano in possesso dei requisiti formali, dimostrano di avere
un’idea imprenditoriale solida e una propensione a fare impresa, hanno possibilità di concludere
positivamente il percorso se ulteriormente supportati di fronte alla mancanza di risorse economiche e
competenze adeguate, in una finestra temporale adeguata.
Per quanto riguarda i possibili interventi da mettere in campo, il servizio negli anni ha introdotto azioni di
miglioramento (come l’introduzione di ore di orientamento in fase di accoglienza per i casi più deboli), o
comunque ancora insufficienti ad influire in modo significativo sui problemi ai quali tentano di dare
risposta. Accanto a questi e in relazione ai fattori sui quali si ritiene il servizio possa influire, occorre dunque
ipotizzare altre soluzioni che potrebbero essere tenute in considerazione in una futura riprogettazione.
Per affrontare il problema dell’accesso al credito, il servizio ha risposto attivando convenzioni con soggetti
che operano nell’ambito del microcredito. Questa azione da sola non è sufficiente e, in ogni caso, il MIP non
può svolgere il ruolo d’intermediazione spesso richiesto dagli utenti. Il MIP può sensibilizzare la rete dei
soggetti che lavorano a supporto della creazione d’impresa, ma soluzioni e strumenti appropriati come ad
esempio l’istituzione di un fondo di garanzia a rotazione per le neoimprese, ricadono al di fuori della sfera
d’azione del servizio.
Per intervenire sulle altre due variabili (tempi adeguati e competenze) invece, è possibile individuare azioni
di miglioramento interne al servizio stesso.
Per quanto riguarda la dotazione delle competenze necessarie per la stesura del business plan e per la
realizzazione dell’idea imprenditoriale, il servizio ha gli strumenti per accrescere le competenze tecnicomanageriali, ma non può dotare di competenze professionali o relazionali chi ne risulta sprovvisto. Può
però contribuire, rilevando i fabbisogni formativi dell’utente e indicando il percorso più appropriato.
A questo proposito, un miglioramento può avvenire in fase di progettazione del percorso individuale, dove
per valutare la situazione dell’utente, potrebbe essere utile introdurre ore dedicate al bilancio delle
competenze nella fase di accoglienza.
Nel caso di abbandono a causa di un’eccessiva durata del percorso invece, pochi sono i margini d’intervento
consentiti, visto il numero di variabili che entrano in gioco (un esempio tra tutti la disponibilità di un locale
adatto al momento giusto). Il servizio predisporre già percorsi personalizzati all’interno dei quali cerca di
costruire una finestra temporale in grado di combinare gli elementi indispensabili alla realizzazione
dell’idea imprenditoriale con il supporto consulenziale offerto dal servizio. Ma per arrivare alla definizione
di una tempistica sempre più adeguata ad ogni singolo caso, occorre da un lato riconoscere
tempestivamente caratteristiche ed esigenze dell’utenza (anche in questo caso il bilancio delle competenze
può dimostrarsi utile), dall’altro inserire scadenze intermedie che possano strutturare il percorso ad ogni
fase.
49
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
4.5 Monitoraggio e gestione dell’abbandono
Al fine di individuare i casi di drop-out potenzialmente evitabili, il servizio necessita di accrescere ed
organizzare le informazioni di cui dispone sull’utenza. Pertanto è necessario monitorare l’andamento degli
utenti lungo tutto il percorso con la finalità di conoscerne meglio le aspettative e le scelte, e avendone
maggiore conoscenza, capire quali sostenere altrimenti.
Il servizio pone condizioni all’ingresso (il possesso dei requisiti di ammissibilità), ma non definisce regole per
governare l’uscita ed eventuali reingressi di utenti che abbandonano a percorso non concluso. Perciò non è
sempre in grado di sapere quanti utenti hanno definitivamente abbandonato il servizio e quanti invece
mostrano l’intenzione di riprendere dopo un momento di sospensione.
“Sono andata al MIP per avere informazioni, la prima volta non ricordo in che anno,
perché ho cominciato e smesso più volte, forse la prima è nel 2006 o 2007, non lo
so più. Dopo il primo ciclo d’incontri, della prima volta, ho smesso perché non era
il momento. Però con il servizio non ho più parlato chiaramente, adesso voglio
richiamare e fare due chiacchiere con la tutor, perché con lei stavamo ragionando
sul da farsi..” [Intervista n.4]
Accanto al monitoraggio degli utenti, il servizio necessita dunque di introdurre regole per governare
l’uscita, così da ottenere altre informazioni che aiutino ad identificare quali casi di abbandono potrebbero
essere evitati e quali invece sono da considerare irrecuperabili. Introdurre regole per la fuoriuscita è
funzionale anche a responsabilizzare chi intraprende il percorso, perché si trova di fronte una scadenza.
Inoltre l’introduzione di regole offre la possibilità di sancire la data di abbandono, informazione non
irrilevante ai fini dei servizi consulenziali che si intende offrire e alle tempistiche necessarie alla creazione
d’impresa.
Se ci atteniamo all’ipotesi che non esista un tempo massimo stabilito a priori e comunicato all’utente per
potare a termine il percorso MIP, nessun utente potrebbe essere considerato drop-out. Di fatto però,
abbiamo visto che, nel lungo periodo, esistono solo due esiti possibili: la validazione del business oppure la
fuoriuscita dal MIP. Pertanto riteniamo necessario definire un tempo massimo di durata del percorso e
consideriamo ragionevole circoscrivere a un anno il tempo limite per terminare la stesura del business plan,
dal momento che, come mostrano i dati in nostro possesso, i percorsi di durata superiore raramente
terminano con esito favorevole.
Oltre a determinare un tempo entro il quale l’uscita dal percorso diventa obbligatoria, appare utile al buon
funzionamento del servizio formalizzare sia gli abbandoni sia i casi di sospensione delle attività.
Così com’è formalizzato l’ingresso nel percorso, così ne andrebbe sempre comunicata e ufficializzata
l’uscita o la sospensione. Tanto è importante tenere traccia degli ingressi, monitorare l’andamento dei
percorsi, allo stesso modo è funzionale all’economia del servizio, gestire le fuoriuscite o i casi di
sospensione.
Infine monitorare l’uscita (analizzandone anche le motivazioni) potrebbe facilitare il rinvio della persona ad
altri programmi o servizi, valorizzando le risorse messe a disposizione dalla rete di soggetti che si occupano
di supporto alla creazione d’impresa e di politiche attive del lavoro.
“Io ho letto su di un opuscolo dell’esistenza del MIP e visto che volevo un tutor
per cominciare la mia attività apistica, ho pensato fosse il posto giusto, poi la
mia tutor è andata via, ne è subentrata un’altra che ha tentato di portare avanti
la cosa, di raccogliere informazioni per compilare il BP che ti chiedono di fare,
.. ma poi mi hanno detto che non sapevano aiutarmi di più perché quel servizio non
è dedicato..non si occupa di agricoltura. Nel senso che non mi sa dire cosa devo
fare per avere finanziamenti e anche cosa fare per avere l’assistenza al reddito
per l’inizio del lavoro, per quella parte mi hanno detto che mi devo rivolgere alla
50
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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COLDIRETTI o alla CNA o alla Confagricoltura, insomma a qualche associazione che se
ne occupi nello specifico.”[Intervista n.1]
4.6 L’analisi dei drop out sull’archivio SILP
Un aspetto cruciale rispetto all’interpretazione dei drop out è conoscere la loro situazione lavorativa
successiva all’ingresso nel MIP. Abbiamo infatti registrato che ben l’11% dei drop out intervistati dichiara di
aver abbandonato il MIP perché nel frattempo si è garantito un’alternativa occupazionale. E’ addirittura
verosimile che questa percentuale sottostimi il fenomeno, perché ci si aspetta che chi lavora tenda a
rispondere meno alle rilevazioni telefoniche rispetto a chi è disoccupato. Inoltre tra le motivazioni
dell’abbandono questa è l’unica testabile empiricamente, posto che le banche dati di riferimento vengano
considerate attendibili. Le domande a cui si cerca di rispondere in questo paragrafo sono allora le seguenti:
“quanti sono tra gli utenti drop out quelli che risultano occupati? L’incidenza degli occupati è maggiore tra i
drop out rispetto a quanto non valga per gli utenti che portano a termine il percorso?”. Conferme in tal
senso rafforzerebbero l’idea che una buona parte degli abbandoni sia realmente legata all’ottenimento di
un impiego.
Il Sistema Informativo Lavoro Piemonte (SILP) è una banca dati regionale che consente di osservare per un
dato individuo la relativa storia occupazionale in un determinato lasso di tempo. Il SILP è gestito dal
Consorzio per il Sistema Informativo (CSI), e contiene informazioni dettagliate sulla posizione lavorativa
degli utenti dei Centri per l’Impiego e di tutti coloro che sono interessati da qualche mutamento nella
posizione lavorativa (avviamenti, cessazioni, trasformazioni). Dal SILP è possibile estrarre le caratteristiche
dei lavoratori e delle aziende, oltre che le principali informazioni su ogni singolo rapporto di lavoro
dipendente da questi attivato. Per operare all’interno di SILP ai nostri fini è necessario effettuare l’incrocio
con il dabase MIP utilizzando un identificativo univoco e comune, il codice fiscale degli individui, come
chiave di ricerca. L’incrocio va a buon fine soltanto quando il codice fiscale è espresso correttamente e
presente in entrambi gli archivi.
Non sempre ciò avviene, nel nostro caso le osservazioni - dove ogni osservazione è un utente DROP OUT del
MIP individuato secondo i criteri espressi precedentemente - abbinate con successo sono state 4.254 su un
totale di 6.837, pari al 62%. La tabella seguente riepiloga l’esito dell’abbinamento con i dati SILP e mostra
come soltanto l’incrocio svolto sui drop out afferenti al corrente ciclo di programmazione (POST 2008)
raggiunga una percentuale di successo pressoché ottimale e pari al 94%.
Tabella 4.1: incrocio database MIP con SILP
N. Drop out
N. Abbinati
% Abbinamento
PRE 2008
4.950
2.472
50%
POST 2008
1.887
1.782
94%
Totale
6.837
4.254
62%
A queste osservazioni (utenti) corrispondono 3.937 progetti di impresa, individuati a partire dal titolare del
progetto. Posto che lo scopo dell’analisi su SILP è osservare la situazione occupazionale dei drop out si è
scelto di considerare soltanto i capiprogetto, in quanto responsabili e figure trainanti rispetto agli eventuali
soci. In definitiva, per ottimizzare la lettura dei dati, l’analisi si è concentrata sui soli capiprogetto (ciascun
record aggrega i dati di progetto all’anagrafica del capo progetto), drop out appartenenti al ciclo di
programmazione 2007-2013. In concreto si osserva che dei 1.283 drop out della nuova programmazione
ben 1.229 sono stati correttamente abbinati, pari al 96%. Ciò significa che la quasi totalità può in questo
51
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
modo essere seguita su SILP per quanto riguarda la propria storia lavorativa. La tabella sottostante mostra
le unità d’analisi appena definite e la percentuale di abbinamento con SILP.
Tabella 4.2: incrocio database MIP con SILP (capiprogetto)
PRE 2008
N. Drop out
(CAPIPROGETTO)
2.654
POST 2008
1.283
1.229
96%
Totale
3.937
1.283
68%
N. Abbinati
% Abbinamento
1.433
54%
I confronti riportati di seguito sono stati costruiti a partire dai 1229 drop out della nuova programmazione
seguiti nei loro esiti occupazionali. La Tabella 4.3 mostra lo stato occupazionale dei drop out osservato
lungo quattro finestre temporali: (i) sei mesi prima dell’accesso al MIP [6-t]; (ii) al momento dell’accesso al
MIP [t]; (iii) sei mesi dopo l’accesso al MIP [t+6]; (iv) un anno dopo l’accesso al MIP [t+12]. Da notare che al
momento dell’ingresso i futuri drop out sono per 39% occupati, mentre ad un anno di distanza gli occupati
salgono al 44%.
Tabella 4.3: dinamica occupazionale a cavallo dell’ingresso nel MIP (utenti drop out)
6-t
t
t+6
t + 12
OCCUPATI
569 (46%)
483 (39%)
453 (37%)
547 (44%)
NON OCCUPATI
660
746
776
682
Totale
1229
1229
1229
1229
La Tabella 4.4 ripete le stesse osservazioni ma su un’altra tipologia di utenza, gli utenti con business plan
validato. Questi rappresentano l’esito opposto, e favorevole, rispetto a quello dei drop out. Osservati lungo
la stessa sequenza temporale, gli occupati mostrano tutt’altro andamento: se al momento dell’ingrsso ne
MIP l’incidenza degli occupati è molto simile a quella registrata per i drop out (38%), ciò non vale per
quanto riguarda l’anno successivo all’ingresso dove gli occupati sono soltanto il 21% degli utenti con
business plan validato (contro il 44% registrato per i drop out).
Tabella 4.4: dinamica occupazionale a cavallo dell’ingresso nel MIP (utenti con business plan)
6-t
t
t+6
t + 12
OCCUPATI
228 (49%)
176 (38%)
104 (22%)
100 (21%)
NON OCCUPATI
235
287
359
363
Totale
463
463
463
463
I grafici successivi visualizzano meglio quanto mostrato sinora in tabella. L’incidenza degli occupati misurata
sui due gruppi segue un andamento quasi opposto: per i drop out (Grafico 4.1) è in costante aumento dal
momento dell’ingresso (39%) fino all’anno successivo (47%); per gli utenti che portano a termine il percorso
MIP (business plan) l’incidenza degli occupati è invece in costante calo (dal 38% al 21%).
52
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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Grafico 4.1: andamento occupazionale dei drop out
1500
1000
500
46%
39%
37%
47%
6 mesi PRE-MIP
Iscrizione MIP
6 mesi POST-MIP
1 anno POST-MIP
0
OCCUPATI
NON OCCUPATI
D’altra parte quanto osservato per coloro che portano a termine il percorso, pur se non ottenuto come
informazione analitica proveniente da intervista, rappresenta un dato intuitivo che trova conferma: ci si
aspetta cioè che chi percepisce meno possibilità di occupazione sia più motivato nell’affrontare il proprio
percorso d’impresa, così come chi possiede una spiccata motivazione a realizzare la propria idea
imprenditoriale sarà meno propenso a cercare alternative occupazionali. In entrambi i casi l’esito atteso è
quello osservato e cioè una minore presenza di occupati tra coloro che giungono alla stesura e alla
validazione del business plan.
Grafico 4.2: andamento occupazionale degli utenti con business plan
500
400
300
200
100
49%
38%
22%
22%
6 mesi POST-MIP
1 anno POST-MIP
0
6 mesi PRE-MIP
Iscrizione MIP
OCCUPATI
NON OCCUPATI
Il confronto tra la presenza di occupati tra i due gruppi ci porta a concludere che, a conferma di quanto
ricostruito durante le interviste, la variabile lavoro giochi un ruolo determinante nel determinare la scelta
della fuoruscita dal MIP. D’altra parte questo aspetto, pur determinante ai fini capacità delle possibilità del
servizio di “creare impresa”, sfugge al controllo in quanto principalmente determinato dalla contingenza
del mercato del lavoro e, in generale, dall’andamento dell’economia. Va però aggiunto che la porzione di
utenza di cui stiamo trattando, quella parte su cui maggiormente grava l’influenza del fattore lavoro e i cui
esiti imprenditoriali sono strettamente legati alle opportunità occupazionali, è probabilmente quella meno
motivata a “fare impresa”, quella che vede nel MIP un’alternativa e non un mezzo per realizzare un
progetto. Individuare questa tipologia di utenti al momento dell’accoglienza può dunque essere una valida
opportunità per l’ente gestore ai fini di compiere scelte consapevoli sull’impostazione da dare al MIP:
perseguire obiettivi quali la creazione di imprese più competitive e/o più longeve implica in fin dei conti
individuare con maggiore rigore gli utenti più deboli e indirizzarli verso servizi più adatti alle loro esigenze.
53
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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CAPITOLO 5 – La creazione d’impresa
Dopo aver affrontato il tema dei drop out, che in senso stretto, rappresentano l’esito negativo dei progetti
d’impresa accolti dal servizio MIP, questo capitolo affronta l’avviamento dell’impresa, considerato in prima
battuta l’esito favorevole. Va infatti ricordato che l’esito favorevole è rappresentato non solo
dall’avviamento delle imprese, ma anche dalla loro qualità, posto che il MIP si pone l’obiettivo di creare
imprese più competitive e più longeve.
5.1 Statistiche sulle imprese
Nel corso dell’attuale ciclo di programmazione, cioè a partire dal 1° ottobre 2008, grazie al MIP sono state
avviate 499 nuove imprese, di queste oltre il 60% sono nate nel corso degli anni 2010 e 2011, il 20% nel
2009 e il 18% nel 2008.
Grafico 5.1 Distribuzione delle imprese per anno di avviamento
18%
31%
2008
2009
20%
2010
2011
31%
Le imprese avviate operano principalmente nei settori commercio (35%) e artigianato (29%),
tradizionalmente quelle di più agevole accesso per i neoimprenditori a causa della relativa assenza di
barriere all’ingresso sul mercato (cfr. riforma Bassanini). Seguono i servizi alle imprese (13%) e i servizi alla
persona (11%). Marginalmente rappresentati i settori turismo (4%), industria (2%), e trasporti (0,8%).
Grafico 5.2 Distribuzione delle imprese per settore di attività
0% 3% 3%
13%
Altro
Artigianato
29%
11%
Bar, ristorazione, alberghi
Commercio
Industria
Servizi alla persona
2%
Servizi alle imprese
4%
Trasporti
Turismo
35%
54
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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La stragrande maggioranza delle imprese nate dal MIP è composta da imprese individuali (66%). Tra le
società la ragione sociale più diffusa è la responsabilità limitata (10%), seguita dall’accomandita semplice
(4%). Scarsamente rappresentate le cooperative e le imprese familiari.
Grafico 5.3 Distribuzione delle imprese per ragione sociale
0%
18%
impresa familiare
impresa individuale
4%
1%
1%
piccola società cooperativa
piccola società cooperativa sociale
A
società a responsabilità limitata
10%
0%
66%
società a responsabilità limitata
(unico socio)
società cooperativa
5.2 Modello previsionale sulle caratteristiche favorevoli alla creazione d’impresa
Alcune delle caratteristiche presentate, insieme ad altre che riguardano i potenziali neoimprenditori,
possono contribuire a determinare il buon esito del progetto d’impresa. In questo paragrafo si tenta perciò
di rispondere alla seguente domanda: “le caratteristiche dei potenziali imprenditori e dei progetti
d’impresa influiscono sulla probabilità di portare a termine il percorso MIP e avviare l’impresa?”.
Un modo per rispondere parzialmente, è osservare per ciascuna caratteristica di interesse la probabilità di
successo (cioè il rapporto fra numero di imprese avviate con quella determinata caratteristica e numero
complessivo di imprese avviate). Tuttavia queste semplici statistiche non tengono conto della possibile
correlazione tra le diverse caratteristiche. Questo fa sì ad esempio che se due caratteristiche a cui è
associato uno “svantaggio” tendono a manifestarsi simultaneamente, lo svantaggio connesso ad ognuna
caratteristica risulterà “esagerato”.
Per ovviare a questo problema è stato utilizzato un modello di regressione non lineare detto probit19, con
cui si tiene conto simultaneamente degli effetti di tutte le variabili incluse nel modello, così che l’effetto
associato a ciascuna caratteristica risulta stimato “a parità di altre condizioni”. Le stime prodotte dal
modello non sono tuttavia di facile lettura, per questo sono state trasformate come illustrato nella tabella a
seguire (i coefficienti stimati dal modello sono allegati in Appendice). In particolare mostrano che a parità di
altre condizioni:
i)
i progetti d’impresa presentati a partire dall’anno 2009 hanno una probabilità di successo
leggermente inferiore (-1,75%) rispetto agli altri;
19
In statistica, il modello probit è una specificazione di un modello di regressione binaria. Detta Y una variabile dipendente binaria
(ossia che assume soltanto i valori 0 e 1), il modello probit ipotizza che:
dove x_i denota una riga di X e phi è la funzione di ripartizione di una variabile casuale normale standard. Il vettore di parametri beta
è stimato con il metodo della massima verosimiglianza.
55
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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ii)
la presenza di più soci partecipanti al progetto garantisce un sensibile aumento della probabilità di
successo (+4,66%) rispetto a quanto avviene per i progetti individuali;
iii)
due settori di attività penalizzano la probabilità di successo rispetto al settore commercio: i pubblici
esercizi (-4,96%) e i servizi alla persona (-3,59%);
iv)
la nazionalità extracomunitaria incide negativamente (-2,82%) sulla probabilità di successo rispetto
alla nazionalità italiana;
v)
chi possiede il titolo di studio inferiore (scuola media) è svantaggiato (- 2,74%) rispetto a chi
possiede un diploma di maturità;
vi)
infine coloro che hanno acquisito un’esperienza professionale nello stesso campo in cui intendono
avviare l’impresa conseguono un leggero vantaggio nella probabilità di successo (+1,74%).
Il modello utilizzato permette inoltre di assegnare a ciascuna impresa una probabilità di ammissione a
priori, stimata sulla base delle relative caratteristiche. L’esempio estremo è dato da un progetto (X1) che
annovera tutte le caratteristiche premianti tra quelle appena illustrate, cioè: accolto nel gennaio 2009, 7
soci, con esperienza nel campo di attività, il capo progetto possiede una laurea, è lavoratore dipendente e
ha un’età compresa tra 38 e 47 anni. Questo progetto ha una probabilità stimata di successo nell’avviare
l’impresa pari a 88,7%. All’opposto un progetto (X2): accolto nell’ottobre 2008, individuale, senza
esperienza nel settore di attività prescelto (pubblico esercizio), con titolo di studio licenza media ed età
compresa tra 18 e 27, mostra una probabilità di successo stimata pari a 0,14%.
Tabella 5.1 Stime probit sulla probabilità di avviare un’impresa
Caratteristica
Effetto sulla probabilità
avviare l’impresa
Modalità di cui
si stima l’effetto...
...rispetto a questa
modalità di riferimento
Periodo
-1,75% *
Post 2008
Pre 2008
Soci
4,66% *
Presenti
Assenti
Femminile
Maschile
Settore
-5,95%
0,85%
-4,96% *
-1,76%
-3,59% *
0,22%
-3,49%
Agricoltura
Artigianato
Pubblici esercizi
Industria
Servizi alla persona
Servizi alle imprese
Turismo
Commercio
Nazionalità
-0,81%
-2,82% *
Coumnitaria
Extracomunitaria
Italiana
Cassaintegrazione o mobilità
Disoccupato
Precario
Autonomo
Dipendente
Titolo di studio
0,67%
-2,74% *
-1,30%
2,12%
Laurea
Scuola media
Istituto professionale
Altro titolo
Scuola superiore
Età
0,16%
0,95%
-2,20% *
Oltre 48 anni
38-47 anni
18-27 anni
28-37 anni
Esperienza nel settore
1,74% *
Presente
Assente
Imprenditori in famiglia
0,37%
Presenti
Assenti
Sesso
Situazione occupazionale
0,29%
2,23%
1,22%
-0,67%
-1,27%
* statisticamente significativi al 95% dell’intervallo di confidenza
56
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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Un’analisi parallela a quella appena descritta è stata svolta su un sottogruppo di progetti, quelli che hanno
conseguito la validazione del proprio business plan. In questo secondo caso la domanda a cui si vuole
rispondere è: “le caratteristiche dei potenziali imprenditori e dei progetti d’impresa influiscono sulla
probabilità di avviare l’impresa una volta che si è ottenuto il business plan?”. Il modello utilizzato per
produrre le stime è identico a quello descritto in precedenza (contiene le stesse variabili e utilizza la stessa
forma funzionale), l’unica differenza consiste nell’aver utilizzato soltanto i progetti per i quali esiste un
business plan validato.
Anche a causa di una ristretta numerosità campionaria rispetto al caso precedente (1.461 contro 13.503), si
evidenziano soltanto due stime statisticamente significative da cui si ottiene:
i)
i progetti d’impresa presentati a partire dall’anno 2009 hanno una probabilità di successo
nell’avviare un’impresa dopo aver conseguito il business plan ampiamente inferiore (-11,29%) rispetto agli
altri;
ii)
operare nel settore industria riduce drasticamente (-23,86%) la probabilità di successo rispetto al
settore commercio.
Tabella 5.2 Stime probit sulla probabilità di avviare un’impresa (solo progetti con business plan)
Caratteristica
Periodo
Effetto sulla probabilità
avviare l’impresa
-11,29% *
Modalità di cui
si stima l’effetto...
...rispetto a questa
modalità di riferimento
Post 2008
Pre 2008
Soci
3,26%
Presenti
Assenti
Sesso
5,11%
Femminile
Maschile
Agricoltura
Artigianato
Pubblici esercizi
Industria
Servizi alla persona
Servizi alle imprese
Turismo
Commercio
Settore
-24,32%
0,63%
-10,67%
-23,86% *
-0,43%
0,44%
-1,89%
Nazionalità
-0,63%
-0,51%
Coumnitaria
Extracomunitaria
Italiana
Situazione occupazionale
5,63%
3,24%
-0,94%
2,41%
Cassaintegrazione o mobilità
Disoccupato
Precario
Autonomo
Dipendente
Titolo di studio
-5,24%
0,25%
4,59%
1,54%
Laurea
Scuola media
Istituto professionale
Altro titolo
Scuola superiore
Età
10,86%
7,51%
-5,55%
Oltre 48 anni
38-47 anni
18-27 anni
28-37 anni
Esperienza nel settore
3,09%
Presente
Assente
Imprenditori in famiglia
-0,92%
Presenti
Assenti
* statisticamente significativi al 95% dell’intervallo di confidenza
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5.3 Analisi occupazionale basata sull’esito della rilevazione
Un aspetto estremamente rilevante ai fini del giudizio complessivo sulla politica di start up d’impresa in
oggetto riguarda la capacità di creare imprese “migliori” rispetto a quelle che nascono spontaneamente.
L’aggettivo “migliori” definisce: (i) imprese in grado di sopravvivere più a lungo rispetto alle altre; (ii)
imprese in grado di crescere di più rispetto le altre. La risposta a questo interrogativo implica un’analisi
contro fattuale che permetta di confrontare le imprese MIP con imprese il più possibile “simili”, ma nate
spontaneamente [analisi che sarà contenuta nel rapporto finale di valutazione, previa accesso all’archivio
ISTAT-ASIA].
Una prima suggestione, rispetto alla tematica occupazionale, può essere ricavata dalle dichiarazioni degli
utenti con impresa avviata. Nel corso della rilevazione è infatti emerso che dei 100 imprenditori intervistati
73 hanno assunto almeno 1 collaboratore. Tra questi, 11 ne hanno assunti 2 e 9 ne hanno assunti 3.
Complessivamente, secondo quanto suggerito dall’analisi delle risposte, 100 imprese hanno prodotto 100
nuovi occupati nel periodo compreso tra il 1° ottobre 2008 e il 31 dicembre 2011. Il grafico seguente
riepiloga le risposte ottenute.
Grafico 5.4 Risposte alla domanda: “quanti dipendenti/collaboratori sono inseriti nella vostra azienda?”
0
10
20
30
40
50
60
1 addetto
2 addetti
3 addetti
Le imprese intervistate sono state avviate per la gran parte come ditte individuali (72% dei casi), ma non
mancano casi di imprese con più soci (fino a 5 soci, 2%). Il grafico seguente mostra la situazione di partenza
relativa alle imprese intervistate
Grafico 5.5 Distribuzione delle imprese intervistate per numero di soci
0
10
20
1 socio
50
60
70
80
19
3 soci
5 soci
40
72
2 soci
4 soci
30
8
1
2
Dunque inizialmente le 100 imprese occupavano 148 individui (indicati genericamente come soci), con una
media pari a 1,45 addetti per impresa. Al momento dell’intervista le stesse imprese mostrano una crescita
di 100 addetti e assommano complessivamente 248 individui occupati (inclusi i soci di partenza), con una
media pari a 2,43 addetti per impresa. La differenza in media risulta pari a 0,98 addetti in più dal momento
dell’avviamento. Va precisato che il tempo trascorso dall’avviamento all’intervista non è uguale per tutto il
campione: esso varia di un minimo di 656 giorni ad un massimo di 1.159, con una media pari a 839.
Possiamo allora considerare l’aumento di circa un addetto per impresa in relazione ad un tempo medio di
esercizio pari a 28 mesi (poco meno di 2 anni e mezzo).
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
Ai fini analitici, non è secondario l’interesse nel confrontare questa stima della variazione occupazionale
grossolana e basata sull’esclusiva dichiarazione dei rispondenti (nonostante non siano ipotizzabili eccessivi
carichi cognitivi, né evidenti interessi a mentire), con quella più rigorosa (ma non priva di distorsioni)
effettuabile sugli archivi dell’ISTAT-ASIA. Quest’ultima offre la possibilità, cruciale, di includere nell’analisi il
comportamento delle imprese nate spontaneamente, cioè esogene alla politica di start up, consentendo di
indagare l’auspicato vantaggio comparato prodotto dal servizio MIP. L’utilizzo degli archivi ISTAT-ASIA
permette inoltre di verificare l’altro importante quesito d’interesse: “le imprese nate dal MIP sopravvivono
più a lungo rispetto alle altre neoimprese piemontesi?”. Soltanto l’osservazione puntuale delle date di
cessazione (o della persistenza sul mercato) effettuata mettendo a confronto le imprese MIP con le altre
neoimprese consente una risposta accurata a questo interrogativo. Ciò detto dai dati in nostro possesso si
nota che delle 1.221 imprese avviate dal MIP soltanto 53 risultano cessate (manca però la data di
cessazione. Di seguito si mostra la distribuzione percentuale delle imprese per anno di avvio da cui si evince
che un buon 36% delle imprese (quelle nate nel primo triennio) fa registrare una buona sopravvivenza (dai
7 ai 9 anni).
Grafico 5.6 Distribuzione delle imprese avviate per anno di avviamento
2011
12%
2010
12%
2009
8%
2008
7%
2007
16%
2006
10%
2005
12%
2004
17%
2003
7%
0%
5%
10%
15%
20%
L’analisi dell’impatto occupazionale e della mortalità delle neoimprese, così come accennata in questo
breve capitolo, è programmata per l’anno 2012, nel corso della prosecuzione dell’appalto per il
monitoraggio e la valutazione del servizio Mettersi in Proprio, e a questo proposito la Provincia di Torino, in
qualità di membro del Sistema Statistico Nazionale (Sistan) e pertanto autorizzato al trattamento dei dati in
oggetto, è già stata avanzata richiesta formale e dettagliata presso l’ISTAT con oggetto il dataset con i
microdati sulle neoimprese piemontesi, necessario per lo svolgimento dei lavori.
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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Conclusioni
La creazione d’impresa costituisce una leva potente – e non a caso fortemente utilizzata negli ultimi anni –
per conseguire obiettivi di crescita dell’occupazione e di sviluppo economico. Si tratta tuttavia di una
politica oggi in una situazione di crescente difficoltà. Nel presente rapporto abbiamo esaminato in dettaglio
alcuni aspetti specifici del programma MIP della Provincia di Torino: l’organizzazione del servizio e la rete
degli attori, le caratteristiche dell’utenza, le realizzazioni e i tassi di “successo” degli utenti presi in carico, il
gradimento espresso dagli utenti stessi rispetto al servizio, le ragioni degli abbandoni e le probabilità di
successo correlate alle caratteristiche socio-anagrafiche degli utenti.
Dovendo, in conclusione della analisi, provare a trarre alcune considerazioni di sintesi – e correndo quindi
inevitabili rischi di eccessiva semplificazione – ci pare di poter affermare che il programma registri elevati
indici di gradimento da parte degli utenti – vedi paragrafo 3.3 - associati ad una costante capacità di
intercettare il fenomeno della creazione d’impresa – si veda la tabella 3.1, che mostra come il numero di
progetti accolti ed accompagnati dal 2003 al 2010 si mantenga su livelli costanti, con oscillazioni comprese
tra 1.300 e 1.600 progetti accolti ogni anno.
D’altra parte però si colgono segnali di difficoltà a mantenere la performance registrata in passato. Ne sono
indizi evidenti i risultati emersi dall’analisi per coorte (pagina 30): (i) il rapporto Business
plan/Accompagnati, denota un progressivo e consistente peggioramento (attorno al 35% nel periodo 20052006, poco sopra il 20% nel periodo 2010-2011; (ii) il rapporto Imprese avviate/Business plan, mostra una
consistente flessione (intorno al 90% la performance 2005-2006, intorno al 70% la performance 20102011); (iii) il tasso di abbandono (Drop out/Accompagnati) dal 65% (2005-2006) si assesta verso l’80%
(2010-2011). Nella stessa direzione vanno le stime sulla probabilità di avviare un’impresa – si veda il
paragrafo 5.2 – laddove la probabilità stimata diminuisce sensibilmente per i progetti accolti a partire dal
2009.
E’ evidente che il contesto di crisi economica degli ultimi anni, non favorisca i processi di creazione
d’impresa. In particolare, come abbiamo provato a mostrare nel capitolo 2 sulle caratteristiche dell’utenza,
l’ultimo ciclo di programmazione – quello per l’appunto esaminato in queste note – ha visto la presenza di
una utenza complessivamente più debole rispetto a quella del periodo precedente. Richiamiamo alcuni
dati, rinviando al capitolo citato per una più esaustiva analisi:
- aumenta l’utenza con bassi livelli di scolarità (tabella 2.4)
- aumenta l’utenza straniera (tabella 2.3)
- aumenta l’utenza in condizione lavorativa di mobilità o di disoccupazione, mentre diminuisce l’utenza
con un lavoro autonomo o dipendente (tabella 2.5)
- aumenta l’utenza priva di esperienza professionale pregressa (tabella 2.6)
- aumentano, infine, i progetti presentati da un unico soggetto, diminuendo quelli che vedono la
partecipazione di 2 o più proponenti.
Questa evoluzione porta cioè ad una maggiore presenza delle caratteristiche associate ad una minore
probabilità di successo, come mostrato dalla analisi sviluppata al paragrafo 5.2 che mostra come “a parità
di altre condizioni:
- chi possiede il titolo di studio inferiore (scuola media) è svantaggiato (- 2,74%) rispetto a chi possiede un
diploma di maturità;
- la nazionalità extracomunitaria incide negativamente (-2,82%) sulla probabilità di successo rispetto alla
nazionalità italiana;
- coloro che hanno acquisito un’esperienza professionale nello stesso campo in cui intendono avviare
l’impresa conseguono un leggero vantaggio nella probabilità di successo (+1,74%)
60
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
- la presenza di più soci partecipanti al progetto garantisce un sensibile aumento della probabilità di
successo (+4,66%) rispetto a quanto avviene per i progetti individuali;
- infine, i progetti d’impresa presentati a partire dall’anno 2009 hanno una probabilità di successo
leggermente inferiore (-1,75%) rispetto agli altri.
A questo indebolimento delle caratteristiche dell’utenza, concorrono, con ogni probabilità, sia cambiamenti
endogeni al programma - le regole di ammissibilità, divenute più restrittive – che altri esogeni – la crisi
economica; ma anche, come mostrato (par. 1.2), la funzione di filtro e rimando assolta dagli altri soggetti
operanti sulla filiera della creazione d’impresa e la loro idea del MIP come un servizio di alto livello indicato
per un’utenza generica. Non va sottovaluta la riduzione delle misure di sostegno finanziario dedicate alle
imprese avviate dal MIP; in passato, la disponibilità di contributi pubblici (anche fino a 50.000 euro a fondo
perduto), se da un lato poteva incentivare comportamenti opportunistici di “azzardo morale”, dall’altro
certamente svolgeva una funzione incentivante per i progetti più ambiziosi. Si aggiungano inoltre le note e
crescenti difficoltà di accesso al credito per tutte le imprese, ed a maggior ragione per quelle di recente
costituzione, per avere un quadro con diversi elementi problematici. Questi sono elementi che possono
aver innescato un meccanismo di “selezione avversa” nei confronti del MIP, contribuendo a ridefinirne il
campo di azione a favore delle fasce più deboli. Tale evoluzione porta indubbiamente dei vantaggi per gli
utenti in cerca di opportunità di auto impiego, ma d’altro canto va ad incidere sulle aspettative riguardanti i
risultati attesi del servizio per quanto riguarda la creazione di imprese più solide e durature nel tempo.
Se questa linea interpretativa ha una qualche plausibilità, ne derivano alcune possibili raccomandazioni per
il prosieguo del Programma. In primo luogo, occorre rilevare come la distinzione tra percorsi di creazione di
impresa e percorsi di auto-occupazione – nelle sue diverse forme, dalla creazione di una impresa
individuale all’avvio di una attività libero professionale con Partita Iva – sia sempre più sfumata. Ciò vale
soprattutto per un target di utenza senza rilevanti risorse economiche ed in tal senso appare del tutto
opportuna la previsione, formulata nelle linee di indirizzo regionali per il prossimo triennio, di aprire il
percorso MIP anche ai soggetti che intendano aprire una Partita Iva.
In secondo luogo, appare utile ragionare sulle strategie per aumentare la “intensità” del programma, posto
che gli aspiranti imprenditori dispongano di risorse inferiori rispetto al passato. Come segnalato
precedentemente “i casi che risultano in possesso dei requisiti formali, dimostrano di avere un’idea
imprenditoriale solida e una propensione a fare impresa, hanno possibilità di concludere positivamente il
percorso se ulteriormente supportati di fronte alla mancanza di risorse economiche e competenze
adeguate, in una finestra temporale adeguata” (infra, pag. 48).
Emergono dunque due temi cruciali nel processo di creazione d’impresa: (i) le risorse economiche e (ii) le
competenze professionali/settoriali. Il finanziamento dell’attività imprenditoriale è caratterizzato da
problemi di “asimmetria informativa” perché il potenziale finanziatore ha minori informazioni sulle
caratteristiche dell’investimento rispetto all’imprenditore che lo realizzerà. In queste condizioni è possibile
che progetti potenzialmente redditizi non vengano finanziati in quanto il finanziatore non è in grado di
distinguerli da quelli di scarso valore. Tale dinamica diventa tanto più rilevante quanto più l’impresa è
difficile da valutare da parte dei potenziali finanziatori come tipicamente accade per gli incentivi allo startup d’impresa e all’imprenditoria giovanile, dove le asimmetrie informative sono ancora più acute. Uno dei
maggiori ostacoli alla creazione d’impresa è proprio la mancanza di reputazione – per il semplice fatto che
non esiste una storia imprenditoriale a fare da garanzia. Su questo versante il MIP potrebbe operare da
facilitatore per l’accesso al credito, sfruttando una storia ormai più che decennale unita a solide evidenze
empiriche sulla qualità delle imprese avviate. Due appaiono le strade percorribili, almeno teoricamente:
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
- sul versante degli istituti di Credito, all’interno del dibattito aperto sulla possibilità di considerare i
cosiddetti asset intangibili nella valutazione della solidità di un’impresa, è possibile promuovere la
disponibilità di un business plan validato dalla Provincia di Torino (conseguito dopo un percorso strutturato)
quale valore aggiunto, rispetto a percorsi spontanei e certamente meno strutturati, e garante di maggiore
“adeguatezza al futuro”; si tratta in tutta evidenza di un percorso non semplice e di non immediati risultati,
che tuttavia può valere la pena intraprendere;
- in secondo luogo l’utilizzo di strumenti di garanzia già esistenti – o al limite la creazione di un nuovo
strumento dedicato alle imprese in seno al MIP – nella forma classica del fondo rotatorio, a supporto
dell’accesso al credito per le neoimprese; si tratta di strumenti ampiamente collaudati, che potrebbero
essere in parte modellati alla luce delle esigenze espresse dai neoimprenditori.
Diverso è invece il tema della costruzione di competenze professionali/settoriali. La presenza nel passato
ciclo di programmazione di un’elevata quota di utenti con una pregressa esperienza professionale
(soprattutto settoriale) – oltre il 50% nel ciclo 2000-2006, intorno al 40% nell’attuale ciclo – faceva sì che si
potesse “ignorare” la presenza di una conoscenza sufficiente delle “tecnologie” di produzione del bene o
servizio della impresa nascente. L’attività di accompagnamento alla costruzione del business plan, in effetti
assume implicitamente proprio la conoscenza da parte dell’utente del know how settoriale. Nella fase
attuale tali competenze non possono probabilmente essere date per acquisite.
Ciò sconterebbe allora l’esigenza di diversificare gli strumenti di intervento e le professionalità rese
disponibili dal Programma. Abbiamo già fatto cenno alla introduzione da parte degli operatori di modalità
di analisi/bilancio delle competenze. Potrebbe essere questo uno strumento da adottare – nelle forme
ritenute idonee – in maniera più diffusa e strutturata; ne dovrebbe però conseguire la possibilità di definire
da parte degli operatori della accoglienza percorsi diversificati di intervento, e di attivare diversi servizi – ad
esempio a contenuto formativo – in relazione alle specifiche “debolezze” riscontrate nei diversi utenti. In
aggiunta, si potrebbe irrobustire la fase di accompagnamento alla realizzazione del business plan mettendo
a disposizione degli utenti professionisti/esperti nel settore di attività della nascente impresa. E’
evidentemente impossibile collocare all’interno del MIP tutor esperti in ogni settore di attività , tuttavia è
forse ipotizzabile un’opera di networking (ad esempio con le associazioni di categoria) finalizzata ad
individuare e attivare le figure di volta in volta necessarie (si pensi ad esempio a brevi esperienze di
“tirocinio” non strutturato o meno impegnativi colloqui presso aziende già solide).
Un programma a maggiore intensità d’intervento dovrebbe pertanto:
- essere immaginato non più come un sistema autosufficiente, ma sempre più come lo snodo di una rete
di competenze e soggetti attivi in diversi settori; da questo punto di vista, abbiamo dato conto al capitolo 1
di come una rete composita di intervento già esista e si sia consolidata nel tempo; si tratta però di
arricchirla, diversificarla – ad esempio anche sfruttando l’esperienza e le professionalità settoriali fornite
dagli imprenditori passati dal MIP; la rete esistente potrebbe essere rinsaldata attorno al tema dell’accesso
al credito affrontato in termini più stringenti;
- poter disporre di maggiori risorse per ogni singolo percorso; è possibile che occorra considerare ogni
percorso di creazione di impresa mediamente più “costoso”, sia per l’utente che per il Programma; si tratta
allora di definire criteri più stringenti di selezione, e relativi strumenti (tra cui ad esempio lo stesso bilancio
di competenze) che consentano di trattare un minore numero di casi ma con una più elevata intensità
“unitaria” di intervento.
Più in generale si pone il tema dell’integrazione tra il MIP ed altri interventi, attualmente abbastanza
numerosi, indirizzati alla creazione d’impresa. Si tratta di lavorare sul coordinamento tra programmi diversi
per massimizzarne le potenziali sinergie.
62
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
Bibliografia
Almus M. [2001],“Evaluating the Impact of Public Start-up Assistance – Results from an Econometric
Approach”, Centre for European Economic Research (ZEW), Mannheim.
Benus J., McConnell S, Bellotti L., Shen T., Fortson K., Kahvecioglu D. [2008], “Growing America Through
Entrepreneurship: Findings from the Evaluation of Project GATE”, IMPAQ International.
Brixy U., Hessels J.[2010], “Human capital and start-up succes of nascent entrepreneurs”, Zoetermeer,
2010.
Caliendo M., Kritikos A.S. [2007], “Start-Ups by the Unemployed: Characteristics, Survival and Direct
Employment Effects”, IZA, Discussion Paper No. 3220.
European Commission [2003], Libro Bianco “Spazio: una nuova frontiera europea per un’Unione in
espansione. Piano di azione per attuare una politica spaziale europea”.
European Commission [2003], Libro Verde “L’imprenditorialità in Europa”.
Giavazzi F. [2012], “Analisi e Raccomandazioni sui Contributi Pubblici alle Imprese”, Rapporto al Presidente
del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle finanze e al Ministro dello Sviluppo, delle infrastrutture e dei
trasporti redatto su incarico del 30 aprile 2012.
Martini A. e Sisti M. [2009], “Valutare il successo delle politiche pubbliche”, 2009, Il Mulino.
Solomon G., Perry V.G. [2010], “Looking Out for the Little Guy: The Effects of Technical Assistance on Small
Business Financial Performance”, University of Washington, Journal of Marketing Development and
Competitiveness vol. 5(4) 2011.
Stam E., Gibcus P., Telussa J., Garnsey J, [2007], “Employment Growth of New Firms”, Zoetermeer.
de Jong J., Wennekers S. [2008], “Conceptualizing entrepreneurial employee behaviour”, Zoetermeer.
Verheul I., Carree M. [2007], “Overoptimism Among Entrepreneurs In New Ventures: The Role Of
Information And Motivation”, Zoetermeer.
63
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
APPENDICE 1: questionari telefonici e tracce per le interviste in profondità
S.11008 – METTERSI IN PROPRIO – gennaio 2011
CAMPIONE: ACCOLTI – Fase estensiva – Ed.13/1/2011
PROGRESSIVO ANAGRAFICA: |___|___|___|
“Buongiorno, sono …….. (nome intervistatore) di Ares part of CRA. Stiamo svolgendo un’indagine
sulla soddisfazione degli utenti del servizio “Mettersi in Proprio” della Provincia di Torino e
vorremmo sottoporle un breve questionario della durata di circa 10 minuti”.
E’ disponibile ora?
1. Sì (Continuare)
2. No (Fissare un appuntamento in orario adeguato per l’intervistato)
3. Rifiuta l’intervista
Le preciso che Lei è libero di accettare l’intervista o di interromperla nel momento in cui lo ritenga opportuno. Le
garantisco che qualsiasi informazione ci darà verrà trattata in forma strettamente riservata secondo le disposizioni
previste nel Decreto Legislativo n° 196 del 30 giugno 2003 - Codice in materia di protezione dei dati personali.
Le sue risposte resteranno legate al suo nome solamente per un breve periodo per consentire il controllo
dell’intervista e l’elaborazione dei dati. Il cliente finale riceverà un rapporto statistico dove i dati saranno aggregati,
garantendo l’anonimato dei singoli intervistati. Lei potrà in qualsiasi momento chiederci di consultare le informazioni
a nostra disposizione, modificarle o opporsi al loro trattamento contattando il Titolare del Trattamento dati Dr.
Andrea Buscaglia, Presidente del Consiglio dl’Amministrazione di aRES – Automotive Divisione della CRA srl .- via
Montecuccoli 32 – 20147 Milano – Tel 02.413011.1
1. “Lei si è recentemente rivolto al servizio “Mettersi in Proprio” della Provincia di Torino
effettuando un incontro di accoglienza”?
1. Sì
2. No
2. “Come è venuto a conoscenza dell’esistenza di questo servizio?”
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
3. “L’ ufficio dove è disponibile il servizio “Mettersi in proprio” in cui si sono svolti gli è stato facile
da raggiungere?
1. Si, è stato facile da raggiungere
2. No, non è stato facile da raggiungere
4. “Ritiene che le informazioni ricevute complessivamente siano state…”
1. Ottime
2. Adeguate
3. Poco adeguate
4. Inadeguate
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
5. “Come valuta la disponibilità del tutor?” (Se più di un tutor, valuti la disponibilità di tutti i tutor
che l’hanno seguita)
1. Ottima
2. Adeguata
3. Poco adeguata
4. Inadeguata
6. “Come valuta la professionalità del tutor?”
1. Ottima
2. Adeguata
3. Poco adeguata
4. Inadeguata
7. “Rispetto a quanto si aspettava gli incontri di accoglienza sono stati..”
1. Ottimi
2. Adeguati
3. Poco adeguati
4. Inadeguati
8. “Consiglierebbe il servizio MIP(Mettersi in Proprio) ad amici o conoscenti che intendono mettersi
in proprio”?
1. Sì
2. No
9. “Come giudica complessivamente il percorso intrapreso, dal primo contatto ad oggi?”
1. Ottimo
2. Adeguato
3. Poco adeguato
4. Inadeguato
10a. Positivo (risp. 1-2): Perché ha dato un giudizio positivo?
________________________________________________________________________________
10b. Negativo (risp. 3-4): Perché ha dato un giudizio negativo?
________________________________________________________________________________
NOME, COGNOME:__________________________________________________________
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
Customer satisfaction – utenti business
“Buongiorno, sono …….. (nome intervistatore) di Ares part of CRA. Stiamo svolgendo un’indagine sulla soddisfazione
degli utenti del servizio “Mettersi in Proprio” della Provincia di Torino e vorremmo sottoporle un breve questionario
della durata di circa 10 minuti.
E’ disponibile ora?
1.
Sì (Continuare)
2.
No (Fissare un appuntamento in orario adeguato per l’intervistato)
3.
Rifiuta l’intervista
Le preciso che Lei è libero di accettare l’intervista o di interromperla nel momento in cui lo ritenga opportuno. Le
garantisco che qualsiasi informazione ci darà verrà trattata in forma strettamente riservata secondo le disposizioni
previste nel Decreto Legislativo n° 196 del 30 giugno 2003 - Codice in materia di protezione dei dati personali. Le sue
risposte resteranno legate al suo nome solamente per un breve periodo per consentire il controllo dell’intervista e
l’elaborazione dei dati. Il cliente finale riceverà un rapporto statistico dove i dati saranno aggregati, garantendo
l’anonimato dei singoli intervistati. Lei potrà in qualsiasi momento chiederci di consultare le informazioni a nostra
disposizione, modificarle o opporsi al loro trattamento contattando il Titolare del Trattamento dati Dr. Andrea
Buscaglia, Presidente del Consiglio dl’Amministrazione di aRES – Automotive Divisione della CRA srl .- via Montecuccoli
32 – 20147 Milano – Tel 02.413011.1”
1. “Lei ha recentemente completato il business plan in collaborazione con il servizio MIP, conferma?”
1. Sì
2. No
2. “L’ ufficio dove è disponibile il servizio “Mettersi in proprio” in cui si sono svolti gli incontri è stato facile da
raggiungere?”
1. Si
2. No
3. “Ritiene che le informazioni ricevute siano state…”
1. Ottime
2. Adeguate
3. Poco adeguate
4. Inadeguate
4. “Come valuta la disponibilità del tutor?”
1. Ottima
2. Adeguata
3. Poco adeguata
4. Inadeguata
5. “Come valuta la professionalità del tutor?”
1. Ottima
2. Adeguata
3. Poco adeguata
4. Inadeguata
6. “Come valuta il contributo del percorso MIP alla realizzazione del business plan?”
1. Ottimo
2. Adeguato
3. Poco adeguato
4. Inadeguato
7. “Ritiene che senza la partecipazione al MIP avrebbe comunque realizzato un business plan per il suo progetto
d’impresa?”..”
1. Sì
2. No
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MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
3. Poco adeguato
4. Inadeguato
7. “Ritiene che senza la partecipazione al MIP avrebbe comunque realizzato un business plan per il suo progetto
d’impresa?”..”
1. Sì
2. No
8. “Consiglierebbe il servizio MIP(Mettersi in Proprio) ad amici o conoscenti che intendono mettersi in proprio”?
1. Sì
2. No
9. “Come giudica complessivamente il percorso intrapreso, dal primo contatto ad oggi?”
1. Ottimo
2. Adeguato
3. Poco adeguato
4. Inadeguato
10A. Positivo (risp. 1-2): Perché ha dato un giudizio positivo?
________________________________________________________________________________
10B. Negativo (risp. 3-4): Perché ha dato un giudizio negativo?
________________________________________________________________________________
11. “Ha partecipato a qualcuno dei corsi di formazione proposti dal tutor”
1. Sì
2. No
3. Non mi è stato proposto nessun
corso di formazione
Se ha partecipato a corsi di formazione:
12. “Rispetto al progetto imprenditoriale il/i corso/i di formazione è stato..”
1. Ottimo
2. Adeguato
3. Poco adeguato
4. Inadeguato
13. “Il progetto d’impresa è già stato realizzato e l’impresa è attiva?”
1. Sì
2. No
3. Il progetto è stato realizzato ma
l’impresa non è ancora attiva
13A. Se l’impresa è attiva:: Qual è stato il principale problema che ha dovuto affrontare?
_____________________________________________________________________________________________
13B. Se l’impresa NON è attiva:: Perché l’impresa NON è ancora attiva? (Se ha deciso di non attivare l’impresa
chiedere perché?)
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Customer satisfaction per gli utenti con impresa costituita
“Buongiorno, sono …….. (nome intervistatore) di Ares part of CRA. Stiamo svolgendo un’indagine sulla soddisfazione degli
utenti del servizio “Mettersi in Proprio” della Provincia di Torino e vorremmo sottoporre un breve questionario della durata
di circa 10 minuti al titolare dell’impresa.
E’ disponibile ora?
1.
Sì (Continuare)
2.
No (Fissare un appuntamento in orario adeguato per l’intervistato)
3.
Rifiuta l’intervista
Le preciso che Lei è libero di accettare l’intervista o di interromperla nel momento in cui lo ritenga opportuno. Le garantisco
che qualsiasi informazione ci darà verrà trattata in forma strettamente riservata secondo le disposizioni previste nel Decreto
Legislativo n° 196 del 30 giugno 2003 - Codice in materia di protezione dei dati personali. Le sue risposte resteranno legate al
suo nome solamente per un breve periodo per consentire il controllo dell’intervista e l’elaborazione dei dati. Il cliente finale
riceverà un rapporto statistico dove i dati saranno aggregati, garantendo l’anonimato dei singoli intervistati. Lei potrà in
qualsiasi momento chiederci di consultare le informazioni a nostra disposizione, modificarle o opporsi al loro trattamento
contattando il Titolare del Trattamento dati Dr. Andrea Buscaglia, Presidente del Consiglio dl’Amministrazione di aRES –
Automotive Divisione della CRA srl .- via Montecuccoli 32 – 20147 Milano – Tel 02.413011.1”
1.
“Lei è titolare di un’impresa nata attraverso il servizio MIP (Mettersi In Proprio) della Provincia di Torino e tuttora attiva,
conferma?”
1. Sì
2. No
2.
“Ritiene che l’ufficio dov’è disponibile il servizio “Mettersi in Proprio” in cui si sono svolti gli incontri è stato facile da
raggiungere…”
1. Si, Facile da raggiungere
2. NO, non è facile da raggiungere
3.
“Ritiene che gli ambienti dedicati agli incontri siano...”
4.
“Ritiene che le informazioni ricevute siano state…”
5.
1. Ottima
2. Adeguata
3. Poco adeguata
4. Inadeguata
“Come valuta la professionalità del tutor?”
7.
1. Ottime
2. Adeguate
3. Poco adeguate
4. Inadeguate
“Come valuta la disponibilità del tutor (o dei tutor)?”
6.
1. Ottimi
2. Adeguati
3. Poco adeguati
4. Inadeguati
1. Ottima
2. Adeguata
3. Poco adeguata
4. Inadeguata
“Ha partecipato a qualche corso di formazione proposto dal tutor”
1. Sì (Dom.8)
2. No
3. No, non mi è stato proposto
Se ha partecipato a corsi di formazione:
69
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
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1.
“Rispetto al progetto imprenditoriale il corso di formazione è stato..”
1. Ottimo
2. Adeguato
3. Poco adeguato
4. Inadeguato
A TUTTI
2. “Lei ha mai partecipato alla fase di tutoraggio post avvio del servizio MIP?”
3.
“Rispetto alle attività oggetto di tutoraggio ritiene di aver ricevuto un supporto…”
4.
1. Sì (Dom.10)
2. No (Dom.12)
1. Ottimo
2. Adeguato
3. Poco adeguato
4. Inadeguato
Perché ha detto di avere ricevuto un supporto……(risposta di dom.10)?”
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
A TUTTI
5. a. “Ha ricevuto supporto nell’accesso ai finanziamenti pubblici?
1. Sì (Dom.12b)
2. No (Dom.13)
12 b. “Come giudica il supporto ricevuto?
6.
1. Ottimo
2. Adeguato
3. Poco adeguato
4. Inadeguato
“Qual è il principale ostacolo che ha dovuto affrontare dalla costituzione dell’impresa ad oggi?”
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
7.
“Come giudica complessivamente il percorso intrapreso, dal primo contatto fino alla costituzione dell’impresa?”
1. Ottimo
2. Adeguato
3. Poco adeguato
4. Inadeguato
A. Positivo (risp. 1-2): Perché ha dato un giudizio positivo?
________________________________________________________________________________
B. Negativo (risp. 3-4): Perché ha dato un giudizio negativo?
________________________________________________________________________________
8.
“Ritiene che senza il supporto del MIP sarebbe riuscito ad avviare l’impresa comunque?”
1. Sì
2. No
9.
“Ad oggi quanti dipendenti e/o collaboratori sono inseriti nella vostra azienda?”
Numero dipendenti:_________
Numero collaboratori _______
10. “Ha mai consigliato il servizio MIP ad amici o conoscenti?”
70
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
Customer satisfaction per gli utenti drop out
“Buongiorno, sono …….. (nome intervistatore) di Ares part of CRA. Stiamo svolgendo un’indagine sulla soddisfazione
degli utenti del servizio “Mettersi in Proprio” della Provincia di Torino e vorremmo sottoporre un breve questionario
della durata di circa 10 minuti al titolare dell’impresa.
E’ disponibile ora?
1.
Sì (Continuare)
2.
No (Fissare un appuntamento in orario adeguato per l’intervistato)
3.
Rifiuta l’intervista
Le preciso che Lei è libero di accettare l’intervista o di interromperla nel momento in cui lo ritenga opportuno. Le
garantisco che qualsiasi informazione ci darà verrà trattata in forma strettamente riservata secondo le disposizioni
previste nel Decreto Legislativo n° 196 del 30 giugno 2003 - Codice in materia di protezione dei dati personali. Le sue
risposte resteranno legate al suo nome solamente per un breve periodo per consentire il controllo dell’intervista e
l’elaborazione dei dati. Il cliente finale riceverà un rapporto statistico dove i dati saranno aggregati, garantendo
l’anonimato dei singoli intervistati. Lei potrà in qualsiasi momento chiederci di consultare le informazioni a nostra
disposizione, modificarle o opporsi al loro trattamento contattando il Titolare del Trattamento dati Dr. Andrea
Buscaglia, Presidente del Consiglio dl’Amministrazione di aRES – Automotive Divisione della CRA srl .- via Montecuccoli
32 – 20147 Milano – Tel 02.413011.1”
a)
Nel corso degli ultimi tre anni, lei si è rivolto al servizio Mettersi in Proprio della Provincia di Torino, conferma?
Sì
No
b)
Sì ricorda il numero di incontri del MIP ai quali ha partecipato?
Sì: Numero_______________
No
c)
Che aspettative aveva nei confronti del servizio MIP? Cosa si aspettava di trovare?
___________________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________________
d)
Sì ricorda a quando risale il suo ultimo incontro?
e)
Sì Mese _______________ Anno_______
No, non ricordo
Ritiene che i locali in cui si sono svolti gli incontri siano localizzati in modo…
f)
Ritiene che il materiale fornito sia stato…
g)
Facilmente accessibile
Difficilmente accessibile
Ottimo
Adeguato
Poco adeguato
Inadeguato
Ritiene che le informazioni ricevute siano state…
Ottime
Adeguate
Poco adeguate
Inadeguate
71
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
a)
Come valuta la disponibilità del tutor (se ne ha avuto uno)?
b)
Come valuta la professionalità del tutor (se ne ha avuto uno)?
c)
Durante l’accoglienza
Durante l’accompagnamento
Durante la stesura del Business
Plan
Ha deciso di rinunciare al servizio MIP..
f)
Sì -> dom. N POI CHIUDERE
No
Quando ha deciso di rinunciare al servizio..
e)
Ottima
Adeguata
Poco adeguata
Inadeguata
E’ ancora intenzionato a continuare il percorso MIP che aveva intrapreso
d)
Ottima
Adeguata
Poco adeguata
Inadeguata
Su consiglio del tutor
Perché non interessato al
servizio
Perché il servizio non ha
risposto alle mie aspettative
Altro:
_________________________
In seguito alla decisione di rinunciare al MIP intende…
Portare aventi il progetto d’impresa autonomamente
Modificare il progetto d’impresa
Abbandonare il progetto d’impresa
Rivolgersi ad un altro servizio:
Quale?_________________________________________
___________________________________________________
A TUTTI
g)
Ha mai consigliato il servizio MIP ad amici o conoscenti?
Sì
No
72
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
Traccia intervista drop-out
NOMINATIVO:
Età:
Sesso:
Titolo di studio:
Idea d’impresa:
Situazione lavorativa attuale:
A. Sull’idea imprenditoriale e sulle motivazioni del voler mettersi in proprio
1) Quando si è rivolto al servizio stava lavorando (occupato/disoccupato)? Di che cosa si occupava?
2) Quando si è rivolto al servizio aveva già un’idea di impresa chiara? Cosa voleva realizzare?
3) Si trattava di un’idea inerente al lavoro che svolge/svolgeva o si tratta di un’attività completamente diversa
(in un altro settore etc.)?
4) Lei aveva già esperienza in merito all’attività lavorativa che voleva intraprendere? Perché ha pensato di
mettersi in proprio, ci pensava da tempo? Cosa le ha fatto prendere la decisione di provare?
5) Conosceva persone che avevano un’impresa nello stesso settore, c’era qualcuno con cui poteva collaborare,
farsi consigliare, o con cui condividere il progetto imprenditoriale?
B. Sulle motivazioni per cui l’utente si è rivolto al servizio
6) Cosa si aspettava dal servizio? (finanziamenti, informazioni di carattere giuridico - professionale, consigli su
cosa fare, consigli sull’andamento nel mercato nel settore in cui si intendeva aprire, etc.)
C. Sulle fasi del percorso svolte
7) Fino a che punto del percorso è arrivato? Si ricorda quante volte ha incontrato il tutor?
D. Sulle motivazioni per cui ha abbandonato il percorso
8) Perché ha deciso di abbandonare il percorso intrapreso?
9) Ritiene, per la parte del percorso che ha svolto, di aver ricevuto un servizio utile/inutile? Rispetto a cosa?
10) Cosa le ha fatto cambiare idea?
11) Le motivazioni dell’abbandono sono legate al servizio ricevuto o ad altri motivi (ha trovato un nuovo impiego;
l’idea non era sostenibile; mancavano i fondi, per motivazioni personali etc.)?
12) Rinunciare a portare a termine il percorso è equivalso per lei rinunciare a realizzare la sua idea
imprenditoriale?
a. ha abbandonato il Mip e ha abbandonato l’idea di mettersi in proprio
b. ha abbandonato il percorso MIP, ma non ha abbandonato l’idea di mettersi in proprio
E. Sulla situazione attuale
a. Ha abbandonato il Mip e ha abbandonato l’idea di mettersi in proprio
13) perché in quel momento la sua idea le è sembrata inattuabile (troppo rischiosa, mancava di finanziamenti
etc.) o per altri motivi?
14) Che cosa fa adesso? Ha ripreso il lavoro di prima/ha trovato un nuovo impiego etc.
15) Ritiene che potrebbe ripensare all’idea di mettersi in proprio? A quali condizioni? In caso, tornerebbe a
rivolgersi al MIP?
b. Ha abbandonato il percorso MIP, ma non ha abbandonato l’idea di mettersi in proprio
16) Che cosa fa adesso? Ha ripreso il lavoro di prima/ha trovato un nuovo impiego mentre sta cercando di
realizzare la sua idea imprenditoriale?
17) Come sta provando a realizzare la sua idea imprenditoriale (.in modo autonomo, con l’aiuto di un altro
servizio etc.)?
18) Quali difficoltà sta incontrando?
19) Quanto tempo e cosa manca per l’avvio dell’attività?
73
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
MIP - Le 16 interviste in profondità. Caratteristiche principali dei soggetti intervistati
N.
intervista
Nazionalità
Età
Sesso
1
2
3
4
5
6
7
8
9
italiana
straniera
italiana
italiana
italiana
italiana
italiana
italiana
italiana
37
30
37
38
45
31
28
39
47
F
M
F
F
F
F
F
F
F
10
11 (*)
12
13
14
15
16
italiana
italiana
italiana
italiana
italiana
italiana
italiana
23
33
50
51
55
50
36
F
M
M
M
F
M
F
Data di
Situazione lavorativa
accoglienza
al momento della
al MIP
frequentazione del MIP
28/02/2011
disoccupata
09/03/2011
disoccupato
13/04/2011
occupata
23/05/2011
disoccupata
24/11/2010
disoccupata
19/11/2010
disoccupata
19/04/2011
disoccupata
15/02/2011
disoccupata
09/12/2010
disoccupata
10/03/2011
disoccupata
26/05/2011
disoccupato
17/02/2011
disoccupato
26/04/2011
occupato
13/04/2011
disoccupata
10/01/2011
disoccupato
15/03/2011
disoccupata
Situazione lavorativa
attuale
Motivazioni dell'abbandono
Abbandono
idea
imprenditoriale
disoccupata
disoccupato
occupata
disoccupata
disoccupata
occupata
disoccupata
disoccupata
occupata
aspettative disattese
idea imprenditoriale debole
indirizzata al servizio AproPartita IVA
idea imprenditoriale debole
idea imprenditoriale debole
nuovo impiego
idea imprenditoriale debole
tempistica del servizio
tempistica del servizio
no
si
no
si
si
si
si
no
no
disoccupata
disoccupato
occupato
occupato
disoccupata
occupato
occupata
aspettative disattese
mancanza risorse economiche
aspettative disattese
motivi personali
aspettative disattese
mancanza risorse economiche
tempistica del servizio
no
si
no
si
no
no
no
(*) I dati riportati sono relativi all’utente. Ma l’intervista è stata condotta con il legale rappresentante della persona interpellata, che svolge il ruolo di intermediario e ne cura i rapporti con il
MIP viste le condizioni di salute del suo assistito.
74
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
APPENDICE 2: output delle stime ottenute con i modelli di regressione probit
75
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
MODELLO 1:
probabilità di successo nell’avviare l’impresa (per tutti)
Probit regression, reporting marginal effects
Number of obs = 13503
LR chi2(28) = 529.42
Prob > chi2 = 0.0000
Log likelihood = -3833.6985
Pseudo R2
= 0.0646
-----------------------------------------------------------------------------AVVIATA |
dF/dx Std. Err.
z P>|z|
x-bar [ 95% C.I. ]
---------+-------------------------------------------------------------------pos~2008*| -.0174771 .0049912 -3.43 0.001 .379842 -.02726 -.007695
SOCI | .0465536 .0044293 10.69 0.000 .413908 .037872 .055235
F*| .0029453 .0048244
0.61 0.541 .467452 -.00651 .012401
S_AGRI*| -.0595209 .0198531 -1.58 0.114 .003851 -.098432 -.020609
S_ARTI*| .008473 .0062479
1.38 0.167 .251129 -.003773 .020719
S_ESER*| -.049566
.00648 -5.51 0.000 .070281 -.062267 -.036865
S_INDU*| -.0175861 .0177731 -0.90 0.369 .011923 -.052421 .017248
S_SER_P*| -.0359196 .0056991 -5.44 0.000 .160409 -.04709 -.02475
S_SER_I*| .0022454 .0074567
0.30 0.761 .130934 -.012369 .01686
S_TURI*| -.03485 .0128057 -2.16 0.031 .017255 -.059949 -.009751
N_COMU*| -.0080947
N_EXTR*| -.0281661
.0161986
.0089831
-0.48
-2.96
0.631
0.005
O_CIMO*| .0222642
O_ALT*| -.0042657
O_AUTO*| -.0127401
O_DISO*| .0121503
O_PREC*| -.0067392
.0168765
.0109774
.0077051
.00566
.0085903
1.44 0.151 .03029 -.010813 .055342
-0.38 0.703 .049396 -.025781 .01725
-1.57 0.117 .09783 -.027842 .002362
2.18 0.029 .367622 .001057 .023244
-0.76 0.446 .081834 -.023576 .010098
I_ALT*| .0211686
I_LAUR*| .0067443
I_MEDI*| -.0273551
I_PROF*| -.0130139
.0230531
.005977
.0058997
.0076616
1.00 0.318 .012442 -.024015 .066352
1.15 0.252 .244168 -.00497 .018459
-4.18 0.000 .170184 -.038918 -.015792
-1.61 0.108 .095756 -.02803 .002003
E_48*| .0016471
E_18_27*| -.0219905
E_38_47*| .0094875
.0190028
.0077362
.0103119
0.09
-2.96
0.94
0.930
0.005
0.346
.020144 -.039843 .023654
.050359 -.045773 -.01056
.082796 -.035598 .038892
.244834 -.037153 -.006828
.234318 -.010723 .029698
backgr~o*| .017351 .0048165
3.60 0.000 .506406 .007911 .026791
backgr~m*| .0037124 .0052372
0.71 0.475 .287418 -.006552 .013977
---------+-------------------------------------------------------------------obs. P | .0904244
pred. P | .0790739 (at x-bar)
-----------------------------------------------------------------------------(*) dF/dx is for discrete change of dummy variable from 0 to 1
z and P>|z| correspond to the test of the underlying coefficient being 0
76
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale
_____________________________________________________________________________________________________
MODELLO 2:
probabilità di successo nell’avviare l’impresa (solo per coloro che hanno il business plan validato)
Probit regression, reporting marginal effects
Number of obs =
LR chi2(28) = 73.37
Prob > chi2 = 0.0000
Log likelihood = -615.91991
Pseudo R2
= 0.0562
1461
-----------------------------------------------------------------------------AVVIATA |
dF/dx Std. Err.
z P>|z|
x-bar [ 95% C.I. ]
---------+-------------------------------------------------------------------pos~2008*| -.1129299 .024244 -4.94 0.000 .328542 -.160447 -.065413
SOCI | -.0043945 .0116301 -0.38 0.706 .845311 -.027189 .0184
F*| .0511008 .020073
2.50 0.012 .442163 .011758 .090443
S_AGRI*|
S_ARTI*|
S_ESER*|
S_INDU*|
S_SER_P*|
S_SER_I*|
S_TURI*|
-.2431757 .3569038
.006262 .0251873
-.1067129 .0644179
-.2386402 .0962335
-.0043434 .0330916
.0044173 .0284868
-.0189429 .0867529
-0.82 0.411 .001369 -.942694 .456343
0.25 0.805 .26694 -.043104 .055628
-1.90 0.058 .036277 -.23297 .019544
-2.99 0.003 .019849 -.427254 -.050026
-0.13 0.895 .117728 -.069202 .060515
0.15 0.878 .188912 -.051416 .06025
-0.23 0.821 .013689 -.188975 .15109
N_COMU*| -.0062759
N_EXTR*| -.0051083
.0754169
.0563415
-0.08
-0.09
O_CIMO*| .0562842
O_ALT*| -.0152268
O_AUTO*| .0240797
O_DISO*| .0323792
O_PREC*| -.0094208
.0437723
.0456594
.032458
.0223212
.0374123
1.10 0.273 .029432 -.029508 .142076
-0.34 0.732 .053388 -.104718 .074264
0.71 0.479 .099932 -.039537 .087696
1.42 0.156 .358658 -.011369 .076128
-0.26 0.798 .086242 -.082748 .063906
I_ALT*| .0154233 .0724174
I_LAUR*| -.0523661 .0240848
I_MEDI*| .0024607 .0327958
I_PROF*| .045879 .0341146
E_48*| .1085614
E_18_27*| -.0554629
E_38_47*| .0751418
.0414458
.0413097
.0338188
0.933
0.927
.015743 -.15409 .141539
.030801 -.115536 .105319
0.21 0.837 .017112 -.126512 .157359
-2.26 0.024 .313484 -.099571 -.005161
0.07 0.940 .11499 -.061818 .066739
1.21 0.228 .075975 -.020984 .112742
1.81
-1.42
2.00
0.071
0.154
0.045
.075291 .027329 .189794
.206708 -.136429 .025503
.245038 .008858 .141425
backgr~o*| .0309245 .0203445
1.53 0.126 .551677 -.00895 .070799
backgr~m*| -.0092496 .0220498 -0.42 0.672 .303217 -.052466 .033967
---------+-------------------------------------------------------------------obs. P | .835729
pred. P | .8483908 (at x-bar)
-----------------------------------------------------------------------------(*) dF/dx is for discrete change of dummy variable from 0 to 1
z and P>|z| correspond to the test of the underlying coefficient being 0
77
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Rapporto Finale di Valutazione