POR 2007-2013 FSE ASSE ADATTABILITA’ - OB. COMPETITIVITA’ REGIONALE ED OCCUPAZIONE SERVIZIO DI MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL SERVIZIO DI PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIALITÀ ATTRAVERSO LA REALIZZAZIONE DI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA D’IMPRESA (C.I.G. 0469118869) Report Finale ASVAPP – Progetto Valutazione (Capogruppo) ALEA – Action Learning (Partner) Marzo 2012 Executive summary Il Programma MIP - Mettersi In Proprio nasce nel 1994 come progetto provinciale per la creazione d’impresa. A partire dal 1997 usufruisce del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale come sportello informativo e cresce nel tempo sino a diventare nel 2002 un servizio organico dotato di un percorso articolato. Ciò è possibile grazie all'istituzione da parte della Regione Piemonte (Direzione Istruzione, formazione professionale e lavoro) di una rete di "Sportelli Creazione Impresa". Si tratta di un servizio di sostegno all'imprenditorialità, realizzato nell'ambito del Programma Operativo del Fondo Sociale Europeo 2000-2006, la cui gestione viene delegata alle Province e del quale MIP rappresenta la parte a cura della Provincia di Torino. Il servizio viene riproposto nell'attuale ciclo di programmazione (2007-2013) pressoché invariato nella struttura e negli obiettivi, ma con alcune modifiche sostanziali di forte rilievo. Il presente report è basato sulle seguenti fonti informative: (i) il database amministrativo previsto dal capitolato d’appalto del MIP e aggiornato al 31-12-2011; (ii) il Sistema Informativo Lavoro Piemonte (SILP); (iii) rilevazioni telefoniche con questionario strutturato condotte su diverse tipologie di utenza (1.000 intervistati); (iv) interviste in profondità con testimoni privilegiati. Il sistema dei servizi per la creazione d’impresa Il sistema di azione per la Creazione di Impresa può essere rappresentato da due cerchi concentrici: (i) un primo cerchio è la rete degli Sportelli del Programma, gestiti dagli attuatori, che costituisce in senso stretto lo strumento di attuazione del programma; (ii) un secondo cerchio più esterno, è la “rete allargata” dei soggetti pubblici individuati dalla Amministrazione provinciale come primi referenti sul territorio degli Sportelli e come canali di integrazione con le politiche del lavoro e dello sviluppo. Emerge inoltre quello che possiamo definire un terzo cerchio di soggetti che operano trasversalmente sulle politiche per la creazione di imprese. Al di fuori del Programma MIP si è strutturato, nel tempo, un complesso sistema di azione finalizzato a erogare servizi di varia natura a sostegno dei soggetti che vogliano avviare attività imprenditoriali che interagisce in varie forme con la rete del MIP; la qualità di tale interazione non è ininfluente rispetto alle modalità di funzionamento del MIP stesso. La mappa del sistema degli attori Se nel 2002, il MIP risultava essere uno tra i pochi soggetti ad occuparsi di nuova impresa e l’unico ad offrire un percorso completo (attività di consulenza che vanno dallo sviluppo del progetto allo start-up d’impresa), oggi è possibile affermare l’esistenza di un più complessivo sistema di attori a supporto della creazione di impresa. Il sistema si è differenziato e specializzato al suo interno: alcuni attori hanno scelto di specializzarsi in un segmento particolare del percorso (orientamento piuttosto che accompagnamento alla costituzione dell’impresa, etc.), altri nella direzione di un target di utenza specifico (come nel caso degli incubatori). Ne emerge come: tutti i soggetti svolgono un’azione di prima informazione verso tutti i target di utenza, mentre le altre funzioni (orientamento all’imprenditoria, accompagnamento alla definizione dell’idea di impresa e alla costituzione dell’impresa, sostegno all’acquisizione delle risorse finanziarie e assistenza post avvio) vengono svolte o meno a seconda della propria vocazione e dei target di riferimento; il MIP garantisce l’espletamento di tutte le attività di supporto alla creazione di impresa individuate, con una intensità (ore dedicate) di intervento e integrazione tra le fasi diversa e più elevata, ma limitatamente ai target ammissibili (nel caso del MIP infatti l’individuazione di un segmento di utenza specifico è determinata dalle regole per l’ammissibilità); i target di utenza appaiono sovrapposti e non facilmente distinguibili - questo è uno dei punti critici su cui torneremo più avanti - e pertanto rendono difficile una separazione nelle MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ funzioni tanto quanto una loro integrazione, auspicabile se si tiene ferma l’ipotesi di costruire una “filiera della creazione di impresa”. Tra i possibili competitor del MIP occorre segnalare le associazioni di categoria e le categorie di professionisti (in primo luogo i commercialisti) che spesso vengono preferiti dagli utenti, sebbene offrano consulenza a pagamento, perché garantiscono un percorso di avvio d’impresa più snello e veloce. Tutti i partner della rete descrivono il MIP come un servizio capace di offrire un sistema di consulenza articolata e completa. A ben vedere però, riteniamo che la funzione di filtro all’ingresso svolta dai servizi collocati “a monte” e la specializzazione attribuita al MIP dai partner della rete, possa innescare un meccanismo di selezione avversa, che aumenta il rischio di incanalare verso il servizio le fasce di utenza più debole. La presenza di utenti meno attrezzati, in qualche misura presente sin dalla nascita del MIP, si è andata accentuando con l’avvento del ciclo di programmazione 2007-2013. Ciò è avvenuto in ragione sia dell’evoluzione del sistema di azione descritta precedentemente, sia per altri cambiamenti, taluni endogeni al programma (le regole di ammissibilità), altri esogeni (la crisi economica e le conseguenze sul profilo dell’utenza). Si tratta in ogni caso di un fenomeno non necessariamente negativo, in quanto costituisce il risultato di un processo di ampliamento e specializzazione degli attori che fanno parte del sistema allargato di intervento per il sostegno alla creazione di impresa di cui il MIP costituisce un segmento rilevante. Le caratteristiche dell’utenza E’ percezione diffusa degli operatori, che al modificarsi del contesto socio-economico, abbia corrisposto un progressivo indebolimento dell’utenza che si rivolge al MIP. La crisi economica del 2008 ha infatti aumentato il numero di disoccupati che si rivolgono al MIP. Questo dato, se da un lato concorre a far raggiungere l'obiettivo di coprire le categorie considerate prioritarie, cioè quelle più deboli; dall'altro aumenta la possibilità di ricevere idee imprenditoriali poco strutturate o persone poco motivate a fare impresa, bensì più bisognose di un’occupazione in tempi brevi. I dati in possesso segnalano evidenti differenze tra primo e secondo ciclo di programmazione nella composizione dell’utenza. Innanzitutto l’età media degli utenti cresce di un anno spostandosi da 33 a 34 anni. Lo spostamento in media non è costante: si evidenzia un calo di 7 punti percentuali degli utenti con età compresa tra 28 e 37 anni; quasi simmetricamente aumenta di 5,4 punti la presenza di utenti con età compresa tra 38 e 47 anni. Il calo residuo viene infine compensato dagli over 48 (+2,7 punti percentuali). Si rileva che i giovani di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, individuati dalla programmazione regionale come target prioritario, assommano attualmente a 3.990, pari al 59,2% del totale (nel ciclo precedente erano 7.842, pari al 65,4%). Tale misura supera ampiamente il 40% fissato come obiettivo dalla programmazione regionale. Cresce la presenza di utenti di sesso femminile dal 45,1% al 49,7% (il target prioritario regionale fissato al 45% è da considerarsi attualmente raggiunto e scavalcato). Aumenta lievemente la presenza degli stranieri comunitari (+2) a vantaggio degli italiani (-2,8) che rappresentano comunque la stragrande maggioranza degli utenti MIP. La presenza di laureati oscilla attorno ad un quarto, circa la metà è costituita dai diplomati; il restante quarto possiede o una qualifica professionale o la sola licenza media. Sul fronte occupazionale emerge invece, un quadro assolutamente coerente con il deterioramento del contesto socio-economico che ha caratterizzato soprattutto l’ultimo biennio. Il dato più evidente è la crescita dei disoccupati che si rivolgono al MIP: la loro presenza aumenta di 7,5 punti percentuali, passando dal 31,4% al 39% dell’utenza complessiva. Si registra poi la comparsa di soggetti in condizione di cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) o mobilità, i quali, quasi assenti nel ciclo 2000-2006 (0,6%), si assestano attorno al 6%. Includendo tra i disoccupati anche la cassa integrazione e la mobilità, si osserva una diminuzione di 13 punti percentuali a carico della categoria degli occupati in senso ampio. Fa da contraltare il 1 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ calo di 7,1 punti dei lavoratori con contratto da dipendente che cedono il posto di categoria maggiormente rappresentata passando dal 40,5% al 33,4%. I lavoratori autonomi scendono dal 12,9% al 7,5%. Rispetto ai target regionali, i soggetti in cerca di occupazione sfiorano (39%), ma non raggiungono ancora il 40% stabilito. Già ampiamente superato invece il target dell’8% fissato per “soggetti occupati con contratti di lavoro a termine e/o atipici”. Parimenti acquisito l’obiettivo del 3% sul target dei lavoratori in mobilità o cassa integrazione, pari al 6%. L’esperienza professionale pregressa, fattore premiante per le potenzialità di un progetto d’impresa, fa registrare un calo sensibile: dal 53% nel passato ciclo di programmazione scendono al 40,8%. Si evidenzia infine un sostanziale aumento dei progetti individuali, che passano dal 65,1% al 73,9% a svantaggio di quelli collettivi. Gli indicatori di realizzazione Complessivamente sono stati realizzati 11.112 contatti di preaccoglienza, 5.099 progetti accolti, 473 business plan validati e 366 imprese avviate. Tuttavia per una corretta analisi dei risultati, occorre considerare una singola coorte di utenti - cioè quelli presi in carico in un dato arco temporale - da seguire per un periodo prefissato, contando quanti esiti di ciascun tipo hanno avuto gli appartenenti a quella coorte. Tale osservazione longitudinale consente di tracciare per ciascun utente la sua “storia” nel percorso MIP, rilevata per tappe principali. I dati organizzati in coorti permettono di leggere le realizzazioni come indicatori di risultato: meno della metà (43,3%) dei progetti accolti sopravvive al passaggio tra la fase di accoglienza a quella di accompagnamento. Soltanto il 26,7% dei percorsi di accompagnamento termina con la validazione del business plan (42,6%). Infine il 77% dei business plan validati consegue l’avviamento dell’impresa. Dunque circa un progetto accolto su dieci dà origine ad un’impresa. I drop-out Il MIP, a fronte di un crescente numero di iscritti registra anche un numero crescente di casi di abbandono del servizio, i cosiddetti drop-out. Al fine di individuare i casi di drop-out potenzialmente evitabili, il servizio necessita di accrescere ed organizzare le informazioni di cui dispone sull’utenza. Pertanto è necessario monitorare l’andamento degli utenti lungo tutto il percorso con la finalità di conoscerne meglio le aspettative e le scelte capire quali sostenere altrimenti. Il servizio pone condizioni all’ingresso, ma non definisce regole per governare l’uscita ed eventuali reingressi di utenti che abbandonano a percorso non concluso. Perciò non è sempre in grado di sapere quanti utenti hanno definitivamente abbandonato il servizio e quanti invece mostrano l’intenzione di riprendere dopo un momento di sospensione. Accanto al monitoraggio degli utenti, il servizio necessita dunque di introdurre regole per governare l’uscita, così da ottenere altre informazioni che aiutino ad identificare quali casi di abbandono potrebbero essere evitati e quali invece sono da considerare irrecuperabili. Introdurre regole per la fuoriuscita è funzionale anche a responsabilizzare chi intraprende il percorso, perché si trova di fronte una scadenza. Inoltre l’introduzione di regole offre la possibilità di sancire la data di abbandono, informazione non irrilevante ai fini dei servizi consulenziali che si intende offrire e alle tempistiche necessarie alla creazione d’impresa. L’analisi dei drop out sull’archivio SILP Un aspetto cruciale rispetto all’interpretazione degli abbandoni è la loro situazione lavorativa successiva all’ingresso nel MIP. Da notare che al momento dell’ingresso i futuri drop out sono per 39% occupati, mentre ad un anno di distanza gli occupati salgono al 44%. Gli utenti con business plan validato rappresentano l’esito opposto, e favorevole, rispetto a quello dei drop out. Osservati lungo la stessa sequenza temporale, gli occupati mostrano tutt’altro andamento: se al momento dell’ingresso nel MIP l’incidenza degli occupati è molto simile a quella registrata per i drop out (38%), ciò non vale per quanto riguarda l’anno successivo all’ingresso dove gli occupati 2 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ sono soltanto il 21% degli utenti con business plan validato (contro il 44% registrato per i drop out). L’incidenza degli occupati misurata sui due gruppi segue un andamento quasi opposto: per i drop out è in costante aumento dal momento dell’ingresso (39%) fino all’anno successivo (47%); per gli utenti che portano a termine il percorso MIP (business plan) l’incidenza degli occupati è invece in costante calo (dal 38% al 21%). Il confronto tra la presenza di occupati tra i due gruppi porta a concludere che, a conferma di quanto ricostruito durante le interviste, la variabile lavoro giochi un ruolo decisivo nel determinare la scelta della fuoruscita dal MIP. Le imprese avviate: crescita e mortalità Nel corso dell’attuale ciclo di programmazione, cioè a partire dal 1° ottobre 2008, sono state avviate 499 nuove imprese, di queste oltre il 60% sono nate nel corso degli anni 2010 e 2011, il 20% nel 2009 e il 18% nel 2008. Alcune caratteristiche dei progetti di impresa, insieme ad altre che riguardano i potenziali neoimprenditori, possono contribuire a determinare il buon esito del progetto d’impresa. E’ stato utilizzato un modello di regressione non lineare probit, con cui si tiene conto simultaneamente degli effetti di tutte le variabili incluse nel modello, così che l’effetto associato a ciascuna caratteristica risulta stimato “a parità di altre condizioni”: (i) i progetti d’impresa presentati a partire dall’anno 2009 hanno una probabilità di successo leggermente inferiore (-1,75%) rispetto agli altri; (ii) la presenza di più soci partecipanti al progetto garantisce un sensibile aumento della probabilità di successo (+4,66%) rispetto a quanto avviene per i progetti individuali; (iii) due settori di attività penalizzano la probabilità di successo rispetto al settore commercio: i pubblici esercizi (-4,96%) e i servizi alla persona (-3,59%); (iv) la nazionalità extracomunitaria incide negativamente (-2,82%) sulla probabilità di successo rispetto alla nazionalità italiana; (v) chi possiede il titolo di studio inferiore (scuola media) è svantaggiato (- 2,74%) rispetto a chi possiede un diploma di maturità; (vi) infine coloro che hanno acquisito un’esperienza professionale nello stesso campo in cui intendono avviare l’impresa conseguono un leggero vantaggio nella probabilità di successo (+1,74%). Un aspetto estremamente rilevante riguarda la capacità di creare imprese “migliori” rispetto a quelle che nascono spontaneamente. L’aggettivo “migliori” definisce: (i) imprese in grado di sopravvivere più a lungo rispetto alle altre; (ii) imprese in grado di crescere di più rispetto le altre. La risposta a questo interrogativo implica un’analisi contro fattuale che permetta di confrontare le imprese MIP con imprese il più possibile “simili”, ma nate spontaneamente. Una prima suggestione, rispetto alla tematica occupazionale, può essere ricavata dalle dichiarazioni degli utenti con impresa avviata. Nel corso della rilevazione è infatti emerso che dei 100 imprenditori intervistati 73 hanno assunto almeno 1 collaboratore. Tra questi, 11 ne hanno assunti 2 e 9 ne hanno assunti 3. Dunque inizialmente le 100 imprese occupavano 148 individui, con una media pari a 1,45 addetti per impresa. Al momento dell’intervista le stesse imprese mostrano una crescita di 100 addetti e assommano complessivamente 248 individui occupati (inclusi i soci di partenza), con una media pari a 2,43 addetti per impresa. La differenza in media risulta pari a 0,98 addetti in più dal momento dell’avviamento. Il tempo trascorso dall’avviamento all’intervista varia di un minimo di 656 giorni ad un massimo di 1.159, con una media pari a 839. Possiamo allora considerare l’aumento di circa un addetto per impresa in relazione ad un tempo medio di esercizio pari a 28 mesi. Si nota infine che delle 1.221 imprese avviate dal MIP soltanto 53 risultano cessate. Dalla distribuzione percentuale delle imprese per anno di avvio si evince che un buon 36% delle imprese (quelle nate nel primo triennio) fa registrare una buona sopravvivenza (dai 7 ai 9 anni). Per un quadro di insieme sulle risultanze delle analisi svolte si rimanda alla lettura delle conclusioni in coda al rapporto. 3 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ INDICE Premessa ........................................................................................................................................................... 1 Introduzione ...................................................................................................................................................... 1 Capitolo 1 - Il modello organizzativo del servizio .............................................................................................. 2 1.1 Le caratteristiche del servizio erogato ........................................................................................................ 3 1.2 Il sistema dei servizi per la creazione d’impresa ......................................................................................... 6 1.3 I cambiamenti ............................................................................................................................................ 10 1.4 I fattori di qualità ....................................................................................................................................... 14 Capitolo 2 – Le caratteristiche dell’utenza ...................................................................................................... 19 2.1 Le differenze tra primo e secondo ciclo di programmazione nella composizione dell’utenza……………. .. 19 Capitolo 3 – Gli esiti del monitoraggio e la soddisfazione dell’utenza ............................................................ 24 3.1 Gli indicatori di realizzazione ..................................................................................................................... 24 3.2 Gli indicatri di risultato: l’analisi per coorte .............................................................................................. 28 3.3 La soddisfazione dell’utenza ...................................................................................................................... 31 Capitolo 4 – I drop out ..................................................................................................................................... 38 4.1 Definizione e problematica........................................................................................................................ 39 4.2 I tempi e ragioni dell’abbandono .............................................................................................................. 40 4.3 La storia professionale successiva all’abbandono ..................................................................................... 44 4.4 I fattori che influiscono sull’abbandono del servizio e i margini d’intervento possibili ............................ 46 4.5 Monitoraggio e gestione dell’abbandono ................................................................................................. 49 4.6 L’analisi dei drop out sull’archivio SILP...................................................................................................... 50 Capitolo 5 – La creazione d’impresa................................................................................................................ 53 5.1 Statistiche sulle imprese ............................................................................................................................ 53 5.2 Modello previsionale sulle caratteristiche favorevoli ............................................................................... 54 5.3 Analisi occupazionale (esito rilevazione) ................................................................................................... 57 Conclusioni ...................................................................................................................................................... 61 Bibliografia ...................................................................................................................................................... 64 APPENDICE 1: questionari telefonici e tracce per le interviste in profondità APPENDICE 2: output delle stime dei modelli di regressione probit 1 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ PREMESSA. FONTI E OBIETTIVI DEL DOCUMENTO Il presente lavoro contiene i risultati del monitoraggio e della valutazione del Programma “Percorsi integrati per la Creazione d’Impresa”, realizzato dalla Provincia di Torino attraverso il servizio Mettersi in proprio (MIP). Il testo è organizzato in quattro capitoli. Il Capitolo 1 ricostruisce le modalità di realizzazione del programma e le caratteristiche del sistema di azione che rendono possibile l’erogazione del servizio. Il Capitolo 2 presenta le principali statistiche descrittive degli utenti, confrontandone l’evoluzione lungo il passaggio dal primo al secondo ciclo di programmazione. I Capitoli 3 e 4 analizzano i due esiti del percorso: da un lato il successo e l’avviamento dell’impresa (start up), dall’altro la fuoriuscita o l’interruzione del percorso (drop-out). Sul versante dell’imprese si analizzano la crescita occupazionale e il tasso di mortalità, passando per la costruzione di un modello previsionale che attribuisce ai progetti la relativa probabilità di trasformarsi in impresa a partire dalle caratteristiche osservabili. Sul versante dei drop out si tenta di distinguere gli “indotti” (a causa di un progetto d’impresa con scarsa/nulla fattibilità) da quelli “insoddisfatti” al fine di indagare come il servizio influisca nel determinare la scelta dell’abbandono. Le attività di analisi sono state sviluppate sfruttando molteplici fonti informative: (i) il database amministrativo previsto dal capitolato d’appalto del servizio MIP e aggiornato al 31-12-2011; (II) il Sistema Informativo Lavoro Piemonte (SILP); (III) le rilevazioni telefoniche con questionario strutturato condotte su diverse tipologie di utenza (per un totale di 1.000 intervistati); (IV) le interviste in profondità con testimoni privilegiati (funzionari della rete dei servizi di creazione d’impresa e utenti fuoriusciti dal percorso MIP). INTRODUZIONE Il tessuto imprenditoriale della provincia di Torino è caratterizzato da un’elevata presenza di piccole e medie imprese. Per diffusione e radicamento, la piccola impresa è tacitamente riconosciuta come motore trainante dello sviluppo locale. Le riflessioni sviluppate in proposito a livello comunitario e riprese poi tra gli obiettivi - l’occupazione e la produttività - dell’Agenda di Lisbona (2005) hanno fortemente influenzato le strategie nazionali rispetto all’imprenditorialità; i programmi strategici regionali propongono quello di “qualificare la popolazione e il lavoro” come l’ element0 portante per accrescere la competitività territoriale. Il passaggio tra il precedente ciclo di programmazione dei fondi strutturali (2000-2006) e quello attuale (2007-13) è stato segnato, a partire dal 2008, dalla crisi economica; ciò ha modificato in modo consistente lo scenario entro il quale nascono e operano le imprese e di conseguenza i servizi ad esse dedicati. Nel 2009, il tasso di crescita delle imprese della provincia di Torino (fonte InfoCamere) è sceso dal 0,9% del 2008 allo 0,6%, ciononostante esso risulta superiore sia all’indice complessivo della regione Piemonte (+0.14%) sia a quello generale nazionale (+0,28%). A questo contesto si aggiungono i mutamenti registrati nel quadro delle regole in cui il MIP si trova ad agire: sono cambiate le fonti di finanziamento e le condizioni di agevolazione offerte ai beneficiari; sono stati introdotti requisiti di accesso al servizio; è stata modificata la rete di soggetti responsabile dell’erogazione. Parallelamente, si è intensificata la rete di attori che concorrono alla creazione di impresa sul territorio provinciale e che hanno specializzato i propri servizi su particolari target di utenza o su problematiche come il ricollocamento e l’accesso al credito. Il MIP si trova dunque ad operare in uno scenario profondamente mutato rispetto al contesto entro il quale era stato disegnato: oggi si percepisce una minore propensione a fare impresa, a fronte della necessità di trovare un impiego, da parte di un profilo di utenza che sembra essersi nel tempo modificato, esprimendo esigenze diverse e quindi chiedendo, implicitamente, ai servizi a cui si rivolge, nuove risposte. 2 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ CAPITOLO 1 – Il modello organizzativo del servizio La Regione Piemonte, in piena corrispondenza con il quadro comunitario, nel POR FSE 2007-2013 “Obiettivo Competitività regionale e occupazione”, Asse I – Adattabilità, ha inteso dare continuità all’esperienza della Misura D3 del POR FSE 2000-2006 attraverso la predisposizione – nella programmazione 2007-2013 – di “Percorsi integrati per la creazione d’impresa”. Le Province sono il soggetto responsabile dell’attuazione di questi percorsi attraverso l’attivazione sul proprio territorio di competenza di sportelli finalizzati alla creazione di occupazione in tutti i settori economico-produttivi. Gli sportelli per la creazione di impresa perseguono un duplice obiettivo: fornire un supporto all'occupazione attraverso la creazione d'impresa e, parimenti, favorire la nascita di imprese che non rispondano soltanto “a obiettivi occupazionali diretti, ma più generale di sviluppo locale”. La Provincia di Torino risponde a questi obiettivi offrendo un servizio di supporto, Mettersi in Proprio (MIP), finalizzato a sostenere le idee imprenditoriali ritenute fattibili e, dall’altro, a dissuadere chi non presenta le caratteristiche necessarie (manca di un'idea imprenditoriale adeguata alle esigenze attuali del mercato o non è in possesso delle risorse economiche o imprenditoriali ritenute necessarie) dal fare impresa. Nel secondo caso, l’ambizione è di “non creare imprese con la data di scadenza“. La Provincia di Torino opera da tempo sul tema del sostegno alla creazione di impresa. A partire dal 1994 sono state elaborate e sostenute iniziative diverse, unificate sotto la denominazione di progetto “Mettersi In Proprio” (MIP), coordinate dal Servizio Programmazione attività produttive e concertazione territoriale e finanziate prevalentemente da risorse provinciali. Nel periodo 1997-1999 MIP ha fruito del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, all’interno del DoCUP Piemonte ob. 2 misure 6.2, 6.3 e 6.4, mentre dal dicembre del 2002 ha strutturato la propria azione nell’ambito della Misura D3 del Programma Operativo Regione Piemonte 2000-2006, Ob. 3 (Sportelli Creazione Impresa D3). Ciò ha consentito di arricchire in maniera sensibile il servizio prestato, che si è evoluto in un processo organico e articolato di accompagnamento, supporto nell’elaborazione del piano d’impresa (business plan) e tutoraggio per le imprese di nuova costituzione. 1.1 Le caratteristiche del servizio erogato La realizzazione del MIP è affidata ad un soggetto esterno, in questo caso un’Associazione Temporanea di Impresa (ATI), attraverso una gara ad evidenza pubblica che viene ripetuta in corrispondenza di ogni ciclo di programmazione1. Ad oggi sono stati attivati 11 sportelli provinciali (3 nella città di Torino, 8 in altri comuni) dislocati – secondo criteri geografici di prossimità del servizio - nei Comuni con più di 20.000 abitanti. A questo si aggiunga che il servizio dal 2008 ha attivato una modalità di presentazione diretta del servizio, definita “sportelli mobili”, con cui ha raggiunto anche i Comuni più piccoli, rafforzando la sua visibilità e la collaborazione con gli enti territoriali. La realizzazione delle attività viene concordata tra i soggetti che compongono l’ATI in accordo tra i partner secondo principi di continuità territoriale e non di suddivisione delle attività, perché la presa in carico è globale: dalla fase di accoglienza alla validazione del business plan, l’utente del servizio è seguito da un unico tutor. In pratica, tutti i partner intervengono, a turno, nella gestione dei 3 sportelli presenti in Torino, mentre si suddividono la gestione degli 8 sportelli distribuiti nel territorio provinciale: per esempio, Poliedra è presente a Moncalieri e Settimo; CNA e Codex sono presenti a Pinerolo e Rivoli, ,e CNA segue anche lo sportello di Ivrea. 1 L’ATI attuale è composta da Codex Soc. Coop. (soggetto capofila), Ascom servizi srl, Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA), Poliedra spa, Sogecoop srl, UNIONCOOP Torino Soc. Coop. 3 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Il servizio, in linea con le scelte strategiche e gli obiettivi indicati nell’Atto di indirizzo regionale si struttura in due parti: assistenza ex-ante (Azione 2) e assistenza ex-post (Azione 3). L’assistenza ex – ante consiste in servizi consulenziali finalizzati all’avviamento dell’impresa, che si articolano in cinque fasi: (i) la pre-accoglienza consiste in un primo contatto con l’utenza che si rivolge al servizio tramite il numero verde o il servizio di posta elettronica. L’obiettivo di questa fase è da un lato fornire indicazioni sul funzionamento del servizio e dall’altro raccogliere informazioni sul richiedente (verifica preliminare delle condizioni di ammissibilità e delle motivazioni) tali da impedire l’accesso a chi non presenta i requisiti formali. (ii) l’accoglienza comincia con un primo incontro individuale tra utente e tutor, finalizzato a presentare il servizio in modo approfondito e a definire “la fattibilità del progetto compiendo una valutazione di massima sulle abilità imprenditoriali dell’utente”, nonché a impostare la raccolta della documentazione necessaria per usufruire delle agevolazioni pubbliche disponibili. Questo incontro rappresenta la formalizzazione della presa in carico da parte del servizio e all’utente viene assegnato un tutor che lo seguirà per tutto il percorso. (iii) l’accompagnamento si articola in una serie di incontri individuali tra utente e tutor (fino ad un massimo di una decina, per circa due ore ciascuno) finalizzati a sviluppare il progetto imprenditoriale e alla stesura del business plan. (iv) la formazione si sostanzia in incontri di gruppo condotti da professionisti di settore su tematiche specifiche (marketing, contabilità, questioni giuridico- fiscali). (v) la validazione del business plan avviene ad opera di un’apposita commissione provinciale che stabilisce quali progetti imprenditoriali hanno le caratteristiche per diventare impresa e possono avviare l’iter burocratico che ne consente l’attivazione. L’assistenza ex – post consiste nell’erogazione di servizi di consulenza specialistica finalizzati al consolidamento dell’impresa. In questa fase il servizio mette a disposizione dei neoimprenditori che ne fanno richiesta (entro i 3 anni successivi all’avvio), esperti in materia fiscale, giuridica e finanziaria, ai quali rivolgersi per discutere di problemi puntuali legati alla gestione dell’attività imprenditoriale. Tra le azioni di consulenza disponibili, il servizio assicura anche un sostegno nella predisposizione delle domande di finanziamento in raccordo con le leggi regionali pertinenti. 1.2 Il sistema dei servizi per la creazione d’impresa Appare evidente la volontà della Provincia di integrare la rete territoriale degli sportelli per la Creazione d’Impresa all’interno di una più ampia rete di attori pubblici che operano sui temi dello sviluppo e del lavoro. Tale collocazione organizzativa degli Sportelli MIP è rappresentata dalla Provincia secondo lo schema seguente. 4 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Tavola 1 – Il sistema di azione per la Creazione di Impresa Provincia di Torino Area Attività produttive Comuni Sportelli Unici Attività produttive Servizi per l’impresa Sportelli Creazione Impresa Servizi per il lavoro Centri per l’Impiego Servizi comunali per il lavoro Possiamo così rappresentare il sistema di azione per la Creazione di Impresa come costituito da due cerchi concentrici: (i) un primo cerchio è la rete degli Sportelli del Programma, gestiti dagli attuatori, che costituisce in senso stretto lo strumento di attuazione del programma; (ii) un secondo cerchio più esterno, è la “rete allargata” dei soggetti pubblici individuati dalla Amministrazione provinciale come primi referenti sul territorio degli Sportelli e come canali di integrazione con le politiche del lavoro e dello sviluppo. L’analisi sviluppata, ha inoltre individuato quello che possiamo definire un terzo cerchio di soggetti che operano trasversalmente sulle politiche per la creazione e sviluppo di imprese. Al di fuori del Programma MIP si è strutturato, nel tempo, un complesso sistema di azione finalizzato a erogare servizi di varia natura a sostegno dei soggetti che vogliano avviare attività imprenditoriali. E’ utile perciò descrive anche questo ulteriore livello, in quanto esso interagisce in varie forme con la rete del MIP e la qualità di tale interazione non è ininfluente rispetto alle modalità di funzionamento del MIP stesso. La rete allargata dei soggetti pubblici Tra i servizi che si occupano di supportare la creazione d’impresa e le imprese già avviate, e che interagiscono fortemente con il Programma MIP, è opportuno citare, tra gli altri, gli Sportelli Unici per le Attività produttive (SUAP), il Servizio Sviluppo Locale e il Centro Lavoro del Comune di Torino e il Servizio Lavoro del Comune di Ivrea. a) I SUAP, attivi dal 2008, supportano le aziende nella fase di start-up, svolgendo un ruolo di mediazione tra pubblica amministrazione e imprese, oggi reso ancor più forte dal recente decreto legge (DPR 160/2010). Questi sportelli spesso nascono già come soggetto di una rete che si occupa di sviluppo locale e impresa, perché collocati presso il Comune capofila di quello che era un Patto Territoriale (PT) o un Programma Territoriale Integrato (PTI) con il conseguente vantaggio di rafforzare il loro ruolo di interfaccia tra amministrazioni pubbliche e imprese. Nell’ottica di costruire una rete finalizzata a incentivare i processi di innovazione, all’interno del SUAP del Comune di Torino è nato, per esempio, un gruppo di lavoro dedicato alle iniziative di sviluppo economico (incubatori dell’Università e del Politecnico, Comitato Aerospazio) e di promozione (Virtuality, Torino Design) per il rilancio del settore produttivo. 5 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ b) Il Servizio Sviluppo Locale del Comune di Torino è nato nel 2002 nell’ambito del Settore Fondi Strutturali e Sviluppo Economico e Microimprese per gestire l'erogazione dei contributi destinati alle imprese in aree degradate (L. 266/97, art. 14). Oggi il servizio offre consulenza per lo start-up di nuove imprese (check-up dell’attività, supporto per migliorare il business, creazione di percorsi preferenziali per l’accesso al credito, contributo per investimenti di ristrutturazione, etc.) e svolge attività di marketing territoriale specializzato sulle attività produttive legate al commercio. Al servizio possono accedere anche le Partite Iva e gli Studi associati, che però restano escluse dai finanziamenti rivolti al sostegno delle imprese. c) Il Centro Lavoro del Comune di Torino, creato nel 2007 con i finanziamenti del Programma Europeo Urban 2, è oggi presente in due punti della città (uno nell’area Urban Torino Nove, in Barriera di Milano; un altro nel quartiere San Donato). Al Centro Lavoro è possibile usufruire di servizi consulenziali mirati (bilancio delle competenze e colloqui motivazionali), di strumenti per la ricerca autonoma di lavoro con particolare attenzione al supporto alla ricollocazione. In merito al problema dell’accesso al credito, il Centro offre supporto per l’accesso alle leggi di finanziamento nazionali e regionali - nello specifico sui finanziamenti per le imprese localizzate nelle aree urbane degradate - e sulle modalità di accesso alle iniziative di microcredito rivolte alle partite IVA. Il servizio è gestito attraverso una ATI che attualmente è composta da Career Counseling, Cooperativa Orso e Kairos Mestieri. d) Il Servizio Lavoro del Comune di Ivrea è collocato all’interno dell’Area Sviluppo Economico del Territorio e del Lavoro e si occupa di politiche del lavoro e di attrazione di impresa. Nel 2010, accanto alle tradizionali attività di orientamento e consulenza, finalizzate alla ricollocazione degli utenti disoccupati o in mobilità, il servizio ha avviato il progetto “Fiducia alle idee”, in collaborazione con la società di microcredito Permicro, per favorire l’accesso per microattività imprenditoriali sul territorio canavesano. Per attrarre imprese e rispondere “alle difficoltà che incontra chi vuol fare impresa nell'accesso al credito o nel sostenere le spese di avvio dell’attività”, il servizio ha invece attivato un bando per la creazione di un incubatore di impresa. Il sistema di azione per la creazione d’impresa2 Il reticolo di organizzazioni pubbliche e private – queste ultime perlopiù legate all’accesso al credito – di cui il MIP è uno dei soggetti principali è parte di un più vasto sistema per la creazione di impresa attivo nella Provincia di Torino. Nel corso del tempo il sistema si è arricchito di nuovi servizi a supporto delle imprese, ha consolidato le pratiche d’intervento, definendo rapporti di interazione e di reciproca dipendenza tra le singole organizzazioni coinvolte. La novità principale consiste nell’aver intensificato gli interventi rivolti alla neo imprenditorialità. Accanto ad attività tradizionali rivolte alle imprese, sono nati sportelli appositi e alcuni servizi si sono specializzati in un particolare segmento di utenza (gli incubatori di impresa, ad esempio, nati per gli spin-off accademici o i servizi comunali incentrati sulla ricollocazione). Si è passati dunque da singole e sporadiche iniziative dedicate al tema della nuova impresa ad un quadro di interventi consolidato su scala locale. In merito riportiamo alcuni esempi. La Camera di Commercio di Torino, nel 1991, ha attivato lo sportello “Nuove imprese” per fornire servizi di primo orientamento a tutti coloro che intendono avviare un’attività imprenditoriale. Nel 2001, per rispondere al target dei disoccupati, cresciuto nel corso del tempo, ha attivato una collaborazione con l’Agenzia Invitalia (ex Sviluppo Italia) nell’ambito della misura di sostegno all’auto impiego (DLgs. 185/2000). 2 In questo paragrafo si descrivono i servizi e le principali attività messe in campo dagli attori della rete che hanno relazioni con il MIP e che sono stati intervistati nel corso di questo lavoro. 6 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ La Regione Piemonte, al fine di rafforzare le politiche a favore dell’innovazione nel 2006 ha creato una misura di finanziamento ad hoc per gli incubatori di impresa che, come abbiamo visto, li ha separati dall’attività degli Sportelli provinciali Creazione d’impresa. Nella Provincia di Torino gli incubatori sono due: quello del Politecnico e quello dell’Università di Torino. Gli incubatori sono finalizzati ad affiancare lo spinoff della ricerca, e interessano “pochi progetti di grandi dimensioni”. Il reclutamento dei beneficiari è frutto di un’attività di scouting volta a individuare le idee più innovative. Il percorso di “incubazione” varia da una durata minima di tre mesi a un massimo di tre anni, a seconda della complessità del progetto. La Provincia di Torino nel 2009, infine, ha attivato lo Sportello Alte Professionalità presso il Centro per l’impiego (CPI) di Torino Nord, per offrire un servizio mirato agli utenti disoccupati con profili manageriali e gestionali. Nel 2010 inoltre, attraverso il Servizio Programmazione Attività Produttive e Concertazione Territoriale è stato avviato il progetto Apro Partita Iva, in risposta al crescente numero di persone che intendono intraprendere un lavoro autonomo. Infine, alcuni soggetti privati sono storicamente presenti sul territorio. L’Associazione Idea Lavoro si occupa di orientamento professionale e accompagnamento alle scelte formative. In particolare lavora nell’ambito di progetti promossi dagli enti locali sulle politiche di pari opportunità. Lo strumento di lavoro principale è il bilancio di competenze. L’utenza che si rivolge all’Associazione è molto differenziata, in parte arriva su indicazione dei servizi sociali o delle scuole, in parte viene intercettata attraverso progetti in collaborazione con i Comuni. L’Associazione propone un percorso di affiancamento alle motivazioni al lavoro autonomo attraverso esercitazioni, incontri, rivolti alla consapevolezza delle competenze individuali. La Fondazione Operti partecipa dal 2008 al tavolo di lavoro con la Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRC, Commissione ABI Piemonte e Finpiemonte per la creazione di un fondo di microcredito regionale (L.R. 12/04, ART8). Nel 2009 avvia due iniziative: un programma di microcredito, rivolto a persone in condizione di disagio legato a fenomeni di usura; un progetto denominato “Prestito della Speranza”, rivolto alle famiglie e alla creazione di impresa. La Fondazione lavora ai progetti di microcredito grazie alla disponibilità di volontari, ex funzionari o ex dirigenti di banca e d’azienda, in stretta sinergia con le associazioni datoriali. Permicro, infine, è una società finanziaria di microcredito per la creazione e lo sviluppo d’impresa. Nata nel 2007 a Torino, ora ha filiali in tutta Italia. Collabora con l’Associazione Atomi che, a sua volta, ha siglato un Protocollo d’Intesa con la Provincia di Torino in tema di microcredito. Si segnala infine che la Regione Piemonte ha inserito nel Piano Straordinario per l’Occupazione (PSO, Misura 1.6 – Microcredito) il Fondo di garanzia - costituito nel 2009 presso Finpiemonte – per favorire l’accesso al credito di soggetti che intendono realizzare un’idea imprenditoriale o un progetto di auto impiego ma che non sono bancabili, ovvero sono sprovvisti di capacità di garanzia propria. Questo strumento agevolativo, che vede tra i partner la Fondazione Operti, l’ABI e le associazioni di categoria, verrà utilizzato per “prestare garanzie fideiussorie agli Istituti di credito convenzionati sui finanziamenti erogati a favore di imprese di nuova costituzione in forma giuridica di società di persone, società cooperative di produzione lavoro, incluse le società cooperative sociali e ditte individuali e di soggetti titolari di Partita IVA nella fase di avvio dell’attività”3. 3 http://www.regione.piemonte.it/lavoro/imprendi/imprendi/fondom.htm 7 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ 1.3 La mappa del sistema degli attori Se nel 2002 il MIP risultava essere uno tra i pochi soggetti ad occuparsi di nuova impresa e l’unico ad offrire un percorso completo (attività di consulenza che vanno dallo sviluppo del progetto allo start-up d’impresa), oggi è possibile affermare l’esistenza di un più complessivo sistema di attori a supporto della creazione di impresa. Il sistema si è evoluto nel tempo, ha intensificato la propria capacità di intervento, moltiplicando metodologie e strumenti di intervento. Al tempo stesso, il sistema si è differenziato e specializzato al suo interno: alcuni attori hanno scelto di specializzarsi in un segmento particolare del percorso (orientamento piuttosto che accompagnamento alla costituzione dell’impresa etc.), altri nella direzione di un target di utenza specifico (come nel caso degli incubatori). La tabella seguente propone una “mappa” degli attori collegati, da un lato, alle funzioni che possono essere svolte all’interno di interventi per la creazione di impresa, dall’altro alla tipologia di utenza servita. Ne emerge come: - tutti i soggetti svolgono un’azione di prima informazione verso tutti i target di utenza, mentre le altre funzioni (orientamento all’imprenditoria, accompagnamento alla definizione dell’idea di impresa e alla costituzione dell’impresa, sostegno all’acquisizione delle risorse finanziarie e assistenza post avvio) vengono svolte o meno a seconda della propria vocazione e dei target di riferimento; - il MIP garantisce l’espletamento di tutte le attività di supporto alla creazione di impresa individuate, con una intensità (ore dedicate) di intervento e integrazione tra le fasi diversa e più elevata, ma limitatamente ai target ammissibili (nel caso del MIP infatti l’individuazione di un segmento di utenza specifico è determinata dalle regole per l’ammissibilità); - i target di utenza appaiono sovrapposti e non facilmente distinguibili - questo è uno dei punti critici su cui torneremo più avanti - e pertanto rendono difficile una separazione nelle funzioni tanto quanto una loro integrazione, auspicabile se si tiene ferma l’ipotesi di costruire una “filiera della creazione di impresa”. 8 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Funzioni Target Imprese innovative Lavoro autonomo Imprese non innovative e non in continuità con altre imprese del proponente o dei familiari Imprese cooperative o artigiane Imprese costituite da lavoratori disoccupati Imprese, anche in continuità con altre imprese del proponente o dei familiari Prima informazione Orientamento alla imprenditoria Accompagnamento alla definizione della idea di impresa Incubatore Accompagnamento alla costituzione Acquisizione risorse finanziarie Incubatore Incubatore (mediatore verso Sistema del Credito) Microcredito Sistema del Credito Commecialisti Assistenza post-avvio Incubatore Incubatore MIP CPI CCIAA Apro Partita Iva Servizi Lavoro dei Comuni Ass. Idea lavoro MIP CPI CCIAA Servizi Lavoro dei Comuni Apro Partita Iva Apro Partita Iva Servizi Lavoro dei Comuni Ass. Idea lavoro Apro Partita Iva Commecialisti MIP MIP MIP-SUAP Commecialisti MIP/Fin Piemonte Commecialisti MIP Commecialisti MIP CPI CCIAA Servizi Lavoro dei Comuni CNA, Ass.ni categoria MIP CPI CCIAA Servizi Lavoro dei Comuni CNA, Ass.ni categoria MIP CPI CCIAA Servizi Lavoro dei Comuni MIP CNA Ass.ni categoria MIP CNA Ass.ni categoria MIP-SUAP CNA Ass.ni categoria Commecialisti MIP CNA Ass.ni categoria (mediatori verso Confidi) Commecialisti MIP CNA Ass.ni categoria Commecialisti MIP Servizi Lavoro dei Comuni CNA, Ass.ni categoria CCIAA/Invitalia CCIAA Servizi Lavoro dei Comuni Commecialisti MIP Servizi Lavoro dei Comuni CNA, Ass.ni categoria CCIAA/Invitalia MIP Servizi Lavoro dei Comuni CNA, Ass.ni categoria CCIAA/Invitalia MIP Servizi Lavoro dei Comuni CNA, Ass.ni categoria CCIAA/Invitalia MIP Servizi Lavoro dei Comuni CNA, Ass.ni categoria CCIAA/Invitalia CCIAA Servizi Lavoro dei Comuni Commecialisti CCIAA Servizi Lavoro dei Comuni Commecialisti CCIAA Servizi Lavoro dei Comuni Commecialisti CCIAA Servizi Lavoro dei Comuni Commecialisti Incubatore Apro Partita Iva Commecialisti Tavola 1.2 - Il sistema della creazione di impresa e i target di utenza 9 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Gli attori del sistema possono instaurare tra loro meccanismi di collaborazione, competizione o misti di collaborazione/competizione a seconda del target e del segmento di azione. Tra i possibili competitor del MIP occorre segnalare le categorie di professionisti (in primo luogo i commercialisti) che spesso vengono preferiti dagli utenti, sebbene offrano consulenza a pagamento, perché garantiscono un percorso di avvio d’impresa più snello e veloce. Accanto a questi, va segnalato il ruolo svolto da Finpiemonte nella gestione delle agevolazioni a favore della creazione di impresa. Attore che è parte della rete MIP, ma che gioca un ruolo significativo anche al di fuori di questo servizio nel panorama più vasto del sistema di aiuti alle imprese. Il posizionamento del MIP rispetto ai servizi per la creazione d’impresa e la specializzazione “imposta” al Programma I soggetti che fanno parte del sistema dei servizi per le imprese si percepiscono posizionati “a monte” o “a valle” del MIP a seconda del tipo di interazione. A monte, quando tra le loro attività compiono una sorta di preselezione in favore del MIP, rinviando utenti che ritengono possedere le caratteristiche per diventarne beneficiari. A valle, quando la loro attività risulta consequenziale a quella del MIP, ovvero quando consiste nell'offrire consulenza a utenti provenienti dal MIP che hanno ottenuto la validazione del business plan e necessitano di informazioni per completare l’iter burocratico relativo allo start-up d’impresa. Tra i soggetti collocati a “a monte”, si posizionano la Camera di Commercio di Torino, alcuni servizi comunali (quali ad esempio il Servizio Sviluppo Locale e il Centro Lavoro del Comune di Torino e il Servizio Lavoro del Comune di Ivrea) e i CPI provinciali; tra i soggetti collocati “a valle” invece, occupano una posizione di rilievo i SUAP. Tutti i partner della rete descrivono il MIP come un servizio capace di offrire un sistema di consulenza articolata e completa. Proprio in virtù del tipo di assistenza offerta (gli intervistati si riferiscono in particolar modo alle azioni di tutoraggio), secondo gli attori della rete il MIP risulterebbe essere preferibile rispetto ad altri servizi quando la domanda espressa dagli utenti è generica. I servizi che si occupano di specifici settori (come le associazioni di categoria) o di innovazione (come gli incubatori) considerano il MIP adatto a realizzare idee imprenditoriali “tradizionali”, altrimenti escluse da servizi specializzati. A ben vedere però, riteniamo che la funzione di filtro all’ingresso svolta dai servizi collocati “a monte” e la specializzazione attribuita al MIP dai partner della rete, possa innescare un meccanismo di selezione avversa, che aumenta il rischio di incanalare verso il servizio le fasce di utenza più debole. A nostro avviso, questa è una caratteristica in qualche misura presente sin dalla nascita del MIP, ma che si è andata accentuando con l’avvento del ciclo di programmazione 2007-2013. Ciò è avvenuto in ragione sia dell’evoluzione del sistema di azione descritta precedentemente, sia per altri cambiamenti, taluni endogeni al programma (le regole di ammissibilità), altri esogeni (la crisi economica e le conseguenze sul profilo dell’utenza). 1.3 I cambiamenti Il nuovo ciclo del MIP (2007-13) risente del mutare di fattori “esterni”, quali il quadro socio-economico e il contesto della creazione di impresa, nonché dei cambiamenti “interni” introdotti dalla Regione nel sistema delle regole di accesso al servizio e nel sistema dei finanziamenti pubblici. Mentre nel primo caso si tratta di fattori esogeni, quali la congiuntura economica e le condizioni del mercato del lavoro, che prescindono dal controllo delle amministrazioni, nel secondo caso le innovazioni introdotte a livello normativo sono il frutto di una scelta precisa. Entrambi incidono sulle caratteristiche dell’utenza. 10 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ La percezione di un cambiamento in atto, riconducibile per alcuni ad un modificarsi del profilo di utenza, per altri al tipo di domanda che l'utenza pone, viene condivisa anche da altri soggetti che compongono la rete di servizi per la creazione d’impresa. Secondo il parere di molti, le regole di accesso al servizio sono un fattore penalizzante per il MIP, perché incidono negativamente sulla possibilità di ricevere un’utenza qualificata già in partenza. Un altro cambiamento rispetto al ciclo di programmazione precedente riguarda, come detto, la creazione nel 2006 di una misura specifica per gli spin-off accademici, che ha implicato la fuoriuscita dall’ATI del MIP degli incubatori di impresa. Questa modifica va ad ulteriore detrimento della qualità potenziale dell’utenza che, tradizionalmente, trovava attraverso questi canali progetti di impresa ad alto potenziale innovativo e con una forte motivazione. Le condizioni di ammissibilità Durante il precedente periodo di programmazione (2000-2006) al MIP potevano accedere tutte le persone fisiche4 con: (i) residenza o domicilio nella regione Piemonte; (ii) volontà di avviare per la prima volta una iniziativa imprenditoriale con sede legale nella regione Piemonte e sede operativa nella provincia di Torino. Tali semplici requisiti sono rimasti validi anche per il periodo di programmazione successiva (2007-2013). Tuttavia, con l’avvio del nuovo ciclo di programmazione FSE, sono state recepite alcune condizioni aggiuntive che hanno reso l’accesso al servizio sensibilmente più restrittivo5. Non sono cioè considerati attualmente ammissibili soggetti che: - abbiano già seguito un percorso di creazione d’impresa concluso con la validazione del business plan nell’ambito del MIP; - richiedano assistenza in merito a un’attività d’impresa per la quale hanno già intrapreso l’iter di avvio (costituzione società, iscrizione Registro delle Imprese ) anche se questo non è ancora stato completato; - siano titolari/soci di imprese (o attività economiche assimilabili svolte in forma professionale) già operanti nello stesso settore di attività; - intendano ri-avviare la stessa attività che svolgevano fino a poco tempo prima (2 anni) di rivolgersi ad uno sportello di creazione d’impresa; - acquisiscano attività preesistenti facenti capo al coniuge, a parenti in linea retta, a fratelli e sorelle del futuro imprenditore medesimo e dei soci ad esclusione dei casi specifici di trasmissione d’impresa; - rappresentino un’estensione o continuazione di attività preesistenti facenti capo a soci e/o amministratori, al coniuge, a parenti in linea retta e ai fratelli e sorelle dei medesimi; - acquisiscano attività preesistenti facenti capo al futuro imprenditore, ai soci e/o agli amministratori; - intendano operare con contratti di affitto d’azienda o di ramo d’azienda. 4 Le persone giuridiche sono ammesse esclusivamente nei casi specifici di trasmissione d’impresa (nella logica del ricambio generazionale) nel settore dell’artigianato riferite agli “elenchi dei mestieri artistici, tradizionali e dell’abbigliamento su misura” dell’allegato 1 Legge quadro n. 443/1985. 5 Fonte: Atto di indirizzo approvato dalla Regione Piemonte con Deliberazione N. 45-9091 del 1/07/08 e pubblicato sul BUR del 4/07/08 e nel Programma Operativo Provinciale approvato dalla Provincia di Torino con Deliberazione N. 824-39691 del 29/07/08. 11 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Si riscontra cioè la volontà manifesta da parte dell’amministrazione di scoraggiare, se non impedire, che al MIP possano accedere utenti che intendano proseguire attività già esistenti (in modo più o meno esplicito e strutturato) piuttosto che idee progettuali da trasformare in realtà. L’accesso agli strumenti di agevolazione Un secondo fondamentale cambiamento viene apportato agli strumenti di sostegno alla neo imprenditoria, i quali, nel nuovo POR FESR 2007-2013, risultano notevolmente ridotti in termini di disponibilità finanziaria. La riduzione è determinata dal venir meno dei fondi FESR, precedentemente dedicati a valorizzare i risultati della misura D3 (DOCUP 2000-2006) attraverso alcune misure di finanziamento espressamente dedicate agli utenti che portavano a termine con successo il percorso MIP. Se ciò da un lato rientra nella logica di favorire l’accesso di utenti motivati da necessità di tipo cognitivo e progettuale piuttosto che finanziarie, d’altro canto l’incentivo economico ridotto può scoraggiare gli utenti con le idee progettuali più strutturate (che per definizione hanno meno bisogno di consulenza, ma più di sostegno economico).Riportiamo in sintesi nei due box seguenti, le caratteristiche degli strumenti di agevolazione destinati all’utenza MIP per ciascuno dei due periodi di programmazione. CICLO DI PROGRAMMAZIONE 2000 – 2006 a) [FESR] DOCUP 2000-2006 MISURA D3 – LINEA 4 : STRUMENTI FINANZIARI DI SOSTEGNO ALL’AVVIO DI NUOVE IMPRESE (OBIETTIVO 3) Finalità: sostegno all’avvio di nuove imprese. Beneficiari: piccole e medie imprese, iscritte alla CCIAA, nate attraverso i servizi previsti dalla Misura D3 del POR il cui business plan sia stato validato dalla Provincia competente. Spese ammissibili: consulenza ed assistenza alla costituzione dell’impresa; parcella notarile riguardante la costituzione dell’impresa; contratti per gli allacciamenti e i collegamenti delle utenze; pubblicità e promozione; apertura della partita IVA; iscrizione alla CCIAA. Caratteristiche dell’agevolazione: contributo forfettario a sostegno del reddito del neoimprenditore nella misura di 464,81 Euro mensili lordi per l’imprenditore o per ciascuno dei soci lavoratori (fino ad un massimo di 5) per un periodo di 6 mesi; contributo in conto capitale pari al 100% delle spese sostenute entro 6 mesi dalla presentazione della domanda per la costituzione della società e per l’avvio dell’impresa, fino ad un massimo di 5.164,57 Euro. Per il sostegno al reddito, liquidazione immediata del 100% dell’importo dovuto al termine dell’istruttoria; per il contributo a fondo perduto, liquidazione del 100% dell’importo dovuto, previa presentazione della documentazione di spesa. b) [FESR] DOCUP 2000-2006 MISURA 4.2 – LINEA D’INTERVENTO 4.2.a: STRUMENTI FINANZIARI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA (ZONE OBIETTIVO 2 E PHASING OUT) Finalità: sostegno a progetti di creazione d’impresa. Beneficiari: piccole e medie imprese, iscritte alla CCIAA, nate attraverso i servizi previsti dalla Misura D3 del POR il cui business plan sia stato validato dalla Provincia competente. Spese ammissibili: macchinari, attrezzature e arredi strumentali; autoveicoli e mezzi mobili per l’attività dell’impresa; hardware e software; licenze, brevetti e marchi; impianti generici e specifici; opere murarie entro il limite del 10% del totale ammissibile. Caratteristiche dell’agevolazione: contributo in conto capitale pari al 25% dell’investimento ammissibile, con un tetto massimo di 50.000 Euro e un finanziamento pari al 75% dell’investimento ammissibile, effettuato con il meccanismo del fondo rotativo, composto per il 60% da risorse pubbliche concesse a tasso 0 (con tetto massimo di 300.000 Euro) e per il restante 15% da risorse bancarie concesse alle migliori condizioni di mercato. 12 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Oltre ai due strumenti sopra descritti, ricordiamo che le imprese seguite dalla Misura D3, avevano priorità nell’esame e nell’accoglimento delle domande per le Leggi regionali: (i) n. 67 del 21/12/1994; (ii) n. 28 del 14/06/1993 (modificata dalla L.R. 22/1997 e dalla L.R. 6/2002). Ricordiamo inoltre che il POR obiettivo 3 Piemonte riservava due linee di finanziamento specifiche – ma uguali nel funzionamento alla linea 4 D3 – ai ricercatori che creano impresa (linea 2 misura D4) e alle donne imprenditrici in specifici settori (linea 2 misura E1), purché anche in questo caso si sia usufruito dei servizi di accoglienza, accompagnamento e business planning della Misura D3. Dunque nel ciclo di programmazione 2000-2006, il DOCUP, sfruttando le risorse FESR, prevedeva due strumenti finanziari a sostegno dell’avvio di nuove imprese espressamente dedicate agli utenti MIP e residenti in zone Obiettivo 3. A questi si aggiungeva una misura gemella, per le aree Obiettivo 2 e a sostegno transitorio, e altri due canali con accesso privilegiato. Nell'attuale ciclo di programmazione (2007-2013) le agevolazioni disponibili si riducono notevolmente, passando ad una sola misura esclusivamente dedicata, a valere sul POR finanziato con risorse FSE, e alla legge regionale n. 23 del 13 ottobre 2004 “Interventi per lo sviluppo e la promozione della cooperazione”, il cui accesso è concesso in via prioritaria agli utenti MIP, cioè alle “società cooperative di nuova costituzione che hanno usufruito dei benefici delle misure D3 (Linea di intervento 4), D4 (Linea di intervento 2), E1 (linea di intervento 2), o nate attraverso la Misura D3 (linee di intervento 1, 2, e 3) del POR FSE 2000-2006”). CICLO DI PROGRAMMAZIONE 2007 – 2013 [FSE ] POR Azione 4: strumenti finanziari a sostegno dell'avvio di nuove imprese - Asse 1 Adattabilità, obiettivo specifico C, attività 10 - Percorsi integrati per la creazione d'impresa (esclusivo per utenti MIP) Finalità: Sostegno alle imprese il cui progetto sia stato validato dalle Province tramite i servizi previsti dall'Azione 2 dei Percorsi integrati per la creazione d'impresa. Beneficiari: imprese con sede legale e operativa nella Regione Piemonte, iscritte alla CCIAA e già attive. Tali imprese aver realizzato un business plan validato dalla Provincia competente. Spese ammissibili: costituzione e l’avvio dell’impresa; queste spese sono relative a: parcella notarile, contratti per allacciamenti e collegamenti delle utenze, promozione e pubblicità, iscrizione in CCIAA. Caratteristiche dell’agevolazione: (i) contributo in conto esercizio pari a 3.000 euro per il titolare e per i soci lavoratori fino ad un massimo di cinque soci; questo contributo spetta solo a chi sia in stato di disoccupazione (certificata dai Centri per l’Impiego), o iscritto nelle liste di mobilità (certificata dai Centri per l’Impiego), oppure provenga da imprese in CIGS (autocertificazione del titolare/soci); (ii) contributo in conto esercizio a copertura del 100% delle spese ammissibili. Per completezza va aggiunto che le imprese nate attraverso il MIP hanno accesso a tutte le fonti di finanziamento dedicate alle imprese, qualora possiedano i requisiti di ammissione necessari, ma senza alcuna priorità o facilitazione rispetto ad altri richiedenti. Tra queste si segnalano ad esempio quelle gestite dalla Direzione Istruzione, formazione professionale e lavoro: (i) Legge Regionale N° 34 del 22 dicembre 2008 (art. 42) - Misure a favore dell’autoimpiego e della creazione d’impresa; (ii) Misura I.6 Microcredito regionale - Fondo di garanzia per il Microcredito; (iii) Legge Regionale N° 12 del 18 maggio 2004, (art. 8) Fondo di garanzia per l’accesso al credito a favore dell’imprenditoria femminile e giovanile. 13 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ 1.4 I fattori di qualità La creazione di impresa può essere favorita – e con essa possono migliorare le probabilità di successo delle nuove imprese – se esiste un sistema di servizi a supporto e se esistono strumenti e metodologie di lavoro specifiche e condivise che seguono il progetto imprenditoriale nelle rispettive fasi di formulazione e avvio. I fattori di qualità per la realizzazione del servizio interessano da un lato i soggetti che lo erogano e sono riconducibili all’impianto organizzativo del programma – il “primo cerchio” di cui abbiamo parlato nella sezione precedente; dall’altro riguardano le relazioni tra il servizio e il resto del sistema a supporto della creazione di impresa e interessano pertanto il sistema di azione esterno al MIP – il secondo ed il terzo cerchio. I fattori di qualità per la realizzazione del servizio Il funzionamento di un programma complesso come quello degli sportelli per la creazione di impresa, è dunque possibile in presenza di una serie di fattori di qualità che riguardano il soggetto attuatore, e che attengono alle seguenti dimensioni: a) contesto: • continuità nella erogazione del servizio; b) regole: • chiarezza dei ruoli (noti e univoci per tutti); • chiarezza degli obiettivi del programma (interpretazione univoca); • chiarezza dei meccanismi organizzativi; • presenza di meccanismi di coordinamento interno e di responsabilità sul programma; c) metodologie: • continuità nella presa in carico dell’utente - presenza di case manager; • presenza di una metodologia collaudata, semplice, standardizzata; • condivisione della metodologia tra tutti gli operatori/attuatori; d) risorse: • competenza professionale degli attuatori; • specializzazione – per settori e/o per tipologia di impresa - degli operatori. Il MIP nel corso del tempo ha consolidato il proprio impianto organizzativo e le pratiche di azione che lo caratterizzano. Oggi offre un servizio articolato che svolge un ruolo di supporto in tal senso, attraverso un tutoraggio costante che comincia nella fase di accoglienza, si intensifica nella fase di stesura del business plan e prosegue per i primi tre anni dopo la costituzione dell’impresa, attraverso consulenze specialistiche riferite ai diversi problemi che una neo-impresa può incontrare. In riferimento ai fattori di qualità sopraelencati, il servizio offerto presenta punti di forza che ne sottolineano la peculiarità e il progressivo miglioramento compiuto negli anni ma, al tempo stesso, presenta anche elementi di criticità da tenere in considerazione in fase di riprogrammazione. I punti di forza riguardano sostanzialmente: 14 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ a) La condivisione della metodologia La condivisione della metodologia tra i componenti dell’ATI, che appartengono a organizzazioni diverse, è uno dei punti di forza del MIP ed è frutto di una partnership ormai consolidata b) La presa in carico “globale” La presa in carico degli utenti è “globale”, nel senso che l’utente viene seguito da un solo tutor per l’intero percorso. L’istituzione di un’unica figura di riferimento per le varie attività del servizio è un elemento positivo, sia per l’utente sia per i diversi soggetti coinvolti nella realizzazione delle azioni, e garantisce continuità nell’azione e nel coordinamento tra le varie fasi. c) Il tutoraggio Le azioni di tutoraggio si qualificano come elemento distintivo sul quale poggia l’intera architettura del servizio e mostrano un’interpretazione univoca degli obiettivi del programma da parte dei soggetti responsabili dell’attuazione. Il tutor risulta essere la figura chiave che fa da filo conduttore del processo, garantisce la presa in carico dell’utente per l’intera durata del percorso e in quanto tale viene definito un “case manager” e in alcuni casi viene percepito come “facilitatore”. La maggior parte dei tutor riveste quel ruolo già dal ciclo di programmazione precedente. In generale si tratta di ex orientatori, o in ogni caso, di persone che gestito attività di formazione o di gestione di progetti, sono stati Project Manager, o si sono specializzati nel microcredito. d) Il business plan Il business plan è lo strumento attraverso il quale il servizio sinora ha acquisito credibilità e fiducia da parte degli altri attori della rete, in particolar modo tra le associazioni di microcredito che, solitamente, concedono il credito a persone che si presentano a loro con business plan validati dal MIP. Il business plan è stato negli anni informatizzato e modellizzato. È uguale per qualsiasi tipo di attività che si intenda aprire. Questo ha consentito di tradurlo in più lingue, favorendo l'accesso degli stranieri. Inoltre avere un modello “standard” di business plan, lo rende uno strumento spendibile anche con gli istituti di credito con i quali il MIP sta cercando di costruire accordi, sempre nell'ottica di trovare risposte al pressante problema dell'accesso al credito che ostacola la nascita di nuove imprese. Le criticità riguardano: a) Il numero verde Il numero verde è stato attivato per consentire a un maggior numero possibile di utenti di entrare in contatto con il servizio in tempi brevi e allo stesso modo di individuare immediatamente, quando possibile, gli utenti considerati non ammissibili perché sprovvisti dei requisiti formali richiesti. Il servizio telefonico è operativo dal lunedì al venerdì in determinate fasce orarie (il martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.30; il lunedì al pomeriggio, dalle ore 14.00 alle ore 18.30; il venerdì alla mattina, dalle ore 9.00 alle ore 13.00) e viene gestito da operatori di Codex, che sono tutor appositamente formati. Alcuni partner della rete ritengono che il numero verde sia una barriera all’accesso per alcuni segmenti di utenza, come ad esempio gli stranieri che non posseggono un buon livello di lingua italiana o le persone che hanno difficoltà a spiegare la loro idea imprenditoriale nei pochi minuti a disposizione. Allo stesso modo, vi è la consapevolezza che aggiungere un colloquio preliminare influisce sui tempi di attesa, dilatandoli notevolmente, specialmente per servizi come il MIP dove il numero di contatti è sempre alto. In risposta, i servizi che hanno rilevato questa criticità, si rendono 15 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ disponibili ad incontrare preliminarmente le persone (come nel caso del SUAP di Pinerolo che è anche sede di sportello MIP) o chiedono ai tutor MIP presenti presso la loro sede di attività di incontrare, informalmente, gli utenti che si rivolgono a loro prima di indirizzarli al MIP e di conseguenza al numero verde. b) L’erogazione delle agevolazioni previste La comunicazione delle agevolazioni previste così come l’espletamento delle operazioni necessarie a presentare a Finpiemonte la domanda a riguardo, presentano delle criticità. In primo luogo gli operatori preposti e i servizi che si occupano di sostegno alla creazione d'impresa che interagiscono con il MIP, lamentano la mancanza di informazione circa il cambiamento avvenuto nelle forme di agevolazioni disponibili. Questo sarebbe motivo di abbandono del percorso per quanti necessitano di ingenti risorse economiche per cominciare. La L.R. 34/08 risulterebbe dunque essere fraintesa nelle sue finalità. Di fatto, l'agevolazione consiste in un finanziamento e/o un contributo a fondo perduto per favorire la creazione d'impresa e lo sviluppo dei lavoro autonomo delle cosiddette “fasce deboli” (inoccupati e disoccupati; occupati a rischio di disoccupazione, occupati con contratti di lavoro che prevedono prestazioni discontinue, etc.). La gestione del pacchetto di agevolazioni previste dalla normativa (Azione 4 POR FSE 2007-2013) è affidata a Finpiemonte, ma soffre di eccessiva burocratizzazione in alcuni passaggi e ciò allunga i tempi di rimborso delle spese di avvio considerate ammissibili; oltretutto i rimborsi non corrispondono quasi mai al totale della somma spesa, anche quando questa non supera il tetto massimo consentito, creando così malcontento tra gli utenti. il business plan Le caratteristiche di standardizzazione che fanno della metodologia del business plan uno degli elementi di forza del Programma, garantendone replicabilità ed omogeneità di applicazione, possono in alcuni casi costituirne anche elemento di potenziale debolezza. In presenza di una utenza che si presenta per alcuni aspetti priva di conoscenza e informazioni sul settore in cui intende operare, da un lato, e per altri aspetti orientata all’autoimprenditoria – e quindi portatrice di progetti di impresa semplici e necessariamente poco articolati – dall’altro. I fattori di qualità per il funzionamento della rete degli sportelli per la creazione di impresa L’analisi svolta porta a considerare che i fattori di qualità relativi al funzionamento di una rete di attuazione di programmi complessi come quello degli sportelli per la creazione di impresa, riguardano la: • capillarità delle rete sul territorio; • continuità nel tempo della interazione, come presupposto per riconoscimento reciproco dei ruoli svolti nel sistema di intervento; • capacità della rete di diffondere informazioni; • condivisione di risorse (informative, spazi fisici, metodologie di intervento); • capacità di attivare meccanismi di rinvio e di feedback sull’esito dei rinvii; • integrazione e sinergie tra i diversi servizi offerti dai soggetti della rete. In riferimento ai fattori di qualità sopraelencati, possiamo dire che la rete MIP presenta livelli differenziati di attivazione e di integrazione tra i soggetti che la compongono e tra questi e il resto del sistema dei servizi a supporto della creazione di impresa. Possiamo, per comodità di ragionamento, individuare almeno tre 16 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ diversi livelli possibili di integrazione, differenziati in ragione delle relazioni instaurate tra gli attori, con particolare riferimento al rinvio degli utenti: - livello integrazione zero: assenza di relazioni (ognuno segue i suoi utenti senza relazioni di nessun tipo anche se gli utenti potenzialmente sono gli stessi) - livello di integrazione uno: scambio di informazioni e utenti tra i servizi (collaborazione informale e sporadica nella gestione dei rinvii) - livello di integrazione due: sinergia nella erogazione dei servizi (collaborazione formalizzata e costante nella gestione dei rinvii) Se all’interno della rete MIP esiste la promozione reciproca delle rispettive attività, la sinergia nell’erogazione dei servizi invece avviene solo tra i partner dell’ATI mentre restano da rafforzare i rapporti con gli altri soggetti . Per quanto riguarda il rapporto con le associazioni di categoria, il MIP ha un rapporto ormai consolidato con le due associazioni che sono parte dell’ATI, la Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della piccola e media Impresa (CNA) e l’Associazione Commercianti (ASCOM). In particolare, ha un rapporto privilegiato con la CNA dal 1999, da quando l’Associazione è entrata a far parte dell’ATI del MIP. La CNA tuttavia svolge un doppio ruolo: come Associazione di categoria offre ai propri associati un servizio di prima informazione e assistenza in campo giuridico per l’avvio di attività imprenditoriali in ambito artigiano; come partner dell'ATI, invece, si ritrova in tutte le azioni del MIP, dalla fase di accoglienza e accompagnamento a quella di consulenza post avvio, nelle quali impiega i propri tutor suddividendoli tra gli sportelli territoriali in accordo con gli altri componenti dell'ATI6. Infine, mentre il servizio lamenta la mancanza di un rapporto con la Confartigianato e la Confesercenti, non emerge invece la necessità di creare sinergia con l’API e l’Unione industriale, perché entrambe queste associazioni di categoria, a giudizio degli intervistati, si occupano di imprese più strutturate e non di chi parte da zero. Una novità introdotta con la nuova programmazione è il rapporto con i gruppi di azione locale (GAL), incentivato dalle misure di finanziamento per lo sviluppo e la creazione di microimprese contenute nel PSR 2007-13 -Asse 4 – LEADER finalizzate ai piani integrati di sviluppo locale (PISL) in area GAL. La Provincia infatti ha stipulato un accordo con i tre GAL operativi sul territorio provinciale: Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, Valli del Canavese e Escartons e Valli Valdesi, che gestiranno le attività di prima accoglienza e la parte riguardante le agevolazioni, mentre la fase di accompagnamento sarà seguita da tutor MIP. L’integrazione tra il MIP e gli altri soggetti della rete risulta invece caratterizzata da relazioni informali e sporadiche e potrebbe essere incrementata con riguardo in particolare a: - il rinvio di utenti da un servizio all’altro; - l’organizzazione congiunta di attività seminariali di carattere informativo (come nel caso della collaborazione nata nel 2007 con il servizio “Nuove imprese” della Camera di Commercio di Torino o nel caso della presentazione del MIP nel corso di “Che impresa l’impresa” dell’Università di Torino) e di eventi di marketing durante fiere di settore. 6 Come partner dell'ATI la CNA si ritrova in tutte le azioni del MIP. L'unica azione che non li vede coinvolti è il numero verde, al quale infatti non rispondono tutor messi a disposizione dalla CNA. CNA impiega una quindicina di persone nel MIP, tra cui un Project manager, 8 tutor, una segretaria organizzativa e 5 consulenti, di cui uno è interno alla CNA ed è un giuslavorista, quattro invece sono esterni e sono senior marketing, esperti di sicurezza nei luoghi pubblici, avvocati e commercialisti, che ruotano tra gli sportelli dislocati sul territorio a seconda del bisogno. 17 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ In conclusione va segnalato il tentativo in corso di aumentare l’interazione tra soggetti che stanno “a monte” (i CPI e gli sportelli comunali che svolgono un’azione di prima accoglienza) e soggetti che stanno “a valle” (i SUAP che fanno accompagnamento amministrativo all’avvio e Finpiemonte che eroga le agevolazioni previste) del MIP, per creare una sorta di filiera della creazione di impresa che valorizzi il ruolo del MIP e al tempo stesso contribuisca a snellire tempi e procedure della politica, passando con maggiore slancio da quello che abbiamo definito il “livello uno” dell’integrazione, ad un livello che garantisca maggiore sinergia tra gli attori. 18 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ CAPITOLO 2 - Le caratteristiche dell’utenza Le scelte programmatiche finora descritte, oltre ad un contesto economico e sociale pesantemente sfavorevole rispetto a quello degli anni precedenti, possono indurre a presumere l’occorrenza di marcati cambiamenti nelle caratteristiche degli individui che si rivolgono al MIP. L’intuizione trova conferma sia nella percezione degli operatori intervistati, sia nella comparazione tra i dati a disposizione per il triennio 2008-2011 e quelli relativi al precedente ciclo di programmazione. Il terzo trimestre del 2008 - periodo al quale viene associato l’inizio della crisi economica – rappresenta lo spartiacque. E’ percezione diffusa degli operatori, che al modificarsi del contesto socio-economico, abbia corrisposto un progressivo indebolimento dell’utenza che si rivolge al MIP. La crisi economica del 2008 ha infatti aumentato il numero di disoccupati che si rivolgono al MIP. Questo dato, se da un lato concorre a far raggiungere l'obiettivo di coprire le categorie considerate prioritarie, cioè quelle più deboli; dall'altro aumenta la possibilità di ricevere idee imprenditoriali poco strutturate o persone poco motivate a fare impresa, bensì più bisognose di un’occupazione in tempi brevi. Per questi utenti la creazione di impresa rappresenta di fatto una delle strade da percorrere per trovare un lavoro, non la vocazione prioritaria. 2.1 Le differenze tra primo e secondo ciclo di programmazione nella composizione dell’utenza Come anticipato, la percezione degli operatori trova conforto nell’evidenza empirica prodotta confrontando le caratteristiche degli utenti tra i due cicli di programmazione. Le statistiche mostrate in questo paragrafo sono costruite tenendo distinti i cicli di programmazione 2000-2006 e 2007-2013; per costruirle sono stati cioè considerati gli utenti accolti tra il 1° dicembre 2002 e il 31 settembre 2008 (vecchia programmazione) e tra il 1° ottobre 2008 e il 31° dicembre 2011 (nuova programmazione). Ovviamente il nuovo ciclo di programmazione è tuttora in corso di svolgimento dunque le frequenze assolute risultano largamente ridotte rispetto a quelle del ciclo precedente; tuttavia la composizione percentuale è assolutamente comparabile e descrive uno scenario ampiamente mutato per svariate caratteristiche. I dati si riferiscono agli individui che sono stati accolti dal servizio: complessivamente 18.836, 12.091 nel primo ciclo e 6.743 nel secondo. Ogni individuo può presentare un progetto singolo oppure collettivo, in società con altri utenti, dunque il numero dei progetti presi in carico dal servizio è inferiore al numero degli utenti: 13.500 in totale, 8.371 nel primo ciclo e 5.129 nel secondo. Innanzitutto l’età media degli utenti cresce di un anno spostandosi da 33 a 34 anni [t=5,563]7. Lo spostamento in media non è costante, ma riguarda più segnatamente la porzione centrale del campione cioè quella di età compresa tra 28 e 47. La tabella seguente che mostra la composizione dell’utenza suddivisa in 4 classi di età evidenzia un calo di 78 punti percentuali degli utenti con età compresa tra 28 e 37 anni; quasi simmetricamente aumenta di 5,4 punti la presenza di utenti con età compresa tra 38 e 47 anni. Il calo residuo viene infine compensato dagli over 48 (+2,7 punti percentuali). Si rileva che i giovani di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, individuati dalla programmazione regionale9 come target prioritario, assommano attualmente a 3.990, pari al 59,2% del totale (nel ciclo precedente erano 7.842, pari al 65,4%) . Tale misura, per quanto indicativa dal momento che il periodo di 7 Il T test misura la significatività statistica di una differenza in media. Per un valore di t maggiore di 1,96 la differenza è da considerare statisticamente significativa al 95% dell’intervallo di confidenza. 8 Le differenze più rilevanti sono marcate in grigio. 9 Cfr. Programma Operativo Regionale di attività e spesa 2008-2010. 19 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ programmazione non è ancora concluso, supera ampiamente il 40% fissato come obiettivo dalla programmazione regionale. Tabella 2.1 - Composizione dell’utenza per età 18-27 anni 28-37 anni 38-47 anni Oltre 48 anni Totale 3.103 5.508 2.215 914 12.093 26,7% 47,4% 19,1% 6,8 100% 1.723 2.722 1.655 643 6.743 25,6% 40,4% 24,5% 9,5% 100% -1,1 -7,0 +5,4 +2,7 Programmazione 2000-2006 Programmazione 2007-2013 Differenza (punti percentuali) Cresce la presenza di utenti di sesso femminile (nella tabella seguente) che si è rinforzata nel corso della nuova programmazione passando dal 45,1% al 49,7%, con una differenza di 4,6 punti percentuali [t=5,467] statisticamente significativa. Si rimarca che, come osservato in merito ai giovani sotto i 35 anni, anche l’obiettivo sul target prioritario rappresentato dalla presenza femminile fissato al 45% è da considerarsi attualmente raggiunto e scavalcato. Tabella 2.2 - Composizione dell’utenza per sesso Femmine Totale 5.449 12.091 45,1% 100% 3.349 6.743 49,7% 100% Programmazione 2000-2006 Programmazione 2007-2013 Differenza (punti percentuali) +4,6 Infine, per completare il quadro delle caratteristiche ascrittive, aumenta lievemente la presenza degli stranieri comunitari (+2) a vantaggio degli italiani (-2,8) che rappresentano comunque la stragrande maggioranza degli utenti MIP (94,6% nella programmazione 2000-2006 e 91,8% nella programmazione 2007-2013). Tabella 2.3 - Composizione dell’utenza per nazionalità Italiana Comunitaria Extracomunitaria Totale 11.427 133 524 12.091 94,6% 1,1% 4,3% 100% 6.190 211 336 6.743 91,8% 3,1% 5,0% 100% -2,8 +2,0 +0,7 Programmazione 2000-2006 Programmazione 2007-2013 Differenza (punti percentuali) 20 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Passando alle caratteristiche acquisite, tradizionalmente il titolo di studio è una delle più rilevanti per descrivere la qualità dell’utenza di un servizio, dove la laurea viene considerata elemento qualificante. Da questo punto di vista si osserva una sostanziale omogeneità tra i due periodi considerati: oscilla attorno ad un quarto la presenza di laureati, circa la metà è costituita dai diplomati; il restante quarto possiede o una qualifica professionale o la sola licenza media. Tabella 2.4 - Composizione dell’utenza per titolo di studio Laurea Diploma Qualifica professionale Licenza media Altro Totale 3.171 5.726 1.046 1.946 201 12.093 26,2% 47,4% 8,7% 16,1% 1,7% 100% 1.744 3.100 675 1.132 92 5.853 25,8% 46,0% 10,0% 16,8% 1,4% 100% -0,4 -1,4 +1,3 +0,7 -0,3 Programmazione 2000-2006 Programmazione 2007-2013 Differenza (punti percentuali) Sul fronte occupazionale emerge invece, un quadro assolutamente coerente con il deterioramento del contesto socio-economico che ha caratterizzato soprattutto l’ultimo biennio. Il dato più evidente è la crescita dei disoccupati che si rivolgono al MIP: la loro presenza aumenta di 7,5 punti percentuali, passando dal 31,4% al 39% dell’utenza complessiva. Si registra poi la comparsa di soggetti in condizione di cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) o mobilità, i quali, quasi assenti nel ciclo 2000-2006 (0,6%), si assestano attorno al 6%. Includendo tra i disoccupati anche la cassa integrazione e la mobilità, si osserva una diminuzione di 13 punti percentuali a carico della categoria degli occupati in senso ampio. Fa da contraltare il calo di 7,1 punti dei lavoratori con contratto da dipendente che cedono il posto di categoria maggiormente rappresentata passando dal 40,5% al 33,4%. Infine i lavoratori autonomi scendono dal 12,9% al 7,5%, a conferma dello slittamento verso un profiling occupazionale segnatamente deteriorato. In controtendenza i contratti cosiddetti precari (sostanzialmente CO.CO.CO e CO.CO.PRO) che mostrano una riduzione pari a 2,8 punti percentuali. Tab 2.5 - Composizione dell’utenza per situazione occupazionale Autonomo Dipendente Precario C.I. / mobilità Disoccupato Altro Totale Programmazione 1.555 4.899 1.204 68 3.803 561 12.093 2000-2006 12,9% 40,5% 9,9% 0,6% 31,4 4,6 100% 504 2.251 455 407 2.632 494 5.887 7,5% 33,4% 6.7% 6,0% 39,0 7,3 100% -5,4 -7,1 -2,8 +5,4 +7,6 +2,7 Programmazione 2007-2013 Differenza (punti percentuali) Rispetto ai target regionali, i soggetti in cerca di occupazione sfiorano (39%), ma non raggiungono ancora il 40% stabilito. Già ampiamente superato invece il target dell’8% fissato per “soggetti occupati con contratti di lavoro a termine e/o atipici” in quanto il 6,7% mostrato in tabella alla voce “Precari” va sommato al 8,2% 21 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ composto dai dipendenti a tempo determinato10. Parimenti acquisito l’obiettivo del 3% sul target “lavoratori o lavoratrici posti in mobilità secondo le norme vigenti, lavoratori o lavoratrici direttamente provenienti da aziende in liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali o da stabilimenti dismessi, lavoratori o lavoratrici di provenienza da impresa in CIGS per i soli casi di cessazione di attività o di fallimento che risultano pari al 6%. Titolo di studio e condizione occupazionale possono essere usate, con le dovute cautele, come indicatori di “qualità” dell’utenza senza però trascurare il peso con cui altre variabili incidono su “motivazione” e “capacità” di creare impresa. Esiste in tal senso una vasta letteratura che approfondisce la relazione tra capitale umano degli imprenditori - precedenti esperienze attinenti l’idea d’impresa, presenza in famiglia di imprenditori - e la probabilità di avere successo nell’avviamento11. Innanzitutto, l’esperienza professionale pregressa, da considerare come fattore premiante per le potenzialità di un progetto d’impresa, fa registrare un calo sensibile. Gli utenti che dichiarano di aver già svolto un qualsiasi lavoro in passato erano il 53% del totale nel passato ciclo di programmazione e scendono al 40,8% nel ciclo attuale (-12,6 punti percentuali in meno). Tabella 2.6 - Composizione dell’utenza per esperienza professionale pregressa Programmazione 2000-2006 Programmazione 2007-2013 Differenza (punti percentuali) Con esperienza Totale 6.584 12.093 53,4% 100% 2.753 6.743 40,8% -12,6 100% Infine la presenza di imprenditori in famiglia, dimensione che intuitivamente rappresenta un vantaggio nel portare a termine un progetto d’impresa, risente parimenti delle restrizioni poste dal nuovo ciclo di programmazione che preclude l’accesso al MIP nei casi di “acquisizione di attività preesistenti facenti capo al coniuge, a parenti in linea retta, a fratelli e sorelle” o quando il progetto d’impresa “rappresenti un’estensione o continuazione di attività preesistenti facenti capo a soci e/o amministratori, al coniuge, a parenti in linea retta e ai fratelli e sorelle dei medesimi”. La frequenza di utenti con almeno un parente imprenditore mostra un calo di 12 punti percentuali (dal 34,9% al 22,9%). Tabella 2.7 - Composizione dell’utenza per presenza imprenditori in famiglia Programmazione 2000-2006 Programmazione 2007-2013 Differenza (punti percentuali) Con esperienza Totale 4.221 12.093 34,9% 100% 1.547 6.743 22,9% -12,0 100% Si riporta infine la composizione dei progetti d’impresa ripartiti per il numero di soci. Tale dimensione può approssimare una misura di qualità progettuale, se si accetta l’ipotesi che ad un maggior numero di 10 La voce “Dipendente” in tabella include contratti a tempo indeterminato e contratti a tempo determinato perché tale differenziazione non è disponibile sul database della programmazione 2000-2006. 11 Un’analisi della relazione tra capitale umano e successo imprenditoriale si trova in: Brixy U., Hessels J., “Human capital and startup succes of nascent entrepreneurs”, Zoetermeer, 2010. 22 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ partecipanti corrisponda una migliore capacità di strutturare un progetto e/o un’idea imprenditoriale più solida. Questa impostazione è ben esemplificata da chi ritiene ad esempio che gli incubatori d’impresa e gli spin off universitari (sottratti alle competenze del MIP) siano progetti qualitativamente migliori e, tipicamente, a maggior presenza di soci imprenditori. I dati mostrano un sostanziale aumento dei progetti individuali, che passano dal 65,1% al 73,9% (con una differenza di +8,8 punti percentuali) a svantaggio di quelli collettivi (vedi Tab 3.9). Tabella 2.8 - Composizione dei progetti d’impresa per numero di soci 1 Programmazione 2000-2006 Programmazione 2007-2013 Differenza (punti percentuali) 2 3 4 Più di 4 Totale 5.453 2.242 475 131 70 8.731 65,1% 26,8% 5,7% 1,6% 0,8% 100% 3.790 1.084 201 39 14 5.129 73.9% +8,8 21,1% -5,7 2,9% -2,8 0,8% -0,8 0,3% -0,5 100% 23 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ CAPITOLO 3 – gli esiti del monitoraggio e la soddisfazione dell’utenza In questo capitolo si propone il riepilogo dei monitoraggi trimestrali svolti tra il 1° gennaio 2011 e il 31° dicembre 2011. Le analisi sono state sviluppate partendo dai dati raccolti nel database amministrativo del servizio, previsto dal capitolato d’appalto e detenuto dal capofila dell’ATI (Codex). Nella seconda parte del capitolo si riportano i livelli di soddisfazione espressi da quattro tipologie di utenza, raccolti attraverso quattro rilevazioni CATI mediante questionario telefonico strutturato12. Il monitoraggio è qui inteso come tentativo di sistematizzazione e di analisi dei dati prodotti nel corso dell’erogazione dello servizio MIP in cui risulta fondamentale per un corretto inquadramento teorico la distinzione tra realizzazioni (output) e risultati (outcome), soprattutto in relazione alla struttura temporale di riferimento. Le realizzazioni riguardano la capacità di rispondere alla domanda proveniente dai destinatari e si riferiscono ai soggetti complessivamente serviti durante una determinata finestra temporale, ad esempio l’anno solare o il trimestre. Analizzare le realizzazioni significa confrontare nel tempo (ad esempio annualmente o trimestralmente) la quantità di utenti serviti e le loro caratteristiche. Eventuali differenze osservate possono essere attribuite a variazioni nel numero e nella composizione dei destinatari potenziali cioè a un’evoluzione del contesto sociale - o a cambiamenti nell’erogazione dell’intervento pubblico. I risultati, invece, hanno a che fare con la capacità di modificare una condizione indesiderata, come la difficoltà nel creare nuove imprese. Il MIP si pone l’obiettivo di facilitare il passaggio da “aspirante” a “imprenditore” e lo fa in parte selezionando le idee migliori, in parte aumentando le competenze degli aspiranti. I cambiamenti (positivi o negativi) nei risultati ottenuti dal servizio dipendono in definitiva dal rapporto tra imprese avviate e utenti serviti, a parità di condizioni di contesto. Dunque l’analisi dei risultati va condotta su utenti che afferiscono ad una singola coorte, cioè ai soggetti presi in carico dal servizio in una data finestra temporale (ad esempio il primo trimestre del 2008) i quali vengono “seguiti” attraverso le fasi successive del percorso di creazione d’impresa. Simmetricamente a quanto riguarda le realizzazioni, il confronto tra coorti successive può mettere in evidenza miglioramenti – sostanzialmente un rapporto imprese/utenti più favorevole - attribuibili sia all’evoluzione della qualità degli aspiranti imprenditori sia ad un effettivo incremento nella capacità creare imprese da parte del MIP. Va notato che a parità di client mix (caratteristiche medie dell’utenza) un incremento del rapporto imprese/utenti può denotare sia un miglioramento della performance del servizio nel fornire competenze, sia un peggioramento nella capacità di filtrare le idee meno solide. 3.1 Gli indicatori di realizzazione I contatti di preaccoglienza avvengono principalmente a mezzo telefonico (in alternativa, durante gli eventi organizzati dalla Provincia oppure via internet) e servono a verificare l’ammissibilità dei candidati: dalla nascita del MIP sono stati 49.440 e rappresentano la base da cui viene selezionata l’utenza. A seguire durante la fase di accoglienza (14.191 progetti di impresa accolti, per un totale di 19.984 potenziali imprenditori), svolta presso gli sportelli dislocati sul territorio della Provincia di Torino, si raccolgono le idee progettuali, si forniscono le informazioni necessarie all’avvio dei progetti ed eventualmente si scoraggiano quelli più deboli. Durante la fase di accompagnamento invece le idee progettuali vengono sviluppate in 12 In appendice sono allegati i testi integrali dei questionari di customer satisfaction. 24 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ prospettiva della definizione di un business plan che dovrà essere validato dai responsabili della Provincia. Dalla nascita del servizio sono stati validati 1.513 business plan e da questi sono nate 1.267 nuove imprese. Il grafico seguente riepiloga i principali indicatori di realizzazione riferiti al periodo di programmazione 2007-2013 (ottobre 2008 - dicembre 2011): complessivamente sono stati realizzati 11.112 contatti di preaccoglienza, 5.099 progetti accolti, 473 business plan realizzati e 366 imprese avviate. Grafico 3.1 Indicatori di realizzazione: dal 1° ottobre 2008 al 31° dicembre 2011 0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 Preaccoglienza 11.112 Accoglienza 5.099 Business plan 473 Impresa avviata 366 Gli indicatori di realizzazione proposti possono essere scomposti per effettuare un confronto tra le singole annualità dell’attuale ciclo di programmazione. Il grafico sottostante mostra una scomposizione in tre annualità, a partire dal 2009 – anno di effettivo inizio della programmazione 2007-2013 – fino al 2011. I mesi conclusivi del 2008 (momento dell’effettivo inizio dell’attuale ciclo di programmazione) sono stati esclusi dal grafico per comodità di lettura13. Grafico 3.2 Indicatori di realizzazione suddivisi in 3 annualità: 2009, 2010,2011 0 500 1000 1500 2000 Preaccoglienza 2500 3000 3500 3142 Accoglienza 1334 4000 3513 3738 1661 1680 675 596 431 Accompagnamento Business plan 151 157 154 Impresa avviata 88 136 137 2009 2010 2011 Ne emerge un quadro di sostanziale omogeneità tra i periodi considerati, con due eccezioni: nel 2011 sono sensibilmente calati i contatti di preaccoglienza e, a cascata, anche i percorsi di accoglienza (1.334). Tale dato risulta in controtendenza sia rispetto all’andamento storico del servizio MIP (che ha sempre visto aumentare gli utenti di anno in anno), sia rispetto all’idea che la crisi del mercato del lavoro (accentuatasi proprio nel 2011) produca una maggiore propensione alla ricerca di forme di autoimpiego e, di conseguenza, una maggiore affluenza al MIP. Il 2011 conta invece il più alto numero di imprese avviate 13 Indicatori di realizzazione relativi al periodo 1° ottobre 2008 – 31 dicembre 2008: Preaccoglienza 719, Accoglienza 424, Accompagnamento 569, Business plan 11, Impresa avviata 5. 25 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ (137). Si rileva che il 2010 ha fatto registrare il maggior numero di contatti di preaccoglienza (3.738), di percorsi di accoglienza (1.680) e di business plan validati (157). Il 2009 ha registrato la peggior performance rispetto al numero di imprese avviate (88), nonostante abbia prodotto un numero di business plan (che dell’impresa è il viatico) perfettamente coerente con le altre annualità: 151 versus 157 (2010) e 154 (2011). Il passaggio alla fase di accompagnamento merita un approfondimento. Il grafico precedente mostra come i i percorsi di accompagnamento evidenzino un netto calo: 675 nel 2009, 596 nel 2010 e 431 nel 2011. Tale flessione è spiegata solo parzialmente dalla concomitante flessione dei progetti accolti e ha probabilemente origine dall’inasprimento dei criteri di ammissione (tema affrontato in precedenza). La tabella sottostante riepiloga il rapporto tra progetti accolti e percorsi di accompagnamento a partire dal 2003: la percentuale dei percorsi di accompagnamento rispetto ai progetti accolti comicia a calare nel 2009 (41%) per consolidarsi ad un livello nettamente inferiore nel 2010 (35%) e nel 2011 (32%). Tabella 3.1 Progetti accolti e percorsi di accompagnamento (2003-2011) 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Accoglienza 1.690 1.568 1.346 1.386 1.532 1.253 1.661 1.680 1.364 Accompagnamento 781 633 586 575 692 569 675 596 431 Accompagnamento /Accoglienza 46% 40% 44% 41% 45% 45% 41% 35% 32% Si ricorda che le realizzazioni non devono essere lette come misure di risultato – cioè, ad esempio, quanti dei progetti accolti conseguono la validazione del proprio business plan- in quanto gli indicatori di realizzazione calcolati su base annua non tengono conto del tempo fisiologicamente necessario per realizzare il percorso. Ciò che viene offerta è soltanto una fotografia delle “prestazioni” erogate dal servizio in un dato arco temporale. Tuttavia si riportano di seguito i tre principali indicatori di risultato richiesti a livello regionale14. Con riferimento al secondo ciclo di programmazione, sono stati validati 473 buiness plan a partire da 2.271 percorsi di accompagnamento (21%) e sono state avviate 366 imprese (il 77% dei business plan validati). Va rimarcato che queste percentuali, se lette come indicazione di un risultato (ad esempio “quanti dei percorsi di accompagnamento sono giunti a buon fine, con la validazione dl business plan?”), possono sottostimare il valore reale del rapporto. Se ad esempio si considera il rapporto BP/Accompagnamento, nella finestra temporale considerata 01/10/2008-31/12/2011, non si tiene conto infatti che una buona parte dei percorsi di accompagnamento inclusi nel denominatore otterrà il business plan in un momento successivo. Grafico 3.4 Indicatori di risultato: dal 1° ottobre 2008 al 31° dicembre 2011 0% Business Plan/Accompagnamento Imprese/Business Plan 20% 40% 60% 80% 100% 21% 77% Il monitoraggio delle realizzazioni è invece utile a rilevare eventuali tipologie di attività che si concentrano in determinati periodi, magari secondo ricorrenze annuali. Un esempio di forte stagionalità è quello relativo all’avviamento delle imprese. Nel grafico seguente viene mostrata la distribuzione delle imprese avviate dal 14 Fonte: Atto di indirizzo approvato dalla Regione Piemonte con Deliberazione N. 45-9091 del 1/07/08 e pubblicato sul BUR del 4/07/08 e nel Programma Operativo Provinciale approvato dalla Provincia di Torino con Deliberazione N. 824-39691 del 29/07/08. 26 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ MIP nel periodo 2009-2011: gennaio è il mese in cui si registra il picco degli avviamenti, seguito da luglio e ottobre; agosto, dicembre e maggio sono invece i mesi in cui le imprese sembrano avviare meno. Unica eccezione il primo trimestre dell’anno 2009 che mostra un trend anomalo, imputabile alla gestione del database nella fase di passaggio tra i due cicli di programmazione che comporta rinnovi contrattuali con conseguenti passaggi di consegne e oneri burocratici. Grafico 3.5 Indicatori di realizzazione: imprese avviate 2009, 2010,2011 60 50 totale periodo 40 2009 30 2010 20 2011 10 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic L’andamento dei business plan validati appare omogeneo nei trimestri centrali, ma non ad inizio e fine anno (gennaio-marzo e ottobre-dicembre); evidente la flessione nella seconda parte del 2011, con i trimestri luglio-settembre e ottobre-dicembre che evidenziano le peggiori performance del triennio. Grafico 3.6 Indicatori di realizzazione: business plan validati per trimestre 2011 50 2010 49 40 2009 29 45 20 37 54 gen-mar 26 apr-giu 35 31 lug-set 44 ott-dic 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 Per quanto riguarda invece i contatti di preaccoglienza e i progetti accolti, si registra calo di affluenza avvenuto nel 2011: ogni trimestre del 2011 registra infatti il valore minimo rispetto al rispettivo trimestre delle annualità precedenti. In entrambi i casi non emergono particolari concentrazioni stagionali, ma appare invece costante l’affluenza degli utenti: circa un quarto del totale annuale per ogni trimestre. Grafico 3.7 Indicatori di realizzazione: contatti di preaccoglienza per trimestre 2011 962 2010 798 1087 2009 570 902 817 894 812 730 834 gen-mar apr-giu 1018 lug-set 969 ott-dic 0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 27 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Grafico 3.8 Indicatori di realizzazione: progetti accolti per trimestre 2011 395 2010 356 465 2009 268 411 343 323 430 gen-mar 334 apr-giu 466 379 lug-set 492 ott-dic 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 3.2 Gli indicatori di risultato: l’analisi per coorte Quando si parla di risultati, facendo riferimento a ciò che l’azione pubblica ha prodotto (output), utilizzare una finestra temporale comune porta a risultati difficilmente interpretabili. L’indicatore “Business plan validati/Percorsi di accompagnamento realizzati”, costruito su quantità osservate in una identica finestra temporale, perde la connotazione di “risultato”: potrebbe cioè assumere un valore superiore all’unità, se nel periodo considerato i percorsi di accompagnamento realizzati fossero inferiori (numericamente) ai business plan validati, ad esempio a causa di un accumulo di arretrati. Per una corretta analisi dei risultati, occorre considerare una singola coorte di utenti - cioè quelli presi in carico in un dato arco temporale - da seguire per un periodo prefissato, contando quanti esiti di ciascun tipo hanno avuto gli appartenenti a quella coorte. Tale osservazione longitudinale consente di tracciare per ciascun utente la sua “storia” nel percorso MIP, rilevata per tappe principali. Osservando la durata dei percorsi MIP che giungono alla costituzione dell’impresa - calcolata come differenza tra data di accoglienza e data di inizio attività - si nota che questa varia da un minimo di 15 giorni ad un massimo di 26 mesi, con una media pari a circa 6 mesi entro i quali il 68% conclude il percorso. Ad esempio, come mostra il grafico seguente, il 15% delle imprese ha avviato mediamente dopo 3 mesi dalla data di accoglienza. Va aggiunto che il 99% delle imprese avvia entro 20 mesi dalla data di accoglienza. Queste evidenze stanno alla base della scelta effettuata per costruire la coorte di riferimento. Grafico 3.9 Distribuzione percentuale delle imprese avviate, a partire dalla data di accoglienza. 100% 99% 80% 60% 58% 40% 20% 15% 0% 0 3° 6° 9° 12° 15° 18° 21° mese a partire dall'accoglienza Alla luce di quanto osservato si è scelto di costruire le coorti a partire da una finestra trimestrale di accoglienza e di seguirle per due anni. La tabella successiva comprende le statistiche principali delle 28 coorti risultanti: ogni riga rappresenta una coorte, con relativa finestra di accoglienza e periodo di 28 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ osservazione indicati nelle prime tre colonne. In rosso sono evidenziate le due coorti che nel 2008 sono maggiormente interessate dal passaggio di consegne tra i due cicli di programmazione e che per questo motivo segnalano dati anomali e disomogenei rispetto agli altri. Tabella 3.2 Riepilogo dell’analisi per coorte Coorte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 Accolti dal 01/01/2003 31/03/2003 30/06/2003 30/09/2003 31/12/2003 31/03/2004 30/06/2004 30/09/2004 31/12/2004 31/03/2005 30/06/2005 30/09/2005 31/12/2005 31/03/2006 30/06/2006 30/09/2006 31/12/2006 31/03/2007 30/06/2007 30/09/2007 31/12/2007 31/03/2008 30/06/2008 30/09/2008 31/12/2008 31/03/2009 30/06/2009 30/09/2009 Totale Media ..fino al 31/03/2003 30/06/2003 30/09/2003 31/12/2003 31/03/2004 30/06/2004 30/09/2004 31/12/2004 31/03/2005 30/06/2005 30/09/2005 31/12/2005 31/03/2006 30/06/2006 30/09/2006 31/12/2006 31/03/2007 30/06/2007 30/09/2007 31/12/2007 31/03/2008 30/06/2008 30/09/2008 31/12/2008 31/03/2009 30/06/2009 30/09/2009 31/12/2009 Osservati fino al 30/03/2005 29/06/2005 29/09/2005 30/12/2005 31/03/2006 30/06/2006 30/09/2006 31/12/2006 31/03/2007 30/06/2007 30/09/2007 31/12/2007 30/03/2008 29/06/2008 29/09/2008 30/12/2008 30/03/2009 29/06/2009 29/09/2009 30/12/2009 31/03/2010 30/06/2010 30/09/2010 31/12/2010 31/03/2011 30/06/2011 30/09/2011 31/12/2011 Progetti accolti 447 425 348 465 452 406 286 424 403 409 214 320 319 357 269 439 459 385 270 418 387 289 155 424 335 427 371 520 10.423 Percorsi accomp. 226 184 177 194 183 171 117 162 166 172 94 154 154 151 98 171 203 175 120 192 179 128 37 227 170 147 161 195 4.508 Business plan 76 62 61 71 55 52 33 43 34 52 29 39 37 37 27 46 65 38 26 32 23 5 Imprese avviate 67 61 58 67 53 49 28 40 27 47 27 33 32 32 23 42 52 29 19 22 14 87 54 30 48 43 1.205 60 41 25 37 39 1.024 148 122 115 125 126 116 82 119 129 119 65 113 115 114 70 124 138 137 94 160 156 122 37 140 114 117 112 152 3.281 531 372 161 45 39 Drop out I dati così organizzati permettono di leggere le realizzazioni come indicatori di risultato, ad esempio, complessivamente i 10.423 progetti accolti hanno generato 4.508 percorsi di accompagnamento dai quali sono stati validati 1.024 business plan e successivamente avviate 1.024 imprese; gli abbandoni sono stati 3.281. 29 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Grafico 3.10 Evoluzione dell’utenza: indicatori di risultato per coorte Progetti accolti di cui Percorsi di accompagnamento di cui Business plan validati di cui Imprese avviate 10.423 4.508 1.205 1.024 Da un’altra angolazione, la stessa distribuzione, può essere vista come tasso di sopravvivenza dell’utenza, che ad ogni step perde la propria componente meno attrezzata. In particolare, meno della metà (43,3%) dei progetti accolti sopravvive al passaggio tra la fase di accoglienza a quella di accompagnamento. Soltanto il 26,7% dei percorsi di accompagnamento termina con la validazione del business plan (42,6%). Infine il 77% dei business plan validati consegue l’avviamento dell’impresa. Dunque, dei 10.423 progetti accolti, 1.024 si trasformano in imprese, pari a quasi uno su dieci. Come anticipato precedentemente, questi risultati differiscono visibilmente rispetto a quelli ottenuti dal monitoraggio degli indicatori di realizzazione dove: (i) Business plan/Accompagnamento = 21%; (ii) Imprese/Business plan = 77%. Ciò è dovuto al fatto che seguendo lo sviluppo dei percorsi per coorte si concede a ciascun percorso un tempo uguale (in questo caso pari a due anni) per arrivare a compimento, mentre con i dati di monitoraggio i percorsi cominciati in un tempo più vicino a quello di osservazione gravano sul denominatore del rapporto nonostante il loro esito sia ancora sconosciuto. Grafico 3.11 Tasso di sopravvivenza dei percorsi: indicatori di risultato per coorte Accompagnamento/Progetti accolti Business Plan/Accompagnamento 43,3% 26,7% Imprese/Business Plan 84,9% Può inoltre essere utile per una lettura dinamica dei tassi di successo da una fase all’altra del percorso mostrare la tabella 3.2 con i valori espressi in percentuale e raggruppando le coorti per anno. Tabella 3.12 Riepilogo dell’analisi per coorte Coorti per anno 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Accompagnati /Accolti 51% 46% 40% 44% 41% 45% 45% Business plan /Accompagnati 34% 35% 29% 26% 26% 23% 20% Imprese avviate /Business plan 88% 94% 93% 87% 88% 76% 64% Drop out /accompagnati 65% 65% 70% 73% 74% 77% 80% Raggruppando le informazioni relative a ciascuna singola coorte per anno ed esprimendo i dati in percentuale, la Tabella 3.12 evidenza in modo immediato la dinamica temporale dei quattro rapporti considerati, di cui i primi tre rappresentano il passaggio lungo le tre fasi principali del percorso mentre il quarto esprime il tasso di abbandono del percorso: 30 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ (i) Accompagnati/Accolti, esprime la percentuale di utenti accolti che passano all’accompagnamento, emerge una sostanziale omogeneità nel tempo, l’unica eccezione è il 51% registrato nel 2005 (ii) Business plan/Accompagnati, è la percentuale di business plan validati rispetto ai soli percorsi di accompagnamento e denota in questo caso un progressivo e consistente peggioramento; (iii) Imprese avviate/Business plan, rappresenta la percentuale di imprese avviate una volta validato il business plan, nonostante sia evidente come la gran parte dei BP conduca poi all’avvio dell’impresa, va rimarcato come l’ultimo biennio (soprattutto il 2011) mostri una consistente flessione (intorno al 90% la performance 2005-2006, intorno al 70% la performance 2010-2011) (iv) Drop out/Accompagnati, è il rapporto tra utenti che abbandonano una volta entrati nella fase di accompagnamento (per costruzione risulta simmetrico al rapporto Business plan/Accompagnati), la dinamica temporale mostra un notevole incremento del tasso di abbandono che dal 65% (2005-2006) si assesta verso l’80% (2010-2011). 31 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ 3.3 La soddisfazione dell’utenza UTENTI ACCOLTI. Nella seconda metà di gennaio 2011, sono stati contattati 300 utenti accolti dal servizio MIP tra il 1° novembre 2010 e il 31° dicembre 2010. 206 hanno risposto all’intervista, con un tasso di successo pari al 69%, tra questi 5 sono stati utilizzati come pilota per testare la validità delle domande e uno è stato ritenuto inattendibile. Il valore aggiunto di questa survey sta nella vicinanza temporale tra la fruizione del servizio e la rilevazione, avvenuta mediamente ad un mese e mezzo di distanza. Le seguenti sono le risposte ottenute dai 200 questionari considerati. Internet (33,5% dei rispondenti) e il “passaparola” (32,5%) sono i principali canali informativi di diffusione servizio MIP. Il passaparola comprende le segnalazioni da parte di parenti e amici, mentre il consiglio da persone che hanno partecipato al MIP (utenti attualmente in carico o ex utenti) è stato trattato separatamente ed è pari al 5,5%. Il 15% dei rispondenti si divide tra i Centri per l’impiego (8%) e gli sportelli Informagiovani (6,5%). Marginale il ruolo di pubblicità (3,5%), sindacati (1,5%) e Camere di commercio (2,5%). Risposte alla domanda: “Come è venuto a conoscenza dell’esistenza del MIP?” 0% 10% 20% 30% 40% internet passaparola centri per l'impiego informagiovani utente MIP pubblicità Camera di Commercio sindacati altro Nella stragrande maggioranza dei casi (95%) la dislocazione degli sportelli MIP è stata considerata ottimale e tale da consentire un rapido accesso alle strutture. L’eccezione, 10 utenti pari al 5% del totale, è costituita quasi interamente della zona di Ivrea (e in un caso Pinerolo) dove si lamentano difficoltà di accesso. La capacità degli operatori MIP di informare in modo funzionale allo sviluppo del progetto di impresa è testimoniata da più della metà dei rispondenti, che considerano ottima la qualità dell’informazione ricevuta. Un altro 47% ritiene adeguata la qualità dell’informazione ottenuta. Trascurabile è la quota di coloro che ritengono l’offerta poco adeguata (2%) e inadeguata (0,5%). Risposte alla domanda: “L’ ufficio dove è disponibile il servizio MIP in cui si sono svolti gli incontri è stato facile da raggiungere?” 0% 20% 40% 60% 80% 100% sì no Risposte alla domanda: “Ritiene che le informazioni ricevute complessivamente siano state…” 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% ottime adeguate poco adeguate inadeguate 32 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Più che positivo anche il giudizio in merito alla disponibilità dei tutor, i quali di fatto rappresentano la sostanza del servizio: giudicata ottima nel 63,5% dei casi e adeguata nel 34,5%. Soltanto 4 utenti (2%) giudicano poco adeguata la disponibilità dei tutor. Risposte alla domanda: “Come valuta la disponibilità del tutor?” 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% ottima adeguata poco adeguata Simmetrici risultano i giudizi in merito alla professionalità dei tutor, a testimonianza probabilmente della non facile separazione tra le due sfere. Nei rari casi di giudizio negativo si lamenta la preponderanza del lato economico rispetto a quello dell’idea progettuale. Meno eclatante, rispetto ai precedenti, il giudizio sull’aderenza alle aspettative: il 40% dei rispondenti la giudica ottima e 51,5% la ritiene comunque adeguata. L’8% appare invece meno soddisfatto e lo 0,5% giudica il servizio inadeguato. Tra i meno soddisfatti sembra pesare la rilevanza degli oneri burocratici. Risposte alla domanda: “Come valuta la professionalità del tutor?” 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% ottima adeguata poco adeguata Risposte alla domanda: “Rispetto a quanto si aspettava gli incontri di accoglienza sono stati..” 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% ottimi adeguati poco adeguati inadeguati Nel complesso il servizio MIP è considerato ottimo (44,5%) e adeguato (44%) nella quasi totalità dei casi. Per 21 utenti è poco adeguato (10,5%) e persoltanto 2 inadeguato (0,5%). Da notare che gli intervistati hanno ricevuto esclusivamente i primi incontri della fase di accoglienza (con i tutor) e la preaccoglienza (telefonica). Risposte alla domanda: “Come giudica complessivamente il percorso intrapreso?” 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% ottimo adeguato poco adeguato inadeguato Infine, a conferma della piena soddisfazione evidenziata dagli utenti in questa prima fase del percorso, si rileva come ben il 94% consiglierebbe ad un amico o a un parente di rivolgersi al MIP per realizzare la propria idea imprenditoriale. Risposte alla domanda: ““Consiglierebbe il servizio MIP ad amici o conoscenti? 0% 20% 40% 60% 80% 100% sì no 33 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ UTENTI BUSINESS. Nella seconda metà di marzo 2011, sono stati contattati 117 utenti con business plan validato tra giugno 2010 e febbraio 2011. 105 hanno risposto all’intervista, con un tasso di successo pari all’ 89%, tra questi 5 sono stati utilizzati come pilota per testare la comprensibilità delle domande. Le seguenti sono le risposte ottenute dai 100 questionari considerati. Il 96% dei rispondenti non ha avuto problemi nel raggiungere le sedi in cui si svolgono le attività del MIP. Nella maggioranza dei casi si tratta di utenti residenti in Torino e cintura. Il restante 4% lamenta alcune difficoltà di accesso per quanto riguarda gli uffici dislocati sul territorio provinciale (Pinerolo, Ivrea). La capacità degli operatori MIP di informare in modo funzionale allo sviluppo del progetto di impresa è testimoniata da oltre il 60% dei rispondenti, che considerano ottima la qualità dell’informazione ricevuta. Il 32% ritiene adeguata la qualità dell’informazione ottenuta. Soltanto il 2% ritiene l’offerta poco adeguata. Risposte alla domanda: “L’ ufficio dove è disponibile il servizio “Mettersi in proprio” in cui si sono svolti gli è stato facile da raggiungere?” 0% 20% 40% 60% 80% 100% si no Risposte alla domanda: “Ritiene che le informazioni ricevute siano state 0% 20% 40% 60% 80% 100% ottime adeguate poco adeguate inadeguate Sfiora l’80% il giudizio massimo in merito alla professionalità dei tutor. Da notare che la precedente rilevazione sugli utenti accolti aveva raccolto il 63% dunque la soddisfazione nei confronti dei tutor aumenta con l’avanzare del percorso. Soltanto 2 utenti (2%) giudicano poco adeguata la disponibilità dei tutor. Risposte alla domanda: “Come valuta la professionalità dei tutor?” 0% 20% 40% 60% 80% 100% ottima adeguata poco adeguata inadeguata Meno eclatante, rispetto ai precedenti, il giudizio sul contributo del MIP alla realizzazione del business plan: il 50% dei rispondenti la giudica ottima e il 46% la ritiene comunque adeguata. Sommano ad un trascurabile 4% gli utenti meno soddisfatti. Il 45% degli intervistati dichiara inoltreche sarebbe riuscito a realizzare il proprio business plan anche senza il supporto del MIP. Risposte alla domanda: “Come valuta il contributo del percorso MIP alla realizzazione del business plan?” 0% 20% 40% 60% 80% 100% ottimo adeguato poco adeguato inadeguato 34 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ IMPRESE AVVIATE. Durante la prima metà di novembre 2011, sono stati contattati 140 utenti con impresa avviata dopo il 2009. 100 hanno risposto all’intervista, con un tasso di successo pari al 70%, tra questi 6 dichiarano di aver cessato l’attività. Le seguenti sono le risposte ottenute dai 100 questionari ottenuti. Il 94% dei rispondenti non ha avuto problemi nel raggiungere le sedi in cui si svolgono le attività del MIP. Il restante 6% lamenta alcune difficoltà di accesso per quanto riguarda gli uffici dislocati al di fuori della cintura di Torino. Risposte alla domanda: “Ritiene che i locali in cui si sono svolti gli incontri siano localizzati in modo…” 0% 25% 50% 75% 100% Facilmente accessibile Difficilmente accessibile Il 36% degli intervistati considera ottima la capacità degli operatori MIP di informare in modo funzionale allo sviluppo del progetto di impresa. Il 53% ritiene adeguata la qualità dell’informazione ottenuta, mentre l’8% la ritiene inadeguata. Soltanto il 3% risulta insoddisfatto rispetto alle informazioni ricevute. Risposte alla domanda: “Ritiene che le informazioni ricevute siano state…” 0% 20% 40% 60% 80% 100% Ottime Adeguate Poco adeguate Inadeguate Leggermente più basso l’apprezzamento riguardo alla professionalità dei tutor che raccoglie il punteggio massimo nel 68% dei casi (7 punti percentuali in meno rispetto ai giudizi degli utenti in fase di accompagnamento). La figura del tutor ha ricevuto un larghissimo consenso e molti tra gli imprenditori intervistati la ritengono il vero valore aggiunto dell’intero percorso MIP. Tra coloro che hanno preso parte ai moduli di formazione (39 intervistati) la quasi totalità ritiene di aver ottenuto un contributo funzionale al proprio progetto: ottimo secondo il 23% e adeguato secondo il 68%. Soltanto 3 (8%) i giudizi parzialmente negativi. Risposte alla domanda: “Come valuta la professionalità del tutor?” 0% 20% 40% 60% 80% 100% Ottima Adeguata Poco adeguata Risposte alla domanda: “Ha partecipato a qualche corso di formazione proposto dal tutor” 0% 20% 40% 60% 80% 100% Sì No Non mi è stato… A conclusione del percorso MIP, ottenuta la validazione del business plan, ed avviata l’impresa esiste un’ulteriore fase di consulenza specialistica (fiscale, giuridica e finanziaria) con professionisti di settore: il 72% degli intervistati ne ha usufruito. Risposte alla domanda: “Rispetto al progetto imprenditoriale il corso di formazione è stato..” 0% 20% 40% 60% 80% 100% Ottimo Adeguato Poco adeguato 35 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Complessivamente positivo è il giudizio espresso rispetto a tali attività di consulenza, considerata prevalentemente ottima (53%) e adeguata (35%). Una minoranza di 8 utenti (11%) considera la consulenza post avvio poco adeguata alle proprie esigenze imprenditoriali. Parte della consulenza post avvio è espressamente dedicata al sostegno nella predisposizione delle domande di finanziamento in raccordo con le leggi regionali pertinenti. Infatti il 74% degli intervistati dichiara di aver usufruito proprio di questo tipo di supporto specifico. L’accesso ai finanziamenti pubblici è un aspetto molto delicato e, sulla base dell’evidenza raccolta, è quello che ha calamitato la maggior parte delle critiche al servizio da parte dell’utenza. Tuttavia un buon 60% degli intervistati esprime massima soddisfazione, mentre soltanto il 10% ritiene poco adeguata (1) o inadeguata (3) il supporto ricevuto. Il problema relativo all’eccesso ai finanziamenti pubblici può essere articolato su due livelli: da un lato alcuni imprenditori nutrivano eccessiva fiducia sulla possibilità di ottenere tutti i finanziamenti disponibili, una volta concluso il percorso MIP (in alcuni casi i progetti di impresa durati più a lungo e a cavallo tra i due cicli di programmazione hanno scontato una riduzione delle risorse disponibili rispetto a quelle promesse); d’altra parte appare estremamente diffusa, anche tra gli utenti più soddisfatti, una grande insofferenza per i ritardi e le richieste pressanti sul versante burocratico. Risposte alla domanda: “Lei ha mai partecipato alla fase di tutoraggio post avvio del servizio MIP?” 0% 20% 40% 60% 80% 100% Sì No Risposte alla domanda: “Rispetto alle attività oggetto di tutoraggio ritiene di aver ricevuto un supporto…” 0% 20% 40% 60% 80% 100% Ottimo Adeguato Poco adeguato Risposte alla domanda: “Se sì, come giudica il supporto ricevuto?” 0% 20% 40% 60% 80% 100% Ottimo Adeguato Poco adeguato Inadeguato 36 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ UTENTI DROP OUT. L’ultima customer satisfaction prevista tra le attività del 2011 ha coinvolto gli utenti fuoriusciti dal servizio MIP, i cosiddetti drop out. Si tratta di tutti coloro che, entrati in fase di accoglienza, non conseguono la validazione del proprio business plan e non procedono all’avviamento della propria impresa. Nel corso del mese di gennaio 2012, sono stati contattati 400 utenti drop out, quelli con data di accoglienza più recente, ma antecedente il 30 giugno 2011; 200 hanno risposto all’intervista, con un tasso di successo pari al 50%. Le seguenti sono le risposte ottenute dai 200 questionari ottenuti. La totalità dei rispondenti ha confermato di aver contattato il servizio, confermando la data di accoglienza. La maggioranza (34%) ha partecipato ad un solo incontro; il restante 66% ha invece presenziato ad almeno 2 incontri. Ciò indica che la gran parte dei drop out intervistati non si è limitata ad un primo contatto, ma ha manifestato un sensibile interesse ad iniziare il percorso di creazione d’impresa. Risposte alla domanda: “Sì ricorda il numero di incontri del MIP ai quali ha partecipato?” 0% 10% 20% 30% 40% 1 2 3 4 più di 5 La quasi totalità dei rispondenti (95%) non ha avuto problemi nel raggiungere le sedi in cui si svolgono le attività del MIP. Percentuale consistente con quanto dichiarato con tutte le altre tipologie di utenti e che esclude la collocazione territoriale come concausa all’abbandono. Quasi la metà del campione (48%) esprime il giudizio massimo in merito alla disponibilità dei tutor. Il dato sensibilmente inferiore rispetto alla rilevazione sugli utenti con impresa avviata (66%). Un altro buon 42% esprime giudizio adeguato. Soltanto 2 utente (1%) giudica poco adeguata la disponibilità dei tutor. Lievemente più basso l’apprezzamento riguardo alla professionalità dei tutor che raccoglie il giudizio massimo nel 44% dei casi (ben al di sotto del 68% espresso degli utenti con impresa avviata).Restano in ogni caso marginali i casi di giudizio negativo (7%) o fortemente negativo (2%). Risposte alla domanda: “Ritiene che i locali in cui si sono svolti gli incontri siano localizzati in modo…” 0% 25% 50% 75% 100% Facilmente accessibili Difficilmente accessibili Risposte alla domanda: “Come valuta la disponibilità del tutor (se ne ha avuto uno)?” 0% 20% 40% 60% Ottima Adeguata Poco adeguata Inadeguata Risposte alla domanda: “Come valuta la professionalità del tutor (se ne ha avuto uno)? 0% 20% 40% 60% Ottima Adeguata Poco adeguata Inadeguata 37 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Oltre la metà degli intervistati (52%) sostiene di aver abbandonato il servizio MIP all’inizio del percorso, cioè durante i primi incontri di accoglienza. Il 38% ha invece abbandonato durante la successiva fase di accompagnamento. Soltanto il 10% abbandona di fronte alla stesura del business plan, che rappresenta il termine del percorso. Risposte alla domanda: “Quando ha deciso di rinunciare al servizio..” 0% 20% 40% 60% Durante l'accoglienza Durante l'accompagn. Durante il BP Risultano variegate le motivazioni che hanno spinto gli utenti all’abbandono. Il 22% dichiara di aver abbandonato perché il MIP non rispondeva alle proprie esigenze. Il 17% ha invece abbandonato per questioni economiche: questi utenti lamentano difficoltà di accesso sia ai canali di finanziamento pubblico, sia al credito privato. Il 15% ha abbandonato su consiglio del tutor, dovuto normalmente a carenze nell’idea progettuale. Un buon 11% dichiara di aver trovato lavoro e di aver dunque perso interesse nel progetto d’impresa. Infine l’8% è stato scoraggiato dalla tempistica necessaria alla conclusione del percorso MIP. Il restante 22% abbandona per motivi contingenti, o per cause di forza maggiore. Oltre la metà degli intervistati (53%) dichiara, con la fuoriuscita dal MIP, di aver completamente abbandonato l’idea imprenditoriale; il 26% intende invece realizzare il proprio progetto autonomamente, mentre il 19% si è convinto a modificare il progetto e a riprovare in futuro. Una quota trascurabile (3%) dichiara di volersi rivolgere ad altri servizi di start up di impresa. Va infine rimarcato che oltre la metà (53%) degli utenti drop out, nonostante la fuoriuscita, conserva un giudizio positivo dell’esperienza vissuta all’interno del MIP, tanto da dichiarare di averlo consigliato ad amici o conoscenti. Risposte alla domanda: “Ha deciso di rinunciare al servizio MIP a causa di.. 0% 20% Per aspettative deluse Finanziamenti Su consiglio del tutor Lavoro Tempi Requisiti Altro Risposte alla domanda: “In seguito alla decisione di rinunciare al MIP intende..” 0% 20% 40% 60% Abbandonare Proseguire Modificare Rivolgersi ad altri servizi Risposte alla domanda: “Ha mai consigliato il servizio MIP ad amici o conoscenti?” 0% 20% 40% 60% Sì No 38 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ CAPITOLO 4 – I drop-out Il MIP, a fronte di un crescente numero di iscritti (8.253 progetti accolti nel ciclo di programmazione 20002006 e 5.099 a partire dall’ottobre 2008 con l’avvio del ciclo 2007-2013), registra anche un numero crescente di casi di abbandono del servizio, i cosiddetti drop-out. Possiamo considerare drop-out tutti coloro che, entrati in fase di accoglienza, non conseguono la validazione del proprio business plan e non procedono all’avviamento della propria impresa. Questa condizione non si trova segnalata all’interno del database MIP, in quanto non è stata prevista alcuna variabile che definisca la fuoriuscita dal servizio. Ciò è riconducibile all’idea che non esista un tempo massimo per portare a termine il percorso MIP così che, ad esempio, un progetto accolto nel 2009 possa concludersi nel 2011, magari in seguito ad un anno di pausa nello svolgimento delle attività. Ne consegue che, teoricamente, nessun utente possa essere considerato drop-out. Di fatto però, nel lungo periodo, esistono solo due esiti possibili per ciascun progetto: la validazione del business plan oppure la fuoriuscita dal MIP. Per comprendere natura ed entità di questo fenomeno, è necessario in primo luogo individuare gli utenti che verosimilmente hanno abbandonato il percorso; per farlo sono state utilizzate le informazioni di natura temporale contenute nel database. Si osserva infatti che la validazione dei 473 business plan, afferenti al recente periodo programmazione (2007-2013), è stata conseguita mediamente in 201 giorni a partire dalla data di accoglienza; l’85% delle validazioni è avvenuta entro 360 giorni dalla data di accoglienza. I dati raccolti inducono quindi a pensare che percorsi di durata superiore ad un anno difficilmente si concludono con esito favorevole. A partire da questa evidenza, vengono considerati drop-out tutti coloro che nei 6 mesi successivi alla data di accoglienza non totalizzano più di 3 incontri con il tutor in fase di accompagnamento. Applicando tale procedura risultano 3.111 progetti drop-out sui 5099 accolti a partire dall’ottobre del 2008. Va aggiunto che la stima è ottenuta per difetto, stante il fatto che una parte dei progetti entrati in accompagnamento entro i sei mesi dalla data di accoglienza non otterrà comunque il business plan validato. Va inoltre considerato che tra le prerogative della politica, esplicitamente costruita per agevolare la creazione di “buone” imprese, vi è quella di scoraggiare idee progettuali poco solide, cioè quelle che nell’ottica degli operatori MIP avrebbero poche possibilità di giungere all’avviamento dell’impresa. In tal senso una frazione degli abbandoni risulta funzionale rispetto alla logica del servizio e va distinta da tutti gli altri casi in cui l’abbandono è determinato da insoddisfazione dell’utenza rispetto al servizio offerto. In questo capitolo si indagano tempi e ragioni dell’abbandono per comprendere le motivazioni di chi abbandona il percorso MIP; ciò è stato fatto nell’ottica di distinguere i drop-out “indotti” da quelli “insoddisfatti” al fine di indagare come il servizio influisca nel determinare la scelta dell’abbandono. Scelta che, alla luce degli esiti osservati, può essere modificata in modo funzionale agli obiettivi del MIP: ad esempio possono essere eliminati i fattori che causano maggiore insoddisfazione presso gli utenti, oppure, sul versante dello scoraggiamento, una maggiore quota di progetti può essere indotta all’abbandono (stante il grande numero di progetti che comunque non terminano il percorso). L’analisi è stata svolta, in prima battuta, a partire dai dati contenuti nel database amministrativo del MIP, successivamente nel corso del mese di gennaio 2012, sono stati contattati 400 utenti individuati come drop-out, di cui 200 hanno risposto all’intervista telefonica con questionario strutturato, con un tasso di successo pari al 50%. Tra questi 200 sono state poi realizzate 16 interviste in profondità, con l’obiettivo di approfondire le informazioni raccolte attraverso il questionario telefonico in merito a: (i) condizione lavorativa pregressa; (ii) motivazioni dell’abbandono; (iii) storia professionale dopo la fuoriuscita. Le informazioni raccolte verranno altresì utilizzate nella definizione dei criteri di qualità utili a sviluppare azioni 39 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ di adattamento per prevenire, ma anche gestire, il fenomeno dei drop-out nella direzione più funzionale alla logica del servizio. Va infine aggiunto che, per aumentare l’attendibilità delle risposte, sono stati inclusi nella rilevazione soltanto i drop-out con data di accoglienza più recente (ma antecedente il 30 giugno 2011, data a partire dalla quale non è possibile anticipare l’esito del progetto) in modo da non forzare eccessivamente la capacità degli utenti di ricordare fatti eccessivamente lontani nel tempo. La diversificazione delle persone da sottoporre all’intervista è stata perseguita contattando soggetti che, in base alle risposte date al questionario, apparivano eterogenee in rapporto sia alle aspettative verso il servizio sia per i motivi addotti a giustificazione dell’abbandono. Si è arrivati così ad interpellare 35 soggetti. Tra questi, quasi il 50% si è reso disponibile all’indagine. Pertanto sono state realizzate 16 interviste in profondità15. Si precisa che, tra i soggetti interpellati, sono stati inclusi soltanto gli utenti: - che nei 6 mesi successivi alla data di accoglienza abbiano totalizzato un minimo di 3 ore di consulenza in fase di accompagnamento; - con una data di accoglienza non antecedente al novembre 2010 (in modo da non forzare eccessivamente la capacità degli utenti di ricordare fatti eccessivamente lontani nel tempo) - che, al momento della rilevazione, non avevano rapporti con il servizio da almeno 6 mesi. Metà dei casi intervistati sono persone che ricadono in una fascia di età ricompresa tra i 30 e i 40 anni, con un’esperienza lavorativa di alcuni anni, ma momentaneamente disoccupati. L’altra metà si suddivide tra persone over 50, che si trovano a fine carriera lavorativa e giovani neolaureati,al di sotto dei 30 anni, alla loro prima esperienza di lavoro. La maggior parte sono donne e tra loro alcune cercano di rientrare nel mercato del lavoro dopo un periodo di congedo parentale. 4.1 Definizione e problematica Il MIP considera suoi utenti quanti superano la verifica delle condizioni di ammissibilità e accettano di entrare nel percorso di consulenza proposto, finalizzato alla stesura e alla validazione del business plan. Una volta riconosciuto il possesso dei requisiti formali, che avviene durante la fase di accoglienza, il candidato diventa beneficiario del servizio a tutti gli effetti. Da quel momento in poi, la decisione di fuoriuscire dal percorso è una scelta personale, ovvero non ci sono più regole che ne condizionano la partecipazione sino al momento della validazione del business plan. Non è pertanto possibile individuare in maniera univoca chi siano i drop-out. Gli esiti delle interviste in profondità rilevano che alcuni degli intervistati non si riconoscono come casi di abbandono, ma definiscono il loro allontanamento come un momento di sospensione dal servizio e affermano la volontà di tornare, non appena risolte le questioni che li hanno portati ad interrompere il rapporto con il MIP. L’interruzione può avvenire per diverse ragioni, che vanno dai più generici “motivi personali”, nei quali rientrano la mancanza di tempo da dedicare al servizio e la necessità di “pensarci meglio su”, all’esigenza pratica di trovare un locale o un canale di finanziamento che renda realizzabile la loro idea imprenditoriale. Se i motivi della sospensione, come vedremo, sono i più svariati, anche le modalità con cui avviene la sospensione sono differenti caso per caso. Molti interrompono la frequentazione del servizio dandone comunicazione al tutor e dicendosi interessati a riprendere, una volta risolti dubbi e ostacoli; altri invece, 15 Per una sintesi delle caratteristiche dei 16 casi intervistati, si veda l’Allegato n.2. Si precisa inoltre, che l’ordine cronologico con cui sono state realizzate le interviste è il criterio secondo cui sono stati schedati i soggetti interpellati. 40 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ interrompono senza fornire alcuna comunicazione. Tra questi ultimi si segnalano i casi che, essendo passati più di sei mesi dall’ultimo incontro con il tutor, non ristabiliscono un contatto perché non ricordano le regole di funzionamento del servizio e/o temono sia loro preclusa la possibilità di rientrare nel percorso. “.. sono passati almeno sei mesi e non mi sono più fatta sentire, devo dire la verità, e non mi sembra di avere ricevuto via mail comunicazioni da loro e neanche telefonate, .. e allora non so se ne ho ancora diritto, perché pensavo ci fosse un tempo limitato entro il quale devi usufruire delle ore a disposizione.” [Intervista n.1] “.. mi hanno detto di richiamare quando ero pronto..quando ero sicuro e io ho intenzione di farlo non appena le cose vanno a posto.” [Intervista n.2] “Io non lavoro, ma diciamo che per mettere su la mia idea imprenditoriale, alla quale non rinuncio, non ho fretta, ho sentito la tutor l’ultima volta nel settembre 2011. Intanto per portarmi avanti ho fatto il corso per maneggiare gli alimenti..Ho una bambina piccola, non posso stare dietro a tutto. Il prossimo anno che andrà all’asilo allora riprenderò in mano la cosa, perché mi piace, mi diverte.” [Intervista n.5]. “..continuo a cercare il locale e se lo trovo torno al MIP, non l’ho abbandonato.” [Intervista n.8] Non si può tuttavia omettere che la propensione a sospendere il percorso in alcuni casi sia correlata anche ad una scarsa motivazione al fare impresa. Nello specifico, si tratta di utenti disorientati, che considerano il mettersi in proprio come una delle opportunità possibili da vagliare. Per questo non si considerano dropout e mantengo aperto il rapporto con il servizio, senza però tenere conto che un piano d’impresa ha una validità limitata nel tempo, dopo di ché le previsioni in esso contenute non hanno più alcun valore nella pratica. “Quindi non è che ho abbandonato, diciamo che sono ferma che ci sto pensando. Volevo tornare a parlare con la tutor e chiedere se vale la pena portare avanti la cosa lo stesso, nel senso fare il business plan, portare alla fine il percorso e intanto vedere se la situazione cambia. Voglio chiedere se il business plan scade. Nel senso se io lo faccio adesso e me lo validano e poi però non apro e passano per dire due o tre anni, poi ha ancora valore?” [Intervista n.4] Altri ancora invece, non hanno né abbandonato, né sospeso, ma sono stati indirizzati verso un altro servizio adeguato a rispondere alle loro esigenze, come nel caso di chi è stato rinviato al servizio “AproPartita Iva”: “.. in realtà io non ho abbandonato il MIP, ma sono semplicemente stata dirottata su un servizio più adatto, AproPartita Iva, in questo senso il MIP ha esaurito la sua funzione nei miei confronti.” [Intervista n.3] 4.2 Tempi e ragioni dell’abbandono Prima di addentrarci nell’analisi, ricordiamo brevemente che il servizio MIP si struttura in due momenti principali16: - una fase di assistenza ex-ante, che consiste nell’erogazione di servizi consulenziali per l’avvio dell’impresa (Azione 2) raggruppati in cinque macro fasi (pre-accoglienza, accoglienza, accompagnamento e sviluppo del business plan, brevi momenti di formazione su tematiche specifiche, validazione) che si chiudono con la validazione del piano d’impresa; - una fase di assistenza ex-post ,che consiste nell’erogazione di servizi di consulenza specialistica e di tutoraggio per il consolidamento delle imprese nate dall’esperienza Mip (Azione 3). 16 Programma Operativo Regione Piemonte 2007-2013, FSE, Obiettivo "Competitività regionale e occupazione ", Asse "Adattabilità", Attività "Percorsi Integrati per la Creazione d'Impresa". 41 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ I casi che abbiamo definito di abbandono sono quelli che non portano a termine la fase di assistenza exante, perché interrompono il servizio prima di arrivare alla validazione del business plan, ovvero prima di aver terminato l’iter che consente loro di costituire l’impresa. Tra le motivazioni addotte dagli intervistati, alcune sono ricondotte alle caratteristiche del servizio erogato (aspettative disattese, durata del percorso), altre fanno capo a cause di natura contingente (mancanza di risorse economiche, idea imprenditoriale debole, nuovo impiego). Gli utenti con aspettative disattese Le persone da noi intervistate dichiarano di rivolgersi al MIP principalmente per due ragioni: ottenere consulenza e reperire finanziamenti utili a realizzare la loro idea imprenditoriale. Tra coloro che si aspettano di ricevere consulenza, alcuni lamentano un mancato, o carente, supporto alla redazione del piano d’azienda. Questi, se da una parte riconoscono che nell’impostazione del servizio vi sia un’idea consulenziale completa, ritengono però che, nella pratica di cui hanno avuto esperienza, il servizio non svolga appieno la sua funzione. “Io non sto lavorando, ma non sono disoccupata, sono una neolaureata in progettazione delle politiche, sono un’assistente sociale con già un po’ di esperienza e con l’idea di mettere su un servizio per anziani.. Sono andata al MIP in cerca di aiuto economico e di consulenza. Cercavo indicazioni sulle nuove normative, ma più che altro sulle spese di amministrazione che avrei dovuto affrontare.. E poi ero interessata ai contributi che il MIP offre.. Ho fatto due o tre incontri dopo quello di gruppo, ma la tutor che avevo mi sembrava fosse li a far passare le ore, non è che mi dicesse tanto. Per esempio siamo arrivate a parlare delle cooperative da cercare con cui mettermi in contatto per avviare il mio servizio, per vedere se erano interessate, ma sto ancora aspettando da ottobre; alla fine ho lasciato perdere.” [Intervista n.7] “.. Tutte le volte all’appuntamento si discuteva di non si sa bene che cosa.. io l’idea ce l’avevo chiara, secondo me invece la tutor no, e sarei dovuta stare li per sei mesi, ma dammi le indicazioni che ti chiedo e poi io mi muovo da sola, che così non perdiamo tempo in due, pensavo.” [Intervista n.14] Quanti si rivolgono al MIP per trovare finanziamenti mostrano soddisfazione nei casi in cui l’aspettativa sia realisticamente orientata al contributo riservato agli iscritti alle liste di collocamento e al rimborso per le spese sostenute per l’avvio dell’attività messo a disposizione dal programma. Lamentano insoddisfazione invece, gli utenti che si sono costruiti altri due ordini di aspettative: i) l’ intermediazione con istituti di credito tradizionale o con il sistema del microcredito; ii) l’erogazione di finanziamenti ad hoc (come nel caso di contributi mirati, per esempio, alla costituzione di imprese agricole). “Mi ero rivolto al MIP perché l’accesso al credito è difficile, perché se stai bene ti offrono soldi, ma se hai qualche problema ti mollano..Ma al MIP non mi hanno saputo aiutare, allora ho aperto la libreria con i miei risparmi.” [Intervista n.12] “Io ho letto su un opuscolo dell’esistenza del MIP e visto che volevo un tutor per poter cominciare la mia attività apistica, ho pensato fosse il posto giusto..poi la mia tutor è andata via, ne è subentrata un’altra che ha tentato di portare avanti la cosa, di raccogliere informazioni per compilare il business plan che ti chiedono di fare, dove indicare per esempio i costi che pensi avrai, le spese, ma poi mi hanno detto che non sapevano aiutarmi di più perché quel servizio non è dedicato..non si occupa di agricoltura. Nel senso che non mi sapeva dire cosa devo fare per avere finanziamenti e anche cosa fare per avere l’assistenza al reddito per l’inizio del lavoro.. per quella parte mi hanno detto che mi devo rivolgere alla Coldiretti o alla CNA o alla Confagricoltura, insomma a qualche associazione che se ne occupi nello specifico.” [Intervista n.1] 42 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ In casi di questo tipo è stata manifestata profonda insoddisfazione, tuttavia l’origine della problematica va ricercata nei canali che hanno fornito le informazioni dirette ai potenziali utenti piuttosto che nell’opera dei tutor. La tempistica lunga del servizio Alcuni tra gli intervistati convengono nel ritenere non sostenibile la durata del percorso a loro proposto. L’assistenza ex-ante finalizzata alla creazione dell’impresa ha come attività principale la stesura del business plan, la cui validazione sancisce la chiusura del percorso e consente l’avvio delle procedure formali necessarie alla costituzione dell’impresa. Il percorso che dall’accoglienza porta al business plan non ha una durata stabilita a priori, ma viene calibrato a seconda dei casi. In via teorica, il tempo ipotizzato da chi eroga il servizio va da un minimo di tre mesi a un massimo di un anno. A determinarne la durata effettiva però, sono una serie di criteri che variano a seconda: - della complessità dell’idea imprenditoriale sottoposta ad analisi (l’apertura di un esercizio commerciale tradizionale necessita di tempi diversi da quelli previsti, per esempio, per l’avvio di un’impresa di compostaggio); - della disponibilità dell’utente a lavorare allo sviluppo del suo progetto imprenditoriale (il tempo che dedica alla raccolta delle informazioni necessarie alla compilazione del business plan); - della disponibilità del tutor e della persona ad incontrarsi con frequenza (per esempio ogni settimana o la massimo ogni 15 giorni); - delle competenze della persona (tecnico-professionali, manageriali e relazionali) utili a sviluppare il progetto d’impresa; - delle risorse economiche a disposizione dell’utente (i tempi si allungano se occorre attivare un rapporto con gli istituti di credito tradizionali o di microcredito). Talvolta i tempi si dilatano per il verificarsi di veri e propri cortocircuiti. Una situazione riscontrata tra alcuni intervistati e che riteniamo utile segnalare, è l’inconciliabilità tra esigenze imposte dal servizio e il tempo necessario per l’individuazione del locale “adatto” (in termini di ampiezza, visibilità, posizione, costo etc.) in cui realizzare la propria idea imprenditoriale. L’attività di ricognizione ed analisi a riguardo determina infatti in molti casi un notevole dilatamento dei tempi necessari alla stesura del business plan che, a sua volta, aumenta il rischio di perdere il locale individuato. “Quando il proprietario mi ha detto che non mi dava più il negozio sono tornata dal tutor .. e lui mi ha detto che ci fermavamo li, che non aveva senso chiudere senza avere il locale e mi ha detto che con un altro locale si sarebbe dovuto rifare tutto da capo, perché tutti i costi andrebbero rivisti. E ha ragione, però così ci vuole tanto, troppo tempo e ho paura di riperdere il locale. Allora mi ha detto di richiamarlo quando avrei trovato un nuovo locale.” [Intervista n.8] “Al MIP abbiamo fatto un percorso abbastanza lungo, saranno stati 4 mesi, con un incontro al mese, di quasi due ore, avevamo quasi tutto pronto, avevamo impostato bene le cose, ma poi abbiamo abbandonato perché quando eravamo quasi pronte siamo rimaste senza locale.. però non volevamo gettare la spugna e ci siamo rimesse a cercare. Adesso abbiamo aperto, in un altro posto e senza finire il percorso al MIP, non potevamo tornare e finire di fare il percorso, perché visto che il locale era cambiato, bisognava impostare i calcoli, tutto il business plan da capo, ma non potevamo perderci tempo, che poi non è tempo perso, perché quello che abbiamo fatto con il MIP ci è servito, ci ha dato un’impostazione per mettere in pratica l’idea, ma a chi ti affitta i locali devi dare una risposta in fretta.” [Intervista n.9] 43 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ In questo senso le persone intervistate si sentono come costrette in un circolo vizioso e ritengono che “la durata del percorso sia difficilmente conciliabile con la realtà dei fatti”: per reperire un locale ci deve essere la certezza di avviare l’attività, certezza che però si ottiene solo al momento della validazione del business plan. Tuttavia la validazione non può avvenire senza la certezza di un locale, che riveste un ruolo cruciale per il calcolo dei costi e delle prospettive dell’impresa. “Ti dicono fai il planning, ma come faccio a farlo se prima non trovo il locale o se il locale lo trovo solo alla fine.. e se lo trovo prima di finire non posso bloccarlo perché non posso aprire partita iva prima che il business plan sia validato?” [Intervista n.14] Accanto a questi casi, se ne trovano altri che ai tempi lunghi del servizio associano un’eccessiva standardizzazione del percorso, che penalizzerebbe il carattere personalizzato della consulenza: non solo l’idea imprenditoriale proposta, ma le competenze in possesso dell’utente, nonché le esigenze economiche che potrebbero e dovrebbero, secondo questi utenti, essere assecondate e trovare risposta. “Io conosco il MIP da anni, avevo lavorato con il vecchio MIP, prima del 2007, e devo dire che è un servizio eccellente. Avevo seguito alcuni dei miei clienti che vi avevano partecipato. La parte di consulenza, il tutoraggio, sono svolti in modo impeccabile da personale qualificato e molto disponibile. L’idea di portare le persone a formulare un business plan è ottima. Il vecchio MIP era un viatico per le banche, un buon mezzo perché chiudevano un occhio a fronte di un business plan firmato dalla Provincia e concedevano il 20% del finanziamento, mentre l’80% spettava alla Regione, anche senza garanzia. Poi con la nuova programmazione è cambiato tutto. Ma il cambiamento va a sfavore del servizio, che resta buono, ma può rendere meno, perché obbliga ad un percorso lungo che però non riesce a portare fino in fondo persone che potrebbero arrivare a compilare il business plan e quindi ad avviare un’attività. Questo perché non c’è più la possibilità di ricevere garanzie economiche.” [Intervista n.11] “È buona l’idea di dare consulenza, ma lo fanno in modo standardizzato che non va sempre bene per tutti, come nel mio caso che ho 55 anni e non mi puoi tenere 6 mesi a fare il planning. Si vede che è un servizio che è invecchiato, è nato in un’altra epoca e continua a ragionare come si faceva negli anni ‘80. Oggi non puoi far scrivere e presentare un rapporto di 40 pagine, per esempio, a una banca o al microcredito, come interessava a me, i tempi sono cambiati, più nessuno te lo legge. Il servizio va ammodernato e snellito.” [Intervista n.14] Infine ci sono casi che lamentano disagi dovuti alla sovrapposizione dell’orario di lavoro. Si tratta di utenti che frequentano il MIP ma, hanno una condizione lavorativa stabile e che, ovviamente, dispongono di minore tempo da dedicare al progetto imprenditoriale, ma soprattutto fanno fatica a partecipare agli incontri con il tutor perché “quando gli altri lavorano lavori anche tu e quando hai finito tu anche gli altri non lavorano più” [Intervista n.16]. La mancanza di risorse economiche Una delle ragioni che inderogabilmente porta all’abbandono del percorso MIP è la mancanza di risorse economiche, associate e aggravate dall’impossibilità di accedere sia ai canali di finanziamento pubblici, sia al sistema del credito privato. Un ostacolo questo che diventa insormontabile in assenza di garanzie: “io non ho soldi da parte, e poi né io né il mio compagno lavoriamo.. le banche non ti danno soldi, così stiamo cercando di vendere casa, che è di nostra proprietà, ma è un momento difficile.. se riusciamo a venderla, quella farà da piccola base economica.” [Intervista n.4] “Il mio cliente non ha garanti che coprano il 20% richiesto dalla banca. E il funzionario del MIP appurata questa parte ci ha detto che è meglio interrompere, perché senza la possibilità di ottenere il finanziamento il discorso si chiude qui e il mio cliente perderebbe solo tempo.” [Intervista n.11] 44 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ La debolezza dell’idea imprenditoriale Tra i casi intervistati, alcuni abbandonano su consiglio del tutor perché l’idea imprenditoriale è risultata “debole”, dove per debolezza si intende la mancanza delle condizioni necessarie alla sua realizzabilità (inerenti la fattibilità tecnica, economica e finanziaria e la coerenza con le esigenze di mercato). “Io avevo l’idea di un’attività ristorativa, un piccolo bar.. ma che fa anche piatti caldi.. stranieri. Ma non è andata bene perché ce n’erano tanti, il momento non era buono, mi hanno detto di guardare bene .. l’idea era di ampliare ma non era possibile farlo..dovevo capire l’ubicazione,.trovare quella migliore.” [Intervista n.2] “L’idea è sempre stata la stessa, quella di aprirmi un negozio di oggettistica. Ma se non era il momento allora perché già qualche anno fa il mercato, la situazione non era rosea, oggi è un disastro, perciò sono ferma ..perché vedo che i negozi adesso aprono e chiudono come niente, quindi non so se buttarmi.” [Intervista n.4] La scelta di un nuovo impiego Le persone che abbiamo intervistato, sono: (i) occupati che si rivolgono al MIP a fine carriera lavorativa, con l’esigenza di ricollocarsi, perché l’azienda è in crisi o perché hanno ricevuto dal datore di lavoro pressione per un’uscita anticipata; (ii) disoccupati che si rivolgono al MIP mentre sono in cerca di occupazione. Nel primo caso, dopo qualche incontro con il tutor, messi di fronte alla complessità e al rischio di fare impresa, queste persone decidono di mantenere il posto di lavoro occupato in precedenza, quando ricevono rassicurazioni dall’azienda di conservare il posto di lavoro messo in discussione in precedenza; nel secondo caso invece, sono persone che di fronte ad un’offerta di lavoro, abbandonano perché hanno trovato un impiego, qualunque esso sia. In queste circostanze, una volta avuta la garanzia di un posto di lavoro, gli utenti abbandonano sia il rapporto con il MIP, sia l’idea imprenditoriale. “..Poi però mentre stavo stendendo il business plan mi è arrivata un’offerta di lavoro da una grande azienda di comunicazione con la prospettiva, che si dovrebbe consolidare a breve, di un impiego a tempo indeterminato. Di fronte a quell’offerta ho abbandonato la mia idea. Perché preferisco, in un periodo come questo, la tranquillità economica, e non solo, di un lavoro che conosco e mi offre garanzie, piuttosto di stare dietro a un’idea che non si è ancora concretizzata e dall’incerto successo. Se avessi continuato a essere disoccupata, sarei andata avanti, avrei cercato di concretizzare il mio progetto e avrei continuato con il MIP.” [Intervista n.6] “.. ho dovuto mollare perché alla fine è sfumata anche l’opportunità che la mia azienda mi aveva dato per uscire anticipatamente. A quel punto ho fermato tutto, non potevo continuare a temporeggiare con la mia azienda, così ho deciso di sospendere la cosa e tornare al mio impiego precedente.” [Intervista n.13] 4.3 La storia professionale successiva all’abbandono La ricostruzione della storia professionale dei soggetti intervistati è utile a capire se l’abbandono del servizio coincide con la rinuncia a mettersi in proprio o se questa scelta non influenza l’intenzione di voler diventare imprenditori. 45 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ In alcuni casi, l’abbandono del servizio coincide con la decisione di abbandonare anche l’idea imprenditoriale (come nel caso di chi trova un’occupazione), in altre situazioni invece, l’idea resta, ed è interessante vedere come il progetto viene portato avanti in autonomia, oppure rivolgendosi ad altri programmi o servizi. La prosecuzione dell’idea progettuale in autonomia Tra gli intervistati si trovano casi dove l’abbandono del servizio non corrisponde con la decisione di abbandonare anche l’idea imprenditoriale. Se la persona ritiene che la propria idea imprenditoriale sia realizzabile, ma ha visto disattese le aspettative che riponeva nel servizio, allora prosegue nel tentativo di concretizzarla con risorse proprie (economiche, relazionali, etc.). “Adesso abbiamo aperto, in un altro posto e senza finire il percorso al MIP.. non abbiamo chiesto soldi alla Provincia o al microcredito, perché abbiamo capito che non sarebbe stato possibile e alla fine abbiamo fatto con i soldi nostri.” [Intervista n.9] “Tutte le informazioni che cercavo alla fine sono riuscita ad averle tramite un signore che conosco, così ora faccio da sola. Alla mia idea non ho rinunciato, ora cerco di capire come funziona il microcredito e come e se posso accedere, intanto resto iscritta alle liste di disoccupazione.” [Intervista n.14] In altre circostanze, infine, la persona abbandona il percorso perché ritiene di aver bisogno di sperimentare la propria idea prima di correre il rischio di mettersi in proprio: “Non ho abbandonato la mia idea, alla fine sto provando a fare l’apicoltore sperimentandomi sui tre alveari che ho comprato e sto cercando di capire come funzionano i finanziamenti. Al servizio non ci vado più. Ci posso anche tornare, se appunto mi accettano ancora, ma semmai ci voglio andare con le idee chiare sui tempi che mi servono per mettere su l’apiario e sui costi che devo sostenere, così non perdo tempo e riesco a completare il business plan.” [Intervista n.1] La prosecuzione dell’idea progettuale con l’aiuto di un altro servizio Tra i drop-out interpellati, si registrano casi che affermano di volersi rivolgere altrove per cercare supporto prima di abbandonare il progetto imprenditoriale. In molti casi si tratta di persone che sono alla ricerca di un soggetto intermediario che permetta loro di accedere al sistema di credito, in altri sono utenti che durante il percorso hanno maturato la necessità di potenziare alcune competenze prima di avviare un’impresa oppure hanno deciso di realizzare la propria idea sotto un’altra forma giuridica. Quando una persona tra le motivazioni per cui si è rivolta al MIP vede disattesa quella di ricevere finanziamenti, cerca di realizzare la propria idea imprenditoriale rivolgendosi altrove, nella speranza di trovare servizi in grado di svolgere una funzione di mediazione con gli istituti di credito o che possano facilitare l’accesso a fonti di finanziamento di settore/dedicate. “Ho pensato anche di rivolgermi a Sviluppo Italia, che adesso forse non si chiama più così ma Invitalia17, ma li per accedere ai fondi devi aprire una società e devo verificare se conviene. Questa è una nuova prospettiva, che ancora dobbiamo indagare. Se non ci fosse il problema della garanzia bancaria, saremmo rimasti al Mip.” [Intervista n.11] 17 Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa. 46 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Tra i soggetti intervistati, si trovano poi ad abbandonare il servizio, ma non l’idea progettuale e a cercare supporto in altre direzioni, due casi di giovani utenti che nel frequentare il MIP si rendono conto che non è il servizio adatto alle loro esigenze, dal momento che: i) necessitano di formazione specifica oltre che di tutoraggio; ii) scelgono un’altra forma giuridica (per esempio attraverso la creazione di un’associazione o di una cooperativa) per realizzare la loro idea imprenditoriale. “Per questo al MIP non siamo più andate. Questo progetto[imPrendiamoci Bene18]è diverso, non è per le aziende, ti danno una persona che ti affianca, in realtà si tratta di un corso.. è un’idea che c’era da anni.. sono dipendenti comunali che ti spiegano come fare ad aprire, le leggi, le cose che devi fare.. Il MIP invece dà incentivi per le aziende.. Al MIP noi siamo arrivate con la nostra idea, ma non c’entravamo, qui invece è la nostra idea che sta dentro a un progetto più grande.” [Intervista n.10] 4.4 I fattori che influiscono sull’abbandono del servizio e i margini d’intervento possibili Le testimonianze raccolte attraverso le interviste in profondità hanno fatto emergere un insieme di fattori che influiscono sull’abbandono del servizio. Essi sono raffigurati nello schema riportato nella fig. 1, che li descrive a titolo esemplificativo secondo una sequenza di carattere logico e non temporale: 1. rispetto delle condizioni di ammissibilità (requisiti formali) 2. disponibilità di un’idea imprenditoriale “solida” 3. motivazione all’imprenditorialità 4. disponibilità di risorse economiche adeguate 5. disponibilità di una finestra temporale sufficiente 6. disponibilità di un quadro di competenze tecnico-professionali adeguato 7. fattori residui Se consideriamo il percorso di accompagnamento come un percorso di valutazione dei requisiti e delle risorse essenziali per avviare un’impresa, la presenza o meno dei fattori sopradescritti (indicato con un “Si” o un “No” nella figura n.1) concorre nel determinare il proseguimento oppure l’uscita dal percorso da parte dell’utente. Questi fattori possono pertanto essere utili ad identificare il sottogruppo di utenti per cui l’abbandono è considerato fisiologico, o comunque difficilmente evitabile, da tutti gli altri casi che invece potrebbero concludere positivamente il percorso se ulteriormente supportati. 18 “imPrendiamoci Bene” è un progetto sperimentale promosso e finanziato dalla Provincia di Torino, nell’ambito dei Piani Locali Giovani (PLG), con l’obiettivo di promuovere un “modello di approccio personale al mondo del lavoro”. L’iniziativa, avviata a fine 2011, è rivolta a cento giovani, tra i diciotto e i ventinove anni, residenti in uno dei sei Comuni compresi nel PLG (Beinasco, Bruino, Orbassano, Piossasco, Rivalta di Torino - in qualità di capofila del progetto – e Volvera). Attraverso un percorso collettivo il progetto intende sviluppare “le potenzialità, le competenze e le idee per creare da sé una professione: autonoma, creativa ed economicamente indipendente”. Il fine ultimo è quello di accompagnare un massimo di quattro soggetti alla realizzazione del propria idea progettuale nella forma di cooperative, società o associazioni. Per una visione completa dell’iniziativa si veda la scheda di progettazione: http://www.provincia.torino.gov.it/solidarietasociale/file-storage/download/2011/giovani/progetti_2011/imprendiamoci_bene.pdf. 47 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ si si si si si si Orientamento imprenditoriale Solidità idea imprenditoriale Risorse economiche Tempistica adeguata FATTORI RESIDUI Competenze BP VALIDATI si N0 N0 N0 N0 NO Fattori essenziali sui quali il servizio non ha modo di influire Requisiti formali NO Fattori essenziali sui quali il servizio potenzialmente potrebbe influire NO Tavola 4.1 – Fattori che influiscono sull’esito del percorso 48 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ In proposito, ci sembra ragionevole sostenere che il servizio abbia difficilmente modo di intervenire sui primi tre fattori. Per contro riteniamo che, in una eventuale riprogettazione del servizio, sia possibile un margine di intervento sui successivi tre fattori in elenco, che riguardano la disponibilità di risorse economiche adeguate, di una finestra temporale sufficiente a completare il percorso e di competenze tecnico-professionali attinenti. Restano invece esclusi dall’analisi i fattori definiti residui, riconducibili a motivazioni personali che non possono essere previsti e classificati in modo esaustivo. Secondo questa impostazione, i casi che risultano in possesso dei requisiti formali, dimostrano di avere un’idea imprenditoriale solida e una propensione a fare impresa, hanno possibilità di concludere positivamente il percorso se ulteriormente supportati di fronte alla mancanza di risorse economiche e competenze adeguate, in una finestra temporale adeguata. Per quanto riguarda i possibili interventi da mettere in campo, il servizio negli anni ha introdotto azioni di miglioramento (come l’introduzione di ore di orientamento in fase di accoglienza per i casi più deboli), o comunque ancora insufficienti ad influire in modo significativo sui problemi ai quali tentano di dare risposta. Accanto a questi e in relazione ai fattori sui quali si ritiene il servizio possa influire, occorre dunque ipotizzare altre soluzioni che potrebbero essere tenute in considerazione in una futura riprogettazione. Per affrontare il problema dell’accesso al credito, il servizio ha risposto attivando convenzioni con soggetti che operano nell’ambito del microcredito. Questa azione da sola non è sufficiente e, in ogni caso, il MIP non può svolgere il ruolo d’intermediazione spesso richiesto dagli utenti. Il MIP può sensibilizzare la rete dei soggetti che lavorano a supporto della creazione d’impresa, ma soluzioni e strumenti appropriati come ad esempio l’istituzione di un fondo di garanzia a rotazione per le neoimprese, ricadono al di fuori della sfera d’azione del servizio. Per intervenire sulle altre due variabili (tempi adeguati e competenze) invece, è possibile individuare azioni di miglioramento interne al servizio stesso. Per quanto riguarda la dotazione delle competenze necessarie per la stesura del business plan e per la realizzazione dell’idea imprenditoriale, il servizio ha gli strumenti per accrescere le competenze tecnicomanageriali, ma non può dotare di competenze professionali o relazionali chi ne risulta sprovvisto. Può però contribuire, rilevando i fabbisogni formativi dell’utente e indicando il percorso più appropriato. A questo proposito, un miglioramento può avvenire in fase di progettazione del percorso individuale, dove per valutare la situazione dell’utente, potrebbe essere utile introdurre ore dedicate al bilancio delle competenze nella fase di accoglienza. Nel caso di abbandono a causa di un’eccessiva durata del percorso invece, pochi sono i margini d’intervento consentiti, visto il numero di variabili che entrano in gioco (un esempio tra tutti la disponibilità di un locale adatto al momento giusto). Il servizio predisporre già percorsi personalizzati all’interno dei quali cerca di costruire una finestra temporale in grado di combinare gli elementi indispensabili alla realizzazione dell’idea imprenditoriale con il supporto consulenziale offerto dal servizio. Ma per arrivare alla definizione di una tempistica sempre più adeguata ad ogni singolo caso, occorre da un lato riconoscere tempestivamente caratteristiche ed esigenze dell’utenza (anche in questo caso il bilancio delle competenze può dimostrarsi utile), dall’altro inserire scadenze intermedie che possano strutturare il percorso ad ogni fase. 49 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ 4.5 Monitoraggio e gestione dell’abbandono Al fine di individuare i casi di drop-out potenzialmente evitabili, il servizio necessita di accrescere ed organizzare le informazioni di cui dispone sull’utenza. Pertanto è necessario monitorare l’andamento degli utenti lungo tutto il percorso con la finalità di conoscerne meglio le aspettative e le scelte, e avendone maggiore conoscenza, capire quali sostenere altrimenti. Il servizio pone condizioni all’ingresso (il possesso dei requisiti di ammissibilità), ma non definisce regole per governare l’uscita ed eventuali reingressi di utenti che abbandonano a percorso non concluso. Perciò non è sempre in grado di sapere quanti utenti hanno definitivamente abbandonato il servizio e quanti invece mostrano l’intenzione di riprendere dopo un momento di sospensione. “Sono andata al MIP per avere informazioni, la prima volta non ricordo in che anno, perché ho cominciato e smesso più volte, forse la prima è nel 2006 o 2007, non lo so più. Dopo il primo ciclo d’incontri, della prima volta, ho smesso perché non era il momento. Però con il servizio non ho più parlato chiaramente, adesso voglio richiamare e fare due chiacchiere con la tutor, perché con lei stavamo ragionando sul da farsi..” [Intervista n.4] Accanto al monitoraggio degli utenti, il servizio necessita dunque di introdurre regole per governare l’uscita, così da ottenere altre informazioni che aiutino ad identificare quali casi di abbandono potrebbero essere evitati e quali invece sono da considerare irrecuperabili. Introdurre regole per la fuoriuscita è funzionale anche a responsabilizzare chi intraprende il percorso, perché si trova di fronte una scadenza. Inoltre l’introduzione di regole offre la possibilità di sancire la data di abbandono, informazione non irrilevante ai fini dei servizi consulenziali che si intende offrire e alle tempistiche necessarie alla creazione d’impresa. Se ci atteniamo all’ipotesi che non esista un tempo massimo stabilito a priori e comunicato all’utente per potare a termine il percorso MIP, nessun utente potrebbe essere considerato drop-out. Di fatto però, abbiamo visto che, nel lungo periodo, esistono solo due esiti possibili: la validazione del business oppure la fuoriuscita dal MIP. Pertanto riteniamo necessario definire un tempo massimo di durata del percorso e consideriamo ragionevole circoscrivere a un anno il tempo limite per terminare la stesura del business plan, dal momento che, come mostrano i dati in nostro possesso, i percorsi di durata superiore raramente terminano con esito favorevole. Oltre a determinare un tempo entro il quale l’uscita dal percorso diventa obbligatoria, appare utile al buon funzionamento del servizio formalizzare sia gli abbandoni sia i casi di sospensione delle attività. Così com’è formalizzato l’ingresso nel percorso, così ne andrebbe sempre comunicata e ufficializzata l’uscita o la sospensione. Tanto è importante tenere traccia degli ingressi, monitorare l’andamento dei percorsi, allo stesso modo è funzionale all’economia del servizio, gestire le fuoriuscite o i casi di sospensione. Infine monitorare l’uscita (analizzandone anche le motivazioni) potrebbe facilitare il rinvio della persona ad altri programmi o servizi, valorizzando le risorse messe a disposizione dalla rete di soggetti che si occupano di supporto alla creazione d’impresa e di politiche attive del lavoro. “Io ho letto su di un opuscolo dell’esistenza del MIP e visto che volevo un tutor per cominciare la mia attività apistica, ho pensato fosse il posto giusto, poi la mia tutor è andata via, ne è subentrata un’altra che ha tentato di portare avanti la cosa, di raccogliere informazioni per compilare il BP che ti chiedono di fare, .. ma poi mi hanno detto che non sapevano aiutarmi di più perché quel servizio non è dedicato..non si occupa di agricoltura. Nel senso che non mi sa dire cosa devo fare per avere finanziamenti e anche cosa fare per avere l’assistenza al reddito per l’inizio del lavoro, per quella parte mi hanno detto che mi devo rivolgere alla 50 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ COLDIRETTI o alla CNA o alla Confagricoltura, insomma a qualche associazione che se ne occupi nello specifico.”[Intervista n.1] 4.6 L’analisi dei drop out sull’archivio SILP Un aspetto cruciale rispetto all’interpretazione dei drop out è conoscere la loro situazione lavorativa successiva all’ingresso nel MIP. Abbiamo infatti registrato che ben l’11% dei drop out intervistati dichiara di aver abbandonato il MIP perché nel frattempo si è garantito un’alternativa occupazionale. E’ addirittura verosimile che questa percentuale sottostimi il fenomeno, perché ci si aspetta che chi lavora tenda a rispondere meno alle rilevazioni telefoniche rispetto a chi è disoccupato. Inoltre tra le motivazioni dell’abbandono questa è l’unica testabile empiricamente, posto che le banche dati di riferimento vengano considerate attendibili. Le domande a cui si cerca di rispondere in questo paragrafo sono allora le seguenti: “quanti sono tra gli utenti drop out quelli che risultano occupati? L’incidenza degli occupati è maggiore tra i drop out rispetto a quanto non valga per gli utenti che portano a termine il percorso?”. Conferme in tal senso rafforzerebbero l’idea che una buona parte degli abbandoni sia realmente legata all’ottenimento di un impiego. Il Sistema Informativo Lavoro Piemonte (SILP) è una banca dati regionale che consente di osservare per un dato individuo la relativa storia occupazionale in un determinato lasso di tempo. Il SILP è gestito dal Consorzio per il Sistema Informativo (CSI), e contiene informazioni dettagliate sulla posizione lavorativa degli utenti dei Centri per l’Impiego e di tutti coloro che sono interessati da qualche mutamento nella posizione lavorativa (avviamenti, cessazioni, trasformazioni). Dal SILP è possibile estrarre le caratteristiche dei lavoratori e delle aziende, oltre che le principali informazioni su ogni singolo rapporto di lavoro dipendente da questi attivato. Per operare all’interno di SILP ai nostri fini è necessario effettuare l’incrocio con il dabase MIP utilizzando un identificativo univoco e comune, il codice fiscale degli individui, come chiave di ricerca. L’incrocio va a buon fine soltanto quando il codice fiscale è espresso correttamente e presente in entrambi gli archivi. Non sempre ciò avviene, nel nostro caso le osservazioni - dove ogni osservazione è un utente DROP OUT del MIP individuato secondo i criteri espressi precedentemente - abbinate con successo sono state 4.254 su un totale di 6.837, pari al 62%. La tabella seguente riepiloga l’esito dell’abbinamento con i dati SILP e mostra come soltanto l’incrocio svolto sui drop out afferenti al corrente ciclo di programmazione (POST 2008) raggiunga una percentuale di successo pressoché ottimale e pari al 94%. Tabella 4.1: incrocio database MIP con SILP N. Drop out N. Abbinati % Abbinamento PRE 2008 4.950 2.472 50% POST 2008 1.887 1.782 94% Totale 6.837 4.254 62% A queste osservazioni (utenti) corrispondono 3.937 progetti di impresa, individuati a partire dal titolare del progetto. Posto che lo scopo dell’analisi su SILP è osservare la situazione occupazionale dei drop out si è scelto di considerare soltanto i capiprogetto, in quanto responsabili e figure trainanti rispetto agli eventuali soci. In definitiva, per ottimizzare la lettura dei dati, l’analisi si è concentrata sui soli capiprogetto (ciascun record aggrega i dati di progetto all’anagrafica del capo progetto), drop out appartenenti al ciclo di programmazione 2007-2013. In concreto si osserva che dei 1.283 drop out della nuova programmazione ben 1.229 sono stati correttamente abbinati, pari al 96%. Ciò significa che la quasi totalità può in questo 51 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ modo essere seguita su SILP per quanto riguarda la propria storia lavorativa. La tabella sottostante mostra le unità d’analisi appena definite e la percentuale di abbinamento con SILP. Tabella 4.2: incrocio database MIP con SILP (capiprogetto) PRE 2008 N. Drop out (CAPIPROGETTO) 2.654 POST 2008 1.283 1.229 96% Totale 3.937 1.283 68% N. Abbinati % Abbinamento 1.433 54% I confronti riportati di seguito sono stati costruiti a partire dai 1229 drop out della nuova programmazione seguiti nei loro esiti occupazionali. La Tabella 4.3 mostra lo stato occupazionale dei drop out osservato lungo quattro finestre temporali: (i) sei mesi prima dell’accesso al MIP [6-t]; (ii) al momento dell’accesso al MIP [t]; (iii) sei mesi dopo l’accesso al MIP [t+6]; (iv) un anno dopo l’accesso al MIP [t+12]. Da notare che al momento dell’ingresso i futuri drop out sono per 39% occupati, mentre ad un anno di distanza gli occupati salgono al 44%. Tabella 4.3: dinamica occupazionale a cavallo dell’ingresso nel MIP (utenti drop out) 6-t t t+6 t + 12 OCCUPATI 569 (46%) 483 (39%) 453 (37%) 547 (44%) NON OCCUPATI 660 746 776 682 Totale 1229 1229 1229 1229 La Tabella 4.4 ripete le stesse osservazioni ma su un’altra tipologia di utenza, gli utenti con business plan validato. Questi rappresentano l’esito opposto, e favorevole, rispetto a quello dei drop out. Osservati lungo la stessa sequenza temporale, gli occupati mostrano tutt’altro andamento: se al momento dell’ingrsso ne MIP l’incidenza degli occupati è molto simile a quella registrata per i drop out (38%), ciò non vale per quanto riguarda l’anno successivo all’ingresso dove gli occupati sono soltanto il 21% degli utenti con business plan validato (contro il 44% registrato per i drop out). Tabella 4.4: dinamica occupazionale a cavallo dell’ingresso nel MIP (utenti con business plan) 6-t t t+6 t + 12 OCCUPATI 228 (49%) 176 (38%) 104 (22%) 100 (21%) NON OCCUPATI 235 287 359 363 Totale 463 463 463 463 I grafici successivi visualizzano meglio quanto mostrato sinora in tabella. L’incidenza degli occupati misurata sui due gruppi segue un andamento quasi opposto: per i drop out (Grafico 4.1) è in costante aumento dal momento dell’ingresso (39%) fino all’anno successivo (47%); per gli utenti che portano a termine il percorso MIP (business plan) l’incidenza degli occupati è invece in costante calo (dal 38% al 21%). 52 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Grafico 4.1: andamento occupazionale dei drop out 1500 1000 500 46% 39% 37% 47% 6 mesi PRE-MIP Iscrizione MIP 6 mesi POST-MIP 1 anno POST-MIP 0 OCCUPATI NON OCCUPATI D’altra parte quanto osservato per coloro che portano a termine il percorso, pur se non ottenuto come informazione analitica proveniente da intervista, rappresenta un dato intuitivo che trova conferma: ci si aspetta cioè che chi percepisce meno possibilità di occupazione sia più motivato nell’affrontare il proprio percorso d’impresa, così come chi possiede una spiccata motivazione a realizzare la propria idea imprenditoriale sarà meno propenso a cercare alternative occupazionali. In entrambi i casi l’esito atteso è quello osservato e cioè una minore presenza di occupati tra coloro che giungono alla stesura e alla validazione del business plan. Grafico 4.2: andamento occupazionale degli utenti con business plan 500 400 300 200 100 49% 38% 22% 22% 6 mesi POST-MIP 1 anno POST-MIP 0 6 mesi PRE-MIP Iscrizione MIP OCCUPATI NON OCCUPATI Il confronto tra la presenza di occupati tra i due gruppi ci porta a concludere che, a conferma di quanto ricostruito durante le interviste, la variabile lavoro giochi un ruolo determinante nel determinare la scelta della fuoruscita dal MIP. D’altra parte questo aspetto, pur determinante ai fini capacità delle possibilità del servizio di “creare impresa”, sfugge al controllo in quanto principalmente determinato dalla contingenza del mercato del lavoro e, in generale, dall’andamento dell’economia. Va però aggiunto che la porzione di utenza di cui stiamo trattando, quella parte su cui maggiormente grava l’influenza del fattore lavoro e i cui esiti imprenditoriali sono strettamente legati alle opportunità occupazionali, è probabilmente quella meno motivata a “fare impresa”, quella che vede nel MIP un’alternativa e non un mezzo per realizzare un progetto. Individuare questa tipologia di utenti al momento dell’accoglienza può dunque essere una valida opportunità per l’ente gestore ai fini di compiere scelte consapevoli sull’impostazione da dare al MIP: perseguire obiettivi quali la creazione di imprese più competitive e/o più longeve implica in fin dei conti individuare con maggiore rigore gli utenti più deboli e indirizzarli verso servizi più adatti alle loro esigenze. 53 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ CAPITOLO 5 – La creazione d’impresa Dopo aver affrontato il tema dei drop out, che in senso stretto, rappresentano l’esito negativo dei progetti d’impresa accolti dal servizio MIP, questo capitolo affronta l’avviamento dell’impresa, considerato in prima battuta l’esito favorevole. Va infatti ricordato che l’esito favorevole è rappresentato non solo dall’avviamento delle imprese, ma anche dalla loro qualità, posto che il MIP si pone l’obiettivo di creare imprese più competitive e più longeve. 5.1 Statistiche sulle imprese Nel corso dell’attuale ciclo di programmazione, cioè a partire dal 1° ottobre 2008, grazie al MIP sono state avviate 499 nuove imprese, di queste oltre il 60% sono nate nel corso degli anni 2010 e 2011, il 20% nel 2009 e il 18% nel 2008. Grafico 5.1 Distribuzione delle imprese per anno di avviamento 18% 31% 2008 2009 20% 2010 2011 31% Le imprese avviate operano principalmente nei settori commercio (35%) e artigianato (29%), tradizionalmente quelle di più agevole accesso per i neoimprenditori a causa della relativa assenza di barriere all’ingresso sul mercato (cfr. riforma Bassanini). Seguono i servizi alle imprese (13%) e i servizi alla persona (11%). Marginalmente rappresentati i settori turismo (4%), industria (2%), e trasporti (0,8%). Grafico 5.2 Distribuzione delle imprese per settore di attività 0% 3% 3% 13% Altro Artigianato 29% 11% Bar, ristorazione, alberghi Commercio Industria Servizi alla persona 2% Servizi alle imprese 4% Trasporti Turismo 35% 54 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ La stragrande maggioranza delle imprese nate dal MIP è composta da imprese individuali (66%). Tra le società la ragione sociale più diffusa è la responsabilità limitata (10%), seguita dall’accomandita semplice (4%). Scarsamente rappresentate le cooperative e le imprese familiari. Grafico 5.3 Distribuzione delle imprese per ragione sociale 0% 18% impresa familiare impresa individuale 4% 1% 1% piccola società cooperativa piccola società cooperativa sociale A società a responsabilità limitata 10% 0% 66% società a responsabilità limitata (unico socio) società cooperativa 5.2 Modello previsionale sulle caratteristiche favorevoli alla creazione d’impresa Alcune delle caratteristiche presentate, insieme ad altre che riguardano i potenziali neoimprenditori, possono contribuire a determinare il buon esito del progetto d’impresa. In questo paragrafo si tenta perciò di rispondere alla seguente domanda: “le caratteristiche dei potenziali imprenditori e dei progetti d’impresa influiscono sulla probabilità di portare a termine il percorso MIP e avviare l’impresa?”. Un modo per rispondere parzialmente, è osservare per ciascuna caratteristica di interesse la probabilità di successo (cioè il rapporto fra numero di imprese avviate con quella determinata caratteristica e numero complessivo di imprese avviate). Tuttavia queste semplici statistiche non tengono conto della possibile correlazione tra le diverse caratteristiche. Questo fa sì ad esempio che se due caratteristiche a cui è associato uno “svantaggio” tendono a manifestarsi simultaneamente, lo svantaggio connesso ad ognuna caratteristica risulterà “esagerato”. Per ovviare a questo problema è stato utilizzato un modello di regressione non lineare detto probit19, con cui si tiene conto simultaneamente degli effetti di tutte le variabili incluse nel modello, così che l’effetto associato a ciascuna caratteristica risulta stimato “a parità di altre condizioni”. Le stime prodotte dal modello non sono tuttavia di facile lettura, per questo sono state trasformate come illustrato nella tabella a seguire (i coefficienti stimati dal modello sono allegati in Appendice). In particolare mostrano che a parità di altre condizioni: i) i progetti d’impresa presentati a partire dall’anno 2009 hanno una probabilità di successo leggermente inferiore (-1,75%) rispetto agli altri; 19 In statistica, il modello probit è una specificazione di un modello di regressione binaria. Detta Y una variabile dipendente binaria (ossia che assume soltanto i valori 0 e 1), il modello probit ipotizza che: dove x_i denota una riga di X e phi è la funzione di ripartizione di una variabile casuale normale standard. Il vettore di parametri beta è stimato con il metodo della massima verosimiglianza. 55 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ ii) la presenza di più soci partecipanti al progetto garantisce un sensibile aumento della probabilità di successo (+4,66%) rispetto a quanto avviene per i progetti individuali; iii) due settori di attività penalizzano la probabilità di successo rispetto al settore commercio: i pubblici esercizi (-4,96%) e i servizi alla persona (-3,59%); iv) la nazionalità extracomunitaria incide negativamente (-2,82%) sulla probabilità di successo rispetto alla nazionalità italiana; v) chi possiede il titolo di studio inferiore (scuola media) è svantaggiato (- 2,74%) rispetto a chi possiede un diploma di maturità; vi) infine coloro che hanno acquisito un’esperienza professionale nello stesso campo in cui intendono avviare l’impresa conseguono un leggero vantaggio nella probabilità di successo (+1,74%). Il modello utilizzato permette inoltre di assegnare a ciascuna impresa una probabilità di ammissione a priori, stimata sulla base delle relative caratteristiche. L’esempio estremo è dato da un progetto (X1) che annovera tutte le caratteristiche premianti tra quelle appena illustrate, cioè: accolto nel gennaio 2009, 7 soci, con esperienza nel campo di attività, il capo progetto possiede una laurea, è lavoratore dipendente e ha un’età compresa tra 38 e 47 anni. Questo progetto ha una probabilità stimata di successo nell’avviare l’impresa pari a 88,7%. All’opposto un progetto (X2): accolto nell’ottobre 2008, individuale, senza esperienza nel settore di attività prescelto (pubblico esercizio), con titolo di studio licenza media ed età compresa tra 18 e 27, mostra una probabilità di successo stimata pari a 0,14%. Tabella 5.1 Stime probit sulla probabilità di avviare un’impresa Caratteristica Effetto sulla probabilità avviare l’impresa Modalità di cui si stima l’effetto... ...rispetto a questa modalità di riferimento Periodo -1,75% * Post 2008 Pre 2008 Soci 4,66% * Presenti Assenti Femminile Maschile Settore -5,95% 0,85% -4,96% * -1,76% -3,59% * 0,22% -3,49% Agricoltura Artigianato Pubblici esercizi Industria Servizi alla persona Servizi alle imprese Turismo Commercio Nazionalità -0,81% -2,82% * Coumnitaria Extracomunitaria Italiana Cassaintegrazione o mobilità Disoccupato Precario Autonomo Dipendente Titolo di studio 0,67% -2,74% * -1,30% 2,12% Laurea Scuola media Istituto professionale Altro titolo Scuola superiore Età 0,16% 0,95% -2,20% * Oltre 48 anni 38-47 anni 18-27 anni 28-37 anni Esperienza nel settore 1,74% * Presente Assente Imprenditori in famiglia 0,37% Presenti Assenti Sesso Situazione occupazionale 0,29% 2,23% 1,22% -0,67% -1,27% * statisticamente significativi al 95% dell’intervallo di confidenza 56 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Un’analisi parallela a quella appena descritta è stata svolta su un sottogruppo di progetti, quelli che hanno conseguito la validazione del proprio business plan. In questo secondo caso la domanda a cui si vuole rispondere è: “le caratteristiche dei potenziali imprenditori e dei progetti d’impresa influiscono sulla probabilità di avviare l’impresa una volta che si è ottenuto il business plan?”. Il modello utilizzato per produrre le stime è identico a quello descritto in precedenza (contiene le stesse variabili e utilizza la stessa forma funzionale), l’unica differenza consiste nell’aver utilizzato soltanto i progetti per i quali esiste un business plan validato. Anche a causa di una ristretta numerosità campionaria rispetto al caso precedente (1.461 contro 13.503), si evidenziano soltanto due stime statisticamente significative da cui si ottiene: i) i progetti d’impresa presentati a partire dall’anno 2009 hanno una probabilità di successo nell’avviare un’impresa dopo aver conseguito il business plan ampiamente inferiore (-11,29%) rispetto agli altri; ii) operare nel settore industria riduce drasticamente (-23,86%) la probabilità di successo rispetto al settore commercio. Tabella 5.2 Stime probit sulla probabilità di avviare un’impresa (solo progetti con business plan) Caratteristica Periodo Effetto sulla probabilità avviare l’impresa -11,29% * Modalità di cui si stima l’effetto... ...rispetto a questa modalità di riferimento Post 2008 Pre 2008 Soci 3,26% Presenti Assenti Sesso 5,11% Femminile Maschile Agricoltura Artigianato Pubblici esercizi Industria Servizi alla persona Servizi alle imprese Turismo Commercio Settore -24,32% 0,63% -10,67% -23,86% * -0,43% 0,44% -1,89% Nazionalità -0,63% -0,51% Coumnitaria Extracomunitaria Italiana Situazione occupazionale 5,63% 3,24% -0,94% 2,41% Cassaintegrazione o mobilità Disoccupato Precario Autonomo Dipendente Titolo di studio -5,24% 0,25% 4,59% 1,54% Laurea Scuola media Istituto professionale Altro titolo Scuola superiore Età 10,86% 7,51% -5,55% Oltre 48 anni 38-47 anni 18-27 anni 28-37 anni Esperienza nel settore 3,09% Presente Assente Imprenditori in famiglia -0,92% Presenti Assenti * statisticamente significativi al 95% dell’intervallo di confidenza 57 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ 5.3 Analisi occupazionale basata sull’esito della rilevazione Un aspetto estremamente rilevante ai fini del giudizio complessivo sulla politica di start up d’impresa in oggetto riguarda la capacità di creare imprese “migliori” rispetto a quelle che nascono spontaneamente. L’aggettivo “migliori” definisce: (i) imprese in grado di sopravvivere più a lungo rispetto alle altre; (ii) imprese in grado di crescere di più rispetto le altre. La risposta a questo interrogativo implica un’analisi contro fattuale che permetta di confrontare le imprese MIP con imprese il più possibile “simili”, ma nate spontaneamente [analisi che sarà contenuta nel rapporto finale di valutazione, previa accesso all’archivio ISTAT-ASIA]. Una prima suggestione, rispetto alla tematica occupazionale, può essere ricavata dalle dichiarazioni degli utenti con impresa avviata. Nel corso della rilevazione è infatti emerso che dei 100 imprenditori intervistati 73 hanno assunto almeno 1 collaboratore. Tra questi, 11 ne hanno assunti 2 e 9 ne hanno assunti 3. Complessivamente, secondo quanto suggerito dall’analisi delle risposte, 100 imprese hanno prodotto 100 nuovi occupati nel periodo compreso tra il 1° ottobre 2008 e il 31 dicembre 2011. Il grafico seguente riepiloga le risposte ottenute. Grafico 5.4 Risposte alla domanda: “quanti dipendenti/collaboratori sono inseriti nella vostra azienda?” 0 10 20 30 40 50 60 1 addetto 2 addetti 3 addetti Le imprese intervistate sono state avviate per la gran parte come ditte individuali (72% dei casi), ma non mancano casi di imprese con più soci (fino a 5 soci, 2%). Il grafico seguente mostra la situazione di partenza relativa alle imprese intervistate Grafico 5.5 Distribuzione delle imprese intervistate per numero di soci 0 10 20 1 socio 50 60 70 80 19 3 soci 5 soci 40 72 2 soci 4 soci 30 8 1 2 Dunque inizialmente le 100 imprese occupavano 148 individui (indicati genericamente come soci), con una media pari a 1,45 addetti per impresa. Al momento dell’intervista le stesse imprese mostrano una crescita di 100 addetti e assommano complessivamente 248 individui occupati (inclusi i soci di partenza), con una media pari a 2,43 addetti per impresa. La differenza in media risulta pari a 0,98 addetti in più dal momento dell’avviamento. Va precisato che il tempo trascorso dall’avviamento all’intervista non è uguale per tutto il campione: esso varia di un minimo di 656 giorni ad un massimo di 1.159, con una media pari a 839. Possiamo allora considerare l’aumento di circa un addetto per impresa in relazione ad un tempo medio di esercizio pari a 28 mesi (poco meno di 2 anni e mezzo). 58 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Ai fini analitici, non è secondario l’interesse nel confrontare questa stima della variazione occupazionale grossolana e basata sull’esclusiva dichiarazione dei rispondenti (nonostante non siano ipotizzabili eccessivi carichi cognitivi, né evidenti interessi a mentire), con quella più rigorosa (ma non priva di distorsioni) effettuabile sugli archivi dell’ISTAT-ASIA. Quest’ultima offre la possibilità, cruciale, di includere nell’analisi il comportamento delle imprese nate spontaneamente, cioè esogene alla politica di start up, consentendo di indagare l’auspicato vantaggio comparato prodotto dal servizio MIP. L’utilizzo degli archivi ISTAT-ASIA permette inoltre di verificare l’altro importante quesito d’interesse: “le imprese nate dal MIP sopravvivono più a lungo rispetto alle altre neoimprese piemontesi?”. Soltanto l’osservazione puntuale delle date di cessazione (o della persistenza sul mercato) effettuata mettendo a confronto le imprese MIP con le altre neoimprese consente una risposta accurata a questo interrogativo. Ciò detto dai dati in nostro possesso si nota che delle 1.221 imprese avviate dal MIP soltanto 53 risultano cessate (manca però la data di cessazione. Di seguito si mostra la distribuzione percentuale delle imprese per anno di avvio da cui si evince che un buon 36% delle imprese (quelle nate nel primo triennio) fa registrare una buona sopravvivenza (dai 7 ai 9 anni). Grafico 5.6 Distribuzione delle imprese avviate per anno di avviamento 2011 12% 2010 12% 2009 8% 2008 7% 2007 16% 2006 10% 2005 12% 2004 17% 2003 7% 0% 5% 10% 15% 20% L’analisi dell’impatto occupazionale e della mortalità delle neoimprese, così come accennata in questo breve capitolo, è programmata per l’anno 2012, nel corso della prosecuzione dell’appalto per il monitoraggio e la valutazione del servizio Mettersi in Proprio, e a questo proposito la Provincia di Torino, in qualità di membro del Sistema Statistico Nazionale (Sistan) e pertanto autorizzato al trattamento dei dati in oggetto, è già stata avanzata richiesta formale e dettagliata presso l’ISTAT con oggetto il dataset con i microdati sulle neoimprese piemontesi, necessario per lo svolgimento dei lavori. 59 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Conclusioni La creazione d’impresa costituisce una leva potente – e non a caso fortemente utilizzata negli ultimi anni – per conseguire obiettivi di crescita dell’occupazione e di sviluppo economico. Si tratta tuttavia di una politica oggi in una situazione di crescente difficoltà. Nel presente rapporto abbiamo esaminato in dettaglio alcuni aspetti specifici del programma MIP della Provincia di Torino: l’organizzazione del servizio e la rete degli attori, le caratteristiche dell’utenza, le realizzazioni e i tassi di “successo” degli utenti presi in carico, il gradimento espresso dagli utenti stessi rispetto al servizio, le ragioni degli abbandoni e le probabilità di successo correlate alle caratteristiche socio-anagrafiche degli utenti. Dovendo, in conclusione della analisi, provare a trarre alcune considerazioni di sintesi – e correndo quindi inevitabili rischi di eccessiva semplificazione – ci pare di poter affermare che il programma registri elevati indici di gradimento da parte degli utenti – vedi paragrafo 3.3 - associati ad una costante capacità di intercettare il fenomeno della creazione d’impresa – si veda la tabella 3.1, che mostra come il numero di progetti accolti ed accompagnati dal 2003 al 2010 si mantenga su livelli costanti, con oscillazioni comprese tra 1.300 e 1.600 progetti accolti ogni anno. D’altra parte però si colgono segnali di difficoltà a mantenere la performance registrata in passato. Ne sono indizi evidenti i risultati emersi dall’analisi per coorte (pagina 30): (i) il rapporto Business plan/Accompagnati, denota un progressivo e consistente peggioramento (attorno al 35% nel periodo 20052006, poco sopra il 20% nel periodo 2010-2011; (ii) il rapporto Imprese avviate/Business plan, mostra una consistente flessione (intorno al 90% la performance 2005-2006, intorno al 70% la performance 20102011); (iii) il tasso di abbandono (Drop out/Accompagnati) dal 65% (2005-2006) si assesta verso l’80% (2010-2011). Nella stessa direzione vanno le stime sulla probabilità di avviare un’impresa – si veda il paragrafo 5.2 – laddove la probabilità stimata diminuisce sensibilmente per i progetti accolti a partire dal 2009. E’ evidente che il contesto di crisi economica degli ultimi anni, non favorisca i processi di creazione d’impresa. In particolare, come abbiamo provato a mostrare nel capitolo 2 sulle caratteristiche dell’utenza, l’ultimo ciclo di programmazione – quello per l’appunto esaminato in queste note – ha visto la presenza di una utenza complessivamente più debole rispetto a quella del periodo precedente. Richiamiamo alcuni dati, rinviando al capitolo citato per una più esaustiva analisi: - aumenta l’utenza con bassi livelli di scolarità (tabella 2.4) - aumenta l’utenza straniera (tabella 2.3) - aumenta l’utenza in condizione lavorativa di mobilità o di disoccupazione, mentre diminuisce l’utenza con un lavoro autonomo o dipendente (tabella 2.5) - aumenta l’utenza priva di esperienza professionale pregressa (tabella 2.6) - aumentano, infine, i progetti presentati da un unico soggetto, diminuendo quelli che vedono la partecipazione di 2 o più proponenti. Questa evoluzione porta cioè ad una maggiore presenza delle caratteristiche associate ad una minore probabilità di successo, come mostrato dalla analisi sviluppata al paragrafo 5.2 che mostra come “a parità di altre condizioni: - chi possiede il titolo di studio inferiore (scuola media) è svantaggiato (- 2,74%) rispetto a chi possiede un diploma di maturità; - la nazionalità extracomunitaria incide negativamente (-2,82%) sulla probabilità di successo rispetto alla nazionalità italiana; - coloro che hanno acquisito un’esperienza professionale nello stesso campo in cui intendono avviare l’impresa conseguono un leggero vantaggio nella probabilità di successo (+1,74%) 60 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ - la presenza di più soci partecipanti al progetto garantisce un sensibile aumento della probabilità di successo (+4,66%) rispetto a quanto avviene per i progetti individuali; - infine, i progetti d’impresa presentati a partire dall’anno 2009 hanno una probabilità di successo leggermente inferiore (-1,75%) rispetto agli altri. A questo indebolimento delle caratteristiche dell’utenza, concorrono, con ogni probabilità, sia cambiamenti endogeni al programma - le regole di ammissibilità, divenute più restrittive – che altri esogeni – la crisi economica; ma anche, come mostrato (par. 1.2), la funzione di filtro e rimando assolta dagli altri soggetti operanti sulla filiera della creazione d’impresa e la loro idea del MIP come un servizio di alto livello indicato per un’utenza generica. Non va sottovaluta la riduzione delle misure di sostegno finanziario dedicate alle imprese avviate dal MIP; in passato, la disponibilità di contributi pubblici (anche fino a 50.000 euro a fondo perduto), se da un lato poteva incentivare comportamenti opportunistici di “azzardo morale”, dall’altro certamente svolgeva una funzione incentivante per i progetti più ambiziosi. Si aggiungano inoltre le note e crescenti difficoltà di accesso al credito per tutte le imprese, ed a maggior ragione per quelle di recente costituzione, per avere un quadro con diversi elementi problematici. Questi sono elementi che possono aver innescato un meccanismo di “selezione avversa” nei confronti del MIP, contribuendo a ridefinirne il campo di azione a favore delle fasce più deboli. Tale evoluzione porta indubbiamente dei vantaggi per gli utenti in cerca di opportunità di auto impiego, ma d’altro canto va ad incidere sulle aspettative riguardanti i risultati attesi del servizio per quanto riguarda la creazione di imprese più solide e durature nel tempo. Se questa linea interpretativa ha una qualche plausibilità, ne derivano alcune possibili raccomandazioni per il prosieguo del Programma. In primo luogo, occorre rilevare come la distinzione tra percorsi di creazione di impresa e percorsi di auto-occupazione – nelle sue diverse forme, dalla creazione di una impresa individuale all’avvio di una attività libero professionale con Partita Iva – sia sempre più sfumata. Ciò vale soprattutto per un target di utenza senza rilevanti risorse economiche ed in tal senso appare del tutto opportuna la previsione, formulata nelle linee di indirizzo regionali per il prossimo triennio, di aprire il percorso MIP anche ai soggetti che intendano aprire una Partita Iva. In secondo luogo, appare utile ragionare sulle strategie per aumentare la “intensità” del programma, posto che gli aspiranti imprenditori dispongano di risorse inferiori rispetto al passato. Come segnalato precedentemente “i casi che risultano in possesso dei requisiti formali, dimostrano di avere un’idea imprenditoriale solida e una propensione a fare impresa, hanno possibilità di concludere positivamente il percorso se ulteriormente supportati di fronte alla mancanza di risorse economiche e competenze adeguate, in una finestra temporale adeguata” (infra, pag. 48). Emergono dunque due temi cruciali nel processo di creazione d’impresa: (i) le risorse economiche e (ii) le competenze professionali/settoriali. Il finanziamento dell’attività imprenditoriale è caratterizzato da problemi di “asimmetria informativa” perché il potenziale finanziatore ha minori informazioni sulle caratteristiche dell’investimento rispetto all’imprenditore che lo realizzerà. In queste condizioni è possibile che progetti potenzialmente redditizi non vengano finanziati in quanto il finanziatore non è in grado di distinguerli da quelli di scarso valore. Tale dinamica diventa tanto più rilevante quanto più l’impresa è difficile da valutare da parte dei potenziali finanziatori come tipicamente accade per gli incentivi allo startup d’impresa e all’imprenditoria giovanile, dove le asimmetrie informative sono ancora più acute. Uno dei maggiori ostacoli alla creazione d’impresa è proprio la mancanza di reputazione – per il semplice fatto che non esiste una storia imprenditoriale a fare da garanzia. Su questo versante il MIP potrebbe operare da facilitatore per l’accesso al credito, sfruttando una storia ormai più che decennale unita a solide evidenze empiriche sulla qualità delle imprese avviate. Due appaiono le strade percorribili, almeno teoricamente: 61 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ - sul versante degli istituti di Credito, all’interno del dibattito aperto sulla possibilità di considerare i cosiddetti asset intangibili nella valutazione della solidità di un’impresa, è possibile promuovere la disponibilità di un business plan validato dalla Provincia di Torino (conseguito dopo un percorso strutturato) quale valore aggiunto, rispetto a percorsi spontanei e certamente meno strutturati, e garante di maggiore “adeguatezza al futuro”; si tratta in tutta evidenza di un percorso non semplice e di non immediati risultati, che tuttavia può valere la pena intraprendere; - in secondo luogo l’utilizzo di strumenti di garanzia già esistenti – o al limite la creazione di un nuovo strumento dedicato alle imprese in seno al MIP – nella forma classica del fondo rotatorio, a supporto dell’accesso al credito per le neoimprese; si tratta di strumenti ampiamente collaudati, che potrebbero essere in parte modellati alla luce delle esigenze espresse dai neoimprenditori. Diverso è invece il tema della costruzione di competenze professionali/settoriali. La presenza nel passato ciclo di programmazione di un’elevata quota di utenti con una pregressa esperienza professionale (soprattutto settoriale) – oltre il 50% nel ciclo 2000-2006, intorno al 40% nell’attuale ciclo – faceva sì che si potesse “ignorare” la presenza di una conoscenza sufficiente delle “tecnologie” di produzione del bene o servizio della impresa nascente. L’attività di accompagnamento alla costruzione del business plan, in effetti assume implicitamente proprio la conoscenza da parte dell’utente del know how settoriale. Nella fase attuale tali competenze non possono probabilmente essere date per acquisite. Ciò sconterebbe allora l’esigenza di diversificare gli strumenti di intervento e le professionalità rese disponibili dal Programma. Abbiamo già fatto cenno alla introduzione da parte degli operatori di modalità di analisi/bilancio delle competenze. Potrebbe essere questo uno strumento da adottare – nelle forme ritenute idonee – in maniera più diffusa e strutturata; ne dovrebbe però conseguire la possibilità di definire da parte degli operatori della accoglienza percorsi diversificati di intervento, e di attivare diversi servizi – ad esempio a contenuto formativo – in relazione alle specifiche “debolezze” riscontrate nei diversi utenti. In aggiunta, si potrebbe irrobustire la fase di accompagnamento alla realizzazione del business plan mettendo a disposizione degli utenti professionisti/esperti nel settore di attività della nascente impresa. E’ evidentemente impossibile collocare all’interno del MIP tutor esperti in ogni settore di attività , tuttavia è forse ipotizzabile un’opera di networking (ad esempio con le associazioni di categoria) finalizzata ad individuare e attivare le figure di volta in volta necessarie (si pensi ad esempio a brevi esperienze di “tirocinio” non strutturato o meno impegnativi colloqui presso aziende già solide). Un programma a maggiore intensità d’intervento dovrebbe pertanto: - essere immaginato non più come un sistema autosufficiente, ma sempre più come lo snodo di una rete di competenze e soggetti attivi in diversi settori; da questo punto di vista, abbiamo dato conto al capitolo 1 di come una rete composita di intervento già esista e si sia consolidata nel tempo; si tratta però di arricchirla, diversificarla – ad esempio anche sfruttando l’esperienza e le professionalità settoriali fornite dagli imprenditori passati dal MIP; la rete esistente potrebbe essere rinsaldata attorno al tema dell’accesso al credito affrontato in termini più stringenti; - poter disporre di maggiori risorse per ogni singolo percorso; è possibile che occorra considerare ogni percorso di creazione di impresa mediamente più “costoso”, sia per l’utente che per il Programma; si tratta allora di definire criteri più stringenti di selezione, e relativi strumenti (tra cui ad esempio lo stesso bilancio di competenze) che consentano di trattare un minore numero di casi ma con una più elevata intensità “unitaria” di intervento. Più in generale si pone il tema dell’integrazione tra il MIP ed altri interventi, attualmente abbastanza numerosi, indirizzati alla creazione d’impresa. Si tratta di lavorare sul coordinamento tra programmi diversi per massimizzarne le potenziali sinergie. 62 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Bibliografia Almus M. [2001],“Evaluating the Impact of Public Start-up Assistance – Results from an Econometric Approach”, Centre for European Economic Research (ZEW), Mannheim. Benus J., McConnell S, Bellotti L., Shen T., Fortson K., Kahvecioglu D. [2008], “Growing America Through Entrepreneurship: Findings from the Evaluation of Project GATE”, IMPAQ International. Brixy U., Hessels J.[2010], “Human capital and start-up succes of nascent entrepreneurs”, Zoetermeer, 2010. Caliendo M., Kritikos A.S. [2007], “Start-Ups by the Unemployed: Characteristics, Survival and Direct Employment Effects”, IZA, Discussion Paper No. 3220. European Commission [2003], Libro Bianco “Spazio: una nuova frontiera europea per un’Unione in espansione. Piano di azione per attuare una politica spaziale europea”. European Commission [2003], Libro Verde “L’imprenditorialità in Europa”. Giavazzi F. [2012], “Analisi e Raccomandazioni sui Contributi Pubblici alle Imprese”, Rapporto al Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle finanze e al Ministro dello Sviluppo, delle infrastrutture e dei trasporti redatto su incarico del 30 aprile 2012. Martini A. e Sisti M. [2009], “Valutare il successo delle politiche pubbliche”, 2009, Il Mulino. Solomon G., Perry V.G. [2010], “Looking Out for the Little Guy: The Effects of Technical Assistance on Small Business Financial Performance”, University of Washington, Journal of Marketing Development and Competitiveness vol. 5(4) 2011. Stam E., Gibcus P., Telussa J., Garnsey J, [2007], “Employment Growth of New Firms”, Zoetermeer. de Jong J., Wennekers S. [2008], “Conceptualizing entrepreneurial employee behaviour”, Zoetermeer. Verheul I., Carree M. [2007], “Overoptimism Among Entrepreneurs In New Ventures: The Role Of Information And Motivation”, Zoetermeer. 63 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ APPENDICE 1: questionari telefonici e tracce per le interviste in profondità S.11008 – METTERSI IN PROPRIO – gennaio 2011 CAMPIONE: ACCOLTI – Fase estensiva – Ed.13/1/2011 PROGRESSIVO ANAGRAFICA: |___|___|___| “Buongiorno, sono …….. (nome intervistatore) di Ares part of CRA. Stiamo svolgendo un’indagine sulla soddisfazione degli utenti del servizio “Mettersi in Proprio” della Provincia di Torino e vorremmo sottoporle un breve questionario della durata di circa 10 minuti”. E’ disponibile ora? 1. Sì (Continuare) 2. No (Fissare un appuntamento in orario adeguato per l’intervistato) 3. Rifiuta l’intervista Le preciso che Lei è libero di accettare l’intervista o di interromperla nel momento in cui lo ritenga opportuno. Le garantisco che qualsiasi informazione ci darà verrà trattata in forma strettamente riservata secondo le disposizioni previste nel Decreto Legislativo n° 196 del 30 giugno 2003 - Codice in materia di protezione dei dati personali. Le sue risposte resteranno legate al suo nome solamente per un breve periodo per consentire il controllo dell’intervista e l’elaborazione dei dati. Il cliente finale riceverà un rapporto statistico dove i dati saranno aggregati, garantendo l’anonimato dei singoli intervistati. Lei potrà in qualsiasi momento chiederci di consultare le informazioni a nostra disposizione, modificarle o opporsi al loro trattamento contattando il Titolare del Trattamento dati Dr. Andrea Buscaglia, Presidente del Consiglio dl’Amministrazione di aRES – Automotive Divisione della CRA srl .- via Montecuccoli 32 – 20147 Milano – Tel 02.413011.1 1. “Lei si è recentemente rivolto al servizio “Mettersi in Proprio” della Provincia di Torino effettuando un incontro di accoglienza”? 1. Sì 2. No 2. “Come è venuto a conoscenza dell’esistenza di questo servizio?” ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ 3. “L’ ufficio dove è disponibile il servizio “Mettersi in proprio” in cui si sono svolti gli è stato facile da raggiungere? 1. Si, è stato facile da raggiungere 2. No, non è stato facile da raggiungere 4. “Ritiene che le informazioni ricevute complessivamente siano state…” 1. Ottime 2. Adeguate 3. Poco adeguate 4. Inadeguate 64 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ 5. “Come valuta la disponibilità del tutor?” (Se più di un tutor, valuti la disponibilità di tutti i tutor che l’hanno seguita) 1. Ottima 2. Adeguata 3. Poco adeguata 4. Inadeguata 6. “Come valuta la professionalità del tutor?” 1. Ottima 2. Adeguata 3. Poco adeguata 4. Inadeguata 7. “Rispetto a quanto si aspettava gli incontri di accoglienza sono stati..” 1. Ottimi 2. Adeguati 3. Poco adeguati 4. Inadeguati 8. “Consiglierebbe il servizio MIP(Mettersi in Proprio) ad amici o conoscenti che intendono mettersi in proprio”? 1. Sì 2. No 9. “Come giudica complessivamente il percorso intrapreso, dal primo contatto ad oggi?” 1. Ottimo 2. Adeguato 3. Poco adeguato 4. Inadeguato 10a. Positivo (risp. 1-2): Perché ha dato un giudizio positivo? ________________________________________________________________________________ 10b. Negativo (risp. 3-4): Perché ha dato un giudizio negativo? ________________________________________________________________________________ NOME, COGNOME:__________________________________________________________ 65 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ 66 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Customer satisfaction – utenti business “Buongiorno, sono …….. (nome intervistatore) di Ares part of CRA. Stiamo svolgendo un’indagine sulla soddisfazione degli utenti del servizio “Mettersi in Proprio” della Provincia di Torino e vorremmo sottoporle un breve questionario della durata di circa 10 minuti. E’ disponibile ora? 1. Sì (Continuare) 2. No (Fissare un appuntamento in orario adeguato per l’intervistato) 3. Rifiuta l’intervista Le preciso che Lei è libero di accettare l’intervista o di interromperla nel momento in cui lo ritenga opportuno. Le garantisco che qualsiasi informazione ci darà verrà trattata in forma strettamente riservata secondo le disposizioni previste nel Decreto Legislativo n° 196 del 30 giugno 2003 - Codice in materia di protezione dei dati personali. Le sue risposte resteranno legate al suo nome solamente per un breve periodo per consentire il controllo dell’intervista e l’elaborazione dei dati. Il cliente finale riceverà un rapporto statistico dove i dati saranno aggregati, garantendo l’anonimato dei singoli intervistati. Lei potrà in qualsiasi momento chiederci di consultare le informazioni a nostra disposizione, modificarle o opporsi al loro trattamento contattando il Titolare del Trattamento dati Dr. Andrea Buscaglia, Presidente del Consiglio dl’Amministrazione di aRES – Automotive Divisione della CRA srl .- via Montecuccoli 32 – 20147 Milano – Tel 02.413011.1” 1. “Lei ha recentemente completato il business plan in collaborazione con il servizio MIP, conferma?” 1. Sì 2. No 2. “L’ ufficio dove è disponibile il servizio “Mettersi in proprio” in cui si sono svolti gli incontri è stato facile da raggiungere?” 1. Si 2. No 3. “Ritiene che le informazioni ricevute siano state…” 1. Ottime 2. Adeguate 3. Poco adeguate 4. Inadeguate 4. “Come valuta la disponibilità del tutor?” 1. Ottima 2. Adeguata 3. Poco adeguata 4. Inadeguata 5. “Come valuta la professionalità del tutor?” 1. Ottima 2. Adeguata 3. Poco adeguata 4. Inadeguata 6. “Come valuta il contributo del percorso MIP alla realizzazione del business plan?” 1. Ottimo 2. Adeguato 3. Poco adeguato 4. Inadeguato 7. “Ritiene che senza la partecipazione al MIP avrebbe comunque realizzato un business plan per il suo progetto d’impresa?”..” 1. Sì 2. No 67 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ 3. Poco adeguato 4. Inadeguato 7. “Ritiene che senza la partecipazione al MIP avrebbe comunque realizzato un business plan per il suo progetto d’impresa?”..” 1. Sì 2. No 8. “Consiglierebbe il servizio MIP(Mettersi in Proprio) ad amici o conoscenti che intendono mettersi in proprio”? 1. Sì 2. No 9. “Come giudica complessivamente il percorso intrapreso, dal primo contatto ad oggi?” 1. Ottimo 2. Adeguato 3. Poco adeguato 4. Inadeguato 10A. Positivo (risp. 1-2): Perché ha dato un giudizio positivo? ________________________________________________________________________________ 10B. Negativo (risp. 3-4): Perché ha dato un giudizio negativo? ________________________________________________________________________________ 11. “Ha partecipato a qualcuno dei corsi di formazione proposti dal tutor” 1. Sì 2. No 3. Non mi è stato proposto nessun corso di formazione Se ha partecipato a corsi di formazione: 12. “Rispetto al progetto imprenditoriale il/i corso/i di formazione è stato..” 1. Ottimo 2. Adeguato 3. Poco adeguato 4. Inadeguato 13. “Il progetto d’impresa è già stato realizzato e l’impresa è attiva?” 1. Sì 2. No 3. Il progetto è stato realizzato ma l’impresa non è ancora attiva 13A. Se l’impresa è attiva:: Qual è stato il principale problema che ha dovuto affrontare? _____________________________________________________________________________________________ 13B. Se l’impresa NON è attiva:: Perché l’impresa NON è ancora attiva? (Se ha deciso di non attivare l’impresa chiedere perché?) 68 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Customer satisfaction per gli utenti con impresa costituita “Buongiorno, sono …….. (nome intervistatore) di Ares part of CRA. Stiamo svolgendo un’indagine sulla soddisfazione degli utenti del servizio “Mettersi in Proprio” della Provincia di Torino e vorremmo sottoporre un breve questionario della durata di circa 10 minuti al titolare dell’impresa. E’ disponibile ora? 1. Sì (Continuare) 2. No (Fissare un appuntamento in orario adeguato per l’intervistato) 3. Rifiuta l’intervista Le preciso che Lei è libero di accettare l’intervista o di interromperla nel momento in cui lo ritenga opportuno. Le garantisco che qualsiasi informazione ci darà verrà trattata in forma strettamente riservata secondo le disposizioni previste nel Decreto Legislativo n° 196 del 30 giugno 2003 - Codice in materia di protezione dei dati personali. Le sue risposte resteranno legate al suo nome solamente per un breve periodo per consentire il controllo dell’intervista e l’elaborazione dei dati. Il cliente finale riceverà un rapporto statistico dove i dati saranno aggregati, garantendo l’anonimato dei singoli intervistati. Lei potrà in qualsiasi momento chiederci di consultare le informazioni a nostra disposizione, modificarle o opporsi al loro trattamento contattando il Titolare del Trattamento dati Dr. Andrea Buscaglia, Presidente del Consiglio dl’Amministrazione di aRES – Automotive Divisione della CRA srl .- via Montecuccoli 32 – 20147 Milano – Tel 02.413011.1” 1. “Lei è titolare di un’impresa nata attraverso il servizio MIP (Mettersi In Proprio) della Provincia di Torino e tuttora attiva, conferma?” 1. Sì 2. No 2. “Ritiene che l’ufficio dov’è disponibile il servizio “Mettersi in Proprio” in cui si sono svolti gli incontri è stato facile da raggiungere…” 1. Si, Facile da raggiungere 2. NO, non è facile da raggiungere 3. “Ritiene che gli ambienti dedicati agli incontri siano...” 4. “Ritiene che le informazioni ricevute siano state…” 5. 1. Ottima 2. Adeguata 3. Poco adeguata 4. Inadeguata “Come valuta la professionalità del tutor?” 7. 1. Ottime 2. Adeguate 3. Poco adeguate 4. Inadeguate “Come valuta la disponibilità del tutor (o dei tutor)?” 6. 1. Ottimi 2. Adeguati 3. Poco adeguati 4. Inadeguati 1. Ottima 2. Adeguata 3. Poco adeguata 4. Inadeguata “Ha partecipato a qualche corso di formazione proposto dal tutor” 1. Sì (Dom.8) 2. No 3. No, non mi è stato proposto Se ha partecipato a corsi di formazione: 69 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ 1. “Rispetto al progetto imprenditoriale il corso di formazione è stato..” 1. Ottimo 2. Adeguato 3. Poco adeguato 4. Inadeguato A TUTTI 2. “Lei ha mai partecipato alla fase di tutoraggio post avvio del servizio MIP?” 3. “Rispetto alle attività oggetto di tutoraggio ritiene di aver ricevuto un supporto…” 4. 1. Sì (Dom.10) 2. No (Dom.12) 1. Ottimo 2. Adeguato 3. Poco adeguato 4. Inadeguato Perché ha detto di avere ricevuto un supporto……(risposta di dom.10)?” ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ A TUTTI 5. a. “Ha ricevuto supporto nell’accesso ai finanziamenti pubblici? 1. Sì (Dom.12b) 2. No (Dom.13) 12 b. “Come giudica il supporto ricevuto? 6. 1. Ottimo 2. Adeguato 3. Poco adeguato 4. Inadeguato “Qual è il principale ostacolo che ha dovuto affrontare dalla costituzione dell’impresa ad oggi?” ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 7. “Come giudica complessivamente il percorso intrapreso, dal primo contatto fino alla costituzione dell’impresa?” 1. Ottimo 2. Adeguato 3. Poco adeguato 4. Inadeguato A. Positivo (risp. 1-2): Perché ha dato un giudizio positivo? ________________________________________________________________________________ B. Negativo (risp. 3-4): Perché ha dato un giudizio negativo? ________________________________________________________________________________ 8. “Ritiene che senza il supporto del MIP sarebbe riuscito ad avviare l’impresa comunque?” 1. Sì 2. No 9. “Ad oggi quanti dipendenti e/o collaboratori sono inseriti nella vostra azienda?” Numero dipendenti:_________ Numero collaboratori _______ 10. “Ha mai consigliato il servizio MIP ad amici o conoscenti?” 70 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Customer satisfaction per gli utenti drop out “Buongiorno, sono …….. (nome intervistatore) di Ares part of CRA. Stiamo svolgendo un’indagine sulla soddisfazione degli utenti del servizio “Mettersi in Proprio” della Provincia di Torino e vorremmo sottoporre un breve questionario della durata di circa 10 minuti al titolare dell’impresa. E’ disponibile ora? 1. Sì (Continuare) 2. No (Fissare un appuntamento in orario adeguato per l’intervistato) 3. Rifiuta l’intervista Le preciso che Lei è libero di accettare l’intervista o di interromperla nel momento in cui lo ritenga opportuno. Le garantisco che qualsiasi informazione ci darà verrà trattata in forma strettamente riservata secondo le disposizioni previste nel Decreto Legislativo n° 196 del 30 giugno 2003 - Codice in materia di protezione dei dati personali. Le sue risposte resteranno legate al suo nome solamente per un breve periodo per consentire il controllo dell’intervista e l’elaborazione dei dati. Il cliente finale riceverà un rapporto statistico dove i dati saranno aggregati, garantendo l’anonimato dei singoli intervistati. Lei potrà in qualsiasi momento chiederci di consultare le informazioni a nostra disposizione, modificarle o opporsi al loro trattamento contattando il Titolare del Trattamento dati Dr. Andrea Buscaglia, Presidente del Consiglio dl’Amministrazione di aRES – Automotive Divisione della CRA srl .- via Montecuccoli 32 – 20147 Milano – Tel 02.413011.1” a) Nel corso degli ultimi tre anni, lei si è rivolto al servizio Mettersi in Proprio della Provincia di Torino, conferma? Sì No b) Sì ricorda il numero di incontri del MIP ai quali ha partecipato? Sì: Numero_______________ No c) Che aspettative aveva nei confronti del servizio MIP? Cosa si aspettava di trovare? ___________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________ d) Sì ricorda a quando risale il suo ultimo incontro? e) Sì Mese _______________ Anno_______ No, non ricordo Ritiene che i locali in cui si sono svolti gli incontri siano localizzati in modo… f) Ritiene che il materiale fornito sia stato… g) Facilmente accessibile Difficilmente accessibile Ottimo Adeguato Poco adeguato Inadeguato Ritiene che le informazioni ricevute siano state… Ottime Adeguate Poco adeguate Inadeguate 71 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ a) Come valuta la disponibilità del tutor (se ne ha avuto uno)? b) Come valuta la professionalità del tutor (se ne ha avuto uno)? c) Durante l’accoglienza Durante l’accompagnamento Durante la stesura del Business Plan Ha deciso di rinunciare al servizio MIP.. f) Sì -> dom. N POI CHIUDERE No Quando ha deciso di rinunciare al servizio.. e) Ottima Adeguata Poco adeguata Inadeguata E’ ancora intenzionato a continuare il percorso MIP che aveva intrapreso d) Ottima Adeguata Poco adeguata Inadeguata Su consiglio del tutor Perché non interessato al servizio Perché il servizio non ha risposto alle mie aspettative Altro: _________________________ In seguito alla decisione di rinunciare al MIP intende… Portare aventi il progetto d’impresa autonomamente Modificare il progetto d’impresa Abbandonare il progetto d’impresa Rivolgersi ad un altro servizio: Quale?_________________________________________ ___________________________________________________ A TUTTI g) Ha mai consigliato il servizio MIP ad amici o conoscenti? Sì No 72 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ Traccia intervista drop-out NOMINATIVO: Età: Sesso: Titolo di studio: Idea d’impresa: Situazione lavorativa attuale: A. Sull’idea imprenditoriale e sulle motivazioni del voler mettersi in proprio 1) Quando si è rivolto al servizio stava lavorando (occupato/disoccupato)? Di che cosa si occupava? 2) Quando si è rivolto al servizio aveva già un’idea di impresa chiara? Cosa voleva realizzare? 3) Si trattava di un’idea inerente al lavoro che svolge/svolgeva o si tratta di un’attività completamente diversa (in un altro settore etc.)? 4) Lei aveva già esperienza in merito all’attività lavorativa che voleva intraprendere? Perché ha pensato di mettersi in proprio, ci pensava da tempo? Cosa le ha fatto prendere la decisione di provare? 5) Conosceva persone che avevano un’impresa nello stesso settore, c’era qualcuno con cui poteva collaborare, farsi consigliare, o con cui condividere il progetto imprenditoriale? B. Sulle motivazioni per cui l’utente si è rivolto al servizio 6) Cosa si aspettava dal servizio? (finanziamenti, informazioni di carattere giuridico - professionale, consigli su cosa fare, consigli sull’andamento nel mercato nel settore in cui si intendeva aprire, etc.) C. Sulle fasi del percorso svolte 7) Fino a che punto del percorso è arrivato? Si ricorda quante volte ha incontrato il tutor? D. Sulle motivazioni per cui ha abbandonato il percorso 8) Perché ha deciso di abbandonare il percorso intrapreso? 9) Ritiene, per la parte del percorso che ha svolto, di aver ricevuto un servizio utile/inutile? Rispetto a cosa? 10) Cosa le ha fatto cambiare idea? 11) Le motivazioni dell’abbandono sono legate al servizio ricevuto o ad altri motivi (ha trovato un nuovo impiego; l’idea non era sostenibile; mancavano i fondi, per motivazioni personali etc.)? 12) Rinunciare a portare a termine il percorso è equivalso per lei rinunciare a realizzare la sua idea imprenditoriale? a. ha abbandonato il Mip e ha abbandonato l’idea di mettersi in proprio b. ha abbandonato il percorso MIP, ma non ha abbandonato l’idea di mettersi in proprio E. Sulla situazione attuale a. Ha abbandonato il Mip e ha abbandonato l’idea di mettersi in proprio 13) perché in quel momento la sua idea le è sembrata inattuabile (troppo rischiosa, mancava di finanziamenti etc.) o per altri motivi? 14) Che cosa fa adesso? Ha ripreso il lavoro di prima/ha trovato un nuovo impiego etc. 15) Ritiene che potrebbe ripensare all’idea di mettersi in proprio? A quali condizioni? In caso, tornerebbe a rivolgersi al MIP? b. Ha abbandonato il percorso MIP, ma non ha abbandonato l’idea di mettersi in proprio 16) Che cosa fa adesso? Ha ripreso il lavoro di prima/ha trovato un nuovo impiego mentre sta cercando di realizzare la sua idea imprenditoriale? 17) Come sta provando a realizzare la sua idea imprenditoriale (.in modo autonomo, con l’aiuto di un altro servizio etc.)? 18) Quali difficoltà sta incontrando? 19) Quanto tempo e cosa manca per l’avvio dell’attività? 73 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ MIP - Le 16 interviste in profondità. Caratteristiche principali dei soggetti intervistati N. intervista Nazionalità Età Sesso 1 2 3 4 5 6 7 8 9 italiana straniera italiana italiana italiana italiana italiana italiana italiana 37 30 37 38 45 31 28 39 47 F M F F F F F F F 10 11 (*) 12 13 14 15 16 italiana italiana italiana italiana italiana italiana italiana 23 33 50 51 55 50 36 F M M M F M F Data di Situazione lavorativa accoglienza al momento della al MIP frequentazione del MIP 28/02/2011 disoccupata 09/03/2011 disoccupato 13/04/2011 occupata 23/05/2011 disoccupata 24/11/2010 disoccupata 19/11/2010 disoccupata 19/04/2011 disoccupata 15/02/2011 disoccupata 09/12/2010 disoccupata 10/03/2011 disoccupata 26/05/2011 disoccupato 17/02/2011 disoccupato 26/04/2011 occupato 13/04/2011 disoccupata 10/01/2011 disoccupato 15/03/2011 disoccupata Situazione lavorativa attuale Motivazioni dell'abbandono Abbandono idea imprenditoriale disoccupata disoccupato occupata disoccupata disoccupata occupata disoccupata disoccupata occupata aspettative disattese idea imprenditoriale debole indirizzata al servizio AproPartita IVA idea imprenditoriale debole idea imprenditoriale debole nuovo impiego idea imprenditoriale debole tempistica del servizio tempistica del servizio no si no si si si si no no disoccupata disoccupato occupato occupato disoccupata occupato occupata aspettative disattese mancanza risorse economiche aspettative disattese motivi personali aspettative disattese mancanza risorse economiche tempistica del servizio no si no si no no no (*) I dati riportati sono relativi all’utente. Ma l’intervista è stata condotta con il legale rappresentante della persona interpellata, che svolge il ruolo di intermediario e ne cura i rapporti con il MIP viste le condizioni di salute del suo assistito. 74 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ APPENDICE 2: output delle stime ottenute con i modelli di regressione probit 75 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ MODELLO 1: probabilità di successo nell’avviare l’impresa (per tutti) Probit regression, reporting marginal effects Number of obs = 13503 LR chi2(28) = 529.42 Prob > chi2 = 0.0000 Log likelihood = -3833.6985 Pseudo R2 = 0.0646 -----------------------------------------------------------------------------AVVIATA | dF/dx Std. Err. z P>|z| x-bar [ 95% C.I. ] ---------+-------------------------------------------------------------------pos~2008*| -.0174771 .0049912 -3.43 0.001 .379842 -.02726 -.007695 SOCI | .0465536 .0044293 10.69 0.000 .413908 .037872 .055235 F*| .0029453 .0048244 0.61 0.541 .467452 -.00651 .012401 S_AGRI*| -.0595209 .0198531 -1.58 0.114 .003851 -.098432 -.020609 S_ARTI*| .008473 .0062479 1.38 0.167 .251129 -.003773 .020719 S_ESER*| -.049566 .00648 -5.51 0.000 .070281 -.062267 -.036865 S_INDU*| -.0175861 .0177731 -0.90 0.369 .011923 -.052421 .017248 S_SER_P*| -.0359196 .0056991 -5.44 0.000 .160409 -.04709 -.02475 S_SER_I*| .0022454 .0074567 0.30 0.761 .130934 -.012369 .01686 S_TURI*| -.03485 .0128057 -2.16 0.031 .017255 -.059949 -.009751 N_COMU*| -.0080947 N_EXTR*| -.0281661 .0161986 .0089831 -0.48 -2.96 0.631 0.005 O_CIMO*| .0222642 O_ALT*| -.0042657 O_AUTO*| -.0127401 O_DISO*| .0121503 O_PREC*| -.0067392 .0168765 .0109774 .0077051 .00566 .0085903 1.44 0.151 .03029 -.010813 .055342 -0.38 0.703 .049396 -.025781 .01725 -1.57 0.117 .09783 -.027842 .002362 2.18 0.029 .367622 .001057 .023244 -0.76 0.446 .081834 -.023576 .010098 I_ALT*| .0211686 I_LAUR*| .0067443 I_MEDI*| -.0273551 I_PROF*| -.0130139 .0230531 .005977 .0058997 .0076616 1.00 0.318 .012442 -.024015 .066352 1.15 0.252 .244168 -.00497 .018459 -4.18 0.000 .170184 -.038918 -.015792 -1.61 0.108 .095756 -.02803 .002003 E_48*| .0016471 E_18_27*| -.0219905 E_38_47*| .0094875 .0190028 .0077362 .0103119 0.09 -2.96 0.94 0.930 0.005 0.346 .020144 -.039843 .023654 .050359 -.045773 -.01056 .082796 -.035598 .038892 .244834 -.037153 -.006828 .234318 -.010723 .029698 backgr~o*| .017351 .0048165 3.60 0.000 .506406 .007911 .026791 backgr~m*| .0037124 .0052372 0.71 0.475 .287418 -.006552 .013977 ---------+-------------------------------------------------------------------obs. P | .0904244 pred. P | .0790739 (at x-bar) -----------------------------------------------------------------------------(*) dF/dx is for discrete change of dummy variable from 0 to 1 z and P>|z| correspond to the test of the underlying coefficient being 0 76 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI PERCORSI INTEGRATI PER LA CREAZIONE D’IMPRESA – Report Finale _____________________________________________________________________________________________________ MODELLO 2: probabilità di successo nell’avviare l’impresa (solo per coloro che hanno il business plan validato) Probit regression, reporting marginal effects Number of obs = LR chi2(28) = 73.37 Prob > chi2 = 0.0000 Log likelihood = -615.91991 Pseudo R2 = 0.0562 1461 -----------------------------------------------------------------------------AVVIATA | dF/dx Std. Err. z P>|z| x-bar [ 95% C.I. ] ---------+-------------------------------------------------------------------pos~2008*| -.1129299 .024244 -4.94 0.000 .328542 -.160447 -.065413 SOCI | -.0043945 .0116301 -0.38 0.706 .845311 -.027189 .0184 F*| .0511008 .020073 2.50 0.012 .442163 .011758 .090443 S_AGRI*| S_ARTI*| S_ESER*| S_INDU*| S_SER_P*| S_SER_I*| S_TURI*| -.2431757 .3569038 .006262 .0251873 -.1067129 .0644179 -.2386402 .0962335 -.0043434 .0330916 .0044173 .0284868 -.0189429 .0867529 -0.82 0.411 .001369 -.942694 .456343 0.25 0.805 .26694 -.043104 .055628 -1.90 0.058 .036277 -.23297 .019544 -2.99 0.003 .019849 -.427254 -.050026 -0.13 0.895 .117728 -.069202 .060515 0.15 0.878 .188912 -.051416 .06025 -0.23 0.821 .013689 -.188975 .15109 N_COMU*| -.0062759 N_EXTR*| -.0051083 .0754169 .0563415 -0.08 -0.09 O_CIMO*| .0562842 O_ALT*| -.0152268 O_AUTO*| .0240797 O_DISO*| .0323792 O_PREC*| -.0094208 .0437723 .0456594 .032458 .0223212 .0374123 1.10 0.273 .029432 -.029508 .142076 -0.34 0.732 .053388 -.104718 .074264 0.71 0.479 .099932 -.039537 .087696 1.42 0.156 .358658 -.011369 .076128 -0.26 0.798 .086242 -.082748 .063906 I_ALT*| .0154233 .0724174 I_LAUR*| -.0523661 .0240848 I_MEDI*| .0024607 .0327958 I_PROF*| .045879 .0341146 E_48*| .1085614 E_18_27*| -.0554629 E_38_47*| .0751418 .0414458 .0413097 .0338188 0.933 0.927 .015743 -.15409 .141539 .030801 -.115536 .105319 0.21 0.837 .017112 -.126512 .157359 -2.26 0.024 .313484 -.099571 -.005161 0.07 0.940 .11499 -.061818 .066739 1.21 0.228 .075975 -.020984 .112742 1.81 -1.42 2.00 0.071 0.154 0.045 .075291 .027329 .189794 .206708 -.136429 .025503 .245038 .008858 .141425 backgr~o*| .0309245 .0203445 1.53 0.126 .551677 -.00895 .070799 backgr~m*| -.0092496 .0220498 -0.42 0.672 .303217 -.052466 .033967 ---------+-------------------------------------------------------------------obs. P | .835729 pred. P | .8483908 (at x-bar) -----------------------------------------------------------------------------(*) dF/dx is for discrete change of dummy variable from 0 to 1 z and P>|z| correspond to the test of the underlying coefficient being 0 77