Commissione Europea
Sommario
Natura 2000 – parte di un paesaggio vivente
pagg 3
Gestire i siti di Natura 2000
pagg 4
L’agricoltura e Natura 2000
pagg 6
Silvicoltura e Natura 2000
pagg 8
Attività ricreative nell’ambito di Natura 2000
pagg 10
Valutare nuovi progetti di sviluppo
pagg 12
Natura 2000: sfatare i miti
pagg 14
Europe Direct è un servizio che aiuta i cittadini a trovare
risposte alle domande sull’Unione europea –
Nuovo numero verde:
00 800 6 7 8 9 10 11
Numerosi complementi di informazione sull’Unione europea sono disponibili su Internet
tramite il server Europa (http://ec.europa.eu).
Ulteriori informazioni sulla politica della Commissione Europea sulla natura sono
disponibili sul sito http://ec.europa.eu/environment/nature/index_en.htm
I dati di catalogazione sono riportati alla fine della pubblicazione.
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2009.
Tutte le fotografie della presente pubblicazione sono protette
da copyright. Nessuna foto può essere utilizzata senza esplicita
autorizzazione dei fotografi.
Cover: Christopher Achemeier; Nationalpark Hainich; Lorne
Gill/SNH; Espaces Naturels de France (ENF); Kerstin Sundseth/
Ecosystems LTD; Hortobagy National Park
Pagg 3: English Nature; Pauliina Kulmala; Kerstin Sundseth/
Ecosystems LTD; Eduardo de Miguel/Fundacion Global Nature
Pagg 4 & 5: Kerstin Sundeth/Ecosystems LTD; Espaces Naturels
de France (ENF); Catherine Keena; Hortobagy National
Park; Archiv der Abteilung Umweltschutz, Amt der Tiroler
Landesregierung
Pagg 6 & 7: Christopher Achemeier; Rüdiger Specht/Untersee
life; F. Kis/WWF Hungary; E. Stegmaier – RP Freiburg; Fundacion
CBD Habitat; APCOR; Voldemar Rannap; Susanne Forslund
Pagg 8 & 9: Nationalpark Hainich; John Houston;
Buchenwaldinstitut.e.V; Forstliche Versuchs- und
Forschungsanhalt, Abt. Landespflege, Arbeitsbereich
Wildökologie; Jorma Luhta; Peter Creed
Pagg 10 & 11: Lorne Gill/SNH; George Logan/SNH; Kerstin
Sundseth/Ecosystems LTD; FACE; Micheal O’Briain;
Diego L Sanchez; K Taskinen
ISBN 978-92-79-11548-6
Pagg 12 & 13: Lorne Gill/SNH; Rotterdam flygbild; Peter Creed;
Stuart Elsom
© Comunità europee, 2009
Riproduzione autorizzata con citazione della fonte. Tutte le fotografie della presente
pubblicazione sono protette da copyright e non possono essere utilizzate per scopi
diversi senza esplicita autorizzazione dei fotografi.
Pagg 14 & 15: Wolfgang Hochhardt, NABU/Untersee LIFE
project; LPN; John Houston; LIFE New Forest Partnership;
Spanish Cetacean Society SEC; Jim Asher
Stampato su carta riciclata che ha ricevuto il marchio europeo di qualità ecologica
per la carta grafica http://ec.europa.eu/environment/ecolabel/index_en.htm
La rete Natura 2000
dovrebbe arrivare a
coprire circa un quinto del
territorio dell’UE.
Ciò significa che essa
costituirà parte integrante
del nostro paesaggio
rurale, in cui le persone
svolgono un ruolo centrale
La rete Natura 2000 è stata istituita
nel 1992 con l’adozione della direttiva
“habitat” che, unitamente alla direttiva
“uccelli”, costituisce la pietra angolare
della politica europea di conservazione
della natura.
Una politica che costituisce la risposta
dell’Europa in materia di conservazione
della biodiversità, conformemente agli
impegni sottoscritti nell’ambito della
Convenzione sulla biodiversità, nonché
uno degli elementi principali dell’impegno
sottoscritto dai capi di Stato e di governo
europei al vertice di primavera di Goteborg
(2001) di “arrestare la perdita di biodiversità
entro il 2010”. Le modalità con le quali
questi ambiziosi obiettivi saranno raggiunti
sono descritte nel Piano d’azione europeo
sulla Biodiversità del giugno 2006.
La rete Natura 2000 ha come obiettivo
la protezione e la gestione delle specie
e degli habitat vulnerabili europei, a
prescindere dai confini nazionali o politici.
Natura 2000 non è tuttavia un sistema
rigoroso di riserve naturali da cui sono
sistematicamente escluse tutte le attività
dell’uomo.
L’approccio adottato , al contrario, riconosce
che l’uomo è parte integrante della natura
e che uomo e natura danno il meglio
cooperando tra di loro. In realtà il valore
di molti siti Natura 2000 sta proprio nelle
modalità con cui sono stati gestiti fino a
oggi ed è importante che certe attività che
si svolgono al loro interno (ad esempio
l’agricoltura estensiva) possano continuare
anche in futuro.
Questo approccio presenta numerosi
vantaggi, sia per quanto riguarda la
conservazione della natura sia per chi vive
e lavora nelle zone rurali. Coinvolgendo
attivamente nella gestione dei siti Natura
2000 i diversi utilizzatori, è possibile
garantire il mantenimento degli habitat
seminaturali e delle specie vulnerabili che
dipendono da una gestione efficace.
Analogamente, le stesse dimensioni di
Natura 2000 ne fanno un potente alleato
per mantenere la redditività economica
e il tessuto sociale di molte zone rurali
europee e la rete può creare nuove
opportunità di diversificazione economica
e di investimenti interni.
È un dato di fatto ormai riconosciuto
ai più elevati livelli politici. La recente
riforma della politica agricola comune
ha disaccoppiato i pagamenti dalla
produzione, sostituendoli con un
pagamento unico per azienda basato sulle
buone condizioni agronomiche
e ambientali.
Il campo di applicazione delle misure che
possono essere finanziate nell’ambito del
regolamento sullo sviluppo rurale è stato
dunque ampliato. Uno degli obiettivi
del regolamento è quello di migliorare
l’ambiente e il paesaggio mediante misure
di gestione del territorio con effetti benefici
per la biodiversità dell’Europa e, più in
particolare, per la rete Natura 2000.
Nel presente opuscolo vengono esaminate
le implicazioni in materia di gestione di
Natura 2000 in diversi ambiti di uso del
territorio e esplorate le possibili opzioni
di collaborazione con diversi gruppi di
interesse per tutelare il rilevante patrimonio
di biodiversità europeo e promuovere lo
sviluppo sostenibile.
Ulteriori informazioni su questi aspetti
e sui documenti di orientamento della
Commissione sono disponibili sul seguente
sito dedicato della Commissione europea:
http://ec.europa.eu/environment/nature/
3
Natura 2000 si ispira al
principio dello sviluppo
sostenibile. Il suo obiettivo non
è quello di bloccare le attività
economiche bensì di fissare i
parametri all’interno dei quali
queste attività possono avere
luogo salvaguardando la
biodiversità europea
In che modo vengono
scelti i siti?
collaborazione con gli Stati membri e
gli esperti scientifici.
La rete Natura 2000 si compone di zone
speciali di conservazione (ZSC) scelte per
uno o più dei 230 tipi di habitat minacciati
e dellepiù di mille specie indicate negli
allegati della direttiva “habitat”.
Essa comprende anche zone di protezione
speciale (ZPS), classificate nell’ambito
della direttiva “uccelli” per circa 190 specie
di uccelli in pericolo, e zone umide di
importanza internazionale. Alcune
zone di grande importanza sono al
contempo ZSC e ZPS.
A tutt’oggi la rete Natura 2000 comprende
circa 25.000 siti che nell’insieme coprono
quasi un quinto del territorio europeo.
L’obiettivo è fare in modo che le specie
e gli habitat vulnerabili siano mantenuti
o, laddove necessario, ripristinati in uno
stato di conservazione soddisfacente in
tutte le loro aree naturali di distribuzione
in Europa.
I siti sono selezionati, in base alla Direttiva
“habitat”, in tre fasi.
➤ La terza fase prevede che i siti di
importanza comunitaria selezionati
entrino a far parte della rete Natura
2000. A questo punto gli Stati membri
hanno sei anni di tempo per designare
tali siti come zone speciali di
conservazione (ZSC) e, se necessario,
adottare opportune misure di
gestione per ripristinare o mantenere
le specie o habitat in uno stato di
conservazione soddisfacente.
I siti designati in base alla Direttiva
“uccelli” invece, seguono una diversa
procedura: essi sono classificati dagli Stati
membri e, una volta valutati, sono inclusi
direttamente nella rete Natura 2000.
Quali sono gli obblighi da
rispettare nei siti natura 2000?
➤ La prima fase prevede una
valutazione scientifica a livello
nazionale. Ogni Stato membro
individua i siti e le specie importanti
presenti sul suo territorio sulla
base di criteri scientifici comuni.
L’elenco nazionale dei siti è quindi
trasmesso ufficialmente alla
Commissione europea.
➤ La seconda fase prevede la selezione
di siti di importanza comunitaria dagli
elenchi nazionali sulla base di una
delle nove regioni biogeografiche
europee. Questa selezione è operata
dalla Commissione europea in stretta
1 La rete Natura 2000 è stata istituita dalla direttiva
92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992,
relativa alla conservazione degli habitat naturali e
seminaturali e della flora e della fauna selvatiche e
dalla direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile
1979, concernente la conservazione degli uccelli
selvatici.
4
Poiché ciascuna regione
biogeografica copre diversi Paesi
o parti di Paesi che presentano
condizioni naturali simili, i siti
possono essere scelti in funzione
delle aree di distribuzione di ciascun
tipo di specie o habitat, a prescindere
dai confini nazionali o politici.
La direttiva prevede che, nei siti di
Natura 2000:
➤ sia vietato lo svolgimento di attività
che potrebbero perturbare in misura
rilevante le specie o deteriorare gli
habitat per la salvaguardia dei quali il
sito è stato designato;
➤ siano adottate misure adeguate, ove
ciò sia necessario, per ripristinare
e mantenere gli habitat e le specie
in uno “stato di conservazione
soddisfacente” nelle loro aree naturali
di distribuzione.
Spetta agli Stati membri decidere quali
misure adottare per garantire da un punto
di vista giuridico la conservazione dei siti.
Essi possono adottare disposizioni di tipo:
• normativo (ad esempio, creare
riserve naturali),
Natura 2000: partner per la conservazione
•
•
contrattuale (ad esempio,
sottoscrivere accordi di gestione con i
proprietari terrieri), o
amministrativo (mettere a
disposizione i fondi necessari per la
gestione del sito).
Qualsiasi metodo utilizzato deve tenere
conto di tutti i fattori economici, sociali e
culturali nonché delle caratteristiche locali
e regionali delle zone interessate. Questo
principio è sancito dalla Direttiva “habitat”.
Orientamenti della
Commissione
Per facilitare la comprensione delle
disposizioni delle direttive “natura”, con
riferimento alla gestione dei siti di Natura
2000, la Commissione ha pubblicato un
manuale di interpretazione che fornisce
linee guida dettagliate sull’argomento.
http://ec.europa.eu/environment/
nature/natura2000/management/
guidance_en.htm
Regioni biogeografiche
dell’Unione europea.
■
■
■
■
■
■
■
■
■
Alpina
Atlantica
Mar Nero
Boreale
Continentale
Macaronesica
Mediterranea
Pannonica
Steppica
Partecipazione dei gruppi
di interesse
Ciò implica, in pratica, lavorare in stretta
collaborazione con i proprietari terrieri
e i gruppi di interesse all’interno o in
prossimità dei singoli siti Natura 2000 per
concordare le modalità più appropriate
di conservazione delle specie e degli
habitat presenti in tali siti, rispettando al
contempo il contesto socioeconomico.
La Direttiva “habitat” raccomanda
l’adozione di piani di gestione che
permettano di avviare un dialogo tra
tutte le parti interessate per concordare
soluzioni pragmatiche di gestione delle
singole zone.
Per quanto non obbligatori, i piani di
gestione sono strumenti utili in quanto:
• permettono di registrare le necessità
delle specie e degli habitat presenti
in un sito e di indicare quindi con
chiarezza cosa vada conservato e in
che modo;
• analizzano il contesto socioeconomico
e culturale della zona e le interazioni
tra lo sfruttamento del territorio e le
specie e gli habitat presenti;
• mettono a disposizione un forum
aperto al dibattito tra i diversi gruppi
di interesse e aiutano a creare il
consenso sulla gestione a lungo
termine dei siti;
• creano un senso di responsabilità
condivisa sui risultati finali;
• aiutano a trovare soluzioni pratiche
di gestione che siano al contempo
sostenibili e perfettamente integrate
con gli altri usi del territorio.
Natura 2000: partner per la conservazione
È vero che…
•
•
•
•
molte pratiche di utilizzo del territorio continueranno regolarmente perché sono già
compatibili con la conservazione degli habitat e delle specie presenti nei siti
laddove le attività svolte incidono negativamente sulle specie e gli habitat presenti nei siti,
sono spesso possibili adeguamenti che non mettono a rischio la produttività
le attività di gestione che favoriscono la conservazione della natura possono beneficiare di
ulteriori finanziamenti grazie alla Normativa per lo Sviluppo Rurale
la caccia, la pesca, il turismo e altre attività ricreative potranno continuare a condizione che
siano gestite in modo sostenibile e non abbiano effetti negativi sulle specie e gli habitat rari
presenti nel sito o ne impediscano il ripristino.
Non è vero che…
•
•
•
•
•
le proprietà perdono automaticamente di valore in conseguenza dell’inserimento nei i siti
Natura 2000
tutte le attività economiche subiscono un rallentamento
la caccia viene proibita
vengono vietate tutte le nuove infrastrutture
le attività quotidiane sono subordinate a una valutazione di impatto ambientale
5
Il valore di molti siti di
Natura 2000 risiede proprio
nelle modalità con cui sono
stati utilizzati fino a oggi
Nuove tendenze in agricoltura
Terreni agricoli in Natura 2000
Questi habitat seminaturali
contribuiscono a rendere particolare il
paesaggio europeo, sia dal punto di vista
culturale che da quello della biodiversità.
In queste zone le pratiche agricole
esistenti sono in genere compatibili con
l’ambiente e dovrebbero continuare
con le stesse modalità. Anzi, il loro
inserimento in Natura 2000 potrebbe
aiutare a potenziare tali attività, attirando
l’attenzione sul loro valore sociale e
orientando i Fondi europei verso il loro
mantenimento e, laddove possibile, una
reintroduzione.
L’Europa presenta uno dei paesaggi
rurali più vari e diversificati al mondo.
Questa diversità si deve anche a secoli
di differenti pratiche agricole che hanno
generato molti habitat seminaturali
particolarmente ricchi di specie, quali prati
da fieno, praterie umide, pascoli boschivi
e brughiere.
Si tratta di risorse preziose che stanno
purtroppo rapidamente scomparendo.
Negli ultimi cinquant’anni l’agricoltura
europea ha subito grandi cambiamenti.
Nel dopoguerra gli agricoltori furono
esortati a modernizzarsi e a praticare,
laddove possibile, l’agricoltura intensiva
per aumentare le rese e accrescere
l’efficienza. Furono introdotte le
monocolture, ampliati i campi, potenziati
gli allevamenti e introdotti pesticidi e
fertilizzanti per aumentare la produttività.
Non tutte le aziende agricole, però, furono
in grado di seguire queste tendenze.
Alcune erano ostacolate dalle condizioni
locali: terreni troppo ripidi, suolo troppo
povero, zona remota, la manodopera
necessaria troppo elevata ... Molti
agricoltori di zone europee più marginali
(dal punto di vista agricolo) furono perciò
costretti ad abbandonare le loro terre e a
cercare lavoro altrove.
Di conseguenza ampie zone agricole
in tutta Europa subirono pesanti
trasformazioni o furono semplicemente
abbandonate.
Gli effetti combinati di queste due
opposte tendenze sul patrimonio di
biodiversità europeo sono significativi,
al punto che molti habitat e specie delle
zone agricole ad alto valore naturalistico
sono in via di rapida sparizione.
6
Poiché una biodiversità elevata coincide
spesso con scarse rese agricole, la maggior
parte dei terreni agricoli di Natura 2000
si trova in zone marginali dal punto di
vista agricolo. Esempi tipici ne sono i
prati e i pascoli alpini, le aree steppiche,
dehesas e montados, le brughiere e le
praterie umide.
Il nuovo Eegolamento Europeo
sullo Sviluppo Rurale
L’importanza dell’agricoltura per il
mantenimento dell’ambiente naturale
è ormai riconosciuta ai più alti livelli
politici. Le ultime modifiche della politica
agricola comune hanno, ad esempio,
eliminato il legame fra i pagamenti
alle aziende agricole e la produzione,
collegandoli, invece, al mantenimento dei
terreni in buone condizioni agronomiche
e ambientali.
L’ultimo Regolamento per lo Sviluppo
Rurale (2007-2013) ha fra i propri obiettivi
anche il miglioramento dell’ambiente e
del paesaggio. Esso supporta numerose
misure di gestione del territorio che
abbiano effetti benefici per l’ambiente,
quali i regimi agroambientali.
Tutto ciò ha notevoli implicazioni per
la biodiversità europea e, in particolare,
per la rete Natura 2000. Gli agricoltori
possono beneficiare ora di un ulteriore
sostegno finanziario per l’impiego di
attività agricole non nocive per la flora e la
fauna selvatica.
Natura 2000: partner per la conservazione
Opzioni per Natura 2000
nell’ambito del programma di
sviluppo rurale
➤ il “pagamento unico per azienda”
non è più collegato alla produzione,
ma è subordinato al mantenimento
dei terreni in “buone condizioni
agronomiche e ambientali”. Ciò
implica il rispetto, fra le altre, delle
Direttive “habitat” e “uccelli”;
➤ è previsto un aiuto temporaneo
e decrescente destinato ad
ammortizzare gli effetti del rispetto
di una normativa particolarmente
rigorosa in materia di ambiente, igiene
e benessere degli animali imposta
dalla legislazione UE.
➤ la definizione di zone sottoposte a
vincolo ambientale (ZVA) è circoscritta
ora esclusivamente alle aree Natura
2000. Ciò aiuta gli agricoltori a
rispettare le disposizioni delle
Direttive “habitat” e “uccelli” e fornisce
loro una compensazione per le misure
speciali di gestione che sono tenuti ad
adottare e che vanno oltre i requisiti
delle buone pratiche colturali;
➤ le misure illustrate possono essere
ulteriormente integrate da regimi
agroambientali su base volontaria
finalizzati a proteggere l’ambiente
e a mantenere la biodiversità, mirati
a particolari zone naturali o specie
selvatiche. Spetta ai singoli Stati
membri definire i propri regimi
agroambientali per tenere conto delle
rispettive priorità regionali o nazionali;
➤ finanziamenti possono essere concessi
anche per la stesura di piani di
gestione relativi ai siti di Natura 2000
e per valorizzare, all’interno delle
aziende, gli aspetti pubblici ricreativi
delle zone di Natura 2000 e di altre
zone di elevato valore naturale.
La cooperazione con gli agricoltori
per ripristinare i pascoli sull’isola
svedese di Öland
Misure in campo agricolo con
effetti positivi per la flora e la
fauna selvatica
1. Lasciare una fascia di terra non coltivata
e non fertilizzata al margine dei terreni o
lungo i corsi d’acqua
2. Introdurre la falciatura tardiva per
favorire la crescita di rari fiori selvatici e
la fauna nidificante
3. Ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti
4. Evitare l’aratura e i raccolti nei periodi di
allevamento dei piccoli
5. Adeguare i regimi di pascolo per favorire
una struttura di habitat a mosaico e
prevenire così gli effetti del sovra o
sottopascolamento
6. Ricreare piccoli stagni
7. Utilizzare cereali seminati in primavera,
quali la colza, l’erba medica, il
ravizzone…
8. Adottare sistemi di coltivazione a
rotazione con colture miste di grano,
pascoli e maggese
9. Mantenere strutture del paesaggio
importanti per la flora e la fauna selvatica
come siepi, piccole aree boschive, fossati,
margini di coltivi, muretti a secco…
10. Lasciare il ristoppio invernale non trattato
Per secoli, l’isola di Öland, nel sud della Svezia,
è stata utilizzata come terreno da pascolo per
capre, vacche e cavalli: in questo modo si è venuto
a creare un mosaico complesso di habitat “alvar”
di considerevole diversità botanica. Questa è
stata l’attività economica prevalente sull’isola per
migliaia di abitanti. Negli ultimi 30–40 anni, molti
piccoli agricoltori di Öland sono stati costretti a
cambiare attività, a causa degli scarsi guadagni
offerti dall’allevamento estensivo. Con il diminuire
delle aree adibite a pascolo, l’alvar ha cominciato a scomparire, soffocato dall’invasione di una
sterpaglia di valore ecologico notevolmente inferiore.
Successivamente all’inclusione di una superficie di 26.000 ettari di alvar nella rete Natura 2000,
l’ente regionale per la conservazione della natura, operando in stretta collaborazione con la
comunità degli agricoltori locali, ha messo a punto un regime agroambientale specifico per
l’alvar. Grazie a questo regime l’85% di Stora Alvaret è di nuovo utilizzato come pascolo e gli
agricoltori ricevono pagamenti annui superiori a 2 milioni di euro. Nuove prospettive commerciali
si dischiudono inoltre per i loro prodotti, anche per il maggior afflusso di turisti attratti dallo
straordinario patrimonio naturale e culturale dell’isola.
Natura 2000: partner per la conservazione
7
L’inclusione tra i siti di
Natura 2000 non implica
che tutte le foreste debbano
sistematicamente essere
ritirate dalla produzione
ma che le attività devono
essere adeguate per evitare
che possano minacciare
le specie e gli habitat rari
presenti in tali foreste
Le risorse forestali europe
Oggi circa un terzo del territorio europeo
è coperto da foreste, tuttavia con
variazioni sensibili tra gli Stati membri
(fino al 72% in Finlandia e non più dell’8%
in Irlanda).
La maggior parte è classificata come
“utilizzabile per la fornitura di legname”
ed è soggetta a vari gradi di sfruttamento.
Come in agricoltura, le tendenze degli
ultimi cinquant’anni evidenziano
un’intensificazione e l’uso di alberi
esoticiL’UE è oggi il secondo produttore al
mondo di carta e legname.
Le foreste europee sono però importanti
per molte altre ragioni: prevengono
l’erosione, accumulano acqua e carbonio e
hanno un alto valore ricreativo.
Infine esse presentano una biodiversità
particolarmente ricca. Data la loro
diversità e complessità strutturale, queste
foreste costituiscono l’habitat ideale per
un’ampia serie di piante e animali e un
rifugio naturale per i grandi carnivori
come orsi, aquile e lupi, che un tempo
si muovevano liberamente nei territori
europei coperti di foreste.
Esempi tipici di antiche foreste naturali
sono la taiga occidentale in Svezia e
Finlandia, le foreste vergini di faggi e lecci
in Europa centrale o i querceti portoghesi
e i ginepreti nel bacino del Mediterraneo.
Purtroppo, poche di queste foreste vergini
sono sopravvissute fino al Ventunesimo
secolo e ciò che ne resta copre una zona
molto ristretta e altamente frammentata,
ragione per la quale sono state inserite
nella Direttiva “habitat”.
8
Gestione delle foreste di
Natura 2000
Natura 2000 comprende sia foreste naturali
che foreste seminaturali gestite.
Come nel campo dell’agricoltura,
l’inserimento in Natura 2000 non
significa che tutte le foreste siano state
sistematicamente sottratte alla produzione
commerciale. Le attuali pratiche di gestione
dovrebbero tuttavia tenere conto dei
valori naturali presenti nelle foreste e, in
particolare, delle specie e degli habitat per i
quali i siti sono stati designati.
Gli adeguamenti da apportare potrebbero
essere relativamente semplici, come
lasciare il legname morto per terra,
proteggere gli alberi in cui nidificano
specie rare di uccelli, o più complessi come
l’introduzione del taglio selettivo con una
lunga rotazione o la rimozione degli alberi
esotici e la loro sostituzione con specie
decidue locali.
Molto dipenderà dalle condizioni delle
foreste e dalle specie e habitat presenti.
Va tuttavia ribadito che l’approccio
migliore in una gestione di lungo termine
consiste nel decidere caso per caso in
stretta consultazione con gli operatori e i
proprietari terrieri locali interessati.
Al fine di agevolare tale processo sono
disponibili finanziamenti UE nell’ambito
del nuovo Regolamento di Sviluppo Rurale
(2007-2013) per le foreste di proprietà
di privati inserite in Natura 2000. Sono
state introdotte inoltre nuove misure per
l’ambiente forestale. Analogamente ai
regimi agroambientali, le nuove misure
garantiscono un ulteriore sostegno
finanziario per interventi volontari e
rispettosi dell’ambiente in ambito forestale.
Natura 2000: partner per la conservazione
Contratti di gestione forestale in Francia
In Francia è presente la metà degli habitat forestali elencati nell’allegato I della Direttiva “habitat”. Ne
risulta che più del 40% dei siti di Natura 2000 proposti per la Francia contengono foreste, la maggior
parte delle quali è in mano a privati — non a grandi società ma a piccoli proprietari detentori di particelle
di superficie media pari a 4 ha.
Dato il contesto, la Francia ha scelto un meccanismo giuridico basato sulla cooperazione volontaria a
livello locale per l’attuazione di Natura 2000. Per ciascun sito Natura 2000 vengono redatti orientamenti
di gestione sotto la supervisione delle autorità locali per determinare i bisogni specifici di conservazione
dei siti e le misure pratiche (inclusi i fondi) richieste.
Le raccomandazioni che ne risultano, prima di essere adottate tramite delibera, sono discusse formalmente in un
comitato direttivo istituito per coinvolgere gli operatori locali. Le autorità locali e gli operatori del settore si avvalgono di
una guida completa agli habitat forestali pubblicata dal ministero francese dell’ambiente che fornisce informazioni dettagliate
in materia di conservazione delle singole tipologie forestali e delle specie associate e delle capacità di produzione e usi economici,
contribuendo a determinare i livelli appropriati delle attività forestali commerciali.
Una volta messi in atto gli orientamenti di gestione, e a seconda degli ulteriori interventi gestionali richiesti, le autorità locali possono stipulare contratti
di servizio pubblico, chiamati “contratti Natura 2000”, allo scopo di remunerare gli operatori locali per “servizi resi alla comunità”. Il contratto definisce con
precisione i compiti da realizzare, in un lasso di tempo minimo di cinque anni, per mantenere o ripristinare determinate specie o habitat forestali nonché il
tipo di pagamento (aiuti all’investimento o aiuti annui per ettaro).
I contratti in questione sono finanziati in parte dall’UE mediante il nuovo programma di sviluppo rurale. In questo modo è possibile impegnare ragguardevoli
risorse finanziarie per aiutare gli operatori locali a gestire attivamente i siti Natura 2000 che, altrimenti, potrebbero essere abbandonati o distrutti.
La gestione delle foreste in Germania e la protezione dell’urogallo
La Foresta Nera, nel sud della Germania, è l’ultimo rifugio rimasto all’urogallo nell’Europa centrale. Negli anni ’90, 80 km2 di foresta con un’elevata
resa commerciale furono tolti dalla produzione per riportarli a uno stato più naturale. La scelta si rivelò tuttavia infelice per l’urogallo. In assenza di
gestione la foresta divenne troppo vecchia, uniforme e densa per molte specie e non riuscì più a garantire il complesso mosaico di habitat necessari per la
sopravvivenza dell’urogallo.
L’istituto forestale regionale decise quindi di reintrodurre una gestione attiva della zona basata sulle esigenze di conservazione della specie. Le
conclusioni furono che non tutta la foresta doveva necessariamente costituire un habitat ottimale per la specie ma che ne sarebbe bastato il 30-45% (una
percentuale da spostare gradualmente nel tempo all’interno della zona).
Le misure specifiche di gestione necessarie per ottenere questi risultati
furono analizzate con gli operatori forestali locali incaricati di attuarle.
Questo approccio dinamico alla gestione forestale fu notevolmente
apprezzato dagli operatori locali, che poterono riprendere le attività
commerciali nella zona mentre l’opera di conservazione fu portata a
termine nell’ambitodelle normali pratiche di gestione forestale.
L’interesse suscitato fu tale che alcuni anni dopo tali operatori dettero il
loro pieno sostegno alla proposta di ampliare le aree forestali di Natura
2000 per includervi l’intera metapopolazione di urogalli.
Natura 2000: partner per la conservazione
9
La rete Natura 2000 offre
alla gente un’opportunità
unica di scoprire e
apprezzare il ricco
patrimonio naturale
dell’Europa
Attività ricreative nella natura
Vi sono molteplici ragioni che spingono
le persone a immergersi nella natura.
Per molti è il desiderio di rilassarsi
nell’atmosfera quieta di un paesaggio
naturale, per altri la voglia di esplorare
nuovi territori; altri ancora si dedicano
a tutta una serie di attività, quali nuoto,
escursioni a piedi, ciclismo, caccia, pesca …
Quali che siano le motivazioni, la
rete Natura 2000 offre alla gente
un’opportunità unica di scoprire e
apprezzare il ricco patrimonio naturale
dell’Europa.
La maggior parte delle attività ricreative
menzionate sono compatibili con le
disposizioni delle Direttive “habitat” e
“uccelli” nella misura in cui non esercitino
un impatto negativo sugli habitat e le
specie presenti.
La chiave per evitare tali effetti negativi
risiede spesso in un’accorta pianificazione
e in un uso corretto delle risorse, per
evitare che le attività menzionate non
finiscano per distruggere l’ambiente
naturale in cui si svolgono.
Orientamenti della Commissione
in materia di caccia
Per facilitare la comprensione della
Direttiva “uccelli” per quanto attiene alla
caccia degli uccelli selvatici in Europa,
la Commissione ha prodotto un
documento orientativo.
Il documento intende chiarire le
condizioni dettate dalla Direttiva “uccelli”
riguardo alla caccia nel contesto giuridico
e legislativo esistente. Esso, radicandosi
fortemente sui principi e dati scientifici,
considera, in particolare, questioni come
la tempistica della caccia
a scopo ricreativo in base
alla Direttiva ”uccelli” e
identifica le opportunità e
le limitazioni alla flessibilità
nella definizione delle
stagioni venatorie.
Il documento è stato
elaborato consultando i
gruppi attivi negli ambiti
venatorio e di conservazione della natura
che hanno poi sottoscritto un accordo
sulla caccia sostenibile per continuare il
dialogo sulle pratiche di caccia sostenibili.
La caccia ne è un esempio tipico. Le
Direttive “uccelli” e “habitat” riconoscono
la legittimità della caccia come forma di
uso sostenibile e non vietano a priori le
attività venatorie nei siti Natura 2000.
Le direttive fissano però un quadro di
controllo delle attività venatorie per
garantire l’equilibrio tra la caccia e
l’obiettivo di lungo termine di mantenere
una popolazione sana e consistente delle
specie cacciabili.
10
Natura 2000: partner per la conservazione
Turismo
Il turismo è uno dei settori che registrano
la crescita economica più rapida in
Europa. La riduzione dell’orario di lavoro,
che interessa un numero crescente di
persone, e l’abitudine a fare vacanze
più brevi ma ad intervalli più regolari,
hanno aumentato la domanda di
forme più specializzate di turismo,
quali l’escursionismo naturalistico o
l’osservazione della fauna allo stato
selvatico.. Queste forme alternative di
turismo presentano una crescita di tre
volte superiore a quella registrata nei
mercati del turismo classico.
Poiché la Rete Natura 2000 protegge
molte delle aree a più alto valore
naturalistico e di biodiversità, essa
può esercitare una notevole attrattiva
su un certo tipo di turisti, offrendo
loro opportunità di immergersi nella
natura e di dedicarsi all’osservazione
della fauna selvatica, all’escursionismo,
all’esplorazione, al canottaggio ecc…
Queste attività possono contribuire a loro
volta a diversificare l’economia locale e a
stimolare gli investimenti interni in imprese
locali e in iniziative collegate al turismo.
L’esperienza in campo dello sviluppo del
turismo sostenibile nell’ambito di Natura
2000 va incrementandosi. Alcuni operatori
del settore, ad esempio, in due aree pilota
in Lettonia e Andalusia hanno sviluppato
40 nuove proposte turistiche sulla base di
Natura 2000. La loro esperienza è raccolta
in una serie di guide. I dettagli sono
disponibili sul sito
www.natura2000tourism.eu
Le Canarie: un paradiso per gli ecoturisti
Ogni anno oltre 11 milioni di turisti visitano le Canarie. Benché molti siano attratti dal sole, l’ecoturismo,
un tipo di vacanza basata maggiormente sulla qualità e su un approccio più rispettoso dell’ambiente,
registra un successo crescente. E le cose da vedere sono molte! Le Canarie rappresentano un polo mondiale di biodiversità per le piante, i mari sono popolati da tartarughe e delfini e le spettacolari zone interne
delle isole ospitano molte specie rare e insolite.
Il risultato è che oltre il 30% delle isole è stato inserito in Natura
2000. Questo riconoscimento internazionale ha contribuito molto
a incrementare ulteriormente l’ecoturismo e ha permesso di dare
vita a interessanti forme di collaborazione: le entrate del turismo,
ad esempio, contribuiscono all’opera di conservazione di specie
rare quali la lucertola gigante di Hierro (il rettile più grande
d’Europa), che, non a caso, è diventata la mascotte dell’isola.
È tuttavia importante che questa tipologia
di turismo si sviluppi senza causare danni
al patrimonio naturale delle singole
zone. Si tratta di un obiettivo più facile
da realizzare se vi è un interesse diffuso
al mantenimento delle risorse naturali. Il
turismo di massa, invece, tende spesso a
porsi in diretta concorrenza con la natura,
specie nelle zone costiere e in montagna.
Poiché quella turistica è un industria
molto competitiva, una pianificazione
adeguata è fondamentale per il successo
di qualsiasi iniziativa. La pianificazione,
infatti, non solo aiuta a garantire che le
preziose risorse naturali siano utilizzate
in modo sostenibile ma favorisce anche
una migliore integrazione delle attività
turistiche e di altre attività rurali.
Natura 2000: partner per la conservazione
Turismo nei siti di Natura 2000 in Lapponia
La Lapponia copre vaste distese di foreste e torbiere di incredibile bellezza naturale. Quando fu
deciso di inserire un’area di 300 km2 tra i siti Natura 2000, le comunità locali all’inizio si opposero,
temendo che ciò avrebbe frenato il fiorente mercato turistico.
Le autorità del parco garantirono che, al contrario, il progetto avrebbe aiutato a incrementare
l’occupazione e creare nuove opportunità economiche e misero a punto una serie di sentieri
naturali, il cui percorso era accuratamente progettato per tenere lontani i visitatori dalle zone
sensibili, garantendo loro al contempo una piacevole esperienza.
I sentieri ottennero un successo tale da finire
sulle prime pagine dei giornali e da allora
le aziende locali hanno registrato un
flusso crescente di visitatori. Sono
molti a vedere ora in Natura
2000 un potenziale alleato e
non un intralcio all’attività
economica.
11
Nuove attività o sviluppi
che abbiano degli impatti
nei siti di Natura 2000 non
sono automaticamente
esclusi. Le decisioni tuttavia
devono seguire la procedura
progressiva indicata nella
Direttiva “habitat”
Nuovi sviluppi e Natura 2000
Di quando in quando vengono proposti
nuovi progetti e piani di sviluppo che
potrebbero avere un impatto sui siti
della rete Natura 2000. Ad esempio la
costruzione di una nuova strada o di un
complesso turistico o l’apertura di una
nuova cava.
Esame di piani e progetti che interessano i siti Natura 2000
PP = piano o progetto
Sviluppi di questo tipo — come ad esempio
grandi interventi di imboschimento o
piani di irrigazione — potrebbero anche
provocare cambiamenti notevoli negli usi
attuali del territorio all’interno e all’esterno
dei siti di Natura 2000.
In linea di principio, nessuna di queste
attività è proibita dalle direttive UE. Esse
debbono tuttavia essere sottoposte ad
un rigoroso processo di valutazione per
determinare se il progetto possa essere
realizzato o meno.
La procedura progressiva
L’articolo 6 della Direttiva “habitat”
definisce tale procedura progressiva.
Il termine “progetto” può indicare sia
opere di costruzione sia altri interventi
nell’ambiente naturale, mentre il termine
“piano” comprende piani di utilizzo del
territorio giuridicamente vincolanti o piani
o programmi strutturali, escludendo però
ogni dichiarazione di politica generale.
➤ Prima fase: la prima fase è finalizzata
a determinare le probabilità che il
piano o progetto abbia un impatto
significativo sul sito. Se le conclusioni
indicano che i probabili effetti non
saranno significativi, il progetto può
essere approvato immediatamente.
➤ Seconda fase: se, invece, è probabile
che il piano o progetto abbia un
impatto significativo sul sito, il
proponente è invitato a riformularlo
per scongiurare il verificarsi di tale
impatto o a prendere in considerazione
opzioni alternative (ad esempio,
modificare il tracciato di una strada
progettata) che non abbiano un
impatto negativo sul sito.
➤ Terza fase: se non esistono alternative
ma il progetto o piano è considerato
indispensabile — ovvero riveste
un interesse pubblico superiore
— esso può essere realizzato purché
siano adottate adeguate misure
di compensazione per mantenere
l’integrità globale della rete Natura 2000.
12
Natura 2000: partner per la conservazione
Esiste poi un’ulteriore clausola di
salvaguardia per piani o progetti la cui
realizzazione potrebbe avere effetti
negativi su siti che ospitano habitat o
specie prioritari — come ad esempio
quelle minacciate o vulnerabili. In
questo caso i progetti possono essere
realizzati solo nel caso in cui essi siano
necessari per la salute dell’uomo e
la sicurezza pubblica o nel caso in
cui lo Stato membro sottoponga
alla Commissione argomentazioni
convincenti riguardo all’interesse
pubblico superiore. Tali progetti
devono inoltre essere correlati da
adeguate misure di compensazione
per la perdita o il danneggiamento
provocato agli habitat e alle specie coinvolti.
Le decisioni relative alle fasi da 1 a 3 sono
adottate dalle autorità nazionali degli
Stati membri interessati. La Commissione
interferisce con tali decisioni soltanto nei
casi in cui venga presentato un reclamo
ufficiale contro le decisioni adottate
dallo Stato membro o i progetti proposti
possano nuocere specie o habitat prioritari.
La Commissione deve essere tuttavia
informata in merito alle eventuali misure
di compensazione proposte per i piani o
progetti approvati nell’ambito della terza
fase, perché possa verificare che non sia
messa a repentaglio la coerenza della rete
Natura 2000.
Orientamenti della Commissione
Per facilitare la comprensione delle
disposizioni in questione,
la Commissione ha
prodotto un documento
orientativo che fornisce un
aiuto metodologico non
vincolante per effettuare o
riesaminare le valutazioni
richieste ai sensi dell’articolo
6, paragrafi 3 e 4, della
Direttiva “habitat”’.
http://ec.europa.
eu/environment/nature/natura2000/
management/guidance_en.htm
L’espansione del Porto di Le Havre
L’estuario della Senna in Francia è un rilevante sito Natura 2000, con una superficie di circa 188 km². Sulle sue sponde sorge il porto di Le Havre, il più
trafficato porto commerciale francese e importante crocevia del mercato mondiale.
Per fronteggiare la sempre crescente affluenza di imbarcazioni, è stata portata a compimento la prima fase di espansione del porto. Prima di procedere con la
realizzazione del progetto era necessario sottoporlo ad una valutazione di incidenza in base all’articolo 6 della Direttiva Habitat. L’impatto notevole sull’ambiente
di una così grande espansione portuale era evidente ma la valutazione di incidenza ha riconosciuto al progetto il suo “interesse pubblico superiore”.
Per minimizzare il danno ecologico del progetto di espansione ed identificare un pacchetto di misure compensative realizzabili e condivise da tutti, le
autorità portuali hanno deciso di coinvolgere immediatamente i gruppi di interesse locali in modo da individuare tutti i fattori di importanza rilevante
nell’estuario. In un periodo di soli quattro mesi sono stati svolti più di quaranta incontri pubblici ed è stata stabilita una collaborazione operativa con i
gruppi ambientalisti.
Come risultato della collaborazione, è stato approvato un pacchetto da 46 milioni di euro (ancora meno dell’1% del costo totale del progetto) destinati a
misure ambientali da intraprendere prima che i lavori di espansione del porto cominciassero, inclusi:
• La costruzione di una piccola isola per la nidificazione degli uccelli marini a sud dell’estuario.
• La creazione di una seconda area di nidificazione sulle dune di sabbia della costa per compensare la zona occupata dal nuovo porto.
• Il ripristino delle zone di costa fangose a monte dell’estuario tramite un complesso sistema ingegneristico in grado di alterare il livello del mare e le correnti così da garantire che l’afflusso di acqua nelle zone fangose.
Il progetto di espansione del Porto di Le Havre dimostra che lo sviluppo economico non è ostacolato da Natura
2000 nei casi in cui i provvedimenti dettati dall’art.6 siano rispettati e il dialogo con i gruppi di interesse sia
instaurato da subito in modo da coinvolgerli attivamente nella formulazione di decisioni, alternative e soluzioni.
Natura 2000: partner per la conservazione
13
L’attuazione della rete
Natura 2000 dipende
dalla comprensione
delle disposizioni delle
Direttive “habitat”
e “uccelli”
La consultazione pubblica è un elemento
vitale del processo Natura 2000. E perché le
discussioni possano centrare i loro obiettivi
è essenziale che si svolgano in un’atmosfera
di reciproca fiducia e comprensione.
all’interno del sito, che vanno quindi
semplicemente mantenute.
Designare un sito Natura 2000
non implica pertanto a priori che
le attività all’interno dello stesso
debbano cambiare o essere interrotte.
Tali attività devono tuttavia tenere
conto delle specie e degli habitat rari
presenti nel sito per garantirne uno
stato di conservazione soddisfacente.
•
“Allo scopo di tutelare la natura
dovremo mettere fine a tutte le
nostre attività all’interno dei siti”
Ci saranno ovviamente casi in cui
sarà necessario decidere se ridurre
o interrompere determinate attività
che costituiscono una minaccia
significativa per le specie o tipi di
habitat per i quali il sito Natura 2000è
stato designato. Ma queste decisioni
andranno adottate caso per caso e
non generalizzate.
Tuttavia, nel corso degli anni sono emersi
numerosi equivoci sull’attuazione delle
direttive della UE in campo ambientale,
che non solo hanno creato confusione ma
anche suscitato preoccupazioni infondate.
La parte che segue fornisce una risposta
alle preoccupazioni più comuni. La
speranza è che alcune paure possano
essere fugate, favorendo al contempo
una migliore comprensione degli obiettivi
ultimi di Natura 2000.
•
•
14
“La Direttiva ‘habitat’ è un’iniziativa
comunitaria elaborata in segreto dai
tecnocrati di Bruxelles”.
Natura 2000 costituisce una risposta
diretta alle preoccupazioni diffuse
sulla rapida diminuzione delle zone
naturali in Europa. Secondo un recente
rilevamento dell’Eurobarometro il
43% dei cittadini europei considera
la perdita di biodiversità un
problema serio..
Reagendo a questi dati, nel 1992, dopo
cinque anni di dibattito al Consiglio
e al Parlamento europeo, i ministri
dell’ambiente degli Stati membri
adottarono all’unanimità la Direttiva
“habitat”. Nel periodo precedente
l’adozione molti gruppi di interesse
comunicarono la loro posizione agli
Stati membri e alla Commissione che la
tennero in debito conto.
“Tutti i siti di Natura 2000
diverranno riserve naturali”
Se un sito viene incluso nella
rete Natura 2000 è perché riveste
un’importanza a livello europeo
per le specie o gli habitat in esso
presenti e elencati nelle Direttive
“uccelli” o “habitat”. In molti casi
queste specie o habitat sono in uno
stato di conservazione soddisfacente
proprio grazie alle attività dell’uomo
Mantenere le specie o gli habitat
in uno stato di conservazione
soddisfacente non è necessariamente
incompatibile con le attività umane.
Al contrario, la sopravvivenza di molte
aree naturali dipende in sommo
grado da tali attività (ad esempio
dall’agricoltura).
Alcuni dei siti in questione sono già
gestiti nello spirito di Natura 2000, e
la loro inclusione nella rete dovrebbe
aiutare a garantire una loro corretta
gestione anche in futuro.
Le dimensioni stesse di Natura 2000
fanno sì che la rete possa risultare
un alleato formidabile per attirare
gli investimenti interni e mantenere
quindi le pratiche attuali di utilizzo del
territorio o incoraggiarne di nuove.
Diverse misure che fanno riferimento
al regolamento sullo sviluppo rurale
sono oggi adattate specificamente
ai siti Natura 2000, riconoscendo
il ruolo importante di questa rete
per mantenere un ambiente rurale dinamico.
Natura 2000: partner per la conservazione
•
“Bruxelles ci vuole imporre cosa
fare o cosa non fare in ciascun sito”
La Direttiva “habitat” e la rete Natura
2000 sono basate sul principio di
sussidiarietà. Spetta agli Stati membri
decidere le modalità migliori per
preservare tali siti di importanza
comunitaria.
Per quanto non siano obbligatori,
i piani di gestione indicati nella
direttiva costituiscono uno strumento
utile per determinare gli interventi da
effettuare per ripristinare o mantenere
i siti in uno stato di conservazione
soddisfacente.
I piani in questione sono specifici
per ciascun sito e forniscono uno
strumento di consultazione con i
gruppi di interesse locale, garantendo
così che il destino di un sito Natura
2000 sia deciso di comune accordo
in uno spirito di cooperazione e
cogestione. I piani di gestione aiutano
spesso i diversi gruppi di interesse per
trovare un terreno d’intesa tra di loro.
•
“Una volta incluso nella rete Natura
2000, un sito resta intoccabile per
quanto riguarda futuri sviluppi”
La direttiva non impedisce a priori
nuove attività o sviluppi all’interno
di un sito di Natura 2000. L’articolo
6 stabilisce tuttavia che per i nuovi
piani o progetti, per i quali si prevede
un’incidenza significativa, sia
necessario effettuare, prima della loro
attuazione, un’adeguata valutazione
d’impatto ambientale.
•
Se da tale valutazione emerge
che l’attività proposta potrebbe
causare danni significativi a un sito
ma che tutte le alternative prese in
considerazione non sono praticabili,
tale attività può essere proseguita
se risponde a un interesse pubblico
superiore e se vengono adottate
contestualmente misure per
compensare le perdite di specie o
habitat presenti nel sito.
Natura 2000: partner per la conservazione
“Le persone che abitano all'interno dei
siti di Natura 2000 devono sostenere
i costi degli interventi di tutela"
Spetta agli Stati membri e alla
Commissione garantire che i costi di
Natura 2000 siano sostenuti da tutti.
Per questo motivo quando gli Stati
membri presentano l’elenco nazionale
dei siti, sono invitati a fare una stima
dei costi necessari a gestire le zone
che ospitano specie o habitat prioritari
e a trasmetterla alla Commissione.
Tali costi possono poi essere
presi in considerazione ai fini
del cofinanziamento da parte di
diversi programmi comunitari. Le
misure agroambientali previste dal
regolamento sullo sviluppo rurale
rivestono particolare importanza
per il finanziamento dell’agricoltura
estensiva rispettosa dell’ambiente
in molti siti di Natura 2000. Il
fondo europeo LIFE+ prevede lo
stanziamento di circa 800 milioni di
euro per il periodo 2007–2013 per
progetti natura e biodiversità che
includono il supporto di migliori
pratiche o progetti dimostrativi
all’interno dei siti Natura 2000.
A chi rivolgersi per maggiori informazioni:
Per facilitare l’attuazione delle Direttive “habitat” e “uccelli”, la Commissione Europea ha
realizzato una serie di manuali e rapporti di buone pratiche in aggiunta a quelli già menzionati nella presente brochure. Questi documenti sono disponibili sulla home page Natura & Biodiversità:
•
•
•
•
•
•
•
Una Guida al finanziamento di Natura 2000 e uno strumento IT;
Linee Guida per l’istituzione della rete Natura 2000 nell’ambiente marino;
Guida per l’implementazione delle misure previste dalla Direttiva “habitat” per la protezione delle specie;
Linee guida per i Piani di Gestione delle popolazioni di grandi carnivori;
Normativa della Corte di Giustizia Europea sulle Direttive “habitat” e “uccelli”;
Esempi di buone pratiche per la gestione di siti Natura 2000;
Modelli di Gestione per gli habitat di Natura 2000;
Esiste inoltre una newsletter su Natura 2000 alla quale ci si può iscrivere:
http://ec.europa.eu/environment/nature/index_en.htm
15
La messa a punto di una rete ecologica di siti, denominata Rete Natura 2000, costituisce il
cardine di questa iniziativa. Finora la rete comprende circa 25 000 siti. Complessivamente
essi costituiscono quasi un quinto dell’Unione Europea, ovvero la più grande rete di aree di
conservazione della natura al mondo.
Poiché Natura 2000 è parte integrante del nostro paesaggio, occorre che i siti continuino a
essere gestiti in modo da tener conto degli habitat e delle specie vulnerabili esistenti.
Il suo obiettivo non è quello di bloccare le attività economiche bensì di fissare i parametri
all’interno dei quali queste attività possono avere luogo salvaguardando la biodiversità
dell’Europa. Tutti — cittadini interessati e proprietari privati, utilizzatori dei terreni, autorità
pubbliche, ambientalisti — svolgono un ruolo determinante per garantire il successo di
Natura 2000.
Commissione europea
Natura 2000: partner per la conservazione
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee
2009 – 16pp – 21 x 29.7 cm
ISBN 978-92-79-11548-6
KH-71-09-401-IT-C
Natura 2000 è l’iniziativa più ambiziosa mai intrapresa per tutelare la ricchezza del
patrimonio di biodiversità europeo. Grazie a essa 27 Paesi dell’Unione uniscono i loro sforzi
per proteggere centinaia di specie e di habitat particolarmente preziosi in tutte le loro aree
di distribuzione in Europa, ignorando le frontiere nazionali.
Scarica

IT - Europa.eu