Programma Comunitario LIFE Ambiente
Progetto L.IN.F.A.— Misure innovative per il
miglioamento della qualità dell’aria e la
riduzione del rumore nell’area della Fraschetta
L.IN.F.A.
LIFE
INTERVENTIONS
FOR FRASCHETTA
AREA
LAYMAN’S REPORT
IL PROGETTO LINFA
Il Progetto LINFA si qualifica come progetto pilota per l’applicazione di tecniche di monitoraggio innovative
alle attività di pianificazione e programmazione territoriale, finalizzato alla definizione degli scenari di
evoluzione ambientale dell’area di interesse e all’elaborazione di misure di sostegno dello scenario
ambientalmente più compatibile.
Finalità del Progetto è stato introdurre la dimensione ambientale nei processi di pianificazione e gestione
territoriale attuati dalle organizzazione coinvolte, al fine di sostenere il miglior scenario di sviluppo
ambientalmente compatibile tramite l’elaborazione di criteri operativi e atti di indirizzo.
La partnership
Le Amministrazioni che hanno partecipato al Progetto LINFA rappresentano il complesso dei soggetti che
sono chiamati ad intervenire nelle decisioni e nei processi che modificano l’ambiente e il territorio a livello
alessandrino. La partnership è formata dal Comune di Alessandria, soggetto proponente e beneficiario del
Progetto LINFA, Provincia di Alessandria, Università degli Studi del Piemonte Orientale “A.
Avogadro” (partecipa al Progetto mediante il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Vita -DISAV),
Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte (ARPA), Azienda Sanitaria Locale 20 (ASL n°
20); inoltre questo gruppo di lavoro si è avvalso del sostegno della Regione Piemonte e delle principali
associazioni ambientali (WWF, Italia Nostra e Pro Natura e Comitato di Castelceriolo) e dal partner
transnazionale Ayutamiento de La Coruña. La gestione del Progetto è stata curata dai partner secondo le
rispettive competenze amministrative e capacità tecniche. A tale scopo sono stati costituiti:
• lo Staff di Progetto, costituito dal complesso dei dipendenti e degli altri soggetti formalmente assegnati
o incaricati ad operare nell’ambito del progetto, che si è occupato dell’implementazione del Progetto.
• il Comitato di Pilotaggio, costituito da un rappresentante per ciascuna delle organizzazioni
sottoscrittrici dell’accordo e da un membro in rappresentanza delle Associazioni ambientaliste e dei
Comitati cittadini, ha assicurato il monitoraggio e la valutazione dello stato di avanzamento delle attività,
ha curato il coordinamento delle diverse fasi progettuali, ha stabilito indirizzi operativi per lo svolgimento
dei compiti, ha assicurato la valutazione in itinere e finale del Progetto, evidenziando eventuali
problematiche ed individuando le possibili misure correttive. Il Comitato nell’adempimento delle proprie
funzioni si è avvalso di un Valutatore Esterno al progetto altamente qualificato, nominato dal Comitato
stesso.
• La Direzione Generale, affidata al Comune di
Alessandria, ha assicurato la corretta esecuzione
tecnica e ha curato il coordinamento delle diverse fasi
progettuali, ha stabilito indirizzi operativi per lo
svolgimento dei compiti, ha assicurato la valutazione in
itinere e finale del Progetto, evidenziando eventuali
problematiche ed individuando le possibili misure
correttive.
Inoltre, al fine di costituire un’interfaccia tra le strutture del
progetto e la cittadinanza è stato istituito lo Sportello
Ambientale della Fraschetta, sito presso la sede della
Circoscrizione Fraschetta, gestito da personale qualificato e
dedicato alla raccolta e diffusione delle informazioni relative
al Progetto.
Per una migliore gestione, il Progetto è stato suddiviso in “Compiti” (Task) assegnati a ciascun partner del
Progetto, secondo le proprie competenze:
Compito 1: Sistema di gestione e valutazione del Progetto e presentazione delle relazioni alla Commissione
Europea (Comune di Alessandria).
Compito 2: Approfondimenti circa lo stato dell’arte (Comune di Alessandria).
Compito 3: Sviluppo ed utilizzo di modellistica per la dispersione di inquinanti in atmosfera e per la
valutazione dell’inquinamento a microscala (DISAV).
Compito 4: Valutazione degli effetti biologici degli inquinanti e sviluppo di nuove tecniche di analisi chimica di
inquinanti presenti in atmosfera (DISAV).
Compito 5: Elaborazione ed utilizzo di una metodologia integrata per il controllo e la previsione della qualità
acustica a scala locale (ARPA).
Compito 6: Stima dell’impatto sulla salute dell’esposizione a inquinamento atmosferico e rumore (ASL20).
Compito 7: Definizione e sostegno di uno sviluppo sostenibile della Fraschetta (Comune di Alessandria).
Compito 8: Implementazione di indirizzi operativi nei documenti di programmazione e prosecuzione delle
attività progettuali (Comune di Alessandria).
Compito 9: Informazione e comunicazione in tutte le fasi del Progetto – Divulgazione (Comune di Alessandria
– Provincia di Alessandria).
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Problematiche ambientali
A partire dal secolo scorso l’area della Fraschetta, territorio ad est di Alessandria, ha iniziato ad ospitare attività
industriali particolarmente complesse e diversificate. In particolare, confinante con la frazione di Spinetta
Marengo e ad Ovest rispetto ad essa si trova un polo industriale con superficie pari a circa 1.100.000 mq, al cui
interno sono presenti gli stabilimenti Solvay Solexis, Arkema (ex Atofina) ed Edison.
L’area comprende anche un impianto di trattamento delle acque industriali e discariche interne, attive e/o
esaurite. Le attività industriali sono presenti in questo sito a partire dagli inizi del ventesimo secolo, con diverse
produzioni di chimica industriale: produzione biossido di titanio, acido solforico, acido fluoridrico, pigmenti
inorganici, ecc., che nel corso degli anni sono state abbandonate e/o sostituite.
Il polo industriale è inoltre soggetto alla normativa sui rischi di incidenti rilevanti di cui al Decreto Legislativo n°
334 del 17.08.1999, pertanto è stato predisposto un Piano di Emergenza Esterno dal Prefetto d’intesa con la
Regione e gli Enti locali. Le Ditte hanno invece predisposto il Rapporto di Sicurezza e il Piano di Emergenza
Interno.
Immediatamente ad Est del centro abitato di Spinetta Marengo è presente un’ulteriore area industriale,
denominata “Michelin/D5/D6” che ospita la ditta Michelin, dove vengono realizzati pneumatici per veicoli
industriali, e numerose attività manifatturiere, tra cui si citano la ditta A.G.V., produttrice di caschi, e la ditta
“Borsalino”, produttrice dei noti cappelli, la ditta Guala Dispensing che produce manufatti in plastica e la ditta
Legrand, stabilimento e polo logistico dedicato a sistemi porta cavi in metallo. Lungo la strada che collega
Spinetta Marengo e Castelceriolo è presente la discarica di Alessandria, ormai dismessa ed in fase di bonifica
finale.
L’area della discarica, lungo il lato settentrionale, ospita anche un impianto di compostaggio, che è stato oggetto
di numerose lamentale da parte delle popolazione locale a causa dell’emissione di odori.
Per quanto riguarda l’impatto generato dal traffico veicolare, che determina in particolar modo emissioni
atmosferiche ed acustiche (oggetto di particolare approfondimento da parte del Progetto LINFA bisogna
segnalare oltre all’Autostrada A21 Torino-Piacenza, la presenza della S.S. n°10 che collega Alessandria con
Spinetta Marengo e quindi devia verso Est in direzione di Tortona, e della S.S. n°35 bis “dei Giovi”, che si dirama
dalla S.S. n°10 in prossimità di Spinetta Marengo e gira in direzione Sud Est verso Novi Ligure. Queste vie di
comunicazione sono percorse da intenso traffico, sia locale (prevalentemente autoveicoli, tra cui molti pendolari
casa-lavoro) che di transito (prevalentemente autoarticolati, con particolare riferimento ai collegamenti tra la
Liguria e le aree più industrializzate della Pianura Padana). L’impatto sulla popolazione residente nell’area della
Fraschetta, con particolare riferimento alle aree residenziali adiacenti, è particolarmente rilevante, in termini di
disturbo da rumore e peggioramento della qualità dell’aria.
Pagina 3
I COMPITI TECNICI
Compito 3 “Sviluppo ed utilizzo di modellistica per la dispersione di inquinanti in
atmosfera e per la valutazione dell’inquinamento a microscala
Lo scopo finale del “Compito 3” era la predisposizione di un sistema di monitoraggio e previsione della
dispersione di inquinanti in atmosfera, dotato di strumenti sia per valutazioni real time sia per analisi più
approfondite quali la valutazione di particolari situazioni di inquinamento o la valutazione di scenari diversi in
grado di migliorare la qualità dell’aria.
Per lo svolgimento delle attività è stata usata una tecnica innovativa di telerilevamento del vento e della
temperatura che permette di ottenere informazioni sulla porzione di atmosfera all’interno della quale si
sviluppano tutti i flussi convettivi e di trasporto dovuti ai fenomeni di riscaldamento e raffreddamento della
superficie terrestre. Questi sistemi, denominati RASS-SODAR, installati presso l’ex discarica di Castelceriolo
forniscono con cadenza oraria i profili di temperatura dell'aria e del vento per alcune centinaia di metri di
altezza. Tali profili, che sono significativi per l'intera area, sono di rilevante importanza per prevedere le
condizioni che inducono l’inquinamento atmosferico, l’evoluzione delle nebbie, studiare gli scambi all’interfaccia
suolo-aria e prevedere la dispersione degli inquinanti.
500
400
400
quota (m)
500
300
300
200
200
100
100
0
-0.3
0
0
1
2
3
4
5
-0.2
-0.1
0
0.1
0.2
v elocità de l ve nto v e rticale (m/s)
v e locità de l ve nto orizzontale (m/s)
Profilo di temperatura del 16/02/04 h.7.00
200
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
0.00
1.00
Modellistica utilizzata
Profilo di vento del 04/04/2004 ore 10.00
600
quota (m)
quota (m)
Profilo di vento del 04/04/2004 ore 10.00
600
2.00
3.00
4.00
5.00
6.00
temperatura (°C)
Esempio di profili di vento e temperatura
0.3
Nell’ambito del progetto è stata utilizzata e sviluppata la
modellistica per lo studio della dispersione di inquinanti in
grado di valutare in tempo reale l’inquinamento
atmosferico e di studiare le strategie di intervento. Sono
stati messi a punto diversi modelli di dispersione dai più
semplici e di immediata applicazione ai più complessi: il
modello stocastico ADRI, il modello gaussiano
ARIAIMPACT, il modello per l’emissione dovuta al traffico
TREFIC, il modello diagnostico MINERVE, il modello
tridimensionale SPRAY e il modello tridimensionale a
microscala MicroSPRAY.
Il modello stocastico ADRI è stato progettato allo scopo
di fornire una mappa previsionale di inquinamento che
prescinda dalla conoscenza delle sorgenti. Questo
modello fornisce un sistema di archivio e interpretazione
statistica dei dati provenienti da sistemi di telerilevamento
e da centraline di misura di parametri meteorologici e di
inquinamento. La disponibilità di dati, nello spazio e nel
tempo, permette un’analisi previsionale di tipo statistico.
Il modello “impara” dal passato ed individua i fenomeni
precursori degli eventi critici, valutando le condizioni
meteorologiche che portano ad inquinamento dell’aria.
Il modello gaussiano ARIAIMPACT permette di valutare
l’accumulo degli inquinanti sul terreno. Per ottenere una
simulazione sono fondamentali la caratterizzazione
meteorologica del sito (per mezzo di almeno due
parametri: il vento (intensità e direzione) e la stabilità
atmosferica) e del tipo di emissioni (definizione delle
sorgenti: industriali, diffuse o da traffico, caratteristiche
topografiche delle fonti: posizione, dimensioni, ecc. e
caratterizzazione delle specie emesse).
Dall’immagine satellitare ad alta risoluzione è stato
calcolato
l’indice
NDVI
(Normalized
Difference
Vegetation Index) per valutare lo stato di salute della
vegetazione nell’area della Fraschetta. La mappa
rappresenta l’interpolazione dei valori dell’indice NDVI
dei campi coltivati, sovrapposta alla cartina della zona.
Le due aree di maggiore stress della vegetazione
individuate nell’analisi corrispondono ai principali
insediamenti industriali.
B- Mappa di concentrazione di HCl e HF.
Pagina 4
L’indice NDVI è stato messo a confronto con valori di
“indice di fluorescenza” medio, misurato sulla vegetazione
e calibrato tenendo in considerazione la copertura
dell’area in esame. I valori numerici dei due indici sono in
eccellente accordo.
Per l’analisi di situazioni complesse (interazione degli
inquinanti con orografia, variazioni verticali delle
grandezze meteorologiche, calma di vento, ecc.) e per
utilizzare al meglio le informazioni derivanti dalla
strumentazione di remote-sensing, sono stati impiegati
modelli 3-dimensionali in grado di ricostruire la dinamica
dell’evoluzione degli inquinanti all’interno del flusso
atmosferico.
Sono utilizzati il codice diagnostico MINERVE per la
ricostruzione tridimensionale dei campi di vento,
temperatura ed umidità su terreno complesso e il modello
previsionale tridimensionale SPRAY che fornisce la
mappa di previsione dell'inquinamento a partire dalla
conoscenza dettagliata delle emissioni. In questo modo è
possibile la valutazione in tempo reale della dinamica
Mappa NDVI. Le zone
delle masse d'aria, che unita ai dati di emissione è maggiormente inquinate.
utilizzata per il monitoraggio e la previsione delle
concentrazioni di inquinante.
Il modello tridimensionale a microscala microspray simula
la distribuzione degli inquinanti con una risoluzione
dell’ordine del metro e rende più significativo il dato
misurato dalle centraline.
L’utilizzo integrato delle diverse tipologie di dato
meteorologico a disposizione ha reso possibile una
valutazione più realistica delle condizioni termodinamiche
dell’atmosfera, portando ad una determinazione effettiva
della diffusione dell’inquinante per mezzo della
simulazione modellistica di tipo lagrangiano,
Il modello tridimensionale è stato utilizzato con successo
per il caso dell’NOX e delle polveri sottili, utilizzando come
input emissivo dati medi.
rosse
individuano
le
aree
NOx: Campo di concentrazione media (mg/m3) al suolo di Nox
per l’intero periodo di simulazione
Periodo di simulazione: dalle 01:00 del 06 Aprile 2004 alle
00:00 del 09 Aprile 2004 (72 h)
I sistemi sviluppati sono in grado di funzionare come strumenti di monitoraggio continuo sull’intero territorio
e, inserendo la previsione meteorologica, permettono la stima della previsione degli inquinanti. Questi
sistemi possono essere utilizzati per supportare ad esempio la definizione di piani urbani del traffico, la
progettazione di nuove arterie stradali, la programmazione di interventi quali le limitazioni o i blocchi del
traffico urbano, la limitazione alle emissioni, la gestione degli impianti e per definire in modo più efficace i
piani di emergenza da inquinamento atmosferico. Possono essere impiegati infine nelle procedure di
valutazione di impatto, necessarie ad esempio per la progettazione di nuove iniziative industriali o
commerciali.
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Compito 4: “Valutazione degli effetti biologici degli inquinanti e
sviluppo di nuove tecniche di analisi chimica di inquinanti presenti
in atmosfera”
L’attività di monitoraggio ambientale ha riguardato sia la valutazione della dispersione degli inquinanti dovuti
alle emissioni industriali ed al traffico veicolare in atmosfera, sia la valutazione degli effetti biologici dovuti alla
ricaduta al suolo degli inquinanti.
Per quanto riguarda l’inquinamento causato dal traffico veicolare, le attività si sono concentrate principalmente
sugli effetti degli inquinanti rilasciati dalle automobili a benzina che, oltre ad emettere gas ad effetto serra e
benzene, rilasciano in atmosfera metalli pesanti ed in particolare i metalli della categoria dei PGE (Platinum
Group Elements), quali platino (Pt), rodio (Rh) e palladio (Pd). Questi elementi presenti in atmosfera sotto
forma di diverse specie chimiche, si ritrovano maggiormente (o quasi esclusivamente) nel particolato. Di
conseguenza gli obbiettivi sono stati: separare e assegnare il contributo delle emissioni dovute ai veicoli a
benzina catalizzati e di quelli diesel; mettere a punto tecniche di campionamento dell’aria e del particolato
atmosferico per la determinazione dei metalli del gruppo dei PGE e di altri inquinanti inorganici presenti sulle
diverse frazioni dimensionali del particolato.
Un aspetto fondamentale ed innovativo dell’attività consisteva anche nello sviluppo di un programma di
biomonitoraggio che consentisse di valutare il rischio ecologico dovuto alla ricaduta al suolo degli inquinanti
presenti nelle emissioni atmosferiche. Al fine di chiarire quale sia l’effetto degli inquinanti inorganici e dei POP,
che si possono accumulare nei suoli la tossicità dei terreni è stata valutata su protisti (batteri), organismi
vegetali (come ad esempio Pisum sativum) e su animali (quali ad esempio Lombrichi, Eisenia andrei). In
questo caso, la sindrome di stress causata dagli inquinanti è stata valutata utilizzando una batteria di indici di
stress. Per quanto attiene gli organismi vegetali sono stati valutati: l’attività meristematica radicale, espressa
come indice mitotico (percentuale delle cellule del meristema che si stanno moltiplicando); indice delle
anomalie mitotiche, che considera le divisioni atipiche, che hanno come prodotto cellule con quantità di DNA
diverse dall’atteso; percentuale dei micronuclei, che derivano da divisioni cellulari atipiche; contenuto relativo di
DNA, ottenuto mediante analisi di citofluorimetria a flusso; comet test, che consente di appurare l’entità di
frammentazione del DNA in seguito a trattamento alcalino, come indice di danno al DNA. Anche sui vermi sono
state sviluppate una serie di metodiche ad hoc per valutare una batteria di parametri sub-letali (quali: stabilità
delle membrane lisosomiali, accumulo lisosomiale di lipidi neutri e lipofuscine, danno al DNA, attività Ca2+ATPasica), in grado di fornire indicazioni sulla sindrome di stress indotta dai contaminanti eventualmente
presenti nei suoli campionati.
Oltre all’utilizzo di bioindicatori animali e vegetali, i suoli sono stati analizzati mediante l’applicazione di 3
bioassay (saggi ecotossicologici) quali il test con il batterio Vibrio fischeri (Microtox), il test con l’ostracode
Heterocypris incongruens e inoltre sono stati realizzati test ecotossicologici utilizzando il collembolo Folsomia
candida (Test ISO 11267). Per valutare gli effetti a livello di popolazione/comunità è stato utilizzato l’indice
CUB riguardante la biodiversità degli organismi del suolo, un indice sperimentale oggi in fase di verifica da
parte di tre ARPA e tre Università italiane (tra cui il Dipartimento dell’Università del Piemonte Orientale
coinvolto nel Progetto). Inoltre sono stati utilizzati i muschi per verificare l’accumulo di inquinanti (metalli
pesanti) eventualmente presenti nell’aria. Al fine di valutare i possibili effetti negativi dell’inquinamento
atmosferico sulle popolazioni umane residenti è stato anche avviato uno studio dei danni genotossici su cellule
umane.
Valutazione della qualità ambientale dell’area
attraverso test ecotossicologici
Folsomia candida
Muschi
Pisum sativum
Artropodi
Vibrio fischeri
Eisenia andrei
Ostracode
Siti di campionamento
Pagina 6
Compito 5: “Elaborazione ed utilizzo di una metodologia integrata per il controllo e la
previsione della qualità acustica a scala locale”
L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte (ARPA), partner del progetto LINFA, si occupa
sia di inquinamento acustico che di inquinamento atmosferico e ha perseguito i seguenti obiettivi:
•
mappatura acustica del territorio mediante misurazioni in campo e modelli di calcolo in funzione delle
principali sorgenti sonore presenti e in riferimento a determinati descrittori acustici;
•
individuazione delle “aree di sofferenza acustica” desunte dall’analisi integrata su supporto Arcview
GIS dei dati territoriali a disposizione e dei dati di rumore rilevati e/o calcolati;
•
monitoraggio integrato qualità dell’aria/rumore relativamente alla sorgente traffico;
•
simulazione di scenari in relazione alle scelte di pianificazione territoriale operate o in previsione e
definizione di eventuali piani di intervento di riduzione del rumore e di miglioramento della qualità
dell’aria.
È significativo segnalare che lo studio ha riguardato un’area che si estende per circa 90 km2, comprendente
una varietà di scenari ben differenti dalla stretta tipologia urbana: agglomerati urbani ed industriali, aree rurali,
infrastrutture di trasporto sia veicolari che ferroviarie. Pertanto risulta essere il primo studio di esposizione della
popolazione e di mappatura acustica su una vasta area di composizione così eterogenea secondo i requisiti
del Dlgs n° 194 del 19/08/2005 che recepisce la Direttiva 2002/49/CE.
I criteri di valutazione del disturbo impiegati per l’analisi delle immissioni di rumore nelle aree abitative ed
esterne sono riconducibili a due principali orientamenti metodologici con differenti scelte di descrittori acustici. Il
primo tende a stabilire il valore incrementale accettabile rispetto al rumore residuo (livello sonoro continuo in
assenza della specifica sorgente disturbante) prodotto dalla sorgente disturbante quando viene attivata (criterio
differenziale); l’altro si prefigge di definire in relazione agli ambiti territoriali (classificazione acustica) una serie
di limiti massimi che non devono essere superati durante i periodi di riferimento diurni e notturni.
Quest’ultimo è particolarmente idoneo per scopi di programmazione urbanistica e ambientale in quanto
prevede, in relazione ai differenti tipi di zone urbane, limiti assoluti di rumore compresi tra 50 e 70 dB(A) di
giorno e limiti notturni di 10 dB(A) più bassi.
La mappatura acustica della Fraschetta è stata realizzata con l’ausilio di un software di simulazione numerica,
che, mediante la modellizzazione tridimensionale dello scenario e l’inserimento dei dati delle sorgenti acustiche
e dei ricettori, ha permesso di determinare i livelli di rumore su tutto il territorio.
Sofferenza periodo diurno
Sofferenza periodo notturno
Sono state utilizzate diverse tecniche per il campionamento spaziale e temporale della rumorosità ambientale,
realizzando misurazioni a breve termine mediante apparecchiature presidiate, correlandole successivamente
con i dati acquisiti su un lungo periodo di tempo (circa una settimana) tramite l’ausilio di centraline non
presidiate.
Il software per la modellizzazione produce una serie di mappe acustiche strategiche per i vari descrittori
considerati e tramite strumenti di calcolo geografico, che permettono di comparare i livelli di rumore con i limiti
definiti dal Piano di Classificazione Acustica Comunale, si ricavano le mappe di sofferenza diurna e notturna
che evidenziano l’entità di tali superamenti.
Lo studio affrontato nell’ambito di questo progetto ha evidenziato che le principali fonti di disturbo alla
popolazione sono individuabili nelle infrastrutture stradali e ferroviarie, mentre le industrie non rappresentano
fonte di criticità rispettando i limiti imposti dalla classificazione acustica.
In particolare, per quasi tutti i quartieri analizzati, si delinea uno scenario comune: mentre i limiti diurni vengono
per lo più rispettati, nel periodo notturno invece la sofferenza si fa più importante e i superamenti possono
arrivare anche a 15 dB per gli edifici in prossimità delle vie di comunicazione.
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L’utilizzo di software di simulazione numerica associato a strumenti cartografici GIS ha permesso di determinare
l’importante risultato richiesto dalla Direttiva 2002/49/CE, cioè la percentuale di popolazione e di edifici esposta a
determinati livelli di rumore. Al fine di permettere ai decisori di stabilire quale intervento sia più ragionevole
considerare, si è provveduto allo studio di alcuni indici di valutazione che hanno permesso l’elaborazione di
mappe delle varie zone della Fraschetta dove sono indicate le priorità di intervento:
- le aree segnalate col colore verde non presentano alcuna criticità
- le aree in arancione o giallo sono aree che presentano criticità diurne o notturne
- le aree in rosso, viola o blu presentano criticità in entrambi i periodi giornalieri o vi è presenza in esse di ricettori
sensibili.
Mediante l’elaborazione di questi indici, è stato possibile analizzare in modo approfondito quali infrastrutture
sono la causa di maggiore sofferenza, quali scenari di riduzione del rumore ha più senso considerare e quali
parametri (velocità, tipo di asfalto e numero veicoli) è meglio variare per ogni strada.
I criteri di valutazione del disturbo impiegati per l’analisi delle immissioni di rumore nelle aree abitative ed esterne
sono riconducibili a due principali orientamenti metodologici con differenti scelte di descrittori acustici. Il primo
tende a stabilire il valore incrementale accettabile rispetto al rumore residuo (livello sonoro continuo in assenza
della specifica sorgente disturbante) prodotto dalla sorgente disturbante quando viene attivata (criterio
differenziale); l’altro si prefigge di definire in relazione agli ambiti territoriali (classificazione acustica) una serie di
limiti massimi che non devono essere superati durante i periodi di riferimento diurni e notturni.
Quest’ultimo è particolarmente idoneo per scopi di programmazione urbanistica e ambientale in quanto prevede,
in relazione ai differenti tipi di zone urbane, limiti assoluti di rumore compresi tra 50 e 70 dB(A) di giorno e limiti
notturni di 10 dB(A) più bassi.
L’attuabilità di prefigurare scenari futuri legandoli a indici di valutazione permette di fornire elementi di
conoscenza approfonditi finalizzati a verificare l’impatto delle scelte operate o previste in sede di pianificazione
sul clima acustico della zona e sulla qualità dell’aria per agevolare l’individuazione di piani di intervento efficaci
nelle aree di maggiore sofferenza.
I metodi messi a punto in questo progetto possono essere adottati sull’intero territorio comunale, al fine di
migliorare la condizione di benessere e di salute della popolazione, individuando lo scenario migliore per far
coesistere l’uomo e le fonti di pressione ambientale comunque necessarie allo sviluppo della società. L’obiettivo
prossimo è la conoscenza dello stato dell’ambiente su molteplici matrici, organizzando le informazioni in una
piattaforma integrata aggiornabile, individuando gli effetti sinergici e cumulativi derivanti dall’azione delle
pressioni antropiche sull’ambiente, allo scopo non solo di fornire una valutazione sintetica della qualità del
territorio studiato, ma anche di individuare quelle situazioni che si prefigurano come maggiormente critiche e che
necessitano di indagini di approfondimento o di piani d’azione. Questi strumenti di supporto alle politiche
ambientali potranno essere utilizzati in diversi ambiti: nel quadro delle politiche dello sviluppo sostenibile o come
supporto informativo nella definizione delle scelte urbanistiche, nei processi di Agenda XXI, nei progetti di
certificazione territoriale, nella Valutazione Ambientale Strategica.
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Compito 6: “Studi epidemiologici nell’Area Fraschetta”
I compiti attribuiti al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Locale n. 20 di Alessandria e Tortona,
nell’ambito del Progetto LINFA, hanno riguardato la valutazione dello stato di salute della popolazione
residente nell’area della Fraschetta e la verifica di eventuali ricadute su questa, riferibili a inquinanti atmosferici
e rumore; a tali fini, sono state realizzate le seguenti attività epidemiologiche:
studio di sorveglianza pediatrica finalizzato al monitoraggio delle patologie respiratorie e allergiche
- d’interesse per la popolazione suscettibile infantile, sulla base delle rilevazioni effettuate dai medici pediatri
sentinella nel periodo novembre 2004-dicembre 2005;
- studio osservazionale demografico avente come oggetto tutta la popolazione, per il monitoraggio della
residenzialità locale nel tempo;
- studio di mortalità per grandi gruppi di cause e per cause specifiche di decesso sulla popolazione generale
nel periodo gennaio 2004-settembre 2005;
- studio di morbosità per grandi gruppi di cause di malattia (con riferimento ai ricoveri ospedalieri) sulla
popolazione generale nell’anno 2004.
Studio di Sorveglianza Pediatrica
La popolazione pediatrica (0-14 anni d’età) residente in Fraschetta (10 agosto 2004) è costituita da 1695
soggetti (887 maschi, 52,3%; 808 femmine, 47,7%). L’età media è pari a 7,1 anni, i quattordicenni
rappresentano il gruppo più numeroso (129 soggetti, 7,6%); la maggior parte (745 soggetti, 44,0%; 385 m,
43,4% e 360 f, 44,6%) vive a Spinetta Marengo, mentre è a Lobbi il gruppo pediatrico meno numeroso (91
soggetti, 5,4%; 51 m, 5,7% e 40 f, 5,0%) (Figg.1-2). In base alla scolarità si rileva che il 18,6% (18,9% m,
18,3% f) è in età da asilo nido (1-3 anni), il 13,3% (12,5% m, 14,1% f) in quella da scuola materna (4-5 anni), il
40,9% (41,1% m e 40,6% f) frequenta le scuole elementari (6-11 anni) e il 20,7% (21,0% m e 20,4% f) le
scuole medie inferiori (12-14 anni) (Fig.3). E’ stata predisposta l’elaborazione di un campione statistico teorico
(di tipo stratificato) di 350 soggetti rappresentativo della popolazione da cui deriva per distribuzioni di sesso e
residenza per sobborgo (Fig.4). Tale campione è risultato omogeneo alla coorte pediatrica assistita dai medici
che hanno attuato la sorveglianza attiva: i pazienti monitorati (338), suddivisi in 179 maschi (20,2% dei bambini
residenti) e 159 femmine (19,7% delle bambine residenti) hanno rappresentato il 19,9% (tasso di sorveglianza
pediatrica) della popolazione pediatrica della Fraschetta.
Il confronto tra i risultati anamnestici e quelli obiettivi di visita evidenzia un aumento del 29,5% (+23,9% m,
+36,6% f) per i sintomi e le patologie respiratorie (il maggiore incremento risulta a Castelceriolo +57,2%,
invariata Spinetta), con +28,1% per tosse, +24,6% (solo nelle femmine) per fischi/sibili e +15,1% (invariati m,
+42,1% f) per bronchite acuta: tale crescita (che non interessa l’asma bronchiale) appare distribuita sulla
maggioranza dei sobborghi che costituiscono la Fraschetta e ripartita in entrambi i sessi.
Anche per i sintomi e le patologie allergiche pediatriche si registra un aumento medio in Fraschetta di +26,9%
(+0,0% m, +132,7% f): risultano in crescita sia la rinite allergica (+50,8%) che l’eczema atopico (+25,0%). Le
allergie tenderebbero ad aumentare maggiormente nel sesso femminile e a distribuirsi in maniera
disomogenea tra i sobborghi: le zone con i maggiori rialzi sono Spinetta Marengo (+80,3%; +33,8% m,
+150,5% f) e Mandrogne (+33,2%; +50,2% m, invariate f), mentre a Castelceriolo e a Lobbi si registra una
riduzione di casi tra i maschi.
L’analisi dello stato di salute respiratorio dei bambini locali conferma le tendenze emerse dallo studio europeo
ISAAC (International Study on Asthma and Allergies in Childhood) e italiano SIDRIA (Studi italiani sui disturbi
respiratori nell’infanzia e l’ambiente) che descrivono prevalenze pediatriche recenti di asma bronchiale e fischi/
sibili inferiori a quelle anamnestiche (in Fraschetta, -44,4% per asma e -7,3% per fischi/sibili). I tassi d’asma
infantile riscontrati localmente corrisponderebbero agli analoghi riferiti al Nord Italia e ai più vicini centri urbani,
oggetto dei precedenti studi; anche la prevalenza locale di rinite allergica apparirebbe in linea con quella di
altre zone del Nord Italia.
Il diffuso aumento rispetto al passato registrato per fischi/sibili, bronchiti acute, tosse, rinite allergica ed
eczema atopico (soprattutto tra le bambine) suggerirebbe il mantenimento nel tempo delle attività di
sorveglianza e controllo sulle malattie pediatriche, respiratorie e allergiche, nell'area della Fraschetta.
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Studio demografico di residenzialità sulla popolazione
generale
E’ stato attuato uno studio demografico avente per oggetto l’intera popolazione costituita da ciascun soggetto
che, nell’ultimo quinquennio (2000-2005), abbia avuto residenza in Fraschetta sia in forma stabile che
temporanea. Tale strumento ha permesso di costruire la “coorte dinamica” residenziale totale della Fraschetta,
aggiornata ogni quattro mesi dal 2004, sulla base delle sue variazioni demografiche attive e passive (naturali e
migratorie), per l’utilizzazione in analisi epidemiologiche di confronto. Il trend demografico è risultato positivo
con un aumento della popolazione totale di +2,9% (+3,5% m, +2,3% f) nel periodo 31 dicembre 2000-31 agosto
2005. A quest’ultima data, la popolazione generale presenta l’età media di 45,7 anni e la fascia d’età 35-39
anni quale classe quinquennale più numerosa; i bambini (0-14 anni) sono l’11,4% (12,1% m, 10,7% f) e gli
ultrasessantacinquenni il 23,4% (20,3% m, 26,3% f) della popolazione.
Studio di mortalità sulla popolazione generale
Lo studio di mortalità sulla popolazione generale della Fraschetta si riferisce al periodo 1 gennaio 2004 - 30
settembre 2005: sono stati utilizzati i tassi grezzi (TG, x 100000), i rapporti standardizzati di mortalità (RSM), i
tassi standardizzati (TS, x 100000) e la mortalità proporzionale. Il TG esprime il numero di decessi che si
verifica per una causa ogni 100.000 residenti: per poter effettuare un confronto fra i tassi locali con quelli di
distretto e provincia di Alessandria e regione Piemonte, si è fatto ricorso alle tecniche della standardizzazione
indiretta con i RSM e diretta con i TS. L’attenzione è stata principalmente rivolta alle patologie respiratorie,
cardiovascolari e tumorali che, in letteratura, sono risultate quelle maggiormente associabili all’inquinamento
atmosferico. La mortalità proporzionale della Fraschetta ha indicato al primo posto le malattie circolatorie
(39,7%), seguite dai tumori (34,3%), malattie dell’apparato respiratorio (10,3%) e digerente (5,4%), cui
seguono le altre cause. La distribuzione proporzionale dei decessi nei maschi e nelle femmine è descritta dai
diagrammi circolari in figg. 7 e 8.
Tra i maschi, le sole evidenze significative ricavate con i RSM riguardano la minore mortalità locale per tutte le
cause (-33,9% vs. provincia e -33,4% vs. regione), cause cardiocircolatorie (-41,0% e -41,3%) e
cerebrovascolari (-74,6% e -74,9%); i tumori dell’apparato respiratorio, ipertensione e cirrosi epatica
presenterebbero invece una tendenza di mortalità superiore (ma non significativa, statisticamente) rispetto alle
altre due aree. Tra le femmine, i RSM statisticamente significativi riguardano l’inferiore livello di decessi per
tutte le cause (-34,3% vs. provincia e -32,6% vs. regione), cause circolatorie (-39,9% e -38,8%), ischemiche
del cuore (-74,0% e -76,9%) e cerebrovascolari (-47,8% e -45,8%); tumori polmonari, malattie respiratorie e
BPCO (brocopneumopatie cronico-ostruttive ovvero bronchite cronica, enfisema e asma) presentano indici
superiori rispetto alle altre zone, ma solo in modo apparente in quanto mai significativi.
I TS confermano, sia per patologie che per valori, tutti gli analoghi risultati (significativi e non significativi)
emersi negli uomini attraverso la standardizzazione indiretta: il TS delle malattie respiratorie risulterebbe
inferiore, non significativamente, a quelli di distretto (-24,6%), provincia di Alessandria (-24,3%) e regione (34,6%), mentre i tumori polmonari apparirebbero inferiori vs. distretto (-3,9%), ma superiori vs. provincia
(+1,7%) e vs. regione (+9,9%), sempre in modo non significativo. Tra le donne, i TS ribadiscono la significativa
minore mortalità per tutte le cause, malattie circolatorie e cardiopatie ischemiche e le tendenze di decesso
apparentemente superiori (non significative) per patologie respiratorie (+41,8% vs. distretto, +43,4% vs.
provincia e +32,6% vs. regione) e BPCO (+63,1%, +92,4% e +67,7%).
I risultati indicherebbero, limitatamente alle donne, un maggiore rischio di mortalità (non significativo)
correlabile alle patologie respiratorie (particolarmente per una più elevata prevalenza di BPCO) rispetto a
distretto, provincia e regione, mentre tra gli uomini si stimerebbe una tendenza ai decessi per le cause tumorali
broncopolmonari di poco superiore, in forma non costante e non significativa, alle zone di confronto.
Va considerato il fatto che i valori di mortalità degli estesi territori di confronto (distretto, provincia e regione)
rappresentano la risultanza degli eventi occorsi in un intero triennio, mentre i dati locali si riferiscono a un
periodo ben inferiore: queste considerazioni possono giustificare la "non significatività" negli eccessi di
mortalità locale e rendere necessaria la continuazione dello studio nel tempo, al fine di consolidare
numericamente l’analisi statistica in forma aggregata, aumentandone la validità di risposta. Gli stessi assunti
possono valere anche per l’analogo studio di morbosità.
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Studio di morbosità sulla popolazione generale
La costruzione dello studio di morbosità per grandi gruppi di cause di malattia riferito alla popolazione generale
della Fraschetta ha avuto per oggetto i ricoveri ospedalieri nell’anno 2004.
Sono stati utilizzati come indicatori frequenze dei ricoveri, medie giornaliere di ospedalizzazione per causa,
tasso di ospedalizzazione (x 100.000) e tasso standardizzato di ospedalizzazione (x 100000) (TS), costruito
attraverso il metodo della standardizzazione diretta, per poter confrontare i valori locali con quelli del distretto di
Alessandria e del Piemonte. Sono stati calcolati, inoltre, i tassi proporzionali di ricovero che esprimono il “peso”
di una singola causa (o di un gruppo di cause).
La distribuzione proporzionale dell’ospedalizzazione per numero di ricoveri pone al primo posto le degenze per
malattie circolatorie con il 12,99% (16,56% m, 9,90% f); i tumori maligni e le malattie respiratorie presentano
percentuali rispettivamente pari a 6,65% (9,49% m, 4,19% f) e 5,98% (7,62% m, 4,57% f). La distribuzione
proporzionale dei decessi maschili e femminili è descritta dai diagrammi circolari in figg. 9 e 10.
La distribuzione proporzionale per giornate di ricovero che misura il peso complessivo dell’ospedalizzazione
pone ancora come prime le malattie dell’apparato circolatorio con 15,21% (19,26% m, 12,26% f); le malattie
respiratorie e i tumori maligni mostrano valori di 8,96% (10,29% m, 7,98% f) e 8,58% (11,94% m, 6,14% f),
nell’ordine.
Tra i maschi, sono risultati inferiori, significativamente, rispetto a morbosità distrettuale e regionale i TS di
ospedalizzazione per tutte le cause (-67,2% vs. distretto e -64,5% vs. regione), cause circolatorie (-41,0% e 38,0%), respiratorie (-48,1% e -44,3%), tumorali (-41,3% e -40,4%) e dell’apparato digerente (-42,7% e 33,7%).
Anche tra le donne sono apparsi significativamente inferiori i TS di ricovero locale, rispetto a distretto e regione,
per tutte le cause (-65,6% vs. distretto e -62,0% vs. regione), cause circolatorie (-68,6% e -67,1%), respiratorie
(-56,0% e -59,0%), tumorali (-62,8% e -63,7%) e dell’apparato digerente (-44,2% e -35,6%).
L’esame dell’ospedalizzazione locale distribuita per sobborgo ha mostrato un maggior tasso di ricovero per
patologie respiratorie tra gli uomini di Mandrogne e le donne di Lobbi. Anche i tassi di ricovero per tumori
benigni (non per quelli maligni) risulterebbero superiori tra i maschi di Cascinagrossa, Castelceriolo, Litta
Parodi e San Giuliano Vecchio e tra le donne di San Giuliano Nuovo (vs. gli altri due territori di confronto) e di
Mandrogne e Spinetta Marengo (vs. regione).
Le patologie cardiovascolari non hanno invece evidenziato alcun aumento di ospedalizzazione in entrambi i
sessi, per tutti i sobborghi.
Sono ancora in corso di studio e valutazione gli effetti a lungo termine causati da un’esposizione ad inquinanti
presenti a concentrazioni relativamente basse, le cui correlazioni non sono ancora completamente chiare; è
stata ipotizzata, tra i vari effetti, la comparsa delle malattie polmonari croniche aspecifiche come la bronchite
cronica, l’asma, l’enfisema, la formazione di neoplasie maligne (cancro polmonare, leucemie) e in generale un
aumento della mortalità per malattie cardiovascolari e respiratorie.
Soprattutto nell’ambito degli effetti a lungo termine, per quanto riguarda le patologie tumorali, il nesso appare di
difficile interpretazione, anche se molti degli inquinanti respirati sono cancerogeni e/o supposti tali. Le
esposizioni passive ad agenti chimici cancerogeni sono molteplici, risulta quindi difficile capire quale sia il reale
peso di ogni singola esposizione e in particolare la “quota” ascrivibile all’inquinamento atmosferico.
Nell’ambito del Progetto L.In.F.A. per una maggiore conoscenza della salubrità dell’aria e di eventuali
ripercussioni sulla salute e sulla qualità di vita della popolazione esposta, l’A.S.L. 20 ha inoltre realizzato un
censimento delle attività produttive che scaricano emissioni in atmosfera e una mappatura della distribuzione
delle ditte sul territorio della Fraschetta.
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COMUNICAZIONE & TRANSNAZIONALITA’
Il Progetto LINFA ha affrontato in modo innovativo la problematica relativa all’informazione del pubblico ed al
coinvolgimento dei gruppi di interesse, sperimentando nuove strategie di comunicazione. Si sottolinea infatti
come, in mancanza di informazioni corrette ed esaurienti, la preoccupazione dei cittadini rischia di aumentare
e di sviluppare tensione anche con i soggetti pubblici.
Sono state dedicate, nella prima fase del progetto, molte risorse alle attività di informazione e divulgazione
circa la natura dei problemi affrontati, nonché la riutilizzabilità dei risultati raggiunti e la possibilità di trasferire
l’intervento in altre realtà. Con il progetto si ritiene di poter definire e divulgare un modello di intervento –
partecipativo, sussidiario e sostenibile – per la problematica ricorrente in molti contesti di aree in cui una
cospicua popolazione convive con insediamenti produttivi ed infrastrutture di trasporto che hanno un rilevante
impatto ambientale.
A tale scopo i promotori del progetto si sono avvalsi dei canali di comunicazione tradizionali, cioè degli organi
di stampa locale e nazionale, delle emittenti radiotelevisive locali e regionali, e di altri strumenti di
comunicazione più innovativi, quali display luminosi e la costituzione di uno Sportello Ambientale il cui compito
è la divulgazione di tutte le informazioni riguardanti la situazione ambientale dell’area in esame. Sono stati
acquisiti commenti, pareri e suggerimenti da parte di associazioni e gruppi locali di residenti e di personalità
impegnate sul territorio in specifiche azioni di volontariato aventi scopi e valenze ambientali.
L’ individuazione dei possibili ‘mercati’, o meglio ambiti in cui il progetto si possa collocare appare per il
momento legata alle sempre crescenti esigenze di monitoraggio di aree urbane periferiche con presenza di
zone industriali a contenuto chimico primario e secondario.
Le attività di informazione relative al Progetto hanno raggiunto il 100% della popolazione residente nell’area
del Progetto e tutti gli Enti coinvolti nei processi di riqualificazione dell’Area, creando attenzione e sensibilità
per il Progetto a livello locale, nazionale e transnazionale. Le attività previste dal Compito n° 9 sono state
effettuate in collaborazione tra il Comune e la Provincia di Alessandria, con il supporto di tutte le organizzazioni
coinvolte nel Progetto.
Nel corso dei primi mesi sono stati predisposti gli strumenti necessari ad un efficace perseguimento degli
obiettivi. E’ stata approntata una strategia di diffusione dei dati che, tenendo conto delle metodologie più
innovative di rappresentazione di questo genere di informazione alla popolazione ha accompagnato il Progetto
in tutte le sue fasi e ha determinato l’attivazione delle varie azioni: comunicazione tradizionale, comunicazione
innovativa (sito internet, display sul territorio), disseminazione, pubblicistica.
Il Progetto ha dedicato molta attenzione alle attività di divulgazione dei risultati e sensibilizzazione. I beneficiari
di tali attività sono stati la popolazione dell’area Fraschetta e dell’intero territorio comunale, gli Enti coinvolti nei
processi di riqualificazione dell’area, i soggetti istituzionali a livello nazionale e transnazionale.
Ai fini della divulgazione a livello comunitario, gli atti e la pubblicistica di maggiore importanza prodotta nel
corso del Progetto sono stati tradotti in lingua Inglese. Il Comune di Alessandria, attraverso le proprie
partnership attive a livello comunitario, ha favorito la diffusione dei contenuti del Progetto in altri paesi europei.
Durante la realizzazione del Progetto sono state svolte attività di pubblicizzazione generale mediante
conferenze stampa, interventi periodici ed appuntamenti fissi su stampa regionale e nazionale e sulle emittenti
radiotelevisivi a livello locale, brochure, manifesti e affissioni, opuscoli.
Il Comune di La Coruña (Spagna) ha sostenuto il
progetto LINFA a livello transnazionale. La
cooperazione è principalmente focalizzata sulla
disseminazione dei contenuti e dei metodi di LINFA,
così come sullo scambio efficace di buone prassi
poiché la città Galiziana sta sviluppando un progetto
avanzato per la gestione della qualità di aria e
rumore. Le limitazioni spaziali del territorio
municipale di La Coruña e le sue necessità di
crescita hanno causato in determinati casi
l’integrazione delle aree residenziali con quelle
industriali e commerciali esistenti, specialmente nelle
zone di A Grela e Pocomaco.
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Conclusioni
LINFA ha consentito di passare da una fase di riparazione del danno (es. limitazione del traffico in seguito al
superamento dei limiti normativi) ad una vera prevenzione (adozione di misure preventive prima che la
situazione ambientale sia compromessa). In questo modo vengono evitati i costi ambientali legati ad una
avvenuta situazione di inquinamento e i costi sostenuti dagli Enti che amministrano il territorio per attuare
interventi emergenziali. Tra i benefici si annoverano diverse opportunità di risparmio in termini economici e
sociali. Sebbene tali economie siano difficilmente stimabili, il miglioramento della qualità dell’aria e la
riduzione del rumore comporteranno un miglioramento generalizzato della qualità della vita, un
miglioramento qualitativo delle produzioni agricole presenti in maniera rilevante nell’area, la riduzione delle
assenze lavorative per malattia dei lavoratori residenti nella Fraschetta, la riduzione di vertenze legali legate
alle problematiche ambientali della Fraschetta, una maggiore sensibilizzazione alle problematiche ambientali
da parte degli attori sociali che insistono su quel territorio.
Come già illustrato, l’area Fraschetta è caratterizzata dalla presenza di un rilevante polo industriale, un’ex
discarica e numerose infrastrutture di trasporto. Questa situazione si ripropone in modo più o meno analogo
in altri contesti territoriali, a livello nazionale e internazionale. Pertanto quanto è descritto in merito al
Progetto LINFA potrà essere applicato in altre realtà locali. Per rafforzare la trasferibilità del Progetto, sin
dalle prime fasi sono state coinvolte tutte le Organizzazioni interessate ai processi di riqualificazione
ambientale dell’area in esame, da un punto di vista decisionale e gestionale, incluse le Associazioni
ambientali. In tal modo è stato possibile creare un modello partecipativo di gestione delle iniziative
ambientali. Il Comitato di Pilotaggio ha costituito un’ importante sede di orientamento e decisione dei
processi ambientali locali.
Il metodo può essere importato nella gestione di altri progetti di carattere ambientale degli Enti che
partecipano a LINFA (in particolare Comune, Provincia e Regione), ma anche da altri soggetti raggiunti
mediante la campagna di comunicazione. LINFA ha definito criteri per sostenere il miglior scenario di
sviluppo sostenibile per la Fraschetta, cui si sono adeguate le Amministrazioni partner all’interno dei propri
atti di pianificazione e gestione territoriale. La stipula di un accordo finale tra i partner garantisce la
prosecuzione delle attività anche mediante iniziative di più ampio respiro, sia in un’ottica di breve che di
medio termine.
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Il Progetto LINFA (Life Interventions for Fraschetta Area),
nell’ambito del Programma LIFE Ambiente, ha applicato le
misure più innovative sviluppate dalla ricerca scientifica e
tecnologica per conseguire la riqualificazione ambientale
dell’area Fraschetta, territorio ad est della città di
Alessandria.
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