ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE S. CROCE SULL’ARNO PROGETTO INTERCULTURA Anno scolastico 2010/2011 1 Premessa L’immigrazione non è un fenomeno nuovo in Italia; i primi immigrati arrivarono nel nostro Paese in cerca di lavoro già negli anni ’60. Negli ultimi quarant’anni, tuttavia, la crescita del fenomeno migratorio è stata particolarmente rilevante, nel nostro Paese come nel resto dei Paesi dell’Unione Europea. Secondo il "Dossier Statistico Immigrazione 2009" elaborato da Caritas/Migrantes «l’Italia oltrepassa abbondantemente i 4,5 milioni di presenze: siamo sulla scia della Spagna (oltre 5 milioni) e non tanto distanti dalla Germania (circa 7 milioni)». Prevale nel nostro Paese la presenza di immigrati di origine europea (53,6%, per più della metà da Paesi comunitari). Seguono gli africani (22,4%), gli asiatici (15,8%) e gli americani (8,1%). Il fenomeno migratorio ha riflessi notevoli anche nel mondo della scuola: l’aumento progressivo, negli ultimi anni, del numero di alunni stranieri rappresenta un dato di grande rilevanza che interpella le scuole italiane sulla loro capacità di accoglienza e di integrazione. Sempre secondo il “Dossier statistico Immigrazione 2009” «più di un quinto della popolazione straniera è costituito da minori (862.453), 5 punti percentuali in più rispetto a quanto avviene tra gli italiani (22% contro 16,7%) […]. Gli alunni figli di genitori stranieri, nell’anno scolastico 2008/2009, sono saliti a 628.937 su un totale di 8.943.796 iscritti, per un’incidenza del 7%. L’aumento annuale è stato di 54.800 unità, pari a circa il 10%. L’incidenza più elevata si registra nelle scuole elementari (8,3%)». Il “Dossier” prosegue ricordando, è bene notarlo, che «si tratta di alunni “stranieri” per modo di dire, perché quasi 4 su 10 (37%) sono nati in Italia e di questo Paese si considerano cittadini; e il rapporto sale a ben 7 su 10 tra gli iscritti alla scuola dell’infanzia». Si tratta in definitiva di un fenomeno che, pur se di notevole complessità, può costituire una risorsa nella sua tensione fra identità e differenza. La consapevolezza del patrimonio di civiltà europea, l’incontro aperto con altre culture e modelli di vita, la garanzia a tutti i cittadini, italiani e non italiani, di compiere nelle nostre scuole una reale esperienza di apprendimento e di inclusione sociale, sono obiettivi raggiungibili con il concorso dei diversi soggetti educativi presenti sul territorio. Nel Valdarno Inferiore si rileva tra l’altro la percentuale più alta degli alunni stranieri nell’istruzione di base rispetto alle altre aree della provincia di Pisa. La sempre maggior presenza di minori stranieri nelle nostre scuole implica la necessità per il sistema scolastico italiano di aprirsi alle esigenze di una scuola sempre più multiculturale e di contribuire ad una piena integrazione degli alunni stranieri e delle loro famiglie nella nostra società. L’inserimento scolastico dei bambini e dei ragazzi immigrati stranieri comporta infatti attenzioni e decisioni diverse, di tipo burocratico, organizzativo, relazionale, comunicativo, didattico. La loro presenza pone certamente problemi specifici, ma chiama anche in causa la scuola e i servizi socio-educativi nella loro generalità. Interrogarsi sui bisogni degli alunni stranieri significa infatti interrogarsi sull’organizzazione scolastica e didattica per tutti, sui contenuti, sulle modalità 2 comunicative adottate, sull’educazione linguistica e lo sviluppo del linguaggio, sulla relazione con l’altro, sui rapporti tra scuola e territorio. La presenza dei bambini e dei ragazzi stranieri può quindi diventare un’occasione per ripensare e rivedere stili e modalità educative, per arricchire la proposta educativa grazie all’attenzione ai nuovi bisogni e al confronto con le differenze. Gli alunni stranieri hanno al tempo stesso bisogni uguali e differenti rispetto ai loro coetanei “autoctoni”: sono bambini e ragazzi con i compiti di sviluppo, i timori e i desideri di tutti, ma sono anche alle prese con urgenze e sfide specifiche: di apprendimento linguistico in italiano L2, di adattamento e ri-orientamento rispetto allo spazio, al tempo, alle regole esplicite ed implicite del nuovo ambiente, di “radicamento” in due diversi riferimenti culturali. 3 RILEVAZIONE STATISTICA Alunni stranieri presenti nell’Istituto Comprensivo di S. Croce sull’Arno Gli alunni stranieri presenti nei vari ordini di scuola all’inizio dell’anno scolastico 2009/2010 sono complessivamente: Ordine di scuola Alunni iscritti Alunni stranieri Percentuale alunni stranieri 32,9% Scuola dell’infanzia 234 77 Scuola Primaria 676 172 25,4% Scuola Secondaria I° grado Totale alunni Istituto Comprensivo 414 86 20,7% 1324 335 25,3% Secondo lo stato di provenienza, si possono suddividere nel modo seguente: STATO DI ALUNNI ALUNNI PROVENIENZA SCUOLA SCUOLA DELL’INFANZIA PRIMARIA Albania Marocco Senegal Filippine 43 14 5 1 82 23 16 5 ALUNNI SCUOLA SECONDARIA I° GRADO 40 18 5 7 TOTALE ALUNNI Macedonia Romania India Cina Bangladesh Repubblica Dominicana Tunisia Polonia Ruanda Perù Turchia Pakistan 2 2 4 1 0 0 7 7 5 2 3 3 2 1 2 3 1 1 11 10 11 6 4 4 1 0 0 0 0 1 1 1 3 1 3 1 1 0 0 1 3 0 3 1 3 2 6 2 Colombia Moldavia Costa d’Avorio 2 1 0 0 1 2 0 2 0 2 4 2 Togo Brasiliana Camerun Burundi Spagna Francia 1 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 2 1 1 1 1 1 Estonia 0 1 0 1 165 53 26 13 4 Diverse sembrano essere le parole/chiave e le attenzioni da promuovere per far sì che l’inserimento dei bambini e dei ragazzi venuti da lontano rappresenti il primo passo per l’integrazione e lo scambio interculturale. Esse sono: accoglienza-integrazione, competenze comunicative e linguistiche, approccio interculturale, interazione scuola/territorio. Accoglienza-integrazione. Le parole “accoglienza-integrazione” devono essere riferite sia ai bisogni dei minori – di essere accettati, accolti, riconosciuti, valorizzati – che delle famiglie immigrate. Una scuola che accoglie è attenta alle modalità comunicative, alle relazioni e al “clima” fra adulti e bambini; facilita l’accesso e l’uso dei servizi comuni e opera per dare pari opportunità a tutti e a ciascuno; rende esplicite le sue regole e modalità di funzionamento. Una scuola che accoglie mette in pratica le indicazioni della normativa relative all’inserimento scolastico degli alunni stranieri e sperimenta procedure e protocolli di accoglienza condivisi. Competenze comunicative e linguistiche. L’apprendimento e lo sviluppo della seconda lingua da parte degli alunni stranieri deve essere al centro dell’azione didattica e prevedere risorse e modificazioni nelle modalità organizzative e “adattamento dei programmi”. Ciò può avvenire positivamente attraverso l’utilizzo di dispositivi e figure di facilitazione linguistica, momenti di interazione individualizzata e di piccolo gruppo, promuovendo negli alunni non italofoni le capacità di comunicare, narrare, raccontare, esprimersi, apprendere, favorendo così lo sviluppo sia della lingua “concreta, del qui e ora”, sia dell’italiano per studiare e comprendere i concetti. L’attenzione allo sviluppo del linguaggio deve prevedere anche il riconoscimento e la valorizzazione della lingua materna dei minori immigrati, considerata una risorsa e non un ostacolo da rimuovere. Approccio interculturale. L’approccio interculturale, attento alle differenze e alla relazione con l’altro, promuove il confronto, la scoperta e lo scambio fra storie e culture, a partire dalla consapevolezza che “ i valori che danno senso alla vita non sono tutti nella nostra cultura, ma neppure tutti nella cultura degli altri, non tutti nel passato, ma neppure nel presente o nel futuro”. Affinché la scuola possa rispondere a questi nuovi bisogni e possa predisporre iniziative per aiutare bambini e ragazzi con storie diverse a crescere insieme, elaborando progetti comuni occorre che la stessa istituzione si raccordi con altre agenzie territoriali. Interazione scuola/territorio. La collaborazione e gli accordi di programma con gli enti locali possono concretamente contribuire ad innalzare la qualità e ampliare l’offerta formativa attraverso azioni e proposte differenti. 5 Tra le azioni che scuola ed enti territoriali possono progettare e realizzare insieme, a partire da una lettura non riduttiva delle situazioni e dei bisogni, vi sono: - la formazione degli insegnanti e degli educatori sui temi della migrazione in età infantile, delle modalità di accoglienza, della didattica dell’italiano come seconda lingua e dell’educazione interculturale; - la rimozione degli ostacoli che si frappongono all’inserimento dei bambini stranieri nei servizi educativi e nella scuola; - la documentazione, accessibile a tutte le scuole e che comprende tra l’altro: la diffusione ed elaborazione di materiali e strumenti didattici; la disponibilità di messaggi comunicativi scuola/famiglia plurilingue; le informazioni sui paesi d’origine e sui sistemi scolastici e linguistici degli alunni stranieri; la messa a disposizione di percorsi e proposte di lavoro già sperimentati in altre scuole; - la realizzazione di azioni educative in orario scolastico ed extrascolastico, condotte da operatori qualificati, quali: i laboratori per l’apprendimento dell’italiano lingua seconda per alunni neoarrivati e di potenziamento linguistico; le attività di aiuto allo studio; le iniziative di insegnamento delle lingue d’origine; i corsi di alfabetizzazione in italiano per genitori stranieri; il “ periodo per l’accoglienza “ all’inizio della scuola; i centri estivi che integrino le loro attività anche con laboratori di italiano L2 e di scoperta delle differenze; - la disponibilità di risorse di mediazione linguistica e culturale per facilitare la fase di prima accoglienza, di inserimento e di comunicazione con i minori e con le famiglie di recente immigrazione; - l’integrazione tra i servizi educativi e scolastici e i servizi sociali, al fine di realizzare progetti e azioni in grado di rispondere in maniera efficace ai bisogni di integrazione nella nuova società di bambini, ragazzi e famiglie immigrate, di dare risposta a eventuali situazioni di disagio e di tutelare i soggetti più vulnerabili; - la realizzazione e diffusione di eventi, iniziative e materiali interculturali per conoscere e conoscersi, per scambiare e incontrarsi. 6 Finalità -Creare le condizioni di coesistenza pacifica e civile. -Promuovere l’integrazione di tutti gli studenti all’interno del sistema scolastico, garantendo pari opportunità. -Riconoscere il ruolo cruciale rivestito dalla competenza linguistica sia nei processi di socializzazione, sia nello sviluppo di una positiva percezione di sé (autostima). -Ricercare metodologie e strategie appropriate per promuovere il valore della diversità in una dinamica di confronto e in una prospettiva di sviluppo dell’identità personale. Obiettivi del progetto Per i bambini stranieri - Sostenere la prima fase di accoglienza e di inserimento. - Ricostruire la biografia e la storia scolastica precedente dell’alunno neoarrivato. - Rendere esplicite le regole della scuola. - Funzionare da “filtro affettivo” per ridurre l’ansia e il disorientamento iniziale. - Dare visibilità alla cultura di appartenenza, facendo riferimenti anche alla lingua materna L1. - Favorire gli scambi relazionali e comunicativi attraverso l’apprendimento della lingua italiana, parlata e scritta, orientata in un primo momento al soddisfacimento dei bisogni basilari per giungere successivamente ad una competenza strutturata. - Costruire dispositivi di facilitazione per la lingua dello studio – lingua decontestualizzata – (Livello 3 del laboratorio) per favorire il successivo stadio di apprendimento che implica una maggiore padronanza linguistica. Per le famiglie immigrate - Informare sulle fondamentali regole del sistema scolastico italiano e sull’organizzazione della stessa scuola. - Tradurre, dove necessario, i documenti e gli avvisi. - Favorire la comunicazione e i rapporti scuola/famiglia. Per la classe - Presentare, far conoscere le culture “altre”. - Realizzare percorsi di educazione interculturale. - Utilizzare la narrazione come strumento per confrontare, mettere in relazione e sviluppare la diversità ed allo stesso tempo acquisire consapevolezza della propria identità personale. - Progetto Arturo. - Progetto Coop. 7 Accoglienza e integrazione Prima accoglienza La Scuola dell’Infanzia è spesso il primo ordine di scuola con cui gli alunni stranieri e le rispettive famiglie si trovano ad interagire. In prospettiva educativa l’accoglienza deve tradursi quindi in un “modo di essere della scuola” tale da favorire un avvicinamento al nuovo ambiente, rassicurante e incoraggiante. Modalità organizzative Ordine di scuola interessato Scuola dell’Infanzia Plessi Albero Azzurro Usciana Periodo d’intervento : prime due settimane, dall’inizio dell’anno scolastico. Personale impegnato: docenti e mediatori culturali. Attività Il percorso di prima accoglienza è rivolto sia agli alunni stranieri che ai genitori secondo particolari attività : per gli alunni : - giochi individuali - canti - narrazioni -conversazioni per i genitori: - incontri strutturati e/o di piccolo gruppo; - traduzioni di comunicazioni scuola/famiglia. 8 Competenza comunicativa e linguistica I processi migratori sono caratterizzati da una immigrazione eterogenea e da grande varietà di lingue, di storie personali e di competenze pregresse, elementi che quindi pongono alla scuola un compito complesso nell’insegnamento dell’italiano come L2 agli alunni stranieri. Se è abbastanza semplice e spontaneo imparare la lingua della comunicazione, è sicuramente più arduo apprendere la lingua per studiare; sono necessari obiettivi a lungo termine, interventi didattici mirati, attività di laboratorio linguistico e strumenti specifici. La previsione di laboratori per l’italiano L2 articolati a diversi livelli, unitamente all’adozione di precise metodologie e di strumenti paralleli, indubbiamente facilita l’apprendimento della nuova lingua e lo studio dei contenuti disciplinari. I laboratori italiano L2, oltre ad occuparsi degli aspetti orali della lingua, rivolgono l’attenzione alla comprensione dei testi scritti, elaborando materiali ed unità di apprendimento pertinenti agli obiettivi posti. A – Articolazione livelli I laboratori sono articolati su tre livelli, che corrispondono a momenti e bisogni diversi di apprendimento della L2. LIVELLO 1 Prima alfabetizzazione “Le prime parole” LIVELLO 2 “Le parole per comunicare” LIVELLO 3 “Le parole per studiare” Livello 1 – Le prime parole Le attività svolte all’interno del laboratorio sono funzionali all’acquisizione di una iniziale padronanza fruitiva e produttiva della lingua italiana: prima accoglienza – percorsi di apprendimento per gli alunni neoarrivati. In questa fase la competenza comunicativa è sviluppata stimolando le esperienze concrete, accompagnate dal linguaggio parlato dell’insegnante e del facilitatore. Livello 2 – Le parole per comunicare Le attività svolte all’interno del laboratorio sostengono essenzialmente il bisogno di comunicare. Seguono le strategie sociali, partendo quindi dall’uso della lingua italiana come strumento comunicativo orale, passando gradualmente anche alla strutturazione dei passaggi necessari di codifica e decodifica scritta (letto-scrittura). Livello 3 – Le parole per studiare Le attività di laboratorio hanno la finalità di guidare gli alunni alla strutturazione della lingua degli apprendimenti, delle competenze linguistiche più approfondite e 9 supportate da varietà di registri e di lessico necessarie alle operazioni di studio (lingua per studiare). Accanto alle parti tematiche e argomentative viene riservato il giusto spazio agli approfondimenti delle principali strutture della lingua italiana con relative esercitazioni e riflessioni. Metodologie Approcci metodologici integrati: si utilizza un metodo misto che vede come obiettivo principale la comunicazione, dando tuttavia spazio ai momenti di riflessione grammaticale e di attenzione alle strutture linguistiche, in maniera induttiva. Per quanto riguarda l’apprendimento della letto-scrittura saranno utilizzati approcci comuni a quelli seguiti dai bambini nativi. Verrà privilegiata la metodologia ludica, nella sua accezione più ampia, intesa come la principale modalità attraverso la quale viene presentato il materiale linguistico e viene fatta esercitare la lingua, coinvolgendo nel processo di apprendimento tutte le capacità cognitive, affettive, sociali. Verrà rispettata nel primo periodo di inserimento la cosiddetta fase del silenzio degli alunni. A fianco della metodologia ludica sarà previsto il ricorso integrato ad altre metodologie: in particolare saranno utilizzati (per il secondo biennio e per il triennio della scuola secondaria di 1° grado) il metodo della ricerca, il problem-solving, le attività di brainstorming, nonché strategie euristiche e induttive. Attraverso metodologie e strategie mirate sarà inoltre stimolata la capacità di “imparare ad imparare “ fondata sulla metacognizione, come capacità di attivare tutti i processi cognitivi. Scaffale multiculturale La presenza dello scaffale multiculturale, previsto in ogni plesso dell’Istituto, rappresenta l’elemento di supporto per gli interventi didattici da realizzare all’interno dei laboratori e per l’esplicazione delle metodologie sopra descritte. Nello scaffale si trova, opportunamente inventariato, il materiale per l’alfabetizzazione linguistica e per la realizzazione di percorsi didattici interculturali. Ogni anno vengono acquistati con i fondi dell’Istituto nuovi testi e sussidi, rispettando, per i vari ordini di scuola, l’indice statistico di presenza di alunni stranieri rispetto alla popolazione scolastica complessiva. Gruppi di lavoro I laboratori L2 funzionano in orario scolastico. I gruppi di alunni impegnati nei laboratori L2 sono mobili e flessibili, in modo tale da consentire il passaggio nei vari livelli in base alle competenze comunicative e linguistiche via via strutturate. Ciascun gruppo è costituito generalmente da 3/4 alunni, anche di classi diverse, sia in orizzontale sia in verticale. Restano esclusi dai laboratori gli alunni stranieri della scuola dell’Infanzia. 10 Personale impegnato Personale docente I docenti dei vari ordini di scuola programmano interventi di recupero e/o di integrazione delle attività effettuate all’interno del Laboratorio, utilizzando in alcuni casi ore curricolari e prevalentemente ore aggiuntive di insegnamento finanziate con i contributi destinati alle scuole collocate in zone a forte flusso migratorio. Operatori esterni Vengono utilizzate facilitatrici linguistiche nella Scuola Primaria e Secondaria di 1° Grado, per una media di complessive 44 ore settimanali distribuite nell’arco temporale metà ottobre-metà giugno. Valutazione delle abilità acquisite La verifica/valutazione viene condotta collegialmente dai docenti contitolari della classe di appartenenza dell’alunno e dal docente facilitatore del laboratorio linguistico, con queste modalità: - incontri per osservazioni sistematiche e verifiche sui livelli di competenza raggiunti dagli alunni. - partecipazione a due consigli di classe all’anno, uno al termine del primo trimestre e l’altro al termine del pentamestre seguente. A partire dall’anno scolastico 2005/2006 è stato adottato il “Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue” come strumento per individuare gli obiettivi dell’insegnamento di italiano L2, per descrivere le situazioni dei diversi apprendenti, valutare e osservare i percorsi individuali. Al suo interno si individuano sei livelli di progressione, dei quali i primi quattro costituiscono l’ambito di operatività del progetto. 11 Articolazione costitutiva LIVELLO ELEMENTARE : A1) livello di contatto A2) livello di sopravvivenza LIVELLO INTERMEDIO : B1) livello soglia B2) livello progresso LIVELLO AVANZATO : C1) livello efficacia C2) livello padronanza 12 COMPRENSIONE PRODUZIONE COMPRENSIONE PRODUZIONE ORALE ORALE SCRITTA SCRITTA Comprende parole, formule, brevi frasi pronunciate molto lentamente e articolate con precisione. Risponde a domanda con semplici parole, formule e brevi espressioni. A1) Livello di contatto A2) E’ in grado di Riconosce e scrivere le parole o comprende parole, le formule collegandole ai loro corrispondenti ad contesti di pertinenza. alcuni oggetti d’uso quotidiano o ad alcune azioni tra le più comuni. E’ in grado di presentare se stesso, altre persone, compiti quotidiani con semplici espressioni e frasi legate insieme – tipo elenco. Comprende testi brevi e semplici di contenuto familiare e di tipo concreto, con lessico ad altissima frequenza. E’ in grado di scrivere semplici frasi legate dai più elementari connettivi ( “ e” – “ perché”) Comprende informazioni chiare su argomenti familiari ( compresi brevi racconti), riconoscendo il significato generale. Produce una semplice descrizione di argomenti che rientrano nel suo campo di interesse. Individua informazioni a partire dalla lettura di un testo semplice e lineare. E’ in grado di scrivere una serie di brevi espressioni, tra loro collegate, relative ad argomenti familiari. Ascolta e comprende informazioni su Livello argomenti di vario progresso genere riconoscendo il significato generale e le principali informazioni specifiche ( dati espliciti). Produce una descrizione semplice di uno o più argomenti, anche di natura oggettiva. Legge e comprende testi di vario genere ( narrativi, informativiespositivi), riconoscendo il significato generale e i principali elementi. Produce avvalendosi eventualmente strutture facilitazione, testi – anche brevi – lineari coesi. Livello di sopravvivenza B1) Livello soglia B2) Comprende semplici messaggi di tipo concreto o riferiti ad aree di priorità immediata pronunciati lentamente e chiaramente. di di se e 13 Approccio interculturale Il processo di accoglienza e integrazione si traduce, come già espresso, in “un modo di essere” della scuola, fatto di atteggiamenti, di opportunità relazionali, ma anche di efficaci condizioni di apprendimento e di organizzazione della didattica. Importante settore dell’inserimento dell’intercultura nella pratica educativa è la valorizzazione della cultura individuale di ciascun soggetto presente e la valorizzazione della cultura di origine per gli alunni stranieri, come condizione favorevole alla loro integrazione nel nuovo ambiente, come opportunità offerta di mantenere rapporti con la cultura originaria, ma anche come opportunità di formazione, di ampliamento degli interessi e delle conoscenze per tutti gli allievi. Modalità organizzative Programmazione di percorsi didattici a tema diversificati per i vari ordini di scuola che mettano in luce aspetti legati alla trasformazione della società, alle differenze storiche, geografiche e culturali nel tempo e/o nello spazio. Si prevedono varie tipologie operative: attività ludiche, lezioni frontali, proiezioni di film, visione di documentari, conversazioni, letture, socializzazione delle esperienze, narrazioni, giochi di ruolo,ecc… 14 Interazione scuola/territorio Il Progetto Intercultura “ Il mondo in classe 2” nei suoi diversi blocchi costitutivi, prevede l’azione sinergica e integrata di vari organismi. LABORATORI -PRIMA ACCOGLIENZA -RAPPORTI CON I GENITORI -PERCORSI DIDATTICI INTERCULTURALI -Facilitatori linguistici - mediatori linguistici culturali -genitori degli alunni stranieri SCUOLA Docenti Alunni stranieri Interi gruppi di classe RAPPORTI CON IL TERRITORIO FORMAZIONE CONTINUA Pub.Istru. Amm. Comunale Aggiornamento Polit.Soc. -Tavolo Provin.Intercultura -Associazione Centro Nord Sud -Altre Ass. del Territorio 15 Aggiornamento L’Istituto Comprensivo a partire dall’anno scolastico 1999 ha previsto corsi di aggiornamento/formazione riservati ai docenti dei vari ordini di scuola, ai docenti provenienti da altri istituti e al personale esterno implicato nella realizzazione dei laboratori: - Anno scolastico 1999/2000 “L’insegnamento della lingua italiana come L2 per alunni immigrati” (finanziato dall’Istituto Comprensivo) - Anno scolastico 2000/2001 “Accoglienza e inserimento degli alunni stranieri nella scuola di base, modelli di intervento. L’insegnamento della Lingua italiana come L2 nel quadro dell’educazione interculturale” (finanziato dall’Istituto Comprensivo) - Anno scolastico 2001/2002 Corso di aggiornamento organizzato dai Comuni dell’Accordo di Programma e articolato a vari livelli per uniformare la formazione sul territorio (finanziato dai Comuni dell’ASL 5) - Anno scolastico 2002/2003 “Il metodo autobiografico: uno strumento possibile nel lavoro interculturale” (finanziato dalla Provincia – Istituzione Centro Nord Sud) - Anno scolastico 2003/2004 Corso di glottodidattica: “processi di apprendimento linguistico e modelli operativi” (finanziato dall’Istituto Comprensivo) - Anno scolastico 2005/2006 Seminario di studi: “Costruire l’intercultura: spazi di incontro e di relazione educativa” - Anno scolastico 2009/2010 Corso di aggiornamento organizzato dall’Istituto Comprensivo per l’elaborazione di modalità condivise nell’ambito del Progetto Intercultura, realizzato con la partecipazione delle facilitatici linguistiche della scuola Primaria e Secondaria di I° Grado Allegati: n.1 Protocollo accoglienza alunni stranieri. n.2 Criteri per l’inserimento degli alunni stranieri. 16 Alleg. n.1 ISTITUTO COMPRENSIVO SANTA CROCE SULL’ARNO PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI Approvato dal Collegio dei Docenti A.S. 2009-1010 In riferimento al D.P.R. 31/08/1999 n° 394 e nello specifico all’art. 45 concernente norme in materia di iscrizione scolastica (che attribuisce al collegio numerosi compiti deliberativi e di proposta), al C.M. n° 24 del 01-03-2006 che specifica le “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri” e alle circolari sulle iscrizioni emanate annualmente, l’ultima delle quali è la circolare 4 del 15/01/2009, in particolare l’articolo 10, il Collegio dei Docenti ha ritenuto necessario stilare alcuni criteri e tracciare le diverse possibili fasi per l’accoglienza, l’iscrizione e l’inserimento nelle classi degli alunni stranieri allo scopo di attuare in modo operativo le indicazioni normative contenute nei sopracitati documenti (che sono peraltro allegati al presente protocollo). La commissione accoglienza, come gruppo di lavoro e articolazione del Collegio è composta dal Dirigente Scolastico o dalla Funzione Strumentale eventualmente delegata e dai membri della Commissione Intercultura (formata dai rappresentanti di ciascun plesso per ognuno dei tre ordini di scuola presenti nell’Istituto). La Commissione opera convocando solo i membri relativi all’ordine di scuola interessato per un nuovo inserimento, salvo i casi ponte (5-6 e 10-11 anni di età), ed ha i seguenti compiti: - compiti di carattere consultivo, progettuale e gestionale; - si riunisce nei casi d’inserimento di alunni neo-arrivati per operare raccordi, per proposta di assegnazione alle classi, ecc… Il presente protocollo delinea pertanto i punti salienti dell’organizzazione delle diverse fasi dell’accoglienza, le quali costituiscono di fatto una rete d’intervento per promuovere l’inserimento e la piena integrazione. 17 FASE 1° - Carattere Amministrativo e burocratico ISCRIZIONE: Il personale di segreteria incaricato del ricevimento delle iscrizioni degli alunni stranieri è fornito di: - moduli bilingue per la richiesta di informazioni - note informative sul sistema scolastico italiano - opuscolo informativo bilingue sul funzionamento dell’Istituto Comprensivo FASE 2° - Carattere Comunicativo e relazionale La prima conoscenza: Si articola secondo 3 momenti: 1. Colloquio tra la Funzione Strumentale e la famiglia dell’alunno neo-arrivato, con l’eventuale presenza del mediatore culturale. Tale colloquio è finalizzato all’acquisizione di maggiori conoscenze sulla biografia dell’alunno e sul sistema scolastico del paese di provenienza, rispetto alle informazioni già ottenute attraverso il modulo di iscrizione compilato in segreteria; 2. Somministrazione di prove di valutazione per definire il livello di partenza dell’alunno neoarrivato, ad opera della Funzione Strumentale; 3. Riunione della Commissione per la valutazione dei documenti ottenuti ai punti 1. e 2. e conseguente inserimento dell’alunno neo-arrivato nella classe di appartenenza, tenendo conto dei criteri stabiliti dal Collegio dei Docenti e dalla normativa vigente. Inserimento nella classe: - Verrà fornita agli insegnanti di classe la documentazione acquisita sulla biografia dell’alunno; - Sarà predisposto per l’alunno neo-arrivato l’inserimento nei gruppi di lavoro del laboratorio linguistico di italiano L2, nel livello corrispondente alle competenze linguistiche possedute dall’alunno stesso, al fine di iniziare un percorso di facilitazione per l’apprendimento della nuova lingua; - Dopo un primo periodo di osservazione verrà predisposto, da parte degli insegnanti, un piano di studio personalizzato ─ nei casi in cui l’alunno si trovi a un livello A1-A2 del Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue ─. I rapporti tra scuola e famiglia: - Si avrà anche cura di fornire ai docenti della classe accogliente una raccolta di materiale bilingue per la comunicazione scuola-famiglia, quali avvisi di sciopero, sospensione delle lezioni, comunicazione di gite scolastiche, ecc… materiali peraltro già presenti nello 18 scaffale multiculturale ─ allestito in ogni plesso e in ogni ordine di scuola ─ in lingua albanese, araba, cinese, croata e serba, francese, spagnola, inglese. - A questo punto di svolgerà un colloquio tra la famiglia e i docenti interessati, all’eventuale presenza del mediatore culturale, allo scopo di esplicitare le regole della scuola e il patto formativo. La collaborazione con il territorio: Il progetto intercultura è nato dalla collaborazione sinergica della Commissione Intercultura con l’Amministrazione Comunale con queste finalità: - Promuovere la piena integrazione dei ragazzi; - Offrire pari opportunità con il rispetto delle differenze; - Prevenire situazioni di disagio nonché di contrasto di ogni forma di razzismo e d’intolleranza. 19 Alleg. n.2 ISTITUTO COMPRENSIVO SANTA CROCE SULL’ARNO CRITERI PER L’INSERIMENTO DEGLI ALUNNI NON ITALOFONI NELLE CLASSI Approvati dal Collegio dei Docenti A.S. 2009-1010 Il collegio dei docenti, dell’Istituto Comprensivo Santa Croce sull’Arno approva, in data 2106-2010, i seguenti criteri per l’inserimento di alunni non italofoni nelle classi: 1) Numero totale degli alunni non italofoni presenti in classe tenendo presente il livello di competenza della lingua italiana di ciascuno; 2) Numero totale degli alunni della classe; 3) Numero di alunni non italofoni inseriti nella classe dall’inizio dell’anno scolastico in corso; 4) Alunni in presenza di certificazione, considerando tali anche gli alunni seguiti privatamente da specialisti o da centri specializzati; 5) Alunni seguiti dai Servizi Sociali, con interventi domiciliari o simili; 20