POLITICHE LINGUISTICHE E FORMATIVE: BUONE PRATICHE PER L’OCCUPABILITÀ E LA COMPETITIVITÀ Una prospettiva europea 1 La presente pubblicazione è stata realizzata come parte dei progetto LILAMA Network ‘Linguistic Policies for the Labour Market’, co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma di Apprendimento Permanente, Attività Chiave 3 - Lingue (Contratto numero 143523-LLP-1-2008-1-ES-AC2-KA2NW). La presente pubblicazione è il solo dell’autore, e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per qualsiasi uso che possa essere fatto delle informazioni ivi contenute. Editore Gobierno de Navarra - Servicio Navarro de Empleo C / Arcadio M ª Larraona 1, 3 ª planta 31008 Pamplona - Navarra (Spagna) Autori Servicio Navarro de Empleo, Iniciativas Innovadoras, Regional Language Network East - RLN-Est, Università Montesquieu Bordeaux IV, Istituto per la Ricerca Sociale - IRS, il Dipartimento della Pubblica Istruzione, Lavoro, Cultura e Sport della Regione Basilicata e il Comitato Educazione degli Adulti di Göteborg - Vuxenutbildningförvaltningen i Göteborg. Contatto Gobierno de Navarra - Servicio Navarro de Empleo C / Arcadio Maria Larraona 1, 3 ª planta 31008 Pamplona - Navarra (Spagna) Telefono: +34 848 424 400 E-mail: portal.empleo @ navarra.es La presente pubblicazione è disponibile sul sito: www.lilama.org Pamplona, settembre 2011 Layaout: Grupo Novacom INDICE: 1. PREFAZIONE 4 2. INTRODUZIONE 6 3. METODOLOGIA DI BENCHMARKING 12 4. TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE 18 5. RASSEGNA DELLE BUONE PRATICHE 32 3 1 PREFAZIONE 4 1. PREFAZIONE L’economia mondiale è in rapido cambiamento, e la competitività delle economie dell’Unione Europea rischia di rimanere indietro rispetto ad un mercato globale sempre più competitivo. La recente approvazione della “StrategiaEU2020” sostiene che la fine della crisi economico-finanziaria dovrebbe portare l’Europa in una nuova economia di mercato sostenibile e sociale, un’economia in cui la nostra prosperità sarà basata sull’innovazione e su un miglior utilizzo delle risorse, e il cui motore principale per la crescita sarà la conoscenza. Per questo motivo, si concorda che l’Apprendimento Permanente diventerà un elemento cruciale della nuova strategia, in modo da assicurare una transizione graduale tra lavori eprofessioni ed evitare una disoccupazione di lunga durata che porterebbe ad una perdita in capitale umano. Il Quadro Europeo delle Competenze Chiave per l’Apprendimento Permanente riconosce alla comunicazione in lingua straniera un ruolo centrale, che implica una conoscenza delle competenze di base allo stesso livello della propria lingua madre, sia per la comunicazione, che per la mediazione e per la comprensione interculturale. Le aziende multilingue sono un esempio di come la diversità linguistica e l’investimento nelle competenze linguistiche ed interculturali possano diventare dei veri e propri motori di prosperità e fonte di vantaggi per tutti. In breve, questo è il messaggio del rapporto presentato alla fine del Business Forum per il Multilinguismo istituito dalla Commissione Europea nel 2007 e che si riflette nel rapporto “Le conoscenze linguistiche migliorano l’efficienza delle imprese”. Allo stesso modo, e prendendo in considerazione la prospettiva di creare posti di lavoro di qualità in un contesto globale, possiamo anticipare che la conoscenza trasversale delle lingue straniere sarà la chiave per la futura occupabilità dei lavoratori. Tuttavia, poche regioni o nazioni dell’Unione Europea hanno sviluppato una vera Politica Linguistica orientata alle proprie strategie economiche e le esigenze delle proprie aziende, e al miglioramento dell’occupabilità e la mobilità delle risorse umane. Inoltre, le politiche già implementate nel settore si limitano principalmente all’istruzione, piuttosto che ampliarsi verso un reale approccio di apprendimento permanente. In tale contesto, la Rete LILAMA è stata creata nel 2009 con la missione di diventare una piattaforma di apprendimento reciproco per lo scambio e la diffusione di linee guida, delle buone pratiche e delle raccomandazioni per le politiche che possano contribuire alla progettazione e all’implementazione delle politiche linguistiche orientate alle esigenze del mercato del lavoro. La presente Guida delle Buone Pratiche rappresenta il risultato del lavoro svolto nel quadro dell’Osservatorio per le Buone Pratiche della Rete LILAMA e vuole fornire delle linee guida pratiche che possano aiutare i decisori politici europei, nazionali e regionali a progettare dei programmi e delle politiche di formazione linguistica efficaci, trasferendo gli elementi migliori delle 50 Buone Pratichea livello internazionale analizzate da LILAMA. 5 5 2 INTRODUZIONE 6 2. INTRODUZIONE 2.1. Premessa L’economia mondiale è in rapido cambiamento e la competitività delle economieeuropee rischia di rimanere indietro in un mercato globale sempre più competitivo. La recente crisi economica e finanziaria ha colpito duramente l’Unione Europea, minacciando seriamente l’occupazione e facendo contrarre molte delle economie europee. Viceversa, è ampiamente riconosciuto che la crisi economica mondiale ha influenzato in maniera minore i mercati emergenti di paesi quali il Brasile, la Russia, l’India e la Cina (i cosiddetti paesi BRIC). La perdita di competitività economica da parte dell’Unione Europea e la sua posizione nel nuovo ordine mondiale sta diventando sempre più evidente, tanto che la lingua brasiliana, quella russa e soprattutto quella cinese dovrebbero quindi essere presenti nella formazione professionale, dato che stanno diventando sempre più importanti per gli affari. La nuova strategia “UE 2020” andrà a sostituire la Strategia di Lisbona, che è stata la strategia dell’Unione Europea negli ultimi dieci anni. La nuova strategia vede la fine della crisi come la porta d’accesso ad una nuova economia di mercato sostenibile e sociale, il cui motore principale per la crescita sarà basato sulla conoscenza: • Crescita intelligente:sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e l’innovazione. occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale. In questo contesto e con queste nuove sfide, è chiaro che una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva ha bisogno che l’Apprendimento Permanente diventi l’elemento centrale della nuova strategia. D’altra parte, questo deve permettere una transizione indolore tra lavori e professioni e dovrebbe evitare una disoccupazione di lunga durata che porterebbe alla perdita in capitale umano. Per questo motivo, è fondamentale assicurarsi che le competenze necessarie per cogliere le opportunità di Apprendimento Permanente siano acquisite e riconosciute a tutti i livelli di istruzione e formazione, ed è essenziale sviluppare una lingua comune e uno strumento operativo per l’istruzione, la formazione ed il lavoro. Questo si può ottenere tramite un Quadro Europeo delle Competenze, Qualifiche e Professioni, che dovrebbe rappresentare un’evoluzione dell’attuale Quadro Europeo delle Qualifiche per l’Apprendimento permanente1 (EQF). Le competenze-chiave sono fondamentali in una società basata sulla conoscenza, e dobbiamo assicurare una maggior flessibilità della manodopera, per permettere un adattamento più rapido ad un mondo in continua evoluzione, caratterizzato da una sempre maggior interconnettività. • Crescita sostenibile: promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva. • Crescita inclusiva: promuovere un’economia con un alto tasso di 1 “Quadro Europeo delle Qualifiche”. Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 Aprile 2008. 7 INTRODUZIONE Il Quadro Europeo delle Competenze-Chiave per l’Apprendimento Permanente definisce 8 competenze e descrive le conoscenze, le abilità e le attitudini essenziali ad esse collegate. Tra queste, la comunicazione in lingua straniera è riconosciuta come la competenza-chiave che prevede le stesse capacità di base che si hanno nella propria lingua madre, insieme alle capacità di comunicazione, mediazione e di comprensione interculturale. È perciò chiaro che la conoscenza delle lingue straniere offre un vantaggio competitivo alle nostre aziende e ai nostri operatori economici, come si è di recente riconosciuto nelle Comunicazioni della Commissione Europea, evidenziando l’ovvio impatto delle Politica del Multilinguismo dell’Unione Europea2 sulla rinnovata Strategia di Lisbona e la futura Strategia EU2020. Le capacità linguistiche ed interculturali incrementano le opportunità di trovare posti di lavoro migliori. In particolare, la conoscenza di diverse lingue straniere fornisce un vantaggio competitivo. Coloro che conosco a fondo molte lingue possono scegliere da un ventaglio di offerte più ampio, comprese le opportunità all’estero. D’altro canto, le scarse competenze linguistiche sono considerate l’ostacolo principale alla possibilità di lavorare all’estero, limitando così l’impatto della politica per la mobilità. Il Business Forum sul Multilinguismo ha prodotto una serie di raccomandazioni per migliorare la competitività e migliorare l’occupabilità attraverso una miglior gestione della diversità linguistica. Il Forum ha 2 “Multilinguismo: una risorsa per l’Europa e un impegno comune”. EC COM (2008) 566. 8 sottolineato il fatto che i nuovi mercati emergenti ricoprono un ruolo sempre più importante per le imprese europee, e che le capacità linguistiche e interculturali sono necessarie per competere in tali paesi. Si tratta dei risultati del rapporto ELAN3 (Effetti sull’Economia Europea della Scarsa Conoscenza delle Lingue Straniere nelle Imprese) , pubblicato dalla Commissione Europea nel febbraio 2007. Si trattò del primo studio che coinvolse l’Europa intera sulla perdita di opportunità economiche a causa dell’insufficienza di capacità linguistiche nelle imprese. Il rapporto si basa su un campione di quasi duemila PMI con sede nei 27 paesi della UE e nei paesi candidati. 11% delle PMI interpellate hanno dichiarato di aver perduto contratti come risultato diretto della loro carenza di capacità linguistiche ed interculturali; solo il 48% delle PMI partecipanti allo studio hanno implementato delle strategie linguistiche formali per dare supporto alle proprie operazioni internazionali. Lo studio giunge alla conclusione che esiste una profonda correlazione tra gli investimenti in strategie linguistiche, la proporzione delle vendite all’export e la produttività aziendale. Tuttavia, le capacità linguistiche non sono necessarie solo per promuovere le vendite all’estero. Le catene di approvvigionamento e di valore sono sempre più globali: si creano infatti delle reti virtuali di aziende, che operano da punti diversi del pianeta e che implementano innovazione produttiva e processi di vendita differenziati. 3 “Effetti sull’Economia Europea della Scarsa Conoscenza delle Lingue Straniere nelle Imprese”, CILT, 2007. INTRODUZIONE Oggi, a prescindere dalle loro sedi geografiche, le PMI possono collaborare e diventare partner e fornitori OEM (OriginalEquipmentManufacturers = Produttori di Attrezzatura Originale, ndt), in tutto il mondo, partecipando e beneficiando delle Reti di Collaborazione Aperta per l’Innovazione.Queste dinamiche nuove implicano una globalizzazione dei mercati del lavoro in cui le capacità linguistiche permettono questi nuovi sistemi aperti di collaborazione lavorativa tra aziende, insieme ad una progressiva libera circolazione dei talenti e della conoscenza. In questo contesto, la sfida è quella di integrare fermamente il multilinguismo in tutte le strategie che mirino a sviluppare il capitale umano per il futuro. 2.2. La Rete LILAMA Tuttavia, poche regioni o nazioni dell’Unione Europea hanno sviluppato una vera Politica Linguistica orientata alle proprie strategie economiche e alle esigenze delle proprie aziende, e al miglioramento dell’occupabilità e la mobilità delle risorse umane. Inoltre, le politiche già implementate nel settore si limitano principalmente all’istruzione, piuttosto che ampliarsi verso un reale approccio di apprendimento permanente. Oggi gli sforzi principali rispondono piuttosto all’offerta generale di servizi di formazione linguistica, dominati da una concentrazione sull’inglese e dimenticano invece la preminenza di altre lingue. Inoltre, la traduzione del Quadro Europeo di Riferimento per le Lingue (ERFL = European Framework of Reference for Languages , Consiglio d’Europa, 2002) in politiche linguistiche orientate al Mercato del Lavoro rimane una sfida. Gli Stati Membri e le Regioni stanno dando sempre più la priorità alla necessità di politiche linguistiche vicine alle proprie esigenze economiche e commerciali, ma devono affrontare una mancanza di accesso ed esperienze aggiornate e rilevanti e raccomandazioni politiche che potrebbero guidare tali sforzi. All’interno di tale contesto, la Rete LILAMA è stata creata con la missionedi diventare una piattaforma di apprendimento reciproco per lo scambio e la disseminazione di linee guida, buone prassi e raccomandazioni di policy che contribuiscano alla progettazione e all’implementazione delle politiche linguistiche orientate alle esigenze del mercato del lavoro. La Rete LILAMA è stata creata nel 2009 con l’aiuto del Programma per l’Apprendimento Permanente della Commissione Europea. La partnership si compone di 7 organizzazioni in 5 diversi paesi UE: ----- Servicio Navarro de Empleo – Spagna IniciativasInnovadoras – Spagna RLN East – Regno Unito UniversitéMontesquieu – Bordeaux – Francia -- Instituto per la Ricerca Sociale – Italia -- Regione Basilicata –Italia -- The AdultEducationCommitteeofGöteborg Svezia Le attività della rete LILAMA si concentrano su tre assi principali: • Osservatorio per le Buone Pratichedi politiche linguistiche orientate alle esigenze del mercato del lavoro e all’Occupabilità.Ad oggi, l’Osservatorio per le Buone Pratiche indica più di 50 Buone Pratiche che coprono diversi settori e 9 INTRODUZIONE provengono da 16 paesi diversi. • Ricerca di applicazione ed uso del Quadro Comune Europeo per le Lingue per la realizzazione delle raccomandazioni di policynella progettazione di tali politiche, tenendo presente i principi del Quadro. I risultati di questa ricerca saranno disponibili entro la fine del 2011. • Disseminazione al più ampio livello UE delle buone pratiche, casi di successo e raccomandazioni di policy. La rete LILAMA partecipa regolarmente agli eventi per la formazione e le politiche linguistiche in tutta Europa. 2.3. Guida LILAMA alle Buone Pratiche Questa pubblicazione èil risultato del lavoro effettuato nel quadro del primo asse e mira a creare una guida pratica che possa aiutare i decisori politici nella progettazione di programmi e politiche di formazione linguistica, trasferendo gli elementi migliori delle buone pratiche osservate da LILAMAa livello regionale, nazionale ed europeo. L’Osservatorio LILAMA per le Buone Pratiche, disponibile sul sito della rete (www.lilama. org), offre informazioni dettagliate a proposito delle buone pratiche che sono state identificate ed approvate. L’Osservatorio inserisce periodicamente Buone Pratiche nuove. Le Buone Pratiche sono state individuate e approvate seguendo un metodo meticoloso descritto nella seconda partedella presente guida; tale metodo ha portato a redigere dei dossier completi per ogni buona pratica analizzata, fornendo così le informazioni chiave riguardo alla loro qualità e trasferibilità. 10 Si noti che la portata delle buone pratiche delle politiche linguistiche che si trovano nella rete LILAMA includono l’approccio della comunicazione in lingua straniera come una capacità chiave dell’Apprendimento Permanente. Di conseguenza, le buone pratiche LILAMA si concentrano soprattutto sulle politiche e sulle iniziative di formazione linguistica, e non puntano principalmente al settore dell’istruzione, ma piuttosto ad iniziative educative e formative che coinvolgano la popolazione adulta e che siano orientate agli aspetti professionali e lavorativi. Gruppi Target della Guida La presente guida si rivolge ai decisori politici e ai Manager di Programmi europei, nazionali e regionali implicati nella progettazione e nell’implementazione delle politiche e dei programmi che promuovono competitività ed occupabilità. Prende in considerazione la formazione delle risorse umane per quanto riguarda capacità linguistiche ed interculturali come motore principale per il miglioramento delle prestazioni in entrambi i settori. Di conseguenza, se si appartiene ad una delle seguenti organizzazioni e si è direttamente coinvolti o interessati all’impatto delle conoscenze linguistiche sulla competitività e l’occupabilità, la Guida presenta un panorama delle modalità con cui gli altri paesi e le altre regioni hanno affrontato la questione. La Guida offre inoltre suggerimenti e consigli su come adattarle ad un diverso contesto regionale. -- Ministeri o Dipartimenti per l’Istruzione e la Formazione. -- Ministeri o Dipartimenti per il Lavoro e l’Occupazione. -- Agenzie per lo Sviluppo Economico Regionale. -- Camere di Commercio INTRODUZIONE -- Sindacati attivi nel settore della formazione. -- Associazioni di Imprese attive nel settore della formazione. La Guida può anche essere utile ad altri enti ed organizzazioni europei che già conoscono l’impatto delle carenze nelle capacità linguistiche sulla strategia europea, e questi ultimi potranno accedere ad esempi di buone pratiche pronte all’uso per azioni di ricerca e divulgazione, che porteranno ad un’ulteriore promozione della politica linguistica già nell’agenda UE. -- Consiglio d’Europa. Divisione per la Politica Linguistica -- CommissioneEuropea. DG Istruzione e Cultura. Divisione per la Politica Linguistica UE. -- Business Forum sulMultilinguismo. -- Piattaforma delle Imprese per il Multilinguismo. -- Agenzia Esecutiva per l’Istruzione, l’Audiovisivo e la Cultura. (EACEA). -- Agenzie Nazionali Leonardo da Vinci. si sono concordati sono: • Tabella Riassuntivadelle 50 Buone Pratiche individuate e descritte tramite parole-chiave, in modo che l’utente possa selezionarle in base ai propri interessi. • Presentazione generale delle Buone Pratiche: una descrizione breve della buona pratica secondo un insieme di campi predeterminati, inclusa una sintesi del progetto e le raccomandazioni per il trasferimento. • Rapporti completi sulle Buone Pratiche, il l’ultimo e più dettagliato livello di informazione accessibile tramite link al documento scaricabile dal sito LILAMA. Per ulteriori informazioni cliccare su: www.lilama.org. Come utilizzare la Guida Coscienti del fatto che i decisori politici e i responsabili dei programmi spesso non hanno tempo per analizzare a fondo i documenti che potrebbero potenzialmente interessarli, la Guida è stata progettata tenendo presente il fruitore finale. Dopo una breve descrizione della metodologia del benchmarking utilizzata per individuare e approvare le buone pratiche indicate, vi sono informazioni sulle pratiche disponibili attraverso diversi livelli di informazione. In questo modo, gli utenti possono selezionare le buone pratiche di loro interesse e valutarle in profondità a seconda dei loro interessi e del tempo a loro disposizione. I tre livelli di informazione che 11 3 METODOLOGIA DI BENCHMARKING 12 3. METODOLOGIA DI BENCHMARKING La metodologia del benchmarking seguita dall’Osservatorio LILAMA per le Buone Pratiche è stata progettata dalla rete LILAMA per assicurare un approccio coerente per l’individuazione, la valutazione e l’approvazione delle politiche linguistiche, dei programmi e delle iniziative per la formazione. Tale approccio prevede una valutazione delle caratteristiche che le rendono “buone” pratiche, tenendo in considerazione la loro qualità e trasferibilità generale. Le informazioni che seguono rappresentano un breve riepilogo delle caratteristiche principali di questa metodologia. Potrete trovare informazioni dettagliate sul Metodo di Benchmarking dell’Osservatorio LILAMA per le Buone Pratiche su www.lilama.org 3.1. La portata del benchmarking L’Osservatorio LILAMA per le Buone Pratiche si occupa di 3 tipi di iniziative: • Politiche e Programmi Generali. • Politiche per la Formazione Linguistica che puntano in maniera specifica alla competitività e all’occupabilità. • Iniziative per la formazione. Il denominatore comune delle 3 potenziali categorie di studio è il tentativo di realizzare gli obiettivi legati all’occupabilità e alla competitività, per cui l’acquisizione delle capacità linguistiche è considerata il motore principale. parte del proprio approccio, solitamente legato alle strategie di sviluppo economico regionale o locale, insieme alle politiche di formazione linguistica vere e proprie che mirano specificatamente alla competitività e all’occupabilità, e alle iniziative di formazione linguistica con obiettivi professionali o lavorativi. 3.2. I Criteri del Benchmarking Le Buone Pratiche potenziali che rientrano nelle 3 categorie sono valutate in base a 2 prospettive: • Qualità: Strategia, contenuti e performance sono valutati in base ad un insieme di criteri di qualità legati soprattutto al loro rispetto alle politiche UE. • Trasferibilità: livello di dipendenza dal contesto, sforzi di trasferimento a priori e carattere innovativo dell’iniziativa possono fornire informazioni sulla trasferibilità di una Buona Pratica data. L’analisi che ne risulta e la valutazione delle Buone Pratiche potenziali permettono di definire le Buone Pratiche come tali, in base ai criteri approvati, oltre alla loro trasferibilità potenziale. L’etichetta “Buona Pratica” dipende dalla valutazione sulla qualità. Inoltre, il criterio di trasferibilità offre informazioni rilevanti per quanto riguarda le possibilità di essere trasferita o diffusa con esito positivo. L’Osservatorio per le Buone Pratiche include, perciò, le politiche e i programmi generali che presentano argomenti di formazione linguistica per le imprese come 13 METODOLOGIA DI BENCHMARKING Valutazione sulla qualità Si sono utilizzati due gruppi di criteri sulla qualità per valutare le buone pratiche potenziali, in base alla loro caratterizzazione in quanto iniziative politiche o formative. 6. Inserisce il Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF) in un sistema trasparente di convalida/crediti. 7. Può essere implementato in maniera rapida e efficace. Criteri di Valutazione sulla qualità perle iniziative politiche I Criteri Di Valutazione Della Qualità Delle Iniziative Formative Considerando la portata europea di LILAMA, una buona pratica nel processo decisionale riguardante le lingue dovrebbe radicarsi nel processo decisionale più ampio dell’Unione Europea, come stabilito dall’introduzione della strategia di Lisbona (che puntava a “rendere i sistemi educativi e formativi [europei] un riferimento qualitativo mondiale entro il 2010”7). Una buona implementazione della formazione comprende un’analisi completa basata su criteri scientifici, un’erogazione competente della formazione e l’utilizzo di un sistema di feedback per migliorare la formazione stessa. Tutto ciò si ottiene quando i formatori hanno un grado sufficiente di esperienza in un quadro gestionale reale e possibilmente sostenibile. Se si assegnano delle risorse utopistiche per quanto riguarda il tempo per la formazione e l’esperienza del formatore, o se la formazione si basa su dei presupposti didattici errati, la formazione non potrà certo essere valutata in maniera positiva. Di conseguenza, quel che può sembrare una buona pratica in un dato paese, potrebbe non essere considerato tale da LILAMA, se gli obiettivi della politica in esame remano contro uno o diversi obiettivi strategici UE, ad esempio tagliando la spesa pubblica a discapito dell’Apprendimento Permanente. La definizione di buona pratica per le iniziative politiche è legata ai risultati ottenuti rispetto ai 7 criteri di qualità che seguono: 1. Riflette l’attuale politica europea e regionale sul multilinguismo. 2. Prevede incentivi per migliorare e sostenere la motivazione e l’occupazione di chi studia le lingue. La definizione di Buona Pratica nel settore della formazione linguistica è legata ai risultati ottenuti rispetto ai 6 criteri di qualità che seguono: 1. Si basa su un’analisi delle esigenze completa e aggiornata. 2. Mira all’acquisizione di competenze individuate sulla base dell’analisi delle esigenze. 3. Gli obiettivi sono realistici. 3. Riflette la strategia regionale per l’occupabilità e i benefici interculturali. 4. Si basa su un quadro didattico aggiornato. 4. Si occupa dellerisorse linguistiche delle minoranze e comunità di migranti. 5. Prevedeelementidi feedback. 5. Offre la possibilità di lavorare in rete e/o di mobilità internazionali. 14 6. Prende in considerazione un numero massimo di limitazioni: assenza, diversità, tempo e luogo METODOLOGIA DI BENCHMARKING Valutazione della Trasferibilità dell’Analista. Le Buone Pratiche di elevata qualità in un dato settore possono essere difficili da trasferire, per esempio, a causa della loro dipendenza dal contesto regionale. Oltre alla qualità di un’iniziativa, la sua trasferibilità è necessaria se si vuole che le buone pratiche stimolino una riflessione strategica da parte di altri legislatori e di coloro che progettano i programmi linguistici, soprattutto se interessati all’offerta di politiche nuove o aggiornate nel settore della formazione linguistica. • ANALISTA: Tutti ipartner possono ricoprire questo ruolo, seguendo le griglie di valutazione e creando un dossier delle informazioni sottoposte dall’Osservatore, come parte di un processo di revisione da parte di pari. Anche se si richiede agli Osservatori di assicurarsi che informazioni sufficientemente dettagliate siano incluse nei report sulle buone pratiche, gli Analisti sono autorizzati a richiedere ulteriori informazioni agli Osservatori, se necessario. La valutazione della Trasferibilità si basa su 5 criteri distinti: • MEDIATORE: Ruolo ricoperto dal Coordinatore della Rete, da richiedersi solo in caso di conflitto o di disaccordo tra irisultati della valutazione svolta dall’Osservatore e da quella svolta dall’Analista riguardo ad una buona pratica specifica, in modo da mediare fino a raggiungere una soluzione condivisa. 1. Prove di precedente trasferimento in altre zone o aree di policy. 2. Innovazione nella progettazione o nell’implementazione dell’iniziativa. 3. Dipendenza dal contesto politico e condizioni quadro. 4. Flessibilità di adattamento ad altri contesti o di rispondere ad analisi delle esigenze diverse. 3.3. Procedura di Benchmarking La procedura di Benchmarking consiste in un processo a diverse fasi che mira ad identificare, analizzare, valutare e convalidare le Buone Pratiche. Tutti i partner della Rete LILAMA partecipano a questa procedura, ricoprendo diversi ruoli a seconda della fase in cui ci si trova. Si possono individuare i seguenti ruoli: • OSSERVATORE: Tutti i partner possono ricoprire questo ruolo, identificando delle buone pratiche potenziali, completando i rapporti sulle buone pratiche e sottoponendoli quindi alla valutazione • VALIDATORE: Ruolo ricoperto dal Leader e Promotore della Rete, effettua dei controlli casuali per assicurarsi che la metodologia sia correttamente applicata, e, in sostanza, convalida i punteggi della valutazione dati dall’Osservatore e dall’Analista per una data buona pratica per valutare se può essere approvata come buona pratica. In tal caso, il report della buona praticaviene pubblicato all’Osservatorio per le Buone Pratiche. Tutte le buone pratiche pubblicate nell’Osservatorio sono state analizzate da un Osservatore e almeno 3 diversi Analisti e hanno ottenuto dei punteggi di valutazione che garanticono che possono essere considerate tali. 15 METODOLOGIA DI BENCHMARKING Tabella 1. Fasi, passi e attori coinvolti nella Metodologia LILAMA di Benchmarking Fasi Individuazione della Buona Pratica Valutazione delle Buone Pratiche Passi Ruolo Ricerca e individuazione delle buone pratiche Studio delle buone pratiche Analisi della buona pratica Valutazione della buona pratica Approvazione della valutazione Convalida delle Buone Pratiche Osservatore Analista Osservatore/Analista/ Mediatore Controllo metodologico della procedura Validatore Pubblicazione della buona pratica 3.4. Provenienza delle Buone Pratiche L’Osservatorio LILAMA per le Buone Pratiche comprende 50 Buone Pratiche disponibili su www.lilama.org. A seconda delle categorie, la politica linguistica rappresenta l’area in cui si è individuato il maggior numero di buone pratiche. Le iniziative di formazione linguistica si trovano al secondo posto, mentre, il settore in cui gli Osservatori LILAMA hanno riscontrato una percentuale minore di Buone Pratiche è stato quello relativo alle politiche generali per l’occupabilità. Grafico 2. Distribuzione delle Buone Pratiche individuate divise per categoria. Politica Generale 9% 5 Languaje Formazione 41% 22 27 Languaje Policy 50% 16 METODOLOGIA DI BENCHMARKING Per quanto riguarda le origini geografiche, l’Osservatorio raccoglie Buone Pratiche provenienti da 16 diversi paesi. 82% delle Buone Pratiche proviene dagli stati membri dell’Unione Europea e 18% proviene da paesi non membri. Grafico 3. Distribuzione geografica delle Buone Pratiche in Unione Europea. 12 8 5 4 3 3 1 1 a tri s Au 1 ia an ar B g ul E e op ur 1 y an ce d lan Fin an Fr m er G 1 ly s nd Ita la er th Ne 1 nd la Po in a Sp n de e Sw UK Grafico 4. Distribuzione geografica delle Buone Pratiche in paesi non europei. 3 3 China USA 2 1 Australia Canada 17 44TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE 18 4. TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE Nº 1 2 3 4 Buona Pratica ACLE LanguageCamps Programma di formazione linguistica Apofil ASL Language Training Agency Politica nazionale per le lingue del governo australiano Origine Italia Italia Francia Australia Buona Pratica Politica/ Formazione Parole chiave Area politica coinvolta Formazione Considerazioni interculturali Formazione Multilinguismo, apprendimento permanente, integrazione degli immigrati, politica per l’occupazione, Quadro Europeo delle Qualifiche EQF Formazione Mobilità, apprendimento permanente, politica per l’occupazione Politica Strategie economiche regionali, integrazione degli immigrati Livello politico coinvolto Gruppi target Organizzazioni giovanili, istituti d’istruzione e formazione, associazioni linguistiche Livello educativo & formativo interessato Risultato Istruzione secondaria e superiore Metodi e strumenti formativi Giovani adulti, disoccupati, docenti Formazione professionale, apprendimento permanente Metodo per il Quadro delle Qualifiche, modello per la politica linguistica, metodi e strumenti formativi Locale e regionale Giovani adulti, imprese, adulti Istruzione secondaria e superiore, formazione professionale, apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Nazionale Docenti, giovani adulti, adulti, istituti d’istruzione e formazione Istruzione superiore, apprendimento permanente Modello per la politica linguistica Nazionale Locale e regionale 19 TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE Nº 5 Buona Pratica Bila-Train / Bila-Learn Formazione professionale bilingue Origine Germania 6 BioCulture Europa 7 Business Language Champions Plus Regno Unito 8 CampusOne Azioni per l’apprendimento delle lingue 20 Italia Buona Pratica Politica/ Formazione Parole chiave Area politica coinvolta Livello politico coinvolto Gruppi target Formazione Multilinguismo, integrazione degli immigrati, politica per l’occupazione Formazione Strategia economica regionale, networking internazionale, considerazioni interculturali Politica Politica per l’occupazione, multilinguismo Regionale Imprese, giovani adulti, adulti, istituti d’istruzione e formazione Formazione Apprendimento permanente Locale e regionale Giovani adulti, istituti d’istruzione e formazione Livello educativo & formativo interessato Risultato Nazionale, locale e regionale Istituti d’istruzione e formazione, giovani adulti Formazione professionale Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Regionale Imprese, istituti d’istruzione e formazione Apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Istruzione secondaria Modello linguistico, politica per l’occupazione Istruzione superiore Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE Nº Buona Pratica Origine Buona Pratica Politica/ Formazione Parole chiave Area politica coinvolta Livello politico coinvolto Gruppi target Livello educativo & formativo interessato Risultato Politica Politica per l’occupazione, integrazione degli immigrati Nazionale, regionale e locale Istituti d’istruzione e formazione Istruzione secondaria Metodi e strumenti formativi Italia Formazione Apprendimento permanente, integrazione degli immigrati, mobilità, inclusione sociale Locale e regionale Imprese, adulti Istruzione non formale Metodi e strumenti formativi Apprendimento Linguistico 11 multimediale interculturale Australia / Cina Formazione Interculturalità Nazionale Docenti Istruzione non formale Metodi e strumenti formativi Programma di Azione 12 Nazionale Olandese per le Lingue Moderne Paesi Bassi Politica Strategie economiche regionali Nazionale, regionale e locale Giovani adulti, adulti, istituti d’istruzione e formazione Istruzione secondaria Modello per la politica linguistica 9 China LanguageLaw CITIES Creazione strumenti informativi e linguistici 10 per migliorare la sensibilizzazione sulla sicurezza in azienda Cina 21 TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE Nº 13 Buona Pratica East of England LanguageFramework eELP eEuropeanLanguage 14 Portfolio – Portfolio Europeo delle Lingue EUROVOLT Insegnamento delle lingue a orientamento professionale tramite 15 un Ambiente di Apprendimento Virtuale ECR Rapporto sulle 16 Comunicazioni dell’Export 22 Origine Buona Pratica Politica/ Formazione Parole chiave Area politica coinvolta Livello politico coinvolto Gruppi target Livello educativo & formativo interessato Risultato Politica Strategie economiche regionali, integrazione degli immigrati Regionale Imprese, docenti e associazioni linguistiche Apprendimento permanente Modello per la politica linguistica Politica Multilinguismo, politica per l’occupazione, strategie economiche regionali, mobilità, EQF, Portfolio Europeo delle Lingue- ELP Nazionale, locale e regionale Istituti d’istruzione e formazione Istruzione superiore, istruzione non formale Strumenti di comunicazione, metodi e strumenti formativi Austria Politica Multilinguismo, politica per l’occupazione Nazionale, locale e regionale Istituti d’istruzione e formazione Istruzione secondaria e superiore, apprendimento permanente Metodi e strumenti formativi Regno Unito Politica Multilinguismo, politica per l’occupazione Regionale Imprese, Apprendimento organizzazioni di permanente sostegno alle imprese Regno Unito Francia Metodologia di valutazione delle esigenze TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE Nº Buona Pratica GRETA (GRoupements d’ETAblissements) Rete francese dei 17 centri pubblici e per l’istruzione degli adulti Metodo IDECOLI Identificazione ed analisi delle 18 Competenze Linguistiche Professionali (PLC) Indagine IDECOLI Identificazione dei 19 Profili Linguistici Professionali (PLP) Origine Francia Spagna Spagna Buona Pratica Politica/ Formazione Parole chiave Area politica coinvolta Livello politico coinvolto Gruppi target Livello educativo & formativo interessato Risultato Politica Apprendimento Nazionale, permanente, politica locale e per l’occupazione regionale Istituti d’istruzione e formazione Apprendimento permanente Metodi e strumenti formativi Politica Politica per l’occupazione, strategie economiche regionali Regionale Imprese, docenti e formatori Apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Politica Strategie economiche regionali Regionale Imprese, docenti e formatori Apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi 23 TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE Buona Pratica Nº Corsi di Lingua e 20 Cultura Italiana per Stranieri Lingua e Cultura per 21 le imprese (LCB) Language& Culture 22 for International Trade (LCIT) Language Audit Tools 23 for Europe 24 Origine Italia Regno Unito Regno Unito Europa Buona Pratica Politica/ Formazione Parole chiave Area politica coinvolta Livello politico coinvolto Gruppi target Livello educativo & formativo interessato Risultato Regionale Adulti, disoccupati, discenti adulti con istruzione formale minima, istituti d’istruzione e formazione Formazione professionale Metodi e strumenti formativi Regionale Imprese, docenti ed associazioni linguistiche Apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Apprendimento permanente Metodi e strumenti formativi Formazione Multilinguismo, interculturalità, integrazione degli immigrati, EQF, inclusione sociale Formazione Politica per l’occupazione, multilinguismo Politica Politica per l’occupazione, multilinguismo Regionale Imprese, docenti ed associazioni linguistiche Formazione Apprendimento permanente, networking internazionale Unione Europea Istituti d’istruzione e formazione TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE Nº Buona Pratica Origine Corsi di Lingue 24 per operatori del Italia commercio al dettaglio Buona Pratica Politica/ Formazione Formazione Parole chiave Area politica coinvolta Apprendimento permanente Formazione e sostegno linguistico ai detenuti 25 e personale carcerario Regno Unito Politica dell’Inghilterra orientale Integrazione degli immigrati, politica per l’occupazione Corsi di lingue per insegnanti delle scuole 26 primarie della Regione Basilicata Apprendimento permanente Italia Formazione Livello politico coinvolto Locale e regionale Regionale Nazionale Gruppi target Livello educativo & formativo interessato Risultato Imprese, adulti Istruzione non formale, apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Disoccupati, docenti, istituti d’istruzione e formazione Formazione professionale Modello linguistico, metodi e strumenti formativi Docenti Apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi 25 TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE Buona Pratica Nº Corsi di lingue per insegnanti delle scuole 27 primarie, Università di Modena e Reggio Emilia Formazione linguistica 28 per i dipendenti del Comune di Bologna Origine Italia Italia Metodo e Strumenti Lingua Empresa per un approccio innovativo e basato sulle 29 Spagna competenze per la formazione linguistica nelle imprese o per scopi professionali 26 Buona Pratica Politica/ Formazione Parole chiave Area politica coinvolta Livello politico coinvolto Formazione Apprendimento permanente Nazionale Formazione Apprendimento permanente Locale e regionale Politica Apprendimento permanente, politica per l’occupazione, Regionale strategie economiche regionali Gruppi target Livello educativo & formativo interessato Risultato Docenti Istruzione superiore Metodi e strumenti formativi Adulti Istruzione non formale, apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Imprese dell’amministrazione pubblica, organizzazioni a sostegno delle imprese, istituti d’istruzione e formazione Apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE Nº Buona Pratica Programma Lingua Empresa Un nuovo modello di 30 formazione linguistica per le imprese con scopi professionali Supporto linguistico 31 Małopolska METP Manager Exchange & 32 Training Programme Origine Buona Pratica Politica/ Formazione Parole chiave Area politica coinvolta Livello politico coinvolto Gruppi target Livello educativo & formativo interessato Risultato Politica Apprendimento permanente, politica per l’occupazione, Regionale strategie economiche regionali Imprese dell’amministrazione pubblica, organizzazioni a sostegno delle imprese, istituti d’istruzione e formazione Apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Polonia Politica Strategie economiche regionali, mobilità Regionale Imprese, istituti d’istruzione e formazione Apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Cina Politica Strategie economiche regionali, mobilità Nazionale Imprese, istituti d’istruzione e formazione Istruzione superiore, Metodi e strumenti formazione professionale formativi Spagna 27 TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE Nº Buona Pratica MELIA Modello di valutazione linguistica 33 informatizzato adattabile Origine Francia Corso multilingue per la polizia di prossimità: 34 Italia il carabiniere di quartiere Occupational Language 35 Analysis OLA 36 Ohio Roadmap 28 Canada USA Buona Pratica Politica/ Formazione Parole chiave Area politica coinvolta Livello politico coinvolto Gruppi target Livello educativo & formativo interessato Risultato Fornitori d’istruzione e formazione Istruzione secondaria e superiore, formazione professionale, apprendimento permanente Metodi e strumenti formativi Adulti, istituti d’istruzione e formazione Formazione professionale, apprendimento permanente Metodi e strumenti formativi, strumenti di comunicazione Nazionale, locale e regionale Adulti, disoccupati, docenti Formazione professionale, Istruzione non formale, apprendimento permanente Metodo del Quadro Europeo delle Qualifiche Regionale Imprese, istituti d’istruzione e formazione Istruzione superiore, apprendimento permanente Modello di politica linguistica Formazione Apprendimento permanente, interculturalità, multilinguismo Nazionale, locale e regionale Formazione Multilinguismo, interculturalità, integrazione degli immigrati, EQF, inclusione sociale Locale e regionale Politica Strategie economiche regionali, politica per l’occupazione, integrazione degli immigrati Politica Strategie economiche regionali, metodi e strumenti, networking internazionale, mobilità TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE Nº Buona Pratica Prof – ELP Il Portfolio Europeo 37 delle Lingue a fini professionali PDP Programma di Sviluppo Professionale 38 per il settore della formazione nelle lingue straniere RLNs Regional Language 39 Networks Apprendimento della seconda 40 lingua nell’industria automobilistica Origine Buona Pratica Politica/ Formazione Parole chiave Area politica coinvolta Livello politico coinvolto Unione Europea Gruppi target Risultato Adulti, imprese, istituti d’istruzione e formazione Apprendimento permanente Metodologie e strumenti per la valutazione delle esigenze e la formazione Apprendimento permanente Metodi e strumenti formativi Europa Politica EQF, ELP Spagna Politica Apprendimento permanente, politica Regionale per l’occupazione Docenti, formatori, organizzazioni linguistiche Regno Unito Politica Strategie economiche regionali Nazionale, locale e regionale Imprese, istituti d’istruzione e formazione Svezia Integrazione degli immigrati, inclusione sociale Regionale Adulti, istituti d’istruzione e formazione Formazione Livello educativo & formativo interessato Apprendimento continuo Formazione professionale Modello di politica linguistica Metodi 29 TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE Buona Pratica Nº SOLVIT La risposta alle sfide 41 della Comunicazione Internazionale Svedese per gli Immigrati 42 SFI/SAS Programma Impresa Svedese per gli Immigrati 43 Tirocinio Pratico SFI Contributo alla Formazione 44 Corsi di Lingue per Tassisti 30 Origine Buona Pratica Politica/ Formazione Parole chiave Area politica coinvolta Livello politico coinvolto Regno Unito Politica Strategie economiche regionali, interculturalità Nazionale Svezia Formazione Apprendimento permanente, integrazione degli immigrati, inclusione sociale Locale e regionale Politica Apprendimento permanente, integrazione degli immigrati, inclusione sociale Locale e regionale Politica Multilinguismo, interculturalità, apprendimento permanente, politica Regionale e per l’occupazione, locale strategie economiche regionali Svezia Italia Gruppi target Livello educativo & formativo interessato Risultato Imprese Apprendimento permanente Metodologia di valutazione delle esigenze, strumento di comunicazione Adulti Istruzione non formale, apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Adulti Istruzione non formale, apprendimento permanente, formazione professionale Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Formazione professionale, apprendimento permanente Imprese, adulti, discenti adulti con istruzione formale minima, Metodo, metodi e istituti d’istruzione strumenti formativi e formazione, organizzazioni linguistiche TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE Nº Buona Pratica Origine Buona Pratica Politica/ Formazione Parole chiave Area politica coinvolta Livello politico coinvolto Imprese, adulti Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Nazionale Istituti d’istruzione e formazione, organizzazioni linguistiche Istruzione secondaria e superiore, apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Nazionale, regionale e locale Adulti, istituti d’istruzione e formazione Istruzione non formale, apprendimento permanente Metodo del Quadro Europeo delle Qualifiche Nazionale Docenti Formazione professionale Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Nazionale Docenti Istruzione non formale Metodi e strumenti formativi Regionale Imprese, istituti d’istruzione e formazione Apprendimento permanente Metodologia per la valutazione delle esigenze, metodi e strumenti formativi Politica Politica Strategie economiche regionali, integrazione degli immigrati, giustizia e sicurezza Politica EQF, integrazione degli immigrati, politica per l’occupazione Aggiornamento degli standard professionali e sviluppo ed 48 Bulgaria erogazione di formazione dei docenti in servizio Politica Apprendimento permanente 49 World LanguageStories USA Formazione Interculturalità, acquisizione linguistica Politica Strategie economiche regionali, inclusione sociale, integrazione degli immigrati Quadro Federale delle 46 Lingue negli USA Validazione degli Apprendimenti Pregressi: Certificato 47 Nazionale per le Competenze Linguistiche Sostegno alla Politica 50 Linguistica della provincia di Zhejiang Italia USA Finlandia Cina Risultato Apprendimento permanente Apprendimento Locale e permanente, politica regionale per l’occupazione Progetti Formativi 45 “Fondimpresa” Gruppi target Livello educativo & formativo interessato 31 5RASSEGNA DELLE BUONE PRATICHE 32 5. BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 1 TITOLO: ACLE LanguageCamps PAESE D’ORIGINE: Italia CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: ACLE , Associazione Culturale Linguistica Educational REFERENTE: Dr Arrigo Speziali. ACLE. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: Il Dossier riguarda le attività linguistiche fornite da ACLE - Associazione Culturale Linguistica Educational nei propri camps. ACLE è un’organizzazione non profit sostenuta dal Ministero dell’Istruzione italiano che promuove un metodo di insegnamento basato sugli studenti ed è la prima associazione in Italia ad insegnare l’inglese ai bambini attraverso il T.I.E. (Theatre in Education), e ad organizzare corsi di teatro per docenti. ACLE è attiva con successo da oltre 25 anni. L’azienda è stata fondata da Arrigo Speziali ed è gestita da un team di collaboratori con sedi a Sanremo, Milano, Napoli, Roma, Roccafranca e nella zona del Veneto. Inoltre, la ACLE organizza corsi di formazione per docenti e collabora con alcuni editori italiani nella preparazione di materiale didattico per l’apprendimento della lingua inglese. Il dossier si focalizza sui LanguageCamps organizzati dall’ACLE. Il sistema è organizzato per fornire ai giovani studenti italiani opportunità divertenti, valorizzanti e pratiche per imparare l’inglese durante l’estate e i city camps. I Camps si trovano in tutta Italia e nel passato hanno incluso siti a Roma, Milano, Sicilia, Bologna, le Dolomiti, Pisa, Siena e Napoli. Ogni estate ACLE invia circa 400 tutor di madrelingua inglese in circa 290 camps in Italia. I camps si trovano in città (City camps o scuole superiori) o in centri residenziali (SummerCamps), per una, due o tre settimane e fornendo ai partecipanti italiani un ambiente completamente in lingua inglese. Entrambi i tipi di Camps sono sorvegliati da un direttore italiano che parla inglese. I direttori sono di solito docenti di inglese e, nel caso dei City Camps, di solito lavorano nella scuola ospite. in un paese di lingua inglese; infondere entusiasmo e motivazione nei confronti di nuove esperienze multiculturali; dimostrare che il sistema scolastico tradizionale italiano centrato sul docente del “chalk and talk” (gessetto e discorsi) non riesce a stimolare le emozioni e l’energia che invece può dare un’atmosfera divertente. Negli ultimi decenni, i programmi educativi ACLE impegnano gli studenti fisicamente, emotivamente e razionalmente. Lo Slogan che ACLE utilizza nella sua ricerca di tutor in tutto il mondo è “ motivare ed ispirare”. I candidati tutor devono: essere di madrelingua inglese senza difetti di articolazione o accenti regionali marcati che impedirebbero agli studenti di inglese italiani di capirli (ACLE effettua colloqui telefonici con i candidati per stabilirne l’accento effettivo); avere preferibilmente tra i 20 e i 30 anni o aver completato almeno un anno di studi universitari o avere sospeso gli studi per un anno; avere energia, positività, flessibilità ed un sorriso sempre pronto. La pratica non mira specialmente ai lavoratori, ma la metodologia utilizzata e il quadro didattico di base sono innovativi e potrebbero essere trasferiti in maniera utile in altri settori e contesti, soprattutto quelli in cui si richiedono le competenze orali. Ogni anno circa 150.000 persone partecipano alle attività ACLE in Italia; più di 25.000 di queste persone partecipano a diversi tipi di Camps. In fine, ACLE propone anche progetti per la lotta all’abbandono scolastico in Italia. In generale, i Camps di ACLE mirano a: fornire un’esperienza onnicomprensiva dell’inglese per studenti italiani che non possono passare l’estate 33 IMPATTO: • • • Partecipazione di circa 400 tutor di madrelingua inglese. Partecipazione di circa 25.000 studenti. Esperienza onnicomprensiva in inglese per studenti italiani che non possono passare l’estate in un paese di lingua inglese. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: La politica è stata trasferita in tutta Italia negli ultimi 28 anni e i camps sono stati organizzati quasi ovunque nel paese: sia in città piccole che in quelle grandi. Si possono trovare esempi di trasferimento sul sito internet di ACLE o presso il referente principale. La politica è profondamente innovativa senza ostacoli per un potenziale trasferimento, in quanto si tratta di un esempio di come la motivazione e la partecipazione diretta possano dare risultati positivi nell’apprendimento delle lingue. L’innovazione può essere individuata anche nello scopo principale del progetto: iniziare a diffondere “la cultura dell’apprendimento delle lingue”, in termini di competenze comunicative che colui che parla una lingua straniera deve avere, espressa tramite le dichiarazioni di abilità dei descrittori di livello del CEFRL. La filosofia ACLE si contrappone alla metodologia didattica generale adottata in Italia per l’insegnamento delle lingue, in quanto si concentra principalmente sul discente, e non sul docente. I partecipanti hanno un ruolo attivo nel processo di acquisizione/apprendimento e sono responsabili delle proprie scelte. Inoltre, i camps offrono a tutti la possibilità di trovarsi in un ambiente reale in cui si parla inglese senza dover recarsi all’estero. I risultati generali sono molto buoni in quanto al termine di ogni camp il partecipante ha approfondito ulteriormente la propria conoscenza della lingua. Tale politica sembra avere un certo grado di flessibilità. Lo stesso programma potrebbe applicarsi ad altre lingue, mentre i metodi generali ed il sistema potrebbero rimanere immutati. Inoltre, gli obiettivi sopra descritti sono legati principalmente alla strategia europea definita a Lisbona nel 2000 e, per questo motivo, potrebbero essere ampiamente riconosciuti in tutta Europa. Ad ogni modo, potrebbe rendersi necessaria la definizione di piani trasversali di adattamento per renderlo completamente flessibile, soprattutto per i settori lavorativi. Il programma permette un trasferimento multiregionale, in linea di principio, in qualsiasi regione del mondo, in qualsiasi regione dentro e fuori dell’Unione Europea e in un numero infinito di regioni europee ed extra-europee. Il settore target (gli studenti) non limita il trasferimento multi-regionale. Tuttavia, si possono effettuare degli aggiustamenti per migliorare la flessibilità del programma. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/ACLE%20Language%20Camps%20-%20ITALY.pdf 34 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 2 TITOLO: Programma dI formazione linguistica Apofil PAESE D’ORIGINE: Italia CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: Provincia di Potenza REFERENTE: Giuseppina Groia. Provincia di Potenza. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: Il Programma di formazione linguisticaApofil è attivo dal 2004 come parte del programma di formazione professionale della Provincia di Potenza. Il programma è nato per sostenere la politica per il mercato del lavoro locale e per rispondere ad una sempre maggior richiesta da parte dei giovani del territorio regionale che volevano migliorare le proprie competenze linguistiche attraverso un sistema di certificazione formale e riconosciuto a livello internazionale. Oltre a questo, una forte presenza di immigranti sul territorio locale e le loro esigenze linguistiche ha stimolato l’implementazione del programma. Le azioni per la didattica delle lingue mira anche alla presentazione e al rafforzamento della metodologia basata sulla pratica e la personalizzazione degli argomenti attraverso un approccio integrato e sistematico delle lingue e delle competenze. Per quanto riguarda la certificazione linguistica esterna dei candidati, Apofil ha siglato un accordo con alcuni enti esaminatori internazionali e più precisamente con il TrinityCertificationBoard per la lingua inglese, per gli ultimi due anni, con il CILS CertificationBoard per i test di lingua italiana come seconda lingua. Le azioni rilevanti erano realizzate dalla sede centrale di Apofil, per poi essere trasferite alle filiali territoriali di Apofil sul territorio provinciale. Dall’inizio del programma (2004) un totale di 1.723 candidati ha sostenuto la certificazione del Trinity e circa 130 immigrati hanno affrontato la certificazione CILS in base al CEFRL per le lingue. È stato richiesto ai candidati di sostenere il test di livello prima di iniziare i corsi, che avevano una durata media di 150 ore ed un numero massimo di 15 partecipanti per classe. IMPATTO: Dal suo inizio nel 2004, le cifre che seguono dimostrano il successo del programma: • Su 1853 discenti coinvolti nell’iniziativa Apofil, un totale di 1723 candidati ha sostenuto la certificazione del Trinity in inglese e circa 130 immigrati hanno partecipato agli esami ufficiali del CILS per l’italiano. • Si sono tenuti 90 corsi, oltre ai test di livello prima • dell’inizio delle lezioni. Sono stati coinvolti 7 docenti madrelingua e 50 tutor. 35 RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Per quanto rigurada la lingua inglese, il modello del progetto è stato trasferito a tutte le filiali Aprofil in tutto il territorio della provincia di Potenza e ad alcune scuole locali: scuole primarie e scuole superiori. Per quanto riguarda i corsi di lingua italiana e gli esami CILS, il modello è semplicemente stato ripetuto e trasferito nelle filiali Apofil. Le procedure per la selezione iniziale degli studenti, i contenuti linguistici, la programmazione delle attività didattiche, gli obiettivi, la valutazione ed il riconoscimento finali di tutte le certificazioni esterne internazionali sono diventate un riferimento standard per l’Agenzia, per il sistema scolastico locale dei crediti formativi e per i potenziali datori di lavoro locali. Inoltre, considerando che il programma fa riferimento a standard internazionali, può essere facilmente trasferito ed applicato in tutto il territorio italiano. Il nostro programma ha coinvolto 1853 studenti, 90 corsi, 7 docenti madrelingua e 50 docenti e tutor. Il Programma dei Corsi di Lingue Apofil può essere considerato un esempio di azione per costruire le capacità nel processo di apprendimento linguistico. Si può identificare la parte innovativa di questa RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: politica con il tentativo di standardizzare l’acquisizione delle competenze linguistiche per un’ampia gamma di utenti: studenti universitari, studenti della scuola secondaria, lavoratori, adulti, alunni della scuola primaria, immigrati; tutti coloro che desiderano acquisire competenze nella lingua straniera, o di ricevere sostegno nel processo di apprendimento linguistico e di certificazione delle proprie competenze a prescindere dal fatto che queste ultime siano state acquisite all’interno o all’esterno dell’istruzione formale. L’innovazione può identificarsi anche nello scopo principale del progetto di iniziare a diffondere la “cultura dell’apprendimento linguistico”, in termini di competenze comunicative che il parlante di una L2 deve possedere, espresse in dichiarazioni di abilità definite dai descrittori di livello del CERF http://www.lilama.org/uploads/documents/Apofil%20Language%20Learning%20 Programme%20-%20ITALY.pdf 36 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 3 TITOLO: ASL. Language Training Agency PAESE D’ORIGINE: Francia CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: ASL FormationsLinguistiques REFERENTE: Anne-MarieBarrault-Méthy. UniversitéMontesquieu-Bordeaux IV.E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: ASL FormationsLinguistiques” è un organismo privato membro dell’ UNOSEL (Union National desOrganizations de SéjoursLinguistiques), la cui attività consiste nell’organizzare formazione linguistica all’estero. ASL è stata fondata nel 1978 e ha quindi al suo attivo 32 anni di esperienza nell’ambito dei viaggi di studio per l’apprendimento delle lingue. L’ente si rivolge principalmente ad un pubblico di studenti universitari, giovani adulti e a un numero crescente di dirigenti con esigenze di riqualificazione o riconversione professionale. ASL offre anche programmi su richiesta per i dipartimenti delle Risorse Umane interessati a una riconversione del proprio personale ed è quindi perfettamente al corrente di quali siano le aspettative delle aziende con cui collabora. E’ interessante osservare come negli ultimi anni si sia affermata la tendenza allo sviluppo di numerosi programmi imperniati sia sul miglioramento delle competenze linguistiche e culturali, sia sullo sviluppo dell’occupabilità. I programmi rivolti agli studenti si propongono di migliorarne le competenze linguistiche, andando così a completare e valorizzare la formazione universitaria, aiutandoli a raggiungere una piena padronanza linguistica. Inoltre, la formazione e l’esperienza lavorativa all’estero costituiscono un’interessante esperienza multiculturale e permettono di sviluppare capacità quali adattabilità, curiosità, tolleranza, offrendo opportunità di acquisire contatti internazionali di cui gli studenti potranno avvalersi, sia nel proseguimento degli studi, sia al momento del loro ingresso nel mercato del lavoro. L’azienda promuove l’occupabilità in relazione alla padronanza delle lingue straniere, mirando in particolare allo sviluppo delle competenze nel corso dell’attività lavorativa. A tale scopo ASL ha sviluppato una rete di partenariati con prestigiosi istituti scolastici in diversi paesi, soprattutto di lingua inglese, ma anche in Germania e Spagna. IMPATTO: • • • • I corsi abbinano formazione linguistica ed esperienza lavorativa L’offerta formativa recepisce le esigenze del mercato Presenza di corsi specifici rivolti a giuristi, politici e funzionari di pubblica amministrazione per lo sviluppo delle competenze linguistiche secondo le richieste del mercato Valutazione reciproca che si avvale del • contributo di datori di lavoro, studenti, esperti in orientamento accademico e coordinatori dell’esperienza lavorativa. Sviluppo di reti locali 37 RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Questo programma è stato ripetuto per oltre 30 anni e ha progressivamente recepito le esigenze individuate nel mercato del lavoro, sviluppando una modalità finale di erogazione della formazione linguistica integrata ad un’esperienza lavorativa all’estero. L’inserimento dello studente in un’impresa locale significa non soltanto un miglioramento delle competenze linguistiche ma anche l’acquisizione di conoscenze approfondite di una cultura diversa, la scoperta di un paese straniero e un’esperienza di mobilità. Si segnalano inoltre le innovazioni pedagogiche rappresentate dall’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e dalla flessibilità dei corsi. Il programma formativo è stato sviluppato su vasta RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: scala, dimostrandone la flessibilità di adattamento a seconda delle necessità, della lingua appresa e insegnata, delle regioni e delle prospettive di lavoro. L’esperienza ha dimostrato l’adattabilità del programma: -- Possibilità di attivazione lungo l’intero anno, le date d’inizio essendo totalmente flessibili. -- Lezioni e contenuti formulati secondo i bisogni degli studenti e in base al livello di competenza linguistica accertato tramite test di livello somministrato prima dell’inizio del corso. -- Collocamenti in azienda flessibili e sempre adattabili alle richieste degli studenti e in base alle loro aree di studio. http://www.lilama.org/uploads/documents/ASL%20-%20France.pdf 38 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 4 TITOLO: Politica nazionale per le lingue del governo australiano PAESE D’ORIGINE: Australia CATEGORIA: Politica linguistica TITOLARE/PROMOTORE: Governo Australiano REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@ cfnavarra.es SINTESI DEL PROGETTO: L’Australia si ritrova con una situazione linguistica unica, complessa e ricca, risultato delle sue vicende storiche e della sua collocazione geografica. Sono presenti 3 raggruppamenti principali, internamente compositi: il nucleo indigeno, quello dei primi coloni europei che trapiantarono nel paese le forme dell’inglese britannico, e il gruppo degli immigrati nel corso della seconda metà del ventesimo secolo. La maggior parte degli individui e dei gruppi sono multilingue. La Politica Nazionale per le Lingue (NPL), approvata nel 1987, considera tutto ciò una risorsa da coltivare e sviluppare. Obiettivo principale della pianificazione linguistica è dunque quello di fare in modo che l’ Australia tragga il massimo vantaggio dalla ricchezza di risorse linguistiche di cui dispone. La NPL è stata completamente finanziata e ha elaborato il primo programma in assoluto nelle seguenti aree: sordità e lingua dei segni, lingue indigene, lingue di comunità e lingue asiatiche, formazione professionale transculturale e interculturale, servizi di traduzione e interpretariato, presenza di risorse multilingue nelle biblioteche pubbliche, media, sostegno all’alfabetizzazione adulta e l’inglese come seconda lingua. NPL ha dichiarato gli obiettivi seguenti: -- Aver consentito alla nazione di pianificare gli aspetti linguistici delle proprie relazioni internazionali commerciali economiche e diplomatiche in modo obiettivo e razionale; -- Aver intrapreso azioni mirate a correggere e superare problemi, ostacoli, disuguaglianze e discriminazioni legate alle lingue; -- Aver contribuito all’arricchimento della vita culturale, artistica e intellettuale dell’ Australia; -- Aver offerto riconoscimento e sostegno ai gruppi della popolazione australiana per i quali la lingua costituisce un tratto distintivo caratteristico o un importante patrimonio culturale o che utilizzano come strumento di comunicazione una lingua diversa dall’inglese; Aver promosso e guidato gli sforzi per integrare le innovazioni tecnologiche e l’apprendimento e l’utilizzo delle lingue. La NPL ha preso in considerazione 4 tipi di lingue da promuoversi mediante iniziative politiche: -- Alfabetizzazione in lingua inglese: acquisizione dell’inglese australiano standard da parte della totalità della popolazione, e una serie di programmi di rinforzo per le aree identificate come problematiche. -- Seconde lingue: diffusione, presso tutti gli australiani della conoscenza di lingue diverse dall’inglese, mediante opportunità e incentivi rivolti ai parlanti di altre lingue affinché continuino a coltivarle e a trasmetterle ai loro discendenti; fra queste lingue gli australiani anglofoni avrebbero appreso la loro seconda lingua in sede di istruzione formale. -- Lingue indigene: interventi a sostegno delle lingue australiane native minacciate di estinzione venivano segnalati come prioritari, ma veniva altresì sottolineata l’esigenza di una consapevolezza dell’unicità di tali lingue presso tutti i cittadini australiani. -- Servizi linguistici: è stata individuata l’esigenza di un servizio linguistico diffuso ed equo, che prevedesse traduzione, interpretariato e media multilingue. -- La politica prevedeva un partenariato fra Stati, Territori e Governo federale che ha reso possibile l’adozione di un approccio coordinato, nel quale erano riconosciuti i ruoli rispettivi dei vari governi e altri enti coinvolti nella politica linguistica nazionale, insieme ai loro sforzi di coordinamento. Furono quindi instaurati nel corso degli anni dei Comitati a livello nazionale, regionale e locale per la supervisione e l’implementazione della NPL. La NLP è stata una iniziativa politica di ampio respiro, all’epoca senza precedenti per raggio d’intervento e 39 ambizioni. Basata su una consultazione diffusa, essa ha comportato un approccio politico al di fuori di ogni schieramento. La NLP ha stabilito che fosse nell’interesse dell’Australia sviluppare un elevato livello di competenza nelle lingue significative da un punto di vista geopolitico. Molte di queste lingue coincidono con le lingue di comunità parlate dai nuovi immigrati ed esistono quindi molti giovani australiani potenzialmente bilingui: nel loro interesse e in quello della nazione, tale bilinguismo dovrebbe essere incoraggiato. La NPL ha identificato nove ‘lingue tra le più insegnate’: Arabo, Cinese, Francese, Tedesco, Greco Moderno, Indonesiano, Italiano, Giapponese e Spagnolo. Sebbene la NPL originale sia stata da allora sostituita, essa ebbe portò ad un significativo investimento a livello nazionale e statale e allo sviluppo di nuove politiche linguistiche e di alfabetizzazione, come i più recenti National Statement e NationPlanforLanguagesEducation 2005-2008. IMPATTO: • • • Prima politica linguistica globale a livello nazionale (1987). Sostituita dalle nuove iniziative: National Statement e NationPlanforLanguagesEducation 2005-2008. Creazione del National Languages and • • LiteracyInstituteof Australia. 67 rapporti, inchieste e indagini di ampia portata prodotti a partire dal 1970. Priorità delle 9 ‘lingue più insegnate’. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: L’iniziativa australiana è stata innovativa e ha avuto una notevole influenza. L’approccio “australiano” basato su rapporti, analisi, sondaggi e inchieste e descrizione della situazione linguistica è stato ripreso e sviluppato nel Regno Unito fra il 1998-2010. Ha altresì influenzato il piano linguistico olandese e si è costituita in generale come principale punto di riferimento per la pianificazione linguistica a livello internazionale. Il Consiglio d’Europa, per citare un esempio, si è spesso ispirato a questa iniziativa. L’elemento maggiormente innovativo di tale politica è stata la pianificazione dell’offerta linguistica.Per ragioni dovute in parte alla collocazione geografica del paese e alle sue priorità economiche, oltre che all’unicità della composizione linguistica della sua popolazione, è stata all’avanguardia nel proporre e implementare un approccio assai più generalizzato al multilinguismo rispetto al modello prevalente in Europa nello stesso periodo. I principali aspetti di innovazione sono stati i seguenti: -- Politica linguistica non limitata all’ambito educativo ma con risvolti a livello socio-economico. -- Una strategia efficace fondata su una base di conoscenze comprovate. -- Un ampio consenso come prerequisito per l’introduzione di cambiamenti. Sin dal suo esordio, l’iniziativa australiana ha incluso RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: nel panorama linguistico le lingue indigene e le lingue di comunità in quanto risorse potenziali da tutelare. Inoltre, ha potenziato notevolmente le risorse per l’acquisizione di lingue non europee, in particolare di quelle asiatiche, in un’epoca in cui l’Europa non dimostrava particolare interesse al riguardo, e ha promosso la professionalizzazione dei servizi linguistici, come ad esempio l’interpretazione di comunità. L’iniziativa dipende dal sostegno e dal consenso pubblico, costruito nel tempo, dalla volontà politica e da un finanziamento adeguato. In tale misura si può dire che dipenda in maniera significativa dal contesto politico, tuttavia essa presenta elementi specifici che hanno contribuito all’avanzamento della nostra comprensione del ruolo delle lingue nella società e nell’istruzione, elementi che di per sé possono essere trasferiti a contesti simili. La politica australiana ci offre uno strumento per la messa a punto di politiche in altri contesti, anche diversi. Consente inoltre di cogliere la relazione fra politica e sua implementazione. http://www.lilama.org/uploads/documents/National%20Policy%20on%20Languages%20-%20 Australia.pdf 40 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 5 TITOLO: Bila-Train / Bila-Learn. Formazione professionale bilingue. PAESE D’ORIGINE: Germania CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: IEIE, International Education Information Exchange REFERENTE: Anne-MarieBarrault-Méthy. UniversitéMontesquieu-Bordeaux IV.E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: Bila-TrainAnalysis, Bila-Train e Bila-Learn costituiscono una serie di tre programmi di formazione linguistica rivolti a discenti bilingui impegnati in un percorso di formazione professionale, a migranti e a gruppi multilingue. Bila-TrainAnalysis, un programma Leonardo Da Vinci, si è svolto fra il 2003 e il 2005. Più di 1.000 esperti, titolari di imprese e individui in formazione sono stati intervistati in merito all’offerta di programmi bilingue per la formazione professionale iniziale. Una ricerca condotta in sei stati membri UE ha evidenziato il bisogno di una formazione professionale bilingue a fronte di un numero molto esiguo di programmi offerti. I risultati di questa indagine sono stati utilizzati per l’implementazione degli altri due programmi, il Bila-Train in Practice e il Bila-Learn. Anche Bila-Train in Practice, implementato fra il 2006 e il settembre del 2008, è stato un programma Leonardo Da Vinci, sviluppato dalle istituzioni partner in Austria, Germania, Grecia, Romania e Turchia. Bila-Train in Practice ha creato e pilotato moduli di apprendimento bilingui per la formazione professionale iniziale in alcuni ambiti professionali selezionati: assistenza legale (per l’impiego presso studi legali) in Tedesco e Greco, brokeraggio assicurativo in Tedesco e Turco e meccatronica (meccanica ed elettronica per il settore automotive) in Tedesco, Italiano e Romeno. Tutti i moduli sono stati elaborati in base ai bisogni degli individui in formazione e dei docenti, identificati tramite il Bila-TrainAnalysis e testati presso imprese selezionate. I moduli abbinano, ai corsi di formazione professionale monolingue già esistenti, alcuni specifici elementi bilingue in ambiti di apprendimento particolarmente rilevanti ai fini della costituzione dei profili professionali selezionati. Il progetto Bila-Learn è stato cofinanziato nel quadro del programma Grundtvig. I principali gruppi destinatari comprendevano migranti adulti, membri di minoranze etniche o di gruppi multilingue sul territorio europeo. Scopo del progetto è stata la creazione di materiali innovativi in grado di aiutare i discenti adulti bilingue a migliorare le proprie competenze linguistiche in entrambe le lingue contemporaneamente. Il progetto ha prodotto moduli d’aula bilingue, moduli bilingue per telefoni cellulari e un cd rom di autoapprendimento bilingue. La documentazione del Consiglio d’Europa segnala l’esistenza di un bisogno di metodi di apprendimento linguistico basati su e mirati al consolidamento delle competenze multilingue. I sistemi educativi nella maggior parte degli stati membri dell’Unione Europea non incoraggiano attivamente le competenze bi-o multilingue. L’istruzione scolastica primaria e secondaria e la formazione professionale consistono principalmente di corsi in cui la lingua nazionale del paese viene usata come veicolo d’insegnamento. I discenti con un retroterra bilingue perdono le loro competenze linguistiche affrontando un percorso di apprendimento concentrato su una sola lingua. Anche il materiale di apprendimento linguistico rivolto a un pubblico adulto deve tenere conto di tale situazione. Bila-Train in Practice e Bila-Learn sono basati su 41 un quadro didattico aggiornato. E’ stato previsto un feedback tramite sperimentazione diffusa del materiale prodotto nell’ambito del Bila-Train in Practice e coinvolgendo nello sviluppo del materiale didattico i gruppi di discenti destinatari del progetto Bila-Learn. I risultati sono disponibili sul web (www.bila-train.de), mentre alcuni moduli sono stati anche pubblicati da un editore privato e sono reperibili nel circuito commerciale delle librerie e nelle biblioteche in Austria e Germania. Il materiale didattico tiene conto della diversità e degli stili di apprendimento. In linea di massima, i principi fondatori di Bila-TrainAnalysis, BilaTrain in Practice e Bila-Learn possono essere trasferiti senza restrizioni per la creazione di nuovo materiale in altre lingue o per rispondere alle necessità dei discenti sia nell’ambito della formazione professionale che al di fuori di esso. IMPATTO: • • E’ stata condotta un’analisi dei bisogni su vasta scala: più di 1.000 fra individui in formazione professionale, formatori, titolari d’impresa, esperti in ambito educativo e legislatori intervistati dai partener del progetto in Austria, Germania, Grecia e Italia e oltre 50.000 dati rilevanti integrati nell’analisi finale. La formazione è incentrata sull’acquisizione delle competenze necessarie individuate tramite l’analisi • • dei bisogni. La formazione prevede un feedback. La formazione tiene conto di un numero massimo di limitazioni: assenza, diversità, tempo e luogo. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Bila-Train / Bila-Learn è un’iniziativa formativa trasferibile a livello pan-regionale: -- Il materiale didattico può essere utilizzato per altre lingue. -- Il metodo è trasferibile ad altri settori. -- La trasferibilità non è limitata entro i confini regionali o nazionali. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: Si consiglia tuttavia di sviluppare questa iniziativa in regime di partenariato, poiché ciò contribuirebbe al contenimento dei costi di erogazione e consentirebbe un efficace scambio di esperienze e di risorse, promuovendo la collaborazione a livello internazionale http://www.lilama.org/uploads/documents/Bila%20Train%20Bila%20Learn%20-%20GERMANY. pdf 42 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 6 TITOLO: BioCulture PAESE D’ORIGINE: Europa (Danimarca, Svezia e Regno Unito) CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: Medicon Valley Alliance REFERENTE: Martin Andersson. E-mail: [email protected] (David Owen, RLN-East) SINTESI DEL PROGETTO: Il programma di formazione BioCulture ha sostenuto la crescita a livello internazionale del settore europeo delle scienze della vita tramite lo sviluppo di competenze interculturali presso cluster di imprese europee del settore. E’ stato elaborato in risposta alle problematiche di tipo culturale e linguistico legate alle competenze linguistiche e culturali per la mobilità e la cooperazione internazionale e il commercio sollevate dal Consiglio Europeo delle BioRegioni (CEBR) nel 2007. Le attività hanno interessato 4 dei principali cluster europei, concentrandosi per la maggior parte nella regione della Medicon Valley danese e svedese, che comprende le aree di København e Skåne. Fra le altre aree interessate, l’Inghilterra orientale (soprattutto nella regione cosiddetta del ‘SiliconFen’), il Cluster BioAlpino (Torino-Grenoble) e alcuni cluster sparsi in Finlandia. Il programma è stato finanziato dal Programma dell’Unione Europea per l’Apprendimento Permanente, Leonardo – Trasferimento dell’Innovazione e si è svolto dal novembre 2007 all’ottobre del 2009. Una seconda fase è attualmente in corso di sviluppo per la Germania, la Svizzera, l’Italia settentrionale e il Sud-est dell’Inghilterra. Il programma ha riconosciuto l’esistenza di una mobilità degli scienziati attraverso gli stati europei e il carattere positivo di tale mobilità, in particolare nell’ambito della cooperazione tra laboratori, ma ha constatato che non vi sono, a fronte di tale mobilità, sufficienti risorse culturali a sostegno delle PMI e delle loro organizzazioni di supporto. Inoltre, le PMI ambiscono a esportare la loro professionalità, e hanno pertanto bisogno di competenze linguistiche e culturali relative ai principali mercati, in particolare Giappone, USA, Cina e gli altri principali cluster europei. La concezione del progetto si è basata sulla presupposto che le PMI delle principali regioni europee delle scienze della vita si trovino ad affrontare problematiche comuni relativamente alle barriere linguistiche e culturali.. L’attività del progetto si è svolta lungo le linee di analisi-sviluppo-test dei business model, con un analisi dei bisogni culturali e linguistici delle imprese, uno sviluppo delle risorse linguistiche focalizzato sul settore delle scienze della vita, e l’utilizzo di tali risorse in una serie di laboratori linguistici e di cultura aziendale nei cluster partner del progetto. Sono stati sviluppati in totale 6 report culturali, incentrati su Giappone, Cina, USA, Regno Unito, Germania e India, adattandoli sulla base di dati precedentemente raccolti presso questi mercati lungo un arco di due anni e in base alle culture delle regioni partner. Questo materiale è poi stato oggetto di ulteriori adattamenti al fine di rispecchiare la cultura specifica della comunità delle bioscienze. I manager del progetto in Svezia e in Danimarca hanno ritenuto che l’eccellente padronanza dell’inglese da parte degli intervistati non avrebbe costituito un ostacolo all’attività commerciale, ma che avrebbero potuto esserlo le differenze culturali e comportamentali (come ad esempio la tipicità dell’approccio giapponese alla gestione dei rischi). Analogamente, gli scienziati italiani con una buona padronanza dell’inglese scientifico non necessariamente possedevano le competenze necessarie per affrontare il contesto imprenditoriale in inglese, per cui hanno ricevuto una formazione riguardante le tecniche di presentazione e di ‘elevatorpitch’. La MVA ha realizzato due brevi video del programma 43 realizzato in Danimarca/Svezia trasmessi dal sito della Medicon Valley TV. I video sono reperibili sul sito www.youtube.com digitando i termini di ricerca ‘MVA Leonardo’ e ‘MVA USA culture workshop.’ La selezione di formatori adeguati ha presentato qualche difficoltà, dal momento che erano richieste 3 aree di competenze specifiche: (1) conoscenza della cultura del paese target (2) dimestichezza con l’ambiente imprenditoriale e (3) con quello scientifico. Pochi formatori erano in grado di soddisfare tutti e tre i criteri. Una soluzione efficace tuttavia fu trovata nell’affiancamento dei relatori e tale metodologia è stata poi utilizzata come modello per la maggioranza dei workshops. L’uso dei report culturali come materiale didattico ha comportato la diffusione delle conoscenze allargate di tutti coloro che avevano partecipato globalmente alla loro elaborazione (come ad esempio le imprese e i contatti di supporto alle imprese giapponesi). Questo sapere condiviso è stato essenziale nel definire la scena e consentire al discente di uscire dalla sua visione preconcetta della cultura target basata unicamente sull’esperienza personale. Le sessioni di dibattito di gruppo nel corso della formazione hanno contribuito a rafforzare questa componente. IMPATTO: • • Un totale di 175 impiegati di 97 ditte ha frequentato un totale di 17 laboratori culturali. I principali destinatari sono stati scienziati e dirigenti (per la maggior parte con precedente formazione in ambito scientifico) di aziende di biotecnologia e tecnologia medica. La formazione ha fornito ai discenti la conoscenza e l’esperienza necessarie per interagire in modo più efficace con i contatti e i clienti stranieri in una serie di diversi ambiti, legati al mondo degli affari e a quello scientifico. L’81% del personale delle PMI ha ritenuto che il materiale culturale fornito fosse adatto alle esigenze aziendali e il 67% lo • ha ritenuto adatto al proprio settore (questo dato suggerisce ulteriori revisioni), il 95% ha ritenuto di essere stato compreso prontamente, il 94% ha trovato sufficiente la quantità di materiale presentata, il 78% ha giudicato interattive le sessioni di lavoro. Analisi dell’impatto successivamente alla formazione: le imprese e I loro gruppi di gestione dei cluster (in qualità di osservatori indipendenti) hanno attestato migliori prestazioni o la scomparsa del divario culturale in seguito alle attività di formazione. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Il programma è già stato trasferito. -- Sviluppare risorse culturali che riflettano l’ambiente specifico del settore delle scienze della vita. -- Ricercare un insieme di formatori culturali che uniscano alla conoscenza del target dell’esportazione dei cluster delle bioscienze, una conoscenza più generale della cultura imprenditoriale del mercato di riferimento. -- Utilizzare un approccio a livello internazionale con la messa in comune di saperi ed esperienza relativi alla cultura e al linguaggio del mercato di RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: -- -- riferimento da parte dei cluster di diversi paesi. Fornire una definizione chiara del settore target, che sia quello delle scienze della vita in generale o uno dei suoi sotto-settori (healthcare, biotech, medtech...), poiché il loro fabbisogno linguistico potrebbe variare. Aggiornare le informazioni provenienti da fonti interne ai mercati. http://www.lilama.org/uploads/documents/BioCulture%20-%20ROYAUME-UNI.pdf 44 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 7 TITOLO: Business Language Champions Plus PAESE D’ORIGINE: Regno Unito CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: RLN East (a livello nazionale: CILT, National CentreforLanguages) REFERENTE: Michelle Brassel. CILT. E-mail: [email protected] (David Owen, RLN-East) SINTESI DEL PROGETTO: Il programma si è realizzato tramite un’iniziativa che ha interessato tutte le 9 regioni dell’Inghilterra ed è stata gestita dal CILT, National CentreforLanguages, e finanziata in Inghilterra dal DepartmentofChildrenScho ols&Families (DCSF). Nella regionedell’East of England ha inoltre ricevuto un pari finanziamento dal Norfolk County Council, da cui l’aggiunta di ‘Plus’ nel titolo del programma relativo a tale regione. Gli obiettivi specifici del progetto erano: -- Riunire giovani e datori di lavoro e dimostrare l’importanza dell’apprendimento delle lingue per avere successo nell’economia globale. -- Coinvolgere un ampio spettro di imprese in collaborazione con le scuole in modo da aumentare la partecipazione a livello degli ultimi anni di istruzione secondaria (KS4) e motivare i giovani all’apprendimento delle lingue. -- Avvalersi dei legami fra imprese e sistema educativo per allargare gli orizzonti e stimolare le ambizioni dei discenti e migliorare l’intesa reciproca fra scuola e impresa per quanto riguarda le lingue straniere e l’ambito economico. -- Introdurre le lingue a fianco delle altre materie fondamentali nei programmi impresa/scuola del sistema ordinario. Sono stati istituiti dei premi con l’obiettivo di riconoscere l’investimento nella cultura e nelle lingue straniere, come lo Premio Europeo per le Lingue, i LAFTAs (Language& Film Talent Awards) e i Business Language Champions Awards. Queste iniziative sono state promosse con il lancio del BLC nel novembre 2009 e in occasione di altre inaugurazioni a livello regionale. Le attività, variabili a seconda delle risorse delle imprese e delle lingue insegnate nei diversi istituti scolastici, sono state pianificate durante un incontro iniziale tra i partner del progetto. Fra di esse, la traduzione di pagine dal sito della concorrenza o della clientela, la progettazione di packaging con contenuto in lingua e lo sviluppo di presentazioni sull’uso delle lingue, teleconferenze, progettazione di presentazioni, progetti di ricerca in rete su scala ridotta e la partecipazione a incontri con visitatori stranieri. Elemento fondamentale del progetto sono state le conferenze rivolte agli studenti e tenute da rappresentanti delle imprese, che hanno parlato delle proprie esperienze nell’uso delle competenze linguistiche e dei vantaggi che tali competenze hanno offerto alle loro imprese. In alcuni casi i partner del progetto hanno scelto di conferire dei premi agli studenti vincitori di concorsi organizzati nell’ambito del progetto. Un workshop CPD pilota rivolto agli insegnanti è stato messo a punto da RLN East congiuntamente alla Links East Universityof Cambridge e si è tenuto a Norfolk nel luglio 2010 sotto la denominazione LEEP. RLN East nell’ambito del programma BLC+ ha inoltre realizzato un opuscolo elettronico illustrativo del progetto, destinato a studenti e giovani adulti. In esso figuravano 10 aziende provenienti da diversi settori, ciascuna delle quali illustrava i vantaggi derivati dall’investimento in competenze linguistiche e culturali, insieme al lavoro effettuato in collaborazione con le scuole locali. 45 IMPATTO: • • Fra il 2004 e il 2009 più di 150 imprese da ogni parte dell’Inghilterra hanno partecipato al progetto BLC . La fase 2009-2011 si è rivolta a 500 soggetti campione. Nell’ Inghilterra orientale il finanziamento ricevuto dal Norfolk County Council è stato utilizzato per investire nelle capacità linguistiche delle imprese coinvolte, sotto forma di contributi per la formazione linguistica, localizzazione di siti web o traduzione di materiale informativo/packaging. Il programma ha instaurato relazioni di partenariato fra imprese e scuole con l’obiettivo di dimostrare il valore delle competenze linguistiche e interculturali nel mondo del lavoro. Istruzione e rapporti commerciali sono stati entrambi elementi trainanti del programma. Anziché concentrarsi unicamente sulla forza lavoro esistente, il programma si è prefissato lo sviluppo di una “filiera” di capacità linguistiche a partire dal livello KS4 (14-16 anni) fino al AS/A (16-19 anni) e da qui nel settore dell’impiego o dell’istruzione superiore. Sono state stabilite delle partnership tra imprese e scuole in modo da presentare agli studenti le modalità pratiche di uso delle lingue • straniere nell’ambiente lavorativo. Agli studenti sono state affidate attività pratiche al fine di testare le loro competenze linguistiche, che hanno poi ricevuto il “voto” degli imprenditori locali. Fra queste ve ne sono state alcune di alto profilo con il coinvolgimento di imprese del settore automotive (Honda, Ford). Quasi tutti gli insegnanti interpellati si sono dichiarati favorevoli a lavorare insieme alle imprese locali. Molti insegnanti hanno dichiarato che le loro scuole si erano dotate di obiettivi o programmi a favore dei partenariati impresascuola. Le imprese hanno ritenuto lo schema innovativo e insolito, hanno spesso manifestato una grande disponibilità a “offrire qualcosa in cambio” alla comunità, e spesso hanno avvertito l’obbligo morale di aiutare i giovani e trasmettere loro la loro esperienza e le loro conoscenze. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: ---- -- Prevedere tutto il tempo necessario per la selezione delle imprese e delle scuole e per la coordinamento delle attività. Includere vantaggi pratici per le imprese aiutandole ad investire nelle loro competenze e risorse linguistiche e culturali. Offrire un ventaglio di attività adeguate a una vasta fascia di età e prevederne lo svolgimento in date al di fuori dei periodi di maggiore attività aziendale e scolastica. Garantire allo schema la maggiore flessibilità -- possibile in modo da permettere ai partner di dare libero corso alla loro immaginazione elaborando progetti stimolanti di attività comune. Promuovere la trasversalità tra le diverse materie e aree tematiche, in modo da dimostrare il valore della competenza linguistica nei diversi settori industriali. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/BLC+%20-%20ROYAUME-UNI.pdf 46 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 8 TITOLO: CampusOne : Azioni per l’apprendimento delle lingue PAESE D’ORIGINE: Italia CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: Università della Basilicata REFERENTE: Marco Albanese. Regione Basilicata. E-mail: marco.albanese@regione. basilicata.it SINTESI DEL PROGETTO: Il programma “Campus One” si è svolto in Italia fra il 2001 e il 2004 e ha coinvolto il Ministero dell’Istruzione, il Ministero dello Sviluppo Economico, la Conferenza dei Rettori Universitari Italiani e tutte le università. Il suo principale obiettivo è stato quello di sostenere l’applicazione della riforma universitaria sul territorio nazionale, come dichiarato specificatamente nel Decreto n. 509/99, e di potenziare la sperimentazione di sistema e le attività di formazione a livello universitario, presentando approcci innovativi nei confronti di tematiche come: attenzione verso i bisogni del mercato del lavoro e della nuova economia, servizi di rete, metodologie di valutazione e accreditamento, personalizzazione, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e apprendimento delle lingue. Per quanto riguarda la certificazione delle competenze linguistiche degli studenti, la Conferenza dei Rettori Universitari Italiani ha stilato un accordo di partnership con alcuni enti esaminatori, come il Cambridge UCLES, il Trinity College, London, AllianceFrançaise, GoetheInstitut, Ministerio de Educación, Cultura y Deporte, in modo da offrire agli studenti italiani una certificazione riconosciuta a livello internazionale e in linea con le definizioni del livello di competenza linguistica contenute nel Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (CEFRL), istituito dal Consiglio d’Europa. Ciascuna università è poi stata lasciata libera di scegliere a quale di questi enti rivolgersi per gli esami di certificazione. selezionato uno per facoltà: Tecnologie Agrarie (AT); Scienze della Comunicazione (CS); Informatica (CoS); Ingegneria ambientale e del territorio (ETE). Ai fini del progetto, è stata scelta la lingua inglese. Dopo un test d’ingresso, gli studenti hanno potuto frequentare tre corsi di lingua della durata di 50 ore ciascuno, tenuti nei laboratori multimediali del centro di apprendimento linguistico. Il numero totale di studenti selezionati è stato di 77 (2 per AT, 16 per CS, 41 per CoS, 18 perETE). Il programma presenta le seguenti caratteristiche: 1. Si basa su un’analisi dei bisogni completa e aggiornata 2. E ’incentrato sull’acquisizione delle competenze identificate nel corso di tale analisi. 3. I suoi obiettivi risultano realistici se confrontati con I risultati finali, in termini ad esempio di indicatori di progetto, acquisizione di competenze linguistiche, numero di individui formati. 4. Si basa su un quadro didattico aggiornato. 5. Integra alcuni elementi di feedback. 6. Tiene conto di un numero massimo di limitazioni: assenza, diversità, tempo e luogo. 7. Consente, in linea di massima, il trasferimento a livello multi-regionale, a qualunque regione interna alla UE, essendo la pianificazione coerente con la strategia europea di Lisbona. Nella regione Basilicata il programma è stato implementato dal Centro per l’apprendimento delle lingue dell’Università della Basilicata nella primavera del 2003, in cooperazione con la Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari, la Facoltà di Lettere e Filosofia, la Facoltà di Ingegneria e la Facoltà di Scienze [matematiche fisiche e naturali]. Non tutti i corsi di laurea sono stati coinvolti nelle attività: ne è stato 47 Fasi del progetto Basilicata CampusOne Fase 1 Promozione iniziale dell’attività linguistica Attore: tutte le facoltà coinvolte Fase 2 Definizione del livello di ingresso e degli strumenti di verifica Attore: insegnanti e professori universitari madre lingua Selezione dei partecipanti Attore: centro per l’apprendimento delle lingue Corsi di formazione linguistica Attore: centro per l’apprendimento delle lingue Autonomia linguistica individuale Attore: insegnanti e professori universitari madre lingua Verifica finale dell’acquisizione delle competenze linguistiche Attore: insegnanti e professori universitari madre lingua Fase 3 Fase 4 Fase 5 Fase 6 Il progetto non è stato ripetuto poiché gli obiettivi e le procedure del Programma CampusOnesono in seguito state adottati dall’insieme delle università italiane nell’ambito dei propri corsi di formazione istituzionali. Gli obiettivi e le procedure riguardanti la selezione iniziale degli studenti, il contenuto linguistico e la programmazione oraria delle attività di formazione linguistica, la verifica finale e il riconoscimento di tutte le certificazioni internazionali sono diventati standard dell’approccio linguistico dell’Università della Basilicata. IMPATTO: • 77 studenti universitari hanno ricevuto una formazione in lingua inglese che li ha portati ad acquisire una certificazione delle loro competenze • linguistiche. Metodi e obiettivi del programma formalizzati nelle politiche dell’Università della Basilicata. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Il programma era principalmente legato al contesto politico ed educativo italiano, essendo rivolto a preparare gli studenti alle innovazioni della riforma universitaria. D’altro canto, la strategia didattica del sistema universitario italiano si proponeva di potenziare la preparazione degli studenti per farne degli ottimi cittadini europei. Per raggiungere lo stesso obiettivo sarà necessario prestare particolare attenzione ad alcuni fattori: offerta di formazione RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: professionale nell’ambito dell’apprendimento permanente, certificazione in uscita dei livelli di competenza acquisiti, contenuti multidisciplinari, attenzione rivolta alle competenze, soprattutto per quanto riguarda l’apprendimento delle lingue straniere. http://www.lilama.org/uploads/documents/CampusOne%20-%20Italy.pdf 48 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N°9 TITOLO: Legge Cinese sulla Lingua PAESE D’ORIGINE: Cina CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Ministero dell’Istruzione della Repubblica popolare cinese REFERENTE: David Owen. RLN-East, Regional Langauge Network East. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: La Legge Cinese sulla Lingua è incentrata sulla politica di gestione della standardizzazione del cinese Putonghua (Mandarino) quale lingua ufficiale del Paese e di tutela delle restanti lingue cinesi. La legge è stata approvata il 1 gennaio 2001 e si applica all’intero territorio della Repubblica Popolare cinese. Dovrà essere recepita a livello provinciale e locale, sebbene,in ultima istanza, essa dipenda a livello nazionale dal Ministero dell’Istruzione. La legge è affiancata da un manuale, a sua volta accompagnato da una guida, entrambe le pubblicazioni destinate a informare gli uffici di governo locale sulle modalità di implementazione e gestione della politica. Il governo della Repubblica popolare cinese ha implementato tre principali politiche linguistiche, sottoposte a revisione nel 2001: 1. Standardizzazione del cinese. 2. Promozione dell’importanza dell’inglese. 3. Tutela delle lingue minoritarie. La politica promuove la formazione permanente e la mobilità: il suo scopo infatti è di sviluppare una società di cittadini per i quali la lingua non costituisca un ostacolo all’occupabilità rendendo possibile la libera circolazione dei lavoratori e di coloro che sono alla ricerca di lavoro. Ciò risulta di particolare interesse per coloro che si spostano dalle zone rurali verso città dove non si parla la loro lingua o il loro dialetto. La possibilità di impiego nella pubblica amministrazione, nelle imprese o nell’istruzione è condizionata dal possesso di una certificazione di conoscenza del Putonghua di livello 2 o 3, a seconda del ruolo svolto. Una pronuncia standard basata sull’alfabeto fonetico chiamata “hanyu pinyin” è stata introdotta nel 1958 per facilitare la standardizzazione del cinese. La lingua scritta farà uso del sistema di caratteri semplificato, laddove approvato. L’esistenza di un sistema di caratteri semplificato promuove un maggior livello di alfabetizzazione presso i gruppi in possesso di un basso livello di istruzione. Tale sistema sarà implementato a livello provinciale e locale, sebbene l’autorità responsabile rimanga a livello nazionale, ossia il Ministero dell’istruzione. La legge è affiancata da un manuale (libro di studio) di 305 pagine, a sua volta abbinato ad una guida di 347 pagine ed entrambe le pubblicazioni offrono agli uffici governativi locali informazioni su come implementare e gestire la politica. Le pubblicazioni differiscono per quanto riguarda il loro contenuto. Il manuale contiene definizioni dettagliate, termini di riferimento ed esempi pratici dei singoli articoli da implementarsi. Il Capitolo 1 è dedicato ai termini generali, il capitolo 2 all’uso del Putonghua, e il capitolo 3 alla gestione e al monitoraggio. I principi ispiratori del capitolo 1 sono il bisogno di tutelare tutte le lingue cinesi (in quanto appartenenti al patrimonio culturale del Paese) sviluppando e implementando allo stesso tempo una piattaforma di comunicazione comune, sia per quanto riguarda l’orale (Putonghua) che lo scritto (caratteri semplificati). La guida si concentra maggiormente sulla semplificazione del cinese scritto e contiene una lista di caratteri elencati in base alla pronuncia e al numero dei tratti, soffermandosi in particolare sui caratteri più complessi. La legge riconosce la necessità di continuare a utilizzare in alcune circostanze i caratteri tradizionali: ad esempio, nei siti storici e nei monumenti culturali, nelle opere d’arte di calligrafia e intaglio, nelle iscrizioni manoscritte e nella segnaletica e ovunque tale uso sia richiesto da esigenze di pubblicazione, insegnamento o ricerca. Il governo ha intrapreso la codifica di alcune lingue minoritarie in modo da garantirne la conservazione. 49 IMPATTO: La documentazione fondamentale a sostegno della valutazione permanente dell’impatto della Legge sulla Lingua è la pubblicazione annuale ‘Rapporto sulla Situazione delle Lingue in Cina’, la cui ultima versione risale al 2008. Questa relazione 1084 (per l’anno 2008) si basa su ricerche estensive condotte in tutto il paese sugli sviluppi dovuti all’impatto della legge. Il lavoro di ricerca richiede approssimativamente un anno per la raccolta e l’analisi dei dati. La ricerca non copre soltanto l’uso del Putonghua ma anche quello della lingua straniera (soprattutto l’inglese) e delle lingue e dialetti locali. Il feedback è stato ottenuto intervistando un ampio campione di individui e la relazione ha incluso esempi specifici per ogni gruppo di destinatari, fra cui: aziende di proprietà straniera, aziende cinesi operanti nelle zone di scambio commerciale. Particolare attenzione è stata prestata alle tematiche della coesione sociale, e a quelle legate ai dialetti e alla standardizzazione delle lingue. La ricerca ha inoltre acquisito dati riguardo al numero crescente di cittadini cinesi in possesso di competenze linguistiche (in particolare per quello che riguarda la lingua inglese). RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: -- --- Uno strumento per accrescere il livello di alfabetizzazione a livello nazionale tramite la semplificazione di strutture linguistiche e caratteri complessi. Equilibrio fra l’implementazione sistematica dell’uso di una lingua nazionale e la salvaguardia delle lingue e delle culture locali. Uno strumento per unificare diversi gruppi etnici RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: -- tramite l’uso di una lingua e di un sistema di scrittura comuni. Un processo di monitoraggio sistematico reso possibile grazie all’impiego di risorse adeguate. http://www.lilama.org/uploads/documents/China%20Language%20Law%20-%20China.pdf 50 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 10 TITOLO: CITIES. Creating Information and languagetoolstoimproveenterprises’ safetyawareness PAESE D’ORIGINE: Italia CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: COFIMP, Bologna, IT REFERENTE: Francesca Di Concetto. IRS, Istituto per la Ricerca Sociale. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: Il progetto CITIES è stato concepito per rispondere al notevole afflusso di lavoratori originari dell’area balcanica che spesso trovano impiego nelle PMI dei settori dell’ingegneria meccanica e dell’edilizia, sia in Italia che in Germania. Sono stati messi a punto strumenti specifici per l’apprendimento delle lingue, rivolti a questi lavoratori in modo da garantire la loro riqualificazione professionale e contribuire altresì alla loro integrazione nel nuovo sistema organizzativo aziendale. I contenuti del corso si articolano attorno al tema della sicurezza sul posto di lavoro. Il progetto CITIES si è rivolto a una particolare categoria di lavoratori provenienti dai paesi dell’Europa centrale e orientale, (Bulgaria, Polonia e Romania) che spesso sono vittime di discriminazione sul posto di lavoro. L’idea di abbinare la consapevolezza delle tematiche della sicurezza sul lavoro e le conoscenze linguistiche potrebbe contribuire significativamente ad aiutare i lavoratori a: -- Trovare e mantenere un impiego, -- Migliorare le proprie competenze, -- Essere più competitivi nel mercato del lavoro. -- Il progetto: -- permette l’apprendimento e lo sviluppo di competenze linguistiche tecniche; -- favorisce l’apprendimento della lingua di uso quotidiano per una partecipazione attiva alla vita socio-economica e culturale del paese di arrivo e il superamento degli ostacoli alla comunicazione e all’integrazione. cartaceo e multimediale. E’ stata inoltre realizzata un’edizione inglese, in modo da rivolgere il corso a un maggior numero di discenti in paesi diversi da quelli target. Beneficiari del progetto sono i lavoratori in possesso di un livello CEFRL A1-A2 di conoscenza della lingua italiana. Il corso tuttavia è stato concepito in modo tale da poter essere fruito anche da principianti assoluti, e per questa ragione tutti i testi, ad eccezione delle attività di verifica e degli esercizi, sono bilingue. Non è stato possibile definire un arco temporale per il completamento del progetto poiché è impossibile pianificare la durata di un percorso di insegnamento/apprendimento autonomo. L’obiettivo di apprendimento del corso non era legato a verifiche di efficienza in termini di tempo impiegato per il raggiungimento dell’obiettivo, ma si è concentrato piuttosto sulla qualità dell’apprendimento. Il progetto CITIES è stato finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Leonardo da Vinci, e tale aspetto ha indubbiamente facilitato la diffusione dei prodotti (corso di italiano su base cartacea, su CD-ROM e online) e ha consentito di affrontare la spesa relativa alle consulenze di esperti in materia linguistica e in tecnologie della comunicazione incaricati di sviluppare la piattaforma didattica. Successivamente alla distribuzione del CD e delle copie cartacee del corso, sarà possibile stamparne di nuove a spese delle aziende. Non è stato stipulato alcun accordo fra i partner riguardo un’eventuale commercializzazione del prodotto. I prodotti realizzati consistono in due corsi di lingua (italiano e tedesco) basati su materiale didattico e informativo in polacco, rumeno e bulgaro, in formato 51 IMPATTO: • Due corsi di lingue (italiano e tedesco) basati su materiale didattico e informativo da realizzarsi in polacco, rumeno e bulgaro. • Un’edizione in lingua inglese rivolta al maggior numero possibile di discenti al di fuori dei confini di Bulgaria, Polonia e Romania. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: La pratica può essere trasferita a qualunque altra lingua e l’argomento scelto (nel caso in esame, il tema della sicurezza sul posto di lavoro) può essere adattato alle esigenze di altri settori. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/CITIES%20-%20Italy.pdf 52 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 11 TITOLO: Apprendimento Linguistico multimediale interculturale PAESE D’ORIGINE: Australia / Cina CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: Università di Shangai JiaoTong – College per l’Istruzione a Distanza e Facoltà delle Arti dell’Università di Monash. REFERENTE: CarstenUllrich.E-mail: [email protected] (David Owen, RLNEast) SINTESI DEL PROGETTO: L’apprendimento linguistico multimediale interculturale è la nuova frontiera per migliorare le competenze degli studenti. Si basa sull’utilizzo di internet e delle nuove tecniche di interazione fruibili grazie agli strumenti del Web 2.0. Il presente documento descrive come queste tecnologie sono state utilizzate in una classe “blended” per promuovere l’apprendimento linguistico, soprattutto per l’orale, insieme allo scambio interculturale attraverso strumenti sincroni e asincroni per attività in collaborazione. La casistica di riferimento ha coinvolto, in totale, 82 studenti adulti cinesi (di età compresa tra i 20 e i 30 anni), iscritti in un college che offre istruzione a distanza via internet, a Shanghai, e 31 studenti (tra i 18 e i 22 anni), iscritti al gruppo post-laurea del corso di “Studi mediatici cinesi” (CMS) in Australia. I primi hanno partecipato all’unità di “discussione sui quotidiani” online, concentrandosi sulle notizie quotidiane; mentre gli altri si interessavano alle notizie interne cinesi, internazionali e alla cronaca. Il laboratorio è stato sviluppato sulla lettura e il commento delle questioni e delle notizie quotidiane, sia in inglese australiano che in cinese, in classi virtuali create grazie agli strumenti del Web 2.0 per l’interazione. I laboratori hanno avuto una durata di 13-15 settimane, con un impegno medio di 3 ore alla settimana, in cui gli studenti hanno lavorato su testi multimediali e si sono focalizzati su dei media su internet basati sulle competenze. Le classi si incontravano in video conferenza su Skype, insieme ai propri istruttori, per una presentazione informale iniziale. Quindi, si creava una chat di gruppo per permettere agli studenti di comunicare simultaneamente. I docenti hanno prodotto i primi documenti multimediali e hanno registrato filmati in cui spiegavano gli elementi di base degli strumenti utilizzati e gli obiettivi di collaborazione delle classi. Il filmato era incluso nella sezione FAQ, in modo che potesse essere visionato più volte. Le classi, una volta imparato ad utilizzare gli strumenti, hanno iniziato a caricare i documenti e ad editarli su una piattaforma condivisa in maniera asincrona. Inoltre, i docenti sono stati incoraggiati a stimolare commenti da parte delle classi, a caricare documenti e a continuare il lavoro fatto in classe durante le altre sessioni. IMPACT: • • Coinvolgimento di un totale di 113 studenti provenienti da due paesi diversi: Australia e Cina. Sviluppo dell’iniziativa formativa basata sugli • strumenti del Web 2.0. Produzione di documenti multimediali e registrazione di filmati come metodologia. 53 RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Il modello di apprendimento interculturale è efficace e versatile e può essere facilmente trasferito in qualsiasi contesto di apprendimento linguistico. In effetti, anche se gli studenti erano in ogni modo obbligati a comunicare in una lingua target, il vantaggio era quello di non sentirsi stressati, in quanto potevano comunicare, soprattutto in maniera informale, con i loro pari. Di seguito alcune raccomandazioni sull’erogazione e la trasferibilità delle attività online, per quanto riguarda questa specifica politica: -- i docenti dovrebbero caricare i materiali prima delle lezioni e delle attività dal vivo e registrare in precedenza i documenti (importanza di una pianificazione dettagliata degli elementi generali dei vari incontri); -- l’accesso dei partecipanti alle statistiche riguardanti le attività online è altrettanto importante per fornire migliori stimoli RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: all’apprendimento; i docenti dovrebbero rendere i documenti il più pubblici possibile per migliorare la motivazione dei partecipanti ed il loro interesse nel fornire materiale di alta qualità; -- i docenti dovrebbero anche fare attenzione a monitorare le attività online e stimolare la partecipazione degli studenti. Non ci sono prove di un eventuale trasferimento di questa politica specifica, ma ci sono centinaia di simili casistiche pubblicate su riviste specializzate che descrivono azioni sperimentali nell’utilizzo degli strumenti del Web 2.0 per l’apprendimento linguistico. Perciò, quel che conta non è lo strumento e le sue funzionalità, ma piuttosto gli schemi pedagogici alla base dell’attività formativa. -- http://www.lilama.org/uploads/documents/Cross%20Cultural%20Language%20Learning%20 -%20AUSTRALIA%20&%20CHINA.pdf 54 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 12 TITOLO: Programma di Azione Nazionale Olandese per le Lingue Moderne PAESE D’ORIGINE: Paesi Bassi CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Governo olandese REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@ cfnavarra.es SINTESI DEL PROGETTO: La stesura di un programma d’azione nazionale (NAP) per le Lingue Moderne fu commissionata dal governo olandese nel 1989, in previsione dei nuovi bisogni del Mercato Unico Europeo a partire dal 1992. Una serie di studi empirici aveva confermato l’esistenza di una crescente domanda di lingue straniere, comprese lingue ‘minori’ come il russo, il giapponese e in particolare lo spagnolo e di una crescita, ma non altrettanto rapida, nell’offerta e nella diversificazione della formazione linguistica. Il NAP è stato una risposta alla sensazione crescente che l’offerta di formazione in lingue straniere non fosse più in grado di soddisfare in modo adeguato le esigenze in tale ambito. Che tali preoccupazioni venissero espresse da operatori del mondo imprenditoriale e commerciale contribuiva ad accrescerne significativamente l’urgenza. Il NAP è una dichiarazione programmatica completa della politica nazionale per le lingue straniere e comprende 34 raccomandazioni specifiche approvate dal governo: -- Maggiore controllo dell’offerta di lingue straniere, che prevede un limite al numero di lingue accessibili da parte degli studenti, al fine di promuovere livelli più avanzati di competenza in un numero più ristretto di lingue. -- Migliore coordinamento fra i diversi programmi per le lingue straniere all’interno del sistema educativo. -- Un quadro onnicomprensivo degli obiettivi formativi per il sistema educativo nel suo insieme. Il NAP si rivolge soprattutto al settore dell’istruzione secondaria e della formazione professionale dove sono stati riportati successi in termini di aumento delle opportunità di apprendimento delle lingue moderne, contributi alla formazione degli insegnanti e sostegno da parte di istituti di formazione professionale, organizzazioni e soggetti interessati. Inoltre, il NAP ha implicazioni a livello dell’offerta di docenza di lingue straniere nel settore pubblico e in quello privato, nonché implicazioni significative per quanto riguarda la formazione degli insegnanti. Il NAP è stato implementato fra il 1992 e il 1996 dall’Ufficio nazionale per le lingue. Il mandato di questa istituzione è stato ulteriormente esteso e in seguito ripreso dall’Istituto nazionale per lo sviluppo del programma scolastico (SLO) che ha tuttora notevoli responsabilità a livello della progettazione del programma e delle pubblicazioni relative alla didattica e all’apprendimento delle lingue straniere. L’attuazione di tale politica riflette chiaramente le nuove richieste del Mercato Comune Europeo, della competitività a livello europeo e la realtà di una sempre maggiore mobilità occupazionale e in ambito educativo all’interno delle frontiere europee. Un aspetto importante del NAP è stato il suo obiettivo di promuovere l’apprendimento e l’insegnamento delle lingue straniere con particolare attenzione verso le lingue dei paesi confinanti: nel caso dei Paesi Bassi, la Francia e la Germania. Questa iniziativa supporta le strategie europee per il multilinguismo e ha altresì supportato ed elaborato materiale didattico nelle lingue di recente insegnamento, come lo spagnolo, l’italiano, l’arabo, il turco e il russo. Alcune di queste sono lingue minoritarie e delle comunità di migranti. Degli opuscoli rivolti a gruppi specifici di discenti, fra cui gruppi di migranti, sono stati pubblicati al fine di informarli circa le possibilità offerte in questo campo dagli istituti di istruzione secondaria. Vi sono istituti per la formazione degli insegnanti di spagnolo, arabo, turco e russo. Il NAP ha presentato al governo una serie di raccomandazioni. Alcune di esse prevedevano incentivi a sostegno della motivazione dei discenti di lingue 55 straniere e dei vantaggi a livello occupazionale: internazionalizzazione del piano di studi, impiego di assistenti di madre lingua ecc. Il NAP ha inoltre mobilitato studenti e insegnanti grazie a diverse iniziative di rete come, per esempio: -- Una Piattaforma Europea che organizza scambi internazionali attraverso i centri di istruzione secondaria in modo tale da promuovere il miglioramento delle competenze linguistiche, specialmente nelle lingue dei paesi confinanti. -- Una Rete per l’Internazionalizzazione a livello di Istruzione Secondaria (NIVO) che riunisce gli istituti di istruzione secondaria e offre consulenza e orientamento per lo sviluppo delle loro politiche di internazionalizzazione. -- Un Centro per l’Internazionalizzazione della Formazione dei Docenti (CILO) che riunisce i programmi di formazione con elementi di internazionalizzazione rivolti agli insegnanti e concentra i suoi sforzi su un piano di politica per l’internazionalizzazione che preveda corsi obbligatori all’interno del piano di studi e uno stage di lavoro all’estero, anch’esso obbligatorio. -- Una Piattaforma per l’Insegnamento Precoce delle Lingue (Platform VVTO), allo scopo di promuovere l’insegnamento precoce delle lingue straniere nei Paesi Bassi nell’accezione più ampia di tale concetto. Il NAP,i conseguenti Piani d’Azione e i documenti strategici riflettono dati politici e geografici di grande rilevanza per l’apprendimento delle lingue straniere nei Paesi Bassi, che hanno fatto dell’internazionalizzazione dell’offerta formativa in ambito linguistico una delle principali priorità. IMPATTO: • • Impatto misurabile sull’aumento delle opportunità di apprendimento delle lingue moderne nell’ambito della formazione secondaria e professionale grazie a una concentrazione e a una diversificazione dell’offerta formativa in ambito linguistico. Ogni anno, più di 20.000 studenti si recano all’estero nell’ambito di programmi nazionali, • • bilaterali o europei per l’internazionalizzazione. I dati emersi dalle ricerche condotte sull’apprendimento delle lingue a tutti i livelli del sistema educativo sono stati di grande ausilio nel dibattito a livello europeo. Buone basi per la presa di decisioni politiche basate su conoscenze comprovate. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Non risultano casi di trasferimento, ma il NAP potrebbe essere trasferito, previo adattamento a un determinato contesto regionale e nazionale. Il contesto politico è di particolare rilevanza ai fini dell’adozione di una politica linguistica. Infatti, se il piano o politica non risponde alle priorità politiche o alle preoccupazioni del momento (che possono oltrepassare l’ambito strettamente linguistico o educativo) è improbabile che esso abbia successo. Per quanto riguarda il Piano nazionale olandese, ad esempio, la percezione che la tradizionale competenza linguistica del paese, di grande importanza data la sua situazione geopolitica, fosse in pericolo e che ciò avrebbe potuto comportare effetti negativi per il paese a livello economico e politico, ha probabilmente avuto un peso determinante. Dal momento che le sue procedure di sviluppo e attuazione si sono dimostrate all’altezza delle aspettative, altri paesi (e regioni) possono ottimisticamente prendere in considerazione l’idea di RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: seguire la stessa strada. In vista di un trasferimento futuro si ritiene che gli elementi chiave per la riuscita siano i seguenti: -- Un periodo iniziale di ricerca che si avvalga delle testimonianze di esperti. -- Analisi delle priorità basata su dati reali. -- Coinvolgimento dei principali soggetti interessati. -- Prospettiva di cambiamento sul lungo termine. Poiché al cuore delle sue potenzialità vi è l’approccio basato su conoscenze comprovate, il NAP è estremamente flessibile e applicabile pertanto a un ampio ventaglio di situazioni. Non si tratterebbe tanto di applicare le particolari priorità individuate dal NAP a un nuovo contesto nazionale o regionale, ma piuttosto di adattare la metodologia per effettuare una nuova analisi che sfoci in un piano specifico per un contesto specifico, coinvolgendo in tale processo i soggetti interessati e i responsabili delle decisioni politiche http://www.lilama.org/uploads/documents/Dutch%20National%20Action%20Programme%20 -%20The%20Netherlands.pdf 56 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 13 TITOLO: East of England LanguageFramework PAESE D’ORIGINE: Regno Unito CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: RLN-East, Regional Language Network East. REFERENTE: David Owen. RLN-East. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: L’East of England LanguageFramework è un documento che detta le priorità fondamentali per lo sviluppo delle competenze linguistiche e culturali per l’occupazione in 6 contee dell’est dell’Inghilterra. Esso è accompagnato da due ulteriori e più dettagliati documenti, e cioè l’International CommunicationsScoping Report’ del 2008 e il TraintoGain ‘Language& Culture for International Trade, del maggio dello stesso anno. Il Quadro è stato concepito come una guida per isoggetti interessati regionali per quanto riguarda le tematiche da affrontare e le imprese da sostenere. E’ stato sviluppato per la prima volta nell’ottobre del 2005 e aggiornato nell’agosto 2009. Il Framework prende in considerazione un insieme di aree, fra cui il capacity-building presso gli esportatori della regione relativamente alle loro competenze in gestione internazionale, le capacità linguistiche suscettibili di fornire un ulteriore elemento di attrattiva nei confronti degli investitori, il consolidamento del partenariato fra aziende e scuole in modo da fornire alla regione una “filiera” di giovani lavoratori dotati di capacità linguistiche unite ad altre specializzazioni, la valorizzazione delle competenze linguistiche e culturali in possesso delle comunità multinazionali e dei gruppi di migranti stranieri residenti nella regione, il sostegno ai settori di priorità economica regionale e quello alle organizzazioni del settore pubblico che si trovano ad affrontare ostacoli di tipo linguistico e culturale. Nei sondaggi sui progetti basati sul Frameworkè stato chiesto alle imprese quali fossero i loro obiettivi aziendali e di apprendimento, in termini di lingue e livello,le capacità attuali e le esigenze logistiche (tempo, spazio), le situazioni sulle quali la formazione avrebbe dovuto basarsi e i dialoghi specifici che il personale dell’azienda aveva bisogno di saper gestire. Una strada fondamentale per la promozione dei vantaggi derivanti da un investimento nelle lingue e nella cultura è il riconoscimento dell’importanza delle competenze linguistiche e culturali da parte di skills broker e consulenti aziendali, poiché queste figure professionali interagiscono costantemente con le imprese. IMPATTO: L’ East of England LanguagesFramework ha consentito lo sviluppo di un approccio coordinato del sostegno pubblico all’investimento in conoscenze linguistiche e culturali in vista di un consolidamento dell’economia regionale. Sono stati inclusi: formazione linguistica, consapevolezza culturale, traduzione e interpretariato, sviluppo di risorse (fra cui il sito web www.rln-east. com), sviluppo di rete e di progetto. Il Framework ha inoltre sviluppato attività efficaci di sensibilizzazione a livello di sostegno alle imprese, e a livello di settore pubblico e comunità del sistema educativo. L’Inghilterra orientale ha un’invidiabile e comprovata esperienza nel sostegno pubblico allo sviluppo delle competenze linguistiche e culturali. RLN East è stato istituito nel 2005 per promuovere le attività linguistiche e culturali nella regione, risultando in un coordinamento maggiore ed efficiente a vantaggio di tutti i soggetti interessati, e in particolare del governo e della comunità imprenditoriale. L’approccio del Framework garantisce nel tempo il 57 riconoscimento dell’importanza delle competenze linguistiche da parte di un ampio spettro di enti e non soltanto da quelli dedicati alle attività linguistiche. Ciò consentirà di ridurre il ricorso al finanziamento pubblico per lo sviluppo di progetti isolati. Il Framework valuta la formazione permanente in relazione alle esigenze contestualizzate del mercato del lavoro e prende in considerazione, con i suoi 2 documenti a supporto, un ampio ventaglio di aree. Innanzitutto, promuove una conoscenza più ampiadella materia e l’utilizzo di una più vasta gamma di lingue: fra quelle attualmente promosse, troviamo una combinazione di lingue ‘tradizionalmente’ insegnate a scuola (francese, spagnolo, tedesco), lingue parlate a livello di madrelingua nelle comunità di lavoratori migranti (polacco, portoghese, russo), e altre rappresentantigli altri mercati principali (cinese, arabo, giapponese). Il Framework si aggiorna tramite regolari confronti e visite presso le aziende, siano esse PMI o grandi multinazionali. Ogni anno vengono effettuate circa 100-120 visite in azienda. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: -- -- -- -- La formazione dovrebbe rispondere alle esigenze di formazione in lingue straniere individuate presso le imprese e la logica suggerisce di applicare un approccio settoriale allo sviluppo del progetto. Le competenze linguistiche dei lavoratori migranti dovrebbero essere valorizzate al massimo, evidenziando il collegamento fra la crescita dell’impresa nei mercati internazionali e l’utilizzo delle lingue corrispondenti da parte della comunità. Si preveda l’istituzione di una “filiera” di capacità linguistiche dal settore educativo verso il mercato del lavoro tramite lo sviluppo di rapporti fra imprese e istituti scolastici. Si predisponga un’offerta equilibrata che comprenda lingue tradizionalmente insegnate e lingue non ancora utilizzate dal settore educativo, ma importanti nel contesto del commercio internazionale. Per garantire la sicurezza delle comunità e la protezione dei cittadini sarà necessario offrire al personale di custodia e di polizia le competenze interculturali e linguistiche necessarie per allentare situazioni di tensione, assicurare RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: -- -- -- -- l’orientamento e gestire le comunicazioni con le comunità. Si predisponga un insieme equilibrato di programmi culturali e linguistici a sé stanti da un lato e, dall’altro, programmi standard che includano aspetti linguistici e culturali. Si continui il dialogo fra gestori di finanziamenti e rappresentanti delle imprese in modo da continuare a fornire un quadro chiaro di come le qualifiche professionali di lunga e breve duratapossano combaciare con i bisogni delle aziende e i requisiti dei flussi di finanziamento. Si riconoscano le diverse necessità formative delle aziende in base ai compiti da svolgere: alcuni lavoratori non necessiteranno di raggiungere un livello elevato di padronanza linguistica, ma potrebbero comunque beneficiare di una conoscenza di base della lingua. Laddove le imprese esprimano l’esigenza di un maggior livello di competenze, l’offerta dovrà essere equilibrata dalla disponibilità di individui già in possesso di competenze linguistiche. http://www.lilama.org/uploads/documents/EoE%20Language%20Framework%20-%20UK.pdf 58 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 14 TITOLO: eELP, eEuropeanLanguage Portfolio PAESE D’ORIGINE: Francia CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: UniversitéMontesquieu – Bordeaux IV REFERENTE: Anne Marie Barrault. UniversitéMontesquieu – Bordeaux IV. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: L’ eEuropeanLanguage Portfolio nella sua versione 1.0 è stato sviluppato nel quadro di un consorzio informale di istituti europei di istruzione superiore. Lo sviluppo della versione 2.0 accreditata dal Consiglio d’Europa, è stato finanziato da una singola università, l’ UniversitéMontesquieu-Bordeaux IV. L’UniversitéMontesquieu-Bordeaux IV ha una lunga esperienza di uso dell’ ELP. Introdotto nel 2003, l’ELP ha gradualmente portato a una riorganizzazione dell’insegnamento dell’inglese a tutti i livelli del piano di studio delle facoltà di Giurisprudenza ed Economia e per tale ragione lo si può considerare alla stregua di un’iniziativa di politica linguistica, piuttosto che di formazione. Questa riorganizzazione è ancora in atto. IL finanziamento dello sviluppo della seconda versione dell’eELP è stato ottenuto in considerazione del potenziale espresso dalla prima versione nella promozione del multilinguismo nell’ambito del panorama internazionale universitario e nell’aiuto agli studenti in cerca di impiego tramite l’accrescimento delle proprie competenze multilingue e la propria qualifica secondo i criteri del EQF. L’originalità di questo ELP è nel fatto che esso contiene una banca dati alla quale possono accedere le aziende interessate ad avvalersi delle competenze linguistiche degli studenti per incarichi di breve o lungo termine. Nello stesso tempo, da un punto di vista tecnico, l’eELP rappresenta una dichiarazione programmatica a favore dell’utilizzo del software open-source e del controllo dell’accesso al eELP da parte degli utenti. La scelta del software open-source garantisce inoltre che, una volta messo in circolazione e distribuito presso gli istituti di istruzione superiore, l’eELP creerà una comunità di sviluppatori che ne miglioreranno la fruibilità, consentendone ad esempio l’integrazione nei sistemi di gestione dei contenuti delle università. Si tratta dei sistemi utilizzati dai webmaster e dai docenti, grazie ai quali è possibile immettere contenuti online, su di un sito web, su Dokeos, Moodle o su altri sistemi. Questo eELPè fortemente orientato all’occupabilità ed è pertanto totalmente in linea con le più recenti dichiarazioni programmatiche a livello europeo e regionale riguardo all’importanza della mobilità nella promozione dell’inclusione sociale. Gli studenti appartenenti a comunità di migranti sono fra i principali destinatari dell’ eELP, perché è in questa sede che la loro competenza linguistica può essere messa in risalto. Tuttavia l’ eELP è uno strumento di politica linguistica dal raggio d’azione più vasto. Infatti, non soltanto esso ha portato ad una riorganizzazione dell’insegnamento dell’inglese nelle università in cui è stato implementato, ma sta cambiando il posizionamento dell’ UniversitéMontesquieu-Bordeaux IV nel suo insieme, orientandola verso un ruolo di ricerca sulle politiche linguistiche, a mano a mano che le innovazioni tecniche e tecnico-didattiche relative all’insegnamento delle lingue sono oggetto di attenzione a livello internazionale in sede di ricerca, associazioni e progetti. L’ eELP sarà distribuito a titolo gratuito presso gli istituti di istruzione superiore, direttamente o attraverso il RAssemblementNAtionaldesCentres de Langues de l’EnseignementSupérieur, la sezione francese dell’associazione europea dei centri di lingue universitari (CERCLES), rendendo in tal modo possibile il suo trasferimento ad altri contesti locali, nazionali, europei e mondiali. 59 IMPATTO: • • • • • Sostiene l’utilizzo dei criteri del CEFRL a tutti i livelli del programma di studi universitari. Sostiene il multilinguismo. Prevede incentivi destinati ad accrescere e stimolare la motivazione del discente e i vantaggi occupazionali. Riflette la strategia regionale per l’occupabilità e i vantaggi interculturali. Coinvolge le minoranze linguistiche locali e le • • risorse linguistiche delle comunità di migranti. Consente la costituzione di reti e/o la mobilità a livello internazionale. Integra il Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF) con trasparenza nella validazione e nei crediti. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Non sembra esserci alcun ostacolo al trasferimento a livello multi-regionalenel quadro di un partenariato a livello mondiale o europeo. Può essere trasferito a partenariati di docenti, di istituti di istruzione RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: superiore, regioni e stati. Può essere implementato rapidamente e proficuamente. http://www.lilama.org/uploads/documents/eEuropean%20Language%20Portfolio%20-%20 FRANCE.pdf 60 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 15 TITOLO: EUROVOLT. Insegnamento delle lingue a orientamento professionale tramite un Ambiente Virtuale di Apprendimento (VLE) PAESE D’ORIGINE: Austria CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: REFERENTE: Inge-AnnaKoleff. E-mail: inge-anna.koleff @vhs.at SINTESI DEL PROGETTO: L’uso dell’ICT nell’insegnamento e nell’apprendimento delle lingue nell’ambito della formazione professionale (VOLL) può contribuire all’efficienza dell’apprendimento. Il corso EUROVOLT mostra come utilizzare il VLE, fornendo attività che consentano la pratica delle quattro competenze linguistiche. I discenti creano (come modello) le loro proprie unità di apprendimento della lingua, orientate in base alla professione, su qualunque piattaforma di apprendimento virtuale (Moodle, per esempio, o altri VLE). Ciò costituisce un sicuro ausilio al loro utilizzo. Il progetto EUROVOLT tramite VLE è stato inserito nella rosa dei candidati all’EuropeanRegionalChampion Award 2007, per la Categoria Occupazione. Il premio viene conferito all’iniziativa regionale che più si è dimostrata efficace nel creare posti di lavoro o nell’offrire stimoli all’impiego. Tali risultati si possono ottenere attirando investimenti dall’estero, sviluppando programmi di formazione o coordinando insieme con altre regioni le politiche per l’impiego. Il corso per docenti prevede la collaborazione online fra pari impegnati nel corso, fra colleghi e con i tutor. Lo scambio fra i discenti è fondamentale ed è altamente richiesta la presenza online diverse volte alla settimana e la partecipazione alle discussioni. Il progetto lavora in cooperazione e collaborazione con altri progetti europei e con istituti partner in questo settore in tutta l’ Europa. Il livello CEFRL del corso di formazione per insegnanti di lingue e formatori è equivalente o superiore al B 2. Viene accreditato dal ICC/The EuropeanLanguage Network all’interno di EuroltaTeacher Training Scheme,WeiterBildungsAkademie Austria (4 ECTS per competenza didattica) e DonauUniversitätKrems/ Austria (3 ECTS). ECTS è la sigla che indica i crediti entro i quadri di riferimento dell’ EuropeanCredit Transfer and Accumulation System. Inoltre, i materiali prodotti e implementati e i modelli per la definizione di criteri di qualità contribuiscono alla crescente mole di documentazione sulle buone pratiche attuate attraverso i paesi dell’Unione, e replicabili da parte di istituti di formazione e istruzione di tutta l’Europa. Le iscrizioni sono aperte e possono essere effettuate online. Non è necessaria la trasferibilità. Qualunque docente di lingue attivo nella formazione professionale e qualunque formatore in lingue straniere può iscriversi. IMPATTO: • • • Riflette le politiche attuali sul multilinguismo a livello europeo e regionale. Prevede incentivi destinati ad accrescere e stimolare la motivazione del discente e l’occupazione. Riflette la strategia regionale per l’occupabilità e i • • vantaggi occupazionali. Consente la costituzione di reti e/o la mobilità a livello internazionale. Può essere prontamente e proficuamente implementato. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: L’iniziativa è pronta per il trasferimento, non vi sono ostacoli di sorta. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/Eurovolt%20-%20Autriche.pdf 61 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 16 TITOLO: ECR, Report sulle Comunicazioni all’Export PAESE D’ORIGINE: Regno Unito CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: RLN-East, RegionalLanguage Network East (a livello nazionale UKTI, UK Trade&Investment) REFERENTE: David Owen. RLN-East. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: L’ECR è un programma nazionale sviluppato dal UK Trade&Investment ed erogato in Inghilterra e Galles dalle Camere di Commercio britanniche. Il suo ruolo era quello di aiutare le imprese a sviluppare la propria strategia di comunicazione internazionale, dapprima revisionando i punti forti e quelli deboli dal punto di vista linguistico-culturale , e poi analizzando le risorse linguistiche già a disposizione. Nel 2010, erano disponili due versioni del ECR, la versione “tradizionale” che copriva tutte le aree, e una versione alternativa che si concentrava sull’internazionalizzazione del sito internet aziendale. Il report è stato redatto in 2 tappe in tutta l’Inghilterra e in tutto il Galles. Nell’Inghilterra orientale le tappe sono state 3. La prima tappa è una telefonata iniziale tra il consulente ECR e l’azienda per ottenere una visione generale della strategia di esportazione e le competenze linguistiche generali del personale dell’impresa stessa . Tutto questo accompagnato da una ricerca a tavolino, come lo studio del sito internet aziendale. La seconda fase era una visita di mezza giornata all’azienda per visionare la documentazione, il packaging del prodotto, la manualistica e i depliant informativi, oltre ad una valutazione delle competenze linguistiche del personale aziendale. Tutto questo seguito da un rapporto dettagliato. La terza tappa consiste in un servizio post vendita fornito da RLN East, il cui ruolo è quello di lavorare insieme all’impresa sulle raccomandazioni scaturite dal rapporto e sostenerla a livello pratico nell’implementazione delle stesse, incluso un miglioramento delle competenze linguistico-culturali. L’ECR è direttamente legato al contesto occupazionale, in quanto analizza e redige raccomandazioni attraverso azioni specifiche basate sulla situazione reale dell’impresa e sui progetti di espansione verso mercati esteri. La revisione include un rapporto che delinea le seguenti aree: -- Una tabella di punti forti e punti deboli delle 62 attuali comunicazioni aziendali rispetto alla buona pratica internazionale -- Raccomandazioni pratiche, su misura per l’impresa riassunte in un piano d’azione -- Informazioni su potenziali fornitori e costi per l’implementazione di tali raccomandazioni -- Guide pratiche con ulteriori consigli dettagliati su come implementare le raccomandazioni Ogni anno i premi per le esportazioni dell’UKTI dell’Inghilterra orientale includono una categoria per le “Comunicazioni Internazionali”. I vincitori di tale premio (uno all’anno) a livello regionale devono dimostrare la differenza creata dagli investimenti effettuati nelle capacità linguistico-culturali grazie ai risultati ottenuti nelle esportazioni dall’impresa stessa. La Camera di Commercio Britannica presenta regolarmente le casistiche e le pubblica sul proprio sito internet: http://www.britishchambers.org. uk/zones/export/export-communicationsreview/an-export-communications-reviewreally-works_1.html. Queste casistiche possono essere filtrate per regione del Regno Unito, settore industriale, consulente ECR o continente target. Nella discussione sulle competenze linguistiche del personale, l’impresa riceve una tabella orizzontale in formato A4 in cui sono delineate le competenze CEFRL. Quindi, i consulenti e i rappresentanti dell’azienda possono analizzare le competenze del personale basandosi su tali descrittori. IMPATTO: • • Il target totale per il 2010 è stato di 265 imprese partecipanti ad un ECR. Tale obiettivo è stato superato, con 365 imprese ECR per la fine di Febbraio 2011. Lo schema è stato diretto completamente dalla rappresentanza aziendale, in quanto le imprese coprono il 50% dei costi derivanti dalla revisione e dalla firma di tale schema. Si tratta di uno schema a lungo termine in quanto le azioni sono sostenute nell’arco di due anni per il programma per il Passaporto per l’Export (P2E - Passportto Export) e di un anno per il programma di Ingresso alla Crescita Globale (G3 - Gateway to Global Growth), e hanno quindi un durata di 3 anni in totale. L’impatto dei programmi si basa su un aumento delle vendite all’export grazie ad una riduzione delle barriere al commercio. Questa informazione deriva dal sistema di feedback nazionale del PIMS (Performance Impact &MonitoringSurvey – Inchiesta di Impatto e Monitoraggio delle Performance, ndt). I dati del 2010-11 mostrano una Qualità del servizio • al 77% e una soddisfazione del servizio al 75%. Nell’Inghilterra orientale questo si è aggiunto ad una valutazione separata ed indipendente del sostegno post vendita per l’ ECR svolta nel 2009 e commissionata dal UKTI. Le imprese hanno evidenziato i vantaggi dello schema come segue: -- Aiuta ad aumentare le esportazioni -- Aiuta a rendere l’impresa più competitiva -- Fornisce un piano d’azione pratico per migliorare le comunicazioni -- Migliora le relazioni con distributori, partner e clienti -- stranieri -- Crea fiducia nello stabilire contatti commerciali con nuovi mercati impegnativi RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: -- -- Creare un interesse negli intermediari di sostegno alle imprese per sensibilizzare le imprese stesse a proposito dell’importanza delle competenze linguistico-culturali. Fare leva sull’interesse delle imprese tramite un sistema parziale di finanziamento (l’ideale -- sarebbe un 70% sovvenzioni e 30% investimenti aziendali). Offrire una scelta di tipologie di ECR a seconda degli obiettivi linguistici aziendali. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/Export%20Communication%20Report%20-%20UK.pdf 63 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 17 TITOLO: GRETA (GRroupements d’ETAblissements) PAESE D’ORIGINE: Francia CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Ministero dell’Istruzione pubblica REFERENTE: Catherine Coussi. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: GRETA è una rete di centri di formazione professionale estesa in oltre 6.000 località su tutto il territorio francese e offre corsi in svariate materie, fra cui anche corsi di lingua. In genere, la formazione presso i centri GRETA è finanziata principalmente dallo stato (per la metà dei partecipanti) ma anche dalle imprese (in un terzo dei casi). GRETA riflette l’attuale politica europea e regionale sul multilinguismo, nel senso che la formazione può essere erogata su richiesta, in un numero quasi illimitato di lingue, a tutti i livelli ed è tale da venire incontro a qualunque tipo di esigenza: per gruppi, su base individuale, al telefono, tramite piattaforma multimediale, presso centri linguistici, pranzando con il formatore, tramite internet, ecc. E’ possibile in linea di massima ottenere una formazione in un numero illimitato di lingue, dalle più richieste alle meno comuni. La formazione può essere incentrata sul raggiungimento di uno o più livelli o sull’acquisizione di una o più competenze da parte dei destinatari ed è erogata da insegnanti accreditati o da formatori esperti. Certificati di fine corso vengono sistematicamente consegnati, ogni volta che ciò è possibile. Il regime fiscale sotto cui opera GRETA consente di offrire corsi a partire da tariffe molto contenute, che variano a seconda della posizione lavorativa e del reddito. In Francia, tutti i dipendenti hanno diritto a una formazione linguistica attraverso il DroitIndividuel à la formation (traducibile con “diritto individuale alla formazione”), o D.I.F., un sistema di contratti formativi. Il DIF attribuisce annualmente 20 ore di formazione gratuita a tutti gli occupati ed è fruibile per la frequenza ai corsi di lingua, rendendo così pienamente accessibile in tutto il paese la formazione linguistica. La formazione si rivolge agli individui occupati ma anche ai disoccupati o inoccupati, a chi è in cerca di lavoro, o sta effettuando un percorso di riqualificazione, ai migranti. Gli occupati possono accedere ai corsi di lingue in virtù del DIF ma anche nell’ambito di un programma di formazione aziendale. In questo caso il corso sarà incentrato su un uso generico o specifico della lingua, ad esempio nel caso di settori specifici o bisogni specifici, individuati tramite un’apposita analisi da effettuarsi prima di erogare i corsi. Tutte le combinazioni linguistiche, settoriali e d’uso possono essere prese in considerazione. IMPATTO: • • • Sostegno al multilinguismo. Inclusione di incentivi per l’accrescimento e il sostegno della motivazione del discente e dei vantaggi occupazionali. Riflette la strategia regionale per l’occupabilità e i • vantaggi interculturali. Consente la costituzione di reti e/o la mobilità a livello internazionale. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Questa politica può essere trasferita sulla base di un partenariato regionale o transregionale di centri di RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: formazione linguistica. http://www.lilama.org/uploads/documents/GRETA%20-%20France.pdf 64 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 18 TITOLO: Metodo IDECOLI: Identificazione ed analisi delle Competenze Linguistiche Professionali (PLC) PAESE D’ORIGINE: Spagna CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Servicio Navarro de Empleo – Servizio per l’impiego della Navarra REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@ cfnavarra.es SINTESI DEL PROGETTO: Il metodo IDECOLI mira ad identificare le Competenze Linguistiche Professionali (PLC - Professional LinguisticCompetences) negli ambienti lavorativi e propone tale elemento come concetto di base su cui strutturare e realizzare tutto il processo di formazione linguistica con scopi professionali. Il concetto di PLC è al centro del programma LINGUA EMPRESA, promosso dal Servizio per l’impiego della Navarra, come traduzione pratica del CEFRL per una didattica delle lingue con scopi professionali. Il concetto di PLC permette di focalizzare tale formazione sulle reali esigenze delle imprese e dei dipendenti e può essere applicato al processo di apprendimento linguistico: dall’identificazione delle esigenze linguistiche e dalla progettazione dei programmi formativi, concentrandosi su PLC prioritarie, allo sviluppo di contenuti formativi su misura in base a queste PLC, tenendo presente l’acquisizione di competenze target per PLC specifiche. Secondo il metodo IDECOLI, le PLC rappresentano il comportamento che si può osservare nei lavoratori mentre svolgono attività che prevedono l’utilizzo della lingua straniera. Questo si applica a prescindere dalle competenze, che si tratti di comprensione orale, scritta, espressione orale, scritta o interazione orale. Le PLC sono espresse in termini di comportamento osservabile, invece di competenze o conoscenze già possedute e si riferiscono a cosa un dipendente dovrebbe essere in grado di fare quando svolge un’attività lavorativa utilizzando una lingua straniera. In seguito ad un primo studio dei rapporti già fatti sulla didattica delle lingue basata sulle attività ed altri compiti svolti dalle imprese a livello regionale utilizzando le lingue straniere, si sono individuate una serie di 25 PLC generiche, che possono essere applicate in generale a qualsiasi tipo di lavoro. Ecco alcuni esempi: seguire e condurre visite guidate in azienda, comprendere documenti e rapporti tecnici complessi, partecipare direttamente ad incontri d’affari, effettuare presentazioni orali professionali, ecc. Ogni PLC è inserita nella cosiddetta Tabella IDECOLI, che descrive le PLC in termini di competenze linguistiche, ossia, ciò che una persona sa o non sa della lingua, insieme al livello ottimale di conoscenza della lingua per una specifica PLC (A2, C1...). Tale inserimento è effettuato tramite l’utilizzo di un corpus di 150 descrittori o “dichiarazioni di abilità”: ciò che una persona è in grado di fare ad ogni livello nelle diverse competenze in lingua straniera. Le tabelle IDECOLI contengono i descrittori che corrispondono ad ogni competenza linguistica per ogni PLC a tutti i livelli CEFRL fino al livello considerato ideale per lo sviluppo di ciascuna PLC. In tal modo, ogni lavoratore può iniziare a lavorare con la PLC al proprio livello per raggiungere infine il livello ottimale. La lista contiene le 25 PLC individuate nel quadro di Lingua Empresa, insieme ad esempi completi di tabelle IDECOLI. Il tutto è disponibile sul sito internet ufficiale del programma: www.linguaempresa.es. In seguito ad una seconda indagine condotta su oltre 1000 imprese riguardo all’uso e all’importanza delle PLC individuate, sono stati delineati 8 Profili Linguistici Professionali (Vedi “Le Buone Pratiche dell’Indagine IDECOLI”), che permettono il superamento, se necessario, di una valutazione dettagliata delle esigenze linguistiche dei lavoratori, e la progettazione di programmi formativi su misura per tali profili linguistici professionali. 65 Per quanto riguarda gli aspetti innovativi, si sono potute delineare le seguenti caratteristiche: -- Si tratta di un metodo che non si limita ad una lingua specifica, in quanto le PLC sono generiche e possono essere utilizzate per la formazione linguistica in qualsiasi lingua. -- Adatta il processo formativo al reale utilizzo delle lingue da parte dei lavoratori all’interno dell’impresa. -- Fornisce linee guida alla strategia formativa aziendale nel settore delle lingue straniere. -- Le PLC posso aiutare a stabilire degli obiettivi formativi e i descrittori possono essere utilizzati come criteri di valutazione delle esigenze. -- Permette alle imprese e ai lavoratori di misurare il ritorno sull’investimento del processo formativo (in termini di finanziamento, tempo dedicato, soddisfazione, ecc.) con un maggior livello di trasparenza. -- Fornisce uno strumento innovativo ai formatori linguistici che possono offrire ai propri clienti servizi con un valore aggiunto maggiore. Nel quadro del programma LINGUA EMPRESA, le esigenze linguistiche di oltre 25 lavoratori sono state identificate utilizzando le PLC, 100 lavoratori hanno ricevuto una formazione tramite programmi progettati sulla base delle PLC, 50 docenti di lingue sono stati formati all’uso delle PLC e sono stati identificati e creati oltre 500 moduli e attività di formazione collegati alle PLC . IMPATTO: • • • • • Identificazione di 25 Competenze Linguistiche Professionali (PLC) generiche. Spiegazione delle 25 PLC tramite descrittori. Identificazione delle esigenze linguistiche di 27 lavoratori sulla base dei concetti delle PLC. Identificazione di oltre 500 risorse formative e sviluppo di 25 nuovi contenuti formativi collegati a PLC specifiche. Implementazione pilota di 14 programmi didattici che hanno visto la partecipazione di 12 imprese • e 27 lavoratori, insieme a 12 corsi di lingua pilota seguendo il metodo IDECOLI in 4 centri di formazione per l’Impiego, con la partecipazione di oltre 100 dipendenti. Progettazione di 5 moduli formativi per docenti di lingua per trasferire il metodo IDECOLI (190 ore di lezione). RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Le 25 PLC identificate sono piuttosto generiche e permettono lo sviluppo di: -- Valutazioni delle esigenze linguistiche specifiche, individuando le PLC che possono applicarsi a specifici ruoli o incarichi lavorativi, -- Profili linguistici generici, che possono essere creati basandosi sui risultati di indagini condotte su lavoratori con lo stesso profilo o con profilo professionale simile. Nel quadro del programma LINGUA EMPRESA, 8 di questi profili sono stati creati, ma ve ne sono altri che possono essere sviluppati, in seguito a valutazioni delle esigenze eseguite sulla base di approcci per zona geografica o per settore. Perciò, il metodo può essere trasferito immediatamente sia come strumento di politica che di formazione: -- Come politica pubblica per le lingue, il metodo IDECOLI è pronto per essere implementato in tutti i processi formativi con scopi professionali RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: -- organizzati da coloro che intendono promuovere un nuovo approccio alla formazione linguistica, prendendo in considerazione un approccio didattico per le lingue basato sulle attività Inoltre, il metodo IDECOLI per identificare le PLC permette, se necessario, l’individuazione e l’inserimento di altre PLC. Come strumento formativo, l’uso delle PLC da parte dei formatori linguistici è facilitato dalle Tabelle IDECOLI, che spiegano e descrivono le PLC, senza contare gli strumenti messi a disposizione dal programma LINGUA EMPRESA per la loro implementazione: uno strumento online per l’identificazione delle esigenze linguistiche basato sulle PLC (Gestor FORLINGUE), linee guida per la progettazione di programmi formativi basati sulle PLC (MELISSA), disponibilità di moduli e attività di formazione collegati alle PLC , tanto per citarne alcuni. http://www.lilama.org/uploads/documents/IDECOLI%20Method%20-%20SPAIN.pdf 66 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 19 TITOLO: IDECOLI Indagine per l’identificazione dei Profili Linguistici Professionali (PLP) PAESE D’ORIGINE: Spagna CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Servicio Navarro de Empleo – Servizio per l’impiego della Navarra REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@ cfnavarra.es SINTESI DEL PROGETTO: Il Servizio per l’impiego della Navarra, nel quadro del programma LINGUA EMPRESA, nel 2009 ha condotto un’indagine per identificare le Competenze Linguistiche Professionali (PLC) che i lavoratori utilizzano nel loro lavoro quotidiano. Le informazioni raccolte hanno permesso di identificare i diversi Profili Linguistici Professionali (PLP). Le PLC rappresentano il comportamento che può essere osservato nei lavoratori durante l’espletamento dei propri incarichi dove è previsto l’utilizzo di una lingua straniera, e sono state sviluppate in precedenza dal metodo IDECOLI, un altro progetto di LINGUA EMPRESA, già riportato come Buona Pratica, da cui questa indagine prende il nome (Indagine IDECOLI). Un gruppo di 25 PLC generiche è stato identificato dal metodo IDECOLI, applicabile in generale a qualsiasi tipo di incarico, come seguire e condurre visite guidate in azienda, comprendere documenti e rapporti tecnici complessi, dirigere incontri d’affari o effettuare presentazioni orali professionali. Queste PLC sono state incluse in un questionario indirizzato ad un campione di 2000 lavoratori di diverse imprese site nella Navarra coinvolte in attività di internazionalizzazione o di export, per creare un feedback relativo a 2 aree: -- la frequenza con cui queste 25 PLC sono messe in pratica; e -- l’importanza data al loro uso nello svolgimento delle attività quotidiane. I risultati dell’indagine sono stati presentati in un rapporto che ha permesso di delineare diversi Profili Linguistici Professionali (PLP) generici, tenendo presente il gruppo di PLC più utilizzate ed apprezzate da diversi profili professionali. Si sono definiti due diversi gruppi di profili: PLP basati sul contesto, determinati tramite l’identificazione di gruppi di PLC associate allo svolgimento di una serie di attività e PLC correlate, applicabili a diversi ruoli aziendali. Sono stati identificati 4 PLP nella presente definizione: 1. PLP per cercare, scrivere e/o leggere documenti; composto da 5 PLC. 2. PLP per condurre incontri professionali: composto da 4 PLC. 3. PLP per dirigere, presentare e gestire incontri professionali in inglese: composto da 6 PLC. 4. PLP per l’assistenza clienti e la gestione delle vendite: composto da 5 PLC. PLP basati sul ruolo aziendale, che riuniscono PLC legate a diversi ruoli/profili aziendali, caratterizzati dall’utilizzo delle PLC. La definizione è sfociata nell’identificazione dei seguenti PLP: 1. PLP per personale tecnico: composto da 14 PLC. 2. PLP per personale amministrativo: composto da 5 PLC. 3. PLP per manager e dirigenti: composto da 13 PLC. 4. PLP per la gestione delle vendite: composto da 14 PLC. I PLP che ne risultano sono stati delineati indipendentemente dalla lingua straniera utilizzata dagli intervistati. I PLP posso facilitare la definizione e l’organizzazione di programmi formativi con scopi professionali, in quanto: -- Permettono l’adozione del processo formativo per l’uso reale delle lingue che i lavoratori utilizzano in azienda, in quanto la formazione è progettata su misura per tali profili linguistici. 67 -- Fornisce linee guida alla strategia formativa aziendale nel settore delle lingue straniere senza sviluppare una valutazione dettagliata delle esigenze linguistiche dei lavoratori. L’indagine, inoltre, ha fornito informazioni sulle lingue straniere specifiche di cui i lavoratori abbisognano e i legami tra lingue e attività economiche. Nel caso della Navarra, inglese, francese e tedesco sono risultate le lingue più richieste; il francese è stata la lingua più utilizzata nelle imprese del settore agro-alimentare e il tedesco in quelle del settore automotive. Tali risultati sono evidentemente basati sul contesto, in risposta alle dinamiche e alla caratterizzazione dei settori economici e delle industrie della regione della Navarra. IMPATTO: • • Identificazione di 8 Profili Linguistici Professionali (PLP) generici. Identificazione delle esigenze linguistiche con scopi professionali su un campione di lavoratori rilevante (916 intervistati) di una regione specifica (Navarra, Spagna). RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: L’indagine può essere utilizzata da decisori politici o gruppi di interesse che volessero sondare l’effettivo utilizzo e rilevanza delle PLC, dal punto di vista dei lavoratori, in un contesto dato. Tale pratica può fornire informazioni importanti riguardanti la fase di diagnosi o di valutazione delle esigenze per qualsiasi tipo di formazione linguistica con un intervento professionalmente mirato, permettendo alla parte esaminatrice di: -- identificare le lingue più utilizzate o richieste. -- identificare le PLC più utilizzate ed apprezzate dal personale con diversi profili. -- delineare nuovi e specifici profili linguistici basati sui risultati dell’indagine. L’indagine può essere fatta su misura per rispondere ad esigenze contestuali più ampie (portata regionale), ad esigenze di settore (approccio settoriale) o persino a specifiche esigenze aziendali. I PLP possono essere applicati alle iniziative formative per le lingue sia dalla parte dell’offerta (centri di formazione e per l’impiego) che della domanda (imprese). Tra queste ultime, i PLP sono un’alternativa per quelle imprese che non hanno abbastanza fondi per effettuare una revisione specifica delle esigenze formative. Di conseguenza, per le imprese RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: che inseriscono i propri dipendenti nella formazione linguistica a seconda del loro livello, i PLP permettono al docente di sviluppare un programma didattico che si riferisca ad uno o più PLP. Si noti che l’indagine ed i suoi risultati sono stati ottenuti analizzando la percezione dell’uso e la rilevanza delle PLC dal punto di vista del personale o dei lavoratori, e non da quello di manager della formazione o delle risorse umane di imprese campione. Consultando i primi per quanto riguarda la rilevanza delle PLC sulle attività svolte dai diversi profili si potrebbero evidenziare alcune discrepanze tra la percezione del personale e quella dei manager, ma si ritiene che tali differenze possano essere minime nella maggior parte dei casi. http://www.lilama.org/uploads/documents/IDECOLI%20Survey%20-%20SPAIN.pdf 68 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 20 TITOLO: Corsi di Lingua e Cultura Italiana per Stranieri PAESE D’ORIGINE: Italia CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: Università per Stranieri di Perugia REFERENTE: Patrizia Manili. Università per Stranieri di Perugia. E-mail: manili.patrizia@ virgilio.it SINTESI DEL PROGETTO: L’Università per Stranieri di Perugia, Facoltà di Lingua e Cultura Italiana offre Corsi di Lingua e Cultura Italiana per Stranieri. I corsi si riferiscono al Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (CEFRL) e si dividono in: Corsi per Principianti (A1/ A2); Corsi Intermedi (B1/B2); Corsi Avanzati (C1/ C1+C2). L’Università di Perugia ha adottato il CELI (Certificato di – conoscenza della – Lingua Italiana): CELI Principianti Assoluti (A1) – CELI 1 (A2) – CELI 2 (B1) – CELI 3 (B2) –C ELI 4 (C1) – CELI 5 (C2). Il CELI certifica la conoscenza generale dell’italiano ed attesta il livello di competenza e scorrevolezza della lingua dimostrata dallo studente e può essere utilizzato su criteri professionali e accademici. Nell’arco dell’anno sono state organizzate tre sessioni d’esame: in marzo, giugno e novembre. È necessario rispondere a diversi requisiti ed espletare diverse procedure d’ammissione ai diversi livelli, partendo da un semplice colloquio per essere ammessi al primo livello del corso per principianti (A1) fino ad arrivare ai criteri più stringenti in termini di competenze linguistiche e certificazioni per essere ammessi al secondo livello del corso avanzato. Il metodo e il materiale didattico sono spesso tratti dalla vita quotidiana: l’acquisto del biglietto del treno, il pagamento della bolletta della luce, la ricerca di offerte di lavoro su internet, ecc... L’obiettivo è quello di garantire agli stranieri le competenze linguistiche di base in italiano necessarie per la vita quotidiana. La grammatica è insegnata in maniera induttiva e spesso è insegnata in un secondo momento. La durata dei corsi e il numero di studenti in ogni classe (max 20 per classe) assicurano obiettivi formativi realistici e raggiungibili. Il materiale didattico adottato per tutti i vari corsi è selezionato direttamente dalla Facoltà di Lingua e Cultura Italiana. Per i corsi più avanzati si utilizzano dei libri di testo già in commercio. Per i livelli principianti ed intermedi è stato preparato del materiale didattico ad hoc. Si utilizzano spesso anche “materiali didattici” presi in prestito dalla vita quotidiana. biglietti del treno, bollette, offerte di lavoro, ecc. I docenti hanno molti anni di esperienza nell’insegnamento dell’italiano agli stranieri e partecipano spesso a corsi di aggiornamento organizzati dall’Università per Stranieri di Perugia - specifici per docenti qualificati e futuri docenti di italiano come seconda lingua (L2), sia italiani che stranieri. I tutor aiutano gli studenti stranieri a verificare se si presentassero esigenze particolare o difficoltà specifiche. I corsi richiedono una frequenza obbligatoria (il 70% del totale monte ore) e gli studenti ricevono informazioni chiare e complete su questo obbligo in quanto la certificazione è completamente finanziata dalla Regione Umbria (fondi pubblici). IMPATTO: • Il programma ha visto al partecipazione di 3000 dipendenti provenienti da 1600 imprese. Di questi, 2675 hanno partecipato direttamente alla didattica in classe e i restanti hanno partecipato • • alla componente didattica a distanza. La maggioranza degli studenti erano impiegati nelle PMI dell’Inghilterra orientale. Il 95% delle imprese partecipanti erano PMI, a 69 • rappresentaza di un ampio spettro di settori. Si sono valutate diverse aree di impatto come la conoscenza della cultura aziendale, il miglioramento delle competenze linguistiche, le performance sul lavoro, la tutela dell’occupazione, l’impatto sulle prospettive di carriera e la risposta • • all’erogazione dei corsi. Durante il periodo di svolgimento del programma, la partecipazione coinvogeva rappresentanti di diversi settori. Per quanto riguarda le dimensioni delle imprese, il 95% erano PMI e il 5% non erano PMI. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Il programma era innovativo per una serie di aspetti. Queste caratteristiche innovative possono essere trasferite ad altri programmi laddove il programma che le riceve lo permetta. -- L’utilizzo di personale interno per sviluppare materiale didattico basato sulle esigenze aziendali individuate dal personale addetto alle assunzioni dell’impresa ha permesso alle società di ricevere formazione linguistica su misura. -- L’uso di sistemi di video conferenza hanno permesso di raggiungere anche le PMI site in comunità rurali. -- L’assegnazione di una parte della formazione a multinazionali più grandi ha permesso di accedere alle loro catene del valore, fornendo quindi un migliore approccio settoriale. -- Una combinazione di insegnamento a distanzia RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: via internet e formazione in azienda una volta al mese per quelle società con un numero maggiore di dipendenti partecipanti dalla formazione stessa, ha portato ad un impatto più diffuso del programma. -- La combinazione dipendenti-studenti in classe ha apportato una serie di vantaggi ad entrambi i tipi di discenti. Anche se ci si aspettava che i discenti rinforzassero la propria formazione in aula con l’insegnamento a distanza o altre forme di studio indipendente, in realtà questo non si poteva dare per scontato e il materiale per l’aula doveva includere un elemento di riesame e revisione. A metà della durata del programma, sono stati resi disponibili online risorse in tedesco e spagnolo come materiale didattico a distanza. http://www.lilama.org/uploads/documents/Italian%20for%20foreigners%20-%20ITALY.pdf 70 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 21 TITOLO: Language& Culture for Business (LCB) PAESE D’ORIGINE: Regno Unito CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: UniversityofBedfordshire (ex UniversityofLuton) REFERENTE: David Owen. RLN-East, Regional Language Network East. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: Il programma LCB (Language& Culture for Business Programme) è consistito in una serie di progetti svoltisi fra il 1998 e il 2009, incentrati sulla formazione linguistica per le PMI. Il progetto è stato gestito dallaUniversityofBedfordshire (ex UniversityofLuton) in partenariato con altri istituti di formazione professionale e istruzione superiore e si è avvalso di una serie di finanziamenti, fra cui Fondo Sociale Europeo (ESF), HigherEducationFundingCouncilfor England (HEFCE) e il programma Leonardo. L’attuazione del programma è stata effettuata secondo diversi approcci, nella maggior parte dei casi tramite la costituzione di un consorzio di università e istituti d’istruzione superiore. Nel corso di un biennio, verso la metà del programma, il progetto ha acquisito portata nazionale ed è stato applicato in altre 4 regioni dell’Inghilterra. In un caso, la formazione è stata erogata tramite videoconferenze presso 3 centri di risorse didattiche. In media l’avanzamento si è basato sulla serie di esami RSA dell’OCR Oxford Cambridge tramite le griglie del CBLC Certificate in Business LanguageCompetence e il passaggio da un livello a quello successivo ha richiesto una formazione di 192 ore, suddivisa in due moduli di 24 settimane per 4 ore settimanali di corso. Il programma ha messo a punto il proprio materiale didattico per i corsi di lingua aziendali basandosi sulle esigenze individuate presso le PMI partecipanti e sulle lingue insegnate: francese, tedesco, spagnolo, italiano e cinese. E’ stato approntato un mix di materiali d’aula, di apprendimento a distanza, video e online. LCB è stato uno dei principali programmi di formazione europei per le PMI dotato di finanziamenti pubblici. Nel suo periodo di maggiore attività ha dato lavoro a più di 40 persone. Ha ricevuto per ben 3 volte il riconoscimento UKTI per il contributo alla comunicazione internazionale per le imprese. Il programma è consistito in una serie di progetti attuati fra il 1998 e il 2009, la maggior parte dei quali ha avuto una durata di 12-24 mesi. Tutti i progetti sono stati sottoposti a protocolli di gara da parte degli enti amministratori dei finanziamenti, in particolare EEDA, GO-East, LSC e la Commissione Europea. Nelle sue fasi finali il programma si è concentrato sull’erogazione di una formazione linguistica alle imprese e agli studenti che avevano intrapreso una formazione congiunta presso due sedi del Bedfordshire (Luton e Bedford). Sono stati utilizzati diversi metodi di valutazione. Durante le prime fasi del programma la valutazione veniva messa a punto ed effettuata dai tutor del progetto. Nel 2002 sono state adottate le qualifiche OCR CBLC: oltre a fornire un benchmark esterno, ciò ha garantito un maggiore impegno dei discenti (in quanto i costi degli esami erano a loro carico). Nel 2004 l’università ha messo a punto un proprio CBLC interno accreditato. 71 IMPATTO: • • • Il programma ha formato 3.000 lavoratori occupati presso 1.600 aziende, 2.675 dei quali hanno seguito lezioni frontali d’aula, mentre il resto si è avvalso della componente di apprendimento a distanza. La maggioranza dei discenti era occupata presso PMI nell’est dell’Inghilterra. 95% delle imprese partecipanti era costituito da PMI in rappresentanza di un ampio ventaglio di settori. Le aree di impatto sottoposte a valutazione comprendevano: consapevolezza della cultura • • aziendale, miglioramento delle competenze linguistiche, prestazioni sul lavoro, tutela dell’impiego, impatto sulle prospettive di carriera e risposta all’offerta dei corsi. Nel corso della durata complessiva del programma sono stati presi in considerazione diversi settori. In termini di dimensioni delle imprese, il 95% era costituito da PMI e il 5% da imprese di altro tipo. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Il programma è stato innovativo sotto molti punti di vista. Tali caratteristiche innovative possono essere trasferite ad altri programmi, laddove il programma ‘importatore’ lo consenta. -- L’impiego di personale interno per la messa a punto dei materiali didattici basati sulle esigenze delle imprese individuate da personale interno addetto al reclutamento delle imprese ha garantito che queste ultime ricevessero una formazione linguistica su misura. -- L’utilizzo di sistemi di videoconferenza ha consentito di raggiungere le PMI situate nelle comunità rurali. -- L’attribuzione di una parte dell’offerta formativa alle grandi imprese multinazionali ha consentito di accedere alle loro catene del valore, per un migliore approccio al settore. -- Un mix di apprendimento a distanza via internet e formazione mensile in azienda per le imprese con RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: un numero elevato di fruitori fra il personale ha garantito un impatto diffuso del programma. -- La partecipazione congiunta degli studenti e delle imprese alle lezioni in aula ha comportato un insieme di vantaggi per entrambi. Sebbene ci si aspettasse che i discenti consolidassero la formazione d’aula con l’apprendimento a distanza o tramite altre forme di autoapprendimento, non era tuttavia possibile presumerlo, e si è pertanto dovuto includere nel materiale didattico d’aula anche un elemento di feedback e revisione. Verso la metà del programma sono state rese disponibili online delle risorse in tedesco e spagnolo per l’apprendimento a distanza. http://www.lilama.org/uploads/documents/LCB%20-%20ROYAUME-UNI.pdf 72 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 22 TITOLO: Language& Culture for International Trade (LCIT) PAESE D’ORIGINE: Regno Unito CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: ACER, AssociationofCollegesof the EasternRegion REFERENTE: Keith Middleton. ACER. E-mail: [email protected] (David Owen, RLN-East) SINTESI DEL PROGETTO: Il programma Language& Culture for International Trade (LCIT) è stato un progetto pilota per la sperimentazione di nuove e innovative soluzioni per la diffusione del programma e la compilazione di una serie di raccomandazioni in termini di soluzioni migliori. Il programma ha operato in un contesto in cui le aziende si attendevano a un certo livello di sostegno finanziario da parte del governo, e dove il governo ha dimostrato la volontà di sostenere le piccole e medie imprese tramite l’assegnazione di finanziamenti sino al 50% dei costi di formazione. Il programma è stato realizzato attorno a due componenti – promozione culturale e linguistica presso le aziende locali ed erogazione dei corsi di formazione. Le specifiche del programma sono state messe a punto dall’ RLN-East in partenariato con l’offerta TraintoGain dell’East of England Learning&SkillsCouncil (LSC). L’erogazione è avvenuta a cura dell’ACER. Obiettivo della seconda componente era di formare sino a 160 individui provenienti da 80 imprese. singoli corsi in risposta alle necessità specifiche delle imprese nei tempi prestabiliti e di identificare il vocabolario e le strutture pertinenti al settore in cui l’azienda opera. Il personale ha avuto la possibilità di scegliere i tempi e i luoghi della formazione. Gli orari sono stati predisposti in modo da adeguarsi ai ritmi di lavoro dei discenti, per cui si sono avuti corsi ad ogni ora del giorno, in orario serale e persino nel fine settimana. Il finanziamento offerto (sino al 50% del costo orario della formazione per un massimo di £30 all’ora) è stato sufficiente ad incentivare le aziende verso l’impegno nella formazione linguistica. Il processo di riferimento ha funzionato correttamente e la banca dati dell’ RLN-Easti.hub si è rivelata efficace nel registrare le indicazioni alle imprese. Lo strumento di diagnosi ha ugualmente dimostrato di essere in grado di individuare le esigenze delle imprese. Il finanziamento è stato reso disponibile tramite il Learning and SkillsCouncil (LSC). A tutti i potenziali fornitori della formazione è stato richiesto di ideare IMPATTO: Il progetto ha significativamente superato tutti i principali obiettivi, come ad esempio: • 226 discenti, equivalente al 41% in più rispetto ai 160 previsti. • 108 aziende partecipanti, 54% in più delle 70 previste. • 39 corsi erogati, 15% in più dei 36 previsti. • 12 lingue offerte. In totale si è fatto ricorso a 11 fornitori per l’erogazione di 39 corsi. L’obiettivo del progetto non era di fornire ampie quote di finanziamenti ai fornitori della formazione, che non avevano accesso diretto ai fondi, poiché nelle sue intenzioni esso doveva essere orientato al cliente piuttosto che gestito dal fornitore. Nel corso del progetto è emersa l’esistenza di una significativa domanda di formazione in un’ampia selezione di lingue da parte delle imprese ed è stato dimostrato che, se tale formazione viene offerta in modalità flessibili che vadano incontro alle esigenze dell’impresa e degli individui, le imprese 73 sono disposte a contribuire al costo della formazione. Il progetto ha rivelato un gran numero di fornitori di formazione linguistica che, a giudicare dalla loro capacità di rispondere in maniera rapida, flessibile e con un buon rapporto qualità prezzo, oltre che dalla entusiastica soddisfazione delle imprese fruitrici della formazione, costituiscono una risorsa da utilizzare nei programmi futuri di formazione linguistica. Ancora più significativamente, il progetto ha fornito diversi modelli di supporto ed erogazione per la verifica dei livelli di pubblico intervento da applicare e delle modalità con cui andare incontro alle diverse esigenze di formazione linguistica da parte di un più elevato numero di imprese sparse sul territorio. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: -- -- -- -- In caso di finanziamento continuo per la formazione linguistica devono essere previste modalità di coinvolgimento delle scuole di lingue e delle organizzazioni di docenti in qualità di fornitori. Se i principali fornitori intendono rimanere sul mercato per soddisfare questa domanda dovranno sviluppare i propri contatti con singoli individui in grado di fornire insegnamento in queste lingue. L’attività del progetto dovrà continuare a sostenere i gruppi poco numerosi, che per loro natura si prestano all’erogazione di una formazione su misura in risposta a esigenze specifiche (in particolare lessicali) delle imprese partecipanti. Sarà inoltre necessario provvedere collegamenti a materiali specifici del settore sviluppati da progetti esterni. I progetti dovranno cercare di individuare in modo particolareggiato le esigenze dei fornitori nel caso di erogazione in fase iniziale;ciò dovrebbe anche RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: -- -- fornire un indicazione del livello di disponibilità/ interesse da parte dell’impresa per consentire di stabilire una lista di priorità. Un addestramento propedeutico iniziale, riguardante l’approccio, le procedure e le modalità di report, rivolto ai potenziali fornitori di formazione linguistica consentirà loro di partecipare sin dalle prime fasi stringendo accordi con le aziende. I progetti devono prevedere la partecipazione delle imprese ai costi di formazione. Oltre a definire una percentuale di finanziamento variabile in relazione alle dimensioni del gruppo, si dovrà prendere in considerazione una variazione della percentuale di finanziamento in relazione alle dimensioni dell’impresa. http://www.lilama.org/uploads/documents/LCIT%20-%20ROYAUME-UNI.pdf 74 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 23 TITOLO: Language Audit Tools for Europe PAESE D’ORIGINE: Europa CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: Helsinki Polytechnic (Finlandia) REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@ cfnavarra.es SINTESI DEL PROGETTO: LanguageAuditToolsforEurope (LATE) è un progetto Leonardo da Vinci cofinanziato dal Programma di Apprendimento Permanente della UE, e portato avanti da una partnership fra 16 diversi organizzazioni di 7 paesi, con i seguenti obiettivi: -- Sviluppo di strumenti diagnostici per la verifica linguistica, in modo da consentire alle aziende, soprattutto PMI e amministrazione pubblica, di individuare le proprie esigenze di comunicazione e pianificare i corsi di formazione linguistica per i propri dipendenti; -- Sviluppo di materiali per la didattica dell’inglese come seconda lingua, sulla base delle verifiche condotte nell’ambito del progetto. Tale materiale si rivolge all’amministrazione pubblica e in particolare alle istituzioni di governo locali, ma anche alle PMI che stanno espandendo la loro attività commerciale a livello internazionale o sono interessate ad intraprendere tali azioni. La verifica linguistica offre una metodologia di analisi sistematica da parte dei dirigenti, dei funzionari addetti alla formazione o degli esperti di lingua, delle esigenze di comunicazione in lingua straniera delle organizzazioni (di grandi o piccole dimensioni, nel settore privato e in quello pubblico). Consente a queste ultime di identificare i punti di forza della competenza linguistica del personale e le eventuali debolezze nell’intero sistema organizzativo per quanto riguarda la comunicazione strategica con i mercati esteri. LATE ha dato origine a 2 principali prodotti: -- “Handbook on Language Auditing”, (Manuale della -- verifica linguistica, ndt) che offre indicazioni sullo svolgimento della verifica linguistica e consente la creazione di corsi o workshop. Il manuale è stato testato con l’erogazione di 4 corsi di formazione pilota rivolti agli esaminatori di lingue tenutisi in Ungheria, Grecia, Bulgaria e Polonia. “European English: Texts and Exercises” (European English: Testi ed Esercizi, ndt) un libro di testo contenente una serie di testi sulla UE accompagnati da esercizi, rivolto a coloro che desiderano comprendere meglio il tipo di inglese formale utilizzato per la redazione di documenti e la discussione di tematiche di livello europeo. Il volume è corredato da un CD e da un’appendice testuale e può essere utilizzato come materiale supplementare per il lavoro a casa o l’autoapprendimento. Il progetto LATE ha inoltre ispirato l’istituzione, nel 2004, della EuropeanAssociationof Professional LanguageAuditors (EAPLA), che si prefigge i seguenti obiettivi: -- Intraprendere e divulgare ricerche sulle consulenze linguistiche, compresa la verifica linguistica. -- Offrire consulenza sulla formulazione delle politiche e lo sviluppo delle buone pratiche. -- Accreditare organizzazioni e singoli individui operanti nell’ambito della consulenza linguistica, compresa la verifica linguistica. -- Riunire gli attori della consulenza linguistica in Europa e altrove e promuovere lo scambio fra esperti di diverse discipline. 75 EAPLA ha istituito uno schema di accreditamento per: -- Definire standard di qualità per la verifica linguistica. -- Fornire a tutte le associazioni e ai singoli individui interessati all’apprendimento delle lingue straniere una scelta fra istituzioni impegnate nell’offrire eccellenza professionale. -- Promuovere l’aspirazione ai più elevati livelli di qualità e di efficienza da parte degli enti di verifica linguistica e degli istituti di insegnamento. -- Promuovere a livello mondiale una conoscenza diffusa degli enti accreditati per la verifica linguistica. Lo status di membro accreditato comporta una serie di vantaggi per l’ente che lo consegue: -- Gli enti accreditati sono riconosciuti come istituzioni affidabili i cui servizi soddisfano gli standard più elevati a livello internazionale. -- I membri possono far parte di una comunità premium di fornitori di servizi linguistici che meritano il riconoscimento dei risultati raggiunti. -- Offre credibilità e un’immagine positiva e competente nei confronti delle altre organizzazioni attive nel settore linguistico. Per quanto riguarda le opportunità di networking o mobilità, i language auditor effettuano un’indagine sulle esigenze linguistiche di una particolare organizzazione, producendo una relazione in cui sono delineate le azioni che l’organizzazione potrebbe intraprendere per accrescere la competenza linguistica del proprio personale, migliorando così i contatti con gli attori interessati all’estero. IMPATTO: • • Istituzione nel 2004 della EuropeanAssociationof Professional LanguageAuditors (EAPLA). Corsi sulla verifica linguistica tenuti nel 2002 e 2003 in Ungheria, Grecia, Bulgaria, e Polonia. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: La formazione in Language Auditing come definita dal LATE e dal suo prodotto, EAPLA, non ha caratteristiche specifiche tali da vincolarla a un determinato paese o lingua, e risulta pertanto trasferibile. Per effettuare il trasferimento si consiglia di istituire un gruppo di lavoro multi-culturale che riunisca le aziende e le loro organizzazioni di rappresentanza, insieme con le organizzazioni della formazione. Non risultano casi di trasferimento, a parte i laboratori tenutisi nel 2002 e 2003 in Ungheria, Grecia, Bulgaria e Polonia, ma la formazione ha un’ evidente valore di trasferibilità, se rielaborata per riflettere le nuove piattaforme didattiche, in particolare quelle online. EAPLA è aperta a nuovi membri, istituzioni totalmente o parzialmente impegnate negli obiettivi perseguiti RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: dall’associazione, o che assistano in vario modo tali attività. Qualunque organizzazione intenzionata a ottenere l’EAPLA Corporate Accreditation dovrà dapprima farne richiesta presso l’ufficio dell’EAPLA. I candidati riceveranno il formulario dell’EAPLA Corporate Accreditation e dovranno riempirlo e rispedirlo all’EAPLA insieme alla documentazione richiesta. Se il materiale inviato soddisfa i requisiti di EAPLA, l’organizzazione candidata sarà accreditata per un periodo di cinque anni, ulteriormente prolungabile. http://www.lilama.org/uploads/documents/Language%20Audits%20Tools%20for%20 Europe%20-%20Europe.pdf 76 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 24 TITOLO: Corsi di lingue per operatori del commercio al dettaglio PAESE D’ORIGINE: Italia CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: CESCOT-Confesercenti Reggio Emilia REFERENTE: Sara Vecchi. Confesercenti. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: Il programma mira ad accrescere la qualità del servizio al cliente offerto dalle PMI del commercio/turismo/ servizi della provincia di Reggio Emilia ai propri clienti esteri. Gli obiettivi del programma si collocano a cavallo di due politiche europee, dal momento che esso: -- Promuove l’apprendimento permanente e la mobilità dei discenti; -- Mira a garantire la dotazione delle competenze e delle qualifiche necessarie per il mercato del lavoro. Il progetto si rivolge principalmente ai gruppi di operatori del commercio al dettaglio, del turismo e delle aziende di servizi della provincia di Reggio Emilia (città dell’Emilia-Romagna). Il programma ha erogato una formazione linguistica in inglese e spagnolo a una media di 80 persone all’anno. I corsi si prefiggono il raggiungimento del livello di competenza corrispondente al livello B1 delCEFRL. Ciò implica l’erogazione di corsi rivolti a potenziali gruppi di: -- Principianti assoluti (per consentire il raggiungimento del livello A1); -- Discenti a livello elementare (per consentire il passaggio dal livello A1-A2 al livello B1) La durata media di ciascun intervento formativo è di 36 ore in modalità frontale. Le procedure di controllo qualità del programma sono assai semplici e consistono in un questionario di soddisfazione somministrato al fruitore alla fine del corso. Il programma viene effettuato grazie al finanziamento concesso dall’ EBTER (Ente Bilaterale Territoriale dell’Emilia-Romagna), un fondo comune costituito da rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali – CGIL, CISL e UIL – e da CONFESERCENTI nella sua capacità di associazione di categoria per i settori del commercio, turismo e servizi. IMPATTO: • 80 persone formate annualmente. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Il programma è completamente trasferibile poiché non comporta vincoli legati a quadri normativi e di qualifiche regionali e/o nazionali e/o europee. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/Language%20Courses%20for%20Retail%20 Trade%20Businesses%20Salariés%20-%20Italie.pdf 77 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 25 TITOLO: Formazione e sostegno linguistico ai detenuti e al personale carcerario dell’Inghilterra orientale PAESE D’ORIGINE: Regno Unito CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: NOMS e RLN-East REFERENTE: David Owen. RLN-East, RegionalLanguage Network East. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: Il programma è prevalentemente centrato sulla strategia e sull’offerta dell’ ESOL (English forSpeakersofOtherLanguages) distribuito in Inghilterra. La sua inclusione in qualità di buona pratica si deve tuttavia a un insieme di offerta ESOL e di sostegno linguistico e culturale incentrato sullo sviluppo di risorse formative in lingua straniera rivolte al settore carcerario, specifico dell’Inghilterra orientale.Qui è presente una grandissima varietà linguistica e una grande diversità di livelli di competenza in lingua inglese fra i detenuti che si collocano per la maggior parte ai livelli elementari (dal pre-Entry all’ Entry 2). Scopo principale dell’offerta ESOL è quello di fornire ai discenti il livello d’inglese necessario all’efficacia operativa in ambiente carcerario, compreso l’ottenimento di un posto di lavoro, sia all’interno del carcere, sia successivamente al rilascio. Questa misura a sua volta consente di ridurre il numero di recidivi. Ogni istituto eroga in media 1-2 corsi con orario mattutino o pomeridiano, per gruppi composti da 6 a 12detenuti (in genere 9). Un’ulteriore risorsa sviluppata nel corso del 2010 è l’archivio online di materiali ESOL disponibile presso www.rln-east.com/lace/resources. Il materiale per la maggior parte sviluppato grazie a finanziamenti da parte della UE o del Regno Unito è suddiviso in 4 categorie ed era stato concepito in origine per i lavoratori migranti occupati nel Regno Unito nel quadro del programma UK Skillsfor Life programme in seguito a un progetto commissionato da LSIS nel Marzo 2008. Il NOMS (Servizio Nazionale Britannico di Gestione degli Istituti Carcerari) e le singole istituzioni carcerarie offrono anche una gamma di materiale scrittok (delle specie di pacchetti di accoglienza) in diverse lingue. Il programma ha elaborato un Campus virtuale progettato per l’autoapprendimento dei detenuti, i quali hanno accesso ad appositi PC sicuri entro il perimetro carcerario. Il contenuto del campus virtuale comprende materiali del corso (compreso l’inglese), risorse didattiche e una funzione per la redazione delle domande d’impiego. IMPATTO: La formazione ESOL viene erogata nell’ambito di OLASS, the OffendingLearning and Skillsprogramme, e include i seguenti elementi: • Elaborazione di un programma didattico rapportato al settore carcerario, basato sul curriculum ESOL per discenti adulti ma che utilizzi lessico, tematiche, funzioni e una grammatica relativi all’ambiente del carcere, in modo da favorire l’integrazione, compreso l’accesso ai 78 • • servizi carcerari, alle aree di lavoro e agli altri corsi forniti. Fornitura di un ulteriore sostegno linguistico per consentire ai discenti ESOL di avere accesso alla formazione professionale tramite l’apprendimento integrato. Uso di attrezzature per l’interpretazione telefonica, traduzione di opuscoli introduttivi alla vita nell’ambiente carcerario, sviluppo di materiale digitale o information pods per la formazione iniziale. Oltre a ciò, nell’Inghilterra orientale, il sostegno linguistico e culturale ai detenuti rientra nell’attività di assistenza tecnica del Fondo Sociale Europeo per il periodo 2009-12 del RLN East per il NOMS con i seguenti risultati: • Sviluppo di un portale di materiali per la didattica dell’inglese, alcuni rivolti a scopi specifici, per fungere da materiale di sostegno agli attori incaricati di erogare la formazione linguistica. • Elaborazione di una serie di frasari per l’ambiente carcerario (chiamati comunemente ‘bluebooks’) nelle lingue dei gruppi di detenuti stranieri che maggiormente manifestano difficoltà comunicative. • Offerta di informazione e formazione culturale relativa ai gruppi prioritari di detenuti stranieri rivolta al personale carcerario. Molti dei discenti ESOL hanno notevolmente migliorato le proprie competenze comunicative, in particolare per quanto riguarda la comunicazione orale e sono riusciti a integrarsi in maniera più efficace nella comunità carceraria. I detenuti che hanno utilizzato materiale ESOL specifico per questo settore hanno avuto un accesso più facile ai lavori interni, come il servizio mensa, dove è richiesta una conoscenza di base del lessico relativo all’igiene e alla sicurezza. Il feedback ricevuto sia dal personale di custodia, sia dai detenuti riguardo ai ‘bluebooks’ utilizzati a supporto dell’offerta ESOL è stato molto positivo. Gli opuscoli hanno alleviato lo stress del personale di custodia agevolando la comunicazione e hanno consentito ad alcuni detenuti con scarse competenze linguistiche in lingua inglese di sentirsi meno isolati. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: --- -- Creare un insieme di sostegno linguistico per i detenuti e sostegno linguistico in lingua straniera per il personale carcerario e i fornitori. Sviluppare gli interventi linguistici attraverso una vasta gamma di bisogni, dalla formazione linguistica e sensibilizzazione culturale alla traduzione e all’interpretazione. Adattare i ‘bluebooks’ al regime e alla -- composizione della popolazione carceraria delle diverse istituzioni destinatarie del programma. Sviluppare materiali didattici specifici per le professioni del contesto carcerario. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/Language%20Training%20on%20East%20of%20 England%20Prisons%20-%20UK.pdf 79 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 26 TITOLO: Corsi di lingue per insegnanti delle scuole primarie della Regione Basilicata PAESE D’ORIGINE: Italia CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: Ministero dell’Istruzione italiano REFERENTE: Marco Albanese. Regione Basilicata. E-mail:marco.albanese@regione. basilicata.it SINTESI DEL PROGETTO: L’insegnamento delle lingue, e in particolare dell’inglese, a livello di scuola primaria è una professione relativamente nuova in Italia. Le prime sperimentazioni in questo ambito datano dall’anno scolastico 1975/1976 (progetto ILSSE “Insegnamento delle lingue straniere nella scuola elementare”). Dal punto di vista scientifico, gli insegnanti italiani sono stati i primi ad applicare le indicazioni del ThresholdLevel, pubblicate dal Consiglio d’Europa verso la metà degli anni 70’. Il programma “Corsi di lingue per gli insegnanti della scuola elementare” è stato avviato dal Ministero dell’Istruzione nel 2005, con una circolare ufficiale (1446/05) contenente gli orientamenti per l’implementazione di un vasto programma di formazione per l’accrescimento delle competenze comunicative e metodologico-didattiche degli insegnanti di scuola elementare sprovvisti delle competenze e dei requisiti necessari per l’insegnamento dell’inglese. Il quadro scientifico è stato delineato dall’ Università di Bergamo, mentre il supporto alle varie fasi del progetto in generale è stato fornito dall’ex- INDIRE, ora “Agenzia Nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica”. Il progetto formativo si basa su criteri e principi espressi nel documento del “Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue” (CEFRL) usato per inquadrare i test di livello preliminari somministrati ai docenti partecipanti. I corsi sono stati organizzati su tutto il territorio italiano e gestiti a livello regionale dai singoli “Uffici scolastici regionali” per quanto riguarda iscrizioni, test, reclutamento dei formatori, corsi, questioni amministrative, certificati e attività di monitoraggio. Dopo una fase pilota tenutasi nell’anno scolastico 2004-2005, il programma si è svolto per altri tre anni (2006-2009) per un totale complessivo di 380 ore per 80 ciascun corso in modo da raggiungere il livello CEFRL - B1 in: scritto, orale, consapevolezza linguistica, cultura e civiltà, iniziando dal livello “0” (principiante assoluto). Il test finale è stato organizzato in cooperazione con l’”Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari” (AICLU). Ciascun ufficio scolastico regionale ha concluso una serie di accordi con l’università più vicina per la gestione di tutte le relative procedure. Al termine della formazione linguistica è iniziata la formazione didattico-metodologica, sviluppata nell’arco di 40 ore suddivise in due fasi tra loro integrate: 20 ore di lezione frontale e 20 ore di attività online. In entrambe le fasi (linguistica e metodologica) gli insegnanti e i formatori hanno ricevuto il sostegno di una piattaforma di e-learning dedicata gestita da INDIRE. Lo strumento è stato implementato per l’erogazione del corso (frequenza, orari), per l’apprendimento cooperativo (forum, chat), per servire da archivio dei materiali da utilizzarsi durante le lezioni d’aula e per l’autoapprendimento nei laboratori sincroni online per il perfezionamento delle lingue. Il programma è stato dotato di un’azione costante di monitoraggio (a cura dei singoli uffici scolastici regionali) in modo da verificare l’efficacia del sistema nel suo insieme e quella delle azioni formative intraprese, tramite l’uso di questionari online somministrati a tutti gli attori coinvolti nel programma all’inizio, a metà, e alla fine del corso. Durante il progetto, e grazie alla gran mole di dati raccolti, è stata pubblicata una relazione per definire il profilo professionale dell’insegnante di lingua inglese nella scuola elementare italiana, da utilizzarsi come riferimento per le future attività di formazione e anche per individuare le necessarie competenze per il reclutamento degli insegnanti. IMPATTO: • • • • Accrescimento delle competenze didattiche e metodologiche degli insegnanti di scuola elementare sprovvisti delle competenze e dei requisiti per l’insegnamento dell’inglese. Implementazione di un programma per il perfezionamento delle competenze linguistiche nel settore lavorativo. Coinvolgimento di 5 diverse entità 4 corsi incentrati sulla formazione linguistica in inglese (ciascuno di 380 ore d’insegnamento) e rivolti agli insegnanti di scuola elementare per l’acquisizione di competenze linguistiche in • • inglese. 4 corsi incentrati sull’orientamento metodologico nel quadro della didattica dell’inglese (ciascuno di 40 ore) rivolti agli insegnanti di scuola elementare per l’acquisizione delle competenze didattiche per l’insegnamento dell’inglese. Introduzione di una piattaforma di e-learning utilizzata per lo sviluppo di iniziative di cooperative learning ,come archivio dei materiali e come laboratorio di perfezionamento linguistico. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Il programma di “Corsi di lingue per gli insegnanti della scuola elementare” è stato caratterizzato da due tipi di formazione: quella iniziale (in quanto rivolta ai docenti di scuola elementare che non erano insegnanti d’inglese) e quella di tirocinio (in quanto rivolta ai docenti della scuola elementare che già insegnavano altre materie). Inoltre, l’elaborazione di un profilo professionale completo e aggiornato (dal punto di vista linguistico e da quello metodologico) per i docenti d’inglese nella scuola elementare è un punto di partenza fondamentale per l’elaborazione futura di analoghi programmi e azioni di formazione. Pertanto, si può ritenere che il programma sia da considerarsi come un esempio di buona prassi nella formulazione di un sistema di apprendimento permanente per gli insegnanti. Esso è altresì un esempio di azione di sviluppo di capacità riguardante la formazione linguistica al servizio di esigenze e obiettivi professionali. L’unico problema al riguardo potrebbe essere la decisione politica da parte delle autorità di governo sull’eventualità di predisporre incentivi alla promozione dei programmi rivolti ai docenti. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/Language%20Training%20on%20East%20of%20 England%20Prisons%20-%20UK.pdf 81 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 27 TITOLO: Corsi di lingue per insegnanti delle scuole primarie, Università di Modena e Reggio Emilia PAESE D’ORIGINE: Italia CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: Università di Modena e Reggio Emilia REFERENTE: Dr Glenn Alessi, Università di Modena e Reggio Emilia. E-mail: glenn. [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: Il programma mira a presentare la teoria e la pratica della didattica delle lingue nelle scuole elementari e a formare insegnanti di scuola elementare all’insegnamento dell’EFL [inglese come seconda lingua]. Gli obiettivi del programma possono collocarsi a cavallo di due politiche UE: -- Miglioramento della qualità e dell’efficienza dell’offerta e dei risultati. -- Offerta delle competenze e delle qualifiche necessarie per il mondo del lavoro (rappresentato in questo caso dalle scuole per l’infanzia e le scuole elementari pubbliche e private). media fra gli 80 e i 110 studenti all’anno. Il programma si prefigge di raggiungere il livello di competenza B1 del CEFRL e A2 è il livello minimo d’accesso. La durata media di ciascuna formazione è di 120 ore (60 di laboratorio linguistico + 60 ore di teoria). Le procedure di verifica della qualità del programma sono molto semplici e consistono nella somministrazione agli studenti di un questionario anonimo di valutazione online. Il programma è attuato nel quadro dell’Istruzione nazionale e pertanto non ha problemi di sostenibilità. Principali destinatari del programma sono gli allievi insegnanti iscritti alla Facoltà di scienze della formazione primaria dell’Università di Reggio Emilia e Modena. Il programma prevede la formazione di una IMPATTO: • • 80-110 allievi formati annualmente. Corso misto di 120 ore: 60 ore di laboratorio linguistico + 60 ore di teoria RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Nella sua concezione il programma è totalmente trasferibile ad altri contesti linguistici nel quadro della RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: didattica delle lingue nelle scuole elementari. http://www.lilama.org/uploads/documents/Language%20training%20teachers%20modena%20 -%20ITALY.pdf 82 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 28 TITOLO: Formazione linguistica per i dipendenti del Comune di Bologna PAESE D’ORIGINE: Italia CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: Comune di Bologna REFERENTE: Rosanna Vallarelli. Comune di Bologna. E-mail: rosanna.vallarelli@ comune.bologna.it SINTESI DEL PROGETTO: Il programma si propone di creare/accrescere le competenze linguistiche dei dipendenti del Comune di Bologna. I suoi obiettivi possono essere posizionati attraverso tre politiche UE dato che: -- Promuove l’apprendimento permanente e la mobilità dei discenti – sebbene non sia questo il principale obiettivo del programma. -- È orientato al miglioramento della qualità e dell’efficienza dell’offerta e dei risultati dell’organizzazione promotrice (il Comune di Bologna). -- Mira a garantire l’offerta delle competenze e qualifiche necessarie per il mondo del lavoro. I principali destinatari del programma sono i dipendenti del Comune di Bologna con compiti di front-office e altri compiti che implichino il contatto con utenza internazionale. Il programma prevede la formazione linguistica di un numero medio di 60 persone l’anno con un target potenziale di 456 persone. Il programma punta a raggiungere livelli di competenza sino al C2 del CEFRL. Ciò comporta l’offerta di corsi rivolti a gruppi di: -- Principianti assoluti (per consentire il raggiungimento del livello A1) -- Allievi di livello elementare (per consentire il passaggio dal livello A1-A2 al livello B1) -- Allievi di livello intermedio-base (per consentire il passaggio dal livello B1 al livello B2) -- Allievi di livello intermedio-avanzato(per consentire il passaggio dal livello B2 al livello C1) -- Allievi di livello avanzato (per il consolidamento e l’aggiornamento delle competenze di livello C1 -- e C2) La durata media di ogni corso è di 40 ore in modalità frontale. Le procedure di controllo qualità del programma sono molto semplici e consistono in un questionario di soddisfazione e in una valutazione delle competenze raggiunte alla fine del corso. Il programma viene effettuato grazie agli stanziamenti del Comune di Bologna per la formazione del personale e non si avvale di alcun finanziamento pubblico a livello regionale o nazionale. La sua sostenibilità è pertanto in funzione della disponibilità annua di risorse per il settore del personale. IMPATTO: • • 60 persone formate ogni anno su un totale di 456 potenziali richieste di formazione. Corsi di formazione di 40 ore in modalità frontale incentrati sulle esigenze linguistiche di attività che comportano un contatto con utenza internazionale. 83 RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Il programma nella sua concezione è totalmente trasferibile dal momento che non comporta vincoli legati a quadri normativi e di qualifiche regionali e/o nazionali e/o europee. L’unico aspetto in cui il programma potrebbe prestarsi a miglioramenti dal punto di vista della trasferibilità riguarda l’adesione ai parametri delCEFRL – l’attuale ente fornitore, il CILTA, applica infatti i livelli applicati RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: anche dall’ Università di Bologna, i quali non sono del tutto allineati al CEFRL. http://www.lilama.org/uploads/documents/Bologne%20-%20Italie.pdf 84 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 29 TITOLO: LINGUA EMPRESA Metodi e Strumenti per un approccio innovativo e basato sulle competenze per l’apprendimento linguistico in azienda o per scopi professionali PAESE D’ORIGINE: Spagna CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Servicio Navarro de Empleo – Servizio per l’Impiego della Navarra REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@ cfnavarra.es SINTESI DEL PROGETTO: Il programma LINGUA EMPRESA è una politica didattica a lungo termine del governo della Navarra, e si colloca tra il settore delle politiche di formazione attiva portate avanti dal Servizio per l’Impiego della Navarra, che a sua volta mira a promuovere un nuovo modello di formazione nel settore della didattica delle lingue per scopi professionali. L’approccio LINGUA EMPRESA si basa sul concetto delle Competenze Linguistiche Professionali (PLC Professional LinguisticCompetences) negli ambienti lavorativi e propone tale elemento come concetto di base su cui strutturare e realizzare tutto il processo di formazione linguistica con scopi professionali (Vedi la Buona Pratica del ‘Metodo IDECOLI’). Il metodo LINGUA EMPRESA intende fornire un quadro teorico e strumenti pratici per tutte le fasi individuate per il processo di formazione linguistica dal punto di vista aziendale: -- Fase 1: Progettazione di una strategia linguistica basata sulla strategia aziendale della società. -- Fase 2: Diagnosi delle esigenze di formazione linguistica dei lavoratori in linea con la strategia aziendale. -- Fase 3: Progettazione del piano di formazione linguistica basato sui risultati ottenuti dalle due fasi precedenti. -- Fase 4: Sviluppo e monitoraggio dei programmi didattici basati sul piano di formazione linguistica. -- Fase 5: Autovalutazione delle competenze dei lavoratori che partecipano al piano di formazione e ritorno sugli investimenti fatti dall’azienda. Ognuna di queste fasi, come il concetto iniziale di PLC, è sostenuta da un corpus di ricerche a tavolino sulla didattica per attività, dall’applicazione pratica del CEFRL, dalla valutazione delle esigenze delle richieste linguistiche e dalle esigenze didattico-formative. Inoltre, il programma ha anche progettato e realizzato degli strumenti online flessibili e facili da utilizzare che permettono l’implementazione pratica del metodo da parte delle imprese, dei docenti e degli studenti, insieme alla formulazione di risultati standardizzati. -- GESTOR FORLINGÜE: Si tratta di un’applicazione online per aiutare le imprese e i fornitori di formazione a pianificare, gestire, monitorare e valutare i progressi formativi tra i dipendenti, basandosi sul concetto di PLC. Le azienda hanno accesso a tale strumento, insieme ai formatori linguistici che fungono da consiglieri e consulenti in un primo momento, e da docenti in un secondo momento. Questo strumento è composto da diversi menu e fornisce materiale erogabile standardizzato per le prime tre fasi del processo. -- PRACTICA LINGUA: Si tratta di una piattaforma online (basata su Moodle) per un supporto online e per una didattica mista rivolta ai lavoratori e ai formatori in modo da incoraggiare l’introduzione dell’ICT come strumento per l’apprendimento linguistico. -- MELISSA: Si tratta di un’applicazione online che aiuta i docenti di lingue nella progettazione di programmi formativi basati sulle PLC, oltre a permettere l’accesso al materiale didattico già collegato a PLC specifiche. -- LINGUA EMPRESA ELP: Si tratta di un “Portfolio Europeo delle Lingue Professionale” (Professional EuropeanLanguage Portfolio, un adattamento del Prof-ELP (vedi la Buona Pratica ‘Prof-ELP’) online, che mostra tutte le funzionalità di un ELP, adattato su misura per un insieme di descrittori collegati al gruppo generico di 25 PLC e che permette ai manager aziendali, ai docenti e agli studenti (lavoratori) di partecipare all’identificazione delle esigenze linguistiche, alla progettazione dei programmi formativi e al raggiungimento di un 85 accordo sugli obiettivi formativi. Una volta resi disponibili la base teorica e gli strumenti pratici di LINGUA EMPRESA, il programma è proseguito con la formazione dei docenti di lingua all’utilizzo del programma stesso (vedi la Buona Pratica ‘PDP’) e con l’implementazione pilota del metodo sia per le imprese (12 aziende) che per i centri di formazione (4 centri diversi) della regione. I risultati di questi progetti pilota hanno confermato la facilità d’uso da parte dei gruppi target, soprattutto per quanto riguarda i docenti di lingue, oltre ad avere aggiornato ed affinato i metodi e gli strumenti. LINGUA EMPRESA, che ha iniziato la sua implementazione nel 2008, è attualmente in fase di trasferimento e si sta diffondendo a macchia d’olio tra le imprese, i fornitori di servizi e i centri di formazione. Per questo motivo, il Servizio per l’impiego della Navarra ha lanciato nell’aprile 2011 un bando pubblico per finanziare la progettazione di Piani di Formazione Linguistica nelle imprese che utilizzano il metodo Lingua Empresa. Il bando permetterà a queste imprese, sostenute da consulenti alla formazione, di progettare una strategia linguistica, per individuare le esigenze linguistiche del proprio personale, oltre ad accordarsi su un programma di formazione linguistica. IMPATTO: • • Si tratta della primissima politica da parte di una pubblica amministrazione regionale (Navarra) che cerca di raccogliere la sfida della formazione linguistica da un punto di vista professionale, concepita con un’applicazione pratica del CEFRL, e che fornisce una proposta integrata. Ciò ha portato allo sviluppo di un metodo integrato solido composto da un corpus di ricerche, metodi, materiali didattici e linee guida correlati tra loro, per la progettazione e l’implementazione delle iniziative di formazione linguistica con scopi professionali basate sul concetto di Competenze Linguistiche Professionali • • • (PLC). Il metodo generalmente conosciuto come LINGUA EMPRESA. Sviluppo di 4 strumenti online per l’implementazione pratica di LINGUA EMPRESA. 62 docenti di lingue della regione della Navarra formati al metodo e agli strumenti di LINGUA EMPRESA. Implementazione pilota del metodo in 12 imprese con la partecipazione di 27 lavoratori; implementazione pilota in 4 Centri per l’impiego con la partecipazione di oltre 100 lavoratori. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: LINGUA EMPRESA rappresenta un vero e proprio cambiamento del modo in cui la didattica delle lingue è affrontata nella Navarra. L’intero quadro teorico è solido ed è stato confrontato con indagini ed analisi delle valutazioni delle esigenze. Si sono anche testati degli strumenti pratici su situazioni reali e sono poi stati aggiornati in base alle valutazioni ottenute da tali test. Tuttavia, l’implementazione del nuovo metodo richiede informazioni e formazione specifiche per i potenziali utilizzatori, soprattutto per i fornitori di formazione e i docenti. Perciò, nel caso di un qualsiasi sforzo di trasferimento, si deve prendere in considerazione la necessità di realizzare anche delle iniziative formative. Per supportare il trasferimento del nuovo modello, il programma ha anche creato un Servizio LINGUA EMPRESA, che fornisce servizi di consulenza e sostegno a tutte le parti coinvolte nel processo di insegnamento-apprendimento con scopi professionali (imprese, lavoratori, centri per l’impiego, docenti e formatori). I metodi e gli strumento potrebbero essere resi disponibili ad altre parti interessate, richiedendo RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: semplicemente una traduzione della documentazione sul metodo e sulle linee guida, oltre alle skin per le applicazioni e la piattaforma. Se uno stakeholder pubblico è interessato al trasferimento dell’intero Metodo, tutta la documentazione e gli strumenti necessari sono già disponibili, se si è certi che vi sia la volontà politica. Tuttavia, si devono esprimere 2 riflessioni: -- L’implementazione e il trasferimento del programma richiede un cambio culturale nel modo in cui i servizi di formazione linguistica sono erogati e richiede anche un impegno a medio-lungo termine da parte delle agenzie che dovranno promuovere tale cambiamento. -- L’attuazione del metodo LINGUA EMPRESA da parte dei fornitori di formazione linguistica permette loro di erogare nuovi servizi con un valore aggiunto maggiore, ma richiede al contempo un maggiore impegno e maggiori competenze da parte dei professionisti. Non si deve sottovalutare la traduzione di questi nuovi approcci, servizi e competenze economiche. http://www.lilama.org/uploads/documents/Lingua%20Empresa%20Method%20and%20 Tools%20-%20SPAIN.pdf 86 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 30 TITOLO: Programma Lingua Empresa: un nuovo modello di formazione linguisticaa fini professionali PAESE D’ORIGINE: Spagna CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Servicio Navarro de Empleo – Servizio per l’Impiego della Navarra REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@ cfnavarra.es SINTESI DEL PROGETTO: Il programma LINGUA EMPRESA è una politica formativa a lungo termine del governo della Navarra, nel settore delle politiche di formazione attiva portate avanti dal Servizio per l’Impiego della Navarra, che a sua volta mira a promuovere l’acquisizione di competenze nelle lingue straniere da parte del capitale umano della Navarra per migliorare le loro performance lavorative, rafforzare la competitività della regione e promuovere l’internazionalizzazione delle imprese della Navarra. Per questo motivo, LINGUA EMPRESA propone di attuare un modello formativo nuovo ed innovativo nel settore della didattica delle lingue per le imprese e per scopi professionali, fornendo un nuovo quadro teorico, degli strumenti flessibili e facili da usare e dei servizi e delle risorse rilevanti (Vedi la Buona Pratica ‘LINGUA EMPRESA Metodo e Strumenti’). La pietra miliare del programma è il concetto di Competenze Linguistiche Professionali (PLC Professional LinguisticCompetences) negli ambienti lavorativi e propone tale elemento come concetto di base su cui strutturare e realizzare tutti i processi di formazione linguistica con scopi professionali. Il concetto di PLC è la traduzione pratica del CEFRL per la didattica delle lingue per scopi professionali e permette di concentrare tale formazione sulle reali esigenze delle imprese e dei dipendenti (Vedi la Buona Pratica ‘Metodo IDECOLI’). Un’altra caratteristica fondamentale di LINGUA EMPRESA è quella di fornire un approccio di intervento a 360° su tutto il processo di formazione linguistica dal punto di vista aziendale, individuando un processo su diverse fasi: 1. Progettazione di una strategia linguistica. 2. Identificazione delle esigenze formative. 3. Definizione di piani di formazione linguistica in base alle due fasi precedenti. 4. Sviluppo e monitoraggio dei programmi didattici basati sui piani di formazione linguistica già definiti. 5. Valutazione delle competenze dei dipendenti che partecipano alla formazione e ritorno sugli investimenti. Il programma potrebbe essere applicato al processo di insegnamento-apprendimento per qualsiasi lingua, e mira a migliorare le competenze linguistiche professionali dei dipendenti a prescindere dal settore. Il nuovo modello proposto da LINGUA EMPRESA integra e risponde alle esigenze di tutti i profili coinvolti nel processo di insegnamento-apprendimento per scopi professionali: -- Imprese: LINGUA EMPRESA promuove l’apprendimento delle lingue straniere seguendo le loro reali esigenze e fornisce loro degli strumenti online completi, che permettono loro di diagnosticare le esigenze di formazione linguistica dei propri dipendenti, pianificare un’offerta formativa insieme ai loro fornitori di servizi linguistici e ottenere il miglior ritorno sugli investimenti. -- Docenti: LINGUA EMPRESA migliora la qualità e l’efficienza dei servizi di formazione linguistica nelle imprese e promuove lo sviluppo e l’inclusione di prodotti innovativi, che portano quindi a maggiori livelli di competitività. Il nuovo modello, inoltre, rafforza il loro ruolo, non solo in qualità di tutor, ma anche come consiglieri e consulenti capaci di progettare dei piani di formazione linguistica in base agli interessi aziendali. In fine, il programma sostiene la loro formazione linguistica all’interno dell’azienda, specializzandosi nella progettazione ed implementazione del primissimo programma formativo realizzato in Spagna specifico per le esigenze di docenti di lingue per 87 scopi professionali (Vedi la Buona Pratica ‘PDP’). Lavoratori: LINGUA EMPRESA focalizza la didattica delle lingue sulle esigenze del posto di lavoro e promuove la loro mobilità ed occupabilità attraverso il miglioramento delle loro competenze linguistiche, dando loro accesso a nuovi mercati del lavoro e a migliori opportunità lavorative. Inoltre, vi sono gli strumenti progettati dal programma per aiutarli a lavorare in maniera autonoma per poter gestire meglio il proprio apprendimento (vedi la Buona Pratica ‘Prof-ELP’). L’implementazione pilota è stata realizzata nel 2010 e nel 2011 sia in imprese (12 aziende) che in centri di formazione (4 centri diversi) della regione. Nel 2010, il programma ha anche iniziato a presentare il nuovo modello ai docenti di lingue e a formare questo settore sull’utilizzo dei partici strumenti LINGUA -- EMPRESA. LINGUA EMPRESA, che ha iniziato il suo cammino nel 2008, è attualmente in fase di trasferimento e di massima diffusione tra le imprese, i fornitori di servizi e i centri di formazione. Per accelerare l’implementazione di questa politica, il Governo della Navarra ha recentemente approvato un finanziamento pubblico per sovvenzionare la progettazione di piani di formazione linguistica nelle imprese della Navarra che utilizzano il modello LINGUA EMPRESA. A livello nazionale, LINGUA EMPRESA ha visto la partecipazione del Servizio Nazionale Pubblico per l’Impiego in qualità di autorità nazionale per la formazione per scopi professionali, e serve da sfondo per iniziative d’avanguardia in Spagna nel settore dei Certificatesof Professional Proficiency. IMPATTO: • • • • Si tratta della primissima politica attuata da un’amministrazione regionale (Navarra), che cerca di raccogliere la sfida della formazione da un punto di vista professionale. Sviluppo di una proposta integrata composta da un corpus di ricerche, metodi, materiali didattici e linee guida correlati tra loro, per implementare un modello di formazione linguistica con scopi professionali basato sul concetto di Competenze Linguistiche Professionali (PLC). 8 formatori di lingue formati in maniera specifica sul metodo. Progettazione ed implementazione del • • primissimo programma di formazione in Spagna, sponsorizzato dall’amministrazione pubblica, mirato in maniera specifica alle esigenze dei docenti di lingue per scopi professionali. 62 docenti di lingue della regione della Navarra formati al metodo e agli strumenti di LINGUA EMPRESA. Implementazione pilota del metodo in 12 imprese con la partecipazione di 27 lavoratori; implementazione pilota in 4 Centri per l’Impiego con la partecipazione di oltre 100 lavoratori. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: LINGUA EMPRESA rappresenta un vero e proprio cambiamento del modo in cui la didattica delle lingue è affrontata nella Navarra. Il programma è pronto per essere implementato in tutti i processi formativi con scopi professionali realizzati da chiunque desideri promuovere un nuovo approccio alla didattica delle lingue: -- Il quadro teorico è solido ed è stato confrontato con indagini ed analisi delle valutazioni delle esigenze. -- Si sono anche testati metodo e strumenti pratici in situazioni reali e sono poi stati aggiornati in base alle valutazioni ottenute da tali test. Dovrebbe essere necessaria solo la traduzione del metodo, della documentazione con le linee guida e delle applicazioni. Tuttavia, si devono considerare le seguenti barriere al trasferimento: -- Il trasferimento del nuovo metodo richiede informazioni e formazione specifiche per i potenziali utilizzatori, soprattutto per fornitori di formazione linguistica e docenti di lingue. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: -- -- Il nuovo modello presume un profondo cambiamento del modo di erogare i servizi di formazione linguistica, perciò la sua implementazione è soggetta al cambiamento nel settore della formazione e alla sensibilizzazione delle imprese sull’importanza di una diagnosi precisa delle esigenze linguistiche. In tal senso, si deve considerare un impegno a medio-lungo termine da parte delle agenzie pubbliche che promuovono un tale cambiamento. Per sostenere il trasferimento del nuovo modello, il programma fornisce un aiuto tramite il cosiddetto Servizio LINGUA EMPRESA, il quale, oltre ad effettuare il controllo amministrativo degli strumenti, fornisce consulenza ai potenziali utilizzatori su come sfruttare le applicazioni online. Questo servizio si rivolge, quindi, ai fornitori di formazione linguistica, ai docenti e ai formatori, ai lavoratori coinvolti nel processo di apprendimento, alle imprese e ai centri di formazione per l’impiego. http://www.lilama.org/uploads/documents/Lingua%20Empresa%20Programme%20-%20SPAIN. pdf 88 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 31 TITOLO: Małopolska: Supporto Linguistico alle Imprese PAESE D’ORIGINE: Polonia CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: MARR, Agenzia per lo Sviluppo RegionaleMałopolska REFERENTE: Ewa Obara,MARR.E-mail: [email protected] (David Owen, RLN-East) SINTESI DEL PROGETTO: La buona pratica ha come obiettivo la regione meridionale polacca di Małopolska, dove l’Agenzia di Sviluppo Regionale MARR ha implementato una serie di iniziative per stimolare le esportazioni, gli investimenti interni e la formazione linguistica e culturale in risposta alla Strategia di Sviluppo Economico Regionale. La regione ha anche riconosciuto il ruolo importante dei cittadini polacchi espatriati che così hanno maturato maggiori esperienze lavorative e migliorato le proprie competenze linguistiche, le prospettive lavorative e i livelli di reddito. Questi cittadini, ritornando in Małopolska sono riusciti ad offrire alle aziende locali importanti competenze linguistiche. Con il rapido incremento degli arrivi di turisti nella regione, uno dei punti deboli ancora da affrontare era il basso livello di competenze linguistiche, in particolare nelle città più piccole e nelle comunità rurali e nel settore dell’agriturismo. La formazione linguistica è stata promossa attraverso delle organizzazioni di supporto alle imprese, in particolare quelle legate all’agricoltura e all’agriturismo. In Małopolska non era stato implementato nulla del genere in precedenza e l’enfasi data alle capacità linguistiche e culturali è stata un’attività innovativa in cui la regione si è impegnata. I materiali formativi sono stati pianificati in forma di scene orientate alle attività, dove un’azienda doveva concludere degli accordi commerciali in inglese. I dialoghi erano accompagnati da CD audio, registrati a velocità normale e rallentata. La terza parte del materiale prevedeva una sezione di vocabolario, diviso in due parti: una generale ed una specifica per il settore agroalimentare. Gli studenti hanno sostenuto dei test prima di iniziare la formazione per valutarne il livello in base al CEF L e per inserirli quindi nel livello corretto. I responsabili dei programmi hanno deciso di redigere un manuale di inglese di sopravvivenza per lo studio autonomo basato sulle attività con i seguenti contenuti: 1. Brevi frasi tipiche dei contesti più frequenti nella comunicazione commerciale, completi di traduzione in polacco stampata sotto in carattere più chiaro; 2. Un insieme di testi da completare per permettere al personale commerciale di prepararsi per la tipologia di conversazione a loro propri; 3. Un glossario commerciale inglese-polacco. Il partner principale nell’implementazione del supporto linguistico è stata la stessa Agenzia, con l’aiuto di una serie di organizzazioni locali e regionali. Tra queste vi era la International House di Cracovia, responsabile dello sviluppo del materiale formativo e dell’organizzazione di workshop di lingua inglese. Tra le altre organizzazioni vi erano l’Associazione di Consulenza per le Aziende Agricole e l’Ufficio del Lavoro di Małopolska, che nello stesso periodo gestiva anche il programma MINEM. IMPATTO: • L’obiettivo principale, ossia la sensibilizzazionedelle PMI, è stato raggiunto tramite una serie di attività di promozione, tra cui un sondaggio iniziale delle esigenze dei datori di lavoro (con la partecipazione di 95 PMI), seguito da una serie di laboratori per le PMI da ottobre a dicembre 2006. I risultati delle analisi linguistiche nelle aziende sono stati distribuiti tramite 20 report agli Uffici del Lavoro in tutta la regione. Nel periodo ottobre-novembre 2007 si è organizzata un’altra campagna di 89 • promozione, mentre si effettuava l’iscrizione delle PMI ai laboratori per la formazione linguistica. I risultati del feedback sono stati raccolti nell’estate del 2008: il 94% ha indicato il contenuto della formazione come rilevante per le imprese, di questi, il 70% ha confermato un miglioramento notevole del vocabolario specifico per argomenti; l’88% dei discenti ha ritenuto che la formazione fosse stata erogata in maniera interessante o molto interessante. Tra i più popolari vi erano gli esercizi su misura, che tutti i discenti hanno ritenuto utili. I materiali linguistici erano disponibili sul sito della MARR (www.marr.pl), sotto “formazione” (szkolenia), sezione ampiamente consultata dagli imprenditori. Inoltre,sono stati organizzati alcuni laboratori di cultura inglese in collaborazione con le controparti di sostegno alle aziende dal Regno Unito, che hanno anche partecipato a scambi reciproci. I gruppi target sono state le aziende e i soggetti interessati locali della zona di Cracovia, i consulenti delle aziende agricole e altre aziende interessate. Tra i benefici ottenuti, i discenti hanno citato: comprensione tramite il contesto e non delle singole parole, apprezzamento del’’importanza di cercare di comunicare anche se non in maniera perfetta, e il superamento del timore di utilizzare l’inglese. Il progetto MINEM 2006-08, implementato nello stesso periodo, ha sviluppato un DVD e dei pacchetti informativi pre-arrivo in polacco e in inglese (e altre 4 lingue europee) per i lavoratori immigrati, le aziende dell’Inghilterra orientale e le parti interessate di Małopolska e dell’Inghilterra orientale. Con il progredire del programma, un’ampia parte dei cittadini polacchi iniziarono a tornare in Małopolska per trovare lavoro, con migliori competenze in inglese e un’esperienza commerciale all’estero. Allo stesso tempo, nell’Inghilterra orientale, il personale polacco di molte aziende ha continuato a ricevere una formazione linguistica in inglese attraverso i Learning&SkillsCouncils e i fondi per le competenze di base dell’East of England DevelopmentAgency. • RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: --- -- Concentrarsi sulle esigenze di un settore o sub-settore specifico, in questo caso il settore agroalimentare e agrituristico Costruire una rete forte di soggetti interessati, come i gruppi di consulenza per l’agricoltura, gruppi di datori di lavoro, gruppi di uffici del lavoro e la mobilità ed istituzioni per la formazione Collegarela formazione linguistica a specifici vantaggi commerciali come il commercio RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: ---- internazionale e la mobile economy. Sviluppare materiali su misura che si prestino al monitoraggio dei progressi Creare registrazioni audio che possano essere riprodotte a più velocità Riconoscere l’importanza di lavorare con partner stranieri per erogare formazione culturale http://www.lilama.org/uploads/documents/Malopolska%20Language%20Support%20-%20 POLAND.pdf 90 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 32 TITOLO: METP, Programma di formazione e scambio per manager PAESE D’ORIGINE: Cina CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Consiglio cinese per la Promozione del Commercio Internazionale REFERENTE: Prof. Fumin Wang.E-mail: [email protected] (David Owen, RLN-East) SINTESI DEL PROGETTO: Il programma di formazione METP è stato operativo dal 2006 al 2010 e si è trattato di un programma congiunto Cina-UE per la formazione linguistica, culturale ed esperienziale per manager di PMI e ONG. Tale programma ha offerto alle aziende cinesi sia abilità linguistiche a breve termine, attraverso l’impiego di manager europei, sia competenze linguistiche a più lungo termine tramite la formazione del proprio personale, che è stato inviato in Europa per la formazione linguistica. Il programma mirava anche a migliorare la capacità dei manager UE ad agire con fiducia nell’ambiente commerciale cinese, migliorando le loro capacità di condurre affari in cinese. Il METP è stato implementato dal Consiglio cinese per la Promozione del Commercio Internazionale (CCPIT) in stretta collaborazione tra il Ministero del Commercio da parte cinese e la Delegazione della Commissione Europea in Cina da parte europea. L’importo totale dei fondi per il programma nell’arco di cinque anni si attesta sui 23 milioni di euro, per cui l’Unione Europea ha contribuito con 17 milioni di euro. I manager europei hanno seguito una formazione nella lingua cinese e in cultura aziendale e hanno maturato un’esperienza lavorativa in Cina, mentre i manager cinesi hanno partecipato alla formazione manageriale nelle scuole di formazione aziendale europee e hanno poi maturato un’esperienza lavorativa in un’azienda o in un’organizzazione europea. In totale, ci si aspettava che cinque gruppi di manager da entrambe le parti partecipassero al programma, un gruppo all’anno. Lo sviluppo del materiale per l’apprendimento doveva riflettere le differenze delle pratiche lavorative e dell’ambiente economico dei diversi paesi membri dell’Unione Europea che partecipavano al programma. Il contenuto della formazione per i manager cinesi per il quinto gruppo ammesso (gruppo del 2010) era il seguente: formazione interculturale, contabilità, gestione marketing e commercio internazionale, e finanza e investimenti nella lingua d’arrivo. Per il blocco 5 si prevedeva l’inserimento lavorativo in un’azienda o un’ONG europea. Il blocco 7 prevedeva il secondo inserimento lavorativo in un’azienda e un’ONG europea. I partecipanti hanno seguito una formazione formale in 3 delle quattro istituzione partner in Europa, a turno. Il contenuto della formazione per i manager europei è stata la seguente: formazione interculturale, formazione linguistica e inserimento lavorativo di 3 mesi. I criteri di ammissione al programma hanno escluso numerosi manager di PMI, quindi ci si deve ricordare che il METP è stato principalmente un programma che ha aiutato i manager junior delle PMI/ONG, o i consulenti privati che non erano legati a nessuna azienda in particolare. Per essere ammesso, ogni candidato doveva avere la nazionalità cinese o UE, avere 26-45 anni d’età (26-40 per il personale UE), avere un minimo di 5 anni di esperienza lavorativa (inclusi 2 anni in ruolo manageriale), avere un bagaglio universitario rilevante in materie aziendali, economiche o tecniche legate al proprio settore lavorativo (personale UE), un appoggio da parte dell’azienda di provenienza sotto forma di piano aziendale per la UE/Cina ed un contributo finanziario, un precedente contatto con la UE/Cina, eccellenti competenze linguistiche in inglese e competenze nulle o di base in cinese (per il personale UE), ed essere dipendente di un’azienda/ONG UE/cinese all’epoca del programma. La conoscenza di una seconda lingua europea era considerato un elemento positivo. Benché il livello 6 dello IELTS di inglese fosse il riferimento per lo studio della parte britannica del METP, l’esame per la lingua inglese è stata effettuata da personale della MMU (Manchester MetropolitanUniversity)e da personale locale del progetto a Pechino prima della 91 IMPATTO: • Il programma fornisce supporto per lo scambio e la formazione a 450 manager cinesi ed europei (in base al sito internet), ridotti poi a 200 nella pratica. Per aiutare i partecipanti a capire meglio la Cina moderna, il METP offre anche visite culturali ed aziendali in tutto il paese, oltre al parco industriale e tecnologico di prima scelta di Pechino. L’obiettivo dei manager cinesi che partecipano al programma METP era quello di migliorare il loro inglese commerciale (o francese o italiano) e non di acquisire delle competenze linguistiche di basso livello. Hanno acquisito il vocabolario e la fiducia per operare ad un livello più elevato in inglese. Al contrario, i manager UE hanno acquisito delle competenze linguistiche che vanno da un livello principianti ad un bassointermedio. • Un totale di 200 candidati di PMI partecipavano al programma al momento della stesura del presente (2010), la maggior parte dei quali provenienti dalla Cina. Nel quadro del METP4, i partecipanti europei si sono recati a Pechino nel febbraio 2010 per uno scambio di informazioni sui propri luoghi di lavoro. Il programma METP ha offerto un aiuto finanziario per tre mesi di inserimento lavorativo come parte integrante di ogni gruppo in formazione. Tali inserimenti lavorativi hanno permesso ai partecipanti di mettere alla prova le loro competenze linguistiche appena acquisite in un ambiente di lavoro cinese e di approfondire ulteriormente le loro conoscenze della cultura e della pratica aziendale cinese. Il laboratorio agli inizi di febbraio ha riunito tutti a Pechino più o meno a metà degli inserimenti lavorativi, per poter discutere delle esperienze, dei successi, dei problemi e delle strategie. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: --- -- Riconsiderare i limiti d’età troppo restrittivi, e concentrarsi maggiormente sulle abilità e sul potenziale commerciale e linguistico dei candidati. Ristrutturare il programma in modo che possa adeguarsi maggiormente all’ambiente commerciale europeo delle PMI rispetto alla temporanea sospensione dal lavoro di personale importante. Un’eccellente combinazione di apprendimento in RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: -- loco e inserimento all’estero in un ambiente in cui lavorare e studiare. Riconsiderare il rapporto costo-benefici del progetto e l’effettivo costo della mobilità e della formazione, in quanto si devono stanziare ingenti somme di fondi pubblici per poter erogare il programma. http://www.lilama.org/uploads/documents/EU-China%20Managers%20Exchange%20and%20 Training%20Programme%20-%20EU-China.pdf 92 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 33 TITOLO: MELIA: Modello di Valutazione Linguistica Informatizzata Adattabile PAESE D’ORIGINE: Francia CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: Catice Bordeaux REFERENTE: Anne-Marie Barrault-Méthy. Université Montesquieu-Bordeaux IV.E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: Melia è l’acronimo di Modèle d’ÉvaluationLinguisti queInformatiséeAdaptable (Modello di Valutazione Linguistica Informatizzata Adattabile). Vi si può accedere tramite http://priam.ac-bordeaux.fr/melia. Le istituzioni partner hanno un numero mentre i discenti e i formatori hanno una login ed una password. Una volta entrati, hanno accesso ai propri dati. Il server è quello della divisione per la regione Aquitaine del Ministero per l’Istruzione francese. Melia si basa sul Quadro comune europeo di riferimento per le lingue. Si costruisce sul Portfolio Europeo delle Lingue. E come tale, riflette chiaramente l’attuale politica UE e regionale sul multilinguismo. L’obiettivo di Melia è di aiutare i discenti a tenere traccia dei propri progressi e delineare una relazione diretta tra gli obiettivi, che sono spesso impliciti, il loro apprendimento e le competenze. I livelli dei discenti in tutte le competenze sono visualizzati insieme ad una lista di competenze parziali che restano da convalidare per completare la loro competenza e raggiungere quella successiva. Si possono poi scegliere altre voci e richiedere al proprio tutor di confermare il raggiungimento della competenza parziale in questione. I tutor decidono quindi se accettare o rifiutare la richiesta, con o senza giustificazione. Melia comprende incentivi per stimolare e sostenere la motivazione del discente all’apprendimento della lingua e al suo utilizzo offrendo loro uno strumento perché i tutor convalidino i progressi e le competenze parziali appena acquisite. Una volta ottenuta la convalida, la si può presentare ai datori di lavoro, ad esempio in un passaporto linguistico Europass. In tal modo, si mette in atto la strategia UE per l’occupabilità e i benefici interculturali. Melia è stato applicato a tutte le lingue e alla lingua delle comunità di migranti. L’interfaccia è in francese, ma le voci possono essere utilizzate per l’apprendimento di qualsiasi lingua. Uno sviluppo interattivo della parte degli Allegati al Portfolio Europeo delle Lingue, offre la possibilità di creare una rete e/o di avere una mobilità a livello internazionale. Il concetto alla base di Melia può essere implementato rapidamente e con successo. L’unico adattamento necessario riguarda la riformulazione delle voci affinché siano adatte al contesto di apprendimento (lingua di insegnamento e lingua d’arrivo). Le competenze parziali hanno bisogno di essere adattate ad esempio alla lingua di un ambiente professionale prestabilito. IMPATTO: • • • • Progettare un modello per permettere al docente/ formatore di facilitare l’approccio per attività del CEFRL. Stimolare i docenti e i formatori a prestare maggior attenzione al lavoro del Consiglio d’Europa nel quadro del CEFRL. Incoraggiare l’uso del Portfolio Europeo delle Lingue. Progettare un modello per permettere al docente/ formatore di facilitare l’approccio per attività • • del CEFRL. Non vuole sostituirsi al metodo di insegnamento già in uso, ma andrà a combinarsi o ad aggiungersi a quello che i docenti già utilizzano. Sviluppare un modello basato su internet facile da usare ed accattivante. I dati generati sono disponibili per essere utilizzati 93 RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: L’unico adattamento necessario riguarda la riformulazione delle voci affinché siano adatte al contesto di apprendimento (lingua di insegnamento RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: e lingua d’arrivo). Le competenze parziali hanno bisogno di essere adattate ad esempio alla lingua di un ambiente professionale prestabilito. http://www.lilama.org/uploads/documents/Melia%20-%20France.pdf 94 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 34 TITOLO: Corso multilingue per la polizia di prossimità: il carabiniere di quartiere PAESE D’ORIGINE: Italia CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: Istituto Universitario per Interpreti e Traduttori di Trento (I.S.I.T.) REFERENTE: Prof. Loredana Bettonte. I.S.I.T. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: Il progetto, creato e gestito dall’I.S.I.T., in collaborazione con il Comando dei Carabinieri di Trento, è stato co-finanziato da Fondo Sociale Europeo, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Provincia Autonoma di Trento. Il corso è stato progettato espressamente per personale selezionato dall’Arma dei Carabinieri di Trento, membri del servizio dei Carabinieri di Quartiere. Si è articolato in 80 ore di lezione frontale per tutti i partecipanti. Sono state offerte altre lezioni individuali a titolo volontaristico ai quei partecipanti che incontravano maggiori difficoltà nel processo di apprendimento, e secondo necessità. I Carabinieri hanno studiato le lingue inglese e tedesca, oltre alla lingua e alla cultura araba, per: 1. risvegliare un approccio relazionale corretto per quanto riguarda lerelazioni extra-locali; 2. da utilizzare per approcciare positivamente i problemi; 3. diventare una parte attiva e consapevole del processo interlinguistico e del cambiamento della società in termini di multilinguismo e multiculturalismo; 4. essere in grado di gestire diverse situazioni di pericolo; 5. organizzare una lista di frasi, termini, espressioni utilizzati per svolgere il ruolo di Carabiniere di Quartiere, in situazioni in cui l’inglese o il tedesco sono la lingua di riferimento; 6. avere maggior familiarità nel gestire le relazioni con persone provenienti dall’area arabo-islamica. In particolare, il corso mirava a fornire ai partecipanti un elenco di frasi, termini ed espressioni utili per svolgere il ruolo di Carabiniere di Quartiere (Vademecum turistico) ed ottenere una competenza linguistica d base che comprendesse la conoscenza delle strutture grammaticali principali, necessarie per iniziare qualsiasi tipo di comunicazione (SOS Lingue). Il Vademecum Turistico è stato creato per permettere un miglioramento indipendente delle conoscenze e per aver a disposizione materiale didattico che durasse a lungo. Un glossario simile separato è stato creato per la lingua araba, oltre ad esercizi per il laboratorio informatico. Di conseguenza, oltre alle competenze linguistiche, sono state offerte ai partecipanti anche capacità trasversali ed informatiche. Il corso mirava a promuovere il significato della convivenza tra culture diverse, sfruttando le differenze culturali come arricchimento della costruzione di un obiettivo comune, imparando quanti e quali sono i paesi arabi, l’influenza della religione sulla vita civile, la famiglia e le abitudini. IMPATTO: • • Dati riassuntivi o indicatori di impatto non disponibili. Nel 2005, il progetto ha ricevuto il Label Europeo delle Lingue, riconoscimento assegnato ai progetti più innovativi realizzati nell’ambito della formazione linguistica e nel settore professionale. 95 RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Il progetto, combinando multiculturalismo e multilinguismo, risulta altamente innovativo. Grazie ai metodi di insegnamento e agli strumenti utilizzati, il progetto risulta anche altamente trasferibile, benché il corso debba essere adattato al contesto nazionale/ regionale/locale. Poiché la “polizia locale è ovunque” e la trasferibilità del Corso non dipende dal contesto politico, il progetto può essere facilmente trasferito all’interno dell’Unione Europea. Inoltre, richiede il supporto del comando della polizia a livello nazionale/regionale/locale. Ma uno dei requisiti più importanti per la trasferibilità di questo corso nel territorio interessato si trova nell’individuazione di un centro di formazione pronto RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: a realizzare il progetto tramite un team di docenti molto coeso. Il rischio, altrimenti, è di creare una formazione incompleta e ripetitiva. Grazie ai suoi aspetti multilingue e multiculturali, il progetto può essere trasferito anche al di fuori dell’Unione Europea, in quei paesi/territori in cui esista un crogiolo di lingue e culture diverse. http://www.lilama.org/uploads/documents/Multilingual%20Course%20Carabiniere%20-%20 ITALY.pdf 96 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 35 TITOLO: Occupational Language Analysis (OLA) PAESE D’ORIGINE: Canada CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Governo Federale del Canada REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@ cfnavarra.es SINTESI DEL PROGETTO: Le OccupationalLanguageAnalysis (OLA) costituiscono uno strumento progettato dal Governo Federale del Canada per creare un collegamento tra 3 diverse qualifiche nazionali per facilitare la pianificazione, la valutazione e il riconoscimento dell’acquisizione delle competenze in inglese e in francese da un punto di vista professionale. Le tre qualifiche nazionali sono: -- Canadian Language Benchmark (CLB), che descrive la padronanza di una seconda lingua e la capacità di comunicare sul posto di lavoro e all’interno della comunità. -- EssentialSkillsProfiles (ESP) per il lavoro, sviluppato dal Dipartimento delle Risorse Umane e dello Sviluppo delle Competenze del Governo Federale del Canada. -- National OccupationalStandards (NOS) per l’occupazione stimata. La OLA definisce, quindi, i requisiti standard in inglese e francese per un lavoro basato su attività individuate in uno ESP specifico. Un’OLA definisce i livelli CLBNCLC necessari per svolgere delle attività legate a lavori specifici come definiti nei NOS e negli ESPs. Ogni OLA è sviluppata seguendo una metodologia prestabilita sviluppata dal CLB in collaborazione con il Canadian TourismHumanResourceCouncil. Ad oggi esistono 14 OLA disponibili per professioni nel settore del turismo e altre 20 OLA sono in fase di sviluppo per le attività legate al commercio. Queste OLA sono legate ai “Red Seals” Trades e sono in fase di sviluppo, come quelle per Tecnici Manutentori del settore Automotive, Parrucchieri e Operatori di macchine utensili. Il contenuto delle OLA è il seguente: ----- --- Definizione della professione. Informazioni Occupazionali Supplementari. Presentazione e linee guida per l’utilizzo delle OLA. Grafico per confrontare le valutazioni delle competenze essenziali tipiche e quelle più complesse (parlare, ascoltare, scrivere, leggere) per le OLA, basati sugli ESP, rispetto alle valutazioni corrispondenti dei CLB, come suggerito dai Canadian LanguageBenchmarks e dall’EssentialSkills Comparative Framework (Quadro Comparativo delle Competenze Essenziali). Indicatori comuni di prestazione per le OLA in termini di competenze linguistiche. Descrizioni delle attività (legate ai NOS) riguardanti le competenze ESP e CLB. Le caratteristiche principali delle OLA sono: -- Rispondere all’elevata richiesta di acquisizione di competenze in inglese e francese da parte di immigrati e nuovi arrivati e realizzare la politica per il bilinguismo dello stato. -- Concentrarsi su una descrizione generica di una categoria occupazionale ampia che richiede un’elevata mobilità tra i diversi territori del Canada. -- Essere promosse da un’istituzione non profit pubblica (Centrefor Canadian LanguageBenchmarks) ma strettamente legate al coinvolgimento dei datori di lavoro delle occupazioni stimate. Lo sviluppo delle OLA è estremamente influenzato dal settore o dai sindacati. -- Si basano su una metodologia gratuita disponibile 97 e trasferibile dal settore del turismo, dove sono nate, ad altri settori e professioni, e sono dotate di materiale didattico. -- Sono strumenti rivolti a tutte le parti coinvolte nel processo di formazione linguistica: lavoratori, operatori linguistici, datori di lavoro, responsabili delle risorse umane... -- Le OLA sono direttamente collegate ai National OccupationalStandards. Benché l’uso delle OLA non sia diffuso a causa della mancanza di incentivi obbligatori o volontari, gli operatori linguistici che utilizzano questo strumento offrono i seguenti vantaggi: -- I lavoratori sono motivati in quanto sanno che la formazione è direttamente legata alle esigenze -- -- definite dalla professione stessa. I datori di lavoro riconoscono che le competenze e le capacità incluse nelle OLA riflettono le loro esigenze attuali e questo li convince della necessità di investire nella formazione linguistica. Le OLA permettono sia ai lavoratori che ai datori di lavoro di ottenere una chiara prospettiva sull’evoluzione dell’acquisizione delle competenze e del restante percorso formativo. IMPATTO: • • • Più del 70% dell’attuale crescita della forza lavoro canadese è dovuta all’immigrazione. Promuove una conoscenza più ampia e l’utilizzo di entrambe le lingue ufficiali del Canada. Assicura l’erogazione delle competenze e delle • qualifiche necessarie per il mondo del lavoro. Lo sviluppo delle OLA è influenzato dalle associazioni di settore. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: È comprovato il trasferimento dal settore del turismo a quello del Red Seal Programme che fornisce una più ampia mobilità di lavoratori qualificati attraverso il Canada. Vi è anche un potenziale trasferimento dell’iniziativa nel settore dell’utilizzo delle lingue straniere negli standard occupazionali. Per questo scopo, le OLA potrebbero essere utili come esempio innovativo di come collegare diversi standard di qualifiche nazionali e quelli per le lingue straniere già in essere, per esempio attraverso l’utilizzo del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue. Per trasferire questa iniziativa, si devono seguire alcune fasi: -- Creare un team di talento, formato e multidisciplinare per lo sviluppo di specifiche OLA RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: --- -- occupazionali. Confrontare le OLA con le competenze identificate per il settore e farle testare ai operatori linguistici. Costruire le OLA sugli Standard Occupazionali esistenti: più dettagliati saranno gli standard per quanto riguarda le competenze comunicative necessarie, più facile sarà sviluppare un’OLA utile. Le OLA devono includere le competenze linguistiche e le attività in maniera semplice su documenti semplici. http://www.lilama.org/uploads/documents/OLAs%20-%20Canada.pdf 98 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 36 TITOLO: Ohio Roadmap PAESE D’ORIGINE: USA CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Dipartimento per l’Istruzione dell’Ohio REFERENTE: Debbie Robinson.E-mail: [email protected] (David Owen, RLN-East) SINTESI DEL PROGETTO: La Ohio LanguageRoadmap per il 21° secolo è stata pubblicata nel 2007 per rispondere al crescente riconoscimento dell’importanza ricoperta dalle lingue e dalla cultura per la sicurezza nazionale e il commercio internazionale. Con questa strategia si aspira a far sì che ogni cittadino possa raggiungere un livello di padronanza funzionale in almeno un’altra lingua oltre all’inglese e competenze linguistiche più avanzate legate agli specifici settori professionali per un sempre più elevato numero di abitanti dell’Ohio. La Roadmap ha avuto sia il supporto che il coinvolgimento diretto della comunità imprenditoriale dell’Ohio, rappresentata soprattutto delle crescenti PMI. Si è giunti alla conclusione che la maggior capacità nelle lingue straniere è stata l’elemento chiave per la crescita degli scambi commerciali e per una miglior comprensione delle comunità di lingua straniera residente in Ohio. Le lingue interessate sono state il cinese, lo spagnolo, l’arabo, il francese, il tedesco, il russo e il giapponese. La strategia mira a fornire un percorso di apprendimento permanente dalla scuola elementare all’occupazione e ad evitare la pratica di formazioni ripetute mentre si passa da un livello di istruzione al successivo (ad es. dalle scuole primarie alle scuole secondarie di primo grado) L’approccio scelto dallo Stato dell’Ohio è quello di raggiungere un livello di padronanza,necessario per stabilire delle comunicazioni efficaci in un’altra lingua, che preveda una formazione in tale lingua superiore al livello richiesto dall’utilizzo in ambiente scolastico. La disponibilità nel medio-lungo termine di un gruppo di persone capaci di parlare una lingua straniera provenienti dal sistema dell’istruzione principale alleggeriranno il bisogno delle aziende di impegnarsi in formazione linguistica continua per i principali mercati target. Gli sforzi profusi puntano ad assicurare che le lingue insegnate riflettano le esigenze dei datori di lavoro. Una seconda caratteristica della strategia è che la fonte principale di finanziamento è il Dipartimento della Difesa e la NSA (National Security Agency) Le lingue coinvolte sono perciò quelle richieste dalle esigenze della sicurezza nazionale. Lo Stato dell’Ohio ha valutato questa situazione rispetto all’insegnamento delle lingue tradizionali e ha quindi optato per una combinazione delle due. Le competenze sono misurate attraverso le scale ILR (InteragencyLanguageRoundtable) e ACTFL (American Council on the TeachingofForeignLanguages), che sono state combinate con la scala CEFRL. Stimola a migliorare le competenze delle comunità etniche, che sono definite come quelle comunità residenti che non hanno l’inglese come prima lingua. Le raccomandazioni sono: (1) fornire accesso al percorso di apprendimento permanentedalla scuola per l’infanzia fino ai 16 anni per costruire sin dalla giovane età delle capacità nelle lingue, (2) mantenere una capacità nelle lingue comunemente insegnate mentre ci si crea un’altra capacità nelle lingue che ricoprono un’importanza economica e strategica, (3) collegarsi a programmi con un curriculum verificabile, (4) utilizzare diversi mezzi per erogare una formazione linguistica, (5) garantire crediti basati sulla competenza, (6) aumentare il numero e sviluppare le capacità dei formatori linguistici. Le azioni sono: (1) creare un Centro Servizi per le Lingue e la Cultura, (2) creare un Partnering Linguistico per la Vita, (3) sviluppare le sequenze di studio ampliate, (4) formare, abilitare ed assumere più docenti, (5) creare degli strumenti per la valutazione basati sulle prestazioni. 99 IMPATTO: • • • L’impatto della roadmap si misura in base ai risultati delle competenze (numero dei discenti a livelli di competenza prestabiliti) e i percorsi verso l’occupazione. Un sondaggio tra i cittadini dell’Ohio ha rilevato che l’84% degli intervistati ritiene che la capacità di parlare in un’altra lingua renderebbe le persone più assumibili. Le aziende dell’Ohio riconoscono che i mercati stranieri costituiscono le migliori opportunità di crescita, in quanto la maggior parte della crescita mondiale si sta realizzando all’esterno degli Stati Uniti. Si riconosce inoltre che non è più realistico attendersi che chi si trova fuori dagli USA parli inglese ed ricevere merci e servizi sviluppati per i gusti statunitensi. Più di 60 leader di aziende, governo e dell’istruzione si sono incontrati a Columbus il 28 giugno 2007 per delineare le esigenze dello stato in termini di lingue straniere. La maggioranza delle aziende che appoggia la strategia sono PMI in crescita. Hanno partecipato ai 2 Team per la Progettazione della Roadmap, uno di questi si è focalizzato sulle questioni interne, mentre l’atro si è occupato di quelle esterne; entrambi hanno collaborato direttamente allo sviluppo e all’implementazione della strategia. Una campagna di pubbliche relazioni ha • affrontato questioni riguardanti la promozione dell’apprendimento delle lingue fin dai primi anni di istruzione, il mantenimento delle lingue delle comunità etniche, l’importanza delle lingue per l’economia e l’assunzione di professionisti da impiegare nell’insegnamento. Attraverso il programma STARTALK, gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado hanno acquisito le competenze di base in lingue cruciali (come il cinese, lo spagnolo e l’arabo) durante l’estate. Il programma ha anche fornito supporto tecnico e formazione ai docenti. La sezione dell’Ohio del programma Flagship ha sviluppato dei profili online per quegli studenti che si stavano per diplomare in modo da far incontrare le esigenze delle imprese e le competenze disponibili in maniera appropriata e rapida. I datori di lavoro hanno accesso all’AdvancedLanguageReference Portfolio System (ALRPS) che contiene i profili degli studenti. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: ------ Cercare di collegare sicurezza nazionale e interessi imprenditoriali nazionali. Individuare una serie di gruppi, tra cui aziende, istituti di istruzione secondaria e universitaria e comunità etniche. Ridurre il rischio finanziario attingendo da diverse fonti di finanziamento, private, federali e statali. Includere profili online e documentazione sulle performance dei discenti. Includere un periodo di formazione nel mercato target utilizzando una tecnica a “panino”, ossia RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: --- un periodo negli Stati Uniti seguito da un periodo all’estero, seguito di nuovo da un altro periodo negli Stati Uniti. Alternare l’apprendimento in ambiente didattico con quello in ambiente lavorativo. Creare dei collegamenti con risorse e programmi nazionali. http://www.lilama.org/uploads/documents/Ohio%20Roadmap%20-%20US.pdf 100 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 37 TITOLO: Prof-ELP: Portfolio Europeo delle Lingue a fini professionali PAESE D’ORIGINE: Europa CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Organizzazioni pubbliche e private di Spagna, Svezia, Regno Unito, Polonia e Grecia. REFERENTE: Lola Urrutia.Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@ cfnavarra.es SINTESI DEL PROGETTO: Il modello Prof-ELP ha chiaramente due obiettivi: innanzitutto il miglioramento delle competenze linguistiche per l’occupabilità e, poi, il supporto alla mobilità della manodopera. Si tratta di un documento trasparente e facilmente accessibile con un’applicazione europea chiara per offrire informazioni sulle competenze e le capacità linguistiche legate alle situazioni lavorative a prescindere dai metodi di acquisizione (formali o informali). Il Prof-ELP cerca di rispondere alle esigenze dei lavoratori (o futuri lavoratori) che desiderino migliorare le proprie competenze in altre lingue, e quindi la loro occupabilità. Il Prof-ELP va oltre la portata di altri ELP, nel senso che è stato progettato per adattarsi facilmente al mondo del lavoro, così che gli utenti possano trarne il massimo beneficio. Diversi aspetti del modello Prof-ELP costituiscono dei punti forti e degli incentiviper accrescere la motivazione degli utenti: -- Benefici occupazionali in applicazione del Passaporto Linguistico e dell’Europass. -- Rafforzamento motivazionale attraverso lo sviluppo dell’autonomia nello stabilire gli obiettivi linguistici e nel comprendere le competenze linguistiche ed il processo di apprendimento. -- Auto-valutazione affidabile rispetto ai descrittori rilevanti per fini occupazionali e lavorativi. -- Miglior comprensione interculturale, soprattutto nel caso di gruppi o ambienti multiculturali. -- Supporto alla mobilità della manodopera. -- Il Prof-ELP che ne risulta è uno strumento online facile da usare, accessibile da 3 tipi di utente, cosa che rappresentauna delle innovazioni principali dello strumento stesso, in quanto si trasforma in uno strumento che si rivolge ai tre soggetti principali dell’insegnamento linguistico tramite un processo con fini professionali: ---- Utenti (lavoratori o futuri lavoratori) che sono i proprietari dell’ELP e che completano e aggiornano i 3 file. Datori di lavoro, autorizzati dall’utente ad accedere al Passaporto dell’utente stesso. Docenti di lingue, autorizzati dall’utente ad accedere al Dossier e alla Biografia dell’utente stesso. -Il Prof ELP, come ogni modello ELP, è legato al Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (CEF). Di conseguenza, il Prof-ELP si basa su descrittori specifici legati all’ambiente lavorativo, secondo le raccomandazioni del Consiglio d’Europa. Di conseguenza, il Prof-ELP risponde a tutti i requisiti necessari per la validazione da parte del Consiglio d’Europa. Anche se non c’è un legame diretto tra CEF e EQF, l’approccio per azioni applicato nel CEF e la presentazione per attività delle descrizioni delle competenze linguistiche si lega al quadro delle qualifiche e al tipo specifico delle attività nelle situazioni lavorative. Il Dossier e il Passaporto Linguistico offrono la possibilità di includere e sintetizzare le qualifiche, i titoli di studio e i certificati ottenuti dall’utente. Si tratta anche di un’opportunità di collegare le competenze linguistiche al quadro delle qualifiche. Inoltre, si possono presentare ed includere in formato cartaceo, elettronico o digitale tracce ed esempi di applicazione delle competenze linguistiche. Il Prof ELP ha anche un chiaro collegamento all’Europass e al relativo Passaporto Linguistico, che è parte integrante dell’insieme di documenti a supporto della formazione professionale e della mobilità all’interno dell’Europa. 101 IMPATTO: • • Strumento testato in 5 paesi con diversi soggetti interessati. Si tratta di uno strumento digitale (online), con un design invitante, facile da usare, chiaro e • facilmente aggiornabile. Strumento disponibile in inglese, spagnolo, greco e polacco. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Il processo di validazione dei Portfolio Europei delle Lingue ha dimostrato che lo strumento è prontamente adattabile alle diverse priorità nell’area dell’apprendimento delle lingue, evidenziando aspetti specifici dell’apprendimento stesso e implementato con profitto per raggiungere obiettivi e traguardi prestabiliti. Il numero di modelli ELP convalidati testimonia il suo potenziale di trasferimento. Per quanto riguarda il legame del Prof-ELP con il contesto politico, si può considerare uno strumento che si inserisce all’interno del contesto delle priorità educative nazionali. Mentre le priorità tematiche possono variare naturalmente da paese a paese, alcune di esse permangono: la necessità di aiutare il sistema educativo a meglio rispondere alle esigenze del mercato del lavoro, il bisogno di permettere agli studenti di migliorare le proprie performance e il desiderio di promuoverne la partecipazione a tutti i livelli. Il concetto ELP ha già funzionato in diversi contesti culturali e nazionali e ha dimostrato la propria flessibilità nell’affrontare specifiche priorità comuni alla situazione europea legata all’istruzione, alle qualifiche lavorative e soprattutto alla mobilità. Le seguenti caratteristiche e strategie del Prof-ELP assicurano il trasferimento e l’implementazione del concetto ELP in vari contesti politici, educativi e occupazionali: -- Flessibilità nell’uso. -- Semplici meccanismi di aggiornamento e la possibilità di modificare le informazioni in qualsiasi momento. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: ----------- Esemplificazione di dichiarazioni di abilità in modo che gli studenti possano contestualizzare le proprie capacità. Collegamenti ad informazioni importanti, ad esempio per attività di apprendimento, qualifiche, ecc. Un’interfaccia chiara ed assistenza per gli studenti, i docenti e i datori di lavoro. Coerenza tra sezioni ed un chiaro “percorso di apprendimento”. Aspetto invitante. Un approccio realistico alla capacità e alla motivazione degli studenti per una riflessione di ampia portata e prettamente libera. La possibilità di stampare copie professionali di parti importanti (soprattutto il Passaporto) sarà ancora necessaria in certi contesti. Supporto agli utenti nell’identificare diverse tecniche di apprendimento linguistico. La possibilità per l’utente che vive o lavora in un ambiente multiculturale di documentare le proprie competenze/esperienze La possibilità di documentare dei successi parziali o delle dichiarazioni di abilità con l’opzione “Io sono in grado di fare questo con un aiuto”. http://www.lilama.org/uploads/documents/Prof-ELP%20-%20Europe.pdf 102 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 38 TITOLO: PDP Programma di Sviluppo Professionale per il settore della formazione nelle lingue straniere PAESE D’ORIGINE: Spagna CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Servicio Navarro de Empleo REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@ cfnavarra.es SINTESI DEL PROGETTO: Il Programma di Sviluppo Professionale (PDP - Professional DevelopmentProgramme) per professionisti attivi nel settore della formazione nelle lingue straniere, fa parte del programma LINGUA EMPRESA, diretto dal Servizio per l’Impiego della Navarra, e il suo obiettivo è quello di aiutare il miglioramento delle competenze dei docenti di lingue straniere che tengono dei corsi nelle imprese o per scopi professionali. Il programma nasce dalle conclusioni tratte dalla Valutazione delle Esigenze Formative all’interno di questo settore in Navarra, condotta nel 2009 dal Servizio per l’Impiego della Navarra, che ha mostrato un settore con le seguenti caratteristiche: -- Bassi livelli di specializzazione dei servizi linguistici offerti alle imprese. -- Profili multitasking dei docenti di lingue, che svolgono diverse funzioni simultaneamente (gestione, coordinamento, insegnamento e amministrazione). -- Bassi livelli di ammodernamento e innovazione, incluso l’uso delle ICT. -- Ampio spazio per il miglioramento degli standard di professionalizzazione, in quanto non è disponibile alcuna formazione specifica su misura per le loro esigenze. -- Interesse rilevante e motivazione, insoddisfatta dall’attuale offerta, da parte dei docenti di lingue nella possibilità di partecipare a corsi di formazione. La Valutazione delle Esigenze Formative includeva lo sviluppo di un’indagine di 92 docenti di lingue nella regione della Navarra, che ha portato all’individuazione di 6 aree prioritarie per la formazione: -- Didattica delle lingue. -- Utilizzo delle lingue straniere al lavoro. -- Uso delle ICT per imparare. -- Gestione della formazione. -- Competenza e conoscenza della lingua da insegnare. -- Competenza e conoscenza dello spagnolo. In seguito all’individuazione di tali priorità, il Servizio per l’Impiego della Navarra decise di progettare e realizzare il primissimo programma di formazione della Spagna, promosso dal Ministero per l’Occupazione, indirizzato in maniera specifica a questo gruppo target, il cosiddettoPrograma de DesarrolloProfesional – Programma di Sviluppo Professionale (PDP). L’obiettivo principale del PDP era quello di formare i docenti di lingue ai concetti e agli strumenti forniti dal metodo LINGUA EMPRESA, per organizzare e programmare in seguito la didattica delle lingue con scopi professionali basandosi sulle Competenze Linguistiche Professionali – i concetti PLC (vedi la Buona Pratica ‘Metodo IDECOLI’). Inoltre, come iniziativa formativa per questo gruppo target, il PDP mira anche a : -- Promuovere le qualitiche professionali dei formatori linguistici. -- Sensibilizzare i fornitori linguistici sulla necessità di una specializzazione professionale dei loro stessi formatori. -- Promuovere lo sviluppo e l’inclusione di prodotti e servizi innovativi per un’offerta di formazione linguistica che risulti quindi in maggiori livelli di competitività. 103 Il PDP si configura come un programma di formazione modulare basato sulle priorità formative individuate dallo studio precedente. Sono stati progettati ed erogati un totale di 7 moduli formativi di diversa durata, combinando un approccio didattico misto (20% formazione in aula e 80% online): -- Modulo 1 (30 ore di lezione): ‘Metodo LINGUA EMPRESA – Formazione Linguistica per Scopi professionali’. -- Modulo 2 (18 ore di lezione): ‘Selezione e creazione di contenuti per la didattica delle lingue basati sul concetto delle Competenze Linguistiche Professionali (PLC)’. -- Modulo 3 (18 ore di lezione): ‘Gestione della formazione linguistica con scopi professionali’. -- Modulo 4 (27 ore di lezione): ‘Gestione e creazione di contenuti per lezioni virtuali in Practica Lingua’. -- Modulo 5 (17 ore di lezione): ‘Amministrazione e gestione di un campus online in Practica Lingua’. -- Modulo 6 (15 ore di lezione): ‘European Language Portfolios – Portfolio Europeo delle Lingue’ -- Modulo 7 (10 ore di lezione): ‘Interculturalità’ Il team LINGUA EMPRESA ha sviluppato dal nulla tutti i moduli e i contenuti formativi, combinando un approccio teorico con uno pratico, concentrandosi sull’utilizzo degli strumenti di LINGUA EMPRESA: Gestor FORLINGUE per individuare le esigenze linguistiche, progettare una strategia linguistica per le imprese, progettare itinerari e obiettivi formativi, MELISSA per progettare programmi formativi ed accedere al materiale didattico collegato alle Competenze Linguistiche Professionali, e PRACTICA LINGUA per la formazione online degli studenti. I moduli formativi sono stati erogati del personale del programma stesso e da docenti di lingue esterni ed indipendenti che lavorano strenuamente e credono profondamente in questo programma. Il PDP si rivolge ai docenti di lingue di qualsiasi lingua straniera che siano coinvolti in processi di insegnamento-apprendimento in imprese appartenenti a qualsiasi settore e, dato che è sponsorizzato dalla pubblica amministrazione, è completamente gratuito per i partecipanti, che possono decidere a quale modulo iscriversi. Il PDP è in via di implementazione dal 2010 attraverso l’erogazione di diverse edizioni dei primi tre moduli formativi, quelli più importanti, che hanno visto la partecipazione di 62 docenti di lingue della regione della Navarra. Entro la fine del processo formativo, i docenti di lingue dovrebbero essere in grado di progettare, pianificare, insegnare e valutare i processi di formazione linguistica attuati nelle imprese, seguendo il metodo LINGUA EMPRESA. Il Servizio per l’Impiego della Navarra prevede già altre edizioni del PDP. IMPATTO: • • • Individuazione delle esigenze formative per oltre 90 formatori di lingue straniere. Progettazione ed implementazione del primissimo programma di formazione in Spagna, sponsorizzato dall’amministrazione pubblica, mirato in maniera specifica alle esigenze dei docenti di lingue per scopi professionali. Programma di Formazione Specifico composto da • 7 moduli rivolti ai docenti di lingue straniere, per un totale di 132 ore di lezione. 62 docenti di lingue straniere sono stati formati tramite il Programma di Sviluppo Professionale in Navarra in un settore che conta circa 200 professionisti. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: I contenuti formativi del PDP si sono evoluti dalla sua prima concezione alla fine del 2009. I feedback e le valutazioni dalle prime edizioni dei primi moduli hanno portato ad una revisione e aggiornamento periodici dei contenuti formativi e della progettazione generale del PDP, che ad oggi si compone di 3 moduli principali, i primi tre direttamente collegati all’implementazione del metodo LIGNUA EMPRESA, e 4 ulteriori moduli secondari. I contenuti formativi disponibili sono strettamente RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: legati al programma LINGUA EMPRESA e all’utilizzo degli strumenti proposti. Tuttavia, ci sono molti altri contenuti formativi di natura generale, legati al Quadro Comune Europeo per le Lingue o ai settori della Didattica delle Lingue, che possono essere trasferiti facilmente, a prescindere dall’adozione o meno del metodo e degli strumenti di LINGUA EMPRESA. http://www.lilama.org/uploads/documents/Prof-ELP%20-%20Europe.pdf 104 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 39 TITOLO: RLNs, Regional Language Networks PAESE D’ORIGINE: Regno Unito CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Creato dal CILT (Centro Nazionale per le Lingue), ora legato alle RDA(Agenzie di Sviluppo Regionale) REFERENTE: David Owen. RLN-East, Regional Language Network East. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: La RegionalLanguage Network (RLN) è stata creata dal CILT, ente nazionale del Regno Unito responsabile per la promozione linguistica e sostenuta dalle RDA (RegionalDevelopmentAgencies – Agenzie di Sviluppo Regionale) in 9 regioni e 3 nazioni (Galles, Scozia e Irlanda del Nord) del Regno Unito. La missione di una RLN è “promuovere il valore della comunicazione con i clienti e i referenti all’estero nella loro prima lingua per migliorare la competitività delle imprese”. Questa iniziativa congiunta è stata finanziata dal governo centrale (50%) e da enti regionali (50%). Gli enti regionali sono stati autorizzati a stabilire le priorità secondo cui le RLN avrebbero sviluppato le attività legate alla promozione delle competenze linguistiche e culturali in quelle regioni che mirano a migliorare la competitività delle imprese”. Le RLNsviluppano attività per: -- Diventare il principale punto di contatto nella regione per ottenere informazioni e sostegno per qualsiasi questione linguistica e culturale. -- Mostrare alle imprese come esse possano aumentare le esportazioni e migliorare le proprie performance sui mercati internazionali. -- Migliorare i livelli delle competenze nei luoghi di lavoro mostrando alle imprese e ai singoli individui i vantaggi della conoscenza delle lingue e delle culture straniere. -- Risvegliare le coscienze perché si avverta l’importanza delle lingue straniere e delle competenze interculturali nelle scuole, nelle imprese e negli enti regionali. -- Per aiutare gli operatori linguistici ad ottenere il meglio dalla propria professione. Le RLN si definiscono come organizzazioni non-profit che collaborano con le RDA e con partner sia pubblici che privati. Ogni RLN è responsabile di stimolare le coscienze nella propria area di competenza e propone risorse diversificate per preparare e mantenere una strategia comunicativa internazionale che offra, non solo informazioni su competenze linguistiche e interculturali, ma anche servizi linguistici professionali per le aziende. I destinatari di tali proposte sono agenzie per lo sviluppo regionale, partner, imprenditori, PMI. Le azioni delle RLN contribuiscono a: -- Inserire le lingue e la cultura nella strategia commerciale delle aziende. -- Pianificare le comunicazioni interculturali. -- Fornire servizi di consulenza per la formazione linguistica. -- Selezionare personale con delle competenze linguistiche, traduttive ed interpretative specifiche insieme ad altri servizi. -- Adattare materiale e siti al mercato internazionale. Dal 2007, quando le RLN dipendevano dalle RDA, si sono diversificate in maniera profonda in termini di performance, organizzazione interna, finanziamenti, ecc. Mentre alcune Reti possono essere molto attive, altre possono svolgere un ruolo puramente informativo o essere già scomparse. 105 IMPATTO: Le RLNs migliorano le imprese grazie alle competenze linguistiche e allo sviluppo culturale che avviene attraverso una pletora di attività: • Offerta di supporto e risorse interattive online alle aziende affinché riflettano sulle proprie esigenze linguistiche e culturali come le “Interactive Road Maps” per permettere alle aziende di progettare strategie linguistiche aziendali, o il “Planner: TalkingSolutions”, una piattaforma internet per offrire supporto alle aziende. • Formazione linguistica e culturale per le aziende attraverso l’organizzazione di brevi • corsi prima delle missioni commerciali delloUK TradeInvestment (ente governativo britannico per il commercio e gli investimenti internazionali) in paesi stranieri. Promozione di opportunità di carriera per gli operatori linguistici attraverso dei database regionali dei fornitori di servizi linguistici per offrire informazioni sui corsi di formazione professionale specifici erogati dal CILT e consulenza sugli appalti da parte di fornitori privati di assicurazioni di RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: L’iniziativa delle RLNpuò essere trasferita previo adattamento al singolo contesto regionale e nazionale. I punti di forza dell’iniziativa sono: -- Il servizio offerto è unico. -- Colma una lacuna del mercato integrando capacità linguistico-culturali nella dimensione aziendale delle regioni britanniche. -- Ha sviluppato strumenti per aiutare le imprese nelle loro strategie comunicative internazionali. -- Offre servizi informativi strategici al mercato regionale, concentrandosi sulle esigenze linguistiche della regione, facilitando gli investimenti internazionali. Ma ci sono anche punti di debolezza, legati alla crisi economica in corso: -- Il personale delle RLN è ridotto, se si considera la quantità di lavoro da sviluppare, e la pratica del subappalto è ampiamente diffusa. -- I finanziamenti, a seconda delle regioni, condiziona il lavoro che ogni rete è in grado di realizzare. Inoltre, le aziende sono riluttanti ad investire nella formazione linguistica dei propri dipendenti, mentre in realtà questo è il momento giusto e può offrire un valore aggiunto. L’iniziativa è innovativa in quanto non è mai stata realizzata prima. Le differenze tra ogni singola RLN è enorme e le diverse iniziative dovrebbero essere RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: studiate all’interno di ciascuna rete. La gamma di attività realizzate è cosi variegata che possono essere adattate al contesto nazionale/regionale in cui se ne consideri l’eventuale trasferimento. Per trasferire questa Buona Pratica, si devono seguire alcune fasi: -- Contattare organismi coinvolti nel processo decisionale a diversi livelli, prendendo in considerazione gli interessi di tutti i destinatari e delle parti coinvolte in modo che sostengano l’iniziativa. -- Incoraggiare le imprese a considerare ed integrare le capacità linguistico-culturali nei loro piani strategici. -- Le azioni devono essere accessibili e le aziende dovrebbero poter percepire i benefici che ne trarranno fin dall’inizio. -- Diffondere e promuovere l’organizzazione su ampio raggio tramite siti internet, newsletter, ecc. http://www.lilama.org/uploads/documents/Regional%20Language%20Networks%20-%20 ROYAUME-UNI.pdf 106 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N°40 TITOLO: Apprendimento della seconda lingua nell’industria automobilistica PAESE D’ORIGINE: Svezia CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: Vuxenutbildningsförvaltningendi Göteborg REFERENTE: Richard Reström, Vuxenutbildningsförvaltningendi Göteborg. E-mail:[email protected] SINTESI DEL PROGETTO: I migranti sono esaminati per la loro compatibilità con il lavoro nell’industria automobilistica e in altre industrie del settore tecnico poco dopo il loro arrivo in Svezia. I candidati hanno una conoscenza della lingua svedese di livello A1. Dopo la selezione operata dalla Volvo, dagli organi amministrativi che si occupano dell’istruzione degli adulti (Adult Education Authority) e dai due subappaltatori che organizzano i corsi di formazione, i candidati idonei partecipano successivamente al programma con i seguenti tre obiettivi: apprendimento della seconda lingua, formazione professionale e integrazione sociale. Il programma apre le porte a un lavoro permanente dopo circa 12-18 mesi di formazione. La formazione dei candidati avviene presso gli stabilimenti Volvo Cars di Göteborg. I candidati hanno una conoscenza dello svedese da principianti. Per garantire una transizione graduale, i candidati sono individualmente assistiti nello stabilimento da un mentore del proprio paese d’origine. Il corso tratta di materie tecniche legate alla produzione automobilistica e ad altri settori industriali, nonché materie quali la gestione della qualità e il lavoro di squadra. Oltre alla formazione professionale, i candidati ottengono un diploma di istruzione secondaria superiore in svedese come seconda lingua, inglese, educazione civica e matematica. Più del 92% dei candidati è assunto al completamento del programma. IMPATTO: • • • I migranti sono integrati nella società relativamente presto. I migranti acquisiscono sia una professione che una lingua. I migranti diventano economicamente • indipendenti dopo 12-18 mesi (nel 2010). I candidati partecipano a corsi di studio di istruzione superiore in materie fondamentali RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Implementazione in tutto il mondo come mezzo di integrazione sociale dei migranti con la specifica finalità di renderli autosufficienti ed economicamente indipendenti. Può essere adattato per l’applicazione nella formazione per il mercato del lavoro in diversi settori professionali. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/GPD_0071103_VOLVO_Cars.pdf 107 BONNES PRACTIQUES BUONA PRATICA N° 41 TITOLO: SOLVIT: solving the challengesof International Communication PAESE D’ORIGINE: Regno Unito CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: SOLVIT REFERENTE: Susana Matas. Iniciativas Innovadoras. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: SOLVIT è una pagina web che funge da strumento per le aziende nella pianificazione delle proprie esigenze di formazione linguistica. E’ rivolta principalmente alle PMI e il suo obiettivo è accompagnare le aziende nel processo di internazionalizzazione, facendo in modo che siano le stesse aziende a formulare domande pertinenti, che possano condurle ad acquisire capacità linguistiche e culturali favorendo una sempre maggiore internazionalizzazione. SOLVIT è uno strumento di consulenza e orientamento alle imprese nello sviluppo di una strategia di comunicazione internazionale che agevoli l’informazione sulle competenze linguistiche del personale, la traduzione dei siti web, l’adattamento dei prodottiai mercati esteri e offre consulenza linguistica specialistica secondo le esigenze dell’impresa, che rispondendo alle domande poste da SOLVIT, viene guidata verso le informazioni pertinenti disponibili sul sito. SOLVIT si prefigge di aiutare le imprese ad accrescere le esportazioni e ad avere successo, offrendo assistenza nelle seguenti aree : -- Miglioramento delle capacità linguistiche del personale. -- Ricerca di fornitori specializzati nella formazione linguistica. -- Traduzione di pagine web. -- Adattamento dei prodotti alla cultura del mercato target. L’informazione in queste aree si articola attorno a 4 assi principali, completamente interdipendenti (ogni sezione rinvia l’utente alle altre, in modo tale che non vada perduta alcuna informazione rilevante). GLIassi principali sono: -- Pianificazione della comunicazione internazionale. 108 -- Comunicazione scritta e orale. -- Comunicazione culturale L’approccio alla comunicazione internazionale avviene quindi da ognuna delle prospettive implicate nell’attività di importazione/esportazione: dalle risorse umane all’adattamento del prodotto e al marketing, sino alle problematiche linguistiche e culturali che possono insorgere nel corso del processo. L’United Kingdom Trade and InvestmentAgency (UKTI) ha cooperato con il National CentreforLanguages (CILT) allo sviluppo di SOLVIT, poiché l’agenzia, che certamente copriva tutte le aree rilevanti legate alla internazionalizzazione delle imprese, non disponeva di informazioni e/o iniziative sullo sviluppo delle capacità linguistiche e culturali. E’ stata posta speciale attenzione a non duplicare il lavoro svolto da altre agenzie: SOLVIT è complementare allo strumento di pianificazione della comunicazione internazionale dell’UKTI, l’Export CommunicationsReview. SOLVIT è dunque sorta di strumento per la consulenza e l’orientamento alle aziende nella pianificazione delle loro attività commerciali e per la sensibilizzazione alla dimensione linguistica e culturale, e ha aiutato le imprese ad acquisire consapevolezza delle loro esigenze linguistiche per gli affari. Pertanto, SOLVIT non è soltanto uno strumento di sostegno ma anche uno strumento di stimolo alla consapevolezza. IMPATTO: • • Miglioramento delle opportunità delle PMI nel mercato internazionale. Sensibilizzazione alla necessità di promuovere nel settore imprenditoriale la formazione linguistica e culturale come parte integrante di un piano di comunicazione internazionale coerente. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: SOLVIT è già stato trasferito, o quanto meno adattato, entro i confine del Regno Unito, ma non risultano casi di trasferimento a livello internazionale. In altri paesi/regioni esistono probabilmente iniziative che ricoprono in parte le informazioni fornite da SOLVIT. Sotto questo aspetto, l’approccio orizzontale di SOLVIT alle esigenze linguistiche e culturali delle aziende può essere considerato innovativo, poiché non solo esso offre una risposta a tali esigenze, ma si propone sin dall’inizio di incoraggiare la consapevolezza di tali esigenze da parte delle imprese e offre assistenza nella loro individuazione. SOLVIT è un’iniziativa finanziata da istanze pubbliche. Poiché l’internazionalizzazione è stata individuata come priorità in tutte le economie dell’Unione, e considerata la carenza di iniziative che si occupino dell’analfabetismo in lingue e culture straniere, un’iniziativa come SOLVIT dovrebbe essere considerata non soltanto utile ma anche necessaria. Purtroppo l’attuale crisi economica, e le difficoltà che le imprese stanno attraversando, potrebbero avere un impatto negativo su iniziative di questo tipo, i cui effetti sono visibili solo sul lungo termine. Questo tipo di iniziative rischia perciò non soltanto di subire una carenza di finanziamenti da parte di enti pubblici, ma anche una carenza di interesse da parte del settore imprenditoriale, che potrebbe non considerare prioritarie le esigenze a cui SOLVIT risponde. In quanto strumento che offre un panorama informativo con indirizzamento verso altre risorse esistenti, le informazioni fornite devono essere ampie,ma non troppo specifiche, indirizzando verso i siti dove sono disponibili approfondimenti. Ciò rende questa iniziativa altamente flessibile, a condizione di prestare attenzione a certi passaggi: -- Tutte le informazioni contenute nella pagina web dovranno essere attentamente analizzate, con un occhio ai possibili parallelismi tra SOLVIT e il contesto e i bisogni della regione in cui l’iniziativa deve essere trasferita. -- Misurare l’impatto, la sostenibilità e la portata del sito web che si intende creare. -- Collaborare a fondo con tutti gli enti e le agenzie implicati nelle diverse politiche da affrontare, per garantire che tutti gli ambiti di informazione siano coperti,anche per evitare duplicazioni. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/SOLVIT%20-%20UK.pdf 109 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 42 TITOLO: SFI/SAS G: Svedese per immigrati -Programma Impresa PAESE D’ORIGINE: Svezia CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: Vuxenutbildningsförvaltningendi Göteborg REFERENTE: Richard Reström, Vuxenutbildningsförvaltningendi Göteborg. E-mail:[email protected] SINTESI DEL PROGETTO: ABF-VUX è uno dei ”Vuxenutbildningsförvaltningen” (centri di formazione degli adulti) di Göteborg e la sua attività principale è quella di provvedere all’istruzione di coloro che non sono in possesso di un’istruzione superiore completa. Gli immigrati sprovvisti di istruzione superiore completa godono in Svezia di un diritto legale allo studio nel circuito della SFI (Insegnamento dello svedese per gli immigrati), sino a che non raggiungano un certo livello di competenza linguistica nella comprensione e nella produzione scritta e orale. Gli studi della SFIsi articolano in 4 livelli, i livelli inferiori corrispondenti a un grado inferiore di istruzione scolastica acquisita nei paesi di origine. Questo programma aziendale SFI/SAS G (SwedishasSecond Ground level) si rivolgeai migranti e gli immigrati che vivono nel comune di Göteborg. Il programma ha avuto inizio nel gennaio del 2007 con studenti approvati dalle autorità. Obiettivo del programma è incentivare lo sviluppo e l’avanzamento delle conoscenze linguistiche. Esso si propone inoltre di consolidare le competenze professionali degli studenti nell’ambito del commercio e dell’imprenditoria e di offrire loro una conoscenza più dettagliata dei meccanismi della cultura aziendale svedese. Il programma è totalmente finanziato a livello governativo, poiché questo tipo di formazione linguistica è disponibile per tutti coloro che accedono alla SFI. La formazione risponde alle esigenze espresse in generale dalle aziende e il materiale didattico è sottoposto a supervisione 110 da parte dell’autorità. Il contesto politico entro cui il programma opera è chiaro e per il buon funzionamento dell’iniziativa è necessaria la volontà politica di promuovere l’integrazione e sviluppare modalità più efficaci,tali da garantire l’impiego e ridurre il senso di alienazione. Si segnalano i seguenti aspetti innovatividel programma: -- Il metodo si basa su corsi di studio specificamente rivolti a una professione, il che significa che l’apprendimento della lingua diventa possibile anche in caso di scarse competenze linguistiche del discente. -- I partecipanti apprezzano il vantaggio di unire la formazione linguistica e l’apprendimento di una materiaspecifica. -- La collaborazione fra formatori al di fuori dell’ambito della loro materia d’insegnamento riduce i tempi di apprendimento del discente; l’insegnamento avviene in modo integrato e multidisciplinare. -- L’orario dei corsi deve essere elaborato in maniera da potersiconcentrare sul filo rosso che unisce lingua e materie di formazione. IMPATTO: • • Programma su 4 livelli di lingua. 122 partecipanti, dal 2007,hanno sostenuto l’esame di lingua svedese, il 70% di essi ha inoltre sostenuto esami in discipline economiche e commerciali. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Il programma può essere trasferito all’intera Svezia, alla Scandinavia e, potenzialmente, ad alcune regioni europee.Il punto critico è la sua dipendenza da un sistema di istruzione pubblica che finanzi in parte i costi della formazione nella seconda lingua. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/SFI%20SAS%20Business%20-%20Sweden.pdf 111 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 43 TITOLO: SFI: Svedese per immigrati - Tirocinio pratico PAESE D’ORIGINE: Svezia CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Vuxenutbildningsförvaltningendi Göteborg REFERENTE: Richard Reström. Vuxenutbildningsförvaltningendi Göteborg. E-mail:[email protected] SINTESI DEL PROGETTO: SFI (Insegnamento dello svedese per gli immigrati) è un programma di formazione linguistica rivolto a individui sprovvisti di conoscenze di base dello svedese e si fonda sul concetto che quanto ci circonda può influenzarci: ciò significa che mentre si impara lo svedese , si studiano anche aspetti della cultura e della società in Svezia. SFI intende essere, per quanto possibile, una via per trovare lavoro e per raggiungere l’autosufficienza economica. GöteborgVuxenutbildning (VUX) è il responsabile generale dell’istruzione rivolta agli adulti del comune. In 2006 VUX ha siglato un contratto con 3 diversi fornitori per l’avvio di quello che è conosciuto attualmente come “Tirocinio Pratico, SFI”. La sua ragion d’essere è la ricerca di nuove modalità per accrescere l’integrazione degli immigrati di origine straniera nella società svedese. Il programma è iniziato in fase sperimentale fra il 2006 e il 2007, anno in cui circa 300 persone hanno intrapreso un percorso educativo e ricevuto una formazione di stage professionale. Nel 2009 i partecipanti al programma sono stati 2,500. La configurazione degli studi comprende un tirocinio pratico ed è un’attività a tempo pieno, per un minimo di 30 ore settimanali. La conoscenza linguistica deve essere sviluppata in collaborazione con i datori di lavoro, il che significa che la didattica deve basarsi su input provenienti dall’ambito professionale e dalle imprese che offrono impiego. E’ obbligatorio frequentare almeno 15 ore di insegnamento alla settimana e la parte principale della formazione linguistica avviene presso la scuola. Il Tirocinio Pratico SFI si propone di raggiungere due obiettivi: -- L’allievodovrà fare il suo ingresso nel mercato del lavoro il prima possibile, in modo da raggiungere l’autonomia economica e diventare un regolare contribuente. -- Gli allievi dovranno raggiungere i propri obiettivi di formazione in lingua svedese secondo quanto stabilito dal consiglio d’istituto svedese. Tali obiettivi seguono la tabella di valutazione dell’ EQF secondo le direttive del Consiglio d’Europa. -- L’unicità del programma e parte delle ragioni del suo successo si basano su: -- “Corrispondenza”: sia il partecipante che il datore di lavoro hanno chiaramente espresso le loro esigenze e preferenze nel corso di colloqui e incontri. -- “Metodo”: realizzazione di una rete di contatti personali e ricerca di un maggior numero di contatti nel mercato del lavoro a vantaggio dello sviluppo personale, ma anche della conoscenza linguistica. VUX ha elaborato alcune linee guida da seguire nell’accettare un’offerta di lavoro. IMPATTO: • • • 112 2.500 persone coinvolte nel 2009. Percorso di studi unito alla pratica in luoghi di lavoro selezionati. Interazione efficace basata su un approccio • olistico. Soluzioni individuali che tengono conto delle preferenze personali. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: La trasferibilità dipende totalmente dalla volontà politica e dalle decisioni politiche. Le autorità nazionali svedesi e quelle di Gothenburg sono disposte a offrire sostegno finanziario al programma di tirocinio pratico poiché sono convinte che questa sia la strada verso l’inclusione, l’impiego e l’autosufficienza, e permetta di eliminare la dipendenza dai sussidi sociali. Se esiste in altri paesi un’analoga volontà politica, i prerequisiti per l’implementazione del concetto in tutti i paesi europei non dovrebbero costituire un problema. Il metodo funziona per gli immigranti a prescindere dal loro precedente grado di istruzione. Gli immigranti meno qualificati hanno l’opportunità di un buon inizio di carriera nel nuovo paese, mentre quelli altamente qualificati vedono aumentare le loro possibilità di ottenere un impiego adeguato presso aziende che intrattengono rapporti con i loro paesi di origine. La competenza linguistica nella loro lingua madre è un fattore di competitività rispetto ad altri attori che non dispongono di una qualifica equivalente. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/SFIPRA~1.PDF 113 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 44 TITOLO: Dote formazione per corsi di lingue per conducenti di taxi. PAESE D’ORIGINE: Italia CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Regione Lombardia, DG Istruzione, Formazione e Lavoro REFERENTE: Nicola Orlando. IRS, Istituto per la Ricerca Sociale. E-mail: norlando@ irsonline.it SINTESI DEL PROGETTO: La Regione Lombardia – DG Istruzione, Formazione e Lavoro offre ai cittadini un contributo (dote) che li accompagna nei momenti decisividella vita, per aiutarli nella crescita, nella ricerca di impiego,e per promuovere l’occupazione e la formazione continua. La “dote” è un insieme di risorse e servizi direttamente rivolti ai cittadini per promuovere la loro possibilità di scegliere, all’interno di una rete di operatori accreditati (a livello regionale) i migliori servizi in risposta ai loro bisogni. Tramite una piattaformaICT i beneficiari possono procedure con la richiesta del contributo, a seconda delle loro necessità. Esistono diversi tipi di “dote” (dote formazione, dote lavoro, dote scuola…) rivolte a diversi gruppi di beneficiari (disoccupati, categorie svantaggiate, conducenti di taxi, giovani …). La Regione Lombardia promuove i corsi di formazione linguistica per conducenti di taxi utilizzando la “dote formazione” cofinanziatadal FSE–POR(Asse IV Capitale umano, Misura i). In particolare, la regione Lombardia si impegna a promuovere, in vista di Milano Expo 2015, l’accrescimento delle competenze linguistiche di coloro che esercitano la professione di conducenti di taxi, creando in tal modo le condizioni per raggiungere gli obiettivi di qualità annuali e in particolare quello legato alla conoscenza di una lingua straniera concordato dalla regione Lombardia, dalle autorità locali e dalle associazioni di categoria dei conducenti di taxi. In particolare, entro il 2014 almeno il 66% dei conducenti di taxi in possesso di licenza dovrà certificare di possedere conoscenze di una lingua straniera almeno al livello A2 del CEFRL. La regione Lombardia ha indetto un bando per la partecipazione ai corsi di formazione linguistica per i titolari di licenza di taxi (POROb.2, FSE 2007-2013 - Asse IVCapitale umano, Misura i) tramite accesso 114 alla“dote formazione”. Per poter effettuare la richiesta, i beneficiari devono rivolgersi a un ente di formazione accreditato (che abbia presentato una proposta di formazione linguistica), individuato tramite consultazione del catalogo di offerte sul sito web della Regione. L’operatore selezionato prenderà in carico il destinatario e lo assisterà in tutte le fasi del servizio fornito. Il programma “Dote formazione – corsidi lingue per conducenti di taxi” è rivolto a conducenti di taxi in possesso di licenza rilasciata dai Comuni che fanno parte dell’area del sistema aeroportuale della regione Lombardia e che non siano già in possesso di laurea triennale con almeno un esame in lingua straniera o di un diploma di scuola secondaria in lingue straniere. L’obiettivo è quello di migliorare il livello del servizio, per quanto riguarda il trasporto via taxi e in modo specifico per quanto attiene alle competenze linguistiche. Non vi è un chiaro riferimento all’eventualità che la formazione classica d’aula venga supportata da periodi di apprendimento in un paese della lingua oggetto della formazione e attraverso elementi di apprendimento a distanza, né alle modalità di tale approfondimento. Il programma di formazione è specificamente formulato per fornire una conoscenza e delle competenze linguistiche pari al livello A2 del CEFRL. IMPATTO: • • Implementare l’impegno assunto dalla Regione Lombardia nell’accordo firmato (il 17 settembre 2008) con le autorità locali della (vicina) area aeroportuale e con i rappresentanti delle associazioni di conducenti di taxi. Promuovere, in vista di Milano Expo 2015, l’accrescimento delle competenze linguistiche per coloro che esercitano la professione di conducente • di taxi. Raggiungere entro il 2014, l’obiettivo del 66% come minimo di conducenti di taxi (con licenza) in possesso di competenze linguistiche equivalenti almeno al livello A2 del CEF. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Il programma “Dote Formazione – Corsi di Lingue per conducenti di taxi” può essere prontamente e proficuamente implementato in altri paesi e/o settori per il miglioramento delle competenze linguistiche dello stesso tipo, o di altri tipi, di destinatari. La “Dote” non è ancora stata trasferita ad altre località. Nella regione Lombardia essa è invece utilizzato in molti settori (Istruzione Formazione, Lavoro...) e a diversi fini (accrescere l’occupazione e l’occupabilità, promuovere la formazione continua e l’apprendimento permanente…) ed è rivolta a diversi gruppi di beneficiari (disoccupati, categorie svantaggiate…) La dote (e nello specificoquella per accrescere le competenze linguistiche dei conducenti di taxi) è uno strumento politico innovativo, perché si tratta di un insieme di risorse e servizi rivolti alla persona per promuovere la possibilità dei cittadini di scegliere liberamente – tramite una piattaforma ICT ed entro una rete di operatori accreditati–i migliori servizi per soddisfare le proprie esigenze in materia di istruzione, formazione, ricerca di un impiego. La dote è stata adottatasolo di recente dalla regione Lombardia (nel corso degli ultimi 2-3 anni) e questa è una delle ragioni per cui il programma non è ancora stato trasferito e non si hanno ancora dati relativi a un eventuale trasferimento in corso. La trasferibilità dipende da presupposti specifici relativi al contesto politico: la dote formazione per il miglioramento delle competenze linguistiche dei conducenti di taxi è co-finanziata dal FSE. Pertanto può facilmente essere trasferita ad altri paesi UE. In linea di massima, lo strumento di contributoadottato dalla regione Lombardia è uno strumento altamente flessibile che consente la trasferibilità. La regione Lombardia ha adottato la dote in diversi settori, per scopi diversi e per diversi gruppi di beneficiari (sebbene i destinatari principali siano i soggetti maggiormente svantaggiati in termini di reddito, vulnerabilità, istruzione, formazione e occupazione). La “dote formazione per conducenti di taxi” è soltanto un esempio della grande flessibilità del contributo, che può facilmente adattarsi ad altri settori, così come ad altri gruppi di beneficiari, vista la natura di questo strumento originariamente concepito dalla regione Lombardia per incentivare la libera scelta dei cittadini fra i fornitori di servizi accreditati (a livello regionale). Essendo cofinanziata dal FSE, la“dote formazione per conducenti di taxi” potrebbe essere trasferita a qualsiasi regione entro i confini della UE. In presenza dei fondi necessari può facilmente essere trasferitaanche a livello mondiale. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/Training%20Endowment%20-%20 ITALY.pdf 115 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 45 TITOLO: Progettiformativi ‘Fondimpresa’ PAESE D’ORIGINE: Italia CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Centro Servizi. REFERENTE: Marco Albanese. Regione Basilicata. E-mail: marco.albanese@regione. basilicata.it SINTESI DEL PROGETTO: L’iniziativa riguarda le politiche annuali a sostegno dei piani di formazione promossi sulla base di accordi fra soggetti interessati, che coinvolgono reti e sistemi di imprese, distretti e sistemi produttivi locali collegati da reti di fornitura, sistemi logistici, ecc. Questa politica fa riferimento a un bando nazionale (01/2006) con risorse diffuse a livello regionale. Nek presente caso è stato analizzato un progetto realizzato in Basilicata.Tutte le seguenti informazioni si riferiscono alle organizzazioni attuatrici del progetto, ripartite in partnership temporanee. Il progetto analizzato è “CREA – Crescere in azienda (2006)” – che è stato caratterizzato da un totale di 1,764 ore di formazione,suddivise in 32 azioni,che hanno coinvolto 200 lavoratori di imprese in tutto il territorio della Basilicata. è il principale fondo per la formazione professionale continua, accessibile a tutti i tipi di imprese, e il suo sistema è caratterizzato da efficienza, qualità e tempestività di attuazione. In Basilicata vi sono approssimativamente 680 imprese che hanno accesso a Fondimpresa,per un totale di circa 20,000 lavoratori. Nel corso degli ultimi anni, le azioni formative hanno incluso le seguenti discipline: igiene e sicurezza, lingue, competenze personali, tecniche di produzione e ICT. La tabella seguente delinea le azioni di formazione dedicate all’apprendimento linguistico ed evidenzia come l’apprendimento delle lingue sia diventato un tema sempre più significativo nell’ambito del programma annuale. Fondimpresa è un fondo interprofessionale per la formazione professionale continua sviluppato da Confindustria e da CGIL, CISL e UIL i. Fondimpresa Anno Riferimento bando N. Azioni di Formazione N. persone formate Ore di Formazione 2006 1/2006 6 44 240 1/2007 5 28 200 1/2007 2 16 80 1/2007 7 67 510 5 21 163 1.070 2007 Total 116 IMPATTO: Si veda la precedente tabella. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Ilmodello può essere trasferito laddove siano presenti le seguenti caratteristiche: forte radicamento delle aziende nel territorio, significativa rappresentanza sindacale e volontà di armonizzare le politiche di formazione. Il rischio in cui può incorrere questo tipo di programma è quello di una scelta di compromesso tra politiche di sviluppo i competenze e politiche operative o commerciali delle aziende, per cui potrebbe talvolta verificarsi che le azioni di formazione siano in conflitto con la pianificazione della produzione. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/Fondimpresa%20-%20IT.pdf 117 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 46 TITOLO: Quadro Federale USA delle Lingue PAESE D’ORIGINE: USA CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: NFLC, National ForeignLanguage Center REFERENTE: David Owen. RLN-East, Regional Language Network East. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: Gli Stati Uniti d’America hanno sviluppato in maniera strategica le capacità linguistiche e culturali nazionali attraverso la creazione di un canale privilegiato in tutto il sistema educativo-lavorativo affinché i cittadini potessero migliorare le proprie capacità linguistiche e la propria coscienza culturale. Questo obiettivo richiede un apprendimento universale o quasi di una lingua diversa dall’inglese sin dai primi gradi di istruzione, in modo da sviluppare una padronanza linguistica e culturale diffusa, con abilità linguistiche avanzate e l’apprendimento di lingue meno insegnate, riservate soprattutto all’insegnamento universitario. La disponibilità nel medio-lungo termine di un gruppo di persone capaci di parlare una lingua straniera provenienti dal sistema dell’istruzione principale andrà ad alleggerire il bisogno delle aziende di impegnarsi in una continua formazione linguistica per i principali mercati target. Gli sforzi profusi puntano ad assicurare che le lingue insegnate riflettano le esigenze dei potenziali datori di lavoro, sia privati che governativi. Una seconda caratteristica della strategia è che la fonte principale d finanziamento di questi sforzi per introdurre le lingue necessarie per attività commerciali e governative e per insegnarle a livelli realmente avanzati, sono le agenzie di sicurezza nazionale e federale. Le lingue coinvolte sono perciò quelle richieste dalle esigenze della sicurezza nazionale. Questo aspetto è stato valutato rispetto all’insegnamento delle lingue tradizionali e, perciò, ora è in essere una sana combinazione dei due. Si citano spesso delle lingue “cruciali”, ossia quelle che sono importanti per gli interessi nazionali. La strategia incoraggia la costruzione delle competenze delle comunità etniche, che sono definite come quelle comunità residenti di immigrati da paesi non anglofoni insieme ai propri discendenti. Si tratta di una caratteristica sociale che è particolarmente diffusa negli Stati Uniti. La competenza è misurata tramite le scale ILR del governo (e l’ACTFL delle università), che sono state armonizzate in questo file con la scala CEF. Per ottenere il livello 1 ILR un madrelingua inglese necessita di circa 150 ore di insegnamento per le lingue occidentali tradizionali, 250 118 ore per lingue come il russo, il persiano, l’ungherese o l’hindi, oppure 350 ore per l’arabo, il cinese, il giapponese o il coreano. Per arrivare al livello 2 ILR, diventeranno 400/600/1100 ore rispettivamente. Per il livello 3, invece, saranno necessarie 650/1100/2200 ore rispettivamente. Una serie di organizzazioni sono coinvolte nell’implementazione del quadro, incluso il National ForeignLanguage Center – NFLC, il Center forAdvancedStudyofLanguage – CASL, il Center forAppliedLinguistics – CAL e i Dipartimenti della Difesa, dell’Istruzione, di Stato e del Commercio. Un contributo a sostegno dell’implementazione è giunto dal LanguageFlagship Group e dalla relativa National Language Policy Roundtable (NLPR) che aggiunge il contributo delle associazioni delle imprese, insieme alla InteragencyLanguagesRoundtable (ILR) che offre, tra le varie forme di sostegno, dei contributi per la creazione di standard. La ILR si compone di operatori intermedi per l’implementazione, che poi riferiscono ai decisori della NLPR. Il Quadro riflette la politica federale da mettere in atto a livello locale da parte dei singoli Dipartimenti di Stato per l’Istruzione, con un possibile sostegno dei Dipartimenti per il Commercio e lo Sviluppo. Il Quadro mira a rafforzare 15 Centri di Risorse Linguistiche nazionali che, tra i vari servizi offerti, eroga un servizio di consulenza e aiuto alle aziende statali. Svilupperà anche un database di persone con competenze linguistiche certificate, una banca di risorse linguistiche e culturali ed un servizio di interpretariato. I gruppi etnici sono inoltre incoraggiati ad unire la conoscenza della loro lingua ad un settore specialistico (come le biotecnologie in cinese o l’ingegneria in francese). Il livello di padronanza della lingua (valutato tramite le scale ILR e ACTFL) sarà poi integrato ad una valutazione da parte di un tutor e di un mentoreche stabiliranno le capacità di svolgere il proprio ruolo specialistico nel paese target. Si tratta di un modello che si sta gradualmente inserendo in tutti gli USA attraverso il LanguageFlagshipsprogramme. Tale programma mira a creare una serie di specialisti in settori specifici con una conoscenza di una seconda lingua con elevati livelli di competenza. I periodi passati all’estero sono un elemento fondamentale del programma Flagship attuato dalla Ohio State University. Dato che il programma è finanziato come parte del National Security EducationProgrammei paesi target sono quelli che condividono gli stessi interessi commerciali e di sicurezza nazionale dell’America. Essendo il programma originariamente federale, è erogato anche in diversi stati degli USA. Le istituzioni statunitensi si specializzano in una o due lingue. Per essere ammessi, prima che inizi il corso vero e proprio, gli studenti devono affrontare un programma di formazione intensivo di 9 settimane in un paese della lingua target in modo che possano raggiungere il livello B1. In seguito, i partecipati studieranno per un anno negli Stati Uniti e poi un secondo anno nel paese target. IMPATTO: • • Molte delle raccomandazioni presenti nel Quadro e nelle Politiche statunitensi potrebbero sembrare cosa nota ad un pubblico europeo, tuttavia per una nazione come gli Stati Uniti si tratta di una risposta innovativa ed efficace ad una esigenza diffusa. L’impatto della strategia si misura dal peso della competenza linguistica di base presente nella popolazione (percentuali di discenti che studiano una lingua per diversi anni), i risultati sulle abilità (numero di studenti a livelli di competenza predefiniti) e i percorsi verso l’occupazione. L’obiettivo è di creare degli specialisti di alto profilo in settori specifici – tecnologia medica, commercio internazionale, ingegneria, ecc – che possiedono inoltre delle capacità linguistiche elevate (C1, C2). A livello federale, una caratteristica saliente è lo sviluppo di una serie di “tavole rotonde” che riuniscono i decisori a livello strategico ed operativo in tutta una serie di agenzie importanti interessate a garantire che le raccomandazioni del Quadro e della Politica siano coordinate ed implementate. Alcune iniziative sono state implementate a favore degli studenti più giovani. Tra queste si annovera il programma STARTALK per uno studio intensivo di lingue cruciali nel periodo estivo da parte di studenti di tutto il sistema educativo e per un sostegno al rinforzo delle capacità dei docenti di tali lingue, oltre ad incentivi e premi per l’apprendimento e l’insegnamento delle lingue per i lavoratori. Le lingue coinvolte sono il cinese, • l’arabo, il coreano, il farsi,’hindi, l’urdu, il turco e lo swahili. Sono stati realizzati 119 programmi (nel 2009), alcuni dei quali prevedevano sia il livello principianti che quello intermedio. Le lingue più studiate sono state il cinese, l’arabo, il farsi e l’urdu. La politica incoraggia lo sviluppo di Roadmaps statali, per collaborare con la comunità imprenditoriale locale all’identificazione di bisogni specifici. Data la superficie degli Stati Uniti, ogni Stato ha la responsabilità di sondare le richieste commerciali locali, che possono così essere mappate rispetto ai settori economici principali e all’insieme di persone che parlano una lingua etnica. Nel 2008 si sono tenuti 4 Metro Languagemeetings con le imprese a Seattle, New York, Washington DC e San Francisco per esplicitare ulteriormente le esigenze linguistiche della comunità imprenditoriale. Tra i partecipanti vi erano rappresentanti di imprese che si occupano di ricerca e sviluppo del prodotto, di marketing e branding, di sviluppo delle attività commerciali a livello internazionale, di gestione della manodopera nazionale e delle risorse umane. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: ----- Collaborazione tra i dipartimenti chiave del governo, quali quello del commercio, dell’istruzione e della difesa. Un modello nazionale che sia sufficientemente flessibile per permettere l’adattamento a caratteristiche regionali (o statali). Un approccio coordinato tramite lo sviluppo di “tavole rotonde” su argomenti specifici. Una combinazione di finanziamenti pubblici solidi --- provenienti da varie fonti per l’implementazione. Impegno delle istituzioni nell’ambiente educativo. Utilizzo di un approccio combinato di formazione nel paese della lingua target e negli USA. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/USA%20Language%20Framework%20-%20US.pdf 119 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 47 TITOLO: Validazione degli Apprendimenti Pregressi CertificatoNazionale per le Competenze Linguistiche PAESE D’ORIGINE: Finlandia CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Consiglio Nazionale dell’Istruzione Finlandese REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo.E-mail: lola.urrutia.heredia@ cfnavarra.es SINTESI DEL PROGETTO: La Finlandia è uno dei pochi paesi europei in possesso di sistemi nazionali e politiche nazionali generali inessere per la convalida dell’apprendimento informale e non formale. Il settore pubblico e quello del volontariato in Finlandia hanno già visto una serie di iniziative di convalida per oltre un decennio, mentre il settore privato, insieme alle parti sociali, è impegnato nei lavori di pianificazione e sviluppo di tali iniziative. Il sistema di qualifiche basate sulle competenze è la forma di convalida più diffusa in Finlandia. Le qualifiche possono essere ottenute a prescindere da come e dove le capacità e le conoscenze sono state acquisite e possono essere dimostrate tramite test ufficialmente approvati. Le qualifiche sono ora incluse nella Legge per la Formazione Professionale degli Adultidel 1998. Si tratta di un sistema di qualifiche complessivo che non si limita ad un settore specifico, in linea con il Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF). Circa 400 titoli di qualifiche sono già in vigore e sono interessate tutte le fasi della formazione e dell’istruzione professionale, soprattutto quelle per il settore degli adulti. Il Certificato Nazionale delle Competenze Linguistiche è un test che misura le capacità linguistiche pratiche degli adulti in situazioni reali in cui potrebbe essere necessario parlare, ascoltare, scrivere o leggere in lingua straniera. La natura degli esami promuove vari contesti di apprendimento – formale, informale, non formale, legato alla comunità, ecc., ed incoraggia i discenti ad approfittare degli ambienti di apprendimento informali. Gli esami offrono la possibilità ai singoli individui di ottenere un certificato valido della propria competenza, ad es. per scopi lavorativi. Il processo per rendere visibile l’intera gamma di conoscenze, capacità e competenze che ogni singolo individuo 120 possiede si realizza in una maniera che permane su base volontaria e i risultati della convalida restano proprietà del singolo individuo. Poco importa se il conteso di convalida è quello lavorativo, quello delle comunità sociali o dell’istruzione universitaria: a prescindere dall’obiettivo, l’individuo è sempre al centro. Coloro che si impegnano nella convalida come candidati, beneficiano dei risultati personali,quali una maggior fiducia e autostima. Anche se si tratta di risultati secondari, possono essere d’aiuto nell’accedere ad una formazione formale e/o all’occupazione o semplicemente ad assumere una serie di responsabilità maggiori all’interno del ruolo già ricoperto nella società. La buona pratica riflette le strategie per l’occupabilità e lo sviluppo regionali. Le attività di convalida sono in maggior parte decentrate in Finlandia e tali attività rinforzano le strategie regionali per l’occupabilità e lo sviluppo, insieme all’integrazione della manodopera immigrata. I curricula locali, che sono di solito stabiliti dai comuni, sono sviluppati sulla base del curriculum del quadro nazionale, che prevede ed include la convalida all’interno del sistema complessivo di convalida nazionale. Molte imprese e aziende individuali hanno anche colto con successo le opportunità del sistema di istruzione basato sulle competenze e hanno creato delle procedure per riconoscere le abilità e le competenze che i dipendenti acquisiscono (in maniera formale, informale o non formale). Le aziende, soprattutto del tradizionale comparto manifatturiero, si sono dimostrate propense a convalidare le abilità della propria forza lavoro in modo da ampliare la base delle abilità dei dipendenti. I datori di lavoro, inoltre, sono particolarmente attivi attraverso le proprie associazioni locali e nazionali. Partecipano al lavoro per la pianificazione e lo sviluppo delle iniziative di convalida. Il Certificato Nazionale delle Competenze Linguistiche è stato legato anche alla politica per richiedere la cittadinanza finlandese: gli stranieri devono presentare un certificato ufficiale di soddisfacenti abilità scritte e orali in finlandese o in svedese. Di conseguenza, si raccomanda agli immigrati di sostenere gli esami per ottenere il Certificato Nazionale delle Competenze Linguistiche in quanto verifica le loro abilità nella lingua standard. Inoltre, affronta questioni relative lingue e alle risorse delle minoranze linguistiche delle comunità di immigrati locali: lo svedese e il sami sono lingue minoritarie e coloro che parlano russo costituiscono il gruppo più ampio e in più rapida crescita in Finlandia. IMPATTO: • • Tra il 1994 e il 2003, 22.000 persone hanno ottenuto il Certificato Nazionale delle Competenze Linguistiche. Nel 2008, circa 4.900 persone hanno ottenuto il Certificato Nazionale delle Competenze • • Linguistiche. Esami in 9 lingue:finlandese, francese, inglese, italiano, russo, sami, spagnolo, svedese e tedesco. Oltre 100 istituti scolastici organizzano gli esami per il Certificato Nazionale delle Competenze RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: La buona pratica risulta essere potenzialmente molto stimolante nell’attuale contesto europeo dove è aumentato l’interesse per la convalida dell’apprendimento non formale o informale. La Finlandia ha fatto da apripista, prima che esistesse il Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF). La buona pratica può essere vista come uno dei primi esempi per convalidare un precedente apprendimento a livello europeo e la sua trasferibilità presenta un elevato potenziale. Inoltre, si può concludere che si stanno mettendo in atto le vere misure per il suo trasferimento. L’iniziativa possiede una componente innovativa riconosciuta a livello nazionale, regionale ed europeo. È stata inclusa come esempio-modello nell’inventario europeo per la convalida dell’apprendimento non formale. Altri paesi europei stanno compiendo enormi progressi nella convalida di un apprendimento precedente, ma gli sviluppo si differenziano drasticamente da paese a paese. L’implementazione della buona pratiche necessita della volontà politica e di essere recepita nel sistema legislativo del paese,nella formazione e nell’istruzione professionale, nella politica per l’immigrazione e nella certificazione delle procedure per le qualifiche. Per poter trasferire la buona pratica, si deve individuare quanto segue: -- Se i motori politici concentrano la propria attenzione su una regione specifica e non riflettono l’ambiente politico generale dei potenziali mercati di trasferimento. -- Se si basa sui fondi strutturali europei o su altri fondi europei. -- Se ci sono restrizioni sul tipo di destinatari. -- Se il contesto di sostegno imprenditoriale su cui si basa non sia limitato al punto che si renda necessario il sostegno del paese di trasferimento alla politica o al programma. -- Il grado di flessibilità degli accordi di sostegno (finanziario o altro) tra imprese e governo che non limiterebbe il trasferimento in altre regioni. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/Validation%20of%20Prior%20Learning%20-%20 Finland.pdf 121 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 48 TITOLO: Aggiornamento degli standard professionali e sviluppo ed erogazione di formazione dei docenti in servizio. PAESE D’ORIGINE: Bulgaria CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Ministero dell’Istruzione bulgaro REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@ cfnavarra.es SINTESI DEL PROGETTO: Uno degli obiettivi della Strategia Nazionale Bulgara per l’Apprendimento Permanente (2008-2013) relativo alla formazione dei docenti è lo studio delle lingue europee e l’uso di terminologia specializzata nella formazione professionale. Il Programma quadriennale per lo Sviluppo delle politiche per l’Istruzione, le Scienze e i Giovani in Bulgaria cita alcune misure relative al miglioramento della qualifica dei docenti, incluse la conoscenza e le abilità linguistiche. Questo corso di formazione in inglese per docenti provenienti da istituti professionali potrebbe essere visto come un corso di lingua a fini professionali e si focalizza su settori specializzati e tecnici, argomenti generali legati all’industria, e sulla creazione di partnership tra gli istituti di formazione professionale in Europa e la mobilità dei professionisti all’interno dell’Unione Europea. Gli obiettivi della formazione sono: -- Migliorare la conoscenza, le competenze e le abilità nell’inglese scritto e orale per professioni e scopi specifici. -- Unire l’apprendimento dell’inglese professionale con l’acquisizione di diverse altre abilità come il TIC, il project management europeo, ecc. -- Acquisire informazioni in inglese sulle qualifiche professionali, le professioni e irelativi settori specifici in Europa e nel mondo. -- Incoraggiare i partecipanti a sviluppare centri regionali di eccellenza che possano contribuire alla qualità dell’inglese negli istituti professionali. Il contenuto della formazione è basato su un’indagine eseguita per conoscere il livello e le esigenze linguistiche dei docenti, coinvolgendo, però, anche imprese e dirigenti scolastici. Nel contesto di tale 122 iniziativa, i docenti sono stati incoraggiati ad iscriversi a visite di studio, finanziate dal Programma per l’Apprendimento Permanente Leonardo da Vinci e dai sottoprogrammi Grundtvig. Il corso di formazione in inglese per docenti provenienti dagli istituti professionali consta di 2 livelli (pre-intermedio e avanzato) – ognuno dei quali ha una durata di 15 giorni lavorativi (6 ore di formazione al giorno): i docenti sono orientati verso il corso specifico a seconda dei risultati ottenuti nel test preliminare di inglese. Il corso ha stimolato il lavoro in rete tra i docenti che hanno partecipato al corso, e, dall’altro, tra docenti in Bulgaria e in altri paesi europei. La creazione di partenariati transnazionali tra scuole contribuisce in larga parte a tale lavoro in rete. Il progetto non ha cercato di legare la formazione all’EQF. Le politiche UE relative allo sviluppo degli strumenti per la trasparenza nei sistemi di formazione professionale sono stateincluse semplicemente come argomenti della formazione. IMPATTO: • Il corso di formazione (180 ore) è stato adattato alle esigenze dei docenti di istituti professionali su 5 materie/moduli: architettura e pianificazione urbana, edilizia e ingegneria civile, elettricità ed energia, strutture ricettive, ristorazione e viaggi, turismo e divertimento. Il corso di formazione è stato progettato con la partecipazione dei rappresentanti e delle imprese dei 5 settori interessati, per rispondere alle esigenze di inglese avanzate dai docenti degli istituti professionali: -- Abilità per cercare ed utilizzare le informazioni relative alle specifiche professionali; -- Informazioni sulle opportunità (oltre ai requisiti), divulgazione e incoraggiamento dei partecipanti a prendere parte alle varie forme di mobilità (per studenti e tutti coloro che si trovano sul mercato del lavoro) nel quadro dell’Unione Europea; -- -- --- Conoscenza delle iniziative e delle misure applicate dagli istituti professionali in tutta Europa per garantire la qualità della formazione; Conoscenza delle buone pratiche per una collaborazione fruttuosa tra istituti di formazione professionale e aziende per quanto riguarda le esigenze del mercato, per contribuire ancora di più alla preparazione degli studenti; Massimo adattamento del contenuto formativo alle esigenze delle imprese Ricerca di partner e sviluppo, seguito poi dalla partecipazione di manager ed esperti, per progetti internazionali in diversi programmi. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: Questo corso non è stato ancora trasferito. Il tentativo di far corrispondere le reali esigenze dei docenti e gli obiettivi formativi può essere visto come un elemento innovativo. Il corso è stato progettato per docenti che insegnano in cinque settori economici (architettura e pianificazione urbana, edilizia ed ingegneria civile, elettricità ed energia, strutture ricettive, ristorazione e viaggi, turismo e divertimento), ma può essere facilmente trasferito ad altri settori, in quanto solo alcuni moduli sono legati a settori specifici. In Bulgaria, l’esperienza di questo progetto può essere trasferita ad altri contesti, ad altri settori, utilizzando i fondi del Programma Operativo per lo Sviluppo delle Risorse Umane (finanziato dal Fondo Sociale Europeo e dallo stato), come oggetto di misure speciali relative alla qualifica dei docenti. La formazione potrebbe anche essere collegata ai sistemi di crediti nei paesi di trasferimento, anche se non è stata ancora implementata in Bulgaria. Il corso può anche essere facilmente adattato ad altre lingue, in quanto si focalizza sull’apprendimento della lingua per scopi speciali. La ragione per cui si è scelto l’inglese è che si tratta di una lingua estremamente diffusa in Bulgaria e i docenti potevano accedere a diverse risorse internet soprattutto in inglese. RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: http://www.lilama.org/uploads/documents/Vocational%20Standard%20Upgrading%20-%20 Bulgaria.pdf 123 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 49 TITOLO: World LanguageStories PAESE D’ORIGINE: USA CATEGORIA: Formazione TITOLARE/PROMOTORE: Biblioteca della Contea di Hennepin REFERENTE: Marco Albanese. Regione Basilicata. E-mail: marco.albanese@regione. basilicata.it SINTESI DEL PROGETTO: Le famiglie che parlano lingue diverse dall’inglese hanno poche opportunità di poter accedere alla formale lettura delle fiabe popolari, con conseguente diminuzione delle occasioni di apprendimento per i bambini. Per poter aumentare le possibilità di queste famiglie, la Biblioteca della Contea di Hennepin(HCL) ha progettato il “World LanguageStorytimes”, un metodo per aumentare i benefici dell’alfabetizzazione e del primo sviluppo del linguaggio per i bambini che sono già impegnati nello studio dell’inglese. L’obiettivo principale del “World LanguageStorytimes” è quello di fornire informazioni essenziali per aiutare i genitori e le persone che se ne prendono cura ad aiutare i bambini nel loro apprendimento a casa. Attraverso una selezione di libri in inglese, e grazie ad un metodo di insegnamento che colloca i genitori al centro dell’educazione, si può mostrare ai bambini che imparare l’inglese è semplice e divertente. Questa attività aiuta i bambini agli inizi dell’apprendimento ad avere risultati positivi a scuola. Anche se non si rivolge direttamente ai lavoratori, la metodologia utilizzata può essere interessante se applicata e sperimentata nell’apprendimento delle lingue per il mercato del lavoro. IMPATTO: Dati riassuntivi o indicatori di impatto non disponibili. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: La politica è stata trasferita in numerose situazioni e contesti negli Stati Uniti. La politica è estremamente innovativa e non presenta barriere ad un potenziale trasferimento, in quanto si tratta di un esempio di come motivazione e coinvolgimento diretto possano avere dei risvolti positivi sull’apprendimento delle lingue. Non dipende dal contesto politico e, per questa ragione, può essere trasferita ovunque. Questa politica presenta una certa flessibilità. La metodologia delineata dal programma può essere applicata a qualsiasi lingua. Inoltre, gli obiettivi descritti sopra possono essere facilmente trasferiti in Europa, in quanto sembrano essere collegati a RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: tutte le azioni intraprese dall’Europa in favore del multilinguismo. Ad ogni modo, potrebbe rendersi necessario definire piani di adattamento trasversali per renderla completamente flessibile, soprattutto nei settori lavorativi. In teoria, la politica può essere trasferita in diverse regioni, in qualsiasi regione globale, in qualsiasi regione interna ed esterna all’Unione Europea e in un numero infinito di regioni europee e in paesi extraeuropei. Il settore target (famiglie e bambini) non limita il trasferimento in diverse regioni. Tuttavia, si potrebbero effettuare aggiustamenti per meglio adattare il programma al fine di ottenere maggiore flessibilità. http://www.lilama.org/uploads/documents/World%20Language%20Stories%20-%20USA.pdf 124 BUONE PRATICHE BUONA PRATICA N° 50 TITOLO: Sostengo Linguistico di Zheijang PAESE D’ORIGINE: Cina CATEGORIA: Politica TITOLARE/PROMOTORE: Ente per i Servizi Esteri di Zheijang e Servizio per lo Scambio delle Risorse Umane delle Aziende di Zheijang REFERENTE: David Owen. RLN-East, Regional Language Network East. E-mail: [email protected] SINTESI DEL PROGETTO: Zhejiang è una delle province cinesi con una delle più alte concentrazioni di imprese, testimoniata dalla quantità di imprese private, di grandi industrie manifatturiere, dal migliore porto ad acque profonde (NingboPort) e dal centro di produzione di prodotti di base più conosciuto al mondo a YiwuSmall-Commodity Market. Una politica nazionale e una guida attenta ha portato all’implementazione locale. Anche se non esiste una politica provinciale per la formazione linguistica per l’occupazione tra il personale in forza alla comunità imprenditoriale, vi sono due dipartimenti governativi che sostengono tale tipo di formazione, ossia il Dipartimento degli Affari Esteri e quello del Commercio. Essi offrono formazione agevolata di breve durata, sia normale che intensiva, sia per aziende cinesi che hanno rapporti con l’estero, che aziende estere che assumono personale cinese. Di particolare interesse è una combinazione di questo sistema di agevolazioni con il sistema di formazione a voucher introdotto dal Ministero dell’Istruzione livello cittadino, che offre un contributo finanziario per coprire i costi formativi sia di personale aziendale che di singoli adulti. Questo può essere utilizzato per dei corsi di inglese supplementari una volta ottenuto un attestato di livello o di completamento del corso. L’utilizzo del sistema a voucher, tuttavia, può essere migliorato, anche se si tratta di una maniera perché discenti delle regioni più povere della provincia possano intraprendere una formazione professionale. L’Ente per i Servizi Esteri di Zheijang, parte del Dipartimento degli Affari Esteri del Governo Popolare della Provincia di Zhejiang, gestisce l’erogazione statale per la formazione nelle lingue straniere del personale cinese dipendentee per discenti adulti (in particolare la richiesta è per l’inglese e il tedesco) e per l’insegnamento del cinese mandarino al personale dipendente straniero. Questo servizio, creato nel 2008, si ricollega ad altri servizi relativi alle relazioni con aziende straniere, ed include tra i suoi servizi la formazione nelle abilità culturali e conoscenza della cultura locale di Zhejiang (per discenti stranieri). Le classi per i manager cinesi sono numerose, mentre per i discenti stranieri i gruppi sono più ristretti. Ciò riflette la differenza nella cultura dell’apprendimento culturale in Cina rispetto ad alcuni mercati esteri, in quanto in Cina l’apprendimento, di solito, avviene in maniera mnemonica, con delle tendenze più recenti a favore di esercizi più interattivi. Per i lavoratori stranieri, la formazione in mandarino è erogata su quattro livelli, dove i livelli più elevati portano alla qualifica nazionale HanyuShuipingKaoshi (HSK). Il 70% delle aziende che seguono questa formazione sono delle PMI. Seguendo una simile idea, un secondo programma agevolato è offerto dalServizio di Scambio per le Risorse Umane delle Aziende di Zhejiang, facente parte del Centro di Promozione per gli Investimenti Internazionali del Governo Popolare della Provincia di Zhejiang, che a sua volta fa parte del Dipartimento del Commercio. Si focalizza sul sostegno alle imprese cinesi che collaborano con aziende straniere e alle aziende straniere che assumono personale cinese, e include un programma specifico per la formazione in lingua inglese. L’offerta riguarda due tipi di corsi di lingua. Il primo offre una formazione specifica per settore anche per coloro che andranno temporaneamente a lavorare all’estero. Il secondo , è un corso di formazione più generale per la lingua commerciale. Si è introdotto un sistema a voucher per incoraggiare il personale aziendale ad intraprendere dei percorsi formativi supplementari. Il voucher, per una somma 125 di 500RMB, copre il costo delle prime 14 ore di formazione, e si incassa una volta completata la formazione. Questo sistema a voucher è stato promosso tramite il sito del Ministero dell’Istruzione e sui giornali locali. Per i residenti di Hangzhou con un basso livello di istruzione (definito come un livello inferiore alla scuola media), e per gli adulti residenti con certificati attitudinali erogati dall’Ufficio per il Lavoro e la Sicurezza di Hangzhou, il voucher è di 1200RMB. I discenti con una formazione più limitata e provenienti da comunità più povere (soprattutto rurali) hanno diritto ad una voucher più sostanzioso di 1500RMB per coprire i costi per le tasse di frequenza, inclusa la formazione linguistica all’interno del sistema universitario. Il sistema a voucher, insieme al budget totale stanziato per ogni categoria di discenti è come segue: -- Residenti standard e personale aziendale: Ufficio per il Lavoro e la Sicurezza di Hangzhou e Ufficio per l’Istruzione di Hangzhou. -- Discenti con basso livello di istruzione: Ufficio per l’Istruzione di Hangzhou e istituti universitari (budget totale RMB 50 mln). ---- Laureati: Ufficio per l’Istruzione di Hangzhou e Dipartimenti per l’Istruzione delle diverse province (budget totale RMB 6 mln). Studenti a tempo pieno: Ufficio degli Affari Civili di Hangzhou; budget totale RMB 900.000. Dipendenti di imprese a basso reddito: Ufficio per il Lavoro e la Sicurezza di Hangzhou. Si sta discutendo della possibilità di aumentare l’importo del voucher per stimolare una maggiore partecipazione da parte dei dipendenti delle aziende, che spesso non sanno esattamente dove trovare i voucher. Allo stesso modo, dato che il voucher può essere incassato solo una volta ottenuto l’attestato di livello, alcuni dipendenti aziendali che hanno meno fiducia nelle proprie capacità, preferiscono non cogliere l’occasione per timore di non riuscire a superare l’esame al termine del corso. Questo ovviamente non si applica per quelle formazioni dove i certificati attestano semplicemente il completamento del corso e non il suo superamento. IMPATTO: • • I corsi di formazione sono visti come un servizio dal valore aggiunto per le imprese che si occupano di commercio internazionale, e il costo della formazione per le aziende rende questo sistema un’attività senza fini di lucro. I voucher per la formazione coprono circa il 40% dei costi per i corsi intensivi. Il rimanente delle spese per il corso è sostenuto dai singoli impiegati con il proprio budget personale, anche se in molti casi, tali spese sono rimborsate dalle aziende una volta completato il programma. Alcune imprese si dotano di un Fondo per l’Istruzione che ammonta a 1,5%-2% del fatturato dell’azienda, e i sindacati contribuiscono a loro volta ai costi di formazione. Fin dalla sua ideazione nel 2003, questo sistema ha erogato formazione per 3500 impiegati aziendali e laureati. Grazie al suo successo, è in fase di lancio anche negli altri 11 centri amministrativi al di fuori di Hangzhou. L’impatto del programma si misura dal feedback dato dalle aziende. La strategia economica provinciale di Zhejiang promuove in maniera decisa la crescita economica e la creazione di benessere attraverso gli investimenti nelle competenze, tra cui anche le lingue. L’inglese è la lingua dominante, anche se il giapponese, il tedesco e il coreano sono lingue insegnate laddove richieste. Questi messaggi sono diffusi da una serie di dipartimenti governativi che seguono una stessa linea di comunicazione. RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO: ----- Includere un sistema di sostegno finanziario incrementale per discenti provenienti dalle comunità rurali più povere. Implementare una campagna promozionale sistematica per far conoscere meglio il sistema a voucher. L’erogazione di formazione linguistica sovvenzionata dal settore pubblico tramite 2 enti sostenuti dal governo crea una concorrenza sana. Un’attenzione equilibrata tra PMI locali che hanno RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA: --- bisogno di competenze in lingua straniera, e gli stranieri che necessitano di formazione in lingua cinese. Sviluppare un approccio più ampio includendo inserimenti lavorativi per discenti e studenti. Unire i finanziamenti per la formazione professionale ai motori economici fondamentali per assicurare il ritorno sugli investimenti. http://www.lilama.org/uploads/documents/Zheijiang%20Policy%20Language%20-%20China.pdf 126 La presente pubblicazione è disponibile sul sito: www.lilama.org Pamplona, settembre 2011 127 128