POLITICHE LINGUISTICHE E FORMATIVE:
BUONE PRATICHE
PER L’OCCUPABILITÀ E LA COMPETITIVITÀ
Una prospettiva europea
1
La presente pubblicazione è stata realizzata come parte dei progetto LILAMA Network
‘Linguistic Policies for the Labour Market’, co-finanziato dalla Commissione Europea
nell’ambito del Programma di Apprendimento Permanente, Attività Chiave 3 - Lingue
(Contratto numero 143523-LLP-1-2008-1-ES-AC2-KA2NW).
La presente pubblicazione è il solo dell’autore, e la Commissione non può essere ritenuta
responsabile per qualsiasi uso che possa essere fatto delle informazioni ivi contenute.
Editore
Gobierno de Navarra - Servicio Navarro de Empleo
C / Arcadio M ª Larraona 1, 3 ª planta
31008 Pamplona - Navarra (Spagna)
Autori
Servicio Navarro de Empleo, Iniciativas Innovadoras, Regional Language Network East - RLN-Est,
Università Montesquieu Bordeaux IV, Istituto per la Ricerca Sociale - IRS, il Dipartimento della Pubblica
Istruzione, Lavoro, Cultura e Sport della Regione Basilicata e il Comitato Educazione degli Adulti di
Göteborg - Vuxenutbildningförvaltningen i Göteborg.
Contatto
Gobierno de Navarra - Servicio Navarro de Empleo
C / Arcadio Maria Larraona 1, 3 ª planta
31008 Pamplona - Navarra (Spagna)
Telefono: +34 848 424 400
E-mail: portal.empleo @ navarra.es
La presente pubblicazione è disponibile sul sito: www.lilama.org
Pamplona, settembre 2011
Layaout: Grupo Novacom
INDICE:
1.
PREFAZIONE
4
2.
INTRODUZIONE
6
3.
METODOLOGIA DI BENCHMARKING
12
4.
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE
18
5.
RASSEGNA DELLE BUONE PRATICHE
32
3
1 PREFAZIONE
4
1. PREFAZIONE
L’economia mondiale è in rapido
cambiamento, e la competitività delle
economie dell’Unione Europea rischia di
rimanere indietro rispetto ad un mercato
globale sempre più competitivo.
La recente approvazione della
“StrategiaEU2020” sostiene che la fine
della crisi economico-finanziaria dovrebbe
portare l’Europa in una nuova economia di
mercato sostenibile e sociale, un’economia
in cui la nostra prosperità sarà basata
sull’innovazione e su un miglior utilizzo
delle risorse, e il cui motore principale per
la crescita sarà la conoscenza. Per questo
motivo, si concorda che l’Apprendimento
Permanente diventerà un elemento
cruciale della nuova strategia, in modo da
assicurare una transizione graduale tra lavori
eprofessioni ed evitare una disoccupazione di
lunga durata che porterebbe ad una perdita
in capitale umano.
Il Quadro Europeo delle Competenze
Chiave per l’Apprendimento
Permanente riconosce alla comunicazione
in lingua straniera un ruolo centrale, che
implica una conoscenza delle competenze
di base allo stesso livello della propria
lingua madre, sia per la comunicazione, che
per la mediazione e per la comprensione
interculturale.
Le aziende multilingue sono un esempio di
come la diversità linguistica e l’investimento
nelle competenze linguistiche ed interculturali
possano diventare dei veri e propri motori
di prosperità e fonte di vantaggi per tutti. In
breve, questo è il messaggio del rapporto
presentato alla fine del Business Forum per
il Multilinguismo istituito dalla Commissione
Europea nel 2007 e che si riflette nel
rapporto “Le conoscenze linguistiche
migliorano l’efficienza delle imprese”.
Allo stesso modo, e prendendo in
considerazione la prospettiva di creare posti
di lavoro di qualità in un contesto globale,
possiamo anticipare che la conoscenza
trasversale delle lingue straniere sarà
la chiave per la futura occupabilità dei
lavoratori.
Tuttavia, poche regioni o nazioni dell’Unione
Europea hanno sviluppato una vera Politica
Linguistica orientata alle proprie strategie
economiche e le esigenze delle proprie
aziende, e al miglioramento dell’occupabilità
e la mobilità delle risorse umane. Inoltre,
le politiche già implementate nel settore
si limitano principalmente all’istruzione,
piuttosto che ampliarsi verso un reale
approccio di apprendimento permanente.
In tale contesto, la Rete LILAMA è stata
creata nel 2009 con la missione di diventare
una piattaforma di apprendimento reciproco
per lo scambio e la diffusione di linee guida,
delle buone pratiche e delle raccomandazioni
per le politiche che possano contribuire alla
progettazione e all’implementazione delle
politiche linguistiche orientate alle esigenze
del mercato del lavoro.
La presente Guida delle Buone Pratiche
rappresenta il risultato del lavoro svolto
nel quadro dell’Osservatorio per le Buone
Pratiche della Rete LILAMA e vuole fornire
delle linee guida pratiche che possano
aiutare i decisori politici europei, nazionali e
regionali a progettare dei programmi e delle
politiche di formazione linguistica efficaci,
trasferendo gli elementi migliori delle 50
Buone Pratichea livello internazionale
analizzate da LILAMA.
5
5
2 INTRODUZIONE
6
2. INTRODUZIONE
2.1. Premessa
L’economia mondiale è in rapido
cambiamento e la competitività delle
economieeuropee rischia di rimanere
indietro in un mercato globale sempre più
competitivo. La recente crisi economica e
finanziaria ha colpito duramente l’Unione
Europea, minacciando seriamente
l’occupazione e facendo contrarre molte delle
economie europee.
Viceversa, è ampiamente riconosciuto che
la crisi economica mondiale ha influenzato
in maniera minore i mercati emergenti di
paesi quali il Brasile, la Russia, l’India e la
Cina (i cosiddetti paesi BRIC). La perdita di
competitività economica da parte dell’Unione
Europea e la sua posizione nel nuovo
ordine mondiale sta diventando sempre
più evidente, tanto che la lingua brasiliana,
quella russa e soprattutto quella cinese
dovrebbero quindi essere presenti nella
formazione professionale, dato che stanno
diventando sempre più importanti per gli
affari.
La nuova strategia “UE 2020” andrà a
sostituire la Strategia di Lisbona, che è stata
la strategia dell’Unione Europea negli ultimi
dieci anni. La nuova strategia vede la fine
della crisi come la porta d’accesso ad una
nuova economia di mercato sostenibile e
sociale, il cui motore principale per la crescita
sarà basato sulla conoscenza:
• Crescita intelligente:sviluppare
un’economia basata sulla conoscenza e
l’innovazione.
occupazione che favorisca la coesione
sociale e territoriale.
In questo contesto e con queste nuove
sfide, è chiaro che una crescita intelligente,
sostenibile ed inclusiva ha bisogno che
l’Apprendimento Permanente diventi
l’elemento centrale della nuova strategia.
D’altra parte, questo deve permettere una
transizione indolore tra lavori e professioni
e dovrebbe evitare una disoccupazione di
lunga durata che porterebbe alla perdita in
capitale umano.
Per questo motivo, è fondamentale
assicurarsi che le competenze necessarie
per cogliere le opportunità di Apprendimento
Permanente siano acquisite e riconosciute
a tutti i livelli di istruzione e formazione, ed
è essenziale sviluppare una lingua comune
e uno strumento operativo per l’istruzione,
la formazione ed il lavoro. Questo si può
ottenere tramite un Quadro Europeo delle
Competenze, Qualifiche e Professioni, che
dovrebbe rappresentare un’evoluzione
dell’attuale Quadro Europeo delle Qualifiche
per l’Apprendimento permanente1 (EQF).
Le competenze-chiave sono fondamentali
in una società basata sulla conoscenza, e
dobbiamo assicurare una maggior flessibilità
della manodopera, per permettere un
adattamento più rapido ad un mondo in
continua evoluzione, caratterizzato da una
sempre maggior interconnettività.
• Crescita sostenibile: promuovere
un’economia più efficiente sotto il profilo
delle risorse, più verde e più competitiva.
• Crescita inclusiva: promuovere
un’economia con un alto tasso di
1 “Quadro Europeo delle Qualifiche”.
Raccomandazione del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 23 Aprile 2008.
7
INTRODUZIONE
Il Quadro Europeo delle Competenze-Chiave
per l’Apprendimento Permanente definisce
8 competenze e descrive le conoscenze,
le abilità e le attitudini essenziali ad esse
collegate. Tra queste, la comunicazione
in lingua straniera è riconosciuta come
la competenza-chiave che prevede le
stesse capacità di base che si hanno
nella propria lingua madre, insieme alle
capacità di comunicazione, mediazione e di
comprensione interculturale.
È perciò chiaro che la conoscenza delle
lingue straniere offre un vantaggio
competitivo alle nostre aziende e ai nostri
operatori economici, come si è di recente
riconosciuto nelle Comunicazioni della
Commissione Europea, evidenziando l’ovvio
impatto delle Politica del Multilinguismo
dell’Unione Europea2 sulla rinnovata
Strategia di Lisbona e la futura Strategia
EU2020.
Le capacità linguistiche ed interculturali
incrementano le opportunità di trovare
posti di lavoro migliori. In particolare, la
conoscenza di diverse lingue straniere
fornisce un vantaggio competitivo. Coloro
che conosco a fondo molte lingue possono
scegliere da un ventaglio di offerte più
ampio, comprese le opportunità all’estero.
D’altro canto, le scarse competenze
linguistiche sono considerate l’ostacolo
principale alla possibilità di lavorare
all’estero, limitando così l’impatto della
politica per la mobilità.
Il Business Forum sul Multilinguismo ha
prodotto una serie di raccomandazioni per
migliorare la competitività e migliorare
l’occupabilità attraverso una miglior gestione
della diversità linguistica. Il Forum ha
2 “Multilinguismo: una risorsa per l’Europa e un
impegno comune”. EC COM (2008) 566.
8
sottolineato il fatto che i nuovi mercati
emergenti ricoprono un ruolo sempre più
importante per le imprese europee, e che
le capacità linguistiche e interculturali sono
necessarie per competere in tali paesi.
Si tratta dei risultati del rapporto ELAN3
(Effetti sull’Economia Europea della Scarsa
Conoscenza delle Lingue Straniere nelle
Imprese) , pubblicato dalla Commissione
Europea nel febbraio 2007. Si trattò del
primo studio che coinvolse l’Europa intera
sulla perdita di opportunità economiche
a causa dell’insufficienza di capacità
linguistiche nelle imprese.
Il rapporto si basa su un campione di
quasi duemila PMI con sede nei 27 paesi
della UE e nei paesi candidati. 11% delle
PMI interpellate hanno dichiarato di aver
perduto contratti come risultato diretto
della loro carenza di capacità linguistiche
ed interculturali; solo il 48% delle PMI
partecipanti allo studio hanno implementato
delle strategie linguistiche formali per
dare supporto alle proprie operazioni
internazionali.
Lo studio giunge alla conclusione che esiste
una profonda correlazione tra gli investimenti
in strategie linguistiche, la proporzione delle
vendite all’export e la produttività aziendale.
Tuttavia, le capacità linguistiche non sono
necessarie solo per promuovere le vendite
all’estero. Le catene di approvvigionamento
e di valore sono sempre più globali: si
creano infatti delle reti virtuali di aziende,
che operano da punti diversi del pianeta e
che implementano innovazione produttiva e
processi di vendita differenziati.
3 “Effetti sull’Economia Europea della Scarsa
Conoscenza delle Lingue Straniere nelle Imprese”,
CILT, 2007.
INTRODUZIONE
Oggi, a prescindere dalle loro sedi
geografiche, le PMI possono collaborare
e diventare partner e fornitori OEM
(OriginalEquipmentManufacturers =
Produttori di Attrezzatura Originale, ndt), in
tutto il mondo, partecipando e beneficiando
delle Reti di Collaborazione Aperta per
l’Innovazione.Queste dinamiche nuove
implicano una globalizzazione dei mercati
del lavoro in cui le capacità linguistiche
permettono questi nuovi sistemi aperti di
collaborazione lavorativa tra aziende, insieme
ad una progressiva libera circolazione dei
talenti e della conoscenza.
In questo contesto, la sfida è quella di
integrare fermamente il multilinguismo in
tutte le strategie che mirino a sviluppare il
capitale umano per il futuro.
2.2. La Rete LILAMA
Tuttavia, poche regioni o nazioni dell’Unione
Europea hanno sviluppato una vera Politica
Linguistica orientata alle proprie strategie
economiche e alle esigenze delle proprie
aziende, e al miglioramento dell’occupabilità
e la mobilità delle risorse umane. Inoltre,
le politiche già implementate nel settore
si limitano principalmente all’istruzione,
piuttosto che ampliarsi verso un reale
approccio di apprendimento permanente.
Oggi gli sforzi principali rispondono
piuttosto all’offerta generale di servizi di
formazione linguistica, dominati da una
concentrazione sull’inglese e dimenticano
invece la preminenza di altre lingue.
Inoltre, la traduzione del Quadro Europeo di
Riferimento per le Lingue (ERFL = European
Framework of Reference for Languages
, Consiglio d’Europa, 2002) in politiche
linguistiche orientate al Mercato del Lavoro
rimane una sfida.
Gli Stati Membri e le Regioni stanno dando
sempre più la priorità alla necessità di
politiche linguistiche vicine alle proprie
esigenze economiche e commerciali, ma
devono affrontare una mancanza di accesso
ed esperienze aggiornate e rilevanti e
raccomandazioni politiche che potrebbero
guidare tali sforzi.
All’interno di tale contesto, la Rete LILAMA
è stata creata con la missionedi diventare
una piattaforma di apprendimento reciproco
per lo scambio e la disseminazione di linee
guida, buone prassi e raccomandazioni di
policy che contribuiscano alla progettazione
e all’implementazione delle politiche
linguistiche orientate alle esigenze del
mercato del lavoro.
La Rete LILAMA è stata creata nel 2009 con
l’aiuto del Programma per l’Apprendimento
Permanente della Commissione Europea. La
partnership si compone di 7 organizzazioni in
5 diversi paesi UE:
-----
Servicio Navarro de Empleo – Spagna
IniciativasInnovadoras – Spagna
RLN East – Regno Unito
UniversitéMontesquieu – Bordeaux –
Francia
-- Instituto per la Ricerca Sociale – Italia
-- Regione Basilicata –Italia
-- The AdultEducationCommitteeofGöteborg
Svezia
Le attività della rete LILAMA si concentrano
su tre assi principali:
• Osservatorio per le Buone Pratichedi
politiche linguistiche orientate alle
esigenze del mercato del lavoro e
all’Occupabilità.Ad oggi, l’Osservatorio per
le Buone Pratiche indica più di 50 Buone
Pratiche che coprono diversi settori e
9
INTRODUZIONE
provengono da 16 paesi diversi.
• Ricerca di applicazione ed uso del Quadro
Comune Europeo per le Lingue per la
realizzazione delle raccomandazioni di
policynella progettazione di tali politiche,
tenendo presente i principi del Quadro.
I risultati di questa ricerca saranno
disponibili entro la fine del 2011.
• Disseminazione al più ampio livello UE
delle buone pratiche, casi di successo e
raccomandazioni di policy. La rete LILAMA
partecipa regolarmente agli eventi per la
formazione e le politiche linguistiche in
tutta Europa.
2.3. Guida LILAMA alle Buone Pratiche
Questa pubblicazione èil risultato del lavoro
effettuato nel quadro del primo asse e
mira a creare una guida pratica che possa
aiutare i decisori politici nella progettazione
di programmi e politiche di formazione
linguistica, trasferendo gli elementi migliori
delle buone pratiche osservate da LILAMAa
livello regionale, nazionale ed europeo.
L’Osservatorio LILAMA per le Buone Pratiche,
disponibile sul sito della rete (www.lilama.
org), offre informazioni dettagliate a
proposito delle buone pratiche che sono state
identificate ed approvate. L’Osservatorio
inserisce periodicamente Buone Pratiche
nuove.
Le Buone Pratiche sono state individuate e
approvate seguendo un metodo meticoloso
descritto nella seconda partedella presente
guida; tale metodo ha portato a redigere
dei dossier completi per ogni buona pratica
analizzata, fornendo così le informazioni
chiave riguardo alla loro qualità e
trasferibilità.
10
Si noti che la portata delle buone pratiche
delle politiche linguistiche che si trovano
nella rete LILAMA includono l’approccio della
comunicazione in lingua straniera come
una capacità chiave dell’Apprendimento
Permanente. Di conseguenza, le buone
pratiche LILAMA si concentrano soprattutto
sulle politiche e sulle iniziative di formazione
linguistica, e non puntano principalmente
al settore dell’istruzione, ma piuttosto
ad iniziative educative e formative che
coinvolgano la popolazione adulta e che
siano orientate agli aspetti professionali e
lavorativi.
Gruppi Target della Guida
La presente guida si rivolge ai decisori politici
e ai Manager di Programmi europei, nazionali
e regionali implicati nella progettazione e
nell’implementazione delle politiche e dei
programmi che promuovono competitività
ed occupabilità. Prende in considerazione la
formazione delle risorse umane per quanto
riguarda capacità linguistiche ed interculturali
come motore principale per il miglioramento
delle prestazioni in entrambi i settori.
Di conseguenza, se si appartiene ad
una delle seguenti organizzazioni e si
è direttamente coinvolti o interessati
all’impatto delle conoscenze linguistiche
sulla competitività e l’occupabilità, la Guida
presenta un panorama delle modalità con
cui gli altri paesi e le altre regioni hanno
affrontato la questione. La Guida offre inoltre
suggerimenti e consigli su come adattarle ad
un diverso contesto regionale.
-- Ministeri o Dipartimenti per l’Istruzione e
la Formazione.
-- Ministeri o Dipartimenti per il Lavoro e
l’Occupazione.
-- Agenzie per lo Sviluppo Economico
Regionale.
-- Camere di Commercio
INTRODUZIONE
-- Sindacati attivi nel settore della
formazione.
-- Associazioni di Imprese attive nel settore
della formazione.
La Guida può anche essere utile ad altri enti
ed organizzazioni europei che già conoscono
l’impatto delle carenze nelle capacità
linguistiche sulla strategia europea, e questi
ultimi potranno accedere ad esempi di buone
pratiche pronte all’uso per azioni di ricerca e
divulgazione, che porteranno ad un’ulteriore
promozione della politica linguistica già
nell’agenda UE.
-- Consiglio d’Europa. Divisione per la
Politica Linguistica
-- CommissioneEuropea. DG Istruzione
e Cultura. Divisione per la Politica
Linguistica UE.
-- Business Forum sulMultilinguismo.
-- Piattaforma delle Imprese per il
Multilinguismo.
-- Agenzia Esecutiva per l’Istruzione,
l’Audiovisivo e la Cultura. (EACEA).
-- Agenzie Nazionali Leonardo da Vinci.
si sono concordati sono:
• Tabella Riassuntivadelle 50 Buone
Pratiche individuate e descritte tramite
parole-chiave, in modo che l’utente possa
selezionarle in base ai propri interessi.
• Presentazione generale delle Buone
Pratiche: una descrizione breve della
buona pratica secondo un insieme di
campi predeterminati, inclusa una sintesi
del progetto e le raccomandazioni per il
trasferimento.
• Rapporti completi sulle Buone Pratiche,
il l’ultimo e più dettagliato livello di
informazione accessibile tramite link al
documento scaricabile dal sito LILAMA.
Per ulteriori informazioni cliccare su:
www.lilama.org.
Come utilizzare la Guida
Coscienti del fatto che i decisori politici e
i responsabili dei programmi spesso non
hanno tempo per analizzare a fondo i
documenti che potrebbero potenzialmente
interessarli, la Guida è stata progettata
tenendo presente il fruitore finale.
Dopo una breve descrizione della
metodologia del benchmarking utilizzata
per individuare e approvare le buone
pratiche indicate, vi sono informazioni sulle
pratiche disponibili attraverso diversi livelli
di informazione. In questo modo, gli utenti
possono selezionare le buone pratiche di
loro interesse e valutarle in profondità a
seconda dei loro interessi e del tempo a loro
disposizione. I tre livelli di informazione che
11
3 METODOLOGIA DI
BENCHMARKING
12
3. METODOLOGIA DI BENCHMARKING
La metodologia del benchmarking seguita
dall’Osservatorio LILAMA per le Buone
Pratiche è stata progettata dalla rete LILAMA
per assicurare un approccio coerente
per l’individuazione, la valutazione e
l’approvazione delle politiche linguistiche,
dei programmi e delle iniziative per la
formazione. Tale approccio prevede una
valutazione delle caratteristiche che le
rendono “buone” pratiche, tenendo in
considerazione la loro qualità e trasferibilità
generale.
Le informazioni che seguono rappresentano
un breve riepilogo delle caratteristiche
principali di questa metodologia. Potrete
trovare informazioni dettagliate sul Metodo di
Benchmarking dell’Osservatorio LILAMA per
le Buone Pratiche su www.lilama.org
3.1. La portata del benchmarking
L’Osservatorio LILAMA per le Buone Pratiche
si occupa di 3 tipi di iniziative:
• Politiche e Programmi Generali.
• Politiche per la Formazione Linguistica
che puntano in maniera specifica alla
competitività e all’occupabilità.
• Iniziative per la formazione.
Il denominatore comune delle 3 potenziali
categorie di studio è il tentativo di realizzare
gli obiettivi legati all’occupabilità e alla
competitività, per cui l’acquisizione delle
capacità linguistiche è considerata il motore
principale.
parte del proprio approccio, solitamente
legato alle strategie di sviluppo economico
regionale o locale, insieme alle politiche di
formazione linguistica vere e proprie che
mirano specificatamente alla competitività e
all’occupabilità, e alle iniziative di formazione
linguistica con obiettivi professionali o
lavorativi.
3.2. I Criteri del Benchmarking
Le Buone Pratiche potenziali che rientrano
nelle 3 categorie sono valutate in base a 2
prospettive:
• Qualità: Strategia, contenuti e
performance sono valutati in base ad
un insieme di criteri di qualità legati
soprattutto al loro rispetto alle politiche
UE.
• Trasferibilità: livello di dipendenza dal
contesto, sforzi di trasferimento a priori e
carattere innovativo dell’iniziativa possono
fornire informazioni sulla trasferibilità di
una Buona Pratica data.
L’analisi che ne risulta e la valutazione delle
Buone Pratiche potenziali permettono di
definire le Buone Pratiche come tali, in base
ai criteri approvati, oltre alla loro trasferibilità
potenziale.
L’etichetta “Buona Pratica” dipende dalla
valutazione sulla qualità. Inoltre, il criterio
di trasferibilità offre informazioni rilevanti
per quanto riguarda le possibilità di essere
trasferita o diffusa con esito positivo.
L’Osservatorio per le Buone Pratiche
include, perciò, le politiche e i programmi
generali che presentano argomenti di
formazione linguistica per le imprese come
13
METODOLOGIA DI BENCHMARKING
Valutazione sulla qualità
Si sono utilizzati due gruppi di criteri sulla
qualità per valutare le buone pratiche
potenziali, in base alla loro caratterizzazione
in quanto iniziative politiche o formative.
6. Inserisce il Quadro Europeo delle
Qualifiche (EQF) in un sistema
trasparente di convalida/crediti.
7. Può essere implementato in maniera
rapida e efficace.
Criteri di Valutazione sulla qualità perle
iniziative politiche
I Criteri Di Valutazione Della Qualità Delle
Iniziative Formative
Considerando la portata europea di LILAMA,
una buona pratica nel processo decisionale
riguardante le lingue dovrebbe radicarsi nel
processo decisionale più ampio dell’Unione
Europea, come stabilito dall’introduzione
della strategia di Lisbona (che puntava
a “rendere i sistemi educativi e formativi
[europei] un riferimento qualitativo mondiale
entro il 2010”7).
Una buona implementazione della formazione
comprende un’analisi completa basata su
criteri scientifici, un’erogazione competente
della formazione e l’utilizzo di un sistema
di feedback per migliorare la formazione
stessa. Tutto ciò si ottiene quando i formatori
hanno un grado sufficiente di esperienza in
un quadro gestionale reale e possibilmente
sostenibile. Se si assegnano delle risorse
utopistiche per quanto riguarda il tempo per
la formazione e l’esperienza del formatore,
o se la formazione si basa su dei presupposti
didattici errati, la formazione non potrà certo
essere valutata in maniera positiva.
Di conseguenza, quel che può sembrare una
buona pratica in un dato paese, potrebbe
non essere considerato tale da LILAMA, se
gli obiettivi della politica in esame remano
contro uno o diversi obiettivi strategici UE,
ad esempio tagliando la spesa pubblica a
discapito dell’Apprendimento Permanente.
La definizione di buona pratica per le
iniziative politiche è legata ai risultati ottenuti
rispetto ai 7 criteri di qualità che seguono:
1. Riflette l’attuale politica europea e
regionale sul multilinguismo.
2. Prevede incentivi per migliorare e
sostenere la motivazione e l’occupazione
di chi studia le lingue.
La definizione di Buona Pratica nel settore
della formazione linguistica è legata ai
risultati ottenuti rispetto ai 6 criteri di qualità
che seguono:
1. Si basa su un’analisi delle esigenze
completa e aggiornata.
2. Mira all’acquisizione di competenze
individuate sulla base dell’analisi delle
esigenze.
3. Gli obiettivi sono realistici.
3. Riflette la strategia regionale per
l’occupabilità e i benefici interculturali.
4. Si basa su un quadro didattico
aggiornato.
4. Si occupa dellerisorse linguistiche delle
minoranze e comunità di migranti.
5. Prevedeelementidi feedback.
5. Offre la possibilità di lavorare in rete e/o
di mobilità internazionali.
14
6. Prende in considerazione un numero
massimo di limitazioni: assenza, diversità,
tempo e luogo
METODOLOGIA DI BENCHMARKING
Valutazione
della Trasferibilità
dell’Analista.
Le Buone Pratiche di elevata qualità in un
dato settore possono essere difficili da
trasferire, per esempio, a causa della loro
dipendenza dal contesto regionale. Oltre alla
qualità di un’iniziativa, la sua trasferibilità è
necessaria se si vuole che le buone pratiche
stimolino una riflessione strategica da parte
di altri legislatori e di coloro che progettano
i programmi linguistici, soprattutto se
interessati all’offerta di politiche nuove o
aggiornate nel settore della formazione
linguistica.
• ANALISTA: Tutti ipartner possono
ricoprire questo ruolo, seguendo le griglie
di valutazione e creando un dossier delle
informazioni sottoposte dall’Osservatore,
come parte di un processo di revisione
da parte di pari. Anche se si richiede agli
Osservatori di assicurarsi che informazioni
sufficientemente dettagliate siano
incluse nei report sulle buone pratiche,
gli Analisti sono autorizzati a richiedere
ulteriori informazioni agli Osservatori, se
necessario.
La valutazione della Trasferibilità si basa su 5
criteri distinti:
• MEDIATORE: Ruolo ricoperto dal
Coordinatore della Rete, da richiedersi
solo in caso di conflitto o di disaccordo
tra irisultati della valutazione svolta
dall’Osservatore e da quella svolta
dall’Analista riguardo ad una buona
pratica specifica, in modo da mediare fino
a raggiungere una soluzione condivisa.
1. Prove di precedente trasferimento in altre
zone o aree di policy.
2. Innovazione nella progettazione o
nell’implementazione dell’iniziativa.
3. Dipendenza dal contesto politico e
condizioni quadro.
4. Flessibilità di adattamento ad altri
contesti o di rispondere ad analisi delle
esigenze diverse.
3.3. Procedura di Benchmarking
La procedura di Benchmarking consiste
in un processo a diverse fasi che mira ad
identificare, analizzare, valutare e convalidare
le Buone Pratiche.
Tutti i partner della Rete LILAMA partecipano
a questa procedura, ricoprendo diversi ruoli
a seconda della fase in cui ci si trova. Si
possono individuare i seguenti ruoli:
• OSSERVATORE: Tutti i partner possono
ricoprire questo ruolo, identificando delle
buone pratiche potenziali, completando
i rapporti sulle buone pratiche e
sottoponendoli quindi alla valutazione
• VALIDATORE: Ruolo ricoperto dal
Leader e Promotore della Rete, effettua
dei controlli casuali per assicurarsi che la
metodologia sia correttamente applicata,
e, in sostanza, convalida i punteggi
della valutazione dati dall’Osservatore e
dall’Analista per una data buona pratica
per valutare se può essere approvata
come buona pratica. In tal caso, il report
della buona praticaviene pubblicato
all’Osservatorio per le Buone Pratiche.
Tutte le buone pratiche pubblicate
nell’Osservatorio sono state analizzate da
un Osservatore e almeno 3 diversi Analisti e
hanno ottenuto dei punteggi di valutazione
che garanticono che possono essere
considerate tali.
15
METODOLOGIA DI BENCHMARKING
Tabella 1. Fasi, passi e attori coinvolti nella Metodologia LILAMA di Benchmarking
Fasi
Individuazione della Buona
Pratica
Valutazione delle Buone
Pratiche
Passi
Ruolo
Ricerca e individuazione delle
buone pratiche
Studio delle buone pratiche
Analisi della buona pratica
Valutazione della buona pratica
Approvazione della valutazione
Convalida delle Buone
Pratiche
Osservatore
Analista
Osservatore/Analista/
Mediatore
Controllo metodologico della
procedura
Validatore
Pubblicazione della buona pratica
3.4. Provenienza delle Buone Pratiche
L’Osservatorio LILAMA per le Buone Pratiche comprende 50 Buone Pratiche disponibili su
www.lilama.org.
A seconda delle categorie, la politica linguistica rappresenta l’area in cui si è individuato il
maggior numero di buone pratiche. Le iniziative di formazione linguistica si trovano al secondo
posto, mentre, il settore in cui gli Osservatori LILAMA hanno riscontrato una percentuale
minore di Buone Pratiche è stato quello relativo alle politiche generali per l’occupabilità.
Grafico 2. Distribuzione delle Buone Pratiche individuate divise per categoria.
Politica Generale
9%
5
Languaje Formazione
41%
22
27
Languaje Policy
50%
16
METODOLOGIA DI BENCHMARKING
Per quanto riguarda le origini geografiche, l’Osservatorio raccoglie Buone Pratiche provenienti
da 16 diversi paesi. 82% delle Buone Pratiche proviene dagli stati membri dell’Unione Europea
e 18% proviene da paesi non membri.
Grafico 3. Distribuzione geografica delle Buone Pratiche in Unione Europea.
12
8
5
4
3
3
1
1
a
tri
s
Au
1
ia
an
ar
B
g
ul
E
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n
de
e
Sw
UK
Grafico 4. Distribuzione geografica delle Buone Pratiche in paesi non europei.
3
3
China
USA
2
1
Australia
Canada
17
44TABELLA RIASSUNTIVA
DELLE BUONE PRATICHE
18
4. TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE
Nº
1
2
3
4
Buona Pratica
ACLE LanguageCamps
Programma di
formazione linguistica
Apofil
ASL
Language Training
Agency
Politica nazionale per
le lingue del governo
australiano
Origine
Italia
Italia
Francia
Australia
Buona Pratica
Politica/
Formazione
Parole chiave
Area politica
coinvolta
Formazione
Considerazioni
interculturali
Formazione
Multilinguismo,
apprendimento
permanente,
integrazione degli
immigrati, politica
per l’occupazione,
Quadro Europeo
delle Qualifiche EQF
Formazione
Mobilità,
apprendimento
permanente,
politica per
l’occupazione
Politica
Strategie
economiche
regionali,
integrazione degli
immigrati
Livello
politico
coinvolto
Gruppi target
Organizzazioni
giovanili, istituti
d’istruzione e
formazione,
associazioni
linguistiche
Livello educativo
& formativo
interessato
Risultato
Istruzione secondaria e
superiore
Metodi e
strumenti
formativi
Giovani adulti,
disoccupati, docenti
Formazione
professionale,
apprendimento
permanente
Metodo per il
Quadro delle
Qualifiche,
modello per
la politica
linguistica,
metodi e
strumenti
formativi
Locale e
regionale
Giovani adulti,
imprese, adulti
Istruzione secondaria e
superiore, formazione
professionale,
apprendimento
permanente
Metodologia per
la valutazione
delle esigenze,
metodi e
strumenti
formativi
Nazionale
Docenti, giovani
adulti, adulti, istituti
d’istruzione e
formazione
Istruzione superiore,
apprendimento
permanente
Modello per
la politica
linguistica
Nazionale
Locale e
regionale
19
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE
Nº
5
Buona Pratica
Bila-Train / Bila-Learn
Formazione
professionale bilingue
Origine
Germania
6
BioCulture
Europa
7
Business Language
Champions Plus
Regno
Unito
8
CampusOne
Azioni per
l’apprendimento delle
lingue
20
Italia
Buona
Pratica
Politica/
Formazione
Parole chiave
Area politica
coinvolta
Livello
politico
coinvolto
Gruppi target
Formazione
Multilinguismo,
integrazione degli
immigrati, politica
per l’occupazione
Formazione
Strategia economica
regionale,
networking
internazionale,
considerazioni
interculturali
Politica
Politica per
l’occupazione,
multilinguismo
Regionale
Imprese, giovani
adulti, adulti, istituti
d’istruzione e
formazione
Formazione
Apprendimento
permanente
Locale e
regionale
Giovani adulti,
istituti d’istruzione e
formazione
Livello educativo
& formativo
interessato
Risultato
Nazionale,
locale e
regionale
Istituti d’istruzione e
formazione, giovani
adulti
Formazione
professionale
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Regionale
Imprese, istituti
d’istruzione e
formazione
Apprendimento
permanente
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Istruzione secondaria
Modello linguistico,
politica per
l’occupazione
Istruzione superiore
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE
Nº
Buona Pratica
Origine
Buona
Pratica
Politica/
Formazione
Parole chiave
Area politica
coinvolta
Livello
politico
coinvolto
Gruppi target
Livello educativo
& formativo
interessato
Risultato
Politica
Politica per
l’occupazione,
integrazione degli
immigrati
Nazionale,
regionale e
locale
Istituti d’istruzione e
formazione
Istruzione secondaria
Metodi e strumenti
formativi
Italia
Formazione
Apprendimento
permanente,
integrazione degli
immigrati, mobilità,
inclusione sociale
Locale e
regionale
Imprese, adulti
Istruzione non formale
Metodi e strumenti
formativi
Apprendimento
Linguistico
11
multimediale
interculturale
Australia
/ Cina
Formazione
Interculturalità
Nazionale
Docenti
Istruzione non formale
Metodi e strumenti
formativi
Programma di Azione
12 Nazionale Olandese
per le Lingue Moderne
Paesi
Bassi
Politica
Strategie
economiche
regionali
Nazionale,
regionale e
locale
Giovani adulti, adulti,
istituti d’istruzione e
formazione
Istruzione secondaria
Modello per la
politica linguistica
9
China LanguageLaw
CITIES
Creazione strumenti
informativi e linguistici
10 per migliorare la
sensibilizzazione sulla
sicurezza in azienda
Cina
21
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE
Nº
13
Buona Pratica
East of England
LanguageFramework
eELP
eEuropeanLanguage
14 Portfolio – Portfolio
Europeo delle Lingue
EUROVOLT
Insegnamento delle
lingue a orientamento
professionale tramite
15
un Ambiente di
Apprendimento
Virtuale
ECR
Rapporto sulle
16 Comunicazioni
dell’Export
22
Origine
Buona
Pratica
Politica/
Formazione
Parole chiave
Area politica
coinvolta
Livello
politico
coinvolto
Gruppi target
Livello educativo
& formativo
interessato
Risultato
Politica
Strategie
economiche
regionali,
integrazione degli
immigrati
Regionale
Imprese, docenti
e associazioni
linguistiche
Apprendimento
permanente
Modello per la
politica linguistica
Politica
Multilinguismo,
politica per
l’occupazione,
strategie
economiche
regionali, mobilità,
EQF, Portfolio
Europeo delle
Lingue- ELP
Nazionale,
locale e
regionale
Istituti d’istruzione e
formazione
Istruzione superiore,
istruzione non formale
Strumenti di
comunicazione,
metodi e strumenti
formativi
Austria
Politica
Multilinguismo,
politica per
l’occupazione
Nazionale,
locale e
regionale
Istituti d’istruzione e
formazione
Istruzione secondaria
e superiore,
apprendimento
permanente
Metodi e strumenti
formativi
Regno
Unito
Politica
Multilinguismo,
politica per
l’occupazione
Regionale
Imprese,
Apprendimento
organizzazioni di
permanente
sostegno alle imprese
Regno
Unito
Francia
Metodologia di
valutazione delle
esigenze
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE
Nº
Buona Pratica
GRETA (GRoupements
d’ETAblissements)
Rete francese dei
17
centri pubblici e per
l’istruzione degli adulti
Metodo IDECOLI
Identificazione
ed analisi delle
18 Competenze
Linguistiche
Professionali (PLC)
Indagine IDECOLI
Identificazione dei
19 Profili Linguistici
Professionali (PLP)
Origine
Francia
Spagna
Spagna
Buona
Pratica
Politica/
Formazione
Parole chiave
Area politica
coinvolta
Livello
politico
coinvolto
Gruppi target
Livello educativo
& formativo
interessato
Risultato
Politica
Apprendimento
Nazionale,
permanente, politica locale e
per l’occupazione
regionale
Istituti d’istruzione e
formazione
Apprendimento
permanente
Metodi e strumenti
formativi
Politica
Politica per
l’occupazione,
strategie
economiche
regionali
Regionale
Imprese, docenti e
formatori
Apprendimento
permanente
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Politica
Strategie
economiche
regionali
Regionale
Imprese, docenti e
formatori
Apprendimento
permanente
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
23
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE
Buona Pratica
Nº
Corsi di Lingua e
20 Cultura Italiana per
Stranieri
Lingua e Cultura per
21 le imprese (LCB)
Language& Culture
22 for International Trade
(LCIT)
Language Audit Tools
23 for Europe
24
Origine
Italia
Regno
Unito
Regno
Unito
Europa
Buona
Pratica
Politica/
Formazione
Parole chiave
Area politica
coinvolta
Livello
politico
coinvolto
Gruppi target
Livello educativo
& formativo
interessato
Risultato
Regionale
Adulti, disoccupati,
discenti adulti con
istruzione formale
minima, istituti
d’istruzione e
formazione
Formazione
professionale
Metodi e strumenti
formativi
Regionale
Imprese, docenti
ed associazioni
linguistiche
Apprendimento
permanente
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Apprendimento
permanente
Metodologia per
la valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Apprendimento
permanente
Metodi e strumenti
formativi
Formazione
Multilinguismo,
interculturalità,
integrazione degli
immigrati, EQF,
inclusione sociale
Formazione
Politica per
l’occupazione,
multilinguismo
Politica
Politica per
l’occupazione,
multilinguismo
Regionale
Imprese, docenti
ed associazioni
linguistiche
Formazione
Apprendimento
permanente,
networking
internazionale
Unione
Europea
Istituti d’istruzione e
formazione
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE
Nº
Buona Pratica
Origine
Corsi di Lingue
24 per operatori del
Italia
commercio al dettaglio
Buona
Pratica
Politica/
Formazione
Formazione
Parole chiave
Area politica
coinvolta
Apprendimento
permanente
Formazione e sostegno
linguistico ai detenuti
25 e personale carcerario Regno Unito Politica
dell’Inghilterra
orientale
Integrazione degli
immigrati, politica
per l’occupazione
Corsi di lingue per
insegnanti delle scuole
26
primarie della Regione
Basilicata
Apprendimento
permanente
Italia
Formazione
Livello
politico
coinvolto
Locale e
regionale
Regionale
Nazionale
Gruppi target
Livello educativo
& formativo
interessato
Risultato
Imprese, adulti
Istruzione non formale,
apprendimento
permanente
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Disoccupati,
docenti, istituti
d’istruzione e
formazione
Formazione
professionale
Modello linguistico,
metodi e strumenti
formativi
Docenti
Apprendimento
permanente
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
25
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE
Buona Pratica
Nº
Corsi di lingue per
insegnanti delle scuole
27 primarie, Università
di Modena e Reggio
Emilia
Formazione linguistica
28 per i dipendenti del
Comune di Bologna
Origine
Italia
Italia
Metodo e Strumenti
Lingua Empresa per un
approccio innovativo
e basato sulle
29
Spagna
competenze per la
formazione linguistica
nelle imprese o per
scopi professionali
26
Buona
Pratica
Politica/
Formazione
Parole chiave
Area politica
coinvolta
Livello
politico
coinvolto
Formazione
Apprendimento
permanente
Nazionale
Formazione
Apprendimento
permanente
Locale e
regionale
Politica
Apprendimento
permanente, politica
per l’occupazione,
Regionale
strategie
economiche
regionali
Gruppi target
Livello educativo
& formativo
interessato
Risultato
Docenti
Istruzione superiore
Metodi e strumenti
formativi
Adulti
Istruzione non formale,
apprendimento
permanente
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Imprese
dell’amministrazione
pubblica,
organizzazioni a
sostegno delle
imprese, istituti
d’istruzione e
formazione
Apprendimento
permanente
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE
Nº
Buona Pratica
Programma Lingua
Empresa
Un nuovo modello di
30 formazione linguistica
per le imprese con
scopi professionali
Supporto linguistico
31
Małopolska
METP
Manager Exchange &
32
Training Programme
Origine
Buona
Pratica
Politica/
Formazione
Parole chiave
Area politica
coinvolta
Livello
politico
coinvolto
Gruppi target
Livello educativo
& formativo
interessato
Risultato
Politica
Apprendimento
permanente, politica
per l’occupazione,
Regionale
strategie
economiche
regionali
Imprese
dell’amministrazione
pubblica,
organizzazioni a
sostegno delle
imprese, istituti
d’istruzione e
formazione
Apprendimento
permanente
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Polonia
Politica
Strategie
economiche
regionali, mobilità
Regionale
Imprese, istituti
d’istruzione e
formazione
Apprendimento
permanente
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Cina
Politica
Strategie
economiche
regionali, mobilità
Nazionale
Imprese, istituti
d’istruzione e
formazione
Istruzione superiore,
Metodi e strumenti
formazione professionale formativi
Spagna
27
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE
Nº
Buona Pratica
MELIA
Modello di
valutazione linguistica
33
informatizzato
adattabile
Origine
Francia
Corso multilingue per
la polizia di prossimità:
34
Italia
il carabiniere di
quartiere
Occupational
Language
35 Analysis
OLA
36 Ohio Roadmap
28
Canada
USA
Buona
Pratica
Politica/
Formazione
Parole chiave
Area politica
coinvolta
Livello
politico
coinvolto
Gruppi target
Livello educativo
& formativo
interessato
Risultato
Fornitori d’istruzione
e formazione
Istruzione secondaria e
superiore, formazione
professionale,
apprendimento
permanente
Metodi e strumenti
formativi
Adulti, istituti
d’istruzione e
formazione
Formazione
professionale,
apprendimento
permanente
Metodi e strumenti
formativi, strumenti
di comunicazione
Nazionale,
locale e
regionale
Adulti, disoccupati,
docenti
Formazione
professionale,
Istruzione non formale,
apprendimento
permanente
Metodo del Quadro
Europeo delle
Qualifiche
Regionale
Imprese, istituti
d’istruzione e
formazione
Istruzione superiore,
apprendimento
permanente
Modello di politica
linguistica
Formazione
Apprendimento
permanente,
interculturalità,
multilinguismo
Nazionale,
locale e
regionale
Formazione
Multilinguismo,
interculturalità,
integrazione degli
immigrati, EQF,
inclusione sociale
Locale e
regionale
Politica
Strategie
economiche
regionali, politica
per l’occupazione,
integrazione degli
immigrati
Politica
Strategie
economiche
regionali, metodi
e strumenti,
networking
internazionale,
mobilità
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE
Nº
Buona Pratica
Prof – ELP
Il Portfolio Europeo
37 delle Lingue a fini
professionali
PDP
Programma di
Sviluppo Professionale
38 per il settore della
formazione nelle
lingue straniere
RLNs
Regional Language
39
Networks
Apprendimento
della seconda
40
lingua nell’industria
automobilistica
Origine
Buona
Pratica
Politica/
Formazione
Parole chiave
Area politica
coinvolta
Livello
politico
coinvolto
Unione
Europea
Gruppi target
Risultato
Adulti, imprese,
istituti d’istruzione e
formazione
Apprendimento
permanente
Metodologie e
strumenti per la
valutazione delle
esigenze e la
formazione
Apprendimento
permanente
Metodi e strumenti
formativi
Europa
Politica
EQF, ELP
Spagna
Politica
Apprendimento
permanente, politica Regionale
per l’occupazione
Docenti, formatori,
organizzazioni
linguistiche
Regno Unito Politica
Strategie
economiche
regionali
Nazionale,
locale e
regionale
Imprese, istituti
d’istruzione e
formazione
Svezia
Integrazione
degli immigrati,
inclusione sociale
Regionale
Adulti, istituti
d’istruzione e
formazione
Formazione
Livello educativo
& formativo
interessato
Apprendimento
continuo
Formazione
professionale
Modello di politica
linguistica
Metodi
29
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE
Buona Pratica
Nº
SOLVIT
La risposta alle sfide
41 della Comunicazione
Internazionale
Svedese per gli
Immigrati
42 SFI/SAS Programma
Impresa
Svedese per gli
Immigrati
43
Tirocinio Pratico SFI
Contributo alla
Formazione
44 Corsi di Lingue per
Tassisti
30
Origine
Buona
Pratica
Politica/
Formazione
Parole chiave
Area politica
coinvolta
Livello
politico
coinvolto
Regno Unito Politica
Strategie
economiche
regionali,
interculturalità
Nazionale
Svezia
Formazione
Apprendimento
permanente,
integrazione
degli immigrati,
inclusione sociale
Locale e
regionale
Politica
Apprendimento
permanente,
integrazione
degli immigrati,
inclusione sociale
Locale e
regionale
Politica
Multilinguismo,
interculturalità,
apprendimento
permanente, politica Regionale e
per l’occupazione,
locale
strategie
economiche
regionali
Svezia
Italia
Gruppi target
Livello educativo
& formativo
interessato
Risultato
Imprese
Apprendimento
permanente
Metodologia di
valutazione delle
esigenze, strumento
di comunicazione
Adulti
Istruzione non formale,
apprendimento
permanente
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Adulti
Istruzione non formale,
apprendimento
permanente, formazione
professionale
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Formazione
professionale,
apprendimento
permanente
Imprese, adulti, discenti
adulti con istruzione
formale minima,
Metodo, metodi e
istituti d’istruzione
strumenti formativi
e formazione,
organizzazioni
linguistiche
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE BUONE PRATICHE
Nº
Buona Pratica
Origine
Buona
Pratica
Politica/
Formazione
Parole chiave
Area politica
coinvolta
Livello
politico
coinvolto
Imprese, adulti
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Nazionale
Istituti d’istruzione
e formazione,
organizzazioni
linguistiche
Istruzione secondaria
e superiore,
apprendimento
permanente
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Nazionale,
regionale e
locale
Adulti, istituti
d’istruzione e
formazione
Istruzione non formale,
apprendimento
permanente
Metodo del Quadro
Europeo delle Qualifiche
Nazionale
Docenti
Formazione
professionale
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Nazionale
Docenti
Istruzione non formale
Metodi e strumenti
formativi
Regionale
Imprese, istituti
d’istruzione e
formazione
Apprendimento
permanente
Metodologia per la
valutazione delle
esigenze, metodi e
strumenti formativi
Politica
Politica
Strategie
economiche
regionali,
integrazione degli
immigrati, giustizia
e sicurezza
Politica
EQF, integrazione
degli immigrati,
politica per
l’occupazione
Aggiornamento degli
standard professionali
e sviluppo ed
48
Bulgaria
erogazione di
formazione dei docenti
in servizio
Politica
Apprendimento
permanente
49 World LanguageStories USA
Formazione
Interculturalità,
acquisizione
linguistica
Politica
Strategie
economiche
regionali,
inclusione sociale,
integrazione degli
immigrati
Quadro Federale delle
46
Lingue negli USA
Validazione degli
Apprendimenti
Pregressi: Certificato
47
Nazionale per
le Competenze
Linguistiche
Sostegno alla Politica
50 Linguistica della
provincia di Zhejiang
Italia
USA
Finlandia
Cina
Risultato
Apprendimento
permanente
Apprendimento
Locale e
permanente, politica
regionale
per l’occupazione
Progetti Formativi
45
“Fondimpresa”
Gruppi target
Livello educativo
& formativo
interessato
31
5RASSEGNA DELLE
BUONE PRATICHE
32
5. BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 1
TITOLO: ACLE LanguageCamps
PAESE D’ORIGINE: Italia
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: ACLE , Associazione Culturale Linguistica Educational
REFERENTE: Dr Arrigo Speziali. ACLE. E-mail: [email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
Il Dossier riguarda le attività linguistiche fornite da
ACLE - Associazione Culturale Linguistica Educational
nei propri camps. ACLE è un’organizzazione non
profit sostenuta dal Ministero dell’Istruzione italiano
che promuove un metodo di insegnamento basato
sugli studenti ed è la prima associazione in Italia
ad insegnare l’inglese ai bambini attraverso il T.I.E.
(Theatre in Education), e ad organizzare corsi di
teatro per docenti. ACLE è attiva con successo da oltre
25 anni. L’azienda è stata fondata da Arrigo Speziali
ed è gestita da un team di collaboratori con sedi a
Sanremo, Milano, Napoli, Roma, Roccafranca e nella
zona del Veneto.
Inoltre, la ACLE organizza corsi di formazione
per docenti e collabora con alcuni editori italiani
nella preparazione di materiale didattico per
l’apprendimento della lingua inglese.
Il dossier si focalizza sui LanguageCamps organizzati
dall’ACLE. Il sistema è organizzato per fornire
ai giovani studenti italiani opportunità divertenti,
valorizzanti e pratiche per imparare l’inglese durante
l’estate e i city camps. I Camps si trovano in tutta
Italia e nel passato hanno incluso siti a Roma, Milano,
Sicilia, Bologna, le Dolomiti, Pisa, Siena e Napoli.
Ogni estate ACLE invia circa 400 tutor di madrelingua
inglese in circa 290 camps in Italia. I camps si
trovano in città (City camps o scuole superiori) o in
centri residenziali (SummerCamps), per una, due o
tre settimane e fornendo ai partecipanti italiani un
ambiente completamente in lingua inglese. Entrambi
i tipi di Camps sono sorvegliati da un direttore italiano
che parla inglese. I direttori sono di solito docenti di
inglese e, nel caso dei City Camps, di solito lavorano
nella scuola ospite.
in un paese di lingua inglese; infondere entusiasmo
e motivazione nei confronti di nuove esperienze
multiculturali; dimostrare che il sistema scolastico
tradizionale italiano centrato sul docente del
“chalk and talk” (gessetto e discorsi) non riesce a
stimolare le emozioni e l’energia che invece può dare
un’atmosfera divertente.
Negli ultimi decenni, i programmi educativi ACLE
impegnano gli studenti fisicamente, emotivamente
e razionalmente. Lo Slogan che ACLE utilizza nella
sua ricerca di tutor in tutto il mondo è “ motivare ed
ispirare”.
I candidati tutor devono: essere di madrelingua
inglese senza difetti di articolazione o accenti regionali
marcati che impedirebbero agli studenti di inglese
italiani di capirli (ACLE effettua colloqui telefonici con
i candidati per stabilirne l’accento effettivo); avere
preferibilmente tra i 20 e i 30 anni o aver completato
almeno un anno di studi universitari o avere sospeso
gli studi per un anno; avere energia, positività,
flessibilità ed un sorriso sempre pronto.
La pratica non mira specialmente ai lavoratori, ma
la metodologia utilizzata e il quadro didattico di
base sono innovativi e potrebbero essere trasferiti
in maniera utile in altri settori e contesti, soprattutto
quelli in cui si richiedono le competenze orali.
Ogni anno circa 150.000 persone partecipano alle
attività ACLE in Italia; più di 25.000 di queste persone
partecipano a diversi tipi di Camps.
In fine, ACLE propone anche progetti per la lotta
all’abbandono scolastico in Italia.
In generale, i Camps di ACLE mirano a: fornire
un’esperienza onnicomprensiva dell’inglese per
studenti italiani che non possono passare l’estate
33
IMPATTO:
•
•
•
Partecipazione di circa 400 tutor di madrelingua
inglese.
Partecipazione di circa 25.000 studenti.
Esperienza onnicomprensiva in inglese per
studenti italiani che non possono passare l’estate
in un paese di lingua inglese.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
La politica è stata trasferita in tutta Italia negli
ultimi 28 anni e i camps sono stati organizzati quasi
ovunque nel paese: sia in città piccole che in quelle
grandi. Si possono trovare esempi di trasferimento sul
sito internet di ACLE o presso il referente principale.
La politica è profondamente innovativa senza
ostacoli per un potenziale trasferimento, in quanto
si tratta di un esempio di come la motivazione e la
partecipazione diretta possano dare risultati positivi
nell’apprendimento delle lingue. L’innovazione può
essere individuata anche nello scopo principale
del progetto: iniziare a diffondere “la cultura
dell’apprendimento delle lingue”, in termini di
competenze comunicative che colui che parla una
lingua straniera deve avere, espressa tramite le
dichiarazioni di abilità dei descrittori di livello del
CEFRL.
La filosofia ACLE si contrappone alla metodologia
didattica generale adottata in Italia per
l’insegnamento delle lingue, in quanto si concentra
principalmente sul discente, e non sul docente. I
partecipanti hanno un ruolo attivo nel processo di
acquisizione/apprendimento e sono responsabili
delle proprie scelte. Inoltre, i camps offrono a tutti
la possibilità di trovarsi in un ambiente reale in cui si
parla inglese senza dover recarsi all’estero. I risultati
generali sono molto buoni in quanto al termine di ogni
camp il partecipante ha approfondito ulteriormente la
propria conoscenza della lingua.
Tale politica sembra avere un certo grado di
flessibilità. Lo stesso programma potrebbe applicarsi
ad altre lingue, mentre i metodi generali ed il
sistema potrebbero rimanere immutati. Inoltre, gli
obiettivi sopra descritti sono legati principalmente
alla strategia europea definita a Lisbona nel 2000 e,
per questo motivo, potrebbero essere ampiamente
riconosciuti in tutta Europa. Ad ogni modo, potrebbe
rendersi necessaria la definizione di piani trasversali
di adattamento per renderlo completamente flessibile,
soprattutto per i settori lavorativi.
Il programma permette un trasferimento multiregionale, in linea di principio, in qualsiasi regione del
mondo, in qualsiasi regione dentro e fuori dell’Unione
Europea e in un numero infinito di regioni europee
ed extra-europee. Il settore target (gli studenti) non
limita il trasferimento multi-regionale. Tuttavia, si
possono effettuare degli aggiustamenti per migliorare
la flessibilità del programma.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/ACLE%20Language%20Camps%20-%20ITALY.pdf
34
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 2
TITOLO: Programma dI formazione linguistica Apofil
PAESE D’ORIGINE: Italia
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: Provincia di Potenza
REFERENTE: Giuseppina Groia. Provincia di Potenza. E-mail: [email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
Il Programma di formazione linguisticaApofil è attivo
dal 2004 come parte del programma di formazione
professionale della Provincia di Potenza.
Il programma è nato per sostenere la politica per il
mercato del lavoro locale e per rispondere ad una
sempre maggior richiesta da parte dei giovani del
territorio regionale che volevano migliorare le proprie
competenze linguistiche attraverso un sistema
di certificazione formale e riconosciuto a livello
internazionale.
Oltre a questo, una forte presenza di immigranti sul
territorio locale e le loro esigenze linguistiche ha
stimolato l’implementazione del programma.
Le azioni per la didattica delle lingue mira anche alla
presentazione e al rafforzamento della metodologia
basata sulla pratica e la personalizzazione degli
argomenti attraverso un approccio integrato e
sistematico delle lingue e delle competenze.
Per quanto riguarda la certificazione linguistica esterna
dei candidati, Apofil ha siglato un accordo con alcuni
enti esaminatori internazionali e più precisamente con
il TrinityCertificationBoard per la lingua inglese, per
gli ultimi due anni, con il CILS CertificationBoard per i
test di lingua italiana come seconda lingua. Le azioni
rilevanti erano realizzate dalla sede centrale di Apofil,
per poi essere trasferite alle filiali territoriali di Apofil
sul territorio provinciale.
Dall’inizio del programma (2004) un totale di 1.723
candidati ha sostenuto la certificazione del Trinity e
circa 130 immigrati hanno affrontato la certificazione
CILS in base al CEFRL per le lingue.
È stato richiesto ai candidati di sostenere il test
di livello prima di iniziare i corsi, che avevano una
durata media di 150 ore ed un numero massimo di 15
partecipanti per classe.
IMPATTO:
Dal suo inizio nel 2004, le cifre che seguono
dimostrano il successo del programma:
• Su 1853 discenti coinvolti nell’iniziativa Apofil,
un totale di 1723 candidati ha sostenuto la
certificazione del Trinity in inglese e circa 130
immigrati hanno partecipato agli esami ufficiali del
CILS per l’italiano.
• Si sono tenuti 90 corsi, oltre ai test di livello prima
•
dell’inizio delle lezioni.
Sono stati coinvolti 7 docenti madrelingua e 50
tutor.
35
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Per quanto rigurada la lingua inglese, il modello del
progetto è stato trasferito a tutte le filiali Aprofil in
tutto il territorio della provincia di Potenza e ad alcune
scuole locali: scuole primarie e scuole superiori. Per
quanto riguarda i corsi di lingua italiana e gli esami
CILS, il modello è semplicemente stato ripetuto e
trasferito nelle filiali Apofil.
Le procedure per la selezione iniziale degli studenti,
i contenuti linguistici, la programmazione delle
attività didattiche, gli obiettivi, la valutazione ed il
riconoscimento finali di tutte le certificazioni esterne
internazionali sono diventate un riferimento standard
per l’Agenzia, per il sistema scolastico locale dei crediti
formativi e per i potenziali datori di lavoro locali.
Inoltre, considerando che il programma fa riferimento
a standard internazionali, può essere facilmente
trasferito ed applicato in tutto il territorio italiano. Il
nostro programma ha coinvolto 1853 studenti, 90
corsi, 7 docenti madrelingua e 50 docenti e tutor.
Il Programma dei Corsi di Lingue Apofil può essere
considerato un esempio di azione per costruire le
capacità nel processo di apprendimento linguistico.
Si può identificare la parte innovativa di questa
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
politica con il tentativo di standardizzare l’acquisizione
delle competenze linguistiche per un’ampia gamma
di utenti: studenti universitari, studenti della scuola
secondaria, lavoratori, adulti, alunni della scuola
primaria, immigrati; tutti coloro che desiderano
acquisire competenze nella lingua straniera, o di
ricevere sostegno nel processo di apprendimento
linguistico e di certificazione delle proprie competenze
a prescindere dal fatto che queste ultime siano
state acquisite all’interno o all’esterno dell’istruzione
formale. L’innovazione può identificarsi anche nello
scopo principale del progetto di iniziare a diffondere
la “cultura dell’apprendimento linguistico”, in termini
di competenze comunicative che il parlante di una L2
deve possedere, espresse in dichiarazioni di abilità
definite dai descrittori di livello del CERF
http://www.lilama.org/uploads/documents/Apofil%20Language%20Learning%20
Programme%20-%20ITALY.pdf
36
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 3
TITOLO: ASL. Language Training Agency
PAESE D’ORIGINE: Francia
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: ASL FormationsLinguistiques
REFERENTE: Anne-MarieBarrault-Méthy. UniversitéMontesquieu-Bordeaux IV.E-mail:
[email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
ASL FormationsLinguistiques” è un organismo
privato membro dell’ UNOSEL (Union National
desOrganizations de SéjoursLinguistiques), la cui
attività consiste nell’organizzare formazione linguistica
all’estero. ASL è stata fondata nel 1978 e ha quindi al
suo attivo 32 anni di esperienza nell’ambito dei viaggi
di studio per l’apprendimento delle lingue.
L’ente si rivolge principalmente ad un pubblico di
studenti universitari, giovani adulti e a un numero
crescente di dirigenti con esigenze di riqualificazione o
riconversione professionale.
ASL offre anche programmi su richiesta per i
dipartimenti delle Risorse Umane interessati a
una riconversione del proprio personale ed è
quindi perfettamente al corrente di quali siano
le aspettative delle aziende con cui collabora. E’
interessante osservare come negli ultimi anni si sia
affermata la tendenza allo sviluppo di numerosi
programmi imperniati sia sul miglioramento delle
competenze linguistiche e culturali, sia sullo sviluppo
dell’occupabilità. I programmi rivolti agli studenti si
propongono di migliorarne le competenze linguistiche,
andando così a completare e valorizzare la formazione
universitaria, aiutandoli a raggiungere una piena
padronanza linguistica. Inoltre, la formazione e
l’esperienza lavorativa all’estero costituiscono
un’interessante esperienza multiculturale e
permettono di sviluppare capacità quali adattabilità,
curiosità, tolleranza, offrendo opportunità di acquisire
contatti internazionali di cui gli studenti potranno
avvalersi, sia nel proseguimento degli studi, sia al
momento del loro ingresso nel mercato del lavoro.
L’azienda promuove l’occupabilità in relazione
alla padronanza delle lingue straniere, mirando in
particolare allo sviluppo delle competenze nel corso
dell’attività lavorativa. A tale scopo ASL ha sviluppato
una rete di partenariati con prestigiosi istituti scolastici
in diversi paesi, soprattutto di lingua inglese, ma
anche in Germania e Spagna.
IMPATTO:
•
•
•
•
I corsi abbinano formazione linguistica ed
esperienza lavorativa
L’offerta formativa recepisce le esigenze del
mercato
Presenza di corsi specifici rivolti a giuristi, politici
e funzionari di pubblica amministrazione per lo
sviluppo delle competenze linguistiche secondo le
richieste del mercato
Valutazione reciproca che si avvale del
•
contributo di datori di lavoro, studenti, esperti
in orientamento accademico e coordinatori
dell’esperienza lavorativa.
Sviluppo di reti locali
37
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Questo programma è stato ripetuto per oltre 30
anni e ha progressivamente recepito le esigenze
individuate nel mercato del lavoro, sviluppando
una modalità finale di erogazione della formazione
linguistica integrata ad un’esperienza lavorativa
all’estero. L’inserimento dello studente in un’impresa
locale significa non soltanto un miglioramento delle
competenze linguistiche ma anche l’acquisizione di
conoscenze approfondite di una cultura diversa, la
scoperta di un paese straniero e un’esperienza di
mobilità.
Si segnalano inoltre le innovazioni pedagogiche
rappresentate dall’uso delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione e dalla
flessibilità dei corsi.
Il programma formativo è stato sviluppato su vasta
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
scala, dimostrandone la flessibilità di adattamento
a seconda delle necessità, della lingua appresa
e insegnata, delle regioni e delle prospettive di
lavoro. L’esperienza ha dimostrato l’adattabilità del
programma:
-- Possibilità di attivazione lungo l’intero anno, le
date d’inizio essendo totalmente flessibili.
-- Lezioni e contenuti formulati secondo i bisogni
degli studenti e in base al livello di competenza
linguistica accertato tramite test di livello
somministrato prima dell’inizio del corso.
-- Collocamenti in azienda flessibili e sempre
adattabili alle richieste degli studenti e in base alle
loro aree di studio.
http://www.lilama.org/uploads/documents/ASL%20-%20France.pdf
38
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 4
TITOLO: Politica nazionale per le lingue del governo australiano
PAESE D’ORIGINE: Australia
CATEGORIA: Politica linguistica
TITOLARE/PROMOTORE: Governo Australiano
REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@
cfnavarra.es
SINTESI DEL PROGETTO:
L’Australia si ritrova con una situazione linguistica
unica, complessa e ricca, risultato delle sue vicende
storiche e della sua collocazione geografica. Sono
presenti 3 raggruppamenti principali, internamente
compositi: il nucleo indigeno, quello dei primi
coloni europei che trapiantarono nel paese le forme
dell’inglese britannico, e il gruppo degli immigrati nel
corso della seconda metà del ventesimo secolo.
La maggior parte degli individui e dei gruppi sono
multilingue.
La Politica Nazionale per le Lingue (NPL), approvata
nel 1987, considera tutto ciò una risorsa da coltivare
e sviluppare. Obiettivo principale della pianificazione
linguistica è dunque quello di fare in modo
che l’ Australia tragga il massimo vantaggio dalla
ricchezza di risorse linguistiche di cui dispone.
La NPL è stata completamente finanziata e ha
elaborato il primo programma in assoluto nelle
seguenti aree: sordità e lingua dei segni, lingue
indigene, lingue di comunità e lingue asiatiche,
formazione professionale transculturale e
interculturale, servizi di traduzione e interpretariato,
presenza di risorse multilingue nelle biblioteche
pubbliche, media, sostegno all’alfabetizzazione adulta
e l’inglese come seconda lingua.
NPL ha dichiarato gli obiettivi seguenti:
-- Aver consentito alla nazione di pianificare
gli aspetti linguistici delle proprie relazioni
internazionali commerciali economiche e
diplomatiche in modo obiettivo e razionale;
-- Aver intrapreso azioni mirate a correggere e
superare problemi, ostacoli, disuguaglianze e
discriminazioni legate alle lingue;
-- Aver contribuito all’arricchimento della vita
culturale, artistica e intellettuale dell’ Australia;
-- Aver offerto riconoscimento e sostegno ai gruppi
della popolazione australiana per i quali la lingua
costituisce un tratto distintivo caratteristico o un
importante patrimonio culturale o che utilizzano
come strumento di comunicazione una lingua
diversa dall’inglese;
Aver promosso e guidato gli sforzi per integrare
le innovazioni tecnologiche e l’apprendimento e
l’utilizzo delle lingue.
La NPL ha preso in considerazione 4 tipi di lingue da
promuoversi mediante iniziative politiche:
-- Alfabetizzazione in lingua inglese: acquisizione
dell’inglese australiano standard da parte
della totalità della popolazione, e una serie di
programmi di rinforzo per le aree identificate
come problematiche.
-- Seconde lingue: diffusione, presso tutti gli
australiani della conoscenza di lingue diverse
dall’inglese, mediante opportunità e incentivi
rivolti ai parlanti di altre lingue affinché continuino
a coltivarle e a trasmetterle ai loro discendenti; fra
queste lingue gli australiani anglofoni avrebbero
appreso la loro seconda lingua in sede di
istruzione formale.
-- Lingue indigene: interventi a sostegno
delle lingue australiane native minacciate di
estinzione venivano segnalati come prioritari,
ma veniva altresì sottolineata l’esigenza di una
consapevolezza dell’unicità di tali lingue presso
tutti i cittadini australiani.
-- Servizi linguistici: è stata individuata l’esigenza
di un servizio linguistico diffuso ed equo, che
prevedesse traduzione, interpretariato e media
multilingue.
--
La politica prevedeva un partenariato fra Stati,
Territori e Governo federale che ha reso possibile
l’adozione di un approccio coordinato, nel quale
erano riconosciuti i ruoli rispettivi dei vari governi e
altri enti coinvolti nella politica linguistica nazionale,
insieme ai loro sforzi di coordinamento. Furono quindi
instaurati nel corso degli anni dei Comitati a livello
nazionale, regionale e locale per la supervisione e
l’implementazione della NPL.
La NLP è stata una iniziativa politica di ampio respiro,
all’epoca senza precedenti per raggio d’intervento e
39
ambizioni. Basata su una consultazione diffusa, essa
ha comportato un approccio politico al di fuori di ogni
schieramento.
La NLP ha stabilito che fosse nell’interesse
dell’Australia sviluppare un elevato livello di
competenza nelle lingue significative da un punto di
vista geopolitico. Molte di queste lingue coincidono
con le lingue di comunità parlate dai nuovi immigrati
ed esistono quindi molti giovani australiani
potenzialmente bilingui: nel loro interesse e in quello
della nazione, tale bilinguismo dovrebbe essere
incoraggiato. La NPL ha identificato nove ‘lingue tra
le più insegnate’: Arabo, Cinese, Francese, Tedesco,
Greco Moderno, Indonesiano, Italiano, Giapponese e
Spagnolo.
Sebbene la NPL originale sia stata da allora sostituita,
essa ebbe portò ad un significativo investimento
a livello nazionale e statale e allo sviluppo di
nuove politiche linguistiche e di alfabetizzazione,
come i più recenti National Statement e
NationPlanforLanguagesEducation 2005-2008.
IMPATTO:
•
•
•
Prima politica linguistica globale a livello nazionale
(1987).
Sostituita dalle nuove iniziative: National
Statement e NationPlanforLanguagesEducation
2005-2008.
Creazione del National Languages and
•
•
LiteracyInstituteof Australia.
67 rapporti, inchieste e indagini di ampia portata
prodotti a partire dal 1970.
Priorità delle 9 ‘lingue più insegnate’.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
L’iniziativa australiana è stata innovativa e ha avuto
una notevole influenza. L’approccio “australiano”
basato su rapporti, analisi, sondaggi e inchieste e
descrizione della situazione linguistica è stato ripreso e
sviluppato nel Regno Unito fra il 1998-2010. Ha altresì
influenzato il piano linguistico olandese e si è costituita
in generale come principale punto di riferimento per
la pianificazione linguistica a livello internazionale. Il
Consiglio d’Europa, per citare un esempio, si è spesso
ispirato a questa iniziativa.
L’elemento maggiormente innovativo di tale politica è
stata la pianificazione dell’offerta linguistica.Per ragioni
dovute in parte alla collocazione geografica del paese
e alle sue priorità economiche, oltre che all’unicità
della composizione linguistica della sua popolazione,
è stata all’avanguardia nel proporre e implementare
un approccio assai più generalizzato al multilinguismo
rispetto al modello prevalente in Europa nello stesso
periodo. I principali aspetti di innovazione sono stati i
seguenti:
-- Politica linguistica non limitata all’ambito educativo
ma con risvolti a livello socio-economico.
-- Una strategia efficace fondata su una base di
conoscenze comprovate.
-- Un ampio consenso come prerequisito per
l’introduzione di cambiamenti.
Sin dal suo esordio, l’iniziativa australiana ha incluso
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
nel panorama linguistico le lingue indigene e le lingue
di comunità in quanto risorse potenziali da tutelare.
Inoltre, ha potenziato notevolmente le risorse per
l’acquisizione di lingue non europee, in particolare
di quelle asiatiche, in un’epoca in cui l’Europa non
dimostrava particolare interesse al riguardo, e ha
promosso la professionalizzazione dei servizi linguistici,
come ad esempio l’interpretazione di comunità.
L’iniziativa dipende dal sostegno e dal consenso
pubblico, costruito nel tempo, dalla volontà politica e
da un finanziamento adeguato. In tale misura si può
dire che dipenda in maniera significativa dal contesto
politico, tuttavia essa presenta elementi specifici
che hanno contribuito all’avanzamento della nostra
comprensione del ruolo delle lingue nella società e
nell’istruzione, elementi che di per sé possono essere
trasferiti a contesti simili. La politica australiana
ci offre uno strumento per la messa a punto di
politiche in altri contesti, anche diversi. Consente
inoltre di cogliere la relazione fra politica e sua
implementazione.
http://www.lilama.org/uploads/documents/National%20Policy%20on%20Languages%20-%20
Australia.pdf
40
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 5
TITOLO: Bila-Train / Bila-Learn. Formazione professionale bilingue.
PAESE D’ORIGINE: Germania
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: IEIE, International Education Information Exchange
REFERENTE: Anne-MarieBarrault-Méthy. UniversitéMontesquieu-Bordeaux IV.E-mail:
[email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
Bila-TrainAnalysis, Bila-Train e Bila-Learn costituiscono
una serie di tre programmi di formazione linguistica
rivolti a discenti bilingui impegnati in un percorso
di formazione professionale, a migranti e a gruppi
multilingue.
Bila-TrainAnalysis, un programma Leonardo Da Vinci,
si è svolto fra il 2003 e il 2005. Più di 1.000 esperti,
titolari di imprese e individui in formazione sono stati
intervistati in merito all’offerta di programmi bilingue
per la formazione professionale iniziale. Una ricerca
condotta in sei stati membri UE ha evidenziato il
bisogno di una formazione professionale bilingue
a fronte di un numero molto esiguo di programmi
offerti. I risultati di questa indagine sono stati utilizzati
per l’implementazione degli altri due programmi, il
Bila-Train in Practice e il Bila-Learn.
Anche Bila-Train in Practice, implementato fra il 2006 e
il settembre del 2008, è stato un programma Leonardo
Da Vinci, sviluppato dalle istituzioni partner in Austria,
Germania, Grecia, Romania e Turchia. Bila-Train in
Practice ha creato e pilotato moduli di apprendimento
bilingui per la formazione professionale iniziale in
alcuni ambiti professionali selezionati: assistenza
legale (per l’impiego presso studi legali) in Tedesco
e Greco, brokeraggio assicurativo in Tedesco e Turco
e meccatronica (meccanica ed elettronica per il
settore automotive) in Tedesco, Italiano e Romeno.
Tutti i moduli sono stati elaborati in base ai bisogni
degli individui in formazione e dei docenti, identificati
tramite il Bila-TrainAnalysis e testati presso imprese
selezionate. I moduli abbinano, ai corsi di formazione
professionale monolingue già esistenti, alcuni
specifici elementi bilingue in ambiti di apprendimento
particolarmente rilevanti ai fini della costituzione dei
profili professionali selezionati.
Il progetto Bila-Learn è stato cofinanziato nel
quadro del programma Grundtvig. I principali gruppi
destinatari comprendevano migranti adulti, membri
di minoranze etniche o di gruppi multilingue sul
territorio europeo. Scopo del progetto è stata la
creazione di materiali innovativi in grado di aiutare
i discenti adulti bilingue a migliorare le proprie
competenze linguistiche in entrambe le lingue
contemporaneamente. Il progetto ha prodotto moduli
d’aula bilingue, moduli bilingue per telefoni cellulari e
un cd rom di autoapprendimento bilingue.
La documentazione del Consiglio d’Europa segnala
l’esistenza di un bisogno di metodi di apprendimento
linguistico basati su e mirati al consolidamento
delle competenze multilingue. I sistemi educativi
nella maggior parte degli stati membri dell’Unione
Europea non incoraggiano attivamente le competenze
bi-o multilingue. L’istruzione scolastica primaria e
secondaria e la formazione professionale consistono
principalmente di corsi in cui la lingua nazionale del
paese viene usata come veicolo d’insegnamento. I
discenti con un retroterra bilingue perdono le loro
competenze linguistiche affrontando un percorso di
apprendimento concentrato su una sola lingua. Anche
il materiale di apprendimento linguistico rivolto a un
pubblico adulto deve tenere conto di tale situazione.
Bila-Train in Practice e Bila-Learn sono basati su
41
un quadro didattico aggiornato. E’ stato previsto
un feedback tramite sperimentazione diffusa
del materiale prodotto nell’ambito del Bila-Train
in Practice e coinvolgendo nello sviluppo del
materiale didattico i gruppi di discenti destinatari
del progetto Bila-Learn. I risultati sono disponibili
sul web (www.bila-train.de), mentre alcuni
moduli sono stati anche pubblicati da un editore
privato e sono reperibili nel circuito commerciale
delle librerie e nelle biblioteche in Austria e
Germania. Il materiale didattico tiene conto della
diversità e degli stili di apprendimento. In linea di
massima, i principi fondatori di Bila-TrainAnalysis,
BilaTrain in Practice e Bila-Learn possono essere
trasferiti senza restrizioni per la creazione di
nuovo materiale in altre lingue o per rispondere
alle necessità dei discenti sia nell’ambito della
formazione professionale che al di fuori di esso.
IMPATTO:
•
•
E’ stata condotta un’analisi dei bisogni su vasta
scala: più di 1.000 fra individui in formazione
professionale, formatori, titolari d’impresa, esperti
in ambito educativo e legislatori intervistati dai
partener del progetto in Austria, Germania, Grecia
e Italia e oltre 50.000 dati rilevanti integrati
nell’analisi finale.
La formazione è incentrata sull’acquisizione delle
competenze necessarie individuate tramite l’analisi
•
•
dei bisogni.
La formazione prevede un feedback.
La formazione tiene conto di un numero massimo
di limitazioni: assenza, diversità, tempo e luogo.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Bila-Train / Bila-Learn è un’iniziativa formativa
trasferibile a livello pan-regionale:
-- Il materiale didattico può essere utilizzato per
altre lingue.
-- Il metodo è trasferibile ad altri settori.
-- La trasferibilità non è limitata entro i confini
regionali o nazionali.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
Si consiglia tuttavia di sviluppare questa iniziativa in
regime di partenariato, poiché ciò contribuirebbe al
contenimento dei costi di erogazione e consentirebbe
un efficace scambio di esperienze e di risorse,
promuovendo la collaborazione a livello internazionale
http://www.lilama.org/uploads/documents/Bila%20Train%20Bila%20Learn%20-%20GERMANY.
pdf
42
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 6
TITOLO: BioCulture
PAESE D’ORIGINE: Europa (Danimarca, Svezia e Regno Unito)
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: Medicon Valley Alliance
REFERENTE: Martin Andersson. E-mail: [email protected] (David Owen,
RLN-East)
SINTESI DEL PROGETTO:
Il programma di formazione BioCulture ha sostenuto
la crescita a livello internazionale del settore
europeo delle scienze della vita tramite lo sviluppo di
competenze interculturali presso cluster di imprese
europee del settore. E’ stato elaborato in risposta alle
problematiche di tipo culturale e linguistico legate alle
competenze linguistiche e culturali per la mobilità e la
cooperazione internazionale e il commercio sollevate
dal Consiglio Europeo delle BioRegioni (CEBR) nel
2007.
Le attività hanno interessato 4 dei principali cluster
europei, concentrandosi per la maggior parte nella
regione della Medicon Valley danese e svedese, che
comprende le aree di København e Skåne. Fra le altre
aree interessate, l’Inghilterra orientale (soprattutto
nella regione cosiddetta del ‘SiliconFen’), il Cluster
BioAlpino (Torino-Grenoble) e alcuni cluster sparsi
in Finlandia. Il programma è stato finanziato dal
Programma dell’Unione Europea per l’Apprendimento
Permanente, Leonardo – Trasferimento
dell’Innovazione e si è svolto dal novembre 2007
all’ottobre del 2009. Una seconda fase è attualmente
in corso di sviluppo per la Germania, la Svizzera,
l’Italia settentrionale e il Sud-est dell’Inghilterra.
Il programma ha riconosciuto l’esistenza di una
mobilità degli scienziati attraverso gli stati europei
e il carattere positivo di tale mobilità, in particolare
nell’ambito della cooperazione tra laboratori, ma ha
constatato che non vi sono, a fronte di tale mobilità,
sufficienti risorse culturali a sostegno delle PMI e
delle loro organizzazioni di supporto. Inoltre, le PMI
ambiscono a esportare la loro professionalità, e
hanno pertanto bisogno di competenze linguistiche
e culturali relative ai principali mercati, in particolare
Giappone, USA, Cina e gli altri principali cluster
europei. La concezione del progetto si è basata
sulla presupposto che le PMI delle principali regioni
europee delle scienze della vita si trovino ad affrontare
problematiche comuni relativamente alle barriere
linguistiche e culturali..
L’attività del progetto si è svolta lungo le linee di
analisi-sviluppo-test dei business model, con un
analisi dei bisogni culturali e linguistici delle imprese,
uno sviluppo delle risorse linguistiche focalizzato
sul settore delle scienze della vita, e l’utilizzo di tali
risorse in una serie di laboratori linguistici e di cultura
aziendale nei cluster partner del progetto. Sono
stati sviluppati in totale 6 report culturali, incentrati
su Giappone, Cina, USA, Regno Unito, Germania e
India, adattandoli sulla base di dati precedentemente
raccolti presso questi mercati lungo un arco di due
anni e in base alle culture delle regioni partner. Questo
materiale è poi stato oggetto di ulteriori adattamenti
al fine di rispecchiare la cultura specifica della
comunità delle bioscienze.
I manager del progetto in Svezia e in Danimarca
hanno ritenuto che l’eccellente padronanza
dell’inglese da parte degli intervistati non avrebbe
costituito un ostacolo all’attività commerciale,
ma che avrebbero potuto esserlo le differenze
culturali e comportamentali (come ad esempio
la tipicità dell’approccio giapponese alla gestione
dei rischi). Analogamente, gli scienziati italiani
con una buona padronanza dell’inglese scientifico
non necessariamente possedevano le competenze
necessarie per affrontare il contesto imprenditoriale
in inglese, per cui hanno ricevuto una formazione
riguardante le tecniche di presentazione e di
‘elevatorpitch’.
La MVA ha realizzato due brevi video del programma
43
realizzato in Danimarca/Svezia trasmessi dal sito della
Medicon Valley TV. I video sono reperibili sul sito
www.youtube.com digitando i termini di ricerca ‘MVA
Leonardo’ e ‘MVA USA culture workshop.’
La selezione di formatori adeguati ha presentato
qualche difficoltà, dal momento che erano richieste
3 aree di competenze specifiche: (1) conoscenza
della cultura del paese target (2) dimestichezza con
l’ambiente imprenditoriale e (3) con quello scientifico.
Pochi formatori erano in grado di soddisfare tutti e
tre i criteri. Una soluzione efficace tuttavia fu trovata
nell’affiancamento dei relatori e tale metodologia è
stata poi utilizzata come modello per la maggioranza
dei workshops.
L’uso dei report culturali come materiale didattico ha
comportato la diffusione delle conoscenze allargate
di tutti coloro che avevano partecipato globalmente
alla loro elaborazione (come ad esempio le imprese
e i contatti di supporto alle imprese giapponesi).
Questo sapere condiviso è stato essenziale nel definire
la scena e consentire al discente di uscire dalla
sua visione preconcetta della cultura target basata
unicamente sull’esperienza personale. Le sessioni di
dibattito di gruppo nel corso della formazione hanno
contribuito a rafforzare questa componente.
IMPATTO:
•
•
Un totale di 175 impiegati di 97 ditte ha
frequentato un totale di 17 laboratori culturali.
I principali destinatari sono stati scienziati e
dirigenti (per la maggior parte con precedente
formazione in ambito scientifico) di aziende di
biotecnologia e tecnologia medica.
La formazione ha fornito ai discenti la conoscenza
e l’esperienza necessarie per interagire in modo
più efficace con i contatti e i clienti stranieri in una
serie di diversi ambiti, legati al mondo degli affari
e a quello scientifico. L’81% del personale delle
PMI ha ritenuto che il materiale culturale fornito
fosse adatto alle esigenze aziendali e il 67% lo
•
ha ritenuto adatto al proprio settore (questo dato
suggerisce ulteriori revisioni), il 95% ha ritenuto
di essere stato compreso prontamente, il 94%
ha trovato sufficiente la quantità di materiale
presentata, il 78% ha giudicato interattive le
sessioni di lavoro.
Analisi dell’impatto successivamente alla
formazione: le imprese e I loro gruppi di
gestione dei cluster (in qualità di osservatori
indipendenti) hanno attestato migliori prestazioni
o la scomparsa del divario culturale in seguito alle
attività di formazione.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Il programma è già stato trasferito.
-- Sviluppare risorse culturali che riflettano
l’ambiente specifico del settore delle scienze della
vita.
-- Ricercare un insieme di formatori culturali
che uniscano alla conoscenza del target
dell’esportazione dei cluster delle bioscienze,
una conoscenza più generale della cultura
imprenditoriale del mercato di riferimento.
-- Utilizzare un approccio a livello internazionale
con la messa in comune di saperi ed esperienza
relativi alla cultura e al linguaggio del mercato di
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
--
--
riferimento da parte dei cluster di diversi paesi.
Fornire una definizione chiara del settore target,
che sia quello delle scienze della vita in generale
o uno dei suoi sotto-settori (healthcare, biotech,
medtech...), poiché il loro fabbisogno linguistico
potrebbe variare.
Aggiornare le informazioni provenienti da fonti
interne ai mercati.
http://www.lilama.org/uploads/documents/BioCulture%20-%20ROYAUME-UNI.pdf
44
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 7
TITOLO: Business Language Champions Plus
PAESE D’ORIGINE: Regno Unito
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: RLN East (a livello nazionale: CILT, National
CentreforLanguages)
REFERENTE: Michelle Brassel. CILT. E-mail: [email protected] (David
Owen, RLN-East)
SINTESI DEL PROGETTO:
Il programma si è realizzato tramite un’iniziativa che
ha interessato tutte le 9 regioni dell’Inghilterra ed è
stata gestita dal CILT, National CentreforLanguages, e
finanziata in Inghilterra dal DepartmentofChildrenScho
ols&Families (DCSF). Nella regionedell’East of England
ha inoltre ricevuto un pari finanziamento dal Norfolk
County Council, da cui l’aggiunta di ‘Plus’ nel titolo del
programma relativo a tale regione.
Gli obiettivi specifici del progetto erano:
-- Riunire giovani e datori di lavoro e dimostrare
l’importanza dell’apprendimento delle lingue per
avere successo nell’economia globale.
-- Coinvolgere un ampio spettro di imprese
in collaborazione con le scuole in modo da
aumentare la partecipazione a livello degli ultimi
anni di istruzione secondaria (KS4) e motivare i
giovani all’apprendimento delle lingue.
-- Avvalersi dei legami fra imprese e sistema
educativo per allargare gli orizzonti e stimolare
le ambizioni dei discenti e migliorare l’intesa
reciproca fra scuola e impresa per quanto riguarda
le lingue straniere e l’ambito economico.
-- Introdurre le lingue a fianco delle altre materie
fondamentali nei programmi impresa/scuola del
sistema ordinario.
Sono stati istituiti dei premi con l’obiettivo di
riconoscere l’investimento nella cultura e nelle lingue
straniere, come lo Premio Europeo per le Lingue, i
LAFTAs (Language& Film Talent Awards) e i Business
Language Champions Awards. Queste iniziative sono
state promosse con il lancio del BLC nel novembre
2009 e in occasione di altre inaugurazioni a livello
regionale. Le attività, variabili a seconda delle risorse
delle imprese e delle lingue insegnate nei diversi
istituti scolastici, sono state pianificate durante un
incontro iniziale tra i partner del progetto. Fra di esse,
la traduzione di pagine dal sito della concorrenza
o della clientela, la progettazione di packaging con
contenuto in lingua e lo sviluppo di presentazioni
sull’uso delle lingue, teleconferenze, progettazione
di presentazioni, progetti di ricerca in rete su scala
ridotta e la partecipazione a incontri con visitatori
stranieri. Elemento fondamentale del progetto sono
state le conferenze rivolte agli studenti e tenute da
rappresentanti delle imprese, che hanno parlato
delle proprie esperienze nell’uso delle competenze
linguistiche e dei vantaggi che tali competenze hanno
offerto alle loro imprese. In alcuni casi i partner del
progetto hanno scelto di conferire dei premi agli
studenti vincitori di concorsi organizzati nell’ambito del
progetto.
Un workshop CPD pilota rivolto agli insegnanti è
stato messo a punto da RLN East congiuntamente
alla Links East Universityof Cambridge e si è tenuto
a Norfolk nel luglio 2010 sotto la denominazione
LEEP. RLN East nell’ambito del programma BLC+ ha
inoltre realizzato un opuscolo elettronico illustrativo
del progetto, destinato a studenti e giovani adulti.
In esso figuravano 10 aziende provenienti da diversi
settori, ciascuna delle quali illustrava i vantaggi
derivati dall’investimento in competenze linguistiche e
culturali, insieme al lavoro effettuato in collaborazione
con le scuole locali.
45
IMPATTO:
•
•
Fra il 2004 e il 2009 più di 150 imprese da
ogni parte dell’Inghilterra hanno partecipato al
progetto BLC . La fase 2009-2011 si è rivolta a
500 soggetti campione. Nell’ Inghilterra orientale
il finanziamento ricevuto dal Norfolk County
Council è stato utilizzato per investire nelle
capacità linguistiche delle imprese coinvolte, sotto
forma di contributi per la formazione linguistica,
localizzazione di siti web o traduzione di materiale
informativo/packaging.
Il programma ha instaurato relazioni di
partenariato fra imprese e scuole con l’obiettivo di
dimostrare il valore delle competenze linguistiche
e interculturali nel mondo del lavoro. Istruzione e
rapporti commerciali sono stati entrambi elementi
trainanti del programma. Anziché concentrarsi
unicamente sulla forza lavoro esistente, il
programma si è prefissato lo sviluppo di una
“filiera” di capacità linguistiche a partire dal livello
KS4 (14-16 anni) fino al AS/A (16-19 anni) e
da qui nel settore dell’impiego o dell’istruzione
superiore. Sono state stabilite delle partnership
tra imprese e scuole in modo da presentare agli
studenti le modalità pratiche di uso delle lingue
•
straniere nell’ambiente lavorativo. Agli studenti
sono state affidate attività pratiche al fine di
testare le loro competenze linguistiche, che
hanno poi ricevuto il “voto” degli imprenditori
locali. Fra queste ve ne sono state alcune di alto
profilo con il coinvolgimento di imprese del settore
automotive (Honda, Ford).
Quasi tutti gli insegnanti interpellati si sono
dichiarati favorevoli a lavorare insieme alle
imprese locali. Molti insegnanti hanno dichiarato
che le loro scuole si erano dotate di obiettivi o
programmi a favore dei partenariati impresascuola. Le imprese hanno ritenuto lo schema
innovativo e insolito, hanno spesso manifestato
una grande disponibilità a “offrire qualcosa in
cambio” alla comunità, e spesso hanno avvertito
l’obbligo morale di aiutare i giovani e trasmettere
loro la loro esperienza e le loro conoscenze.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
----
--
Prevedere tutto il tempo necessario per la
selezione delle imprese e delle scuole e per la
coordinamento delle attività.
Includere vantaggi pratici per le imprese
aiutandole ad investire nelle loro competenze e
risorse linguistiche e culturali.
Offrire un ventaglio di attività adeguate a una
vasta fascia di età e prevederne lo svolgimento
in date al di fuori dei periodi di maggiore attività
aziendale e scolastica.
Garantire allo schema la maggiore flessibilità
--
possibile in modo da permettere ai partner di dare
libero corso alla loro immaginazione elaborando
progetti stimolanti di attività comune.
Promuovere la trasversalità tra le diverse materie
e aree tematiche, in modo da dimostrare il valore
della competenza linguistica nei diversi settori
industriali.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/BLC+%20-%20ROYAUME-UNI.pdf
46
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 8
TITOLO: CampusOne : Azioni per l’apprendimento delle lingue
PAESE D’ORIGINE: Italia
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: Università della Basilicata
REFERENTE: Marco Albanese. Regione Basilicata. E-mail: marco.albanese@regione.
basilicata.it
SINTESI DEL PROGETTO:
Il programma “Campus One” si è svolto in Italia
fra il 2001 e il 2004 e ha coinvolto il Ministero
dell’Istruzione, il Ministero dello Sviluppo Economico,
la Conferenza dei Rettori Universitari Italiani e tutte le
università.
Il suo principale obiettivo è stato quello di sostenere
l’applicazione della riforma universitaria sul territorio
nazionale, come dichiarato specificatamente nel
Decreto n. 509/99, e di potenziare la sperimentazione
di sistema e le attività di formazione a livello
universitario, presentando approcci innovativi nei
confronti di tematiche come: attenzione verso i bisogni
del mercato del lavoro e della nuova economia, servizi
di rete, metodologie di valutazione e accreditamento,
personalizzazione, tecnologie dell’informazione e della
comunicazione, e apprendimento delle lingue.
Per quanto riguarda la certificazione delle competenze
linguistiche degli studenti, la Conferenza dei Rettori
Universitari Italiani ha stilato un accordo di partnership
con alcuni enti esaminatori, come il Cambridge UCLES,
il Trinity College, London, AllianceFrançaise, GoetheInstitut, Ministerio de Educación, Cultura y Deporte, in
modo da offrire agli studenti italiani una certificazione
riconosciuta a livello internazionale e in linea con
le definizioni del livello di competenza linguistica
contenute nel Quadro Comune Europeo di Riferimento
per le Lingue (CEFRL), istituito dal Consiglio d’Europa.
Ciascuna università è poi stata lasciata libera di
scegliere a quale di questi enti rivolgersi per gli esami
di certificazione.
selezionato uno per facoltà: Tecnologie Agrarie (AT);
Scienze della Comunicazione (CS); Informatica (CoS);
Ingegneria ambientale e del territorio (ETE).
Ai fini del progetto, è stata scelta la lingua inglese.
Dopo un test d’ingresso, gli studenti hanno potuto
frequentare tre corsi di lingua della durata di 50 ore
ciascuno, tenuti nei laboratori multimediali del centro
di apprendimento linguistico. Il numero totale di
studenti selezionati è stato di 77 (2 per AT, 16 per CS,
41 per CoS, 18 perETE).
Il programma presenta le seguenti caratteristiche:
1. Si basa su un’analisi dei bisogni completa e
aggiornata
2. E ’incentrato sull’acquisizione delle competenze
identificate nel corso di tale analisi.
3. I suoi obiettivi risultano realistici se confrontati
con I risultati finali, in termini ad esempio di
indicatori di progetto, acquisizione di competenze
linguistiche, numero di individui formati.
4. Si basa su un quadro didattico aggiornato.
5. Integra alcuni elementi di feedback.
6. Tiene conto di un numero massimo di limitazioni:
assenza, diversità, tempo e luogo.
7. Consente, in linea di massima, il trasferimento
a livello multi-regionale, a qualunque regione
interna alla UE, essendo la pianificazione coerente
con la strategia europea di Lisbona.
Nella regione Basilicata il programma è stato
implementato dal Centro per l’apprendimento delle
lingue dell’Università della Basilicata nella primavera
del 2003, in cooperazione con la Facoltà di Scienze
Agrarie e Alimentari, la Facoltà di Lettere e Filosofia,
la Facoltà di Ingegneria e la Facoltà di Scienze
[matematiche fisiche e naturali]. Non tutti i corsi di
laurea sono stati coinvolti nelle attività: ne è stato
47
Fasi del progetto Basilicata CampusOne
Fase 1
Promozione iniziale dell’attività
linguistica
Attore: tutte le facoltà coinvolte
Fase 2
Definizione del livello di ingresso e
degli strumenti di verifica
Attore: insegnanti e professori
universitari madre lingua
Selezione dei partecipanti
Attore: centro per l’apprendimento
delle lingue
Corsi di formazione linguistica
Attore: centro per l’apprendimento
delle lingue
Autonomia linguistica individuale
Attore: insegnanti e professori
universitari madre lingua
Verifica finale dell’acquisizione delle
competenze linguistiche
Attore: insegnanti e professori
universitari madre lingua
Fase 3
Fase 4
Fase 5
Fase 6
Il progetto non è stato ripetuto poiché gli obiettivi
e le procedure del Programma CampusOnesono in
seguito state adottati dall’insieme delle università
italiane nell’ambito dei propri corsi di formazione
istituzionali. Gli obiettivi e le procedure riguardanti
la selezione iniziale degli studenti, il contenuto
linguistico e la programmazione oraria delle attività
di formazione linguistica, la verifica finale e il
riconoscimento di tutte le certificazioni internazionali
sono diventati standard dell’approccio linguistico
dell’Università della Basilicata.
IMPATTO:
•
77 studenti universitari hanno ricevuto una
formazione in lingua inglese che li ha portati ad
acquisire una certificazione delle loro competenze
•
linguistiche.
Metodi e obiettivi del programma formalizzati nelle
politiche dell’Università della Basilicata.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Il programma era principalmente legato al contesto
politico ed educativo italiano, essendo rivolto a
preparare gli studenti alle innovazioni della riforma
universitaria. D’altro canto, la strategia didattica
del sistema universitario italiano si proponeva di
potenziare la preparazione degli studenti per farne
degli ottimi cittadini europei. Per raggiungere lo
stesso obiettivo sarà necessario prestare particolare
attenzione ad alcuni fattori: offerta di formazione
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
professionale nell’ambito dell’apprendimento
permanente, certificazione in uscita dei livelli di
competenza acquisiti, contenuti multidisciplinari,
attenzione rivolta alle competenze, soprattutto
per quanto riguarda l’apprendimento delle lingue
straniere.
http://www.lilama.org/uploads/documents/CampusOne%20-%20Italy.pdf
48
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N°9
TITOLO: Legge Cinese sulla Lingua
PAESE D’ORIGINE: Cina
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Ministero dell’Istruzione della Repubblica popolare cinese
REFERENTE: David Owen. RLN-East, Regional Langauge Network East. E-mail:
[email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
La Legge Cinese sulla Lingua è incentrata sulla
politica di gestione della standardizzazione del cinese
Putonghua (Mandarino) quale lingua ufficiale del
Paese e di tutela delle restanti lingue cinesi. La legge
è stata approvata il 1 gennaio 2001 e si applica
all’intero territorio della Repubblica Popolare cinese.
Dovrà essere recepita a livello provinciale e locale,
sebbene,in ultima istanza, essa dipenda a livello
nazionale dal Ministero dell’Istruzione. La legge è
affiancata da un manuale, a sua volta accompagnato
da una guida, entrambe le pubblicazioni destinate a
informare gli uffici di governo locale sulle modalità di
implementazione e gestione della politica.
Il governo della Repubblica popolare cinese ha
implementato tre principali politiche linguistiche,
sottoposte a revisione nel 2001:
1. Standardizzazione del cinese.
2. Promozione dell’importanza dell’inglese.
3. Tutela delle lingue minoritarie.
La politica promuove la formazione permanente e
la mobilità: il suo scopo infatti è di sviluppare una
società di cittadini per i quali la lingua non costituisca
un ostacolo all’occupabilità rendendo possibile la libera
circolazione dei lavoratori e di coloro che sono alla
ricerca di lavoro. Ciò risulta di particolare interesse
per coloro che si spostano dalle zone rurali verso città
dove non si parla la loro lingua o il loro dialetto. La
possibilità di impiego nella pubblica amministrazione,
nelle imprese o nell’istruzione è condizionata dal
possesso di una certificazione di conoscenza del
Putonghua di livello 2 o 3, a seconda del ruolo svolto.
Una pronuncia standard basata sull’alfabeto fonetico
chiamata “hanyu pinyin” è stata introdotta nel 1958
per facilitare la standardizzazione del cinese.
La lingua scritta farà uso del sistema di caratteri
semplificato, laddove approvato. L’esistenza di un
sistema di caratteri semplificato promuove un maggior
livello di alfabetizzazione presso i gruppi in possesso
di un basso livello di istruzione. Tale sistema sarà
implementato a livello provinciale e locale, sebbene
l’autorità responsabile rimanga a livello nazionale,
ossia il Ministero dell’istruzione. La legge è affiancata
da un manuale (libro di studio) di 305 pagine, a
sua volta abbinato ad una guida di 347 pagine ed
entrambe le pubblicazioni offrono agli uffici governativi
locali informazioni su come implementare e gestire
la politica. Le pubblicazioni differiscono per quanto
riguarda il loro contenuto.
Il manuale contiene definizioni dettagliate, termini
di riferimento ed esempi pratici dei singoli articoli
da implementarsi. Il Capitolo 1 è dedicato ai termini
generali, il capitolo 2 all’uso del Putonghua, e il
capitolo 3 alla gestione e al monitoraggio. I principi
ispiratori del capitolo 1 sono il bisogno di tutelare tutte
le lingue cinesi (in quanto appartenenti al patrimonio
culturale del Paese) sviluppando e implementando
allo stesso tempo una piattaforma di comunicazione
comune, sia per quanto riguarda l’orale (Putonghua)
che lo scritto (caratteri semplificati). La guida si
concentra maggiormente sulla semplificazione
del cinese scritto e contiene una lista di caratteri
elencati in base alla pronuncia e al numero dei
tratti, soffermandosi in particolare sui caratteri più
complessi.
La legge riconosce la necessità di continuare a
utilizzare in alcune circostanze i caratteri tradizionali:
ad esempio, nei siti storici e nei monumenti culturali,
nelle opere d’arte di calligrafia e intaglio, nelle
iscrizioni manoscritte e nella segnaletica e ovunque
tale uso sia richiesto da esigenze di pubblicazione,
insegnamento o ricerca. Il governo ha intrapreso
la codifica di alcune lingue minoritarie in modo da
garantirne la conservazione.
49
IMPATTO:
La documentazione fondamentale a sostegno della
valutazione permanente dell’impatto della Legge sulla
Lingua è la pubblicazione annuale ‘Rapporto sulla
Situazione delle Lingue in Cina’, la cui ultima versione
risale al 2008. Questa relazione 1084 (per l’anno 2008)
si basa su ricerche estensive condotte in tutto il paese
sugli sviluppi dovuti all’impatto della legge. Il lavoro
di ricerca richiede approssimativamente un anno per
la raccolta e l’analisi dei dati. La ricerca non copre
soltanto l’uso del Putonghua ma anche quello della
lingua straniera (soprattutto l’inglese) e delle lingue e
dialetti locali. Il feedback è stato ottenuto intervistando
un ampio campione di individui e la relazione ha
incluso esempi specifici per ogni gruppo di destinatari,
fra cui: aziende di proprietà straniera, aziende cinesi
operanti nelle zone di scambio commerciale. Particolare
attenzione è stata prestata alle tematiche della
coesione sociale, e a quelle legate ai dialetti e alla
standardizzazione delle lingue. La ricerca ha inoltre
acquisito dati riguardo al numero crescente di cittadini
cinesi in possesso di competenze linguistiche (in
particolare per quello che riguarda la lingua inglese).
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
--
---
Uno strumento per accrescere il livello di
alfabetizzazione a livello nazionale tramite la
semplificazione di strutture linguistiche e caratteri
complessi.
Equilibrio fra l’implementazione sistematica
dell’uso di una lingua nazionale e la salvaguardia
delle lingue e delle culture locali.
Uno strumento per unificare diversi gruppi etnici
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
--
tramite l’uso di una lingua e di un sistema di
scrittura comuni.
Un processo di monitoraggio sistematico reso
possibile grazie all’impiego di risorse adeguate.
http://www.lilama.org/uploads/documents/China%20Language%20Law%20-%20China.pdf
50
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 10
TITOLO: CITIES. Creating Information and languagetoolstoimproveenterprises’
safetyawareness
PAESE D’ORIGINE: Italia
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: COFIMP, Bologna, IT
REFERENTE: Francesca Di Concetto. IRS, Istituto per la Ricerca Sociale. E-mail:
[email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
Il progetto CITIES è stato concepito per rispondere
al notevole afflusso di lavoratori originari dell’area
balcanica che spesso trovano impiego nelle PMI dei
settori dell’ingegneria meccanica e dell’edilizia, sia
in Italia che in Germania. Sono stati messi a punto
strumenti specifici per l’apprendimento delle lingue,
rivolti a questi lavoratori in modo da garantire la loro
riqualificazione professionale e contribuire altresì alla
loro integrazione nel nuovo sistema organizzativo
aziendale.
I contenuti del corso si articolano attorno al tema
della sicurezza sul posto di lavoro. Il progetto CITIES
si è rivolto a una particolare categoria di lavoratori
provenienti dai paesi dell’Europa centrale e orientale,
(Bulgaria, Polonia e Romania) che spesso sono
vittime di discriminazione sul posto di lavoro. L’idea
di abbinare la consapevolezza delle tematiche della
sicurezza sul lavoro e le conoscenze linguistiche
potrebbe contribuire significativamente ad aiutare i
lavoratori a:
-- Trovare e mantenere un impiego,
-- Migliorare le proprie competenze,
-- Essere più competitivi nel mercato del lavoro.
-- Il progetto:
-- permette l’apprendimento e lo sviluppo di
competenze linguistiche tecniche;
-- favorisce l’apprendimento della lingua di uso
quotidiano per una partecipazione attiva alla vita
socio-economica e culturale del paese di arrivo e
il superamento degli ostacoli alla comunicazione e
all’integrazione.
cartaceo e multimediale. E’ stata inoltre realizzata
un’edizione inglese, in modo da rivolgere il corso a un
maggior numero di discenti in paesi diversi da quelli
target.
Beneficiari del progetto sono i lavoratori in possesso
di un livello CEFRL A1-A2 di conoscenza della lingua
italiana. Il corso tuttavia è stato concepito in modo
tale da poter essere fruito anche da principianti
assoluti, e per questa ragione tutti i testi, ad eccezione
delle attività di verifica e degli esercizi, sono bilingue.
Non è stato possibile definire un arco temporale
per il completamento del progetto poiché è
impossibile pianificare la durata di un percorso di
insegnamento/apprendimento autonomo. L’obiettivo
di apprendimento del corso non era legato a verifiche
di efficienza in termini di tempo impiegato per il
raggiungimento dell’obiettivo, ma si è concentrato
piuttosto sulla qualità dell’apprendimento.
Il progetto CITIES è stato finanziato dalla
Commissione Europea nell’ambito del programma
Leonardo da Vinci, e tale aspetto ha indubbiamente
facilitato la diffusione dei prodotti (corso di italiano su
base cartacea, su CD-ROM e online) e ha consentito
di affrontare la spesa relativa alle consulenze di
esperti in materia linguistica e in tecnologie della
comunicazione incaricati di sviluppare la piattaforma
didattica. Successivamente alla distribuzione del
CD e delle copie cartacee del corso, sarà possibile
stamparne di nuove a spese delle aziende. Non è
stato stipulato alcun accordo fra i partner riguardo
un’eventuale commercializzazione del prodotto.
I prodotti realizzati consistono in due corsi di lingua
(italiano e tedesco) basati su materiale didattico e
informativo in polacco, rumeno e bulgaro, in formato
51
IMPATTO:
•
Due corsi di lingue (italiano e tedesco) basati su
materiale didattico e informativo da realizzarsi in
polacco, rumeno e bulgaro.
•
Un’edizione in lingua inglese rivolta al maggior
numero possibile di discenti al di fuori dei confini
di Bulgaria, Polonia e Romania.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
La pratica può essere trasferita a qualunque altra
lingua e l’argomento scelto (nel caso in esame, il
tema della sicurezza sul posto di lavoro) può essere
adattato alle esigenze di altri settori.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/CITIES%20-%20Italy.pdf
52
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 11
TITOLO: Apprendimento Linguistico multimediale interculturale
PAESE D’ORIGINE: Australia / Cina
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: Università di Shangai JiaoTong – College per l’Istruzione a
Distanza e Facoltà delle Arti dell’Università di Monash.
REFERENTE: CarstenUllrich.E-mail: [email protected] (David Owen, RLNEast)
SINTESI DEL PROGETTO:
L’apprendimento linguistico multimediale interculturale
è la nuova frontiera per migliorare le competenze degli
studenti. Si basa sull’utilizzo di internet e delle nuove
tecniche di interazione fruibili grazie agli strumenti
del Web 2.0. Il presente documento descrive come
queste tecnologie sono state utilizzate in una classe
“blended” per promuovere l’apprendimento linguistico,
soprattutto per l’orale, insieme allo scambio
interculturale attraverso strumenti sincroni e asincroni
per attività in collaborazione.
La casistica di riferimento ha coinvolto, in totale, 82
studenti adulti cinesi (di età compresa tra i 20 e i
30 anni), iscritti in un college che offre istruzione a
distanza via internet, a Shanghai, e 31 studenti (tra
i 18 e i 22 anni), iscritti al gruppo post-laurea del
corso di “Studi mediatici cinesi” (CMS) in Australia.
I primi hanno partecipato all’unità di “discussione
sui quotidiani” online, concentrandosi sulle notizie
quotidiane; mentre gli altri si interessavano alle
notizie interne cinesi, internazionali e alla cronaca.
Il laboratorio è stato sviluppato sulla lettura e il
commento delle questioni e delle notizie quotidiane,
sia in inglese australiano che in cinese, in classi
virtuali create grazie agli strumenti del Web 2.0 per
l’interazione. I laboratori hanno avuto una durata
di 13-15 settimane, con un impegno medio di 3 ore
alla settimana, in cui gli studenti hanno lavorato su
testi multimediali e si sono focalizzati su dei media su
internet basati sulle competenze.
Le classi si incontravano in video conferenza su Skype,
insieme ai propri istruttori, per una presentazione
informale iniziale. Quindi, si creava una chat di
gruppo per permettere agli studenti di comunicare
simultaneamente. I docenti hanno prodotto i primi
documenti multimediali e hanno registrato filmati in
cui spiegavano gli elementi di base degli strumenti
utilizzati e gli obiettivi di collaborazione delle classi.
Il filmato era incluso nella sezione FAQ, in modo che
potesse essere visionato più volte. Le classi, una volta
imparato ad utilizzare gli strumenti, hanno iniziato a
caricare i documenti e ad editarli su una piattaforma
condivisa in maniera asincrona. Inoltre, i docenti
sono stati incoraggiati a stimolare commenti da parte
delle classi, a caricare documenti e a continuare il
lavoro fatto in classe durante le altre sessioni.
IMPACT:
•
•
Coinvolgimento di un totale di 113 studenti
provenienti da due paesi diversi: Australia e Cina.
Sviluppo dell’iniziativa formativa basata sugli
•
strumenti del Web 2.0.
Produzione di documenti multimediali e
registrazione di filmati come metodologia.
53
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Il modello di apprendimento interculturale è efficace e
versatile e può essere facilmente trasferito in qualsiasi
contesto di apprendimento linguistico. In effetti,
anche se gli studenti erano in ogni modo obbligati
a comunicare in una lingua target, il vantaggio era
quello di non sentirsi stressati, in quanto potevano
comunicare, soprattutto in maniera informale, con i
loro pari.
Di seguito alcune raccomandazioni sull’erogazione e la
trasferibilità delle attività online, per quanto riguarda
questa specifica politica:
-- i docenti dovrebbero caricare i materiali prima
delle lezioni e delle attività dal vivo e registrare
in precedenza i documenti (importanza di una
pianificazione dettagliata degli elementi generali
dei vari incontri);
-- l’accesso dei partecipanti alle statistiche
riguardanti le attività online è altrettanto
importante per fornire migliori stimoli
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
all’apprendimento;
i docenti dovrebbero rendere i documenti il più
pubblici possibile per migliorare la motivazione
dei partecipanti ed il loro interesse nel fornire
materiale di alta qualità;
-- i docenti dovrebbero anche fare attenzione
a monitorare le attività online e stimolare la
partecipazione degli studenti.
Non ci sono prove di un eventuale trasferimento
di questa politica specifica, ma ci sono centinaia di
simili casistiche pubblicate su riviste specializzate
che descrivono azioni sperimentali nell’utilizzo degli
strumenti del Web 2.0 per l’apprendimento linguistico.
Perciò, quel che conta non è lo strumento e le sue
funzionalità, ma piuttosto gli schemi pedagogici alla
base dell’attività formativa.
--
http://www.lilama.org/uploads/documents/Cross%20Cultural%20Language%20Learning%20
-%20AUSTRALIA%20&%20CHINA.pdf
54
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 12
TITOLO: Programma di Azione Nazionale Olandese per le Lingue Moderne
PAESE D’ORIGINE: Paesi Bassi
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Governo olandese
REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@
cfnavarra.es
SINTESI DEL PROGETTO:
La stesura di un programma d’azione nazionale (NAP)
per le Lingue Moderne fu commissionata dal governo
olandese nel 1989, in previsione dei nuovi bisogni del
Mercato Unico Europeo a partire dal 1992.
Una serie di studi empirici aveva confermato
l’esistenza di una crescente domanda di lingue
straniere, comprese lingue ‘minori’ come il russo,
il giapponese e in particolare lo spagnolo e di una
crescita, ma non altrettanto rapida, nell’offerta e nella
diversificazione della formazione linguistica. Il NAP
è stato una risposta alla sensazione crescente che
l’offerta di formazione in lingue straniere non fosse più
in grado di soddisfare in modo adeguato le esigenze
in tale ambito. Che tali preoccupazioni venissero
espresse da operatori del mondo imprenditoriale
e commerciale contribuiva ad accrescerne
significativamente l’urgenza.
Il NAP è una dichiarazione programmatica completa
della politica nazionale per le lingue straniere e
comprende 34 raccomandazioni specifiche approvate
dal governo:
-- Maggiore controllo dell’offerta di lingue straniere,
che prevede un limite al numero di lingue
accessibili da parte degli studenti, al fine di
promuovere livelli più avanzati di competenza in
un numero più ristretto di lingue.
-- Migliore coordinamento fra i diversi programmi
per le lingue straniere all’interno del sistema
educativo.
-- Un quadro onnicomprensivo degli obiettivi
formativi per il sistema educativo nel suo insieme.
Il NAP si rivolge soprattutto al settore dell’istruzione
secondaria e della formazione professionale dove sono
stati riportati successi in termini di aumento delle
opportunità di apprendimento delle lingue moderne,
contributi alla formazione degli insegnanti e sostegno
da parte di istituti di formazione professionale,
organizzazioni e soggetti interessati. Inoltre, il NAP ha
implicazioni a livello dell’offerta di docenza di lingue
straniere nel settore pubblico e in quello privato,
nonché implicazioni significative per quanto riguarda
la formazione degli insegnanti.
Il NAP è stato implementato fra il 1992 e il 1996
dall’Ufficio nazionale per le lingue. Il mandato di
questa istituzione è stato ulteriormente esteso e in
seguito ripreso dall’Istituto nazionale per lo sviluppo
del programma scolastico (SLO) che ha tuttora
notevoli responsabilità a livello della progettazione del
programma e delle pubblicazioni relative alla didattica
e all’apprendimento delle lingue straniere.
L’attuazione di tale politica riflette chiaramente le
nuove richieste del Mercato Comune Europeo, della
competitività a livello europeo e la realtà di una
sempre maggiore mobilità occupazionale e in ambito
educativo all’interno delle frontiere europee. Un
aspetto importante del NAP è stato il suo obiettivo di
promuovere l’apprendimento e l’insegnamento delle
lingue straniere con particolare attenzione verso le
lingue dei paesi confinanti: nel caso dei Paesi Bassi, la
Francia e la Germania.
Questa iniziativa supporta le strategie europee
per il multilinguismo e ha altresì supportato ed
elaborato materiale didattico nelle lingue di recente
insegnamento, come lo spagnolo, l’italiano, l’arabo,
il turco e il russo. Alcune di queste sono lingue
minoritarie e delle comunità di migranti. Degli opuscoli
rivolti a gruppi specifici di discenti, fra cui gruppi di
migranti, sono stati pubblicati al fine di informarli circa
le possibilità offerte in questo campo dagli istituti di
istruzione secondaria. Vi sono istituti per la formazione
degli insegnanti di spagnolo, arabo, turco e russo.
Il NAP ha presentato al governo una serie di
raccomandazioni. Alcune di esse prevedevano incentivi
a sostegno della motivazione dei discenti di lingue
55
straniere e dei vantaggi a livello occupazionale:
internazionalizzazione del piano di studi, impiego
di assistenti di madre lingua ecc. Il NAP ha inoltre
mobilitato studenti e insegnanti grazie a diverse
iniziative di rete come, per esempio:
-- Una Piattaforma Europea che organizza scambi
internazionali attraverso i centri di istruzione
secondaria in modo tale da promuovere il
miglioramento delle competenze linguistiche,
specialmente nelle lingue dei paesi confinanti.
-- Una Rete per l’Internazionalizzazione a livello
di Istruzione Secondaria (NIVO) che riunisce gli
istituti di istruzione secondaria e offre consulenza
e orientamento per lo sviluppo delle loro politiche
di internazionalizzazione.
-- Un Centro per l’Internazionalizzazione della
Formazione dei Docenti (CILO) che riunisce
i programmi di formazione con elementi di
internazionalizzazione rivolti agli insegnanti e
concentra i suoi sforzi su un piano di politica
per l’internazionalizzazione che preveda corsi
obbligatori all’interno del piano di studi e uno
stage di lavoro all’estero, anch’esso obbligatorio.
-- Una Piattaforma per l’Insegnamento Precoce delle
Lingue (Platform VVTO), allo scopo di promuovere
l’insegnamento precoce delle lingue straniere
nei Paesi Bassi nell’accezione più ampia di tale
concetto.
Il NAP,i conseguenti Piani d’Azione e i documenti
strategici riflettono dati politici e geografici di
grande rilevanza per l’apprendimento delle
lingue straniere nei Paesi Bassi, che hanno fatto
dell’internazionalizzazione dell’offerta formativa in
ambito linguistico una delle principali priorità.
IMPATTO:
•
•
Impatto misurabile sull’aumento delle opportunità
di apprendimento delle lingue moderne
nell’ambito della formazione secondaria e
professionale grazie a una concentrazione e a una
diversificazione dell’offerta formativa in ambito
linguistico.
Ogni anno, più di 20.000 studenti si recano
all’estero nell’ambito di programmi nazionali,
•
•
bilaterali o europei per l’internazionalizzazione.
I dati emersi dalle ricerche condotte
sull’apprendimento delle lingue a tutti i livelli del
sistema educativo sono stati di grande ausilio nel
dibattito a livello europeo.
Buone basi per la presa di decisioni politiche
basate su conoscenze comprovate.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Non risultano casi di trasferimento, ma il NAP
potrebbe essere trasferito, previo adattamento a
un determinato contesto regionale e nazionale. Il
contesto politico è di particolare rilevanza ai fini
dell’adozione di una politica linguistica. Infatti, se il
piano o politica non risponde alle priorità politiche
o alle preoccupazioni del momento (che possono
oltrepassare l’ambito strettamente linguistico o
educativo) è improbabile che esso abbia successo.
Per quanto riguarda il Piano nazionale olandese, ad
esempio, la percezione che la tradizionale competenza
linguistica del paese, di grande importanza data la
sua situazione geopolitica, fosse in pericolo e che
ciò avrebbe potuto comportare effetti negativi per il
paese a livello economico e politico, ha probabilmente
avuto un peso determinante.
Dal momento che le sue procedure di sviluppo
e attuazione si sono dimostrate all’altezza delle
aspettative, altri paesi (e regioni) possono
ottimisticamente prendere in considerazione l’idea di
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
seguire la stessa strada. In vista di un trasferimento
futuro si ritiene che gli elementi chiave per la riuscita
siano i seguenti:
-- Un periodo iniziale di ricerca che si avvalga delle
testimonianze di esperti.
-- Analisi delle priorità basata su dati reali.
-- Coinvolgimento dei principali soggetti interessati.
-- Prospettiva di cambiamento sul lungo termine.
Poiché al cuore delle sue potenzialità vi è l’approccio
basato su conoscenze comprovate, il NAP è
estremamente flessibile e applicabile pertanto a un
ampio ventaglio di situazioni. Non si tratterebbe tanto
di applicare le particolari priorità individuate dal NAP a
un nuovo contesto nazionale o regionale, ma piuttosto
di adattare la metodologia per effettuare una nuova
analisi che sfoci in un piano specifico per un contesto
specifico, coinvolgendo in tale processo i soggetti
interessati e i responsabili delle decisioni politiche
http://www.lilama.org/uploads/documents/Dutch%20National%20Action%20Programme%20
-%20The%20Netherlands.pdf
56
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 13
TITOLO: East of England LanguageFramework
PAESE D’ORIGINE: Regno Unito
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: RLN-East, Regional Language Network East.
REFERENTE: David Owen. RLN-East. E-mail: [email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
L’East of England LanguageFramework è un
documento che detta le priorità fondamentali
per lo sviluppo delle competenze linguistiche e
culturali per l’occupazione in 6 contee dell’est
dell’Inghilterra. Esso è accompagnato da due ulteriori
e più dettagliati documenti, e cioè l’International
CommunicationsScoping Report’ del 2008 e il
TraintoGain ‘Language& Culture for International
Trade, del maggio dello stesso anno. Il Quadro
è stato concepito come una guida per isoggetti
interessati regionali per quanto riguarda le tematiche
da affrontare e le imprese da sostenere. E’ stato
sviluppato per la prima volta nell’ottobre del 2005 e
aggiornato nell’agosto 2009.
Il Framework prende in considerazione un insieme di
aree, fra cui il capacity-building presso gli esportatori
della regione relativamente alle loro competenze
in gestione internazionale, le capacità linguistiche
suscettibili di fornire un ulteriore elemento di attrattiva
nei confronti degli investitori, il consolidamento del
partenariato fra aziende e scuole in modo da fornire
alla regione una “filiera” di giovani lavoratori dotati di
capacità linguistiche unite ad altre specializzazioni, la
valorizzazione delle competenze linguistiche e culturali
in possesso delle comunità multinazionali e dei gruppi
di migranti stranieri residenti nella regione, il sostegno
ai settori di priorità economica regionale e quello alle
organizzazioni del settore pubblico che si trovano ad
affrontare ostacoli di tipo linguistico e culturale.
Nei sondaggi sui progetti basati sul Frameworkè
stato chiesto alle imprese quali fossero i loro obiettivi
aziendali e di apprendimento, in termini di lingue
e livello,le capacità attuali e le esigenze logistiche
(tempo, spazio), le situazioni sulle quali la formazione
avrebbe dovuto basarsi e i dialoghi specifici che il
personale dell’azienda aveva bisogno di saper gestire.
Una strada fondamentale per la promozione dei
vantaggi derivanti da un investimento nelle lingue e
nella cultura è il riconoscimento dell’importanza delle
competenze linguistiche e culturali da parte di skills
broker e consulenti aziendali, poiché queste figure
professionali interagiscono costantemente con le
imprese.
IMPATTO:
L’ East of England LanguagesFramework ha consentito
lo sviluppo di un approccio coordinato del sostegno
pubblico all’investimento in conoscenze linguistiche e
culturali in vista di un consolidamento dell’economia
regionale. Sono stati inclusi: formazione linguistica,
consapevolezza culturale, traduzione e interpretariato,
sviluppo di risorse (fra cui il sito web www.rln-east.
com), sviluppo di rete e di progetto. Il Framework ha
inoltre sviluppato attività efficaci di sensibilizzazione
a livello di sostegno alle imprese, e a livello di
settore pubblico e comunità del sistema educativo.
L’Inghilterra orientale ha un’invidiabile e comprovata
esperienza nel sostegno pubblico allo sviluppo delle
competenze linguistiche e culturali. RLN East è
stato istituito nel 2005 per promuovere le attività
linguistiche e culturali nella regione, risultando in un
coordinamento maggiore ed efficiente a vantaggio di
tutti i soggetti interessati, e in particolare del governo
e della comunità imprenditoriale.
L’approccio del Framework garantisce nel tempo il
57
riconoscimento dell’importanza delle competenze
linguistiche da parte di un ampio spettro di enti e non
soltanto da quelli dedicati alle attività linguistiche.
Ciò consentirà di ridurre il ricorso al finanziamento
pubblico per lo sviluppo di progetti isolati. Il
Framework valuta la formazione permanente in
relazione alle esigenze contestualizzate del mercato
del lavoro e prende in considerazione, con i suoi
2 documenti a supporto, un ampio ventaglio di
aree. Innanzitutto, promuove una conoscenza più
ampiadella materia e l’utilizzo di una più vasta gamma
di lingue: fra quelle attualmente promosse, troviamo
una combinazione di lingue ‘tradizionalmente’
insegnate a scuola (francese, spagnolo, tedesco),
lingue parlate a livello di madrelingua nelle comunità
di lavoratori migranti (polacco, portoghese, russo), e
altre rappresentantigli altri mercati principali (cinese,
arabo, giapponese). Il Framework si aggiorna tramite
regolari confronti e visite presso le aziende, siano
esse PMI o grandi multinazionali. Ogni anno vengono
effettuate circa 100-120 visite in azienda.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
--
--
--
--
La formazione dovrebbe rispondere alle esigenze
di formazione in lingue straniere individuate
presso le imprese e la logica suggerisce di
applicare un approccio settoriale allo sviluppo del
progetto.
Le competenze linguistiche dei lavoratori migranti
dovrebbero essere valorizzate al massimo,
evidenziando il collegamento fra la crescita
dell’impresa nei mercati internazionali e l’utilizzo
delle lingue corrispondenti da parte della
comunità.
Si preveda l’istituzione di una “filiera” di capacità
linguistiche dal settore educativo verso il mercato
del lavoro tramite lo sviluppo di rapporti fra
imprese e istituti scolastici. Si predisponga
un’offerta equilibrata che comprenda lingue
tradizionalmente insegnate e lingue non ancora
utilizzate dal settore educativo, ma importanti nel
contesto del commercio internazionale.
Per garantire la sicurezza delle comunità e la
protezione dei cittadini sarà necessario offrire al
personale di custodia e di polizia le competenze
interculturali e linguistiche necessarie per
allentare situazioni di tensione, assicurare
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
--
--
--
--
l’orientamento e gestire le comunicazioni con le
comunità.
Si predisponga un insieme equilibrato di
programmi culturali e linguistici a sé stanti da
un lato e, dall’altro, programmi standard che
includano aspetti linguistici e culturali.
Si continui il dialogo fra gestori di finanziamenti
e rappresentanti delle imprese in modo da
continuare a fornire un quadro chiaro di come
le qualifiche professionali di lunga e breve
duratapossano combaciare con i bisogni delle
aziende e i requisiti dei flussi di finanziamento.
Si riconoscano le diverse necessità formative delle
aziende in base ai compiti da svolgere: alcuni
lavoratori non necessiteranno di raggiungere
un livello elevato di padronanza linguistica,
ma potrebbero comunque beneficiare di una
conoscenza di base della lingua.
Laddove le imprese esprimano l’esigenza di un
maggior livello di competenze, l’offerta dovrà
essere equilibrata dalla disponibilità di individui
già in possesso di competenze linguistiche.
http://www.lilama.org/uploads/documents/EoE%20Language%20Framework%20-%20UK.pdf
58
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 14
TITOLO: eELP, eEuropeanLanguage Portfolio
PAESE D’ORIGINE: Francia
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: UniversitéMontesquieu – Bordeaux IV
REFERENTE: Anne Marie Barrault. UniversitéMontesquieu – Bordeaux IV. E-mail: [email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
L’ eEuropeanLanguage Portfolio nella sua versione
1.0 è stato sviluppato nel quadro di un consorzio
informale di istituti europei di istruzione superiore. Lo
sviluppo della versione 2.0 accreditata dal Consiglio
d’Europa, è stato finanziato da una singola università,
l’ UniversitéMontesquieu-Bordeaux IV.
L’UniversitéMontesquieu-Bordeaux IV ha una lunga
esperienza di uso dell’ ELP. Introdotto nel 2003, l’ELP
ha gradualmente portato a una riorganizzazione
dell’insegnamento dell’inglese a tutti i livelli del piano
di studio delle facoltà di Giurisprudenza ed Economia
e per tale ragione lo si può considerare alla stregua
di un’iniziativa di politica linguistica, piuttosto che
di formazione. Questa riorganizzazione è ancora in
atto. IL finanziamento dello sviluppo della seconda
versione dell’eELP è stato ottenuto in considerazione
del potenziale espresso dalla prima versione nella
promozione del multilinguismo nell’ambito del
panorama internazionale universitario e nell’aiuto agli
studenti in cerca di impiego tramite l’accrescimento
delle proprie competenze multilingue e la propria
qualifica secondo i criteri del EQF.
L’originalità di questo ELP è nel fatto che esso
contiene una banca dati alla quale possono accedere
le aziende interessate ad avvalersi delle competenze
linguistiche degli studenti per incarichi di breve o
lungo termine. Nello stesso tempo, da un punto di
vista tecnico, l’eELP rappresenta una dichiarazione
programmatica a favore dell’utilizzo del software
open-source e del controllo dell’accesso al eELP da
parte degli utenti. La scelta del software open-source
garantisce inoltre che, una volta messo in circolazione
e distribuito presso gli istituti di istruzione superiore,
l’eELP creerà una comunità di sviluppatori che ne
miglioreranno la fruibilità, consentendone ad esempio
l’integrazione nei sistemi di gestione dei contenuti
delle università. Si tratta dei sistemi utilizzati dai
webmaster e dai docenti, grazie ai quali è possibile
immettere contenuti online, su di un sito web, su
Dokeos, Moodle o su altri sistemi.
Questo eELPè fortemente orientato all’occupabilità
ed è pertanto totalmente in linea con le più recenti
dichiarazioni programmatiche a livello europeo e
regionale riguardo all’importanza della mobilità nella
promozione dell’inclusione sociale.
Gli studenti appartenenti a comunità di migranti sono
fra i principali destinatari dell’ eELP, perché è in questa
sede che la loro competenza linguistica può essere
messa in risalto. Tuttavia l’ eELP è uno strumento di
politica linguistica dal raggio d’azione più vasto. Infatti,
non soltanto esso ha portato ad una riorganizzazione
dell’insegnamento dell’inglese nelle università in
cui è stato implementato, ma sta cambiando il
posizionamento dell’ UniversitéMontesquieu-Bordeaux
IV nel suo insieme, orientandola verso un ruolo di
ricerca sulle politiche linguistiche, a mano a mano
che le innovazioni tecniche e tecnico-didattiche
relative all’insegnamento delle lingue sono oggetto di
attenzione a livello internazionale in sede di ricerca,
associazioni e progetti.
L’ eELP sarà distribuito a titolo gratuito presso
gli istituti di istruzione superiore, direttamente o
attraverso il RAssemblementNAtionaldesCentres
de Langues de l’EnseignementSupérieur, la sezione
francese dell’associazione europea dei centri di lingue
universitari (CERCLES), rendendo in tal modo possibile
il suo trasferimento ad altri contesti locali, nazionali,
europei e mondiali.
59
IMPATTO:
•
•
•
•
•
Sostiene l’utilizzo dei criteri del CEFRL a tutti i
livelli del programma di studi universitari.
Sostiene il multilinguismo.
Prevede incentivi destinati ad accrescere e
stimolare la motivazione del discente e i vantaggi
occupazionali.
Riflette la strategia regionale per l’occupabilità e i
vantaggi interculturali.
Coinvolge le minoranze linguistiche locali e le
•
•
risorse linguistiche delle comunità di migranti.
Consente la costituzione di reti e/o la mobilità a
livello internazionale.
Integra il Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF)
con trasparenza nella validazione e nei crediti.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Non sembra esserci alcun ostacolo al trasferimento
a livello multi-regionalenel quadro di un partenariato
a livello mondiale o europeo. Può essere trasferito
a partenariati di docenti, di istituti di istruzione
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
superiore, regioni e stati. Può essere implementato
rapidamente e proficuamente.
http://www.lilama.org/uploads/documents/eEuropean%20Language%20Portfolio%20-%20
FRANCE.pdf
60
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 15
TITOLO: EUROVOLT. Insegnamento delle lingue a orientamento professionale tramite un
Ambiente Virtuale di Apprendimento (VLE)
PAESE D’ORIGINE: Austria
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE:
REFERENTE: Inge-AnnaKoleff. E-mail: inge-anna.koleff @vhs.at
SINTESI DEL PROGETTO:
L’uso dell’ICT nell’insegnamento e nell’apprendimento
delle lingue nell’ambito della formazione
professionale (VOLL) può contribuire all’efficienza
dell’apprendimento. Il corso EUROVOLT mostra come
utilizzare il VLE, fornendo attività che consentano
la pratica delle quattro competenze linguistiche.
I discenti creano (come modello) le loro proprie
unità di apprendimento della lingua, orientate in
base alla professione, su qualunque piattaforma di
apprendimento virtuale (Moodle, per esempio, o altri
VLE). Ciò costituisce un sicuro ausilio al loro utilizzo.
Il progetto EUROVOLT tramite VLE è stato inserito
nella rosa dei candidati all’EuropeanRegionalChampion
Award 2007, per la Categoria Occupazione. Il
premio viene conferito all’iniziativa regionale che
più si è dimostrata efficace nel creare posti di lavoro
o nell’offrire stimoli all’impiego. Tali risultati si
possono ottenere attirando investimenti dall’estero,
sviluppando programmi di formazione o coordinando
insieme con altre regioni le politiche per l’impiego.
Il corso per docenti prevede la collaborazione online
fra pari impegnati nel corso, fra colleghi e con i
tutor. Lo scambio fra i discenti è fondamentale ed è
altamente richiesta la presenza online diverse volte
alla settimana e la partecipazione alle discussioni.
Il progetto lavora in cooperazione e collaborazione con
altri progetti europei e con istituti partner in questo
settore in tutta l’ Europa.
Il livello CEFRL del corso di formazione per insegnanti
di lingue e formatori è equivalente o superiore al B
2. Viene accreditato dal ICC/The EuropeanLanguage
Network all’interno di EuroltaTeacher Training
Scheme,WeiterBildungsAkademie Austria (4 ECTS
per competenza didattica) e DonauUniversitätKrems/
Austria (3 ECTS). ECTS è la sigla che indica i crediti
entro i quadri di riferimento dell’ EuropeanCredit
Transfer and Accumulation System.
Inoltre, i materiali prodotti e implementati e i modelli
per la definizione di criteri di qualità contribuiscono
alla crescente mole di documentazione sulle buone
pratiche attuate attraverso i paesi dell’Unione, e
replicabili da parte di istituti di formazione e istruzione
di tutta l’Europa.
Le iscrizioni sono aperte e possono essere effettuate
online. Non è necessaria la trasferibilità. Qualunque
docente di lingue attivo nella formazione professionale
e qualunque formatore in lingue straniere può
iscriversi.
IMPATTO:
•
•
•
Riflette le politiche attuali sul multilinguismo a
livello europeo e regionale.
Prevede incentivi destinati ad accrescere
e stimolare la motivazione del discente e
l’occupazione.
Riflette la strategia regionale per l’occupabilità e i
•
•
vantaggi occupazionali.
Consente la costituzione di reti e/o la mobilità a
livello internazionale.
Può essere prontamente e proficuamente
implementato.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
L’iniziativa è pronta per il trasferimento, non vi sono ostacoli di sorta.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/Eurovolt%20-%20Autriche.pdf
61
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 16
TITOLO: ECR, Report sulle Comunicazioni all’Export
PAESE D’ORIGINE: Regno Unito
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: RLN-East, RegionalLanguage Network East (a livello
nazionale UKTI, UK Trade&Investment)
REFERENTE: David Owen. RLN-East. E-mail: [email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
L’ECR è un programma nazionale sviluppato dal
UK Trade&Investment ed erogato in Inghilterra
e Galles dalle Camere di Commercio britanniche.
Il suo ruolo era quello di aiutare le imprese a
sviluppare la propria strategia di comunicazione
internazionale, dapprima revisionando i punti forti e
quelli deboli dal punto di vista linguistico-culturale
, e poi analizzando le risorse linguistiche già a
disposizione. Nel 2010, erano disponili due versioni
del ECR, la versione “tradizionale” che copriva tutte
le aree, e una versione alternativa che si concentrava
sull’internazionalizzazione del sito internet aziendale.
Il report è stato redatto in 2 tappe in tutta l’Inghilterra
e in tutto il Galles. Nell’Inghilterra orientale le tappe
sono state 3. La prima tappa è una telefonata iniziale
tra il consulente ECR e l’azienda per ottenere una
visione generale della strategia di esportazione e
le competenze linguistiche generali del personale
dell’impresa stessa . Tutto questo accompagnato da
una ricerca a tavolino, come lo studio del sito internet
aziendale. La seconda fase era una visita di mezza
giornata all’azienda per visionare la documentazione,
il packaging del prodotto, la manualistica e i depliant
informativi, oltre ad una valutazione delle competenze
linguistiche del personale aziendale. Tutto questo
seguito da un rapporto dettagliato.
La terza tappa consiste in un servizio post vendita
fornito da RLN East, il cui ruolo è quello di
lavorare insieme all’impresa sulle raccomandazioni
scaturite dal rapporto e sostenerla a livello pratico
nell’implementazione delle stesse, incluso un
miglioramento delle competenze linguistico-culturali.
L’ECR è direttamente legato al contesto occupazionale,
in quanto analizza e redige raccomandazioni
attraverso azioni specifiche basate sulla situazione
reale dell’impresa e sui progetti di espansione verso
mercati esteri. La revisione include un rapporto che
delinea le seguenti aree:
-- Una tabella di punti forti e punti deboli delle
62
attuali comunicazioni aziendali rispetto alla buona
pratica internazionale
-- Raccomandazioni pratiche, su misura per l’impresa
riassunte in un piano d’azione
-- Informazioni su potenziali fornitori e costi per
l’implementazione di tali raccomandazioni
-- Guide pratiche con ulteriori consigli dettagliati su
come implementare le raccomandazioni
Ogni anno i premi per le esportazioni dell’UKTI
dell’Inghilterra orientale includono una categoria
per le “Comunicazioni Internazionali”. I vincitori di
tale premio (uno all’anno) a livello regionale devono
dimostrare la differenza creata dagli investimenti
effettuati nelle capacità linguistico-culturali grazie
ai risultati ottenuti nelle esportazioni dall’impresa
stessa. La Camera di Commercio Britannica presenta
regolarmente le casistiche e le pubblica sul proprio
sito internet: http://www.britishchambers.org.
uk/zones/export/export-communicationsreview/an-export-communications-reviewreally-works_1.html.
Queste casistiche possono essere filtrate per regione
del Regno Unito, settore industriale, consulente ECR o
continente target. Nella discussione sulle competenze
linguistiche del personale, l’impresa riceve una
tabella orizzontale in formato A4 in cui sono delineate
le competenze CEFRL. Quindi, i consulenti e i
rappresentanti dell’azienda possono analizzare le
competenze del personale basandosi su tali descrittori.
IMPATTO:
•
•
Il target totale per il 2010 è stato di 265 imprese
partecipanti ad un ECR. Tale obiettivo è stato
superato, con 365 imprese ECR per la fine
di Febbraio 2011. Lo schema è stato diretto
completamente dalla rappresentanza aziendale,
in quanto le imprese coprono il 50% dei costi
derivanti dalla revisione e dalla firma di tale
schema. Si tratta di uno schema a lungo termine
in quanto le azioni sono sostenute nell’arco di
due anni per il programma per il Passaporto per
l’Export (P2E - Passportto Export) e di un anno
per il programma di Ingresso alla Crescita Globale
(G3 - Gateway to Global Growth), e hanno quindi
un durata di 3 anni in totale.
L’impatto dei programmi si basa su un
aumento delle vendite all’export grazie ad una
riduzione delle barriere al commercio. Questa
informazione deriva dal sistema di feedback
nazionale del PIMS (Performance Impact
&MonitoringSurvey – Inchiesta di Impatto e
Monitoraggio delle Performance, ndt). I dati
del 2010-11 mostrano una Qualità del servizio
•
al 77% e una soddisfazione del servizio al 75%.
Nell’Inghilterra orientale questo si è aggiunto ad
una valutazione separata ed indipendente del
sostegno post vendita per l’ ECR svolta nel 2009 e
commissionata dal UKTI.
Le imprese hanno evidenziato i vantaggi dello
schema come segue:
-- Aiuta ad aumentare le esportazioni
-- Aiuta a rendere l’impresa più competitiva
-- Fornisce un piano d’azione pratico per
migliorare le comunicazioni
-- Migliora le relazioni con distributori, partner
e clienti
-- stranieri
-- Crea fiducia nello stabilire contatti
commerciali con nuovi mercati impegnativi
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
--
--
Creare un interesse negli intermediari di sostegno
alle imprese per sensibilizzare le imprese stesse
a proposito dell’importanza delle competenze
linguistico-culturali.
Fare leva sull’interesse delle imprese tramite
un sistema parziale di finanziamento (l’ideale
--
sarebbe un 70% sovvenzioni e 30% investimenti
aziendali).
Offrire una scelta di tipologie di ECR a seconda
degli obiettivi linguistici aziendali.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/Export%20Communication%20Report%20-%20UK.pdf
63
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 17
TITOLO: GRETA (GRroupements d’ETAblissements)
PAESE D’ORIGINE: Francia
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Ministero dell’Istruzione pubblica
REFERENTE: Catherine Coussi. E-mail: [email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
GRETA è una rete di centri di formazione professionale
estesa in oltre 6.000 località su tutto il territorio
francese e offre corsi in svariate materie, fra cui anche
corsi di lingua. In genere, la formazione presso i
centri GRETA è finanziata principalmente dallo stato
(per la metà dei partecipanti) ma anche dalle imprese
(in un terzo dei casi). GRETA riflette l’attuale politica
europea e regionale sul multilinguismo, nel senso che
la formazione può essere erogata su richiesta, in un
numero quasi illimitato di lingue, a tutti i livelli ed è
tale da venire incontro a qualunque tipo di esigenza:
per gruppi, su base individuale, al telefono, tramite
piattaforma multimediale, presso centri linguistici,
pranzando con il formatore, tramite internet, ecc.
E’ possibile in linea di massima ottenere una
formazione in un numero illimitato di lingue, dalle più
richieste alle meno comuni. La formazione può essere
incentrata sul raggiungimento di uno o più livelli o
sull’acquisizione di una o più competenze da parte dei
destinatari ed è erogata da insegnanti accreditati o
da formatori esperti. Certificati di fine corso vengono
sistematicamente consegnati, ogni volta che ciò è
possibile.
Il regime fiscale sotto cui opera GRETA consente di
offrire corsi a partire da tariffe molto contenute, che
variano a seconda della posizione lavorativa e del
reddito.
In Francia, tutti i dipendenti hanno diritto a una
formazione linguistica attraverso il DroitIndividuel
à la formation (traducibile con “diritto individuale
alla formazione”), o D.I.F., un sistema di contratti
formativi. Il DIF attribuisce annualmente 20 ore di
formazione gratuita a tutti gli occupati ed è fruibile
per la frequenza ai corsi di lingua, rendendo così
pienamente accessibile in tutto il paese la formazione
linguistica.
La formazione si rivolge agli individui occupati
ma anche ai disoccupati o inoccupati, a chi è in
cerca di lavoro, o sta effettuando un percorso di
riqualificazione, ai migranti. Gli occupati possono
accedere ai corsi di lingue in virtù del DIF ma anche
nell’ambito di un programma di formazione aziendale.
In questo caso il corso sarà incentrato su un uso
generico o specifico della lingua, ad esempio nel caso
di settori specifici o bisogni specifici, individuati tramite
un’apposita analisi da effettuarsi prima di erogare i
corsi. Tutte le combinazioni linguistiche, settoriali e
d’uso possono essere prese in considerazione.
IMPATTO:
•
•
•
Sostegno al multilinguismo.
Inclusione di incentivi per l’accrescimento e il
sostegno della motivazione del discente e dei
vantaggi occupazionali.
Riflette la strategia regionale per l’occupabilità e i
•
vantaggi interculturali.
Consente la costituzione di reti e/o la mobilità a
livello internazionale.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Questa politica può essere trasferita sulla base di un
partenariato regionale o transregionale di centri di
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
formazione linguistica.
http://www.lilama.org/uploads/documents/GRETA%20-%20France.pdf
64
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 18
TITOLO: Metodo IDECOLI: Identificazione ed analisi delle Competenze Linguistiche
Professionali (PLC)
PAESE D’ORIGINE: Spagna
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Servicio Navarro de Empleo – Servizio per l’impiego della
Navarra
REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@
cfnavarra.es
SINTESI DEL PROGETTO:
Il metodo IDECOLI mira ad identificare le Competenze
Linguistiche Professionali (PLC - Professional
LinguisticCompetences) negli ambienti lavorativi e
propone tale elemento come concetto di base su cui
strutturare e realizzare tutto il processo di formazione
linguistica con scopi professionali.
Il concetto di PLC è al centro del programma LINGUA
EMPRESA, promosso dal Servizio per l’impiego della
Navarra, come traduzione pratica del CEFRL per una
didattica delle lingue con scopi professionali.
Il concetto di PLC permette di focalizzare tale
formazione sulle reali esigenze delle imprese e
dei dipendenti e può essere applicato al processo
di apprendimento linguistico: dall’identificazione
delle esigenze linguistiche e dalla progettazione
dei programmi formativi, concentrandosi su PLC
prioritarie, allo sviluppo di contenuti formativi su
misura in base a queste PLC, tenendo presente
l’acquisizione di competenze target per PLC specifiche.
Secondo il metodo IDECOLI, le PLC rappresentano il
comportamento che si può osservare nei lavoratori
mentre svolgono attività che prevedono l’utilizzo della
lingua straniera. Questo si applica a prescindere
dalle competenze, che si tratti di comprensione orale,
scritta, espressione orale, scritta o interazione orale.
Le PLC sono espresse in termini di comportamento
osservabile, invece di competenze o conoscenze
già possedute e si riferiscono a cosa un dipendente
dovrebbe essere in grado di fare quando svolge
un’attività lavorativa utilizzando una lingua straniera.
In seguito ad un primo studio dei rapporti già fatti
sulla didattica delle lingue basata sulle attività ed
altri compiti svolti dalle imprese a livello regionale
utilizzando le lingue straniere, si sono individuate
una serie di 25 PLC generiche, che possono essere
applicate in generale a qualsiasi tipo di lavoro. Ecco
alcuni esempi: seguire e condurre visite guidate in
azienda, comprendere documenti e rapporti tecnici
complessi, partecipare direttamente ad incontri
d’affari, effettuare presentazioni orali professionali,
ecc.
Ogni PLC è inserita nella cosiddetta Tabella IDECOLI,
che descrive le PLC in termini di competenze
linguistiche, ossia, ciò che una persona sa o non sa
della lingua, insieme al livello ottimale di conoscenza
della lingua per una specifica PLC (A2, C1...). Tale
inserimento è effettuato tramite l’utilizzo di un corpus
di 150 descrittori o “dichiarazioni di abilità”: ciò che
una persona è in grado di fare ad ogni livello nelle
diverse competenze in lingua straniera. Le tabelle
IDECOLI contengono i descrittori che corrispondono
ad ogni competenza linguistica per ogni PLC a tutti
i livelli CEFRL fino al livello considerato ideale per lo
sviluppo di ciascuna PLC. In tal modo, ogni lavoratore
può iniziare a lavorare con la PLC al proprio livello per
raggiungere infine il livello ottimale. La lista contiene
le 25 PLC individuate nel quadro di Lingua Empresa,
insieme ad esempi completi di tabelle IDECOLI.
Il tutto è disponibile sul sito internet ufficiale del
programma: www.linguaempresa.es.
In seguito ad una seconda indagine condotta su oltre
1000 imprese riguardo all’uso e all’importanza delle
PLC individuate, sono stati delineati 8 Profili Linguistici
Professionali (Vedi “Le Buone Pratiche dell’Indagine
IDECOLI”), che permettono il superamento, se
necessario, di una valutazione dettagliata delle
esigenze linguistiche dei lavoratori, e la progettazione
di programmi formativi su misura per tali profili
linguistici professionali.
65
Per quanto riguarda gli aspetti innovativi, si sono
potute delineare le seguenti caratteristiche:
-- Si tratta di un metodo che non si limita ad una
lingua specifica, in quanto le PLC sono generiche
e possono essere utilizzate per la formazione
linguistica in qualsiasi lingua.
-- Adatta il processo formativo al reale utilizzo
delle lingue da parte dei lavoratori all’interno
dell’impresa.
-- Fornisce linee guida alla strategia formativa
aziendale nel settore delle lingue straniere.
-- Le PLC posso aiutare a stabilire degli obiettivi
formativi e i descrittori possono essere utilizzati
come criteri di valutazione delle esigenze.
-- Permette alle imprese e ai lavoratori di misurare
il ritorno sull’investimento del processo formativo
(in termini di finanziamento, tempo dedicato,
soddisfazione, ecc.) con un maggior livello di
trasparenza.
-- Fornisce uno strumento innovativo ai formatori
linguistici che possono offrire ai propri clienti
servizi con un valore aggiunto maggiore.
Nel quadro del programma LINGUA EMPRESA, le
esigenze linguistiche di oltre 25 lavoratori sono state
identificate utilizzando le PLC, 100 lavoratori hanno
ricevuto una formazione tramite programmi progettati
sulla base delle PLC, 50 docenti di lingue sono stati
formati all’uso delle PLC e sono stati identificati
e creati oltre 500 moduli e attività di formazione
collegati alle PLC .
IMPATTO:
•
•
•
•
•
Identificazione di 25 Competenze Linguistiche
Professionali (PLC) generiche.
Spiegazione delle 25 PLC tramite descrittori.
Identificazione delle esigenze linguistiche di 27
lavoratori sulla base dei concetti delle PLC.
Identificazione di oltre 500 risorse formative e
sviluppo di 25 nuovi contenuti formativi collegati a
PLC specifiche.
Implementazione pilota di 14 programmi didattici
che hanno visto la partecipazione di 12 imprese
•
e 27 lavoratori, insieme a 12 corsi di lingua
pilota seguendo il metodo IDECOLI in 4 centri di
formazione per l’Impiego, con la partecipazione di
oltre 100 dipendenti.
Progettazione di 5 moduli formativi per docenti di
lingua per trasferire il metodo IDECOLI (190 ore
di lezione).
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Le 25 PLC identificate sono piuttosto generiche e
permettono lo sviluppo di:
-- Valutazioni delle esigenze linguistiche specifiche,
individuando le PLC che possono applicarsi a
specifici ruoli o incarichi lavorativi,
-- Profili linguistici generici, che possono essere
creati basandosi sui risultati di indagini condotte
su lavoratori con lo stesso profilo o con profilo
professionale simile. Nel quadro del programma
LINGUA EMPRESA, 8 di questi profili sono
stati creati, ma ve ne sono altri che possono
essere sviluppati, in seguito a valutazioni delle
esigenze eseguite sulla base di approcci per zona
geografica o per settore.
Perciò, il metodo può essere trasferito
immediatamente sia come strumento di politica che di
formazione:
-- Come politica pubblica per le lingue, il metodo
IDECOLI è pronto per essere implementato in
tutti i processi formativi con scopi professionali
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
--
organizzati da coloro che intendono promuovere
un nuovo approccio alla formazione linguistica,
prendendo in considerazione un approccio
didattico per le lingue basato sulle attività
Inoltre, il metodo IDECOLI per identificare le
PLC permette, se necessario, l’individuazione e
l’inserimento di altre PLC.
Come strumento formativo, l’uso delle PLC da
parte dei formatori linguistici è facilitato dalle
Tabelle IDECOLI, che spiegano e descrivono
le PLC, senza contare gli strumenti messi a
disposizione dal programma LINGUA EMPRESA
per la loro implementazione: uno strumento
online per l’identificazione delle esigenze
linguistiche basato sulle PLC (Gestor FORLINGUE),
linee guida per la progettazione di programmi
formativi basati sulle PLC (MELISSA), disponibilità
di moduli e attività di formazione collegati alle PLC
, tanto per citarne alcuni.
http://www.lilama.org/uploads/documents/IDECOLI%20Method%20-%20SPAIN.pdf
66
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 19
TITOLO: IDECOLI Indagine per l’identificazione dei Profili Linguistici Professionali (PLP)
PAESE D’ORIGINE: Spagna
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Servicio Navarro de Empleo – Servizio per l’impiego della
Navarra
REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@
cfnavarra.es
SINTESI DEL PROGETTO:
Il Servizio per l’impiego della Navarra, nel quadro
del programma LINGUA EMPRESA, nel 2009 ha
condotto un’indagine per identificare le Competenze
Linguistiche Professionali (PLC) che i lavoratori
utilizzano nel loro lavoro quotidiano. Le informazioni
raccolte hanno permesso di identificare i diversi Profili
Linguistici Professionali (PLP).
Le PLC rappresentano il comportamento che
può essere osservato nei lavoratori durante
l’espletamento dei propri incarichi dove è previsto
l’utilizzo di una lingua straniera, e sono state
sviluppate in precedenza dal metodo IDECOLI, un
altro progetto di LINGUA EMPRESA, già riportato
come Buona Pratica, da cui questa indagine prende il
nome (Indagine IDECOLI).
Un gruppo di 25 PLC generiche è stato identificato
dal metodo IDECOLI, applicabile in generale a
qualsiasi tipo di incarico, come seguire e condurre
visite guidate in azienda, comprendere documenti e
rapporti tecnici complessi, dirigere incontri d’affari o
effettuare presentazioni orali professionali.
Queste PLC sono state incluse in un questionario
indirizzato ad un campione di 2000 lavoratori di
diverse imprese site nella Navarra coinvolte in attività
di internazionalizzazione o di export, per creare un
feedback relativo a 2 aree:
-- la frequenza con cui queste 25 PLC sono messe
in pratica; e
-- l’importanza data al loro uso nello svolgimento
delle attività quotidiane.
I risultati dell’indagine sono stati presentati in un
rapporto che ha permesso di delineare diversi Profili
Linguistici Professionali (PLP) generici, tenendo
presente il gruppo di PLC più utilizzate ed apprezzate
da diversi profili professionali. Si sono definiti due
diversi gruppi di profili:
PLP basati sul contesto, determinati tramite
l’identificazione di gruppi di PLC associate allo
svolgimento di una serie di attività e PLC correlate,
applicabili a diversi ruoli aziendali. Sono stati
identificati 4 PLP nella presente definizione:
1. PLP per cercare, scrivere e/o leggere
documenti; composto da 5 PLC.
2. PLP per condurre incontri professionali:
composto da 4 PLC.
3. PLP per dirigere, presentare e gestire
incontri professionali in inglese: composto
da 6 PLC.
4. PLP per l’assistenza clienti e la gestione delle
vendite: composto da 5 PLC.
PLP basati sul ruolo aziendale, che riuniscono PLC
legate a diversi ruoli/profili aziendali, caratterizzati
dall’utilizzo delle PLC. La definizione è sfociata
nell’identificazione dei seguenti PLP:
1. PLP per personale tecnico: composto da 14
PLC.
2. PLP per personale amministrativo: composto
da 5 PLC.
3. PLP per manager e dirigenti: composto da
13 PLC.
4. PLP per la gestione delle vendite: composto
da 14 PLC.
I PLP che ne risultano sono stati delineati
indipendentemente dalla lingua straniera utilizzata
dagli intervistati. I PLP posso facilitare la definizione
e l’organizzazione di programmi formativi con scopi
professionali, in quanto:
-- Permettono l’adozione del processo formativo per
l’uso reale delle lingue che i lavoratori utilizzano
in azienda, in quanto la formazione è progettata
su misura per tali profili linguistici.
67
--
Fornisce linee guida alla strategia formativa
aziendale nel settore delle lingue straniere senza
sviluppare una valutazione dettagliata delle
esigenze linguistiche dei lavoratori.
L’indagine, inoltre, ha fornito informazioni sulle lingue
straniere specifiche di cui i lavoratori abbisognano e i
legami tra lingue e attività economiche. Nel caso della
Navarra, inglese, francese e tedesco sono risultate le
lingue più richieste; il francese è stata la lingua più
utilizzata nelle imprese del settore agro-alimentare e il
tedesco in quelle del settore automotive.
Tali risultati sono evidentemente basati sul contesto,
in risposta alle dinamiche e alla caratterizzazione dei
settori economici e delle industrie della regione della
Navarra.
IMPATTO:
•
•
Identificazione di 8 Profili Linguistici Professionali
(PLP) generici.
Identificazione delle esigenze linguistiche con
scopi professionali su un campione di lavoratori
rilevante (916 intervistati) di una regione specifica
(Navarra, Spagna).
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
L’indagine può essere utilizzata da decisori politici o
gruppi di interesse che volessero sondare l’effettivo
utilizzo e rilevanza delle PLC, dal punto di vista dei
lavoratori, in un contesto dato. Tale pratica può
fornire informazioni importanti riguardanti la fase di
diagnosi o di valutazione delle esigenze per qualsiasi
tipo di formazione linguistica con un intervento
professionalmente mirato, permettendo alla parte
esaminatrice di:
-- identificare le lingue più utilizzate o richieste.
-- identificare le PLC più utilizzate ed apprezzate dal
personale con diversi profili.
-- delineare nuovi e specifici profili linguistici basati
sui risultati dell’indagine.
L’indagine può essere fatta su misura per rispondere
ad esigenze contestuali più ampie (portata regionale),
ad esigenze di settore (approccio settoriale) o persino
a specifiche esigenze aziendali.
I PLP possono essere applicati alle iniziative formative
per le lingue sia dalla parte dell’offerta (centri di
formazione e per l’impiego) che della domanda
(imprese). Tra queste ultime, i PLP sono un’alternativa
per quelle imprese che non hanno abbastanza
fondi per effettuare una revisione specifica delle
esigenze formative. Di conseguenza, per le imprese
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
che inseriscono i propri dipendenti nella formazione
linguistica a seconda del loro livello, i PLP permettono
al docente di sviluppare un programma didattico che
si riferisca ad uno o più PLP.
Si noti che l’indagine ed i suoi risultati sono stati
ottenuti analizzando la percezione dell’uso e la
rilevanza delle PLC dal punto di vista del personale
o dei lavoratori, e non da quello di manager della
formazione o delle risorse umane di imprese
campione. Consultando i primi per quanto riguarda
la rilevanza delle PLC sulle attività svolte dai diversi
profili si potrebbero evidenziare alcune discrepanze tra
la percezione del personale e quella dei manager, ma
si ritiene che tali differenze possano essere minime
nella maggior parte dei casi.
http://www.lilama.org/uploads/documents/IDECOLI%20Survey%20-%20SPAIN.pdf
68
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 20
TITOLO: Corsi di Lingua e Cultura Italiana per Stranieri
PAESE D’ORIGINE: Italia
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: Università per Stranieri di Perugia
REFERENTE: Patrizia Manili. Università per Stranieri di Perugia. E-mail: manili.patrizia@
virgilio.it
SINTESI DEL PROGETTO:
L’Università per Stranieri di Perugia, Facoltà di Lingua
e Cultura Italiana offre Corsi di Lingua e Cultura
Italiana per Stranieri. I corsi si riferiscono al Quadro
Comune Europeo di Riferimento per le Lingue
(CEFRL) e si dividono in: Corsi per Principianti (A1/
A2); Corsi Intermedi (B1/B2); Corsi Avanzati (C1/
C1+C2).
L’Università di Perugia ha adottato il CELI (Certificato
di – conoscenza della – Lingua Italiana): CELI
Principianti Assoluti (A1) – CELI 1 (A2) – CELI 2 (B1)
– CELI 3 (B2) –C ELI 4 (C1) – CELI 5 (C2).
Il CELI certifica la conoscenza generale dell’italiano
ed attesta il livello di competenza e scorrevolezza
della lingua dimostrata dallo studente e può essere
utilizzato su criteri professionali e accademici.
Nell’arco dell’anno sono state organizzate tre sessioni
d’esame: in marzo, giugno e novembre.
È necessario rispondere a diversi requisiti ed
espletare diverse procedure d’ammissione ai diversi
livelli, partendo da un semplice colloquio per essere
ammessi al primo livello del corso per principianti
(A1) fino ad arrivare ai criteri più stringenti in termini
di competenze linguistiche e certificazioni per essere
ammessi al secondo livello del corso avanzato.
Il metodo e il materiale didattico sono spesso tratti
dalla vita quotidiana: l’acquisto del biglietto del treno,
il pagamento della bolletta della luce, la ricerca di
offerte di lavoro su internet, ecc... L’obiettivo è quello
di garantire agli stranieri le competenze linguistiche di
base in italiano necessarie per la vita quotidiana. La
grammatica è insegnata in maniera induttiva e spesso
è insegnata in un secondo momento.
La durata dei corsi e il numero di studenti in ogni
classe (max 20 per classe) assicurano obiettivi
formativi realistici e raggiungibili.
Il materiale didattico adottato per tutti i vari corsi
è selezionato direttamente dalla Facoltà di Lingua
e Cultura Italiana. Per i corsi più avanzati si
utilizzano dei libri di testo già in commercio. Per
i livelli principianti ed intermedi è stato preparato
del materiale didattico ad hoc. Si utilizzano spesso
anche “materiali didattici” presi in prestito dalla vita
quotidiana. biglietti del treno, bollette, offerte di
lavoro, ecc.
I docenti hanno molti anni di esperienza
nell’insegnamento dell’italiano agli stranieri e
partecipano spesso a corsi di aggiornamento organizzati dall’Università per Stranieri di Perugia
- specifici per docenti qualificati e futuri docenti di
italiano come seconda lingua (L2), sia italiani che
stranieri.
I tutor aiutano gli studenti stranieri a verificare se
si presentassero esigenze particolare o difficoltà
specifiche.
I corsi richiedono una frequenza obbligatoria (il
70% del totale monte ore) e gli studenti ricevono
informazioni chiare e complete su questo obbligo in
quanto la certificazione è completamente finanziata
dalla Regione Umbria (fondi pubblici).
IMPATTO:
•
Il programma ha visto al partecipazione di 3000
dipendenti provenienti da 1600 imprese. Di
questi, 2675 hanno partecipato direttamente alla
didattica in classe e i restanti hanno partecipato
•
•
alla componente didattica a distanza.
La maggioranza degli studenti erano impiegati
nelle PMI dell’Inghilterra orientale.
Il 95% delle imprese partecipanti erano PMI, a
69
•
rappresentaza di un ampio spettro di settori.
Si sono valutate diverse aree di impatto
come la conoscenza della cultura aziendale, il
miglioramento delle competenze linguistiche, le
performance sul lavoro, la tutela dell’occupazione,
l’impatto sulle prospettive di carriera e la risposta
•
•
all’erogazione dei corsi.
Durante il periodo di svolgimento del programma,
la partecipazione coinvogeva rappresentanti di
diversi settori.
Per quanto riguarda le dimensioni delle imprese, il
95% erano PMI e il 5% non erano PMI.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Il programma era innovativo per una serie di aspetti.
Queste caratteristiche innovative possono essere
trasferite ad altri programmi laddove il programma
che le riceve lo permetta.
-- L’utilizzo di personale interno per sviluppare
materiale didattico basato sulle esigenze aziendali
individuate dal personale addetto alle assunzioni
dell’impresa ha permesso alle società di ricevere
formazione linguistica su misura.
-- L’uso di sistemi di video conferenza hanno
permesso di raggiungere anche le PMI site in
comunità rurali.
-- L’assegnazione di una parte della formazione a
multinazionali più grandi ha permesso di accedere
alle loro catene del valore, fornendo quindi un
migliore approccio settoriale.
-- Una combinazione di insegnamento a distanzia
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
via internet e formazione in azienda una volta al
mese per quelle società con un numero maggiore
di dipendenti partecipanti dalla formazione
stessa, ha portato ad un impatto più diffuso del
programma.
-- La combinazione dipendenti-studenti in classe ha
apportato una serie di vantaggi ad entrambi i tipi
di discenti.
Anche se ci si aspettava che i discenti rinforzassero
la propria formazione in aula con l’insegnamento a
distanza o altre forme di studio indipendente, in realtà
questo non si poteva dare per scontato e il materiale
per l’aula doveva includere un elemento di riesame
e revisione. A metà della durata del programma,
sono stati resi disponibili online risorse in tedesco e
spagnolo come materiale didattico a distanza.
http://www.lilama.org/uploads/documents/Italian%20for%20foreigners%20-%20ITALY.pdf
70
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 21
TITOLO: Language& Culture for Business (LCB)
PAESE D’ORIGINE: Regno Unito
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: UniversityofBedfordshire (ex UniversityofLuton)
REFERENTE: David Owen. RLN-East, Regional Language Network East. E-mail:
[email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
Il programma LCB (Language& Culture for
Business Programme) è consistito in una serie
di progetti svoltisi fra il 1998 e il 2009, incentrati
sulla formazione linguistica per le PMI. Il progetto
è stato gestito dallaUniversityofBedfordshire
(ex UniversityofLuton) in partenariato con
altri istituti di formazione professionale e
istruzione superiore e si è avvalso di una serie di
finanziamenti, fra cui Fondo Sociale Europeo (ESF),
HigherEducationFundingCouncilfor England (HEFCE)
e il programma Leonardo.
L’attuazione del programma è stata effettuata
secondo diversi approcci, nella maggior parte
dei casi tramite la costituzione di un consorzio di
università e istituti d’istruzione superiore. Nel corso
di un biennio, verso la metà del programma, il
progetto ha acquisito portata nazionale ed è stato
applicato in altre 4 regioni dell’Inghilterra. In un
caso, la formazione è stata erogata tramite videoconferenze presso 3 centri di risorse didattiche. In
media l’avanzamento si è basato sulla serie di esami
RSA dell’OCR Oxford Cambridge tramite le griglie del
CBLC Certificate in Business LanguageCompetence
e il passaggio da un livello a quello successivo ha
richiesto una formazione di 192 ore, suddivisa in due
moduli di 24 settimane per 4 ore settimanali di corso.
Il programma ha messo a punto il proprio materiale
didattico per i corsi di lingua aziendali basandosi sulle
esigenze individuate presso le PMI partecipanti e
sulle lingue insegnate: francese, tedesco, spagnolo,
italiano e cinese. E’ stato approntato un mix di
materiali d’aula, di apprendimento a distanza, video
e online.
LCB è stato uno dei principali programmi
di formazione europei per le PMI dotato di
finanziamenti pubblici. Nel suo periodo di maggiore
attività ha dato lavoro a più di 40 persone. Ha
ricevuto per ben 3 volte il riconoscimento UKTI per
il contributo alla comunicazione internazionale per
le imprese. Il programma è consistito in una serie di
progetti attuati fra il 1998 e il 2009, la maggior parte
dei quali ha avuto una durata di 12-24 mesi. Tutti i
progetti sono stati sottoposti a protocolli di gara da
parte degli enti amministratori dei finanziamenti, in
particolare EEDA, GO-East, LSC e la Commissione
Europea. Nelle sue fasi finali il programma si è
concentrato sull’erogazione di una formazione
linguistica alle imprese e agli studenti che avevano
intrapreso una formazione congiunta presso due sedi
del Bedfordshire (Luton e Bedford).
Sono stati utilizzati diversi metodi di valutazione.
Durante le prime fasi del programma la valutazione
veniva messa a punto ed effettuata dai tutor del
progetto. Nel 2002 sono state adottate le qualifiche
OCR CBLC: oltre a fornire un benchmark esterno, ciò
ha garantito un maggiore impegno dei discenti (in
quanto i costi degli esami erano a loro carico). Nel
2004 l’università ha messo a punto un proprio CBLC
interno accreditato.
71
IMPATTO:
•
•
•
Il programma ha formato 3.000 lavoratori
occupati presso 1.600 aziende, 2.675 dei quali
hanno seguito lezioni frontali d’aula, mentre
il resto si è avvalso della componente di
apprendimento a distanza.
La maggioranza dei discenti era occupata
presso PMI nell’est dell’Inghilterra. 95% delle
imprese partecipanti era costituito da PMI in
rappresentanza di un ampio ventaglio di settori.
Le aree di impatto sottoposte a valutazione
comprendevano: consapevolezza della cultura
•
•
aziendale, miglioramento delle competenze
linguistiche, prestazioni sul lavoro, tutela
dell’impiego, impatto sulle prospettive di carriera
e risposta all’offerta dei corsi.
Nel corso della durata complessiva del
programma sono stati presi in considerazione
diversi settori.
In termini di dimensioni delle imprese, il 95% era
costituito da PMI e il 5% da imprese di altro tipo.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Il programma è stato innovativo sotto molti punti di
vista. Tali caratteristiche innovative possono essere
trasferite ad altri programmi, laddove il programma
‘importatore’ lo consenta.
-- L’impiego di personale interno per la messa
a punto dei materiali didattici basati sulle
esigenze delle imprese individuate da personale
interno addetto al reclutamento delle imprese
ha garantito che queste ultime ricevessero una
formazione linguistica su misura.
-- L’utilizzo di sistemi di videoconferenza ha
consentito di raggiungere le PMI situate nelle
comunità rurali.
-- L’attribuzione di una parte dell’offerta formativa
alle grandi imprese multinazionali ha consentito
di accedere alle loro catene del valore, per un
migliore approccio al settore.
-- Un mix di apprendimento a distanza via internet e
formazione mensile in azienda per le imprese con
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
un numero elevato di fruitori fra il personale ha
garantito un impatto diffuso del programma.
-- La partecipazione congiunta degli studenti e delle
imprese alle lezioni in aula ha comportato un
insieme di vantaggi per entrambi.
Sebbene ci si aspettasse che i discenti consolidassero
la formazione d’aula con l’apprendimento a distanza
o tramite altre forme di autoapprendimento, non era
tuttavia possibile presumerlo, e si è pertanto dovuto
includere nel materiale didattico d’aula anche un
elemento di feedback e revisione. Verso la metà del
programma sono state rese disponibili online delle
risorse in tedesco e spagnolo per l’apprendimento a
distanza.
http://www.lilama.org/uploads/documents/LCB%20-%20ROYAUME-UNI.pdf
72
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 22
TITOLO: Language& Culture for International Trade (LCIT)
PAESE D’ORIGINE: Regno Unito
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: ACER, AssociationofCollegesof the EasternRegion
REFERENTE: Keith Middleton. ACER. E-mail: [email protected] (David
Owen, RLN-East)
SINTESI DEL PROGETTO:
Il programma Language& Culture for International
Trade (LCIT) è stato un progetto pilota per la
sperimentazione di nuove e innovative soluzioni per
la diffusione del programma e la compilazione di
una serie di raccomandazioni in termini di soluzioni
migliori. Il programma ha operato in un contesto
in cui le aziende si attendevano a un certo livello di
sostegno finanziario da parte del governo, e dove
il governo ha dimostrato la volontà di sostenere le
piccole e medie imprese tramite l’assegnazione di
finanziamenti sino al 50% dei costi di formazione.
Il programma è stato realizzato attorno a due
componenti – promozione culturale e linguistica
presso le aziende locali ed erogazione dei corsi
di formazione. Le specifiche del programma sono
state messe a punto dall’ RLN-East in partenariato
con l’offerta TraintoGain dell’East of England
Learning&SkillsCouncil (LSC). L’erogazione è avvenuta
a cura dell’ACER. Obiettivo della seconda componente
era di formare sino a 160 individui provenienti da 80
imprese.
singoli corsi in risposta alle necessità specifiche
delle imprese nei tempi prestabiliti e di identificare il
vocabolario e le strutture pertinenti al settore in cui
l’azienda opera. Il personale ha avuto la possibilità
di scegliere i tempi e i luoghi della formazione. Gli
orari sono stati predisposti in modo da adeguarsi ai
ritmi di lavoro dei discenti, per cui si sono avuti corsi
ad ogni ora del giorno, in orario serale e persino nel
fine settimana. Il finanziamento offerto (sino al 50%
del costo orario della formazione per un massimo
di £30 all’ora) è stato sufficiente ad incentivare le
aziende verso l’impegno nella formazione linguistica. Il
processo di riferimento ha funzionato correttamente e
la banca dati dell’ RLN-Easti.hub si è rivelata efficace
nel registrare le indicazioni alle imprese. Lo strumento
di diagnosi ha ugualmente dimostrato di essere in
grado di individuare le esigenze delle imprese.
Il finanziamento è stato reso disponibile tramite il
Learning and SkillsCouncil (LSC). A tutti i potenziali
fornitori della formazione è stato richiesto di ideare
IMPATTO:
Il progetto ha significativamente superato tutti i
principali obiettivi, come ad esempio:
• 226 discenti, equivalente al 41% in più rispetto ai
160 previsti.
• 108 aziende partecipanti, 54% in più delle 70
previste.
• 39 corsi erogati, 15% in più dei 36 previsti.
• 12 lingue offerte.
In totale si è fatto ricorso a 11 fornitori per
l’erogazione di 39 corsi. L’obiettivo del progetto non
era di fornire ampie quote di finanziamenti ai fornitori
della formazione, che non avevano accesso diretto
ai fondi, poiché nelle sue intenzioni esso doveva
essere orientato al cliente piuttosto che gestito dal
fornitore. Nel corso del progetto è emersa l’esistenza
di una significativa domanda di formazione in
un’ampia selezione di lingue da parte delle imprese
ed è stato dimostrato che, se tale formazione viene
offerta in modalità flessibili che vadano incontro alle
esigenze dell’impresa e degli individui, le imprese
73
sono disposte a contribuire al costo della formazione.
Il progetto ha rivelato un gran numero di fornitori
di formazione linguistica che, a giudicare dalla loro
capacità di rispondere in maniera rapida, flessibile e
con un buon rapporto qualità prezzo, oltre che dalla
entusiastica soddisfazione delle imprese fruitrici della
formazione, costituiscono una risorsa da utilizzare nei
programmi futuri di formazione linguistica. Ancora
più significativamente, il progetto ha fornito diversi
modelli di supporto ed erogazione per la verifica
dei livelli di pubblico intervento da applicare e delle
modalità con cui andare incontro alle diverse esigenze
di formazione linguistica da parte di un più elevato
numero di imprese sparse sul territorio.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
--
--
--
--
In caso di finanziamento continuo per la
formazione linguistica devono essere previste
modalità di coinvolgimento delle scuole di lingue
e delle organizzazioni di docenti in qualità di
fornitori.
Se i principali fornitori intendono rimanere sul
mercato per soddisfare questa domanda dovranno
sviluppare i propri contatti con singoli individui in
grado di fornire insegnamento in queste lingue.
L’attività del progetto dovrà continuare a
sostenere i gruppi poco numerosi, che per
loro natura si prestano all’erogazione di una
formazione su misura in risposta a esigenze
specifiche (in particolare lessicali) delle imprese
partecipanti. Sarà inoltre necessario provvedere
collegamenti a materiali specifici del settore
sviluppati da progetti esterni.
I progetti dovranno cercare di individuare in modo
particolareggiato le esigenze dei fornitori nel caso
di erogazione in fase iniziale;ciò dovrebbe anche
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
--
--
fornire un indicazione del livello di disponibilità/
interesse da parte dell’impresa per consentire di
stabilire una lista di priorità.
Un addestramento propedeutico iniziale,
riguardante l’approccio, le procedure e le
modalità di report, rivolto ai potenziali fornitori
di formazione linguistica consentirà loro di
partecipare sin dalle prime fasi stringendo accordi
con le aziende.
I progetti devono prevedere la partecipazione
delle imprese ai costi di formazione. Oltre a
definire una percentuale di finanziamento variabile
in relazione alle dimensioni del gruppo, si dovrà
prendere in considerazione una variazione della
percentuale di finanziamento in relazione alle
dimensioni dell’impresa.
http://www.lilama.org/uploads/documents/LCIT%20-%20ROYAUME-UNI.pdf
74
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 23
TITOLO: Language Audit Tools for Europe
PAESE D’ORIGINE: Europa
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: Helsinki Polytechnic (Finlandia)
REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@
cfnavarra.es
SINTESI DEL PROGETTO:
LanguageAuditToolsforEurope (LATE) è un progetto
Leonardo da Vinci cofinanziato dal Programma di
Apprendimento Permanente della UE, e portato avanti
da una partnership fra 16 diversi organizzazioni di 7
paesi, con i seguenti obiettivi:
-- Sviluppo di strumenti diagnostici per la verifica
linguistica, in modo da consentire alle aziende,
soprattutto PMI e amministrazione pubblica, di
individuare le proprie esigenze di comunicazione
e pianificare i corsi di formazione linguistica per i
propri dipendenti;
-- Sviluppo di materiali per la didattica dell’inglese
come seconda lingua, sulla base delle verifiche
condotte nell’ambito del progetto. Tale materiale
si rivolge all’amministrazione pubblica e in
particolare alle istituzioni di governo locali, ma
anche alle PMI che stanno espandendo la loro
attività commerciale a livello internazionale o sono
interessate ad intraprendere tali azioni.
La verifica linguistica offre una metodologia di analisi
sistematica da parte dei dirigenti, dei funzionari
addetti alla formazione o degli esperti di lingua,
delle esigenze di comunicazione in lingua straniera
delle organizzazioni (di grandi o piccole dimensioni,
nel settore privato e in quello pubblico). Consente
a queste ultime di identificare i punti di forza della
competenza linguistica del personale e le eventuali
debolezze nell’intero sistema organizzativo per quanto
riguarda la comunicazione strategica con i mercati
esteri.
LATE ha dato origine a 2 principali prodotti:
-- “Handbook on Language Auditing”, (Manuale della
--
verifica linguistica, ndt) che offre indicazioni sullo
svolgimento della verifica linguistica e consente la
creazione di corsi o workshop. Il manuale è stato
testato con l’erogazione di 4 corsi di formazione
pilota rivolti agli esaminatori di lingue tenutisi in
Ungheria, Grecia, Bulgaria e Polonia.
“European English: Texts and Exercises”
(European English: Testi ed Esercizi, ndt) un
libro di testo contenente una serie di testi sulla
UE accompagnati da esercizi, rivolto a coloro
che desiderano comprendere meglio il tipo di
inglese formale utilizzato per la redazione di
documenti e la discussione di tematiche di livello
europeo. Il volume è corredato da un CD e da
un’appendice testuale e può essere utilizzato
come materiale supplementare per il lavoro a casa
o l’autoapprendimento.
Il progetto LATE ha inoltre ispirato l’istituzione, nel
2004, della EuropeanAssociationof Professional
LanguageAuditors (EAPLA), che si prefigge i seguenti
obiettivi:
-- Intraprendere e divulgare ricerche sulle
consulenze linguistiche, compresa la verifica
linguistica.
-- Offrire consulenza sulla formulazione delle
politiche e lo sviluppo delle buone pratiche.
-- Accreditare organizzazioni e singoli individui
operanti nell’ambito della consulenza linguistica,
compresa la verifica linguistica.
-- Riunire gli attori della consulenza linguistica in
Europa e altrove e promuovere lo scambio fra
esperti di diverse discipline.
75
EAPLA ha istituito uno schema di accreditamento per:
-- Definire standard di qualità per la verifica
linguistica.
-- Fornire a tutte le associazioni e ai singoli individui
interessati all’apprendimento delle lingue straniere
una scelta fra istituzioni impegnate nell’offrire
eccellenza professionale.
-- Promuovere l’aspirazione ai più elevati livelli di
qualità e di efficienza da parte degli enti di verifica
linguistica e degli istituti di insegnamento.
-- Promuovere a livello mondiale una conoscenza
diffusa degli enti accreditati per la verifica
linguistica.
Lo status di membro accreditato comporta una serie
di vantaggi per l’ente che lo consegue:
-- Gli enti accreditati sono riconosciuti come
istituzioni affidabili i cui servizi soddisfano gli
standard più elevati a livello internazionale.
--
I membri possono far parte di una comunità
premium di fornitori di servizi linguistici che
meritano il riconoscimento dei risultati raggiunti.
-- Offre credibilità e un’immagine positiva e
competente nei confronti delle altre organizzazioni
attive nel settore linguistico.
Per quanto riguarda le opportunità di networking o
mobilità, i language auditor effettuano un’indagine
sulle esigenze linguistiche di una particolare
organizzazione, producendo una relazione in cui sono
delineate le azioni che l’organizzazione potrebbe
intraprendere per accrescere la competenza linguistica
del proprio personale, migliorando così i contatti con
gli attori interessati all’estero.
IMPATTO:
•
•
Istituzione nel 2004 della EuropeanAssociationof
Professional LanguageAuditors (EAPLA).
Corsi sulla verifica linguistica tenuti nel 2002 e
2003 in Ungheria, Grecia, Bulgaria, e Polonia.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
La formazione in Language Auditing come definita dal
LATE e dal suo prodotto, EAPLA, non ha caratteristiche
specifiche tali da vincolarla a un determinato paese
o lingua, e risulta pertanto trasferibile. Per effettuare
il trasferimento si consiglia di istituire un gruppo di
lavoro multi-culturale che riunisca le aziende e le
loro organizzazioni di rappresentanza, insieme con le
organizzazioni della formazione.
Non risultano casi di trasferimento, a parte i laboratori
tenutisi nel 2002 e 2003 in Ungheria, Grecia, Bulgaria
e Polonia, ma la formazione ha un’ evidente valore
di trasferibilità, se rielaborata per riflettere le nuove
piattaforme didattiche, in particolare quelle online.
EAPLA è aperta a nuovi membri, istituzioni totalmente
o parzialmente impegnate negli obiettivi perseguiti
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
dall’associazione, o che assistano in vario modo
tali attività. Qualunque organizzazione intenzionata
a ottenere l’EAPLA Corporate Accreditation dovrà
dapprima farne richiesta presso l’ufficio dell’EAPLA.
I candidati riceveranno il formulario dell’EAPLA
Corporate Accreditation e dovranno riempirlo e
rispedirlo all’EAPLA insieme alla documentazione
richiesta. Se il materiale inviato soddisfa i requisiti di
EAPLA, l’organizzazione candidata sarà accreditata per
un periodo di cinque anni, ulteriormente prolungabile.
http://www.lilama.org/uploads/documents/Language%20Audits%20Tools%20for%20
Europe%20-%20Europe.pdf
76
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 24
TITOLO: Corsi di lingue per operatori del commercio al dettaglio
PAESE D’ORIGINE: Italia
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: CESCOT-Confesercenti Reggio Emilia
REFERENTE: Sara Vecchi. Confesercenti. E-mail: [email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
Il programma mira ad accrescere la qualità del servizio
al cliente offerto dalle PMI del commercio/turismo/
servizi della provincia di Reggio Emilia ai propri clienti
esteri.
Gli obiettivi del programma si collocano a cavallo di
due politiche europee, dal momento che esso:
-- Promuove l’apprendimento permanente e la
mobilità dei discenti;
-- Mira a garantire la dotazione delle competenze
e delle qualifiche necessarie per il mercato del
lavoro.
Il progetto si rivolge principalmente ai gruppi di
operatori del commercio al dettaglio, del turismo e
delle aziende di servizi della provincia di Reggio Emilia
(città dell’Emilia-Romagna).
Il programma ha erogato una formazione linguistica
in inglese e spagnolo a una media di 80 persone
all’anno.
I corsi si prefiggono il raggiungimento del livello di
competenza corrispondente al livello B1 delCEFRL. Ciò
implica l’erogazione di corsi rivolti a potenziali gruppi
di:
-- Principianti assoluti (per consentire il
raggiungimento del livello A1);
-- Discenti a livello elementare (per consentire il
passaggio dal livello A1-A2 al livello B1)
La durata media di ciascun intervento formativo è di
36 ore in modalità frontale.
Le procedure di controllo qualità del programma
sono assai semplici e consistono in un questionario
di soddisfazione somministrato al fruitore alla fine del
corso.
Il programma viene effettuato grazie al finanziamento
concesso dall’ EBTER (Ente Bilaterale Territoriale
dell’Emilia-Romagna), un fondo comune costituito
da rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali –
CGIL, CISL e UIL – e da CONFESERCENTI nella sua
capacità di associazione di categoria per i settori del
commercio, turismo e servizi.
IMPATTO:
•
80 persone formate annualmente.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Il programma è completamente trasferibile poiché
non comporta vincoli legati a quadri normativi e di
qualifiche regionali e/o nazionali e/o europee.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/Language%20Courses%20for%20Retail%20
Trade%20Businesses%20Salariés%20-%20Italie.pdf
77
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 25
TITOLO: Formazione e sostegno linguistico ai detenuti e al personale carcerario
dell’Inghilterra orientale
PAESE D’ORIGINE: Regno Unito
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: NOMS e RLN-East
REFERENTE: David Owen. RLN-East, RegionalLanguage Network East. E-mail:
[email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
Il programma è prevalentemente centrato
sulla strategia e sull’offerta dell’ ESOL (English
forSpeakersofOtherLanguages) distribuito in
Inghilterra. La sua inclusione in qualità di buona
pratica si deve tuttavia a un insieme di offerta ESOL
e di sostegno linguistico e culturale incentrato sullo
sviluppo di risorse formative in lingua straniera
rivolte al settore carcerario, specifico dell’Inghilterra
orientale.Qui è presente una grandissima varietà
linguistica e una grande diversità di livelli di
competenza in lingua inglese fra i detenuti che si
collocano per la maggior parte ai livelli elementari (dal
pre-Entry all’ Entry 2). Scopo principale dell’offerta
ESOL è quello di fornire ai discenti il livello d’inglese
necessario all’efficacia operativa in ambiente
carcerario, compreso l’ottenimento di un posto di
lavoro, sia all’interno del carcere, sia successivamente
al rilascio. Questa misura a sua volta consente di
ridurre il numero di recidivi. Ogni istituto eroga in
media 1-2 corsi con orario mattutino o pomeridiano,
per gruppi composti da 6 a 12detenuti (in genere 9).
Un’ulteriore risorsa sviluppata nel corso del 2010 è
l’archivio online di materiali ESOL disponibile presso
www.rln-east.com/lace/resources.
Il materiale per la maggior parte sviluppato grazie
a finanziamenti da parte della UE o del Regno Unito
è suddiviso in 4 categorie ed era stato concepito in
origine per i lavoratori migranti occupati nel Regno
Unito nel quadro del programma UK Skillsfor Life
programme in seguito a un progetto commissionato
da LSIS nel Marzo 2008. Il NOMS (Servizio Nazionale
Britannico di Gestione degli Istituti Carcerari) e
le singole istituzioni carcerarie offrono anche una
gamma di materiale scrittok (delle specie di pacchetti
di accoglienza) in diverse lingue. Il programma
ha elaborato un Campus virtuale progettato per
l’autoapprendimento dei detenuti, i quali hanno
accesso ad appositi PC sicuri entro il perimetro
carcerario. Il contenuto del campus virtuale
comprende materiali del corso (compreso l’inglese),
risorse didattiche e una funzione per la redazione delle
domande d’impiego.
IMPATTO:
La formazione ESOL viene erogata nell’ambito di
OLASS, the OffendingLearning and Skillsprogramme, e
include i seguenti elementi:
• Elaborazione di un programma didattico
rapportato al settore carcerario, basato sul
curriculum ESOL per discenti adulti ma che utilizzi
lessico, tematiche, funzioni e una grammatica
relativi all’ambiente del carcere, in modo da
favorire l’integrazione, compreso l’accesso ai
78
•
•
servizi carcerari, alle aree di lavoro e agli altri
corsi forniti.
Fornitura di un ulteriore sostegno linguistico per
consentire ai discenti ESOL di avere accesso alla
formazione professionale tramite l’apprendimento
integrato.
Uso di attrezzature per l’interpretazione
telefonica, traduzione di opuscoli introduttivi alla
vita nell’ambiente carcerario, sviluppo di materiale
digitale o information pods per la formazione
iniziale.
Oltre a ciò, nell’Inghilterra orientale, il sostegno
linguistico e culturale ai detenuti rientra nell’attività
di assistenza tecnica del Fondo Sociale Europeo per
il periodo 2009-12 del RLN East per il NOMS con i
seguenti risultati:
• Sviluppo di un portale di materiali per la didattica
dell’inglese, alcuni rivolti a scopi specifici, per
fungere da materiale di sostegno agli attori
incaricati di erogare la formazione linguistica.
• Elaborazione di una serie di frasari per l’ambiente
carcerario (chiamati comunemente ‘bluebooks’)
nelle lingue dei gruppi di detenuti stranieri
che maggiormente manifestano difficoltà
comunicative.
• Offerta di informazione e formazione culturale
relativa ai gruppi prioritari di detenuti stranieri
rivolta al personale carcerario.
Molti dei discenti ESOL hanno notevolmente migliorato
le proprie competenze comunicative, in particolare
per quanto riguarda la comunicazione orale e sono
riusciti a integrarsi in maniera più efficace nella
comunità carceraria. I detenuti che hanno utilizzato
materiale ESOL specifico per questo settore hanno
avuto un accesso più facile ai lavori interni, come il
servizio mensa, dove è richiesta una conoscenza di
base del lessico relativo all’igiene e alla sicurezza. Il
feedback ricevuto sia dal personale di custodia, sia dai
detenuti riguardo ai ‘bluebooks’ utilizzati a supporto
dell’offerta ESOL è stato molto positivo. Gli opuscoli
hanno alleviato lo stress del personale di custodia
agevolando la comunicazione e hanno consentito ad
alcuni detenuti con scarse competenze linguistiche in
lingua inglese di sentirsi meno isolati.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
---
--
Creare un insieme di sostegno linguistico per i
detenuti e sostegno linguistico in lingua straniera
per il personale carcerario e i fornitori.
Sviluppare gli interventi linguistici attraverso
una vasta gamma di bisogni, dalla formazione
linguistica e sensibilizzazione culturale alla
traduzione e all’interpretazione.
Adattare i ‘bluebooks’ al regime e alla
--
composizione della popolazione carceraria delle
diverse istituzioni destinatarie del programma.
Sviluppare materiali didattici specifici per le
professioni del contesto carcerario.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/Language%20Training%20on%20East%20of%20
England%20Prisons%20-%20UK.pdf
79
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 26
TITOLO: Corsi di lingue per insegnanti delle scuole primarie della Regione Basilicata
PAESE D’ORIGINE: Italia
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: Ministero dell’Istruzione italiano
REFERENTE: Marco Albanese. Regione Basilicata. E-mail:marco.albanese@regione.
basilicata.it
SINTESI DEL PROGETTO:
L’insegnamento delle lingue, e in particolare
dell’inglese, a livello di scuola primaria è una
professione relativamente nuova in Italia. Le prime
sperimentazioni in questo ambito datano dall’anno
scolastico 1975/1976 (progetto ILSSE “Insegnamento
delle lingue straniere nella scuola elementare”).
Dal punto di vista scientifico, gli insegnanti italiani
sono stati i primi ad applicare le indicazioni del
ThresholdLevel, pubblicate dal Consiglio d’Europa
verso la metà degli anni 70’.
Il programma “Corsi di lingue per gli insegnanti
della scuola elementare” è stato avviato dal
Ministero dell’Istruzione nel 2005, con una circolare
ufficiale (1446/05) contenente gli orientamenti
per l’implementazione di un vasto programma di
formazione per l’accrescimento delle competenze
comunicative e metodologico-didattiche degli
insegnanti di scuola elementare sprovvisti
delle competenze e dei requisiti necessari per
l’insegnamento dell’inglese.
Il quadro scientifico è stato delineato dall’ Università
di Bergamo, mentre il supporto alle varie fasi del
progetto in generale è stato fornito dall’ex- INDIRE,
ora “Agenzia Nazionale per lo sviluppo dell’autonomia
scolastica”.
Il progetto formativo si basa su criteri e principi
espressi nel documento del “Quadro Comune Europeo
di riferimento per le lingue” (CEFRL) usato per
inquadrare i test di livello preliminari somministrati ai
docenti partecipanti.
I corsi sono stati organizzati su tutto il territorio
italiano e gestiti a livello regionale dai singoli “Uffici
scolastici regionali” per quanto riguarda iscrizioni,
test, reclutamento dei formatori, corsi, questioni
amministrative, certificati e attività di monitoraggio.
Dopo una fase pilota tenutasi nell’anno scolastico
2004-2005, il programma si è svolto per altri tre anni
(2006-2009) per un totale complessivo di 380 ore per
80
ciascun corso in modo da raggiungere il livello CEFRL
- B1 in: scritto, orale, consapevolezza linguistica,
cultura e civiltà, iniziando dal livello “0” (principiante
assoluto).
Il test finale è stato organizzato in cooperazione con
l’”Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari”
(AICLU). Ciascun ufficio scolastico regionale ha
concluso una serie di accordi con l’università più vicina
per la gestione di tutte le relative procedure.
Al termine della formazione linguistica è iniziata
la formazione didattico-metodologica, sviluppata
nell’arco di 40 ore suddivise in due fasi tra loro
integrate: 20 ore di lezione frontale e 20 ore di attività
online. In entrambe le fasi (linguistica e metodologica)
gli insegnanti e i formatori hanno ricevuto il sostegno
di una piattaforma di e-learning dedicata gestita
da INDIRE. Lo strumento è stato implementato
per l’erogazione del corso (frequenza, orari), per
l’apprendimento cooperativo (forum, chat), per servire
da archivio dei materiali da utilizzarsi durante le
lezioni d’aula e per l’autoapprendimento nei laboratori
sincroni online per il perfezionamento delle lingue.
Il programma è stato dotato di un’azione costante
di monitoraggio (a cura dei singoli uffici scolastici
regionali) in modo da verificare l’efficacia del sistema
nel suo insieme e quella delle azioni formative
intraprese, tramite l’uso di questionari online
somministrati a tutti gli attori coinvolti nel programma
all’inizio, a metà, e alla fine del corso.
Durante il progetto, e grazie alla gran mole di dati
raccolti, è stata pubblicata una relazione per definire il
profilo professionale dell’insegnante di lingua inglese
nella scuola elementare italiana, da utilizzarsi come
riferimento per le future attività di formazione e
anche per individuare le necessarie competenze per il
reclutamento degli insegnanti.
IMPATTO:
•
•
•
•
Accrescimento delle competenze didattiche
e metodologiche degli insegnanti di scuola
elementare sprovvisti delle competenze e dei
requisiti per l’insegnamento dell’inglese.
Implementazione di un programma per il
perfezionamento delle competenze linguistiche nel
settore lavorativo.
Coinvolgimento di 5 diverse entità
4 corsi incentrati sulla formazione linguistica in
inglese (ciascuno di 380 ore d’insegnamento)
e rivolti agli insegnanti di scuola elementare
per l’acquisizione di competenze linguistiche in
•
•
inglese.
4 corsi incentrati sull’orientamento metodologico
nel quadro della didattica dell’inglese (ciascuno di
40 ore) rivolti agli insegnanti di scuola elementare
per l’acquisizione delle competenze didattiche per
l’insegnamento dell’inglese.
Introduzione di una piattaforma di e-learning
utilizzata per lo sviluppo di iniziative di
cooperative learning ,come archivio dei materiali e
come laboratorio di perfezionamento linguistico.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Il programma di “Corsi di lingue per gli insegnanti
della scuola elementare” è stato caratterizzato da due
tipi di formazione: quella iniziale (in quanto rivolta ai
docenti di scuola elementare che non erano insegnanti
d’inglese) e quella di tirocinio (in quanto rivolta ai
docenti della scuola elementare che già insegnavano
altre materie). Inoltre, l’elaborazione di un profilo
professionale completo e aggiornato (dal punto
di vista linguistico e da quello metodologico) per i
docenti d’inglese nella scuola elementare è un punto
di partenza fondamentale per l’elaborazione futura di
analoghi programmi e azioni di formazione. Pertanto,
si può ritenere che il programma sia da considerarsi
come un esempio di buona prassi nella formulazione
di un sistema di apprendimento permanente per
gli insegnanti. Esso è altresì un esempio di azione
di sviluppo di capacità riguardante la formazione
linguistica al servizio di esigenze e obiettivi
professionali. L’unico problema al riguardo potrebbe
essere la decisione politica da parte delle autorità di
governo sull’eventualità di predisporre incentivi alla
promozione dei programmi rivolti ai docenti.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/Language%20Training%20on%20East%20of%20
England%20Prisons%20-%20UK.pdf
81
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 27
TITOLO: Corsi di lingue per insegnanti delle scuole primarie, Università di Modena e
Reggio Emilia
PAESE D’ORIGINE: Italia
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: Università di Modena e Reggio Emilia
REFERENTE: Dr Glenn Alessi, Università di Modena e Reggio Emilia. E-mail: glenn.
[email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
Il programma mira a presentare la teoria e la pratica
della didattica delle lingue nelle scuole elementari
e a formare insegnanti di scuola elementare
all’insegnamento dell’EFL [inglese come seconda
lingua]. Gli obiettivi del programma possono collocarsi
a cavallo di due politiche UE:
-- Miglioramento della qualità e dell’efficienza
dell’offerta e dei risultati.
-- Offerta delle competenze e delle qualifiche
necessarie per il mondo del lavoro (rappresentato
in questo caso dalle scuole per l’infanzia e le
scuole elementari pubbliche e private).
media fra gli 80 e i 110 studenti all’anno.
Il programma si prefigge di raggiungere il livello di
competenza B1 del CEFRL e A2 è il livello minimo
d’accesso. La durata media di ciascuna formazione
è di 120 ore (60 di laboratorio linguistico + 60 ore di
teoria).
Le procedure di verifica della qualità del
programma sono molto semplici e consistono nella
somministrazione agli studenti di un questionario
anonimo di valutazione online.
Il programma è attuato nel quadro dell’Istruzione
nazionale e pertanto non ha problemi di sostenibilità.
Principali destinatari del programma sono gli allievi
insegnanti iscritti alla Facoltà di scienze della
formazione primaria dell’Università di Reggio Emilia e
Modena. Il programma prevede la formazione di una
IMPATTO:
•
•
80-110 allievi formati annualmente.
Corso misto di 120 ore: 60 ore di laboratorio
linguistico + 60 ore di teoria
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Nella sua concezione il programma è totalmente
trasferibile ad altri contesti linguistici nel quadro della
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
didattica delle lingue nelle scuole elementari.
http://www.lilama.org/uploads/documents/Language%20training%20teachers%20modena%20
-%20ITALY.pdf
82
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 28
TITOLO: Formazione linguistica per i dipendenti del Comune di Bologna
PAESE D’ORIGINE: Italia
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: Comune di Bologna
REFERENTE: Rosanna Vallarelli. Comune di Bologna. E-mail: rosanna.vallarelli@
comune.bologna.it
SINTESI DEL PROGETTO:
Il programma si propone di creare/accrescere le
competenze linguistiche dei dipendenti del Comune
di Bologna. I suoi obiettivi possono essere posizionati
attraverso tre politiche UE dato che:
-- Promuove l’apprendimento permanente e la
mobilità dei discenti – sebbene non sia questo il
principale obiettivo del programma.
-- È orientato al miglioramento della qualità
e dell’efficienza dell’offerta e dei risultati
dell’organizzazione promotrice (il Comune di
Bologna).
-- Mira a garantire l’offerta delle competenze e
qualifiche necessarie per il mondo del lavoro.
I principali destinatari del programma sono i
dipendenti del Comune di Bologna con compiti di
front-office e altri compiti che implichino il contatto
con utenza internazionale. Il programma prevede
la formazione linguistica di un numero medio di
60 persone l’anno con un target potenziale di 456
persone.
Il programma punta a raggiungere livelli di
competenza sino al C2 del CEFRL. Ciò comporta
l’offerta di corsi rivolti a gruppi di:
-- Principianti assoluti (per consentire il
raggiungimento del livello A1)
--
Allievi di livello elementare (per consentire il
passaggio dal livello A1-A2 al livello B1)
-- Allievi di livello intermedio-base (per consentire il
passaggio dal livello B1 al livello B2)
-- Allievi di livello intermedio-avanzato(per
consentire il passaggio dal livello B2 al livello C1)
-- Allievi di livello avanzato (per il consolidamento e
l’aggiornamento delle competenze di livello C1
-- e C2)
La durata media di ogni corso è di 40 ore in modalità
frontale.
Le procedure di controllo qualità del programma sono
molto semplici e consistono in un questionario di
soddisfazione e in una valutazione delle competenze
raggiunte alla fine del corso.
Il programma viene effettuato grazie agli stanziamenti
del Comune di Bologna per la formazione del
personale e non si avvale di alcun finanziamento
pubblico a livello regionale o nazionale. La sua
sostenibilità è pertanto in funzione della disponibilità
annua di risorse per il settore del personale.
IMPATTO:
•
•
60 persone formate ogni anno su un totale di 456
potenziali richieste di formazione.
Corsi di formazione di 40 ore in modalità
frontale incentrati sulle esigenze linguistiche di
attività che comportano un contatto con utenza
internazionale.
83
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Il programma nella sua concezione è totalmente
trasferibile dal momento che non comporta vincoli
legati a quadri normativi e di qualifiche regionali e/o
nazionali e/o europee.
L’unico aspetto in cui il programma potrebbe prestarsi
a miglioramenti dal punto di vista della trasferibilità
riguarda l’adesione ai parametri delCEFRL – l’attuale
ente fornitore, il CILTA, applica infatti i livelli applicati
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
anche dall’ Università di Bologna, i quali non sono del
tutto allineati al CEFRL.
http://www.lilama.org/uploads/documents/Bologne%20-%20Italie.pdf
84
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 29
TITOLO: LINGUA EMPRESA Metodi e Strumenti per un approccio innovativo e basato
sulle competenze per l’apprendimento linguistico in azienda o per scopi professionali
PAESE D’ORIGINE: Spagna
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Servicio Navarro de Empleo – Servizio per l’Impiego della
Navarra
REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@
cfnavarra.es
SINTESI DEL PROGETTO:
Il programma LINGUA EMPRESA è una politica
didattica a lungo termine del governo della Navarra,
e si colloca tra il settore delle politiche di formazione
attiva portate avanti dal Servizio per l’Impiego della
Navarra, che a sua volta mira a promuovere un nuovo
modello di formazione nel settore della didattica delle
lingue per scopi professionali.
L’approccio LINGUA EMPRESA si basa sul concetto
delle Competenze Linguistiche Professionali (PLC Professional LinguisticCompetences) negli ambienti
lavorativi e propone tale elemento come concetto di
base su cui strutturare e realizzare tutto il processo di
formazione linguistica con scopi professionali (Vedi la
Buona Pratica del ‘Metodo IDECOLI’).
Il metodo LINGUA EMPRESA intende fornire un quadro
teorico e strumenti pratici per tutte le fasi individuate
per il processo di formazione linguistica dal punto di
vista aziendale:
-- Fase 1: Progettazione di una strategia linguistica
basata sulla strategia aziendale della società.
-- Fase 2: Diagnosi delle esigenze di formazione
linguistica dei lavoratori in linea con la strategia
aziendale.
-- Fase 3: Progettazione del piano di formazione
linguistica basato sui risultati ottenuti dalle due
fasi precedenti.
-- Fase 4: Sviluppo e monitoraggio dei programmi
didattici basati sul piano di formazione linguistica.
-- Fase 5: Autovalutazione delle competenze dei
lavoratori che partecipano al piano di formazione
e ritorno sugli investimenti fatti dall’azienda.
Ognuna di queste fasi, come il concetto iniziale di
PLC, è sostenuta da un corpus di ricerche a tavolino
sulla didattica per attività, dall’applicazione pratica del
CEFRL, dalla valutazione delle esigenze delle richieste
linguistiche e dalle esigenze didattico-formative.
Inoltre, il programma ha anche progettato e realizzato
degli strumenti online flessibili e facili da utilizzare
che permettono l’implementazione pratica del metodo
da parte delle imprese, dei docenti e degli studenti,
insieme alla formulazione di risultati standardizzati.
-- GESTOR FORLINGÜE: Si tratta di
un’applicazione online per aiutare le imprese e
i fornitori di formazione a pianificare, gestire,
monitorare e valutare i progressi formativi tra
i dipendenti, basandosi sul concetto di PLC. Le
azienda hanno accesso a tale strumento, insieme
ai formatori linguistici che fungono da consiglieri
e consulenti in un primo momento, e da docenti
in un secondo momento. Questo strumento è
composto da diversi menu e fornisce materiale
erogabile standardizzato per le prime tre fasi del
processo.
-- PRACTICA LINGUA: Si tratta di una piattaforma
online (basata su Moodle) per un supporto online
e per una didattica mista rivolta ai lavoratori e ai
formatori in modo da incoraggiare l’introduzione
dell’ICT come strumento per l’apprendimento
linguistico.
-- MELISSA: Si tratta di un’applicazione online
che aiuta i docenti di lingue nella progettazione
di programmi formativi basati sulle PLC, oltre a
permettere l’accesso al materiale didattico già
collegato a PLC specifiche.
-- LINGUA EMPRESA ELP: Si tratta di un “Portfolio
Europeo delle Lingue Professionale” (Professional
EuropeanLanguage Portfolio, un adattamento del
Prof-ELP (vedi la Buona Pratica ‘Prof-ELP’) online,
che mostra tutte le funzionalità di un ELP, adattato
su misura per un insieme di descrittori collegati
al gruppo generico di 25 PLC e che permette
ai manager aziendali, ai docenti e agli studenti
(lavoratori) di partecipare all’identificazione delle
esigenze linguistiche, alla progettazione dei
programmi formativi e al raggiungimento di un
85
accordo sugli obiettivi formativi.
Una volta resi disponibili la base teorica e gli
strumenti pratici di LINGUA EMPRESA, il programma
è proseguito con la formazione dei docenti di lingua
all’utilizzo del programma stesso (vedi la Buona
Pratica ‘PDP’) e con l’implementazione pilota del
metodo sia per le imprese (12 aziende) che per i
centri di formazione (4 centri diversi) della regione. I
risultati di questi progetti pilota hanno confermato la
facilità d’uso da parte dei gruppi target, soprattutto
per quanto riguarda i docenti di lingue, oltre ad avere
aggiornato ed affinato i metodi e gli strumenti.
LINGUA EMPRESA, che ha iniziato la sua
implementazione nel 2008, è attualmente in fase di
trasferimento e si sta diffondendo a macchia d’olio tra
le imprese, i fornitori di servizi e i centri di formazione.
Per questo motivo, il Servizio per l’impiego della
Navarra ha lanciato nell’aprile 2011 un bando pubblico
per finanziare la progettazione di Piani di Formazione
Linguistica nelle imprese che utilizzano il metodo
Lingua Empresa. Il bando permetterà a queste
imprese, sostenute da consulenti alla formazione, di
progettare una strategia linguistica, per individuare le
esigenze linguistiche del proprio personale, oltre ad
accordarsi su un programma di formazione linguistica.
IMPATTO:
•
•
Si tratta della primissima politica da parte di una
pubblica amministrazione regionale (Navarra)
che cerca di raccogliere la sfida della formazione
linguistica da un punto di vista professionale,
concepita con un’applicazione pratica del CEFRL, e
che fornisce una proposta integrata.
Ciò ha portato allo sviluppo di un metodo
integrato solido composto da un corpus di
ricerche, metodi, materiali didattici e linee
guida correlati tra loro, per la progettazione e
l’implementazione delle iniziative di formazione
linguistica con scopi professionali basate sul
concetto di Competenze Linguistiche Professionali
•
•
•
(PLC). Il metodo generalmente conosciuto come
LINGUA EMPRESA.
Sviluppo di 4 strumenti online per
l’implementazione pratica di LINGUA EMPRESA.
62 docenti di lingue della regione della Navarra
formati al metodo e agli strumenti di LINGUA
EMPRESA.
Implementazione pilota del metodo in 12
imprese con la partecipazione di 27 lavoratori;
implementazione pilota in 4 Centri per l’impiego
con la partecipazione di oltre 100 lavoratori.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
LINGUA EMPRESA rappresenta un vero e proprio
cambiamento del modo in cui la didattica delle lingue
è affrontata nella Navarra. L’intero quadro teorico è
solido ed è stato confrontato con indagini ed analisi
delle valutazioni delle esigenze. Si sono anche testati
degli strumenti pratici su situazioni reali e sono poi
stati aggiornati in base alle valutazioni ottenute
da tali test. Tuttavia, l’implementazione del nuovo
metodo richiede informazioni e formazione specifiche
per i potenziali utilizzatori, soprattutto per i fornitori
di formazione e i docenti. Perciò, nel caso di un
qualsiasi sforzo di trasferimento, si deve prendere in
considerazione la necessità di realizzare anche delle
iniziative formative.
Per supportare il trasferimento del nuovo modello,
il programma ha anche creato un Servizio LINGUA
EMPRESA, che fornisce servizi di consulenza e
sostegno a tutte le parti coinvolte nel processo di
insegnamento-apprendimento con scopi professionali
(imprese, lavoratori, centri per l’impiego, docenti e
formatori).
I metodi e gli strumento potrebbero essere resi
disponibili ad altre parti interessate, richiedendo
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
semplicemente una traduzione della documentazione
sul metodo e sulle linee guida, oltre alle skin per le
applicazioni e la piattaforma. Se uno stakeholder
pubblico è interessato al trasferimento dell’intero
Metodo, tutta la documentazione e gli strumenti
necessari sono già disponibili, se si è certi che vi sia
la volontà politica. Tuttavia, si devono esprimere 2
riflessioni:
-- L’implementazione e il trasferimento del
programma richiede un cambio culturale nel
modo in cui i servizi di formazione linguistica
sono erogati e richiede anche un impegno a
medio-lungo termine da parte delle agenzie che
dovranno promuovere tale cambiamento.
-- L’attuazione del metodo LINGUA EMPRESA
da parte dei fornitori di formazione linguistica
permette loro di erogare nuovi servizi con
un valore aggiunto maggiore, ma richiede al
contempo un maggiore impegno e maggiori
competenze da parte dei professionisti. Non si
deve sottovalutare la traduzione di questi nuovi
approcci, servizi e competenze economiche.
http://www.lilama.org/uploads/documents/Lingua%20Empresa%20Method%20and%20
Tools%20-%20SPAIN.pdf
86
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 30
TITOLO: Programma Lingua Empresa: un nuovo modello di formazione linguisticaa fini
professionali
PAESE D’ORIGINE: Spagna
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Servicio Navarro de Empleo – Servizio per l’Impiego della
Navarra
REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@
cfnavarra.es
SINTESI DEL PROGETTO:
Il programma LINGUA EMPRESA è una politica
formativa a lungo termine del governo della Navarra,
nel settore delle politiche di formazione attiva portate
avanti dal Servizio per l’Impiego della Navarra,
che a sua volta mira a promuovere l’acquisizione
di competenze nelle lingue straniere da parte del
capitale umano della Navarra per migliorare le loro
performance lavorative, rafforzare la competitività
della regione e promuovere l’internazionalizzazione
delle imprese della Navarra. Per questo motivo,
LINGUA EMPRESA propone di attuare un modello
formativo nuovo ed innovativo nel settore della
didattica delle lingue per le imprese e per scopi
professionali, fornendo un nuovo quadro teorico, degli
strumenti flessibili e facili da usare e dei servizi e
delle risorse rilevanti (Vedi la Buona Pratica ‘LINGUA
EMPRESA Metodo e Strumenti’).
La pietra miliare del programma è il concetto
di Competenze Linguistiche Professionali (PLC Professional LinguisticCompetences) negli ambienti
lavorativi e propone tale elemento come concetto
di base su cui strutturare e realizzare tutti i processi
di formazione linguistica con scopi professionali. Il
concetto di PLC è la traduzione pratica del CEFRL
per la didattica delle lingue per scopi professionali e
permette di concentrare tale formazione sulle reali
esigenze delle imprese e dei dipendenti (Vedi la Buona
Pratica ‘Metodo IDECOLI’).
Un’altra caratteristica fondamentale di LINGUA
EMPRESA è quella di fornire un approccio di intervento
a 360° su tutto il processo di formazione linguistica
dal punto di vista aziendale, individuando un processo
su diverse fasi:
1. Progettazione di una strategia linguistica.
2. Identificazione delle esigenze formative.
3. Definizione di piani di formazione linguistica in
base alle due fasi precedenti.
4. Sviluppo e monitoraggio dei programmi didattici
basati sui piani di formazione linguistica già
definiti.
5. Valutazione delle competenze dei dipendenti
che partecipano alla formazione e ritorno sugli
investimenti.
Il programma potrebbe essere applicato al processo
di insegnamento-apprendimento per qualsiasi lingua,
e mira a migliorare le competenze linguistiche
professionali dei dipendenti a prescindere dal settore.
Il nuovo modello proposto da LINGUA EMPRESA
integra e risponde alle esigenze di tutti i profili
coinvolti nel processo di insegnamento-apprendimento
per scopi professionali:
-- Imprese: LINGUA EMPRESA promuove
l’apprendimento delle lingue straniere seguendo
le loro reali esigenze e fornisce loro degli
strumenti online completi, che permettono
loro di diagnosticare le esigenze di formazione
linguistica dei propri dipendenti, pianificare
un’offerta formativa insieme ai loro fornitori di
servizi linguistici e ottenere il miglior ritorno sugli
investimenti.
-- Docenti: LINGUA EMPRESA migliora la qualità
e l’efficienza dei servizi di formazione linguistica
nelle imprese e promuove lo sviluppo e l’inclusione
di prodotti innovativi, che portano quindi a
maggiori livelli di competitività. Il nuovo modello,
inoltre, rafforza il loro ruolo, non solo in qualità
di tutor, ma anche come consiglieri e consulenti
capaci di progettare dei piani di formazione
linguistica in base agli interessi aziendali. In fine, il
programma sostiene la loro formazione linguistica
all’interno dell’azienda, specializzandosi nella
progettazione ed implementazione del primissimo
programma formativo realizzato in Spagna
specifico per le esigenze di docenti di lingue per
87
scopi professionali (Vedi la Buona Pratica ‘PDP’).
Lavoratori: LINGUA EMPRESA focalizza la
didattica delle lingue sulle esigenze del posto di
lavoro e promuove la loro mobilità ed occupabilità
attraverso il miglioramento delle loro competenze
linguistiche, dando loro accesso a nuovi mercati
del lavoro e a migliori opportunità lavorative.
Inoltre, vi sono gli strumenti progettati dal
programma per aiutarli a lavorare in maniera
autonoma per poter gestire meglio il proprio
apprendimento (vedi la Buona Pratica ‘Prof-ELP’).
L’implementazione pilota è stata realizzata nel 2010
e nel 2011 sia in imprese (12 aziende) che in centri
di formazione (4 centri diversi) della regione. Nel
2010, il programma ha anche iniziato a presentare il
nuovo modello ai docenti di lingue e a formare questo
settore sull’utilizzo dei partici strumenti LINGUA
--
EMPRESA.
LINGUA EMPRESA, che ha iniziato il suo cammino
nel 2008, è attualmente in fase di trasferimento
e di massima diffusione tra le imprese, i fornitori
di servizi e i centri di formazione. Per accelerare
l’implementazione di questa politica, il Governo della
Navarra ha recentemente approvato un finanziamento
pubblico per sovvenzionare la progettazione di piani di
formazione linguistica nelle imprese della Navarra che
utilizzano il modello LINGUA EMPRESA.
A livello nazionale, LINGUA EMPRESA ha visto la
partecipazione del Servizio Nazionale Pubblico per
l’Impiego in qualità di autorità nazionale per la
formazione per scopi professionali, e serve da sfondo
per iniziative d’avanguardia in Spagna nel settore dei
Certificatesof Professional Proficiency.
IMPATTO:
•
•
•
•
Si tratta della primissima politica attuata da
un’amministrazione regionale (Navarra), che cerca
di raccogliere la sfida della formazione da un
punto di vista professionale.
Sviluppo di una proposta integrata composta da
un corpus di ricerche, metodi, materiali didattici
e linee guida correlati tra loro, per implementare
un modello di formazione linguistica con scopi
professionali basato sul concetto di Competenze
Linguistiche Professionali (PLC).
8 formatori di lingue formati in maniera specifica
sul metodo.
Progettazione ed implementazione del
•
•
primissimo programma di formazione in Spagna,
sponsorizzato dall’amministrazione pubblica,
mirato in maniera specifica alle esigenze dei
docenti di lingue per scopi professionali.
62 docenti di lingue della regione della Navarra
formati al metodo e agli strumenti di LINGUA
EMPRESA.
Implementazione pilota del metodo in 12
imprese con la partecipazione di 27 lavoratori;
implementazione pilota in 4 Centri per l’Impiego
con la partecipazione di oltre 100 lavoratori.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
LINGUA EMPRESA rappresenta un vero e proprio
cambiamento del modo in cui la didattica delle lingue
è affrontata nella Navarra. Il programma è pronto
per essere implementato in tutti i processi formativi
con scopi professionali realizzati da chiunque desideri
promuovere un nuovo approccio alla didattica delle
lingue:
-- Il quadro teorico è solido ed è stato confrontato
con indagini ed analisi delle valutazioni delle
esigenze.
-- Si sono anche testati metodo e strumenti pratici in
situazioni reali e sono poi stati aggiornati in base
alle valutazioni ottenute da tali test. Dovrebbe
essere necessaria solo la traduzione del metodo,
della documentazione con le linee guida e delle
applicazioni.
Tuttavia, si devono considerare le seguenti barriere al
trasferimento:
-- Il trasferimento del nuovo metodo richiede
informazioni e formazione specifiche per i
potenziali utilizzatori, soprattutto per fornitori di
formazione linguistica e docenti di lingue.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
--
--
Il nuovo modello presume un profondo
cambiamento del modo di erogare i servizi
di formazione linguistica, perciò la sua
implementazione è soggetta al cambiamento nel
settore della formazione e alla sensibilizzazione
delle imprese sull’importanza di una diagnosi
precisa delle esigenze linguistiche. In tal senso,
si deve considerare un impegno a medio-lungo
termine da parte delle agenzie pubbliche che
promuovono un tale cambiamento.
Per sostenere il trasferimento del nuovo modello,
il programma fornisce un aiuto tramite il
cosiddetto Servizio LINGUA EMPRESA, il quale,
oltre ad effettuare il controllo amministrativo
degli strumenti, fornisce consulenza ai potenziali
utilizzatori su come sfruttare le applicazioni online.
Questo servizio si rivolge, quindi, ai fornitori di
formazione linguistica, ai docenti e ai formatori, ai
lavoratori coinvolti nel processo di apprendimento,
alle imprese e ai centri di formazione per
l’impiego.
http://www.lilama.org/uploads/documents/Lingua%20Empresa%20Programme%20-%20SPAIN.
pdf
88
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 31
TITOLO: Małopolska: Supporto Linguistico alle Imprese
PAESE D’ORIGINE: Polonia
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: MARR, Agenzia per lo Sviluppo RegionaleMałopolska
REFERENTE: Ewa Obara,MARR.E-mail: [email protected] (David Owen,
RLN-East)
SINTESI DEL PROGETTO:
La buona pratica ha come obiettivo la regione
meridionale polacca di Małopolska, dove l’Agenzia
di Sviluppo Regionale MARR ha implementato una
serie di iniziative per stimolare le esportazioni,
gli investimenti interni e la formazione linguistica
e culturale in risposta alla Strategia di Sviluppo
Economico Regionale. La regione ha anche
riconosciuto il ruolo importante dei cittadini polacchi
espatriati che così hanno maturato maggiori
esperienze lavorative e migliorato le proprie
competenze linguistiche, le prospettive lavorative
e i livelli di reddito. Questi cittadini, ritornando in
Małopolska sono riusciti ad offrire alle aziende locali
importanti competenze linguistiche. Con il rapido
incremento degli arrivi di turisti nella regione, uno
dei punti deboli ancora da affrontare era il basso
livello di competenze linguistiche, in particolare nelle
città più piccole e nelle comunità rurali e nel settore
dell’agriturismo. La formazione linguistica è stata
promossa attraverso delle organizzazioni di supporto
alle imprese, in particolare quelle legate all’agricoltura
e all’agriturismo.
In Małopolska non era stato implementato nulla del
genere in precedenza e l’enfasi data alle capacità
linguistiche e culturali è stata un’attività innovativa
in cui la regione si è impegnata. I materiali formativi
sono stati pianificati in forma di scene orientate alle
attività, dove un’azienda doveva concludere degli
accordi commerciali in inglese. I dialoghi erano
accompagnati da CD audio, registrati a velocità
normale e rallentata. La terza parte del materiale
prevedeva una sezione di vocabolario, diviso in due
parti: una generale ed una specifica per il settore
agroalimentare.
Gli studenti hanno sostenuto dei test prima di iniziare
la formazione per valutarne il livello in base al CEF L
e per inserirli quindi nel livello corretto. I responsabili
dei programmi hanno deciso di redigere un manuale
di inglese di sopravvivenza per lo studio autonomo
basato sulle attività con i seguenti contenuti: 1.
Brevi frasi tipiche dei contesti più frequenti nella
comunicazione commerciale, completi di traduzione
in polacco stampata sotto in carattere più chiaro; 2.
Un insieme di testi da completare per permettere al
personale commerciale di prepararsi per la tipologia
di conversazione a loro propri; 3. Un glossario
commerciale inglese-polacco.
Il partner principale nell’implementazione del supporto
linguistico è stata la stessa Agenzia, con l’aiuto di
una serie di organizzazioni locali e regionali. Tra
queste vi era la International House di Cracovia,
responsabile dello sviluppo del materiale formativo
e dell’organizzazione di workshop di lingua inglese.
Tra le altre organizzazioni vi erano l’Associazione di
Consulenza per le Aziende Agricole e l’Ufficio del
Lavoro di Małopolska, che nello stesso periodo gestiva
anche il programma MINEM.
IMPATTO:
•
L’obiettivo principale, ossia la sensibilizzazionedelle
PMI, è stato raggiunto tramite una serie di attività
di promozione, tra cui un sondaggio iniziale delle
esigenze dei datori di lavoro (con la partecipazione
di 95 PMI), seguito da una serie di laboratori per
le PMI da ottobre a dicembre 2006. I risultati
delle analisi linguistiche nelle aziende sono stati
distribuiti tramite 20 report agli Uffici del Lavoro
in tutta la regione. Nel periodo ottobre-novembre
2007 si è organizzata un’altra campagna di
89
•
promozione, mentre si effettuava l’iscrizione delle
PMI ai laboratori per la formazione linguistica. I
risultati del feedback sono stati raccolti nell’estate
del 2008: il 94% ha indicato il contenuto della
formazione come rilevante per le imprese, di
questi, il 70% ha confermato un miglioramento
notevole del vocabolario specifico per argomenti;
l’88% dei discenti ha ritenuto che la formazione
fosse stata erogata in maniera interessante o
molto interessante. Tra i più popolari vi erano
gli esercizi su misura, che tutti i discenti hanno
ritenuto utili. I materiali linguistici erano disponibili
sul sito della MARR (www.marr.pl), sotto
“formazione” (szkolenia), sezione ampiamente
consultata dagli imprenditori.
Inoltre,sono stati organizzati alcuni laboratori
di cultura inglese in collaborazione con le
controparti di sostegno alle aziende dal Regno
Unito, che hanno anche partecipato a scambi
reciproci. I gruppi target sono state le aziende e
i soggetti interessati locali della zona di Cracovia,
i consulenti delle aziende agricole e altre aziende
interessate. Tra i benefici ottenuti, i discenti
hanno citato: comprensione tramite il contesto
e non delle singole parole, apprezzamento
del’’importanza di cercare di comunicare anche
se non in maniera perfetta, e il superamento del
timore di utilizzare l’inglese.
Il progetto MINEM 2006-08, implementato
nello stesso periodo, ha sviluppato un DVD e
dei pacchetti informativi pre-arrivo in polacco
e in inglese (e altre 4 lingue europee) per i
lavoratori immigrati, le aziende dell’Inghilterra
orientale e le parti interessate di Małopolska
e dell’Inghilterra orientale. Con il progredire
del programma, un’ampia parte dei cittadini
polacchi iniziarono a tornare in Małopolska
per trovare lavoro, con migliori competenze in
inglese e un’esperienza commerciale all’estero.
Allo stesso tempo, nell’Inghilterra orientale, il
personale polacco di molte aziende ha continuato
a ricevere una formazione linguistica in inglese
attraverso i Learning&SkillsCouncils e i fondi
per le competenze di base dell’East of England
DevelopmentAgency.
•
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
---
--
Concentrarsi sulle esigenze di un settore o
sub-settore specifico, in questo caso il settore
agroalimentare e agrituristico
Costruire una rete forte di soggetti interessati,
come i gruppi di consulenza per l’agricoltura,
gruppi di datori di lavoro, gruppi di uffici del lavoro
e la mobilità ed istituzioni per la formazione
Collegarela formazione linguistica a specifici
vantaggi commerciali come il commercio
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
----
internazionale e la mobile economy.
Sviluppare materiali su misura che si prestino al
monitoraggio dei progressi
Creare registrazioni audio che possano essere
riprodotte a più velocità
Riconoscere l’importanza di lavorare con partner
stranieri per erogare formazione culturale
http://www.lilama.org/uploads/documents/Malopolska%20Language%20Support%20-%20
POLAND.pdf
90
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 32
TITOLO: METP, Programma di formazione e scambio per manager
PAESE D’ORIGINE: Cina
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Consiglio cinese per la Promozione del Commercio
Internazionale
REFERENTE: Prof. Fumin Wang.E-mail: [email protected] (David Owen,
RLN-East)
SINTESI DEL PROGETTO:
Il programma di formazione METP è stato operativo
dal 2006 al 2010 e si è trattato di un programma
congiunto Cina-UE per la formazione linguistica,
culturale ed esperienziale per manager di PMI e
ONG. Tale programma ha offerto alle aziende cinesi
sia abilità linguistiche a breve termine, attraverso
l’impiego di manager europei, sia competenze
linguistiche a più lungo termine tramite la formazione
del proprio personale, che è stato inviato in Europa
per la formazione linguistica. Il programma mirava
anche a migliorare la capacità dei manager UE ad
agire con fiducia nell’ambiente commerciale cinese,
migliorando le loro capacità di condurre affari in
cinese.
Il METP è stato implementato dal Consiglio cinese per
la Promozione del Commercio Internazionale (CCPIT)
in stretta collaborazione tra il Ministero del Commercio
da parte cinese e la Delegazione della Commissione
Europea in Cina da parte europea. L’importo totale
dei fondi per il programma nell’arco di cinque anni si
attesta sui 23 milioni di euro, per cui l’Unione Europea
ha contribuito con 17 milioni di euro.
I manager europei hanno seguito una formazione
nella lingua cinese e in cultura aziendale e hanno
maturato un’esperienza lavorativa in Cina, mentre i
manager cinesi hanno partecipato alla formazione
manageriale nelle scuole di formazione aziendale
europee e hanno poi maturato un’esperienza
lavorativa in un’azienda o in un’organizzazione
europea. In totale, ci si aspettava che cinque gruppi
di manager da entrambe le parti partecipassero al
programma, un gruppo all’anno. Lo sviluppo del
materiale per l’apprendimento doveva riflettere le
differenze delle pratiche lavorative e dell’ambiente
economico dei diversi paesi membri dell’Unione
Europea che partecipavano al programma.
Il contenuto della formazione per i manager cinesi
per il quinto gruppo ammesso (gruppo del 2010) era
il seguente: formazione interculturale, contabilità,
gestione marketing e commercio internazionale,
e finanza e investimenti nella lingua d’arrivo. Per
il blocco 5 si prevedeva l’inserimento lavorativo in
un’azienda o un’ONG europea. Il blocco 7 prevedeva
il secondo inserimento lavorativo in un’azienda e
un’ONG europea. I partecipanti hanno seguito una
formazione formale in 3 delle quattro istituzione
partner in Europa, a turno. Il contenuto della
formazione per i manager europei è stata la seguente:
formazione interculturale, formazione linguistica e
inserimento lavorativo di 3 mesi.
I criteri di ammissione al programma hanno escluso
numerosi manager di PMI, quindi ci si deve ricordare
che il METP è stato principalmente un programma
che ha aiutato i manager junior delle PMI/ONG, o
i consulenti privati che non erano legati a nessuna
azienda in particolare. Per essere ammesso, ogni
candidato doveva avere la nazionalità cinese o UE,
avere 26-45 anni d’età (26-40 per il personale UE),
avere un minimo di 5 anni di esperienza lavorativa
(inclusi 2 anni in ruolo manageriale), avere un
bagaglio universitario rilevante in materie aziendali,
economiche o tecniche legate al proprio settore
lavorativo (personale UE), un appoggio da parte
dell’azienda di provenienza sotto forma di piano
aziendale per la UE/Cina ed un contributo finanziario,
un precedente contatto con la UE/Cina, eccellenti
competenze linguistiche in inglese e competenze nulle
o di base in cinese (per il personale UE), ed essere
dipendente di un’azienda/ONG UE/cinese all’epoca
del programma. La conoscenza di una seconda lingua
europea era considerato un elemento positivo. Benché
il livello 6 dello IELTS di inglese fosse il riferimento
per lo studio della parte britannica del METP, l’esame
per la lingua inglese è stata effettuata da personale
della MMU (Manchester MetropolitanUniversity)e da
personale locale del progetto a Pechino prima della
91
IMPATTO:
•
Il programma fornisce supporto per lo scambio e
la formazione a 450 manager cinesi ed europei
(in base al sito internet), ridotti poi a 200 nella
pratica. Per aiutare i partecipanti a capire meglio
la Cina moderna, il METP offre anche visite
culturali ed aziendali in tutto il paese, oltre al
parco industriale e tecnologico di prima scelta
di Pechino. L’obiettivo dei manager cinesi che
partecipano al programma METP era quello di
migliorare il loro inglese commerciale (o francese
o italiano) e non di acquisire delle competenze
linguistiche di basso livello. Hanno acquisito il
vocabolario e la fiducia per operare ad un livello
più elevato in inglese. Al contrario, i manager UE
hanno acquisito delle competenze linguistiche
che vanno da un livello principianti ad un bassointermedio.
•
Un totale di 200 candidati di PMI partecipavano al
programma al momento della stesura del presente
(2010), la maggior parte dei quali provenienti
dalla Cina. Nel quadro del METP4, i partecipanti
europei si sono recati a Pechino nel febbraio
2010 per uno scambio di informazioni sui propri
luoghi di lavoro. Il programma METP ha offerto
un aiuto finanziario per tre mesi di inserimento
lavorativo come parte integrante di ogni gruppo
in formazione. Tali inserimenti lavorativi hanno
permesso ai partecipanti di mettere alla prova le
loro competenze linguistiche appena acquisite in
un ambiente di lavoro cinese e di approfondire
ulteriormente le loro conoscenze della cultura e
della pratica aziendale cinese. Il laboratorio agli
inizi di febbraio ha riunito tutti a Pechino più o
meno a metà degli inserimenti lavorativi, per
poter discutere delle esperienze, dei successi, dei
problemi e delle strategie.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
---
--
Riconsiderare i limiti d’età troppo restrittivi, e
concentrarsi maggiormente sulle abilità e sul
potenziale commerciale e linguistico dei candidati.
Ristrutturare il programma in modo che
possa adeguarsi maggiormente all’ambiente
commerciale europeo delle PMI rispetto alla
temporanea sospensione dal lavoro di personale
importante.
Un’eccellente combinazione di apprendimento in
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
--
loco e inserimento all’estero in un ambiente in cui
lavorare e studiare.
Riconsiderare il rapporto costo-benefici del
progetto e l’effettivo costo della mobilità e della
formazione, in quanto si devono stanziare ingenti
somme di fondi pubblici per poter erogare il
programma.
http://www.lilama.org/uploads/documents/EU-China%20Managers%20Exchange%20and%20
Training%20Programme%20-%20EU-China.pdf
92
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 33
TITOLO: MELIA: Modello di Valutazione Linguistica Informatizzata Adattabile
PAESE D’ORIGINE: Francia
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: Catice Bordeaux
REFERENTE: Anne-Marie Barrault-Méthy. Université Montesquieu-Bordeaux IV.E-mail:
[email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
Melia è l’acronimo di Modèle d’ÉvaluationLinguisti
queInformatiséeAdaptable (Modello di Valutazione
Linguistica Informatizzata Adattabile). Vi si può
accedere tramite http://priam.ac-bordeaux.fr/melia.
Le istituzioni partner hanno un numero mentre
i discenti e i formatori hanno una login ed una
password. Una volta entrati, hanno accesso ai propri
dati. Il server è quello della divisione per la regione
Aquitaine del Ministero per l’Istruzione francese. Melia
si basa sul Quadro comune europeo di riferimento
per le lingue. Si costruisce sul Portfolio Europeo delle
Lingue. E come tale, riflette chiaramente l’attuale
politica UE e regionale sul multilinguismo.
L’obiettivo di Melia è di aiutare i discenti a tenere
traccia dei propri progressi e delineare una relazione
diretta tra gli obiettivi, che sono spesso impliciti, il loro
apprendimento e le competenze. I livelli dei discenti in
tutte le competenze sono visualizzati insieme ad una
lista di competenze parziali che restano da convalidare
per completare la loro competenza e raggiungere
quella successiva. Si possono poi scegliere altre
voci e richiedere al proprio tutor di confermare
il raggiungimento della competenza parziale in
questione. I tutor decidono quindi se accettare o
rifiutare la richiesta, con o senza giustificazione.
Melia comprende incentivi per stimolare e sostenere
la motivazione del discente all’apprendimento della
lingua e al suo utilizzo offrendo loro uno strumento
perché i tutor convalidino i progressi e le competenze
parziali appena acquisite. Una volta ottenuta la
convalida, la si può presentare ai datori di lavoro,
ad esempio in un passaporto linguistico Europass.
In tal modo, si mette in atto la strategia UE per
l’occupabilità e i benefici interculturali.
Melia è stato applicato a tutte le lingue e alla
lingua delle comunità di migranti. L’interfaccia è in
francese, ma le voci possono essere utilizzate per
l’apprendimento di qualsiasi lingua. Uno sviluppo
interattivo della parte degli Allegati al Portfolio
Europeo delle Lingue, offre la possibilità di creare una
rete e/o di avere una mobilità a livello internazionale.
Il concetto alla base di Melia può essere implementato
rapidamente e con successo. L’unico adattamento
necessario riguarda la riformulazione delle voci
affinché siano adatte al contesto di apprendimento
(lingua di insegnamento e lingua d’arrivo). Le
competenze parziali hanno bisogno di essere adattate
ad esempio alla lingua di un ambiente professionale
prestabilito.
IMPATTO:
•
•
•
•
Progettare un modello per permettere al docente/
formatore di facilitare l’approccio per attività del
CEFRL.
Stimolare i docenti e i formatori a prestare
maggior attenzione al lavoro del Consiglio
d’Europa nel quadro del CEFRL.
Incoraggiare l’uso del Portfolio Europeo delle
Lingue.
Progettare un modello per permettere al docente/
formatore di facilitare l’approccio per attività
•
•
del CEFRL. Non vuole sostituirsi al metodo di
insegnamento già in uso, ma andrà a combinarsi
o ad aggiungersi a quello che i docenti già
utilizzano.
Sviluppare un modello basato su internet facile da
usare ed accattivante.
I dati generati sono disponibili per essere utilizzati
93
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
L’unico adattamento necessario riguarda la
riformulazione delle voci affinché siano adatte al
contesto di apprendimento (lingua di insegnamento
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
e lingua d’arrivo). Le competenze parziali hanno
bisogno di essere adattate ad esempio alla lingua di
un ambiente professionale prestabilito.
http://www.lilama.org/uploads/documents/Melia%20-%20France.pdf
94
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 34
TITOLO: Corso multilingue per la polizia di prossimità: il carabiniere di quartiere
PAESE D’ORIGINE: Italia
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: Istituto Universitario per Interpreti e Traduttori di Trento
(I.S.I.T.)
REFERENTE: Prof. Loredana Bettonte. I.S.I.T. E-mail: [email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
Il progetto, creato e gestito dall’I.S.I.T., in
collaborazione con il Comando dei Carabinieri di
Trento, è stato co-finanziato da Fondo Sociale
Europeo, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
e Provincia Autonoma di Trento.
Il corso è stato progettato espressamente per
personale selezionato dall’Arma dei Carabinieri
di Trento, membri del servizio dei Carabinieri di
Quartiere. Si è articolato in 80 ore di lezione frontale
per tutti i partecipanti. Sono state offerte altre lezioni
individuali a titolo volontaristico ai quei partecipanti
che incontravano maggiori difficoltà nel processo di
apprendimento, e secondo necessità.
I Carabinieri hanno studiato le lingue inglese e
tedesca, oltre alla lingua e alla cultura araba, per:
1. risvegliare un approccio relazionale corretto per
quanto riguarda lerelazioni extra-locali;
2. da utilizzare per approcciare positivamente i
problemi;
3. diventare una parte attiva e consapevole del
processo interlinguistico e del cambiamento
della società in termini di multilinguismo e
multiculturalismo;
4. essere in grado di gestire diverse situazioni di
pericolo;
5. organizzare una lista di frasi, termini, espressioni
utilizzati per svolgere il ruolo di Carabiniere di
Quartiere, in situazioni in cui l’inglese o il tedesco
sono la lingua di riferimento;
6. avere maggior familiarità nel gestire le relazioni
con persone provenienti dall’area arabo-islamica.
In particolare, il corso mirava a fornire ai partecipanti
un elenco di frasi, termini ed espressioni utili
per svolgere il ruolo di Carabiniere di Quartiere
(Vademecum turistico) ed ottenere una competenza
linguistica d base che comprendesse la conoscenza
delle strutture grammaticali principali, necessarie per
iniziare qualsiasi tipo di comunicazione (SOS Lingue).
Il Vademecum Turistico è stato creato per permettere
un miglioramento indipendente delle conoscenze e per
aver a disposizione materiale didattico che durasse
a lungo. Un glossario simile separato è stato creato
per la lingua araba, oltre ad esercizi per il laboratorio
informatico.
Di conseguenza, oltre alle competenze linguistiche,
sono state offerte ai partecipanti anche capacità
trasversali ed informatiche.
Il corso mirava a promuovere il significato della
convivenza tra culture diverse, sfruttando le differenze
culturali come arricchimento della costruzione di un
obiettivo comune, imparando quanti e quali sono i
paesi arabi, l’influenza della religione sulla vita civile,
la famiglia e le abitudini.
IMPATTO:
•
•
Dati riassuntivi o indicatori di impatto non
disponibili.
Nel 2005, il progetto ha ricevuto il Label Europeo
delle Lingue, riconoscimento assegnato ai
progetti più innovativi realizzati nell’ambito della
formazione linguistica e nel settore professionale.
95
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Il progetto, combinando multiculturalismo e
multilinguismo, risulta altamente innovativo. Grazie ai
metodi di insegnamento e agli strumenti utilizzati, il
progetto risulta anche altamente trasferibile, benché
il corso debba essere adattato al contesto nazionale/
regionale/locale.
Poiché la “polizia locale è ovunque” e la trasferibilità
del Corso non dipende dal contesto politico, il progetto
può essere facilmente trasferito all’interno dell’Unione
Europea. Inoltre, richiede il supporto del comando
della polizia a livello nazionale/regionale/locale. Ma
uno dei requisiti più importanti per la trasferibilità
di questo corso nel territorio interessato si trova
nell’individuazione di un centro di formazione pronto
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
a realizzare il progetto tramite un team di docenti
molto coeso. Il rischio, altrimenti, è di creare una
formazione incompleta e ripetitiva. Grazie ai suoi
aspetti multilingue e multiculturali, il progetto può
essere trasferito anche al di fuori dell’Unione Europea,
in quei paesi/territori in cui esista un crogiolo di lingue
e culture diverse.
http://www.lilama.org/uploads/documents/Multilingual%20Course%20Carabiniere%20-%20
ITALY.pdf
96
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 35
TITOLO: Occupational Language Analysis (OLA)
PAESE D’ORIGINE: Canada
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Governo Federale del Canada
REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@
cfnavarra.es
SINTESI DEL PROGETTO:
Le OccupationalLanguageAnalysis (OLA) costituiscono
uno strumento progettato dal Governo Federale del
Canada per creare un collegamento tra 3 diverse
qualifiche nazionali per facilitare la pianificazione, la
valutazione e il riconoscimento dell’acquisizione delle
competenze in inglese e in francese da un punto di
vista professionale. Le tre qualifiche nazionali sono:
-- Canadian Language Benchmark (CLB), che
descrive la padronanza di una seconda lingua e
la capacità di comunicare sul posto di lavoro e
all’interno della comunità.
-- EssentialSkillsProfiles (ESP) per il lavoro,
sviluppato dal Dipartimento delle Risorse Umane
e dello Sviluppo delle Competenze del Governo
Federale del Canada.
-- National OccupationalStandards (NOS) per
l’occupazione stimata.
La OLA definisce, quindi, i requisiti standard in inglese
e francese per un lavoro basato su attività individuate
in uno ESP specifico. Un’OLA definisce i livelli CLBNCLC necessari per svolgere delle attività legate a
lavori specifici come definiti nei NOS e negli ESPs.
Ogni OLA è sviluppata seguendo una metodologia
prestabilita sviluppata dal CLB in collaborazione con il
Canadian TourismHumanResourceCouncil.
Ad oggi esistono 14 OLA disponibili per professioni
nel settore del turismo e altre 20 OLA sono in fase di
sviluppo per le attività legate al commercio. Queste
OLA sono legate ai “Red Seals” Trades e sono in fase
di sviluppo, come quelle per Tecnici Manutentori
del settore Automotive, Parrucchieri e Operatori di
macchine utensili.
Il contenuto delle OLA è il seguente:
-----
---
Definizione della professione.
Informazioni Occupazionali Supplementari.
Presentazione e linee guida per l’utilizzo delle OLA.
Grafico per confrontare le valutazioni delle
competenze essenziali tipiche e quelle più
complesse (parlare, ascoltare, scrivere,
leggere) per le OLA, basati sugli ESP, rispetto
alle valutazioni corrispondenti dei CLB, come
suggerito dai Canadian LanguageBenchmarks
e dall’EssentialSkills Comparative Framework
(Quadro Comparativo delle Competenze
Essenziali).
Indicatori comuni di prestazione per le OLA in
termini di competenze linguistiche.
Descrizioni delle attività (legate ai NOS)
riguardanti le competenze ESP e CLB.
Le caratteristiche principali delle OLA sono:
-- Rispondere all’elevata richiesta di acquisizione
di competenze in inglese e francese da parte di
immigrati e nuovi arrivati e realizzare la politica
per il bilinguismo dello stato.
-- Concentrarsi su una descrizione generica di una
categoria occupazionale ampia che richiede
un’elevata mobilità tra i diversi territori del
Canada.
-- Essere promosse da un’istituzione non
profit pubblica (Centrefor Canadian
LanguageBenchmarks) ma strettamente legate
al coinvolgimento dei datori di lavoro delle
occupazioni stimate. Lo sviluppo delle OLA è
estremamente influenzato dal settore o dai
sindacati.
-- Si basano su una metodologia gratuita disponibile
97
e trasferibile dal settore del turismo, dove sono
nate, ad altri settori e professioni, e sono dotate
di materiale didattico.
-- Sono strumenti rivolti a tutte le parti coinvolte
nel processo di formazione linguistica: lavoratori,
operatori linguistici, datori di lavoro, responsabili
delle risorse umane...
-- Le OLA sono direttamente collegate ai National
OccupationalStandards.
Benché l’uso delle OLA non sia diffuso a causa della
mancanza di incentivi obbligatori o volontari, gli
operatori linguistici che utilizzano questo strumento
offrono i seguenti vantaggi:
-- I lavoratori sono motivati in quanto sanno che la
formazione è direttamente legata alle esigenze
--
--
definite dalla professione stessa.
I datori di lavoro riconoscono che le competenze
e le capacità incluse nelle OLA riflettono le
loro esigenze attuali e questo li convince della
necessità di investire nella formazione linguistica.
Le OLA permettono sia ai lavoratori che ai datori
di lavoro di ottenere una chiara prospettiva
sull’evoluzione dell’acquisizione delle competenze
e del restante percorso formativo.
IMPATTO:
•
•
•
Più del 70% dell’attuale crescita della forza lavoro
canadese è dovuta all’immigrazione.
Promuove una conoscenza più ampia e l’utilizzo di
entrambe le lingue ufficiali del Canada.
Assicura l’erogazione delle competenze e delle
•
qualifiche necessarie per il mondo del lavoro.
Lo sviluppo delle OLA è influenzato dalle
associazioni di settore.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
È comprovato il trasferimento dal settore del turismo
a quello del Red Seal Programme che fornisce una
più ampia mobilità di lavoratori qualificati attraverso
il Canada. Vi è anche un potenziale trasferimento
dell’iniziativa nel settore dell’utilizzo delle lingue
straniere negli standard occupazionali. Per questo
scopo, le OLA potrebbero essere utili come esempio
innovativo di come collegare diversi standard di
qualifiche nazionali e quelli per le lingue straniere già
in essere, per esempio attraverso l’utilizzo del Quadro
Comune Europeo di Riferimento per le Lingue.
Per trasferire questa iniziativa, si devono seguire
alcune fasi:
-- Creare un team di talento, formato e
multidisciplinare per lo sviluppo di specifiche OLA
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
---
--
occupazionali.
Confrontare le OLA con le competenze identificate
per il settore e farle testare ai operatori linguistici.
Costruire le OLA sugli Standard Occupazionali
esistenti: più dettagliati saranno gli standard per
quanto riguarda le competenze comunicative
necessarie, più facile sarà sviluppare un’OLA utile.
Le OLA devono includere le competenze
linguistiche e le attività in maniera semplice su
documenti semplici.
http://www.lilama.org/uploads/documents/OLAs%20-%20Canada.pdf
98
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 36
TITOLO: Ohio Roadmap
PAESE D’ORIGINE: USA
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Dipartimento per l’Istruzione dell’Ohio
REFERENTE: Debbie Robinson.E-mail: [email protected] (David Owen,
RLN-East)
SINTESI DEL PROGETTO:
La Ohio LanguageRoadmap per il 21° secolo è stata
pubblicata nel 2007 per rispondere al crescente
riconoscimento dell’importanza ricoperta dalle lingue e
dalla cultura per la sicurezza nazionale e il commercio
internazionale. Con questa strategia si aspira a far
sì che ogni cittadino possa raggiungere un livello di
padronanza funzionale in almeno un’altra lingua oltre
all’inglese e competenze linguistiche più avanzate
legate agli specifici settori professionali per un sempre
più elevato numero di abitanti dell’Ohio.
La Roadmap ha avuto sia il supporto che il
coinvolgimento diretto della comunità imprenditoriale
dell’Ohio, rappresentata soprattutto delle crescenti
PMI. Si è giunti alla conclusione che la maggior
capacità nelle lingue straniere è stata l’elemento
chiave per la crescita degli scambi commerciali e per
una miglior comprensione delle comunità di lingua
straniera residente in Ohio. Le lingue interessate
sono state il cinese, lo spagnolo, l’arabo, il francese,
il tedesco, il russo e il giapponese. La strategia mira
a fornire un percorso di apprendimento permanente
dalla scuola elementare all’occupazione e ad evitare
la pratica di formazioni ripetute mentre si passa da un
livello di istruzione al successivo (ad es. dalle scuole
primarie alle scuole secondarie di primo grado)
L’approccio scelto dallo Stato dell’Ohio è quello di
raggiungere un livello di padronanza,necessario per
stabilire delle comunicazioni efficaci in un’altra lingua,
che preveda una formazione in tale lingua superiore
al livello richiesto dall’utilizzo in ambiente scolastico.
La disponibilità nel medio-lungo termine di un gruppo
di persone capaci di parlare una lingua straniera
provenienti dal sistema dell’istruzione principale
alleggeriranno il bisogno delle aziende di impegnarsi
in formazione linguistica continua per i principali
mercati target. Gli sforzi profusi puntano ad assicurare
che le lingue insegnate riflettano le esigenze dei
datori di lavoro. Una seconda caratteristica della
strategia è che la fonte principale di finanziamento è il
Dipartimento della Difesa e la NSA (National Security
Agency) Le lingue coinvolte sono perciò quelle
richieste dalle esigenze della sicurezza nazionale. Lo
Stato dell’Ohio ha valutato questa situazione rispetto
all’insegnamento delle lingue tradizionali e ha quindi
optato per una combinazione delle due.
Le competenze sono misurate attraverso le scale ILR
(InteragencyLanguageRoundtable) e ACTFL (American
Council on the TeachingofForeignLanguages), che
sono state combinate con la scala CEFRL. Stimola a
migliorare le competenze delle comunità etniche, che
sono definite come quelle comunità residenti che non
hanno l’inglese come prima lingua.
Le raccomandazioni sono: (1) fornire accesso al
percorso di apprendimento permanentedalla scuola
per l’infanzia fino ai 16 anni per costruire sin dalla
giovane età delle capacità nelle lingue, (2) mantenere
una capacità nelle lingue comunemente insegnate
mentre ci si crea un’altra capacità nelle lingue che
ricoprono un’importanza economica e strategica,
(3) collegarsi a programmi con un curriculum
verificabile, (4) utilizzare diversi mezzi per erogare una
formazione linguistica, (5) garantire crediti basati sulla
competenza, (6) aumentare il numero e sviluppare le
capacità dei formatori linguistici.
Le azioni sono: (1) creare un Centro Servizi per
le Lingue e la Cultura, (2) creare un Partnering
Linguistico per la Vita, (3) sviluppare le sequenze di
studio ampliate, (4) formare, abilitare ed assumere più
docenti, (5) creare degli strumenti per la valutazione
basati sulle prestazioni.
99
IMPATTO:
•
•
•
L’impatto della roadmap si misura in base ai
risultati delle competenze (numero dei discenti
a livelli di competenza prestabiliti) e i percorsi
verso l’occupazione. Un sondaggio tra i cittadini
dell’Ohio ha rilevato che l’84% degli intervistati
ritiene che la capacità di parlare in un’altra
lingua renderebbe le persone più assumibili.
Le aziende dell’Ohio riconoscono che i mercati
stranieri costituiscono le migliori opportunità di
crescita, in quanto la maggior parte della crescita
mondiale si sta realizzando all’esterno degli Stati
Uniti. Si riconosce inoltre che non è più realistico
attendersi che chi si trova fuori dagli USA parli
inglese ed ricevere merci e servizi sviluppati per i
gusti statunitensi.
Più di 60 leader di aziende, governo e
dell’istruzione si sono incontrati a Columbus il 28
giugno 2007 per delineare le esigenze dello stato
in termini di lingue straniere. La maggioranza
delle aziende che appoggia la strategia sono
PMI in crescita. Hanno partecipato ai 2 Team per
la Progettazione della Roadmap, uno di questi
si è focalizzato sulle questioni interne, mentre
l’atro si è occupato di quelle esterne; entrambi
hanno collaborato direttamente allo sviluppo e
all’implementazione della strategia.
Una campagna di pubbliche relazioni ha
•
affrontato questioni riguardanti la promozione
dell’apprendimento delle lingue fin dai primi anni
di istruzione, il mantenimento delle lingue delle
comunità etniche, l’importanza delle lingue per
l’economia e l’assunzione di professionisti da
impiegare nell’insegnamento.
Attraverso il programma STARTALK, gli studenti
delle scuole secondarie di primo e secondo
grado hanno acquisito le competenze di base
in lingue cruciali (come il cinese, lo spagnolo
e l’arabo) durante l’estate. Il programma ha
anche fornito supporto tecnico e formazione ai
docenti. La sezione dell’Ohio del programma
Flagship ha sviluppato dei profili online per quegli
studenti che si stavano per diplomare in modo
da far incontrare le esigenze delle imprese e le
competenze disponibili in maniera appropriata
e rapida. I datori di lavoro hanno accesso
all’AdvancedLanguageReference Portfolio System
(ALRPS) che contiene i profili degli studenti.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
------
Cercare di collegare sicurezza nazionale e interessi
imprenditoriali nazionali.
Individuare una serie di gruppi, tra cui aziende,
istituti di istruzione secondaria e universitaria e
comunità etniche.
Ridurre il rischio finanziario attingendo da diverse
fonti di finanziamento, private, federali e statali.
Includere profili online e documentazione sulle
performance dei discenti.
Includere un periodo di formazione nel mercato
target utilizzando una tecnica a “panino”, ossia
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
---
un periodo negli Stati Uniti seguito da un periodo
all’estero, seguito di nuovo da un altro periodo
negli Stati Uniti.
Alternare l’apprendimento in ambiente didattico
con quello in ambiente lavorativo.
Creare dei collegamenti con risorse e programmi
nazionali.
http://www.lilama.org/uploads/documents/Ohio%20Roadmap%20-%20US.pdf
100
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 37
TITOLO: Prof-ELP: Portfolio Europeo delle Lingue a fini professionali
PAESE D’ORIGINE: Europa
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Organizzazioni pubbliche e private di Spagna, Svezia,
Regno Unito, Polonia e Grecia.
REFERENTE: Lola Urrutia.Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@
cfnavarra.es
SINTESI DEL PROGETTO:
Il modello Prof-ELP ha chiaramente due obiettivi:
innanzitutto il miglioramento delle competenze
linguistiche per l’occupabilità e, poi, il supporto
alla mobilità della manodopera. Si tratta di un
documento trasparente e facilmente accessibile con
un’applicazione europea chiara per offrire informazioni
sulle competenze e le capacità linguistiche legate
alle situazioni lavorative a prescindere dai metodi di
acquisizione (formali o informali).
Il Prof-ELP cerca di rispondere alle esigenze dei
lavoratori (o futuri lavoratori) che desiderino
migliorare le proprie competenze in altre lingue, e
quindi la loro occupabilità. Il Prof-ELP va oltre la
portata di altri ELP, nel senso che è stato progettato
per adattarsi facilmente al mondo del lavoro, così che
gli utenti possano trarne il massimo beneficio.
Diversi aspetti del modello Prof-ELP costituiscono
dei punti forti e degli incentiviper accrescere la
motivazione degli utenti:
-- Benefici occupazionali in applicazione del
Passaporto Linguistico e dell’Europass.
-- Rafforzamento motivazionale attraverso lo
sviluppo dell’autonomia nello stabilire gli obiettivi
linguistici e nel comprendere le competenze
linguistiche ed il processo di apprendimento.
-- Auto-valutazione affidabile rispetto ai descrittori
rilevanti per fini occupazionali e lavorativi.
-- Miglior comprensione interculturale, soprattutto
nel caso di gruppi o ambienti multiculturali.
-- Supporto alla mobilità della manodopera.
-- Il Prof-ELP che ne risulta è uno strumento online
facile da usare, accessibile da 3 tipi di utente,
cosa che rappresentauna delle innovazioni
principali dello strumento stesso, in quanto si
trasforma in uno strumento che si rivolge ai tre
soggetti principali dell’insegnamento linguistico
tramite un processo con fini professionali:
----
Utenti (lavoratori o futuri lavoratori) che sono
i proprietari dell’ELP e che completano e
aggiornano i 3 file.
Datori di lavoro, autorizzati dall’utente ad
accedere al Passaporto dell’utente stesso.
Docenti di lingue, autorizzati dall’utente ad
accedere al Dossier e alla Biografia dell’utente
stesso.
-Il Prof ELP, come ogni modello ELP, è legato al
Quadro Comune Europeo di Riferimento per le
Lingue (CEF). Di conseguenza, il Prof-ELP si basa
su descrittori specifici legati all’ambiente lavorativo,
secondo le raccomandazioni del Consiglio d’Europa.
Di conseguenza, il Prof-ELP risponde a tutti i requisiti
necessari per la validazione da parte del Consiglio
d’Europa.
Anche se non c’è un legame diretto tra CEF e
EQF, l’approccio per azioni applicato nel CEF e la
presentazione per attività delle descrizioni delle
competenze linguistiche si lega al quadro delle
qualifiche e al tipo specifico delle attività nelle
situazioni lavorative.
Il Dossier e il Passaporto Linguistico offrono la
possibilità di includere e sintetizzare le qualifiche,
i titoli di studio e i certificati ottenuti dall’utente.
Si tratta anche di un’opportunità di collegare le
competenze linguistiche al quadro delle qualifiche.
Inoltre, si possono presentare ed includere in formato
cartaceo, elettronico o digitale tracce ed esempi di
applicazione delle competenze linguistiche. Il Prof ELP
ha anche un chiaro collegamento all’Europass e al
relativo Passaporto Linguistico, che è parte integrante
dell’insieme di documenti a supporto della formazione
professionale e della mobilità all’interno dell’Europa.
101
IMPATTO:
•
•
Strumento testato in 5 paesi con diversi soggetti
interessati.
Si tratta di uno strumento digitale (online), con
un design invitante, facile da usare, chiaro e
•
facilmente aggiornabile.
Strumento disponibile in inglese, spagnolo, greco
e polacco.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Il processo di validazione dei Portfolio Europei
delle Lingue ha dimostrato che lo strumento è
prontamente adattabile alle diverse priorità nell’area
dell’apprendimento delle lingue, evidenziando aspetti
specifici dell’apprendimento stesso e implementato
con profitto per raggiungere obiettivi e traguardi
prestabiliti. Il numero di modelli ELP convalidati
testimonia il suo potenziale di trasferimento.
Per quanto riguarda il legame del Prof-ELP con il
contesto politico, si può considerare uno strumento
che si inserisce all’interno del contesto delle priorità
educative nazionali. Mentre le priorità tematiche
possono variare naturalmente da paese a paese,
alcune di esse permangono: la necessità di aiutare il
sistema educativo a meglio rispondere alle esigenze
del mercato del lavoro, il bisogno di permettere agli
studenti di migliorare le proprie performance e il
desiderio di promuoverne la partecipazione a tutti i
livelli.
Il concetto ELP ha già funzionato in diversi contesti
culturali e nazionali e ha dimostrato la propria
flessibilità nell’affrontare specifiche priorità comuni alla
situazione europea legata all’istruzione, alle qualifiche
lavorative e soprattutto alla mobilità.
Le seguenti caratteristiche e strategie del Prof-ELP
assicurano il trasferimento e l’implementazione del
concetto ELP in vari contesti politici, educativi e
occupazionali:
-- Flessibilità nell’uso.
-- Semplici meccanismi di aggiornamento e la
possibilità di modificare le informazioni in qualsiasi
momento.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
-----------
Esemplificazione di dichiarazioni di abilità in
modo che gli studenti possano contestualizzare le
proprie capacità.
Collegamenti ad informazioni importanti, ad
esempio per attività di apprendimento, qualifiche,
ecc.
Un’interfaccia chiara ed assistenza per gli studenti,
i docenti e i datori di lavoro.
Coerenza tra sezioni ed un chiaro “percorso di
apprendimento”.
Aspetto invitante.
Un approccio realistico alla capacità e alla
motivazione degli studenti per una riflessione di
ampia portata e prettamente libera.
La possibilità di stampare copie professionali di
parti importanti (soprattutto il Passaporto) sarà
ancora necessaria in certi contesti.
Supporto agli utenti nell’identificare diverse
tecniche di apprendimento linguistico.
La possibilità per l’utente che vive o lavora in un
ambiente multiculturale di documentare le proprie
competenze/esperienze
La possibilità di documentare dei successi parziali
o delle dichiarazioni di abilità con l’opzione “Io
sono in grado di fare questo con un aiuto”.
http://www.lilama.org/uploads/documents/Prof-ELP%20-%20Europe.pdf
102
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 38
TITOLO: PDP Programma di Sviluppo Professionale per il settore della formazione nelle
lingue straniere
PAESE D’ORIGINE: Spagna
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Servicio Navarro de Empleo
REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@
cfnavarra.es
SINTESI DEL PROGETTO:
Il Programma di Sviluppo Professionale (PDP
- Professional DevelopmentProgramme) per
professionisti attivi nel settore della formazione nelle
lingue straniere, fa parte del programma LINGUA
EMPRESA, diretto dal Servizio per l’Impiego della
Navarra, e il suo obiettivo è quello di aiutare il
miglioramento delle competenze dei docenti di lingue
straniere che tengono dei corsi nelle imprese o per
scopi professionali.
Il programma nasce dalle conclusioni tratte dalla
Valutazione delle Esigenze Formative all’interno di
questo settore in Navarra, condotta nel 2009 dal
Servizio per l’Impiego della Navarra, che ha mostrato
un settore con le seguenti caratteristiche:
-- Bassi livelli di specializzazione dei servizi linguistici
offerti alle imprese.
-- Profili multitasking dei docenti di lingue, che
svolgono diverse funzioni simultaneamente
(gestione, coordinamento, insegnamento e
amministrazione).
-- Bassi livelli di ammodernamento e innovazione,
incluso l’uso delle ICT.
-- Ampio spazio per il miglioramento degli standard
di professionalizzazione, in quanto non è
disponibile alcuna formazione specifica su misura
per le loro esigenze.
-- Interesse rilevante e motivazione, insoddisfatta
dall’attuale offerta, da parte dei docenti di
lingue nella possibilità di partecipare a corsi di
formazione.
La Valutazione delle Esigenze Formative includeva
lo sviluppo di un’indagine di 92 docenti di lingue
nella regione della Navarra, che ha portato
all’individuazione di 6 aree prioritarie per la
formazione:
-- Didattica delle lingue.
-- Utilizzo delle lingue straniere al lavoro.
-- Uso delle ICT per imparare.
-- Gestione della formazione.
-- Competenza e conoscenza della lingua da
insegnare.
-- Competenza e conoscenza dello spagnolo.
In seguito all’individuazione di tali priorità, il Servizio
per l’Impiego della Navarra decise di progettare e
realizzare il primissimo programma di formazione della
Spagna, promosso dal Ministero per l’Occupazione,
indirizzato in maniera specifica a questo gruppo
target, il cosiddettoPrograma de DesarrolloProfesional
– Programma di Sviluppo Professionale (PDP).
L’obiettivo principale del PDP era quello di formare
i docenti di lingue ai concetti e agli strumenti forniti
dal metodo LINGUA EMPRESA, per organizzare e
programmare in seguito la didattica delle lingue
con scopi professionali basandosi sulle Competenze
Linguistiche Professionali – i concetti PLC (vedi la
Buona Pratica ‘Metodo IDECOLI’). Inoltre, come
iniziativa formativa per questo gruppo target, il PDP
mira anche a :
-- Promuovere le qualitiche professionali dei
formatori linguistici.
-- Sensibilizzare i fornitori linguistici sulla necessità di
una specializzazione professionale dei loro stessi
formatori.
-- Promuovere lo sviluppo e l’inclusione di prodotti
e servizi innovativi per un’offerta di formazione
linguistica che risulti quindi in maggiori livelli di
competitività.
103
Il PDP si configura come un programma di formazione
modulare basato sulle priorità formative individuate
dallo studio precedente. Sono stati progettati ed
erogati un totale di 7 moduli formativi di diversa
durata, combinando un approccio didattico misto
(20% formazione in aula e 80% online):
-- Modulo 1 (30 ore di lezione): ‘Metodo LINGUA
EMPRESA – Formazione Linguistica per Scopi
professionali’.
-- Modulo 2 (18 ore di lezione): ‘Selezione e
creazione di contenuti per la didattica delle lingue
basati sul concetto delle Competenze Linguistiche
Professionali (PLC)’.
-- Modulo 3 (18 ore di lezione): ‘Gestione della
formazione linguistica con scopi professionali’.
-- Modulo 4 (27 ore di lezione): ‘Gestione e
creazione di contenuti per lezioni virtuali in
Practica Lingua’.
-- Modulo 5 (17 ore di lezione): ‘Amministrazione
e gestione di un campus online in Practica Lingua’.
-- Modulo 6 (15 ore di lezione): ‘European
Language Portfolios – Portfolio Europeo delle
Lingue’
-- Modulo 7 (10 ore di lezione): ‘Interculturalità’
Il team LINGUA EMPRESA ha sviluppato dal nulla
tutti i moduli e i contenuti formativi, combinando un
approccio teorico con uno pratico, concentrandosi
sull’utilizzo degli strumenti di LINGUA EMPRESA:
Gestor FORLINGUE per individuare le esigenze
linguistiche, progettare una strategia linguistica per
le imprese, progettare itinerari e obiettivi formativi,
MELISSA per progettare programmi formativi
ed accedere al materiale didattico collegato alle
Competenze Linguistiche Professionali, e PRACTICA
LINGUA per la formazione online degli studenti. I
moduli formativi sono stati erogati del personale del
programma stesso e da docenti di lingue esterni ed
indipendenti che lavorano strenuamente e credono
profondamente in questo programma.
Il PDP si rivolge ai docenti di lingue di qualsiasi
lingua straniera che siano coinvolti in processi di
insegnamento-apprendimento in imprese appartenenti
a qualsiasi settore e, dato che è sponsorizzato dalla
pubblica amministrazione, è completamente gratuito
per i partecipanti, che possono decidere a quale
modulo iscriversi.
Il PDP è in via di implementazione dal 2010 attraverso
l’erogazione di diverse edizioni dei primi tre moduli
formativi, quelli più importanti, che hanno visto la
partecipazione di 62 docenti di lingue della regione
della Navarra. Entro la fine del processo formativo,
i docenti di lingue dovrebbero essere in grado di
progettare, pianificare, insegnare e valutare i processi
di formazione linguistica attuati nelle imprese,
seguendo il metodo LINGUA EMPRESA. Il Servizio per
l’Impiego della Navarra prevede già altre edizioni del
PDP.
IMPATTO:
•
•
•
Individuazione delle esigenze formative per oltre
90 formatori di lingue straniere.
Progettazione ed implementazione del
primissimo programma di formazione in Spagna,
sponsorizzato dall’amministrazione pubblica,
mirato in maniera specifica alle esigenze dei
docenti di lingue per scopi professionali.
Programma di Formazione Specifico composto da
•
7 moduli rivolti ai docenti di lingue straniere, per
un totale di 132 ore di lezione.
62 docenti di lingue straniere sono stati formati
tramite il Programma di Sviluppo Professionale
in Navarra in un settore che conta circa 200
professionisti.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
I contenuti formativi del PDP si sono evoluti dalla sua
prima concezione alla fine del 2009. I feedback e le
valutazioni dalle prime edizioni dei primi moduli hanno
portato ad una revisione e aggiornamento periodici
dei contenuti formativi e della progettazione generale
del PDP, che ad oggi si compone di 3 moduli principali,
i primi tre direttamente collegati all’implementazione
del metodo LIGNUA EMPRESA, e 4 ulteriori moduli
secondari.
I contenuti formativi disponibili sono strettamente
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
legati al programma LINGUA EMPRESA e all’utilizzo
degli strumenti proposti. Tuttavia, ci sono molti
altri contenuti formativi di natura generale, legati al
Quadro Comune Europeo per le Lingue o ai settori
della Didattica delle Lingue, che possono essere
trasferiti facilmente, a prescindere dall’adozione
o meno del metodo e degli strumenti di LINGUA
EMPRESA.
http://www.lilama.org/uploads/documents/Prof-ELP%20-%20Europe.pdf
104
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 39
TITOLO: RLNs, Regional Language Networks
PAESE D’ORIGINE: Regno Unito
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Creato dal CILT (Centro Nazionale per le Lingue), ora
legato alle RDA(Agenzie di Sviluppo Regionale)
REFERENTE: David Owen. RLN-East, Regional Language Network East. E-mail:
[email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
La RegionalLanguage Network (RLN) è stata creata
dal CILT, ente nazionale del Regno Unito responsabile
per la promozione linguistica e sostenuta dalle RDA
(RegionalDevelopmentAgencies – Agenzie di Sviluppo
Regionale) in 9 regioni e 3 nazioni (Galles, Scozia e
Irlanda del Nord) del Regno Unito.
La missione di una RLN è “promuovere il valore della
comunicazione con i clienti e i referenti all’estero nella
loro prima lingua per migliorare la competitività delle
imprese”. Questa iniziativa congiunta è stata finanziata
dal governo centrale (50%) e da enti regionali (50%).
Gli enti regionali sono stati autorizzati a stabilire le
priorità secondo cui le RLN avrebbero sviluppato
le attività legate alla promozione delle competenze
linguistiche e culturali in quelle regioni che mirano a
migliorare la competitività delle imprese”.
Le RLNsviluppano attività per:
-- Diventare il principale punto di contatto nella
regione per ottenere informazioni e sostegno per
qualsiasi questione linguistica e culturale.
-- Mostrare alle imprese come esse possano
aumentare le esportazioni e migliorare le proprie
performance sui mercati internazionali.
-- Migliorare i livelli delle competenze nei luoghi di
lavoro mostrando alle imprese e ai singoli individui
i vantaggi della conoscenza delle lingue e delle
culture straniere.
-- Risvegliare le coscienze perché si avverta
l’importanza delle lingue straniere e delle
competenze interculturali nelle scuole, nelle
imprese e negli enti regionali.
-- Per aiutare gli operatori linguistici ad ottenere il
meglio dalla propria professione.
Le RLN si definiscono come organizzazioni non-profit
che collaborano con le RDA e con partner sia pubblici
che privati. Ogni RLN è responsabile di stimolare le
coscienze nella propria area di competenza e propone
risorse diversificate per preparare e mantenere una
strategia comunicativa internazionale che offra,
non solo informazioni su competenze linguistiche e
interculturali, ma anche servizi linguistici professionali
per le aziende. I destinatari di tali proposte
sono agenzie per lo sviluppo regionale, partner,
imprenditori, PMI.
Le azioni delle RLN contribuiscono a:
-- Inserire le lingue e la cultura nella strategia
commerciale delle aziende.
-- Pianificare le comunicazioni interculturali.
-- Fornire servizi di consulenza per la formazione
linguistica.
-- Selezionare personale con delle competenze
linguistiche, traduttive ed interpretative specifiche
insieme ad altri servizi.
-- Adattare materiale e siti al mercato internazionale.
Dal 2007, quando le RLN dipendevano dalle RDA, si
sono diversificate in maniera profonda in termini di
performance, organizzazione interna, finanziamenti,
ecc. Mentre alcune Reti possono essere molto
attive, altre possono svolgere un ruolo puramente
informativo o essere già scomparse.
105
IMPATTO:
Le RLNs migliorano le imprese grazie alle competenze
linguistiche e allo sviluppo culturale che avviene
attraverso una pletora di attività:
• Offerta di supporto e risorse interattive online alle
aziende affinché riflettano sulle proprie esigenze
linguistiche e culturali come le “Interactive Road
Maps” per permettere alle aziende di progettare
strategie linguistiche aziendali, o il “Planner:
TalkingSolutions”, una piattaforma internet per
offrire supporto alle aziende.
• Formazione linguistica e culturale per le
aziende attraverso l’organizzazione di brevi
•
corsi prima delle missioni commerciali delloUK
TradeInvestment (ente governativo britannico per
il commercio e gli investimenti internazionali) in
paesi stranieri.
Promozione di opportunità di carriera per gli
operatori linguistici attraverso dei database
regionali dei fornitori di servizi linguistici per offrire
informazioni sui corsi di formazione professionale
specifici erogati dal CILT e consulenza sugli appalti
da parte di fornitori privati di assicurazioni di
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
L’iniziativa delle RLNpuò essere trasferita previo
adattamento al singolo contesto regionale e nazionale.
I punti di forza dell’iniziativa sono:
-- Il servizio offerto è unico.
-- Colma una lacuna del mercato integrando capacità
linguistico-culturali nella dimensione aziendale
delle regioni britanniche.
-- Ha sviluppato strumenti per aiutare le imprese
nelle loro strategie comunicative internazionali.
-- Offre servizi informativi strategici al mercato
regionale, concentrandosi sulle esigenze
linguistiche della regione, facilitando gli
investimenti internazionali.
Ma ci sono anche punti di debolezza, legati alla crisi
economica in corso:
-- Il personale delle RLN è ridotto, se si considera la
quantità di lavoro da sviluppare, e la pratica del
subappalto è ampiamente diffusa.
-- I finanziamenti, a seconda delle regioni,
condiziona il lavoro che ogni rete è in grado di
realizzare. Inoltre, le aziende sono riluttanti ad
investire nella formazione linguistica dei propri
dipendenti, mentre in realtà questo è il momento
giusto e può offrire un valore aggiunto.
L’iniziativa è innovativa in quanto non è mai stata
realizzata prima. Le differenze tra ogni singola RLN
è enorme e le diverse iniziative dovrebbero essere
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
studiate all’interno di ciascuna rete. La gamma di
attività realizzate è cosi variegata che possono essere
adattate al contesto nazionale/regionale in cui se ne
consideri l’eventuale trasferimento.
Per trasferire questa Buona Pratica, si devono seguire
alcune fasi:
-- Contattare organismi coinvolti nel processo
decisionale a diversi livelli, prendendo in
considerazione gli interessi di tutti i destinatari
e delle parti coinvolte in modo che sostengano
l’iniziativa.
-- Incoraggiare le imprese a considerare ed integrare
le capacità linguistico-culturali nei loro piani
strategici.
-- Le azioni devono essere accessibili e le aziende
dovrebbero poter percepire i benefici che ne
trarranno fin dall’inizio.
-- Diffondere e promuovere l’organizzazione su
ampio raggio tramite siti internet, newsletter, ecc.
http://www.lilama.org/uploads/documents/Regional%20Language%20Networks%20-%20
ROYAUME-UNI.pdf
106
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N°40
TITOLO: Apprendimento della seconda lingua nell’industria automobilistica
PAESE D’ORIGINE: Svezia
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: Vuxenutbildningsförvaltningendi Göteborg
REFERENTE: Richard Reström, Vuxenutbildningsförvaltningendi Göteborg.
E-mail:[email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
I migranti sono esaminati per la loro compatibilità
con il lavoro nell’industria automobilistica e in altre
industrie del settore tecnico poco dopo il loro arrivo
in Svezia. I candidati hanno una conoscenza della
lingua svedese di livello A1. Dopo la selezione
operata dalla Volvo, dagli organi amministrativi che si
occupano dell’istruzione degli adulti (Adult Education
Authority) e dai due subappaltatori che organizzano
i corsi di formazione, i candidati idonei partecipano
successivamente al programma con i seguenti tre
obiettivi: apprendimento della seconda lingua,
formazione professionale e integrazione sociale. Il
programma apre le porte a un lavoro permanente
dopo circa 12-18 mesi di formazione. La formazione
dei candidati avviene presso gli stabilimenti Volvo Cars
di Göteborg. I candidati hanno una conoscenza dello
svedese da principianti. Per garantire una transizione
graduale, i candidati sono individualmente assistiti
nello stabilimento da un mentore del proprio paese
d’origine.
Il corso tratta di materie tecniche legate alla
produzione automobilistica e ad altri settori industriali,
nonché materie quali la gestione della qualità e il
lavoro di squadra. Oltre alla formazione professionale,
i candidati ottengono un diploma di istruzione
secondaria superiore in svedese come seconda lingua,
inglese, educazione civica e matematica. Più del
92% dei candidati è assunto al completamento del
programma.
IMPATTO:
•
•
•
I migranti sono integrati nella società
relativamente presto.
I migranti acquisiscono sia una professione che
una lingua.
I migranti diventano economicamente
•
indipendenti dopo 12-18 mesi (nel 2010).
I candidati partecipano a corsi di studio di
istruzione superiore in materie fondamentali
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Implementazione in tutto il mondo come mezzo di
integrazione sociale dei migranti con la specifica
finalità di renderli autosufficienti ed economicamente
indipendenti. Può essere adattato per l’applicazione
nella formazione per il mercato del lavoro in diversi
settori professionali.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/GPD_0071103_VOLVO_Cars.pdf
107
BONNES PRACTIQUES
BUONA PRATICA N° 41
TITOLO: SOLVIT: solving the challengesof International Communication
PAESE D’ORIGINE: Regno Unito
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: SOLVIT
REFERENTE: Susana Matas. Iniciativas Innovadoras. E-mail: [email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
SOLVIT è una pagina web che funge da strumento per
le aziende nella pianificazione delle proprie esigenze
di formazione linguistica. E’ rivolta principalmente alle
PMI e il suo obiettivo è accompagnare le aziende nel
processo di internazionalizzazione, facendo in modo
che siano le stesse aziende a formulare domande
pertinenti, che possano condurle ad acquisire
capacità linguistiche e culturali favorendo una sempre
maggiore internazionalizzazione.
SOLVIT è uno strumento di consulenza e
orientamento alle imprese nello sviluppo di una
strategia di comunicazione internazionale che agevoli
l’informazione sulle competenze linguistiche del
personale, la traduzione dei siti web, l’adattamento dei
prodottiai mercati esteri e offre consulenza linguistica
specialistica secondo le esigenze dell’impresa, che
rispondendo alle domande poste da SOLVIT, viene
guidata verso le informazioni pertinenti disponibili sul
sito.
SOLVIT si prefigge di aiutare le imprese ad accrescere
le esportazioni e ad avere successo, offrendo
assistenza nelle seguenti aree :
-- Miglioramento delle capacità linguistiche del
personale.
-- Ricerca di fornitori specializzati nella formazione
linguistica.
-- Traduzione di pagine web.
-- Adattamento dei prodotti alla cultura del mercato
target.
L’informazione in queste aree si articola attorno a 4
assi principali, completamente interdipendenti (ogni
sezione rinvia l’utente alle altre, in modo tale che non
vada perduta alcuna informazione rilevante). GLIassi
principali sono:
-- Pianificazione della comunicazione internazionale.
108
-- Comunicazione scritta e orale.
-- Comunicazione culturale
L’approccio alla comunicazione internazionale
avviene quindi da ognuna delle prospettive implicate
nell’attività di importazione/esportazione: dalle risorse
umane all’adattamento del prodotto e al marketing,
sino alle problematiche linguistiche e culturali che
possono insorgere nel corso del processo.
L’United Kingdom Trade and InvestmentAgency (UKTI)
ha cooperato con il National CentreforLanguages
(CILT) allo sviluppo di SOLVIT, poiché l’agenzia, che
certamente copriva tutte le aree rilevanti legate alla
internazionalizzazione delle imprese, non disponeva
di informazioni e/o iniziative sullo sviluppo delle
capacità linguistiche e culturali. E’ stata posta speciale
attenzione a non duplicare il lavoro svolto da altre
agenzie: SOLVIT è complementare allo strumento
di pianificazione della comunicazione internazionale
dell’UKTI, l’Export CommunicationsReview.
SOLVIT è dunque sorta di strumento per la consulenza
e l’orientamento alle aziende nella pianificazione delle
loro attività commerciali e per la sensibilizzazione
alla dimensione linguistica e culturale, e ha aiutato
le imprese ad acquisire consapevolezza delle loro
esigenze linguistiche per gli affari. Pertanto, SOLVIT
non è soltanto uno strumento di sostegno ma anche
uno strumento di stimolo alla consapevolezza.
IMPATTO:
•
•
Miglioramento delle opportunità delle PMI nel
mercato internazionale.
Sensibilizzazione alla necessità di promuovere nel
settore imprenditoriale la formazione linguistica
e culturale come parte integrante di un piano di
comunicazione internazionale coerente.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
SOLVIT è già stato trasferito, o quanto meno adattato,
entro i confine del Regno Unito, ma non risultano casi
di trasferimento a livello internazionale.
In altri paesi/regioni esistono probabilmente iniziative
che ricoprono in parte le informazioni fornite da
SOLVIT. Sotto questo aspetto, l’approccio orizzontale
di SOLVIT alle esigenze linguistiche e culturali delle
aziende può essere considerato innovativo, poiché
non solo esso offre una risposta a tali esigenze,
ma si propone sin dall’inizio di incoraggiare la
consapevolezza di tali esigenze da parte delle imprese
e offre assistenza nella loro individuazione.
SOLVIT è un’iniziativa finanziata da istanze pubbliche.
Poiché l’internazionalizzazione è stata individuata
come priorità in tutte le economie dell’Unione, e
considerata la carenza di iniziative che si occupino
dell’analfabetismo in lingue e culture straniere,
un’iniziativa come SOLVIT dovrebbe essere
considerata non soltanto utile ma anche necessaria.
Purtroppo l’attuale crisi economica, e le difficoltà che
le imprese stanno attraversando, potrebbero avere
un impatto negativo su iniziative di questo tipo, i cui
effetti sono visibili solo sul lungo termine. Questo tipo
di iniziative rischia perciò non soltanto di subire una
carenza di finanziamenti da parte di enti pubblici,
ma anche una carenza di interesse da parte del
settore imprenditoriale, che potrebbe non considerare
prioritarie le esigenze a cui SOLVIT risponde.
In quanto strumento che offre un panorama
informativo con indirizzamento verso altre risorse
esistenti, le informazioni fornite devono essere
ampie,ma non troppo specifiche, indirizzando verso i
siti dove sono disponibili approfondimenti. Ciò rende
questa iniziativa altamente flessibile, a condizione di
prestare attenzione a certi passaggi:
-- Tutte le informazioni contenute nella pagina web
dovranno essere attentamente analizzate, con
un occhio ai possibili parallelismi tra SOLVIT e il
contesto e i bisogni della regione in cui l’iniziativa
deve essere trasferita.
-- Misurare l’impatto, la sostenibilità e la portata del
sito web che si intende creare.
-- Collaborare a fondo con tutti gli enti e le agenzie
implicati nelle diverse politiche da affrontare, per
garantire che tutti gli ambiti di informazione siano
coperti,anche per evitare duplicazioni.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/SOLVIT%20-%20UK.pdf
109
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 42
TITOLO: SFI/SAS G: Svedese per immigrati -Programma Impresa
PAESE D’ORIGINE: Svezia
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: Vuxenutbildningsförvaltningendi Göteborg
REFERENTE: Richard Reström, Vuxenutbildningsförvaltningendi Göteborg.
E-mail:[email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
ABF-VUX è uno dei ”Vuxenutbildningsförvaltningen”
(centri di formazione degli adulti) di Göteborg e la sua
attività principale è quella di provvedere all’istruzione
di coloro che non sono in possesso di un’istruzione
superiore completa.
Gli immigrati sprovvisti di istruzione superiore
completa godono in Svezia di un diritto legale
allo studio nel circuito della SFI (Insegnamento
dello svedese per gli immigrati), sino a che non
raggiungano un certo livello di competenza linguistica
nella comprensione e nella produzione scritta e
orale. Gli studi della SFIsi articolano in 4 livelli, i
livelli inferiori corrispondenti a un grado inferiore di
istruzione scolastica acquisita nei paesi di origine.
Questo programma aziendale SFI/SAS G
(SwedishasSecond Ground level) si rivolgeai migranti
e gli immigrati che vivono nel comune di Göteborg. Il
programma ha avuto inizio nel gennaio del 2007 con
studenti approvati dalle autorità.
Obiettivo del programma è incentivare lo sviluppo
e l’avanzamento delle conoscenze linguistiche. Esso
si propone inoltre di consolidare le competenze
professionali degli studenti nell’ambito del commercio
e dell’imprenditoria e di offrire loro una conoscenza
più dettagliata dei meccanismi della cultura aziendale
svedese.
Il programma è totalmente finanziato a livello
governativo, poiché questo tipo di formazione
linguistica è disponibile per tutti coloro che
accedono alla SFI. La formazione risponde alle
esigenze espresse in generale dalle aziende e il
materiale didattico è sottoposto a supervisione
110
da parte dell’autorità. Il contesto politico entro
cui il programma opera è chiaro e per il buon
funzionamento dell’iniziativa è necessaria la volontà
politica di promuovere l’integrazione e sviluppare
modalità più efficaci,tali da garantire l’impiego e
ridurre il senso di alienazione.
Si segnalano i seguenti aspetti innovatividel
programma:
-- Il metodo si basa su corsi di studio specificamente
rivolti a una professione, il che significa che
l’apprendimento della lingua diventa possibile
anche in caso di scarse competenze linguistiche
del discente.
-- I partecipanti apprezzano il vantaggio di unire la
formazione linguistica e l’apprendimento di una
materiaspecifica.
-- La collaborazione fra formatori al di fuori
dell’ambito della loro materia d’insegnamento
riduce i tempi di apprendimento del discente;
l’insegnamento avviene in modo integrato e
multidisciplinare.
-- L’orario dei corsi deve essere elaborato in maniera
da potersiconcentrare sul filo rosso che unisce
lingua e materie di formazione.
IMPATTO:
•
•
Programma su 4 livelli di lingua.
122 partecipanti, dal 2007,hanno sostenuto
l’esame di lingua svedese, il 70% di essi ha
inoltre sostenuto esami in discipline economiche e
commerciali.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Il programma può essere trasferito all’intera Svezia,
alla Scandinavia e, potenzialmente, ad alcune regioni
europee.Il punto critico è la sua dipendenza da un
sistema di istruzione pubblica che finanzi in parte i
costi della formazione nella seconda lingua.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/SFI%20SAS%20Business%20-%20Sweden.pdf
111
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 43
TITOLO: SFI: Svedese per immigrati - Tirocinio pratico
PAESE D’ORIGINE: Svezia
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Vuxenutbildningsförvaltningendi Göteborg
REFERENTE: Richard Reström. Vuxenutbildningsförvaltningendi Göteborg.
E-mail:[email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
SFI (Insegnamento dello svedese per gli immigrati)
è un programma di formazione linguistica rivolto
a individui sprovvisti di conoscenze di base dello
svedese e si fonda sul concetto che quanto ci circonda
può influenzarci: ciò significa che mentre si impara
lo svedese , si studiano anche aspetti della cultura e
della società in Svezia. SFI intende essere, per quanto
possibile, una via per trovare lavoro e per raggiungere
l’autosufficienza economica.
GöteborgVuxenutbildning (VUX) è il responsabile
generale dell’istruzione rivolta agli adulti del comune.
In 2006 VUX ha siglato un contratto con 3 diversi
fornitori per l’avvio di quello che è conosciuto
attualmente come “Tirocinio Pratico, SFI”. La sua
ragion d’essere è la ricerca di nuove modalità per
accrescere l’integrazione degli immigrati di origine
straniera nella società svedese.
Il programma è iniziato in fase sperimentale fra
il 2006 e il 2007, anno in cui circa 300 persone
hanno intrapreso un percorso educativo e ricevuto
una formazione di stage professionale. Nel 2009 i
partecipanti al programma sono stati 2,500.
La configurazione degli studi comprende un tirocinio
pratico ed è un’attività a tempo pieno, per un minimo
di 30 ore settimanali. La conoscenza linguistica deve
essere sviluppata in collaborazione con i datori di
lavoro, il che significa che la didattica deve basarsi
su input provenienti dall’ambito professionale e
dalle imprese che offrono impiego. E’ obbligatorio
frequentare almeno 15 ore di insegnamento alla
settimana e la parte principale della formazione
linguistica avviene presso la scuola.
Il Tirocinio Pratico SFI si propone di raggiungere due
obiettivi:
-- L’allievodovrà fare il suo ingresso nel mercato del
lavoro il prima possibile, in modo da raggiungere
l’autonomia economica e diventare un regolare
contribuente.
-- Gli allievi dovranno raggiungere i propri obiettivi
di formazione in lingua svedese secondo quanto
stabilito dal consiglio d’istituto svedese. Tali
obiettivi seguono la tabella di valutazione dell’ EQF
secondo le direttive del Consiglio d’Europa.
-- L’unicità del programma e parte delle ragioni del
suo successo si basano su:
-- “Corrispondenza”: sia il partecipante che il datore
di lavoro hanno chiaramente espresso le loro
esigenze e preferenze nel corso di colloqui e
incontri.
-- “Metodo”: realizzazione di una rete di contatti
personali e ricerca di un maggior numero di
contatti nel mercato del lavoro a vantaggio dello
sviluppo personale, ma anche della conoscenza
linguistica.
VUX ha elaborato alcune linee guida da seguire
nell’accettare un’offerta di lavoro.
IMPATTO:
•
•
•
112
2.500 persone coinvolte nel 2009.
Percorso di studi unito alla pratica in luoghi di
lavoro selezionati.
Interazione efficace basata su un approccio
•
olistico.
Soluzioni individuali che tengono conto delle
preferenze personali.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
La trasferibilità dipende totalmente dalla volontà
politica e dalle decisioni politiche. Le autorità nazionali
svedesi e quelle di Gothenburg sono disposte a offrire
sostegno finanziario al programma di tirocinio pratico
poiché sono convinte che questa sia la strada verso
l’inclusione, l’impiego e l’autosufficienza, e permetta di
eliminare la dipendenza dai sussidi sociali.
Se esiste in altri paesi un’analoga volontà politica,
i prerequisiti per l’implementazione del concetto in
tutti i paesi europei non dovrebbero costituire un
problema. Il metodo funziona per gli immigranti a
prescindere dal loro precedente grado di istruzione.
Gli immigranti meno qualificati hanno l’opportunità
di un buon inizio di carriera nel nuovo paese, mentre
quelli altamente qualificati vedono aumentare le
loro possibilità di ottenere un impiego adeguato
presso aziende che intrattengono rapporti con i loro
paesi di origine. La competenza linguistica nella loro
lingua madre è un fattore di competitività rispetto
ad altri attori che non dispongono di una qualifica
equivalente.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/SFIPRA~1.PDF
113
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 44
TITOLO: Dote formazione per corsi di lingue per conducenti di taxi.
PAESE D’ORIGINE: Italia
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Regione Lombardia, DG Istruzione, Formazione e Lavoro
REFERENTE: Nicola Orlando. IRS, Istituto per la Ricerca Sociale. E-mail: norlando@
irsonline.it
SINTESI DEL PROGETTO:
La Regione Lombardia – DG Istruzione, Formazione
e Lavoro offre ai cittadini un contributo (dote) che
li accompagna nei momenti decisividella vita, per
aiutarli nella crescita, nella ricerca di impiego,e per
promuovere l’occupazione e la formazione continua.
La “dote” è un insieme di risorse e servizi direttamente
rivolti ai cittadini per promuovere la loro possibilità di
scegliere, all’interno di una rete di operatori accreditati
(a livello regionale) i migliori servizi in risposta ai
loro bisogni. Tramite una piattaformaICT i beneficiari
possono procedure con la richiesta del contributo, a
seconda delle loro necessità.
Esistono diversi tipi di “dote” (dote formazione,
dote lavoro, dote scuola…) rivolte a diversi gruppi
di beneficiari (disoccupati, categorie svantaggiate,
conducenti di taxi, giovani …).
La Regione Lombardia promuove i corsi di formazione
linguistica per conducenti di taxi utilizzando la “dote
formazione” cofinanziatadal FSE–POR(Asse IV Capitale
umano, Misura i). In particolare, la regione Lombardia
si impegna a promuovere, in vista di Milano Expo
2015, l’accrescimento delle competenze linguistiche di
coloro che esercitano la professione di conducenti di
taxi, creando in tal modo le condizioni per raggiungere
gli obiettivi di qualità annuali e in particolare quello
legato alla conoscenza di una lingua straniera
concordato dalla regione Lombardia, dalle autorità
locali e dalle associazioni di categoria dei conducenti
di taxi. In particolare, entro il 2014 almeno il 66%
dei conducenti di taxi in possesso di licenza dovrà
certificare di possedere conoscenze di una lingua
straniera almeno al livello A2 del CEFRL.
La regione Lombardia ha indetto un bando per la
partecipazione ai corsi di formazione linguistica per
i titolari di licenza di taxi (POROb.2, FSE 2007-2013
- Asse IVCapitale umano, Misura i) tramite accesso
114
alla“dote formazione”.
Per poter effettuare la richiesta, i beneficiari devono
rivolgersi a un ente di formazione accreditato
(che abbia presentato una proposta di formazione
linguistica), individuato tramite consultazione del
catalogo di offerte sul sito web della Regione.
L’operatore selezionato prenderà in carico il
destinatario e lo assisterà in tutte le fasi del servizio
fornito.
Il programma “Dote formazione – corsidi lingue per
conducenti di taxi” è rivolto a conducenti di taxi in
possesso di licenza rilasciata dai Comuni che fanno
parte dell’area del sistema aeroportuale della regione
Lombardia e che non siano già in possesso di laurea
triennale con almeno un esame in lingua straniera
o di un diploma di scuola secondaria in lingue
straniere. L’obiettivo è quello di migliorare il livello del
servizio, per quanto riguarda il trasporto via taxi e in
modo specifico per quanto attiene alle competenze
linguistiche.
Non vi è un chiaro riferimento all’eventualità che
la formazione classica d’aula venga supportata da
periodi di apprendimento in un paese della lingua
oggetto della formazione e attraverso elementi di
apprendimento a distanza, né alle modalità di tale
approfondimento.
Il programma di formazione è specificamente
formulato per fornire una conoscenza e delle
competenze linguistiche pari al livello A2 del CEFRL.
IMPATTO:
•
•
Implementare l’impegno assunto dalla Regione
Lombardia nell’accordo firmato (il 17 settembre
2008) con le autorità locali della (vicina)
area aeroportuale e con i rappresentanti delle
associazioni di conducenti di taxi.
Promuovere, in vista di Milano Expo 2015,
l’accrescimento delle competenze linguistiche per
coloro che esercitano la professione di conducente
•
di taxi.
Raggiungere entro il 2014, l’obiettivo del 66%
come minimo di conducenti di taxi (con licenza)
in possesso di competenze linguistiche equivalenti
almeno al livello A2 del CEF.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Il programma “Dote Formazione – Corsi di Lingue
per conducenti di taxi” può essere prontamente e
proficuamente implementato in altri paesi e/o settori
per il miglioramento delle competenze linguistiche
dello stesso tipo, o di altri tipi, di destinatari.
La “Dote” non è ancora stata trasferita ad altre
località. Nella regione Lombardia essa è invece
utilizzato in molti settori (Istruzione Formazione,
Lavoro...) e a diversi fini (accrescere l’occupazione
e l’occupabilità, promuovere la formazione continua
e l’apprendimento permanente…) ed è rivolta a
diversi gruppi di beneficiari (disoccupati, categorie
svantaggiate…)
La dote (e nello specificoquella per accrescere le
competenze linguistiche dei conducenti di taxi) è
uno strumento politico innovativo, perché si tratta
di un insieme di risorse e servizi rivolti alla persona
per promuovere la possibilità dei cittadini di scegliere
liberamente – tramite una piattaforma ICT ed entro
una rete di operatori accreditati–i migliori servizi per
soddisfare le proprie esigenze in materia di istruzione,
formazione, ricerca di un impiego.
La dote è stata adottatasolo di recente dalla regione
Lombardia (nel corso degli ultimi 2-3 anni) e questa è
una delle ragioni per cui il programma non è ancora
stato trasferito e non si hanno ancora dati relativi a un
eventuale trasferimento in corso.
La trasferibilità dipende da presupposti specifici
relativi al contesto politico: la dote formazione per
il miglioramento delle competenze linguistiche dei
conducenti di taxi è co-finanziata dal FSE. Pertanto
può facilmente essere trasferita ad altri paesi UE. In
linea di massima, lo strumento di contributoadottato
dalla regione Lombardia è uno strumento altamente
flessibile che consente la trasferibilità. La regione
Lombardia ha adottato la dote in diversi settori,
per scopi diversi e per diversi gruppi di beneficiari
(sebbene i destinatari principali siano i soggetti
maggiormente svantaggiati in termini di reddito,
vulnerabilità, istruzione, formazione e occupazione).
La “dote formazione per conducenti di taxi” è soltanto
un esempio della grande flessibilità del contributo,
che può facilmente adattarsi ad altri settori, così come
ad altri gruppi di beneficiari, vista la natura di questo
strumento originariamente concepito dalla regione
Lombardia per incentivare la libera scelta dei cittadini
fra i fornitori di servizi accreditati (a livello regionale).
Essendo cofinanziata dal FSE, la“dote formazione
per conducenti di taxi” potrebbe essere trasferita
a qualsiasi regione entro i confini della UE. In
presenza dei fondi necessari può facilmente essere
trasferitaanche a livello mondiale.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/Training%20Endowment%20-%20
ITALY.pdf
115
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 45
TITOLO: Progettiformativi ‘Fondimpresa’
PAESE D’ORIGINE: Italia
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Centro Servizi.
REFERENTE: Marco Albanese. Regione Basilicata. E-mail: marco.albanese@regione.
basilicata.it
SINTESI DEL PROGETTO:
L’iniziativa riguarda le politiche annuali a sostegno dei
piani di formazione promossi sulla base di accordi fra
soggetti interessati, che coinvolgono reti e sistemi di
imprese, distretti e sistemi produttivi locali collegati da
reti di fornitura, sistemi logistici, ecc.
Questa politica fa riferimento a un bando nazionale
(01/2006) con risorse diffuse a livello regionale.
Nek presente caso è stato analizzato un progetto
realizzato in Basilicata.Tutte le seguenti informazioni si
riferiscono alle organizzazioni attuatrici del progetto,
ripartite in partnership temporanee.
Il progetto analizzato è “CREA – Crescere in azienda
(2006)” – che è stato caratterizzato da un totale di
1,764 ore di formazione,suddivise in 32 azioni,che
hanno coinvolto 200 lavoratori di imprese in tutto il
territorio della Basilicata.
è il principale fondo per la formazione professionale
continua, accessibile a tutti i tipi di imprese, e il
suo sistema è caratterizzato da efficienza, qualità e
tempestività di attuazione.
In Basilicata vi sono approssimativamente 680
imprese che hanno accesso a Fondimpresa,per un
totale di circa 20,000 lavoratori. Nel corso degli ultimi
anni, le azioni formative hanno incluso le seguenti
discipline: igiene e sicurezza, lingue, competenze
personali, tecniche di produzione e ICT.
La tabella seguente delinea le azioni di formazione
dedicate all’apprendimento linguistico ed evidenzia
come l’apprendimento delle lingue sia diventato
un tema sempre più significativo nell’ambito del
programma annuale.
Fondimpresa è un fondo interprofessionale per la
formazione professionale continua sviluppato da
Confindustria e da CGIL, CISL e UIL i. Fondimpresa
Anno
Riferimento bando
N. Azioni di Formazione
N. persone
formate
Ore di
Formazione
2006
1/2006
6
44
240
1/2007
5
28
200
1/2007
2
16
80
1/2007
7
67
510
5
21
163
1.070
2007
Total
116
IMPATTO:
Si veda la precedente tabella.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Ilmodello può essere trasferito laddove siano presenti
le seguenti caratteristiche: forte radicamento delle
aziende nel territorio, significativa rappresentanza
sindacale e volontà di armonizzare le politiche di
formazione.
Il rischio in cui può incorrere questo tipo di
programma è quello di una scelta di compromesso tra
politiche di sviluppo i competenze e politiche operative
o commerciali delle aziende, per cui potrebbe talvolta
verificarsi che le azioni di formazione siano in conflitto
con la pianificazione della produzione.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/Fondimpresa%20-%20IT.pdf
117
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 46
TITOLO: Quadro Federale USA delle Lingue
PAESE D’ORIGINE: USA
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: NFLC, National ForeignLanguage Center
REFERENTE: David Owen. RLN-East, Regional Language Network East.
E-mail: [email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
Gli Stati Uniti d’America hanno sviluppato in maniera
strategica le capacità linguistiche e culturali nazionali
attraverso la creazione di un canale privilegiato in
tutto il sistema educativo-lavorativo affinché i cittadini
potessero migliorare le proprie capacità linguistiche e la
propria coscienza culturale. Questo obiettivo richiede un
apprendimento universale o quasi di una lingua diversa
dall’inglese sin dai primi gradi di istruzione, in modo da
sviluppare una padronanza linguistica e culturale diffusa,
con abilità linguistiche avanzate e l’apprendimento di lingue
meno insegnate, riservate soprattutto all’insegnamento
universitario. La disponibilità nel medio-lungo termine di
un gruppo di persone capaci di parlare una lingua straniera
provenienti dal sistema dell’istruzione principale andrà ad
alleggerire il bisogno delle aziende di impegnarsi in una
continua formazione linguistica per i principali mercati
target. Gli sforzi profusi puntano ad assicurare che le lingue
insegnate riflettano le esigenze dei potenziali datori di
lavoro, sia privati che governativi.
Una seconda caratteristica della strategia è che la fonte
principale d finanziamento di questi sforzi per introdurre le
lingue necessarie per attività commerciali e governative e
per insegnarle a livelli realmente avanzati, sono le agenzie
di sicurezza nazionale e federale. Le lingue coinvolte
sono perciò quelle richieste dalle esigenze della sicurezza
nazionale. Questo aspetto è stato valutato rispetto
all’insegnamento delle lingue tradizionali e, perciò, ora è
in essere una sana combinazione dei due. Si citano spesso
delle lingue “cruciali”, ossia quelle che sono importanti per
gli interessi nazionali. La strategia incoraggia la costruzione
delle competenze delle comunità etniche, che sono definite
come quelle comunità residenti di immigrati da paesi non
anglofoni insieme ai propri discendenti. Si tratta di una
caratteristica sociale che è particolarmente diffusa negli Stati
Uniti.
La competenza è misurata tramite le scale ILR del governo
(e l’ACTFL delle università), che sono state armonizzate
in questo file con la scala CEF. Per ottenere il livello 1
ILR un madrelingua inglese necessita di circa 150 ore di
insegnamento per le lingue occidentali tradizionali, 250
118
ore per lingue come il russo, il persiano, l’ungherese o
l’hindi, oppure 350 ore per l’arabo, il cinese, il giapponese
o il coreano. Per arrivare al livello 2 ILR, diventeranno
400/600/1100 ore rispettivamente. Per il livello 3, invece,
saranno necessarie 650/1100/2200 ore rispettivamente.
Una serie di organizzazioni sono coinvolte
nell’implementazione del quadro, incluso il
National ForeignLanguage Center – NFLC, il Center
forAdvancedStudyofLanguage – CASL, il Center
forAppliedLinguistics – CAL e i Dipartimenti della
Difesa, dell’Istruzione, di Stato e del Commercio. Un
contributo a sostegno dell’implementazione è giunto
dal LanguageFlagship Group e dalla relativa National
Language Policy Roundtable (NLPR) che aggiunge il
contributo delle associazioni delle imprese, insieme alla
InteragencyLanguagesRoundtable (ILR) che offre, tra le
varie forme di sostegno, dei contributi per la creazione di
standard. La ILR si compone di operatori intermedi per
l’implementazione, che poi riferiscono ai decisori della NLPR.
Il Quadro riflette la politica federale da mettere in atto a
livello locale da parte dei singoli Dipartimenti di Stato per
l’Istruzione, con un possibile sostegno dei Dipartimenti
per il Commercio e lo Sviluppo. Il Quadro mira a rafforzare
15 Centri di Risorse Linguistiche nazionali che, tra i vari
servizi offerti, eroga un servizio di consulenza e aiuto alle
aziende statali. Svilupperà anche un database di persone
con competenze linguistiche certificate, una banca di risorse
linguistiche e culturali ed un servizio di interpretariato.
I gruppi etnici sono inoltre incoraggiati ad unire la
conoscenza della loro lingua ad un settore specialistico
(come le biotecnologie in cinese o l’ingegneria in francese).
Il livello di padronanza della lingua (valutato tramite le scale
ILR e ACTFL) sarà poi integrato ad una valutazione da parte
di un tutor e di un mentoreche stabiliranno le capacità di
svolgere il proprio ruolo specialistico nel paese target. Si
tratta di un modello che si sta gradualmente inserendo in
tutti gli USA attraverso il LanguageFlagshipsprogramme.
Tale programma mira a creare una serie di specialisti in
settori specifici con una conoscenza di una seconda lingua
con elevati livelli di competenza.
I periodi passati all’estero sono un elemento fondamentale
del programma Flagship attuato dalla Ohio State University.
Dato che il programma è finanziato come parte del
National Security EducationProgrammei paesi target sono
quelli che condividono gli stessi interessi commerciali e di
sicurezza nazionale dell’America. Essendo il programma
originariamente federale, è erogato anche in diversi stati
degli USA. Le istituzioni statunitensi si specializzano in una
o due lingue. Per essere ammessi, prima che inizi il corso
vero e proprio, gli studenti devono affrontare un programma
di formazione intensivo di 9 settimane in un paese della
lingua target in modo che possano raggiungere il livello B1.
In seguito, i partecipati studieranno per un anno negli Stati
Uniti e poi un secondo anno nel paese target.
IMPATTO:
•
•
Molte delle raccomandazioni presenti nel Quadro e
nelle Politiche statunitensi potrebbero sembrare cosa
nota ad un pubblico europeo, tuttavia per una nazione
come gli Stati Uniti si tratta di una risposta innovativa
ed efficace ad una esigenza diffusa. L’impatto della
strategia si misura dal peso della competenza linguistica
di base presente nella popolazione (percentuali di
discenti che studiano una lingua per diversi anni),
i risultati sulle abilità (numero di studenti a livelli di
competenza predefiniti) e i percorsi verso l’occupazione.
L’obiettivo è di creare degli specialisti di alto profilo
in settori specifici – tecnologia medica, commercio
internazionale, ingegneria, ecc – che possiedono inoltre
delle capacità linguistiche elevate (C1, C2). A livello
federale, una caratteristica saliente è lo sviluppo di
una serie di “tavole rotonde” che riuniscono i decisori
a livello strategico ed operativo in tutta una serie
di agenzie importanti interessate a garantire che le
raccomandazioni del Quadro e della Politica siano
coordinate ed implementate.
Alcune iniziative sono state implementate a favore
degli studenti più giovani. Tra queste si annovera il
programma STARTALK per uno studio intensivo di
lingue cruciali nel periodo estivo da parte di studenti di
tutto il sistema educativo e per un sostegno al rinforzo
delle capacità dei docenti di tali lingue, oltre ad incentivi
e premi per l’apprendimento e l’insegnamento delle
lingue per i lavoratori. Le lingue coinvolte sono il cinese,
•
l’arabo, il coreano, il farsi,’hindi, l’urdu, il turco e lo
swahili. Sono stati realizzati 119 programmi (nel 2009),
alcuni dei quali prevedevano sia il livello principianti che
quello intermedio. Le lingue più studiate sono state il
cinese, l’arabo, il farsi e l’urdu.
La politica incoraggia lo sviluppo di Roadmaps statali,
per collaborare con la comunità imprenditoriale locale
all’identificazione di bisogni specifici. Data la superficie
degli Stati Uniti, ogni Stato ha la responsabilità di
sondare le richieste commerciali locali, che possono così
essere mappate rispetto ai settori economici principali
e all’insieme di persone che parlano una lingua etnica.
Nel 2008 si sono tenuti 4 Metro Languagemeetings
con le imprese a Seattle, New York, Washington
DC e San Francisco per esplicitare ulteriormente le
esigenze linguistiche della comunità imprenditoriale.
Tra i partecipanti vi erano rappresentanti di imprese
che si occupano di ricerca e sviluppo del prodotto,
di marketing e branding, di sviluppo delle attività
commerciali a livello internazionale, di gestione della
manodopera nazionale e delle risorse umane.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
-----
Collaborazione tra i dipartimenti chiave del governo,
quali quello del commercio, dell’istruzione e della difesa.
Un modello nazionale che sia sufficientemente flessibile
per permettere l’adattamento a caratteristiche regionali
(o statali).
Un approccio coordinato tramite lo sviluppo di “tavole
rotonde” su argomenti specifici.
Una combinazione di finanziamenti pubblici solidi
---
provenienti da varie fonti per l’implementazione.
Impegno delle istituzioni nell’ambiente educativo.
Utilizzo di un approccio combinato di formazione nel
paese della lingua target e negli USA.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/USA%20Language%20Framework%20-%20US.pdf
119
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 47
TITOLO: Validazione degli Apprendimenti Pregressi CertificatoNazionale per le
Competenze Linguistiche
PAESE D’ORIGINE: Finlandia
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Consiglio Nazionale dell’Istruzione Finlandese
REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo.E-mail: lola.urrutia.heredia@
cfnavarra.es
SINTESI DEL PROGETTO:
La Finlandia è uno dei pochi paesi europei in possesso
di sistemi nazionali e politiche nazionali generali
inessere per la convalida dell’apprendimento informale
e non formale. Il settore pubblico e quello del
volontariato in Finlandia hanno già visto una serie di
iniziative di convalida per oltre un decennio, mentre il
settore privato, insieme alle parti sociali, è impegnato
nei lavori di pianificazione e sviluppo di tali iniziative.
Il sistema di qualifiche basate sulle competenze è
la forma di convalida più diffusa in Finlandia. Le
qualifiche possono essere ottenute a prescindere da
come e dove le capacità e le conoscenze sono state
acquisite e possono essere dimostrate tramite test
ufficialmente approvati. Le qualifiche sono ora incluse
nella Legge per la Formazione Professionale degli
Adultidel 1998. Si tratta di un sistema di qualifiche
complessivo che non si limita ad un settore specifico,
in linea con il Quadro Europeo delle Qualifiche
(EQF). Circa 400 titoli di qualifiche sono già in vigore
e sono interessate tutte le fasi della formazione e
dell’istruzione professionale, soprattutto quelle per il
settore degli adulti.
Il Certificato Nazionale delle Competenze Linguistiche
è un test che misura le capacità linguistiche pratiche
degli adulti in situazioni reali in cui potrebbe essere
necessario parlare, ascoltare, scrivere o leggere in
lingua straniera. La natura degli esami promuove
vari contesti di apprendimento – formale, informale,
non formale, legato alla comunità, ecc., ed
incoraggia i discenti ad approfittare degli ambienti di
apprendimento informali.
Gli esami offrono la possibilità ai singoli individui
di ottenere un certificato valido della propria
competenza, ad es. per scopi lavorativi. Il processo
per rendere visibile l’intera gamma di conoscenze,
capacità e competenze che ogni singolo individuo
120
possiede si realizza in una maniera che permane su
base volontaria e i risultati della convalida restano
proprietà del singolo individuo. Poco importa se
il conteso di convalida è quello lavorativo, quello
delle comunità sociali o dell’istruzione universitaria:
a prescindere dall’obiettivo, l’individuo è sempre al
centro.
Coloro che si impegnano nella convalida come
candidati, beneficiano dei risultati personali,quali
una maggior fiducia e autostima. Anche se si
tratta di risultati secondari, possono essere d’aiuto
nell’accedere ad una formazione formale e/o
all’occupazione o semplicemente ad assumere una
serie di responsabilità maggiori all’interno del ruolo già
ricoperto nella società.
La buona pratica riflette le strategie per l’occupabilità
e lo sviluppo regionali. Le attività di convalida sono in
maggior parte decentrate in Finlandia e tali attività
rinforzano le strategie regionali per l’occupabilità e lo
sviluppo, insieme all’integrazione della manodopera
immigrata. I curricula locali, che sono di solito stabiliti
dai comuni, sono sviluppati sulla base del curriculum
del quadro nazionale, che prevede ed include la
convalida all’interno del sistema complessivo di
convalida nazionale.
Molte imprese e aziende individuali hanno anche colto
con successo le opportunità del sistema di istruzione
basato sulle competenze e hanno creato delle
procedure per riconoscere le abilità e le competenze
che i dipendenti acquisiscono (in maniera formale,
informale o non formale). Le aziende, soprattutto
del tradizionale comparto manifatturiero, si sono
dimostrate propense a convalidare le abilità della
propria forza lavoro in modo da ampliare la base delle
abilità dei dipendenti. I datori di lavoro, inoltre, sono
particolarmente attivi attraverso le proprie associazioni
locali e nazionali. Partecipano al lavoro per la
pianificazione e lo sviluppo delle iniziative di convalida.
Il Certificato Nazionale delle Competenze Linguistiche
è stato legato anche alla politica per richiedere la
cittadinanza finlandese: gli stranieri devono presentare
un certificato ufficiale di soddisfacenti abilità scritte
e orali in finlandese o in svedese. Di conseguenza, si
raccomanda agli immigrati di sostenere gli esami per
ottenere il Certificato Nazionale delle Competenze
Linguistiche in quanto verifica le loro abilità nella
lingua standard. Inoltre, affronta questioni relative
lingue e alle risorse delle minoranze linguistiche delle
comunità di immigrati locali: lo svedese e il sami
sono lingue minoritarie e coloro che parlano russo
costituiscono il gruppo più ampio e in più rapida
crescita in Finlandia.
IMPATTO:
•
•
Tra il 1994 e il 2003, 22.000 persone hanno
ottenuto il Certificato Nazionale delle Competenze
Linguistiche.
Nel 2008, circa 4.900 persone hanno ottenuto
il Certificato Nazionale delle Competenze
•
•
Linguistiche.
Esami in 9 lingue:finlandese, francese, inglese,
italiano, russo, sami, spagnolo, svedese e tedesco.
Oltre 100 istituti scolastici organizzano gli esami
per il Certificato Nazionale delle Competenze
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
La buona pratica risulta essere potenzialmente
molto stimolante nell’attuale contesto europeo
dove è aumentato l’interesse per la convalida
dell’apprendimento non formale o informale. La
Finlandia ha fatto da apripista, prima che esistesse
il Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF). La buona
pratica può essere vista come uno dei primi esempi
per convalidare un precedente apprendimento a
livello europeo e la sua trasferibilità presenta un
elevato potenziale. Inoltre, si può concludere che
si stanno mettendo in atto le vere misure per il suo
trasferimento.
L’iniziativa possiede una componente innovativa
riconosciuta a livello nazionale, regionale ed europeo.
È stata inclusa come esempio-modello nell’inventario
europeo per la convalida dell’apprendimento non
formale. Altri paesi europei stanno compiendo
enormi progressi nella convalida di un apprendimento
precedente, ma gli sviluppo si differenziano
drasticamente da paese a paese.
L’implementazione della buona pratiche necessita
della volontà politica e di essere recepita nel sistema
legislativo del paese,nella formazione e nell’istruzione
professionale, nella politica per l’immigrazione e nella
certificazione delle procedure per le qualifiche.
Per poter trasferire la buona pratica, si deve
individuare quanto segue:
-- Se i motori politici concentrano la propria
attenzione su una regione specifica e non
riflettono l’ambiente politico generale dei
potenziali mercati di trasferimento.
-- Se si basa sui fondi strutturali europei o su altri
fondi europei.
-- Se ci sono restrizioni sul tipo di destinatari.
-- Se il contesto di sostegno imprenditoriale su cui
si basa non sia limitato al punto che si renda
necessario il sostegno del paese di trasferimento
alla politica o al programma.
-- Il grado di flessibilità degli accordi di sostegno
(finanziario o altro) tra imprese e governo che non
limiterebbe il trasferimento in altre regioni.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/Validation%20of%20Prior%20Learning%20-%20
Finland.pdf
121
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 48
TITOLO: Aggiornamento degli standard professionali e sviluppo ed erogazione di
formazione dei docenti in servizio.
PAESE D’ORIGINE: Bulgaria
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Ministero dell’Istruzione bulgaro
REFERENTE: Lola Urrutia. Servicio Navarro de Empleo. E-mail: lola.urrutia.heredia@
cfnavarra.es
SINTESI DEL PROGETTO:
Uno degli obiettivi della Strategia Nazionale Bulgara
per l’Apprendimento Permanente (2008-2013) relativo
alla formazione dei docenti è lo studio delle lingue
europee e l’uso di terminologia specializzata nella
formazione professionale. Il Programma quadriennale
per lo Sviluppo delle politiche per l’Istruzione, le
Scienze e i Giovani in Bulgaria cita alcune misure
relative al miglioramento della qualifica dei docenti,
incluse la conoscenza e le abilità linguistiche.
Questo corso di formazione in inglese per docenti
provenienti da istituti professionali potrebbe essere
visto come un corso di lingua a fini professionali e si
focalizza su settori specializzati e tecnici, argomenti
generali legati all’industria, e sulla creazione di
partnership tra gli istituti di formazione professionale
in Europa e la mobilità dei professionisti all’interno
dell’Unione Europea.
Gli obiettivi della formazione sono:
-- Migliorare la conoscenza, le competenze e le
abilità nell’inglese scritto e orale per professioni e
scopi specifici.
-- Unire l’apprendimento dell’inglese professionale
con l’acquisizione di diverse altre abilità come il
TIC, il project management europeo, ecc.
-- Acquisire informazioni in inglese sulle qualifiche
professionali, le professioni e irelativi settori
specifici in Europa e nel mondo.
-- Incoraggiare i partecipanti a sviluppare centri
regionali di eccellenza che possano contribuire alla
qualità dell’inglese negli istituti professionali.
Il contenuto della formazione è basato su un’indagine
eseguita per conoscere il livello e le esigenze
linguistiche dei docenti, coinvolgendo, però, anche
imprese e dirigenti scolastici. Nel contesto di tale
122
iniziativa, i docenti sono stati incoraggiati ad iscriversi
a visite di studio, finanziate dal Programma per
l’Apprendimento Permanente Leonardo da Vinci e dai
sottoprogrammi Grundtvig.
Il corso di formazione in inglese per docenti
provenienti dagli istituti professionali consta di 2
livelli (pre-intermedio e avanzato) – ognuno dei
quali ha una durata di 15 giorni lavorativi (6 ore di
formazione al giorno): i docenti sono orientati verso il
corso specifico a seconda dei risultati ottenuti nel test
preliminare di inglese.
Il corso ha stimolato il lavoro in rete tra i docenti che
hanno partecipato al corso, e, dall’altro, tra docenti
in Bulgaria e in altri paesi europei. La creazione di
partenariati transnazionali tra scuole contribuisce in
larga parte a tale lavoro in rete.
Il progetto non ha cercato di legare la formazione
all’EQF. Le politiche UE relative allo sviluppo degli
strumenti per la trasparenza nei sistemi di formazione
professionale sono stateincluse semplicemente come
argomenti della formazione.
IMPATTO:
•
Il corso di formazione (180 ore) è stato adattato
alle esigenze dei docenti di istituti professionali
su 5 materie/moduli: architettura e pianificazione
urbana, edilizia e ingegneria civile, elettricità ed
energia, strutture ricettive, ristorazione e viaggi,
turismo e divertimento. Il corso di formazione
è stato progettato con la partecipazione dei
rappresentanti e delle imprese dei 5 settori
interessati, per rispondere alle esigenze di inglese
avanzate dai docenti degli istituti professionali:
-- Abilità per cercare ed utilizzare le
informazioni relative alle specifiche
professionali;
-- Informazioni sulle opportunità (oltre ai
requisiti), divulgazione e incoraggiamento
dei partecipanti a prendere parte alle varie
forme di mobilità (per studenti e tutti coloro
che si trovano sul mercato del lavoro) nel
quadro dell’Unione Europea;
--
--
---
Conoscenza delle iniziative e delle misure
applicate dagli istituti professionali in
tutta Europa per garantire la qualità della
formazione;
Conoscenza delle buone pratiche per
una collaborazione fruttuosa tra istituti di
formazione professionale e aziende per
quanto riguarda le esigenze del mercato, per
contribuire ancora di più alla preparazione
degli studenti;
Massimo adattamento del contenuto
formativo alle esigenze delle imprese
Ricerca di partner e sviluppo, seguito
poi dalla partecipazione di manager ed
esperti, per progetti internazionali in diversi
programmi.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
Questo corso non è stato ancora trasferito.
Il tentativo di far corrispondere le reali esigenze
dei docenti e gli obiettivi formativi può essere visto
come un elemento innovativo. Il corso è stato
progettato per docenti che insegnano in cinque settori
economici (architettura e pianificazione urbana,
edilizia ed ingegneria civile, elettricità ed energia,
strutture ricettive, ristorazione e viaggi, turismo e
divertimento), ma può essere facilmente trasferito ad
altri settori, in quanto solo alcuni moduli sono legati a
settori specifici.
In Bulgaria, l’esperienza di questo progetto può essere
trasferita ad altri contesti, ad altri settori, utilizzando
i fondi del Programma Operativo per lo Sviluppo delle
Risorse Umane (finanziato dal Fondo Sociale Europeo
e dallo stato), come oggetto di misure speciali relative
alla qualifica dei docenti.
La formazione potrebbe anche essere collegata ai
sistemi di crediti nei paesi di trasferimento, anche se
non è stata ancora implementata in Bulgaria.
Il corso può anche essere facilmente adattato ad altre
lingue, in quanto si focalizza sull’apprendimento della
lingua per scopi speciali. La ragione per cui si è scelto
l’inglese è che si tratta di una lingua estremamente
diffusa in Bulgaria e i docenti potevano accedere a
diverse risorse internet soprattutto in inglese.
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
http://www.lilama.org/uploads/documents/Vocational%20Standard%20Upgrading%20-%20
Bulgaria.pdf
123
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 49
TITOLO: World LanguageStories
PAESE D’ORIGINE: USA
CATEGORIA: Formazione
TITOLARE/PROMOTORE: Biblioteca della Contea di Hennepin
REFERENTE: Marco Albanese. Regione Basilicata. E-mail: marco.albanese@regione.
basilicata.it
SINTESI DEL PROGETTO:
Le famiglie che parlano lingue diverse dall’inglese
hanno poche opportunità di poter accedere alla
formale lettura delle fiabe popolari, con conseguente
diminuzione delle occasioni di apprendimento per i
bambini. Per poter aumentare le possibilità di queste
famiglie, la Biblioteca della Contea di Hennepin(HCL)
ha progettato il “World LanguageStorytimes”, un
metodo per aumentare i benefici dell’alfabetizzazione
e del primo sviluppo del linguaggio per i bambini
che sono già impegnati nello studio dell’inglese.
L’obiettivo principale del “World LanguageStorytimes”
è quello di fornire informazioni essenziali per aiutare
i genitori e le persone che se ne prendono cura ad
aiutare i bambini nel loro apprendimento a casa.
Attraverso una selezione di libri in inglese, e grazie
ad un metodo di insegnamento che colloca i genitori
al centro dell’educazione, si può mostrare ai bambini
che imparare l’inglese è semplice e divertente. Questa
attività aiuta i bambini agli inizi dell’apprendimento ad
avere risultati positivi a scuola.
Anche se non si rivolge direttamente ai lavoratori,
la metodologia utilizzata può essere interessante se
applicata e sperimentata nell’apprendimento delle
lingue per il mercato del lavoro.
IMPATTO:
Dati riassuntivi o indicatori di impatto non disponibili.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
La politica è stata trasferita in numerose situazioni e
contesti negli Stati Uniti.
La politica è estremamente innovativa e non presenta
barriere ad un potenziale trasferimento, in quanto
si tratta di un esempio di come motivazione e
coinvolgimento diretto possano avere dei risvolti
positivi sull’apprendimento delle lingue.
Non dipende dal contesto politico e, per questa
ragione, può essere trasferita ovunque.
Questa politica presenta una certa flessibilità. La
metodologia delineata dal programma può essere
applicata a qualsiasi lingua. Inoltre, gli obiettivi
descritti sopra possono essere facilmente trasferiti
in Europa, in quanto sembrano essere collegati a
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
tutte le azioni intraprese dall’Europa in favore del
multilinguismo. Ad ogni modo, potrebbe rendersi
necessario definire piani di adattamento trasversali
per renderla completamente flessibile, soprattutto nei
settori lavorativi.
In teoria, la politica può essere trasferita in diverse
regioni, in qualsiasi regione globale, in qualsiasi
regione interna ed esterna all’Unione Europea e in un
numero infinito di regioni europee e in paesi extraeuropei. Il settore target (famiglie e bambini) non
limita il trasferimento in diverse regioni. Tuttavia,
si potrebbero effettuare aggiustamenti per meglio
adattare il programma al fine di ottenere maggiore
flessibilità.
http://www.lilama.org/uploads/documents/World%20Language%20Stories%20-%20USA.pdf
124
BUONE PRATICHE
BUONA PRATICA N° 50
TITOLO: Sostengo Linguistico di Zheijang
PAESE D’ORIGINE: Cina
CATEGORIA: Politica
TITOLARE/PROMOTORE: Ente per i Servizi Esteri di Zheijang e Servizio per lo
Scambio delle Risorse Umane delle Aziende di Zheijang
REFERENTE: David Owen. RLN-East, Regional Language Network East.
E-mail: [email protected]
SINTESI DEL PROGETTO:
Zhejiang è una delle province cinesi con una delle
più alte concentrazioni di imprese, testimoniata
dalla quantità di imprese private, di grandi industrie
manifatturiere, dal migliore porto ad acque profonde
(NingboPort) e dal centro di produzione di prodotti di
base più conosciuto al mondo a YiwuSmall-Commodity
Market. Una politica nazionale e una guida attenta
ha portato all’implementazione locale. Anche se
non esiste una politica provinciale per la formazione
linguistica per l’occupazione tra il personale in forza
alla comunità imprenditoriale, vi sono due dipartimenti
governativi che sostengono tale tipo di formazione,
ossia il Dipartimento degli Affari Esteri e quello del
Commercio. Essi offrono formazione agevolata di
breve durata, sia normale che intensiva, sia per
aziende cinesi che hanno rapporti con l’estero, che
aziende estere che assumono personale cinese.
Di particolare interesse è una combinazione di questo
sistema di agevolazioni con il sistema di formazione
a voucher introdotto dal Ministero dell’Istruzione
livello cittadino, che offre un contributo finanziario per
coprire i costi formativi sia di personale aziendale che
di singoli adulti. Questo può essere utilizzato per dei
corsi di inglese supplementari una volta ottenuto un
attestato di livello o di completamento del corso.
L’utilizzo del sistema a voucher, tuttavia, può essere
migliorato, anche se si tratta di una maniera perché
discenti delle regioni più povere della provincia
possano intraprendere una formazione professionale.
L’Ente per i Servizi Esteri di Zheijang, parte del
Dipartimento degli Affari Esteri del Governo Popolare
della Provincia di Zhejiang, gestisce l’erogazione
statale per la formazione nelle lingue straniere del
personale cinese dipendentee per discenti adulti (in
particolare la richiesta è per l’inglese e il tedesco) e
per l’insegnamento del cinese mandarino al personale
dipendente straniero. Questo servizio, creato nel
2008, si ricollega ad altri servizi relativi alle relazioni
con aziende straniere, ed include tra i suoi servizi la
formazione nelle abilità culturali e conoscenza della
cultura locale di Zhejiang (per discenti stranieri).
Le classi per i manager cinesi sono numerose, mentre
per i discenti stranieri i gruppi sono più ristretti. Ciò
riflette la differenza nella cultura dell’apprendimento
culturale in Cina rispetto ad alcuni mercati esteri, in
quanto in Cina l’apprendimento, di solito, avviene in
maniera mnemonica, con delle tendenze più recenti
a favore di esercizi più interattivi. Per i lavoratori
stranieri, la formazione in mandarino è erogata su
quattro livelli, dove i livelli più elevati portano alla
qualifica nazionale HanyuShuipingKaoshi (HSK). Il
70% delle aziende che seguono questa formazione
sono delle PMI.
Seguendo una simile idea, un secondo programma
agevolato è offerto dalServizio di Scambio per le
Risorse Umane delle Aziende di Zhejiang, facente
parte del Centro di Promozione per gli Investimenti
Internazionali del Governo Popolare della Provincia di
Zhejiang, che a sua volta fa parte del Dipartimento
del Commercio. Si focalizza sul sostegno alle imprese
cinesi che collaborano con aziende straniere e
alle aziende straniere che assumono personale
cinese, e include un programma specifico per la
formazione in lingua inglese. L’offerta riguarda due
tipi di corsi di lingua. Il primo offre una formazione
specifica per settore anche per coloro che andranno
temporaneamente a lavorare all’estero. Il secondo ,
è un corso di formazione più generale per la lingua
commerciale.
Si è introdotto un sistema a voucher per incoraggiare
il personale aziendale ad intraprendere dei percorsi
formativi supplementari. Il voucher, per una somma
125
di 500RMB, copre il costo delle prime 14 ore di
formazione, e si incassa una volta completata la
formazione. Questo sistema a voucher è stato
promosso tramite il sito del Ministero dell’Istruzione
e sui giornali locali. Per i residenti di Hangzhou con
un basso livello di istruzione (definito come un livello
inferiore alla scuola media), e per gli adulti residenti
con certificati attitudinali erogati dall’Ufficio per il
Lavoro e la Sicurezza di Hangzhou, il voucher è di
1200RMB. I discenti con una formazione più limitata
e provenienti da comunità più povere (soprattutto
rurali) hanno diritto ad una voucher più sostanzioso di
1500RMB per coprire i costi per le tasse di frequenza,
inclusa la formazione linguistica all’interno del sistema
universitario.
Il sistema a voucher, insieme al budget totale
stanziato per ogni categoria di discenti è come segue:
-- Residenti standard e personale aziendale: Ufficio
per il Lavoro e la Sicurezza di Hangzhou e Ufficio
per l’Istruzione di Hangzhou.
-- Discenti con basso livello di istruzione: Ufficio
per l’Istruzione di Hangzhou e istituti universitari
(budget totale RMB 50 mln).
----
Laureati: Ufficio per l’Istruzione di Hangzhou e
Dipartimenti per l’Istruzione delle diverse province
(budget totale RMB 6 mln).
Studenti a tempo pieno: Ufficio degli Affari Civili di
Hangzhou; budget totale RMB 900.000.
Dipendenti di imprese a basso reddito: Ufficio per
il Lavoro e la Sicurezza di Hangzhou.
Si sta discutendo della possibilità di aumentare
l’importo del voucher per stimolare una maggiore
partecipazione da parte dei dipendenti delle aziende,
che spesso non sanno esattamente dove trovare i
voucher. Allo stesso modo, dato che il voucher può
essere incassato solo una volta ottenuto l’attestato
di livello, alcuni dipendenti aziendali che hanno
meno fiducia nelle proprie capacità, preferiscono
non cogliere l’occasione per timore di non riuscire
a superare l’esame al termine del corso. Questo
ovviamente non si applica per quelle formazioni dove
i certificati attestano semplicemente il completamento
del corso e non il suo superamento.
IMPATTO:
•
•
I corsi di formazione sono visti come un servizio
dal valore aggiunto per le imprese che si
occupano di commercio internazionale, e il costo
della formazione per le aziende rende questo
sistema un’attività senza fini di lucro. I voucher
per la formazione coprono circa il 40% dei costi
per i corsi intensivi. Il rimanente delle spese per
il corso è sostenuto dai singoli impiegati con il
proprio budget personale, anche se in molti casi,
tali spese sono rimborsate dalle aziende una
volta completato il programma. Alcune imprese si
dotano di un Fondo per l’Istruzione che ammonta
a 1,5%-2% del fatturato dell’azienda, e i sindacati
contribuiscono a loro volta ai costi di formazione.
Fin dalla sua ideazione nel 2003, questo sistema
ha erogato formazione per 3500 impiegati
aziendali e laureati. Grazie al suo successo,
è in fase di lancio anche negli altri 11 centri
amministrativi al di fuori di Hangzhou. L’impatto
del programma si misura dal feedback dato dalle
aziende. La strategia economica provinciale di
Zhejiang promuove in maniera decisa la crescita
economica e la creazione di benessere attraverso
gli investimenti nelle competenze, tra cui anche le
lingue. L’inglese è la lingua dominante, anche se
il giapponese, il tedesco e il coreano sono lingue
insegnate laddove richieste. Questi messaggi sono
diffusi da una serie di dipartimenti governativi che
seguono una stessa linea di comunicazione.
RACCOMANDAZIONI PER IL TRASFERIMENTO:
-----
Includere un sistema di sostegno finanziario
incrementale per discenti provenienti dalle
comunità rurali più povere.
Implementare una campagna promozionale
sistematica per far conoscere meglio il sistema a
voucher.
L’erogazione di formazione linguistica
sovvenzionata dal settore pubblico tramite 2 enti
sostenuti dal governo crea una concorrenza sana.
Un’attenzione equilibrata tra PMI locali che hanno
RELAZIONE SULLA BUONA PRATICA:
---
bisogno di competenze in lingua straniera, e gli
stranieri che necessitano di formazione in lingua
cinese.
Sviluppare un approccio più ampio includendo
inserimenti lavorativi per discenti e studenti.
Unire i finanziamenti per la formazione
professionale ai motori economici fondamentali
per assicurare il ritorno sugli investimenti.
http://www.lilama.org/uploads/documents/Zheijiang%20Policy%20Language%20-%20China.pdf
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La presente pubblicazione è disponibile sul sito:
www.lilama.org
Pamplona, settembre 2011
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POLITICHE LINGUISTICHE E FORMATIVE: BUONE