Nessun uomo è un’isola, compiuta in se stessa... (John Donne 1624) Trimestrale dellʼAssociazione Anffas “Villa Gimelli” di Rapallo Onlus • Anno XII n. 2 - 2008 Tariffa Associazioni senza fini di lucro - Poste Italiane SpA - Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Genova Un’ Italia in rosa (pallido) NON BASTANO LE QUOTE DI RAPPRESENTANZA “AL FEMMINILE” PER MIGLIORARE LA QUALITÁ DELLA VITA SIA PUBBLICA SIA PRIVATA “Noi, donne di S. Luca, costruiamo la pace” I l loro movimento è rosa. Facile immaginare che si tratta di donne. E che donne!! Sono le 400 donne di S. Luca (Reggio Calabria) che vogliono cambiare il loro paese ed il loro destino. “Vogliamo cambiare le sorti di questo nostro paese di 4.000 anime, che oggi è conosciuto solo per la cronaca nera”, dice Maria di 23 anni. Donne che convivono quotidianamente con il problema dei sequestri, della ‘ndrangheta, dell’intimidazione e della mancanza di strutture. Vogliono testimoniare il volto operoso e sano del loro piccolo paese.Vogliono dimostrare che a S. Luca non ci sono solo vendette e famiglie malavitose, (ricordiamo gli 11 omicidi in sette mesi e la tristemente famosa strage di Duisburg in Germania), ma donne giovani, mature ed anziane piene di coraggio, di dignità, di progetti concreti. Sono “ragazze” di talento con la stoffa di piccole imprenditrici che sanno disegnare modelli e cucire vestiti, sanno realizzare oggetti artistici e metterli sul mercato, sanno fare progetti e concretizzarli. Sono donne che gestivano con successo un ristorante o un’impresa. Sono state intimidite, hanno dovuto chiudere. Ma non si sono arrese pur consapevoli di correre dei rischi. Hanno un obiettivo alto: dimostrare all’opinione pubblica, al paese, a se stesse e alle loro famiglie che si può vivere e crescere nell’onestà e nell’indipendenza con il proprio lavoro. Mosse da un profondo spirito di cambiamento le donne di S.Luca si sono costituite da poco nel Movimento donne San Luca. Sono determinate a realizzare il loro progetto impegnativo, di ampio respiro e di difficile percorso. Hanno già inaugurato la sede: un appartamento con le pareti tutte rosa dove sono esposti tutti i loro prodotti: oggetti artistici, ricami, vestiti. Il 28 aprile è stata aperta una ludoteca, a breve aprirà un consultorio e poi un laboratorio di sartoria. Hanno un sito: www.donnesanluca.org Le 400 donne sono una forza positiva e deflagrante che, se sostenuta dalle istituzioni e dall’opinione pubblica, potrà veramente diventare una realtà esemplare per tutta l’Italia, specie per il Sud. E di questi esempi il nostro paese ha un bisogno infinito, soprattutto per i giovani che non trovano un vero lavoro e cadono malauguratamente nelle offerte malavitose. Questo movimento va aiutato da tutti anche con l’informazione, l’appoggio morale, l’ammirazione per tanto coraggio. Rosy, la presidente del movimento, aveva un ristorante nel centro di Reggio Calabria e minacciata, ha dovuto cessare l’attività, ma il suo spirito non si è piegato. Ha presentato alle donne di S. Luca il suo progetto di speranza e di concretezza. Le hanno dato fiducia ed ora sono un esercito in rosa. Aprire una ludoteca, punto d’incontro per tanti giovani, non è un gesto di poco conto poiché favorire l’aggregazione in un luogo dove i giovani non sanno dove riunirsi al di fuori dei bar o delle gangs pericolose, è già un’offerta seria ancor più se supportata da corsi di ripetizioni scolastiche, laboratori creativi di pittura e decorazione, computer, taglio e cucito, ricamo e tante altre iniziative. Le insegnanti saranno proprio le donne di S. Luca. Faranno le volontarie ma certamente il loro obiettivo è trasformare questi impegni onerosi in veri e propri posti di lavoro. Sono delle sognatrici? Non proprio poiché lavorare e spendersi per assicurare un futuro di onestà e di benessere ai propri figli è una forte scelta di vita. Le donne di S. Luca hanno pensato soprattutto ai giovani: convogliare le loro energie verso un impegno lavorativo remunerato che è un sacrosanto diritto. Lo dice la Costituzione italiana oltreché l’esigenza stessa dell’esistenza umana. Queste donne disposte a mettersi in gioco a volto scoperto, per realizzare un progetto concreto nel loro paese dove non esistono molte alternative, sono veramente ammirevoli. Se i fondi promessi, come dice la presidente del Movimento donne San Luca, arriveranno davvero, si potrà realizzare la prima fase del progetto ed il sogno di giustizia, di autonomia, di lavoro delle donne di S. Luca diventerà realtà. Noi sappiamo che le donne quando si impegnano sanno fare miracoli. Le loro affermazioni anche in settori squisitamente maschili oramai non stupiscono più nessuno. Ricordare qualche nome del recente di Rosina Zandano passato come Marisa Belisario, e del presente come il premio Nobel Rita Levi Montalcini e la giovane Emma Marcegaglia, da poco alla guida della Confindustria, o Angela Merkel, Cancelliera tedesca dal 2005, conferma che basta offrire loro qualche opportunità ed i loro veri talenti emergono in tutta la loro pienezza. Ritengo molto interessante sottolineare che questo spirito di cambiamento sia così determinato tra le donne del sud, provate non solo dalle normali difficoltà della vita, ma dall’incubo di ambienti malavitosi. La nostra solidarietà ed ammirazione verso queste donne eccezionali è veramente grande. Facciamoglielo sentire che le apprezziamo e condividiamo le loro scelte coraggiose. Seguiremo con il cuore e con attenzione vigilelo sviluppo di questo evento che il settimanale Gente nel secondo numero di aprile 2008, ha segnalato con un titolo che è tutto un programma: “Le donne di S. Luca costruiscono la pace” ed un sottotitolo “Nel cuore della Calabria è MONTALLEGRO, NON SOLO FUOCHI Q segue pag 2 di Emilio Carta uest’anno si è festeggiato il 451 anniversario dell’Apparizione, evento che mantiene intatto tutto il suo fascino: dalle veglie notturne all’odore acre della polvere nera dei mortaletti, dai “portatori di Cristi” in processione ai banchetti dei dolciumi in un connubio forte tra fede e folklore A partire dal 23 giugno, ogni anno, con l’inizio della novena al santuario di Montallegro, Rapallo entra nel vivo dei preparativi per le feste di luglio che si tengono nei tre primi giorni del mese. "Durante la novena, per assistere alla tradizionale santa messa delle cinque sono molti i rapallesi che partono prima dell’alba per recarsi sul sacro monte a piedi, percorrendo l’antico sentiero in ciottolato – raccontano i responsabili del santuario – Solitamente il ritrovo è davanti al castello sul mare e i partecipanti, muniti di torce elettriche e talvolta promotori di una suggestiva fiaccolata notturna, sono sempre più numerosi". "Al ritorno da Montallegro, dopo una capatina dal fornaio per far colazione a base di focaccia, si va a casa per una rapida doccia e poi al lavoro – aggiunge Ada Schiaffino – E’ una tra- dizione che seguivano i miei genitori e che si tramanda da generazioni, prima che l’auto pigliasse per molti versi il sopravvento sul pellegrinaggio a piedi sino al santuario". Anche i massari dei sestieri di Borzoli, Cappelletta, Cerisola, Costaguta, San Michele e Seglio si sono mossi per tempo “a giro” per raccogliere offerte per rendere le feste care ai rapallesi, ed in particolare il palio pirotecnico, ancora più affascinante. "I nostri volontari battono ogni volta a tappeto case e negozi per finanziare le feste ma occorre fare attenzione ai falsi massari che cercano di spillare soldi senza averne alcun diritto– dicono i rappresentanti dei sestieri – Quelli autorizzati hanno un regolare permesso rilasciato da parte del Comune ed un cartellino di riconoscimento". segue pag 2 ANFFAS Rosina Zandano, Presidente Anffas nato un movimento tutto al femminile contro la ‘ndrangheta”. Sono sicura che ce la faranno, se la gente del paese, le istituzioni pubbliche e private daranno loro concreto sostegno, fiducia e apprezzamento. Sarebbe una prima tappa importante per il ripristino della legalità. E’ di pochi giorni fa l’appello di un imprenditore napoletano che ha avuto il coraggio di rifiutarsi di pagare il pizzo ed ha incitato tutti coloro che hanno subito violenze psicologiche e fisiche a non mollare, a denunciare alle forze dell’ordine simili imposizioni. Questo coraggioso imprenditore non deve essere lasciato solo e neppure le donne di S. Luca. Lo Stato, le forze dell’ordine e la gente devono fare di più e la Giustizia deve garantire la certezza dello sconto della pena. In questo articolo abbiamo parlato di persone con disabilità quasi di striscio, convinti come siamo, che non sia la disabilità fisica o intellettiva il male peggiore, ma il degrado morale e la vigliaccheria. Certo se tutti facessero la loro parte con convinzione, coscienza ed impegno non sarebbe così ostico e pericoloso sradicare la ‘ndrangheta, non solo il paese reggino di S. Luca troverebbe la pace ma tutto quel territorio così angustiato. In occasione della Festa della Donna l’8 marzo,sul settimanale Gente (marzo 2008), particolarmente sensibile al problema (forse perché il direttore Monica Mosca è donna?) già era uscito un articolo dal titolo “A Locri la ‘ndrangheta la sfidiamo noi”. Sono notizie che vanno dritto al cuore e che fanno fremere d’orgoglio, di ammirazione e di .... preoccupazione. La loro storia comincia con la guida del coraggio- 2 PENISOL A so Vescovo di Locri, Monsignor Giancarlo Bregantini, che ha spronato un manipolo di donne a fondare il Consorzio Goel (www.consorziosociale.coop) che ora conta 17 cooperative guidate da piccole imprenditrici calabresi. Sono 135 le persone che vi lavorano. Dice Francesca Mileto responsabile del Consorzio Goel:“Monsignor Bregantini ci ha restituito la certezza di poter cambiare la Calabria” e loro lo stanno facendo con forza e dignità. “A Bovalino abbiamo iniziato quasi per caso ad occuparci di disabili per farli inserire in un ambito lavorativo” - racconta Lucia Passarelli della Cooperativa Co.Ras - “ma la difficoltà maggiore è stata la diffidenza della gente. Nessuno pensava che esistessero lavori nel sociale. Il Comune non aiutava e la gente mi chiamava la pazza del paese soltanto perché mi occupavo di disabili. Adesso con alcuni portatori di handicap riusciamo anche ad avere una nostra produzione di ricami e di rilegatura di libri, di bomboniere e di siti web per le aziende”. Queste donne intraprendenti e laboriose trovano ancora difficoltà nelle stesse istituzioni locali e nella gente del loro paese. Forse la differenza tra una società civile e non civile sta proprio qui: pregiudizi, omertà, fingere di non vedere, come voltare la faccia da un’altra parte quando passa un disabile, non assumersi la propria responsabilità personale. “Nonostante le intimidazioni e i molti Comuni che non hanno mai voluto collaborare con loro, l’anno scorso le Cooperative hanno fatturato quasi due milioni di euro. Per la manifestazione del primo marzo a Locri si sono radunate 600 cooperative con oltre 5000 persone arrivate da tutta Italia. E’ stato un grande successo che ci ha fatto capire che siamo sulla strada giusta”. A Francesca Mileto si associa Patrizia Jeraci, Presidente della Cooperativa Utopia: “I prodotti delle cooperative arrivano a Gioiosa Jonica, in un negozio che produce, anche grazie al lavoro di alcuni disabili, confezioni per bomboniere e, la Bottega solidale di Gioiosa Jonica funziona bene come i moltissimi prodotti che vengono diffusi attraverso negozi equosolidali in tutta Italia”. Avanti tutta donne della Locride, di San Luca e di tutta la Calabria, è così che si costruisce una società più giusta e sicura, con i fatti e non con le parole anche se con tanti rischi. Ha detto recentemente una professoressa dell’Università di Makerere a Kampala (Uganda): “In Africa se educhi un bimbo educhi un uomo, se educhi una bimba educhi una Nazione”. MONTALLEGRO, NON SOLO FUOCHI Oltre agli spettacoli pirotecnici notturni, equamente distribuiti nelle serate dell’uno, due e tre luglio, come tradizione vuole, i rapallesi si godono il Panegirico, la sparata di mezzogiorno del 2 luglio, l’incendio del castello e la solenne processione con i giganteschi “cristi” delle confraternite liguri. E proprio una delle attrattive più particolari delle feste di luglio fa capo alla processione della sera del 3 luglio. La sfilata religiosa, durante la quale l'Arca Argentea della Madonna viene trasportata nelle principali vie cittadine, giunta in prossimità dell’antico castello sul mare, si ferma. E’ il momento dell’atteso incendio pirotecnico della storica fortezza. Una delle componenti più affascinanti della processione sono i cosiddetti "portatori di cristi": sono uomini e ragazzi forti e vigorosi che reggono pericolosamente in bilico grandi crocifissi alcuni dei quali raggiungono il notevole peso di 170 chilogrammi. Solitamente non superano la decina ma, in occasione di festività molto importanti, il loro numero raddoppia sino a triplicarsi, a seconda della maggior presenza di Confraternite che vi prendono parte. La tradizione delle Confraternite e dei Cristi in Liguria.è infatti ancora molto forte e continua a resistere al tempo e al mutare delle usanze e dei costumi. Questa esibizione muscolare e di abilità, a cavallo fra il sacro e il profano, è pret- tamente maschile. Da qualche anno però a far parte di questa particolarissima cerchia di persone, assai schive per la verità, nei periodici allenamenti, è entrata a far parte anche una ragazza che ad oggi ha sempre rifiutato di farsi fotografare o intervistare. Ma veniamo ai dettagli: tecnicamente i portatori sono conosciuti col nome di "portatöei": essi procedono lentamente ondeggiando e oscillando con estrema cautela per mantenere il giusto equilibrio. Il loro abbigliamento consiste in una cappa bianca sulla quale spicca il " tabarrin", una sorta di scialle che riporta i colori, spesso ricamati, della Confraternita cui appartengono. Periodicamente la processione si ferma: è il momento degli "stramöei", persone che si attivano per consentire il trasferimento del Crocefisso da un portatore all'altro. E’ uno dei momenti più pericolosi ed insieme esaltanti della processione: gli stramöei sono scelti fra coloro che hanno maggior forza nelle braccia: con una mano sul calcio e l'altra sul chiodo, con uno strappo molto deciso sollevano la pesante croce con il corpo del cristo e lo posano nel "crocco" del nuovo portatore, cioè in quella tasca di cuoio sorretta dal cinturone e dalle bretelle, in cui si colloca il calcio del Cristo. LEGISLAZIONE L di Roberto De Lorenzis Nuove istruzioni INPS sui permessi per assistenza disabili o scorso 29 aprile, con la circolare n° 53, l’INPS è nuovamente intervenuto sulle modalità di attuazione della legge n° 104/1992 con il lodevole intendo di semplificare, eliminando tutta una serie di adempimenti burocratici relativi alla concessione dei permessi a favore dei soggetti che assistono portatori di handicap ed introducendo la possibilità, prima negata, di cumulare nel corso dello stesso mese i congedi straordinari retribuiti con i permessi retribuiti, mantenendo il divieto di cumulo solo nell’ambito della stessa giornata. L’INPS con circolare n° 90/2007 aveva previsto che il richiedente i permessi di cui alla legge 104/92 residente o occupato in luogo distante da quello in cui risiedeva il soggetto disabile dovesse presentare, congiuntamente alla richiesta, un programma di assistenza , firmato congiuntamente alla persona da assistere, contenente una pianificazione delle modalità con cui si intendeva assistere il disabile in situazioni di gravità. Scopo della richiesta era quello di accertare la sussistenza del requisito della continuità dell’assistenza, richiesto dall’art.33 comma 3 della legge 104/92, nel principale interesse del soggetto disabile ed a tutela della sostanziale correttezza dell’erogazione economica. La nuova circolare dell’INPS prende atto della sentenza 5 gennaio 2005, n°175, Corte di Cassazione, secondo la quale :” E’ il datore di lavoro destinatario dell’obbligo di concessione di tre giorni di permesso mensile a favore del lavoratore che assiste una persona con handicap in situazioni di gravità”…”la circostanza che l’istituto previdenziale si è deputato a restituire al datore di lavoro le somme corrisposte attiene esclusivamente all’aspetto economico e non incide sul diritto del lavoratore a beneficiare del permesso retribuito.” Conformemente a quanto enunciato, si può pertanto affermare che il diritto dovere di verificare in concreto l’esistenza dei presupposti di legge per la concessione dei citati permessi incombe sul datore di lavoro, mentre l’INPS non può e non deve intervenire nella valutazione, ma solo in una logica di controllo preventivo generale. L’Istituto, con la recente circolare 53, prendendo le mosse da detta sentenza, anche a seguito di approfondimenti sollecitati da Garante per la protezione dei dati personali e con la sua approvazione, precisa che ”la verifica della concreta sussistenza dei requisiti di sistematicità ed adeguatezza dell’assistenza ai fini della concessione dei permessi di cui all’art. 33 della legge 140/92, è un potere che compete esclusivamente il datore di lavoro nella concreta gestione del singolo rapporto lavorativo, nell’esercizio del diritto/dovere di verifica in concreto dei requisiti di legge per la concessione dei permessi citati. Le Sedi pertanto, 3 PENISOL A Genitori Lavoratori portatori di handicap gravi Parenti o affini entro il 3° grado che assistono person con handicap grave Coniuge - Genitori o fratelli/sorelle in caso di scomparsa dei genitori Per assistere figli fino al 3° anno di età Per assistere figli con più di 3 anni Convivenza Oppure non convivenza, ma lʼassistenza deve essere continuativa ed esclusiva Assistenza ai figli con handicap grave - prolungamento dellʼastensione facoltativa con diritto allʼindennità pari al 30%, a partire da quando non è più fruibile il periodo di congedo parentale; - in alternativa diritto a 2 ore di permesso giornaliero retribuito secondo le modalità previste per i riposi per allattamento - 3 giorni di permesso retribuiti al mese secondo le modalità previste per i riposi per allattamento - 2 ore di permesso giornaliero retribuito o in alternativa - 3 giorni di permesso mensile retribuiti 3 giorni di permesso mensile retribuiti Due anni di congedo straordinario retribuito (indennità pari alla retribuzione entro il limite del massimale annuo, contribuzione figurativa compresa) Permessi per allattamento fino ad un anno di età del bambino Permessi per assistere lo stesso bambino portatore di handicap (v. Tabella 1) Sono cumulabili previo parere medico (Inps msg. n. 11784/2007) Assistenza a disabile con handicap grave da parte di coniuge, genitori o fratelli Sono cumulabili i 3 giorni di permesso con periodi di congedo straordinario ma solo alternandoli nel mese Lavoratore che beneficia dei permessi per se stesso. Lavoratore che assiste un familiare con handicap grave dovranno da adesso in avanti astenersi dal richiedere detto programma”. E’ evidente che il datore di lavoro non ha un potere discrezionale di concessione dei permessi, cui può opporsi soltanto se verifica la mancanza dei presupposti di legge. Un ulteriore snellimento burocratico riguarda l’efficacia del procedimento di riconoscimento del beneficio. L’Istituto in considerazione del fatto che chi richiede i permessi si impegna, con dichiarazione di responsabilità, a comunicare entro 30 giorni eventuali variazioni di quanto autocertificato (con particolare riguardo all’eventuale ricovero a tempo pieno del soggetto in condizioni di disabilità grave; alla revisione del giudizio di gravità da parte della ASL, etc etc.) dispone che per tutti i nuovi provvedimenti di riconoscimento al diritto di fruizione dei permessi e per tutti i successivi rinnovi non sia più apposto limite temporale di validità, salvo, ovviamente, il caso in cui la disabilità grave sia riconosciuta solo temporaneamente. Nella stessa logica di semplificazione si ammette che, qualora la commissione medica di cui all’art. 4 della L .104/92, deputata all’accertamento della condizione di disabilità grave, non si pronunci entro 90 giorni dalla presentazione della domanda, l’accertamento effettuato dal medico specialista nella patologia denunciata sia efficace fino all’accertamento Sono cumulabili i due regimi senza parere medico (Inps circ. n. 53/2008) definitivo da parte della commissione medica. In tal caso il lavoratore dovrà allegare dichiarazione liberatoria con la quale si impegna a restituire le prestazioni che risultassero indebite a procedimento concluso. L’INPS ritiene inoltre che anche il lavoratore con disabilità grave che beneficia per se stesso dei permessi di cui alla L .104/92 possa fruire, in aggiunta, anche dei tre giorni di permesso mensile per assistere un proprio familiare con handicap grave, senza che debba essere acquisito alcun parere medico legale sulla capacità del lavoratore di soddisfare le necessità assistenziali del familiare in quanto, come specificato in apposito parere ministeriale, la capacita del lavora- INPS: tore di soddisfare i bisogni assistenziali del familiare disabile grave, non necessariamente è riconducibile ad una idoneità suscettibile di accertamento medicolegale. Ulteriore “liberalizzazione” anche per quanto riguarda la possibilità di cumulare nel corso dello stesso mese i congedi straordinari retribuiti relativamente allo stesso disabile. Il divieto normativo di cumulo, secondo la nuova interpretazione, si applica soltanto nell’ambito della stessa giornata. Allegati : -) tabella riepilogativa casi di cumulo permessi -) tabella riepilogo generale permessi e congedi aumentano gli assegni per il nucleo familiare L'INPS, con circolare n. 68 del 10 giugno 2008, informa che a decorrere dal 1° gennaio 2008 sono rideterminati i livelli di reddito e gli importi dell’assegno relativi ai nuclei familiari con entrambi i genitori e almeno un figlio minore in cui sia presente almeno un componente inabile e ai nuclei familiari con entrambi i genitori, senza figli minori e con almeno un figlio maggiorenne inabile. Inoltre, sono rideterminati i livelli di reddito e gli importi dell’assegno relativi ai nuclei familiari con un solo genitore e almeno un figlio minore in cui sia presente almeno un componente inabile e ai nuclei familiari con un solo genitore, senza figli minori e con almeno un figlio maggiorenne inabile. Infine, è previsto un aumento dell’importo dell’assegno del 10% per i nuclei orfanili e per i nuclei senza figli e con componente inabile. A cura del Dott. Roberto De Lorenzis Celebrazione del 50ennale ANFFAS - I Premiati ANFFAS “P di Giuliana Chiesa De Marco er non dimenticare. E sarebbe già una prima buona ragione per lasciare alle giovani famiglie con un bimbo disabile la memoria delle nostre sofferte radici e dei valori universali che ci hanno sostenuto : amore e rispetto della dignità della persona umana.” Quali parole migliori per definire i contenuti ed i principi che hanno acceso la scintilla dalla quale è scaturita l'ANFFAS? Sono queste le parole d'esordio della Professoressa Rosina Zandano, Presidente Onoraria ANFFAS e Presidente dell'Associazione Villa Gimelli Onlus di Rapallo, nel libro da lei scritto, con il giornalista Emilio Carta, “Una storia d'amore per la vita.” Il 28 Marzo la nostra associazione ha compiuto 50 anni. Un percorso lungo e tortuoso, difficile ed esaltante, che parte dal 1958, quando la fondatrice, Dott.ssa Maria Luisa Menegotto ha dato il via a quello che sarebbe diventato l'approdo fecondo di tante famiglie altrimenti lasciate sole e senza sostegno. Riabilitativa paziente disabile c/o Osp. S.Marta di Catania, Unità Operativa Ospedale San Paolo per il Progetto DAMA – Milano, Famiglia Gianinetto (Adriana e Leonardo), Sinaglia Clelia ved. Graziano Un particolare della cerimonia celebrativa Un'eredità ponderosa che oggi è passata al Presidente Nazionale Roberto Speziale cui spetta l'onere, ma soprattutto l'onore di portarla avanti con grande responsabilità, impegno e passione. Nei giorni 7 e 8 Giugno, in occasione dell'assemblea nazionale ordinaria dei soci ANFFAS, a Roma, si è celebrato il 50ennale dell'associazione. Durante i lavori assembleari nel discorso d'apertura il Presidente Nazionale Roberto Speziale ha comunicato che il Consiglio Direttivo Nazionale nella seduta del 18 e 19 aprile n.s. ha definitivamente deliberato in merito alle varie onorificenze che sarebbero state conferite targhe speciali a persone ed Enti segnalati dalle associazioni locali quali meritori di specifica menzione per l’opera svolta a livello territoriale e l'onorificenza della Rosa d'oro a figure ed enti che, conformemente alle previsioni statutarie dell'ANFFAS Nazionale si sono particolarmente distinte per attività ed iniziative in favore dell'Associazione o della disabilità in genere. Hanno ricevuto le targhe : Cendon Paolo, Pavanello Don Fernando, Associazione Nazionale Alpini, Unità Operativa Odontoiatria Speciale 4 PENISOL A (Savigliano), Toschi Benito (Modena), Musulin Gastone (Gorizia), Plateroti Narducci Ilde (Ostia), Di Pancrazio Giovanni (Abruzzo), Bianchi Remo (Mantova), Barello Flavio (Legnano), Postal Sandro (Trento), Pittolo Renato (Udine), Menabue Silvano (Sassuolo), Sestito Maria (Novi Ligure), Scotto Francesco (Genova), Ribotta Elio (Saluzzo), Paoletti Roberto (Lucca), Fusco Saverio (Manfredonia); Terrasan Vittorio (Sinistra Piave), Salusso ved. Boaglio Lucilla (Savigliano), Peretti Fernando (Siracusa), Pippione Leone (Sanremo), Catani Abbruzzini Maria Luisa (Prato). Nel corso dell’evento pubblico previsto per la serata di sabato 7 giugno c/o il Teatro – Sala Umberto di Roma sarebbe stata conferita l’onorificenza dalla “Rosa d’oro” ai seguenti destinatari : Turco Livia, Grasso Piero, Calabrò Piero, Della Valle Raffaele, Minussi Daniele, Zandano Rosina, Pegoraro Giovanni (Roma), Bertoldi Ionta Corinna (Verona), Borigo Daniel Maddalena (Padova), Arnaboldi Salerno Maria (Brescia), Sinigo Torossi Eleonora (Trieste), Peruta Giuseppe (Bergamo), Origgi Maurizio (Alto Lario), Pantera Bloriana in Sintoni (Cesena), Kirchner Francesca (Trento), Poli Ferruccio (Vicenza), Chiodini Anna (Bologna) alla memoria, La Noce Rosario (Cisterna di Latina) alla memoria, Menegotto Maria Luisa (Roma) alla memoria. La serata che ha visto la presenza di parecchie personalità ma soprattutto di persone speciali come l’onorevole Livia Turco, il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, il giudice Piero Calabrò, magistrato e Presidente del Tribunale dei Diritti dei Disabili, l'avvocato Raffaele dellaValle, il notaio Daniele Minussi, il presidente nazionale della FISH Pietro Barbieri, la Presidente Onoraria ANFFAS Nazionale Rosina Zandano, Corinna Ionta di Verona, Giovanni Pegoraro di Roma e tanti altri cari colleghi, è stata allietata da canti, musiche e recite da parte dei ragazzi del gruppo teatrale ANFFAS Roma e della Cooperativa integrazione ANFFAS di Napoli, veri attori che con la loro bravura hanno entusiasmato il pubblico. Le celebrazioni del cinquantennale proseguiranno con l’undicesima sessione del Tribunale dei Diritti dei Disabili che si terrà a Firenze il prossimo 4 ottobre ed un Convegno Internazionale in collaborazione con il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) a Roma il 12 novembre, dove centrali saranno i temi, introdotti dalla Convenzione Onu, dei diritti umani e civili delle persone con disabilità, con particolare riguardo all’età evolutiva ed alle giovani famiglie. Il Presidente Nazionale Roberto Speziale premia Rosina Zandano Rosina Zandano a cuore aperto DOPO L’ASSEGNAZIONE DELLA “ROSA D’ORO” IL PRESIDENTE DELL’ANFFAS RICORDA LA SUA STRAORDINARIA STORIA DEDICATA AI DIVERSAMENTE ABILI di Giuliana Chiesa De Marco “Da 50 anni ogni persona con difficoltà é nostro figlio” “È stato grazie all'assunzione della Presidenza Nazionale da parte di Rosina Zandano – il 28 Febbraio 1999 – che è stato possibile avviare la svolta associativa che ha portato Anffas a rifondarsi letteralmente dal proprio interno. Svolta senza la quale sarebbe stato improbabile assicurare la stessa sopravvivenza dell'associazione. Già presidente della Fondazione Nazionale “Dopo di Noi” Anffas, si è sempre battuta per assicurare adeguate risposte alle persone con disabilità rimaste orfane o i cui genitori, divenuti anziani non sono più in grado di assistere, Presidente di Anffas Villa Gimelli – Rapallo Onlus opera con quotidiano e lungimirante impegno. E' punto di riferimento delle istituzioni locali e regionali sui temi della disabilità intellettiva e/o relazionale. Si è fatta carico di avviare nel nuovo percorso associativo l'Associazione Regionale Anffas Liguria di cui è stata la prima presidente. I suoi meriti le sono stati unanimemente riconosciuti con la nomina a Presidente Il ringraziamento del Presidente Nazionale ANFFAS ONLUS Pubblichiamo di seguito il ringraziamento inviato dal Presidente Nazionale ANFFAS Onlus a tutti i soci, le famiglie,i consigli direttivi, i collaboratori, i tecnici, gli operatori e i volontari dell’intera struttura Associativa ANFFAS Onlus: “Carissimi, abbiamo appena trascorso due intense ed emozionanti giornate a Roma, condividendo con i rappresentanti di tutte le realtà Anffas presenti, la gioia di festeggiare i 50 anni della nostra grande Associazione. I momenti vissuti e le sensazioni provate non sono descrivibili e le parole non basterebbero a raccontare in quanto amore, calore, affetto e ricordi ci siamo trovati “sommersi”. Ho avuto l’occasione e l’onore di poter ringraziare personalmente tanti che hanno fatto la storia di Anffas, ma desidero di tutto cuore raggiungere quanti, pur non presenti, non solo hanno reso possibile questo straordinario momento, ma soprattutto hanno fatto e fanno in modo, ogni giorno, con passione, dedizione ed impegno che la nostra Associazione sia una grande Famiglia dove le persone con disabilità ed i loro genitori e familiari trovano attenzione, ascolto, sostegno, e risposte ai loro bisogni, lottando insieme per vedere affermati e tutelati i propri diritti. Un abbraccio ed un Grazie a nome di Anffas Tutta, del Consiglio Direttivo e mio personale.” Onorario di Anffas Nazionale. Il suo instancabile ed illuminato apporto rende concreta l'affermazione che la presenza di Anffas e dei nostri figli e congiunti nella società rappresentano un arricchimento di valori universali senza i quali una società non può mai divenire pienamente inclusiva e realmente civile.” La motivazione, che ha accompagnato l'assegnazione dell'onorificenza della Rosa d'Oro Anffas a Rosina Zandano racchiude in un piccolo spazio lunghi anni interamente dedicati all'Anffas ed ai suoi “must”. Di ritorno, dopo aver partecipato alla celebrazione a Roma dei cinquant'anni dell'Anffas, ci ha rilasciato questa breve intervista: D. Quali impressioni hai riportato dal questo grande evento? R. Siamo stati travolti e sommersi, come ha detto il presidente nazionale da questo gioioso avvenimento dove ci siamo ritrovati nello spirito della nostra fondatrice, l'indimenticabile Maria Luisa Menegotto, noi anziani un po' più affaticati, le giovani generazioni più determinate che mai a portare avanti le nostre lotte, i nostri principi statutari. D. Generazioni vecchie e nuove : che cosa le unisce? R. Ciò che ci accomuna oltre alle profonde ed indescrivibili emozioni è la voglia di continuare a servire i nostri ragazzi e chiunque abbia bisogno di noi. D. Come concludi? R. Il motto scelto per la ricorrenza del nostro cinquantennale é sintetico ma estremamente emblematico e significativo : “Da 50 anni ogni persona con difficoltà é nostro figlio”. LE CELEBRAZIONI DEL CINQUANTENNALE PRECEDONO L’UNDICESIMA SESSIONE DEL TRIBUNALE DEI DIRITTI DEI DISABILI che si terrà a Firenze il prossimo 4 ottobre ed un Convegno Internazionale in collaborazione con il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) a Roma il 12 novembre, dove centrali saranno i temi, introdotti dalla Convenzione Onu, dei diritti umani e civili delle persone con disabilità, con particolare riguardo all’età evolutiva ed alle giovani famiglie. Roberto Speziale Presidente Nazionale ANFFAS Onlus Una delle tante lettere che i premiati hanno ricevuto, a conferma del valore umano personale e collettivo dellʼazione Anffas, del suo sprito generoso e onesto e dellʼamore infinito verso le persone disabili che ha sostenuto il popolo della nostra associazione durante questi cinquantʼanni di duro lavoro e sudate conquiste. 5 PENISOL A il telegramma del Presidente della Repubblica Celebrazione del 50ennale ANF ANFFAS ... Un compleanno che segna cinquant’anni di vita con e per le persone con disabilità, e i loro genitori e familiari... L’onorevole Livia Turco e il Presidente nazionale ANFFAS Roberto Speziale mentre ascoltano la motivazione per l’onorificenza della “Rosa d’Oro” Corinna Jonta Bertoldi, per quarant’anni Presidente dalla Presidente onoraria nazionale Rosina Zandano L’onorevole Livia Turco riceve la targa e la “Rosa d’Oro” dalla Presidente onoraria nazionale Rosina Zandano. A sinistra si notano il Presidente nazionale Roberto Speziale e il Presidente della Fondazione “Dopo di noi” Emilio Rota 6 PENISOL A I giudici che presiedono il Tribunale dei Diritti dei Disabili: Raffaele della Valle, Daniele Minussi e Maurizio Origgi, FAS I sei figlia della dottoressa Maria Luisa Menegatti ricevono la targa e la “Rosa d’Oro” in memoria della loro mamma nonché fondatrice dell’Anffas Nazionale dell’ANFFAS di Verona, riceve la targa e la “Rosa d’Oro” e dal Presidente Nazionale Roberto Speziale Il teatro Sala Umberto di Roma, affollato da parenti e amici Piero Calabrò, Piero Grasso, Procuratore Nazionale Antimafia, Presidente Anffas Alto Lario ANFFAS IL GIOCO È UN FATTORE DETERMINANTE PER LO SVILUPPO DI ABILITÀ EMOTIVE, COGNITIVE E MOTORIE, È IL MODO CON CUI SI ESPLORA, SI IMPARA A CONOSCERE, ESPRIMERSI E RELAZIONARSI I bambini sono prima bambini e poi disabili... L o spunto di riferimento per questo titolo proviene dalla Rosa Blu, che nell’organizzazione del terzo numero della pubblicazione annuale ha seguito un filo conduttore molto attuale, ovvero la discussione su aree tematiche che ruotano attorno a tre principali “momenti” storici e culturali di questi ultimi due anni: - la Convenzione Onu firmata nel 2007 – Anno Europeo delle Pari Opportunità - da 82 Paesi (tra cui il nostro) sui Diritti delle persone con disabilità, - la presentazione a fine del 2007 dell’ICF-CY (Children and Youth) ovvero la versione della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della salute e della disabilità dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per i bambini e gli adolescenti, - il cinquantennale della Fondazione dell’Anffas che si celebra quest’anno e che ci riguarda particolarmente. Quanto stabilito precedentemente dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’ Infanzia, e valida per tutti i bambini ovvero il Diritto al Gioco e al Tempo Libero, viene sancita dalla Convenzione Onu sui Diritti delle persone con disabilità del 2007; il nuovo Sistema di Classificazione ICF sposta il problema e cambia il punto di vista della disabilità non soltanto togliendo termini di riferimento con connotazione negativa ma fornendo un approccio utile e valorizzante sia per la persona “svantaggiata” che per le persone che sono a queste relazionalmente vicine alla persona con disabilità, vista quest’ultima come risultante dal rapporto tra le caratteristiche della persona e quelle del contesto in cui vive e si muove. Le implicazioni positive di quanto ne deriva da questi presupposti consistono in special modo per l’Anffas nel progettare e promuovere attività con un approccio culturale più sensibile alle problemati- che del bambino disabile e di chi si occupa di lui: spesso si è portati a pensare che il gioco specie per un bambino disabile sia un’attività secondaria rispetto ad interventi riabilitativi sui quali si investe molto mentre è importante riflettere che il bambino ha bisogno per la propria qualità di vita di un equilibrio tra interventi riabilitativi mirati ed attività ludiche e che il gioco stesso è una formulazione in altri termini della riabilitazione. Il gioco è un fattore determinante per lo sviluppo di abilità emotive, cognitive e motorie, è il modo con cui si esplora, si impara a conoscere, esprimersi e relazionarsi e se giocare è un diritto per tutti i bambini, la disabilità rischia di negarlo: a volte mancano prerequisiti per il gioco, quali le capacità attentive e di imitazione e spesso i giochi tradizionali non sono pensati per chi ha difficoltà di vario grado nel pensare, nel fare, nel relazionarsi; a questo è necessario aggiungere le difficoltà che un genitore ha nella gestione quotidiana della vita con un figlio disabile e di quanto sia quindi difficile pensare al gioco anche perché tutto è più difficile da organizzare! E’ capitato sovente nel mio percorso di attività legate al progettare percorsi di vita ottimali per bambini disabili, di trovarmi di fronte genitori “impazienti” di strutturare ed organizzare la giornata dei figli, dove ogni momento fosse pensato e finalizzato all’acquisizione di nuove abilità, cognitive o motorie per lo più, ma poche richieste di aiutarli a strutturare e ad organizzare i momenti di gioco ovvero di aiutarli a “far giocare” i loro figli. Nel corso degli anni, le risposte che abbiamo trovato con alcuni genitori pronti a mettere in discussione le loro abilità di educare e relazionarsi con il figlio/a, relativamente a questa poca richiesta di “interventi ludici” rispetto a una massiccia “campagna di intervento” da parte di specialisti ed operatori competenti possono essere definite utilizzando frasi dette degli stessi genitori, in particolare: “delegando ad altri mi sembrava di poter offrire qualcosa in CELEBRAZIONI PER 50° ANFFAS NAZIONALE 2008 ORGANIZZATE DALL’ASSOCIAZIONE ANFFAS VILLA GIMELLI DI RAPALLO - ONLUS • SABATO 20 SETTEMBRE 2008 ORE 17.00 Inaugurazione Villa Gimelli ristrutturata Presenti le autorità civili e religiose ORE 17.30 Apertura “MOSTRA DEI LAVORI” dei ragazzi del Centro ANFFAS presso la Villa Gimelli – Salita Banchi, 20 – Rapallo La mostra resterà aperta anche domenica 21 dalle ore 10,00 alle ore 12,30 e dalle ore 15,00 alle ore 19,00. Per informazioni www.villagimelli.it • SABATO 18 OTTOBRE 2008 - ORE 17.00 Celebrazione cinquantennale ANFFAS presso il teatro Auditorium delle Clarisse di Rapallo con la sponsorizzazione del Comune di Rapallo 8 PENISOL A di Antonella Lamia più rispetto a quanto avrei potuto dare io”, “pensavo di dover far il possibile per migliorare la vita della mia bimba”, “mi sentivo meglio impegnandole tutto il giorno”, ancora “mi sentivo troppo stanca ”, “quando arrivavamo a casa non pensavo proprio a giocare”. Eppure si riesce a dare un sostegno concreto al bambino e alle famiglie proprio quando si riesce a far comprendere agli adulti intorno a lui che è proprio in un progetto individualizzato di riabilitazione che non deve mancare uno spazio dedicato al gioco, che non perché ha dei deficit bisogna fargli/le passare tutti i giorni a cercare di colmarli – è come se si facesse passare a un bimbo tutto il giorno a scuola, a fare i compiti ed impegnato nelle attività in cui riesce peggio per recuperare! Un bambino disabile è dunque prima di tutto un bambino e un bambino impara prima di tutto giocando. Giocare con lui significa insegnargli che il modo migliore e più serio e intelligente- di vivere la vita è divertirsi. Storie di mare Un servizio meteorologico di altri tempi, tutto olfattivo, valido sui sette mari Il naso del “Barcacciante” non sbaglia mai A lla fine degli anni ‘50, la meteorologia scolastica del Nautico era limitata ad un’ora settimanale. Questo fatto la dice lunga su quanto era ancora agli albori, quella che oggi è una scienza tutt’altro che compiuta. Qualche anno fa, con un po’ d’ironia, circolava questa mezza verità: “Il Servizio Meteo dell’Aeronautica indovina soltanto il 40% delle previsioni. Se dicessero il contrario, indovinerebbero almeno il 60%...” Chi ha navigato per i sette mari, sa perfettamente che è difficilissimo prevedere il tempo nel Mediterraneo, per la semplice ragione che ci troviamo geograficamente tra due continenti con caratteristiche climatiche opposte. In questo grande lago, praticamente, avvengono continui ed improvvisi miscugli di alte e basse pressioni, che spesso assumono velocità che anticipano o ritardono i fenomeni meteo annunciati. A metà degli anni ‘90, un giovane comandante americano di un container piuttosto grande aveva perso una lancia di salvataggio nel centro del “Golfo Leone”. Quando arrivò a Genova, stordito e malconcio a causa dei molti danni subiti, disse al pilota Charly:“.... Passata la Rocca di Gibilterra, credevo d’essere ormai arrivato finalmente indenne, dopo una traversata atlantica tempestosa, invece mi sono infilato in una pressure-cooker (una pentola a pessione) che mi aspettava per esplodere...” Nel Nord-Europa i bollettini del tempo sono in grado di prevedere, non soltanto i venti, le piogge le nevicate ecc..., ma anche gli orari in cui inizieranno e cesseranno questi fenomeni. Sappiamo che certe performances non dipendono dalle singole organizzazioni nazionali, ma da una serie complessa di parametri legati alla geografia climatica locale.E’ risaputo, infatti, che i dati raccolti dal cielo (sonde, satelliti, aerei ecc..), dalla terra e dalle navi, vengono elaborati da Centri Meteorologici specializzati di alto livello scientifico e poi sono trasmessi nell’etere a tutti i Paesi del mondo. Ma sulle nostre coste, purtroppo, le libecciate sono sinonimo di antiche e recenti tragedie, che oggi evitiamo di rievocare, anche perché sappiamo benissimo che la nostra gente se le porta dentro come un marchio. Da questo breve, ma necessario preambolo, s’intuisce che la gente che è nata,vive e lavora sulle nostre coste, ha i piedi ben piantati sul bagnasciuga della pentola a pressione e, sicuramente a causa di un’atavica sfiducia nella debole scienza-meteo, preferisce osservare direttamente i “segnali premonitori del tempo locale” con grande attenzione, mentre porge soltanto un orecchio un po’ distratto alle previsioni del tempo della RAI, assimilandole, spesso, all’oroscopo del giorno... GENOVA PORTO DEL VENTO Ruggero Tiengo, da anziano barcacciante quando, presto la mattina, montava di guardia sul suo rimorchiatore-barcaccia (pare derivi da un vecchio francesismo “barcasse”) a Ponte Parodi, annusava in silenzio la sua arena, in cerca di segnali sul “tempo che farà.” Dall’inclinazione del piccolo scalandrone che poggiava tra la banchina e la poppa del rimorchiatore, capiva anche al buio, contro quale vento avrebbe lottato quel giorno. Se la scala era molto inclinata a causa delle acque basse, era il segnale di “alta pressione” e Rugge indossava un massiccio pastrano contro il gelido vento di tramontana. L’aria tersa e pulita accendeva 9 PENISOL A tutte le luci di Genova, in un’unica grande Lanterna che andava incontro alle navi proprio come un rimorchiatore: per portarle in porto. Rugge amava il suo lavoro e il suo equipaggio, mentre il rimorchiatore era la sua seconda casa. Ma Rugge aveva anche un altro amore: la tramontana. Di essa diceva: “Cara Tramontana! Vento amico, che fai paura a chi non ti conosce!, Facci lavorare e porta tanti soldi agli armatori, ma anche a noi!” Se la scala era poco inclinata a casa delle acque alte, era il segnale di “bassa pressione”. Rugge non aveva dubbi, lo scirocco era nell’aria, anzi già lo sentiva sotto i piedi, perché “u sciocu u l’intra in te ogni recantu du porto e ti u senti cumme a corrente elettrica....” (perché lo scirocco entra in ogni angolo del porto e lo senti come la corrente elettrica....) Rugge si affacciava in coperta e lo vedeva nelle boe leggermente abbattute. Anche l’odore dell’aria era diverso. Lo scirocco veniva da lontano, era intriso di salsedine e portava suoni di catene, gavitelli e paglietti di gomma che stridevano al contatto. Le luci del porto erano un po’ annebbiate e a volte formavano globi che volavano insieme ai gabbiani che volteggiavano in agguato all’interno del porto rimescolato dalla corrente. I rimorchiatori erano agitati e sembravano impazienti di scorazzare liberi per legare le navi alle banchine. Quando poi si accendevano le luci di bordo, si accentuava il gioco cromatico, ed improvvisamente si potevano misurare le sensibili oscillazioni degli alberi che piano piano svelavano gli arcani misteri della notte. Rugge annusava sempre l’aria come per dire: “A mi,de musse nu me ne cunta nisciun.Sentu l’oudu de l’aggiu, u l’è un vapore cu vegne dall’Egittu” (A me di storie non ne racconta nessuno. Sento l’odore dell’aglio, si tratta di una nave che viene dall’Egitto). Rugge aveva ragione. La sciroccata in arrivo, spingeva verso Genova l’odore del carico di aglio,che arrivava mezza giornata prima della nave... Rugge prendeva il primo caffé in cucina, e quando saliva sul ponte di comando, cominciava la giornata di lavoro colpendo con un una ditata il barometro (Juan).Dalla lettura dell’antico strumento,tanto caro ai naviganti, otteneva la conferma che il suo computer cerebrale aveva elaborato in modo esatto tutti i dati immagazzinati. “Ti vediee Juan che au levaa du sole tutti ne daian ragion.” (Vedrai Juan che al levar del sole, tutti ci daranno ragione) Ed infine, Rugge rendeva grazie al suo fiuto di barcacciante, accarezzando il quadretto della Madonna della Guardia. Se osservate un rimorchiatore d’epoca e vi sforzate di paragonarlo ad una bruttissima barca a vela, forse commettete un errore di fantasia, ma non vi sbagliate di molto. Il suo corpo centrale, formato dalla tuga e dall’altissima ciminiera, funziona esattamente come una vela. Il suo comandante lo sa e, quando ha la macchina ferma e gli avviamenti di macchina limitati, deve prevedere esattamente la posizione che il suo “barcaccia”, via via assumerà rispetto alla nave ed alla banchina. Si tratta di un lavoro complesso che diventa stressante quando il vento di tramontana scende dalle alture a 30/40 nodi di velocità, oppure quando la “sciroccata persa” lo investirà sopra e sotto la linea di galleggiamento. Quando gli avviamenti del motore erano fatti a mano, il personale di macchina diventava il miglior giudice del suo comandante. Rugge era un gran velista ed era molto calmo, faceva pochi avviamenti Veduta del Porto di Genova negli anni ʻ20. e tutti a bordo lo adoravano. Sapeva prendere il vento e insegnava:“ Poppa al vento meno vento.” Alla partenza di una carretta dal Porto Nuovo, Rugge si faceva sotto per ultimo, con un solo abilissimo avviamento indietro, si portava vicino alla nave, fermava la macchina, prendeva il cavo e poi si faceva spingere dalla tramontana, al segnale del Pilota metteva in moto con il cavo già teso. Una volta mi disse: “Charly, oggi non si usa più, ma ai miei tempi, quando una nave usciva storta dal bacino di carenaggio, la si raddrizzava con la scia di una nostra smacchinata....” Il “naso del barcacciante” sta tutto nel fiuto del vento,nello sfruttare i refoli,i rebighi e persino i rimbalzi ed i giri che si formano tra i magazzini di ogni calata. Non è da tutti trovare sempre il vento e prenderlo dal lato giusto per farsi abbattere dalla parte più conveniente. Un qualsiasi manovratore conosce alla perfezione gli effetti del timone e dell’elica di una imbarcazione tradizionale nella marcia indietro. Ma con il vento forte questi effetti cambiano e ci vuole l’artista per ricondurla all’obbedienza. Rugge, guardava spesso verso i monti e diceva: “Se l’è negro a tramontann-a preparate a-a burriann-a” (Se è nero a tramontana preparati alla tempesta) E quando gli chiedevo: “A Rugge cumme o l’è u tempu doman?” (Com’è il tempo domani ?) Con voce ferma e convinta rispondeva: “Portofin u l’è scuo, cieuve seguo!” (Portofino è scuro, piove di sicuro!) Rugge non sbagliava mai le previsioni, neppure quando credevo d’averlo preso in castagna. “Rugge, oggi c’è uno strano scirocco, fa freddo. Cose u l’imbelinn-a u tempo?” (Cosa combina il tempo?) “Mia Charly, Sciocu freido ghe neve vixinn-a, u nu faià rimm-a, ma ti a casa staseia nu ti ghe vae pen bello belin!” (Guarda Charly, scirocco freddo significa che c’è neve vicina,non farà rima,ma vedrai che tu a casa stasera non ci andrai proprio!) Belin se aveva ragione Rugge! Dopo qualche ora si mise una nevara che mi costrinse a rimanere a bordo per due giorni! Ciao Rugge! So che da lassù ti sembreranno strani i rimorchiatori di oggi, che girano come trottole e se ne fregano del vento...anzi, forse ti verrà male chiamarle ancora “barcacce”.... ma credimi, il “Naso del barcacciante” è sempre in allerta perché “de mainae ghe n’è ciù pochi!” (ormai di marinai ce ne sono più pochi!) di Carlo Gatti MUSICA Tra il 16 luglio e il 14 agosto RAPALLO, SANTA MARGHERITA e ZOAGLI ospiteranno un festival internazionale dedicato alla musica “nera”: otto concerti con grandi artisti italiani e stranieri Il Tigullio sedotto da una “rapsodia in blues” S ulle tracce di quel sound melanconico e insieme ruggente chiamato blues, l’estate rivierasca ospiterà il primo “Tigullio International Festival” che, denominato “Rapsodia in blues”, – e ci scusi George Gershwin - tra il 16 luglio e il 14 agosto vedrà alternarsi tra Rapallo, Santa Margherita e Zoagli un affascinante tour itinerante di numerose star di grande caratura. Sull’onda della radio a valvole e del vinile alla fine della seconda guerra mondiale l’Europa aveva accolto una vera e propria rivoluzione musicale, parente, alla lontana s’intende, di un folk diverso quanto universale. Quest’ultimo era partito dall’Africa per approdare nel profondo sud degli Stati Uniti col suo carico di nostalgia, di fatica e di dolore cavalcando un’onda nera, quella del mare e dello schiavismo. Da quelle radici nasceva il Blues. Rapallo, Santa Margherita Ligure e Zoagli hanno quindi aderito con entusiasmo alla proposta di partecipare a questa prima edizione del Tigullio International Festival “Rapsodia in blues” che le vedrà affiancate per la prima volta all’insegna della grande musica internazionale. Quest’estate, quindi, per la gioia degli appassionati il sound e le note del blues si snoderanno lungo la costa e nei centri storici del nostro comprensorio. “Accanto a star internazionali del calibro di Sandra Hall, Andy J. Forest e Otis Grand, autentici ambasciatori nel mondo di questo particolare e struggente tipo di sound – concorda da Santa OTIS GRAND di Emilio Carta PAOLO TREVES LUCA BERTONE SANDRA HALL ANDY J. FOREST PAOLO BONFNATI Margherita l’assessore Giuseppe Pastene avremo la possibilità di ascoltare anche artisti italiani di grande professionalità come Fabio Treves e la sua magica armonica, le chitarre e il sound di Guitar Ray, il gruppo Spiritual Gangsta, le voci di Luca Bertone e Paolo Bonfanti”. “Il Tigullio prova così a promuovere turismo e cultura, in modo concreto e unitario e con una formula finalmente più moderna e razionale – aggiunge l’assessore al Turismo di Rapallo, Roberto Di Antonio - L’augurio è che questo primo passo sia l’inizio di una serena e incisiva collaborazione fra i nostri Comuni per rendere sempre più appetibile l’offerta estiva per i residenti e per i numerosi ospiti che affollano la nostra riviera”. “Non abbiamo inventato nulla, sia chiaro – GUITAR RAY conclude il sindaco di Zoagli, Rita Nichel - Però recuperare un patrimonio artistico e culturale quale il Blues, la musica “nera” definita a ragione madre del rock e di tutto ciò che a partire dal dopoguerra dal sud degli Stati Uniti aveva attraversato l’Atlantico per raggiungere l’Europa (assieme, nel bene e nel male, al chewing gum, alla Coca Cola e al cinema di John Wayne) ci è parso un omaggio doveroso”. TIGULLIO INTERNATIONAL FESTIVAL 2008 “RAPSODIA IN BLUES” Il Programma del RAPALLO - SANTA MARGHERITA LIGURE - ZOAGLI SANTA MARGHERITA LIGURE Mercoledì 16 luglio ore 21.30 piazza Caprera ZOAGLI Domenica 3 agosto ore 21,30 piazza della Chiesa RAPALLO Giovedì 17 luglio ore 21,30 piazza Bottaro/lungomare al castello SANTA MARGHERITA LIGURE Mercoledì 6 agosto ore 21.30 giardini a mare LUCA BERTONE blues trio FABIO TREVES e la sua Blues Band SANDRA HALL e la sua Band GUITAR RAY & Blues set gamblers ANDY J. FOREST e la sua band SANTA MARGHERITA LIGURE Mercoledì 23 luglio ore 21.30 piazza Caprera 10 PENISOL A PAOLO BONFANTI acoustic blues RAPALLO Giovedì 31 luglio ore 21,30 p.za degli Oratori SPIRITUAL GANGSTA (ex Hot Bibins) RAPALLO Giovedì 7 agosto ore 21.30 piazza Venezia RAPALLO Giovedì 14 agosto ore 21.30 piazza Garibaldi OTIS GRAND e la sua Band La regina Maria Antonietta, icona della moda e delle arti di Gloria Barbetta La vita brillante e controversa della sovrana di Francia raccontata attraverso 300 splendide opere d’arte, provenienti da tutta l’Europa, nella mostra al Grand Palais che si é conclusa il 30 giugno P arigi. "La donna è sottomessa in tutto a suo marito e non deve avere alcuna occupazione se non piacergli e fare le sue volontà. La sola vera fortuna in questo mondo è un matrimonio felice. Tutto dipende dalla donna, se è compiacente, dolce, divertente". Parola di Maria Teresa imperatrice d’Austria, che il 4 maggio 1770 dava questi perentori consigli per lettera alla giovane figlia, l’arciduchessa Maria Antonietta, che il 16 maggio dello stesso anno avrebbe sposato a Versailles in pompa magna il futuro re di Francia, Luigi XVI. Consigli che anche all’epoca dovettero apparire piuttosto restritti- Franklin-Roosevelt o Champs-ElyséesClemenceau). L’esposizione si prefigge di ridare giusta dignità a Maria Antonietta, cercando di fare luce sulla figura di una giovane donna che per molto tempo venne dipinta unicamente come dilapidatrice del patrimonio del regno di Francia e che a più di due secoli dalla sua morte viene ora proclamata icona della moda e delle arti. Ritratti, mobili preziosi, pezzi rari di porcellana o di oreficeria, tutto l’universo quotidiano della sovrana è riunito nella particolare mostra al Grand Palais, organizzata dai conservatori dei castelli di Versailles e del faccio colazione e vado dalle mie zie dove abitualmente trovo il re – scriveva Maria Antonietta a sua madre il 12 luglio 1770 - Questo dura fino alle 10 e mezza quindi alle 11 vado a pettinarmi. A mezzogiorno “si chiama la camera” e là tutti possono entrare, ma non la gente comune. Metto il rossetto e lavo le mani davanti a tutti, infine gli uomini escono e le donne restano e mi vesto davanti a loro". Impegnativa la quotidianità a quei tempi ma anche allora questo stile decontracté poteva dare adito a pettegolezzi e dicerie, tant’è che Maria Teresa d’Austria scrive alla figlia nel 1774: "Non posso impedirmi di fare accenno ad un punto del quale parlano troppo spesso molto gazzettini: la parure della quale vi servite. La si dice alta di 36 pollici dalla radice dei capelli e con tanto di piume e rubini che la evidenziano. Una giovane regina carina non ha bisogno di tutte queste La figura della regina Maria Antonietta affascina e intriga: frivola, incompresa, vittima? vi e lapidari all’esuberante e giovanissima Maria Antonietta, nata il 2 novembre 1755 da Maria Teresa e Francesco I d’Austria, destinata a diventare regina suo malgrado, per i casi della politica europea del tempo. La regina fu ghigliottinata il 16 ottobre 1793: e 38 anni erano davvero pochi anche allora per una simile fine. La vita brillante e controversa della sovrana di Francia è raccontata attraverso l’esposizione di 300 splendide opere d’arte, provenienti da tutta l’Europa, nella mostra inaugurata al Grand Palais il 15 marzo scorso, che resterà aperta al pubblico fino al 30 giugno tutti i giorni dalle 10 alle 22 (e dalle 10 alle 20 il giovedì, chiuso il martedì; fermata del metro 11 PENISOL A Trianon. La figura di Maria Antonietta affascina e intriga: frivola, incompresa, vittima? Biografie, film, esposizioni hanno provato a più riprese a meglio comprendere questa donna dal tragico destino: la ragazzina che arrivò a Versailles aveva ricevuto un’educazione improntata all’arte, amava disegnare, recitare, cantare e ballare, caratteristiche che seppe trasmettere alla vita di corte, dove le era impedito occuparsi di politica e quindi trovò il suo punto di fuga o di esternazione della sua personalità attraverso i decori, le porcellane asiatiche e francesi, le lacche dell’Oriente che tanto piacevano anche a sua madre, i vasi di pietre dure, oggetti di pregio che aveva voluto in abbondanza nei suoi appartamenti. Ma come viveva a corte la giovane donna? "Mi alzo alle 10 o alle 9, o alle nove e mezza e una volta vestita, dico le preghiere del mattino, dopo follie". E prontamente Maria Antonietta replica: "E’ vero che mi occupo un po’ della mia parure e quanto alle piume, tutti ne indossano: sembrerebbe anzi eccezionale il fatto di non portarne". Fino all’inizio della Rivoluzione, Luigi XVI e i suoi ministri si impegnarono a scartare la regina dalla vita politica e lei si impose quale mecenate delle arti del suo tempo. Giovane, attenta alle mode e alle idee nuove, desiderosa di sottrarsi all’etichetta di Versailles, creò un quadro di vita raffinata che per certi aspetti testimoniava la sua educazione austriaca. Ma il suo bisogno di libertà e il suo desiderio di sfuggire alle regole di corte l’allontanarono ben presto dalle simpatie di molti: Maria Antonietta veniva ormai descritta come l’Austriaca reclusa nella sua “piccola Vienna”, il Petit Trianon che il re le donò quale buen retiro quattro anni dopo le loro nozze, nel 1774, lo stesso anno in cui la sovrana incontrò Axel de Fersen, l’affascinante conte svedese, dipinto dalle male lingue come uno dei suoi amanti: fu notato dalla regina soprattutto quando nel 1779 fece la sua comparsa a Versailles indossando il nuovo costume svedese, la sovrana lo vide e restò colpita dalla sua bellezza. Quanto a fascino anche Maria Antonietta non era da meno: Elisabeth Louise Vigée Le Brun, la sua pittrice ufficiale, di lei diceva: "Quello che c’era di più notevole nel suo volto era lo splendore del suo incarnato. Non ne ho mai visto di altrettanto brillanti, e brillante è la parola giusta, poiché la sua pelle era così trasparente che non prendeva ombra". Il Petit Trianon divenne ben presto luogo alla moda, di feste e teatro, luogo delle sue amicizie e permise alla regina di essere finalmente se stessa. Ma questa libertà conquistata, questa sua autonomia agli occhi della corte erano aspetti negativi: rapidamente percepito dall’opinione pubblica come il luogo delle spese sfrenate e delle attività licenziose della regina, il Petit Trianon divenne la piccola Vienna e la cerchia di amici della regina fu considerato un manipolo di oziosi e approfittatori dai costumi dissoluti. Travolta dalle calunnie, Maria Antonietta venne additata come Madame Dédicit e come spia assoldata dall’Austria.Trasportata dalla storia e dalla forza del destino, sommersa da un flusso costante di pubblicazioni diffamatorie e satiriche, la famiglia reale si era così incamminata sulla strada della ghigliottina. Il 21 gennaio 1793 avvenne l’esecuzione di re Luigi XVI: la regina si chiuse in una grande dignità che conservò fino alla sua fine: morì il 16 ottobre 1793, le ore più buie della sua vita trasformarono questa donna. Il mito era nato. Cultura “Si torna a teatro” Bissata l’esperienza del melodramma con “La sonnambula” M di Giacomo Revello artedì 6 maggio è arrivato; siamo tutti pronti per tornare al Teatro Carlo Felice di Genova dopo la passata esperienza che ci aveva coinvolto assistendo alla rappresentazione della “Fanciulla dell’West”, opera musicata da Giacomo Puccini. Oggi invece saremo presenti alla rappresentazione de “La sonnambula” musicata da Vincenzo Bellini; e sì, riusciremo a ripetere la bella esperienza che tre anni fa era tanto rimasta impressa nella nostra memoria. Ma anche questa volta partiamo dall’inizio. È il mese di settembre e, accogliendo dopo la pausa estiva singolarmente nella stanza di musicoterapia le persone che partecipano all’attività del laboratorio di musicoterapia cognitiva, pongo una domanda che riguarda il proprio ricordo ed il relativo gradimento delle attività svolte insieme in questi anni. Le risposte sono comprensibilmente le più diverse ma ciò che torna con insistenza alla memoria di tutte è l’esperienza passata vissuta al Teatro Carlo Felice. Bene! Anzi benissimo, sono pronto; decido così di cercare l’Opera in cartellone più adatta e trovatala, comincio a scrivere il progetto preliminare da poter presentare all’É- quipe. L’opera, per il tipo di storia e di scenografie mi suggerisce di estendere il progetto al laboratorio di ceramica condotto dall’educatrice Alberta in modo da poter offrire una consequenzialità grafica al lavoro incentrato quasi del tutto su ascolto e comprensione svolto nel laboratorio di musicoterapia (di trama, di tessitura vocale, formazione strumentale ecc.) permettendo attraverso questa modalità il rafforzamento mnemonico e personale attraverso il gesto grafico individuale. Il progetto approvato con cadenza settimanale e per la durata di tre mesi viene così condiviso, attuato e concluso con le debite verifiche. Tutti i partecipanti sono pronti, hanno raffigurato in modo personale ciò che sarà la loro Sonnambula e non vedono l’ora di assistere allo spettacolo. E qui torniamo ad oggi, martedì 6 Maggio. Arriviamo a Genova, è una bellissima giornata di primavera e siamo accompagnati da Alberto e Chiara. Inizia lo spettacolo e subito dopo l’ascolto dell’ouverture che da inizio allo spettacolo e quindi all’apertura del sipario noi tutti ci accorgiamo che delle scenografie originali e della loro disposizione sul palcoscenico non ce ne è nemmeno l’ombra…accidenti, e adesso come facciamo a riconoscere gli elementi e i momenti del racconto musicale da noi imparati? Lo scenografo ha creato scenografie contenenti la simbologia dell’oggetto tralasciando così l’oggetto concreto; è per questo suo volere che, ad esempio il vecchio mulino a pale rotanti viene trasformato in una enorme sfera girante di materiale plastico trasparente al cui interno è posizionato il letto che pare sospeso in aria e su cui dorme la sonnambula oppure sostituisce il cornicione del tetto su cui cammina la sonnambula in stato di sonnambulismo con una potentissima luce laser psichedelica verde che avanza lentamente dal palcoscenico fino ad investire direttamente il pubblico (creando anche un certo fastidio alla vista). Tutto ciò risulta così del tutto imprevedibile e mi pongo immediatamente e necessariamente un quesito. Riusciranno i ragazzi, ma non solo i nostri, anche quelli delle moltissime scuole elementari e medie di Genova anch’essi intervenuti ad assistere allo spettacolo, a riconoscere l’oggetto simbolico ed interpretarlo come oggetto concreto? La rappresentazione è appena finita e con molta curiosità chiedo le prime impressioni a caldo. Dalle loro risposte noto come la maggior parte dell’attenzione dei ragazzi è stata spesa per l’ascolto delle musiche, il riconoscimento delle voci dei cantanti personaggi ed alle emozioni che hanno saputo trasmettere (che a differenza della scenografia simbolo sono rimaste tali e quali a come sono state scritte in origine da Bellini e che per ovvie ragioni di rispetto della partitura non potranno mai essere modificate a piacere da nessun direttore d’orchestra). Proprio queste risposte mi inducono a questa conclusione. Il suono e la musica, nascendo come simbolo ed avendo già rinunciato al superfluo, si concretizzano tali e quali nell’espressione delle nostre emozioni; al contrario l’immagine, ricca di superfluo quando vuole diventare simbolo, rischia di farci confondere e di farci perdere nell’astrattezza del ragionamento. Convegno su disabilità e sport I giorni 23-24 maggio a Rapallo, presso l’Auditorium dell’Hotel Europa e al Teatro delle Clarisse, si è svolto un convegno dal titolo “Disabilità e sport”, al quale hanno partecipato molti atleti di livello nazionale di varie discipline. Hanno dato un contributo veramente interessante sia dal punto di vista umano sia per le riflessioni che hanno saputo far emergere in tutti i presenti. Certamente le problematiche, le motivazioni e i modi d’approccio all’attività sportiva dei disabili fisici sono molto diversi da quelli dei ragazzi con deficit intellettivi, ma senz’altro è risultato chiaro che l’attività sportiva è un elemento fondamentale per il benessere psico-fisico delle persone. Abbiamo ascoltato molte storie, tutte diverse ma con un unico denominatore: la voglia di non arrendersi e di vivere comunque quelle emozioni che solo lo sport è capace di dare, e così esso rappresenta una molla formidabile per uscire da quella solitudine che purtroppo spesso accompagna chi, anche improvvisamente, si trova ad affrontare la vita con una forte difficoltà in più. In maniera chiara e semplice è emerso che la definizione “diversamente abile” è un concetto ovvio, quasi banale, perché se ci pensiamo bene siamo tutti “diversamente abili”. Forse che Stefano Gori, atleta non vedente che si dedica all’atletica gareggiando nei 100 e 200 metri, non è più forte di un atleta cosiddetto “normodotato” che si cimenta magari ad ottimi livelli nel nuoto? Certamente Mario Bornia, atleta paraplegico, conosce l’arte della navigazione molto meglio della quasi totalità degli italiani! Quello che questi atleti ci hanno insegnato è che ognuno di noi è abile in certe attività e non lo è in 12 PENISOL A altre; il problema è che troppo spesso ci si trova di fronte a barriere tali, architettoniche o sociali, psicologiche, che allora da “diversamente abili” si diventa realmente “disabili”. Credo che il livello di civiltà di una società si misuri anche dalle risorse investite per eliminare tali barriere e dar quindi l’opportunità di far esprimere l’individuo nelle sue diverse abilità. Come ha sottolineato con efficacia Valerio Virgili, psicologo dello sport, non sono i diversi modi di definire le persone diversamente abili (disabili, portatori di handicap, ecc.) ma solo le barriere sia fisiche che sociali che vengono messe tra gli individui e la società in cui vivono. La pratica dello sport a qualsiasi livello costringe l’individuo a cercare e tirare fuori quelle risorse spesso di Giovanni Sala inconsapevoli indispensabili per raggiungere un proprio obiettivo, grande o piccolo che sia. Vorrei concludere con una frase particolarmente significativa che a mio giudizio coglie il messaggio di questo convegno, esposta nel suo intervento da Mario Bornia:“La vera tragedia della vita non è il non riuscire a raggiungere un risultato, ma il non avere un risultato da raggiungere”. L’Anffas ospite dell’Istituto Emiliani PROSEGUONO I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DI VILLA GIMELLI L a massiccia ristrutturazione dell' ottocentesco complesso edilizio Villa Gimelli è iniziato fin dal 2004 per la messa a norma ed in sicurezza strutturale ed impiantistica del grandioso edificio, come previsto dalle normative vigenti. Quando, recentemente, lo stato di avanzamento lavori è giunto ad un punto cruciale per l'agibilità dei locali e la sicurezza della struttura, si è dovuto affrontare l'emergenza del trasferimento e della sistemazione, sia pure in via transitoria, dei trenta ragazzi inseriti in regime semiresidenziale e dei tredici ospiti che vivono stabilmente a Villa Gimelli in regime residenziale, insieme ai loro operatori. Compito arduo per una ricerca sempre più affannosa man mano che passavano i giorni per una sede idonea da parte della nostra Presidente, professoressa Rosina Zandano, che, magari con un po' di aiuto dalla Provvidenza, è riuscita a risolvere il problema inserendo i ragazzi nell'accogliente struttura dei Padri Somaschi a Rapallo, l'Istituto Emiliani. La sistemazione confortevole ed adeguata, ma comunque dovuta alla situazione contingente, tuttavia, mano a mano che i nostri ragazzi, con il loro solito spirito di adattamento si inserivano nel nuovo contesto emergeva una inaspettata realtà. 13 PENISOL A L'Istituto Emiliani di Rapallo ha intitolato la scuola media e liceo scientifico, a San Francesco perché nel 1850, anno di fondazione, era ubicata presso la chiesa di Rapallo dedicata al santo di Assisi. Solo nel 1975 si è trasferita, infatti, nella sede attuale. L'ordine dei Padri Somaschi, fondato da San Girolamo Emiliani, insieme a laici che ne condividono lo spirito ed il carisma religioso al servizio della chiesa e della società, portano avanti diverse realtà educative oltre alle scuole succitate: la comunità “Progetto Insieme” che, attraverso tre distinte strutture accoglie minori in difficoltà; il Centro diurno che è un servizio di doposcuola, e la favolosa tipografia. I Padri svolgono il ministero sacerdotale nella chiesa attigua dedicata a San Girolamo Emiliani. Ebbene, la cosa veramente straordinaria è stata l'accoglienza da parte degli studenti e degli ospiti dell'Istituto che hanno “adottato” i nostri ragazzi. Coccolati anche dallo staff della Cooperativa Sociale Tassano che, dalla cucina, sforna cibi deliziosi, o dagli allievi della Professoressa di Scienza Raffaella Spinetta, naturalista, bellissimi e trepidi, come Michelangelo Balbo, il più amato dai compagni di classe. di Giuliana Chiesa De Marco In trasferta dai Somaschi “E di Adriana Moi i fu…” il grande scrittore Alessandro Manzoni compose questa ode in onore di Napoleone in soli tre giorni, dicono le biografie! Le mie reminescenze scolastiche si sono risvegliate allorché la Direzione del Centro ci ha comunicato che dal “cinque maggio” tutte le attività del diurno e la comunità alloggio sarebbero mensa, molto grande e accogliente e… gradita sorpresa… a servire c’è la nostra Maria! Questo denota la capacità della direzione che ha provveduto agli spostamenti senza tralasciare la presenza di persone che i ragazzi conoscono bene, punti di riferimento che contribuiscono a metterli a proprio agio. state trasferite presso la struttura dell’Istituto Scolastico Gerolamo Emiliani, in centro a Rapallo. Non nascondo che un po’ di preoccupazione da parte di noi operatori c’era: da anni Villa Gimelli è in fase di ristrutturazione, innumerevoli sono i disagi dovuti al rumore, alla polvere, agli spostamenti dei laboratori, ai servizi mensa…e chi più ne ha più ne metta! Ma se tutto ciò ci destabilizzava non poco, l’idea di trasferirci in una struttura a noi completamente sconosciuta -e con “Noi” mi riferisco non solo ai dipendenti ma in particolare ai ragazzi- non ci sorrideva. Devo riconoscere che alle ore 8 di lunedì cinque maggio abbiamo trovato tutto predisposto a puntino dalla coordinatrice Minutillo: a piano terra due aule molto grandi e luminose dove ci siamo sistemati con i ragazzi: bricolage e ceramica insieme, la falegnameria nell’altro spazio. A disposizione anche un’enorme palestra che sfruttiamo alla grande: dopo un timido approccio iniziale è diventata in breve la struttura più frequentata con partite di pallavolo e pallacanestro all’ultimo respiro e una folla di sostenitori da “Gradinata Nord” (scusate ma il tifo sampdoriano è un poco più tiepido al confronto…). Salendo al primo piano troviamo la sala Al piano superiore ci sono le camere con i servizi. Tutto organizzato a regola d’arte: letti accoglienti con comodini a fianco, armadi con gli indumenti personali, bagni non molto grandi ma perfettamente in ordine, l’armadio dei farmaci e le terapie disposte in bell’ordine e… udite, udite…abbiamo pure la macchina del caffè! A questo punto le giornate volano…le uscite sono all’ordine del giorno: Parco Tigullio a Lavagna, Parco Casale a Rapallo, Zoagli, Sant’Ambrogio, porto di Rapallo, Santa Giulia…mare e monti ed aria buona a disposizione! Nonostante non sia la prima volta che ce lo dimostrano,i ragazzi sono riusciti ancora una volta a stupirci con la loro capacità di adattamento e a trasmetterci la loro serenità. La nostra Presidente Zandano ha fatto un gesto che è stato molto apprezzato, regalando ad ogni alunno dell’Istituto scolastico che ci ospita una copia del libro “Una storia d’amore per la vita”, del quale è autrice insieme al giornalista Emilio Carta. Purtroppo non abbiamo avuto l’opportunità di approfondire la conoscenza con i ragazzi e i docenti a causa degli orari rigidi delle lezioni, ma gli incontri durante la ricreazione sono sempre stati accolti con timidi sorrisi da parte loro e sorrisi luminosi da parte nostra! ANFFAS IL SERVIZIO DI ACCOGLIENZA E INFORMAZIONE È NATO NEL 2005 PER FORNIRE SOSTEGNO E SVILUPPO ALLE VARIE ASSOCIAZIONI CHE GRAVITANO ATTORNO ALL’ANFFAS E AI SUOI PROGETTI SOCIALI Decolla in rete il progetto “SAI?” “A ttivare una specifica attenzione verso le nostre famiglie per onorare ciò che è alla base della costituzione stessa Anffas”. Questa, in sintesi, la motivazione per la costituzione del Servizio di Accoglienza e Informazione (SAI?), previsto dalla Carta dei Servizi Anffas Onlus (Milano, dicembre 2004). Di fatto, come già sottolineato in diverse occasioni, per le Associazioni Socie che desiderano mantenere l’affiliazione ad Anffas Onlus ed usarne, quindi, il marchio, deriva come adempimento vincolante la costituzione di un servizio gratuito rivolto alla generalità dei cittadini (sia soci che non). Tale Servizio, denominato “SAI?” ha preso avvio a partire dal 2005. Per potenziare l’attività del “SAI?”, a fronte di un crescente numero di richieste, è stato deciso a livello nazionale di impostare l’attività in rete, collegando i servizi locali esistenti e creandone di nuovi, grazie alla fornitura di strumenti adeguati e alla formazione degli operatori di accoglienza. L’iniziativa progettuale denominata “Anffas in rete” è stata ammessa a cofinanziamento a fine 2006, risultando essere l’ottavo progetto in graduatoria. Da questo momento L’Anffas Onlus si è impegnata a realizzare l’iniziativa, tendo conto della convenzione e delle direttive ministeriali, del formulario progettuale e delle regole della rendicontazione. Alla base del progetto, alcuni obiettivi da raggiungere: - il potenziamento dello Sportello Nazionale “Sai?”; - l’attivazione di almeno uno sportello per ogni singola regione, ove sono presenti strutture associative; - l’adeguata formazione di operatori; Malattie rare e farmaci orfani L’opuscolo che ci è arrivato dall’Istituto Superiore di Sanità è degno di grande attenzione per chi fosse interessato a saperne di più su un argomento ancora così poco trattato a livello di vulgarizzazione. Il supplemento del notiziario a cura del Centro Nazionale Malattie Rare è a disposizione presso la nostra segreteria ANFFAS/servizio SAI? (Assistente Sociale Fabrizia Galli). Per informazioni è anche attivo un telefono verde malattie rare (800 89 69 49) attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13,00. 14 PENISOL A - la realizzazione di una banca dati unificata accessibile via Web per ogni cittadino. Il raggiungimento di questi obiettivi si potrà avere seguendo un programma articolato in diverse fase nell’arco di un anno: 1) l’implementazione del S.A.I.? Nazionale è stata programmata in tre mesi, da febbraio ad aprile 2008. Essa comporterà l’allestimento e la riorganizzazione delle banche dati, l’aggiornamento FAQ sul portale informativo e la presentazione; 2) successivamente l’attivazione dei S.A.I.? a livello locale (in otto mesi, da maggio a dicembre 2008), attraverso il censimento e la rilevazione dei S.A.I.? esistenti e l’attivazione di quelli nuovi. Sarà prevista, inoltre, la selezione delle candidature e la formazione degli operatori; 3) nel periodo luglio-dicembre 2008 (6 mesi) si avrà la creazione della rete, con la fornitura degli strumenti informatici per il collegamento; 4) l’attivazione della Banca Dati è stata progettata per il periodo maggio-luglio 2008 (3 mesi), con la predisposizione di uno spazio sul portale, a cui accedere per avere informazioni, risposte ai quesiti, ecc…; 5) infine la pubblicazione degli atti richiederà due mesi di preparazione, da dicembre 2008 a gennaio 2009 e si realizzerà attraverso un cd-rom, contenente il materiale realizzato e il manuale operativo. All’interno del progetto “Anffas in rete” si avranno degli obblighi specifici e delle regole da rispettare, per quanto concerne il monitoraggio e la verifica, la riservatezza e il trattamento dei dati, la rendicontazione amministrativa e contabile e, soprattutto, il fatto che su qualsiasi tipo di materiale dovrà essere indicato che è stato finanziato dal Fondo dell’Osservatorio Nazionale per l’Associazionismo Sociale – Ministero della Solidarietà Sociale. Inoltre si dovrà tenere conto di alcune indicazioni in merito ai termini e alla durata (12 mesi), i destinatari dell’intervento, gli operatori e di volontari interessati, la modalità di erogazione del finanziamento. Per quanto riguarda le candidature, è richiesto almeno uno Sportello per ogni Regione e, tra le diverse candidature, avrà la precedenza quella condivisa e sostenuta dal livello regionale e, soprattutto, da un’associazione locale piuttosto che da un ente a marchio Anffas. I candidati dovranno assicurare un impegno costante (non solo rispetto a questo progetto, n.d.r.), mantenendo il collegamento in rete, rispettando i tempi e gli obiettivi del progetto e rimanendo un punto di riferimento per il territorio e per il nazionale. Le attività formative di operatori e volontari si svolgeranno prioritariamente in ambito regionale, con corsi della durata di uno o due giorni. In tutte le fasi del progetto, Anffas utilizzerà gli strumenti editoriali ed informatici già in suo possesso, quali: - il quadrimestrale “Rosa Blu”, nella sezione dedicata “Scuola dei Diritti” e S.A.I.? informa; il portale associativo www.anffas.net, con una sezione dedicata nella quale verranno pubblicate in tempo reale le risposte e le informazioni fornite attraverso il S.A.I.?; - i quaderni Anffas, con la realizzazione di appositi “manuali d’uso” sulle tematiche di maggiore interesse. Infine si prevede la progettazione e l’installazione sul portale associativo di una semplice piattaforma di FAD e di un forum di discussione, sia per la gestione dei rapporti tra gli operatori degli Sportelli S.A.I.? e il S.A.I.? Nazionale, che per la formazione continua degli stessi. di Fabrizia Galli OPERATORI ALLA PROVA DEL FUOCO Si è concluso con pieno successo il “Corso per addetti antincendio in attività a rischio di incendio elevato” organizzato in ottemperanza alle norme vigenti dall’ANFFAS Villa Gimelli per 20 suoi dipendenti. Dopo 12 ore di corso teorico tenute dagli ingegneri del Dichep (Dipartimento Ingegneria Chimica e di Processo) dell’Università di Genova, i futuri addetti antincendio hanno sostenuto l’esame scritto, orale e pratico presso il Campo Prove di Mele. Un’esperienza resa piacevole dalla simpatia degli istruttori del Campo Prove che, unita all’indiscutibile professionalità che hanno dimostrato per l’intera giornata, ha permesso agli operatori dell’ANFFAS di apprendere con interesse le importanti nozioni riguardanti il pericolo del fuoco e le procedure da adottare in caso di emergenza. Volontariato: alla scoperta dei tesori nascosti di Rapallo La prima festa loro dedicata si è tenuta il 7 e 8 giugno scorsi nelle vie e piazzette del Centro Storico raccogliendo plausi e consensi tra la cittadinanza È di Rosina Zandano la prima volta che a Rapallo si svolge la Festa del Volontariato; iniziativa fortemente voluta dal Dott. Corrado Castagneto, Assessore al Volontariato del Comune di Rapallo e dal Sindaco Mentore Campodonico con il significativo titolo “I tesori nascosti di Rapallo”. - La prima giornata ha visto l’inaugurazione del “Volontariato Point” (presso l’ex Ospedale di Piazza Molfino), un nuovo ed importante servizio per la cittadinanza, ed una tavola rotonda presso il Teatro Auditorium delle Clarisse avente per tema “Volontariato socio-sanitario e Istituzioni insieme per crescere”. I relatori Fabrizio Tagliabue e Stefano Tabò hanno presentato le interessanti relazioni: “Il ruolo del Volontariato nella società attuale” e “Le radici del Volontariato: la legislazione che cambia”. Sono intervenuti Valerio Balzini, portavoce del Forum Terzo Settore Liguria; Fabio Mustorgi, rappresentante ANPAS e Presidente Croce Bianca di Rapallo; Gianrenato De Gaetani, Presidente Regionale Federvita; Paolo Cavagnaro, Direttore Generale ASL4 Chiavarese; Pier Angelo Tassano, portavoce Forum Territoriale del Terzo Settore del Tigullio; Maria Luisa Tessera, Presidente Consulta del Volontariato per i problemi del disagio sociale di Rapallo. Moderatore Roberto Viazzi, giornalista di Teleradiopace. In serata presso la Croce Bianca di Rapallo si è svolta una cena in favore di Telepace, un professionale servizio che ci accompagna nella quotidianità della nostra giornata con ricchezza di informazioni d’attualità e sprazzi illuminanti di vita spirituale. Per ANFFAS Villa Gimelli sono stati inter- Navi e Relitti del Tigullio in anteprima a Camogli vistati il Tesoriere Armando Pagliughi e il Dott. Luca Brunetti. - Domenica 8 giugno un fiorire di gazebo nelle più importanti strade della città di Rapallo con l’esposizione dei simboli e dei prodotti di ciascuna associazione ha veramente suscitato ammirazione ed apprezzamento per quanto i singoli cittadini ed i gruppi organizzati riescono a donare a chi è nel bisogno con generosità ed intelligenza. Nello scrigno del cuore dell’uomo vero si nascondono tesori preziosi che inondano e fecondano la nostra società apparentemente così arida e tesa solamente al profitto. La Festa del Volontariato è stato uno di quegli eventi che lasciano tracce profonde e riflessioni ristoratrici in tutti coloro che vi hanno, nei diversi ruoli, partecipato. UN FILMATO GIRATO POCHI MESI FA A 120 METRI DI PROFONDITÁ, CONFERMA LA PRESENZA DEL RELITTO DI UN U-BOOT C di Carlo Gatti ome avevamo annununciato su Penisola, nel mare del Tigullio giacciono numerosi relitti. Navi romane, piroscafi e persino un sommergibile sono stati trovati da esperti sub che hanno così svelato una serie di misteriosi affondamenti avvenuti nei secoli. A Camogli, in merito, si è tenuto un convegno specifico su “I relitti dei fondali di Camogli”. Organizzato dalla Società Capitani e Macchinisti Navali, l’evento, sviluppatosi in due giornate, ha visto la partecipazione della Soprintendenza dei Beni Archeologici del mare, dell’Area Marina Protetta di Portofino, del FAI e di una decina di relatori tra cui storici navali, scrittori di mare e rappresentanti delle più prestigiose associazioni marinare della Liguria. Il materiale raccolto e raccontato dai protagonisti, frutto di molti anni di ricerche,è stato apprezzato ed accolto dal numeroso pubblico presente con crescente interesse. Inedite storie di mare, di guerre e di relitti sono 15 PENISOL A state documentate con preziosi filmati e speciali fotografie di valenti professionisti subacquei. La palma di “star” è toccata allo spettacoloso documentario sull’U-boot U 455, che è stato proiettato due volte a grande richiesta. Come è noto, l’uscita del libro di E. Carta “Il segreto di Cala dell’Oro” aveva coinvolto le massime autorità nel campo navale scatenando infinite discussioni e ipotesi sulla presenza, più o meno condivisa,di un sottomarino tedesco della Seconda Guerra Mondiale sui fondali prospicienti Punta Chiappa, a circa 2 miglia dalla costa e ad una profondità di 120 metri. La verità è finalmente affiorata grazie alle inconfutabili immagini girate dal sub Roberto Rinaldi. L’autore del romanzo aveva ragione! Si tratta del sommergibile tedesco descritto nel libro, ma ora il pubblico è in trepida attesa del riscontro storico definitivo che sveli il movente dell’operazione bellica che ne provocò l’affondamento. Notizie IN BREVE SMENTITA Come già smentito sui giornali ed a Telepace, si ricorda che la nostra Associazione ANFFAS Villa Gimelli di Rapallo - Onlus non invia nessun incaricato a raccogliere offerte in denaro porta a porta né in Rapallo, né a S. Margherita Ligure, né a Recco, né altrove. Poiché queste situazioni incresciose si ripetono ciclicamente, siamo costretti a ribadire l’avvertimento. Si ringraziano coloro che vorranno informarci in caso questo inconveniente si ripetesse. Chi ha piacere di inviarci un’offerta ancorché modesta, può prendere contatti con la nostra segreteria telefonando al numero 0185/289478, oppure effettuare un’oblazione sul nostro C/C Deutsche Bank n° 10092 – IBAN: IT07 A031 0432 1110 0000 0010 092. UNA MARCIA PER IL CUORE Domenica 21 settembre l’Associazione “Il Cuore” di Rapallo organizza la XVII marcia podistica “Portofino – Rapallo” sul percorso classico di 9 km e la II Maratonina del Tigullio “Portofino – Montallegro” dal mare ai monti in 21 km. Per informazioni www.tigulliooggi.com “VOCI NEL SILENZIO” di Rosanna Arrighi Un’iniziativa geniale e molto attraente che la prof.ssa Rosanna Arrighi porta avanti con successo ogni giovedì presso l’Hotel Europa. Con particolare sensibilità vuole dare voce al folto numero di persone che hanno un libro nel cassetto e nel cuore e non hanno potuto o voluto farlo pubblicare. I titoli di questi piccoli Tesori danno un’idea di quanti valori non siamo in grado talvolta di poter apprezzare e DA LEGGERE E DA VEDERE… Lezioni italiane - Una visione di pace Dalai Lama - Anno 2008 N. Pagg. 178 - Collana Saggi Edizioni Sperling & Kupfer 17,00 - Nel dicembre 2007 il Dalai Lama, Nobel per la pace 1989, ha visitato il nostro paese ed ha dialogato non solo con rappresentanti del buddismo ma anche del cattolicesimo, dell'islam e dell'ebraismo sul tema della pace tanto quella nel mondo quanto quella interiore, che ne è la sorgente. Questo libro raccoglie quanto il Dalai Lama ha detto su valori universali come il rispetto, la tolleranza, la compassione e l'amore, nonché sulla necessità di sviluppare le qualità interiori dell'essere umano per creare l'armonia al livello più ampio, nazionale e sovranazionale. Il messaggio di saggezza affidato a queste pagine è un'opportunità unica per ascoltare la voce di uno dei grandi maestri del nostro tempo. In questo mondo libero… - It’s a free world… Un film di Ken Loach. Con Kierston Wareing, Juliet Ellis, Leslaw Zurek, Colin Caughlin, Joe Siffleet, Faruk Pruti. Genere Drammatico, colore 96 minuti. – Prod. Gran Bretagna, Italia, Germania, Spagna 2007. - Distribuzione Bim Loach afferma: "Lo sfruttamento è cosa nota a tutti. Quindi non si tratta di una novità. La cosa che ci interessa di più è sfidare la convinzione secondo la quale la spregiudicatezza imprenditoriale è l'unico modo in cui la società può progredire”. Angie è una giovane SULLE ALI LEGGERE DELLA POESIA IL DOLORE DEL MONDO Segnaliamo con affetto ed ammirazione la pubblicazione del volume di poesie “Sulle ali leggere della poesia il dolore del mondo” (Edizioni Italo Svevo Trieste 12,00) scritto da Eleonora Torossi Sinigo, fondatrice dell’ANFFAS di Trieste nel 1961. Si tratta, come commenta il Dott. Duilio Buzzi, di “poesia di spessore culturale con vibrazioni e ondulazioni interattive. Sintonia di immagini con figure di luce in costruzioni poetiche vere, reali, sofferte”. Il ricavato del libro sarà devoluto al Centro ANFFAS di Trieste per la creazione di un reparto d’emergenza che possa aiutare il disabile quando gli viene a mancare improvvisamente l’assistenza familiare. Riportiamo le parole spese a proposito dell’autrice del libro, dalla Presidente dell’ANFFAS Villa Gimelli Rosina Zandano e pubblicate nel volume “Una storia d’amore per la vita – Anffas 1958/2006”:“…impossibile dimenticare la sua energia, la fulva chioma e gli occhi azzurri come il suo mare, il meraviglioso laboratorio di maglie colorate che i primi ragazzi disabili hanno confezionato sotto la sua gestione. Scrittrice e poetessa, ancora oggi si interessa delle sorti dell’ANFFAS di Trieste dedicandole il ricavato della sua ultima fatica poetica…” 16 PENISOL A gustare. “Hai provato con le ali?” raccolta di poesie di Vera Fortis, un concentrato di sottili emozioni. “La scuola speciale Maria Bisi (un’insegnante racconta)” di Stefania Solari Campelli, già vincitrice del premio letterario Nazionale Santa Margherita Ligure – Franco Delpino, ha suscitato un momento di discussione animata ed appassionante in cui si sono confrontati i metodi di educazione e di riabilitazione di bambini con difficoltà psichiche e psicofisiche di ieri e di oggi. Un pubblico numeroso e molto attento presenzia e partecipa a queste riunioni rivelando che il gusto per la cultura, per la conoscenza e per la discussione è sempre vivo nell’essere umano, qualunque sia la sua età e la sua condizione. Un salotto letterario che per la professionalità, la finezza e la misura con cui la prof.ssa Rosanna Arrighi conduce le affollate riunioni, è diventato un rilevante ed accogliente punto di riferimento per la nostra città. MOSTRA SCUDERIA FERRARI CLUB RAPALLO 5 settembre 2008 presso l’Hotel Europa – I signori Orlando Gentile (Presidente Scuderia Ferrari Club Rapallo) e Piero Pasquale hanno contattato l’ANFFAS di Villa Gimelli offrendo la possibilità di partecipare con uno stand in occasione della mostra sulla storia del Cavallino Rampante che si terrà a settembre presso l’Hotel Europa. Invito accolto con entusiasmo dai nostri ragazzi che per l’occasione presenteranno oggetti prodotti nei laboratori ANFFAS riguardanti la famosa Casa automobilistica di Maranello. A cura di Pamela Cipriani donna divorziata con un figlio undicenne, Jamie, che vive con i nonni. Licenziata in tronco da un'agenzia per cui procurava manodopera proveniente dai paesi dell'Est, Angie decide di mettersi in proprio. Insieme all'amica Rose crea un'agenzia di reclutamento che gestiranno in coppia. Il confronto con la realtà dell'immigrazione, clandestina e non, le imporrà delle scelte che non andranno tutte nella stessa direzione: l'anziano padre vedendola all'opera, non può non dirle: "Stiamo tornando ai vecchi tempi"? Ai vecchi tempi si usavano termini come sfruttamento, riduzione in schiavitù, proletariato. Oggi tutto è molto più soft. Il lavoro è 'interinale'. I contratti sono 'a termine'. Ma la realtà è ancora, dolorosamente quella. Nascita, vita e morte della notizia Sabato 31 maggio presso il Gran Caffè Rapallo è stato presentato con successo il libro di Mario B o t t a r o “Nascita, vita e morte della notizia – manuale per fare il giornalista (e per difendersi dai media)”. Hanno partecipato oltre all’autore il giornalista Emilio Carta – direttore del periodico mensile “Il Mare”, Federico Pastore – docente universitario, Silvio Romanelli – avvocato penalista. ANNO XII - N. II 2008 Trimestrale della ASSOCIAZIONE ANFFAS “VILLA GIMELLI” Onlus di Rapallo DIRETTORE EDITORIALE Rosina Zandano DIRETTORE RESPONSABILE Emilio Carta COMITATO DI REDAZIONE Giuliana Chiesa (coordinamento) Silvana Campolucci - Maria Rosa Cò Francesco Grandi REDAZIONE, IMPAGINAZIONE E STAMPA Azienda Grafica Busco Edizioni DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE Salita Banchi, 20 - 16035 Rapallo GE Tel. 0185.289478 - Fax 0185.289191 e-mail: [email protected] c.c.b. n. 10092 presso Deutsche Bank - Agenzia A cab 32111 - abi 03104 AUTORIZZAZIONE Tribunale di Chiavari n. 173 del 24.4.1997 HANNO COLLABORATO: Gloria Barbetta, Giuliana Chiesa De Marco, Roberto De Lorenzis, Fabrizia Galli, Carlo Gatti, Francesco Grandi, Antonella Lamia, Adriana Moi, Giovanni Sala, Roberto Speziale, Giacomo Revello, Rosina Zandano Pamela Cipriani, www.villagimelli.it