Nessun uomo è un’isola, compiuta in se stessa... (John Donne 1624)
Trimestrale dellʼAssociazione Anffas “Villa Gimelli” di Rapallo Onlus • Anno XII n. 2 - 2008
Tariffa Associazioni senza fini di lucro - Poste Italiane SpA - Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Genova
Un’ Italia in rosa (pallido)
NON BASTANO LE QUOTE DI RAPPRESENTANZA “AL FEMMINILE” PER MIGLIORARE LA QUALITÁ DELLA VITA SIA PUBBLICA SIA PRIVATA
“Noi, donne di S. Luca, costruiamo la pace”
I
l loro movimento è rosa. Facile immaginare
che si tratta di donne. E che donne!! Sono le
400 donne di S. Luca (Reggio Calabria) che
vogliono cambiare il loro paese ed il loro
destino. “Vogliamo cambiare le sorti di questo
nostro paese di 4.000 anime, che oggi è conosciuto solo per la cronaca nera”, dice Maria di
23 anni. Donne che convivono quotidianamente
con il problema dei sequestri, della ‘ndrangheta,
dell’intimidazione e della mancanza di strutture.
Vogliono testimoniare il volto operoso e sano
del loro piccolo paese.Vogliono dimostrare che
a S. Luca non ci sono solo vendette e famiglie
malavitose, (ricordiamo gli 11 omicidi in sette
mesi e la tristemente famosa strage di Duisburg
in Germania), ma donne giovani, mature ed
anziane piene di coraggio, di dignità, di progetti
concreti. Sono “ragazze” di talento con la stoffa
di piccole imprenditrici che sanno disegnare
modelli e cucire vestiti, sanno realizzare oggetti
artistici e metterli sul mercato, sanno fare progetti e concretizzarli. Sono donne che gestivano
con successo un ristorante o un’impresa. Sono
state intimidite, hanno dovuto chiudere. Ma non
si sono arrese pur consapevoli di correre dei
rischi. Hanno un obiettivo alto: dimostrare all’opinione pubblica, al paese, a se stesse e alle loro
famiglie che si può vivere e crescere nell’onestà
e nell’indipendenza con il proprio lavoro.
Mosse da un profondo spirito di cambiamento
le donne di S.Luca si sono costituite da poco nel
Movimento donne San Luca. Sono determinate
a realizzare il loro progetto impegnativo, di
ampio respiro e di difficile percorso. Hanno già
inaugurato la sede: un appartamento con le
pareti tutte rosa dove sono esposti tutti i loro
prodotti: oggetti artistici, ricami, vestiti.
Il 28 aprile è stata aperta una ludoteca, a breve
aprirà un consultorio e poi un laboratorio di
sartoria.
Hanno un sito: www.donnesanluca.org
Le 400 donne sono una forza positiva e deflagrante che, se sostenuta dalle istituzioni e dall’opinione pubblica, potrà veramente diventare
una realtà esemplare per tutta l’Italia, specie per
il Sud. E di questi esempi il nostro paese ha un
bisogno infinito, soprattutto per i giovani che
non trovano un vero lavoro e cadono malauguratamente nelle offerte malavitose.
Questo movimento va aiutato da tutti anche
con l’informazione, l’appoggio morale, l’ammirazione per tanto coraggio. Rosy, la presidente del
movimento, aveva un ristorante nel centro di
Reggio Calabria e minacciata, ha dovuto cessare
l’attività, ma il suo spirito non si è piegato. Ha
presentato alle donne di S. Luca il suo progetto
di speranza e di concretezza. Le hanno dato
fiducia ed ora sono un esercito in rosa.
Aprire una ludoteca, punto d’incontro per tanti
giovani, non è un gesto di poco conto poiché
favorire l’aggregazione in un luogo dove i giovani
non sanno dove riunirsi al di fuori dei bar o delle
gangs pericolose, è già un’offerta seria ancor più
se supportata da corsi di ripetizioni scolastiche,
laboratori creativi di pittura e decorazione,
computer, taglio e cucito, ricamo e tante altre
iniziative. Le insegnanti saranno proprio le
donne di S. Luca. Faranno le volontarie ma certamente il loro obiettivo è trasformare questi
impegni onerosi in veri e propri posti di lavoro.
Sono delle sognatrici? Non proprio poiché lavorare e spendersi per assicurare un futuro di
onestà e di benessere ai propri figli è una forte
scelta di vita. Le donne di S. Luca hanno pensato
soprattutto ai giovani: convogliare le loro
energie verso un impegno lavorativo remunerato che è un sacrosanto diritto. Lo dice la
Costituzione italiana oltreché l’esigenza stessa
dell’esistenza umana.
Queste donne disposte a mettersi in gioco a
volto scoperto, per realizzare un progetto concreto nel loro paese dove non esistono molte
alternative, sono veramente ammirevoli.
Se i fondi promessi, come dice la presidente del
Movimento donne San Luca, arriveranno
davvero, si potrà realizzare la prima fase del progetto ed il sogno di giustizia, di autonomia, di
lavoro delle donne di S. Luca diventerà realtà.
Noi sappiamo che le donne quando si impegnano sanno fare miracoli.
Le loro affermazioni anche in settori squisitamente maschili oramai non stupiscono più
nessuno. Ricordare qualche nome del recente
di Rosina Zandano
passato come Marisa Belisario, e del presente
come il premio Nobel Rita Levi Montalcini e la
giovane Emma Marcegaglia, da poco alla guida
della Confindustria, o Angela Merkel, Cancelliera
tedesca dal 2005, conferma che basta offrire
loro qualche opportunità ed i loro veri talenti
emergono in tutta la loro pienezza.
Ritengo molto interessante sottolineare che
questo spirito di cambiamento sia così determinato tra le donne del sud, provate non solo dalle
normali difficoltà della vita, ma dall’incubo di
ambienti malavitosi.
La nostra solidarietà ed ammirazione verso
queste donne eccezionali è veramente grande.
Facciamoglielo sentire che le apprezziamo e
condividiamo le loro scelte coraggiose.
Seguiremo con il cuore e con attenzione vigilelo sviluppo di questo evento che il settimanale
Gente nel secondo numero di aprile 2008, ha
segnalato con un titolo che è tutto un programma: “Le donne di S. Luca costruiscono la pace”
ed un sottotitolo “Nel cuore della Calabria è
MONTALLEGRO,
NON SOLO FUOCHI
Q
segue pag 2
di Emilio Carta
uest’anno si è festeggiato il 451 anniversario dell’Apparizione, evento che mantiene intatto tutto il suo fascino: dalle veglie notturne all’odore acre della
polvere nera dei mortaletti, dai “portatori di Cristi” in processione ai banchetti dei
dolciumi in un connubio forte tra fede e folklore
A partire dal 23 giugno, ogni anno, con l’inizio della novena al santuario di Montallegro,
Rapallo entra nel vivo dei preparativi per le
feste di luglio che si tengono nei tre primi
giorni del mese.
"Durante la novena, per assistere alla tradizionale santa messa delle cinque sono molti i
rapallesi che partono prima dell’alba per
recarsi sul sacro monte a piedi, percorrendo
l’antico sentiero in ciottolato – raccontano i
responsabili del santuario – Solitamente il
ritrovo è davanti al castello sul mare e i partecipanti, muniti di torce elettriche e talvolta
promotori di una suggestiva fiaccolata notturna, sono sempre più numerosi".
"Al ritorno da Montallegro, dopo una capatina
dal fornaio per far colazione a base di focaccia,
si va a casa per una rapida doccia e poi al
lavoro – aggiunge Ada Schiaffino – E’ una tra-
dizione che seguivano i miei genitori e che si
tramanda da generazioni, prima che l’auto
pigliasse per molti versi il sopravvento sul
pellegrinaggio a piedi sino al santuario".
Anche i massari dei sestieri di Borzoli,
Cappelletta, Cerisola, Costaguta, San
Michele e Seglio si sono mossi per tempo “a
giro” per raccogliere offerte per rendere le feste
care ai rapallesi, ed in particolare il palio pirotecnico, ancora più affascinante.
"I nostri volontari battono ogni volta a
tappeto case e negozi per finanziare le feste ma
occorre fare attenzione ai falsi massari che
cercano di spillare soldi senza averne alcun
diritto– dicono i rappresentanti dei sestieri –
Quelli autorizzati hanno un regolare permesso
rilasciato da parte del Comune ed un cartellino
di riconoscimento".
segue pag 2
ANFFAS
Rosina Zandano, Presidente Anffas
nato un movimento tutto al femminile contro la
‘ndrangheta”.
Sono sicura che ce la faranno, se la gente del
paese, le istituzioni pubbliche e private daranno
loro concreto sostegno, fiducia e apprezzamento.
Sarebbe una prima tappa importante per il ripristino della legalità.
E’ di pochi giorni fa l’appello di un imprenditore
napoletano che ha avuto il coraggio di rifiutarsi di
pagare il pizzo ed ha incitato tutti coloro che
hanno subito violenze psicologiche e fisiche a non
mollare, a denunciare alle forze dell’ordine simili
imposizioni.
Questo coraggioso imprenditore non deve
essere lasciato solo e neppure le donne di S.
Luca. Lo Stato, le forze dell’ordine e la gente
devono fare di più e la Giustizia deve garantire la
certezza dello sconto della pena.
In questo articolo abbiamo parlato di persone
con disabilità quasi di striscio, convinti come
siamo, che non sia la disabilità fisica o intellettiva
il male peggiore, ma il degrado morale e la vigliaccheria. Certo se tutti facessero la loro parte con
convinzione, coscienza ed impegno non sarebbe
così ostico e pericoloso sradicare la ‘ndrangheta,
non solo il paese reggino di S. Luca troverebbe la
pace ma tutto quel territorio così angustiato.
In occasione della Festa della Donna l’8 marzo,sul
settimanale Gente (marzo 2008), particolarmente sensibile al problema (forse perché il direttore
Monica Mosca è donna?) già era uscito un articolo dal titolo “A Locri la ‘ndrangheta la sfidiamo
noi”. Sono notizie che vanno dritto al cuore e che
fanno fremere d’orgoglio, di ammirazione e di ....
preoccupazione.
La loro storia comincia con la guida del coraggio-
2
PENISOL A
so Vescovo di Locri, Monsignor Giancarlo
Bregantini, che ha spronato un manipolo di donne
a fondare il Consorzio Goel (www.consorziosociale.coop) che ora conta 17 cooperative guidate
da piccole imprenditrici calabresi. Sono 135 le
persone che vi lavorano.
Dice Francesca Mileto responsabile del Consorzio
Goel:“Monsignor Bregantini ci ha restituito la certezza di poter cambiare la Calabria” e loro lo
stanno facendo con forza e dignità.
“A Bovalino abbiamo iniziato quasi per caso ad
occuparci di disabili per farli inserire in un ambito
lavorativo” - racconta Lucia Passarelli della
Cooperativa Co.Ras - “ma la difficoltà maggiore è
stata la diffidenza della gente. Nessuno pensava
che esistessero lavori nel sociale. Il Comune non
aiutava e la gente mi chiamava la pazza del paese
soltanto perché mi occupavo di disabili. Adesso
con alcuni portatori di handicap riusciamo anche
ad avere una nostra produzione di ricami e di
rilegatura di libri, di bomboniere e di siti web per
le aziende”.
Queste donne intraprendenti e laboriose
trovano ancora difficoltà nelle stesse istituzioni
locali e nella gente del loro paese. Forse la differenza tra una società civile e non civile sta
proprio qui: pregiudizi, omertà, fingere di non
vedere, come voltare la faccia da un’altra parte
quando passa un disabile, non assumersi la
propria responsabilità personale.
“Nonostante le intimidazioni e i molti Comuni
che non hanno mai voluto collaborare con loro,
l’anno scorso le Cooperative hanno fatturato
quasi due milioni di euro. Per la manifestazione
del primo marzo a Locri si sono radunate 600
cooperative con oltre 5000 persone arrivate da
tutta Italia. E’ stato un grande successo che ci ha
fatto capire che siamo sulla strada giusta”. A
Francesca Mileto si associa Patrizia Jeraci,
Presidente della Cooperativa Utopia: “I prodotti
delle cooperative arrivano a Gioiosa Jonica, in un
negozio che produce, anche grazie al lavoro di
alcuni disabili, confezioni per bomboniere e, la
Bottega solidale di Gioiosa Jonica funziona bene
come i moltissimi prodotti che vengono diffusi
attraverso negozi equosolidali in tutta Italia”.
Avanti tutta donne della Locride, di San Luca e di
tutta la Calabria, è così che si costruisce una
società più giusta e sicura, con i fatti e non con le
parole anche se con tanti rischi.
Ha detto recentemente una professoressa
dell’Università di Makerere a Kampala (Uganda):
“In Africa se educhi un bimbo educhi un uomo, se
educhi una bimba educhi una Nazione”.
MONTALLEGRO,
NON SOLO FUOCHI
Oltre agli spettacoli pirotecnici notturni, equamente distribuiti nelle serate dell’uno, due e tre
luglio, come tradizione vuole, i rapallesi si
godono il Panegirico, la sparata di mezzogiorno
del 2 luglio, l’incendio del castello e la solenne
processione con i giganteschi “cristi” delle confraternite liguri.
E proprio una delle attrattive più particolari delle
feste di luglio fa capo alla processione della sera
del 3 luglio. La sfilata religiosa, durante la quale
l'Arca Argentea della Madonna viene trasportata
nelle principali vie cittadine, giunta in prossimità dell’antico castello sul mare, si ferma. E’ il
momento dell’atteso incendio pirotecnico della
storica fortezza. Una delle componenti più affascinanti della processione sono i cosiddetti "portatori di cristi": sono uomini e ragazzi forti e
vigorosi che reggono pericolosamente in bilico
grandi crocifissi alcuni dei quali raggiungono il
notevole peso di 170 chilogrammi. Solitamente
non superano la decina ma, in occasione di festività molto importanti, il loro numero raddoppia
sino a triplicarsi, a seconda della maggior presenza di Confraternite che vi prendono parte. La
tradizione delle Confraternite e dei Cristi in
Liguria.è infatti ancora molto forte e continua a
resistere al tempo e al mutare delle usanze e dei
costumi. Questa esibizione muscolare e di
abilità, a cavallo fra il sacro e il profano, è pret-
tamente maschile. Da qualche anno però a far
parte di questa particolarissima cerchia di
persone, assai schive per la verità, nei periodici
allenamenti, è entrata a far parte anche una
ragazza che ad oggi ha sempre rifiutato di farsi
fotografare o intervistare.
Ma veniamo ai dettagli: tecnicamente i portatori sono conosciuti col nome di "portatöei":
essi procedono lentamente ondeggiando e oscillando con estrema cautela per mantenere il
giusto equilibrio. Il loro abbigliamento consiste in una cappa bianca sulla quale spicca il "
tabarrin", una sorta di scialle che riporta i
colori, spesso ricamati, della Confraternita cui
appartengono. Periodicamente la processione si
ferma: è il momento degli "stramöei", persone
che si attivano per consentire il trasferimento
del Crocefisso da un portatore all'altro. E’ uno
dei momenti più pericolosi ed insieme esaltanti della processione: gli stramöei sono scelti fra
coloro che hanno maggior forza nelle braccia:
con una mano sul calcio e l'altra sul chiodo,
con uno strappo molto deciso sollevano la
pesante croce con il corpo del cristo e lo
posano nel "crocco" del nuovo portatore, cioè
in quella tasca di cuoio sorretta dal cinturone e
dalle bretelle, in cui si colloca il calcio del
Cristo.
LEGISLAZIONE
L
di Roberto De Lorenzis
Nuove istruzioni INPS
sui permessi per assistenza disabili
o scorso 29 aprile, con la circolare
n° 53, l’INPS è nuovamente intervenuto sulle modalità di attuazione
della legge n° 104/1992 con il lodevole
intendo di semplificare, eliminando tutta
una serie di adempimenti burocratici
relativi alla concessione dei permessi a
favore dei soggetti che assistono portatori di handicap ed introducendo la possibilità, prima negata, di cumulare nel
corso dello stesso mese i congedi
straordinari retribuiti con i permessi
retribuiti, mantenendo il divieto di
cumulo solo nell’ambito della stessa
giornata.
L’INPS con circolare n° 90/2007 aveva
previsto che il richiedente i permessi di
cui alla legge 104/92 residente o occupato in luogo distante da quello in cui risiedeva il soggetto disabile dovesse presentare, congiuntamente alla richiesta, un
programma di assistenza , firmato congiuntamente alla persona da assistere,
contenente una pianificazione delle
modalità con cui si intendeva assistere il
disabile in situazioni di gravità. Scopo
della richiesta era quello di accertare la
sussistenza del requisito della continuità
dell’assistenza, richiesto dall’art.33
comma 3 della legge 104/92, nel principale interesse del soggetto disabile ed a
tutela della sostanziale correttezza dell’erogazione economica.
La nuova circolare dell’INPS prende atto
della sentenza 5 gennaio 2005, n°175,
Corte di Cassazione, secondo la quale :”
E’ il datore di lavoro destinatario dell’obbligo di concessione di tre giorni di permesso mensile a favore del lavoratore
che assiste una persona con handicap in
situazioni di gravità”…”la circostanza
che l’istituto previdenziale si è deputato
a restituire al datore di lavoro le somme
corrisposte attiene esclusivamente all’aspetto economico e non incide sul
diritto del lavoratore a beneficiare del
permesso retribuito.”
Conformemente a quanto enunciato, si
può pertanto affermare che il diritto
dovere di verificare in concreto l’esistenza dei presupposti di legge per la concessione dei citati permessi incombe sul
datore di lavoro, mentre l’INPS non può
e non deve intervenire nella valutazione,
ma solo in una logica di controllo preventivo generale.
L’Istituto, con la recente circolare 53,
prendendo le mosse da detta sentenza,
anche a seguito di approfondimenti sollecitati da Garante per la protezione dei
dati personali e con la sua approvazione,
precisa che ”la verifica della concreta
sussistenza dei requisiti di sistematicità
ed adeguatezza dell’assistenza ai fini della
concessione dei permessi di cui all’art. 33
della legge 140/92, è un potere che
compete esclusivamente il datore di
lavoro nella concreta gestione del
singolo rapporto lavorativo, nell’esercizio
del diritto/dovere di verifica in concreto
dei requisiti di legge per la concessione
dei permessi citati. Le Sedi pertanto,
3
PENISOL A
Genitori
Lavoratori portatori
di handicap gravi
Parenti o affini entro
il 3° grado che
assistono person con
handicap grave
Coniuge - Genitori o
fratelli/sorelle in caso
di scomparsa dei genitori
Per assistere figli fino
al 3° anno di età
Per assistere figli con
più di 3 anni
Convivenza
Oppure non convivenza, ma
lʼassistenza deve essere
continuativa ed esclusiva
Assistenza ai figli
con handicap grave
- prolungamento dellʼastensione facoltativa con
diritto allʼindennità pari al 30%, a partire da quando
non è più fruibile il periodo di congedo parentale;
- in alternativa diritto a 2 ore di permesso giornaliero
retribuito secondo le modalità previste per i riposi
per allattamento
- 3 giorni di permesso retribuiti al mese secondo le
modalità previste per i riposi per allattamento
- 2 ore di permesso giornaliero retribuito o in alternativa
- 3 giorni di permesso mensile retribuiti
3 giorni di permesso mensile retribuiti
Due anni di congedo straordinario retribuito (indennità pari alla retribuzione entro il limite del massimale annuo, contribuzione figurativa compresa)
Permessi per allattamento fino ad un anno di
età del bambino
Permessi per assistere lo stesso bambino
portatore di handicap (v. Tabella 1)
Sono cumulabili previo parere medico
(Inps msg. n. 11784/2007)
Assistenza a disabile con handicap grave da
parte di coniuge, genitori o fratelli
Sono cumulabili i 3 giorni di permesso con periodi di
congedo straordinario ma solo alternandoli nel mese
Lavoratore che beneficia dei permessi per se
stesso.
Lavoratore che assiste un familiare con handicap grave
dovranno da adesso in avanti astenersi
dal richiedere detto programma”.
E’ evidente che il datore di lavoro non ha
un potere discrezionale di concessione
dei permessi, cui può opporsi soltanto se
verifica la mancanza dei presupposti di
legge.
Un ulteriore snellimento burocratico
riguarda l’efficacia del procedimento di
riconoscimento del beneficio.
L’Istituto in considerazione del fatto che
chi richiede i permessi si impegna, con
dichiarazione di responsabilità, a comunicare entro 30 giorni eventuali variazioni
di quanto autocertificato (con particolare riguardo all’eventuale ricovero a
tempo pieno del soggetto in condizioni
di disabilità grave; alla revisione del giudizio di gravità da parte della ASL, etc etc.)
dispone che per tutti i nuovi provvedimenti di riconoscimento al diritto di fruizione dei permessi e per tutti i successivi rinnovi non sia più apposto limite temporale di validità, salvo, ovviamente, il
caso in cui la disabilità grave sia riconosciuta solo temporaneamente.
Nella stessa logica di semplificazione si
ammette che, qualora la commissione
medica di cui all’art. 4 della L .104/92,
deputata all’accertamento della condizione di disabilità grave, non si pronunci
entro 90 giorni dalla presentazione della
domanda, l’accertamento effettuato dal
medico specialista nella patologia denunciata sia efficace fino all’accertamento
Sono cumulabili i due regimi senza parere
medico (Inps circ. n. 53/2008)
definitivo da parte della commissione
medica. In tal caso il lavoratore dovrà
allegare dichiarazione liberatoria con la
quale si impegna a restituire le prestazioni che risultassero indebite a procedimento concluso.
L’INPS ritiene inoltre che anche il lavoratore con disabilità grave che beneficia
per se stesso dei permessi di cui alla L
.104/92 possa fruire, in aggiunta, anche
dei tre giorni di permesso mensile per
assistere un proprio familiare con handicap grave, senza che debba essere acquisito alcun parere medico legale sulla
capacità del lavoratore di soddisfare le
necessità assistenziali del familiare in
quanto, come specificato in apposito
parere ministeriale, la capacita del lavora-
INPS:
tore di soddisfare i bisogni assistenziali
del familiare disabile grave, non necessariamente è riconducibile ad una idoneità
suscettibile di accertamento medicolegale. Ulteriore “liberalizzazione” anche
per quanto riguarda la possibilità di
cumulare nel corso dello stesso mese i
congedi straordinari retribuiti relativamente allo stesso disabile.
Il divieto normativo di cumulo, secondo
la nuova interpretazione, si applica soltanto nell’ambito della stessa giornata.
Allegati :
-) tabella riepilogativa casi di cumulo permessi
-) tabella riepilogo generale permessi e
congedi
aumentano gli assegni
per il nucleo familiare
L'INPS, con circolare n. 68 del 10 giugno 2008, informa che a decorrere dal 1°
gennaio 2008 sono rideterminati i livelli di reddito e gli importi dell’assegno relativi ai nuclei familiari con entrambi i genitori e almeno un figlio minore in cui sia presente almeno un componente inabile e ai nuclei familiari con entrambi i genitori,
senza figli minori e con almeno un figlio maggiorenne inabile.
Inoltre, sono rideterminati i livelli di reddito e gli importi dell’assegno relativi ai
nuclei familiari con un solo genitore e almeno un figlio minore in cui sia presente
almeno un componente inabile e ai nuclei familiari con un solo genitore, senza figli
minori e con almeno un figlio maggiorenne inabile.
Infine, è previsto un aumento dell’importo dell’assegno del 10% per i nuclei orfanili e per i nuclei senza figli e con componente inabile.
A cura del Dott. Roberto De Lorenzis
Celebrazione del 50ennale ANFFAS - I Premiati
ANFFAS
“P
di Giuliana Chiesa De Marco
er non dimenticare. E sarebbe già
una prima buona ragione per
lasciare alle giovani famiglie con
un bimbo disabile la memoria delle nostre
sofferte radici e dei valori universali che ci
hanno sostenuto : amore e rispetto della
dignità della persona umana.” Quali parole
migliori per definire i contenuti ed i principi
che hanno acceso la scintilla dalla quale è
scaturita l'ANFFAS?
Sono queste le parole d'esordio della
Professoressa Rosina Zandano, Presidente
Onoraria
ANFFAS
e
Presidente
dell'Associazione Villa Gimelli Onlus di
Rapallo, nel libro da lei scritto, con il giornalista Emilio Carta, “Una storia d'amore per
la vita.”
Il 28 Marzo la nostra associazione ha compiuto 50 anni. Un percorso lungo e tortuoso, difficile ed esaltante, che parte dal 1958,
quando la fondatrice, Dott.ssa Maria Luisa
Menegotto ha dato il via a quello che
sarebbe diventato l'approdo fecondo di
tante famiglie altrimenti lasciate sole e senza
sostegno.
Riabilitativa paziente disabile c/o Osp.
S.Marta di Catania, Unità Operativa
Ospedale San Paolo per il Progetto DAMA
– Milano, Famiglia Gianinetto (Adriana e
Leonardo), Sinaglia Clelia ved. Graziano
Un particolare della cerimonia celebrativa
Un'eredità ponderosa che oggi è passata al
Presidente Nazionale Roberto Speziale cui
spetta l'onere, ma soprattutto l'onore di
portarla avanti con grande responsabilità,
impegno e passione. Nei giorni 7 e 8
Giugno, in occasione dell'assemblea nazionale ordinaria dei soci ANFFAS, a Roma, si è
celebrato il 50ennale dell'associazione.
Durante i lavori assembleari nel discorso
d'apertura il Presidente Nazionale Roberto
Speziale ha comunicato che il Consiglio
Direttivo Nazionale nella seduta del 18 e 19
aprile n.s. ha definitivamente deliberato in
merito alle varie onorificenze che sarebbero state conferite targhe speciali a persone
ed Enti segnalati dalle associazioni locali
quali meritori di specifica menzione per
l’opera svolta a livello territoriale e l'onorificenza della Rosa d'oro a figure ed enti che,
conformemente alle previsioni statutarie
dell'ANFFAS Nazionale si sono particolarmente distinte per attività ed iniziative in
favore dell'Associazione o della disabilità in
genere.
Hanno ricevuto le targhe :
Cendon Paolo, Pavanello Don Fernando,
Associazione Nazionale Alpini, Unità
Operativa
Odontoiatria
Speciale
4
PENISOL A
(Savigliano), Toschi Benito (Modena),
Musulin Gastone (Gorizia), Plateroti
Narducci Ilde (Ostia), Di Pancrazio
Giovanni (Abruzzo), Bianchi Remo
(Mantova), Barello Flavio (Legnano), Postal
Sandro (Trento), Pittolo Renato (Udine),
Menabue Silvano (Sassuolo), Sestito Maria
(Novi Ligure), Scotto Francesco (Genova),
Ribotta Elio (Saluzzo), Paoletti Roberto
(Lucca), Fusco Saverio (Manfredonia);
Terrasan Vittorio (Sinistra Piave), Salusso
ved. Boaglio Lucilla (Savigliano), Peretti
Fernando (Siracusa), Pippione Leone
(Sanremo), Catani Abbruzzini Maria Luisa
(Prato).
Nel corso dell’evento pubblico previsto per
la serata di sabato 7 giugno c/o il Teatro –
Sala Umberto di Roma sarebbe stata conferita l’onorificenza dalla “Rosa d’oro” ai
seguenti destinatari :
Turco Livia, Grasso Piero, Calabrò Piero,
Della Valle Raffaele, Minussi Daniele,
Zandano Rosina, Pegoraro Giovanni
(Roma), Bertoldi Ionta Corinna (Verona),
Borigo Daniel Maddalena (Padova),
Arnaboldi Salerno Maria (Brescia), Sinigo
Torossi Eleonora (Trieste), Peruta Giuseppe
(Bergamo), Origgi Maurizio (Alto Lario),
Pantera Bloriana in Sintoni (Cesena),
Kirchner Francesca (Trento), Poli Ferruccio
(Vicenza), Chiodini Anna (Bologna) alla
memoria, La Noce Rosario (Cisterna di
Latina) alla memoria, Menegotto Maria
Luisa (Roma) alla memoria.
La serata che ha visto la presenza di
parecchie personalità ma soprattutto di
persone speciali come l’onorevole Livia
Turco, il procuratore nazionale antimafia
Piero Grasso, il giudice Piero Calabrò,
magistrato e Presidente del Tribunale dei
Diritti dei Disabili, l'avvocato Raffaele
dellaValle, il notaio Daniele Minussi, il presidente nazionale della FISH Pietro
Barbieri, la Presidente Onoraria ANFFAS
Nazionale Rosina Zandano, Corinna Ionta
di Verona, Giovanni Pegoraro di Roma e
tanti altri cari colleghi, è stata allietata da
canti, musiche e recite da parte dei
ragazzi del gruppo teatrale ANFFAS
Roma e della Cooperativa integrazione
ANFFAS di Napoli, veri attori che con la
loro bravura hanno entusiasmato il pubblico. Le celebrazioni del cinquantennale
proseguiranno con l’undicesima sessione
del Tribunale dei Diritti dei Disabili che si
terrà a Firenze il prossimo 4 ottobre ed
un Convegno Internazionale in collaborazione con il CIP (Comitato Italiano
Paralimpico) a Roma il 12 novembre,
dove centrali saranno i temi, introdotti
dalla Convenzione Onu, dei diritti umani
e civili delle persone con disabilità, con
particolare riguardo all’età evolutiva ed
alle giovani famiglie.
Il Presidente Nazionale Roberto Speziale premia Rosina Zandano
Rosina Zandano a cuore aperto
DOPO L’ASSEGNAZIONE DELLA “ROSA D’ORO” IL PRESIDENTE DELL’ANFFAS RICORDA LA SUA STRAORDINARIA STORIA DEDICATA AI DIVERSAMENTE ABILI
di Giuliana Chiesa De Marco
“Da 50 anni ogni persona con difficoltà é nostro figlio”
“È
stato grazie all'assunzione della
Presidenza Nazionale da parte
di Rosina Zandano – il 28
Febbraio 1999 – che è stato possibile
avviare la svolta associativa che ha
portato Anffas a rifondarsi letteralmente
dal proprio interno. Svolta senza la quale
sarebbe stato improbabile assicurare la
stessa sopravvivenza dell'associazione. Già
presidente della Fondazione Nazionale
“Dopo di Noi” Anffas, si è sempre battuta
per assicurare adeguate risposte alle
persone con disabilità rimaste orfane o i
cui genitori, divenuti anziani non sono più
in grado di assistere, Presidente di Anffas
Villa Gimelli – Rapallo Onlus opera con
quotidiano e lungimirante impegno.
E' punto di riferimento delle istituzioni
locali e regionali sui temi della disabilità
intellettiva e/o relazionale.
Si è fatta carico di avviare nel nuovo percorso
associativo
l'Associazione
Regionale Anffas Liguria di cui è stata la
prima presidente.
I suoi meriti le sono stati unanimemente
riconosciuti con la nomina a Presidente
Il ringraziamento del Presidente
Nazionale ANFFAS ONLUS
Pubblichiamo di seguito il ringraziamento inviato dal Presidente Nazionale ANFFAS
Onlus a tutti i soci, le famiglie,i consigli direttivi, i collaboratori, i tecnici, gli operatori
e i volontari dell’intera struttura Associativa ANFFAS Onlus:
“Carissimi,
abbiamo appena trascorso due intense ed emozionanti giornate a Roma, condividendo con i rappresentanti di tutte le realtà Anffas presenti, la gioia di festeggiare i 50 anni della nostra grande
Associazione.
I momenti vissuti e le sensazioni provate non sono descrivibili e le parole non basterebbero a raccontare in quanto amore, calore, affetto e ricordi ci siamo trovati “sommersi”.
Ho avuto l’occasione e l’onore di poter ringraziare personalmente tanti che hanno fatto la storia
di Anffas, ma desidero di tutto cuore raggiungere quanti, pur non presenti, non solo hanno reso
possibile questo straordinario momento, ma soprattutto hanno fatto e fanno in modo, ogni giorno,
con passione, dedizione ed impegno che la nostra Associazione sia una grande Famiglia dove le
persone con disabilità ed i loro genitori e familiari trovano attenzione, ascolto, sostegno, e risposte ai loro bisogni, lottando insieme per vedere affermati e tutelati i propri diritti.
Un abbraccio ed un Grazie a nome di Anffas Tutta, del Consiglio Direttivo e mio personale.”
Onorario di Anffas Nazionale.
Il suo instancabile ed illuminato apporto
rende concreta l'affermazione che la presenza di Anffas e dei nostri figli e congiunti nella società rappresentano un arricchimento di valori universali senza i quali una
società non può mai divenire pienamente
inclusiva e realmente civile.”
La motivazione, che ha accompagnato
l'assegnazione dell'onorificenza della Rosa
d'Oro Anffas a Rosina Zandano racchiude
in un piccolo spazio lunghi anni interamente dedicati all'Anffas ed ai suoi
“must”.
Di ritorno, dopo aver partecipato alla
celebrazione a Roma dei cinquant'anni
dell'Anffas, ci ha rilasciato questa breve
intervista:
D. Quali impressioni hai riportato dal
questo grande evento?
R. Siamo stati travolti e sommersi, come
ha detto il presidente nazionale da questo
gioioso avvenimento dove ci siamo ritrovati nello spirito della nostra fondatrice, l'indimenticabile Maria Luisa Menegotto, noi
anziani un po' più affaticati, le giovani
generazioni più determinate che mai a
portare avanti le nostre lotte, i nostri principi statutari.
D. Generazioni vecchie e nuove : che cosa
le unisce?
R. Ciò che ci accomuna oltre alle profonde
ed indescrivibili emozioni è la voglia di continuare a servire i nostri ragazzi e chiunque
abbia bisogno di noi.
D. Come concludi?
R. Il motto scelto per la ricorrenza del nostro
cinquantennale é sintetico ma estremamente
emblematico e significativo : “Da 50 anni
ogni persona con difficoltà é nostro figlio”.
LE CELEBRAZIONI DEL CINQUANTENNALE
PRECEDONO L’UNDICESIMA SESSIONE DEL
TRIBUNALE DEI DIRITTI
DEI DISABILI
che si terrà a Firenze il prossimo 4 ottobre ed un Convegno Internazionale in collaborazione con il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) a Roma il 12 novembre, dove centrali
saranno i temi, introdotti dalla Convenzione Onu, dei diritti umani e civili delle persone
con disabilità, con particolare riguardo all’età evolutiva ed alle giovani famiglie.
Roberto Speziale
Presidente Nazionale ANFFAS Onlus
Una delle tante lettere che i premiati hanno ricevuto, a conferma del valore umano
personale e collettivo dellʼazione Anffas, del suo sprito generoso e onesto e dellʼamore infinito verso le persone disabili che ha sostenuto il popolo della nostra associazione durante questi cinquantʼanni di duro lavoro e sudate conquiste.
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PENISOL A
il telegramma del Presidente della Repubblica
Celebrazione del 50ennale ANF
ANFFAS
... Un compleanno che segna
cinquant’anni di vita con e per
le persone con disabilità,
e i loro genitori e familiari...
L’onorevole Livia Turco e il Presidente nazionale ANFFAS Roberto Speziale mentre ascoltano la motivazione per l’onorificenza della “Rosa d’Oro”
Corinna Jonta Bertoldi, per quarant’anni Presidente
dalla Presidente onoraria nazionale Rosina Zandano
L’onorevole Livia Turco riceve la targa e la “Rosa d’Oro” dalla Presidente onoraria
nazionale Rosina Zandano. A sinistra si notano il Presidente nazionale Roberto
Speziale e il Presidente della Fondazione “Dopo di noi” Emilio Rota
6
PENISOL A
I giudici che presiedono il Tribunale dei Diritti dei Disabili:
Raffaele della Valle, Daniele Minussi e Maurizio Origgi,
FAS
I sei figlia della dottoressa Maria Luisa Menegatti ricevono la targa e la “Rosa d’Oro”
in memoria della loro mamma nonché fondatrice dell’Anffas Nazionale
dell’ANFFAS di Verona, riceve la targa e la “Rosa d’Oro”
e dal Presidente Nazionale Roberto Speziale
Il teatro Sala Umberto di Roma, affollato da parenti e amici
Piero Calabrò, Piero Grasso, Procuratore Nazionale Antimafia,
Presidente Anffas Alto Lario
ANFFAS
IL GIOCO È UN FATTORE DETERMINANTE PER LO SVILUPPO DI ABILITÀ EMOTIVE, COGNITIVE E
MOTORIE, È IL MODO CON CUI SI ESPLORA, SI IMPARA A CONOSCERE, ESPRIMERSI E RELAZIONARSI
I bambini sono prima bambini e poi disabili...
L
o spunto di riferimento per questo
titolo proviene dalla Rosa Blu, che
nell’organizzazione
del
terzo
numero della pubblicazione annuale ha
seguito un filo conduttore molto attuale,
ovvero la discussione su aree tematiche
che ruotano attorno a tre principali
“momenti” storici e culturali di questi
ultimi due anni:
- la Convenzione Onu firmata nel 2007 –
Anno Europeo delle Pari Opportunità - da 82
Paesi (tra cui il nostro) sui Diritti delle
persone con disabilità,
- la presentazione a fine del 2007 dell’ICF-CY
(Children and Youth) ovvero la versione
della Classificazione Internazionale del
Funzionamento, della salute e della disabilità dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità per i bambini e gli adolescenti,
- il cinquantennale della Fondazione
dell’Anffas che si celebra quest’anno e
che ci riguarda particolarmente.
Quanto stabilito precedentemente dalla
Convenzione ONU sui Diritti dell’
Infanzia, e valida per tutti i bambini ovvero
il Diritto al Gioco e al Tempo Libero,
viene sancita dalla Convenzione Onu sui
Diritti delle persone con disabilità del
2007; il nuovo Sistema di Classificazione
ICF sposta il problema e cambia il punto
di vista della disabilità non soltanto
togliendo termini di riferimento con connotazione negativa ma fornendo un
approccio utile e valorizzante sia per la
persona “svantaggiata” che per le persone
che sono a queste relazionalmente vicine
alla persona con disabilità, vista quest’ultima come risultante dal rapporto tra le
caratteristiche della persona e quelle del
contesto in cui vive e si muove.
Le implicazioni positive di quanto ne
deriva da questi presupposti consistono
in special modo per l’Anffas nel progettare e promuovere attività con un approccio culturale più sensibile alle problemati-
che del bambino disabile e di chi si
occupa di lui: spesso si è portati a pensare
che il gioco specie per un bambino disabile sia un’attività secondaria rispetto ad
interventi riabilitativi sui quali si investe
molto mentre è importante riflettere che
il bambino ha bisogno per la propria
qualità di vita di un equilibrio tra interventi riabilitativi mirati ed attività ludiche
e che il gioco stesso è una formulazione
in altri termini della riabilitazione.
Il gioco è un fattore determinante per lo
sviluppo di abilità emotive, cognitive e
motorie, è il modo con cui si esplora, si
impara a conoscere, esprimersi e relazionarsi e se giocare è un diritto per tutti i
bambini, la disabilità rischia di negarlo: a
volte mancano prerequisiti per il gioco,
quali le capacità attentive e di imitazione
e spesso i giochi tradizionali non sono
pensati per chi ha difficoltà di vario grado
nel pensare, nel fare, nel relazionarsi; a
questo è necessario aggiungere le difficoltà che un genitore ha nella gestione
quotidiana della vita con un figlio disabile
e di quanto sia quindi difficile pensare al
gioco anche perché tutto è più difficile da
organizzare!
E’ capitato sovente nel mio percorso di
attività legate al progettare percorsi di
vita ottimali per bambini disabili, di trovarmi di fronte genitori “impazienti” di
strutturare ed organizzare la giornata dei
figli, dove ogni momento fosse pensato e
finalizzato all’acquisizione di nuove abilità,
cognitive o motorie per lo più, ma poche
richieste di aiutarli a strutturare e ad
organizzare i momenti di gioco ovvero di
aiutarli a “far giocare” i loro figli.
Nel corso degli anni, le risposte che
abbiamo trovato con alcuni genitori pronti
a mettere in discussione le loro abilità di
educare e relazionarsi con il figlio/a, relativamente a questa poca richiesta di “interventi ludici” rispetto a una massiccia “campagna di intervento” da parte di specialisti
ed operatori competenti possono essere
definite utilizzando frasi dette degli stessi
genitori, in particolare: “delegando ad altri
mi sembrava di poter offrire qualcosa in
CELEBRAZIONI PER 50° ANFFAS NAZIONALE 2008 ORGANIZZATE
DALL’ASSOCIAZIONE ANFFAS VILLA GIMELLI DI RAPALLO - ONLUS
• SABATO 20 SETTEMBRE 2008
ORE 17.00 Inaugurazione Villa Gimelli ristrutturata
Presenti le autorità civili e religiose
ORE 17.30 Apertura “MOSTRA DEI LAVORI” dei ragazzi del Centro ANFFAS
presso la Villa Gimelli – Salita Banchi, 20 – Rapallo
La mostra resterà aperta anche domenica 21 dalle ore 10,00
alle ore 12,30 e dalle ore 15,00 alle ore 19,00.
Per informazioni www.villagimelli.it
• SABATO 18 OTTOBRE 2008 - ORE 17.00
Celebrazione cinquantennale ANFFAS presso il teatro Auditorium
delle Clarisse di Rapallo con la sponsorizzazione del Comune di Rapallo
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PENISOL A
di Antonella Lamia
più rispetto a quanto avrei potuto dare
io”, “pensavo di dover far il possibile per
migliorare la vita della mia bimba”, “mi
sentivo meglio impegnandole tutto il
giorno”, ancora “mi sentivo troppo stanca
”, “quando arrivavamo a casa non pensavo
proprio a giocare”.
Eppure si riesce a dare un sostegno concreto al bambino e alle famiglie proprio
quando si riesce a far comprendere agli
adulti intorno a lui che è proprio in un
progetto individualizzato di riabilitazione
che non deve mancare uno spazio dedicato al gioco, che non perché ha dei deficit
bisogna fargli/le passare tutti i giorni a
cercare di colmarli – è come se si facesse
passare a un bimbo tutto il giorno a scuola,
a fare i compiti ed impegnato nelle attività
in cui riesce peggio per recuperare!
Un bambino disabile è dunque prima di
tutto un bambino e un bambino impara
prima di tutto giocando. Giocare con lui
significa insegnargli che il modo migliore e più serio e intelligente- di vivere la vita
è divertirsi.
Storie di mare
Un servizio meteorologico di altri tempi, tutto olfattivo, valido sui sette mari
Il naso del “Barcacciante” non sbaglia mai
A
lla fine degli anni ‘50, la meteorologia scolastica
del Nautico era limitata ad un’ora settimanale.
Questo fatto la dice lunga su quanto era ancora agli
albori, quella che oggi è una scienza tutt’altro che
compiuta.
Qualche anno fa, con un po’ d’ironia, circolava
questa mezza verità:
“Il Servizio Meteo dell’Aeronautica indovina soltanto
il 40% delle previsioni. Se dicessero il contrario, indovinerebbero almeno il 60%...”
Chi ha navigato per i sette mari, sa perfettamente
che è difficilissimo prevedere il tempo nel
Mediterraneo, per la semplice ragione che ci troviamo geograficamente tra due continenti con caratteristiche climatiche opposte. In questo grande lago,
praticamente, avvengono continui ed improvvisi
miscugli di alte e basse pressioni, che spesso assumono velocità che anticipano o ritardono i fenomeni meteo annunciati.
A metà degli anni ‘90, un giovane comandante americano di un container piuttosto grande aveva perso
una lancia di salvataggio nel centro del “Golfo
Leone”. Quando arrivò a Genova, stordito e malconcio a causa dei molti danni subiti, disse al pilota
Charly:“.... Passata la Rocca di Gibilterra, credevo d’essere ormai arrivato finalmente indenne, dopo una traversata atlantica tempestosa, invece mi sono infilato in
una pressure-cooker (una pentola a pessione) che mi
aspettava per esplodere...”
Nel Nord-Europa i bollettini del tempo sono in
grado di prevedere, non soltanto i venti, le piogge le
nevicate ecc..., ma anche gli orari in cui inizieranno e
cesseranno questi fenomeni. Sappiamo che certe
performances non dipendono dalle singole organizzazioni nazionali, ma da una serie complessa di parametri legati alla geografia climatica locale.E’ risaputo,
infatti, che i dati raccolti dal cielo (sonde, satelliti,
aerei ecc..), dalla terra e dalle navi, vengono elaborati da Centri Meteorologici specializzati di alto livello
scientifico e poi sono trasmessi nell’etere a tutti i
Paesi del mondo.
Ma sulle nostre coste, purtroppo, le libecciate sono
sinonimo di antiche e recenti tragedie, che oggi evitiamo di rievocare, anche perché sappiamo benissimo che la nostra gente se le porta dentro come un
marchio.
Da questo breve, ma necessario preambolo, s’intuisce che la gente che è nata,vive e lavora sulle nostre
coste, ha i piedi ben piantati sul bagnasciuga della
pentola a pressione e, sicuramente a causa di un’atavica sfiducia nella debole scienza-meteo, preferisce
osservare direttamente i “segnali premonitori del
tempo locale” con grande attenzione, mentre porge
soltanto un orecchio un po’ distratto alle previsioni
del tempo della RAI, assimilandole, spesso, all’oroscopo del giorno...
GENOVA PORTO DEL VENTO
Ruggero Tiengo, da anziano barcacciante quando,
presto la mattina, montava di guardia sul suo rimorchiatore-barcaccia (pare derivi da un vecchio francesismo “barcasse”) a Ponte Parodi, annusava in
silenzio la sua arena, in cerca di segnali sul “tempo
che farà.”
Dall’inclinazione del piccolo scalandrone che poggiava tra la banchina e la poppa del rimorchiatore,
capiva anche al buio, contro quale vento avrebbe
lottato quel giorno.
Se la scala era molto inclinata a causa delle acque
basse, era il segnale di “alta pressione” e Rugge
indossava un massiccio pastrano contro il gelido
vento di tramontana. L’aria tersa e pulita accendeva
9
PENISOL A
tutte le luci di Genova, in un’unica grande Lanterna
che andava incontro alle navi proprio come un
rimorchiatore: per portarle in porto. Rugge amava il
suo lavoro e il suo equipaggio, mentre il rimorchiatore era la sua seconda casa. Ma Rugge aveva anche
un altro amore: la tramontana. Di essa diceva:
“Cara Tramontana! Vento amico, che fai paura a chi
non ti conosce!, Facci lavorare e porta tanti soldi agli
armatori, ma anche a noi!”
Se la scala era poco inclinata a casa delle acque alte,
era il segnale di “bassa pressione”. Rugge non aveva
dubbi, lo scirocco era nell’aria, anzi già lo sentiva
sotto i piedi, perché “u sciocu u l’intra in te ogni
recantu du porto e ti u senti cumme a corrente elettrica....” (perché lo scirocco entra in ogni angolo del
porto e lo senti come la corrente elettrica....)
Rugge si affacciava in coperta e lo vedeva nelle boe
leggermente abbattute.
Anche l’odore dell’aria era diverso. Lo scirocco
veniva da lontano, era intriso di salsedine e portava
suoni di catene, gavitelli e paglietti di gomma che
stridevano al contatto. Le luci del porto erano un
po’ annebbiate e a volte formavano globi che volavano insieme ai gabbiani che volteggiavano in
agguato all’interno del porto rimescolato dalla corrente. I rimorchiatori erano agitati e sembravano
impazienti di scorazzare liberi per legare le navi alle
banchine. Quando poi si accendevano le luci di
bordo, si accentuava il gioco cromatico, ed improvvisamente si potevano misurare le sensibili oscillazioni degli alberi che piano piano svelavano gli arcani
misteri della notte.
Rugge annusava sempre l’aria come per dire:
“A mi,de musse nu me ne cunta nisciun.Sentu l’oudu de
l’aggiu, u l’è un vapore cu vegne dall’Egittu” (A me di
storie non ne racconta nessuno. Sento l’odore dell’aglio, si tratta di una nave che viene dall’Egitto).
Rugge aveva ragione. La sciroccata in arrivo, spingeva verso Genova l’odore del carico di aglio,che arrivava mezza giornata prima della nave...
Rugge prendeva il primo caffé in cucina, e quando
saliva sul ponte di comando, cominciava la giornata
di lavoro colpendo con un una ditata il barometro
(Juan).Dalla lettura dell’antico strumento,tanto caro
ai naviganti, otteneva la conferma che il suo computer cerebrale aveva elaborato in modo esatto tutti i
dati immagazzinati.
“Ti vediee Juan che au levaa du sole tutti ne daian
ragion.” (Vedrai Juan che al levar del sole, tutti ci
daranno ragione)
Ed infine, Rugge rendeva grazie al suo fiuto di barcacciante, accarezzando il quadretto della Madonna
della Guardia.
Se osservate un rimorchiatore d’epoca e vi sforzate di paragonarlo ad una bruttissima barca a
vela, forse commettete un errore di fantasia, ma
non vi sbagliate di molto. Il suo corpo centrale,
formato dalla tuga e dall’altissima ciminiera, funziona esattamente come una vela. Il suo comandante lo sa e, quando ha la macchina ferma e gli
avviamenti di macchina limitati, deve prevedere
esattamente la posizione che il suo “barcaccia”, via
via assumerà rispetto alla nave ed alla banchina. Si
tratta di un lavoro complesso che diventa stressante quando il vento di tramontana scende dalle
alture a 30/40 nodi di velocità, oppure quando la
“sciroccata persa” lo investirà sopra e sotto la
linea di galleggiamento.
Quando gli avviamenti del motore erano fatti a
mano, il personale di macchina diventava il miglior
giudice del suo comandante. Rugge era un gran
velista ed era molto calmo, faceva pochi avviamenti
Veduta del Porto di Genova negli anni ʻ20.
e tutti a bordo lo adoravano. Sapeva prendere il
vento e insegnava:“ Poppa al vento meno vento.”
Alla partenza di una carretta dal Porto Nuovo,
Rugge si faceva sotto per ultimo, con un solo abilissimo avviamento indietro, si portava vicino alla nave,
fermava la macchina, prendeva il cavo e poi si faceva
spingere dalla tramontana, al segnale del Pilota
metteva in moto con il cavo già teso.
Una volta mi disse: “Charly, oggi non si usa più, ma ai
miei tempi, quando una nave usciva storta dal bacino
di carenaggio, la si raddrizzava con la scia di una
nostra smacchinata....”
Il “naso del barcacciante” sta tutto nel fiuto del
vento,nello sfruttare i refoli,i rebighi e persino i rimbalzi ed i giri che si formano tra i magazzini di ogni
calata. Non è da tutti trovare sempre il vento e
prenderlo dal lato giusto per farsi abbattere dalla
parte più conveniente.
Un qualsiasi manovratore conosce alla perfezione gli
effetti del timone e dell’elica di una imbarcazione
tradizionale nella marcia indietro. Ma con il vento
forte questi effetti cambiano e ci vuole l’artista per
ricondurla all’obbedienza.
Rugge, guardava spesso verso i monti e diceva:
“Se l’è negro a tramontann-a preparate a-a burriann-a”
(Se è nero a tramontana preparati alla tempesta)
E quando gli chiedevo: “A Rugge cumme o l’è u tempu
doman?” (Com’è il tempo domani ?)
Con voce ferma e convinta rispondeva:
“Portofin u l’è scuo, cieuve seguo!” (Portofino è scuro,
piove di sicuro!)
Rugge non sbagliava mai le previsioni, neppure
quando credevo d’averlo preso in castagna.
“Rugge, oggi c’è uno strano scirocco, fa freddo. Cose u
l’imbelinn-a u tempo?” (Cosa combina il tempo?)
“Mia Charly, Sciocu freido ghe neve vixinn-a, u nu faià
rimm-a, ma ti a casa staseia nu ti ghe vae pen bello
belin!” (Guarda Charly, scirocco freddo significa che
c’è neve vicina,non farà rima,ma vedrai che tu a casa
stasera non ci andrai proprio!)
Belin se aveva ragione Rugge! Dopo qualche ora si
mise una nevara che mi costrinse a rimanere a
bordo per due giorni!
Ciao Rugge! So che da lassù ti sembreranno strani
i rimorchiatori di oggi, che girano come trottole e
se ne fregano del vento...anzi, forse ti verrà male
chiamarle ancora “barcacce”.... ma credimi, il
“Naso del barcacciante” è sempre in allerta
perché “de mainae ghe n’è ciù pochi!” (ormai di
marinai ce ne sono più pochi!)
di Carlo Gatti
MUSICA
Tra il 16 luglio e il 14 agosto RAPALLO, SANTA MARGHERITA e ZOAGLI ospiteranno un festival
internazionale dedicato alla musica “nera”: otto concerti con grandi artisti italiani e stranieri
Il Tigullio sedotto da una “rapsodia in blues”
S
ulle tracce di quel sound melanconico e
insieme ruggente chiamato blues, l’estate
rivierasca ospiterà il primo “Tigullio
International Festival” che, denominato
“Rapsodia in blues”, – e ci scusi George
Gershwin - tra il 16 luglio e il 14 agosto vedrà
alternarsi tra Rapallo, Santa Margherita e
Zoagli un affascinante tour itinerante di numerose star di grande caratura.
Sull’onda della radio a valvole e del vinile alla
fine della seconda guerra mondiale l’Europa
aveva accolto una vera e propria rivoluzione
musicale, parente, alla lontana s’intende, di un
folk diverso quanto universale.
Quest’ultimo era partito dall’Africa per approdare nel profondo sud degli Stati Uniti col suo
carico di nostalgia, di fatica e di dolore cavalcando un’onda nera, quella del mare e dello
schiavismo. Da quelle radici nasceva il Blues.
Rapallo, Santa Margherita Ligure e Zoagli
hanno quindi aderito con entusiasmo alla proposta di partecipare a questa prima edizione
del Tigullio International Festival “Rapsodia in
blues” che le vedrà affiancate per la prima volta
all’insegna della grande musica internazionale.
Quest’estate, quindi, per la gioia degli appassionati il sound e le note del blues si snoderanno lungo la costa e nei centri storici del
nostro comprensorio.
“Accanto a star internazionali del calibro di
Sandra Hall, Andy J. Forest e Otis Grand, autentici
ambasciatori nel mondo di questo particolare e
struggente tipo di sound – concorda da Santa
OTIS GRAND
di Emilio Carta
PAOLO
TREVES
LUCA BERTONE
SANDRA HALL
ANDY J. FOREST
PAOLO BONFNATI
Margherita l’assessore Giuseppe Pastene avremo la possibilità di ascoltare anche artisti
italiani di grande professionalità come Fabio
Treves e la sua magica armonica, le chitarre e il
sound di Guitar Ray, il gruppo Spiritual
Gangsta, le voci di Luca Bertone e Paolo
Bonfanti”.
“Il Tigullio prova così a promuovere turismo e
cultura, in modo concreto e unitario e con
una formula finalmente più moderna e razionale – aggiunge l’assessore al Turismo di Rapallo,
Roberto Di Antonio - L’augurio è che questo
primo passo sia l’inizio di una serena e incisiva
collaborazione fra i nostri Comuni per rendere
sempre più appetibile l’offerta estiva per i residenti e per i numerosi ospiti che affollano la
nostra riviera”.
“Non abbiamo inventato nulla, sia chiaro –
GUITAR RAY
conclude il sindaco di Zoagli, Rita Nichel - Però
recuperare un patrimonio artistico e culturale
quale il Blues, la musica “nera” definita a
ragione madre del rock e di tutto ciò che a
partire dal dopoguerra dal sud degli Stati Uniti
aveva attraversato l’Atlantico per raggiungere
l’Europa (assieme, nel bene e nel male, al
chewing gum, alla Coca Cola e al cinema di
John Wayne) ci è parso un omaggio doveroso”.
TIGULLIO INTERNATIONAL FESTIVAL 2008
“RAPSODIA IN BLUES”
Il Programma del
RAPALLO - SANTA MARGHERITA LIGURE - ZOAGLI
SANTA MARGHERITA LIGURE
Mercoledì 16 luglio ore 21.30
piazza Caprera
ZOAGLI
Domenica 3 agosto ore 21,30
piazza della Chiesa
RAPALLO
Giovedì 17 luglio ore 21,30
piazza Bottaro/lungomare al castello
SANTA MARGHERITA LIGURE
Mercoledì 6 agosto ore 21.30
giardini a mare
LUCA BERTONE
blues trio
FABIO TREVES
e la sua Blues Band
SANDRA HALL
e la sua Band
GUITAR RAY
& Blues set gamblers
ANDY J. FOREST
e la sua band
SANTA MARGHERITA LIGURE
Mercoledì 23 luglio ore 21.30
piazza Caprera
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PENISOL A
PAOLO BONFANTI
acoustic blues
RAPALLO
Giovedì 31 luglio ore 21,30
p.za degli Oratori
SPIRITUAL GANGSTA
(ex Hot Bibins)
RAPALLO
Giovedì 7 agosto ore 21.30
piazza Venezia
RAPALLO
Giovedì 14 agosto ore 21.30
piazza Garibaldi
OTIS GRAND
e la sua Band
La regina Maria Antonietta,
icona della moda e delle arti
di Gloria Barbetta
La vita brillante e controversa della sovrana di Francia raccontata attraverso 300 splendide opere
d’arte, provenienti da tutta l’Europa, nella mostra al Grand Palais che si é conclusa il 30 giugno
P
arigi. "La donna è sottomessa in tutto a
suo marito e non deve avere alcuna occupazione se non piacergli e fare le sue
volontà. La sola vera fortuna in questo mondo è
un matrimonio felice. Tutto dipende dalla
donna, se è compiacente, dolce, divertente".
Parola di Maria Teresa imperatrice d’Austria,
che il 4 maggio 1770 dava questi perentori
consigli per lettera alla giovane figlia, l’arciduchessa Maria Antonietta, che il 16 maggio
dello stesso anno avrebbe sposato a
Versailles in pompa magna il futuro re di
Francia, Luigi XVI. Consigli che anche all’epoca dovettero apparire piuttosto restritti-
Franklin-Roosevelt o Champs-ElyséesClemenceau). L’esposizione si prefigge di
ridare giusta dignità a Maria Antonietta, cercando di fare luce sulla figura di una giovane
donna che per molto tempo venne dipinta
unicamente come dilapidatrice del patrimonio del regno di Francia e che a più di due
secoli dalla sua morte viene ora proclamata
icona della moda e delle arti.
Ritratti, mobili preziosi, pezzi rari di porcellana o di oreficeria, tutto l’universo quotidiano della sovrana è riunito nella particolare mostra al Grand Palais, organizzata dai
conservatori dei castelli di Versailles e del
faccio colazione e vado dalle mie zie
dove abitualmente trovo il re – scriveva Maria Antonietta a sua madre il
12 luglio 1770 - Questo dura fino alle
10 e mezza quindi alle 11 vado a pettinarmi. A mezzogiorno “si chiama la
camera” e là tutti possono entrare, ma
non la gente comune. Metto il rossetto
e lavo le mani davanti a tutti, infine gli
uomini escono e le donne restano e mi
vesto davanti a loro". Impegnativa la
quotidianità a quei tempi ma anche
allora questo stile decontracté
poteva dare adito a pettegolezzi e
dicerie, tant’è che Maria Teresa d’Austria
scrive alla figlia nel 1774: "Non posso impedirmi di fare accenno ad un punto del quale
parlano troppo spesso molto gazzettini: la
parure della quale vi servite. La si dice alta di
36 pollici dalla radice dei capelli e con tanto di
piume e rubini che la evidenziano. Una giovane
regina carina non ha bisogno di tutte queste
La figura della
regina Maria
Antonietta affascina
e intriga: frivola,
incompresa, vittima?
vi e lapidari all’esuberante e giovanissima
Maria Antonietta, nata il 2 novembre 1755
da Maria Teresa e Francesco I d’Austria,
destinata a diventare regina suo malgrado,
per i casi della politica europea del tempo.
La regina fu ghigliottinata il 16 ottobre 1793:
e 38 anni erano davvero pochi anche allora
per una simile fine. La vita brillante e controversa della sovrana di Francia è raccontata attraverso l’esposizione di 300 splendide opere d’arte, provenienti da tutta
l’Europa, nella mostra inaugurata al Grand
Palais il 15 marzo scorso, che resterà aperta
al pubblico fino al 30 giugno tutti i giorni
dalle 10 alle 22 (e dalle 10 alle 20 il giovedì,
chiuso il martedì; fermata del metro
11
PENISOL A
Trianon. La figura di Maria Antonietta affascina e intriga: frivola, incompresa, vittima?
Biografie, film, esposizioni hanno provato a
più riprese a meglio comprendere questa
donna dal tragico destino: la ragazzina che
arrivò a Versailles aveva ricevuto un’educazione improntata all’arte, amava disegnare,
recitare, cantare e ballare, caratteristiche
che seppe trasmettere alla vita di corte,
dove le era impedito occuparsi di politica e
quindi trovò il suo punto di fuga o di esternazione della sua personalità attraverso i
decori, le porcellane asiatiche e francesi, le
lacche dell’Oriente che tanto piacevano
anche a sua madre, i vasi di pietre dure,
oggetti di pregio che aveva voluto in abbondanza nei suoi appartamenti. Ma come
viveva a corte la giovane donna? "Mi alzo alle
10 o alle 9, o alle nove e mezza e una volta
vestita, dico le preghiere del mattino, dopo
follie". E prontamente Maria Antonietta replica:
"E’ vero che mi occupo un po’ della mia parure e
quanto alle piume, tutti ne indossano: sembrerebbe anzi eccezionale il fatto di non portarne".
Fino all’inizio della Rivoluzione, Luigi XVI e i
suoi ministri si impegnarono a scartare la
regina dalla vita politica e lei si impose quale
mecenate delle arti del suo tempo. Giovane,
attenta alle mode e alle idee nuove, desiderosa di sottrarsi all’etichetta di Versailles,
creò un quadro di vita raffinata che per certi
aspetti testimoniava la sua educazione
austriaca. Ma il suo bisogno di libertà e il
suo desiderio di sfuggire alle regole di corte
l’allontanarono ben presto dalle simpatie di
molti: Maria Antonietta veniva ormai
descritta come l’Austriaca reclusa nella sua
“piccola Vienna”, il Petit Trianon che il re le
donò quale buen retiro quattro anni dopo le
loro nozze, nel 1774, lo stesso anno in cui la
sovrana incontrò Axel de Fersen, l’affascinante conte svedese, dipinto dalle male
lingue come uno dei suoi amanti: fu notato
dalla regina soprattutto quando nel 1779
fece la sua comparsa a Versailles indossando
il nuovo costume svedese, la sovrana lo vide
e restò colpita dalla sua bellezza.
Quanto a fascino anche Maria Antonietta
non era da meno: Elisabeth Louise Vigée Le
Brun, la sua pittrice ufficiale, di lei diceva:
"Quello che c’era di più notevole nel suo volto
era lo splendore del suo incarnato. Non ne ho
mai visto di altrettanto brillanti, e brillante è la
parola giusta, poiché la sua pelle era così trasparente che non prendeva ombra".
Il Petit Trianon divenne ben presto luogo alla
moda, di feste e teatro, luogo delle sue amicizie e permise alla regina di essere finalmente
se stessa. Ma questa libertà conquistata,
questa sua autonomia agli occhi della corte
erano aspetti negativi: rapidamente percepito
dall’opinione pubblica come il luogo delle
spese sfrenate e delle attività licenziose della
regina, il Petit Trianon divenne la piccola
Vienna e la cerchia di amici della regina fu
considerato un manipolo di oziosi e approfittatori dai costumi dissoluti.
Travolta dalle calunnie, Maria Antonietta
venne additata come Madame Dédicit e
come spia assoldata dall’Austria.Trasportata
dalla storia e dalla forza del destino, sommersa da un flusso costante di pubblicazioni
diffamatorie e satiriche, la famiglia reale si
era così incamminata sulla strada della ghigliottina. Il 21 gennaio 1793 avvenne l’esecuzione di re Luigi XVI: la regina si chiuse in
una grande dignità che conservò fino alla
sua fine: morì il 16 ottobre 1793, le ore più
buie della sua vita trasformarono questa
donna. Il mito era nato.
Cultura
“Si torna a teatro”
Bissata l’esperienza del melodramma con “La sonnambula”
M
di Giacomo Revello
artedì 6 maggio è arrivato; siamo
tutti pronti per tornare al Teatro
Carlo Felice di Genova dopo la
passata esperienza che ci aveva coinvolto
assistendo alla rappresentazione della
“Fanciulla dell’West”, opera musicata da
Giacomo Puccini.
Oggi invece saremo presenti alla rappresentazione de “La sonnambula” musicata da
Vincenzo Bellini; e sì, riusciremo a ripetere la
bella esperienza che tre anni fa era tanto
rimasta impressa nella nostra memoria.
Ma anche questa volta partiamo dall’inizio.
È il mese di settembre e, accogliendo dopo la
pausa estiva singolarmente nella stanza di
musicoterapia le persone che partecipano
all’attività del laboratorio di musicoterapia
cognitiva, pongo una domanda che riguarda il
proprio ricordo ed il relativo gradimento
delle attività svolte insieme in questi anni.
Le risposte sono comprensibilmente le più
diverse ma ciò che torna con insistenza alla
memoria di tutte è l’esperienza passata
vissuta al Teatro Carlo Felice.
Bene! Anzi benissimo, sono pronto; decido
così di cercare l’Opera in cartellone più
adatta e trovatala, comincio a scrivere il progetto preliminare da poter presentare all’É-
quipe. L’opera, per il tipo di storia e di scenografie mi suggerisce di estendere il progetto al laboratorio di ceramica condotto dall’educatrice Alberta in modo da poter offrire
una consequenzialità grafica al lavoro incentrato quasi del tutto su ascolto e comprensione svolto nel laboratorio di musicoterapia
(di trama, di tessitura vocale, formazione
strumentale ecc.) permettendo attraverso
questa modalità il rafforzamento mnemonico
e personale attraverso il gesto grafico individuale.
Il progetto approvato con cadenza settimanale e per la durata di tre mesi viene così condiviso, attuato e concluso con le debite verifiche. Tutti i partecipanti sono pronti, hanno
raffigurato in modo personale ciò che sarà la
loro Sonnambula e non vedono l’ora di assistere allo spettacolo.
E qui torniamo ad oggi, martedì 6 Maggio.
Arriviamo a Genova, è una bellissima giornata di primavera e siamo accompagnati da
Alberto e Chiara.
Inizia lo spettacolo e subito dopo l’ascolto
dell’ouverture che da inizio allo spettacolo e
quindi all’apertura del sipario noi tutti ci
accorgiamo che delle scenografie originali e
della loro disposizione sul palcoscenico non
ce ne è nemmeno l’ombra…accidenti, e
adesso come facciamo a riconoscere gli elementi e i momenti del racconto musicale da
noi imparati?
Lo scenografo ha creato scenografie contenenti la simbologia dell’oggetto tralasciando
così l’oggetto concreto; è per questo suo
volere che, ad esempio il vecchio mulino a
pale rotanti viene trasformato in una enorme
sfera girante di materiale plastico trasparente al cui interno è posizionato il letto che
pare sospeso in aria e su cui dorme la sonnambula oppure sostituisce il cornicione del
tetto su cui cammina la sonnambula in stato
di sonnambulismo con una potentissima luce
laser psichedelica verde che avanza lentamente dal palcoscenico fino ad investire
direttamente il pubblico (creando anche un
certo fastidio alla vista).
Tutto ciò risulta così del tutto imprevedibile
e mi pongo immediatamente e necessariamente un quesito. Riusciranno i ragazzi, ma
non solo i nostri, anche quelli delle moltissime scuole elementari e medie di Genova
anch’essi intervenuti ad assistere allo spettacolo, a riconoscere l’oggetto simbolico ed
interpretarlo come oggetto concreto?
La rappresentazione è appena finita e con
molta curiosità chiedo le prime impressioni a
caldo. Dalle loro risposte noto come la
maggior parte dell’attenzione dei ragazzi è
stata spesa per l’ascolto delle musiche, il
riconoscimento delle voci dei cantanti personaggi ed alle emozioni che hanno saputo trasmettere (che a differenza della scenografia
simbolo sono rimaste tali e quali a come
sono state scritte in origine da Bellini e che
per ovvie ragioni di rispetto della partitura
non potranno mai essere modificate a
piacere da nessun direttore d’orchestra).
Proprio queste risposte mi inducono a
questa conclusione.
Il suono e la musica, nascendo come simbolo
ed avendo già rinunciato al superfluo, si concretizzano tali e quali nell’espressione delle
nostre emozioni; al contrario l’immagine,
ricca di superfluo quando vuole diventare
simbolo, rischia di farci confondere e di farci
perdere nell’astrattezza del ragionamento.
Convegno su disabilità e sport
I
giorni 23-24 maggio a Rapallo, presso l’Auditorium
dell’Hotel Europa e al Teatro delle Clarisse, si è
svolto un convegno dal titolo “Disabilità e sport”,
al quale hanno partecipato molti atleti di livello
nazionale di varie discipline.
Hanno dato un contributo veramente interessante
sia dal punto di vista umano sia per le riflessioni che
hanno saputo far emergere in tutti i presenti.
Certamente le problematiche, le motivazioni e i modi
d’approccio all’attività sportiva dei disabili fisici sono
molto diversi da quelli dei ragazzi con deficit intellettivi, ma senz’altro è risultato chiaro che l’attività
sportiva è un elemento fondamentale per il benessere psico-fisico delle persone.
Abbiamo ascoltato molte storie, tutte diverse ma
con un unico denominatore: la voglia di non arrendersi e di vivere comunque quelle emozioni che solo
lo sport è capace di dare, e così esso rappresenta una
molla formidabile per uscire da quella solitudine che
purtroppo spesso accompagna chi, anche improvvisamente, si trova ad affrontare la vita con una forte difficoltà in più.
In maniera chiara e semplice è emerso che la definizione “diversamente abile” è un concetto ovvio, quasi
banale, perché se ci pensiamo bene siamo tutti
“diversamente abili”. Forse che Stefano Gori, atleta
non vedente che si dedica all’atletica gareggiando nei
100 e 200 metri, non è più forte di un atleta cosiddetto “normodotato” che si cimenta magari ad ottimi
livelli nel nuoto? Certamente Mario Bornia, atleta
paraplegico, conosce l’arte della navigazione molto
meglio della quasi totalità degli italiani!
Quello che questi atleti ci hanno insegnato è che
ognuno di noi è abile in certe attività e non lo è in
12
PENISOL A
altre; il problema è che troppo spesso ci si trova di
fronte a barriere tali, architettoniche o sociali, psicologiche, che allora da “diversamente abili” si diventa
realmente “disabili”.
Credo che il livello di civiltà di una società si misuri
anche dalle risorse investite per eliminare tali barriere e dar quindi l’opportunità di far esprimere l’individuo nelle sue diverse abilità.
Come ha sottolineato con efficacia Valerio Virgili, psicologo dello sport, non sono i diversi modi di definire le persone diversamente abili (disabili, portatori di
handicap, ecc.) ma solo le barriere sia fisiche che
sociali che vengono messe tra gli individui e la società
in cui vivono.
La pratica dello sport a qualsiasi livello costringe l’individuo a cercare e tirare fuori quelle risorse spesso
di Giovanni Sala
inconsapevoli indispensabili per raggiungere un
proprio obiettivo, grande o piccolo che sia.
Vorrei concludere con una frase particolarmente
significativa che a mio giudizio coglie il messaggio di
questo convegno, esposta nel suo intervento da
Mario Bornia:“La vera tragedia della vita non è il non
riuscire a raggiungere un risultato, ma il non avere un
risultato da raggiungere”.
L’Anffas ospite dell’Istituto Emiliani
PROSEGUONO I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DI VILLA GIMELLI
L
a massiccia ristrutturazione dell' ottocentesco complesso edilizio Villa
Gimelli è iniziato fin dal 2004 per la
messa a norma ed in sicurezza strutturale
ed impiantistica del grandioso edificio,
come previsto dalle normative vigenti.
Quando, recentemente, lo stato di avanzamento lavori è giunto ad un punto cruciale
per l'agibilità dei locali e la sicurezza della
struttura, si è dovuto affrontare l'emergenza del trasferimento e della sistemazione,
sia pure in via transitoria, dei trenta ragazzi
inseriti in regime semiresidenziale e dei
tredici ospiti che vivono stabilmente a Villa
Gimelli in regime residenziale, insieme ai
loro operatori.
Compito arduo per una ricerca sempre più
affannosa man mano che passavano i giorni
per una sede idonea da parte della nostra
Presidente, professoressa Rosina Zandano,
che, magari con un po' di aiuto dalla
Provvidenza, è riuscita a risolvere il problema inserendo i ragazzi nell'accogliente
struttura dei Padri Somaschi a Rapallo,
l'Istituto Emiliani.
La sistemazione confortevole ed adeguata,
ma comunque dovuta alla situazione contingente, tuttavia, mano a mano che i nostri
ragazzi, con il loro solito spirito di adattamento si inserivano nel nuovo contesto
emergeva una inaspettata realtà.
13
PENISOL A
L'Istituto Emiliani di Rapallo ha intitolato la
scuola media e liceo scientifico, a San
Francesco perché nel 1850, anno di fondazione, era ubicata presso la chiesa di
Rapallo dedicata al santo di Assisi. Solo nel
1975 si è trasferita, infatti, nella sede
attuale.
L'ordine dei Padri Somaschi, fondato da San
Girolamo Emiliani, insieme a laici che ne
condividono lo spirito ed il carisma religioso al servizio della chiesa e della società,
portano avanti diverse realtà educative
oltre alle scuole succitate: la comunità
“Progetto Insieme” che, attraverso tre
distinte strutture accoglie minori in difficoltà; il Centro diurno che è un servizio di
doposcuola, e la favolosa tipografia. I Padri
svolgono il ministero sacerdotale nella
chiesa attigua dedicata a San Girolamo
Emiliani.
Ebbene, la cosa veramente straordinaria è
stata l'accoglienza da parte degli studenti e
degli ospiti dell'Istituto che hanno “adottato” i nostri ragazzi. Coccolati anche dallo
staff della Cooperativa Sociale Tassano che,
dalla cucina, sforna cibi deliziosi, o dagli
allievi della Professoressa di Scienza
Raffaella Spinetta, naturalista, bellissimi e
trepidi, come Michelangelo Balbo, il più
amato dai compagni di classe.
di Giuliana Chiesa De Marco
In trasferta dai Somaschi
“E
di Adriana Moi
i fu…” il grande scrittore Alessandro
Manzoni compose questa ode in
onore di Napoleone in soli tre giorni,
dicono le biografie! Le mie reminescenze
scolastiche si sono risvegliate allorché la
Direzione del Centro ci ha comunicato che
dal “cinque maggio” tutte le attività del
diurno e la comunità alloggio sarebbero
mensa, molto grande e accogliente e…
gradita sorpresa… a servire c’è la nostra
Maria! Questo denota la capacità della
direzione che ha provveduto agli spostamenti senza tralasciare la presenza di
persone che i ragazzi conoscono bene,
punti di riferimento che contribuiscono a
metterli a proprio agio.
state trasferite presso la struttura
dell’Istituto Scolastico Gerolamo Emiliani,
in centro a Rapallo.
Non nascondo che un po’ di preoccupazione da parte di noi operatori c’era: da
anni Villa Gimelli è in fase di ristrutturazione, innumerevoli sono i disagi dovuti al
rumore, alla polvere, agli spostamenti dei
laboratori, ai servizi mensa…e chi più ne
ha più ne metta!
Ma se tutto ciò ci destabilizzava non poco,
l’idea di trasferirci in una struttura a noi
completamente sconosciuta -e con “Noi”
mi riferisco non solo ai dipendenti ma in
particolare ai ragazzi- non ci sorrideva.
Devo riconoscere che alle ore 8 di lunedì
cinque maggio abbiamo trovato tutto predisposto a puntino dalla coordinatrice
Minutillo: a piano terra due aule molto
grandi e luminose dove ci siamo sistemati
con i ragazzi: bricolage e ceramica insieme,
la falegnameria nell’altro spazio. A disposizione anche un’enorme palestra che sfruttiamo alla grande: dopo un timido approccio iniziale è diventata in breve la struttura
più frequentata con partite di pallavolo e
pallacanestro all’ultimo respiro e una folla
di sostenitori da “Gradinata Nord”
(scusate ma il tifo sampdoriano è un poco
più tiepido al confronto…).
Salendo al primo piano troviamo la sala
Al piano superiore ci sono le camere con i
servizi. Tutto organizzato a regola d’arte:
letti accoglienti con comodini a fianco,
armadi con gli indumenti personali, bagni
non molto grandi ma perfettamente in
ordine, l’armadio dei farmaci e le terapie
disposte in bell’ordine e… udite,
udite…abbiamo pure la macchina del caffè!
A questo punto le giornate volano…le
uscite sono all’ordine del giorno: Parco
Tigullio a Lavagna, Parco Casale a Rapallo,
Zoagli, Sant’Ambrogio, porto di Rapallo,
Santa Giulia…mare e monti ed aria buona
a disposizione!
Nonostante non sia la prima volta che ce lo
dimostrano,i ragazzi sono riusciti ancora una
volta a stupirci con la loro capacità di adattamento e a trasmetterci la loro serenità.
La nostra Presidente Zandano ha fatto un
gesto che è stato molto apprezzato, regalando ad ogni alunno dell’Istituto scolastico
che ci ospita una copia del libro “Una storia
d’amore per la vita”, del quale è autrice
insieme al giornalista Emilio Carta.
Purtroppo non abbiamo avuto l’opportunità di approfondire la conoscenza con i
ragazzi e i docenti a causa degli orari rigidi
delle lezioni, ma gli incontri durante la
ricreazione sono sempre stati accolti con
timidi sorrisi da parte loro e sorrisi luminosi da parte nostra!
ANFFAS
IL SERVIZIO DI ACCOGLIENZA E INFORMAZIONE È NATO NEL 2005 PER FORNIRE SOSTEGNO E SVILUPPO
ALLE VARIE ASSOCIAZIONI CHE GRAVITANO ATTORNO ALL’ANFFAS E AI SUOI PROGETTI SOCIALI
Decolla in rete il progetto “SAI?”
“A
ttivare una specifica attenzione
verso le nostre famiglie per
onorare ciò che è alla base della
costituzione stessa Anffas”.
Questa, in sintesi, la motivazione per la costituzione del Servizio di Accoglienza e
Informazione (SAI?), previsto dalla Carta dei
Servizi Anffas Onlus (Milano, dicembre
2004).
Di fatto, come già sottolineato in diverse
occasioni, per le Associazioni Socie che desiderano mantenere l’affiliazione ad Anffas
Onlus ed usarne, quindi, il marchio, deriva
come adempimento vincolante la costituzione di un servizio gratuito rivolto alla generalità dei cittadini (sia soci che non). Tale
Servizio, denominato “SAI?” ha preso avvio a
partire dal 2005.
Per potenziare l’attività del “SAI?”, a fronte di
un crescente numero di richieste, è stato
deciso a livello nazionale di impostare l’attività in rete, collegando i servizi locali esistenti e creandone di nuovi, grazie alla fornitura di strumenti adeguati e alla formazione
degli operatori di accoglienza.
L’iniziativa progettuale denominata “Anffas in
rete” è stata ammessa a cofinanziamento a
fine 2006, risultando essere l’ottavo progetto in graduatoria. Da questo momento
L’Anffas Onlus si è impegnata a realizzare l’iniziativa, tendo conto della convenzione e
delle direttive ministeriali, del formulario
progettuale e delle regole della rendicontazione.
Alla base del progetto, alcuni obiettivi da
raggiungere:
- il potenziamento dello Sportello Nazionale
“Sai?”;
- l’attivazione di almeno uno sportello per
ogni singola regione, ove sono presenti
strutture associative;
- l’adeguata formazione di operatori;
Malattie rare
e farmaci orfani
L’opuscolo che ci è arrivato dall’Istituto
Superiore di Sanità è degno di grande
attenzione per chi fosse interessato a
saperne di più su un argomento ancora
così poco trattato a livello di vulgarizzazione. Il supplemento del notiziario a
cura del Centro Nazionale Malattie Rare
è a disposizione presso la nostra segreteria ANFFAS/servizio SAI? (Assistente
Sociale Fabrizia Galli). Per informazioni è
anche attivo un telefono verde malattie
rare (800 89 69 49) attivo dal lunedì al
venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13,00.
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PENISOL A
- la realizzazione di una banca dati unificata
accessibile via Web per ogni cittadino.
Il raggiungimento di questi obiettivi si potrà
avere seguendo un programma articolato in
diverse fase nell’arco di un anno:
1) l’implementazione del S.A.I.?
Nazionale è stata programmata in tre
mesi, da febbraio ad aprile 2008. Essa comporterà l’allestimento e la riorganizzazione
delle banche dati, l’aggiornamento FAQ sul
portale informativo e la presentazione;
2) successivamente l’attivazione
dei S.A.I.? a livello locale (in otto mesi,
da maggio a dicembre 2008), attraverso il
censimento e la rilevazione dei S.A.I.? esistenti e l’attivazione di quelli nuovi. Sarà prevista, inoltre, la selezione delle candidature e
la formazione degli operatori;
3) nel periodo luglio-dicembre 2008 (6 mesi)
si avrà la creazione della rete, con la
fornitura degli strumenti informatici per il
collegamento;
4) l’attivazione della Banca Dati è stata
progettata per il periodo maggio-luglio 2008
(3 mesi), con la predisposizione di uno
spazio sul portale, a cui accedere per avere
informazioni, risposte ai quesiti, ecc…;
5) infine la pubblicazione degli atti
richiederà due mesi di preparazione, da
dicembre 2008 a gennaio 2009 e si realizzerà
attraverso un cd-rom, contenente il materiale realizzato e il manuale operativo.
All’interno del progetto “Anffas in rete” si
avranno degli obblighi specifici e delle regole da
rispettare, per quanto concerne il monitoraggio
e la verifica, la riservatezza e il trattamento dei
dati, la rendicontazione amministrativa e contabile e, soprattutto, il fatto che su qualsiasi tipo
di materiale dovrà essere indicato che è stato
finanziato dal Fondo dell’Osservatorio
Nazionale per l’Associazionismo Sociale –
Ministero della Solidarietà Sociale.
Inoltre si dovrà tenere conto di alcune indicazioni in merito ai termini e alla durata (12
mesi), i destinatari dell’intervento, gli operatori e di volontari interessati, la modalità di
erogazione del finanziamento.
Per quanto riguarda le candidature, è richiesto
almeno uno Sportello per ogni Regione e, tra
le diverse candidature, avrà la precedenza
quella condivisa e sostenuta dal livello regionale e, soprattutto, da un’associazione locale
piuttosto che da un ente a marchio Anffas.
I candidati dovranno assicurare un impegno
costante (non solo rispetto a questo progetto, n.d.r.), mantenendo il collegamento in
rete, rispettando i tempi e gli obiettivi del
progetto e rimanendo un punto di riferimento per il territorio e per il nazionale.
Le attività formative di operatori e volontari
si svolgeranno prioritariamente in ambito
regionale, con corsi della durata di uno o
due giorni.
In tutte le fasi del progetto, Anffas utilizzerà
gli strumenti editoriali ed informatici già in
suo possesso, quali:
- il quadrimestrale “Rosa Blu”, nella
sezione dedicata “Scuola dei Diritti” e S.A.I.?
informa;
il
portale
associativo
www.anffas.net, con una sezione dedicata nella quale verranno pubblicate in tempo
reale le risposte e le informazioni fornite
attraverso il S.A.I.?;
- i quaderni Anffas, con la realizzazione
di appositi “manuali d’uso” sulle tematiche di
maggiore interesse.
Infine si prevede la progettazione e l’installazione sul portale associativo di una semplice
piattaforma di FAD e di un forum di discussione, sia per la gestione dei rapporti tra gli
operatori degli Sportelli S.A.I.? e il S.A.I.?
Nazionale, che per la formazione continua
degli stessi.
di Fabrizia Galli
OPERATORI ALLA PROVA DEL FUOCO
Si è concluso con pieno successo il “Corso per addetti antincendio in attività a rischio di incendio elevato” organizzato in ottemperanza alle norme vigenti dall’ANFFAS Villa Gimelli per 20 suoi dipendenti.
Dopo 12 ore di corso teorico tenute dagli ingegneri del Dichep (Dipartimento Ingegneria Chimica e di Processo)
dell’Università di Genova, i futuri addetti antincendio hanno sostenuto l’esame scritto, orale e pratico presso il
Campo Prove di Mele. Un’esperienza resa piacevole dalla simpatia degli istruttori del Campo Prove che, unita
all’indiscutibile professionalità che hanno dimostrato per l’intera giornata, ha permesso agli operatori
dell’ANFFAS di apprendere con interesse le importanti nozioni riguardanti il pericolo del fuoco e le procedure da
adottare in caso di emergenza.
Volontariato: alla scoperta
dei tesori nascosti di Rapallo
La prima festa loro dedicata si è tenuta il 7 e 8 giugno scorsi nelle vie e piazzette del Centro Storico raccogliendo plausi e consensi tra la cittadinanza
È
di Rosina Zandano
la prima volta che a Rapallo si svolge
la Festa del Volontariato; iniziativa
fortemente voluta dal Dott.
Corrado Castagneto, Assessore al
Volontariato del Comune di Rapallo e dal
Sindaco Mentore Campodonico con il
significativo titolo “I tesori nascosti di
Rapallo”.
- La prima giornata ha visto l’inaugurazione del “Volontariato Point” (presso l’ex
Ospedale di Piazza Molfino), un nuovo ed
importante servizio per la cittadinanza, ed
una tavola rotonda presso il Teatro
Auditorium delle Clarisse avente per
tema “Volontariato socio-sanitario e
Istituzioni insieme per crescere”. I relatori Fabrizio Tagliabue e Stefano Tabò hanno
presentato le interessanti relazioni: “Il
ruolo del Volontariato nella società
attuale” e “Le radici del Volontariato: la
legislazione che cambia”.
Sono intervenuti Valerio Balzini, portavoce del Forum Terzo Settore Liguria; Fabio
Mustorgi, rappresentante ANPAS e
Presidente Croce Bianca di Rapallo;
Gianrenato De Gaetani, Presidente
Regionale Federvita; Paolo Cavagnaro,
Direttore Generale ASL4 Chiavarese; Pier
Angelo Tassano, portavoce Forum
Territoriale del Terzo Settore del Tigullio;
Maria Luisa Tessera, Presidente Consulta
del Volontariato per i problemi del disagio
sociale di Rapallo. Moderatore Roberto
Viazzi, giornalista di Teleradiopace.
In serata presso la Croce Bianca di
Rapallo si è svolta una cena in favore di
Telepace, un professionale servizio che ci
accompagna nella quotidianità della
nostra giornata con ricchezza di informazioni d’attualità e sprazzi illuminanti di
vita spirituale.
Per ANFFAS Villa Gimelli sono stati inter-
Navi e Relitti del Tigullio
in anteprima a Camogli
vistati il Tesoriere
Armando Pagliughi e il
Dott. Luca Brunetti.
- Domenica 8 giugno un
fiorire di gazebo nelle
più importanti strade
della città di Rapallo con
l’esposizione dei simboli
e dei prodotti di ciascuna
associazione ha veramente suscitato ammirazione
ed apprezzamento per
quanto i singoli cittadini
ed i gruppi organizzati riescono a donare a chi è nel
bisogno con generosità ed
intelligenza.
Nello scrigno del cuore dell’uomo vero
si nascondono tesori preziosi che inondano e fecondano la nostra società apparentemente così arida e tesa solamente al
profitto.
La Festa del Volontariato è stato uno di
quegli eventi che lasciano tracce profonde
e riflessioni ristoratrici in tutti coloro che
vi hanno, nei diversi ruoli, partecipato.
UN FILMATO GIRATO POCHI MESI FA A 120 METRI DI PROFONDITÁ, CONFERMA LA PRESENZA DEL RELITTO DI UN U-BOOT
C
di Carlo Gatti
ome avevamo annununciato su Penisola,
nel mare del Tigullio giacciono numerosi relitti. Navi romane, piroscafi e
persino un sommergibile sono stati trovati da
esperti sub che hanno così svelato una serie di
misteriosi affondamenti avvenuti nei secoli. A
Camogli, in merito, si è tenuto un convegno specifico su “I relitti dei fondali di Camogli”.
Organizzato dalla Società Capitani e Macchinisti
Navali, l’evento, sviluppatosi in due giornate, ha
visto la partecipazione della Soprintendenza dei
Beni Archeologici del mare, dell’Area Marina
Protetta di Portofino, del FAI e di una decina di
relatori tra cui storici navali, scrittori di mare e
rappresentanti delle più prestigiose associazioni
marinare della Liguria. Il materiale raccolto e raccontato dai protagonisti, frutto di molti anni di
ricerche,è stato apprezzato ed accolto dal numeroso pubblico presente con crescente interesse.
Inedite storie di mare, di guerre e di relitti sono
15
PENISOL A
state documentate con preziosi filmati e speciali
fotografie di valenti professionisti subacquei. La
palma di “star” è toccata allo spettacoloso documentario sull’U-boot U 455, che è stato proiettato due volte a grande richiesta.
Come è noto, l’uscita del libro di E. Carta “Il
segreto di Cala dell’Oro” aveva coinvolto le
massime autorità nel campo navale scatenando
infinite discussioni e ipotesi sulla presenza, più o
meno condivisa,di un sottomarino tedesco della
Seconda Guerra Mondiale sui fondali prospicienti Punta Chiappa, a circa 2 miglia dalla costa
e ad una profondità di 120 metri. La verità è
finalmente affiorata grazie alle inconfutabili
immagini girate dal sub Roberto Rinaldi.
L’autore del romanzo aveva ragione! Si tratta del
sommergibile tedesco descritto nel libro, ma
ora il pubblico è in trepida attesa del riscontro
storico definitivo che sveli il movente dell’operazione bellica che ne provocò l’affondamento.
Notizie
IN BREVE
SMENTITA
Come già smentito sui giornali
ed a Telepace, si ricorda che la
nostra Associazione ANFFAS
Villa Gimelli di Rapallo - Onlus
non invia nessun incaricato a raccogliere offerte in denaro porta a
porta né in Rapallo, né a S. Margherita
Ligure, né a Recco, né altrove.
Poiché queste situazioni incresciose si
ripetono ciclicamente, siamo costretti a
ribadire l’avvertimento. Si ringraziano
coloro che vorranno informarci in caso
questo inconveniente si ripetesse.
Chi ha piacere di inviarci un’offerta
ancorché modesta, può prendere contatti con la nostra segreteria telefonando al numero 0185/289478, oppure
effettuare un’oblazione sul nostro C/C
Deutsche Bank n° 10092 – IBAN: IT07
A031 0432 1110 0000 0010 092.
UNA MARCIA
PER IL CUORE
Domenica 21 settembre l’Associazione
“Il Cuore” di Rapallo organizza la XVII
marcia podistica “Portofino – Rapallo”
sul percorso classico di 9 km e la II
Maratonina del Tigullio “Portofino –
Montallegro” dal mare ai monti in 21
km.
Per informazioni www.tigulliooggi.com
“VOCI NEL SILENZIO”
di Rosanna Arrighi
Un’iniziativa geniale e molto attraente
che la prof.ssa Rosanna Arrighi porta
avanti con successo ogni giovedì presso
l’Hotel Europa. Con particolare sensibilità
vuole dare voce al folto numero di
persone che hanno un libro nel cassetto
e nel cuore e non hanno potuto o voluto
farlo pubblicare.
I titoli di questi piccoli Tesori danno
un’idea di quanti valori non siamo in
grado talvolta di poter apprezzare e
DA LEGGERE E DA VEDERE…
Lezioni italiane - Una
visione di pace
Dalai Lama - Anno 2008 N. Pagg. 178 - Collana Saggi
Edizioni Sperling & Kupfer
17,00 -
Nel dicembre 2007 il Dalai Lama,
Nobel per la pace 1989, ha visitato il
nostro paese ed ha dialogato non
solo con rappresentanti del buddismo ma anche del cattolicesimo, dell'islam e dell'ebraismo sul tema della
pace tanto quella nel mondo quanto
quella interiore, che ne è la sorgente.
Questo libro raccoglie quanto il
Dalai Lama ha detto su valori universali come il rispetto, la tolleranza, la
compassione e l'amore, nonché sulla
necessità di sviluppare le qualità interiori dell'essere umano per creare
l'armonia al livello più ampio, nazionale e sovranazionale. Il messaggio di
saggezza affidato a queste pagine è
un'opportunità unica per ascoltare la
voce di uno dei grandi maestri del
nostro tempo.
In questo mondo libero…
- It’s a free world…
Un film di Ken Loach. Con Kierston
Wareing, Juliet Ellis, Leslaw Zurek,
Colin Caughlin, Joe Siffleet, Faruk
Pruti. Genere Drammatico, colore 96
minuti. – Prod. Gran Bretagna, Italia,
Germania, Spagna 2007. - Distribuzione Bim
Loach afferma: "Lo sfruttamento è
cosa nota a tutti. Quindi non si tratta
di una novità. La cosa che ci interessa
di più è sfidare la convinzione secondo
la quale la spregiudicatezza imprenditoriale è l'unico modo in cui la società
può progredire”. Angie è una giovane
SULLE ALI LEGGERE DELLA POESIA
IL DOLORE DEL MONDO
Segnaliamo con affetto ed ammirazione la pubblicazione del volume di poesie
“Sulle ali leggere della poesia il dolore del mondo” (Edizioni Italo
Svevo Trieste 12,00) scritto da Eleonora Torossi Sinigo, fondatrice
dell’ANFFAS di Trieste nel 1961. Si tratta, come commenta il Dott. Duilio
Buzzi, di “poesia di spessore culturale con vibrazioni e ondulazioni interattive. Sintonia di immagini con figure di luce in costruzioni poetiche
vere, reali, sofferte”. Il ricavato del libro sarà devoluto al Centro ANFFAS
di Trieste per la creazione di un reparto
d’emergenza che possa aiutare il disabile
quando gli viene a mancare improvvisamente l’assistenza familiare. Riportiamo le
parole spese a proposito dell’autrice del
libro, dalla Presidente dell’ANFFAS Villa
Gimelli Rosina Zandano e pubblicate nel
volume “Una storia d’amore per la vita –
Anffas 1958/2006”:“…impossibile dimenticare
la sua energia, la fulva chioma e gli occhi
azzurri come il suo mare, il meraviglioso laboratorio di maglie colorate che i primi ragazzi disabili
hanno confezionato sotto la sua gestione. Scrittrice e
poetessa, ancora oggi si interessa delle sorti
dell’ANFFAS di Trieste dedicandole il ricavato della
sua ultima fatica poetica…”
16
PENISOL A
gustare. “Hai provato con le ali?” raccolta di
poesie di Vera Fortis, un concentrato di
sottili emozioni.
“La scuola speciale Maria Bisi (un’insegnante racconta)” di Stefania Solari Campelli,
già vincitrice del premio letterario
Nazionale Santa Margherita Ligure –
Franco Delpino, ha suscitato un momento
di discussione animata ed appassionante
in cui si sono confrontati i metodi di educazione e di riabilitazione di bambini con
difficoltà psichiche e psicofisiche di ieri e
di oggi. Un pubblico numeroso e molto
attento presenzia e partecipa a queste
riunioni rivelando che il gusto per la
cultura, per la conoscenza e per la discussione è sempre vivo nell’essere umano,
qualunque sia la sua età e la sua condizione. Un salotto letterario che per la professionalità, la finezza e la misura con cui
la prof.ssa Rosanna Arrighi conduce le
affollate riunioni, è diventato un rilevante
ed accogliente punto di riferimento per la
nostra città.
MOSTRA SCUDERIA FERRARI CLUB RAPALLO
5 settembre 2008 presso l’Hotel Europa – I signori Orlando Gentile (Presidente
Scuderia Ferrari Club Rapallo) e Piero Pasquale hanno contattato l’ANFFAS di
Villa Gimelli offrendo la possibilità di partecipare con uno stand in occasione
della mostra sulla storia del Cavallino Rampante che si terrà a settembre presso
l’Hotel Europa. Invito accolto con entusiasmo dai nostri ragazzi che per l’occasione presenteranno oggetti prodotti nei laboratori ANFFAS riguardanti la
famosa Casa automobilistica di Maranello.
A cura di Pamela Cipriani
donna divorziata con un figlio undicenne, Jamie, che vive con i nonni.
Licenziata in tronco da un'agenzia
per cui procurava manodopera proveniente dai paesi dell'Est, Angie decide di mettersi in proprio. Insieme
all'amica Rose crea un'agenzia di
reclutamento che gestiranno in
coppia. Il confronto con la realtà
dell'immigrazione, clandestina e non,
le imporrà delle scelte che non
andranno tutte nella stessa direzione: l'anziano padre vedendola all'opera, non può non dirle: "Stiamo tornando ai vecchi tempi"?
Ai vecchi tempi si usavano termini
come sfruttamento, riduzione in
schiavitù, proletariato. Oggi tutto è
molto più soft. Il lavoro è 'interinale'. I contratti sono 'a termine'. Ma
la realtà è ancora, dolorosamente
quella.
Nascita, vita e morte
della notizia
Sabato 31 maggio presso il Gran Caffè
Rapallo è stato presentato con successo il libro di Mario
B o t t a r o
“Nascita, vita
e morte della
notizia
–
manuale per
fare il giornalista (e per
difendersi dai
media)”.
Hanno partecipato oltre all’autore il giornalista
Emilio Carta – direttore del periodico
mensile “Il Mare”, Federico Pastore –
docente universitario, Silvio Romanelli –
avvocato penalista.
ANNO XII - N. II 2008
Trimestrale della
ASSOCIAZIONE ANFFAS “VILLA
GIMELLI”
Onlus di Rapallo
DIRETTORE EDITORIALE
Rosina Zandano
DIRETTORE RESPONSABILE
Emilio Carta
COMITATO DI REDAZIONE
Giuliana Chiesa (coordinamento)
Silvana Campolucci - Maria Rosa Cò
Francesco Grandi
REDAZIONE, IMPAGINAZIONE
E STAMPA
Azienda Grafica Busco Edizioni
DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE
Salita Banchi, 20 - 16035 Rapallo GE
Tel. 0185.289478 - Fax 0185.289191
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c.c.b. n. 10092 presso
Deutsche Bank - Agenzia A
cab 32111 - abi 03104
AUTORIZZAZIONE
Tribunale di Chiavari n. 173
del 24.4.1997
HANNO COLLABORATO:
Gloria Barbetta,
Giuliana Chiesa De Marco,
Roberto De Lorenzis,
Fabrizia Galli, Carlo Gatti,
Francesco Grandi, Antonella Lamia,
Adriana Moi, Giovanni Sala,
Roberto Speziale,
Giacomo Revello, Rosina Zandano
Pamela Cipriani,
www.villagimelli.it
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PENISOLA Anno XII n. 2 2008 - Associazione Anffas “Villa Gimelli”