lavoro Giornale dell'Organizzazione cristiano-sociale ticinese 24 giugno 2010 - Anno LXXXV - N.11 - CHF 1.00 - G.A.A. 6900 Lugano pagine 8-9 Prossimo numero: 8 luglio 2010 AI Per una reale integrazione nel mondo del lavoro pagina 11 Docenti Nella scuola media abbiamo bisogno di maggiori risorse pagine 12-13 Caritas in veritate Intervista al Prof. Stefano Zamagni pagine 16-19 Anziani D’ora in poi saremo GenerazionePiù pagina 2-3 pagine 11 Mercato del lavoro Per misure ancora più efficaci a sostegno dell’occupazione Redazione Il Lavoro - Via Balestra 19 - 6900 Lugano Tel. 091 921 15 51 - Fax 091 924 24 71 - [email protected] - www.ocst.com 2 Sindacato Occupazione 24 giugno 2010 il Lavoro Crisi e risvolti occupazionali Per misure ancora più efficaci a sostegno dell’occupazione Martedì 22 giugno l’OCST ha organizzato una conferenza stampa per fare un bilancio della situazione occupazionale a due anni dalla crisi. L’OCST ha avviato una riflessione e un’azione specifica per incentivare le aziende ad offrire stage pratici. ridotto è certamente indice di un clima economico un poco più favorevole, la stabilità relativa del numero di ditte che vi fanno capo deve tuttavia indurre a prudenza. È un segno che le difficoltà e l’incertezza permangono, pur se attenuate rispetto al picco di un anno fa. Meinrado Robbiani A quasi due anni dall’inizio della crisi abbiamo a disposizione dati che consentono di trarre indicazioni sufficientemente rappresentative sull’evoluzione più recente del mercato del lavoro e sull’adeguatezza di indirizzi e strumenti a tutela dell’occupazione. L’evoluzione del tasso di disoccupazione La crisi ha fatto bruscamente lievitare il tasso di disoccupazione di circa un punto che nel 2009 si è attestato mediamente attorno al 5 per cento. Nei primi mesi del 2010 sta tornando su questo livello medio dopo essersi innalzato fino a circa il 6 per cento alla fine del 2009. Merita di essere rilevato che il tasso dipende dal metodo di conteggio dei disoccupati che non considera i disoccupati inseriti in attività volte ad incrementarne la collocabilità (corsi di formazione, programmi di occupazione…), che sono state potenziate dall’ultima crisi. Il lavoro ridotto è stato un ammortizzatore efficace Oltre al tasso di disoccupazione occorre considerare anche altri aspetti. Il lavoro ridotto, per esempio, ha assunto e svolto in questa crisi un ruolo decisivo. Nell’arco di pochi mesi, il volume di ore perse è andato ad attestarsi ad oltre 300.000 unità. Con l’autunno 2009 si è registrato un calo progressivo che ha ridotto di circa un terzo il volume di ore perse rispetto alle vette di metà anno. La situazione odierna è ulteriormente migliorata. Rispetto allo stesso periodo del 2009 ci si colloca oggi a meno della metà del volume di ore perse. L’impiego capillare del lavoro ridotto non ha estinto i licenziamenti. Li ha però notevolmente attenuati e ha soprattutto consentito di scongiurare licenziamenti collettivi massicci. Inoltre se il ridimensionamento del lavoro Disoccupazione trasferita all’estero Un secondo fattore che ha attenuato l’incremento del tasso di disoccupazione è l’esportazione di una quota di disoccupazione dovuta alla presenza di una significativa area di lavoro interinale frontaliero e alla maggiore esposizione alla crisi dell’industria dove i frontalieri sono la componente maggioritaria. Il graduale ridimensionamento degli organici si è anche protratto nel tempo, i dati ufficiali parlano di una riduzione di oltre 650 frontalieri nell’industria tra il quarto trimestre 2009 rispetto all’analogo periodo del 2008. I dati raccolti dal sindacato sulle pratiche per la domanda di prestazioni di disoccupazione in Italia confermano questa contrazione. Le categorie maggiormente penalizzate. I Giovani in entrata nel mondo del lavoro Ad avere subìto i contraccolpi più diretti della crisi sono stati i lavoratori in entrata nel mondo del lavoro. Sono in particolare i giovani a scontrarsi contro le politiche restrittive delle imprese. Il tasso di disoccupazione nella fascia tra i 20 e i 24 anni si assesta attorno all’8 per cento, risultando superiore al tasso medio di disoccupazione di circa il 70 per cento. I lavoratori interinali Seguono poi -come già indicato- i lavoratori precari e in particolare quelli interinali. Il lavoro interinale ha svolto una funzione di cuscinetto. Alle prime avvisaglie della crisi, le imprese hanno tagliato il personale a prestito fornito dalle agenzie di lavoro temporaneo. Il calo di attività delle agenzie di lavoro temporaneo e l’evoluzione dei nuovi permessi per manodopera interinale frontaliera ne sono un indicatore emblematico. Il numero di lavoratori interinali testimonia tuttavia che sono diventati una componente strutturale del mercato del lavoro malgrado la forte esposizione alle oscillazioni congiunturali. Fare i conti con un mercato del lavoro più flessibile Il rilevamento degli effetti della crisi sull’occupazione non può avvalersi di una chiave di lettura lineare e univoca. Si è in presenza di un mercato del lavoro frammentato, particolarmente flessibile e diversificato che ostacola la lettura della situazione e rende anche più ardua l’adozione di misure a tutela dell’occupazione. La tendenza alla flessibilità è stata agevolata e amplificata dalla libera circolazione. Basti considerare la manodopera assunta tramite semplice notifica, la possibilità per le aziende di lavoro temporaneo di assumere personale interinale frontaliero e infine il lavoro distaccato. Quella odierna è non a caso la prima crisi in regime di libera circolazione. Un contrasto che colpisce La libera circolazione è d’altronde all’origine di un contrasto significativo: l’aumento della disoccupazione e al tempo stesso della manodopera frontaliera occupata. La diversità di impatto della crisi sui rami economici e la ripartizione non uniforme dei frontalieri nelle categorie professionali non consentono di trarre conclusioni affrettate. Non può tuttavia essere escluso, in talune aree, il pericolo di un tendenziale inserimento di manodopera estera in posti di lavoro ai quali potrebbero ambire disoccupati locali. Da qui la necessità di analizzare con rigore questa evoluzione. L’OCST, dopo averlo chiesto alla Commissione tripartita e al DFE, rileva che il Dipartimento ha dato mandato all’IRE di svolgere questo studio (le cui prime indicazioni dovrebbero essere disponibili entro l’estate). I risultati dell’analisi, oltre a fornire elementi di valutazione sull’andamento occupazionale più recente, devono concorrere a porre le basi per un rilevamento tempestivo e ricorrente di eventuali distorsioni. Un incremento delle misure attive Questa crisi ha coinciso –e ne è probabilmente il detonatore più diretto- con un apprezzabile incremento dei provvedimenti a sostegno delle persone senza impiego. Già si è accennato al parziale aumento di disoccupati inseriti nelle misure della legge sull’assicurazione disoccupazione (LADI) atte a favorirne il collocamento. Ragguardevole è pure stato l’incremento dei provvedimenti di carattere cantonale predisposti dalla legge sul rilancio dell’occupazione. Nel complesso, le misure Rilocc sono state impiegate nel 2009 in circa 2000 casi (nel 2008 si sono contati 1250 casi). L’aumento maggiore è I relatori alla conferenza stampa. Da sinistra: Luca Camponovo, Renato Ricciardi, Meinrado Robbiani, Nando Ceruso e Giuseppe Rauseo 24 giugno 2010 il Lavoro stato registrato dai bonus di inserimento in azienda, dagli incentivi all’assunzione e dai sostegni a disoccupati problematici. Il loro finanziamento ha mobilitato circa 7 milioni di franchi. Questa tendenza va ulteriormente consolidata. In un mercato del lavoro flessibile e aperto queste misure svolgono una funzione ancora più preziosa. Linee di impegno Le caratteristiche della crisi odierna inducono ad affinare ulteriormente gli indirizzi e gli strumenti di sostegno ai disoccupati, orientando in particolare l’attenzione nelle direzioni seguenti: Lo strumento prezioso del lavoro ridotto Il lavoro ridotto si è rivelato e affermato quale strumento prioritario e prezioso nella prevenzione dei licenziamenti. Le agevolazioni introdotte dall’autorità competente (prolungamento della sua fruibilità fino a 18 e poi a 24 mesi; riduzione del periodo di carenza) lo hanno del resto reso più attrattivo per le imprese. Queste facilitazioni devono potere rimanere accessibili anche in futuro. Dovranno pure essere attenuati alcuni concetti e criteri che ne ostacolano l’impiego in alcuni settori (in particolare: edilizia, turismo..). Porte più aperte per i giovani che, in un mercato del lavoro flessibile e aperto, hanno difficoltà significative di inserimento già nelle situazioni congiunturalmente normali. Il sostegno ai giovani deve perciò essere supportato da programmi strutturati di rafforzamento del loro bagaglio professionale e di accompagnamento. Tra i provvedimenti da incentivare figura certamente l’offerta di stages presso le aziende. Individualizzare il sostegno ai disoccupati La soglia di età oltre la quale tendono ad accentuarsi le difficoltà di ricollocamento è andata progressivamente abbassandosi, tanto da collocarsi attorno ai 45 anni. In considerazione dell’incrementato livello dei criteri di professionalità richiesti dalle imprese e dall’agevolata possibilità di fare capo a manodopera estera, si impone una linea di individualizzazione del sostegno ai disoccupati che va calibrata sul- Nuovi servizi del CFP-OCST Il mercato del lavoro tende a essere sempre più frammentato e a richiedere sempre maggiori flessibilità, competenze e qualifiche. Il febbrile progresso della tecnologia impone un’incessante azione di aggiornamento, che mantenga inalterato il patrimonio individuale di competenze. Coloro che si vedono costretti per vari motivi a ricollocarsi nel mondo del lavoro, talvolta con nuove funzioni e/o mansioni, si trovano ad affrontare disagi e difficoltà che spesso non sono in grado di superare in modo autonomo. È per questo che si è ritenuto necessario elaborare un percorso di accompagnamento e orientamento al lavoro, che consenta alle persone di strutturare un nuovo progetto professionale, e che favorisca l’incontro fra le esigenze dell’individuo e le opportunità esterne date dall’offerta formativa e dal mercato del lavoro. Sindacato Occupazione le caratteristiche della singola persona. Vanno messi in atto servizi di accompagnamento che, partendo da un preciso bilancio delle competenze, costruiscano un percorso personalizzato volto al ricollocamento. È un campo dove anche l’OCST intende agire orientando in questa direzione i suoi servizi nel campo formativo. Nei meandri del lavoro interinale I lavoratori interinali sono stati le vittime più immediate della crisi per il loro statuto precario e per la recessione. È importante offrire loro uno specifico appoggio coinvolgendo direttamente le agenzie di lavoro temporaneo. Occorre anche sottoporre il lavoro interinale ad una verifica più approfondita per la diffusa tendenza delle ditte a ridurre le assunzioni dirette. Siccome la manodopera interinale è in misura significativa di origine frontaliera, questa modalità di assunzione potrebbe indirettamente sfavorire in talune aree le assunzioni locali. Priorità alla manodopera locale e misure di accompagnamento Il collocamento dei disoccupati deve avere una netta priorità rispetto a nuove entrate dall’estero. È perciò opportuno tenere sotto controllo la situazione. In questo ambito, la libera circolazione può comportare situazioni di pressione occupazionale. Le misure di accompagnamento oggi codificate dalla legge tendono perloppiù a contrastare gli abusi in materia di salari e di condizioni di lavoro. Mancano al contrario misure specifiche di prevenzione di eventuali contraccolpi occupazionali. Si giustifica perciò l’elaborazione di misure di accompagnamento a carattere occupazionale. L’ostacolo dei livelli salariali Sussistono aree di mediocre retribuzione che finiscono per essere di ostacolo ad un magL’obiettivo dell’intervento è favorire lo sviluppo professionale e l’occupabilità dei lavoratori attraverso la valutazione e valorizzazione delle competenze, l’orientamento, la formazione continua e il supporto all’inserimento lavorativo. I destinatari potranno essere coloro che desiderano, in funzione di un reinserimento nel mondo del lavoro, fare un percorso che aumenti la consapevolezza delle proprie risorse e delle proprie attitudini, grazie ad un impegno e ad uno sforzo che li porti ad una maggiore conoscenza di sé. Lo stage potrà quindi costituire il naturale proseguimento del lavoro svolto in un’azienda di pratica commerciale (APC), come pure essere parte integrante di alcuni percorsi formativi offerti in futuro dal CFP. Il tutto inserito in un più ampio progetto di orientamento, rilevamento, bilancio e analisi delle competenze, che possa accompagnare la persona verso la definizione di un proprio progetto professionale e il successivo ricollocamento definitivo nel mondo del lavoro. 3 giore assorbimento di manodopera locale. La politica salariale è anch’essa un terreno di impegno che esercita anche un riverbero occupazionale. La regolamentazione delle condizioni di lavoro per il tramite di contratti collettivi di lavoro riveste da questo profilo una indubbia incidenza. L’importanza di agire precocemente Soprattutto con riferimento ai giovani, il passaggio dalla formazione al lavoro può essere agevolato nella misura in cui la scelta professionale sia adeguatamente soppesata e confacente. Anche il periodo della formazione deve consentire di acquisire un bagaglio professionale in sintonia con i requisiti chiesti dalle aziende. Quando la ripresa economica si consoliderà il bisogno di personale qualificato crescerà anche nel nostro Cantone. È proprio questo il momento per migliorare la formazione perché non succeda come in passato, quando, nel momento in cui l’economia ha ripreso a crescere, sono mancati i profili professionali necessari. La scelta della formazione professionale dei giovani è perciò un momento decisivo. Per questo motivo, l’OCST ritiene essenziale che le famiglie siano sostenute e, là dove è necessario, accompagnate nel percorso di orientamento dei figli. Il sindacato ha chiesto (in un documento pubblicato nel febbraio del 2009 in piena crisi economica) di potenziare l’organizzazione dei semestri di motivazione finanziati dalla LADI e di sviluppare reti di accompagnamento alla scelta che avvicinino famiglia, scuola e aziende per favorire una decisione più consapevole e per offrire le maggiori possibilità di trovare un posto di lavoro al termine della formazione. La possibilità di conoscere una professione, svolgendo uno stage pratico in azienda (già nei primi anni della scuola media), è la modalità migliore ed efficace per avvicinare i giovani al mondo del lavoro e a una professione. Una campagna per una maggiore offerta di stages È intenzione dell’OCST muoversi nei prossimi mesi con particolare intensità sul fronte della ricerca di stages per persone disoccupate. Approfittando di un apposito mandato assegnato all’OCST dall’Ufficio cantonale delle misure attive, che prescrive di fare completare il percorso formativo dei disoccupati inseriti in una azienda di pratica commerciale con uno stage, si intende avvicinare in modo capillare le aziende ticinesi sollecitandole a offrire occasioni di stage. L’OCST prenderà contatto con le associazioni padronali e con le singole aziende affinché si possa disporre di un numero maggiore di stages da offrire a persone disoccupate (giovani ma non solo) consentendo di acquisire esperienze lavorative supplementari e soprattutto, grazie ai contatti allacciati in azienda, di essere agevolati nella ricerca di un impiego. L’azienda dovrebbe cioè fare il possibile per sostenere lo stagista a reperire un’occupazione. 4 Sindacato Attualità 24 giugno 2010 il Lavoro E il monitoraggio fiscale? Solo per gli associati Speriamo che non si debba fare... Sconto alla Brico Sa Speriamo che non si debba fare, comunque il termine è fissato al 30 settembre 2010. Q uando leggerete questo breve articolo (molto probabilmente) sapremo finalmente che fine ha fatto il monitoraggio fiscale. Infatti è presumibile che il Decreto sulla nuova manovra finanziaria italiana sia stato discusso ed approvato in via definitiva dal Parlamento italiano. Sapremo quindi se l’art. 38 comma 13 esonera per davvero i lavoratori frontalieri dall’obbligo di compilare il quadro RW. I commentatori dei giornali economici italiani CORSI DI FORMAZIONE Via S. Balestra 19 6901 Lugano Tel 091 921 15 51 Fax 091 923 53 65 [email protected] www.cfp-ocst.ch ff INFORMATICA BB Word 2007 base, dal 12 luglio, minimo 10 partecipanti, tutte le mattine, 8.10-12.10, 40 ore. Costo: fr. 470 .-soci, fr. 730.- non soci. BB Excel 2007 base, dal 12 luglio, minimo 10 partecipanti, tutte le mattine, 8.10-12.10, 40 ore. Costo: fr. 470.- soci, fr. 730.- non soci. ff LINGUE BB Italiano per stranieri, dal 5 luglio, minimo 10 partecipanti, tutte le mattine, 8.30-12.30, 80 ore. Costo: fr. 1.000.- . BB Inglese B2 preparazione al FCE (First Certificate English), data da definire, minimo 10 partecipanti, due sere la settimana, 19.00 - 22.00, 96 ore. Costo: fr. 880.- soci, fr. 1.200.- non soci. BB Tedesco B1 preparazione al ZD (Zertifikat Deutsch), data da definire, minimo 10 partecipanti, due sere la settimana, 19.00 -22.00, 96 ore. Costo: fr. 880.- soci, fr. 1.200.- non soci. ff contabilitÀ BB Corso di preparazione al diploma cantonale hanno parlato esplicitamente di «esonero da RW», ma l’Agenzia delle Entrate – come scrive il Coordinamento dei Centri di Assistenza fiscale di CGIL CISL e UIL – «non fornirà alcun ulteriore chiarimento fino a quando il decreto non sarà definitivamente trasformato in legge». Attendiamo quindi la circolare esplicativa, auspicando che sia non solo chiara e completa, ma anche favorevole ai lavoratori frontalieri che non sono esportatori di valuta, portano e spendono i loro guadagni in Italia per mantenere la loro famiglia e, finalmente, pagano le imposte in Svizzera rimpinguando le casse non solo dei loro comuni con il ristorno di parte di esse. di contabilità. Da novembre 2010, minimo 10 partecipanti, lu, 18.30-21.00, 60 ore. Costo: fr. 750.- soci, fr. 950 non soci. ff COMMERCIO BB Segretariato 7.a edizione, dal 20 settembre, minimo 10 partecipanti, lu, 9.0012.00/14.00-17.00. ff EDILIZIA BB AutoCAD avanzato, dal 20 settembre, minimo 10 partecipanti, lu-mer, 18.00-21.00, 30 ore. Costo: fr. 400.- soci, fr. 600.- non soci. ff ALTRI CORSI BB American Bar Mixology (Barman), dal 20 settembre, minimo 10 partecipanti, lu-ma, 19.00-22.00. ff FORMAZIONE PROFESSIONALE DI BASE E SUPERIORE BB Corso custodi (APF), da novembre, minimo 10 partecipanti, Lu-Mer sera + sabato mattina, 408 ore. Costo: fr. 5.612.-. BB Art. 33 Giardinieri (AFC), dal 9 novembre, minimo 10 partecipanti, due sere a settimana e sabato mattina, 400 ore. BB Art. 33 Muratori (AFC), dal 15 gennaio 2011, sabato 8.00-12.00 e 13.00-17.00, 336 ore. Costo: fr: 1.100.- per sottoposti al CCL-TI / E e GC (rimborso parziale agli associati OCST), fr. 2.200.- per non sottoposti al CCL-TI/E e GC, fr. 4.500 per altri corsisti e/o domiciliati fuori cantone. L’ OCST e la Brico Sa di Manno hanno firmato un accordo secondo il quale gli affiliati al nostro sindacato possono beneficiare di uno sconto del 10 per cento sugli articoli in assortimento nei negozi Brico del Sottoceneri e del Sopraceneri. Per usufruire dello sconto, si dovrà presentare la tessera personale di affiliazione sindacale. Corsi estivi intensivi 2010 Inglese Tedesco Informatica 30 ore in 2 settimane - dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00, minimo 10 partecipanti Date corsi: 5 - 16 luglio 19 - 30 luglio 2 - 13 agosto 16 - 27 agosto Ripasso ed approfondimento del programma scolastico I-IV media e I-IV superiore Test di valutazione linguistico e/o informatico senza impegno (su appuntamento tra il 21 e il 30 giugno) sulla base del Portfolio Europeo delle Lingue (PEL) Lingue: Fr. 360.00 soci OCST Fr. 450.00 non soci Informatica: Fr. 410.00 soci OCST Fr. 500.00 non soci FORMAT Lingua Sagl - via S. Balestra 21 CP 6216 - 6901 Lugano Tel. 091 9212600 - Fax 091 9212666 [email protected] www.formatlingua.ch Sindacato Attualità 24 giugno 2010 il Lavoro 5 Ente Ospedaliero Cantonale In porto la trattativa per il rinnovo del ROC EOC Conclusa la trattativa, la palla passa ora all’assemblea che sarà convocata ad inizio settembre. Il Consiglio dell’Ente si esprimerà a fine agosto. S indacati e commissioni del personale hanno incontrato il direttor Maggini e il vicedirettore Luraschi dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) per discutere del rinnovo del Regolamento organico cantonale (ROC) dell’EOC, giungendo a concretizzare un progetto di accordo che dovrà essere sottoposto all’assemblea del personale EOC in settembre e al Consiglio d’amministrazione EOC in agosto. I Sindacati hanno sostenuto la necessità di migliorare le indennità, di ottimizzare l’utilizzo dell’assicurazione perdita di guadagno per le sostituzioni del personale assente per malattia e di affrontare meglio i problemi di gestione del personale, che sono subordinati alle cosiddette «esigenze di servizio». Sono stati ipotizzati alcuni miglioramenti significativi delle indennità di picchetto e per lavoro serale, notturno e festivo. Inoltre vi è la possibilità di accordarsi per la creazione di commissioni paritetiche consultive a livello di singolo ospedale, che potranno esaminare problemi di sostituzione e altri problemi di applicazione di diritti individuali limitati dalle esigenze di servizio. L’obiettivo, se vi sarà accordo tra le parti, è di rinnovare il ROC EOC fino a fine 2013. Come noto, durante le assemblee svolte negli ospedali ad inizio anno il personale non ha voluto dare mandato ai sindacati di disdire il ROC EOC e di aprire negoziati per effettuare cambiamenti delle classificazioni salariali, malgrado la richiesta di aumento proveniente dalle professioni medico-tecniche: richiesta fermamente respinta dall’EOC. Si è tenuto conto dell’esigenza di fissare prima un contratto collettivo generale unico, comprendente le cliniche private, per evitare una concorrenza sleale tra pubblico e privato nel nuovo regime di finanziamento previsto dal 1. gennaio 2012. OCST/VPOD Nominato il vicepresidente Licenziamenti UBS Provocazione, supponenza o superficialità? Nel preciso momento in cui il parlamento federale ha dato luce verde all’accordo tra la Svizzera e gli Stati Uniti, che consente ad UBS di uscire dal vicolo cieco nel quale si era cacciata per le sue stesse malefatte oltre Oceano, la direzione ticinese della banca non ha trovato di meglio che annunciare alcuni licenziamenti e prepensionamenti. È difficile ipotizzare che questa urtante scelta di tempo costituisca uno scivolone casuale, frutto di impondera- ta superficialità. Supponenza e persino sfrontatezza sembrano essere chiavi di lettura più attendibili. Come supporre che a un simile colosso finanziario possa sfuggire il contrasto provocatorio tra, da un lato, il salvataggio ancora una volta offertole dalle autorità e, dall’altro, la concomitante riduzione di posti di lavoro da lui attuato? L’OCST esprime perciò il più vigoroso disappunto per questa decisione. Non si contesta che lo scudo fiscale italiano abbia lasciato qualche scoria anche in UBS. La reazione dell’istituto dal profilo occupazionale e il tempo scelto per comunicarla suonano tuttavia come uno schiaffo al territorio e alla popolazione. Appare del resto incomprensibile che non si possano mettere in atto soluzioni alternative, a maggiore ragione se si considerano le risorse miliardarie invece mobilitate per elargire bonus cospicui. L’OCST chiede perciò che UBS riconsideri i licenziamenti annunciati e rivolga conseguentemente un’attenzione maggiore e più fruttuosa alla relazione con il territorio locale. Congratulazioni a Flavio Ugazzi N ella seduta del Comitato direttivo di martedì 15 giugno 2010, all’unanimità, e suggellata da un lungo applauso, è stata approvata la scelta di nominare vice presidente OCST Flavio Ugazzi. Flavio, nato il 24 novembre 1960, dall’84 impiegato presso le ex PTT ed in seguito presso la Swisscom. Responsabile della gestione degli immobili per l’azienda di telecomunicazioni, è passato in seguito alle dipendenze della Johnson Controls AG che dal 2009 gestisce gli immobili Swisscom. Presidente della sezione comunicazioni per il Sindacato Transfair-OCST è da sempre in prima linea al servizio degli associati che fanno capo a questo settore professionale. È molto apprezzato e stimato da tutti. Gli auguriamo di svolgere al meglio questo significativo incarico all’interno del Sindacato. Sindacato Attualità 6 24 giugno 2010 il Lavoro 6 settimane di vacanza Edilizia e rami affini Festa familiare a Faido Hanno sottovalutato la posta in gioco A causa del carico di lavoro eccessivo, molti lavoratori si ammalano e questo riduce molto le loro prestazioni a lungo termine generando costi per circa 10 miliardi all’anno. Rifiutando un miglioramento della regolamentazione sulle vacanze, il Consiglio federale chiude gli occhi su questo problema. L'atteggiamento del Consiglio federale è poco lungimirante sul piano economico. Il lavoro è alla base della prosperità in Svizzera. Le esigenze accresciute dell’economia, le continue ristrutturazioni e l’accelerazione del ritmo di lavoro hanno condotto ad un aumento massiccio del carico di lavoro. Secondo il rapporto «Lavoro e salute», del 2009, lo stress e la pressione rappresentano il 62 per cento dei rischi per la salute sul lavoro. A questo si aggiungono i dolori come il mal di testa e di schiena, i disturbi digestivi, l’insonnia, disturbi cardiaci e circolatori. Tutto questo costa circa 10 miliardi di franchi all’anno. Un carico di lavoro elevato mette in pericolo la salute ed il benessere Nel breve termine la produttività ed un carico pericoloso per la salute sono certamente conciliabili. Ma a lungo termine solo se i lavoratori possono compensare la fatica con un riposo Domenica 11 luglio 2010 zona Pineta - Piumogna adeguato potranno fornire quel contributo sostanzioso che garantisce la prosperità della Svizzera. Questo è ancora più vero se i lavoratori diventano più anziani a causa dell'evoluzione demografica. Già oggi circa il 20 per cento degli attivi riceve una rendita di invalidità poco prima del pensionamento e il 40 per cento dei pensionamenti anticipati non volontari sono dovuti a problemi di salute. Senza contromisure, il carico elevato di lavoro, combinato con l’evoluzione demografica, avrà un effetto fatale sulla prosperità in Svizzera. Più vacanze per la salute e l’efficienza dei lavoratori Il diritto legale alle vacanze è lo stesso da 25 anni. Con l’iniziativa «6 settimane di vacanze per tutti» si vuole migliorare la compensazione dei carichi di lavoro accresciuti. Le vacanze sono il modo idoneo perché permettono una rigenerazione completa e regolare. Inoltre, vacanze più lunghe rappresentano un contributo giusto e adeguato al guadagno di produttività degli ultimi anni. Dicendo categoricamente no all'iniziativa «6 settimane di vacanza per tutti» il Consiglio federale rifiuta persino di approfondire il problema dell’elevato carico di lavoro. L'OCST giudica questo atteggiamento cinico nei confronti Programma 11.00 Ritrovo a Faido, zona Pineta (vicino cascata della Piumogna) 11.30 S. Messa da campo 12.00 Pranzo servito ai tavoli (ricca gri- gliata mista con contorni) Bibite (vino, birra, acque minerali, gassose), torte e caffè Intrattenimento musicale 16.00 Chiusura della manifestazione. Sarà chiesta una partecipazione di Fr. 5.per persona e sarà rilasciato un buono per il pranzo. Per ragioni organizzative, iscrizione obbligatoria telefonando al Segretariato OCST della vostra regione, entro venerdì 2 luglio. dei lavoratori fortemente sollecitati e ottuso in prospettiva della futura evoluzione economica in Svizzera. Tagliando di partecipazione Concorso fotografico per il Calendario OCST 2011 «La pausa dal lavoro: un momento per stare insieme» D opo una anno di pausa, l’OCST torna a lanciare il concorso fotografico per il Calendario OCST. Quest’anno il tema prescelto è «La pausa dal lavoro: un momento per stare insieme» riservato ai lettori Regolamento del concorso I dipendenti dell’OCST ed i loro famigliari non sono ammessi al concorso. Per partecipare è sufficiente inviare un’immagine mai pubblicata inerente al tema insieme al tagliando a lato compilato. Le immagini ricevute non saranno restituite. Ciascun concorrente può partecipare con un massimo di tre immagini di cui è autore e titolare dei diritti. L’autore stesso si preoccuperà di chiedere l’autorizzazione dell’azienda in cui la foto è stata scattata. Ogni partecipante autorizza la pubblicazione, sia su internet, sia sui mezzi stampa. Le foto vanno inviate unitamente al tagliando a lato compilato entro martedì 31 agosto 2010 alla redazione de «il Lavoro», via Balestra 19, 6900 Lugano o via e-mail a: publilavoro@ gmail.com, indicando i dati personali ed il titolo delle fotografie. del nostro giornale: la pausa pranzo o la pausa caffè sono un’occasione privilegiata per instaurare dei rapporti di amicizia con i colleghi... Le 12 foto più belle verranno pubblicate sul calendario OCST del 2011 e riceveranno un premio (1° premio: Fr. 300.-; 2° premio: Fr. 200.-; dal 3° al 12° premio: fr. 100.-). Partecipate numerosi! Concorso fotografico «La pausa dal lavoro: un momento per stare insieme» Cognome Nome Indirizzo Nap Telefono Località e-mail Partecipo al concorso con la/le foto intitolata/e La mia partecipazione al concorso è conforme al regolamento (a lato) Luogo e data Firma Compilare e inviare insieme alla fotografia a: Redazione «il Lavoro», Via Balestra 19, 6900 Lugano Sindacato Vendita 24 giugno 2010 il Lavoro Azione sindacale di informazione al personale della vendita Ecco quali sono i vostri diritti fondamentali Troppi datori di lavoro eludono furbescamente i contratti d’uso nel nostro cantone. Tali ragioni hanno indotto l’OCST ad intraprendere un’azione sindacale tesa a dare le dovute informazioni al personale di vendita e ad aprire vertenze mirate con i datori di lavoro che dimostrano di non volersi assumere le dovute responsabilità sociali e contrattuali verso i loro collaboratori. Nando Ceruso I l Contratto Collettivo del personale di Vendita, sottoscritto dall’Organizzazione Cristiano Sociale Ticinese (OCST), SYNA, Sic Ticino e SIT, e controfirmato dalla Federcommercio per la parte padronale, è in vigore dal 1° maggio 2002, ma non tutti i datori di lavoro lo applicano né rispettano i contenuti sociali e salariali. A lato del Contratto Collettivo, fa stato an- Principali disposizioni CCL Federcommercio stato al 1° gennaio 2010 Salari (Art. 16) Personale al servizio nella vendita Salario minimo mensile orario* Fr. 3'000.- Fr. 16.50* Venditore, AssiFr. 3'210.stente di vendita (tirocinio di 2 anni) Fr. 17.65* Impiegato/a di vendita Fr. 18.75* Personale non qualificato Fr. 3'410.- * Salario non comprensivo dell’indennità vacanze (8.33 per cento, per 4 settimane, 10.65 per cento per 5 settimane) della riduzione dei festivi (3 per cento), della tredicesima mensilità (8.33 per cento) e della partecipazione al pagamento del premio in caso di malattia e gravidanza. Tredicesima mensilità (Art. 18) Il collaboratore ha diritto alla tredicesima mensilità, da ricevere di regola alla fine del mese di dicembre o conteggiata nella paga oraria. In caso di assunzione o licenziamento nel corso dell’anno, la tredicesima è versata proporzionalmente al periodo lavorato. che il Contratto Normale di Lavoro emanato dall’autorità cantonale, che nella sostanza ricalca i contenuti del Contratto Collettivo di Categoria. Si tratta di due contratti ormai d’uso a livello cantonale che stabiliscono i diritti fondamentali e le prestazioni di base dovuti al personale di vendita. Tali disposizioni spesso però sono eluse, in modo furbesco, da datori di lavoro senza scrupoli che propongono ai loro collaboratori contratti di lavoro individuali, molto al ribasso rispetto a quanto stabilito. L’OCST invita perciò il personale di vendita a combattere gli abusi rivendicando i contenuti sociali e salariali d’uso a livello cantonale, richiedendo l’applicazione del Contratto Collettivo di Categoria o del Contratto Normale Cantonale. L’OCST è in prima linea a fianco del personale di vendita, pronta a far valere sui datori di lavoro le sue legittime richieste e a far rispettare i diritti del personale discriminato. Assegni per i figli (Art. 19) Conformemente alla legge cantonale l’assegno di base fino al compimento del 16° anno ammonta a CHF. 200.- mensili. Per i giovani in formazione (studenti-apprendisti) l’assegno ammonta a fr. 250.- mensili, valevole dai 16 ai 25 anni. L’assegno è riconosciuto integralmente, a condizione che si percepisca un salario mensile di almeno fr. 570.- o di fr. 6’840.- annuali. Vacanze (Art. 13) 4 settimane, rispettivamente 5 a partire dai 50 anni di età o 20 anni di servizio. 5 settimane anche per giovani lavoratori fino a 20 anni compiuti. Il diritto alle vacanze può esser ridotto di 1/12 per ogni ulteriore mese di assenza che superi un mese in caso di malattia/infortunio/obbligo legale/ funzione pubblica. Non possono invece essere ridotte le vacanze in caso di assenza di al massimo due mesi a causa di gravidanza e/o puerperio. Durata del lavoro (Art. 10) La durata del lavoro settimanale calcolata su base annua è di 42 ore, ripartite su 5 giorni. Le ore eccedenti sono Lavoro Straordinario, e vanno retribuite con un supplemento del 25 per cento, in denaro o tempo libero. Giorni festivi (Art. 15) Sono festivi non recuperabili: Capodanno, Epifania, Lunedì di Pasqua, Ascensione, 1° agosto, Assunzione, Ognissanti, Natale, Santo Stefano. Le ore perse non vanno recuperate, ma retribuite. Se il festivo cade di domenica, viene sostituito da uno degli altri festivi recuperabili. Se il festivo cade in settimana durante le vacanze, dà diritto ad un equivalente congedo supplementare. I festivi recuperabili sono: San Giuseppe, 1° maggio, Lunedì di Pentecoste, Corpus Domini, S. Pietro e Paolo, Immacolata. Se cadono in un giorno infrasettimanale e si resta a casa, quel giorno è computato come libero settimanale. Congedi rimunerati (Art. 14) Matrimonio: 3 giorni Nascita di un figlio: 1 giorno Decesso di un figlio, coniuge, genitore: 3 giorni Decesso di altri parenti conviventi: 1 giorno Trasloco: 1 giorno Reclutamento o ispezione militare: al massimo 1 giorno Corsi professionali concordati: 2 giorni Assicurazione malattia (Art. 20) Il datore di lavoro assicura la/il dipendente per la perdita di salario in caso di malattia per una copertura dell’80 per cento dello stipendio a partire dal 3° giorno di inabilità e per una durata di 720 giorni nell’arco di 900 giorni consecutivi. Maternità (Art. 21) In caso di assenza per gravidanza e parto è riconosciuto un congedo pagato nella misura dell’80 per cento per almeno 14 settimane (16 settimane per il CNL). 7 8 Attualità Assicurazione invalidità 24 giugno 2010 il Lavoro Da Berna Il ruolo delle imprese Verso la sesta revisione Per una reale integrazione nel mondo del lavoro Meinrado Robbiani L’ obiettivo del risanamento finanziario sta sottoponendo l’assicurazione invalidità (AI) ad un autentico «tour de force» di revisioni che si succedono nel tempo a ritmo serrato. Da poco varata la quinta (01.01.2008), già approda in parlamento la prima tappa della sesta revisione. Il tutto mira a raggiungere un equilibrio naturale dei conti entro fine 2017. Da quella data verrà infatti a cessare il provento straordinario a copertura del deficit, garantito da una temporanea maggiorazione dell’IVA. La netta opposizione della maggioranza parlamentare ad un incremento più duraturo dei contributi in favore dell’AI rende inevitabile che si intervenga sulle uscite, riducendole rapidamente. La loro contrazione è perseguita attraverso una riduzione progressiva del numero di rendite. La quinta revisione, mettendo fortemente l’accento sul mantenimento nel mondo del lavoro delle persone con difficoltà di salute, si è prefissa di comprimere il volume delle nuove rendite (il cui numero è peraltro già notevolmente calato in questi ultimi anni). La sesta revisione intende a sua volta agire anche sulle rendite già in corso, facendo rientrare nel mercato del lavoro una certa percentuale di persone già al beneficio di una rendita (oltre 12’000 sull’arco di alcuni anni). Questo obiettivo solleva non poche perplessità e motivi di opposizione. È da un lato innegabile che l’attività lavorativa rimane una fonte preziosa di senso e di dignità. È perciò opportuno ed auspicabile che si faccia tutto il possibile per consentire di mantenere attivo professionalmente anche chi abbia difficoltà di salute non totalmente incompatibili con l’esercizio di un’attività. È però altrettanto evidente il rischio che, quando il movente è di natura prevalentemente economica come è il caso in questa revisione della legge, si tenda a scostarsi da una corretta considerazione della situazione personale dell’invalido subordinandola all’obiettivo del risparmio. Appare pure velleitario ritenere che si possa reinserire nell’economia, peraltro sempre più esigente dal profilo della produttività, anche persone già fuori da anni. Gli interventi sugli invalidi non sono del resto bilanciati da una parallela responsabilizzazione delle imprese. L’incognita maggiore riguarda proprio l’economia e la disponibilità delle aziende a collaborare al reinserimento di persone invalide in assenza di un corrispettivo obbligo di legge. La mancanza di disposizioni più vincolanti, che coinvolgano la responsabilità delle aziende nell’offrire occasioni di lavoro a chi presenti difficoltà di salute, è una lacuna evidente di questa revisione. Il dibattito parlamentare non potrà eludere questi e altri interrogativi ed aspetti. Da parte sua, l’OCST si batterà affinché ci si incammini verso una revisione che scongiuri la tentazione di ridurre gli invalidi a prevalenti strumenti di risparmio per tenerne al contrario correttamente presenti i bisogni nel riconfigurare gli orientamenti di questa assicurazione. La Commissione della legislazione del Gran Consiglio ha redatto un rapporto, di cui è stato relatore Gianni Guidicelli, sull’iniziativa per una reale integrazione degli invalidi nel mondo del lavoro. Ne riportiamo un estratto L a quinta revisione punta alla trasformazione dell’Ai in un’assicurazione per l’inegrazione e la reintegrazione nel mondo del lavoro. Sono quindi state messe in atto nuove misure che vanno dal rilevamento tempestivo, all’intervento tempestivo, a provvedimenti di reinserimento e incentivi per i datori di lavoro. Ora si sta già lavorando sulla sesta revisione che prosegue il cammino in questa direzione. Il numero delle rendita AI concesse a livello svizzero sta diminuendo in maniera graduale e significativa negli ultimi anni (si è passati dalle 28’000 rendite concesse nel 2002 alle 15’900 concesse nel 2009, ndr). La statistica non è però chiara per quanto riguarda il mantenimento dell’occupazione o il reinserimento professionale delle persone con andicap fisici o psichici. In sostanza non si hanno dati che confermino come la riduzione delle rendite corrisponda ad un mantenimento dell’occupazione, magari anche solo a tempo parziale, di chi ha richiesto prestazioni da parte dell’AI. Può rimanere il dubbio che chi si è visto rifiutare una rendita da parte dell’AI abbia poi dopo dovuto far capo ad altre prestazioni sociali quali l’assicurazione disoccupazione, i vari assegni integrativi del reddito e le prestazioni dell’assistenza. Partendo dal presupposto che chi ha dei problemi fisici o psichici ha sempre maggiori difficoltà a trovare un posto di lavoro, l’iniziativa chiede che attraverso le necessarie modifiche legislative si imponga ai datori di lavoro, siano essi pubblici o privati, di assumere una percentuale minima di persone con andicap fisici o psichici. I responsabili dell’Ufficio AI hanno ammesso come non si hanno a disposizione dati sicuri sull’efficacia delle nuove misure, soprattutto per quanto riguarda il reinserimento nel mondo del lavoro di chi ha inoltrato una domanda di prestazioni AI. L’Istituto delle Assicurazioni sociali ha quindi comunicato l’intenzione di commissionare alla SUPSI una ricerca che possa rispondere ai quesiti posti in precedenza. Politica dell’Amministrazione cantonale nella promozione dell’occupazione di persone invalide La base legale sulla quale si basa l’impegno per l’integrazione degli invalidi nell’ambito dell’Amministrazione cantonale è la LORD che, all’art. 5, recita: «Il Consiglio di Stato promuove l’assunzione di persone invalide e di casi sociali, in modo da favorirne la reintegrazione». Secondo quanto riferito alla Commissione dalla signora Verena Vizzardi, Capo della Sezione delle risorse umane, oggi le persone disabili integrate all’interno dell’organico dell’Amministrazione cantonale sono 74, lo 0,5 per cento della massa salariale e l’1 per cento dell’insieme degli occupati. La signora Vizzardi ha inoltre ricordato come il Consiglio di Stato ha costituito tre anni fa il Servizio medico del personale che interviene nel caso di assenze prolungate nel tempo per verificare le possibilità di una eventuale ricollocazione in un altro settore dell’Amministrazione a dipendenza delle singole patologie. Tasso d’integrazione di persone lese nella loro salute nel mondo del lavoro La Fondazione IPT, integrazione per tutti (www. fondation-ipt.ch) in collaborazione con l’Osservatorio Universitario dell’impiego di Ginevra realizza annualmente uno studio sul tasso di integrazione delle persone lese nella loro salute. Dalla tabella risulta come il Cantone Ticino abbia un tasso di integrazione decisamente inferiore al resto della Svizzera. È una situazione che deve evidentemente far riflettere. La maggioranza della Commissione non condivide la richiesta formulata dall’iniziativa di modificare le leggi necessarie affinché ogni datore di lavoro sia tenuto ad assumere una percentuale minima di persone con handicap fisici o psichici. In questo senso l’iniziativa non viene accolta, ma la Commissione, a parziale accoglimento dell’iniziativa, formula le seguenti raccomandazioni al Consiglio di Stato: 1. monitorare costantemente i risultati ottenuti attraverso i nuovi strumenti introdotti dalla 5a revisione AI, soprattutto nell’ambito del mantenimento dei posti di lavoro per chi è minacciato nella sua salute e al reinserimento nel mondo del lavoro di chi non ha beneficiato di una rendita AI, o solo in forma parziale. Verificare inoltre se chi è stato considerato abile al lavoro in attività confacenti al suo stato di salute riesce poi, in tempi ragionevoli, a trovare un’occupazione; 2. aumentare la percentuale di persone lese nella loro salute nell’ambito dell’Amministrazione cantonale, per arrivare in tempi ragionevoli alla media svizzera (3 per cento). La Commissione intende pure lanciare un appello al mondo imprenditoriale affinché dimostri una maggiore sensibilità in questo ambito. Anche per il settore privato si dovrebbe poter raggiungere il tasso d’integrazione medio svizzero del 3 per cento. Questo risultato potrà essere ottenuto anche grazie ad un accresciuto impegno da parte degli uffici AI nel far conoscere e promuovere tutte le possibilità di aiuto alle aziende previste dalla 5a revisione dell’AI. 24 giugno 2010 il Lavoro Attualità Assicurazione invalidità Quinta revisione dell’AI Esperienze Agire in maniera tempestiva, per agevolare il reinserimento Due assicurate si raccontano La quinta revisione dell’AI ha introdotto delle novità rivoluzionarie. Abbiamo contattato l’avvocato Monica Maestri, capoufficio dell’Ufficio dell’Assicurazione invalidità, per farci spiegare cosa è cambiato. In che modo avete deciso, per il Ticino, di mettere in atto le nuove misure e di rendere operativi i nuovi strumenti, introdotti dalla V revisione dell’AI, che puntano al mantenimento delle persone nel mondo del lavoro? Prima della quinta revisione della Legge sull’assicurazione invalidità, entrata in vigore il 1 gennaio 2008, gli uffici AI riuscivano ad entrare in contatto con le persone con problemi di salute troppo tardi, e questo rendeva difficile la loro reintegrazione. Per questo motivo, la riforma ha introdotto strumenti che favoriscono la prevenzione dell’invalidità, come il rilevamento ed intervento tempestivi. Il primo, che non costituisce ancora una vera e propria domanda di prestazioni, permette a terze persone di segnalare dopo quattro settimane una situazione di inabilità lavorativa per problemi di salute. Le persone segnalanti possono essere ad esempio il datore di lavoro, il medico curante e le altre assicurazioni. Ricevuta questa comunicazione, l’ufficio AI analizza le circostanze della persona e, entro un mese, determina se l’assicurato debba presentare una domanda di prestazioni, fissandogli per questo un termine, o meno. Depositata la richiesta ufficiale di prestazioni, che può essere formulata solo dall’assicurato, l’ufficio AI mette in atto, laddove sia possibile, le misure di intervento tempestivo, che sono misure mirate e a costi limitati. Lo scopo principale è il mantenimento del posto di lavoro o l’integrazione in un altro posto nella stessa azienda o in altre, il più velocemente possibile. Queste misure non rappresentano una prestazione vera e propria. Infatti, al momento della loro attuazione, l’ufficio AI non sa ancora se la persona sia effettivamente invalida e se abbia diritto a prestazioni AI. In sintesi si tratta di un modo di lavorare finalizzato all’integrazione professionale. Ci permette inoltre di mantenere l’assicurato at- Aiuto per l’integrazione professionale La quinta revisione dell’AI prevede misure di rilevamento e intervento tempestivo che consentono di intervenire al più presto per aiutare le persone a rischio di invalidità a mantenere il posto di lavoro o a trovarne uno nuovo. I provvedimenti principali per l’integrazione professionale degli assicurati sono i seguenti: tivo in attesa della nostra decisione ed inoltre rappresenta un servizio di consulenza e di accompagnamento. Alla fine delle misure l’ufficio AI, raccolte nel contempo tutte le informazioni giuridicamente importanti tramite l’istruttoria, emana la propria decisione. È stata necessaria una riorganizzazione del vostro modo di operare? La riforma ha avuto un impatto molto importante sul nostro ufficio dal profilo dell’organizzazione del lavoro. Applicando il principio che ogni assicurato è reintegrabile, ci si focalizza maggiormente sull’obiettivo dell’inserimento delle persone nel mercato del lavoro, che permette il miglioramento della loro qualità di vita. Per accelerare il processo dell’integrazione abbiamo prima di tutto introdotto un sistema di triage dei casi. Ricevuta la domanda di prestazioni il gruppo che si occupa di questa attività, composto da un medico e da un consulente, smista il dossier indirizzandolo verso l’attuazione delle misure di intervento tempestivo o, qualora non fosse possibile in quel momento, verso l’esame del diritto a prestazioni. Il consulente che riceve in trattazione il caso ne rimane responsabile fino al termine di tutte le misure e provvedimenti professionali. Tutte le altre figure professionali dell’ufficio, ad esempio il medico del nostro servizio medico regionale, fungono da supporto essenziale affinché le misure applicate siano efficaci e rapide. In che misura le aziende sono aperte all’assunzione di personale con una storia di invalidità alle spalle? Il nostro ufficio, consapevole del ruolo centrale che rivestono le imprese, ha introdotto una nuova figura, il consulente per le aziende. Egli ha il compito di spiegare quali siano le possibilità che offre la nostra assicurazione, di fornire consulenza per casi di dipendenti dell’azienda stessa, di chiarire cosa significhi invalidità. Al momento in cui il datore di lavoro comprende che la persona invalida non è colei che non può più lavorare, ma, al contrario, è una persona che può svolgere attività lavorative come qualsiasi altro, basta che siano adeguate al suo stato di salute, si trova una buona disponibilità, nonostante la nota situazione del mercato del lavoro. l’orientamento professionale sostegno per la prima formazione, l’aggiornamento o una nuova formazione professionale il servizio di collocamento l’assegno per il periodo di introduzione, durante i primi mesi di lavoro il prestito, in condizioni particolari per l’avviamento di un’attività in proprio le indennità giornaliere per garantire il sostentamento durante la fase di integrazione professionale. Riportiamo le testimonianze di due persone che hanno partecipato ai provvedimenti di intervento tempestivo dell’AI. T, 34 anni, ex operaia «Mi piaceva il lavoro che facevo, ma ho avuto delle difficoltà di salute che non mi permettevano di continuare l’attività come operaia. Sono ancora giovane e ho pensato che questa situazione potesse essere l’occasione per imparare qualcosa di nuovo ed affrontare nuove sfide professionali. I consulenti dell’AI mi hanno molto aiutata in questo senso e mi hanno consigliato di seguire il corso di Segretariato. Sono molto soddisfatta perché ho potuto imparare ad usare i più comuni programmi informatici, un po’ di contabilità e la corrispondenza. Spero che le cose che ho imparato mi serviranno per trovare al più presto un posto di lavoro». L, 30 anni, impiegata nella logistica «Il lavoro che facevo mi appassionava, ma varie difficoltà di natura sia personale che professionale mi hanno condotto a doverlo abbandonare. Per un lungo periodo ho dovuto farmi aiutare dallo psicologo e non riuscivo ad uscire dalla mia situazione. L’AI mi ha poi convocata per un colloquio nel quale mi hanno proposto un intervento tempestivo sul mio caso. Nel corso del colloquio abbiamo analizzato la mia situazione professionale e siamo arrivati alla conclusione che mi sarebbe stato utile seguire dei corsi di lingue: tedesco e inglese. Ho iniziato l’attività controvoglia, ma poi mi sono appassionata. Questi corsi mi sono stati utili sia per rinforzare il mio curriculum, che per uscire di casa ed affrontare con più serenità la mia situazione». 9 10 24 giugno 2010 il Lavoro RISPARMIARE SUI PREMI CON L’ASSICURAZIONE COLLETTIVA CPT-OCST. L’OCST E LA CONVENIENTE CASSA MALATI CPT COLLABORANO: WWW.CAST.KPT.CH Quale associato OCST, puoi benefi ciare di un ribasso superiore al 25 % sulle assicurazioni complementari della CPT. Richiedi una consulenza gratuita e senza impegno, telefonando allo 091 921 21 04 o compilando il tagliando. 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NPA, località Telefono Raggiungibile dalle ore alle ore Sindacato Attualità 24 giugno 2010 il Lavoro 11 Gruppo cantonale docenti di scuola media Docenza di classe nella scuola media: «Abbiamo bisogno di maggiori risorse!» N ell’ambito dei lavori di implementazione della Riforma 3 della scuola media è stato pubblicato un documento a cura di Edo Dozio, che si occupa di esplicitare, descrivere e analizzare i compiti richiesti al docente di classe e, più in generale, di inquadrare la docenza di classe all’interno della vita d’istituto. L’UIM ha distribuito questo documento a tutti i docenti con l’invito a discuterlo ed a prendere posizione in merito ai suoi contenuti, seguendo modalità proprie ad ogni sede. È in questo contesto che all’inizio dell’anno scolastico in corso si è costituito il Gruppo cantonale docenti di scuola media, con l’intento di stimolare il dibattito attorno alla docenza di classe e di raccogliere il materiale proveniente dalle varie sedi. Nonostante il lavoro non si sia ancora concluso in tutti gli istituti, dai dati disponibili (che coprono quasi la metà delle sedi) sono emerse molto chiaramente tre indicazioni unanimi. 1) La prima è l’esigenza di rendere settimanale (e non più quindicinale) l’ora di classe in terza media. Poiché risulta impossibile svolgere le mansioni richieste all’interno delle due orelezione al mese previste, attualmente i docenti di classe di terza sono regolarmente costretti a sottrarre del tempo alla loro disciplina. 2) La seconda indicazione condivisa riguarda la necessità di potenziare il riconoscimento del lavoro svolto dal docente di classe (attual- mente compensato da un’ora di sgravio). Da diversi anni i compiti inerenti tale funzione sono notevolmente aumentati. In primo luogo, sono cresciute le esigenze relative all’orientamento professionale provenienti dal mondo del lavoro. Inoltre, oggi le numerose manifestazioni di «disadattamento giovanile» richiedono un maggiore investimento di tempo ed energie sul terreno della prevenzione, per far fronte dell’incremento esponenziale delle richieste educative che la società avanza verso la scuola dell’obbligo. Il dato oggettivo ed inoppugnabile è che l’aumento della mole di lavoro e di responsabilità che grava sulle spalle dei docenti in generale – e su quella dei docenti di classe in particolare – non è stata accompagnata dal benché minimo riconoscimento. Anzi, nel corso degli ultimi 15 anni i docenti hanno subito una progressiva ma incessante perdita del loro potere d’acquisto (blocco degli scatti, mancato riconoscimento del rincaro, aggiunta di un’ora-lezione settimanale, aumento dei contributi pensionistici, diminuzione di due classi salariali per i neo-assunti). Ancora più nero è il quadro relativo ai giovani che si propongono di diventare insegnanti, i quali, oltre alle misure ricordate, devono far fronte ad una formazione sempre più lunga e onerosa. Quindi: maggiore lavoro e minore stipendio; maggiore responsabilità e minore riconoscimento. Una logica poco lungimirante e controproducente, in quanto mina la qualità della scuola e l’attrattiva della professione docente. 3) La terza indicazione comune riguarda l’opposizione alla logica dei «costi zero» (ossia l’assioma secondo cui ogni cambiamento o riforma non deve implicare spese supplementari) e la richiesta di risorse per far fronte ai bisogni più urgenti. È proprio perché teniamo alla qualità della scuola, al suo aspetto educativo e al fatto di poter svolgere correttamente e coscienziosamente il nostro lavoro che abbisogniamo, e pertanto chiediamo, maggiori risorse. Di idee e proposte i docenti ne hanno parecchie, come è emerso dai documenti redatti sino ad ora dalle varie sedi e contrariamente a chi li accusa di limitarsi a reclamare senza essere propositivi. Attendiamo quindi una presa di posizione del nostro Dipartimento sui materiali prodotti e sulle proposte formulate in merito al problema della docenza di classe, con la speranza che si possa aprire un dibattito che tenga conto dell’avviso dei docenti, sottraendosi alla gretta logica delle «riforme a costo zero», che taglia le gambe a qualsiasi possibile miglioramento. Per ulteriori informazioni: Alberto Gandolla, tel. 079 3337490 Statali In gita ad Agliè ... un viaggio a ritroso nel tempo L o scorso 12 giugno circa una quarantina di impiegati ed ex-impiegati dello Stato si sono recati in Piemonte. La meta era il borgo medioevale di Agliè in provincia di Torino e il Castello ducale, un’imponente costruzione con annesso parco e giardino di notevole interesse. L’edificazione del nucleo centrale, del quale sono tuttora identificabili le tracce, è iniziata nel XII secolo per conto della famiglia comitale dei San Martino, originari del Canavese. Nel 1939 lo Stato acquistò dalla Casa Reale il castello ora adibito a museo. Negli anni ottanta è stato oggetto di un ulteriore restauro. Negli ultimi anni il castello è stato usato come ambientazione per le serie televisive Maria José ed Elisa di Rivombrosa. Il nostro gruppo ha potuto visitare anche le imponenti cucine recentemente aperte al pubblico dopo importanti lavori di ristrutturazione. Dopo il pranzo, in un agriturismo situato all’interno di un centro equestre, ci siamo recati in una splendida villa di campagna, la casa dove Guido Gozzano soggiornava per lunghi periodi. La villa, il Meleto, immersa nel verde e circondata da un giardino romantico con un laghetto, si trova a circa due chilometri da Agliè. In questo luogo, ricco di cimeli, Gozzano, ammalato di mal sottile diede vita ad una ricca produzione poetica. Tra le mura di questa dimora si ammira eleganza e raffinatezza, l’ambiente alto borghese e i numerosi cimeli di famiglia avvicinano il visitatore all’opera letteraria di Gozzano facendo rivivere il mondo racchiuso e silenzioso del Meleto, la sua camera, le vestigia di un’epoca e di un sogno. Poi la visita ad una tipica cantina per eccellenti degustazioni di vini bianchi, rossi e spumanti del Canavese. Un grazie a Marisa Cavadini, Liviana Loretini e Sabrina Zanini che, da impareggiabili organizzatrici, ci hanno permesso di trascorrere questa bella giornata in compagnia e di corroborare il corpo, oltre che di arricchirci culturalmente. 12 Attualità Cultura 24 giugno 2010 il Lavoro Le sfide proposte dalla «Caritas in veritate» La cura contro la crisi: realismo, fraternità nell’impresa e bene comune In occasione del Congresso il segretariato cantonale dell’OCST ha realizzato un’intervista con il professor Stefano Zamagni, consulente della Pontificia commissione Justitia e Pax, su alcuni temi proposti dall’enciclica «Caritas in veritate». La crisi economica in atto non è passeggera; è piuttosto lo specchio di uno squilibrio profondo. Quali indicazioni si trovano nella «Caritas in Veritate» per affrontare i problemi strutturali che hanno generato la crisi? La crisi in atto è una crisi di tipo entropico, dunque è diversa dalle crisi che si chiamano di tipo dialettico. Qual è la differenza? La seguente: che le crisi dialettiche nascono da un conflitto fondamentale che la società, per una ragione o per l’altra, non riesce a risolvere. Le crisi si chiamano di tipo entropico quando nascono invece da una perdita di senso, quando cioè la società perde il senso del proprio incedere, del proprio agire in ambito economico come in altri ambiti, ecco che entra in crisi. Quella di oggi è una crisi di tipo entropico che è dunque più grave di quella di tipo dialettico. La Caritas in veritate ha questa caratteristica, quella di offrirci una chiave di lettura della presente crisi che tenga conto della sua specificità. La letteratura che oggi esiste, ed è ormai diventata enorme sulla crisi in atto, focalizza l’attenzione solamente sulle cause prossime della crisi, non su quelle remote. Ebbene la Caritas in veritate compie esattamente questo sforzo. Questa è la ragione per la quale questa Enciclica sta avendo, in giro per il mondo, un successo che non si era mai riscontrato con nessuna altra Enciclica, almeno dei tempi recenti. Si è assistito negli scorsi anni a una deriva speculativa della finanza e in parte anche dell’economia reale, che ha finito per assoggettarsi al primato del breve termine. Come può la finanza riscoprire il suo scopo originario di sostegno all’attività economica, anziché di speculazione? Questo è uno dei punti che pure nell’Enciclica sono sottolineati con forza, e cioè che questa crisi è conseguenza del fatto che negli ambienti di natura economica e nei luoghi di produzione del sapere economico quali sono i dipartimenti delle più prestigiose università internazionali, per un insieme di sfortunate ragioni si è diffuso il convincimento in base al quale all’origine della ricchezza non c’è il lavoro umano ma la finanza di tipo speculativo. Questa è stata la perversione di una tradizione di pensiero che durava da secoli che appun- to poneva il lavoro umano all’origine di ogni ricchezza. Ad esempio il celebre libro di Adam Smith «La ricchezza delle nazioni» del 1776 dice proprio, in apertura dell’opera, che nel momento in cui la finanza cessa di essere finalizzata, come dice il termine, alla produzione di ricchezza e diventi invece finalizzata a se stessa, producendo valore dalle stesse transazioni finanziarie, la deriva di tipo generativo è inevitabile. La parola «finanza» letteralmente è tutto ciò che ha un fine, il che vuol dire che la finanza non può trovare dentro se stessa il fine del proprio agire. Quello che è accaduto negli ultimi vent’anni o venticinque anni è esattamente questo e cioè che la finanza è diventata auto-referenziale, fine a se stessa e dunque la crisi non poteva che scoppiare grossa e virulenta come stiamo vedendo. Si considera generalmente che l’economia abbia quale unico obiettivo la produzione di ricchezza. Spetterebbe in un secondo tempo alla politica e al sociale occuparsi della ridistribuzione della ricchezza. Come si pone l’enciclica rispetto a questo? L’Enciclica su questo punto dice delle parole molto forti e chiare al tempo stesso e cioè che la logica di separazione tra il momento della produzione della ricchezza e il momento della sua distribuzione è all’origine delle incongruenze, inefficienze e disastri che osserviamo nelle nostre società. Non si può separare ciò che naturalmente appartiene al medesimo processo, perché gli esseri umani mentre producono ricchezza, al tempo stesso la distribuiscono. Già ci aveva avvertito un grande economista francese, Léon Walras, in un libro poco noto di fine dell’ottocento nel quale usava questa metafora: quando si andasse a mettere mano alla torta, che rappresenta la ricchezza, per ripartirla mai si potranno compensare le ingiustizie che sono state commesse per produrre quella torta. È una bellissima immagine che ci fa capire che la logica dei due tempi, prima la generazione della ricchezza e poi la ripartizione, è mortifera perché tende a generare ingiustizie da un lato, ma soprattutto a offendere la dignità della persona umana. Ecco perché l’enciclica dice: dobbiamo ricomporre i due termini. E questo è il motivo per cui il ripensamento del ruolo e della funzione dell’impresa deve essere rivisto alla luce di questa considerazione. Quale responsabilità ricade sull’impresa come cellula primaria dell’attività economica? Fino a una trentina di anni fa, l’opinione comune tra gli economisti di tutto il mondo era che l’impresa fosse un’istituzione destinata a rimanere sul mercato nel lungo termine. Negli ultimi decenni, sotto l’influenza di alcuni pensatori influenti negli Stati Uniti, si è affermata invece l’idea secondo cui l’impresa non sarebbe nulla più che una merce, in inglese «the firm as a commodity» l’impresa come merce, che, in quanto tale, può essere comprata e venduta in base alle convenienze del momento. È chiaro allora che se questa concessione, come è accaduto, prende piede, l’imprenditore, o meglio ancora il manager dell’impresa, non ha nessun altro scopo che quello di massimizzare i profitti a breve termine. Se la mia impresa infatti è una merce che io trovo conveniente vendere oggi perché il prezzo di vendita è elevato, farò di tutto per gonfiare il valore della mia impresa anche eludendo le prassi, e anche, come è accaduto recentemente, commettendo scorrettezze varie di bilancio. Alla domanda «ma cosa ne è di coloro i quali, ad esempio i lavoratori, i dipendenti, quando tu vendessi la tua impresa si troveranno a spasso?», la risposta che viene data nella letteratura è che di costoro deve farsi carico lo Stato. E il paradosso è esattamente questo: che questa teoria del cosiddetto breve termine, dell’impresa come merce, viene avanzata come espressione alta del cosiddetto neoliberismo, in base all’idea che il mercato deve essere lasciato libero. Poi gli stessi autori che sostengono questa tesi anzi l’hanno prodotta, sono quelli che invocano l’intervento dello Stato per farsi carico di coloro i quali venissero espulsi dal processo lavorativo una volta venduta. Ci vuole veramente una bella faccia tosta per giustificare un’incoerenza di questo tipo. Uno è libero di essere liberista o no, ma se lo si è, bisogna esserlo fino in fondo. Sappiamo tutti che lo Stato interviene con le risorse che i cittadini, tutti i cittadini, con le loro tasse vanno a determinare. Non si può quindi invocare l’intervento dello Stato quando fa comodo per Attualità Cultura 24 giugno 2010 il Lavoro ottenere un vantaggio personale. Gli antichi Romani, che hanno fondato il diritto non dimentichiamolo mai, avevano una espressione molto chiara al riguardo «cuius commoda eius et incomoda», cioè se qualcosa ti fa comodo, devi anche subire l’incomodo legato a quella comodità. Oggi invece il cosiddetto pensiero liberista è tutto meno che liberismo. Si tende appunto, come si dice, a privatizzare i profitti e a socializzare le perdite. Questa è un’incoerenza che non può essere tollerata ulteriormente. La «Caritas in Veritate» è la prima enciclica sociale nell’era della globalizzazione. Quali sono i problemi e le sfide da affrontare che il Papa evidenzia? La Caritas in Veritate apre dentro la dottrina sociale della Chiesa un nuovo ciclo, il ciclo appunto della post-modernità, caratterizzata com’è da quel fenomeno di portata epocale che è appunto la globalizzazione. Così come la «Centesimus annus» di Giovanni Paolo II è stata l’ultima enciclica della modernità. Le sfide che questa enciclica ci invita a raccogliere sono principalmente le seguenti: primo, introdurre il principio di fraternità dentro l’agire economico. Il Papa dice non basta praticare la fraternità dentro la famiglia, dentro un club, dentro un’associazione. Sarebbe già importante, ma non è poi una grande novità. I rapporti intra-familiari sono tutti rapporti di tipo fraterno. La sfida che l’enciclica pone agli uomini di buona volontà è di tradurre in pratica il Inserzione principio di fraternità dentro l’agire economico, nella prassi quotidiana che si segue per produrre beni e servizi e generare ricchezza. Questa è la ragione per la quale alcuni pensatori, gruppi di pensiero soprattutto in America, non hanno perdonato al Papa un’affermazione del genere, che qualcuno ha definito una bestemmia. Ha bestemmiato perché ha osato introdurre un principio come quello di fraternità in un ambito che per alcuni secoli si era pensato avesse nulla a che fare con la fraternità. E il Papa dice non è così perché la persona umana è un tutt’uno. Io non posso sdoppiarmi, a meno di diventare schizofrenico e applicare logiche diverse a seconda appunto del contesto in cui opero, dentro o fuori l’impresa. Io non posso essere antifraterno dentro la mia impresa ed essere fraterno al sabato e alla domenica quando vado a fare opera di assistenza o caritativa di un tipo o dell’altro. La seconda sfida è quella di mettere al centro del discorso e della prassi economica la categoria di bene comune in sostituzione della categoria di bene totale. E questa pure è una novità veramente notevole. Ecco un’ulteriore ragione per cui questa enciclica sta avendo un successo ignoto a quelle precedenti. Perché fino a non molto tempo fa si era creduto che il bene totale fosse più o meno la stessa cosa del bene comune. E invece no. Perché il bene totale è figlio dell’utilitarismo, il bene comune è figlio dell’etica delle virtù. E la differenza, come mi sono inventato a beneficio dei miei studen- 13 ti qualche tempo fa, è che il bene totale è una somma, una sommatoria, il bene comune è una produttoria. Qual’è la proprietà aritmetica di una somma? Che se anche qualche addendo viene annullato, la somma resta positiva. In un prodotto, se anche un solo fattore viene azzerato, l’intero prodotto va a zero. Cosa vuol dire? Vuol dire che nella logica del bene comune tutti devono star bene, ovviamente in proporzioni diverse. Non è accettabile che qualcuno venga sacrificato sull’altare del bene di qualcun altro. Nella logica del bene totale, questa invece è la prassi normale. Si dice lasciamo indietro i bisogni, gli interessi di quel gruppo sociale perché trasferiamo le nostre attenzioni sull’altro gruppo sociale, perché il secondo gruppo è più efficiente del primo. Quindi essendo più efficiente, è più capace di generare ricchezza. Questa è la logica del bene totale che tende a spezzettare le nostre società, minandone dunque la coesione sociale. Questa è la seconda sfida. Infine, la terza sfida che l’enciclica pone è quella di pensare che nell’epoca della globalizzazione, in cui l’interdipendenza economicafinanziaria ha raggiunto livelli mai conosciuti in precedenza, non è possibile procedere senza l’istituzione di una autorità politica mondiale. Questa è veramente una novità che nell’ultimo capitolo dell’enciclica ha sorpreso tanti. Attenzione però: l’enciclica parla di autorità politica mondiale, non parla di governo mondiale. Molti hanno equivocato. Non si parla del governo del grande fratello, ma di una autorità politica mondiale che deve presentare due caratteristiche: 1) deve essere di tipo sussidiario; 2) di tipo poliarchico. Poliarchico vuol dire che i centri di potere devono essere distribuiti, non possono essere posti nelle mani di pochi. E quindi ecco perché l’inesistenza dell’autorità politica mondiale con le due caratteristiche di cui ho detto, poliarchica e sussidiaria, è questa mancanza che ci aiuta a capire perché i problemi ambientali non si riescono a risolvere, perché il problema delle immigrazioni non riuscireste a risolvere, non si riesce a risolvere soprattutto l’aumento sistematico e massiccio delle diseguaglianze tra paesi e tra gruppi sociali all’interno dello stesso paese. Queste sono le tre sfide che l’enciclica ci invita a raccogliere e possibilmente a vincere. 14 Lavoro Opportunità In internet www.ocst.com RICERCHE di collaboratori XX un/una dipendente al 50% con patente di gerente per bar nella zona del Fox Town a Mendrisio. 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I n circa 120 pagine, sette famiglie della Svizzera italiana, con sensibilità e schiettezza, raccontano la loro storia adottiva: dalla scintilla che le ha portate a decidere di imboccare la strada dell’adozione, al loro cammino sulla strada vera e propria che dal nostro paese le ha condotte fin nel cuore dell’Africa, in un orfanotrofio della capitale etiope, fra grande miseria e grande dignità. Un cammino familiare, profondo e lontano, nel quale l’emozione e i sentimenti sono il costante filo conduttore. Un cammino di pazienza nell’affrontare un percorso non sempre facile, non sempre diritto e non sempre veloce attraverso le trafile burocratiche, gli ostacoli, gli im- previsti; un cammino di coraggio nel mettersi in gioco e nel fare concretamente le valigie per presentarsi all’appuntamento all’altro capo del mondo con il proprio figlio. Nella foto: Bobbià, Schürch, Ortelli. L’adozione: una scelta forte di speranza per chi trova una famiglia, ma anche di indubbio arricchimento esistenziale per chi accoglie. Una scelta che è una svolta. D’amore. Si chiamano Fasika, Elleni, Azeb, Abenezer, Eden, Eline, Yordanos, Fasika e Tewo: sono loro alcuni fra i primi bimbi giunti nel nostro cantone attraverso il canale adottivo della Pro Etiopia-Infanzia, di cui si parla nel libro fra il 2008 e il 2009. Un’occasione per presentare anche l’Associazione medesima e le sue attività: dall’adozione ai padrinati. Il libro, interamente a colori, è stato curato dalla psichiatra e psicoterapeuta Daniela Züllig e dalla giornalista Monica Piffaretti. È in vendita direttamente tramite l’associazione (www. proetiopiainfanzia.ch), o rivolgendosi all’editore Salvioni di Bellinzona, o nelle filiali della Migros, che ha gentilmente accettato di mettersi a disposizione per la distribuzione del volume. Il costo è di franchi 28.- e gli incassi andranno totalmente a beneficio dell’Associazione e dei bimbi etiopi. Si ringraziano anche per il sostegno: la Fondazione Molo di Bellinzona, il Lions Club e tutti i privati che hanno voluto contribuire al progetto. Sport La carovana del Tour de Suisse a Lugano Dalla città sul Ceresio, lo scorso 12 giugno è partito il 74° Tour de Suisse. La Prologo Lugano è stata vinta dal bernese Fabian Cancellara, mentre il Tour se l’è aggiudicato il lussemburghese della Saxo Bank, Frank Schleck. Anche noi della redazione abbiamo vissuto il tour da vicino. Armstrong Arvesen All’albergo Ceresio erano alloggiate due squadre della carovana partecipante al Tour de Suisse: il team della Radioshack e il team della Sky. È stato molto interessante vedere la grande mole di lavoro e quanta gente è impegnata per preparare le biciclette di questi grandi campioni. Nelle foto un assaggio della preparazione delle bici per la cronometro di Lugano e gli uomini di punta delle due squadre, Lance Armstrong della Radioshack e Kurt Asle Arvesen della Sky. Per la cronaca, Lance Armstrong è arrivato secondo a soli 12 secondi dal vincitore. 24 giugno 2010 il Lavoro I- O CS T AAPI A A P 16 Assemblea cantonale 2010 L’AAPI evolve in… GENERAZIONEPIÙ G iovedì 10 giugno si è tenuta presso il Palazzo della Sopracenerina di Locarno l’assemblea cantonale dell’AAPI-OCST. Si è trattato di un evento storico per la nostra associazione perchè è stato deciso il cambiamento del nome. L’assise si è svolta alla presenza di 120 delegati appartenenti a tutte le sezioni del Ticino e ha ospitato molte autorità. La giornata è stata inaugurata dalla Santa Messa nella chiesa Nuova di Santa Maria Assunta, celebrata da don Angelo Moioli e dall’arciprete di Locarno don Carmelo Andreatta. Un momento spiritualmente significativo che è stato arricchito da canti e musiche. I festeggiamenti sono proseguiti con il pranzo ufficiale nella corte del Palazzo SES. Oltre ai numerosi delegati erano pure presenti, quali graditi ospiti, il presidente onorario dell’OCST Romano Rossi e il vice-segretario regionale dell’OCST Marco Pellegrini. Alle 14.00 sono iniziati i lavori assembleari ben diretti dal presidente della sezione del Locarnese Luigi Malinverno che ha ricordato che «l’assemblea è una valida occasione per dare insieme uno sguardo al passato e ricaricarsi per il futuro». Il saluto dell’autorità comunale è stato portato dal sindaco di Locarno Carla Speziali la quale si è complimentata per l’intensa attività dell’associazione e ha fatto i suoi migliori auguri per il Trentesimo di attività. Ha poi aggiunto che la politica non si deve dimenticare degli anziani e, ricordato un proverbio africano: «Il giovane cammina più veloce dell’anziano, ma l’anziano conosce la strada». Molto gradito è pure stato l’intervento del Presidente del Governo on. Luigi Pedrazzini che ha fatto una riflessione sul pensionamento, facendo anche riferimento all’abbandono della sua carica nel Consiglio di Stato. «Partirò per il cammino di Compostela», ha detto. Il neo presidente dell’OCST Bruno Ongaro ha detto: «ho toccato con mano la crescita del Cantone e i sacrifici che le persone della vostra generazione hanno fatto. Ora bisogna reinsegnare ai giovani la strada giusta». Si è poi espresso il presidente cantonale dell’AAPI Giacomo Falconi che Da sinistra: Marco Pellegrini, vice-segretario regionale dell’OCST del Sopraceneri, Mario Albi, rappresentante Generali Assicurazioni, Claudio Franscella, segretario cantonale della nuova GenerazionePiù, Carla Speziali, Sindaco di Locarno, Bruno Ongaro, Presidente dell’OCST, Luigi Pedrazzini, Presidente del Governo e Giacomo Falconi, Presidente di GenerazionePiù. Da AAPI a GENERAZIONEPIÙ L’assemblea ha approvato all’unanimità il cambiamento di nome dell’associazione da AAPI a GENERAZIONEPIÙ. Nell’intestazione delle pagine de «il Lavoro» dedicate alla nostra associazione trovate il vecchio ed il nuovo logo. GenerazionePiù è un nome semplice e diretto, un nome che gioca sul significato di somma di generazioni (terza, quarta, quinta età), ma soprattutto che rappresenta bene come gli anziani vivano una vita più ricca. «Il Più nel nostro nuovo nome, ha detto il presidente Falconi, rappresenta l’apporto della nostra associazione: i valori e i principi che aggiungono senso al tempo dell’anziano. L’omino, ereditato dal logo precedente, tende le braccia verso l’alto e verso il futuro». GenerazionePiù, rappresenta i «nuovi anziani», mai isolati ed emarginati, ma attivi e capaci di creare, aperti a nuovi interessi e ad un nuovo stato di appartenenza. ha ringraziato tutti i membri dell’associazione per il loro impegno e ha sottolineato l’importanza dell’occasione. «Il nuovo logo che proponiamo dà un senso di continuità tramite l’omino che alza le braccia verso il cielo, ma è più incisivo e più scorrevole». Ha poi preso la parola il segretario cantonale dell’Associazione Claudio Franscella che, oltre ad esporre il ricco e variegato programma di attività 2009 si è soffermato sul 2010, anno dei festeggiamenti del Trentesimo di fondazione dell’associazione ed in particolare sulla giornata commemorativa del 24 settembre 2010 al Palazzo dei Congressi a Lugano dove, per 24 giugno 2010 il Lavoro 17 A A P I- O CS T AAPI l’occasione, saranno presenti numerose autorità politiche, istituzionali e religiose, tra le quali Mons. Piergiacomo Grampa, Vescovo di Lugano, il sindaco di Lugano Giorgio Giudici, la consigliera di stato Patrizia Pesenti e il prof. Alberto Gandolla che esporrà una relazione sui trent’anni dell’associazione. Il segretario cantonale ha poi esposto alcune cifre significative in merito all’attività 2009 dell’Associazione, in particolare ha segnalato che «più di 100 sono stati gli appuntamenti di carattere culturale, informativo, ricreativo e spirituale organizzati sul territorio durante l’anno e quasi 5mila sono stati i partecipanti a queste attività». Una partecipazione massiccia che dimostra la grande vitalità dell’Associazione e la voglia di partecipazione da parte dei numerosi associati. L’assemblea ha poi approvato all’unanimità con un lungo applauso il cambiamento di nome dell’associazione da AAPI a GENERAZIONEPIÙ (vedi riquadro nella pagina a fianco). Sono stati numerosi gli interventi di apprezzamento dei delegati. Sono poi state presentate due proposte da parte della sezione del Mendrisiotto: la prima chiede di trovare delle soluzioni alla frammentazione delle informazioni sui vari Luigi Malinverno, presidente, e Clementino Leonardi, segretario servizi e sulle associazioni della sezione GenerazionePiù di Locarno. che si occupano di anziani presenti sul territorio cantonale, magari attraverso un delle persone beneficiarie dell’AVS. opuscolo guida di facile consultazioL’assemblea si è conclusa con i rinne e un portale dedicato alla terza età. graziamenti al presidente Luigi MaLa seconda, in ambito delle misure di linverno, al segretario Clementino contenimento del traffico, chiede un Leonardi e a tutta la sezione di Locarabbassamento delle tariffe relative no, per l’ottima organizzazione della all’abbonamento Arcobaleno a favore giornata. Soggiorni Pieno successo per il soggiorno marittimo a Jesolo D al 6 al 16 giugno si è tenuto a Jesolo il secondo soggiorno 2010 organizzato dalla nostra Associazione. I quarantacinque partecipanti hanno potuto godere dell’ottima qualità delle offerte proposte dall’albergo Vidi Miramare e Delfino e, soprattutto, del bel tempo, che per tutto il soggiorno ha accompagnato i numerosi partecipanti. Ottima è stata la conduzione da parte della capogruppo Claudia Righetti che ha intrattenuto gli associati con partite di bocce, tornei di carte, gin- nastica ed escursioni. Da segnalare a questo proposito la bellissima visita culturale a Treviso. Gradita è poi stata la visita del segretario cantonale Claudio Franscella che si è intrattenuto per qualche giorno, costatando di persona l’ottimo ambiente e lo spirito di amicizia che si è venuto a creare all’interno del gruppo. Visto l’ottimo indice di gradimento ottenuto, questo soggiorno sarà sicuramente ripetuto anche nel 2011. 24 giugno 2010 il Lavoro I- O CS T AAPI A A P 18 Sezione Mendrisiotto In gita alla scoperta del Vallese Lorenzo Fontana N el mese di maggio, martedì 18 e mercoledì 19, una trentina di pensionati di GENERAZIONEPIÙ, si sono recati per una gita di due giorni nel canton Vallese. Il gruppo, partito da Mendrisio, via Varese, con un comodo torpedone della Posta ha raggiunto Sion verso le 11.30. Dopo l’assegnazione delle camere, un gustoso pranzo all’albergo Castel. Nel pomeriggio visita alla cattedrale, e per i più arditi, dopo un cammino di circa 50 minuti su un’impervia stradicciola da cui si gode uno splendido panorama sulla sottostante cittadina di oltre 30.000 abitanti, visita al castello di Tourbillon. Lungo la valle del Rodano, Sion è la più antica città della Svizzera, offre al turi- sta molteplici attrattive. Capitale bilingue del canton Vallese è un’elegante «città giardino». In serata alla Cave de Tous-Vent, caratteristica cantina della città, abbiamo gustato un’ottima chinoise. Mercoledì, dopo la colazione partenza per St. Maurice, visita alla basilica del Santo ricostruita dopo la Seconda Guerra mondiale. Molto interessante la visita con le competenti spiegazioni della guida, il reverendo don Mornet, al tipico fonte battesimale, ora fontana nella torre romana, nonchè tesoretto. Nel 1948 questa basilica ha ricevuto il titolo di basilica minore. Dopo il pranzo a Leytron e il tempo per effettuare alcuni acquisti, rientro in Ticino. Un sentito grazie alla signora Eliana Cavadini e a Carlo Fontana per la perfetta organizzazione della gita. In trenino da St. Moritz a Tirano Carlo Fontana N ell’anno del centenario del «Bernina-Express», patrimonio mondiale dell’Unesco, cinquanta iscritti, lo scorso 8 giugno, hanno goduto di una spettacolare gita a bordo del famoso trenino rosso. Un secondo turno effettuerà la stessa gita il prossimo 15 settembre. Favolosi scenari, gallerie, ponti, vette che s’innalzano orgogliose dai 3.000 ai 4.000 metri, ghiacciai, laghetti alpini, e a Brusio lo stupendo giro elicoidale che su un grande cerchio dai 2.553 metri arriva ai 429 metri di Tirano, con oltre 1.800 metri di dislivello. Il tutto è visibile dalle finestre panoramiche che permettono visioni incredibili e uniche. Inserzione A Tirano un buon pranzo a base di prodotti tipici e poi una visita al bellissimo santuario mariano, ricco di storia cinquecentesca e arte barocca. Questo sogno si avvererà ancora mercoledì 15 settembre. Attendiamo dagli iscritti molto interesse per questa particolare gita! Foto: Carla Piffaretti 24 giugno 2010 il Lavoro 19 A A P I- O CS T AAPI Sezione Locarno Locarno – Colmar, quattro giorni nella stupenda Alsazia D al 26 al 29 maggio scorso l’associazione Anziani di Locarno ha effettuato una bellissima trasferta con meta Colmar (F) nell’accogliente regione alsaziana. Nel viaggio d’andata sosta a Basilea per la visita al Centro Storico della città comprendente, tra l’altro, luoghi di particolare interesse come la Cattedrale del trecento, il Chiostro e il coloratissimo palazzo del Municipio. Dopo il pranzo proseguimento per Colmar, città scelta come base del nostro soggiorno. Il pittoresco centro cittadino è un intreccio di vie pedonali con edifici in stile alsaziano che risalgono al medioevo e al rinascimento con case a graticcio, in legno e muratura, dipinte con colori vivaci che danno un tono particolare alla città. Città che abbiamo potuto visitare in diversi momenti e ammirare l’enorme sforzo profuso per il restauro degli edifici, pubblici e privati. Poco distante da Colmar si trova Strasburgo che abbiamo raggiunto percorrendo la «strada del vino» nota per la grande superficie coltivata con vitigni pregiati come il Riesling e i vari Pinot. Lungo questo percorso, dopo aver ammirato una nutrita colonia di cicogne, la sosta ad Obernai, uno dei pochi villaggi alsaziani ad aver conservato le sue fortificazioni, con i suoi bastioni e le sue torri (XIII Sec.). Qui abbiamo pure potuto ammirare e servirci di un variegato e singolare mercatino. Arrivati a Strasburgo subito a tavola per un delizioso pranzo. Nel pomeriggio visita del Centro storico con la Cattedrale di Notre Dame, l’antico quartiere «Petite France» e, in pulmann, la visita della zona moderna della città e della sede del Consiglio d’Europa e del parlamento europeo. Il terzo giorno, dopo la visita guidata di Colmar, proseguimento per Friburgo in Brisgovia, (D). Pranzo nel ristorante più antico della Germania e poi visita di questa città, capitale della Foresta Nera che offre al turista una bellissima immagine del suo centro storico che racchiude, fra vicoli e piazzette, interessanti capolavori come il Rathausplatz, con il Vecchio (1556) e il Nuovo Municipio (1896), la chiesa di S.Martino, il Duomo, considerato uno dei più importanti edifici gotici della Germania. Anche in vacanza i giorni passano in fretta, ma il giorno del rientro ci offre ancora un’interessante sosta a Mulhouse: breve visita di questa moderna città industriale e soprattutto visita al prestigioso Museo Nazionale dell’Automobile. Difficile spiegare la sensazione che si prova trovandosi circondati da un enorme numero di autovetture di ogni stile e epoca delle più prestigiose marche di tutto il mondo: Bugatti, Rolls Royce, Mercedes, Peugeot, Ferrari, Chevrolet, Alfa Romeo, ecc. All’interno dell’immenso padiglione un trenino porta i visitatori attraverso le varie corsie per poter ammirare questi gioielli, lasciando poi ai singoli la consolazione di immortalare le macchine ritenute più interessanti. Le foto, anche se ben riuscite, sono pur sempre solo… foto. Dopo questa entusiasmante visita, la comitiva riprende il viaggio di ritorno, tutti soddisfatti per aver trascorso una nuova bella esperienza. Le guide che ci hanno accompagnato nelle varie località hanno contribuito, con spiegazioni professionali e competenti, ad arricchirci culturalmente. Un plauso alla ditta Giosy Tours e all’autista Angelo per l’impeccabile servizio reso. Agenda Luganese Giovedì 8 luglio, Visita al Museo del Malcantone a Curio e al Nucleo di Sessa. Ore 13 partenza dalla sede, a Curio visita guidata al museo del Malcantone, a Sessa visita nucleo, ore 17 al Grotto Collina merenda. La trasferta avviene con veicoli privati. Contributo di partecipazione: fr. 25.tutto compreso. Iscrizioni: tel. 091 9102021 entro il 30 giugno. Giovedì 9 settembre,Gita a Tirano, passo del Bernina, St. Moritz, col trenino rosso del Bernina. Costo fr. 80.- Iscrizioni: tel. 091 9102021. Venerdì 8 ottobre, gita a Parma, visita teatro Regio con guida. Visita casa Guareschi a Brescello. Pranzo ristorante «Al vedel» a Colorno-Parma. Costo: fr. 90 tutto compreso. Iscrizioni: tel. 091 9102021. Sabato 27 e domenica 28 novembre, gita a Basilea. Visita della città con guida, museo Tinguely, visita ai mercatini, cena in hotel (in centro). Domenica mattinata libera, partenza da Basilea verso le 11.30. Costo: fr. 220.- compresi camera doppia, trasporto, albergo, cena, colazione, guida per visita città. Suppl. singola: fr. 30. Iscrizioni: tel. 091 9102021. Tre Valli Mercoledì 30 giugno, giornata ricreativa laghetti Audan - Ambrì. Pranzo al grotto laghetti Audan. Dal 9 all’11 settembre, Gita a Camogli-Portofino-S.Margherita Ligure. Costo: fr. 685 tutto compreso, ingresso San Fruttuoso, guida, battello. Suppl. singola fr. 65. Tel. 091 8730120, OCST Biasca. 20 Sindacato Interprofessionale - Pagina a cura di Angela M. Carlucci* 24 giugno 2010 il Lavoro Parità di genere Serve dare nuovo impulso O gni anno la Commissione europea sottopone al Consiglio europeo una Relazione sui progressi compiuti per promuovere la parità di genere negli Stati membri dell’Ue e presenta le sfide e le priorità per il futuro. Nonostante l’evoluzione positiva verso una società e un mercato del lavoro più egualitari, le disparità tra donne e uomini persistono, mentre l’attuale crisi economica fa temere che i risultati ottenuti in fatto di pari opportunità possano essere compromessi e che gli effetti della recessione possano farsi sentire maggiormente sulle donne. «Il rallentamento dell’attività economica potrebbe essere utilizzato per giustificare una limitazione o un taglio delle misure a favore della parità, rischio questo confermato dall’analisi delle risposte nazionali alla crisi» osserva la Commissione europea, secondo cui però questi tempi di crisi rappresentano anche un’occasione per introdurre cambiamenti, in quanto la parità di genere costituisce uno dei presupposti per la crescita sostenibile, l’occupazione, la competitività e la coesione sociale. tere in evidenza la necessità di efficaci misure a favore dell’inclusione dei gruppi vulnerabili; infine, quest’anno è il quindicesimo anniversario della piattaforma d’azione di Pechino, occasione per valutare i progressi realizzati nei diversi settori d’azione per la parità di genere. Le disparità tra donne e uomini La Relazione sulla Parità tra donne e uomini 2010, presentata dalla Commissione europea nel dicembre 2009, presenta un quadro approfondito della situazione europea e sottolinea che «la lotta contro le diseguaglianze persistenti tra le donne e gli uomini in tutte le sfere della società rappresenta una sfida a lungo termine in quanto comporta cambiamenti strutturali e comportamentali e una ridefinizione dei ruoli delle donne e degli uomini». I progressi sono lenti, osserva la Relazione, e le disparità di genere persistono a livello di tassi d’occupazione, di retribuzione, di orario di lavoro, di accesso a posti di responsabilità, di condivisione delle responsabilità in materia di impegni familiari e domestici e di rischio di povertà. Il 2010, poi, può essere l’occasione per creare maggiori sinergie tra le diverse strategie che devono essere riesaminate: la Commissione europea rinnoverà il suo impegno a favore della parità di genere adottando una strategia che succederà all’attuale tabella di marcia; la strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione sarà aggiornata ed è importante che la parità di genere sia integrata nella nuova strategia Europa 2020; il 2010 è l’Anno europeo della lotta contro la povertà e l’esclusione sociale, il che consentirà di metInserzione La Commissione nota come l’esperienza delle crisi del passato riveli che il tasso d’occupazione degli uomini risalga in generale più rapidamente di quello delle donne e che in caso di perdita del lavoro il rischio di non essere riassunti è più elevato per le donne. Inoltre, osserva la Relazione, è più probabile che le donne siano svantaggiate sul mercato del lavoro perché, ad esempio, tra le donne è più elevata la percentuale di contratti precari e di lavoro part-time non scelto e perché persistono disparità salariali a loro svantaggio, «con conseguenti ripercussioni sul livello di reddito nell’arco della loro vita, sulla protezione sociale e sulle pensioni e tassi di rischio di povertà più elevati, in particolare tra le pensionate»: nel 2007, il tasso di rischio di povertà delle donne (17%) superava quello degli uomini (15%); inoltre, il divario era particolarmente marcato tra le persone anziane (22% delle donne rispetto al 17% degli uomini) e le famiglie monoparentali (34%). «Le famiglie subiranno una maggiore perdita di reddito (a causa della perdita del lavoro) nei Paesi dove predomina ancora il modello dell’uomo-capofamiglia come unico percettore di reddito, il che evidenzia la necessità di promuovere ulteriormente il modello della famiglia a doppio reddito» sottolinea la Commissione europea. Le sfide future per la parità di genere La Relazione della Commissione ritiene poi importante che, oltre all’attuale crisi economica e ai suoi effetti sui lavoratori di entrambi i sessi, siano considerate le sfide a più lungo termine che influiscono sulla parità di genere sul mercato del lavoro. Ad esempio, benché il livello d’istruzione femminile sia aumentato considerevolmente negli ultimi anni e il numero delle laureate sia oggi superiore a quello dei laureati (59% dei laureati in tutte le discipline nel 2006 nell’Ue), le donne restano concentrate in settori tradizionalmente «femminilizzati» e spesso meno retribuiti (servizi medico-sanitari e di assistenza, istruzione, ecc.) e occupano meno posti di responsabilità in tutte le sfere della società. La mancanza d’accesso ai servizi di assistenza per le persone dipendenti (bambini, disabili, anziani), a regimi di congedo adeguati e a formule di lavoro flessibili per entrambi i genitori spesso impedisce alle donne di partecipare al mercato del lavoro o di lavorare a tempo pieno, osserva la Relazione: nel 2008, il 31,1% delle donne ha lavorato a tempo parziale rispetto al 7,9% degli uomini; «tenendo conto del tasso d’occupazione espresso in equivalenti a tempo pieno, la disparità tra donne e uomini risulta soltanto leggermente ridotta dal 2003 ad oggi, anzi, in nove Stati membri si è addirittura aggravata». Le donne con bambini lavorano meno (-11,5%) di quelle che non ne hanno, mentre gli uomini che sono padri lavorano più di quelli che non lo sono (+6,8%). «Questa forte incidenza della paternità/maternità sulla partecipazione al mercato del lavoro è legata alla suddivisione dei ruoli tradizionali e alla mancanza in molti Stati membri di strutture di accoglienza dell’infanzia» spiega la Commissione, rilevando che nonostante l’aumento dell’offerta di servizi di assistenza all’infanzia in linea con gli obiettivi europei, in molti Paesi i tassi di disponibilità non soddisfano tali obiettivi, in particolare per i bambini al di sotto dei 3 anni. 24 giugno 2010 il Lavoro Pagina a cura di Angela Carlucci* - Sindacato Interprofessionale 21 Edilizia principale Un unico contratto collettivo (CCL) per i capimastro Dopo intense trattative, la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC), le organizzazioni dei quadri ed i sindacati Syna e Unia hanno concordato, l’11 giugno 2010, un contratto collettivo di lavoro (CCL) solo per i capimastro nel settore principale della costruzione. La nuova convenzione entrerà in vigore con effetto retroattivo a partire dal 1° giugno 2010. N egli ultimi anni, erano in vigore due accordi per i quadri: in primo luogo quello della SSIC concluso con i dirigenti delle organizzazioni dei quadri svizzeri e l'Associazione svizzera dei dirigenti e, dall'altro, quello firmato con i sindacati Syna ed Unia. Il nuovo comune CCL corrisponde pienamente al contenuto del CCL concluso con le organizzazioni dei quadri, a cui i due sindacati hanno ora aderito. Il CCL regola le principali condizioni di lavoro per capimastro dell’edilizia principale, che in veste di quadri, svolgono compiti centrali nei cantieri edili. Oltre al salario minimo prescritto, sono stabiliti nella presente convenzione anche l'orario di lavoro per i dirigenti nonché le condizioni di tutela contro il licenziamento. La SSIC accoglie con favore la sottoscrizione della nuova convenzione unica, soprattutto per il fatto che la creazione di condizioni di lavoro uniformi in una convenzione unica riduce il lavoro amministrativo per i datori di lavoro. Per le organizzazioni dei lavoratori, il vantaggio è che non ci saranno diversi ordinamenti. Ciò rende più chiara la situazione per i capimastro e rafforza le condizioni giuridiche di questi dipendenti edili. La presente convenzione è applicabile a tutti i capimastro che sono membri di organizzazioni dei quadri e dei sindacati. Le parti contraenti hanno deciso di negoziare anche quest'anno sui possibili futuri adeguamenti e sulla questione della dichiarazione di obbligatorietà generale della convenzione (CCL). Per la crescita servono donne in posizioni chiave «Se l’Europa intende seriamente uscire dalla crisi e diventare un’economia competitiva grazie a una crescita intelligente e inclusiva, dovrà sfruttare meglio il talento e le capacità delle donne» sostiene la Commissione europea in una Relazione pubblicata il 25 marzo scorso. Intitolata More women in senior positions – key to economic stability and growth, la Relazione evidenzia infatti come le donne continuino a essere pesantemente sottorappresentate nei processi decisionali. Nel mondo delle imprese, i membri dei consigli di amministrazione delle maggiori società europee quotate in borsa sono uomini in circa l’89% dei casi. La disparità si accentua poi ai più alti gradi dirigenziali, dove solo nel 3% dei casi le donne guidano una grande impresa quotata in borsa. La Norvegia si distingue come unico Paese con una situazione prossima all’uguaglianza di genere: i consigli di amministrazione sono composti per il 42% da donne e per il 58% da uomini, frutto di una ripartizione stabilita per legge. Per quanto riguarda invece il processo decisionale politico, il Parlamento europeo è l’assemblea caratterizzata dal maggior grado di parità uomo-donna, con il 35% di deputate e il 65% di deputati. La percentuale di donne elette nei Parlamenti nazionali in Europa è cresciuta nell’insieme dal 16% nel 1997 al 24% nel 2009, ma si tratta di una percentuale ancora molto inferiore alla cosiddetta massa critica del 30% ritenuta necessaria perché le donne possano esercitare un’influenza significativa in politica. La situazione dei governi nazionali mostra uno stabile miglioramento, con una percentuale di donne ministre nei governi dell’Ue pari al 27%, mentre la nuova Commissione europea, composta da 9 commissarie donne (33%) e 18 uomini (67%), totalizza il miglior risultato in termini di parità di genere registrando un netto aumento rispetto al 5,6% del periodo Per informazioni: Tedesco: Ernst Zülle, Responsabile del settore principale della costruzione Mobile 079 276 63 79 ernst.zuelle @ syna.ch francese: Eric Favre, Responsabile per il CCL dei capomastri Mobile 079 633 42 93 eric.favre @ syna.ch 1994/1995. «È però necessario un netto miglioramento della situazione» sottolinea la Commissione europea, che pone l’uguaglianza di genere al centro della strategia Europa 2020. Vari studi mostrano infatti i notevoli benefici della diversificazione di genere, dimostrando il nesso positivo tra la percentuale di donne in posizioni chiave e le prestazioni aziendali. Uno studio condotto in Finlandia rileva ad esempio che le imprese dove le donne e gli uomini sono equamente rappresentati nel consiglio di amministrazione sono in media più proficue del 10% rispetto a quelle dirette da soli uomini, mentre una ricerca realizzata nel 2009 durante la presidenza svedese dell’Ue ha evidenziato come l’eliminazione negli Stati membri della disparità occupazionale uomo-donna potrebbe produrre un incremento potenziale del Pil fra il 15% e il 45%. fonte: http://ec.europa.eu/social/ 22 Sindacato Interprofessionale - Pagina a cura di Rogério Sampaio 24 giugno 2010 il Lavoro Construção civil Um único contrato colectivo (CCT) para capatazes é realidade A pós intensas negociações, a Sociedade Suíça de empresários construtores (SSEC), as organizações de quadros, os sindicatos Unia Syna acordaram a 11 de Junho de 2010 um novo Contrato colectivo de trabalho (CCT) só para os capatazes do sector principal da construção civil. A nova Convenção entrará em vigor com efeitos retroactivos a 1 de Junho de 2010. Nos últimos anos, existiam dois contratos colectivos em vigor para os Quadros: Um con- trato colectivo entre SSIC e as organizações de gestão da Suíça e da Associação Suíça dos gestores e outro com os sindicatos Unia e Syna. O novo CCT comum corresponde plenamente ao conteúdo do CCT celebrados com organizações de quadros, em que os dois sindicatos aderiram. O CCT regula as principais condições de trabalho, dos capatazes, na qualidade de quadros desempenham uma função fundamental nos estaleiros de obras. Além dos requisitos de salários mínimos são estabelecidos na presente Convenção, incluindo trabalhos especiais para quadros e as condições de protecção contra o despedimento. A Sociedade Suiça de Empresários Construtores congratula-se com a assinatura da nova Convenção Única, especialmente pelo fato de que a criação de condições de trabalho em um acordo uniforme único reduz a burocracia para os empregadores. Para os trabalhadores organizados, a vantagem é que deixam de existir diferentes sistemas. Esta alteração clarifica a situação dos Capatazes e reforça a defesa jurídica desses trabalhadores. Esta Convenção é aplicável a todos os capatazes membros de sindicatos e organização de quadros. As partes concordaram em negociar novamente este ano sobre possíveis ajustes futuros e a questão declaração de obrigatoriedade geral da Convenção (CCT). Mais informações: Alemão: Zülle Ernst, Responsável da construção civil Mobile 079 276 63 79 ernst.zuelle @ syna.ch Francês: Eric Favre, responsável do CCT para capatazes da zona francesa. Mobile 079 633 42 93 eric.favre @ syna.ch Sector cabeleireiros Novo CCT contrato colectivo de trabalho Melhores condições de trabalho para os trabalhadores Cabeleireiros Os trabalhadores do sector cabeleireiros podem respirar de alívio novamente. O longo tempo sem contrato colectivo terminou há uma semana. A partir de 1 Junho 2010 até o final de 2012, entrou novamente em vigor uma convenção colectiva de trabalho (CCT), que protege contra o dumping salarial. Todos os parceiros contratantes e parceiros dão sector de cabeleireiros estão de acordo com o CCT e com a obrigatoriedade geral (AVE) e que deveria entrar em vigor a partir de 1 Janeiro de 2010. Apesar de grandes esforços para chegar a um consenso, os empregadores apresentaram várias objecções. Assim, a obrigatoriedade geral desejado foi adiada por uns meses. É provável, que alguns patrões tenham beneficiado deste interregno sem contrato para reduzir os salários. Os empregadores criticavam principalmente o salário base de 3.400 francos. Tal critica na perspectiva da Syna não deve ser considerado como obstáculo para a obrigatoriedade geral do CCT. CCT, sem qualquer protecção contra o dumping salarial A ausência de contrato colectivo abre as portas para reduzir a um mínimo as condições de trabalho. Nessas circunstâncias só o empregador é que dita as condições de trabalho. Toda a indústria precisa de um acordo colectivo de trabalho, as regras contra o dumping salarial e a concorrência desleal. Só assim os empregados, especialmente aqueles que são efectivamente desprotegidos nos sectores com baixos salários e condições de trabalho desfavoráveis possam ser protegidos. Com a obrigatoriedade geral deste contrato a protecção é reforçada. Outras melhorias essenciais Com o novo CCT, o primeiro objectivo rumo as boas condições de trabalho no sector de cabeleireiros foi alcançado. Além disso, foi criado um novo escritório, que monitorizará à implementação acima de tudo, do cumprimento e aplicação da CCT. No entanto, deve ser negociado nos próximos anos, novas melhorias substanciais. Entre as reivindicações, há ainda, o 13 º salário, benefícios de férias e uma melhoria dos salários base. Temas sempre presente na lista de reivindicações do sindicato Syna e que continuarão a constar. Mais informações: Alemão Guido Bechtiger, Secretário responsável pelo sector de Cabeleireiros Tel. 044 279 71 09 [email protected] Giornale Aperto 24 giugno 2010 il Lavoro 23 Le Domande dei Lettori Pensionato italiano e dichiarazione dei redditi, cosa fare? Sono un pensionato italiano, ormai da 40 anni domiciliato in Svizzera. Da alcuni mesi ho trasferito il mio domicilio da Lugano a Taverne. A causa del cambiamento di residenza ho ricevuto solamente in questi giorni una busta dall’INPS italiano, recante il vecchio indirizzo, con inseriti una serie di documenti che, mi sembra di avere capito, sono da compilare e spedire. Nella lettera di accompagnamento mi viene richiesto di indicare il reddito della rendita svizzera: cosa devo fare? Franco C., Taverne Carissimo Franco, ti consiglio di presentarti in uno dei nostri uffici, il più vicino a te è a Lamone, con i documenti che hai ricevuto. I nostri incaricati provvederanno a segnalare all’INPS il tuo nuovo indirizzo di residenza e compileranno i formulari che hai ricevuto. In effetti l’INPS ha spedito nei mesi passati a tutti i pensionati una serie di documenti, tra i quali vi sono due formulari che devono essere ritornati: si tratta del modello denominato «RED/EST» ed il modello delle detrazioni fiscali. Per permetterci di compilare i formulari ti invitiamo a portare i certificati delle rendite svizzere (AVS e eventuale secondo pilastro), oltre alla certificazione derivante da eventuali altri redditi percepiti nell’anno 2009, ed il tuo documento d’identità. Se sei coniugato dovrai portare i medesimi documenti reddituali di tua moglie. Hai la possibilità di prenotare un appuntamento per la compilazione telefonando al numero 091 6460701 ed indicando al nostro incaricato la nostra sede più vicina alla tua abitazione. In attesa di poterti incontrare, colgo l’occasione per salutarti cordialmente. Roberto Crugnola Patronato Inas Cisl Frontalierato Svizzera Sedi patronato INAS Cisl: Mendrisio: Presso OCST-Via G. Lanz 25 Tel. 091-6405111; Fax 091-6467452 E mail: [email protected] Chiasso: Presso OCST-Via Bossi 12/D (3° piano) Tel. 091-6825501 Lamone: Presso OCST- Via Cantonale , località Ostarietta, Tel. 091-9660063 Locarno: Presso OCST-Via della Posta, angolo via Lavizzari Tel. 091-7513052; Fax 091-7514928 E mail: [email protected] Bellinzona: Presso OCST- Via Magoria 4 Centro Cervia Tel. 091-8214151 Santa Maria Maggiore: (VB) Sala Mandamentale VITA NOSTRA Felicitazioni • a Lorenzo Saggin, socio segretariato del Luganese, e Antonella, per la nascita di Fabio, al quale auguriamo ogni bene accanto ai fratellini Giada e Mirko. • a Christian Di Bari, socio settore Autorimesse, e a Mariella Agnoli, per la nascita di Francesca, alla quale auguriamo un futuro sereno accanto alla sorella Silvia. • a Giuseppina e Riccardo De Maria, fedele abbonato, per la nascita di Sara, alla quale auguriamo un futuro radioso e ricco di ogni bene. • a Roger Sassi, socio sezione Piastrelle, e Simona, per la nascita di Martino Paride, con tanti auguri di ogni bene. • a Paolo Galbani, socio settore Forestali, e a Deborah Scoglio di Mezzovico, per la nascita di Eloise, alla quale auguriamo un futuro di cose meravigliose. • a Diego Tiraboschi di Noavaggio, socio settore Pittori e a Tatiana, per la nascita di Ian, al quale auguriamo tante cose belle. • alla famiglia di Giorgio Alvarez, socio settore Ospedali, e Sara, allietata dalla nascita di Yael, con tanti auguri di un futuro meraviglioso. • a Monica Felix Longo, socia e delegata sindacale del Casinò Lugano, e al marito Ronnie, per la nascita della secondogenita Aura, alla quale auguriamo ogni bene. • a Maud Toffano, socia settore Chimica, e a Fabrizio Lan- Editore Organizzazione cristiano-sociale ticinese Redazione e amministrazione Responsabile: Benedetta Rigotti In redazione: Maurizia Conti tel. 0919211551 ; fax 0919242471 via Balestra 19, 6900 Lugano [email protected] doni, per la nascita di Enea, con l’augurio di tante cose belle. • alla cara Antonella Sicurello, al marito Donato Colucci, a gli zii, ai cuginetti e ai nonni, specialmente a Salvatore e Dorotea, soci anziani, per la nascita del piccolo Manuel. Condoglianze • ai figli Giovanna e Francesco, al fratello Elvezio e familiari tutti, per la perdita della loro cara congiunta Maria Ghioldi Schweizer di Mendrisio, socia Anziani OCST. • a Luciano e Sergio Vanza, soci Anziani Regione Tre Valli, ai familiari e parenti tutti, per la dipartita del loro caro Vincenzo Vanza. • alla moglie Antonella, al figlio Ivan, ai familiari tutti, per la prematura scomparsa del loro caro congiunto Luigi Pagno di Cerano Intelvi, socio settore Pavimentazioni stradali. • alla moglie Valeria, alle figlie Roberta e Rosalia con Luca, ai nipoti e parenti tutti, per la scomparsa del loro caro congiunto Giuseppe Conselvan, socio Anziani segretariato Luganese. • ai figli Roberto, socio settore Ospedali, Ombretta e Massimiliano, ai nipoti e parenti tutti, per la scomparsa della loro cara congiunta Leda Zolla di Lugano. • a Riccardo e Angelo Cirneco di Cagno, soci segretariato Mendrisio, e familiari tutti, per la morte del fratello Salvatore. Stampa Corriere del Ticino Sa Via Industria, 6933 Muzzano Pubblicità Publilavoro Sagl Via Balestra 19, 6900 Lugano, tel 0919211551 [email protected] Tiratura confermata REMP 40'672 copie • a Michele Pintauro, socio sezione Disoccupati, segretariato Locarno, e familiari tutti, per la morte della cara mamma Giulia Pintauro. • alla moglie Clementina, ai familiari tutti, per la morte di Giovanni Filippi, socio sezione Anziani, segretariato Locarno, scomparso negli scorsi giorni. • a Siegbert Wurst, socio sezione Giardinieri, segretariato Locarno, per la morte della cara mamma Annemarie. • al marito Giuseppe Luzzi, ai figli Cristiano, Nicola e Massimo, soci segretariato Luganese, per la prematura e improvvisa scomparsa della loro cara congiunta Francesca. • al fratello Salvatore, socio sezione Anziani Lugano, alla cognata Carmela, ai nipoti Luigi con Milena e Livio, per la scomparsa della loro cara congiunta Nunziata Burrello. • ai figli Alfredo, socio sezione Pittori, Claudio, Enrico e Sandro, alla moglie Jole, per la scomparsa del loro caro congiunto Giuseppe Curti. • alla moglie Santina, ai figli Zeno, Sara e Margareth, alla nipote Claudia, socia segretariato Lugano, ai parenti tutti, per la scomparsa del loro caro congiunto Carmelo Gilioli. • ai figli Gennaro, socio sez. Trasporti, Gaetano, Pasqualina e Angelina, ai nipoti e parenti tutti, per la scomparsa del loro caro congiunto Ciriaco Magno. Via Balestra 19, 6900 Lugano Consiglio esecutivo - Presidente: Bruno Ongaro - Presidente onorario: Romano Rossi - Vicepresidente: Flavio Ugazzi - Membri: Carla Albertoli, Luigi Mattia Bernasconi, Fausto Leidi, Gianfranco Poli, Roberto Poretti, Enrico Pusterla, Meinrado Robbiani Segretario cantonale e copresidente Meinrado Robbiani Segretario amministrativo Fausto Leidi Vicesegretari cantonali Nando Ceruso, Renato Ricciardi Segretari regionali Lugano Dario Tettamanti Mendrisio Alessandro Mecatti Sopraceneri Paolo Locatelli Tre Valli Giancarlo Nicoli Nei giorni degli incontri della fase finale jackpot per un montepremi totale di CHF 20'000.- Via Stauffacher 1 • CH - 6901 Lugano • Tel + 41 91 973 71 11 • Fax +41 91 973 71 12 • [email protected]