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BILANCIO E RELAZIONI
2012
SOCIETÀ COOPERATIVA
ISCRITTA AL REGISTRO DELLE IMPRESE DI PERUGIA
ISCRITTA ALL’ALBO DELLE SOCIETÀ COOPERATIVE AL N. A160233
ISCRITTA ALL’ALBO DEGLI ENTI CREDITIZI AL N. 5460
CODICE FISCALE 02494190545
CODICE ABI 07075.5
CON SEDE IN FRAZIONE MOIANO DI CITTÀ DELLA PIEVE (PG)
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AVVISO DI CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA DEI SOCI
PUBBLICATO NELLA “GAZZETTA UFFICIALE” PARTE II - N. 38 DEL 30/03/2013
L’Assemblea ordinaria dei Soci è indetta per il giorno 30 aprile 2013, alle ore 15,00, presso la Sede sociale in Città della Pieve
(PG), Via Stradone n.49, Fraz. Moiano, in prima convocazione, e, qualora nel suddetto giorno non si raggiungesse il numero
legale prescritto per la valida costituzione dell’Assemblea, per il giorno
18 maggio 2013, alle ore 16,00
presso la Sede sociale in Città della Pieve (PG), Via Stradone n.49, Fraz. Moiano,
in seconda convocazione, per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:
1. Bilancio al 31 dicembre 2012: deliberazioni inerenti e conseguenti.
2. Reintegrazione del Consiglio di Amministrazione con la nomina di un amministratore.
3. Modifica delle politiche di remunerazione ai sensi dell’art. 30 dello Statuto Sociale. Informativa annuale ai Soci
prevista dalla normativa di vigilanza sull’attuazione delle politiche di remunerazione.
4. Determinazione del compenso per l’amministratore indipendente.
Potranno prendere parte alla discussione e alle votazioni tutti i Soci che, alla data di svolgimento dell'Assemblea, risulteranno
iscritti da almeno novanta giorni nel libro dei Soci.
Nei quindici giorni che precedono l’Assemblea presso la sede e le succursali della Banca è depositata una copia del Bilancio e
delle relazioni previste dagli artt. 2428 e 2429 c.c. e 14 del D.Lgs. 39/2010.
In conformità all’art. 2 del Regolamento Assembleare ed Elettorale approvato in data 22 ottobre 2011 dall’Assemblea dei
Soci, si riporta sul retro della presente un modulo per il conferimento della delega ad un altro Socio persona fisica che non
può riceverne più di tre.
In merito si fa presente che il Presidente Palmiro Giovagnola, i Vicepresidenti Mescolini Luciano e Carmelo Campagna, oltre al
Direttore Generale Stefano Capacci saranno presenti nella sede della Banca e nelle filiali di Ciconia e Terni tutti i giorni dalle
ore 14,30 alle ore 17,00 al fine di procedere all’autenticazione delle deleghe, ai sensi dell’art. 25 dello Statuto Sociale.
L’informativa ai sensi dell’art.2 comma 2 Capo II del Regolamento Assembleare ed Elettorale è disponibile presso le filiali o in
alternativa può essere richiesta tramite e-mail all’indirizzo [email protected] o consultata sul sito www.crediumbria.it.
Il Regolamento Assembleare ed Elettorale approvato in data 22 ottobre 2011 dall’Assemblea dei Soci è liberamente
consultabile dai Soci presso la sede e le filiali della Banca. Ciascun Socio ha diritto di averne una copia gratuita.
Si allega biglietto di ammissione da consegnare alla Segreteria dell’Assemblea per la registrazione.
p. IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
IL PRESIDENTE
Palmiro Giovagnola
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CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
PRESIDENTE
Giovagnola Palmiro
VICE PRESIDENTE VICARIO
Mescolini Luciano
VICE PRESIDENTE
Campagna Carmelo
CONSIGLIERI
Caciotto Michele
Codini Clara
Delfino Giuseppe
Faltoni Giancarlo
Fonti Danilo
Giardini Cristian
Mechelli Gino
Paolucci Antonella
Petrucci Stefano
Ponteggia Ramusio
Sacconi Marica
Verdi Michele
COLLEGIO SINDACALE
PRESIDENTE
Frustini Giampiero
SINDACI EFFETTIVI
Lucciola Marta
Mari Libero Mario
DIRETTORE
Capacci Stefano
COMPAGINE SOCIALE
al 31 dicembre 2012
Soci n. 2.370
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Città della Pieve
Festa del Socio 2012
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LA RELAZIONE SULLA GESTIONE
DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
SUL BILANCIO AL 31/12/2012
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1. Il contesto globale e il credito cooperativo
Signori Soci,
la Relazione, che presentiamo alla Vostra attenzione, viene redatta, ai sensi delle disposizioni vigenti, allo scopo di
illustrare la situazione patrimoniale, finanziaria ed economica della Banca e di descrivere l’andamento della
gestione nel suo complesso e nei comparti in cui la stessa ha operato. Si reputa opportuno esporre in premessa le
linee evolutive delle più importanti variabili d’ambiente, di settore e di mercato, nonché il contesto generale di
riferimento.
1.1 Lo scenario economico
1.1.1 L’economia internazionale
L’anno appena concluso si è, purtroppo, nuovamente caratterizzato per un andamento dell’economia alquanto
debole, con un ristagno dei flussi commerciali, nonostante alcuni primi e timidi miglioramenti registrati nel corso
della seconda parte del 2012.
Dati maggiormente positivi sono giunti da alcune economie di altri Paesi extra-europei, quali la Cina e la Russia, in
cui l’attività è tornata in espansione, mentre più altalenanti sono apparsi gli andamenti del Brasile e dell’India.
Negli Stati Uniti, il PIL nel secondo semestre del 2012 ha segnato una dinamica positiva grazie all’incremento dei
consumi privati, alla crescita del terziario e del manifatturiero, nonché all’accelerazione degli investimenti nel
settore edilizio, che ha contribuito a migliorare i livelli occupazionali. Tuttavia, le incertezze nel lungo periodo non
sono poche per l’elevato debito pubblico, per il grande nodo fiscale e per una disoccupazione ben al di sopra di
quella considerata naturale.
Anche le prospettive di crescita mondiale rimangono in uno stato di assoluta incertezza, sia a causa
dell’evoluzione della crisi nell’area dell’Euro, sia a causa della gestione degli squilibri del bilancio pubblico negli
Stati Uniti. Le stime di crescita del commercio internazionale formulate dai principali previsori per l’anno in corso
sono state riviste al ribasso.
In definita, anche per il 2013 dovrebbe continuare lo stato difficoltà dell’economia mondiale, con molteplici e
diffuse situazioni di debolezza.
1.1.2 L’economia nell’area dell’euro e quella italiana
La zona Euro si è caratterizzata per la flessione del PIL, conducendo l’area in piena recessione a partire dalla
seconda parte del 2012, in virtù dell’evoluzione negativa della domanda interna, della diminuzione degli
investimenti fissi lordi e del progressivo ristagno dei consumi delle famiglie. La produzione industriale ha
registrato una significativa flessione, proseguendo la tendenza in atto da più di un anno. Un dato positivo
proviene dagli scambi con l’estero, che hanno contribuito alla dinamica del prodotto interno.
Il PIL nei 17 Paesi dell’area Euro è sceso dello 0,6%, nel quarto trimestre del 2012. Si tratta del terzo trimestre
consecutivo di flessione, segnando la peggior performance negli ultimi quattro anni di crisi.
In tale contesto di generale difficoltà, l’operato della BCE ha contribuito ad allentare le tensioni sui debiti sovrani
di alcuni Paesi europei ed ha influito in modo determinante, grazie a condizioni monetarie certamente più distese,
sulla fiducia degli investitori nei mercati europei.
Un dato positivo è legato all’inflazione, misurato come tasso di variazione annuo dell’indice dei prezzi al consumo,
che si è ridotta, grazie alla forte decelerazione dei prezzi dei prodotti energetici, portandosi al 2,2%, contro il 2,7%
di inizio anno.
Le previsioni per il 2103, tuttavia, non segnano un’inversione di tendenza, atteso che i consumi non sembrano
migliorare e che la fiducia delle famiglie e delle imprese si dovrebbe ancora attestare su livelli decisamente bassi.
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L’economia della zona Euro sarà, quindi, contraddistinta ancora dalla recessione, almeno nella prima parte del
nuovo anno, con un possibile e graduale recupero nel secondo semestre.
Per l’Italia, il 2012 è stato un anno di recessione. Il prodotto interno lordo italiano ha chiuso l’anno con un calo del
2,2% ed il quarto trimestre ha rilevato il sesto rosso consecutivo congiunturale (trimestre su trimestre
precedente), segnando la recessione più lunga da vent’anni a questa parte.
Pur se nell’ultima parte dell’anno si è registrato un contenimento della flessione del PIL, grazie soprattutto al
contributo offerto dall’incremento della domanda estera, non si prevede un cambiamento di rotta per il 2013.
La produzione industriale ha continuato a contrarsi per tutto l’anno, anche se a ritmi meno intensi nella seconda
metà del 2012, interessando i principali settori industriali; in flessione sono stati anche gli investimenti delle
imprese.
I consumi delle famiglie hanno continuato a ridursi, sia per il minor reddito disponibile, sia per la diffusa
incertezza. Si è, inoltre, ridotta la propensione al risparmio. La ricchezza netta delle famiglie, secondo i dati della
Banca d’Italia, è scesa del 5,8% nei cinque anni della crisi.
Il tasso di disoccupazione ha raggiunto livelli particolarmente preoccupanti (11,1%), con un aumento dell’1,8%
rispetto al 2011 e con punte del 37% fra la popolazione compresa tra i 16 e 24 anni.
Negli ultimi mesi del 2012 l’inflazione al consumo è scesa, collocandosi al 2,3%, ed anche i prezzi alla produzione
hanno manifestato un rallentamento.
1.1.3 L’economia umbra
Per l’Umbria, il 2012 è stato un anno ancora pesante, che ha riaffermato la fase recessiva che aveva già
caratterizzato il precedente anno. La contrazione del PIL regionale è stata del 2,7%, con una maggiore incidenza
nel ternano, in cui la flessione è stata del 2,8%.
Il contesto di stagnazione e di recessione che ha investito pesantemente l’Umbria, negli ultimi anni, non sembra
modificarsi, almeno nel breve periodo, e la nostra Regione sta pagando un prezzo superiore al resto d’Italia nei
comparti del commercio, del turismo e, in modo forse ancora più rilevante, nel comparto dell’industria in senso
stretto.
Il sistema delle imprese regionali è stato tenuto in piedi dalle aziende di dimensioni più grandi, che si sono
caratterizzate per un’organizzazione migliore, per una capacità di innovazione e di risposta alle sfide della
globalizzazione e per un maggior orientamento all’export. Le imprese più piccole, che sono la maggior parte, più
orientate al soddisfacimento della domanda interna, hanno invece pagato, soprattutto in questa seconda fase di
crisi, un prezzo molto caro conseguente alla considerevole riduzione dei consumi.
Particolarmente significative le difficoltà di settori specifici, quali l’edilizia e il suo indotto; un settore che ha un
peso rilevante nel sistema economico regionale e che probabilmente dovrà essere riconsiderato alla luce della
nuova situazione economica, sia riguardo alla domanda “privata” che a quella delle pubbliche amministrazioni.
L’attività nell’edilizia privata è stata condizionata dagli scarsi investimenti produttivi delle imprese e dalla
debolezza del reddito disponibile delle famiglie; sulla base dei dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare, nel
primo semestre del 2012, le compravendite di immobili ad uso residenziale sono diminuite del 21,7% rispetto al
corrispondente periodo del 2011 e le quotazioni si sono ridotte dello 0,6%.
Anche il turismo resta molto esposto alle dinamiche della crisi e, pur in presenza di una sostanziale tenuta dei
flussi turistici, non è sembrato riuscire a trainare in maniera sufficientemente decisa l’economia regionale. Un
leggero progresso si è osservato nella quota di presenze in alberghi, che è il segmento turistico a maggiore
impatto sulla economia regionale, e in generale per le imprese di “gamma più alta”.
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L’Umbria, soprattutto in alcune aree, ha beneficiato, ancor più in questa fase di difficoltà, del ruolo del settore
pubblico che ha in qualche modo assicurato la tenuta di posti di lavoro, delle retribuzioni, dei livelli di spesa e,
anche se in misura progressivamente ridotta, degli investimenti sul territorio.
Circa l’andamento dell’imprenditorialità regionale, secondo i dati di Unioncamere Umbria, il numero complessivo
delle imprese registrate al 31 dicembre 2012 è stato di 96.138 unità, in sostanziale conferma del dato del 2011; le
imprese “attive” sono oltre 83.000, con una flessione dello 0,60% rispetto allo scorso anno. Le imprese in “crisi”
sono state oltre 6.000, con un aumento di quelle poste in scioglimento o in liquidazione (+4,8% rispetto al 2011).
Molto forte è la diminuzione delle imprese individuali: il saldo netto generale tra iscrizioni e cessazioni rimane
negativo per 120 unità. Le società di capitali sono risultate pari al 15,2% di quelle “attive” e al 19,4% di quelle
registrate nella Regione. Il dato, che in termini assoluti rileva un incremento di oltre il 37% rispetto al 2011, è
ancora insoddisfacente e decisamente inferiore alle media italiana (29,2% delle imprese registrate).
Il commercio e, anche se distanziata, l’agricoltura sono i principali comparti dell’economia umbra in termini di
numerosità delle aziende con, rispettivamente, il 25% ed il 21% delle imprese attive. Significativa è l’incidenza del
numero delle imprese del comparto delle costruzioni, con circa il 15% delle imprese attive.
Il 2012 è stato un anno nero anche per l’occupazione. Il mercato del lavoro è in condizioni peggiori rispetto alle
altre regioni del centronord. La disoccupazione, nel terzo trimestre 2012, è arrivata all’8,8%, contro il 5,4% del
2011. Oltre a ciò sono profondamente cambiate le forme contrattuali offerte dalle aziende, con una sempre
maggiore incidenza delle forme più elastiche e meno garantite di occupazione.
I dati hanno mostrato una rilevante diminuzione del potere di acquisto delle famiglie, con una flessione
significativa del reddito pro-capite. Il tutto si è riflesso sui consumi, la cui contrazione nell’ultima parte del 2012
ha determinato un calo delle vendite al dettaglio di oltre 8 punti percentuali, colpendo con decisione anche i
prodotti alimentari.
L’unico dato in controtendenza è rappresentato dalle esportazioni che, pur presentando al termine del 2012 un
peso percentuale inferiore alla media italiana, sono cresciute lungo tutto l’anno appena trascorso. L’export
regionale ha beneficiato del buon andamento dei metalli e prodotti in metallo, le cui vendite sono aumentate di
oltre il 20% su base annua.
Per l’Umbria si prevede, per il prossimo anno, una prosecuzione della caduta dei livelli di attività produttiva in
linea, comunque, con la media nazionale, legata soprattutto al rallentamento della spesa delle famiglie e
all’ulteriore freno agli investimenti. In definitiva, le difficoltà per una ripresa dell’economia umbra sembrano
destinate a prolungarsi, almeno nella prima metà del 2013. Nel complesso ci si aspetta un calo complessivo del PIL
di circa un punto percentuale, mentre la spesa per consumi delle famiglie dovrebbe ridursi dello 0,5% e gli
investimenti del 4%.
1.2 Lo scenario finanziario
Le condizioni dei mercati finanziari hanno continuato a migliorare anche nella parte finale del 2012, a seguito
delle misure dell’Eurosistema, dei nuovi accordi in ambito europeo, nonché degli sviluppi internazionali. Le
quotazioni azionarie hanno segnato un aumento, i premi per il rischio sovrano dei Paesi dell’area dell’Euro,
maggiormente esposti alle tensioni, si sono ridotti, la volatilità attesa è calata sia nel comparto azionario che in
quello obbligazionario. I rischi rimangono tuttavia significativi, legati alle prospettive della congiuntura globale e al
processo di correzione degli squilibri in ambito europeo.
1.2.1 L’andamento dell’area Euro e quello delle altre aree
Il Consiglio direttivo della BCE ha ridotto i tassi ufficiali a luglio 2012, portando il tasso di interesse per i depositi
presso la banca centrale all’0,0%, il tasso di interesse per le operazioni di rifinanziamento principali allo 0,75% e il
tasso di interesse per le operazioni di rifinanziamento marginale all’1,5%. Nel mese di settembre la BCE ha,
inoltre, annunciato la conclusione del programma SMP, ovvero l’acquisto sul secondario di titoli di Stato in vigore
dal maggio 2010, e l’avvio del programma OMT (Outright Monetary Transactions) relativo all’acquisto di titoli sul
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mercato secondario. Le aspettative al ribasso dei tassi hanno spinto l’Euribor ai minimi storici, con quello a tre
mesi che a fine 2012 aveva raggiunto il valore di 0,187.
Al di fuori dell’area Euro, la Federal Reserve, sulla base di prospettive negative del mercato del lavoro, ha
rafforzato l’orientamento già accomodante della politica monetaria. In particolare, è stato mantenuto invariato,
entro un intervallo fra 0% e 0,25%, l’obiettivo per il tasso ufficiale sui Federal Funds, specificando che saranno
giustificati valori eccezionalmente bassi dello stesso, almeno fino a quando la disoccupazione si manterrà al di
sopra del 6,5% e l’inflazione, a uno e due anni, sarà prevista superiore al 2,5%.
La Banca di Inghilterra, nel corso del 2012, ha lasciato invariati i tassi d’interesse (attualmente allo 0,50%),
confermando anche il piano di acquisto dei bond.
A luglio 2012, la Banca Popolare della Cina, autorità monetaria del paese, ha deciso per la prima volta dal 2008 di
ridurre il corridoio di riferimento dei tassi, abbassando di 31 punti base il tasso di riferimento sui prestiti, sceso al
6%, e di 25 punti base il tasso sui depositi, sceso al 3%.
1.2.2 Il sistema bancario in Italia
La situazione del sistema bancario nel corso 2012 ha registrato alcuni timidi miglioramenti rispetto agli andamenti
del precedente esercizio: l’offerta del credito ha potuto beneficiare della graduale rimozione dei vincoli di
liquidità, pur restando frenata dall’elevato rischio percepito dagli intermediari; la raccolta al dettaglio è
leggermente incrementata; la liquidità di molti istituti è aumentata; la qualità patrimoniale dei principali gruppi
bancari è migliorata. Si mantengono, tuttavia, alti i livelli di rischio, con una crescita significativa dei crediti
deteriorati.
Nello specifico, gli impieghi – a causa del perdurare della crisi - hanno risentito della debolezza della domanda da
parte delle imprese e delle famiglie e, anche, della percepita difficoltà di accesso al credito. Secondo le rilevazioni
di Banca di Italia, è proseguito il calo dei prestiti alle famiglie e, in misura maggiore, alle imprese.
Per queste ultime è incrementato il costo medio dei nuovi prestiti che, dopo una flessione della prima parte
dell’anno, si è attestato al 3,6%, a seguito del peggioramento della qualità del credito, riguardando in modo
particolare i finanziamenti di ammontare superiore ad un milione di euro. A novembre 2012, il divario tra il costo
medio dei finanziamenti alle imprese italiane e a quelle tedesche è stato pari a 1,4 punti percentuali. Il costo del
credito alle famiglie ha invece continuato a ridursi: il tasso medio sui nuovi prestiti per l’acquisto di abitazioni è
tornato in deciso calo, a 3,69%, così come in diminuzione è il Taeg sul credito al consumo.
Il deterioramento della qualità del credito ha rappresentato il fenomeno più preoccupante. In effetti, nel 2012 il
tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti alle imprese ha raggiunto il 3,3% e dovrebbe toccare un picco a metà
del 2013, per poi iniziare a diminuire. La quota dei prestiti alle imprese in temporanea difficoltà (esposizioni
incagliate e ristrutturate) sul totale dei finanziamenti al settore è cresciuta di 4 decimi di punto, raggiungendo il
7,9% ad ottobre 2012.
Dal lato della raccolta, i depositi bancari hanno segnato un’accelerazione a fine 2012, grazie al continuo aumento
dei depositi da clientela domestica, che hanno registrato un aumento nel mese di dicembre, con una crescita
media annua del 3,2%, nonché alla significativa attenuazione del calo dei conti correnti. Questi ultimi hanno
mostrato un notevole miglioramento, benché ancora in lieve contrazione; il tasso di variazione è rimasto poco
sotto lo zero (-0,5%), che rappresenta il dato migliore dopo due anni contraddistinti dai pesanti riduzioni.
Il tasso medio sui nuovi depositi a tempo delle famiglie ha confermato la discesa, che prosegue dalla seconda
parte dell’anno (a 2,7%). Per i conti correnti, si è registrata una modesta riduzione dei tassi corrisposti alle società
non finanziarie; mentre il tasso applicato alle famiglie si è mostrato di fatto stabile. Il rendimento delle nuove
emissioni obbligazionarie è sceso di circa un punto percentuale sia per i titoli a tasso fisso (3,3%) sia per quelli a
tasso variabile (3,1%).
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Per quanto concerne gli aspetti reddituali, le informazioni sull’andamento di conto economico del sistema
creditizio a settembre 2012 indicano una crescita del 2,5% del margine di interesse e del 6,9% del margine di
intermediazione; quest’ultimo indicatore ha potuto giovarsi in massima parte dell’incremento dei proventi
derivanti dall’attività di negoziazione, conseguiti prevalentemente nel primo trimestre. Il risultato di gestione è
cresciuto del 21,8%, anche grazie alla flessione dei costi operativi.
Dalle relazioni trimestrali consolidate dei cinque maggiori gruppi bancari italiani emerge, con riferimento ai primi
nove mesi dell’anno, che: I) il rendimento del capitale e delle riserve (Return on Equity), espresso su base annua e
valutato al netto delle poste straordinarie connesse con le svalutazioni degli avviamenti, è aumentato di circa un
punto percentuale rispetto allo stesso periodo del 2011; II) il risultato di gestione è cresciuto del 7,7%, anche
grazie alla riduzione dei costi operativi; III) le rettifiche di valore su crediti sono cresciute del 26%.
Il rafforzamento patrimoniale, iniziato nella prima parte dell’anno, è continuato anche nel terzo trimestre del
2012 e alla fine di settembre i coefficienti relativi al patrimonio di base (tier 1 ratio) e al complesso delle risorse
patrimoniali (total capital ratio) si sono attestati, rispettivamente, all’11,5% e al 14,3%.
1.2.3 L’andamento e il ruolo delle Banche di credito cooperativo
1.2.3.1 L’andamento del sistema BCC-CR
Nell’attuale situazione di perdurante difficoltà, che ha determinato sia una riduzione della domanda di credito sia
una contrazione nell’erogazione di nuovo credito, il sistema delle BCC-CR è riuscito, non senza ostacoli, a
consolidare la propria posizione sul mercato dell’intermediazione tradizionale, conservando un tasso di variazione
delle masse intermediate superiore alla media del sistema bancario.
Il quadro complessivo del sistema BCC-CR può essere così sinteticamente rappresentato (dati riferiti a settembre
2012): n. 398 istituti presenti nel nostro Paese; n. 4.442 sportelli (il 13,3% del totale); 1 milione e 124 mila soci;
oltre 37 mila dipendenti; provvista complessiva (raccolta da banche e da clientela, obbligazioni) di 180,5 miliardi
di euro; impieghi economici (comprensivi dei finanziamenti erogati dalle banche di secondo livello del sistema)
per 151 miliardi di euro; patrimonio (capitale e riserve) pari a 19,7 miliardi di euro.
Nel corso del 2012, il sistema BCC-CR si è ulteriormente affermato, con un ampliamento della copertura
territoriale, conservando un profilo coerente alla propria connotazione di essere vicino alle esigenze delle
imprese, soprattutto piccole, e delle famiglie. In un anno (settembre 2011-settembre 2012) si è registrato un
incremento degli sportelli, in termini assoluti, di 31 unità, con un aumento percentuale dello 0,7%, a fronte di una
diminuzione dell’1% del sistema bancario, raggiungendo la quota di 4.442 sportelli, pari al 13,3% del sistema
bancario, e garantendo la presenza in 2.718 comuni (in 551 comuni in qualità di unica banca) e in 101 province. I
dipendenti (compresi anche quelli delle società del sistema) hanno superato le 37.000 unità e il numero totale dei
soci è salito a 1.124.833, con un incremento del 3,7% su base annua.
L’attività del sistema BCC-CR, sia dal lato della raccolta che da quello degli impieghi, ha registrato una sostanziale
tenuta, nonostante il quadro congiunturale particolarmente negativo, in controtendenza rispetto al sistema
bancario complessivo.
Per quanto concerne gli impieghi lordi alla clientela, inclusi i finanziamenti erogati alle banche di secondo livello,
questi si sono attestati (dati riferiti a settembre 2012) a 151 miliardi di euro, con una quota di mercato pari al 7,6%
in leggerissima flessione rispetto al 2012 (quota di mercato pari al 7,7%). Negli ultimi mesi dell’anno gli impieghi
hanno evidenziato una variazione positiva, per cui si stima un incremento degli stessi, che potrebbero superare i
152 miliardi di euro, ampliando la quota di mercato del sistema BCC-CR al 7,8%. Da un punto di vista tecnico, la
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forma principale è rappresentata dai mutui, pari al 65% degli impieghi alla clientela (rispetto al 53% del sistema
bancario), per un valore complessivo di 91 miliardi di euro e una quota di mercato dell’8,9%. Dall’analisi di
destinazione del credito è risultato che i finanziamenti erogati dal sistema BCC-CR si sono rivolti, in modo
prevalente, alle famiglie produttrici (12% del totale degli impieghi) e consumatrici (31% del totale degli impieghi),
con quote percentuali decisamente superiori alle medie del sistema bancario (rispettivamente del 5% e del 26%).
Per quanto concerne il credito alle imprese, i dati confermano la concentrazione nel comparto “costruzioni e
attività immobiliari”, superiore alla media del sistema bancario, ed evidenziano una significativa incidenza dei
finanziamenti all’agricoltura.
A fronte di questa importante funzione sul piano dell’erogazione dei finanziamenti, va segnalato un
peggioramento della qualità del credito, tanto che le partite deteriorate (dati a settembre 2012) sono salite al 14%
del totale degli impieghi lordi, rispetto all’11,6% della media del sistema bancario. Le sofferenze sono cresciute a
ritmi decisamente elevati, superiori a quelli registrati dagli impieghi, che hanno condotto il rapporto
sofferenze/impieghi al 6% contro il 5,2% dell’anno precedente. Nell’anno sono, anche, cresciuti gli incagli e gli altri
crediti deteriorati: le partite incagliate hanno registrato una crescita superiore al 20%; i crediti ristrutturati sono
aumentati del 18% su base annua; i crediti scaduti del 63% su base annua (quest’ultima percentuale è in parte
influenzata dalla classificazione delle esposizioni scadute che da gennaio 2012 includono anche quelle tra 90 e 180
giorni).
Da segnalare, comunque, la tendenza del sistema BCC-CR a richiedere adeguate garanzie, che risultano in grado di
coprire un’ampia porzione del portafoglio degli impieghi, pari all’80% delle esposizioni creditizie (contro il 56% del
sistema bancario).
L’anno 2012 si è contraddistinto per un andamento differenziato della raccolta: un primo semestre caratterizzato
da un acuirsi della difficoltà a reperire raccolta da clientela privata, in parte compensata da una maggiore raccolta
interbancaria; un secondo semestre, in cui si è evidenziata una certa ripresa, soprattutto dei depositi con durata
prestabilita e dei certificati di deposito, in virtù di un rendimento relativamente più significativo.
La provvista complessiva (raccolta da clientela, obbligazioni e raccolta interbancaria), che a fine anno dovrebbe
superare i 180 miliardi di euro, risulta composta per circa l’85% da raccolta da clientela e obbligazioni e per il
restante da raccolta interbancaria.
Il patrimonio delle BCC-CR (ovvero l’aggregato “capitale e riserve”) si è confermato sostanzialmente sui valori
registrati nel precedente anno, con un dato complessivo vicino ai 20 miliardi di euro. A settembre 2012 il tier 1
ratio e il total capital ratio, pur se in leggera diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2011, sono risultati pari,
rispettivamente, al 13,9% ed al 14,9%; valori che mostrano una adeguatezza patrimoniale del sistema BCC-CR,
soprattutto se confrontati con quanto registrato, nello stesso periodo, dai primi cinque gruppi bancari (tier 1 ratio
dell’11,5% e total capital ratio del 14,3%).
Sotto il profilo reddituale, il sistema delle BCC-CR ha visto aumentare (dati a settembre 2012) sia il margine di
interesse, incrementato del 7,6% su base annua, sia, soprattutto, il margine di intermediazione, cresciuto del
15,2% su base annua, in virtù dei ricavi netti da servizi. Modesta è stata, invece, la crescita dei costi operativi,
mentre è risultata in flessione, pur se leggera, la spesa per il personale. Sulla base di questi dati e del trend
registrato nel primo semestre, l’utile netto dovrebbe superare i 400 milioni di euro, in aumento rispetto al
precedente esercizio. Tuttavia, occorre ricordare come tale risultato sia stato “influenzato” dalla partecipazione
all’operazione di rifinanziamento straordinario LTRO, che rappresenta un evento “straordinario” a termine.
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1.2.3.2 Il ruolo del sistema BCC-CR
Nell’ultimo triennio, il sistema delle BCC-CR ha, sicuramente, svolto un ruolo fondamentale, vicino ai propri soci,
clienti e comunità locali, con una rinnovata capacità di protagonismo, sia nella relazione con gli interlocutori
nazionali (le Istituzioni, le Authorities, le Associazioni di categoria…), sia sulla scena europea.
Il sistema BCC-CR ha profuso il suo impegno al fine di rafforzare le azioni di rappresentanza e tutela, in modo che
la legislazione e la regolamentazione finanziaria tengano in debita considerazione le specificità e dimensioni delle
banche di credito cooperativo. Il risultato di tale efficace azione è rappresentato dai numerosi emendamenti che
sono stati recepiti nelle bozze di regolamenti e direttive aventi ad oggetto Basilea3, MiFID, MAD, Direttiva schemi
di garanzia dei depositi (DGS), Banking union, Bank Recovery and Resolution (BRR).
In questo stesso periodo il sistema BCC-CR si è mostrato particolarmente attivo su molti fronti: sono stati portati a
termine la riforma dello Statuto-tipo e il processo di autovalutazione richiesto dalla Banca di Italia; è ancora in
fase di completamento l’azione per rendere più efficaci le leve di prevenzione delle situazioni di crisi, con
l’elaborazione di importanti strumenti normativi, che sono già disponibili negli Statuti delle Federazioni Locali, dei
Fondi e di Federcasse; è stata acquisita la certificazione “QAR - Quality Assurance Review”, da parte di un ente
terzo indipendente, del sistema di internal audit del Credito Cooperativo nelle sue diverse componenti (Banche di
Credito Cooperativo e Casse Rurali e Banche di secondo livello), che aggiunge un nuovo elemento di garanzia e
trasparenza a vantaggio dei nostri soci e clienti; è stato sottoscritto l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo
nazionale di lavoro a favore degli oltre 37 mila collaboratori delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali,
Casse Raiffeisen, Enti e Società del sistema BCC, dopo oltre un anno di trattative.
Grande è stato l’impegno dimostrato in molteplici iniziative pubbliche e private, quali la stipula di convenzioni per
affrontare in modo più organizzato la situazione di crisi e gli aiuti alle popolazioni colpite da eventi naturali
catastrofici.
In merito alla prima categoria di iniziative, la nostra Banca ha intensificato i rapporti con la finanziaria regionale
(Gepafin SpA), siglando alcune convenzioni inerenti al “prestito sociale d’onore” a favore dei soggetti disagiati, al
mutuo “prima casa”, con condizioni economiche particolarmente vantaggiose, o all’anticipo di mensilità di
stipendio ai dipendenti di aziende in difficoltà o in gravi crisi. La Banca ha, inoltre, coinvolto i Confidi locali in
alcune iniziative a favore delle aziende territoriali, già sul mercato o in fase di start up.
Per quanto riguarda l’evento catastrofico dell’alluvione che ha interessato la zona dell’orvietano nel novembre
2012, la Banca, con una tempestiva azione, ha messo a disposizione, sia per le imprese che per le famiglie
residenti nelle zone alluvionate, finanziamenti a tassi agevolati finalizzati al ripristino delle attività, nonché ha
offerto la possibilità di procedere alla sospensione e/o alla ristrutturazione dei finanziamenti in essere. La Banca
ha poi deliberato, nei primi mesi del 2013, un intervento finanziario più strutturato stanziando un plafond di 4
milioni di euro a favore delle imprese danneggiate.
Il sistema BCC-CR, proprio nei momenti più difficili e complessi, è riuscita a mostrare tutto il suo essere
positivamente “diverso”, finanziando l’economia reale, non la speculazione, sostenendo e promuovendo
l’imprenditorialità, affiancandosi come partner alle micro e piccole imprese, alle famiglie, ai diversi interlocutori
della società civile. Il sistema BCC-CR, consapevole di pagare un prezzo comunque alto misurato in termini di
volume dei crediti inesigibili, di riduzione della redditività e della “nuova” provvista, ha preferito conservare la
propria identità d’impresa, gestendo con le proprie risorse il rischio d’impresa all’interno, senza venderlo al
mercato e senza esternalizzarlo.
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17
Un riconoscimento di questo modo di agire è venuto dall’ONU, che ha proclamato il 2012 anno internazionale
delle cooperative, con lo slogan: “Le cooperative costruiscono un mondo migliore”, in qualità di correttore ed
integratore della concorrenza e dell’auto-interesse.
La cooperazione non ha limiti territoriali come dimostrano le iniziative internazionali, di cui il sistema BCC-CR è
partner: il progetto Microfinanza Campesina in Ecuador, attivo da 10 anni, che ha visto ad oggi circa 220 BCC-CR
mettere a disposizione risorse finanziarie a beneficio di oltre 150 mila famiglie di campesinos; il Progetto
Argentina, che nasce con l’obiettivo di ridare vita alla formula della cooperazione di credito nel Paese attraverso
la costituzione di una rete di “Casse di Credito Cooperative”, scomparse negli anni ’70 del secolo scorso; il
progetto Sistemi e strumenti di finanziamento dell’agricoltura in Togo, volto a contribuire allo sviluppo rurale e
all’autosufficienza alimentare del Paese.
Anche il prossimo triennio, che si preannuncia come un periodo di straordinaria trasformazione del quadro
strutturale europeo e mondiale, vedrà il sistema BCC-CR particolarmente impegnato per affrontare con maggiore
efficacia la concorrenza sul mercato della raccolta, per fronteggiare la debolezza della domanda di credito, per
contenere il quasi inevitabile aumento del rischio di credito. Necessita rivedere e qualificare il modello di
intermediazione, che significa: valorizzare la capacità di raccogliere e gestire l’informazione e la flessibilità
organizzativa; ripensare le linee di business; focalizzarsi su nuove esigenze e bisogni sottovalutati; dotarsi di
strumenti per individuare le aziende competitive; intercettare i nuovi bisogni delle famiglie; individuare le
opportunità offerte dalla riqualificazione dei vecchi canali distributivi e dalla valorizzazione dei nuovi canali; fare
più rete per risparmiare costi e per realizzare una più razionale e produttiva gestione delle risorse finanziarie e
della liquidità.
L’anno 2013 propone sfide importanti. Occorre continuare a risanare, senza far mancare il supporto all’economia.
Ma ciò che è più importante è che deve continuare il processo di innovazione normativa, ispirato a concreti criteri
di proporzionalità. In tal senso sembra andare l’accordo siglato il 13 dicembre scorso dal Consiglio dei Ministri
delle Finanze dell’Unione, in base al quale la BCE avrà il potere di monitorare tutte le banche della zona euro che
hanno asset pari ad almeno 30 miliardi di euro o che rappresentano il 20% del PIL del Paese, mentre le banche
sotto questa soglia resteranno sotto la vigilanza delle autorità nazionali. Si tratta di un riconoscimento della logica
di sussidiarietà fortemente sostenuta e rappresentata sia nel Parlamento e con il Governo italiani, sia presso le tre
principali Istituzioni dell’Unione Europea. Grande soddisfazione è stata espressa dal sistema BCC-CR per l’accordo
raggiunto a gennaio 2013 dal Comitato di Basilea sulla regola di breve termine in materia di rischio di liquidità,
previsto dal nuovo framework di Basilea 3 (LCR), che sancisce la graduale introduzione del requisito, a regime solo
da gennaio 2019, dopo un periodo di progressivo “avvicinamento” dal 2015. Il differimento consentirà alle banche
BCC-CR di proseguire nella propria azione anticiclica continuando, in un periodo tuttora molto critico e incerto, ad
affiancare le famiglie e le micro, piccole e medie imprese nelle loro sempre più acute esigenze.
1.2.4 Criteri seguiti nella gestione per il conseguimento dello scopo statutario
della società cooperativa ai sensi dell’art. 2 della legge n. 59/92 e dell’art.
2545 del codice civile
Prima di illustrare l’andamento della gestione aziendale, vengono indicati, ai sensi dell’art. 2545 c.c. “i criteri
seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo mutualistico”, ripresi anche dall’art.2 della Legge
n.59/92.
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Allo scopo di dare concreta attuazione a tali previsioni normative, fattore distintivo che identifica l’operato della
nostra Banca, teso a rendere la relazione con i Soci e con il territorio sempre più incisiva, il Consiglio di
Amministrazione ha operato con l’obiettivo di promuovere il benessere, di educare alla responsabilità ed alla
solidarietà, per costruire una coesione e uno sviluppo sostenibile.
Con riferimento all’impegno mutualistico nel territorio, sono state attuate attività volte a contribuire, in un’ottica
di sussidiarietà, allo sviluppo delle comunità locali, promuovendone la crescita responsabile e sostenibile, nonché
dedicando aiuti finanziari a strutture e organizzazioni “no profit” locali, associazioni sportive varie, parrocchie e
istituti religiosi, scuole, associazioni culturali e comuni.
Le azioni più significative hanno riguardato diverse direttrici:
a) la collaborazione per la valorizzazione e il sostegno del territorio attraverso la sponsorizzazione di:
- XV Anniversario dalla Costituzione del C.S.A. Centro Sociale Anziani di Castiglione del Lago;
- Convegno “Job Day”, promosso dalla Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Perugia;
- Progetto “Formazione Scuola di Cinema”, attività dell’Associazione Umbriafilmovie per la promozione della
Regione Umbria con l’attuazione sul territorio di produzioni cinematografiche e televisive;
- 39^ edizione Mostra Agricola e Artigianale di Pozzuolo;
- 25^ Rassegna Internazionale del Folklore a Castiglione del Lago, Gruppo Folkloristico “Agilla e Trasimeno”;
- Festa-mercato Pomi & Galline organizzata a Porano;
- Palio delle Barche a Passignano sul Trasimeno, organizzato dall’omonimo Ente Palio;
- 13^ edizione di “Mille & Una Umbria”, manifestazione per la promozione dell’Agriturismo Umbro organizzata
dal Comune di Paciano;
- “Intorno al Trasimeno”, opuscolo di promozione territoriale redatto dal Servizio Turistico Territoriale del
Trasimeno;
- 46^ Infiorata di San Luigi Gonzaga, organizzata a Città della Pieve dal Terziere Casalino;
- Manifestazione “Quadri Viventi” a Città della Pieve, organizzata dal Terziere Borgo Dentro;
- Presepe Monumentale realizzato presso Palazzo Corgna a Città della Pieve dal Terziere Castello;
- Palio dei Terzieri edizione 2012, promosso dal Comune di Città della Pieve;
- 46° edizione della “Festa del Tulipano”, organizzata dalla Pro Loco di Castiglione del Lago;
- “Meeting di Primavera” edizione 2012, organizzato da Aero Club Trasimeno;
- Manifestazione “Estate Pacianese” promossa dall’Associazione Turistica Pro-Loco Paciano;
- II Meeting “Open Opportunity” organizzato dalla Osmosit S.r.l. di Perugia;
- “Ficulle in Rock - Festival 2012”, manifestazione promossa dalla Pro-Loco di Ficulle;
- Manifestazione “Umbria Folk Festival 2012”;
- “Rock For Life” organizzata dalla Pro-Loco di Ponticelli;
- Spettacolo Teatrale “Bianco Rosso Nero” a cura dell’Accademia degli Avvaloranti di Città della Pieve;
b) i contributi finalizzati alla dotazione di attrezzature varie e al miglioramento dell’arredo urbano, tra cui si
ricordano i sostegni offerti a:
- Comune di Città della Pieve, per l’acquisto di giochi per l’asilo nido comunale;
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- Tennis Club di Tavernelle, per l’acquisto di un defibrillatore;
- Direzione Didattica Aldo Moro – Terni, per l’acquisto di una lavagna interattiva;
- Associazione Laboratorio Terrarte di Città della Pieve, per l’acquisto di un forno per la cottura della ceramica;
- Scuola materna Parrocchiale di Pozzuolo, per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico;
- Ente Palio dei Terzieri di Città della Pieve, per l’acquisto della giostra;
- Fondazione Gostino Onlus di Castiglione del Lago, per la realizzazione di un mulino per la produzione dell’olio
e di un locale per la macellazione;
c) gli interventi orientati al settore della cultura, tra i quali si segnala il sostegno alla pubblicazione di:
- “Il Castello si racconta”, realizzato dal Terziere Il Castello di Città della Pieve;
- “Una Chiesa come identità e memoria”, promosso a cura del Circolo Culturale il Teatro di Ficulle;
- “Tutela ambientale del Lago Trasimeno”, realizzato da Arpa Umbria;
- “Guida al turismo enogastronomico in Umbria”, edito a cura dell’Associazione Regionale Strade del vino e
dell’olio;
- “L’Umbria in cammino”, Edizioni Thyrus;
- “Lo Statuto della Comunità di Fontignano del 1552”, edito da Effe Fabrizio Editore;
- “Santuari d’Italia – Umbria”, Repertorio di santuari cristiani esistenti in Umbria, De Luca Editori d’Arte;
- “Panicale in Bianco e Nero”, promosso dalla Fondazione Culturale Luciano Boccardini;
d) le contribuzioni per interventi di recupero e restauro, tra i quali si ricordano:
- il restauro del dipinto “Decollazione del Battista” nella Parrocchia S.S. Gervasio e Protasio di Città della Pieve;
- i lavori di manutenzione e ristrutturazione delle Chiese di Ficulle;
- il restauro della tomba etrusca “Paradiso”, sita tra Vaiano e Gioiella, a cura del Fondo Ambiente Italiano;
e) le contribuzioni per attività culturali, quali:
- la manifestazione “Trasimeno Blues 2012”, promossa in collaborazione con la Comunità Montana –
Associazione dei Comuni “Trasimeno-Medio Tevere”;
- il ciclo di conferenze “Tre personaggi di un territorio”, dell'Accademia Masoliniana di Panicale nei Comuni di
Panicale, Piegaro e Passignano;
- il concerto “Christmas Songs 2012”, organizzato dall’Associazione Culturale REELJAZZ a Castiglione del Lago;
- il concerto organizzato dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme ad Orvieto, in occasione
della ricorrenza della festività del Corpus Domini;
- la manifestazione “Natale in Armonia – Presepe Vivente”, promossa dal Comune di Ficulle;
- la XXII edizione della rassegna teatrale “A Piazzetta” del Circolo Culturale “Il Teatro” di Ficulle;
- le manifestazioni ed eventi organizzati dal Centro New Art School, Associazione Acquarius di Orvieto;
- la XVI edizione del Festival Nazionale di Teatro Amatoriale Premio “Stella d’Oro”, promossa del Comune di
Allerona in collaborazione con l’Associazione Pro Loco di Allerona;
- il XV Festival Internazionale Giovani Concertisti di Castel Rigone;
- la stagione teatrale del Teatro Mancinelli di Orvieto;
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- i concerti di Pasqua a Terni a cura dell’Associazione “Omaggio all’Umbria”;
- la mostra fotografica “Luoghi di confine” a Città della Pieve, a cura di Bartoccioni Vania e Margaritelli
Nazzareno;
- la rassegna di musica ed arte a Città della Pieve “I am art festival” promossa dall’Associazione Culturale
Bellatrix;
- il congresso ad Orvieto della Federazione Italiana Donne Arti Professioni;
- la mostra didattica multimediale sugli affreschi del Signorelli ad Orvieto, “Mostra Mirabilia”;
- l’iniziativa “Roccacinema 2012” – Rassegna cinematografica all’aperto presso l’anfiteatro della Rocca
Medievale a Castiglione del Lago.
Un costante impegno è stato indirizzato alla sovvenzione di numerose associazioni sportive di volley, calcio, rugby
ed altro ancora.
La Banca, in considerazione dell’elevata valenza sociale delle attività svolte, ha offerto il suo sostegno a soggetti
pubblici e privati che si occupano di aiuto alle fasce più deboli della popolazione: bambini, anziani e soggetti
diversamente abili. Gli interventi di sostegno più significativi hanno interessato:
- la VII edizione di “Città della Pieve: Città del Mondo”, manifestazione volta all’integrazione sociale dei paesi
migranti presenti nella comunità pievese;
- il Comune di Città della Pieve per un progetto di inserimento lavorativo;
- il Coordinamento Auser Territoriale “Filo Argento” per l’attività svolta ;
- la Crisalide Fondazione Dopo di Noi di Orvieto per l’avvio dell’attività;
- il Comune di Castiglione del Lago con l’adesione al Fondo di Solidarietà per il sostegno alle famiglie in
difficoltà economica;
- il Centro Sociale Anziani “Remo Boldrini” di Paciano per l’attività di promozione sociale e culturale svolta;
- l’Istituto Comprensivo di Scuola Materna, Elementare e media “Alto Orvietano” per la prosecuzione del
progetto “Lingua2” finalizzato all’insegnamento di lingua straniera ai bambini della scuola dell’infanzia di
Ficulle;
- il Circolo Didattico “Sette Martiri” di Orvieto per la realizzazione del progetto “Viaggio attraverso l’Arte” e per
il laboratorio didattico “Etruschiamo”;
- la Scuola d’Infanzia “Maria Bambina” di Orvieto.
Molteplici sono state anche le azioni a sostegno delle attività delle associazioni di volontariato, fra cui:
- l’acquisto di un impianto di comunicazione radio per la Prociv-Intercom della Protezione Civile;
- l’acquisto di materiali, divise, prodotti per la sicurezza e per la partecipazione a corsi di formazione del
Gruppo Volontari Protezione Civile del Comune di Castel Viscardo.
Particolare attenzione è stata posta alle esigenze dei giovani Soci e figli di Soci, con l’obiettivo di aggregare
sempre più il composito mondo giovanile e la comunità locale intorno alla Banca, attraverso: l’erogazione di
13.000 euro per bonus nascite, la distribuzione dei contributi per la partecipazione alla spesa destinata
all’acquisto di libri di testo, l’erogazione di borse di studio per 8.200 euro per laureati e diplomati particolarmente
meritevoli, la pubblicazione dell’house organ periodico che informa la compagine sociale delle iniziative in
programma, degli eventi svolti, delle tematiche di interesse locale connesse all’attività della Banca.
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21
La prosecuzione dell’attività di gemellaggio con la BCC dei Due Mari di Calabria ha portato nel 2012
all’organizzazione della mostra mercato dei prodotti tipici dell’Area Trasimeno – Orvietano -Ternano “Conosci e
Gusta l’Umbria a Diamante (CS).
CARTA DELLA FINANZA, LIBERA, FORTE E DEMOCRATICA
1. Responsabile. Lavoriamo per una finanza responsabile, gestita e orientata al bene comune. Attenta a dove investe il
risparmio. Governata da persone in grado di interpretare i valori nelle decisioni ed essere di esempio.
2. Sociale. Lavoriamo per una finanza attenta ai bisogni delle famiglie, delle imprese, degli enti nonprofit, delle
Amministrazioni locali. Capace di guardare oltre se stessa e di dare un senso alle proprie scelte. La finanza che vogliamo
è una finanza di comunità, personalizzata e personalizzante. Se fa crescere le comunità, i territori e le economie locali, la
finanza diventa essa stessa “attrice” di sviluppo.
3. Educante. Lavoriamo per una finanza che renda capaci di gestire il denaro con discernimento e consapevolezza, nelle
diverse fasi della vita. Che accompagni con giusti consigli i processi di risparmio, indebitamento, investimento, spesa,
protezione dai rischi, previdenza. Che educhi a guadagnare e a gestire il denaro nel rispetto della legalità e del bene
comune.
4. Plurale. Lavoriamo per una finanza plurale, nella quale abbiano cittadinanza e uguali opportunità soggetti diversi per
dimensione, forma giuridica, obiettivi d’impresa. La diversità è ricchezza, consente di essere “complemento” rispetto
alle esigenze delle persone. Garantisce migliore stabilità e una maggiore, effettiva concorrenza a beneficio del mercato
stesso e dei clienti.
5. Inclusiva. Lavoriamo per una finanza inclusiva, capace di promuovere e abilitare, di integrare persone, famiglie e
imprese nei circuiti economici, civili e partecipativi.
6. Comprensibile. Lavoriamo per una finanza che non abiti i “templi”, ma le piazze. Che parli il linguaggio comune delle
persone. Che sia trasparente e comprensibile, ponendo la propria competenza al servizio delle esigenze di chi ha di
fronte, sinteticamente e con chiarezza.
7. Utile. Lavoriamo per una finanza non autoreferenziale, ma al servizio. Non padrona, ma ancella. Non fine ultimo, ma
strumento. Per consentire alle persone di raggiungere i propri obiettivi di crescita individuale e collettiva di affrancarsi
da destini apparentemente segnati, di mettere a fattor comune le proprie capacità di esperienze.
8. Incentivante. Lavoriamo per una finanza capace di riconoscere il merito, di valutarlo e di dargli fiducia. Anche oltre i
numeri, le procedure standard, gli automatismi. In grado di innescare processi virtuosi di sviluppo e di generare
emulazione positiva.
9. Efficiente. Lavoriamo per una finanza che si impegni a migliorare la propria offerta ed i propri processi di lavoro con il
fine di garantire sempre maggiore convenienza ai propri clienti. Che sia in grado di accompagnare e sostenere progetti
di vita, sfide imprenditoriali e processi di crescita complessi.
10. Partecipata. Lavoriamo per una finanza nella quale un numero diffuso di persone abbia potere di parola, di
intervento, di decisione. Che sia espressione di democrazia economica. Nel rispetto della più elementare esigenza degli
individui: quella di immaginare il futuro e di contribuire fattivamente a realizzarlo.
Roma, 10 dicembre 2011
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2. L’andamento della gestione della Banca e le dinamiche dei
principali aggregati di stato patrimoniale e di conto economico
2.1 Gli aggregati patrimoniali
2.1.1 La raccolta globalmente amministrata
Il 2012 si è, purtroppo, confermato un anno ancora problematico, forse più del precedente esercizio, sempre
caratterizzato dal perdurare della crisi economica e finanziaria, dall’andamento discontinuo dello “spread” fra i
bund tedeschi e i titoli di stato italiani decennali, mantenendosi su livelli medio-alti, dalle crescenti difficoltà delle
famiglie e delle imprese. Il tutto si è tradotto in una flessione della massa amministrata e in un incremento del
costo della raccolta, già peraltro in crescita nel 2011.
La Banca ha cercato di contenere gli effetti di una simile e generalizzata situazione, mediante il compimento di
azioni specifiche che potessero in qualche modo consentire di mantenere i livelli della raccolta, pur ponendo
debita attenzione ai profili di rischio.
La raccolta totale della Banca al 31 dicembre 2012, globalmente amministrata per conto della clientela, è stata
pari a 412.552 migliaia di euro, con un decremento di 9.130 migliaia di euro, in termini assoluti, e del 2,17%, in
termini percentuali, rispetto all’esercizio precedente.
RACCOLTA AMMINISTRATA (€/000)
Raccolta diretta
Raccolta indiretta
Totale
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
2012
2011
370.060
374.656
-4.596
-1,23%
42.492
47.026
-4.534
-9,64%
412.552
421.682
-9.130
-2,17%
Nello specifico, la raccolta diretta a fine anno è risultata pari a 370.060 migliaia di euro, mentre quella indiretta è
stata di 42.492 migliaia di euro.
Ne consegue che il rapporto tra raccolta indiretta e raccolta diretta è diminuito rispetto al precedente anno,
attestandosi all’11,48% (era al 12,55% nel 2011), riportandosi sui livelli del 2010.
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23
RACCOLTA AMMINISTRATA (valori espressi in milioni di euro)
450
420,76
421,68
412,55
2010
2011
2012
401,18
400
377,44
350
300
250
200
2008
2009
L’andamento della raccolta amministrata, dopo un continuo incremento rilevato nei precedenti quattro anni,
mostra dunque una prima inversione di tendenza, specchio dell’attuale situazione di generale e perdurante
difficoltà delle famiglie e delle imprese, che ha inciso inevitabilmente sulla loro propensione al risparmio.
2.1.1a La raccolta diretta
La raccolta diretta, pari 370.060 migliaia di euro, ha registrato una flessione, comunque leggera, rispetto al 2011,
con un decremento di poco superiore al punto percentuale (-1,23%). Un risultato sicuramente soddisfacente, se
considerato sia rispetto alla generale situazione di difficoltà, sia rispetto alla diminuzione registrata dal lato degli
impieghi. La Banca ha, comunque, conservato un corretto equilibrio fra le fonti e gli impieghi.
Il significato di tale andamento può essere meglio compreso alla luce delle dinamiche delle singole forme
tecniche, in cui si articola la raccolta stessa.
RACCOLTA DIRETTA (€/000)
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
2012
2011
Conti correnti
140.883
167.372
-26.489
-15,83%
Obbligazioni
131.199
146.469
-15.270
-10,43%
Depositi a risparmio
84.666
49.499
35.167
71,05%
Certificati di deposito
11.447
9.058
2.389
26,37%
Pronti contro termine
1.398
2.029
-631
-31,10%
467
229
238
103,93%
370.060
374.656
-4.596
-1,23%
Altri
Totale
Gli incrementi hanno riguardato i depositi a risparmio (+71,05%) e i certificati di deposito (+26,37%), che anche
quest’anno si sono dimostrati strumenti particolarmente convenienti per i clienti. I conti correnti, i pronti contro
termine e le obbligazioni hanno, invece, registrato flessioni, rispettivamente, del 15,83%, del 31,10% e del
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24
10,43%, rispetto al precedente esercizio. Alla luce dei suddetti andamenti, la composizione percentuale è la
seguente:
COMPOSIZIONE PERCENTUALE DELLA
Variazione
incidenza %
2012
2011
% sul totale
% sul totale
Conti correnti
38,07%
44,67%
-6,60%
Obbligazioni
35,45%
39,10%
-3,65%
Depositi a risparmio
22,88%
13,21%
9,67%
Certificati di deposito
3,09%
2,42%
0,67%
Pronti contro termine
0,38%
0,54%
-0,16%
Altri
0,13%
0,06%
0,07%
100,00%
100,00%
0,00%
RACCOLTA DIRETTA
Totale
I conti correnti hanno mantenuto la maggiore incidenza sul totale della raccolta (38,07%), nonostante le flessione
rispetto al 2011. L’aggregato dei “depositi a risparmio” ha evidenziato il maggiore incremento dell’anno, portando
il proprio peso al 22,88% (era del 13,21% nel 2011) sul totale della raccolta. Le obbligazioni hanno avuto
un’incidenza significativa (35,45%) anche nel 2012.
RACCOLTA DIRETTA (valori espressi in milioni di euro)
400
376,89
374,66
370,06
2010
2011
2012
356,01
350
327,11
300
250
200
2008
2009
2.1.1b La raccolta indiretta
La raccolta indiretta ha registrato una diminuzione del 9,64%, attestandosi a 42.492 migliaia di euro. Di seguito ne
è indicata la composizione con il raffronto, in termini assoluti e percentuali, con le risultanze del precedente
esercizio.
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RACCOLTA INDIRETTA (€/000)
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
2012
2011
34.158
37.884
-3.726
-9,84%
916
971
-55
-5,66%
Raccolta fondi
5.720
5.929
-209
-3,53%
Prodotti assicurativi
1.693
2.229
-536
-24,05%
5
13
-8
-61,54%
42.492
47.026
-4.534
-9,64%
Titoli di terzi depositati presso terzi
Raccolta G.P.M.
Warrant
Totale
Nell’ambito del risparmio amministrato, si evidenzia, nonostante la flessione, l’incidenza dei titoli di stato che,
anche a seguito della generale situazione di instabilità e di stagnazione economica, si sono ancora dimostrati
strumento gradito dai risparmiatori.
Per le stesse ragioni di incertezza, si è assistito ad una più marcata diminuzione in termini percentuali del valore di
mercato del risparmio gestito.
RACCOLTA INDIRETTA (valori espressi in milioni di euro)
50,33
50
47,03
45,17
43,87
2009
2010
42,49
40
30
20
2008
2011
2012
2.1.2 Gli impieghi totali
Le crescenti e perduranti difficoltà che hanno caratterizzato il 2012 non hanno impedito alla Banca di operare
sempre con coscienza e con grande attenzione alle esigenze e alle attese della clientela, famiglie ed imprese,
nell’erogazione delle risorse amministrate. L’impegno della Banca è stato quello di valutare con particolare
cautela il grado di affidabilità della propria clientela, con una stima del merito di credito che ha richiesto una
prudenza superiore e, per quanto riguarda le imprese, una più approfondita conoscenza delle loro effettive
prospettive di sviluppo, delle loro potenzialità di acquisire risorse, valutando anche gli andamenti dei settori di
riferimento.
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26
Gli impieghi economici e finanziari si sono attestati a 524.986 migliaia di euro, con un incremento rispetto al 2011
del 17,69%. L’aumento va sostanzialmente imputato alla partecipazione all’operazione di rifinanziamento (Long
Term Refinancing Operation – LTRO) posta in essere nel corso del 2012.
IMPIEGHI TOTALI (€/000)
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
2012
2011
Impieghi economici
323.254
337.439
-14.185
-4,20%
Impieghi finanziari
201.732
108.641
93.091
85,69%
Totale
524.986
446.080
78.906
17,69%
L’aumento degli impieghi, negli ultimi cinque esercizi, dimostra come la Banca abbia rivestito e debba ancora
rivestire un ruolo fondamentale per il proprio territorio di competenza, indispensabile per il sostegno
all’economia locale soprattutto in questi momenti complicati e difficili.
IMPIEGHI TOTALI (valori espressi in milioni di euro)
524,99
550
500
446,08
450
400
415,07
389,31
362,76
350
300
250
2008
2009
2010
2011
2012
2.1.2a Gli impieghi economici
Gli impieghi economici (“crediti verso clientela” – voce 70 dell’attivo) al termine del 2012 sono stati pari a 323.254
migliaia di euro, con una diminuzione del 4,20% rispetto al precedente esercizio.
Nell’anno gli impieghi si sono indirizzati verso le famiglie e le piccole imprese, a testimonianza di come la Banca
continui a sostenere il territorio, pur in un contesto oggettivamente difficile a causa, tra l’altro, della tensione sul
fronte della liquidità e dell’accresciuta rischiosità degli attivi, connessa al peggioramento delle condizioni
dell’economia reale.
La voce viene riportata al netto delle rettifiche analitiche, pari a 20.736 migliaia di euro, e di portafoglio dei crediti
“in bonis”, pari a 1.062 migliaia di euro; ne consegue che il valore lordo dei crediti verso la clientela ha raggiunto,
alla fine del 2012, l’importo di 345.052 migliaia di euro.
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27
Il saldo della voce “crediti verso clientela” ricomprende 266 migliaia di euro inerenti a quattro anticipazioni
erogate al Fondo di Garanzia dei depositanti nell’ambito di interventi realizzati nel corso del 2012 per la
risoluzione di crisi di banche di credito cooperativo poste in l.C.A. Tali anticipazioni, tutte infruttifere e ripartite
pro-quota tra le consorziate al Fondo, sono state finalizzate all’acquisto da parte del Fondo stesso di portafogli
crediti in contenzioso e/o delle attività per imposte differite (deferred tax assets, DTA) connesse alle rettifiche di
valore su crediti delle banche oggetto di intervento. Il piano di rimborso relativo alle anticipazioni finalizzate
all’acquisto di crediti è ancorato alle dinamiche di rientro degli stessi, come periodicamente aggiornate in
funzione delle valutazioni rese disponibili semestralmente dal Fondo. Con specifico riferimento alle anticipazioni
connesse alle DTA, le stesse saranno recuperabili, chiuso il bilancio della gestione commissariale, a seguito della
conversione in credito di imposta (ai sensi della Legge 22 dicembre 2011, n. 214 e dei successivi chiarimenti
dell’Agenzia delle Entrate). Dalla data di perfezionamento delle citate operazioni non risultano intervenuti fattori
rilevanti tali da comportare una modifica sostanziale rispetto alle valutazioni espresse dalle Procedure, in funzione
delle quali sono stati determinati i valori di iscrizione delle poste in argomento.
IMPIEGHI ECONOMICI (€/000)
2011
61.331
72.532
-11.201
-15,44%
160.404
160.761
-357
-0,22%
Conti correnti
Mutui
(di cui attività cedute non cancellate)*
Variazione
percentuale
Variazione
assoluta
2012
31.177
Prestiti personali
4.005
5.153
-1.148
-22,28%
Altre operazioni
38.902
42.838
-3.936
-9,19%
Attività deteriorate
57.134
54.677
2.457
4,49%
1.478
1.478
0
0,00%
323.254
337.439
-14.185
-4,20%
Obbligazioni
Totale
*L’’importo indicato tra le “attività cedute e non cancellate” si riferisce a posizioni relative a mutui cartolarizzati nel 2012.
L’analisi delle singole forme tecniche evidenzia una flessione generalizzata di tutte le fattispecie, ad eccezione
delle attività deteriorate (al netto delle rettifiche), che sono cresciute, in termini assoluti, di 2.457 migliaia di euro
e, in termini percentuali, del 4,49% rispetto al 2011.
Decisa è stata la flessione dei conti correnti, superiore al 15%, e dei prestiti personali, pari al 22,28%.
Sostanzialmente stabili i mutui, che hanno registrato un valore di 160.404 migliaia di euro (era di 160.761 migliaia
di euro nel 2011).
I dati ribadiscono una tendenza della clientela, iniziata nei precedenti anni, ad allungare le scadenze di fronte a
carenze di liquidità e, più in generale, ad una situazione di maggiore difficoltà complessiva.
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28
2012
2011
% sul totale
% sul totale
Conti correnti
18,97%
21,49%
-2,52%
Mutui
49,62%
47,64%
1,98%
Prestiti personali
1,24%
1,53%
-0,29%
Altre operazioni
12,03%
12,70%
-0,67%
Attività deteriorate
17,67%
16,20%
1,47%
0,46%
0,44%
0,02%
100,00%
100,00%
0,00%
COMPOSIZIONE PERCENTUALE DEGLI IMPIEGHI ECONOMICI
Obbligazioni
Totale
Variazione
incidenza %
IMPIEGHI ECONOMICI (valori espressi in milioni di euro)
350
331,84
337,44
2010
2011
323,35
302,09
300
280,41
250
200
2008
2009
2012
I destinatari della maggior parte dei finanziamenti sono state le famiglie consumatrici (31,16%), l’edilizia (15,97%)
e le famiglie produttrici (14,83%); un ruolo significativo rivestono anche il commercio all’ingrosso ed al dettaglio
(7,94%) e le attività manifatturiere (7,78%). Tutti gli altri settori non hanno raggiunto, singolarmente considerati,
la quota del 4% del totale degli impieghi.
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29
Altri
6,09
Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese
2,49
Trasporto e magazzinaggio
2,58
Attività immobiliari
3,3
Agricoltura, silvicoltura e pesca
3,89
Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione
3,97
Attività manifatturiere
7,78
Commercio ingrosso e dettaglio
7,94
Famiglie produttrici
14,83
Edilizia
15,97
Famiglie consumatrici
31,16
0
5
10
15
20
25
30
35
I crediti assistiti da garanzie reali, pari a 252.918 migliaia di euro, corrispondono al 78,24% degli impieghi
economici, in leggera flessione rispetto al precedente esercizio (79,61%), mantenendosi comunque su livelli
decisamente soddisfacenti.
Come più volte ribadito, il perdurare della crisi influisce inevitabilmente sul deterioramento della qualità del
credito, con una intensità decisamente elevata.
QUALITÀ DEI CREDITI E AMMONTARE DEI FONDI (€/000)
Sofferenze
saldi aperti
valori netti
% di copertura
38.692
Fondo svalutazione analitico sofferenze
-16.396
Incagli
21.791
Fondo svalutazione totale su incagli
-3.441
Crediti scaduti
15.794
-834
Fondo svalutazione totale su scaduti
Crediti ristrutturati
22.296
42,38%
18.350
15,79%
14.960
5,28%
1.528
4,08%
57.134
26,63%
1.593
Fondo svalutazione totale su ristrutturati
-65
Totale crediti deteriorati
77.870
Totale fondo svalutazione
-20.736
Nonostante le difficoltà incontrate nella gestione finanziaria dagli operatori economici e dalle famiglie, la Banca è
riuscita a contenere l’aumento del credito ad andamento irregolare, passato (a valori netti) da 54.677 migliaia di
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30
euro e 57.134 migliaia di euro, con un aumento del 4,49% (nel 2011 l’incremento rispetto all’anno precedente era
stato del 32,29%).
CREDITI VS CLIENTELA
Esposizione lorda
Valore
Crediti deteriorati
a) sofferenze
b) incagli
c) esposizioni ristrutturate
d) esposizioni scadute
Crediti in bonis
Totale
77.870
38.692
21.791
1.593
15.794
267.182
345.052
%
11,21%
6,32%
0,46%
4,58%
77,43%
100,00%
31 dicembre 2012
Rettifiche di valore
Rettifiche di valore di
specifiche
portafoglio
Valore
%
Valore
%
20.736
16.396
3.441
65
834
79,07%
16,59%
0,32%
4,02%
20.736
100,00%
1.062
1.062
Esposizione netta
Valore
%
57.134
22.296
18.350
1.528
14.960
266.120
323.254
100,00
100,00%
6,90%
5,68%
0,47%
4,63%
82,33%
100,00%
La Banca a fronte della crescita del credito deteriorato, fenomeno che ha interessato l’intero sistema bancario
non solo nazionale, ha compiuto uno sforzo maggiore, nel segno dell’attenzione posta nel misurare e nel
comprendere tale situazione, che si è tradotta in consistenti rettifiche compiute a Conto economico. L’effetto di
tale politica è stato l’incremento sia dell’indice di copertura delle sofferenze, che è salito al 42,38% (era del
42,14% nel 2011), sia dell’indice di copertura del credito deteriorato, che è salito al 26,63% (era del 24,09% nel
2011).
QUALITÀ DEL CREDITO (al netto dei fondi) (€/000)
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
2012
2011
Sofferenze
22.296
18.474
3.822
20,69%
Incagli
18.350
18.923
-573
-3,03%
Crediti scaduti
14.960
15.640
-680
-4,35%
1.528
1.640
-112
-6,83%
57.134
54.677
2.457
4,49%
264.642
281.284
-16.642
-5,92%
1.478
1.478
=
=
323.254
337.439
-14.185
-4,20%
Crediti ristrutturati
Totale crediti deteriorati netti
Crediti in bonis
Crediti rappresentati da titoli
Totale crediti netti verso la clientela
Al 31 dicembre 2012, i crediti deteriorati netti verso clientela hanno evidenziato, rispetto al 31 dicembre 2011, un
incremento in valore assoluto pari a 2.457 migliaia di euro (+ 4,49%), con un aumento, in termini di incidenza
percentuale sul totale crediti netti (escludendo i “titoli di debito”), dal 16,20% del 31 dicembre 2011 al 17,67% del
31 dicembre 2012,. Tale dinamica ha interessato esclusivamente le sofferenze, che sono infatti aumentate del
20,69%, mentre gli incagli e le esposizioni scadute sono diminuiti, rispettivamente, del 3,03% e del 4,35%.
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31
Per quanto concerne i crediti in bonis (esclusi i titoli di debito), si è proceduto nel corso dell’esercizio ad un
aumento del loro livello di copertura che è passato dallo 0,34% del 31 dicembre 2011 allo 0,40% del 31 dicembre
2012.
INDICI DI QUALITA’ DEL CREDITO (esclusi i titoli di debito)
2012
2011
A) Crediti deteriorati / Crediti lordi
22,57%
20,25%
B) Sofferenze lorde / Crediti lordi
11,21%
8,98%
C) Incagli lordi / Crediti lordi
6,32%
6,14%
D) Sofferenze nette / Crediti netti
6,90%
5,47%
E) Crediti deteriorati netti / Crediti netti
17,67%
16,20%
F) Copertura crediti deteriorati
26,63%
24,09%
G) Copertura sofferenze
42,38%
42,14%
H) Copertura incagli
15,79%
13,42%
I) Copertura vs clientela in bonis
0,40%
0,34%
L) Costo del credito*
1,70%
1,27%
* Il costo del credito è ottenuto dal rapporto fra le rettifiche di valore nette (voce 130 del CE) e il valore dei crediti per
cassa verso clientela alla relativa esposizione lorda
I settori economici che hanno presentato rilevanti sintomi di criticità, con posizioni creditizie allocate tra le
sofferenze e fra gli incagli, sono stati anche per il 2012 quello delle famiglie consumatrici e produttrici e quello
dell’edilizia.
In merito ai dati relativi alla concentrazione dei rischi si fa rinvio alla parte E, tabella B.4 – Grandi rischi, della Nota
integrativa.
Ai sensi della disciplina prudenziale in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti
collegati, si evidenzia che al 31 dicembre 2012 non sono presenti posizioni di rischio verso soggetti collegati che
eccedono i limiti prudenziali di riferimento. Alla data di riferimento sono presenti 31 posizioni di rischio verso
soggetti collegati per un ammontare complessivo di 6.528 migliaia di euro, in termini di importo nominale, e di
5.571 migliaia di euro, in termini di importo ponderato.
2.1.2b Gli impieghi finanziari
Gli impieghi finanziari, pari a 201.732 migliaia di euro, hanno registrano un aumento dell’85,69% sul precedente
esercizio. L’incremento è legato alla conclusione dell’operazione di rifinanziamento (Long Term Refinancing
Operation – LTRO) posta in essere dalla BCE nel corso del 2012.
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32
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
IMPIEGHI FINANZIARI (€/000)
2012
2011
Cassa e disponibilità liquide
4.132
3.322
810
24,38%
12
0
12
==
154.974
71.371
83.603
117,14%
42.614
33.948
8.666
25,53%
201.732
108.641
93.091
85,69%
Attività finanziarie detenute per negoziazione
Attività finanziarie disponibili per la vendita
Crediti verso banche
Totale
I maggiori incrementi hanno riguardato le “Attività finanziarie disponibili per la vendita”, passate da 71.371
migliaia di euro del 2011 a 154.974 migliaia di euro del 2012, per il ricordato acquisto di titoli di stato a seguito
della partecipazione all’asta a lunga scadenza della BCE. In aumento anche i crediti verso le banche, cresciuti di
8.666 migliaia di euro, in termini assoluti, e del 25,53%, in termini percentuali, rispetto al precedente anno.
IMPIEGHI FINANZIARI (valori espressi in milioni di euro)
220
201,73
180
140
108,64
100
82,36
87,24
83,24
2008
2009
2010
60
2011
2012
2.1.3 La posizione interbancaria e le attività finanziarie
Al 31 dicembre 2012 l’indebitamento interbancario netto è risultato pari a 75.737 migliaia di euro, con un
incremento della posizione debitoria netta rispetto al 2011 di 65.354 migliaia di euro. L’evoluzione del saldo è
correlata alla partecipazione all’operazione di rifinanziamento (Long Term Refinancing Operation – LTRO) posta in
essere dalla Banca Centrale Europea (BCE) nelle date del 22.12.2011 e 1.03.2012 nella quale la Banca si è
aggiudicata complessivamente 110 mln di euro con durata triennale al tasso dell’1% (alla data della presente
relazione 0,75%). Il ricorso al finanziamento presso la BCE permette alla Banca di disporre, limitatamente alla
durata triennale dell’operazione, di una provvista sostitutiva.
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33
POSIZIONE INTERBANCARIA NETTA (€/000)
Variazione
assoluta
Variazione
percentuale
2012
2011
Crediti verso banche
42.614
33.948
8.666
25,53%
Debiti verso banche
118.351
44.331
74.020
166,97%
Totale
-75.737
-10.383
-65.354
629,43%
Per quanto riguarda la quota di riserva di liquidità, rappresentata dal portafoglio di attività rifinanziabili presso la
Banca Centrale, a fine 2012 il relativo stock ha totalizzato 50.518 migliaia di euro nominali rispetto a 22.991
migliaia di euro nominali di fine 2011.
Il rafforzamento degli attivi rispetto al precedente esercizio è la risultante dei seguenti interventi:
- l’emissione di obbligazioni con garanzia dello Stato per complessivi 31 mln di euro nominali;
- l’aumento dei titoli di proprietà da 78,9 mln a 153,6 mln di euro nominali, principalmente a seguito di
acquisti di titoli di Stato (AFS e L&R).
Con riguardo al primo punto, la Banca si è avvalsa dell’opportunità offerta dalla Legge 22 dicembre 2011, n. 214,
recante “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici”- già Decreto Legge 6
dicembre 2011, n. 201 -, che ha introdotto la possibilità per lo Stato di concedere la propria garanzia sulle
passività delle banche italiane, con scadenza da tre mesi e fino a cinque anni, emesse successivamente alla data di
entrata in vigore del provvedimento.
Cogliendo la possibilità di carattere eccezionale prevista dal Governo nell’ambito delle disposizioni per il
rafforzamento del sistema finanziario nazionale, la Banca, al fine di supportare il piano di funding, stanti le
perduranti condizioni di tensione del mercato finanziario, ha ritenuto opportuno porre in essere l’emissione di
una passività di durata triennale, con le caratteristiche richieste per beneficiare della garanzia sopra menzionata,
per poi avvalersi dei titoli in argomento in operazioni di rifinanziamento presso la BCE al fine di salvaguardare il
profilo di liquidità in una fase di grave turbolenza sul mercato della raccolta.
Il ricorso alla garanzia dello Stato sulle passività di propria emissione, cogliendo la possibilità di carattere
eccezionale prevista dal Governo nell’ambito delle disposizioni per il rafforzamento del sistema finanziario
nazionale, si colloca nel contesto dei presidi per il mantenimento di un adeguato grado di trasformazione delle
scadenze, condizione necessaria per il perseguimento dell’obiettivo aziendale di sostegno all’economia del
territorio. In tale presupposto, la liquidità ottenuta sarà destinata in via prioritaria a ripristinare la capacità di
finanziamento a medio-lungo termine tramite la copertura del fabbisogno finanziario derivante dalla raccolta a
medio/lungo termine in scadenza. L’eventuale parte residua potrà essere utilizzata in presenza di idonei
presupposti di affidamento, per nuove iniziative di finanziamento e/o rinnovo delle esistenti a condizioni
correlate, oltre che alle caratteristiche dell’operazione di impiego, al costo della raccolta, e tenuto conto del
necessario rispetto dei vincoli posti dalla struttura delle scadenze. Nelle more dell’impiego per le finalità sopra
descritte, la provvista generata potrà essere destinata al rafforzamento della posizione di tesoreria. Similmente, le
eccedenze temporanee potranno trovare utilizzo in via cautelativa per presidiare il rischio di liquidità a fronte di
eventuali ulteriori tensioni sui mercati finanziari.
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34
ATTIVITÀ FINANZIARIE (€/000)
2012
Attività finanziarie detenute per la negoziazione
0
12
==
0
0
0
==
154.974
71.371
83.603
117,14%
0
0
0
==
1.844
1.845
-1
-0,06
156.830
73.216
83.614
114,20%
Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
Loans & receivables
Totale
Variazione
percentuale
12
Attività finanziarie valutate al fair value
Attività finanziarie disponibili per la vendita
Variazione
assoluta
2011
Come emerge dalla tabella, l’evoluzione dell’aggregato è essenzialmente ascrivibile alla dinamica dei titoli di Stato
italiani. Dalle evidenze gestionali relative al 31 dicembre 2012 si rileva che:
- in termini di tipologie di strumenti finanziari, il portafoglio titoli della Banca è risultato composto per il
90,94% da titoli governativi italiani, per il 6,07% da titoli corporate (di cui 100% emessi da istituzioni bancarie
e finanziarie italiane e internazionali), e il 2,99% da titoli di capitale;
- dal punto di vista del profilo finanziario, i titoli a tasso variabile hanno rappresentano circa il 32% del
portafoglio, mentre quelli a tasso fisso hanno superato la soglia del 63%.
COMPOSIZIONE ATTIVITÀ FINANZIARIE
2012
Variazione
assoluta
2011
(€/000)
Titoli di debito
di cui Titoli di Stato
Titoli di Capitale
Quote di OICR
Totale
150.284
141.136
66.680
63.240
Variazione
percentuale
83.604
77.896
125,38%
123,18
%
4.690
4.691
-1
==
0
0
0
==
154.974
71.371
83.603
117,14%
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35
Nella tabella che segue è riportata la distribuzione per scadenza dei titoli di Stato italiani in portafoglio. Si precisa
che, per quanto riguarda il portafoglio AFS, la vita media è pari a 2,74 anni.
2012
Attività
finanziarie
disponibili
Totale
per la
Attività
finanziarie
detenute
per la
negoz.ne
vendita
Attività
finanziarie
disponibili
Totale
per la
Incidenza %
Attività
finanziarie
detenute
per la
negoz.ne
2011
Incidenza %
Maturity Titoli di
Stato Italiani
(€/000)
vendita
Fino a 6 m.
0
1.000
1.000
0,72%
0
4.000
4.000
5,82%
Da 6 m. fino ad 1 a.
0
1.500
1.500
1,09%
0
3.500
3.500
5,09%
Da 1 a. fino a 3 a.
0
101.000
101.000
73,19%
0
34.500
34.500
50,19%
Da 3 a. fino a 5 a.
0
26.500
26.500
19,21%
0
3.000
3.000
4,36%
Da 5 a. fino a 10 a.
0
7.500
7.500
5,43%
0
23.500
23.500
34,18%
Oltre 10 a.
0
500
500
0,36%
0
250
250
0,36%
Totale
0
138.000
138.000
100,00%
0
68.750
68.750
100,00%
n.b. I valori sono espressi al nominale.
Nel corso del 2012 la Banca non ha posto in essere operazioni con strumenti derivati di copertura.
Nel novembre 2011 è stato dato l’avvio all’operazione, organizzata da Iccrea Banca S.p.A., di autocartolarizzazione
di crediti derivanti da mutui ipotecari in bonis originati dalla nostra Banca e da altre Banche di Credito
Cooperativo. Nei giorni 23 e 24 aprile 2012, a Londra, sono stati sottoscritti dal Direttore Generale i contratti che
hanno concluso l’operazione stessa. I mutui selezionati, in base alle condizioni del contratto di cessione pro
soluto, concluso tra la Società Credico Finance 10 S.r.l. e la Banca sulla base di criteri di selezione, in parte, comuni
a tutte le Banche Cedenti e, in parte, specifici per la Banca sono di seguito indicati: (I) erogati a persone fisiche
che, in conformità con i criteri di classificazione adottati dalla Banca d’Italia con circolare 140 dell’11 febbraio
1991 (così come in seguito modificata), siano ricomprese nella categoria SAE (settore di attività economica) n. 600
(“famiglie consumatrici”), 614 (“artigiani”) o 615 (“altre famiglie produttrici”); (II) il debito residuo sia, alla data
del 14 settembre 2011, superiore a 20 migliaia di euro e inferiore a 317 migliaia di euro; (III) tasso variabile, con
uno spread non inferiore all’1%. Tali criteri hanno consentito d individuare n. 446 mutui, che sono stati oggetto di
cessione per debito residuo pari a 33.450 migliaia di euro valorizzato alla data 1 marzo 2012. Le valutazioni
effettuate dalle Agenzie di Rating hanno consentito di ottenere il seguente tranching sui titoli emessi dalla società
veicolo: (I) titolo “Senior” classe A dotato di rating "AA", 84,25%; (II) titolo “Junior” classe B privo di rating,
15,75%. La Banca ha così ottenuto un titolo “Senior” con rating “AA”, per un valore nominale di 28.200 migliaia di
euro, eligibile in BCE per le operazioni LTRO, ed un titolo Junior, per valore nominale di 5.251 migliaia di euro.
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36
2.1.4 Le immobilizzazioni materiali e immateriali
Le attività materiali, pari a 11.125 migliaia di euro, sono risultate in crescita per 1.104 migliaia di euro rispetto al
2011, con un incremento dell’11,02%. Tale variazione è legata al completamento dei lavori della nuova sede di
Città della Pieve e agli interventi strutturali e di ammodernamento di alcune filiali.
IMMOBILIZZAZIONI (€/000)
2012
Attività materiali
Variazione
assoluta
percentuale
11.125
10.021
1.104
11,02%
11
13
-2
-15,38%
11.136
10.034
1.102
10,98%
Attività immateriali
Totale
Variazione
2011
Le attività immateriali si sono ridotte del 15,38% rispetto al 2011, con una flessione in termini assoluti di 2 migliaia
di euro.
I fondi del passivo (voce 120 del passivo patrimoniale), che sono incrementati rispetto al 2011 dell’80,53%, hanno
mostrato la seguente composizione:
FONDI PER RISCHI E ONERI
2012
Variazione
assoluta
2011
COMPOSIZIONE(€/000)
Fondi di quiescenza aziendali
Altri fondi e rischi e oneri
==
==
==
==
204
113
91
80,53%
- controversie legali
66
=
66
- oneri per il personale
59
55
4
- altri
79
58
21
204
Totale
Variazione
percentuale
113
91
80,53%
2.1.5 Il Patrimonio netto e di vigilanza
2.1.5a Il patrimonio netto
L’adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, ha sempre rappresentato un elemento strategico importante
nell’ambito della pianificazione aziendale. Ciò a maggior ragione nel contesto attuale, in virtù del ruolo che il
patrimonio riveste per la crescita dimensionale, per gli equilibri economici e finanziari, e per il rispetto dei
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37
requisiti prudenziali. Per questo, la Banca persegue da tempo politiche di incremento della base sociale, seguendo
criteri di prudente accantonamento di significative aliquote degli utili prodotti, che eccedono il vincolo di
destinazione stabilito normativamente.
Al 31 dicembre 2012 il patrimonio netto ha raggiunto il valore di 44.408 migliaia di euro, in crescita rispetto al
precedente anno di 6.186 migliaia di euro, in termini assoluti, e del 16,18%, in termini percentuali.
L’aumento è legato sia alla quota accantonata dell’utile dell’esercizio (pari a 1.329 migliaia di euro), sia alle riprese
nette di valore delle attività finanziarie disponibili per la vendita (AfS) (pari a 4.754 migliaia di euro), sia
all’aumento del capitale sociale (pari a 150 mila di euro) e dei sovrapprezzi di emissione (pari a 48 mila euro).
PATRIMONIO NETTO (€/000)
2012
Variazione
assoluta
2011
(con Utile di Esercizio a Riserva)
Capitale
Variazione
percentuale
3.755
3.605
150
4,16%
472
424
48
11,32%
35.614
34.550
1.064
3,08%
Riserve da valutazione
3.238
-1.422
4.660
327,71%
Utile d’esercizio (quota destinata a Riserva)
1.329
1.065
264
24,79%
44.408
38.222
6.186
16,18%
Sovrapprezzi di emissione
Riserve
Totale
Le movimentazioni del patrimonio netto sono dettagliate nello specifico prospetto di bilancio.
Al 31 dicembre 2012 le “Riserve da valutazione” sono risultate pari a 3.238 migliaia di euro e composte dalle
riserve relative alle attività finanziarie disponibili per la vendita pari a 1.087 migliaia di euro e dalle riserve iscritte
in applicazione di leggi speciali di rivalutazione pari a 2.238 migliaia di euro, cui vanno dedotte 87 mila euro legate
all’applicazione del nuovo principio Ias 19, inerenti alle perdite attuariali su TFR al netto degli effetti fiscali. In
merito a quest’ultimo aspetto si ricorda che, nel giugno 2012, è stato recepito nella UE – con Regolamento n.
475/2012 – il nuovo principio IAS 19 relativo ai benefici ai dipendenti, il quale prevede che, al più tardi dal bilancio
d’esercizio con inizio dal 1 gennaio 2013, tutti gli utili e perdite attuariali maturati alla data di bilancio siano
rilevati immediatamente nel prospetto di “Conto economico complessivo”; è stata, quindi, eliminata la loro
possibile rilevazione a Conto Economico. La Banca ha deciso di dare seguito alla nuova formulazione dello Ias 19
già nel bilancio in chiusura, per cui gli effetti sono, di conseguenza, imputati alla riserva di patrimonio netto,
trovando rappresentazione unicamente nel Prospetto della redditività complessiva; si è, quindi, proceduto a
riclassificare le corrispondenti voci del precedente esercizio.
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38
In particolare, le riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita sono state così
determinate:
2012
RISERVA DA VALUTAZIONE ATTIVITÀ
FINANZIARIE (€/000)
Riserva
positiva
Titoli di debito
Riserva
negativa
Totale
riserva
Riserva
positiva
Riserva
negativa
Totale
riserva
4.664
3.577
1.087
389
4.056
-3.667
0
0
0
=
=
=
4.664
3.577
1.087
389
4.056
-3.667
Titoli di capitale o quote di OICR
Totale
2011
Dalla tabella si evince che il valore finale di 1.087 migliaia di euro, registrato dalle “riserve da valutazione delle
attività finanziarie disponibili per la vendita”, è riconducibile ai titoli di debito in portafoglio e, in particolare, ai
titoli di Stato italiani.
Le altre voci che compongono la voce “Riserve da valutazione” hanno manifestato il seguente andamento:
RISERVE DA VALUTAZIONE (ALTRE VOCI) (€/000)
2012
Riserva da rivalutazione monetaria
Riserva ex Ias 19
Totale
2011
2.238
2.238
-87
7
2.151
2.245
Le “Riserve” includono le Riserve di utili già esistenti (riserva legale) nonché le riserve positive e negative
connesse agli effetti di transizione ai principi contabili internazionali IAS/IFRS non rilevate nelle “riserve da
valutazione”.
Alla luce di quanto descritto, può desumersi l’andamento degli indici di patrimonializzazione che, in
miglioramento rispetto al 2011, hanno segnato i seguenti rapporti: “patrimonio netto/raccolta diretta”, pari al
12,00% (10,20% nel 2011); “patrimonio netto/impieghi su clientela” (indice di solvibilità), pari al 13,74% (11,33%
nel 2011). Soltanto il rapporto “patrimonio netto/sofferenze nette” si è mostrato in leggera flessione 1,99 (2,07
nel 2011).
2.1.5b Il patrimonio di vigilanza
Il patrimonio di vigilanza, rappresentato nella parte F della Nota integrativa, alla quale si fa rinvio per specifici
chiarimenti, al termine del 2012 è stato pari a 43.224 migliaia di euro, con un incremento di 1.708 migliaia di euro,
in termini assoluti, e del 4,11%, in termini percentuali, rispetto al 2011.
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39
PATRIMONIO DI VIGILANZA (€/000)
2012
Patrimonio di base (Tier 1)
Variazione
assoluta
2011
Variazione
percentuale
41.029
39.400
1.629
4,13%
2.195
2.116
79
3,73%
=
=
=
=
Patrimonio di vigilanza complessivo
43.224
41.516
1.708
4,11%
Requisiti patrimoniali
26.968
26.229
739
2,82%
337.098
327.860
9.238
2,82%
Patrimonio supplementare (Tier 2)
Elementi da dedurre
Attività di rischio ponderate
PATRIMONIO DI VIGILANZA (valori espressi in milioni di euro)
40
36,99
38,42
40,33
41,52
2010
2011
43,22
30
20
2008
2009
2012
Il coefficiente di capitale complessivo (total capital ratio) determinato dal rapporto tra patrimonio di vigilanza e
attività di rischio ponderate totali si è attestato al 12,82% (in aumento rispetto al 12,66% del 31 dicembre 2011),
mentre il rapporto tra patrimonio di vigilanza di base ed il totale delle attività di rischio ponderate (tier 1 capital
ratio) risulta pari al 12,17% (in aumento rispetto al 12,02% del 31 dicembre 2011).
Ai fini della determinazione del Patrimonio di vigilanza e della determinazione dei requisiti patrimoniali la Banca si
è attenuta alle disposizioni di vigilanza prudenziale di cui alla circolare della Banca d’Italia n.263/2006.
Con riguardo alla determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito, ai fini della
determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni comprese nel portafoglio “Amministrazioni centrali e
banche centrali”, nonché - indirettamente - di quelle rientranti nei portafogli “Intermediari vigilati”, “Enti del
settore pubblico” ed “Enti territoriali, la Banca, nell’ambito dell’applicazione della metodologia standardizzata, in
sede di adeguamento a Basilea 2, ha deliberato di utilizzare le valutazioni del merito creditizio rilasciate dalla ECAI
Moody’s, agenzia autorizzata dalla Banca d’Italia.
L’ulteriore declassamento dell’Italia a luglio 2012 da parte dell’agenzia Moody's ha portato il giudizio sul debito
italiano da A3 con prospettive negative a Baa2 con prospettive negative (prima di tale ulteriore downgrading, già a ottobre
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2011 l’Agenzia aveva portato il giudizio dell’Italia da Aa2 ad A2; una valutazione che determinava, sulla base del mapping della Banca
d'Italia, il passaggio dalla classe di merito 1 alla 2 per i rating a lungo termine. A febbraio 2012 il giudizio era stato nuovamente rivisto in
senso peggiorativo, pur senza arrivare ancora a produrre lo slittamento alla classe di merito di credito successiva).
Il downgrading
applicato dall’Agenzia, rispetto al mapping della Banca d’Italia, ha determinato per i rating a lungo termine il
passaggio alla classe di merito di credito inferiore: la classe 3.
In aggiunta alle conseguenze prodotte sul funding (connesse, indirettamente, al valore di mercato dei titoli di
Stato o garantiti dallo Stesso, utilizzabili per ottenere liquidità e, direttamente, al costo della raccolta) tale
declassamento ha comportato il passaggio della ponderazione delle esposizioni non a breve termine verso
intermediari vigilati italiani e delle esposizioni verso enti del settore pubblico dal 50% al 100%. Tale aggravio ha
trovato riflesso anche nelle ponderazioni delle garanzie rilasciate dalle richiamate tipologie di controparti e,
quindi, anche dai consorzi fidi iscritti nell’elenco speciale ex art. 107 T.U.B.
Le nuove ponderazioni hanno trovato applicazione dalle segnalazioni riferite al 30 settembre 2012.
La Banca monitora con attenzione i valori di riferimento delle operazioni di rifinanziamento per il tramite
dell’Istituto Centrale con la BCE e le disponibilità di titoli eligible in ordine all’adeguato presidio del rischio di un
eventuale innalzamento del livello degli haircut applicati e la conseguente necessità di estinguere
anticipatamente il finanziamento o porre a garanzia ulteriori titoli connotati delle caratteristiche richieste (con
riguardo alle operazioni di rifinanziamento in essere, poiché nell’operatività collateralizzata con la BCE si applica la regola c.d. “first best”
che prevede l’utilizzo, ai fini della determinazione dell’haircut da applicare alle attività finanziarie poste a garanzia, della migliore
valutazione di rating disponibile, grazie al rating tuttora attribuito, da alcune agenzie - tra le quali Fitch e DBRS - l’entità dello scarto
applicato ai titoli emessi o garantiti dallo stato italiano collateralizzati, a fronte di operazioni di rifinanziamento BCE, non risulta al momento
modificata).
Si ricorda che la Banca d’Italia, con un provvedimento emesso il 18 maggio 2010 e una successiva comunicazione
del 23 giugno 2010 (“Chiarimenti sulle disposizioni di vigilanza in materia di patrimonio di vigilanza – filtri
prudenziali”), ha emanato nuove disposizioni di vigilanza sul trattamento delle riserve da rivalutazione relative ai
titoli di debito detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita (Available For Sale – AFS)”, ai
fini del calcolo del patrimonio di vigilanza (filtri prudenziali). In particolare, in alternativa all’approccio
“asimmetrico” (integrale deduzione della minusvalenza netta dal Tier 1 e inclusione al 50% della plusvalenza netta
nel Tier 2) già previsto dalla normativa italiana, è stata riconosciuta la possibilità di neutralizzare completamente
le plusvalenze e le minusvalenze rilevate nelle citate riserve successivamente al 31 dicembre 2009, limitatamente
ai soli titoli di debito emessi da Amministrazioni centrali di Paesi appartenenti all’UE (approccio “simmetrico”). La
Banca ha esercitato tale opzione di neutralizzazione delle plus e delle minus a partire dal calcolo del patrimonio di
vigilanza riferito al 30 giugno 2010, previa comunicazione alla Banca d’Italia, in data 16 giugno 2010, della scelta
operata.
La Banca monitora le dinamiche dei differenziali valutativi dei titoli in argomento anche in ordine alla prevista
prossima abrogazione dei filtri prudenziali al patrimonio di vigilanza a seguito del recepimento del nuovo
framework prudenziale (Basilea 3).
La Banca, in ossequio alle disposizioni contenute nella circolare 263/2006 della Banca d’Italia e successive
modifiche “Nuove disposizioni di Vigilanza prudenziale per le banche”, ha definito un processo di valutazione
interna dell’adeguatezza della dotazione patrimoniale (Internal Capital Adeguacy Process - ICAAP). Tale processo
persegue la finalità di determinare, in ottica sia attuale che prospettica, il capitale complessivo necessario a
fronteggiare tutti i rischi rilevanti cui la Banca è esposta. Con riguardo ai rischi difficilmente quantificabili,
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nell’ambito del processo viene valutata l’esposizione agli stessi, sulla base di un’analisi che tiene conto dei presidi
esistenti, e vengono predisposti e aggiornati i sistemi di controllo e di attenuazione ritenuti adeguati in funzione
della propensione al rischio definita.
Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte dei rischi quantificabili, la Banca, coerentemente con le
indicazioni contenute nella citata circolare, utilizza le metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali
regolamentari per i rischi compresi nel Primo Pilastro (di credito e controparte, di mercato, operativo) e gli
algoritmi semplificati indicati per i rischi quantificabili rilevanti diversi dai precedenti (concentrazione e tasso di
interesse sul portafoglio bancario). Più in dettaglio, vengono utilizzati:
-
il metodo standardizzato per il rischio di credito;
il metodo del valore corrente e il metodo semplificato per il rischio di controparte;
il metodo standardizzato per il rischio di mercato;
il metodo base per il rischio operativo;
l’algoritmo del Granularity Adjustment per il rischio di concentrazione per singole controparti;
le linee guida illustrate nell’allegato C) della Circolare 263/06 per il calcolo del capitale interno per il rischio
di tasso di interesse sul portafoglio bancario;
la metodologia elaborata in sede ABI con riferimento al profilo geo-settoriale del rischio di concentrazione.
Nell’ambito delle attività di misurazione, sono altresì definite ed eseguite prove di stress in termini di analisi di
sensibilità riguardo ai principali rischi assunti. La Banca effettua tali analisi relativamente al rischio di credito, al
rischio di concentrazione ed al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, coerenti con le indicazioni
fornite nella stessa normativa e basati anche sull’utilizzo delle citate metodologie semplificate di misurazione. I
relativi risultati, opportunamente analizzati, conducono ad una miglior valutazione dell’esposizione ai rischi stessi
e conseguente determinazione del capitale interno, nonché del grado di vulnerabilità dell’azienda al verificarsi di
eventi eccezionali ma plausibili. Nel caso in cui l’analisi dei risultati degli stress test evidenzi l’inadeguatezza dei
presidi interni posti in essere, viene valutata l’opportunità di adottare appropriate misure di integrazione, anche
in termini di stanziamento di specifici buffer addizionali di capitale.
Con riguardo al rischio di liquidità, al fine di valutare la vulnerabilità a situazioni di tensione eccezionali ma
plausibili, periodicamente sono condotte delle prove di stress in termini di analisi di sensitività e/o di “scenario”.
Con riguardo a questi ultimi, secondo un approccio qualitativo basato sull’esperienza aziendale e sulle indicazioni
fornite dalla normativa e dalle linee guida di vigilanza, sono contemplati due “scenari” di crisi di liquidità, di
mercato/sistemica e specifica della Banca. I relativi risultati forniscono altresì un supporto per (i) la valutazione
dell’adeguatezza dei limiti operativi, (ii) la pianificazione e l’avvio di transazioni compensative di eventuali sbilanci;
(iii) la revisione periodica del Contingency Funding Plan.
Ai fini di un’adeguata gestione dello specifico profilo di rischio sono stati definiti:
-
le modalità di periodica verifica del grado di liquidabilità e del valore di realizzo delle attività che rientrano
nelle riserve di liquidità, nonché dell’adeguatezza degli haircut sulle attività stanziabili;
la mappatura dei segnali di crisi atti a monitorare, su base continuativa, l’evolversi di possibili livelli di
criticità nella gestione della liquidità;
le procedure di monitoraggio e comunicazione di situazioni anomale al fine di attivare i processi di gestione
degli stati stress/crisi;
le strategie di intervento degli organi e delle funzioni aziendali responsabili dell’attivazione del Contingency
Funding Plan;
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42
-
l’operato del management preposto alla gestione di un eventuale stato di crisi che, in condizioni di
emergenza, deve essere in grado di modificare, in modo tempestivo e talvolta anche radicale, la struttura
dell’attivo e del passivo di bilancio.
La Banca effettua, poi, giornalmente analisi della liquidità avvalendosi degli strumenti di supporto dei quali
dispone (dati gestionali, scadenziario, etc.) provvedendo a verificare, preventivamente, il rispetto dei limiti
operativi assegnati. Inoltre, per quanto concerne la gestione in situazioni sia di operatività ordinaria che di crisi di
liquidità, conformemente alla Policy di cui si è dotata, la Banca monitora una pluralità di indicatori di preallarme a
supporto dell’individuazione di possibili situazioni di crisi (in forma sistemica o specifica) e, in relazione al fattore
tempo, temporanee oppure durature. Tali attività vengono svolte in modo giornaliero, settimanale e trimestrale
da parte degli uffici “Finanza” e Risk controlling & controllo di gestione”, a seconda della natura dell’indicatore
oggetto di analisi.
Come noto, il nuovo framework prudenziale approvato alla fine del 2010 (Basilea 3), è in corso di recepimento
legislativo a livello comunitario attraverso:
- una nuova Capital Requirements Directive (la cosiddetta CRD4), che necessiterà del consueto processo di
recepimento negli ordinamenti nazionali e contiene le disposizioni in materia di autorizzazione all’esercizio
dell’attività bancaria, libera prestazione dei servizi, cooperazione tra le Autorità di vigilanza, Secondo Pilastro,
ambito di applicazione dei requisiti, metodologie per la determinazione dei buffer di capitale;
- una Capital Requirements Regulation (CRR), che disciplina i requisiti prudenziali che saranno direttamente
applicabili alle banche e alle imprese di investimento che operano nel Mercato Unico. Si tratta dei requisiti
che derivano dal nuovo accordo di Basilea e di quelli già in vigore, in quanto provenienti dalle direttive
2006/48 (sulle banche) e 2006/49 (sulle imprese di investimento) emesse in attuazione del precedente
accordo (Basilea 2).
Nel mantenere sostanzialmente inalterata l’impalcatura concettuale introdotta con Basilea 2 - correlazione tra
dotazione patrimoniale e rischiosità, centralità del processo di autovalutazione delle banche, informativa al
pubblico - le nuove regole ne comportano un significativo rafforzamento, in particolare su taluni aspetti in
precedenza non adeguatamente regolati (quali, a titolo esemplificativo il rischio di liquidità e l’interrelazione tra
stabilità micro e macro -prudenziale).
Le principali caratteristiche del nuovo framework sono ormai note. Vengono innalzati significativamente i livelli di
qualità e di quantità del capitale che le banche devono detenere a fronte dei rischi assunti. In particolare, è stato
definito un concetto armonizzato di capitale bancario di primaria qualità, il common equity tier 1 (CET1),
corrispondente di fatto alle azioni ordinarie e alle riserve di utili, non a caso diffusamente utilizzato dagli analisti di
mercato come benchmark per la valutazione della solidità delle banche. Vengono, inoltre, introdotti requisiti
minimi a livello di tale aggregato e di patrimonio di base (cd. Tier 1) oltre che patrimonio complessivo.
Sono introdotti strumenti per contrastare la pro-ciclicità della regolamentazione sul capitale con misure volte a
rendere meno volatili nel tempo i requisiti patrimoniali e a imporre la costituzione di buffer patrimoniali durante
le fasi di espansione che le banche potranno utilizzare durante le fasi di recessione. Sono definite regole
armonizzate in materia di liquidità, volte a preservare l’equilibrio di bilancio sia di breve sia di medio-lungo
termine.
In particolare, le banche dovranno rispettare due indicatori volti a garantire che:
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-
l’ammontare delle risorse altamente liquide sia pari almeno ai fabbisogni di liquidità derivanti da mercati
particolarmente instabili per un periodo di 30 giorni;
- le fonti di provvista ritenute stabili siano sufficienti a coprire le attività con scadenza residua superiore a un
anno.
È fissato un rapporto di leva sui capitali e risorse.
L’introduzione dei nuovi requisiti e riferimenti sulla base di quanto definito nell’accordo di Basilea, è graduale, a
partire dal 2013.
Il pacchetto di riforma definito non è di per sé vincolante per le banche in quanto necessita di implementazione
legislativa. Il processo per l’introduzione nell’ordinamento comunitario delle regole, definite dal nuovo framework
di Basilea 3, è nella fase del cd. Trilogo (ossia il percorso di negoziazione tra il Parlamento europeo e il Consiglio
europeo che vede la Commissione europea nel ruolo di mediatore).
Gli emendamenti in corso di discussione prevedono, tra l’altro, l’inserimento, nella lista dei requisiti che gli
strumenti devono soddisfare per essere ricompresi negli Strumenti del Patrimonio di base diversi dalle azioni e nel
Patrimonio supplementare, di un meccanismo contrattuale secondo cui gli stessi strumenti devono poter essere
svalutati o convertiti in common equity nel momento in cui una banca non sia più in grado di operare
autonomamente sul mercato (requisito al punto di non sopravvivenza).
Allo stato attuale, non vi è stata ancora una proposta ufficiale di implementazione del requisito al punto di non
sopravvivenza nella UE, anche se la bozza della nuova direttiva sulla gestione delle crisi pubblicata il 6 giugno 2012
(Crisis Management Directive – CMD - contenente norme in relazione al risanamento e alla risoluzione delle crisi
bancarie) racchiude provvedimenti in relazione, fra le altre cose, alla riduzione forzosa o conversione del debito in
capitale in determinate condizioni aziendali (bail-in). La bozza di CMD propone che, dal 1° gennaio 2015, le
autorità competenti degli Stati membri abbiano il potere di ridurre o convertire strumenti addizionali del Tier 1 e
del Tier 2 quando l’emittente non sia più in condizioni di continuità aziendale. Ad ogni Stato membro sarà
richiesta l’implementazione della CMD nel proprio ordinamento. Non si può tuttavia escludere che tutta o parte
della CMD venga implementata tramite un Regolamento direttamente applicabile alla stregua della CRR.
A causa della notevole complessità della materia e delle divergenze riscontrate nell’ambito della procedura di codecisione presso le istituzioni europee su altre importanti tematiche regolamentari (tra le quali la liquidità), la
votazione in seduta plenaria da parte del Parlamento europeo è stata più volte posticipata. Al rallentamento dei
lavori ha, presumibilmente, contribuito anche la decisione della Federal Reserve americana del 9 novembre
scorso di non “rendere operative le norme di Basilea 3 il prossimo 1 gennaio”.
Con riferimento allo standard di liquidità di breve termine - il Liquidity Coverage Ratio (LCR) - il 6 gennaio 2013 il
Gruppo dei Governatori e dei Capi della vigilanza, organo direttivo del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria
(BCBS), ha approvato all’unanimità la revisione delle regole relative. Rispetto alla formulazione originaria le
modifiche approvate prevedono l’introduzione graduale del requisito (dopo un periodo di osservazione, il 1°
gennaio 2015, nella misura del 60% della copertura minima, innalzata annualmente di 10 punti percentuali per
raggiungere il 100% il 1° gennaio 2019).
Lo stadio avanzato dei negoziati tra gli attori coinvolti nel recepimento del framework di Basilea 3
nell’ordinamento comunitario e la prospettiva di allargamento del perimetro delle banche oggetto
dell’observation period determinano l’esigenza di avviare le attività implementative dell’LCR secondo alcune
direttrici su cui è possibile e opportuno operare già ora (in primis, l’individuazione delle forme di raccolta
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considerate stabile), anche per cogliere appieno le potenzialità conseguibili in termini di più efficiente gestione
del rischio di liquidità in un contesto di mercati della raccolta non ancora stabilizzati e di operazioni straordinarie
di politica monetaria ancora in essere.
Con riguardo alle misure attinenti il capitale, pur nel contesto di un ormai certo slittamento applicativo delle
nuove regole, la Banca, con riguardo alle misure di capitalizzazione programmate, sta valutando - in stretto
raccordo con le strutture di 2° livello di Categoria - le opportune iniziative atte ad assicurare la conformità
prospettica al prossimo quadro di riferimento regolamentare degli strumenti in via di emissione.
2.2 I risultati economici del periodo 2012
2.2.1 Il margine di interesse
Gli interessi attivi sono risultati pari a 22.788 migliaia di euro segnando, rispetto al 2011, un incremento del
20,14%; su tale risultato hanno inciso gli interessi attivi legati agli investimenti di natura finanziaria. Dalla
composizione risulta che gli interessi attivi della attività creditizia sono stati pari a 18.209 migliaia di euro, mentre
quelli derivanti dai titoli di debito sono stati pari a 4.579 migliaia di euro.
Al contempo, gli interessi passivi sono aumentati di 2.914 migliaia di euro, con una rilevante crescita percentuale
del 53,06%, a dimostrazione dell’evidente aumento del costo della raccolta, che già si era palesato nello scorso
esercizio.
MARGINE DI INTERESSE (€/000)
2012
Variazione
Variazione
assoluta
percentuale
2011
Interessi attivi e proventi assimilati
22.788
18.968
3.820
20,14%
Interessi passivi e oneri assimilati
-8.405
-5.491
-2.914
53,06%
Totale
14.383
13.477
906
6,72%
Tale dinamica ha determinato un margine di interesse pari a 14.383 migliaia di euro, in aumento di 906 migliaia di
euro, in termini assoluti, e del 6,72 %, in percentuale, rispetto al precedente esercizio.
Si tratta di un buon risultato che, migliorando il dato del precedente anno, è stato influenzato, positivamente,
anche dall’operazione di rifinanziamento posta in essere dalla BCE il 29 febbraio 2012 e, negativamente, dai
crescenti rendimenti della raccolta.
2.2.2 Il margine di intermediazione
Il margine di intermediazione, pari a 20.032 migliaia di euro, è cresciuto dell’8,50% rispetto al 2011. L’incremento
è dipeso, in modo particolare, dagli utili conseguiti sulla cessione di attività finanziarie disponibili per la vendita,
cresciuti per 1.168 migliaia di euro. In senso negativo, hanno invece inciso le commissioni nette che sono
diminuite di 354 migliaia di euro.
Il rapporto fra il margine di interesse e il margine di intermediazione è sceso al 71,80% (72,99% nel 2011), a
significare un ulteriore minore peso della gestione denaro su quella dei servizi della Banca.
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45
MARGINE DI INTERMEDIAZIONE (€/000)
Margine di interesse
2012
Variazione
Variazione
Assoluta
percentuale
2011
14.383
13.477
906
6,72%
3.775
4.129
-354
-8,57%
Dividendi e proventi simili
30
56
-26
-46,43%
Risultato netto dell’attività di negoziazione
96
203
-107
-52,70%
1.748
598
1.150
192,30%
20.032
18.463
1.569
8,50%
Commissioni nette
Utili (perdite) da cessione o riacquisto
Totale
2.2.3 Il risultato netto della gestione finanziaria
Il risultato netto della gestione finanziaria è aumentato di 225 migliaia di euro, raggiungendo l’importo di 14.200
migliaia di euro, con una crescita del 1,61% rispetto al 2011.
RISULTATO NETTO DELLA GESTIONE FINANZIARIA
2012
Variazione
Variazione
assoluta
Percentuale
2011
(€/000)
Margine di intermediazione
20.032
18.463
1.569
8,50%
Rettifiche di valore nette per deterioramento di
-5.832
-4.488
-1.344
29,94%
14.200
13.975
225
1,61%
-5.830
a) crediti
-2
b) attività disponibili per la vendita
Totale
Il dato, nonostante resti sostanzialmente invariato, assume una significato più rilevante in considerazione del
maggiore importo delle rettifiche nette relative al deterioramento dei crediti che è stato pari a 5.832 migliaia di
euro, con un incremento del 29,94% rispetto al precedente esercizio.
2.2.4 I costi operativi
I costi operativi nel 2012 hanno registrato un aumento, rispetto al precedente esercizio, del 3,93% (450 migliaia di
euro in valore assoluto), dovuto agli oneri legati alla gestione amministrativa della Banca, ai maggior valori degli
ammortamenti e degli accantonamenti netti ai fondi rischi ed oneri. Il costo del personale si è, invece, ridotto per
un importo di 44 migliaia di euro.
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46
COSTI OPERATIVI (€/000)
2012
Spese amministrative
Variazione
Variazione
assoluta
percentuale
2011
-12.528
-12.245
-283
2,31%
a) per il personale
-6.430
-6.474
44
-0,68%
b) altre
-6.098
-5.771
-327
5,66%
Accantonamenti netti ai fondi rischi e oneri
-93
-58
-35
60,34%
-857
-786
-71
9,03%
-8
-8
=
=
1.595
1.656
-61
-3,68%
-11.891
-11.441
-450
3,93%
Rettifiche di valore su attività materiali
Rettifiche di valore su attività immateriali
Altri proventi di gestione
Totale
L’aumento deve essere interpretato in relazione al valore raggiunto dal margine di intermediazione. In effetti, il
rapporto fra costi operativi e margine di intermediazione è sceso nel 2012 al 59,36%, con un deciso
miglioramento, in termini percentuali, rispetto al precedente anno.
Analogamente è migliorato il rapporto fra le spese del personale e il margine di intermediazione, che nel 2012 si è
attestato al 32,10%, mentre nel 2011 era al 35,06%.
2.2.5 L’utile di periodo
In tema di redditività di periodo, l’esercizio 2012 si è chiuso con un utile netto di euro 1.626 migliaia di euro, con
un incremento rispetto al precedente anno del 21,25%.
Un risultato certamente positivo se interpretato alla luce dell’attuale situazione economica e finanziaria generale.
Nel particolare, il risultato netto di periodo è da ascriversi:
-
all’aumento del margine di interesse (+6,72%), attestatosi a 14.383 migliaia di euro;
all’incremento del margine di intermediazione (+8,50%), portatosi a quota 20.032 migliaia di euro;
all’aumento del 29,94% delle rettifiche di valore nette per deterioramento dei crediti che hanno portato il
risultato netto della gestione finanziaria a quota 14.200 migliaia di euro (+1,61%);
all’aumento del 3,93% dei costi operativi, pari a 11.891 migliaia di euro;
alla diminuzione del carico fiscale del 38,28%.
Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente sono pari a 724 migliaia di euro, al netto dell’effetto
della posta non ricorrente di 266 migliaia di euro, riferita a crediti di imposta pregressi, in virtù dell’integrale
deduzione ai fini IRES dell’IRAP sul costo del lavoro come dalle disposizioni di cui all’art. 2, comma 1 quater del
D.L. n. 201/2011 convertito in L. n. 214/2011 e successivamente integrate dall’art. 4, comma 12 del D.L. n.
16/2012 convertito in L. n. 44/2012. Tale ultimo decreto ha, infatti, introdotto la possibilità di presentare istanza
di rimborso dell’Ires, rideterminata per effetto della sopra citata deducibilità; per gli anni pregressi (2007-2011),
per i quali è ancora pendente (al 28 dicembre 2011) il termine di 48 mesi indicato per il rimborso dei versamenti
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47
diretti. La stima dell’importo da richiedere a rimborso per le suddette annualità è stata effettuata tenendo anche
conto del provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate del 17 dicembre 2012.
UTILE LORDO, IMPOSTE E UTILE NETTO (€/000)
2012
Utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte
Variazione
Variazione
Assoluta
percentuale
2011
2.350
2.514
-164
-6,52%
-724
-1.173
449
-38,28%
Utile dell’operatività corrente al netto delle imposte
1.626
1.341
285
21,25%
Utile netto dell’esercizio
1.626
1.341
285
21,25%
Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente
I principali indicatori di bilancio
La tabella riporta i principali indicatori di bilancio che, grazie al confronto con i valori del precedente esercizio,
consentono di valutare, in maniera efficace e immediata, le dinamiche della Banca.
INDICI ECONOMICI, FINANZIARI E DI PRODUTTIVITÀ
2012
2011
Indici patrimoniali (%)
Impieghi su clientela / raccolta diretta clientela
87,35%
90,07%
Impieghi su clientela / totale attivo
58,47%
72,17%
Raccolta indiretta gestita / raccolta indiretta
19,61%
19,44%
Raccolta indiretta amministrata / raccolta indiretta
80,39%
80,56%
Raccolta diretta / totale attivo
66,94%
80,13%
Patrimonio netto / impieghi su clientela
13,74%
11,33%
Patrimonio netto / raccolta diretta clientela
12,00%
10,20%
8,03%
8,18%
Utile netto / (patrimonio netto – utile netto) (ROE)
3,77%
3,63%
Utile netto / totale attivo (ROA)
0,29%
0,29%
82,67%
84,89%
Patrimonio netto / totale attivo
Indici di redditività (%)
Costi operativi / margine di interesse
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48
18,84%
22,36%
2,60%
2,88%
71,80%
72,99%
6,90%
5,47%
50,21%
48,33%
5,68%
5,61%
Fondi svalutazione su sofferenze / crediti in sofferenza lordi con la clientela
42,38%
42,14%
Fondo svalutazione su crediti incagliati / incagli lordi
15,79%
13,42%
Spese amministrative / margine di intermediazione
62,54%
66,32%
Spese personale / margine di intermediazione
32,10%
35,06%
Costi operativi / margine di intermediazione (cost / income)
59,36%
61,96%
2,15%
2,44%
Raccolta totale per dipendente
4.389
4.634
Impieghi su clientela per dipendente
3.439
3.708
213
203
68
71
127
126
Commissioni nette / margine di intermediazione
Margine d’interesse / totale attivo
Margine di interesse / margine di intermediazione
Indici di rischiosità (%)
Sofferenze nette / impieghi su clientela
Sofferenze nette / patrimonio netto
Incagli netti / impieghi su clientela
Indici di efficienza (%)
Costi operativi / totale attivo
Indici di produttività (migliaia di Euro)*
Margine di intermediazione per dipendente
Costo medio del personale
Totale costi operativi per dipendente
*Per il calcolo degli indicatori è stato considerato il numero medio dei dipendenti pari a 91 nel 2011 e a 94 nel 2012.
3. La struttura operativa
3.1 La rete territoriale
Nel corso del 2012, la Banca ha operato con 13 filiali, di cui 12 dotate di ATM, e con 9 sportelli bancomat.
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49
A fine 2012 le tre macro zone di competenza della Banca risultano complessivamente ben presidiate con n.6 filiali
nel territorio del Trasimeno (Moiano, Tavernelle, Castiglione del lago, Città della Pieve, Pozzuolo, Passignano sul
Trasimeno), n.5 filiali nell’Orvietano (Ficulle, Allerona, Fabro Stazione, Ciconia e Orvieto) e n.2 filiali nel ternano
(Terni centro e Gabelletta).
Nel mese di giugno si è reso operativo un nuovo sportello bancomat nella frazione di Castel Rigone del Comune di
Passignano sul Trasimeno; l’intervento, già programmato da tempo, rientra in un’ottica di collaborazione con il
Comune di Passignano sul Trasimeno, che ha messo a disposizione propri locali a fronte del nostro impegno ad
erogare il servizio a tutta la popolazione della frazione.
Nel mese di agosto, è stata richiesta alla Banca d’Italia l’autorizzazione all’apertura di una nuova filiale in
Fontignano, frazione del Comune di Perugia, mediante la trasformazione dello sportello bancomat, già presente
da molti anni. Ottenuto l’assenso all’apertura, sono stati programmati i lavori di ristrutturazione dell’immobile,
individuato al centro del paese, e presumibilmente l’inaugurazione della nuova sede avverrà entro i primi sei mesi
del 2013.
Durante il presente anno sono stati portati a termine diversi interventi strutturali e di ammodernamento su
alcune filiali, per assicurarne le funzionalità operative e migliorarne l’aspetto estetico; nello specifico, gli
interventi hanno interessato le filiali di Castiglione del Lago, Ficulle, Allerona e Terni Centro.
Inoltre, è avvenuto il trasferimento della filiale di Città della Pieve nella nuova sede di proprietà, situata in uno dei
palazzi storici più belli della cittadina. L’inaugurazione, durante la “Festa del Socio 2012”, ha riscosso ampio
successo con la partecipazione di oltre 2.000 visitatori.
In termini strategici, il piano 2013-2015, in linea con quanto già indicato negli anni precedenti, ha individuato
quale bacino di naturale prossima espansione della Banca tutta la provincia di Terni che presenta, per territorio e
presenza demografica, interessanti prospettive di crescita; questo sia per consolidare una presenza in una parte di
territorio della Regione dove non sono presenti Banche di Credito Cooperativo, sia per assicurare un importante
punto di contatto con altri comuni limitrofi di notevole interesse per eventuali futuri sviluppi territoriali.
3.2 Le risorse umane
L’organico complessivo è risultato composto, al termine del 2012, da 95 dipendenti, di cui 1 dirigente, 1
lavoratore con contratto a progetto, che al 31/12/2012 ha raggiunto il termine di scadenza, una risorsa distaccata
da Iccrea Banca S.p.A. e 5 con contratto a tempo determinato. La Direzione ha continuato il percorso intrapreso
già da tempo al fine di diffondere e consolidare uno stile organizzativo teso a far assumere ai dipendenti
comportamenti individuali e collettivi in linea con gli obiettivi aziendali. Il Consiglio di Amministrazione, che da
sempre ha interpretato l’aggiornamento del personale come un valido strumento di crescita professionale, per
l’anno in esame, ha approvato un piano formativo pensato sia come strumento di rafforzamento delle
competenze della Rete Sportelli, sia con finalità di specializzazione e aggiornamento del personale assegnato alla
struttura centrale. In particolare le iniziative rivolte al personale di filiale hanno coinvolto tutti i ruoli, sviluppando
tematiche inerenti a: 1) l’efficacia personale con focus sull’intercettazione dei bisogni della clientela con
l’obiettivo del totale raggiungimento della customer satisfaction; 2) gli aspetti legali e tecnici dell’operatività
bancaria quotidiana nella convinzione che la conoscenza della normativa sia il presupposto per osservare la
dovuta diligenza professionale; 3) l’evoluzione dei prodotti bancari in relazione alle prospettive dei mercati
finanziari.
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50
Per quanto attiene la struttura centrale le iniziative programmate hanno permesso alla Banca di raggiungere un
importante traguardo, ovvero l’accreditamento di due dipendenti quali formatori interni in tema di antiriciclaggio
e trasparenza, ciò assicura un valore aggiunto alla formazione svolta a tutto il personale dipendente in argomento
con l’analisi di casi pratici.
Inoltre, il piano formativo prevedeva delle iniziative, rivolte a tutto il personale dipendente, inerenti
all’aggiornamento annuale in tema di normative speciali, svolte già dal 2012 dai formatori interni, occasione
questa in cui è stato rinnovato il progetto di diffusione capillare della conoscenza della cultura sui controlli.
L’accordo per l’utilizzo delle specifiche previsioni della parte ordinaria del “Fondo di Solidarietà per il sostegno del
reddito, dell’occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale dipendente delle
imprese di credito cooperativo” (D.M. 157/2000, art. 5, comma 1) ha permesso alla Banca di usufruire, anche per
il 2012, del finanziamento dell’intera formazione annuale con la finalità di aggiornare, consolidare e sviluppare le
competenze dei dipendenti, oltre che di rafforzare la diffusione di una cultura manageriale in linea con gli obiettivi
aziendali.
Infine, la Banca ha accolto le proposte della Federazione Toscana che, prevedendo il ricorso al “Fondo paritetico
interprofessionale nazionale per la formazione continua delle imprese cooperative”, hanno permesso di aderire
alle iniziative di seguito riportate relative alla formazione di ruoli specifici: “Il percorso di alta formazione per il
Credito Cooperativo Toscano”, “Il Master Gestione Risorse Umane” e “Formazione Formatori”.
4. Le attività organizzative
Sul piano organizzativo, nel corso dell’anno si sono realizzati i seguenti principali interventi:
− la Banca ha condotto una valutazione con riguardo agli adeguamenti necessari per assolvere alle nuove
disposizioni della Banca d’Italia in materia di partecipazioni detenibili dalle banche e dai gruppi bancari,
Titolo V, Capitolo 4, Circolare 263/06, per individuare in modo puntuale le attività da porre in essere ai fini di
compliance. Con particolare riguardo alle prescrizioni in materia di organizzazione e controlli interni è stato
predisposto e adottato un documento di Politiche interne in materia di partecipazioni in imprese non
finanziarie e di classificazione degli investimenti indiretti in equity, approvato dal Consiglio di
Amministrazione, sentito il Collegio Sindacale, nella seduta del 27 giugno 2012. Le soluzioni organizzative
delineate nell’ambito della policy sono, nel rispetto del principio di proporzionalità, ritenute adeguate alle
caratteristiche e strategie della Banca ed efficaci rispetto alla finalità di prevenzione e gestione dei conflitti
di interesse;
− la Banca, in ottemperanza a quanto richiesto nella lettera dell’11 gennaio 2012 del Governatore della Banca
d'Italia in materia di organizzazione e governo societario delle banche, ha posto in essere uno specifico
processo di autovalutazione attraverso il quale sono state analizzate le effettive modalità con cui, pur nel
peculiare contesto statutario-regolamentare e ambientale di riferimento, è stata data pratica applicazione
alle Disposizioni di Vigilanza relative al governo societario;
−
il 14 febbraio 2012 la Banca d’Italia, dando attuazione alla Decisione della Banca Centrale Europea 2010/14
volta ad assicurare che gli enti creditizi e i soggetti che operano con il contante ridistribuiscano unicamente
banconote in euro di cui siano state controllate autenticità e idoneità, ha adottato il provvedimento relativo
al controllo delle banconote in euro e al loro “ricircolo”. In generale, il provvedimento si pone l’obiettivo di
tutelare il pubblico dal rischio di ricevere banconote contraffatte presso gli sportelli bancari o via cash
dispenser. A tal fine, stabilisce regole e procedure comuni a tutti i gestori del contante per rilevare e ritirare
dalla circolazione le banconote sospette di falsità e ridistribuire unicamente banconote di cui siano state
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51
controllate autenticità e idoneità. A riguardo la Banca, con delibera del 21 novembre 2012, ha aggiornato il
Regolamento della Gestione Contanti e Valori integrando con le novità citate il quadro di riferimento relativo
all’insieme dei presidi (processi, manuali operativi, ecc...) predisposti per il contenimento dei potenziali rischi
inerenti all’attività di gestione del contante, nelle quali sono disciplinati comportamenti e procedure
conformi ai riferimenti normativi. La Banca ha inoltre verificato e integrato, ove necessario, i riferimenti in
materia di controlli interni sull’operatività specifica e sui connessi profili di outsourcing;
−
a dicembre 2011, la Banca d’Italia ha introdotto la nuova disciplina in materia di attività di rischio e conflitti
d’interesse nei confronti di soggetti collegati alla banca o al gruppo bancario, Titolo V, Capitolo 5, Circolare
263/06, con l’obiettivo presidiare il rischio che la vicinanza di taluni soggetti ai centri decisionali della Banca
possa compromettere l’oggettività e l’imparzialità delle decisioni relative alla concessione di finanziamenti e
alle altre transazioni nei confronti dei medesimi soggetti, con possibili distorsioni nel processo di allocazione
delle risorse, esposizione della Banca a rischi non adeguatamente misurati o presidiati, potenziali danni per
depositanti e azionisti. In conformità a quanto richiesto dalle norme, il Consiglio di Amministrazione ha
disciplinato, attraverso appositi dispositivi interni i limiti prudenziali e le procedure deliberative applicabili,
rispettivamente, all’assunzione di attività di rischio e all’esecuzione di operazioni nei confronti dei soggetti
collegati, allo scopo di preservare la correttezza formale e sostanziale di tutte le operazioni con tali soggetti,
nonché ad assicurare l’integrità dei relativi processi decisionali da condizionamenti esterni. Tali riferimenti
sono stati integrati, nelle politiche assunte, con assetti organizzativi e controlli interni volti a individuare ruoli
e responsabilità degli organi e delle funzioni aziendali in tema di prevenzione e gestione dei conflitti
d’interesse, accurato censimento dei soggetti collegati, monitoraggio dell’andamento delle relative
esposizioni e del costante rispetto dei limiti, corretta e completa applicazione delle procedure deliberative
previste. In tale ambito, la Banca ha definito, altresì, i livelli di propensione al rischio e le soglie di tolleranza
coerenti con il profilo strategico e le caratteristiche organizzative;
−
nel mese di settembre la Banca d’Italia ha pubblicato per la consultazione le nuove disposizioni di vigilanza
prudenziale in materia di sistema dei controlli interni, sistema informativo e continuità operativa. Lo schema
delle nuove disposizioni definisce il quadro di principi e regole cui deve ispirarsi il sistema dei controlli interni
e costituisce la cornice di riferimento per le disposizioni in materia di controlli definite nell’ambito di altri
specifici contesti disciplinari. La proposta normativa mira a rafforzare la capacità delle banche di gestire i
rischi e a promuoverne la sana e prudente gestione. In particolare, le disposizioni proposte definiscono i
principi generali di organizzazione, il ruolo e i compiti degli organi aziendali, le caratteristiche e i compiti
delle funzioni aziendali di controllo per rafforzare la capacità delle banche di gestire i rischi aziendali
secondo un approccio di tipo integrato. La Banca ha avviato, in stretto raccordo con le strutture associative
di categoria, un processo di valutazione degli impatti delle modifiche in via di introduzione e di preliminare
definizione delle iniziative di carattere organizzativo e operativo da intraprendere;
−
la Banca ha continuato nel percorso intrapreso di mappatura dei processi di lavoro, aggiornando la
normativa interna già adottata nei precedenti esercizi a seguito di novità legislative e di vigilanza, nonché a
seguito di indicazioni della Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo. Nello specifico sono stati
adottati il Regolamento Modello 231/2001 ed il Regolamento dell’Organismo di Vigilanza, mentre sono stati
aggiornati i seguenti Regolamenti di Processo: Credito, Risparmio, Gestione Contanti e Valori, Antiriciclaggio
e Finanza;
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52
−
sono stati ristrutturati i locali delle filiali di Castiglione del Lago, Ficulle, Allerona e Terni. Detti interventi
oltre al rinnovamento del layout hanno permesso di ottimizzare gli spazi creando nuovi uffici. Inoltre è stata
inaugurata la nuova filiale di Città della Pieve che si è trasferita in Piazza Matteotti.
5. L’attività di ricerca e sviluppo
Il persistere, nell’esercizio 2012, della situazione di deterioramento del tessuto economico, pur rappresentando
un serio ostacolo alla volontà della Banca di continuare nella sua opera di assistenza e di sostegno al territorio,
non ha comunque impedito di proseguire nella ricerca, prima, e nella attuazione, poi, di ogni iniziativa ritenuta
idonea a favorire le imprese e le famiglie in questa fase di grande crisi. Con questa consapevolezza, oltre alla
tradizionale e quotidiana attività di vicinanza ed assistenza ai soci ed alla clientela, si è cercato di porre particolare
attenzione a tutte le attività di sostegno all’economia locale.
In particolare, per il segmento “imprese”, l’anno appena concluso ha visto la Banca continuare nel percorso di
rafforzamento delle relazioni convenzionali con i Consorzi Fidi e con la Finanziaria Regionale (Gepafin SpA), che ha
condotto a significativi aggiornamenti degli accordi, tesi a favorire l’accesso al credito per le piccole e medie
imprese del territorio. La Banca ha, inoltre, assicurato la propria adesione all’“Accordo per il credito alle PMI” del
marzo 2012, al cui interno è prevista la proroga dei termini del c.d. “Avviso comune per la sospensione dei debiti
delle PMI”; tale iniziativa ha consentito di accogliere numerose richieste di sospensione e/o di allungamento della
durata dei finanziamenti a medio-lungo termine. La Banca, comunque, già dagli esercizi precedenti, pur in assenza
di previsioni convenzionali generalizzate, ha elaborato prassi operative che hanno permesso, mediante l’analisi
delle singole istanze avanzate, di dare puntuali risposte alle specifiche esigenze della clientela, rimodulando in
maniera personalizzata i piani di ammortamento originari e concedendo agevolazioni diverse da quelle previste
nell’accordo in argomento.
Per le “famiglie”, la Banca ha confermato, con l’adesione all’ “Accordo per la sospensione delle rate del mutuo”, le
disposizioni interne, già adottate nei precedenti esercizi, favorendo l’accesso alle agevolazioni alla più ampia
platea di clientela possibile, anche indipendentemente dal possesso dei requisiti previsti dal citato accordo
promosso dall’ABI. Inoltre, la Banca ha stipulato accordi con la Finanziaria Regionale (Gepafin SpA) per
l’erogazione del “prestito sociale d’onore”, per la concessione di “mutui prima casa”, a condizioni agevolate, e di
anticipazioni a favore di lavoratori di aziende in difficoltà o in gravi crisi.
Con il fondamentale apporto di Iccrea Banca, nella sua qualità di emittente, nel corso del 2012 è stato possibile
rafforzare il carnet dei prodotti di monetica ricompresi nel nostro catalogo di offerta e mettere in cantiere il
progetto “corner in filiale” che, con riguardo alle dipendenze di Terni e Ciconia, ha fornito ottime performance in
termini commerciali. Il comparto, inoltre, è stato arricchito di ulteriori prodotti, con nuovi contenuti (ivi incluse le
carte bancomat cicliche e la possibilità di correlare la gratuità della carta a predeterminati livelli di spending), che
già hanno incontrato il favore della clientela.
Nella consapevolezza della centralità che il fattore “tempo” ha assunto nell’attuale contesto economico e sociale,
nel corso dell’anno appena concluso, la Banca ha sviluppato un’intensa attività di ricerca e sviluppo e di
innovazione, di prodotto e di processo, nell’ottica di migliorare l’efficienza aziendale, di razionalizzare e
ammodernare l’offerta creditizia e finanziaria.
Infine, la Banca ha raggiunto un adeguato livello di uniformità dell’offerta complessiva di servizi nelle diverse filiali
ed ha operato per favorire una capillare penetrazione nei mercati di riferimento, nei quali si è rilevata una
maggiore potenzialità di crescita, tramite accorte politiche di marketing, iniziative promozionali e
comunicazionali.
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53
Dal punto di vista operativo si elencano i dati relativi ai principali servizi forniti alla clientela.
SERVIZI CLIENTELA al 31 Dicembre 2012
Home banking Famiglie ( informativo e dispositivo )
1.535
Home banking Imprese ( informativo e dispositivo )
1.356
616
Terminali POS
14.017
Conti Correnti in essere
1.395
Conti Correnti aperti nel 2012
Bonifici inviati nell’anno
113.436
Bonifici ricevuti nell’anno
126.213
Pensione Inps accreditate
2.517
15.256
Assegni circolari emessi nell'anno
6.706
Utenze incassate agli sportelli
19.432
Domiciliazione utenze
Deleghe F23
2.051
Deleghe F24
76.712
Totale MSG rete interbancaria ricevuti
157.510
Totale MSG rete interbancaria inviati
112.139
Tessere Bancomat
7.273
Carte di credito
3.143
Tessere Viacard e Telepass
1.581
942
Carte tasca
132.253
Numero prelievi carte bancomat proprie su nostri ATM
Numero prelievi altre carte bancomat su nostri ATM
85.018
Numero prelievi carte bancomat proprie su altri ATM
49.640
Numero prelievi carte di credito su nostri ATM
85.018
Numero prelievi carte eurocheque proprie su nostri ATM
49.640
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54
6. Il sistema dei controlli interni e gestione dei rischi
6.1 Il sistema dei controlli interni
Un efficace sistema di controllo costituisce condizione essenziale per il perseguimento degli obiettivi aziendali. Le
regole di governo societario e gli assetti organizzativi interni devono assicurare condizioni di sana e prudente
gestione. Il complesso dei rischi aziendali è presidiato nell’ambito di un preciso modello organizzativo che integra
metodologie e presidi di controllo a diversi livelli, tutti convergenti con gli obiettivi di assicurare efficienza ed
efficacia dei processi operativi, salvaguardare l’integrità del patrimonio aziendale, tutelare dalle perdite, garantire
l’affidabilità e l’integrità delle informazioni e verificare il corretto svolgimento dell’attività nel rispetto della
normativa interna ed esterna.
Assumono rilievo, in tale ambito, efficaci meccanismi di interazione tra le funzioni aziendali al fine di disporre di
una visione integrata dei rischi e di un processo dinamico di adattamento delle modalità di controllo al mutare del
contesto interno ed esterno.
La chiara ed esaustiva identificazione dei rischi, cui la Banca è potenzialmente esposta, costituisce il presupposto
per la consapevole assunzione e l’efficace gestione degli stessi, attuate anche attraverso appropriati strumenti e
tecniche di mitigazione e traslazione.
Coerentemente con il proprio modello di business e operativo, la Banca è esposta a diverse tipologie di rischio che
attengono principalmente alla tipica operatività di intermediazione creditizia e finanziaria, prevalentemente
rischio di credito e talune manifestazioni di rischi operativi intrinseci all’attività bancaria. Per l’illustrazione
dell’assetto organizzativo e delle procedure operative poste a presidio delle diverse aree di rischio e delle
metodologie utilizzate per la misurazione e la prevenzione dei rischi medesimi si rinvia all’informativa qualitativa
e quantitativa riportata nella parte E della Nota Integrativa - informazioni sui rischi e sulle relative politiche di
copertura.
Di seguito si presenta una sintetica descrizione del complessivo assetto dei controlli interni.
La Banca ha posto in essere un sistema di controllo e gestione dei rischi, nel quale è assicurata la separazione
delle funzioni di controllo da quelle produttive, articolato sulla base dei seguenti livelli, definiti dall’Organo di
Vigilanza:
a) Primo livello:
-
controlli di linea, effettuati dalle stesse strutture produttive che hanno posto in essere le operazioni o
incorporati nelle procedure e diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni;
b) Secondo livello:
-
controlli sulla gestione dei rischi, condotti a cura di strutture diverse da quelle produttive, con il compito di
definire le metodologie di misurazione dei rischi, di verificare il rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni
operative e di controllare la coerenza dell’operatività delle singole aree produttive con gli obiettivi di
rischio/rendimento, quantificando il grado di esposizione ai rischi e gli eventuali impatti economici;
-
controlli di conformità normativa, esternalizzati alla Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo,
attraverso una funzione indipendente all’uopo costituita, coadiuvata da un responsabile interno, con il
compito specifico di promuovere il rispetto delle norme di etero-regolamentazione (leggi e norme
regolamentari) e di auto-regolamentazione, nonché dei codici interni di comportamento per minimizzare il
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rischio di non conformità normativa e i rischi reputazionali ad esso collegati, coadiuvando, per gli aspetti di
competenza, nella realizzazione del modello aziendale di monitoraggio e gestione dei rischi;
-
controlli in materia di gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo internazionale,
esternalizzati alla Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo, attraverso la creazione di una unità
specialistica in capo alla funzione di conformità, coadiuvata da un responsabile interno, con il compito
specifico di verificare nel continuo che le procedure aziendali siano coerenti con l’obiettivo di prevenire e
contrastare la violazione di norme di etero-regolamentazione e di auto-regolamentazione in materia di
riciclaggio e di finanziamento del terrorismo.
c) Terzo livello:
-
attività di revisione interna (Internal Auditing), esternalizzata alla Federazione Toscana Banche di Credito
Cooperativo, indirizzata a valutare l’adeguatezza e la funzionalità del complessivo Sistema dei Controlli
Interni. Tale attività è condotta sulla base del piano annuale delle attività di auditing approvato dal Consiglio
di Amministrazione o attraverso verifiche puntuali sull’operatività delle funzioni coinvolte, richieste in corso
d’anno.
Le attività inerenti al controllo contabile sono affidate alla Società di Revisione Deloitte & Touche conformemente
a quanto stabilito dalla delibera assembleare del 19 maggio 2012.
Nel soffermarsi, in particolare, sui controlli di secondo e terzo livello, si evidenzia che l’impianto dei controlli sulla
gestione dei rischi è stato oggetto di un’importante evoluzione, tuttora in corso, a seguito dell’attivazione del
processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP - Internal Capital Adequacy Assessment
Process). Tali controlli, conformemente a quanto richiesto dalle disposizioni di riferimento, hanno interessato i
rischi aziendali nel loro complesso. Nell’ambito dell’ICAAP, la Banca definisce la mappa dei rischi rilevanti, che
costituisce la cornice entro cui sono sviluppate tutte le attività di misurazione, di valutazione, di monitoraggio e di
mitigazione dei rischi. A tal fine, provvede all’individuazione di tutti i rischi verso i quali è o potrebbe essere
esposta, ossia quelli che potrebbero pregiudicare l’operatività, il perseguimento delle strategie definite e il
conseguimento degli obiettivi aziendali. Per ciascuna tipologia di rischio, vengono individuate le relative fonti di
generazione (anche ai fini della successiva definizione degli strumenti e delle metodologie a presidio della loro
misurazione e gestione), nonché le strutture responsabili della gestione. Nello svolgimento delle attività citate, la
Banca tiene conto del contesto normativo di riferimento, dell’operatività in termini di prodotti e mercati di
riferimento, delle specificità connesse alla propria natura di banca cooperativa a mutualità prevalente operante in
un network e, per individuare gli eventuali rischi prospettici, degli obiettivi strategici definiti dal Consiglio di
Amministrazione e declinati nel piano annuale.
Sulla base di quanto rilevato dalle attività di analisi svolte, la Banca ha identificato come rilevanti i rischi indicati
nell’allegato A Titolo III Cap 1 della circolare 263/06 della Banca di Italia (rischio di credito e controparte, rischio di
mercato, rischio operativo, rischio di concentrazione, rischio tasso, rischio liquidità, rischio residuale, rischio
derivante da operazioni di cartolarizzazione, rischio strategico, rischio reputazionale), integrati da rischi normativi
e rischi nell’ambito della finanza. Le valutazioni effettuate con riferimento all’esposizione ai cennati rischi e ai
connessi sistemi di misurazione e controllo sono state oggetto di analisi da parte dei vertici aziendali.
La funzione di Risk Controlling, preposta al controllo sulla gestione dei rischi, assume un ruolo cardine nello
svolgimento di attività fondamentali dell’ICAAP. Tale funzione ha, infatti, i compiti di definire le metodologie di
misurazione dei rischi, di sviluppare e manutenere i modelli e gli strumenti di supporto per la misurazione,
valutazione e monitoraggio dei rischi, di individuare i rischi cui la Banca è o potrebbe essere esposta, di
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controllare la coerenza dell’operatività delle singole aree o unità di business con gli obiettivi di rischio e
rendimento, di quantificare e di valutare il grado di esposizione ai rischi. Le attività della funzione sono tracciate e
i relativi risultati sono opportunamente documentati e formalizzati. La funzione garantisce l’informativa inerente
alla propria operatività attraverso opportuni flussi informativi indirizzati alle funzioni operative, alla Direzione
Generale, agli Organi di Governo e Controllo.
Riguardo alla gestione del rischio di non conformità alle norme, a seguito di un’accurata analisi organizzativa e di
una valutazione costi benefici, che hanno tenuto in considerazione le dimensioni aziendali, la complessiva
operatività e i profili professionali in organico, la Banca ha adottato un modello che si fonda sulla facoltà, prevista
dalla normativa per le banche di dimensioni contenute o caratterizzate da una limitata complessità operativa, di
affidare lo svolgimento della Funzione di Conformità a soggetti terzi (tra i quali, gli organismi associativi di
categoria), purché dotati di requisiti idonei in termini di professionalità e indipendenza e fermo restando l’obbligo
di procedere alla nomina di un responsabile della funzione all’interno dell’azienda. Tale soluzione ha presentato,
tra l’altro, la possibilità di avvalersi delle competenze specialistiche multi-disciplinari presenti nella Federazione
locale e di standard metodologici basati sulle best practice, realizzando economie di scopo e di scala. Valutata la
rispondenza della relativa struttura ai requisiti richiesti dalle disposizioni in materia, la Banca ha conferito alla
Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo, attraverso una funzione indipendente all’uopo costituita,
coadiuvata da un responsabile interno, lo svolgimento delle attività della Funzione di Conformità, formalizzando
tale incarico in un accordo nel quale sono specificati, tra l’altro, gli obiettivi dell’attività, la frequenza minima dei
flussi informativi nei confronti del responsabile interno all’azienda e degli organi di vertice aziendali, gli obblighi di
riservatezza delle informazioni acquisite nello svolgimento dell’attività, la possibilità di rivedere le condizioni ove
ne ricorrano le necessità.
Al responsabile interno della funzione spetta la complessiva supervisione dell’attività di gestione del rischio e il
ruolo di referente interno per il soggetto incaricato della funzione. Coerentemente con le Disposizioni di Vigilanza,
allo stesso è assicurata l’attribuzione dei requisiti atti a consentire la verifica dell’effettivo svolgimento delle
attività di competenza dell’outsourcer nell’ambito del Processo di gestione dei rischi di non conformità.
L’attività di controllo svolta dalla Funzione, sulla base di un piano delle attività annuale approvato dal Consiglio di
Amministrazione, poggia sulle metodologie e supporti sviluppati nell’ambito del relativo progetto Nazionale di
Categoria. In linea con le indicazioni del progetto, la Funzione di Conformità opera sulla base di un proprio
approccio metodologico fondato su tecniche di identificazione, valutazione, gestione e monitoraggio dei rischi di
non conformità. I risultati delle singole attività di verifica condotte sono formalizzati in specifici report presentati
al Consiglio di Amministrazione cui, in quanto responsabile del Sistema dei Controlli Interni, spetta la complessiva
supervisione del processo di gestione del rischio di non conformità normativa e, in tale ambito, la periodica
valutazione dell’adeguatezza della funzione di conformità alle norme nonché la definizione del programma di
attività della funzione stessa. Annualmente la Funzione illustra al Consiglio di Amministrazione le attività di
controllo complessive.
L’attività di controllo della funzione esternalizzata per il 2012 si è focalizzata su: trasparenza bancaria; avvio del
processo di adozione del modello organizzativo e di gestione ex D.Lgs.231/01, con monitoraggio degli eventuali
interventi correttivi; normativa sulla privacy.
Riguardo alla gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, in ossequio al provvedimento
della Banca d’Italia dell’11 marzo 2011, a cui è seguita un’accurata analisi organizzativa che ha tenuto conto delle
dimensioni aziendali, della complessità operativa e dei profili professionali in organico, la Banca, valutata la
rispondenza della relativa struttura ai requisiti richiesti dalle disposizioni, ha esternalizzato (delibera del Consiglio
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di Amministrazione del 14 marzo 2012, con la sottoscrizione dell’apposito addendum) la funzione antiriciclaggio
alla funzione di conformità della Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo e nominato un responsabile
interno della funzione.
L’attività è svolta sulla base di un accordo specifico che disciplina, tra l’altro, gli obiettivi dell’attività, la frequenza
minima dei flussi informativi nei confronti del responsabile interno e degli Organi di vertice, gli obblighi di
riservatezza delle informazioni acquisite nello svolgimento dell’attività, la possibilità di rivedere le condizioni ove
ne ricorrano le necessità, la possibilità per le Autorità di Vigilanza e la U.I.F. di accedere alle informazioni utili per
l’attività di supervisione e controllo in capo alle stesse.
In data 27 giugno 2012, inoltre, il Consiglio di Amministrazione ha modificato gli assetti dell’Area controlli con la
separazione del Servizio Ispettorato dal Servizio Compliance, così da garantire la separatezza tra funzioni
operative e di controllo anche in materia di antiriciclaggio e l’assegnazione al responsabile interno compliance, in
qualità di delegato del Legale rappresentante, della responsabilità della segnalazione delle operazioni sospette.
In riferimento ai controlli di secondo livello, nell’ottica di presidiare la gestione dei rischi in relazione alla loro
continua evoluzione ed in considerazione delle dimensioni della Banca e della conseguente complessità operativa,
è stato rafforzato il ruolo di coordinamento delle diverse funzioni di controllo attraverso la costituzione di un
apposito “Comitato di coordinamento delle funzioni di controllo”, i cui obiettivi sono quelli di migliorare
l’efficienza del processo operativo di controllo, di coordinare la pianificazione nel continuo delle attività di
ciascuna funzione sulla base della rischiosità implicita, delle politiche di rischio stabilite dal Consiglio di
Amministrazione, di monitorare l’effettiva esecuzione delle attività di controllo programmate, ottimizzandone la
canalizzazione dei flussi informativi generati dalle funzioni verso i Vertici aziendali e la struttura interna.
La funzione di Internal Audit, che presidia il terzo livello di controllo, svolge la propria attività sulla base del piano
annuale delle attività di auditing approvato dal Consiglio di Amministrazione oppure attraverso verifiche puntuali
sull’operatività delle funzioni coinvolte, richieste in corso d’anno. In tale ambito, effettua la verifica e l’analisi dei
sistemi di controllo di primo e secondo livello, attivando periodici interventi finalizzati al monitoraggio delle
variabili di rischio.
La Banca, per quanto concerne quest’ultimo livello di controlli, avvalendosi della facoltà in tal senso prevista nelle
Istruzioni di Vigilanza e valutata l’adeguatezza ai requisiti richiesti dalle disposizioni in materia della struttura
all’uopo costituita presso la Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo, ha deciso l’esternalizzazione alla
stessa Federazione della funzione di Internal Audit sottoscrivendo il relativo contratto, dandone preventiva
comunicazione all’Organo di Vigilanza come previsto dalle relative istruzioni.
La Funzione di Internal Audit opera sulla base di uno specifico piano delle attività deliberato dai Vertici aziendali e
definito sulla base dell’esposizione ai rischi nei vari processi che i vertici aziendali hanno valutato. L’attività di
controllo svolta dalla Funzione poggia su metodologie e supporti sviluppati nell’ambito del Progetto di Categoria
sul Sistema dei Controlli Interni.
L’attività di controllo svolta dalla funzione è stata articolata prevedendo anche momenti di follow-up per i
processi già monitorati nel corso dei piani precedenti, nell’ottica di verificare l’effettiva implementazione ed
efficacia degli interventi di contenimento del rischio proposti.
L’attività di Audit per il 2012 ha riguardato in particolare le Politiche di remunerazione, il Processo Finanza Retail,
il processo Credito-fase Monitoraggio, il Processo governo e quello Filiali.
Le verifiche hanno avuto come principali direttrici di intervento:
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-
-
-
-
il controllo delle modalità attraverso le quali vengono assicurate l’adeguatezza e la rispondenza delle
politiche e delle prassi di remunerazione adottate dalla Banca, al quadro normativo e agli obiettivi di sana e
prudente gestione;
la valutazione della corretta applicazione della normativa antiriciclaggio attraverso la verifica
dell’adeguatezza e l’efficacia della nuova funzione antiriciclaggio e dell’assetto organizzativo aziendale e la
sua conformità rispetto alla disciplina di riferimento attraverso una verifica dei requisiti di impianto e di
funzionamento dei processi;
la quantificazione, attraverso l’utilizzo della procedura ARCO, della quota di “Rischio Residuo”, presente nella
fase Retail del processo Finanza, attraverso la verifica: i) della corretta applicazione della normativa di
riferimento (MIFID); ii) del corretto comportamento del personale autorizzato e il rispetto normativo, anche
con l’ausilio di adeguato campionamento della contrattualistica e della modulistica di supporto; iii)
dell’efficacia ed efficienza del sistema dei controlli interni;
la quantificazione, attraverso l’utilizzo della procedura ARCO, la quota di “Rischio Residuo”, presente nella
fase “Monitoraggio” del processo Credito esaminata nel corso del 2011, attraverso la verifica dello stato di
attuazione delle azioni decise dalla Banca per il contrasto delle criticità evidenziate nell’intervento ordinario
eseguito nel 2011.
I Vertici hanno preso visione dei report prodotti per ogni verifica di processo e del report consuntivo che sintetizza
la valutazione dell’Internal Audit sul complessivo sistema dei controlli della Banca e che riporta l’elencazione degli
interventi di miglioramento ritenuti opportuni al fine di ricondurre i rischi residui entro un livello coerente con la
propensione al rischio definita dai Vertici aziendali stessi.
L’informativa di sintesi delle attività svolte dalle Funzioni di controllo interno nel corso dell’anno è stata
esaminata dal Consiglio di Amministrazione che ha definito, sulla base dei relativi contenuti, uno specifico
programma di attività per la risoluzione delle problematiche evidenziate e l’adeguamento del sistema dei controlli
interni.
La Funzione di Internal Audit della Banca ha ottenuto la certificazione di conformità (Quality Assurance)
relativamente all’organizzazione e allo svolgimento delle proprie attività agli Standard per la pratica professionale
dell’Internal Auditing e al Codice Etico della Professione; tale giudizio è stato elaborato da parte di un ente terzo
indipendente al Sistema PricewaterhouseCoopers (PwC) a fronte di un processo di analisi e verifiche condotte
secondo la metodologia definita nel “Quality Assessment Manual”, pubblicato dall’Institute of Internal Auditors
(IIA). La certificazione si inserisce nel più ampio progetto del costituendo Fondo di Garanzia Istituzionale, che ha
come obiettivo quello di aumentare la resilienza delle banche del sistema e di potenziare le tutele che il Credito
Cooperativo offre ai propri soci, depositanti e obbligazionisti.
Con riferimento alle Linee Guida ESMA (European Securities and Markets Authority) in tema di valutazione di
adeguatezza e requisiti della funzione di compliance ai fini MiFID emanate, il 25 giugno 2012 la Banca ha avviato
le necessarie valutazioni relative alle eventuali attività di adeguamento da porre in essere.
Tali linee guida, coerentemente agli orientamenti e con gli approcci di vigilanza già maturati in ambito nazionale,
sono dirette a fornire chiarimenti interpretativi utili ad indirizzare gli intermediari nell’applicazione degli obblighi
prescritti dalla MiFID, in tema di valutazione di adeguatezza e di compliance e, richiamano l’attenzione sulla
necessità di svolgere una valutazione degli investimenti che preveda l’utilizzo, e la conseguente valorizzazione, di
una pluralità di variabili afferenti, da un lato, alle caratteristiche della clientela servita e, dall’altro, alle specificità
dei prodotti.
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Le linee guida aventi ad oggetto i requisiti della funzione di compliance, applicabili a decorrere dal 26 gennaio
2013, richiamano l’attenzione sulla necessità per gli intermediari di istituire, coerentemente con le proprie
specificità e nel rispetto del principio di proporzionalità, una funzione aziendale di compliance, incaricata, tra
l’altro, di assicurare, in modo permanente e indipendente, il controllo della conformità alla disciplina di settore
dei processi e delle procedure per la prestazione dei servizi e delle attività di investimento.
Nel corso dell’anno sono stati sviluppati, inoltre, i seguenti interventi rilevanti sotto il profilo del sistema dei
controlli interni e del presidio dei rischi.
In data 26 settembre 2012 il Consiglio di Amministrazione ha approvato il Modello Organizzativo previsto dal
D.Lgs.231/2001, per la cui predisposizione si è provveduto ad una puntuale mappatura dei rischi e ad una verifica
dell’adeguatezza dei sistemi organizzativi e procedure già esistenti, rispetto al contesto normativo in materia di
responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e delle società.
Il modello di Organizzazione, Gestione e Controllo è strutturato sui seguenti elementi:
-
-
un sistema organizzativo finalizzato alla prevenzione della commissione, o della tentata commissione, dei
reati previsti dal D.Lgs. 231/01. Esso è da intendersi come l’insieme organico di principi, regole, disposizioni,
schemi organizzativi relativi alla gestione (formazione e attuazione del processo decisionale, modalità di
gestione delle risorse finanziarie, etc.) e al controllo dell’attività sociale, strumentali alla realizzazione e alla
diligente gestione di un sistema di controllo delle attività sensibili;
l’O.d.V., che è l’organo dell’ente a cui è affidata la responsabilità di vigilare, nel continuo, sul funzionamento
e l’osservanza del modello ai requisiti di cui all’art. 6, comma 1 lettera b), del D.Lgs.231/2001. Il Modello
dovrà essere riesaminato periodicamente dall’O.d.V., al fine di verificarne l’effettività, l’adeguatezza, il
mantenimento nel tempo dei requisiti di efficacia e funzionalità.
All’Organismo di Vigilanza sono stati attribuiti tutti i poteri per assicurare una puntuale e adeguata vigilanza sul
funzionamento e l’osservanza del Modello Organizzativo adottato, nonché per verificare l’efficienza e l’efficacia
dello stesso rispetto alla prevenzione e all’impedimento della commissione dei reati attualmente previsti dal
D.Lgs.231/2001, con la possibilità di formulare al Consiglio di Amministrazione eventuali proposte di
aggiornamento e adeguamento del Modello stesso. L’attività dell’Organismo è agevolata dal sistema dei flussi
informativi che le strutture operative sono tenute ad inviare periodicamente all’attenzione dell’Organismo stesso.
Il Modello prevede la possibilità per tutti coloro che vengano a conoscenza di informazioni relative alla
commissione di reati o di fatti e/o comportamenti non conformi alle regole di condotta elaborate dalla Banca, ai
sensi del D.Lgs.231/2001, di effettuare segnalazioni spontanee all’Organismo di Vigilanza, utilizzando l’indirizzo di
posta elettronica appositamente creato.
6.2 Informazioni sulla continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche
per riduzione di valore delle attività e sulle incertezze nell’utilizzo delle stime
Con riferimento ai documenti Banca d’Italia, Consob e Isvap n.2 del 6 febbraio 2009 e n.4 del 3 marzo 2010,
relativi alle informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle prospettive aziendali, con particolare
riferimento alla continuità aziendale, ai rischi finanziari, alle verifiche per riduzione di valore delle attività
(impairment test) e alle incertezze nell’utilizzo delle stime, il Consiglio di Amministrazione conferma di avere la
ragionevole aspettativa che la Banca possa continuare la propria operatività in un futuro prevedibile e attesta
pertanto che il bilancio dell’esercizio è stato predisposto in tale prospettiva di continuità.
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Nella struttura patrimoniale e finanziaria della Banca e nell’andamento operativo non sussistono elementi o
segnali che possano indurre incertezze sul punto della continuità aziendale.
Per l’informativa relativa ai rischi finanziari, alle verifiche per riduzione di valore delle attività e alle incertezze
nell’utilizzo di stime si rinvia alle informazioni fornite nella presente relazione, a commento degli andamenti
gestionali, e/o nelle specifiche sezioni della Nota Integrativa.
7. Informazioni sugli aspetti ambientali
I profili ambientali non assumono una specifica rilevanza sulla situazione e sull’andamento economico e
finanziario. Tuttavia, la Banca, quale istituto mutualistico attento al territorio e consapevole della responsabilità
socio-ambientale che hanno le imprese, ha proseguito, anche quest’anno, una politica di attenzione ai risvolti
ambientali della propria attività.
La Banca ha continuato le azioni dirette al contenimento dei consumi, ampliando l’utilizzo di lampade a basso
consumo e di materiali riciclati, ed alla salvaguardia dell’ambiente avvalendosi di imprese specializzate per lo
smaltimento dei rifiuti pericolosi, quali toner di stampanti e fotocopiatrici, batterie per gruppi di continuità e
video.
In particolare nel corso del 2012, in occasione dei lavori di allestimento e ristrutturazione delle Filiali:
-
sono stati previsti apparecchi illuminanti con tecnologia a led ad altissima efficienza che consentono un
risparmio energetico pari a circa il 35-40% e garantiscono una vita utile delle componenti di gran lunga
maggiore rispetto agli apparecchi di illuminazione che utilizzano lampade fluorescenti tradizionali;
-
negli edifici con caratteristiche idonee, mediante la realizzazione di cappotti esterni e coibentazione dei tetti,
è stato garantito un elevato grado d’isolamento termico che ha permesso di ridurre i carichi termici e di
conseguenza le necessità energetiche;
-
sono state istallate pompe di calore ad alta efficienza, che soddisfano i requisiti previsti dal D.Lgs 28/2011 in
relazione all’utilizzo di fonti energetiche equiparate a fonti energetiche rinnovabili.
8. Le altre informazioni
8.1 Informazioni sulle ragioni delle determinazioni assunte con riguardo alla
ammissione dei nuovi soci ai sensi dell’art. 2528 del codice civile
Durante l’esercizio concluso, l’ammissione a socio è stata esaminata dal Consiglio di Amministrazione con
riguardo ai requisiti oggettivi di legge, di regolamento e di statuto e con la dovuta attenzione alle qualità morali
delle persone, confermando un sovrapprezzo delle azioni pari a € 9,18, come deliberato dall’Assemblea Ordinaria.
Dal punto di vista numerico, di particolare significato è l’incremento netto della base sociale di 159 unità, frutto di
una importante azione di sensibilizzazione compiuta, portando la compagine ad un totale di 2.370 Soci al 31
dicembre 2012.
Ai sensi dell’art. 2512 c.c., dell’art. 35 del D.Lgs. 385/93 e delle correlate Istruzioni di Vigilanza, si segnala che nel
corso dell’anno la Banca ha rispettato i requisiti previsti in tema di operatività prevalente con i Soci, pari al
60,48%, migliorando la situazione del precedente esercizio (56,37%), e di operatività nella zona di competenza
territoriale (le attività di rischio fuori zona di competenza ammontano al 2,02% del totale). La Banca non ha
assegnato dividendi ai Soci superiori ai limiti previsti o ha distribuito riserve di utili.
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8.2 Informazioni sull’avvenuta compilazione o aggiornamento del docu-mento
programmatico sulla sicurezza ai sensi del d. lgs 30 giugno 2003, n. 196,
allegato b, punto 19
Le ultime novità legislative, D.L. 9 febbraio 2012, n. 5, volte a semplificare alcuni adempimenti in materia di
trattamento dei dati personali, hanno abolito l’obbligo di stesura, e conseguentemente di aggiornamento annuale
(entro il 31 marzo), del DPS (documento programmatico sulla sicurezza).
La Banca, nonostante tali ultime disposizioni, ritiene opportuno mantenere in essere il DPS, apportando eventuali
modifiche e aggiornamenti al momento in cui dovessero presentarsi novità operative e organizzative, tali da
impattare sulle misure minime contenute nel documento stesso.
8.3 Altre informazioni ex art. 2428 codice civile.
Ai sensi dell’art. 2428 del codice civile, si precisa che la Banca:
-
non dispone di sedi secondarie;
-
non detiene azioni proprie;
-
non può essere, in considerazione della tipologia societaria della stessa, assoggettata ad attività di Direzione
e coordinamento da parte di altro soggetto.
9. I fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio
Dall’inizio dell’anno 2013 non sono avvenuti fatti di rilievo tali da essere segnalati nella presente relazione.
10. Informativa sulle operazioni con parti correlate
Le informazioni sui rapporti con parti correlate sono riportate nella parte H “Operazioni con parti correlate” della
Nota integrativa, cui si fa riferimento.
11. L’evoluzione prevedibile della gestione
Nei primi mesi dell’anno in corso, è proseguita l’attività aziendale nel rispetto delle linee strategiche, definite dal
Consiglio di Amministrazione nell’ambito del piano operativo e del piano strategico 2013-2015.
L’esercizio appena concluso si è caratterizzato, oltre che per il perdurare della profonda crisi economica, anche
per una generalizzata crisi di liquidità. Tale situazione è destinata ad essere confermata per il 2013: le previsioni
formulate sul prodotto interno lordo (PIL) mostrano un’ulteriore complessiva contrazione dell’1%, con una debole
e incerta ripresa solo nella seconda metà dell’anno. Occorrerà attendere il 2014 per alcuni primi significativi
segnali positivi, come rilevato dalle previsioni di Banca d’Italia, che evidenziano una crescita del PIL dello 0,7%.
Tali dinamiche, particolarmente deboli, avranno ripercussioni negative sullo sviluppo delle principali grandezze
patrimoniali della Banca, per le quali sono previsti limitati incrementi, che tuttavia risultano in linea con le
previsioni formulate dall’ABI.
In relazione alla qualità del credito erogato, è possibile intravedere sensibili miglioramenti, sia per il complessivo
ridimensionamento delle partite deteriorate, grazie alle consistenti politiche di accantonamento della Banca, sia
per la progressiva riduzione del tasso di decadimento, in virtù della ripresa del ciclo economico. Nel corso del
prossimo triennio dovrebbero, inoltre, evidenziarsi gli effetti positivi del “cambio di marcia”, in relazione ai
miglioramenti compiuti dalla Banca sul piano del processo di selezione del credito.
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In generale, in considerazione dei modesti livelli dei tassi e delle dinamiche delle grandezze patrimoniali, la
redditività della Banca sarà sostenuta, almeno per i primi due anni del prossimo triennio, dall’utile riveniente
dall’investimento delle risorse raccolte per mezzo delle due operazioni LTRO concluse con la Banca Centrale
Europea. Al termine dell’ultima delle due operazioni (marzo 2015) e per tutto il relativo esercizio, è possibile
ipotizzare un progressivo rientro alla normalità, con un conseguente incremento della forbice tra i tassi medi degli
impieghi e della raccolta.
Un fattore particolarmente penalizzate, non solo per la nostra Banca, è rappresentato dalla perdita di
significatività dell’indice Euribor. Tale circostanza, unitamente al differenziale dei rendimenti sui titoli di Stato
italiani - destinato a mantenersi su livelli mediamente elevati anche per il presente esercizio - e alle tensioni che
ancora emergono sul fronte della liquidità bancaria fanno sì che una parte, certamente non trascurabile, di
operazioni di mutuo non riesca ad esprimere margini economici adeguati, contribuendo - in alcuni casi –
addirittura negativamente alla formazione risultato economico della Banca, se si considera l’attuale costo medio
della raccolta.
Nel prossimo triennio, l’andamento dei tassi del mercato monetario dovrebbe permettere un progressivo
incremento dell’indice Euribor, che genererà un sensibile miglioramento, rispetto al dato medio del 2013, del
differenziale tra i tassi medi di impiego e di raccolta, senza tuttavia raggiungere i massimi registrati negli anni precrisi.
In relazione al profilo di liquidità, la Banca dovrà progressivamente condurre il rapporto tra impieghi e raccolta
verso percentuali più “sicure”, in modo da stabilizzare il portafoglio titoli della Banca con una gestione più
autonoma e redditizia.
Da ultimo, con riguardo ai profili di adeguatezza patrimoniale, le previsioni per il prossimo triennio evidenziano
per la Banca un miglioramento dei principali indicatori (Tier 1 capital ratio e Total capital ratio), anche in un
quadro congiunturale e operativo ancora sostanzialmente caratterizzato da esigui margini reddituali.
Alla luce di quanto delineato, le priorità fondamentali della Banca, rappresentate nel piano operativo e strategico,
saranno:
-
rafforzamento della qualità e della quantità del capitale;
perseguimento del riequilibrio strutturale della “liquidità pura”, validato da un ulteriore recupero del
rapporto raccolta diretta/impieghi;
miglioramento della qualità del credito erogato, attraverso un processo che coinvolga le fasi di istruttoria,
gestione e controllo delle relazioni creditizie;
conseguimento di livelli sostenibili di redditività, con il graduale passaggio da una produttività “da volumi” ad
una “da servizi”;
aumento dell’efficienza all’interno dei vari centri di costo, con possibili esternalizzazioni di alcune attività di
“back-office”;
coinvolgimento della compagine sociale;
rafforzamento del concetto di “localismo” e di “prossimità”, con la conferma di legami sempre più stretti con
il territorio.
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63
12. Il progetto di destinazione dell’utile di esercizio
Si propone all’Assemblea di procedere alla destinazione dell’utile di esercizio, pari ad € 1.625.769, nel seguente
modo:
a) € 1.324.291 alla Riserva legale (Riserva indivisibile di cui all’articolo 12 della L. 16.12.1977, n. 904, per la
quale si conferma l’esclusione della possibilità di distribuzione tra i soci sotto qualsiasi forma, sia durante la
vita della società che all’atto del suo scioglimento);
b) € 48.773 al Fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo della cooperazione (pari al 3% dell’utile
netto dell’esercizio ai sensi del comma 4, art. 11, L. 31.1.92, n. 59 e successive modificazioni ed integrazioni);
c) € 147.632 ai Soci per distribuzione dei dividendi, nella ragione della percentuale del 4,00% ragguagliata al
capitale effettivamente versato;
d) € 5.073 al Fondo Federale costituito presso la Federazione Toscana delle Banche di Credito Cooperativo;
e) € 100.000 al Fondo beneficenza e mutualità.
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13. Conclusioni
Signori Soci,
dalla Relazione sulla gestione è possibile evincere come, in una perdurante situazione di profonda e generale
difficoltà dei mercati nazionali ed internazionali, la Banca si sia, con forza e determinazione, impegnata in
molteplici iniziative dirette a sostenere l’economia territoriale mediante la concessione di finanziamenti e
agevolazioni alle famiglie e alle imprese, ad aumentare la quantità e a migliorare la qualità dei servizi prestati, a
qualificare il rapporto con i Soci.
Per questo rivolgiamo un pieno e sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno operato con la Banca, alla
Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo, alla Federazione Toscana Banche di Credito
Cooperativo, all’I.C.C.R.E.A. ed alle altre Istituzioni locali.
Un sincero apprezzamento va al Direttore della Filiale di Perugia della Banca d’Italia, Dott. Antonio Carrubba, e ai
suoi Collaboratori per la disponibilità e i preziosi suggerimenti riservatici.
Un grazie agli esponenti del Collegio Sindacale e alla Società di Revisione Deloitte & Touche per l’attenzione
riposta nell’esercizio delle loro funzioni.
Ringraziamo la Direzione generale e tutto il Personale per il grande impegno profuso, dimostrando un
indispensabile attaccamento alla Banca e una ampia disponibilità verso i Soci e i Clienti, consentendo il
raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Il ringraziamento finale viene riservato a Voi Soci per la vicinanza e la fiducia che quotidianamente dimostrate alla
Banca. Al Vostro esame e alla Vostra approvazione proponiamo il bilancio di esercizio 2012, come esposto nella
documentazione di Stato patrimoniale, Conto economico e Nota integrativa.
Moiano, 27 marzo 2013
Il Consiglio di Amministrazione
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66
Inaugurazione della Filiale di Città della Pieve
nei nuovi locali di proprietà
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Inaugurazione della Filiale di Allerona Stazione
nei locali di proprietà ristrutturati
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LA RELAZIONE
DEL COLLEGIO SINDACALE
SUL BILANCIO AL 31/12/2012
(ai sensi dell’art. 2429 del codice civile)
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Signori Soci,
il Consiglio di Amministrazione ha messo a nostra disposizione il bilancio d’esercizio chiuso al 31 dicembre 2012
unitamente alla relazione sulla gestione nei termini di legge.
Il progetto di bilancio 2012, redatto in applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS attualmente in
vigore, è composto da sei distinti documenti: lo Stato patrimoniale, il Conto economico, il prospetto delle
variazioni di patrimonio netto, il prospetto della redditività complessiva, il rendiconto finanziario e la nota
integrativa, è stato sottoposto alla revisione legale dei conti dalla Società Deloitte & Tuoche e può essere
riassunto nelle seguenti risultanze:
STATO PATRIMONIALE
Attivo
Passivo
Patrimonio netto
Utile di esercizio
31 dicembre 2012
552.834.001
508.129.204
43.079.028
1.625.769
CONTO ECONOMICO
Utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte
Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente
Utile di esercizio
31 dicembre 2012
2.349.842
724.073
1.625.769
La nota integrativa contiene le ulteriori informazioni ritenute utili per una rappresentazione più completa degli
accadimenti aziendali e per una migliore comprensione dei dati di bilancio ed è altresì integrata con appositi dati
ed informazioni, anche con riferimento a specifiche previsioni di legge. In tale ottica, la stessa fornisce le
informazioni richieste da altre norme del cod. civ. e dalla regolamentazione secondaria cui la Vostra Banca è
soggetta, nonché altre informazioni ritenute opportune dall'organo amministrativo per rappresentare in modo
veritiero e corretto la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Banca.
Abbiamo verificato che la relazione sulla gestione sia stata redatta in base alle norme di legge e non abbiamo
particolari segnalazioni da riportare.
Unitamente al bilancio 2012 sono riportati i dati patrimoniali e di conto economico al 31 dicembre 2011, anch’essi
determinati applicando i principi contabili internazionali IAS/IFRS.
Sul bilancio nel suo complesso è stato rilasciato un giudizio senza rilievi dalla Società di revisione legale dei conti
che ha emesso, ai sensi dell’art. 14 del D.Lgs. n. 39/2010, una relazione in data 12 aprile 2013 per la funzione di
revisione legale dei conti.
Nel corso delle verifiche eseguite il Collegio sindacale ha proceduto anche a incontri con la Società incaricata della
revisione legale dei conti, allo scopo di un reciproco scambio di opinioni e un confronto sui dati e informazioni
rilevati. Per quanto concerne le voci del bilancio presentato alla Vostra attenzione il Collegio sindacale ha
effettuato i controlli necessari per poter formulare le conseguenti osservazioni.
Tali controlli hanno interessato in particolare i principi di redazione e i criteri di valutazione, con attenzione
specifica al tema degli accantonamenti: non sono emerse discordanze rispetto alle norme che regolano la
redazione del bilancio e l’applicazione dei principi contabili internazionali.
Nel corso dell’esercizio abbiamo partecipato alle riunioni del Consiglio di Amministrazione e del Comitato
Esecutivo. In tali interventi abbiamo potuto verificare come l’attività dei suddetti Organi sia improntata al rispetto
della corretta amministrazione e di tutela del patrimonio della Banca.
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75
Nel corso dell’anno 2012 abbiamo operato n. 12 verifiche ed abbiamo partecipato a tutte le riunioni del Consiglio
di Amministrazione e del Comitato Esecutivo.
Nei riscontri e nelle verifiche sindacali ci siamo avvalsi, ove necessario, della collaborazione della struttura dei
controlli interni e dell’ufficio contabilità generale della Banca.
Durante le attività di verifica non sono emerse disfunzioni, inefficienze, irregolarità di rilievo o fatti significativi tali
da richiederne specifica menzione in questa relazione o comunicazione agli Organi di vigilanza.
Le informazioni sui rapporti con parti correlate, nel corso del 2012, sono state descritte nella Parte H della Nota
integrativa al bilancio mentre per ulteriori informazioni si fa rinvio alla relazione sulla gestione.
Dalla nostra attività di controllo e verifica non sono emersi fatti significativi tali da richiedere la segnalazione alla
Banca d’Italia.
In ossequio all’art. 2403 del codice civile, il Collegio:
−
ha ottenuto dagli Amministratori le informazioni sul generale andamento della gestione e sulla sua
prevedibile evoluzione nonché sulle operazioni di maggior rilievo economico finanziario e patrimoniale;
−
in base alle informazioni ottenute, ha potuto verificare che le azioni deliberate e poste in essere sono
conformi alla legge e allo Statuto sociale e che non appaiono manifestamente imprudenti, azzardate, in
potenziale conflitto di interessi o in contrasto con le deliberazioni assunte dall’Assemblea o tali da
compromettere l’integrità del patrimonio;
−
ha vigilato sull’osservanza della Legge e dello Statuto, nonché sul rispetto dei principi di corretta
amministrazione;
−
ha acquisito conoscenza e vigilato, per quanto di propria competenza, sull’adeguatezza dell’assetto
organizzativo della Banca anche tramite la raccolta di informazioni dai responsabili delle varie funzioni
aziendali e in particolare con Compliance, Risk Controlling e funzione antiriciclaggio, e a tal riguardo non
ha osservazioni particolari da riferire;
−
ha esaminato e valutato il sistema di controllo interno al fine di verificarne l’indipendenza, l’autonomia e
la separazione da altre funzioni, e ciò anche in relazione allo sviluppo e alle dimensioni dell’attività sociale
nonché ai particolari obblighi e vincoli ai quali la Vostra Banca è soggetta; in proposito è stata posta
attenzione all’attività di analisi sulle diverse tipologie di rischio e sulle modalità per il loro governo, con
specifica attenzione al processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) ed è
stata verificata la separatezza della funzione di Compliance;
−
ha valutato e vigilato sull’adeguatezza del sistema amministrativo e contabile nonché sull’affidabilità in
concreto di quest’ultimo a rappresentare correttamente i fatti, gli atti e le operazioni di gestione, anche a
seguito delle specifiche informazioni ricevute dai responsabili delle rispettive funzioni e dal revisore
contabile;
−
ha vigilato sull’osservanza agli obblighi previsti dalla legge n. 231/2007 e delle relative disposizioni di
vigilanza in materia antiriciclaggio;
−
ha vigilato sull’indipendenza della società di revisione la quale non svolge nessun altro servizio non di
revisione nei confronti della Banca.
Vi evidenziamo infine che non sono pervenute denunce ex art. 2408 del codice civile o esposti di altra natura da
parte di terzi.
Il Collegio Sindacale, in ottemperanza alle disposizioni di cui all'art. 2 Legge n. 59/1992 e dell’art. 2545 CC,
comunica di condividere i criteri seguiti dal Consiglio di amministrazione nella gestione sociale per il
conseguimento degli scopi mutualistici in conformità col carattere cooperativo della Banca e dettagliati nella
relazione sulla gestione presentata dagli stessi Amministratori.
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In considerazione di quanto sopra, il Collegio esprime parere favorevole all’approvazione del bilancio
dell’esercizio 2012 e concorda con la proposta di destinazione del risultato di esercizio formulata dal Consiglio di
Amministrazione.
Moiano li 13 aprile 2013
I Sindaci
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78
SCHEMI DI BILANCIO
AL 31 DICEMBRE 2012
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80
STATO PATRIMONIALE
Attivo
10.
20.
40.
60.
70.
110.
120.
130.
150.
Cassa e disponibilità liquide
Attività finanziarie detenute per la negoziazione
Attività finanziarie disponibili per la vendita
Crediti verso banche
Crediti verso clientela
Attività materiali
Attività immateriali
Attività fiscali
a) correnti
b) anticipate
di cui:
- alla L. 214/2011
Altre attività
Totale dell'attivo
2012
2011
4.132.251
12.093
154.974.120
42.613.552
323.253.758
11.124.621
10.901
7.565.620
273.757
7.291.863
3.321.767
71.370.939
33.947.762
337.439.254
10.020.515
13.060
6.180.957
5.265.988
9.147.085
4.116.799
5.266.461
552.834.001
467.560.715
6.180.957
In seguito al cambiamento del principio di rilevazione degli utili e perdite attuariali relativi al Trattamento di Fine Rapporto del Personale, alcune voci, riferite
ai dati comparativi al 31 dicembre 2011, sono state rideterminate.
Per maggiori dettagli si veda la Sezione "Altri Aspetti" all'interno della Parte A - Politiche Contabili.
Passivo
10.
20.
30.
40.
80.
100.
110.
120.
130.
160.
170.
180.
200.
Debiti verso banche
Debiti verso clientela
Titoli in circolazione
Passività finanziarie di negoziazione
Passività fiscali
a) correnti
b) differite
Altre passività
Trattamento di fine rapporto del personale
Fondi per rischi e oneri:
b) altri fondi
Riserve da valutazione
Riserve
Sovrapprezzi di emissione
Capitale
Utile (Perdita) d'esercizio (+/-)
Totale del passivo e del patrimonio netto
2012
2011
118.351.365
227.413.657
142.646.242
28.204
2.490.812
163.013
2.327.799
16.215.078
780.195
203.651
203.651
3.238.041
35.614.467
471.672
3.754.848
1.625.769
552.834.001
44.330.989
219.129.487
155.526.484
929.035
901.284
27.751
8.398.781
634.179
113.453
113.453
(1.421.859)
34.549.918
424.377
3.605.247
1.340.624
467.560.715
In seguito al cambiamento del principio di rilevazione degli utili e perdite attuariali relativi al Trattamento di Fine Rapporto del Personale, alcune voci, riferite
ai dati comparativi al 31 dicembre 2011, sono state rideterminate.
Per maggiori dettagli si veda la Sezione "Altri Aspetti" all'interno della Parte A - Politiche Contabili.
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CONTO ECONOMICO
Voci
10.
20.
30.
40.
50.
60.
70.
80.
100.
120.
130.
140.
150.
160.
170.
180.
190.
200.
220.
240.
250.
260.
270.
290.
2012
Interessi attivi e proventi assimilati
Interessi passivi e oneri assimilati
Margine di interesse
Commissioni attive
Commissioni passive
Commissioni nette
Dividendi e proventi simili
Risultato netto dell'attività di negoziazione
Utili (perdite) da cessione o riacquisto di:
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
d) passività finanziarie
Margine di intermediazione
Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di:
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
Risultato netto della gestione finanziaria
Spese amministrative:
a) spese per il personale
b) altre spese amministrative
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri
Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali
Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali
Altri oneri/proventi di gestione
Costi operativi
Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali
Utili (Perdite) da cessione di investimenti
Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte
Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente
Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte
Utile (Perdita) d'esercizio
2011
22.788.041 18.968.088
(8.404.990) (5.491.148)
14.383.051 13.476.940
4.645.763
4.709.688
(870.561)
(580.520)
3.775.202
4.129.168
30.025
56.055
95.820
202.918
1.748.090
597.646
42.603
1.706.854
538.867
(1.367)
58.779
20.032.187 18.462.727
(5.832.133) (4.488.386)
(5.830.472) (4.488.386)
(1.661)
14.200.054 13.974.341
(12.528.223) (12.245.140)
(6.430.562) (6.473.891)
(6.097.661) (5.771.249)
(92.602)
(57.998)
(856.961)
(786.193)
(8.588)
(8.146)
1.595.429
1.656.290
(11.890.945) (11.441.187)
33.725
7.008
(19.302)
2.349.842
2.513.852
(724.073) (1.173.228)
1.625.769
1.340.624
1.625.769
1.340.624
In seguito al cambiamento del principio di rilevazione degli utili e perdite attuariali relativi al Trattamento di Fine Rapporto del Personale, alcune voci, riferite
ai dati comparativi al 31 dicembre 2011, sono state rideterminate.
Per maggiori dettagli si veda la Sezione "Altri Aspetti" all'interno della Parte A - Politiche Contabili.
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82
PROSPETTO DELLA REDDITIVITÀ COMPLESSIVA
Voci
10.
Utile (Perdita) d'esercizio
Altre componenti reddituali al netto delle imposte
20.
Attività finanziarie disponibili per la vendita
90.
Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti
110. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte
120. Redditività complessiva (Voce 10+110)
2012
2011
1.625.769
1.340.624
4.753.312
(93.412)
4.659.900
6.285.669
(3.468.401)
6.656
(3.461.745)
(2.121.121)
Nella voce "utile (perdita) 'esercizio" figura il medesimo importo indicato nella voce 290 del conto economico.
Nelle voci relative alle "altre componenti reddituali al netto delle imposte" figurano le variazioni di valore delle attività registrate nell'esercizio in
contropartita delle riserve da valutazione (al netto delle imposte).
In seguito al cambiamento del principio di rilevazione degli utili e perdite attuariali relativi al Trattamento di Fine Rapporto del Personale, alcune voci, riferite
ai dati comparativi al 31 dicembre 2011, sono state rideterminate.
Per maggiori dettagli si veda la Sezione "Altri Aspetti" all'interno della Parte A - Politiche Contabili.
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83
424.377
1.340.624
38.498.307
Modifica
saldi
apertura
1.064.549
1.064.549
Riserve
38.498.307
1.340.624 (1.064.549)
(1.421.859)
(611.634)
35.161.552
34.549.918
424.377
3.605.247
3.605.247
Esistenze
all'
01.01.2012
(276.075)
(276.075)
Dividendi e
Variazioni
altre
di riserve
destinazioni
219.256
47.295
171.961
171.961
Emissione
nuove
azioni
(22.360)
(22.360)
(22.360)
Acquisto
azioni
proprie
Distribuzione Variazione Derivati
Acconti su
straordinaria strumenti su proprie
dividendi
dividendi
di capitale
azioni
Operazioni sul patrimonio netto
Variazioni dell'esercizio
Stock
options
1.625.769
3.238.041
6.285.669 44.704.797
1.625.769
4.659.900
(611.634)
36.226.101
35.614.467
471.672
3.754.848
3.754.848
Patrimonio
Redditività
Netto al
complessiva
31.12.2012
esercizio
31.12.2012
84
Alcune voci relative ai dati comparativi al 31 dicembre 2011 risultano diverse rispetto al bilancio pubblicato, per effetto dell del Personale, alcune voci, riferite ai dati comparativi al 31 dicembre 2011, sono state
rideterminate.umentazione di Stato patabili). Per maggiori dettagli si veda la sezione 18 "Altri aspetti" all'interno della "Parte A – Politiche contabili".
Si precisa che gli effetti pregressi risultanti dalla riclassificazione dei dati di patrimonio netto relativi al 31 dicembre 2011 hanno determinato una minore e diversa allocazione dell'utile d'esercizio a Riserva legale, rispetto a quanto
deliberato dall'Assemblea dei Soci del 19 maggio 2012, per un importo pari ad euro 9 mila euro.
Patrimonio netto
Utile (Perdita) di esercizio
Azioni proprie
Acconti su dividendi (-)
Strumenti di capitale
(1.421.859)
(611.634)
b) altre
Riserve da valutazione
35.161.552
a) di utili
Riserve:
34.549.918
Sovrapprezzi di emissione
b) altre azioni
3.605.247
3.605.247
a) azioni ordinarie
Capitale:
Esistenze
al
31.12.2011
Allocazione risultato
esercizio precedente
PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO AL 31/12/2012
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286.303
707.335
40.315.729
Modifica
saldi
apertura
40.315.729
707.335
2.039.886
(611.634)
34.614.854
34.003.220
286.303
3.278.985
3.278.985
Esistenze
all'
01.01.2011
(546.698)
546.698
546.698
Riserve
(160.637)
(160.637)
Dividendi e
Variazioni
altre
di riserve
destinazioni
559.637
138.074
421.563
421.563
Emissione
nuove
azioni
(95.301)
(95.301)
(95.301)
Acquisto
azioni
proprie
Distribuzione Variazione Derivati
Acconti su
straordinaria strumenti su proprie
dividendi
dividendi
di capitale
azioni
Operazioni sul patrimonio netto
Variazioni dell'esercizio
Stock
options
1.340.624
(2.121.121) 38.498.307
1.340.624
(3.461.745) (1.421.859)
(611.634)
35.161.552
34.549.918
424.377
3.605.247
3.605.247
Patrimonio
Redditività
Netto al
complessiva
31.12.2011
esercizio
31.12.2011
85
Alcune voci relative ai dati comparativi al 31 dicembre 2011 risultano diverse rispetto al bilancio pubblicato, per effetto dell’applicazione retrospettiva del nuovo principio contabile IAS 19 secondo le disposizioni dello IAS 8
(mutamento di principi contabili).
Per maggiori dettagli si veda la sezione 18 "Altri aspetti" all'interno della "Parte A – Politiche contabili".
La modifica sopra indicata ha determinato lo storno dal conto economico 2011 dell’utile attuariale rilevato in tale anno per adeguarsi alle risultanze dei calcoli effettuati dall’attuario esterno con riferimento alle obbligazioni a benefici
definiti nei confronti del personale, per un importo pari a 9 mila euro. Tale modifica ha originato, pertanto, una diminuzione dell’utile di 9 mila euro e la contestuale variazione positiva dell’importo di 9 mila euro, al netto degli effetti
fiscali, della voce "Riserva da Valutazione".
Tali effetti sono rilevabili nella colonna "Redditività complessiva esercizio 31.12.2011".
Patrimonio netto
Utile (Perdita) di esercizio
Azioni proprie
Acconti su dividendi (-)
Strumenti di capitale
2.039.886
(611.634)
b) altre
Riserve da valutazione
34.614.854
a) di utili
Riserve:
34.003.220
Sovrapprezzi di emissione
b) altre azioni
3.278.985
3.278.985
a) azioni ordinarie
Capitale:
Esistenze
al
31.12.2010
Allocazione risultato
esercizio precedente
PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO AL 31/12/2011
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RENDICONTO FINANZIARIO Metodo Indiretto
A. ATTIVITA' OPERATIVA
1. Gestione
- risultato d'esercizio (+/-)
31.12.2012
31.12.2011
9.061.153
1.625.769
6.001.263
1.340.624
6.148.067
898.975
254.323
163.013
4.689.721
794.339
(366.336)
- plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e su attività/passività finanziarie valutate al fair value
- plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+)
- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-)
- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-)
- accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-)
- imposte e tasse non liquidate (+)
- rettifiche/riprese di valore nette dei gruppi di attività in via di dismissione al netto dell'effetto fiscale (+/-)
- altri aggiustamenti (+/-)
2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie
- attività finanziarie detenute per la negoziazione
- attività finanziarie valutate al fair value
- attività finanziarie disponibili per la vendita
- crediti verso banche: a vista
- crediti verso banche: altri crediti
- crediti verso clientela
- altre attività
3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie
- debiti verso banche: a vista
- debiti verso banche: altri debiti
- debiti verso clientela
- titoli in circolazione
- passività finanziarie di negoziazione
- passività finanziarie valutate al fair value
- altre passività
(28.994)
(457.085)
(81.542.894)
(95.820)
(40.274.827)
(1.946.005)
(75.980.682)
(2.543.524)
(6.152.290)
7.380.157
(4.150.735)
(19.533.698)
1.293.053
(10.000.000)
(10.092.213)
4.036
75.166.256
74.020.376
36.649.788
39.831.664
8.284.170
(13.974.885)
(3.731.966)
1.496.842
6.836.595
(946.752)
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa
B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO
1. Liquidità generata da
- vendite di partecipazioni
- dividendi incassati su partecipazioni
- vendite di attività finanziarie detenute sino alla scadenza
- vendite di attività materiali
- vendite di attività immateriali
- vendite di rami d'azienda
2.684.515
2.376.224
38.761
90.915
30.025
56.055
8.736
34.860
2. Liquidità assorbita da
- acquisti di partecipazioni
- acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza
- acquisti di attività materiali
- acquisti di attività immateriali
- acquisti di rami d'azienda
(1.933.614)
(2.788.825)
(1.929.197)
(4.417)
(2.787.907)
(918)
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento
C. ATTIVITA' DI PROVVISTA
- emissioni/acquisti di azioni proprie
- emissioni/acquisti di strumenti di capitale
- distribuzione dividendi e altre finalità
(1.894.853)
(2.697.910)
196.896
464.336
(176.074)
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista
LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO
20.822
810.484
464.336
142.651
LEGENDA
(+) generata
(-) assorbita
In seguito al cambiamento del principio di rilevazione degli utili e perdite attuariali relativi al Trattamento di Fine Rapporto del Personale, alcune voci, riferite
ai dati comparativi al 31 dicembre 2011, sono state rideterminate.
Per maggiori dettagli si veda la Sezione "Altri Aspetti" all'interno della Parte A - Politiche Contabili.
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RICONCILIAZIONE
Voci di Bilancio
31.12.2012
31.12.2011
3.321.767
810.484
3.179.116
142.651
4.132.251
3.321.767
Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio
Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio
Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi
Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio
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NOTA INTEGRATIVA
BILANCIO AL 31 DICEMBRE 2012
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CONTENUTO DELLA
NOTA INTEGRATIVA
PARTE A
Politiche contabili
A.1 – Parte Generale
A.2 – Parte relativa alle principali voci di bilancio
A.3 – Informativa sul Fair Value
PARTE B
Informazioni sullo stato patrimoniale
PARTE C
Informazioni sul conto economico
PARTE D
Redditività complessiva
PARTE E
Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura
PARTE F
Informazioni sul patrimonio
PARTE G
Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda
PARTE H
Operazioni con parti correlate
PARTE I
Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali
PARTE L
Informativa di settore
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PARTE A – POLITICHE CONTABILI
A.1 – Parte Generale
Sezione 1 - Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali
Il presente bilancio d’esercizio è redatto in base ai principi contabili internazionali IAS/IFRS emanati
dall’International Accounting Standard Board (IASB) e delle relative interpretazioni dell’International Financial
Reporting Interpretation Committee, vigenti alla data del 31 dicembre 2012, così come omologati dalla
Commissione Europea, ai sensi del Regolamento Comunitario n. 1606 del 19 luglio 2002 nonché dei
provvedimenti emanati in attuazione dell’art.9 del D.Lgs. n.38/2005.
Per l’interpretazione e l’applicazione dei nuovi principi contabili, si è fatto riferimento ai seguenti documenti,
seppure non omologati dalla Commissione Europea:
-
Framework for the Preparation and Presentation of Financial Statements dell’ International Accounting
Standard Board (IASB);
-
Implementation Guidance, Basic for Conclusion ed eventuali altri documenti predisposti dallo IASB o
dall’IFRIC a completamento dei principi contabili emanati;
-
Documenti interpretativi sull’applicazione in Italia degli IAS/IFRS predisposti dall’Organismo Italiano di
Contabilità (OIC) e dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI).
L’illustrazione dei principi contabili applicati è riportata di seguito.
Sezione 2 - Principi generali di redazione
Il Bilancio è costituito dallo Stato Patrimoniale, dal Conto Economico, dal Prospetto della Redditività Complessiva,
dal Prospetto delle Variazioni di Patrimonio Netto, dal Rendiconto Finanziario, redatto secondo il metodo
indiretto, e dalla Nota Integrativa; è corredato dalla Relazione degli Amministratori sull’andamento della gestione
e sulla situazione della Banca.
I conti in bilancio trovano corrispondenza nella contabilità aziendale.
In conformità a quanto disposto dall’art. 5, comma 2, del Decreto Legislativo n. 38 del 28 febbraio 2005, il bilancio
è redatto utilizzando l’euro come moneta di conto, e si fonda sull’applicazione dei seguenti principi generali di
redazione:
a) continuità aziendale: le attività, le passività e le operazioni “fuori bilancio” formano oggetto di
valutazione sulla scorta dei valori di funzionamento, in quanto destinate a durare nel tempo;
b) competenza economica: i costi ed i ricavi vengono rilevati nel periodo in cui maturano economicamente in
relazione ai sottostanti servizi ricevuti e forniti, indipendentemente dalla data del rispettivo regolamento
monetario;
c) coerenza di rappresentazione: per garantire la comparabilità dei dati e delle informazioni contenute negli
schemi e nei prospetti del bilancio, le modalità di rappresentazione e di classificazione vengono
mantenute costanti nel tempo, salvo che il loro cambiamento non sia prescritto da un principio contabile
internazionale o da un’interpretazione oppure non sia diretto a rendere più significativa ed affidabile
l’esposizione dei valori; quando viene modificata una determinata modalità di rappresentazione o di
classificazione, la nuova modalità viene applicata – se possibile – in via retroattiva, illustrandone le ragioni
e la natura ed indicandone gli effetti sulla rappresentazione del bilancio;
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d) rilevanza ed aggregazione: ogni classe rilevante di elementi che presentano natura o funzione simili viene
esposta distintamente negli schemi di stato patrimoniale e di conto economico; gli elementi aventi natura
o funzione differenti, se rilevanti, sono rappresentati separatamente;
e) divieto di compensazione: è applicato il divieto di compensazione, salvo che questa non sia prevista o
consentita dai principi contabili internazionali o da un’interpretazione di tali principi;
f)
raffronto con l’esercizio precedente: gli schemi ed i prospetti del bilancio riportano i valori dell’esercizio
precedente, eventualmente adattati per assicurare la loro comparabilità.
Nella predisposizione del Bilancio di esercizio sono stati osservati gli schemi e le regole di compilazione di cui alla
circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22/12/2005, 1° aggiornamento del 18 novembre 2009.
Inoltre sono state fornite le informazioni complementari ritenute opportune a integrare la rappresentazione dei
dati di bilancio, ancorché non specificatamente prescritte dalla normativa.
Gli schemi di Stato Patrimoniale e Conto Economico, il Prospetto della Redditività Complessiva, il Prospetto delle
Variazioni del Patrimonio Netto e il Rendiconto Finanziario sono redatti in unità di euro, mentre la Nota
Integrativa, quando non diversamente indicato, è espressa in migliaia di euro. A fini comparativi, gli schemi di
Bilancio e, ove richiesto, le tabelle della Nota Integrativa riportano anche i dati relativi all’esercizio precedente.
I criteri adottati per la predisposizione del Bilancio di esercizio sono rimasti invariati rispetto a quelli utilizzati per il
Bilancio dell’esercizio precedente.
Se i conti non sono comparabili, quelli relativi all’esercizio precedente sono stati adattati; la non comparabilità,
l’adattamento o l’impossibilità di procedere a questo sono specificamente indicati nella Nota Integrativa,
unitamente agli effetti delle eventuali riclassificazioni operate.
Informazioni sulla continuità aziendale
Per quanto concerne la prospettiva della continuità aziendale si segnala che, nel rispetto delle indicazioni fornite
nell’ambito del Documento n. 4 del 3 marzo 2010, emanato congiuntamente da Banca d’Italia, Consob e Isvap,
avente per oggetto “Informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle verifiche per la riduzione di valore delle
attività (impairment test) sulle clausole contrattuali dei debiti finanziari, sulle ristrutturazioni dei debiti e sulla
“gerarchia del fair value”, che richiama il corrispondente documento n. 2 emanato sempre congiuntamente dalle
tre Autorità in data 6 febbraio 2009, la Banca ha la ragionevole aspettativa di continuare con la sua esistenza
operativa in un futuro prevedibile ed ha, pertanto, redatto il Bilancio nel presupposto della continuità aziendale.
Le incertezze conseguenti all’attuale contesto economico, ancorché abbiano generato significativi impatti sul
bilancio, non generano dubbi sul citato presupposto della continuità aziendale.
Un’informativa più dettagliata in merito alle principali problematiche e variabili esistenti sul mercato è pubblicata
nell’ambito della Relazione sulla Gestione degli Amministratori.
La descrizione delle politiche contabili applicate sui principali aggregati di bilancio fornisce i dettagli informativi
necessari all’individuazione delle principali assunzioni e valutazioni soggettive utilizzate nella redazione del
bilancio di esercizio. Per le ulteriori informazioni di dettaglio inerenti la composizione e o relativi valori di
iscrizione delle poste interessate dalle stime in argomento si fa, invece, rinvio alle specifiche sezioni della nota
integrativa.
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Sezione 3 - Eventi successivi alla data di riferimento del Bilancio
Nel periodo di tempo intercorrente tra la data di riferimento del Bilancio e la sua approvazione da parte del
Consiglio di Amministrazione, avvenuta il 27/03/2013, non sono intervenuti fatti che comportino una modifica dei
dati approvati in tale sede, né si sono verificati fatti di rilevanza tale da richiedere una integrazione all’informativa
fornita.
Si rimanda a quanto già esposto nella Relazione sulla gestione nel capitolo riguardante i fatti di rilievo avvenuti
dopo la chiusura dell’esercizio.
Sezione 4 - Altri aspetti
Il Bilancio della Banca è sottoposto alla revisione legale della Società Deloitte & Touche S.p.A., alla quale è stato
conferito incarico per il periodo di nove esercizi, con scadenza alla data dell’assemblea convocata per
l’approvazione del bilancio relativo al nono esercizio dell’incarico medesimo, in esecuzione della delibera
assembleare del 19/05/12.
Utilizzo di stime e assunzioni nella predisposizione del bilancio d’esercizio
La redazione del Bilancio d’esercizio richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare
significativi effetti sui valori iscritti nello Stato Patrimoniale e nel Conto Economico, nonché sull’informativa
relativa alle attività e passività potenziali riportate in Bilancio.
L’elaborazione di tali stime implica l’utilizzo delle informazioni disponibili e l’adozione di valutazioni soggettive,
fondate anche sull’esperienza storica, utilizzata ai fini della formulazione di assunzioni ragionevoli per la
rilevazione dei fatti di gestione.
Per loro natura le stime e le assunzioni utilizzate possono variare di periodo in periodo; non può quindi escludersi
che negli esercizi successivi gli attuali valori iscritti in bilancio potranno differire anche in maniera significativa a
seguito del mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate.
Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni soggettive da parte del
Consiglio di Amministrazione sono:
la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti e, in genere, delle altre attività
finanziarie;
la determinazione del fair value degli strumenti finanziari da utilizzare ai fini dell’informativa di bilancio;
l’utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati in
mercati attivi;
la valutazione della congruità del valore degli avviamenti e delle altre attività immateriali;
la quantificazione dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri;
le stime e le assunzioni sulla recuperabilità della fiscalità differita attiva.
La descrizione delle politiche contabili applicate sui principali aggregati di Bilancio fornisce i dettagli informativi
necessari all’individuazione delle principali assunzioni e valutazioni soggettive utilizzate nella redazione del
Bilancio d’esercizio.
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Informativa sulla variazione di principio contabile
Il principio contabile vigente che regola il trattamento di fine rapporto di lavoro dei dipendenti (TFR) è lo IAS 19
con riferimento ai “piani a benefici definiti”. In tema di rilevazione delle variazioni annuali derivanti dai calcoli
attuariali delle componenti di tali “piani a benefici definiti” lo IAS19 prevede due possibilità:
-
la rilevazione a conto economico
-
la rilevazione a patrimonio netto (prospetto della redditività complessiva).
La Banca ha sinora contabilizzato annualmente a conto economico tutte le variazioni del trattamento di fine
rapporto, metodologia che ha tuttavia determinato una particolare “volatilità” dei risultati, dovuta in special
modo all’impatto degli utili e delle perdite attuariali.
Con Regolamento CE n. 475 del 5 giugno 2012 è stata omologata la nuova versione del principio contabile IAS 19
“Benefici per i dipendenti”, applicabile in via obbligatoria a partire dagli esercizi con inizio dal 1° gennaio 2013. E’
peraltro consentita l’applicazione anticipata al bilancio 2012 del nuovo principio.
Il principale elemento di novità è rappresentato dalla previsione, per i piani a benefici definiti (trattamento di fine
rapporto), di un unico criterio di contabilizzazione degli utili e delle perdite attuariali da includere
immediatamente nel computo delle passività nette verso i dipendenti, in contropartita di una posta di patrimonio
netto (OCI – Other Comprehensive Income), da esporre nel prospetto della redditività complessiva del periodo.
Sulla base di quanto precede il Consiglio di Amministrazione della Banca ha deliberato di applicare il nuovo
principio IAS 19 a partire dal bilancio 2012, passando quindi dalla rilevazione a conto economico degli utili e delle
perdite di natura attuariale alla imputazione di tali differenze direttamente a patrimonio netto.
Per maggiori dettagli sugli impatti derivanti dall’applicazione anticipata di tale principio, nonché, con riferimento
alla maggiore informativa dallo stesso richiesta, si rimanda a quanto descritto nella Sezione 18 Altri aspetti ed alle
specifiche sezioni della presente Nota Integrativa.
Adozione di nuovi principi contabili
Principi contabili, emendamenti e interpretazioni pubblicati e/o emessi nel corso dei precedenti anni e
applicabili dal 1° gennaio 2012
I seguenti emendamenti, improvement e interpretazioni, efficaci dal 1° gennaio 2012, disciplinano fattispecie e
casistiche non presenti all’interno della Banca alla data del presente bilancio, ma che potrebbero avere effetti
contabili su transazioni o accordi futuri:
Emendamento IFRS 7 – Strumenti finanziari: Informazioni aggiuntive,
Emendamento IAS 12 – Imposte sul reddito.
Principi contabili ed emendamenti non ancora applicabili e non adottati in via anticipata dalla Banca
• In data 12 maggio 2011 lo IASB ha emesso il principio IFRS 10 – Bilancio Consolidato che sostituirà il SIC12 Consolidamento – Società a destinazione specifica (società veicolo) e parti dello IAS 27 – Bilancio
consolidato e separato, il quale sarà ridenominato Bilancio separato e disciplinerà il trattamento contabile
delle partecipazioni nel bilancio separato. Le principali variazioni stabilite dal nuovo principio sono le
seguenti:
o Secondo IFRS 10 vi è un unico principio base per consolidare tutte le tipologie di entità, e tale
principio è basato sul controllo. Tale variazione rimuove l’incoerenza percepita tra il precedente
IAS 27 (basato sul controllo) e il SIC 12 (basato sul passaggio dei rischi e dei benefici);
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94
E’ stata introdotta una definizione di controllo più solida rispetto al passato, basata su tre
elementi: (a) potere sull’impresa acquisita; (b) esposizione, o diritti, a rendimenti variabili
derivanti dal coinvolgimento con la stessa; (c) capacità di utilizzare il potere per influenzare
l’ammontare di tali rendimenti;
o l’IFRS 10 richiede che un investitore, per valutare se ha il controllo sull’impresa acquisita, si
focalizzi sulle attività che influenzano in modo sensibile i rendimenti della stessa;
o l’IFRS 10 richiede che, nel valutare l’esistenza del controllo, si considerino solamente i diritti
sostanziali, ossia quelli che sono esercitabili in pratica quando devono essere prese le decisioni
rilevanti sull’impresa acquisita;
o l’IFRS 10 prevede guide pratiche di ausilio nella valutazione se esiste il controllo in situazioni
complesse, quali il controllo di fatto, i diritti di voto potenziali, le situazioni in cui occorre stabilire
se colui che ha il potere decisorio sta agendo come agente o principale, ecc.
In termini generali, l’applicazione dell’IFRS 10 richiede un significativo grado di giudizio su un certo
numero di aspetti applicativi.
o
Il principio è applicabile in modo retrospettivo dal 1° gennaio 2014. Il Gruppo non ha ancora
effettuato un’analisi degli effetti sull’area di consolidamento di tale nuovo principio (oppure indicare
gli effetti dell’analisi).
•
•
•
•
•
In data 12 maggio 2011 lo IASB ha emesso il principio IFRS 11 – Accordi di compartecipazione che
sostituirà lo IAS 31 – Partecipazioni in Joint Venture ed il SIC-13 – Imprese a controllo congiunto –
Conferimenti in natura da parte dei partecipanti al controllo congiunto. Il nuovo principio, fermi restando
i criteri per l’individuazione della presenza di un controllo congiunto, fornisce dei criteri per il trattamento
contabile degli accordi di compartecipazione basati sui diritti e sugli obblighi derivanti dagli accordi
piuttosto che sulla forma legale degli stessi e stabilisce come unico metodo di contabilizzazione delle
partecipazioni in imprese a controllo congiunto nel bilancio consolidato il metodo del patrimonio netto.
Secondo l’IFRS 11, l’esistenza di un veicolo separato non è una condizione sufficiente per classificare un
accordo di compartecipazione come una joint venture. Il nuovo principio è applicabile in modo
retrospettivo dal 1° gennaio 2014. A seguito dell’emanazione del principio lo IAS 28 – Partecipazioni in
imprese collegate è stato emendato per comprendere nel suo ambito di applicazione, dalla data di
efficacia del principio, anche le partecipazioni in imprese a controllo congiunto. Il Gruppo non ha ancora
effettuato un’analisi degli effetti derivanti dall’applicazione di questo nuovo principio (oppure indicare gli
effetti dell’analisi).
In data 12 maggio 2011 lo IASB ha emesso il principio IFRS 12 – Informazioni addizionali su partecipazioni
in altre imprese che è un nuovo e completo principio sulle informazioni addizionali da fornire nel bilancio
consolidato per ogni tipologia di partecipazione, ivi incluse quelle in imprese controllate, gli accordi di
compartecipazione, collegate, società a destinazione specifica ed altre società veicolo non consolidate. Il
principio è applicabile in modo retrospettivo dal 1° gennaio 2014.
In data 12 maggio 2011 lo IASB ha emesso il principio IFRS 13 – Misurazione del fair value che illustra
come deve essere determinato il fair value ai fini del bilancio e si applica a tutte le fattispecie in cui i
principi che richiedono o permettono la valutazione al fair value o la presentazione di informazioni basate
sul fair value, con alcune limitate esclusioni. Inoltre, il principio richiede un’informativa sulla misurazione
del fair value (gerarchia del fair value) più estesa di quella attualmente richiesta dall’IFRS 7. Il principio è
applicabile in modo prospettico dal 1° gennaio 2013.
In data 16 dicembre 2011 lo IASB ha emesso alcuni emendamenti allo IAS 32 – Strumenti Finanziari:
esposizione nel bilancio, per chiarire l’applicazione di alcuni criteri per la compensazione delle attività e
delle passività finanziarie presenti nello IAS 32, rendendola di fatto più difficile. Gli emendamenti sono
applicabili in modo retrospettivo per gli esercizi aventi inizio dal o dopo il 1° gennaio 2014.
In data 16 dicembre 2011 lo IASB ha emesso alcuni emendamenti all’IFRS 7 – Strumenti finanziari:
informazioni integrative. L’emendamento richiede informazioni sugli effetti o potenziali effetti delle
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•
•
compensazione delle attività e passività finanziarie sulla situazione patrimoniale-finanziaria di un’impresa.
Gli emendamenti sono applicabili per gli esercizi aventi inizio dal o dopo il 1° gennaio 2013. Le
informazioni devono essere fornite in modo retrospettivo.
In data 16 giugno 2011 o IASB ha emesso un emendamento allo IAS 1 – Presentazione del bilancio per
richiedere alle imprese di raggruppare tutti i componenti presentati nel Prospetto degli “Altri
utili/(perdite) complessivi” (“Other comprehensive income”) a seconda che essi possano o meno essere
riclassificati successivamente a conto economico. L’emendamento è applicabile dagli esercizi aventi inizio
dopo o dal 1° luglio 2012.
In data 16 giugno 2011 lo IASB ha emesso un emendamento allo IAS 19 – Benefici ai dipendenti che
elimina l’opzione di differire il riconoscimento degli utili e delle perdite attuariali con il metodo del
corridoio, richiedendo che tutti gli utili o perdite attuariali siano iscritti immediatamente nel Prospetto
degli Altri utili o perdite complessivi (“Other comprehensive income”) in modo che l’intero ammontare
netto dei fondi per benefici definiti (al netto delle attività al servizio del piano) sia iscritto nella situazione
patrimoniale-finanziaria. Gli emendamenti prevedono inoltre che le variazioni tra un esercizio e il
successivo del fondo per benefici definiti e delle attività al servizio del piano devono essere suddivise in
tre componenti: le componenti di costo legate alla prestazione lavorativa dell’esercizio devono essere
iscritte a conto economico come “service costs”; gli oneri finanziari netti calcolati applicando
l’appropriato tasso di sconto al saldo netto del fondo per benefici definiti al netto delle attività risultante
all’inizio dell’esercizio devono essere iscritti a conto economico come tali, gli utili e perdite attuariali che
derivano dalla rimisurazione della passività e attività devono essere iscritti nel Prospetto degli “Altri
utili/(perdite) complessivi”. Inoltre, il rendimento delle attività incluso tra gli oneri finanziari netti come
sopra indicato dovrà essere calcolato sulla base del tasso di sconto della passività e non più del
rendimento atteso delle attività. L’emendamento infine, introduce nuove informazioni addizionali da
fornire nelle note al bilancio. L’emendamento è applicabile in modo retrospettivo dall’esercizio avente
inizio dopo o dal 1° gennaio 2013.
Principi contabili, emendamenti ed interpretazioni IFRS non ancora omologati dall’unione europea
Alla data del presente Bilancio gli organi competenti dell’Unione Europea non hanno ancora concluso il processo
di omologazione necessario per l’adozione degli emendamenti e dei principi sotto descritti.
•
In data 12 novembre 2009 lo IASB ha pubblicato il principio IFRS 9 – Strumenti finanziari: lo stesso
principio è poi stato emendato in data 28 ottobre 2010. Il principio, applicabile dal 1° gennaio 2015 in
modo retrospettivo, rappresenta la prima parte di un processo per fasi che ha lo scopo di sostituire
interamente lo IAS 39 e introduce dei nuovi criteri per la classificazione e valutazione delle attività e
passività finanziarie. In particolare, per le attività finanziarie il nuovo principio utilizza un unico approccio
basato sulle modalità di gestione degli strumenti finanziari e sulle caratteristiche dei flussi di cassa
contrattuali delle attività finanziarie stesse al fine di determinarne il criterio di valutazione, sostituendo le
diverse regole previste dallo IAS 39. Per le passività finanziarie, invece, la principale modifica avvenuta
riguarda il trattamento contabile delle variazioni di fair value di una passività finanziaria designata come
passività finanziaria valutata al fair value attraverso il conto economico, nel caso in cui queste siano
dovute alla variazione del merito creditizio della passività stessa. Secondo il nuovo principio tali variazioni
devono essere rilevate nel Prospetto degli “Altri utili e perdite complessive” e non transiteranno più nel
conto economico.
Le fasi due e tre del progetto sugli strumenti finanziari, relativi rispettivamente agli impairment delle
attività finanziarie e all’ hedge accounting, sono ancora in corso. Lo IASB sta inoltre valutando limitati
miglioramenti all’IFRS 9 per la parte relativa alla Classificazione e valutazione delle attività finanziarie.
•
Il 17 maggio 2012 lo IASB ha pubblicato il documento Annual Improvements to IFRSs: 2009-2011 Cycle,
che recepisce le modifiche ai principi nell’ambito del processo annuale di miglioramento degli stessi,
concentrandosi su modifiche valutate necessarie, ma non urgenti. Di seguito vengono citate quelle che
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comporteranno un cambiamento nella presentazione, iscrizione e valutazione delle poste di bilancio,
tralasciando invece quelle che determineranno solo variazioni terminologiche o cambiamenti editoriali
con effetti minimi in termini contabili, o quelle che hanno effetto su principi o interpretazioni non
applicabili dal Gruppo:
o IAS 1 Presentazione del bilancio – Informazioni comparative: si chiarisce che nel caso vengano
fornite informazioni comparative addizionali, queste devono essere presentate in accordo con
gli IAS/IFRS. Inoltre, si chiarisce che nel caso in cui un’ entità modifichi un principio contabile o
effettui una rettifica/riclassifica retrospettica, la stessa entità dovrà presentare uno stato
patrimoniale anche all’inizio del periodo comparativo (“terzo stato patrimoniale” negli schemi
di bilancio), mentre nella nota integrativa non sono richieste disclosures comparative anche per
tale “terzo stato patrimoniale”, a parte le voci interessate.
o IAS 16 Immobili, impianti e macchinari – Classificazione dei servicing equipment: si chiarisce
che i servicing equipment dovranno essere classificati nella voce Immobili, impianti e
macchinari se utilizzati per più di un esercizio, nelle rimanenze di magazzino in caso contrario.
o IAS 32 Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio – Imposte dirette sulle distribuzioni ai
possessori di strumenti di capitale e sui costi di transazione sugli strumenti di capitale: si
chiarisce che le imposte dirette relative a queste fattispecie seguono le regole dello IAS 12.
o IAS 34 Bilanci intermedi – Totale delle attività per un reportable segment: si chiarisce che il
totale delle attività dovrà essere riportato solo se tale informazione è regolarmente fornita al
chief operating decision maker dell’entità e si è verificato un cambiamento materiale nel totale
delle attività del segmento rispetto a quanto riportato nell’ultimo bilancio annuale.
La data di efficacia delle modifiche proposte è prevista per gli esercizi che decorrono dal 1° gennaio
2013 o in data successiva, con applicazione anticipata consentita.
•
Il 28 giugno 2012 lo IASB ha pubblicato il documento Consolidated Financial Statements, Joint
Arrangements and Disclosure of Interests in Other Entities: Transition Guidance (Amendments to IFRS
10, IFRS 11 and IFRS 12). In primo luogo, il documento intende chiarire le intenzioni del Board con
riferimento alle regole di transizione dell’IFRS 10 Bilancio consolidato. Il documento chiarisce che, per
un’entità con esercizio sociale coincidente con l’anno solare e prima applicazione dell’IFRS 10 al bilancio
chiuso al 31 dicembre 2013, la data di applicazione iniziale sarà il 1° gennaio 2013.
Nel caso in cui le conclusioni sull’area di consolidamento siano le medesime secondo lo IAS 27 e SIC 12
e secondo l’IFRS 10 alla data di iscrizione iniziale, l’entità non avrà alcun obbligo. Parimenti nessun
obbligo sorgerà nel caso in cui la partecipazione sia stata ceduta nel corso del periodo comparativo (e
come tale non più presente alla data di applicazione iniziale).
Il documento si propone di chiarire come un investitore debba rettificare retrospetticamente il/i
periodo/i comparativo/i se le conclusioni sull’area di consolidamento non sono le medesime secondo lo
IAS 27 / SIC 12 e l’IFRS 10 alla data di iscrizione iniziale. In particolare, quando non sia praticabile un
aggiustamento retrospettico come sopra definito, una acquisizione/cessione sarà contabilizzata
all’inizio del periodo comparativo presentato, con un conseguente aggiustamento rilevato tra gli utili a
nuovo.
In aggiunta il Board ha modificato l’IFRS 11 Joint Arrangements e l’IFRS 12 Disclosure of Interests in
Other Entities per fornire una simile agevolazione per la presentazione o la modifica delle informazioni
comparative relative ai periodi precedenti quello definito “the immediately preceding period” (i.e. il
periodo comparativo presentato negli schemi di bilancio). L’IFRS 12 è ulteriormente modificato
limitando la richiesta di presentare informazioni comparative per le disclosures relative alle ‘entità
strutturate’ non consolidate in periodi antecedenti la data di applicazione dell’IFRS 12.
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Queste modifiche sono applicabili, unitamente ai principi di riferimento, dagli esercizi che decorrono
dal 1° gennaio 2014, a meno di applicazione anticipata.
A.2 – Parte relativa alle principali voci di bilancio
Di seguito sono indicati i principi contabili adottati per la predisposizione del Bilancio di esercizio. L’esposizione
dei principi adottati è effettuata con riferimento alle fasi di classificazione, iscrizione, valutazione, cancellazione
delle poste dell’Attivo e del Passivo, così come per le modalità di riconoscimento dei Ricavi e dei Costi.
I principi contabili utilizzati per la redazione del bilancio di esercizio della Banca sono in linea con i principi
IAS/IFRS in vigore alla data di redazione del presente bilancio pubblicati dallo IASB e omologati dalla Commissione
Europa.
Di seguito si riportano i principi contabili per la redazione del bilancio della Banca al 31 dicembre 2012.
1 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione
Criteri di classificazione
Si classificano tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione gli strumenti finanziari che sono detenuti con
l’intento di generare profitti nel breve termine derivanti dalle variazioni dei prezzi degli stessi.
Tra le “attività finanziarie detenute per la negoziazione” sono iscritte, laddove presenti, titoli obbligazionari
quotati, titoli di capitale quotati, quote di O.I.C.R. (fondi comuni di investimento o SICAV).
Rientrano nella presente categoria anche i contratti derivati connessi con la fair value option (definita dal
principio contabile IAS 39 §9), gestionalmente collegati con attività e passività valutate al fair value, (eventuale)
nonché i contratti derivati relativi a coperture gestionali di finanziamenti erogati alla clientela
Tra i derivati finanziari rientrano i contratti di compravendita a termine di titoli e valute, i contratti derivati con
titolo sottostante e quelli senza titolo sottostante collegati a tassi di interesse, a indici o ad altre attività e
contratti derivati su valute.
Sono invece iscritti tra i derivati di copertura, il cui valore è rappresentato alla voce 80 dell’attivo, quelli designati
come efficaci strumenti di copertura agli effetti della disciplina dell’hedge accounting.
Il derivato è uno strumento finanziario o altro contratto con le seguenti caratteristiche:
a) il suo valore cambia in relazione al cambiamento di un tasso di interesse, del prezzo di uno strumento
finanziario, del tasso di cambio in valuta estera, di un indice di prezzi o di tassi, del merito di credito o di indici
di credito o altre variabili prestabilite;
b) non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto iniziale inferiore a quello che
sarebbe richiesto per altri tipi di contratti di cui ci si aspetterebbe una risposta simile a cambiamenti di fattori
di mercato;
c) è regolato a data futura.
La Banca non possiede e non ha operato in derivati creditizi.
Criteri di iscrizione
L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento per i titoli di debito, di capitale e le
quote di OICR; alla data di sottoscrizione per i contratti derivati.
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All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie detenute per la negoziazione vengono rilevate al fair value;
esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, senza
considerare i costi o proventi ad essa riferiti ed attribuibili allo strumento stesso, che vengono rilevati
direttamente nel conto economico.
Criteri di valutazione
Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono valorizzate al fair
value con rilevazione delle variazioni in contropartita a conto economico.
Se il fair value di un’attività finanziaria diventa negativo, tale posta è contabilizzata come una passività finanziaria
di negoziazione.
Il fair value è definito dal principio IAS 39 come “il corrispettivo al quale un’attività potrebbe essere scambiata o
una passività estinta in una libera transazione fra parti consapevoli e indipendenti”.
Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di mercato
(prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi) rilevati alla data di riferimento del bilancio.
Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e
regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato.
In assenza di un mercato attivo, sono utilizzati metodi di stima e modelli valutativi che tengono conto di tutti i
fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono fondati su dati rilevabili sul mercato. Sono in particolare
utilizzati: metodi basati sulla valutazione di strumenti quotati che presentano analoghe caratteristiche, calcoli di
flussi di cassa scontati; modelli di determinazione del prezzo di opzioni; valori rilevati in recenti transazioni
comparabili ed altre tecniche comunemente utilizzate dagli operatori di mercato.
Le metodologie utilizzate per la determinazione del fair value sono meglio specificate nella Sezione A.3 –
“Informativa sul Fair Value” della presente Nota Integrativa.
Criteri di cancellazione
Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle
stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa
connessi.
I titoli consegnati nell’ambito di un’operazione che contrattualmente ne prevede il riacquisto non vengono
stornati dal bilancio.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Le componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi sui titoli e relativi proventi assimilati sono
iscritte per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi.
Alle medesime voci sono iscritti anche i differenziali e i margini maturati sino alla data di riferimento del bilancio,
relativi ai contratti derivati classificati come attività finanziarie detenute per la negoziazione, ma gestionalmente
collegati ad attività o passività finanziarie valutate al fair value (cosiddetta fair value option).
Gli utili e le perdite realizzati dalla cessione o dal rimborso e gli utili e le perdite non realizzati derivanti dalle
variazioni del fair value del portafoglio di negoziazione sono classificati nel conto economico nel “Risultato netto
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dell’attività di negoziazione”, così come l’effetto delle valutazioni al cambio di fine periodo delle attività e
passività monetarie in valuta.
I profitti e le perdite relativi ai contratti derivati gestionalmente collegati con attività o passività valutate al fair
value sono invece rilevati nel “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value”.
2 - Attività finanziarie disponibili per la vendita
Criteri di classificazione
Sono classificate nella presente voce le attività finanziarie non derivate non diversamente classificate come tra le
“Attività detenute per la negoziazione” o “Valutate al fair value”, attività finanziarie “detenute fino a scadenza” o
“Crediti e finanziamenti”.
Gli investimenti “disponibili per la vendita” sono attività finanziarie che si intende mantenere per un periodo di
tempo indefinito e che possono essere vendute per esigenze di liquidità, variazioni nei tassi d’interesse, nei tassi
di cambio e nei prezzi di mercato. Essa accoglie:
•
i titoli di debito quotati e non quotati che non sono oggetto di attività di trading;
•
i titoli azionari quotati e non quotati;
•
le quote di O.I.C.R. (fondi comuni di investimento e SICAV);
•
le partecipazioni azionarie non qualificabili di controllo, di collegamento o di controllo congiunto (c.d
partecipazioni di minoranza).
Criteri di iscrizione
L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie disponibili per la vendita avviene alla data di regolamento (settlement
date).
All’atto della rilevazione iniziale, le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevate al fair value; esso
è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, comprensivo dei costi
o proventi di transazione direttamente attribuibili.
L’iscrizione delle attività finanziarie disponibili per la vendita può derivare anche da riclassificazione dal comparto
“Attività finanziarie detenute fino alla scadenza” oppure, solo e soltanto in rare circostanze e comunque
solamente qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dal comparto
“Attività finanziarie detenute per la negoziazione”; in tali circostanze il valore di iscrizione è pari al fair value
dell’attività al momento del trasferimento.
Criteri di valutazione
Successivamente alla rilevazione iniziale, le Attività finanziarie disponibili per la vendita sono valutate al fair value,
con la rilevazione a conto economico del valore corrispondente al costo ammortizzato, mentre gli utili o le perdite
derivanti da una variazione di fair value vengono rilevati in una specifica Riserva di patrimonio netto, sino a
quando l’attività non viene cancellata o non viene rilevata una perdita di valore. Al momento della dismissione o
della rilevazione di una perdita di valore, l’utile o la perdita cumulati vengono riversati a conto economico.
Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato nelle specifiche note in merito di
cui alla successiva Sezione A.3 – “Informativa sul Fair Value”.
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Gli investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi ed il cui fair value non può essere
determinato in modo attendibile sono mantenuti al costo e svalutati, con imputazione a conto economico,
nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli.
Le quote di partecipazione nel capitale di altre imprese, diverse da quelle di controllo e di collegamento, sono
state valutate al costo e non al fair value, poiché per esse si ritiene possano ricorrere le condizioni previste dal
par. AG80 dell’Appendice A allo IAS39.
La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore viene effettuata ad ogni chiusura di bilancio o
di situazione infrannuale. Se sussistono tali evidenze, l’importo della perdita viene misurato come differenza tra il
valore contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari stimati, scontati al tasso di interesse
effettivo originario.
Se una attività finanziaria disponibile per la vendita subisce una diminuzione durevole di valore, la perdita
cumulata non realizzata e precedentemente iscritta nel patrimonio netto è stornata dal patrimonio netto e
contabilizzata nella voce di conto economico ”rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento delle attività
finanziarie disponibili per la vendita”.
Per l’accertamento di situazioni che comportino una perdita per riduzione durevole di valore e la determinazione
del relativo ammontare, la Banca utilizza tutte le informazioni a sua disposizione che si basano su fatti che si sono
già verificati e su dati osservabili alla data di valutazione.
A tale proposito si segnala di aver tenuto conto che, in relazione all’identificazione delle perdite di valore dei titoli
azionari classificati in tale portafoglio, sia l’IFRIC (con proprio documento emesso nel mese di maggio 2009) che le
autorità di vigilanza (Banca d’Italia, Isvap e Consob con un documento del mese di marzo 2010) sono intervenute
per fornire ulteriori indicazioni in merito al significato da attribuire ai concetti di diminuzione “significativa” o
“prolungata” del fair value al di sotto del costo, al fine dell’individuazione di evidenze di impairment. In
particolare, si evidenzia come l’interpretazione corretta preveda che non sia necessaria la contemporanea
presenza di entrambi i criteri, in quanto è sufficiente il verificarsi di una perdita di valore significativa o prolungata
per dover procedere alla svalutazione dell’attività finanziaria.
Sulla base delle suddette disposizioni, sono stati stabiliti i seguenti indicatori oggettivi di determinazione della
perdita durevole relativa agli strumenti di capitale, ai quali sono parificate le quote o azioni degli organismi di
investimento collettivo del risparmio:
· criterio di significatività: decremento del fair value alla data di bilancio superiore al 50% del valore contabile
originario;
· criterio di durevolezza: diminuzione del fair value al di sotto del valore di iscrizione per oltre 36 mesi consecutivi.
Nel caso di acquisizione di azioni a seguito di ristrutturazione del debito in precedenza detenuto, in
considerazione che tali azioni debbano essere considerate come emesse da un soggetto “deteriorato”, qualsiasi
svalutazione rispetto al valore di iscrizione iniziale sarà considerata un impairment a titolo definitivo e, pertanto,
determinerà impatto diretto a conto economico, mentre le eventuali riprese di valore seguiranno i principi
generali, fino a che l’emittente non sia stato ripristinato allo status di “bonis”.
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In relazione ai titoli di debito, nell’evidenza del fatto che la normativa non richiede un criterio oggettivo, le
informazioni che si considerano principalmente rilevanti ai fini dell’accertamento di eventuali perdite per
riduzione di valore sono le seguenti:
−
esistenza di significative difficoltà finanziarie dell’emittente, derivanti da inadempimenti o mancati
pagamenti di interessi o capitale;
−
probabilità di apertura di procedure concorsuali;
−
scomparsa di un mercato attivo sugli strumenti finanziari;
−
peggioramento delle condizioni economiche che incidono sui flussi finanziari dell’emittente;
−
declassamento del merito di credito dell’emittente, quando accompagnato da altre notizie negative sulla
situazione finanziaria di quest’ultimo.
Con riferimento ai titoli di capitale, le informazioni che si ritengono rilevanti ai fini dell’evidenziazione di perdite
per riduzioni di valore includono la verifica dei cambiamenti intervenuti nell’ambiente tecnologico, di mercato,
economico o legale in cui l’emittente opera.
Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla
rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico, nel
caso di crediti o titoli di debito, ed a patrimonio netto nel caso di titoli di capitale. L’ammontare della ripresa non
può in ogni caso superare il costo ammortizzato che lo strumento avrebbe avuto in assenza di precedenti
rettifiche.
Criteri di cancellazione
Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle
stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa
connessi.
I titoli consegnati nell’ambito di un’operazione che contrattualmente ne prevede il riacquisto non vengono
stornati dal Bilancio.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Per le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevati:
a conto economico, gli interessi calcolati con il metodo del tasso di interesse effettivo, che tiene conto sia
dell’ammortamento dei costi di transazione sia del differenziale tra il costo e il valore di rimborso;
a patrimonio netto in una specifica riserva, al netto dell’imposizione fiscale, i proventi e gli oneri derivanti
dalla variazione del relativo fair value, sino a che l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene
rilevata una perdita durevole di valore.
Al momento della dismissione, gli effetti derivanti dall’utile o dalla perdita cumulati nella riserva relativa alle
attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevati a conto economico nella voce “utili (perdite) da
cessione o riacquisto di: b) attività finanziarie disponibili per la vendita”.
I dividendi percepiti su uno strumento rappresentativo di capitale disponibile per la vendita sono rilevati a Conto
Economico per cassa, alla voce “Dividendi e proventi simili”.
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3 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
Gli investimenti posseduti sino alla scadenza sono attività non derivate con pagamenti fissi o determinabili e
scadenza fissa, quotati su un mercato attivo (Livello 1), che la Banca ha oggettiva intenzione e capacità di
possedere sino alla scadenza.
La Banca non ha classificato attività finanziarie in tale categoria.
4 - Crediti
Criteri di classificazione
I Crediti e finanziamenti sono iscritti nelle voci “60 Crediti verso banche” e “70 Crediti verso clientela”.
I crediti rientrano nella più ampia categoria delle attività finanziarie non derivate e non quotate in un mercato
attivo (Livello 2 e 3), che prevedono pagamenti fissi o comunque determinabili. Essi includono gli impieghi con
clientela e con banche, erogati direttamente e che non sono stati classificati all’origine tra le Attività finanziarie
valutate al fair value.
Nella voce devono essere inclusi i crediti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari e le
operazioni di pronti contro termine ed i titoli di debito acquistati in sottoscrizione o collocamento privato, con
pagamenti determinati o determinabili, non quotati in mercati attivi.
L’iscrizione in questa categoria può derivare anche da riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie
disponibili per la vendita” oppure, solo e soltanto in rare circostanze, qualora l’attività non sia più posseduta al
fine di venderla o riacquistarla a breve, dalle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”.
Qualora l’iscrizione derivi da riclassificazione, il fair value dell’attività rilevato al momento del trasferimento è
assunto quale nuova misura del costo ammortizzato dell’attività stessa.
Criteri di iscrizione
La prima iscrizione di un credito avviene alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la
data di erogazione, sulla base del fair value dello strumento finanziario. Esso è pari all’ammontare erogato,
comprensivo dei proventi e degli oneri direttamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall’origine
dell’operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le
caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i
normali costi interni di carattere amministrativo.
Nel caso di titoli di debito l’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento (settlement
date).
Per le operazioni creditizie, eventualmente concluse a condizioni non di mercato, la rilevazione iniziale è
effettuata per un importo pari ai futuri flussi di cassa scontati ad un tasso di mercato. L’eventuale differenza tra la
rilevazione iniziale e l’ammontare erogato è rilevata nel conto economico al momento dell’iscrizione iniziale.
Gli interessi di mora, previsti in via contrattuale, sono iscritti a Conto Economico alla voce 10 “interessi attivi” solo
al momento del loro effettivo incasso.
Le operazioni di pronti contro termine con obbligo di rivendita a termine sono iscritte in bilancio come operazioni
di impiego. In particolare, le operazioni di acquisto a pronti e di rivendita a termine sono rilevate come crediti per
l’importo corrisposto a pronti.
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Criteri di valutazione
Successivamente alla rilevazione iniziale, i crediti sono rilevati al costo ammortizzato, pari al valore di prima
iscrizione, diminuito/aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e dell’ammortamento
calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo.
Il costo ammortizzato è diminuito/aumentato anche per la differenza tra l’ammontare erogato e quello
rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito.
Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed
interessi, all’ammontare erogato comprensivo dei costi/proventi ricondotti al credito. L’effetto economico dei
costi e dei proventi viene così distribuito lungo la vita residua attesa del credito.
Nella determinazione del tasso di rendimento effettivo, si procede alla stima dei flussi di cassa considerando tutti i
termini contrattuali dello strumento finanziario che possono influire sugli importi e sulle scadenze, ma non le
future perdite su crediti.
Tale calcolo include tutti i pagamenti effettuati tra le parti e che costituiscono una parte integrante degli interessi,
anche se denominati diversamente (commissioni, spese, ecc.), i costi dell’operazione e tutti gli altri premi o sconti.
Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti la cui breve durata fa ritenere trascurabile l’effetto
dell’applicazione della logica di attualizzazione. Detti crediti vengono valorizzati al valore nominale erogato. I
proventi e gli oneri agli stessi riferibili sono attribuiti direttamente a conto economico.
Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca.
Ad ogni data di Bilancio annuale o semestrale viene accertata l’eventuale obiettiva evidenza che un’attività
finanziaria o un gruppo di attività finanziarie abbia subito una riduzione di valore. Tale circostanza ricorre quando
è prevedibile che l’azienda non sia in grado di riscuotere l’ammontare dovuto, sulla base delle condizioni
contrattuali originarie ossia, ad esempio, in presenza:
a) di significative difficoltà finanziarie dell’emittente o debitore;
b) di una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento degli interessi o del
capitale;
c) del fatto che il finanziatore per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finanziaria del
beneficiario, estenda al beneficiario una concessione che il finanziatore non avrebbe altrimenti preso in
considerazione;
d) della probabilità che il beneficiario dichiari procedure di ristrutturazione finanziaria;
e) della scomparsa di un mercato attivo di quell’attività finanziaria dovuta a difficoltà finanziarie;
f)
di dati rilevabili che indichino l’esistenza di una diminuzione sensibile nei futuri flussi finanziari stimati per
un gruppo di attività finanziarie similari sin dal momento della rilevazione iniziale di quelle attività,
sebbene la diminuzione non possa essere ancora identificata con le singole attività finanziarie nel gruppo.
Dapprima si procede alla valutazione analitica delle attività di importo rilevante (di importo superiore ad un
milione di euro) e delle esposizioni deteriorate (crediti non performing), classificate nelle diverse categorie di
rischio in base alla normativa emanata dalla Banca d’Italia - riportata nel punto 17 “Altre informazioni” - ed alle
disposizioni interne che fissano le regole per il passaggio dei crediti nell’ambito delle diverse categorie di rischio:
•
sofferenze;
•
esposizioni incagliate;
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104
•
esposizioni ristrutturate;
•
esposizioni scadute.
Detti crediti sono oggetto di un processo di valutazione analitica e, qualora si rilevino obiettive evidenze di
perdita, l’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è determinata come differenza tra il valore di
bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di
cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario.
I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle
eventuali garanzie, nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia.
Qualora il credito abbia un tasso d’interesse variabile, il tasso di attualizzazione utilizzato al fine di determinare la
perdita è pari al tasso di rendimento effettivo corrente determinato in accordo con il contratto. Per le sofferenze
il tasso utilizzato è pari al tasso vigente al momento del passaggio della posizione a sofferenza.
La rettifica di valore è iscritta a conto economico. La componente della rettifica riconducibile all’attualizzazione
dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il meccanismo del tasso di interesse effettivo ed
imputata tra le riprese di valore.
Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo, ancorché sia intervenuta una
ristrutturazione del rapporto che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora il
rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali.
I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro breve termine non vengono attualizzati.
Per talune tipologie di crediti deteriorati (incagli, scaduti e sconfinanti),non assoggettati ad un processo di
valutazione analitica, la Banca procede ad una svalutazione con metodologia forfettaria inserendo tali crediti
all’interno di gruppi di attività con caratteristiche omogenee.
La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può, in ogni caso, superare il costo ammortizzato che il
credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. Tra le riprese di valore sono inoltre ricompresi gli effetti
positivi connessi al rientro dell’effetto attualizzazione derivante dalla progressiva riduzione del tempo stimato di
recupero del credito oggetto di svalutazione.
Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengono meno i motivi
che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento
verificatosi successivamente alla rettifica stessa.
I crediti in bonis, per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita, sono
sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti
omogenee in termini di rischio di credito; le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie
storiche, che consentono di apprezzare il valore della perdita in ciascuna categoria di crediti.
La stima dei flussi nominali futuri attesi si basa sui parametri di “probabilità di insolvenza” (PD – Probability of
Default) e di “perdita in caso di insolvenza” (LGD – Loss Given Default); i flussi così calcolati sono attualizzati sulla
base del tasso effettivo di ciascun rapporto.
La rettifica di valore è iscritta a Conto Economico.
Ad ogni chiusura di Bilancio le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono calcolate in modo
differenziale rispetto alla consistenza delle svalutazioni collettive dell’esercizio precedente.
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Criteri di cancellazione
I crediti vengono cancellati dalle attività in bilancio allorché il diritto a ricevere i flussi di cassa è estinto, quando la
cessione ha comportato il trasferimento in maniera sostanziale di tutti i rischi e benefici connessi ai crediti stessi o
nel caso in cui il credito è considerato definitivamente irrecuperabile, dopo che tutte le necessarie procedure di
recupero sono state completate.
Qualora invece siano stati mantenuti i rischi e benefici relativi ai crediti ceduti, questi continuano ad essere iscritti
tra le attività del bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità del credito sia stata effettivamente trasferita,
registrando una passività a fronte del corrispettivo ricevuto dall’acquirente.
I crediti ceduti, nell’ambito dell’operazione di autocartolarizzazione, sono mantenuti nel bilancio e la Banca ha
proceduto al riacquisto di tutte le passività emesse dalla società veicolo.
La Banca si è avvalsa di una Società veicolo appositamente costituita ed omologata come previsto dalla Legge n.
130/99, denominata Credico Finance 10 (CF10), nella quale non si detengono interessenze.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Gli interessi derivanti da “Crediti verso banche e clientela” sono iscritti tra gli “Interessi attivi e proventi assimilati”
del conto economico in base al principio della competenza temporale sulla base del tasso di interesse effettivo.
Le perdite di valore riscontrate sono iscritte a conto economico nella voce 130 “rettifiche/riprese di valore nette
per deterioramento di a) crediti” così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti
svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte sia a fronte di una migliorata qualità del credito, tale da far insorgere
la ragionevole certezza del recupero tempestivo del capitale secondo i termini contrattuali originari del credito,
sia a fronte del progressivo venir meno dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di
valore.
Nel caso di valutazione collettiva, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo
differenziale con riferimento all’intero portafoglio dei crediti.
Gli utili e perdite risultanti dalla cessione di crediti sono iscritti alla voce 100 a) del conto economico “Utile
(perdite) da cessione o riacquisto di crediti”
5 - Attività finanziarie valutate al fair value
Alla data del bilancio la Banca non detiene “Attività finanziarie valutate al fair value”.
6 - Operazioni di copertura
La Banca a fine esercizio non ha in corso operazioni con derivati classificabili fra i derivati di copertura.
7 - Partecipazioni
La Banca a fine esercizio non detiene partecipazioni di controllo, di collegamento o di controllo congiunto, così
come definite e previste dai principi IAS27 e IAS28.
8 - Attività materiali
Criteri di classificazione
La voce include principalmente i terreni, gli immobili ad uso funzionale e quelli detenuti a scopo di investimento,
gli impianti, i veicoli, i mobili, gli arredi e le attrezzature di qualsiasi tipo.
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Si definiscono “immobili ad uso funzionale” quelli posseduti per essere impiegati nella fornitura di servizi oppure
per scopi amministrativi.
Rientrano invece tra gli immobili da investimento le proprietà possedute al fine di percepire canoni di locazione o
per l’apprezzamento del capitale investito, o per entrambe le motivazioni.
Gli immobili posseduti sono principalmente utilizzati come filiali ed uffici della Banca e, quindi, detenuti ad uso
funzionale, ad eccezione di un immobile acquisito per recupero crediti e allocato nella categoria IAS 40 Immobili
da investimento trattati al fair value.
Tra le attività materiali sono inclusi anche i costi per migliorie su beni di terzi, purché relative ad attività materiali
identificabili e separabili (es. ATM). Qualora i suddetti costi non presentino autonoma funzionalità ed utilizzabilità,
ma dagli stessi si attendano benefici futuri, sono iscritti tra le “altre attività” e vengono ammortizzati nel più breve
periodo tra quello di prevedibile capacità di utilizzo delle migliorie stesse e quello di durata residua della
locazione.
Al valore delle immobilizzazioni materiali concorrono anche gli acconti versati per l’acquisizione e la
ristrutturazione di beni non ancora entrati nel processo produttivo, e quindi non ancora oggetto di
ammortamento.
Criteri d’iscrizione
Le attività materiali sono inizialmente iscritte al costo di acquisto o di costruzione, comprensivo di tutti gli
eventuali oneri accessori direttamente imputabili all’acquisto e alla messa in funzione del bene.
Per alcuni immobili la Banca ha adottato il fair value come sostituto del costo alla data di transizione agli IAS.
Le spese di manutenzione straordinaria ed i costi aventi natura incrementativa che comportano un incremento
dei benefici futuri generati dal bene sono attribuiti ai cespiti cui si riferiscono ed ammortizzati in relazione alle
residue possibilità di utilizzo degli stessi.
Le spese per riparazioni, manutenzioni o altri interventi per garantire l’ordinario funzionamento dei beni sono
invece imputate al conto economico dell’esercizio in cui sono sostenute.
Criteri di valutazione
Dopo la rilevazione iniziale, le attività materiali, inclusi gli immobili non strumentali, salvo quanto di seguito
precisato, sono iscritte in bilancio al costo al netto degli ammortamenti cumulati e di eventuali perdite di valore
accumulate.
Le attività materiali sono sistematicamente ammortizzate in ogni esercizio sulla base della loro vita utile,
adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti.
Non sono soggetti ad ammortamento:
- i terreni, siano essi stati acquisiti singolarmente o incorporati nel valore dei fabbricati, in quanto considerati a
vita utile indefinita. Nel caso in cui il loro valore sia incorporato nel valore del fabbricato, sono considerati beni
separabili dall’edificio; la suddivisione tra il valore del terreno e il valore del fabbricato avviene sulla base di
perizia di periti indipendenti per i soli immobili detenuti “cielo-terra”;
- gli investimenti immobiliari, valutati al fair value, in conformità al principio IAS 40.
Con specifico riferimento agli immobili ad uso investimento, rientranti nell’ambito di applicazione dello IAS 40, la
relativa valutazione è prevista al valore di mercato, determinato sulla base di perizie di stima indipendenti, e le
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eventuali variazioni di fair value sono iscritte nella specifica voce di conto economico “Risultato netto della
valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali”.
Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso.
Le attività soggette ad ammortamento sono rettificate per possibili perdite di valore ogniqualvolta eventi o
cambiamenti di situazioni indicano che il valore contabile potrebbe non essere recuperabile.
Il valore recuperabile di un’attività è pari al maggiore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il
relativo valore d’uso del bene, inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. Le eventuali
rettifiche sono imputate a conto economico alla voce “rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali”.
Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, viene rilevata una ripresa di
valore, che non può superare il valore che l’attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in
assenza di precedenti perdite di valore.
La Banca, salvo diversa specifica determinazione della vita utile di singoli beni, procede all’ammortamento in base
alle aliquote fiscali vigenti, ritenute congrue ad esprimere l’effettivo deterioramento dei beni.
Criteri di cancellazione
Le attività materiali sono eliminate dallo Stato Patrimoniale al momento della dismissione o quando sono ritirate
permanentemente dall’uso e, di conseguenza, non sono attesi benefici economici futuri che derivino dalla loro
cessione o dal loro utilizzo.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
L’ammortamento sistematico è contabilizzato al conto economico alla voce “Rettifiche/riprese di valore nette su
attività materiali”
Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettivo utilizzo del bene. Per i
beni ceduti e/o dismessi nel corso dell’esercizio, l’ammortamento è calcolato su base giornaliera fino alla data di
cessione e/o dismissione.
Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione delle attività materiali sono
determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene; esse sono rilevate
nel conto economico alla stessa data in cui sono eliminate dalla contabilità.
Nella voce di conto economico “Utili (Perdite) da cessione di investimenti” sono oggetto di rilevazione il saldo,
positivo o negativo, tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti materiali.
Nella voce”Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali” figura il saldo,
positivo o negativo, fra le svalutazioni e le rivalutazioni - diverse dalle rettifiche di valore e dalle riprese di valore
da deterioramento, delle attività materiali valutate al fair value che ai sensi dello IAS 40 devono essere iscritte nel
conto economico.
9 - Attività immateriali
Criteri di classificazione
Ai sensi del Principio Contabile IAS 38, la voce accoglie quelle attività non monetarie prive di consistenza fisica,
possedute per essere utilizzate in un periodo pluriennale o indefinito, che soddisfano le seguenti caratteristiche:
- identificabilità;
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- l’azienda ne detiene il controllo;
- è probabile che i benefici economici futuri attesi attribuibili all’attività affluiranno all’azienda;
- il costo dell’attività può essere valutato attendibilmente.
In assenza di una delle suddette caratteristiche, la spesa per acquisire o generare la stessa internamente è rilevata
come costo nell’esercizio in cui è stata sostenuta.
Le attività immateriali includono, in particolare, il software applicativo ad utilizzazione pluriennale.
Criteri di iscrizione
Le attività immateriali sono iscritte al costo, rettificato per eventuali oneri accessori, sostenuti per predisporre
l’utilizzo dell’attività, solo se è probabile che i benefici futuri attribuibili all’attività si realizzino e se il costo
dell’attività stessa può essere determinata attendibilmente. In caso contrario il costo dell’attività immateriale è
rilevato a conto economico nell’esercizio in cui è sostenuto.
Criteri di valutazione
Dopo la rilevazione iniziale, le attività immateriali a vita “definita” sono iscritte al costo, al netto dell’ammontare
complessivo degli ammortamenti e delle perdite di valore cumulate.
Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso, ovvero quando si trova nel luogo e
nelle condizioni adatte per poter operare nel modo stabilito e cessa nel momento in cui l’attività è eliminata
contabilmente.
L’ammortamento è effettuato a quote costanti, di modo da riflettere l’utilizzo pluriennale dei beni in base alla vita
utile stimata.
Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettiva disponibilità del bene.
Per le attività cedute e/o dismesse nel corso dell’esercizio, l’ammortamento è calcolato su base giornaliera fino
alla data di cessione e/o dismissione.
Ad ogni chiusura di bilancio, in presenza di evidenze di perdite di valore, si procede alla stima del valore di
recupero dell’attività.
L’ammontare della perdita, rilevato a conto economico, è pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività ed
il suo valore recuperabile.
Criteri di cancellazione
Le attività immateriali sono eliminate dallo stato patrimoniale dal momento della dismissione o quando non siano
attesi benefici economici futuri.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Sia gli ammortamenti che eventuali rettifiche/riprese di valore per deterioramento di attività immateriali diverse
dagli avviamenti vengono rilevati a conto economico nella voce “Rettifiche/riprese di valore nette su attività
immateriali”.
Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione di un’attività immateriale sono
determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene ed iscritte al conto
economico.
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Nella voce “Utili (Perdite) da cessione di investimenti”, formano oggetto di rilevazione il saldo, positivo o negativo,
tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti .
10 - Attività non correnti in via di dismissione
In tale voce sono classificate le attività non correnti destinate alla vendita ed i gruppi di attività e le passività
associate in via di dismissione, secondo quanto previsto dall’IFRS5.
La Banca, alla data di redazione del Bilancio, non presenta attività che rientrano in tale categoria.
11 - Fiscalità corrente e differita
Criteri di classificazione e di iscrizione
Nella voce figurano le attività e passività fiscali (correnti e differite) rilevate in applicazione dello IAS12.
Le imposte sul reddito sono rilevate nel conto economico ad eccezione di quelle relative a voci addebitate od
accreditate direttamente a patrimonio netto.
L’accantonamento per imposte sul reddito è determinato in base ad una prudenziale previsione dell’onere fiscale
corrente, di quello anticipato e di quello differito.
Le imposte su reddito d’esercizio sono costituite dal saldo della fiscalità corrente e di quella differita. Le attività e
passività fiscali per le imposte correnti dell’esercizio sono rilevate applicando le aliquote e la normativa fiscale
vigenti e corrispondono al risultato stimato della dichiarazione dei redditi.
Le attività fiscali correnti accolgono i crediti d’imposta recuperabili (compresi gli acconti versati); le passività fiscali
correnti le imposte correnti non ancora pagate alla data del bilancio.
Le imposte anticipate e quelle differite sono determinate sulla base del criterio del balance sheet liability method,
tenendo conto delle differenze temporanee (deducibili o imponibili) tra il valore contabile di una attività o di una
passività e il suo valore riconosciuto ai fini fiscali.
L’iscrizione di “attività per imposte anticipate” è effettuata quando il loro recupero è ritenuto probabile. Le
“passività per imposte differite” vengono rilevate in tutti i casi in cui è probabile che insorga il relativo debito.
Le “attività per imposte anticipate” indicano una futura riduzione dell’imponibile fiscale, a fronte di
un’anticipazione della tassazione rispetto alla competenza economico-civilistica, mentre le “passività per imposte
differite” indicano un futuro incremento dell’imponibile fiscale, determinando un differimento della tassazione
rispetto alla competenza economico-civilistica.
Criteri di valutazione
Sono rilevati gli effetti relativi alle imposte correnti e differite, calcolate nel rispetto della legislazione fiscale in
base al criterio della competenza economica, coerentemente con le modalità di rilevazione in bilancio dei costi e
ricavi che le hanno generate, applicando le aliquote di imposta vigenti.
Le imposte correnti sono compensate, a livello di singola imposta: gli acconti versati e il relativo debito di imposta
sono esposti al netto tra le “Attività fiscali a) correnti” o tra le “Passività fiscali a) correnti” a seconda del segno.
Le attività per imposte anticipate e le passività per imposte differite sono calcolate utilizzando le aliquote fiscali
applicabili, in ragione della legge vigente, nell’esercizio in cui l’attività fiscale anticipata sarà realizzata o la
passività fiscale differita sarà estinta.
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Esse vengono sistematicamente valutate per tener conto di eventuali modifiche intervenute nelle norme o nelle
aliquote.
Le imposte anticipate e quelle differite sono contabilizzate a livello patrimoniale, a saldi aperti e senza
compensazioni, nella voce “Attività fiscali b) anticipate” e nella voce “Passività fiscali b) differite”; esse non
vengono attualizzate.
Criteri di rilevazione delle componenti economiche
Qualora le attività e le passività fiscali differite si riferiscano a componenti che hanno interessato il conto
economico, la contropartita è rappresenta dalle imposte sul reddito.
Nei casi in cui le imposte anticipate o differite riguardino transazioni che hanno interessato direttamente il
patrimonio netto senza influenzare il conto economico, quali ad esempio le valutazione degli strumenti finanziari
disponibili per la vendita, le stesse vengono iscritte in contropartita al patrimonio netto, interessando la specifica
riserva.
Criteri di cancellazione
Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite sono cancellate nell’esercizio in cui:
-
la differenza temporanea che le ha originate diventa imponibile con riferimento alle passività
fiscali differite o deducibile con riferimento alle attività fiscali anticipate;
-
la differenza temporanea che le ha originate perde rilevanza fiscale.
12 - Fondi per rischi ed oneri
Criteri di classificazione
I fondi per rischi ed oneri accolgono gli accantonamenti relativi ad obbligazioni attuali (legali o implicite) originate
da un evento passato, per le quali sia probabile l’esborso di risorse economiche per l’adempimento
dell’obbligazione stessa, sempreché possa essere effettuata una stima attendibile del relativo ammontare.
A fronte di passività solo potenziali e non probabili non viene rilevato alcun accantonamento, ma viene fornita
specifica informativa in Nota Integrativa, salvo i casi in cui la probabilità di impiegare risorse sia remota oppure il
fenomeno non risulti rilevante.
Criteri di iscrizione
Nella sottovoce “altri fondi” del Passivo dello Stato Patrimoniale figurano i fondi per rischi e oneri costituiti in
ossequio a quanto previsto dai principi contabili internazionali, ad eccezione delle svalutazioni dovute al
deterioramento delle garanzie rilasciate, da ricondurre alle "Altre passività".
Criteri di valutazione
L’importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richiesta per adempiere
all’obbligazione esistente alla data di riferimento del Bilancio.
Laddove l’elemento temporale sia significativo, gli accantonamenti vengono attualizzati utilizzando i tassi correnti
di mercato.
I fondi accantonati sono periodicamente riesaminati ed eventualmente rettificati per riflettere la miglior stima
corrente. Quando a seguito del riesame, il sostenimento dell’onere diviene improbabile, l’accantonamento viene
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stornato. Per quanto attiene i fondi relativi ai benefici ai dipendenti si rimanda al successivo punto 17 “Altre
informazioni”.
Criteri di cancellazione
Se non è più probabile che sarà necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere
all’obbligazione, l’accantonamento deve essere stornato. Un accantonamento deve essere utilizzato unicamente
a fronte di quegli oneri per i quali esso è stato iscritto.
Criteri di rilevazione delle componenti economiche
L’accantonamento è rilevato a conto economico alla voce “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri”. Nella
voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di
fondi ritenuti esuberanti.
Gli accantonamenti netti includono anche i decrementi dei fondi per l’effetto attualizzazione, nonché i
corrispondenti incrementi dovuti al trascorrere del tempo (maturazione degli interessi impliciti
nell'attualizzazione).
Qualora gli accantonamenti riguardino oneri per il personale dipendente, quali i premi di anzianità indicati al
successivo punto 17 “Altre informazioni”, la voce di conto economico interessata è “Spese amministrative a)
spese per il personale”.
13 - Debiti e titoli in circolazione
Criteri di classificazione
I debiti rientrano nella più ampia categoria degli strumenti finanziari e sono costituiti da quei rapporti per i quali si
ha l’obbligo di pagare a terzi determinati ammontari a determinate scadenze.
Le voci “Debiti verso banche”, “Debiti verso clientela” e “Titoli in circolazione” comprendono le varie forme di
provvista interbancaria e con clientela e la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito e titoli
obbligazionari in circolazione, non classificate tra le “Passività finanziarie valutate al fair value”; le voci sono al
netto dell’eventuale ammontare riacquistato. Sono inclusi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano
scaduti ma non ancora rimborsati.
Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari.
Con riferimento all’operazione di autocartolarizzazione denominata Credico Finance 10 srl (CF10), non si è rilevata
alcuna passività a fronte di attività cedute e non cancellate dal bilancio, poiché i relativi titoli ABS sono stati
integralmente sottoscritti dalla banca cedente.
Criteri di iscrizione
La prima iscrizione di tali passività finanziarie avviene all’atto della ricezione delle somme raccolte o
dell’emissione dei titoli di debito.
Il valore a cui sono iscritte corrisponde al relativo fair value, normalmente pari all’ammontare incassato od al
prezzo di emissione, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola
operazione di provvista o di emissione e non rimborsati dalla controparte creditrice. Non sono inclusi nel valore di
iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte creditrice o che sono
riconducibili a costi di carattere amministrativo.
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Il fair value delle passività finanziarie, eventualmente emesse a condizioni diverse da quelle di mercato, è oggetto
di apposita stima e la differenza rispetto al corrispettivo incassato è imputata direttamente a conto economico.
Il ricollocamento di titoli propri riacquistati, oggetto di precedente annullamento contabile, è considerato come
nuova emissione con iscrizione del nuovo prezzo di collocamento, senza effetti a conto economico.
Criteri di valutazione
Dopo la rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valutate al costo ammortizzato utilizzando il metodo del
tasso di interesse effettivo.
Fanno eccezione le passività a breve termine, ove il fattore temporale risulti trascurabile, che rimangono iscritte
per il valore incassato, e i cui costi e proventi direttamente attribuibili all’operazione sono iscritti a conto
economico nelle pertinenti voci.
Criteri di cancellazione
Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando estinte o scadute. La cancellazione avviene anche in
presenza di riacquisto di titoli precedentemente emessi.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Le componenti negative di reddito rappresentate dagli interessi passivi sono iscritte, per competenza, nelle voci di
conto economico relative agli interessi.
L’eventuale differenza tra il valore di riacquisto dei titoli di propria emissione ed il corrispondente valore contabile
della passività viene iscritto a conto economico nella voce “Utili/perdite da cessione o riacquisto di: d) passività
finanziarie”.
14 - Passività finanziarie di negoziazione
Criteri di classificazione
La voce comprende il valore negativo dei contratti derivati a copertura di attività o passività di bilancio, laddove
presenti, rientranti nell’ambito di applicazione della c.d. “fair value option”.
Tra i derivati finanziari rientrano i contratti di compravendita a termine di titoli e valute, i contratti derivati con
titolo sottostante e quelli senza titolo sottostante collegati a tassi di interesse, a indici o ad altre attività e
contratti derivati su valute.
Criteri di iscrizione
I contratti derivati sono iscritti alla data di sottoscrizione e sono valutati al fair value.
Criteri di valutazione
Successivamente alla rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valorizzate al fair value. Per i criteri di
determinazione del fair value, si fa riferimento alle specifiche note in merito riportate nella Sezione A.3 –
“Informativa sul Fair Value” della presente Nota Integrativa.
Criteri di cancellazione
Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando risultano scadute o estinte.
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Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Le componenti positive o negative di reddito relative ai contratti derivati classificati come passività finanziarie
detenute per la negoziazione sono rappresentate dai differenziali e dai margini maturati sino alla data di
riferimento del bilancio; esse sono iscritte per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi.
Gli utili e le perdite derivanti dalla variazione del fair value e/o dalla cessione degli strumenti derivati sono
contabilizzati nel conto economico alla voce “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair
value” di conto economico.
15 - Passività finanziarie valutate al fair value
La Banca alla data del bilancio non ha in essere passività classificate in tale voce.
16 - Operazioni in valuta
Criteri di classificazione
Tra le attività e le passività in valuta figurano, oltre a quelle denominate esplicitamente in una valuta diversa
dall’euro, anche quelle che prevedono clausole di indicizzazione finanziaria collegate al tasso di cambio dell’euro
con una determinata valuta o con un determinato paniere di valute.
Ai fini delle modalità di conversione da utilizzare, le attività e passività in valuta sono suddivise tra poste
monetarie (classificate tra le poste correnti) e non monetarie (classificate tra le poste non correnti).
Gli elementi monetari consistono nel denaro posseduto e nelle attività e passività da ricevere o pagare, in
ammontari di denaro fissi o determinabili.
Gli elementi non monetari si caratterizzano per l’assenza di un diritto a ricevere o di un’obbligazione a consegnare
un ammontare di denaro fisso o determinabile.
Criteri di iscrizione
Le operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in euro, applicando
all’importo in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell’operazione.
Criteri di valutazione
Ad ogni chiusura del bilancio, gli elementi originariamente denominati in valuta estera sono valorizzati in euro
come segue:
le poste monetarie sono convertite al tasso di cambio alla data di chiusura del periodo;
le poste non monetarie valutate al costo storico sono convertite al tasso di cambio in essere alla data
della operazione;
le poste non monetarie valutate al fair value sono convertite al tasso di cambio a pronti alla data di
chiusura del periodo.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Le differenze di cambio che si generano tra la data dell’operazione e la data del relativo pagamento, su elementi
di natura monetaria, sono contabilizzate nel conto economico dell’esercizio in cui sorgono, alla voce “Risultato
netto della attività di negoziazione”; alla medesima voce sono iscritte le differenze che derivano dalla conversione
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di elementi monetari a tassi diversi da quelli di conversione iniziali, o di conversione alla data di chiusura del
bilancio precedente.
Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a patrimonio netto, le
differenze cambio relative a tale elemento sono rilevata anch’esse a patrimonio netto.
Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a conto economico, è
parimenti rilevata a Conto Economico la relativa differenza di cambio.
17 - Altre informazioni
STATO PATRIMONIALE
Dividendi
I dividendi distribuiti a Soci ed i ristorni sono contabilizzati a riduzione del Patrimonio Netto nell’esercizio in cui
l’Assemblea ne ha deliberato la distribuzione.
Ratei e Risconti
I ratei e i risconti, che riguardano oneri e proventi di competenza dell’esercizio maturati su attività e passività,
vengono ricondotti a rettifica delle attività e passività a cui si riferiscono. In assenza di rapporti cui ricondurli,
saranno rappresentati tra le “Altre attività” o “Altre passività”.
Contratti di vendita e riacquisto (pronti contro termine)
I titoli venduti e soggetti ad accordo di riacquisto sono classificati come strumenti finanziari impegnati, quando
l’acquirente ha per contratto o convenzione il diritto a rivendere o a reimpegnare il sottostante; la passività della
controparte è inclusa nelle passività verso banche o verso clientela.
I titoli acquistati in relazione ad un contratto di rivendita sono contabilizzati come finanziamenti o anticipi ad altre
banche o a clientela.
La differenza tra il prezzo di vendita ed il prezzo d’acquisto è contabilizzata come interesse e registrata per
competenza lungo la vita dell’operazione sulla base del tasso effettivo di rendimento.
Trattamento di fine rapporto del personale
Il T.F.R. è assimilabile ad un “beneficio successivo al rapporto di lavoro” (post employment benefit) del tipo
“Prestazioni Definite” (defined benefit plan) per il quale è previsto, in base allo IAS 19, che il suo valore venga
determinato mediante metodologie di tipo attuariale.
Conseguentemente, la valutazione di fine esercizio è effettuata in base al metodo dei benefici maturati
utilizzando il criterio del credito unitario previsto (Projected Unit Credit Method).
Tale metodo prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche, statistiche e probabilistiche,
nonché in virtù dell’adozione di opportune basi tecniche demografiche.
Esso consente di calcolare il T.F.R. maturato ad una certa data in senso attuariale, distribuendo l’onere per tutti gli
anni di stimata permanenza residua dei lavoratori in essere e non più come onere da liquidare nel caso in cui
l’azienda cessi la propria attività alla data di bilancio.
La valutazione del T.F.R. del personale dipendente è stata effettuata da un attuario indipendente in conformità
alla metodologia sopra indicata.
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A seguito dell’entrata in vigore della riforma della previdenza complementare, di cui al D.Lgs. 252/2005, le quote
di trattamento di fine rapporto maturate fino al 31.12.2006 sono rimaste in azienda, mentre le quote maturate a
partire dal 1° gennaio 2007 sono state, a scelta del dipendente, destinate a forme di previdenza complementare
ovvero al fondo di Tesoreria dell’INPS.
Queste ultime sono quindi rilevate a conto economico, alla voce 150 lett. a) come specificato nella Sezione 9 della
Parte C della presente Nota, sulla base dei contributi dovuti in ogni esercizio; la Banca non ha proceduto
all’attualizzazione finanziaria dell’obbligazione verso il fondo previdenziale o l’INPS, in ragione della scadenza
inferiore a 12 mesi.
In base allo IAS19, il T.F.R. versato al fondo di Tesoreria INPS si configura, al pari della quota versata al fondo di
previdenza complementare, come un piano a contribuzione definita, poiché l’obbligazione dell’impresa nei
confronti dei dipendenti cessa con il versamento delle quote maturate. Per tale fattispecie, pertanto, nel Passivo
della Banca è iscritta solo la quota di debito (tra le “altre passività”) per i versamenti ancora da effettuare all’INPS
ovvero ai fondi di previdenza complementare alla data di chiusura del bilancio.
Il Fondo T.F.R. è rilevato nel Passivo dello Stato Patrimoniale, alla specifica voce.
Alla data di riferimento del bilancio, il TFR, computato da un attuarlo indipendente secondo le metodologie
previste dallo IAS19, differisce dal fondo inteso quale debito verso i dipendenti ai sensi dell'art. 2120 cod. civ..
Rilevazione degli utili e perdite attuariali
Come precedentemente indicato nella Sezione 4 - Altri aspetti Informativa sulla variazione di principio contabile
, il nuovo IAS 19 prevede che tutti gli utili e perdite attuariali maturati alla data di bilancio siano rilevati
immediatamente nel “Conto Economico Complessivo” – OCI.
Pertanto, è stata eliminata la possibilità di differimento degli stessi attraverso il metodo del corridoio (non più
previsto), così come la loro possibile rilevazione nel conto economico. Di conseguenza, il principio ammette per il
riconoscimento degli utili/perdite attuariali esclusivamente il cosiddetto metodo OCI (Other Comprensive
Income).
La Banca ha optato per l’applicazione anticipata delle modifiche al principio, rispetto alla prevista decorrenza dagli
esercizi che hanno inizio dal 1° gennaio 2013.
Premio di fedeltà
Fra gli ”altri benefici a lungo termine”, rientrano nell’operatività della Banca anche i premi di fedeltà ai dipendenti.
Tali benefici devono essere valutati in conformità allo IAS 19, con la stessa metodologia utilizzata per la
determinazione del T.F.R., in quanto compatibile.
La passività per il premio di fedeltà viene rilevata tra i “fondi rischi e oneri” del Passivo. L’accantonamento, come
la riattribuzione a conto economico di eventuali eccedenze dello specifico fondo (dovute ad esempio a modifiche
di ipotesi attuariali), è imputata a conto economico fra le “spese del personale”.
Le obbligazioni nei confronti dei dipendenti sono valutate da un attuario indipendente.
Valutazione garanzie rilasciate
Gli accantonamenti, su base analitica e collettiva, relativi alla stima dei possibili esborsi connessi all’assunzione del
rischio di credito insito nelle garanzie rilasciate e negli impegni assunti sono determinati in applicazione dei
medesimi criteri esposti con riferimento ai crediti.
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Tali accantonamenti devono essere rilevati nella voce “Altre passività”, in contropartita alla voce di conto
economico “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: altre operazioni finanziarie”.
Non sono stati operati accantonamenti in relazione alla stima dei possibili esborsi connessi al rischio di credito
relativo alle garanzie prestate ed agli impegni assunti.
CONTO ECONOMICO
I ricavi sono valutati al fair value del corrispettivo ricevuto o spettante e sono riconosciuti quando percepiti o,
comunque, quando è probabile che saranno ricevuti i benefici futuri e tali benefici possono essere quantificabili in
modo attendibile.
I costi sono iscritti contabilmente nel momento in cui sono sostenuti.
I costi ed i ricavi, direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili
sin dall’origine indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a conto economico
mediante applicazione del tasso di interesse effettivo, per la definizione del quale si rinvia al paragrafo “Crediti”.
I dividendi sono rilevati a conto economico nel momento in cui sono percepiti.
I ricavi derivanti dall’intermediazione di strumenti finanziari di negoziazione, determinati dalla differenza tra il
prezzo della transazione ed il fair value dello strumento, vengono riconosciuti al conto economico in sede di
rilevazione dell’operazione se il fair value è determinabile con riferimento a parametri o transazioni recenti
osservabili sullo stesso mercato nel quale lo strumento è negoziato;
Gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a conto economico solo al
momento del loro effettivo incasso.
Le commissioni sono generalmente contabilizzate per competenza sulla base dell’erogazione del servizio.
Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.
ATTIVITA’ DETERIORATE
Si riportano di seguito le definizioni delle attività finanziarie classificate come deteriorate nelle diverse categorie
di rischio - secondo la definizione prevista nelle vigenti segnalazioni di Vigilanza e alle disposizioni interne - che
fissano le regole per il passaggio dei crediti nell’ambito delle seguenti categorie di rischio:
•
sofferenze: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) nei confronti di
soggetti in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente
equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla Banca;
•
partite incagliate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) nei confronti
di soggetti in temporanea situazione di obiettiva difficoltà, che sia prevedibile possa essere rimossa in un
congruo periodo di tempo. Inoltre vi rientrano i crediti scaduti e/o sconfinanti in via continuativa (c.d.
“incagli oggettivi”);
•
esposizioni ristrutturate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) per le
quali una banca (o un pool di banche), a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie
del debitore, acconsente a modifiche delle originarie condizioni contrattuali (ad esempio, nuovo
scadenziamento dei termini, riduzione del debito e/o degli interessi) che diano luogo a una perdita;
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117
•
esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti,
titoli, derivati, etc.), diverse da quelle classificate a sofferenza, incaglio o fra le esposizioni ristrutturate,
che, alla data di chiusura del periodo, sono scadute o sconfinanti da oltre 90 giorni.
Sono escluse le esposizioni la cui situazione di anomalia sia riconducibile a profili attinenti al rischio paese.
Per le attività deteriorate, il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value.
MODALITA’ DI DETERMINAZIONE DEL COSTO AMMORTIZZATO
Il costo ammortizzato di una attività o passività finanziaria è il valore a cui è stata misurata alla iscrizione iniziale,
al netto dei rimborsi di capitale, accresciuto o diminuito dell’ammortamento complessivo, determinato in
applicazione del metodo dell’interesse effettivo, delle differenze tra valore iniziale e quello a scadenza ed al netto
di qualsiasi perdita di valore.
Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale di una attività o passività finanziaria al flusso
contrattuale dei pagamenti futuri o ricevuti sino alla scadenza o alla successiva data di rideterminazione del tasso.
Per gli strumenti a tasso fisso o a tasso fisso per periodi temporali, i flussi di cassa futuri vengono determinati in
base al tasso di interesse noto durante la vita dello strumento.
Per le attività o passività finanziarie a tasso variabile, la determinazione dei flussi di cassa futuri è effettuata sulla
base dell’ultimo tasso noto. Ad ogni data di revisione del prezzo, si procede al ricalcolo del piano di
ammortamento e del tasso di rendimento effettivo su tutta la vita utile dello strumento finanziario, vale a dire
sino alla data di scadenza.
Il costo ammortizzato è applicato per i crediti, le attività finanziarie detenute sino a scadenza, quelle disponibili
per la vendita, per i debiti ed i titoli in circolazione.
Le attività e passività finanziarie negoziate a condizioni di mercato sono inizialmente rilevate al loro fair value, che
normalmente corrisponde all’ammontare pagato od erogato comprensivo dei costi di transazione e delle
commissioni direttamente imputabili.
Sono considerati costi di transazione i costi ed i proventi marginali interni attribuibili al momento di rilevazione
iniziale dello strumento e non recuperabili sulla clientela.
Tali componenti accessorie, che devono essere riconducibili alla singola attività o passività, incidono sul
rendimento effettivo e rendono il tasso di interesse effettivo diverso dal tasso di interesse contrattuale.
Sono esclusi pertanto i costi ed i proventi riferibili indistintamente a più operazioni e le componenti correlate che
possono essere oggetto di rilevazione durante la vita dello strumento finanziario.
Inoltre, non sono considerati nel calcolo del costo ammortizzato i costi che la Banca dovrebbe sostenere
indipendentemente dalla operazione, quali i costi amministrativi, di cancelleria, di comunicazione.
18 – Altri aspetti
ADOZIONE NUOVO TESTO DEL PRINCIPIO IAS 19
Come precedentemente indicato nella sezione 4 - Altri aspetti il principio contabile vigente che regola il
trattamento di fine rapporto di lavoro dei dipendenti (TFR) è lo IAS 19 con riferimento ai “piani a benefici definiti”.
In tema di rilevazione delle variazioni annuali derivanti dai calcoli attuariali delle componenti di tali “piani a
benefici definiti” lo IAS19 prevede due possibilità:
-
la rilevazione a conto economico
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118
-
la rilevazione a patrimonio netto (prospetto della redditività complessiva).
La Banca ha sinora contabilizzato annualmente a conto economico tutte le variazioni del trattamento di fine
rapporto, metodologia che ha tuttavia determinato una particolare “volatilità” dei risultati, dovuta in special
modo all’impatto degli utili e delle perdite attuariali.
Con Regolamento CE n. 475 del 5 giugno 2012 è stata omologata la nuova versione del principio contabile IAS 19
“Benefici per i dipendenti”, applicabile in via obbligatoria a partire dagli esercizi con inizio dal 1° gennaio 2013. E’
peraltro consentita l’applicazione anticipata al bilancio 2012 del nuovo principio.
Il principale elemento di novità è rappresentato dalla previsione, per i piani a benefici definiti (trattamento di fine
rapporto), di un unico criterio di contabilizzazione degli utili e delle perdite attuariali da includere
immediatamente nel computo delle passività nette verso i dipendenti, in contropartita di una posta di patrimonio
netto (OCI – Other Comprehensive Income), da esporre nel prospetto della redditività complessiva del periodo.
Sulla base di quanto precede il Consiglio di Amministrazione della Banca ha deliberato di applicare il nuovo
principio IAS 19 a partire dal bilancio 2012, passando quindi dalla rilevazione a conto economico degli utili e delle
perdite di natura attuariale alla imputazione di tali differenze direttamente a patrimonio netto.
In particolare, le modifiche introdotte dal nuovo IAS 19 devono essere applicate retroattivamente come richiesto
dallo IAS 8 e dalle disposizioni transitorie contenute nello stesso principio, procedendo a riesporre i prospetti
contabili relativi al periodo dell’esercizio precedente (T-1) e rilevando i relativi effetti a patrimonio netto, nella
voce utili/perdite portati a nuovo.
Il criterio di rilevazione degli utili e delle perdite attuariali relative ad obbligazioni a benefici definiti sul
trattamento di fine rapporto del personale, determinati ai sensi del principio IAS 19; il cambiamento del criterio di
rilevazione consente di fornire informazioni attendibili e più rilevanti per gli utilizzatori del bilancio e in proposito
si precisa quanto segue:
a) in sede di prima applicazione dei principi contabili internazionali la Banca aveva scelto, tra le possibili opzioni
consentite dallo IAS 19, di rilevare le suddette componenti attuariali sistematicamente nel conto economico tra le
“Spese per il personale”, mentre la versione “revised” di tale principio omologato dall’Unione Europea con il
regolamento n. 475/2012 del 5/6/2012, prevede che al fine di fornire informazioni attendibili e più rilevanti le
componenti in esame debbano essere direttamente imputate tra le “Riserve da valutazione” incluse nel
patrimonio netto ed immediatamente riconosciute nel “Prospetto della redditività complessiva”, senza pertanto
transitare dal conto economico; di conseguenza lo IAS 19 “revised" esclude la possibilità di rilevazione sistematica
nel conto economico delle componenti attuariali;
b) la modifica sopra descritta, tenuto conto dell’applicazione retrospettiva richiesta dal principio IAS 8, ha
originato i seguenti effetti sul presente bilancio:
- lo storno contabile, dal conto economico 2011, dell’utile attuariale rilevato in tale anno per adeguarsi alle
risultanze dei calcoli effettuati dall’attuario esterno con riferimento alle obbligazioni a benefici definiti nei
confronti del personale, per un importo pari a 9 mila euro, con una diminuzione dell’utile di pari importo e la
contestuale variazione positiva, di 7 mila euro, della voce “Riserve da valutazione” inclusa nello stato
patrimoniale, di 2 mila euro della voce Passività per imposte differite e di 7 mila euro della voce “Utili (Perdite)
attuariali su piani a benefici definiti” evidenziata nel “Prospetto della redditività complessiva” per l’esercizio 2011;
- la mancata rilevazione, nel conto economico 2012, della perdita attuariale originata dall’adeguamento alle
risultanze dei calcoli effettuati dall’attuario esterno con riferimento alle obbligazioni a benefici definiti nei
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119
confronti del personale, per un importo pari a 129 mila euro, con un incremento dell’utile netto del suddetto
esercizio di 93 mila euro e la contestuale variazione negativa, di pari ammontare, della voce “Riserve da
valutazione” inclusa nello stato patrimoniale e della voce “Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti”
evidenziata nel “Prospetto della redditività complessiva” per l’esercizio 2012;
c) il cambiamento di metodologia contabile sopra descritto ha originato una lieve variazione del patrimonio netto
nel suo complesso, per l’importo dell’IRES calcolata sull’utile attuariale 2011 confluita tra le imposte differite; tale
effetto è evidenziato nel “Prospetto delle variazioni del patrimonio netto”, nel Prospetto della Redditività analitica
e complessiva e nello schema di Stato patrimoniale.
Dopo tale modifica il comportamento contabile della Banca risulterà già coerente con la futura applicazione della
nuova versione dello IAS 19.
Nella seguente tabella si riportano le voci interessate dal restatement al 31 dicembre 2011 e relativi impatti
quantitativi:
Voci interessate dello Stato Patrimoniale e del Conto economico
saldi di bilancio al
31/12/2011
effetto IAS 8 sui
saldi di bilancio
2011
saldi di bilancio al
31/12/2011
riclassificati
Passivo:
80b) - Passività fiscali differite
25
2
27
(1.429)
7
(1.422)
1.350
(9)
1.341
(6.465)
(9)
(6.474)
(11.432)
(9)
(11.441)
250 - Utile (perdite) dell'operatività corrente al lordo delle imposte
2.523
(9)
2.514
270 - Utile (perdita) della operatività corrente al netto delle imposte
1.350
(9)
1.341
290 - Utile d'esercizio
1.350
(9)
1.341
1.350
(9)
1.341
0
7
7
(3.468)
7
(3.461)
(3.468)
7
(3.461)
1.350
(9)
1.341
Risultato d'esercizio (+/-)
1.350
(9)
1.341
Accantonamenti Netti a Fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi
(375)
9
(366)
130 - Riserve da valutazione
200 - Utile d'esercizio
Conto Economico:
150 - a) Spese per il personale
200 - Costi operativi
Voci interessate del Prospetto della redditività complessiva
10 - Utile (Perdita d'esercizio)
90 - Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti
110 - Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte
Voci interessate del Prospetto delle variazioni di patrimonio netto:
Riserve da valutazione - Redditività complessiva esercizio
31/12/2011
Utile (Perdita) di esercizio - Redditività complessiva esercizio
31/12/2011
Voci interessate del Rendiconto Finanziario:
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120
TRASFORMAZIONE DELLE IMPOSTE DIFFERITE ATTIVE (DTA) IN CREDITI D’IMPOSTA
Il D. L. 225/2010, convertito con modificazione nella Legge 10/2011, ha previsto che in presenza di
specifiche situazioni economico/patrimoniali – ovvero in caso di perdita civilistica – le imprese possano
trasformare in crediti verso l’Erario le imposte differite attive iscritte nel proprio bilancio limitatamente
alle seguenti fattispecie:
- differite attive relative ad eccedenze nella svalutazione di crediti (art. 106 TUIR);
- differite attive relative a riallineamenti di attività immateriali quali l’avviamento e i marchi (art. 15 c.10, 10bis e
10ter D.L. 185/2008).
La Legge sopra richiamata è stata successivamente integrata dalla Legge 214/2011 estendendo la
conversione delle DTA (Deferred Tax Asset), seppur con modalità differenti, alle situazioni di perdita fiscale, pur in
presenza di utili civilistici.
La cennata disciplina è stata esaminata sotto l’aspetto contabile dal Documento congiunto n. 5 emanato da
Banca d’Italia/Consob/Isvap in data 15 maggio 2012, nel quale viene evidenziato che la disciplina fiscale
citata sostanzialmente conferisce “certezza” al recupero delle DTA, considerando di fatto automaticamente
soddisfatto il test di probabilità di cui allo IAS 12 par. 24 secondo cui l’attività fiscale differita è iscrivibile solo se è
probabile che sarà realizzato un reddito imponibile a fronte del quale la stessa potrà essere utilizzata. Di
conseguenza, gli effetti della disciplina fiscale in parola non determinano alcuna variazione nella
classificazione contabile delle DTA, che continuano ad essere iscritte tra le attività fiscali per imposte
anticipate sino al momento della conversione, mediante la quale le stesse divengono, in ossequio alle
previsioni del D.L. 225/2010 e senza generare impatti a conto economico, “attività fiscali correnti”
ISCRIZIONE DEL CREDITO PER RIMBORSO IRES SU IRAP RELATIVA AL COSTO DEL LAVORO
A decorrere dal periodo di imposta 2012, l’Irap relativa al costo del lavoro è divenuta deducibile ai fini IRES in
modo integrale, in ossequio alla previsione dell’art. 2, c.1quater del D.L. 201/2011 (cd. Decreto Salva Italia),
convertito con modifiche dalla Legge 22 dicembre 2011n. 214.
Con l’articolo 4, comma 12 del D.L. n. 16 del 2 marzo 2012 (cd. Decreto semplificazioni fiscali convertito in Legge
n. 44 del 25 aprile 2012) il legislatore è nuovamente intervenuto sul tema prevedendo la possibilità di presentare
istanze di rimborso dell’IRES, rideterminata per effetto della deducibilità dell’Irap sul costo del lavoro, per gli anni
pregressi per i quali alla data del 28 dicembre 2011 sia ancora pendente il termine di 48 mesi previsto per il
rimborso dei versamenti diretti, ai sensi dell’art. 38 DPR 602/73. Per i soggetti, come la Banca, con periodo di
imposta coincidente con l’anno solare sono tipicamente interessati i periodi di imposta 2007-2011.
In attuazione di tale facoltà il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha emanato, in data 17 dicembre 2012, il
Provvedimento di approvazione del modello per l’istanza di rimborso delle maggiori imposte versate ai fini IRES e
relative alle citate annualità pregresse.
Alla luce di quanto sopra, in considerazione del fatto che le disposizioni normative in parola sono in vigore già
dalla data di chiusura del presente bilancio, si è provveduto ad iscrivere un credito nella voce 130. di Stato
Patrimoniale “Attività fiscali: a) correnti” a fronte della rilevazione di minori imposte iscritte nella voce di Conto
Economico “260. Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente”, come illustrato nelle specifiche
Tabelle della Nota Integrativa.
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121
A.3 – Informativa sul fair value
In merito all’informativa relativa a quanto richiesto dalla Circolare Banca d’Italia nei paragrafi A.3.1 – Trasferimenti tra portafogli – si evidenzia che la Banca
non ha provveduto, nel corso dell’esercizio 2012, ad alcuna riclassifica di attività finanziarie tra portafogli.
La Banca ha provveduto a riclassificare le attività finanziarie negli esercizi 2008 e 2011, avvalendosi della facoltà prevista dagli emendamenti allo IAS 39
"Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione" e dagli IFRS 7 "Strumenti finanziari: informazioni integrative" contenuti nel documento "Riclassification of
Financial Assets" pubblicato dallo IASB in data 13 ottobre 2008 e omologato dalla Commissione Europea il 15 ottobre 2008, con il Regolamento CE N.
1004/2008.
A.3.1 Trasferimenti tra portafogli
A.3.1.1 Attività finanziarie riclassificate: valore contabile, fair value ed effetti sulla redditività complessiva
Tipologia di strumento finanziario (1)
Portafoglio
Portafoglio
di
di
provenienza destinazione
(2)
(3)
Valore di
bilancio al
31.12.2012
(4)
Fair value al
31.12.2012
(5)
Componenti reddituali in
assenza del trasferimento
(ante imposte)
Valutative
(6)
Altre (7)
Titoli di Debito
HFT
AFS
8.881
8.881
566
291
Titoli di debito
HFT
L&RClientela
1.478
1.336
216
26
Componenti reddituali
registrate nell'esercizio
(ante imposte)
Valutative
(8)
Altre (9)
510
347
31
Nella colonna (6) Componenti reddituali in assenza del trasferimento – Valutative sono riportati i risultati delle valutazioni che sarebbero state registrate nel
conto economico dell'esercizio di riferimento se il trasferimento non fosse stato effettuato.
Nella colonna (8) Componenti reddituali registrati nell’esercizio – Valutative sono indicate le componenti reddituali che sono state effettivamente registrate
nel patrimonio netto.
Per quanto attiene il trasferimento dal Portafoglio HFT al Portafoglio AFS, l'importo di 857 mila euro, pari alla somma degli importi registrati nella colonna 6
Componenti reddittuali in assenza del trasferimento – Valutative e nella colonna 7 Componenti reddittuali in assenza del trasferimento – Altre, corrisponde
alla somma degli importi indicati nella colonna 8 Componenti reddituali registrate nell'esercizio – Valutative e nella colonna 9 Componenti reddituali
registrate nell'esercizio – Altre in quanto entrambe le tipologie di portafoglio prevedono la valutazione al fair value.
Nelle colonne (7) e (9) Componenti reddituali in assenza del trasferimento e Componenti reddituali registrate nell'esercizio – Altre figurano gli oneri e/o i
proventi di altra natura (es. interessi) relativi alle attività trasferite ivi inclusi gli utili e perdite da cessione.
A.3.1.2 Attività finanziarie riclassificate: effetti sulla redditività complessiva prima del trasferimento
Nell'esercizio, la Banca non ha effettuato trasferimenti di attività finanziarie.
A.3.1.3 Trasferimento di attività finanziarie detenute per la negoziazione
Nell'esercizio la Banca non ha effettuato trasferimenti di attività finanziarie.
A.3.1.4 Tasso di interesse effettivo e flussi finanziari attesi dalle attività riclassificate
Nell'esercizio la Banca non ha effettuato trasferimenti di attività finanziarie.
A.3.2 Gerarchia del fair value
Criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari
Il fair value è definito dal principio IAS 39 come “il corrispettivo al quale un’attività potrebbe essere scambiata o una passività estinta in una libera
transazione fra parti consapevoli e indipendenti”.
Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di mercato (prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi)
rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio.
Nel caso di strumenti finanziari quotati su mercati attivi, la determinazione del fair value è basata sulle quotazioni del mercato attivo di riferimento (ossia
quello su cui si verifica il maggior volume delle contrattazioni) desumibili anche da provider internazionali e rilevate l’ultimo giorno di riferimento
dell’esercizio. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente disponibili ed
esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. Qualora il medesimo strumento finanziario risulti quotato su più mercati, la quotazione da
considerare è quella presente nel mercato più vantaggioso a cui l’impresa ha accesso.
Nel caso di strumenti finanziari non quotati il fair value è determinato applicando tecniche di valutazione finalizzate alla determinazione del prezzo che lo
strumento avrebbe avuto sul mercato alla data di valutazione in un libero scambio motivato da normali considerazioni commerciali. La determinazione del
fair value è ottenuta attraverso le seguenti tecniche: utilizzo di recenti transazioni di mercato; riferimento al prezzo di strumenti finanziari aventi le
medesime caratteristiche di quello oggetto di valutazione; metodi quantitativi (modelli di pricing delle opzioni; tecniche di calcolo del valore attuale discounted cash flow analysis; modelli di pricing generalmente accettati dal mercato e che sono in grado di fornire stime adeguate dei prezzi praticati in
operazioni di mercato). In particolare, per le obbligazioni non quotate si applicano modelli di attualizzazione dei flussi di cassa futuri attesi – utilizzando
strutture di tassi di interesse che tengono opportunamente in considerazione il settore di attività di appartenenza dell’emittente e della classe di rating, ove
disponibile.
In presenza di fondi comuni di investimento, non negoziati in mercati attivi, il fair value è determinato in ragione del Net Asset Value pubblicato,
eventualmente corretto per tenere conto di possibili variazioni di valore intercorrenti fra la data di richiesta di rimborso e la data di rimborso effettiva.
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122
I titoli di capitale non scambiati in un mercato attivo, per i quali il fair value non sia determinabile in misura attendibile - secondo le metodologie più diffuse
(in primo luogo la discounted cash flow analysis;- ) sono valutati al costo, rettificato per tener conto delle eventuali diminuzioni significative di valore.
Per gli impieghi e la raccolta a vista / a revoca si è assunta una scadenza immediata delle obbligazioni contrattuali e coincidente con la data di bilancio e
pertanto il loro fair value è approssimato al valore di contabile. Analogamente per gli impieghi a breve si è assunto il valore contabile.
Per gli impieghi a clientela a medio-lungo termine, il fair value è ottenuto attraverso tecniche di valutazione attualizzando i residui flussi contrattuali ai tassi
di interesse correnti, opportunamente adeguati per tener conto del merito creditizio dei singoli prenditori (rappresentato dalla probabilità di default e dalla
perdita stimata in caso di default).
Per le attività deteriorate il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value.
Il fair value utilizzato ai fini della valutazione degli strumenti finanziari, sulla base dei criteri sopra descritti, si articola sui seguenti livelli in funzione delle
caratteristiche e della significatività degli input utilizzati nel processo di valutazione:
• Livello 1 - quotazioni (senza aggiustamenti) rilevate su un mercato attivo: le valutazioni degli strumenti finanziari quotati in un mercato attivo effettuate
sulla base delle quotazioni rilevabili dallo stesso;
• Livello 2 - input diversi di prezzi quotati di cui al punto precedente che sono osservabili direttamente (prezzi) o indirettamente (derivati dai prezzi) sul
mercato: le valutazioni di strumenti finanziari non quotati in un mercato attivo effettuate in base a tecniche di valutazione che utilizzando in prevalenza dati
osservabili sul mercato presentano ridotti margini di discrezionalità (prezzi desunti da transazioni recenti, da infoprovider o ottenuti con modelli valutativi
che utilizzano in prevalenza dati di mercato per stimare i principali fattori che condizionano il fair value dello strumento finanziario);
• Livello 3 - input che non sono basati su dati di mercato osservabili: le valutazioni degli strumenti finanziari non quotati in un mercato attivo effettuate in
base a tecniche di valutazione che utilizzando input significativi non osservabili sul mercato comportano l’adozione di stime ed assunzioni da parte del
management (prezzi forniti dalla controparte emittente, desunti da perizie indipendenti, prezzi corrispondenti alla frazione di patrimonio netto detenuta
nella società o ottenuti con modelli valutativi che non utilizzano dati di mercato per stimare significativi fattori che condizionano il fair value dello strumento
finanziario).
I suddetti approcci valutativi devono essere applicati in ordine gerarchico. Le tecniche valutative adottate devono massimizzare l’utilizzo di fattori osservabili
sul mercato e, di conseguenza, affidarsi il meno possibile a parametri di tipo soggettivo.
Nel caso di strumenti finanziari non quotati in mercati attivi, la collocazione all’interno della gerarchia del fair value deve essere definita considerando tra gli
input significativi utilizzati per la determinazione del fair value quello che assume il livello più basso nella gerarchia.
Si rileva altresì come la gerarchia del fair value sia stata introdotta nell’IFRS 7 esclusivamente ai fini di informativa e non anche per le valutazioni di bilancio.
Queste ultime, quindi, risultano effettuate sulla base di quanto previsto dai contenuti dello IAS 39.
A.3.2.1 Portafogli contabili: ripartizione per livelli del fair value
Per le modalità di determinazione del fair value e le relative classificazioni nei “livelli di fair value” previsti dall’IFRS 7 si rinvia allo specifico punto 17 “Criteri
di determinazione del fair value degli strumenti finanziari” delle “Altre informazioni” della parte A.2 della presente nota integrativa.
Totale 31.12.2012
Attività/Passività finanziarie misurate al fair value
L1
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
L2
Totale 31.12.2011
L3
L1
L2
L3
12
2. Attività finanziarie valutate al fair value
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita
141.615
8.669
4.690
66.679
4.691
141.627
8.669
4.690
66.679
4.691
4. Derivati di copertura
Totale
1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione
(28)
2. Passività finanziarie valutate al fair value
3. Derivati di copertura
Totale
(28)
Legenda:
L1 = Livello 1
L2 = Livello 2
L3 = Livello 3
Nella colonna "Livello 3" sono stati rappresentati, convenzionalmente, titoli di capitale valutati al costo, riferibili ad interessenze azionarie in società
promosse dal movimento del Credito Cooperativo o strumentali, per le quali il fair value non risulta determinabile in modo attendibile o verificabile.
Di conseguenza non è stata compilata la tabella A.3.2.2. perché i valori indicati sono relativi a partecipazioni di vigilanza al costo.
A.3.2.2 Variazioni annue delle attività finanziarie valutate al fair value (livello 3)
Tra le attività finanziarie disponibili per la vendita sono compresi esclusivamente titoli di capitale "valutati al costo", classificati convenzionalmente nel livello
3, riferibili ad interessenze azionarie in società promosse dal Movimento del Credito Cooperativo o strumentali, per le quali il fair value non risulta
determinabile in modo attendibile o verificabile. Pertanto si omette la compilazione della presente tabella.
A.3.2.3 Variazioni annue delle passività finanziarie valutate al fair value (livello 3)
Alla data di bilancio, la Banca non detiene passività finanziarie valutate al fair value, pertanto si omette la compilazione della presente tabella.
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123
A.3.3 Informativa sul cd. "day one profit/loss"
Il day one profit or loss, inteso come differenza calcolata alla data di acquisto/vendita di uno strumento finanziario tra il “prezzo” contrattuale ed il fair value
dello strumento finanziario oggetto della transazione nella realtà della Banca risulta essere irrilevante. In particolare si segnala, inoltre, che durante
l’esercizio 2012 la Banca non ha posto in essere operazioni di copertura o in regime di Fair value option.
Nel caso in cui dovesse presentarsi la fattispecie in oggetto, l’onere/provento sarebbe imputato interamente a conto economico nello stesso esercizio.
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PARTE B – Informazioni sullo Stato Patrimoniale
ATTIVO
Sezione 1 - Cassa e disponibilità liquide - Voce 10
Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le valute aventi corso legale, comprese le banconote e le monete divisionali estere, e i depositi liberi
verso la Banca d'Italia.
1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione
Totale 31.12.2012
a) Cassa
Totale 31.12.2011
4.132
3.322
4.132
3.322
b) Depositi liberi presso Banche Centrali
Totale
La sottovoce "cassa" comprende valute estere per un controvalore pari a 78 mila euro.
La sottovoce "depositi liberi presso Banche Centrali" si riferisce ai rapporti della specie intrattenuti con la Banca d'Italia.
La riserva obbligatoria è rappresentata alla voce 60 dell'Attivo "Crediti verso banche".
Sezione 2 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione - Voce 20
Nella presente voce figurano tutte le attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale, derivati ecc.) detenuti per la negoziazione al fine di generare profitti
dalle fluttuazioni dei relativi prezzi nel breve termine.
2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica
Voci/Valori
Totale 31.12.2012
Livello 1
Livello 2
Totale 31.12.2011
Livello 3
Livello 1
Livello 2
Livello 3
A Attività per cassa
1. Titoli di debito
1.1 Titoli strutturati
1.2 Altri titoli di debito
2. Titoli di capitale
3. Quote di O.I.C.R.
4. Finanziamenti
4.1 Pronti contro termine attivi
4.2 Altri
Totale A
B Strumenti derivati
1. Derivati finanziari
12
1.1 di negoziazione
12
1.2 connessi con la fair value option
1.3 altri
2. Derivati creditizi
2.1 di negoziazione
2.2 connessi con la fair value option
2.3 altri
Totale B
12
Totale (A+B)
12
L'importo di cui alla lettera B) punto 1.1 si riferisce a contratti derivati relativi ad operazioni a termine in valuta contratte dalla Banca con la propria clientela.
Detti strumenti finanziari sono volti a realizzare operazioni di negoziazione pareggiata, in ragione della corrispondente copertura in essere con le controparti
di sistema.
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2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti
Voci/Valori
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
A. ATTIVITÀ PER CASSA
1. Titoli di debito
a) Governi e Banche Centrali
b) Altri enti pubblici
c) Banche
d) Altri emittenti
2. Titoli di capitale
a) Banche
b) Altri emittenti:
- imprese di assicurazione
- società finanziarie
- imprese non finanziarie
- altri
3. Quote di O.I.C.R.
4. Finanziamenti
a) Governi e Banche Centrali
b) Altri enti pubblici
c) Banche
d) Altri soggetti
Totale A
B. STRUMENTI DERIVATI
a) Banche
3
- fair value
3
- valore nozionale
b) Clientela
9
- fair value
9
- valore nozionale
Totale B
12
Totale (A+B)
12
La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di
classificazione previsti dalla Banca d’Italia. Le operazioni in derivati sopra rappresentate sono state effettuate assumendo, in qualità di controparte,
principalmente gli Istituti Centrali di categoria.
2.3 Attività finanziarie per cassa detenute per la negoziazione: variazioni annue
Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene attività finanziarie per cassa detenute per la negoziazione, pertanto la presente tabella non viene
compilata.
Sezione 3 - Attività finanziarie valutate al fair value - Voce 30
Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene attività finanziarie valutate al fair value, per cui si omette la compilazione dell'intera Sezione.
Sezione 4 - Attività finanziarie disponibili per la vendita - Voce 40
Nella presente voce figurano le attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale, ecc.) classificate nel portafoglio "disponibile per la vendita".
4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica
Voci/Valori
1. Titoli di debito
Totale 31.12.2012
Livello 1
Livello 2
Totale 31.12.2011
Livello 3
141.615
8.669
141.615
8.669
Livello 1
Livello 2
Livello 3
66.680
1.1 Titoli strutturati
1.2 Altri titoli di debito
2. Titoli di capitale
66.680
4.690
4.691
4.690
4.691
2.1 Valutati al fair value
2.2 Valutati al costo
3. Quote di O.I.C.R.
4. Finanziamenti
Totale
141.615
8.669
4.690
66.680
Il portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita, complessivamente pari a 154.974 mila euro, accoglie:
- la quota parte di portafoglio obbligazionario (banking book) non destinata a finalità di negoziazione;
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126
4.691
- le partecipazioni le cui quote di interessenza detenute non risultano riferibili a partecipazioni di controllo, collegamento o controllo congiunto di cui agli
IAS27 e IAS28.
Il significativo incremento netto dei titoli di debito iscritti alla voce "attività finanziarie disponibili per la vendita" - pari a 83.604 mila euro rispetto
all'esercizio precedente - è da attribuire per nominali 69.250 mila euro a Titoli di Stato italiani, di cui 69.750 mila euro in incremento, a tasso fisso, e 500
mila in decremento, a tasso variabile.
Alla sottovoce 1.2 "Altri titoli di debito" sono comprese anche attività cedute non cancellate riferite a strumenti finanziari utilizzati per operazioni di pronti
contro termine passive con la clientela per euro 1.419 mila.
Si evidenzia che, relativamente ai titoli di debito, sono state rilevate nell'esercizio variazioni positive di fair value, imputate tra le riserve da valutazione del
patrimonio netto, per 4.659 mila euro, al netto del relativo effetto fiscale.
La sottovoce 2.2 "Titoli di capitale: valutati al costo" comprende attività deteriorate per 3 mila euro, relative alla partecipazione residua nella Società Patto
2000 sc, la quale è stata parzialmente abbattuta nel corso degli esercizi 2007, 2008 e 2012 per complessi euro 18 mila, in seguito all'accertamento di perdite
durevoli di valore.Si ritiene che non sussistano, per le restanti attività finanziarie in esame, evidenze obiettive di riduzione di valore da rilevare a conto
economico, in base allo IAS 39 par. 59.
Nei titoli di capitale sono ricomprese essenzialmente le partecipazioni detenute in società promosse dal movimento del Credito Cooperativo o strumentali,
che non rientrano in tale definizione in base ai principi contabili internazionali. Esse vengono elencate come di seguito.
Partecipazioni in società promosse dal movimento del Credito Cooperativo o in Enti strumentali
Partecipazioni in società promosse dal movimento del Credito Cooperativo o
Valore nominale
in Enti strumentali
% capitale
posseduto
Valore di bilancio
Società partecipata
I.C.C.R.E.A. Holding S.p.A.
Patrimonio netto
società partecipata (*)
4.007
4.000
0,4%
1.106.382
222
222
3,06%
5.190
3
3
5,29%
56
43
43
0,13%
43.465
Fondo di Garanzia dei Depositanti Credito Cooperativo
1
1
0,35%
293
Coopersystem s.c.
1
1
0,04%
3.068
125
419
3,29%
8.900
1
1
0,2%
4.403
4.690
Federazione Toscana B.C.C.
Patto 2000 s.c.
ISIDE S.p.A.
GEPAFIN S.p.A.
Assicooper Toscana s. cons.r.l.
Totale
1.610
1.168.964
( * ) - in base all'ultimo bilancio approvato.
Le sopraelencate quote di partecipazione nel capitale di altre imprese, diverse da quelle di controllo e di collegamento, classificate convenzionalmente nel
livello 3, sono state valutate al costo e non al fair value, poiché per esse si ritiene possano ricorrere le condizioni previste dal par. AG80 e AG81
dell’Appendice A allo IAS39.
Per dette partecipazioni non esiste alcun mercato di riferimento e la Banca non ha intenzione di cederle.
4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti
Voci/Valori
1. Titoli di debito
a) Governi e Banche Centrali
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
150.284
66.680
141.136
63.240
9.148
3.440
4.690
4.691
4.690
4.652
4.420
4.380
270
272
154.974
71.371
b) Altri enti pubblici
c) Banche
d) Altri emittenti
2. Titoli di capitale
a) Banche
40
b) Altri emittenti
- imprese di assicurazione
- società finanziarie
- imprese non finanziarie
- altri
3. Quote di O.I.C.R.
4. Finanziamenti
a) Governi e Banche Centrali
b) Altri enti pubblici
c) Banche
d) Altri soggetti
Totale
La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di
classificazione previsti dalla Banca d’Italia.
I titoli di debito di cui al punto 1 lett. a) sono composti esclusivamente da titoli emessi dallo Stato Italiano.
La Banca non detiene titoli governativi emessi da Portogallo, Irlanda, Grecia o Spagna.
4.3 Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica
Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica.
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127
4.4 Attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue
Titoli di debito
A. Esistenze iniziali
Titoli di capitale
Quote di O.I.C.R.
Finanziamenti
Totale
66.679
4.692
71.371
B. Aumenti
136.331
1.321
137.652
B1. Acquisti
126.474
126.474
6.961
6.961
B2. Variazioni positive di FV
B3. Riprese di valore
− Imputate al conto economico
X
− Imputate al patrimonio netto
B4. Trasferimenti da altri portafogli
B5. Altre variazioni
2.896
1.321
4.217
C. Diminuzioni
52.726
1323
54.049
C1. Vendite
47.126
47.126
C2. Rimborsi
5.075
5.075
C3. Variazioni negative di FV
C4. Svalutazioni da deterioramento
2
2
− Imputate al conto economico
2
2
− Imputate al patrimonio netto
C5. Trasferimenti ad altri portafogli
C6. Altre variazioni
D. Rimanenze finali
525
1.321
1.846
150.284
4.690
154.974
La sottovoce B2 include le plusvalenze, al lordo del relativo effetto fiscale, registrate a patrimonio netto alla voce 130. "riserve da valutazione" dello stato
patrimoniale passivo.
Nelle "altre variazioni" delle sottovoci B5 e C6 - Titoli di debito sono indicati gli utili netti realizzati, pari a 1848 mila euro, derivanti dal rimborso/cessione di
attività finanziarie disponibili per la vendita iscritte alla voce 100. b) "utili (perdite) da cessione/riacquisto" del conto economico, unitamente al rigiro a
conto economico delle relative "riserve da valutazione" del patrimonio netto precedentemente costituite, pari a 141 mila euro. E', inoltre, ivi ricompreso il
differenziale tra i ratei su titoli in rimanenza al 31/12/2011 e quelli in rimanenza al 31/12/12.
Nelle "altre variazioni" delle sottovoci B5 e C6 - Titoli di capitale - sono indicati i trasferimenti per fusione della Federazione Toscana delle Banche di Credito
Cooperativo con S.O.A.R. e dell'incorporazione in Iccrea Holding SpA di Iccrea BancaImpresa.
Nell’esercizio, sono state rilevate rettifiche per perdite durevoli di valore a carico della partecipazione detenuta nella società Patto 2000 scrl. Ciò ha
comportato la rilevazione a conto economico dell'intero ammontare dell'impairment, pari a 2 mila euro, il cui valore è evidenziato al punto C4 "Svalutazioni
da deterioramento - imputate al conto economico".
Sezione 5 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - Voce 50
Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene attività finanziarie classificate nella categoria in esame, pertanto, la presente sezione non viene
avvalorata.
Sezione 6 - Crediti verso banche - Voce 60
Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso banche classificate nel portafoglio "crediti”.
Sono inclusi anche i crediti verso Banca d'Italia, diversi dai depositi liberi, tra cui quelli per riserva obbligatoria.
6.1 Crediti verso banche: composizione merceologica
Tipologia operazioni/Valori
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
A. Crediti verso Banche Centrali
1. Depositi vincolati
2. Riserva obbligatoria
3. Pronti contro termine
4. Altri
B. Crediti verso banche
42.614
33.948
1. Conti correnti e depositi liberi
31.886
29.357
2. Depositi vincolati
10.354
4.201
8
23
3. Altri finanziamenti:
3.1 Pronti contro termine attivi
3.2 Leasing finanziario
3.3 Altri
4. Titoli di debito
8
23
366
367
4.1 Titoli strutturati
366
367
Totale (valore di bilancio)
4.2 Altri titoli di debito
42.614
33.948
Totale (fair value)
42.623
33.962
I crediti verso banche non sono stati svalutati in quanto ritenuti interamente recuperabili.
Tra i crediti verso banche figurano crediti in valuta estera per un controvalore di 249 mila euro.
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128
I depositi vincolati di cui al punto B.2 comprendono la riserva obbligatoria, assolta in via indiretta, pari a 2.221 mila euro, detenuta presso ICCREA Banca
Spa.
La sottovoce 3.3 "Altri finanziamenti: altri" risulta composta da un finanziamento in valuta concesso , da un pool di Banche di Credito Cooperativo toscane,
alla Cooperativade Ahorro y Credito Desarollo de los Pueblos ltda, residente in Ecuador, per un controvalore - alla data di bilancio - di 8 mila euro.
6.2 Crediti verso banche oggetto di copertura specifica
Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti crediti verso banche oggeto di copertura specifica.
6.3 Leasing finanziario
Alla data di bilancio non vi sono crediti verso banche derivanti da operazioni di locazione finanziaria.
Sezione 7 - Crediti verso clientela - Voce 70
Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso clientela allocate nel portafoglio “crediti”.
7.1 Crediti verso clientela: composizione merceologica
Totale 31.12.2012
Tipologia operazioni/Valori
Bonis
1. Conti correnti
Totale 31.12.2011
Deteriorati
Acquistati
Altri
Deteriorati
Bonis
Acquistati
Altri
61.331
16.737
72.532
17.800
160.404
35.003
160.761
32.604
4.005
561
5.153
452
38.902
4.833
42.838
3.821
2. Pronti contro termine attivi
3. Mutui
4. Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto
5. Leasing finanziario
6. Factoring
7. Altri finanziamenti
8. Titoli di debito
1.478
8.1 Titoli strutturati
1.478
1.478
8.2 Altri titoli di debito
1.478
Totale (valore di bilancio)
266.120
57.134
282.762
54.677
Totale (fair value)
287.624
57.134
297.555
56.878
I crediti verso clientela sono esposti in bilancio al netto delle rettifiche di valore derivanti da svalutazioni analitiche e collettive.
Tra i crediti sono compresi:
- finanziamenti in valuta estera per un controvalore di 418 mila euro;
- finanziamenti in pool per 1.403 mila euro.
Tra i mutui sono comprese "attività cedute non cancellate" per un importo complessivo pari a 31.177 mila euro, nell'ambito dell'operazione di
autocartolarizzazione denominata Credico Finance 10 srl (CF10) che, non presentando i requisiti previsti dallo IAS n. 39 per la c.d. derecognition, debbono
essere mantenute nell'attivo del bilancio.
Non sono presenti crediti verso clientela con vincolo di subordinazione.
Sottovoce 7 "Altri finanziamenti"
Tipologia operazioni/Valori
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
33.790
41.259
899
1.092
2.251
1.690
Anticipi SBF
Rischio di portafoglio
Sovvenzioni diverse
Depositi presso Uffici Postali
166
5
Depositi cauzionali fruttiferi
24
24
Crediti verso la Cassa Depositi e Prestiti
Contributi da riscuotere da enti locali per operazioni a tasso agevolato
Margini di variazione presso organismi di compensazione a fronte di contratti derivati
Crediti con fondi di terzi in amministrazione
Crediti verso Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo
Altri
Totale
www.crediumbria.it
129
6.605
2.588
43.735
46.658
7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti
Totale 31.12.2012
Tipologia operazioni/Valori
1. Titoli di debito:
a) Governi
Totale 31.12.2011
Deteriorati
Bonis
Acquistati
Deteriorati
Bonis
Altri
Acquistati
1.478
1.478
1.478
1.478
Altri
b) Altri Enti pubblici
c) Altri emittenti
- imprese non finanziarie
- imprese finanziarie
- assicurazioni
- altri
2. Finanziamenti verso:
264.642
57.134
281.284
54.677
263.228
57.133
280.432
54.677
169.630
38.372
187.644
38.532
3.509
317
1.093
171
a) Governi
b) Altri Enti pubblici
1.414
c) Altri soggetti
- imprese non finanziarie
- imprese finanziarie
- assicurazioni
852
17
- altri
Totale
17
90.072
18.445
91.679
15.974
266.120
57.134
282.762
54.677
La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di
classificazione previsti dalla Banca d’Italia.
7.3 Crediti verso clientela: attività oggetto di copertura specifica
Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene crediti verso clientela oggeto di copertura specifica.
7.4 Leasing finanziario
Alla data di bilancio non vi sono crediti derivanti da operazioni di locazione finanziaria.
Sezione 8 - Derivati di copertura - Voce 80
La Banca non ha posto in essere derivati di copertura, pertanto la presente Sezione non viene compilata.
Sezione 9 - Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - voce 90
Alla data di riferimento del bilancio, non vi sono attività oggetto di copertura generica. Non si procede, pertanto, alla compilazione della presente Sezione.
Sezione 10 - Le partecipazioni - voce 100
La Banca non detiene partecipazioni in società controllate, controllate in modo congiunto e sottoposte ad influenza notevole, di cui al principio IAS27 e
IAS28, pertanto si omette la compilazione della presente Sezione.
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130
Sezione 11 - Attività materiali - Voce 110
Nella presente voce figurano le attività materiali (immobili, impianti, macchinari e altre attività materiali ad uso funzionale disciplinate dallo IAS 16 e gli
investimenti immobiliari - terreni e fabbricati - disciplinati dallo IAS 40.
11.1 Attività materiali: composizione delle attività valutate al costo
Attività/Valori
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
A. Attività ad uso funzionale
1.1 di proprietà
10.985
a) terreni
9.915
966
955
7.451
6.833
c) mobili
984
715
d) impianti elettronici
169
190
1.415
1.223
10.985
9.915
b) fabbricati
e) altre
1.2 acquisite in leasing finanziario
a) terreni
b) fabbricati
c) mobili
d) impianti elettronici
e) altre
Totale A
B. Attività detenute a scopo di investimento
2.1 di proprietà
140
a) terreni
b) fabbricati
140
2.2 acquisite in leasing finanziario
a) terreni
b) fabbricati
Totale B
140
Totale (A+B)
11.125
9.915
Alla sottovoce Terreni è evidenziato il valore dei terreni oggetto di rappresentazione separata rispetto al valore degli edifici.
Le immobilizzazioni materiali sono state valutate al costo come indicato nella parte A della nota, ad eccezione dell'immobile, acquisito nel 2011, allocato
nella categoria IAS 40 Immobili da investimento e trattato al fair value.
In sede di prima applicazione degli IAS/IFRS, la Banca ha adottato il criterio del fair value, quale sostitutivo del costo, per quantificare il valore di iscrizione
iniziale di taluni immobili. Tale criterio ha comportato l'iscrizione di un maggior valore patrimoniale di 2.507 mila euro.
In ottemperanza alle disposizioni contenute nell'art. 10 della L. 19 marzo 1983, n. 72, in allegato alla Nota integrativa vengono fornite le indicazioni per gli
immobili tuttora in Patrimonio e per i quali in passato sono state eseguite rivalutazioni monetarie.
11.2 Attività materiali: composizione delle attività valutate al fair value o rivalutate
Attività/Valori
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
A. Attività ad uso funzionale
1.1 di proprietà
a) terreni
b) fabbricati
c) mobili
d) impianti elettronici
e) altre
1.2 acquisite in leasing finanziario
a) terreni
b) fabbricati
c) mobili
d) impianti elettronici
e) altre
Totale A
B. Attività detenute a scopo di investimento
2.1 di proprietà
140
106
140
106
140
106
140
106
a) terreni
b) fabbricati
2.2 acquisite in leasing finanziario
a) terreni
b) fabbricati
Totale B
Totale (A+B)
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131
Alla voce b) è riportato il fair value , determinato in base a perizia di stima, dell'immobile detenuto per investimento, acquisito nel corso del 2011 per
recupero crediti ed allocato nella categoria IAS 40.
11.3 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue
A. Esistenze iniziali lorde
Fabbricati
955
10.175
2.562
1.412
3.544
3.343
1.847
1.222
2.321
8.733
6.832
715
190
1.223
9.915
A.1 Riduzioni di valore totali nette
A.2 Esistenze iniziali nette
955
B. Aumenti:
12
B.1 Acquisti
B.2 Spese per migliorie capitalizzate
12
Mobili
Impianti
elettronici
Terreni
Altre
Totale
18.648
935
437
54
499
1.936
587
437
51
495
1.570
348
360
B.3 Riprese di valore
B.4 Variazioni positive di fair value imputate a
a) patrimonio netto
b) conto economico
B.5 Differenze positive di cambio
B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento
B.7 Altre variazioni
C. Diminuzioni:
3
4
7
316
168
75
307
866
5
4
9
316
168
70
303
857
10.985
C.1 Vendite
C.2 Ammortamenti
C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a
a) patrimonio netto
b) conto economico
C.4 Variazioni negative di fair value imputate a
a) patrimonio netto
b) conto economico
C.5 Differenze negative di cambio
C.6 Trasferimenti a:
a) attività materiali detenute a scopo di investimento
b) attività in via di dismissione
C.7 Altre variazioni
D. Rimanenze finali nette
966
D.1 Riduzioni di valore totali nette
D.2 Rimanenze finali lorde
966
7.451
984
169
1.415
3.659
2.010
1.283
2.601
9.553
11.110
2.994
1.452
4.016
20.538
E. Valutazione al costo
Alle sottovoci A.1 e D.1 "Riduzioni di valore totali nette" è riportato il totale del fondo ammortamento.
Con riferimento ai fabbricati, si precisa che le sottovoci B.1 Acquisti e B.2 "spese per migliorie capitalizzate" si riferiscono, rispettivamente, all'importo per
l'acquisto ed allestimento dell'immobile Filiale di Città della Pieve ed all'importo degli oneri sostenuti per la ristrutturazione delle Filiali di Ficulle, Castiglione
del Lago ed Allerona, per la quota direttamente imputabile ai relativi cespiti.
Le "altre variazioni" di cui alla sottovoce B.7 si riferiscono agli utili derivanti dalla cessione e/o dismissione di alcuni cespiti ad uso strumentale, iscritti tra gli
"utile (perdita) da cessione di investimenti alla voce 240 di conto economico.
I fondi di ammortamento raggiungono il seguente grado di copertura dei valori di carico globali delle immobilizzazioni materiali:
Grado di copertura dei fondi ammortamento
Classe di attività
Terreni
% amm.to
complessivo
31.12.2012
% amm.to
complessivo
31.12.2011
0,00%
0,00%
Fabbricati
33%
33%
Mobili
67%
72%
Impianti elettronici
88%
87%
Altre
65%
65%
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132
Percentuali di ammortamento utilizzate
Classe di attività
% ammortamento
Terreni e opere d'arte
0,00%
Fabbricati
3%
Arredi
15%
Mobili e macchine ordinarie d'ufficio
12%
Impianti di videocontrollo e allarme
30%
Impianti
15%
Macchine elettroniche ed elettromeccaniche
20%
Macchinari, apparecchi ed attrezzature varie
15%
Automezzi
25%
11.4 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue
Totale
Terreni
A. Esistenze iniziali lorde
Fabbricati
106
A.1 Riduzioni di valore totali nette
A.2 Esistenze iniziali nette
106
B. Aumenti
34
B.1 Acquisti
B.2 Spese per migliorie capitalizzate
B.3 Variazioni positive nette di fair value
34
B.4 Riprese di valore
B.5 Differenze di cambio positive
B.6 Trasferimenti da immobili ad uso funzionale
B.7 Altre variazioni
C. Diminuzioni
C.1 Vendite
C.2 Ammortamenti
C.3 Variazioni negative nette di fair value
C.4 Rettifiche di valore da deterioramento
C.5 Differenze di cambio negative
C.6 Trasferimenti ad altri portafogli di attività
a) immobili ad uso funzionale
b) attività non correnti in via di dismissione
C.7 Altre variazioni
D. Rimanenze finali nette
140
D.1 Riduzioni di valore totali nette
D.2 Rimanenze finali lorde
140
E. Valutazione al fair value
Le attività materiali detenute a scopo di investimento, allocate nella categoria IAS 40, sono valutate con il criterio del fair value.
Alla voce B.3 Variazioni positive nette di fair value è indicata la rivalutazione a cui è stato sottoposto l'immobile allocato nella categoria, a seguito di
adeguamanento del valore iscritto in Bilancio 2011 al valore di perizia al 31/12/2012.
11.5 Impegni per acquisto di attività materiali
La Banca non ha contratto impegni di acquisto su attività materiali.
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133
Sezione 12 - Attività immateriali - Voce 120
Nella presente voce figurano le attività immateriali di cui allo IAS 38.
12.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività
Totale 31.12.2012
Attività/Valori
Durata definita
A.1 Avviamento
Totale 31.12.2011
Durata indefinita
Durata definita
X
Durata indefinita
X
A.2 Altre attività immateriali
11
13
A.2.1 Attività valutate al costo:
11
13
11
13
11
13
a) Attività immateriali generate internamente
b) Altre attività
A.2.2 Attività valutate al fair value:
a) Attività immateriali generate internamente
b) Altre attività
Totale
Tutte le attività immateriali della Banca sono valutate al costo.
La Altre attività immateriali di cui alla voce A.2, a durata definita, sono costituite prevalentemente da software aziendale in licenza d'uso e sono state
ammortizzate, pro rata temporis, con il metodo delle quote costanti in ragione della loro vita utile, stimata in 5 anni.
Non sono iscritte attività immateriali generate internamente.
12.2 Attività immateriali: variazioni annue
Avviamento
Altre attività
immateriali:generate
internamente
DEF
INDEF
Altre attività
immateriali: altre
DEF
Totale
INDEF
A. Esistenze iniziali
41
41
A.1 Riduzioni di valore totali nette
28
28
A.2 Esistenze iniziali nette
13
13
B. Aumenti
7
7
B.1 Acquisti
7
7
9
9
9
9
9
9
D. Rimanenze finali nette
11
11
D.1 Rettifiche di valore totali nette
18
18
E. Rimanenze finali lorde
29
29
B.2 Incrementi di attività immateriali interne
X
B.3 Riprese di valore
X
B.4 Variazioni positive di fair value:
- a patrimonio netto
X
- a conto economico
X
B.5 Differenze di cambio positive
B.6 Altre variazioni
C. Diminuzioni
C.1 Vendite
C.2 Rettifiche di valore
- Ammortamenti
X
- Svalutazioni:
+ patrimonio netto
X
+ conto economico
C.3 Variazioni negative di fair value:
- a patrimonio netto
X
- a conto economico
X
C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via di dismissione
C.5 Differenze di cambio negative
C.6 Altre variazioni
F. Valutazione al costo
Legenda
DEF: a durata definita
INDEF: a durata indefinita
Le attività immateriali oggetto di descrizione sono state interamente acquistate all’esterno e sono valutate al costo.Tra le esistenze iniziali delle "Altre
attività immateriali" non sono comprese quelle che alla data di chiusura del precedente esercizio risultavano completamente ammortizzate.
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134
La sottovoce F. "Valutazione al costo" non è valorizzata in quanto la sua compilazione è prevista solo per le attività immateriali valutate in bilancio al fair
value, non in possesso della Banca.
12.3 Altre informazioni
In base a quanto richiesto dallo IAS 38 paragrafi 122 e 124, si precisa che la Banca non ha:
- costituito attività immateriali a garanzia di propri debiti;
- assunto impegni alla data del bilancio per l'acquisto di attività immateriali;
- acquisito attività immateriali per tramite di contratti di locazione finanziaria od operativa;
- acquisito attività immateriali tramite concessione governativa;
- attività immateriali rivalutate iscritte a fair value.
Sezione 13 - Le attività fiscali e le passività fiscali - Voce 130 dell'attivo e Voce 80 del passivo
Nella presente voce figurano le attività fiscali (correnti e anticipate) e le passività fiscali (correnti e differite) rilevate, rispettivamente, nella voce 130
dell'attivo e 80 del passivo.
Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all'iscrizione di "attività per imposte anticipate" riguardano:
13.1 Attività per imposte anticipate: composizione (In contropartita del conto economico)
In contropartita del conto economico
Descrizione
IRES
IRAP
Totale
- perdite fiscali
- svalutazione crediti
5.266
- altre:
5.266
231
28
259
56
8
64
171
20
191
5.497
28
5.525
. rettifiche di valore di attività e passività finanziarie valutate al fair value
. fondi per rischi e oneri
. costi di natura amministrativa
4
. altre voci
Totale
4
Alla voce Rettifiche di valore su crediti si evidenzia la fiscalità attiva per svalutazioni non dedotte nei precedenti esercizi, in quanto eccedenti il limite previsto
dall'art. 106 Tuir. Dette eccedenze risulteranno deducibili nei prossimi esercizi secondo il meccanismo della rateizzazione per quota costante in diciottesimi.
13.1 Attività per imposte anticipate: composizione (In contropartita dello stato patrimoniale)
Descrizione
IRES
IRAP
Totale
. riserve da valutazione
1.469
298
1.767
. riserva negativa su attività finanziarie disponibili per la vendita
1.469
298
1.767
1.469
298
1.767
. altre
Totale
Le attività per imposte anticipate si ritengono interamente recuperabili, tenuto conto delle previsioni di conseguimento di redditi imponibili tassabili nei
successivi periodi.
Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all'iscrizione di "passività per imposte differite" riguardano:
13.2 Passività per imposte differite: composizione (In contropartita del conto economico)
Descrizione
IRES
IRAP
Totale
. riprese di valore di attività e passività finanziarie valutate al fair value
. rettifiche di valore su crediti verso la clientela dedotte extracontabilmente
. ammortamenti di attività materiali fiscalmente già riconosciuti
8
2
10
. altre voci
9
2
11
17
4
21
Totale
13.2 Passività per imposte differite: composizione (In contropartita dello stato patrimoniale)
Descrizione
IRES
IRAP
Totale
. riserve da valutazione
1.916
388
2.304
. riserva positiva su attività finanziarie disponibili per la vendita
1.916
388
2.304
388
2.307
. rivalutazione immobili
. altre
3
Totale
1.919
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135
3
13.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
1. Importo iniziale
4.354
3.523
2. Aumenti
1.513
1.090
2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio
1.513
1.088
a) relative a precedenti esercizi
4
b) dovute al mutamento di criteri contabili
c) riprese di valore
d) altre
1.509
1.088
e) operazioni di aggregazione aziendale
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali
2
2.3 Altri aumenti
3. Diminuzioni
342
3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio
342
251
342
251
a) rigiri
259
b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità
c) mutamento di criteri contabili
d) altre
e) operazioni di aggregazione aziendale
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali
3.3 Altre diminuzioni
8
a) trasformazione in crediti d'imposta di cui alla legge n.214/2011
b) altre
4. Importo finale
5.525
4.354
13.3.1 Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L. 214/2011 (in contropartita del conto economico)
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
1. Importo iniziale
4.117
3.343
2. Aumenti
1.418
987
3. Diminuzioni
269
213
3.1 Rigiri
269
213
5.266
4.117
3.2 Trasformazioni in crediti d'imposta
a) derivate da perdite d'esercizio
b) derivate da perdite fiscali
3.3 Altre diminuzioni
4. Importo finale
Nella Tabella sono indicate le imposte anticipate e le relative variazioni, computate a fronte delle rettifiche su crediti per svalutazione, per quanto derivante
dalla eccedenza rispetto alla quota deducibile nei diversi esercizi di cui all'art. 106 comma 3 Tuir.
13.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)
Totale 31.12.2012
1. Importo iniziale
10
2. Aumenti
11
2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio
11
Totale 31.12.2011
10
a) relative a precedenti esercizi
b) dovute al mutamento di criteri contabili
c) altre
11
d) operazioni di aggregazione aziendale
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali
2.3 Altri aumenti
3. Diminuzioni
3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio
a) rigiri
b) dovute al mutamento di criteri contabili
c) altre
d) operazioni di aggregazione aziendale
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali
3.3 Altre diminuzioni
4. Importo finale
21
10
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136
Le imposte differite sono rilevate a fronte delle differenze temporanee tra valore contabile di una attività o di una passività e il suo valore fiscale, che
saranno recuperate sotto forma di benefici economici che la Banca otterrà negli esercizi successivi. Tale rilevazione è stata effettuata in base alla legislazione
fiscale vigente; le aliquote utilizzate per la rilevazione delle imposte differite attive e passive ai fini IRES ed IRAP sono rispettivamente pari al 27,50% e al
5,57%.
Lo sbilancio delle imposte anticipate e delle imposte differite è stato iscritto a conto economico alla voce 260 "imposte sul reddito dell'esercizio
dell'operatività corrente", rispettivamente, per 1.148 mila euro e per 11 mila euro.
13.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
1. Importo iniziale
1.827
210
2. Aumenti
1.767
1.827
2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio
1.767
1.827
1.767
1.827
3. Diminuzioni
1.827
210
3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio
1.827
210
1.827
210
1.767
1.827
a) relative a precedenti esercizi
b) dovute al mutamento di criteri contabili
c) altre
d) operazioni di aggregazione aziendale
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali
2.3 Altri aumenti
a) rigiri
b) svalutazioni per sopravvenute irrecuperabilità
c) dovute al mutamento di criteri contabili
d) altre
e) operazioni di aggregazione aziendale
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali
3.3 Altre diminuzioni
4. Importo finale
13.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)
Totale 31.12.2012
1. Importo iniziale
Totale 31.12.2011
18
116
2. Aumenti
2.304
18
2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio
2.304
18
2.304
18
3. Diminuzioni
15
116
3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio
15
116
15
116
2.307
18
a) relative a precedenti esercizi
b) dovute al mutamento di criteri contabili
c) altre
d) operazioni di aggregazione aziendale
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali
2.3 Altri aumenti
a) rigiri
b) dovute al mutamento di criteri contabili
c) altre
d) operazioni di aggregazione aziendale
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali
3.3 Altre diminuzioni
4. Importo finale
Le imposte anticipate e differite si riferiscono, principalmente e rispettivamente, a svalutazioni e rivalutazioni di titoli disponibili per la vendita.
Dette movimentazioni hanno trovato come contropartita la rispettiva riserva di patrimonio netto.
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137
13.7 Altre informazioni
Composizione della fiscalità corrente
IRES
Passività fiscali correnti (-)
Acconti versati (+)
IRAP
Altre
TOTALE
(1.426)
(721)
(2.147)
1.229
714
1.943
(7)
(163)
Altri crediti di imposta (+)
Crediti d'imposta di cui alla L. 214/2011 (+)
Ritenute d'acconto subite (+)
41
Saldo a debito della voce 80 a) del passivo
(156)
41
Saldo a credito
Crediti di imposta non compensabili: quota capitale
270
Crediti di imposta non compensabili: quota interessi
4
270
4
Saldo dei crediti di imposta non compensabili
274
274
Saldo a credito della voce 130 a) dell'attivo
274
274
Nella voce "Altre crediti d'imposta" è compreso l'importo di 266 mila euro riferiti a crediti di imposta per il periodo 2007-2011, sorti in virtù del
riconscimento della integrale deduzione a fini Ires dell'Irap sul costo del lavoro, come da previsioni dell'art. 2 comma 1quater DL 201/2011 conv. L. 214/2011
e successivamente integrato dall'art. 4 comma 12 DL 16/2012.
In merito alla posizione fiscale, si specifica che - nel corso del 2012 - la Banca è stata sottoposta ad accertamento ispettivo da parte di Agenzia delle Entrate Ufficio di Perugia, con riferimento al periodo d'imposta 2008.
L'accertamento si è concluso con la consegna di Processo Verbale di Constatazione nel dicembre 2012, a seguito del quale la Banca ha presentato le proprie
controdeduzioni ai rilievi mossi e, pur valutando corretto il proprio operato, ha provveduto ad accantonare - in via prudenziale - la somma di 6 mila euro a
fronte di eventuali esborsi futuri derivanti dall'accertamento medesimo, per maggiore imposta IRES e sanzioni.
Sezione 14 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate - Voce 140 dell'attivo e voce 90 del passivo
Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti attività non correnti o gruppi di attività in via di dismissione e relative passività associate, pertanto, si
omette la compilazione della relativa sezione.
Sezione 15 - Altre attività - Voce 150
Nella presente voce sono iscritte le attività non riconducibili nelle altre voci dell’attivo dello stato patrimoniale.
15.1 Altre attività: composizione
Voci
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
Altre attività
9.147
5.266
Crediti verso Erario e verso altri enti impositori per acconti su imposte indirette
1.893
1.165
Valori diversi e valori bollati
Effetti di terzi al protesto e/o insoluti
Partite in corso di lavorazione: banche
Partite in corso di lavorazione: clientela
Debitori Diversi per operazioni in titoli
2
1
111
20
5.111
2.210
462
279
1
1
Anticipi e crediti verso fornitori
286
92
Migliorie e spese incrementative su beni di terzi non separabili
225
305
Ratei e risconti attivi non riconducibili a voce propria
173
200
Fondo Federale presso Federazione Toscana B.C.C.
166
157
Partite definitive non imputabili ad altre voci
440
190
6
337
Rettifiche per partite illiquide di portafoglio
Crediti per fatture emesse/da emettere non incassate
Altre partite attive
Totale
14
44
257
265
9.147
5.266
Fra le altre attività figura lo sbilancio tra le rettifiche "dare" e le rettifiche "avere" del portafoglio proprio, il cui dettaglio è indicato nell'apposita Tabella delle
"Altre informazioni" della parte B della presente nota integrativa.
Nella voce Ratei e risconti attivi sono indicate le fattispecie non riconducibili ad attività finanziarie.
Le spese incrementative su beni di terzi sono costituite da costi per migliorie non scorporabili dai beni stessi e, pertanto, non oggetto di separata indicazione
tra le immobilizzazioni materiali.
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138
PASSIVO
Sezione 1 - Debiti verso banche - Voce 10
Nella presente voce figurano i debiti verso banche, qualunque sia la loro forma tecnica diversi da quelli ricondotti nelle voci 30, 40 e 50. Sono inclusi i debiti
di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari.
1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica
Tipologia operazioni/Valori
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
1. Debiti verso banche centrali
2. Debiti verso banche
118.351
44.331
4
5.017
2.1 Conti correnti e depositi liberi
2.2 Depositi vincolati
412
169
117.935
39.015
117.935
39.015
Totale
118.351
44.331
Fair value
118.351
44.331
2.3 Finanziamenti
2.3.1 Pronti contro termine passivi
2.3.2 Altri
2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali
2.5 Altri debiti
130
In considerazione della prevalente durata a breve termine dei debiti verso banche il relativo fair value è stato
assunto pari al valore di bilancio.
Tra i debiti verso banche centrali figurano i debiti relativi al finanziamento ricevuto dalla Banca Centrale Europea per 117.935 mila euro.
Tra i debiti verso banche figurano debiti in valuta estera per un controvalore di 416 mila euro.
Tra i debiti verso banche, nella sottovoce 2.3.2"Depositi vincolati - Altri", figurano le operazioni garantite da:
- titoli, ricompresi nel portafoglio disponibile per la vendita, per 89.983 mila euro;
- titoli senior, relativi alla operazione di autocartolarizzazione Credico Finance 10 srl, per nominali 28.200 mila euro;
- obbligazioni, emesse dalla Banca e garantite dallo Stato, per 31.000 mila euro.
1.2 Dettaglio della voce 10 "Debiti verso banche": debiti subordinati
Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti subordinati verso banche.
1.3 Dettaglio della voce 10 "Debiti verso banche": debiti strutturati
Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti strutturati verso di banche.
1.4 Debiti verso banche oggetto di copertura specifica
Alla data di riferimento del bilancio, non vi sono debiti verso banche oggetto di copertura specifica.
1.5 Debiti per leasing finanziario
Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha in essere operazioni della specie.
Sezione 2 - Debiti verso clientela - Voce 20
Nella presente voce figurano i debiti verso clientela, qualunque sia la loro forma tecnica, diversi da quelli ricondotti nelle voci 30, 40 e 50. Sono inclusi i debiti
di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari.
2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica
Tipologia operazioni/Valori
Totale 31.12.2012
1. Conti correnti e depositi liberi
181.972
2. Depositi vincolati
Totale 31.12.2011
216.870
43.577
3. Finanziamenti
3.1 Pronti contro termine passivi
1.398
2.029
1.398
2.029
3.2 Altri
4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali
5. Altri debiti
467
230
Totale
227.414
219.129
Fair value
227.430
219.036
Tra i debiti verso clienti figurano debiti in valuta estera per un controvalore di 255 mila euro.
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139
Le operazioni “pronti contro termine” passive, di cui alla sottovoce 3.1, riguardano esclusivamente le operazioni con obbligo di rivendita a termine, da parte
del cessionario, delle attività oggetto della transazione, non avendo la Banca posto in essere operazioni che prevedono la facoltà per il cessionario di
rivendita a termine.
2.2 Dettaglio della voce 20 "Debiti verso clientela": debiti subordinati
Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti subordinati verso clientela.
2.3 Dettaglio della voce 20 "Debiti verso clientela": debiti strutturati
Alla data di riferimento del bilancio, non vi sono debiti strutturati verso clientela.
2.4 Debiti verso clientela oggetto di copertura specifica
Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha in essere debiti verso clientela oggetto di copertura specifica.
2.5 Debiti per leasing finanziario
La Banca non ha in essere debiti per leasing finanziario verso la clientela.
Sezione 3 - Titoli in circolazione - Voce 30
Nella presente voce figurano i titoli emessi valutati al costo ammortizzato. Sono ricompresi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti
ma non ancora rimborsati. E' esclusa la quota dei titoli di debito di propria emissione non ancora collocata presso terzi.
3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica
Totale 31.12.2012
Tipologia titoli/Valori
Valore bilancio
Totale 31.12.2011
Fair value
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Valore bilancio
Fair value
Livello 1
Livello 2
A. Titoli
1. Obbligazioni
131.199
132.997
146.468
148.747
1.2 altre
131.199
132.997
146.468
148.747
2. Altri titoli
11.447
11.750
9.058
9.223
1.1 strutturate
2.1 strutturati
2.2 altri
Totale
11.447
11.750
9.058
9.223
142.646
144.748
155.526
157.970
Per quanto riguarda i criteri di determinazione del fair value si rimanda alla Parte A - Politiche contabili.
Il valore delle obbligazioni emesse è al netto di quelle riacquistate, per un importo nominale di 4.120 mila euro.
Alla sottovoce A.2.2 "Titoli - altri titoli - altri", figurano i certificati di deposito emessi dalla Banca e valutati al costo.
3.2 Dettaglio della voce 30 "Titoli in circolazione": titoli subordinati
La Banca non ha emesso titoli subordinati.
3.3 Titoli in circolazione oggetto di copertura specifica
Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha in essere titoli in circolazione oggetto di copertura specifica.
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140
Livello 3
Sezione 4 - Passività finanziarie di negoziazione - Voce 40
Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le passività finanziarie, qualunque sia la loro forma tecnica, classificate nel portafoglio di negoziazione
4.1 Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica
Totale 31.12.2012
Tipologia operazioni/Valori
Totale 31.12.2011
FV
VN
L1
L2
L3
FV *
VN
FV
L1
L2
L3
FV *
A. Passività per cassa
1. Debiti verso banche
2. Debiti verso clientela
3. Titoli di debito
3.1 Obbligazioni
3.1.1 Strutturate
X
X
3.1.2 Altre obbligazioni
X
X
3.2.1 Strutturati
X
X
3.2.2 Altri
X
X
3.2 Altri titoli
Totale A
B. Strumenti derivati
1. Derivati finanziari
28
1.1 Di negoziazione
X
X
X
X
1.2 Connessi con la fair value option
X
28
X
X
X
1.3 Altri
X
X
X
X
2. Derivati creditizi
2.1 Di negoziazione
X
X
X
X
2.2 Connessi con la fair value option
X
X
X
X
2.3 Altri
X
X
X
X
Totale B
X
28
X
Totale (A+B)
X
28
X
Legenda
FV = fair value
FV* = fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione
VN = valore nominale o nozionale
L1 = Livello 1
L2 = Livello 2
L3 = Livello 3
L'importo al punto B.1.1 Derivati finanziari - di negoziazione comprende contratti derivati relativi ad operazioni a termine in valuta contratte dalla Banca con
la propria clientela. Detti strumenti finanziari sono volti a realizzare operazioni di negoziazione pareggiata, in ragione della corrispondente copertura in
essere con le controparti di sistema.
4.2 Dettaglio della voce 40 "Passività finanziarie di negoziazione": passività subordinate
Alla data di bilancio non vi sono passività finanziarie di negoziazione subordinate.
4.3 Dettaglio della voce 40 "Passività finanziarie di negoziazione": debiti strutturati
Alla data di bilancio non vi sono passività finanziarie di negoziazione relative a debiti strutturati.
4.4 Passività finanziarie per cassa (esclusi "scoperti tecnici") di negoziazione: variazioni annue
Alla data di riferimento del bilancio non sussistono passività finanziarie della specie.
Sezione 5 - Passività finanziarie valutate al fair value - Voce 50
Alla data di riferimento del bilancio, non sono in essere passività finanziarie valutate al fair value, di conseguenza si omette la compilazione della presente
Sezione.
Sezione 6 - Derivati di copertura - Voce 60
La Banca non ha posto in essere operazioni in derivati con finalità di copertura. Non si procede, di conseguenza, alla compilazione della presente Sezione.
Sezione 7 - Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica - voce 70
La Banca non ha posto in essere passività finanziarie oggetto di copertura generica. Pertanto si omette la compilazione della presente Sezione
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141
Sezione 8 - Passività fiscali - Voce 80
Per quanto riguarda le informazioni relative alle passività fiscali, si rinvia a quanto esposto nella Sezione 13 dell'Attivo.
Sezione 9 - Passività associate ad attività in via di dismissione - Voce 90
Per quanto riguarda le informazioni relative alle passività associate ad attività in via di dismissione, si rinvia a quanto esposto nella Sezione 14 dell'Attivo.
Sezione 10 - Altre passività - Voce 100
Nella presente voce sono iscritte le passività non riconducibili nelle altre voci del passivo dello stato patrimoniale.
10.1 Altre passività: composizione
Voci
Totale 31.12.2012
Altre passività
Totale 31.12.2011
16.215
8.399
1.094
855
Debiti verso enti previdenziali e fondi pensione esterni
362
272
Partite in corso di lavorazione: banche
395
604
Incasso deleghe e utenze clienti da riversare
777
206
Debiti verso fornitori
897
899
Debiti verso il Personale per ferie non godute
159
164
Debiti verso il Personale - altri
306
259
Debiti verso l'Erario e altri enti impositori per imposte indirette e ritenute
Clientela per estinzione recapiti
83
175
Somme a disposizione della clientela o di terzi
4.812
4.064
Rettifiche per partite illiquide di portafoglio
5.262
Ratei e risconti passivi non riconducibili a voce propria
166
Fondi imposte e tasse
827
Fondo Beneficenza e Mutualità
176
Incentivi all'esodo
145
4
Altre partite passive
Totale
899
751
16.215
8.399
Tra i "Debiti verso il Personale: altri" è ricompreso, per 200 mila euro, l'accantonamento destinato a fronteggiare l'erogazione del Premio Integrativo di
Produttività al Personale.
I Ratei ed i risconti passivi si riferiscono a fattispecie non riconducibili a voce propria.
Le "Rettifiche per partite illiquide di portafoglio" rappresentano lo sbilancio tra le rettifiche "dare" e le rettifiche "avere" del portafoglio salvo buon fine e al
dopo incasso, il cui dettaglio è indicato nell'apposita Tabella delle Altre informazioni della parte B della presente Nota integrativa.
Sezione 11 - Trattamento di fine rapporto del personale - Voce 110
Nella presente voce figura il Fondo di Trattamento di fine rapporto rilevato con la metodologia prevista dallo IAS19, secondo la versione “revised” di tale
principio omologato dall’Unione Europea con il regolamento n. 475/2012 del 5/6/2012. Per ulteriori informazioni si rinvia alla Parte A della presente Nota.
11.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
A. Esistenze iniziali
634
871
B. Aumenti
158
25
B.1 Accantonamento dell'esercizio
158
25
C. Diminuzioni
12
262
C.1 Liquidazioni effettuate
12
262
780
634
B.2 Altre variazioni
C.2 Altre variazioni
D. Rimanenze finali
Come specificato in premessa, alla data di bilancio, la Banca si è avvalsa della facoltà di rilevare a Patrimonio le Perdite Attuariali che si sono manifestati
nell'esercizio, pertanto la Voce D. “Rimanenze finali” del fondo iscritto coincide con il suo Valore Attuariale (Defined Benefit Obligation – DBO).
La sottovoce B.1 "Accantonamento dell'esercizio" è cosi composta:
1) onere finanziario figurativo (Interest Cost – IC) pari a 29 mila euro;
2) perdite attuariali (Actuarial Losses – A G/L), pari a 129 mila euro.
Gli ammontari di cui al punto sub 1) sono ricompresi nel conto economico tabella "9.1 Spese per il personale: composizione", sottovoce e) "accantonamento
al trattamento di fine rapporto del personale dipendente"; mentre l'importo di cui al punto sub 2) è stato ricondotto nella "Riserva da valutazione: Utili
(Perdite) attuariali su piani a benefici definiti" (cfr Prospetto Analitico della Redditività Complessiva), al netto dell'effetto fiscale.
Le ipotesi attuariali adottate per la valutazione del fondo alla data di riferimento del bilancio sono le seguenti:
- tasso di attualizzazione: 3,20%
- tasso atteso di incrementi retributivi: Dirigenti 2,50%, Quadri 1,00%, Impiegati 1,00%, Operai 1,00%
- tasso atteso di inflazione: 2,00%
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142
- turn-over: 1,50%
Con riferimento agli incrementi retributivi da adottare nello sviluppo prospettico dei cash flow, è stata effettuata un'analisi dei dati storici delle BCC, inoltre,
è utilizzata la tavola di sopravvivenza ISTAT, distinta per età e sesso.
La valutazione attuariale del TFR è stata condotta da un attuario esterno indipendente, sulla base metodologia dei “benefici maturati” mediante il criterio
“Projected Unit Credit”, come previsto dallo IAS 19.
La valutazione ex IAS19 del trattamento di fine rapporto (tfr) al 31.12.2012 è stata effettuata utilizzando quale tasso di attualizzazione il 3,20% pari all'indice
Iboxx Eurozone Corporate di rating “A" diversamente dall’indice Iboxx Eurozone Corporate di rating “AA" utilizzato nelle valutazioni del tfr al 31.12.2011.
L’indice rappresentativo dei rendimenti di aziende aventi rating “A” è stato ritenuto nell’attuale contesto di mercato quale migliore espressione di
rendimenti di aziende di primaria qualità richieste dallo IAS 19, essendo collegato ad una popolazione maggiormente ampia di emittenti rispetto all’indice
legato ai rendimenti espressi dalle aziende di rating “AA” , che in conseguenza della crisi del debito sovrano, che ha comportato il “downgrading” di molti
emittenti, è risultato composto da un numero del tutto limitato di emittenti e di emissioni, diventando quindi scarsamente rappresentativo di “high quality
corporate bond yield” .
Qualora la valutazione ex IAS19 del trattamento di fine rapporto fosse stata effettuata con il corrispondente valore al 31.12.2012 dell’indice determinato con
criteri analoghi a quelli adottati fino all’esercizio precedente, il valore del tfr sarebbe risultato superiore di 50 mila euro.
Analisi di sensitività
Come richiesto dallo IAS 19, si è provveduto a condurre un’analisi di sensitività dell’obbligazione relativa al trattamento di fine rapporto rispetto alle ipotesi
attuariali ritenute più significative, finalizzata a mostrare di quanto varierebbe la passività di bilancio in relazione alle oscillazioni ragionevolmente possibili di
ciascuna di tale ipotesi attuariale. In particolare, nella seguente tabella viene fornita evidenza del fondo di trattamento di fine rapporto, nell’ipotesi di
aumentare o diminuire il tasso di attualizzazione e di inflazione di 25 punti base.
VARIAZIONI TFR IN TERMINI
ASSOLUTI
797
764
757
805
Defined Benefit Obligation 31.12.2012 Tasso di infl. +0,25%
Defined Benefit Obligation 31.12.2012 Tasso di infl. -0,25%
Defined Benefit Obligation 31.12.2012 Tasso di att. +0,25%
Defined Benefit Obligation 31.12.2012 Tasso di att. -0,25%
Fermo restando quanto sopra rappresentato, il Fondo di trattamento di fine rapporto calcolato ai sensi dell’art. 2120 del Codice Civile, non devoluto ai fondi
pensione esterni o al Fondo di Tesoreria Inps, ammonta a 833 mila euro e risulta essere stato movimentato nell’esercizio come di seguito:
11.2 Altre informazioni
Totale 31.12.2012
Fondo iniziale
820
Totale 31.12.2011
1.055
Variazioni in aumento
25
27
Variazioni in diminuzione
12
262
833
820
Fondo finale
Nel corso dell'esercizio sono state destinate al fondo di previdenza di categoria quote di trattamento di fine rapporto per 234 mila euro.
Inoltre, sono state rilevate quote di trattamento di fine rapporto destinate al conto di Tesoreria INPS pari a 17 mila euro.
Sezione 12 - Fondi per rischi e oneri - Voce 120
Nelle presenti voci figurano le passività relative agli “Altri benefici a lungo termine”, riconosciuti contrattualmente al personale in servizio, ai sensi dello
IAS19 e le obbligazioni in essere, per le quali la Banca ritiene probabile un esborso futuro di risorse ai sensi dello IAS37.
12.1 Fondi per rischi e oneri: composizione
Voci/Valori
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
1 Fondi di quiescenza aziendali
2. Altri fondi per rischi ed oneri
204
2.1 controversie legali
113
66
2.2 oneri per il personale
59
55
2.3 altri
79
58
204
113
Totale
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143
12.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue
Fondi di quiescenza
Altri fondi
Totale
A. Esistenze iniziali
113
113
B. Aumenti
112
112
93
93
B.4 Altre variazioni
19
19
C. Diminuzioni
21
21
C.1 Utilizzo nell'esercizio
21
21
204
204
B.1 Accantonamento dell'esercizio
B.2 Variazioni dovute al passare del tempo
B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto
C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto
C.3 Altre variazioni
D. Rimanenze finali
La sottovoce B.1 - Accantonamento dell'esercizio - accoglie l'incremento del debito futuro stimato, relativo sia a fondi già esistenti che costituiti
nell'esercizio.
La sottovoce B.4 - Altre variazioni in aumento - accoglie l'incremento del debito futuro stimato, relativo al Fondo premio di fedeltà del Personale.
La sottovoce C.1 - Utilizzo nell'esercizio - si riferisce ai pagamenti effettuati a fronte dei Fondi costituiti negli esercizi passati.
12.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti
La Banca non ha iscritto nel Bilancio fondi della specie.
12.4 Fondi per rischi ed oneri - altri fondi
La voce “Fondi per rischi e oneri - b) altri fondi” è costituita da:
- Controversie legali, per 66 mila euro.
A fronte di perdite presunte sulle cause passive legali per 39 mila euro. Tali stanziamenti tutelano la Banca da probabili esiti negativi derivanti dalle cause
passive e dai reclami in corso. La natura delle cause passive legali è ampia e diversificata; infatti, pur avendo in comune una domanda di tipo risarcitorio nei
confronti della Banca, esse traggono origine da eventi anche molto diversi fra loro. Le tipologie più ricorrenti sono relative alla contestazione sugli interessi
(anatocismo, tasso non concordato, ecc.), allo svolgimento dei servizi di investimento, alla errata negoziazione assegni.
A fronte di perdite presunte sulle vertenze con il personale per 27 mila euro. Per quanto riguarda, infine, le cause passive che vedono come controparte exdipendenti, è stato costituito un fondo in relazione al relativo rischio di esborso di somme nei casi di esito negativo di contenzioso per l'azienda e di
risoluzioni transattive delle cause medesime.
- Oneri per il personale, per 59 mila euro.
L'importo esposto nella sottovoce 2.2 “oneri per il personale – Altri fondi rischi ed oneri”, della Tabella 12.1, si riferisce a premi di anzianità/fedeltà relativi
all’onere finanziario, determinato in base a valutazione attuariale, che la Banca dovrà sostenere negli anni futuri in favore del personale dipendente, in
relazione all’anzianità di servizio.
- Altri Fondi, per 79 mila euro.
A fronte degli impegni, per la quota a carico della Banca, relativi a interventi deliberati dal Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo, per 73
mila euro.
A fronte di Processo Verbale di Constatazione consegnato alla Banca nel dicembre 2012, in seguito a ispezione - da parte di Agenzia delle Entrate di Perugia
- relativamente al periodo di imposta 2008, per 6 mila euro. La Banca ha eseguito prudenzialmente un accantonamento a fronte degli eventuali esborsi
futuri da esso derivanti, maggiore imposta IRES e sanzioni, pur valutando la correttezza del proprio operato; infatti, in data 04/02/13, sono state presentate
ad Agenzia delle Entrate di Perugia le controdeduzioni ai rilievi mossi.
Le valutazioni condotte hanno portato a ritenere che la definizione delle passività indicate, ad eccezione del Fondo Premio di fedeltà del Personale, possa
realizzarsi nell'arco dei prossimi dodici/diciotto mesi; conseguentemente non si è proceduto all'attualizzazione dell'onere connesso a dette passività, in
quanto ritenuto non significativo.
Passività potenziali.
Non esistono alla data di chiusura dell'esercizio passività potenziali da rilevare.
Sezione 13 - Azioni rimborsabili - voce 140
La Banca non ha emesso azioni rimborsabili.
Sezione 14 - Patrimonio dell'impresa - Voci 130, 150, 160, 170, 180, 190 e 200
Nella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al capitale e alle riserve della Banca.
14.1 "Capitale" e "Azioni proprie": composizione
La Banca ha emesso esclusivamente azioni ordinarie in ragione del capitale sociale sottoscritto pari a 3.754.848 euro e composto da n. 145.424 azioni del
valore nominale unitario di euro 25,82.
Non vi sono azioni sottoscritte e non ancora liberate.
Non vi sono azioni proprie riacquistate.
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144
14.2 Capitale - Numero azioni: variazioni annue
Voci/Tipologie
Ordinarie
A. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio
Altre
139.630
- interamente liberate
139.630
- non interamente liberate
A.1 Azioni proprie (-)
A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali
139.630
B. Aumenti
6.660
B.1 Nuove emissioni
6.660
- a pagamento:
6.660
- operazioni di aggregazioni di imprese
- conversione di obbligazioni
- esercizio di warrant
- altre
6.660
- a titolo gratuito:
- a favore dei dipendenti
- a favore degli amministratori
- altre
B.2 Vendita di azioni proprie
B.3 Altre variazioni
C. Diminuzioni
866
C.1 Annullamento
C.2 Acquisto di azioni proprie
C.3 Operazioni di cessione di imprese
C.4 Altre variazioni
866
D. Azioni in circolazione: rimanenze finali
145.424
D.1 Azioni proprie (+)
D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio
145.424
- interamente liberate
145.424
- non interamente liberate
Le informazioni si riferiscono al numero di azioni movimentate nel corso dell'esercizio.
Il valore nominale della singola azione espresso al centesimo di euro è pari a 25,82.
14.3 Capitale: altre informazioni
Valori
Numero soci al 31.12.2011
Numero soci: ingressi
2.245
198
Numero soci: uscite
33
Numero soci al 31.12.2012
2.410
Nella consistenza al 31/12/2012, sono ricompresi n. 40 Soci deceduti i cui eredi non hanno dato disposizioni relativamente alle azioni possedute dal de cuius.
14.4 Riserve di utili: altre informazioni
La normativa di settore di cui all’art. 37 del D.Lgs. 385/93 e l'art.49 dello Statuto prevedono la costituzione obbligatoria della Riserva Legale.
Essa risulta destinataria di almeno il 70% degli utili netti annuali.
La Riserva Legale risulta indivisibile e indisponibile per la Banca, ad eccezione dell'utilizzo per la copertura di perdite di esercizio, al pari delle altre riserve di
utili iscritte nel Patrimonio, in ragione dei vincoli di legge e di Statuto.
Alla Riserva Legale è, inoltre, accantonata la quota parte degli utili netti residui dopo le altre destinazioni previste dalla legge, dalla normativa di settore e
dallo Statuto, deliberate dall'Assemblea.
Per un maggiore dettaglio delle Riserve di Utili della Banca, si rinvia alle informazioni contenute della Parte F "Informazioni sul Patrimonio", sezione 1 "Il
patrimonio dell'impresa" tabella B.1 "Patrimonio dell'impresa: composizione"
14.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue
Non sussistono strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve.
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145
In ottemperanza all'articolo 2427, n. 7-bis, c.c., si riporta di seguito il dettaglio della composizione del patrimonio netto della Banca, escluso l'utile di
esercizio, con l'evidenziazione dell'origine e del grado di disponibilità e distribuibilità delle diverse poste.
Art. 2427 - n. 7 bis cod. civ.
CAPITALE SOCIALE:
Utilizzi effettuati nei tre precedenti
esercizi
Possibilità di
utilizzazione
Importo
Importo per
copertura perdite
Importo per altre
ragioni
3.755
per copertura
perdite e per
rimborso del
valore nominale
delle azioni
397
472
per copertura
perdite e per
rimborso del
sovrapprezzo
versato
13
35.903
per copertura
perdite
non ammessi in
quanto
indivisibile
2.238
per copertura
perdite
non ammessi in
quanto
indivisibile
322
per copertura
perdite
non ammessi in
quanto
indivisibile
Riserva di transizione agli IAS/IFRS
(611)
per copertura
perdite
non ammessi
Riserva da valutazione: attività finanziarie disponibili per la vendita
1.087
per quanto
previsto dallo IAS
39
(87)
per quanto
previsto dallo IAS
39
RISERVE DI CAPITALE:
Riserva da sovrapprezzo azioni
ALTRE RISERVE:
Riserva legale
Riserve di rivalutazione monetaria
Altre riserve
Riserva da valutazione: utili/perdite attuariali su piani a benefici definiti
Riserva azioni proprie (quota non disponibile)
=
Riserva azioni proprie (quota disponibile)
per copertura
perdite
Totale
43.079
410
(*) importo riferito ai sovrapprezzi azioni versati dopo le modifiche statutarie intervenute a seguito degli adeguamenti introdotti dall'art. 9, L. 59/92.
La "Riserva da valutazione: attività finanziarie disponibili per la vendita" può essere movimentata esclusivamente secondo le prescrizioni dello IAS 39. Essa
trae origine dalla valutazione di strumenti finanziari e non può essere utilizzata nè per aumenti di capitale sociale, nè per distribuzione ai soci, nè per
coperture di perdite. Le eventuali variazioni negative di tale riserva possono avvenire solo per riduzioni di fair value, per rigiri a conto economico o per
l'applicazione di imposte correnti o differite.
14.6 Altre informazioni
Non sussistono altre informazioni su strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve.
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146
ALTRE INFORMAZIONI
1. Garanzie rilasciate e impegni
Operazioni
Importo 31.12.2012
Importo 31.12.2011
12.934
6.638
12.342
5.815
1) Garanzie rilasciate di natura finanziaria
a) Banche
b) Clientela
2) Garanzie rilasciate di natura commerciale
592
824
14.970
16.579
14.970
16.579
2.722
4.834
2.722
4.834
a) Banche
b) Clientela
3) Impegni irrevocabili a erogare fondi
a) Banche
i) a utilizzo certo
ii) a utilizzo incerto
b) Clientela
i) a utilizzo certo
436
ii) a utilizzo incerto
2.286
4.834
4) Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione
5) Attività costituite in garanzia di obbligazioni di terzi
6) Altri impegni
6
Totale
30.631
28.051
Tra quelle di natura finanziaria sono comprese le garanzie personali che assistono il regolare assolvimento del servizio del debito da parte del soggetto
ordinante.
Il punto 1.a) "Garanzie rilasciate di natura finanziaria - Banche" comprende:
- impegni verso il Fondo di garanzia dei depositanti del Credito Cooperativo per 1.774 mila euro;
- impegni verso il Fondo di garanzia degli obbligazionisti del Credito Cooperativo per 10.568 mila euro.
Tra le garanzie rilasciate di natura commerciale sono compresi i crediti di firma per garanzie personali che assistono specifiche transazioni commerciali o la
buona esecuzione di contratti.
Il punto 3 "Impegni irrevocabili a erogare fondi" comprende:
b) clientela - a utilizzo certo
- depositi e finanziamenti da erogare a una data futura predeterminata, per 436 mila euro;
b) clientela - a utilizzo incerto
- margini utilizzabili su linee di credito irrevocabili concesse per 2.287 mila euro;
2. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni
Portafogli
Importo 31.12.2012
Importo 31.12.2011
120.089
46.861
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
2. Attività finanziarie valutate al fair value
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita
4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
5. Crediti verso banche
6. Crediti verso clientela
7. Attività materiali
In particolare, nelle voci sono stati iscritti i valori dei titoli costituiti a fronte di operazioni di pronti contro termine passive effettuate con titoli dell’attivo per
1.419 mila euro
Nelle voci sono stati iscritti, anche, i valori dei titoli utilizzati nell'ambito delle operazioni di finanziamento garantite da titoli per 89.983 mila euro.
Si evidenzia che il rifinanziamento presso la Banca Centrale Europea, effettuato tramite l'Istituto Centrale di Categoria, è in parte garantito da titoli
obbligazionari emessi dalla Banca, con garanzia dello Stato ai sensi dell’art. 8 del D.L. 201/2011, e successivamente riacquistati, per un ammontare nominale
pari a 31.000 mila euro.
Nell'ambito di operazioni di provvista garantite, la Banca ha concesso in garanzia i seguenti strumenti finanziari, non iscritti nell'attivo perchè rivenienti da
operazioni di autocartolarizzazione:
CODICE TITOLO
IT0004814254
ANAGRAFICA
CREDICO FINANCE 10 S.R.L.
VALORE NOMINALE
28.200 mila euro
In relazione ai contratti di leasing operativo in essere, di seguito si forniscono le informazioni previste dallo IAS 17.
In qualità di soggetto locatario, la Banca possiede i seguenti beni:
MACCHINE MULTIFUNZIONI LASER (fotocopiatrice, stampante, scanner, fax) - locate per un periodo contrattuale di 42 mesi, con assistenza full service
(manutenzione, kit materiale di consumo, assicurazione).
Nel corso dell'esercizio sono stati pagati canoni di leasing operativo per complessivi 36 mila euro.
Il canone pattuito è fisso.
Non sono stati stipulati contratti di subleasing.
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147
3. Informazioni sul leasing operativo
Totale 31.12.2012
tra uno e cinque
anni
entro un anno
Macchine multifunzioni laser
Totale
36
54
36
54
oltre cinque anni
Totale 31.12.2011
4. Gestione e intermediazione per conto terzi
Tipologia servizi
Importo
1. Esecuzione di ordini per conto della clientela
a) Acquisti
1. regolati
2. non regolati
b) Vendite
1. regolate
2. non regolate
2. Gestioni di portafogli
a) individuali
b) collettive
3. Custodia e amministrazione di titoli
a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafogli)
1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio
2. altri titoli
b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri
172.851
1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio
129.294
2. altri titoli
43.557
c) titoli di terzi depositati presso terzi
172.851
d) titoli di proprietà depositati presso terzi
221.669
4. Altre operazioni
5.447
La Banca non ha effettuato servizi di intermediazione per conto terzi.
Gli importi del punto 3. si riferiscono al valore nominale dei titoli.
La sottovoce b) comprende anche titoli in deposito a garanzia per 5.233 mila euro.
Alla voce 4. Altre operazioni sono esposti, al valore nominale, i prodotti collocati dalla Banca che consistono in quote di O.I.C.R., gestioni patrimoniali di terzi
e prodotti assicurativi. Il relativo valore corrente ammonta a 8.328 mila euro.
5. Incasso di crediti per conto di terzi: rettifiche dare e avere
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
a) Rettifiche "dare":
49.770
1. conti correnti
5.511
7.141
44.259
59.854
b) Rettifiche "avere"
55.032
66.658
1. conti correnti
9.905
13.151
45.127
53.507
2. portafoglio centrale
66.995
3. cassa
4. altri conti
2. cedenti effetti e documenti
3. altri conti
La Tabella fornisce il dettaglio delle differenze, derivanti dagli scarti fra le valute economiche applicate nei diversi conti, generate in sede di eliminazione
contabile delle partite relative all'accredito e all'addebito dei portafogli salvo buon fine e al dopo incasso, la cui data di regolamento è successiva alla
chiusura del bilancio.
La differenza tra le rettifiche "dare" e le rettifiche "avere", pari a 5.262 mila euro, trova evidenza tra le "Altre passività" - voce 100 del Passivo.
Alla voce 150 dell'Attivo figurano, invece, le rettifiche sul portafoglio di proprietà pari a 6 mila euro.
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148
PARTE C – Informazioni sul Conto Economico
Sezione 1 - Gli interessi - Voci 10 e 20
Nelle presenti voci sono iscritti gli interessi attivi e passivi, i proventi e gli oneri assimilati relativi, rispettivamente, a disponibilità liquide, attività finanziarie
detenute per la negoziazione, attività finanziarie disponibili per la vendita, attività finanziarie detenute sino alla scadenza, crediti, attività finanziarie valutate
al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50, 60 e 70 dell’attivo) e a debiti, titoli in circolazione, passività finanziarie di negoziazione, passività finanziarie valutate al
fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50 del passivo) nonché eventuali altri interessi maturati nell’esercizio.
Fra gli interessi attivi e passivi figurano anche i differenziali o i margini, positivi o negativi, maturati sino alla data di riferimento del bilancio e scaduti o chiusi
entro la data di riferimento relativi a contratti derivati.
1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione
Voci/Forme tecniche
Titoli di debito
Finanziamenti
Altre operazioni
Totale
31.12.2012
Totale
31.12.2011
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
16
2. Attività finanziarie disponibili per la vendita
4.539
4.539
1.226
3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
4. Crediti verso banche
9
760
769
249
5. Crediti verso clientela
31
17.449
17.480
17.477
18.209
22.788
18.968
6. Attività finanziarie valutate al fair value
7. Derivati di copertura
X
8. Altre attività
X
Totale
X
X
4.579
Dettaglio sottovoce 4 “Crediti verso Banche”, colonna “Finanziamenti”:
- interessi su conti correnti di corrispondenza per 71 mila euro;
- interessi su depositi liberi per 533 mila euro;
- interessi su depositi vincolati per 156 mila euro.
Dettaglio sottovoce 5 “Crediti verso Clientela”, colonna “Finanziamenti”:
- interessi su conti correnti per 7.254 mila euro;
- interessi su mutui, prestiti personali ed altri finanziamenti per 8.257 mila euro, di cui 601 mila euro su mutui oggetto di autocartolarizzazione.
- interessi su anticipi Sbf per 1.892 mila euro;
- interessi su portafoglio di proprietà per 46 mila euro.
Nella colonna "finanziamenti" in corrispondenza della sottovoce 5 "crediti verso la clientela" sono stati ricondotti anche gli interessi attivi e proventi
assimilati, maturati e contabilizzati nell'esercizio, riferiti alle esposizioni deteriorate alla data di riferimento del bilancio per 1.998 mila euro.
1.2 Interessi attivi e proventi assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura
Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene derivati di copertura pertanto la presente tabella non viene compilata
1.3 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni
1.3.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta
Gli interessi attivi e proventi assimilati in valuta sono pari a 35 mila euro e sono totalmente riferiti a crediti verso clientela.
1.3.2 Interessi attivi su operazioni di leasing finanziario
La Banca non ha posto in essere operazioni attive di leasing finanziario.
1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione
Voci/Forme tecniche
Debiti
1.Debiti verso banche centrali
Titoli
Altre operazioni
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
X
2.Debiti verso banche
(1.056)
X
(1.056)
(159)
3.Debiti verso clientela
(2.961)
X
(2.961)
(1.979)
(4.388)
(4.388)
(3.353)
(4.388)
(8.405)
(5.491)
4.Titoli in circolazione
X
5.Passività finanziarie di negoziazione
6.Passività finanziarie valutate al fair value
7.Altre passività e fondi
X
8.Derivati di copertura
X
Totale
X
X
(4.017)
Nella sottovoce 2 “Debiti verso Banche”, colonna “Debiti” sono compresi interessi su:
- conti correnti e depositi per (98) mila euro;
- altri debiti per (958) mila euro.
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149
Nella sottovoce 3 “Debiti verso Clientela”, colonna “Debiti” sono compresi interessi su:
- conti correnti per 2.388) mila euro;
- depositi per (509) mila euro;
- operazioni di pronti contro termine passive per (64) mila euro.
Nella sottovoce 4 “Titoli in circolazione”, colonna “Titoli” sono compresi interessi su:
- obbligazioni emesse per (3.953) mila euro;
- certificati di deposito per (435) mila euro.
1.5 Interessi passivi e oneri assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura
La Banca, nel corso dell'esercizio, non ha detenuto derivati di copertura.
1.6 Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni
1.6.1 Interessi passivi su passività in valuta
Gli interessi passivi e oneri assimilati in valuta sono pari a 3 mila euro e sono totalmente riferiti a debiti verso banche.
1.6.2 Interessi passivi su passività per operazioni di leasing finanziario
La Banca non ha posto in essere operazioni della specie.
Sezione 2 - Le commissioni - Voci 40 e 50
Nelle presenti voci figurano i proventi e gli oneri relativi, rispettivamente, ai servizi prestati e a quelli ricevuti dalla Banca sulla base di specifiche previsioni
contrattuali (garanzie, incassi e pagamenti, gestione e intermediazione ecc).
Sono esclusi i proventi e gli oneri considerati nella determinazione del tasso effettivo di interesse (in quanto ricondotti nelle voci 10 “interessi attivi e
proventi assimilati” e 20 “interessi passivi e oneri assimilati” del conto economico) delle attività e passività finanziarie.
Sono, altresì, esclusi i meri recuperi di spesa classificati nell'ambito degli altri proventi di gestione.
2.1 Commissioni attive: composizione
Tipologia servizi/Valori
Totale 31.12.2012
a) garanzie rilasciate
Totale 31.12.2011
129
135
306
263
32
32
24
24
b) derivati su crediti
c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza:
1. negoziazione di strumenti finanziari
2. negoziazione di valute
3. gestioni di portafogli
3.1. individuali
3.2. collettive
4. custodia e amministrazione di titoli
5. banca depositaria
6. collocamento di titoli
44
49
101
64
105
94
7
9
7
9
9.2. prodotti assicurativi
43
49
9.3. altri prodotti
55
36
1.644
1.646
7. attività di ricezione e trasmissione di ordini
8. attività di consulenza
8.1. in materia di investimenti
8.2. in materia di struttura finanziaria
9. distribuzione di servizi di terzi
9.1. gestioni di portafogli
9.1.1. individuali
9.1.2. collettive
d) servizi di incasso e pagamento
e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione
71
f) servizi per operazioni di factoring
g) esercizio di esattorie e ricevitorie
h) attività di gestione di sistemi multilaterali di scambio
i) tenuta e gestione dei conti correnti
j) altri servizi
2.270
2.572
226
94
4.646
4.710
k) operazioni di prestito titoli
Totale
L'importo di cui alla sottovoce j) "altri servizi" è così composto:
- commissioni su crediti a clientela ordinaria - altri finanziamenti, per 116 mila euro;
- commissioni su cassette di sicurezza, per 7 mila euro;
- commissioni su altri servizi bancari, per 103 mila euro.
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150
2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi
Canali/Valori
Totale 31.12.2012
a) presso propri sportelli:
Totale 31.12.2011
149
143
44
49
104
94
1. gestioni di portafogli
2. collocamento di titoli
3. servizi e prodotti di terzi
b) offerta fuori sede:
1. gestioni di portafogli
2. collocamento di titoli
3. servizi e prodotti di terzi
c) altri canali distributivi:
1. gestioni di portafogli
2. collocamento di titoli
3. servizi e prodotti di terzi
2.3 Commissioni passive: composizione
Servizi/Valori
Totale 31.12.2012
a) garanzie ricevute
Totale 31.12.2011
(281)
b) derivati su crediti
c) servizi di gestione e intermediazione:
(32)
1. negoziazione di strumenti finanziari
(23)
(2)
2. negoziazione di valute
(13)
(10)
3. gestioni di portafogli:
(1)
3.1 proprie
(1)
3.2 delegate da terzi
4. custodia e amministrazione di titoli
(17)
(12)
(477)
(491)
(81)
(67)
(871)
(581)
5. collocamento di strumenti finanziari
6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi
d) servizi di incasso e pagamento
e) altri servizi
f) operazioni di prestito titoli
Totale
Le commissioni corrisposte comprendono quelle per garanzie ricevute riferite all'acquisizione della garanzia dello Stato italiano su nuove emissioni
obbligazionarie interamente riacquistata utilizzate come sottostanti per operazioni di finanziamento con la BCE ai sensi dell'art. 8 DL n. 201/2011 conv, L. n.
214/2011
Sezione 3 - Dividendi e proventi simili - Voce 70
Nella presente voce figurano i dividendi relativi ad azioni o quote detenute in portafoglio diverse da quelle valutate in base al metodo del patrimonio netto.
Sono esclusi i dividendi relativi a partecipazioni che rientrano in (o costituiscono) gruppi di attività in via di dismissione, da ricondurre nella voce 280 “utile
(perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte” del Conto Economico.
Sono da ricomprendere in tale voce anche i dividendi e gli altri proventi di quote di O.I.C.R. (organismi di investimento collettivo del risparmio).
3.1 Dividendi e proventi simili: composizione
Totale 31.12.2012
Voci/Proventi
Totale 31.12.2011
Proventi da quote di
O.I.C.R.
Dividendi
Proventi da quote di
O.I.C.R.
Dividendi
A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
B. Attività finanziarie disponibili per la vendita
30
56
C. Attività finanziarie valutate al fair value
D. Partecipazioni
X
Totale
30
X
56
Sezione 4 - Il risultato netto dell'attività di negoziazione - Voce 80
Nella voce figurano per “sbilancio” complessivo (somma algebrica dei saldi di cui alle successive lettere a) e b):
a) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni classificate nelle “attività finanziarie detenute per la negoziazione” e nelle “passività finanziarie di
negoziazione”, inclusi i risultati delle valutazioni di tali operazioni.
Sono da escludere i profitti e le perdite relativi a eventuali contratti derivati connessi con la fair value option, da ricondurre in parte fra gli interessi di cui alle
voci 10. e 20., e in parte nel “risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value“, di cui alla voce 110. del Conto Economico.
b) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni finanziarie, diverse da quelle designate al fair value e da quelle di copertura, denominate in valuta, inclusi
i risultati delle valutazioni di tali operazioni.
I risultati della negoziazione e della valutazione delle attività e delle passività finanziarie per cassa in valuta sono separati da quelli relativi all’attività in
cambi.
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151
4.1 Risultato netto dell'attività di negoziazione: composizione
Plusvalenze
(A)
Operazioni / Componenti reddituali
Utili da
negoziazione
(B)
1. Attività finanziarie di negoziazione
Perdite da
negoziazione
(D)
Risultato
netto [(A+B)
- (C+D)]
138
(42)
96
138
(42)
96
(42)
96
Minusvalenze
(C)
1.1 Titoli di debito
1.2 Titoli di capitale
1.3 Quote di O.I.C.R.
1.4 Finanziamenti
1.5 Altre
2. Passività finanziarie di negoziazione
2.1 Titoli di debito
2.2 Debiti
2.3 Altre
3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio
X
X
X
X
X
X
X
X
4. Strumenti derivati
4.1 Derivati finanziari:
- Su titoli di debito e tassi di interesse
- Su titoli di capitale e indici azionari
- Su valute e oro
- Altri
4.2 Derivati su crediti
Totale
138
Il risultato della negoziazione di valute trova rappresentazione nella sottovoce "Attività finanziarie di negoziazione - altre".
Sezione 5 - Il risultato netto dell'attività di copertura - Voce 90
La Banca non ha posto in essere derivati con finalità di copertura. Non si procede, di conseguenza, alla compilazione della presente Sezione.
Sezione 6 - Utili (Perdite) da cessione / riacquisto - Voce 100
Nella presente Sezione figurano i saldi positivi o negativi tra gli utili e le perdite realizzati con la vendita delle attività o passività finanziare diverse da quelle
di negoziazione e da quelle designate al fair value.
6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione
Totale 31.12.2012
Voci/Componenti reddituali
Utili
Perdite
Totale 31.12.2011
Risultato
netto
Utili
Risultato
netto
Perdite
Attività finanziarie
1.Crediti verso banche
2.Crediti verso clientela
3.Attività finanziarie disponibili per la vendita
3.1 Titoli di debito
55
(12)
43
1.858
(151)
1.707
552
(13)
539
1.858
(151)
1.707
552
(13)
539
1.913
(163)
1.750
552
(13)
539
3.2 Titoli di capitale
3.3 Quote di O.I.C.R.
3.4 Finanziamenti
4.Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
Totale attività
Passività finanziarie
1.Debiti verso banche
2.Debiti verso clientela
3.Titoli in circolazione
26
(27)
(1)
62
(3)
59
Totale passività
26
(27)
(1)
62
(3)
59
Per quanto riguarda le passività finanziarie i principi contabili internazionali prevedono che il riacquisto delle proprie passività debba essere rappresentato
alla stregua di un'estinzione anticipata con la cancellazione dello strumento finanziario ed il conseguente realizzo di perdite o di utili.
Con riferimento alla sottovoce 3. "Attività finanziarie disponibili per la vendita" il risultato netto è rappresentato dal saldo di due componenti, anch'esse di
seguito rappresentate al netto:
- "rigiro" nel conto economico della riserva di rivalutazione per (141) mila euro;
- differenza fra prezzi di cessione e valore di libro delle attività cedute per 1.848 mila euro.
Alla sottovoce 3. delle Passività finanziarie "Titoli in circolazione" sono iscritti utili / perdite da riacquisto di titoli obbligazionari di propria emissione
collocati presso la clientela, diversi da quelli oggetto di copertura in applicazione della fair value option.
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152
Sezione 7 - Il risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value - Voce 110
Nel corso dell'esercizio, la Banca non ha detenuto attività o passività finanziarie valutate al fair value, per cui si omette la compilazione della presente
sezione.
Sezione 8 - Le rettifiche / riprese di valore nette per deterioramento - Voce 130
Nella presente Sezione figurano i saldi, positivi o negativi, delle rettifiche di valore e delle riprese di valore connesse con il deterioramento dei crediti verso
clientela e verso banche, delle attività finanziarie disponibili per la vendita, delle attività finanziarie detenute sino a scadenza e delle altre operazioni
finanziarie.
8.1 Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione
Rettifiche di valore
Riprese di valore
Specifiche
Di portafoglio
Totale
31.12.2012
Di
portafoglio
Altre
Operazioni/ Componenti reddituali
Cancellazioni
Specifiche
A
B
A
Totale
31.12.2011
B
A. Crediti verso banche
- Finanziamenti
- Titoli di debito
B. Crediti verso clientela
(22)
(7.707)
(114)
892
959
161
(5.830)
(4.488)
Crediti deteriorati acquistati
- Finanziamenti
X
- Titoli di debito
X
Altri Crediti
- Finanziamenti
X
X
(22)
(7.707)
(114)
892
959
161
(5.830)
(22)
(7.707)
(114)
892
959
161
(5.830)
(4.488)
(22)
(7.707)
(114)
892
959
161
(5.830)
(4.488)
- Titoli di debito
C. Totale
Legenda
A = da interessi
B = altre riprese
Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna “Specifiche – Altre”, si riferiscono alle svalutazioni analitiche dei crediti, mentre quelle riportate nella
colonna “ Specifiche – Cancellazioni”, derivano da eventi estintivi.Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna “Di portafoglio”, corrispondono alla
svalutazioni collettive.
Tra le svalutazioni analitiche dei crediti sono ricomprese anche quelle prodotte, in sede di iscrizione, dall’effetto di attualizzazione, a tassi di interesse di
mercato, dei flussi di cassa futuri di crediti erogati a tassi inferiori a quelli di mercato, per 29 mila euro.
Le riprese di valore, in corrispondenza della colonna “ Specifiche – A”, si riferiscono ai ripristini di valore corrispondenti al rilascio degli interessi maturati
nell’esercizio sulla base dell’originario tasso di interesse effettivo, precedentemente utilizzato per calcolare le rettifiche di valore.
8.2 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione
Rettifiche di valore (1)
Operazioni/ Componenti reddituali
Riprese di valore (2)
Specifiche
Cancellazioni
Specifiche
Altre
Totale 31.12.2012
A
B
X
X
Totale 31.12.2011
A. Titoli di debito
B. Titoli di capitale
(2)
C. Quote O.I.C.R.
(2)
X
D. Finanziamenti a banche
E. Finanziamenti a clientela
F. Totale
(2)
(2)
Legenda
A = da interessi
B = altre riprese
Le rettifiche di valore specifiche su Titoli di capitale, di cui alla colonna "Altre", rilevate sulla base delle previsioni di cui allo IAS39 par. 61, si riferiscono alla
partecipazione detenuta nella Società Patto 2000 sc.
Tale interessenza è stata parzialmente abbattuta, a seguito di accertamento di perdite durevoli di valore, per complessivi euro 18 mila nel corso degli
esercizio 2007,2008 e 2012.
8.3 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione
La Banca non detiene attività finanziarie detenute sino a scadenza pertanto la presente tabella non viene compilata.
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153
8.4 Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione
Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha rilevato alcuna rettifica o ripresa di valore per deterioramento di garanzie rilasciate, impegni ad erogare
fondi od altre operazioni.
Sezione 9 - Le spese amministrative - Voce 150
Nella presente sezione sono dettagliate le “spese per il personale” e le “altre spese amministrative” registrate nell’esercizio
9.1 Spese per il personale: composizione
Tipologia di spese/Valori
Totale 31.12.2012
1) Personale dipendente
Totale 31.12.2011
(5.822)
(5.650)
(3.964)
(3.879)
b) oneri sociali
(912)
(885)
c) indennità di fine rapporto
(251)
(245)
(32)
(38)
(172)
(165)
(172)
(165)
a) salari e stipendi
d) spese previdenziali
e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale
f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili:
- a contribuzione definita
- a benefici definiti
g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni:
- a contribuzione definita
- a benefici definiti
h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali
(491)
(438)
2) Altro personale in attività
i) altri benefici a favore dei dipendenti
(346)
(581)
3) Amministratori e sindaci
(241)
(222)
4) Personale collocato a riposo
5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende
6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la società
Totale
(23)
(22)
(6.431)
(6.474)
Nella sottovoce c) "indennità di fine rapporto" sono ricomprese, convenzionalmente, le quote relative al trattamento di fine rapporto maturato
nell'esercizio e destinate al Fondo di previdenza di categoria, per 234 mila euro. Detta sottovoce comprende anche le somme destinate al fondo di Tesoreria
Inps, in applicazione delle disposizioni introdotte dalla riforma previdenziale di cui al DLgs. 252/2005 e alla Legge n. 296/2006, per 17 mila euro.
Come meglio specificato nella Parte A della presente Nota, si segnala che Banca ha modificato, a partire dal bilancio chiuso al 31 dicembre 2012, il criterio di
rilevazione degli utili e delle perdite attuariali relative ad obbligazioni a benefici definiti sul trattamento di fine rapporto del personale, determinati ai sensi
del principio IAS 19 secondo la versione “revised” di tale principio omologato dall’Unione Europea con il regolamento n. 475/2012 del 5/6/2012.
In sede di prima applicazione dei principi contabili internazionali, la Banca aveva scelto, tra le possibili opzioni consentite dallo IAS 19, di rilevare le suddette
componenti attuariali sistematicamente nel conto economico tra le “Spese per il personale”, mentre la versione “revised” di tale principio prevede che, al
fine di fornire informazioni attendibili e più rilevanti, le componenti in esame debbano essere direttamente imputate tra le “Riserve da valutazione” incluse
nel patrimonio netto.
Pertanto, alla voce 150 a) del Conto Economico, Spese per il Personale, è stata ricondotta la sola componente riferita all'onere finanziario figurativo.
Nella voce 2) “altro personale in attività” sono indicate le spese relative ai contratti di lavoro atipici, quali contratti di "lavoro interinale", per 183 mila euro,
e contratti di lavoro “a progetto (co.pro.)”, per 153 mila euro, e le spese relative al personale di terzi distaccato presso la Banca, per 10 mila euro.
Nella voce 3) "Amministratori e Sindaci" sono compresi i compensi agli Amministratori, ivi inclusi gli oneri previdenziali a carico dell'azienda e gli oneri
sostenuti per la stipula di polizze assicurative per responsabilità civile, per 143 mila euro, ed ai Sindaci, per 98 mila euro.
9.2 Numero medio dei dipendenti per categoria
Totale 31.12.2012
Personale dipendente
Totale 31.12.2011
89
a) dirigenti
86
1
2
b) quadri direttivi
20
20
c) restante personale dipendente
68
64
5
5
Altro personale
Il numero medio è calcolato come media ponderata dei dipendenti, dove il peso è dato dal numero di mesi lavorati sull'anno.
Nella voce "Altro Personale" sono incluse le forme di contratto atipiche diverse dal contratto di lavoro dipendente come, ad esempio, i contratti di lavoro
interinale ed i contratti di lavoro a progetto.
9.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: totale costi
La Banca non ha iscritto fondi di quiescenza aziendale a benefici definiti. I contributi dovuti in forza di accordi aziendali vengono versati ad un Fondo esterno.
9.4 Altri benefici a favore dei dipendenti
La sottovoce i) altri benefici a favore dei Dipendenti - Personale dipendente si riferisce a:
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154
- premi di anzianità, per 4 mila euro;
- incentivi all'esodo, per 138 mila euro;
- spese per la formazione, per 52 mila euro;
- premi polizze assicurative, per 160 mila euro;
- spese per buoni pasto, per 137 mila euro;
9.5 Altre spese amministrative: composizione
Tipologia
Totale 31.12.2012
(1) Spese di amministrazione
Spese informatiche
Totale 31.12.2011
(5.086)
(4.811)
(856)
(818)
- elaborazione e trasmissione dati
(655)
(631)
- manutenzione ed assistenza EAD
(201)
(187)
Spese per beni immobili e mobili
(511)
(418)
- fitti e canoni passivi
(268)
(190)
- spese di manutenzione
(243)
(228)
(1.238)
(1.285)
(141)
(127)
Spese per l'acquisto di beni e servizi non professionali
- pulizia
- vigilanza
(29)
(4)
- trasporto
(57)
(57)
- stampati, cancelleria, materiale EDP
(181)
(265)
- giornali, riviste e pubblicazioni
(14)
(28)
- telefoniche
(59)
(82)
- postali
(190)
(191)
- energia elettrica, acqua, gas
(169)
(131)
- altre
(398)
(398)
(1.127)
(951)
(980)
(820)
- consulenze
(18)
(32)
- certificazione e revisione di bilancio
(27)
Prestazioni professionali
- legali e notarili
(102)
(99)
Premi assicurativi
- altre
(146)
(142)
Spese pubblicitarie
(425)
(382)
Altre spese
(783)
(815)
- contributi associativi/altri
(234)
(235)
- rappresentanza
(357)
(408)
- altre
(192)
(172)
(1.012)
(961)
(2) Imposte indirette e tasse
Imposta municipale (IMU/ICI)
(58)
(23)
(810)
(760)
Imposta sostitutiva
(99)
(136)
Altre imposte
(46)
(42)
(6.098)
(5.771)
Imposta di bollo
TOTALE
Sezione 10 - Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - Voce 160
Nella presente voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di fondi ritenuti esuberanti,
relativamente ai fondi di cui alla sottovoce b) (“altri fondi”) della voce 120 (“fondi per rischi e oneri”) del passivo dello stato patrimoniale.
Gli accantonamenti includono anche gli incrementi dei fondi dovuti al trascorrere del tempo (maturazione degli interessi impliciti nell'attualizzazione),
laddove il fattore risulti significativo.
10.1 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: composizione
Controversie legali
Revocatorie
Totale al
31.12.2012
Altre
A. Aumenti
(66)
(27)
(93)
A.1 Accantonamento dell'esercizio
(66)
(27)
(93)
(66)
(27)
(93)
A.2 Variazioni dovute al passare del tempo
A.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto
A.4 Altre variazioni in aumento
B. Diminuzioni
B.1 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto
B.2 Altre variazioni in diminuzione
Accantonamento netto
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155
Sezione 11 - Rettifiche / riprese di valore nette su attività materiali - Voce 170
Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività materiali detenute ad uso funzionale o a scopo di
investimento, incluse quelle relative ad attività acquisite in locazione finanziaria.
11.1 Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione
Attività/Componente reddituale
A.
Ammortamento (a)
Rettifiche di valore
per deterioramento
(b)
Riprese di valore (c)
Risultato netto (a +
b - c)
Attività materiali
A.1 Di proprietà
- Ad uso funzionale
(857)
(857)
(857)
(857)
(857)
(857)
- Per investimento
A.2 Acquisite in leasing finanziario
- Ad uso funzionale
- Per investimento
Totale
Alla data di bilancio, non risultano attività in via di dismissione ai sensi dell'IFRS 5.
La Banca, salvo diversa specifica determinazione della vita utile dei singoli beni, procede all'ammortamento in base alle aliquote fiscali vigenti, ritenute
congrue ad esprimere l'effettivo deterioramento dei beni.
Nel primo esercizio l'ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettivo utilizzo del bene, mentre per i beni ceduti e/o dismessi nel corso
dell'esercizio, l'ammortamento è conteggiato su base giornaliera fino alla data di cessione o dismissione.
Sezione 12 - Rettifiche / riprese di valore nette su attività immateriali - Voce 180
Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività immateriali, diverse dall’avviamento, incluse quelle
relative ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo.
12.1 Rettifiche di valore nette su attività immateriali: composizione
Attività/Componente reddituale
Ammortamento (a)
Rettifiche di valore
per deterioramento
(b)
Riprese di valore (c)
Risultato netto (a +
b - c)
A. Attività immateriali
A.1 Di proprietà
(9)
(9)
(9)
(9)
(9)
(9)
- Generate internamente dall'azienda
- Altre
A.2 Acquisite in leasing finanziario
Totale
Le rettifiche di valore, interamente riferibili ad ammortamenti, riguardano attività immateriali con vita utile definita ed acquisite all’esterno.
Le attività immateriali sono descritte nella sezione 12 parte B della Nota Integrativa.
Sezione 13 - Gli altri oneri e proventi di gestione - Voce 190
Nella Sezione sono illustrati i costi e i ricavi non imputabili alle altre voci, che concorrono alla determinazione della voce 270 "Utili (Perdita) dell’operatività
corrente al netto delle imposte".
13.1 Altri oneri di gestione: composizione
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria
22
Oneri per malversazioni e rapine
15
(4)
111
(131)
Ammortamento delle spese per migliorie su beni di terzi non separabili
Interventi al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo
Totale
(24)
80
(81)
228
(240)
13.2 Altri proventi di gestione: composizione
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
Recupero imposte e tasse
745
827
Rimborso spese legali per recupero crediti
746
644
Addebiti a carico di terzi su depositi e c/c
162
205
Altri recuperi
122
Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria
48
Descrizione Aggiuntiva 7
53
126
Altri proventi di gestione
41
Totale
1.823
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156
1.896
Sezione 14 - Utili (Perdite) delle partecipazioni - Voce 210
Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene partecipazioni in società controllate, controllate congiuntamente e sottoposte a influenza
notevole.
Sezione 15 - Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali - Voce 220
Nella sezione figura il saldo, positivo o negativo, fra le svalutazioni e le rivalutazioni - diverse dalle rettifiche di valore e dalle riprese di valore da
deterioramento, delle attività materiali e immateriali diverse dall’avviamento valutate al fair value o al valore rivalutato.
15.1 Risultato netto della valutazione al fair value (o al valore rivalutato) delle attività materiali e immateriali: composizione
Rivalutazioni
(a)
Attività / Componente reddituale
A.
Attività materiali
A.1 Di proprietà:
Svalutazioni
(b)
Differenze di cambio
Positive (c)
Negative (d)
Risultato
netto (a-b+cd)
34
34
34
34
34
34
34
34
- Ad uso funzionale
- Detenute a scopo di investimento
A.2 Acquisite in leasing finanziario:
- Ad uso funzionale
- Detenute a scopo di investimento
B.
Attività immateriali
B.1 Di proprietà:
B.1.1 Generate internamente dall'azienda
B.1.2 Altre
B.2 Acquisite in leasing finanziario
Totale
Sezione 16 - Rettifiche di valore dell'avviamento - Voce 230
La Banca non ha iscritto tra le sue attività alcuna voce a titolo di avviamento.
Sezione 17 - Utili (Perdite) da cessione di investimenti - Voce 240
17.1 Utili (perdite) da cessione di investimenti: composizione
Componente reddituale/Valori
A.
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
Immobili
- Utili da cessione
- Perdite da cessione
B.
Altre attività
7
- Utili da cessione
7
(19)
- Perdite da cessione
(19)
Risultato netto
7
(19)
Gli utili da realizzo si riferiscono alla alienazione di n. 1 autovettura, di n. 2 stampanti, di n. 1 fotocopiatrice e di n. 1 fax.
Sezione 18 - Le imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente - Voce 260
Nella presente voce figura l’onere fiscale – pari al saldo fra la fiscalità corrente e quella differita – relativo al reddito dell’esercizio.
18.1 Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente: composizione
Totale
31.12.2012
Componenti reddituali/Valori
1.
Imposte correnti (-)
2.
Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-)
3.
Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+)
(2.147)
Totale
31.12.2011
(2.004)
263
3.bis Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio per crediti d'imposta di cui alla L n.214/2011 (+)
4.
Variazione delle imposte anticipate (+/-)
5.
Variazione delle imposte differite (+/-)
6.
Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+/-4+/-5)
1.171
831
(11)
(724)
(1.173)
Le imposte correnti sono state rilevate in base alla legislazione fiscale vigente.
Ai fini IRES, le imposte correnti sono determinate tenendo conto delle disposizioni previste per le società cooperative a mutualità prevalente, introdotte
dalla L. 311/2004.
Le variazioni di cui al punto 2. includono le seguenti poste non ricorrenti:
- euro 266 mila riferiti a crediti di imposta pregressi in virtù della integrale deduzione a fini Ires dell'Irap sul costo del lavoro, a decorrere dal periodo 2012,
come da previsioni dell'art. 2 comma 1quater DL 201/2011 conv. L. 214/2011 e successivamente integrato dall'art. 4 comma 12 DL 16/2012.
Il Decreto sulle semplificazioni fiscali ha introdotto la possibilità di presentare istanza di rimborso dell'Ires, rideterminata per effetto della sopracitata
deducibilità per i periodi di imposta 2007-2011 e la Banca se ne è avvalsa.
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157
Riepilogo delle imposte sul reddito di competenza dell'esercizio, per tipologia di imposta
Componenti reddituali/Valori
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
IRES
9
(460)
IRAP
715
(713)
724
(1.173)
Altre imposte
Totale
18.2 (IRES) Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio
IRES
Imponibile
Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte (Voce 250 del conto economico)
Imposta
2.350
Onere fiscale teorico (27,50%)
(646)
Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento
6.778
(1.864)
Temporanee
- Variazioni manifestatesi nell'esercizio
5.465
Definitive
- Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti
- Variazioni manifestatesi nell'esercizio
1.313
Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione
3.943
1.084
Temporanee
- Variazioni manifestatesi nell'esercizio
34
Definitive
- Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti
1.242
- Variazioni manifestatesi nell'esercizio
2.667
- Deduzioni fino a concorrenza dell'imponibile fiscale
Imponibile (Perdita) fiscale
5.185
Imposta corrente lorda
(1.426)
Detrazioni
Imposta corrente netta a C.E.
(1.426)
Variazioni delle imposte anticipate / differite / correnti +/-
1.417
Imposta di competenza dell'esercizio
(9)
18.2 (IRAP) Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio
IRAP
Imponibile
Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte (Voce 250 del conto economico)
Imposta
2.350
Onere fiscale teorico (aliquota ordinaria 4,65%)
(109)
Voci non rilevanti nella determinazione dell'imponibile:
10.523
- Ricavi e proventi (-)
(1.831)
- Costi e oneri (+)
12.354
Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento
2.788
(489)
(130)
Temporanee
- Variazioni manifestatesi nell'esercizio
Definitive
- Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti
- Variazioni manifestatesi nell'esercizio
2.788
Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione
2.727
127
Temporanee
- Variazioni manifestatesi nell'esercizio
Definitive
- Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti
5
- Variazioni manifestatesi nell'esercizio
2.722
Valore della produzione
12.934
Imposta corrente
(601)
Effetto di maggiorazioni / agevolazioni regionali di aliquota +/-
(119)
Imposta corrente effettiva a C.E.
(720)
Variazioni delle imposte anticipate / differite / correnti +/-
5
Imposta di competenza dell'esercizio
(715)
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158
18.2 Imposta sostitutiva per riallineamento deduzioni extracontabili (art 1, comma 333, L. 244/2007)
Imposte sostitutive
Imponibile
Imposta
Imposta sostituitva
TOTALE IMPOSTE DI COMPETENZA (VOCE 260 DI CONTO ECONOMICO)
(724)
Sezione 19 - Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte - Voce 280
19.1 Utile (perdita) dei gruppi di attività/passività in via di dismissione al netto delle imposte: composizione
Nel corso dell'esercizio, la Banca non ha proceduto a cessioni di gruppi di attività.
Sezione 20 - Altre informazioni
Mutualità prevalente
Si attesta che sussistono e permangono le condizioni di mutualità prevalente.
A tal fine, ai sensi del disposto dell'art. 2512 del Codice Civile e dell'art. 35 del D.Lgs. n. 385 del 1993 e delle correlate Istruzioni di Vigilanza, nel corso
dell'esercizio la Banca ha rispettato i requisiti previsti in tema di operatività prevalente con i Soci.
In particolare, per quanto richiesto dall'art. 35 citato, e così come risultante dalle segnalazioni periodiche inviate all'Organo di Vigilanza, si documenta che le
attività di rischio destinate ai Soci o ad attività a ponderazione zero sono state superiori al 50 % del totale delle stesse nel corso dell'anno. Tale percentuale è
pari al 60,48% ed è calcolata come media degli indici di operatività prevalente rilevati alla fine di ciascun trimestre solare. L'indice di ciascun trimestre è
calcolato come rapporto tra le attività di rischio a favore dei Soci e a ponderazione zero sul totale delle attività di rischio. Tale criterio è in linea con quanto
chiarito dall'Agenzia delle Entrate con la consulenza giuridica del 6 dicembre 2011.
Si attesta inoltre che lo Statuto della Banca contiene le clausole richieste dall'art. 2514 Codice Civile e che tali clausole sono state rispettate nell'esercizio.
Sezione 21 - Utile per azione
La Banca è una società cooperativa a mutualità prevalente. Tenuto conto della natura della Società, si ritengono non significative le informazioni previste
nella presente Sezione.
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159
PARTE D - Redditività Complessiva
PROSPETTO ANALITICO DELLA REDDITIVITA' COMPLESSIVA
Voci
10.Utile (Perdita) d'esercizio
Importo Lordo
Imposte sul
reddito
X
X
Importo Netto
1.626
Altre componenti reddituali
20. Attività finanziarie disponibili per la vendita:
a) variazioni di fair value
b) rigiro a conto economico
7.102
(2.349)
6.961
(2.302)
4.753
141
(47)
141
(47)
(129)
36
(93)
6.973
(2.313)
4.660
- rettifiche da deterioramento
- utili/perdite da realizzo
c) altre variazioni
30. Attività materiali
40. Attività immateriali
50. Copertura di investimenti esteri:
a) variazioni di fair value
b) rigiro a conto economico
c) altre variazioni
60. Copertura dei flussi finanziari:
a) variazioni di fair value
b) rigiro a conto economico
c) altre variazioni
70. Differenze di cambio:
a) variazioni di valore
b) rigiro a conto economico
c) altre variazioni
80. Attività non correnti in via di dismissione:
a) variazioni di fair value
b) rigiro a conto economico
c) altre variazioni
90. Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti
100. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto:
a) variazioni di fair value
b) rigiro a conto economico
- rettifiche da deterioramento
- utili/perdite da realizzo
c) altre variazioni
110. Totale altre componenti reddituali
120. Redditività complessiva (Voce 10+110)
6.286
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160
PARTE E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di
copertura
SEZIONE 1 – RISCHIO DI CREDITO
INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA
1. Aspetti generali
Le strategie e le politiche creditizie della Banca sono essenzialmente legate alle sue specificità - “mutualità” e “localismo” - definite per
legge e dallo statuto sociale e caratterizzate da una moderata propensione al rischio di credito che trova espressione:
nella prudente selezione delle singole controparti, attraverso una completa e accurata analisi della capacità delle stesse di
onorare gli impegni contrattualmente assunti, finalizzata a contenere l’esposizione al rischio di credito;
nella diversificazione del rischio di credito, individuando nei crediti di importo limitato il naturale bacino operativo della Banca,
nonché circoscrivendo la concentrazione delle esposizioni su gruppi di clienti connessi o su singoli rami di attività economica;
nel controllo andamentale delle singole posizioni effettuato sia con procedura informatica, sia con un’attività di monitoraggio
sistematica sui rapporti che presentano anomalie e/o irregolarità.
La politica commerciale che contraddistingue l’attività creditizia della Banca è, quindi, orientata al sostegno finanziario dell’economia locale
e si caratterizza per un’elevata propensione ad intrattenere rapporti di natura fiduciaria e personale con tutti gli operatori (famiglie, micro
e piccole imprese, artigiani) del proprio territorio di riferimento, verso i quali è erogata la quasi totalità degli impieghi, nonché per una
particolare vocazione operativa a favore dei clienti-soci.
Peraltro, non meno rilevante è la funzione etica svolta dalla Banca a favore di determinate categorie di operatori economici (ad esempio,
giovani), anche tramite l’applicazione di condizioni economiche più vantaggiose.
In tale contesto, i settori delle famiglie, delle micro e piccole imprese e degli artigiani rappresentano i segmenti di clientela
tradizionalmente di elevato interesse per la Banca.
L’importante quota degli impieghi rappresentata dai mutui residenziali, offerti secondo diverse tipologie di prodotti, testimonia
l’attenzione particolare della Banca nei confronti del comparto delle famiglie.
Il segmento delle micro e piccole imprese e quello degli artigiani rappresenta un altro settore di particolare importanza per la Banca. Nel
corso dell’anno è continuata l’attività di sviluppo nei confronti di tali operatori economici con una serie di iniziative volte ad attenuare le
difficoltà riconducibili alla più generale crisi economica internazionale.
Sono state, inoltre, ulteriormente valorizzate le varie convenzioni con i diversi Confidi operanti sul territorio.
Sotto il profilo merceologico, la concessione del credito è prevalentemente indirizzata verso i rami di attività economica rappresentati
dall’edilizia, servizi commerciali ed altri servizi destinabili alla vendita.
La Banca è altresì uno dei partner finanziari di riferimento degli enti territoriali, nonché di altri enti locali e di strutture alle stesse
riconducibili. L’attività creditizia verso tali enti si sostanzia nell’offerta di forme particolari di finanziamento finalizzate alla realizzazione di
specifici progetti oppure al soddisfacimento di fabbisogni finanziari di breve periodo.
Oltre all’attività creditizia tradizionale, la Banca è esposta ai rischi di posizione e di controparte con riferimento all’operatività in titoli.
L’operatività in titoli comporta una limitata esposizione della Banca al rischio di posizione specifico in quanto gli investimenti in strumenti
finanziari sono orientati verso emittenti (governi centrali, intermediari finanziari e imprese non finanziarie) di elevato standing creditizio.
2. Politiche di gestione del rischio di credito
2.1 Aspetti organizzativi
Il rischio di credito continua a rappresentare la componente preponderante dei rischi complessivi cui è esposta la Banca, considerato che
gli impieghi creditizi costituiscono circa il 58,47% dell’attivo patrimoniale.
Alla luce di tale circostanza e in ossequio alle disposizioni previste nel Titolo IV, capitolo 11 delle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia in
materia di controlli interni, la Banca si è dotata di una struttura organizzativa funzionale al raggiungimento di un efficiente ed efficace
processo di gestione e controllo del rischio di credito.
Il processo organizzativo di gestione e controllo del credito è ispirato al principio di separatezza tra le attività proprie della fase istruttoria e
quelle operative (fatte salve le autonomie attribuite alle filiali, per importi comunque contenuti), nonché tra le attività di gestione e le
attività di controllo. Tale segregazione è stata attuata attraverso la costituzione di strutture organizzative separate.
L’intero processo di gestione e controllo del credito è disciplinato da un Regolamento Interno e dalle correlate disposizioni attuative che in
www.crediumbria.it
161
particolare:
individua le deleghe ed i poteri di firma in materia di erogazione del credito;
definisce i criteri per la valutazione del merito creditizio;
definisce le metodologie per il rinnovo degli affidamenti;
definisce le metodologie di controllo andamentale e di misurazione del rischio di credito, nonché le tipologie di interventi da
adottare in caso di rilevazione di anomalie.
In tale ambito, nel corso del 2012, con riferimento alle operazioni con soggetti collegati, la Banca si è dotata di apposite Procedure
deliberative volte a presidiare il rischio che la vicinanza di taluni soggetti ai centri decisionali della stessa possa compromettere
l’imparzialità e l’oggettività delle decisioni relative alla concessione, tra l’altro, di finanziamenti. In tale prospettiva, la Banca si è dotata
anche di strumenti ricognitivi e di una procedura informatica volti a supportare il corretto e completo censimento dei soggetti collegati. Tali
riferimenti sono stati integrati, attraverso l’adozione di specifiche politiche, con assetti organizzativi e controlli interni volti a definire i ruoli
e le responsabilità degli organi e delle funzioni aziendali in tema di prevenzione e gestione dei conflitti d’interesse, ad assicurare l’accurato
censimento dei soggetti collegati, a monitorare l’andamento delle relative esposizioni ed il costante rispetto dei limiti definiti, ad assicurare
la tempestiva e corretta attivazione delle procedure deliberative disciplinate. La banca ha altresì definito livelli di propensione al rischio e
soglie di tolleranza coerenti con il proprio profilo strategico e le caratteristiche organizzative.
Nel corso del 2012, è stato rivisitato il regolamento del credito, mentre le relative disposizioni attuative saranno oggetto di una completa
rivisitazione nel corso 2013.
Attualmente la Banca è strutturata in 13 agenzie di rete, ognuna diretta e controllata da un responsabile.
Il Servizio Crediti, all’interno dell’Area Affari, è l’organismo centrale delegato alla fase di concessione e revisione al quale è stata attribuita
la responsabilità di garantire la correttezza dell’attività di erogazione. Solo per posizioni di importo contenuto, espressamente previste dal
Consiglio di Amministrazione nell’ambito del sistema di deleghe, l’attività di istruttoria e delibera sono di competenza della rete sportelli. In
tali casistiche il Servizio Crediti assicura la conformità del lavoro svolto e, quindi, la corretta erogazione dei finanziamenti.
Al fine di garantire la separatezza tra le funzioni di gestione e quelle di controllo, l’attività di monitoraggio e gestione del contenzioso delle
posizioni, nonché il coordinamento e la verifica del monitoraggio delle posizioni svolto dai preposti di filiale, è stata attribuita al Servizio
Controllo andamentale, legale e contenzioso in staff alla Direzione Generale.
L’Ufficio Risk controlling & controllo di gestione, in staff alla Direzione Generale, svolge l’attività di controllo sulla gestione dei rischi,
attraverso un’articolazione dei compiti derivanti dalle tre principali responsabilità declinate nelle citate Istruzioni di Vigilanza della Banca
d’Italia (concorrere alla definizione delle metodologie di misurazione dei rischi; verificare il rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni
operative; e controllare la coerenza dell’operatività delle singole aree produttive con gli obiettivi di rischio/rendimento assegnati).
2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo
A supporto delle attività di governo del processo del credito, la Banca ha attivato procedure specifiche per le fasi di istruttoria/delibera, di
rinnovo delle linee di credito e di monitoraggio del rischio di credito. In tutte le citate fasi la Banca utilizza metodologie quali-quantitative di
valutazione del merito creditizio della controparte, supportate da procedure informatiche sottoposte a periodica verifica e manutenzione.
I momenti di istruttoria, delibera e di revisione delle linee di credito sono regolamentati da un iter deliberativo in cui intervengono le
diverse unità operative competenti, appartenenti sia alle strutture centrali che a quelle di rete, in coerenza con i livelli di deleghe previsti.
Tali fasi sono supportate, anche al fine di utilizzare i dati rivenienti da banche dati esterne, dalla procedura PEFWeb che consente la verifica
(da parte di tutte le funzioni preposte alla gestione del credito) dello stato di ogni posizione già affidata o in fase di affidamento, nonché di
ricostruire il processo che ha condotto alla definizione del merito creditizio dell’affidato (attraverso la rilevazione e l’archiviazione del
percorso deliberativo e delle tipologie di analisi effettuate).
In sede di istruttoria, per le richieste di affidamenti di rilevante entità, la valutazione, anche prospettica, si struttura su più livelli e si basa
prevalentemente su dati quantitativi e oggettivi, oltre che - come abitualmente avviene - sulla conoscenza personale e
sull’approfondimento della specifica situazione economico-patrimoniale della controparte e dei suoi garanti. Analogamente, per dare
snellezza alle procedure, sono stati previsti tre livelli di revisione con grado crescente di complessità in correlazione all’importo della
posizione affidata ed alla regolarità di andamento della stessa.
La definizione delle metodologie per il controllo andamentale del rischio di credito ha come obiettivo l’attivazione di una sistematica
attività di controllo delle posizioni affidate da parte dell’Ufficio Controllo Andamentale, legale e contenzioso , in stretta collaborazione con
la struttura commerciale (Filiali, Area Affari, Direzione).
In particolare, le risorse dedicate alla fase di controllo andamentale hanno a disposizione una molteplicità di elementi informativi che
permettono di verificare le movimentazioni dalle quali emergono situazioni di tensione o di immobilizzo dei conti affidati.
La procedura informatica SARWeb, adottata dalla Banca, consente di estrapolare periodicamente tutti i rapporti che possono presentare
sintomi di anomalia andamentale. Il costante monitoraggio delle segnalazioni fornite dalla procedura consente, quindi, di intervenire
tempestivamente all’insorgere di posizioni anomale e di prendere gli opportuni provvedimenti nei casi di crediti problematici.
Le valutazioni periodiche del comparto crediti sono confrontate con i benchmark, le statistiche e le rilevazioni prodotti dalla competente
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struttura della Federazione Toscana delle Banca di Credito Cooperativo.
Il controllo delle attività svolte dall’Area Affari e dall’Area Commerciale è assicurato dall’Area Controlli e dall’ufficio Risk controlling &
Controllo di gestione in staff alla Direzione Generale.
Si conferma l’adesione della Banca al progetto nazionale del Credito Cooperativo per la definizione di un sistema gestionale di
classificazione “ordinale” del merito creditizio delle imprese (Sistema CRC). Coerentemente con le specificità operative e di governance del
processo del credito delle BCC-CR, il Sistema CRC è stato disegnato nell’ottica di realizzare un’adeguata integrazione tra le informazioni
quantitative (Bilancio; Centrale dei Rischi; Andamento Rapporto e Settore merceologico) e quelle qualitative accumulate in virtù del
peculiare rapporto di clientela e del radicamento sul territorio. Tale Sistema, quindi, consente di attribuire una classe di merito all’impresa
cliente, tra le undici previste dalla scala maestra di valutazione, mediante il calcolo di un punteggio sintetico (scoring) sulla base di
informazioni (quantitative e qualitative) e valutazioni (oggettive e soggettive) di natura diversa. Pertanto, risponde all’esigenza di conferire
maggiore efficacia ed efficienza al processo di gestione del credito, soprattutto attraverso una più oggettiva selezione della clientela e un
più strutturato processo di monitoraggio delle posizioni.
Per il calcolo dello scoring dell’impresa, come già detto, oltre ai dati quantitativi, il Sistema CRC prevede l’utilizzo da parte dell’analista di un
questionario qualitativo standardizzato, strutturato in quattro profili di analisi dell’impresa (governance, rischi, posizionamento strategico e
gestionale). Il processo di sintesi delle informazioni qualitative elementari è essenzialmente di tipo judgmental. A tale riguardo prosegue,
quindi, l’impegno a favore di un corretto inserimento del CRC nel processo del credito e nelle attività di controllo, anche attraverso l’attività
di formazione e di addestramento del personale della Banca.
Nel contempo, sempre a livello di Categoria, sono state ultimate le attività di analisi finalizzate a specializzare il Sistema CRC per la
valutazione di particolari tipologie controparti.
Il modulo imprese ha visto l’inserimento di specifici sotto moduli per le piccole e micro imprese.
In particolare, sono stati creati tre sotto-moduli:
1 Ditte individuali;
2 Imprese Agricole;
3 Contribuenti minimi.
I moduli si caratterizzano per quanto riguarda l’area bilancio dall’inserimento di dati acquisibili dalle dichiarazioni fiscali del cliente, e dalla
presenza di un questionario ASQ semplificato.
Per quanto riguarda le imprese si è introdotto un modulo per la valutazione delle cooperative sociali. Il nuovo modulo si caratterizza per un
nuovo questionario ad hoc ed una minor ponderazione dell’area bilancio a favore del questionario di analisi strategico qualitativa.
Continuano le attività di sperimentazione del modulo opzionale per la valutazione delle eventuali garanzie prestate al fine di valutare
l’operazione nel suo complesso.
Ai fini della determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito la Banca adotta la metodologia standardizzata e, in
tale ambito, ha deciso di utilizzare le valutazioni del merito creditizio rilasciate dall’agenzia esterna ECAI “Moody’s”, autorizzata dalla Banca
d’Italia, per la determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni ricomprese nei seguenti portafogli:
•
“Amministrazioni centrali e banche centrali” e, indirettamente, “Intermediari vigilati”, “Enti del settore pubblico” e “Enti
territoriali”;
•
“Esposizioni verso Imprese e altri soggetti”,
•
“Esposizioni verso Organizzazioni Internazionali”,
•
“Esposizioni verso Banche Multilaterali di Sviluppo”
•
“Esposizioni verso Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio”,
•
”Posizioni verso le cartolarizzazioni”
Il declassamento dell’Italia da parte dell’agenzia Moody’s nel luglio 2012, ha portato il giudizio sul debito italiano da A3 con
prospettive negative a Baa2 con prospettive negative. Il downgrading applicato dall'Agenzia, rispetto al mapping della Banca
d'Italia, ha determinato per i rating a lungo termine il passaggio alla classe di merito di credito inferiore, la 3. Conseguentemente,
nell’ambito della metodologia standardizzata, applicata dalla Banca per la determinazione del requisito patrimoniale minimo per il
rischio di credito, ha comportato l’innalzamento dal 50 al 100% del fattore di ponderazione applicato alle esposizioni non a breve
termine verso o garantite da intermediari vigilati italiani e alle esposizioni verso o garantite da enti del settore pubblico diverse da
quelle con durata originaria inferiore ai 3 mesi.
Con riferimento al processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) la Banca utilizza l’algoritmo semplificato cd.
Granularity Adjustment (Cfr. allegato B, Titolo III, Capitolo 1 Circ. 263/06) per la quantificazione del capitale interno a fronte del rischio di
concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi.
Inoltre, la Banca esegue periodicamente prove di stress con riferimento ai rischi di credito e di concentrazione citati attraverso analisi di
sensibilità che si estrinsecano nel valutare gli effetti sugli stessi rischi di eventi specifici.
Con riferimento all’operatività sui mercati mobiliari, sono attive presso il Servizio Finanza della Banca momenti di valutazione e controllo
sia in fase di acquisto degli strumenti finanziari, sia in momenti successivi nei quali periodicamente viene analizzata la composizione del
comparto per asset class/portafoglio Ias/Ifrs, identificato e determinato il livello di rischio specifico oppure di controparte, nonché
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verificato il rispetto dei limiti e delle deleghe assegnate.
2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito
Conformemente agli obiettivi ed alle politiche creditizie definite dal Consiglio di Amministrazione, le tecniche di mitigazione del rischio di
credito utilizzate dalla Banca si sostanziano nell’acquisizione di differenti fattispecie di protezione del credito di tipo reale e personale.
Tali forme di garanzia sono, ovviamente, richieste in funzione dei risultati della valutazione del merito di credito della clientela e della
tipologia di affidamento domandata dalla stessa.
A dicembre 2012 circa il 79,41% delle esposizioni verso la clientela risultava assistito da forme di protezione del credito.
Anche nel corso del 2012 sono state condotte specifiche attività finalizzate alla verifica dei requisiti di ammissibilità stabiliti dalla normativa
prudenziale in materia di Credit Risk Mitigation (CRM) e all’eventuale adeguamento delle forme di garanzia adottate.
Con riferimento all’attività sui mercati mobiliari, considerato che la composizione del portafoglio è orientata verso primari emittenti con
elevato merito creditizio, non sono richieste al momento particolari forme di mitigazione del rischio di credito.
La principale concentrazione di garanzie reali (principalmente ipotecarie) è legata a finanziamenti a clientela retail (a medio e lungo
termine). Tuttavia, allo stato attuale, la Banca non valuta e gestisce il rischio di concentrazione con riferimento alle garanzie.
Garanzie reali
Per quanto concerne le forme di garanzia reale, la Banca accetta diversi strumenti a protezione del credito costituiti dalle seguenti
categorie:
Garanzie ipotecarie
-
ipoteca su immobili residenziali;
ipoteca su immobili non residenziali;
Garanzie finanziarie
pegno di denaro depositato presso la Banca;
pegno di depositi a risparmio
pegno di certificati di deposito della Banca
pegno di titoli di debito di propria emissione o emessi da soggetti sovrani;
La Banca non ricorre a forme di protezione del rischio di credito e di controparte costituite da accordi di compensazione.
Tutte le tipologie di garanzia acquisibili dalla Banca sono inserite nel processo strutturato di gestione delle garanzie reali condividendone
quindi tutte le fasi in cui è composto.
Con riferimento all’acquisizione, valutazione e gestione delle principali forme di garanzia reale, la Banca ha definito specifiche politiche e
procedure, anche al fine di assicurare il soddisfacimento dei requisiti previsti dalla normativa per il loro riconoscimento ai fini prudenziali al
momento della costituzione della protezione e per tutta la durata della stessa.
In particolare:
sono predisposte politiche e procedure documentate con riferimento alle tipologie di strumenti di CRM utilizzati a fini
prudenziali, al loro importo, all’interazione con la gestione del profilo di rischio complessivo;
sono adottate tecniche e procedure volte al realizzo tempestivo delle attività poste a protezione del credito;
sono affidati a strutture centralizzate i compiti di controllo sui profili di certezza giuridica;
sono sviluppati e posti in uso standard della contrattualistica utilizzata;
le diverse tipologie di garanzie accettate e le connesse politiche creditizie sono chiaramente documentate e divulgate.
E’ inoltre assicurata la presenza di un sistema informativo a supporto delle fasi del ciclo di vita della garanzia (acquisizione, valutazione,
gestione, rivalutazione, realizzo).
Le misure di controllo cui è soggetta la concessione del credito con acquisizione di garanzie reali sono differenziate per tipologia di
garanzia.
Relativamente alle garanzie ipotecarie su immobili, le politiche e le procedure aziendali assicurano che siano sempre acquisite e gestite con
modalità atte a garantirne l’opponibilità in tutte le giurisdizioni pertinenti e l’escutibilità in tempi ragionevoli.
In tale ambito, la Banca ha definito specifiche politiche e procedure interne con riguardo:
alla non dipendenza del valore dell’immobile in misura rilevante dal merito di credito del debitore;
alla indipendenza del soggetto incaricato dell’esecuzione della stima dell’immobile;
alla presenza di un’assicurazione contro il rischio danni sul bene oggetto di garanzia. In particolare, la banca si è dotata in tale
ambito di tecniche e procedure che assicurino l’efficacia ed il buon esito del vincolo posto ex art. 2742 c.c. sulle somme dovute
dall’assicuratore, anche attivando, se del caso, le iniziative, previste dalla medesima norma volte a consentire il pieno
soddisfacimento delle proprie ragioni creditorie;
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-
alla messa in opera di un’adeguata sorveglianza sul valore dell’immobile, al fine di verificare la sussistenza nel tempo dei requisiti
che permettono di beneficiare di un minor assorbimento patrimoniale sulle esposizioni garantite;
al rispetto del rapporto massimo tra fido richiesto e valore della garanzia (loan-to-value): sia per gli immobili residenziali che per
quelli commerciali.
alla destinazione d’uso dell’immobile e alla capacità di rimborso del debitore.
Il processo di sorveglianza sul valore dell’immobile oggetto di garanzia è svolto attraverso l’utilizzo di metodi statistici. Al riguardo, l’attività
di valutazione è effettuata:
almeno ogni 3 anni per gli immobili residenziali;
annualmente per gli immobili di natura non residenziale.
Per le esposizioni rilevanti (ossia di importo superiore a 3 milioni di euro o al 5 per cento del Patrimonio di Vigilanza della Banca) la
valutazione è in ogni caso rivista da un perito indipendente almeno ogni 3 anni.
La Banca aderisce alle Linee Guida ABI sulla valutazione degli immobili in garanzia delle esposizioni creditizie, le quali sono finalizzate a
definire una prassi in grado di agevolare gli intermediari nell’applicazione dei criteri generali di valutazione e di sorveglianza sugli immobili
a garanzia di esposizioni creditizie. Mirano, inoltre, ad introdurre criteri di riferimento omogenei in materia, con riferimento specifico agli
indicatori di superficie o di volume; alle metodologie di valutazione adottate (per capitalizzazione del reddito, per stima comparativa, ecc.),
al livello di professionalità dei periti incaricati della valutazione.
Con riguardo alle garanzie reali finanziarie la Banca, sulla base delle politiche e processi per la gestione dei rischio di credito e dei limiti e
deleghe operative definite, indirizza l’acquisizione delle stesse esclusivamente a quelle aventi ad oggetto attività finanziarie delle quali
l’azienda è in grado di calcolare il fair value con cadenza almeno semestrale (ovvero ogni qualvolta esistano elementi che presuppongano
che si sia verificata una diminuzione significativa del fair value stesso).
La Banca ha, inoltre, posto in essere specifici presidi e procedure atte a garantire i seguenti aspetti rilevanti per l’ammissibilità a fini
prudenziali delle garanzie in argomento:
assenza di una rilevante correlazione positiva tra il valore della garanzia finanziaria e il merito creditizio del debitore;
specifici presidi a garanzia della separatezza esterna (tra patrimonio del depositario e bene oggetto di garanzia) e della
separatezza interna (tra i beni appartenenti a soggetti diversi e depositati presso i terzi); qualora l’attività oggetto di garanzia sia
detenuta presso terzi;
durata residua della garanzia non inferiore a quella dell’esposizione.
Nei casi in cui il valore del bene in garanzia sia soggetto a rischi di mercato o di cambio, la Banca utilizza il concetto di scarto di garanzia,
misura espressa in percentuale sul valore della garanzia offerta, determinata in funzione della volatilità del valore del titolo. In fase di
delibera viene considerata come garantita la sola parte del finanziamento coperta dal valore del bene al netto dello scarto.
La sorveglianza delle garanzie reali finanziarie, nel caso di pegno su titoli, avviene attraverso il monitoraggio del rating dell’emittente e la
valutazione del fair value dello strumento finanziario a garanzia. Viene richiesto l’adeguamento delle garanzie per le quali il valore di
mercato risulta inferiore al valore di delibera al netto dello scarto.
Garanzie personali
Con riferimento alle garanzie personali, le principali tipologie di garanti sono rappresentate da imprenditori e partner societari correlati al
debitore nonché, nel caso di finanziamenti concessi a favore di imprese individuali e/o persone fisiche, anche da congiunti del debitore
stesso. Meno frequentemente il rischio di insolvenza è coperto da garanzie personali fornite da altre società (generalmente società
appartenenti allo stesso gruppo economico del debitore), oppure prestate da istituzioni finanziarie e compagnie assicurative.
Nel caso di finanziamenti a soggetti appartenenti a determinate categorie economiche (artigiani, commercianti, etc.) la Banca acquisisce
specifiche garanzie (sussidiarie o a prima richiesta) prestate da parte dei consorzi fidi di appartenenza.
Le suddette forme di garanzia, nella generalità dei casi, non consentono un’attenuazione del rischio di credito in quanto prestate da
soggetti “non ammessi” ai fini della nuova normativa prudenziale. Costituiscono un’eccezione le garanzie personali prestate da consorzi fidi
iscritti nell’elenco speciale ex art. 107 TUB e da enti del settore pubblico/territoriali.
Nel caso in cui una proposta di finanziamento preveda garanzie personali di terzi l’istruttoria si estende anche a questi ultimi. In particolare,
in relazione alla tipologia di fido garantito ed all’importo, si sottopone a verifica e analisi:
•
la situazione patrimoniale e reddituale del garante, anche tramite la consultazione delle apposite banche dati;
•
l’esposizione verso il sistema bancario;
•
le informazioni presenti nel sistema informativo della banca;
•
l’eventuale appartenenza ad un gruppo e la relativa esposizione complessiva.
Se il garante è rappresentato da una società, e comunque quando ritenuto necessario in considerazione del rischio e dell’importo del
finanziamento, oltre al riscontro delle informazioni prodotte dalle rete nell’apposito modulo riservato al garante, si procede allo sviluppo
del merito creditizio del soggetto garante, con le stesse modalità previste per il richiedente.
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2.4 Attività finanziarie deteriorate
La Banca è organizzata con strutture e procedure informatiche per la gestione, la classificazione e il controllo dei crediti.
Coerentemente con quanto dettato dai principi contabili IAS/IFRS, ad ogni data di bilancio viene verificata la presenza di elementi oggettivi
di perdita di valore (impairment) su ogni strumento finanziario ovvero gruppo di strumenti finanziari.
Le posizioni che presentano un andamento anomalo sono classificate in differenti categorie di rischio. Sono classificate tra le sofferenze le
esposizioni nei confronti di soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili; tra le partite incagliate le posizioni in
una situazione di temporanea difficoltà che si prevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo; come crediti ristrutturati le
posizioni per le quali la banca acconsente, a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie del debitore, ad una modifica
delle condizioni contrattuali originarie; in seguito alla modifica delle disposizioni di vigilanza prudenziale, sono state incluse tra le
1
esposizioni deteriorate anche le posizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 (past due) . Questa modifica ha comportato l’introduzione di
una nuova categoria contabile nella quale vengono classificate le posizioni con tali caratteristiche e l’inclusione dello sconfinamento
continuativo tra gli elementi da considerare ai fini del monitoraggio e della rilevazione dei crediti problematici per favorire la sistemazione
dell’anomalia anteriormente al raggiungimento dei giorni di sconfinamento previsti per la classificazione del nuovo stato.
A riguardo, si evidenzia come a partire dal 1° gennaio 2012 sia terminato il periodo di deroga concesso alle banche italiane per la
segnalazione come past due degli sconfinamenti continuativi delle posizioni classificate in determinati portafogli regolamentari dopo 180
giorni anziché 90; la Banca ne ha attentamente valutato i riflessi sulla determinazione dei requisiti patrimoniali e sulle relazioni con la
clientela, e posto in essere le opportune iniziative operative e di mitigazione.
La responsabilità e la gestione complessiva dei crediti deteriorati, è affidata all’Ufficio Controllo Andamentale, Legale e Contenzioso in staff
alla Direzione Generale. Detta attività si estrinseca principalmente nel:
monitoraggio delle citate posizioni in supporto alle agenzie di rete alle quali competono i controlli di primo livello;
concordare con il gestore della relazione gli interventi volti a ripristinare la regolarità andamentale o il rientro delle esposizioni
oppure piani di ristrutturazione;
determinare le previsioni di perdite sulle posizioni;
proporre agli organi superiori competenti il passaggio a “sofferenza” di quelle posizioni che a causa di sopraggiunte difficoltà non
lasciano prevedere alcuna possibilità di normalizzazione
La metodologia di valutazione delle posizioni segue un approccio analitico commisurato all’intensità degli approfondimenti ed alle
risultanze che emergono dal continuo processo di monitoraggio.
La attività di recupero relative alle posizioni classificate a sofferenza sono gestite dall’Ufficio all’Ufficio Controllo Andamentale, Legale e
Contenzioso, in staff alla Direzione Generale.
Anche in questo caso la metodologia di valutazione delle posizioni segue un approccio analitico.
1
Relativamente a tale ultima categoria di esposizioni, secondo quanto previsto dalla Circolare n. 272/08 della Banca d’Italia, per le banche che applicano la metodologia
standardizzata per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito si considerano esclusivamente le esposizioni classificate nel portafoglio “esposizioni scadute”
così come definito dalla Circolare n. 263/06 della Banca d’Italia.
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Informazioni di natura quantitativa
A. QUALITA' DEL CREDITO
A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e in bonis: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale.
A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)
Portafogli/qualità
Sofferenze
Esposizioni
ristrutturate
Incagli
Esposizioni
scadute
Altre attività
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
2. Attività finanziarie disponibili per la vendita
Totale
12
12
150.284
150.284
3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
4. Crediti verso banche
42.614
42.614
22.296
18.350
1.528
14.960
266.120
323.254
Totale al 31.12.2012
22.296
18.350
1.528
14.960
459.030
516.164
Totale al 31.12.2011
18.474
18.923
1.640
15.640
383.388
438.066
5. Crediti verso clientela
6. Attività finanziarie valutate al fair value
7. Attività finanziarie in corso di dismissione
8. Derivati di copertura
A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)
Attività deteriorate
Portafogli/qualità
Esposizione
lorda
Rettifiche
specifiche
In bonis
Totale
Rettifiche
Esposizione Esposizione
Esposizione (esposizione
di
netta)
netta
lorda
netta
portafoglio
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
X
2. Attività finanziarie disponibili per la vendita
X
150.284
12
12
150.284
150.284
3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
4. Crediti verso banche
42.614
5. Crediti verso clientela
77.870
20.736
57.134
6. Attività finanziarie valutate al fair value
267.182
1.062
X
X
X
X
42.614
42.614
266.120
323.254
7. Attività finanziarie in corso di dismissione
8. Derivati di copertura
Totale al 31.12.2012
77.870
20.736
57.134
460.080
1.062
459.030
516.164
Totale al 31.12.2011
72.028
17.351
54.677
384.354
965
383.389
438.066
A.1.2.1 Dettaglio del portafoglio crediti verso la clientela delle esposizioni in bonis oggetto di rinegoziazione nell'ambito di accordi collettivi e delle altre
esposizioni
A. esposizioni in bonis oggetto di rinegoziazione nell'ambito di accordi collettivi (1)
Tipologie esposizioni\valori
Esposizioni lorde
Rettifiche di portafoglio
Esposizioni nette
Esposizioni
non scadute
Esposizioni scadute
sino a 3 mesi
da oltre 3 mesi
a 6 mesi
da oltre 6 mesi
a 1 anno
oltre 1 anno
B. Altre esposizioni in bonis
Esposizioni
non scadute
Esposizioni
scadute
sino a 90
giorni
totale crediti
verso la
clientela in
bonis
3.164
762
307
358
228.556
34.034
11
3
1
1
778
267
267.181
1.061
3.153
759
306
357
227.778
33.767
266.120
Non vengono illustrate le esposizioni creditizie degli altri portafogli, diversi dai crediti verso clientela, in quanto non oggetto di rinegoziazione.
(1) Nella presente tabella sono indicati solo accordi collettivi o previsioni legislative che prevedono la sospensione delle rate (quota capitale e/o quota
interessi), quali:
- avviso comune per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese;
- accordo per la sospensione del rimborso dei mutui stipulato fra ABI e associazione dei consumatori stipulato il 18/12/2009 nell'ambito del "Piano famiglia".
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A.1.3 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti
Tipologie esposizioni/valori
Rettifiche di valore
specifiche
Esposizione lorda
Rettifiche di valore
di portafoglio
Esposizione netta
A. ESPOSIZIONI PER CASSA
a) Sofferenze
X
b) Incagli
X
c) Esposizioni ristrutturate
X
d) Esposizioni scadute
X
e) Altre attività
51.762
TOTALE A
X
51.762
51.762
51.762
B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO
a) Deteriorate
X
b) Altre
12.345
X
12.345
TOTALE B
12.345
12.345
TOTALE A + B
64.107
64.107
A.1.4 Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde
Alla data di riferimento del Bilancio, la Banca non detiene crediti verso banche deteriorati.
A.1.5 Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle rettifiche di valore complessive
In relazione alla categoria dei crediti verso banche, non è emersa la necessità di rilevare svalutazione alcuna.
A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti
Tipologie esposizioni/valori
Esposizione lorda
Rettifiche di valore
specifiche
Rettifiche di valore
di portafoglio
Esposizione netta
A. ESPOSIZIONI PER CASSA
a) Sofferenze
38.692
16.396
X
22.296
b) Incagli
21.791
3.441
X
18.350
1.593
65
X
1.528
15.794
834
X
14.960
c) Esposizioni ristrutturate
d) Esposizioni scadute
e) Altre attività
408.318
TOTALE A
X
486.188
20.736
1.062
407.256
1.062
464.390
B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO
a) Deteriorate
560
b) Altre
17.768
TOTALE B
X
560
X
17.768
18.327
18.327
Le esposizioni creditizie per cassa comprendono tutte le attività finanziarie per cassa, qualunque sia il portafoglio di allocazione contabile (negoziazione,
disponibile per la vendita, detenuto sino a scadenza, crediti, attività valutate al fair value, attività in via di dismissione), ad eccezione dei titoli di capitale e
delle quote di O.I.C.R..
Le esposizioni "fuori bilancio" includono tutte le operazioni finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, derivati ecc.) che comportano
l'assunzione di un rischio creditizio, qualunque sia la finalità di tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc).
A.1.7 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde
Causali/Categorie
Sofferenze
A. Esposizione lorda iniziale
Esposizioni
ristrutturate
Incagli
31.931
21.857
1.823
Esposizioni
scadute
16.417
- di cui: esposizioni cedute non cancellate
B. Variazioni in aumento
13.014
32.397
33.567
B.1 ingressi da esposizioni creditizie in bonis
5.743
4.190
20.883
B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate
6.404
10.407
1.223
867
17.800
11.461
6.254
32.463
B.3 altre variazioni in aumento
C. Variazioni in diminuzione
C.1 uscite verso esposizioni creditizie in bonis
230
9.696
C.2 cancellazioni
1.585
C.3 incassi
3.819
C.4 realizzi per cessioni
16.188
34.190
17.809
230
4.926
55
C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate
6.579
C.6 altre variazioni in diminuzione
11.455
795
D. Esposizione lorda finale
38.692
21.791
- di cui: esposizioni cedute non cancellate
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1.593
15.794
Al punto B.3 - Altre variazioni in aumento - sono compresi 859 mila euro riguardanti incrementi di posizioni già a sofferenza prima del 01/01/2012, 8 mila
euro riguardanti incassi di posizioni già passate a perdita a compensazione del punto C.3 - Incassi.
Al punto C.6 Altre variazioni in diminuzione - sono compresi 680 mila euro riferiti alla consistenza dei crediti per interessi di mora su sofferenze che, a
decorrere dall'esercizio 2012, non trovano più allocazione nei conti di bilancio, al pari del Fondo Svalutazione per interessi di mora su sofferenze.
A.1.8 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive
Causali/Categorie
Sofferenze
A. Rettifiche complessive iniziali
Esposizioni
ristrutturate
Incagli
Esposizioni
scadute
13.457
2.934
183
777
B. Variazioni in aumento
6.915
658
20
190
B.1 rettifiche di valore
6.852
658
20
190
150
138
133
138
133
65
834
- di cui: esposizioni cedute non cancellate
B.1.bis perdite da cessione
B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate
B.3 altre variazioni in aumento
63
C. Variazioni in diminuzione
3.977
C.1 riprese di valore da valutazione
1.285
C.2 riprese di valore da incasso
316
C.2.bis utili da cessione
43
C.3 cancellazioni
1.640
C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate
C.5 altre variazioni in diminuzione
D. Rettifiche complessive finali
693
150
16.396
3.441
- di cui: esposizioni cedute non cancellate
Al punto B.3 - Altre variazioni in aumento - sono compresi 8 mila euro riguardanti incassi di posizioni già passate a perdita a compensazione del punto C.2 Riprese di valore da incasso.
Nella sottovoce C.5 - Altre variazoni in diminuzione - sono compresi :
- euro 13 mila relativi ad interessi di mora su sofferenze maturati in precedenti esercizi, incassati nel corso del 2012 ed allocati nella voce 10 - Interessi attivi
e proventi assimilati - del conto economico;
- euro 680 mila riferiti alla consistenza del Fondo Svalutazione per interessi di mora su sofferenze che, a decorrere dall'esercizio 2012, non trovano più
allocazione nei conti di bilancio al pari dei crediti per interessi di mora su sofferenze.
A.2 Classificazione delle esposizioni in base a rating esterni ed interni
A.2.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" per classi di rating esterni
Esposizioni
Classi di rating esterni
Classe 1
Classe 2
A. Esposizioni creditizie per cassa
Classe 3
Classe 4
Classe 5
Classe 6
142.615
Senza rating
Totale
373.537
516.152
B. Derivati
12
12
B.1 Derivati finanziari
12
12
27.904
27.904
2.728
2.728
404.181
546.796
B.2 Derivati creditizi
C. Garanzie rilasciate
D. Impegni a erogare fondi
E. Altre
Totale
142.615
Legenda:
Classe 1: AAA/AA
Classe 2: A+/AClasse 3: BBB+ / BBBClasse 4: BB+ / BBClasse 5: B+ / BClasse 6: Inferiore a B
A.2.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" per classi di rating interni
Nella gestione del rischio di credito non sono utilizzati rating interni, pertanto si omette la compilazione della tabella.
A.3 DISTRIBUZIONE DELLE ESPOSIZIONI GARANTITE PER TIPOLOGIA DI GARANZIA
A.3.1 Esposizioni creditizie verso banche garantite
Alla data di riferimento del Bilancio, la Banca non detiene esposizioni verso banche garantite.
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169
A.3.2 Esposizioni creditizie verso clientela garantite
Garanzie personali (2)
Crediti di firma
Altri derivati
300
323.280
674.118
4.243
300
319.498
665.506
- di cui deteriorate
42.867
58.202
222
62.225
120.649
1.2 parzialmente garantite
11.766
2.846
123
1.861
3.782
8.612
- di cui deteriorate
4.402
1.366
20
28
2.039
3.453
10.786
439
13.396
13.835
2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio"
garantite:
2.1 totalmente garantite
Banche
Altri enti pubblici
Banche
6.104
270
Altri soggetti
393
341.195
Governi e banche
centrali
344.041
248.078
1.1 totalmente garantite
CLN
259.844
1. Esposizioni creditizie per cassa garantite:
Titoli
Totale
(1)+(2)
Ipoteche
Altri soggetti
Altri enti pubblici
Altre garanzie reali
Leasing Finanziario
Derivati su crediti
Governi e banche
centrali
Valore esposizione netta
Garanzie reali (1)
Immobili
10.430
439
13.203
13.642
- di cui deteriorate
525
40
1.410
1.450
2.2 parzialmente garantite
356
193
193
- di cui deteriorate
25
12
12
B. DISTRIBUZIONE E CONCENTRAZIONE DELLE ESPOSIZIONI CREDITIZIE
B.1 Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)
Governi
Esposizioni/Contro
parti
Esposiz.
netta
Rettif
iche
val.
specif
.
Altri enti pubblici
Rettific
he val.
di
portaf.
Esposi
z.
netta
Rettific
he val.
specif.
Società finanziarie
Rettific
he val.
di
portaf.
Esposi
z.
netta
Rettific
he val.
specif.
Società di assicurazione
Rettific
he val.
di
portaf.
Rett
ifich
Esposi
Rettifich
e
z.
e val. di
val.
netta
portaf.
spec
if.
Imprese non finanziarie
Esposiz.
netta
Rettific
he val.
specif.
Rettif
iche
val. di
porta
f.
Altri soggetti
Esposiz.
netta
Rettific
he val.
specif.
Rettific
he val.
di
portaf.
A. Esposizioni per
cassa
A.1 Sofferenze
X
X
47
14
X
X
16.907
12.718
X
5.342
3.664
X
A.2 Incagli
X
X
68
13
X
X
10.784
2.022
X
7.498
1.406
X
A.3 Esposizioni
ristrutturate
A.4 Esposizioni
X
X
X
X
1.528
65
X
X
X
X
X
9.155
511
X
5.604
312
scadute
A.5 Altre
esposizioni
Totale A
142.615
X
1.414
142.615
X
1.414
201
5
3.509
5
3.825
11
X
38
12
17
12
17
X
169.629
X
208.003
15.316
588
X
X
X
X
104
X
B.2 Incagli
X
X
X
X
249
X
B.3 Altre attività
deteriorate
B.4 Altre
X
X
X
X
204
X
X
130
esposizioni
Totale B
Totale (A+B) al
31.12.2012
Totale (A+B) al
X
X
130
16.354
X
16.911
90.072
588 108.516
B. Esposizioni
"fuori
bilancio"
B.1 Sofferenze
X
X
X
5.382
X
457
457
X
X
3
1.284
X
X
1.287
142.615
1.414
5
3.955
38
12
17
224.914
15.316
588 109.803
5.382
457
64.718
852
3
1.363
25
4
17
246.604
12.267
644 109.361
5.058
314
31.12.2011
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170
B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)
Italia
Esposizioni/Aree geografiche
Altri Paesi europei
Rettifiche
valore
compless.
Esposiz.
netta
Esposiz.
netta
America
Rettifiche
valore
compless.
Asia
Rettifiche
valore
compless.
Esposiz.
netta
Esposiz.
netta
Rettifiche
valore
compless.
Resto del mondo
Esposiz.
netta
Rettifiche
valore
compless.
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze
22.296
16.395
A.2 Incagli
18.288
3.429
A.3 Esposizioni ristrutturate
A.4 Esposizioni scadute
1.528
65
14.960
834
1
62
12
A.5 Altre esposizioni
406.601
1.060
363
1
248
1
44
Totale A
463.673
21.783
425
14
248
1
44
B. Esposizioni "fuori bilancio"
B.1 Sofferenze
104
B.2 Incagli
249
B.3 Altre attività deteriorate
207
B.4 Altre esposizioni
17.746
Totale B
18.306
22
22
Totale (A+B) al 31.12.2012
481.979
21.783
447
14
248
1
44
Totale (A+B) al 31.12.2011
421.641
18.302
888
12
325
1
61
B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso banche (valore di bilancio)
Italia
Esposizioni/Aree geografiche
Altri Paesi europei
Rettifiche
valore
compless.
Esposiz.
netta
Esposiz.
netta
America
Rettifiche
valore
compless.
Rettifiche
valore
compless.
Esposiz.
netta
Asia
Esposiz.
netta
Rettifiche
valore
compless.
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze
A.2 Incagli
A.3 Esposizioni ristrutturate
A.4 Esposizioni scadute
A.5 Altre esposizioni
51.754
8
Totale A
51.754
8
B. Esposizioni "fuori bilancio"
B.1 Sofferenze
B.2 Incagli
B.3 Altre attività deteriorate
B.4 Altre esposizioni
12.345
Totale B
12.345
Totale (A+B) al 31.12.2012
64.099
8
Totale (A+B) al 31.12.2011
43.180
23
B.4 Grandi rischi
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
a) Ammontare - Valore di Bilancio
211.760
126.898
b) Ammontare - Valore Ponderato
63.526
62.180
6
7
c) Numero
Al punto a) figura il valore di bilancio di:
- titoli di debito dello Stato italiano per 142.614 mila euro;
- esposizioni verso banche per 53.238 mila euro;
- esposizioni verso clientela per 15.908 mila euro.
Al punto b) figura il valore ponderato, al netto dei margini, di:
- esposizioni verso banche per 53.238 mila euro;
- esposizioni verso clientela per 10.288 mila euro.
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171
Resto del mondo
Esposiz.
netta
Rettifiche
valore
compless.
C. OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE E DI CESSIONE DELLE ATTIVITA'
Informazioni di natura quantitativa
C.1 Operazioni di cartolarizzazione
La Banca non ha in essere, alla data del Bilancio, operazioni di cartolarizzazione; non si procede, pertanto, alla compilazione delle relative tabelle.
C.2 Operazioni di cessione
A. Attività finanziarie cedute e non cancellate integralmente
La presente sezione ha per oggetto le operazioni di cessione; nello specifico la Banca presenta Attività finanziarie cedute attraverso operazioni di pronti
contro termine.
B. Attività finanziarie cedute e cancellate integralmente con rilevazione del continuo coinvolgimento (continuing involvment)
La Banca non ha posto in essere operazioni della specie.
C.2.1 Attività finanziarie cedute non cancellate: valore di bilancio e intero valore
Forme tecniche/Portafoglio
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
A
B
C
Attività finanziarie
valutate al fair value
A
B
C
Attività finanziarie
disponibili per la
vendita
A
B
C
Attività finanziarie
detenute sino alla
scadenza
A
B
C
Crediti verso
banche
A
B
Crediti verso
clientela
C
A
B
Totale
2012
2011
A. Attività per cassa
1.419
C
1.419
1.951
1. Titoli di debito
1.419
1.419
1.951
2. Titoli di capitale
X
X
X
X
X
X
X
X
X
3. O.I.C.R.
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
4. Finanziamenti
B. Strumenti derivati
X
X
X
Totale al 31.12.2012
X
X
X
1.419
1.419
di cui deteriorate
Totale al 31.12.2011
1.951
X
di cui deteriorate
1.951
X
Legenda:
A = attività finanziarie cedute rilevate per intero (valore di bilancio)
B = attività finanziarie cedute rilevate parzialmente (valore di bilancio)
C = attività finanziarie cedute rilevate parzialmente (intero valore)
L’importo indicato nella colonna “Attività finanziarie disponibili per la vendita”, in corrispondenza del punto 1. Titoli di debito, si riferisce al valore di bilancio
dei titoli impegnati in operazioni di pronti contro termine passive con clientela.
C.2.2 Passività finanziarie a fronte di attività finanziarie cedute non cancellate: valore di bilancio
Passività/Portafoglio attività
Attività
finanziarie
detenute
per la
negoziazione
Attività
finanziarie
valutate al
fair value
1. Debiti verso clientela
Attività
finanziarie
disponibili
per la
vendita
Attività
finanziarie
detenute
sino alla
scadenza
Crediti verso Crediti verso
banche
clientela
Totale
1.398
1.398
1.398
1.398
Totale al 31.12.2012
1.398
1.398
Totale al 31.12.2011
2.029
2.029
a) a fronte di attività rilevate per intero
b) a fronte di attività rilevate parzialmente
2. Debiti verso banche
a) a fronte di attività rilevate per intero
b) a fronte di attività rilevate parzialmente
C.2.3 Operazioni di cessione con passività aventi rivalsa esclusivamente sulle attività cedute: fair value
Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene passività della specie, pertanto la presente tabella non viene compilata
C.3 Operazioni di Covered Bond
Alla data di riferimento del bilancio, la banca non ha posto in essere operazioni della specie.
D. Modelli per la misurazione del rischio di credito
La Banca non si avvale di modelli interni per la misurazione dell'esposizione al rischio di credito.
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172
SEZIONE 2 – RISCHI DI MERCATO
2.1 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di vigilanza
Nel corso dell’esercizio 2012, la Banca non ha svolto, attività di negoziazione di strumenti finanziari esposti al rischio di tasso di interesse.
Al termine del 2010, la Banca ha revocato la delega all’Istituto Centrale di Categoria ICCREA Banca spa, per la gestione del portafoglio di
negoziazione, procedendo alla realizzazione dei titoli azionari e corporate compresi nella categoria ed al trasferimento dei titoli di stato alla
categoria AFS
Ciò premesso, la Banca non è stata soggetta al rischio del tasso di interesse relativamente al portafoglio di negoziazione di Vigilanza.
Informazioni di natura quantitativa
1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività
finanziarie per cassa e derivati finanziari (242 EURO)
Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene strumenti finanziari nel portafoglio di negoziazione, pertanto si omette la
compilazione delle tabelle previste nelle diverse valute.
2. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione delle esposizioni in titoli di capitale e indici azionari per i principali Paesi del
mercato di quotazione
Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene strumenti finanziari nel portafoglio di negoziazione, pertanto si omette la
compilazione della tabella.
3. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: modelli interni e altre metodologie di 'analisi della sensitività'
Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene strumenti finanziari nel portafoglio di negoziazione, pertanto si omette la
compilazione del presente punto.
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173
2.2 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo portafoglio bancario
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo
Rischio di tasso di interesse – Portafoglio Bancario
Principali fonti del rischio di tasso di interesse
Le fonti del rischio di tasso di interesse a cui è esposta la Banca sono individuabili principalmente nei processi del credito, della raccolta e
della finanza, essendo il portafoglio bancario costituito prevalentemente da crediti e dalle varie forme di raccolta dalla clientela.
In particolare, il rischio di tasso di interesse da “fair value” trae origine dalle poste a tasso fisso, mentre il rischio di tasso di interesse da
“flussi finanziari” trae origine dalle poste a tasso variabile.
Tuttavia, nell’ambito delle poste a vista sono normalmente ravvisabili comportamenti asimmetrici a seconda che si considerino le voci del
passivo o quelle dell’attivo; mentre le prime, essendo caratterizzate da una maggiore vischiosità, afferiscono principalmente al rischio da
“fair value”, le seconde, più sensibili ai mutamenti del mercato, sono riconducibili al rischio da “flussi finanziari”.
Processi interni di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso
La Banca ha posto in essere opportune misure di attenuazione e controllo finalizzate a evitare la possibilità che vengano assunte posizioni
eccedenti un determinato livello di rischio obiettivo.
Tali misure di attenuazione e controllo trovano codificazione nell’ambito delle normative aziendali volte a disegnare processi di
monitoraggio fondati su limiti di posizione e sistemi di soglie di attenzione in termini di capitale interno al superamento delle quali scatta
l’attivazione di opportune azioni correttive.
A tale proposito sono state definite:
-
politiche e procedure di gestione del rischio di tasso d'interesse coerenti con la natura e la complessità dell'attività svolta
-
metriche di misurazione coerenti con la metodologia di misurazione del rischio adottata dalla Banca, sulla base delle quali è stato
definito un sistema di early-warning che consente la tempestiva individuazione e attivazione delle idonee misure correttive
-
limiti operativi e disposizioni procedurali interne volti al mantenimento dell'esposizione entro livelli coerenti con la politica
gestionale e con la soglia di attenzione prevista dalla normativa prudenziale
Dal punto di vista organizzativo la Banca ha individuato nel servizio Finanza e nell’ufficio Risk Controlling & Controllo di gestione la struttura
deputata a presidiare tale processo di gestione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario.
Il monitoraggio all’esposizione al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario avviene su base trimestrale.
Per quanto concerne la metodologia di misurazione del rischio e di quantificazione del corrispondente capitale interno, il Consiglio di
Amministrazione della Banca con la delibera del 17/09/2008 ha deciso di utilizzare l’algoritmo semplificato descritto nell’Allegato C, Titolo
III, Cap.1 della Circolare n. 263/06 della Banca d’Italia.
Attraverso tale metodologia viene stimata la variazione del valore economico del portafoglio bancario a fronte di una variazione ipotetica
dei tassi di interesse pari a +/- 200 punti base.
L’applicazione della citata metodologia semplificata si basa sui seguenti passaggi logici.
1)
Definizione del portafoglio bancario: costituito dal complesso delle attività e passività non rientranti nel portafoglio di
negoziazione ai fini di vigilanza.
2)
Determinazione delle “valute rilevanti”, le valute cioè il cui peso misurato come quota sul totale attivo oppure sul passivo del
portafoglio bancario risulta superiore al 5%. Ciascuna valuta rilevante definisce un aggregato di posizioni. Le valute il cui peso è
inferiore al 5% sono aggregate fra loro.
3)
Classificazione delle attività e passività in fasce temporali: sono definite 14 fasce temporali. Le attività e passività a tasso fisso
sono classificate in base alla loro vita residua, quelle a tasso variabile sulla base della data di rinegoziazione del tasso di interesse.
Salvo specifiche regole di classificazione previste per alcune attività e passività, le attività e le passività sono inserite nello
scadenziere secondo i criteri previsti nella Circolare 272/08 “Manuale per la compilazione della Matrice dei Conti”. Le posizioni in
sofferenza, incagliate e scadute e/o sconfinanti deteriorate sono ricondotte nelle pertinenti fasce di vita residua sulla base delle
previsioni di recupero dei flussi di cassa. Le esposizioni deteriorate per le quali non si dispone di previsioni di recupero dei flussi di
cassa sono convenzionalmente, allocate nelle differenti fasce temporali sulla base di una ripartizione proporzionale, utilizzando
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174
come base di riparto la distribuzione nelle varie fasce di vita residua (a parità di tipologia di deterioramento) delle previsioni di
recupero effettuate sulle altre posizioni deteriorate.
4)
Ponderazione delle esposizioni nette di ciascuna fascia: in ciascuna fascia le posizioni attive e passive sono compensate,
ottenendo una posizione netta. La posizione netta per fascia è moltiplicata per il corrispondente fattore di ponderazione. I fattori
di ponderazione per fascia sono calcolati come prodotto tra una approssimazione della duration modificata relativa alla fascia e
una variazione ipotetica dei tassi (pari a 200 punti base per tutte le fasce).
5)
Somma delle esposizioni nette ponderate delle diverse fasce: l’esposizione ponderata netta dei singoli aggregati approssima la
variazione di valore attuale delle poste denominate nella valuta dell’aggregato nell’eventualità dello shock di tasso ipotizzato.
6)
Aggregazione nelle diverse valute le esposizioni positive relative alle singole “valute rilevanti” e all’aggregato delle valute non
rilevanti” sono sommate tra loro. Il valore ottenuto rappresenta la variazione di valore economico aziendale a fronte dello
scenario ipotizzato.
Le disposizioni della citata normativa prudenziale che disciplinano il processo di auto-valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP –
Internal Capital Adequacy Assessment Process) statuiscono che nel caso in cui si determini una riduzione del valore economico della banca
superiore al 20% del Patrimonio di Vigilanza la Banca d’Italia approfondisce con la Banca i risultati e si riserva di adottare opportuni
interventi.
Rischio di prezzo – Portafoglio Bancario
Il portafoglio bancario accoglie particolari tipologie di investimenti in titoli di capitale aventi la finalità di perseguire determinati obiettivi
strategici di medio/lungo periodo. In particolare, nel portafoglio bancario sono presenti per lo più partecipazioni che costituiscono
cointeressenze in società appartenenti al sistema del Credito Cooperativo e/o in società e/o enti strumentali allo sviluppo dell’attività della
Banca.
Il rischio di prezzo bancario è gestito dal Servizio Finanza sulla base di deleghe che ne circoscrivono l’esposizione in termini di partecipazioni
strumentali all’attività bancaria, di ammontare massimo investito e di valore percentuale massimo di minusvalenze (soglia di attenzione).
Ad oggi, vista l’attuale operatività, non sono poste in essere operazioni di copertura del rischio di prezzo.
B. Attività di copertura del fair value
Obiettivi e strategie sottostanti alle operazioni di copertura del fair value, tipologie di contratti derivati utilizzati per la copertura e natura
del rischio coperto
La Banca pone in essere operazioni di copertura gestionale da variazioni del fair value, quali le coperture dei derivati (cap e floor) impliciti
in mutui alla clientela.
C. Attività di copertura dei flussi finanziari
Obiettivi e strategie sottostanti alle operazioni di copertura dei flussi finanziari, tipologia dei contratti derivati utilizzati e natura del rischio
coperto
La Banca non pone in essere operazioni di copertura di cash flow, ossia coperture dell’esposizione alla variabilità dei flussi finanziari
associati a strumenti finanziari a tasso variabile.
D. Attività di copertura di investimenti esteri
La Banca non pone in essere operazioni di copertura di investimenti esteri.
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175
Informazioni di natura quantitativa
1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione:
(242 EURO)
Tipologia/Durata residua
fino a 3
mesi
a vista
1. Attività per cassa
da oltre 3
da oltre 6
mesi fino a mesi fino a
6 mesi
1 anno
da oltre 5
anni fino a
10 anni
oltre 10
anni
264.320
35.345
32.558
171.454
5.995
1.137
5.418
15.741
29.076
97.880
3.571
442
29.076
97.880
3.571
442
2.424
695
1.1 Titoli di debito
4.946
da oltre 1
anno fino
a 5 anni
durata
indeterminata
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
5.418
15.741
31.645
6.323
227.257
13.281
1.2 Finanziamenti a banche
1.3 Finanziamenti a clientela
- c/c
4.031
3.482
61.010
- altri finanziamenti
165.247
13.281
3.482
4.946
69.543
413
16.645
4.533
52.898
2.424
695
2.424
695
- con opzione di rimborso anticipato
165.247
13.281
3.482
4.533
52.898
2. Passività per cassa
- altri
184.191
147.914
19.185
38.065
98.385
2.1 Debiti verso clientela
183.980
16.325
7.235
5.628
13.991
142.425
15.476
6.686
5.628
13.991
41.555
849
549
849
549
- c/c
- altri debiti
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
41.555
2.2 Debiti verso banche
117.935
- c/c
- altri debiti
117.936
2.3 Titoli di debito
211
13.654
11.950
32.437
84.394
211
13.654
11.950
32.437
84.394
(28.683)
149
1.273
2.530
11.894
6.425
6.125
3.2 Senza titolo sottostante
(28.683)
149
1.273
2.530
11.894
6.425
6.125
- Opzioni
(28.683)
437
1.272
2.530
11.894
6.425
6.125
437
1.272
2.530
11.894
6.425
6.125
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
2.4 Altre passività
- con opzione di rimborso anticipato
- altre
3. Derivati finanziari
3.1 Con titolo sottostante
- Opzioni
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
- Altri derivati
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
28.683
- Altri derivati
(288)
+ posizioni lunghe
167
77
+ posizioni corte
455
76
4. Altre operazioni fuori bilancio
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
Nella sezione 3 Derivati Finanziari è rappresentato, al punto 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni - il Delta Equivalent dei CAP/FLOOR impliciti su mutui a
clientela.
Si riportano, di seguito, gli effetti di una variazione dei tassi di interesse pari a +/- 100 punti base sul margine di interesse, sul risultato di esercizio, e sul
patrimonio netto.
Le stime sono state effettuate ipotizzando l'invarianza della struttura patrimoniale in termini di masse e mix di attività e passività, nonchè ipotizzando che le
poste a vista abbiano un adeguamento istantaneo ed integrale alle nuove condizioni di mercato.
MARGINE DI INTERESSE
val.assoluto
val.%
shock + 100 punti base
shock - 100 punti base
-
417
417
2,90%
-2,90%
UTILE DI ESERCIZIO
val.assoluto
val.%
362
-363
22,31%
-22,31%
VALORE ECONOMICO PATRIMONIO NETTO
val.assoluto
val.%
173
-257
0,00%
-0,57%
www.crediumbria.it
176
1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione:
(001 DOLLARO USA)
Tipologia/Durata residua
1. Attività per cassa
fino a 3
mesi
a vista
da oltre 3 da oltre 6
mesi fino a mesi fino a
6 mesi
1 anno
89
8
89
8
da oltre 1
anno fino
a 5 anni
da oltre 5
anni fino a
10 anni
1.1 Titoli di debito
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
1.2 Finanziamenti a banche
1.3 Finanziamenti a clientela
- c/c
- altri finanziamenti
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
2. Passività per cassa
102
2.1 Debiti verso clientela
- c/c
43
98
98
- altri debiti
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
2.2 Debiti verso banche
4
- c/c
43
4
- altri debiti
43
2.3 Titoli di debito
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
2.4 Altre passività
- con opzione di rimborso anticipato
- altre
3. Derivati finanziari
52
3.1 Con titolo sottostante
- Opzioni
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
- Altri derivati
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
3.2 Senza titolo sottostante
52
- Opzioni
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
- Altri derivati
52
+ posizioni lunghe
200
76
+ posizioni corte
148
76
4. Altre operazioni fuori bilancio
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
www.crediumbria.it
177
oltre 10
anni
durata
indeterminata
1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione:
(002 STERLINA GB)
Tipologia/Durata residua
1. Attività per cassa
fino a 3
mesi
a vista
da oltre 3 da oltre 6
mesi fino a mesi fino a
6 mesi
1 anno
da oltre 1
anno fino
a 5 anni
da oltre 5
anni fino a
10 anni
2
1.1 Titoli di debito
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
1.2 Finanziamenti a banche
2
1.3 Finanziamenti a clientela
- c/c
- altri finanziamenti
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
2. Passività per cassa
2.1 Debiti verso clientela
- c/c
- altri debiti
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
2.2 Debiti verso banche
- c/c
- altri debiti
2.3 Titoli di debito
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
2.4 Altre passività
- con opzione di rimborso anticipato
- altre
3. Derivati finanziari
3.1 Con titolo sottostante
- Opzioni
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
- Altri derivati
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
3.2 Senza titolo sottostante
- Opzioni
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
- Altri derivati
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
4. Altre operazioni fuori bilancio
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
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178
oltre 10
anni
durata
indeterminata
1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione:
(071 YEN GIAPPONESE)
Tipologia/Durata residua
da oltre 3 da oltre 6
mesi fino a mesi fino a
6 mesi
1 anno
fino a 3
mesi
a vista
1. Attività per cassa
da oltre 1
anno fino
a 5 anni
da oltre 5
anni fino a
10 anni
148
1.1 Titoli di debito
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
1.2 Finanziamenti a banche
1.3 Finanziamenti a clientela
148
- c/c
- altri finanziamenti
148
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
148
2. Passività per cassa
3
2.1 Debiti verso clientela
3
- c/c
220
149
220
149
220
149
3
- altri debiti
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
2.2 Debiti verso banche
- c/c
- altri debiti
2.3 Titoli di debito
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
2.4 Altre passività
- con opzione di rimborso anticipato
- altre
3. Derivati finanziari
219
3.1 Con titolo sottostante
- Opzioni
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
- Altri derivati
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
3.2 Senza titolo sottostante
219
- Opzioni
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
- Altri derivati
219
+ posizioni lunghe
228
+ posizioni corte
9
4. Altre operazioni fuori bilancio
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
www.crediumbria.it
179
oltre 10
anni
durata
indeterminata
1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione:
(003 FRANCO SVIZZERA)
Tipologia/Durata residua
1. Attività per cassa
a vista
fino a 3
mesi
da oltre 3 da oltre 6
mesi fino a mesi fino a
6 mesi
1 anno
da oltre 1
anno fino
a 5 anni
da oltre 5
anni fino a
10 anni
150
1.1 Titoli di debito
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
1.2 Finanziamenti a banche
150
1.3 Finanziamenti a clientela
- c/c
- altri finanziamenti
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
2. Passività per cassa
154
2.1 Debiti verso clientela
154
- c/c
154
- altri debiti
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
2.2 Debiti verso banche
- c/c
- altri debiti
2.3 Titoli di debito
- con opzione di rimborso anticipato
- altri
2.4 Altre passività
- con opzione di rimborso anticipato
- altre
3. Derivati finanziari
3.1 Con titolo sottostante
- Opzioni
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
- Altri derivati
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
3.2 Senza titolo sottostante
- Opzioni
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
- Altri derivati
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
4. Altre operazioni fuori bilancio
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
2. Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie per l'analisi di sensitività
La Banca non utilizza modelli interni e metodologie alternative per l'effettuazione dell'analisi di sensitività.
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180
oltre 10
anni
durata
indeterminata
2.3 - Rischio di cambio
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio
Sulla base di quanto previsto dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia, le BCC-CR nell'esercizio dell'attività in cambi non possono
assumere posizioni speculative e devono contenere l’eventuale posizione netta aperta in cambi entro il 2% del Patrimonio di Vigilanza (Cfr.
Circ. 229/99 Titolo VII, Cap. 1). Inoltre, per effetto di tale ultimo vincolo normativo sono escluse - anche secondo la nuova
regolamentazione prudenziale - dalla disciplina relativa al calcolo dei requisiti patrimoniali per tale tipologia di rischio.
La Banca è marginalmente esposta al rischio di cambio alla luce dei richiamati vincoli normativi. Tale esposizione promana per effetto
dell’operatività tradizionale di servizio alla clientela.
L’esposizione al rischio di cambio è determinata attraverso una metodologia che ricalca quanto previsto dalla normativa di Vigilanza in
materia.
La sua misurazione si fonda, quindi, sul calcolo della “posizione netta in cambi”, cioè del saldo di tutte le attività e le passività (in bilancio e
“fuori bilancio”) relative a ciascuna valuta, ivi incluse le operazioni in euro indicizzate all’andamento dei tassi di cambio di valute.
B. Attività di copertura del rischio di cambio
L’attività di copertura del rischio cambio avviene attraverso un’attenta politica di sostanziale pareggiamento delle posizioni in valuta
rilevate.
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181
Informazioni di natura quantitativa
1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati
Voci
A. Attività finanziarie
Valute
Dollari USA
Sterline
Yen
97
2
97
2
Dollari canadesi
Franchi svizzeri
148
Altre valute
150
A.1 Titoli di debito
A.2 Titoli di capitale
A.3 Finanziamenti a banche
A.4 Finanziamenti a clientela
150
148
A.5 Altre attività finanziarie
B. Altre attività
10
10
C. Passività finanziarie
145
36
21
372
154
C.1 Debiti verso banche
47
369
C.2 Debiti verso clientela
98
3
500
237
1
154
C.3 Titoli di debito
C.4 Altre passività finanziarie
D. Altre passività
- Opzioni
+ posizioni lunghe
+ posizioni corte
- Altri derivati
500
237
+ posizioni lunghe
276
228
+ posizioni corte
224
Totale attività
409
Totale passività
369
Sbilancio (+/-)
40
9
23
23
386
160
382
154
4
6
2. Modelli interni e altre metodologie per l'analisi di sensitività
La Banca non utilizza modelli interni ed altre metodologie per l'analisi di sensitività.
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182
1
1
2.4 Gli strumenti derivati
A. Derivati finanziari
A.1 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali di fine periodo e medi
Alla data dl Bilancio, non esistono derivati finanziari classificabili nel portafoglio di negoziazione di vigilanza.
A.2 Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi
A.2.1 Di copertura
Alla data dl Bilancio, non esistono derivati finanziari classificabili nel portafoglio bancario di copertura.
A.2.2 Altri derivati
Attività sottostanti/Tipologie derivati
Totale al 31.12.2012
Over the counter
Controparti centrali
Totale al 31.12.2011
Over the counter
1. Titoli di debito e tassi d'interesse
a) Opzioni
b) Swap
c) Forward
d) Futures
e) Altri
2. Titoli di capitale e indici azionari
a) Opzioni
b) Swap
c) Forward
d) Futures
e) Altri
3. Valute e oro
687
216
687
216
Totale
687
216
Valori medi
244
a) Opzioni
b) Swap
c) Forward
d) Futures
e) Altri
4. Merci
5. Altri sottostanti
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183
Controparti centrali
A.3 Derivati finanziari: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti
Fair Value positivo
Portafogli/Tipologie derivati
Totale al 31.12.2012
Over the counter
Totale al 31.12.2011
Controparti centrali
Over the counter
Controparti centrali
A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza
a) Opzioni
b) Interest rate swap
c) Cross currency swap
d) Equity swap
e) Forward
f) Futures
g) Altri
B. Portafoglio bancario - di copertura
a) Opzioni
b) Interest rate swap
c) Cross currency swap
d) Equity swap
e) Forward
f) Futures
g) Altri
C. Portafoglio bancario - altri derivati
12
a) Opzioni
b) Interest rate swap
c) Cross currency swap
d) Equity swap
e) Forward
12
f) Futures
g) Altri
Totale
12
A.4 Derivati finanziari: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti
Fair Value negativo
Portafogli/Tipologie derivati
Totale al 31.12.2012
Over the counter
Controparti centrali
Totale al 31.12.2011
Over the counter
Controparti centrali
A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza
a) Opzioni
b) Interest rate swap
c) Cross currency swap
d) Equity swap
e) Forward
f) Futures
g) Altri
B. Portafoglio bancario - di copertura
a) Opzioni
b) Interest rate swap
c) Cross currency swap
d) Equity swap
e) Forward
f) Futures
g) Altri
C. Portafoglio bancario - altri derivati
28
a) Opzioni
b) Interest rate swap
c) Cross currency swap
d) Equity swap
e) Forward
28
f) Futures
g) Altri
Totale
28
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184
A.5 Derivati finanziari OTC - portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non
rientranti in accordi di compensazione
La Banca non è interessata alla fattispecie oggetto della presente tabella.
A.6 Derivati finanziari OTC - portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti
rientranti in accordi di compensazione
La Banca non è interessata alla fattispecie oggetto della presente tabella.
Altri soggetti
Imprese non
finanziarie
Società di
assicurazione
Società finanziarie
Banche
Contratti non rientranti in accordi di compensazione
Altri enti pubblici
Governi e banche
centrali
A.7 Derivati finanziari OTC - portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di
compensazione
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
3) Valute e oro
- valore nozionale
520
167
- fair value positivo
3
9
- fair value negativo
28
- esposizione futura
5
2
4) Altri valori
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
A.8 Derivati finanziari OTC - portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti rientranti in accordi di
compensazione
La Banca non è interessata alla fattispecie oggetto della presente tabella.
A.9 Vita residua dei derivati finanziari OTC: valori nozionali
Sottostanti/Vita residua
Fino a 1 anno
Oltre 1 anno e fino
a 5 anni
Oltre 5 anni
Totale
A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza
A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse
A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari
A.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro
A.4 Derivati finanziari su altri valori
B. Portafoglio bancario
687
687
687
687
Totale al 31.12.2012
687
687
Totale al 31.12.2011
216
216
B.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse
B.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari
B.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro
B.4 Derivati finanziari su altri valori
A.10 Derivati finanziari OTC: rischio di controparte/rischio finanziario - Modelli interni
La Banca non utilizza modelli interni per misurare il rischio di controparte e finanziario sui derivati Over The Counter.
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185
B. DERIVATI CREDITIZI
B.1 Derivati su crediti: valori nozionali di fine periodo e medi
Alla data di riferimento del Bilancio, non sono in essere derivati creditizi.
C. DERIVATI FINANZIARI E CREDITIZI
C.1 Derivati finanziari e creditizi OTC: fair value netti ed esposizione futura per controparti
La Banca non è interessata alla fattispecie oggetto della presente tabella.
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186
SEZIONE 3 – RISCHIO DI LIQUIDITA’
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità
Si definisce rischio di liquidità la possibilità che la Banca non riesca a mantenere i propri impegni di pagamento a causa dell’incapacità di
reperire nuovi fondi (funding liquidity risk) e/o di vendere proprie attività sul mercato (asset liquidity risk), ovvero di essere costretta a
sostenere costi molto alti per far fronte a tali impegni.
Le fonti del rischio di liquidità a cui la Banca è esposta sono rappresentate principalmente dai processi della Finanza/Tesoreria, della
Raccolta e del Credito.
La Banca adotta un sistema di governo e gestione del rischio di liquidità che, in conformità alle disposizioni stabilite dalla Banca d’Italia
nella Circolare n. 263/2006 persegue gli obiettivi di:
disporre di liquidità in qualsiasi momento e, quindi, di rimanere nella condizione di far fronte ai propri impegni di pagamento in
situazioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi;
finanziare le proprie attività alle migliori condizioni di mercato correnti e prospettiche.
A tal fine, nella sua funzione di organo di supervisione strategia, il Consiglio di Amministrazione della Banca definisce le strategie, politiche,
responsabilità, processi, soglie di tolleranza e limiti all’esposizione al rischio di liquidità (operativa e strutturale), nonché strumenti per la
gestione del rischio liquidità - in condizioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi di liquidità - formalizzando le linee guida per il
governo e la gestione del rischio di liquidità della Banca stessa. La relativa regolamentazione interna è stata rivisitata nel corso del 2011
sulla base dello standard documentale elaborato a livello di Categoria alla luce delle disposizioni di vigilanza in materia di governo e
gestione del rischio di liquidità (introdotte, nel dicembre 2010, dal IV aggiornamento alla Circolare n. 263/2006).
La liquidità della Banca è gestita dall’Area Affari conformemente agli indirizzi strategici stabiliti dal Consiglio di Amministrazione. A tal fine
essa si avvale di un apposito applicativo del sistema informativo gestionale, alimentato in automatico, che evidenzia lo scadenziario relativo
ai fabbisogni e disponibilità di liquidità stimata nei successivi giorni a quello di analisi.
Sono definiti i presidi organizzativi del rischio di liquidità in termini di controlli di linea e attività in capo alle funzioni di controllo di II e III
livello. In particolare, il controllo di II livello del rischio di liquidità è di competenza del Servizio Risk controlling & controllo di gestione ed è
finalizzato a garantire la disponibilità di un ammontare di riserve di liquidità sufficienti ad assicurare la solvibilità nel breve termine e la
diversificazione delle fonti di finanziamento, nonché, al tempo stesso, il mantenimento di un sostanziale equilibrio fra le scadenze medie di
impieghi e raccolta nel medio/lungo termine.
La Banca ha strutturato il presidio della liquidità operativa di breve periodo (fino 12 mesi) su due livelli:
o il primo livello prevede il presidio giornaliero della posizione di tesoreria
o il secondo livello prevede il presidio mensile della complessiva posizione di liquidità operativa.
Per quanto concerne il presidio mensile, la Banca misura e monitora la propria esposizione al rischio di liquidità operativa attraverso:
la costante verifica della maturity ladder alimentata mensilmente con dati estratti dalla Matrice dei Conti. Tale schema, attraverso
la costruzione degli sbilanci (gap) periodali e cumulati, consente di determinare e valutare il fabbisogno (o surplus) finanziario della
Banca nell’orizzonte temporale considerato. L’analisi è di tipo statico/deterministico in quanto evidenzia il fabbisogno o la
disponibilità di liquidità su un orizzonte temporale di 12 mesi a partire dallo sviluppo dei flussi generati/assorbiti dalle operazioni
presenti in bilancio alla data di riferimento dell’osservazione.
l’analisi degli indicatori di sorveglianza/monitoraggio, ivi compresi gli indicatori sulla concentrazione della raccolta;
l’analisi dell’adeguatezza delle riserve di liquidità.
Ai fini di valutare la propria vulnerabilità alle situazioni di tensione di liquidità eccezionali ma plausibili, periodicamente sono condotte delle
prove di stress in termini di analisi di sensitività e/o di “scenario”. Questi ultimi, condotti secondo un approccio qualitativo basato
sull’esperienza aziendale e sulle indicazioni fornite dalla normativa e dalle linee guida di vigilanza, contemplano due “scenari” di crisi di
liquidità, di mercato/sistemica e specifica della singola banca. I relativi risultati forniscono altresì un supporto per la: (i) valutazione
dell’adeguatezza dei limiti operativi, (ii) pianificazione e l’avvio di transazioni compensative di eventuali sbilanci; (iii) revisione periodica del
Contingency Funding Plan.
Per la misurazione e monitoraggio della liquidità strutturale (oltre i 12 mesi) la Banca assume a riferimento le ex-regole sulla
trasformazione delle scadenze della Banca d’Italia.
Al termine dell’esercizio, sempre ai fini della misurazione ed il monitoraggio del rischio di liquidità strutturale, la Banca ha iniziato ad
utilizzare/monitorare l’indicatore “Net Stable Funding Ratio” costituito dal rapporto fra le fonti di provvista stabili e le attività a mediolungo termine. L’indicatore è stato definito su una logica analoga alla regola di liquidità strutturale prevista dal nuovo framework
prudenziale di Basilea 3, e prodotto dalla reportistica mensile della procedura ALM prodotta dal partner informatico.
Le risultanze delle analisi effettuate vengono periodicamente presentate alla Direzione Generale e trimestralmente al Consiglio di
Amministrazione.
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187
La Banca si è dotata anche di un Contingency Funding Plan (CFP), ossia di procedure organizzative e operative da attivare per fronteggiare
situazioni di allerta o crisi di liquidità. Nel CFP della Banca sono quindi definiti gli stati di non ordinaria operatività ed i processi e strumenti
per la relativa attivazione/gestione (ruoli e responsabilità degli organi e delle unità organizzative aziendali coinvolti, indicatori di preallarme
di crisi sistemica e specifica, procedure di monitoraggio e di attivazione degli stati di non ordinaria operatività, strategie e strumenti di
gestione delle crisi).
La Banca, tradizionalmente, ha registrato una discreta disponibilità di risorse liquide in virtù sia della composizione dei propri asset,
formato prevalentemente da strumenti finanziari liquidi di alta qualità ed eligible per operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema, sia
dell’adozione di politiche di funding volte a privilegiare la raccolta diretta di tipo retail.
La composizione del portafoglio di proprietà della Banca, formato prevalentemente da strumenti finanziari con le sopraccitate
caratteristiche, le linee di credito e i finanziamenti collaterallizati attivati con l’Istituto Centrale di Categoria ICCREA Banca Spa per
soddisfare inattese esigenze di liquidità, nonché i limiti operativi rappresentano i principali strumenti di attenuazione del rischio di liquidità.
La liquidità della Banca si mantiene su livelli più che soddisfacenti. Al 31 dicembre 2012 l’importo delle riserve di titoli stanziabili presso la
Banca Centrale Europea (BCE) ammonta a complessive 139.500 migliaia di euro di nominale, di cui 50.518 migliaia di euro di nominale non
impegnate ed in significativa crescita rispetto alle 22.991 migliaia di euro di nominale di fine 2011.
Il ricorso al rifinanziamento tramite l’utilizzo di Conto Pool di Collateral, acceso presso l’Istituto di categoria Iccrea Banca Spa, ammonta a
117.500 migliaia di euro, di cui 110.000 migliaia di euro rappresentate da operazioni effettuate con controparte BCE riveniente dalla
partecipazione alle aste a 3 anni (LTRO – Long Term Refinancing Operations) effettuate dall’autorità monetaria nei mesi di dicembre 2011 e
di febbraio 2012. Le restanti 7.500 migliaia di euro sono riferite ad operazioni effettuate dalla Banca con controparte Mercato.
Coerentemente con le linee guida del piano industriale e considerati gli impegni di rimborso delle operazioni eseguite con la BCE,
particolare e crescente attenzione sarà data alla posizione di liquidità della Banca.
Autocartolarizzazione
Con il proposito di incrementare l’ammontare di attività finanziarie eligible per le operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema e, quindi,
di rafforzare la propria posizione di liquidità, la Banca ha partecipato, nel corso dell’esercizio 2012, ad un’operazione di cartolarizzazione
multi-originator organizzata dall’Istituto centrale di categoria Iccrea Banca Spa (arranger).
Con l’operazione di autocartolarizzazione, denominata Credico Finance 10, la Banca ha ceduto per complessivi 33.450 mila euro un
portafoglio di mutui selezionati in base ai seguenti principali criteri, in parte, comuni a tutte le Banche Cedenti e, in parte, specifici per la
Banca:
Criteri generali di selezione dei mutui:
a) denominati in Euro;
b) classificati dalla Banca Cedente come in bonis in conformità alla vigente normativa di vigilanza emanata dalla Banca d'Italia;
c) derivanti da Contratti di Mutuo in relazione ai quali almeno una Rata sia stata pagata;
d) derivanti da Mutui garantiti da un'ipoteca in favore della relativa Banca Cedente (i) di primo grado legale, o (ii) di primo grado
economico, intendendosi per tale: (a) un'ipoteca di grado successivo al primo grado legale nel caso in cui alla [Data di
Valutazione], erano state integralmente soddisfatte le obbligazioni garantite dalla/dalle ipoteca/ipoteche di grado precedente;
(b) un'ipoteca di grado successivo al primo grado legale nel caso in cui tutte le ipoteche aventi grado precedente (salvo eventuali
ipoteche di grado precedente le cui obbligazioni garantite siano state integralmente soddisfatte alla [Data di Valutazione]) siano
iscritte a favore della stessa Banca Cedente a garanzia di crediti che soddisfino tutti gli altri Criteri relativi alla stessa Banca
Cedente;
e) in relazione ai quali sia integralmente trascorso il periodo di pre-ammortamento eventualmente previsto dal relativo Contratto di
Mutuo;
f) derivanti da Contratti di Mutuo che prevedano il rimborso integrale ad una data non successiva al 31 dicembre 2041;
g) non derivanti da contratti di mutuo agevolati o comunque usufruenti di contributi finanziari di alcun tipo ai sensi di legge o
convenzione (cd. "Mutui agevolati" e "Mutui convenzionati");
h) non derivanti da contratti di mutuo concessi a favore di soggetti che siano dipendenti della Banca Cedente;
i) non derivanti da contratti di mutuo qualificati come "credito agrario" ai sensi dell'articolo 43 del Testo Unico Bancario, nemmeno
qualora l'operazione di credito agrario sia stata effettuata mediante utilizzo di cambiale agraria;
j) derivanti da Contratti di Mutuo (1) che, in relazione a tutte le Rate scadute, tranne l'ultima, non ne presentino alcuna non pagata
alla [Data di Valutazione]; (2) in relazione ai quali l'ultima Rata scaduta prima della [Data di Valutazione] sia stata pagata nei
quindici giorni successivi alla scadenza; (3) che, alla [Data di Godimento], non presentino Rate scadute e non pagate per più di 15
giorni;
k) derivanti da Mutui interamente erogati, per i quali non sussista alcun obbligo di, né sia possibile, effettuare ulteriori erogazioni;
l) derivanti da Contratti di Mutuo i cui Debitori Ceduti siano persone fisiche residenti o domiciliate in Italia e comunque residenti
nell’eurozona;
ad esclusione dei:
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188
(i)
mutui che, seppure in bonis, siano stati in qualunque momento classificati come crediti in sofferenza ai sensi delle Istruzioni
di Vigilanza della Banca d’Italia;
(ii)
mutui in relazione ai quali, alla [Data di Godimento] (incluso), il relativo debitore ceduto (i) abbia inviato alla Banca Cedente
la comunicazione di accettazione dell'offerta di rinegoziazione, ovvero (ii) si sia recato in una filiale della Banca Cedente ed
abbia accettato l'offerta di rinegoziazione;
(iii)
mutui in relazione ai quali, al 1 marzo (incluso), (i) la relativa Banca Cedente ed il relativo debitore ceduto abbiano in essere
un accordo di moratoria che preveda la sospensione del pagamento delle rate (integralmente o per la sola componente
capitale) o (ii) il relativo debitore abbia presentato alla relativa Banca Cedente domanda per l’ammissione ad un accordo di
moratoria che preveda la sospensione del pagamento delle rate (integralmente o per la sola componente capitale).
Criteri specifici di selezione dei mutui:
1) mutui erogati a persone fisiche che, in conformità con i criteri di classificazione adottati dalla Banca d’Italia con circolare 140 dell’11
febbraio 1991 (così come in seguito modificata), fossero ricompresi nella categoria SAE (settore di attività economica) n. 600 (“famiglie
consumatrici”), 614 (“artigiani”) o 615 (“altre famiglie produttrici”);
2) mutui con debito residuo, alla data del 14 settembre 2011, superiore a 20 migliaia di euro e inferiore a 317 migliaia di euro;
3) mutui a tasso variabile, con uno spread non inferiore all’1%.
L’operazione ha previsto il contestuale riacquisto del complesso delle passività emesse dalla società veicolo.
I titoli emessi dalla Società veicolo (titoli ABS) sono stati ripartiti in tranches diverse denominate “senior” e “junior”, la cui segmentazione di
rischio sta ad indicare il grado crescente di subordinazione nel rimborso (l’ordine secondo cui pesano le perdite manifestatesi sulle attività
cartolarizzate: prima sui titoli junior, poi sui titoli senior).
I titoli junior sottoscritti dalle banche cedenti sono destinati a coprire le “prime perdite” manifestatesi sulle attività cartolarizzate, e
costituiscono la forma più classica di supporto del buon esito delle altre tipologie di titoli emessi dalla Società veicolo.
La Banca ha pertanto sottoscritto una quota, nella misura del 15,70 %, pari ad euro 28.200 mila euro per titoli senior e pari ad euro 5.251
mila euro per titoli junior, corrispondente alla quota parte delle passività emesse dal veicolo riferita al complesso delle attività da essa
cedute.
Sulla base delle caratteristiche descritte, l’operazione non presenta i requisiti necessari alla derecognition delle attività trasferite al Veicolo
(Mutui).
La sottoscrizione dei titoli junior infatti comporta il mantenimento in capo alle banche cedenti della totalità dei rischi e benefici connessi ai
crediti.
Ne consegue che il solo risultato dell’operazione di autocartolarizzazione in questione è la conversione delle attività (Mutui) in strumenti
finanziari negoziabili (Titoli), da utilizzare per reperire liquidità sul mercato.
I titoli emessi presentano le seguenti caratteristiche:
CODICE ISIN
DESCRIZIONE RIDOTTA
TIPO
DATA
GODIMENTO
DATA
EMISSIONE
AMMONTARE
IT0004814254
Credico Finance 10 Srl Class A Asset
Backed Floating Rate Note
SENIOR
NOTE
30/04/2012
30/04/2012
28.200.000
QUARTERLY - 18TH January,
April, July and October
18th October 2050
IT0004814866
Credico Finance 10 Srl Class B14
Asset Backed Floating Rate Notes
JUNIOR
NOTES
30/04/2012
30/04/2012
5.251.000
QUARTERLY - 18TH January,
April, July and October
18th October 2050
FREQUENZA
DATA SCADENZA
I titoli di Classe A sono stati sottoscritti dalle Banche Cedenti pro quota in base al portafoglio ceduto e possono essere utilizzati per
operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema (cd. Repo BCE).
I titoli Junior sono stati emessi in 30 classi B, una per ogni BCC cedente, e dalle stesse riacquistati ed inseriti nel portafoglio titoli di
proprietà.
Pertanto la Società Veicolo ha compensato i proventi relativi all’emissione dei titoli asset-backed a ricorso limitato con il prezzo iniziale dei
crediti ceduti dalle BCC (Originators).
La tranche A è stata emessa con cedola trimestrale pari al tasso Euribor a 3 mesi act/360 maggiorato di 30 punti base.
Il puntuale rimborso di tutti i titoli emessi verrà assicurato esclusivamente dai flussi di cassa generati dai pagamenti eseguiti dai debitori
ceduti, senza possibilità di ricorso sulle Banche Cedenti.
Allo scopo di garantire la liquidità necessaria alla società veicolo, in caso di sfasamenti temporali dei flussi finanziari dell’operazione,
ciascun originator ha messo a disposizione una linea di liquidità.
La liquidità è stata versata su un apposito conto corrente intestato alla società veicolo (Conto Riserva di Liquidità).
L’ammontare trasferito sul Conto Riserva di Liquidità è stato pari al valore della Linea di liquidità, ovvero 1.700 mila euro.
La Società Veicolo può utilizzare i fondi disponibili sul Conto Riserva di Liquidità per soddisfare i suoi impegni, in conformità ai Contratti che
regolano l’operazione.
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189
Gli interessi che maturano sulle somme a disposizione sul Conto Riserva di Liquidità concorrono a costituire i Fondi Disponibili del
portafoglio che, dedotti gli impegni prioritari, vengono riconosciuti alla BCC originator come interessi sui conti.
La Società Veicolo riconosce alla Banca per il Conto Riserva di Liquidità interessi al tasso EONIA - 0,20 bps.
Poiché l’operazione non ha comportato la derecognition dei crediti, il credito per Riserva di Liquidità è esposto in bilancio insieme al
“credito per trasferimenti incassi”.
Ciascun originator svolge il ruolo di servicer nella operazione di cartolarizzazione seguendo le fasi di amministrazione, gestione, incasso ed
eventuale recupero crediti.
I costi della Società veicolo sono ribaltati a ciascun originator.
Effetti sul conto economico
I costi iniziali complessivi dell’operazione sono risultati pari a 1.275 mila euro, ripartiti pro-quota tra le BCC aderenti in base all’entità del
portafoglio ceduto. Il costo totale di pertinenza della Banca ammonta a 27 mila euro, interamente iscritto nel conto economico
dell’esercizio 2012.
Gli interessi attivi dell’esercizio 2012 ammontano a 601 mila euro, iscritti a conto economico alla voce 10.”interessi attivi e proventi
assimilati”, le commissioni di servicing ammontano a 70 mila euro, iscritte a conto economico alla voce 40.”commissioni attive” e le spese,
comprensive del costo totale, ammontano a 37 mila euro, iscritte a conto economico alla voce 150b).”spese amministrative: altre spese
amministrative”.
L’operazione di cartolarizzazione CF10 genera inoltre benefici gestionali, ed ancora economici, tra i quali si ricordano:
- la possibilità di disporre di un consistente supplemento di liquidità, che costituisce pertanto una forma di “assicurazione” tale da garantire
la Banca da situazioni imprevedibili di illiquidità;
- la possibilità di ottenere funding a condizioni economicamente più contenute rispetto a quelle ottenibile con altre fonti, e ancor di più, in
considerazione delle attuali condizioni di mercato;
- la possibilità di intervenire sul mercato della finanza e del credito con maggior disponibilità ed elasticità rispetto a quella consentita dallo
sviluppo della raccolta.
Al 31 dicembre 2012 i titoli con Rating A2 (Moody’S Corporation), per l’intera quantità nominale di 28.200 mila euro, erano confluiti sul
conto “pool di collateral” intrattenuto con Iccrea Banca a garanzia dei finanziamenti in essere.
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190
Informazioni di natura quantitativa
1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (242 EURO)
Voci/Scaglioni temporali
a vista
Attività per cassa
88.721
A.1 Titoli di Stato
73
A.2 Altri titoli di debito
da
oltre 1
giorno
a7
giorni
da
oltre 7
giorni
a 15
giorni
3.327
543
da
oltre
15
giorni
a1
mese
da
oltre 1
mese
fino a
3 mesi
da
oltre 3
mesi
fino a
6 mesi
da
oltre 6
mesi
fino a
1 anno
12.709
25.177
20.376
21.413 266.937
84.072
1.479
1.878
3.875 127.500
9.500
51
3.051
23.647
15.447
5
144
da oltre
1 anno
fino a 5
anni
Oltre 5
Durata
anni
indeterminata
2.221
6.466
A.3 Quote O.I.C.R.
A.4 Finanziamenti
88.647
3.322
543
12.709
17.394 132.971
- banche
31.645
4.122
- clientela
57.002
3.322
543
12.709
19.525
15.447
17.394 128.971
Passività per cassa
184.221
3.329
1.943
37.671
99.826
16.836
42.612 103.960
B.1 Depositi e conti correnti
183.511
2.583
1.473
4.105
7.434
6.771
5.775
13.782
- banche
- clientela
183.511
2.583
1.473
4.105
7.434
6.771
5.775
13.782
B.2 Titoli di debito
243
746
470
566
7.036
9.508
36.836
90.178
B.3 Altre passività
467
33.000
85.355
558
Operazioni "fuori bilancio"
(378)
(9)
1
(280)
(9)
1
(280)
- posizioni lunghe
20
147
- posizioni corte
29
146
C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale
77
280
76
C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
(378)
- posizioni lunghe
1.440
- posizioni corte
1.818
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate
C.6 Garanzie finanziarie ricevute
C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
www.crediumbria.it
191
74.572
4.000
2.221
2.221
74.572
1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (001 DOLLARO USA)
Voci/Scaglioni temporali
Attività per cassa
a vista
da
oltre 1
giorno
a7
giorni
da
oltre 7
giorni
a 15
giorni
da
oltre
15
giorni
a1
mese
da
oltre 1
mese
fino a
3 mesi
da
oltre 3
mesi
fino a
6 mesi
89
8
89
8
89
8
da
oltre 6
mesi
fino a
1 anno
A.1 Titoli di Stato
A.2 Altri titoli di debito
A.3 Quote O.I.C.R.
A.4 Finanziamenti
- banche
- clientela
Passività per cassa
102
43
B.1 Depositi e conti correnti
102
43
- banche
4
43
- clientela
98
B.2 Titoli di debito
B.3 Altre passività
Operazioni "fuori bilancio"
31
274
43
C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale
31
274
43
- posizioni lunghe
20
137
43
- posizioni corte
11
137
76
76
C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate
C.6 Garanzie finanziarie ricevute
C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
www.crediumbria.it
192
da
oltre 1
anno
fino a
5 anni
Oltre 5
Durata
anni indeterminata
1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (002 STERLINA GB)
Voci/Scaglioni temporali
Attività per cassa
a vista
da
oltre 1
giorno
a7
giorni
da
oltre 7
giorni
a 15
giorni
da
oltre
15
giorni
a1
mese
da
oltre 1
mese
fino a
3 mesi
da
oltre 3
mesi
fino a
6 mesi
da
oltre 6
mesi
fino a
1 anno
2
A.1 Titoli di Stato
A.2 Altri titoli di debito
A.3 Quote O.I.C.R.
A.4 Finanziamenti
2
- banche
2
- clientela
Passività per cassa
B.1 Depositi e conti correnti
- banche
- clientela
B.2 Titoli di debito
B.3 Altre passività
Operazioni "fuori bilancio"
C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate
C.6 Garanzie finanziarie ricevute
C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
www.crediumbria.it
193
da
oltre 1
anno
fino a
5 anni
Oltre 5
anni
Durata
indeterminata
1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (071 YEN GIAPPONESE)
Voci/Scaglioni temporali
a vista
da
oltre 1
giorno
a7
giorni
da
oltre 7
giorni
a 15
giorni
da
oltre
15
giorni
a1
mese
da
oltre 1
mese
fino a
3 mesi
Attività per cassa
da
oltre 3
mesi
fino a
6 mesi
da
oltre 6
mesi
fino a
1 anno
148
A.1 Titoli di Stato
A.2 Altri titoli di debito
A.3 Quote O.I.C.R.
A.4 Finanziamenti
148
- banche
- clientela
148
Passività per cassa
3
221
149
B.1 Depositi e conti correnti
3
221
149
221
149
- banche
- clientela
3
B.2 Titoli di debito
B.3 Altre passività
Operazioni "fuori bilancio"
220
C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale
220
- posizioni lunghe
9
- posizioni corte
9
220
C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate
C.6 Garanzie finanziarie ricevute
C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
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194
da
oltre 1
anno
fino a
5 anni
Oltre 5
anni
Durata
indeterminata
1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (003 FRANCO SVIZZERA)
Voci/Scaglioni temporali
Attività per cassa
a vista
da
oltre 1
giorno
a7
giorni
da
oltre 7
giorni
a 15
giorni
da
oltre
15
giorni
a1
mese
da
oltre 1
mese
fino a
3 mesi
da
oltre 3
mesi
fino a
6 mesi
da
oltre 6
mesi
fino a
1 anno
150
A.1 Titoli di Stato
A.2 Altri titoli di debito
A.3 Quote O.I.C.R.
A.4 Finanziamenti
150
- banche
150
- clientela
Passività per cassa
154
B.1 Depositi e conti correnti
154
- banche
- clientela
154
B.2 Titoli di debito
B.3 Altre passività
Operazioni "fuori bilancio"
C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate
C.6 Garanzie finanziarie ricevute
C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
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195
da
oltre 1
anno
fino a
5 anni
Oltre 5
Durata
anni indeterminata
SEZIONE 4 – RISCHIO OPERATIVO
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo.
Natura del rischio operativo
Il rischio operativo, così come definito dalla nuova regolamentazione prudenziale, è il rischio di subire perdite derivanti dalla inadeguatezza
o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Tale definizione include il rischio legale, ma non
considera quello reputazionale e strategico.
Il rischio operativo, in quanto tale, è un rischio puro, essendo ad esso connesse solo manifestazioni negative dell’evento. Tali
manifestazioni sono direttamente riconducibili all’attività della Banca e riguardano l’intera sua struttura della stessa (governo, business e
supporto).
Principali fonti di manifestazione
Il rischio operativo, connaturato nell’esercizio dell’attività bancaria, è generato trasversalmente da tutti i processi aziendali. In generale, le
principali fonti di manifestazione del rischio operativo sono riconducibili alle frodi interne, alle frodi esterne, ai rapporti di impiego e
sicurezza sul lavoro, agli obblighi professionali verso i clienti ovvero alla natura o caratteristiche dei prodotti, ai danni da eventi esterni, alla
disfunzione dei sistemi informatici e all’esecuzione, consegna e gestione dei processi. Rilevano, in tale ambito, i rischi connessi alle attività
rilevanti in outsourcing.
Struttura organizzativa preposta al controllo del rischio
La Banca ha provveduto alla definizione di responsabilità ed attribuzioni organizzative articolate sia sugli Organi di Vertice che sulle unità
organizzative aziendali, finalizzate al presidio del rischio in esame.
In particolare, il Consiglio di Amministrazione è responsabile dell’istituzione e del mantenimento di un efficace sistema di misurazione e
controllo del Rischio Operativo. La Direzione Generale, in coerenza con il modello di business ed il grado di esposizione ai rischi definito dal
Consiglio di Amministrazione, predispone le misure necessarie ad assicurare l’attuazione ed il corretto funzionamento del sistema di
monitoraggio e gestione del Rischio Operativo, assicurando che siano stati stabiliti canali di comunicazione efficaci, al fine di garantire che
tutto il personale sia a conoscenza delle politiche e delle procedure rilevanti relative al sistema di gestione del Rischio Operativo. In tale
ambito, gestisce le problematiche e le criticità relative agli aspetti organizzativi ed operativi dell’attività di gestione del Rischio Operativo. Il
Collegio Sindacale, nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali di sorveglianza, vigila sul grado di adeguatezza del sistema di gestione e
controllo del rischio adottato, sul suo concreto funzionamento e sulla rispondenza ai requisiti stabiliti dalla normativa.
Nella gestione e controllo dei Rischi Operativi sono poi coinvolte le unità organizzative, ciascuna delle quali è destinataria dell’attribuzione
di specifiche responsabilità coerenti con la titolarità delle attività dei processi nei quali il rischio in argomento si può manifestare. Tra
queste, la funzione di Risk Controlling & controllo di gestione è responsabile dell’analisi e valutazione dei Rischi Operativi, garantendo
un’efficace e puntuale valutazione dei profili di manifestazione relativi, nel rispetto delle modalità operative di propria competenza.
La revisione interna, altresì, nel più ampio ambito delle attività di controllo di propria competenza, effettua sui rischi operativi specifiche e
mirate verifiche.
Sempre con riferimento ai presidi organizzativi, assume rilevanza anche l’istituzione della funzione di Conformità, deputata al presidio ed al
controllo del rispetto delle norme, che fornisce un supporto nella prevenzione e gestione del rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o
amministrative, di riportare perdite rilevanti conseguenti alla violazione di normativa esterna (leggi o regolamenti) o interna (statuto, codici
di condotta, codici di autodisciplina). In tal senso, la Banca si è avvalsa della possibilità offerta dalla normativa di Vigilanza ed ha deliberato
in data 26/08/2009 con effetto 1° settembre 2009 di esternalizzare la funzione alla Federazione Toscana delle Banche di Credito
Cooperativo; contemporaneamente è stato nominato il Referente Interno della funzione, che ha il compito di supervisionare la complessiva
attività di gestione del rischio.
Sistemi interni di misurazione, gestione e controllo del rischio operativo e valutazione delle performance di gestione
Con riferimento alla misurazione regolamentare del requisito prudenziale a fronte dei rischi operativi, la Banca, non raggiungendo le
specifiche soglie di accesso alle metodologie avanzate individuate dalla Vigilanza e in considerazione dei propri profili organizzativi,
operativi e dimensionali, ha deliberato l’applicazione del metodo base (Basic Indicator Approach – BIA).
Sulla base di tale metodologia, il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi viene misurato applicando il coefficiente regolamentare
del 15% alla media delle ultime tre osservazioni su base annuale di un indicatore del volume di operatività aziendale (c.d. “indicatore
rilevante”), individuato nel margine di intermediazione, riferite alla situazione di fine esercizio (31 dicembre).
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196
Il requisito è calcolato utilizzando esclusivamente i valori dell’indicatore rilevante determinato in base ai principi contabili IAS e si basa sulle
osservazioni disponibili aventi valore positivo.
Rischio Operativo (in unità di euro)
Margine di intermediazione 2010
Margine di intermediazione 2011
Margine di intermediazione 2012
Requisito al 31/12/2012
15.034.485
18.462.727
20.032.187
2.676.470
Per la gestione ed il controllo del rischio operativo, la Banca monitora l’esposizione a determinati profili di insorgenza di tale rischio anche
attraverso l’analisi ed il monitoraggio di un insieme di “indicatori di rilevanza”.
Nell’ambito del complessivo assessment, con specifico riferimento alla componente di rischio legata all’esternalizzazione di
processi/attività aziendali sono, inoltre, oggetto di analisi:
•
quantità e contenuti delle attività in outsourcing;
•
esiti delle valutazioni interne dei livelli di servizio degli outsourcer;
•
qualità creditizia degli outsourcer.
Ad integrazione di quanto sopra, il Referente Interno di Conformità ed il Responsabile Ispettorato, per la conduzione della propria attività
di valutazione, si avvalgono anche delle metodologie e degli strumenti utilizzati dall’Internal Auditing.
Le metodologie in argomento si basano sul censimento delle fasi e delle attività in cui si articolano tutti i processi operativi standard
relativamente ai quali vengono individuati i rischi potenziali e i contenuti di controllo “ideali”, sia di primo sia di secondo livello; la verifica
dell’esistenza e dell’effettiva applicazione di tali contenuti permette di misurare l’adeguatezza dei presidi organizzativi e di processo ai fini
della mitigazione e del contenimento delle diverse fattispecie di manifestazione del rischio entro i limiti definiti dal Consiglio di
Amministrazione.
Al fine di agevolare la conduzione di tali analisi è in fase di sperimentazione l’utilizzo del “Modulo Banca”, della piattaforma “ARCo” (Analisi
rischi e Controlli) sviluppata, nell’ambito del Progetto di Categoria sul Sistema dei Controlli interni delle BCC-CR, a supporto della
conduzione delle attività di Internal Auditing. Tale strumento consente la conduzione di un’autodiagnosi dei rischi e dei relativi controlli, in
chiave di self-assessment, permettendo di accrescere la consapevolezza anche in merito a tale categoria di rischi e agevolando il
censimento degli eventi di perdita associati, anche ai fini della costituzione di un archivio di censimento delle insorgenze.
Rientra tra i presidi a mitigazione di tali rischi anche l’adozione di un “Piano di Continuità Operativa”, volto a cautelare la Banca a fronte di
eventi critici che possono inficiarne la piena operatività. In tale ottica, si è provveduto ad istituire le procedure operative da attivare per
fronteggiare gli scenari di crisi, attribuendo, a tal fine, ruoli e responsabilità dei diversi attori coinvolti.
Infine, al fine di tutelare le informazioni aziendali contro accessi non autorizzati, la Banca rivede periodicamente i profili abilitativi al
sistema informativo aziendale, nell’ottica di migliorarne la segregazione funzionale.
Pendenze legali rilevanti e indicazione delle possibili perdite
La Banca, dopo attenta analisi dei rischi inerenti, ha ritenuto opportuno effettuare accantonamenti, in ottica di eventuali possibili perdite
future riferite ai reclami ricevuti da clientela, alle cause legali passive in essere, agli impegni verso il Fondo di Garanzia dei Depositanti ed al
Processo Verbale di Constatazione consegnato da Agenzia delle Entrate di Perugia a dicembre 2012, per complessivi euro 93 mila.
Pubblicazione dell'informativa al pubblico
La Banca svolge le necessarie attività per rispondere ai requisiti normativi in tema di “Informativa al Pubblico” richiesti dal c.d. “Pillar III” di
Basilea 2. Le previste tavole informative (risk report), ed i relativi aggiornamenti, sono pubblicate sul sito internet della Banca
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PARTE F - INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO
Sezione 1 - Il patrimonio dell'impresa
A. Informazioni di natura qualitativa
Una delle consolidate priorità strategiche della Banca è rappresentata dalla consistenza e dalla dinamica dei mezzi patrimoniali. Viene
pienamente condivisa la rappresentazione del patrimonio riportata nelle “Istruzioni di Vigilanza per le banche” della Banca d’Italia, per cui
tale aggregato costituisce “il primo presidio a fronte dei rischi connessi con la complessiva attività bancaria”.
L'evoluzione del patrimonio aziendale non solo accompagna puntualmente la crescita dimensionale, ma rappresenta un elemento decisivo
nelle fasi di sviluppo. Per assicurare una corretta dinamica patrimoniale in condizioni di ordinaria operatività, la banca ricorre soprattutto
all'autofinanziamento, ovvero al rafforzamento delle riserve attraverso la destinazione degli utili netti. La banca destina infatti alla riserva
indivisibile la quasi totalità degli utili netti di esercizio.
Il patrimonio netto della Banca è determinato dalla somma del capitale sociale, della riserva sovrapprezzo azioni, delle riserve di utili, delle
riserve da valutazione e dall'utile di esercizio, per la quota da destinare a riserva, così come indicato nella Parte B della presente Sezione.
La nozione di patrimonio che la Banca utilizza nelle sue valutazioni è sostanzialmente riconducibile al Patrimonio di Vigilanza, nelle due
componenti “di base” (Tier 1) e “supplementare” (Tier 2). Il patrimonio così definito rappresenta infatti, a giudizio della banca, il miglior
riferimento per una efficace gestione in chiave sia strategica che di corrente operatività. Esso costituisce il presidio di riferimento delle
disposizioni di vigilanza prudenziale, in quanto risorsa finanziaria in grado di assorbire le possibili perdite prodotte dall'esposizione della
banca ai rischi tipici della propria attività, assumendo un ruolo di garanzia nei confronti di depositanti e creditori.
Per i requisiti patrimoniali minimi si fa riferimento ai parametri obbligatori stabiliti dalle Istruzioni di Vigilanza, in base alle quali il
patrimonio della banca deve rappresentare almeno l'8% del totale delle attività ponderate (total capital ratio) in relazione al profilo di
rischio creditizio, valutato in base alla categoria delle controparti debitrici, alla durata, al rischio paese ed alle garanzie ricevute. Le banche
sono inoltre tenute a rispettare i requisiti patrimoniali connessi all'attività di intermediazione, oltre a quelli a fronte del c.d. “rischio
operativo”.
Per le banche di credito cooperativo sono inoltre previste differenti forme di limitazione all'operatività aziendale quali:
• il vincolo dell'attività prevalente nei confronti dei soci, secondo il quale più del 50% delle attività di rischio deve essere destinato a soci o
ad attività prive di rischio;
• il vincolo del localismo, secondo il quale non è possibile destinare più del 5% delle proprie attività al di fuori della zona di competenza
territoriale, identificata generalmente nei comuni ove la banca ha le proprie succursali ed in quelli limitrofi.
Accanto al rispetto dei coefficienti patrimoniali minimi obbligatori (“primo pilastro”), la normativa richiede l’utilizzo di metodologie interne
tese a determinare l’adeguatezza patrimoniale e prospettica (“secondo pilastro”). L’esistenza, accanto ai coefficienti minimi obbligatori, del
“secondo pilastro” di fatto amplia il concetto di adeguatezza patrimoniale, che assume una connotazione più globale e tesa alla verifica
complessiva dei fabbisogni patrimoniali e delle fonti effettivamente disponibili, in coerenza con gli obiettivi strategici e di sviluppo della
Banca stessa.
La Banca si è dotata di processi e strumenti (Internal Capital Adequacy Process, ICAAP) per determinare il livello di capitale interno
adeguato a fronteggiare ogni tipologia di rischio, nell’ambito di una valutazione dell’esposizione, attuale e prospettica, che tenga conto
delle strategie e dell’evoluzione del contesto di riferimento.
Obiettivo della Banca è quindi quello di mantenere un’adeguata copertura patrimoniale a fronte dei requisiti richiesti dalle norme di
vigilanza; nell’ambito del processo ICAAP la loro evoluzione viene pertanto stimata in sede di attività di pianificazione sulla base degli
obiettivi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione.
La verifica del rispetto dei requisiti di vigilanza e della conseguente adeguatezza del Patrimonio avviene trimestralmente. Gli aspetti
oggetto di verifica sono principalmente i ratios rispetto alla struttura finanziaria della banca (impieghi, crediti anomali, immobilizzazioni,
totale attivo) e il grado di copertura dei rischi.
L'attuale consistenza patrimoniale consente il rispetto delle regole di vigilanza prudenziale previste per tutte le banche, nonché quelle
specifiche dettate per le banche di credito cooperativo.
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B. Informazioni di natura quantitativa
Nella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al patrimonio della banca.
B.1 Patrimonio dell'impresa: composizione
Voci/Valori
Totale 31.12.2012
Totale 31.12.2011
3.755
3.605
1. Capitale
2. Sovrapprezzi di emissione
472
424
35.614
34.550
- di utili
36.226
35.161
a) legale
35.903
34.848
3. Riserve
b) statutaria
c) azioni proprie
d) altre
- altre
323
313
(612)
(611)
3.238
(1.422)
1.087
(3.667)
(87)
7
2.238
2.238
3.5. (Acconti su dividendi)
4. Strumenti di capitale
5. (Azioni proprie)
6. Riserve da valutazione
- Attività finanziarie disponibili per la vendita
- Attività materiali
- Attività immateriali
- Copertura di investimenti esteri
- Copertura dei flussi finanziari
- Differenze di cambio
- Attività non correnti in via di dismissione
- Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti
- Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto
- Leggi speciali di rivalutazione
7. Utile (Perdita) d'esercizio
Totale
1.626
1.341
44.705
38.498
Il capitale della Banca è costituito da azioni ordinarie del valore nominale di 25,82 euro.
Ulteriori informazioni sono fornite nella precedente Sezione 14 - Parte B del passivo del presente documento.
Le riserve di cui al punto 3 comprendono le riserve di utili (riserva legale), nonché le riserve positive e negative connesse agli effetti della transizione ai
principi contabili internazionali Ias/Ifrs; includono, inoltre, la riclassificazione a patrimonio netto delle perdite attuariali su TFR , conseguente all'adozione
del nuovo testo dello IAS 19 a decorrere dall'esercizio 2012, come meglio specificato nella Parte A della presente Nota.
Le riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita, comprese nel punto 6, sono dettagliate nella successiva tabella B.2.
B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione
Attività/Valori
1. Titoli di debito
Totale 31.12.2012
Riserva positiva
Totale 31.12.2011
Riserva negativa
Riserva positiva
Riserva negativa
4.664
3.577
389
4.056
4.664
3.577
389
4.056
2. Titoli di capitale
3. Quote di O.I.C.R.
4. Finanziamenti
Totale
Nella colonna “riserva positiva” è indicato l’importo cumulato delle riserve da valutazione relative agli strumenti finanziari, che nell’ambito della categoria
considerata, presentano alla data di riferimento del bilancio un fair value superiore al costo ammortizzato (attività finanziarie plusvalenti).
Nella colonna “riserva negativa” è indicato, per converso, l’importo cumulato delle riserve da valutazione relative agli strumenti finanziari che, nell’ambito
della categoria considerata, presentano alla data di riferimento del bilancio un fair value inferiore al costo ammortizzato (attività finanziarie minusvalenti).
Gli importi indicati sono riportati al netto del relativo effetto fiscale.
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B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue
Titoli di debito
1. Esistenze iniziali
Titoli di capitale
Quote di O.I.C.R.
Finanziamenti
(3.667)
2. Variazioni positive
7.102
2.1 Incrementi di fair value
6.961
2.2 Rigiro a conto economico di riserve negative
141
- da deterioramento
- da realizzo
141
2.3 Altre variazioni
2.4 Operazioni di aggregazione aziendale
3. Variazioni negative
2.348
3.1 Riduzioni di fair value
3.2 Rettifiche da deterioramento
3.3 Rigiro a conto economico di riserve positive : da realizzo
3.4 Altre variazioni
2.348
3.5 Operazioni di aggregazione aziendale
4. Rimanenze finali
1.087
La sottovoce 3.4 "Altre variazioni" include:
- aumenti di imposte differite per 2.289 mila euro;
- diminuzioni di imposte anticipate per 59 mila euro;
Sezione 2 - Il patrimonio e i coefficienti di vigilanza
Il Patrimonio di Vigilanza ed i coefficienti patrimoniali sono stati calcolati sulla base dei valori patrimoniali e del risultato economico
determinati con l'applicazione della normativa di bilancio prevista dai principi contabili internazionali IAS/IFRS e tenendo conto della
disciplina della Banca d'Italia sul Patrimonio di Vigilanza e sui coefficienti prudenziali. ("Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le
banche" Circolare 263 del 27 dicembre 2006, e successivi aggiornamenti, e "Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni sul patrimonio
e sui coefficenti prudenziali" Circolare 155 del 18 dicembre 1991, e successivi aggiornamenti).
2.1 Patrimonio di vigilanza
A. Informazioni di natura qualitativa
Il Patrimonio di Vigilanza differisce dal patrimonio netto contabile determinato in base all’applicazione dei principi contabili internazionali
IAS/IFRS, poiché la normativa di vigilanza persegue l’obiettivo di salvaguardare la qualità del patrimonio e di ridurne la potenziale volatilità,
indotta dall’applicazione degli IAS/IFRS.
Il Patrimonio di Vigilanza viene calcolato come somma delle componenti positive e negative, in base alla loro qualità patrimoniale; le
componenti positive devono essere nella piena disponibilità della Banca, al fine di poterle utilizzare nel calcolo degli assorbimenti
patrimoniali.
Il Patrimonio di Vigilanza, che costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vigilanza prudenziale, è costituito dal Patrimonio di
base e dal Patrimonio supplementare al netto di alcune deduzioni.
Sia il Patrimonio di base (tier 1) che il Patrimonio supplementare (tier 2) sono determinati sommando algebricamente gli elementi positivi e
gli elementi negativi che li compongono, previa considerazione dei c.d. “filtri prudenziali”. Con tale espressione si intendono tutti quegli
elementi rettificativi, positivi e negativi, del patrimonio di vigilanza, introdotti dalle Autorità di Vigilanza con il fine esplicito di ridurre la
potenziale volatilità del patrimonio.
Sempre in tema di filtri prudenziali si segnala il provvedimento del 18 maggio 2010 della Banca d’Italia con cui viene modificato, ai fini del
calcolo del Patrimonio di Vigilanza, il trattamento prudenziale delle riserve da rivalutazione relative ai titoli di debito emessi dalle
Amministrazioni centrali dei Paesi UE inclusi nel portafoglio “attività finanziarie disponibili per la vendita –AFS”.
In particolare, è stata riconosciuta la possibilità di neutralizzare completamente le plusvalenze e le minusvalenze rilevate nelle citate riserve
AFS. La Banca si è avvalsa della possibilità di esercitare detta opzione.
Di seguito si illustrano gli elementi che compongono il Patrimonio di base ed il Patrimonio supplementare, in particolare:
Patrimonio di base (Tier 1)
Il capitale sociale, i sovrapprezzi di emissione, le riserve di utili e di capitale, costituiscono gli elementi patrimoniali di primaria qualità. Il
totale dei suddetti elementi, previa deduzione delle azioni o quote proprie, delle attività immateriali, nonché delle eventuali perdite
registrate negli esercizi precedenti ed in quello in corso costituisce il Patrimonio di base.
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200
Patrimonio supplementare (Tier 2)
Le riserve di valutazione, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le passività subordinate costituiscono gli elementi positivi del
patrimonio supplementare, ammesso nel calcolo del patrimonio di vigilanza entro un ammontare massimo pari al patrimonio di base; le
passività subordinate non possono superare il 50% del Tier 1.
Da tali aggregati vanno dedotte le partecipazioni, gli strumenti innovativi di capitale, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le attività
subordinate detenuti in altre banche e società finanziarie.
Patrimonio di terzo livello
Gli elementi rientranti nel patrimonio di 3° livello possono essere utilizzati soltanto a copertura dei requisiti patrimoniali sui rischi di
mercato – esclusi i requisiti sui rischi di controparte e di regolamento relativi al “portafoglio di negoziazione di vigilanza” – ed entro il limite
del 71,4% di detti requisiti. Possono concorrere al patrimonio di 3° livello:
• le passività subordinate di 2° livello non computabili nel patrimonio supplementare perché eccedenti il limite del 50% del patrimonio di
base al lordo degli elementi da dedurre;
• le passività subordinate di 3° livello.
Al momento la Banca non fa ricorso a strumenti computabili in tale tipologia di patrimonio.
B. Informazioni di natura quantitativa
Totale 31.12.2012
A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali
B. Filtri prudenziali del patrimonio di base:
Totale 31.12.2011
41.160
39.638
(87)
(117)
B.1 Filtri prudenziali Ias/Ifrs positivi (+)
B.2 Filtri prudenziali Ias/Ifrs negativi (-)
C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B)
D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base
E. Totale patrimonio di base (TIER 1) (C-D)
F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali
G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare:
(87)
(117)
41.073
39.521
44
121
41.029
39.400
2.240
2.238
(1)
G. 1 Filtri prudenziali Ias/Ifrs positivi (+)
G. 2 Filtri prudenziali Ias/Ifrs negativi (-)
(1)
H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G)
2.239
I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare
L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I)
2.238
44
122
2.195
2.116
43.224
41.516
43.224
41.516
M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare
N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M)
O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3)
P. Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O)
Alcune voci relative ai dati comparativi al 31 dicembre 2011 risultano diverse rispetto al bilancio pubblicato, per effetto dell'applicazione
retrospettiva del nuovo principio contabile IAS 19 secondo le disposizioni dello IAS 8 (mutamento di principi contabili), pertanto taluni dati
differiscono dalle Segnalazioni di Vigilanza inviate.
Con riferimento alla scelta dell'opzione di cui alla comunicazione di Banca d'Italia del 18 maggio 2010 si evidenzia che, adottando
l'approccio "asimmetrico", il Patrimonio di Vigilanza, alla data di chiusura del presente bilancio , sarebbe stato pari a 43.821 mila euro.
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201
2.2 Adeguatezza patrimoniale
A. Informazioni di natura qualitativa
La Banca d’Italia con l’emanazione della Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 (“Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche”)
e successivi aggiornamenti, ha ridisegnato la normativa prudenziale delle banche e dei gruppi bancari recependo le direttive comunitarie in
materia di adeguatezza patrimoniale degli intermediari finanziari: Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale (cd.”Basilea 2”).
La nuova struttura della regolamentazione prudenziale si basa su tre Pilastri:
• il Primo attribuisce rilevanza alla misurazione dei rischi e del patrimonio, prevedendo il rispetto di requisiti patrimoniali per fronteggiare
alcune principali tipologie di rischi dell’attività bancaria e finanziaria (di credito, di controparte, di mercato e operativi); a tal fine sono
previste metodologie alternative di calcolo dei requisiti patrimoniali caratterizzate da diversi livelli di complessità nella misurazione dei
rischi e nei requisiti organizzativi di controllo;
• il Secondo richiede agli intermediari finanziari di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell’adeguatezza patrimoniale,
attuale e prospettica, evidenziando l’importanza della governance quale elemento di fondamentale significatività anche nell’ottica
dell’Organo di Vigilanza, a cui è rimessa la verifica dell’attendibilità e della correttezza di questa valutazione interna;
• il Terzo introduce specifici obblighi di informativa al pubblico riguardanti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le
caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo.
I coefficienti prudenziali alla data di chiusura del presente bilancio sono determinati secondo la metodologia prevista dall’Accordo sul
Capitale – Basilea 2, adottando il metodo Standardizzato per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito e controparte
e quello Base per il calcolo dei rischi operativi.
In base alle istruzioni di Vigilanza, le banche devono mantenere costantemente, quale requisito patrimoniale in relazione ai rischi di perdita
per inadempimento dei debitori (rischio di credito), un ammontare del patrimonio di Vigilanza pari ad almeno l’8 per cento delle
esposizioni ponderate per il rischio (total capital ratio).
Le banche sono tenute inoltre a rispettare in via continuativa i requisiti patrimoniali per i rischi generati dalla operatività sui mercati
riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci. Con riferimento ai rischi di mercato calcolati sull’intero portafoglio di negoziazione,
la normativa identifica e disciplina il trattamento dei diversi tipi di rischio: rischio di posizione su titoli di debito e di capitale, rischio di
regolamento e rischio di concentrazione. Con riferimento all’intero bilancio occorre inoltre determinare il rischio di cambio ed il rischio di
posizione su merci.
Per la valutazione della solidità patrimoniale assume notevole rilevanza anche il c.d. Tier 1 capital ratio, rappresentato dal rapporto tra
Patrimonio di base e le complessive attività di rischio ponderate.
Come già indicato nella Sezione 1, la Banca ritiene che l’adeguatezza patrimoniale rappresenti uno dei principali obiettivi strategici.
Conseguentemente, il mantenimento di un’adeguata eccedenza patrimoniale rispetto ai requisiti minimi costituisce oggetto di costanti
analisi e verifiche, in termini sia consuntivi che prospettici. Le risultanza delle analisi consentono di individuare gli interventi più appropriati
per salvaguardare i livelli di patrimonializzazione.
Come risulta dalla composizione del Patrimonio di Vigilanza e dal seguente dettaglio dei requisiti prudenziali, la Banca presenta un
rapporto tra Patrimonio di base ed attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) pari al 12,17% (12,02% al 31.12 dell'anno precedente )
ed un rapporto tra Patrimonio di Vigilanza ed attività di rischio ponderate (Total capital ratio) pari al 12,82% (12,66% al 31.12 dell'anno
precedente ) superiore rispetto al requisito minimo dell’8%.
In particolare, i requisiti per il rischio di credito e controparte risultano cresciuti rispetto il termine dello scorso esercizio, nonostante il
decremento delle masse di impiego verso clientela; ciò è da attribuire a più eventi, quali ad esempio, l’incremento della quota di impegno
nei confronti del FGO del Credito Cooperativo a seguito di una variazione di classe di merito, l’incremento del credito deteriorato, il
downgrading applicato da Moody’s rispetto al mapping della Banca d'Italia per il metodo standardizzato che ha determinato, per i rating a
lungo termine, il passaggio alla classe di merito di credito inferiore (variazione della ponderazione delle esposizioni verso intermediari
vigilati italiani aventi durata originaria superiore a 3 mesi e quella delle esposizioni con durata residua superiore a 3 mesi, passata dal 50%
al 100%).
Il requisito patrimoniale a fronte del rischio operativo (pari al 15% della media del margine di intermediazione del triennio 2010-2012)
risulta in crescita per effetto dei risultati economici in termine di margine di intermediazione rilevati; alla data di chiusura del presente
bilancio, tale requisito ammonta a 2.676.470 euro.
Il miglioramento rilevato nei ratios patrimoniali è da attribuirsi principalmente all’incremento del Patrimonio di Vigilanza a seguito della
destinazione di una percentuale pari all'81,46% dell’utile di esercizio.
Al netto della quota assorbita dai rischi di credito, dai rischi di mercato e dai rischi operativi, (rischi di I pilastro) l’eccedenza patrimoniale si
attesta a 16.255.887 euro.
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202
B. Informazioni di natura quantitativa
Importi non
ponderati
31.12.2012
Categorie/Valori
Importi non
ponderati
31.12.2011
Importi
ponderati/requisiti
31.12.2012
Importi
ponderati/requisiti
31.12.2011
A. ATTIVITA' DI RISCHIO
A.1 Rischio di credito e di controparte
659.425
567.506
303.643
296.026
659.425
567.506
303.643
296.026
24.291
23.682
B.3 Rischio operativo
2.676
2.547
1. Modello base
2.676
2.547
26.968
26.229
C.1 Attività di rischio ponderate
337.098
327.860
C.2 Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio)
12,17%
12,02%
C.3 Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio)
12,82%
12,66%
1. Metodologia standardizzata
2. Metodologia basata sui rating interni
2.1 Base
2.2 Avanzata
3. Cartolarizzazioni
B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA
B.1 Rischio di credito e di controparte
B.2 Rischi di mercato
1. Metodologia standard
2. Modelli interni
3. Rischio di concentrazione
2. Modello standardizzato
3. Modello avanzato
B.4 Altri requisiti prudenziali
B.5 Altri elementi del calcolo
B.6 Totale requisiti prudenziali
C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA
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203
PARTE G - OPERAZIONI DI AGGREGAZIONE RIGUARDANTI IMPRESE
O RAMI D’AZIENDA
SEZIONE 1 - OPERAZIONI REALIZZATE DURANTE L'ESERCIZIO
Nel corso dell'esercizio, la Banca non ha effettuato operazioni di aggregazioni di imprese o rami d'azienda.
SEZIONE 2 - OPERAZIONI REALIZZATE DOPO LA CHIUSURA DELL'ESERCIZIO
Dopo la chiusura dell'esercizio, la Banca non ha effettuato operazioni di aggregazioni di imprese o rami d'azienda.
PARTE H - OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE
1. Informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica
Compensi ai dirigenti con responsabilità strategiche (compresi gli amministratori e i sindaci)
La tabella che segue, così come richiesto dallo IAS 24 par. 16, riporta l'ammontare dei compensi di competenza dell'esercizio ai Dirigenti con responsabilità
strategica, intendendosi per tali coloro che hanno il potere e la responsabilità della pianificazione, della direzione e controllo delle attività della Banca ,
compresi gli Amministratori e i Sindaci della Banca stessa.
Importi
- Stipendi e altri benefici a breve termine, compresi compensi e benefits agli amministratori e sindaci
407
- Benefici successivi al rapporto di lavoro
60
- Indennità per la cessazione del rapporto di lavoro
- Altri benefici a lungo termine
2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate
Rapporti con parti correlate
Attivo
Passivo
Garanzie
rilasciate
Garanzie
ricevute
Ricavi
Costi
Controllate
Collegate
Amministratori, Sindaci e Dirigenti
Altri parti correlate
Totale
722
2.585
3.069
22
3.591
1.917
5.945
200
67
40
4.313
4.502
9.014
223
107
Le altre parti correlate includono gli stretti familiari degli Amministratori, dei Sindaci e degli altri Dirigenti con responsabilità strategica, nonché le società
controllate dai medesimi soggetti o dai loro stretti familiari.
Per quanto riguarda le operazioni con i soggetti che esercitano funzioni di amministrazione, direzione e controllo della Banca trova applicazione l'art. 136 del
D.Lgs. 385/1993 e l'art. 2391 del codice civile. In proposito la Banca, con delibera del Consiglio di Amministrazione del 15/12/2010 si è dotata di un apposito
"Regolamento Interessi Amministratori Obbligazioni Esponenti Aziendali", disciplinante le procedure da seguire nei casi interessati.
Le operazioni con parti correlate sono regolarmente poste in essere a condizioni di mercato e comunque sulla base di valutazioni di convenienza economica
e sempre nel rispetto della normativa vigente, dando adeguata motivazione delle ragioni e della convenienza per la conclusione delle stesse.
Le operazioni con parti correlate non hanno una incidenza significativa sulla situazione patrimoniale e finanziaria, sul risultato economico e sui flussi
finanziari della Banca.
Nel bilancio non risultano svalutazioni analitiche o perdite per crediti dubbi verso parti correlate. Sui crediti verso parti correlate viene pertanto applicata
solo la svalutazione collettiva.
PARTE I - ACCORDI DI PAGAMENTO BASATI SU PROPRI STRUMENTI
PATRIMONIALI
La Banca non ha posto in essere accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali.
PARTE L - INFORMATIVA DI SETTORE
La Banca non è tenuta a compilare la parte in quanto intermediario non quotato.
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ALLEGATI ALLA NOTA INTEGRATIVA
ALLEGATO 1
(in euro)
PROSPETTO DELLE RIVALUTAZIONI DEI BENI AI SENSI
DELL’ART.10 DELLA LEGGE 72/83
UBICAZIONE
Ficulle (TR) - borgo Garibaldi n. 23/25
Città della Pieve (PG) - Via Stradone n. 49
Castiglione del Lago (PG) - Via Roma
Ficulle (TR) - borgo Garibaldi n. 23/25
Allerona Stazione (TR) - Via Carducci n. 1/3
DESTINAZIONE
LEGGE
ESERCIZIO DI
EFFETTUAZIONE
Filiale
Sede
Filiale
Filiale
Filiale
72/83
266/05
266/05
266/05
266/05
1983
2005
2005
2005
2005
AMMONTARE
DELLA
RIVALUTAZIONE
31.650
1.642.842
140.373
235.189
187.939
TOTALE COMPLESSIVO
2.237.993
ALLEGATO 2
(in migliaia di euro)
ONERI PER REVISIONE LEGALE
In ottemperanza a quanto previsto dall'art. 2427, 1° comma, n. 16-bis del codice civile, si riepilogano di seguito i corrispettivi
corrisposti, con riferimento all’esercizio 2012, alla Società di Revisione Deloitte & Touche S.p.A. per l'incarico di revisione
legale dei conti e per la prestazione di altri servizi resi alla Banca.
Gli importi sono al netto dell'IVA e delle spese.
TIPOLOGIA DI SERVIZI
SOGGETTO CHE HA PRESTATO IL SERVIZIO:
SOCIETA’ DI REVISIONE/REVISORE LEGALE
AMMONTARE TOTALE
CORRISPETTIVI
Revisione legale dei conti annuali
Deloitte & Touche S.p.A
21
Altri servizi di verifica svolti
Deloitte & Touche S.p.A
1
Totale
22
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205
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206
ZONA DI COMPETENZA TERRITORIALE
Provincia di Perugia: C ASTIGLIONE DEL L AGO , C IT TÀ DELLA P IEVE , L ISCIANO N ICCONE ,
M AGIONE , P ACIANO , P ANICALE , P ASSIGNANO SUL T RASIMENO , P ERUGIA , P IEGARO , S POLETO , T ODI ,
T UORO SUL T RASIMENO , U MBERTIDE .
Provincia di Terni: A LLERONA , B ASCHI , F ABRO , F ICULLE , M ONTEGABBIONE , M ONTELEONE D ’O RVIETO , O RVIETO ,
P ARRANO , P ORANO , S AN V ENANZO , C ASTEL G IORGIO , C ASTEL V ISCARDO , A RRONE , A CQUASPARTA , M ONTECASTRILLI ,
M ONTEFRANCO , M ONTECCHIO , N ARNI , S AN G EMINI , S TRONCONE , T ERNI .
Provincia di Siena: C ETONA , C HIUSI , M ONTEPULCIANO , S AN C ASCIANO
DEI
B AGNI .
Provincia di Arezzo: C ORTONA .
Provincia di Viterbo: A CQUAPENDENTE , B AGNOREGIO , B OLSENA ,C ASTIGLIONE
Provincia di Rieti: C OLLI
SUL
IN
T EVERINA , L UBRIANO .
V ELINO , L ABRO , R IETI .
RETE SPORTELLI
M OIANO
DI
C IT TÀ
DELLA
Sede
P IEVE (PG) – V IA S TRADONE N . 49
Filiali
A LLERONA S TAZIONE (TR) – V IA G IOSUÈ C ARDUCCI N . 1/3
C ASTIGLIONE DEL L AGO (PG) – V IA ROMA
C ICONIA (TR) – V IA DELLE M IMOSE N . 6/7
C IT TÀ DELLA P IEVE (PG) – PIAZZA G. MATTEOTTI N. 1
F ABRO S TAZIONE (TR) – P IAZZALE C ARLO L EVI N . 14/15
F ICULLE (TR) – B ORGO G ARIBALDI N . 23
O RVIETO (TR) – P IAZZA V IVARIA N . 1/C
P ASSIGNANO SUL TRASIMENO (PG) - V IA DELLA L IBERTÀ , 3
P OZZUOLO U MBRO (PG) – P IAZZA DEL P OPOLO N . 2
T AVERNELLE DI P ANICALE (PG) – P IAZZA K ARL M ARX N . 10
T ERNI (TR) – V IA M ICHELANGELO B UONARROTI N . 5 A / B
T ERNI (TR) – V IA G ABELLET TA N . 128
Sportelli automatici
A LLERONA - F ICULLE - F ONTIGNANO - P ACIANO - P ANICAROLA - P IETRAFIT TA - P O ’ B ANDINO
T ERNI (SS675 U MBRO L AZIALE KM 72+930) - CASTEL RIGONE
C OMUNE
DI
TESORERIE COMUNALI
A LLERONA – C OMUNE DI F ICULLE – C OMUNE DI P ACIANO - C OMUNE
DI
P ANICALE
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Stampato su carta patinata ecologica prodotta in ambiente neutro, acid free, ECF
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Bilancio d`esercizio 2012 - CrediUmbria Banca di Credito Cooperativo