le strade del C A S E I F I C I E T E R R I TO R I O provincia di Bologna Parmigiano Reggiano La prima guida dedicata ai caseifici che con il contributo di producono il Parmigiano-Reggiano nella provincia di Bologna. Acquistare il Parmigiano-Reggiano direttamente dal produttore diventa un’occasione per scoprire il territorio bolognese nei dintorni del caseificio, territorio che è la vera e propria “culla” di questa eccellenza gastronomica. Godere della bontà di un prodotto tradizionale e genuino scoprendo le caratteristiche uniche dei luoghi che hanno contribuito a renderlo così speciale. le strade del Parmigiano-Reggiano caseifici e territorio nella provincia di Bologna Dedicata ai curiosi ed ai golosi, a chi si muove per diletto o per lavoro, a chi sa apprezzare le cose belle e le cose buone. Questa guida è un piccolo compagno di viaggio per conoscere la costellazione di sapori, arte, cultura e natura che brilla nel territorio bolognese, dalle terre basse di pianura fino al crinale dell’Appennino. Le Strade del Parmigiano-Reggiano Caseifici e territorio nella provincia di Bologna © Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano sezione di Bologna © Eccentrico riproduzione vietata Coordinamento editoriale, progetto grafico, impaginazione Eccentrico Testi Francesca Zanetti Testi da pagina 15 a pagina 29 Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano Coordinamento pagine caseifici Claudio Guidetti, Federica Rondelli Sezione di Bologna del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano Raccolta dati caseifici Sezione di Bologna del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano I crediti fotografici sono indicati alla fine del volume Stampa Grafiche Callegaro (Padova) Finito di stampare nel mese di luglio 2011 Si ringrazia la Provincia di Bologna per la collaborazione fornita dai Servizi Agricoltura, Cultura e Turismo per il materiale redazionale e iconografico ricevuto, tratto da “Itinerari di vallata. Guida della provincia di Bologna” e per la diffusione del volume. www.provincia.bologna.it/turismo I comuni della provincia di Bologna dove trovare caseifici produttori di Parmigiano-Reggiano con punto vendita aperto al pubblico Indice Generale intervento di Giuseppe Alai Presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano9 intervento di Angelo Romagnoli Presidente della Sezione di Bologna del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano11 Come leggere questa guida 13 I segreti e la storia del Parmigiano-Reggiano 15 Le visite nei caseifici del Parmigiano-Reggiano 29 Alla sinistra del fiume Reno S.Giovanni in Persiceto Sinistra Fiume Reno Indice dell’area Il territorio I caseifici 32 35 52 La città, gli itinerari e i sapori 58 Bibliografia di approfondimento 75 Anzola dell’Emilia Bazzano Monteveglio Savigno Castel d’Aiano Gaggio Montano Lizzano in Belvedere Bologna 9 Introduzione Giuseppe Alai Presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano Sul primato di notorietà del Parmigiano-Reggiano non sussistono dubbi: le ricerche lo indicano infatti come il formaggio più conosciuto al mondo. Non sempre sono però altrettanto note le sue caratteristiche, i processi artigianali grazie ai quali nasce, la complessità di un sistema articolato entro il quale vi sono tanti protagonisti ugualmente chiamati ad un grande lavoro e ad una importante responsabilità nel dar vita e nel proporre ai consumatori un prodotto che ha nell’assoluta naturalità il suo punto di forza. Al centro di questo sistema, che parte da 3.500 allevamenti, operano poco meno di 400 caseifici distribuiti in un comprensorio di produzione che si colloca tra il Po e il Reno: il formaggio più conosciuto al mondo nasce proprio qui, in luoghi e strutture in cui si perpetuano secolari tradizioni e l’arte casearia e i suoi segreti si tramandano da una generazione all’altra. Tra le cose che meno si conoscono del Parmigiano-Reggiano, vi sono proprio queste strutture, i gesti e le attività che in esse si compiono, una presenza nel territorio che è fonte di lavoro e costituisce un presidio importante per la tutela dell’ambiente. L’obiettivo di queste pagine è proprio quello di accendere nuove luci di conoscenza su questa rete di imprese artigianali, offrendo ai lettori la possibilità di entrare in uno straordinario mondo in cui ogni cosa è fatta non solo con maestria, ma anche con naturale passione. 11 Sulle strade del Parmigiano-Reggiano Angelo Romagnoli Presidente della Sezione di Bologna del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano Le strade del Parmigiano-Reggiano portano a Bologna, alla sinistra del fiume Reno e con Mantova alla destra del Po, Modena, Reggio Emilia e Parma, delimitano i confini entro i quali si può produrre il ParmigianoReggiano. E’ una piccola realtà produttiva quella dei nove caseifici bolognesi, ma anche qui il Parmigiano-Reggiano nasce e trova ragione di esistere nel profondo e inscindibile legame con il territorio di origine, con la sua gente, la sua cultura, con i valori e le tradizioni di un’agricoltura che ha contribuito a scrivere la storia agro-alimentare della provincia di Bologna. Bologna, provincia che può fregiarsi di avere uno dei territori più certificati d’Europa, tanti infatti sono i prodotti DOP e IGP che sottolineano e dimostrano la valenza culturale di una importante tradizione enogastronomica. Ecco perché attraverso questa guida ci si potrà recare, oltre che “di qua dal Reno” alla scoperta dei caseifici che producono Parmigiano-Reggiano, in tutto il territorio bolognese, alla ricerca dei prodotti d’eccellenza del territorio felsineo che le aziende contrassegnate dal bollino rosso del marchio DegustiBo, su iniziativa della Provincia di Bologna, promuovono e valorizzano. Questa guida poi è un invito a non percorrere distrattamente le strade che si snodano sul territorio bolognese, ma a gettare uno sguardo attento per scoprire e apprezzare un territorio meraviglioso, ricco non solo di prodotti alimentari ma anche di arte, storia e cultura che hanno valso al capoluogo l’appellativo Bologna la dotta. Ringrazio la Provincia di Bologna per aver contribuito alla realizzazione della guida, in particolar modo il Servizio Cultura e Turismo e il Servizio Agricoltura che hanno fornito parte del materiale necessario alla compilazione del volume e contribuito alla sua distribuzione. La Sezione di Bologna del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano 13 Come leggere la guida L’unicità e le tante qualità di questo formaggio sono strettamente legate alla cultura e alla natura di un territorio unico. Acquistare il Parmigiano-Reggiano dal produttore diventa occasione per scoprire e riscoprire il territorio “culla” di una significativa eccellenza gastronomica. La mappa schematica permette di individuare sul territorio i caseifici produttori di Parmigiano-Reggiano con punto vendita aperto al pubblico e indica i siti di interesse culturale, artistico e ambientale presenti nella zona. Nell’indice vicino alla mappa si rimanda agli approfondimenti sul territorio e alle schede dei caseifici con tutte le informazioni pratiche come l’indirizzo, gli orari di apertura, i prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano. I dati sono aggiornati a giugno 2011. Sono state inserite anche informazioni sui principali eventi ed appuntamenti: gastronomia, ricorrenze e celebrazioni, feste popolari e tradizioni, eventi culturali; nel segno della gastronomia bolognese di qualità vengono indicate anche le attività che aderiscono al Progetto DegustiBO. 15 caratteristiche di un’eccellenza i segreti e la storia del Parmigiano-Reggiano 16 17 Zona d’origine La storia del Parmigiano-Reggiano DOP DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI UN LEGAME IMPRESCINDIBILE Il legame tra il Parmigiano-Reggiano e la sua zona di origine è imprescindibile. Il Parmigiano-Reggiano nasce dal suo territorio e dalla sapienza dell’uomo. Oggi, come nove secoli fa, si fa con gli stessi ingredienti (latte, sale, caglio), la stessa cura e passione, la stessa zona d’origine. La produzione del latte e la trasformazione in formaggio avvengono nelle province di Il Parmigiano-Reggiano è un tutt’uno con la terra in cui nasce e racchiude in sé un viaggio unico e straordinario, lungo nove secoli, che si compie ancora oggi negli stessi luoghi, con la stessa tecnica, per regalare un inimitabile sapore che muove mente e cuore. Mantova alla destra del fiume Po NOVE SECOLI DI NOBILTA’ Parma Reggio Emilia Modena Bologna alla sinistra del fiume Reno IL SEGRETO DI TANTA BONTA’ Qui si concentrano infatti le oltre 3.500 aziende agricole in cui si produce il latte pregiato e gli oltre 380 caseifici che lo trasformano ogni giorno e che stagionano il formaggio per un minimo di 12 mesi fino a due anni e oltre, controllando ogni forma, fino alla maturazione. Le origini del Parmigiano-Reggiano risalgono al Medioevo e vengono generalmente collocate attorno al XII secolo. Presso i monasteri benedettini, seguendo la regola di San Benedetto, “Ora et Labora”, i monaci svilupparono attività agricole e di allevamento di vacche per il lavoro dei campi e per la produzione di carne e di latte. Elevate erano le quantità di questa materia prima, tanto preziosa quanto facilmente deperibile, così nacque l’esigenza di escogitare un modo per produrre un formaggio che durasse nel tempo. Comparvero così i primi caselli: grazie all’abbondanza di corsi d’acqua, di ampi pascoli e di latte prodotto dalle bovine utilizzate nei lavori dei campi, in questa zona circoscritta dell’Emilia si diffuse la produzione di un formaggio a pasta dura, di grandi dimensioni (allora di circa 16-20 chilogrammi), ottenuto attraverso la lavorazione del latte in ampie caldaie. Questo formaggio ebbe fin da subito una caratteristica importante: riusciva a durare a lungo nel tempo, anzi, più maturava, più migliorava le sue caratteristiche organolettiche. Numerose sono le testimonianze storiche che dimostrano come già nel 1200 il formaggio chiamato “caseus parmensis”, quello che poi chiameremo “ParmigianoReggiano”, avesse raggiunto una diffusione e anche una notorietà al di fuori dei confini della zona di origine. 1934 OGGI Le modalità di produzione del Parmigiano-Reggiano hanno subito alcune evoluzioni nel corso dei secoli. Rispetto ai periodi iniziali sono rimasti immutati gli ingredienti, i luoghi di origine, la cura e i sapienti gesti rituali. E’ la storia di come la garanzia di genuinità del Parmigiano-Reggiano sia oggi assoluta in forza di norme precise, applicate con rigida autodisciplina di conformità e con rigoroso controllo. Il Parmigiano-Reggiano è un formaggio salvaguardato da più di settant’anni dal Consorzio di tutela e amato da nove secoli per il suo gusto sempre generoso. 18 19 Come si fa il Parmigiano-Reggiano LA LAVORAZIONE Ogni giorno, il latte della mungitura serale viene lasciato riposare sino al mattino in ampie vasche, nelle quali affiora spontaneamente la parte grassa, destinata alla produzione di burro. Insieme al latte intero della mungitura del mattino, appena giunto dagli allevamenti il latte scremato della sera viene versato nelle tipiche caldaie di rame a forma di campana rovesciata, con l’aggiunta del siero innesto, ricco di fermenti lattici naturali ottenuti dalla lavorazione del giorno precedente, e di caglio naturale di vitello. Il latte coagula in una decina di minuti. STAGIONATURA ED ESPERTIZZAZIONE Nel silenzio dei magazzini le forme si rincorrono in lunghe file. Per ognuna di esse sono stati necessari circa 550 litri di latte, e l’impegno costante di allevatori e casari. Ma il lavoro continua. Lasciato riposare su tavole di legno, il formaggio si asciuga lentamente e la crosta formatasi durante la salatura, quindi senza trattamenti, perfettamente edibile, prende un colore paglierino sempre più intenso con il passare del tempo. Quella del Parmigiano-Reggiano è una storia lunga, ma è anche una storia lenta, che scorre al naturale ritmo delle stagioni. La stagionatura minima è infatti di dodici mesi, ed è solo a quel punto che si potrà dire se ogni singola forma potrà conservare il nome che le è stato impresso all’origine. MARCHIATURA Gli esperti del Consorzio di tutela le esaminano una ad una. Dopo la verifica dell’organismo di controllo, viene applicato il bollo a fuoco sulle forme che hanno i requisiti della Denominazione d’origine Protetta. Alle forme che non presentano i requisiti per la Dop vengono asportati tutti i contrassegni e la scritta a puntini. Per i maestri casari è uno dei momenti più delicati, e per i consumatori è la fase più importante: è il momento della selezione e della certificazione di garanzia del prodotto. Sul formaggio che viene avviato al consumo come fresco (un termine che può suonare curioso per un prodotto che ha già un anno di maturazione) vengono incisi solchi paralleli che lo rendono immediatamente riconoscibile dai consumatori. Questo è il Parmigiano-Reggiano di seconda categoria detto “Mezzano”. A 18 mesi, e su richiesta volontaria, alle forme può essere apposto il marchio “Extra” o “Export” dopo un ulteriore esame. Si forma così la cagliata che viene frammentata in minuscoli granuli grazie ad un antico attrezzo detto spino. E’ a questo punto che entra in scena il fuoco, per una cottura che raggiunge i 55 gradi centigradi, al termine della quale i granuli caseosi precipitano sul fondo della caldaia aggregandosi in un’unica massa. Dopo circa cinquanta minuti, la massa caseosa viene estratta, dal casaro, con sapienti movimenti. Tagliato in due parti e avvolto nella tela, il formaggio viene immesso in una fascera che gli darà la forma cilindrica. Con l’applicazione di una placca di caseina, ogni forma viene contrassegnata con un numero unico e progressivo che l’accompagnerà proprio come una carta d’identità. Dopo poche ore, una speciale fascia marchiante incide sulla forma il mese e l’anno di produzione, il numero di matricola che contraddistingue il caseificio e l’inconfondibile scritta a puntini su tutta la circonferenza della forma. A distanza di pochi giorni le forme vengono immerse in una soluzione satura di acqua e sale. E’ una salatura per assorbimento che in circa venti giorni conclude il ciclo di produzione e apre quello non meno affascinante della stagionatura. 20 21 parte dell’organismo, derivanti dalla lenta trasformazione della caseina, proteina del latte. Questi composti si formano durante la lunga maturazione e contribuiscono a determinare i caratteri organolettici del formaggio facilitandone la digestione. Questi apporti di gusto ed energia sono disponibili anche per le persone intolleranti al lattosio dato che il Parmigiano-Reggiano ne è privo. Le caratteristiche alimentari Il Parmigiano-Reggiano è un formaggio a pasta dura e a lunga stagionatura. Contiene solo il 30% di acqua e ben il 70% di sostanze nutritive: per questo motivo è un formaggio ricchissimo di proteine, vitamine e minerali. Buonissimo, altamente digeribile, assolutamente naturale: il Parmigiano-Reggiano non perde occasione per eccellere Per ottenere un Kg di Parmigiano-Reggiano occorrono ben 16 litri di latte pregiato della zona d’origine. Una carica nutritiva di proteine, vitamine, fosforo e calcio che si concentra nella pasta, durante la produzione, e nel lungo periodo di stagionatura. L’invecchiamento naturale rende facile la digestione del Parmigiano-Reggiano e sviluppa una complessità di aromi e sapori straordinari. Composizione media per 100 g di Parmigiano-Reggiano ACQUA PROTEINE TOTALI GRASSO VALORE ENERGETICO CLORURO DI SODIO CALCIO FOSFORO SODIO POTASSIO MAGNESIO ZINCO VITAMINA A VITAMINA B1 VITAMINA B2 VITAMINA B6 VITAMINA B12 VITAMINA PP ACIDO PANTOTENICO COLINA BIOTINA g 30,8 g 33,0 g28,4 Kcal 392 g 1,39 mg 1160 mg 680 mg 650 mg 100 mg 43 mg 4 mcg 270 mcg 34 mcg 370 mcg 110 mcg 4,2 mcg 55 mcg 320 mg 40 mcg 23 FA BENE A TUTTE LE ETÀ Il Parmigiano-Reggiano è un perfetto alleato per la salute e il benessere psicofisico. Ricco di sostanze nutritive è indispensabile per la crescita dei bimbi, per la salute degli adolescenti e degli anziani e per fornire energia pronta a chi pratica sport. A partire dagli anni Ottanta è stata ipotizzata la presenza nel Parmigiano-Reggiano di un fattore bifidogeno che lo rende indicato nella dieta di bimbi neonati per i suoi effetti prebiotici, destinati a nutrire i batteri probiotici, il cui principale effetto benefico è quello della modulazione della flora intestinale che, costituita da un complesso ecosistema in parte dipendente dai nutrienti introdotti con la dieta, svolge un ruolo importante su alcune funzioni metaboliche e sulla resistenza alle infezioni batteriche. LA LUNGA STAGIONATURA CHE DONA GUSTO E DIGERIBILITÀ SCAGLIE DI GUSTO E SALUTE IN UNA DIETA EQUILIBRATA Il Parmigiano-Reggiano è una risorsa che la natura e l’attività umana ci offrono per conciliare salute e sapore all’interno di una dieta equilibrata. Un formaggio non solo buono ma anche sano e nutriente, frutto della lunga tradizione produttiva e del legame col territorio di origine che ne hanno fatto uno dei simboli del Made in Italy alimentare. Formaggio ottenuto dalla parziale scrematura del latte; questa componente lipidica del Parmigiano-Reggiano è nutrizionalmente preziosa per l’energia prontamente utilizzabile fornita dalla sua parte libera. Il ParmigianoReggiano è ricchissimo in calcio, particolarmente biodisponibile, ed è anche una fonte importante di fosforo: 50 g sono in grado di coprire il 50% del fabbisogno giornaliero dell’adulto. Il Parmigiano-Reggiano è ricchissimo di peptidi e di aminoacidi liberi, dunque prontamente assimilabili da La stagionatura è fondamentale per far acquisire al Parmigiano-Reggiano i suoi aromi e la sua struttura. Secondo Disciplinare, si può chiamare Parmigiano-Reggiano il formaggio solo al compimento del 12° mese. I casari e gli esperti battitori dicono che il formaggio deve passare due estati, deve cioè subire per due anni le trasformazioni enzimatiche che cambiano la pasta del Parmigiano-Reggiano e che in estate, grazie al calore, sono più intense. Queste trasformazioni, ad opera degli enzimi liberati dai batteri lattici, consistono soprattutto in processi di scomposizione della catena delle proteine del formaggio (le caseine), che vengono frazionate in tanti piccoli pezzi di catena proteica, fino alla liberazione parziale dei mattoni fondamentali, gli aminoacidi. Ecco perché il Parmigiano-Reggiano è più digeribile di altri formaggi. Simili modificazioni subiscono i grassi, che diventano anch’essi più facilmente assorbibili dall’organismo. La presenza di tanta varietà molecolare determina la ricchezza degli aromi e dei profumi che rendono unico ed inimitabile il Parmigiano-Reggiano, formaggio che raggiunge questa complessità in modo del tutto naturale, senza l’aggiunta di alcun additivo che possa correggere o alterare la materia prima: il latte. Subendo i processi di maturazione biologica, il Parmigiano-Reggiano ha un suo picco di fragranza e di tipicità organolettica che si colloca dai 24 ai 36 mesi. Oltre questo termine, i processi di scomposizione proteica possono far diventare la struttura sempre più granulosa, quasi gessosa e molto solubile; i profumi tendono a svanire e la maturazione dei grassi può portare il formaggio a diventare quasi piccante. 22 23 CRISTALLI DI TIROSINA, PREZIOSI INDICI DI BUONA STAGIONATURA Cosa sono quei granellini che si sentono sotto i denti quando si mangia un pezzo di Parmigiano-Reggiano? Sono dei cristalli di un aminoacido, la tirosina, che quando si trova in forma libera e concentrata ha la caratteristica, per propria conformazione molecolare, di cristallizzare. Questo aminoacido, insieme agli altri, viene liberato dai processi di scomposizione delle proteine ad opera degli enzimi. La presenza di cristalli di tirosina, quindi, è certamente un indice empirico – che cioè può essere verificato dall’esperienza di ciascuno – di buona stagionatura del Parmigiano-Reggiano. La guida all’acquisto IL CONSORZIO DI TUTELA PER SALVAGUARDARE LA TIPICITÀ Il Consorzio associa tutti i caseifici produttori. Al Consorzio sono ufficialmente affidati gli incarichi di apposizione dei marchi e dei contrassegni sulle forme certificate da un Organismo terzo di Controllo, in conformità del Disciplinare della DOP (Denominazione d’Origine Protetta). Compito del Consorzio è anche quello di vigilare sull’uso corretto dei marchi e di tutelare dalle contraffazioni. Il Consorzio del Parmigiano-Reggiano, inoltre, ha lo scopo di diffondere e promuovere la conoscenza ed il consumo del Parmigiano-Reggiano e di perfezionare e migliorare la qualità per salvaguardarne le caratteristiche peculiari. PARMIGIANO-REGGIANO DOP IL PARMIGIANO-REGGIANO È UN FORMAGGIO A DENOMINAZIONE D’ORIGINE PROTETTA Questo significa che è garantito, per i suoi tratti distintivi e per il suo legame con la zona di origine, da un sistema di norme UE volte a tutelare allo stesso tempo i consumatori e i produttori. Il Parmigiano-Reggiano è un formaggio completamente naturale, famoso in tutto il mondo come il “Re dei formaggi” grazie al suo metodo di produzione e alle sue caratteristiche nutrizionali e organolettiche. La sua lavorazione è regolata da stretti standard di produzione, registrati presso gli organismi competenti dell’Unione Europea. Per questo motivo il marchio Parmigiano-Reggiano può essere esclusivamente apposto sul formaggio che: LA NATURALITÀ CHE LO DISTINGUE DAGLI ALTRI FORMAGGI A PASTA DURA Il Parmigiano-Reggiano appartiene al genere dei formaggi a pasta dura, ma possiede caratteristiche particolari che lo distinguono, rendendolo unico. Queste caratteristiche sono fondamentalmente dovute all’alimentazione delle bovine, produttrici di latte e nascono dalle scelte operate dai produttori riuniti nel Consorzio. Nel secondo dopoguerra – in un momento in cui l’agricoltura stava profondamente modificandosi in senso produttivistico – i produttori decisero, infatti, di porre alcune regole per garantire il mantenimento degli aspetti tradizionali della produzione lattiera e casearia legata al Parmigiano-Reggiano. Fin nel primo Regolamento di alimentazione delle vacche del 1957 veniva stabilita la scelta di basare l’alimentazione delle vacche da latte sui foraggi locali, consentendo la conservazione di questi secondo il metodo tradizionale dell’essicazione (la fienagione) e proibendo l’utilizzo dei foraggi fermentati, quali gli insilati di mais. Nel Parmigiano-Reggiano naturalità significa quindi utilizzare un latte che ha in sé un equilibrio microbiologico; questo permette di produrre il ParmigianoReggiano senza alcun additivo. Infatti i batteri lattici, naturalmente presenti, costituiscono la base microbiologica, tipica del territorio d’origine, il cui sviluppo e la cui attività devono essere favoriti nella trasformazione casearia. Ecco perché il Parmigiano-Reggiano è vera sintesi di natura e sapienza. è stato prodotto, trasformato e lavorato esclusivamente nella zona d’origine è fatto secondo antichi metodi artigianali e tradizionali, definiti da una rigida regolamentazione (Disciplinare di produzione, norma europea del Reg. CEE 2081/92 e riconoscimento del Reg. (CE) N. 1107/96 sostituiti dal Reg. (CE) 510/06), che impone precisi metodi di produzione (Standard di Produzione), un’alimentazione controllata delle bovine (Regolamento per l’alimentazione del bestiame) e regole per la selezione qualitativa e l’apposizione dei marchi sulle forme (Regolamento di marchiatura) 24 25 L’esame di selezione identifica tre categorie di formaggio: CONTRASSEGNI E MARCHI Prodotto a Denominazione d’Origine Protetta (DOP), solo il formaggio ottenuto secondo le regole del Disciplinare di Produzione può essere denominato Parmigiano-Reggiano e riportare sulla forma i marchi e contrassegni che, nella loro integrità, lo identificano e distinguono come prodotto DOP. Questi sono distinti tra marchi d’origine e marchi di selezione. I MARCHI D’ORIGINE Apposti alla nascita del formaggio, sono: I CONTRASSEGNI D’ORIGINE (IMPRESSI TRAMITE LA FASCERA MARCHIANTE) lungo tutto lo scalzo della forma con: • scritta a puntini PARMIGIANO-REGGIANO • scritte DOP e CONSORZIO TUTELA • numero di matricola del caseificio • mese e anno di produzione LA PLACCA DI CASEINA applicata sulla superficie della forma con: • scritta CFPR (Consorzio Formaggio Parmigiano-Reggiano) • codice alfanumerico identificativo di ogni singola forma • etichetta Datamatrix per lettura ottica Prima categoria: Parmigiano-Reggiano, ovvero il formaggio con una struttura della pasta compatta e caratteristiche corrispondenti al disciplinare (scelto-zero-uno), idoneo ad affrontare la lunga stagionatura per essere apprezzato sia nel consumo diretto a tavola sia nelle preparazioni gastronomiche come formaggio grattugiato. Le forme hanno pertanto i contrassegni di origine (scritta a puntini e placca di caseina) e il marchio ovale impresso a fuoco. Seconda categoria: Parmigiano-Reggiano Mezzano, ovvero il formaggio che presenta alcuni difetti di lieve o media entità nella struttura della pasta e/o sulla crosta, ma senza alterazioni delle caratteristiche organolettiche tipiche del prodotto. Se ne consiglia il consumo diretto come formaggio da tavola. Le forme portano comunque il marchio ovale a fuoco di selezione “Parmigiano-Reggiano”, distinguendosi dalla prima scelta grazie ai solchi paralleli che vengono indelebilmente tracciati sullo scalzo della forma. Terza categoria: definito “scarto”, ovvero il formaggio che, presentando difetti troppo rilevanti, non rientra nei limiti fissati dal disciplinare del “Parmigiano-Reggiano”. Queste forme vengono dequalificate eliminando i marchi d’origine tramite fresatura della crosta (rimozione di alcuni millimetri della crosta). In tal modo questo formaggio non può più avere alcun riferimento alla DOP. UN’ULTERIORE SELEZIONE: I MARCHI “EXTRA” ED “EXPORT” Su richiesta volontaria del detentore di formaggio già qualificato Parmigiano-Reggiano e che deve avere una stagionatura di almeno 18 mesi, il Consorzio procede, per queste forme, ad una nuova espertizzazione. Sulle forme che risultano “scelte”, si appone un marchio EXTRA o EXPORT, che offre agli operatori commerciali e ai consumatori un’ulteriore indicazione di qualità del Parmigiano-Reggiano. Questi marchi possono essere riportati anche sulle confezioni che contengono formaggio in tal modo identificato. I MARCHI SUL PARMIGIANO-REGGIANO PRECONFEZIONATO IL MARCHIO DI SELEZIONE Il marchio di selezione viene impresso verso il compimento dei 12 mesi di stagionatura, sulle forme che superano la selezione (espertizzazione) a cui vengono sottoposte tutte le forme prodotte. L’esame viene eseguito dagli esperti battitori del Consorzio ed a seguito della certificazione data dall’ente di controllo della DOP, il marchio viene impresso in modo indelebile. E’ infatti il Consorzio che detiene i marchi della DOP Parmigiano-Reggiano, identifica quindi il formaggio nelle varie categorie nell’esame di selezione per la conformità alla DOP e svolge attività di vigilanza sul corretto uso dei marchi stessi. FORMA E FETTA Il marchio forma e fetta con scritta PARMIGIANO-REGGIANO su fondo nero è il marchio di commercializzazione e riferimento obbligatorio di identificazione e riconoscimento del Parmigiano-Reggiano confezionato. MEZZANO Le porzioni preconfezionate derivanti dalle forme identificate di seconda categoria “Mezzano” sono distinguibili dal marchio che oltre al logo forma e fetta riporta sotto la scritta “MEZZANO” su banda di colore verde. EXTRA e EXPORT Le confezioni che contengono formaggio ottenuto da forme di Parmigiano-Reggiano che sono state qualificate EXTRA o EXPORT riportano in etichetta un marchio che riporta sotto il logo fetta e forma queste diciture su banda di colore oro. 26 27 I BOLLINI TRE STAGIONATURE, TRE DECLINAZIONI DI SAPORI, AROMI E PROFUMI La lunga stagionatura conferisce al Parmigiano-Reggiano caratteristiche straordinarie che si differenziano in funzione del periodo di maturazione. Per questo motivo è stato introdotto un sistema di bollini colorati che può aiutare il consumatore nella scelta del prodotto. A partire dal 2007, per una maggior trasparenza ed informazione al consumatore, sono stati predisposti tre bollini colorati che identificano le diverse stagionature del Parmigiano-Reggiano. Bollino aragosta: Oltre 18 mesi di stagionatura Base lattica piuttosto accentuata, accompagnata da note vegetali quali erba, verdura lessa e, a volte, fiori e frutta. Abbinamenti: Ideale tagliato a lamelle per le insalate o a cubetti per l’aperitivo, preferibilmente da abbinare con vini bianchi secchi e accostato a frutta fresca come pere e mele verdi. Bollino argento: Oltre 22 mesi di stagionatura Gli aromi si accentuano, si possono apprezzare note di burro fuso e frutta fresca, gli agrumi fanno la loro comparsa accanto a cenni di frutta secca. Il formaggio evolve in un equilibrio di dolce e saporito, si presenta perfettamente solubile, friabile e granuloso. Abbinamenti: Perfetto con vini rossi abbastanza strutturati. Ottimo se presentato tagliato a petali in un’insalata di frutta condita con aceto balsamico tradizionale di Modena o Reggio Emilia. Ideale accompagnato a qualsiasi tipo di frutta secca, è superbo con prugne e fichi. Bollino oro: Oltre 30 mesi di stagionatura (stravecchio) Questo formaggio, il più ricco di elementi nutritivi, è più asciutto, friabile e granuloso. Il sapore è più deciso e complesso negli aromi. Le note di spezie e frutta secca risultano predominanti. Abbinamenti: Sia con vini rossi di elevato corpo e struttura sia con vini bianchi passiti e da meditazione. Da provare l’abbinamento con mieli ed il perfetto connubio con l’aceto balsamico tradizionale di Modena o Reggio Emilia. Taglio e conservazione COME TAGLIARE IL PARMIGIANO-REGGIANO IL COLTELLO A MANDORLA Per tagliare il Parmigiano-Reggiano, si deve necessariamente usare il tipico strumento. Si tratta di un coltello caratteristico, a lama corta e appuntita, dalla forma a mandorla. La forma di Parmigiano-Reggiano quindi non si taglia ma si apre. per mantenere intatta la struttura interna e la naturale granulosità. COME APRIRE LA FORMA Con la punta del coltello a mandorla si traccia una linea che divide la forma a metà, sul diametro delle due facce, proseguendo sulla fiancata (o scalzo). Si incide la crosta lungo questa linea penetrando a tratti con il coltello per una profondità di qualche centimetro: ai due punti estremi del diametro di una delle facce, nelle metà del fianco, si conficcano con vigore 2 coltelli a mandorla. In questo modo, funzionando da cuneo, la forza sviluppata fa aprire la forma di Parmigiano-Reggiano in due metà. Questo procedimento richiede esperienza ed attenzione perché l’apertura risulta perfetta solo se la struttura interna del formaggio è stata messa in grado di opporre la stessa resistenza sia nell’una che nell’altra metà. Anche le incisioni successive come il taglio o la porzionatura, devono avvenire con lo stesso metodo. Per cui, una metà viene divisa ulteriormente in due parti uguali, che a loro volta verranno divise in altre parti uguali. In questo modo si ottengono da una forma pezzi di Parmigiano-Reggiano che hanno le stesse proporzioni fra pasta e crosta esterna. COME CONSERVARE IL PARMIGIANO-REGGIANO Grazie alla sua struttura e al basso contenuto di acqua, il Parmigiano-Reggiano è uno fra i migliori formaggi destinati alla lunga conservazione. La sua capacità di durare nel tempo è una caratteristica peculiare che ha contribuito alla sua fama nei secoli. COME CONSERVARE IL PARMIGIANO-REGGIANO PRECONFEZIONATO SOTTOVUOTO Il Parmigiano-Reggiano preconfezionato sottovuoto può essere conservato in frigorifero ad una temperatura fra i 4 e gli 8 °C. E’ importante assicurarsi che la confezione sia sigillata e integra, e che il formaggio non sia esposto all’aria. La catena del freddo deve essere mantenuta in modo tale da non produrre effetti sulle caratteristiche organolettiche del formaggio. COME CONSERVARE IL PARMIGIANO-REGGIANO TAGLIATO FRESCO O ESTRATTO DALLA CONFEZIONE Quando si acquista un pezzo di Parmigiano-Reggiano fresco o quando lo si estrae dalla confezione sottovuo- to, lo si deve conservare in frigorifero ad una temperatura fra i 4 e gli 8 °C avendo cura di sostituire il sacchetto entro il quale era confezionato con appositi contenitori. Il Parmigiano-Reggiano mantiene intatte le sue caratteristiche organolettiche se conservato: • ad un livello di umidità ottimale (in un refrigeratore ventilato il formaggio tende a seccare) • lontano da altri cibi (la parte grassa del formaggio tende ad assorbire gli altri odori presenti nel frigorifero) E’ consigliato quindi l’utilizzo di contenitori in vetro o in plastica. Un’altra soluzione pratica consiste nell’introdurre il Parmigiano-Reggiano in sacchetti di tela ad uso alimentare. In questo modo il Parmigiano-Reggiano può essere conservato a lungo ricordando di controllare periodicamente che non si alterino le condizioni di mantenimento. Si consiglia di non congelare mai il formaggio. 28 29 Un francobollo dedicato al Parmigiano-Reggiano Le visite nei caseifici del Parmigiano-Reggiano Vedere per sapere Simbolo indiscusso dell’eccellenza italiana e dell’agroalimentare nazionale apprezzato in tutto il mondo. Per questo al Parmigiano-Reggiano le Poste Italiane hanno dedicato uno dei quattro nuovi francobolli della serie “Made in Italy” che comprende altri tre formaggi DOP: il Gorgonzola, la Mozzarella di Bufala Campana, il Ragusano. Il 25 marzo 2011 l’Ufficio filatelico delle Poste Italiane di Reggio Emilia (città di emissione) e alcuni uffici filatelici di Parma hanno proposto i francobolli al pubblico e, in più, hanno messo a disposizione una cartolina postale dedicata al Parmigiano-Reggiano, la tessera filatelica e il bollettino che riporta il testo informativo scritto dal Consorzio del Parmigiano-Reggiano: francobollo e cartoline sono stati Il Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano offre la possibilità di effettuare visite guidate nei caseifici della provincia di Bologna per vedere all’opera i casari che ripetono i gesti antichi della trasformazione del latte. E’ possibile essere condotti alla scoperta di un autentico “mito vivente”, dalla sua nascita che avviene una sola volta al giorno, alla lunga e lenta maturazione nei magazzini di stagionatura. Le visite guidate sono gratuite e si svolgono dal lunedì al venerdì. Orario di inizio entro le ore 8.30 Durata della visita circa due ore I visitatori sono sempre accompagnati da un nostro incaricato. Per ulteriori informazioni potete contattarci: telefono 059.208630 fax 059.208635 email: [email protected] oggetto di un annullo speciale. L’emissione del francobollo, che resterà per sempre nella storia della filatelia, è un modo prestigioso per far conoscere il Parmigiano-Reggiano, unanimemente ritenuto uno dei prodotti italiani più popolari al mondo e tra i più rappresentativi del “Made in Italy”. L’emissione di questo francobollo speciale è anche una significativa celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, esaltando l’unicità ed il valore delle produzioni nazionali di alta qualità. Per le province di produzione di Modena, Mantova, Parma e Reggio Emilia consultare il sito internet: www.parmigiano-reggiano.it tradizioni, natura e cultura alla sinistra del Reno dalla pianura all’Appennino per scoprire le sfumature di una terra ricca, spontanea e generosa Colli bolognesi Ci sono poche cose che in sé possono richiamare colori emozioni e sensazioni di un territorio: la nebbia, l’odore di pianura e il calore della terra. Il Parmigiano-Reggiano è una di queste perché raccoglie in sé le qualità di piatto ricco concentrato in una scheggia di sapore. Vito Vito Stefano Bicocchi, in arte Vito, dagli anni Ottanta è protagonista della comicità italiana in tv e a teatro. Ha lavorato per il cinema con Federico Fellini, Roberto Faenza, Ligabue e Alessandro Benvenuti. Il suo percorso teatrale è legato alla poetica della bassa, ispirata dai lavori di Zavattini, Fellini, Guareschi. Coltellino d’Oro 2009 assegnato dal Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano Fium Indice Territorio e Caseifici eR Sant’Agata Bolognese 3552 ENO Au tos tra da A1 3 Crevalcore San Giovanni in Persiceto 1 2 Sala Bolognese 2495 Aut o stra da Il Territorio Calderara di Reno 2495 Casearia di Sant’Anna p.52 2 I Musei di San Giovanni in Persiceto p.37 3511 Coop. Zootecnica Bazzanese p.52 3 Anzola prima dell’Emilia p.38 3552 Cas. Sant’Angelop.53 Divino tortellino p.39 3617 Cas. Soc. Canevaccia p.53 La ricetta dei tortellini p.40 3618 Cas. Monteveglio p.54 3619 Case Bortolani p.54 3623 Cas. Soc. di Querciola p.55 3624 Cas. Soc. Fior di Latte p.55 3627 Pieve di Roffeno p.56 Anzola dell’Emilia 3 Bazzano 4 5 Bologna 3511 Crespellano 3618 Castello di Serravalle Casalecchio di Reno 8 9 Savigno 18 Monte San Pietro 10 11 Marzabotto Sasso Marconi 16 3619 Gnoc frèt!p.41 5 Bazzano Città Slow p.41 6 L’Abbazia di Monteveglio p.42 da A14 dell’Abbazia di Monteveglio 12 p.43 9 Zappolino: la battaglia p.44 p.44 I Vini dei Colli Bolognesi 10 Intorno a Savigno p.45 11 Tartufo in festa p.45 12 Grotte, acqua e storia p.46 Delizie di montagna: i borlenghi p.47 Trekking con il treno p.47 Castel d’Aiano 3623 del Corno alle Scale p.49 pagine di storia da non dimenticare p.50 17 Benessere e relax a Porretta Terme p.50 Porretta Terme 17 18 Villa Griffone e il Museo Marconi 15 Granaglione p.48 16Marzabotto: 3624 Lizzano in Belvedere e le cascate del Dardagna 15 Il Parco Regionale 13 14 p.48 14 Madonna dell’Acero Vergato 3617 Gaggio Montano p.42 8 L’Ecomuseo racconta 13 Lungo la Linea Gotica 3627 p.40 7 Il Parco Regionale Aut o stra Zola Predosa 6 7 Monteveglio I caseifici con vendita al pubblico 1 Bertoldo Bertoldino e il Carnevale p.36 4 Rocca Bentivoglio e il museo A1 LEGENDA arte - cultura natura - ambiente - attività curiosità il territorio 35 il territorio 34 p.51 37 Tradizioni, natura e cultura alla sinistra del Reno Dalla pianura all’Appennino per scoprire le sfumature di una terra ricca, spontanea e generosa I colori divertenti del Carnevale, la musica di una sera sotto le stelle, leggende raccontate dai santuari, dalle pievi e dalle abbazie; le produzioni eccellenti di una pianura industriosa, un paesaggio dolce ed affascinante che offre spunti d’arte e gusto; occasioni per conoscere, riflettendo, la storia del Novecento, oppure incantarsi di fronte all’opera geniale di un grande inventore. E poi ancora benessere termale, bollicine DOP, feste tradizionali, passaggi e paesaggi d’incanto nella cornice di luoghi in cui il ritmo della vita è più vicino alla dimensione dell’uomo. Questi sono solo alcuni dei ricchi e coinvolgenti spunti con cui, in ogni stagione, il territorio bolognese seduce i suoi visitatori. la contrapposizione tra la vita semplice dei contadini e quella artificiosa e vana dei cortigiani. Ma re Alboino rimpiangerà di non aver inteso le necessità di Bertoldo e scriverà per lui un accorato epitaffio in caratteri d’oro. Emblema di quell’ingegno contadino spesso aguzzato dalla necessità, Bertoldo con la sua sgangherata e simpatica famigliola si inserisce in un filone importante della cultura italiana ed europea, in quel genere letterario definito carnevalesco, ricco di riferimenti a temi popolari e alla dimensione rurale, in particolare al rito del carnevale. E proprio il carnevale qui a San Giovanni vanta una tradizione forte ed ultracentenaria, oltre ad un elemento che lo rende unico: i carri allegorici, che durante la prima domenica dei corsi mascherati sfilano per il centro, quando giungono nella piazza centrale eseguono lo Spèll, ovvero lo Spillo, una trasformazione molto scenografica delle architetture colorate dei carri, che rivela il senso dell’allegoria fino a quel momento rimasto nascosto. I carri sono realizzati con maestria e grande impegno dalle società carnevalesche persicetane e durante la seconda domenica di carnevale vengono premiati da una giuria che attribuisce ai vincitori il drappo che raffigura Bertoldo e Bertoldino. INFO Bologna > San Giovanni in Persiceto Comune di San Giovanni in Persiceto corso Italia, 70 tel. 051.6812701 www.carnevalepersiceto.it Bertoldo, Bertoldino e il Carnevale Arte sacra, archeologia e ambiente, cielo e terra La stella indiscussa del Carnevale Storico Persicetano è Bertoldo, ingegnoso contadino che insieme alla moglie Marcolfa e al figlio Bertoldino nacque dalla fantasia vivace del cantastorie e commediografo persicetano Giulio Cesare Croce (San Giovanni in Persiceto, 1550 - Bologna,1609). Grazie alle sue sottilissime astuzie Bertoldo diventa consigliere del re Alboino. Ben presto però la vita di corte si rivelerà nociva per il buon contadino, tanto che senza poter mangiare rape e fagioli morirà avvelenato dal cibo raffinato di corte: emerge così Sul territorio persicetano si trovano ben tre interessanti musei. Il Museo archeologico ambientale ripercorre la storia del territorio attraverso numerosi reperti archeologici, dall’età romana fino al Rinascimento. Allestito all’interno dell’ottocentesca Porta Garibaldi, che conserva inalterate le caratteristiche di ex carcere mandamentale, ricostruisce su basi concrete l’evoluzione degli stili di vita e del rapporto uomoambiente, analizzando le modalità di occupazione del territorio, i tipi di abitazione, gli oggetti d’uso quotidiano, l’economia e le attività produttive, l’alimentazione e l’abbigliamento. Ospitato negli ambienti settecenteschi della canonica attigua alla Collegiata di San Giovanni Battista in piazza del Popolo, il Museo d’arte sacra raccoglie cinquanta dipinti della grande scuola bolognese del XV-XVIII secolo e oltre quaranta oggetti di uso liturgico, comprese argenterie del XVI secolo, antichi libri miniati e paramenti sacri. Focalizzato invece su scienza e natura, il Museo del cielo e della terra è costituito da realtà diver- il territorio 36 il territorio 39 il territorio 38 ni racchiudevano le capanne di legno entro un’impostazione quadrangolare. Le terramare sono concentrate nell’Emilia centro-occidentale e nella zona transpadana compresa tra le province di Verona e Cremona, ed hanno avuto un arco di vita compreso nei periodi che gli archeologi definiscono Bronzo Medio e Bronzo Recente, dal XVI al XIII secolo a. C.. Gli scavi hanno restituito vasellame, orcioli e boccase: la sezione astronomica è una delle più importanti d’Italia, ospita un osservatorio ed il terzo planetario più grande del Paese; l’orto botanico Ulisse Aldrovandi comprende più di 300 specie spontanee della regione; l’area di riequilibrio ecologico La Bora è ricca di flora e fauna con percorsi di visita attrezzati, e poi ancora il Laboratorio dell’insetto, una sorta di museo vivente, e il Laboratorio di Storia e Didattica della Fisica Tecnoscienza. Il Museo del cielo e della terra è un museo “diffuso” sul territorio dei comuni di Terre d’acqua che propone costantemente iniziative interessanti come laboratori per grandi e piccoli e serate con proiezione nel Planetario. INFO Bologna > San Giovanni in Persiceto Museo Archeolgico Ambientale, corso Italia, 163 tel. 051.6871757 www.museoarcheologicoambientale.it Museo Cielo e Terra, vicolo Baciadonne, 1 tel. 051.827067 www.museocieloeterra.org Museo d’Arte Sacra, piazza del Popolo 22, tel. 051.821254 www.comunepersiceto.it Anzola prima dell’Emilia: le terramare Lo sfruttamento agricolo dei fertili terreni contenenti i depositi archeologici risalenti all’età del bronzo ha portato alla luce, a partire dalla seconda metà dell’800, importanti reperti che testimoniavano la presen- za di villaggi antichissimi. Chiamati terramare secondo la definizione che i contadini locali davano al fertile terriccio che restituiva i reperti, questi insediamenti venivano costruiti vicino a corsi d’acqua per necessità difensive; argi- li in ceramica decorata, spilloni e pugnali in bronzo, decorazioni e oggetti in osso lavorato: l’importanza di questi ritrovamenti fu determinante per lo sviluppo dell’archeologia. INFO Bologna > Anzola Emilia www.anzolaprimadellemilia.it Divino tortellino Tanto celebri quanto buoni, amati ed imitati in tutto il mondo, i tortellini sono uno dei principali vanti della tradizione gastronomica bolognese e modenese. Una paternità, quella della ricetta originale, assai contesa e dibattuta. E se ormai è un dato di fatto che il tortellino sia stato creato ad immagine e somiglianza del divino ombelico di Venere, per tutelare l’originalità di questa delizia la Confraternita del Tortellino e l’Accademia Italiana della Cucina hanno depositato presso la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna la ricetta del ripieno dei tortellini. Ad una sfoglia sottile di farina e uova viene maritato il ripieno preparato con lombo di maiale, prosciutto crudo, mortadella di Bologna, Parmigiano-Reggiano, uova e noce moscata. I gesti abili e pazienti delle sfogline che “chiudono” a mano, uno per uno, questi piccoli gioielli sono ancora gli stessi da secoli. I tortellini, secondo la tradizione bolognese, vanno cotti e mangiati rigorosamente in un buon brodo di cappone o di gallina poichè la semplice acqua ne diluirebbe gli aromi e i profumi. 41 La ricetta dei tortellini Ingredienti 3 uova, 300 g di farina, 300 g di lombo di maiale, 300 g di prosciutto crudo, 300 g di mortadella Bologna, 450 gr di Parmigiano-Reggiano 30 mesi, sale, pepe, noce moscata qb. Cuocere a fuoco lento e con un po’ di burro il lombo di maiale dopo averlo fatto riposare due giorni con sale, pepe, rosmarino e aglio. Macinarlo insieme agli altri ingredienti insaporendo con sale, pepe e noce moscata. Impastare la sfoglia e tirarla, lasciarla asciugare e poi tagliarla a quadretti con l’apposita rotellina: disporre su ognuno una piccola quantità di ripieno, piegare e richiudere ad “ombelico”. Preparare il brodo di carne che deve cuocere a fuoco lento per quattro ore: cuocere i tortellini e quando risalgono in superficie spegnere e servirli ben caldi nel loro brodo, con una spolverata di Parmigiano-Reggiano. La Rocca Bentivoglio e il Museo Crespellani la espugnarono nel 1247, la rasero al suolo e ne portarono le pietre a Monteveglio per la costruzione di altri edifici. Ricostruita dagli Este nel XIV secolo, deve il suo aspetto attuale alle trasformazioni di epoca rinascimentale quando Messer Zoane fece del castello una delizia, luogo di villeggiatura fuori città: Giovanni Il Bentivoglio fu signore Bologna dal 1463 al 1506 e ancora oggi si possono ammirare le sue iniziali Ms Zo tra gli stemmi dipinti a tempera sulle pareti delle sale al pian terreno, mentre nella sala dei Ghepardi si legge il motto Per amore tuto ben volgo soferire. In queste stesse sale nel 1799 si trovava prigioniero il poeta Ugo Foscolo. Oggi la Rocca è sede del Museo Civico Arsenio Crespellani, intitolato alla memoria dell’archeologo autore di numerose campagne di scavo nella zona: le raccolte mostrano materiali risalenti all’età del bronzo e del ferro (scoperti proprio qui nelle necropoli), reperti romani e del periodo altomedievale, nonché due raccolte di ceramiche e una serie di armi e divise risorgimentali. L’affascinante mole della Rocca Bentivoglio domina il centro storico dall’alto di un colle. Fondata presumibilmente intorno al Mille a protezione dalle aggressioni barbariche che flagellavano l’area padana in quel tempo, venne data in concessione al padre di Matilde di Canossa, Bonifacio, nel 1038. Nel Duecento fu assediata due volte dai Bolognesi che INFO Bologna> Zola Predosa > Bazzano via Contessa Matilde, 10 tel. 051.836442 www.roccadeibentivoglio.it [email protected] il territorio il territorio 40 Gnoc frèt! Ricetta emblematica della tradizione gastronomica emiliana, IL gnocco fritto (LO gnocco si mangia probabilmente solo fuori dall’Emilia) ha origini longobarde e si trova praticamente in tutta la regione seppur con nomi diversi: a Parma è la torta fritta, a Modena e Reggio ritorna gnocco fritto, chisulèn per i Piacentini, pinzino a Ferrara... Nello stesso territorio bolognese lo si chiama gnocco nella valle del Samoggia ma appena fuori dal territorio assume la denominazione di crescentina, appellativo che nella montagna modenese denomina un’altra ricetta della tradizione, le tigelle... Ma la confusione è solo linguistica, visto che la bontà della ricetta rimane pressoché indiscutibile. Questa è la ricetta per 4 persone: 250 g di farina, 25 g di burro o strutto, 1 bustina di lievito di birra, latte qb, sale, strutto o olio per friggere. Mescolare la farina con il lievito e un po’ di sale, impastare con un po’ di latte e il burro fuso (o strutto, come vorrebbe la tradizione). Stendere la pasta con il matterello in una sfoglia di circa mezzo cm. Tagliare rombi di circa 5 cm di lato, friggerli, pochi per volta, in strutto o olio ben caldo. Quando IL gnocco sarà ben gonfio e colorito disporlo su carta assorbente e servire caldo: da farcire a piacere con salumi o formaggi teneri. I veri intenditori conoscono la bontà del gnocco fritto rimasto dalla sera prima pucciato in una bella tazza di caffellatte a colazione. Un abbinamento particolarmente gustoso, per chiudere in dolcezza, prevede la farcitura del gnocco con la confettura di ciliegie o amarene: d’altronde Bazzano è luogo sulla Strada dei Vini e dei Sapori Città Castelli e Ciliegi e qui si produce l’ottima ciliegia Anellone. INFO www.cittacastelliciliegi.it Lentamente c’è più gusto Dal 2007 Bazzano è parte di Cittaslow, il movimento internazionale delle Città del Buon Vivere che applica i concetti di ecologia e qualità della vita già fatti propri da SlowFood nel segno dell’eco-gastronomia. In linea con questi valori, nel progetto di governo della città si opera per valorizzare le qualità e le tradizioni locali a favore dei cittadini e dei visitatori: nel settore dell’agricoltura tradizionale, ma anche in tutti i campi del “saper fare”, dall’artigianato locale alla gastronomia tipica da salvaguardare, alla tutela e alla promozione del patrimonio storico, artistico, naturale. E al centro di questi capisaldi del movimento Cittaslow si trova l’uomo: per questo è necessario riscoprire ritmi di vita adatti alla sua natura, alla sua dimensione sociale e umana; magari rallentare rispetto alla veloce corsa della globalizzazione ad ogni costo per riappropriarsi di quell’universo di valori che concilia le vecchie generazioni con le nuove, recuperando le radici territoriali che determinano l’unicità di ogni luogo. www.cittaslow.net 43 L’Abbazia e il borgo medievale sito www.parcoabbazia.it si trova la mappa con tutti gli itinerari ben segnati e la spiegazione dettagliata del percorso oltre alle indicazioni per l’ospitalità nel territorio e tutte le interessanti attività guidate dallo staff del Parco. INFO Bologna> Bazzano > Monteveglio www.parcoabbazia.it Centro Parco San Teodoro via Abbazia, 28 tel. 051-6701044 [email protected] Centro Visita del Castello di Monteveglio via San Rocco, 2 Antica ed inespugnabile roccaforte della Contessa Matilde, il borgo di Monteveglio è scenograficamente arroccato su di un colle che domina la valle del Samoggia. Anticamente il nucleo fortificato era sovrastato dal castello di cui oggi si conservano la porta ad arco che segna l’entrata nel borgo ed un possente torrione con merli a coda di rondine, da cui godere un’incantevole vista sulla dolcezza del paesaggio circostante. E sempre alla Gran Contessa è attribuita la fondazione dell’importante complesso monastico risalente all’undicesimo secolo: l’Abbazia di Santa Maria Assunta ha però origini ancora più antiche, come testimoniano l’abside e la cripta. Nella parete a sinistra dell’altare si può notare la lapide che ricorda un fatto miracoloso. Era la notte tra il 24 ed il 25 marzo del 1527, ricorrenza dell’annunciazione di Maria: i temibili Lanzichenecchi assediavano Monteveglio quando si scatenò una provvidenziale e violentissima tempesta di neve che disperse gli assedianti salvando così le sorti del borgo e dell’Abbazia. Nei dintorni sono da visitare altri due borghi fuori dal tempo: Montebudello, composto da due nuclei distinti e in posizione panoramica, e Oliveto, antica terra di ulivi dove ogni anno si celebra l’allegro Funerale della Saracca, festa popolare di grande successo e di antica origine spagnola con cui si salutava la fine di un periodo “di magra” in cui si mangiavano solo saracche, cibo povero e a buon mercato. INFO Bologna> Bazzano > Monteveglio Per visite guidate della Chiesa e dell’Abbazia, contattare la Comunità dei Fratelli di San Francesco, tel. 051.6707931 www.saracca.it, la festa si svolge la 2° domenica di marzo Tra vigneti, colline e ciliegi nel Parco dell’Abbazia Il territorio intorno a Monteveglio è tutelato da un Parco Regionale per la sua bellezza e peculiarità: il paesaggio collinare è un armonioso susseguirsi di vigneti (siamo in piena zona di produzione dei Vini dei Colli Bolognesi DOP), coltivi e frutteti che esplodono di bellezza durante le fioriture di primavera, vallette boscose e torrenti; bruschi calanchi interrompono la dolcezza delle colline esaltando l’interesse naturalistico e geologico del Parco. In funzione di questa ricchezza naturalistica nel Parco vive una ricca varietà di mammiferi e uccelli. Accanto agli ambienti naturali si trovano le straordinarie testimonianze storiche dei borghi, dell’abbazia e dei castelli. Numerosi i percorsi per scoprire il territorio: sul L’Ecomuseo racconta di colline, vino e... L’antico borgo medievale, arroccato tranquillo e silenzioso sui colli, è lo sfondo dell’Ecomuseo della Collina e del Vino. La sede è ospitata nella duecentesca Casa del Capitano e ad ogni tema illustrato nelle sale del museo corrisponde un itinerario da percorrere fuori, che porta i visitatori a conoscere dal vivo il territorio dei Colli Bolognesi con le sue usanze, la sua storia e i suoi sapori. Seguendo i quattro colori diversi della segnaletica si percorre un itinerario ad anello nel territorio comunale di Castello di Serravalle che tocca trentadue punti di interesse a tema diverso. Storia e archeologia, Natura e paesaggio, Agricoltura, Società e folclore si manifestano in un itinerario percorribile in auto, in bicicletta o a piedi, alla scoperta di angoli di una bellezza quasi dimenticata. Come l’Orto medievale, piccolo ortogiardino ripristinato come si faceva nel 1300, fecondo di frutti e verdure, aiuole fiorite e piante aromatiche: è un hortus conclusus, separato dall’ambiente naturale circostante e suddiviso in Giardino delle Delizie (fioriture e rose antiche), Orto dei Semplici (piante aromatiche e medicinali) e Verziere (verdure da mangiare). Da non perdere gli eventi dell’Ecomuseo che organizza le degustazioni di vini DOP sotto le stelle, passeggiate e concerti nelle vigne, visite guidate con laboratori a tema. INFO Bologna> Bazzano > Castello di Serravalle Comune tel. 051.6710711 Biblioteca Comunale tel. 051.6710728 www.ecomuseoserravalle.it il territorio il territorio 42 45 Zappolino, la battaglia e un ostaggio singolare Nel 1325 il borgo di Zappolino fu teatro di una battaglia così intensa e violenta da tingere di rosso sangue le acque del torrente Samoggia. Lo scontro epocale vide schierati Modenesi e Bolognesi, ovvero la fazione ghibellina sostenitrice dell’Imperatore e quella guelfa che parteggiava per il Papa. La battaglia vide combattere all’ultimo sangue migliaia tra fanti e cavalieri: si risolse con la vittoria schiacciante dei Modenesi che, forti di una travolgente cavalleria, ebbero la meglio sulle truppe bolognesi composte per la maggior parte da contadini. La battaglia di Zappolino ebbe dimensioni davvero importanti per l’epoca in cui si svolse, e nonostante la tragicità degli eventi diventa lo spunto che il poeta modenese Alessandro Tassoni utilizza nel XVII secolo per descrivere in tono eroicomico le gesta legate al “rapimento” di un secchio da pozzo che i Modenesi beffardamente sottrassero ai Bolognesi e che ancora oggi è gelosamente conservato nella Torre Ghirlandina a Modena… www.zappolino.it Bontà DOP: i Vini dei Colli Bolognesi Espressione dell’unicità del territorio e della passione dei produttori: questi i segreti dietro ad ogni bottiglia DOP dei Colli Bolognesi. Il disciplinare regola la lealtà della produzione vitivinicola DOP del territorio collinare tra Reno e Samoggia: qui si producono Pinot Bianco, Merlot, Cabernet Sauvignon e Barbera, ma il più conosciuto ed apprezzato tra i vini dei Colli è certamente il Pignoletto Classico dei Colli Bolognesi. Considerato il Re dei Colli Bolognesi, si ottiene da vigneti autoctoni di antica origine; già Plinio il Vecchio, nel I secolo d. C., affermava come un certo vino detto Pino Lieto non fosse abbastanza dolce per essere buono: ma si sa che i Romani apprezzavano vini molto dolci. Oggi invece sono la freschezza e il sapore secco, intenso e fruttato che fanno apprezzare il Pignoletto: fermo o frizzante, è caratterizzato da sentori di fiori di biancospino e dal tipico colore giallo paglierino. Perfetto per accompagnare i piatti della tradizione bolognese, dai tortellini in brodo alla mortadella. INFO www.collibolognesi.it il territorio il territorio 44 Intorno a Savigno tra antichi mulini, oratori e ruscelli Le belle colline intorno all’abitato di Savigno sono la cornice ideale per escursioni a piedi, mountain bike o a cavallo, in un contesto naturalistico armonioso e ricco di aspetti storico-culturali. In queste vallate ricche di acqua, solcate da torrenti e rivi di buona portata si trovavano in passato molti mulini: uno di questi, il seicentesco Mulino del Dottore a Rodiano è ancora funzionante e aperto al pubblico nei giorni di festa. Numerose anche le belle case-torri fortificate di origine quattrocentesca, come quelle del borgo di Vénola. Un itinerario ad anello che parte dalla piazza del paese e si snoda per circa 20 km toccando questi luoghi suggestivi è quello delle Sette Chiese: chiamato così per la presenza di antichi e raccolti luoghi di culto, è particolarmente affascinante in primavera quando i frutteti di ciliegio sono in fiore. INFO Bologna> Crespellano > Savigno Comune di Savigno tel. 051.6700811 [email protected] Savigno in Tartufesta Nell’alta valle del torrente Samoggia si realizza quella fortunata combinazione di fattori che determinano la nascita del tartufo: boschi rigogliosi e incontaminati, aria pulita, acqua fresca e pura. Non è per caso, dunque, che Savigno sia ritenuta da molti la “capitale” regionale del Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolognesi. Questo prezioso, celebrato e profumato fungo sotterraneo vive in simbiosi con determinate specie arboree, legandosi alle radici dell’albero da cui trarrà il nutrimento, cedendo poi “in cambio” all’albero un maggior apporto di acqua e sostanze minerali. Lo sviluppo del carpoforo, cioè del frutto edibile, a partire dalle micorrize penetrate nelle radici degli alberi richiede un tempo piuttosto lungo, alcuni anni, e solo i tartufai esperti sanno dove scovare questi veri e propri tesori della natura. Il Tartufo Bianco è la varietà più pregiata e aromatica, matura fra settembre e dicembre in boschi di pioppo, salice bianco, farnia, cerro, roverella, tiglio, carpino. 47 E’ di colore giallo ocra e l’aroma inconfondibile che sprigiona ha sentori d’aglio e di Parmigiano-Reggiano A novembre, ogni anno, Savigno e dintorni si animano con la Sagra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolognesi, una delle più importanti manifestazioni del territorio samoggino ed evento di punta della manifestazione provinciale Tartufesta: migliaia di visitatori accorrono per gustare le specialità a base del prezioso fungo e per l’importante mostramercato. Ma per tutto l’autunno e l’inverno Savigno continua a viziare appassionati e buongustai con i suoi quindici ristoranti e trattorie specializzati in aromatici e saporiti piatti a base di Tartufo Bianco dei Colli Bolognesi: Savigno è parte dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo, che da oltre un decennio riunisce i territori più vocati alla produzione del nobile fungo come ad esempio Alba, Acqualagna e Norcia. INFO Bologna> Crespellano > Savigno Tutti dettagli delle manifestazioni su www.comune.savigno.bo.it Grotte, acqua, storia Castel d’Aiano offre un’interessante varietà di siti naturalistici e storici decisamente affascinanti. In località San Cristoforo di Labante si trovano le omonime grotte, sito geologico di grande importanza. Una rupe calcarea da cui sgorga una pittoresca cascata sovrasta l’ingresso della cavità carsica di Labante che si addentra in profondità nel massiccio travertino: questa particolare formazione geologica è di grande pregio proprio per il suo sviluppo più profondo rispetto alle altre simili. Lo scenario verde e armonioso in cui si trovano le cascate e la grotta rendono la visita ancora più piacevole. Lungo il torrente Gea si può percorrere un sentiero avventuroso che segue il corso d’acqua nel suo orrido, sorta di piccolo canyon scavato dall’acqua stessa tra vegetazione rigogliosa, invitanti ma fredde pozze d’acqua e massi levigati dall’azione del torrente. Si parte dall’oratorio della Madonna dei Cerreti fino al mulino di Paiarolo, oltre il quale si risale il corso d’acqua del torrente Gea per raggiungere i resti di un antico e magnifico mulino ad acqua, anticamente in uso per macinare frumento e castagne. Da scoprire anche la costellazione di piccole chiesette, oratori e santuari, borghi secolari in pietra immersi nel verde. A Rocca di Roffeno si conserva la pieve di San Pietro, risalente al XII secolo: l’unica chiesa dell’Appennino bolognese che ancora oggi abbia un’evidente impostazione romanica. La chiesa trecentesca di San Martino ospita pregevoli dipinti e uno splendido confessionale ligneo del XVII secolo. Da visitare anche l’Abbazia di Santa Lucia di Roffeno, antico cenobio benedettino originariamente dedicato a San Silvestro e posto strategicamente sulla via Romea Nonantolana. Numerose anche le fortificazioni e le case-torre trecentesche: da vedere la massiccia e ben recuperata struttura di Torre Jussi ed il Monzone, luogo in cui il pittore bolognese Giorgio Morandi soggiornò d’estate e da cui trasse ispirazione per alcuni suoi capolavori. INFO Bologna> Tolè > Castel d’Aiano www.comune.casteldaiano.bo.it www.roccadiroffeno.it Delizie di montagna: i borlenghi Preparazione gastronomica assai particolare, è diffusa nel territorio montuoso di Bologna e Modena, con piccole variazioni nel metodo di cottura, nello spessore dell’impasto e nel nome. E’ una sorta di sottilissima crêpe che si ottiene cuocendo la cosiddetta colla su di una piastra ampia e molto calda, il sole. Per preparare la colla servono acqua, farina e sale, ma il segreto del borlengo sta nella cottura e nella preparazione della piastra: questo è un segreto che ogni maestro non ha voglia di rivelare. Il borlengo perfetto ha consistenza croccante, non è colloso né elastico ed è sottilissimo, praticamente trasparente. Cibo tradizionalmente povero e di origini antiche attorno al quale si sono sviluppate leggende e miti e di cui non si conosce l’origine etimologica: probabilmente il nome deriva dalla burla giocata ad una massaia che preparava il pane e a cui qualcuno diluì l’impasto aggiungendo acqua... Il borlengo si gusta condito con la cunza, tradizionale pesto a base di lardo di maiale tritato ed insaporito con aglio e rosmarino, a cui si aggiunge un’immancabile spolverata di Parmigiano-Reggiano grattugiato: il borlengo una volta farcito è pronto da gustare solo dopo essere stato ripiegato in quattro. L’appuntamento per farne una scorpacciata è la Festa del Borlengo a Rocca di Roffeno, a giugno di ogni anno. www.roccadiroffeno.it [email protected] Trekking con il treno Un’iniziativa di successo che si rinnova di anno in anno e che propone un ricco calendario di escursioni e passeggiate organizzate, partendo da Bologna in treno e continuando il percorso con i mezzi pubblici per arrivare al punto di partenza della camminata e ritorno: questo è il Trekking col Treno. Un modo ecologico e divertente per stare in com- pagnia e scoprire camminando le bellezze, i profumi e i sapori del territorio bolognese e non solo, accompagnati dalle guide del CAI, il Club Alpino Italiano. Le escursioni hanno la durata di un giorno e si svolgono nei luoghi più belli e significativi dell’Appennino bolognese: dal Parco Storico di Monte Sole, al Corno alle Scale, a Marzabotto... e spesso sono dedicate ad un tema storico, culturale, naturalistico o solidale. Naturalmente ce n’è per tutti i gusti, per tutte le difficoltà e i dislivelli: sull’opuscolo Trekking con il Treno sono segnalate tutte le gite e le relative informazioni. Si può scaricare sul sito della Provincia di Bologna o richiedere alla sezione CAI di Bologna, INFO CAI di Bologna, tel 051.234856 www.cai-bo.it [email protected] il territorio il territorio 46 49 Lungo la Linea Gotica L’itinerario storico attrezzato di Guanella - Monte Castello - Ronchidoso è nato per ripristinare le postazioni militari della Linea Gotica, lo sbarramento difensivo che le truppe di occupazione tedesche approntarono nel 1944 per contrastare l’offensiva degli alleati. L’itinerario attrezzato è inserito in un ambiente naturale ancora intatto e la segnaletica dedicata permette di scoprire le località che furono teatro di guerra tra il 1944 ed il 1945. Si scoprono così le valli e i sentieri percorsi dalle formazioni partigiane; le colline, i crinali e i borghi che ancora recano le tracce del passaggio del fronte e della tragica violenza che colpì il territorio e la popolazione civile, in un susseguirsi di operazioni militari che alla potenza distruttiva della tecnologia bellica univa, spesso, la inaudita fero- cia delle truppe tedesche e dei loro alleati fascisti. A Monte Castello nel febbraio 1945 si combattè una sanguinosa battaglia contro i nazifascisti cui presero parte i battaglioni brasiliani della FEB, Força Expedicionária Brasileira: moltissimi soldati brasiliani perirono in quell’attacco e a loro è dedicato un monumento; essi provenivano tutti dallo stesso paese vicino a Rio de Janeiro ed in onore del loro sacrificio negli anni Settanta al paese venne cambiato il nome in Monte Castello. Anche Ronchidoso, dove oggi si trova il santuario, fu teatro di un fatto tragico da non dimenticare: il 28 settembre 1944 i tedeschi uccisero per rappresaglia 62 civili indifesi in gran parte vecchi, donne e bambini. Attraverso il recupero delle postazioni di guerra e delle località simbolo degli scontri contro il nazifascismo si salvaguarda la memoria storica ed il ricordo di coloro che qui giunsero da ogni angolo della terra per affermare i valori della libertà e della democrazia. INFO Bologna > Gaggio Montano > Ronchidoso www.comune.gaggio-montano.bo.it Madonna dell’Acero e le cascate del Dardagna Il santuario è un tipico esempio di architettura spontanea di montagna, risalente al 1500: venne edificato in un luogo già oggetto di culto. Qui, secondo la leggenda, la Madonna apparve nei pressi del monumentale albero di acero visibile ancora oggi, salvando due piccoli pastorelli da una bufera di neve e ridando loro la parola e ancora oggi, il 5 agosto, molti fedeli partecipano alla festa che ricorda quell’evento miracoloso. All’interno del Santuario si ammirano le tante testimonianze di devozione e gli ex voto lascia- partenza per una bellissima escursione alle cascate del Dardagna. Seguendo i facili sentieri in meno di un’ora si giunge in un luogo magico: il primo salto del torrente. Proseguendo il cammino in salita immersi nel verde lungo il corso d’acqua si scoprono, una dopo l’altra, le altre tre pozze di acqua freschissima e cristallina dove il torrente precipita scrosciando. Le cascate meritano una visita in ogni stagione: in primavera per le ricche fioriture, in estate per la frescura che sale dal torrente e in inverno quando la neve e il ghiaccio creano un ambiente fatato. INFO ti a suggello di miracoli e guarigioni: particolarmente affascinate è il gruppo di statue lignee policrome donato dalla famiglia Brunori nel XVI secolo. La località della Madonna dell’Acero è anche il punto di Bologna > Vergato > Lizzano in B. > Madonna dell’Acero via Madonna Dell’Acero, 194 tel. 0534.51052 [email protected] Parco Regionale del Corno alle Scale Centro Visita Pian d’Ivo Loc. Madonna dell’Acero Nel Parco del Corno alle Scale Il Parco Regionale tutela un’area di grande valore naturalistico raccolta intorno al massiccio del Corno alle Scale, caratterizzata dai paesaggi tipici della media montagna appenninica e da ambienti di quota dai tratti più marcatamente alpini. I fitti versanti boscosi testimoniano come la presenza millenaria dell’uomo abbia plasmato il territorio in funzione della propria sopravvivenza, e come oggi la natura si stia riprendendo lo spazio che l’uomo ha progressivamente abbandonato: i numerosi castagneti coltivati che un tempo garantivano sostentamento alle famiglie montanare stanno via via lasciando il posto al bosco misto autoctono di roverella, acero e nocciolo; camminando per i boschi ancora si scorgono le tracce scure delle carbonaie e i casoni dove si essiccavano le castagne. Salendo di quota il bosco misto lascia spazio alle belle faggete ma sotto al crinale gli alberi non sopravvivono per il freddo e il vento: qui prosperano le praterie e le rosse brughiere di mirtillo. Indubbio poi è il fascino delle gigantesche scale, gradoni in arenaria di antica origine marina che caratterizzano i 1950 m del Corno: alle sue pendici si vedono ancora le tracce dei fenomeni glaciali che nel Quaternario hanno solcato profondamente queste valli, come ad esempio nella valle del Dardagna dove il torrente dà origine alle omonime cascate. Gli affascinanti ambienti naturali sono habitat di una ricca flora e fauna: qui si possono addirittura seguire i lupi e i loro richiami notturni, accompagnati da guide esperte di wolf-howling. Le attività all’aria aperta sono tantissime, in estate e in inverno: i sentieri segnati e i rifugi sono ideali per camminate più o meno impegnative, anche con le ciaspole, il comprensorio sciistico per chi ama le discese sulla neve e poi mountain-bike, tiro con l’arco, parapendio, equitazione... mentre gli alpinisti esperti apprezzano le possibilità di salita invernale dei canali ghiacciati del Corno alle Scale. Sei itinerari di scoperta percorrono in lungo e il largo il Parco: la storia della Resistenza sulle montagne, gli alberi monumentali e le acque, la pastorizia... INFO Bologna > Vergato > Lizzano in B. > Madonna dell’Acero Centro Parco via Roma 1- località Pianaccio tel. 0534.51761 Carta escursionistica Parco regionale Corno alle Scale 1:25.000 - Regione Emilia Romagna 2005 www.appenninobolognese.net www.parcocornoallescale.it il territorio il territorio 48 51 Marzabotto e Monte Sole, per non dimenticare La bellezza del paesaggio di media montagna tra le valli del Reno e del Setta rende quasi difficile immaginare che qui vennero scritte alcune delle pagine più tragiche della storia del ‘900. Il Parco Storico di Monte Sole ricopre quasi interamente l’area coinvolta nell’eccidio di Marzabotto del 1944: tra il 29 settembre e il 5 ottobre il luogo fu teatro di una delle più terribili stragi compiute dalle truppe naziste in Europa occidentale. Ottocento persone inermi, in gran parte donne, bambini e anziani, vennero uccisi; le loro case e chiese bruciate; persone, animali, cose spazzati via per sempre. Ottocento civili caduti in stragi efferate ad opera dei nazifascisti, nel quadro di un’operazione di rastrellamento di vaste proporzioni diretta contro la formazione partigiana Stella Rossa. Il Parco Storico di Monte Sole è unico nel suo genere in Italia ed ha un’anima complessa e affascinante, composta da itinerari tematici di- versi ed intrecciati tra loro, illustrati da cartelli posti lungo il percorso: oltre all’itinerario del Memoriale, il cuore di Monte Sole, nato per mantenere viva la memoria storica della Resistenza e degli eccidi nazifascisti, si possono percorrere anche l’itinerario Naturalistico, l’itinerario Etrusco e l’itinerario Morandiano. Monte Sole è un luogo unico, dove la bellezza del paesaggio e la violenza della Storia si intrecciano indissolubilmente, rendendo la visita al Parco un evento emozionante che fa riflettere: ogni anno vengono organizzate celebrazioni, commemorazioni ed iniziative che vedono una folta ed accorata partecipazione. e lo iodio. Le acque sulfuree sono ricche di un gas, l’idrogeno solforato, attraverso il quale lo zolfo esercita diverse azioni benefiche tra cui quella sedativa ed antispastica. Oltre ai vantaggi terapeutici indicati per diverse patologie, queste acque sono ottime per concedersi una pausa tutta per sé: l’offerta di trattamenti benessere che sintetizzano le straordinarie proprietà delle acque termali e l’esperienza collaudata di uno staff di professionisti è ampia, e da sempre le Terme oltre a sviluppare un’intensa attività terapeutica sono il luogo ideale per ritrovare l’equilibrio psico-fisico. INFO Bologna > Vergato > Porretta Terme via Roma, 5 tel. 0534.22062 [email protected] - www.termediporretta.it Villa Griffone ed il Museo Marconi stanza, principale obiettivo dell’intraprendente Marconi, avvenne con il collegamento tra Inghilterra e Francia: 50 km nel 1899. La prima trasmissione transatlantica tra l’Inghilterra e Terranova nel dicembre 1901 fu una vera e propria sfida alle conoscenze scientifiche del tempo e procurò a Marconi grande fama ma anche ostilità da parte delle compagnie dei cavi sottomarini e dei molti scettici all’interno della comunità scientifica. La villa è sede della Fondazione e del Museo dedicati al grande inventore, premio Nobel per la fisica a soli trentacinque anni: il Museo ospita accurate ricostruzioni funzionanti di apparati scientifici dell’Ottocento e documenti relativi alla formazione di Guglielmo Marconi, esposti nella celebre “stanza dei bachi”. Nel parco si trova il mausoleo dove è sepolto lo scienziato, ricavato sotto al colle su cui sorge la villa. INFO Bologna > Sasso Marconi > Marzabotto > Pian di Venola Centro visite Il Poggiolo via San Martino 25, tel. 051.6787100 www.parcostoricomontesole.it Scuola di Pace Monte Sole fondazione che promuove l’educazione alla pace e alla trasformazione non violenta dei conflitti www.montesole.org Porretta, benessere termale millenario Secondo la leggenda un bue ammalato che era ormai incapace di reggere l’aratro si dissetò presso la fonte termale della Puzzola e guarì, recuperando il suo vigore: fu così che vennero scoperte le proprietà curative delle acque di Porretta e il bue guarito divenne emblema delle Terme. La storia di queste acque curative e del loro sfruttamento terapeutico è molto antica: alcuni ritrovamenti archeologici ne attestano l’utilizzo già in epoca romana; durante il Rinascimento Machiavelli soggiornerà a Porretta che continuerà ad essere apprezzata per le sue acque straordinarie fino ai giorni nostri, senza soluzione di continuità. Dalle fonti delle Terme di Porretta sgorgano acque sia salsobromoiodiche che sulfuree: le prime affiorano dal terreno nella parte alta del paese, nella stessa zona ove sono stati effettuati i ritrovamenti archeologici delle vecchie terme romane; nella loro composizione ricordano l’acqua di mare e gli elementi caratterizzanti sono il cloruro di sodio, il sodio, il bromo La comunicazione senza fili che oggi caratterizza ogni minuto della nostra vita nasce proprio qui, su quel Sasso di Glòsina, avamposto del Contrafforte Pliocenico che prenderà poi il nome dell’inventore di una delle scoperte fondamentali per l’umanità: Guglielmo Marconi. La seicentesca villa Griffone fu la residenza di famiglia dei Marconi e domina ancora oggi la Porrettana: qui nel 1894 Marconi appena ventenne iniziò a compiere i suoi esperimenti con le onde elettromagnetiche che segnarono l’inizio dell’era delle radiocomunicazioni. La conquista della di- INFO Bologna > Sasso Marconi > Pontecchio Marconi Museo Marconi - Fondazione Guglielmo Marconi Villa Griffone via Celestini 1, tel. 051846121 www.fgm.it L’accesso è solo su prenotazione e tramite visita guidata. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi alla segreteria della Fondazione Guglielmo Marconi tel. 051846121 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 16.30. il territorio il territorio 50 caseifici vendita al pubblico 2495 Produttori di Parmigiano Reggiano dal 1959 e dal 1997 la produzione è biologica al 100%, produzione interamente di filiera, dai foraggi al latte, fino al Parmigiano - Reggiano. Caseria di Sant’Anna Via Sparate, 1 - 40011 Anzola Emilia (Bo) tel. 051.739659 fax 051.3170147 aperto sabato 8.30 - 12.30 16 - 19 in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano salumi, burro, ricotta, formaggio bio locale, vini, composte bio Caseificio Sant’Angelo Via Imbiani, 7 - 40017 San Giovanni in Persiceto (Bo) tel. 051.824811 fax 051.6876586 punto vendita Via Zenerigolo, 4/B - 40017 San Giovanni in Persiceto (Bo) aperto tutti i giorni 8.30 - 12.30 15.30 - 19 domenica 9 - 12 chiuso domenica pomeriggio in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano burro, ricotta, yogurt, carni fresche e salumi di nostra produzione [email protected] www.caseariadisantanna.com effettua vendita all’estero coordinate geografiche Caseificio fondato nel 1968 da una cinquantina di soci a seguito della chiusura di due piccoli caseifici nel Comune di Bazzano: dal 2006 ad oggi i soci sono diventati sette. 3511 Allevamenti conferenti latte (n°) Produzione annuale forme (n°) Caldaie sala lavorazione (n°) Attivo dal Cooperativa Zootecnica Bazzanese Via Moretto Scuole, 7 - 40053 Bazzano (Bo) tel. e fax 051.831659 aperto tutti i giorni 8.30 - 12.30 15.30 - 19.30 chiuso giovedì pomeriggio e domenica in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano formaggi molli, fuso, pecorino, caprino, burro, salumi, olio d’oliva, aceto balsamico, marmellate coordinate geografiche 44° 30’ 32’’ N 11° 05’ 31’’ E Allevamenti conferenti latte (n°) Produzione annuale forme (n°) Caldaie sala lavorazione (n°) Attivo dal 7 5.000 8 1968 [email protected] www.aziendacaretti.it 44° 38’ 17’’ N 11° 08’ 58’’ E 3 12.000 24 1959 3511 All’alba e al tramonto, da oltre ottant’anni, allo stesso numero civico di via Imbiani scorre un rivolo di latte munto in zona, che da tre generazioni la stessa famiglia trasforma con esperienza acquisita e passione tramandata, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, anno dopo anno, nell’eccellenza dei formaggi, il Parmigiano - Reggiano. coordinate geografiche 44° 35’ 07’’ N 11° 09’ 41’’ E Allevamenti conferenti latte (n°) Produzione annuale forme (n°) Caldaie sala lavorazione (n°) Attivo dal 3552 53 3552 caseifici vendita al pubblico Caseificio Sociale Canevaccia Via Pratorotondo, 326 - Pietracolora, 40040 Gaggio Montano (Bo) tel. e fax 0534.28590 aperto tutti i giorni 9 - 12.30 16 - 19 chiuso lunedì e giovedì in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano caciotte, burro, ricotta, stracchino, latte 7 11.000 19 1926 3617 3617 2495 52 Costituito nel 1960 con 25 soci, il caseificio ha iniziato l’attività di raccolta e trasformazione del latte dei soci per la produzione di formaggio ParmigianoReggiano e formaggi molli, che commercializza sia all’ingrosso che al minuto presso il proprio punto vendita. coordinate geografiche 44° 15’ 35’’ N 10° 58’ 46’’ E Allevamenti conferenti latte (n°) Produzione annuale forme (n°) Caldaie sala lavorazione (n°) Attivo dal 10 3.700 8 1960 caseifici vendita al pubblico 3618 Fattoria San Rocco Caseificio Monteveglio Via Stiore, 5 - 40050 Monteveglio (Bo) tel. e fax 051.956046 aperto 8.30 - 12.30 16 - 17.30 Caseificio Sociale di Querciola Località Macchiarelle - Querciola, 40042 Lizzano in B. (Bo) tel. e fax 0534.56064 aperto tutti i giorni 8.30 - 12 16.30 - 19.30 in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano ricotta, caciotte, latte, fiordilatte, stracchino, formaggi vari altri punti vendita Piazza Garibaldi, 13 - Castelfranco Emilia (Mo) coordinate geografiche coordinate geografiche 44° 12’ 00’’ N 10° 53’ 18’’ E 44° 28’ 25’’ N 11° 06’ 33’’ E 3619 4 8.500 22 2010 3619 Allevamenti conferenti latte (n°) Produzione annuale forme (n°) Caldaie sala lavorazione (n°) Attivo dal Case Bortolani Via San Prospero, 5447 - 40060 Savigno (Bo) tel. e fax 051.6706002 aperto tutti i giorni 8.30 - 12.30 15.30 - 19 chiuso lunedì in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano caciotte, stracchino, yogurt, ricotta, salumi altri punti vendita Via della Stazione, 47/2 - Sasso Marconi (Bo) [email protected] effettua vendita all’estero coordinate geografiche 44° 20’ 37’’ N 11° 04’ 24’’ E Allevamenti conferenti latte (n°) Produzione annuale forme (n°) Caldaie sala lavorazione (n°) 11 4.500 6 Il Caseificio Querciola si è costituito nel 1961 con 13 soci e ha iniziato l’attività di lavorazione del latte conferito dai soci e la trasformazione in ParmigianoReggiano con la relativa vendita all’ingrosso. Dal 2009 è iniziata anche la vendita al minuto. effettua vendita all’estero [email protected] Allevamenti conferenti latte (n°) Produzione annuale forme (n°) Caldaie sala lavorazione (n°) Attivo dal 3623 55 3623 caseifici vendita al pubblico aperto 8.30 - 13 16 - 19.30 domenica chiuso Caseificio Sociale Fior di Latte Via Torretta, 225 e 206 - 40041 Gaggio Montano (Bo) tel. e fax 0534.31126 - produzione tel. e fax 0534.30233 aperto tutti i giorni 9 - 12.30 16 - 19 chiuso giovedì in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano: vastissima gamma di formaggi, mozzarella, ricotta, yogurt, panna cotta, crema al Parmigiano-Reggiano, burro, salumi, aceto balsamico tradizionale di Modena, farro, miele altri punti vendita Galleria 1° Maggio, 33 - 40038 Vergato (Bo) tel. 051.910433 aperto 9 - 12.30 16 - 19 chiuso domenica Via Al Zei, 5 - Alberghi 51017 Pescia (Pt) tel. 0572.452980 aperto 9 - 12.30 16 - 19.30 chiuso domenica 6 6.672 10 1961 3624 3624 3618 54 Costituito come cooperativa casearia nel 1965 dai produttori di latte di Gaggio Montano. Nel 1968 è iniziata la produzione di Parmigiano-Reggiano e già a quell’epoca esisteva la vendita al minuto di Parmigiano-Reggiano e burro. E’ sempre stato nell’intento degli amministratori portare il prodotto direttamente sulle tavole dei consumatori. [email protected] www.caseificiofiordilatte.it possibilità di acquistare i prodotti on-line effettua vendita all’estero coordinate geografiche 44° 11’ 23’’ N 10° 57’ 19’’ E Allevamenti conferenti latte (n°) Produzione annuale forme (n°) Caldaie sala lavorazione (n°) Attivo dal 27 10.760 18 1968 3627 56 caseifici vendita al pubblico 3627 Il caseificio, costituito nel 1968 da aziende della zona, è situato a 850 m s.l.m. nella frazione di Rocca di Roffeno comune di Castel D’Aiano dove l’ambiente incontaminato dei pascoli e dei foraggi consente una produzione di elevatissima qualità. [email protected] effettua vendita all’estero coordinate geografiche 44° 18’ 28’’ N 11° 01’ 48’’ E Allevamenti conferenti latte (n°) Produzione annuale forme (n°) Caldaie sala lavorazione (n°) Attivo dal 6 4.000 6 1968 Pieve Roffeno Via Santa Lucia, 19 - Rocca di Roffeno 40034 Castel D’Aiano (Bo) tel. 051.912701 051.912906 fax 051.912701 aperto tutti i giorni 8 - 12.30 16 - 19 chiuso lunedì e giovedì pomeriggio in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano salumi, carne, pasta fresca di nostra produzione, prodotti tipici della zona la città, gli itinerari, i sapori il cuore di Bologna e i percorsi alla scoperta dei dintorni e della buona cucina Bologna, veduta aerea Sono anni che mi chiedo perché date il Coltellino d’Oro a tutti e non a me! Spesso mi dicono “Morandi è famoso nel mondo”, ma qui c’è un marchio davvero famoso nel mondo, insieme a tanti altri marchi importanti della nostra Regione. E’ la terra di Verdi, del melodramma, di Pavarotti, della Ferrari e della Ducati... e naturalmente del Parmigiano-Reggiano. Ecco, per me sarebbe importante diventare famoso nel mondo come il Parmigiano-Reggiano! (da una dichiarazione durante la Festa dei Caseifici Bolognesi del 15 giugno 2011) Gianni Morandi Monghidoro per il Gianni nazionale essere popolare è una condizione naturale, già a dodici anni è una celebrità nel suo paese. le sue canzoni sono entrate nella storia del costume italiano. Risulta difficile elencare tutti i suoi successi, vincitore del Cantagiro, di Canzonissima e del Festival di Sanremo che arriva anche a presentare nell’edizione del 2011. Artista eclettico, calca il set cinematografico e quello delle fiction più di una volta, sportivo verace assieme ad altri artisti dà vita alla Nazionale cantanti, della quale rappresenta l’immagine più significativa. Coltellino d’Oro 2011 assegnato dal Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano la città, gli itinerari, i sapori 61 la città, gli itinerari, i sapori 2 3 4 5 1 6 7 città 1 Il cuore millenario di Bologna p.62 itinerari da scoprire p.66 2 3 4 5 6 7 La terra plebis sulla via del Reno Fra Reno e Navile Mercato fuori porta Agriturismo culturale delle zone umide La via del pane Passeggiate a Bargi eventi e appuntamenti p.68 DegustiBO I luoghi del gusto p.69 63 1. Nel cuore millenario di Bologna: portici, torri e tesori inaspettati Sarà la sua storia vecchia di migliaia di anni ed ancora oggi ben leggibile nello sviluppo delle strade, delle piazze, dei palazzi. Saranno l’accoglienza degli abitanti, sinceri e cordiali. O l’unicità del contesto architettonico ed artistico che si svela senza fretta lungo i quasi quaranta km di portici, rivelando all’osservatore meraviglie ben custodite: un giardino nascosto e quasi segreto, chiese suggestive, facciate che raccontano la grandezza di antichi casati. Forse le tradizioni culturali dalle radici millenarie, ma contemporaneamente proiettate nel futuro, che la rendono cosmopolita e dinamica. Sono tante le ragioni che fanno di Bologna una città seducente, di cui ci si innamora al primo incontro... Se è vero che, come cantava Lucio Dalla nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino, il modo migliore per cominciare ad assaporare il gusto di questa città è partire dal suo cuore medievale, Piazza Maggiore: qui affacciano la grande Basilica di San Petronio (una delle chiese cattoliche più grandi del mondo) e i palazzi medievali che oggi come secoli fa rappresentano la vivacità della vita pubblica ed economica. la città, gli itinerari, i sapori la città, gli itinerari, i sapori 62 Palazzo d’Accursio con le sue torri merlate, le mura e gli affreschi, sede del Comune; il Palazzo dei Notai e il Palazzo dei Banchi; Palazzo Re Enzo e Palazzo del Podestà... Sulla prospiciente Piazza del Nettuno si apre la Sala Borsa, una biblioteca multimediale ricca e moderna il cui pavimento di vetro mostra il Foro romano dell’antica Bononia. Il Nettuno è la scultura cinquecentesca che sovrasta l’omonima fontana: è opera dello scultore manierista fiammingo Jean de Boulogne, il Giambologna. La scultura, di dimensioni imponenti è chiamata dai Bolognesi al Zigànt, e con la sua nudità fece scandalo tanto che, per secoli, venne coperta da “pantaloni” di bronzo. La posizione in cui fu collocata non è casuale ma è il preciso punto d’incontro del cardo con il decumano, le antiche linee ortogonali di demarcazione dello schema urbanistico romano. A Bologna si cammina protetti dal sole e dalla pioggia grazie ai portici: hanno uno sviluppo di più di quaranta km e si trovano in quasi tutte le vie del centro. E dove poteva trovarsi il portico più lungo del mondo se non qui a Bologna? E’ quello che collega porta Saragozza con il suggestivo santuario di San Luca, arroccato sui colli che sovrastano la città: composto da 666 archi, è lungo quasi quattro km. L’origine dei portici risale al Medioevo, momento storico in cui Bologna vive un notevole incremento demografico determinato dalla fiorente Università (fondata nel 1088, è la più antica del mondo occidentale) che richiama studiosi da tutta Europa: per la necessità di ottimizzare gli spazi abitativi, i piani superiori delle abitazioni vengono ampliati a sporgere e poi sorretti da trabeazioni in legno. Questa consuetudine si afferma a tal punto che nel 1288 viene promulgato un bando per il quale nessun nuovo edificio doveva essere privo di portico di altezza non inferiore a 7 piedi bolognesi, cioè quanto un uomo a cavallo, e largo altrettanto. Quando nel 1568 il Legato 65 Pontificio ed il Gonfaloniere obbligano la cittadinanza a sostituire le trabeazioni in legno con quelle in laterizio, non tutti obbediscono nonostante i dieci scudi d’oro di multa: e per fortuna, perché oggi si possono ancora ammirare bellissime strutture lignee trecentesche come quelle di Casa Serracchioli e Casa Isolani. Un altro elemento architettonico medievale che caratterizza la storia e l’aspetto di Bologna sono le torri: le Due Torri simbolo della città, la Garisenda e l’Asinelli, sono tra le venti “superstiti” delle quasi cento che tra il XII ed il XIII secolo facevano di Bologna la Selva Turrita. Edificate per scopi militari e gentilizi durante il periodo della lotta per le investiture, furono simbolo di potere delle famiglie più abbienti e strumento di offesa e difesa, ma le torri rimangono avvolte dal mistero ancora oggi: non è del tutto chiaro il perchè ne vennero costruite così tante. E che dire dei canali sotterranei di Bologna? La ricca rete idrica venne sfruttata già dai Romani e si compone di cinque canali ed un torrente naturale. I corsi d’acqua collegavano Bologna al Po, garantivano l’approvvigionamento idrico e grazie al dislivello naturale facevano funzionare i tantissimi mulini ad acqua e gli opifici della città: nel XVII secolo se ne contavano centinaia. Oggi parte dei canali sotterranei è visitabile grazie ad emozionati percorsi guidati a piedi o in gommone: da non perdere poi lo scorcio di una Bologna insolitamente “veneziana” che si gode dalla piccola finestra di via Piella... la città, gli itinerari, i sapori la città, gli itinerari, i sapori 64 I percorsi d’arte che Bologna offre sono molteplici: più di quaranta tra musei e collezioni, edifici religiosi affascinanti, palazzi signorili, una ricchissima vita culturale, artigianato e botteghe storiche...C’è solo l’imbarazzo della scelta. Un modo nuovo per scoprire, riscoprire e comprendere il genus, la stirpe dei bolognesi di ieri e di oggi, è il progetto Genus Bononiae Musei nella Città, un percorso culturale, artistico e museale articolato in palazzi nel centro storico di Bologna, restaurati e recuperati all’uso pubblico; le strade di Bologna si percorrono come corridoi virtuali e i palazzi e le chiese diventano spazi espositivi in collegamento con altri musei, pinacoteche, realtà culturali, economiche e sociali che animano la comunità locale. INFO Bologna Welcome Servizio di informazione ed accoglienza turistica di Piazza Maggiore tel. 051.239660 I.A.T. - Aeroporto Presso l’atrio arrivi dell’Aeroporto G. Marconi tel. 051.6472113 www.bolognawelcome.it Genus Bononiae - Musei nella Città tel. 051 19936317 www.genusbononiae.it 67 Itinerari da scoprire Una rete di percorsi elaborata dai Comuni e dalla Provincia di Bologna, pensata per arrivare al cuore della tradizione e della storia del territorio bolognese, alla scoperta di piccoli centri urbani ricchi di cultura, di arte e di natura e per conoscere i prodotti enogastronomici ed agricoli che sono il fiore all’occhiello di questi luoghi. Il sito www.itineraridascoprire.it è ricchissimo di informazioni approfondite su luoghi ed itinerari, sapori e produzioni tipiche, mappe dettagliate e tutte le informazioni sulle aziende coinvolte nel progetto. Di seguito ecco alcuni degli itinerari proposti. 2. La Terra Plebis sulla via del Reno Percorso che segue il corridoio ecologico del fiume Reno nel territorio di Pieve di Cento fino all’area di riequilibrio ecologico della Bisana e del Bosco della Panfilia. Pieve di Cento si segnala per il centro storico settecentesco ed alcune emergenze medioevali e tardo rinascimentali; di notevole valore il Palazzo Comunale, il Teatro e la Rocca. Significativo l’Istituto della Partecipanza Agraria, uno dei pochi esistenti in Italia, risalente al 1260. Sorta come concessione comunitaria di terreno da parte del signore del luogo a vari capi famiglia che si impegnavano a bonificarlo, dissodarlo e coltivarlo, la Partecipanza agraria ha conservato inalterati fino a oggi le sue istituzioni fondamentali e l’assetto territoriale originario. 3. Fra Reno e Navile Itinerario che comprende i Comuni di Argelato, Bentivoglio, Castello d’Argile, Castel Maggiore, Galliera, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale. Ci sono sentieri da percorrere in bicicletta o a cavallo e percorsi didattici posti all’interno di aree di interesse naturalistico e di riequilibrio ecologico come La Bisana, le Vasche dell’ex Zuccherificio, il Casone del Partigiano, La Balia e l’Oasi La Rizza Centro Cicogna, il Bosco di Sant’Agostino o Panfilia. Da visitare il Museo della Civiltà contadina di San Marino di Bentivoglio, i borghi storici e gli edifici antichi a San Giorgio di Piano, Bentivoglio e Castello d’Argile. Aziende agricole, agrituristiche e fattorie didattiche propongono i prodotti agricoli locali: la Pera dell’Emilia Romagna Igp, l’Asparago Verde di Altedo Igp, meloni, ortaggi e vini del Reno DOP. 4. Mercato fuori porta Ecco dove acquistare le primizie della terra fuori dalla città, là dove esse hanno origine, in quella porzione della pianura bolognese rappresentata dai comuni di Granarolo dell’Emilia, Malalbergo, Minerbio, Baricella, Budrio, Molinella, riuniti nell’associazione Terre di Pianura. Il percorso riunisce aziende agricole con vendita diretta dei prodotti (da segnalare la Patata di Bologna DOP), agriturismi, fattorie didattiche. Presenti anche preziose testimonianze artistiche e culturali oltre a quelle dell’agricoltura del passato: i maceri per la fermentazione della canapa e le piantate - filari alberati con vite maritata - che oggi danno rifugio a specie vegetali e animali altrimenti destinate a scomparire e ancora il reticolo della centuriazione romana, sopravvissuto e riconoscibile. 5. Agriturismo culturale delle zone umide Nei Comuni di Medicina e Molinella esistono zone umide e aree protette ricche di flora e fauna acquatica. Le aree rinaturalizzate Vallona, Zerbetto, Cooperativa Lavoratori della Terra, Barbana e l’Oasi del Quadrone sono biotopi palustri in grado di accogliere e far nidificare numerosi uccelli acquatici migratori, un tempo scomparsi dalla nostra pianura e ora invece presenti e visibili in questi luoghi. Edifici storici come la Pieve di Buda e il borgo medievale di Selva Malvezzi offrono lo spunto per visite di carattere culturale, mentre il Radiotelescopio Croce del Nord - completato dalla monumentale antenna parabolica - rappresenta il più grande strumento del genere al mondo. Tappa di gusto a Medicina, che celebra la sua Cipolla tipica nell’antica fiera ogni seconda domenica di luglio. 6. La via del pane Questo percorso nasce come progetto dell’Associazione Montagnamica per recuperare e valorizzare la coltivazione biologica dei cereali diffusa nell’area appenninica bolognese, attraverso la qualificazione dell’intera filiera, dal campo alla tavola. Il gustoso pane montanaro locale, per la sua alta qualità ed il valore tradizionale e culturale, è diventato il prodotto simbolico che rappresenta i sapori tipici di queste terre di montagna ed è protagonista di un itinerario turistico, culturale e gastronomico. L’Associazione Montagnamica, sorta nel 2003, ha il compito di promuovere e valorizzare il territorio facendo conoscere le attività dei produttori e degli artigiani, definendo i disciplinari e le certificazioni di qualità dei prodotti tipici. 7. Passeggiate a Bargi Bargi è una piccola e antica frazione dell’Appennino, al tempo di Matilde di Canossa uno dei centri più importanti dell’alta valle del Reno: nei pressi si trovano altri piccoli borghi suggestivi, collegati da un itinerario alla scoperta delle bellezze naturalistiche del Parco Regionale dei Laghi di Suviana e del Brasimone attraverso i luoghi che nel Medioevo costituivano il passaggio dei pellegrini e dei mercanti verso Roma. Qui si incontrano aziende agricole che propongono prodotti tipici e biologici, agriturismi e ristoranti che offrono piatti tradizionali legati in modo privilegiato al tartufo, delizia presente in abbondanza nei boschi della zona tanto che Bargi fa parte delle Città del Tartufo. Anche miele, polline, pappa reale e propoli sono “frutti” prelibati di quest’area, in cui opera da vent’anni l’Associazione Apicoltori Val Limentra. la città, gli itinerari, i sapori la città, gli itinerari, i sapori 66 69 eventi & appuntamenti sapori tipici, musica, mercatini, feste in piazza, teatro, tradizioni e celebrazioni... Primavera Monteveglio, inizio marzo, Festa della Saracca Anzola Emilia, maggio, Festa di Primavera Sasso Marconi, 25 aprile, Giornata di Guglielmo Marconi Castello di Serravalle, maggio, Fiera del Maggiociondolo e Mercato delle Cose Buone Savigno, maggio, Palio del Maggio Estate Anzola Emilia, giugno, Anzola in fiera San Giovanni in Persiceto, giugno/settembre, Arte&Città e Fira di Ai Bazzano, giugno, Fiera della Salute Monteveglio, inizio giugno, Abbazia in Festa Porretta Terme, luglio, Porretta Soul Festival Castello di Serravalle, agosto, Calici di Stelle Castel d’Aiano, agosto, Ferragosto casteldaianese e Motofest Rocca di Roffeno Gaggio Montano, luglio, Gaggio è un miraggio - Festa del Gallo - Festa del cacciatore - Festa dell’Agricoltura Lizzano in Belvedere, agosto, Sagra della Madonna dell’Acero Savigno, settembre, Fiera mercato di San Matteo Autunno Anzola Emilia, settembre, Festa di Santa Maria in Strada San Giovanni in Persiceto, metà settembre, Fiera d’autunno Bazzano, metà settembre, Fiera dell’Autunno Bazzanese e Mercato delle Cose Buone Castello di Serravalle, ottobre, Sagra del gnocco fritto Monteveglio, metà ottobre, Festa d’Autunno e Mercato delle cose buone Savigno, settembre/ottobre, Tartufesta Inverno Savigno, inizio novembre, Sagra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolognesi San Giovanni in Persiceto, febbraio/marzo, Carnevale Storico Persicetano Castello di Serravalle, 16 gennaio, Falò di Sant’Antonio Gaggio Montano, dicembre, Festa di Santa Lucia e Presepe Vivente di Pietracolora Lizzano in Belvedere, ottobre/novembre, Tartufesta Porretta Terme, dicembre, Porretta Cinema informazioni & accoglienza Ufficio IAT Zola Predosa (comuni di Bazzano, Casalecchio di Reno, Castello di Serravalle, Crespellano, Monte San Pietro, Monteveglio, Savigno, Zola Predosa) via Masini 11 c/o Villa Edvige Garagnani Zola Predosa tel. 051.752838 - 051.752472 [email protected] www.iatzola.it Sasso Marconi - UIT InfoSasso via Porrettana 312 (Piazza dei Martiri) Sasso Marconi tel. 051.6758409 [email protected] www.infosasso.it Lizzano in Belvedere - Lizzano in Belvedere, piazza Marconi, 6 tel. 0534 51052 [email protected] www.comune.lizzano.bo.it Lizzano in Belvedere - IAT di Vidiciatico via Marconi 31, Vidiciatico, tel. 0534.53159 [email protected] www.comune.lizzano.bo.it il territorio il territorio 68 DegustiBo DegustiBO è il bollino rosso di qualità della Provincia di Bologna che promuove le eccellenze della tipicità felsinea. Il territorio bolognese è uno dei più certificati d’Europa: i tanti prodotti DOP e IGP dimostrano anche la valenza culturale di una importante tradizione enogastronomica. La finalità dell’iniziativa è, da un lato, premiare le aziende che si fanno promotrici dell’eccellenza della provincia di Bologna e, dall’altro, essere un punto di riferimento per i cittadini che vogliono assaporare il gusto di prodotti di qualità. Il marchio, nato nell’ambito del progetto “Valorizzazione e promozione del territorio” finanziato dalla Fondazione Carisbo e depositato presso la Camera di Commercio il 16 maggio 2008, viene assegnato a quelle aziende che si impegnano a rispettare le prescrizioni previste dai disciplinari. Una commissione di valutazione presieduta dal prof. Massimo Montanari e composta da esperti del settore e rappresentanti qualificati si occupa della valutazione delle domande ricevute. Attualmente possono fregiarsi del marchio 84 imprese: 18 agriturismi, 23 ristoranti, 11 botteghe alimentari, 10 forni, 8 negozi di pasta fresca, 4 gastronomie, 7 macellerie e 3 ortofrutta. Agriturismo Agriturismo S.Giuliano via Galletta, 3 S.Lazzaro Podere Santa Croce via Bonaccorsi, 17 Argelato Pan di Legno via del Poggio, 550 Castello di Serravalle La Crocetta via Castelfranco, 36 S.Giovanni in Persiceto Il Poggiolo via Gorgognano, 4 Pianoro I Salici via Suor Donati, 108 Anzola Emilia Le conchiglie via Lagune, 76/1 Sasso Marconi Rio Maggiore via Rio Maggiore, 22 Sasso Marconi Santissima Trinità via Marana, 9/A Budrio Santa Maria Maddalena via Armiggia, 33 Budrio Poggiolandi via Sassonero, 3 Monterenzio Società Agricola Le Ginestre via Pietro Nenni, 4/2 Pianoro Azienda agrituristica dell’Orso Località Polveriera Grizzana Morandi COPAPS cooperativa sociale via Maranina, 36 Sasso Marconi Arcadia via Cornetta, 491 San Pietro in Casale Ca’ Guidotti via Medelana, 16 Marzabotto Società Agricola Farneto via Collina, 1 Monterenzio Az. Agr. Bortolotti Maria via San Martino, 1 Zola Predosa Az. Agr. Il murello via Fiorentina, 3780 Medicina Vincenzi Monia via della Pieve, 1 S.Benedetto Val di Sambro Forni e Pasticcerie Il Forno di Calzolari via del Mercato, 2 Monghidoro Pasticceria Saffi via Saffi 2/D Bologna Nottetempo via Murri, 148/b Bologna 71 Torte e Tortelli galleria Nik Novecento, 1 Sasso Marconi Tamburini via Caprarie, 1 Bologna Matteoni Enrico e C. via Monari, 10 Vergato Mafaro Francesco via Lame, 160 Bologna Da Maurizio via Saati, 6 San Giovanni in Persiceto Alimentari Palmieri via Roma, 2 Vergato Rosticceria Due Torri via Mazzini, 49/A Bologna Degli Esposti Paolo via Porrettana Nord, 1/B Marzabotto Botteghe Alimentari Pasta Fresca Il panificio di Bai Luciano via Nosadella, 7/A Bologna Al forno delle Sorelle Bongiovanni via G. Bruno San Giovanni in Persiceto OMAR via L. Campanini, 14 Pieve di Cento Pasticceria Eporedia via Arno, 25/1 Bologna Forno Matteoni Enrico e C. via Monari, 10 Vergato Pausa Sfiziosa via M. Gandhi, 2 Bentivoglio - loc. San Marino Panificio Ghini via Sillaro, 57/B Casalfiumanese loc. Sassoleone Gastronomie e Rosticcerie La Ghiotta via Lavino, 189 Calderino di Monte S. Pietro Torte e Tortelli galleria Nik Novecento, 1 Sasso Marconi Ditta Capponcelli Maurizio via Benelli, 1 S.Giovanni in Persiceto La Bottega Sasso Marconi via Porrettana, 298 Sasso Maconi Galliera via Due Ponti, 5/7 Argelato Torte e Tortelli galleria Nik Novecento, 1 Sasso Marconi Il regno della pasta via della Repubblica, 66 S. Lazzaro di Savena La Pachenia via Centese, 17 Argelato Delizie di Pasta via Marzabotto, 8 Ozzano dell’Emilia Spaccio Fratelli Caretti via Zenerigolo, 4/B San Giovanni in Persiceto Ilenia via della Barca, 21/3 Bologna Tamburini via Caprarie, 1 Bologna Sfogliarina via Porrettana 452 Casalecchio di Reno Cose Buone via Lavino, 175 Monte San Pietro Naldi Valeria via del Pratello 71/A Bologna Franchi Dario via Lavino, 503 Monte San Pietro Le sfogline via Belvedere 7 Bologna Drogheria Gandolfi via IV Novembre, 52 Lizzano in Belvedere Il girasole via Cavour, 18 Vergato Spicchiricchi via Galliera, 22/B Bologna Dall’aglio Paola via dello Sport, 12/b Calderara di Reno Macelleria Dell’Edera via Edera, 20 S. Lazzaro di Savena Macelleria Marconi via Marconi, 22 Bologna Macelleria e MinI market Mattarozzi via Lavino, 314 Monte San Pietro Zambelli Roberto via 2 Agosto 1980, n. 108 Sant’Agata Bolognese La locanda Smeraldi via Sammarina, 47 Bentivoglio Il Pescatore via Lunga, 20/B Anzola dell’Emilia Ristorante Biagi via Savenella, 9/A Bologna Franco Rossi via Goito, 3 Bologna Trattoria Romano viale Pietramellara, 15 Bologna Hotel Ristorante Montegrande via Marconi, 27 Vidiciatico Hotel Ristorante Ca’ Venezia via Minghetti, 148 Vergato Albergo Ristorante Da Gilberto Bacino Brasimone, 86 Camugnano Bar Ristorante La Scuderia via XX Settembre, 53 Dozza Macelleria montanara via Roma, 64 Gaggio Montano Al Voltone piazza Re Enzo, 1C Bologna Ristorante Rossi Sapori Regina Hotel via Saliceto, 8 Bentivoglio Macelleria Pirazzoli via Emilia, 43 Dozza - loc. Toscanella Cantina Bentivoglio via Mascarella, 4/B Bologna Polpette e Crescentine via dei Fornaciai, 9/3 Bologna Macelleria C.M. via Saragozza, 25 Bologna Trattoria San Chierlo via San Chierlo, 13 A Monte San Pietro Ortofrutta Ristoranti Antica Trattoria del Cacciatore via Caduti di Casteldebole, 25 Bologna Albergo Stella via Giovanni XXIII, 67 Tolè di Vergato Locanda La Tagliolina via Marzatore, 41 Monteveglio Antica Trattoria Belletti via Lavino, 499 Montepastore Locanda del Castello Palazzo de Rossi, 16 Sasso Marconi Due Lune via Bertocchi, 1/A Bologna Tamburini via Caprarie, 1 Bologna Trattoria Vilma via Valle, 33 San Vincenzo di Galliera Ristorante Nuova Roma via Olivetta, 87 Sasso Marconi Lella Collina frutta e verdura via Lavino, 1/B Monte San Pietro Le 5 stagioni vicolo Stagni, 8 Imola Ditta Franceschini via Pescherie Vecchie 2/B Bologna la città, gli itinerari, i sapori la città, gli itinerari, i sapori 70 75 Bibliografia di approfondimento Il territorio della Provincia di Bologna Bologna, una per tutti - Mappa turistica con itinerari accessibili, Provincia di Bologna Guida di Bologna, una città ricca di emozioni - guida con dieci itinerari tematici, Provincia di Bologna Mappa tematica dell’Appennino Bolognese, Provincia di Bologna Guida della provincia di Bologna Itinerari di Vallata, Provincia di Bologna Alta e media valle del Reno. Itinerari nell’Appennino Bolognese, comunità Montana Alta e Media Valle del Reno Corno alle Scale. Dieci itinerari in Mountain Bike, comune di Lizzano in Belvedere Bologna...a piedi, Taita Press c/o Ediservizi Srl 101 cose da fare a Bologna almeno una volta nella vita, Margherita Bianchini, Newton Compton Natura d’Europa a un passo da casa. Guida ai siti della rete natura 2000 in provincia di Bologna, a cura della Provincia di Bologna Serv. pianificazione paesistica, Pendragon Bologna senza vie di mezzo, Danilo Masotti, Vasco Rialzo, Pendragon Vito, È pronto in tavola, Le mie ricette e quelle di famiglia, Pendragon Déjà View: Bologna, Italy: Rivisitazione fotografica della città di Bologna, Willie Osterman, Pendragon Bologna e provincia, Touring club italiano Il Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano non si assume alcuna responsabilità in relazione ai dati dei caseifici, i quali sono direttamente forniti dai produttori interessati. 77 © immagini fotografiche Enrico Valenti e Francesca Zanetti (Eccentrico) foto caseifici, pag. 16 basso, 17 alto, 19 basso, 24, 27, 29 basso, 49 basso, 50 alto, 67 Carlo Guttadauro pag. 18, 19, 22, 23, 26, 29, 30 - 31 Archivio fotografico del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano pag. 25 Lucio Rossi - Foto R.C.R. Parma pag. 5, 72 -73 Archivio Claudio Guidetti pag. 17 basso Francesca Soffici pag. 20 Fabio Martinelli pag. 36 basso Emmanuele Coltellacci pag. 39 basso, 44 basso Paolo Balbarini pag. 27 alto Archivio fotografico della Provincia di Bologna pag. 40 basso, 42, 43, 44 alto, 47 basso, 48 basso, 49 alto Archivio fotografico Emilia Romagna Turismo pag. 40 alto, 41 alto, 60, 62 basso, 63, 64, 65 Archivio Comune di San Giovanni in Persiceto pag. 37 basso, 38 alto Archivio Comune di Savigno pag. 45 Archivio Comune di Castel d’Aiano pag. 46 Archivio Comune di Gaggio Montano pag. 48 alto Archivio Fondazione Guglielmo Marconi pag. 51 Archivio fotografico della Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia Romagna pag. 38 basso, 39 alto Archivio fotografico Hotel Helvetia Porretta Terme pag. 50 basso iStockphoto pag. 21, 32 33 Fotolia pag. 47 alto © silvana comugnero, 58 - 59 © claudio zacc, 62 © anghifoto L’editore ha fatto il possibile per rintracciare i titolari dei diritti delle immagini pubblicate ed è disponibile ad assolvere ai propri impegni nel caso di eventuali errori o omissioni Per tutte le informazioni aggiornate sul mondo del Parmigiano-Reggiano e i caseifici che lo producono consultate il sito www.parmigiano-reggiano.it Dal sito è possibile scaricare anche la guida ai caseifici in versione GPS per i principali navigatori satellitari. eccentrico.eu Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano Sezione di Bologna Viale Virgilio, 55 - 41123 Modena Tel. 059.208630 Fax 059.208635 www.parmigiano-reggiano.it