MINISTERO DELLA DIFESA SCUOLA DI FORMAZIONE E PERFEZIONAMENTO DEL PERSONALE CIVILE DELLA DIFESA CORSO DI FORMAZIONE PER DIRIGENTI Sede: Regione Siciliana – Palermo 16 Settembre 2015 Paola Carini Psicologa - Psicoterapeuta C.C. Esperto in Psicologia dell’Emergenza e Psicotraumatologia Esperto in Pianificazione e Controllo nel Sistema Sanitario [email protected] OBIETTIVO fornire a coloro che operano nel contesto lavorativo con la funzione di dirigente, le nozioni necessarie per un adeguato adempimento degli obblighi e dei compiti attribuiti, per lo svolgimento del ruolo dal punto di vista prevenzionistico Organizzazione del Modulo • • Competenze relazionali e consapevolezza del ruolo; Importanza strategica dell’informazione, della formazione e dell’addestramento quali strumenti di conoscenza della realtà aziendale; • Tecniche comunicazione; • Lavoro di gruppo e gestione dei conflitti; • RLS. SOGGETTI COINVOLTI NELL’ORGANIZZAZIONE DELLA PREVENZIONE Colui che assomma in sé poteri, funzioni e responsabilità Dirigente Competenze relazionali e consapevolezza del ruolo Etimologia e definizioni Il termine "Competenza" deriva dal verbo latino competere, (da cum e petere “chiedere, dirigersi a” (Dizionario Devoto-Oli,2005) che significa andare insieme, far convergere in un medesimo punto, ossia mirare ad un obiettivo comune… Capacità di colui che è in grado di conoscere e di applicare una tecnica ad una situazione problematica La competenza in generale è un insieme di tre componenti: 1) il “sapere” ( contenuti e fondamenti scientifici) 2) il “saper fare (tecniche, procedure, abilità strumentali) 3) il “saper essere” ( attitudini, comportamenti, autostima, fiducia in se stessi) 4) il “saper divenire” ( formazione continua, auto formazione, automotivazione PRESUPPOSTI TEORICI DEFINIZIONE DI COMPETENZE LE COMPETENZE SONO L’INSIEME DI ABILITA’/CONOSCENZE TENICO/SPECIALISTICHE CAPACITA’ E QUALITA ‘ PERSONALI CHE SONO RICHIESTE DALLA PROFESSIONE O DAL RUOLO CHE LA PERSONA ESERCITA NELL’ENTE/AZIENDA CHE DEVONO ESSERE ESPRESSE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI FISSATI Le competenze si dividono in… competenze di base cioè conoscenze/abilità/risorse personali non specifiche di un preciso contenuto lavorativo, rilevanti per la formazione e la preparazione professionale generale di una persona competenze specifiche cioè riferite in modo mirato per la figura professionale , ad esempio , le competenze tecnico/professionali. Competenze trasversali (diagnosticare, affrontare, relazionarsi, flessibilità, iniziativa, visione d’insieme, autoresponsabilità, collaborare e lavorare in gruppo) Le competenze trasversali • • • DIAGNOSTICARE: Capacità di analisi critica di problemi o situazioni e di pianificazione di comportamenti attraverso la prefigurazione di conseguenze possibili e la valutazione dei risultati ottenuti. AFFRONTARE: Capacità di mettere in atto strategie di fronteggiamento di situazioni critiche, di controllare reazioni emotive e gestire sentimenti di stress. RELAZIONARSI: Capacita di modulare la comunicazione e i comportamenti, tenendo conto della specificità dell’interlocutore; di gestire relazioni simmetriche e asimmetriche e lavorare in gruppo. Le capacità che costituiscono le competenze trasversali e trasferibili • Autonomia • Controllo emotivo ( gestire l’imprevisto, i propri sentimenti) • Gestione dello stress • Empatia • Capacità di analisi e di sintesi • Capacità decisionali • Sapere lavorare in gruppo e rispettare scadenze e obiettivi • Capacità organizzative • Competenze comunicative e relazionali • Affidabilità UN MODELLO DI COMPETENZE TRASVERSALI DIAGNOSTICARE -Prestare attenzione -Percepire -Interpretare COMPETENZE AFFRONTARE TRASVERSALI -Progettare -Prendere iniziativa -Decidere RELAZIONARSI -Ascoltare -Comunicare -Cooperare Metafora della farfalla • Ziglio elabora la sua teoria della professionalità utilizzando come metafora una farfalla. Così come una farfalla necessita di quattro ali per poter volare, anche sul lavoro è necessario disporre di “quattro • La consapevolezza di se stessi, è tanto importante quanto la consapevolezza del proprio ruolo professionale. Il riconoscersi nel proprio ruolo professionale ed essere, quindi, riconosciuto nel tale ruolo da colleghi, clienti e I valori professionali rappresentano ciò che è importante per la persona Potere usare al meglio le proprie abilità Poter lavorare per il bene degli altri Potere lavorare a contatto con gli altri Potere lavorare in autonomia Potere essere creativi Potere fare un lavoro creativo Potere avere prestigio Potere guadagnare bene e avere sicurezza Potere dirigere il lavoro di altri Ciò che ci si aspetta di soddisfare svolgendo una professione Importanza strategica dell’informazione, della formazione e dell’addestramento quali strumenti di conoscenza della realtà aziendale Comunicazione mirata alla prevenzione L'informazione e la formazione non sono qualcosa di "statico", di immobile, di acquisito meccanicamente una volta per tutte, ma costituiscono due processi dinamici complessi. Cultura della Sicurezza: dalle parole ai fatti • • La sicurezza è sapere-in-azione, fondato su conoscenze disciplinari e pratiche professionali; essa vive nei comportamenti e si deposita nell’esperienza di chi lavora in azienda Per incidere sui comportamenti è quindi indispensabile fare i conti con l’esperienza di chi lavora in azienda Definizioni Cultura della Sicurezza Cultura della Sicurezza Metodi di Informazione • • • • Sistema di avvisi in bacheca o nei reparti Cartellonistica (manifesti) Distribuzione di manuali, opuscoli, pieghevoli di agevole consultazione da parte dei lavoratori Organizzazione/partecipazi one a seminari, conferenze, convegni,manifestazioni Metodi di Informazione FORMAZIONE Adozione da parte dei soggetti interessati di competenze cognitive, operative e comportamentali tali da indurre nuove modalità di “pensare ed agire in termini di sicurezza”, modificando scale di valori, mappe cognitive Le Sfere del Sapere Informazione Sapere Addestramento Saper Fare Formazione metod. corretta Saper Essere Formazione e Informazione Tecniche di comunicazione Comunicare è? Dal latino “communis” , mettere in comune, condividere Come avviene questo processo? PROCESSO DI SCAMBIO DI INFORMAZIONI CIRCO LARE E DI INFLUENZAMEN TO RECIPROCO CHE AVVIENE, IN UN DETERM INATO CONTESTO, FRA D UE O PIÙ PERSONE Gli elementi del processo di comunicazione sono: • • • • • L’emittente Il ricevente Il canale/mezzo Il messaggio Il feedback Si tratta di un processo circolare e continuo che implica il trasferimento di un messaggio da un emittente ad un ricevente IL PROCESSO COMUNICATIVO SERIE DI SEQUENZE CHE SEGUONO UNO SCHEMA DEFINITO EMITTENTE MESSAGGIO/CANALE RICEVENTE SIST. DI CODIF/ DECODIF. SIST. DI CODIF/ DECODIF. RUMORE RISPOSTA/FEED-BACK CANALE E onde sonore, gesti, postura messaggio aria, telefono, internet MEZZO CODICE CODICE R CODICE SISTEMA ORGANICO DI SIMBOLI E DI RIFERIMENTI CHE CONSENTE LA TRASMISSIONE E LA COMPRENSIONE DI UN MESSAGGIO. • Lingua condivisa; • livelli di istruzione; • schemi e valori di riferimento (il cuiterminologie senso può essere intesoprofessionali se “E” ee“R” tipiche di certi ambienti socialiadoperano e conoscono lo stesso codice) • Ogni persona è caratterizzata da: • Proprio sistema percettivo • Concetto di sé • Storia personale • • Bisogni e legami affettivi Formazione intellettuale e La comunicazione è mediata da vari filtri fisiologici, emotivi, culturali LA MAPPA NON E’ IL TERRITORIO Codice COMUNICAZIONE Ciò che vogliamo comunicare Ciò che realmente diciamo Ciò che l’altro sente La perdita di informazioni Ciò che l’altro ritiene di aver capito pag. 37 |novembre 2002 LA COMUNICAZIONE EFFICACE La comunicazione è efficace quando il ricevente comprende ciò che l’emittente intendeva trasmettere Il feedback è lo specchio dell’efficacia della comunicazione Feedback MESSAGGIO DI RITORNO Esprime il grado di: Assenso / dissenso Accettazione / rifiuto Comprensione / incomprensione Chiarezza / confusione Per mezzo di: Gesti Espressioni Suoni o interlocuzioni Messaggi verbali (scritti o orali) COMUNICAZIONE NON VERBALE (elementi) SCORRE ATTRAVERSO CANALI NON verbali • SGUARDO • ESPRESSIONE/MIMICA • GESTI • POSTURA • ABBIGLIAMENTO • PROSSEMICA COMUNICAZIONE NON VERBALE (ambiti di studio) • LA PROSSEMICA: Studio sistematico del rapporto fra persone nello stesso spazio (con attenzione alla distanza/vicinanza interpersonale che gli individui mantengono quando interagiscono) LO SPAZIO NON È UN ELEMENTO NEUTRO NELLA COMUNICAZIONE ... definisce lo STATUS della relazione I LIVELLI DELLA COMUNICAZIONE UMANA Verbale Paraverbale Non verbale 7 % 38% 55% La Punta dell’ICEBERG non basta La comunicazione è tanto più efficace quanto più sono coerenti i livelli Viceversa, l’incongruenza è causa di malintesi, di scarsa affidabilità e di minore capacità di persuasione In questi casi le componenti paraverbali e non verbali sono prevalenti sul contenuto verbale Quale consapevolezza nel comunicare? • diversi punti di vista diverse percezioni della realtà • • diverse situazioni soggettive CONTENUTO E RELAZIONE Ogni comunicazione è costituita da due aspetti: CONTENUTO Definisce la “notizia” della comunicazione RELAZIONE Definisce come deve essere interpretato il messaggio Il modo in cui comunichiamo è più importante di ciò che comunichiamo L’aspetto di contenuto della comunicazione trasmissione di informazione Riguarda la notizia che voglio fornire al mio interlocutore, i dati che gli voglio comunicare L’aspetto di relazione della comunicazione • • L'aspetto di relazione è ciò che comunico con tutto il mio comportamento, al di là del puro dato informativo. E’ l’aspetto che definisce il tipo di relazione che intercorre tra gli interlocutori Gli esseri umani comunicano in due modi, con: Modulo numerico Verbale Modulo analogico Non - verbale Analogico e numerico Gli animali utilizzano solo il modulo analogico Gli uomini all’inizio utilizzano solo il modulo analogico Poi sono gli unici a utilizzare entrambi: modulo analogico modulo numerico COMUNICAZIONE NON VERBALE (o analogica) • L’insieme dei Segnali extralinguistici che contengono e portano significato nelle relazioni umane (o animali) • • la comunicazione è un processo di scambio circolare comprensiva di livelli verbali, non verbali e paraverbali Incongruenze e differenze tra i vari livelli possono creare alta distorsione comunicativa (CV vs. CNV) Informazione di ritorno Non so cosa ho detto finché l’altro non mi risponde! In caso di poca attenzione all’informazione di ritorno, diventa elevato il rischio di DISTORSIONE Fluidità ed efficacia • • • • Chiarezza del messaggio (quali contenuti) chiarezza del target (a chi, piccolo o grande gruppo) chiarezza degli scopi (informare, decidere, insegnare, ascoltare opinioni, ecc.) individuazione del contesto conflittuale, rumoroso) (protetto, La comunicazione efficace Emisfero destro emozionale sentire Emisfero sinistro razionale capire La comunicazione efficace Per parlare all’Emisfero Destro bisogna coinvolgerlo emotivamente. Linguaggio figurato Qui si decodifica e produce la comunicazione non verbale sentire Per parlare all’Emisfero Sinistro bisogna argomentare, dimostrare. Argomentazioni razionali. capire La comunicazione efficace Che differenza c’è tra Convincere e Persuadere? La comunicazione efficace Persuadere Conquistare l’adesione dell’interlocutore coinvolgendolo emotivamente suggestione Convincere Conquistare l’adesione dell’interlocutore utilizzando argomentazioni razionali argomentazione Modello della probabilità di elaborazione (Petty e Cacioppo) La comunicazione efficace e persuasiva può avvenire attraverso CENTRALE il PERCORSO CENTRALE prevede undue attentopercorsi: esame degli argomenti proposti o il destinatario elabora il contenuto del messaggio, riflettendo sugli argomenti proposti e PERIFERICO ■ generando argomentazioni pro e contro. ■ il PERCORSO PERIFERICO il destinatario NON elabora il contenuto del messaggio, ma lo accetta basandosi su criteri superficiali, ad es. che la fonte sia percepita come attraente, attendibile, il messaggio sia lungo o corto, etc. Modello della probabilità di elaborazione Quale canale? ■ Comunicazione del rischio e persuasione Scuola di Yale: Hovland, Janis, Kelley, 1953 “Chi dice cosa a chi ?” Fonte -----> Messaggio -----> Audience Comunicazione persuasiva: Caratteristiche della fonte La comunicazione è più efficace se proviene da qualcuno: ■ attraente ■ simile a noi ■ potente Più attraente (sia fisico sia di personalità), più persuasivo Similarità percepita: ad es. stessi atteggiamenti Ruolo dell’autorità ■ Credibile: ■ ■ esperto affidabile Premio Nobel, percezione di competenza (ad es. parlare veloci) Cosa accade se il messaggio è ambiguo ? Modello euristico-sistematico (Chaiken ed altri, 1999) Le persone se motivate procedono ad un’elaborazione sistematica del messaggio (percorso centrale) ➥ Per una comunicazione efficace • Occorre utilizzare entrambi le modalità razionale ed emotivo coinvolgendo il più possibile i due gli emisferi Il processo di decodifica implica la percezione e l’interpretazione del messaggio La percezione È il frutto della elaborazione dei dati da parte degli organi di senso e del cervello Non si tratta di un processo passivo ma attivo influenzato dai nostri schemi cognitivi e dagli stili attributivi illusioni ottiche Le righe sono parallele o oblique ? L’ascolto Un buon “comunicatore” è soprattutto un buon “ascoltatore” L’ASCOLTO è uno strumento essenziale di Comunicazione Se ci sono state date due orecchie ed una sola bocca vuol dire che dobbiamo ascoltare due volte di più di quanto parliamo. Udire Vs. Ascoltare Udire è un fatto fisico, ascoltare è un’azione intellettuale ed emotiva. Saper "ben ascoltare" può portare ad aprire la mente a nuove idee, a nuove soluzioni… Chi ascolta sarà capace di sintonizzarsi coi bisogni dell’altro e comprendere le ragioni di eventuali disagi Tipi di ascolto 1. Ascolto passivo. Questo è il tipo di ascolto inefficiente e improduttivo: è quello che si può riscontrare quando si sentono le parole ma non se ne comprende il significato 2. Ascolto selettivo. Questo è probabilmente il tipo di ascolto più comune e si riscontra quando si sente solo quello che si vuole sentire, ossia si filtra il messaggio. Come l’ascolto passivo anche questo è inefficiente e improduttivo. 3. Ascolto riflessivo. L’ascolto riflessivo, come quello attivo, pone attenzione a tutto il messaggio. Esso viene utilizzato per chiarire quanto viene detto portando alla reciproca comprensione. 4. Ascolto attivo è uno dei quattro tipi di ascolto utilizzati che porta ad una comunicazione più efficace. Ci si mette in condizione di "Ascolto attivo"provando a mettersi "nei panni dell' altro", cercando di comprendere il punto di vista del nostro interlocutore e comunque condividendo le sensazioni che manifesta. Dei quattro tipi di ascolto, l’attivo e il riflessivo caratterizzano un buon “ascoltatore”. L’ASCOLTO ATTIVO si sviluppa se: Non si valuta e interpreta a priori ciò che viene detto, ma si sta a sentire rimandando i processi di replica Si pongono domande a chi parla, per capire meglio quello che ha detto, per permettergli di chiarire il suo pensiero Non si presume di sapere già quello che dirà una persona Tecniche di ascolto attivo • • Osservare i comportamenti comunicativi dell’interlocutore; Richiamare o sollecitare l’attenzione (assentire, partecipare, mostrarsi concentrati); • Fare domande • Riformulare il punto di vista dell’interlocutore; • Ricapitolare i punti principali del discorso; Fondamentale per ascoltare “attivamente” questo processo è: L’EMPATIA METTERSI NEI PANNI DELL’ALTRO OSSIA: CAPIRE LE MOTIVAZIONI REALI DEI COMPORTAMENTI DELL’ALTRO CAPIRE I BISOGNI DELL’ALTRO 4 PRINCIPI PER UNA COMUNICAZIONE EFFICACE 1- ATTENZIONE AL DESTINATARIO (ascoltare, con pazienza e attenzione) 2- MESSAGGIO CHIARO (esposizione ordinata, funzionale all’obiettivo) 3- ASSERTIVITÀ (decisione senza prevaricazione, dare e chiedere rispetto) Da un buon ascolto uno stile di comunicazione efficace: lo STILE ASSERTIVO Stili comunicativi STILI DI COMPORTAMENTO SI POSSONO INDIVIDUARE TRE FONDAMENTALI STILI DI COMPORTAMENTO: STILE ASSERTIVO STILE AGGRESSIVO STILE PASSIVO Lo stile comunicativo aggressivo • Si esprime in modo violento • È ipercritico • Agisce d’impulso • Provoca conflitti • Non ascolta • Ordina invece di concordare • È intransigente • Si concentra sui lati negativi degli altri Lo stile comunicativo passivo • Tende a non prendere posizione • Ricerca approvazione • Evita le responsabilità e rifugge i rischi • Cerca di evitare ogni contrasto • Si concentra sui propri lati negativi e su quelli positivi degli altri STILE ASSERTIVO 1) Comportamento partecipe - attivo e non reattivo 2) Atteggiamento responsabile caratterizzato da una piena fiducia in sé e negli altri 3) Capacità di affermare i propri diritti non negando quelli degli altri senza ansie e sensi di colpa 4) Atteggiamento che ripudia l’uso di etichette, stereotipi e pregiudizi 1) Capacità di comunicare in maniera chiara e diretta ma non minacciosa o aggressiva. 6) Non dà ordini, semmai chiede 7) Ammette i propri errori Lavoro di gruppo e gestione dei conflitti Contenuti • Informazione e comunicazione interna • Contenuti ed attori dell’informazione • Fonti informative extraziendali • Piano e strumenti informativi • Gestione Riunioni INFORMAZIONE “trasferimento di idee, dati e concetti al personale interessato, in maniera chiara e completa, tramite strumenti verbali e scritti.” “elemento che consente di avere conoscenza di fatti, situazioni ecc.; notizia, ragguaglio” INFORMAZIONE FORMAZIONE COMUNICAZIONE INTERNA ADDESTRAMENTO CONSULTAZIONE PARTECIPAZIONE ….Comunicazione Interna Il ruolo centrale della comunicazione interna è quello di orientare i comportamenti lavorativi verso il rispetto dei principi aziendali e verso il conseguimento degli obiettivi. Comunicazione Interna ed Informazione L’informazione è maggiormente efficace se programmata nell’ambito della strategia di miglioramento ed integrata con le altre azioni di comunicazione interna Legislazione: programmi di informazione …...... ….Comunicazione Interna Approccio psicologico • Pone l’accento sulla dimensione interpersonale Come interagiscono gli individui Approccio organizzativo • Pone l’accento sui flussi di comunicazione Come gli individui operano nell’organizzazione ….Comunicazione Interna Informazione Sicurezza atto con cui viene fatto conoscere ai lavoratori quanto devono sapere in merito ai rischi per la salute e la sicurezza, le misure di prevenzione e di protezione adottate, ecc complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro Migliorare la presa di coscienza delle proprie condizioni di rischio e delle misure preventive in modo da adottare comportamenti positivi ….Comunicazione Interna • INFORMARE (far conoscere …. - VALORE) • PERSUADERE (convincere della sua VALIDITÀ) • MOTIVARE (spingere ad adottarlo- RISPETTARLO) POSSIBILI STRATEGIE? Possibili Strategie • • • • • • • • • • Suscitare paura Ripetere il messaggio Premiare gratificare Essere/trovare un modello da imitare Mostrare, rinforzare Fare leva sulla professionalità Sanzionare Emarginare Sedersi a tavolino ….Contenuti dell’informazione Tutti i rischi per la salute e la sicurezza presenti in azienda Misure di prevenzione e protezione adottate dall’azienda Rischi specifici della propria mansione, normative di sicurezza riguardanti questi specifici rischi e sulle disposizioni aziendali Pericoli legati all’uso di sostanze, impianti, macchine, utensili (e situazioni anormali prevedibili) Mezzi di protezione disponibili e come usarli correttamente Cosa fare in caso di pericolo, incendio od incidente Persone a cui rivolgersi in caso di emergenza Chi è il RSPP, addetti ed il medico competente ….Attori dell’informazione Datore di lavoro / Dirigente Preposto RSPP Medico competente Ciascun lavoratore ….Fonti Informative extraziendali www.ispesl.it - Legislazione, informazioni, statistiche, riviste, ecc., ecc. manuali, www.inail.it – Prevenzione e rischio: Gestione sicurezza, linee guida prevenzioni rischi specifici, prodotti audiovisivi ed informatici, ecc. SPISAL (VE) - prevenzione.ulss20.verona.it/spisal_video.html: Video Sicurezza (Cantieri edili, Agricoltura, Benessere, Amianto, ecc.) www.si-web.it - Legislazione, Video (Stress, Estintori, ec.) www.puntosicuro.it (quotidiano on-line Afos) www.ipsoa.it (Area ambiente e Sicurezza) www.maggioli.it (Area Sicurezza del Lavoro) ….Piano Informazione n Personale cui rivolgersi n Obiettivi da conseguire e modo da n Azioni da realizzare n Scegliere gli strumenti Migliorare la presa di coscienza delle proprie condizioni di rischio delle misure preventive in adottare comportamenti positivi Diffondere Know How Ecc., ecc. Modalità e canali informativi ….Strumenti Informazione Personalizzazione Alta Media Bassa Comunicazioni face to face Riunioni e gruppi di lavoro Telefonate Passaparola (Diffusori) Posta elettronica Fax Lettere Annotazioni scritte Conferenze Convention House Organ Manuali / Opuscoli Segnaletica/Cartellonistica Avvisi Circolari News Video ….Strumenti informativi Strumenti più usati nAvviso - avvertimento, informazione, notizia nCircolare - comunicazione scritta fatta per dare istruzioni o chiarimenti nOpuscolo - libretto di poche pagine, per lo più di carattere divulgativo o pubblicitario nManuale - libro contenente le nozioni fondamentali di un'arte o di una disciplina, esposte in modo da permettere una rapida consultazione nCartellonistica – Supporti (cartelli, display, insegne,ecc.) che hanno un forte impatto visivo RIUNIONI Le riunioni in un contesto di lavoro assumono importanza in rapporto al contributo che danno rispetto a: • sviluppo del senso di appartenenza all’azienda; • circolazione delle informazioni; • maggiore condivisione delle decisioni stabilite in un gruppo di lavoro; • unione tra i diversi settori dell’azienda; • analisi e risoluzione dei problemi; I requisiti di un gruppo di lavoro • • Almeno tre persone; Obiettivo comune interrelato; E’ UN INSIEME DI PERSONE UNITE DA UN OBI ETTI VO COMUNE CHE INTERAGISCONO TRA DI LORO PER • RAGGIUNGERLO , ATTRIBUENDOSI RUOLI PRECISI Contiguità fisica ED OPERANDO SECONDO MODALI TA’ E REGOLE periodica. DEFI NI TE E CONCORDATE 110 IL GRUPPO DI LAVORO I gruppi si differenziano in base a diverse caratteristiche Ø Ø Ø Ø La struttura La relazione tra i membri La dimensione La durata (gruppi permanenti o temporanei) I gruppi temporanei, che spesso sono interfunzionali, nascono per raggiungere un obiettivo e muoiono quando l’obiettivo è raggiunto… Salvo alcune eccezioni! 111 ….Riunioni - Obiettivo Perché ci siamo riuniti, traguardo da raggiungere, qual è il risultato atteso….. CHIARO, UNICO Evitare rischio che: ciascuno segua il proprio obiettivo (ognuno per sé) il gruppo sostituisca l’obiettivo ufficiale (decidiamo cosa fare) il gruppo ingigantisca l’obiettivo (facciamo qualcosa in più) CONDIVISO? ….Riunioni - Compito Cosa, quali attività il gruppo dovrà svolgere CHIARIRE PER VERIFICARE ADEGUATEZZA RISORSE Passaggio Info Discussione Sviluppo e creazione idee Soluzione problemi Presa di Decisioni Monitoraggio ….Riunioni - Metodo Definire un certo numero di regole funzionali al raggiungimento dell’obiettivo Prestazione Rapporti interpersonali Modalità tecniche di realizzazione dell’attività Modalità di interazione fra i componenti per permettere alla pluralità del gruppo di esprimersi PIENA CONDIVISIONE DEL METODO ….Riunioni - Coordinamento Fare coordinamento significa prendere per mano il gruppo e farlo procedere, andare avanti, progredire nel lavoro comune che consente di conseguire l’obiettivo in modo disciplinato e metodico. Coordinare significa: fissare/chiarire obiettivo e sub-obiettivi garantire il metodo padroneggiare risorse e vincoli FARE ORDINE INSIEME ….Riunioni - Coordinamento Come Alimentare la motivazione e costruire la fiducia? → SIGNIFICATO (spiegare, far comprendere, convincere, ecc.) → ENERGIA (attivare voglia di fare, motivazione, vitalità, sicurezza, ecc.) → VICINANZA (verificare costantemente che tutti siano connessi) → CLIMA (elaborare i conflitti, farli esprimere, canalizzare energie verso obiettivi) → CURA (entrare in contatto, interessarsi, riconoscere l’individualità, ecc.) → ESEMPIO (punto di riferimento, modello, fonte ispirazione, ecc.) → COESIONE (senso di appartenenza, riconoscersi, sentimento del noi, collettiva, rafforzare consapevolezza dell’interdipendenza reciproca, ecc) identità ….Riunioni - Coordinamento Và realizzato senza soluzione di continuità, tuttavia ci sono tre momenti particolarmente importanti che richiedono un presidio più attento AVVIO DEL LAVORO PASSAGGI CRUCIALI: passaggio attività, decisione, interna/esterna, sospensione lavori, ecc. CONCLUSIONE (piano cognitivo ed emotivo) interferenza ….Riunioni - Coordinatore Preparazione della riunione Leggere tutto il materiale sull’oggetto della riunione Considerare quali potranno essere le opinioni dei partecipanti alla riunione Decidere come poter “accompagnare” i partecipanti al raggiungimento degli obiettivi posti. ….Riunione Si deve tenere la riunione periodica ai sensi dell’art. 35 del D. Lgs. 81/2008 Sono presenti: datore di lavoro, RSPP, RLS, medico competente Comunicazione preparata dal RSPP ed inviata a tutti i partecipanti “ Per il giorno 13 Novembre p.v. alle ore 11.30 è convocata la riunione periodica ai sensi dell’art. 35 del D. Lgs. 81/2008 . La partecipazione di tutti i soggetti invitati è obbligatoria” . RIUNIONI Per preparare e condurre una riunione di lavoro risulta opportuno procedere con ordine almeno rispetto alle seguenti operazioni: • stabilire gli obiettivi; • decidere ordine del giorno e programmazione del lavoro; • mettere in atto costantemente un «ascolto attivo»; • porre attenzione alla gestione del tempo, stabilendo a priori dei criteri di durata e di ripartizione dei tempi di parola ….Riunioni Le criticità possibili L’obiettivo della riunione non è chiaro Alcune persone, che dovrebbero esserci, non ci sono La riunione non è necessaria per raggiungere l’obiettivo La riunione è interrotta da disturbi, come ritardatari, telefonate, ecc Alcuni dei membri non hanno nessuna ragione per essere lì Non tutti i membri sanno chi sono gli altri partecipanti Non c’e un coordinatore Si fanno “campagne acquisti” e non si discutono problemi ….Riunioni Le criticità possibili Si parla di argomenti importanti senza averne dato preavviso Molti argomenti discussi non portano a decisioni/soluzioni Si permette alla riunione di oltrepassare i limiti di tempo Si utilizza troppo tempo per discutere certi argomenti e troppo poco per altri Tutti/Molti pensano di aver perso del tempo Molti partecipanti non sono in accordo con le decisioni prese NEGOZIAZIONE La negoziazione è un processo che inizia quando due o più soggetti (persone, gruppi, organizzazioni, istituzioni, etc.) si riuniscono per cercare di risolvere un conflitto e che si conclude quando viene raggiunto un accordo mutuamente soddisfacente, quando cioè tutte le parti Le dinamiche di gruppo: le regole • • Perché funzionino, le regole devono: – essere prese di comune accordo da tutti i componenti del gruppo; – essere sufficientemente specifiche da essere pratiche; – crescere insieme al gruppo. Non devono, al contrario: – essere d'ostacolo alla creatività del gruppo; – essere usate come un'arma contro i singoli di fronte ai colleghi. 124 Le dinamiche di gruppo che influenzano le decisioni: la logica del gregge Alcune dinamiche portano i membri di un gruppo a prendere sovente delle decisioni che individualmente non prenderebbero. 125 Le dinamiche di gruppo che influenzano le decisioni: la logica del campanile Altre dinamiche spingono alcuni individui a esprimere opinioni estreme che non prenderebbero se non fossero sfidati o sollecitati da interlocutori in 126 disaccordo. Le dinamiche di gruppo che influenzano le decisioni: la logica della banda • Altre dinamiche nei gruppi riguardano i gruppi eccessivamente coesi, i quali spesso sono più interessati a mantenere un livello di coesione e consenso 127 interno La Comunicazione Assertiva per la Riunione 128 L’assertività 129 L’assertività • • Essere onesti con se stessi e con gli altri. Avere la capacità di comunicare direttamente quale è la cosa che vogliamo, di cui abbiamo bisogno o che proviamo, ma NON a spese del prossimo. • Avere fiducia in se stessi. • Tenere un atteggiamento positivo. • • • • Comprendere il punto di vista degli altri. Comportarsi in modo razionale e adulto. Riuscire a negoziare e a raggiungere un compromesso realizzabile. Avere rispetto per se e130per gli altri. L’assertività L’assertività NON significa: • • Fare di testa propria e vincere sempre. Imparare a pappagallo una serie di tecniche e 131 Le tre fasi dell’assertività Per acquisire assertività vi sono tre semplici fasi: • FASE 1 ASCOLTATE ATTIVAMENTE QUELLO CHE VIENE DETTO, POI MOSTRATE ALL'ALTRA PERSONA CHE AVETE SENTITO E CAPITO. • FASE 2 DITE COSA PENSATE O COSA PROVATE. 132 Comunicare per negoziare: diventare assertivi per essere persuasivi • • Migliorare il modo di comunicare, combattere l’ansia, in una parola, padroneggiare la situazione, significa diventare assertivi. Diventare assertivi consente di creare un “potere positivo”, l’esercitare una leadership 133 attiva, l’avere credibilità e, Comunicare per negoziare: diventare assertivi per essere persuasivi Per far questo è necessario superare: – il rifiuto psicologico del potere e, quindi, delle responsabilità; – il rifiuto, a priori, delle situazioni conflittuali; – l’eccessiva importanza data al 134 “giudizio” degli altri; Comunicare per negoziare: diventare assertivi per essere persuasivi • E’ bene tenere, sempre, presente che ognuno possiede delle risorse e delle potenzialità, che può utilizzare meglio e valorizzare, che possono diventare i punti di forza di un proprio “stile 135 comunicativo” I piani della comunicazione assertiva La comunicazione assertiva si esprime su piani differenti che riguardano: – il viso (contatto visivo; espressione del viso); – il corpo (gesti; posizione del corpo); – la voce (tono; inflessione; volume); – i tempi (andata; ritorno). 136 D.LGS. 9 APRILE 2008, N. 81 Il D.Lgs 81/2008 in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ridefinisce la figura del Rappresentante dei Lavoratori alla Sicurezza e stabilisce in particolare, che svolgerà la propria attività in sempre più stretta relazione e con un sempre maggiore coinvolgimento dei lavoratori, sia in sede di predisposizione che in sede di aggiornamento delle misure di tutela e prevenzione. • • • • diritto ad una formazione particolare in materia di salute e sicurezza sul lavoro per IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI ALLA SICUREZZA contenuti minimi della formazione per il RSL: nozioni di tecnica della comunicazione Acquisizione di un’adeguata modalità di comunicazione mirata alla prevenzione Sviluppare le capacità gestionali e relazionali e acquisire elementi di conoscenza sulle dinamiche delle relazioni e della comunicazione Formazione RLS • • • 32 ore minime per espletamento delle sue funzioni Programma Base: conoscenze generali normativa, sui rischi e sulle misure di prevenzione, metodologie sulla valutazione del rischio, metodologie di comunicazione Scopo: rendere effettivo il ruolo partecipativo e il potere di proposta e consultazione del RLS in merito alla valutazione dei rischi Nomina RLS 1RLS fino a 200 dipendenti 3 RLSda 200 a 1000 dipendenti 6 RLSoltre 1000 dipendenti Viene eletto dai lavoratori al loro interno oppure designato all’interno delle rappresentanze sindacali Diritto di fare di propria iniziativa: • Verifica l’applicazione delle misure di sicurezza • Propone attività di prevenzione e formazione • Avverte il Responsabile aziendale dei rischi individuati • Ricorre alle autorità competenti se ritiene che le misure di prevenz. e protez. non siano idonei CONCLUDENDO I processi di comunicazione della sicurezza vanno dunque pensati non tanto come riproduzione e/o imposizione di modelli precostituiti -troppo spesso messi in crisi dal confronto con la realtà concreta del lavoro quotidiano- quanto piuttosto come costruzione di una cultura della sicurezza intesa come insieme di pratiche condivise da una comunità al lavoro, pratiche sostenute e alimentate dalla continua riflessione critica - messa in atto col contributo di tutti i ruoli in campo, RSPP, ASPP, RLS, datori di lavoro, dirigenti, preposti e Grazie di aver partecipato " È nel momento in cui dubiti di volare che perdi per sempre la facoltà di farlo."