Daniel Defoe Nasce a Londra, ma la data di nascita è incerta: può essere collocata tra il 1659 e il 1661 (probabilmente verso la fine del 1660). Il cognome originario è semplicemente Foe, al quale comincia a premettere la particella “De” nobiliare (nel 1706 gli viene concesso l’uso di uno stemma e quindi del nome De Foe) Infanzia segnata da esperienze difficili e traumatiche: La madre muore quando ha 10 anni; Vive grandi traumi collettivi: la peste del 1665 e il grande incendio di Londra del 1666; I genitori sono puritani dissenzienti, una confessione religiosa che si trova in difficoltà dopo la morte di Cromwell. Daniel Defoe Non segue studi tradizionali: Inizialmente, il progetto della famiglia è di farne un sacerdote, e infatti viene iscritto alla “Newington Green Academy”, dove si dedica soprattutto allo studio delle lingue moderne; 1678: Lascia la scuola, rinunciando al sacerdozio, e comincia a lavorare come apprendista presso un importatore di vini; 1680-1683: Compie numerosi viaggi in giro per l’Europa, dedicandosi al commercio; 1683: Sposa Mary Tuffley, con la quale avrà otto figli, che gli porta una ricca dote, grazie alla quale inizierà una attività commerciale in proprio Daniel Defoe Oltre all’attività commerciale, Defoe ha anche un’intensa esperienza politica: 1685: Si unisce all’armata del Duca di Monmouth, che si ribella al cattolico James II; riesce a ritirarsi in tempo dall’impresa, che finisce male, resta per un po’ fuori Londra, poi ricomincia la sua attività; 1688: Svolta per i protestanti inglesi: Quello che non era riuscito al Duca di Monmouth riesce a William III d’Orange, che si impadronisce del potere cacciando James II (Glorious Revolution. Atto di tolleranza del 1689, che restituisce libertà di culto ai dissenzienti). Daniel Defoe Nel frattempo, Defoe subisce molti rovesci in campo commerciale: Arriva a un fallimento definitivo che lo costringe a fuggire a Bristol, da dove troverà un accordo con i creditori e potrà rientrare a Londra; Qui comincia a intrattenere rapporti sempre più stretti con i membri del governo whig e inzia la sua carriera di scrittore politico: scrive un’infinità di opere, libelli, lettere ai giornali, articoli su argomenti di attualità. Daniel Defoe 1702: Nuovo rovesciamento di fronte: William III muore cadendo da cavallo e gli succede la cognata Anna, molto più conservatrice e legata alla chiesa ufficiale (ricominciano le persecuzioni nei confronti dei dissenzienti) Defoe, che continua a esercitare la sua penna in modo satirico, attaccando il potere, viene arrestato il 20 maggio 1703 e trascorre cinque mesi in carcere, Viene liberato grazie all’intercessione di Robert Harley, presidente della Camera dei Comuni, che persuade la regina a liberarlo pensando di poter utilizzare la sua penna nella battaglia politica; Defoe diventa quindi come polemista e informatore del governo, soprattutto attraverso la “Review”, un settimanale che scrive tutto da solo e sul quale tratta gli argomenti più disparati. Daniel Defoe: Le opere 1719: Segna una svolta fondamentale della sua vita, e cambia le sorti del romanzo europeo: Nel corso dell’anno pubblica la prima e la seconda parte di Robinson Crusoe: 25 aprile 1719: Esce la prima parte, il cui titolo completo è The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe, of York, Mariner: Who lived Eight and Twenty years all alone in an uninhabited Island on the Coast of America, near the Mouth of the Great River of Oronoque; Having been cast on Shore by Shipwreck, wherein all the Men perished but himself. With an Account how he was at last as strangely deliver’d by Pyrates. Written by himself. Daniel Defoe: Le opere 20 agosto 1719: esce la seconda parte (seguito), The Farther Adventures of Robinson Crusoe. Being the Second and Last Part of his Life, and the Strange Surprising Accounts of his Travels Round three Parts of the Globe. Written by himself. To which is added a Map of the World in which is delineated the Voyages of Robinson Crusoe. 6 agosto 1720: viene pubblicata la terza parte, che però non riscuote lo stesso successo delle prime due; ha un taglio molto più moraleggiante e didascalico: Serious Reflections during the life and Surprising Adventures of Robinson Crusoe: With his vision of the angelic world. Written by himself. Daniel Defoe: Le opere Defoe si ispira a un fatto realmente accaduto, la storia di un marinaio scozzese, Alexander Selkirk, sbarcato dai suoi compagni su un’isola deserta sulla quale visse per alcuni anni in completa solitudine. Le fonti attraverso le quali Defoe può essere venuto a conoscenza di questo episodio sono varie: La storia era stata ripresa dal cap. Woodes Rogers in A Cruising Voyage round the World (1712); Anche da Isaac James nell’opuscolo di carattere religioso Providence Displayed; Ne aveva parlato Richard Steele in un saggio pubblicato su “The Englishman” il 1 dic. 1713, ripubblicato nel 1718 (un anno prima del Robinson). Daniel Defoe: Le opere Negli anni successivi pubblicherà altri romanzi, oltre a un’infinità di opere sugli argomenti più vari. Tra i romanzi: Captain Singleton (1720) Moll Flanders (1722) The Journal of the Plague Year (1722) Lady Roxana (1724) Muore nel 1730 Robinson Crusoe: La voce narrante Gérard Genette, Figure III. Discorso del racconto (1972) “Il narratore, all’interno del suo racconto, può esistere solo (come qualunque soggetto dell’enunciazione in un enunciato) in “prima persona” […] La scelta del romanziere non si verifica fra due forme grammaticali, ma fra due atteggiamenti narrativi […]: far raccontare la storia a uno dei “personaggi” o da un narratore estraneo alla storia stessa. La presenza di verbi in prima persona in un testo narrativo può quindi rinviare a due situazioni diversissime, confuse dalla grammatica ma necessariamente distinguibili da parte dell’analisi narrativa: la designazione del narratore in quanto tale da parte di se stesso, come quando Virgilio scrive “Arma virumque cano…”, e l’identità di persona tra il narratore e uno dei personaggi della storia, come quando Crusoe scrive: “Io nacqui nel 1632 a York…”. Robinson Crusoe: La voce narrante Gérard Genette, Figure III. Discorso del racconto (1972) Il termine “racconto in prima persona” si riferisce, è scontato, solo alla seconda situazione […]. Dato che il narratore può, in ogni momento, intervenire come tale nel racconto, qualunque narrazione è, per definizione, virtualmente fatta in prima persona […]. Il vero problema è sapere se il narratore ha o no l’occasione di usare la prima persona per designare uno dei suoi personaggi. Distingueremo perciò ora due tipi di racconto: il primo con narratore assente dalla storia raccontata […], e il secondo con narratore presente come personaggio nella storia raccontata […]. Chiamo il primo tipo eterodiegetico, e il secondo omodiegetico”. Robinson Crusoe: La voce narrante Gérard Genette, Figure III. Discorso del racconto (1972) “L’assenza è assoluta, ma la presenza ha le sue gradazioni. Sarà dunque necessario distinguere due varietà all’interno del tipo omodiegetico: una, dove il narratore è protagonista del suo racconto, l’altra, dove si limita a sostenere un ruolo secondario, coincidente con un ruolo d’osservatore e di testimone […] Alla prima varietà riserviamo il termine di autodiegetico: rappresenta, in un certo senso, il grado forte dell’omodiegetico” (293). Robinson Crusoe: La voce narrante Gérard Genette, Figure III. Discorso del racconto (1972) • Narratore eterodiegetico, assente dalla storia: NP (Don Chisciotte) • Narratore omodiegetico, presente come personaggio nella storia: N=P • Narratore autodiegetico, protagonista della storia (Robinson Crusoe) Robinson Crusoe: La voce narrante Livelli della narrazione autobiografica retrospettiva Livello Storia Narrazione Soggetto Io narrato (Robinson personaggio) Io narrante (Robinson narratore) Tempo X1X2X3… (momenti successivi della storia) Y (momento indeterminato della narrazione) Robinson Crusoe: La voce narrante Cfr. Wayne Booth, Retorica della narrativa: Qualunque testo narrativo contiene una componente retorica (intesa in senso tradizionale, come arte della persuasione): tenta di imporre al lettore una certa visione del mondo, un particolare sistema di valori, un insieme di regole e di giudizi sul funzionamento della vita umana; Questa dimensione retorica può manifestarsi in varie forme: In forma esplicita, attraverso commenti del narratore, giudizi morali sui personaggi, riflessioni di carattere generale; Oppure in forma implicita, impersonale, attraverso una serie di strategie indirette che non implicano una presenza visibile del narratore Robinson Crusoe: Il punto di vista • Si tratta della prospettiva da cui la storia viene osservata e comunicata al lettore • E’ uno strumento di regolazione dell’informazione narrativa, cioè seleziona le informazioni che il narratore decide di trasmetterci Robinson Crusoe: Il punto di vista Opzioni narrative fondamentali: • Narrazione onnisciente (focalizzazione zero secondo Genette): il narratore dispone di un livello di sapere superiore ai personaggi (N>P) • Prospettiva ristretta (focalizzazione interna): il narratore dispone di un livello di sapere uguale a quello del personaggio (N=P) • (Focalizzazione esterna: il narratore dispone di un livello di sapere inferiore ai personaggi: N<P) Robinson Crusoe: La costruzione della trama Tzvetan Todorov, La grammatica del racconto (in Poetica della prosa, 1971): “L’intreccio minimale completo consiste nel passaggio da un equilibrio a un altro. Un racconto ideale inizia con una situazione stabile, che una forza qualunque viene a turbare. Ne risulta uno stato di squilibrio; mediante l’azione di una forza diretta in senso opposto, l’equilibrio viene ristabilito; il secondo equilibrio è simile al primo, ma i due non sono mai identici” (56) Robinson Crusoe: La costruzione della trama Manzoni, I promessi sposi (cap. XXXIII): [Mentre sta seguendo in parallelo le vicende di vari personaggi, spostandosi dall’uno all’altro,] Il narratore ammette che la storia di Renzo, “non sarebbe mai stata intralciata con [quella di don Rodrigo], se lui non l’avesse voluto per forza; anzi si può dire di certo che non avrebbero avuto storia né l’uno né l’altro”. Robinson Crusoe: La costruzione della trama Peter Brooks, Trame: “La trama del racconto è una deviazione o una trasgressione rispetto alla norma, uno stato di errore e di irregolarità, il solo stato “raccontabile”” (p. 92) “La trama si pone come una sorta di divergenza o devianza [...]. Perché la trama inizia (o deve dare l’illusione di iniziare) al momento in cui la storia, [...] ubbidendo a qualche stimolo, passa da uno stato di quiescenza a uno stato di “narrabilità”, a una condizione di tensione, di inquietudine, che esige appunto di essere raccontata. [...] La narrazione che segue viene mantenuta in uno stato di tensione, come una prolungata deviazione rispetto alla quiete della “normalità”, del non-raccontabile, finché giunge alla quiescenza terminale della conclusione” (p. 113). “La devianza è condizione necessaria perché la vita sia raccontabile, e la normalità manca di qualsiasi interesse, di qualsiasi energia” (148)