EDUCAZIONE SALUTE / EXPO 2015:
Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita
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azione/progetto di educazione alla salute
per promuovere percorsi formativi in grado di rimuovere o modificare
abitudini e atteggiamenti alimentari non corretti
L’ALFABETO DEL CIBO
azione/progetto di educazione alla salute
per promuovere percorsi formativi in grado di rimuovere o modificare
abitudini e atteggiamenti alimentari non corretti
coordinamento redazionale e testi: UNTERdenLINDEN
progetto grafico e impaginazione: Francesca Nulli
illustrazioni: Matteo Brembilla, Federica Ghidoni, Lucia Coltamai,
Laura Lofaro, Michele Lipreri e Carlo Bonvicini
coordinatore: prof. Claudio Gobbi
Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia
stampa: aprile 2015 – Comune di Brescia
© copyright 2015, UNTERdenLINDEN associazione culturale,
25133 Brescia, Via Maternini 39 – telefono 030/2010177 e 349/8560183
e-mail: [email protected] – www.unterdenlinden.it
Educazione salute/l’alfabeto del cibo è un’iniziativa di divulgazione, nata per promuovere tra gli adolescenti il concetto di well-being, stimolando l’opportunità di adottare precocemente corretti e sani
stili di vita.
Prevenire è meglio che curare, dice un vecchio e forse troppo usato adagio, e tanto prima iniziamo
a comporre e adottare utili accorgimenti tanto maggiori potranno essere le possibilità di arrivare a
risultati efficaci.
La pubblicazione di questa breve guida è un primo segnale, piccolo ma significativo, di come la prevenzione primaria e la capacità di acquisire corrette informazioni in grado di educare, senza inutili allarmismi, a una vita sana, siano ormai considerati obiettivi non secondari per conseguire scelte di salute
responsabili e consapevoli.
Se nell’universo giovanile esistono atteggiamenti e comportamenti generalmente stigmatizzati e spesso
disapprovati dal singolo e dal gruppo, come ad esempio nel caso del consumo delle sostanze psicotrope,
nelle esperienze e nelle parole degli adolescenti non sempre le cattive abitudini alimentari vengono
percepite come problema o causa di danno. Dal nostro regime alimentare e da appropriate e corrette
consuetudini, invece, dipendono tanti aspetti della nostra salute, compresa la possibilità di combattere
in modo efficace alcune forme tumorali, le patologie cardiovascolari o il diabete.
Aiutare a conoscere, dare semplici consigli, contribuire all’acquisizione di informazioni volte a eliminare, o comunque a ridurre, abitudini e atteggiamenti alimentari non corretti, diffondere una maggiore
e più ampia partecipazione alla cultura della prevenzione, è quindi il compito essenziale e importane
di questo opuscolo. Ma è anche il compito che ciascuno di noi si deve assumere, per cercare, in ogni
occasione, di sensibilizzare e abituare i nostri giovani ad alcune semplici regole in grado di favorire e
migliorare la qualità e la durata della vita.
Sergio Pecorelli
Rettore Università degli Studi di Brescia
Health & Wealth
Una recente indagine della Regione Lombardia, in collaborazione con la facoltà di Sociologia
dell’Università Milano Bicocca, effettuata su tremila ragazzi di ogni provincia lombarda, con età fra i
14 e i 19 anni, mostra un’immagine sconfortante e non proprio incoraggiante delle scelte e degli stili di
vita in ambito alimentare dei nostri adolescenti. In questa ricerca scopriamo che due ragazzi su cinque
fumano, bevono alcolici o superalcolici e, anche se ossessionati dal peso forma, non rinunciano a fast
food o a merendine ipercaloriche.
Si tratta di un’esplorazione del mondo giovanile che mostra alcuni aspetti preoccupanti, legati anche
ad alcune responsabilità delle famiglie e delle differenti agenzie educative. Quando il 25% dei giovani
dice di assumere giornalmente alcolici [vino e/o birra] e più della metà beve superalcolici almeno
una volta alla settimana. Quando il 30% dei ragazzi, per ragioni legate allo studio o ad altri impegni,
pranza frequentemente nei fast food e un terzo del campione consuma in fretta il pasto da due volte
alla settimana a “tutti i giorni o quasi”. Quando, a dispetto dei suggerimenti dei nutrizionisti, il 45%
degli intervistati pranza guardando la televisione o mangia davanti al computer e nella loro dieta vi è
pochissimo pesce e niente, o poca, frutta e verdura. Quando il 65% ritiene che l’unica soluzione per
una dieta corretta sia quella di ingerire meno cibo e il 30% dei giovani intervistati considera punti di
riferimento e veri maestri di alimentazione la televisione e internet. Quando si ottengono questi risultati
e queste note curiose [e preoccupanti] è forse necessario pensare e ripensare, con una certa urgenza,
alle problematiche legate ai comportamenti e alle abitudini dei giovani, e a una maggiore attitudine alla
collaborazione tra famiglie, mondo della scuola e operatori sanitari dei dipartimenti di prevenzione.
Nel 1995, scrive l’Istat, il 32,8% degli italiani era in sovrappeso e il 7,3 obeso. Solo quindici anni
dopo la percentuale è salita rispettivamente al 36,3% e al 10,4%. Anche se appare troppo riduttivo
sostenere che una persona è sovrappeso o obesa solo sulla base dell’indice di massa corporea superiore
a 25 [il valore che delimita la normalità], questi dati più generali che includono l’intera popolazione
italiana, sottolineano una volta di più l’urgenza dell’intervenire e il senso di una proposta educativa
e formativa altra.
Partire da un semplice assunto di base: non esistono alimenti buoni o alimenti cattivi, ma buone o
cattive diete, buone o cattive abitudini alimentari, è già un utile punto di partenza per promuovere
campagne di educazione e sensibilizzazione alimentare che considerino, soprattutto, l’importanza delle
porzioni, delle quantità e dell’importo [intake] calorico complessivo, che devono essere proporzionati
allo stile di vita di ciascuno di noi. A questo breve opuscolo il compito di favorire la diffusione di
corrette informazioni e di aiutare il formarsi di una cultura alimentare che possa limitare comportamenti
e scelte non salutari, con consapevolezza e con buonsenso.
Sara Zani
presidente UNTERdenLINDEN
sommario
1. introduzione
10
2. sviluppo e azioni del percorso didattico-educativo
12
3. noi e la salute
18
4. alimentazione come fattore di prevenzione e ben/essere
22
5. proprietà generali, caratteristiche e valori nutrizionali degli alimenti
32
e principali regimi nutritivi
6. la piramide alimentare giornaliera e il corretto comportamento alimentare
50
7. gli stili di vita, il rischio cardiovascolare e il rischio tumore
56
8. gli stili di vita e il consumo di alcool
66
9. disturbi del comportamento alimentare
70
1. introduzione
Nelle iniziative di prevenzione rivolte agli adolescenti, è facile cogliere una visione troppo spesso
adultocentrica dei problemi di salute e una generale mancanza di informazioni da parte dei promotori
su come i giovani percepiscono la propria salute.
Incoraggiare la prevenzione e lo sviluppo della
persona nella direzione indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nella Carta di Ottawa,
significa favorire la formazione di reti tra pari per
veicolare e rafforzare i valori della cooperazione e
del mutuo sostegno e significa sviluppare competenze e capacità individuali in grado di modificare
gli atteggiamenti, le opinioni e i comportamenti
della persona. Gli adolescenti, infatti, mostrano
generalmente una maggiore ricettività quando le
azioni e le sollecitazioni comunicative provengono
dai loro pari piuttosto che dal mondo degli adulti
e il coinvolgimento dei giovani, come parte attiva
nelle esperienze di promozione della salute, sembra essere ormai il primo e più efficace strumento
di prevenzione e scelta delle abitudini di vita.
Nell’anno dell’Esposizione Universale di Milano
[il cui tema - Nutrire il Pianeta, Energia per la
Vita - include i tanti e differenti argomenti che riguardano il cibo e l’alimentazione], il breve opuscolo educazione salute / l’alfabeto del cibo, che
prende avvio dalle indicazioni e dai richiami contenuti nel programma nazionale Guadagnare Salute: esperienze di prevenzione sul territorio, in10
Il testo, costituito da una serie di spunti didattici
che potranno essere adattati a differenti esigenze o successive trasformazioni, e in cui i giovani lettori avranno la possibilità di rivendicare il
diritto a elaborare nuove strategie e rivolgersi ai
loro pari con un linguaggio e con modi vicini alle
proprie esperienze di vita, raccoglie informazioni
e materiali variamente eterogenei, che potranno
comporre la prima traccia di un possibile percorso operativo o la base iniziale di una qualche attività laboratoriale.
arancia
tende realizzare un percorso didattico-educativo
in grado di costruire uno spazio di apprendimento
in cui l’adolescente possa elaborare ipotesi, raccogliere indicazioni, interpretare risultati, sviluppare comportamenti e atteggiamenti consapevoli
di collaborazione e sperimentare la trasmissione
e la condivisione tra pari di informazioni significative, valori e comportamenti.
In Italia il 23,6 % dei bambini tra i 6 e gli 11 anni
è sovrappeso e il 12,3 % di questi risulta obeso.
Il dato emerge da una recente indagine commissionata dal Ministero della Salute e dall’Istituto
Superiore di Sanità: un quadro noto da tempo che
sottolinea, però, la crescente attenzione verso le
problematiche legate all’obesità e al sovrappeso
infantile e, in generale, ai comportamenti e alle
abitudini alimentari degli adolescenti. A partire degli anni ottanta, la prevalenza dell’obesità
è triplicata in molti Paesi europei e continua ad
aumentare, in proporzioni epidemiche, con tassi
che sembrano raddoppiare ogni 10 anni. Secondo
l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la prevenzione nei confronti dell’obesità infantile rappresenta un obiettivo prioritario, e la scuola appare un contesto privilegiato per trasmettere principi
e per rafforzare abitudini in grado, nel tempo, di
promuovere competenze (life skills) e stili di vita
salutari. Una scuola impegnata a promuovere il
ben/essere dei bambini e degli adolescenti mediante esperienze e iniziative condivise, e capace di promuovere ed educare alla salute (health
promoting school), è una comunità scolastica che
non solo fornisce informazioni corrette rispetto ai
temi della salute e premia gli atteggiamenti positivi, ma è soprattutto una scuola che porta gli
alunni a riflettere sui loro valori, sulle loro azioni
e sull’importanza di acquisire e mettere in pratica
comportamenti consapevoli e responsabili.
Il percorso progettuale di educazione salute / l’alfabeto del cibo, si propone, oltre a un auspicabile
implemento delle informazioni e delle conoscenze, di promuovere un atteggiamento positivo nei
confronti del cibo, riconoscendo i principi di una
sana e varia alimentazione, di costruire un’azione
educativa capace di rimuovere o modificare atteggiamenti e comportamenti alimentari non corretti,
anche con l’aiuto di apprendimenti conquistati
con il gioco e il confronto con gli altri, e di stimolare, mediante attività di rielaborazione e l’impiego di vari linguaggi [iconico, grafico, simbolico verbale] un approccio accorto e consapevole
verso gli alimenti e il cibo in generale e i relativi
messaggi mediatici.
11
Nel periodo della scuola primaria e secondaria di
primo e secondo grado l’adolescente acquisisce
e costruisce atteggiamenti e modelli comportamentali che tenderanno a caratterizzare, in modo
positivo o negativo per il proprio ben/essere, la
scelta dei futuri stili di vita.
La scuola e le differenti agenzie educative, con la
loro azione e con i loro percorsi formativi, hanno la
fondamentale responsabilità, proponendo iniziative e attività variamente utili e motivanti, di poter
indirizzare e favorire l’acquisizione di norme comportamentali in grado di portare a consapevoli e
corrette scelte alimentari. Per far questo, gli obiettivi formativi generali di un progetto di educazione
alimentare destinato agli adolescenti dovrebbero,
secondo l’OMS, comprendere e svilupparsi intorno a tre azioni essenziali: riflettere sulle proprie
abitudini alimentari; argomentare le proprie scelte, alimentari e non, e i propri gusti; cercare di
vivere con equilibrio il rapporto con il cibo.
Attraverso contenuti strutturati intorno a che cosa
mangio, perché mangio e come mangio, si potrebbero, nel progetto di lavoro, comporre attività a
volte semplici e superficiali, a volte più gravose
e impegnative, che potranno costruire la prima
traccia di una qualche attività laboratoriale, e
che potranno aiutare gli adolescenti impegnati
nel percorso operativo a rivolgersi ai loro pari con
un linguaggio e con modi vicini alle proprie esperienze di vita.
12
corso degli alimenti nel corpo umano; inventare
racconti divertenti o filastrocche, intorno al tema
del cibo, partendo dai protagonisti delle fiabe
dell’infanzia ecc.
Ogni progetto destinato agli adolescenti dovrà soprattutto cercare e offrire spunti di riflessione e
promuovere attività in grado di favorire comportamenti esplorativi, di ricerca e di autonoma scoperta, e svelare nuove conoscenze.
kiwi
zucca
Attività e momenti di lavoro come: conversazioni
guidate sulla conoscenza dei cibi e sulle proprie
preferenze alimentari; giochi di classificazione
[dopo aver mescolato sulla cattedra, per esempio,
alimenti e cibi di vario tipo e genere, gli alunni potranno distinguere quelli più ricchi di proteine o di carboidrati, oppure individuare quelli
di origine animale o vegetale]; giochi di rappresentazione grafica e illustrazione [disegnare, per
esempio, su un foglio diviso a metà, l’alimento
preferito e l’alimento, invece, meno gradito, oppure disegnare gli alimenti che più frequentemente si mangiano, e poi cerchiare in rosso i cibi
che risultano maggiormente dannosi alla salute];
realizzare cartelloni di vario tipo e genere [cartellone delle preferenze, cartellone riassuntivo delle
diverse caratteristiche e proprietà degli alimenti
e dei principi nutritivi, cartellone dei pasti quotidiani, in cui si potranno individuare e rappresentare i pasti principali della giornata]; lavori
di gruppo sulla stagionalità degli alimenti o sulla
loro provenienza; conversazioni guidate sui messaggi persuasivi della pubblicità; preparare prime
colazioni nutrienti o utili spuntini di mezza mattina o del pomeriggio, riflettendo sulla correttezza
e sulla validità delle scelte; costruire un alfabeto
alimentare partendo dalla stagionalità oppure dal
colore degli alimenti; illustrare e disegnare il per13
3. noi e la salute
e pericolose alcune malattie, come la tubercolosi, la difterite, la poliomielite, che un tempo non
troppo lontano causavano numerose vittime, oggi
dobbiamo sempre più spesso confrontarci con difficoltà e problemi di salute legati prevalentemente
alle nostre scelte di vita. Le malattie più frequenti
sono infatti il diabete, i tumori, le malattie cardiovascolari, tutte patologie principalmente correlate all’inquinamento ambientale e ad abitudini e
stili di vita nocivi come l’abuso di alcool, il fumo,
la scarsa attività fisica e l’alimentazione eccessiva
e non equilibrata.
spinaci
La corretta alimentazione è, al pari delle conquiste della farmacologia e dei progressi della medicina, un formidabile strumento di salute, e buona
parte dei successi, ottenuti in termini di miglioramento della durata e della qualità della vita,
sono riferibili proprio a un’adatta ed equilibrata
alimentazione. Oggi, almeno nel nostro Paese, si
vive più a lungo che in passato grazie alle migliori
condizioni generali di vita e il quadro complessivo delle malattie è radicalmente cambiato negli
ultimi decenni. Ormai vinte o rese meno severe
14
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
definisce la salute non solo come assenza di malattia, ma come uno stato di completo benessere
fisico, psichico e sociale.
Questa essenziale definizione ci aiuta a capire e
intendere lo star bene come qualcosa di più e di
diverso dal semplice non essere malati, e suggerisce come la salute sia quanto di più prezioso possa esistere e contare nella vita di ciascuno di noi.
La salute, senza la quale la qualità della vita e il
suo valore sono destinati a peggiorare, è una formidabile risorsa che ci permette di realizzare le
nostre aspirazioni e i nostri desideri, di vivere in
modo autonomo senza dipendere da altri, ed è una
condizione che deve essere raggiunta, ricercata e
difesa giorno per giorno, con un costante impegno
e con la scelta attenta di corretti stili di vita.
In modo più complesso rispetto alla definizione
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma in
modo altrettanto essenziale e misurato, Hans Georg Gadamer riprende il concetto di salute e scrive (1994): “la salute è qualcosa che si sottrae alla
possibilità di esaminarla in quanto la sua essenza consiste proprio nel celarsi. A differenza della
malattia, la salute non è causa di preoccupazione,
anzi, non si è mai consapevoli di essere sani. La
salute è un’armonia, la giusta misura, e la malattia
è il turbamento di questo equilibrio”. La salute non
si dà a vedere anche perché non esiste un livello di
salute uguale per tutti, esiste semmai un massimo
di salute e di equilibrio possibili da conquistare e
mantenere, diverso da persona a persona.
La malattia, che invece si dà a vedere in modo a
volte drammatico, non è così facile da definire o
interpretare come la salute. Essa è generalmente
vista e considerata come una condizione in cui si
sono venuti a determinare processi biologici non
comuni alla maggior parte degli individui della
stessa specie, età e sesso. Ma la normalità statistica a cui questa definizione fa riferimento, non
sempre corrisponde al singolo individuo, come
non sempre è possibile riconoscere la necessaria
corrispondenza tra come si percepisce il proprio
benessere e la propria oggettiva condizione clinica: molte persone, per esempio, sono maggiormente preoccupate da disturbi somatici legati a
particolari stati d’ansia, ma che in genere non
hanno rilevanza clinica, piuttosto che da condizioni patologiche significative, ma che non producono particolari o evidenti sintomi, come l’ipertensione o il diabete non diagnosticati, o come i
tumori allo stato iniziale o silente.
La condizione di armonico equilibrio ricordata
da H.G. Gadamer e sottesa al concetto di salute,
può essere minacciata dall’azione di alcuni fattori – di solito intesi come variabili associate in
modo significativo a un evento indesiderato come
la malattia – distinti e classificati, generalmente,
nel modo seguente:
-- fattori di rischio individuali [ereditarietà e familiarità (es. diabete o ipertensione arteriosa)
e condizioni sociali];
-- fattori di rischio comportamentali legati a scelte e/o stili di vita [es. alimentazione
ipercalorica, alimentazione non bilanciata,
sedentarietà e scarso esercizio fisico, guida
spericolata, fumo di tabacco, abuso di alcool,
abuso di farmaci e sostanze psicotrope, scarsa
igiene personale];
-- fattori di rischio culturali e socio-economici
[organizzazione sociale ed economica (es. disoccupazione o mediocre organizzazione socio-sanitaria e urbana) e influenze culturali (es.
modello culturale del fumatore e del bevitore)];
15
4. alimentazione come fattore
di prevenzione e ben/essere
16
La corretta e sana alimentazione ha una duplice,
importante funzione: deve assicurare all’organismo una regolare e adatta quantità di energia e
deve garantire un giusto equilibrio qualitativo e
quantitativo tra le differenti fonti energetiche [glucidi, lipidi e proteine]. Secondo l’Organizzazione
Mondiale della Sanità, molte malattie sono almeno in parte correlabili a un’errata alimentazione
e sempre più stretti e marcati appaiono i rapporti
tra dieta, intesa come quantità e qualità dei principi nutritivi che assumiamo ogni giorno, e salute.
Un’alimentazione equilibrata rappresenta uno degli strumenti più validi e efficaci per il raggiungimento e il mantenimento della salute dell’organismo, e la scelta degli alimenti, controllando alcuni
dei più importanti fattori di rischio, tende a incidere profondamente sul nostro ben/essere.
In Italia – secondo una recente ricerca del Ministero della Salute condotta, con strumenti e parametri uniformi, in accordo con l’Organizzazione
Mondiale della Sanità – si stimano oltre un milione di bambini tra i sei e gli undici anni con
problemi di obesità o sovrappeso. Sono dati allarmanti, che mostrano come i problemi legati a una
alimentazione non corretta non siano solo un problema di tipo sanitario, ma anche e soprattutto un
problema educativo e sociale. Attraverso la scelta
di corretti e opportuni stili di vita, è possibile influire in modo positivo non solo sul controllo di alcuni fattori di rischio cardiovascolare o legati alla
malattia tumorale, ma anche ridurre o comunque
limitare la comparsa di malattie cronico-degenerative, nei confronti delle quali appare necessario
e fondamentale agire in senso preventivo.
Nei Paesi a elevato sviluppo socio-economico
poco meno della metà della popolazione adulta
risulta in sovrappeso oppure obesa e la tendenza
a livello mondiale sembra portare a un ulteriore
forte aumento.
Le principali cause di questa inequivocabile propensione risiedono sia nella maggiore disponibilità di cibo rispetto a un passato anche recente,
sia nella scelta di stili di vita sempre più sedentari, caratterizzati da una rilevante diminuzione
dell’attività fisica.
Il segreto di una corretta alimentazione risiede
principalmente nella capacità di combinare gli
alimenti in modo idoneo e opportuno, nel contenere l’assunzione di sodio e grassi saturi e incrementare il consumo di frutta, verdura, pesce,
carni bianche e latticini magri.
Nel controllo della colesterolemia, ovvero la valutazione del livello di colesterolo nel sangue,
per esempio, svolge un ruolo importante la scelta
dei grassi alimentari: in Italia, l’Istituto Nazio-
nale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
ha riscontrato che l’apporto lipidico nella dieta è
mediamente pari al 25-30% delle calorie totali,
all’interno, quindi, di un intervallo accettabilmente adeguato, tuttavia l’apporto medio di grassi
saturi si aggira intorno al 10% ben superiore alla
soglia consigliata, che non dovrebbe superare il
5%. Anche carboidrati e fibre possono determinare effetti imprevedibilmente positivi nel controllo
della colesterolemia: sostituire con carboidrati a
basso indice glicemico i grassi saturi e polinsaturi
presenti nella dieta quotidiana consente, infatti,
un deciso aumento della colesterolemia HDL a
scapito della LDL, mentre le fibre vegetali (in particolare quelle contenute nei cereali e nei legumi)
sono in grado di limitare, se introdotte nell’organismo in quantità sufficienti (circa 25-30 grammi
al giorno), la presenza del colesterolo LDL.
Ogni persona ha bisogno di una determinata
quantità di energia per sostenere il proprio metabolismo basale e di lavoro e le proprie necessità
quotidiane. Il fabbisogno energetico di ciascuno,
inteso come la quantità di alimenti necessari per
reintegrare i continui consumi energetici del nostro organismo, dipende da molteplici e differenti
parametri, come l’età, il sesso, la taglia dell’individuo, l’intensità del lavoro svolto, il clima e la
temperatura corporea. La spesa energetica indispensabile all’organismo per vivere in condizioni
di riposo (metabolismo basale) è generalmente
intorno a circa 1600-1700 kcal/die, a cui devono
essere aggiunte le calorie necessarie per tutte le
altre attività ed esigenze (lavoro, studio, attività
sportive ecc.) e per la termoregolazione.
Il calcolo del metabolismo basale (MB), secondo
l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti
e la Nutrizione, è pari a circa 1kcal per ogni kg
di peso corporeo per ogni ora della giornata: una
persona di 70 kg, per esempio, in una giornata,
ha un MB pari a 70 x 24 = 1680 kcal. Esiste un
bilancio preciso fra entrate e uscite di energia:
se il contenuto calorico degli alimenti ingeriti è
inferiore a quanto si consuma, l’organismo tende
a utilizzare le proprie riserve energetiche e perde
peso, se invece le calorie introdotte superano l’energia consumata nel lavoro il peso corporeo tenderà inevitabilmente ad aumentare. Uno schema
semplice e molto utilizzato per la valutazione del
proprio peso è quello basato sull’indice di massa
corporea (IMC o BMI):
IMC = peso (kg) / altezza al quadrato (m)
[18,5 < IMC < 25 = normopeso / 25 < IMC < 30 = sovrappeso / IMC > 30 = obeso]
17
18
19
Scheda per la valutazione del proprio peso: unite con un righello i metri corrispondenti alla statura (riga
verticale) con i chilogrammi relativi al peso (riga verticale di destra). Il punto di incontro della linea
tracciata dal righello con la riga centrale nera indicherà la fascia nella quale si colloca il vostro peso
(magro, sottopeso, normale, sovrappeso, obeso). La riga centrale rappresenta l’indice di massa corporea
(IMC) ottenuto dividento il peso (in Kg) per il quadrato della statura (in metri). [ Fonte Inran (Istituto
Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione)]
il calendario del pesce
20
gennaio
febbraio
marzo
luglio
agosto
settembre
rossetti, sardine, alici,
pagello e lampugna
rana pescatrice, branzino,
seppia, sgombro, triglia,
vongola verace e polpo
nasello, sarago, palamita,
sgombro, pagello e seppia
acciuga, ricciola, sarago
e orata
polpo, orata, sardina, alici,
sogliola, gallinella e ricciola
mormore, saraghi, alalunga,
spigola e triglia
aprile
maggio
giugno
ottobre
novembre
dicembre
seppia, spigola, pagello,
sgombro, leccia, gallinella,
sugarello e triglia
seppia, spigola, pagello,
sgombro, leccia, gallinella,
sugarello, dentice e triglia
pesce serra, palamite
e sugarello
sogliola, triglia, gallinella,
rombo chiodato, lampugna
e anguilla
moscardini
e totani
moscardini, totani, alici
e calamari
21
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