EDUCAZIONE SALUTE / EXPO 2015: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita L’ AL FA BE TO DEL CI BO azione/progetto di educazione alla salute per promuovere percorsi formativi in grado di rimuovere o modificare abitudini e atteggiamenti alimentari non corretti L’ALFABETO DEL CIBO azione/progetto di educazione alla salute per promuovere percorsi formativi in grado di rimuovere o modificare abitudini e atteggiamenti alimentari non corretti coordinamento redazionale e testi: UNTERdenLINDEN progetto grafico e impaginazione: Francesca Nulli illustrazioni: Matteo Brembilla, Federica Ghidoni, Lucia Coltamai, Laura Lofaro, Michele Lipreri e Carlo Bonvicini coordinatore: prof. Claudio Gobbi Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia stampa: aprile 2015 – Comune di Brescia © copyright 2015, UNTERdenLINDEN associazione culturale, 25133 Brescia, Via Maternini 39 – telefono 030/2010177 e 349/8560183 e-mail: [email protected] – www.unterdenlinden.it Educazione salute/l’alfabeto del cibo è un’iniziativa di divulgazione, nata per promuovere tra gli adolescenti il concetto di well-being, stimolando l’opportunità di adottare precocemente corretti e sani stili di vita. Prevenire è meglio che curare, dice un vecchio e forse troppo usato adagio, e tanto prima iniziamo a comporre e adottare utili accorgimenti tanto maggiori potranno essere le possibilità di arrivare a risultati efficaci. La pubblicazione di questa breve guida è un primo segnale, piccolo ma significativo, di come la prevenzione primaria e la capacità di acquisire corrette informazioni in grado di educare, senza inutili allarmismi, a una vita sana, siano ormai considerati obiettivi non secondari per conseguire scelte di salute responsabili e consapevoli. Se nell’universo giovanile esistono atteggiamenti e comportamenti generalmente stigmatizzati e spesso disapprovati dal singolo e dal gruppo, come ad esempio nel caso del consumo delle sostanze psicotrope, nelle esperienze e nelle parole degli adolescenti non sempre le cattive abitudini alimentari vengono percepite come problema o causa di danno. Dal nostro regime alimentare e da appropriate e corrette consuetudini, invece, dipendono tanti aspetti della nostra salute, compresa la possibilità di combattere in modo efficace alcune forme tumorali, le patologie cardiovascolari o il diabete. Aiutare a conoscere, dare semplici consigli, contribuire all’acquisizione di informazioni volte a eliminare, o comunque a ridurre, abitudini e atteggiamenti alimentari non corretti, diffondere una maggiore e più ampia partecipazione alla cultura della prevenzione, è quindi il compito essenziale e importane di questo opuscolo. Ma è anche il compito che ciascuno di noi si deve assumere, per cercare, in ogni occasione, di sensibilizzare e abituare i nostri giovani ad alcune semplici regole in grado di favorire e migliorare la qualità e la durata della vita. Sergio Pecorelli Rettore Università degli Studi di Brescia Health & Wealth Una recente indagine della Regione Lombardia, in collaborazione con la facoltà di Sociologia dell’Università Milano Bicocca, effettuata su tremila ragazzi di ogni provincia lombarda, con età fra i 14 e i 19 anni, mostra un’immagine sconfortante e non proprio incoraggiante delle scelte e degli stili di vita in ambito alimentare dei nostri adolescenti. In questa ricerca scopriamo che due ragazzi su cinque fumano, bevono alcolici o superalcolici e, anche se ossessionati dal peso forma, non rinunciano a fast food o a merendine ipercaloriche. Si tratta di un’esplorazione del mondo giovanile che mostra alcuni aspetti preoccupanti, legati anche ad alcune responsabilità delle famiglie e delle differenti agenzie educative. Quando il 25% dei giovani dice di assumere giornalmente alcolici [vino e/o birra] e più della metà beve superalcolici almeno una volta alla settimana. Quando il 30% dei ragazzi, per ragioni legate allo studio o ad altri impegni, pranza frequentemente nei fast food e un terzo del campione consuma in fretta il pasto da due volte alla settimana a “tutti i giorni o quasi”. Quando, a dispetto dei suggerimenti dei nutrizionisti, il 45% degli intervistati pranza guardando la televisione o mangia davanti al computer e nella loro dieta vi è pochissimo pesce e niente, o poca, frutta e verdura. Quando il 65% ritiene che l’unica soluzione per una dieta corretta sia quella di ingerire meno cibo e il 30% dei giovani intervistati considera punti di riferimento e veri maestri di alimentazione la televisione e internet. Quando si ottengono questi risultati e queste note curiose [e preoccupanti] è forse necessario pensare e ripensare, con una certa urgenza, alle problematiche legate ai comportamenti e alle abitudini dei giovani, e a una maggiore attitudine alla collaborazione tra famiglie, mondo della scuola e operatori sanitari dei dipartimenti di prevenzione. Nel 1995, scrive l’Istat, il 32,8% degli italiani era in sovrappeso e il 7,3 obeso. Solo quindici anni dopo la percentuale è salita rispettivamente al 36,3% e al 10,4%. Anche se appare troppo riduttivo sostenere che una persona è sovrappeso o obesa solo sulla base dell’indice di massa corporea superiore a 25 [il valore che delimita la normalità], questi dati più generali che includono l’intera popolazione italiana, sottolineano una volta di più l’urgenza dell’intervenire e il senso di una proposta educativa e formativa altra. Partire da un semplice assunto di base: non esistono alimenti buoni o alimenti cattivi, ma buone o cattive diete, buone o cattive abitudini alimentari, è già un utile punto di partenza per promuovere campagne di educazione e sensibilizzazione alimentare che considerino, soprattutto, l’importanza delle porzioni, delle quantità e dell’importo [intake] calorico complessivo, che devono essere proporzionati allo stile di vita di ciascuno di noi. A questo breve opuscolo il compito di favorire la diffusione di corrette informazioni e di aiutare il formarsi di una cultura alimentare che possa limitare comportamenti e scelte non salutari, con consapevolezza e con buonsenso. Sara Zani presidente UNTERdenLINDEN sommario 1. introduzione 10 2. sviluppo e azioni del percorso didattico-educativo 12 3. noi e la salute 18 4. alimentazione come fattore di prevenzione e ben/essere 22 5. proprietà generali, caratteristiche e valori nutrizionali degli alimenti 32 e principali regimi nutritivi 6. la piramide alimentare giornaliera e il corretto comportamento alimentare 50 7. gli stili di vita, il rischio cardiovascolare e il rischio tumore 56 8. gli stili di vita e il consumo di alcool 66 9. disturbi del comportamento alimentare 70 1. introduzione Nelle iniziative di prevenzione rivolte agli adolescenti, è facile cogliere una visione troppo spesso adultocentrica dei problemi di salute e una generale mancanza di informazioni da parte dei promotori su come i giovani percepiscono la propria salute. Incoraggiare la prevenzione e lo sviluppo della persona nella direzione indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nella Carta di Ottawa, significa favorire la formazione di reti tra pari per veicolare e rafforzare i valori della cooperazione e del mutuo sostegno e significa sviluppare competenze e capacità individuali in grado di modificare gli atteggiamenti, le opinioni e i comportamenti della persona. Gli adolescenti, infatti, mostrano generalmente una maggiore ricettività quando le azioni e le sollecitazioni comunicative provengono dai loro pari piuttosto che dal mondo degli adulti e il coinvolgimento dei giovani, come parte attiva nelle esperienze di promozione della salute, sembra essere ormai il primo e più efficace strumento di prevenzione e scelta delle abitudini di vita. Nell’anno dell’Esposizione Universale di Milano [il cui tema - Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita - include i tanti e differenti argomenti che riguardano il cibo e l’alimentazione], il breve opuscolo educazione salute / l’alfabeto del cibo, che prende avvio dalle indicazioni e dai richiami contenuti nel programma nazionale Guadagnare Salute: esperienze di prevenzione sul territorio, in10 Il testo, costituito da una serie di spunti didattici che potranno essere adattati a differenti esigenze o successive trasformazioni, e in cui i giovani lettori avranno la possibilità di rivendicare il diritto a elaborare nuove strategie e rivolgersi ai loro pari con un linguaggio e con modi vicini alle proprie esperienze di vita, raccoglie informazioni e materiali variamente eterogenei, che potranno comporre la prima traccia di un possibile percorso operativo o la base iniziale di una qualche attività laboratoriale. arancia tende realizzare un percorso didattico-educativo in grado di costruire uno spazio di apprendimento in cui l’adolescente possa elaborare ipotesi, raccogliere indicazioni, interpretare risultati, sviluppare comportamenti e atteggiamenti consapevoli di collaborazione e sperimentare la trasmissione e la condivisione tra pari di informazioni significative, valori e comportamenti. In Italia il 23,6 % dei bambini tra i 6 e gli 11 anni è sovrappeso e il 12,3 % di questi risulta obeso. Il dato emerge da una recente indagine commissionata dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità: un quadro noto da tempo che sottolinea, però, la crescente attenzione verso le problematiche legate all’obesità e al sovrappeso infantile e, in generale, ai comportamenti e alle abitudini alimentari degli adolescenti. A partire degli anni ottanta, la prevalenza dell’obesità è triplicata in molti Paesi europei e continua ad aumentare, in proporzioni epidemiche, con tassi che sembrano raddoppiare ogni 10 anni. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la prevenzione nei confronti dell’obesità infantile rappresenta un obiettivo prioritario, e la scuola appare un contesto privilegiato per trasmettere principi e per rafforzare abitudini in grado, nel tempo, di promuovere competenze (life skills) e stili di vita salutari. Una scuola impegnata a promuovere il ben/essere dei bambini e degli adolescenti mediante esperienze e iniziative condivise, e capace di promuovere ed educare alla salute (health promoting school), è una comunità scolastica che non solo fornisce informazioni corrette rispetto ai temi della salute e premia gli atteggiamenti positivi, ma è soprattutto una scuola che porta gli alunni a riflettere sui loro valori, sulle loro azioni e sull’importanza di acquisire e mettere in pratica comportamenti consapevoli e responsabili. Il percorso progettuale di educazione salute / l’alfabeto del cibo, si propone, oltre a un auspicabile implemento delle informazioni e delle conoscenze, di promuovere un atteggiamento positivo nei confronti del cibo, riconoscendo i principi di una sana e varia alimentazione, di costruire un’azione educativa capace di rimuovere o modificare atteggiamenti e comportamenti alimentari non corretti, anche con l’aiuto di apprendimenti conquistati con il gioco e il confronto con gli altri, e di stimolare, mediante attività di rielaborazione e l’impiego di vari linguaggi [iconico, grafico, simbolico verbale] un approccio accorto e consapevole verso gli alimenti e il cibo in generale e i relativi messaggi mediatici. 11 Nel periodo della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado l’adolescente acquisisce e costruisce atteggiamenti e modelli comportamentali che tenderanno a caratterizzare, in modo positivo o negativo per il proprio ben/essere, la scelta dei futuri stili di vita. La scuola e le differenti agenzie educative, con la loro azione e con i loro percorsi formativi, hanno la fondamentale responsabilità, proponendo iniziative e attività variamente utili e motivanti, di poter indirizzare e favorire l’acquisizione di norme comportamentali in grado di portare a consapevoli e corrette scelte alimentari. Per far questo, gli obiettivi formativi generali di un progetto di educazione alimentare destinato agli adolescenti dovrebbero, secondo l’OMS, comprendere e svilupparsi intorno a tre azioni essenziali: riflettere sulle proprie abitudini alimentari; argomentare le proprie scelte, alimentari e non, e i propri gusti; cercare di vivere con equilibrio il rapporto con il cibo. Attraverso contenuti strutturati intorno a che cosa mangio, perché mangio e come mangio, si potrebbero, nel progetto di lavoro, comporre attività a volte semplici e superficiali, a volte più gravose e impegnative, che potranno costruire la prima traccia di una qualche attività laboratoriale, e che potranno aiutare gli adolescenti impegnati nel percorso operativo a rivolgersi ai loro pari con un linguaggio e con modi vicini alle proprie esperienze di vita. 12 corso degli alimenti nel corpo umano; inventare racconti divertenti o filastrocche, intorno al tema del cibo, partendo dai protagonisti delle fiabe dell’infanzia ecc. Ogni progetto destinato agli adolescenti dovrà soprattutto cercare e offrire spunti di riflessione e promuovere attività in grado di favorire comportamenti esplorativi, di ricerca e di autonoma scoperta, e svelare nuove conoscenze. kiwi zucca Attività e momenti di lavoro come: conversazioni guidate sulla conoscenza dei cibi e sulle proprie preferenze alimentari; giochi di classificazione [dopo aver mescolato sulla cattedra, per esempio, alimenti e cibi di vario tipo e genere, gli alunni potranno distinguere quelli più ricchi di proteine o di carboidrati, oppure individuare quelli di origine animale o vegetale]; giochi di rappresentazione grafica e illustrazione [disegnare, per esempio, su un foglio diviso a metà, l’alimento preferito e l’alimento, invece, meno gradito, oppure disegnare gli alimenti che più frequentemente si mangiano, e poi cerchiare in rosso i cibi che risultano maggiormente dannosi alla salute]; realizzare cartelloni di vario tipo e genere [cartellone delle preferenze, cartellone riassuntivo delle diverse caratteristiche e proprietà degli alimenti e dei principi nutritivi, cartellone dei pasti quotidiani, in cui si potranno individuare e rappresentare i pasti principali della giornata]; lavori di gruppo sulla stagionalità degli alimenti o sulla loro provenienza; conversazioni guidate sui messaggi persuasivi della pubblicità; preparare prime colazioni nutrienti o utili spuntini di mezza mattina o del pomeriggio, riflettendo sulla correttezza e sulla validità delle scelte; costruire un alfabeto alimentare partendo dalla stagionalità oppure dal colore degli alimenti; illustrare e disegnare il per13 3. noi e la salute e pericolose alcune malattie, come la tubercolosi, la difterite, la poliomielite, che un tempo non troppo lontano causavano numerose vittime, oggi dobbiamo sempre più spesso confrontarci con difficoltà e problemi di salute legati prevalentemente alle nostre scelte di vita. Le malattie più frequenti sono infatti il diabete, i tumori, le malattie cardiovascolari, tutte patologie principalmente correlate all’inquinamento ambientale e ad abitudini e stili di vita nocivi come l’abuso di alcool, il fumo, la scarsa attività fisica e l’alimentazione eccessiva e non equilibrata. spinaci La corretta alimentazione è, al pari delle conquiste della farmacologia e dei progressi della medicina, un formidabile strumento di salute, e buona parte dei successi, ottenuti in termini di miglioramento della durata e della qualità della vita, sono riferibili proprio a un’adatta ed equilibrata alimentazione. Oggi, almeno nel nostro Paese, si vive più a lungo che in passato grazie alle migliori condizioni generali di vita e il quadro complessivo delle malattie è radicalmente cambiato negli ultimi decenni. Ormai vinte o rese meno severe 14 L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute non solo come assenza di malattia, ma come uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale. Questa essenziale definizione ci aiuta a capire e intendere lo star bene come qualcosa di più e di diverso dal semplice non essere malati, e suggerisce come la salute sia quanto di più prezioso possa esistere e contare nella vita di ciascuno di noi. La salute, senza la quale la qualità della vita e il suo valore sono destinati a peggiorare, è una formidabile risorsa che ci permette di realizzare le nostre aspirazioni e i nostri desideri, di vivere in modo autonomo senza dipendere da altri, ed è una condizione che deve essere raggiunta, ricercata e difesa giorno per giorno, con un costante impegno e con la scelta attenta di corretti stili di vita. In modo più complesso rispetto alla definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma in modo altrettanto essenziale e misurato, Hans Georg Gadamer riprende il concetto di salute e scrive (1994): “la salute è qualcosa che si sottrae alla possibilità di esaminarla in quanto la sua essenza consiste proprio nel celarsi. A differenza della malattia, la salute non è causa di preoccupazione, anzi, non si è mai consapevoli di essere sani. La salute è un’armonia, la giusta misura, e la malattia è il turbamento di questo equilibrio”. La salute non si dà a vedere anche perché non esiste un livello di salute uguale per tutti, esiste semmai un massimo di salute e di equilibrio possibili da conquistare e mantenere, diverso da persona a persona. La malattia, che invece si dà a vedere in modo a volte drammatico, non è così facile da definire o interpretare come la salute. Essa è generalmente vista e considerata come una condizione in cui si sono venuti a determinare processi biologici non comuni alla maggior parte degli individui della stessa specie, età e sesso. Ma la normalità statistica a cui questa definizione fa riferimento, non sempre corrisponde al singolo individuo, come non sempre è possibile riconoscere la necessaria corrispondenza tra come si percepisce il proprio benessere e la propria oggettiva condizione clinica: molte persone, per esempio, sono maggiormente preoccupate da disturbi somatici legati a particolari stati d’ansia, ma che in genere non hanno rilevanza clinica, piuttosto che da condizioni patologiche significative, ma che non producono particolari o evidenti sintomi, come l’ipertensione o il diabete non diagnosticati, o come i tumori allo stato iniziale o silente. La condizione di armonico equilibrio ricordata da H.G. Gadamer e sottesa al concetto di salute, può essere minacciata dall’azione di alcuni fattori – di solito intesi come variabili associate in modo significativo a un evento indesiderato come la malattia – distinti e classificati, generalmente, nel modo seguente: -- fattori di rischio individuali [ereditarietà e familiarità (es. diabete o ipertensione arteriosa) e condizioni sociali]; -- fattori di rischio comportamentali legati a scelte e/o stili di vita [es. alimentazione ipercalorica, alimentazione non bilanciata, sedentarietà e scarso esercizio fisico, guida spericolata, fumo di tabacco, abuso di alcool, abuso di farmaci e sostanze psicotrope, scarsa igiene personale]; -- fattori di rischio culturali e socio-economici [organizzazione sociale ed economica (es. disoccupazione o mediocre organizzazione socio-sanitaria e urbana) e influenze culturali (es. modello culturale del fumatore e del bevitore)]; 15 4. alimentazione come fattore di prevenzione e ben/essere 16 La corretta e sana alimentazione ha una duplice, importante funzione: deve assicurare all’organismo una regolare e adatta quantità di energia e deve garantire un giusto equilibrio qualitativo e quantitativo tra le differenti fonti energetiche [glucidi, lipidi e proteine]. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, molte malattie sono almeno in parte correlabili a un’errata alimentazione e sempre più stretti e marcati appaiono i rapporti tra dieta, intesa come quantità e qualità dei principi nutritivi che assumiamo ogni giorno, e salute. Un’alimentazione equilibrata rappresenta uno degli strumenti più validi e efficaci per il raggiungimento e il mantenimento della salute dell’organismo, e la scelta degli alimenti, controllando alcuni dei più importanti fattori di rischio, tende a incidere profondamente sul nostro ben/essere. In Italia – secondo una recente ricerca del Ministero della Salute condotta, con strumenti e parametri uniformi, in accordo con l’Organizzazione Mondiale della Sanità – si stimano oltre un milione di bambini tra i sei e gli undici anni con problemi di obesità o sovrappeso. Sono dati allarmanti, che mostrano come i problemi legati a una alimentazione non corretta non siano solo un problema di tipo sanitario, ma anche e soprattutto un problema educativo e sociale. Attraverso la scelta di corretti e opportuni stili di vita, è possibile influire in modo positivo non solo sul controllo di alcuni fattori di rischio cardiovascolare o legati alla malattia tumorale, ma anche ridurre o comunque limitare la comparsa di malattie cronico-degenerative, nei confronti delle quali appare necessario e fondamentale agire in senso preventivo. Nei Paesi a elevato sviluppo socio-economico poco meno della metà della popolazione adulta risulta in sovrappeso oppure obesa e la tendenza a livello mondiale sembra portare a un ulteriore forte aumento. Le principali cause di questa inequivocabile propensione risiedono sia nella maggiore disponibilità di cibo rispetto a un passato anche recente, sia nella scelta di stili di vita sempre più sedentari, caratterizzati da una rilevante diminuzione dell’attività fisica. Il segreto di una corretta alimentazione risiede principalmente nella capacità di combinare gli alimenti in modo idoneo e opportuno, nel contenere l’assunzione di sodio e grassi saturi e incrementare il consumo di frutta, verdura, pesce, carni bianche e latticini magri. Nel controllo della colesterolemia, ovvero la valutazione del livello di colesterolo nel sangue, per esempio, svolge un ruolo importante la scelta dei grassi alimentari: in Italia, l’Istituto Nazio- nale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione ha riscontrato che l’apporto lipidico nella dieta è mediamente pari al 25-30% delle calorie totali, all’interno, quindi, di un intervallo accettabilmente adeguato, tuttavia l’apporto medio di grassi saturi si aggira intorno al 10% ben superiore alla soglia consigliata, che non dovrebbe superare il 5%. Anche carboidrati e fibre possono determinare effetti imprevedibilmente positivi nel controllo della colesterolemia: sostituire con carboidrati a basso indice glicemico i grassi saturi e polinsaturi presenti nella dieta quotidiana consente, infatti, un deciso aumento della colesterolemia HDL a scapito della LDL, mentre le fibre vegetali (in particolare quelle contenute nei cereali e nei legumi) sono in grado di limitare, se introdotte nell’organismo in quantità sufficienti (circa 25-30 grammi al giorno), la presenza del colesterolo LDL. Ogni persona ha bisogno di una determinata quantità di energia per sostenere il proprio metabolismo basale e di lavoro e le proprie necessità quotidiane. Il fabbisogno energetico di ciascuno, inteso come la quantità di alimenti necessari per reintegrare i continui consumi energetici del nostro organismo, dipende da molteplici e differenti parametri, come l’età, il sesso, la taglia dell’individuo, l’intensità del lavoro svolto, il clima e la temperatura corporea. La spesa energetica indispensabile all’organismo per vivere in condizioni di riposo (metabolismo basale) è generalmente intorno a circa 1600-1700 kcal/die, a cui devono essere aggiunte le calorie necessarie per tutte le altre attività ed esigenze (lavoro, studio, attività sportive ecc.) e per la termoregolazione. Il calcolo del metabolismo basale (MB), secondo l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, è pari a circa 1kcal per ogni kg di peso corporeo per ogni ora della giornata: una persona di 70 kg, per esempio, in una giornata, ha un MB pari a 70 x 24 = 1680 kcal. Esiste un bilancio preciso fra entrate e uscite di energia: se il contenuto calorico degli alimenti ingeriti è inferiore a quanto si consuma, l’organismo tende a utilizzare le proprie riserve energetiche e perde peso, se invece le calorie introdotte superano l’energia consumata nel lavoro il peso corporeo tenderà inevitabilmente ad aumentare. Uno schema semplice e molto utilizzato per la valutazione del proprio peso è quello basato sull’indice di massa corporea (IMC o BMI): IMC = peso (kg) / altezza al quadrato (m) [18,5 < IMC < 25 = normopeso / 25 < IMC < 30 = sovrappeso / IMC > 30 = obeso] 17 18 19 Scheda per la valutazione del proprio peso: unite con un righello i metri corrispondenti alla statura (riga verticale) con i chilogrammi relativi al peso (riga verticale di destra). Il punto di incontro della linea tracciata dal righello con la riga centrale nera indicherà la fascia nella quale si colloca il vostro peso (magro, sottopeso, normale, sovrappeso, obeso). La riga centrale rappresenta l’indice di massa corporea (IMC) ottenuto dividento il peso (in Kg) per il quadrato della statura (in metri). [ Fonte Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione)] il calendario del pesce 20 gennaio febbraio marzo luglio agosto settembre rossetti, sardine, alici, pagello e lampugna rana pescatrice, branzino, seppia, sgombro, triglia, vongola verace e polpo nasello, sarago, palamita, sgombro, pagello e seppia acciuga, ricciola, sarago e orata polpo, orata, sardina, alici, sogliola, gallinella e ricciola mormore, saraghi, alalunga, spigola e triglia aprile maggio giugno ottobre novembre dicembre seppia, spigola, pagello, sgombro, leccia, gallinella, sugarello e triglia seppia, spigola, pagello, sgombro, leccia, gallinella, sugarello, dentice e triglia pesce serra, palamite e sugarello sogliola, triglia, gallinella, rombo chiodato, lampugna e anguilla moscardini e totani moscardini, totani, alici e calamari 21