Partenariato Soggetto Capofila DIPARTIMENTO DI AGRARIA, Università di Napoli Federico II Aziende agricole Civetta Giuseppe. Tucci Beatrice. Albanese Lucia. Feleppa Clelia. Panza Raffaele. De Luca Aurelio. Maio Franco. Maio Felicida. Mogavero Giuseppe. Chiuchiolo Alessandra. De Cillis Antonio. Industria di Trasformazione/ Commercializzazione CTS ( Coopertaiva Tabacchicoltori Sanniti) ATAS ( Società Cooperativa Agricola a r.l.) DIPARTIMENTO DI AGRARIA Università di Napoli Federico II Via Università 100, 80055 Portici (Napoli) Responsabile scientifico: Dott.ssa M. Isabella Sifola e-mail: [email protected] ATAS (Società Cooperativa Agricola a r.l.) Via Mario Vetrone - Benevento Responsabile per il progetto : Per. Agr. Marcello D’Agostino e-mail: [email protected] PSR 2007-2013 - Misura 124 “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare e settore forestale” “I tabacchi fire-cured in Campania: nuove sfide per la filiera del Riccio beneventano” FIRE-Ri.Be. CTS (Cooperativa Tabacchicoltori Sanniti) Via Mario Vetrone - Benevento Responsabile per il progetto Dr. Flavio Mazzeo: e-mail: [email protected] con la collaborazione esterna di Manifatture Sigaro Toscano. Università di Napoli Federico II CTS ATAS VANTAGGI: IL PROGETTO La tabacchicoltura italiana, ormai prevalentemente concentrata nelle regioni Campania, Toscana, Veneto, Umbria e solo in minima parte Lazio, non è passata indenne dalla applicazione dell’ultima OCM che ha determinato, a partire dal 2008, le contrazioni più significative sia di superfici che di produzione, andando ad incidere negativamente su tutta la filiera (Fonte NOMISMA). La contrazione in termini di superfici e produzioni ha interessato in modo diverso i diversi gruppi varietali con valori più elevati nei tabacchi light air cured (-17,5% rispetto al 2009), seguiti dai dark air cured (-7,2%) e dai flue cured (-4,6%). Hanno retto meglio le produzioni dei fire cured (-0,8%) (Fonte NOMISMA), poiché, in quanto utilizzati per la produzione dei sigari, rimangono una tipologia di prodotto particolarmente interessante dal punto di vista degli sbocchi di mercato. A tale proposito, va sottolineata la rilevanza socio-economica e culturale della filiera di questo gruppo varietale che viene utilizzato, con un trend sempre più in crescita negli ultimi anni, per la produzione del sigaro toscano da parte di Manifatture Sigaro Toscano (MST, Gruppo Maccaferri). Le prospettive di crescita di questa specifica filiera sono interessanti tenuto conto che la vendita di questi sigari è data in crescita dal 2002 al 2007 (Fonte NOMISMA) sia sul mercato interno (nel 2007 il sigaro toscano è arrivato a ricoprire, nelle vendite complessive dei sigari in Italia, quote superiori all’85%) sia sul mercato estero dove, pur arrivato da poco, sta guadagnando il suo spazio anche come simbolo dell’Italian style, tanto apprezzato in tutto il mondo (Fonte NOMISMA). Negli ultimi 3 anni MST ha confermato interesse per la produzione beneventana che viene ritirata per produrre localmente (nella Manifattura di Cava dei Tirreni) particolari tipi di sigari (Garibaldi) le cui caratteristiche (colore più chiaro e gusto più dolce rispetto al toscano classico) riflettono le specificità della tipologia locale di prodotto e sottolineano l’importanza della produzione territoriale. Tuttavia, tre sono le principali criticità della produzione beneventana, che potrebbero limitarne l’utilizzazione nella filiera del sigaro toscano: i) l’eccessiva leggerezza dei prodotti, dovuta a non ottimali protocolli di concimazione (non appropriate dosi e/o tipo di concime, momento di intervento scelto senza tener conto del tipo di suolo, delle precessioni colturali etc) ii) l’assenza di produzione di materiali fascianti (fascia e fascetta, di grande interesse per l’industria del sigaro toscano) a causa dei massicci danni causati in quest’area dalla pulce del tabacco, Epithrix hirtipennis (Melsheimer) (Coleoptera: Chrysomelidae) e dalla difficoltà, nelle condizioni colturali del passato, di promuoverne un efficace controllo. In particolare, la dannosità della specie è favorita dalla capacità di dispersione degli adulti e dall’estrema mobilità degli stessi; iii) una organizzazione aziendale che non permette, al momento, di svolgere in azienda alcune operazioni quali ad esempio la cernita e l’allestimento minimo del prodotto con conseguente perdita di valore aggiunto. Sulla base di quanto riportato e tenuto conto dell’esperienza nel settore maturata dal Partner della ricerca, nell’ambito di studi finanziati a livello europeo, nazionale e regionale, della partecipazione di un numero elevato di aziende agricole rappresentative della realtà produttiva locale e di due organizzazioni di produttori che associano un numero elevato di coltivatori e che operano nell’ambito della trasformazione/commercializzazione, e che risultano fortemente impegnate a adeguare la qualità dei prodotti dei propri associati alle esigenze del mondo manifatturiero, il progetto si è posto seguenti obiettivi: 1) promuovere la produzione di prodotti più pesanti nella tipologia tradizionale (trinciato), adatti alla manifattura di sigari toscani: l’implementazione riguarderà la revisione degli attuali protocolli di concimazione al fine di ottenere prodotti curati con specifiche qualità intrinseche (forza, gusto, fondo, aroma e combustibilità). Va sottolineato, infine, che l’ottenimento di prodotti più pesanti costituisce una premessa importante al secondo obiettivo. 2) reintrodurre, nell’area beneventana, la produzione di materiali fascianti (fascia e fascetta) abbandonata da molto tempo a causa della difficoltà di controllo della pulce del tabacco, Epithrix hirtipennis (Melsheimer) (Coleoptera: Chrysomelidae) nelle condizioni colturali del passato: l’implementazione riguarderà nuovi protocolli di controllo di questo insetto mediante monitoraggio in diversi stadi di sviluppo (adulti e giovanili) e studio dell’andamento delle popolazioni in relazione alle condizioni di coltivazione (in particolare di concimazione azotata vista la loro influenza sullo sviluppo dell’insetto). Verrà effettuata una verifica agronomica delle conseguenze sulla qualità finale dei prodotti (% di fascia e fascetta). Le condizioni colturali attuali nell’area di interesse (ordinamenti colturali differenziati in cui il tabacco è solo una delle colture in avvicendamento) lasciano intravedere significative possibilità di successo. Le conseguenze principali di questa “ristrutturazione” di tipologie produttive (fascia e fascetta oltre a ripieno leggero) consistono nell’incremento di redditività della coltura. 3) promuovere le attività di cernita e allestimento minimo dei prodotti curati: (fascicoli organizzati per corona fogliare, grado di umidità etc.) in azienda l’implementazione riguarderà l’organizzazione di bancali attrezzati per la cernita e separazione delle diverse tipologie di prodotto, con eliminazione di materiali estranei a tabacco qualora presenti (residui di filo da infilzatura, materiale plastico etc.) Organizzativi - Aumento del livello di controllo delle diverse fasi di produzione (programmi mirati di fertilizzazione aziendale, razionalizzazione degli interventi fitosanitari in termini di epoca ottimale e scelta dei principi attivi etc.), ottimizzazione nell’uso delle risorse (fertilizzanti, fitofarmaci etc.), sviluppo in azienda di funzioni un tempo non attuate o delegate a terzi (cernita ed allestimento minimo del prodotto) Strutturali - Miglioramento della efficienza della fase primaria della filiera, up-grade tecnico aziendale, promozione della multifunzionalità nelle singole aziende (cernita in azienda) Commerciali - Stabilità qualiquantitativa del prodotto curato, migliore collocazione sul mercato, aumento della redditività della produzione per le nuove tipologie di prodotto (fascia e fascetta), incremento di valore aggiunto aziendale. Il progetto è nato da esigenze reali di filiera e si basa su un partenariato ampio e rappresentativo sia della ricerca nel settore (in campo agronomico, entomologico e economico) sia della filiera del sigaro toscano, essendovi coinvolte ben due organizzazioni di produttori, con un elevato numero di associati, e un numero particolarmente rappresentativo di produttori primari. Il progetto ha previsto lo sviluppo della maggior parte delle attività sperimentali e di divulgazione presso le aziende di produttori e presso le organizzazioni, rendendo così molto incisiva l’informazione e capillare la divulgazione. Tutti i partner sono coinvolti in ogni fase della divulgazione.