S ommario Dal M unicipio La vita dal Vita delle 3 C umün 5 A ssociazioni A 20 ttualità 32 Speciale 52 I L ettori scrivono 80 1 ... 2006 2 Dal M unicipio Saluto del sindaco Nella seconda metà del 2006 la nostra comunità è stata interessata da alcuni eventi positivi e negativi che lhanno portata agli onori della cronaca. In ordine temporale in agosto ci lascia per sempre il maestro Tranquillo Giustina e dopo poco tempo allinizio di settembre anche lamato don Celestino Lorenzi passa a miglior vita; a fine settembre lAssociazione Nazionale Alpini onora Gianbattista Polla con il premio nazionale di fedeltà alla montagna; infine a metà novembre il Touring Club Italiano e il Presidente della Provincia Autonoma di Trento assegnano al Comune di Caderzone il marchio di qualità turistico-ambientale Bandiera Arancione. Quattro eventi che toccano e toccheranno profondamente la nostra storia, cultura ed economia. Non è difficile parlare del maestro Tranquillo e tanto meno di don Celestino, entrambi hanno dedicato gran parte della loro esistenza a rafforzare e a diffondere in tutti noi abitanti di Caderzone lo spirito di appartenenza ad una antica comunità, ricca di valori morali e culturali, nonché di una complessa e articolata storia. Il maestro Tranquillo, con le sue ricerche e analisi storiche, è riuscito a ricostruire le più importanti vicissitudini dei nostri antenati e ci ha permesso di capire le nostre origini e le regole che ci hanno guidato fino ai giorni nostri. Don Celestino senza mai negare il tempo in cui viveva è riuscito a conservare, valorizzare ed a farci conoscere ed apprezzare le tradizioni dei nostri avi. Due modi diversi di analizzare e confrontarsi con il tempo passato, ma entrambi efficaci ed utili per accrescere le nostre conoscenze storiche, indispensabili per le scelte del futuro. Diverso è il discorso per Giovanbattista Polla, lAssociazione Nazionale Alpini ha premiato, dopo una attenta valutazione del nominativo segnalato, la persona che ha saputo resistere alla tentazione di abbandonare lagricoltu- 3 M ra per attività meno impegnative e probabilmente più redditizie. Negli anni Settanta a Caderzone, come un po ovunque, iniziò lesodo dalla campagna, famiglie intere escono dal mondo agricolo per seguire la nuova mecca del turismo e delledilizia, ma Giovanbattista con il fratello Carlo vanno contro tendenza e realizzano una stalla moderna di nuova concezione. Questo gesto esemplare, fa sì che altri Caderzonesi in seguito, trovino il coraggio e la strada per inoltrarsi nella nuova versione dellallevatore moderno. Una storia che a molti sembrerà banale, ma invece è stata la scelta che ha consentito alla nostra Comunità e probabilmente allintera Val Rendena di poter disporre tuttoggi di un prezioso e consolidato allevamento bovino di montagna. Lultimo avvenimento importante è lassegnazione del marchio Bandiera Arancione al nostro comune, avvenuta dopo una selezione in incognito durata un anno. Il marchio, che certifica le piccole comunità dellentroterra, in base a rigorosi parametri turistici ed ambientali, viene assegnato alle località che non solo godono di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio, ma sanno offrire al turista unaccoglienza di qualità. Con Caderzone, nella Provincia di Trento, solo Molveno è stato selezionato e con noi può fregiarsi di questo importante traguardo che sicuramente darà molte soddisfazioni a tutti gli operatori turistici e allintera economia del comune. Con Caderzone e Molveno in tutta Italia sono stati selezionati 113 comuni tra i quali ricordiamo San Giminiano, Malcesine, Marostica, Asolo, Volterra, ecc. Poter essere assimilati a tali prestigiosi comuni è senzaltro una grande soddisfazione che fa onore a tutta la Comunità di Caderzone, perché solo attraverso e grazie al contributo di tutti noi è stato possibile raggiungere un traguardo così ambito. Lesempio dei nostri concittadini che più sopra ho ricordato e la gratificazione e riconoscenza che un Ente indipendente a voluto concedere alla nostra Comunità siano di stimolo per mantenere la compattezza e la serenità necessaria per affrontare le sfide di questa complicata società moderna Dalla Casa Municipale. Il Sindaco Maurizio Polla 4 La vita dal C umün Raccolta Differenziata: un impegno continuo Anche questanno il comportamento della nostra Comunità è stato virtuoso nella raccolta differenziata dei rifiuti, tantè che lultimo dato disponibile, riferito ai primi 10 mesi del 2006, posiziona Caderzone al III posto fra i Comuni del Comprensorio delle Giudicarie con la percentuale del 59%. Un indicatore dellimpegno e dellattenzione che la cittadinanza ha dato come risposta, peraltro molto positiva, al problema rifiuti, così cocente per la Società moderna. Il prossimo anno lAmministrazione comunale, attuando quanto contenuto nella previsione al bilancio comunale, intende riorganizzare le isole ecologiche con la posa in opera di contenitori seminterrati molto capienti che garantiscono lo stoccaggio dei rifiuti anche nei momenti di massimo afflusso turistico. Questa riorganizzazione permetterà di migliorare anche laspetto paesaggistico. 5 C Nel 2007 avremo unaltra novità per quanto riguarda i rifiuti, si passerà dalla Tassa (Tarsu) fin qui applicata, alla Tariffa (TIA Tariffa Igiene Ambientale) con lintroduzione di uno specifico sistema tariffario. In altre parole, dal prossimo anno, in forza di leggi nazionali e provinciali, il costo dello smaltimento dei rifiuti sarà ripartito fra gli utenti tenendo conto, oltre che della superficie degli immobili, anche del numero dei componenti delle famiglie. Non sarà più una tassa, ma al cittadino sarà recapitata una fattura da parte dellente gestore come avviene per il servizio acquedotto, energia elettrica, ecc Il comportamento civile della nostra Comunità nelleffettuare la raccolta differenziata ha consentito di contenere gli aumenti dei costi di questo servizio originati dallapplicazione dei nuovi tributi e dallintroduzione di nuove voci di costo obbligatorie perché previste dalla nuova normativa. Ricordando che la raccolta differenziata dovrà raggiungere, entro il 2009, il 65% si auspica che limpegno di tutta la cittadinanza continui con lo stesso entusiasmo anche per il futuro. Il Sindaco Arch. Maurizio Polla 6 C La Bandiera arancione del Touring Club Italiano La Bandiera arancione è il marchio di qualità turistico-ambientale destinato alle località dellentroterra. Il marchio, che ha validità biennale, viene attribuito ai territori che soddisfano criteri di analisi connessi allo sviluppo di un turismo di qualità. La valorizzazione del patrimonio culturale, la tutela dellambiente, la cultura dellospitalità, laccesso e la fruibilità delle risorse, la qualità della recettività, della ristorazione e dei prodotti tipici sono gli elementi chiave delliniziativa. La Bandiera arancione è uno strumento di valorizzazione del territorio e di comunicazione al turista e consente alle località minori di proporre unofferta aggiuntiva a quella dei sistemi turistici sviluppati, contribuendo alla creazione di un prodotto integrato, alla differenziazione nel mercato e alla distribuzione dei flussi turistici. La certificazione intende stimolare una crescita sociale ed economica attraverso lo sviluppo turistico. In particolare, gli obiettivi individuati sono: · La valorizzazione delle risorse locali; · Lo sviluppo della cultura dellaccoglienza; · Lo stimolo dellartigianato e delle produzioni tipiche; · Limpulso allimprenditorialità locale; · Il rafforzamento dellidentità locale. Il destinatario finale del marchio è dunque il turista. La Bandiera arancione infatti contribuisce a indirizzare le scelte dei viaggiatori e garantisce la qualità dellesperienza di visita. La Bandiera arancione è lunica iniziativa italiana inserita dallorganizzazione Mondiale del Turismo (World Tourism Organization) fra i 50 programmi realizzati con successo in tutto il mondo per uno sviluppo sostenibile del turismo; gode inoltre del patrocinio dellENIT (Ente Nazionale del Turismo). Dettagli e aggiornamenti su: www.bandierearancioni.it 7 Visibilità C La guida alle Bandiere arancioni è diffusa in 450.000 copie e presenta tutte le località certificate Qui Touring è la rivista di turismo più diffusa in Italia, con 1.200.000 lettori, e riserva ogni mese molti spazi alla Bandiera arancione nelle sezioni: · Corso Italia: ogni mese aggiornamenti e i nuovi certificati; · Almanacco: eventi nelle località arancioni; · Ospitalità: nelle recensioni vengono indicati gli operatori delle Bandiere. www.bandierearancioni.it : Nel portale Touring (www.touringclub.it) la sezione Bandiere arancioni (www.bandierearancioni.it) prevede: · Una pagina dedicata ad ogni comune, con una propria scheda completa di foto e il link al sito; · Gli appuntamenti e news con tutte le manifestazioni che si tengono nei comuni (aggiornata mensilmente); · La mappa delle località Bandiera arancione con il motore di ricerca per località e per regione; · Lelenco dei partner che hanno attivato liniziativa sul territorio; · I gesti di benvenuto offerti dai comuni ai Soci Touring; · La gallery dei comuni certificati; · La brochure tecnica delliniziativa; · La possibilità di iscriversi alla newsletter Eventi & news; · Il 1° Dossier Bandiere arancioni; · Il collegamento con Pronto Touring, canale telefonico di informazioni. Newsletter Il Touring comunica con i propri utenti anche attraverso le proprie newsletter: · Newsletter istituzionali Touring: invia a tutti gli utenti interessati alla attività del Touring Club Italiano (oltre 40.000 utenti), promuove gli aggiornamenti su Bandiere arancioni e sugli eventi; · Newsletter Eventi & News: inviata mensilmente agli utenti Bandiera arancione. Gli eventi riportati sono quelli segnalati dai comuni (vedi Qui Touring); · Newsletter stampa e media: inviata agli operatori del settore, riporta anche gli aggiornamenti su Bandiere arancioni. 8 C Regolamento cimiteriale In data 14 novembre 2006 il consiglio comunale ha modificato ed integrato la precedente delibera consiliare n. 24/05 del 20.06.2005 relativa allarticolo 35 del Regolamento comunale di Polizia mortuaria e cimiteriale. Detto Regolamento comunale è stato approvato in prima istanza dal Consiglio comunale con propria deliberazione il 17 giugno1992. Essendo un argomento molto sentito dalla popolazione, si è ritenuto opportuno riportare il testo integrale della delibera consiliare (n. 33 d.d. 14.11.2006), affinché tutti possano esserne a conoscenza. «In occasione dei lavori di esumazione e nuove inumazioni realizzate nella parte vecchia del cimitero di Caderzone, questa Amministrazione, consapevole della delicatezza del tema e della possibilità di urtare la sensibilità delle persone interessate, ha posto particolare attenzione, sforzo e impegno alla problematica. Soprattutto per queste motivazioni il progetto di sistemazione del vecchio camposanto è stato frutto - nel corso di questi ultimi anni - di continue modifiche, integrazioni, variazioni, decisioni, approvazioni, e si è protratto per mesi e mesi proprio nellottica di raccogliere critiche e suggerimenti, e di assumere quindi decisioni che potessero soddisfare gli interessi di molti, a discapito di pochi. Proprio al fine di informare le persone lontane da Caderzone, questa 9 C Amministrazione ha sempre cercato di pubblicizzare le novità più importanti pubblicandole sulla rivista semestrale del Comune Il Garzonè, che viene regolarmente inviata anche agli oriundi e a tutti quelli che lo richiedono e sulla quale - nel n. 21/04 - è stata riportata lintenzione dellAmministrazione di approvare un modello unico di lapide, cosa poi avvenuta solamente a metà anno 2005, per le motivazioni citate. Il Consiglio comunale dopo aver esaminato in foto tre tipologie ha scelto il tipo A) con deliberazione n. 24/05 di data 30/ 06/2005, ha approvato una modifica al Regolamento Cimiteriale e nello specifico allart. 35, con particolare riferimento alla forma, aspetto e finitura delle lapidi sulle sepolture, con lintento di uniformare gli interventi in modo da ottenere un camposanto dai caratteri semplici e unitari, secondo lo spirito della religione cristiana che da sempre contraddistingue la comunità di Caderzone. Conseguentemente è stato predisposto un tombale in granito della Val Genova completo di cordoli, testata, scritte e croce in ferro quale lapide tipo, realizzato dalla ditta Pedretti Graniti S.r.l. di Carisolo. Il Consiglio nella seduta successiva ha preso visione della realizzazione del modello della lapide tipo. Valutata la necessità di procedere alla realizzazione degli ulteriori tombali di defunti già inumati è stato richiesto preventivo-offerta con nota di data 27 ottobre 2005, Prot. n. 3186 e successivamente la Giunta Comunale ha attentamente verificato le offerte presentate dalle ditte, giudicandole troppo onerose nei confronti del prezzo pagato per la sepoltura tipo fatta predisporre dallAmministrazione e assunta come facsimile, ed ha quindi provveduto di conseguenza a contattare altre ditte operanti nel settore al fine di ottenere unofferta più vantaggiosa e quindi contenere la spesa entro limiti giustificabili. Anche questo aspetto, quello economico, è stato frutto di estenuanti trattative con le ditte specializzate, al fine di contenere il più possibile i costi per i familiari interessati e da informazioni assunte, il prezzo ottenuto è sicuramente 10 C di 2 - 3 volte inferiore a quello comunemente richiesto per le sepolture complete. La scelta dellAmministrazione è stata politica piuttosto che giuridica e risponde allesigenza di dare un carattere di semplicità e uniformità di trattamento nelle sepolture, nonché ottenere prezzi più economici nella fornitura dei tombali a tutto vantaggio dei privati interessati. Ma questa scelta è stata in parte messa in discussione da parte di alcuni, nonostante lunanimità del Consiglio Comunale e pertanto come Amministratori dobbiamo prenderla nuovamente in esame, confermare legittimamente le scelte operate producendo rispondenza tra queste e il dettato normativo, alla luce delle sopra prospettate questioni. A questo proposito prendiamo in esame il D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 che detta norme di polizia mortuaria, e non contiene una disciplina specifica relativa alle lapidi, quindi è evidente che è una scelta libera del Comune e non unimposizione normativa dare la possibilità al privato di apporre una lapide e/o un copritomba in alternativa al cippo previsto allarticolo 70 del Decreto di che trattasi. Si ritiene di dare indicazioni sulle dimensioni e forma della lapide e/o copritomba spingendosi fino alla definizione di una lapide tipo , lasciando comunque alla libera decisione del privato cittadino che se non vuole mettere alcuna lapide sulla tomba del proprio defunto, avrà da parte del Comune il posizionamento a proprie spese del cippo di riconoscimento, trattandosi in questultimo caso, di servizio istituzionale e obbligatorio. IL CONSIGLIO COMUNALE Udita e fatta propria la relazione che precede; Presa visione della documentazione presente in atti e riguardante loggetto in discussione; Evidenziata la necessità di modificare nuovamente larticolo 35 del Regolamento comunale di Polizia mortuaria e cimiteriale, approvato con delibera consiliare n. 55/92 del 17.06.1992, e successivamente modificato con consiliare n. 24/05 del 20.06.2005, riguardante la tipologia delle sepolture e delle relative lapidi a fine di addivenire ad una collocazione uniforme delle stesse; Ricordato che rientra nella competenza del Consiglio apportare le modifiche ai Regolamenti dellEnte, conformando gli stessi, nel rispetto della normativa, alle esigenze emerse e nellottica dellefficacia ed efficienza dellazione amministrativa; Ritenuto quindi di apportare le seguenti modifiche allart. 35 al Regolamento comunale di Polizia mortuaria, che viene così riformulato: 11 C Art. 35 1. In alternativa al cippo di cui allart. 70 del D.P.R. n. 285/1990, sulle fosse è prevista la possibilità per i privati di apporre una copertura a ricordo secondo la tipologia approvata dal Consiglio Comunale e in questo caso i privati potranno porre in opera sulla lapide degli elementi di decoro. 2. Tali ricordi, trascorso il periodo normale di inumazione restano di proprietà del Comune. 3. Le scritte devono essere limitate al cognome, nome, anno di nascita e di morte delle persone defunte. Dietro domanda è facoltà della Giunta Comunale di autorizzare altre iscrizioni integrative. 4. Nel cimitero del Comune di Caderzone non sono consentite tombe di famiglia per inumazione. 5. E consentita la collocazione nello spazio già occupato da sepolture, di cassette contenenti ossa di persone o di urne cinerarie, appartenenti alla stessa famiglia. 6. Nel caso di esumazione a mente dellart. 82 del D.P.R. 10.09.1990 n. 285, i famigliari possono richiedere al Comune il ricordo del defunto attraverso la scritta su lastre opportunamente collocate dallAmministrazione Comunale e previo pagamento della tariffa fissata dal Consiglio Comunale. 12 C 7. Nel caso di sepoltura dellurna cineraria non come previsto al punto 5, la stessa potrà essere collocata nellapposito spazio previsto nel cimitero. Il defunto potrà essere ricordato con iscrizione su lapide antistante. Visto lo Statuto comunale; Visti i pareri favorevoli espressi ai sensi e per gli effetti dellart. 81 del T.U. approvato con D.P.Reg. 1 febbraio 2005, n. 3/L, dal Segretario Comunale per la regolarità tecnico-amministrativa e dal Responsabile del Servizio Finanziario per la regolarità contabile, dando atto che non necessita lattestazione di copertura finanziaria, in quanto il presente atto non comporta impegno di spesa. Con voti favorevoli n. 10, astenuti n. 4, contrari n. 1, su n. 15 consiglieri presenti e votanti, espressi per alzata di mano, accertati e proclamati dal Presidente delibera 1. Di modificare per integrazione, per quanto esposto in premessa lart. 35 del Regolamento comunale di Polizia mortuaria e cimiteriale, approvato con delibera consiliare n. 55/92 del 17.06.1992, e successivamente modificato con consiliare n. 24/05 del 20.06.2005, che viene riformulato come segue: 13 C Art. 35 1. In alternativa al cippo di cui allart. 70 del D.P.R. n. 285/1990, sulle fosse è prevista la possibilità per i privati di apporre una copertura a ricordo secondo la tipologia approvata dal Consiglio Comunale e in questo caso i privati potranno porre in opera sulla lapide degli elementi di decoro. 2. Tali ricordi, trascorso il periodo normale di inumazione restano di proprietà del Comune. 3. Le scritte devono essere limitate al cognome, nome, anno di nascita e morte delle persone defunte. Dietro domanda è facoltà della Giunta Comunale di autorizzare altre iscrizioni integrative. 4. Nel cimitero del Comune di Caderzone non sono consentite tombe di famiglia per inumazione. 5. E consentita la collocazione nello spazio già occupato da sepolture, di cassette contenenti ossa di persone o di urne cinerarie, appartenenti alla stessa famiglia. 6. Nel caso di esumazione a mente dellart. 82 del D.P.R. 10.09.1990 n. 285, i famigliari possono richiedere al Comune il ricordo del defunto attraverso la scritta su lastre opportunamente collocate dallAmministrazione Comunale e previo pagamento della tariffa fissata dal Consiglio Comunale. 7. Nel caso di sepoltura dellurna cineraria non come previsto al punto 5, la stessa potrà essere collocata nellapposito spazio previsto nel cimitero. Il defunto potrà essere ricordato con iscrizione su lapide antistante. 2. Di dare atto che il disegno che definisce la lapide tipo di cui allart. 35 comma 1 viene allegata alla presente sub. A) per costituirne parte integrante e sostanziale; 3. di dichiarare che la presente deliberazione, diviene eseguibile a pubblicazione avvenuta a norma dellart. 79 del T.U. approvato con DPReg. 1 febbraio 2005, n. 3/L. 4. Di dare evidenza, e ciò ai sensi dellart. 5 della L.R. 31/07/1993 n° 13, al fatto che avverso la presente deliberazione è ammesso ricorso in opposizione alla Giunta Comunale ex articolo 79 del T.U. approvato con DPReg. 1 febbraio 2005, n. 3/L durante il periodo di pubblicazione nonché ex articolo 8 del DPR 24/11/1971 n° 1199 entro 120 giorni e giurisdizionale ex articolo 2, lettera b) della L. 06/12/1971 n° 1034 entro 60 giorni. 14 C Poesie in concorso alla Colonia 15 C 16 C Caderzone, 30 novembre 2006 Caro Signor Direttore di il Garzonè Ho avuto la fortuna che cadesse fra le mie mani unesemplare della vostra pubblicazione, proprio il n° 19 di Gennaio 2001, il quale conclude le sue pagine con un simpatico articolo Speciale (a pag. 81), sottoscritto dal Prof. Renzo Sartori a Bologna negli anni 90, il cui titolo e contenuto, La fonte Acquaforte di SantAntonio, anticipa di una decina danni, ciò che sarebbe avvenuto poco tempo dopo. Non ho potuto far a meno di commentare questo ritrovo, perché proprio in quellarticolo si può riscontrare lo spirito, il coraggio e lessenza di tutte quelle persone che prima hanno sognato e poi sono riuscite in poco tempo a trasformare questa acqua forte di SantAntonio, nelle attuali Terme della Val Rendena, che rappresentano Fonte dOrgoglio e Fonte di Salute per tutta la Valle. Ho sentito che era venuta lora di far sapere a tutti quanto siamo cresciuti nel corso dei nostri tre anni di vita, nei quali siamo riusciti a sviluppare una vera e propria equipe di esperti, che si è formato inizialmente con varie specialità come quella di internista clinico, con il Dott. Medin Mon, che oltre a trattare la clinica e la cardiologia, si dedica anche alle prescrizioni dietetiche personalizzate ed allecodoppler, il nostro dermatologo, Dott. Zeno Sagramoso ed il Dott. Giuseppe Giacopini, otorinolaringoiatra, che con il loro impegno nelle rispettive specialità, sono stati e continuano ad essere di vero supporto per i nostri pazienti. Il nostro fisiatra, Dott. Ferruccio Bosinelli, che oltre alla sua specialità, si dedica alle manipolazioni vertebrali e allagopuntura, specializzazioni di utilità certa per la nostra realtà, data lapplicazione sinergica alle cure termali. In fine il Direttore Sanitario, la Dott.ssa Giovanna Battocchi, che ha portato avanti il gravoso compito, di dare il via a questa nostra Istituzione Termale, che ho ritrovato già avviata; collega che però, alla dellanno scorso, ha cercato altri orizzonti, più vicini alla sua volontà e alle sue tendenze mediche: va a lei il mio speciale ringraziamento. 17 C Niente di tutto quello che ho appena accennato sarebbe riuscito, senza lappoggio di tutte le addette che ogni giorno ci accompagnano e traducono in realtà questa nostra terapia termale personalizzata. Così per lassistenza delle vasche e alle inalazioni, rispettivamente le Sig.re. Francesca Facco e Marina Bullo, oltre alle quali è indispensabile aggiungere le estetiste e massaggiatrici; Signorine Roberta Fedrizzi e Giulia Violini unite al personale della reception, la Signorina Federica Collini ed anche il personale di manutenzione e appoggio, il Sig. Carlo Polla. Non potevo ne dovevo, dimenticarmi del Direttore Amministrativo il Dott. Corrado Delugan, il cui aiuto e dedizione sono stati assolutamente a tempo pieno. Tutti, tutti loro, hanno formato il team che ha cercato unassistenza personalizzata solida, senza crepe, a sostegno dellincremento del numero e del tipo di specialità offerte dalle nostre Terme grazie anche allo stimolo dellogni giorno più esigente e numerosa clientela. Lo sviluppo scientifico ha portato, in questo ultimo anno, allintroduzione dellappoggio della podologa Maria Paola Braga e di una fisioterapista, oltre allo sviluppo della specialità di Flebologia, tanto dal punto di vista estetico quanto terapeutico. Per ladeguata informazione, generale e specifica dei pazienti, abbiamo predisposto due documenti: La Composizione della Nostra Acqua Termale e La Qualità della Nostra Acqua Termale, per diffondere le caratteristiche proprie dellAcquaforte di SantAntonio. In più abbiamo preparato piccoli opuscoli di divulgazione scientifica, auspicando che la nostra clientela possa avere più consapevolezza delle pratiche mediche che si sviluppano nelle Terme Val Rendena; gli opuscoli trattano su Cosa Sapere sulle Varici e Capillari Venosi, LUlcera Venosa e Magnetoterapia alle Terme; infatti dal 1° dicembre comincerà a funzionare nel nostro stabilimento un apparecchio di magnetoterapia di ultima generazione, strumento che funzionerà in sinergia con la balneoterapia e fangoterapia termali, destinandolo così specialmente ai pazienti doloranti, senza dimenticare le sue altre molteplici indicazioni. La gestione di questa terapia sarà del Dott. Mario Castellani. Con gli occhi fissi sul futuro Centro Benessere, progettato e ormai in via di esecuzione, che completerà Il Borgo della Salute, verranno incrementate entro lanno le attivi- 18 C tà del nostro attuale centro estetico, sviluppando tra laltro, tecniche di ringiovanimento del volto, attraverso lapplicazione secondo le esigenze di Fillers e/o Botulino. È da ormai un anno che il Sig. Presidente del Consiglio di Amministrazione delle Terme, Dottor Giorgio Zatta mi ha proposto di occuparmi della Direzione Sanitaria delle Terme e non posso fare a meno di ringraziare per lospitalità che generosamente è stata offerta a me e alla mia famiglia, dal primo allultimo dei membri dello Staff Termale, ma anche dai colleghi della zona ed in special modo da tutti gli abitanti di Caderzone. Ho lasciato queste ultime righe per il Sig. Sindaco di Caderzone, Dott. Architetto Maurizio Polla, al quale vorrei far immaginare che se il Golf è una mano aperta verso tutti coloro che vengono per giocare qui da noi a Caderzone, le persone devono sapere che questa mano ha un anello, la cui perla sono le Terme della Val Rendena. Grazie Maurizio, e con Maurizio Miriam ed Ilaria. Grazie, grazie a tutti! Dott. Mario Pisoni Errata corrige n. 28 Mail copertina [email protected] Pagina 11 data della foto 24.01.2006 Pagina 81 data articolo 12 luglio 1968 (no 1918) Pagina 96 Cortesia Giorgio Zatta (no Zotta) 19 Vita delle A ssociazioni 25° Raduno Internazionale di sci alpinismo Val Rendena 18-19 marzo 2006 punti salienti delliniziativa · La macchina organizzatrice del raduno è entrata in funzione allinizio di febbraio (prenotazione elicottero, raccolta sponsor, redazione del depliant, richiesta autorizzazioni, domande di collaborazione, ecc.). · Abbiamo scelto di promuovere liniziativa in maniera capillare (affissione delle locandine su spazi pubblici ed esercizi privati in Rendena e nelle Giudicarie, ma anche link sulle home-page dei siti di tutte le Aziende per il Turismo del C8, della Trentino Spa e del più importante sito delle Alpi: www.montagna.org. · Il numero di partecipanti al Raduno è stato di 82 alpinisti. · Liniziativa si è potuta realizzare grazie alla sinergia fra il direttivo SAT Val Genova e il Soccorso Alpino, la Forestale, i Guardaparco, i Vigili del Fuoco, il Nucleo Elicotteri di Trento e numerosi altri alpinisti esperti che hanno dato il loro prezioso contributo. · Fondamentale è stato anche il contributo economico dellAzienda per il Turismo SpA Madonna di Campiglio, Pinzolo Val Rendena, dei Comuni, delle Casse Rurali e dei numerosi sponsor privati, senza i quali liniziativa non si sarebbe potuta realizzare. · Venerdì 17 marzo è stato il giorno nel quale la SAT e gli altri collaboratori hanno raggiunto lAdamello con lelicottero per il trasporto di tutto il materiale necessario a tracciare e mettere in sicurezza di tutto il percorso 20 A del Raduno. Questo sopralluogo è stato importante per il monitoraggio del manto nevoso e per individuare il tracciato migliore per la lunga discesa di Val Folgorìda. · Il Raduno vero e proprio è cominciato il mattino di sabato 18 marzo presso la sede della SAT Val Genova a Caderzone e, subito dopo lappello, siamo partiti con i mezzi dellorganizzazione alla volta del Passo del Tonale. Da qui abbiamo raggiunto Passo Presena con gli impianti di risalita e, di fronte ad un fantastico panorama sullAlta Val Genova, abbiamo messo gli sci e ci siamo tuffati nella bella discesa della Conca Mandrone fino al Rifugio omonimo. Dopo un veloce ristoro abbiamo montato le pelli di foca e, ordinati in una lunga fila indiana, siamo saliti fino al ghiacciaio dellAdamello Mandron, il più grande dItalia. Costeggiando i grandi crepacci aperti della prima seraccata, abbiamo raggiunto il punto di ristoro della SAT, dove un buon the caldo e quattro chiacchiere, ci hanno ridato la forza per affrontare 21 A lultima ripida salita fino al Rifugio Ai Caduti dellAdamello a 3.030 m slm. Ci siamo ricongiunti ad un gruppo di otto amici satini che, saliti il giorno prima, erano partiti al mattino presto per attraversare il Pian di Neve e raggiungere la Vetta dellAdamello a 3.540 m slm. Entrati nel nuovo Rifugio Ai Caduti, la grande compagnia di alpinisti ha preso posto nelle nuove stanze. Poco dopo i più temerari hanno rimesso gli sci ed hanno raggiunto la grande Croce in tonalite di Cima Giovanni Paolo II; gli altri si sono goduti il sole e il fantastico panorama dalla grande terrazza del rifugio. Dopo il tramonto infuocato ci siamo seduti a tavola per la cena e, tra un bicchier di vino e laltro, ci siamo raccontati le avventure vissute in montagna e gli aneddoti divertenti impressi nella memoria; una bella cantata, qualche punto alla mora ed è arrivata presto lora della buonanotte. Allalba di nuovo in piedi: è sereno! La nebbia bassa ricopre le valli tuttattorno. Una sciacquata veloce alla faccia, colazione, e poi subito le pelli di foca, per la partenza verso il Passo del Dosson. Posati sci e gli zaini, siamo saliti lungo un ripido canalino, reso sicuro dagli esperti dellorganizzazione. Il cannone 149 G di Cresta Croce è lì, poco sopra, sulla cresta affilata, che punta diritto verso il Corno di Cavento, dove novantanni fa gli alpini lo trasportarono per vincere la Guerra Bianca contro lImpero Austro Ungarico e annettere il Trentino allItalia. A 360° un panorama mozzafiato. Nel bianco deserto di neve le piramidi di granito sbucano dai ghiacciai e dalla bassa nebbia delle vallate. Lame affilate, slanciate verso lalto, creano un suggestivo contrasto con lazzurro del cielo, che sembra finto da quanto è intenso. Dopo le foto di rito con il cannone, siamo tornati verso gli zaini scendendo sempre dal canalino del Passo del Dosson. Un ricco risto- 22 A ro di the, cioccolata, torte, biscotti e frutta secca ci ha rigenerati e siamo partiti tutti assieme per la lunghissima discesa di 20 km del ghiacciaio della Lobbia e della Val Folgorìda fino a raggiungere le Cascate del Nardìs in Val Genova. Qui ci attendevano i Vigili del Fuoco di Bocenago, Strembo e Caderzone, i quali ci hanno trasportati allHotel Rio a Caderzone per il consueto pranzo di chiusura. Alla fine del pranzo, il presidente della SAT Val Genova Luca Leonardi ha ringraziato tutti ed ha consegnato ricchi regali. La proiezione delle fotografie delle belle giornate trascorse, ci ha fatto subito rimpiangere di essere tornati a valle. Tanti saluti, strette di mano, baci e abbracci, hanno lasciato pensare ad un arrivederci allanno prossimo. · Questo è lunico Raduno di sci alpinismo non competitivo che raggiunge le vette dellAdamello. Questa iniziativa della SAT Val Genova è giunta al suo 25° anniversario grazie allamore per la montagna di diverse generazioni di alpinisti e ricopre un ruolo fondamentale per la promozione della montagna, per la conoscenza del nostro territorio, delle bellezze del nostro Parco, dei fenomeni naturali che hanno scolpito nei secoli le nostre vallate, e per la prosecuzione di quella cultura della montagna che è sinonimo di salute, benessere e qualità della vita. · Un valore aggiunto a questo Raduno in Adamello è sicuramente quello di avvicinare i punti più ricchi di storia della Guerra Bianca. Questo serve per apprezzare e rispettare il sacrificio di coloro che, per compiere il loro pericoloso dovere, hanno dovuto combattere la Grande guerra a quelle quote, perdendo talvolta la vita. · Anche la discesa in Val Genova è stata una grande emozione, abbiamo potuto osservare la bellezza di un gipeto che con la sua impressionante apertura alare volteggiava da un versante allaltro della valle alla ricerca di cibo. Giuseppe Alberti SAT VAL GENOVA 23 A Gruppo Folk Caderzone Il gruppo folkloristico di Caderzone è sicuramente conosciuto in paese, durante le sagre o le varie manifestazioni paesane tutti lhanno visto almeno una volta. Quello che però forse non tutti sanno è che da qualche anno, oltre alla grande partecipazione dei bambini, la nostra associazione è composta anche da un gruppo di ragazzi e ragazze. Inizialmente il loro ruolo era puramente di supporto al gruppo dei bambini, ma ultimamente si esibisce in uno spettacolo proprio e partecipa anche autonomamente ad alcuni eventi, tra i quali spicca per importanza la serata durante le Feste Vigiliane. Infatti questestate abbiamo avuto loccasione di esibirci in piazza Duomo a Trento, ed è stata una cosa inaspettata. Abbiamo provato una sensazione incredibile, vuoi per la suggestione dellatmosfera che si respira in una piazza così impegnativa o semplicemente per la massa di gente che è intervenuta alla manifestazione. 24 A La sfilata per le vie del centro storico con gli altri undici gruppi trentini che sono intervenuti alla serata ha riscontrato un notevole interesse, sia da parte degli abitanti di Trento che dei turisti presenti. La serata è stata organizzata dalla Federazione dei gruppi folkloristici trentini, che ogni anno programma il raduno presso uno dei gruppi componenti la federazione stessa, ma per la 20a edizione ha voluto una piazza di rilievo, comè appunto quella del Duomo di Trento. Inoltre, sempre a Trento, abbiamo avuto lonore di partecipare come rappresentanza del Comprensorio delle Giudicarie alla sesta edizione del Palio delle Contrade, rievocazione storica che riprende una manifestazione in vigore fino agli inizi del secolo scorso, ricordo di una battaglia svoltasi alla fine del 1400 fra le armate della Serenissima e le truppe del Principato Vescovile. Per loccasione il centro della città è stato animato da una serie di spettacoli, sfide di tiro con larco e decine di persone in abito medioevale. Per noi è molto importante questo interesse nei nostri confronti, anche se quello che ci piacerebbe di più è la possibilità di unesibizione per la stagione invernale a Caderzone, per avere loccasione di esibirci a casa, magari proprio assieme al gruppo dei bambini. 25 A Le uscite della Banda Nel week-end di sabato 8 e domenica 9 ottobre 2005 gli amici di Postumia ci hanno ricambiato lospitalità offerta loro lo scorso settembre a Caderzone, proponendoci una visita nelle loro splendide zone. La banda di Postumia infatti è stata ospite in settembre nella nostra splendida valle, grazie allimportante aiuto di numerosi paesani che hanno offerto la loro disponibilità per accogliere ed accompagnare i nostri amici a scoprire il posto in cui viviamo. Il sabato mattina siamo così partiti alle prime luci dellalba alla volta della Slovenia. La curiosità da parte di tutti era grande perché ci aspettava un week-end allinsegna della novità e della conoscenza di un mondo molto diverso dal nostro. Alle 10 circa eravamo già nella cittadina e ad accoglierci cerano alcuni componenti il gruppo musicale tra cui Marko Markovic, nostro principale cicerone che ci ha tenuto compagnia per tutto il soggiorno e il presidente della banda Janez Mandeljc. I dialoghi erano quasi tutti in un inglese un po arrangiato, ma sia da parte nostra che da parte loro cera la vo- Foto di gruppo nella piazza principale di Postumia (saluto) 26 A glia di scambiare esperienze ed impressioni e la buona volontà per comunicare non mancava. Subito ci hanno accompagnato in un tipico punto panoramico dal quale si può ammirare la bella città dallalto e lì ci hanno raccontato la storia della sua fondazione. Dopo pranzo ci Momento di allegria a Postumia ...mittiche aspettava il momento più atteso da gran parte del gruppo perché solo pochi ne avevano già ammirato la bellezza: la visita alla grotta di Postumia famosa in tutto il mondo. La grotta si estende per circa 20 chilometri, allinizio si sale su un trenino che conduce ad un livello più basso passando attraverso cunicoli con formazioni calcaree incredibili. È un intreccio di gallerie e sale illuminate da potenti riflettori che permettono di ammirare la monumentale ed imponente bellezza di questo luogo. Accompagnati dalla guida attraverso un percorso ad otto lungo circa altri due chilometri si attraversa la sala degli spaghetti, la sala rossa e la sala bianca: un paesaggio incredibile di rocce dalle forme e dai colori mitici. Dopo una sosta per vedere il proteo, un animale che vive nelle grotte, si risale e con il trenino si arriva alluscita. La Grotta di Postumia é aperta durante tutto lanno e la visita dura unora e mezza. La temperatura costante é di 8° C. Soddisfatti da questa bella visita, dopo esserci sistemati in albergo, ci siamo recati in uno splendido anfiteatro poco lontano, dove ci siamo esibiti assieme alla banda Postojska Godba 1808. Tra il pubblico era presente anche qualche nostro affezionato oriundo di Caderzone venuto apposta a salutarci da Gorizia. La Postojska Godba 1808 è la banda musicale di Postumia formata da giovani musicisti. È una delle più antiche bande slovene, fu fondata nel lontano 1808 con lo scopo accompagnare ed incoraggiare lesercito dei volontari che ha combattuto le armate napoleoniche. È una banda giovane da sempre, nei suoi quasi due secoli di storia, letà media dei suoi componenti è di 26 anni. 27 A Il maestro della Postojska Godba 1808 è il professor Ivo Basic, che insegna ai ragazzi non solo a suonare uno strumento, ma anche e soprattutto ad amare la musica. Terminato il concerto ci siamo recati tutti nella loro sede e lì, dopo una cena a base di spezzatino, pane e Malvasia, organizzata dai nostri colleghi sloveni, ci siamo dilettati tutti in festeggiamenti con balli, risate e musica. La febbre dellallegria ha contagiato tutti. Un sabato sera diverso dai soliti passati qui da noi, ma è bastata solo un podi musica e la voglia di stare insieme per trascorrere una serata che in molti ricorderanno a lungo, magari per i postumi pagati il giorno dopo. La mattina seguente ci ha portati alla visita della bella città di Lubiana distante da Postumia circa 55 Km. La periferia di Lubiana è una sfilata di piccoli palazzi tipici dei paesi dellEst, il centro è molto bello con palazzi storici, chiese, belle piazze. Dalla torre alcuni hanno avuto la possibilità di ammirare la città dallalto. Terminata la visita turistica ci siamo recati tutti con il pullman, sempre guidati dai nostri instancabili amici sloveni, a visitare il bellissimo e suggestivo castello di Predjama, costruito in una caverna nella parete a precipizio alta 123 m sopra il luogo dove si inabissa il torrente Lovka. Il castello è un capolavoro del periodo medioevale e labitante più famoso fu il principe Erasmo. ... a Postumia 28 A Al termine della visita abbiamo apprezzato la cucina slovena e dopo i ringraziamenti e la rituale foto di gruppo siamo ripartiti per rientrare a Caderzone. Quella di Postumia è stata una gita che tutti noi ricordano come la più divertente. Due giorni sono bastati ad apprezzare gran parte di quello che aveva da offrirci il posto ed a gustare appieno un mondo diverso dal nostro. Con questa gita abbiamo salutato il nostro vecchio maestro Gianfranco. Flavia *** Nei giorni di venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 maggio 2006 la banda di Weissbach ci ha invitato a festeggiare i 100 anni di fondazione. Siamo partiti il venerdì per raggiungere la città di Wettens, vicino ad Innsbruck, dove abbiamo visitato il museo Swarovski, il Kristallwelten. Allinterno del museo abbiamo potuto osservare dei veri capolavori, tra cui il più grande swarovski mai visto. Abbiamo visto anche i tipici animaletti e le elaborate composizioni che raffiguravano paesaggi e alberi di Natale ed un enorme cavallo tutto di questo prezioso materiale. Finito di abbagliarci con queste bellezze ci siamo rimessi in viaggio per cenare nel biohotel di Going. La cena è stata la tipica cotoletta con le patatine, ma il bello è venuto dopo, quando, come niente fosse, ci siamo messi a vagabondare per questo albergo, che si potrebbe definire una reggia per la sua bellezza e grandezza, quasi fosse un museo da visitare!! Dopo essere finiti nelle varie sale da pranzo, dove tutti erano a cena con vestiti eleganti e di classe, ed aver disturbaCastello di Salisburgo to la quiete del loro pasto, sia- 29 A Nostra esibizione nel tendone a Weissbach mo usciti per arrivare, ormai a sera inoltrata, a Weissbach. Non comunque non ancora stanchi ci siamo subito recati, sotto unimmancabile pioggia, al capannone delle feste. Qui abbiamo dato il meglio di noi festeggiando i 100 anni della banda ospitante ( o per lo meno questa era la scusa per i nostri innumerevoli brindisi!!). Dopo una notte non proprio tranquilla il sabato siamo andati in visita alla sempre affascinante città di Salisburgo per visitare la fortezza di Festung Hohensalzburg, punto panoramico dellintera città. Sembra incredibile, ma lassù ci aspettava un panorama da lasciare senza fiato; per tutti una città è sempre piena di case e grattacieli, ma lassù ci ha accolto la vista di una splendida Salisburgo, con case, certo, ma con unabbondanza di parchi e di verde da far invidia alla nostra Val Rendena. Purtroppo però il dovere ci richiamava e quindi, dopo un pranzo in uno degli accoglienti ristoranti della città siamo tornati a Weissbach per fare il concerto, che avrebbe accompagnato la cena dei presenti, e festeggiare nuovamente 30 A Il nostro maestro che dirige la banda di Weissbach lanniversario della banda locale. Hanno partecipato a questa manifestazione altre bande, provenienti da altri paesi e il nostro maestro ha avuto anche lonore di dirigere una di queste bande. La domenica abbiamo assistito alla messa accompagnata da una delle altre bande ospiti della manifestazione e dopo il nostro ormai solito pranzo di pommes fritte e wienerschnitzer (patatine e cotoletta) siamo risaliti sul pulmann, ma questa volta per fare rientro nella nostra Caderzone. Come sempre anche questa gita ha lasciato il segno e come sempre sono i momenti migliori in cui viene fuori il gruppo e il nostro spirito di divertimento!!!Bisogna anche ricordare che questa era la prima gita del nostro maestro con noi, e non so se si possa prorio dire di aver fatto limpressione della banda calma e posata che si aspettava!!! Michela 31 A ttualità La Malga e lalpeggio possono diventare il motore dello sviluppo socio-economico del Territorio di Mauro Neri «La tutela della montagna è una scelta centrale e strategica per la Provincia autonoma di Trento, e pertanto lo sviluppo e la valorizzazione delle malghe e dellalpeggio sono per noi obiettivi importanti e strumenti trainanti per il tessuto socioeconomico del Trentino». Con queste parole lassessore provinciale allagricoltura, al turismo e al commercio è intervenuto alla giornata di studi sul tema Lalpeggio: attività da tutelare e qualificare, organizzato dalla Provincia e dal Comune di Caderzone. E la scelta del Museo della Malga, nel rinnovato palazzo Lodron Bertelli di Caderzone non è stata casuale: Qui ha detto Federico Polla, presidente del Museo, non si espongono solo oggetti che fanno riferimento allattività dellalpeggio, ma si studia e si approfondisce il fenomeno in tutte le sue componenti. Il medesimo orgoglio è stato dimostrato dal sindaco di Caderzone, secondo il quale il recupero dellattività in malga è importante 32 A per motivi storici e quindi culturali, architettonici, ambientali e paesaggistici, nonché economici. E la Val Rendena è il luogo ideale per un convegno sul futuro delle malghe: qui destate sono operative 40 malghe, la cui attività sintreccia profondamente con le attività gastronomiche e turistiche che fanno della nostra valle un polo di attrazione turistica molto significativo e soprattutto di alta qualità. Ma è toccato allassessore provinciale allagricoltura, al turismo e al commercio tracciare i motivi profondi che hanno spinto la Provincia a lanciare lidea del convegno. Siamo alla vigilia dellapprovazione dei nuovi Piani di sviluppo rurale che varranno per il periodo 2007-2013, nei quali saranno contenute anche le principali linee di intervento pubblico nel settore dellagricoltura e dellalpeggio. È per noi importante, quindi, sederci attorno a un tavolo e scambiarci idee, impressioni ed esperienze su quanto è stato già fatto nella fase preparatoria dei Piani di sviluppo e su quanto viene invece fatto in altre realtà provinciali e regionali italiane. E la grande sala del Museo della Malga, affollata oltre ogni previsione, è stata la cornice attenta e partecipata allinterno della quale si è sviluppata una lunga serie di riflessioni molto produttive. Noi vogliamo guardare al futuro ha proseguito lassessore, e vogliamo farlo perché siamo convinti che un alpeggio al passo coi tempi sia garanzia per la conservazione del territorio montano, oltre che fonte genuina di materia prima, il latte, da lavorare e da trasformare per averne prodotti tipici. Tutelare e valorizzare le malghe significa, anche, introdurre nellagricoltura di montagna linnovazione e la ricerca, grazie allimpegno delle università di Trento e di Udine, ad esempio, ma anche dellIstituto Agrario di San Michele allAdige e dei produttori riuniti nei loro Consorzi. Significa anche condivisione dei metodi e degli obiettivi con i Comuni e con le A.S.U.C., ma deve esserci soprattutto la disponibilità degli operatori a mettersi in dialogo e ad integrarsi con altri settori. Noi puntiamo, ad esempio, su stalle da 30-40 capi, su malghe quindi di piccole dimensioni, meno impattanti e più gestibili: e ciò significa che lente pubblico, rinunciando a puntare sulle grosse dimensioni, vuole favorire 33 A chi intende iniziare dal nulla unattività di alpeggio. La tutela della montagna, nel suo molteplice proporsi come ambiente naturale, come risorsa turistica, ma anche come occasione di ricchezza economica, è una scelta centrale e strategica per la Provincia: lalpeggio sarà un elemento trainante e ad esso presteremo la debita attenzione e il dovuto sostegno. Nel corso della giornata di studi e di relazioni, è stata messa in luce la necessità che si approfondiscano alcuni strumenti per migliorare la conoscenza del sistema territoriale, in questo caso il sistema malghe, per fornire al legislatore e allamministratore tutti i supporti necessari e possibili per giungere alla fase decisionale, ai Piani di Sviluppo Rurale 2007-2013, ad esempio. Ma è altrettanto importante confrontarsi anche con quanto si sta facendo in altre realtà provinciali e regionali in Italia: ed ecco, allora, che a Caderzone oggi di malghe e di alpeggio hanno parlato i rappresentanti della Regione Veneto, della Comunità Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni di Asiago, della Regione Lombardia, della Valle dAosta, del Friuli Venezia Giulia. Ma sono stati affrontati anche temi specifici: Claudio Ferrari, direttore del Parco Adamello-Brenta, ha insistito sul ruolo centrale del Parco nella tutela dellalpeggio, mentre per la Provincia autonoma di Trento Massimo Miori e Luca Pedron, del servizio foreste e fauna il primo, del servizio strutture, gestione e sviluppo aziende agricole il secondo, hanno presentato le 34 A esperienze e le attività propedeutiche alla costituzione del catasto provinciale delle malghe. Pietro Molfetta, invece, sempre del servizio strutture, gestione e sviluppo aziende agricole, ha illustrato il modello disciplinare tecnico ed economico per la gestione delle malghe di proprietà pubblica in provincia di Trento. Di quanto si sta oggi facendo e di quanto è nellimpegno futuro dellassessorato provinciale allagricoltura della Provincia autonoma di Trento ha anche parlato Alberto Giacomoni, dirigente del servizio strutture, gestione e sviluppo aziende agricole. Le malghe sono importanti ha concluso lassessore provinciale allagricoltura, al commercio e al turismo, perché possono diventare lelemento trainante per il tessuto socioeconomico del Trentino. Agricoltura di montagna, zootecnia, prodotti tipici, gestione del territorio e conservazione del paesaggio, turismo di qualità: questi sono i punti da considerare e che terremo ben presenti quando dovremo giungere a definire i nuovi Piani di sviluppo rurale. 35 A Festa dellAgricoltura va in scena lorgoglio contadino di Walter Facchinelli Colori, sapori e forti emozioni hanno caratterizzato la Festa dellAgricoltura svoltasi lo scorso 6 agosto a Caderzone. Il cuore verde della Val Rendena era affollato di gente riunita per assistere a questevento di mezza estate che pone la Vacca di razza Rendena, il territorio incontaminato della Valle e la figura degli allevatori-agricoltori al centro dellattenzione e dellammirazione di turisti e valligiani. Una mandria di vacche Rendena e gli allevatori hanno sfilato per le vie del paese, accolti ed applauditi da una folla festante, giunta anche da lontano per assaporare quel bel mondo antico accompagnati dalle Bande di Caderzone e Bleggio, dai bambini e dalle ragazze del gruppo Folk, seguiti da uomini e donne con abiti da lavoro ed i loro mezzi agricoli. 36 A Luomo, la terra, la Razza Rendena, i prodotti agricoli, assieme al fuoco e allacqua, sono stati gli elementi emozionali forti della giornata, un unico ed importante filo conduttore che unisce e riconcilia gli agricoltori alla gente della Rendena ed ai turisti. «Unemozione davvero unica e forte», ci confida una turista affezionata frequentatrice di Caderzone e delle sue Terme. «Una sensazione unica», aggiunge un gruppo di donne, che hanno ritirato la pancia al passaggio ravvicinato delle vacche. Il lungo corteo è transitato, quasi un saluto di rito, davanti al monumento alla Vacca Rendena realizzato dallartistafabbro Luciano Zanon per poi proseguire verso lo storico Maso Curio. I volti abbronzati e distesi dei turisti si sono affiancati alle facce segnate dal tem- 37 A po, dal lavoro e dal sole, sono questi gli allevatori, uomini e donne, di Caderzone e non solo, abituati a seguire le vacche in alpeggio dopo ore di cammino. Gente che non conosce domeniche o giorni festivi e con impegno e dedizione governa e munge ogni giorno questa razza piccola e snella che affronta con agilità i diroccati ed erti pascoli in alta montagna. Questanno il ringraziamento della Comunità di Caderzone, per le mani del sindaco Maurizio Polla, è andato ad Angelina Salvaterra moglie di Giovanni Giuanin Salvadei «un segno di riconoscenza per il suo lavoro in agricoltura, che ci permette di esibire un territorio che molti ci invidiano». Il ricordo di molti è andato al maestro Tranquillo Giustina, studioso e cantore delle gesta e dellorgoglio dei Caderzoni. Nel cuore antico del paese si è aperta la mostra di Gotthard Bonell, presentato dal critico Federico Mazzonelli su allestimento dellarchitetto Fulvio Nardelli. La serata è proseguita nei pressi di Maso Curio con lassaggio dei prodotti tipici col marchio di Caderzone e la cena a base di polenta carbonera. Caderzone e la Val Rendena hanno vissuto una giornata davvero intensa che sarà ricordata da tutti, in primo luogo dai Caderzoni orgogliosi delle loro tradizioni e della loro storia e da quanti lhanno vissuta, con emozione, insieme a loro. 38 A Il Larice di Malga Garzoné Il larice dì Garzoné, detto anche laras dal bait dai purcei perché ai suoi piedi vi era un piccolo porcile, vive sullo sfondo della bellissima conca di San Giuliano, luogo di estrema bellezza che coniuga ai massimi livelli aspetti naturalistici e storico-religiosi, la cappella di San Giuliano, sulla sponda dellomonimo lago, venne eretta presumibilmente nella seconda metà del tredicesimo secolo per confortare i pastori, che già allora sostavano nellampia conca pascoliva per quasi quattro mesi allanno. Quasi due secoli dopo è datata la nascita del larice, vicino al luogo di sosta preferito dai pastori, in località Garzoné, dove qualche secolo dopo verrà costruito lo stallone della malga. È una serie di fortunate coincidenze che ha permesso al nostro larice dì sopravvivere alle avversità naturali e agli interventi dì taglio e di pulizia del pascolo operati dalluomo nel primo secolo della sua lunga vita. Quando nel 1604, su iniziativa di un parrocchiano di Caderzone, si inizia lopera dì ricostruzione del romitorio allora in precarie condizioni, il larice, raggiunta ormai una discreta altezza, è nel suo pieno sviluppo. Il disastroso inverno del 1866 distrugge quasi totalmente la cappella di San Giuliano ma lascia indenne lormai robusto larice, capace di resistere alle estreme avversità meteoriche e di meritarsi lammirazione ed il rispetto dei montanari. E ai giorni nostri il larice sopporta senza apparente sofferenza il disseccamento della cima causata da un fulmine, una decina di anni or sono, e fa da sentinella ad una delle valli più attraenti dellarco alpino. Tratto da Custodi del tempo dalle radici del Trentino Provincia Autonoma di Trento Servizio Foreste e fauna 2006. 39 A Kulturfreundschaft über die Alpen hinweg Scambio culturale attraverso le Alpi Non ho mai approfondito, se fra le popolazioni che non vivono in montagna, avvengono degli scambi damicizia o gemellagi come molto frequentemente avviene per le comunità insediate nellarco alpino. Riflettendo però, penso proprio di sì, e credo che anche le comunità insediate lungo le rive dei mari abbiano tra di loro degli scambi damicizia e dei momenti di confronto. Probabilmente è normale, che a qualsiasi livello e segmento della società, nasca il desiderio di incontrare, conoscere e intrattenere rapporti con altri che condividono simili necessità, territori, culture e problemi. Con queste premesse da diversi anni il Comune di Caderzone ha promosso una serie di gemellaggi con realtà comprese nelle Alpi e sulle montagne dellAppennino. Il rapporto di amicizia è avviato generalmente da conoscenze personali di qualche rappresentante dellAmministrazione comunale o delle associazioni che in seguito vengono coinvolte negli incontri. In altri casi, ma credo più raramente, il gemellaggio è frutto della iniziativa politica promossa dallUnione Europea attraverso gli stati nazionali e le regioni per favorire lintegrazione europea. Nel caso di Caderzone il fattore che ha favorito il contatto con laltra comunità è stata quasi sempre lattività concertistica della banda musicale, mentre per altri comuni della Valle Rendena sono stati i pompieri, o i gruppi sportivi e culturali. Tutti i gemellaggi hanno avuto successo, a partire da Kirchanschöring (D), Weissbach bei Lofer (A), Postumia (SLO), Poretta Terme (I), ecc. Periodicamente gli scambi si rinnovano e si assiste alla nascita di grandi amicizie ed affetti fra le tante persone coinvolte. Gran parte della popolazione di Caderzone, sente di avere degli amici su cui contare, anche se sono lontani dal proprio territorio. Negli incontri si è notata sempre una reciproca spiccata curiosità sia per le tradizioni, in genere uguali, ma differenti nei particolari sia per le nuove iniziative di carattere economico, sociale, culturale e turistico stimolanti per nuove idee e risolutive di analoghi problemi. Laugurio è che anche in futuro lamicizia fra le comunità delle Alpi possa continuare ed ampliarsi in modo da portare un significativo contributo allunione dei popoli cosi come fortemente auspicata dall Unione Europea. Dott. Maurizio Polla Sindaco di Caderzone 40 41 Prima con il cuore di alpino e poi con la matita, per lalpino Battista e la sua bella Lolita. Disegno di Alfredo Amadei A Dietro le quinte del Premio Fedeltà alla Montagna Domenica 17 settembre è stato consegnato a Giovanbattista Polla il premio Fedeltà alla montagna giunto alla sua 26ª edizione. Il riconoscimento, istituito dallAssociazione nazionale alpini nel 1971, viene conferito ogni anno ad un alpino che si sia distinto per la sua attività di salvaguardia dellambiente montano. Tanto si è giustamente scritto e detto su questa manifestazione che ha portato a Caderzone un gran numero di alpini ma da dove arriva e quanto si lavora per organizzare una giornata come questa? Ce lo racconta uno dei responsabili dellorganizzazione, lalpino Valentino Mosca, vicepresidente dellAna di Spiazzo Perché il premio proprio a Caderzone? Perché a Caderzone si è verificata la situazione ideale. Giovanbattista è alpino, contadino e la sua azienda rispondeva ai criteri in base ai quali poter ottenere il prestigioso riconoscimento. Come si è arrivati ad ottenere il premio? Dobbiamo tornare al 2003. Su un numero de LAlpino di quellanno avevo letto della consegna del premio ad unazienda agricola del bellunese. Leggendo lAlbo doro dei premiati mi ero reso conto che, in 24 edizioni del premio, il Trentino non era mai stato menzionato, così ne ho subito parlato con Giovanbattista per avere la sua autorizzazione a presentare la domanda al comitato organizzatore, avuto il suo consenso tutto ha preso il via. Nellaprile 2004 cè stata la prima visita allazienda da parte della commissione incaricata. Nel luglio 2005 42 A ...concorso scuola un secondo sopralluogo, questa volta in malga. I tempi di verifica sono lunghi anche perché ogni anno ci sono tre candidati da visionare. Finalmente il 27 settembre 2005 Martini, lallora Presidente della Commissione, mi conferma lassegnazione del premio allalpino Giovanbattista Polla. Notizia accolta ovviamente con grande soddisfazione. A questo punto cosa succede? Nel marzo 2006 parte lorganizzazione concreta della manifestazione con i primi contatti verso tutte le associazioni locali di volontariato. Lorganizzazione è stata lunga, laboriosa e minuziosa. La manifestazione ha riguardato tre giornate: Venerdì 15 settembre: premiazione degli elaborati dei bambini della scuola elementare di Caderzone sul tema: Fedeltà alla montagna alpini. Ritengo che coinvolgere i più giovani sia importante perché ci permette di aprire un dialogo tra generazioni e tramandare dai padri e dai nonni ai figli e ai nipoti gli autentici valori degli Alpini e lattaccamento alle nostre montagne. Alla sera proiezione di filmati sulla montagna e presentazione ufficiale del premio 43 A Sabato 16 settembre: visita allazienda, al caseificio, al museo della malga. Deposizione corona al monumento ai Caduti e incontri con le autorità e, per concludere, serata di canti della montagna Domenica 17 settembre Sfilata da Strembo a Caderzone accompagnata da due fanfare e dalla Banda Comunale di Caderzone con il labaro Nazionale scortato dal Consiglio Nazionale ANA e da tutti i labari dei Comuni della Valle. Di seguito la S.Messa, la consegna ufficiale del premio e conclusione con il pranzo. Alla manifestazione erano presenti 22 sezioni e 87 gruppi Un commento finale? Ci tengo a sottolineare che insieme al Direttivo ANA di Spiazzo (e con la collaborazione della Sezione di Trento) abbiamo fortemente voluto questa ma- 44 A nifestazione. Lintento era quello di dare lustro e risalto allagricoltura della Val Rendena. Premiando lalpino Giovanbattista Polla si è inteso dare riconoscimento a tutta la Valle. Riprova ne è il titolo del lungo articolo apparso sul numero di ottobre 2006 de LAlpino : IL PREMIO FEDELTÀ ALLA MONTAGNA A UN ALPINO DELLA VAL RENDENA Come ultima cosa ma non meno importante ringrazio a nome mio e del Direttivo ANA di Spiazzo tutti coloro, soci e non, che hanno attivamente e concretamente aiutato e che, anche solo con la loro presenza, hanno reso indimenticabile la manifestazione. Sono sicuro che sia il gruppo ANA di Spiazzo sia il paese di Caderzone possono andar fieri di una manifestazione che, fino ad oggi, è stata certamente unica in Valle nel suo genere. Valentino Mosca intervistato da Rosanna Polla 45 A Turismo ed antiturismo tra operatori e residenti di Claudio Bottamedi Tratto da Turismo e ospitalità del Trentino Con il termine antiturismo indichiamo comportamenti ed opinioni della comunità ospitante che si oppongono al movimento turistico. Sono atteggiamenti, spontanei e più o meno inconsapevoli, che rivelano la mancanza di volontà da parte dei residenti di cooperare con gli operatori dello sviluppo turistico. Questi vanno da una scarsa attenzione allospite a movimenti ostili e violenti che possono estrinsecarsi in manifestazioni e minacce e nei casi più gravi in attentati ai turisti (un esempio sono le recenti vicende di Sharm El Sheik). Chi vive operando nel turismo si affanna a costruire la scena turistica, mentre i locali si allontanano da questo modello e vivono gli ospiti come intrusi, che turbano il regolare andamento della vita comunitaria. Il modo di rapportarsi dei residenti nei confronti dei turisti attraversa quattro stadi: - euforia: quando il fenomeno turistico è agli inizi del suo sviluppo, la comunità ospitante è lieta di accogliere i visitatori, sia per le aspettative economiche che per il desiderio di novità - apatia: i locali interessati divengono una piccola parte della popolazione, subentra un processo di abitudine e di separazione tra hosts e guests - saturazione: marginalizzazione della comunità ospitante, deterioramento del contesto; al turismo iniziano ad essere addebitati i guai - antagonismo: atteggiamenti e comportamenti apertamente conflittuali verso il turista. È proprio nelle fasi di saturazione e di antagonismo che si manifesta lantiturismo. 46 A Ma quali sono i fattori che influenzano levolversi delle relazioni sociali fra turisti e popolazioni locali? Li possiamo riassumere nei seguenti: - Numero dei turisti che visitano il luogo rispetto ai residenti correlato alla capacità di carico dellarea: al crescere del rapporto aumentano le percezioni negative da parte dei locali rispetto al fenomeno (ad esempio viene maggiormente sentito il problema della protezione ambientale). - Rapidità e intensità dello sviluppo turistico: questo può essere più o meno graduale e perciò originare un diverso impatto socioculturale. - Organizzazione dellindustria che si sviluppa per servire il turismo: naturalmente un coinvolgimento di capitale e di personale locale influirà in modo diverso sulleconomia e sulla popolazione locale rispetto allutilizzo di investimenti e lavoratori esterni. - Caratteristiche strutturali del sistema: capacità della destinazione e della comunità ospitante di accogliere sia fisicamente che psicologicamente larrivo dei turisti senza compromettere attività e abitudini locali. - Differenze economiche, sociali o culturali tra i visitatori ed i residenti, richiesta di particolari standard di alloggio e servizio (bolle ambientali che proteggono dalla società ospitante): maggiore è la distanza culturale ed economica tra turisti ed ospiti maggiore è limpatto socioculturale e tanto più rapidamente vengono guastate le relazioni tra i due gruppi. Secondo unanalisi condotta dalla Provincia Autonoma di Trento nel 2002, il Trentino si sta avviando verso il secondo stadio, la fase così detta di apatia: i fenomeni tipici di antiturismo sono pochi e contenuti. Ciò è dovuto sia al fatto che si è sviluppata unofferta turistica basata su piccole e medie imprese locali, sia alla diffusa presenza di turisti indipendenti e di flussi provenienti da bacini geografici non troppo lontani, che presentano un inferiore impatto sociale e culturale. Nelle zone con maggiore intensità 47 A turistica risulta un aumento di percezione degli effetti sia negativi che positivi del turismo, così che iniziano a manifestarsi alcuni fenomeni di reazione, anche se contenuti. Alcuni fattori come viabilità, traffico e parcheggi sono quelli che al momento più di altri possono compromettere latteggiamento di accoglienza dei trentini e che sono dunque potenziali cause di antiturismo. Per evitare che si originino opinioni e comportamenti antituristici è necessario procedere ad una pianificazione dello sviluppo, gestire al meglio i fattori sopra descritti tenendo ben presente le caratteristiche del sistema locale su cui si va ad agire. Provvedimenti possibili: - promozione di strategie e strumenti per incoraggiare lafflusso di turisti interessati alla tipicità ed alla conoscenza degli aspetti autentici delle culture locali; - interventi di tutela delle risorse naturali; - provvedimenti mirati alla riduzione quantitativa dei flussi, quali ingressi a numero chiuso o barriere di prezzo; - educazione e formazione delle persone coinvolte nel turismo. Solo in questo modo è possibile rallentare il susseguirsi delle fasi del ciclo e così posticipare il più possibile il raggiungimento delle ultime due (comportamenti di saturazione e di antagonismo), impedendo il deterioramento del rapporto turista - comunità locale. Trentino Spa ha previsto un momento strategico-operativo successivo alla ricerca condotta, chiamato azioni di marketing interno, da definire assieme agli operatori interessati per effettuare unefficace opera di informazione e sensibilizzazione interna. 48 A Paesi della Val Rendena Mostra Personale di Pino Zorzi di Walter Facchinelli Quando si pensa alla Val Rendena, la prima cosa che viene in mente è il suo silenzio e una natura dolce: prati erbosi e boschi incontaminati, creste acuminate e vigorose cascate, antichi edifici e silenti paesi. Quando si rivedono questi paesaggi nelle opere di Pino Zorzi si pensa al gioco di luci e ombre che si alternano alle sfumature, in un continuo e naturale rinnovamento delle forme. Sono immagini che in bianco e nero hanno un loro fascino particolare, poiché la mancanza di un componente importantissimo della realtà, il colore, le porta ad essere suggestive. 49 A Il tema di fondo dei lavori di Pino è larchitettura del paesaggio, in special modo quella urbana: il viottolo, il portale, la fontana, ledificio e la piazza diventano, nel suo percorso dindagine, i territori dellarte, il punto di congiunzione possibile tra verità e bellezza. Con la sua produzione a china ed a matita, con la sua sapiente e sensibile esecuzione, egli ci presenta gli edifici come dei corpi, ne delinea i tratti somatici, ne costruisce alla perfezione i dettagli, in un ritmico alternarsi di luce ed ombra, di valori chiaroscurali. La mostra, dedicata ai lavori di Pino Zorzi, è composta da una trentina di opere grafiche realizzate dallartista negli ultimi anni. Opere che propongono i temi cari allautore: la piazza centrale, le case in pietra, le piccole viuzze, i vicoli acciottolati, le erte scale e gli slarghi assai suggestivi, e poi ancora chiese e cappelle che conservano capolavori darte. Sono paesaggi intensi che le tonalità chiaroscurali, contribuiscono a restituirci tutto il fascino autentico di un mondo tranquillo, oggi in declino. Lordine e la forma, al tempo stesso essenza delle cose, sono gli elementi portanti della produzione di Zorzi. Questi paesaggi ci propongono sì immagini tratte dallosservazione della realtà, ma rigorosamente filtrate attraverso la razionalità, sottoposte ad un processo di tipo intellettuale ed analizzate fino a restituirci una sapiente combinazione di segni, linee, volumi e armonie. Immagini che traducono un mondo di luminosa e tranquilla bellezza, che diventa dimensione essenziale desperienza in cui vero e verità, finzione ed inganno si scambiano costantemente le parti. 50 Anno 1934. Inaugurazione capitello. Cortesia di Giovanni Sartori Castalàn Anni 1950-1960. Bella compagnia in una bella giornata a Jamun. Cortesia di Francesco Amadei Rancel. 51 Speciale Ricordo di: Tranquillo Giustina don Celestino Lorenzi il Garzonè - n. 29, dicembre 2006 52 Speciale Tranquillo Giustina a cura di Mario Antolini Bibliografia Opere letterarie. ENRICO DIROVI, Ancora non è sera. Ed. Maia, Siena, 1963 (40 poesie) - E allimprovviso. Ed. Maia, Siena, 1964 (32 poesie). - Il cielo è qui. Ed. Maia, Siena, 1965 (30 poesie). - Accesa la lucerna. Ed. Maia, Siena, 1966 (32 poesie). - Come dentro unacqua. Ed. Maia, Siena, 1967 (31 poesie). - I principi mandano araldi. Ed. Rebellato, Padova, 1968 (racconti). - Prima che il sogno cada. Ed. Maia, Siena, 1969 (42 poesie) . - A non restare solo. Ed. Maia, Siena, 1972 (40 poesie). - Eterno invito. Ed. Maia, Siena, 1967 (48 poesie) - Lundicesima ora. Giardini Editore, Pisa, 1973 (48 poesie). - Ospite sempre. Ersi Edizioni, Roma, 1975 (62 poesie). - Le stagioni continue. Giardini Editori, Pisa, 1979 (60 poesie). - Incontri con la poesia di Giulio Arcangioli. Ed. Accademia Casentinese, Arezzo, 1982. (saggio letterario). - Il grido e lanima. Ed. Squarcina, Milano, 1985 (72 poesie). - Tre studi. Ed. Accademia Casentinese, Arezzo, 1986 (saggio letterario su Vittorio Vettori). - Lopera di Giulio Arcangioli. Ed. Accademia Casentinese, Arezzo, 1987. (saggio letterario). - La luce dArianna. EdiRendena, Tione, 1988 (racconti). - I principi mandano araldi. EdiRendena, Tione, 1988 (racconti). - Il silenzio del fiore. EdiRendena, Tione, 1991 (racconti). - Lultima estate. EdiRendena, Tione, 1992 (racconti). - Il cielo non finisce mai. EdiRendena, Tione, 1993 (racconti). - Il cuore e la rondine. EdiRendena, Tione, 1994 (83 poesie). - La primavera di Dio. EdiRendena, Tione, 1995 (racconti). - La veste viola. EdiRendena, Tione, 1999 (racconti). Opere storiche. TRANQUILLO GIUSTINA, La Rendena e lo storico contagio. Ed. Artigianelli, Trento, 1974. (sulla peste del 1630). - Selezione e commento a Memorie e notizie di Rendena e Giudicarie depoca napoleonica di Giuseppe Antonio Ongari. Ed. Artigianelli, Trento, 1984. - Il deserto armonioso. EdiRendena, Tione, 1986 (biografia di don Agapito Mosca). - I giorni dei Lodron. EdiRendena, Tione, 1986 (i Lodron in Val Rendena). - Marco da Caderzone. EdiRendena, Tione, 1987 (i Lodron in Val Rendena. Vol I). - La bianca fioritura. EdiRendena, Tione, 53 Speciale 1987 (i Lodron in Val Rendena. Vol II). - Larazzo e la spada. EdiRendena, Tione, 1987 (i Lodron in Val Rendena. Vol III). - Lestrema congiura. Ed. Il Chiese, Storo, 1990 (Marco da Caderzone). - Capitoli di Regolamento per lonoranda Comunità di Villa. EdiRendena, Tione, 1990 (antichi Statuti di Villa Rendena). - La Rendena dei malefici. EdiRendena, Tione, 1991 (documenti del Medioevo). - Gli eredi del giglio. EdiRendena, Tione, 1995 (storia di Caderzone. Vol. I). Storie dal contado. EdiRendena, Tione, 1997 (storia di Caderzone. Vol. II). - Il secolo inquieto. EdiRendena, Tione, 1998 (storia di Caderzone. Vol. III). - I Lodron di Rendena (in Sulle tracce dei Lodron). Litografia Effe e Erre, Trento, 1999 (saggio storico). - Luragano e larcobaleno. EdiRendena, Tione, 2000 (storia di Caderzone. Vol. IV). - Vele dArgo continue. EdiRendena, Tione, 2000 (storia di Caderzone. Vol. V). - Un canto nella notte. Storia di Verzeo. Antolini Centro Stampa, Tione, 2003 (indagine storica sui Lodron di Caderzone a Bocenago). Ricerche locali TRANQUILLO GIUSTINA, Opera omnia di Nepomuceno Bolognini. Fiabe e leggende della Rendena. Introduzione. EdiRendena, Tione, 1996 (saggio letterario). Opera omnia di Nepomuceno Bolognini. Leggende del Trentino. Introduzione. EdiRendena, Tione, 1997 (saggio letterario).- Opera omnia di Nepomuceno Bolognini. Le Maitinade. Introduzione. Premio S.A.T. 1998. EdiRendena, Tione, 1996 (saggio letterario). - Nepomuceno Bolognini: una vita per la propria terra. Premio S.A.T. 1998. EdRendena, Tione, 1996 (biografia e saggio dello scrittore garibaldino di Pinzolo). - Opera omnia di Nepomuceno Bolognini. Usi e costumi della Rendena. Introduzione. EdiRendena, Tione, 1999 (saggio letterario). Opera omnia di Nepomuceno Bolognini. Usi e costumi del Trentino. Introduzione. EdiRendena, Tione, 2002 (saggio letterario). - Opera omnia di Nepomuceno Bolognini. Proverbi e modi proverbiali tridentini. Introduzione. EdiRendena, Tione, 2003 (saggio letterario). Le immense cattedrali di Douglas William Freshfield. Introduzione. Editrice Rendena, 1993 (opera di carattere alpinistico) - La Le Alpi italiane di D. W. Freshfield. Introduzione. Premio S.A.T. 1998. EdiRendena, 1998. Ristampa di Le Alpi italiane del Freshfiel (saggio). - Le vette e gli immortali. EdiRendena, Tione, 2004 (saggio sui primi alpinisti stranieri in Adamello-Presanella e in Brenta). - I giorni memorabili. Antolini Centro Stampa, Tione, 2002 (biografie di personaggi di Bocenago). - Le Giudicarie raccontano. Antologia giudicariese dellopera di don Lorenzo Felicetti. Introduzione. EdiRendena, Tione, 2002 (raccolta di scritti del Curato di Vigo Rendena). 54 Speciale Note biografiche Tranquillo Giustina nasce a Monfalcone (Gorizia) il 4 giugno 1929 da una famiglia di emigranti rendenesi. Compie gli studi a Gorizia conseguendo il diploma di maestro elementare presso lIstituto magistrale di Gorizia nel 1948. La sua attività di insegnante si alterna presso le Scuole Elementari di: Turriaco (GO) anno scolastico 1948-49; Crespadoro (VI) a. s. 1949-50; San Giorgio di Nogaro (UD) a. s. 1950-51; Piombino Dese (PD) a. s. 1952-53; Borore (Nuoro) a. s. 1955-56; Desulo (Nuoro) dalla. s. 1956-57 alla. s. 1958-59; Livinallongo (BL) dalla. s. 1959-60 alla. s. 1962-63; Bocenago (TN) dalla. s. 1963-64 alla. s. 1966-67; Caderzone (TN) dalla. s. 1967-68 alla. s. 1993-94. Andato in pensione col 1° settembre 1994 ha scelto di dimorare definitivamente a Caderzone, patria dei propri avi. Portato allo studio della letteratura italiana, si cimenta dapprima nel campo della poesia pubblicando varie sue opere (sotto lo pseudonimo di Enrico Dirovi) soprattutto nel periodo 1963-1982. Successivamente il suo interesse si sposta nel campo della narrativa e soprattutto nellambito della storia locale, con specifico riferimento alla Val Rendena (Giudicarie), nel Trentino sud-occidentale. 55 Speciale D el maestro Tranquillo come letterato si è già scritto molto e molto si scriverà. Visto che non sono la persona più adatta a trattare tale argomento, il mio ricordo verterà sulla grande utilità di alcuni suoi scritti per lo sviluppo di Caderzone. Subito qualcuno obietterà che tra il maestro Tranquillo e lo sviluppo di Caderzone, dato che Giustina era una persona dedita alla poesia ed alla letteratura e apparentemente estranea alleconomia e a ciò che gli succedeva attorno, difficilmente poteva esserci un nesso. Invece, anche se indirettamente, il suo prezioso e silenzioso lavoro di ricerca ha contribuito sostanzialmente al recupero fisico e funzionale del centro di Caderzone. Era la primavera del 1990 quando appena nominato sindaco, ebbi ad affrontare lannoso problema del rudere rimasto dopo lincendio del 1976 delle stalle allora chiamate dai Fitin. In diverse occasioni il consesso comunale discusse di tale argomento senza giungere mai ad una soluzione convincente. Tutti Caderzoni chiamavano il palazzo antistante le stalle come Castello dei conti Bertelli senza peraltro conoscerne bene la storia. A dire il vero bisogna dar atto della lungimiranza della Pro Loco di Caderzone che con a presidente Amadei Diego poco prima aveva edito un libretto scritto dal maestro Tranquillo e illustrato da Claudio Dallagiacoma I giorni dei Lodron nel quale si faceva cenno della presenza in Caderzone del casato dei Lodron nella figura principale di Marco. In un incontro privato il nostro letterato mi raccontò della grande influenza nella storia di Caderzone che ebbe la presenza di un nobile, seppur non illuminato come Marco. Si discusse poi tra laltro degli immobili che erano stati costruiti e appartenuti ai Lodron e successivamente dopo la morte di Marco nel 1490 alla figlia sposa del notaio Bertelli di Preore. Nella sua appassionata descrizione parti lidea di recuperare il rudere e quindi tutto lisolato. Per far ciò però era indispensabile il sostegno della cultura e quindi si diede avvio alla fruttuosa collaborazione per la pubblicazione della storia completa di Caderzone. I testi già pubblicati e quelli che anno dopo anno seguivano diventavano lausilio più importante per convincere lAmministrazione Provinciale sullimportanza del recupero delle uniche vestigia nobiliari della Valle Rendena. Purtroppo Tranquillo non potrà vedere il restauro completo dellisolato, ma sono convinto che con lo spirito ci sarà vicino per completare un suo grande sogno. Maurizio Polla 56 Speciale È difficile sintetizzare una persona, una vita, un ricordo. Allinterno della redazione de il Garzonè il maestro Tranquillo Giustina è sempre stato molto attivo e partecipe, sempre pronto a fare un passo indietro per lasciare spazio, nel nostro periodico, ad altre voci, soprattutto ai giovani, verso i quali aveva unattenzione particolare ed unincontenibile voglia di vederli emergere, affinché potessero prendere coscienza del loro essere cittadini di Caderzone. Siamo stati onorati della sua presenza nel Comitato di Redazione, egli è stato un autentico cultore della storia di Caderzone, e le pagine del Garzonè ricche di spinti, riflessioni, notizie e aneddoti, ne sono il miglior esempio. La sua presenza nella redazione è stata per tutti noi un grande regalo, molte volte ci è stato di pungolo, altre proprio per la sua pacata saggezza daiuto nellindividuare nuovi temi da affrontare, nuovi soggetti da coinvolgere o ascoltare. Tranquillo Giustina è stata una persona squisita, aveva un animo nobile e non poteva essere diversamente, visto che era una bella persona in tutti i sensi con una personalità ferma, caparbia, gioviale e aperta. Forse, ad un approccio frettoloso, appariva eccessivamente schivo e riservato, anche un pò malinconico, però non triste. Al contrario, era una persona disposta ad ascoltare, consigliare, sempre pronta ad affrontare nuove sfide soprattutto editoriali. Grazie per la tua presenza tra noi. La Redazione R icordare Tranquillo Giustina è riportare il pensiero (ed il cuore) ad una persona unica nella sua tipica proiezione ideale della vita: prima di tutto nel suo concetto cristiano del vivere e del rapportarsi con gli altri; poi nella scelta professionale dellinsegnamento concepito come missione educativa; ed infine nella sua predilezione di storico servita con una dedizione ed uno scrupolo fuori dal comune. Peccato che il suo carattere schivo, quasi timido, lo abbia tenuto rinchiuso fra le pareti di casa, poiché le poche volte che è riuscito a vincersi ed a convincersi di parlare in pubblico ha sempre saputo coinvolgere linteresse degli uditori, ammirati e stupiti dal suo profondo sapere e dal suo avvincente modo di porgersi. Ha vissuto in silenzio con una passione per la sua Rendena terra degli Avi propria di quelle generazioni di emigranti rendenesi che hanno saputo apprezzare la loro Valle assai di più di coloro che non lhanno mai abbandonata. Peccato che i suoi numerosi libri pieni di dottrina e scritti con una pignoleria inaudita non siano 57 Speciale stati accolti ed apprezzati dalla sua gente con quella capillare diffusione e quella risonanza invano attese dal loro Autore. Per quanti labbiamo conosciuto ed avvicinato rimarrà il ricordo di una sincera amicizia e di una sempre signorile e corretta signorilità. Laugurio sincero è che possa rimanere vivo attraverso la lettura delle sue numerosissime opere da trasmettere di generazione in generazione tanto sono intrise di verace e necessaria rendenità. Mario Antolini Musón I o e il maestro Tranquillo siamo stati colleghi a scuola e ricordo che lui era un insegnante appassionato del suo lavoro, lo faceva con attenzione e generosità. Era la sua missione. Aveva una profonda spiritualità che gli permetteva di apprezzare ogni persona per ciò che era. Aiutava molto la parrocchia e il parroco per la preparazione dei bambini al Sacramento della Prima Comunione, sicuramente molti ricorderanno il suo modo di raccontare le storie della Bibbia. Ma la parola che più mi viene in mente pensando a lui è proprio «passione». Forse sembrerà strano ricordando che persona pacata era, ma chi lo conosceva meglio, chi ha avuto la grazia di stargli vicino può confermare, che nelle cose in cui credeva, metteva una passione forte. Ha lasciato unimpressione forte di cristiano integro don Celestino Lorenzi 58 Speciale L a notizia della morte del maestro Tranquillo ha varcato rapidamente loceano e mi ha raggiunto. Lo ricordo con affetto, e me lo sento più vicino adesso, che in braccio a Dio, mi può amare e accompagnare senza più i limiti del tempo dello spazio. Ne avevo conosciuto la fama, buona, ancora prima di arrivare a Caderzone come parroco: una sua collega in pensione mi aveva già parlato di lui come di una persona su cui poter contare. Il volto non lavevo incontrato subito, perché lui, schivo e poco incline alle celebrazioni di massa, non cera nel piazzale delloratorio dove era organizzata la festa per la mia accoglienza. Era invece ben presente la sua personalità nel discorso scritto da lui che in quelloccasione mi era stato letto da Bruno Salvadei: con le parole di Gesù mi invitava a non avere dove posare il capo, come il Figlio dellUomo. Nemmeno la tana delle volpi, né il nido degli uccellini. Per me che entravo in una casa nuova, pensavo, erano un richiamo ben forte! E la prima impressione, quando finalmente lho incontrato, era stata quella di avere davanti un uomo forte, anzi: rigido. Ci ho messo un pò a conoscerlo veramente. A disfarmi del mio pregiudizio e apprezzarne la cortesia, la discrezione, la passione per la storia della sua gente, la dirittura morale, la disponibilità (per lungo tempo é sceso alloratorio per ordinare larchivio parrocchiale, facendo un servizio prezioso quanto invisibile). Più che come maestro, io lho conosciuto e stimato come catechista. Fin da subito si é reso disponibile ad aiutarmi a preparare i ragazzi al Sacramento della Comunione. Mi piaceva perché era onesto: se era esigente con i suoi bambini era perché lo era con se stesso. E allo stesso tempo tenero: il sorriso sul viso suo normalmente serio, quasi preoccupato spiccava. Ciao Tranquillo. Sarà bello rincontrarci. don Gianni D el maestro Tranquillo Giustina conserverò un bellissimo ricordo relativo alla convinta testimonianza offerta come studioso della storia locale a sostegno del martirio del Vescovo di Trento Vigilio. «Non è ammissibile che una Tradizione lunga 1600 anni, abbia delle basi di partenza inventate. Non ce la sentiamo di dire che i nostri antenati siano stati dei creduloni e paciocconi tali da lasciarsi impunemente affibbiare il marchio di assassini sia pure di un Santo. Non è titolo di merito aver linciato con lapidazione un Santo, ci sembra più 59 Speciale disonorevole però sentirsi dire daverla bevuta per così tanto tempo». Aggiungeva pure anche delle prove concrete per dire che su questi tragici fatti cera parecchio silenzio. Il maestro sosteneva che una delle cause era dovuta ai vandalismi che avevano privato anche gli archivi di quasi tutta la documentazione scritta. Don Bruno Armanini Tranquillo Giustina eri tra i primi a salutare il mattino, vivo, tra i boschi e lo scrosciar del Sarca, godevi la vita che ti stava intorno. Rincorrevi le notizie sulla Val Rendena, per raccontare la storia del tuo amato paese. Costante e sicuro il tuo passo, con mille pensieri, pronti ad esaltare i sentimenti, i più semplici, i più sinceri. Essi, ora rivivono nei personaggi delle fiabe, da te scritte con tanto amore per grandi e piccini. Ti potremmo incontrare di nuovo, Caro Maestro, leggendo qualche libro dei tanti usciti dalla tua bella mente. C Alfredo Amadei arissimo Maestro, velocemente ci ha lasciati in punta di piedi, senza disturbare nessuno... con la discrezione che Le apparteneva. E con Lei se ne è andata una persona importante, che ha donato con amore e impegno tutta la sua vita alla scuola, intesa prima di tutto come sana educazione ai valori e ai principi morali. Ricorderemo con gioia la Sua grande, dedizione e pazienza nellinsegnarci il rispetto per il Creato; la bellezza del sapere apprezzare e osservare la natura nelle piccole cose; limportanza del sapersi fermare e ponderare attentamente le decisioni da prendere; lessenzialità di tenere in considerazione laltro nelle scelte della nostra vita, perché esse possano essere frutto di una condivisione e di un rispetto reciproco. 60 Speciale Un esempio prezioso il Suo, di lealtà, coerenza e giustizia... valori che forse nella società moderna sembrano essere passati in secondo piano ed aver ceduto il passo al potere e allopportunismo. Valori importanti che custodiremo gelosamente nei nostri cuori e che cercheremo di concretizzare nelle nostre giornate. La ringraziamo di cuore per questo prezioso modello di vita, laccompagnamo in questo ultimo viaggio con il ricordo e la riconoscenza e la salutiamo con un abbraccio. Sinceramente. Bruno Salvadei C aro Maestro, ci è difficile riassumere in sole poche righe quello che significa per noi averla avuto come maestro. Vogliamo ringraziarla per laiuto che ci ha dato appena arrivate a Caderzone. Non sapevamo una parola di italiano e allinizio parlare con gli altri bambini ci era difficile. Lei però con pazienza e dedizione ci ha aiutate, e facendoci svolgere i temi in classe come gli altri bambini ci ha fatto sentire uguali a loro, ci ha insegnato a scrivere in italiano, a leggere, consigliandoci il Topolino per iniziare e ci ha insegnato a scrivere in corsivo, in pochi mesi, grazie a lei abbiamo imparato una lingua che prima ignoravamo. La ricorderemo per sempre e le saremo sempre grate di aver avuto fiducia nelle nostre capacità. Marina e Francesca Falcone C on questo piccolo spazio noi ragazzi della classe 1980 di Caderzone, volevamo scrivere un pensiero perchè ci sembrava giusto ricordare chi era per noi Tranquillo Giustina. Pensiamo infatti di ritenerci davvero dei ragazzi fortunati perché abbiamo avuto la possibilità di imparare ed ascoltare i suoi insegnamenti per cinque anni. Ognuno di noi ha dentro di sè ricordi che porterà per tutta la vita con un sorriso,come il suo modo di insegnare, con cui era facile imparare, anche divertendosi, semplificando le cose più difficili e facendo sì che con dei semplici ragionamenti ciascuno arrivasse alla soluzione dei problemi più complicati; la sua assiduità nel seguire gli alunni maggiormente in difficoltà, la 61 Speciale sua quotidiana serenità danimo e la sua gioia nellinsegnare, a volte con una dose di severità leggera ma giusta, pensandoci oggi a mente fredda. Ci ha infuso un po di rispetto per la disciplina senza avere il timore della sua autorità. Tutti noi ci ricordiamo anche le tirate di orecchie, i castighi dietro alla lavagna, le cartelle che volavano fuori dalla finestra, le manate battute sulla cattedra nei momenti di rabbia, dovute nella totalità dei casi solo al nostro comportamento estremo, così come non dimenticheremo la carta assorbente per non macchiare il quaderno, lattenzione a non fare le orecchie alle pagine ed ancora la penna a sfera consegnataci sin dal primo giorno di scuola; per noi la matita non è mai esistita. E poi le infinite poesie imparate a memoria e recitate in classe davanti agli altri compagni, le gare con le tabelline, i libri scritti da lui che a noi regalava, i numerosi quaderni conservati in un angolo a casa con pagine e pagine scritte in modo ordinato per migliorare la calligrafia. Ma anche le ore di dottrina il sabato mattina, ci piaceva ascoltare la storia di Gesù e del popolo ebreo spiegata a puntate in modo semplice e chiaro con davanti la cartina della Palestina.... sono momenti che ci riportano alla nostra infanzia.... vien quasi da rabbrividire perchè sono passati ben 20 anni da quel primo giorno di scuola eppure i ricordi di quellaula, di quei banchi, della preghiera del mattino e di quel maestro che ci aspettava sulla porta sono ancora nitidissimi. Giorno per giorno ha imparato a conoscere ciascuno di noi spronandoci e cercando di incrementare le doti di ognuno. Poi siamo cresciuti ma lui è sempre rimasto lo stesso; lo si incontrava per il paese ed era il primo a salutare, aveva sempre una parola da dire, si interessava a quello che facevamo nella vita....era bello parlare con lui. Ecco, noi vogliamo semplicemente ricordarlo così e ringraziarlo perchè quello che siamo e saremo sicuramente lo dobbiamo molto anche a lui. Con affetto classe 1980 Caderzone I l Faggio Val Rendena non poteva dimenticarsi di Tranquillo Giustina. Molti lo conoscono come un tenace e minuzioso storico, ma anche lui stesso, ama riconoscersi nei panni di un fine narratore. E come la protagonista di un suo racconto ci viene da chiedere Maestro: «come fate ad inventare parole simili?» «Guardando il cielo sarebbe la sua risposta.!» ...Quello stesso cielo che appare in molti suoi racconti che ci unisce e ci accomuna tutti ...anche oggi. 62 Speciale Tranquillo Giustina, lo conosco come amico, lo conosco come persona schiva, e questo suo atteggiamento mi riporta alla mente Alberto Moravia quando afferma: «lo scrittore ha il compito, in mezzo a uomini che sovente soffrono senza comprendere, di ricordare quel che non si conosce o si vuol far dimenticare.» Moravia sostiene che lo scrittore «incarna la memoria e limmaginazione della storia e ne diviene testimone. E continua: per definire il mondo, lo scrittore sta contro il mondo o fuori dal mondo». In queste poche immagini vedo lamico Tranquillo e mi corre il ricordo allultima sua lettera quando mi scrive «del suo sepolto lavoro e alle sue sepolte stagioni lontane da tutto». Proprio a Caderzone, il 29 maggio 1999, per mano dellallora Presidente della Regione Trentino Alto Adige Margherita Cogo abbiamo consegnato a Tranquillo, una pergamena di ringraziamento «per non dimenticare» e per esprimere un unanime e convinto ringraziamento a questa Persona che, nellombra, ha raccolto, riparato ed intessuto le trame della nostra Storia. Walter Facchinelli Presidente Circolo culturale il FAGGIO Val Rendena Q uanti don Milani con la loro didattica innovatrice hanno profuso valide, feconde energie nelle nostre aule senza lasciare la loro eco nei titoli di giornale o nella risonanza dei mass media. Per fortuna della nostra Scuola non sono pochi e formano linnervatura sotterranea del nostro pur discutibile sistema educativo. Tra il florilegio di questi anonimi educatori cogliamo il maestro monfalconese Tranquillo Giustina che nei lontani anni cinquanta, pur potendo scegliere una cattedra nella nostra regione, volle portarsi in un villaggio dellAspromonte in Sardegna, dove i suoi piccoli allievi non sapevano né capire né parlare la lingua italiana. 63 Speciale Il direttore didattico con sede nella grossa borgata di Sedilo sgranò tanto docchi quando lesse il buon curriculum che il giovane maestro venuto dal continente gli consegnò. Lei sarà anche un missionario, ma non le posso affidare una prima elementare con bimbi che non la capiscono e la considerano uno straniero. Il Giustina insistette tanto che lanziano direttore accettò con molte riserve e con un pizzico di diffidente curiosità. Alcuni giorni dopo, allapertura dellanno scolastico, assieme al maestro monfalconese varcò la soglia di una rappezzata scuola a un solo piano anche il direttore. I bimbi erano già in classe con gli occhi sgranati e linnocente aspettativa di tante novità. Laula era tappezzata di tanti foglietti in cui figuravano disegnate persone e oggetti con didascalie bilingui in lingua sarda e in lingua italiana. Giustina aveva predisposto tutto nei giorni precedenti aiutato da un anziano maestro del paesino. Non fece altro che indicare con una lunga bacchetta le figure. Si levava subito unesplosione scomposta di voci in accento sardo cui il maestro faceva eco in lingua italiana. Si prolungò argentino questo coro nel quale si inserì anche la voce convinta del direttore. Questo fu il coraggioso inserimento educativo di Giustina tra i suoi piccoli allievi. A sua volta il giovane maestro si trasformava in allievo nelle serate autunnali e invernali quando si sedeva accanto a un vecchio poeta del posto, noto anche a Nuoro, per bearsi dei suoi incantevoli versi in vernacolo. Più volte la settimana guidava a turno i suoi piccoli nelle campagne o nei boschi per impartire loro nozioni di botanica e zoologia; pure per raccogliere la legna mai bastante alla voracità della stufa della loro aula. Stette quattro anni in questo suo romitorio per poi portarsi era la sua certosina, cristiana scelta educativa in un altro luogo forse più denudato di comfort: Andraz, una micro raccolta di case, frazione di Livenelongo, provincia di Belluno, fra il Pordoi e il Falzarego. Insegnava a ununica pluriclasse dalla prima alla quinta ed era quindi lunico maestro incastrato tra quei monti. Pure qui il metodo rousseauniano unito a quello psicopedagogico laccompagnavano in quei luoghi disolamento illuminati dalla sua fede evangelica. Lultima sua volontaria scelta scolastica si orientò, ormai cinquantenne, sempre sui monti, in una vallata accoccolata tra i ghiacciai adamellici e le rosee dolomiti del gruppo Brenta era quello il richiamo dei suoi antenati che, allinizio dell800 da quei monti scesero sulle rive giuliane dellAdriatico in cerca di fortuna. 64 Speciale Gli allievi ormai adolescenti di Caderzone, Strembo, Bocenago gli ultimi che lo ebbero maestro si illuminano quando si chiede di lui e sono parole dolci, inconsuete tra quelle popolazioni rudi e avare di confidenze. Da pensionato il Giustina si butta anima e corpo alla ricerca storica finalizzata a chiarire gli angoli oscuri della vicenda millenaria dei Signori Lodron, feudatari degli Asburgo nel nord Tirolo e nelle Giudicarie. Caderzone, subì la tirannia di uno dei Lodron, un don Rodrigo in miniatura, ma forse più sofisticato in crudeltà: Marco da Caderzone (+ 1490), con tanto di palazzetto, cantine e scuderie floride, che ora il Comune e la Provincia Autonoma di Trento hanno enfatizzato, meritatamente, in architettoniche cattedrali turistico-culturali. I volumi di Giustina rischiarano quel torbido periodo con riflessioni pacate e obiettive, velate da quel senso cristiano di giustizia che rimanda alle gran braccia del disegno provvidenziale agostiniano. Giacomo Botteri Gianda H o avuto la fortuna di frequentare il maestro Tranquillo in due diverse situazioni, ugualmente feconde per alimentare un rapporto di amicizia, troncato precocemente. Le prime frequentazioni risalgano agli anni 60, allorchè la scuola trentina venne investita da un forte movimento pedagogico-didattico innovativo, un Progetto educativo favorito da una maggiore disponibilità di tempo, da una maggior dotazione di strutture formative: operatori scolastici, spazi, attività, sussidi, servizi, elaborando una linea pedagogico-didattica nella quale tutti potessero riconoscersi, per averne discusso collegialmente le premesse e studiate le strategie. La scuola a tempo pieno non era semplicemente una espressione temporale, bensì implicava una vasta rifor- 65 Speciale me di strutture, metodi, contenuti, comportamenti e che esigeva una corretta formazione professionale da parte dei docenti. In questottica vi fu una vera esplosione di iniziative formative, sia a livello provinciale, con i corsi residenziali di Cavalese, Candriai, Riva sul Garda,Villa S. Ignazio, Tonale, Daone, sia a livello locale, con i corsi di aggiornamento di Condino e Caderzone, condotti con competenza e autorevolezza scientifica dal prof. Vigilio Sartori. In tali occasioni ebbi modo di conoscere e di apprezzare le doti educative ed umane del maestro Tranquillo, il quale dopo un iniziale momento di perplessità, giustificata e giustificabile da una prolungata ed efficace esperienza nella scuola tradizionale, dimostrò grande disponibilità ed un crescente entusiasmo verso le innovazioni pedagogico didattiche che privilegiavano il metodo della ricerca, come unico tramite per superare il metodo dellinsegnamento tradizionale e perseguire la metodologia dellapprendimento, che offre allalunno la possibilità di assumere un personale metodo nel ricercare, esplorare, informarsi, documentarsi, strumentalizzando i dati e le conoscenze, autonomamente acquisiti. Laltra felice occasione che mi permise di riprendere i contatti con il maestro Giustina è stata la formazione del gruppo di ricerca, nato allinterno del Centro Studi Judicaria con lintento di ricostruire le vicende sociali, politiche, economiche ed umane della nobile famiglia Lodron, che, dalloriginaria Valle del Chiese, ha raggiunto le regioni a cavallo delle Alpi, intrecciando la propria storia familiare con gli Eventi che hanno scandito i secoli del secondo millennio. Nellelenco dei grandi personaggi lodroniani: uomini darme, uomini di corte, uomini di chiesa, giganteggia la figura del conte Paride Lodron, eletto nel 1619 Principe del Sacro Romano Impero e Arcivescovo di Salisburgo, governando con grande dignità e capacità la importante Arcidiocesi per 34 anni. Tuttavia, in mezzo a tutti questi personaggi illustri, il maestro Tranquillo, ancora nei primi incontri del gruppo di lavoro, illustrò, con grande passione e competenza, la presenza della nobile famiglia Lodron nella sua Rendena, richiamando lattenzione su Marco da Caderzone, il figlio illegittimo del conte Giorgio, geloso custode degli interessi della nobile casata lodroniana, sino al sacrificio della vita. Le simpatie di Tranquillo verso Marco da Caderzone, finito tragicamente in piazza del Duomo a Trento (26 maggio 1490), sono testimoniate da una serie di opere editoriali e dalla appassionata verve con la quale, ogni volta che si presentasse loccasione, ne descriveva le vicende belliche: lo sfortunato assalto a Castel Corno, quelle tragiche: la sua decapitazione (coram populo) 66 Speciale e familiari: i rari momenti trascorsi con i diletti figli nel sontuoso castello a monte del paese, cancellato dal tempo e dagli uomini. Un grazie, tardivo ma affettuoso, per quanto ci hai generosamente donato. Basilio Mosca C aro Tranquillo, le persone care inesorabilmente se ne vanno come sabbia tra le dita. Vorresti trattenerle, quasi egoisticamente, ma lineluttabile è una forza che le vince tutte, e siamo destinati a soccombergli. Allora nasce il rimpianto, il dolore di non averti cercato abbastanza, di non avere un ultimo ricordo che non possa sbiadire. E così la tristezza di avere un vuoto, quasi palpabile, di non avere un tuo consiglio o un incitamento mi riempie il cuore. Purtroppo, troppo spesso, siamo tanti automi che camminiamo, anzi corrono, a testa bassa attanagliati dagli impegni di lavoro, dagli orari, dalle scadenze; travolti dalla frenesia della nostra giornata capita spesso di pensare a persone care come te, ma inesorabilmente si rimanda al domani e, mentre i giorni passano, le candele si spengono. Tu eri la luce, una luce che ha illuminato le oscure storie della gente di Rendena, quel faro modesto ma sempre presente che è stato punto di riferimento per moltissime persone. Ma ridurre il tuo ricordo alla ricerca storica, allamore per la terra di Rendena, alla tenace ricerca della verità delle origini, è poca cosa se paragoniamo queste cose alla tua forza interiore, alla tua sensibilità, alla tua caparbia umiltà: al tuo modo di essere. Ora la Val Rendena, è orfana di te, che sei stato per molti padre, confessore, consigliere, ispiratore ed anche istigatore nellagire. Loblio non sbiadirà il tuo ricordo, i tuoi occhi sereni, il tuo viso sorridente rimarranno per sempre nei nostri cuori. Caro Maestro, porto dentro di me la dolcezza del tempo trascorso insieme e la bellezza del tuo ricordo, non come una spina, ma come un dono prezioso che aiuta a vivere. Walter Facchinelli 67 Speciale T ranquillo Giustina non cè più. Egli manca allamorevole Sorella, ai suoi Parenti, a noi tutti, ma restano vivi più che mai lesempio della sua vita, la gentilezza e la bontà del suo carattere, i suoi numerosi scritti. Nessuno potrà scordare la dolcezza del suo viso. Alto e snello nel fisico, Egli era distinto e cordiale allo stesso tempo, scrupoloso e impegnato nel suo lavoro, contento dentro di sé di essere riuscito a narrare fedelmente la storia della sua terra in libri dimperitura memoria. Io ho lonore di averlo conosciuto personalmente. Me lo presentò anni or sono il Sig. Alfredo Amadei, ansioso di farmi incontrare con uno dei personaggi più illustri del suo paese. Da allora andai a trovarlo insieme con mia moglie ogni volta che venivamo a Caderzone per una breve vacanza. Le notizie relative alle ricerche storiche che lui faceva con tanta passione, erano espresse da una partecipazione così viva che ti vincolava a leggere i suoi libri. Per ogni domanda cera sempre la giusta risposta, potendo Egli ricorrere al grande patrimonio della sua cultura. A volte risultava espansivo, perché credeva nei suoi progetti. Per lui studiare e scrivere erano motivo di vita. Alle impressioni e ai commenti che io gli trasmettevo dopo aver letto i suoi meravigliosi racconti, come quelli che si trovano nelle raccolte delle altrettanto stupende edizioni Rendena Tione La veste viola - II cielo non finisce mai - La luce dArianna e tanti altri , mi rispondeva con lettere affettuose che conservo premurosamente. Il legame tra me e Tranquillo Giustina, tutti e due con un passato trascorso in letizia tra i ragazzi, attaccati al dovere e alla soddisfazione dellinsegnamento, assunse presto il senso più alto e più bello della fratellanza. Simpatia e confidenza, comunanza di idee e sentimenti, entrambi fermi nella fede religiosa, ci hanno aperto gli animi come pochi possono immaginare. Rimpianto sì, e tanto dora in avanti, per la scomparsa dellAmico, ma con pensieri e ricordi tali da ritenere valida la testimonianza della sua laboriosa esistenza. Lamabile e bella immagine di questo Maestro può dare forza a noi tutti per avere fiducia in noi stessi e continuare a vivere secondo la volontà di Dio. Solo così potremo essere riconoscenti alla memoria del carissimo Tranquillo Giustina. Walter Camatti 68 Speciale H o conosciuto il maestro Tranquillo Giustina nellestate del 2001, quando allinizio del mio lavoro di riscoperta della storia della Vetreria di Carisolo, mi sono necessariamente imbattuta nei suoi scritti. Naturalmente più volte avevo letto parte dei sui numerosi lavori storici, ne avevo tante volte trovato riferimento ed in molte occasioni avevo sentito fare apprezzamenti alla sua opera da parte di coloro che si occupano di storia locale, ma non solo. Credevo di non conoscerlo di persona e colsi loccasione delle mie ricerche per farlo. Mi trovai invece davanti ad una persona con la quale avevo parlato molte volte durante le sue passeggiate alla Vetreria, scambiandoci pensieri, riflessioni, osservazioni e notizie sui passati frequentatori di questi luoghi. Fui piacevolmente sorpresa e mi riuscì ancor più facile stabilire quel contatto di frequentazione familiare che purtroppo si è bruscamente interrotto con la sua scomparsa. Sono ricorsa al suo sapere, ai suoi affettuosi consigli, alla sua grande conoscenza di vicende e situazioni tante volte in questi anni, nel proseguo dei miei lavori, ma anche solo per la curiosità di sapere da lui qualcuna di quelle numerosissime notizie che volentieri dava. Lo ricorderò sempre nellultima sua visita pochissimi giorni prima di 69 Speciale morire, mentre, seduto sul palo della recinzione che circonda il mulino della vecchia fabbrica, mi raccontava qualche cosa a proposito di Nepomuceno Bolognini, grande personaggio della Rendena, uscito dallingiustificato oblio grazie alla paziente ed attenta opera di Tranquillo Giustina. Egli resta un maestro ed un esempio intento generosamente fino alla fine ad insegnare qualche cosa a tutti noi. Manuela Bonfioli Q uando nella primavera del 1974, alletà di ventanni, neodiplomato maestro elementare, ottenni la mia prima lunga supplenza al Centro Scolastico di Caderzone, ero sicuro di aver accettato per bisogno e che non era quello il lavoro della mia vita. Mi presentai nel cortile da perfetto sprovveduto, senza conoscere nessuno, né insegnanti né alunni. Sostituivo la maestra Gianna Lonardoni, insegnante di matematica in III, IV e V. Gli altri docenti erano: Caterina Facco, Mosca Maria, Bruno e Marilena Fantoma, Lisetta Tovazzi, Maria Luisa Brioli (adesso è dirigente a Trento), Carla Cozzio, Maria Parteli, Patrizia Dadam e il maestro Tranquillo Giustina. Forse gli ex alunni di quellanno, i nati negli anni dal 1963 al 1967, se li ricordano tutti. Ho trovato un ambiente validissimo, dal punto di vista professionale e dei rapporti umani, fra colleghi e con i bambini. Non capivo però il carattere del maestro Tranquillo: poche parole sottovoce, grande modestia, vestito sobrio allantica, timidezza. Credevo che fosse un prete. Mi sono ambientato benissimo e in un lampo sono passati i pochi mesi fino alla fine dellanno scolastico. Non ho più avuto occasione di insegnare a Caderzone, ma da allora ho sempre lavorato nella scuola. Anche negli incontri e nelle riunioni fra insegnanti, non ho parlato quasi mai con Tranquillo e non sapevo della sua intensa attività storico-letteraria. In seguito, invece, lho incontrato spesso e ho avuto modo di parlare con lui del suo lavoro di ricerca, della scuola, dellopportunità di conservare la memoria storica e di valorizzare gli elementi tradizionali del passato per dare spessore e senso al presente. Insieme alle sue pubblicazioni storiche, che ridanno la vita a tanti luoghi, edifici o ruderi, persone leggendarie altrimenti morti per sempre, la raccolta degli scritti di Nepomuceno Bolognini, incompreso letterato valligiano, è stata unopera di valore inestimabile per aprirci alle scene della vita quotidiana in Val Rendena ai tempi dei nostri avi, dai bisnonni in su, con i loro riti, canti, gioie e sofferenze. Affascinato dalla scoperta, Tranquillo scrive nellintroduzione a Usi e costumi della Rendena: 70 Speciale « Così ricco in realtà, così sorprendente, così traboccante, era il rigoglioso folklore dallora! Un ventaglio fantastico di possibilità culturali. Un gioioso tripudio dimmaginazioni e dimmagini. Una profonda capacità di cogliere e di godere ogni più piccolo incanto, ogni più casuale incontro, ogni più ingenuo sentimento, ogni più intima commozione, ogni più incompresa estasi. » Negli ultimi tempi insistevo perché venisse a parlare con gli insegnanti del nostro Istituto, per fare in modo che il patrimonio letterario da lui strappato al pericolo di estinzione, potesse rientrare nei programmi didattici. La salute non glielo ha permesso. Noi non dobbiamo permettere che cada loblio sul maestro Tranquillo Giustina e sulle sue eccezionali scoperte. Non possiamo, se amiamo la nostra terra e vogliamo bene ai nostri figli. In una poesia di Il cuore e la rondine ha scritto «Non credi ancora i dolci insegnamenti, e i mesti riti doro, che ha la morte.» Prima dobbiamo credere a quelli della vita. Adesso capisco un po di più il carattere del maestro Tranquillo. Ciao, maestro, riposa in pace, sei stato un grande. Claudio Cominotti 71 Speciale don Celestino Lorenzi S ono passati pochi giorni dal commiato di Tranquillo Giustina e ci ritroviamo di nuovo in chiesa per accompagnare nel Suo ultimo viaggio un altro personaggio illustre, che sarà annoverato nella storia di Caderzone. Lamato Don Celestino ci ha lasciato fisicamente, ma non ci ha lasciato e non ci lascerà mai nel ricordo. Chi ha avuto lopportunità di conoscerLo, sicuramente tutti gli abitanti della parrocchia di Caderzone, Strembo e Bocenago presenti in paese fino al suo pensionamento, porteranno per sempre nel loro ricordo limmagine di Don Celestino con la sua tonaca nera. La tonaca la porto affinché chi mi vede capisca che sono un prete, un operaio di Dio questo mi disse quando gli chiesi come mai continuasse a portare la tonaca, Lui che era così moderno e così aperto alle novità. Dicevo che tutti i Suoi parrocchiani certamente hanno conosciuto don Celestino in quanto il contatto umano era insito nel Suo modo di fare. Per tutti, per giovani, vecchi, donne, uomini, ricchi, poveri, ecc. egli aveva sempre una parola e cercando di cogliere il meglio di ognuno riusciva a coinvolgerli nella vita della parrocchia. Non sto a descrivere ciò che ha fatto e neanche la Sua grande spiritualità, tutti noi siamo qui perché lo conoscevamo, stimavamo e gli volevamo molto bene. Voglio solo riportare le mie impressioni visto che per un lungo periodo, in tanti momenti, ho avuto la possibilità di esserGli vicino. Ho sempre considerato il nostro don Celestino, come un vero uomo forte, capace di sopportare le difficoltà della vita, Sue e del Suo prossimo, con dignità e saggezza. La Sua 72 Speciale immagine di uomo anziano minfondeva unampia fiducia tanto da potermi completamente appoggiare alle Sue semplici ma concrete parole. I Suoi esempi e riferimenti andavano con chiarezza al sodo dei problemi e mindicavano la strada risolutiva basata sempre sulla comprensione e tolleranza. Era clemente e conciliante, ma in certe situazioni Sapeva essere determinato e deciso come un buon pastore, che lascia libere le sue pecore, ma quando vede il pericolo le richiama vicino a sé e le protegge, magari racchiudendole Lingresso di don Celestino a Caderzone in un recinto. Non potrò mai dimenticare come lesempio fosse al primo posto di tutta la Sua azione pastorale. Se diceva che per una determinata cosa o azione bisognava sopportare, Lui era il primo che di buon cuore pazientava, se si doveva aiutare o soccorrere qualcuno, era in prima fila proprio come avvenne con la missione in Tanzania dove non si limitò ad organizzare la trasferta, ma fu tra i primi a partire. Così tutta la sua vita pastorale è stata contrassegnata dal buon esempio. Per descrivere la grande personalità di don Celestino mi servirebbero ancora svariate pagine, ma mi limito a richiamare alla memoria il Suo entusiasmo per ogni iniziativa di carattere sociale, culturale, sportivo, economico, ecc. che le sue comunità avviavano. Le Sue parole, la Sua presenza, la Sua benedizione erano una carica di energia, di positività ed anche una sensazione di certezza del successo dellidea. Grazie Don Celestino per tutto ciò che hai fatto e detto, non ti dimenticheremo! Maurizio Polla 73 Speciale Testimonianza su don Celestino Lorenzi espressa dal suo successore don Bruno Armanini. 2 ottobre 2006. D on Donato Valentini in una serata dellestate 2006 ha tenuto una relazione universitaria a Madonna di Campiglio sul tema nuovo, ma antico almeno di duemila anni: Chiesa petrina e Chiesa mariana. Avuto linformazione da un quotidiano locale, siamo andati ad ascoltare questa chicca offerta da un nostro convalliggiano illustre. Don Donato, è risaputo, è stato uno dei consiglieri di papa Ratzinger quando era prefetto del dicastero sulla dottrina della Fede e lo è ancora col successore. Don Valentini continua pure il suo insegnamento presso lUniversità Salesiana. Cosicché ha potuto testimoniarci gli approfondimenti cari allattuale Papa, grande stimatore ed amico di Urs Van Balthasar al quale dobbiamo questa importante chiave di lettura quella appunto delle due Chiese - della storia del cristianesimo. Dico questo per entrare nel merito ed inquadrare la teologia del nostro don Celestino che solitamente viene ritenuta la sua teologia, - superata, antiquata, daltri tempi, spiritualità dei madonnari. Mi è stato di grande conforto avere la conferma, grazie alla lezione magistrale, che è vero invece il contrario! Di don Celestino quasi tutti i suoi fedeli affermano essere stato un sacerdote assai bravo e addirittura santo. Se si sale nel gradino della scala della gerarchia e delle specializzazioni e competenze teologiche si distingue: di don Celestino Parroco nulla da eccepire. Invece di don Celestino come teologo è meglio lasciar perdere. Perché questo distinguo? Comprenderemo un po se ci riferiamo appunto alla relazione di don Donato Valentini che presentava la Chiesa nel suo insieme come una simbiosi, una unione tra laspetto petrino che ha riferimento a San Pietro, cioè alla gerarchia e quello Mariano Giovanneo, cioè che si rifà alla Madonna ed a San Giovanni Evangelista. Questultima accentua prevalentemente laspetto dello Spirito, del Cuore, dellAnima. Entrare nel merito di un tale distinguo, diventerebbe necessariamente lungo. Qui ne abbozziamo solo un aspetto che riteniamo chiarificatore. 74 Speciale Un po di più comprenderemo se osserviamo il comportamento iniziale: accanto a Gesù fino alla sua crocifissione, chi cera? Maria e Giovanni e pochi altri, la Chiesa cioè del cuore, quella materna, di Maria. La Chiesa della gerarchia , la chiesa rappresentata da s. Pietro invece dov era? Tutti fuggiti! I primi hanno poi aderito alla solidità della Fede, i secondi possiedono lentusiasmo e la gioia dei mistici. Sicuramente i secondi sono sempre stati la linfa viva della Chiesa gerarchica che ha tramandato la Tradizione, sono stati loro la fonte sempre sgorgante di Essa. In Don Celestino Lorenzi chiaramente prevaleva la seconda corrente, la spiritualità mariana congiunta , anzi in servizio , in comunione con la gerarchia . Come sacerdote è stato costantemente accanto a Gesù sofferente nel suo Corpo Chiesa, sempre, e ha saputo andare contro corrente, coi fatti quando i più vendevano o abbandonavano le realtà ecclesiali, tipo lOratorio ed altre manifestazioni della pietà popolare per seguire una dottrina più razionalista. Quando altri proponevano di lasciare fare alle istituzioni laiche, lui è rimasto sotto la Croce perché era col Rosario in mano accanto a Maria. In conclusione preghiamo San Giovanni Evangelista e Maria Santissima perché ci ottengano la luce anzitutto per comprendere, poi per ammirare e 75 Speciale quindi per lasciarci coinvolgere dallo slancio ed imitare i nostri pastori don Celestino, don Vittorio e il maestro Tranquillo che in Maria trovavano e ottengono ancora per noi, la forza di sostenere nonostante talvolta prevalga nella gerarchia il razionalismo. Carissimi auguri a tutti voi affezionati lettori del Garzonè, affinché vi appassionate sì di teologia, però con laccompagnamento di Maria. Così usava fare appunto don Celestino, da ritenersi solo per questo veramente santo. Il parroco don Bruno Armanini U n uomo deve lasciare dietro di sé un giardino ben curato, un albero con buoni frutti, una casa accogliente per chi dopo verrà. Don Celestino ha fatto questo con la discrezione e il senso del dovere del seminatore, che non si chiede se il suo lavoro nel campo darà raccolto, ma lo fa perché anche solo un germoglio sarà premio per tutti. Alberto Mosca D on Celestino ha dimostrato i valori della vocazione. (09.10.06) Sartori Arrigo V orrei approfittare delle pagine del Garzonè per parlare di don Celestino Lorenzi, che ci ha da poco lasciato. Tanto ha fatto per Caderzone, ed era rimasto legato al suo paese anche dopo essere andato in pensione. Ricordo che, prima di tornare a vivere a Mortaso, nella sua omelia di commiato aveva detto che avrebbe lasciato una candela accesa sul davanzale della finestra che guardava in direzione di Caderzone in modo che, quando qualcuno avesse pensato a lui, quella luce gli avrebbe testimoniato il fatto che don Celestino ricambiava laffetto. 76 Speciale Lo ricordo anche al funerale di mio padre Vittore, che aveva concelebrato come cappellano alpino allora si era già ritirato a casa propria. Aveva detto che per lui era importante essere presente, per laffetto che lo aveva legato agli alpini ed a mio padre in particolare; come cappellano è mio dovere essere qui a rendere onore ad un alpino che non cè più, erano state le sue parole durante la celebrazione. Per queste sue gentilezze, e per molti altri episodi che porto nel cuore, vorrei dirgli qui arrivederci e grazie, don Celestino. Bruna Sartori S crivo per ricordare la figura di don Celestino Lorenzi, recentemente scomparso. È stato parroco di Caderzone per molti anni, ed ha lasciato nel mio cuore ma penso sia così per tutti una tenera nostalgia. Sono tante le cose che ricordo con affetto di lui, ad iniziare dalla lunga tonaca nera che indossava sempre, come un parroco daltri tempi. Ricordo anche le sue omelie, parabole semplici, sempre efficaci. Una volta, parlando della maldicenza, disse che il Signore aveva fornito la bocca di ben due stupàie, i denti e le labbra, sbarramenti naturali che avrebbero dovuto rallentare il parlare troppo leggero. In un primo momento avevo sorriso, ma questo esempio figurato, in dialetto, era stato più chiaro di tanti discorsi. Lo ricordo ancora adesso. Era sempre disponibile, Disegno di Alfredo Amadei anche dopo essere andato in 77 Speciale pensione; anche quando non era più in perfetta salute, rimaneva sempre legato a Caderzone, a quelli che erano rimasti i suoi parrocchiani. Ha concelebrato il funerale di mia madre, dimostrando ancora una volta un grande cuore. Loratorio, poi. Laveva voluto per il suo paese con grande impegno e tenacia, raccogliendo fondi e seguendo il progetto. Lo si deve a lui. È stato bello averlo tra noi. Gli auguro ora buon viaggio, con il cuore. Melania Sartori Salvadei D ellindimenticabile don Celestino il ricordo che più resterà in me, e spero in tanti, è la sua raccomandazione: «non mollare, la Madonna ti aiuterà!» Mosca Lucio Caderzone, 2 ottobre 206 C aro don Celestino, non cè nulla che possa rimpiazzare lassenza di una persona cara, e come tu ci hai insegnato, questa cosa non dobbiamo nemmeno tentare di farla. «È come Dio vorrà» mi hai detto lultima volta che ti ho incontrato su quel letto in Casa di Riposo. Sembravi ancora più minuto e fragile, ma lanimo tuo era ancora forte e battagliero, malgrado quella gamba che come dicevi tu: «non riesce a portarmi più». Tu ci ha insegnato ad «agire sempre», a «sopportare», a «tener duro». Forse sbagliamo a dire che il tempo rimargina le ferite, che Dio 78 Speciale riempie il vuoto del ricordo; forse non lo riempie affatto, anzi lo mantiene appunto aperto ed in questo modo ci aiuta a conservare lautentica comunione tra di noi sia pure nel dolore. Il tuo esempio ed i tuoi insegnamenti rimarranno sempre in noi, perché come dicevi «da quando ci svegliamo a quando ci addormentiamo, dobbiamo semplicemente affidare a Dio e alla Madonna gli altri uomini e lasciarli nelle loro mani, così dalle nostre preoccupazioni per gli altri nascano delle preghiere». Caro don Celestino, quanto più belli e densi sono i ricordi, tanto più pesante è la separazione. Ma la gratitudine trasforma il tormento del ricordo in una gioia silenziosa. Walter Facchinelli ... ricordiamolo così 79 I L ettori scrivono Il vescovo di Fidenza Palazzo vescovile Fidenza 9 agosto 2006 Ill.mo Signor Sindaco La prego di accogliere i miei più cordiali ringraziamenti per laccoglienza a me riservata ed a tutti quanti soggiornano nei territori di Sua competenza. Le sono grato perché ha perso una mezza giornata per indicarmi la storia e la vita della gente di montagna, oggi. Nelloccasione invito anche Lei a visitare Fidenza ed i suoi dintorni quando potrà e ne vedrà lopportunità. Voglia gradire, anche a nome dei fidentini ospiti, ora e negli anni, i ringraziamenti per laccoglienza. Nel comune intento di poter giovare alla umanità, nei vari campi di azione, rinnovo i sensi della mia gratitudine, augurando ogni bene. + Maurizio Galli P.S. = Anche i prodotti alimentari sono da aggiungere alla lista dei ringraziamenti. Grazie. 80 L agosto 2006 Al Signor Sindaco e alla Giunta comunale, da un po di tempo, non mi sono fatta viva sul vostro «Garzonè», perciò ora desidero esprimervi il grande stupore di questo bel paese. Le Terme, il campo di Golf, le manifestazioni così simpatiche delle usanze vecchie e nuove, lordine, la pulizia, il rispetto per la natura, la civiltà dei suoi abitanti, ecc. Grazie, poiché tutto ciò mi gratifica e mi aiuta a trascorrere il resto dellanno con questi ricordi che conservo nella mente e nel cuore. Complimenti signor Sindaco, per il suo coraggio e la sua lungimiranza. obb.ma Luisa Percassi Alla spettabile Redazione del Garzonè Anzitutto complimenti allarch, Maurizio Polla, rieletto sindaco del vostro comune, e lode al saluto da lui rivolto sul Garzonè n. 28, con linvito esplicito ai suoi cittadini di osservare certe regole virtuose nei confronti della cosa pubblica, affinché ci sia risparmio di denaro utile dora in avanti a coprire i tagli forzati previsti nei bilanci comunali. È un discorso serio, sicuramente apprezzato anche dai turisti, provenienti in gran parte da paesi meno fortunati di quelli trentini, perché privi dei finanziamenti che può elargire la vostra regione. Potrei dilungarmi su questo argomento, ma non è il caso: il progresso nelle vostre valli nasce soprattutto dalle iniziative locali e dal vostro lavoro, grazie anche alla bellezza della natura che vi circonda. Il tutto bene evidenziato nelle belle pagine del Garzonè. Ho letto con interesse lo Speciale dedicato alle riflessioni sul fenomeno della immigrazione. Se da giovane avessi prestato maggiore attenzione allimportanza della qualità della vita, quale si svolge tra le comunità montane, anchio averi scelto Caderzone per la mia famiglia, chissà con quali e quante soddisfazioni. Al pensiero che sarei stato vicino al carissimo collega Tranquillo Giustina, mi esalto un tantino. Sempre nelle pagine dello Speciale ecco la poesia Numai dré: provai a leggerla, senza capirci unacca. Tradotta in italiano, certo mi sarebbe piaciuta, come quella della Mamma pronta a trovare nellamore il buon motivo per ospitare un bambino bielorusso. Di proposito mi fermo sempre volentieri a osservare i disegni dellamico Alfredo, tutti impegnati ad esaltare la sua gente, i suoi luoghi, le tradizioni del paese. In questa attività meritoria, non solo ci vuole bravura e passione 81 L per lespressione artistica, bisogna pure essere stimolati da tanto amore per la propria terra. La coppia Aldo e Lotte è piaciuta anche a mia moglie, con buona ragione: noi siamo felicemente sposati da 59 anni. Abbiamo un ritratto esposto in corridoio, del tutto simile a quello della pag. 56. Vi possiamo ammirare gli stessi atteggiamenti, la mano che abbraccia la spalla della persona amata, lidentico sorriso e lo stesso sguardo luminoso rivolto al prossimo e al futuro. Aldo e Lotte stanno bene insieme, come noi. Nel congratularci, possiamo affermare che il valore del matrimonio non si poteva rappresentare meglio di così. Consapevole o no, Alfredo, in questo quadro, dimostra quanto sia consolante larmonia coniugale. Lunica felicità possibile su questa terra è quella lì, costi quel che costi, checché se ne dica ai nostri giorni. Accanto alla salute, non si può desiderare niente di più bello. Cordialmente Walter Camatti Gent. Sig. Alfredo Innanzitutto cordialissimi saluti a Lei e alla sua famiglia da me e dalle mie sorelle. Oggi riordinando le foto scattate durante le ultime vacanze, che sembrano ormai lontanissime, ho ricordato la promessa fattale ed eccomi qui a metter nero su bianco per parlare di quanto sento dentro di me quando vengo a Caderzone. La decisione di trascorrere le vacanze costì è stata presa parecchi anni fa quando io e le mie sorelle e la nostra cara mamma, abbiamo ritenuto che Pinzolo, fino allora meta delle nostre ferie, fosse diventata troppo chiassosa e frequentata. Cercavamo un posto tranquillo dove poterci rilassare e questo grazioso paesino sembrava rispondere alle nostre esigenze. 82 L La scoperta poi dellhotel Rio, immerso nel verde di un prato, al limite di bellissime pinete, la cortesia e la cordialità dei suoi proprietari, hanno fatto cadere ogni dubbio sulla nostra scelta! Una gradevole sorpresa è stata poi apprendere che, come parecchi abitanti del paese, abbiamo una cosa molto importante in comune: il cognome Amadei! Ciò ha contribuito a farci sentire immediatamente a nostro agio, rendendo lambiente familiare oltre che confortevole e piacevole. Durante i miei soggiorni (parlo anche a nome delle mie sorelle e di un cognato), ho scoperto angoli incantevoli, di una bellezza commovente, luoghi senza tempo mantenuti intatti nella loro antica bellezza o sapientemente ristrutturati. Spesse volte mi sono distesa nellerba dei prati e avvolta da mille profumi ho osservato, sempre con rinnovato stupore, la miriade di erba e fiori di ogni colore, ho ascoltato il ronzio degli insetti, lo scorrere del fiume e tante volte mi sono gustata lassoluto silenzio. Tutto in perfetta armonia! E quante volte, alzando gli occhi oltre le cime degli alberi, le vette dei monti verso il cielo azzurro e terso, il mio sguardo si è perso nella sua infinita bellezza. Ma questa immensità non mi ha mai turbato, anzi come fosse un caldo abbraccio ha rafforzato la mia convinzione di appartenere ad un meraviglioso universo dove ogni cosa, anche la più piccola, è stata creata con infinito Amore! Grazie Caderzone! Anna Amadei Cavallari 83 L Dallalbum dei miei ricordi di Bonomi Margherita in Mosca IL LIVIO E LA IOLE Gli amici daltri tempi non si possono scordare, anzi tutti i giorni si devono ricordare. Son passati tanti anni da quando mi son sposata e con tanta gioia a Caderzone sono arrivata. Certo che i tempi erano brutti per tutti quanti, ma eravamo giovani e si andava avanti. La gente era semplice e quando ci si incontrava con un bel buongiorno si stava bene tutto il giorno. Poi in bottega dal Livio si andava tutti i giorni , i commessi erano simpatici , erano fini e intelligenti, col loro modo di fare affascinavano i clienti. Quando penso al pollo allo spiedo del sabato mattina, mi gira per la bocca ancora lacquolina. Poi cera il Gianfranco gentile ed educato, qualche volta Maurizio, ma non gli piaceva affatto, però tutti hanno visto dove sei arrivato, ce lhai messa proprio tutta, il paese hai cambiato. Bravo Signor Sindaco, sei arrivato fin qua, io ti devo dire son le orme di papà. Io da Caderzone, son dovuta andar via, lasciai la mia casetta con gran malinconia., ma non è rimasta vuota, ci sono i miei nipotini, che sono tanto belli, io son come Cornelia son tutti i miei gioielli. Cara Iole e caro Livio vi voglio tanto bene, speriamo di incontrarci ancora tanto tempo anche con tutte le nostre pene. Alcuni giorni fa incontrai una persona, era molto cambiata non lho riconosciuta.Ricordo con stupore che quando mi ha guardata ho detto sono tanti Anchio sono cambiata. Ma non dobbiamo prendercela e poi con una risata ci siamo detti: una bella scarpa resterà sempre una bella ciabatta. Allora pensiamola così, eravamo belli siamo un po anzianotti ma siamo ancora quelli. Auguri Livio e Iole di stare almeno sani per incontrarci ancora per tanti tanti anni. Con tanto affetto Margherita 84 L Geräuschlos in den Angeln dreht sich die grosse Welt. Geräuschlos in de Angeln der Herr, der sie erhalt Julius Langbehn Lieber Maurizio, vielen herzlichen Dank für die tröstenden Zeilen zum Tode meines Mannes und unseres Vaters. Mit Dank und Zufriedenheit blicken wir auf die schöne Zeit zurück, die wir mit ihm verbringen durften. Die so plötzliche, schmerzliche Trennung ist noch gegenwärtig, sie wird jedoch von der Hoffnung auf ein Wiedersehen überstrahlt. In Verbundenheit und mit lieben Grüssen Familie Schmuck Karoline, Christof, Hannes, Stefan, Elisabeth & Magdalena Weissbach, im Màrz 2006 Caro Maurizio, Grazie di cuore per le parole di consolazione per la morte di mio marito e nostro papà. Ringraziamo per i bei momenti che abbiamo potuto trascorrere insieme a lui. Questa così improvvisa e dolorosa separazione non è stata ancora accettata. Ci resta la speranza di un arrivederci. Cari saluti da tutti noi Fam. Schmuck Karoline, Chirstof, Hannes, Stefan, Elisabeth & Magdalena Weissbach, marzo 2006 85 L Lavenone, 27 luglio 2006 Gent. Assessore, ill. sig. Sindaco Ringrazio per laccoglienza della mia mostra di pittura presso la sala comunale. Spero di aver contribuito a valorizzare le Vs. manifestazioni, visto leco della critica che è stato buono. Mi dispiace di non aver potuto seguire personalmente la mostra, come si sarebbe dovuto, ma lo scultore che era con me, è sempre stato presente. Il pubblico che ha visitato la mostra, in più occasioni è tornato portando amici posso considerarlo un buon successo. Assieme ai ringraziamenti, se lo riterrete opportuno chiederei di prenotarmi anche per il 2007, magari dal 28 luglio al 5 agosto. Nellattesa di una favorevole risposta invio cordiali saluti. Elio Rosati Caderzone, agosto 2006 Alla redazione del Garzoné Al Consiglio comunale di Caderzone Io e mia sorella da circa dieci anni abbiamo scelto Caderzone come località per le nostre vacanze montane. I criteri che ci hanno spinto a scegliere questo paese sono stati la pace che vi si respira, la particolareurbanistica, con il continuo e accurato restauro degli edifici del centro storico, la simpatia degli abitanti e un luogo del cuore: il Parco Agricolo, con la passeggiata verso Pinzolo e la parallela, piacevolissima pista pedonale-ciclabile lungo il Sarca, che consente di giungere, lontani dal traffico fino a Carisolo e oltre, in Val Genova. Un percorso unico, nelle nostre antropizzate valli alpine. Ora apprendiamo che questa meraviglia naturalistica rischia di essere in gran parte distrutta per far posto a ciò che non esitiamo a definire un ecomostro: la circonvallazione di Pinzolo che, nelle sue varianti, si snoderebbe sia sulla sponda sinistra che su quella destra del fiume. Un progetto poco lungimirante (come tanti in Italia), che distruggerebbe proprio il motivo per cui molti turisti apprezzano questo sito. Un progetto che paradossalmente, favorisce chi a Caderzone o Pinzolo non vuole risiedere, ma queste località vuole evitare, per proseguire presumibilmente, verso 86 L Madonna di Campiglio e danneggia, viceversa, proprio i turisti affezionati che si vedrebbero assediati (quasi come in città), da automobili, rumore, inquinamento. Ci rivolgiamo pertanto con fiducia agli amministratori di Caderzone, paese che tanto amiamo, perché si attivino per conservare la nostra Caderzone e i luoghi limitrofi e perché propugnino la soluzione della galleria sotto il Doss del Sabbon, lunica che salverebbe sia il parco agricolo-fluviale, sia la pineta di Pinzolo. Il maggior costo di tale opera è, in realtà, il miglior investimento per noi e per le generazioni future e, come ogni lungimirante investimento garantirà laccrescimento del valore del grande patrimonio di questo tratto di valle, il suo ambiente, la sua bellezza, la sua pace. Nei prossimi anni, ne siamo certe, la fama delle caratteristiche uniche di Caderzone e dei paesi confinanti non potrà che accrescersi, garantendo lavoro e prosperità ai nostri figli e a noi turisti la gioia che si rinnova ad ogni ritorno! Con stima e fiducia. Professoressa Teresa Maddi Avvocato Alessandra Maddi di Milano 87 88