S ommario R M C A A D B F G S edazionale Dal pag. unicipio La vita dal 8 umün 28 ttualità Vita delle 30 ssociazioni 42 ialetto 47 Le pagine del La pagina dei Le voci al ambini emminile iovani idee Nelle pagine della 49 52 60 toria Speciale Giovani e Pace I 3 65 82 L ettori scrivono 93 1 ... artistiche figure di Luciano Zanon 2 R edazionale Cari lettori, Nel licenziare questo numero del Garzoné, particolarmente ricco di notizie, novità, curiosità, spunti di lettura, ricordi e riflessioni, abbiamo ritenuto opportuno dare spazio ad una riflessione che, crediamo, tanti di noi si sono posta. Il progresso corre ed il nostro stile di vita corre con lui, i cambiamenti avvengono in modo esponenziale e così, nel giro di pochi anni le nostre abitudini, il nostro modo di vedere le cose, lo stesso nostro modo di pensare cambia! Larticolo Però adesso dicono: «...era tutto sbagliato» ci permette di riflettere sulla velocità del cambiamento. Molti si riconosceranno in quel modo di vivere, lontano pochi decenni. Buona estate e buona lettura. La Redazione 3 R Però adesso dicono: « era tutto sbagliato» Da bambini andavamo in macchina senza seggiolino baby, senza cinture di sicurezza e senza airbag. In motorino ci andavamo senza casco. La bici in genere era senza freni e di capitomboli ne abbiamo fatte a decine, ma nessuno se la prendeva più di tanto né i genitori, né gli altri. Escoriazioni, graffi, abrasioni erano allordine del giorno; a volte fratture di ossa e denti spezzati erano il risultato del nostro scalmanarci, ma nessuno si sognava di denunciare qualcuno o qualcosa. Ci azzuffavamo tra compagni, e si arrivava a casa pieni di lividi e la mamma ti dava una sciacquata, seguita da una spruzzatina di alcool che friggeva da farti urlare, e lei: «Via, non piagnucolare mica ti ammazza!». Ci ingozzavamo di dolci, pane e burro e a volte perfino pane e lardo; sorbivamo bevande piene di zucchero ma, dicono, gli obesi e i diabetici erano meno di oggi in proporzione, e tra i compagni della mia classe non ce ne sono. Ci dividevamo una Coca Cola tra 4-5 amici, attaccandoci alla stessa bottiglia, e nessuno è mai morto infettato da chissà quali germi. Beveva- 4 R mo lacqua dalla canna del giardino, dal rubinetto di casa, dalla fontana in strada, o direttamente dal fiume, ma nessuno di noi è morto di tifo. I flaconi dei medicinali non avevano delle chiusure che ci vogliono gli studi per aprirli, ma nessuno è stato ricoverato per la lavanda gastrica. Alcuni studenti che non studiavano venivano irrimediabilmente bocciati. Anche alle Elementari. Nessuno ci restava scioccato. Un mio amico che ha ripetuto la seconda e la quinta elementare è diventato professore universitario, cattedratico di fama, e non mi pare che sia un frustrato! Se tornando da scuola raccontavi alla mamma che la maestra ti aveva dato un ceffone lei ne aggiungeva subito un altro, perché era sicura che ti eri comportato male e che la maestra avesse assolutamente ragione. Non valevano spiegazioni di sorta. Non per questo siamo cresciuti traumatizzati e bisognosi dello psicologo. Uscivamo da casa, quando non cera scuola, a giocare tutto il santo giorno; i genitori non sapevano dove ci fossimo cacciati, ma non gli veniva un infarto. Non esistevano i cellulari, così non scocciavamo nessuno e nessuno ci scocciava La mamma stava bene lo stesso nonostante che non chiamasse due volte ogni mezzora. Non avevamo i videogiochi, la Playstation, il Nintendo, i DVD, il walkman, Internet; avevamo semplicemente degli amici, e ci divertivamo un sacco ugualmente. 5 R Passavamo pomeriggi interi a giocare: cinventavamo dei giochi con i bastoni, i sassi, i bottoni, le bilie Giocavamo pure con le lucertole e con i lombrichi (poveretti loro!), ma nessuno inorridiva per queste stramberie, o le proibiva perché pericolose o dannose. Quando andava bene, si tornava a casa sporchi, sudati, puzzolenti e manco si faceva la doccia perché era ora di cena (e lorario era sacro), ma siamo rimasti sani come i pesci. I giocattoli nuovi li ricevevamo una volta allanno, alla Befana o tuttal più per il compleanno, non ogni volta che si andava al supermercato. E le nostre vite non sono state affatto rovinate perché non ci compravano tutto quello che volevamo. Del resto i regali ce li facevano con amore non per sensi di colpa. Il sabato sera si andava a letto presto, perché la domenica lappuntamento importante era la messa, e spesso la confessione e la comunione; lappuntamento domenicale era comunque sacro e ineludibile. Niente night, discoteca, nottate matte, corse notturne in moto o macchina eppure non soffrivamo complessi, non eravamo infelici, non ci sembrava di essere dei castrati. Non usavamo gel, non portavamo orecchini o piercing, non ci ornavamo di tatuaggi ma ci sentivamo ugualmente a la page: non eravamo dei palestrati, non facevamo jogging, body building, spinning, stretching, body pump, shoot exercise; non imparavamo il dojo, lo judo, il ju jutsu, il karatè, il kendo, il kung fu e non so che accidenti altro, ma uno straccio di ragazza la trovavamo lo stesso, ci sapevamo difendere senza problemi, e un mio compagno ha gareggiato alle olimpiadi di Melbourne. Se ti comportavi male, sculacciate e scapaccioni accompagnavano i rimproveri ma nessuno di noi ha mai denunciato i genitori al telefono azzurro, e nessuno li ha mai messi in galera per questo. Sapevamo che quando i genitori dicevano NO, significava proprio NO, non cera santi e Madonne che intercedessero! Nonostante tutto questo casino molti dei miei compagni sono professionisti di fama, parlamentari, dirigenti, alti funzionari, ricercatori, informatici di talento, imprenditori Però adesso dicono che era tutto sbagliato 6 R ... il cuore del paese di Caderzone visto dallalto. 7 Dal M unicipio Cari cittadini e lettori, Come potrete leggere su questo numero del Garzonè, questi ultimi sei mesi di attività amministrativa sono stati densi di iniziative e di impegno. Sono stati predisposti progetti e atti che impegneranno lAmministrazione comunale per diversi anni, sia dal punto di vista organizzativo che finanziario. Purtroppo la burocrazia, nonostante ogni governo cerchi di snellirla, è basata su ritmi molto lenti che solo unattenta pianificazione può riuscire a 8 M velocizzare. Di conseguenza abbiamo avviato un programma di opere pubbliche molto ambizioso e indirizzato su diversi fronti, cosicché almeno una parte dello stesso possa godere degli indispensabili contributi provinciali. Purtroppo lorganizzazione e il sistema di contribuzione pubblica non consentono di programmare gli interventi assegnando loro un ordine di priorità, in quanto ogni legge finanziaria di settore ha una propria graduatoria e una propria scadenza. Non esiste in altre parole la possibilità di presentare ununica domanda contenente più interventi e marcata da un ordine di priorità. In ogni caso ciò che è stato progettato per la nostra comunità è in eguale misura importante e prima o poi dovrà essere realizzato. I progetti sugli immobili del Rione Lodron Bertelli completeranno il lavoro di recupero partito ormai da un decennio, con interventi che porteranno, senza false modestie, ad avere il nucleo abitato storico più interessante e meglio conservato della Val Rendena. Ritengo che, con il completamento del suo restauro, il rione stesso diverrà meta e attrazione turistica. Sarà importante per molti aspetti anche dotare la campagna a nord di Caderzone di un efficiente sistema fognario. Ormai gli edifici con spazi adibiti a residenza e ad altre attività non propriamente rurali sono molti, e probabilmente in futuro la trasformazione sarà senzaltro estesa a quasi tutto lo stock edilizio esistente. È impensabile, in una zona così preziosa, lasciare che 9 M gli scarichi fognari finiscano nel sottosuolo, con il rischio di intaccare la principale risorsa idrica della comunità. La scuola, costruita nei primi anni cinquanta, deve essere ulteriormente adeguata alle normative vigenti, in particolare per quanto riguarda la statica in caso di evento sismico. Oltre a ciò, il continuo incremento degli alunni, provenienti anche dai comuni di Pinzolo e Spiazzo, comporta la necessità di ampliare gli spazi per le attività complementari, per la refezione e per le attività motorie. Un interessante soluzione architettonica consentirà di ricavare tutte le superfici necessarie per una scuola moderna, proiettata nel futuro. Infine, molto importante è il completamento del rifugio di San Giuliano, attraverso laggiunta di un volume da destinare ai servizi e alla gestione. La zona dei laghi di San Giuliano e Garzonè è ormai una delle mete turistiche più frequentate della Val Rendena; limmagine che essa offre è pubblicata su molte riviste di turismo, nazionali ed estere, e sicuramente si assisterà ad un incremento costante del flusso di visitatori collegato, siano essi alpinisti o semplici amanti della natura. Molti si chiederanno come mai le terme non sono ancora ultimate e quale sarà il giorno dellapertura. Effettivamente si è verificato un ritardo nellesecuzione dei lavori, ma è stato causato principalmente dalla complessità dellopera. La costruzione di uno stabilimento termale è un opera abbastanza rara, con molte incognite. A ciò si aggiungano le difficoltà nellindividuazione precisa dei servizi da offrire, che per rendere competitiva la struttura devono differenziarsi da quelli proposti dagli impianti a noi vicini. In ogni caso le strutture e le sistemazioni esterne saranno ultimate entro qualche giorno. Lapertura al pubblico non potrà però essere immediata, in quanto tutte le attrezzature dovranno essere collaudate per diversi mesi, facendo slittare al giorno 1 aprile 2004 la data ufficiale di apertura. Le terme saranno gestite da una società per azioni che è in fase di costituzione e che verrà denominata Fonte S. Antonio Terme Val Rendena S.p.A. I soci fondatori della società di gestione sono il Comune di Caderzone, che deterrà una quota pari al 51,476% e i Comuni di Pinzolo, Strembo e Bocenago con il 12,941% ciascuno, mentre il 9,701% sarà messo a disposizione di alcuni soggetti già contattati e disponibili tra i quali la Famiglia Cooperativa di Caderzone, la Cassa Rurale di Strembo, Bocenago e Caderzone, le Terme di Comano, il Consorzio di Lavoro Ambiente che già gestisce le Terme di Garniga e il Consorzio delle Cooperative Sociali di Tione-Judicaria. Il capitale sociale entro la fine del 2003 assommerà a 510.000,00 Euro e permetterà 10 M di aprire la struttura con un buona tranquillità finanziaria. Tra pochi giorni uscirà il primo prospetto informativo, che sarà allegato a tutti i depliant distribuiti dallAzienda di Promozione Turistica e dagli alberghi. Cambiando argomento, devo segnalare che prima dellinizio dellestate, come ogni anno, si è tenuta lassemblea della Pro Loco, per approvare il bilancio consuntivo dellanno 2002 e per programmare le manifestazioni per lestate 2003. Purtroppo, lo dico con molto rammarico, nel già limitato numero di partecipanti, vi era un solo rappresentante del mondo imprenditoriale (artigiano), mentre di albergatori, affittacamere o commercianti, se si eccettua lassessore Amadei, non vera nemmeno lombra. Devo dunque, mio malgrado, tirare le orecchie a chi, non preoccupandosi minimamente del lavoro svolto dalla Pro Loco nella promozione dellofferta turistica, non comprende come limpegno di poche persone disinteressate porti dei vantaggi economici soprattutto ai suddetti assenteisti. Si tratta di una semplice questione di senso civico: impegnarsi per i propri interessi aiutando con proposte e progetti chi in fondo potrebbe semplicemente stare a casa, ma che al contrario si adopera affinché Caderzone ottenga sempre maggiori riconoscimenti. 11 M È quindi mio dovere esprimere, a nome di tutta la comunità, un grazie sentito al presidente della Pro Loco Giordano Polla e ai suoi stretti collaboratori, che nonostante le poche gratificazioni portano avanti limportante e storico sodalizio. Ultimamente ho partecipato al 22° Raduno scialpinistico dellAdamello, organizzato in aprile dalla SAT Valgenova. È stata una manifestazione organizzata in modo impeccabile dal presidente Guida Alpina Luca Leonardi e dai suoi giovani collaboratori. Complimenti! Avete fatto onore a tutta la comunità. Raduno dellAdamello. Alcuni giovani di Caderzone che hanno partecipato al raduno Prima di concludere voglio infine ricordare il sig. Egon Froschl, sindaco di Weissbach (a destra nella foto in basso), comune gemellato con Caderzone, che, dopo circa 13 anni, per motivi di salute ha dovuto lasciare la carica. Lo sostituisce Josef Hohenwarter (a sinistra nella foto), già suo collaboratore. A Egon un grande augurio di pronta guarigione, con il ricordo delle belle giornate trascorse assieme per creare un amicizia fra comunità che durerà nel tempo. Al nuovo sindaco un augurio di tanti successi per sé e per tutta la comunità di Weissbach. Caderzone, giugno 2003 Maurizio Polla 12 M Weissbach, 10 maggio 2003. Il nuovo sindaco di Weissbach, il sindaco di Caderzone e lassessore di Weissbach. Passaggio delle chiavi del comune tra vecchio e nuovo sindaco. 13 M Le Opere pubbliche Come conseguenza del costante impegno promosso dallAmministrazione comunale per migliorare le strutture ad essa facenti capo, questanno sono stati sviluppati numerosi nuovi progetti, alcuni ormai già in fase di realizzazione, altri ancora da completare; nelle pagine seguenti cercheremo di offrirvi un quadro il più completo possibile. Ristrutturazione della Scuola Elementare Ledificio risalente allormai lontano 1957, era stato realizzato per rispondere alle esigenze scolastiche della popolazione del Comune di Caderzone, con 5 aule, un locale per attività ginniche, una sala insegnanti ed un ambulatorio. Dal 1967 anche lutenza dei comuni di Bocenago e Strembo si serve del nostro istituto; anche da paesi come Pinzolo e Carisolo si assiste ormai al continuo aumento delle domande di iscrizione, in quanto lorario a tempo pieno e la conseguente presenza della mensa, assenti in tutte le altre scuole dellalta Valle, costituiscono un servizio particolarmente apprezzato da numerosi genitori occupati in attività lavorative. Attualmente la scuola è frequentata da ben 82 alunni, numero di gran lunga superiore rispetto alle previsioni originali del 1957. Data la forte esigenza di spazi, lAmministrazione comunale ha recentemente messo a di- 14 M 15 M sposizione della scuola un locale seminterrato, esterno alledificio scolastico ma accessibile dal piazzale, da destinare a mensa. Permangono comunque delle carenze, specie per il numero delle aule a disposizione e per lo spazio adibito a palestra, che potrebbe assumere un ruolo polivalente per attività didattiche a scala di grande gruppo, spettacoli, assemblee, riunioni di genitori, ecc. Inoltre, per permettere agli alunni lo svolgimento di lezioni di carattere specializzato (musica, disegno, fotografia, ricerche, attività manuali), sarebbe necessaria la creazione di unapposita zona laboratorio. Il principale criterio di progettazione è stato definito nel rispetto della tipologia delledificio esistente, caratterizzato da unarchitettura anni 50 60, con ampie finestre disposte in modo regolare, tetto in legno ad una falda inclinata in direzione ovest-est con manto in lamiera color testa di moro, zoccolatura in conci regolari di granito. In sostanza lintervento previsto si svilupperà in quattro fasi, riassumibili come segue: ampliamento della struttura sul lato nord, con la realizzazione di un nuovo volume destinato a palestra. La stessa passerà dagli attuali 64,66 a ben 177,05 mq e sarà servita da locali per spogliatoi e depositi per altri mq 145,02 di superficie; - sopraelevazione delledificio esistente mediante linnalzamento della quota dimposta del tetto, per poter recuperare tre nuove aule; - ristrutturazione di alcuni spazi necessari allo spostamento della mensa allinterno delledificio scolastico, alla realizzazione del nuovo ingresso sul lato sud e degli spogliatoi nei locali seminterrati attualmente destinati a mensa. Questultima troverà spazio nel locale liberatosi con lo spostamento della palestra nella nuova zona, mantenendo la dimensione attuale di circa 70 mq; - realizzazione di una scala di sicurezza sul lato sud. Concludendo, si cercherà di rispondere alle attuali esigenze didattiche, 16 M che richiedono spazi flessibili dove poter sviluppare il percorso formativo del bambino anche al di fuori della singola aula, in particolare per quanto riguarda le attività motorie e di inter-relazione. Progetto: Arch. Manuela Baldracchi. Parte Finanziaria: lopera, già inserita nel bilancio di previsione 2003 per un importo totale di 1.300.000,00 è finanziata per il 90% con contributo provinciale e per il restante 10% con mezzi propri. Restauro e ristrutturazione interna Palazzo Lodron Bertelli Il palazzo, con le sue caratteristiche a metà fra un edificio fortificato e uno residenziale, è storicamente la costruzione più importante dellintero paese e della Val Rendena. Il suo recupero si pone al termine di un lungo percorso che ha permesso negli ultimi anni il risorgere a nuova vita di tutte le costruzioni che compongono il rione omonimo. Il progetto è relativo alla parte interna, in quanto il restauro e risanamento delle facciate esterne sono già stati completati. Per quanto riguarda la definizione delle funzioni che il fabbricato andrà ad assumere, si è pensato di destinare la struttura a sede per un museo di plastici dellarchitettura tipica rurale, cercando di delineare la storia delle manifestazioni di architettura spontanea di tutte le vallate che compongono il territorio del Trentino, individuando le differenze, le convergenze, i rapporti, le evoluzioni e interrelazioni legate al lavoro, ai luoghi e alla posizione geografica di ogni singolo edificio. 17 M La nuova destinazione degli ambienti di Palazzo Lodron Bertelli con il nuovo progetto di fattibilità sarà così definita: - al piano terra lingressoreception, ascensore interamente in cristallo (data lestrema delicatezza del suo inserimento in un ambiente con quelle caratteristiche espressivo-storico-culturali), i locali tecnici, un bar fruibile anche dai frequentatori delle adiacenti terme; - al primo piano il museo vero e proprio, con una successione di locali espositivi, ascensore e servizi igienici di piano; - al secondo piano una parte destinata a sale espositive, laltra per uffici di pertinenza del museo; - al terzo piano una sala per conferenze e lappartamento del custode. Progetto: Arch. Fulvio Nardelli. Parte Finanziaria: lopera comporterà un costo complessivo di 2.367.496,00; a copertura di una tale cifra, è stato richiesto il contributo provinciale. 18 M PIANTA PIANO PRIMO PIANTA PIANO TERRA RIONE LODRON - BERTELLI 19 M Ammodernamento e adeguamento funzionale del Rifugio Alpino San Giuliano Il Comune è proprietario del rifugio alpino di San Giuliano, struttura che ormai risale allanno 1930, quando fu costruita a servizio della comunità caderzonese per essere utilizzata durante i periodi di alpeggio nelle vicine malghe di Garzonè e San Giuliano. Dagli anni 60 divenne sempre più importante il suo utilizzo come meta turistica, fino a quando, verso la fine degli anni 90, lAmministrazione Comunale decise di valorizzarlo maggiormente intraprendendo una prima serie di lavori di adeguamento delledificio, con lo scopo di garantire agli utenti standards minimi di confort, igiene e sicurezza. Attualmente la costruzione è articolata su tre livelli: - piano terra adibito a cucina-sala ristoro-ricovero di fortuna con annessi servizi igienici; - primo piano con alloggi per i gestori e camere per gli ospiti; - secondo piano-sottotetto con possibilità di alloggio ospiti con sacco a pelo. La ricettività complessiva assomma a 22 posti letto, inclusi quelli riservati al personale gestore. Al fine di razionalizzare al meglio gli spazi a disposizione, è stato porta- 20 M to avanti un nuovo progetto, che prevede: l linstallazione di un nuovo corpo di servizio, realizzato con struttura in legno di larice, in corrispondenza della porzione est del rifugio, al fine di separare la zona di residenza di gestore e personale dalla vera e propria struttura turistica. Più in particolare, al piano terra si ricaverà la nuova cucina, lannessa dispensa, un locale da destinare a bivacco invernale, ed un vano riservato per raggiungere, al piano superiore, gli alloggi del gestore e del personale, costituiti da due camere da letto, ciascuna con bagno. Infine, nella superiore zona a soppalco, si potrà ottenere un deposito-soffitta; l il conseguente svincolarsi degli spazi al piano terra delledificio preesistente dalla funzione promiscua di area di ristoro, cucina con ricovero di fortuna e accesso alla zona wc-docce, rendendone possibile, grazie al succitato spostamento della cucina, la destinazione prevalente a sola sala ristoro; l la realizzazione al primo piano del rifugio stesso di due stanze con capienza di 4 e 5 posti letto e di un bagno con doccia, e al secondo piano di uno stanzone con ulteriori 6 posti letto, sempre servito da un bagno con doccia; l leliminazione dei manufatti precari e temporanei attualmente destinati 21 M 22 M PIANO PRIMO PIANO TERRA 23 M al ricovero di attrezzi e legna da ardere; si prevede tuttavia di collocare, in posizione separata ed esterna al rifugio, una piccola costruzione adibita allalloggiamento del gruppo elettrogeno di servizio; l il potenziamento della dotazione attuale di pannelli fotovoltaici, destinata allilluminazione dei locali interni del rifugio, la razionalizzazione degli impianti destinati alla produzione di acqua calda sanitaria e il perfezionamento del sistema di depurazione delle acque reflue. Una volta ottenute entro il corrente anno 2003 le necessarie autorizzazioni provinciali e accolta la domanda di finanziamento dellintervento, si prevede di svolgere e concludere i lavori nel corso dellestate-autunno 2004. Progetto: Ing. Giampaolo Mosca. Parte Finanziaria: pari ad 482.500,00 la spesa verrà coperta per il 90% con contributo P.A.T., per il restante con mezzi propri. Realizzazione nuova linea fognaria Il nuovo progetto tende a realizzare un nuovo collettore per le acque nere, che colleghi la zona di campagna a nord dellabitato, a partire dalla località Ram, con la rete esistente. Nellarea, fino ad oggi caratterizzata da un sistema fognario realizzato 24 M grazie a iniziative private, sono presenti diverse aziende agricole, una trentina di edifici rurali (utilizzati come seconda casa nei fine settimana o in via di cambio di destinazione duso o utilizzate come ricovero per gli stessi agricoltori), un albergo ristorante, due strutture agrituristiche (una in fase finale di costruzione, laltra già in possesso di concessione edilizia) e un attività artigianale con circa 15 addetti. Larea oggetto di intervento merita priorità nellesecuzione della fognatura, per la posizione geografica incombente sulla zona del torrente Sarca e sulle falde freatiche; la Giunta Comunale ha operato tale scelta di priorità in considerazione di ragioni igienico-sanitarie onde prevenire possibili inquinamenti della falda profonda dalla quale attingono lacqua potabile i comuni di Caderzone e Strembo. Progetto: Ing. Gianpietro Amadei. Parte Finanziaria: la spesa prevista ammonta ad 524.220,00 che verranno coperti grazie al contributo provinciale previsto e con fondi propri. Realizzazione ponte di attraversamento ciclopedonale Questopera si inserisce nel quadro delle iniziative previste dallaccordo del 1996 tra i comuni di Caderzone, Bocenago e Strembo, che auspicava la progettazione di alcune infrastrutture di connessione fra i tre abitati; la finalità specifica degli interventi previsti era ed è quella di migliorare le possibilità di fruizione da parte della popolazione dei tre paesi, sia residente che turistica, di un ambito territoriale ad elevata valenza ambientale come il nostro e delle sue numerose strutture di servizio (ad esempio pista ciclabile, parco giochi, golf club ecc.). La localizzazione del manufatto è il risultato della ricerca di un felice compromesso tra lesigenza di collegare in un punto strategico i due settori del campo da golf e quella di evitare uneccessiva luce complessiva della passerella. Questultima, prevista inizialmente in 110 metri, si è poi determinata in 95 metri circa, grazie alla nuova sistemazione dellalveo in sinistra orografica del fiume Sarca. Ragioni di tipo strutturale ed estetico hanno indotto alla scelta di una tipologia strallata a doppia antenna; laltezza delle pile dallalveo è di circa 6,30 metri, mentre laltezza delle antenne dal piano di calpestio è di circa 16 metri. La larghezza utile della carreggiata, di 2,76 metri, ha tenuto conto della possibilità di usufruire al transito sulla passerella di un mezzo di 25 M soccorso, nonchè di un possibile uso invernale quale passaggio per una pista di sci da fondo. Punto fermo nella ricerca progettuale è stata la volontà di conferire sia alla sagoma che allo sviluppo del ponte, una forma il più possibile leggera, tale da controbilanciare laltezza delle antenne e la luce considerevole. Progetto: Ing. Alfredo Massimo Dalbon. Parte Finanziaria: il costo di 1.032.913,00 è stata finanziata per l80% con contributo provinciale, per il restante 20% dai tre comuni interessati (Bocenago, Caderzone, Strembo). Manutenzione strada comunale Iamon Il lavoro riguarda la manutenzione straordinaria della strada che collega labitato con una zona agricola posta a nord del paese. La strada ha una lunghezza di m. 660, e lintervento cerca di ripristinare e realizzare le opere di sostegno della carreggiata al fine di consentire il transito degli automezzi, soprattutto agricoli, in modo da permettere la fienagione necessaria al soste- 26 M gno delle attività agricole e la conservazione del paesaggio. Il recupero della viabilità e il mantenimento della qualità ambientale permetteranno di valorizzare un patrimonio ambientale, storico e culturale necessario alla fruizione turistica del territorio, favorendo un utilizzo polifunzionale dello stesso. Gli interventi si svilupperanno come segue: l realizzazione di alcune scogliere a valle della strada, in modo da stabilizzare le scarpate e garantire la sicurezza nel sostegno della carreggiata stradale; l realizzazione, in alcuni tratti, di un filare di pietre alla base della scarpata di monte, allo scopo di stabilizzarne la parte basale e di delimitare nettamente la sede stradale; l ricostruzione di alcuni muri a secco; la scelta di recuperare tipologie costruttive tradizionali è motivata anche dal valore storico e paesaggistico della strada, ed inoltre dalle ridotte dimensioni della carreggiata, che non consentono il transito di automezzi pesanti (strada trattorabile); l sostituzione delle canalette in legno di larice esistenti e messa in opera di nuove canalette; l regolarizzazione del piano stradale con successivo riporto di materiale stabilizzato. l Progetto: Dott. Giacomo Ceranelli. Parte Finanziaria: il costo dellintervento ammonta ad 56.424,00. 27 La vita dal C umün Passati questi primi due mesi delliniziativa che ha portato alla riorganizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani, colgo loccasione per fornire a tutti gli utenti coinvolti qualche dato importante. Già nel mese di maggio abbiamo assistito ad una sensibile diminuzione delle quantità di rifiuti catalogabili come residuo; siamo passati da una raccolta pari a 23.000 Kg per il mese di aprile ad una di 8500 Kg relativa a maggio. Questo non significa che a Caderzone si producano meno rifiuti di prima, ma almeno vengono divisi per essere successivamente riciclati. 28 C Numeri come questi non fanno che confermare limpegno che tutti i Caderzoni dimostrano nella cura del loro paese, supportando la raccolta differenziata con un comportamento responsabile, che permette un uso più razionale delle nostre risorse finanziarie ed un rapporto molto più corretto con lambiente circostante. Dopo un così promettente inizio rimangono però alcune cose da migliorare: Ø per evitare fastidiosi accumuli dei rifiuti nelle aree del paese adibite ad isola ecologica, si ricorda che solo i rifiuti dovuti alla produzione domestica vanno lasciati in tali zone; per prodotti ingombranti o in quantità rilevante è necessario il conferimento al Centro di Raccolta Materiali in località Bora. Per chi ancora non ne fosse a conoscenza, questi sono i nuovi orari di apertura della struttura: Martedì 14.00-18.00 Ø Giovedì 08.00-12.00 Sabato 14.00-18.00 è importante aumentare lattenzione nella raccolta della frazione umida, per la quale si invita allutilizzo esclusivo delle apposite biopattumiere; per quei rifiuti provenienti da orti, giardini ecc. (si ricorda naturalmente di escludere i sassi) è consigliato luso autonomo di composter famigliari, richiedibili gratuitamente in comune; sia i composter che le piccole biopattumiere sono ancora disponibili e verranno distribuiti fino ad esaurimento scorte. Concludendo, vi ringrazio di nuovo per limpegno profuso nelliniziativa e mi auguro che si possa migliorare continuamente, sottolineando ancora che solo un approccio razionale e responsabile può contribuire alla limitazione del problema dei rifiuti urbani, che ormai coinvolge qualsiasi comunità mondiale, grande o piccola che sia. Colgo infine loccasione per portare nelle vostre case i miei più cordiali saluti. IL SINDACO - dott. arch. Maurizio Polla - 29 A ttualità La Famiglia Cooperativa di Caderzone Venerdì 28 febbraio si è svolta lannuale assemblea generale dei soci della Famiglia Cooperativa di Caderzone cui hanno partecipato molti Soci, e questo dato rappresenta linteresse che hanno i Caderzonesi per la loro Famiglia Cooperativa. Il bilancio, approvato allunanimità è stato esposto in modo chiaro utilizzando videoproiettore. 30 A I soci hanno votato le cariche sociali in scadenza e sono risultati eletti: Presidente Colombo Sartori Vicepresidente Giordano Polla Consiglieri Claudio Polla e Diego Amadei Caposindaco Claudio Mosca Sindaci effettivi Giuliano Amadei e Lorenza Ventura Sindaci supplementari Remo Sartori e Lucio Mosca. Un augurio di buon lavoro per i nuovi eletti ed un sincero ringraziamento agli amministratori uscenti Paolo dott. Garbari, Marzio Polla, Antonella Amadei che, con impegno, si sono dedicati alla Famiglia Cooperativa in questi ultimi anni. Di seguito riportiamo il discorso introduttivo del presidente Colombo Sartori, e lomelia del parroco don Bruno della S.messa in sufragio ai soci defunti della Famiglia Cooperativa di Caderzone. Saluto del presidente Colombo Sartori Vorrei aprire lassemblea di questanno dando il benvenuto a tutti i Soci presenti e ringraziandoli per lattaccamento verso la Cooperativa che dimostrano anche in questa occasione. Abbiamo appena chiuso unannata veramente positiva, che ci ha dato buoni risultati: lo dimostra bene il bilancio che verrà illustrato fra poco dal Ragionier Enderle della Federazione e dal Direttore Luciano. Ma lo dimostrano bene anche la fiducia e la fedeltà di tutti i nostri Soci, la soddisfazione di tutti i collaboratori, che vedono il loro lavoro apprezzato e riconosciuto; e lo dimostra lapprezzamento che il nostro marchio ha riscosso in numerose occasioni. La nostra non è una grande società, è molto più piccola di altre che operano nella nostra Valle. Però la nostra è una società sana, che ha dei valori e delle tradizioni e che vuole continuare a portarli avanti. Risultati di esercizio come quello che abbiamo raggiunto questanno ci permetteranno di pensare a degli ammodernamenti, a una ristrutturazione del punto vendita, per renderlo ancora più funzionale e operativo. Ma questo non cambierà la nostra filosofia di società cooperativa, non cambierà la filosofia della nostra produzione tipica. Il marchio Salumi di Caderzone è molto pregiato e ha saputo conquistare un buon mercato: ma deve restare un marchio di QUALITÀ, non deve diventare un prodotto di QUANTITÀ. 31 A Siamo sicuri che solo seguendo questa strada, che è la strada che percorriamo da sempre, la nostra Cooperativa continuerà a essere vincente e a mantenere la fiducia e lattaccamento dei Soci dei clienti. Questa sera dovranno essere rinnovate alcune cariche sociali: il consiglio di amministrazione auspica la partecipazione di persone attive, capaci di dare idee e di fare proposte, perché si può crescere solo continuando a confrontarsi. Saluto del parroco don Bruno Armanini Siamo tornati a messa come sempre hanno fatto i fondatori delle Cooperative di Consumo. Questo è il primo motivo per gioire. Altrove non si fa. Addirittura si colloca lassemblea sociale alla Domenica mattina. Venire a messa cosa vuol significare? Tra le infinite altre cose cè quella di fare memoria delle sconfitte e delle vittorie per poter vivere la dimensione del credente che fa suo linvito biblico che afferma: in tutte le circostanze lieti e tristi rendete grazie a Dio! Lodatelo e beneditelo in forma singola e poi comunitariamente per ricoprirvi fratelli, sorelle, padre e madre di Cristo stesso ed accrescere così questa profonda e vera realtà che costituisce la vera terra promessa verso cui tutti anche se 32 A alcuni solo inconsciamente tendiamo: allargare la nostra parentela che sgorga ed è sostenuta dalla fede quella parentela composta dagli amici che fanno la volontà di Dio. Infinite sono le vittorie che anche la Famiglia cooperativa di Caderzone ha certamente riportato nel corso dei decenni Quelle dellultimo anno verranno esposte nella relazione che il presidente terrà tra circa unora. Forse non saranno state eclatanti, così molto evidenti da colpire la nostra fantasia ormai smaliziata Senza conoscerle ancora nei particolari ne sottolineo una, quella perenne e basilare della storia e della Cooperazione. Ed è quella che le cronache dei nostri giorni ci fanno conoscere. Si tratta appunto del conflitto dinteressi Il sistema cooperativistico almeno questa disgrazia ce la risparmia. E non è poco,anzi- non dico che sia tutto- però già molto del danno che dovresti subire se mancasse questa realtà. Questo fattore- del conflitto d interessi- è tipico della società sudamericana. E sta prendendo piede un poovunque in un mondo preso più dal divertimento che dalla competizione viva e propria alle quale è chiamato colui che non vuole essere servo di nessuno e tanto meno del tremendo potere economico. In questa spirale del potere economico non cè spazio né per sentimenti, né per legami di amicizia o di sangue. Per cinque lire si usa dire- non si guarderebbe in faccia nemmeno il proprio fratello o padre: gli affari sono affari, si dice. Io sono cresciuto con la Cooperazione, mio padre me ne parlava e mi portava alle assemblee dopo essere stato come oggi avete fatto voi, alla s. messaassemblea classica della Comunità cristiana. Da troppe parti anche nel Trentino si collocano le assemblee sociali la domenica mattina in concomitanza con le assemblee liturgiche dimenti- 33 A cando anzi mancando gravemente ad un momento di legame con le origini della Cooperazione. Assistevo quindi ai dibattiti pubblici e mi appassionavo. Essi concernevano la vita normale della società, entrate e uscite, assunzioni di uno o dellaltro, attività concentrate concernenti un po tutto landamento. «Senza la Cooperativa affermava mio padre morto a 95 anni avremmo dovuto mangiare i topi.» A quei tempi il ruolo del parroco fu assai determinante, unica persona che aveva lautorità e la possibilità di intervenire a sostegno dei deboli. Non era molto idilliaco il clima che vi si respirava: la tensione era spesso fortissima tra le varie correnti, tra i vari gruppi. A Storo circa 15 anni fa, il parroco don Simone Facchini, volle salvare con decisione la Famiglia Cooperativa, che aveva fatto un passo di ristrutturazione troppo oneroso indebitandosi per miliardi. Lo fece vendendo tutti i terreni della Parrocchia e facendo un prestito assai agevolato alla Cooperativa. Con questo gesto che molti non avevano capito, essa venne salvata. Lui se ne andò dal paese. Ora vive bene, ma associata ad altre del Basso Chiese. Altri storesi nella vicenda che tutti conosciamo si sono macchiati di responsabilità incalcolabile vendendo alla Valsabbina la loro Cassa Rurale. Lusingati da pochi milioni affossarono la Cassa Rurale andata in rosso per 34 A colpa di dipendenti spericolati. E veniamo a noi. Finora ce lavete fatta a conservare con onore lautonomia di gestione. La libertà non ha prezzo e la paga chi è cosciente. Quanto potete durare ancora a mantenere lautonomia? Tra breve il discorso del presidente sarà ottimista, non ne dubito. Ce la potrete fare ancora per qualche anno sarà una enorme soddisfazione. Anchio sarò con voi sia come parroco che come socio perché la Cooperazione fa parte del nostro DNA. Sarà sufficiente lorgoglio del campanile per resistere? o non si renderà necessaria qualche alleanza con società limitrofe? La prima alleanza che questa sera siamo chiamati a rinnovare è con il Signore Dio unico garante di quanti tanti anni fa fondarono questa società ed unico che farà garanzia per il rischio del futuro. Preghiamo per i soci fondatori come per quanti aderirono in seguito. San Biagio e San Giuliano, Maria Santissima ci ottengano la luce e la grazia delle scelte più opportune sia per quanto riguarda le persone che delle alleanze sicure. 35 A Alunni affascinati dalla lezione sui rettili di Walter Facchinelli Il mondo dei rettili e anfibi è entrato nella scuola elementare grazie alloriginale proposta di Pierernesto Righi che ha raccolto lattenzione e lentusiasmo degli scolari del Centro Scolastico di Caderzone Strembo e Bocenago. «Lerpetologo Pierernesto Righi, raccontano gli scolari, è arrivato una mattina portando con sé sette esemplari di serpenti delle nostre montagne: la vipera comune e il marasso che sono velenosi, e altri cinque esemplari innocui che sono il saettone, la biscia tassellata, il biacco, la biscia dal collare e il colubro liscio». Liniziativa è nata dintesa con lIstituto Comprensivo Val Rendena e così questi giovani scolari hanno appreso le principali differenze tra serpenti velenosi e non velenosi ma non solo. Con entusiasmo i ragazzini aggiungono 36 A «oltre ai serpenti ci sono stati mostrati esemplari di salamandra, tritone e ranocchi. Pierernesto Righi ci ha spiegato dove vivono, a quale altitudine si trovano, cosa mangiano, quali sono i loro predatori e quali le loro prede». Accanto a questo, puntualizza lo stesso Righi, ho cercato di stuzzicare la loro curiosità senza tralasciare la sicurezza. Ho spiegato loro che la vipera morde luomo solo se si sente realmente minacciata e comunque con poche precauzioni si può prevenire la morsicatura». I bambini queste precauzioni le hanno memorizzate ed affermano «si devono indossare scarponi, calze alte e pantaloni lunghi, portare con sé un bastone e batterlo per terra, così le vibrazioni spaventano le vipere che scappano, e portare nello zainetto un succhiaveleno con garza». Al termine della lezione Pierernesto Righi ha consegnato ad ogni scolaro un opuscolo che illustra i serpenti presenti in Val Rendena. Unanime e positivo il commento degli 87 scolari che affermano in coro «Siamo rimasti molto contenti perché è stato davvero interessante, abbiamo imparato dal vivo tante cose sui rettili e abbiamo scoperto anche molte cose particolari e curiose sul loro mondo». Lauspicio è che questo tipo di iniziative, con lautonomia scolastica, possano essere allargate anche alle altre scuole. 37 A Val Rendena, la guida che mancava di Giuseppe Ciaghi Un gesto damore nei confronti della nostra valle la definisce lingegner Riccardo Maturi, che spiega un lavoro di anni, laborioso, assiduo, tenace. Il riferimento del presidente dellAzienda di Promozione Turistica Madonna di Campiglio - Pinzolo - Val Rendena è al bel volume Val Rendena: guida turistica. Alla scoperta dei luoghi, delle tradizioni e delle più belle escursioni, lultima fatica editoriale di Walter Facchinelli e Giorgio Nicoletti, un tascabile riccamente illustrato di quasi 500 pagine. Presentato in anteprima sabato pomeriggio nelle superba cornice di Palazzo Lodron Bertelli, ha richiamato nella splendida sala conferenze una folla di valligiani, curiosi ed interessati, convenuti a Caderzone da tutti i paesi a testimoniare con la loro presenza lapprezzamento per gli autori e per unopera attesa da settantanni (lultima guida della Rendena, di Casimiro Rossi, preceduta da quelle di Cesare Battisti del primo Novecento, e di Carlo Gambillo scritta sul finire dellOttocento, risale agli anni Trenta), nella quale hanno ritrovato, con soddisfazione ed orgoglio, tanti elementi della loro tradizione e delle loro radici. Cerano anziani e giovani, uomini di cultura e gente semplice, di poche pretese, imprenditori, commercianti, albergatori e guide alpine. Tante queste ultime, e ben rappresentate da Walter e Ferruccio Vidi, Cesare Maestri, Pio Ferrari, Tarcisio Beltrami, che hanno dato una mano a redigere la parte del testo dedicata ai percorsi di montagna. Inoltre, 38 A sedute in mezzo al pubblico, molte autorità: dei comuni, del comprensorio, della provincia, della magistratura e delle forze dellordine. Per Franco De Battaglia, nel ruolo di moderatore dellincontro, il libro è la carta didentità della Val Rendena, una valle che è sempre stata dentro la storia del Trentino, dotata come poche di bellezze naturali e di benessere economico, di valori umani, legati alla vita di relazione e alla solidarietà, ma divisa ancora da tanti, troppi campanili. Il volume, un mixer di tante notizie, talune inedite, simpatiche e sorprendenti ha il pregio della misura e di un equo trattamento, con la stessa enfasi, per tutte le località, da quelle più celebrate alle meno famose, attento a dar vita a tutte le cose che sincontrano lungo i vari percorsi, artistici, gastronomici, etnografici, escursionistici e ambientali. Si rivolge sia agli ospiti, condotti per mano alla scoperta di una valle straordinaria, sia ai locali, che vi possono prendere coscienza della propria identità, riscoprire le proprie radici attraverso il recupero del passato e conoscere meglio il territorio al fine di apprezzarlo ed amarlo sempre di più. La sua lettura non ci arricchisce solo di informazioni, aiuta a crescere, invita gli abitanti della valle ad unirsi, a superare le barriere dellegoismo e dei campanili per progettare un futuro insieme, condiviso ed aperto ad esperienze suggestive, in un forte e rinsaldato spirito di appartenenza. Si tratta di una guida turistica nuova, diversa dalle solite, piena di calore e di umanità, con i requi- 39 A siti della completezza e dellorganicità - ha sentito il bisogno di sottolineare in un intervento estemporaneo il dottor Italo Guarenti, consigliere della corte dei Conti di Roma, personalità che ci frequenta da ventanni. Walter Facchinelli infine ha ricordato i quattro anni di impegno caparbio, di ricerche e di lavoro spesi per comporre lopera, confessando di averlo fatto «per conoscere più approfonditamente la Val Rendena, che non è solo territorio, bellezze naturali, ma soprattutto terra di valori e di uomini, che meritano...» Particolarmente apprezzato infine lintervento di Sergio Antolini, dellomonima Casa Editrice, la più antica e benemerita delle Giudicarie, con preziose pubblicazioni risalenti allOttocento e ai primi anni del Novecento, che con questa guida sulla Val Rendena prosegue una rinomata attività editoriale, dopo un lungo periodo dedicato esclusivamente alla tipografia ed alla cartoleria. Per la cronaca, dopo il benvenuto del sindaco Maurizio Polla, sono intervenuti sul tavolo dei relatori (Franco De Battaglia, Riccardo Maturi, Sergio Antolini e Walter Facchinelli) a portare il loro saluto, la loro testimonianza e a complimentarsi con gli autori il presidente del consiglio provinciale Mario Cristofolini e lassessore provinciale Remo Andreolli. Il volume sarà inserito sulla bancarella delle pubblicazioni del Festival della montagna di Trento e sarà prossimamente presentato a Palazzo Trentini. 40 A Lesempio per altre Valli Alla scoperta dei luoghi, delle tradizioni e delle più belle escursioni recita il sottotitolo della guida turistica sulla Val Rendena di Walter Facchinelli e Giorgio Nicoletti. «Laver lasciato per ultimi gli aspetti alpinistici - ha fatto notare Franco De Battaglia - merita una considerazione. Significa aver restituito importanza anche ad altri valori, riconoscere che lospite è cambiato e non saccontenta più di una gita, ma vuol avvicinarsi ad altre cose (ambiente, natura, folklore, usi, costumi, gastronomia, artigianato e quantaltro), significa pure che occorre cambiare il modo di fare turismo: prima che con le gambe si viaggia con la testa! Questo libro può essere la prima pietra da cui partire, sulla quale costruire, può essere preso ad esempio anche dalle altre vallate del Trentino». Il volume, un tascabile di 21 x 13,5 cm., e 488 pagine, tutte a colori, introdotte da unidea della Rendena, colta nei versi suggestivi di Livio Botteri, si articola in dieci sezioni. Dalla descrizione del paesaggio (con appunti sulla natura, il clima, il parco naturale, la geografia), attraverso alcuni capitoli di carattere generale dedicati alla storia, alle tradizioni, alleconomia, allarte e alla gastronomia veniamo portati a visitare uno per uno tutti i centri della valle, accolti dentro il mondo di ogni piccolo centro, invitati a scoprirvi le caratteristiche di ciascuno, ciò che li accomuna e quello che li rende così diversi. Gli itinerari alpinistici, le offerte della stagione invernale ed una preziosissima guida ai servizi concludono unopera che si legge dun fiato, piena di notizie e di tante chicche originali, sparse qua e là nel racconto, che la rendono particolarmente gradevole. (g.c.) 41 Vita delle A ssociazioni 22° Raduno Scialpinistico della Val Rendena Luca Leonardi Presidente Gruppo C.A.I. S.A.T. Val Genova Si è svolto con pieno successo il 22° Raduno Scialpinistico della Val Rendena organizzato dal Gruppo C.A.I. S.A.T. Val Genova di Bocenago, Strembo, Caderzone nei giorni 13 e 14 aprile 2003. La manifestazione ha attratto una settantina di appassionati che, sci ai piedi, dal Passo del Tonale hanno raggiunto i rifugi Mandrone e Lobbia Alta per poi scendere in Val di Borzago. Malgrado il tempo poco favorevole del sabato, che aveva fatto pensare ad una sospensione della manifestazione, si sono trascorsi due giorni stupendi tra le nevi dei ghiacciai dellAdamello. La nebbia del primo giorno è stata sconfitta tracciando molto bene il percorso anche grazie alla collaborazione del gestore del rifugio Lobbia Alta. Ma già sabato sera le condizioni meteorologiche sono nettamente migliorate e, come anticipato dalle previsioni meteo, risultate poi molto attendibili, la giornata seguente è stata limpidissima. Questa manifestazione conta su un piccolo esercito di volontari composto da Guide Alpine, Vigili del fuoco, uomini del Soccorso alpino e addetti ai punti di ristoro. Questanno la Provincia ha messo a disposizione lelicottero per tracciare il percorso dalla Lobbia Alta alla Val di Borzago e, grazie alla 42 A professionalità degli organizzatori, tutto si è svolto senza intoppi. Per motivi di sicurezza, considerata la presenza di neve fresca, gli scialpinisti non hanno svalicato dal Passo Cavento ma, dalle Lobbie hanno raggiunto la Val di Borzago passando per il Passo Lares e la vedretta dei Pozzoni. Sul percorso sono stati sistemati ben 600 paletti, uno ogni 15 metri, in modo da evitare in maniera assoluta la possibilità di perdere la traccia. Al ritorno presso lhotel Rio a Caderzone si è conclusa la manifestazione con la consegna di un paio docchiali ad ogni partecipante e lestrazione di molti premi messi a disposizione da molti sponsor locali. Unanime lapprezzamento dei partecipanti, alcuni dei quali provenienti da Trieste, Parma, Bolzano e dalla Val di Fassa, per questo Raduno Scialpinistico che esprime il vero modo di andare in montagna. 43 A Il Golf Rendena promette il rilancio economico della Valle di Walter Facchinelli Nella splendida cornice della Club House il 3 maggio 2003 si è svolta lassemblea ordinaria dei soci della Rendena Golf SpA presieduta da Marcello Mosca. Lattenzione dei soci è andata al bilancio 2002 che presenta una perdita netta desercizio pari a 43.356 Euro. A questo proposito Marcello Mosca ha spiegato che il deficit è dovuto «alla rilevantissima voce ammortamenti che incidono per 62.314 Euro e portano il margine lordo della gestione da un segno positivo per 41.168 Euro ad un valore negativo. Ma, non cè di che preoccuparsi, ha sottolineato il presidente Mosca ai soci presenti «la nostra società, ha affermato Marcello Mosca, pur chiudendo in perdita riesce a registrare un flusso positivo di capitale circolante per quasi 19.000 Euro». Lassemblea dei soci è stata preceduta da un incontro dei responsabili del Golf Rendena con gli amministratori locali ed i presidenti e direttori delle Casse Rurali della Val Rendena. Un incontro definito «molto positivo e proficuo» dal presidente Mosca che tiene a sottolineare «il clima di massima soddisfazione» dovuto ai benefici che la nascita del Golf Rendena ha portato. «In Valle, ma soprattutto nella immediate vicinanze, ha spiegato Marcello Mosca, dopo la nascita del campo golf sono fiorite numerose iniziative immobiliari e commerciali che promettono un rilancio economico della Valle». Qui gli esempi si sprecano, dopo la prestigiosa apertura di Villa Golf a Caderzone, una bella struttura recettiva immersa nel verde del campo golf, nei paesi di Caderzone, Strembo e Bocenago sono state innalzate quattro gru per costruire degli edifici che si richiamano anche nel nome al campo da golf, da Ville sul golf a Residence green, a Residenza golf. Edifici che promettono di allargare la ca- 44 A pienza edilizia dei paesi che guardano sul campo golf, portando un indotto economico di tutto rispetto. «Il golf della Val Rendena, afferma Marcello Mosca, giorno per giorno si dimostra quel volano economico che molti attendevano, un punto importante di promozione del territorio». La società Golf Rendena che lassemblea dello scorso anno ha trasformato da Srl in SpA, conta 370 soci e 105 di questi sono golfisti praticanti, soci dellassociazione Rendena Golf Club presieduta da Angelo Tisi. I soci della SpA sono rappresentati da 9 Comuni della Valle, 4 Casse Rurali della Val Rendena, 19 alberghi, 30 società commerciali, 1 Consorzio turistico, 155 soci residenti nel C8 e 151 residenti fuori dalle Giudicarie. Ritornando sul deficit del 2002, Marcello Mosca ha ricordato che «lo scorso anno i soci prevedendo questa situazione avevano deciso di riequilibrare la società attraverso un aumento di capitale sociale da Euro 1.020.000,00 a 1.530.000,00». «Alla data del 15 aprile 2003, ha ricordato William Bonomi il commercialista del Golf Rendena, il capitale sociale sottoscritto ammonta a 1.156.000,00 con un residuo da collocare di 374.000,00 Euro». Tra le novità presentate ai soci spicca la massiccia promozione del golf e della Val Rendena a livello locale, nazionale ed internazionale. Dati alla mano Marcello Mosca afferma «in 18 mesi abbiamo speso la ragguardevole cifra di 155.000 Euro nella promozione» ed ha ricordato intere pagine apparse sulla Gazzetta dello Sport, sul Corriere della Sera, il Mondo del golf, Golf e Turismo e sui quotidiani locali. Un accenno alla presenza di Costantino Rocca, il testimonial del Golf Rendena grazie ai rapporti di amicizia con Angelo Tisi e Marcello Mosca. Tra le novità del 2003 la nuova gestione del bar-ristorante in Club House, ora affidata alla Grual srl «unazienda affidabile composta da professionisti della Val Rendena». 45 D Disegno di Alfredo Amadei 46 D Na Pasiùn cume naftra Sal prà dala val l gà sü in casöt fità, na banca, in fugular, e amù, cume sti agn, tüc i mür e l ciel di calin ingranizà. m In bel tuchel di prà cul so bistiam mulà, ma, invezi chi stüpai, da n fil di scossa rus inturn lé recintà. In cavalin e nasan do fidi cun lagnel tri cavri in cion e n can poc lat giàl bazidel. I guerna in dì par ün e in dì par ün i triga, i dis cà le pü bel e le di men fadiga. Al Lino e l Manuele ciapè dai so mister sperum cài gata l temp da nar cula murusa, cul bel soriso dulz e cun in fiur di rosa. Alfredo Amadei 47 2003 Anno Internazionale dellAcqua Lacqua è il simbolo eterno della vita, luogo della indispensabile riconciliazione tra luomo e la natura, materia primigena, forza di evoluzione, dominio della ricerca scientifica, della sperimentazione dellingegno umano e dellispirazione artistica, condizione per ogni insediamento umano. 48 La pagina dei B ambini Un incontro interessante Gli alunni del Centro Scolastico Un pomeriggio di marzo siamo stati invitati dallAmministrazione Comunale di Caderzone ad ascoltare ciò che aveva di piacevole da raccontarci il Professor Gianluigi Rocca a proposito della sua vita trascorsa tra il lavoro di insegnante e lattività svolta in malga. Seduti comodamente nella bella e accogliente sala di Palazzo Bertelli, abbiamo ascoltato le parole del Sindaco che ci ha presentato il Professor Rocca e ci ha raccontato che proprio il Professor Rocca ha deciso di donare allAmministrazione di Caderzone parte della sua collezione di strumenti e oggettistica raccolti durante gli anni di permanenza presso le malghe giudicariesi, materiale che noi avevamo già avuto modo di vedere lo scorso anno durante una visita al Museo della Malga. Ci è stata proposta una videocassetta nella quale il Professor Rocca era presente nelle vesti di insegnante allAccademia di Belle Arti di Brera e nelle vesti di malgaro; è stato interessante cogliere gli aspetti più significativi della vita in montagna, come la mungitura delle mucche, le uscite con la mandria, laiuto prezioso dei cani, il lavoro poco piacevole di seppellire le mucche e i vitellini morti. Abbiamo notato come può essere faticosa la vita su una malga, ma nello stesso tempo abbiamo visto che può essere molto divertente per noi bambini, infatti i figli del Professor Rocca sembrava si divertissero molto mentre scendevano su una specie di slitta piena di foglie da un ripido sentiero. Dopo il filmato il Professor Rocca ha cortesemente risposto alle nostre domande che, alcune volte, potevano sembrare un po banali o strane! A conclusione dellincontro, gli organizzatori ci hanno offerto del tè caldo che tutti noi abbiamo gradito, ci hanno poi scattato alcune fotografie a ricordo di questo pomeriggio trascorso in compagnia di questa persona così ricca di cultura della montagna. 49 B Festa degli alberi 2003 50 B 51 Le voci al F emminile Al Bròz: forse solo i nonni lo ricordano di Tullia Polla Il Bròz ha due ruote ed è tirato dai buoi o da qualche asinello. Povere bestie che trascinavano quel carro carico di legna, di fieno o di fogliame. Ma quello che Vi racconto fu il lavoro che eseguì mio marito nel lontano 1947. Alla malga Campo cerano i carbonai, i quali producevano molto carbone. Quando il pöiat (catasta di legna bruciata) era freddo, il carbone veniva messo nei sacchi. Quellanno fu utile il Bròz tirato da un umile asinello, che allautunno aveva cotto il cervello come colui che lo adoperava. Erano due ruote e dietro due pali che toccando terra tenevano sollevato il carico. Si facevano due viaggi al giorno, dalla malga a casa. Spesse volte, in cima a quei sacchi di carbone, vi era un nigutin dalle penne rosse. In una foglia di sfross, delle grandi foglie che crescono in luoghi umidi; un po di ciliegie colte sui monti, due fragole e qualche mirtillo. Tutto era pronto per mangiar polenta per i figli, per noi, una verza o dei fagioli conditi. Quel povero Bròz passava per vie strette e sassose e lasino si doveva puntare per tirarlo, ma a quei tempi si pregava il buon Gesù che il carbone non finisse più. Ora tutto è cambiato, per andare in malga si va in macchina, si gode tanto di visuale e senza neppur sudare. Si sentono i clacson ad ogni curva, non come a quei tempi, dove i rumori erano i ferri dellasino o le ruote che cigolavano, non essendo coperte da gom- 52 F me ma da cengie di ferro affinché il legno non si consumasse o il logorio le rendesse inservibili. Nello zaino un po di pane di segala e un po di formaggio, dacqua era piena la montagna e si gustava la frescura. Era un lavoro stressante ma fatto con amore da due mani nere ed un cuore doro. 53 F ... vecchie e nuove architetture. 54 F Neppure i conigli di Elena Wodniak Amadei Mi sembra ieri allorché, con mio fratello, ad ogni occasione buona andavo in montagna a scoprire nuove località ed a contemplare nuovi panorami. A quei tempi noi si abitava sulle rive del fiume Sarca e pertanto sapevamo pescare come si deve. Ci procuravamo, da veri esperti, lesca nei grossi e vecchi ceppi delle piante di castagno: erano piccoli lombrichi adatti alla nostra attrezzatura da pescatori in erba. Divenuti in breve tempo pescatori provetti, decidemmo di mettere alla prova la nostra abilità ai laghi di San Giuliano e precisamente in primavera (una primavera ormai lontana) quando i laghi, coperti di ghiaccio sgelavano e i salmerini salivano in superficie affamate. Il nostro itinerario non era certo facile, dal momento che salivamo al monte Zumei in linea retta per fare più presto. Era, come sè detto, primavera 55 F ed il pensiero dei laghi sgelati e dellabbondante pesca che ci stava attendendo non faceva sentire la stanchezza. Arrivati quella mattina prestissimo sulla così detta Culm, lo spettacolo che si presentò ai nostri occhi era da togliere il fiato. Il cielo era ancora stellato, la cima della Presanella soltanto appariva tutta dorata dal sole, i laghi invece mostravano ancora tutto il loro inverno di neve e di gelo. Decidemmo così di tornare lassù in un momento migliore, e di ridiscendere a valle dal versante opposto, cioè da Malga Campo. Giunti a Malga Campo, il verde manto erboso che si presentò in tutta la sua tenerezza primaverile ci ricordò i farinei che la mamma ogni anno in quella stagione andava a raccogliere sul Grass delle Zerle di Bocenago. Tutti contenti, anzi compensati per la mancata pesca dallabbondanza di quei germogli farinosi che vedevamo ovunque e, con i quali pensavamo di far felice la mamma, ci ponemmo a riempire i nostri zaini di quei delicati farinei detti anche spinaci selvatici. Quando gli zaini (che dovevamo riempire di pesci!) furono pieni di farinei, anzi così rigonfi da non poterli quasi chiudere, riprendemmo soddisfatti il cammino verso casa. Ma ecco che, arrivati al Monte Ruina, incontrammo un uomo di nome Danilo che, vedendoci curvi sotto il peso degli zaini, ci chiese che cosa avevamo raccolto. «Farinei!» gridammo trionfanti. Egli però, dopo averli osservati bene, commentò «ho paura che vi siate sbagliati: questi sono sfross!» E aveva proprio ragione. Giunti a casa, i nostri farinei non li vollero mangiare neppure i conigli. 56 F La Banca dai Gaspar e la gente daltri tempi di Bonomi Margherita in Mosca Erano gli anni 60-70 e abitavo in via Verdi al numero 7. Vicino alla mia porta dentrata cè sempre stata collocata una panca che era chiamata la banca dai Gaspar. Di fronte cera e cè tuttora la fontana. Erano ambedue care agli anziani, in quanto erano un punto di riferimento a metà strada tra la sommità del paese e la chiesa. Si fermavano tutti per fare una siesta o per bere un sorso dacqua fresca. Ero una giovane sposa ed ero sempre lì con i miei bambini, tutti quelli che passavano mi dicevano la loro, ed io li ascoltavo con grande rispetto perché era gente umile e sincera; cera sempre tutto da imparare. Vorrei citare alcuni nomi di quelle persone con cui avevo più confidenza, con la speranza di non offendere nessuno perché, non essendo del paese tutti non li conoscevo. La zia Felicita, una friulana santa che tanto ha lavorato ed era sempre stanca. Poi il Biasin che, col suo sorriso mi diceva: «Bundì spusa» e continuava la discesa. Veniva la Giuditta, simpatica e divertente, ne raccontava sempre una e rideva allegramente. La Maria dal Binin con la so 57 F Albina, con il pappagallo in spalla portava lallegria. La Luzia dai Giarvas, la Severina, che cantava molto bene, per questo anche in chiesa la sua voce era attesa. LAdelaide e lAlbino, sempre allegro e contento, giocava coi bambini che scappavan come il vento. Virginia e la Pierina; e giù nella coort zio Gustin e zia Adelina, il Luigi e la Giacomina, i nonni Gino e Barbarina e arrivavan pure la Irene e la Onorina. E qui ci sono gli ultimi, la Gigia, il Bepi e lUrbino; quanti erano gli anziani con il cuore da bambino. Li rivedo ancora tutti seduti sulla panca, ma adesso ci sono anchio che ne ho più di settanta. Se mi siedo sulla panca ancora oggi come allora, rivedo quella gente passare a ogni ora. Guardando la fontana che sempre gorgogliava, ricordo quella gente che tanto la amava. Or piange giorno e notte con la sua nenia stanca, canta a chi sedeva sulla panca. Li ricordo con malinconia e penso che tutti abbiam avuto tanto da imparare e chi li ha conosciuti la loro eredità non è andata perduta. 58 ... le nuove Terme. 59 G iovani idee LEuropa illusa di Alessandro Valentini Il mondo contemporaneo, più precisamente il mondo occidentale, si trova oggi ad un bivio: deve decidere se proseguire compatto il suo cammino oppure scindersi in due componenti, a grandi linee leuropea e lamericana, profondamente distanti nel modo di gestione dei rapporti con interlocutori esterni. Esiste, in generale, un diverso modo di analizzare la realtà; tutti sappiamo cosa sintenda con questultimo termine, la realtà è il concreto, ciò che materialmente ci circonda e influenza. E leconomia, sono le risorse che ci permettono di condurre una vita agiata, è il denaro. Sono anche ricchi e poveri, sazietà e fame, abbondanza e carestia... Nel corso della nostra evoluzione come specie, abbiamo cercato di analizzare tutti questi fattori-problemi, di capirne cause ed effetti, di creare strumenti grazie ai quali sottometterli ai nostri interessi: subito sorsero arti divinatorie e guerra, poi religione, filosofia e diplomazia, infine la scienza. Escludendo la prima opzione, ormai ininfluente, ogni altra strada continua ad essere battuta, in un mix che varia da blocco a blocco, da unepoca allaltra. Il punto di forza della risposta occidentale, che le ha permesso di risultare il modello vincente e che tuttora continua in parte a farlo, è sempre stato, nei momenti di maggior fulgore, il saper conciliare visione etico-filosofica e religiosa con un buon grado di pragmatismo, dunque saper scegliere il momento nel quale dialogare e il momento nel quale prendere delle decisioni definitive e, se necessario, agire imponendole anche ad una parte avversa, pensando di farlo per il bene di entrambe. Tuttavia oggi si può notare come dalla sponda orientale dellAtlantico, a conclusione di un percorso che parte dallesperienza maturata nei due terribili conflitti bellici mondiali, giungano preoccupanti segnali di squilibrio di 60 G questo mix. È come se si volessero rigettare le componenti pragmatiche per ridurre tutto ad uno sterile cavillare, al formulare sempre nuovi interrogativi, dubbi, senza mai fornire delle risposte. Data una simile visione, appare indegno di una società civile e avanzata qualsiasi ricorso alla forza per dirimere controversie internazionali spesso abbastanza scottanti, come la storia molto recente ci ricorda. Ma come conciliare pensieri come questo con il mondo reale, fatto di nazioni autoritarie, governate da tiranni senza scrupoli che calpestano i diritti di milioni di innocenti, di cruenti conflitti scoppiati per motivi che vanno dal religioso alleconomico, al razziale e che insanguinano un intero continente? Eppure lunica azione che i civilissimi governi europei si permettono di intraprendere è quella di cercare un dialogo; dimenticano peraltro che in un dialogo devono confrontarsi due o più interlocutori con idee conciliabili, dotati dello stesso linguaggio, e, perché no, allo stesso grado di sviluppo storico. Diversamente, è la parte più evoluta che deve abbassarsi al livello inferiore, lanciando messaggi più comprensibili. La metafora si riferisce ovviamente ad un possibile uso della forza, nel rispetto dellunica legge preesistente a qualsiasi civiltà dellintero universo, la legge naturale, la legge del più forte. Si tratta dellultimo mezzo da usare, certo, ma è un mezzo in nostro possesso, e questo non va dimenticato. 61 G La verità è che in una zona del mondo come lEuropa Occidentale, che negli ultimi 50 anni ha conosciuto uno sviluppo socio-culturale senza pari, un secondo Rinascimento, nella quale la guerra non è più un metodo per risolvere dei problemi, si è dimenticato che lo stesso background è assente altrove. Gli europei vivono in un paradiso, dove effettivamente le leggi internazionali e il rispetto dei diritti altrui sono valori imprescindibili; lo sbaglio sta nel non capire che agendo al di fuori di un simile contesto i valori cambiano. Questo gli Stati Uniti lo hanno sempre saputo, e nessun progresso straordinario è riuscito a farglielo dimenticare. Essi si sono assunti, prima spinti dalla stessa Europa, ultimamente per scelta personale, il compito di fare da sceriffo dellordine mondiale, di essere lestremo baluardo di valori che noi tutti diamo per scontati ma che in realtà ogni giorno vengono rimessi in discussione: la democrazia, i diritti civili, il benessere personale. Questo sceriffo, che si è appuntato la stella da solo, è però gradito ai più, e cerca di imporre un minimo di pace e giustizia in un mondo selvaggio, in cui bisogna scoraggiare o annientare i banditi, spesso con le armi, usando le parole dello storico Robert Kagan. LEuropa, per concludere questa seconda metafora, si comporta invece come il gestore del saloon, poiché i fuorilegge sparano allo sceriffo, non alloste. E alloste lo sceriffo che cerca di imporre lordine con la forza può a volte apparire più minaccioso dei banditi che, almeno per il momento, forse vogliono soltanto bere. Ma di tutto ciò non ci si vuole accorgere, ed ecco allora che gli Stati Uniti diventano essi stessi i veri colpevoli della situazione esistente, è con la loro visione imperialistica che causano disordini e diatribe; ed ecco allora che si scende in piazza e si bruciano le loro bandiere, e mentre scrivo mi vergogno che tra gli italiani e gli europei esistano persone capaci di azioni come questa, ci si comporta come quelle folle arabe che, forse ricorderete, scesero in piazza lundici settembre 2001 per festeggiare il crollo delle due torri. Ci si è dimenticati che 50 anni fa, mentre i nostri padri pensavano a ricostruire solide fondamenta per il nostro futuro, migliaia di giovani americani vigilavano affinché questo potesse avvenire senza pericoli, così come altri giovani vigilano oggi per il nostro presente. Non voglio certo dire che il loro aiuto sia stato e sia del tutto disinteressato, al contrario, i vantaggi sono evidenti per entrambe le parti ma questo nessuno cerca di nasconderlo; torno a dire che si tratta comunque del mondo reale, non di una parabola, e io apprezzo molto di più il realismo che lipocrisia, quellipocrisia, tipico sentimento italiano, che fa dimenticare in fretta il passato, fa scomparire la riconoscenza dovuta, trasforma in pochi giorni milioni di fascisti in partigiani, contesta le forze dellordine perché un povero milite, 62 G onde evitare di essere ucciso a colpi di estintore, spara per autodifesa... (non discuto il dolore dei familiari della vittima, ma certo una persona normale non dovrebbe trovarsi coinvolta nellassalto ad una jeep dei carabinieri) e gli esempi potrebbero continuare allinfinito. Gli Usa non sono perfetti, al contrario, ma sono certo migliori di noi in molte cose. Qualcuno potrebbe citare gli squilibri di una società come la loro, ebbene non li dimentico: i poveri sono più poveri in America che in Europa, il sistema assistenziale statale è inesistente, ci si può trovare in mezzo ad una strada nel giro di 24 ore ma qualunque americano, come è ben conscio di tale pericolo, sa anche altrettanto bene che può avere una possibilità, la possibilità di ottenere il successo, di coronare i propri sogni; difficile ma possibile. I moderni Stati Uniti sono ormai, nella maggior parte dei casi, una patria per gente di qualsiasi razza o religione, la loro classe politica non promette cose irrealizzabili, ma lavora perché sempre più cittadini ottengano uno standard di vita elevato; bandiera e inno nazionale sono ancora dei valori sentiti, sono ancora in grado di convincere dei giovani, figli di emigrati, magari dalle radici messicane, o polacche, o cinesi, cresciuti nel nuovo paese, ad accorrere nelle fila dei marines per poter diffondere in altre zone del pianeta i valori che hanno conosciuto, per portare la speranza di un futuro migliore anche in altre nazioni (e non riduciamo tutto questo ad una semplice questione di propaganda, come cerca di fare buona parte della classe politica italiana). Gli americani non dicono al resto del mondo, come fecero invece gli ateniesi a Melos nel 416 a. C., i forti governano dove possono e i deboli soffrono quello che devono; non sono mai stati seguaci di Macchiavelli. La loro è una società intrinsecamente liberal-progressista ed essi, nei limiti in cui credono al potere, lo considerano un mezzo per far avanzare i principi di una civiltà e di un ordine mondiale democratici (Kagan). Cè sempre un prezzo da pagare, anche nella recente guerra in Medio Oriente lo si è pagato, ma era necessario. Chi ha il diritto di decidere per gli altri? Proprio perché viviamo in uno stato civile ed evoluto, dove linformazione è libera e di facile accesso a chiunque, possiamo capire che il futuro che sta per arrivare in Iraq sarà certo migliore del passato e che i morti avranno perso la vita per rendere infinitamente migliore quella dei superstiti, non per la gloria di un improbabile Rais, come nei precedenti conflitti contro Iran o Kuwait. In definitiva, non si tratta di scegliere tra un mondo perfetto e qualcosa daltro, si tratta esclusivamente di scegliere il mondo migliore possibile, adesso, e tra tirannidi, integralismo islamico, comunismi più o meno illuminati o 63 G capitalismo più o meno liberal-democratico la scelta, alla luce dei risultati della storia, appare abbastanza scontata. Come disse lo statista Benjamin Franklin (1706-1790), la causa dellAmerica è la causa di tutto il genere umano. E allora forse faremmo meglio a chiudere il saloon e a proporci per un posto di vicesceriffo, col quale ottenere un ruolo attivo nella protezione e nel progresso degli ideali occidentali. Quando questi saranno diventati patrimonio comune di tutta lumanità, quando dunque sussisterà nelle coscienze di ciascuno lo stesso codice di linguaggio, solo allora potremo dimenticare per sempre la barbarie che qualunque guerra porta con sé. 64 Nelle pagine della S toria Nel novantesimo anniversario della Prima Guerra Mondiale ricordiamo Rodolfo Polla Presentazione dellautore Rodolfo Polla nacque a Caderzone nel 1887. Si diplomò maestro a Rovereto, grazie allaiuto dello zio Antonio Polla, deputato del Tirolo meridionale alla Dieta di Innsbruck. Sappiamo che, raggiunta la maggiore età, e ricevuto un incarico scolastico, egli restituì allo zio fino allultimo centesimo il denaro avuto per mantenersi agli studi. Fu, oltre tutto, sempre eroica la sua parsimonia. Tanto è vero che per risparmiare percorreva il tragitto Caderzone-Rovereto per lo più a piedi. E così faceva nel ritorno a casa, alla fine dogni mese. Anche per questo riuscì ad essere un pioniere in vari sport. A cominciare con gli sci che egli usava regolarmente dinverno, dal 1908 al 1912, per recarsi ogni giorno a fare scuola a Pinzolo. Inoltre con la bicicletta, con la quale si recava in tutta la valle, e in particolare a Madonna di Campiglio, lungo la vecchia strada mavignolese non certo asfaltata. Infine con lalpinismo, sia in roccia che su ghiaccio. Fra le sue numerose ascensioni memorabile rimase quella del 10 ottobre 1912 sul Campanile Basso, in piena dominazione asburgica, riuscendo a far sventolare sulla cima il tricolore italiano. «Or fu durante quellanno scrisse il quotidiano lAdige che il maestro Rodolfo realizzò limpresa più bella della sua giovinezza. Con lentusiasmo proprio delletà, ravvivato dallesaltante amore per i monti e dal suo profondo attaccamento allItalia, volle beffare a modo suo lImperial Regio Governo con una dimostrazione della sua alta idealità senza per questo far del male a nessuno. Con il fido amico Italo Lunelli 65 S prese la via del Brenta. Nello zaino, oltre alle vettovaglie, aveva una bandiera tricolore. Inerpicatisi fra i pinnacoli dolomitici, i due scelsero come loro ultima meta il Campanile Basso, emblema di tutte le Dolomiti occidentali». Sia il Lunelli che il Polla naturalmente si ripromettevano di riuscire ad effettuare la scalata nel pomeriggio di quel 10 ottobre 1912, e di ridiscendere prima di sera, evitando di essere scorti per quella bandiera issata sulla cima. Uno spaventoso temporale invece li colse, sulla via del ritorno, in parete, dove rimasero tutta la notte in balìa di un vero e proprio diluvio. Ogni cosa comunque andò per il meglio! E Caderzone sempre così estranea agli accadimenti politici rimase nella storia irredentista di valle per questo evento audace ed unico, che vide il vessillo italiano garrire al vento, su una delle vette più leggendarie del Trentino, fino allestate del 1913, senza che alcuno potesse porre rimedio a un tale scorno inflitto alla massima potenza europea. Rodolfo Polla partecipò alla guerra mondiale del 1914-1918, ma come sospettato di irredentismo fu obbligato a portare sul braccio «una fascia di riconoscimento» e non potè ottenere il grado di ufficiale che gli sarebbe stato dovuto. Qualcuna delle 66 S vicende belliche da lui vissute vennero raccolte in un suo diario di guerra, con parole ora semplici ora toccanti. Nella scuola trentina del dopo guerra, della quale subito fece parte, fu tacciato dai nuovi dirigenti italiani (per la sua levatura morale, senza patriottismi fanatici) un fascista piuttosto tiepido per cui gli venivano costantemente negati gli avanzamenti di grado. Del resto era lesempio di dedizione alla famiglia e alla scuola ciò che importava al maestro Polla. Pochi mesi prima di morire si iscrisse allAvis, allora appena costituita. Si spense nel 1966, tre anni dopo la scomparsa dellintegerrima sposa Emma Caola, che aveva sposato nel 1913. Nel novantesimo anniversario della Prima Guerra Mondiale 1914 1918 DIARIO Ins. Rodolfo Polla nato a Caderzone nel 1887 31.7.1914 Allannuncio della mobilitazione, lasciai il corso di disegno per recarmi ad ogni costo a salutare la mia famiglia. Essendo impossibile la partenza, causa il sequestro di ogni mezzo di locomozione da parte dei militari, decisi di partire allindomani. 1 AGOSTO 1914 Alle 4 antimeridiane mi alzo e corro in Largo Carducci; leggo lavviso per la mobilitazione, vado da Zamboni, è già pronto, e con lui e gli altri 3 colleghi parto per casa. 67 S In ogni paese regna uno scompiglio e regna grande impressione per la chiamata di tante forze sotto le armi. A casa trovo la moglie che impressionata dalla mia partenza è inconsolabile. Resto fermo alle 7 ½ pomeridiane sempre inquieto per il ritardo della partenza e per la paura di farmi aspettare. Con un carro arrivo a Tione alle 11 pomeridiane. Il trovar da dormire è unimpresa; finalmente sotto lincerta guida di un soldato si trova ricovero in una caserma. Il letto è fatto dal pavimento il guanciale da un baule. 2 AGOSTO Si parte per Trento alle 7 ½ . Lauto è pieno sotto e sopra tanto che le molle non hanno più nessun ufficio. Arrivo a Trento alle 11 ½ e vi resto fino alle 5 aspettando il treno che mi deve portare a Bressanone. In questa città arrivo alle 7, vado a cena e poi non potendo trovare alloggio, vado a dormire in un campo dorzo. Il movimento della città è grandissimo, canti, urli e discorsi in tutte le lingue. La notte passa abbastanza bene, dopo mezzanotte faceva freddo, ma dei covoni sparsi qua e là furono raccolti. 3 AGOSTO Mi presentai presso il Comando ed ebbi lordine di essere pronto per le 1½ per il pranzo. Un pezzo di carne, rubata con spinte e sforzi in una gamella unta e bisunta dogni odore e profumo per il pranzo promesso. Per fortuna ebbi qualche cosa dalla donna di un casellante e quindi potei restare fino alla sera. Nelle osterie ed alberghi era impossibile aver da mangiare. In tutta la città non fui capace di trovare un pezzo di pane. Venne sera e per fortuna trovai da dormire su paglia nella stanza, dove avevo dormito per 28 giorni due anni prima. 4 AGOSTO Giorno di aspettare senza meta, continui appelli e divisioni in squadre. Nulla di straordinario. 5 AGOSTO Alla mattina la divisione in squadre, appelli in piazza darmi. Alle 5 pomeridiane venni mandato al Quadro per recarmi a Linz a far da cuoco. Mi tocca aspettare fino alle 12 per ottenere tutto ciò che era necessario, vestiti e munizioni. I vestiti sono vecchi e logori, quindi nasce la speranza che in guerra non si andrà. 68 S Alle 12 mi recai alla stazione per aspettare il treno, ma il treno non viene, sicché si ritorna in caserma ove è impossibile trovare da dormire, quindi si deve accontentarsi di riposare senza cena sotto un pero del Convento dei Francescani. 6 AGOSTO Sono le 6, le goccioline di pioggia ci svegliano e fanno cambiar letto, lo si trova vicino, su una panca. Alle 10 si parte e alle 1 si è arrivati alla stazione di Franzsfeste. Qui si deve aspettare il treno che parte solo alle 3 ½. La pioggia continua. Treni zeppi di soldati passano lenti lenti. Forse da qui ad alcuni giorni io pure sarò fra costoro in qualche trincea contro i nemici. Dovrò pure io pensare a sentirmi seccare il cuore dal dolore per la moglie, il figlio nascente e i genitori. Questi pensieri mi affliggono e mentre aspetto scrivo notificando le mie condizioni. La nottata allaperto ha pur portato conseguenze. Un raffreddore potente e mal di capo, passerà senza pillole, serbe o Russe? Nei bei villaggi di Punteria veniamo accolti con ovazioni, in alcuni si ricevettero uva, frutti, te, caffè, latte e molte altre cose. In compagnia di uno di Cles potei passare in un vagone di I° classe ove passai la notte. 7 AGOSTO Alle 4 antimeridiane arrivai a Linz, qui in un camerino su un paione potei dormire per alcune ore. Venni poi a sapere che si restava qui per circa 15 gg. Il lavoro è lieve, si deve preparare il mangiare ai soldati che passano. A tal uopo si sono costruite baracche. Qui comincia una vita di lavoro ed esercizi di guardia, ma sempre regolari e di poca fatica. 26 OTTOBRE Improvvisamente ci viene annunciato di partire per Bressanone. Alle 11 antimeridiane partiamo in 8 tutti italiani. Il viaggio era triste, perché ognuno fantasticava nel suo cervello il futuro destino. La fortuna mi fu ancora compagna anche presso il Reggimento, poiché fui destinato sottocuoco in una caserma detta la Baracche. 11 NOVEMBRE Ottengo un permesso di 8 giorni in vista di una scottatura ad una mano. Vado a casa giubilante di gioia, rivedo mia moglie. Oh quanta allegrezza. In questo tempo mi è nata una bambina, lebbi fra le mie braccia per un giorno, poi ritornai. 69 11 NOVEMBRE S Sono scelto cuoco della IV Compagnia Marsch. 20 DICEMBRE Vi è grande pericolo di partire per il campo, anzi è venuto lordine che ancora domani si riceverà il vestito nuovo. Alla sera scoppiano tre casi di scarlattina, quindi si resta. 1915 17 GENNAIO Veniamo traslocati in unaltra caserma 3 APRILE Siamo trasferiti nelle nuove baracche, cucina splendida, comodità grandissime. 12 MAGGIO Tutto il reggimento è costretto a lasciare la città di Bressanone e veniamo trasferiti a Linz. 13 MAGGIO Arriviamo in questa città e siamo allogiati in grandi baracche dove dormivano prima i prigionieri russi. 23 MAGGIO La confusione, il terrore, il lavoro grande e faticoso caratterizzano questo giorno e i seguenti 25-26-27-28-29-30. Aspetto notizie dalla famiglia, non giungono; profughi da tutte le vallate passano giorno e notte; internati arrivano qui. Che sarà della mia famiglia! Non ho notizie, non so che sia, corro a vedere i treni pieni di profughi, cercando se fra essi vi sono dei miei cari. 3 GIUGNO Mi giungono due cartoline, del 22.5 e del 29.5. Che gioia alla notizia che a casa sono sani e stanno bene! 70 6 GIUGNO S Parto per Beneschaù, chissà che avvenire mi aspetta in quel paese. 6 DICEMBRE Devo lasciare la cucina, per ordine di un primo Tenente Keibl: faccio domanda di entrare nella sezione dei volontari. 1916 15 FEBBRAIO Ho la risposta favorevole, e vengo trasferito a Enns tra i bersaglieri territoriali. 18 FEBBRAIO Arrivo a Enns, ma invece di essere messo tra i volontari, vengo incorporato alla IV Compagnia di riserva. 15 MAGGIO Sono quasi guarito, il medico decise di mandarmi alla sezione dei convalescenti. Credevo non fosse così, perché ora è quasi asciutta anche la piaga. 6 AGOSTO Ebbi abbastanza fortuna. Un medico, e litaliano Maggior Dalla Torre, ambedue si adoperarono, perché ottenessi un posto comodo: e lebbi presso la Signora Piechl, moglie di un primo tenente e consisteva nel dare una lezione al giorno di italiano. Povera Signora è innamorata pazzamente del medico Gellino, un anno fa perdette una figlia che aveva già raggiunto il 7° anno di età. Oh quanto ricorda, la sua casa è piena di giocattoli infantili, di bambole, fotografie, ma lei non è più, né tornerà mai più a consolare tanta desolazione. Forse essa avrebbe reso i legami coniugali, non così fiacchi e non darebbero a me per i genitori, adito a tristi previsioni, magari segni la fortuna altra via! Prego il Signore ci tenga sempre la Sua benedetta mano sopra la testa, faccia sì che non si devii. Almeno questo in giorni di tanta miseria, desiderlo averlo, e lavrò di certo non ho il minimo dubbio. A me la Signora fece un grande servigio e fu quello di aver proposto oggi a Suo marito di mandarmi con un trasporto di invalidi nella mia patria, fra essi cè mio fratello Giustino. Povero 71 S giovane anche lui fu disgraziato in questa infame guerra, che travolge ogni cosa e rovina tutto. Credo partire presto, perciò una cosa così improvvisa, così inaspettata mi agita tanto, mi ha messo nel cuore una gioia così grande, che non so esprimere, ma che sento in me e fa battere il mio cuore così forte che non posso neppure dormire. Alle volte mi sveglio di soprassalto credendo di trovarmi a casa tra i miei cari così nel sogno. Anche lappetito mi è venuto meno, tutto per la famiglia, per cui giurai tanto amore. 11 AGOSTO Parto questa sera alle 3 ½ con 16 uomini, 3 sono in uno stato deplorevole: Girardini, Masè e mio fratello. Che gioia ora provo! 13 AGOSTO Arrivai a casa, trovai tutti sani, che consolazione grande! E la mia cara Adriana? Essa è già grandicella, ha presto 2 anni e dire che la lasciai appena nata con la speranza di ritornar presto. 18 AGOSTO Mi tocca ancora lasciare la mia famiglia unaltra volta, prendo il volo verso lincertezza, verso un avvenire che forse sarà fatale, speriamo bene. Questa volta parto accompagnato dalla cognata Angelina per una via insolita. Lultimo saluto attraverso il finestrino della casa diroccata. 18 SETTEMBRE Passo alla IV compagnia e da qui alla Sezione Volontari. 1917 3 GENNAIO Di nuovo alla IV compagnia chiedo permesso. 4 FEBBRAIO Ottengo un permesso della durata di 10 giorni, parto per casa. 72 14 FEBBRAIO S Purtroppo i bei giorni del permesso son fuggiti. Ritorno allarmata, ma la fortuna maccompagnò, e da Salisburgo passo per un nuovo ritorno, con una prolungazione di 15 giorni; i quali passarono pure in gran fretta e il 1° marzo di nuovo ritornai alladdio. Potei ancora far ritorno alla menzionata città fino al 15 marzo. 7 APRILE Parto assieme ad altri 200 uomini, con una Marsch per Vienna. 8 APRILE È Pasqua, ognuno cerca di rallegrarsi; di far festa a noi non è permesso. Passiamo con i fucili in spalla alla Germanica, logori ed affamati, attraverso la metropoli austriaca, piena di tutto quel lezzo che Ministri assolutisti e Monarchici appestavano. Nessuno ci guarda, se non per compiangerci o per, ammirare il nostro uniforme. Uno vuol cantare, ma gli altri gli gridano: taci! Forse lui voleva portare fra gli animi, se non altro, per pochi minuti la dimenticanza, il pensiero sopra quanto abbiamo sofferto, credendo in un presagio di quanto triste starà ancora a noi davanti. Io ero muto, si può dire come istupidito. Pasqua duovo! Tutto mi annoia. Le nuove contrade passavano e il rumore delle nostre scarpe chiodate e degli zoccoli si ripeteva nelle botteghe chiuse e chiamava qualche curioso alle finestre. Oh belle feste passate in famiglia, quanto Vi ricordo e se verranno ancora è pur per me un gran pensiero! Un mese si rimase colà e fu veramente un mese triste, tutto quanto vi è di triste trovai. Il sacchettello di patate che la mia cara moglie mi fece prendere quasi per forza, alla mia partenza mi furono tanto care e suddivise surrogarono il rancio triste e scarso. 10 MAGGIO È ancora notte, plotone per plotone chiuso con alla testa il proprio Comandante, passano la città, diretti alla Nordbanhof ove ci aspettano i soliti vagoni per le bestie, per trasportarci nelle rigide regioni della Wolinda. Lo monotonia dei paesaggi che attraversiamo, il presagio di un avvenire incerto, ci fa tristi e pensierosi. Si passano le città di Oderberg, Cracovia, Ivangorad, Lubbliro Covel e finalmente dopo sei mesi di viaggio si arriva a Wladimir Wolifeste nostro futuro luogo di dimora. Il piccolo negoziante ebreo, non manca di seccarci con le sue insistenti grida di offerte della sua merce, gior- 73 S nali, dolci, ed infinite altre piccolezze, con qualunque cosa che a lui porta profitto. Grandi caserme, fabbricate dai prigionieri giapponesi durante la guerra 1903-1904 ci aspettano. Tutte le case in Russia e si può dire nei paesi slavi hanno un modello unico belle facciate, brutte abitazioni, sporche, sudice, tutto si concentra in un unico locale, per la cucina un grande forno, il mobilio manca o è formato da un tavolo, panche ed un assito con su piumini ove tutti assieme senza distinzione di sesso prendono riposo. Le strade son pure di uno stampo particolare. Larghe talvolta fino a 20 metri, piene di fango e di polvere. Un campo, ove le ruote e le scarpe o i piedi nudi fanno da aratro. Passai tre mesi alla meno peggio quale istruttore, presso diversi corpi di truppa. 10 AGOSTO La nostra divisione vien trasferita sul fronte rumeno, quindi si parte, non si sa come al solito per dove. Oh che triste condizioni 42 uomini per carrozzone, un caldo soffocante. Si attraversa la Galizia, Leopoli, lUngheria e Grande Veraslino, Arol La Transilvania ed eccoci a posto, tutti prendono le poche cose, se le caricano sul dorso e via. Fame e bastonate non mancano. In 34 ore fu distribuito un caffè ed un cucchiaino di marmellata, senza un pezzo di pane anzi bastonate a chi si allontana e chiede ai passanti qualche cosa o cerca di fare qualche scambio. Un buon colono rumeno, vicino ad un luogo ove riposammo, aveva approntato una polenta per la sua famiglia, non arrivò a terminare di offrircela che fu divorata tutta, ne approntò unaltra più grande e per poter fare la distribuzione si dovette mettere un plotone davanti con la baionetta innestata. Alle 11 ½ si arrivò in un villaggio rumeno e tedesco klein Schonk qui ognuno per sé trovò da ristorarsi. Alle 6 è pronto il rancio, una conserva in due senza pane, né zuppa, ma contemporaneamente giungeva un contrordine che diceva di tornare alla stazione e proseguire il viaggio. Pazienza; di nuovo ci raggruppammo e via, quattro ore di marce, si risale nei carrozzoni e si parte allalba. Passammo Brasso e poi Predeil, alle 12 Sinaia, alle 6 Casufina, verso notte a Ploesti. Il giorno dopo si arriva a Paesani ove si può udire e vedere la rovina della guerra. Poveri prigionieri insanguinati e feriti aspettano pietà, da chi più che tigre ha il cuore duro. Non un sorso dacqua, non un pezzo di pane. Eran circa un centinaio, parte feriti gravemente, parte leggermente, chi piangeva, chi vaneggiava, chi moriva. Il cappello di ferro impassibile, passeggiava facendo guardia che non scappassero. A lui nulla commuove, nulla impressiona, solo nel sangue umano trova sazie le sue brame. Noi porgemmo soccorso, quanto più ci fu possibile. 74 S Alle 11 si riparte per una direzione ignota naturalmente lultimo pasto era stato fatto a Poesti la sera avanti. La marcia durò tutto il dopo mezzogiorno e tutta la notte, alle 4 di mattina eravamo già sulla linea di riserva. Gravi combattimenti si svolgevano al fronte, tutta la notte suonava il cannone e il fuoco di fucili. Ci accampiamo allaperto sotto vigneti che portano uva ancora malmadura. Vero sera vengono i pastori 10 o 12 sergenti, tutti con un buon bastone e scelgono tra noi le loro pecore. 22 AGOSTO Incomincia limbrunire, si parte per la prima linea. Mai pensai così con serietà ai cari miei, forse domani sarò morto, rivedrò ancora la mia famiglia? La mia Emma che tanto amo e la mia cara Adriana? Tornerò fra loro? Quando? Baciai le fotografie care; recitai con grande devozione alcune preghiere e partii. 26 AGOSTO ORE 9 Ieri sera dormivo, ero stanco perché durante il giorno lavorai molto per scavarmi una trincea che potesse difendere, quando ad un tratto son costretto a svegliarmi dal frastuono grande, enorme, che facevano le artiglierie, fucili e mitragliatrici. I nostri furono assaliti, noi siamo ancora in riserva a circa 200 passi dalla prima linea, su noi riversarono un fuoco a tamburo, per impedirci di ingrossare la prima linea. Ad un tratto uno grida; piange, un altro si lamenta e chiama sanità. Gli altri se ne stanno chieti accovacciati nei propri buchi, chi fida muover un dito, che dal frastuono pare tutta laria piena di palle, tanto da non figurarsi neppure un centimetro ove non vi passi in quel momento qualche proiettile. Io pregavo e pensavo alla mia famiglia, facendo voti. Due ore dopo era cessato tutto, io dovetti alzarmi ad andare con un alfiere a far una rivista, non ci colse nessun incidente. 27 AGOSTO Nella posizione in cui eravamo, si trovavano bellissimi vigneti, luva era matura, ma il lezzo dei molti cadaveri insepolti ci toglieva lappetito e ci faceva tristi. Da ben 20 giorni si trovavano colà, ma il crudele germanico non si curava di seppellire i morti. Ben altre cose interessava a quelle bestie. Di continuo passavano carri carichi di quadri e daltre cose preziose tolte da Poneiù, città completamente distrutta. Alla bene e meglio con due altri italiani, cercai di coprire quei cadaveri che erano nei dintorni e ben 15 furono presi dallinsulto degli animali. Resi nota la cosa al mio Comandante, il quale ben volentieri aderì allidea mia di inca- 75 S ricare alcuni uomini a un tal lavoro. Alla sera uscii con un ufficiale di pattuglia. Una palla colpì la canna del mio fucile. Ritornato sano e salvo mi sdraiai e verso la mezzanotte viene un ufficiale a chiedermi, che vada con lui, ma il caposquadra che dormiva accanto a me si svegliò dicendo che io ero già stato fuori, perciò toccò a lui. Erano in sei e uno solo, poté ferito venir da noi in cerca di aiuto, 5 morirono. 29 AGOSTO Passo ad un nuovo battaglione formato da soli italiani e con esso ritorno a Foesani e passo in una nuova linea ben trincerata, ove vi resto fino al 4 ottobre. 13 27 SETTEMBRE Sono con una guardia di campo, grande pericolo, ma poca è lazione nemica. 4 OTTOBRE Parto per Enns dove frequenterò la scuola degli ufficiali di riserva. 10 OTTOBRE Arrivo al quadro. 6 NOVEMBRE Parto per Freistadt ove frequenterò la scuola. 22 DICEMBRE Posso avere 8 giorni di permesso, vado quindi a Enns e poi a casa. 1918 7 APRILE Ricevo un piccolo permesso fino ai 22, vado quindi di nuovo a casa. 4 MAGGIO Parto con altri 7 volontari per Trento. Ai 9 arrivo a Frazinafeste ove resto fino al giugno. 76 23 LUGLIO S Ritorno dal corso dei cadetti a Bressanone 24 OTTOBRE Parto per lUcraina, ai 29 arrivo a Balta. 4 NOVEMBRE BALTA Si parlava già da qualche giorno che tutti in massa si avrebbe cercato di por fine alla guerra e di tornare alle nostre case. Si fecero i relativi piani e daccordo con 4 ufficiali italiani si deliberò la sera del 3 di arrestare tutti gli altri ufficiali e caricarci di provviste e poi svignarcela. Alle 4 del mattino ci fu la sveglia. Tutti fedeli agli ordini con fucili carichi, munizioni a sufficienza, granate a mano e mitragliatrici si continuò lazione. Tutto in silenzio, tutto quieto, gli ufficiali non italiani si preparavano alla festa di Carletto inconsci che unaltra festa ben diversa, da loro non voluta, perché vili laspettavano. Uno viene in carrozza dalla stazione: Alt! siete in arresto gli grida il nostro condottiero, consegnate le armi. Era il comandante del reggimento a cui appartenevamo noi. A quellimposizione, prese nelle mani le armi che teneva ancora e le alzò in alto in segno di arrendersi. Una trentina di questi merli capitò nelle nostre fauci. Poveretti! Credevano di trovare in noi gente crudele come loro, che li trattasse male, no, noi fumo più civili, noi usammo la civiltà appresa e dopo averli ben nutriti li spedimmo via in direzione di quellinfame paese a cui essi erano servi. Battevano le 8 del mattino, quando con le baionette puntate sulla aste dei fucili in doppia fila, dietro a noi il signor Alfiere Poeti, passammo per le strade di Balta, ordinando a tutti i soldati di portarsi nelle caserme e prepararsi alla partenza. Si era a poca distanza dalla caserma, quando si udì una salve, erano i nostri compagni del 97 che dallaltra parte della città giungevano allopera. Noi passammo quasi tutte le contrade maggiori senza aver un incidente. Loro no, ancora sui primi passi incontrarono una carrozza sulla qual quattro ufficiali fuggirono. Furono fermati ma essi non volevano rendersi e da allora fuoco! un morto e tre feriti. Nel mezzo della città ci incontrammo: Evviva lItalia, evviva Trieste e Trento libere! Viva la libertà! Che giubilo! Tutto il giorno lavoro indefesso per accumulare viveri, denari e merci, vestiti, calzature ecc. verso le 5 pomeridiane si doveva partire, tutti pronti ma un ordine dei nostri alleati ci impose di aspettare il girono prossimo. Ritorniamo in quartiere. Io ricevo servizio di guardia. Che notti dubbriaconi!! 77 5 NOVEMBRE S Partiamo 7 Km. giungiamo alla stazione, colà mancano i vagoni, si deve aspettare. Un treno di pecore destinate alla Germania, vien da noi fermato e le pecore vendute. 8 NOVEMBRE Sono guardia della cassaforte 368.000 corone lordo! Alle 2 partiamo per Tiraspol. 10 NOVEMBRE Socllea. Non potendo proseguire siamo costretti a portarci in un paesello vicino, ove si rimane fino al 6.12. Si parte per Odessa. 7 DICEMBRE Il mio compleanno, giorno di festa; giorno di gioia familiare. Già in ottobre ebbi dalla mia cara Emma la profezia che per questo giorno ci sarebbe la pace. Difatti se proprio non è firmata cè, e dire che da un mese gironzolo di qua e di là per uscire da questa maledetta Russia, ma invano? Oggi è dì di festa: di fatti grande novità, è arrivata la torpediniera italiana Agordat, e protetti dalla stessa fummo per la prima volta accettati sotto la bandiera dei tre colori. Oggi per la prima volta potremmo raggiungere il desiderio di tanti e tanti anni. Siamo italiani Evviva lItalia nostra Patria! si sapeva di essere redenti già fin dal primo giorno della sommossa, ma nessuno ci aveva presi quali nuovi figli della grande Madre Patria. Si era poveri esuli, che con grandi stenti si cercava una via di uscita da questo paese pieno di vizi e di oscenità. Un buon Monsignore Jassy ci consigliò di cambiar via, lasciare lidea di attraversare la Romania e di dirigerci qui ad Odessa. I nostri buoni ufficiali non curando gli stenti e le fatiche, vennero subito qui, il Signor Bassi e Cozzio ci diedero buone speranze e buone direttive. Oggi con larrivo della torpediniera, abbiamo protezione e la certezza che si partirà prestissimo. Domani ci imbarcheremo sulla nave Stella. Quanta buona gente si trova qua e là. Ebbi oggi in regalo in giornale di Milano del 6 m.c.. Le giornate di redenzione italiana. Leggendo lentrata in Trento delle nostre truppe mi vennero le lacrime agli occhi. Benedetta terra, quanto hai sofferto e tu cara madre sei tanto forte ed hai avuto la meritata vittoria. Salve, o cara Italia! 78 9 DICEMBRE S Ieri brutta giornata, acqua e neve tutto il giorno. La grande città Odessa rappresentava una delle scene raccapriccianti, ma assai comune nella grande Russia in questi tempi. Tutti vogliono comandare e nessuno ubbidire. Ognuno che fa parte dun partito si crede un personaggio e con ciò si appropria tutto il fare di queste Sette o partiti; ebbero la fortuna di salire al potere. Fino a poco tempo fa erano i tedeschi conquistatori ed oppressori, ora essi hanno perduto Governo e Governatori. Essi gironzolano sfacendati, i Germanici però continuano il loro servizio, ma altri hanno invidia e rabbia e perciò ne contrastano il potere. Costoro sono i Gordisti, ex ufficiali dellesercito russo che con la scusa di ristabilire il Governo dello Zar abbattono e distruggono ogni cosa. Essi si impadronirono delle città principali e ieri giunsero anche qui. Un nostro trasporto fu da loro fermato a Rasdebva. Oggi alle 2 pomeridiane ci imbarcammo sulla nave trasporto merci Baron Edmondo Weich. 10 NOVEMBRE 3 giorni esterni, oscuri, tetri, noiosi, pieni di nostalgia. Sono in questa carcassa di nave, priva di ogni comodità. Ah che vita! Tutto per poter andare a casa, dove mi aspettano, senza aver notizie, senza sapere ove io sia. In città lotta fra Petruri, Guardia Bianca, Milizia Ucraina, Massimalisti e tedeschi, sette morti e alcuni feriti. Alle 9 si parte per Costantinopoli. 13 DICEMBRE Il mare è bello, calmo e chiaro, si vede limmensità del mare, il sole illumina le onde che lontano vanno increspandosi. Ci si diverte dando la caccia ai delfini. 14 DICEMBRE Alle 8 ant. si entra nella prima apertura del Bosforo. Che spettacolo magnifico, a destra e a sinistra giardini, palazzi, ville e cannoni e fortificazioni. È un misto di bellezze naturali e artificiali che, certo, forma quanto vi è di più bello al mondo. Pinete, oliveti, cipressi, muraglie antiche rivestite da piante rampicanti, tutto linsieme si rispecchia nel mare. Le case non sono come in Europa, ma allorientale, senza tetto piene di colori vivissimi: rosse, azzurre, verdi e la maggior parte nere. In un luogo si vedeva una di queste casupole 79 S ribaltata su di unaltra vicina, rovinando anche questaltra, ambedue di legno. Avanti avanti un pilotto ci segna la via tra le mine e ci porta a Costantinopoli. La città si trova a ridosso di colline, sulla costa europea, mentre a sinistra vi sono ville e campi seminati di colonne tronche, cimitero dei turchi Scutari. In mezzo al porto si scorgono le brune corazzate francesi, inglesi e la bella Vittorio Emanuele. Alcune torpediniere gironzano leggere leggere nel mare verdognolo. Che bellezze incomparate presentano ambedue le sponde. In mezzo al canale cè il grande faro e subito si apre nel mar di Marmara. Quasi nel centro sorge maestosa la Chiesa di S. Sofia. Ovunque si slanciano rotonde colonne, i minaretti turchi. Si fa carbone, acqua e viveri e il giorno 15 si parte per i Dardanelli. 16 DICEMBRE Arriviamo allo spuntar del sole allimboccatura di quello stretto, che costò tante fatiche per prenderlo al turco. La attraversata dura 8 ore. Una torpediniera inglese ci addita la via. Non si può uscire però, perché il mare è brutto, si rimane 14 ore fermi, poi si prosegue il 17 per Corinto. Passiamo fra mezzo a quelle isolette greche dove i pionieri della civiltà scrissero una sì grande pagina della storia. 18 DICEMBRE Arrivammo vicino a Enbea, lAttica, Pireo, Ungina, Se lesine, Corinto. Il canale è stretto, tagliato fra colline altre circa 150 mt. lungo 3 miglia e largo 15 mt. Due volte batte il bastimento contro la sponda. Un rimorchiatore ci guida. Siamo nel golfo di Corinto, sono circa le 1 antipomeridiane quando un ex prigioniero viene a dirci che il mio compagno è caduto sulla sponda del canale al primo urto. Scende subito un ufficiale con la barchetta e va a prenderlo. Si era rotto una gamba. Proseguiamo a sinistra e lasciamo Corinto, a destra ponticelli che scendono lentamente sino al mare. Si vedono muri che separano le proprietà private e tutte queste particelle arrivano al mare. 19 DICEMBRE Allalba si arriva allo Stretto di Patrasso. Fortificazioni antiche ci ricordano fatti storici; si viaggia tutto il giorno; a sera si è fuori in mare aperto. A sinistra sallontana lisola di Cefalonia, a destra la costa Greca. Il mare comincia a farsi brutto, si ribalta ogni cosa, le sponde toccano il livello del mare, spruz- 80 S zate dallacqua entrano, tutti hanno il mal di mare. Questa burrasca dura fino alle 3 del 19. Non potendo continuare si gira a destra entrando in mare chiuso fra Corfù e la Grecia. Alla sera si può uscire e ci dirigemmo verso Gallipoli. 20 DICEMBRE MATTINA Si vede la punta di S. Maria di Leuca. Alle 12 si è a Gallipoli. Uno sbaglio era successo nellindirizzo nostro; quindi si prosegue per Taranto. FINE 81 Speciale Indagine Sociologica (prima parte) Nel 1994 venne lidea, allallora Redazione de il Garzonè, di effettuare unindagine relativa agli aspetti della scolarizzazione e delloccupazione nel nostro paese. Oggi, dopo un decennio, è stata di nuovo svolta la medesima indagine. Già allora limpegno richiesto era stato notevole, si era trattato, infatti, di spulciare nominativo per nominativo tutti gli abitanti di Caderzone, annotandone singolarmente la reale situazione anagrafica e sociale al 31 dicembre 1994. Medesimo, meticoloso lavoro è stato svolto anche questa volta. Con sottomano i dati rilevati (quelli del 1994 e quelli attuali) sono possibili anche dei confronti. Certo, questa indagine non ha nessuna pretesa di ufficialità, qualcuno potrebbe obiettare che non risponde nemmeno ai criteri oggettivi e scientifici che caratterizzano una ricerca di questo tipo ma non è a questo che si voleva puntare, nemmeno le osservazioni alla lettura dei dati vantano pretese di scientificità ma nemmeno questo era lo scopo. 82 Speciale Quello che premeva a noi della Redazione e, ne siamo certi, anche a tutti i lettori, è la curiosità di sapere come, nel giro di un decennio, sia cambiato (o non sia cambiato) il nostro panorama sociale rispetto ai punti trattati, e linteresse, buono, di sapere cosa sta succedendo alla nostra comunità, di sapere verso quale tipo di istruzione si rivolgono i nostri giovani, di conoscere, per esempio, se il paese, la valle, il comprensorio, sono in grado di rispondere alle esigenze lavorative o se, invece, gli abitanti di Caderzone debbano andare altrove a cercare lavoro. Unaltra cosa di cui siamo certi è che i nostri lettori sapranno leggere questi numeri non con il distacco solitamente riservato ad una statistica ma con la consapevolezza che, dietro i numeri, ci sono persone e che quelle persone siamo noi. Unindagine, dunque, che ci permette di conoscerci un po di più. Cè una discrepanza tra il numero effettivo dei residenti (610) e il numero delle persone intervistate (554). Questo è dato da una precisa scelta redazionale. Sono state escluse dallindagine, infatti, le persone che, pur risultando residenti nel paese, di fatto non vi abitano (quindi anche difficili da rintracciare per sottoporre loro il questionario). Questo fa sì che i dati rispecchino il più possibile la reale situazione della gente che a Caderzone ci sta tutto lanno. 83 Speciale I risultati dellindagine verranno presentati divisi in due parti. La prima parte è qui di seguito riportata e riguarda i dati sulla scolarizzazione, la seconda parte, riguardante loccupazione, sarà pubblicata sul prossimo numero del nostro notiziario. In ogni tabella verranno inoltre messi a confronto i dati aggiornati con quelli raccolti nel 1994 (dove gli intervistati erano stati 564, allincirca lo stesso numero di oggi, fan comunque riferimento le percentuali). La Scolarizzazione Nella tabella 1 vengono riportati i dati generali riferiti alla scolarizzazione. Legenda: Infanti: Frequentanti la scuola: residenti dai 0 ai 3 anni residenti che stanno attualmente frequentando uno dei seguenti ordini di scuola: materna, elementare, media, superiore, università residenti che hanno già concluso il proprio percorso scolastico Concluso gli studi: TABELLA 1 2002-03 Percentuali 1994-95 Percentuali Infanti 29 5,2% 10 1,8% Frequentanti la scuola 95 17,0% 90 16,0% Concluso gli studi 430 77,8% 464 82,2% Totale 554 100,0% 564 100,0% 84 Speciale Osservazioni: È evidente lelevato numero di infanti presenti oggi (più che duplicati rispetto alla precedente indagine), si mantengono piuttosto costanti gli altri valori. Nella Tabella 2 vengono evidenziati gli ordini di scuola attualmente frequentati (anno scolastico 2002-2003) sempre messi a confronto con i risultati della precedente indagine: TABELLA 2 2002-03 percentuali 1994-95 percentuali Scuola materna 24 25,0% 11 12,0% Scuola elementare Scuole medie Scuole professionali Scuole superiori Università 19 13 4 27 8 20,0% 14,0% 4,0% 28,5% 8,5% 32 19 5 15 8 35,5% 21,0% 5,5,0% 17,0% 9,0% Totale 95 100,0% 90 100,0% Osservazioni: a) b) c) I frequentanti la scuola dellobbligo sono oggi il 56% contro il 68% della precedente indagine. Lelevato numero di bambini al di sotto dei tre anni fa comunque ben sperare in una ripresa demografica. Si è mantenuto costante il numero degli iscritti alle scuole professionali (in genere Enaip e Upt), sensibilmente aumentata la percentuale dei frequentanti le scuole superiori. Il dato è senzaltro positivo, la cultura è alla base dello sviluppo di una comunità, ci si augura però che questo non faccia venire a mancare nel paese la presenza di lavoratori esperti nel prezioso mondo dellartigianato, del turismo e del terziario in genere. Leggermente in calo la percentuale dei frequentanti luniversità. 85 Speciale Le facoltà universitarie scelte sono varie fra loro: Economia del turismo, Economia e diritto, Farmacia, Fisioterapia, Giurisprudenza, Assistente sociale, Agraria, Società, politica e istituzioni europee. 430 residenti hanno già concluso il loro ciclo di studi. Il grado di scolarità raggiunto viene specificato di seguito nella tabella 3. TABELLA 3 2002-03 percentuali 1994-95 Scuola elementare 149 35,0% 216 46,5% Scuole medie 110 26,0% 156 33,5% Scuole professionali 79 18,0% 37 8,0% Scuole superiori 66 15,0% 42 9,5% Università 26 6,0% 13 2,5% 430 100,0% 464 100,0% Totale 86 percentuali Speciale Osservazioni: a) b) c) d) La percentuale della popolazione che non ha proseguito gli studi oltre la scuola dellobbligo è del 60%, ben il 20% in meno rispetto allindagine precedente. La variazione così alta di questo valore è data sia dalla scomparsa di persone anziane (aventi il titolo di scuola elementare) sia dallaumento del numero di persone che proseguono negli studi Si nota un aumento nella percentuale di chi ha scelto di frequentare una scuola professionale piuttosto che una scuola superiore (18% contro il 15%) invertendo così il valore dellindagine precedente. La differenza di percentuale di chi ha intrapreso e concluso gli studi universitari è tuttora poco rilevante (6%) anzi, rispetto allindagine precedente, la differenza è passata dal 7 al 9% rispetto alla percentuale dei diplomati Ancora oggi ben 149 persone possiedono la sola licenza elementare. Questo è facilmente comprensibile con il fatto che solo nei primi anni sessanta è stata introdotta nellorganizzazione scolastica italiana la frequenza obbligatoria della scuola media (il dato emergerà in maniera chiara nella tabella 4) 87 Speciale Approfondiamo i dati della tabella 3 entrando nello specifico delle scuole, professionali e superiori, frequentate. 79 residenti hanno concluso gli studi con un attestato di scuola professionale, nel grafico di seguito sono riportate le percentuali degli attestati ricevuti: 66 residenti hanno invece concluso gli studi diplomandosi alla scuola superiore nel seguente modo: 88 Speciale Legenda: UPT: scuola di segretariato (dazienda, dalbergo, corrispondente in lingue estere, analista contabile ) ENAIP è una scuola suddivisa in due settori: alberghiero (camerieri, cuochi) e industria-artigianato (falegnami, elettricisti, muratori, meccanici ), nel grafico sono state riportate le percentuali relative ai due settori separati, in totale, comunque, la percentuale di residenti aventi un attestato proveniente dallEnaip è del 51% (dunque più della metà) COMMERCIALI scuola di avviamento commerciale (frequentata per lo più negli anni cinquanta-sessanta) ALTRO con la dicitura altro si comprendono attestati diversi da quelli sopra di cui sono in possesso solo una o due persone nel paese (sarta, casaro, parrucchiera, estetista ) Analizziamo ora la scolarizzazione suddividendo gli anni in quattro periodi (tabella 4) TABELLA 4 Scuole Elementari 1908/1940 1941/1959 1960/1969 1970/1988 Totali 99 50 Medie 4 47 48 11 110 Professionali 5 19 11 44 79 Superiori 4 12 18 32 66 Università 1 6 10 9 26 114 133 85 97 430 Totale 89 149 Speciale Osservazioni: a) La percentuale più alta (67%) dei detentori della sola licenza elementare è concentrata nei nati nel periodo 1908/1940. Tale percentuale cala nel periodo successivo (34%) per scomparire poi dal 1960 b) Cala la percentuale di chi conclude il percorso scolastico in terza media (da 48 tra i nati nel periodo 1960/69 a 11 tra i nati del successivo periodo) c) Dato significativo limpennata di chi ha scelto la strada delle scuole professionali, tra i nati nel periodo 1970/1988: ben 44 residenti, ovvero il 56% del totale di questo settore e il 45% dei nati nel periodo considerato d) In progressivo, costante aumento, i diplomati alla scuola superiore e) Si evidenzia come non sia ancora così ovvio il proseguimento degli studi fino alluniversità, infatti nellultimo periodo (quello comprendente i residenti che oggi hanno tra i 15 e i 33 anni), su 41 diplomati, solo 9 hanno concluso con la laurea la carriera scolastica, ovvero il 22%. Aldilà delle motivazioni di ognuno, questo dato lo possiamo in parte spiegare sia con la lontananza delle sedi universitarie che richiede comunque un alloggio in loco (fatto questo che, ancor oggi, costituisce un deterrente per alcuni), sia con la possibilità ancora relativamente facile di trovare subito un lavoro una volta conclusi gli studi di scuola superiore. Prendiamo, in ultima analisi, in esame i dati che si riferiscono ai residenti di Caderzone nati dal 1977 al 1983, ovvero quelli che, oggi, hanno dai 20 ai 26 anni per avere unidea più precisa e chiara della direzione presa dalla scolarizzazione nel nostro paese. Totale: 48 ragazzi. Concluso gli studi: Studenti: 36 12 90 Speciale Nello specifico: dei dodici ragazzi che tuttora risultano studenti: 5 frequentano ancora, per vari motivi, la scuola superiore 2 frequentano un corso parauniversitario 5 frequentano luniversità I 38 ragazzi dai 20 ai 26 anni che risultano aver concluso il proprio ciclo di studi sono tutti già inseriti nel mondo del lavoro tranne due che risultano essere disoccupati in quanto appena terminato il percorso scolastico. I titoli di studi ottenuti sono così ripartiti: Si può notare che è ancora piuttosto bassa la percentuale dei laureati, si equilibrano in modo abbastanza proporzionato tra loro i possessori di un titolo di scuola professionale e di scuola superiore. Una curiosità: la percentuale di chi si è fermato al diploma di scuola media inferiore è superiore alla percentuale dei laureati. Con questo concludiamo la prima parte della nostra indagine. Ribadiamo che le osservazioni fatte mirano esclusivamente ad avere una sempre maggior conoscenza della nostra realtà. Dai dati raccolti sono possibili, ovviamente, altri tipi di lettura, che lasciamo alla fantasia dei lettori. Ci scusiamo in anticipo per eventuali, sporadici errori che non avrebbero, comunque, unincidenza significativa nel calcolo delle percentuali. 91 Anni 60, Costruzione di Via Bassett. (Cortesia di Albino Amadei) 92 I L ettori scrivono Attonite cime Povera Val Rendena! Calpestata da mille stivali, candida neve violata da mille colori! Attonite sembrano le cime, forza sovrastante della natura, guardare quel brulicare di formiche: un soffio e via! Rispetto mancato verso quellentità superiore che pazientemente osserva Affannarsi continuo che non coglie la poesia in cui si sperde. Roberta Stulle Trieste, 11 gennaio 2003 93 L Alla Redazione del Garzoné La gioia che sprizza dagli occhi del Postino di Caderzone (pag. 23) è straordinaria. Egli gode a consegnarti una lettera familiare secondo lui assai gradita. Una volta, caro Alfredo, una volta! Oggi la corrispondenza avviene con i telefonini. Auguri, condoglianze, congratulazioni, scuse, rimproveri, appuntamenti, inviti, raccomandazioni, sentimenti, tutto corre attraverso letere. Non è più necessario riflettere per trovare le giuste parole durante una conversazione a lunga distanza. E sei tranquillo, senza dover mettere nero su bianco. Col telefono le parole volano, non lasciano traccia, né potranno smentirci se poi cambiamo parere. Lettere scritte tuttavia ne arrivano sempre e molte. Ma cosa portano? Portano conti salati da pagare: luce, gas, acqua, telefono, rifiuti solidi urbani, passi carrabili, ICI, imposte, abbonamenti . Grazie lo stesso, caro Tarcisio. Con lavvento del telefono automatico il tuo lavoro non è affatto diminuito. Anzi, adesso devi reggere una borsa più pesante che ne passato, senza sosta, perché le fatture ricorrono periodicamente e con esse nuove richieste di soldi per le offerte e tanti tanti giornali. Devi correre ogni giorno, tempo buono o bruto che sia, per riempire a domicilio le cassette postali di carta stampata. A pagina 50 del Garzoné ecco un altro disegno, frutto dellamore per la montagna, più che di fantasia. Alberi, casupole, sentieri, sassi, steccati, illuminati dal sole, curati come sono nei particolari, non hanno bisogno di colore per comunicare il senso del bello e della pace. La nicchia in legno con il crocifisso segna linizio di un cammino che ti porta in alto, anima e corpo. Accanto al quadro, la poesia dialettale, per ribadire, questa volta in ver- 94 L si, che un pezzo di monte è il Paradiso sulla terra, che una briciola di pane con una e formaggio, un goccio di vino, e qualcosa da fare, ti fanno trascorrere sul monte lora più bella. Alfredo non si ferma lì. Cè San Giuliano da disegnare, a coronamento della storia scritta sempre dallottimo Giustina. Alfredo osserva la statua della cappella, poi guarda la pala della chiesa e si mette a tratteggiare la figura del Soldato martire, attento, attentissimo allombreggiatura. San Giuliano fu condannato a morte da Traiano, quando fu nei ranghi dellesercito romano, egli si rifiutò di sacrificare agli dei, per rimanere fedele a Cristo. Mi piace come viene rappresentato: sicuro di sé, fiero e coraggioso, con il cuore sulle labbra, come si suol dire. Egli non teme le vipere ed è pronto a qualsiasi genere di combattimento. Ammirandolo, rimaniamo colpiti dalla luce che brilla sulle costole delle pieghe, regolate ad arte, tanto nel mantello come nellarmatura: una luce che sembra il riflesso dello spirito. La morte prematura di questo giovane, con latroce supplizio più volte toccato dallo scrittore, ci lascia allibiti. La devozione del Santo, passando dal monte al paese dopo lerezione della nuova chiesa, diventa più trasparente, più sincera. Ora San Giuliano di Cilicia è compatrono di Caderzone: pregiamolo perché ci tenga buoni e santi, perché ci dia un po della sua fede. Cordialmente. Walter Camatti 10 febbario 2003 Monzambano (MN) 95 L Spettabile Comune di Caderzone Sono nato a Caderzone e lì, con la mia famiglia, ho trascorso gli anni dellinfanzia. Nel 1939 (avevo 12 anni), ero a Campastil in malga come capraio insieme al Gelmo Salvadei (caser), Andrea Sartori (smalzirol), Bepi Salvadei e Remo Polla (vacher). Con me avevo portato poche cose, la mia valigia una semplice cassettina in legno con un pezzo di spago per poterla appendere ad un chiodo perché le grill affamate non mangiassero il contenuto ed un paio di sgalbari artigianali, senza borchie, solo stoffa e legno, che usavo quando lavoravo nello stallone. Questi miei oggetti ricordo, li ho sempre conservati ed ora, visto che a Caderzone cè il museo della Malga, se può farvi piacere, desidero donarveli per esporli assieme ai vecchi attrezzi ed alle altre cose del tempo passato. Grazie e tanti saluti. Fiorindo Sauda Villa Rendena Verdesina marzo 2003 96