ΒΑΣΙΛΕΙΟΣ ΑΧΡΙΔΗΝΟΣ Ε ΝΟΝ ΒΑΣΙΛΕΥΣ ΑΧΡΙΔΗΝΩΝ, ΒΑΣΙΛΕΙΟΣ Ε ΝΟΝ ΚΑΛΟΣ S. G. MERCATI/ROMA Fra le opere di S. Massimo Confessore edite dal Combefis (S. Maximi Opera [Parisiis 1675] l 671 s. = Migne PG 90, 1461 s.) si trova un breve estratto intitolato: Εκ των ί>γ' απόρων προς τον οειότατον βαβι,λέα τον */4χριδήν (sie) = Ex opere LXIII Dubiorum, ad diviuissimum Achridae regem. L'editore vi aggiunse subito la nota: „Dicti postea Bulgari, quorum haec metropolis, ipsa lustiniana prima. Huius operis altum aliis silentium, altissimo tarnen Maximi ingenio compositum, vel hoc ipsum indicat, sie theologicum; ex Reg. cod. pridem exscripturn. Sed an jam turn βαβίλεΐς Bulgariae principes et reguli, quod eis tandem Graeci concessere, dubium esse possit." Malgrado il dubbio espresso dal Combefis (dubbio ragionevolissimo, perche alla morte di S. Massimo avvenuta nel 666 i Bulgari sotto Asparuch a mala pena si erano stabiliti al nord dell' attuale Dobrugia: cfr. A. Vasiliev, Histoire de TEmpire Byzantin I [Parigi 1932] 289 seg."), si e continuato a riprodurre tal qu le il titolo dell7 opuscolo sino ai nostri giorni, ad es. dal Grumel, Maxime de Chrysopolis, Dictionn. de theol. cathol. X l (1927) 452 e dal Cantarella, San Massimo Confessore p. XVIII. Soltanto Γ artic. di Wagenmann-Seeberg, Maximus, Realenzykl. f. prot. Theol. 12 (1903) 465 rammenta: Ein Fragment ber dieselbe (trinitarische) Frage ex opere 63 dubiorum ad Achridae regem von zweifelhafter Echtheit. Che il frammento sia del tutto spurio non si pu affermare, perche abbiamo verificato ehe il primo periodo Tb γαρ πνεύμα το αγιον ωόπερ φνβει κατ9 ονβίαν έότΐ τον &εον καϊ πατρός, όντως καΐ τον VLOV φνβει κατ* ούβίαν υπάρχει ως έχ τον πατρός ονβιωδως δι? νιου τον γεννηθέντος άφράβτως έκπορενόμενον corrisponde ad un passo della Quaestio LIII ad Thalassium (Migne PG 90, 672 C) con la sola Variante υπάρχει] έοτί e Γ omissione di τον avanti a γεννηθέντος. E il famoso periodo ehe nella controversia sulla processione dello Spirito Santo suole venire tante volte citato dai polemisti latinofroni e antilatini, ad es. da Giovanni Vecco (Migne PG 141, 303 A e 627 C), da Costantino Meliteniota (ivi 1076), da Gennadio Scolario (QEuvres completes, publiees par PetitSiderides-Jugie II [Parigi 1929] 119s.; 372). II resto, per quanto abbiamo cercato, non trova corrispondenza nella suddetta Quaestio ne forse in altre opere di S. Massimo. Esso ha la parvenza di essere una aggiunta esplicativa o piuttosto il contesto, nel qu le si trova inserito il passo di Massimo, con Γ esplicita indicazione dell' autore e delT opera. Pro- Unauthenticated Download Date | 4/17/16 4:58 AM Mercati: Βασίλειος Άχριδηνόξ Q non Βαοιλενς Άχριδηνών, Βααίλειος e non Καλός 349 babiliuente An esegeta o un polemista ha preso motivo dal passo di S. Massiino per spiegare una questione teologica. Come Michele Gljkas indirizza ora all' uno, ora all' altro dei suoi amici e conoscenti i capitoli Είς τάς απορίας της δείας γραφής, cosi il fin qui ignoto autore ha diretto il breve capitolo προς τον δειότατον βαοιλέα τον 'Λχριδήν (sie). Il destinatario non e certamente un βαόιλεύς των 'Λχριδηνών coine ha inteso il Combefis, ma il noto Βασίλειος ο 'Λχρίδηνός, metropolita di Tessalonica (morto circa il 1168), sul qu le v. Vasilievskij, Vizant. Vremennik l (1895) 55—132 e J. Schmidt, Des Basilius aus Achrida, Erzbischofs von Thessalonich, bisher unedierte Dialoge, M nchen 1901. Se non ehe ne in questi due autori ne, per quanto sappia, in altri, il frammento di S. Massimo viene ricordato e messo in rapporto con Basilio d'Achrida: per la sua tenuit e per il cantuccio remoto in cui e nascosto, esso facilmente sfugge all' attenzione degli studiosi. Se, pertanto, abbiamo cosi determinato l'epoca (circa la meta del secolo XII), ancora non ne abbiamo scovato Γ autore tra la pleiade dei teologi e polemisti del tempo di Manuele Comneno. La ricerca sarebbe risparmiata, se il Combefis avesse indicata la segnatura del codice Regio. Come stanno le cose, abbiamo rinunciato a fare fotografare i framraenti di S. Massimo segnati nelT I n v e n t a i r e Sommaire dell' Omont (soltanto la mise en train avrebbe importato non lieve spesa) e a continuare lo spoglio delle varie opere dogmatico-polemiche del tempo di Basilio, in buona parte inedite. Lasciamo a qualche specialista della teologia bizantina la briga di identificare Γ autore del breve excerptum e Γ opera di cui fa parte. Qui basti notare come il Βασιλεύς Άχρι,δηνών si basi sulla confusione di Βασίλειος e βααιλενς causata dall7 usuale sospensione della desinenza, di cui abbiamo, fra tanti, un esempio in MignePG H9,col.934. Un altro errore nella lettura del titolo delT epistola 21 di Giovanni Tzetzes diretta al nostro Basilio Τω πρώτονοταρίω τω πατριαρχικά κνρίω Βαβίλίω (sie) τω 'Λχριδηνω si rileva nella traduzione latina del Sebastiani: Ad protonotarium Regium (Lycophronis Cassandra, Roma 1803, p. XIII), ehe il Pressel, Joh. Tzetzae Epist., T bingen 1851, p. 23 cosi corregge: scribendum est potius Basilius. Ma un piu grave errore fu commesso nella lettura del nome del nostro Basilio nella sottoscrizione degli atti del sinodo convocato da Manuele Comneno nel 1157 per la condanna di Soterico Panteugeno, pubblicati dal Mai, Spicilegium Romanum 10, 91 = Migne PG 140, 200 B. Ivi si legge r εντελής αρχιεπίσκοπος της μητροπόλεως Θεοόαλονίχης Κάλος (e piu sotto CO εντελής μητροπολίτης Λαοδιχείας Κάλος\ donde il Vasilievskij, o. c. 69 — 71 argui ehe Κάλος potesse essere il patronimico di Basilio. Lo Schmidt poi, o. c. 3 e 24seg. da come Unauthenticated Download Date | 4/17/16 4:58 AM 350 L Abteilung pacifico il Beiname Καλός, anzi nella nota 6 di pag. β scrive ehe cosi si legge nel cod. ms. gr. Monac. 66 fol. 7Ib. Se cosi in realt si leggesse, si tratterebbe di errata lettura di Βασίλειος da parte dello scriba del secolo XVI, la qu le deve cedere di fronte a quella dei codici M, M', M", V, J., e non avere la preferenza, ehe Γ editore le ha dato, inserendola nel titolo Κυρίου Καλού (η. 1 loco Βαβιλείον) τον 'Λχριδηνον. Ma a ragione il Sakkelion ripubblicando da un codice di Patmos il Τόμοζ βννοδικός, Πατμιακή Βιβλιοθήκη a p. 317 η. δ osserva ehe il Mai deve avere risolto malamente il compendio paleografico di Βασίλειος. II sospetto, avvalorato anche dal Petit, Les Eveques de Thessalonique, Ech. dOr. 5 (1901) 30, diventa certezza dopo Tidentificazione del codice, sul qu le il Mai condusse la sua stampa. Infatti il Cod. Vatic. gr. 680 contenente il Θηοανρος ορθοδοξίας di Niceta Acominato, a f. 529 ha per Basilio una grafia ehe assomiglia molto a Kalos na , ma ehe non puo leggersi diversamente da Βασίλειος, come si puo anche stabilire dal confronto con passi consimili sicurissimi (f. 520V lin. 4 e 7, 514V lin. 5). L'unica irregolarit e il beta, ehe assomiglia a un kappa e ehe altrove nel manoscritto ha la forma unciale. Un errore anche pi grave si presenta in Spicil. Rom. X 26 (= Migne PG 140, 156B), dove fra le Πατέρων χρήβεις si cita un passo della lettera di Leone Achrideno*) sugli azzimi: Του κνροϋ Λέοντος τον Βουλγαρίας τον πρώτον προβλήτον (πρωτοπροβλήτον Migne) παρά τον μακαρίτον καλού ήτοι Βασιλείου εκ της Περί των άξνμων επιστολής αυτόν ehe in Migne vien tradotto: qui primus proinotus fuit beato Calaphate imperatore, secondo Γ aonotazione del Mai: Audeo corrigere Καλαφάτον βασιλέως. Nam Calaphates regnavit Constantinopoli anno 1041: Leo autem dicitur electus anno 1040.... Vix igitur tempora variant. Catalogus vero episcoporum Achridensium apud Lequinium Or. Chr. II 292 dicit hunc primum ex byzantino clero fuisse electum. Porro huius epistola extat ms. in variis codicibus. Ceterum apud Bandinium quoque Rer. Graecar. II p. 14 legitur Βασιλείον. Invece nel Cod. Vatic. gr. 680, f. 51Γ sta scritto: Τον κς. Λέοντος τον Βονλγαρίας τον πρώτως προβλη&έντος παρά τον μακαρίτον α (= βασιλέως) κς. ΒαοΊλείον: cosi sta anche nel codice descritto dal Bandini, 1. c., dove l'unico dubbio e nella parola προβλη . . . . Questa errata trascrizione, riportata tal qu le dal Geizer, Der Patriarchat von Achrida, p. 8 e stata giustamente interpretata: Wenn dies richtig ist, mu Leon sp testens 1025 den Thron bestiegen haben. *) Su queeto polemista v. M. Jugie, Theol. dogm. Christ. Orient. I (1926) e A. Michel, Humbert und Kerullarios I, Paderborn 1925, p s s im. Unauthenticated Download Date | 4/17/16 4:58 AM M. A. Andreeva: Zur Reise Manuels II. Palaiologoe nach Westeuropa 351 Riconosciuto cosi nel destinatario delT e x c e r p t u m da S. Massimo il metropolita Basilio, osserviamo ehe Γ appellativo δειότατοξ, ehe ben conviene ad un imperatore (cfr. Tacrostico della Scheda Regia di Agapito Diacono Τω &ειοτάτω xccl εύόεβεότάτω βαόι,λεΐ cet.), si addice an ehe ad un dignitario ecclesiastico, come prova il principio della lettera 95 di Giovanni Tzetze indirizzata allo stesso Achrideno: Kai άλλων μεν ουκ ολίγων ενεχα, &είότατε όέβποτα. ZUR REISE MANUELS II. PALAIOLOGOS NACH WESTEUROPA M. A. ANDREEVA/PRAG F r meinen Aufsatz „Zur Reise Manuels IT. Palaiologos nach Westeuropa" (B. Z. 34 [1034] 37—47) wurden ausschlie lich die lateinischen und italienischen Register von Ragusa ben tzt. Einige Nachrichten ber die in Ragusa erwartete Ankunft des Kaisers haben sich jedoch auch in den slavischen Kopien der Raguaaner Register erhalten (ed. von M. Pucic, Spomenice srbski, I. Bd., S. 46—48, Nr. 82—85): drei Briefe an Herzog Hervoe und an die bosnischen Gro en F rst Mirko, F rst Vlkasin und Herzog Vlkmir. Sie sind an der uns interessierenden Stelle nach demselben Konzept hergestellt. Es wird die Ankunft des Kaisers nach Ragusa gemeldet, sowie, da die Republik bei dieser Gelegenheit den ihr befreundeten bosnischen F rsten ein besonderes Wohlwollen zeigen, f r ihre in der Schlacht von Kossovo l) verschwundenen Verwandten — Sohn und Neffen — besondere F rsprache beim Kaiser erheben und auch „ihren Mann" mitsenden wolle, der stets bei Manuel II. weilen und ihn gemahnen solle, die Barone aufzusuchen.1) Die zwei ersten dieser Briefe (Nr. 82 u. 83) sind vom 13. M rz datiert, der dritte (Nr. 84) an Hervoe — vom 16. Der vierte, ebenfalls slavisch am 16. April abgefa t, ist an den Herrn von Mitylene, also an Francesco II. Gattilusio, gerichtet; er ist ausgestellt f r Franko Viciano vic oder de Viciano, der als Bote mit dem Auftrag die verschwundenen Barone zu suchen gesandt wurde.8) Das Studium des Archivmaterials hat mit Gewi heit gezeigt, da Manuel II. Dubrovnik nicht besucht hat. Zu einer anderen Ansicht ist der ragueanische Annalist Junius Resti gekommen, denn er hat aller Wahrscheinlichkeit nach nur die Libri Reformationum gekannt, nicht aber die Vertr ge mit den Boten, und insbesondere mit Viciano, die in den Diversa Cancelaria versteckt sind. Seine Nachricht ber die Ankunft des Kaisers in Ragusa ist auch ganz f lschlich auf 1400 datiert, also auf die Hinreise.4) F r die R ckreise spricht auch die hohe Zahl von Galeren, dar ber wurde viel in Venedig verhandelt: bei der Hinreise aber hat Manuel II. nur eine venezianische Galere benutzt. 6 ) *) Puci··, o. c. 47, Nr. 83 Ha KOCOB« IIOJHO; K. Jirecek, Istorija Srba t. II, p. 91, ist der Meinung, da von der Schlacht von Kossovo i. J. 138i) und nicht von der des J. 1402 die Rede ist. Die bosnischen Gro en, an die der Brief adressiert war — F rst Vlkasin und Herzog Vlkmir —, sind uns auch aus einem Briefe des Xupan Dragis DaniMo von 1424 bekannt: St. Stanojevic, Studije o srpskoj diplomatici, Beograd 1928, S. 123, 126. — Wir haben schon gesehen (o. S. 40t'.), da die diesem ragusanischen Boten zugedachte Mission viel bescheidener war — er hatte die Barone selber aufzusuchen. *) Pucic, o. c. 46, Nr. 82. 8 ) Ib. 48, Nr. 85 ΦρΒκκα BHUHHHOBHKJI . . . Also Viciano (wie Jorga), nicht Biciano ist richtig. *) Junii Restii Chronica Ragusina, Monumenta spect. hist. Slav. merid. XXV. Scriptores II, 188. *) A. A. Vaeilev, Die Reise des byz. Kaisers Manuel II. Palaiologcs nach Westeuropa (1399—1403), Z rn. Min. Nar. Proev. 39 (1912) 69; 296—300. Unauthenticated Download Date | 4/17/16 4:58 AM