STUDENTI DA MUSEO
FRATELLANZA UNIVERSALE E IMPEGNO CIVILE
DI
Ricorrentemente sono stati i giovani ad accelerare la modernizzazione. PoichŽ per˜ sentirono
sempre che (disse giˆ Benedetto Croce) loro primo
dovere • invecchiare, cio• farsi carico dal passato,
di rado lasciarono traccia durevole del ruolo svolto
negli anni migliori. Se per˜ il corso della storia
ha - come ha - un andamento niente affatto continuativo, monotonamente ÒpiattoÓ, sibbene procede a balzi, ora pi• rapido, ora lento, lo si deve
appunto allÕirruzione, di quando in quando, di
generazioni nuove, quasi Òonde anomaleÓ, capaci
di segnare svolte, imporre mutamenti e costringere anche adulti e anziani a interrogarsi, almeno
una volta, sulle loro stesse antiche speranze.
Su impulso e sulla scia di opere pubblicate in
Francia (come giˆ accadde per la storia dello
Òspirito associativoÓ, dei Òluoghi della memoriaÓ,
delle donne e di altri ÒsoggettiÓ tradizionalmente
trascurati dalla storiografia nostrana) a metˆ Anni
Novanta anche in Italia comparvero due volumi
di Storia dei giovani, curati da Giovanni Levi e
Jean-Claude Schmitt, con capitoli acuti e innovativi, quali Barbe bianche, barbe grigie, barbe nere
di Sergio Luzzatto. Mentre cresceva lÕinteresse per
la storia delle Universitˆ - prevalentemente come
indagine su corpi accademici e docenza - anche in
Italia vennero avviate ricerche sistematiche sul
mondo giovanile.
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DICEMBRE 2000
A LDO A LESSANDRO M OL A
“Goliardia è cultura
e intelligenza”:
ne è conferma la
storia della
associazione
internazionale
studentesca “Corda
Fratres”, nell’età
dei grandi conflitti
del primo ‘900.
Restituire ai giovani
la “filosofia del
ridere” non è in
contrasto con il
richiamo alla loro
missione civile:
l’uno e l’altro sono
volti della stessa
medaglia, il gusto
per la vita e la
libertà, che
affondano radici
nel Rinascimento.
Aperto a Bologna il
Museo degli
Studenti.
Ne sono scaturiti strumenti poderosi di ricerca,
grazie ai quali, in particolare, le organizzazioni e
le riviste studentesche non sono pi• una zona
buia della storia, sibbene hanno ormai contorni
istituzionalmente definiti. Il passo ulteriore per
conferire basi scientifiche e la necessaria visibilitˆ
agli studi sul ruolo svolto dai giovani nella storia
dÕItalia • stato ora compiuto con lÕinaugurazione,
a Bologna, del Museo degli Studenti, realizzato dal
Rettore dellÕUniversitˆ, Fabio Roversi - Monaco,
insigne giurista, sulla fine del lungo e fattivo
mandato. Giˆ in occasione dellÕVIII centenario del
suo Ateneo (1888) e giustamente accanto a GiosuŽ
Carducci, che vi pronunzi˜ un celebre Discorso,
Bologna vide in campo goliardi accorsi dalle
Universitˆ pi• disparate, consci che lÕomaggio
allÕAlma Mater Studiorum era anche tributo ad
alcuni passaggi alti della presenza di giovani alla
guida della storia e premessa per il recupero dÕun
ruolo autonomo. Un secolo prima Bologna era
stata teatro dÕuna vicenda emblematica. Due studenti del suo Ateneo, Giambattista De Rolandis
(nato a CastellÕAlfero, presso Asti, il 22 giugno
1774) e Luigi Zamboni, di due anni pi• anziano,
vennero tratti in arresto quali autori di una cospirazione contro il governo del Cardinale legato.
Erano tempi grossi. LÕItalia era corsa da una gran
voglia di libertˆ. Capisaldi di riferimento erano i
protagonisti della rivoluzione francese: per la loro
carica libertaria. Molti si dissero - o vennero detti
- ÒgiacobiniÓ benchŽ non si proponessero affatto
di attuare in Italia i programmi, giˆ falliti in
Francia, di Robespierre, Saint-Just e altri capi di
quella specifica fazione assunta nondimeno a
modello per la sua carica prepotentemente innovativa. Sulla natura e i legami settari nazionali e
internazionali di quella cospirazione giovanile
bolognese molto sÕ• scritto, poco documentato.
Prima di porvi mano, Zamboni peregrin˜ dalla
Francia alla Grecia a Roma accumulando odio
verso i tiranni. Traditi da due congiurati, Zamboni
e De Rolandis furono catturati dalla polizia
papale. Incarcerati i due studenti vennero sottoposti a torture efferate. Il 18 agosto 1795 Zamboni
si strangol˜ in carcere per sottrarsi allo strazio
delle carni. Indomito, il 23 aprile 1796, dopo altri
atroci supplizi, De Rolandis venne impiccato:
Coccarda De
Rolandis. Il cimelio
testimonia il
sacrificio di
Giambattista De
Rolandis, astigiano,
e di Luigi Zamboni,
bolognese, studenti
universitari.
Per volontà dei
discendenti è
conservata al
Museo degli
Studenti, a
Bologna.
secondo lÕuso del tempo, con un prete salmodiante da un canto, un boia sulle spalle e un
ÒtirapiediÓ che lo strattonava dalle ginocchia.
Non mancava, sul fondo, un Òfratello della buona
morteÓ. Una stampa dellÕepoca ritrasse il ventiduenne patriota protorisorgimentale, sereno, a
braccia conserte, indifferente alla morte, con lo
sguardo rivolto allÕItalia ventura.
Anche pi• giovane dei due cospiratori e martiri
della repressione pontificia, Ugo Foscolo (17781827) fu lÕaltro ispiratore della generazione che
tra Settecento ed etˆ napoleonica balz˜ al centro
della storia. Conserv˜ la sua capacitˆ di suscitare
entusiasmi anche dalla cattedra di Eloquenza
dellÕUniversitˆ di Pavia. A lui poi sÕispirarono
Silvio Pellico (nato nel 1789), Federico
Confalonieri e quanti contrastarono la
Restaurazione continuando a seminare culto della
scienza, apertura europea, voglia di libertˆ.
A sinistra: pagina
miniata con il
giuramento degli
studenti (1497)
della Nazione
Germanica
dell’Università
di Bologna.
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Sopra: frontespizio
dell’opera
pubblicata a
Strasburgo nel
1680 che descrive
il processo di
iniziazione degli
studenti per entrare
nell’Università.
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Se ne videro i frutti nel Quarantotto quando
gli studenti dellÕUniversitˆ di Pisa, organizzati in
Òbattaglione universitarioÓ e distintisi negli scontri di Curtatone e Montanara, non furono gli unici
giovani decisi a imprimere il suggello della loro
generazione al corso degli eventi. La parte avuta
in quel biennio 1848-49 da ventenni quali
Costantino Nigra, Isacco Artom (futuro segretario
intimo di Camillo Cavour, segretario generale
del Ministero degli Esteri e senatore del Regno),
Vittorio Bersezio, giornalista, memorialista,
commediografo di fama, Gian Battista Gandino da umili origini asceso a prestigioso latinista
nellÕUniversitˆ di Bologna, venne rievocata a
Torino nel 1898, a margine di un congresso organizzato nel cinquantenario dello Statuto che dette
spunto allÕEsposizione nazionale. Promotore
dellÕiniziativa fu il ventisettenne Efisio Giglio Tos
(Chiaverano 1871 - Torino 1941). Autodidatta, due
lauree e una terza ormai in vista, Giglio-Tos era
un veterano dellÕassociazionismo studentesco.
ÒFac-totumÓ dellÕAssociazione universitaria torinese (AUT), frequentata da Edmondo De Amicis
e da innumerevoli altri non dimentichi dellÕintramontabile funzione della ÒgiovinezzaÓ quale
acceleratore di storia, Giglio-Tos allest“ una
ÒmacchinaÓ formidabile, bene documentata al
Museo di Bologna grazie alle carte raccolte da
Marco Albera, fondatore a Torino dellÕUniversitas
Scholarium (Centro di documentazione internazionale goliardica e studentesca). Dopo lÕVIII
Centenario dellÕUniversitˆ di Bologna, i goliardi
italiani iniziarono a svolgere congressi nazionali.
Dal IV, tenuto a Pisa, nel 1897 Giglio-Tos si fece
conferire lÕincarico di dar vita alla Federazione
universale degli studenti. Con un anno di
febbrile lavoro, Giglio-Tos var˜ la sua creatura:
la Federazione internazionale studentesca (ÒCorda
fratresÓ Cuori Fratelli), approvata per acclamazione da tremila goliardi accorsi a Torino dai pi•
diversi Paesi dÕEuropa e con migliaia di adesioni
da ogni continente: Stati Uniti dÕAmerica, Per•,
Tasmania, Cittˆ del Capo...: un successo trionfale,
ottenuto con lÕinvio del programma in cinquantamila copie alle Universitˆ di tutto il mondo.
Con lÕalto patronato del Re dÕItalia e il sostegno
dÕuno stuolo di cattedratici famosi, la Corda
Fratres ebbe presto un Inno, il cui testo latino
venne scritto da Giovanni Pascoli e affidato, per
la musica, a Pietro Mascagni. Tenne suoi congressi internazionali a Parigi (1900), Liegi,
Marsiglia, Bordeaux, LÕAja, Roma (nel 1911:
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cinquantenario dellÕunitˆ nazionale), Ithaca (New
York, quando i delegati vennero ricevuti dal
Presidente degli Usa, Wilson) e ancora TorinoGenova, Roma-Napoli nel 1924, in coincidenza
con il XII congresso della sezione italiana.
Organizzata in sezioni nazionali, ciascuna ripartita
in Consolati, la Corda Fratres escludeva dai lavori
temi religiosi e politici e propugnava lÕaffratellamento degli universitari in nome della scienza e
del Òdovere civileÓ verso i rispettivi Paesi e lÕumanitˆ. Scopo fondamentale era diffondere solidarietˆ e fratellanza fra gli studenti, promuovere la
pace e lÕarbitrato internazionale fra le Nazioni e
risolvere i problemi delle minoranze etniche e
religiose allÕinterno degli Stati (chÕerano in molti
casi imperi multietnici e plurireligiosi) senza
modificarne lÕassetto, giacchŽ il Òconcerto delle
grandi potenzeÓ fondato su alleanze e controalleanze e un fitto intreccio di trattati segreti,
costituiva una vera e propria polveriera, pronta a
esplodere al minimo urto, anche marginale, in
unÕarea periferica. Lo si vide con il duplice assassinio di Sarajevo, che fece tuonare i Òcannoni
dÕagostoÓ e nel 1914 determin˜ la conflagrazione
europea, poi mondiale: inizio della Òguerra dei
trentÕanniÓ (1915-1945). Gli universitari che
A sinistra dall’alto:
documento
studentesco
dell’Università di
Pavia (1924) con
scena di banchetto.
Berretti (1860-1890)
di associazioni
tedesche e
fiamminghe.
Berretto di
Guido Rossi (Bobo)
studente e poi
docente
dell’Università di
Bologna (1947).
In questa pagina:
in alto due opuscoli
di musiche, canzoni
e teatro degli
studenti fiamminghi
e della Sorbona.
Sotto a sinistra:
una spiritosa guida
per gli studenti
dell’Università di
Oslo. A destra:
un giornale
studentesco di
Parigi nel 1968.
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Spettacolo
studentesco nella
piazza Maggiore
di Bologna (1960).
sÕerano dati la mano nei Congressi della Corda
Fratres e avevano promosso sezioni per le nazioni
senza Stato (polacchi, boemi, finlandesi e gli ebrei
stessi, i pi• isolati e ancora perseguitati dÕEuropa)
vestirono le divise dei rispettivi governi e si scannarono dalle opposte trincee. Giglio-Tos aveva
veduto giusto. Aveva letto bene nel libro del sociologo russo Giacomo Novicow, secondo il quale la
Missione dellÕItalia (1901) era annunziare la
Federazione europea dal Campidoglio e guidare il
vecchio continente dagli odi nazionalistici alla
fratellanza, alla cooperazione, agli Stati Uniti
dÕEuropa. Tra i massimi esponenti della Corda
Fratres van ricordati il Òfilosofo del ridereÓ e promotore dellÕIstituto Italiano per la cultura, Angelo
Fortunato Formiggini, Pericle Ducati, Corrado
Barbagallo... sino a Guido Calogero e Aldo
Capitini che ne propiziarono la rinascita dopo la
seconda guerra mondiale.
Il congresso del 1924 ebbe un comitato dÕonore
di tutto rilievo: Gabriele dÕAnnunzio, Guglielmo
Marconi (cordafratrino dal 1903, quando anche il
filosofo Antonio Labriola sÕinteress˜ al sodalizio),
Giovanni Gentile e il capo dal governo, Mussolini,
che vÕintravvedeva la feconditˆ del Òlibero pensieroÓ di cui egli era stato fautore da giovane.
NellÕesilio in Svizzera, nel 1943, il futuro presidente della Repubblica Luigi Einaudi svolse la sua
prima conferenza proprio su iniziativa dÕun consolato della Corda Fratres. LÕorganizzazione ÒmaterialeÓ, la scorza esterna, del sodalizio ideato da
Giglio-Tos non resse alla massificazione e allÕavvento delle organizzazioni universitarie di partito
e alla FUCI (Federazione universitari cattolici italiani). I suoi ideali invece sopravvissero, giacchŽ le
organizzazioni affermatesi nel dopoguerra finirono
per trarne alimento, come provano le storie personali di quanti alla militanza politica arrivarono
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dallÕUnuri e organismi analoghi. Basti, tra i molti,
il caso di Paolo Ungari. Quel mondo meritava
dunque di essere salvaguardato dallÕaltrimenti inevitabile dispersione e dallÕoblio. Vi provvede ora il
Museo, che giˆ raccoglie unÕimponente massa di
documenti, cimeli e ÒreliquieÓ compresi feluche,
manti e altri ÒsegniÓ dalla goliardia provenienti da
molti Atenei. VÕ• da credere che a breve saranno
innumerevoli gli studenti universitari dÕantan ben
disposti a donare al Museo bolognese riviste,
numeri unici, manifesti e le tante altre memorie
della loro ÒgiovinezzaÓ: la stagione cantata da
Nino Oxilia. Restituire ai giovani la Òfilosofia del
ridereÓ non • affatto in contrasto con il richiamo
alla loro missione civile; lÕuna e lÕaltra sono volti
di una stessa medaglia, il gusto per la vita e la
libertˆ, che affondano radici nel Rinascimento e
in quanto esso sottende.
(*) Disciplina ÒgiovaneÓ la storia degli studenti • parte di
quella da poco albeggiante, dei giovani, ovvero della fascia
dÕetˆ compresa tra le pressochŽ totale dipendenza da altri
(infanzia, adolescenza,...) e quella del ÒlavoroÓ, dellÕinserimento in ruoli precostituiti dellÕorganizzazione sociale. Gli
studenti universitari, pur risultando ancora vincolati al ÒsussidioÓ delle famiglie e/o di istituzioni (collegi, convitti...),
vissero spazi di autonomia creativa, per la (temporanea) lontananza da casa e la tendenza e organizzare confraternite,
associazioni, circoli, leghe... chÕebbero per Òragione socialeÓ
lÕetˆ, la provenienza (nazionale, regionale), le opzioni religiose, ideologiche e la propensione a sperimentare novitˆ.
Per un primo approfondimento rinviamo allÕeccellente
Catalogo delle riviste studentesche (1860-1968) a cura di
Nora De Giacomo, Giovanni Orsina e Gaetano Quagliariello,
Lacaita, Manduria - Bari - Roma, 1999, pp. 846; La formazione della classe politica in Europa (1945-1956) a cura di
Giovanni Orsina e Gaetano Quagliariello, Lacaita, Manduria
= Bari - Roma, 2000, pp. 828 e allÕinventario del Fondo
Archivio delle associazioni e rappresentanze studentesche
universitarie (1945-1968) a cura di Leonardo Musci a Marco
Grispigni, con saggio introduttivo di Gaetano Quagliariello,
Lacaita, 1995.
La centralitˆ della tradizione universitaria di Bologna trova
conferma in Gabriele Boschetti (a cura di), Storia della
goliardia bolognese dallÕorbace alla contestazione, Bologna,
Tamari, 1988. UnÕintroduzione tematico-problematica alla
storia degli studenti • offerta da AA.VV. Gaudeamus igitur.
Studenti e goliardia (1888-1923), Bologna, Bologna
University Press. 1995 (con eccellenti contributi di Gian
Paolo Brizzi, Marco Bortolotti, Marco Albera e Giuliano
Catoni, Gaetano Quagliariello, Francesco Nicita e Daniela
Negrini). Fondamentali sono inoltre gli Annali di storia
dellÕUniversitˆ italiana, espressione del Centro interuniversitario per la storia delle Universitˆ italiana (CISUI), diretti da
Gian Paolo Rizzi (Casella Postale 5532.40134 Bologna 22)
ora al quarto volume.
Sulla Federazione ideata da Efisio Giglio-Tos rinviamo a
Aldo A. Mola, Corda Fratres, Storia di una associazione
internazionale studentesca nellÕetˆ dei grandi conflitti (18981947) prefazione di Fabio Roversi-Monaco, Rettore
dellÕUniversitˆ di Bologna, Bologna, Clueb 1998.
Il profetico ÒmanifestoÓ di Giacomo Novicow La missione
dellÕItalia • riprodotto in edizione anastatica dallÕEditore A.
Forni di Sala Bolognese (14010 BO).
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